Game 21; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 99-81

Sottotitolo; CiclHornets
chamiapres
 
Gli Charlotte Hornets travolgono i Miami Heat alla Time Warner Cable Arena e si portano in testa alla Southeast division e sono al momento (anche se molte squadre sono ravvicinatissime) secondi nell’Eastern Conference.
Il punteggio finale dice poco su quel che è stata la gara, i Calabroni sono arrivati a toccare anche il +30, in una gara che si annunciava ben più difficile del reale andamento nella serata.
Zeller dopo aver lasciato sfogare Whiteside gli ha concesso ben poche occasioni per far valere il suo gioco da sotto, così dopo aver contenuto Gasol e Drummond è stato altrettanto bravo nel farsi valere su Hassan. Uno per tutti e tutti per uno potrebbe essere il motto in difesa e in attacco di questi Hornets che con il moschettiere Batum (tripla doppia nella sua serata magica), senza scomodare teorie darwiniane sull’evoluzione e adattamento della specie “contrastate” in parte proprio dal comportamento di sacrificio di alcuni insetti imenotteri tra cui diversi generi di vespe, hanno fatto vedere un gioco di squadra eccellente sublimato dalla perfetta balistica da oltre la line dei tre punti da parte di alcuni elementi che si sono evoluti anche in questa specialità.
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La classifica appena terminata Charlotte Miami. In realtà Washington aggiunge una sconfita a Houston, Orlando anche a Phoenix e mentre scrivo Atlanta è in vantaggio a Dallas ma mancano ancora 8:27 da giocare.

 
Gli Heat di coach Spolestra scendevano sul parquet della Time Warner Cable Arena in divisa nera con contrasti bianchi con; Wade, G. Dragic, G. Green, C. Bosh e Whiteside, mentre i Calabroni del North Carolina (in bianco) schieravano il solito quintetto post jeffersoniano (sospeso dalla lega per cinque gare pare a causa di tracce di sostanze illegali trovate nel corpo del giocatore), cioè; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams, C. Zeller.
Batum e la sua tripla doppia nella notte.

Batum e la sua tripla doppia nella notte.

 
Charlotte inizia avendo a disposizione la prima palla giocabile dell’incontro grazie a Zeller abile a vincere la palla a due ma Whiteside dimostrava di essere il miglior stoppatore della lega andando a bloccare clamorosamente proprio Cody.
Palla spedita in out e il tempo solo quasi per tirare per Kemba che batteva Heat e cronometro con una tripla frontale a 11:34.
Gli Heat erano decisi però in quest’inizio a non fare da comparse, così con G. Green da sotto e Dragic in post basso sinistro a 10:55 si portavano in vantaggio (3-4), ma erano raggiunti 15 secondi dopo da Batum che in lunetta splittava.
Whiteside in attacco catturava un rimbalzo offensivo e schiacciava, toccava a Batum riportare avanti Charlotte con un quick catch’n shoot a 9:11 che valeva tre punti.
Kemba in salto a due mani portava via un passaggio di Dragic fermato sul nascere, apriva per Batum che con un quarto di giro in controtempo spediva a molla un passaggio illuminante per uno Zeller che aveva tutto il tempo per realizzare da sotto in schiacciata.
Marvin da sotto segnava anche l’11-6 e aumentava il proprio bottino personale quando Walker mancava la tripla ma Zeller prendeva il rimbalzo d’attacco e gli cedeva il pallone nell’angolo sinistro coprendolo anche dal ritorno di Whiteside; la bomba di un preciso Williams finiva in fondo al cesto e i Calabroni si portavano sul 14-6 costringendo Spolestra al time-out.
A 7:00 Gerald Green con una serie di blocchi da parte dei compagni trovava un corridoio centrale e finiva con una slam dunk mentre Wade con un cambio direzione dopo un attacco frontale costringeva Charlotte al fallo ma dalla lunetta realizzava solo un libero.
Whiteside dopo aver stoppato in precedenza per la seconda volta Zeller bloccava anche Walker, così Charlotte passava per la soluzione del tiro lungo da due di Zeller dalla destra che sorprendeva gli Heat e aumentava di due punti il vantaggio della squadra di Clifford.
Zeller si rendeva protagonista anche in difesa rubando un pallone, partendo in contropiede apriva sulla sinistra per Batum, il quale alzava a campanile nel pitturato un pallone lungo per l’alley-oop, Cody ci arrivava, anche se il passaggio era leggermente avanzato e appoggiava per altri due punti.
Deng colpiva da tre punti dalla sinistra ma Batum con un passaggio tagliato in diagonale premiava l’inserimento di Walker dalla sinistra che a 4:39 mandava il tabellone sul 20-12.
Whiteside mandava gli ultimi segnali d’efficienza andando a segnare in schiacciata, inoltre Miami con una tripla tornava al -3 a 3:36, ma Lin a 3:18 segnava in jumper dalla destra andandosi a schermare, mentre in difesa Zeller costringeva Whiteside a lavorare in palleggio spalle a canestro, non la situazione ideale visto che Walker in aiuto rubava palla e mandava in transizione la squadra ma il passaggio virtuoso di Batum dietro la schiena era un po’ troppo avanti, o per meglio dire, non capito da Lin che si aspettava lo scarico sul posto per il tiro immediato da fuori.
Palla fuori ma nessun problema, Batum rimediava andando a intercettare uno scarico degli Heat in difesa e a 1:06 questa volta il francese s’intendeva con Lin; sull’assist cambio lato arrivava la tripla di Jeremy che portava il punteggio sul 25-17.
Charlotte chiudeva il quarto con il canestro di Kaminsky, il quale da sotto il tabellone sfruttava l’assist di Batum.
Charlotte a fine primo quarto comandava già 27-17.
 
Hawes con gli altri lunghi ha messo in campo una buona difesa e Miami diventa la squadra che abbiamo tenuto con il punteggio più basso in questa regular season. Prima di loro i Bucks a 82.

Hawes con gli altri lunghi ha messo in campo una buona difesa e Miami diventa la squadra che abbiamo tenuto con il punteggio più basso in questa regular season. Prima di loro i Bucks a 82.

Il secondo quarto incominciava con un tap-in di Winslow ma Charlotte rispondeva con cinque punti in sospensione; due di Kaminsky e tre di Williams dal lato destro (dapprima erroneamente segnati come due dal tavolo, poi corretti), prima del teardrop di Johnson per Miami che riportava al -11 gli Heat.
Charlotte aveva qualche difficoltà momentanea con Hawes a fallire un tiro da sotto, Deng andava in lunetta per mettere il suo paio di liberi, Marvin Williams si faceva bloccare un reverse layup da Green e Bosh con una finta faceva franare Hawes su di lui; canestro e libero addizionale a segno per il 32-26.
Hawes in attacco era stoppato ma si faceva perdonare con una buona difesa accompagnando McRoberts all’errore in entrata, a 8:06 finalmente Charlotte ritrovava la via del canestro con un Lamb aggressivo in entrata, il braccio di Winslow era decisamente largo e in spinta ma Jeremy trovava il canestro più il fallo, anche se falliva dalla linea il libero aggiuntivo.
Charlotte aumentava la differenza nel punteggio con un tiro di Marvin Williams dal lato sinistro, peccato per la punta del piede sulla linea, altrimenti sarebbe stato un altro tre punti, il quale non tardava comunque ad arrivare dopo un rimbalzo offensivo di Lamb che serviva fuori il suo compagno preferito; Hawes non tradiva la fiducia e mandava a bersaglio la bomba del 39-26 a 6:59.
A 6:32 Lamb girava attorno a un compagno e sfruttava il blocco sotto canestro di un altro per andare a ricevere e tirare da posizione frontale comodamente, catch n’shoot comunque preciso e veloce per gli Hornets ormai sopra i 40 e a +15.
Charlotte tentava il passaggio smarcante con Hawes per Lamb, ma la palla passava troppo bassa, tuttavia arrivava comunque in angolo sinistro a Williams che spaccava la gara con un’altra tripla a 5:57 nonostante successivamente Miami apporti modifiche nel punteggio con un parziale di 6-0 a proprio favore (44-32) culminato con un coast to coast di Wade.
Lamb andava un’altra volta a interrompere il parziale degli avversari prendendo la linea di fondo sinistra e concludendo in fing and roll al ferro a 4:04, a 3:36 Walker evitava la stoppata di Whiteside lanciato in transizione segnando altri due punti per i bianchi, Cody in difesa stoppava Johnson e arrivava la transizione tre contro uno con Lamb ad alzare sopra il canestro, Wade spazzava via ma troppo tardi; goaltending e altri due punti Hornets per il 50-32.
In attacco Whiteside s’incartava nel mucchio in area commettendo infrazione di passi, mentre Walker non si faceva prendere dal panico nel traffico; floater e +20 Charlotte a 2:48 dall’intervallo.
Le distanze rimanevano invariate all’intervallo con Kemba in pull-up a segnare gli ultimi due punti del primo tempo dalla diagonale destra per il 56-36.
Marvin Williams, arma missilistica a lunga gittata.

Marvin Williams, arma missilistica a lunga gittata.

