Game 65; Charlotte Hornets @ Utah Jazz 66-94

Per una notte Salt Lake City si riprende l’aggettivo Great (sua vecchia denominazione storica) davanti all’attuale nome ufficiale.
Contro una delle squadre più in forma dell’intera NBA (5 vittorie di fila), anche se non avrebbe niente da dire per quel che riguarda gli obiettivi stagionali, gli Hornets escono subito di scena.
I Jazz nel primo tempo sentono dodici volte il suono della retina da oltre l’arco, mente Charlotte strimpella qualcosa, troppo poco il gioco collettivo per portare risultati concreti, così a metà tempo la gara è già persa e con poche note positive.
Charlotte scivola così al decimo posto in classifica, complici le vittorie di Boston, facile 108-89 in casa su Phila e Miami che batte in una gara che ha avuto poche storie Cleveland. SoloIndiana perde con Toronto nella notte, ma rimane avanti.
Una preziosa vittoria per 106-92 per gli Heat. Gli Hornets sono sempre lì, ma per rimanere attaccati ci vorrebbe una vittoria nella notte nel back to back a Los Angeles sponda Clippers.

Gerald Henderson. Insieme a Mo e Kemba hanno giocato male nella notte.

Gerald Henderson. Insieme a Mo e Kemba hanno giocato male nella notte.

Ritrovato insperatamente Jefferson dopo solo una gara e mezza fuori, i Calabroni (in viola) di coach Clifford se la giocavano con; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams (ancora fuori Zeller i cui trattamenti alla spalla non sono stati efficaci) e Jefferson, la squadra di Quin Snyder (in bianco) rispondeva con; Exum, Hood, Hayward, Favors e Gobert.

Gli Utah Jazz iniziavano decisi la partita attaccando il canestro con Hayward.
Dalla sua penetrazione frontale la franchigia dello Utah guadagnava due liberi a causa di un tocco di Mo Williams in aiuto.
A 11:39 i Jazz si portavano in vantaggio 0-2, anche se a 11:23 la squadra di Snyder veniva raggiunta da Jefferson, il quale riceveva da Mo Williams. Big Al piazzato sulla baseline sinistra dalla media distanza aveva lo spazio per mirare e infilare la palla nella retina.
I Jazz ci provavano con quella che sarebbe divenuta la loro mossa risolutiva, cioè il tiro da 3 punti.
Sulla prima conclusione Exum era freddo però, non riuscendo a mandarla a bersaglio, seguivano una serie di errori da parte delle due squadre, poi Utah segnava due volte e l’appoggio dal pitturato di Gobert al vetro costava il 2-6 a Charlotte, la quale reagiva con Mo Williams e il suo tiro dalla sinistra in uno contro uno che riportava i Calabroni a un possesso. Utah perdeva palla e MKG dall’area con un jumper frontale ristabiliva la perfetta parità. Utah però iniziava il suo show a 7:57 con Exum, il quale realizzava da 3 punti e anche se Mo 12 secondi dopo si ripeteva riproducendo un’azione simile alla sua precedente mettendo un gran tiro dalla baseline, anche Dante continuava a ripetersi.
Dalla stessa posizione e libero Exum realizzava la tripla dell’8-12. Clifford memore della partenza a handicap con i Bulls avvenuta per colpa delle troppe triple subite si affrettava a chiamare time-out. Il time-out non portava consiglio agli Hornets con Mo Williams che tentava la tripla; nulla da fare per lui, buona invece quella di Hayward per l’8-15.
I Calabroni a 6:29 avevano uno dei pochi buoni sussulti della partita, anche a causa di una pressione difensiva notevole dei padroni di casa. Da una penetrazione di Mo Williams chiuso sotto canestro da 3 avversari nasceva un assist volante del nostro play a passare i suoi marcatori; la palla era diretta sulla sinistra dove incontrava Jefferson a pochi passi che da solo metteva il tiro con i tre difensori fuori gioco.
Utah non si fermava da oltre l’arco e a 5:55 Hayward si ripeteva, Mo Williams cercava d’imitare Gordon ma falliva due bombe, nel mezzo c’erano due entrate di MKG entrambe fermate irregolarmente che fruttavano 3 punti ai Calabroni dalla lunetta per il 13-18, le ripetizioni delle azioni in questa fase erano più cicliche delle stagioni e Hayward da tre punti si confermava a 3:19 per il 13-21.
La stagione invernale affliggeva gli Hornets, colpa maltempo difensivo nelle chiusure; il diluvio di triple piovuto sul canestro che non intendeva arrestarsi aveva il nome di Burke a 2:54.
Clifford si chiudeva in casa chiamando un altro time-out e cercando di far aprire l’ombrello ai nostri ragazzi ma nonostante a 2:27 Mo Williams finalmente trovi la tripla avendo un po’ di spazio, a 2:02 Exum segnava un’altra tripla, gli Hornets sbagliavano qualche tiro con Mo, Lance e Jason Maxiell, così a 5 secondi dalla prima sirena Millsap mandava dentro un’altra tripla chiudendo il quarto a favore dei Jazz sul 16-30.

Gli Hornets si apprestavano a giocare un secondo quarto con la panchina in campo per le solite rotazioni proposte da Clifford tentando di ripetere il rientro avvenuto con i Bulls.
La situazione si aggravava esattamente come nella partita precedente quando prima Lance sbagliava un jumper, poi Burke metteva la tripla del +17 Jazz (16-33).
Gli Hornets guadagnavano un punto con un libero di Biz e due di Henderson ma Hood segnava ancora da tre seguito da un due punti di Millsap per il +21… 19-40.
Su una ripartenza Hornets i Jazz spendevano un fallo a centrocampo, Walker tirava da lì mettendo un tiro non valido (appena dopo la continuazione).
Lo stesso Kemba falliva un tiro da due punti sull’azione successiva.
Hood a 9:07 faceva proseguire l’incredibile serata fatata (per i Jazz) da oltre l’arco.
La difesa degli Hornets iniziava a dare segni di cedimento strutturale e mentale, i Jazz prendevano rimbalzi offensivi e guadagnavano anche tiri da sotto aumentando il loro margine di vantaggio a 30 punti.
Kemba a 6:04 segnava dalla lunetta portando gli Hornets sul 21-49 ma i punti tornavano 30 con il raddoppio di Jefferson sulla linea di fondo; sullo scarico la palla passava e Gobert da solo schiacciava tranquillamente senza opposizione.
Charlotte aggiungeva 4 punti, ricevendone due dai FT di Stephenson e altrettanti da Jefferson, il quale segnava al secondo tentativo dopo un bel pick and roll giocato con Mo Williams.
Lance iniziava a farsi vedere grazie a un crossover pazzo che lo portava nel pitturato contro due avversari, ormai sotto canestro cercava il contatto e poi la separazione per il tiro.
Gli riusciva tutto bene; canestro e libero mandato dentro per il 28-51. Utah tuttavia giocando sul velluto in virtù del margine ottenuto metteva una tripla anche con l’australiano Ingles.
Charlotte non riusciva a reagire e finiva negli spogliatoi in ritardo di ben 31 lunghezze sul 30-61 ormai avendo già mollato gli ormeggi…

Se poi nella ripresa per vedere un canestro dovevano passare 2:11 e questa realizzazione era dei Jazz si capiva che il risultato non sarebbe più stato messo in discussione.
Era Hood a tirare da 3 frontalmente su uno scarico con Henderson che alzava un braccio inutilmente sul tiro.
Dopo il time-out il tempo scorreva, e se Henderson dalla baseline con un tiro dalla mid range riusciva a metter uno dei pochi tiri effettuati nella sua serata, Hood da 3 punti metteva il 34-71.
A 6:17 MKG in entrata guadagnava la linea di fondo, chiuso, scaricava da sotto canestro al corner sinistro per Marvin Williams che non tradiva la fiducia con i tris di punti.
Altra azione da segnalare di Stephenson che sulla baseline sinistra tentava il crossover, passava al tiro ma trovava un contatto che lo portava a tirare alzando a una mano e a gambe aperte in una simil posizione air-jordaniana che gli portava bene poiché ne usciva un bel canestro, sebbene sbagliasse il libero addizionale facendo rimanere il punteggio sul 43-81 Il finale vedeva Lance sbagliare un jumper, Favors andare a segno, Walker mettere l’unico tiro di serata (una tripla passando verticalmente dietro un blocco) e Favors chiudere con altri due punti prima dell’errore di Stephenson allo scadere che visibilmente contrariato aveva un gesto di disappunto tornando verso la panchina.
Il punteggio era di 46-85 e Clifford ormai pensando alla gara contro i Clippers poteva dar spazio alle seconde linee in maniera abbondante e generosa.

Charlotte iniziava bene l’ultima frazione con un parziale di 10-0.
Maxiell riceveva in post basso, si voltava e a 11:26 segnava utilizzando la tabella, Biyombo stoppava alla grande il tentativo d’appoggio di Ingles, Stephenson quindi produceva otto punti di seguito; a 10:20 il crossover di Lance batteva il suo difensore e l’alzata ipnotica della sfera riusciva a evitare anche il tentativo di stoppata dell’aiuto, in difesa subiva sfondamento, poi a 9:17 realizzava due liberi per fallo di Ingles, ancora andava in elegante appoggio al vetro con un’entrata verticale e infine a 8:10 dopo un palleggio dietro la schiena, infilava nuovamente con un fade-away frontale per il 56-85.
Il parziale era interrotto da Utah con Hood a 7:50 con un jumper.
Kemba giocava qualche minuto ma in entrata rilasciava anche un air-ball, Vonleh dimostrava forza e tempismo rifilando una buona stoppata a Burke e nel finale due triple di Daniels (se fossi Clifford inizierei a utilizzarlo maggiormente anche perché Steve Martin, commentatore degli Hornets dice che in allenamento impressiona) davano un finale meno pesante nel punteggio.

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Troy Daniels, 2/2 da 3 punti nel finale.

 

I Jazz hanno commesso più turnover degli Hornets (7-14) e hanno rubato meno palloni (3-5), hanno commesso più falli (19-11) e hanno messo a referto solo una stoppata in più (5-4) ma sono andati sicuramente meglio nella statistica assist (19-9), nelle % dal campo 15/24 da 3 contro il 5/19 degli Hornets per un complessivo delle due squadre di 23/78 Hornets e 32/78 Jazz…
Ciò che ha determinato maggiormente il risultato a mio parere (oltre alle triple) è stata la lotta al rimbalzo vinta dai Jazz 47-30 con ben 22 rimbalzi catturati dal lungo francese Gobert.
Adesso occorre voltare subito pagina.
La partita è stata persa, mente e gambe devono tornare fresche.
Bisogna migliorare la difesa sull’arco e provarci sin da subito iniziando con ben altra intensità sul campo dei Velieri stanotte.

Voti

Mo Williams: 4,5
7 pt. (3/12), 3 rimbalzi, 1 assist. Inizia bene con un paio di assist per Jefferson davvero belli, poi non si capisce che gli prenda e inizia a tirare da tre punti. Con il distacco che cresce lui si ostina a tirare anche senza spazio (alla fine farà 1/8), il divario si allarga e le statistiche peggiorano. Un paio di chiusure difensive molli ci costano 6 punti. Colpevole.

Henderson: 5
4 pt. (1/6), 1 rimbalzo, 1 assist. Un po’ molle sulle chiusure ai tiri, in attacco sbaglia quasi tutto quando servirebbero i suoi punti da SG.

Kidd-Gilchrist: 5
7 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Sono rare le volte in cui riesce a vincere il duello con Hayward, notte non all’altezza delle sue ultime prestazioni.

Marvin Williams: 5
3 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 1 rubata. Sovrastato a rimbalzo, male in attacco. Il sostituto di Zeller non fa bene.

Jefferson: 6,5
10 pt. (5/11), 7 rimbalzi, 2 rubate. Gobert prende tantissimi rimbalzi, Big Al al rientro mette qualche tiro a inizi partita. Naufraga anche lui alla fine, ma era al rientro.

Walker: 4,5
5 pt. (1/8), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Perde due palloni, non entra mai veramente in partita. Segna solo una tripla con esitazione. Non di avvicina ancora a livello del Kemba versione inizio anno.

Biyombo: 5
1 pt. (0/0), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Qualcosina con le palle conquistate, nullo per i punti segnati…

Maxiell: 5,5
2 pt. (1/3), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Un po’ meglio di Biz nella notte ma non eccezionale.

Stephenson: 7
17 pt. (6/13), 1 rimbalzo. Un paio di palloni persi come al solito e qualche tiro sbagliato. Con ancora un po’ di tempo da giocare trova due canestri difficili. Anche nella parte finale segna otto punti consecutivi anche se addolciscono solamente la pillola. Quando attacca il canestro dal palleggio con il crossover e va dentro, spesso è letale.

Taylor: 5
0 pt. (0/6), 2 rimbalzi, 1 rubata in 12:00. Ne segnasse una, sebbene giochi nell’ultimo quarto co le squadre ormai poco tese.

Roberts: 5,5
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 1 assist in 6:57. Un po’ come l’ultima gara. Ci prende poco…

Vonleh: 6,5
2 pt. (0/1), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca a partita strapersa per 6:57. Si prende 5 rimbalzi, mette a referto una bella stoppata, lotta un paio di volte sotto le plance, in una si guadagna i liberi. Sembra in progresso.

Daniels: 6,5
6 pt. (2/2), 1 rimbalzo in 4:33. Mette due triple con buona coordinazione. Contava poco, ma muove il punteggio e fa intravedere che c’è. Se Gerald non è in serata al tiro potrebbe prendersi dei minuti.

Coach Clifford: 5,5
Prova della verità questa sera. E’ lui che non riesce a dare i correttivi alla squadra per difendere anche sul perimetro o sono i suoi che non capiscono o lo ascoltano? I segnali con i Bull c’erano stati. Gli Hornets limitano Favors, ma subiscono qualche tripla che doveva essere contrastata meglio e lasciano spazio ai cm di Gobert che cattura più rimbalzi di Kidd-Gilchrist, Marvin Williams, Jefferson, Biyombo e Maxiell insieme (22-21)…

https://www.youtube.com/watch?v=OKtSdrKrqdI

Road to..?

Gli Charlotte Hornets hanno ancora 18 partite da disputare da qui alla fine della stagione.

Only Hornets

La lotta per i playoffs nel frattempo si è infiammata.

Se Detroit è ormai uscita velocemente dalla pugna e Brooklyn non sembra essere in grado di reggere l’”overdrive” ingranato da Indiana, Charlotte e Boston che si contendono due posti per i playoffs (e poi c’è empre Miami), la situazione secondo alcuni analisti non è rosea per i Calabroni che avranno ben 11 delle ultime 18 partite da giocare in trasferta a fronte delle 7 casalinghe.

Forse qualcuno si ricorda della canzone dell’artista inglese di origine italiana Chris Rea (per me una delle canzoni più belle in assoluto mai realizzate) “Road To Hell”, che potrebbe adattarsi alle insidiose trasferte portando all’inferno (fuori dai playoffs) Charlotte se dovesse perdere troppe partite e le due già citate Boston e Indiana dovessero contemporaneamente continuare a vincere.

Indubbiamente le gare lontano dall’Alveare normalmente dovrebbero essere più difficili, ma se si osservasse attentamente la classifica andando a mettere a fuoco tra le vittorie in casa e in trasferta si scoprirebbe che Charlotte in casa ha un record di 16-18 contro un record in trasferta di 13-17, non molto dissimile quindi.

Proprio questa settimana i Calabroni avranno tre gare in trasferta seguite da altre due a inizio settimana prossima, per un viaggio in trasferta che durerà cinque partite.

Per sopravvivere all’alta marcia ingranata dai verdi del Massachusetts e dai gialloblù dell’Indiana, la squadra guidata da Clifford dovrà cercare di ottenere più vittorie possibili in trasferta, a partire possibilmente dalla notte contro gli Utah Jazz, squadra in gran forma (ci sarà da controllare Favors) che è arrivata a cinque vittorie consecutive.

La situazione pareva essersi aggravata con “Big” Al Jefferson infortunato, ma nelle ultime ore si è passati a una situazione di dubbio e ancora più recentemente sembrerebbe che l’ipotesi che possa addirittura giocare contro la sua ex squadra non sia così remota. Gli Hornets ritroverebbero così un importante marcatore per tentare di lanciare l’assalto finale ai playoffs in grado di aiutare i piccoli giocolieri degli Hornets a sfruttare più spazi sul parquet.

Dopo la gara con i Jazz, gli Hornets saranno attesi nella notte di mercoledì (orario italiano) dai Clippers, forse la gara più difficile delle cinque da disputare. Nella notte di sabato andrà in scena la rivincita contro i Kings a Sacramento con gli Hornets che dovranno migliorare l’atteggiamento difensivo e sistemare la difesa su DeMarcus Cousins e Rudy Gay se vorranno vincere contro una squadra comunque che rimane alla portata. Per chiudere il viaggio a Ovest (ultima trasferta contro squadre dell’altra Conference) i Calabroni voleranno a Minneapolis lunedì 23 a mezzanotte in una sfida che ha le sue difficoltà ma non come le precedenti e chiuderanno a Chicago (sperando che Butler sia ancora fuori) il giorno seguente all’una di notte per cercare di vincere l’head to head stagionale contro i Bulls. Il calendario con due back to back forse non aiuta molto, ma nel frattempo la squadra di Jordan potrebbe ritrovare anche Zeller (infortunio alla spalla).

Speriamo quindi che sia una Road To Paradise, una strada per i playoffs, nonostante la distorsione sulle frequenze W/L che le due rivali (contro le quali avremo ancora una gara a testa da disputare) hanno innescato.

Ora la palla passa alla squadra.
Let’s go Hornets!

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Classifica Eastern Conference al 14/03/2015

Charlotte su e giù con l'ascensore. Dopo la vittoria con i Bulls e la sconfitta degli Heat contro i Raptors Charlotte risale all'ottavo e ultimo posto disponibile per entrare di diritto nella post season. Con i Pacers in ascensione e i Nets tagliati fuori, la lotta al momento parrebbe restringersi a un posto per tre squadre; Boston, Charlotte e Miami.

Charlotte su e giù con l’ascensore. Dopo la vittoria con i Bulls e la sconfitta degli Heat contro i Raptors, Charlotte risale all’ottavo e ultimo posto disponibile per entrare di diritto nella post season. Con i Pacers in ascensione e i Nets tagliati fuori, la lotta al momento parrebbe restringersi a un posto per tre squadre; Boston, Charlotte e Miami.

Game 64; Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 101-91

Sottotitolo; RimontHornets!

fff

Gli Charlotte Hornets sul baratro a inizio 2° quarto, sotto di 19 punti, vincono (se ci fermassimo a quell’istante) insperatamente una partita, giocata più da Harlem Glob Trotters che da Hornets.
La classica svogliatezza degli Harlem, abili e capaci di rientrare in partita sbeffeggiando gli avversari.
Quello però è uno show, qui si trattava di partita vera e a parte dei colpi che qualche giocatore ha nelle corde, la gara tra due squadre che hanno perso pezzi importanti per infortunio si prospettava come una battaglia difensiva.
I Bulls avevano iniziato bene lanciando missili da tre punti che la contraerea Hornets non era riuscita a intercettare, ma poi le difese sul campo sono aumentate, così Charlotte ha meritatamente vinto una partita importante, trascinata anche dal suo pubblico.

Lo sforzo di Kidd-Gilchrist per andare a canestro.

Lo sforzo di Kidd-Gilchrist per andare a canestro.

I Bulls si presentavano alla Time Warner Cable Arena in campo con la classica divisa rossa; Brooks, Dunleavy, Snell, Noah e P. Gasol, gli Hornets in teal opponevano; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Biyombo.

