Il Punto @ 41.

41

C’eravamo lasciati alla gara N°33 in Texas, a Houston.

Questo “Il Punto” intende includere le otto partite seguenti per arrivare esattamente al giro di boa di metà stagione, quindi sarà composto dalle partite disputate dalla n°34 alla n°41.

Gli Hornets hanno rimontato in classifica e ora si trovano con un record di 16-25 (.390) che vale il 9° posto (pari merito con i Pistons) nell’Eastern Conference, ancora poco per entrare in zona playoffs ma a distanza di una sola gara dai Nets che detengono l’ultimo posto disponibile con un record di 17-24.
Gli Hornets hanno affrontato 3 squadre che al momento si trovano sopra i .500 e 5 sotto i .500.
Le gare casalinghe e quelle esterne numericamente si equilibravano. Sono arrivate sei vittorie e due sconfitte.
Due le partite contro pericolose squadre dell’Ovest da disputare in casa, mentre fuori casa Charlotte ha fatto poker battendo tutte e quattro le avversarie provenienti dalla propria conference. Vediamo nel dettaglio le otto gare giocate:

34) Vs Cleveland Cavaliers (21-20) L
35) @ Orlando Magic (15-28) W
36) @ Boston Celtics (13-25) W
37) Vs New Orleans Pelicans (19-20) W
38) @ Toronto Raptors (26-13) W
39) @ New York Knicks (05-36) W
40) Vs San Antonio Spurs (25-16) L
41) Vs Indiana Pacers (15-27) W

Gli Hornets sembravano aver perso ormai le speranze di poter rientrate in gioco per i playoffs e gara 34 continuava a dar ragione a chi ormai non credeva più in un possibile rientro dei ragazzi di coach Clifford nella lotta per un posto al sole.
Charlotte disputava una discreta gara con Cleveland e accumulava un vantaggio di una decina di punti ma Love che realizzava 3 bombe di seguito, aiutato dai compagni, portava avanti i suoi.
Lo stesso Kevin nel finale metteva anche un difficile jumper che dava la sicurezza della vittoria.
Per Charlotte non restava che l’amarezza di un’altra “fall short”. Gara 35 si giocava sul campo dei Magic, pessima premessa poiché Orlando aveva già espugnato due volte quest’anno la Time Warner Cable Arena, tuttavia Walker e compagni restituivano il favore presentandosi a Boston più convinti e con un Kemba che rinfrancato dopo la buona prestazione in Florida, si ripeteva in Massachusetts contro Boston.
Anche qui gli Hornets uscivano vincitori potendo tornare sul campo amico più convinti dei propri mezzi e determinati.
Charlotte aspettava per gara 37 i Pelicans, i quali a Est hanno qualche problemino.
Dopo una buona gara, New Orleans si riportava in parità con Gordon, ma Kemba nel finale era strepitoso e per Charlotte arrivava il tris di vittorie.
Gara 38 e gara 39 erano due sfide da giocare in trasferta. La prima partita si disputava in Canada e il team di Jordan riusciva, un po’ a sorpresa per molti, ad aver ragione dei Raptors, la seconda era una sfida molto più facile poiché disputata al Madison Square Garden contro gli avanzi dei Knicks, che persi Shumpert e J.R. Smith (ceduti) e tolti di mezzo dagli infortuni Bargnani, Anthony e Stoudamire, si dimostravano ben poca cosa dopo il quarto iniziale giocato fisicamente per mettere in difficoltà gli Hornets.
Gli Hornets tornavano a casa per giocare due gare di diverso tenore; la prima era da disputarsi contro i campioni in carica dei San Antonio Spurs e la seconda era una rognosa gara contro una squadra di pari livello (almeno al momento).
Contro gli Spurs i Calabroni dovevano alzare bandiera bianca alla fine per colpa di un Ginobili unstoppable, contro i Pacers, sono “ricordi” freschissimi rimontavano e portavano la gara al supplementare, nonostante la prima assenza di Walker in campionato, fermato da una ciste al ginocchio.
Fortunatamente i Calabroni “indovinavano” l’overtime e arrivava una preziosissima vittoria per Charlotte.
Cerchiamo di analizzare ora i giocatori, le loro caratteristiche e scannerizzare il gioco di Charlotte in base a ciò.

Front Court:

Con Jefferson infortunatosi nella partita contro Milwaukee, coach Clifford dava fiducia come centro a Biyombo, il quale nelle ultime gare ha dato un buon contributo alla difesa grazie alla sua fisicità e anche a un certo tempismo in stoppata.
In attacco non è Big Al, ma questo paradossalmente ha favorito il gioco di squadra, in particolare le guardie e l’ala piccola hanno potuto far girare il pallone più velocemente e imprevedibilmente non dovendo servire spesso Jefferson in post basso, un gioco che da vedere per gli amanti del basket moderno è un po’ stucchevole, oltre che prevedibile per gli avversari.
Big Al nonostante gli avversari sapessero benissimo che cosa avrebbe fatto (in genere ha pochi movimenti che usa principalmente), riusciva a sopperire a questa problematica con un’ottima tecnica se il centro avversario non era un top player che poteva contare sull’esperienza o su un fisico prestante per metterlo in difficoltà.
Biz non ha le qualità realizzative, di difesa palla e di ball handling di Big Al, ma da un importante contributo in termini di rimbalzi, stoppate ed è aggressivo, inoltre gli Hornets non devono correre in aiuto del centro come accadeva prima perché il congolese si arrangia da solo.
Zeller è ormai entrato in quintetto sostituendo Marvin Williams.
Anche da lui ci si aspetta più energia.
Sta andando così così, dipende anche dall’avversario di serata.
In leggero miglioramento ma fisicamente è come Anthony Davis prima maniera.
Lo si sposta non così difficilmente, anche se lui si batte.
In attacco ha un discreto piazzato che può migliorare ma sbaglia troppi appoggi o va troppo elementarmente e finisce per essere stoppato a volte.
Zeller dava tanta energia a inizio campionato, ora un po’ è calato fisicamente, potrebbe essere una buona riserva comunque.
In panchina Marvin Williams come PF sembra stia trovando i suoi spazi. Ha messo alcune triple importanti che hanno contribuito a far vincere agli Hornets alcune partite.
Anche Jason Maxiell ha dato segni di risveglio dando il suo contributo sotto le plance, segnando anche qualche canestro ravvicinato anche se nell’ultima gara ha fatto uno 0/3 da brividi per il modo in cui l’ha ottenuto.
Il rookie Vonleh era finito per una partita nella Lega di sviluppo della NBA, ma è stato richiamato al volo dopo la perdita di Jefferson. Purtroppo nei pochi scampoli giocati ha dimostrato di essere ancora acerbo, coach Clifford dice che è in ritardo di condizione, questo è normale poiché la giovane ala ha dovuto saltare training e prestagione a causa di un’operazione.
Dopo aver fatto una carrellata sui lunghi presenti nel roster e vista qualche loro caratteristica, passerei a quello che secondo me sarà il punto fondamentale del gioco di Charlotte; Al Jefferson.
Pur mantenendo medie alte di voto Big Al, secondo me, è un’arma a doppio taglio poiché in difesa non è presentissimo e come già detto in passato i Calabroni modificano la loro struttura difensiva per dargli una mano, finendo per dipendere più energie o consentendo canestri troppo facili agli avversari.
In attacco se trova la serata giusta o il match up favorevole è un punto di forza, quando invece trova vecchi volponi, avversari intelligenti dotati di fisico può andare in difficoltà, ma il punto fondamentale è un altro. Jefferson accentra molto il gioco su di se, finendo per prendersi molti tiri, realizzandone anche un discreto numero ma tutto il resto della squadra finisce per giocare peggio.
Senza Big Al e con un centro come Biyombo che non pensa a offendere primariamente, anche perché ha evidentemente caratteristiche più difensive, gli Hornets hanno trovato un buon equilibrio.
Muovono la palla meglio e Kemba Walker sfrutta qualche blocco in più di Biz o di qualche altro lungo (vedi tiro decisivo contro i Pelicans) per crearsi il vantaggio.
Tutti sono partecipi dell’attacco e la situazione per gli avversari diventa più difficile da gestire, quasi incontrollabile se la velocità di Walker è ben utilizzata dal play stesso.
Con i rientri di Stephenson (poi ne parleremo) e Jefferson l’equilibrio potrebbe rompersi anche se tecnicamente Big Al è superiore a Biyombo.
Questo sarà un compito di Clifford…
cercare un equilibrio di squadra.
Jefferson è pur sempre una garanzia come persona e come giocatore.
Naturalmente sappiamo che, a parte Walker, gli altri sono discreti interpreti e non stelle di prima grandezza, è ovvio che a Charlotte servano un paio di vere stelle per fare il salto di qualità e una posizione da migliorare sarebbe l’ala grande.

Back Court:

Stephenson è sul piede di partenza.
Brooklyn, squadra nella quale avrebbe voluto giocare Lance, ha dato il due di picche al giocatore, per il quale si aprono altri scenari. Ovviamente sapendo che Charlotte se ne vuole liberare a tutti i costi, le altre società giocano al ribasso.
Per Lance erano stati offerti Lamb dei Thunder e Jack dei Nets in una trade a tre squadre.
La trattativa ha subito un intoppo, così Oklahoma City e Brooklyn sono andate avanti per la loro strada a trattare tra di loro.
L’ex Pacers è stato firmato il 21 luglio dopo che i Jazz avevano pareggiato l’offerta di Charlotte per Hayward.
Il problema è che Lance avrebbe dovuto essere un tiratore nel ruolo di SG, Charlotte stava cercando quel tipo di giocatore, Lance invece ha ancora medie basse al tiro ed è inesistente da oltre l’arco.
Stephenson può catturare rimbalzi e può passare il pallone bene, specialmente quando si crea il vantaggio riuscendo a battere il suo difensore o quando non perde un’eternità in palleggio, tuttavia i suoi passaggi non sono veloci.
Ha dato qualche segno di risveglio nell’ultima gara, quando si mette in testa di andare in crossover e concludere in penetrazione è sicuramente più pericoloso.
Kidd-Gilchrist sta tirando con il 44,9%, qualcosa meno degli anni precedenti, in compenso sta diventando un rimbalzista importante per la squadra.
Nelle ultime partite è riuscito ad andare alcune volte in doppia cifra in questa statistica. Continua a essere un giocatore più difensivo, ogni tanto riesce a mettere, com’ è giusto che sia essendo un titolare, qualche canestro importante.
Di certo l’andare costantemente a rimbalzo costa dispendio energetico che si può pagare in termini di precisione al tiro.
Anche dalla linea sta migliorando.
Ha cifre superiori a quelle dello scorso anno anche se non possiamo definirlo una garanzia, tuttavia nei momenti che contano sta trovando la concentrazione giusta per non fallire. Ho messo le ali piccole come back court perché ormai s’intersecano sovente con la posizione di SG, è appunto il caso di Lance o di Michael.
Henderson ha sfoderato alcune serate con prestazioni inaspettate in senso positivo e sta tirando dal campo con il 45,1%, dalla lunetta è migliorato tantissimo e sta andando con l’84,4%.
La squadra si affida a lui come shooting guard, le sue penetrazioni concluse in layup o in schiacciata, i suoi pullup possono far male, ma anche i suoi arresto e tiro dalla linea di fondo sono pericolosissimi. Purtroppo non ha un gran tiro da 3 punti, al momento è sotto il 30,0% e quindi Charlotte ha poca pericolosità dai suoi swingman, considerando che MKG ha 0/0 da 3 pt..
Il problema è l’affidabilità.
Durerà?
Come per i suoi tiri mentre il pallone è in aria, così noi rimaniamo aggrappati alle sue serate di vena per avere punti che diano una mano alla squadra.
In difesa si applica, anche se non sempre l’avversario di turno è facile.
Walker guida il team in media punti, 19,2 a gara, ed è riuscito a vincere il premio per il miglior giocatore della settimana giocando cinque gare strepitose.
Contro gli Spurs ha disputato una gara così così.
Speriamo di vederlo a livelli stratosferici anche contro le big della NBA. Purtroppo si è dovuto fermare contro Indiana per una ciste al ginocchio. Molti analisti si chiedono se sia un tiratore concreto, consistente… Nelle ultime gare è riuscito a far salire la sua media a 40,8% (l’anno scorso aveva un 39,3%), nelle serate contro le grandi, però fatica ancora un po’.
Da 3 punti ha quasi un tiro su tre mandato a segno (32,8%), ma a prescindere dalle statistiche il fulcro del gioco resta lui.
Smista, conclude, insomma inventa il gioco come un playmaker che si rispetti dovrebbe fare.
Sperando rientri presto (il suo contributo è fondamentale), Charlotte sta provando la PG di riserva Roberts, unico giocatore a essere sceso in campo tutte le gare, per me al momento la più grande delusione del roster, poiché credevo in lui, avendolo visto ai New Orleans Hornets due anni fa mi aveva impressionato favorevolmente.
Ricordo una serata contro i Nuggets (in cui sostituiva il play titolare Vasquez fuori) nella quale sgretolò le Pepite.
A guardare le stats non posso dire che sia una delusione assoluta, ha un 41,4% dal campo e un 35,6% da 3 punti, che sono statistiche alte per un giocatore che deve entrare a freddo e iniziare a dare il suo contributo subito, oltre che a essere cifre più alte di molti compagni. Sarà che ho negli occhi l’inconsistente prova da titolare nella notte, sarà che ha sbagliato alcune volte triple importanti e poi ha messo tiri inutili, secondo me è un po’ sotto la sufficienza.
Neal è in caduta libera, nella notte contro Indiana ha fatto vedere qualcosa di meglio rispetto a delle recenti prestazioni scadenti… i numeri parlano chiaro, è sceso al 36,1% dal campo e al 28,3% dalla lunga distanza, per questo alcuni tifosi lo tacciano d’inconsistenza.
Io credo che Neal possa fare molto meglio di così e lui lo sappia, quando si muove in armonia riesce a mettere la palla nel canestro facendogli toccare solo la retina, purtroppo Gary è troppo avventato.
Un po’ perché le esigenze della squadra richiedono a lui di mettere punti che a volte cerca di crearsi un po’ troppo velleitariamente, un po’ perché si sta incaponendo con un tiro da 3 che non vuole entrare.
P.J. Hairston forse vincerà il premio per il peggior attore dell’anno dopo aver tentato d’ingannare gli arbitri (situazione che non amo per nulla) con questa pessima finta nel tentativo di far credere di aver subito uno sfondamento:

Per questa simulazione la NBA lo ha anche multato di 5.000 dollari.

