Game 47; Charlotte Hornets @ Portland Trail Blazers 91-109

chapor0 chapor01Sottotitolo; GelHornets

Era la gara del rientro di MKG.
Un Kidd-Gilchrist in evidente ritardo di condizione.
La forma non è al top, sbuffa e fa fatica, le rotazioni con lui saranno ancora un po’ particolari.
Migliora durane la gara ma non basta.
I Calabroni sono gelati da Portland e la striscia negativa ora è di due sconfitte che ci allontanano dalla zona playoffs.
Charlotte non trova gioco e ritmo, qualcuno forza e Batum stecca nettamente la gara in casa della sua ex squadra.
Michal Kidd-Gilchrist al rientro dal campo ha segnato cinque degli otto tentativi.

Michal Kidd-Gilchrist al rientro dal campo ha segnato cinque degli otto tentativi.

 
Charlotte al Moda Center di Portland ritrovava MKG e si affidava al seguente quintetto iniziale; Walker, Batum, M. Kidd-Gilchrist, M. Williams, Hawes, per Portland invece i cinque titolari erano; Lillard, McCollum, Aminu, N. Vonleh e M. Plumlee.
 
La squadra che riusciva a sbloccare il punteggio era Portland, un passaggio raggiungeva Lillard dalle parti dell’intersezione sinistra tra linea di fondo e bordi del pitturato nonostante un difensore di Charlotte toccasse la sfera senza riuscir a fermare la sua corsa, il numero 0 da pochi passi infilava.
Gli Hornets rispondevano con una tripla di Hawes che portava avanti i Calabroni, vantaggio incrementato da Marvin Williams poco più tardi. Aminu si faceva amico l’anello e con un due lungo riusciva a infilare il jumper dopo un paio di rimbalzi della sfera sullo stesso.
Charlotte tuttavia con un open 3 di Walker dalla diagonale sinistra, a 10:20 andava sull’8-4.
Portland ci provava prima con un gancio di Plumlee che forzava contro Hawes ma non segnava, poi era Vonleh a prendersi la scena partendo frontalmente da lontano per segnare con una super schiacciata l’8-6.
Un gancio di Plumlee a 9:02 ristabiliva la parità, Hawes, però a 8:35 dal lato destro in palleggio, si portava dalle parti dell’area, il suo tiro era stoppato da Plumlee ma ormai in parabola discendente, due punti quindi per Charlotte che si portava a +4 quando a 7:01 MKG realizzava in fing and roll dopo una transizione a due con Batum, il quale in corsa gli serviva un buon assist schiacciato.
Dopo diversi errori, a 4:57 Lillard realizzava un gioco da 3 punti che serviva per l’avvicinamento, per il vantaggio dei locali serviva una palla che Batum si faceva rubare, a concludere di pensava Aminu con una running dunk in transizione per il 12-13.
Per gli Hornets era invece Hawes a sottrarre un pallone a Plumlee, Batum in transizione faceva una delle poche cose buone della sua gara segnando tre punti.
Crabbe per Portland con un floater impattava a quota 15, Batum invece ci riprovava alla conclusione, stavolta la palla rimaneva incastrata tra ferro e tabellone, jump ball chiamata dagli arbitri e palla ai Blazers (vinta da Aminu) che si portavano nuovamente avanti con il jumper di Leonard. L’ex Henderson passava in back door e a 2:09 realizzava da sotto.
Gli Hornets sul -4 si affidavano a Daniels che non falliva la tripla, Walker poi dava la spinta per riportare avanti la squadra in divisa viola con la transizione fermata da Crabbe con il fallo a 1:32.
Il vantaggio di Charlotte spariva momentaneamente quando Lillard decideva di affrontare da solo la difesa di Charlotte andando a posterizzare in schiacciata Hansbrough.
La risposta di Walker non si faceva attendere, anche se era più di fino; tripla frontale e Calabroni avanti di 2 (23-21).
L’ultimo canestro valido di primo quarto era realizzato da Kaminsky che in entrata si concedeva il lusso di un palleggio dietro la schiena prima di segnare il runner del 25-21, parziale di primo quarto.
Brian Roberts 17 punti per tentar la rimonta.

Brian Roberts 17 punti per tentar la rimonta.

Un jumper di Roberts dalla mid range sinistra a 11:22 faceva lievitare il vantaggio di Charlotte a 6 punti, Kaminsky falliva il +9 con la possibilità di tripla aperta e i nostri pagavano subendo la tripla di Crabbe dalla diagonale destra.
Leonard segnava con un floater dal cuore del pitturato e con i Trail Blazers sul -1, tutto tornava in bilico.
Un pallone perso da P.J. (palleggio sul piede e palla fuori dalla linea laterale) su pressione di Hendo era il preludio a 5 punti consecutivi della squadra dell’Oregon, la quale raggiungeva il 27-31 a 8:55 grazie alla tripla lanciata da McCollum.
Clifford chiamava time-out ma al rientro Batum sbagliava il tiro, McCollum approfittava dell’assenza di MKG per piazzare una serpentina letale partendo da destra, Kaminsky e Hansbrough non riuscivano a fermare l’appoggio acrobatico.
Da un errore di Roberts al tiro nasceva la possibilità per Hansbrough, il quale conquistava il rimbalzo offensivo ma scivolava, tuttavia riusciva ad andare su, ma veniva in prima battuta stoppato, riconquistata la sfera, tornava su, questa volta segnava e subiva anche fallo.
Roberts pareggiava la gara con la sospensione dopo esser passato dietro lo schermo di Hansbrough.
Da un errore al tiro di Portland nasceva il contropiede di Charlotte, lestissimo Roberts per un soffio anticipava le mani avversarie e in spin faceva ripartire il contropiede, Batum lanciava Marvin Williams sopra il ferro per l’alley-oop appoggiato.
Il pareggio sul 33-33 resisteva perché Vonleh e la sua entrata selvaggia avevano poche possibilità di riuscita, mentre MKG commetteva doppia in palleggio su pressione di Hendo.
L’up & under di Plumlee dava un vantaggio ai suoi.
A 4:58 un pick and roll tra Hansbrough e Roberts vedeva quest’ultimo servire con assist fulmineo Psyco-T che sotto il canestro prendeva due liberi ma ne realizzava solamente uno.
Una transizione portata da MKG dava a Charlotte il +2; passaggio da destra in corsa verso la top of the key (quella dei 3 punti) e bomba di Marvin immediata per il 37-35.
Aminu dal corner però restituiva il vantaggio ai bianchi di casa. Batum tentava di farsi notare dal suo ex pubblico ma la sua schiacciata era respinta da Plumlee in maniera pulita, sul rimbalzo arrivava Hansbrough che subiva fallo e sfruttava i due liberi mandandoli a bersaglio per il 39-38 Charlotte.
L’ex Vonleh ci provava un paio di volte, la prima commetteva passi, la seconda schiacciava in alley-oop; sulla transizione Hawes rimaneva alto a marcare Plumlee, dalle cui mani partiva l’assist.
Walker e Crabbe si rispondevano con due punti a testa dopo il time-out di Charlotte che iniziava ad allontanarsi lentamente quando una tripla scagliata da Walker che sembrava potesse entrare era rifiutata dal ferro, dall’altra parte Lillard a 2:36 colpiva con la stessa arma e la squadra di Clifford finiva sotto di 4 (41-45).
Charlotte saltava un turno in attacco; pressione di Portland, difficile smarcare un uomo, la palla moriva in mano a Walker che non riusciva a disfarsi di Vonleh, anzi, finiva per impastarsi su di lui.
Una transizione per Crabbe (cutting layup shot) portava a +6 la squadra di Portland.
Gli Hornets si salvavano da un’altra transizione quando Kemba era bravissimo con una specie di stoppata a due mani a toglier palla dagli arti superiori di Crabbe davanti a lui, sulla linea di fondo MKG riceveva il passaggio e segnava due punti, anche se già stremato, mancava il libero addizionale.
Plumlee nel finale portava a casa un gioco da tre punti lanciandosi verso il ferro nel pitturato, l’assist schiacciato di Lillard era perfetto, Charlotte non poteva che accorciare a poco meno di due secondi dalla fine con due liberi di Walker (fallo di Aminu) per il 45-50, finale di primo tempo.
 
L’inizio del secondo tempo vedeva segnare McCollum con un tiro immediato dalla baseline sinistra che vanificava la difesa di Williams. Una strong drive di MKG era la risposta di Charlotte che tuttavia subiva il tap-in di Vonleh sull’errore di Aminu.
Charlotte si avvicinava a battere la barriera del –, quando a 9:51 un open 3 di Williams portava il tabellone sul 52-54.
McCollum però, arma principale dei Blazers in serata, segnava con un tiro lungo da due punti, dall’altra parte Batum forzava un fade-away contro Plumlee non ottenendo nulla.
Gli Hornets sfondavano la barriera del – con Marvin a 7:38; tripla frontale per il 57-56, era però il canto del cigno di Charlotte che tornava sotto 16 secondi dopo subendo la drive di McCollum.
A 6:53 Walker da tre punti colpiva lungo l’aggancio del ferro e scivolando lasciava anche strada a Plumlee in transizione per il 57-60. Batum continuava a essere Portland friendly quando da sotto mancava un appoggio semplice, McCollum non sbagliava invece portando Charlotte a -5.
Batum continuava la sua orrenda prova sbagliando un altro tiro e perdendo un pallone. Le squadre segnavano due punti a testa, poi era ancora Portland a guadagnare un gioco da tre punti con Aminu (braccio destro toccato da Batum sul tiro) che a 4:39 lanciava i Tracciatori di Sentieri sul 59-67.
Dodici secondi più tardi Roberts, entrato per portare nuova linfa a Charlotte segnava due liberi dopo aver costretto Lillard al fallo. McCollum però pareva inarrestabile per Charlotte e ne realizzava altri due.
Lillard invece si poteva fermare, lo faceva P.J. che lo aspettava sul bordo del pitturato sinistro, il numero 0 avversario era lanciato ma il tiro era respinto dalla nostra SF.
Roberts ne approfittava per colpire con uno stop & go chiuso in fing and roll.
Gioco da tre punti e punteggio sul 64-69, Charlotte però sul perimetro non marcava a uomo, un gioco di due passaggi tra McCollum/Leonard/McCollum trovava il solo Roberts a far da spola sui due nel tentativo disperato d’impedire la tripla; nulla da fare, Leonard restituiva palla al compagno che segnava la bomba nonostante Roberts provasse a opporsi rientrando sulla SG avversaria.
La gara entrava saldamente tra le mani di Portland quando prima P.J. e Brian fallivano sulla stessa azione le loro conclusioni da tre punti e poi Crabbe veniva colpito al volto con la mano in allungo da Daniels.
Tre tiri liberi tutti a segno che estendevano a 2:08 a +11 il vantaggio dei Pionieri.
Crabbe era l’altro grimaldello per scardinare la difesa di Charlotte che non conteneva la sua partenza; Daniels in marcatura lo toccava commettendo fallo, anche Hawes in aiuto leggermente lo toccava senza però fermarlo; fioco da tre punti a 1:37 in parte contrastato dal bel jumper di Daniels sull’azione successiva nonostante Crabbe da dietro tentasse la stoppata francobollandolo.
Il quarto si chiudeva con la bomba di Roberts a :31.8 e con un’entrata a segno di Lillard dieci secondi dopo; due punti nonostante il fallo di Hawes ma libero mancato dalla PG avversaria.
Il quarto si chiudeva con gli Hornets sotto di 14 punti (69-83), con un parziale di quarto che li vedeva accumulare altri 9 punti da recuperare.
"Psyco-T", nell'ultimo quarto prova a tenere in piedi Charlotte. Finirà in doppia doppia con 14 rimbalzi.

“Psyco-T”, nell’ultimo quarto prova a tenere in piedi Charlotte. Finirà in doppia doppia con 12 punti e 14 rimbalzi.

 
La solfa sembrava non mutare nemmeno nell’ultimo quarto, anzi, McCollum segnava anche il +20 (71-91), MKG inaugurava una serie di liberi sbagliati da Charlotte e splittando riportava a -19 i Calabroni. Quando a 9:20 Roberts (Walker out per tutto l’ultimo quarto) splittava fallendo il suo secondo libero in stagione (lui che ha più del 95%) si capiva che non era aria.
A 8:39 un battagliero Hansbrough rimaneva concentrato invece e passava due volte dalla lunetta, l’energia e i rimbalzi di Psyco-T servivano ai Calabroni che in attacco ci provavano con Marvin Williams; a 6:29 fallo di Aminu sulla nostra PF.
Due punti ma libero aggiuntivo fallito.
In difesa Hansbrough si faceva valere combattendo; palla strappata a Lillard che rimaneva a terra tra i fischi del pubblico, altre mischie che tuttavia premiavano Crabbe appostato frontalmente fuori abile a colpire da tre punti per l’83-98.
Anche Hansbrough a 5:21 cadeva nel tranello dei liberi splittando, ma in difesa sull’errore di Aminu continuava a proteggere il ferro a rimbalzo in modo egregio, MKG andava ad attaccare il ferro ma Plumlee lo abbracciava.
Due FT a segno per il nostro rientrante numero 14 e nuovo -12.
A 4:16 Batum forniva un assist per Marvin Williams che caricava una tripla che pareva viaggiare un po’ storta verso canestro ma andava a bersaglio e portava i Calabroni a -9.
Servirebbero altri 9 punti per pareggiare, ma gli Hornets si fermavano qui e i 9 punti finali arrivavano da Portland che allungava sino al 91-109 finale.
Va detto che Marvin Williams falliva dalla lunetta il possibile -7 con uno 0/2 e Roberts era sfortunato in occasione di una tripla ma comunque il risultato era ancora una L fuori dalle mura amiche.
Non resta che andare a giocare a Los Angeles sponda gialloviola con i nostri numerosi assenti a bordocampo, sperando che MKG possa dare qualcosa di più e la squadra sia in grado di dare una spallata decisa alla partita sin da subito senza giocarsela punto a punto, situazione rischiosa che fuori casa diventa ancor più ostica tra la spinta del pubblico, episodi e magari qualche decisione arbitrale un po’ casalinga (anche se non è il caso di questa serata).
chauta2chapor2
 
Pagelle:
 
Walker: 5,5
14 pt. (4/13), 4 assist, 3 rimbalzi, 4 rubate. Perde tre palloni e al tiro non vive una grande serata. Gioca solo poco più di metà gara.
Batum: 4,5
3 pt. (1/11), 8 assist, 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Se non fosse per qualche assist sarebbe da 4, sbaglia tiri semplici, altri li forza, non ci prende mai. Difesa che non mi è piaciuta. Merci batum scrito su un cartellone si riferiva per il passato, Nicolas prolunga la sua storia d’amore e gioca per i Blazers anche stasera. Se non torna a essere il vero Batum e Clifford continua a schierarlo sarà un problema per noi.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
13 pt. (5/8), 7 rimbalzi, 1 assist. Perde due palloni, il suo plus/minus è di -2, anche se ha veramente il fiatone, quando c’è lui, tra un po’ di fortuna (errori avversari) I Blazers non sfondano come in sua assenza. Ne approfittano con McCollum e Crabbe in sua assenza. MKG servirebbe a buoni livelli presto. Mette su numeri discreti alla prima uscita.
 