Gli Hornets ci provavano subito con Mo Williams che penetrava dalla linea di fondo destra, passava sotto il canestro e tentava un reverse layup che non entrava, i Bulls ripartivano ma il cronometro aveva problemi.
Il gioco s’interrompeva, poi Gasol non segnava e Charlotte tornava in attacco, purtroppo però ancora una volta il cronometro elettronico girava a caso e gli arbitri erano costretti a fermare il gioco.
Clifford e Thibodeau se la ridevano sulle panchine durante il lungo stop e alla ripresa del gioco Charlotte si accontentava del tiro in sospensione di Henderson che non entrava, così come il tentativo di Snell che non toccava nemmeno il ferro.
A passare in vantaggio erano gli Hornets che traevano dall’azione personale di Mo Williams (dribbling e open frontale dal pitturato) i primi due punti.
Chicago tuttavia faceva capire subito che non sarebbe stata una serata semplice per gli Hornets tornando in attacco e segnando a 10:20 una tripla dal centro destra con Snell che si ripeteva da 45° sinistra dopo l’errore di Mo.
Sotto di quattro gli Hornets segnavano a 9:20 con Gerald in uno contro uno tirando dalla media distanza, Brooks metteva il tiro sfruttando la tabella, ma gli Hornets accorciavano sul -1 grazie a una palla che strisciava a terra dall’interno verso l’esterno e anche se il destinatario desiderato non era Marvin Williams agli Hornets tornava utile perché la tripla frontale di Marvin per il 7-8 era graditissima.
Gasol s’incaricava per i suoi di portare a casa altri due punti dalla baseline destra con un tiro lungo ma Biyombo ristabiliva il -1 grazie a due liberi per un fallo sul tiro di Dunleavy.
L’elastico proseguiva con Gasol che nel pitturato realizzava e con Mo Williams e il suo lungo jumper da destra a segno, qui però Chicago iniziava il suo periodo d’oro; Brooks segnava da 3 e Dunleavy schermato da Noah si ripeteva, Mo Williams commetteva infrazione di passi e Brooks segnava altri due punti con lo stesso Mo non proprio aggressivo su di lui. Mo si faceva perdonare poco dopo con una tripla che muoveva il punteggio sul 14-22, ma Brooks si buttava a sinistra in entrata, il suo tiro colpiva il ferro ed entrava per il 14-22.
Mo Williams in attacco cercava la penetrazione sulla linea di fondo ma pestava la linea, così Chicago in attacco segnava ancora incredibilmente da 3 punti a 4:18 con Snell il 14-25.
Mirotic sbagliava una facile transizione, allora Walker “guidava” se stesso in penetrazione, poi saggiamente decideva di scaricare la palla a spicchi fuori fornendo un passaggio a Marvin Williams che non falliva la bomba del 17-25.
Le squadre, fresche, stavano tirando con altissime percentuali da 3 punti, ma i Bulls continuavano a mettere tiri su tiri; era il caso di Gasol dalla top of the key e di Brooks che in mezza transizione cercava di uccidere la partita con l’ennesima tripla, la quale diveniva la sesta mandata a bersaglio su sette tentativi…
Niente da fare per gli Hornets nemmeno dopo il time-out, anzi, Mirotic si prendeva un tiro dall’arco con spazio e portava a 17 i punti di vantaggio degli ospiti.
Walker segnava andando in penetrazione e mettendo un appoggio rovesciato a 1:02 ma i Bulls finivano avanti il primo quarto 19-35.

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La seconda frazione, un po’ frammentata, cominciava sulla falsa riga del primo quarto con McDermott a colpire con la tripla che doppiava gli Hornets (19-38).
Con la panchina in campo gli Hornets iniziavano a ricevere qualcosa da Stephenson in entrata, i suoi due punti erano però “annullati” dai due liberi di McDermott per un fallo dello stesso Lance con il pubblico a fischiare per una presunta disparità sui falli sanzionati.
Clifford chiamava il time-out cercando di correggere il tiro, infondendo fiducia, incoraggiando i suoi e cercando di stimolarli a giocare più intensamente in difesa.
Henderson imitava Walker al rientro e segnava in reverse layup (lui partendo però dalla linea di fondo), poi andava dentro nuovamente in attacco verticale sul lato destro, ma veniva abbattuto sul tentativo di tiro da McDermott.
Dalla lunetta la nostra SG continuava a essere una garanzia per un due su due che faceva segnalare al tabellone luminoso il 25-40.
Il giocatore dei Bulls si rifaceva poco dopo segnando una tripla aperta dal lato sinistro facendo denotare qualche problema di copertura sull’arco ancora, ma Charlotte si riavvicinava con un libero (splittati) di Lance, un canestro di Jason Maxiell da sotto e a 8:38 recuperava altri 3 punti grazie all’entrata sfrontata di MKG che andava a contatto con Hinrich, rilasciava la palla al vetro che molto probabilmente sarebbe finita nettamente fuori, Snell la toccava, goaltending e fallo di Hinrich.
Gioco da 3 punti pesante e classica scintilla partita da Kidd-Gilchrist per infiammare la squadra.
Il libero a segno consentiva agli Hornets di tornare sul -12 (31-43), ancora distanti ma determinati a rimontare, tanto che Maxiell segnava un libero e poi andava a stoppare Mirotic, dal contropiede nasceva l’attacco a canestro portato personalmente da MKG che con un terzo tempo lento con cambio di direzione metteva il fing and roll del 34-43.
Mirotic si rifaceva parzialmente su Maxiell andando a prendersi un fallo, il 2/2 dalla linea della carità era un contrattempo per i Calabroni, i quali subivano sì un altro libero di Noah (splittati) per causa di un altro fallo speso da Jason, ma guadagnavano tre punti grazie ad un pump fake con tiro vincente di Walker; sulla finta Brooks abboccava finendo addosso al play degli Hornets che completava dalla lunetta a 6:51 per il 37-46.
I Bulls nel finale cercavano di contrastare la tendenza alla rimonta palesata dagli Hornets con Mirotic che da sotto realizzava ben pescato da Noah.
Un charge chiamato a Noah non era preso bene dal lungo dei Bulls che pagava il suo gesto di stizza con un tecnico, gli Hornets guadagnavano la lunetta 3 volte, Kemba (1/1) e Lance (1/2) aggiungevano due punti.
Gli Hornets nel secondo quarto beneficiavano diverse volte della lunetta, attaccando i Bulls con gravi problemi di falli; era il caso di Stephenson che provava l’appoggio rovesciato andando oltre il canestro per evitare la stoppata, niente da fare, ma la palla era preda di Biz che subiva fallo a 4:58 e andava in lunetta dimostrando di aver migliorato dalla linea.
Due su due e 41-48…
A 4:40 però un inaspettato 3 punti di Gasol dall’angolo destro ricacciava indietro gli Hornets, i quali non si scoraggiavano e andavano a mettere punti preziosi, prima Walker in rito segnava due punti, poi attaccando con Henderson il canestro trovavano un’altra volta la lunetta per fallo di Dunleavy.
Ancora perfetti i Calabroni dalla lunetta e -6 (45-51). Biyombo stoppava Brooks e Walker ormai sotto canestro dopo la penetrazione, con un ravvicinato passaggio volante serviva Biz che da sotto segnava il 47-51. Chicago intuiva che non poteva continuare così e segnava un punto con Gasol dalla lunetta e a 2:37 con una bomba di Snell dal lato sinistro per il 47-55.
Kemba tentava un passaggio breve orizzontale dall’arco ma Dunleavy intercettava, partiva in transizione, ma disturbato da Henderson sprecava una facile occasione, quindi Marvin Williams puniva i Bulls con una tripla sul secondo tentativo provato (grazie a un rimbalzo offensivo di Biz).
Nel finale una classica inarrestabile entrata con appoggio a una mano di Gasol, due liberi di Mo Williams e un gioco da 3 punti di Brooks chiudevano il conto dei primi 24 effettivi sul 52-60, dopo aver valutato se il tiro di Marvin fosse da 3 o no.

Kemba Walker. Attualmente è una minaccia partendo dalla panchina.

Kemba Walker. Attualmente è una minaccia partendo dalla panchina.

Nel terzo quarto i Calabroni entravano molto più determinati concedendo pochissimo ai Bulls.
Biyombo metteva subito in difficoltà Gasol che provava il tiro, ma non colpiva nemmeno l’anello, Biz si prendeva una stoppata ma l’ultimo tocco con la palla che rotolava oltre la line di fondo era dei Bulls e Marvin Williams sull’azione successiva buttava dentro la tripla dal lato sinistro per il 55-60.
Marvin era anche abile a rubare un pallone a Noah e gli Hornets accorciavano nuovamente; la finta di tiro da tre punti di Henderson lo aiutava a liberarsi del difensore, la sua penetrazione dalla linea di fondo era contrastata irregolarmente da Noah che lo toccava sull’avambraccio destro impedendogli la schiacciata.
Poco male… dalla lunetta Gerald a 9:50 segnava altri due punti per il 57-60.
I Bulls facevano girare velocemente palla, dentro-fuori, sul perimetro, ma i Calabroni sembravano veramente tali, andando a chiudere velocissimamente su ogni apertura, costringendo i Bulls a tirare da 3 marcati e facendoli sbagliare.
Chicago tornava a segnare un punto con Brooks che andava in lunetta per un fallo di Marvin Williams (fallo giusto chiamato a Marvin per un contatto saltando leggermente in avanti facendolo uscire di poco dal proprio cilindro), poi era Snell a mettere due tiri dalla linea ma a 8:12 Mo Williams entrava in partita passando velocemente dietro un blocco sull’arco e sparando dalla diagonale sinistra over Noah realizzava tre punti che valeva il 60-63.
A 7:41 un grandissimo canestro di Henderson portava al pareggio Charlotte.
Il suo movimento in entrata da ninja era contrastato fallosamente da Noah, Gerald non si fermava e in terzo tempo, pur perdendo un po’ l’equilibrio, metteva il tiro e il libero supplementare.
L’Alveare diveniva una bolgia, aiutando gli Hornets a moltiplicare gli sforzi difensivi, chiave per vincere la gara.
Brooks da 3 falliva, Mo Williams andava in penetrazione sulla sinistra, si arrestava staccandosi dal suo marcatore e metteva dalla media un pull-up per il sorpasso Hornets (65-63).
Il time-out Bulls non schiariva le idee ai giocatori di coach Thibodeau che tentavano con Snell nuovamente da tre punti, finalmente le percentuali calavano e a 6:20 una drive di Mo consentiva un passamano a Biz che da sotto non si sottraeva alle proprie responsabilità segnando il +4 che diveniva +2 per colpa di Gasol che faceva il massimo mettendo un bel canestro.
La coppia Mo/Biz però si riproponeva poco dopo; tiro di Mo, nulla da fare ma Biyombo catturava un altro rimbalzo offensivo più il fallo a 5:39.
Biz non tremava e segnava le due occasioni procuratosi.
I Bulls insistevano da 3 con Dunleavy ma non segnavano più…
Biz segnava alla fine di un attacco con quattro possibilità avute dagli Hornets, ma si aiutava nettamente con le braccia spingendo Mirotic e gli arbitri annullavano.
Entrava Maxiell e Snell mancava un altro 3 punti così MKG in entrata 1 contro 2 dal pitturato alzava la sfera la cui rotta calcolata era la retina, trovata perfettamente.
L’allungo degli Harlem GlobHornets continuava con MKG che combatteva contro il ferro per mandar dentro l’appoggio frontale disturbato dal montenegrino Mirotic.
Gli Hornets moltiplicavano gli sforzi e triplicavano Gasol in area che perdeva palla grazie a Lance abile a soffiargliela sul palleggio, così Walker portava in doppia cifra il vantaggio degli Hornets (75-65) con un tiro in ritmo dalla diagonale destra preso a 2:49.
Maxiell costringeva Gasol a tirare corto e i 24 dei Bulls scadevano, ci si metteva anche il fero contro i Bulls, un turnaround di Hinrich girava intorno all’anello che faceva sobbalzare via la sfera salvando gli Hornets che finivano comunque per subire sull’azione offensiva seguente dei Bulls un tap-in di Mirotic.
MKG attaccava ancora, non segnava, ma prendeva il suo rimbalzo e rimediava all’errore segnando il 77-67.
Il quarto si chiudeva con una difficile tripla messa da Snell, sebbene fosse marcato.
Le squadre si concedevano quindi due minuti di riposo prima dell’ultimo quarto con i Calabroni in vantaggio 77-70.
Clamorosamente gli Hornets avevano concesso solo 10 punti ai Bulls in questa frazione.

Mo Williams, dopo un primo tempo non eccelso ha disputato una buona ripresa.

Mo Williams, dopo un primo tempo non eccelso ha disputato una buona ripresa.

L’ultimo quarto si apriva con un bel tiro dalla media distanza di Maxiell che colpiva dalla sinistra, ma McDermott con una bomba accorciava fino al -6. Maxiell si erigeva a inaspettato protagonista trascinando la squadra; Hendo non segnava ma Jason metteva il tap-in a 11:08, poi era Gerlad a farsi perdonare segnando dalla destra dopo una finta, il 3 punti che mandava K.O. i Tori.
Il suo tiro preso a 10:35 fruttava l’84-73.
Noah continuava la sua pessima serata mettendo solo uno dei due liberi e poi tornando in attacco provava un passaggio schiacciato per nessuno che si perdeva sul fondo.
A 9:03 Stephenson si lanciava verticalmente in area, Mirotic non era d’accordo, allungava un braccio colpendo con la mano palla e mano di Lance, il quale resisteva e in allungo riusciva a mettere l’appoggio con la mano sinistra un up & under esaltante.
Il libero non andava a buon fine ma così come la tripla seguente di Mirotic. A 8:12 giro e tiro di Maxiell (fallo speso male sull’alzata da Noah) e ½ di Jason dalla linea, a 7:24 un fade-away di Henderson, a 6:29 il runner di Brooks vincente e20 secondi dopo una penetrazione di Stephenson in reverse layup aumentavano il divario portando il punteggio sul 91-76 con il cronometro amico a scorrere.
Maxiell a 5:20 dimostrava che era la sua serata magica; un giro e tiro con palla sul ferro finiva per premiarlo, anche quando commetteva fallo poco dopo su Brooks era fortunato poiché il play avversario splittava, così gli Hornets che ora giocavano sul velluto segnavano a 4:57 con un pull-up di Mo Williams.
Gli Hornets troppo rilassati però attaccavano con approssimazione, consentendo ai Bulls di rientrare quasi in gara mettendo un parziale di 10-0 in poco meno di 3 minuti, infatti, Mirotic in mezza transizione si arrestava e sparava la tripla frontale che portava il risultato sul 95-87.
Gli Hornets continuavano il blackout offensivo ma difendevano bene con Biz che costringeva Brooks a sbagliare un reverse layup.
Il tempo però scorreva e anche se Gasol dalla lunetta segnava (fallo di Biyombo) le due conclusioni, portando i suoi sul 95-89, dovevano correre ai ripari spendendo falli.
Mo Williams inaugurava dalla lunetta l’ultimo giro di lancette segnando i due liberi a :49.3.
L’appoggio di Mirotic era seguito dal tentativo di raddoppio in pressing alto dei Tori, passato agilmente con due passaggi da Charlotte che mandavano MKG in lunetta per due liberi a segno.
Ai Bulls che spendevano ancora un fallo su Hendo non restava che arrendersi 101-91.

Charlotte domina incredibilmente a rimbalzo, vincendo la gara grazie a questa statistica e ai tiri presi in lunetta. Ecco le statistiche sotto:

cha-chi

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Voti

Mo Williams: 6
18 pt. (6/15), 5 rimbalzi, 2 assist. Perde 6 palloni, gioca un primo tempo orrendo ma si rifarà nella ripresa, con il canestro del sorpasso, tripla e assist al bacio con i quali guadagna la sufficienza aldilà del 6/15 dal campo.

Henderson: 7,5
20 pt (5/13), 7 rimbalzi, 3 assist. Dalla lunetta è una garanzia, segna un “ventello”, cattura rimbalzi, ma soprattutto fa la differenza nel momento che conta con due azioni pregevoli.

Kidd-Gilchrist: 6,5
13 pt. (5/17), 7 rimbalzi, 3 rubate, 2 stoppate. Un po’ in ombra nel primo tempo, sbaglia diversi jumper con il difensore che gli rientra all’ultimo e gli mette la mano davanti. Non si perde d’animo e lotta. Caparbio.

Marvin Williams: 7
12 pt. (4/10), 7 rimbalzi, 1 rubata. Ottimo lavoro difensivo su Noah che finisce per segnare un punto, totalmente in confusione e nervoso. Non l’avrei mai detto. Mette i suoi tiri e prende qualche rimbalzo.

Biyombo: 7
10 pt. (2/4), 10 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Limita Gasol, va in doppia doppia. Sa quando deve tirare e quando no, solo una volta prova una dunk in più e viene stoppato, tuttavia restituisce ai Bulls la stoppata. Cm ed energia che danno buoni frutti. Un po’ in difficoltà nel finale quando Clifford lo fa uscire, presumo più perché Maxiell ha un miglior gioco offensivo e Gasol stava prendendogli un po’ le misure per guadagnarsi la lunetta.

Walker: 7
10 pt. (4/14), 8 rimbalzi, 7 assist, 1 stoppata. Alla seconda dopo il rientro. Se togliessimo i tiri dal campo, avrebbe in toto delle statistiche clamorose… Nel primo tempo cerca di penetrare ma sbaglia troppe volte, lui si lamenta per dei possibili falli ma a parte in un’occasione gli arbitri vedono bene e non chiamare nulla. Va comunque in doppia cifra e aiuta i compagni. Anche lui qualche buon canestro.

Stephenson: 6,5
8 pt. (3/10), 4 rimbalzi, 2 assist. L’imprevedibilità al servizio della squadra. Lance è più sul pezzo. Sta tornando un giocatore valido. Auguriamoci prosegua con queste buone prestazioni. Le sue incursioni sono preziose per gli Hornets. Se ci crede in penetrazione dopo aver mosso l’avversario con il crossover è come tentare di capire (per il difensore) come girare e incastrare il pezzo di Tetris che scenderà a livello difficile.

Maxiell: 8
10 pt. (4/6), 7 rimbalzi, 3 stoppate. Maxi prestazione attacco e difesa. Intimidisce i Bulls. Nessuno l’avrebbe immaginato qualche mese fa, quando girovagava per il campo, atleticamente deceduto. La sua rivincita. 3 stoppate, buon contenimento e raggiunge la doppia cifra meritatamente sorprendendo anche in fase offensiva.

Vonleh: s.v.
0 pt. (0/0) in 1:11. Apparizione a fine secondo quarto, desaparecido negli spogliatoi…

Coach Clifford: 7,5
Infonde coraggio ai suoi, li aiuta e li incoraggia. Time-out nei momenti giusti. L’idea di continuare ad attaccare da vicino più che da lontano paga con gli Hornets abili a prendersi la lunetta, i Bulls fanno una brutta fine quando iniziano a sbagliare le triple.

https://www.youtube.com/watch?v=uBH3whT7g9A

Contrat-t-empHornets

Ancora problemi per Charlotte; appena rientrato Kemba Walker, ecco uscire di scena “Big” Al Jefferson, in una stagione abbastanza tormentata dagli infortuni in casa Charlotte.

Al Jefferson ha giocato appena 24 minuti la notte passata prima di patire un infortunio al polpaccio destro.

Jefferson Al

A vederlo seduto in panchina dapprima mi era sembrata una contrattura, poi Big Al è rientrato negli spogliatoi e non è più tornato.
Dopo la partita Big Al ha detto di aver sentito uno schiocco.
Questa non pareva essere propriamente una buona notizia in chiave playoffs.


Big Al ha finito la partita con nove punti, sei rimbalzi, una rubata e due stoppate, ma che importa ora… se dovesse perdere altro tempo per infortunio (nel primo pomeriggio l’entourage degli Hornets era pessimista), Bismack Biyombo ripartirà in quintetto, ma come sottolineato più volte, Biz manca di un vero gioco offensivo e si limita (non è un male questo) a ricevere in post basso per schiacciare quando ne ha la possibilità o a correggere tap-in.

E’ raro vederlo attaccare il canestro in uno contro uno e il semigancio alla Jefferson è meglio che non lo provi. Ciò potrebbe avere qualche ripercussione sui playoffs così a lungo cercati dato che Big Al è l’unica opzione affidabile vicino a canestro tra i lunghi. Questo denota una mancanza di profondità nel roster e la volontà di costruire una squadra impostandola sulla difesa.

Bene… nella prossima partita gli Hornets dovranno tirar fuori tutta la grinta e lottare palla su palla se vorranno battere i Bulls della doppia torre Noah Gasol, anche perché Cody Zeller è valutato “day to day” ma al momento pare improbabile possa tornare dal suo infortunio alla spalla per la gara con Chicago.

Una volta rientrato, potrebbe iniziare come centro con Marvin Williams in PF. Contro i Tori sarà una gara tra menomati; se gli Hornets avranno fuori P.J. Hairston, Zeller e Jefferson, anche i Bulls non scherzano oggi senza Butler, Rose, Gibson e si dice Noah in dubbio, ma quando sono in dubbio, contro di noi, chissà perché, finiscono per giocare tutti contro. Inoltre oggi Noah ha dichiarato che è rimasto fuori precauzionalmente solo per un dolore provato.


Sotto allego le statistiche di Jefferson nel mese di marzo per far capire l’importanza di Big Al Jefferson…

al ultime gare

Con i tifosi Hornets in ansia finalmente nel pomeriggio se ne sapeva qualcosa di più.
Lo stesso Al
Jefferson ha detto che il suo recupero dal suo infortunio al polpaccio, non sarà una cosa a lungo termine.”
Nessun danno, “solo un sacco di dolore”, ha detto Jefferson in una breve intervista oggiGli Hornets annunceranno un calendario preciso per il suo ritorno dopo la sua rivalutazione di questo pomeriggio, così anche noi sapremo i tempi di recupero ipotizzati. Un peccato perché con lui domani avremmo aumentato di molto le possibilità di vittoria, senza di lui Bismack Biyombo entrerà in quintetto ma se la dovrà vedere con clienti scomodi, tuttavia potrebbe farsi valere in stoppate e rimbalzi.

Il backcourt con Mo Williams, Gerald Henderson, Kemba Walker saranno probabilmente i giocatori che finiranno per prendersi più tiri, insiema magari a MKG, la cui energia per contrastare i Bulls a rimbalzo sarà fondamentale.

