Game 26; Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 109-91

La città dell’amore fraterno (l’etimologia della parola è derivata dal greco e ha questo significato) ospitava gli Charlotte Hornets in una gara da tragedia greca con gli Hornets, i quali prima di questa gara vedevano il mondo sensibile come un universo evanescente, ma erano anche un po’ a corto nel mondo delle idee.
Senza filosofeggiare troppo, gli Hornets si sono sbarazzati senza eccessivi fastidi dei 76ers, portandosi a casa una vittoria contro una squadra che non è sembrata in grado di tener testa a Jefferson e compagni.

Le squadre si presentavano in campo con i seguenti quintetti: Hornets; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller, Jefferson, 76ers; Carter-Williams, Thompson, Covington, Mbah a Moute, Noel.

Duello tra Point Guard. Kemba Walker affronta Michael Carter-Williams.

Duello tra Point Guard. Kemba Walker affronta Michael Carter-Williams.

A inizio gara Covington segnava immediatamente la prima tripla di serata facendo venire subito i brividi ai tifosi Hornets.
Fortunatamente Gerlad Henderson dimostrava di essere entrato in campo concentrato e deciso, così con un turnaround e un tiro da un passo oltre l’angolo sinistro dell’area, portava per la prima volta avanti Charlotte.
Noel a 10:32 con un jumper scavalcava gli Hornets che tuttavia rispondevano con Kidd-Gilchrist che riusciva ad arrivare al ferro per i due punti ottenuti.
Jefferson serviva Walker in entrata con il giusto tempismo pe l’8-5 segnato della guardia degli Hornets.
Philadelphia però prima pareggiava con tre punti di Covington solo come la particella di acqua Lete nella bottiglia e poi con Williams a 8:15 scavalcavano i ragazzi di coach Clifford portandosi sull’8-10.
Tre punti di Charlotte con Walker (su assist di MKG) e un tiro dello stesso Kemba in sospensione da due punti lungo non servivano a comandare per troppo, il controsorpasso di Phila arrivava con Thompson (?) a 6:36 per il 13-14.
A 5:57 Henderson con un jumper frontale creato dal palleggio riproponeva i viola in avanti mentre poco dopo (5:24) Al Jefferson si rivedeva nei panni di uomo assist con un passaggio no look dal post basso per l’inserimento di Zeller.
Il lungo non segnava ma trovava il fallo e due liberi mandati a segno.
A 4:26 gli Hornets iniziavano a mettere le ali con Walker, la sua finta sull’interno era presa per buona dal difensore, cambio di direzione velocissimo di Kemba e penetrazione sull’esterno conclusa in maniera vincente per il 20-15.
Mentre Jefferson continuava a sbagliare conclusioni, Charlotte segnava con MKG in appoggio, poi saliva in cattedra Walker con un’apertura per Marvin Williams che realizzava dall’angolo destro il 26-19.
I Sixers si rifacevano sotto sino al 26-24 ma Marvin Williams pur cambiando mattonella, realizzava altre due triple che unita a quella di Neal a 44 secondi dalla fine, facevano volare i Calabroni sul 35-26.
Il primo quarto era chiuso in vantaggio da Charlotte per 37-26.

Nella seconda frazione gli Hornets aumentavano ulteriormente il vantaggio, Hairston si trasportava in salto sulla baseline come se avesse dei fili invisibili appesi al soffitto dell’Arena, poi Neal dal palleggio metteva il 42-28 prima che Charlotte fosse interrotta da un libero (su due) di Wroten.
Turnover per i Sixers che si facevano intercettare palla da Hairston, il quale scattava veloce verso la metà campo, ma era toccato da dietro. Fallo non considerato sportivo, 2 liberi a segno a 10:15 (44-29) e palla in mano per i Calabroni.
Neal con un giro e un gancio portava a +15 la squadra di Jordan (46-29), poi Noel a 9:37 interrompeva il dominio degli Hornets con due punti ma su un appoggio al vetro errato in attacco di Charlotte, Biyombo spazzava tutto con la schiacciata al volo di forza.
Un paio di canestri di Phila riportavano al -10 (50-40) la disastrata franchigia, Roberts con un 3 punti da 60° sinistra ricacciava immediatamente indietro i padroni di casa.
Lo stesso play di riserva imbeccava Zeller per un piazzato lungo dalla diagonale destra e Henderson si costruiva un tiro in sospensione dalla linea di fondo destra dopo essersi portato appresso l’avversario.
Il parziale che aveva portato sul 57-40 era fermato dai 3 punti di Wroten che denotava comunque una carenza difensiva sul perimetro da parte degli uomini Charlotte.
Henderson imitava Roberts da 3 pt. (dalla stessa posizione precedente da cui il play aveva scagliato la tripla) grazie a un passaggio da dentro l’area che lo raggiungeva e si tornava sul +15 (60-45).
Philadelphia aveva evidenti problemi di gestione palla, infatti, Carter-Williams lanciava un pallone nell’estratosfera, mentre Noel aveva raggiunto le pur alte quote della troposfera.
Palla persa, così come arrivava in attacco ancora un altro pallone regalato agli Hornets da McDaniels, il quale commetteva un evidente fallo spingendo il corpo immobile di Henderson in post basso.
A 1:36 arrivavano anche i primi due punti di Big Al, mentre nel finale l’altro uomo di punta di Charlotte (Kemba), in penetrazione danzava intorno al ferro e a Noel per finalizzare in reverse layup che chiudeva le ostilità del primo tempo sul 66-44.

La ripresa iniziava con un facile layup di Jefferson a 10:45, cui seguiva la quasi certezza della tripla di Covington, ottimo tiratore da 3 pt., anche se poco dopo arrivava il suo air-ball, era quasi l’unico dei suoi a poter tirare bene da quella distanza.
Due punti dell’ex Sims avrebbero potuto riaccorciare le distanze se gli arbitri sull’azione successiva non avessero decretato il goaltending di Noel (al limite della stoppata regolare, decisione dubbia).
Williams segnava per riguadagnare i due punti persi ma Kemba prendeva d’infilata la difesa dei 76ers.
A 7:29 arrivava il 74—53 Hornets grazie a MKG che puliva il vetro segnando due punti da sotto dopo un pallone solamente passato da una parte all’altra del canestro sul tentativo di tiro precedente di un compagno.
I 76ers commettevano il diciassettesimo turnover, anche se poi Mbah a Moute, un nome che incute timore in qualche dialetto italico, segnava da 3 punti per il 76-56.
Coach Clifford si affrettava a chiamare time-out dopo 4 punti consecutivi dei 76ers e un’inerzia che si stava modificando.
Kemba era in serata tuttavia, così a 3:51, liberissimo grazie ad uno scarico, metteva la tripla dell’83-72 from downtown.
Un traveling fischiato ai Sixers era da suicidio per i suoi tifosi. Pesante la ventesima palla persa.
Sampson provava a ricaricare i suoi tifosi lanciandosi su un rimbalzo. Il giocatore con le molle ai piedi non segnava sull’azione nonostante il bel gesto atletico, a causa di un involontario fallo di Neal (girato) ma segnava dalla lunetta, imitato da Wroten e Philadelphia riemergeva un po’ dagli abissi sino al -13.
85-72 era il punteggio con cui si chiudeva la frazione precedente al quarto decisivo.

Nell’ultimo quarto Neal però metteva le cose a posto a 10:09 con i 3 pt. per il 92-74 che mandavano un chiaro messaggio a Philadelphia.
Il messaggio telegrafato da oltre l’arco era: “Scordarsi la rimonta”. Sampson sull’azione successiva forzava concludendo con un bell’appoggio al vetro.
Big Al però trovava nell’area dei Sixers una “No Man’s Land”.
L’appoggio solo seguito da dietro del suo difensore era roba facile, leggermente più difficile il canestro che segnava a 8:01 con un lungo jumper saettato dalla diagonale sinistra per il 96-76.
Gli attacchi di Charlotte, ormai in garbage time, avevano fortune alterne; McDaniels metteva a referto una stoppata su Roberts, mentre Walker andava a segno nonostante il contatto con un difensore con un bel tiro dalla parabola alta a 5:17.
Walker a 41 secondi dalla fine infieriva su Phila con la tripla che gli consentiva di mettere il suo trentesimo punto di serata.
Il finale era 109-91.

Charlotte interrompe la striscia negativa di quattro sconfitte e sfata il tabù divisa viola da trasferta.
Philadelphia nel complesso è sembrata ben poca cosa, anche se hanno ¾ giocatori interessanti, ma le numerose palle perse li hanno privati di attacchi che sono pesati molto alla fine.
Gli Hornets tornano dalla città dell’amore fraterno con un anticipo di regalo di Natale e salgono a 7 vittorie.

Voti

Walker: 7
30 pt. (13/23), 5 assist, 4 rimbalzi, 1 rubata, 3 perse. Ottima serata per Kemba che sfrutta l’ingenuità e lo scollamento dei Sixers per mettere un trentello che aiuta Charlotte a raggiungere la settima vittoria.

Henderson: 6,5
11 pt. (5/11), 4 assist, 2 stoppate. Spostato di posizione, ruolo che comunque aveva già ricoperto in alcune fasi quest’anno, da il suo contributo sui due lati del campo, anche se come i suoi compagni sul perimetro, difensivamente parlando, potrebbe fare meglio.

Kidd-Gilchrist: 6
9 pt. (4/9), 8 rimbalzi. Qualche sprazzo di giocate all’altezza ma anche stoppate prese. Alla fine si attesta su cifre modeste. Non esagera se non con alcune entrate dove fa vedere troppo la palla all’avversario.

Zeller: 5,5
4 pt. (1/4) e 7 rimbalzi. In involuzione e in difficoltà tra falli e palloni che uno come lui a rimbalzo dovrebbe prendere.

Jefferson: 6,5
20 punti (9/23), 12 rimbalzi, 3 assist. Al contrario della scorsa partita inizia male e finisce bene.

M. Williams: 7
9 pt. (3/6), 6 rimbalzi, 1 stoppata, 2 assist. Bene oggi nelle due fasi. Le sue triple aprono il divario.

Biyombo: 6,5
4 pt. (2/2), 3 rimbalzi. Poco in campo, tuttavia fa bene.

P.J. Hairston: 6
7 pt. (1/7), 2 rimbalzi, due stoppate. Le sue triple ignoranti da ben oltre l’arco (0/5 da tre) sono da censurare, 5/5 dalla lunetta, più due rimbalzi e soprattutto due rubate rendono meno pesante il voto di un giovane che comunque è stato attivo nella notte.

Neal: 6,5
10 pt. (4/10), 6 assist, 2 rubate. Si trova bene contro avversari con cui non è difficile giocare contro, lo attendiamo con risultati se possibile migliori contro squade più esperte.

Roberts: 6
5 pt. (1/3), 2 assist. Inizia l’ultimo quarto guadagnandosi due liberi. A parte la stoppata subita, in 10 minuti è sufficiente.

Coach Clifford: 6,5
Facile partita. La squadra non tradisce. Time-out chiamato al tempo debito.

https://www.youtube.com/watch?v=sGhuZR8V7z0

 

Game 25; Charlotte Hornets Vs Phoenix Suns 106-111

Ectoplasmi in bianco. Dopo aver tentato con Brooklyn con la maglia alternativa e giocato due trasferte in viola, Charlotte tornava a casa con la maglia bianca per giocare contro i Phoenix Suns.

I soli non rischiavano di sbiadire niente però, perché sebbene con una striscia negativa superiore a quella di Charlotte, incontravano dei fantasmi che per tre quarti si sono divertiti a fare i soliti scherzi da spettri, poi sono evaporati sul più bello, lasciando i propri tifosi a fare i conti con un’altra amara sconfitta e una cocente delusione.
Spiriti che non hanno il dominio sulla propria mente e ancor di più sulla materia quando incontrano oggetti non permeabili, quando le difese aumentano intensità e si chiudono Charlotte non ha la risposta.
Non ha un passatore in grado di creare scompiglio e mettere un giocatore in condizione di andarsi a prendere punti facili ma tenta soluzioni classiche che le difese avversarie si aspettano, manifestando lacune strutturali aldilà del valore dei giocatori.

Finita la presentazione, si accendevano le luci e gli Hornets scendevano sul parquet con; Walker, Stephenson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Jefferson ai comandi di coach Clifford. Il quintetto dei Suns invece era composto da: Dragic, Bledsoe, Tucker, Morris e Len.

Walker in mezzo a Len, Bledsoe e Dragic.

Walker in mezzo a Len, Bledsoe e Dragic.

Phoenix arrivava da sei sconfitte consecutive, ma recuperava Dragic in dubbio.
Anche gli Hornets recuperavano Zeller nonostante una botta al naso presa a Cleveland da Varejao.

Inizio con Phoenix pronta a vincere la palla a due e a segnare con Markieff Morris il 2-0, Jefferson in area su Len pareggiava senza eccessive difficoltà a 11:19, Len e Dragic davano il +4 agli ospiti mentre Charlotte impostava la tattica lunghi.
Jefferson dalla lunetta e Zeller arrivando al ferro nonostante la difesa di Len a protezione, producevano 4 punti intervallati da un canestro facile di Dragic che passando dietro a un blocco si sistemava pe un jumper incontrastato.
Charlotte passava avanti grazie alla difesa; su una palla vagante, i ragazzi di coach Clifford lottavano e Zeller riusciva a fermare la palla per l’apertura veloce su Stephenson che dall’altra parte del campo subiva fallo, gioco da 3 punti e 9-8.
Phoenix tornava sopra per un istante, ma i Calabroni rimettevano il capo avanti con un’apertura touchdown di Walker per Jefferson, lo stesso Kemba entrava in ritmo pe la tripla del 14-10 a 7:10 prima che Bledsoe riaccorciasse al -2 con uno step back jumper frontale.
Walker però prendeva gusto dalla lunga distanza, schermato da Zeller aveva la tranquillità necessaria per realizzare la sua seconda tripla a 6:12.
Jefferson incrementava il punteggio a 5:00 con una mattonata al vetro che finiva nel fondo del secchiello e con un jumper in diagonale sinistra per il 21-14.
Big Al si trasformava anche in uomo assist. Passaggio verticale schiacciato per l’accorrente MKG (che aveva tagliato sulla linea di fondo) e schiacciata facile.
Jefferson non andava bersaglio sul suo tiro successivo, più a causa della palla che sua, la sfera, infatti, decideva di sedersi sul ferro per un secondo ma di uscire, così Bledsoe metteva il 23-18.
Dopo un errore del centro degli Hornets e 2 punti di Bledsoe, Big Al tornava a macinare punti lavorando sotto il canestro di Phoenix, dimostrando che i Suns in questo momento non avevano una risposta per contenere il lungo in maglia bianca.
Sempre lui portava sul 31-22 il punteggio prima della tripla dal corner sinistro di Dragic per il 31-27 che chiudeva il primo quarto.