 
Inizio di terzo quarto scoppiettante con Miami capace di sbloccarsi al tiro; Bosh con un tiro in sospensione dalla media inaugurava il secondo tempo ma finalmente entrava in modalità 3 punti anche P.J., il quale su uno scarico orizzontale dalla linea di fondo di Batum dalla sinistra in angolo faceva udire al pubblico solo il rumore del cotone accarezzato dalla palla spicchi per tre punti che diventavano sei personali a 10:52, quando servito da Walker, leggermente sulla sinistra della top of the key mandava a segno un altro tiro dalla grande distanza portando i Calabroni a volare sul 62-38.
Dragic rispondeva con una tripla e a 9:56 G. Green segnava andando oltre Marvin Williams ancora dalla grande distanza ma a 9:42 Williams rispondeva alla provocazione mettendo dentro la sua quarta tripla di serata per il 65-44.
Walker rubava un pallone e chiudeva in transizione ma Miami metteva a segno un altro piccolo parziale di 6-0 con Clifford costretto a chiamare time-out sul 67-50.
Green segnava ancora dopo essersi liberato con una finta di un difensore, su di lui in avanzamento ci provava anche Walker a difendere in maniera ottima ma dopo un rimbalzo sul ferro, il pallone finiva dentro. Questa volta era Kemba a interrompere la cosa del Calore danzando con la palla, crossover e penetrazione con appoggio per il 69-52. P.J. non andava male in difesa mentre Dragic sbagliava un tiro; dall’altra parte a 5:25 Batum con un passaggio no look in diagonale verso sinistra serviva Marvin Williams che da sotto il ferro a destra concludeva in maniera artistica saltando e segnando con la mano sinistra dall’altra parte dell’anello.
A 4:45 Batum si ergeva a protagonista in azione solitaria andandosi a cercare la linea di fondo destra, dalla media si staccava dal difensore e galleggiando in aria segnava con un tiro morbidissimo il 74-52.
Walker splittava dalla lunetta, Kaminsky sottraeva un pallone a Deng difendendo bene, Batum invece sull’azione difensiva successiva che gli Heat riuscivano solo a concludere con un ferro, prendeva il rimbalzo e in coast to coast giungeva nel cuore del pitturato, dove Whiteside lo affrontava, Nicolas però sotto canestro vedeva Zeller appostato senza problemi e lo serviva; Cody ringraziava per avergli portato via il marcatore e metteva dentro in schiacciata per il +25.
Un ½ di Kaminsky ai FT chiudeva il parziale di 11-0 prima che a 1:40 Winslow in jumper frontale segnasse il 78-54. Walker faceva sussultare il pubblico con uno spin move velocissimo in area in corsa che gli consentiva di liberarsi dell’avversario per l’appoggio ma la difesa di Miami chiudeva e Kemba mandava sul ferro la conclusione, ma quando la regia stava già partendo per andare dall’altra parte del campo, Kemba come un ninja recuperava magicamente palla e segnava i due punti mancanti.
Il periodo terminava sull’80-54.
 
L’ultimo quarto serviva quasi esclusivamente a Batum (inizialmente in panchina) per segnare i due punti mancanti che gli avrebbero consentito di arrivare in tripla doppia.
A 10:35 comunque Lamb, dopo una bella serie di passaggi di squadra dal pitturato in qualche maniera trovava lo spazio per segnare mandando la palla a toccare il vetro.
Batum rientrava e dopo un tiro mancato, un lancio lungo di Lin tracciava una scia perfetta per l’aggancio di Batum sotto canestro; alley-oop e tripla doppia elegantemente raggiunta.
Charlotte toccava così il +30 (84-54) e dava ampio spazio alla panchina, anche quella più remota e primitiva.
La panchina combinava poco però, ogni tanto arrivava qualche canestro di contenimento come il turnaround forzato di Hawes a 7:36 o qualche libero splittato, così Miami con un gioco da tre punti di Johnson (buone le sue giocate nel finale), tornavano sino al -16 (88-72).
Daniels però segnava trovandosi a dover fare da solo, mal assistito dai compagni; jumper da due punti e 90-72 e a 2:57, dopo che Miami era riuscita a risalire al -15, segnava dalla diagonale sinistra ben oltre la linea dei tre punti, parabola perfetta e splash decisivo per spazzar via eventuali losche nebbie di un finale beffa.
La gara terminava sul 99-81 con Roberts che dalla sinistra infilava un lungo due punti riuscendo, ben prima della sirena anch’esso a muovere la casella dei punti mettendone a referto due.
Charlotte come detto ha giocato di squadra, un po’ distratta dalla linea, brava a contenere sul piano rimbalzi gli Heat, ottime le percentuali da tre punti, difesa efficace, transizione buona, assist e percentuali dal campo notevoli.
 
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Pagelle:
 
Walker: 7,5
18 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 5 rubate. Kemba da sprint alla squadra. Con Batum che gli “ruba” un po’ di assist si dedica a segnare e gli riesce bene con un 8/13 al tiro. Sempre concentrato, ruba ben 5 palloni agli avversari.
 
Batum: 8
10 pt., 11 rimbalzi, 11 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Tripla doppia per il transalpino che è senza dubbio il migliore sul parquet. Prestazione mostruosa anche se il 3/9 al tiro non sarà molto ma come spesso ho scritto, è in grado di fare di tutto, e a testimoniarlo ci sono i numeri.
 
P.J. Hairston: 6,5
6 pt., 2 rimbalzi. Buona difesa di P.J. e in attacco segna due triple mostrando di aver forse ritrovato buona mano.
 
M. Williams: 7,5
18 pt. (7/11), 4 rimbalzi, una stoppata. Con le sue triple apre la strada a Charlotte per una vittoria tranquilla, buona difesa anche per lui.
 
C. Zeller: 7
9 pt. (4/8), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Limita molto bene Whiteside e non disdegna di segnare.
 
F. Kaminsky: 7
5 pt (2/6)., 7 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Contagiato da Batum smista assist e cattura rimbalzi e mostra anche un’ottima difesa.
 
J. Lin: 6,5
5pt. (2/5), 2 assist, 1 stoppata. Lin si vede ogni tanto e fa la sua onesta partita contribuendo a regalare a Batum la tripla doppia con un assist tracciante ipnotico e meraviglioso.
 
S. Hawes: 6,5
5 pt., 3 rimbalzi. Buona difesa anche per lui, ecco uno dei motivi per i quali Charlotte ha vinto la sfida, il contenimento dei lunghi. Buon canestro nel finale.
 
J. Lamb: 6,5
10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Anche quando gli va male racimola una decina di punti ormai.
 
T. Hansbrough: 6
4 pt., 1 rimbalzo. Entra un paio di volte in gioco. Un po’ confusionario, forza troppo a volte, ma è generoso e finisce per segnare 4 punti.
 
T. Daniels: 6,5
5 pt., 1 assist, 1 rubata. Troy non vede arrivare quasi un pallone decente e allora si mette in proprio, poi gl danno un pallone e lui s’inventa la tripla siderale a congelare il Calore.
 
B. Roberts: 5,5
5 pt. (1/2). Male in regia, perde tre palloni prima di segnare un canestro nel finale.
 
A. Harrison: 6
2 pt., 1 rimb., 1 rubata. C’è la voglia anche se la precisione dalla lunetta no. Recupera un pallone nel finale correndo dietro e sorprendendo sulla sua destra Winslow, come un ninja si avventa su di esso, anche se poi lo tocca perdendolo andando sulla linea di fondo, tuttavia costringe Miami ad andare al tiro da metà campo.
 
Coach Clifford: 7,5
La squadra decolla subito, non stenta contro gli ex primatisti della Southesat division. Time-out giusti e lusso di giocare contro Miami con le terze linee nell’ultimo quarto. Tocca il +30 senza MKG e Jefferson. Impressionante per risultati e gioco. Complimenti.

Game 20; Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 104-84

chadet
Sottotitolo; RibelliHornets
 
La Buzz City contro la Motor City.
Non so perché ma ogni volta anche penso alla città dei motori e lo associo al nome, mi viene in mente la rivoluzione industriale, quel processo che ha portato all’età moderna a tante comodità, al progresso che tutti possiamo toccare con mano ma sorto in maniera assolutamente iniqua per i classici rapporti di forza presenti nella società.
Le industrie, le multinazionali di oggi che detengono il potere economico, hanno portato anche pezzi di aziende italiane, anche a quelle latitudini, certo, anche Charlotte non è più quella conosciuta e sorta a metà anni ’80, anzi molte banche e sponsor sono presenti in loco… tuttavia lo spirito ribelle che incarnato dai patrioti che combatterono contro il generale inglese Cornwallis sembra essersi impossessato dell’Alveare quest’anno, atmosfera magica e non cupa come in altre arene.
La sfida alla macchina alienante e le macchine di Detroit, i mezzi della vecchia borghesia e i mezzi meccanici di Detroit per passare ai mezzi fisici sul campo di un’avversaria lanciata in striscia positiva da quattro partite.
A far paura era soprattutto Drummond, centro fisico che senza Jefferson qualcuno aveva pronosticato difficile da fermare (ammesso che Jefferson venga considerat un difensore di prima categoria), invece Cody Zeller ha disputato un’ottima partita su di lui, qualche rara volta aiutato dai compagni, Walker, anche seppur influenzato e avendo saltato lo shootaround è sceso in campo, così il cuore Hornets ha finito per prevalere sulla macchina di Detroit.
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Cody Zeller contro Drummond. 20 punti e 6 rimbalzi per il lungo bianco.

 

Detroit scendeva sul parquet con; R. Jackson, Caldwell-Pope, Marcus Morris, Ilyasova, Drummond, Charlotte invece con la benaugurante divisa bianca schierava; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams, C. Zeller.
 