Gara difficile ma dopo due sconfitte per Charlotte, scivolata al nono posto, come cantavano i Queen is “no time for losers”, quindi fuori il pungiglione e squadra da combattimento da subito. Recenti critiche sulla squadra sono arrivate da Coach Clifford e anche autocritiche sono piovute da Gerald Henderson; “We’ve started the last few games horribly and that sets the tone for the whole game”, sostanzialmente la nostra SG asserisce che nelle ultime partite sono state iniziate in maniera orribile e questo ha dato un’impronta per tutta la gara.

Il messaggio è “non far prendere fiducia agli avversari”, ma tentare di annichilirli come avvenuto contro i Nets.

Let’s go Hornets!

cal

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Game 63; Charlotte Hornets Vs Sacramento Kings 106-113

Sottotitolo; danneggiHornets.

Va in malora il progetto di portare a casa una doppia vittoria nelle prossime due gare.
Passo falso degli Hornets che hanno lottato, ma hanno dovuto cedere per molteplici cause; la prima è stata quella arbitrale che nel finale ha contribuito pesantemente con 2 o 3 decisioni dubbie ad avvantaggiare Sacramento, la seconda è stata la perdita durante la partita (nel terzo quarto per un problema alla gamba destra) di Big Al, con Cody già fuori il front court degli Hornets si trovava decimato, e seppur Biyombo si dimostrasse un discreto difensore a Charlotte è mancata in attacco rispettivamente la verve e la capacità tecnica del duo titolare Zeller/Big Al.
In più Boston, Miami e Milwaukee hanno vinto tutte nella notte, rabbuiando ulteriormente la serata di Charlotte.

La Sacramento di coach Karl mandava in campo; McCallum, McLemore, Gay, Landry e Cousins, Charlotte rispondeva con; Mo Williams, G. Henderson, M. Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e A. Jefferson.

Walker rientra sul parquet amico ma non fa una grande prestazione. 2/9 dal campo e 0/2 ai liberi. Ancora arrugginito...

Walker rientra sul parquet amico ma non fa una grande prestazione. 2/9 dal campo e 0/2 ai liberi. Ancora arrugginito…

Dopo la palla a due vinta dagli ospiti, i Sacramento Kings segnavano subito alla prima occasione.
Palla a De Marcus Cousins che sfuggiva anche al timido raddoppio di MKG per mettere un appoggio al vetro contro Jefferson che costava a Charlotte i primi due punti.
Mo Williams non segnava e Charlotte incassava anche lo 0-4 sempre da Cousins.
Big Al mancava il gancio contro Cousins che tentava di far vedere a Jefferson chi fosse il migliore tra i due con un tentativo di tripla aperta che andava lontano dal ferro.
Jefferson forse stimolato riprovava il tiro in gancio ma ancora una volta le sorti del tiro erano avverse a Charlotte, Gay dalla media colpiva ancora mentre Mo su un facile passaggio di Jefferson non controllava finendo per perdere banalmente palla.
L’inquietante inizio di Charlotte proseguiva con McLemore che appoggiava al vetro lo 0-8.
A cambiare livello del videogame da modalità nightmare a modalità hard ci pensava Marvin Williams; penetrazione con appoggio mano sinistra, a 9:32 arrivavano anche i primi due punti per Charlotte.
Gay sbagliava da vicino ma Landry dopo una lotta furibonda con giocatori per terra prendeva palla, subiva fallo da MKG e dalla lunetta portava in doppia cifra gli ospiti a 9:05.
Un’entrata con appoggio insolito a due mani di Mo a 8:57 raddoppiava i punti di Charlotte che tuttavia subiva l’immediata tripla di Gay per il 4-13 costringendo a 8:39 Clifford a chiamare time-out.
La pausa faceva bene agli Hornets che piazzavano un parziale di 12-0.
Jefferson dalla linea faceva ½, a 8:06 un’altra entrata (di MKG questa volta) portava a 7 le marcature degli Hornets, la difesa iniziava a funzionare anche quando Cousins batteva Jefferson sulla linea di fondo, dall’altra parte sul tentativo di reverse layup il centro dei Kings trovava Marvin Williams che metteva a referto una bella stoppata.
Dopo qualche passaggio a vuoto delle squadre arrivava un assist reale, anzi direi che si tratti di un atto di lesa maestà contro i Kings; Henderson sparava dal lato un passaggio che assist che fendeva la difesa, puntualissimo arrivava lanciato come uno shinkansen Kidd-Gilchrist che schiacciava in faccia alla latitante difesa dei Kings per il 9-13.
A 5:39 Henderson segnava in transizione e a 5:18 Marvin Williams metteva la bomba per completare un parziale di 10-0 che portava gli Hornets in vantaggio 14-13 prima del time-out chiamato da Karl.
A 4:54 Mo metteva un cioccolatino nelle mani di Hendo che la nostra SG scartava con un una slam dunk da far tremare l’arena, anche se McLemore da 3 punti interrompeva il flusso degli Hornets con una tripla per il pareggio a quota 16.
Landry da sotto e Jefferson in post basso facevano solo salire il punteggio, poi era sempre la PF avversaria in qualche maniera a dare un punto di vantaggio ai suoi; prima faceva scomparire in salto sull’appoggio la palla ai difensori segnando, poi commetteva fallo su MKG che andava in lunetta ma realizzava solo un libero, i Kings quindi conducevano di un punto a 2:33 dalla fine del primo quarto.
Entrava Walker in campo, applausi per lui ma il suo primo tiro preso da troppo distante non funzionava.
Anche Maxiell faceva il suo ingresso in campo e si arrangiava con il fallo su Rudy Gay.
Gay riusciva a segnarne uno mentre Charlotte sotto le plance trovava con Biyombo il nuovo pareggio.
Il primo quarto si concludeva con altri 3 punti di Rudy Gay e i Calabroni inseguivano 21-24.

Walker ritrovava la via del canestro nel secondo quarto su una penetrazione di Henderson con scarico.
Controllo non perfetto ma abbastanza per segnare la tripla del 24 pari a 11:10 con Miller in leggero ritardo nella chiusura.
Dalla media era lo stesso Miller a riportare in vantaggio la squadra californiana ma Walker restituiva il favore che Henderson gli aveva fatto prima e metteva Gerald nelle condizioni di pareggiare nuovamente la gara con un tiro in sospensione.
Stephenson rispondeva due volte ai canestri dei Kings con due decise entrate m a 9:17 Collins segnava il 30-32, mentre Lance perdeva palla nei pressi della linea di fondo.
Una schiacciata volante sul tiro di Casspi respinto dal ferro da parte di Thompson che si faceva notare anche in difesa stoppando da pallavolista un’entrata di Walker permetteva a McLemore di tentare la prima fuga di serata; il giocatore dei Kings segnava una tripla da 45° sinistra per il 31-38 ma a 7:31 a riportare più in partita gli Hornets ci pensava la coppia Henderson/Walker; il primo in post basso destro raddoppiato vedeva Walker piazzato a 45° sinistra chiedergli palla, il lob per Kemba era buono, così come il tiro da 3 punti per il 34-38.
Dopo due liberi di Cousins si assisteva nuovamente a una sfrontata entrata di Kidd-Gilchrist che passava in mezzo a 3 giocatori, l’unico a tentare di fermarlo era Casspi che allungava un braccio ma peggiorava la situazione perché la nostra ala finalizzava un gioco da 3 punti per il 37-40 a 6:40.
23 secondi dopo MKG andava a battere una rimessa dal fondo (lato Kings), cedendo palla a Mo Williams, il quale schiacciava un pallone di ritorno davanti a Casspi, a MKG non rimaneva altro che rollare a canestro per la facile dunk del -1 che diveniva +1 quando Mo Williams in transizione uno contro uno riusciva a mettere da sotto un tiro non semplicissimo.
I Kings beneficiavano di una rubata di Cousins a Jefferson ma sulla transizione McLemore sbagliava l’alley-oop che arrivava ugualmente a 4:13 con Miller per Gay.
Episodio tragicomico poco dopo; su un cambio lato di Charlotte Henderson alzava le mani sopra la propria testa per cercare di contenere il passaggio, ma riusciva solamente ad alzare la palla che finiva sul volto di una signora, la quale stava guardando da un cellulare, forse un tablet qualcosa che la “vicina” le stava mostrando, non accorgendosi che il meteorite arancione viaggiasse proprio diretto sul suo volto.
Impatto devastante con viso e occhiali volati via.

https://www.youtube.com/watch?v=QvSPJXGR_ug
Un po’ di epistassi per la signora, sempre detto che l’abuso dei telefonini fa male.
Signora sconnessa come Jefferson, che prima concedeva due liberi a McCallum, poi pasticciava lamentandosi di un tocco di Cousins, che onestamente non saprei se realmente avvenuto.
Un’ingenuità di Big Al comunque, che protestava a e si prendeva il tecnico.
Gay ringraziava e metteva il 41-45. Anche De Marcus cercava qualcuno fuori dal campo con un’aperura in salto, in questo caso era la sua panchina a recuperar palla, tuttavia Landry aumentava il vantaggio di due per gli ospiti, prima che a 1:15 Marvin Williams risolvesse l’azione con una tripla.
I centri divenivano protagonisti di questo finale di primo tempo; Cousins segnava 4 punti, Jefferson gli rispondeva facendosi largo in area e con delle finte realizzava il 46-51 che sanciva anche la fine dei primi 24 minuti effettivi.

Biyombo in schiacciata. Nel finale h dovuto sostituire Jefferson uscito per problemi a una gamba.

Biyombo in schiacciata. Nel finale h dovuto sostituire Jefferson uscito per problemi a una gamba.

Nella ripresa Gay a 11:28 faceva capire che i Kings non erano venuti per niente in North Carolina.
Con Charlotte sul -8 Henderson andava in lunetta mentre Clifford confabulava con MKG per aggiustare la difesa, i liberi andavano a segno ma la difesa di Charlotte soffriva ancora; Landry era raggiunto da un passaggio sotto troppo facilmente e Marvin Williams era costretto ad abbattere la mannaia su di lui.
Big Al rispondeva ai liberi di Carl prendendo spazio per il suo tiro e segnando il 50-56, MKG si faceva trovare a 10:00 dalla fine del terzo periodo sulla baseline e appoggiava i due punti del -5 (52-57).
Gay e McLemore però spingevano i californiani sul +9, a 8:53 Marvin Williams buttava dentro la palla a spicchi con un’altra conclusione dalla lunga distanza per il 55-61.
Jefferson in difesa stoppava l’entrata del n° 3 avversario e Charlotte si riportava sotto con Henderson; la nostra guardia spalle a canestro in post basso sinistro eseguiva un moonwalker con passo di danza in spin move girandosi verso l’esterno e appoggiando con coordinazione perfetta il 57-61.
Charlotte tornava sul -2 con Mo Williams che partiva a razzo, eseguiva un gran dribbling e assestava un colpo alla difesa dei Kings con un magnifico passaggio per MKG che dalla sinistra appoggiava al vetro anticipando le mani protese di due difensori.
Dopo qualche errore si arrivava a 5:34, Jefferson segnava dalla top of the key il pareggio a 61 ma a 5:20 Marvin Williams andava a contatto con McLemore che segnava e subiva fallo per un gioco da 3 punti.
A 4:59 era ancora MKG a dare linfa a Charlotte con un jumper dal lato destro ma a 4:17 ancora McLemore raggiunto da un passaggio in stile football americano andava a inchiodare la schiacciata.
Mo Williams finalmente, dopo una partenza non stupenda, metteva due punti, poi era MKG a intuire il palleggio alto di Cousins, s’infilava sotto tra mano e pallone e cercava di scappar via solo in transizione, tuttavia DeMarcus glielo impediva abbracciandolo.
Charlotte con palla in mano trovava ancora dal suo attuale comandante in pectore Mo Williams due punti per il sorpasso (67-66), anche se le squadre si sorpassavano nelle azioni successive; Miller contro Kemba segnava, a 2:53 le finte di crossover di Stephenson gli facevano guadagnare lo spazio per il tiro mandato a bersaglio dalla media, Biyombo stoppava l’attacco dei Kings ma Thompson recuperava e segnava, a 2:15 Thompson stoppava irregolarmente Bismack e Miller prendeva un tecnico per proteste, Mo segnava il suo e Biz faceva ½, tanto bastava per riacquisire il nuovo vantaggio (71-70).
Sacramento ancora avanti con Gay, anche se triplicato, Biyombo segnava in tap-in a 1:40 sull’errore di Walker e Casspi segnava il 73-74.
Charlotte a 1:18 si rallegrava per la tripla di Mo Williams che le dava un margine di due punti, aumentato circa 32 secondi dopo sempre dal nostro play con un runner.
Casspi però teneva a stretto contatto i suoi con un tiro da 3 punti.
Lunetta amara nei secondi finali; Gay toccava Walker sul tiro, il quale evidentemente era ancora lontano dalla miglior forma, sbagliava i due FT, sulla lotta a rimbalzo gli arbitri vedevano un fallo di Biz su Thompson inesistente (semmai sarebbe stato il contrario) e mandavano il lungo avversario in lunetta che pareggiava e chiudeva il quarto sul 78 pari.

L’ultimo quarto iniziava con il botta e risposta McLemore/Henderson, poi erano Thompson prendendo un rimbalzo offensivo a segnare e Biyombo su passaggio schiacciato di un Henderson raddoppiato.
Lo stallo nel punteggio veniva sbloccato da McLemore che dal lato destro metteva 3 punti per l’82-85.
Henderson tentava ancora d’esser uomo assist e passava un pallone a Stephenson abile a penetrare e a svitarsi per un buon canestro.
A 8:58 però la difesa di Charlotte si apriva come il Mar Rosso. Henderson, scostandosi come una tendina, lasciava spazio a Miller per una tripla frontale, il regalo era sfruttato appieno e i Calabroni si trovavano sotto di 4 punti.
Kemba da 3 non segnava e per far rimanere a galla gli Hornets Biz doveva andare a stoppare Thompson inchiodando una stoppata siderale al vetro.
A 7:32 gli arbitri peggioravano la loro situazione, aggravando gli indizi della loro presunta colpevolezza; McLemore in transizione schiacciava il pallone, Stephenson ormai ritardato tentava lo stesso di fermare la guardia avversaria toccandolo sulla schiena regalandosi un aggettivo uguale alla parola contenuta nella frase.
Fallo sacrosanto anche se lieve ma Lance aveva un gesto di stizza con sé stesso ed era girato rispetto agli arbitri, che troppo zelantemente gli fischiavano anche un tecnico contro.
Azione doppia da 4 punti pe i Kings e 84-92, terribile colpo inferto agli Hornets che rimandavano in campo i titolari ma non Al Jefferson, precedentemente visto in panchina tenersi la gamba e finito negli spogliatoi per verificarne le condizioni.
Senza Zeller e Big Al la pericolosità sotto canestro egli Hornets scemava, ci doveva pensare MKG con un’entrata laterale conclusa in fing and roll a segnare e a mettere il libero perché Casspi cercava di sbilanciarlo.
Biz stoppava McLemore e Mo segnava con un jumper il -4.
L’alveare ronzava diventando assordante, specialmente quando Stephenson in transizione a 5:24 segnava nonostante fosse spinto da McCallum.
Il libero andava dentro e la squadra di Jordan si trovava sul -1 (93-94). Sacramento giocava male l’attacco, un pallone passato sotto trovava Biyombo in pieno, Charlotte ripartiva con Mo sempre a tutta birra, il suo assist era una pallottola che tagliava a fette la Difesa dei Re che dovevano osservare la schiacciata sorpasso (95-94) di MKG a 5:04.
MKG faceva fallo su Gay che non sbagliava ridando il vantaggio agli ospiti, Mo Williams raddoppiato sulla linea di fondo si faceva intercettare il passaggio da Cousins, poi era sempre Cousins a portare un blocco con il tronco leggermente fuori cilindro, MKG tentava di liberarsi per andare a riprendere Gay in possesso di palla passato dietro al blocco del centro, ma per farlo tentava di divincolarsi alzando il gomito.
Per gli arbitri era fallo e assegnavano due liberi all’uomo franchigia dei Kings. Il centro splittava, Mo non segnava e Cousins sfruttava nel pitturato il miss-match con Marvin Williams.
Canestro più fallo e 95-100 Kings.
I punti divenivano 7 con l’alley-oop di Cousins ma Charlotte per la terza volta risaliva dall’inferno con Henderson (jumper) a 2:49 e un libero di Williams che ridavano speranze sul -4.
Cousins concludeva in penetrazione diagonale con un tiro in reverse ed era 98-104 Mo a 1:59 in penetrazione segnava ma solo dalla lunetta, Marvin lo imitava dopo essere andato esplosivamente a rimbalzo e aver tentato la schiacciata.
Da dietro purtroppo i Kings spendevano il fallo ma arrivavano comunque due punti per il 102-104.
Cousins segnava con un pizzato frontale, lasciato con troppo spazio ma Mo in penetrazione riportava a -2 i Calabroni.
Partiva l’ultimo giro di lancette che rubava il tempo a Charlotte per recuperare.
A :46.1 una decisione discutibilissima degli arbitri; Kidd-Gilchrist era velocissimo a muoversi lateralmente per occupare la posizione frontale nel cuore dell’area, Gay in penetrazione si buttava dentro portando avanti l’arto sinistro che finiva su un Michael forse con un piede non aderente totalmente a terra, ma comunque fermissimo, sarebbe sfondamento dal mio (ma non credo solo il mio) punto di vista ma gli arbitri assegnavano un libero ai Kings perché sul rilascio della palla Gay trovava il canestro. Gioco da 3 punti pesantissimo che Henderson cercava comunque di non far divenire decisivo con penetrazione, spin e appoggio per tornare a un possesso lungo a :41.4. A decidere definitivamente una partita rovinata da una delle terne arbitrali più scarse che abbia visto, ci pensava R. Gay che dalla sinistra fintava la partenza, entrava in area con Henderson che si staccava leggermente a causa della finta, il pull-up di Rudy era buono nonostante Gerald facesse il massimo mettendo in salto la mano sopra il suo viso.
Il 106-111 a 18:2 obbligava Charlotte a tirare in fretta.
I tiri presi non entravano e i Kings andavano in lunetta a vincere una partita (106-113) in cui loro non hanno rubato nulla, ma gli arbitri hanno sicuramente danneggiato Charlotte.

A questo punto si guarda già al futuro.
Incassata l’inaspettata sconfitta, con Miami vincente, in una maniera o nell’altra ora dobbiamo battere i Bulls, sebbene Zeller probabilmente non sarà della partita e Big Al è a rischio (non ho ancora news sulla sua situazione fisica).
Questo potrebbe compromettere i match-up sotto le plance.
Tornando a oggi Sacramento ha tirato con l’83,3% (25/30) contro il 61,5% (16/26) di Charlotte ai liberi.

hstats

Voti

Mo Williams: 6,5
20 pt., 8/20, 2 rimbalzi, 8 assist, 1 stoppata. Perde 2 palloni. Un Mo leggermente sottotono all’inizio, s’infiamma nel terzo quarto, mentre nell’ultimo segna qualche punto ma sbaglia un tiro e perde palla sulla linea di fondo.

Henderson: 7
17 pt. (7/16), 6 rimbalzi, 11 assist. In doppia doppia. 11 assist confermano la sua partecipazione al gioco e il suo buon momento. Mette qualche canestro importante e anche se in difesa qualcuno gli segna in faccia, lui fa il suo dovere difendendo per il possibile.

Kidd-Gilchrist: 7,5
23 pt. (9/12), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Secondo gli arbitri commette 5 falli. Tre più due omaggio. Estremamente penalizzato dagli arbitri che quasi lo sbattono fuori, dona energia a Charlotte, la fa rientrare in gara con punti, rimbalzi e stoppate. Torcia umana.

Marvin Williams: 5,5
13 pt. (4/12), 7 rimb., 1 assist, 3 stoppate. Marvin paga in qualche caso I cm. Un paio d’errori in difesa ma si rifà con 3 stoppate. Male però in attacco. Le sue triple (3/8) vanno bene, da due, però fa ¼ anche se nel finale, tra gli episodi non citati c’è lui che sale vicino a canestro, poi scompare in una selva di corpi in maglia viola, probabilmente succede di tutto, gli arbitri danno stoppata buona a Cousins mentre lui rovina per terra. Che sarà successo?

Jefferson: 5,5
9 pt. (4/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Non arriva in doppia cifra perché un infortunio lo toglie di mezzo. Preoccupante per Charlotte si dovesse aggiungere la sua assenza, proprio ora che era rientrato Walker… Esagera un po’ nel primo quarto nel duello personale con Cousins, vuole dimostrare di essere il migliore ma forza troppo le conclusioni.

Walker: 5
6 pt. (2/9), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 stoppata in 16:24. Kemba dice di essere pronto ma questa sera non lo è sembrato. Forse un po’ emozionato, ma atleticamente un po’ giù e un po’ scoordinato rispetto al solito. Ha bisogno di provare e trovare il ritmo partita.