Nel secondo quarto, gli Hornets con la panchina in campo rientravano caldi. Williams si avventava come un falco sul rimbalzo difensivo e giocava un pick and roll in attacco, Marvin anziché concludere marcato preferiva scaricare a sinistra dove Neal fintava facendo saltare il difensore, un passo laterale e tripla del 36-27.
Sempre Neal tentava un altro tiro da 3 punti non avendo paura di affrontare in marcatura il più alto Plumlee.
Canestro seguendo la filosofia che la fortuna aiuta gli audaci.
Williams solo, leggermente sulla sinistra sparava in ritmo la terza tripla consecutiva e i Calabroni volavano sul 42-28 grazie a tre bombe consecutive.
Neal, poi sodisfatto, scaricava a Roberts che entrava nel club delle triple.
A 8:13, sempre Gary, si rimetteva in proprio e segnava due punti per il 47-31.
Zeller faceva vedere un buon movimento di piedi in area e si allungava per appoggiare la sfera a canestro, Phoenix rispondeva con Thomas per i 3 punti del 50-36, preludio alla risalita dei Suns con Dragic e Green.
Il 52-44 costringeva gli Hornets a chiamare time-out.
Un diagonale dalla top of the key destra di Stephenson riportava il vantaggio in doppia cifra.
Un’entrata di forza di MKG su Green a 3.38 era premiata dai due punti più il libero aggiuntivo, che tuttavia l’ala degli Hornets sbagliava, così come falliva i due liberi arrivati subito dopo (pressione di Lance su Tucker e palla recuperata) per un fallo di Green che lo spostava a rimbalzo.
A 2:48 Neal poteva spezzare il polso libero da oltre l’arco dei 3 punti a 2:48 per i 3 punti che mandavano Charlotte sul 59 contro i 48 dei Soli. Dragic in appoggio e Green con uno spin move tenevano in partita la squadra dell’Arizona.
Charlotte si affidava alla tripla di Kemba che non entrava, nella lotta a rimbalzo Zeller riusciva a guadagnarsi la sfera e subiva fallo.
2/2 ai liberi a 31.3 per il 61-52.
All’intervallo si arrivava con il tabellone fermo sul 63-54.

Nella ripresa le squadre tornavano in campo decise a interrompere la loro striscia negativa, a Big Al rispondeva Markieff Morris da 3 punti e se Michel Kid-Gilchrist segnava nel traffico a 11:18 seguito da un passaggio per un canestro di Jefferson, i Suns si riportavano a -2 con i canestri di Morris e Dragic.
Walker riusciva a tenere a bada i soli aprendo l’ombrello dalla lunetta.
Il suo 2/2 muoveva il punteggio sul 69-65. Stephenson aggiungeva qualche nuvola dopo un cambio di direzione e un ingresso in area in allungo che erano altro fieno in cascina per i Calabroni.
Lance però s’infortunava e usciva dal campo sull’azione. Charlotte era costretta a chiamare anche il time-out dopo che Phoenix aveva tentato la tripla con Dragic da smarcato giocando 4 contro 5.
Charlotte era in un buon momento e Walker segnava dall’angolo sinistro della top of the key con un tiro in sospensione per il 76-67.
Il tiro in sospensione sul quale pare MKG abbia lavorato tanto in estate non si vedeva quando tirava un orribile air-ball diventato manna piovuta dal cielo per Zeller che cercando di segnare era bloccato da Markieff Morris, il quale non ci stava e si prendeva il secondo tecnico per proteste.
I risultati erano; l’espulsione per lui e tre tiri liberi per gli Hornets a 3:50. Walker realizzava il tecnico, mentre Cody splittava per l’80-71.
Un up and under di Jefferson a 2:38 metteva Charlotte in una posizione di relativa tranquillità.
Sul +10 (84-74) alla fine del terzo periodo però gli Hornets non resistevano molto, tanto che le lunghezze si riducevano a 4 alla sirena. 87-83 era il finale dei primi tre quarti.

Thomas aveva fretta di segnare e Phoenix si riportava sul -2, Charlotte ci provava da fuori, l’errore di Williams costringeva Biyombo al rimbalzo in attacco, sulla seconda chance usciva la possibilità per Roberts di colpire da 3 punti per il 90-85.
Neal poi con un tiro difficile da quasi dietro tabella effettuato dalla linea di fondo destra nonostante il difensore, andava a bersaglio e i punti di distacco diventavano 7.
M. Morris in allungo e Bledsoe da 3 pt. a 9:58 rimettevano la situazione in uno stato d‘incertezza.
Il 92-90 era momentaneamente ritoccato d Henderson che staccandosi dal difensore metteva il suo tiro.
Thomas da 3 pt. portava però i Suns al clamoroso -1 e Charlotte a 8:51 chiamava time-out.
Walker allo scadere dei 24 secondi, con un tiro non propriamente in equilibrio, riusciva incredibilmente a segnare, ma il suo lavoro era vanificato dalla tripla di Green libero.
Henderson con un tiro dalla baseline destra dava agli Hornets un vantaggio di 3 punti.
I Suns provavano a pareggiarla con una tripla di Thomas che non andava a segno, così come quella di Neal (corta) per Charlotte e quella di Green fuori equilibrio.
Un bel passaggio in hand-off sulla linea di fondo sinistra per Neal non era sfruttato dalla guardia di Charlotte che andava in appoggio corto. Nonostante la stoppata in rientro difensivo di Jefferson sul n°2 dei Suns, Marcus Morris a 6.36 portava lo scarto a un solo punto (99-98). Charlotte in attacco provava con un classico dentro fuori e Walker sfruttava al meglio la tattica utilizzata per 3 punti da 45°sinistra.
Dopo il 102-98, gli Hornets iniziavano a perdersi in attacco, dimostrando fragilità e mancanza di schemi quando sono costretti a giocare con difese che li mettono sotto pressione.
Prima si salvavano con un fallo e con un ½ dalla lunetta di Thomas, poi facevano scadere i 24 secondi e paradossalmente questa era la loro salvezza, visto che Dragic in contemporanea toccava palla e partiva in contropiede per due punti annullati per una frazione di secondo. Riuscivano a salvarsi nuovamente 4:57 quando Kemba commetteva fallo su Thomas che incredibilmente svirgolava i due tiri dalla lunetta.
Lo stesso Thomas a 3:06 si faceva perdonare dai compagni di squadra lanciandosi in entrata, Big Al però, dopo un errore precedente, si riscattava con il suo solito tiro per il 104-101 nonostante la difesa di Plumlee.
Purtroppo per gli Hornets, Dragic entrava in scena nel finale.
Neal doveva commettere fallo su di lui a 2:30.
I liberi erano sfruttati e i Suns erano ormai entrati nell’atmosfera Hornets.
Da una steal di Dragic arrivava anche il sorpasso della squadra di Hornacek, transizione veloce con Bledsoe e appoggio a 1:36.
Il time-out Hornets non serviva a fare un back up mentale alla squadra, che quando va sotto entra in crisi e cerca di affidarsi a soluzioni personali che finiscono spesso per essere deleterie.
Walker si accontentava del jumper ma sbagliava, Thomas no e i punti di distacco divenivano 3 a 1:12.
Tempo per recuperare e vincere ce ne sarebbe, dopo aver comandato tutta la partita ci si aspetterebbe una reazione di forza, ma nonostante Jefferson illuda il pubblico con il 106-107 (2 pt. in area grazie a una palla recuperata dalla spazzatura) e Dragic fallisca la tripla, gli Hornets dimostravano la loro incapacità di segnare quando conta.
L’entrata di Walker, forse toccato, non andava a buon fine, lo stesso Kemba così a :19,9 era forzato a fermare il cronometro con un fallo. Thomas questa volta dalla lunetta era infallibile e con un punteggio di 106-109, Charlotte preferiva andare per la soluzione immediata del pareggio senza dover commettere altri falli.
Niente time-out, Walker era fermato da Tucker sull’alzata della palla che tuttavia carambolava su Neal il quale si prendeva uno spazio per tirare da ben oltre la linea da tre punti, per giunta marcato. Il miracolo non avveniva e il fallo di Charlotte mandava in lunetta Tucker che chiudeva la gara.

Per Charlotte arriva la quarta sconfitta consecutiva, casalinga per di più, mentre Phoenix interrompe la striscia negativa, cocente delusione personale e per tutti i tifosi degli Hornets che devono fare i conti con una squadra fragile, che gioca bene a tratti, poi si spegne sul più bello, incapace di giocare di squadra per affidarsi a soluzioni personali.
Giocatori vagolanti mentalmente ma con palla troppo statica nei momenti decisivi.
Coach Clifford non può cambiare i valori dei giocatori, ma che cosa ci fa lì se non riesce a correggere almeno le situazioni di gioco?

Voti

Walker: 6,5
27 punti (9/20), 7 assist, 1 rubata. Commette 0 turnover ed è ottimo in attacco per tre quarti e mezzo. Nel finale esagera. Avrebbe dovuto cercare un compagno meglio piazzato, anche se i compagni non lo agevolano in questo, non si può sempre prendere tiri dalla bassa percentuale.

Stephenson: 5,5
7 pt. (3/8), 4 rimbalzi e 2 assist in 25 minuti. Niente di che se si eccettua l’azione nella quale s’infortuna. Da supereroe a comprimario.

Kidd-Gilchrist: 5
6 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 1 assist e 1 rubata in 27:19. Non dev’essersi ancora ripreso, perché se fosse già a posto sarebbe irriconoscibile. Dalla lunetta il suo 0/3 diventa pesante per le sorti della partita.

Zeller: 6
7 punti (2/4), 9 rimbalzi 1 stoppata in 23:47. Direi che lo scontro con Markieff Morris finisce in parità. Poi ogni giudice potrebbe assegnare il vantaggio o a uno o all’altro. Riesce a fare espellere un nervoso avversario che in fatto di punti stava andando meglio.

Jefferson: 6,5
28 pt. (13/22), 10 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Erompe prepotentemente nel primo quarto, poi tra panchina e altro si adagia un po’. Finisce in doppia doppia sfruttando gli errori di Phoenix e i tanti tiri presi.

Henderson: 6
4 pt. (2/2), 1 assist e 1 stoppata in 22:52. La coppia Walker/Jefferson si prende la maggior parte dei tiri e agli altri rimangono le briciole. Mette i suoi con buona personalità. Difesa che non mi ha convinto del tutto però.

M. Williams: 5
4 pt. (¼),1 rimbalzo, 1 assist. Poca cosa. Dopo il rimbalzo e il tiro da tre punti nel primo tempo è un corpo che vaga per il campo in fase offensiva.

Neal: 5
13 pt. (5/13), 2 rimbalzi e 4 assist. Per fare un paragone con Evans dei Pelicans, lui sarebbe l’incursore. Solamente che Tyreke è in grado di attaccare il canestro in penetrazione, lui si accontenta di correre per andare in arresto e tiro, anche da distanze considerevoli. Il tiro è indubbio che sia costruito bene a livello tecnico, ma a livello tattico è una scelta sbagliata alla lunga. Forse lui non ha la capacità di attaccare il canestro come Evans (e si vede), allora perché quando c’è in campo lui non mettere di fianco rimbalzisti offensivi come Zeller o Biyombo? Giocando con Williams e Jefferson non si va da nessuna parte, ma questo bisognerebbe chiederlo al coach. Anche lui dopo un buon inizio, ha spesso la tendenza di perdersi nei finali.

Roberts: 5,5
10 pt. (2/5), 1 assist e un rimbalzo.
Il punteggio si abbassa a causa della sua passività sulla tripla di Thomas del 93-94. In attacco non male s si considera che è rimasto in campo per 9:47 ma bisogna difendere nei momenti chiave.

Biyombo: 6
pt. (0/0), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 07:26. Poco il tempo concessogli. Il solito lottatore.

Coach Clifford: 5
La responsabilità di come si sviluppano le azioni è sua. Se non riesce a far eseguire schemi efficaci ai suoi, i finali saranno sempre questi. Stessi risultati pessimi dopo discrete o buone gare.

https://www.youtube.com/watch?v=uW2aJX-DzLc

Lance(tte) in movimento…

NeIle ultime settimane erano uscite voci provenienti da fonti vicino alla società, che gli Charlotte Hornets avrebbero voluto metter sul mercato il nuovo acquisto Stephenson, il quale oggettivamente è discontinuo e sta rendendo sotto le aspettative.

1 stephenson lance

Bene… anzi, male… Gli Hornets pare che abbiano due canali preferenziali al momento per scambiare Lance. Le società più vicine con cui potrebbero concludere l’affare al momento, sono gli Indiana Pacers e i Brooklyn Nets.
Stephenson non pare essere più tra i progetti della società e di coach Clifford, il quale lo fa sedere in panchina nell’ultimo quarto come se fosse diventato un rito non modificabile. Lance potrebbe essere scambiato già da lunedì prossimo anche se trattavive già a buon punto e imminenti non ce ne sono.

Lance Stephenson ha una media di 10.3 punti e 7 rimbalzi e 4,9 assist quest’anno.
Charlotte ha firmato Stephenson per tre anni, in un affare da 27 milioni di dollari e ha una opzione di squadra nella stagione finale del contratto. Dopo aver raggiunto i playoff con 43 vittorie una stagione fa (come Bobcats), gli Hornets hanno un pessimo record di 6-18 in questa stagione.
Una delle accuse principali rivolte a Lance, è quella di non saper coesistere sul parquet con l’altra guardia Kemba Walker, questa sarebbe una delle ragioni principali per le quali l’entourage degli Hornets vorrebbe liberarsi di lui.

Charlotte allungò la mano per Indiana su un potenziale accordo Stephenson e ha spinto per generare una conversazione in corso, riferiscono le fonti. Indiana sa c’è trepidazione significativo circa Stephenson tutto il campionato, e lo conosce meglio di chiunque altro. Hanno agito con poca urgenza sulla questione, capire avrebbero possedere tutti i poteri in colloqui sulla Stephenson, le fonti hanno detto di campionato.

Per quanto riguarda Indiana, ex squadra di lance, la trattativa non sarà facile, sanno che gli Hornets vogliono sbarazzarsi di Stephenson e che Lance sarebbe d’accordo per un rientro da figliol prodigo a Indianapolis, quindi possono negoziare da una posizione di forza prendendosi il tempo necessario per cercare di tirare un po’ la corda e trovare un accordo più vantaggioso.

Indiana aveva offerto a Stephenson un contratto di quattro anni da rifirmare durante l’estate, ma il giocatore newyorkese scelse un contratto più breve con Charlotte. Stephenson era supportato da un sistema creato intorno a lui ad Indiana e molti all’interno dell’organizzazione lo rivorrebbero.

I Nets hanno parlato con Charlotte per Stephenson (nativo di Brooklyn).

Charlotte sarebbe interessata al centro Brook Lopez, ma per ora le due squadre si sono scambiate idee, anche perché Brooklyn sta cercando di vagliare i rischi e i benefici di possibili scenari con Stephenson.
Charlotte è anche aperta a discutere con i Nets la possibilità di multitrade, oltre Lopez gli Hornets sarebbero interessati al veterano Joe Johnson, mentre una parte del contratto di Deron Williams non sarebbe appetibile per la squadra di MJ, così preferirebbe puntare su Kemba Walker come playmaker emergente della franchigia, anche se l’anno prossimo il contratto del N°15 di Charlotte sarà quattro volte più oneroso di quello attuale.

Insomma… Lance scorre su un orologio come se fosse divenuto quasi un oggetto da masserizia. Di certo qualcosa in casa Charlotte deve cambiare, se non cambia sul campo, talvolta generando un senso d’impotenza tra i tifosi che assistono alle prestazioni della squadra, lui e forse altri saranno chiamati presto a differenti destinazioni.

