Tegola Jefferson sugli Hornets.

Brutta tegola per Charlotte che perde un importante giocatore.

Brutta tegola per Charlotte che perde un importante giocatore.

Il centro degli Charlotte Hornets Al Jefferson nelle ultime uscite non aveva fatto un granché rispetto ai suoi abituali standard. Probabilmente le sue prestazioni sul campo, specialmente quelle in fase offensiva, erano condizionate da un problema fisico che si trascinava da qualche partita. Ora, a causa di questo problema (stiramento a un muscolo adduttore dell’inguine sinistro) dovrà star fuori presumibilmente per un periodo di tempo che si aggira sulle quattro settimane circa, almeno così hanno diagnosticato i medici dopo che Big Al si è sottoposto a risonanza magnetica.

In 32 partite giocate in questa stagione, Jefferson guida la squadra per punti e rimbalzi con medie di 18,0 punti (25° in NBA) e 8,2 rimbalzi (17° in NBA) con una media minuti giocati a partita di 32,2. Big Al è riuscito ad andare in doppia cifra in 28 delle 32 partite con 10 doppie-doppie. Il suo season high è di 34 punti, ottenuto il 7 novembre, quando gli Hornets s’imposero su Atlanta nel supplementare.

Per cercare di sopperire alla perdita, è stato richiamato d’urgenza il rookie Noah Vonleh che si ricongiungerà così alla squadra per la gara di questa sera contro i Rockets. Probabilmente nella mente di Clifford ora potrebbe trovare spazio nello starting five Marvin Williams come ala grande, con Zeller spostato come centro, almeno questa è sembrata essere l’indicazione nei minuti giocati senza Jefferson contro Milwaukee.

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Game 32; Charlotte Hornets Vs Milwaukee Bucks 94-104 (OT)

Probabilmente a Coach Clifford e all’entourage degli Hornets servirebbero due esperti, uno di psicologia, a giudicare dai parziali che danno e prendono e dagli stati mentali che condizionano brevi periodi nei quali i giocatori degli Hornets sono in grado di commettere di tutto (dal -17 alla gara trascinata all’OT e poi lasciata scivolare via) e uno di metafisica del basket per cercare di capire cosa possa essere utile, necessario, stabile e benefico per questa franchigia a partire dal controverso (e momentaneamente menomato fisicamente) Al Jefferson. Troppi elementi mutevoli e instabili si affollano nel roster degli Hornets, ciò determina un’incapacità di stabilizzare le situazioni, di far quadrare e compattare la squadra.
Se sul mercato arriveranno risposte interessanti, ciò potrebbe rivelarsi un primo passo fondamentale per migliorare una situazione piuttosto deludente al momento.
Ospiti di serata erano i Bucks, formazione già battuta due volte quest’anno, ma che in classifica è messa nettamente meglio degli Hornets.

I Bucks scendevano sul parquet con; Knight, Middleton, Antetokounmpo, O’Bryant, Pachulia. Gli Hornets con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Jefferson.

Gerald Henderson, una delle pochissime note positive della serata.

Gerald Henderson, una delle pochissime note positive della serata.

Gli Hornets partivano bene pur “perdendo” la palla a due che finiva però oltre la linea di fondo dei Bucks senza che nessun giocatore in tenuta verde riuscisse a recuperarla.
Henderson a 11:32 inaugurava la serata dalla lunetta con un 2/2 mentre a 11:13 Gilchrist con una penetrazione circolare orizzontale andava a segno.
Charlotte era interrotta da Zaza Pachulia a 10:35 che non aveva troppe difficoltà contro Jefferson.
A 10:07 Walker si avventava come un falco su un passaggio che il play trasformava in un canestro da tre punti mettendo il tiro da 50° circa a sinistra.
Il buon momento di Charlotte si evinceva anche da una stoppata di Zeller e dal ribaltamento dell’azione che vedeva andare a segno Henderson con un jumper frontale dalla linea del tiro libero.
La fastidiosa presenza di Pachulia si manifestava con un altro canestro, prima che Henderson intercettasse un pallone e chiudesse la transizione a 8:01.
Il duello tra il georgiano e la guardia degli Hornets proseguiva, il giocatore dei Bucks segnava da due punti, mentre Gerald infilava la tripla del 14-6 a 7:31 dalla fine del primo quarto.
Dopo il time-out Milwaukee tornava in campo decisamente più convinta e produceva delle giocate più efficaci.
Una tripla di Knight, un gioco di Antetokounmpo più altri due punti di quest’ultimo, risollevavano Milwaukee portandola al pareggio sul 14 pari a 6:18.
Gli Hornets continuavano a sbagliare tiri con Jefferson, ma anche con altri giocatori, così la squadra del Wisconsin continuava nel suo controparziale con Knight, Mayo, Dudley e Antetokounmpo che a 1:32 faceva registrare il più 10 per Milwaukee.
Il parziale di 18-0 in favore degli ospiti veniva interrotto da Walker dalla lunetta a 1:20.
Nonostante Biyombo nel finale cancelli Henson, il parziale di primo quarto era 17-25 per i Bucks.

Nel secondo quarto Roberts segnava il -5 a 11:36 poi spazio al duello Biyombo/Henson che vedeva il secondo vincente per due stoppate a una.
Hornets inguardabili in attacco ancora una volta e Bucks che ne approfittavano per produrre un altro parziale di 10-0.
Marshall a 5:35 metteva i punti del 20-35 con un 10-0 di parziale. Il canestro di Roberts a 5:10 in jumper non interrompeva la serie di canestri di Milwaukee che volava sul 22-41 a 4.01 grazie a Middleton. Nel finale i Calabroni non riuscivano ad accorciare di molto sebbene segnassero 5 punti con Walker e 3 con una bomba di Williams a :01.4. Il finale del primo tempo era di 32-49 a vantaggio degli ospiti, che potevano gestire abbastanza comodamente un margine di 17 punti.

Dopo l’intervallo Henderson riusciva a segnare due canestri nei primi due minuti di gioco, anche Big Al si svegliava dal letargo dopo non aver concluso nulla e a 9:44 realizzava un canestro che consentiva a Charlotte d’iniziare l’opera di rimonta, portata avanti da Kidd-Gilchrist con due punti a 9:10 dalla fine del penultimo quarto (41-53).
Milwaukee ci metteva poco però per rispondere e con un paio di canestri si riportava a +16.
L’unico vero buon momento di Big Al coincideva con la riduzione del gap da parte degli Hornets.
Prima con un canestro, poi con due assist molto belli; il primo per Henderson che con perfetto tempismo riceveva nel pitturato e segnava con un gancetto, il secondo per Zeller che smarcato sulla baseline poteva persino permettersi il lusso di schiacciare a &:21 per il 49-61. Dudley dall’altra parte però sfruttava i problemi atavici della difesa degli Hornets; superato il marcatore invece che pararsi incontro al giocatore dei Bucks, la difesa di Charlotte si apriva come il Mar Rosso con Mosè, regalando due punti semplici alla squadra di Kidd.
A 2:37 una buona penetrazione di Neal portava sul 56-63 la sfida. Zeller recuperava palla in difesa e veniva fermato irregolarmente da Middleton in attacco.
Dalla lunetta però segnava solo uno dei due liberi a disposizione a 1:13. Walker a :40 secondi dall’inizio dell’ultimo quarto guidava se stesso all’appoggio al tabellone per il 59-63, tuttavia Milwaukee riallungava un pochettino, grazie anche alla pesante tripla di Mayo che sulla sirena metteva il 61-68 a favore dei verdi.

P.J. Hairston metteva il suo unico tiro della serata con una bella tripla a 10:58 riportando in scia Charlotte.
Il 64-68 era parzialmente vanificato da un buon jumper di Dudley che realizzava nonostante la buona marcatura di Williams.
Partita che sembrava riallontanarsi per Charlotte quando poco dopo Henson servito con un passaggio supplementare trovava il tempo per appoggiare da sotto il pallone del 64-72.
A 9:39 dalla fine dell’ultimo quarto Neal con un bel movimento (spin move) si liberava di Mayo ed eludeva la stoppata di Henson per l’acrobatico appoggio del 66-72.
Mayo da 3 punti dal corner sinistro però rispondeva, approfittandosi della marcatura di Walker che gli rendeva cm.
A 7:10 dalla fine si era sul 66-77. Clifford provava con un doppio play in campo (e con una doppia PF di ruolo, giacché Jefferson era rientrato negli spogliatoi per problemi fisici) e propri Roberts a 5:41 confortava l’allenatore con una tripla scagliata da 45° dx per il 72-79.
Henderson in attacco metteva due tiri molto importanti con i suoi classici canestri in sospensione di bello stile e Charlotte rientrava a -3 quando mancavano 4:01 alla sirena.
Walker accorciava a -1, i Bucks rispondevano da due, ma finalmente a 3:06 Marvin Williams con una tripla dal lato sinistro agganciava Milwaukee sull’81 pari.
Nel finale Walker riusciva a dare un minimo vantaggio alla squadra del North Carolina, poi una serie di errori portava all’occasione del pareggio i Bucks.
Knight era stoppato bene da Zeller in un primo momento, poi, però il play avversario riusciva a riprendersi la palla a spicchi e a pareggiare. L’ultimo pallone sarebbe a disposizione degli Hornets che però lo gettavano alle ortiche con Walker.
Il play, che avrebbe voluto penetrare, veniva raddoppiato e chiuso su un lato.
Il suo scarico per Henderson era oltre la metà campo e così i Bucks si ritrovavano con un paio di secondi per vincere la gara ma Dudley sulla sirena provava un tiraccio che non entrava, così il punteggio di 83-83 si sarebbe dovuto sbloccare al supplementare.