E’ come aprire una manopola di un vecchio rubinetto con le tubazioni collegate a caso, non saprai se scenderà acqua calda o fredda. Nell’ultima sfida è stata acqua gelida, con uno 0/5 al tiro.
Da 3 pt., soluzione che usa spesso ha un 30,1%, mentre grazie alle sue doti atletiche è riuscito a catturare 64 rimbalzi e a stoppare 13 tiri. E’ un rookie, va aspettato, ma Clifford deve instradarlo a un gioco più intelligente.
Pargo è out per un infortunio alla schiena e nonostante il suo 6,20 di media voto (da me assegnatogli), è assolutamente marginale e trascurabile per le sorti delle partite degli Hornets, essendo entrato in campo alla fine in alcune partite che avevano già deciso il vincitore.
Da considerare quindi anche il valore relativo degli avversari che andava ad affrontare in questi garbage time.
Il suo è più un ruolo da collante nello spogliatoio.
Lo “svedese” Taylor è rientrato dalla squalifica per i fatti già citati ma ha giocato poco e male.
Non sembra possa dare molto alla squadra. Personalmente credo sarebbe un bene riuscire a liberarsene anche in questa finestra di mercato.
Coach Clifford è migliorato nella gestione della gara.
La squadra appare più concentrata e determinata.
Walker spesso sfrutta blocchi alti per partire in progressione, finendo per avere diverse soluzioni a disposizione una volta lanciato sul parquet.
La società nella persona di Cho pare avesse anche pensato a Eric Gordon dei Pelicans, ma l’idea sarebbe stata cestinata immediatamente a causa delle ginocchia non troppo affidabili.
Il GM birmano immigrato da piccolo negli States nonostante gli sforzi per migliorare il team rispetto allo scorso anno ha finito per peggiorare la squadra, a lui è imputabile una costruzione non ottimale del roster che ha lasciato alcune lacune, la perdita di McRoberts, il gioco da 3 pt., una SG presa come tiratore che shooter non è e il ruolo di ala grande coperto con Marvin Williams, troppo poco…
Tuttavia i Calabroni rimangono in corsa per fare i playoffs e se Cho qualche giorno fa si stava chiedendo se fosse il caso di tankare o provare a raggiungerli, si dovrebbe essere convinto che la seconda scelta sarebbe la migliore da percorrere.
Aumentare la qualità del roster per quest’anno e per il futuro.
Charlotte è solo una gara dietro ai Nets che sono in crisi, anche se Detroit è una bella grana.
La squadra del Michigan sta andando forte e ha risalito la classifica facendo addirittura meglio dei Calabroni nell’ultima dozzina di gare.
Il record rimane ancora al di sotto dei .500 e a febbraio non cambierà molto quando si entrerà nella fase calda del mercato per poi vederne a breve la chiusura.
E’ comunque probabile che qualcosa si muoverà prima della scadenza del mercato. Bismack Biyombo, Gerald Henderson e Gary Neal hanno tutti hanno contratti che scadranno a fine stagione, quindi gli Hornets si porranno diversi interrogativi.
Gerald sono anni che è a Charlotte, potrebbe anche rimanere senza pretendere troppo, il centro congolese penso si trovi bene a Charlotte, ma qualcuno potrebbe avanzare richieste visto le sue buone prestazioni, Neal dal mio punto di vista potrebbe essere sostituito da un altro tiratore.
E’ importante però che la squadra continui a vincere per convincere Cho che la mossa giusta è quella di rinforzare il roster, muovendo intelligentemente le pedine sullo scacchiere del mercato NBA, senza farsi prendere dalla frenesia o catturare per fame.
Con Walker momentaneamente out, sperando torni a breve e i rientri di Stephenson (dovesse rimanere, augurandosi di vedere la versione prima della cattura del talento da parte degli alieni di Space Jam) e Jefferson la squadra potrebbe lottare anche contro qualche big.
Stephenson potrebbe rimanere se non creasse qualche tensione nello spogliatoio, tuttavia le speculazioni sul suo nome ci saranno sino alla fine del mercato.
Oltretutto con Big Al, Kemba e Lance in campo tutti insieme si son viste delle azioni senza circolazione di palla, deleterie per i Calabroni. Dalla panchina potrebbe ritagliarsi un suo ruolo, attaccando giocatori “meno validi”.
Gli “shooters” acquisiti in estate, Brian Roberts, Marvin Williams, e PJ Hairston non sono comunque abbastanza buoni per essere continui e fare prestazioni buone in tutte le gare.
Ripetendo il concetto, secondo me gli Hornets hanno bisogno di due giocatori chiave, una PF valida (attacco e difesa) e una SG che sia buona almeno dal punto di vista offensivo), non necessariamente grandi nomi, ma uno di questi dovrebbe avere possibilmente un po’ d’esperienza e atletismo per facilitare l’uscita da passaggi a vuoto in attacco o essere risolutivo in gare punto a punto.
Con 95,5 punti a gara, Charlotte ha il 25° attacco nella NBA, questo denota la mancanza di un paio di buoni tiratori tra i titolari e con 98,2 punti concessi agli avversari a partita, ha una difesa che è migliorata molto (11 posizioni scalate) riuscendosi a piazzare momentaneamente in 9^ posizione.
La squadra ha tirato con il 42,6% dal campo (alla 33^ era il 42,7), pagando un pochino le ultime due gare con gli Spurs e i Pacers, ma lo 0,01 perso è risibile.
Un ringraziamento in ordine sparso a Matteo, Paolo, Daniele, Fabrizio, Giuseppe, Gianluca, chi con i loro spunti hanno dato idee ulteriori per analizzare la situazione e chi ha apprezzato la pagina.
Le zone di tiro arrivati alla quarantunesima partita giocata:

campohornets 41

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) nella prima metà di regular season.

Classifica Provvisoria:

01) K. Walker: 6,48 (in 40 partite nelle quali ha preso un voto valido) = stesso posizionamento rispetto precedente classifica

02) A. Jefferson: 6,29 (32) +2

03) J. Pargo: 6,20 (5) -1

04) B. Biyombo: 6,19 (33) +2

05) M. Kidd-Gilchrist: 6,14 (27) =

06) G. Henderson: 6,07 (38) +5

07) C. Zeller: 6,00 (40) +2

08) L. Stephenson: 5,90 (27) -1

09) M. Williams: 5,85 (39) +4

10) B. Roberts: 5,82 (40) -2

11) N. Vonleh: 5,80 (5) -8

12) G. Neal: 5,78 (33) -2

13) P.J. Hairston: 5,76 (28) +1

14) J. Maxiell: 5,74 (25) -2

15) J. Taylor 5,25 (2) =

Coach Clifford: 5,75 (41) +0,25 (media voto rispetto alla % precedente)

Game 41; Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 80-71(OT)

Nella notte andava in scena la “rivincita” tra Pacers e Hornets.
La prima gara a Indiana si era decisa sulla sirena e i Calabroni erano usciti sconfitti di due punti.
La notte si faceva buia scrutando il cielo dove non splendeva più la stella Walker, costretta a sedere dietro la panchina degli Hornets per colpa di un problema al ginocchio del play.
Per fare luce in attacco gli Hornets si affidavano allora a Roberts e per incendiare l’atmosfera Coach Clifford contava su Henderson, anch’esso in dubbio a causa di problemi alle vie respiratorie.
Indiana, che a un certo punto della gara sembrava aver smaterializzato il meteorite, invece il corpo celeste ha ripreso forza e vigore nel finale, abbattendosi violentemente su Indiana che ora scivola un po’ più giù in classifica.

Michael Kidd-Gilchrist prova il tiro in sospensione marcato da Rodney Stuckey.

Michael Kidd-Gilchrist prova il tiro in sospensione marcato da Rodney Stuckey.

I Pacers (divisa bianca) mandavano in campo; C.J. Watson, Stuckey, Hill, West e Hibbert, gli Hornets (uniforme viola da trasferta nonostante giocassero in casa) rispondevano con; Roberts, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Biyombo.

Charlotte partiva bene segnando a 11:45 con Henderson, il quale chiudeva un veloce palleggio in corsa arrestandosi e tirando con buona coordinazione senza lasciare il tempo di reazione al difensore per il 2-0.
Hibbert dall’altra parte faceva capire subito che avrebbe giocato fisicamente nonostante i Pacers fossero reduci da un back to back e spalle a canestro si avvicinava al bersaglio per colpirlo nonostante la marcatura di Biyombo.
Il centro dei Pacers continuava a essere protagonista stoppando il tentativo di layup in entrata di Roberts e segnando il 2-4 in attacco con un tiro dalla lunga da due punti.
Charlotte faticava a costruire buoni tiri in attacco senza il play titolare Walker, così West ne approfittava da sotto per prendersi un rimbalzo e aumentare il distacco a 4 punti.
Charlotte tornava a segnare a 8:43 con un piazzato di Zeller per il 4-6. Hibbert andava ancora a segno con un gancio ma gli Hornets segnavano con Kidd-Gilchrist e agganciavano i Pacers con Henderson dalla lunetta sull’otto pari a 7:13.
Indiana realizzava 4 punti e Henderson mancava un altro tiro per Charlotte, tuttavia Biyombo inventava il tap-in in fade-away cadendo un po’ all’indietro correggendo a una mano.
I Pacers continuavano a ricevere tanto da West, il quale su assist di Stuckey non si esimeva nel realizzare.
I Pacers avrebbero la possibilità di aumentare il bottino con C.J. Watson in transizione, ma alle sue spalle arrivava un lanciatissimo Biyombo che si avventava con perfetto tempismo su un pallone che stava per toccare il vetro, stoppata colossale che non veniva sfruttata dagli Hornets che andavano con Stephenson a commettere sfondamento in attacco.
Miles portava a 6 il vantaggio ospite.
La partita in attacco era poco brillante per le due squadre, s’iniziava ad assistere a una serie di errori al tiro, in virtù di due difese che iniziavano a serrare le fila, prima che Stephenson, anticipato da una mia leggera imprecazione (avendolo appena visto tirare malissimo da 3 punti), segnasse la bomba del 15-18.
Charlotte accorciava ulteriormente e andava sul -1 con un difficile runner di Williams più istintivo che pensato.
C.J. Miles però chiedeva il quarto realizzando un gioco da 3 punti. Uscendo dai blocchi sulla destra era toccato minimamente da Henderson, canestro più libero a segno e 17-21 Pacers, punteggio finale di primo quarto.

Il secondo quarto iniziava bene per i Calabroni che utilizzavano l’arma del raddoppio per intrappolare Scola sulla linea di fondo e recuperare palla, Stephenson a 11:31 sfruttava il possesso realizzando.
Il distacco rimaneva invariato però, per colpa di un canestro di Rudez a 10:53.
Lance dopo un pessimo inizio tornava a farsi vedere a 9:47, in entrata sbagliava il tiro ma si riprendeva il pallone e portava due punti per coach Clifford.
Nela a 9:09 trovava il pareggio con un tiro effettuato dal post alto destro. Lo stesso Gary si permetteva il lusso di portare in vantaggio la squadra in tenuta viola con un veloce arresto e tiro dallo spigolo dell’area a destra che modificava il punteggio sul tabellone, 27-25.
A 7:15 dopo aver visto Maxiell al tiro, mi rifacevo gli occhi con un pick and pop giocato tra Cody (Zeller) e Lance che portava al tiro il lungo bianco.
La sua conclusione dal lato destro era ottima e Charlotte volava sul 29-25.
David West tornava protagonista con 4 punti e i Battistrada tornavano avanti 31-33, nonostante Henderson dalla lunetta pareggiasse (blocking f.), West, però a 4:04 con un open frontale metteva in crisi la difesa di Charlotte segnando il 33-35.
Henderson tentava di rispondere a West riuscendovi in un primo momento, il suo tiro in diagonale dalla media sinistra terminava dentro. Nel finale di secondo quarto Indiana tentava la fuga; West batteva Williams e a 2:06 dopo una buona circolazione di palla, Sloan aveva la possibilità di realizzare una bomba dall’angolo sinistro.
“Naturalmente” la guardia non falliva e i Pacers correvano andando sul 33-38.
All’intervallo si andava sul 37-40, grazie a un floater di Roberts arrivato a 01.8 dalla sirena.

Il penultimo quarto iniziava con Biz a canestro grazie a Roberts che penetrando in diagonale cedeva al lungo il pallone.
Il congolese correndo parallelamente a lui era ben schermato e poteva segnare tranquillamente il -1.
Gli Hornets fallivano un’occasione per andare in vantaggio, Henderson passava a MKG un pallone sotto non troppo difficile da infilare, ma l’ala piccola degli Hornets falliva incredibilmente la ghiotta possibilità, così West, ancora fumante, a 10:26 metteva i due punti del 39-42.
Zeller mancava un layup contribuendo alla saga degli orrori sotto canestro, tuttavia i Calabroni riuscivano nell’impresa di far perdere 24 secondi ai Pacers nonostante i pick and roll proposti dagli avversari avessero costretto a mandare Roberts su West e poi sul successivo passaggio Henderson sull’ala grande.
Le difese si facevano grandi; Hibbert rovinava un passaggio perfetto di Zeller per l’entrata di Roberts stoppando il play all’ultimo, Zeller invece assorbiva il contatto della penetrazione avversaria riguadagnando il pallone.
West a 6:49 era un rebus dalla difficile soluzione per gli Hornets, i suoi punti concedevano alla quada dell’Indiana 3 punti di vantaggio (43-46). Gli Hornets entravano in un’altra fase critica per colpa dell’altro lungo ospite.
Hibbert in gancio era precisissimo, in più in difesa spingeva Biyombo a protestare con gli arbitri.
Fallo tecnico chiamato contro il congolese e 45-49 Pacers.
Stuckey a 4:40 mandava ulteriormente in crisi gli Hornets con un’entrata e tiro che vedeva la palla fermarsi sul primo anello per un paio di secondi, forse pensando a cosa fare…
Questa volta la sfera arancio non era amica dei nostri e il gap aumentava a 6 punti.
Williams intercettava un pallone in difesa mentre Lance, tornato sul parquet, realizzava due punti.
Biyombo e Hibbert si scambiavano cortesie in difesa, dalla lunetta il congolese splittava, mentre Roy prendeva un virgolone pauroso, così gli Hornets tornavano sul -3.
Dopo un gancio di Maxiell e un pull-up di Roberts sui quali meglio soprassedere, Stephenson provava uno dei suoi classici crossover; finta all’interno e veloce penetrazione sul lato esterno (a sx), C.J. Miles provava a fermarlo con il corpo ma la guardia di Charlotte riusciva ugualmente a trovare un’ardua coordinazione per l’appoggio vincente al vetro.
Lance sprecava però l’opportunità del pareggio dalla lunetta e la squadra del North Carolina rimaneva sotto 50-51.
Questo era anche il basso punteggio con il quale si chiudeva la terza frazione di gioco.