Game 24; Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 88-97

Gli Charlotte Hornets facevano visita nella notte ai Cavalieri ripiombando in pieno medioevo.
Se i Cavalieri in quei tempi si trovavano a proprio agio, altrettanto non si può dire per i Calabroni, che in questo periodo tardo autunnale sono già in ibernazione, così la società parrebbe aver sostituito gli originali con quei ditteri gialloneri che assomigliano a delle vespe ma che in realtà non sono della stessa famiglia e soprattutto non sono in grado di pungere.
La partita è iniziata così, con gli Hornets non in grado di pungere e con i Cavaliers che senza troppi problemi si sono potuti avvicinare al nido dei Calabroni visto che questi insetti sostitutivi non sono stati in grado di difenderlo.

Hornets in campo con la maglia viola (mai vinto in trasferta con questa maglia, solo una vittoria in casa contro Miami) con; Walker, Stephenson, Kidd-Gilchrist, Zeller e “Big” Al Jefferson. I Cavs rispondevano con; Irving, Marion, LB James, Love e Varejao.

Henderson schiaccia approfittando della mancanza di comunicazione della difesa di Cleveland.

Henderson schiaccia approfittando della mancanza di comunicazione della difesa di Cleveland.

La palla a due era vinta dai Cavaliers, i quali inauguravano il tabellone immacolato con un jumper di K. Love dalla destra.
Hornets sconclusionati in attacco e troppo molli in difesa.
Tabellone che segnava 0 per gli Hornets fino a 5:35 (ben 6:25 senza segnare) dalla conclusione del primo quarto, passando per due time-out chiamati da coach Clifford per cercare d’interrompere l’inerzia a favore di Cleveland.
Nel frattempo il solito sfarzoso Re LeBron James dalla lunetta (a 5:48) faceva registrare il clamoroso parziale iniziale di 0-21, un inizio da incubo, un incantesimo malefico poi spezzato (come già detto a 5:35) grazie ai primi due punti di Al Jefferson.
Il migliore dei titolari oggi, Walker, si lanciava nella difesa dei Cavalieri a 4:26 e portava a 4 i punti per Charlotte.
Clifford nel finale di primo quarto mandava in campo le seconde linee come usa abitualmente fare e Neal non tradiva la fiducia a 2:30 segnando un buon canestro dalla linea di fondo destra, nonostante porti ancora la protezione per la spalla infortunata. Walker, ancora in campo, a 1:51 segnava da 3 punti e portava in doppia cifra i Calabroni, 11-28.
Un duello vinto da LeBron su Henderson riportava sul +20 i Cavaliers. Nel finale Walker con le sue finte di crossover si staccava dall’avversario per il jumper frontale da due e fissava il punteggio finale del primo quarto sul 17-34.

Nel secondo quarto si rivedeva il Biyombo delle serate migliori.
Era proprio lui ad avvio ripresa a conquistarsi un rimbalzo a favore (errore al tiro di Neal) e a segnare in rabbiosa schiacciata.
Nonostante un time-out Cleveland, Neal a 10:24 segnava dalla linea di fondo sinistra.
I suoi due punti riducevano lo scarto tra le due squadre a 10 punti. Cleveland provava allora a prendersi qualche punto in più di margine ma Biyombo posto a guardia dell’alveare diceva no due volte ai Cavs.
Prima con una magnifica stoppata su Waiters a 8:58, poi recuperava sotto canestro in salto su un Marion ormai convinto di segnare e spazzava via il tentativo a 8:34.
Grazie all’energia della panchina Charlotte rientrava in partita con Henderson solissimo sotto canestro (LeBron era attardato a protestare, chiedeva un fallo sul suo tiro in attacco e gli altri difensori erano tutti altissimi a livello della lunetta) che schiacciava.
Poi Stephenson e Williams con due punti a testa portavano Charlotte a 2 possessi, 32-38. Il break degli Hornets era interrotto a 6:08 da Harris con una tripla dal lato destro.
A 5:01 era ancora Biyombo a rispedire al mittente la palla a spicchi che Varejao avrebbe voluto inchiodare a canestro, così, sul contropiede, Roberts indovinava il 3 punti per il 38-43 nonostante la panchina in campo giochi contro 4 titolari dei Cavs in quei minuti…
A 3:56 la danza di Kemba Walker nel pitturato confondeva la difesa, il play trovava così i punti del -3.
La magia s’interrompeva però con Stephenson che guadagnava due liberi, ma dalla lunetta lo 0/2 era una doccia gelata e caricava Irving cha andava a bersaglio dall’altra parte.
Waiters ne aggiungeva 5 (transizione sfruttando la palla persa dell’appena rientrato Jefferson e poi da 3 punti), così dal possibile -1 si passava al -10.
All’intervallo Charlotte ci arrivava con nove lunghezze di svantaggio, 45-54. Walker e James erano i migliori marcator per le rispettive squadre con un bottino personale di 13 punti.

Il secondo tempo iniziava con Jefferson e Zeller che complessivamente davano 4 punti agli Hornets, ma un Love caldo a 10:15 realizzava da 3 pt. e il punteggio muoveva sul 49-59.
Jefferson spingendo un po’ Varejao ed elevandosi per un mezzo fade-away più Stephenson con due punti al vetro riaccorciavano sul -6.
In difesa un raddoppio su LeBron era sfruttato con un passaggio per Love che tuttavia non riusciva a mettere la tripla, così Charlotte tornata in attacco a 8:46, si prendeva 2 liberi sfruttandoli con Zeller.
Charlotte arriva clamorosamente al -2 (minimo distacco ottenuto) con un floater di Stephenson a 8:08.
Il 57-59 resisteva fino a che Irving con un passaggio orizzontale schiacciato metteva davanti il canestro Thompson che mandava a segno la slam.
Una speed move di Jefferson sulla linea di fondo teneva ancora in partita gli Hornets (61-66), ma Cleveland aumentava lentamente il suo vantaggio, anche se Henderson a 2:50 artigliava con le unghie un passaggio sulla rimessa dal fondo di Neal e concludeva al volo.
Un altro tentativo di raddoppio su James di Williams (oltre Henderson suo marcatore), lasciava incustodito il lato sinistro, sul quale rollava Love, servito dal compagno.
Troppo lento Marvin a rientrare sull’uomo e arrivavano 3 punti facili per i Cavs a 1:34 che raggiungevano i 78 punti contro i 67 degli Hornets. 68-80 era il punteggio a fine terzo quarto.

Nell’ultimo quarto i Cavaliers riuscivano a controllare, anche con un po’ di fortuna, come quando Varejao segnava a 9:06 il 71-86 dopo una serie di azioni confuse con lotte a rimbalzo e transizioni fallite.
Roberts cercava con un’entrata di ridurre lo scarto.
Ci riusciva in entrata alzando il pallone oltre le mani di Thompson (75-86).
Charlotte cercava di difendere più intensamente ma sulla prima James batteva Henderson in uno contro uno grazie a un tiro, sfruttando l’altezza, poi, anche se Cleveland prendeva troppi rimbalzi in attacco, gli Hornets riuscivano a non farli segnare, infine un’ottima difesa costringeva gli avversari a far scadere i 24 secondi, anche se Varejao schiacciava involontariamente la testa di Zeller (lanciatosi in tuffo per recuperare la sfera) sul parquet stordendolo.
Walker riusciva a segnare due canestri di fila, di pregevole fattura per velocità d’esecuzione e conclusione il secondo a 4:11, quello che valeva l’80-90.
Lo stesso Kemba però falliva uno dei due liberi concessi sull’azione seguente e si faceva stoppare da James, nonostante due punti di Williams (quasi 3, punta della scarpa destra a toccare la linea di tiro) e un libero di MKG, gli Hornets rimanevano distanti. James chiudeva la gara con 5 punti personali e il punteggio finale era 88-97.

Prossima gara tra due giorni contro Phoenix in casa. Una partita alla portata. Bisogna cercare d’invertire la tendenza che vede Charlotte incassare la terza sconfitta consecutiva, mentre per l’inizio di settimana prossima si parla già di mercato e di Stephenson dalle parti della città del North Carolina.

Voti

Walker: 7
24 pt. (11/20), 5 assist, 5 rimbalzi, una steal e 3 perse. L’unico dei titolari in forma. Attacca senza paura e con cifre migliori di molte alter volte. Il meno peggio anche all’inizio dei titolari. Vince la sfida con Irving.

Stephenson: 5
8 pt. (4/12), 2 rimbalzi, 2 rubate e 4 assist. Come al solito Clifford lo fa accomodare in panchina nell’ultimo quarto. Avrebbe dovuto essere uno dei trascinatori, invece sembra ci sia incompatibilità di gioco con qualche elemento in squadra. 0/2 ai liberi e 0/3 da fuori, continua con le sue pessime percentuali…

Kidd-Gilchrist: 4,5
1 pt. (0/4), 4 rimbalzi. Rischierato da titolare, gioca una ventina di minuti. Non sembra per nulla in forma, né in attacco, né in difesa. Sembra soffrire per le sconfitte e i canestri che non arrivano, deve ritrovare ritmo e armonia con l’universo. Da nervoso sarà dura che combini qualcosa di buono.

Zeller: 5
4 pt. (1/4), 3 rimbalzi in 18:27 per lui. Soffre all’inizio su Love e poi non combina un granchè. Esce forse per la botta presa da Varejao.

Jefferson: 5,5
14 pt. (7/13), 8 rimbalzi, 2 assist. Secondo me un filo sotto la sufficienza. Potrebbe dare di più. In difesa è sempre troppo poco propenso a contrastare i tiri in maniera più aggressiva.

Henderson: 6
8 pt. (4/7), 2 rimbalzi. Subentrato questa volta dalla panchina, gioca 21:26 min. a corrente alternata. Il cliente è di quelli più scomodi, lui non demorde ma ha problemi fisici lampanti contro James.

Neal: 5,5
8 pt. (3/10), 6 assist, 1 rubata. Aveva iniziato bene, poi le percentuali dal campo sono scese e Charlotte non ha beneficiato del suo apporto come tiratore, in compenso apre spazi con i suoi passaggi, un plus minus di 19 non è solo frutto del caso.

Williams: 6
10 pt. (4/6), 2 rimbalzi. Finisce per giocare praticamente mezz’ora da titolare, difesa a volte attenta a volte rischiosa. In attacco c’è oggi.

Biyombo: 7
4 pt. (1/1), 4 stoppate e 7 rimbalzi in 16:45. Davvero non può coesistere con Jefferson in campo? Forse no, stesso ruolo ma complementari, peccato a Jefferson manchi una vera difesa, mentre a Biyombo manca l’attacco. Se gli Hornets avessero chi segna punti, un centro così tosto potrebbe partire anche in quintetto. La dimostrazione che oggi la panchina ha giocato meglio dei titolari, forse avevano più fame.

Roberts: 6,5
7pt. (3/6), 5 assist e 2 rimbalzi. Buona prova, utile nel suo mestiere di uomo assist e anche nel portare qualche punto dalla panchina.

Coach Clifford: 5
Una squadra costruita male in estate, una colpa non sua, il signor Cho dovrebbe essere sul banco degli imputati come l’entourage degli Hornets che gli ha dato fiducia e ha cercato il nome a tutti i costi dopo che Utah ha pareggiato l’offerta per Hayward. Non so se la colpa sia di Lance o con lui non ci sia feeling. Di certo non è riuscito a trovare un equilibrio con lui e lo fa intristire (meritatamente per come ha spesso giocato) in panchina nei finali. Buona reazione della panchina, ma la carica dei titolari che avevano messo a inizio dicembre sembra essersi già esaurita.

https://www.youtube.com/watch?v=ZFBf4JG4FsY

 

Game 23; Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 87-114

Charlotte nella notte tentava di vincere una gara importante per riavvicinarsi alla zona playoffs.
La conquista di un posto al sole però veniva oscurata dai Brooklyn Nets, squadra attualmente all’ottavo posto sebbene con un record di 9-12. Partita quindi adatta a fare da termometro per le ambizioni di Charlotte in chiave playoffs.
E’ finita malissimo, anzi, non è mai nemmeno iniziata.
Chi tifa Charlotte, questa notte è stato colpito preventivamente da parageusia, la quale non gli ha fatto gustare la partita, rendendola subito dal sapore amaro.
L’unica attenuante è il doppio overtime che ha affaticato la squadra in quel di Memphis ieri notte. I giocatori venivano da 3 buone prestazioni, da due vittorie casalinghe e da una sconfitta esterna a Memphis dopo aver reso la vita dura ai Grizzlies.
La stessa Memphis ha pagato un po’ a Philadelphia (pur vincendo dopo un supplementare) nella notte, la vittoria ottenuta a spese degli Hornets.
Il back to back però non può essere una scusante.
La squadra era al completo e ha dimostrato nella notte che, se non gioca con intensità, è fragile.
A Michael Jordan e al suo entourage chiedo d’iniziare a fare delle valutazioni e cercare di migliorare anche la squadra, perché questi Hornets meritano più rispetto e se questo è l’anno lancio, non può essere come i tanti vissuti da Bobcats.

Comunque sia… Charlotte schierava in campo; Walker, Stephenson, Henderson, Zeller e Jefferson. Per Brooklyn invece gli uomini scelti da coach Hollins erano; D. Williams, Karasev, J. Johnson, C. Jefferson e Plumlee.

Michael Kidd Gilchrist in un tentativo di andare a canestro.

Michael Kidd Gilchrist impegnato in un tentativo per andare a canestro.

Charlotte scendeva in campo un po’ stanca dalla sera precedente, così all’avvio Joe Johnson ne approfittava per segnare tre canestri che valevano 7 punti per i Nets, mentre in attacco i Calabroni non concludevano nulla.
Il primo canestro di Charlotte arrivava grazie all’assist in diagonale dalla linea di fondo di Walker per Jefferson, che nel pitturato, mandava a segno il suo mezzo gancio.
A 8:00 era ancora il vecchio Joe Johnson a provare il tiro, questa volta la difesa di Henderson era efficace, tuttavia Big Al rimaneva passivo a rimbalzo, i Nets conquistavano la palla in attacco e finivano per segnare ancora con la loro veterana ala.
Due liberi di Henderson a 7:34 smuovevano il punteggio per Charlotte. Dopo un canestro per parte, Plumlee per i Nets e Stephenson per gli Hornets, Joe Johnson lavorava in post basso contro Henderson e lo batteva.
Coach Clifford allora provava a mandare in campo Michael Kidd-Gilchrist per contenerlo, ma senza risultati apprezzabili.
La forbice però si allargava ugualmente, Johnson aumentava il suo bottino con una tripla prima di un canestro di Stephenson in transizione a 4:18 per l’8-21.
I Nets andavano di triple, prima con Williams, poi con due di Anderson, l’ultima delle quali a 1:47.
Nonostante qualche punto degli Hornets a interrompere la serie di triple di Brooklyn, con l’ultima tripla di Anderson menzionata, i bianconeri si trovavano sul 12-30 senza troppa fatica.
Un piccolo aiuto veniva dalla panchina, più fresca probabilmente dei titolari. Roberts e Biyombo però dalla lunetta facevano ½ entrambi, accorciando sul 14-30, ancora Roberts da 3 punti avvicinava ulteriormente gli Hornets a :04,4, ma sulla sirena, Jarrett Jack segnava in entrata per il 17-32 finale del primo quarto.