Nell’OT Milwaukee sembra più attiva e segnava quasi tutti i tiri effettuati. Antetokounmpo grazie a una schermatura, un blocco, segna con un tiro frontale, Henderson riesce ad “annullare” il canestro con un tiro effettuato veleggiando dalla baseline destra a 4:30.
Roberts in attacco perde malamente palla e in difesa commette fallo su Antetokounmpo spostandosi lateralmente.
Contatto e gioco da 3 punti avversario a 3:51. I Bucks sembravano semplicemente più in forma e si avvantaggiavano di qualche punto, ad esempio con un’entrata di Knight a 3:22 che valeva l’85-90.
La schiacciata di Henson era solamente parzialmente coperta da quella di Zeller a 2:03 per l’88-94.
Il gioco partita arrivava a 1:47 quando Knight segnava il jumper dell’88-96, lasciando poco tempo agli Hornets (che già avevano perso fantasia) per recuperare.
Il punteggio finale era di 94-104 in favore dei Bucks che così accorciano la serie stagionale sull’1-2.

I Calabroni hanno avuto più occasioni al tiro degli avversari, ma hanno concluso dal campo con percentuali nettamente peggiori (36,7% contro il 47,1%), a nulla sono serviti 6 rimbalzi in più e 5 rubate in più rispetto agli avversari.
Quando non si mettono i tiri diventa impossibile vincere. Milwaukee ha raddoppiato spesso i giocatori intorno al pitturato, Charlotte non è stata brava e rapida nel far circolare velocemente palla e a frapporre qualche blocco per qualche tiratore libero che avrebbe potuto mettere qualche canestro pesante, anche se Milwaukee è stata anche veloce nel tornare a difendere il perimetro.

Voti

Walker: 6
28 pt. (7/22), 4 stoppate, 2 rubate e 4 assist. Spiccano in negative 5 palle perse, per di più banalmente e in maniera forzata. Giocando troppo lui potrebbe anche succedere, ma il modo con il quale sono state perse non è sembrato adatto a un buon giocatore NBA. Segna 28 punti ma con 22 tiri. Difesa discreta e ottimo nello stoppare ben quattro volte i suoi avversari.

Henderson: 7
19 pt. (7/13), 5 assist, 4 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Fa di tutto e tiene a galla gli Hornets con i suoi jumper, fade-away veleggiando in aria, anche in difesa fa un discreto lavoro.

Kidd-Gilchrist: 5,5
10 pt. (5/10), 3 rimbalzi, 2 assist e 1 stoppata. Duello perso con il suo dirimpettaio. Buone le cifre al tiro ma per il resto ci sia aspetta di più.

Zeller: 6
6 pt. (2/3), 5 rimbalzi, 3 rubate. Discreta difesa nell’ultimo quarto quando Charlotte risale, buona la stoppata su Knight nel finale, ma non riesce a evitare il canestro sul secondo tentativo.

Jefferson: 4,5
6 pt. (3/12), 8 rimbalzi, 5 assist, 3 palle perse. Palloni persi per passi, tiri che non ne volevano sapere di entrare a inizio gara, ripetuti alla stessa maniera. Ha una fiammata in termini di assist e punti, ma da lui ci sia spetta molto di più.

Williams: 6
(3/8), 14 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate. Tiro scarso anche se da tre ne realizza due su tre, in difesa va come il semaforo, a rimbalzo però è presente.

Neal: 4,5
7 pt. (2/8), 4 rimbalzi. Un bel canestro non giustifica le sue scarse percentuali che contribuiscono ad affossare gli Hornets. Recentemente le medie sono queste e per un tiratore è cosa grave.

Biyombo: 4,5
Due belle stoppate. Peccato gli siano restituite da Henson. Avesse messo uno dei due liberi, forse Charlotte avrebbe vinto nei regolamentari. Non gioca perché in attacco è irrilevante se non dannoso a volte. Peccato perché la difesa è veramente buona.

Hairston: 4,5
3 pt. (1/5), 2 rimbalzi. Tiri fuori misura, si vede a occhio già da quando partono, mette una bella tripla, ma le cifre sono impietose anche per lui.

Roberts: 5
7 pt. (3/7), 2 rimbalzi. Da 6,5 nei regolamentari, male nei supplementari dove butta via un pallone e poi fa un fallo che costa un gioco da 3 pt. (d’altra parte rendeva cm) e spiana la strada ai Bucks. Da sfruttare di più al tiro.

Coach Clifford: 4,5
Se questa squadra non ha ancora una fisionomia è imputabile a diversi fattori, in primis la costruzione della squadra. Mandare Vonleh alle Formiche Pazze asserendo che non ha appreso i sistemi dei Calabroni e poi proporre lo schema Walker contro tutti meriterebbe il ritorno di Vonleh e il trasferimento di Clifford in capo alle Formiche Matte. Sono contro i cambi di allenatore, ma qui o si cambia quasi tutta la squadra, o si prova a vedere se con un altro allenatore magari esce fuori qualcosa di meglio… Continuare così non ha senso.

Il mistero Vonleh

I più attenti tra i tifosi di Charlotte si chiederanno che fine ha fatto il rookie Noah Vonleh, la nona scelta degli Hornets nello scorso draft NBA di giugno.

Noah Vonleh, dal college con gli Indiana Hoosiers, agli Charlotte Hornets nella NBA.

Noah Vonleh, dal college con gli Indiana Hoosiers, agli Charlotte Hornets nella NBA.

L’ala proveniente dal college d’Indiana è una power forward (un’ala grande) e nelle rotazioni di coach Clifford è finita dietro a Cody Zeller, Marvin Williams e talvolta Jason Maxiell. Fino ad oggi il rookie ha totalizzato quattro presenze, 10 punti in 32 minuti complessivi (gli ultimi 7 giocati venerdì a Oklahoma City nel garbage time). Vonleh ha subito un intervento chirurgico ai primi di settembre a causa di un’ernia. Ciò gli è costato il non poter partecipare agli allenamenti iniziali, quando sono stati insegnati gli schemi e le basi del sistema di gioco dei Calabroni, oltre che abdicare per quasi tutta la preseason. Chiedendo qualcosa di più a coach Clifford riguardo al suo scarso impiego ci si sente rispondere che non è ancora al top della forma fisica e non ha una velocità di gioco sufficiente che gli consenta di poter giocare attualmente un minutaggio consistente a questi ritmi NBA.

Clifford ha poi dichiarato: “Purtroppo una volta che la stagione inizia hai solo alcuni tratti dell’anno in cui è possibile allenarti molto”… proseguendo:
La cosa che gli dà la possibilità di avere un futuro in NBA è che è molto dotato ed è un grande lavoratore, ma sarebbe difficile per chiunque recuperare rapidamente dopo aver saltato la sua preseason da rookie”.

La diciannovenne ala (nata il 24 agosto 1995) ha fatto intuire buone potenzialità nei pochi minuti giocati con ad esempio un bel turnaround a Oklahoma City.

Nonostante l’appannamento attuale di Zeller, coperto parzialmente da prestazioni sufficienti di Williams, oggi 28 dicembre, Vonleh è finito nella lega di sviluppo della National Basketball Association, la NBA D-League. Forse qui avrà più spazio per poter dimostrare il suo valore e aiutare la squadra dei Fort Wayne Mad Ants e tornare a giocare per Charlotte in un prossimo futuro…

La pagina Twitter di Noah: http://twitter.com/@NoahVonleh

Grazie. Thanks

Ringraziamenti

Hornets404_450px_1 - Copia (3)

E’ da poco che ho aperto questo blog grazie alla collaborazione di chi mi ha dato questo spazio per poter creare un universo (qualcosa che vada oltre al concetto di “popolo teal and purple” e ai confini, ecco perchè la grafica stellare) dedicato agli Hornets.

Calabroni che io tratto in maniera forse anomala, nel senso che ho iniziato a seguire la squadra quando era a Charlotte e ho continuato a seguirla negli anni più fortunati ma anche più bui spesi tra New Orleans e Oklahoma City.