Come per i quarti precedenti era ancora Charlotte a partire magnificamente.
Stephenson fermato irregolarmente da Mahinmi dalla lunetta questa volta non tradiva e portava in vantaggio Charlotte 52-51.
Neal realizzava anche il cinquantaquattresimo punto esaltando l’Alveare. Nonostante anche i giocatori di Charlotte continuassero a praticare una buona difesa (stoppata di Williams su Scola), i Pacers piazzavano un parzialone di 10-1 che ribaltava la partita, iniziando dalla rabbiosa schiacciata di Mahinmi a 9:33 al canestro di Sloan in entrata per il 55-61.
Charlotte non cedeva, Zeller, sempre troppo goffo a rimbalzo (tende a estendere completamente il braccio e a mandare il pallone sempre più lontano usando male i polpastrelli), aveva almeno il merito di continuare a lottare dando l’esempio alla squadra.
Il suo volo con atterraggio sulla seconda fila del pubblico era anche un romantic moment che si concludeva con un abbraccio da parte di uno spettatore.
Quando quasi tutto sembrava perso, la partita girava a favore di Charlotte, MKG s’involava più veloce di Flash in transizione, giunto sotto canestro s’infilava tra Sloan e Solomon Hill, quest’ultimo gli rifilava un’ancata ma l’ala di casa riusciva a mettere il pallone nella retina, passando dall’aiuto del ferro che con le manine trascinava dentro il pallone.
MKG si presentava in lunetta e dimezzava lo svantaggio.
La difesa degli Hornets s’intensificava, i Calabroni a guardia del nido facevano sbagliare West con Biyombo che arrivava in salto a disturbarlo.
A 3:34 Henderson segnava con quella che gli americani chiamano driving bank shot, io chiamo entrata selvaggia e l’allenatore se non va a buon fine invece chiama il giocatore in panchina…
Tabellata e 60-61.
Hibbert riusciva ancora con un gancio a ridistanziare Charlotte a 3:16 ma Hendo scollinava con un jumper Hill e si tornava a -1 a 3:00 dalla fine del quarto.
Dalla lunetta le squadre aumentavano il loro punteggio con C.J. Watson e Henderson che realizzavano entrambi i liberi, mentre West e Biyombo ne mettevano solamente uno, così Charlotte si trovava sempre in situazione svantaggiata di un solo punto (65-66) a 1:27 dalla conclusione.
Il pubblico di Charlotte si faceva sentire, Biyombo montava buona guardia contro il centro avversario che questa volta non segnava, sul ribaltamento Henderson fintava un’entrata in orizzontale attirando su di se tutti i Pacers compreso West, concedendo lo spazio vitale a Williams di mettere una tripla aperta che ribaltava la gara portando sopra di due punti (68-66) la squadra di Michael Jordan a 51.3.
I Pacers oltretutto sbagliavano da sotto e dopo il rimbalzo di West, anche la tripla con Miles.
Charlotte però dava la possibilità agli ospiti di rientrare con un tiro azzardato di Neal dalla destra da 3 pt..
Ne usciva una transizione che portava Stuckey a subire il fallo di Roberts nel tentativo di fermare il giocatore in layup.
Fortunatamente un altro Hornet arrivava a spazzare via il pallone prima che potesse finire nel cesto per un gioco da 3 pt..
Dalla lunetta Stuckey non sgarrava e Henderson si accontentava di un tiro in sospensione per provare a vincere la partita.
La palla a spicchi non entrava, così si finiva al supplementare.

Nell’overtime Indiana scompariva.
Henderson intelligentemente non si accontentava del jumper ma attaccava il canestro subendo il fallo di Watson.
Gioco da tre punti prezioso per incanalare la partita a favore della squadra “Home”.
Henderson tornava in difesa carico contrastando un tiro a Stuckey che si era andato a prendere la vicina baseline destra.
La palla non entrava, come non entrava nemmeno nel caso di Biyombo che da vicino sbagliava un tiro più difficile da fallire che da mettere. Watson comunque in attacco ne combinava di tutti i colori e perdeva la palla in allungo.
Henderson tornava in lunetta per un fallo di Hill su un suo tiro in sospensione.
Sulla prima conclusione Hendo muoveva leggermente il piede anteriore destro per riequilibrarsi e mancava il bersaglio, comunque sia marcava al secondo tentativo per il 72-68 a 3:43 dalla fine.
Charlotte faceva una gran difesa, inviluppando gli attacchi dei Pacers. Roberts sporcava un passaggio a Sloan, poi Kidd-Ghilcrist rubava palla in tuffo riuscendo a chiamare anche il time-out per evitare la contesa.
Mentre Indiana continuava a essere vittima della difesa dei Calabroni, Biyombo e Williams (jump shot lungo) a 1:09 chiudevano i conti permettendo a Charlotte di veleggiare sul 76-68.
A :33.6, lo stesso Marvin con un altro jumper faceva toccare il +10 ai Calabroni.
La partita terminava 80-71.

No... Non siamo all'aereoporto... è semplicemente la panchina di Charlotte intenta a festeggiare la vittoria.

No… Non siamo all’aereoporto… è semplicemente la panchina di Charlotte intenta a festeggiare la vittoria.

Charlotte ha giocato una grande gara difensiva, ascoltando coach Clifford circa la particolare rilevanza che avrebbe avuto la difesa in questo match vista la fisicità dei Pacers.
I Calabroni hanno speso molte energie per difendere e non sono stati lucidissimi al tiro; Henderson, non in perfette condizioni, ha dato una buona mano in termini di punti alla squadra; Biyombo è quasi inesistente in attacco ma nei momenti decisivi in difesa ha contribuito alla vittoria.
Da 3 punti gli Hornets hanno fatto il 13,3% contro il bassissimo 9,5% dei Pacers, mentre dal campo gli Hornets hanno tirato con il 30,7 contro il 35,7 dei ragazzi di Vogel, la gara a rimbalzo invece è stata vinta di poco da Charlotte 58-56.
Si potrebbe dire che al tiro non è stata una gran partita, ma è stata una partita dura, ma alla fine senza Kemba Walker quello che contava era solamente vincere per alimentare, sogni e speranze di playoffs, che tutti noi fans degli Hornets vorremmo si tramutassero in realtà.

Voti

Roberts: 4,5
6 pt. (2/12), 4 assist, 2 rimbalzi. Perde solo un Pallone, ma la media al tiro è eloquente. Gioca 40 minuti quasi ma gli assist sono solo 4, con la media di uno ogni 10 minuti. Di buono c’è che devia un pallone nel finale per il recupero di MKG. L’ho visto per tutta la stagione quando era ai New Orleans Hornets, era decisamente un giocatore migliore. Deludente.

Henderson: 6,5
20 pt. (6/19), 4 rimbalzi, 4 assist. Scarsino al tiro, in media con la squadra. Ha l’attenuante di non stare benissimo e quella di dover sobbarcarsi il peso della squadra in attacco, oltre che applicarsi molto in difesa. Non mi è piaciuta la scelta di tirare in sospensione alla fine dell’ultimo quarto. Fa il vuoto nel supplementare.

Kidd-Gilchrist: 6,5
9 pt. (4/13), 16 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Malissimo al tiro, dove fallisce anche un paio d’invitanti occasioni. Compensa con energia a rimbalzo e difesa. I suoi avversari non fanno sfracelli. Ottimo il pallone rubato nell’OT.

Zeller: 5,5
6 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. L’ho lodato nell’articolo, però su West non ce la fa. Lotta ma agli Hornets in quella posizione serve qualcosa ‘immediato e pronto per non soffrire così.

Biyombo: 6,5
8 pt. (3/7), 14 rimbalzi, 2 stoppate. Ha un cliente scomodo. Le cifre sono leggermente a favore di Hibbert ma di poco. Nel finale però è decisivo in difesa. Considerando che è il centro di riserva, una buona gara.

Stephenson: 6,5
13 pt. (5/12), 4 rimbalzi, 2 assist. Inizia orrendamente perdendo uno dei tre palloni di serata (in questa statistica). Si rifà con una tripla e con altre giocate che servono a Charlotte per rimanere aggrappati alla partita. Momento simpatia nel finale, quando dalla panchina, dopo essersi reso conto che ormai la partita sarebbe stata vinta, come gesto di vittoria rotea il braccio circolarmente come Popeye…

M. Williams: 6,5
9 pt. (4/11), 7 rimbalzi, 3 rubate, 1 stoppata. Non ne prende una Wiliams all’inizio, per un voto che avrebbe oscillato tra il 3,5 e il 4, nel finale di gara e nel supplementare trascina la squadra alla vittoria. Ruba, o a volte gli passano direttamente (un merito il posizionamento però), 3 palloni.

P.J. Hairston: 4,5
0 pt. (0/5), 1 rimbalzo, 1 rubata in 16:10. 0/4 da tre punti. Quando servono i suoi tiri lui non c’è. Pessima serata.

Maxiell: 5
0 pt. (0/3) 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Inguardabile al tiro. Aiuta un po’ a rimbalzo.

Neal: 6,5
9 pt. (4/11), 1 rimbalzo e 1 assist in 13:55. Come al solito esagera da 3 pt. Anche nel finale sbaglia, tuttavia la % è più alta di quella dei compagni e mette qualche buon tiro.

Coach Clifford: 7
Incoraggia la squadra dalla panchina con un “Let’s Go” quando tutto sembrava volgere al peggio. Mette in campo una squadra alla meno peggio e inculca una mentalità difensiva alla squadra che apprende e ne fa tesoro per vincere la gara. Ottima mossa quella di Stephenson contro la panchina avversaria.

https://www.youtube.com/watch?v=zEwy61Ud0j0

Kemballarm & Big return.

Gli Charlotte Hornets potrebbero essere senza il loro playmaker Kemba Walker per la partita programmata questa notte (1:00 AM) contro gli Indiana Pacers.
Kemba Walker lascia in ansia i fan. Speriamo possa esserci questa notte contro i Pacers.

Kemba Walker lascia in ansia i fan. Speriamo possa esserci questa notte contro i Pacers.

 

Walker ieri ha risentito di un dolore al ginocchio sinistro.

La società dice che la causa del dolore è una ciste che Walker ha dai tempi del liceo.
Ogni tanto torna a farsi sentire più del solito ha detto Walker.

Nel frattempo, il centro Al Jefferson ha detto che potrebbe tornare a giocare mercoledì contro i Miami Heat.
Jefferson, dopo l’infortunio aveva detto a Kemba:
Ora è il momento di mettersi la squadra sulla spalle“, proseguendo con i complimenti al play. Big Al Jefferson avrebbe dovuto mancare per circa un mese ma sembra possa rientrare prima del previsto.
Se tutto continuerà ad andare bene sarò pronto a giocare da mercoledì; se niente va storto e l’inguine non darà problemi” ha detto Jefferson.
“Anche se sono passate due settimane sembrava fossero passsati due mesi.
Jefferson ha ammesso che probabilmente non è stato saggio cercare di giocare con quest’infortunio.
Guardandomi indietro, avrei dovuto sedermi dopo la partita contro Utah“.
Big Al dice di essere un tipo testardo e quindi di aver preferito continuare a giocare e di essersi reso conto contro i Bucks che stava “facendo male” a se stesso e ai suoi compagni di squadra. Io avrei aggiunto anche i tifosi…
L’allenatore degli Hornets Steve Clifford ha detto che se Walker dovesse mancare per la sfida importantissima contro i Pacers (che sono in back to back avendo appena perso la sfida con Detroit di due punti), Brian Roberts comincerà la gara come playmaker.
Anche Pargo è out per un mal di schiena.
Clifford ha aggiunto che potrebbe dare spazio a Neal o a Stephenson come cambio di Roberts nel ruolo di PG.
Anche Gerald Henderson ha qualche problemino, ieri non si è allenato a causa di un’infezione alle vie respiratorie.
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Lance in resta.

Lancia in resta è un modo di dire… significa partire sparati, decisi, come i cavalieri medioevali che sfruttavano un supporto metallico chiamato resta per non far scivolare la lancia indietro al momento dell’impatto, distribuendo così meglio l’energia contraria sul torace e non solamente sul braccio. Lance invece resterà (almeno per il momento) un giocatore degli Charlotte Hornets. La trattativa (svelata) è durata lo spazio di un giorno, nemmeno un samurai avrebbe potuto contemplare la caducità della vita osservando quel fiore di ciliegio che ne è il simbolo o Fabrizio De André cantare “come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose”…

Lance rimarrà a Charlotte, almeno per ora...

Lance rimarrà a Charlotte, almeno per ora…

Lance Stephenson, infatti, al 99,9% non si accaserà ai suoi amati Brooklyn Nets.

E’ stata proprio Brooklyn ad avere un ripensamento per Stephenson (così riferisce Adrian Wojnarowski per Yahoo! Sport’). Non si conoscono i motivi di tale ripensamento, rimanendo ai fatti oggettivi si sa che Brooklyn è interessata a liberarsi del centro Brook Lopez. L'”intoppo” con gli Hornets ha fatto si che ora i bianconeri stiano trattando direttamente con Oklahoma City, anche se mantengono aperti altri fronti, non solo per Lopez.

I Thunder vorrebbero mettere le mani su Lopez e hanno messo sul piatto anche Kendrick Perkins, il quale ha un contratto in scadenza, così riferisce Chris Broussard per ESPN.

Quindi… almeno per il momento (e per la mia gioia nonostante il primo sia un buon giocatore), niente Jarrett Jack (dai Nets) e niente Jeremy Lamb (dai Thunder).

Ora i Thunder potrebbero offrire ai Nets sia Perkins che Lamb in cambio del centro di riserva (ora che Plumlee gioca da titolare) di Brooklyn.

I Nets hanno anche parlato con gli  Heat per Lopez, ma preferiscono muovere il centro a Ovest.

Oklahoma City è alla ricerca di una potenza di fuoco supplementare per aiutare Kevin Durant e Russell Westbrook per dare una spinta al team verso i playoffs.


Quindi Stephenson, fuori dall’affare, al momentro resterà nel roster, anche se gli Hornets stanno cercando di scambiarlo per ottenere qualcosa di più rispetto ai servigi offerti dall’ex Pacers. Questi negoziati come già detto però, questa mattina sono naufragati, almeno per ora, così sostiene il giornalista del Charlotteobserver Rick Bonnell.

Lance nel mirino di Brooklyn.

Secondo alcune fonti, i Brooklyn Nets, gli Charlotte Hornets e gli Oklahoma City Thunder ssrebbero coinvolti in alcune discussioni per uno scambio a tre che manderebbe a Brooklyn Lance Stephenson (la squadra della sua città), mentre Brook Lopez dei Nets si accaserebbe a Oklahoma City e Charlotte acquisirebbe Jarrett Jack da Brooklyn e Jeremy Lamb da Oklahoma City.
Lance Stephenson. La sua esperienza agli Hornets nonostante il ritorno sul parquet potrebbe essere agli sgoccioli.

Lance Stephenson. La sua esperienza agli Hornets nonostante il ritorno sul parquet potrebbe essere agli sgoccioli.


Altri “pezzi” potrebbero essere inclusi per rendere effettivo l’affare, riferiscono le fonti. Personalmente pur stimando Jarret Jack (sarebbe un buon giocatore per la panchina), si potrebbe puntare a qualcosa di meglio, quindi questo scambio non mi attrae particolarmente, anche perché dal mio punto di vista avremmo bisogno primariamente di una PF all’alttezza.

Gli Hornets, hanno cercato sottotraccia di commerciare Stephenson per più di un mese, ma mancava ancora qualcosa e anche ora con Oklahoma City e Brooklyn qualche problemino pare esserci. I Nets hanno avuto anche colloqui commerciali con i Miami Heat su Lopez e su Williams con Sacramento, riferiscono le fonti.
I Nets hanno fatto sapere ad altre squadre ai primi di dicembre che Lopez, il playmaker Deron Williams e lo swingman Joe Johnson swingman erano disponibili per degli scambi…
I Nets (16-23) hanno perso sette partite di fila, e il direttore generale Billy King è in stato di allerta per risolvere la situazione.