Biyombo: 6,5
7 pt. (3/3), 6 rimbalzi, 2 rubate, 3 stoppate in 23:19. Biz inchioda 3 stoppate, una più bella dell’altra. Non sempre è preciso nel tenere la posizione e commette qualche fallo evitabile. In attacco si limita a mettere i tiri che può prendersi (ancora perfetto nella notte), è un limite, ma almeno evita di sbagliare regalando il possesso agli avversari.

Maxiell: 5,5
0 pt. (0/2), 4 rimbalzi in 14:12. Nullo in attacco, fa vedere qualcosa di buono in difesa, ma contro I lunghi sei Kings servirebbe altro per fare la differenza.

Stephenson: 6,5
11 pt. (5/10), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata in 25:18. Perde un paio di palloni ma compensa con le altre statistiche. Anche questa sera utile per ricucire lo svantaggio, anche se Charlotte non vince. Unica pecca quel fallo speso male che regala due punti extra agli avversari. Situazioni di gioco, ma lui deve farsi più intelligente.

Clifford: 6
Prova anche Kemba e Mo insieme nel primo quarto ma l’esperimento con Kemba fuori forma va così così. Per il resto da un’identità alla squadra che lotta, ma i due lunghi fuori non possiamo permetterceli. Decide di tener fuori oltre ai soliti 3 anche Roberts, avendo abbondanza di guardie e portatori di palla, si sono visti anche Mo, Kemba e Lance contemporaneamente, tuttavia Brian contro i Bulls potrebbe servire.

https://www.youtube.com/watch?v=V5r9Q5k8Zcw

Il Punto @ 62

hCharlotte-Hornets-New-Logo - Copia

Esattamente dieci partite dopo l’ultimo punto della situazione, scritto dopo gara 52 e prima dell’All-Star game, torno a occuparmi dell’andamento delle ultime partite.
Giocata gara 62 contro Washington ieri notte, a oggi mancano esattamente venti partite alla fine della stagione regolare, con gli Hornets ancora in bilico tra la partecipazione o l’eliminazione dai playoffs.
Negli ultimi giorni sono saliti e scesi più volte nella classifica a Est, dove avevamo lasciato 6 squadre in lotta.
A oggi forse le squadre sono diminuite a 5, con Detroit che nelle ultime partite è stata sconfitta più volte, pregiudicandosi serie possibilità di conquistare la post season.
Nonostante un positivo 6-4 nelle ultime dieci partite, gli Hornets hanno “perso” una posizione in classifica rispetto al punto nel quale c’eravamo lasciati, merito dei Pacers, caldissimi che hanno raggiunto e scavalcato di mezza partita gli Hornets e sarebbero a pari davanti, in virtù delle due vittorie a una negli scontri diretti di quest’anno.
Sono state tutte partite tiratissime quelle con i Battistrada, peccato averne perse un paio agli ultimissimi secondi per due ingenuità clamorose.
Anche la vittoria di Charlotte è arrivata all’overtime (solo 71 punti concessi a Indiana, dovrebbero essere il punteggio concesso più basso di sempre disputando un supplementare), ma il 4/4/2015 avremo la possibilità di vincere e pareggiare la serie a Indianapolis, magari senza supplementare. Il record attuale dei Calabroni è 28-34 (.452).

In queste 10 gare gli Hornets incontravano 5 squadre che al momento si trovavano sopra i .500 e altrettante sotto i .500.
Le gare casalinghe giocate sono state 4 contro le 6 disputate fuori dalle mura amiche.
Sono arrivate sei vittorie e quattro sconfitte, un buon bilancio considerando le difficoltà affrontate.
Il record casalingo è stato 2-2, mentre in trasferta gli Hornets sono stati corsari vincendo ben 4 gare a fronte di 2 sole sconfitte.

Vediamo nel dettaglio le dieci gare giocate:

53) Vs Oklahoma City Thunder (35-28) L
54) @ Dallas Mavericks (41-24) L
55) @ Chicago Bulls (39-26) W
56) @ Boston Celtics (26-36) L
57) @ Orlando Magic (21-43) W
58) Vs Los Angeles Lakers (16-46) W
59) @ Brooklyn Nets (25-36) W
60) Vs Toronto Raptors (38-25) W
61) @ Detroit Pistons (23-39) W
62) Vs Washington Wizards (36-28) L

In questa serie di partite balza all’occhio la striscia di cinque vittorie di seguito, con la quale Charlotte si è rilanciata in chiave playoffs.
Queste vittorie sono state inanellate in una settimana, l’ultima gara, persa contro i Wizards, è stata la sesta gara disputata in nove giorni a causa di un calendario massacrante che la NBA ha imposto agli Hornets, i quali a inizio stagione erano stati giudicati da alcuni analisti come tra i maggiori sfavoriti (il terzo peggior calendario) dalle date che la lega ha presentato alla squadra di Jordan.
Facciamo, però un salto indietro nel tempo e torniamo ad appena dopo l’All-Star Game.
Con Kemba out in fase di guarigione prossimo al rientro, la società decideva di scambiare con Minnesota il deludente Gary Neal per Mo Williams (play d’esperienza) e Troy Daniels (guardia tiratrice di riserva). Lo scambio si rivelava fortunoso per le sorti degli Hornets poiché Maurice detto “Mo” iniziava subito bene la sua avventura con i Calabroni, segnando a raffica, tuttavia le sue prestazioni non bastavano nelle prime due gare con gli Hornets obbligati a cedere ai Thunder in casa per colpa di un Westbrook in formato strepitoso da All-Star Game.
Anche a Dallas dopo essere stati sotto di troppi punti, i Calabroni si riavvicinavano, ma erano respinti dai Mavericks, così Charlotte si trovava in classifica con un pessimo 22-32, in più la prossima gara era da presagio negativo per molti, poichè sarebbe stata una sfida difficile da affrontare; contro i Bulls a Chicago.
E’ vero che i Tori avevano appena perso Rose per tutta la stagione ma annoveravano tra le proprie fila la scoperta Butler che sta giocando ad altissimi livelli, Pau Gasol, Noah e una cerchia di giocatori pericolosi.
Gli Hornets reduci da 5 sconfitte tra pre e post gara delle stelle riuscivano a interrompere il digiuno grazie a un’ottima prestazione di squadra con un ottimo MKG e un altrettanto importante Mo Williams a trovare canestri decisivi nel secondo tempo.
Già a Boston però Charlotte ricadeva, raffreddando l’entusiasmo per una vittoria insperata per molti.
Ora per entrare in zona playoffs non c’erano altre soluzioni, vincere tutte e cinque le gare che si sarebbero disputate la settimana seguente; contro Orlando in Florida gli Hornets giocavano una partita da favola e battevano i Magic pareggiando la serie 2-2 (tutte vittorie esterne in questo head to head), contro Lakers in casa la faccenda si complicava, ma alla fine i teal & purple la spuntavano 104-103, perdendo troppe energie in vista di una gara cruciale a Brooklyn, avversaria diretta, con la quale gli Hornets avevano disputato una gara casalinga in stagione perdendola.
L’importanza di pareggiare la serie era dovuta al fatto che contro i bianconeri ci sarà solamente un’altra gara, il 26 marzo, che diverrà uno spareggio e gli Hornets potranno contare sul fattore campo, anche se quest’anno non ha decisamente funzionato in termini d risultati ottenuti. Gli Hornets stupivano mettendo una tremenda energia da subito.
I Nets dopo pochi istanti erano già annichiliti e per i nostri arrivava una facile vittoria.
Anche con i Raptors, in una partita che si surriscaldava un po’, si portava a casa una buona vittoria (a Charlotte).
L’ultima gara vinta era disputata nella Motor City per antonomasia, quella del Michigan e dopo un primo tempo brutto nel quale gli Hornets avevano messo in moto i Pistoni non difendendo bene, trovavano energie e convinzione nella seconda parte di gara finendo per vincere 108-101. Scarichi per le troppe partite gli Hornets tornavano a Charlotte per un back to back contro i Washington Wizards.
Si capiva subito che non ci sarebbe stata storia nonostante le speranze di rimonta.
Troppo stanchi gli Hornets per una squadra che nonostante il momento di forma non brillantissimo resta pur sopra i .500.

Comunque, nonostante l’ultimo passaggio a vuoto, la squadra con l’innesto di Mo Williams, veterano NBA, assomiglia di più a una squadra NBA “normale”, pur mantenendo le proprie caratteristiche di estremisti della difesa, anche se Mo ha un po’ ammorbidito quest’aspetto.
Senza giocare una hard-ball Charlotte tuttavia, vincerebbe ben poche gare.
Analizziamo ora i settori del roster, non prima della citazione di Big Al, il quale aveva già capito tutto parlando con l’amico Mo al telefono dicendogli: “Funzionerà, vedrai”…

Backcourt

Mo Williams ritrovava il suo vecchio amicone Al Jefferson e trovava subito l’intesa con la squadra, tanto da spingere uno scettico coach Clifford a ritrattare le proprie idee, dicendo che Mo è un professionista, il quale dopo due giorni sapeva già tutto (grazie al suo lavoro extra con gli allenatori di Charlotte) sugli schemi degli Hornets.
A giudicare dal beneficio che ne hanno tratto gli Hornets, direi che l’affermazione è veritiera.
La capacità di Mo di realizzatore e quella di penetrare e scaricare permettono agli Hornets una doppia minaccia che le altre squadre non sempre riescono ad affrontare.
Mo può colpire da 3 punti, da due e lo fa costruendosi il tiro velocemente il pull-up, può andar dentro e appoggiare o scaricare, questo unito alle buone spaziature, permettono dei tiri abbastanza comodi agli esterni o comunque in generale all’uomo che si è venuto a trovare libero.
Inoltre Mo toglie pressione a Jefferson, anche se il gioco dentro/fuori Big Al/Mo non è stato usatissimo, un raddoppio del piccolo sul nostro centro potrebbe sempre voler dire lasciare un tiro ad alto coefficiente a Williams. Insomma, Big Al pur mantenendo il suo ruolo di totem del post basso è coadiuvato bene da Mo, il quale con i suoi passaggi apre a una serie di situazioni interessanti.
Mo ha migliorato l’attacco di Charlotte, spesso salito nelle ultime gare sopra i 100 punti, se la difesa (qui Mo paga un po’ contro i top players) continuasse a tenere la bassa media punti concessa agli avversari, probabilmente, l’obiettivo playoffs sarà raggiunto.
L’altra new entry Troy Daniels si è visto ancora pochissimo in campo, è quindi ancora ingiudicabile, giacché oltretutto ha giocato pochi minuti nel garbage time.
Henderson è stato un po’ la cartina tornasole con le sue prestazioni della squadra, è andato bene nelle vittorie e male nelle sconfitte.
Mo Williams e MKG ultimamente gli tolgono qualche tiro, però lo sgravano anche dal compito involontario e primario di assist man quando Roberts aveva occupato il posto di Walker, tuttavia nella penultima partita con Detroit, Henderson ha distribuito ben 9 assist poiché partecipa al gioco di squadra con passaggi, tagli, si prende anche i suoi jumper.
Il suo momento più basso recentemente è stato a Boston, dove ha commesso diversi turnover nel finale, qualche volta commette passi in partenza, deve invertire la rotta su questo fondamentale.
Walker è ancora fuori per l’infortunio al ginocchio e avrebbe dovuto rientrare a metà marzo per le cinque impegnative trasferte consecutive a partire da quella a Salt Lake City ma già stasera potrebbe tornare a giocare qualche scampolo di gara contro Sacramento.
Roberts è tornato in panchina sin dalla prima gara nella quale Williams si è reso disponibile.
I pochi minuti concessi uniti al fatto che da lui si chiedano punti ne fa oggetto di un aerogramma da montagne russe.
Bene a Chicago e contro Toronto, malissimo nell’ultima (0/10 dal campo) contro Washington.
Shooting Forward

Lance Stephenson aveva ripreso male contro i Thunder, poi ha fatto bene a Chicago e nelle ultime tre gare sembra aver ritrovato il talento e sembra essere tornato a divertirsi, con iniziative personali con finte di crossover ha regalato qualche perla per gli highlights, ma anche le sue prestazioni si sono fatte più concrete, anche se perde qualche pallone di troppo. Sembrava quasi uscito dalle rotazioni, invece si rilancia con le ultime partite, spariamo che possa diventare un giocatore extralusso che esce dalla panchina e cambia la gara come ha fatto a Detroit.
Il suo contributo è stato fondamentale per superare i Pistons non solo in assist ma anche mettendo tiri importanti. Sembra prenderci un po’ di più da 3 punti.
Kidd-Gilchrist è rientrato dall’infortunio contro i Thunder e solo due volte ha fornito prestazioni mediocri.
Fantastico a Chicago, nell’ultima contro Washington ci ha provato generosamente a ripeter le sue buone prestazioni ma non è riuscito a incidere forse a causa di un po’ di stanchezza. Rimane fondamentale trait d’union tra attacco e difesa.
P.J. Hairston ha non ha più messo piede in campo con Clifford che non gliel’ha mandate a dire criticandolo dicendo che non ha sviluppato un modo per far giocare i suoi compagni meglio.
Jeffrey Taylor dopo aver giocato pochissime partite partendo nel quintetto iniziale ha giocato qualche gara d più ma l’unica degna di nota è stata quella contro i Lakers, una sua decisa azione conclusa con una slam dunk ha regalato 3 punti agli Hornets e l’uscita da una fase delicata della partita.
Per il resto nei pochi minuti in campo in altre partite (in qualcuna per colpa sua) ha dimostrato di essere in difficoltà.

Front Court

Jefferson a parte contro Dallas, gara nella quale è stato fermato nuovamente da Chandler, ha sempre guadagnato la sufficienza, anzi, se non fosse per il suo amico Mo Williams, sarebbe in testa alla mia classifica di rendimento.
Ultimamente ha lavato via qualche dubbio, anche se vicino a sé ha bisogno di un’ala grande o un giocatore che copra il suo uomo quando esce per tirare da un po’ più lontano.
Big Al rimane un po’ troppo ancorato al ferro e lascia qualche open troppo comodo, tuttavia è migliorato nelle rubate e in attacco continua a impressionarmi con quel suo tiro particolare a una mano.
Ogni volta che entra sembra un miracolo, per la tecnica che usa. Big Al è il re del post basso e le percentuali di Charlotte sono aumentate sotto canestro o ai lati del canestro, non è solo merito del buon gioco di squadra ma anche frutto dell’esperienza del centro in grado di crearsi un buon tiro anche in uno contro uno.
Biyombo ha prolungato l’assenza per qualche partita ancora e poi è rientrato a Orlando in coincidenza con la partenza della striscia vittoriosa. Non che sia stato merito suo, Biz, ancora evidentemente in rodaggio dopo l’infortunio, ha giocato bene a Brooklyn, ma a Detroit Clifford ha dovuto preferirgli Maxiell poiché la sua difesa del canestro è stata debole.
Zeller si è dimostrato in crescita dopo il terribile errore con Indiana che è costata la partita. A Orlando è stato devastante, ma anche contro altre squadre recentemente ha fatto bene.
E’ capace d’inserirsi per schiacciare, se vuole sa fare il pick and roll in maniera efficace e può mettere il piazzato lungo.
Un peccato che un infortunio alla spalla (Gortat gli è franato addosso saltando) lo costringa a non giocare questa sera a Sacramento e forse non solo…
Già si parla anche della prossima partita come spettatore.

Auguri a Cody Zeller per un rientro in gran forma a breve.

Auguri a Cody Zeller per un rientro in gran forma a breve.

Maxiell a causa dell’infortunio di Zeller potrebbe giocare un po’ di più.
E’ abbastanza scarso come attaccante, ma i suo piazzatissimo fisico è tornato utile per mettere in difficoltà Detroit.
In attacco non è un fenomeno, sta giocando una difesa discreta ultimamente comunque.
Marvin Williams sta giocando una discreta difesa.
In attacco gli si chiede di trovare triple fondamentali.
La squadra quando è in campo riesce anche ad aprirgli spazi per tiri comodi, a Brooklyn ha dato il via alla fuga, mentre in altre gare hanno fatto registrare basse percentuali…
Sarebbe importante che anche Marvin trovasse una buona continuità per aiutare la squadra nello sprint finale.
Stanotte contro i Kings dovrebbe essere in campo, dalle poche news su Zeller, pare che Cody non ce la faccia a recuperare dall’infortunio occorsogli (ormai improbabile) nella partita precedente, sperando possa rientrare contro i Bulls.
Ormai è chiaro che Vonleh non è tenuto seriamente in considerazione da Steve Clifford.
Ha messo piede sul parquet due volte nelle ultime dieci partite e per pochi minuti nel “tempo spazzatura”, ormai è chiaro che sia ai margini delle rotazioni

Calendario

Nelle prossime dieci gare gli Hornets se la dovranno vedere con 4 squadre sopra i .500 (le partite saranno 5 poiché giocheremo due volte contro i Bulls).
Le gare in trasferta saranno ben 6, delle quali 5 consecutive. Si partirà in casa contro Kings e Bulls, poi gli Hornets andranno on the road a Salt Lake City, Los Angeles (sponda Clippers), Sacramento, Minneapolis e Chicago, prima di tornare a casa per lo spareggio contro Brooklyn.
Le ultime due non saranno semplici; fuori casa contro i Wizards e in casa contro gli Hawks, squadra già qualificata per i playoffs.
L’auspicio è che Charlotte possa continuare il felice momento e arrivare a un record parziale di 7-3, ma anche un 6-4 per continuare la corsa playoffs andrebbe bene, tenendo conto che Walker dovrebbe rientrare a pieno regime a breve (almeno si spera) e che 3 delle 4 gare seguenti sono abbordabili.
Vediamo ora il calendario a breve delle nostre avversarie. Con Detroit che si è auto estromessa dai playoffs perdendo le ultime 7 gare e con Brooklyn un po’ in crisi (anch’essa ha una striscia negativa di 4 partite) anche se non ancora tagliata fuori come i Pistons, le avversarie più accreditate che sembrano rimaste in lizza per due posti sono; Indiana, Miami e Boston.
Gli Indiana Pacers stanno sfruttando un’onda vincente che dura da 6 partite e il loro record parziale delle ultime 10 è 9-1…
Impressionante per una squadra che perso il miglior giocatore prima dell’inizio della stagione, fino a poco tempo fa faceva fatica.
Ritrovato qualche altro eccellente infortunato i gialloblù sembrano poter agevolmente conquistare il settimo posto (se riusciranno a continuare così) anche perché il loro calendario non è impossibile.
Nelle prossime 6 partite affronteranno in casa Milwaukee, Boston e Toronto, andranno in trasferta a Chicago e Cleveland (qui si fa più interessante) e a Indianapolis se la vedranno con i Nets.
Miami ha perso l’ultima gara, Chris Bosh, Whiteside per una partita (squalificato per una gomitata a Olynyk) e ha qualche acciacco tra le sue fila.
Nelle ultime gare è 5-5 e potrebbe non bastare nemmeno Dragic, il calendario non è semplicissimo; dopo la gara casalinga con i Nets andranno in Canada per affrontare i Raptors, torneranno a Miami per giocare un tris di partite ma le prime due contro Cleveland e Portland non saranno semplicissime, l’ultima contro Denver appare abbordabile, infine la sesta sarà a Oklahoma City, altra avversaria scomoda.
Boston è un’altra squadra che non avrà un calendario semplice anche se ha vinto l’ultima partita e nelle ultime 10 è 6-4.
La prima con Memphis è casalinga, ma i folletti dovranno fare una grande partita se vorranno spuntarla sui granitici Grizzlies.
La seconda sarà ancora al TD Center contro Orlando, poi i Celtics si recheranno a Indiana per uno scontro diretto, torneranno a casa per cercare di battere Phila e giocheranno a Ovest contro Oklahoma City e San Antonio.
Al momento Indiana occupa la settima posizione con un 29-34, a mezza partita c’è Charlotte con un 28-34 che occupa l’ultimo posto disponibile per i playoffs, a sua volta a mezza partita dai Calabroni, si trova Miami con un 28-35, mentre al decimo posto c’è Boston a due gare dagli Hornets con un 26-36, infine ancora in lotta c’è Brooklyn che ha un 25-37 di record, a 3 gare dalla squadra di Jordan.
Le prime quattro partite per i Nets saranno in trasferta, non sempre difficilissime.
Stanotte saranno a Miami, poi a Philadelphia e Minnesota, due partite affrontabili, a Cleveland invece le cose si complicheranno ulteriormente. Giocheranno ancora in casa con Milwaukee e alla sesta saranno a Indianapolis…
Poi avranno un calendario variegato medio/difficile sino alla fine.