Oggi che i Calabroni sono tornati alle origini, ho scelto di seguire questa “franchigia” come la chiamerebbero nella NBA, già, perchè la franchigia considerata originaria sarebbe quella degli attuali New Orleans Pelicans, anche se nella scorsa estate Jordan si è riappropriato del marchio comprandolo dalla NBA e anche dei record fino al 2002, l’anno in cui la squadra lasciò in North Carolina per emigrare sulle rive delle paludi della Louisiana.

Non avrebbe avuto senso per me continuare a seguire un team privato delle sue radici e sverniciato totalmente nella sua identità, per cui  alcune pagine come gli head to head (che dovrò finire di pubblicare), hanno un tratto di storia in comune tra queste due franchigie (non appena avrò tempo metterò anche quelle ufficilai della franchigia di Charlotte), anche se le scelte della NBA hanno finito per dividere nettamente la storia delle due squadre in base alla città e al business e hanno scisso  anche le “fedi sportive” come forse non si vedeva dai tempi del protestantesimo.

Quindi un grazie a chi mi ha concesso lo spazio, ma un ringraziamento va soprattutto a chi ha visitato la pagina, sperando che abbia trovato qualcosa d’interessante cercando magari nelle varie cartelle e/o leggendo un articolo.

Grazie al visitor counter installato in un secondo momento rispetto all’apertura del blog posso notare le città da dove seguite gli Hornets più massiciamente in termini di %.

In Italia, oltre alle classiche e grandi Firenze, Genova, Milano e Roma, ci sono anche le più piccole ma semore belle Arezzo (La Vita è bella di Benigni e quel pozzo che si vede in alcuni principali scene della pellicola sono parte integrante della bellezza di questa città), Pisa, Varese (avevo un parente fantastico della provincia) e anche Cologno Monzese. Dall’estero a parte gli Stati Uniti con Menlo Park, ecc… Polonia e Irlanda in testa con Varsavia e Dublino, ma anche Gran Bretagna, Olanda, Svizzera e l’esotica Turks and Caicos Island. Buone feste anche alle new entry (28/12/2014) Brescia, Bologna, Menlo Park (USA) Napoli e Roma.

Nota: Per le partite intorno a Natale potrei scrivere una versione più breve a causa degli impegni lavorativi, tornerò a pieno regime nell’anno nuovo. Buone feste a tutti!

Game 31; Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 94-102

Walker corre, la squadra cammina in attacco e deambula in difesa.
Una squadra incapace di produrre un buon gioco collettivo, ha provato ad aggrapparsi a uno dei suoi due leader.
Kemba ha terminato la gara con 42 punti e una bella prestazione offensiva, ma anche se è ancora forse troppo presto per dirlo a Est, ha anche salutato la post season perché se non si vincono queste gare casalinghe contro le rivali divisionali, difficilmente si può ambire ad andare lontano. Forse, se per una volta Charlotte andrà sul mercato invernale, potrebbe invertire il trend scambiando Stephenson che sembrerebbe non far più parte del progetto, per una o due “pedine” che potrebbero risultare utili a questa squadra. Un passatore che dopo questa serata sembra indispensabile, anche se in altri settori l’allarme rosso si è acceso.
Un passo e mezzo indietro per Charlotte dopo le 4 confortanti vittorie ottenute prima di Natale.
Charlotte vince la lotta a rimbalzo per uno (41-40), ai liberi e nelle stoppate, ma perde nelle percentuali dal campo e da 3 pt..

Charlotte schierava il solito quintetto; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller, Jefferson. Payton, Oladipo, Harris, O’Quinn e Vucevic invece gli uomini dello starting five dei Magic.

Walker contro tutti.

Walker contro tutti.

I Magic vincevano la palla a due e segnavano per primi a 10:58 con un jump shot di Oladipo. Vucevic e MKG si scambiavano le cortesie realizzando un paio di canestri a testa, anche se l’entrata acrobatica dell’ala di Charlotte valeva 3 punti per il contatto trovato con O’Quinn, i Magic rimanevano avanti 5-6.
A 7:21 però Walker effettuava il sorpasso grazie a una tripla su un extra possesso, tuttavia i Magic con cinque punti di Harris, prima annullavano il vantaggio in schiacciata, poi con un gioco da 3 punti si riportavano sopra (8-11).
Charlotte dimostrava una difesa non attenta come nelle partite prenatalizie e incassava l’alley-oop del 9-13 a 5:30 da Vucevic.
Uno scambio di ganci tra centri aumentava il punteggio ma non modificava il distacco, il quale era riassorbito da Walker con 4 punti consecutivi per il 15 pari a 3:27 (fade-away su Harris e Vucevic). Oladipo con un canestro in velocità teneva avanti gli ospiti fino alla tripla di Neal che fissava momentaneamente il punteggio sul 18-17.
Nel finale però i Magic realizzavano 5 punti e chiudevano il quarto con un vantaggio di quattro, 18-22.

Il secondo quarto iniziava con dei falsi segni premonitori.
La tripla spaziale di Roberts e Biyombo (giocata difensiva della partita) nell’alto dei cieli a stoppare il tiro di Fournier, riuscivano solamente per poco a tenere in partita Charlotte, che perdendo palla, consentiva a Payton in transizione due punti facili.
Tuttavia, almeno a inizio frazione, i Calabroni riuscivano a pungere ancora (con Williams e poi con un runner di Neal segnando dal pitturato) mantenendosi in scia.
A 9:37 si era sul 25-26.
E se Fournier stampava la schiacciata sul ferro sbagliandola, il play Payton (con tatuaggio incorporato del fleur de bee, un logo degli ex New Orleans Hornets su una spalla) in area realizzava due punti che uniti agli altri sei di Fournier (a 7:31 la seconda tripla) portavano a quello che si sarebbe rivelato il break decisivo della partita.
25-34, Charlotte sul -9 non si riprenderà più, nonostante Neal accorci a -7 con un tiro dal lato destro, Frye per i Magic colpiva a 7:02 ancora dalla grande distanza per il +10 Magic.
4 punti di Jefferson erano contrastati da altrettanti del duo Vucevic/Harris e se Handerson riusciva a segnare una preziosa tripla, anche Harris ne metteva una per riportare il distacco in doppia cifra.
La bella azione che coinvolgeva Jefferson e Hendo (post basso sinistro del centro e servizio con il timing giusto per la dirompente entrata in schiacciata), serviva solo a riaccorciare momentaneamente il punteggio sul -8 (36-44).
Nel finale Jefferson viveva un buon momento offensivo, sciorinando un po’ del suo basket fatto di movimenti e finte, purtroppo in difesa non era altrettanto attento e atletico.
Oladipo batteva le guardie degli Hornets un paio di volte in entrata e Big Al rimaneva passivo sotto canestro per 4 punti troppo facili e i Magic potevano controllare la gara sul punteggio di 42-52 all’intervallo.

La ripresa regalava un punto agli Hornets ancor prima d’iniziare per un tecnico fischiato ai Magic e Zeller schiacciava in corsa per il -7 a 11:48. Vucevic però dall’altra parte, con facilità disarmante, metteva un tiro dalla media sinistra.
Charlotte tentava seriamente di rientrate in partita con Walker che realizzava una tripla su scarico di Henderson a 10:16.
Il -6 era però illusorio perché Vucevic sfuggiva alla guardia di Jefferson e schiacciava. Zeller andava a prendere il centro in maglia blu, Orlando sbagliava qualche conclusione, ma tra rimbalzi e rimesse finiva per segnare Harris a 8:34.
Quando O’Quinn grazie ad un gioco dentro fuori che attirava il raddoppio di Charlotte sul lungo, ci si trovava sul punteggio di 48-61 a 7:56 dalla fine del periodo.
Walker iniziava il suo show offensivo a 6:01 con uno step back che gli consentiva di realizzare una bomba.
Jefferson riusciva a prendersi un tecnico per proteste mentre Walker con le sue finte di crossover si metteva in ritmo per la sospensione che portava al 55-67 e al 57-67 successivamente con un canestro simile.
Il play di New Orleans nella terza frazione era scatenato e realizzava da fuori a 3:25.
Si tornava a -9 sul 60-69, ma i Magic non smettevano si segnare mettendo a nudo le fragilità difensive della squadra del North Carolina.
A 2:20 i Magic erano sopra di ben 14 punti.
A poco serviva il gioco da 3 punti di Williams per un contatto con il numero 3 dei Magic a 1.40, i punti di distacco rimanevano tanti (11).
Il crossover step back jumper di Walker a 1:13 e il gioco dello stesso play a :32.8 servivano solo a far rimanere invariato un distacco che a fine terzo quarto saliva a 13 punti (68-81).