M. Williams: 6,5
20 pt. (8/14), 9 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Difesa onesta, ottimo a rimbalzo, con I suoi tiri riporta in scia gli Hornets, ma sul più bello, sudato, sbaglia i due liberi della speranza.
 
Hawes: 5,5
5 pt. (2/6), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Difesa non eccezionale, serata così così.
 
P.J. Hairston: 5,5
0 pt. (0/2), 2 rimbalzi, 1 stoppata. P.J. rientra in panca, gioca solo 14:27. Un pallone perso banalmente sul filo della linea laterale e un paio di tiri mancati. Una bella stoppata.
 
Kaminsky: 5
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo. Il -22 di plus/minus non è un caso, evanescente, poco concreto, l’assist l’ha messo da parte. Anche il canestro realizzato in entrata con il palleggio dietro la schiena è figlio di un certo atteggiamento superficiale. E’ un rookie ma abbiamo bisogno d più concentrazione e concretezza da lui, specialmente quando prende triple aperte.
 
Daniels: 5,5
5 pt. (2/2). Perde due palloni, forse su uno subisce fallo. Non porta bene palla e fa un fallo gratuito che in un momento quasi decisivo ci manda sotto in doppia cifra. Segna i suoi due tiri tentati.
 
Hansbrough: 7
12 pt. (2/5), 14 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Limita a due i falli commessi, per questo si fa posterizzare una volta e battere da McCollum in dribbling, però nel finale tira giù rimbalzi sotto le plance come se piovese. Fischiato dal pubblico per due interventi difensivi decisi giustamente non sanzionati dagli arbitri, Psyco-T, sguardo da pazzo mi piacerebbe avesse più minutaggio al momento. 8/10 ai liberi, non male per lui… Potrebbe anche giocare come C se Hawes fosse messo in PF per qualche minuto.
 
Roberts: 6,5
17 pt. (6/15), 2 rimbalzi. 0 assist e una palla persa, giocatore d’assalto, al posto di Walker prova a segnare canestri veloci grazie alla sua agilità, cambio passo e rapidità. Ci riesce per un po’, ma se deve fare tutto da solo le percentuali si abbassano. In difesa ci prova ma con il suo fisico non sempre è facile opporsi.
 
Coach Clifford: 5,5
Questa volta la squadra avrebbe dovuto essere meno stanca. Non è facile convivere con tutti questi infortunati e convalescenti, soprattutto se un buon Lin viene rimpiazzato da un Batum irriconoscibile. Decide di mettere in campo MKG che non sarà in condizione, ma è anche fortunato a volte e non demerita nonostante sembri a livello di fiato un sessantenne al campetto infuocato d’estate. Manca forse nel motivare al meglio la squadra. Dipende anche dagli interpreti ma deve riprendere qualcuno e fargli fare ciò che sa fare, non certo forzare tiri, cosa che ci allontana dalle partite.

 

Game 46; Charlotte Hornets @ Utah Jazz 73-102

Sottotitolo; LesiHornets
 
Marvin segna a inizio terzo quarto con un floater.

Marvin segna a inizio terzo quarto con un floater.

Sconfitta nettamente meritata a Salt Lake City.
Hornets che trovano una serata disgraziata al tiro (specialmente da tre punti), concedono troppe transizioni agli avversari e subiscono a rimbalzo , troppo per sperare di vincere una partita che infatti regge un quarto e mezzo, poi i Jazz riallungano nonostante il tentativo di rimonta degli Hornets nei primi minuti dopo l’intervallo.
Quello che più mi preoccupa però è l’infortunio occorso a Lin (si aggiunge a Lamb, MKG, Jefferson e Zeller) che su un jumper dal pitturato ricadeva su Favors distorcendosi la caviglia rimanendo a terra.
Jeremy era costretto a rientrare negli spogliatoi per non riapparire più sul parquet.
 
Gli Charlotte Hornets a Salt Lake City ritrovavano Batum, Clifford propendeva per inserirlo subito nel seguente quintetto schierato alla V. Smart Home Arena; Walker, Batum. P.J. Hairston, M. Williams e Hawes, mentre i Jazz ritrovavano per la seconda partita D. Favors (14 pt. in 20 minuti contro i Pistons) ma a minutaggio limitato da Snyder che preferiva mettere sul parquet il seguente quintetto; Neto, Hood, Hayward, Lyles, Gobert.
Kemba Walker a Charlotte contro i Jazz.

Kemba Walker a Charlotte contro i Jazz.

 
Walker all’andata a Charlotte segnò il record personale e di franchigia in fatto di punti realizzati (52) sfruttando un doppio OT, questa volta i Jazz tentavano da subito d’asfissiare Kemba.
Walker finirà seduto in panca anzitempo e chiuderà con 15 punti (7/11).
Come spesso succede in avvio erano gli avversari a conquistare il pallone a due, tuttavia Utah falliva la prima conclusione (tripla dall’angolo destro), anche gli Hornets mancavano la propria occasione con Marvin Williams, il quale in entrata s’impastava tra vetro e difensori, i Jazz tornavano alla carica e su un pick and roll a 11:23 Hawes si spostava di lato a sinistra verso il centro area, ma Gobert in corsa era già lanciato nel pitturato così arrivavano i primi due liberi per Utah.
Il centro avversario falliva il primo ma segnava lo 0-1 con il secondo. P.J. mancava un jumper da due lungo, Neto ormai tutto so lo falliva clamorosamente un appoggio ma Charlotte dimostrava di non avere pazienza nel far girar palla, catch n’shoot da tre punti di Marvin non a segno così arrivava la tripla frontale di Hood che aveva la meglio tra numeri cinque.
Gli Hornets finalmente riuscivano a segnare i primi due punti quando Hawes da sinistra con un passaggio schiacciato orizzontale pescava bene sulla corsa P.J. Hairston che lanciato appoggiava a tabella nonostante il difensore tentasse di stopparne l’appoggio.
A 9:44 però era ancora Hood a colpire da tre punti, Hayward a 8:09 con un’entrata in traffico segnava anche il 2-9.
Kemba a 7:42 segnava dopo aver visto i suoi compagni troppo in difficoltà, dribbling, arresto, tiro a una manona modificando la diagonale dei piedi, bel canestro per il 4-9.
Jazz che potrebbero arrivare anche a dodici ma l’open 3 di un Neto completamente ignorato si spegneva sul ferro inaugurando una serie d’errori da parte della squadra di casa che si faceva lentamente rimontare dai canestri di Batum a 5:28 (1/2 dalla linea dei liberi), Kemba (dalla baseline sinistra si piegava più di Valentino Rossi in curva per la finta che lo riportava in carreggiata a destra per depistare il difensore) in appoggio a 5:01, arrivava anche il pareggio con un dai e vai per Marvin Williams, il quale chiuso da due difensori sotto canestro con un extra passa a sinistra, liberava Hawes che su quel lato, da sotto canestro, non doveva fare sforzi per realizzare due punti semplici.
A 3:42 Batum si fermava dalle parti del pitturato e con un fade-away in post basso portava avanti gli Hornets sull’11-9.
Solo 15 secondi più tardi però Favors rollava sul passaggio di Hayward, il canestro del pari facile consigliava a Clifford un time-out.
Walker e Hayward, le stelle delle rispettive formazioni erano spaziali nel colpire da tre punti, la situazione di stallo era interrotta da Lin a 1:43 che usciva dai guai della marcatura stretta con un fade-away vincente, tuttavia un pick and roll per Favors riportava in equilibrio il punteggio. Johnson segnava un fing and roll a 58 secondi dalla fine, mentre Walker troppo veloce per Burke in entrata segnava nonostante la spinta, ma falliva il libero addizionale.
Il punteggio rimaneva fermo sul 18 pari quando la prima sirena suonava.
 
Il secondo quarto era inaugurato da un canestro di Lin dopo quindici secondi, il suo step back dalla media, però rimaneva fine a se stesso, i Jazz pareggiavano a 11:28 con Hood che dalla lunetta spediva dentro la retina due conclusioni (fallo di Daniels che da dietro in recupero si schiantava sulla guardia avversaria e la sua finta di tiro), Charlotte non segnava il vantaggio; Lin e Batum sulla stessa azione non realizzavano le triple tentate vanificando il rimbalzo connettore di Hansbrough e nemmeno Daniels era in serata, preso il centro dell’area in corsa alzava il campanile, ma Gobert saltava e con i suoi lunghi arti anteriori andava alto a stoppare il tiro di Troy.
Passava Utah con Booker quindi; Trevor prima sparava sul ferro clamorosamente una slam dunk dalle intenzioni omicide nei confronti del canestro (Batum in ripiegamento ormai battuto saltava e forse faceva perdere un po’ di concentrazione al lungo avversario), poi intuiva un passaggio lento e corto di Lin inserendosi sulla traiettoria diagonale arretrata e andando a chiudere a 9:52 con la schiacciata a due mani.
A 8:47 Utah saliva sul +4, Hood faceva fuori Daniels e alzava il pallone per Gobert; alley-oop e difesa di Charlotte fuori gioco.
Ingles dall’angolo destro e Hood dalla diagonale sinistra segnavano due triple per portare i Jazz sul +10 (20-30) così Clifford fermava il tempo con un time-out.
Al rientro sul parquet, Charlotte segnava con Daniels; passaggio ed estensione di Troy del braccio destro in salto opposto al canestro per evitare la stoppata, rilascio della palla con rapido movimento artistico e propedeutico alla realizzazione in canestro acrobatico.
Gobert da sotto andava facilmente a segno e in palleggio sulla successiva azione d’attacco Jazz provava ad avvicinarsi a canestro ma una steal di Hansbrough riportava gli Hornets in attacco, Lin, però falliva le proprie due possibilità facendosi stoppare da Booker e tirando corto ai 24.
Favors dalla lunetta prendeva una virgola ma Charlotte buttava via palla in attacco con Walker, il quale spediva una fucilata out mentre Marvin iniziava il suo spostamento in avanti sulla linea laterale sinistra.
Utah raggiungeva anche il 22-38 e Clifford ricorreva nuovamente al time-out a 3:22 dall’intervallo.
Gli Hornets andavano a segno con due liberi, poi Walker si buttava dentro con un dribbling in penetrazione chiuso con il ribaltamento dell’azione nel corner destro dove Hawes si dimostrava un buon tiratore dalla lunga distanza.
Spencer ribaltava la retina con una tripla perfetta portando sul 27-38 lo score.
Questa volta era Snyder a fermare le danze e al rientro Hayward colpiva da tre punti.
A 2:00 dalla fine un bell’up & under di Walker era seguito da un mid range jumper di Hood e da un pull-up dello stesso Kemba che fissava il punteggio finale di primo tempo sul 31-43.
Un Batum ancora convalescente è rientrato catturando 10 rimbalzi ma segnando solo 6 punti, impreciso al tiro...

Un Batum ancora convalescente è rientrato catturando 10 rimbalzi ma segnando solo 6 punti, impreciso al tiro…

 
Al rientro dall’intervallo lungo Clifford tentava di dare una scossa a un attacco poco prolifico; a 11:25 Marvin si avvicinava al post basso destro spingendo su Hayward in 1 contro 1 e con un turnaround hook lo batteva subendo anche fallo.
Libero a segno e riavvicinamento Hornets che tornavano però sotto al distacco in doppia cifra quando Hood si serviva di un blocco per disfarsi di un Batum comunque lento a rientrare sulla sospensione a segno di Rodney.
Un floater di Marvin dal pitturato era seguito da un ½ di Gobert dalla lunetta, Batum con un quick catch n’ shoot da tre punti a 10:08 segnava lo zenit della rimonta di Clifford.
Il -7 durava poco; a 9:46 Hayward in step back dalla diagonale media segnava, Hawes si faceva stoppare da Gobert ma si vendicava sull’azione successiva quando a 9:11 con un turnaround jumper riaccorciava al -7.
Charlotte avrebbe diverse occasioni per accorciare il gap ma non riusciva a segnare, così dopo 1:40 Hood dalla lunetta segnava due punti (41-50).
Hawes alla terza finta dopo un giro sul piede perno era colpito da un ubriaco Gobert.
Spencer però splittava solo i liberi, Hood quasi allo scadere dei 24 metteva la tripla contro Batum, passava veramente ancora tanto tempo per vedere un canestro, era Booker che dopo qualche difficoltà d’aggancio a 4:59 da sotto schermandosi con il ferro alzava il pallone in appoggio con il braccio sinistro a mezzaluna parallelo al corpo per mettere il gancettino ravvicinato.
Uno dei pochi positivi in serata si dimostrava Hawes che dal corner sinistro realizzava una tripla che riportava i viola sino al -10 (45-55).
La partita però era chiusa rapidamente da Burke che nel giro di poco infilava tre triple consecutive portando sul +19 i Jazz, inoltre Lin nel pitturato a caccia del canestro in salto tentava la realizzazione ma ricadendo trovava il piede di Favors, Jeremy rimaneva a terra e sulla transizione 5 contro 4 avversaria subivamo anche il -21.
Il quarto si chiudeva con H & H in lunetta (2/2 sia per Hawes che Hansbrough) e con Favors a colpire in jumper tra la top of the key e la linea dei liberi.
La penultima sirena si accendeva sul punteggio di 51-70.
 
Spazio a Roberts nell’ultimo quarto che comunque era battezzato da Favors e il suo gancio over Kaminsky.
Hood tutto solo dalla media distanza a sinistra infilava altri due punti e Burke in entrata batteva Roberts più l’aiuto di Hansbrough.
Utah ormai veleggiava su un 51-76 comodissimo, inoltre Daniels con l’appoggio andava fuori misura, ci doveva pensare Roberts a interrompere il flusso negativo con uno stop & go dribble dal quale otteneva due liberi mandati a bersaglio nonostante un colorito tifoso dei Jazz dietro il canestro si divertisse agitando una specie di raganella o mega tric trac e pupazzi per distrarlo…
A 8:50 Daniels con un bel fade-away dalla linea di fondo sinistra riportava lo scarto a 21 punti.
A 6:57 si registrava una tripla di Roberts per il -18 (607-78), arrivava il time-out Jazz che nel finale allungavano sulle ali dell’entusiasmo sino al +29 finale (73-102) senza particolari problemi.
 
Per gli Hornets, forse un po’ stanchi dal doppio OT di Sacramento, ora c’è da affrontare il viaggio per il Rose Garden di Portland in quel che sembrerebbe essere un piccolo triangolare in pochi giorni.
Dopo aver battuto i Kings, questi ultimi avevano perso in Oregon, anche loro probabilmente abbastanza spossati, ora questa gara deciderà chi sarà a uscire con due vittorie da questa specie di curioso triangolo.
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Pagelle:
 
Walker: 6
15 pt. (7/15), 5 rimbalzi, 1 assist. Fa la sua normale gara, più per cercar punti viste le difficoltà dei compagni. Buona media, ma anche 4 palloni persi e triple prese in faccia da Burke.
 
Batum: 5
6 pt., (2/9), 10 rimb., 2 assist. Perde due palloni e al tiro è troppo imprecise, da un po’ di tempo. L’infortunio al dito non lo lascia nelle migliori condizioni e questo continuare a entrare e uscire dalla lista infortunati gli fa perdere anche un po’ il ritmo gara. Cattura 10 rimbalzi.
 