Record Personali

Walker è il giocatore più impiegato da Clifford, sul parquet rimane per ben 35,6 minuti a gara, secondo e Mo Williams (con 35,2) che conferma la tendenza del coach a lasciare in campo i registi titolari a lungo e terzo è Big Al Jefferson, finalizzatore indispensabile sotto canestro per gli Hornets, il quale calca il parquet per ben 31,4 minuti.
Biyombo è il migliore per percentuale dal campo con il 56,1%, seguito da un altro centro; Al Jefferson che tira con il 48,5%, terzo un po’ a sorpresa, grazie alle sue penetrazioni e al jumper migliorato (nonostante gli sforzi profusi in partita a rimbalzo e in difesa) è Michael Kidd-Gilchrist che segna il 46,8% dei tiri, ancor prima di un’ala grande come Zeller che si piazza momentaneamente al 4° posto con il 46,5%.
Da tre punti, tolti i primi; Zeller, Jefferson e Pargo che hanno un numero di tiri esigui, Mo Williams con il 36,7% è divenuto subito primo, piazzando nella retina quasi 3 tiri a notte.
Secondo si piazza l’altro della scuderia Williams, Marvin, con un 35,3% insieme a Taylor (anche se ha provato pochi tiri), mentre al quarto posto pari merito troviamo con il 32,0% Kemba Walker e Gerald Henderson.
Ai liberi (tolto Pargo con il suo 2/2), il primo è Brian Roberts, garanzia dalla linea, con il 90,5%, poi con la stessa percentuale seguono in seconda posizione con l’87,2% a testa Mo Williams e Gerald Henderson. A rimbalzo Jefferson è primo con 8,8 a gara, al secondo posto c’è Kidd-Gilchrist con 7,6 e al terzo Biyombo che ne cattura 5,9 a gara, anticipando Zeller che ne prende 5,8.
In testa alla classifica assist troviamo l’attivissimo “The Hitman”, Mo Williams, il quale sta viaggiando a cifre impensabili distribuendo 8,5 assist a serata, seguito a distanza da Kemba Walker con 5,2 e da Stephenson con 4,6, gli altri sono poca cosa, il quarto è Henderson con 2,7 a gara. Nella classifica “steal” (palle rubate) Walker è primo con 1,4 seguito dai due Williams con 0,9 a partita.
Dominio ovvio e incontrastato dei lunghi nella tabella stoppate.
Jefferson e Biyombo condividono il primo posto con 1,3 a partita, mentre un’altra accoppiata si stabilisce al terzo posto; Zeller/Maxiell con 0,8 a testa.
La classifica turnover vorrei ripercorrerla al contrario… chi perde più palloni è Mo Williams con 2,8 a serata, seguito da un perdi palloni cronico come Stephenson che ne regala 2,3, terzo è Walker con un 1,7.
Tutti e 3 però risentono del loro ruolo, impostare non è semplice e a volte rischioso.
Chi deve migliorare un po’ è Henderson che ne perde 1,4 a partita.
Infine la classifica che salta più all’occhio, quella dei punti segnati.
Mo Williams è primo con 21,4 punti a partita, Kemba Walker secondo con 18,8 e Jefferson terzo con 17,4.
A distanze abissali ma sempre in doppia cifra si piazzano Henderson con 11,4 e Michael Kidd Gilchrist con 10,7, infine al settimo posto (dopo l’ex Neal) si trova Stephenson con 8,7 a partita.

Record Squadra

Coach Clifford sta ricevendo da Mo Williams punti e assist che migliorano l’attacco di Charlotte, alito nelle ultime 5 partite di 0,5 punti a gara e arrivato sui 94,8 punti a partita, sempre pochi e sempre al 27° posto tra tutte le squadre NBA.
La difesa con 96,8 ha concesso lo 0,1 in meno alle avversarie, ma è passata dalla 5^ posizione alla 6^ per meriti altrui e anche perché con Mo Williams il ritmo è un po’ aumentato.

Potrebbe ancora cambiare qualcosa se al rientro di Kemba, Clifford, come ipotizzato da diversi tifosi decidesse di mandare in campo contemporaneamente Mo e Kemba.
In attacco la soluzione sarebbe devastante se non si pestassero i piedi. In un gioco organizzato le loro caratteristiche di velocità, ball handling, visione di gioco potrebbero esaltare i Calabroni raddoppiando in sostanza le minacce.
Un doppio play che porterebbe però ad avere forse qualche problema di troppo in difesa.
Clifford aveva tentato questo esperimento con la panchina con Neal e Roberts in campo contro i Magic in una gara che sembrava già vinta. I Magic rientrarono nell’ultimo quarto dopo essere stati seppelliti di punti dagli Hornets, e vinsero la gara.
L’incognita è se i 185 cm a testa possano bastare, specialmente per chi eventualmente si trovasse ad affrontare una SG più alta magari una decina di cm.
Un rischio insomma, magari da prendere in una partita (se ce ne saranno) già vinta tentando di farli coesistere negli ultimi minuti per non ripetere un caso (seppur diverso) Walker/Stephenson.
E’ un discorso che diversi fan fanno, forse troppo futuristico e al di fuori di quello che frulla nella mente di Clifford, impegnato a dare stabilità al team, certo forse l’idea di sfruttarli insieme gli sarà anche venuta…
La squadra ha tirato con il 42,7% dal campo in stagione ma nelle ultime 5 gare sta tirando con il 46,2%.
Da tre punti Charlotte tira con il 31,3% e sui tiri totali presi dal campo prova il tiro dalla lunga distanza il 19,8%.

Queste le zone di tiro con relative percentuali arrivati alla sessantaduesima partita giocata:

Charlotte va meglio dalla linea di fondo e sotto canestro.

Charlotte va meglio dalla linea di fondo e sotto canestro.

 

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) in tutte le gare disputate a oggi:

Classifica Provvisoria:

01) Mo Williams: 7,20 (voto in 10 partite nelle quali ha preso un voto valido), posizione rispetto alla precedente classifica, % rispetto al proprio voto precedente. new entry

02) A. Jefferson: 6,48 (53) = (+0,07)

03) K. Walker: 6,44 (42) -2 = (0,00)

04) M. Kidd-Gilchrist: 6,40 (46) -1 (+0,14)

05) J. Pargo: 6,20 (5) -1 (0,00) fuori roster

06) B. Biyombo: 6,15 (42) -1 (-0,03)

07) G. Henderson: 6,13 (59) -1 (+0,03)

08) C. Zeller: 6,04 (61) +1 (+0,12)

09) N. Vonleh: 5,95 (10) -1 (+0,01)

10) Marvin Williams: 5,93 (58) +1 (+0,09)

11) L. Stephenson: 5,88 (48) +1 (+0,06)

12) J. Taylor: 5,88 (13) -5 (-0,18)

13) B. Roberts: 5,87 (61) -3 (-0,01)

14) J. Maxiell: 5,85 (41) -1 (+0,03)

15) P.J. Hairston: 5,80 (33) -1 (0,00)

16) G. Neal: 5,74 (43) -1 (0,00) fuori roster

17) T. Daniels: 5,50 (2) new entry

Coach Clifford: 5,94 (62) (+0,07 media voto rispetto alla precedente)

Game 62; Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 69-95

Sottotitolo; Paushornets!

Charlotte affrontava la sesta partita in nove giorni.
Il calendario degli Hornets quest’anno era dato da quasi tutti gli analisti come uno tra i più difficili tra partite iniziali contro grandi squadre, numerosi back to back e serie di partite così ravvicinate, che si ripeteranno in trasferta (ancora una serie di 5 gar in una settimana) tra due settimane…
Il gioco di Charlotte si basa sulla difesa e per vincere le ultime cinque gare, gli Hornets avevano speso molte energie, evidentemente non recuperate in questo back to back in ritorno da Washington.
La caduta è arrivata puntuale, nonostante i Wizards in trasferta avessero poco di magico ultimamente, nove, infatti, le sconfitte esterne di fila per la squadra capitolina, che questa sera, pur giocando bene, ha pescato il jolly trovando una squadra scarica che già dopo il primo quarto era uscita dalla partita.
Peccato perdere ancora con il fattore campo a favore ma una pausa inevitabile poteva starci.
A funestare la serata più che la sconfitta è arrivata la perdita di Zeller finito sotto Gortat.
Bisognerà vedere i danni alla spalla ma dubito possa essere in campo contro i Kings…
La buona news arriva invece dalla Florida, dove i Celtics hanno sbancato il campo dei Miami Heat tenendoli in classifica dietro di noi.

I Wizards scendevano alla Time Warner Cable Arena con Wall, Beal, Pierce, Nené e Gortat allenati da R. Wittman, gli Hornets proponevano il solito starting five con; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, C. Zeller e Jefferson.

Zeller alla palla a due. Pochi minuti in campo per lui per un infortunio alla spalla destra.

Zeller alla palla a due. Pochi minuti in campo per lui per un infortunio alla spalla destra.

Washington vinceva la palla a due e in attacco si affidava all’esperienza di Pierce che dall’angolo destro tentava una tripla che non entrava, erano allora gli Hornets a trovare i primi due punti di serata con un passaggio di Mo per Big Al che spalle alla tabella alzava il braccio per un veloce appoggio a tabella rovesciato che non consentiva a Gortat e Nené (in zona) d’intervenire.
Gortat però a 10:46 pareggiava dopo una stoppata di Zeller su di lui, il centro polacco riprendeva il pallone che rimaneva lì e non aveva difficoltà a segnare.
Wall con un’entrata veloce sfruttando un paio di blocchi sorprendeva la difesa di Charlotte piazzata male e portava i capitolini in vantaggio ma Big Al recuperava un rimbalzo da sotto e segnava il 4-4.
Washington ancora a segno, questa volta con Pierce e nuovo pareggio di Charlotte con la bella intesa Mo Williams/Al Jefferson, poi era il turno di Beal a 9:31 spareggiare con un jumper.
Mo Williams dava quindi l’ultimo vantaggio del primo tempo a Charlotte con un’entrata conclusa in appoggio sulla quale trovava anche il tocco di un difensore.
Mo completava il gioco da 3 punti e Charlotte si trovava sul 9-8, dall’altra parte, però Nene a 9:07 imitava da fermo Mo con un gioco da tre punti (fallo di Zeller) e Washington tornava in vantaggio di un punto, Henderson sbagliava un pull-up e Gortat a 8:39 dalla media metteva il 9-13.
I Maghi continuavano a segnare mentre Charlotte non ne metteva più, inoltre Washington iniziava a praticare un veloce gioco in transizione che darà i suoi effetti a breve, anche se Zeller prima e MKG poi facevano un figurone stoppando Beal lanciato due volte per l’appoggio a canestro, sulla seconda azione però la palla terminava a Wall che segnava una tripla, inoltre il n°3 di Washington aggiungeva altri due punti poco dopo e gli Hornets si trovavano già sotto di 11 punti (9-20).
A 6:52 in corsa Henderson guadagnava il cuore dell’area, si arrestava e ingannava i due difensori a lato con una finta, il suo allungo in appoggio per il fing and roll sbloccava il punteggio degli Hornets portandolo in doppia cifra e a 6:21 un jumper di Mo Williams portava il distacco sotto la doppia cifra (13-22).
Il buon momento per Charlotte continuava a 6:00 dalla fine del primo quarto con MKG in entrata veloce e canestro nonostante la difesa schierata.
Washington però iniziava a ingranare anche a causa dei turnover di Charlotte.
Se Gortat metteva da sotto due punti, da una palla persa Wall conduceva un contropiede due contro un assist per il rimorchio lanciato Nené che concludeva in schiacciata con Zeller spettatore non pagante.
Cody rimaneva vittima di un infortunio a 5:08, Henderson provava il tiro e Cody tentava di prendere il rimbalzo, sul tagliafuori trovava 3 uomini, i primi due lo spostavano un po’ ma la nostra ala provava a recuperare ugualmente, Gortat però aveva il pallone a disposizione dopo il rimbalzo fortunato e ricadendo cadeva sopra Zeller (a sua volta franava a terra sotto il peso di Marcin) causandogli una distorsione alla spalla destra. Cody non metterà più piede sul parquet…
A 3:53 Mo Williams segnava da 3 punti il 18-26 ma dall’altra parte Gortat con un tiro quasi senza parabola trovava fortunosamente la retina dopo aver colpito il ferro.
A 2:56 Washington saliva a 30 punti e gli Hornets chiamavano time-out con Clifford.
La solfa non cambiava molto anche se a 2:29 Marvin Williams trovava dalla lunga distanza la retina su assist di Roberts.
Gortat dalla linea della carità e Porter che concludeva in schiacciata un’altra transizione guidata da Wall portavano gli ospiti sul 21-34.
Il punteggio non si discostava molto e Washington chiudeva il primo quarto sul +15 (21-36).

Mo Williams, giocatore della settimana a Est, è uscito con 19 punti ma con una prestazione più opaca rispetto alle recenti.

Mo Williams, giocatore della settimana a Est, è uscito con 19 punti ma con una prestazione più opaca rispetto alle recenti.

Il secondo quarto si apriva con due errori di Charlotte (Biz e Lance) mentre Gooden metteva il suo unico tiro dal campo in serata dalla media confermando la buona regolarità di Washington nell’andare a canestro con Charlotte incapace di fermare gli attacchi avversari.
Stephenson in attacco continuava a far intravedere il suo buon momento di forma; spin move e tiro in uno contro uno che andava a segno a 10:24. In difesa Charlotte senza troppe energie tentava comunque di fare il possibile, in particolare con MKG che si dannava l’anima sui continui movimenti e tagli in back door di Porter, tanto che sul passaggio che arrivava preciso per la riserva dei Wizards Michael sfiorava la palla mandandola oltre la linea di fondo.
Sull’azione seguente però Porter era bravo a utilizzare la tabella per aumentare il suo bottino personale.
Roberts sull’arco dei 3 punti passava dietro un blocco, Gooden cadeva e Brian tentava l’open che tuttavia falliva, inaugurando una serata personale pessima al tiro.
A 8:14 un bel passaggio schiacciato di Lance batteva due difensori, Biz prendeva palla e saliva a schiacciare facendo tremare il ferro nonostante l’intervento falloso, il pallone s’imbizzarriva colpendo come in un flipper i lati del ferro, saliva e discendeva nella retina.
Biyombo però falliva il libero supplementare tirando corto dalla lunetta, muovendo il punteggio solo di due (26-42).
Lance buttava dentro anche un tiro dalla media distanza da destra, poi tentava il tiro che non entrava, la palla rimaneva nelle mani della squadra di Clifford che a 7:09 segnava da 3 punti dalla diagonale sinistra con Marvin Williams, ben schermato dallo stesso Stephenson (31-42). Washington chiamava time-out e faceva tornare sul parquet i titolari, tanto che Beal dalla linea di fondo destra segnava subito.
A 6:25 Big Al metteva un tiro dalla media nonostante la fastidiosa presenza di Gortat in marcatura, tuttavia Charlotte rovinava tutto concedendo a Nené il piazzato frontale aperto per il 33-46.
La differenza iniziavano a farla anche i tiri.
Roberts tutto solo sbagliava, dall’altra parte nella medesima situazione (da posizione più ravvicinata rispetto al canestro) Gortat segnava, Roberts mancava ancora un open da tre punti…
Mo Williams imitava nell’errore Robers da oltre l’arco, arrivava, però l’energico tap-out da pallavolista di Maxiell che sul proseguo dell’azione veniva servito per un tiro che piazzato dalla diagonale sinistra; Jason non deludeva mandandolo a bersaglio.
Lo stesso Maxiell però non riusciva a contenere Beal e Washington veleggiava alla grande sul 35-52…
Henderson in azione personale a 3:15 dopo aver ingannato il proprio avversario con una finta di tiro da 3 entrava nell’area dei due punti e metteva un bel tiro dalla destra.
Gortat nel finale aggiungeva 4 punti, era poi il centro polacco a farsi portar via un pallone; Stephenson era una scheggia a toccargli il pallone tra le mani, poi in attacco metteva in difficoltà i suoi avversari, in particolare proprio il centro polacco che commetteva fallo sull’aiuto dopo che Lance era riuscito a depistare e a seminare avversari con un cambio direzione.
A :53.2 dall’intervallo il n°1 degli Hornets metteva i liberi, così come Maxiell seguiva l’esempio di Lance a :41.0 per fallo di Blair.
Gli Hornets andavano a riposo sul -10 grazie al quito e al sesto punto consecutivo di Mo Williams, entrambi presi in lunetta per fallo di Temple. Biz difendeva bene su Beal nell’ultima azione del primo tempo e “conservava” il 46-56.

Il secondo tempo era ben inaugurato da Jefferson che con un up & under sul centro polacco riportava a -8 i Calabroni ma a Gortat veniva lasciato tutto il tempo e lo spazio dall’altezza della linea dei liberi per colpire con un piazzato troppo facile.
Jefferson era costretto dalla difesa di Washington, veramente attenta nella notte, a tirare ai 24, il suo errore consentiva a Washington di allungare ancora con un top shot di Pierce su MKG che aveva difeso bene comunque.
Un buon tiro di Mo Williams portava la situazione di punteggio momentaneamente sul 50-60, Nené commetteva passi in attacco e sbagliava una facile conclusione a termine della transizione con Henderson che faceva il possibile e anche di più per evitarlo, arrivava però poi Wall a mettere il sigillo per il 50-62.
S’invertivano le sorti dei protagonisti nelle due azioni successive; Henderson commetteva infrazione di passi e Nené segnava con un tiro aperto.
Veramente male Charlotte che ha concesso troppi tiri facili.
Mo e Al, i due amici, segnavano due punti a testa e l’elastico si riaccorciava sino al -10 a 7:57.
Dopo un jumper a segno di Beal Charlotte sbagliava troppi tiri con MKG, Mo e Big Al, alla fine Pierce (che aveva tirato un air-ball in precedenza) chiudeva la partita definitivamente con una tripla a 5:31.
Il 54-69 dava 15 punti di vantaggio ai Wizards. Il pubblico già frustrato si spazientiva fischiando gli arbitri per due azioni (una offensiva e una difensiva) che penalizzavano Jefferson, dapprima nella battaglia a rimbalzo con Gortat e poi per una spinta veramente leggera di spalla di Big Al, già girato lateralmente con Gooden pronto a lasciarsi subito andare.
A 3:28 arrivava l’ennesima transizione facile di Wall, ma ormai non faceva più notizia.
Per Charlotte c’era Stephenson a portare qualche punto a casa; a 2:15 dalla diagonale destra Lance tentava la bomba e la metteva per il 59-75. Il terzo quarto si chiudeva sul 60-77 e ci si apprestava a un ultimo quarto di garbage time.

La panchina degli Hornets.

La panchina degli Hornets.

Seraphin segnava subito per gli ospiti che raggiungevano il +20 con Sessions in transizione, Lance era uno dei pochi a mettere in difficoltà la retroguardia bianco rossoblù e mandava nel cesto un tiro da due punti effettuato dalla media a destra. I Maghi si riportavano in attacco e sulla stessa azione, nonostante non riuscissero a capitalizzare, tiravano giù un numero impressionante di rimbalzi, troppe occasioni concesse e i Wizards finivano per segnare con un gancio di Temple che dopo il canestro si faceva male rimanendo a terra.
A 8:11 un jumper di Beal e nuovo time-out Hornets sul 63-87.
Charlotte andava a bersaglio ancora 3 volte prima della fine della gara; a 7:19 con MKG che arrivava dalla line di fondo sino al ferro, a 6:18 con il gancetto di Big Al e a 5:44 con MKG.
Fino alla fine Charlotte non segnerà più, con un po’ di panchina in campo nell’ultimo quarto segnerà solamente 9 punti… Il punteggio finale vedeva gli Hornets (limitati sotto i 70) uscire sconfitti 69-95.

Le statistiche sono quasi tutte a favore dei Wizards:

chawiz

Ora occorre riposare perché dopodomani ci sarà un’altra importante partita.
Sarà contro i Kings, avversari che affronteremo per la prima volta in stagione e poi ce la vedremo sabato sempre a mezzanotte contro i Bulls.

Voti

Mo Williams: 5,5
19 pt. (6/18), 7 assist, 1 rubata. Perde 3 palloni, tira con il 33,3% dal campo ma con il 1% da 3 (1/10) facendoci perdere contatto a causa di queste scelte azzardate. Forse la squadra ha preferito soluzioni più semplici piuttosto che muovere il pallone per trovare canestri più facili ma più dispendiosi a livello di energie. Appena nominato giocatore della settimana a Est come era capitato a Kemba, abbiamo bisogno di lui per le prossime.

Henderson: 5,5
4 pt. (2/5), 3 rimbalzi. Perde due palloni e anche il duello personale, sebbene giochi “solo” 25.12. Fa quel che può in difesa. Buono il suo recupero su Nené. Rimane ai margini.

Kidd-Gilchrist: 5,5
7 pt. (2/5), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. L’impegno c’è, ma da un paio di partite la stanchezza si fa sentire e prende la metà dei rimbalzi lasciandone qualcuno agli avversari che gli sfugge nonostante lotti. A tratti fa vedere la solita asfissiante difesa ma ha anche meno energie e si vede.

Zeller: 6,5
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 2 stoppate. Non ha un buon +/- ma I suoi cm sarebbero serviti. Esce dopo aver giocato solo 6:52 del primo quarto, aveva messo a segno due stoppate comunque.

Jefferson: 6
14 pt. (7/14), 5 rimbalzi, 1 stoppata, 2 perse. Lascia a Gortat troppo spazio, deve difendere meglio. Per questa sera, nel naufragio generale si salva anche grazie ai punti, ma non sono molte le volte in difesa in cui fa buona guardia.