I Magic nell’ultimo quarto salivano anche a +15 e le pur valide iniziative di Walker servivano solo a frustrare il pubblico poiché la difesa rimaneva inadeguata e il gap non si azzerava.
Da menzionare la tripla di Walker a 9:50 sparata da casa sua per il 73-85, successivamente bella anche l’entrata di Kidd-Gilchrist, il quale subiva un contatto dal n°8 dei Magic ma realizzava ugualmente il 76-88 a 8:44.
Nel finale lo sforzo degli Hornets, che aumentavano l’intensità difensiva (o forse meglio dire ce ne mettevano un po’) serviva ad arrivare sino al -8 con Jefferson che dal post basso sinistro girava intorno a Vucevic prendendo la linea di fondo e appoggiando al vetro per due punti.
A 1:35 sostanzialmente con la tripla di Harris la partita si chiudeva, anche se un sottomano acrobatico di Kemba nell’ultimo minuto dava qualche speranza alla squadra di Clifford, essendosi riportata sul -5 (92-97).
Dalla lunetta però i Magic gestivano il vantaggio (sfotunatamente a Walker un pallone cacciato da 3 rimbalzava più volte sul ferro e usciva) per una Charlotte svegliatasi troppo tardi non c’era più nulla da fare. Finiva 94-102 per gli ospiti.

Grave passo falso degli Hornets che avrebbero dovuto proteggere il fattore campo contro una squadra con discreti elementi ma non certo trascendentale, capace però di giocare di squadra e crearsi le situazioni che gli Hornets non sono stati capaci di crearsi, spesso andando a concludere azioni individualmente.
Purtroppo non tutti, per usare un eufemismo, hanno i polpastrelli di Walker.

Voti

Walker: 7
42 pt. (15/31), 7 assist, 3 rimbalzi, 1 stoppata. Duello con Payton vinto, anche se il giovane play di Orlando smista un assist in più per la squadra. Supera quota 40 ma la squadra perde nonostante lui e i suoi 42 pt. + 7 assist. Unico neo, una difesa che potrebbe essere leggermente migliore. Scivola un paio di volte nel finale e lascia aperta la via.

Henderson: 5
7 pt. (3/8), 2 rimbalzi, 2 assist. Oladipo fa meglio. Passo indietro preoccupante.

Kidd-Gilchrist: 5
9 pt. (3/8), 8 rimbalzi, 2 stoppate e 2 assist. Non sembrerebbero cifre incredibili ma nemmeno pessime. Tuttavia per un giocatore titolare scelto al Draft come numero 2 sono brutte se paragonate a quelle del suo avversario che vince il duello.

Zeller: 4,5
3 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 1 assist in poco meno di 20 minuti. Perde due palloni. In attacco segna solo su schiacciata. Tutti gli appoggi finiscono fuori incredibilmente. Sembra aver perso il “talento” nell’andare a prendersi i rimbalzi. Commette falli vistosi e coach Clifford capendo che è un buco lo lascia fuori.

Jefferson: 6
14 punti (7/11), 9 rimbalzi, 4 stoppate. Come una brace, Fuoco sotto la cenere, si accende e si spegne. Quando riposa sotto la nera cenere però è buio anche per Charlotte che ha poche alternative offensive. Nella notte mette a referto anche diverse stoppate, anche se le alterna a momenti di difesa troppo passiva.

Neal: 5
7 pt. (3/9), 5 rimbalzi in più di 26 minuti. Continua a giocare con la protezione per la spalla e continua a farlo troppo spesso con iniziative solitarie. Le percentuali di tiro sono scarse per lui.

Williams: 6
9 pt. (3/8), 8 rimbalzi, 2 assist. Gioca 27 minuti. Qualche spunto, ma oscilla tra la sufficienza e la scarsa prestazione. Meglio di altri compagni però.

Biyombo: 5,5
0 pt. (0/0), 1 stoppata e 2 rimbalzi in meno di 10 minuti. Restituisce gentilmente un rimbalzo agli avversari non accorgendosi del tocco sulla palla di un giocatore dei Magic che gliela porta via. Nullo offensivamente, compie una gran stoppata che gli aumenta il voto di mezzo punto.

Roberts: 5,5
3 pt. (1/3), 2 assist e 2 rimbalzi. Non ha l’incisività della scorsa partita. Clifford se ne accorge e propone ancora Walker a inizio ultimo quarto, anche se per un attimo lo rimette sul parquet provando una formazione piccola ma lo toglie quando Fournier gli scappa con facilità e segna.

Hairston: 5,5
0 pt. (0/3), 1 rubata in 11 minuti abbondanti.
Si può dare di più cantavano a Sanremo Tozzi, Ruggeri e Morandi.

Coach Clifford: 5
Qualche buona intuizione, ma il gioco di squadra dov’è? La difesa dov’è? Troppo molle e sembra troppo spesso in affanno dopo un semplice blocco o un paio di passaggi. Mette agitazione anche ai tifosi vedere gli uomini tentare di recuperare la posizione.

Game 30; Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 75-98

Partita da asporto per gli Charlotte Hornets che viaggiavano a Oklahoma City senza troppe pretese pensando probabilmente al back to back che li vedrà impegnati e opposti agli Orlando Magic in casa fra meno di 24 ore.

Charlotte (in color teal) faceva scendere in campo lo stesso quintetto utilizzato nelle ultime gare; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Jefferson.

Marvin Williams. Uno dei pochi giocatori degli Hornets a salvarsi nella serata "relax" a Oklahoma City.

Marvin Williams. Uno dei pochi giocatori degli Hornets a salvarsi nella serata “relax” a Oklahoma City.

Gara interpretata in maniera non troppo convinta da Charlotte nei primi minuti (probabilmente scelta determinata dall’esperienza passata con Memphis, puntando su una gara più alla portata), ciò ha prodotto un iniziale divario di 9 punti che sarà anche il margine con i quali i Thunder chiuderanno il primo quarto nonostante l’assenza di Durant, che tuttavia il suo compagno di squadra Westbrook non ha fatto rimpiangere mettendo alle strette Walker in difesa. Il gioco da sotto non ha premiato i Calabroni che hanno finito per prendersi 10 stoppate contro le sole 2 rifilate agli avversari. Jefferson è apparso frustrato dalla difesa dei Thunder e non è riuscito per nulla a esprimersi facendo mancare il suo apporto offensivo alla squadra.

Con le panchine in campo dalla fine del primo quarto la partita avrebbe potuto rimettersi in discussione, invece Oklahoma City ha continuato ad aumentare il suo vantaggio stabilizzandolo sul +15 e arrivandosul +19 (40-59) all’intervallo, con percentuali che ad un certo punto del match vedevano i Thunder tirare con il 67% contro il 27% degli Hornets.

Nella ripresa Charlotte provava con l’orgoglio a combinare qualcosina anche se inizialmente le due squadre non segnavano grzie alle difese che si esaltavano con la stoppata di Ibaka su MKG e quella della stessa ala degli Hornets su un Westbrook lanciato in transizione. Il primo canestro arrivava a 10:14 a favore degli Hornets ed era opera di Zeller che correggeva a rimorchio un tiro di un compagno, subendo fallo da Jones, convertendo dalla lunetta il libero addizionale. A 8:23 Zeller schiacciava in faccia alla difesa deiTuoni, tuttavia la gara riprendeva i binari in direzione Oklahoma grazie a Westbrook, che lamentandosi faceva cambiare idea agli arbitri invertendo una rimessa assegnata (probabilmente ingiustamente) agli Hornets. L’anomalia è che sulla protesta, l’arbitro di colore si prenda la decisione d’invertirla per un tocco di MKG su un passaggio schiacciato di Adams in direzione dello stesso Russel, che non tocca o forse sfiora solamente la palla con un ginocchio. Da qui rigira la gara, Ibaka segna a 8:08 dalla baseline e Westbrook dal pitturato a 7:43 e anche se Gilchrist segna poco dopo, lo stesso Westbrook, nonostante Clifford provi a piazzare intelligentemente sulle sue tracce MKG e Henderson, segnerà in sospensione sfruttando un blocco di Adams a 7:04. Un altro canestro di Westbrook e una tripla frontale di Ibaka per il +23 Thunder (70-47) a 5:03, inauguravano ufficialmente il garbage time con le panchine in campo a breve.

Nell’ultimo quarto nonostante l’ingresso in campo delle terze linee di Charlotte (Vonleh, Maxiell, Taylor), il distacco rimaneva inalterato rispetto ai 23 punti e la partita si concludeva sul 75-98.

Voti

Walker: 5

6 pt. (2/13), 3 rubate. Fuori ritmo.

Henderson: 5

2 pt. (1/7), 5 assist. Fade-away e tiri che non vanno a bersaglio.

Kidd-Gilchrist: 5,5

9 pt. (2/6), 5 rimbalzi, 2 rubate. Ci prova ma è coinvolto nel naufragio.

Zeller: 5,5

9pt. (4/9), 7 rimbalzi.

Jefferson: 4,5

4 pt. (2/7), 7 rimbalzi. Insofferente, non entra mai in partita con le sue solite giocate- Limitato.

M. Williams: 6

11 pt. (4/8), 5 rimbalzi. Buona gara di marvin che partendo dalla panchina segna qualche buon punto.