Lopez, 26 anni, ha una media di 14,6 punti e 6,3 rimbalzi a partita con il 50,4% al tiro ma in questo periodo non gioca tra i titolari. Guadagna 15,7 milioni di dollari in questa stagione e ha un’opzione a suo favore per la prossima stagione, nella quale guadagnerebbe 16,7 m.d.., anche se attualmente ha un problema al piede.
Stephenson, 24 anni, è appena rientrato a giocare per Charlotte dopo aver saltato 14 partite di fila a causa di un problema alla zona pelvica. Ha firmato un triennale in estate, 27 milioni dollari, che al momento sembrano quasi buttati via, visto le non brillantissime prestazioni di Lance, il quale sta tirando con il 38,6% dal campo.
Vedremo che succederà… se questa “strana” trade andrà in porto o sarà soltanto fumo negli occhi…

Game 40; Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 93-98

I San Antonio Spurs erano reduci da una sconfitta a Washington dopo aver visitato la Casa Bianca e incasato i complimenti di Obama.
Volando verso sud i texani facevano tappa a Charlotte per una sfida che in caso di vittoria sarebbe servita più agli uomini di Jordan in ottica playoffs, che ai ragazzi di coach Popovich.
Alla fine hanno prevalso gli Speroni, forti dell’esperienza delle vecchie volpi, le quali hanno sfruttato minime indecisioni per portare punti alla causa, trascinati da un Ginobili da 27 punti che ha sbagliato pochissimo. Inutili i 28 punti del top scorer Kemba Walker.

Assenti Pargo e Jefferson, gli Charlotte Hornets ritrovavano Lance Stephenson che inizialmente si accomodava in panchina, così come Ginobili per gli Spurs (alle prese con qualche acciacco che non l’ha fermato) che a loro volta dovevano fare a meno di Belinellie Leonard.

La palla a due vinta da Biyombo su Duncan.

La palla a due vinta da Biyombo su Duncan.

Spurs in campo comunque con un quintetto più che competitivo; Parker, Green, Daye, Duncan, Bonner, lo starting five degli Hornets era il solito; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Biyombo.

Gli Hornets iniziavano bene la gara inaugurando il punteggio dopo una quarantina di secondi grazie a Kidd-Gilchrist che partendo in orizzontale trovava il contatto con un difensore degli Spurs, perso l’equilibrio, tirava cadendo sul fianco destro, trovando il primo canestro di serata in maniera fantastica.
Dalla lunetta MKG completava la bella giocata portando sul 3-0 i ragazzi di coach Clifford.
Biyombo conservava il punteggio difendendo bene, costringendo Duncan ad andare corto con il suo tiro, dall’altra parte invece un gancio di Zeller a 10:39 andava a bersaglio.
Gli Hornets completavano il break iniziale con Henderson, il quale trovava un corridoio diagonale nell’area pitturata e concludeva andando a posterizzare Duncan.
Il 7-0 durava poco però, Green segnava il 7-2 e Duncan aggiungeva altri 4 punti facendo tornare a -1 i campioni in carica.
Gli Spurs avrebbero l’occasione di passare in vantaggio ma Parker, freddo al tiro in questo inizio, sbagliava un paio di conclusioni, così Henderson accelerava in area costringendo Bonner a fermarlo irregolarmente a 6:12.
I due liberi andavano dentro per il +3 Hornets. Ginobili si attivava a 5:19 in entrata e portava ai suoi due punti, uno lo faceva registrare Splitter dalla lunetta e la gara tornava pari (11-11) a 4:52.
Charlotte aveva un passaggio a vuoto in attacco, Walker e Maxiell sbagliavano dei canestri piuttosto semplici e Ginobili puniva la squadra del North Carolina a 3:13 aumentando ulteriormente il distacco (11-17).
MKG riusciva a ripetere, seppur in maniera differente (spin move), la prodezza del gioco da 3 punti andando a contatto e realizzando il tiro addizionale a 1:26 per far tornare Charlotte a un solo possesso di distanza.
Manu era scatenato in questo finale e aggiungeva 5 punti, uno in più rispetto a quelli con cui Charlotte aveva provato a rispondere in questo frangente.
L’ultima palla era per Charlotte.
Palleggio di Stephenson e maniglia persa, palla ripresa ma assist tardivo in angolo sinistro per MKG che vedeva la luce rossa della sirena accendersi senza poter tirare in tempo utile, così il primo quarto terminava 18-22.

San Antonio sembrava essere più in palla in questo secondo periodo, anche se Zeller schiacciando a terra in diagonale il pallone, forniva un assist che Roberts, infilatosi a sinistra con perfetto tempismo alle spalle dei due difensori, concludeva in appoggio per il 20-25.
Le squadre si affidavano ai lunghi e Zeller, Duncan e Maxiell andavano a segno.
Parker interrompeva la monotonia ad alta quota con un’entrata che portava gli Spurs sul +5 (24-29), tuttavia Hairston da posizione frontale, leggermente spostato sulla destra, metteva la tripla del 27-29.
Qui però la partita cominciava a volgere a favore della squadra texana che sfruttava le proprie caratteristiche, Parker in entrata, Bonner da 3 punti, Duncan da due passi (assist Parker) e ancora il francese con due punti “over” Roberts a 6:20 portavano a +10 gli Speroni (28-38).
Timeout necessario e Zeller sfruttava l’onda del lungo passaggio di Walker per fare un paio di passi in continuità con la ricezione e schiacciare il pallone del 30-38.
Gli Spurs però mettevano un altro tiro pesante con Bonner, il quale sfruttava il raddoppio di Zeller in area pitturata per trovarsi con qualche metro a disposizione per cacciare la tripla del 30-41.
Nel finale Green riusciva a realizzare 5 punti, gli ultimi 3 con una tripla aperta da 45° destra per il 34-50.
Biyombo si esaltava nell’ultimo minuto e mezzo correggendo un libero errato di Walker, poi a 1:03 iniziava il suo show con una prima stoppata, infine prendeva un rimbalzo offensivo e convertiva in punti il fallo subito. Sulla sirena l’argentino degli Spurs riusciva comunque a mettere la tripla che faceva andare in doppia cifra il vantaggio degli ospiti.
45-57 all’intervallo.

Biz riprendeva come aveva lasciato, cioè con un’altra favolosa stoppata su Joseph, la quale innescava la transizione di Walker che chiudeva con un fing and roll vincente.
Biz entrava con perfetto tempismo allungandosi in appoggio in post basso sinistro a 10:20 e poi tornava in difesa per cancellare un altro attacco degli Spurs, imitato da Zeller poco dopo.
Joseph, dopo aver incassato qualche stoppata di troppo, segnava con un tiro senza difensori vicini il 49-61 riportando a 12 il vantaggio ospite. Biyombo continuava a provarci comunque.
Dalla lunetta a 8:55 splittava per il 50-61, poi a 8:37 andava a fermare Duncan con un’altra memorabile stoppata.
Tim entrava sulla sinistra in corsa e alzava la parabola con il braccio più vicino (il destro) al nostro Biz, grave errore, perché con un perfetto tempismo il centro congolese mandava la palla a spicchi oltre la linea di fondo.
A 8:20 Henderson si libera di Parker con uno spin move prendendosi la linea di fondo, salto sotto canestro con ristretto movimento circolare delle braccia a protezione della palla e reverse layup eseguito ottimamente per il 52-61.
Gli Hornets mangiavano un altro punticino con un sottomano di Zeller a 6:40 (58-64), tuttavia Parker riusciva a battere Hendo (anche fallo commesso) e ad appoggiare alla tabella evitando anche la stoppata di Biz in aiuto.
Il 58-67 riportava quasi all’annullamento dei punti guadagnati nel quarto, anche se Biyombo successivamente con un ottimo gioco di piedi in post basso destro trovava il canestro tirando alto sul vetro, facendo scendere la palla con traiettoria perfetta.
Il terzo quarto era ormai un Biz quarter nel bene e nel male, come quando riusciva a guadagnare quattro liberi, ma ne realizzava solamente uno (con il primo tirato che sfiorava solo la retina).
Biz si rifaceva in difesa a 3:57 mietendo un’altra vittima. Mills s’intrufolava dal lato sinistro e alzava la palla a Walker ormai battuto ma arrivava Biyombo sul lato a dire no con un altro importante “block” al giocatore dei campioni in carica.
Standing ovation pochi secondi dopo al suo rientro in panchina.
San Antonio faceva valere i suoi campioni e segnava con Ginobili e Parker, mentre Walker s’impantanava nelle sabbie mobili texane.
Da terra riusciva a galleggiare come un fiore di loto, circa nella medesima posizione yoga e a servire Stephenson, il quale forzava un po’ troppo però, così gli arbitri chiamavano fallo e Charlotte perdeva il possesso.
Kemba si metteva in proprio allora; con un’entrata nel pitturato condita da un tiro selvaggio contro due difensori attaccatissimi, trovava i punti del 68-76, punteggio che chiudeva la penultima frazione di gioco.

San Antonio si riaccomodava in doppia cifra a 10:59 con Green e il suo tre punti da 45° destra per il 70-81.
Charlotte non segnava, ma Maxiell in difesa anticipava Duncan allungando il braccio e partendo per la transizione, purtroppo la velocità si sapeva non essere la sua arma forte, così Green in recupero dava una manata al pallone prima che potesse concludere.
Stephenson era presente con la panchina nell’inizio di quest’ultimo quarto ma il suo rientro non era brillante.
Prima si guadagnava due liberi fallendoli entrambi, poi si complicava la vita chiudendosi sulla linea di fondo.
Costretto a gettare palla, trovava un po’ fortunosamente Hairston, il quale dall’angolo traeva il massimo da un pallone tutt’altro che perfetto con la bomba del 75-81 dall’angolo sinistro.
Duncan dall’altra parte andava dentro dopo un paio di spanciate con Maxiell, il quale non aveva la velocità per tenere il caraibico, finalmente però Lance faceva qualcosa di buono in entrata a 8:42 per far tornare a -6 la squadra in maglia teal (877-83).
Lance tornava in lunetta ma mancava il secondo libero, la palla, però tornava nelle mani degli Hornets, i quali servivano Hairston che segnava una tripla da casa sua con Bonner comunque in ritardo nella chiusura.
Era l’81-83 a 6:50.
Henderson avrebbe anche potuto pareggiare, ma dal pitturato tutto solo tirava in fade-away e la palla rimbalzava via dal ferro.
A 5:58 invece Ginobili non sbagliava; preso un piccolo vantaggio su Hairston entrava andando sulla linea di fondo destra approfittando del blocco anteriore di Duncan.
La conclusione finiva dentro e c’era anche il fallo (forse leggero contatto con la gamba di Hairston).
Di sicuro gli Spurs mettevano un canestro importantissimo tornando sul +5. A 5:05 un blocco alto di Biyombo lasciava strada a Kemba per il floater dell’83-86 e a 4:34 la transizione dello stesso playmaker era fermata poco sportivamente da Joseph.
Dalla lunetta i liberi comunque entravano (85-86) e Charlotte si trovava veramente a potersi giocare un finale combattuto.
I Calabroni avrebbero potuto anche passare in vantaggio ma Kemba andava corto con il suo tiro ravvicinato dalla linea di fondo destra.
San Antonio tentava di scardinare la difesa di Charlotte con un’azione fatta di pick and roll continui, alla fine Ginobili a 3:49 compiva la missione con un’entrata perfetta nonostante i lunghi Zeller e Biyombo sulle sue tracce.
A 3:22 ancora Ginobili per il gioco partita. Tripla in mezza transizione con Henderson che non ancora riposizionato benissimo si rendeva conto troppo tardi delle intenzioni della guardia degli Spurs, il quale caricava la tripla mentre Hendo usciva dal blocco del lungo avversario.
Canestro pesante per l’argentino che dava il + 6 (85-91) ai ragazzi di Popovich.
Nel finale la speranza era solo illusoria.
A :15.8 Kemba segnava in reverse il 90-94 e a 4 secondi dalla fine, il N°15 dei Calabroni segnava anche ricadendo la tripla del 93-96.
Ovviamente Charlotte doveva commettere fallo e Joseph chiudeva la gara dalla lunetta con un 2/2 che aggiornava il punteggio sul 93-98, il quale sarà anche quello finale.

Charlotte è “fall short” un’altra volta contro una big nonostante una buona prova disputata.
Il rientro di Lance Stephenson non ha portato qualcosa in più a Charlotte. Gli Hornets hanno sbattuto sulla difesa degli Spurs nel primo quarto andandosi giustamente a cercare soluzioni sotto la tabella, ma ne sono state sbagliate troppe.
I Calabroni hanno finito per tirare con il 38,4 contro il 43,5% degli Spurs, un 5,1% in meno…
Biyombo e Stephenson hanno commesso troppi errori dalla lunetta peggiorando le percentuali dei teal and purple, errori che nel finale punto a punto hanno pesato.
La battaglia a rimbalzo è stata vinta dagli Hornets 48-42, mentre le stoppate sono state 10-11 con Biyombo che ne ha messe a referto la metà esatta dei suoi (5), più altre 3 di Kemba.
Probabilmente a Charlotte mancano un paio di elementi in quintetto in grado di fare la differenza per fare un notevole salto di qualità e in queste partite contro squadre navigate si vede.
La squadra se la gioca ma finisce per avere sempre quel qualcosa in meno degli avversari, qualcosa di tecnica, ma anche e soprattutto paga in esperienza. S’interrompe quindi la striscia di 5 vittorie consecutive, ma ci sarà occasione con Indiana di tornare a vincere in casa il 18 alla 1:00 AM (ora italiana).

Voti

Walker: 6,5
28 pt. (9/24), 3 assist, 3 stoppate. 4 palle perse, un paio evitabili. Limita tutte le PG avversarie in difesa, ma in attacco sbaglia 4/5 tiri di troppo.

Henderson: 5
11 pt. (4/12), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Adesso che è rientrato Lance dovrà dividere il suo tempo con lui. Gioca comunque 30 minuti iniziando benissimo con una slam entusiasmante su Duncan. Si perde al tiro e sbaglia un tiro solo soletto provato in fade-away che avrebbe dato il momentaneo pareggio. Difesa migliorabile.

Kidd-Gilchrist: 5
8 punti (2/8), 5 rimbalzi, 2 assist. Anche lui si batte. In alcune azioni la difesa è superlativa, in altre scadente. Dal campo tira maluccio, paradossalmente segna gli unici due canestri in cui si è andato a prendere il contatto.

Zeller: 5,5
8 pt. (4/9), 10 rimbalzi, 4 assist. Cliente non facile Tim Duncan. Lui ha delle cifre simili (non nei punti realizzati e nelle stoppate) e non ha demeritato, ma agli Hornets servirebbe una PF di un livello superiore. Il miglior passatore di serata degli Hornets è lui, bellissimo l’assist per Roberts nel primo tempo, ma gli altri?

Biyombo: 7
12 pt. (4/6), 15 rimbalzi, 5 stoppate. Finisce in doppia doppia. Prende più rimbalzi di Bonner e Splitter insieme. Distribuisce stoppate a raffica e anche in attacco si fa valere. Se qualcuno gli insegnasse (possibilmente) a tirare anche i liberi, statistica nella quale fa 4/9, sarebbe quasi perfetto.

Williams: 5
0 pt. (0/2), 4 rimbalzi, 1 rubata in circa 17 minuti. Commette anche 4 falli. Se dalla panchina lui e gli altri non danno il loro contributo per Charlotte è dura.