Marvin Williams: 6
6 pt. (2/4), 5 rimbalzi. Mette la metà dei suoi tiri e prende 5 rimbalzi in 20:25. Probabilmente Clifford (non dovesse rientrare Zeller) lo promuoverà titolare nelle prossime gare.

Brian Roberts: 3,5
0 pt. (0/10), 1 rimbalzo, 1 assist. Serata da incubo al tiro, 0/10 complessivo. La metà dei tiri tentati sono da 3 punti, alcuni anche senza avversari ma non è serata e Charlotte viene danneggiata dalla sua serata no.

Biyombo: 6
3 pt. (1/3), 9 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 3 perse come al suo solito, ancora in rodaggio ma almeno fa la torre difensiva catturando rimbalzi e piazzando anche una stoppata, sebbene non sia comunque il miglior Biyombo e si nota.

Stephenson: 6,5
12 pt. (4/9), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Perde 3 palloni ma il suo buon momento gli consente di dare qualcosina a Charlotte. Fa una discreta partita ma questa sera predica nel deserto con una squadra stanca.

Maxiell: 6
4 pt (1/3), 3 rimbalzi, 2 stoppate in 14:49. Prende più minuti sul terreno a causa dell’infortunio di Zeller. La sufficienza gliela concedo in virtù di rimbalzi e stoppate.

Daniels: 5
0 pt. (0/2) in 5:44. Un paio di tiri, il primo forse toccato è pessimo. Non è facile entrare e giocare il garbage time.

Vonleh: 6
0 pt. (0/1), 1 rubata, 1 stoppata in 4:36. Anche lui coinvolto negli ultimi tristi minuti. Clifford gli da consigli e lui sembra esserci con la testa. Questi giocatori, oltre agli shootaround devono sfruttare questi momenti per mettersi in mostra.

Taylor: 5
0 pt. (0/2) in 4:36, 1 rimbalzo. Non c’è come nell’ultima partita…

Coach Clifford: 5,5
Il rovescio della medaglia. La squadra non ha energie. Gioca come altre squadre NBA con Mo in campo, fa giochi più classici e spesso evita di fare dello sparatutto come faceva Neal all’epoca, anche se questa sera Roberts e Mo Hanno sbagliato troppi tiri che si sono presi da 3, ma alcuni erano open, quindi potevano anche starci. Adesso deve cercare di non farli stancare troppo ma conservare la loro elasticità fisica e rimettere in sesto la squadra per le prossime due in casa, da non fallire, troppe volte in casa abbiamo regalato quest’anno.

https://www.youtube.com/watch?v=Xj1upGpg9YE

Game 61; Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 108-101

Gli Charlotte Hornets nella Motor City ingranano la quinta (vittoria) nel secondo tempo e lasciano al palo i Pistons che ora paiono dover dire addio ai sogni playoffs.
Gli Hornets partiti mettendo una seconda marcia hanno ingranato la retromarcia nel secondo quarto, tuttavia il provvidenziale rifornimento all’intervallo con la sostituzione del motore/cervello ha permesso agli uomini di Clifford di rientrare in campo più veloci, energici e di abbattere il gap mentale che li stava penalizzando nel primo quarto contro una squadra che ha delle qualità indubbiamente, ma che rimane attaccabile nonostante la corazza di Drummond e Monroe.

Gli Hornets scendevano sul parquet in anomala divisa bianca (essendo in trasferta) con; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Jefferson, per i Pistons invece (divisa blu/rossa) a calcare le tavole di legno lucidate c’erano; R. Jackson, Caldwell-Pope, T. Prince, Monroe e Drummond.
Lo scontro tra il mentore Van Gundy e il suo allievo Clifford stava per cominciare…

Jefferson in mezzo a Drummond e Monroe conclude a suo modo.

Jefferson in mezzo a Drummond e Monroe conclude a suo modo.

I Pistons partivano in attacco ma faticavano un po’ a trovare la via del canestro.
A 11:33 Henderson in aiuto a Jefferson andava a raddoppiare su Monroe e rifilava una bella stoppata al lungo avversario, tuttavia sulla rimessa 10 secondi dopo Caldwell-Pope da sinistra trovava la penetrazione con appoggio al vetro per i primi due punti di serata.
A 11:02 anche Charlotte smuoveva lo 0 dal tabellone con una penetrazione frontale di Mo Williams che portava al pareggio.
Sull’azione dei Pistons, Charlotte era brava a sporcare un pallone dentro che sarebbe stato sicuramente canestro se fosse arrivato al destinatario, gli Hornets ripartivano e segnavano con Big Al che si faceva trovare nel pitturato all’appuntamento con l’assist di Mo Williams.
Pope pareggiava sparando da due dal lato sinistro, Big Al segnava due liberi a 9:54 ma un tap-in di Monroe consentiva ai Pistoni di raggiungere il pari a quota 6.
Sull’azione offensiva Charlotte non riusciva a concludere con Zeller che non trovava spazio per il tiro in tempo utile e faceva scadere i 24 secondi, così Monroe a 8:56 segnava un gioco da 3 punti (2 +libero) e invertiva la tendenza.
A 8:41 il jumper di MKG riportava a -1 gli Hornets che sempre con Michael si riportavano sopra grazie a due liberi mandati a bersaglio.
La gara diveniva punto a punto e le due squadre si superavano in un tourbillon incredibile di controsorpassi con; Prince con un tiro aperto, una schiacciata di Henderson dopo aver preso bene la linea di fondo destra, Monroe, Mo Williams dalla lunetta, Prince con un tiro in diagonale da due e Zeller ancora per Charlotte dalla linea della carità, Jackson da sotto ben servito da Monroe, Kidd-Gilchrist in reverse layup passando prima sotto il ferro imbeccato bene da Mo, Jackson a 5:13 facile in entrata contro Mo che si rifaceva con un tiro fronte a canestro dalla media per il 20-19.
La partita però, sembrava volgere a favore di Detroit con Jackson che sparava subito da 3 punti e portando sul +2 i blurossi e anche se a 4:21 Big Al iniziava la sua seratona mettendo due punti era Jackson a ripetersi dalla lunga distanza per il 22-25 Detroit.
Il play avversario dopo le due bombe entrava in partita e Charlotte faticava a contenerlo; a 3:12 un canestro dal pitturato era momentaneamente contrastato da un tiro di Mo dalla diagonale destra che finiva nella retina a 2:57.
Biyombo stoppava Caldwell-Pope ma sul rimbalzo MKG commetteva fallo su Monroe, il quale andava in lunetta, segnava i liberi e si ripeteva con due punti su azione per il 24-31 Pistons.
A 1:40 Charlotte interrompeva la corsa degli uomini di Van Gundy con un gioco a due in movimento tra Roberts e Marvin Williams che vedeva la finta d’entrata del play di riserva e l’apertura finale sul lato sinistro per Marvin che con questa specie di pick and pop si permetteva di colpire da 3 punti per il 27-31.
Un canestro di Lucas che dimostrava la facilità di tiro dei padroni di casa chiudeva il primo quarto sul 27-33…

Nel secondo quarto era Biyombo in attacco a 11:47 a liberarsi per una dunk.
Taylor commetteva fallo su Meeks e i Pistons guadagnavano altri due punti, si faceva murare in attacco e Detroit segnava altri due punti, anche se Biz a 10:28 aumentava il numero dei punti personali con un gancio su Butler che valeva il 31-37.
Poco dopo Biz si ripeteva su Drummond e gli Hornets tornavano su un più consono -4. Drummond si rifaceva con uno spin move danzando nel pitturato concluso degnamente in gancio, Taylor confermava il suo momento no contro Drummond e la squadra del Michigan con Meeks servito nel corner sinistro si portava sul 33-42 grazie alla tripla di Jodie. Marvin Williams mancava una tripla, per fortuna Roberts ne segnava una per Charlotte, era poi lo stesso Brian a servire bene Biyombo per la schiacciata che era interrotta dall’intervento irregolare di Sh. Williams.
Biz in lunetta splittava e Charlotte tornava sul -5 (37-42).
Shawne Williams batteva l’altro Williams (Marvin) dalla linea di fondo destra e Meeks provava a 6:54 ad attaccare il canestro, Roberts si spostava andando a contatto dritto come un birillo ma c’era il fallo e il canestro.
Dopo il libero realizzato Detroit si portava sul +10 (37-47).
Gli Hornets avevano una piccola reazione; a 6:43 due liberi di Big Al più una bella azione a 6:04 con Mo che alzava un pallone in orizzontale sopra la testa di Jefferson, dietro di lui in ricezione c’era Zeller che si schermava con Big Al nel pitturato per concludere con la dunk solitaria del 41-47. Detroit segnava 4 punti, Mo tentava un tiro assurdo in reverse e per Charlotte a far tornare lo svantaggio sotto la doppia cifra ci pensava Henderson che fintava dal pitturato, l’avversario abboccava e la nostra guardia si estendeva in allungo spostando il baricentro in avanti per l’appoggio del -8.
A 3:38 il pubblico di casa applaudiva Jackson che addirittura andava prepotentemente a schiacciare in faccia a Jefferson, il quale si rifaceva in termini di punti con un tiro dal gomito poco dopo.
A 3:11 ancora Reggie Jackson provava il pull-up, Mo gli toccava un braccio peggiorando la situazione; canestro, tiro libero realizzato e -11 da incubo per gli Hornets.
I Calabroni reagivano a 3:00 dalla fine con una delle mie azioni preferite. Palla dall’alto verso il post basso per Jefferson il quale con perfetto tempismo serviva il tagliante Zeller con perfetto passaggio diagonale, Cody schiacciava a due mani velocemente anticipando l’intervento difensivo per la disperazione di Van Gundy in panchina che aveva un gesto di disappunto.
A 1:03 Jackson in entrata recuperava due FT che portavano la squadra della Motor City sul 49-60 ma Mo Williams a :45.0 metteva la tripla da 45° sinistra, poi a concludere il primo tempo ci pensavano Jackson e Henderson con due punti a testa che mandavano le squadre al riposo sul 54-62, svantaggio non insormontabile ma preoccupante poiché Charlotte per vincere doveva cambiare assolutamente registro in difesa.

Duello Henderson/Caldwell-Pope.

Duello Henderson/Caldwell-Pope.

L’inizio del terzo quarto sembrava poter presagire un rientro degli Hornets grazie alla maggior energia messa in campo e a qualche aggiustamento difensivo.
La palla comunque era in mano agli Hornets che 10 secondi dopo trovavano un canestro di Zeller (passaggio di Mo dentro) che raddoppiato trovava il fallo di Monroe per un gioco da 3 punti (57-62).
MKG su Jackson iniziava a far sentire la sua pressione, Zeller raddoppiava il play avversario sulla linea di fondo e scadevano i 24 secondi a Detroit.
La rimonta di Charlotte subiva un break quando Monroe partiva alto dall’area, Zeller teneva una posizione sbagliata esterna e il lungo arrivava a canestro in più si prendeva il fallo di Cody per il possibile contro gioco da 3 punti, per fortuna almeno il libero era mancato dal n°10 avversario. L’altro lungo dei Pistoni, Drummond, da sotto ne metteva altri due e avrebbe anche la possibilità di segnarne altri due dalla linea della carità a 9:39 ma errava entrambi i liberi, in mezzo a 9:51 c’era l’assist di Henderson per il jumper di Zeller.
I Calabroni superavano la soglia dei 60 punti con un altro scarico di Henderson che trovava Jefferson sul lato sinistro per il tiro dalla media del 61-66.
Il punteggio muoveva anche per Detroit con Jackson, abile a passare dietro un blocco e a finire comodamente nel pitturato.
Big Al ormai si presentava come minaccia costante e in uno contro uno dalla media a destra metteva un altro tiro in sospensione.
Jackson cercava un colpo per togliere morale agli Hornets con un 3 punti ma la difesa di MKG lo faceva sbagliare e a 8:22 con l’attacco in transizione di Charlotte Detroit doveva spendere un fallo sull’appoggio di Henderson.
Cattiva soluzione perché Henderson dalla lunetta tirava come il solito bene e accorciava sul -3 (65-68).
Sul lato destro Monroe, forse un po’ frustrato, cercava di divincolarsi da Zeller che si prendeva uno schiaffone e una gomitata contemporaneamente grazie all’avambraccio svitabile del n°10 avversario.
Gli arbitri si limitavano a fischiare il fallo offensivo…
A 7:55 comunque Henderson si buttava dentro, scaricava per Jefferson ormai una garanzia con il suo tiro (dalla baseline) che frustava la retina per il -1.
A 7:24 un brutto turnover degli Hornets costava due liberi che Caldwell-Pope realizzava, Big Al dall’altra parte con giro e semigancio portava altri due punti alla causa ma Caldwell-Pope dopo una lotta a rimbalzo sotto canestro degli Hornets recuperava palla e segnava altri due punti.
Jefferson però non stava a guardare, questa volta in movimento era pescato da un passaggio nel pitturato e “ganciava” al ferro contro Jackson “vendicandosi” della schiacciata subita per il 71-72.
Jackson raddoppiato passava la sfera a Drummond dimenticato sotto canestro per l’easy bucket in schiacciata.
Gli Hornets avevano la giusta reazione; anche Detroit raddoppiava Mo Williams che passava bene a Marvin, il quale dalla top of the key non sbagliava, Kidd-Gilchrist seguiva bene sul lato sinistro del campo l’entrata di Jackson non perdendone il passo trovando la stoppata sul tentativo d’appoggio nei pressi della linea di fondo e a 4:14 Henderson azzeccava la tripla dello sperato sorpasso.
Il 76-74 diventava 78-74 con la sospensione di MKG dalla destra per il time-out di Detroit che usciva dalla pausa rinfrancata.
Charlotte si annebbiava con un po’ di panchina in campo e i Pistons compivano uno sforzo per portare un parziale di 10-0 che rimandava Charlotte sotto sino al -6 prima dell’ultimo decisivo quarto.
In questo finale di quarto Biz si faceva trovare fuori posizione tre volte e regalava due liberi e due alley-oop (uno in reverse addirittura) a Drummond.

L’ultimo quarto continuava classicamente con la panchina degli Hornets sul parquet e Lucas entrava troppo facilmente nella difesa per il 78-86. Per fortuna la panchina di Charlotte poteva contare e vantare su una riserva extralusso quale Stephenson, anche se quest’anno troppo spesso è stato disastroso, questa sera continuava il suo buon momento con la tripla da 45° destra over Meeks per l’81-86 a 11:19.
Clifford, che aveva mandato in campo Maxiell nel finale di terzo quarto per sostituire uno sfasato Biz, ne traeva giovamento anche quando il centrone degli Hornets usciva sul tiro da 3 di Tolliver non consentendogli l’open, dall’errore nasceva la possibilità per Charlotte di recuperare altri punti e Lance era bravissimo ad attaccare appoggiare in controtempo dopo essere andato a contatto con il difensore.
Charlotte dopo aver fallito una tripla con Marvin Williams ne segnava una con lo stesso giocatore a 9:24 per il nuovo -1.
Maxiell sporcava palla a Monroe in difesa, Charlotte concedeva poco o nulla nell’ultimo quarto all’attacco dei Pistons e tornava in auge il momento di Lance; dopo una buona difesa personale a 8:45 Stephenson con un driving layup faceva volare sopra i Calabroni e li portava sul +3 con le finte di crossover e breakes ankle su Tolliver che lasciava lo spazio per la precisa conclusione e faceva festeggiare la panchina degli Hornets.
Meeks segnava due punti ma a 6:50 Roberts si eclissava dietro a Jefferson per prendersi un jumper dalla media che regalava il +3 alla squadra di Jordan.
Un fallo di Stephenson su Caldwell-Pope non era poi da buttare visto che il giocatore avversario mandava dentro una delle due conclusioni effettuate.
Big Al rientrato in campo sbagliava un tiro facendo notizia, però Caldwell-Pope si allungava la palla a spicchi e andava a sbattere contro Jefferson, palla persa e passaggio di Hendo per Big Al che a 5:49 dava un +4 agli Hornets (94-90).
Gli Hornets piazzavano i colpi risolutori della gara in tre mosse; a 5:12 Mo passava a MKG che nel pitturato prendeva una posizione ottimale per allungare il braccio destro (esterno) e appoggiare al vero evitando qualsiasi tentativo di stoppata, poi Jefferson compiva un numero di prestigio facendo sparire palla velocemente a Jackson (la difesa di Charlotte ora faceva buona guardia anche sui pick and roll) in entrata sotto canestro, infine Stephenson dal fondo passava a Big Al che sul movimento di lance fintava il passaggio di ritorno, invece faceva passare Caldwell-Pope (in quel momento su di lui) dietro la sua schiena, girandosi sagittava un letale dardo sul quale Drummond era in ritardo… il canestro era quello del 98-90 a soli 4:32 dalla fine.
Charlotte conservava il vantaggio anche grazie a due stoppate in due azioni distinte, la prima di Kidd-Gilchrist, fantastica esteticamente, la seconda di Jefferson, la vittima era sempre la stessa: Jackson, il quale ora non riusciva più a incidere.
A 2:41 Mo Williams dalla lunetta segnava il 100-90, poi nel finale Van Gundy le provava tutte, dal raddoppio al fallo sistematico anche oltre i limiti della decenza e del buon gusto a partita già persa.
Detroit però non si voleva arrendere, segnava 3 liberi per il 104-97 e metteva in difficoltà la squadra di Clifford su qualche rimessa, tanto da recuperar palla e avere una tripla ghiotta occasione per tornare magari a -4 o -5, ma Meeks sbagliava la tripla, il tap-in non entrava e il terzo tentativo di Drummond, facile da sotto era errato.
Charlotte chiudeva in lunetta una gara trascinata da Detroit vincendo 108-101 inanellando la quinta vittoria di fila.

Gli Hornets surclassano i Pistoni negli assist 32-21, limitano i danni a rimbalzo (molto importante) 39-42 e tirano con il 51,9% dal campo contro il 43,8% di Detroit, limitando a un 21,4% il tiro da 3 dei ragazzi di Van Gundy.
Ora torniamo a casa per giocare in settimana 3 partite; contro Washington, Sacramento e Chicago, tutte squadre rispettabili ma alla portata degli Hornets che devono cercare di capitalizzare al massimo queste tre gare casalinghe con altrettante vittorie per mantenere l’attuale settima posizione soffiata a Miami e Indiana dopo che le vittorie di queste squadre l’altro ieri avevano rispedito Charlotte al nono posto.
Cadono nella notte Brooklyn in casa contro Utah e Boston a Orlando, due buone notizie per noi.

Voti

Mo Williams: 7
21 pt. (6/15), 9 assist, 1 rubata.
Mo è meno preciso del solito e perde la testa in un paio d’occasioni. Conclude comunque ancora sopra i 20 e riesce a dare diversi buoni assist. E’ la difesa su Jackson (non facile) che non ha convinto molto.

Henderson: 7,5
13 pt. (5/12), 9 assist, 6 rimbalzi, 1 stoppata. A buon diritto uno dei voti più alti con una doppia doppia sfiorata. Nove assist per lui da SG sono tanti, per di più sono buoni passaggi. La sua tripla compie il primo sorpasso.

Kidd-Gilchrist: 7
10 pt. (4/9), 6 rimbalzi, 2 stoppate. Primo tempo incolore, buon secondo tempo con la guarnizione e ciliegina di un canestro importante oltre alla solita ottima difesa.

Zeller: 7
11 pt. (4/5), 7 rimbalzi, 1 rubata in 20:05. Cody lotta. Non è il punto debole della squadra per fortuna. Quando gioca così va bene, anche se commette troppi falli (5).

Jefferson: 8,5
24 pt. (10/14), 8 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Dopo un primo tempo in cui anche lui va in confusione, torna nella ripresa dopo aver conosciuto probabilmente una fata negli spogliatoi. La mano è magica, mette dentro quasi tutto con irrisoria facilità. La sfera sembra avere la calamita. Calamita e calamità per Detroit.

Marvin Williams: 6
8 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 3 assist. Sbaglia troppe triple in momenti cruciali, si rifà con una tripla che riavvicina I Calabroni e fa una discreta difesa nel finale.

Biyombo: 5,5
7 pt. (3/3), 1 assist, 1 stoppata. Perché nonostante la perfezione ottenuta in attacco vada sotto la sufficienza, si capisce dal -14 di plus/minus… Fuori giri in difesa sia nel primo ma soprattutto nel secondo tempo. A parte una stoppata iniziale sembra stranamente soffrire i lunghi avversari.

Roberts: 6,5
5 pt. (2/3), 5 rimbalzi, 2 assist in 14:59. A parte l’ingenuità di un gioco da 3 punti concesso nel primo tempo mette un canestro importante nel finale. 5 rimbalzi per un play con il suo fisico sono tanti in 15 minuti.

Stephenson: 7
9 pt. (4/8), 3 rimb., 5 assist in 22:20. Perde due palloni ma in compenso smista 5 assist e aiuta gli Hornets nella fase più delicata a rimanere in piedi. Con le sue azioni riaggancia e sorpassa i Pistons. Trova il flusso in partita e speriamo non lo perda nelle prossime. Faro nella notte.