Biyombo: 5

0 pt. (02), 7 rimbalzi, 1 stoppata, 3 turnover. Stasera non c’era la solita concretezza sotto le plance.

Neal: 4,5

6 pt. (1/8). Pessimo. Inizia a segnare quando non serve e Oklahoma con la panchina allunga. Si prende tiri andando da solo ma non li mette.

Hairston: 5

5 pt. (2/9), 3 rimbalzi. Un paio di errori che avrebbero potuto riavvicinare la gara, ma pretendere molto di più da un rookie non sarebbe giusto forse.

Roberts: 6,5

17 pt. (5/9), 2 rimbalzi. Buon ritmo. Gioca con compagni che non ne centrano una, talvolta gli restituiscono palla e lui finisce con 0 assist, ma 17 punti con buona percentuale.

Maxiell: 5,5

1 pt. (0/2), 3 rimbalzi. Solito copione.

Vonleh: 6

2 pt. (1/2), 3 rimbalzi. Un bel turnaround nel finale. Qualche qualità sembra averla, ma per cosch Clifford è finito nel dimenticatoio questo giovane che comunque potrebbe dare qualcosa alla squadra.

Coach Clifford: 5,5

Buona la mossa di sostituire Walker con le altre guardie in difesa, ma Westbrook è troppo atletico lo stesso. Convinzione della squadra stasera scarsa però. Scusabile con una vittoria su Orlando nella notte.

Game 29; Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 108-101

Agenzia Investigazioni Clifford.
Gli Hornets si recavano a Milwaukee per vedere se fossero realmente in grado di vincere una gara in trasferta più probante di quella di Phila e magari tornare ad avere ambizioni playoffs.
Coach Clifford investigava anche sul fatto che senza Stephenson, colui che avrebbe dovuto essere il valore aggiunto, i Calabroni avevano appena ottenuto 3 vittorie di seguito, dopo una partenza un po’ mesta.

Kemba Walker, protagonista di serata con 27 punti.

Kemba Walker, protagonista di serata con 27 punti.

Gli Hornets agli ordini di coach Clifford scendevano sul bel parquet di Milwaukee in viola con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller, Jefferson.
Per i Bucks allenati da Jason Kidd entravano in campo; Knight, Mayo, O’Bryant, Antetokoumpo, Sanders.

Charlotte si portava Avanti 4-0 con I canestri di Kidd Gilchrist e Jefferson, Milwaukee rispondeva con 4 punti e la partita si manteneva equilibrata con Walker e il suo jump shot a 8:08 a dare un leggero vantaggio a Charlotte e Mayo con un tiro da 3 punti a dare un minimo vantaggio ai padroni di casa a 7:14.
La ditta Walker/Jefferson iniziava la produzione a 5:34, quando il play spezzava la difesa e forniva l’assist per il tiro da sotto di Jefferson che valeva il 18-17 Hornets.
Milwaukee tuttavia, giocando in casa, aveva voglia di vincere e metteva un mini parziale che dava 5 punti di vantaggio (20-25) ai Bucks.
Hairston portava a compimento due azioni realizzando 4 punti (secondo canestro son una palla intercettata conclusa in layup) e Charlotte si riportava a -1.
Pachulia a 1:32 veniva però toccato da Biyombo, così scaturiva un gioco da 3 punti che portava i Bucks sul 24-28.
Una bombarda di Marvin Williams e un jump shot di Ilyasova a meno di 2 secondi dalla sirena, fissavano il punteggio finale di primo quarto sul 28-30.

Nel secondo quarto Marvin Williams mette la seconda tripla di serata a 11:45. Anche Biyombo metteva a referto la sua prima stoppata, mentre Neal serviva Haiston che fulminava i Bucks con la tripla del 35-30. Biyombo a 9:13 schiacciava dopo l’errore di Neal, mentre a 8:46 un jumper di Roberts muoveva il punteggio sul 41-35.
I Bucks vivevano un buon momento dalla distanza e segnavano due bombe con Middleton e Dudley (a 6:51, troppo libero in angolo sx), ciò gli consentiva di passare avanti con un tabellone sul 41-44 momentaneo.
I Cervi però non avevano fatto i conti con Walker che diveniva imprendibile.
Prima dalla lunetta, poi con un jumper in area riaccorciava, poi con delle finte di crossover, entrava in ritmo e pareggiava a 3:06 con una bella sospensione.
A 2.39 dall’intervallo i playmker teal and purple segnava anche la tripla di serata per il 52-49.
Il finale di quarto era però favorevole a Milwaukee che chiudeva la frazione sul 54-56.

Nella ripresa Charlotte giocava subito bene.
Passaggio laterale di Henderson (il quale non aveva trovato spazio in penetrazione) per Jefferson e tiro da 2 punti per il nuovo pareggio. Milwaukee si sbiadiva un po’ con un tecnico fischiato a Mayo, una schiacciata semplice errata (già la seconda in serata), così, a 8:50 dalla fine del quarto, Henderson allo scadere dei 24 secondi si erigeva protagonista.
Il canestro valeva il 63-62.
Il sali e scendi proseguiva con Henderson che realizzava il 65-64 a 7:50 con un jumper lungo frontale.
Walker in modalità entrata regalava punti in lunetta a Charlotte, poi Sanders si prendeva un tecnico e si andava sul 69-64.
A 6:23 un fadeaway di Henderson consistenza allo scarto nel punteggio ma Knight colpiva da 3 punti.
A 5:03 un fantastico canestro (floating jump shot) di Henderson realizzato girandosi in salto con il difensore addosso, spingeva i Calabroni sul 75-70 ma Middleton e Knight riaccorciavano sino al -1. Sempre Gerald a 3:21 colpiva ancora, aiutato da Marvin Williams, che a 2:54 realizzava la tripla dell’80-74.
Nel finale di quarto, Walker facendo finta di nulla quasi, entrava nella difesa con dei cambi di velocità che generavano un parziale di periodo a favore degli Hornets di 34-24 facendo volare Charlotte sul +10 e chiudendo il quarto sul punteggio complessivo di 88-80.
La frazione decisiva era inaugurata bene dagli Hornets, che a 10:59, segnavano con Hairston da 3 pt. Il suo tiro da ben oltre la linea, dava il 91-80 alla squadra di Jordan.
Williams poco dopo segnava altri 3 pt. per Charlotte che si appannava però improvvisamente in attacco con la panchina in campo.
Fortuna che il margine di vantaggio sia difeso con mezzi legali da Biyombo, il quale usciva sui tiri da 3 punti e soprattutto spazzava via in stoppata due tentativi dei Bucks. Lo stesso Biyombo falliva due liberi, ma con il rientro in campo di Walker, gli Hornets realizzavano a 7:34 il 96-84.
Nel finale i canestri di Walker, MKG e Jefferson servivano per tenere a distanza la squadra di Kidd, anche se il rientro a -4 a :25,9 dalla fine, era inaspettato (103-99).
Henderson e Walker dalla lunetta però controllavano e portavano a casa la gara per 108-101.

Rispetto alle gare di qualche periodo fa, potrebbe essere che la squadra, senza Lance, paradossalmente abbia trovato la sua amalgama, la sua chimica di squadra, ciò che per molti potrebbe sembrare clamoroso e sconvolgente è semplicemente sotto gli occhi di tutti, celato dalla fama del giocatore che non si è integrato forse nel gruppo.
Senza di lui Charlotte gioca più di squadra, anche se le iniziative di Walker rimangono un’ancora cui aggrapparsi.
Se tre indizi fanno una prova, qui siamo al quarto…

Voti

Walker: 7,5
20 punti (9/18), 4 assist e 2 rubate. Ficcanti iniziative e tempi di gioco ritrovati. Non butta via quasi un pallone. Sorregge quasi da solo Charlotte in attacco nel momento del bisogno maggiore. Qualcosa di troppo concesso a Knight ma va bene così per oggi…

Henderson: 7,5
20 pt. (6/10), 4 assist. Altra buona prova di Hendo che mette dei tiri incredibili con l’uomo che gli salta addosso. Fuciliere.

Kidd-Gilchrist: 6,5
10 pt. (4/10), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Poco appariscente, lavoro sporco sempre prezioso. Nel finale crea un caos che si riversa su Charlotte, ma poi con un canestro e un rimbalzo si fa perdonare.

Zeller: 5,5
6 pt. (1/4), 5 rimbalzi. Sensazione incerta. Non riesce a tenere i palloni e anche quando su un’azione si getta generosamente a terra, invece di attrarre a se la palla la allontana cercando qualcuno che non c’è…

Jefferson: 6,5
12 pt. (6/11), 9 rimbalzi, 1 stoppata. Serata più tranquilla per Big Al che gioca, ma che non deve superarsi in attacco. Buona difesa.

Hairston: 6,5
10 pt. (4/7), 2 rimbalzi. Il rookie conferma la buona sensazione che mi è pervenuta durante l’ultima gara. Apporto in punti importante.