Maxiell: 5,5
3 pt. (1/4), 5 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Se gli capita l’avversario che individui i suoi punti deboli è dura per lui. Con insospettabile riflesso sottrae un pallone a Duncan ma poi se lo fa mandare oltre la linea di fondo dal rientro di Green quando già pregustava l’appoggio o la schiacciata.

Stephenson: 5,5
8 pt. (3/8), 1 rimbalzo, 2 assist in 18:23. Ancheggia, fiancheggia o “fiaccheggia”?Al rientro non poteva essere al meglio. Lascia partire un paio di buone conclusioni, ma per il resto l’intelligenza cestistica mi sembra che in questo periodo latiti, a maggior ragione ora che dovrebbe giocare in maniera diversa visto che è appena rientrato. Butta via un paio di palloni che si sarebbero potuti gestire molto meglio.

Roberts: 6
4 pt. (2/4), 2 assist in 13:33. Chiuso da Walker gioca poco. Fa il suo dovere. Bello l’inserimento già descritto.

Hairston: 6,5
11 pt. (4/9), 3 rimbalzi in 21:12. L’unico della panchina a dare un po’ di consistenza al gioco realizzando 11 pt. con 3/5 dalla lunga distanza. Purtroppo sbaglia un paio di tiri da vicino quando la partita avrebbe potuto prendere la via di Charlotte.

Coach Clifford: 6
La società decide di disserrare la possibilità d’impiego di Stephenson prima della gara. Lui lo manda in campo ma personalmente non l’ho trovata una mossa geniale. La squadra aveva trovato alcuni equilibri e Stephenson non pare in grado di migliorarli, anzi… Per il resto la squadra fa la sua degna figura sulla base delle forze che può mettere in campo. Forse Big Al in attacco sarebbe servito in attacco ma non avrebbe protetto come Biyombo. Se Biz imparasse ad avere un pochino di mobilità in più al di fuori dal pitturato (con ali che potrebbero colpire dal mid range lo vedrei in difficoltà) la pazza idea Big Al come centro e Biz come PF potrebbe essere un esperimento interessante per avere sul parquet attacco e difesa

 

https://www.youtube.com/watch?v=QpwkIKp7uQ4

And the winner is..

Kemba Walker!

Kemba Walker a New York si è riposato durante l'ultimo quarto. Insieme ai suoi compagni erano già riusciti a far la differenza stracciando i Knickerbockers.

Kemba Walker a New York si è riposato durante l’ultimo quarto. Insieme ai suoi compagni era già riuscito a far la differenza stracciando i Knickerbockers.

Il play degli Charlotte Hornets è stato nominato dalla NBA giocatore della settimana.

Le sue prestazioni hanno contribuito a far vincere agli Hornets cinque gare di fila, sperando continui così e trascini la squadra alla vittoria anche nella prossima sfida casalinga contro i San Antonio Spurs il 15 gennaio alla 1:00 AM (orario italiano).

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Game 39; Charlotte Hornets @ New York Knicks 110-82

Easy Rider for the Hornets.
Born To Be Wild era una colonna sonora (degli Steppenwolf) di questo famoso film.
I Calabroni hanno potuto ronzare selvaggiamente e quasi indisturbatamente al Madison Square Garden, destando una buona impressione, anche se vanno considerate assolutamente le pesanti assenze di Anthony, Bargnani, Stoudamire che ancora una volta si sono dovuti arrendere, rimanendo a guardare da fuori.
I Knicks hanno recentemente acquisito due ex New Orleans Hornets; Lance Thomas e Lou Admunson per cercare di compensare a qualche grave lacuna e interrompere la pessima striscia negativa di sconfitte che perdura insistentemente ormai da 14 gare.

Biyombo non si ferma e schiaccia aggressivo in faccia alla difesa newyorkese.

Biyombo non si ferma e schiaccia aggressivo in faccia alla difesa newyorkese.

Gli Hornets si presentavano con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Biyombo agli ordini di coach Steve Clifford, i Knicks con uno starting five composto da; Early, Calderon, Hardaway jr., Jason Smith e C. Aldrich comandati da Derek Fisher.

E dire che i Knicks avevano iniziato bene, vogliosi d’interrompere la striscia, avevano messo la gara sul piano fisico riuscendo a stare davanti a Charlotte per un po’.
Early ad esempio faceva subito 0-3, Kidd-Gilchrist rispondeva a 11:25 con un tiro dall’area pitturata per il 2-3.
Calderon iniziava benino segnado un jumper per il 3-5, poi veniva beffato dal ferro che decideva di non accogliere la palla.
A 8:47 Biyombo in schiacciata selvaggia rimetteva in parità la situazione.
Jason Smith e Aldrich segnavano due punti a testa per il 7-11, Calderon invece giocava ancora a flipper con il ferro che aveva la meglio sul giocatore.
New York metteva tanta energia e iniziava già a pagare con il primo vantaggio di Charlotte ottenuto a 4:09 con una tripla di Walker. Hardaway rispondeva subito e New York tornava avanti di 2.
Walker si andava a schermare con Biyombo per il pareggio a quota 16, inoltre a 1:51 caracollava in area per trovare la via del canestro, il fallo su di lui valeva due liberi ma Kemba riusciva solo a splittarli.
Il nuovo vantaggio era conservato da Williams che bloccava Galloway. Difesa di Charlotte che nel finale diventava quasi ermetica.
Larkin sulla sirena metteva il tiro da oltre la metà campo, ma anche oltre la luce rossa. Canestro non valido e fine primo quarto sul 21-18 Hornets.

Nel secondo quarto Henderson provava a passare dietro un blocco ma era agganciato da Galloway, tuttavia si riusciva a far girare velocemente il pallone grazie a un cambio lato e New York era punita dal successivo passaggio di Roberts per PJ Hairston che dall’angolo sinistro metteva la ripla con il n°9 dei Knicks in ritardo nella chiusura.
Galloway segnava ma poi il suo tiro era ancora una volta beffardamente respinto dall’anello che si dimostrava amico dei Calabroni.
Il vantaggio rimaneva intorno ai 3 punti anche con alcune giocate di Henderson.
A 8:36 si confermava con un ottimo movimento di preparazione al tiro che portava al “solo cotone per lui”. Venti secondi dopo Gerald si tramutava in uomo assist lanciando Maxiell, il quale aveva voglia di andare con una slam.
La palla rimbalzava sul ferro salendo e ridiscendendo nella retina.
Con il libero realizzato per il fallo, gli Hornets erano in vantaggio 35-27. New York iniziava ad affidarsi dei tiri in sospensione, soprattutto da 3 punti, ma la mira sulle conclusioni era sovente errata, così Charlotte a 6:43 approfittava di un Hairston in buona forma al tiro.
La sua tripla valeva il 38-29. A 6:10 Roberts entrava nella difesa avversaria e concludeva un gioco da 3 punti.
Sul parquet iniziavano a vedersi cose strane, come un anticipo di Maxiell, poi si tornava alla realtà con il monologo di Charlotte, la quale a 4:18 con Roberts e a 3:52 otteneva 4 punti dalla linea.
A 3:06 Walker, dopo aver quasi perso l’equilibrio, invitava a con un bel passaggio (in equilibrio precario) MKG che andava a segnare prendendo la linea di fondo.
A 2:38 arrivavano 3 punti di Kemba per il 52-31.
Il play rubava la palla a Larkin e segnava in contropiede a 2:22 il 54-31. A 1:37 il dominio proseguiva.
Assist di Roberts per Biz che sembrava essere fuori tempo per poterci arrivare.
In realtà raggiungeva la sfera, per scaricare l’alley-oop.
New York continuava a sparare a salve da 3 e a 1:08 Walker, senza pressione, metteva il clamoroso 59-31 con una tripla che faceva crollare il palazzo.
Il suo tiro non era contrastato.
Poco prima dell’intervallo Williams andava a sporcare un pallone in difesa toccandolo, palla raccolta da Charlotte che sfruttava la situazione con lo stesso Williams in transizione.
All’intervallo i “Calzoni alla Zuava” ci arrivavano da doppiati, 62-31.

Il terzo quarto ripartiva bene con Henderson a mettere un fade-away dallo spigolo destro dell’area per il 64-31.
La difesa di Charlotte per New York era divenuta un bunker, una zona invalicabile, almeno finché a Larkin a 9:40 riusciva d andare a bersaglio nonostante l’opposizione.
MKG metteva in difficoltà i Knicks con penetrazioni ma continuava anche a sbagliare troppi liberi.
New York in questo periodo riusciva anche a far scadere i 24 secondi, sembrando aver perso la testa.
In difesa i ragazzi di coach Fisher faticavano a tenere la squadra di Jordan e ricorrevano spesso ai falli.
Su un fallo di Jason Smith a Biyombo arrivava il tecnico omaggio fischiato contro Smith, poi arrivavano due punti da Biyombo e da Zeller che buttava dentro i due del 70-33.
Biyombo faceva il bello e cattivo tempo con Aldrich il quale faceva fallo sul congolese in difesa.
Dalla lunetta l’uno su due muoveva il punteggio sul 71-33.
La difesa degli Hornets non concedeva niente e i Knicks sbagliavano ora anche da sotto.
A 5:53 Biyombo era toccato sul tentativo di tap-in, il quale però riusciva, ottenendo omaggio anche un libero che il centro congolese infilava. Zeller, 44 secondi più tardi mancava la conclusione, ma Biyombo recuperava la palla vagante sull’errore di un compagno e metteva altri due punti con la difesa degli arancio-blu a guardare.
A 4:42, ormai non faceva nemmeno più notizia, Kemba realizzava l’81-36 e Charlotte saliva incredibilmente al +45.
Maxiell a 33 secondi dalla penultima sirena, spazzava via Early con una stoppata impressionante.
89-44 dopo la terza sirena di serata.

Nell’ultimo quarto Charlotte lasciava in campo tutta la panchina per regalargli minuti, amalgamarsi, ma soprattutto non rischiare giocatori titolari.
New York alla fine diminuiva lo svantaggio partendo già con le conclusioni da fuori di Calderon ed Early, così quando Maxiell faceva fallo sul tiro di Hardaway a 10:45, arrivavano altri 3 punti per la squadra allenata da Fisher.
L’89-53 era ancora ampissimo vantaggio ma Hairston giustamente segnava due punti a 10:19. Successivamente P.J. andava in contropiede insieme a Taylor, il primo passava al secondo per eludere l’unico difensore presente e arrivava la schiacciata dell’ala.
Roberts imitava Kemba a 6:45 con finte di crossover, arresto e tiro a buon fine.
Acy per New York non ci stava a perdere così vergognosamente e buttava nel cesto due triple a 4:53 e a 3:24.
Grazie a queste il punteggio saliva a 103-73. A 2:32 Maxiell, con violenza inaudita, andava in schiacciata a posterizzare Hardaway e polverizzare il canestro.
Si formava spontaneo in panchina il cordone dei giocatori felici e stupefatti a fare l’imitazione dello stare indietro causa pericolo…
Alla fine segneranno ancora Hairston da 3 punti e un giocatore dei Knicks da 2, i quali stabilizzenno il punteggio finale sul +28, 110-82.

Quinta vittoria consecutiva per gli Hornets, che se riuscissero a proseguire su questa strada potrebbero pensare di rientrare tra le otto squadre a Est che disputeranno i playoffs. Charlotte ha vinto a causa del dominio assoluto a rimbalzo, 51-29 e soprattutto tirando dal campo con il 50,0% contro il 38,8% avversario, forzando molte volte i Knicks al fallo, sapendo che non avrebbero avuto la qualità per affrontare certe situazioni e certi duelli uno contro uno, specialmente e intelligentemente Charlotte ha cercato spesso di muover palla con azioni corali per ottenere un vantaggio sul difensore impegnato.

Voti

Walker: 8
28 pt. (8/13), 7 rimbalzi, 1 assist. Finisce incredibilmente con un assist ma sfoggia un’altra prestazione che esalta i tifosi di Charlotte, non tanto quelli di New York che lo fischiano.

Henderson: 6
9 pt. (4/11), 3 rimbalzi, 3 assist. Partito un po’ fresco al tiro, ha trovato un discreto momento per le conclusioni, poi ne ha sbagliate un po’.

Kidd-Gilchrist: 7
10 pt. (4/6), 9 rimbalzi, 1 assist. Bene anche lui, buona e intensa difesa.

Zeller: 5,5
2 pt. (0/3). In 17:07 mette solo due liberi in una serata nella quale la squadra non ha bisogno di lui vista la pochezza di questi Knicks.

Biyombo: 7,5
14 pt. (5/7), 12 rimbalzi, 1 stoppata, 1 assist. Ottimo a rimbalzo offensivo e difensivo, tanta energia. Si vede anche in raddoppio altissimo. Finisce in doppia doppia

Williams:6,5
6 pt. (3/6), 5 rimbalzi, 4 stoppate, 1 rubata. Torna a sedersi in panchina dopo la gara da titolare scorsa. Fa il suo.

Maxiell: 7
7 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 2 stoppate. Prova sempre a metterci la manona e va bene così.

Roberts: 6,5
14 pt. (5/8), 5 assist, 4 rimbalzi, in 30:56. Finisce per giocare gran parte della gara e fa il suo dovere anche in termini di assist.

Hairston: 7, 5
15 pt. (6/12), 4 rimbalzi, 1 assist. Da una mano a cambiare il volto della partita con le sue triple che distanziano e mantengono un ampissimo margine di vantaggio.

Taylor: 5, 5
2 pt. (1/3), 3 rimbalzi, 2 assist in 12:00 minuti. Nel garbage time. Da rivedere.

Vonleh: 5
3 pt. (1/3), 1 assist, 1 rimbalzo, 1 stoppata. Ancora acerbo ahimé.

Coach Clifford: 7
Entra la quinta vittoria di fila. I suoi non si scompongono all’inizio di New York che prova a vincere la sfida da subito ma Charlotte è tenace e non si stacca.

https://www.youtube.com/watch?v=Nt2SxsMwNk4

 

Game 38; Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 103-95

Gli Charlotte Hornets, ancora imbattuti quest’anno, dopo aver vinto sui Pelicans, volavano in Canada per disputare un malagevole back to back in Canada, sul campo dei Toronto Raptors, unico team canadese sopravvissuto dopo il trasferimento dei Grizzlies a Memphis.
Kemba Walker guidava i Calabroni all’uscita dall’ibernazione nel più caldo Toronto Path, la più estesa rete stradale sotterranea che esista al mondo.
D’inverno, infatti, quando la temperatura diventa rigida e scende sotto lo 0, la città si trasferisce nel sottosuolo, ricco di negozi, farmacie, bar, parcheggi, centri commerciali, mezzi che collegano anche gli impianti sportivi, compreso l’Air Canada Centre, l’impianto che usano i Raptors. I Calabroni, risaliti dal cunicolo, hanno invaso l’arena e l’hanno colonizzata, i Raptors non sono riusciti a opporsi alla veemenza della squadra di Clifford nel terzo quarto e sono stati inaspettatamente punti.

Gerald Henderson contro Greivis Vasquez. La guardia degli Hornets è esplosa con 31 punti nella notte.

Gerald Henderson contro Greivis Vasquez. La guardia degli Hornets è esplosa con 31 punti nella notte.