A inizio secondo quarto MKG segnava a 11:48 appoggiando al vetro con energia. L’illusione di una rimonta durava poco a causa dei canestri di Davies e di Jack in runner a 10:34.
Neal si metteva in proprio e con tre canestri consecutivi portava il punteggio sul 25-36.
A 7:58 Roberts con un tiro da oltre l’arco accorciava fino al -10 (28-38).
I Nets riallungavano con Plumlee, anche se il lungo dei Nets si dimostrava terribile in lunetta.
Il solito Johnson realizzava da fuori e dava il + 14 alla squadra ospite. Negli attacchi seguenti Charlotte cercava Jefferson, il quale provava quattro conclusioni mandandone a segno due per il 35-45.
Un tiro in sospensione di Henderson portava la squadra di Clifford sul -8.
Il minimo distacco (in rimonta) Charlotte lo trovava grazie a Kemba che a 1:18 sprigionava la tripla per il 40-47, ma già all’intervallo gli Hornets tornavano al -10.
Il primo tempo si chiudeva, infatti, sul 42-52 a favore degli ospiti.

Ci si aspetterebbe una reazione d’orgoglio di Charlotte a inizio ultimo quarto, una fiammata per rientrare in partita, ma i titolari rientrati si mostravano fiacchi, così i Nets avevano gioco facile, complici anche alcuni errori dalla lunetta, il primo di Zeller e poi di altri in seguito, Charlotte rimarrà indietro nel punteggio anche grazie a canestri pesanti come quello del solito J. Johnson per il 49-64.
A 5:53 con una tripla del N°10 Karasev, i Nets chiudevano a doppia mandata la partita portandosi sul +20.
Anche MKG sbagliava un facile tiro aperto dalla baseline destra, così Anderson incrementava per i suoi il punteggio aumentando le percentuali da oltre l’arco.
Poche le soddisfazioni per i Calabroni, una arrivava da Biyombo che riusciva a rigettare il tiro di Plumlee opponendosi alla grande in stoppata, anche grazie all’aiuto di Walker che costringeva il lungo bianco a modificare il tentativo originario di schiacciata.
La transizione partita grazie a questa azione si concludeva con 2 liberi di Kidd-Gilchrist che ne mandava a bersaglio solo uno per il 59-77 a 1:28 dalla fine del terzo quarto.
Nel finale arrivavano altre due mazzate da oltre l’arco (Bogdanovic e Anderson in angolo, su questa Neal era toppo basso per potersi opporre, nel mezzo lo 0/2 ai liberi di Biyombo) e il punteggio finale di frazione muoveva sul 59-85.

Finale con niente da dire, Neal lo inaugurava con una tripla ma i Nets ne mettevano di più.
Clifford, mandava in campo anche Pargo a metà tempo, l’uomo che sta sempre accanto a lui in panchina, avendo capito che ormai non c’era più nulla da fare gli concedeva dei minuti, un po’ tristi però…
Proprio lui con un bel passaggio dentro serviva Biyombo che si buttava un po’ in avanti per l’appoggio.
Il canestro era quello del 75-102 a 6:48, punteggio rimasto inalterato dopo la mattonata del congolese dalla lunetta.
Williams trovava a 5:31 un canestro super lanciando la palla sopra le mani protese di Biyombo.
Bogdanovic segnava il 78-112, poi nel finale, con la gente che stava abbandonando il palazzetto comprensibilmente delusa, gli Hornets trovavano qualche buona azione, ma il punteggio finale di 87-114 parlava chiaro.
I Nets hanno tirato quasi con la surreale percentuale del 69,6% da 3 punti (16 volte a bersaglio), scendendo (si fa per dire) con quella dal campo a 58,3% contro il 39,2% di Charlotte.
Anche i rimbalzi sono stati a favore degli ospiti con un 43-29, mentre gli assist sono stati 29-16, per i ragazzi di coach Hollins ovviamente. Prossima gara contro i Cavaliers tra due giorni.
Sfida impossibile perché non c’è nessuno in grado di tenere James se è in serata, tuttavia ormai le partite sono da vivere alla giornata e vedere che succede, sperano che Jordan, Cho & Company intervengano intelligentemente sul mercato per prendere almeno un paio di buoni difensori e un paio di marcatori di marcatori (magari nella stessa persona), che a Charlotte servirebbero molto visti i bassi punteggi che ottiene anche quando riesce a vincere.

Voti

Walker: 4,5
11 punti (3/11) e 4 assist. Un -30, il peggiore, di plus/minus. Perde nettamente la sfida con Williams, più fisico, anche se una volta gli arbitri gli tolgono la soddisfazione di una steal regolare.

Stephenson: 5
11 punti (5/13), due rimbalzi. L’ho difeso sino a oggi perché ha molte possibilità, ma continua a deludere. Poche le gare in cui ha dimostrato il suo valore e Charlotte sprofonda.

Henderson: 5
6 punti (2/2) ma difesa inadeguata su Joe Johnson che già fa il break nel primo quarto.

Zeller: 5
1 punto e 4 rimbalzi in poco meno di 20 minuti. Cody era rimasto a Memphis.

Jefferson: 5
8 punti (4/10), 5 rimbalzi e 2 stoppate. Prende solo i rimbalzi che gli capitano di lì e inizia ad irritarmi in difesa, quando spesse volte non tenta nemmeno di alzare le braccia. Duello perso con Plumlee, in casa dovrebbe dare di più, anche lui è rimasto in Tennessee.

Kid-Gilchrist: 5,5
15 pt. (5/13) e 4 rimbalzi. Punti ottenuti per la maggior parte quando non servivano più. In dificoltà anche lui.

M. Williams: 5
5 pt. (1/4). Si gioca tutto da 3 punti e non gli va tropo bene.

Biyombo: 4,5
4 punti (1/2), 1 stoppata e 10 rimbalzi. Il 2/8 dai liberi è emblematico del perché non giochi titolare. Un difensore molto buono, s’impegna ma è terribile in attacco.

Roberts: 6,5
14 pt. (5/7). Anche garbage time per lui, tuttavia anche in precedenza aveva risposto bene.

Neal: 6
9 punti (4/8) e 2 rimbalzi. Ha il merito di realizzare 6 punti di fila, poi esce per i cambi e si raffredda in un finale glaciale.

Hairston: 4,5
0 punti (0/5). Involuto. Non era facile fare 0/5 (0/3 da 3 punti) in un periodo nel quale non c’era più nulla da dire.

Pargo: 6
3 punti (1/2) e 1 bell’assist. 7:27 in campo per Jannero che gioca solo quando le partite sono finite purtroppo per lui.

Coach Clifford: 5
Prestazione dei suoi indecente. Non è l’unica persona sul banco degli imputati. Facile prendersela con il coach quando le cose vanno male, un paio di domande le avrei però, tipo… se ha visto così scarichi i titolari (i risultati in campo lo dimostravano), non poteva tenerli fuori e provare prima con la panchina? Perché il break Brooklyn l’ha realizzato con i titolari in campo…

https://www.youtube.com/watch?v=jzptsQrvEbM

Game 22; Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 107-113 (2OT)

Mission impossible (sottotitolo; “operazione Invincibile”, un film di James Bond) di Charlotte, chiamata a vincere su un campo difficile. 10-1 per i Grizzlies in casa in questa stagione.
La missione sfugge di mano sul più bello, quando si sarebbe potuto vincere facendo magari un fallo strategico alla fine del primo supplementare, quando i Grizzlies hanno riacciuffato a quattro secondi dalla fine la partita il risultato.

La squadra però si è dimostrata più compatta in difesa e anche se spesso in attacco si affida alle individualità, ha margini di miglioramento. Nella notte ha tenuto testa alla grande a una delle corazzate del momento nella NBA. Come minimo va concesso l’onore delle armi da parte dei Grizzlies.

Gli Hornets in tenuta viola si presentavano in campo con; Walker, Stephenson, Henderson, Zeller e Jefferson.

I Grizzlies con; Conley, C. Lee, Allen, Randolph e M. Gasol.

Zeller nel cuore della difesa dei Grizzlies.

Zeller nel cuore della difesa dei Grizzlies.

Memphis entrava subito convinta in campo. Sul primo attacco, una serie di blocchi continui liberavano Conley sulla destra per il primo 3 punti di serata. Mentre Charlotte subiva la pressione di Memphis, i locali riuscivano a portarsi sullo 0-9. La corsa della squadra di casa era interrotta da Zeller in lunetta, il quale realizzava i due liberi ottenuti per un tocco di Gasol sul tentativo di reverse layup. Hornets che a 7:38 con una schiacciata di Henderson e una tripla di Walker dalla sinistra, si rifacevano sotto sino al -2. Allen e Lee, rispettivamente con un gioco da 3 pt. (fallo di Zeller sul tiro da sotto) e una tripla aumentavano il divario a 8 punti, prima che Walker con uno step back portasse il punteggio sul 9-16.Zeller dava una mano ai nostri con una stoppata in difesa e un canestro in attacco per il -5. I plantigradi però mettevano 4 punti portandosi a 20 punti. Ci pensava Walker a sfruttare un gioco dentro-fuori con Jefferson. Tripla sempre da sinistra a 3:03 per il 20-14. I lunghi dei Grizzlies in questa parte di quarto però avevano il sopravvento. Randolph andava a bersaglio, così come Koufos. per il 26-14, mentre dall’altra parte gli Hornets si tenevano inusualmente in piedi con un’altra bomba di Kemba (dalla destra questa volta) per il 26-19. Lo stesso play a 8 decimi di secondo fintava l’entrata e faceva partire un jumper dalla top of the key che accorciava il punteggio sul 26-21, punteggio finale del primo quarto.
Nel secondo quarto i Grizzlies cercavano l’allungo per scrollarsi di dosso una squadra che, nonostante la panchina in campo, provava a metterci intensità, dimostrando di non essere più la squadra sfilacciata di qualche settimana fa. Nonostante un gioco da 3 punti di Udrih a 9:01 che dava 9 punti di vantaggio ai Grizzlies (34-25), Charlotte trovava un Neal in buona vena, il quale segnava da 3 punti a 8:40. A 7:01 ancora lui con un floater realizzava il 32-36 e a 6:20 Biyombo con un ½ dalla lunetta ritoccava il punteggio sino al -3. A 4:34 arrivava anche il primo canestro di Jefferson, in grande difficoltà in attacco sino a quel momento.Lee a 3:23 con una conclusione frontale dalla lunga distanza metteva i punti del 43-37 e nonostante Conley poco dopo trovasse il secondo rimbalzo amichevole della serata da parte del ferro, gli Hornets avevano una vampata nel finale di quarto. Un tiro di Jefferson ruotava sull’anello per finire dentro, poi un gran canestro in jumper di Walker e ancora Big Al portavano gli Hornets all’intervallo sul -2, 45-47 con un 43% dal campo, contro il 51% dei Grizzlies.
Kemba a 11:18, con una tripla dava il primo vantaggio di serata a Charlotte. Il 49-47 non resisteva molto perché dalla lunetta i Grizzlies si guadagnavano il nuovo vantaggio, 53-49. Le guardie di Charlotte si davano da fare per trovare il pareggio, riacciuffato con Walker (floater) a 8:54 e Stephenson, penetrazione con esitazioni per il 53-53. Anche Jefferson si dava da fare continuando il parziale e segnava 4 punti battendo Gasol e Randolph. I Grizzlies non stavano a guardare e mettevano un parziale di 7-0, anche grazie a un gioco da 3 punti di Lee (fallo di MKG). Lo stesso Kidd-Gilchrist si faceva parzialmente perdonare con due punti con un tiro arcobaleno e a 4:26 finalizzando una transizione a triangolo partita grazie ad un buon anticipo difensivo di Zeller. Nuovo vantaggio degli Hornets con una penetrazione di Walker a 3:46. Il tocco di Leuer regalava il punto supplementare per il +3 ospite. Dopo una distrazione, una delle poche di serata, che Conley sfruttava prendendosi la baseline e segnando 2 punti, arrivava un gran passaggio no look di Big Al a trovar smarcato sotto canestro il N°14 Gilchrist che non sbagliava a mettere i punti del 66-63 a 2:15. Un Neal carico aggiungeva due punti in pull up, ripetendosi con un tiro più selvaggio poco dopo, buon per lui che ci sia il fallo di Udrih e dalla lunetta possa segnare il 70-66 a 1:15 dall’inizio del 4° periodo. Nel finale si assisteva ad altre azioni pregevoli, ad esempio Randolph che in aria ricarica il tiro (su una buona difesa di Biyombo) e segnava, poi Neal con un catch and shot chiudeva il quarto sul 72-69.
L’ultimo periodo dei tempi regolamentari, iniziava con Neal in cerca di penetrazione, non riuscendo nell’intento portava l’avversario sulla baseline sinistra e segnava da lì tirando in faccia al suo marcatore a 11:31. Hornets che recuperavano una palla in difesa e provavano a ripartire in transizione. Trattenuta antisportiva di Leuer su MKG lanciato in ripartenza, che costava solo la rimessa per i Grizzlies. Neal, scatenato in questa fase si trovava anche uno spazio impossibile in post alto sinistro per realizzare altri due punti. Il 76-79 durava finché Prince fuori equilibrio, trovava due punti dalla linea di fondo. Buon momento anche per MKG che spazzava via con una stoppata il tentativo di Pondexter. Sulla rimessa però arrivava il canestro di Udrih. Ora erano gli Hornets a provare a mettere il break decisivo per ottenere i punti della sicurezza. Marvin Williams nell’angolo sinistro realizzava 3 punti. Il 79-73 era protetto da Biyombo che bloccava Koufos, tuttavia la squadra del Tennessee tornava sul -2 e costringeva Clifford a richiamare in campo Walker. Charlotte, nonostante l’errore al tiro, si sbloccava a 7:15 con un tap-in di Stephenson. Un parzialino di 6-0 (4 i punti di Gasol) per i padroni di casa facevano rimettere il capo avanti agli orsi. Sembrerebbe già finita quando Conley in entrata portava su di se due uomini, scaricando su un Gasol libero i Grizzlies prendevano 5 punti di vantaggio, grazie ai due messi comodamente dallo spagnolo. Walker da sotto a 1:31 ridava qualche speranza ai suoi con un canestro da sotto, speranze più vive dopo lo 0/2 di Gasol ai liberi a :53,2. Il fallo di Allen (che aveva abboccato a una sua finta e cercando di recuperare lo aveva toccato sul tiro) su Neal mandava in lunetta l’ex Spurs, il quale pareggiava la partita. A :11,9 Conley scartava un cioccolatino per Gasol che da sotto sfruttava l’inerzia del suo movimento per andare a schiacciare. Sull’ultima azione, Walker sfidava il suo marcatore, ma la sua tripla per la vittoria non andava a bersaglio, suspense finale con la palla sospesa in aria che riscendendo trovava i polpastrelli di Neal, però non abbastanza caldi per la correzione vincente, tuttavia la sfera gravitava ancora dalle parti dell’anello, così Henderson tendeva il suo arto superiore destro in direzione della stessa e correggendo gli errori dei compagni, trascinava la squadra al supplementare con il 92-92 sulla sirena.
Pessimo inizio nel supplementare da parte della squadra del North Carolina e in particolare di Neal, il quale aveva delle colpe in copertura sulla tripla di Pondexter iniziale ed era ancor più colpevole in attacco quando faceva scadere i 24 secondi cincischiando troppo. Da lì Charlotte andava a inseguire. A 1:50 una finta di Henderson bastava perché il giocatore riuscisse a prendersi il centro dell’area in entrata per segnare con un appoggio risicato il 97-99. I Grizzlies in attacco fallivano un paio di occasioni, così Neal strappava un pallone in mischia, che finiva a Henderson, il quale da terra chiamava il time-out. A 1:26 quindi rimessa Charlotte. Tiro di Neal in runner, fallo di Randolph sulla guardia degli Hornets e ½ in lunetta. 98-99 a 1:14. Il duello Zeller Gasol nel finale vedeva due volte vincitore il lungo degli Hornets. In appoggio sullo spagnolo a :32,1 e sull’azione difensiva andava a stoppare pulito il centro avversario. Sulla pressione il lungo passava a MKG che andava in lunetta segnando i punti del 102-99. Una buona circolazione di palla però portava Carter a segnare i 3 punti decisivi a :04,5, complice la difesa di Charlotte. Con il senno di poi si potrebbe dire che il fallo sarebbe convenuto molto di più effettivamente. L’ultima chance per Charlotte arrivava con un tentativo di Henderson che prendeva solo il ferro però.
Secondo supplementare e terza palla a due vinta dai Grizzlies, i quali incameravano 5 punti di vantaggio a 2:35 con due punti di Conley. Sfortunatamente Jefferson si era raffreddato e con lui Charlotte aera rimasta al palo nel punteggio. Un suo tiro e una sua forzatura contro due avversari in precedenza non avevano prodotto punti. La squadra del Norh Carolina metteva fine al digiuno con Henderson, il quale si prendeva il centro dell’area dopo aver effettuato una finta partendo da fuori sulla sinistra. L’appoggio era vincente. 105-107 grazie al libero supplementare realizzato. Un fade-away di Randolph nonostante la marcatura di Jefferson ridava un vantaggio oltre il possesso di Charlotte. Henderson, Jefferson (pick and pop) e Neal (grazie a una deviazione sulla rimessa di Allen da parte di Zeller aveva recuperato palla e tirato una tripla beffardamente uscita) sbagliavano i tiri a disposizione, così la squadra in maglia viola doveva ricorrere al fallo per fermare il cronometro. Conley era glaciale e il 105-111 a .21,7 dalla fine sembrava già una sentenza. La gara era riaperta virtualmente dagli arbitri con un fallo chiamato ad Allen (più che discutibile per onestà) su Neal. Allen cercando di difendere, toccava scompostamente in maniera non così incisiva, Neal che cadeva. Proteste di Allen, tecnico più 3 tiri liberi. Dei 4 a disposizione Neal però ne metteva solo 2 condannando la squadra a una sconfitta per 107-113.