Neal: 5
5 pt. (0/9), 3 rimbalzi. Terribile dal campo. La fortuna vuole che nel finale riesca a mettere un libero. Deve ricalibrarsi.

M. Williams: 7
12 pt. (4/6), 7 rimbalzi, 1 stoppata. Stoppata decisiva in un momento dell’incontro che avrebbe potuto cambiare le sorti di questa gara. Bene a rimbalzo e buon tiro.

Biyombo: 7
4 pt. (1/2), 5 rimbalzi, 2 stoppate. Gomma Biyombo cancella via con la stoppata due tentativi dei Cervi importantissimi per la gara. Difende bene. Dalla lunetta è bene che si fletta.

Roberts: 6,5
2 pt. (1/5), 4 assist e 4 rimbalzi. In pochi minuti (12:05) riesce a fare il suo mestiere di uomo assist.

Coach Clifford: 7
Squadra che vince non si tocca. Non cambia nulla e vince la quarta partita di fila.

Game 28; Charlotte Hornets Vs Denver Nuggets 110-82

Charlotte prende velocità ingranando la terza.
Una squadra con pneumatici sicuri (Walker in nuova versione che non commette quasi mai turnover) e un multimotore che le consente ancora di superare il muro dei 100 punti, regalando l’ultima partita casalinga prima della sosta natalizia ai suoi tifosi.
Una macchina che ha un’ottima ripresa e dei sistemi di sicurezza migliorati.
La difesa è stata molto buona, anche se Denver ha finito per tirare male del campo, un po’ per merito degli Hornets, un po’ per proprio demerito.

In campo per gli Hornets scendevano sul parquet; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller, Jefferson, per I Nuggets; Lawson, Afflalo, W. Chandler, Faried e Mozgorov.

P.J. Hairston, prima doppia doppia in carriera.

P.J. Hairston, prima doppia doppia in carriera.

Charlotte iniziava in attacco avendo conquistato la palla a due, Walker sfruttava il primo attacco con una tripla a 11:37 che portava subito avanti Charlotte.
L’animale Faried rispondeva subito con un canestro troppo facile, la difesa di Charlotte non rispondeva alla chiamata.
Big Al iniziava il suo personale show mettendo 4 punti con gli abituali movimenti.
MKG ne aggiungeva 2 dal mid range destro, seguito ancora da Jefferson con un tiro dall’angolo alto sinistro dell’area e gli Hornets volavano sull’ 11-2.
Proseguiva il buon momento offensivo degli Hornets che con Walker a 8:25 segnavano due punti grazie a un hand-off dalla destra su passaggio di Jefferson (13-5).
I Nuggets però con Lawson si riportavano velocemente sino al -3 (13-10), Charlotte però iniziava a difendere bene e produceva un contro parziale in cui spiccava la schiacciata di forza di Zeller in transizione su assist di Henderson.
Da una palla rubata nasceva un’altra transizione, Charlotte sbagliava il tiro da sotto, ma arrivava da dietro l’ombra Biyombo che correggeva al volo in schiacciata per il 21-15.
Il centro congolese si ripeteva in alley-oop a 1:25 grazie a un assist al bacio di Walker.
Neal segnava 5 pt. di seguito (tripla da 45° destra e tiro da due lungo sparato in faccia dalla diagonale sinistra) aiutando gli Hornets a terminare il primo quarto in vantaggio di 10 punti.
28-18 era il parziale dei primi 12 minuti.

Nel secondo quarto si faceva rivedere Hairston, nota lieta della squadra. Il rookie iniziava subito rifilando una stoppata, Charlotte grazie a una difesa aggressiva e intensa e a un attacco che produceva punti anche con la panchina, si portava sul 36-22, ad esempio Hairston si produceva in una seconda stoppata e Williams segnava in tip-in a 8:37 per il 38-22. Il buon P.J. si faceva notare per un altro buon intervento difensivo.
Come un ninja rubava un pallone arrivando da dietro, poi andava a saettare la tripla del 41-24.
A 5:44 su un ribaltamento dell’azione che denotava buone spaziature, Walker andava per il bersaglio grosso e portava sul 45-28 la gara.
Era sempre Kemba a portare 4 punti al mulino di Charlotte grazie a 4 tiri liberi, frutto di due penetrazioni fermate fallosamente.
Grazie a questi punti il tabellone segnava 51-30. Mentre Charlotte rimaneva aggressiva, in particolare Kidd-Gilchrist (un po’ penalizzato dai falli dati contro) e Denver continuava a rimanere fredda al tiro, a 3:34 Walker saltava come i birilli tre difensori di Denver e concludeva da sotto per il 53-32.
Denver provava a riprendersi con un difficile canestro di TY Lawson al quale Jefferson rispondeva, poi Faried segnava un gioco da tre punti deviando al volo una palla pervenutagli da un rimbalzo su un tiro sbagliato dei suoi.
Spinta di Zeller e libero realizzato a 1:18 per il 58-38.
Il parziale all’intervallo era di 58-40.

Nel terzo quarto, Charlotte si faceva vedere subito con Cody Zeller che apportava 4 punti alla causa.
Primo canestro da urlo.
Via tutti… c’era una bomba nell’edificio.
Era quella che Zeller schiacciava nel canestro di Denver in faccia a Manimal e faceva esplodere l’’Arena.
A 10:06 un catch n shot di Henderson ristabiliva un +20 per i Calabroni ma a 7:41 Lawson da lontanissimo indovinava la tripla del 65-49.
A 4:47 capolavoro dell’attacco di Charlotte.
Palla in mano a Walker sul lato sinistro del campo, passaggio a Big Al che gli restituisce palla in corsa facendogli da bloccante, linea di fondo presa e scarico con passaggio no look sull’entrata di Henderson che impreziosiva l’azione con una schiacciata.
Ormai Denver si era mentalmente sciolta.
A 3:17 un pump fake di Jefferson, lasciava sul posto due giocatori e Big Al andava a segnare con tranquillità.
Denver si affidava spesso a tiri in sospensione, ma su questi la difesa di Charlotte era attentissima, su ogni tentativo i giocatori in rotazione sciamavano sul tiratore avversario.
Hairston a :44,5 dalla fine del terzo periodo ci provava della sinistra a 45°, il suo tentativo colpiva i due feri, s’impennava ma cadeva in fondo alla retina.
Charlotte dopo la sirena che decretava la fine del terzo quarto, si trovava in vantaggio di 27 punti (84-57).

L’ultimo quarto era pura formalità per gli Hornets.
I Nuggets, anche con un gioco da 3 punti rimanevano indietro di 25 lunghezze a 9:18, Neal in sospensione a 9:03 segnava l’88-62.
A 7:05 il subentrato Pargo metteva la tripla del “butta la pasta” sul 93-66.
A 6:29 Biyombo segnava con una schiacciata prorompente, in seguito arriverà anche il boato per del pubblico per il 97-68 di Hairston e infine Pargo portava a 100 i punti degli Hornets.
Se poi nel finale si considera che segnava anche Maxiell andando a tirare da quasi dietro la tabella, la partita per Denver poteva considerarsi da dimenticare.
110-82 il largo finale.

Charlotte si è dimostrata superiore in tutto.
L’assenza di Gallinari per Denver probabilmente avrebbe solo ridotto lo scarto, ma le statistiche di assist, rimbalzi, tiri dal campo e tiri da 3 punti sono a favore degli Hornets.
Solo dalla lunetta gli ospiti hanno fatto meglio.

Voti

Walker: 7,5
18 pt. (5/12), 9 assist. A un passo dalla doppia doppia, non raggiunta solo per far giocare i propri compagni. In penetrazione, al tiro o al servizio della squadra, varia le giocate dimostrando di poter giocare in un altro modo.

Henderson: 6,5
4 pt. (2/5), 6 rimbalzi. Voto più per la voglia in difesa che l’attacco, abbastanza tranquillo di oggi.

Kidd-Gilchrist: 6,5
5 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 1 stoppata e una rubata. Aggressivo oltre il limiti per gli arbitr, non per me. Impotante in difesa.

Zeller: 7
10 pt. (4/7), 4 rimbalzi, due stoppate. Schiacciata a parte arrivano alcuni punti interesanti.

Jefferson: 7,5
22 pt. (10/13), 7 rimbalzi. Non sbaglia quasi nulla in attacco, una macchina.

Biyombo: 7
6 pt. (3/3, 4 rimbalzi. Energia e schiacciate, il congolese all’uscita dal campo lancia un asciugamano in faccia a Kemba intervistato, non avrà giocato tantissimo (poco più di 16 minuti, ma è stato “perfetto” al tiro.

M. Wiliams: 5,5
4 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Sbaglia tropo, solo una correzione vincente. Qualche statistica discreta c’è, ma finisce per giocare più di Zeller.