P.J. Hairston: 5,5
4 pt. (1/5), 3 rimbalzi. Un Pallone perso e una stoppata presa sulla baseline destra da Gobert, ormai senza angolo di tiro in entrata.
 
M. Williams: 5
9 pt. (3/10), 5 rimbalzi, 1 assist. Marvin ha una fiammata a inizio ripresa, per il resto sbaglia quasi tutto il possibile in attacco. La difesa non è malvagia rispetto ad altri ma non basta.
 
Hawes: 6
9 pt. (3/7), 4 rimbalzi, 2 assist. Deve dare un maggior contributo in fase difensiva a rimbalzi, contro Gobert non è facile, anche stasera da oltre l’arco si dimostra abbastanza preciso.
 
Kaminsky: 5
8 pt. (2/6), 1 rimbalzo, 1 assist. Travolto insieme alle riserve fa segnare un -29, non tutta colpa sua ma qualche demerito ce l’ha. Un solo rimbalzo e triple inesistenti, anche open.
 
Lin: 5
4 pt. (2/8), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Aveva iniziato bene, poi è andato completamente fuori giri, niente assist, niente canestri, in più un infortunio. Per ora il rientro è valutato non prima del 3 febbraio.
 
Hansbrough: 5,5
0 pt. (0/0), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Non è certo la prima opzione in attacco. Non prova mai la conclusione o l’iniziativa, travolto con la second unit almeno tenta qualcosa rubando un paio di palloni.
 
Daniels: 4,5
5 pt. (2/7), 1 rimbalzo. Dalle stelle alle stalle per una sera. In difficoltà in difesa sui blocchi alti, su alcuni cerca di rimaner davanti ma si attarda inevitabilmente. In attacco gli fanno portar palla, ne perde 5, alcune più che evitabili. Lui è uno shooter puro, dovrebbe essere ben servito e fare poco altro.
 
Roberts: 6,5
13 pt. (3/4), 1 rimbalzo, 1 assist in 12:00 minuti. Gli Hornets son troppo lontani e lui gioca quasi da solo nell’ultimo quarto, ma l’indole è quella giusta. Attacca e procura punti che velocemente contribuiscono a diminuire il gap tra le due formazioni, anche a Orlando aveva giocato così. Con Walker gli unici due a salire in doppia cifra per Charlotte nella notte.
 
Harrison: s.v.
0 pt. (0/1), 1 rubata in 4:49. Perde anche un Pallone e ha un -4 di plus/minus, ma sarebbe insensate dargli un voto in questo garbage time.
 
Coach Clifford: 5,5
Squadra scarica. Non si trovano buone linee di passaggio o giocate continue e concrete. Stanchezza forse. A Portland per cercar di ripartire dimenticando questo passo falso.

Game 45; Charlotte Hornets @ Sacramento Kings 129-128 (2 OT)

Sottotitolo; TriplHornets
Spencer Hawes festeggia dopo una serie personale di triple infilate di seguito...

Spencer Hawes festeggia dopo una serie personale di triple infilate di seguito…

 
Quando mi chiedono perché tifo gli Hornets, potrei replicare di guardare partite come questa.
Adrenalinica, non ci si può sicuramente annoiare con questa squadra che stasera ha gettato il cuore oltre l’ostacolo trovando un grandissimo Troy Daniels, game winner di serata.
Gli Charlotte Hornets continuano la loro marcia perfetta nei supplementari e si portano sul 5-0 (tra l’altro anche all’andata finì all’OT), ma c’è voluta una grandissima prestazione di squadra per sopperire alle assenze e al 5 contro 8 che gli arbitri hanno deciso di adottare come modulo nel finale di serata.
A parte qualche rara decisione pro Charlotte (mi ricordo un controverso passi di Walker non fischiato e un paio di canestri annullati giustamente ai Kings, più un furbo Kaminsky nell’azione finale a Cousins e soci è stato conceso un po’ troppo dal mio punto di vista), dovete scusarmi se lo scrivo cercando di non parlare spesso degli arbitri, si è rasentata la demenzialità in almeno un paio d’occasioni.
E’ altrettanto vero che sull’importante tripla finale, personalmente, colto dalla concitazione del momento, non mi ero accorto che Daniels avesse mosso nettamente il piede perno, impallato dall’arbitro e preso dall’importanza del momento, alla fine, con un’altra decisione errata, sono stati penalizzati anche i Kings, sebbene la gara dovesse finire prima, è stata resa epica dagli arbitri.
Charlotte comunque continua la sua risalita verso la zona playoffs a Est.
Troy Daniels, 28 punti.

Troy Daniels, 28 punti.

Gli Charlotte Hornets si presentavano in California agli ordini di S. Clifford con il classico quintetto d’emergenza; Walker, Lin, P.J. Hairston, M. Williams, Hawes, mentre i Kings replicavano con; Rondo, McLemore, Gay, Cousins e Cauley-Stein agli ordini di coach G. Karl.
 
Gli Hornets nonostante non avessero guadagnato il primo pallone (errore Cousins che iniziava a sfidare Walker in un contest tra giocatori della settimana nelle rispettive conference, saranno 56 per l’ala di Sacramento alla fine), iniziavano bene e si portavano sul 5-0 con un driving reverse layup di Walker a 11:15 e una tripla si Marvin Williams da sinistra grazie ad un pick and pop con Walker.
Una schiacciata in corsa di Gay a 10:36 portava i primi due punti in casa Sacramento che prima subiva due punti da Hawes con un tiro dalla baseline sinistra, poi si portava addirittura in vantaggio con un parziale di 7-0 concluso da una schiacciata di Cousins.
Dopo il pareggio raggiunto da Charlotte i Kings si scatenavano, a 6:58 Gay in penetrazione si arrestava e con uno step back lasciava P.J. a distanza chilometrica, anche perché la nostra ala in ripiegamento in corsa non poteva prevedere il rapido arresto e tiro della stellina dei Kings, la quale realizzava il 9-11.
Arrivava anche il 9-13 a mezzo alley-oop; Cauley-Stein riceveva da Rondo e iniziava a bombardare il canestro dei Calabroni…
Charlotte si affidava troppo ai tiri in sospensione e Lin mancava il tiro, Gay da 3 punti rincarava la dose, così Clifford tentava di stoppare l’inerzia dei Kings con un break.
Hawes falliva una tripla mentre i Kings andavano a bersaglio con McLemore, il quale passava dietro alla difesa di Charlotte e agganciava dalle parti del ferro la sfera per un altro alley-oop che mandava in visibilio i tifosi californiani con Clifford furioso perché sull’azione precedente Lin conquistava un rimbalzo portandolo via ai Kings con un giro su se stesso, coast to coast e appoggio al vetro spazzato poi via da Cousins, gli arbitri però non si avvedevano del goaltending ma udivano bene le proteste di Clifford che si prendeva il tecnico.
Beffa e altro punto subito a gioco fermo con i Re sul +10 (9-19). A portare in doppia cifra ci pensava Kaminsky dalla lunetta, ma una schiacciata di McLemore a 3:31 consigliava a Clifford di bloccare nuovamente lo scorrere del cronometro poiché la difesa si faceva trovare impreparatissima nell’occasione.
Il Kings show tuttavia continuava; Gay a 3:08 tirava giù un altro alley-oop violando alla grande la no fly zone di Charlotte senza difese e quando Gay in penetrazione costringeva al fallo Hansbrough guadagnando e realizzando due FT i Calabroni si trovavano sotto 11-25. A portare un po’ d’ossigeno ai Calabroni era Marvin a 2:24 con due liberi, tuttavia in difesa Charlotte non aveva risposte su Cousins; lob preciso per l’ala grande dei Kings che riceveva nonostante il tentativo in salto di Hansbrough davanti a lui, facile poi nonostante l’aiuto di Daniels, andare a segno da vicino per la stella dei Kings.
Un coast to coast dello stesso Cousins faceva sprofondare Charlotte a -16, gli Hornets dopo aver sbagliato due triple si accontentavano del premio di consolazione con Walker che guadagnata la lunetta però ne portava a casa mezzo.
Collison con una finta sotto canestro si liberava di Kemba e appoggiava il 14-31.
Sacramento entrava in bonus con una spinta di Collison su Walker che questa volta si dimostrava più preciso e portava a casa il massimo chiudendo il punteggio nl primo quarto.
Marvin Williams in schiacciata.

Marvin Williams in schiacciata.

 
Nella seconda frazione con largo spazio ai ricambi, Charlotte provava a recuperare con uno dei piani prestabiliti al camp; “tripla a manetta”… diceva bene a Daniels, Kaminsky invece non era in ritmo e falliva la tripla, Collison in entrata portava il parziale di quarto sul 3-3 con un cambio direzione e appoggio sul quale arrivava il fallo e il gioco da tre punti.
A 10:40 Daniels in corsa passava dietro lo schermo e sparava subito per evitare il rientro del difensore, il risultato erano tre punti ai quali però rispondeva Casspi con altrettanti.
Charlotte cambiava strategia e con Lin andava in penetrazione; Jeremy si arrestava con un movimento del suo repertorio nel pitturato e dopo un giro su se stesso colpiva da pochi passi.
Gli Hornets tentavano con i propri folletti di ridurre il gap, Roberts sbagliava l’occasione più facile delle due capitategli mandando un tiro ravvicinato a colpire il ferro ma si rifaceva poco più tardi con la tripla del 27-37.
Karl rimandava in campo Cousins, il quale però non faceva in tempo nemmeno a sistemarsi e doveva veder incassare da parte dei suoi la tripla si Lin dalla diagonale sinistra.
Lin continuava a impazzare anche in entrata conclusa con un reverse lay-up riuscendo ad accorciare sul -5, a quel punto Karl era costretto a chiamare un time-out, propizio perché al rientro i Kings segnavano 4 punti di seguito, mentre Charlotte colpiva ancora con Roberts dalla media distanza.
Charlotte con due passaggi tesi disegnava un 7 sopra il parquet di Sacramento, la punta era Lin che forniva il tagliente assist ad Hawes, il quale da sotto canestro non poteva proprio fallire il canestro del 36-43. McLemore commetteva una doppia in palleggio, Roberts dall’altra parte invece era bravo ad arrivare con l’entrata sotto canestro ma veniva abbattuto.
Il 2/2 per lui era un classico e Jefferson cercava d’incoraggiare la squadra dalla panchina con il suo: “C’mon!”.
Lo schema dei Kings rimaneva quello di Cercare Cousins, Charlotte tentava ancora di non fargli arrivar palla con Marvin a pender posizione in post basso davanti all’ala dei Kings, il pallonetto però era ancora perfetto e sull’aiuto di Hawes arrivavano i due punti e un tiro libero (ineccepibile il fallo) fortunatamente fallito.
P.J. portava due punti nelle casse degli Hornets grazie a un goaltending (visto questa volta) ma falliva anch’esso il libero, il rimbalzo era degli Hornets che ci ritentavano con la stessa ala piccola ma la sua tripla s’infrangeva sui bordi dell’anello.
Cousins iniziava a spadroneggiare nel pitturato quando con un giro stretto su Marvin si liberava da pochi passi dal canestro e concludeva in schiacciata.
Williams allora provava a contenerlo con un fallo sull’azione seguente ottenendo come risultato un ½ da parte dell’ala di Karl.
Charlotte replicava con il proprio centro che raccoglieva un passaggio corto di Lin dopo la penetrazione di quest’ultimo e abbassava il ferro con la jam del 42-48.
Seguivano un canestro in gancetto di Cousins, la replica vincente di Lin con la sospensione dal mid range e due liberi di Cousins (Hawes mandava in bonus i Kings sul generoso tentativo di recuperare il rimbalzo offensivo) e quando Marvin si faceva scippare un pallone concedendo a Collison d’andare ad appoggiare sulla destra del tabellone a 59 secondi dal break lungo le cose sembravano mettersi maluccio.
Lin a :42.6 dava nuova linfa a Charlotte con il suo lento dribbling controllato riusciva a passare tra le maglie della difesa di casa e a realizzare un canestro armonico.
Il finale però vedeva Rudy Gay protagonista; prima segnava in gancio, poi quasi sulla sirena stoppava P.J. e consentiva ai Kings di raggiungere gli spogliatoi sul +10 (46-56).
Jeremy Lin in reverse layup con Cauley-Stein a guardare.

Jeremy Lin in reverse layup con Cauley-Stein a guardare.

 
Nell’intervallo gli Hornets bevevano la pozione magica per la tripla perfetta e iniziavano a far vedere il loro spettacolo al pubblico di casa, anche se il primo canestro lo realizzava Marvin Williams da sotto a destra in appoggio saltando e mulinando le braccia per evitare la stoppata.
Marvin segnava ancora con un open dalla media distanza iniziando ad arretrare il calibro ea 10:50 Hawes aumentava la gittata con un open 3 che portava i Calabroni a soli tre punti di distacco (53-56).
Sacramento trovava i primi punti del secondo tempo con Cauley-Stein, il quale produceva per Cousins che veniva toccato da pochi passi dal canestro sull’avambraccio da Spencer.
DeMarcus splittava così Marvin da destra con una tripla portava la squadra di Clifford sul -1. Cousins diveniva il disperato riferimento dei Kings, i quali trovavano dei Calabroni altrettanto disperati nel tentativo di difendere il nido, nulla da fare nonostante il lungo avversario fosse triplicato; altro fallo di Spencer e gioco da tre punti.
La strategia di Charlotte non cambiava, triple e ancora triple; Lin correva sulla linea di fondo sinistra da dove lanciava un pallone sul lungo linea per P.J. che dal corner destro scoccava la freccia del 59-60.
Stesso schema anche per Sacramento; palla a Cousins e dunk aggressiva senza che nessuno lo potesse contenere.
A 9:11 Hawes ci prendeva gusto e la pazza idea di riprovarci da tre punti non era male perché dalla faretra tirava fuori un’altra freccia che colpiva l’obiettivo agganciando a quota 62 i bianchi di casa.
Il copione era lo stesso; Cousins sotto le plance dominava, due facili, Lin da 3 punti dalla diagonale destra trovava la mattonella magica per Charlotte ma Collison rispondeva con un open 3 dal lato destro modificando ancora la squadra in vantaggio, durava poco però il +2 Kings perché Hawes trovava il canestro fotocopia a 7:27.
Faceva notizia un Cousins che si accontentava del jumper contro Hawes, oltretutto il tiro risultava corto e consentiva ad Hawes di segnare ancora un’incredibile tripla.
Cousins schiacciava in risposta con un alley-oop per andare sul sicuro ma a 6:08 Charlotte prendeva 4 punti di vantaggio quando la difesa dei Kings era lenta a muoversi sul passaggio che raggiungeva sul lato destro Marvin, al quale bastava una finta per liberarsi del difensore e raggiungere il canestro per l’aggressiva schiacciata a una mano senza incontrare resistenza.
La squadra di Karl tuttavia rientrava pienamente in partita con Collison abile a realizzare 3 tiri liberi (2 per fallo di P.J. più un tecnico per proteste dello stesso giocatore), passerebbe anche in vantaggio se il canestro di Cousins schiacciata volante sull’errore di Collison al tiro, non fosse giustamente annullato dagli arbitri per interferenza (palla che non si può giocare sul ferro).
Era invece Charlotte a riportarsi sul +4 con la mazzata da tre di Marvin a 5:12.
Charlotte tornava a difendere, una delle tante mischie nel pitturato vedeva uscire Lin inginocchiato con palla in mano che si sbracciava per cercar di passarla a qualcuno mentre Cousins raggiungeva la sfera contendendogliela, tentando di liberarsi Cousins abbassato prendeva una gomitata in faccia e gli arbitri chiamavano il fallo contro Charlotte, più che dubbio…
A 4:33 gli arbitri decidevano che era arrivato il momento di fischiare un tecnico a Cousins, già graziato due volte in precedenza per lamentele un po’ sopra le righe.
Walker realizzava il libero, dopo di che Charlotte aumentava il gap con Marvin Williams che riceveva una stoppata ma recuperava da sotto e correggeva per mettere sette punti di distanza tra i due team (79-72).
I Kings si riportavano a -3 ma un tip layup shot di Marvin Williams che s’inarcava leggermente all’indietro per spedir dentro la sfera faceva superare ai Calabroni quota 80.
Cousins e Stein giocavano le loro possibilità da sotto così i Kings tornavano con il fiato sul collo dei teal & purple.
A 1:41 non poteva mancare alla fiera delle triple l’eroe di serata, Troy Daniels, il suo magico dardo riportava a +4 la squadra del North Carolina e dava un parziale di quarto per quel che riguarda le triple di 9/12…
Daniels con un altro prendi e tira (da due questa volta) allungava per i ragazzi di Clifford, dopo un errore del Beli era Walker con lo step back, marchio di fabbrica a realizzare a un secondo e mezzo dalla terza sirena chiudendo il quarto sull’88-84 Charlotte.
 