Detroit vinceva la palla a due ma produceva un air-ball sul primo tiro, sul quale tuttavia si evidenziava il buon lavoro di Zeller in tagliafuori su Drummond, dall’altra parte Cody tagliava in mezzo bene ma falliva l’appoggio facile anche avendo spazio, tuttavia nonostante il fallo di P.J. su Ilyasova a 11:11 che fruttava due punti agli ospiti, il punteggio rimaneva inchiodato sullo 0-0 poiché il lungo avversario mancava entrambe le occasioni.
A sbloccare la partita, probabilmente se qualcuno avesse ipoteticamente scommesso, l’uomo con la quota più alta probabilmente, P.J. Hairston che a 10:59 servito da Batum, dal corner destro aveva il tempo per spedire la palla a spicchi nella retina per il 3-0. Il vantaggio rimaneva in mano ai padroni di casa nonostante il canestro in correzione di Drummond dopo l’errore d’Ilyasova ma i Pistons sorpassavano gli Hornets quando dopo una lotta prolungata tra Walker e Ilyasova ne usciva vincente il giocatore dei Pistons che gettandosi a terra recuperava un pallone sulla destra finito poi a Jackson che prendeva dall’altra parte d’infilata la difesa di Charlotte per il 3-4. Caldwell-Pope con un gioco da 3 punti a 9:31 rincarava la dose ma Batum con un giro e tiro dal post basso destro andava oltre alla mano protesa d’Ilyasova in tentativo di stoppata; canestro e 5-7 Pistons.
A 8:30 Cody finiva nel mucchio del pitturato rischiando di perder palla ma ne esce indenne e serviva indietro Walker che a 8:30 ridava il vantaggio ai Calabroni con una tripla.
Morris dal lato sinistro segnava anch’esso da fuori e poi andava a splittare più tardi dalla lunetta per l’8-11, ma Zeller conquistava un rimbalzo offensivo e Marvin Williams che bramava una tripla, su uno scarico di Lin, realizzava il suo desiderio annullando il gap.
Charlotte passava in vantaggio grazie a Batum, il quale in versione assist man regalava a Zeller il pallone del 13-11; Cody veniva a contatto però sull’avambraccio con Jackson in aiuto e gli arbitri assegnavano il libero aggiuntivo che il nostro centro non sbagliava.
Drummond dalla lunetta confermava le difficoltà di Detroit in questa statistica splittando, così P.J. ne approfittava andando a 4:27 in entrata con la mano destra, sul contatto trovava canestro e libero addizionale (poi realizzato) per il 17-12.
A 4:11 una tabellata d’Ilyasova che rischiava di mandare in frantumi il vetro finiva dentro per il 17-15 ma Charlotte si riallontanava 44 secondi più tardi con tre liberi di Batum per il 20-15.
Detroit si affidava a Drummond, il quale veniva arginato prima fallosamente da Zeller (ancora solo ½ in lunetta), poi dal raddoppio che costringeva il centro avversario a un gancio sul ferro e a 2:40 Charlotte iniziava a prendere in mano seriamente il comando delle operazioni con Batum che dalla diagonale sinistra in movimento segnava tre punti con Johnson lasciato sul blocco.
Blake rispondeva da tre punti ma a 1:58 Lin batteva lo stesso Blake con un jumper dalla media. Johnson in floater riportava Detroit al -6 mentre Lamb era contagiato dalla malattia di Detroit dalla lunetta mancando entrambi i liberi, tuttavia si rifaceva in difesa stoppando Johnson e Lin chiudeva il quarto con un’entrata in cambio mano e lato del canestro all’ultimo; appoggio sulla destra e 28-20 di parziale alla fine del primo periodo.
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Jeremy Lin, 13 punti nella notte.

 
Il secondo quarto si apriva con un caparbio Lamb che da sotto tentava varie correzioni sempre riuscendo ad avere la meglio a rimbalzo, alla quinta riusciva finalmente a segnare, anche se dall’altra parte Detroit aumentava il suo punteggio di 4 punti (2 canestri) con Baynes, il centro di riserva dei Pistoni.
Lamb però a 10:39 pareggiava la sfida virtuale personale, mentre per Detroit segnava anche Caldwell-Pope con un pull-up.
A 10:08 Lamb passava palla a Hawes che sulla sinistra dell’area batteva con un passaggio schiacciato all’interno il suo marcatore, Lamb nel frattempo girava in back door dietro di lui lasciando indietro il proprio marcatore andando a ricevere puntualmente il passaggio che trasformava in due punti da sotto canestro appoggiando dentro la retina. A 9:39 un catch n’shoot di Marvin Williams dalla diagonale sinistra aumentava il distacco che saliva ancora con Hawes, il quale attendeva la penetrazione e scarico del suo amico Lamb e metteva dentro due punti facili a 9:04.
Detroit segnava due punti con Baynes il quale mancava però il libero aggiuntivo, tuttavia Detroit segnava ancora con Caldwell Pope su assist di Blake.
A 7:38 Kaminsky veniva ignorato da tutta la difesa dei Pistons, Frank ci pensava un attimo poi decideva di provare la tripla frontale che finiva nella retina dando il +12 ai Calabroni (42-30).
Charlotte continuava a correre, Lamb mancava un tiro forzato ai 24 secondi ma Marvin Williams otteneva agevolmente un rimbalzo offensivo e portava a 44 i punti della squadra del North Carolina.
Detroit aveva una fiammata improvvisa e Morris con un tiro segnava due punti ma per il contatto troppo aggressivo di Lin gli arbitri assegnavano contro la squadra di casa un libero che l’ala dei Pistons segnava mandando il tabellone sul 44-37.
A 5:14 Zeller non riusciva a sollevar palla sotto canestro per il fallo di Drummond che era ugualmente costretto a incassare due punti di Cody dalla lunetta, mentre Van Gundy era a sua volta costretto a guardare la transizione di Walker che apriva all’ultimo sulla destra per Batum, il quale depositava in fing and roll i punti del 48-37.
Charlotte su una ripartenza di Batum trovava la verticalizzazione minimale, passaggio lungo schiacciato del francese con la palla che raggiungeva e affiancava Cody in inserimento verticale nel pitturato a 4:36; il lungo degli Hornets segnava da vicino e anche il libero dato dalla terna arbitrale per il fallo subito.
Parziale di 7-0 per il 51-37 Hornets, interrotto dallo stesso Jackson con due punti.
Walker subiva fallo dallo stesso Jackson e dalla lunetta non peccava, Ilyasova colpiva invece da tre punti su Kaminsky ma Lin rispondeva con un’entrata in diagonale conclusa con un appoggio dalla sinistra del ferro.
A 3:07 Ilyasova veniva fermato da Kaminsky con il fallo, dalla lunetta segnava il primo libero, mancava il secondo ma Drummond era il più lesto a correggere per far guadagnare due punti ai suoi. In attacco Charlotte andava a vuoto con Batum che tentava la tripla ma si dimostrava corta, Zeller tuttavia furoreggiava in aerea avversaria prendendo rimbalzo e fallo.
L’1/2 ai liberi dava il 56-45 a Charlotte mentre dall’altra parte Ilyasova nonostante il cambio di marcatura costringeva Marvin Williams al fallo.
Il giocatore avversario però splittava ancor portando sul -10 i suoi, la differenza si riduceva poi a -7 con Blake abile a segnare una bomba. Charlotte si affidava a Lin che scaricava palla dietro la schiena per Zeller, il quale aveva la freddezza e il tempo per realizzare il piazzato da distanza considerevole a 1:19.
Nel finale Morris segnava in jumper, Walker dalla lunetta ne aggiungeva due per Charlotte, Zeller stoppava Baynes alla grande e su un tiro lungo di Walker la palla finiva tra le mani di Johnson che incredibilmente da solo, non si faceva soltanto sfuggire la palla tra le mani modello saponetta, ma segnava un autocanestro che chiudeva le ostilità nel primo tempo.
I Calabroni andavano a riposo in vantaggio sul 62-51.
 
Nel terzo quarto il giocatore che dava più fastidio era ancora Ilyasova, il quale segnava subito 4 punti ma Marvin Williams con un gioco di passaggi in movimento era il terminale perfetto per segnare con un gioco veloce dal post basso sinistro ridando a Charlotte almeno il +9. Kemba con un floater riportava in doppia cifra il vantaggio della squadra di Clifford mentre a 7:37 Drummond nonostante la stoppata spendeva il quarto fallo sull’entrata di Walker, il quale splittava, così come Zeller poco dopo, ma la mossa tattica di attaccare il canestro dava buoni frutti; per gli arbitri il contatto tra Drummond e Zeller era falloso, così Van Gundy per non privarsi del suo centro in un eventuale finale, lo toglieva dal campo.
A 6:52 ben distante dal canestro Ilyasova si aggrappava a Walker vedendoselo sfrecciare davanti, furbata di Walker che andava al tiro sulla continuazione, niente bucket ma due liberi a segno per il play influenzato che nonostante lo stato febbrile andava a stoppare in difesa da dietro Marcus Morris contagiando Van Gundy.
Batum ci provava da tre ancora ma il suo tiro non entrava, Detroit lasciava Marvin Williams da solo sul rimbalzo offensivo e nel vuoto più assoluto la nostra ala grande segnava altri due punti.
Baynes interrompeva con un tiro dall’angolo sinistro dell’area il parziale dei Jordan boys, ma Charlotte tornava a offrire basket champagne con un lob di Kemba per Batum che dietro al proprio difensore sul lato sinistro gli saltava sopra deviando con la mano destra al volo in diagonale verso il centro un pallone preda di Zeller che in inserimento a 5:37 segnava assorbendo il contatto falloso.
Gioco da tre punti e risultato sul 75-57.
A 4:46 Marvin Williams s’incuneava nell’area di Detroit e con un assist saltato dava un palone che Zeller non riusciva a schiacciare solo a causa dell’intervento irregolare di Morris.
Cody dalla linea della carità faceva 2/2 dando il +20 a Charlotte.
Frank the Tank segnava con un due punti lungo, Tolliver rispondeva da tre punti ma Batum non stava a guardare e dopo un paio d’errori dalla grande distanza tornava a segnare anche da oltre l’arco.
Nel finale Lin aumentava il vantaggio sino al +26 (88-62) ma con due triple di Tolliver e Blake i Pistons iniziavano la rimonta a cavallo tra il finale di penultima frazione e l’inizio dell’ultimo quarto.
A :27.9 un’entrata di Caldwell-Pope trovava il canestro e il fallo del solito Kaminsky, per fortuna almeno il libero non entrava.
Pistons che chiudevano sotto di diciotto punti quindi il quarto (88-70).
Spencer Hawes, 8 punti in serata.

Spencer Hawes, 8 punti in serata.

 
Come già detto Detroit partiva bene anche nell’ultimo periodo, il parziale dei Pistons si chiudeva con un canestro da 3 di Caldwell-Pope che costringeva Clifford a chiamare il time-out dopo aver visto i Pistons dimezzare lo svantaggio arrivando a -13 (88-75).
Lin spezzava il momento negativo splittando dalla lunetta a 9:14 (fallo di Baynes sull’entrata di Jeremy), mentre Hawes si dimostrava bravo in difesa a contenere l’attacco di Tolliver e in attacco partendo da destra si fermava in area e con uno spin move si ritagliava lo spazio per il gancio del 91-75, inoltre Spencer s’inseriva e veniva servito da Lamb che si accontentava solo delle finte di crossover per mandare il compagno a segnare.
A 7:12 Lin apponeva il suo sigillo alla gara segnando con un circus shot in mezzo al traffico per il +20 (95-75).
Il punteggio si alzerà sino al 104-84 finale con le panchine in campo ma il margine rimarrà di venti punti.
 