Neal: 7
13 pt. (5/8), 2 assist, 2 rimbalzi e 2 perse. A parte quando va a crearsi palle perse in palleggio, un tiratore che stasera è tornado ai suoi livelli. Una buona mano dalla panchina.

Hairston: 7,5
10 pt. (4/11), 10 rimbalzi e 3 stoppate. Le statistiche al tiro sono rivedibili, ma segna alcuni big shot, grandi canestri importanti. E’ però la difesa l’aspetto che lo esalta stasera e con i 10 rimbalzi guadagna una doppia doppia, la prima della sua carriera.

Roberts: 6
7 punti (3/5), 3 assist. Il 6,5 che avrei volute dargli si abbassa a causa dei palloni persi, 4 sono troppi.

Pargo: 6,5
6 pt. (2/3). Uomo spogliatoio. Ha sempre una parola buona per tutti. Questa sera riesce a giocare un po’ di più e fa bene.

Maxiell: 6,5
5 pt. (2/2), 3 rimbalzi. Nel garbage time spara una mattonata al libero tra due canestri di pregevole fattura però.

Taylor: 5
0 pt. (0/2), 2 falli. Arrugginito e un po’ falloso. Sbaglia dal campo e anche dalla lunetta.

Coach Clifford: 7
Sembra un’altra squadra. Sarà stato Stephenson il problema, sarà che non c’era intensità difensiva, sta di fatto che arriva la terza vittoria consecutiva e sempre senza soffrire.

 

Game 27; Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 104-86

Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 104-86

Aiutati che il ciel t’aUtah, potrebbe essere il motto di questi Charlotte Hornets, un nucleo arrivato quasi fino al punto di fusione del nocciolo che nelle ultime gare sta cercando di raffreddare la striscia di sconfitte. Ovviamente è tutto nelle loro mani, salvo serate eccezionali di avversari più forti permettendo, ma… la difesa di Charlotte deve necessariamente salire di tono come ha fatto questa sera (dopo un inizio nel quale si è tenuta in piedi esclusivamente con l’attacco), lottando ogni palla e proteggendo il canestro.
Buona finalmente anche la prova di Kidd-Gilchrist.

Gli Hornets scendevano in campo con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Jefferson (fuori per la seconda gara quindi Stephenson che compare nella lista infortunati, non si sa se c’è da crederci o è solo per cautelarsi da un suo possibile infortunio in vista di uno scambio), mentre i Jazz schieravano; Burke, Burks, Hayward, Favors e Kanter agli ordini di Snyder.

Gerald Henderson scorre in mezzo alla difesa di Utah.

Gerald Henderson scorre in mezzo alla difesa di Utah.

La partenza della sfida era più da Gran Premio di F1 che da basket.
Gli attacchi sembravano non sbagliare nulla, Favors segnava in maniera semplice lo 0-2 ma Zeller era un fulmine in corsa verso il canestro. Boom!
Schiacciata devastante e pareggio che comunque durava fino alla successiva azione d’attacco dei Jazz, i quali si riportavano avanti, riassorbiti poi ancora una volta dagli Hornets con Jefferson che faceva abboccare alla finta Favors con tutti e due i piedi.
Salto del difensore e Big Al aveva via libera per il 4 pari.
Favors però segnava il 4-6 ma Henderson con una bella entrata bilanciava la situazione, la quale era sconvolta ancora dall’ala di Utah che sparava la tripla in faccia a Zeller per il 9-6.
Il primo errore al tiro era degli Hornets a 9:26 ma Henderson comunque sulla stessa azione realizzava 2 punti.
Il primo sorpasso Hornets avveniva grazie a una transizione finalizzata da MKG a 9:09.
Utah in attacco falliva l’occasione, colta invece da Walker con un tiro in ritmo da 3. pt per il 13-9 a 8:30.
Utah usava lo schermo in questa prima fase di gara e Hayward ne sfruttava i benefici.
A 7:12 un piazzato di Zeller (servito in verticale dalla linea di fondo da Walker) trovava il fondo del secchiello per il 15-11.
Burke ci metteva una tripla e la squadra dei mormoni tornava al -1, almeno fino a quando con un gancio armonico, Jefferson andava a bersaglio.
Favors, Jefferson e Walker muovevano il punteggio sul 21-16.
Lo score veniva modificato dallo stesso Kemba con una palla rubata e una conclusione in layup per il 25-19.
I Jazz non c’erano molto in questa fase, grazie anche a una migliore difesa dei Calabroni, così quando Neal serviva Williams che colpiva da 3, i punti di vantaggio per i padroni di casa saliva a 10.
Il finale di primo quarto era 31-23.

Nel secondo quarto Gary Neal tornava al servizio della squadra nelle vesti di uomo assist e forniva un pallone a Roberts che veniva valorizzato dal play con la tripla a 11:30.
Neal stufatosi ben presto di fare da passatore, prendeva la licenza di tiro da 3 e mandava sul +12 la squadra a 10:09 (37-25).
Chi non ingranava al tiro era Hairston invece che falliva nettamente un paio di tiri.
Eccezionale Biyombo un paio di minuti dopo.
Il lungo di riserva riusciva a prendere il rimbalzo dopo un errore al tiro di Charlotte, quattro giocatori dei Jazz chiudevano su di lui nel pitturato, ma con una forza superiore a quella dei forzuti protagonisti dei cartoni animati che di solito spazzano via chi tenta di bloccarli, riusciva a crearsi lo spazio per salire a mettere i due punti.
Kanter segnava da sotto, tuttavia dall’altra parte si sbloccava Hairston, il quale a 7:07 siglava tre punti.
Il bottino degli Hornets era arricchito da Zeller che con un giro su se stesso in post basso sinistro, lasciava partire un gancio vincente per il 44-30.
Utah in questa fase sembra poter rientrare di qualche punto, i Calabroni si raffreddavano un pochino in attacco, anche se lottavano (fin troppo visto che a volte si perdevano dei rimbalzi contesi tra compagni di squadra che finivano nelle mani avversarie) e Favors ne approfittava a 3:49 dalla baseline per ridare il -10 ai Jazz.
A eliminare il momento d’empasse di Charlotte ci pensava Henderson con un fade-away a 3:24, tuttavia Gobert con due canestri portava la squadra di Salt Lake City sino al -8.
Un paio di errori al tiro di Marvin Williams intervallate da attente difese degli Hornets lasciavano il punteggio quasi inalterato (1/2 ai liberi per Gobert) finchè Big Al riusciva a segnare in sottomano con un “tiro alla lavandaia” (forse sgraziato, ma molto efficace) il 50-39.
A riposo si andava sul 52-39 con Walker autore degli ultimi due punti.

Lo stesso Walker si fregiava di aprire le marcature nella ripresa.
Dopo un canestro di Hayward, Kanter sovrastava Zeller a rimbalzo e realizzava.
Charlotte però in questa fase tornava a volare con i canestri di Henderson, Jefferson (movimenti da grande basket nel suo canestro) e con una rubata a Exum da parte di Walker, dalla quale nasceva una transizione che né lui né MKG riuscivano a finalizzare, almeno fino al momento del fallo di Gobert sul tiro da sotto di Jefferson.
Il primo libero era un air-ball, incoraggiato dai compagni Big Al andava a segno per il 60-45 a 8:32.
Henderson trovava i punti per arrivare ai 62 grazie a un canestro realizzato in controtempo, scendendo e marcato.
A 6:48 bella azione personale di Walker che sfrecciava in mezzo alla difesa dei mormoni e concludeva in reverse layup. L’altra colonna portante, Big Al, ripeteva i suoi movimenti come un rito, così il tiro lasciato partire dal bordo destro dell’area pitturata, non lasciava scampo alla difesa di Utah e coach Snyder era costretto a chiamare il time-out immediato sul 68-47.
Gobert a 5:32 scaricava la frustrazione dei Jazz facendo tremare la struttura del canestro con una rabbiosa schiacciata, la quale però lasciava indifferenti gli Hornets che a 5:05, allo scadere dei 24 secondi, trovavano un quasi insperato canestro da parte di Henderson.
Hood in velocità, servito al momento giusto, riusciva solo ad accorciare sul -20 a 3:08 (75-55).
Un Henderson completamente diverso da quello visto nella terribile serie di fine novembre, segnava ancora sebbene contrastato addirittura da Gobert a canestro.
Un duello Davide contro Golia che rispettava la tradizione.
Hayward con la tripla segnava ma Utah rimaneva distante (77-58).
Gary Neal rispedito in campo realizzava da lontano per l’80-62, Exum s’iscriveva al club dei tiratori dalla grande distanza, prima che Neal decidesse di andare in entrata a 52 secondi dallo scadere del tempo.
Il tabellone a fine terzo quarto diceva: Hornets 84, Jazz 63.