L’ultimo quarto iniziava con una buona difesa di Daniels sul tentativo in penetrazione di Casspi, il nostro swingman però a 10:53 stranamente faceva registrare uno 0/2 dalla lunetta dopo essersi guadagnato i liberi. Casspi falliva la tripla e Charlotte tornava in attacco, la minaccia arrivava dal lato sinistro, Frank partiva con il dribble drive e un po’ fuori equilibrio rilasciava la palla che finiva nella retina.
Lin cercava l’appoggio, il suo far sparire palla dietro la schiena però lo rallentava e favoriva Rudy Gay in stoppata su di lui.
Poco male, Jeremy riprovava la penetrazione, buon pick and roll con Hansbrough che metteva la jam grazie al passaggio schiacciato di Lin tra Casspi e Koufos.
Gli Hornets con il canestro del loro centro di riserva volavano sul 92-84. A 8:56 Casspi decideva che si sarebbe dovuta ancora giocare una partita sfruttando il buon lavoro di passaggi sul perimetro dei compagni che gli davano la possibilità di segnare 3 punti.
Un assist di Cousins per il rollante Belinelli sotto canestro a 8:24 e il gap tornava a un possesso lungo.
Kaminsky toccava un pallone a Gay portandoglielo via ma Roberts apriva da pochi passi in orizzontale per Lin con una mina troppo alta per Jeremy e la palla finiva in out.
Per fortuna sull’ennesimo tentativo di Cousins da sotto il raddoppio di Walker da dietro era provvidenziale, stoppata di Kemba e fallo sulla ripartenza.
La palla tornava quindi a Charlotte che ci provava con Lin, il quale faceva tutto da solo in crossover andando a guadagnarsi due FT.
Il +5 Hornets non garantiva un sicuro vantaggio anche perché Cousins con un up & under faceva ancora male alla nostra difesa.
Il Beli (partitaccia) con un backdoor passava sotto canestro, riceveva sulla baseline e da pochi passi a destra si girava mettendo il tiro del nuovo -1.
Walker a 5:37 sentiva l’odore del sangue e il suo killer instinct gli consigliava di sparare una tripla frontale a segno.
Gay riaccorciava sul 97-95 ma Daniels imitava il compagno dalla stessa posizione a 4:56, altra freccia avvelenata a bersaglio per il 100-95 Hornets.
Hawes spendeva il quinto fallo su Cousins e l’ala dei Kings non sbagliava. Gli Hornets provavano a produrre punti sicuri; Kemba si schermava con Hawes ma i tentacoli di Collison arrivavano sull’arto di Kemba che falliva il tiro ma non i liberi assegnati.
Rondo dalla baseline sinistra ai bordi del pitturato vedeva l’infilata centrale di Casspi che chiudeva con la dunk in corsa in risposta a Kemba a 4:01 dall’iperspazio Daniels scagliava un meteorite che s’infilava nel cotone dei Kings bruciando la retina dei Re.
A 3:29 gli Hornets potrebbero ammazzare la gara; 2 pt. di Walker e 107-99, tuttavia un rimbalzo offensivo toccato da Rondo in tap-in ridava speranze alla squadra californiana.
Kemba falliva la tripla, Collison anche ma Sacramento prendeva il rimbalzo, lotta di Cousins con Marvin Williams il quale prendeva una gomitata netta sul viso ma gli arbitri assegnavano sia il canestro che un beffardo libero supplementare a Cousins che riportava a -3 i suoi. Charlotte era brava a tenere vivo il possesso e su una seconda possibilità arrivava puntuale la tripla di Daniels a 1:58.
Solo 9 secondi più tardi Cousins però sorprendeva la retroguardia degli Hornets con la tripla personale e il punteggio mutava sul 110-107.
Lin tentava ancora di fare tutto da solo ma nel tentativo di dribbling trovava Collison a sbarrargli la strada, il quale oltretutto scippava il pallone e chiudeva con l’appoggio sul quale il goaltending chiamato a Charlotte rimetteva i brividi nel finale alla squadra di Clifford.
Charlotte su un duello Collison, Walker rischiava di perdere il pallone, forse passi di Kemba ma gli arbitri forse sul tocco di Darren propendevano per la nuova giocata, di fatto a 1:21 la nostra PG segnava due punti ai liberi.
Da un raddoppio su Cousins, Hawes era bravo a toccar palla allontanando la sfera dalle mani della PF avversaria, Walker tentava la ripartenza ma Cousins commetteva un fallo di frustrazione rischiando il secondo tecnico dopo parole e un muso duro mostrato agli arbitri.
Due FT Kemba e 114-109 a 1:04.
Cousins però ci metteva meno di 10 secondi per partire e sverniciare Hawes per la slam dunk con Spencer ormai battuto che rimaneva a guardare.
Una transizione portata da Rondo e chiusa con l’alley-oop di Gay era vitale per i Kings mentre tra i tifosi degli Hornets le malattie cardiovascolari erano in aumento.
Capolavoro degli arbitri nel finale; entrata di Kemba, spintarella di Cousins di spalla (sulla quale si può tranquillamente soprassedere, come tante) e tocco di Rondo nettamente sull’avambraccio di Walker intento a sollevar palla per l’appoggio in corsa.
Palla persa secondo gli arbitri che si auto accecavano nel replay palla in mano quindi ai Kings a :07.6.
Bastava poco a Cousins per liberarsi di Hawes con un movimento intelligente verso l’interno e due punti guadagnati dalla lunetta (fallo di Spencer da dietro).
Il nostro centro finiva fuori perché spendeva il suo sesto fallo mentre i Kings passavano avanti.
Charlotte alla disperata cercava Walker che si buttava dentro in penetrazione, ma trovava il contatto con Cauley-Stein, sgambetto suicida con il piede destro del centro avversario e due liberi a 6 decimi dalla fine per Kemba che segnava il primo.
Lunga manfrina di Sacramento, sirene e fischi arbitrali, passava più di un minuto, Kemba si staccava dalla posizione di confidenza assunta e deconcentrato andava a tirare un po’ storto salvando i Kings da una ormai probabilissima sconfitta.
Charlotte mancava il colpo del k.o. e i Kings andavano a giocarsi un supplementare…
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Il “fuscello” Cousins si appoggia spingendo il bicipite sinistro di Kemba in entrata.

Rondo su polso e poi avambraccio di Walker nel finale...

Rondo su polso e poi avambraccio di Walker nel finale…

 
Negli OT Charlotte era 4-0 mentre i Kings 0/2, la statistica però contava poco con un Cousins in forma smagliante.
Lin iniziava bene 20 secondi dopo la palla a due tirando su dal palleggio e battendo il lungo Cauley-Stein al tiro dalla media.
Rondo lanciava però i componenti a Cousins che da sopra il ferro inchiodava la schiacciata in faccia a Marvin Williams travolto nel tentativo di stopparlo.
Fuori anche Marvin per falli, agli Hornets non restava che affidarsi a Daniels, il quale dopo un canestro giustamente annullato a Collison perché scaduti i 24 secondi, da 3 punti non tradiva riportando avanti i Calabroni (120-118) a 2:54.
Uno spin in area di Cousins costringeva Hansbrough a spendere il suo sesto fallo, situazione drammatica per gli Hornets che si trovavano con tre lunghi fuori dovendo schierare il rookie Kaminsky a fronteggiare un dominante avversario da più di 130 kg…
Charlotte sbagliava alcuni tiri in attacco ma recuperava i relativi rimbalzi, tuttavia Kemba sbagliava l’ultimo tiro e Cousins dall’altra parte lottando con Frank aveva la meglio nella battaglia tra cingolati.
Kemba dalla lunetta andava a riportar ancora avanti i nostri colori a :33.4 dalla fine, era ancora Cauley-Stein a far fallo.
Cousins pareggiava 8 secondi più tardi con due liberi e Kemba falliva l’entrata con tiro arcobaleno dal lato destro, spuntava Cauley-Stein altissimo a rispedire il pallone lontano dal canestro.
Niente di fatto, né per i Kings né per gli Hornets nelle briciole rimaste e secondo estenuante OT.
 
Gay avrebbe in questo nuovo inizio, la possibilità di chiudere probabilmente la gara; 5 tiri liberi a disposizione per due falli diversi (P.J. e Kemba), sul secondo per me è sceneggiata di Rudy per indurre gli arbitri a fischiare un fallo che a volt non danno (il fallo di Kemba che tocca appena Rudy sul viso a palla già rilasciata c’è comunque) che si butta per terra e poi si rialza con un occhio socchiuso, Karl chiamava un time-out per consentire al proprio giocatore di andare in lunetta più tranquillo.
L’ala dei Re però ancora con l’occhio socchiuso lo strizzava ai Calabroni con un 1/3 che portava la squadra locale avanti solo di due punti (124-126).
Cousins usciva per falli e questa era una gran notizia per i fan degli Hornets.
La trama della partita si modificava nettamente.
Le difese prendevano il sopravvento, la stanchezza anche, Charlotte conquistava il pareggio a 1:15 con il passaggio sull’entrata a ricciolo di Daniels bravo anche da sotto in uno contro uno.
Casspi tentava un assurdo tre punti ma i ferri gli dicevano di no, tuttavia l’israeliano si faceva perdonare stoppando Kaminsky e poi a :11.9 Casspi in penetrazione batteva P.J., Kaminsky gli si parava avanti ma il suo scarico per Stein appostato come una faina a pochi millimetri dal canestro consentivano al centro avversario d’esaltare i tifosi di Sacramento.
Situazione quasi disperata; Lin alla rimessa, Daniels a passare dietro un blocco di Kaminsky (un po’ al limite del blocco irregolare muovendosi con il fondoschiena all’indietro), Troy riceveva, si girava con Collison attardato e sparava dal centro/destra, più vicino al logo che alla linea dei tre punti, forse 9 metri… tripla impossibile in faccia all’Arena e Hornets avanti 129-128.
Sull’azione finale i ferri tornavano protagonisti nel dire di no a Collison con Walker e tutta Charlotte a fare una buona difesa e festa vedendo spirare il cronometro dopo tanta lotta e sofferenza.
Daniels riceve palla.

Daniels riceve palla.

La posizione dei piedi di Daniels, tutti e due nettamente arretrati. Gli arbitri per nostra fortuna non se ne accorgono e convalidano una prodezza balistica.

La posizione dei piedi di Daniels, tutti e due nettamente arretrati. Gli arbitri per nostra fortuna non se ne accorgono e convalidano una prodezza balistica.

Daniels ha appena lasciato partire la tripla che decide la gara.

Daniels ha appena lasciato partire la tripla che decide la gara.

 
Gli Hornets uscivano grazie a un Daniels on fire vittoriosi da Sacramento conquistando la terza vittoria consecutiva e spezzando la striscia di Sacramento che si fermava a cinque.
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Pagelle:
 
Walker: 6,5
24 pt. (5/25), 8 assist, 4 rimbalzi, 4 rubate, 1 stoppata.
“Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore” cantava De Gregori in “La leva calcistica del ’68”.. Non una grande serata al tiro e l’errore sul libero decisivo. Serata controversa. Difende benissimo sull’ultima occasione Kings e si prende le sue responsabilità. Non sempre va bene, gli altri numeri sono discreti.
 
Lin: 7
20 pt. (8/19), 11 assist, 7 rimbalzi. Per larghi tratti della gara porta lui palla ed è il vero playmaker della squadra, s’inverte con Kemba che finisce per un po’ a fare la SG. Iniziative interessanti e impegno. Perde una palla rovinosa nel finale che sarebbe potuta costar cara. I rischi de mestiere nel crossover.
 
P.J. Hairston: 5,5
5 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 2 rubate. Contiene accademicamente Casspi nel finale, ma in realtà è battuto. Poco P.J. questa volta, anche se supera la mezz’ora di gioco.
 
M. Williams: 6,5
21 pt. (8/17), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Iniziamo con il dire che non c’è sempre lui su Cousins, si alterna con H & H (Hawes e Hansbrough), non riesce a contenerlo anche perché se si mette avanti arriva il lob, se sta dietro kg e cm non giocano a suo favore, però da bristowiana memoria sposa la filosofia del segnare un punto in più degli avversari. Lui contribuisce alla rimonta.
 
Hawes: 6,5
18 pt. (7/10), 7 rimbalzi, 2 rubate. Difficile dire dei tre lunghi chi abbia fatto meglio su Cousins. Sverniciato alcune volte, in altre si arrangia, rare sono le volte nelle quali riesce a tenere ma come per Marvin l’attacco è la sua risposta e con un 7/10 (4/5) da tre punti risponde benissimo.
 
Kaminsky: 6
4 pt. (1/10), 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate in poco meno di trenta minuti. Orrendo dal punto di vista balistico s fa stoppare nel finale costringendo Daniels a superarsi però prende rimbalzi importanti nel finale e serve anche 3 assist.
 
Daniels: 9,5
28 pt. (10/15) (8/11 da 3 pt.), 7 rimbalzi. Sacramento aveva già in tasca la partita ma non aveva fatto i conti con l’oste Troy Daniels, il quale serve un amaro ubriacando i Kings, uno di quelli lanciati sul bancone dei vecchi saloon, i Re non reggono l’alcool e si schiantano a terra. Eroico.
 
Hansbrough: 5,5
2 pt. (1/3), 6 rimbalzi. Dei 4 lunghi per fisicità sarebbe quello che avrebbe le migliori possibilità per affrontare Cousins, ma è anche il più sporco. Buon contributo in rimbalzi ma non in difesa.
 