Vittoria convincente per Charlotte che sfrutta l’ennesimo turno casalingo per migliorare la propria classifica.
Gli Hornets hanno difeso bene, dominato a rimbalzo, sono stati bravi in transizione e hanno anche approfittato dei tanti errori dalla lunetta della squadra del Michigan.
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Pagelle:
 
Walker: 7
14 pt. (3/9), 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Aldilà dei numeri Kemba scende in campo influenzato ma a risentirne oltre che il suo jumper sono gli avversari. Nei momenti decisivi c’è. Discreta gara senza forzare, passando dalla lunetta per molte delle sue realizzazioni.
 
Batum: 7
13 pt. (4/15), 7 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate. A parte I 4 palloni persi e I tanti errori al tiro (alcuni finiscono nelle mani di compagni che ne approfittano), Batum è il magnete che calamita e unisce le azioni di Charlotte. Buona prova.
 
P.J. Hairston: 6
6 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 1 assist. Commette 5 falli in 16:05 e butta via un contropiede, però finalmente mette qualche punto. Prova sufficiente.
 
M. Williams: 7
14 pt. (6/8), 12 rimbalzi. Non eccede. Mette i suoi tiri e va in doppia doppia catturando parecchi rimbalzi. Difesa niente male.
 
C. Zeller: 8
20 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Forse Cody sta diventando qualcosa di più che un outsider. E’ solo la seconda gara nella quale parte come centro ma la prestazione fornita è ancora una volta convincente per qualità, dinamicità, energia e difesa. Bravo Cody.
 
 
J. Lin: 7
13 pt. (5/10), 3 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Da il suo contributo sfruttando le caratteristiche da guardia. Buon contributo dalla panchina.
 
F. Kaminsky: 6,5
7 pt. (3/5), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. In certi frangenti subisce troppo in difesa. Serata buona al tiro. Mezzo voto che ballava, preferisco aggiungerglielo che toglierlo.
 
J. Lamb: 6
7 pt. (3/11), 7 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Rispetto al solito sbaglia troppo. Fallisce anche dalla lunetta un paio di conclusioni ma prende diversi rimbalzi sfruttando il suo atletismo e mette in condizioni i compagni di segnare. Bello l’assist per la sua ombra Hawes.
 
S. Hawes: 7
8 pt. (4/8) 3 rimbalzi, 1 assist. Un solo assist ma di qualità. Difende onestamente senza giocare sporco ma è efficace nel momento in cui Detroit avrebbe potuto rientrare. Bene in attacco.
 
T. Hansbrough: 6
3 pt. (1/1), 2 rimbalzi in 3:44. Entra negli ultimi minuti a partita conclusa, si vuol far vedere e inizia bene con un buon canestro poi splitta dalla lunetta ma a bocce già ferme appunto. Nonostante il poco minutaggio un voto lo merita.
 
T. Daniels: s.v.
0 pt. Stesso minutaggio di Hansbrough ma non si fa vedere molto.
 
A. Harrison: s.v.
0 pt.(0/1), 1 rimbalzo. Troppo poco in campo per esprimere un giudizio.
 
B. Roberts: s.v.
0 pt. (0/1). Brian ci prova un volta poi preferisce ceder la palla a spicchi ai compagni.
 
Coach Clifford: 7,5
La squadra gira con o senza Jefferson, con o senza MKG che pur servirebbero. Il gioco degli Hornets così però ha trovato interpreti veloci e imprevedibili, molti hanno voglia di riscatto e fame. L’impegno sul parquet c’è e si vedono diversi schemi, finalmente veder giocare Charlotte quest’anno è un piacere dopo la scorsa annata.

Game 19; Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 102-96

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Sottotitolo; VelocizzaziHornets
 
Gli Charlotte Hornets pungono ancora.
Il veleno inoculato ai vertebrati Bulls si è dimostrato letale alla fine e i Tori hanno stramazzato dopo una lunga battaglia.
Le sostanze chimiche rilasciate dal calabrone Zeller hanno finito per richiamare gli altri vettori, che alla fine hanno dato una mano a vincere insperatamente una difficile partita.
Onore ai Chicago Bulls che hanno combattuto sino alla fine creando una partita spettacolare con diversi saliscendi emozionali.
Alla fine hanno prevalso gli Hornets, che con un gioco più spumeggiante e veloce rispetto a quello (pur valido) offerto quando sul parquet c’è Jefferson, sono andati a battere la capolista sul terreno avverso.
Una vittoria che serviva tantissimo a livello di morale dopo la sconfitta contro i Warriors e a livello di classifica, perché l’Eastern Conference quest’anno (almeno per ora) sembra più difficile di come l’avevano giudicata e valutata gli analisti NBA.
Tutti i Calabroni concentrati prima dell'inizio della gara.

Tutti i Calabroni concentrati prima dell’inizio della gara.

 
Gli Hornets si presentavano allo United Center in tenuta viola con; Walker, Batum, P.J. Hairston, Marvin Williams, Zeller, mentre i Bulls schieravano un quintetto composto da; Rose, Butler, Snell, Mirotic e P. Gasol.
Cody Zeller, dalla panchina a centro titolare, outsider di serata.

Cody Zeller, dalla panchina a centro titolare, outsider di serata.

 
La palla a due era vinta da Gasol su Zeller ma i Bulls non riuscivano a tirare per primi poiché Walker rubava un pallone sotto canestro a Rose e Charlotte a 11:31 passava in vantaggio con due punti frontali dalla lunga distanza di Marvin Williams, l’azione quasi si ripeteva poco dopo; altra palla rubata da Charlotte ma Williams questa volta trovava solo il ferro.
Chicago sbagliava l’appoggio con Mirotic che tagliava bene, ma arrivava forse troppo velocemente sotto il ferro, così dalla baseline sinistra colpiva Zeller per il 4-0.
Chicago segnava i primi punti a 9:57 con una tripla di Rose da 45° a sinistra, imitato da Walker diciotto secondi più tardi, mentre Marvin Williams aumentava il vantaggio viola segnando dall’area pitturata con un tiro che colpiva il ferro ed entrava.
Charlotte riusciva a difendere bene e colpiva in transizione con Batum, il quale forniva un assist schiacciato per Zeller che da solo lanciato a canestro veniva fermato solo con l’intervento falloso da parte di Mirotic a 9:01.
Zeller splittava e faceva entrare i ragazzi di Clifford in doppia cifra, mentre Batum a 8:32 correva sul lato destro, passava un blocco alto e segnava in pull-up il 12-3 che costringeva i Bulls al time-out per risistemarsi sul parquet.
Chicago al rientro segnava con Mirotic bravo a mettere un jumper dalla media baseline sinistra nonostante la difesa di Marvin, Chicago provava ancora ad accorciare le distanze ma sulla transizione e l’appoggio di Butler si abbatteva da dietro Batum a spazzar via il pallone, sull’azione successiva Rose era stoppato da Zeller, il quale spediva la palla sul vetro, ma il rimbalzo “premiava” Gasol che aveva via libera per mettere due facili punti.
A 6:30 Charlotte interrompeva il mini parziale Bulls segnando con Marvin Williams il 7-15, con la nostra ala grande brava a tirare da fuori approfittando del raddoppio dei Tori su Walker.
Una drive di Rose riportava a -6 i biancorossi di casa ma a 6:07 Batum era abile a liberarsi di Mirotic con uno step back e a colpire in fade-away.
Da un fallo in attacco di Gasol su Zeller che gli arbitri invertivano, nasceva sull’azione seguente la tripla di Mirotic, ma la difesa di Charlotte era aggressiva e Batum lanciava in contropiede Walker con un passaggio lungo, la guardia N°15 non sbagliava né a 5:10, tantomeno a 4:49, quando realizzava il lay-up del 21-12 ancora in transizione. Chicago segnava quattro punti di fila, interrotti dall’uomo di Chicago che gioca per Charlotte, Kaminsky, il quale a due mani da sotto depositava a canestro i punti del 23-16 dopo aver eluso un difensore grazie a una finta.
Charlotte riusciva a forzare ancora una volta i Bulls al turnover grazie a un pallone intercettato da Lin e Walker in jumper a 1:48 segnava il 25-16. Chicago però nel finale si riavvicinava con un parziale di 1-6 chiuso sulla sirena da Butler per il 26-22.
Nicolas Batum, 24 punti, completato da un finale travolgente.

Nicolas Batum, 24 punti, completato da un finale travolgente.

 
Charlotte iniziava il secondo quarto con la panchina, dalla quale però non riceveva la stessa qualità. Lin falliva una tripla subito ma un gioco a due dello stesso Lin con Hawes portava al tiro il nostro lungo che realizzava dalla grande distanza il 29-22, tuttavia un open 3 di McDermott riportava al -4 i padroni di casa che con lo stesso giocatore accorciavano al -2 prima di passare in vantaggio con Moore dall’angolo sinistro per la prima volta durante la serata.
La sua tripla dal corner valeva a 9:22 il 29-30 e costringeva questa volta Clifford al time-out.
Gibson con un gancio dal pitturato segnava il 29-32 mentre dall’altra parte Lamb non segnava, ma Hawes prima catturava il rimbalzo e più tardi pareggiava da tre punti.
Un dai e vai veloce portava Moore a segnare da sotto ma dall’altra parte Hawes dalla lunetta ristabiliva la parità.
Lamb riportava sopra gli Hornets con un fade-away dal pitturato e Hawes con un assist schiacciato dava la possibilità al taglio di Lin di essere utile per portare sopra i Calabroni di quattro punti.
I Tori si riportavano sul -1 anche perché Zeller veniva due volte stoppato da Gasol, mentre la squadra di casa si riportava sul +1 con due liberi di Gibson assegnati dagli arbitri per fallo di Lamb che non voleva far segnare il lungo avversario in schiacciata.
Un runner di Butler al vetro consentiva un vantaggio lungo ai padroni di casa, ma a 4:21 Zeller si vendicava con una dunk di Gasol dopo due stoppate subite.
Gasol per Chicago dalla top of the key e Lamb in uno contro uno contro McDermott per Charlotte segnavano alzando il punteggio, Rose da 3 nonostante l’ottima difesa di Walker, realizzava una tripla, tuttavia Batum mi dava la sensazione di salvare la partita con un gioco da quattro punti; terrificante catch n’shoot da fuori l’arco dei 3 punti, fallo di Butler e libero a segno per il pareggio a quota 46.
A 2:28 Butler a una mano correggeva in alley-oop sopra il canestro dei Calabroni ma Lin grazie all’assist di Batum poteva portare nuovamente in equilibrio la gara.
Chicago ripassava avanti nonostante l’air-ball di Mirotic, sull’azione seguente in post basso sinistro Gasol faceva vedere i suoi movimenti con giro e gancio vincente, impossibile difendere per Hansbrough.
Zeller dall’altra parte salvava Charlotte dall’errore in entrata di Walker correggendo in tap-in e gli Hornets a :05.6 passavano anche in vantaggio grazie a una schiacciata di Hansbrough, il quale lavorava bene con Lin in pick and roll, la guardia restituiva un passaggio sotto impossibile da fallire per il lungo di Clifford.
Il primo tempo si concludeva così con Charlotte in vantaggio di due punti.
Spencer Hawes (contro Noah), anche per lui un'ottima partita.