Taylor: 5
0 pt. (0/2), 1 rubata in 3:29. Male. Si fa stoppare un paio di volte in attacco, Clifford si accorge che non è serata e lo toglie subito.

Maxiell: 6,5
0 pt. (0/0) in 5:27. +7 di plus/minus. Non sta molto in campo. Sostituisce Biz e difende bene almeno in tre occasioni, anche grazie a lui Charlotte recupera.

Coach Clifford: 7
Batte il suo maestro affidandosi all’energia difensiva. Piazza MKG sulla fonte di gioco avversaria nel secondo tempo, in qualche caso lo raddoppia… alla fine Detroit segnerà solo 39 punti nella seconda parte contro i 62 della prima parte. Brillante sostituzione del primo cambio con Maxiell al posto di un Biyombo a zonzo per il campo come quella di mettere Henderson per MKG nel momento in cui si poteva fare e doveva fare per aggiungere un tiratore.

https://www.youtube.com/watch?v=22pEZwATXvM

Game 60; Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 103-94

Sottotitolo; CiclHornets!

La squadra di coach Clifford si presentava sul parquet amico decisa a calare il poker di vittorie nonostante l’ostico avversario sia ben oltre i .500.
I Calabroni però erano ancora affamati e con le mandibole tentavano subito di afferrare la partita.

I Raptors si presentavano in rosso con bande nere alla Time Warner Cable Arena (detta confidenzialmente “The Hive”) con; Lowry, DeRozan, Ross, A. Johnson e Valanciunas, gli Hornets in divisa casalinga bianca opponevano; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller (rientrato in quintetto) e Jefferson.

Zeller alla palla a due.

Zeller alla palla a due.

La partenza energica della squadra di casa faceva ben sperare, infatti, gli Hornets, nonostante alcuni momenti di difficoltà, alla fine portavano a casa un’altra meritata vittoria.
La palla lanciata in aria dall’arbitro era vinta dagli Hornets, i primi tiri delle due squadre andavano a vuoto e per vedere il primo canestro della partita bisognava attendere un minuto; DeRozan falliva un tiro ben marcato da Henderson, Mo Williams metteva la tripla inaugurale sfruttando la transumanza di rientro dei Raptors che non badavano molto al portatore di palla.
DeRozan si rifaceva a 10:16 con due punti ma Henderson a 9:56 dalla baseline destra faceva vedere che tutta la linea di fondo è la sua area di tiro mettendo il 5-2.
Toronto accorciava nuovamente con DeRozan in entrata a 8:57.
A 8:36 l’elastico nel punteggio però si allungava con Henderson, ancora una volta dalla baseline destra bravo a sorgere in sospensione nonostante il difensore per altri due punti.
A 7:45 Mo Williams scaricava un’altra tripla nel canestro dei Raptors approfittando della libertà concessa, ancora una volta con i Raptors più intenti a correre verso il loro canestro.
L’uscita su Mo era tardiva e gli Hornets raggiungevano quota 10. A portare almeno a 6 i Raptors ci pensava 20 secondi dopo Valanciunas fermato da Zeller fallosamente.
Il centro dei Raptors si confermava buon tiratore di liberi e non falliva le occasioni concesse.
Gli Hornets si lanciavano con otto punti consecutivi; a 7:12 giro e semigancio di Big Al in uno contro uno per il 12-6 che doppiava i Raptors, Zeller metteva i suoi liberi (fallo di Valanciunas), Mo sparava sé stesso ad alta velocità sotto canestro e apriva intelligentemente a sinistra per l’assist quasi alla mano ma Big Al mancava il tiro, dall’altro lato del canestro arrivava comunque il tap-in di Kidd-Gilchrist ad anticipare per un soffio il n°15 dei Raptors, infine Big Al metteva due punti per il 18-8 e costringeva gli avversari a chiamare time-out a 5:25. Lowry in sospensione portava a 10 i suoi ma Mo Williams si catapultava ancora una volta sotto canestro velocissimo, si voltava e in un istante recapitava palla a Zeller, il quale invece di tirare riapriva veloce in angolo a sinistra per la tripla di Gerald Henderson che concludeva una bella e veloce azione.
Lowry da sotto riusciva a evitare il tentativo di stoppata aggressivo da parte di Henderson e metteva altri due punti per i canadesi.
Big Al segnava altri due punti, poi a 3:15 si assisteva a un duello tra gli ultimi due marcatori con Lowry da sotto bravo a inarcarsi all’indietro per trovare lo spazio di tiro, evitare la buona difesa di Jefferson e segnare altri due punti per la squadra della foglia d’acero.
I Raptors rimontavano nel finale di quarto e tornavano a contatto con Valanciunas a 1:28, il quale subiva fallo da Biyombo, segnava e metteva anche il libero addizionale per il 23-22.
A :45.2 era Kidd-Gilchrist a procurare altri due punti per gli Hornets con un’entrata laterale sulla destra conclusa in salto laterale verso sinistra con ottimo rilascio della palla dal pitturato per il +3 Calabroni.
Uno spin move di Vasquez su Mo premiava il venezuelano che riusciva a trovar lo spazio per i 2 punti che chiudevano la prima frazione sul 25-24.

Con Toronto rientrata in gara la seconda frazione destava un po’ di preoccupazione, soprattutto perché dalla panchina non sempre abbiamo ricevuto molto in termini di punti, tuttavia Stephenson partiva con un buon assist per Marvin Williams che metteva un due punti lungo dalla diagonale sinistra a 11:29.
Lou Williams dalla lunetta ristabiliva il -1 (fallo di Roberts), poi era Roberts a provarci da tre punti ma il ferro lo beffava rispedendogli indietro una buona conclusione ma troppo violenta.
Dall’altra parte un tiro dell’ala James Johnson, anche se da due punti, aveva la stessa sorte, toccava quindi a Stephenson sulla stessa azione al secondo tentativo, realizzare dalla destra sotto canestro in appoggio superando i difensori.
A 10:08 Biz partiva in terzo tempo, contatto con il lungo avversario ritenuto non falloso dagli arbitri e appoggio buono per il 31-26. Hansbrough metteva con due tiri da sotto quattro punti facili per i suoi, anche se nel mezzo di questi canestri Roberts era bravo sull’attacco di Charlotte nel partire velocemente verso la baseline e procurarsi un tiro vincente da due punti.
Charlotte sul 33-30 tornava in attacco con MKG che provava un jumper dalla diagonale destra, la sfera s’incastrava tra vetro e canestro, gli arbitri dopo aver aspettato 2/3 secondi chiamavano la jump-ball a centrocampo, anche se subito dopo la stessa scendeva consegnandosi nelle mani dei Raptors.
Biz vinceva la contesa ma si faceva fermare da Patterson, giocatore prettamente difensivo, in attacco e dopo un po’ di errori abituali da ambo le parti, situazioni classiche con le panchine in campo, Toronto ricavava da una penetrazione di James Johnson altri due punti. Roberts rispondeva al n°3 avversario con più stile imitando l’azione in entrata dell’ala dei Raptors, il quale per un fallo di Stephenson si recava in lunetta ma falliva entrambe le occasioni lasciando il punteggio invariato sul 35-32 pro Charlotte.
Henderson dall’altezza della linea fronte a canestro aumentava il punteggio della squadra di Clifford ma a 6:15 DeRozan con un tiro in sospensione dalla lunga vanificava gli sforzi difensivi di Henderson per il nuovo -3 Toronto.
A 5:27 Henderson si confermava una sentenza dalla linea di fondo destra, questa volta si permetteva il giro e tiro ma il risultato era sempre il medesimo; 2 punti e 39-34 prima che J. Johnson segnasse con un appoggio a sinistra del ferro eludendo Jefferson, il quale non segnava in attacco sull’azione successiva ma tornava utile in raddoppio con Lowry marcato da MKG.
L’intervento in aiuto da sotto di Big Al faceva mettere a referto agli addetti l’ottima stoppata e salvava il canestro da due punti quasi certi.
A 3:56 un’altra azione magnifica di Charlotte. Stephenson da fuori per Big Al poco più in là del post basso sinistro.
Il centro spalle a canestro vedeva la corsa in diagonale di Stephenson e lo serviva con i tempi giusti, Lance tagliava la difesa come il burro e appoggiava esaltando il pubblico.
Il rientrante Mo Williams tentava dalla distanza di dare una scossa al punteggio ma la tripla non aveva buon esito, Jefferson teneva vivo il possesso, la palla era ancora preda di Mo che con una finta mandava per terra Lowry, entrava nella zona da due punti e segnava con un bel jumper a 3:25 i punti del 43-36.
I Raptors troppo spesso si accontentavano dei tiri in sospensione, anche perché Charlotte solitamente faceva una buona difesa, era il caso di DeRozan che tirava dalla linea di fondo ma non segnava anche per la buona difesa di MKG.
A 2.24 quindi era Lance a confermare i buoni propositi di serata inventandosi un altro canestro in entrata per il +9 Hornets.
I Raptors mancavano una tripla più che aperta, con chilometri di spiaggia libera davanti con Ross da 45° destra che tirava un air-ball, Big Al si accontentava prima del jumper dalla media e poi con un tiro da più lontano realizzava anche il 49-38, anche se DeRozan faceva tornare il vantaggio della squadra di Jordan a una sola cifra con due punti.
Mo Williams tentava il passaggio alley-oop per Jefferson, un’idea nuova, Big Al non saltava anche perché Hayes lo tratteneva quel tanto per metterlo fuori causa, tuttavia Big Al riusciva a toccare il rimbalzo e sul giro palla gli Hornets trovavano Zeller per un piazzato lungo a :46.1.
A :21.5 Charlotte beneficiava di tutta l’energia di Kidd-Gilchrist che si lanciava a canestro in mezza transizione, staccava dall’altezza del punto più basso del cerchio interno e con il braccio sinistro teneva la distanza difendendo bene palla in appoggio sul contatto con A. Johnson per l’appoggio sulla destra.
A chiudere il primo tempo con due punti per i Raptors ci pensava A. Johnson con una facile schiacciata a :1.02.
Tutti negli spogliatoi con Charlotte in vantaggio di 11 punti, 53-42.

La ripresa iniziava subito con un canestro di Charlotte; passaggio per Big Al dentro che velocissimo appoggiava al vetro a 11:32 ma DeRozan sfruttava il blocco di A. Johnson per andare a schiacciare in faccia alla difesa di Charlotte.
A 10:28 Big Al era ancora lesto a districarsi in attacco mettendo altri due punti per gli Hornets, seguiti però da 5 punti consecutivi dei Raptors; due dai liberi di Lowry e tre da DeRozan che in transizione riusciva a segnare non perdendo il controllo del corpo nonostante il fallo di Mo Williams che costava a Charlotte anche il libero supplementare. Dall’altra parte si accendeva un confronto con spinte (sull’azione e a gioco fermo) tra Kidd-Gilchrist e Valanciunas con spinte.
I due avrebbero potuto passare alle vie di fatto se non fossero stati divisi da compagni e arbitri.
I due si prendevano un tecnico a testa e DeRozan si prendeva un tiro contro Henderson mandandolo ancora a segno per il 57-51. Kidd-Gilchrist ne faceva una questione personale e attaccava il canestro tentando il tiro ravvicinato ma la difesa dei lunghi Raptors lo costringeva all’errore e sulla ripartenza Lowry andava a mettere altri due punti per il 57-53.
A 8:48 Clifford era intelligente a chiamare time-out per interrompere l’inerzia dei Raptors e a far calmare e cercare di far ragionare i suoi giacché le ultime azioni erano state troppo poco ragionate.
Henderson al rientro passava dietro a Jefferson e DeRozan era troppo titubante concedendo a Gerald lo spazio per il jumper lungo dalla diagonale sinistra che interrompeva il parziale di Toronto.
A 8:03 Mo imitava Gerald schermandosi con Big Al, due passi verso il centro e canestro, la differenza era però nel valore, il nostro nuovo play aggiungeva tre punti e gli Hornets si portavano sul 62-53.
De Rozan continuava a essere una bocca da fuoco per gli ospiti e ne aggiungeva due.
Charlotte tuttavia non si preoccupava troppo e in attacco faceva girare la testa a Toronto muovendo palla sul perimetro cambiando lato, alla fine veniva servito Mo Williams e la difesa spiazzata, andava fuori giri sulla finta di Mo che entrava a canestro con un floater buono per aumentare di due il punteggio dei padroni di casa.
Toronto però non aveva intenzione di perdere e il solito n°10 segnava altri due punti per i canadesi, imitato da Ross che si frapponeva tra il passaggio di Mo e la ricezione di Gerald trovando una prateria in contropiede per mulinare la sua schiacciata libera.
A 5:59 la palla tornava in post basso sinistro da Al Jefferson che duellava con Valanciunas e lo batteva in uno contro uno con un buon gancio mano destra per la gioia dello speaker.
Il 66-59 durava finché il fastidioso DeRozan non metteva a segno un altro tiro, poco prima che gli arbitri dessero un altro doppio tecnico, questa volta a Ross e Henderson.
Zeller nel pitturato a 5:12 in qualche modo riusciva a depositare a canestro il 68-61 ma Lowry con tre punti dalla lunga a 4:52 concedeva a Charlotte solo 4 punti di vantaggio.
Un fallo offensivo di Hendo (gomito allargato per liberarsi di DeRozan) costava a Charlotte il rientro dei Raptors che da Ross ricevevano due punti e il -1 (68-67).
Gli Hornets tornavano a mettere un margine di sicurezza quando Jefferson scaricava fuori per Mo Williams che colpiva da 3 punti dalla diagonale sinistra.
A. Johnson a 3:09 commetteva fallo sul tiro in appoggio di MKG e Charlotte andava sul 73-67, tuttavia, anche se Lowry cacciava un orrendo air-ball Valanciunas recuperava il rimbalzo battendo Jefferson. Toronto segnava ancora ma Big Al metteva altri due punti pesanti e Roberts dopo finta e step back (poiché su di lui vi era una buona marcatura) metteva un tiro dalla precisa parabola prendendolo dal lato sinistro per il 77-71 a :14.5.
Charlotte conservava i sei punti di vantaggio e andava fiduciosa a giocarsi l’ultimo quarto.

"Big" Al Jefferson supera Valanciunas con il suo classico tiro.

“Big” Al Jefferson supera Valanciunas con il suo classico tiro.

L’ultimo quarto partiva con gentile omaggio della terna.
A dire la verità, la discussione tra gli arbitri si protraeva anche dopo il replay.
L’azione incriminata nasceva per una spinta di Lou Williams su Marvin Williams che stava portando un blocco inutile visto che dietro di lui in marcatura sul portatore di palla Roberts c’era Patterson.
Il fallo non era quindi sul tiro ma l’effetto domino provocava il contatto della schiena di Marvin con Patterson, il quale andava a incocciare contro il corpo di Roberta a palla appena rilasciata sul tentativo di tripla. Gli arbitri facevano pagare con originale decisione l’imposta indiretta a Toronto per “danno procurato” e gli Hornets beneficiavano di tre liberi, un po’ regalati ma direi che siamo ancora in credito con qualche decisione arbitrale a sfavore quest’anno.
Brian, ottimo tiratore di FT a 11:41 metteva il sigillo sulla partita non sbagliando nulla (80-71).
La partenza di quarto era un po’ lenta, le squadre faticavano a segnare, Lou Williams in azione personale sbloccava il punteggio (dopo qualche passaggio a vuoto) andando in uno contro uno vs Roberts.
Un fallo di Marvin Williams su J. Johnson riportava i Raptors a -5 (80-75) ma a 9:14 Stephenson con due passi cercava di battere Lowry che rimaneva su di lui, nonostante ciò Lance metteva il tiro dalla media.
I Raptors provavano da tre punti due volte; la prima con Vasquez e la seconda con Lou Williams che si avvantaggiava del blocco per lasciare Roberts attardato, tuttavia le due conclusioni non entravano, le difese si stringevano e a 7:13 Patterson commetteva fallo su Big Al che dalla lunetta splittava ma metteva un punticino importante per l’83-75. Johnson mandava un tiro in entrata sul ferro e il ferro finalmente diceva no anche a DeRozan.
Charlotte tornava a mettere due punti dalla lunetta con Mo Williams che andava via sul primo passo a Lowry il quale commetteva un handcheck istintivo.
Mo ringraziava e segava i liberi del +10 (85-75) a 6:01.
Lo stesso N° 7 dei Raptors perdeva la testa andando a tirare un altro spintone a metà campo su uno Stephenson lanciatissimo in transizione.
Lance aveva un principio omicida ma riusciva a trattenersi.
Arrivava l’ovvio fallo fischiato al play avversario e gli Hornets segnavano con Mo dalla lunetta seguito da Lance che splittava dalla linea.
Con la palla in mano (per il flagrant foul 1 di Lowry) gli Hornets con Zeller sotto canestro provavano a costruire qualcosa ma J. Johnson spingeva Cody fuori dal campo.
Con il bonus ampiamente superato la nostra ala grande tornava in lunetta per un 2/2 che lanciava gli Hornets sull’89-75.
Henderson provava il tiro ma la palla rimbalzava sul ferro, il centro dell’area era preso da Lance come se fosse Mosè con le acque accanto, rimbalzo e correzione volante.
Peccato per il gesto del pollo che il nostro N°1 mimava agli avversari che costava anche un tiro libero contro.
Per Toronto ormai era tardi, anche se DeRozan (finirà con 30 punti) rimpinguava il suo bottino A 4:19. Big Al con uno spin move nel pitturato verso l’interno girava oltre il proprio marcatore e metteva un facile tiro a pochi cm dal ferro poi a 3:47 Lance mandava tutti a casa; dal pitturato marcato da due uomini con un assist schiacciato no look dietro la schiena effettuato con il terzo occhio batteva le difese dei Raptors, la palla perveniva a Zeller sotto canestro che si esibiva in una schiacciata appesa per il 95-78.
Nel finale il pressing di Toronto unito ai raddoppi produceva poco, era solamente Charlotte a rallentare e a concedere a Lowry qualche tripla. La gara si chiudeva sul 103-94 per gli Hornets.

Biz e i suoi polpastreli sulla palla a spicchi tra le mani di Valanciunas.

Biz e i suoi polpastreli sulla palla a spicchi tra le mani di Valanciunas.

Charlotte vince nettamente a rimbalzo con un 56-32, vince negli assist 26-21 e nella percentuale dei tiri dal campo con un 47,1% contro il40,7% di Toronto.
I canadesi beneficiano dei troppi turnover (16 contro 5 dei Raptors) della squadra di Jordan per rimanere in partita.

Le statistiche di squadra.

Le statistiche di squadra.

Voti

Mo Williams: 8
23 pt. (7/14), 1 rimbalzo, 7 assist, 1 stoppata. Un’altra note stellare nonostante le 3 palle perse, segna punti importanti, costruisce, penetra e colpisce. Toglie pressione a Big Al e magari recupera anche 3 punti. Uno sparatutto che fa impallidire quel Gary Neal troppo atteso. In alcune statistiche sta viaggiando anche sopra Walker e le parole di Clifford spese su di lui “dopo due giorni sapeva già tutto” a proposito degli schemi confermano la professionalità di Maurice.

Henderson: 7
13 pt. (6/11), 6 rimb., 1 assist, 1 rubata. Gerald soffre qualche turnover (3 perse), oltre che un DeRozan scatenato, tuttavia va oltre il 50% dal campo e cattura 6 rimbalzi. Utile nei movimenti da tagliante e quando insieme alla squadra movimenta bene palla in attacco.

Kidd-Gilchrist:7
8 pt. (3/8), 11 rimbalzi, 4 assist. Solita prestazione spesa a prendersi gli uomini pericolosi. Non sempre forse va bene ma la sua difesa, la sua pressione unita al resto della squadra costringe gli avversari a tiri non facili. Come al solito condisce con rimbalzi in doppia cifra la sua prestazione, anche se oggi non va in doppia doppia. 2 perse.

Zeller: 6,5
12 pt. (3/9), 7 rimbalzi, 1 assist e 1 stoppata. Fa 6/6 dalla linea da dove ottiene la metà dei suoi punti. Discreta gara per Cody che mette la ciliegina sulla torta con la schiacciona su assist di Lance nel finale.

Jefferson: 8
23 pt. (11/21), 13 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Basta guardare i numeri. Che dire di più? Dal post basso (specialmente a sinistra) è letale. Sono pochi i giocatori che riescono a limitarlo e questa ser i Raptors hanno fallito clamorosamente. Punti importanti dai suoi polpastrelli. Un Big Al in formato playoffs. Domani sera la prova della verità contro i lunghi di Detroit.

Marvin Williams: 5,5
2 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata in 20:37. Si rifà con le altre statistiche ma l’1/5 dal campo rischia di riportare in vantaggio i Raptors. Un passo indietro rispetto a Brooklyn ma penso che Marvin già a Detroit farà meglio al tiro.

Biyombo: 6
2 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 1 stoppata in 13:53. Quella cosa sferica chiamata palla a spicchi non deve sembrare molto famigliare a Biz. In attacco a parte una buona entrata combina un paio di pasticci. Perde una palla commettendo infrazione in attacco e se gliela passano bassa diventa un dramma. Mezzo voto in più per una delle sue stoppatone che ferma i Raptors in un momento delicato della gara.