Roberts: 6
7 pt. (2/4), 2 assist in 12:54. Un passaggio semplice nell’ultimo quarto troppo alto per Lin, abile a iniziare la rimonta poi si spegne un po’.
 
Harrison: 6
0 pt. (0/0) in 5:47. Nulla di nulla, statistiche a 0 eppure ha un plus/minus di +7. Non sfigura in difesa.
 
Coach Clifford: 7
Ottima vittoria, fa quel che può per contenere il giocatore principe avversario. Non ce la fanno i suoi nonostante i cambi di marcatura, nonostante i suoi raddoppino e magari anche qualche volta triplichino la marcatura. Time-out corretti, tutto giusto, il circo delle triple, come lo chiama qualcuno, stasera ha funzionato.

Game 44; Charlotte Hornets Vs New York Knicks 97-84

Sottotitolo; Back to backHornets
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C’è una squadra che nonostante tutte le avversità sta lottando per avere un posto al sole, anche la tempesta Jonas pare aver risparmiato almeno lasciato ai suoi bordi la città di Charlotte, il cui team ormai dopo due vittorie si è riportato ai confini della zona playoffs dopo due vittorie consecutive in back to back che hanno rispedito il pianeta Charlotte almeno all’interno della nube di Oort.
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Ora speranze per la squadra della Buzz City (c’er anche la Buzz City Night) ce ne sono, anche se le trasferte a Ovest e sulla costa pacifica (Phoenix, Denver e Los Angeles) sono state terribili quest’anno per noi e siamo in procinto di partire per Sacramento, squadra che al momento sta giocando un buon basket.
Kemba Walker saluta tutti e va a realizzare.

Kemba Walker saluta tutti e va a realizzare.

 
Con entrambe le formazioni in back to back e un po’ di stanchezza possibile gli allenatori non lesinavano nello schierare le formazioni ritenute da loro migliori.
Fisher per i Knicks schierava alla Time Warner Cable Arena; Calderon, Afflalo, Anthony, Porzingis e R. Lopez.
Clifford invece, viste le assenze forzate si affidava a: Walker, Lin, P.J. Hairston, M. Williams e Hawes.
 
Charlotte geograficamente rimaneva un po’ ai margini della tempesta invernale chiamata Jonas, ma a inizio partita il team era intirizzito dal freddo nonostante il primo canestro di Walker a 10:15 che per liberarsi di Calderon passava dietro lo schermo del lungo da destra a sinistra, anche se Calderon teneva saltandogli davanti; Kemba comunque prendeva il suo spazio per il mid range jumper del 2-0.
New York lentamente reagiva (tanti tiri sbagliati in quest’inizio e Walker stoppato un paio di volte) e si portava avanti con un parziale di 0-6 iniziato con due liberi di Afflalo a 9:58 e concluso con l’1/2 di R. Lopez (fallo di Marvin in aiuto che da dietro tentava di portar via palla al centro avversario in palleggio prima che alzasse il pallone per il tiro) prima che altri due liberi per Charlotte (P.J. Hairston) interrompessero il break di New York.
Robin Lopez continuava, però, a provarci e dal pitturato con un hook a 8:04 segnava i suoi primi due punti su azione, Calderon gli dava una mano con un jumper all’altezza della linea dei liberi, inoltre il centro dei Knicks nel pitturato segnava altri due canestri che portavano la squadra della Grande Mela sul +8 (6-14).
A dare un po’ di sprint agli Honets ci pensava Lin che in crossover batteva Afflalo e spezzava il raddoppio di Anthony arrivando sotto canestro dove Porzingis gli si buttava addosso con il peso del tronco ma non c’era nulla da fare, Jeremy segnava e in più realizzava anche il libero addizionale per il fallo subito.
Melo realizzava un tiro libero sui due tentati (fallo di P.J. a braccia alzate nel difendere che si muoveva impercettibilmente con il corpo) e a 3:58 P.J. mangiava un punto agli arancioblù con un tiro dalla baseline destra a gambe divaricate un po’ jordaniano nella posa.
A rispondere per i Knicks era la stella Anthony in sospensione, tuttavia a 3:20 Lin per Frank trovavano sintonia perfetta; Kaminsky da tre punti segnava tre punti frontali accorciando sul -3.
Trenta secondi più tardi Lin dal pitturato trascinava gli Hornets al -1. L’entrata di Daniels in campo portava Marvin Williams su Anthony o almeno avrebbe dovuto portarlo, troppo tardivo il rientro sull’ala piccola dei Knicks e due punti per Carmelo.
Un’iniziativa di Kaminsky a 2:05 era premiata con due FT (fallo sul tiro) dagli arbitri che guardavano la nostra ala realizzare i due liberi concessi, tuttavia dall’altra parte Galloway aveva l’occasione di passare per quattro tiri dalla lunetta e segnando tre volte distanziava i Calabroni (18-22).
Chiudeva il primo quarto Walker che a :49.1 dalla media baseline destra metteva dentro due punti e portava la squadra di Clifford sul -2 a fine primo periodo.
P.J. Hairston. Big night per lui con 20 punti e 10 rimbalzi.

P.J. Hairston. Big night per lui con 20 punti e 10 rimbalzi.

 
Nel secondo quarto Daniels mostrava le sue difficoltà difensive commettendo fallo su D. William e mentre Troy si portava a ridosso della panchina per ascoltare qualche consiglio di Clifford, il Williams newyorkese mostrava l’imprecisione di serata dei Knicks dalla lunetta (decisiva per il finale, i Knicks tireranno con un 19/32, gli Hornets faranno 32/37) fallendo entrambe le conclusioni.
Amundson poco più tardi splittava i suoi liberi ma, prima da sotto William colpiva con Daniels in ritardo in chiusura, poi una transizione chiusa da Galloway per il 21-26 consigliavano a Clifford di chiamare time-out.
Daniels si faceva vedere in attacco con un fade-away frontale a bersaglio a 10:12, Porzingis però rientrava in campo e ripresentava il suo biglietto da visita segnando due punti, Kaminsky rispondeva a 9:27 stimolato dalla sfida tra rookie’s anche se il suo avversario era Amundson che lo affrontava in post basso sinistro; Frank si girava, resisteva al contatto e forzava la conclusione che finiva dentro.
Daniels in difficoltà commetteva il terzo fallo e questa volta in panchina tornava per sedersi, D. Williams splittava dalla lunetta così a 8:44 Roberts correva verso destra passando dietro un blocco e si prendeva un tiro sul lato che riusciva a mettere con grande confidenza.
Charlotte tornava a mettere pressione agli avversari con un cambio lato di Lin (partenza in corsa verso il centro da sinistra a destra e scarico) che dava la possibilità a P.J. di scaricare la bomba del 30-31 dal lato destro.
Quaranta secondi più tardi Porzingis si buttava per terra cadendo all’indietro, per gli arbitri c’era il fallo di Frank, per tutto l’ambiente dell’Alveare era incomprensibile la chiamata e mentre il rookie bianco si portava in lunetta tra gli ululati del pubblico, forse pensava di aver fatto una furbata rimanendo un po’ intimorito mostrava il braccino corto sul primo realizzando il secondo.
Clifford infuriato in panchina chiamava time-out, al rientro Roberts sfruttava la sua velocità per attaccare Amundson dalla destra e guadagnava due liberi che con la sua mano non aveva difficoltà a realizzare.
L’equilibrio sarebbe potuto essere rimosso poco più tardi quando Melo per tre secondi chiamati in area a Hansbrough si presentava in lunetta ma falliva la conclusione, a spezzarlo allora dopo una palla portata via da P.J. a Melo e una stoppata di Porzingis su Hawes che mandava la palla oltre il fondo, era sulla rimessa Kaminsky, il quale subiva fallo e splittava dalla lunetta, portando però avanti i Calabroni.
P.J. teneva su un Melo che si dice avere problemi al ginocchio sinistro dolorante, il jumper dell’avversario oltretutto era sputato fuori dall’anello, comunque sia New York raggiungeva poco più tardi l’obiettivo nonostante le ottime rotazioni difensive di Charlotte; nell’angolo sinistro Walker finiva su Melo e veniva battuto sul primo passo dall’entrata lunga dell’uomo più pericoloso dei Knicks.
A 4:56 Marvin Williams mostrava la sua esperienza, prima era bravo a catturare un rimbalzo sotto canestro, poi con un pump fake faceva abboccare il giovane Porzingis che gli finiva addosso; il capolavoro era il tiro a contatto con la sfera ricaduta precisamente dentro la retina, anche se il libero era sbagliato da Marvin.
Calderon a 3:35 riportava per l’ultima volta avanti gli ospiti; tripla e -1 Hornets che non esitavano a ribaltar il punteggio con P.J. da sotto e due liberi (transizione di Lin e manata con tentativo di omicidio su Lin da parte di Anthony sotto canestro) di Jeremy che affondavano per il 39-36. Lo stesso Lin in difesa conteneva Afflalo, il quale palle a canestro metteva il tallone sopra la scarpa di Lin perdendo l’equilibrio ma commettendo prima infrazione di passi.
Il pallone recuperato dava la possibilità a Hawes di segnare il suo primo canestro a 3:31 anche se Lopez gli rovinava un po’ la festa a 3:12 con un mezzo gancio e poco più tardi splittando dalla lunetta (fallo dello stesso Hawes) riportava i “Calzoni olandesi” sul -2.
A questo punto si riaffacciava Harrison (il quale, per sopperire agli infortuni, era stato richiamato in fretta e furia dalla D-League dove gli Hornets l’avevano appena parcheggiato) che non faceva veder nulla, mentre gli arbitri mostravano il cartellino giallo a Fisher, il quale si prendeva un tecnico a 2:18 (Lin 1/1).
New York imitava gli Hornets passando due volte dalla lunetta per riavvicinarsi (fallo di un dolorante Marvin Williams, problemi al polso/avambraccio sinistro) ai Calabroni sul -1 con D. Williams. Charlotte commetteva il secondo turnover in poco tempo sulla stessa asse Lin/Hawes ma Lopez commetteva infrazione di passi in attacco, così Walker a :57.8 si svegliava dopo un brutto primo tempo e bombardava dalla diagonale destra da tre punti per l’allungo sul 45-1. Melo chiudeva le ostilità nel primo tempo con due punti portando il match sul 45-43.
Robin Lopez e Spencer Hawes. Scontro chioma contro chioma.

Robin Lopez e Spencer Hawes. Scontro chioma contro chioma.

 
Gli ultimi 24 minuti si aprivano con un 3 di Marvin corto, un due di Melo storto, una forzatura di Kemba che non portava a nulla e un tiro ai 24 di Lopez (non per colpa sua) che non prendeva il ferro facendo scadere il tempo d’attacco concesso ai Knicks.
Dopo un paio d’errori ancora Kemba a 9:51 s’infilava nella difesa di new York realizzando due liberi perché Calderon diceva no ai due punti diretti.
Anthony falliva la tripla, P.J. tirava giù il rimbalzo, a segnare invece ci pensava Kemba che si ripeteva da tre punti a 9:00 esatti, consegnando a Charlotte un discreto vantaggio di 7 punti (50-43).
A 8:46 una delle più belle (poche a dire il vero) azioni degli ospiti, alzata ravvicinata di Calderon e alley-oop dunk di Porzingis a due mani. Lin non era interessato all’estetica del canestro e portava a casa due liberi realizzandoli.
Un po’ a sorpresa però ci provava il rasta D. Williams da tre punti e il suo tiro diceva bene alla squadra di Fisher che tornava sul -4.
Galloway con un coast to coast con appoggio al vetro addirittura riportava in scia New York rimettendo incertezza sulla vincente della partita.
Charlotte riusciva a scrollarsi un po’ di dosso i Knicks quando da una transizione Walker apriva veloce sulla destra dove Lina aveva tanto spazio per mandare a segno la tripla.
Lo stesso Jeremy dava la carica battendo la difesa di new York dimostrandosi troppo veloce per i tre uomini che lo accompagnavano sino al ferro.
P.J. che stava già facendo una buona gara su melo in difesa iniziava il suo show in attacco, dalla baseline destra andava ad attaccare aggressivo il canestro e chiudeva con un bel reverse layup per il 59-50. P.J. per un fallo di Anthony andava anche in lunetta e realizzava due liberi.
Era ancora incredibilmente lui ad andare a segno giganteggiando contro Anthony; crossover con Melo a girarsi completamente depistato, entrata, fallo di Seraphin sull’appoggio e gioco da 3 punti a 4:10.
Un P.J. galvanizzato copriva bene su D. Williams, New York muoveva pala in attacco e riportava tra le mani del rasta la sfera, tentativo contro Lin questa volta ma nulla da fare, era anzi Charlotte a segnare due FT grazie al fallo dello stesso Williams su Lin.
Un open three di Afflalo dal corner destro mandava il tabellone sul 68-55, nessun problema per Clifford tuttavia; pick and roll tra Lin e Hansbrough, quest’ultimo rollava bene ma era centralmente chiuso, scarico immediato nell’angolo sinistro, dove Daniels per la tripla aperta si confermava una garanzia.
A :12.7 Walker segnava tre punti che mandavano sul +20 Charlotte che chiudeva il quarto sul +21 (77-56) perché in una grossa mischia Amundson (credo) commetteva fallo su Kaminsky.
Frank si presentava in lunetta con la narice tamponata per epistassi realizzando un libero soltanto.
Curiosità nella stessa mischia anche Lin era colpito e pure lui sanguinava dal naso, tutti e due tornavano ad accomodarsi in panchina per l’inizio degli ultimi 12 minuti.
Il bel sorriso di una Honeybees durante un time-out.

Il bel sorriso di una Honeybees durante un time-out.

 
L’inizio dell’ultimo quarto spaventava Charlotte; New York spingeva e Clifford doveva chiedere un time-out vistosi recuperare 7 punti (0-7 il parziale) a 9:48.
Il parziale però, si allungava con due punti di Amundson e la squadra di Fisher passava dal -21 al -12 (77-65), Walker, però tornava a fare ciò che i compagni non avevano fatto in quest’inizio tempo; cioè si buttava dentro aggressivo invece di limitarsi al tiro e portava a casa due FT con i quali interrompeva l’inerzia a favore della squadra in rimonta.
Porzingis esplodeva una tripla frontale con Kaminsky rientrato in campo che provava vanamente a contrastarlo, era sempre Kemba a segnare, altro canestro ottenuto infilandosi nella difesa e palla fatta scomparire ad Amundson che commetteva il sesto fallo e veniva buttato fuori mentre Kemba con la mano sinistra realizzava.
Gioco da tre punti e Charlotte sul rassicurante vantaggio di 14 (82-68). New York tornava al -10 quando un passaggio in diagonale viaggiava verso l’angolo di Afflalo, Marvin toccava il pallone ma alzandolo favoriva la presa di Aaron che non sbagliava a 5:22 dal termine.
Charlotte per non far rientrare ulteriormente i Knicks e vivere un altro finale pirotecnico faceva girar palla, alla fine Walker serviva Lin, il quale a 5:02 trovava la tripla scaccia paure.
Era 85-72, C’era il tempo per vedere una stoppata di Hawes su D. Williams e il coast to coast di Hairston che raggiungeva in appoggio il suo season high stagionale.
Vujacic nel finale per i Knicks entrava e metteva alcuni tiri, anche dalla grande distanza ma ormai non c’era più molto tempo, Charlotte portava a casa un’altra preziosa vittoria per 97-84.
 