Coach Clifford mandava in campo il seguente starting five per Charlotte (in divisa viola); Walker, Henderson; Kidd-Gilchrist, Williams (a sostituire Zeller per un problema a una spalla) e Biyombo, mentre per i Raptors (in tenuta bianca con bande rosso carminio) i cinque giocatori scelti per iniziare la sfida erano; Lowry, Ross, Fields, A. Johnson e Valanciunas.

Ross con un buon tiro inaugurava il tabellone.
Charlotte accorciava dalla lunetta con Henderson a 11:02.
La guardia degli Hornets falliva il primo libero e segnava il secondo. Valanciunas per i canadesi allargava il divario ma Walker a 10:32 con un pullup contro Johnson riportava a -1 lo svantaggio e a 9:20 lo stesso play conquistava un rimbalzo e portava fuori il pallone da un’area affollata, passaggio all’indietro per la tripla di Williams frontale e sorpasso viola.
A 8:56 era sempre Kemba a usare la sua energia per rubare un pallone a Lowry, fuggendo in transizione faceva salire a 4 il vantaggio.
Toronto non riusciva a trovare la via del canestro grazie a una difesa di Charlotte molto buona, così dall’altra parte Walker tornava a ronzare imprendibile tra le canotte bianche, traiettorie difficili da prevedere e spazio vitale preso per il tiro, oltre le mani protese di due difensori a fare da ombrello.
Il canestro premiava l’azione del play titolare.
Azione da 4 punti per i ragazzi di Clifford a 7:23; canestro di MKG che si buttava dentro con tanta energia e segnava sulla continuazione dopo un fallo, mancato il libero addizionale, la palla rimaneva nella metà campo di Toronto e con un jumper dalla sinistra metteva anche il 14-8. Walker da sotto e Henderson con un crossover su Valanciunas a 6:03 davano un vantaggio in doppia cifra per il team di Jordan (18-8) ma le triple di Vasquez e Lowry a 4:29 riportavano Toronto in vita.
Walker spezzava la difesa e serviva Biyombo in post basso sinistro, Biz si elevava e veniva toccato.
Canestro valido e libero realizzato per il 21-14 Hornets a 4:11.
I canadesi tornavano a -2 ma Maxiell a 3:02 con un gancio e Walker che innescava il contropiede di Williams in comodo appoggio sulla destra per una facile marcatura, davano un vantaggio più rassicurante a Charlotte (25-19).
Il canestro di Henderson successivo era però contrastato da un mini break dei Raptors di 5 punti, prima che Walker tornasse a fornire un assist in post basso destro a Maxiell che alzava il braccio verso il cielo per far partire il suo tiro ravvicinato, il quale dava un 29-21 a favore di Charlotte.
Maxiell si affidava al suo jumper a 20 secondi dalla fine e aveva ragione, riportando il vantaggio ospite a 10 punti.
Lou Williams dalla baseline destra andava a segno qualche secondo prima dello scadere e il primo parziale premiava gli Hornets che si trovavano meritatamente avanti 31-23.

L’inizio del secondo quarto era drammatico per gli Hornets, i quali con la panchina in campo combinavano poco per non dire nulla.
Vonleh un po’ sfasato perdeva un pallone e faceva fallo da sotto dopo che Toronto era già riuscita a mettere nella retina due triple.
A. Johnson dalla lunetta non sfruttava appieno la possibilità datagli dal rookie degli Hornets a 9:37, splittando i liberi, pareggiando la gara sul 31-31.
MKG e Valanciunas andavano in lunetta per le rispettive squadre e non sbagliavano portando il punteggio sul 33 pari.
A 8:37 una gran penetrazione di MKG regalava a Charlotte il nuovo vantaggio, Vonleh finalmente tornando in difesa toccava un pallone e portava via la palla ai Raptors.
Sulla vagante si avventava Roberts che in transizione segnava, come riusciva a trovare la via della retina per il 39-35 con un jumper dalla media sinistra poco dopo.
A 6:35 un pullup di Hendo dava il 41-35 per Charlotte.
A 4:27 per Toronto colpiva Lowry dalla lunga distanza, per Charlotte invece andava a segno Biyombo con una slam potente a 4:06 muovendo il punteggio sul 44-40.
Punteggio che si alzava ulteriormente con Vasquez a lavorare in post su Roberts e a trovare lo spazio per batterlo e con Kemba che a 3:08 in runner ristabiliva a oltre un possesso il vantaggio.
Patterson andava a bersaglio da 3 punti e Toronto avrebbe anche la possibilità di passare in vantaggio ma falliva il tiro, così Henderson a 1:58 con un gancio segnava il 48-45.
I Raptors si riaffacciavano avanti poco prima dell’intervallo con un gancio di Valanciunas e un canestro in penetrazione di Lowry in entrata cui segiuva un libero per il contatto con Biyombo.
A quarantadue secondi dall’intervallo Hendo impattava a quota 50 grazie a una finta sulla quale Vasquez gli finiva addosso, ma non gli impediva il canestro.
Valanciunas segnava Si giungeva all’intervallo sul punteggio di 50-52 a favore di Toronto.

Il terzo quarto era anticipato da un libero per Toronto che portava a +3 i padroni di casa. Il libero era stato concesso per le proteste di Clifford prima dell’intervallo.
Questo però dava la carica ai ragazzi di Steve, in particolare le guardie davano molto, spingendo in attacco.
Henderson trovava dapprima la via della retina con un fade-away, poi lavorava per andare nel pitturato e portare in vantaggio gli Hornets (54-53) con un gancio dimostrando un bagaglio di soluzioni sconfinato per mettere in difficoltà i Raptors.
Hendo non si fermava e penetrava sulla linea di fondo, creando spazio per l’inserimento di MKG, il quale beneficiava del passaggio in diagonale del compagno infilandosi in mezzo alle maglie bianche e polverizzando l’anello.
Walker metteva un morbido tiro dal lato desto infischiandosi della difesa di Lowry a 10:05, così Charlotte ribaltava la gara portandosi sul 58-53. Hendo continuava ad attaccare il ferro, un po’ troppo alla lettera… questa volta schiacciava violentemente la palla su di esso, ma Charlotte era fortunata a mantenere il possesso e Kemba sulla baseline sinistra a 9:23 metteva lo step back dei 60 punti.
Toronto ormai era in balia degli uomini in viola, Biyombo diceva no in stoppata a Lowry, Henderson entrava in the zone con un morbido tiro dalla baseline destra e poi a 7:18 in una transizione 1 contro 1 si esaltava appoggiando all’anello che lo premiava.
Il 64-53 era corretto da Lowry che trovava a 6:31 una bomba.
Kemba però a 5:07 metteva un top shot dei suoi e faceva risalire la squadra del North Carolina a +10.
Tutto sembrava continuare a funzionare bene vedendo Marvin mettere un tiro lungo da due e Maxiell stoppare alla grandissima Vasquez, il quale aveva un gesto di stizza, forse per la stoppata subita ma gli arbitri la interpretavano come protesta e si prendeva un tecnico.
Toronto si svegliava ma Walker era on-fire, arrivando fino al ferro a 2:10 per appoggiare il 73-61.
Neal sulla sirena commetteva un’ingenuità toccando sul tiro L. Williams, per gli arbitri era fallo sul tiro e il giocatore dei canadesi non sbagliava i tre tiri dalla lunetta.
A dodici minuti dalla fine il tabellone segnava il 75-66 per Charlotte.

Nell’ultimo quarto i Raptors provavano subito ad accorciare uno svantaggio sceso già a meno della doppia cifra.
Vasquez faceva capire con la tripla che passare sul campo della seconda a Est non sarebbe stato così semplice.
Neal sbagliava un paio di triple ignoranti e Toronto ne approfittava ancora con L. Williams che a 2:40 sverniciava Roberts per il -2 (75-73).
Per fortuna di Charlotte questa notte Henderson assomigliava a Michael Jordan dei bei tempi, chissà che MJ abbia lavorato un po’ con lui, mettendo con stile jordanesco a 10:14 un jumper dalla linea di fondo.
A. Johnson rispondeva con un’entrata con tiro un po’ casuale ma efficace.
Williams (Marvin), faceva la sua parte cacciando la palla dentro il secchiello dal corner destro per l’80-75 a 9:03.
A 5:37 la squadra provava a usare le sue armi, passaggio di Walker, Preoccupazione su Henderson, passaggio verso MKG che andava dentro, ma poi cedeva in angolo a Marvin Williams che era ancora una volta letale nel piazzare la tripla dell’85-82.
A 5:12 Walker andava in lunetta consentendo con i suoi due liberi a segno, a Charlotte d’avere un piccolo margine di vantaggio di 5 punti.
Gli arbitri (o meglio, uno, quello più lontano, arrivava in soccorso dei Raptors) invertivano una rimessa per un tocco inesistente di Biyombo e da palla persa Toronto poteva continuare l’azione…
A 4:47 Lowry segnava.
Venti secondi dopo Henderson si portava dalle parti del post basso destro, con qualche finta sbilanciava il marcatore, il resto lo facevano un buon movimento di piedi e un buon equilibrio che gli consentivano d’allungarsi per l’appoggio dell’89-84.
Nel frattempo gli arbitri decidevano di prendersela con Biyombo fischiandogli un fallo inesistente su un rimbalzo offensivo.
A 3:21 Hendeson riusciva a battere Ross in entrata, ma sul tentativo di schiacciata il difensore lo toccava sulla spalla facendolo sbagliare. Arrivavano comunque due liberi che la guardia degli Hornets non falliva, facendo volare sul +7 Charlotte.
Lowry a 2:47 con una tripla provava a mettere in discussione la gara sul 92-87 ma Charlotte non era d’accordo e produceva 5 punti con gli ultimi 3 realizzati da Kemba con una tripla da casa sua, incurante della marcatura di Lowry, quasi un colpo da K.O. ora che i ragazzi di coach Casey si trovavano sotto di 10 pt. (97-87).
Lowry segnava da due punti ma Charlotte sull’azione seguente gestiva bene il possesso non perdendo la testa e passando bene palla sui raddoppi, Henderson allo scadere dei 24 sentiva anche il profumo cotone della retina per il 99-89.
Toronto sparava le ultime cartucce con Johnson a 1:13, Lowry (altro fallo inesistente chiamato a Biyombo che aveva contenuto benissimo) con due FT a :48.7 e Ross che rubava palla a 42 secondi (spalla a spalla con Roberts, consentendo a Patterson (con un tip shot) di portare inaspettatamente i Raptors al -4 (99-95).
A :19.6 però un incommensurabile Kemba Walker decideva la partita con un altro clutch shot.
Il suo step back un po’ laterale gli consentiva di sparare lungo da due punti dalla diagonale sinistra nonostante la difesa (ormai battuta dal movimento) di A. Johnson.
La palla a spicchi s’infilava magicamente dentro la retina.
Charlotte superava i 100 punti e le paure del finale, anche perché Toronto perdeva palla pasticciando in attacco e a Kemba non restava che andare a chiudere la gara in lunetta dall’altra parte fissando il punteggio sul 103-95.

Per Charlotte è una gran vittoria sul campo della seconda a Est… Charlotte ha tirato con un 47,7% contro il 39,8% degli avversari, frutto di una buona circolazione di palla e difesa sugli avversari, di un livello d’intensità che ha contribuito a ottenere questo risultato anche senza i cosiddetti big del team, esclusi Walker e MKG.
A rendere più evidente la buona difesa sono state le 14 perse dai Raptors, contro le 8 di Charlotte che ha vinto anche la gara a rimbalzo 46-42.

Voti

Walker: 9

29 pt. (12/25), 8 assist, 7 rimbalzi, 3 rubate. Un altro tiro decisivo, un’altra prestazione intorno ai 30 punti. Kemba è in the zone, presente in altre statistiche che dicono molto sul suo stato di forma.

Henderson: 9
31 (13/20), 5 rimbalzi, 3 assist. Hendo entra bene in partita e chiude con una mega prestazione da 31 punti. Focalizza il bersaglio nel finale, a braccetto con Walker vanno a vincere la partita.

Kidd-Gilchrist: 7
10 pt. (4/11), 12 rimbalzi, 3 assist. Ottimo lavoro difensivo e a rimbalzo. Va in doppia doppia.

Williams: 7
13 pt. (5/10), 9 rimbalzi, 3 assist. Riparte titolare per sostituire Zeller. Due triple nell’ultimo quarto. Saranno decisive.

Biyombo: 6
6 pt. (2/5), 6 rimbalzi, 2 stoppate. Penalizzato nel finale da tre decisioni arbitrali, mette comunque a referto discrete statistiche difensive. Valanciunas fa un po’ meglio in termini di punti, ma non con delle buone statistiche. Un paio di liberi falliti riavvicinano Toronto.

Neal: 3
1 pt. (0/5), 1 rimbalzo, 1 assist. -21 di plus/minus. Con lui in campo sarebbe stata una sconfitta sicura. Clifford lo toglie dopo averlo visto combinare solo disastri a inizio ultimo quarto. 1 punto e una virgola dal campo, irriconoscibile…

Maxiell: 6,5
6 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Non male. Da paracarro a elemento molto utile per la panchina.

Vonleh: 5,5
2 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 1 stoppata. Troppo confusionario e pasticcione all’inizio, riesce comunque a entrare in qualche statistica.

Roberts; 6
5 pt. (2/5), 2 assist, una rubata, 1 rimbalzo. Roba da suficienza.

Coach Clifford: 8
Deve affrontare la gara a Toronto in back to back, Si carica e ricarica i ragazzi all’inizio.

https://www.youtube.com/watch?v=RbvSgmI4rVU

 

Game 37; Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans 98-94

Nella notte andava in scena un duello tra squadre affamate, sfida alla Masterchef o alla Prova del Cuoco per vedere chi realmente avesse più fame.
Per Charlotte si trattava di mettere insieme gli ingredienti rimasti e vedere di trovare una ricetta che soddisfasse il palato dei propri tifosi, o almeno un piatto saporito di nome vittoria.
Charlotte è stata hungry prima di Natale, per poi finire stesa cinque volte, sazia nel post Christmas.
Con l’anno nuovo la squadra di Jordan ha mangiato primo e secondo con due vittorie, cercava nella notte quindi di mangiarsi anche il dolce accompagnato da spumante per brindare.
Per New Orleans più che la prova del cuoco era la prova del fuoco, attesa da uno strano “derby” passato/futuro con i Calabroni.
NOLA ha come piatto forte della sua cucina Anthony Davis, ma nonostante ciò, non tutto il contorno è sempre andato bene, così nonostante un discreto campionato, i Pelicans sono ancora fuori dalla zona playoffs a Ovest.

Kemba Walker, ancora trascinatore e leader (ha parlato di buona difesa dei compagni nell'intervista post game, elogiando tutti).

Kemba Walker, ancora trascinatore e leader (ha parlato di buona difesa dei compagni nell’intervista post game, elogiando tutti).

Alla fine hanno vinto gli Charlotte Hornets, che hanno sfruttato la cucina di casa, annaffiando tutto con un Kemba Walker che ha sfornato 31 punti.
Caldissimo, ha messo anche le ciliegine finali sulla torta.

I Pelicans (in blu) proponevano come starting five; Holiday, Gordon, Evans, Davis, Asik. Gli Hornets (in bianco) ci riprovavano con una formazione composta da; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Biyombo.