Roberts: 7
9 pt. (3/6), 4 rimbalzi, 1 assist. Qualità nei tiri e anche abilità nel metterli visto che un paio sono stati ricavati da iniziative personali nonostante i difensori opponessero strenua difesa. Buona prova.

Stephenson: 8
11 pt. (5/8), 8 rimbalzi, 4 assist. Lance prima maniera. Quello che Charlotte cercava da inizio anno e non trovava. A Charlotte si aggiravano con una lampada accesa come Diogene a cercare l’uomo. Pare che questa sera l’abbiano ritrovato. Per conferme domani sera a Detroit vedremo. Questa notte lotta su diversi palloni ed è brillante nell’andare a canestro oltre che a prendere diversi rimbalzi e a distribuire ottimi assist, tanto che Clifford lo lascia in campo 24 minuti e anche nel finale +13 di plus/minus, il più alto…

Coach Clifford: 7
Bravo a intuire che I suoi ragazzi si stavano facendo trascinare dentro la bagarre, chiama un time-out provvidenziale. La gara è sulla falsa riga di quella giocata a Brooklyn, gli Hornets partono forte e tengono il comando delle operazioni, anche se i Raptors sono più forti della squadra newyorkese e tornano a contatto. Una buona difesa e un attacco che ragiona, tornato a giocare a basket con un’intesa maggiorata dopo l’arrivo i Mo Williams facilita il gioco offensivo. La squadra riesce anche a dettare i tempi e a rallentare quando il quintetto in campo non è eccezionale offensivamente magari procurandosi comunque buone occasioni.

https://www.youtube.com/watch?v=eiLdzeqweS0

Game 59; Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 115-91

Partita cruciale a Brooklyn.
Gli Charlotte Hornets si presentavano agguerriti, pronti a invadere il Brooklyn Bridge.
Coach Hollins, dopo aver battuto i Guerrieri chiedeva anche ai Calabroni di pagare dazio ma gli insetti accumulata energia solare carica di tensione nelle ore precedenti, non erano della stessa idea e attaccavano subito.
Lo sciame si riversava subito volando e violando le difese degli uomini preposti a guardia della struttura.
Restando in tema di ponti…
Brooklyn non è campata tanto, è crollata sotto l’immediato e inaspettato attacco, i piloni non hanno retto e i tiranti non hanno funzionato.
Charlotte esce più convinta da questa battaglia, brava a non farsi recuperare questa volta.
Le squadre si presentavano in campo con qualche news.
Gli Hornets sempre privi di Walker dovevano rinunciare (già da un paio di gare) anche a P.J. Hairston, il quale comunque ultimamente non aveva giocato molto, mentre sul fronte Nets si registrava la perdita di Teletovic, fuori pare, per tutta la stagione.

Marvin Williams tornato in quintetto per l'occasione ha sfoderato una gran prestazione.

Marvin Williams tornato in quintetto per l’occasione ha sfoderato una gran prestazione.

I Calabroni (in viola) schieravano; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams (a sorpresa per la difesa) e Jefferson, mentre i Nets (in bianco) mettevano sul parquet; Deron Williams, M. Brown, J. Johnson, Al. Anderson e M. Plumlee.

I Nets vincevano la palla a due ma la difesa di Charlotte si dimostrava subito attiva e concentrata con Jefferson a sporcare e respingere un passaggio dentro, gli attacchi andavano a vuoto fino a 10:49 quando Mo Williams trovava Big Al per i primi due punti della partita.
Brown con un’entrata in appoggio ristabiliva la parità ma gli Hornets volevano a tutti i costi vincere una partita cruciale e Mo Williams continuava a produrre assist; penetrazione e scarico volante per Marvin Williams che sulla sinistra sparava la tripla del 5-2, a 9:30, Henderson mandava il proprio tiro sul ferro ma a ribadire a canestro ci pensava Kidd-Gilchrist, poi era Jefferson a deviare un pallone in difesa, facendo partire la transizione degli Hornets con Mo che serviva all’ultimo Michael Kidd-Gilchrist per l’easy layup, Marvin Williams si produceva in un insolito attacco spalle a canestro per sfruttare il miss match con il rookie Brown da cui guadagnava due liberi messi a segno.
La giostra per i Nets continuava a 8:04 con Mo Williams che vedeva l’inserimento frontale nel pitturato di Jefferson che tirava quasi sullo scarico e segnava il 13-2.
A interrompere il dominio di Charlotte ci provava Lopez da sotto a 7:50 che raddoppiava il punteggio dei Nets.
A 7:34 arrivava un’altra tripla del caldissimo Marvin Williams e dopo il canestro dei Nets gli Hornets mettevano a segno un altro bel canestro; Mo guadagnava la linea di fondo e chiuso scaricava nel mezzo dove Lopez sembrava essere in vantaggio su tutti, ma arrivava Henderson ad anticiparlo con una deviazione a mani protese che trovava il passaggio diagonale perfetto per liberare sotto il canestro Jefferson per la jam del 18-6.
L’inizio veemente degli Hornets non si spegneva; mentre i Nets troppo soventemente si accontentavano dei tiri in sospensione e non li mettevano, Charlotte trovava Kidd-Gilchrist due volte con due jumper forniti da Mo Williams e Jefferson che gli concedevano un po’ di spazio per prendere la mira e portare la squadra del North Carolina sul 22-6 a 5:31 dalla fine del primo quarto.
A 4:54 un piazzato di Jefferson oltre il braccio proteso di Lopez aumentava il gap, Jack era freddo e sbagliava un tiro lungo da due, poi era ancora Mo a incrementare la sua produzione assist con un passaggio per l’altro Williams (Marvin) che da sotto metteva due punti in schiacciata a 4:36 per l’inaspettato +20.
Jack dall’angolo mancava una tripla e Charlotte abbatteva il muro dei 20 di vantaggio con un’azione solitaria di Mo che da 45° sinistra metteva una tripla a 4:14 che valeva il 29-6.
B. Lopez in gancio segnava per i Nets, mentre per gli Hornets a 3:34 Jefferson andava a segno polverizzando Deron Williams cui non riusciva il tentativo di stoppata.
Deron si ricomponeva e andava a segnare in entrata nonostante fosse ben contrastato dalla difesa all’altezza dell’anello.
Bravo lui a resistere al tocco sulla palla.
Gli Hornets continuavano a difendersi, Jefferson sporcava un pallone a Lopez che cercava il tiro in avvicinamento, la palla andava a Jack che non metteva nemmeno questa conclusione ma per le Retine arrivava un libero di Young a muovere il punteggio che aumentava per entrambe le squadre con il canestro in solitaria di Mo Williams e di Bogdanovic.
A 1:08 una delle classiche azioni di Roberts; partenza veloce per prendere il centro dell’area e palla alzata in prossimità del canestro per il 35-13.
Il punteggio era quello finale di primo quarto poiché era lo stesso Roberts a compiere un gran recupero difensivo su Young cercato e trovato da un passaggio lungo, sul controllo il nuovo acquisto dei Nets si faceva soffiare la palla da Flash Brian.

Jefferson schiaccia nonostante la difesa di Deron Williams.

Jefferson schiaccia nonostante la difesa di Deron Williams.

Nel secondo quarto i Nets segnavano a 11:03 con Jack su una seconda possibilità, offerta da Bogdanovic che recuperava un rimbalzo offensivo. Gli Hornets forti del vantaggio di 20 punti continuavano ad attaccare con intelligenza nonostante la panchina in campo desse minori garanzie. Roberts mancava il tiro ma Biz prendeva il rimbalzo sotto canestro e Jack non poteva far altro che fermarlo irregolarmente vista la differenza di statura tra i due.
Biz non falliva dalla lunetta, ne falliva uno dei due concessi invece Plumlee a 10:15 e il punteggio muoveva sul 37-18.
A 9:52 Zeller provava un tiro frontale ma la palla finiva corta sul lato del ferro, rimbalzava sul terreno e veniva recuperata da Cody stesso, più lesto di tutti a intervenire sul pallone andando incontro allo stesso, il varco centrale lasciato da Brooklyn era sfruttato dalla nostra PF per mettere due punti che portavano al 39-18.
Gli Hornets infrangevano la barriera dei 40 punti con un tifoso dei Nets; Lance Stephenson, il quale abbattuto da Plumlee dopo un’aggressiva entrata si dimostrava capace di mettere due liberi consecutivi a 9:13.
I bianconeri segnavano con Bogdanovic da sotto e poi a 8:29 aggiungevano un altro punto dalla linea della carità con M. Brown. Marvin Williams però vanificava questi tre punti dei Nets in un istante sparando dall’angolo destro una bombarda per il 44-21 a 8:08.
Deron Williams, il play dei Nets, tuttavia segnava cinque punti consecutivi, aiutato da Bogdanovic che subiva fallo da Lance a 6:24.
I suoi liberi a segno riavvicinavano la squadra di casa portando il punteggio sul 44-28.
Jefferson raddoppiato in area perdeva palla e Young puniva gli Hornets con una tripla che costringeva Clifford a chiamare time-out a 5:42 sul 44-31.
J.Johnson faceva fallo su Henderson al rientro e i liberi della nostra guardia andavano dentro.
Plumlee faceva tornare il distacco identico a dopo il time-out con un bel gancio nonostante Jefferson difenda bene su di lui, dall’altra parte però una manata dello stesso centro avversario a Jefferson costava due tiri liberi alla squadra bianconera.
Big Al metteva solo un libero e Young a 4.43 con una specie di semigancio dal post basso sinistro accorciava a 12 lo svantaggio (47-35).
Con Charlotte in difficoltà gli uomini di Clifford tornavano ad affidarsi a Williams, in questo caso Marvin che con 5 punti allontanava la minaccia di un rientro dei Nets per una partita punto a punto.
Marvin prima era abile a procurarsi un fallo che lo portava a segnare due FT, poi metteva un canestro clamoroso da 3 punti dalla sinistra per il 52-35 a 4:11 nonostante l’uomo gli mettesse la mano in faccia.
Plumlee si avvantaggiava grazie alla sua maggiore statura mettendo un altro tiro da sotto a 3:36.
Un probabile fallo su Big Al da sotto non veniva chiamato e sula transizione Mo Williams commetteva fallo.
C’era anche un tecnico a Mo, quindi Bogdanovic per i Nets poteva accorciare.
Il primo libero andava a bersaglio ma il bianco mancava clamorosamente gli altri due e i punti di vantaggio (ora 14) di Charlotte resistevano.
Jefferson si trovava a pochi secondi dallo scadere in condizioni di tirare dalla baseline sinistra dalla media ma da dietro la tabella.
Il tiro un po’ affrettato faceva “palo” e i 24 secondi scadevano. Deron Williams mancava la tripla comunque e Charlotte segnava ancora con un open di Henderson a 2:25 per il 56-40.
Qualche errore da ambo le parti manteneva immutato il punteggio fino a quando la differenza d’altezza non costringeva Marvin a spendere un fallo su Lopez da sotto a 1:11.
Dalla lunetta il centro dii riserva di Brooklyn non tradiva la fiducia dei compagni, così come Young che si sforzava di prendere un rimbalzo offensivo e convertire in due punti nel finale per il 56-44 che chiudeva le marcature nel primo tempo.

Gerald henderson; 19 punti con 7/11 dal campo.

Gerald Henderson; 19 punti con 7/11 dal campo.

Al rientro in campo Henderson si creava un tiro frontale da due punti lungo che inaugurava il terzo quarto.
Joe Johnson però aveva la meglio in una battaglia contro MKG (il quale vinceva però la guerra) segnando nel pitturato, anche Big Al dall’area colorata segnava con il suo dolce tiro a una mano.
A 10:11 dopo un’azione confusa la palla arrivava a Mo Williams che smarcato dalla diagonale sinistra metteva un lungo tiro approfittando della casualità dell’azione.
L’altro Williams (Deron) era meno brillante; un suo lob era preda di Henderson che s’impossessava della sfera.
Lo stesso Gerald poi a 9:51 andava a battere una rimessa laterale. Palla a Mo che gliela rispediva velocemente sul lato sinistro.
La posizione di Anderson non era ottimale e Hendo lo batteva andando a canestro per finire con una dunk.
A 9:26 Mo Williams correva in contropiede, anche se la difesa di Brooklyn era ben schierata, mandava a vuoto Young con un palleggio dietro la schiena veloce effettuato sul posto e segnava con un pullup jump shot frontale.
I Nets tornavano in attacco con Deron Williams che mancava l’appoggio, arrivava MKG a difendere tentando di recuperare il rimbalzo, la buona posizione presa costringeva Lopez a spingerlo e gli arbitri a chiamare fallo.
MKG in difesa si ripeteva su Joe Johnson non concedendogli spazio e costringendolo a sbagliare tiro, così Big Al in post basso destro fintava ingannando Lopez che saltava e andava a contatto con Jefferson impegnato in un allungo non vincente ma pro lunetta.
A 8:17 il n°25 si recava in lunetta per l’appuntamento con i due liberi e dopo averli segnati Charlotte si lanciava sul +22 (68-46).
A 7:24 un giro sul corpo di Lopez con facile layup consentiva a Big Al di alzare il suo score personale.
I Nets tornavano sotto i 20 punti di distacco e superavano i 50 punti con Deron Williams dalla lunetta (fallo sulla sua entrata dalla baseline destra di Big Al) per il 70-51.
Mo Williams però, tornava a essere l’arma in più degli Hornets. Passando dietro a un blocco di Jefferson riusciva a mettere con naturalezza un lungo due punti e anche se Bogdanovic schiacciava a 5:11, Henderson mancava due liberi, la squadra di Jordan rimaneva sul pezzo.
Con Henderson in appoggio a 4:37 per il 74-53 e con lo stesso Gerald trenta secondi dopo che s’infilava bene partendo dall’arco dei 3 punti e cercando di concludere in appoggio da sotto.
Deron Williams e l’aiuto Lopez arrivavano su di lui chiudendolo ma arrivava anche il fischio arbitrale sulla conclusione.
I due punti questa volta erano certificati. Charlotte chiudeva la questione con due triple regalando al pubblico di Brooklyn del garbage time.
Prima arrivava un assist volante di Mo, ancora in penetrazione con scarico in angolo (ormai il regno di Hendo) per Gerald che metteva la tripla, poi Mo Williams a 3.18 tirava in faccia ad Anderson per l’82-55. Un’entrata di jack a 3:09 che costava a Charlotte un gioco da 3 punti avendo speso male il fallo non serviva a molto, gli Hornets mantenevano le distanze, anche se Cody mancava il tiro.
Ci pensava Biyombo a catturare il rimbalzo e segnare Jack andava a segno, Zeller con un gancio dal pitturato dopo essersi guardato intorno e non aver trovato linee di passaggio ritenute buone, più un altro canestro di JJ a 2:09 segnavano sul tabellone illuminato l’82-62. MKG dalla lunetta, Plumlee su una seconda chance e Cory Jefferson con un rimbalzo offensivo su Zeller e un jump bank shot erano gli ultimi marcatori di quarto, anche perché nel finale si vedevano buone azioni difensive; Mo Williams prendeva posizione in difesa e un distratto Plumlee in corsa lo travolgeva senza palla obbligando gli arbitri a chiamare il fallo offensivo, MKG era stoppato e un raddoppio di Charlotte sull’ultima azione con un Biyombo altissimo costringeva i Nets a una difficile circolazione di palla e un tiro all’ultimo che quasi faceva rimaner incastrata la sfera tra vetro e ferro.

L’ultimo quarto iniziava con J. Jordan a far fallo su Zeller.
Altri due punti per il bianco degli Hornets che faceva toccare quota 90 ai nostri.
Stephenson e jack mancavano i fade-away, MKG perdeva palla in dribbling alzandola sopra la testa, alla fine segnava Jefferson, ma quello dei Nets con una schiacciata.
Cody però, restituiva il favore con un tap-in bello, quanto fortunoso anticipando Jordan.
Panchina ormai stabilmente in campo e Biz diceva no a Plumlee in terzo tempo, sull’alzata e tiro arrivava la manona del centro congolese a spazzar via.
La mano del centro africano funzionava al 50% a 9:51 quando in lunetta splittava per un fallo subito in precedenza da Jordan, tanto bastava però per riportare Charlotte a 25 punti di vantaggio (93-68).
A 9:08 una tabellata di Zeller, di quelle che al parchetto per scherzo t’invalidano se non la dichiari, diceva esplicitamente che si trattava di una buonissima serata per gli Hornets.
A 7:58 Roberts con un’azione in penetrazione andata a buon fine grazie al cambio di velocità segnava il 99-70.
A 7:24 Roberts passava a Zeller che rollava dentro ed esplodeva in una schiacciata fragorosa a una mano come ogni tanto gli capita.
La panchina si teneva mimando di stare lontani. Non era a conoscenza della danger Zeller zone C. Jefferson che toccava Cody e regalava un punto in più con un libero trasformato per il 102-72, con gli Hornets a toccare il +30.
A 5:00 minuti dalla fine entravano in campo le altre riserve come ad esempio Daniels. Lance rimaneva in campo e sbagliava spiaccicando la palla spicchi sul ferro dopo essere andato via con un bel crossover. Lance si rifaceva poco più tardi con un bel canestro ma c’era solo il tempo di registrare il primo canestro di Daniels a 2:16 con una bomba dal corner sinistro per il 113-87.
La partita finiva 115-91 con Charlotte vittoriosa di24 punti, oltre ogni più rosea aspettativa.

Qui sotto le statistiche.

tvdgh

C’è poco da commentare.
Charlotte ha dominato.
Solo le perse e i turnover sono a sfavore.
Rispettivamente 5-6 e 13-9 ma un’aggressiva difesa e la concentrazione non hanno permesso il rientro a Brooklyn.

Voti

Mo Williams: 8
14 pt. (6/13), 3 rimbalzi, 14 assist. On fire. Parte distribuendo 8 assist in 10 minuti. Spacca la partita, poi segna qualche punto, compresa una tripla che manda un messaggio chiaro ai Nets. Solo una palla persa.

Henderson: 7,5
19 pt. (7/11), 3 rimb., 2 ass., 1 rubata. La guardia tiratrice tira bene e porta punti agli Hornets che ritengo importanti. Anche se i Nets non si sono mai avvicinati più di tanto qualche suo buon canestro ha contribuito a non alzare il rischio di tornare gomito a gomito con gli avversari.

Kidd-Gilchrist: 7,5
10 pt. (4/7), 13 rimbalzi. Perde 4 palloni, specialmente quando va in entrata. Ormai si sta specializzando in difesa e rimbalzi ma mette a referto un’altra doppia doppia. Joe Johnson fa 1/6 e due punti…

Marvin Williams: 8
18 pt. (5/8), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Nei tiri dal campo è contemplato un 4/5 nelle bombe, le quali spianano la strada agli Hornets nel primo tempo. Entrato in quintetto un po’ a sorpresa per la difesa è salito alla ribalta anche come marcatore. Notte da cecchino.

Jefferson: 7
19 pt. (8/16), 6 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. Manca d’altezza contro le torri avversarie. Alla fine il su lo fa bene portando punti e sporcando palloni che diventano una difesa attacco…

C. Zeller: 7
13 pt. (5/9), 4 rimbalzi, 1 assist in 15:41. Qualche perla in fase offensiva. In difesa un paio di volte lascia a desiderare.

Biyombo: 7
7 pt. (1/1), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata in 18.19. Discreta partita con la ciliegina sulla torta della bella stoppata a Plumlee. Buona protezione del canestro e dalla lunetta fa 5/6, gran miglioramento.

Roberts: 5,5
4 pt. (2/9), 1 rimb., 2 assist, 1 rubata. Troppi errori anche se segna con un paio d’entrate.

Stephenson: 5,5
6 pt. (2/5), 3 rimb., 1 assist. Anche contro i Nets esagera e finisce per fare cose insensate. Sbaglia una schiacciata clamorosa, anche se un paio di buoni canestri li trova. Stasera ne perde solo una in una ventina di minuti.

Taylor: 5,5
0 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 1 assist in 6:21. Nel garbage time si perde un pochino.

Maxiell: 5,5
2 pt. (1/2), 1 rimbalzo in 6.21. Gli fischiano un fallo offensivo e poi sbaglia un tiro prima di mettere il suo gancio a una mano solo cotone.

Daniels: 6
3 pt. (1/2) in 5:00 minuti. Segna il suo primo canestro con gli Hornets dall’angolo sinistro. Per il resto sbaglia un altro tiro ma ha poco tempo per mettersi in mostra.

Vonleh: s.v.
0 pt. (0/0) in 4:30.

Coach Clifford:7,5
Schiera Marvin Williams in campo e l’idea si rivela vincente. Marvin ripaga la fiducia segnando nei pimi minuti quasi tutti i tiri. Squadra attenta e concentrata, pronta alla battaglia da subito. Ha infuso una grande carica e la squadra ha risposto con energia.

https://www.youtube.com/watch?v=_6IBPJdNqzI