Hornets1 hornets2
Pagelle:
 
Walker: 7
26 pt. (7/25), 6 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Non una grande serata al tiro nel primo tempo, anche 4 stoppate su di lui, nel secondo tempo però piazza un paio di canestri d’allungo e nel finale rientra in campo per conservare il vantaggio.
 
Lin: 7
26 pt. (7/17), 5 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Lin perde 5 palloni, alcuni regalati per passi. Sanguina per la terza volta in pochi giorni, quando si dice “sputare sangue” non intendevamo proprio questo, comunque ottimo il suo apporto offensivo e anche il difensivo.
 
P.J. Hairston: 8
20 pt. (7/14), 10 rimbalzi, 1 assist. Spesso oggettivamente criticato, oggi entra in doppia doppia sfoderando una prestazione mostruosa. Melo è acciaccato, ma lui giganteggia in difesa, in attacco porta a casa il season high ed è lo Sprite player of the game a fine partita. Meritato, segna diversi bei canestri e gioca con energia.
 
M. Williams: 6
4 pt. (1/8), 12 rimbalzi, Marvin resiste per buona parte della gara con dolori al polso e avambraccio sinistro. Fa solamente 1/8 dal campo, ma i suoi rimbalzi sono sempre preziosi e la difesa parte un paio d’amnesie è buona anche su diversi avversari.
 
Hawes: 5,5
2 pt. (1/7), 10 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Soffre troppo Lopez però cattura 10 rimbalzi.
 
Kaminsky: 6,5
9 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 1 assist. Discreto contributo di Frank che dimostra di crederci attaccando il ferro e forzando anche qualcosa, ma se gli riesce…
 
Hansbrough: 6
1 pt. (0/0), 2 rimbalzi e 1 assist in 13:32. Bell’assist e un paio di rimbalzi, fa il suo tenendo sufficientemente.
 
Daniels: 5,5
5 pt. (2/5). In difficoltà su Derrick Williams commette 4 falli e Clifford lo toglie. Non fa molto altro tranne segnare un paio di buoni canestri.
 
Roberts: 5,5
4 pt. (1/2), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 palla persa. Non riesce a dare la spinta giusta ai compagni in avvio di ultimo quarto. Segna 4 punti ma anche un -6 di plus/minus.
 
Harrison: s.v.
0 pt. (0/0). Gioca 2:39, rientra nel roster degli Hornets per far numero e far rifiatare un po’ qualche compagno.
 
Coach Clifford: 6,5
Si esagita in una situazione di gioco, l’ha un po’ con tutti, specialmente con PJ., al quale la strigliata forse ha fatto bene (anche se personalmente non sono un fan di questo tipo d’approccio), squadra compatta nonostante le assenze, questa volta la scelta di P.J. si rivela vincente.

 

Classifica al 23/01/2016 e news.

Diamo qualche news sulla situazione gravitazionale attuale a Charlotte.
Mentre gli astronomi sembrano aver individuato il Pianeta Nove ai confini del nostro sistema solare (anche se non sono riusciti a vederlo pare che modelli matematici studiando 6 oggetti nella fascia di Kupier indichino un gigante di massa pari dieci volte alla terra ai bordi del nostro sistema), qui sul Planet Heart (cit. titolo canzone dei Duran Duran) Hornets succedono cose altrettanto improbabili come vittorie al cardiopalma da fisica quantistica.
Un po' Off Topic, comunque le anomale traiettorie degli oggetti che farebbero ipotizzare agli scienziati/ricercatori californiani l'esistenza del Planet Nine.

Un po’ Off Topic, comunque le anomale traiettorie degli oggetti che farebbero ipotizzare agli scienziati/ricercatori californiani l’esistenza del Planet Nine.

 
Iniziamo a dare una news non importantissima; Aaron Harris è uscito dal roster (Charlotte ha usato la flexible assignment rule) è andato a testare le sue qualità nella Development League (la Lega di sviluppo della NBA)
Giocherà per gli Oklahoma City Blu e visto che la squadra era proprio in Oklahoma al momento, chissà che lo abbiano lasciato lì con le valige…
Il roster considerando MKG scende a 14 giocatori, che Charlotte stia preparando qualche piccolo colpo avendo lasciato un posto nei 15 virtuali visto che i numerosi infortuni propenderebbero per tenere almeno numericamente Harrison o non è stato giudicato da Clifford utile alla squadra?
 
Torniamo però al campo; dopo la vittoria sull’ottovolante di Disneyland a casa Magic, i Calabroni si sono portati in classifica a sola mezza partita proprio da Orlando.
 
Anche Washington è a tiro con una sola partita di vantaggio e lo scontro di questa sera potrebbe riavvicinarci anche al team che andremo ad affrontare tra le mura amiche, a patto di vincere, non importa come visto che siamo in emergenza con tre dei nostri top player fuori per infortunio. Rientrato Lamb è uscito Zeller per problemi alla spalla, mentre Batum stava giocando con un dito slogato ha dovuto saltare la gara con i Magic e al 99,9% a scendere in campo tra i titolari per sostituirlo nella notte in SG sarà ancora Jeremy Lin.
 
Nella notte, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, è in programmazione la gara tra Charlotte e New York alla Time Warner Cable Arena nonostante le strade non siano esattamente agevoli e possano presentare insidie.
In North Carolina ieri purtroppo sono morte quattro persone per incidenti stradali a causa del maltempo.
La tempesta battezzata Jonas sta flagellando tutta la costa Est e se il nord per ora pareva essere la parte più colpita (appena rinviata Jazz @ Wizards che si sarebbe dovuta giocare a Washington) da nevicate e resa pericolosa dal ghiaccio che si forma sulle superfici, per oggi erano attese nevicate negli Stati più a sud.
 
Per continuare a sperare dobbiamo cercare di vincere, non importa come anche se New York è temibile, spesso lo facciamo in maniera così emozionante che rende la gioia sportiva ancora più bella.
Le ultime due vittorie ottenute sono passate per 3 OT (2 contro Utah e uno assurdo contro Orlando)…
 
Ecco le classifiche delle due Conference prima che inizino le sfide del 23 gennaio.
Classifica a Est.

Classifica a Est.

Classifica a Ovest.

Classifica a Ovest.

Game 43; Charlotte Hornets @ Orlando Magic 120-116 (OT)

Sottotitolo; DisperaziHornets
 
All’Amway Center di Orlando (Florida) andava in scena una partita da vincere assolutamente per gli Hornets, sia per ritrovare fiducia e morale in trasferta, sia perché la classifica prima della gara dava la sorpresa Orlando Magic poco avanti a noi.
Kemba Walker ha chiuso con 40 punti, a tratti imprendibile.

Kemba Walker ha chiuso con 40 punti, a tratti imprendibile.

 
Brividi di classifica e brividi anche per tutto il finale di partita; i metamorfici Hornets sembravano avviati nel terzo quarto a chiudere mestamente anche questa trasferta ma con un recupero prodigioso nella parte finale della gara si portavano avanti di tre punti.
Sembrava cosa fatta anche perché Walker sull’azione finale dei Magic faceva una buona guardia su Oladipo che doveva forzare usando la tabella.
Gli andava bene e la gara si trascinava al supplementare, dove i sudori freddi aumentavano, il punteggio di Walker che chiudeva a 40 punti anche, aiutato da Daniels (17) e Roberts (11), ma, andiamo con ordine…
 
Gli Charlotte Hornets si presentavano a Orlando con due nuove aggiunte nella lista infortunati (Batum-dito slogato e Zeller-problemi alla spalla) anche se ritrovavano un Lamb ancora fuori condizione, Clifford quindi decideva di schierare il seguente quintetto; Walker, Lin, P.J. Hairston, M. Williams e Hawes Per i Magic, Scott Skiles invece poteva contare su Oladipo tornato disponibile dopo un paio di gare fuori sofferente a un ginocchio. Magic con; E. Payton, Oladipo, Harris, Aar. Gordon e Vucevic.
 
I Magic conquistavano il primo possesso della sfera ma mancavano il proprio tentativo con Harris da tre punti, P.J. ci provava da meno metri ma andava corto, così Oladipo, in dubbio sino alla fine, portava avanti i suoi con un floater dal pitturato.
Charlotte pareggiava con Marvin Williams; Hawes forniva l’assist schiacciato smarcante e la nostra ala a sinistra del canestro raccoglieva la sfera segnando i punti del due pari.
Solamente undici secondi più tardi un lungo jumper di Harris riportava avanti di due la squadra di Skiles che era ripresa a 10:24 dalla lunetta da Marvin Williams il quale in aiuto conteneva Payton mandandolo a stoppare sotto canestro, questo dava la possibilità a Charlotte di passare in vantaggio a 9:51 quando Walker in dribbling tra le canotte gessate si faceva largo andando a segnare da pochi cm.
A 9:35 Orlando riagguantava la parità con un turnaround hook di Vucevic su Hawes.
Il giocatore di Orlando stoppava anche un tentativo da tre punti di Hawes dall’angolo destro ma un secondo più tardi dalla rimessa dal fondo palla per Marvin Williams che dalla stessa posizione con un pump fake si faceva saltare addosso da Gordon, tre tiri liberi e Hornets in vantaggio 9-6.
Charlotte recuperava anche un pallone in difesa e P.J. Hairston andava in coast to coast a segnare il +5.
A 8:49 Orlando iniziava la piccola rimonta con Harris, il quale si buttava dentro, Walker chiudeva in ritardo e andava a contatto, canestro e tiro libero, per nostra fortuna fallito, Gordon però sotto canestro trovava spazio per una reverse dunk e Oladipo con un pull-up portava sopra di un punto i Magic.
A 7:30 un jumper di Walker precisissimo portava avanti la squadra di Clifford nuovamente (mancava il libero non assegnato dalla terna arbitrale per la furbesca spinta di Payton da dietro sulla schiena di Walker già in salto), un rimbalzo offensivo di Oladipo e relativa correzione in due punti era un campanello d’allarme non trascurabile per Charlotte, la quale finiva sotto e cercava di superare i Magic per tutto il primo tempo senza riuscirci.
Vucevic segnava con un jumper dalla media e a 5:37 sul -3 Clifford chiamava il primo time-out della gara.
Harris dal pitturato mandava a -5 i Calabroni, dall’altra parte Lin perdeva la maniglia del pallone in penetrazione che rotolava nel pitturato sino alle gambe di Hawes che raccoglieva e forzava sotto canestro (a sinistra di esso) appoggiando un pallone che schizzava sul vetro e finiva dentro senza nemmeno il tempo di accorgersene.
Hawes diventava protagonista nel bene e nel male per un paio d’azioni; in difesa commetteva fallo mandando Vucevic in lunetta; il centro dei Magic sfruttava pienamente l’azione, poi tornando in attacco Hawes segnava un gioco da tre punti perché Oladipo spendeva un fallo su di lui.
Uno scambio di cortesie tra Oladipo e Walker (Kemba dribbling passando in spazi strettissimi s’infilava sulla sinistra con grande cambio marcia) e il tabellone segnava 20-22, Orlando, però con Fournier in jumper si portava sul +4, tuttavia Charlotte “teneva ancora botta” con Kaminsky a 2:50; tripla frontale e -1.
Gli Hornets qualche problemino in difesa comunque lo mostravano, Harris in lunetta a 2:36 continuava a dare buone percentuali ai Magic che tuttavia venivano timidamente agganciati da Walker che prima avvicinava Charlotte con un libero (violazione tre secondi Magic) e poi con un jumper pareggiava a quota 26. I Magic scattavano ancora avanti di 4 punti e Hansbrough con un tap-in (errore di Williams) riusciva a contenere a 1:09 il distacco.
Fournier mostrava per la prima volta il ritorno di Lamb in campo ma in maniera negativa; Jeremy commetteva fallo a cinquantuno secondi dalla prima sirena e la squadra di Skiles si portava sul 28-32.
A chiudere il primo quarto arrivavano i canestri di Hansbrough (bravissimo ad aprire l’ala sinistra e a correggere ancora in tap-in un pallone dopo un’entrata mancata che Lamb doveva forzare per questioni di tempo) e Frye a tre secondi dalla fine (open frontale) per il 30-35.
 
Il secondo quarto iniziava bene per i Magic che guadagnavano altri due FT con Frye (mismatch in post basso destro con Lamb), bravo a forzare Jeremy al terzo fallo (richiamato in panca) e a segnare i liberi, Daniels con un open frontale portava la gara sul 32-37, le squadre andavano ancora in botta e risposta con Fournier (sospensione dietro a schermo vs Daniels) e una schiacciata di Hansbrough abile a lavorare bene sul pick and roll, poi era Kaminsky a riavvicinare a un possesso lungo i Calabroni con un floater (36-39) in entrata frontale sfacciata dopo la partenza con l’accenno finta.
Gli uomini in gessato grigio però riallungavano in maniera decisa; lungo tre punti di Fournier a 8:52 che trovava solo il fondo del secchiello, J.R. Smith e due suoi mid range jumper portavano sul +10 i padroni di casa (J.R. falliva anche un FT in occasione del secondo canestro realizzato). Charlotte tentava di rispondere con un giro palla; Kaminsky per Daniels che dagli 8 metri sparava la tripla in faccia alla difesa dei Magic a 6:50, Fourneier però rispondeva con due punti immediati e Charlotte doveva sfoderare un’altra tripla per riavvicinarsi, Lin da 45°sx mandava a segno la bomba del 42-48.
Orlando con un passaggio orizzontale pescava Payton, il quale già in corsa aveva vantaggio su Roberts che leggermente fuori posizione si allungava, ma non riusciva a fermare la corsa del play avversario che s’infilava sino a canestro.
A 5:12 un altro errore di Marvin Williams era manna per Hawes che con un altro tap-in tirava un po’ su Charlotte, ricostituente era poi la transizione portata da Kemba che affrontato da un avversario apriva a destra dove libero Daniels colpiva con un bel catch n’shoot da 3 pt. per il 47-50.
Harris con due liberi per il +5 veniva “recuperato” da Marvin Williams che prima dalla sinistra colpiva un palo, poi vedeva l’errore di Hawes sul quale però si catapultava e correggeva atleticamente.
Orlando comunque che ritoccava alte vette di distacco con la tripla di Payton a 2:26 (Walker lasciava spazio), per rimediare alla difesa un po’ lacunosa Kemba s’inventava il jumper dal mid range rimanendo in aria più delle possibilità umane per battere la difesa di Payton e metteva anche un tiro in avvicinamento completamente fuori equilibrio.
Oladipo chiedeva il primo tempo con due liberi a segno (spinta di Daniels) e i Magic toccavano quota 61 portandosi sul +6 (55-61).
Spencer hawes, 16 punti nel finale ha chiuso sostanzialmente la gara con una tripla. Finalmente uno schema di Clifford andato a buon fine nel finale.