La squadra si è proposta comunque su buoni livelli, speriamo che il doppio supplementare non abbia pesato troppo e che possa ritornare alla vittoria già contro i Nets che nella notte si sono sbarazzati agevolmente dei 76ers.
Voti:
Walker: 7
28 punti (11/21), 7 assist, 4 rimbalzi, 2 rubate, 0 palloni persi. Grande prova di Kemba, tiene in piedi l’attacco con le sue triple e le sue entrate. In difesa si applica ed è più aggressivo.
Stephenson: 6
8 punti (4/9), 7 rimbalzi, 1 rubata. Non sempre gli riesce la difesa perfetta, tuttavia nonostante cifre modeste, una gara sufficiente. Coach Clifford però si ostina a non schierarlo nei finali. Forse è troppo imprevedibile per lui che cerca soluzioni affidabili, ma nel supplementare l’avrei visto bene.
Henderson: 6
10 punti (4/12), 3 rimbalzi. Tornato a sparacchiare un po’ a casaccio o almeno… su situazioni difficili, ha il merito di portare Charlotte al supplementare. La squadra non vince e speriamo la stanchezza non si trasformi in un boomerang. Buona applicazione difensiva.
Zeller: 6,5
6 pt. (2/7), 6 rimbalzi e 4 stoppate. Peggiorato nel piazzato. Ci pensa un po’ troppo, prima era più fluido. Deve ritrovare il movimento. Gran lavora su Gasol nel finale del primo tempo. 4 stoppate in 34:18 sono tante.
Jefferson: 5,5
16 pt. (7/21), 9 rimbalzi, 3 assist e 3 stoppate. Big Al inizia e finisce male la partita. Il suo classico show lo fa vedere durante la gara. Un 33,3% dal campo che condanna gli Hornets nonostante la sua prova sotto altre voci sia discreta.
Roberts: 5,5
0 punti e una rubata. Quasi 10 minuti e 4 falli spesi, poco altro. Marginale.
Neal: 6
25 punti (8/15), 4 rimbalzi e 3 palle perse. Croce e delizia. Prima delizia con i suoi canestri, poi nel finale, sul più bello, forse stanco, sbaglia in una delle sue specialità facendo perdere le ultime speranze alla squadra. In difesa a volte paga con i cm, ma anche il suo inizio da ultimo quarto non è stato buono.
Kidd-Gilchrist: 6,5
8 pt. (3/5), 5 rimbalzi e 1 stoppata. Ha avuto un momento di fiammata in partita. Ancora non dev’essere al meglio se parte dalla panchina. Peccato per il doppio errore in sottomano nell’ultimo quarto che poteva dare due punti in più agli Hornets.
M. Williams: 5,5
5 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 1 stoppata e 2 palloni persi. Segna una bella tripla, ma commette anche un fallo ingenuo in difesa favorendo il libero supplementare e regala un pallone ai Grizzlies con un passaggio telefonato nell’ultimo tempo regolamentare.
Biyombo: 6
7 rimbalzi e 2 stoppate in 12:25. Un difensore. Il suo ¼ dalla lunetta è costato caro però.
Coach Clifford: 6
Ha delle buone intuizioni come quella di Zeller su Gasol. Più mobile per andare a prendere il centro più facilmente e altre meno buone. L’ennesimo abbandono in panchina di Stephenson nel finale lascia perplessi. Salvo che Lance non sia già ai ferri corti con la società, con il contratto che ha e considerando che è in ripresa, avrebbe potuto portare a un blitz nel supplementare con qualche giocata. La squadra però c’è e questo gli vale la sufficienza.

https://www.youtube.com/watch?v=20pncnt_1pA

 

Stephenson e rumors.

Lance Stephenson è sempre al centro di possibili scambi, ma lui spera di continuare a far parte del progetto Hornets
Il front office degli Charlotte Hornets ha recentemente avuto offerte da altre squadre per Lance Stephenson, il quale non sarebbe contrario a un potenziale passaggio ai Brooklyn Nets, ma spera di poter continuare a far parte e avere successo con gli Hornets, così dicono le voci nell’ambiente dei Calabroni.

Stephenson firma il contratto con gli Hornets di MJ.

Stephenson firma il contratto con gli Hornets di MJ.

Quattro o cinque squadre NBA hanno mostrato interesse per Stephenson, ma nessun accordo è imminente. Stephenson ha chiarito il suo desiderio di contribuire a dare una svolta alla situazione, entrambe le parti ritengono che ci sia ancora tempo per salvare un rapporto che potrebbe diventare più produttivo in seguito.

In 21 partite in questa stagione, Stephenson ha avuto una media di 10.5 punti, 7.4 rimbalzi, 5.3 assist giocando 34 minuti a partita. Non è andato molto bene come percentuali fino ad oggi, tirando dal campo con il 38,7%, da tre punti con il 16% e ai liberi solo con il 67%.

Anche così, la guardia degli Hornets, sta giocando il suo miglior basket della stagione fino ad ora nel mese di dicembre, con una media 16,3 punti, sei rimbalzi e 4.3 assist.

Come nativo di Brooklyn, Stephenson ha frequentato la Lincoln High School a Coney Island. Stephenson, è affezionato alla città e spera di giocare per i Nets ad un certo punto nella sua carriera.

Gli Hornets che habnno acquisito Stephenson per tre anni complessivamente per 27,4 milioni di dollari affare, si trovano con un record ancora deludente di 6-15 in questa, avendo visto una egressione di molti giocatori chiave che l’anno scorso avevano contribuito a portare ai playoffs Charlotte o nuove acquisizioni che non hanno reso molto fino ad oggi.

Stephenson è stato un elemento chiave per far arrivare Indiana negli anni passati alle finali della Eastern Conference, avendo una media di quasi 14 punti, sette rimbalzi e cinque assist per i Pacers una stagione fa. Ora è alla sua quinta stagione NBA, speriamo continui a mostrare i progressi fatti nel mese di dicembre…

Game 21; Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 96-87

Due squadre con tonalità di verde (anche se il teal di Charlotte tende un po’ ormai più sul turchese/azzurro), in clima natalizio, essendo il verde il colore originario del Natale, prima che il mercato e una nota azienda “imponessero” il rosso.
Due squadre scese in campo con quelle tonalità e rimaste un po’ al verde di vittorie quest’anno, si affrontavano nella notte.
A rimanere con i conti in rosso è stata Boston che ha pagato anche il rientro di Michael Kidd-Gilchrist che a Charlotte aspettavano da tempo.

Lance Stephenson festeggia a modo suo un bel canestro.

Lance Stephenson festeggia a modo suo un bel canestro.

La particolarità della notte è che i due fratelli Zeller si affrontavano, oltretutto scendendo in campo come titolari nei rispettivi quintetti che erano composti da:
Rondo, Bradley, Jeff Green, Sullinger e Tyler Zeller per Boston
Walker, Stephenson, Henderson, C. Zeller e Jefferson per Charlotte.

Con MKG tenuto precauzionalmente in panchina per limitarne i minuti al rientro, Boston si portava in vantaggio 0-4 a inizio gara, il primo canestro per gli Hornets era realizzato da Al Jefferson a 10:20, il quale era toccato su uno dei suoi classici movimenti, l’alzata e il tiro in ritmo erano perfetti, il libero invece aveva troppa forza e rimbalzava sulle sponde dell’anello interno finendo fuori.
Stephenson a 10:00 portava la gara sulla parità.
Jeff Green ridava il momentaneo vantaggio a Boston, in attacco Charlotte sbagliava il tiro ma un gran salto di Walker sulla palla vagante dava un’altra possibilità a Charlotte, sfruttata dallo stesso Walker che mandava a bersaglio Zeller fornendogli una palla assist che il lungo chiudeva con un gancetto a 8:37 per il 6-6.
Boston segnava 4 punti ma Walker e i suoi 3 pt. dalla diagonale sinistra riducevano le distanze sino al -1 a 7:11.
Primo vantaggio e fuga Hornets con Zeller con il piazzato per Charlotte, quindi il play degli Hornets passava a Big Al che gli consegnava l’hand-off, Kemba continuava la corsa sulla girando dietro il centro e prendendo la linea di fondo, toccato sulla conclusione da Tyler Zeller.
Ne usciva un gioco da 3 pt. per il 14-10 Charlotte a 6:13.
Dopo un appoggio fallito da Rondo, Walker guidava la transizione fino nella plancia di comando dei Celtics, assist con il perfetto tempismo per Zeller che in corsa segnava il 16-10.
Il libero per il fallo subito dava il +7 ai Calabroni. Un gancio di Green a 3:54 serviva a interrompere la corsa degli Hornets ma non l’inerzia. Kidd-Gilchrist riceveva in corsa un passaggio hand-off, la sua corsa a canestro non veniva fermata nemmeno dal fallo, anzi… il libero guadagnato dava la possibilità ai Calabroni di volare sul 20-12 a 3:36.
Il finale di primo quarto era a vantaggio di Charlotte che manteneva un +6 (22-16) sui Celtics.

Il secondo quarto, con la panchina in campo, non iniziava bene per Charlotte.
Evidenti erano le difficoltà di Biyombo nel tenere il fisico di Bass che segnava due volte, intervallato da un runner di Neal.
Charlotte, avrebbe la possibilità di ridistanziare Boston con 3 tiri liberi guadagnati da Williams per un fallo di Turner su un tentativo dalla grande distanza, ma la PF in maglia teal mandava a bersaglio solo uno dei tre tiri tentati, così, nonostante lo stesso Williams si faccia parzialmente perdonare con una stoppata in difesa, arrivavano 4 punti da Olynyk (in layup e jump shot) per il -1 (27-26).
Un’entrata dal lato destro di Stephenson con giro e tiro in ritmo ridava un margine minimo di vantaggio alla squadra di casa.
Il Leprechaun Thornton però dal lato sinistro segnava un canestro, dando avvisaglie che nelle sue mani magiche c’era dell’oro.
Il pareggio era nell’aria e a 5:22 arrivava con una tripla di Sullinger. Gli Hornets iniziavano ad attaccare in maniera pessima, così due canestri di Rondo (l’ultimo a 2:50) e uno di Tyler Zeller nel mezzo, regalavano a Boston un +6 (32-38).
Solo un’improbabile entrata di MKG contro Green con un tiro fuori equilibrio interrompeva la corsa dei folletti verdi.
Quando il fratello di Zeller, Tyler, riceveva un passaggio da Rondo e segnava in reverse layup appena toccato da MKG, convertendo anche il libero, Boston si trovava al suo massimo vantaggio.
A 1:15 si rivedeva Henderson con un bel tiro per il 38-43, la stessa SF andava poi in difesa a stoppare alla grande Sullinger, dando la possibilità a Charlotte di giocarsi un attacco per riaccorciare.
Walker con due liberi a :48,9 dall’intervallo riportava la situazione sul -3, anche se Rondo con un gran pull up jump shot su Walker segnava il 40-45 che chiuderà il primo tempo.

Charlotte entrava più decisa in campo nel secondo tempo e ci metteva meno di due minuti e mezzo a pareggiare, a 9:49, infatti, con una bella entrata, Lance metteva a referto un gioco da 3 punti per il 47 pari.
Il +5 Boston era già un miraggio. A 7:38 Henderson poteva beneficiare del lavoro in post di Jefferson.
Sullo scarico del centro mandava la palla a spicchi nella retina con una tripla aperta.
Il 54-51, diveniva subito 54-53 con un passaggio in transizione di Rondo per Bradley, che fino a quel momento ne aveva combinate poche di buone.
Mentre Stephenson e Rondo si scambiavano poco amichevoli “buffetti”, la squadra del North Carolina ne approfittava per cercare di staccarsi nel punteggio dagli ospiti.
Una bella circolazione di palla vedeva poi Stephenson in corsa verso destra passare su quel lato a MKG che tagliando in orizzontale riceveva palla, utilizzando il ritmo giusto per incunearsi fra tre difensori e segnare il 58-53.
Gli arbitri annullavano un canestro di MKG per sfondamento (decisione che non trovava un giudizio uniforme tra gli arbitri stessi), tuttavia i Calabroni ronzavano forte con Stephenson, il suo palleggio ipnotico su Turner era il preludio del crossover che portava all’entrata in allungo a una mano per il 61-55.
Veramente gran canestro che esaltava lo stesso Lance che si “shakerava” dopo il fallo subito, anche se il libero poi non l’avrebbe realizzato.
Hornets che proseguivano il loro buon momento sia dalla lunetta sia al tiro, proprio un jumper di Walker a 1:40 dava il 71-59 agli uomini di Coach Clifford.
Nel finale i Celtics riuscivano a mangiare qualche punticino, nonostante un canestro di Williams fortemente voluto andando nel pitturato, il piccolo Pressey con una tripla chiudeva la frazione sul 73-66.