Spencer Hawes (contro Noah), anche per lui un’ottima partita.

 
Nel terzo quarto, pur rimanendo abbastanza equilibrata, la musica pareva cambiare; la sinfonia emessa dallo United Center aiutava i Tori a rimontare, anche se l’inizio era di marca viola, con Batum a colpire in jumper e con Walker che lasciava sul posto Rose arretrando e ripartendo all’improvviso con un cambio velocità incredibile che lo portava a segnare con un appoggio in corsa altissimo al vetro a 10:48. Chicago però rientrava dal -6 al -1 con due liberi di Butler e una tripla di Rose aperta, costringendo Clifford a chiamare la pausa tattica.
Per fortuna in questo periodo Zeller era abile a sorreggere il peso dell’attacco di Charlotte, segnando con la mano sinistra e subendo fallo di Gasol.
Dalla linea Cody non tradiva a 9:26 segnando il 59-55. Cody tentava una schiacciata (assist di Hairston schiacciato) ma gli arbitri vedevano un fallo di Gasol su di lui, il pubblico non ci stava e fischiava gli arbitri, Cody sentiva il peso e splittava dalla lunetta.
Gasol dall’altra parte sotto canestro si liberava con i movimenti del tronco di Batum e si ritagliava lo spazio per guadagnarsi due punti, Zeller però dal lato sinistro segnava il 62-57 ma i Bulls rimontavano fino ad azzerare lo svantaggio sbagliando anche un libero addizionale con Rose e uno splittando con Gasol.
A 5:46 uno scarico di Walker per Zeller mi sorprendeva piacevolmente nel risultato con Cody abile a mettere il tiro seppur da distanza ragguardevole.
I Bulls però prima pareggiavano con Butler, poi assumevano il comando con una tripla della stessa guardia, gli Hornets ne risentivano e sbagliavano prima con Zeller, poi era P.J. Hairston che dalla sinistra sulla partenza pestava con il piede posteriore la linea bianca di bordo campo.
Mirotic ben servito da un passaggio lungo si trovava nelle condizioni ideali per schiacciare tutto solo, ma il suo tentativo di jam si spalmava malamente sul ferro, tuttavia Rose a 3:18 segnava i due punti mancanti a Chicago, mandando Charlotte sul -5.
A 2:57 però Batum in attacco frontale con passo felpato riusciva incredibilmente ad evitare la stoppata e appoggiare dalla destra del canestro due punti preziosissimi.
Il francese però era genio e sregolatezza, perdeva un pallone in attacco e commetteva fallo concedendo due liberi a Butler che non falliva i suoi tiri.
Walker dall’altra parte a 2:12 andava in uno contro uno Vs Noah; il lungo dei Bulls rimaneva lì, ma l’agilità di Walker gli consentiva di trovar lo spazio per colpire con la tripla da sinistra.
Il centro di riserva dei Bulls si rifaceva a 1:53 quando dalla lunetta per un fallo fischiato a Lin riusciva a mettere due liberi, anche senza parabola.
Hawes tra i fischi del pubblico (che non credeva al fallo di Noah in appoggio leggero su di lui) a 1:36 splittava per il -3 (70-73), chiudevano il quarto, un lungo due di Hinrich e due liberi dalla lunetta di Lin, il quale dopo aver rubato palla in transizione tutto solo aver stampato la palla tra ferro e vetro, si faceva abbattere da Butler per segnare due liberi a :12.5. La buona difesa degli Hornets negli ultimi secondi non consentiva ai Bulls d’andare al tiro in tempo utile, così Charlotte si trovava sotto di 3 (72-75) prima degli ultimi e decisivi 12 minuti finali.
Jeremy Lamb, 10 punti per lui in serata.

Jeremy Lamb, 10 punti per lui in serata.

 
Guardando le squadre in campo si aveva l’impressione che Charlotte potesse aver la meglio sulla panchina dei Bulls, la quale tuttavia aveva degli elementi di spicco in campo, Gibson ad esempio segnava con buon movimento il 72-77.
Lamb un po’ in difficoltà al tiro provava in entrata dalla parte sinistra del ferro, il pallone non entrava ma dall’altra parte si materializzava la sua ombra (spesso i due giocano insieme) Hawes che correggeva abilmente mandando dentro la palla a spicchi. McDermott prima segnava da due punti, poi commetteva un fallo su Lamb, il quale sentiva rumoreggiare il pubblico ma non si scomponeva mandando a segno entrambi i liberi per il 76-79. Charlotte avrebbe due volte l’occasione per pareggiare ma Marvin Williams (alle prese con qualche fastidio a un dito falliva sulla stessa azione (tap-out di Hawes) due triple, ma più tardi l’occasione giusta capitava a Hawes, il quale con una tripla a 8:26 riportava la partita nella più totale incertezza. Chicago falliva da sotto ma Moore riusciva a prendere palla e a scaricare per McDermott che da fuori dimenticato segnava da 3 punti. Lin in jumper con un ritmo veloce metteva dentro e Lamb a 7:01 in taglio sotto canestro sulla sinistra riceveva un passaggio magnetico teso in diagonale di Zeller che la guardia ex OKC sfruttava depositando al volo a canestro “disattivando” la marcatura di Butler. Un jumper però dello stesso Jimmy riportava a +1 i Bulls che dovevano incassare però la tripla di Batum; finte di Hawes, abile poi a liberarsi del suo avversario, sulla partenza da lontano apriva a destra per il francese che segnava l’86-84. Chicago pareggiava con Butler, il quale in back door tagliava dietro Batum lasciandolo indietro e andava a ricevere l’assist schiacciato a terra di Noah incontrando la resistenza e il contatto di Hawes sotto il tabellone; canestro più fallo, ma la guardia dei Bulls dalla lunetta falliva l’occasione del sorpasso limitandosi a pareggiare. A 6:06 finalmente Lamb mostrava le sue capacità; entrata e appoggio trovando spazio e balistica di tiro perfetta in appoggio, Gasol rispondeva agganciando in gancio dal pitturato la squadra di Jordan ma a 5:00 esatti dalla fine, un altro catch n’shoot spaziale di Batum (fallo di Gibson) gli fruttava un’occasione da quattro punti.
Il tiro finiva dentro, ma il libero successivo era mancato, così dal possibile più quattro, si tornava in parità a soffrire a 4:43, quando un Marvin Williams in difficoltà commetteva fallo su Butler toccandolo dopo che il pallone era già stato rilasciato e il tiro finito fuori.
A 4:29 un assist indietro sul lato destro di Walker per Batum che sparava subito al volo una tripla fantastica per coordinazione ritmo e armonia, riportava i nostri sul +3 (94-91).
Per un fallo di Marvin a palla lontana Mirotic andava in lunetta ma falliva due liberi, Chicago, però ancor una volta beneficiava di uno specialista come McDermott, il quale a 2:10 con un open frontale non faticava a trovare la via del nuovo pareggio.
La partita s’infiammava ancor di più nel finale e dopo alcune occasioni fallite, l’ultima di McDermott da tre punti, a 1:08 Charlotte chiamava un time-out con la palla a disposizione.
Walker portava palla passando dietro a un blocco alto di Zeller e si allargava a destra, Batum veniva sulla sinistra al suo fianco a ricever palla mentre Zeller si portava a sua volta in entrata a sinistra di Batum che gli cedeva al volo velocemente palla nel pitturato, Cody andava su e Gasol non aveva il tempo di prendersi lo sfondamento dovendo dapprima dovuto fronteggiare il francese, il suo spostamento veniva considerato falloso e sulla caduta di Cody gli arbitri fischiavano fallo.
Dalla lunetta il centro che sostituiva Jefferson a 1:01 non tradiva la fiducia dei compagni segnando il 96-94.
Butler ci provava da tre dall’angolo destro ma il ferro lo beffava dicendogli di no e a :28.9 un gran tiro di Walker che batteva Mirotic con il classico tiro in step back (lungo dalla diagonale sinistra), incanalava la partita a favore degli ospiti.
Chicago andava in entrata sulla destra del canestro ma Zeller faceva buona guardia portandolo sull’esterno, così la guardia rischiava di trascinarsi la palla fuori e scaricava sull’altro latro trovando però Marvin Williams fermo che cedeva a Walker per andare in lunetta, giacché i Bulls commettevano fallo per cercare di stoppare il tempo.
Kemba dalla lunetta splittava ma un tap-out dava la possibilità a Batum d’imitare Kemba con un 2/2 che sostanzialmente chiudeva la gara nonostante la schiacciata finale di Gasol (lasciato andare dalla difesa di Charlotte per evitare falli).
Il punteggio finale era di 102-96 per i Calabroni.
Il gioco che ha mandato in lunetta Zeller per i due liberi del 96-94. Su Zeller alla fine è arrivato il contatto di Gasol.

Il gioco che ha mandato in lunetta Zeller per i due liberi del 96-94. Su Zeller alla fine è arrivato il contatto di Gasol.