Spencer Hawes, 16 punti nel finale ha chiuso sostanzialmente la gara con una tripla. Finalmente uno schema di Clifford andato a buon fine nel finale.

 
Al rientro dagli spogliatoi P.J. Hairston dalla destra sparava la tripla del -3 a cui però rispondeva prontamente Oladipo dal corner destro nonostante la difesa del “ingellato” Lin che a 11:02 prendeva la via centrale dell’area per appoggiare direttamente al ferro il 60-64.
La tragedia però pareva incombere sui Calabroni; Vucevic a 10:17 mandava a bersaglio un gancio contro Hawes, normali autoscontri, per gli arbitri fallo e gioco da tre punti per il centrone dei Magic che allungavano con un fing and roll di Gordon troppo atletico per essere contenuto in uno contro uno dall’antitesi dell’atletismo Spencer. Fortunatamente l’ala di Orlando falliva un libero fondamentale, anche se Vucevic poco più tardi dalla top of the key con un altro dei suoi precisi pizzati portava il divario tra i team a 11 punti.
Quando Lin si faceva scippare palla da Vucevic (tocco sul pallone dietro) e Harris concludeva la transizione lanciando il parziale di 9-0 Magic, i Calabroni sprofondavano sul -13.
Sul 60-73 Clifford era costretto a chiamare la pausa. Oladipo però colpiva ancora da tre e nel finale i Magic salivano anche a più 19 con un tiro in mezzo fade-away di Gordon dal pitturato alto; Hansbrouhgh saltava ma la palla s’infilava nella retina.
Con 15:10 complessivi da giocare sembrerebbe quasi finita, anche perché Charlotte dava pochi segni di risveglio, Hansbrough stesso si faceva bloccare il tiro da Vucevic, a guidare la riscossa però ci pensava Kemba, il quale cercava l’entrata, si arrestava fintando disinteresse e ripartiva in quarta battendo Vucevic sorpreso da un classico movimento fulmineo del nostro play che chiudeva il layup.
Sempre Kemba passando dietro lo schermo sulla linea da te punti di Hansbrough intuiva l’intervento di Napier e cercandolo conquistava tre tiri dalla lunetta che sfruttava al 66,6% periodico.
Il quarto si chiudeva con una tripla di Daniels da 8 metri a pochi millimetri dalla linea laterale sinistra.
Tre punti importantissimi che mandavano Charlotte a -15 sul 79-94.
 
Il disastro dei Magic però arrivava nell’ultimo quarto nonostante il primo canestro di Fournier ben schermato; Daniels si rifaceva del canestro preso agganciando un passaggio in corsa nel pitturato e alzando subito l’arcobaleno a eludere l’intervento difensivo.
Tutto pareva andare storto quando anche Napier su uno scarico metteva la bombarda dell’81-99 a cui Daniels parzialmente rispondeva con un tiro da due punti, ancora poca roba per sperare di vincere, oltretutto Kaminsky perdeva palla ma i Magic fallivano clamorosamente la transizione e anche se guadagnavano rimbalzo, Charlotte difendeva aggressiva per altri 24 secondi compiendo una delle difese migliori di tutta la gara, Smith ai 24 non metteva il tiro e dall’altra parte su un passaggio diagonale schiacciato Kemba in taglio prendeva almeno la lunetta facendo 2/2.
La squadra di Clifford non mollava; Roberts innescava con un passaggio teso diagonale Walker nell’angolo destro per un perfetto splash dentro la retina ma ancora una volta le porte della gara sembravano chiudersi per Charlotte; Vucevic minacciava il pitturato, Kaminsky e Walker in accenno di aiuto su Spencer, passaggio per Payton e tripla che puniva gli aiuti di Clifford.
A 7:16 poi Gordon dalla lunetta mandava ancora Charlotte sul glaciale -15.
Gli imenotteri però risorgevano con sette punti consecutivi di Roberts che attizzava il fuoco (pull-up a 7:06 dalla media e tripla su assist di Kemba in transizione più due FT a 3:50), e quando un selvaggio runner di Hawes da imprecazioni assortite entrava a 3:14 gli Hornets si trovavano a sorpresa sul -6 (97-103).
Tra palle perse, sfondamenti e proteste Orlando subiva un altro canestro di Roberts che da sotto sfruttava l’assist di Spencer (marchio di fabbrica schiacciato) dritto per dritto dal pitturato e a 1:53 un jumper dalla media di Walker riportava nel mirino la Disney City.
Il finale da favola per gli Hornets però sembrava essere rovinato quando Payton recuperava un rimbalzo offensivo e toccato da Roberts chiudeva un gioco da tre punti.
Magic sopra di 5 (101-106) a 1:31 dalla sirena…
La manna dal cielo per Hawes pioveva ancora da un tiro mancato da Marvin (che sia uno schema ormai? Scherzo….) e a :56.2 Walker aggiungeva due punti facendo venire i brividi ai tifosi dei Magic che vedevano i Calabroni nello spechietto retrovisore quando Vucevic non ricavava nulla dall’isolation e Walker sorpassava a :29.1 dalla fine. Oladipo tentava di sorpassare nuovamente ma Roberts e Walker mettevano sul parquet una bella difesa.
Nel finale l’assurdo s’impossessava della gara, Payton non faceva fallo su Walker ma pulito gli portava via palla, l’errore del play era forzare contro lo stesso Kemba che ripresa la posizione si vedeva sbattere addosso lo stesso Elfrid, palla che schizzava via e Walker gettandosi su di essa in allungo chiamava time-out tirando un sospirone di sollievo.
Walker veniva mandato in lunetta a :12.1, da lì Charlotte trovava il vantaggio di tre punti.
I Magic nel finale si affidavano a Oladipo che andava sulla diagonale destra per tirare forzando una tripla che nonostante l’attenta difesa di Kemba finiva dentro dopo aver rischiato di fracassare il plexiglass della tabella.
Nemmeno Victor ci credeva, infatti, si poteva notare nel replay come corresse per prendere il rimbalzo mentre la palla si trovava sospera ancora in aria…
Kemba nei pochi secondi rimasti a disposizione provava vincerla lui ignorando i compagni ma andava corto.
109-109, era OT…
 
Charlotte era 3-0 ai supplementari in stagione mentre i Magic erano 1-3 e la statistica pareva rafforzarsi quando Charlotte passava sul +4 con i canestri di Kemba e Brian (Kemba taglio magnifico verso il centro raggiunto dal passaggio di Hawes con i tempi giusti e Roberts dopo una steal di Kemba poteva appoggiare in fing and roll solitario).
A 2:44 Vucevic di mano sinistra in area su Hawes dimezzava lo svantaggio, ma una magia di Kemba che faceva fuori Oladipo in crossover e andava sotto canestro a scaricare per Hawes in comodo appoggio riportava a distanza di sicurezza i Calabroni.
Tutto doveva ancora accadere però; a :44.0 Gordon metteva un’altra tripla che il ferro casalingo accoglieva dopo qualche rigurgito, a -1 Kemba portava palla, ma questa volta Oladipo gliela portava via e non essendoci nessuno dietro il nostro play poteva andare a schiacciare per la gioia dei fan dei Magic per il +1.
Sull’orlo del baratro Clifford chiamava un time-out.
Ne usciva un pallone per Walker che dava a Daniels, penetrazione sulla sinistra, raddoppio di Vucevic, passaggio provvidenziale nello stesso angolo per Hawes che tutto libero trovava concentrazione e coordinazione per mettere dentro tre punti decisivi a :17.8 dalla fine.
Le ultime speranze dei ragazzi della Florida erano affidate a Oladipo, movimento, passaggio preso in hand-off e tiro ravvicinato troppo corto… Gordon commetteva il suo sesto fallo a :03.4 dalla fine su Walker. Kemba in lunetta segnava il primo, il secondo era ancora una volta un lungo brivido con la palla a colpire i ferri prima di scendere nella retina grazie alla giusta rotazione.
Sul +4 la gara era chiusa. Charlotte passava incredibilmente e ormai insperatamente sul campo di una diretta concorrente riavvicinandosi alla zona playoffs, la missione sopravvivenza era compiuta.
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Il tabellino dei singoli.

Pagelle:

Walker: 8
40 pt. (14/28), 9 assist, 7 rimbalzi, 4 rubate, 1 stoppata. Irresistibile. Quarantello servito. Il difetto è di voler far sempre da solo. Tira dritto anche sul tiro finale. Tanta convinzione e qualità, fiducia indispensabile, a volte dovrebbe avere un pizzico in più di visione di gioco ed affidarsi ai compagni, anche se in serata fa un ottimo lavoro anche come assist-man.

Lin: 5
7 pt. (2/6), 1 rimbalzo, 4 assist. Perde 3 palloni. Male in difesa e anche in attacco non è brillante come al solito.

P.J. Hairston: 6
7 pt. (3/5), 1 assist, 1 rimbalzo, 3 rubate. Le statistiche al tiro non sono male e mette anche una bella dunk in corsa ma con lui in campo qualcosa non funziona, l’equilibrio e la difesa non reggono anche se toglie tre palloni agli avversari. Non sono tutti demeriti suoi però.

M. Williams: 6
11 pt. (3/11), 14 rimb., 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Sbaglia diversi runner che per sua fortuna finiscono nelle mani di Hawes diverse volte, le sue mani invece sono preziose a rimbalzo.

Hawes: 7
16 pt. (7/14), 10 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Fortemente indeciso tri l 6,5 e il 7 propendo per il secondo vista l’importanza della tripla finale. La difesa non è atletica e questo si vede, ne paghiamo a volte le conseguenze anche indirettamente sugli aiuti, però fa bene in attacco e anche come playmaker aggiunto. In doppia doppia grazie a punti e rimbalzi.

Kaminsky: 5
5 punti (2/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Non una grande partita in attacco, anzi, direi brutta, incassa anche 4 stoppate e manca due occasioni consecutive nel quarto periodo. Anche in difesa è un po’ molle in diverse occasioni, compie una gran difesa con la squadra invece sulla transizione dei Magic seguita dal possesso palla nell’ultimo quarto. Qualche rimbalzo non lo fa scendere sul 4,5 di voto…
Hansbrough: 6
6 pt. (3/7), 4 rimbalzi. Anche lui si prende un paio di stoppate in faccia e arranca in difesa. Pensavo un po’ meglio, tuttavia mette dentro 3 palloni con decisione ed è uno che ci prova in poco più di 18 minuti, per lui un minutaggio da re.
Lamb: 5,5
0 pt. (0/1). Rimane in campo 4:12 ma non è in condizione. Non può sfruttare il suo fisico ed è costretto a commetter tre falli. Si accomoda in panca e non rimette più piede sul parquet.
Roberts: 7,5
11 pt. (4/5), 2 rimbalzi, 1 assist. Senza Brian Roberts ora starei scrivendo a proposito di un altra sconfitta in trasferta, invece nell’ultimo quarto la sua velocità ed imprevedibilità danno una nuova vita a Charlotte. Due difese fondamentali anche nell’OT.
Daniels: 7
17 pt. (7/15), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Catch n’shoot o entrata, Daniels ha un plus/minus di +20… Gli Hornets avevano bisogno di un tiratore come lui, ricercato in serata e l’hanno trovato. Traiettorie poetiche che solcano il chiuso cielo dell’Amway Center, le quali sentenziano precisi passaggi attraverso il cotone della sfera. Nel finale non è egoista e passa la palla vincente ad Hawes, anche se personalmente resomi conto che lo scarico per il tiro decisivo era per Spencer, una preghiera pagana l’ho fatta… Grande mano dalla panchina.
Coach Clifford: 6,5
Partita a due facce. Brutta la prima, ottima la seconda.

Premiata la scelta di giocare (anche se eravamo contati) con l’unico quintetto in grado di recuperare velocemente.

 

Game 42; Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 95-109

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Sottotitolo; DuellHornets
 
Gli Charlotte Hornets perdono scontatamente a Oklahoma City.
Non è stato un gran duello quello alla Chesapeake Energy Arena.
I Thunder hanno messo più intensità degli Hornets ma la chiave del loro successo non è stata solo quella.
Naturalmente si potrebbero citare le qualità individuali della coppia Wesbrook/Durant, il fatto è che gli Hornets mostrano difficoltà nel contenere l’uno contro uno e sono colpiti spesso sugli scarichi (l’allungo decisivo di Singler con due triple dai due angoli opposti) e se si pensa che Westbrook ha chiuso con 16 punti e 15 assist si può capire il perché.
Gli Hornets hanno facilitato il compito ai più quotati avversari.
D’altro canto la difesa a volte è impostata su una specie di zona ibrida con Batum o chi per lui nella terra di nessuno a coprire verso il centro, questo talvolta provoca anche l’accoppiamento di un “piccolo” contro un lungo avversario.
Gli Hornets credo facciano questo per ovviare al problema dei cm in difesa, facendo massa potrebbero avere più possibilità di prendere qualche rimbalzo, cosa che in realtà nella notte non è accaduta.
I Thunder che uscivano dalla vittoria ottenuta a spese di Denver erano in back to back ma son partiti subito forte conquistando un’infinità di rimbalzi offensivi già nel primo quarto.
Si aspettano con ansia i rientri di MKG e Big Al, nel frattempo, però, per continuare a sognare i playoffs c’è da andare a vincere una gara a Orlando.
Kemba Walker tenta di chiudere su Russell Westbrook durante il primo quarto. (AP Photo/Sue Ogrocki)

Kemba Walker tenta di chiudere su Russell Westbrook durante il primo quarto. (AP Photo/Sue Ogrocki)

 
Tornando alla sfida odierna, i quintetti in campo erano I seguenti; Charlotte agli ordini di Clifford con: Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams e C. Zeller, Oklahoma City guidata in panchina da Billy Donovan con: Westbrook, Robertson, Durant, Ibaka e Adams.
 