Charlotte si presentava sul parquet in avvio di quarto con due buoni rincalzi, Biyombo e Neal.
Se il congolese si rendeva utile sotto canestro prendendo un rimbalzo e convertendo i due liberi per fallo di Salinger, l’ex Spura non era in ritmo ed era anche sfortunato quando la palla su un suo tiro si fermava letteralmente sul ferro e decideva di uscire, così Thornton a 10:03 ne approfittava per mettere pressione a Charlotte con la tripla del 75-72.
Lo stesso ex New Orleans Hornets riusciva a portare i “mazzariol d’oltreoceano” al -1.
Roberts con un tiro ci metteva momentaneamente una pezza.
Gli errori di Turner e Neal erano seguiti da uno sfondamento sullo stesso Gary da parte di Pressey.
Neal seguitava a sbagliare, ma sul rimbalzo Jefferson attraeva Sullinger per un canestro più fallo.
80-74 che diventava 83-74 grazie a Williams, il quale intercettava un passaggio lungo in diagonale e poi andava a mettere la bomba da smarcato, sparata dal lato sinistro a 7:37.
Canestro frutto di una buona circolazione di palla.
Boston iniziava a scaldare Thornton che segnava una tripla su una mezza transizione, Charlotte, però con Jefferson metteva due punti per l’87-79 spezzando il blocco dei corpi di due difensori un po’ distratti a centro area con un bel movimento.
Sembrerebbe fatta, ma… sarebbe troppo facile. Charlotte ama il brivido, così Rondo inizia la rimonta, quasi completata da Thornton con quattro punti.
Il suo ultimo canestro a 4:30 dalla fine valeva il -2 (87-85).
Per debellare l’infestazione da folletti sul parquet degli Hornets, Walker ricorreva a uno dei miei giochi preferiti; classico passaggio in corsa di Kemba per Al, giro dietro al centro, linea di fondo e canestro, questa volta in reverse e segnando sulla continuazione di un fallo di Rondo. 90-85 a 3:46.
Una palla scippata da Walker a Rondo innescava una transizione a due quasi buttata via, Charlotte però riusciva a tener palla e a servire Jefferson, il quale si esaltava in area come un ballerino di tip tap e non faceva capire molto ai suoi marcatori.
Il canestro del 92-85 era una garanzia, anche perché gli arbitri fischiavano a Rondo i passi in partenza dopo una buona circolazione di palla di Boston.
Il play invece di tirare provava a partire sull’uscita di Henderson, ma commetteva la fatale infrazione.
I due punti della sicurezza erano firmanti da Big Al che tagliava con un movimento back door per andare lontano sulla baseline sinistra a ricevere palla.
Da marcato faceva partire il suo tiro da oltre l’esagono Buzz City, solo cotone per lui e titoli di coda…

Voti

Walker: 7,5
18 punti (5/14), 5 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate. Come al solito quando si affida al tiro c’è da pregare anche se ne mette alcuni di pregevole fattura. Mi piacciono molto le sue entrate in hand-off, ha qualitàà e velocità per farle. Buoni i 7 assist distribuiti.

Stephenson: 7
13 punti (6/14), 4 rimbalzi e 4 assist. Stesso discorso di Walker al tiro, forse peggio. Abbiamo capito che da 3 punti non c’è proprio, continua a tirare corto. Ottimo nelle penetrazioni, dovrebbe far girar palla sempre per trovar buone azioni, catch and shot, pull up, invece a volte tira così e la percentuale scende. Il talento c’è anche se a volte esagera come nel primo tempo, quando tenta un passaggio dietro la schiena che finisce direttamente fuori dal parquet.

Henderson: 6
7 pt. (3/9)e 3 rimbalzi e 1 stoppata in quasi 26 minuti. La sufficienza gliela concedo, almeno per la fase difensiva in cui è migliorato. Si applica.

Zeller: 5,5
9 punti (3/6), 2 rimbalzi e 0 stoppate in quasi 24 minuti. Gli passa tutto vicino. I palloni gli passano accanto ma lui non riesce a prenderne molti, solo due rimbalzi. In sofferenza in difesa.

Jefferson: 8
23 pt. (9/15), 14 rimbalzi, 3 assist e 1 stoppata. Season high di rimbalzi e tiri decisivi nel momento giusto. Una garanzia.

Kidd-Gilchrist: 7
9 pt. (3/6) 6 rimbalzi in 19:12. Buon rientro per MKG che segna un canestro importante nel momento più critico. Con lui i difensori di livello salgono a due, se anche Henderson si applicherà un po’…

Williams: 7
8 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 1 rubata e una stoppata per Marvin. Anche quando il quintetto è in difficoltà, lui da il suo contributo in campo. Piazza una tripla importante dopo un avvio freddo dalla lunetta.

Biyombo: 5,5
2 punti e due rimbalzi. Segna dalla lunetta dopo un fallo subito e ciò gli alza il voto perché sono punti realizzati in un momento in cui l’inerzia della gara si stava spostando, ma è apparso in difficoltà all’inizio del secondo quarto.

Neal: 4,5
3 pt. (1/9), due rimbalzi e 1 assist. Freddissimo al tiro, per lui e per Charlotte queste percentuali (0/3 da tre punti nell’1/9) sono pessime.

Roberts: 6,5
4 pt. (2/4) in 11:35 in campo. Canestro cruciale.

Coach Clifford: 7
Ha avuto il tempo per lavorare in questi giorni. Si è visto qualche miglioramento contro una squadra al momento leggermente più forte di New York. Lo attendono le prossime sfide, tutti speriamo che le vinca.

https://www.youtube.com/watch?v=iv76TTBfGpg

Il Punto @ 20.

Charlotte-Hornets-New-Logo - Copia - Copia (2)

C’eravamo lasciati fiduciosi dopo le prime dieci partite in stagione regolare.
Poi analizzeremo che cosa non ha funzionato, intanto il fatto oggettivo è che Charlotte dall’undicesima alla ventesima partita è stata un disastro. 9 Sconfitte andando sul 5–15 in classifica (.250) e precipitando al 12° posto nell’Eastern Conference, sul fondo della classifica.
Gli Hornets hanno affrontato 6 squadre che al momento si trovano sopra i .500, e 4 sotto i .500. Le gare casalinghe erano ben 7, gli Hornets hanno ospitato 4 formazioni di primo piano dell’Ovest, una di primo piano dell’Est e due concorrenti dirette per i playoffs:

11) Vs Dallas Mavericks (15-6) L
12) @ Indiana Pacers (7-13) L
13) Vs Orlando Magic (8-14) L
14) @ Miami Heat (9-10) L
15) Vs Los Angeles Clippers (13-5) L
16) Vs Portland Trail Blazers (15-4) L
17) Vs Golden State Warriors (16-2) L
18) @ Atlanta Hawks (12-6) L
19) Vs Chicago Bulls (12-7) L
20) Vs New York Knicks (4-17) W

Gli Hornets hanno inanellato una serie di sconfitte bruttissime e sono passati da possibile quarta forza dell’Eastern a squadra materasso.
Se nell’undicesima gara la sconfitta contro i Mavericks poteva anche starci, nelle successive 3 gare sono arrivati dei K.O. pesantissimi. Contro i Pacers, la squadra si è fatta beffare da un tiro recuperato da un air-ball all’ultimo secondo.
Contro Orlando in casa, Charlotte era comodamente in vantaggio ma ha poi concesso una quarantina di punti ai Magic solo nell’ultimo quarto finendo incredibilmente per perdere contro un team tutt’altro che irresistibile.
Contro gli Heat, il tiro che avrebbe potuto dare la vittoria agli Hornets non è entrato, così come il facile tap-in di Jefferson da sotto che avrebbe vinto la partita all’ultimo secondo. Contro Clippers, Blazers e Warriors sono arrivate tre sconfitte casalinghe, seguite dal regresso in termini di gioco visto ad Atlanta.
Una squadra impresentabile che ha tirato fuori l’orgoglio contro i Bulls, ma non è bastato.
Nell’ultima gara della decina, i Calabroni erano comodamente seduti avanti di tre punti ma a 4 secondi dalla fine stavano perdendo di uno. Solo la prodezza di Walker ha consentito agli Hornets di vincere la partita contro New York. Innanzitutto il motivo primario di queste sconfitte è da ricercarsi negli infortuni che hanno colpito il roster. L’assenza di un migliorato Michael Kidd-Gilchrist sta pesando molto poiché è un giocatore che sa dare il suo apporto nelle due fasi. Il sostituto, Henderson non è all’altezza e ha combinato diversi guai, anche se ultimamente è in ripresa, la sua difesa non è stata altrettanto attenta, almeno fino alla gara contro New York, nella quale ha contribuito alla vittoria della squadra.
A MKG si è aggiunto l’infortunio di Neal che ha tolto l’unico tiratore affidabile da fuori di Charlotte (P.J. Hairston è un po’ acerbo) che sa anche crearsi lo spazio per il tiro.
L’altezza non lo agevola in difesa però. Per poco tempo si sono registrate anche le assenze di Hairston e Williams, ma hanno pesato poco o nulla fino ad oggi.
Con 94,2 punti a gara, Charlotte ha il venticinquesimo attacco in NBA e con 101,2 punti concessi agli avversari a partita, la difesa è ventunesima.
Partendo dalla difesa si può affermare che al momento vi è stato un peggioramento nel modo di difendere di Charlotte.
Questo è dovuto a diversi fattori. Uno dei primari è che gli Hornets cercando di non concedere tiri dalla zona intorno all’anello finiscono per scoprire la zona media e soprattutto diventano vulnerabili da fuori l’arco dei 3 punti quando gli avversari muovono palla. Jefferson e Williams sono sembrati difensori troppo puliti fino ad ora e non hanno rischiato troppi falli da sotto, concedendo così alte percentuali agli avversari. In aiuto di questa tesi mi viene incontro un’analisi letta sul sito “Sportando”, in un articolo di qualche giorno fa dedicato agli Hornets che evidenziava come Charlotte conceda pochi tiri agli avversari “at the rim”, ma quando le squadre “nemiche” riescono a tirare da lì, i Calabroni siano la peggior difesa in termini di punti concessi.
La tabella alla diciottesima partita giocata qui sotto:

tiri al ferro

Questo avvalora la mia tesi che Williams e Jefferson siano troppo soft lì sotto e poco aiutati dall’intensità difensiva nei 48 minuti, non altissima e una pressione difensiva non esercitata all’unisono.
Zeller e Biyombo sono più ruvidi, ma il primo è un rookie e qualche ingenuità la commette, il secondo difende bene ma ha limiti in attacco, inoltre entrambi per proteggere il ferro o il centro nel caso in cui ci sia in campo Jefferson (soprattutto nel caso di Zeller che gioca in PF) si trovano a volte fuori posizione a causa di raddoppi che finiscono per scoprire la difesa dalla media o dalla lunga distanza. In questo caso un difensore come MKG in grado di contenere meglio le penetrazioni degli avversari sarebbe utile perché la difesa di Charlotte rimanga in posizioni migliori rispetto a quelle prese talvolta nelle ultime partite.
L’aspetto psicologico poi è fondamentale.
Il team ha perso contro diverse squadre quando avrebbe potuto mantenere un comodo vantaggio, ma non ha saputo gestirlo, e anche contro New York è accaduta la stessa cosa, solo il finale è stato diverso per fortuna e si spera possa dare più morale e più convinzione ai giocatori, visti a volte con lo sguardo perso nel vuoto. In attacco prima di parlare dei singoli c’è da dire che le gestioni che hanno fatto rientrare gli avversari sono state influenzate da scarsa capacità di leggere il gioco sotto pressione e di distribuire il pallone al giocatore messo nella miglior posizione.
I canestri talvolta sono usciti da iniziative personali e non da una palla mossa per prendersi un vantaggio.
Kemba Walker si prende ancora troppi tiri rispetto a quelli che segna, ma nelle ultime due gare, come molti giocatori è sembrato migliorare.
Anche Stephenson nelle gare prima di Chicago e New York ha avuto percentuali bassissime.
I suoi catch and shot, anche da 3 punti sono stati a bassa percentuale, ma da un paio di partite ha iniziato a giocare più intelligentemente, attaccando il ferro o andandosi a prendere dei vantaggi come palloni in hand-off dopo essere salito sul banco degli imputati poiché il suo rendimento e il suo livello di gioco rispetto a Indiana era sceso. Molti analisti hanno provato a interpretare il suo inserimento negli schemi di Charlotte per capire cosa non funzionasse con lui.
Per molti vi è un’incompatibilità tra Lance e Walker, a mio avviso il gioco più intelligente nelle ultime due gare dice che in attacco potrebbero tranquillamente convivere muovendo palla entrambi, evitando di prendersi troppi attacchi folli in palleggio in uno contro uno. L’attacco è molto penalizzato dalle percentuali con le quali la squadra sta tirando. Se da un paio di partite la % dalla lunetta è salita, non si può dire altrettanto su quella da 3 punti che nelle ultime cinque partite è scesa vertiginosamente.
Gary Neal con .395 da 3 (parliamo di giocatori con almeno dieci triple tentate) è il primo in classifica degli Hornets e può dare una mano a questa squadra da fuori l’arco. La sua assenza contro i Bulls ha sicuramente contribuito a perdere la partita.
Con un Neal in forma non credo sarebbe finita così.
Williams è secondo con .364, Pargo terzo con .353, Hairston quarto con .340, Henderson è quinto con .308 e Roberts che avrebbe dovuto essere uno specialista da fuori, è solo sesto con un .298 pessimo. Mentre gli avversari sfruttano la tripla, Charlotte appare ancora imballata e con pochi giocatori in grado di sfruttarla.
Teoricamente del quintetto disegnato da Clifford, solo Marvin Williams potrebbe dare un discreto contributo.
Si capisce così l’importanza di Neal, il quale tiene più in fibrillazione le difese avversarie avendo nel suo bagagliaio tecnico l’arma del tiro da fuori e non solo.
L’ex Spurs è anche in grado di penetrare velocemente e arrestarsi per il tiro, conclusioni che possono trovare la retina se non contrastate adeguatamente.

Tiri dal campo in stagione. Dopo la 20° patita Charlotte ha il 43% ma da 3 punti è calata.

Tiri dal campo in stagione. Dopo la 20° patita Charlotte ha il 43% ma da 3 punti è calata.

In panchina altri nomi sono Roberts, in peggioramento quando la partita si fa seria veramente diventa poco freddo, Pargo che ormai fa compagnia a coach Clifford insieme a Maxiell (per fortuna) e il rookie Vonleh che ha continuato a non giocare, nemmeno quando Williams era infortunato.
Due uomini interessanti, già menzionati, sono invece i lunghi “Ringo people” Zeller e Biyombo.
Il primo è migliorato dimostrando di riuscire a prendersi spazi in entrata e tagli sul lato debole.
La sua energia lo porta a catturare rimbalzi e a trovare anche punti da sotto per correzioni, oltre che a finire in qualche highlights per qualche mazzata inferta alla difesa avversaria in schiacciata.
Biyombo è un buon difensore, abile nelle stoppate, ma in attacco se deve produrre da solo, è quasi l’opposto di Jefferson. Il congolese sfrutta il lavoro dei suoi compagni per appostarsi e trovare punti spettacolari. Big Al, che invece è il centro titolare, è il fulcro dell’attacco, in base all’avversario di serata e ai movimenti dei compagni fuori è in grado di produrre punti con i suoi movimenti efficaci e consolidati.
Discorso a parte per Williams, che è rientrato da panchinaro più carico nell’ultima contro New York dopo un infortunio alla spalla, speriamo possa continuare a difendere così e non come dimostrato in precedenza.
Discorso a parte anche per Henderson che è divenuto sostanzialmente la SF titolare dopo l’infortunio a Kidd-Gilchrist.
Le sue iniziative vivono alla giornata. Nelle ultime gare è sembrato in palla in attacco segnando dal campo un 8/10 contro New York e aumentando l’intensità difensiva.
Se qualche errore contro Chicago in difesa l’ha fatto, contro gli arancioblù è stato molto bravo.
Coach Clifford sta provando a lavorare su diversi aspetti, dal post basso, difeso male ad Atlanta, a qualche gioco che possa rimettere in sesto l’attacco degli Hornets, ma le sue rotazioni non mi convincono ancora. Contro Orlando l’idea di schierare un tris basso in difesa è stata deleteria.
Talvolta anche il doppio play non è un lusso che ci si possa permettere in difesa, Roberts/Neal o altre accoppiate hanno finito per rendere cm e kg.
Cosa aspettarsi per il futuro?
Almeno una squadra meno fragile psicologicamente che sia in grado di non soffrire fino all’ultimo per vincere una gara grazie magari al rientro di MKG sempre più posticipato per questo problema al piede.
Oltre le sconfitte di misura all’ultimo secondo, nelle cinque vittorie degli Hornets, la squadra ha sofferto sino agli ultimi minuti, distanziando Phoenix e Miami di qualche punto, battendo all’ultimo secondo i Knicks, i Bucks dopo un supplementare e gli Hawks dopo due all’ultimo respiro.
Ai tifosi degli Hornets servirà un cardiologo se il team continuerà così. L’unica buona nota è la vittoria alla ventesima che da una stilla d’entusiasmo all’ambiente, sperando possano venire altri risultati positivi con continuità.