L’ultimo quarto sembrava potersi aprire senza patemi d’animo per Charlotte.
MKG andava in ritmo in palleggio e dall’angolo destro metteva il suo tiro in ritmo.
Probabilmente su questa conclusione Mark Price ha lavorato molto con lui in estate.
La panchina di charlotte però si perdeva un attimo.
Soprattutto Neal faceva delle scelte discutibili in attacco e difesa, divenendo momentaneamente un buco sul quale i Jazz costruivano il loro parziale.
A 9:33 Exum solo da 45° destra, a 9:00 era Ingles dalla distanza ad andare a segno (86-71) e quando sull’azione seguente Neal volava a terra su un contatto, Burks ci provava da 3 fronte a canestro con Williams che scalava su di lui e sembrava poterlo contenere, tuttavia il rientro di Gary era troppo pieno di foga e concedeva 3 liberi alla guardia avversaria per un suo tocco da dietro sulla mano del giocatore al momento del tiro.
I liberi andavano tutti a segno, così a 8:34 i Jazz tornavano sul -12 facendo venire più di un brivido ai tifosi di casa che quest’anno ne hanno viste troppe di queste situazioni.
La partita però si attestava intorno a quel divario, con Williams e Henderson a portare punti preziosi e con Utah a bersaglio a 6:51, canestro che gli valeva il -10.
Jefferson doveva abbandonare il campo zoppicante dopo essere andato a rimbalzo su un FT di Utah, però Charlotte faceva un giro palla a tre partendo centralmente dall’arco dei tre punti per far finire il pallone nelle mani di un caldo Henderson che dall’angolo sinistro grigliava la retina a 6:09 (91-78).
Kemba realizzava 5 punti di seguito (un “nice two” e una tripla dal lato destro con il suo difensore che lo mollava per un attimo abboccando a una finta) e Charlotte incrementava il suo vantaggio a 18 punti.
Partita chiusa senza ombra di dubbio a 3:58 da un assist dello stesso Kemba per MKG, che dalla baseline destra superava Hayward, il quale gli aveva lasciato troppo spazio.
A 3:23 entravano Taylor (al quale auguriamo di non commettere più il grave errore che ha commesso diventando una persona migliore anche fuori dal campo) e la panchina intera degli Hornets, compreso Maxiell che da decoro per l’albero natalizio (più pacco secondo molti tifosi), diveniva il puntale offensivo del team nel garbage time.
Il finale era 104-86 Hornets.
Gli Hornets hanno battuto con una prova di carattere i Jazz, i quali avevano fatto bene nelle trasferte in Florida contro Miami e Orlando ma si sono dovuti arrendere a Charlotte, la quale ha tirato meglio (40,9% da 3 pt.), ha difeso meglio, anche a rimbalzo, dove gli Hornets hanno conquistato 49 rimbalzi contro i 39 avversari.

Voti

Walker: 7
20 pt. (8/17), 6 assist, 4 rubate, 0 perse. Battaglia stravinta contro Burke. Prestazione di buon livello, nella quale spiccano i palloni sottratti all’avversario a raffronto con le 0 palle perse.

Henderson: 7
17 pt. (8/12), 4 assist. Veramente on fire al tiro. Vederlo adesso e averlo visto qualche tempo fa lascia perlessi (anche se aveva saltato la preparazione). Che abbiano mandato un sosia?

Kidd-Gilchrist: 7
13 pt. (4/8), 11 rimbalzi, 1 rubata e 3 stoppate. Perde 3 palloni, tuttavia le sue cifre dicono che è importante per la difesa. Tutte le stoppate sono sue, qualche fallo viene anche da quel tipo di tentativo. Protegge il canestro e limita bene l’avversario.

Zeller: 6
7 pt. (3/6), 6 rimbalzi. Finisce al di sotto dei 20 minuti con qualche difficoltà di troppo su Favors. Riesce a prendere almeno qualche rimbalzo sotto le plance.

Jefferson: 7
19 pt. (8/13), 10 rimbalzi. Finisce in doppia doppia in virtù della buona protezione del proprio canestro a rimbalzo. In attacco gira e per lui è un gioco da ragazzi mettere insieme 19 punti.

M. Williams: 6,5
7 pt. (3/6), 5 rimbalzi. A parte un paio di tiri a vuoto, Marvin sta andando meglio rispetto all’inizio. In difesa va a spendere un fallo stupido su Ingles che lo grazia dalla lunetta dopo aver segnato, ma per il reto rimane concentrato.

Neal: 5
8 pt. (3/11). Se c’è un buco difensivo nel team è lui. Ha voglia di difendere, ma è un po’ indisciplinato o va a mettersi in posizioni scomode. Oggi il fallo in rientro sul tiro di Burks è stato un regalo. Aveva iniziato bene e poi ha finito per sparacchiare quasi a caso. Deve avere delle percentuali migliori. Gioca con il tutore alla spalla, non è ancora al meglio.

Biyombo: 7
2 pt. (1/1), 5 rimbalzi. Nonostante le misere cifre, è una presenza difensiva che non concede troppe seconde chance ai jazz. Finisce per giocare di più perché Jefferson si fa un po’ male.

Roberts: 6
5 pt. (2/4), 2 assist e 3 rimbalzi in poco meno di 12 minuti. Bene in attacco in difesa non mi ha convinto del tutto.

Hairston: 5,5
6 pt.( 2/8), 3 rimbalzi. Un tiro peggiorato. Che stiano provando a fargli cambiare la dinamica di tiro? Non saprei… di certo dalla lunga ne indovina 2 su 7.

Maxiell: s.v.
0 pt. (0/0), 3:23 per lui in campo. Niente di niente, ingiudicabile.

Taylor: s.v.
0 pt. (0/0), 3:23 anche per lui sul parquet. Speriamo aggiunga qualcosa di nuovo dentro al campo. Fuori dal campo si ricordi che la violenza su chi ha meno forza fisica di lui, è un atto da vigliacchi. Auguri per una sua nuova “vita”.

Pargo: s.v.
0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 2 assist. L’unico dei 3 entrati alla fine ad avere qualche statistica ma che non conta.

 

Ringraziamenti

Ringraziamenti

Hornets404_450px_1 - Copia (3)

Grazie alla persona che mi ha concesso questo spazio ho potuto aprire un blog dedicato all’universo Hornets.

Universo, ecco il perchè della grafica stellare. Volevo qualcosa che andasse oltre al semplice concetto di fan “teal and purple” e che oltrepassasse i confini e le barriere unendo ed incanalando una “passione” comune.

Il primo ringraziamento va quindi a chi mi ha dato una mano in questo progetto Hornets. Calabroni che io tratto in maniera anomala rispetto a tutti gli avvenimenti che sono accaduti nella NBA di recente.

Come saprete sicuramente, Charlotte ha ottenuto il nickname indietro dopo che la franchigia originale (i New Orleans Pelicans) aveva deciso di disfarsene.

Io iniziai a guardare gli Hornets ai tempi di Charlotte per poi continuare a seguirli anche quando il team e l’allora presidente George Shinn presero armi e bagagli per trasferirsi sulle rive delle paludi della Louisiana, passando attraverso anni drammatici come quelli passati a Oklahoma City nel post uragano Katrina.

Io quindi identifico primariamente gli Hornets (ecco perchè in alcune pagine, come ad esempio gli head to head ci sono record precisi ma non ufficiali (almeno secondo la NBA, quelli li posterò più avanti). Jordan in estate ha ottenuto anche i record fino al 2002 e la NBA li ha uniti con quelli dei terribili Bobcats, essendo la prosecuzione naturale della franchigia.

Personalmente ritengo che la NBA abbia combinato un bel pasticcio, tutto frutto del business, io ho scelto di tornare con gli attuali Charlotte Hornets perchè non mi identificavo con una franchigia privata delle sue radici, sverniciata dei suoi colori e sono ritornato quindi volentieri alle origini, anche se l’annata al momento è al di sotto delle aspettative a dir poco…

Il secondo ringraziamento va ai visitatori della pagina, magari girovagando tra le varie cartelle ha trovato qualcosa d’interessante e/o ha letto un articolo che gli è piaciuto.

Grazie primariamente quindi a voi che mi seguite da una moltitudine di città e Stati.

Grazie al visitor counter posso ringraziare virtualmente le città che hanno una presenza massiccia in termini di % nella visualizzazione della pagina.

In Italia oltre alle grandi Firenze, Genova, Milano e Roma, ci sono anche le più piccole e belle Arezzo (città del film di Benigni La Vita è Bella con il suo pozzo parte integrante della bellezza di questa pellicola), Pisa e Varese (nella quale provincia avevo un parente fantastico), più la “ridotta” Cologno Monzese.

All’estero (Stati Uniti a parte) Irlanda e Polonia sono gli Stati più interessati per ora, seguiti da Gran Bretagna, Olanda, Svizzera e le esotiche Turks and Caicos Islands.

Nota:

In questo periodo natalizio potrei scrivere delle versioni più ridotte e con tempistiche meno immediate a causa degli orari di lavoro. Tornerò a pieno regime a gennaio.

Buone feste a tutti. Happy Holidays and go Hornets!