Biyombo saltava più in alto di Davis sulla palla a due ma Charlotte che provava a muovere palla per arrivare a tiri comodi dentro l’area, trovava il muro si Davis e Asik, così i primi a passare in vantaggio erano i Pelicans a 10:59 con un tiro dalla baseline destra di Davis.
Asik dalla lunetta e Gordon con un jumper a 9:50 portavano a 6 la squadra della Louisiana, Walker segnava i primi 3 punti degli Hornets con una tripla frontale a 9:33.
Biyombo chiamava timeout da terra recuperando un pallone in difesa, dopo la pausa, Henderson in salto, portando avanti l’anca destra passava la difesa di Asik e appoggiava a una mano per il -1.
Asik realizzava a 7:57 altri due liberi e Charlotte iniziava a tirare dal lato sinistro; MKG metteva due punti dal lato sinistro per il 7-8.
Dopo il canestro di Davis che recuperava un rimbalzo offensivo, Holiday stoppava il tiro di Walker, Biyombo però, toccava la palla in aria e la riconsegnava a Kemba che fintava finendo per farsi franare addosso da un Holiday aggressivo.
Tre tiri liberi concessi a Kemba ma solo uno realizzato…
Gordon in corsa invece metteva da 45° dx tre punti, Walker lo imitava in corsa appoggiando al vetro i punti del 10-13, battendo anche l’aiuto di Davis.
Charlotte trovava il primo pareggio con Kidd-Gilchrist che si buttava dentro e trovava il contatto di Asik sul gomito, canestro più libero e 15-15 a 4:11.
Primo vantaggio per i Calabroni a 3:28 con Biyombo che splittava i liberi per il 18-17.
Evans metteva 6 punti (i primi over Neal dalla baseline destra) e mentre Charlotte sbagliava due volte con Walker e una con Neal, Evans come anticipato metteva anche il 18-24 facilmente, approfittando della mancanza di comunicazione della difesa.
Neal segnava l’ultimo canestro di quarto per Charlotte; in corsa sul contatto con il difensore uscivano anche le scintille, lui si staccava per inerzia in fade-away e realizzava da appena fuori area (lato dx) all’indietro coordinandosi bene.
Al suono della prima sirena il tabellone diceva; Charlotte 20 New Orleans 27.

Il secondo quarto si apriva all’insegna degli ospiti che sfruttavano la pochezza della panchina di Clifford.
NOLA faceva 2/4 dalla lunetta dopo che nel mezzo Neal era riuscito a gettare via un passaggio con un lob per nessuno e sbagliava anche il tiro seguente.
Un tiro in post basso destro di Ajinça andava a segno, con Maxiell fermo a guardare.
Jason si faceva perdonare con il tiretto (assist di Williams) che a 9:49 bloccava l’emorragia.
Williams rubava anche un pallone, ma in tema di culinaria, Hairston pasticciava, prima mancando un tiro effettuato con poco in ritmo, poi commetteva passi in partenza.
La differenza si assestava intorno ai 3 possessi anche se Roberts a 7:55 si creava da solo il tiro per la tripla mandata a segno.
Fredette sbagliava un facile tiro, ma recuperava intercettando un passaggio di Henderson rimanendo in attacco, tuttavia buttava via un pallone sul fondo, gli arbitri non si accorgevano della leggera deviazione con la coscia di Hairston e la rimessa dal fondo era affidata alla squadra di casa.
Zeller senza paura piazzava nonostante i tentacoli di Davis e Henderson a 6:16 in appoggio riducevano lo scarto a 4 punti (33-37).
Le squadre sbagliavano troppe conclusioni fino a 4:22, quando Holiday su passaggio da drive, si trovava solo a 45° per la tripla del 33-40.
A 3:55 Zeller finiva schiacciando al ferro dopo un passaggio schiacciato di Hendo che giocava un bel pick and roll con l’ala grande degli Hornets. 36-40 rintuzzato subito da Davis, con due punti, salvaguardato dall’Unibrow con una stoppata e allungato dallo stesso fenomeno con un tiro dal post basso sinistro per il +10 Pelicans (36-46).
Hendo a 1:57 tirava anche un air-ball.
Doveva pensarci Walker ad accorciare il punteggio danzando in area contro Holiday, sul contatto Kemba manteneva la coordinazione segnando il canestro e mandando dentro anche il libero supplementare. Lo stesso play realizzava anche altri due punti facendo salire a 41 punti Charlotte.
Una finta su Holiday che abboccava con tutte le scarpe, consentiva a Kemba di avvicinarsi per i due punti open.
All’intervallo si arrivava con gli uomini di coach Williams in vantaggio 41-48.

A inizio ripresa New Orleans metteva 4 punti veloci, Charlotte si ricordava di essere rientrata in campo con la dunk in transizione di Zeller a 11:46 e con MKG che forzava Davis al fallo sulla penetrazione per i liberi del 45-52.
I lunghi di Nola producevano vantaggio di 11 punti (56-45), con Davis due punti di Asik, il quale dopo aver recuperato un rimbalzo andava facile da sotto.
Kemba usciva veloce in post alto e tirava velocemente per il 47-56 che rimaneva tale grazie ad Asik, il quale non centrava l’obiettivo su nessuno dei due liberi concessi dalla terna arbitrale e 8:42. “Biz” Biyombo portava un po’ d’entusiasmo nell’Alveare schiacciando al volo su una palla vagante rimasta intorno al ferro sul tiro mancato di Kemba. Holiday segnava da 2 punti a 8:00 e 3 a 7:39, nonostante le due realizzazioni siano intramezzate da un bel canestro di MKG che mostrava un ottimo controllo sul tiro contrastato sotto canestro.
Lo stesso MKG andava in doppia cifra poco dopo con un tiro di buona fattura dal lato destro.
La partita sembrava finita quando Eric Gordon metteva un tassello enorme per tenere inchiodata la vittoria dei suoi.
Una tripla a 6:36 dalla fine del terzo quarto che faceva volare i Pellicani sul 53-66.
Henderson si faceva perdonare la difesa con tanta energia in attacco. A 5:33 volava in transizione, concludendo con un tiro saltando in corsa dalla baseline che non lasciava scampo al difensore.
MKG si superava elevandosi in difesa sul tiro da sotto di Gordon.
Lo sforzo era premiato con una bella stoppata e un sottomano di Henderson a 4:25 faceva rivedere un po’ di luce in fondo al tunnell ai Calabroni.
Il 59-66 di Hendo era un punteggio ulteriormente mosso a favore di Charlotte grazie a Walker, il quale con le sue finte lasciava un punto interrogativo nella mente di Holiday, penetrazione e anticipo di tiro a buon fine sull’aiuto di Anderson.
A 2.49 Henderson passava in corsa in mezzo a due difensori in maglia blu e schiacciava con veemenza i punti del 63-66.
New Orleans, un po’ scossa dal rientro imprevisto di Charlotte, trovava l’aiuto di Davis in dirompente alley-oop a 2:33.
Cunningham con un piazzato rispediva gli Hornets a -7, tuttavia Walker svitandosi una spalla in entrata e appoggiando bene al vetro evitava l’ottimo tentativo di stoppata dello stesso Dante.
Lo stesso N°15 dei Calabroni sfruttava il miss match con Anderson per lasciarlo lì e finire in penetrazione.
Il punteggio del terzo quarto era quindi 67-70 in favore di New Orleans.

Probabilmente a livello di forze, di “stamina”, per dirla alla videogames, il finale della gara si decideva qui.
NOLA spediva in campo ancora il Monociglio e altri due “titolari”, Charlotte si affidava alla panchina rischiando.
Scelta vincente a 11:44 quando Roberts metteva la tripla che agganciava i Pels sul 70 pari.
Un buon assist smarcava Davis vicino al canestro e arrivava la slam di AD23.
Neal, esagerata la sua tripla, e Fredette mancavano il bersaglio dalla lunga, MKG invece centrava il canestro con due liberi, tuttavia anche Davis dalla linea di fondo sinistra “saliva sopra” Maxiell con il suo tiro per il 72-74.
Good effort di Maxiell a 9:53 che arrivava con buon tempismo sul rimbalzo e riusciva a mettere il tap-in nonostante il fallo di Cunningham (tocco su un braccio).
Dalla lunetta Jason falliva il libero addizionale e la situazione permaneva in perfetto equilibrio sul 74 pari.
Un crossover di Roberts su Fredette lasciava sul posto Jimmer, penetrazione nella mischia e tocco sul play di riserva degli Hornets che non sbagliava i liberi dalla lunetta portando i Calabroni avanti 76-74 a 9:00 esatti dal termine.
Fredette si rifaceva con la bomba dall’angolo sinistro e NOLA rimetteva l’ala avanti.
Anche i Calabroni però hanno la capacità di volare e con Henderson dalla lunetta sorpassavano nuovamente.
Maxiell provava un tiraccio orrendo, così Anderson apriva l’altra ala da sotto per l’appoggio del 78-79. A 7:13 però Neal indovinava un’altra importante tripla (dopo quella contro Boston) e faceva secca la difesa di Williams per l’81-79.
Asik si faceva pescare dagli arbitri sotto il tabellone a spingere il corpaccione (vestito di bianco) di Maxiell e il lungo andava in lunetta splittando.
Gordon iniziava la sua sfida personale con il ferro andando corto dalla lunga distanza, dall’altra parte Charlotte giocava più semplicemente e segnava con Maxiell l’84-79 sul post basso sinistro grazie all’encomiabile assist di Walker.
Gordon si accontentava del 2 punti riportando a -3 i blu ma Maxiell riusciva a mettere in difficoltà Asik a rimbalzo.
Il centro turco preoccupandosi più del lungo avversario, dava la possibilità a Jason di rientrare in lunetta.
Aggiustata la mira questa volta faceva 2/2 pe l’86-81 a 5:55. Maxiell si permetteva il lusso di stoppare anche Davis poco dopo, la palla rimaneva lì, contesa dagli stessi due protagonisti e da Zeller, che secondo gli arbitri interveniva irregolarmente.
Un altro fallo era speso su Holiday a 5:31.
Il playmaker tradiva NOLA splittando i liberi. Zeller si erigeva a protagonista in attacco e difesa.
Buona penetrazione sulla linea di fondo sinistra e appoggio sotto canestro per l’88-82. In difesa poi lo stesso Cody ci metteva il fisico per una buona difesa su Ryan Anderson che dopo il giro sullo spin move, non trovava la coordinazione perfetta mettendo solo sul ferro.
Gordon mancava un’altra tripla, così un girolo di Walker passando sotto canestro e la prosecuzione della corsa passando dietro un blocco, bastavano al play per tracciare un sentiero nel quale andare a prendersi due liberi.
Glaciale non mancava all’appuntamento per il 90-82 a 4:12.
Questa volta sembrava Charlotte in possesso della gara, invece Davis con un bel movimento da sotto a 3:59 segnava.
Nonostante Gordon fallisse l’ennesima tripla e Holiday tirasse un air-ball dall’angolo destro, grazie al timeout chiamato da Williams i Pelicans tornavano più performanti in partita.
A 2:30 Gordon spediva la palla nel pitturato a Davis, il quale anticipava Biyombo e realizzava subendo fallo dal centro congolese.
Il libero era una mazzata per gli Hornets che si trovavano sopra di sole tre lunghezze.
Una mazzata ancor più dolorosa era quella di Gordon che riusciva a trovare anche il 90 pari con colpevole dormita di Charlotte che lasciava liberissimo Eric, tanto da farlo esitare nella tripla, potendolo indurre a tirare non in ritmo.
Invece la guardia appena rientrata dall’infortunio metteva il tiro e lasciava con il fiato sospeso tutti perché il finale diveniva incertissimo.
New Orleans sembrava avere in mano le chiavi della partita quando Gerald non trovava nulla di meglio che provare un tiro dalla media baseline sinistra.
Facile per Davis andare a stopparlo, poi Evans in penetrazione era toccato sulla mano nel tentativo di reverse layup, così dalla lunetta Tyreke mandava sul +2 la squadra del profondo sud degli States. Walker si erigeva ad assoluto protagonista nel finale.
Prima, a 1:09, con un fadeaway dall’altezza della linea dei FT trovava il pareggio, poi a :23.1 riusciva a battere anche i tentacoli di Anthony Davis andando in azione personale con finte di crossover e tirando sempre dall’altezza della linea orizzontale dell’area (leggermente spostato sulla destra).
Il suo tiro oltrepassava Anthony e rimbalzava sul primo ferro, per appoggiarsi alla tabella che lo faceva carambolare nella retina.
Dopo il timeout però Davis trovava il pareggio a :18.6, grazie a un’entrata alla quale Zeller si opponeva solo con il corpo cercando di non commettere fallo.
Il talento di AD però gli consentiva di realizzare tenendo tutti sulle spine ancora una volta in un finale al cardiopalma.
La palla finale era per Charlotte. Classica consegnata a Walker, che passando dietro a Williams iniziava la penetrazione sul lato destro, Gordon provando a rubare palla commetteva fallo su Kemba, il quale continuando l’azione riusciva a segnare ugualmente appoggiando volutamente al vetro, come se avesse un bilanciere nell’addome.
Un canestro fatale per New Orleans, giacché realizzato a :01.4 dal termine.
Un’eternità comunque per Charlotte, che nonostante il libero addizionale di Walker, si trovava ancora a distanza di tripla, sul 97-94.
New Orleans doveva chiamare due timeout poiché Anderson era l’uomo da cercare per avere buone speranze, tuttavia la marcatura su di lui era stretta e Williams provava a disegnare uno schema nuovo.
Sulla susseguente rimessa però Marvin anticipava Ryan che lo toccava a due decimi dalla fine.
Williams realizzava il primo dei due liberi, sbagliando il secondo, così Charlotte portava a casa la terza vittoria nel nuovo anno su altrettante partite giocate.
Sarà un caso ma Charlotte da quando ha perso Lance e Big Al ha trovato più compattezza difensiva, anche se ha maggiori difficoltà ad affidarsi a soluzioni semplici in attacco.
Charlotte ha tirato con il 43% contro il 45% di NOLA, ma con percentuali simili in quasi ogni statistica, si è avvantaggiata ai liberi finendo con un 20/26 contro i 16/24 di New Orleans.

Voti

Walker: 9
31 pt. (12/24), 4 assist, 1 rubata. Che dire oltre a quello già scritto nell’articolo? Un solo aggettivo; “Stratosferico”.

Henderson: 7,5
16 pt. (7/17), 7 rimbalzi, 6 assist, 1 stoppata. Una buona prova se si eccettua la sciagurata decisione nel finale di andare a tirare contro AD. Charlotte riceve la spinta di Hendo nel momento più critico della partita.

Kidd-Gilchrist: 7,5
13 pt. (4/10), 12 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata e 1 steal. Prova difensiva maiuscola sulle ali piccole avversarie aggiunge anche 13 punti andando in doppia doppia. Tolto nel finale per lasciar spazio a qualche tiratore.

Zeller: 6
8 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 3 rubate, 2 assist. Cliente difficilissimo AD che finisce con 32 punti (non tutti contro di lui), fa il suo onesto lavoro. Nel finale con due buone azioni amplia il margine. Non riesce fisicamente a difendere su un irrobustito AD.

Biyombo: 6
3 pt. (1/1), 7 rimbalzi. Non soffre I lunghi avversari ma fa un fallo ingenuo sull’ultima rimonta NOLA.