 
Le statistiche delle due squadre non si discostano molto ma i liberi guadagnati in più dagli Hornets sono stati fondamentali per aggiungere una W che fa classifica.
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Pagelle:
 
K. Walker: 7,5
17 pt. (7/16), 6 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Kemba migliora sensibilmente rispetto alla scorsa gara e sfoggia una buona difesa su un Rose certamente non all’altezza di quello prima degli infortuni ma sicuramente pericoloso. Quando lo molla per un attimo andando generosamente a raddoppiare infatti il n°1 dei Bulls punisce. In attacco trova alcuni canestri da paura come un’entrata fantastica con appoggio altissimo al vetro e palla a ricadere nella retina e il canestro che decide la gara a 28 secondi dalla fine tutto costruito da solo.
 
N. Batum: 8,5
24 pt. (8/16), 11 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Due catch’n shoot con triple più fallo, un gioco da 4 e un gioco da 3 punti (errore al libero), più un’entrata fantastica e una tripla nel finale e se vogliamo aggiungerci anche i liberi della sicurezza. Quando spunta fuori Nicolas nell’ultimo quarto i Bulls si fermano, solo la polizia ammanettandolo potrebbe fermarlo, lui tira e segna in tutti i modi, un Batum d’arresto…
 
P.J. Hairston: 6
0 pt. (0/3), 1 stoppata. La sua difesa mi piace molto di più del solito. Snell non combina nulla ma anche lui finisce per annullarsi. Al rientro nel terzo quarto mette un bell’assist per ma la difesa dei Bulls glielo rovina commettendo fallo.
 
Marvin Williams: 6
7 pt. (3/12), 9 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. C’è l’attenuante di problemi al dito per Marvin che sbaglia molto sia da dentro che da oltre l’arco dei 3 punti, però cattura ben 9 rimbalzi e ci mette un po’ di difesa finché il dito non gli da fastidio. Il suo fallo su Mirotic paradossalmente è quasi una benedizione, anche se alla fine è visibilmente in difficoltà.
 
C. Zeller: 8
17 pt. (6/10), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Gran prova di Cody che mette energia e movimenti giusti in campo, vince la sfida con Gasol mostrando di poterlo anche tenere. Nel finale costringe Butler all’errore e in attacco mostra un buon tiro, inusuale rispetto al solito.
 
F. Kaminsky: 5
2 pt. (1/6) -8 di plus/minus. Il dubbio che non voglia infierire contro la sua città mi viene. Il ragazzo sta un po’ perdendo la mano rispetto a inizio stagione, cattura 3 rimbalzi in 10:51.
 
J.Lin: 6,5
9 pt. (3/9), 5 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate in un 26:40, minutaggio più consistente rispetto alla sfida con i Warriors. Jeremy mi piace perché è un lottatore. Visto dall’esterno sembrava più un fenomeno da baraccone per tutto il can can mediatico che gli hanno sviluppato intorno, lui dimostra di essere un giocatore di basket facendo pick and roll, difendendo e sapendo segnare anche da solo.
 
S. Hawes: 7,5
14 pt. (4/6), 7 rimbalzi, 4 assist. Preziosissimo al tiro. Pareggia la gara in un momento delicato. Sbaglia poco e difende onestamente.
 
J. Lamb: 6,5
10 pt. (4/10), 1 rimbalzo, 1 assist. Jeremy si rivaluta nel finale con un bel canestro che fa capire ai Bulls che gli Hornets non saranno la vittima sacrificale di serata. Poco per il resto, anche uno 0/2 da fuori.
 
T. Hansbrough: 6
2 pt. (1/1), solo 2:40 in campo. Non può molto sul canestro di Gasol ma gioca un bel pick and roll con Lin che porta e lascia in vantaggio i Calabroni prima dell’intervallo.
 
Coach S. Clifford: 7
Vittoria di squadra. Golden State impatta violentemente il nido di casa di Charlotte e gli Hornets volano fuori casa per ricostruire i pezzi asportati. Missione compiuta. Gli operai portano a casa una vittoria giocando bene, anche se si soffre molto ma l’avversaria era di tutto rispetto. Time-out ragionati che portano buoni frutti.

Game 18; Charlotte Hornets VS Golden State Warriors 99-116

Sottottolo; occasiHornets persa.

Nella Dell Curry night i colleghi Collins e Ready insieme al festeggiato.

Nella Dell Curry night i colleghi Collins e Ready insieme al festeggiato.

Nella Dell Curry night, gli Charlotte Hornets avevano un’opportunità di battere i Golden State Warriors, squadra che non ha ancora perso in stagione che si porta sul 20-0 dopo questa sera.
Charlotte ha messo in campo subito grinta e corsa ma non è bastato, Thompson (21 punti) ha iniziato a segnare per i californiani mentre Charlotte in attacco non ha tirato bene, ha subito a rimbalzo e quando un Curry ancora quieto ha iniziato la sua sfida personale con il canestro terminando a 40 punti, Charlotte non ha più retto l’urto finendo per implodere nel terzo quarto.

Jeremy Lamb, 13 punti (5/13).

Jeremy Lamb, 13 punti (5/13).

I Golden State Warriors alla Time Warner Cable Arena si presentavano per ottenere la ventesima vittoria con; S. Curry, Thompson, B. Rush, Dr. Green, Bogut, mentre Charlotte in maglia nera Buzz City, senza Jefferson che starà fuori almeno due settimane, mandava in campo; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams, Zeller.

I Warriors si presentavano subito da campioni in carica con Thompson abile a schermarsi e a segnare in jumper a 11:46 dalla diagonale sinistra ma Zeller a 11:28 in entrata frontale veniva tirato giù fallosamente, così dalla lunetta Cody ristabiliva la parità.
Thompson dalla baseline sinistra segnava ancora ma Charlotte nonostante l’errore di Batum e l’errore di Marvin Williams in floater, trovava sulla stessa azione il tap-in di Batum per il 4 pari a 11:02.
Un altro tap-in, questa volta di Williams portava in vantaggio i Calabroni, Charlotte però non era nemmeno rientrata tutta che Golden State lanciava Thompson che con una tripla riportava in vantaggio gli ospiti, tuttavia Batum a 10:10 con una tripla dalla top of the key segnava i punti del 9-7.
Golden State comunque prima pareggiava (assist di Curry per Dr. Green da vicino) e poi passava in vantaggio allungando con tre triple (ultima di Thompson a 7:23) che doppiavano il punteggio dei Calabroni (9-18), i quali interrompevano la striscia solo dalla lunetta con Batum a 6:41 abile a infilare entrambi i palloni da fermo.
Charlotte soffriva un po’ anche sotto le plance e Bogut realizzava l’11-20 dopo aver catturato un rimbalzo offensivo.
Mentre Walker sbagliava una tripla, dall’altra parte Curry era più preciso andando a segnare tre punti, Zeller replicava in parte dalla top of the key, ma il figlio di Dell era ormai acceso e sganciava un lungo tiro da 3 punti a 5:21 che s’infilava ancora nel canestro Batum a 4:22 in jumper poteva solo fa segnare il 15-28, Charlotte però realizzava con Lamb da 3 punti, infine a 1:40 Kaminsky per un contatto con Green andava in lunetta non sprecando lberi.
A 1:23 D. Green innescava Livingston che in back door spuntava fuori vicino al canestro per l’alley-oop vincente.
Charlotte racimolava tre punti tra tiri dal campo e FT, ma Ezili dopo un errore di Curry trovava il pallone che cercava lui per la schiacciata.

Spencer Hawes, 12 punti (5/9).

Spencer Hawes, 12 punti (5/9).

Il secondo quarto vedeva Marvin Williams ricevere un passaggio in verticale e segnare due punti proprio da sotto, poi era Speights con un catch n’shoot a mettere il +9 Warriors.
Questo era il primo di una serie di canestri che montavano un parziale di 9 punti che allontanavano i californiani sul 25-41.
Lamb realizzava solo un libero giusto per spezzare il parziale…a 8:47 arrivava anche l’alley-oop di McAdoo.
A 8:08 era Kaminsky a far capire che c’era anche gente venuta per vedere una partita (che stava già scappando via) con la tripla del -13.
A 7:31 Hawes segnava con un bel reverse lay-up.
Charlotte tornava a 4:21 a -10 con Marvin Williams (38-48), mentre Batum riusciva a metter dentro un tiro dalla media destra sebbene marcato e dal coefficiente difficile per il -8.
Marvin Williams stoppava imperialmente Thompson, ma Curry dopo un errore di Batum al tiro, segnava un gioco da tre punti.
La gara nel finale di primo tempo rimaneva equilibrata, Hansbrough a contatto a 1:21, alzando la parabola sul tiro a una mano metteva dentro. Thompson segnava il 51-60 mentre Walker sulla sirena andava alla sospensione dopo le finte e lo step back armonico ma non riusciva a segnare.

Le Honeybees, unico raggio di sole nella notte Charlotte.

Le Honeybees, unico raggio di sole nella notte Charlotte.

Le Honeybees impegnate nel lancio delle magliette.

Le Honeybees impegnate nel lancio delle magliette.

Nell’intervallo la franchigia, alla presenza delle sorelle, della mamma, della moglie e dei figli, escluso Seth impegnato con i Kings, compreso “l’avversario” di serata, premiava Dell Curry, commentatore tecnico per Fox degli Hornets, nonché mio giocatore preferito da sempre, recordman della franchigia in diverse statistiche, oltre che persona capace, simpatica e stimata (con gli auguri a pioggia da molti personaggi NBA compreso Silver) ultimo, padre di colui che gli e ci ha rovinato la festa nella notte, un certo Stephen.

La grafica che ricorda Curry come primatista di franchigia in diverse classifiche.

La grafica che ricorda Curry come primatista di franchigia in diverse classifiche.

David Wesley, commentatore a NOLA, nonché ex Charlotte Hornets fa degli auguri scherzosi a Del Curry.

David Wesley, commentatore a NOLA, nonché ex Charlotte Hornets fa degli auguri scherzosi a Del Curry.