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) nelle prime venti giornate.

Classifica Provvisoria:

01) A. Jefferson: 6,42 (20 partite in cui è stato preso un voto) +1 pos. risp. prec. classif.
02) B. Biyombo: 6,41 (12) -1
03) M. Kidd-Gilchrist: 6,41 (6) +1
04) G. Neal: 6,25 (14) +3
05) Vonleh: 6,25 (2) +9
06) Pargo: 6,16 (3) +4
07) Zeller: 6,15 (20) -4
08) K. Walker: 6,02 (20) -3
09) L. Stephenson: 5,95 (20) -3
10) B. Roberts: 5,78 (19) -1
11) P.J. Hairston: 5,76 (13) -3
12) G. Henderson: 5,67 (17) -1
13) M. Williams: 5,55 (18) -1
14) J. Maxiell: 5,46 (14) -1
Coach Clifford: 5,30 (20) -0,55 (media voto rispetto alla % precedente)

Game 20; Charlotte Hornets Vs New York Knicks 103-102

Gli Hornets ritornavano alle origini.
Maglia color teal (quella usata all’esordio), con quel colore paradisiaco a ricordare l’Eden, gli Adamo ed Eva di Charlotte in questo caso avrebbero commesso il peccato originale se non avessero mangiato la Grande Mela, una squadra apparsa in difficoltà per tre quarti che ha alzato l’intensità nell’ultimo, aiutata dalla sua punta di diamante Anthony che ha rischiato di far vincere ai suoi la gara.New York si presentava alla Time Warner Cable Arena con: Calderon, Shumpert, C. Anthony, Stoudamire, Dalembert.
Coach Clifford invece rischierava la formazione che aveva fatto benino contro I Bulls: Walker, Stephenson, Henderson, Zeller, Jefferson.
Neal al tiro sotto lo sguardo di due bambini. Un buon rientro per lui che con 13 punti da una mano alla squadra.

Neal al tiro sotto lo sguardo di due bambini. Un buon rientro per lui che con 13 punti da una mano alla squadra.

L’inizio della gara era equilibrato.
Gli Hornets attaccavano variando i tipi di giocata. A 10:16 Henderson s’imbucava nella difesa dei Knicks e segnava con una penetrazione, a 9:44 invece Zeller correggeva la tripla di Stephenson errata mentre lo stesso Henderson tornava a segnare il 6-4 con un tiro dalla baseline sinistra.
Le squadre provavano a trovare punti facili da sotto, ma Anthony sbagliava due volte per i Knicks, imitato da Jefferson e Zeller, era così Shumpert a ristabilire la parità a 7:43 sull’8-8.
A 6:52 i Knicks passavano in vantaggio con un libero di Anthony assegnato per un fallo tecnico contro Stephenson.
Il vantaggio durava un secondo perché (c’eravamo lasciati sulla rimessa degli Hornets) lo stesso Lance inventava l’assist direttamente da fuori campo finalizzato con l’alley-oop di Henderson per il 10-9.
Melo con un jumper risorpassava, ma Jefferson in gancio e Walker in corsa appoggiando al vetro davano il +3 ai Calabroni.
La stessa guardia degli Hornets trovava un gran canestro in penetrazione resistendo a Larkin e tirando con tutta la schiena all’indietro, realizzando canestro e libero concesso dagli arbitri per il 19-13 a 3:38.
Accelerazione degli Hornets con alcune interessanti azioni; la prima è una “semplice” ma difficile tripla di Hairston from downtown a 1:41 a 1:15 poi Walker trovava Biyombo per l’appoggio volante, infine cambiava l’uomo assist, ma il finalizzatore era sempre il congolese che riceveva un passaggio consegnato su una penetrazione di Williams e segnando con una schiacciata portava Charlotte sul 29-18.
Una tripla di Larkin e due liberi di Walker chiudevano il finale con un +10 da gestire, 31-21.

Inizio di secondo quarto non proprio dei migliori per gli Hornets che si fissavano con il tiro dalla lunga distanza ma sbagliavano quattro volte, due con Neal, una con Roberts e una con Williams.
I Knicks segnavano 4 punti e fortuna che Charlotte resisteva con Biyombo che allungando il braccio sinistro fermava sul nascere l’appoggio di Hardaway Jr. stoppandolo.
J.R. Smith portava a -5 New York a 8:00 dall’intervallo, per fortuna che Williams iniziava a guadagnarsi lo stipendio quest’anno con un open shot dalla baseline sinistra e una tripla dal lato destro (ricevendo un passaggio no look scaricato da Neal in penetrazione) per il 40-30 a 7:12.
Stephenson, a 6:15 attaccava Smith in penetrazione e realizzava il 42-32.
Segnava anche Hardaway con un evidente sfondamento su Henderson (molto attivo e presente in difesa questa notte), il canestro non era quindi convalidato.
A 5:49 si rivedevano i titolari in campo e Jefferson tirava fuori dal suo repertorio il gancio dopo 10 secondi.
Melo mostrava di essere tornato anche lui con due punti. Big Al prendeva solo il ferro, ma arrivava Stephenson all’anello a segnare. Anthony sull’altro fronte non si accontentava e andava ancor a bersaglio e Clifford decideva di spezzare il ritmo all’ala dei Knicks chiamando time-out.
A 4:23 Jefferson al secondo tap-in segnava il +12, 48-36, punteggio incrementato grazie a una triangolazione ampia che ribaltava il lato del gioco a 2:09; Neal dalla destra scaricava a Walker in fuori al centro, pallone in angolo sulla sinistra smistato velocemente per Gerlad Henderson che non tradiva con la tripla del 53-40.
Calderon a 1:45 d 3 riaccorciava sul -10 ma Neal passeggiava avanti e indietro sfruttando Jefferson come muretto e segnava con un jumper dalla media a sinistra il 55-43 a 1.20.
Henderson e Williams facevano buona guardia nel finale di quarto e si andava a bere qualcosa sul 57-45.

Henderson a inizio terzo quarto leggeva il vantaggio che Big Al rollando si era preso nel pitturato e lo serviva, premiato il movimento, arrivava il canestro del centro.
A 10:05 Stphenson buttandosi con il corpo sul fianco destro di uno Shumpert fermo nella marcatura, trovava un inusuale e difficile canestro. A 8:11 i punti di vantaggio per Charlotte salivano a 14 grazie a un tiro dal pitturato effettuato frontalmente da Big Al, il quale riceveva una mano dal primo ferro che inghiottiva il rimbalzo.
A 7.58 applausi dalla panchina e dagli spalti per Walker che rientrava da dietro in difesa su Calderon stoppando in maniera pulita con cattiveria il suo movimento di alzata della palla per la tripla. New York ormai in difficoltà, evidenziate quando Stephenson provava un lob un po’ troppo complesso per il possibile alley-oop di Henderson, il quale si limitava a raccogliere la palla spalle a canestro e girandosi metteva il piccolo jumper, con la difesa di New York a brancolare lì intorno disinteressandosi di un giocatore a due passi dal canestro. New York provava con una transizione chiusa da Shumpert in schiacciata a reagire, ma una buona circolazione di palla unita alla finta sul primo passo di Henderson permettevano all’ala di Charlotte di arrivare nei pressi del canestro degli arancioblù che lo fermavano momentaneamente con un fallo di Shumpert sul tentativo di schiacciata. I due liberi erano sfruttati bene e il punteggio si muoveva sul 71-57. Williams bucket con un tiro lungo dalla sinistra su assist dietro la schiena di Stephenson a 3:28 e un catch and shot di Henderson a 3:02 su assist di Walker faceva lievitare il vantaggio di Charlotte sul +20, 80-60.
New York riusciva nel finale a realizzare 4 punti in più dei calabroni e il quarto si chiudeva sull’85-69.
Charlotte sembrava poter controllare agevolmente il risultato questa volta, anche perché un rinfrancato Lance riusciva a segnare l’89-71 creandosi lo spazio fronte a canestro marcato da Melo.
Come diverse volte accaduto in passato però i calabroni soffrivano le triple e Hardaway ne realizzava una, tuttavia ancora Stephenson alzava un pallonetto magico per esaltare le qualità atletiche di Biyombo a 9:26 che con l’alley-oop del 91-74 entusiasmava anche il pubblico.
Biz commetteva fallo su Anthony però poco dopo, così New York accorciava a -14.
New York che in questo quarto aveva alzato i ritmi in difesa segnava due canestri con J.R. Smith e Hardaway e il distacco era di 12 punti al momento.
Ancora un fastidioso Hardaway a 6:34 dal termine segnava la tripla del -9 e nonostante Big Al provasse a togliere le castagne dal fuoco ai suoi, i Knicks rispondevano con il protagonista del momento Hardaway a bersaglio nuovamente con 3 punti che consentivano a New York di ridurre lo svantaggio a 8 punti.
Henderson per bloccare l’inerzia provava a spendersi in difesa disturbando una tripla di Melo errata poi, Williams doveva ricorrere al fallo sul palleggio della stessa ala dei Knicks, poi ancora Henderson andava a toccare palla sul tentativo di tiro da 3 di Hardaway facendogli carambolare palla addosso e guadagnando la rimessa.
A 2:25 Henderson con un tiro da posizione quasi post alto, raddoppiato, trovava due punti importantissimi.
Tuttavia Charlotte giocando con il cronometro o forzando dava la possibilità alla squadra della Grande Mela di rientrare.
Anthony da 3 punti a 1:22 portava i bianchi al -2, 101-99, in più quando Melo risparava dalla lunga frontalmente in ritmo nonostante la buona difesa di Williams, i Knicks si trovavano incredibilmente avanti 101-102 a 40 secondi dalla fine.
La faccia di un bambino in prima fila delusissimo la diceva lunga sull’ultimo quarto giocato dagli Hornets.
L’errore degli Hornets in attacco di Jefferson (nonostante un buon attacco) sembrava dare ai Knicks la vittoria, anche perché rimanevano pochi secondi nel caso in cui Charlotte decidesse di non commettere fallo.
I Knicks giocavano con il cronometro, la palla finiva nelle mani di Anthony che provava un tiro dalla lunga sulla destra, conclusione che finiva corta e tra le braccia di Williams (41-34 a rimbalzo alla fine per gli Hornets) a 4 secondi esatti dalla fine. Time-out Charlotte.
Rimessa Stephenson, passaggio in punta per Walker che non aveva difficoltà a liberarsi di Prigioni, il quale sullo slancio della rincorsa non calcolava la rapidità di Walker nel girarsi e prendersi il vantaggio per batterlo, il N°1 degli “olandesi” seguiva Williams, accorgendosi in ritardo della penetrazione della PG titolare di Charlotte che dal post basso in entrata appoggiava al vetro all’ultimo istante.
103-102 da batticuore, Alveare in festa e vittoria importantissima per il morale ottenuta all’ultimo respiro.

Voti

Walker: 7
11 punti (4/15) e 4 assist.
Statistiche non eccezionali, però trova un po’ più di quadratura giocando la palla e non buttandola via, solo una palla persa, compensata da una rubata e da una stoppata. Il tiro della vittoria è ossigeno puro.

Stephenson: 7,5
Numeri migliori di quelli di Walker. In netta ripresa con 16 punti (7/15), 6 assist e 6 rimbalzi. Più convinto. Michael Jordan gli parla e speriamo che oltre a alcune indicazioni lo convinca che lui è forte.

Henderson: 8
Il ragazzo che tutti volevano spedire altrove pochi giorni fa è in netta ripresa. Nella notte si danna l’anima in difesa finalmente e segna 22 punti con un 8/10 dal campo, più 2 assist.

Zeller: 6,5
Parte in quintetto e finisce in panchina a favore di Williams. Discreta la su prestazione con 6 punti (2/4), 5 rimbalzi e una stoppata in 16:41 sul parquet.

Jefferson: 6,5
Big Al fa 16 punti tirando con un 8/21. Meno preciso delle altre volte (fallisce anche il penultimo tiro degli Hornets della gara da libero) ma più presente in difesa con 13 rimbalzi e 2 stoppate. Il suo arsenale è intatto.

Hairston: 6
Poco in campo. Fa 3 punti con un 1/3 dal campo.

Neal: 6,5
Per fortuna è tornato perché serviva proprio in fase realizzativa. 13 punti (5/9 anche se fa 0/3 dalla lunga distanza) e 3 assist.

Williams: 6,5
9 punti (4/7 dal campo ma ¼ da 3). Anche lui migliora il livello della difesa rispetto al solito e trova un po’ di punti con interessanti giocate e buoni tiri.

Biyombo: 6,5
7 punti (3/3), 3 rimbalzi, 2 stoppate e 2 palle perse. Il limite del congolese è il gioco d’attacco in autoproduzione. 100% dal campo sfruttando gli assist dei compagni dimostrano un buon senso della posizione.

Roberts: s.v.
Poco in campo, lo 0/1 non vuol dire molto.

Coach Clifford: 6,5
Chiede ai suoi nel finale di non commettere fallo. La decisione si rivela vincente grazie a una buona difesa di Jefferson su Anthony e a un tagliafuori da muro di Berlino. Questa volta lo schema Walker funziona grazie a Prigioni. Per il resto si è vista una squadra giocare un buon basket per 3 quarti, seppur i Knicks abbiano dei limiti, il problema è l’aspetto mentale della squadra, in difficoltà sulla pressione degli avversari, non trovano il ritmo per segnare con frequenza e contrastare adeguatamente le folate avversarie.

Video highlights in italiano:

https://www.youtube.com/watch?v=aeglcj-mZ5g&feature=youtu.be

 

Game 19; Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 95-102

Ci si chiedeva se la flebile luce della stella del Calabrone che giunge a noi sul pianeta Terra proveniente dalla costellazione Hornets fosse solo un frutto del tempo che la luce impiega per raggiungerci o in realtà la stella non esista più. Chissà magari che la pulsazione dell’astro sia solo momentaneamente offuscata da qualche nube invisibile nella notte buia.
La risposta è stata che la stella esiste ancora ma se nessuno dall’alto ne correggerà la gravitazione (intervenendo per prendere un tiratore e almeno una PF che giochi da subito e che abbia cm) è destinata in poco tempo a divenire una supernova…

Walker, Stephenson, Henderson, Zeller e Jefferson per coach Williams.
Rose, Butler, Dunleavy, Gasol e Noah per i Bulls al completo nonostante il doppio overtime di ieri contro i Mavs e il back to back.