Williams: 6,5
3 pt. (1/5), 4 rubate, 1 rimbalzo e 2 assist in circa 25 minuti. Un +19 di +/-, il basket è strano. La palla rubata finale vale forse la vittoria.

Neal: 6
5 pt. (2/8), 1 rimbalzo e 1 assist. Malino al tiro, ma da il là al vantaggio Hornets nel finale con la tripla dell’81-79 che inverte l’inerzia della gara.

Hairston: 5
0 pt. (0/2). Poco in campo. Prende due rimbalzi ma non c’è proprio.

Maxiell: 7
9 punti (3/5), 4 rimbalzi e 1 stoppata. Il carrarmato degli Hornets s’impegna e i risultati si vedono. Tiene in scacco Asik nel finale e mette 3 liberi su 5 contribuendo come migliore di serata della panchina alla vittoria.

Roberts: 7
10 pt. (3/5), 2 rimbalzi. La tripla che aggancia la partita è straimportante. In doppia cifra in 11:35.

Coach Clifford: 7
La squadra gioca in maniera intelligente e compatta sfruttando le proprie caratteristiche. Buona regia.

https://www.youtube.com/watch?v=QP-1aPkZlrc

Game 36; Charlotte Hornets @ Boston Celtics 104–95

Gli Charlotte Hornets andavano a far visita ai Leprechaun di Boston. I simpatici folletti magici, retaggio della verde Irlanda stanno vivendo tempi di crisi, con la perdita di Rondo il team continua a giocare in un luogo fatato (anche se il Boston Garden non c’è più da un po’ di anni), come fatati erano i luoghi chiamati “anelli magici” (in genere ruderi di epoca preceltica dall’aspetto fiabesco) che abitavano questi gnomi.
Boston non vincerà un anello quest’anno ma aspettavano che uscisse almeno l’arcobaleno in cielo, a tal proposito narra una leggenda d’oltre oceano (per gli americani), che quando esce un rainbow in cielo, a una delle sue basi sia nascosto un tesoro.
Questo tesoro questa notte l’ha trovato Charlotte.
Probabilmente Kemba Walker è anche l’originale folletto che lo custodisce.
Il play ha trovato un’altra ottima prestazione finendo con 33 punti e 5 assist, trascinando Charlotte al secondo successo su due partite giocate nell’anno nuovo.

Nessuno è riuscito a fermare Walker, che ha trascinato al successo Charlotte sul campo di Boston.

Nessuno è riuscito a fermare Walker, che ha trascinato al successo Charlotte sul campo di Boston.

Le squadre si presentavano sul parquet del TD Garden con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, C. Zeller, Biyombo per Charlotte (in viola) e Turner, Bradley, J. Green, Sullinger, T. Zeller per Boston (in bianco).

Boston segnava il primo canestro con Green ma non partiva benissimo, Henderson segnava con un jumper dalla diagonale sinistra a poco più dalla media e poi fintando dalla stessa mattonella serviva Biyombo che in qualche modo si arrangiava nel mettere due punti.
Green a 10:40 pareggiava momentaneamente la situazione con un appoggio sul lato destro della tabella, tuttavia i Calabroni iniziavano a ronzare, Walker si faceva vedere sul lato sinistro dopo un classico movimento a prender palla e sparava subito per il 6-4.
Lo stesso play salvava da una transizione avversaria mettendo la mano sulla palla al momento giusto, prima dell’alzata per il layup e andava a segnare dall’altra parte con una penetrazione caracollante con finte assortite che muoveva il punteggio sul 9-4 a 8:47.
Anche Zeller dava il suo contributo in questa fase rubando palla a Sullinger in difesa e colpendo in attacco con un classico piazzato lungo dalla diagonale destra.
Charlotte continuava a rollare, Hendo andava dentro ma non trovava la luce del canestro, preferiva quindi scaricare a MKG che partiva in penetrazione orizzontale dalla sinistra e alzava la parabola per un bel canestro a 7:05.
Charlotte sfruttava la vena di Walker che conquistando il post alto destro metteva i punti del 15-4.
C’era anche però il corpo di Hendo, che in difesa si opponeva a Bradley guadagnando uno sfondamento e l’annullamento del canestro di Boston. Un gioco da 3 punti (fallo di Zeller) di Olynyk, avvitandosi in un reverse layup) più un canestro ottenuto da Bass a 3:22 portava Boston al -5 (16-11), ma la reazione di Charlotte non si faceva aspettare; Zeller per il 18-11 dalla top of the key e Walker che ronzando per tutto il campo tagliava davanti a Zeller, al quale serviva il pallone a pochi passi dal canestro sulla sinistra, concedendogli una facile occasione che il lungo non sbagliava appoggiando in entrata il 20-11, sfruttando anche la naturale schermatura di Kemba.
Boston provava a rifarsi sotto, fortunatamente Walker riusciva a mantenere un pallone che gli stava sfuggendo nel palleggio, data la marcatura forte dei Celtics.
La spaccata con la quale salva la palla è premiata dal fallo di Bass sul tentativo di appoggio.
Dalla lunetta Kemba segnava e chiudeva il primo quarto sul 24-16.

Nel secondo quarto Olynik riusciva a trovare altri due punti da sotto.
Per fortuna di Charlotte, Hairston pareva in forma (forse l’unico della panchina in questo primo tempo).
Prima toccava un pallone (passaggio diagonale tagliato per l’accorrente in post basso dx) mettendolo oltre la linea di fondo, salvando gli Hornets da un canestro certo.
A 10:08 il numero 99 di Boston commetteva fallo sullo stesso giocatore, il quale si divertiva comunque ad appoggiare al vetro, segnando sia il canestro che il libero per il 27-18.
P.J. metteva anche la tripla a 9:26. Mentre Charlotte continuava a giocare un buon basket, Boston si affidava ai tiri in sospensione che non entravano, complice una buona difesa dei viola.
MKG in attacco con un passaggio laterale serviva Biyombo che segnava ancora su azione a 7:18.
Neal forzava qualche tiro e la panchina non girava bene però, i Leprechaun risalivano sino al -8 e Coach Clifford chiamava un timeout.
A 5:29 Zeller riusciva a correggere con un tip-in l’airball di Kidd-Gilchrist interrompendo il parziale di Boston.
Lo stesso Zeller andava a giocarsi un uno contro uno magari come al parchetto, contro il fratello, vincendo il duello, Charlotte saliva a 40 punti a 4:56.
La difesa di Clifford continuava a ruotare bene costringendo a muovere palloni che non trovavano sbocchi per facili conclusioni.
A 3:47 una penetrazione di Hendeson con finta era premiata dall’anello che diceva si a Gerald per il 42-30, punteggio che si allargava ulteriormente con due tiri di Zeller che non sbagliava nulla nel primo tempo.
Sullinger pareggiava i quattro punti di parziale ottenuti da Zeller con altrettanti punti dalla lunetta e muoveva il punteggio sul 46-36 a 2:00 esatti dall’intervallo.
Walker saliva in cattedra nel finale di quarto; a 1:48 dal cuore dell’area realizzava, poi spaccava la difesa di Boston cedendo a Henderson il pallone.
L’assist valeva il 50-36 finale di primo tempo, anche perché il floater di Sullinger sulla sirena non entrava.

La ripresa partiva sull’onda del vissuto del primo tempo.
Zeller a sporcare in difesa, Biyombo a rimbalzo… il resto lo facevano i canestri di Zeller in schiacciata a 10:33 (bell’assist di MKG che lo pescava sotto canestro) e MKG a 9:30 con un tiro controllato in perfetto equilibrio in entrata laterale, nonostante il difensore davanti alzi le mani oltre l’anello.
A 8:53 Zeller continuava il suo show balistico con i punti del 58-40. Turner per Boston andava dentro per cercare di raccogliere almeno le briciole ma Walker con una bomba da 45° dalla sinistra metteva il 65-46 a 6:35 dalla terza sirena di serata.
I tifosi dei Celtics continuavano l’Odissea vedendo anche loro le sirene quando un buon tiro di Green rimbalzava sul ferro beffandolo (in campo o nelle vicinanze qualcuno esclamava un “Oh shit”), forse solo pensato quando Walker batteva il suo marcatore con un altro tiro che valeva tre punti a 5:12 per il +21 (68-47).
Marcus Smart rispondeva al fuoco dalla lunga distanza ma Gerald Henderson a 4:28 metteva tra le due squadre il canestro del +20 esatto grazie a una plastica entrata.
Due liberi di Smart (su 3 per fallo di Walker) e una palla persa da Zeller riducevano a 16 lo scarto.
A 3:12 però Williams provava due tap-in (tiro a lunga gittata di Kemba che non entrava), il secondo era quello buono.
L’azione precedeva il canestro più bello della gara a 2:46; crossover di Walker con Smart da una parte e Kemba dall’altra, entrata con giro velocissimo nel pitturato per lasciare a Wright solo il tempo per provare a coordinarsi in salto nel tentativo di stoppata che non poteva avvenire, dato che Kemba concludeva questa meravigliosa giocata appoggiando splendidamente per il 74-54.
Il rasta Crowder (nome nascosto dal codone), usciva dal guscio con una tripla che non preoccupava eccessivamente la squadra del North Carolina.
Un invasato Walker imperversava nella metà campo difensiva dei Celtics e gli uomini in bianco-verde erano costretti a concedergli la lunetta tuttalpiù.
Boston però cercava ugualmente di rientrare trovando Young come protagonista.
Il giocatore realizzava sulla sirena la tripla che chiudeva la frazione sul 79-62.

La panchina in campo di Charlotte continuava a produrre disastri anche all’inizio del quarto decisivo.
Solo Hairston sembrava in discreta forma.
Maxiell in entrata sbilanciava il suo corpaccione in avanti e travolgeva Olynyk, canestro annullato e fallo offensivo.
Young metteva un’altra tripla e Charlotte arrancava perdendo un paio di palloni con Roberts e Williams.
Il play di riserva si rifaceva parzialmente mandano a bersaglio una tripla da 45° sinistra che serviva a contrastare il rientro di Boston, nettamente più decisa e determinata in quest’inizio di periodo.
Pressey provava ad asfissiare Roberts riuscendovi, così Clifford faceva rientrare in campo Walker un paio di minuti prima del solito.
Kemba premiava la scelta con due punti dal cuore del pitturato a 8:24 mandando la palla nella retina oltre le mani protese di due difensori per l’86-70.
A 7:47 le finte killer di crossover di Walker portavano a un tiro frontale che davano altri due punti alla squadra.
Boston non voleva deludere il suo pubblico, così, benedetta dalla fortuna (canestro di Sullinger su Zeller con molti rimbalzi sul ferro e auto canestro di Biyombo cui sfuggiva la palla tra le mani sul rimbalzo) diminuiva il gap a -9 (88-79).
Anche Walker entrava un po’ in crisi in questa fase, troppo isolato tentava una penetrazione, ma la sua alzata era stoppata da Bass all’ultimo, così Young infilava la terza tripla personale e Boston tornava a due possessi (88-82) a 5:27 dalla sirena conclusiva.
Williams riusciva a entrare nella difesa dei Celtics dopo una finta e concludeva subendo fallo.
Canestro più libero realizzato, Marvin iniziava un mini duello a distanza con Young che segnava un tiro impossibile lanciandosi sul lato sinistro e alzando oltre Zeller la palla a spicchi.
Grazie ai rimbalzi offensivi, Neal a 4:02 aveva la possibilità di rompere l’incantesimo che lo vedeva litigare con il ferro dalla grande distanza mettendo la tripla del 94-84 dal corner sinistro.
Smart in lunetta segnava uno dei due liberi concessi dalla terna, confermando comunque l’impressione che la panchina di Boston stesse dando nettamente di più di quella dei Calabroni (26-53 i punti realizzati sino a quel momento), tuttavia Charlotte metteva la partita in ghiaccio a 3:18 con Walker che fuggendo dal lato sinistro del campo terminava con un appoggio “alla Rondo”.
Kemba raggiungeva anche i 100 punti a 2:35 con un fade-away.
Boston a -15 approfittava del relax di Charlotte segnando 6 punti veloci, tuttavia gli Hornets contenevano abbastanza bene nel finale, senza soffrire eccessivamente (Boston a -7) e la gara si chiudeva sul 104-95.

Charlotte ha tirato meglio dal campo (48,7% contro il 39,6%) e ai liberi (95,7% contro 69,6%), peggio da 3 punti (31,6% contro 38,9%) ma ha vinto la lotta a rimbalzo seccamente con un perentorio 48-33.

Voti

Walker: 8
33 punti (12/26), 5 assist, 5 rimbalzi, 1 stoppata. Se togliamo i tiri dalla grande distanza, sale sopra il 50% dal campo. Indiavolato lascia birilli sul campo quando vuole.

Henderson: 7
13 pt. (4/9), 8 assist, 3 rimbalzi e 2 stoppate. Bene Gerald con discreta media dal campo e tanto altruismo. I suoi passaggi aprono possibilità per i compagni, meno egoista del solito (è pur sempre una SG) da il suo contributo.

Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (2/4), 7 rimbalzi, 2 assist, 3 palle perse. Gioca solo 18:08. Pare con problemi di falli e nell’ultimo quarto Clifford lo sostituisce preferendogli Neal per cercare di contrastare meglio Young.

Zeller: 8,5
20 punti (8/8), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Perfetto dal campo e perfetto ai liberi (4/4). Gran serata per Cody contro la squadra di suo fratello. Sullinger mette due punti più di lui, ma con il doppio dei tiri e svegliandosi quando ormai la partita non contava più. Career-high per Cody.

Biyombo: 6,5
4 pt. (2/5), 10 rimbalzi, 2 stoppate, 1 rubata. Prezioso lavoro a rimbalzo per non concedere seconde possibilità ai Celtics. 4 punti da centro prettamente difensivo.

Maxiell: 5,5
0 pt. (0/0), 2 rimbalzi, 1 stoppata. 4 falli di Jason, non il giocatore più pulito e coordinato del mondo. Nell’unico tentativo di tiro fa sfondamento.

Williams: 6,5
10 pt. (4/7), 10 rimbalzi, 1 stoppata. Perde una palla cui parzialmente rimedia con la stoppata. Sembra dormire un po’ a inizio ultimo quarto ma si rifà con un’entrata importante.

Neal: 6
7 pt. (2/12), 4 assist, 2 rimbalzi. Ok, sarebbe da 5 con quella % dal campo. Lui però ha il merito di realizzare una tripla importantissima per la gara. Sperando che l’incantesimo si sia rotto e le % tornino a salire.

Roberts: 5,5
3 pt. (1/2), 2 rimbalzi, 1 assist in 9:07. Persa palla banalmente a inizio ultimo quarto segna 3 punti che serviranno. In difficoltà quando è pressato.

Hairston: 7
8 pt. (3/5), 2 rimbalzi e 2 stoppate in 12:52. Ben presente in campo dove stoppa, devia, difende e attacca bene. Una serata interessante per il rookie.

Coach Clifford: 7
Gara incanalata subito bene. Non si è sofferto sino al rientro di Boston. Quando i Celtici hanno raggiunto il -6, gli Hornets non sono crollati dopo il timeout. Buoni giochi pick and roll e altre situazioni simili.

https://www.youtube.com/watch?v=yVaRM9fDM5g