Nel 3° quarto le distanze rimanevano intorno ai 10 punti ma a metà tempo le cose sembravano cambiare a favore dei Warriors; GSW segnava più volte.
Con Curry a 8:16 che fintava e andava dentro a sinistra per l’appoggio vincente allargandosi oltre il tentativo di stoppata da parte di Kemba rientrato su di lui, a 7:55 da una rimessa dal fondo Rush tutto solo schiacciava, Zeller si faceva stoppare dallo stesso Rush e a 7:26 uscendo da un blocco, Walker finiva per toccare Curry sul tiro da tre punti.
Tre liberi assegnati a favore del play dei Warriors nonostante le proteste vibranti di Clifford.
Il – 17 (55-72) era difficile da colmare, ma dopo sette punti di Lamb composti da un bel canestro dell’ex OKC entrato in area di corsa e arrestatosi per trovar spazio per il tiro a 7:06, una tripla da marcato a 6:38, una transizione con passaggio finale di Walker per altri due punti di Lamb e una mega dunk a distruggere il canestro da parte di Zeller (servito da Walker in passaggio schiacciato) che s’infilava nella difesa in mezzo a due difensori sverniciando anche Bogut a 5:13, gli Hornets arrivavano sul -8 (64-72) e la panchina dei Warriors era costretta a chiamare time-out.
Dopo la pausa i bianchi tornavano sul parquet concentrati e cominciavano nuovamente a macinare gioco; Curry si accendeva e a 4:57 appoggiava facile al tabellone sulla sinistra andando via in scioltezza a Walker e depistando Zeller, a 4:01 Curry dopo un’azione dei Warriors non andata a buon fine si trovava un pallone fra le mani nel corner sinistro e colpiva da tre punti, a nulla servivano i due liberi mancati di Dr. Green per fallo di Kaminsky inabile a contenerlo e il canestro di Batum in uno contro uno forzato che il ferro dopo un rimbalzo verso il tetto dell’arena spediva nella retina. Nel finale di quarto decideva la gara Stephen Curry, Lamb perdeva un pallone e il play avversario chiudeva in transizione, a 1:45 colpiva da tre punti, Walker tentava di replicare dall’altra parte in entrata a sinistra, arrivato sotto e marcato alzava un tiro a campanile che discendeva nella retina evitando la stoppata, ma non c’era nemmeno il tempo di gioire che Curry colpendo nuovamente e micidialmente da 3 punti segnava il 68-85.
Gli Hornets si giocavano le ultime speranze con l’asse Lamb/Kaminsky a 1:07 per due punti ma ormai la macchina Curry si era messa in moto e andava a segnare senza fatica apparente in entrata, come se avesse una marcia in più di tutti gli altri, a :33.3 ormai in confidenza con il canestro di “casa” segnava da oltre l’arco e a tre secondi dalla fine del penultimo quarto buttava dentro un altro pallone da lontano nonostante il tentativo di disturbo di Hawes.
Il 72-93 decretava sostanzialmente la fine della gara.

Nell’ultimo quarto di garbage time spazio alle panchine con poche soddisfazioni per Charlotte che dal -21 terminava sul -17 finale con una tripla di Lin al secondo tentativo a 10:46 da menzionare, oltre a un bel movimento sul posto nel pitturato di Hawes che disorientava l’avversario estendendo il braccio con finta di passaggio, giro e tiro smarcandosi vincente, una bella schiacciata di Hansbrough a 5:17, i primi punti di Harrison e i diversi punti di Frank The Tank, il quale portava il bottino personale a punti senza che Charlotte potesse minimamente comunque rientrare in partita.

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Pagelle:

Walker: 4
4 pt. (2/16), 2 assist e 3 rimbalzi. Curry mette uno 0 in più nei punti finali. Kemba fallisce totalmente la gara, contro di lui c’è un assassino che fa quel che vuole e Kemba durante la serata ne soffre, sicuramente anche in un confronto simile Walker è in grado di far molto meglio.

Batum: 6
17 pt. (6/15), 8 rimbalzi, 3 rubate, 3 assist, 2 stoppate. Soffre Thompson a inizio gara, poi fa la sua onesta partita giocata su tutto il parquet.

P.J. Hairston: 5,5
0 pt, 1 assist, 1 stoppata. Non dura 5 minuti in campo. Non un granché come al solito, però ha la soddisfazione di mettere una stoppata a referto.

M. Williams: 5
6 punti (2/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. A parte la gran stoppata Marvin su Thompson, fallisce troppi tiri da fuori che di solito mette e gli Hornets si distanziano senza più rientrare in gara. Qualche rimbalzo ma % al tiro troppo bassa.

C. Zeller: 5
6 punti (2/6), 3 rimbalzi in 17:09. Troppi pochi rimbalzi per un centro, surclassato. Una dunk mostruosa di ricordo della serata in faccia a Bogut è l’unica soddisfazione di una serata un po’ storta per la squadra.

Lamb: 6
13 (5/13), 4 rimbalzi. Serata un po’ storta al tiro per Lamb rispetto alle sue medie di tiro abituali, il quale comunque da una spinta a Charlotte nel terzo quarto con 7 punti consecutivi e il -8, ma dopo il time-out sia lui che la squadra spariscono.

Kaminsky: 5,5
16 punti, il suo record con un 5/8, un rimbalzo e un assist in poco meno di 25 minuti. In difesa è costretto spesso al fallo, non riesce a catturare rimbalzi e non è sempre irreprensibile, compensa un po’ con i punti nel garbage time.

Hawes: 6,5
12 punti (5/9), 5 rimbalzi, 2 assist. Rispetto ad altri lunghi non demerita. Fa il suo segnando anche un paio di bei canestri in circa 20 minuti sul parquet. Intorno a lui non c’è molto però.

Lin: 6
5 punti (1/2) in 13:24, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Clifford lo fa giocare meno del solito, sceglie di non usare la stessa arma dei Warriors. Lui fa la sua partita quando le cose ormai sono già andate.

Roberts: 6,5
5 pt. (2/7), 6 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Un +8 accumulato anche nel garbage time. Clifford insiste con lui in serata. Non una grande serata al tiro ma balzano all’occhio i 6 rimbalzi per un play che aveva voglia di andare a prenderseli e di lottare. Bene negli assist in 19:52 minuti sul parquet.

Hansbrough: 6,5
8 punti (3/3), 8 punti, 3 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Un +5 di plus/minus. L’idolo locale lotta e si fa prestare i polpastrelli da Lamb, anche quando la palla gli va sul ferro finisce per entrare. In 10:40 contro la panchina avversaria non proprio rilassata, fa vedere di saperci comunque fare e di aver voglia di ritagliarsi più spazio in campo.

Daniels: 5,5
5 punti (1/5), 1 rimbalzo, 1 rubata. +9 di +/- ma dopo una bella tripla segna solo due liberi. Era tempo spazzatura ma da lui ci si aspetta di più.

Harrison: 6
2 pt, 1 rimbalzo in 6:31. Arrivano i primi due punti in carriera per lui, ma anche due errori dalla lunetta. Pescato per dargli un po’ di soddisfazione sul parquet.

Coach Clifford: 6
Scelta particolare quella di far partire Cody in quintetto preferendolo a Hawes essendo senza Jefferson. Forse per energia Cody è migliore rispetto al compagno, il quale però ha più esperienza. Giustamente per tentare il recupero si gioca anche carte come Roberts (abile tiratore), oltre che i soliti Lin e Lamb, tuttavia stasera i suoi non sono in forma e il pubblico non ha la soddisfazione di vedere una partita realmente combattuta. Ora testa a Chicago, cercando di non sbagliare partita.

 

https://www.youtube.com/watch?v=B4XeUbg74CY

Il Punto @ 17

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Sottotitolo; LambiziHornets

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E rieccoci qua a fare il punto della situazione, il primo di questa stagione dopo aver festeggiato il mio compleanno ieri, nella notte spero in un regalo posticipato degli Hornets, siete in ascolto ragazzi?

Quest’anno avendo lasciato spazio al collega e tifoso degli Hornets Giuseppe Punzi, i miei punti della situazione saranno meno numerosi, li riproporrò ogni diciassette partite, in maniera più fluida rispetto alla più pesante e dettagliata analisi dello scorso anno, lasciando più spazio alla grafica composta di tabelle più che commento, con il quale integrerò brevemente il pezzo.

Detto ciò, gli Hornets sono diventati finalmente una squadra nonostante Michael Kidd-Gilchrist probabilmente sarà costretto a saltare tutta la stagione. Gli arrivi estivi per coprire le lacune della panchina hanno dato risultati positivi, forse più anche del previsto.
I due Jeremy (Lamb e Lin) stanno coprendo il backcourt in maniera ottimale, difendono (Lin è veloce anche per fare da spola tra il pitturato e andare a pressare alto sull’arco), dribblano e hanno un buon tiro, un valore aggiunto per Clifford, mentre sotto canestro stiamo soffrendo meno del previsto nonostante Biyombo sia stato lasciato partire per il Canada anche se talvolta a rimbalzo veniamo surclassati.
Il piano di Clifford di scaricare sugli esterni per colpire con triple pesanti sta funzionando, Charlotte, infatti, è molto migliorata in questa statistica che ha finito per incidere pesantemente su alcune partite.

Vediamo qualche statistica dei singoli:

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Il record attuale dei Calabroni è 10-7.