P.J. Hairston attacca Kirk Hinrich.

P.J. Hairston attacca Kirk Hinrich.

Partenza decisa delle due squadre.
Jefferson vinceva la palla a due, sull’attacco poi lo stesso giocatore consegnava in hand-off un pallone a Stephenson che inaugurava il tabellone con i primi due punti della partita a 11:45.
Dunleavy dall’altra parte approfittava di una doppia schermatura per colpire da 3 punti a 11:21.
Zeller attaccava il canestro a 11:07 e riportava i Calabroni avanti, ma i Bulls grazie a un paio di canestri si avvantaggiavano prendendosi 3 punti di margine.
Gli Hornets erano molto decisi e Henderson a 9:32 andava a schiacciare per il 6-7.
A 9:17 Noah provava l’entrata da lontano a lunghe falcate, ma finiva per mettere un piede sopra la caviglia di Walker che stava provando a rientrare.
Il centro dei Tori rimaneva giù per un po’ toccandosi la caviglia, ma si ripresenterà poco dopo dalla lunetta realizzando uno dei due liberi a disposizione.
Un altro jumper di un preciso Stephenson riportava la parità tra le due squadre a 9:03 (10-10).
Rose in attacco era poi bloccato da una stoppata di Walker che apriva il campo per Henderson.
Il fallo speso dai Bulls non serviva perché dalla lunetta la SF degli Hornets metteva entrambi i tiri per il 12-10.
Passaggio a vuoto difensivo degli Hornets subito dopo, con Gasol che sfruttava un passaggio sotto, troppo facile eludere un Williams appena entrato, piazzato male che non provava a stopparlo.
Hornets che accumulavano 4 punti di vantaggio grazie a una penetrazione di Walker dalla sinistra prima e a Stephenson che attaccando il canestro a 6:12 portava il punteggio sul 16-12.
Dunleavy a 5:52 con una tripla da destra 45° dava la carica ai Tori, ma una separation giocata da Henderson 20 secondi dopo terminata in fade-away riportava a +3 la squadra di casa.
Dunleavy però non aveva finito di “scocciare” e realizzava un’altra tripla, imitato da Rose a 4:45 e così il +3 si tramutava in -3.
A 2.30 Roberts innescava Biyombo con un passaggio schiacciato, il congolese si fiondava in area con tempismo per la schiacciata bimane del sorpasso, 22-21.
Partita vivace, sin troppo, così Hinrich realizzava da 3 punti a 2:13 il controsorpasso, finché Roberts poco più di un minuto dopo (a 1:12) Walker raggiungeva nuovamente la parità a quota 24 dopo un palleggio chiuso con un tiro in step-back.
Brooks poco prima della fine con un classico rainbow dava il vantaggio ai tori rossi nel finale di primo quarto che si chiudeva sul 24-26.

Inizio di secondo quarto favorevole ai Bulls, complici gli errori al tiro degli Hornets, Noah in entrata segnava il 26-33 e costringeva Coach Clifford a chiamare il time-out.
Calabroni che provavano allora a buttarsi dentro.
Le finte di Stephenson a disorientare Noah e l’entrata di Hairston a 7:50 riaccorciavano sul -3, ma Mirotic a 6:14 ridava il +7 ai suoi (30-37). Henderson allora trovava un passaggio verticale per Zeller, buon canestro quello del 32-37.
Brooks in attacco pestava la line di fondo e gli Hornets trovavano l’inerzia per spostare il baricentro della partita.
Henderson a 5:31 riceveva da Jefferson e segnava dalla baseline di destra il 34-37, poi a riscaldare l’atmosfera ci pensava Stephenson con un fantastico passaggio schiacciato per Zeller che lanciatissimo andava a schiacciare in faccia a Gasol facendo tremare tutta la struttura del canestro.
Una rubata dello stesso Lance a 3:40 faceva salire gli Hornets sopra nel punteggio, 38-37.
Un fallo offensivo degli ospiti e un tiro da 3 non realizzato (dopo molti passaggi veloci sul perimetro a spiazzare la difesa di Charlotte) consentivano a Jefferson con un tiro dalla media di accumulare ancora altri due punticini di vantaggio.
Un paio di falli permettevano ai Bulls di ripassare in testa con Gasol e un gioco da 3 punti.
Lo spagnolo si faceva super in questo finale battendo ancora Jefferson, anche se poi sul tentativo finale di Walker di realizzare per accorciare, l’iberico colpiva l’occhio del play in ricaduta.
Nessuna segnalazione e vantaggio dei Bulls all’intervallo di 5 punti, 40-45.

L’inizio del terzo quarto era una mazzata tremenda per gli Hornets, che incassavano due triple, la prima da Rose e la seconda da Butler.
Il -11 (40-51) avrebbe potuto demoralizzare una squadra, già fragile in questo periodo.
Stephenson a 8:43 mangiava un punticino a Chicago (47-56) con un tiro a una mano cadendo in avanti.
Charlotte tentava di riaprire la gara con Kemba per Henderson che in fing and roll veleggiante segnava il 49-56.
Stephenson con uno spin move riusciva a prendere un minimo vantaggio su due difensori e ad appoggiare evitando un braccio proteso per fermarlo.
Erano due punti per il 55-57.
Rose però segnava subito e dopo varie azioni Butler segnava 4 punti di fila per portare la squadra della Wind City sul 61-67.
Seguiva però l’azione che più sorprendeva il pubblico.
La finta di crossover di Walker mandava in crisi Mirotic che finiva a gambe all’aria per un perfetto break ankle, preciso il tiro da 3 punti dello stesso Walker che faceva registrare finalmente una tripla messa a segno da Charlotte nella serata dopo aver fallito tutte le precedenti.
Una dunk artistica di Butler con il pubblico ancora caldo non rafreddava i bollenti spiriti degli Hornets, che con una mossa di sacrificio guadagnavano palla. Hairston si lanciava su Butler che stava per perdere palla, il tuffo disperato in avanti premiava lo slancio di generosità della nostra ala di riserva che riusciva a servire Walker che si disfava di Mirotic in appoggio per il 68-69 a 1:43.
Il buon momento di Walker proseguiva a 1:27 con una bruciante penetrazione da sinistra conclusa con la palla a spicchi in retina e un libero regalato da Hinrich che spingeva di spalla sull’entrata della point guard di Charlotte.
Nuovo vantaggio Charlotte (71-70) durato poco, i cm di Gasol dall’altra parte facevano la differenza.
Rimbalzo su errore al tiro di un compagno e 71-72.
Il punteggio non si schiodava più nel finale di quarto.

Nell’ultimo quarto il pubblico presente aveva modo di congratularsi personalmente con la coppia Roberts-Biyombo.
Il nuovo controsorpasso era opera del play che qualche anno fa giocava in Germania, il quale vedeva il congolese libero dietro a due difensori, così in corsa alzava il lob per l’alley-oop fantasmagorico del numero 8. Noah approfittava con un’entrata sotto il canestro della distrazione della difesa e gli Hornets tornavano in svantaggio di uno.
Williams però faceva 78-77 rubando un pallone in difesa e segnando in appoggio su assist di Roberts.
Un difficile step back di Butler continuava il sali e scendi emozionale nel punteggio. 78-79.
La partita volgeva a favore dei Bulls qui.
A 8:28 Mirotic lanciato con un lungo passaggio cercava l’appoggio toccato da Hairston, sarebbero due liberi, ma gli arbitri interpretavano la deviazione di Stephenson (su una palla che non sarebbe mai entrata) dopo il loro fischio come un’interferenza e assegnavano il canestro valido più il libero.
Decisione pessima che costava a Charlotte il -4, 78-82.
Brooks a 7:13 con una bomba dava un margine di sicurezza ai Bulls, 78-85.
Oltretutto gli errori al tiro nel momento decisivo aumentavano il margine sino al +10 con due liberi di Gasol a 4:34, per l’82-92.
Charlotte provava allor a raccogliere le ultime energie per non cadere per la decima volta consecutiva.
Jefferson con un gioco da 3 punti e Lance in turnaround a 3:50 dimezzavano lo svantaggio (87-92).
La giocata decisiva arrivava quando Walker riusciva a intercettare un pallone che però lui stesso non finalizzava in transizione.
Dall’altra parte Hinrich segnava la tripla e dava il vantaggio decisivo per gestire gli ultimi minuti, anche se segnali di luce intermittente arrivavano con una finta di Jefferson che fintando si faceva saltare addosso da Gasol e ne approfittava per un altro gioco da tre punti.
Il libero errato e l’ennesima tripla subita, ancora da Hinrich, sistematosi nel corner destro, spegnevano le ultime reali possibilità di vittoria.
Il finale di 95-102 personalmente è una delusione.

L’impatto del meteorite sull’alveare c’è stato ma non è stato così devastante come si credeva, qualcosa è sopravvissuto.
Si è ritrovato lo spirito nel lottare su ogni palla, i giocatori hanno dato tutto ma la squadra senza Neal e MKG non è ai livelli di molte altre. Penso che Jordan debba attingere al mercato per riuscire a portare a casa almeno 3 pezzi da incastrare nel mosaico.
Tiratori come Belinelli sarebbero molto importanti in questa squadra, ma anche un lungo con più cm che sa tirare e difendere al posto di Williams andrebbe preso, in attesa della crescita di Zeller.
La squadra è andata meglio rispetto ai Bulls nei turnovers perdendo nettamente meno palloni, nel tiro libero, sfruttato molto bene con un 21/23 a dimostrare la concentrazione dei ragazzi di coach Clifford, mentre i 7 rimbalzi in meno (42-49) sono frutto di una mancanza di cm. Quello che ha deciso la gara a sfavore sono state le % a confronto delle triple.
Mentre Chicago ne ha realizzate 12 su 28 tentate, le uniche due andate a segno in serata di Roberts e Walker non compensavano le 15 tentate da Charlotte in totale.
Nella terra di Dell Curry, un sacrilegio.
Alla prossima contro New York in casa, impossibile fallire se non si vuole superare Philadelphia per “tankare”.

Voti

Walker: 6,5
23 punti (7/18), 5 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate. Il miglior stoppatore di serata è lui. Anche se è sempre difficile dare un voto Kemba, questa sera viene promosso per l’atteggiamento, perché ha vinto il duello con Rose, anche se soffre un po’ cerca di tenere in partita la squadra. Lo fa finché le sue iniziative gli dicono bene, poi inizia a sbagliare anche lui nel finale.

Stephenson: 7
20 punti (9/18), 8 rimbalzi, 4 assist e 4 perse. Lance torna a livelli più consoni alla sua fama. Ci prova anche lui questa notte. Entra convinto al tiro e si vede. Nel finale forzato ci prova da 3, ma da lì pare non prendere mai i 3 punti.

Henderson: 6,5
10 punti (4/8). Limita abbastanza bene Butler, non si prende tiri in più e fa il suo.

Zeller: 6,5
12 (5/9) punti e 8 rimbalzi in 23 minuti e qualche secondo. Si perde Gasol all’inizio, poi difende un po’ meglio, ma non è facile contro i lunghi avversari.

Jefferson: 6
13 punti (5/13) e 7 rimbalzi. Molti li ottiene nel finale quando prova a trainare la squadra, ma era ormai troppo tardi.

Williams: 5,5
6 punti (2/5) e un -14 di plus minus, il peggiore. Nonostante un paio di belle zioni forse il +/- non è un caso.

Hairston: 5,5
4 punti (1/7). Quattro triple fallite da lui, i suoi compagni ci contavano perché di tiratori da oltre l’arco non che abbondino a Charlotte. Voto alzato per la giocata di sacrificio su Butler a dare l’esempio ai compagni.

Biyombo: 6
4 punti (2/4) e 4 rimbalzi. Non ce la fa sempre a catturare tutto quello che passa sotto le plance e ha un plus minus non a favore. Rimane negli occhi una bella schiacciata.

Roberts: 5
3 punti (1/8) e 3 assist. Alcuni pregevoli assist. Non so perché ma quando c’è lui in campo aumenta la confusione e non è solo un fatto di qualità con le panchine in campo. L’uno su otto è pessimo, paradossalmente segnava da 3 mentre gli Hornets fallivano da oltre l’arco quasi in ogni occasione.

Pargo: s.v.
10 secondi per il natio di Chicago.

Coach Clifford: 6,5
Gioco più ragionato, buono lo sforzo. Il tentativo di difendere il post riesce discretamente, mentre gli Hornets colpiscono gli avversari con quell’arma. Purtroppo Charlotte non riesce a fermare invece l’arma da fuori dei Bulls.

https://www.youtube.com/watch?v=hJ8g2iTqJDE

Tutti (o quasi) sul mercato?

Ci sono in giro dei rumors secondo i quali gli Charlotte Hornets sarebbero sul mercato per cercare d’invertire il trend negativo di novembre.

Si spera che questo momento negativo possa essere invertito da subito sul campo a dicembre, anche se Kidd-Gilchrist è ancora fuori precauzionalmente per un dolore al piede da stress, prima che esso si possa tramutare in una frattura.

Gli Hornets in estate hanno cercato di migliorarsi nel ruolo di SG e di PF.

Nel caso dell’ala grande, dal mio punto di vista, Marvin Williams è stato un flop, la sua esperienza non basta se non aggiunge intensità in difesa e qualche punto in più.

Talvolta è come giocare con un uomo in meno.

L’altra delusione al momento è Lance Stephenson, che a parte un paio di serate brillanti coronate con il tiro vittoria sugli Hawks a Charlotte, è andato deludendo.

L’entourage dei Calabroni pensava che Lance potesse essere l’uomo giusto per lavorare insieme alle colonne portanti della squadra Jefferson e Walker (gli unici intoccabili al momento), cercando di interagire con il primo sul suo lavoro in post con finte e scarichi e con il pick and roll di Walker. Se Jefferson in attacco sta andando bene, Walker invece è peggiorato molto, secondo alcuni tifosi e analisti a causa delle caratteristiche della convivenza con Stephenson.

Lance Stephenson festeggia con il pubblico di Charlotte la sua tripla regalo per la vittoria nel doppio OT contro Atlanta.

Lance Stephenson festeggia con il pubblico di Charlotte la sua tripla regalo per la vittoria nel doppio OT contro Atlanta.

La spaziatura e la pericolosità sono rimaste sulla carta e Charlotte è entrata in crisi perché oltretutto ha pochi uomini che possono portare punti facili. Uno sarebbe Neal ma è infortunato.

I free agent firmati nella passata offseason non possono essere scambiati fino al 15 dicembre, così è salito alla ribalta il nome di Lance Stephenson per possibili futuri scambi. Ovviamente gli sciacalli ci hanno giocato sopra e si parla di Lance per scambi svantaggiosi ancor di più per Charlotte e nella città del North Carolina qualche gruppo di tifosi si è infastidito. Mentre molti tifosi vorrebbero che si scambiassero altri pezzi che non stanno funzionando come ad esempio Henderson e coach Clifford sta dividendo le opinioni dei tifosi tra chi è pro (perché sostiene abbia molti infortunati) e chi è contro per le scelte fatte sullo starting five, ecc… la squadra ospiterà nella notte i Bulls, squadra in forma ma reduce da un doppio supplementare nella sfida persa con i Mavs 132-129 ieri notte. Con l’augurio che il “The Hive”, l’alveare (la Time Warner Cable Arena) non si trasformi metaforicamente in un vespaio di polemiche.