In queste 17 gare gli Hornets incontravano squadre capaci come Spurs, Mavericks, Bulls, Cavaliers…
In un paio d’occasioni siamo riusciti a battere Bulls e Mavericks, ma anche nelle serate in cui la squadra è uscita sconfitta, l’abbiamo giocata sino in fondo o quasi.
Le gare casalinghe giocate sono state 10 contro le 7 disputate fuori dalle mura amiche e dicono che quest’anno al contrario dello scorso, sembra una squadra più casalinga, in armonia con l’Alveare, la squadra sta dando quel qualcosa in più in North Carolina.
Otto vittorie e due sole sconfitte (al fotofinish contro Hawks e Cavaliers), sono un bilancio ottimale per raggiungere i playoffs, oltretutto le vittorie esterne a Dallas e a Minnesota hanno ripianato il bilancio casalingo.
Ci sarà però da andare a giocare in trasferta con più personalità e concretezza per strappare vittorie importanti in chiave playoffs.
Nelle prime 17 partite gli Hornets hanno dimostrato d’avere le qualità per accedere alla post season.
Non sarà facile, serviranno tutti i giocatori, testa, cuore e altri muscoli per superare le avversità sul parquet non avendo super stelle in squadra. D’altro canto la forza del team è proprio il gioco, la coesione, i passaggi, i tagli, gli scarichi, anche se Lamb, Walker e Lin sono guardie che possono crearsi punti anche da soli.
Dopo le prime tre gare da allarme arancio (sconfitte a Miami, Atlanta e in casa contro gli stessi Hawks), i Calabroni iniziavano a ronzare forte alla Time Warner Cable Arena battendo i Bulls 130-105 e vincendo a Dallas la gara seguente 108-94.
Dopo la battuta d’arresto a San Antonio, quasi preventivata vedendo che razza di team Popovich e i suoi sono riusciti a mettere insieme ancora una volta in Texas, gli Hornets battevano i giovani e promettenti Lupi della Foresta a Minnesota, mentre contro New York in casa erano scintille che si spegnevano oltre la sirena con la tripla della vittoria arancioblù annullata a Porzingis che “salvava” Charlotte.
Dopo uno stop a Chicago, Charlotte batteva a domicilio Portland, fermandosi però ancora la partita seguente, New York aveva la sua rivincita in casa per 102-94.
Gli Hornets, giunti all’undicesima partita, avevano ora da calendario 7 gare da disputare in casa, che si concluderanno nella notte con la super sfida in casa Curry contro i lanciatissimi Warriors (19-0 a inizio stagione per i californiani), nel frattempo sfruttavano il fattore campo battendo Brooklyn, Philadelphia, Sacramento in una gara assurda portata all’OT e Washington, prima di cedere nei secondi finali a Cleveland della bestia nera James.
Gara 17 vedeva Charlotte tornare alla vittoria contro i Bucks per 87-82 nonostante l’uscita prematura di Jefferson per problemi al polpaccio.
Si parte da un settimo posto ovviamente ancora tremulo per le prossime 17 sfide, e la strada condurrà da Charlotte contro Golden State per terminare a Oakland ritrovando proprio i Warriors.

Vediamo il calendario:

18) Vs Warriors
19) @ Bulls
20) Vs Pistons
21) Vs Heat
22) @ Grizzlies
23) Vs Celtics
24) @ Magic
25) Vs Raptors
26) @ Wizards
27) @ Rockets
28) Vs Celtics
29) Vs Grizzlies
30) Vs Lakers
31) Vs Clippers
32) @ Raptors
33) Vs Thunder
34) @ Warriors

La squadra allenata da Clifford giocherà ancora 10 partite in casa e 7 in trasferta, questa sarà una buona occasione per cercare di sfruttare il fattore campo, anche se alcune partite saranno decisamente complesse, ma io confido “nei ragazzi” già contro la prima con i Warriors.
Credo abbiano le qualità per giocarsela fino alla fine almeno. Ci saranno diverse sfide contro top team e questo ci dirà un po’ di più sulla consistenza di Charlotte che dovrà continuare a giocare con energia, intensità e umiltà per portare a casa le partite, abbiamo visto in questo scorcio di stagione che giocando così, non è impossibile vincere contro qualche big.

L’attacco di Charlotte sta segnando 102,5 punti a partita ed è settimo nella NBA, questo è un progresso notevole per una squadra che lo scorso anno in questa statistica era tra le ultimissime posizioni, mentre la difesa concede 98,8 punti a partita ed è decima al momento.
La squadra ha tirato con il 44,8% dal campo in stagione ed è 10^.
Da tre punti Charlotte invece tira con il 35,9% ed è undicesima in questa particolare classifica a fronte dell’ultimo posto dello scorso anno.
Queste le zone di tiro arrivati alla diciassettesima partita giocata:

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Sotto troverete la classifica con la media voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) in tutte le gare disputate a oggi, ma prima una analisi più dettagliata giocatore per giocatore fatta scalando la classifica stessa:

14°) A. Harrison; praticamente mai visto sul parquet in regular season se non per pochi minuti.
Ha anche avuto qualche problema d’infortuni e nell’ultima gara lo si è visto dietro la panchina dei compagni in giacca violacea.
Per ora marginale.

13°) P.J. Hairston; Le voci sul fatto che gli Hornets sarebbero intenzionati a non confermarlo potrebbero aver inciso su di lui, anche se in campo gli va riconosciuto il merito d’applicarsi, lottare e combattere. Non gioca mai i minuti dei compagni pur partendo titolare. Lascia spazio ai compagni per ripartire a inizio ripresa, ma poi nei finali spesso si siede in panchina.
In campo per la difesa e la grinta che ci mette, il risultato non è però sempre soddisfacente e anche da 3 punti sembra mancare di concentrazione.
Andava meglio lo scorso anno. A Clifford servirebbe un’ala piccola anche in grado di colpire dalla distanza e lui non ci sta riuscendo troppo.
Forse Charlotte ha addossato troppe responsabilità a un sophemore.

12°) B. Roberts; visto poco in campo essendo il terzo play, è tornato utile in qualche partita.
Tiro e velocità li ha, quando si deve recuperare qualche gara particolare può essere utile.

11°) S. Hawes; credevo molto nel giocatore. Al momento ha qualche difficoltà, più che in difesa, dove sta piano piano migliorando, in attacco. A volte si mette in proprio ed escono tiri improbabili che hanno una percentuale più bassa di un certo ex ministro dell’economia con i tacchi.
Spencer comunque può sempre fornire assist ai compagni e adesso avrà la sua occasione con Jefferson che dovrà forse star fuori due o tre settimane per un problema al polpaccio.

10°) F. Kaminsky; è tra le ultime posizioni e nonostante nelle ultime gare stia sbagliando troppo da sotto, penso risalirà.
In genere ha tiri e floater morbidi, ma nelle ultime sfide dopo aver brillantemente passato il difensore non riesce a coordinarsi benissimo per mettere la palla nel cesto.
In difesa si applica, anche se talvolta è sfortunato e la sua difesa non viene premiata.
Il giocatore comunque è valido.
Ottime aperture e ottimi movimenti base, è un rookie, va un attimo aspettato.

9°) T. Hansbrough: idolo locale, visto poco in campo ma utile per catturar rimbalzi e nelle lotte, lui non si tira indietro.
Lungo che potrebbe avere qualche minuto in più senza Jefferson in campo con la second unit ora.

8°) T. Daniels; altro giocatore con qualche problema fisico che comunque partirebbe da panchina inoltrata pur avendo un tiro micidiale da oltre l’arco.
Sperando si sistemi, all’occorrenza spero che Clifford lo veda di più in situazioni di bisogno.

7°) C. Zeller; Quando Cody mette energia sul piatto è un uomo importante nelle due fasi, in quell’offensiva riesce a chiudere anche giochi da tre punti, anche se da oltre l’arco i tre punti realizzati sul tiro non sono ancora arrivati nonostante il lavoro in estate (0/8), tuttavia in fase difensiva il suo lavoro di limitazione dei lunghi avversari è apprezzabile.
Non parte titolare, ma in certe circostanze rimane in campo se le caratteristiche degli avversari non possono essere controbattute dal nostro quintetto.
Gran canestro vittoria per movimenti e realizzazione contro New York.

6°) J. Lin; ancor più di Lamb che troveremo più in alto, Jeremy incarna l’importanza della panchina di Charlotte in questa stagione.
Le rotazioni di qualità ci sono e Jeremy nonostante qualche turnover di troppo è in grado di forzare il turnover avversario e mettere pressione ai portatori di palla altrui.
In attacco penetrazioni e tiri possono far male e anche il servizio assist per i compagni è qualitativamente buono.
Può fare ancora di più.

5°) A Jefferson; l’infortunio al polpaccio lo leverà di mezzo per qualche notte.
Big Al vive la serata.
Se va in fiducia contro l’avversario finisce con dei voti da 8, se va in sfiducia finisce con dei voti da 5, dato che è importante per noi in fase offensiva, deve trovare la sua quadratura.
A volte s’isola e forza troppo in post basso, anche quando non ha spazio, è il suo gioco, ma qualche scarico in più servirebbe.
In difesa è migliorato rispetto lo scorso anno, anche se non possiamo considerarlo un top defender.
Non fa testo l’ultima gara nella quale è proprio sparito difensivamente.

4°) M. Williams; giocatore che si è presentato alla grande al camp dicono.
Forma fisica smagliante e direi buon lavoro sulle triple.
Sfrutta gli assist dei suoi compagni con dei catch n’shoot letali per gli avversari.
Anche in difesa mi piace, nonostante lo scivolone contro Sacramento costato i supplementari.

3°) Nicolas Batum nelle prime 17 gare ha tenuto una media di 16,8 punti, 6,2 rimbalzi, 4,5 assist e 1,1 rubata a partita.
Solo Mashburn e Mason erano riusciti a compiere quest’impresa nella storia della franchigia.
Da questi numeri si capisce che il francese gioca a basket, in lungo e in largo.
La pecca sono i troppi turnover.
Dovrebbe portar meno palla, specialmente da solo a metà campo per evitare di concedere transizioni ma fa parte del gioco, anche quando gli capita poi cerca di rimediare e alle volte gli riesce come contro Milwaukee.
Catch’n shoot da 3 micidiali anche per lui.

2°) Kemba Walker; è stato a livello dello scorso anno in alcune gare dopo un inizio nel quale due suoi tentativi falliti ci costavano le sconfitte contro gli Hawks.
D’altra parte è l’uomo che Clifford ha designato per prendersi le responsabilità nei momenti di bisogno.
Contro Sacramento gli era quasi riuscito il colpaccio a 7 decimi dalla fine.

1°) Jeremy Lamb; ecco perché il sottotitolo è LambiziHornets.
Jeremy è la sorpresa d’inizio stagione.
Grande atleta e tiratore che sta trovando la sua dimensione a Charlotte. Sta mostrando anche una discreta e attenta difesa che non gli era sempre riconosciuta.
I suoi punti dalla panchina sono importanti, sbaglia veramente poco, come se fosse un lungo altissimo che gioca vicino a canestro.
Se continua così, potremo toglierci altre soddisfazioni.

Classifiche provvisorie (voti gara per gara e totale):

chavot

(totale)

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