I Thunder vincevano la palla a due e prendevano il primo controllo della sfera, Durant provava il tiro ma non segnava, tuttavia due rimbalzi offensivi sulla stessa azione portavano Adams in lunetta, il quale segnava il primo libero fallendo il secondo ma Ibaka prendeva ancora un rimbalzo per i Thunder che tuttavia non sfruttavano il possesso, dall’altra parte però Zeller falliva il tiro e il suo tap-in ma gli Hornets in difesa ringraziavano Walker che rubava un pallone e chiudeva in transizione solitaria per il comodo appoggio che portava in vantaggio i Calabroni 2-1.
Durant ci provava schermandosi a 10:45, il suo jumper trovava la retina, Marvin Williams si faceva rubare un pallone da Robertson ma a Westbrook usciva un tiraccio, tuttavia il n° 0 si rifaceva più tardi con un ficcante passaggio in diagonale che tagliava la difesa di Charlotte e consegnava ad Adams la possibilità di schiacciare marcato da… Batum.
Charlotte chiamava time-out a 9:48 ma non segnava sull’azione successiva; Williams sbagliava e Zeller mani di burro si faceva sfuggire dalle mani il rimbalzo offensivo, inoltre P.J. sull’azione seguente in attacco apriva verso l’esterno ma il passaggio era brutto e consegnato a Westbrook sulla quale rotta si riportava proprio P.J. per andare a commetter fallo prima che potesse segnare comodamente in transizione.
Uno su due per il numero 0 avversario a 9:05 e 13 secondi più tardi Walker ricevendo da Batum accorciava sul -1 con una bella tripla. Durant però in transizione rispondeva con una tripla nonostante l’opposizione di P.J. e Westbrook provava l’allungo con una tripla che cortissima fendeva solo l’aria, ma la difesa di Charlotte dormiva sotto canestro e Robertson prendeva il rimbalzo, riconsegnava la sfera nelle mani del play avversario che in entrata subiva fallo e trovava il gioco da tre punti.
Charlotte si salvava su un tiro di Durant che faceva più giri lenti sull’anello e pareva destinato a entrare ma il pallone trovava l’uscita di sicurezza e graziava gli Hornets che però non avevano scampo sulla dunk di Robertson per il 5-14.
Clifford tentava di fermare l’inerzia e cercare di sistemare meglio la squadra nel pitturato chiamando un secondo time-out a 6:54.
Batum in attacco forniva il secondo assist per Kemba che si ripeteva dalla lunga distanza.
Un fallo di Zeller su Adams mandava i Thunder in bonus, il centro oceanico non falliva, così OKC doppiava Charlotte sull’8-16.
Otto secondi più tardi anche Cody otteneva due tiri in lunetta ma realizzava un solo puto, ne approfittavano i Thunder che sull’asse Westbrook/Durant creavano l’azione con assist e correzione volante rispettivamente con l’ala piccola dei Thunder abile a segnare in veloce transizione anche a 5:50 con un fing and roll che dava 11 punti di vantaggio alla squadra locale (9-20).
Marvin Williams 15 secondi più tardi faceva entrare anche gli Hornets nell’orbita della doppia cifra ma Oklahoma City allungava con Westbrook e la successiva schiacciona di Durant, il quale partiva da lontano in palleggio liberandosi facilmente i P.J. Hairston e non trovando opposizioni vicino al ferro.
A 3:24 Hawes appena entrato fintava sul difensore, un passo in avanti e appoggio in allungo a una mano, tutto esteticamente bello e anche efficace.
Ibaka e Lin si scambiavano cortesie da due punti, Charlotte segnava ancora con l’altra guardia, Walker, il quale con una veloce e terrificante entrata sfidava il lungo (Kanter) che copriva bene ma doveva arrendersi al reverse-lay up di Kemba che rimaneva per qualche interminabile istante a creare ansia sul ferro per poi discendere dalla parte giusta. Oklahoma City tuttavia tornava al doppio vantaggio (+10) quando Hairston per uscire da un blocco di Singler toccava Durant sul tentativo da 3 punti; l’asso dei Thunder non sbagliava e portava i suoi sul 19-29. Si faceva vedere anche Kaminsky che apriva il gioco sulla destra concedendo a P.J. il pallone della tripla per il 22-29.
A chiudere il quarto era però un libero di Durant che a :41.8 segnava il 22-30, parziale definitivo di primo quarto.
Lin s'inventa un tiro acrobatico.

Lin s’inventa un tiro acrobatico.

Nel secondo quarto la musica non cambiava; Hornets sempre in grave difficoltà a rimbalzo e anche Kanter conquistava un pallone sotto le plance di Charlotte che gli valeva anche due tiri liberi per riportare a +10 la squadra di Donovan.
Lo stesso Kanter andava corto da sotto al tiro ma segnava con un veloce tap-in.
La coppia Kaminsky-Hawes aveva anch’essa problemi e Kanter passava altre due volte attraverso la lunetta ma realizzava solo un libero questa volta, a 9:11 Frank rispondeva in attacco con una finta grazie alla quale si liberava del difensore e andava a mettere il jumper, in più sull’azione d’attacco successiva sfruttando l’altezza spalle a canestro si avvicinava con degli spin su Singler e lo batteva appoggiando a sinistra del tabellone per il 26-35.
Lin tentava un’apertura ma era nociva; intuizione di Westbrook che guidava il contropiede flash dei Thunder, assist per Robertson accanto a lui a sinistra e schiacciata in corsa.
Lin si faceva perdonare guadagnandosi due punti da vicino il ferro ma a 7:21 gli Hornets evidenziavano un problema; gli angoli dai quali troppe volte era concesso spazio per possibili triple aperte, nel caso a sfruttare la debolezza era Robertson, il quale colpiva dall’angolo sinistro con la difesa degli Hornets scentrata; Batum a coprire il ferro sul lato destro come per difendere l’anello e fare tagliafuori lasciava proprio il marcatore con metri di spazio, Daniels era alto a sinistra ma tagliato fuori dall’ala dei Thunder e non avrebbe potuto comunque accorciare velocemente, era Batum a fiondarsi dall’altra parte una volta visto arrivare il passaggio ma troppo tardivamente.
Il punteggio saliva con le triple di Daniels e di Kanter,a 6:30 Kaminsky prendeva ancora l’iniziativa con un runner ma il suo appoggio morbido colpiva il ferro, tuttavia Hawes spuntava a sinistra e correggeva in tap-in realizzando il 33-43.
Lin in modalità offensiva alzava un lob sopra il canestro, Ibaka arrivava di gran carriera a stoppare ma tardi di un soffio, parabola discendente e gooaltending.
Dall’altra parte Charlotte però non riusciva a tenere in difesa rimanendo a distanza dai Thunder; Westbrook non metteva il tiro ma Kanter realizzava il tap-in tra il museo delle cere difensivo degli Hornets. Kaminsky a 4:57 realizzava una tripla, per i Thunder, però era sempre Russell a fornire l’assist per l’alley-oop d’Ibaka, Walker invece rispondeva con delle finte che depistavano Robertson riuscendo a trovare il varco per l’appoggio che portava gli Hornets sino al -7 sul 40-47.
Dopo alcuni liberi per ambo le squadre Charlotte recuperava un altro punto portandosi a -6 (43-49) a 1:56.
C’era ancora il tempo per un pallone scaricato nell’angolo sinistro per Waiters che non falliva il bersaglio e per l’appoggio nel traffico di Walker, ultimo canestro del primo tempo che si chiudeva sul 45-52 Thunder.
 
Nel terzo quarto Kemba a 10:12 con due liberi portava i Calabroni sino al -5 (49-54) ma da lì a poco i Thunder si sarebbero sganciati; Durant con un mid range e Westbrook dalla linea mandavano la gara sul 51-60, Charlotte tentava di rimaner in gara controbattendo di transizione, passaggi veloci per raggiungere Zeller, il quale ormai lanciato verso la schiacciata era colpito sull’avambraccio da Westbrook quando ormai si trovava a pochi cm dal canestro.
Il 2/2 portava il punteggio sul 53-62 e ancora una transizione veloce portava P.J. ad aggiungere altri due punti.
Il primo vero strappo lo davano i canestri di Durant (mismatch con Lin in post basso destro) che portava a casa un gioco da tre punti a 6:14 e Ibaka che dal corner destro piazzava la tripla a 5:59 aumentando il divario tra le due squadre a 14 punti (56-70).
Durant sbagliava anche un FT contro i Calabroni per un tecnico contro Clifford, Charlotte riusciva solo a mantener inalterato il distacco a 4:00 quando Lin si presentava in lunetta (raggiunto il bonus a favore di Charlotte) per segnare i liberi del 64-78.
A 2:36 canestro fantasma in favore degli Hornets, Lin sulla destra del canestro alzava la palla in appoggio, Kanter lo stoppava mandando il pallone sul vetro a pochi cm, gli arbitri venivano ingannati dal rimbalzo e assegnavano un goaltending che ormai non faceva poi molta differenza viste le proporzioni del punteggio.
Con Charlotte tornata a -14 dopo due liberi di Lin per fallo di Waiters a 2:13 Singler indovinava due triple, la difesa di Charlotte lo lasciava libero prima a destra e poi a sinistra così i Thunder si lanciavano sul +20 (68-88).
 
L’ultimo quarto era garbage time, Payne e Roberts si sfidavano con Roberts inizialmente a mangiare qualche punticino ai Thunder (76-93), a 8:05 Singler riceveva e andando in orizzontale in corsa dal centro dell’area lasciava partire un gancio perfetto anche se marcato finendo la sua serata in doppia cifra in maniera immacolata al tiro.
Nel finale Kaminsky mostrava un po’ del suo repertorio con l’entrata, l’arresto sul bordo sinistro del pitturato, il giro a 360° per liberarsi dell’avversario e i due punti trovati per il 90-106.
Nel finale il robusto McGary completava la festa dei Thunder con la slam dunk, per Charlotte chiudeva in bellezza invece Daniels con la tripla del 95-109 finale a 18 secondi dalla fine.
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Pagelle:
 
Walker: 6,5
21 pt., 2 assist, 2 rimbalzi, 2 rubate. Perde 3 palloni e smista solo 2 assist contro i 13 in più del dirimpettaio titolare. Un 8/15 dal campo con alcuni canestri pregevoli.
 
Batum: 5
0 pt. (0/4), 6 rimbalzi, 3 assist. Nicolas è in serata non brillantissima al tiro, in questa non porta a casa nemmeno un punto. Complessivamente una delle più brutte da quando è a Charlotte. Nel cercare di servire Marvin Williams lancia un pallone altissimo che Marvin non può fermare. Discreto nei rimbalzi poiché tiene una posizione vicino canestro, non lo è altrettanto in difesa. Perde 3 palloni.
 
P.J. Hairston: 6
11 pt., 2 rimbalzi, 2 rubate. Duello difficile anche se lui in attacco trova una serata da doppia cifra. Dall’altra parte Durant ne segna 26 però…
 
M. Williams: 5
3 pt., ¼, 3 rimb., 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Anche lui in difesa non combina molto a rimbalzi, in attacco serata grigia. Si allinea ad una certa mediocrità da trasferta.
 
C. Zeller: 5
3 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 4 falli, 1 stoppata presa e nessun canestro su azione in poco più di 14 minuti in campo. Westbrook gli fa un fallo per il quale al momento sembrava profilarsi magari un leggero infortunio. Per questo conquista la lunetta, luogo da dove in serata conquista i punti messi a referto (3/4).
 
Hawes: 5,5
6 pt. (2/8), 6 rimb., 3 assisst. Un po’ di rimbalzi, ma considerando che gioca oltre 26 minuti siamo in media Zeller. Non sempre c’è o riesce a tenere. Un paio di tiri ravvicinati rilasciati con troppa irruenza, pallone lasciato uscire dalle mani con troppa forza o con troppa fretta, rotazione della sfera troppo veloce.
 
Lin: 6,5
16 pt., 1 rimbalzo, 2 assist. In fase di punti apportati dalla panchina va sempre bene. 14 punti più due omaggio degli arbitri, perde due palloni e si deve arrangiare con 4 falli in difesa. Colpito al naso da Ibaka sul goaltending esce a farsi tamponare una narice.
 
Kaminsky: 6
15 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Gioca più di 31 minuti. A rimbalzi potrebbe far meglio, da rookie e con alter caratteristiche è in media. In attacco fa la sua discreta partita.
 
Daniels: 6
11 pt. (4/7), 2 rimbalzi, 1 palla persa e una stoppata subita. Finisce con 3/5 da tre punti. C’è una fase nella quale è in campo e devo assistere alla tripla tentata da Hawes o ad altre soluzioni offensive, ignorato Daniels per il recupero che se ben servito è quasi una sentenza. Difesa scarsa.
 
Roberts: 6
9 pt., 2 assist. Duello con Payne a inizio ultimo quarto e poco altro.
 
Hansbrough: 6
0 pt., 0/2, 3 rimbalzi, 1 rubata, 3 perse. Classico “casinista”. Statistiche bizzarre, alterna cose buone ad altre negative, tre rimbalzi tutti offensivi recuperati. Forse avrebbe potuto entrare prima per recuperare qualche rimbalzo, anche se poi avrebbe dovuto frenare il suo istinto che lo conduce spesso al fallo o a sbagliare la conclusione, mettendosi a disposizione della squadra.
 
Harrison: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata in 3.29. Gioca sempre scampoli di gara, a parte la steal e il rimbalzo a partita spenta null’altro.
 
Coach Clifford: 5
Le posizioni che in difesa assume la squadra non vanno bene. Tutto nasce da qualche difficoltà personale ma spostare alcuni uomini in determinate posizioni ha prodotto più danni. Sotto canestro siamo mal coperti e negli angoli anche. Bisogna contrastare i tiri in questa Lega. Non ci si può permettere il lusso di lasciare tiri aperti troppo facili. L’ho sentito parlare riguardo (in un’intervista precedente) di problemi in difesa e non di energia profusa in campo e se nel caso di alcune partite precedenti non mi trova d’accordo, in questa serata lo sono anche se l’impegno e l’energia che la squadra mette in casa sono maggiori. L’impegno c’è stato, la difesa no. Pur riconoscendo che è lui l’allenatore, ne sa molto più di me e vede i ragazzi tutti i giorni, il suggerimento è di cambiare almeno rotazioni nello starting five (visto che il quintetto non lo cambia) se possibile alzando un po’ il quintetto dando più spazio a Tyler, aspettando gli infortunati. Orlando è gara da non sbagliare per noi.

Continua (nel pomeriggio)…

Il Punto @ 41

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Sottotitolo; FrenatHornets

Charlotte riparte dai 52 punti di Walker, record di franchigia, aspettando MKG e Jefferson.

Charlotte riparte dai 52 punti di Walker, record di franchigia, aspettando MKG e Jefferson.

Siamo giunti faticosamente ma velocemente a metà stagione per la nostra amata squadra.
E’ sempre molto impegnativo fare il punto della situazione, le proprie sensazioni si confrontano con i dati statistici e a volte per vedere cosa non ha funzionato occorre magari andare a rivedere un’azione.

E’ il caso della partita contro Utah che per noi fa da boa stagionale, la quarantunesima su 82, ora gli Hornets devono dimostrare di saper nuotare fino alla riva centellinando le giuste dosi d’energia per arrivare a riva prima di almeno altre 7/8 concorrenti possibilmente.

Lo tsunami (la grande onda) che pronti via ha colpito Charlotte (infortunio di Kidd-Gilchrist) si è riproposto in alto mare lasciando sul campo prima Jefferson per qualche gara, poi ha affaticato Batum, ora rientrato e Lamb che nelle ultime gare è rimasto sempre fuori (per infortunio così come Nicolas precedentemente).

MKG sta ritornando velocemente alla pratica seria e anche se non c’è un calendario di rientro, qualche sito azzarda che possa rientrare già il 5 febbraio, mentre per Jefferson pare se ne riparli dopo l’All-Star Game.

Un Kemba forza 52 ha virato attorno alla boa raccogliendo il bicchiere mezzo pieno in un momento di difficoltà anche perché la squadra ultimamente denuncia pecche in difesa con rotazioni in ritardo, uscite di Zeller che lascia libero il pitturato costateci una gara a NOLA e un supplementare contro Utah, inoltre ha il mal di trasferta, partite contro squadre modeste come i Suns e i Nuggets (ora un po’ risollevatasi Denver) che dovevamo vincere assolutamente sono finite male, perdiamo da 9 partite consecutive, l’ultima vittoria è arrivata il 12 dicembre a Memphis, oltretutto con irrisoria facilità, poi gli infortuni ma anche una mentalità troppo passiva fuori dal North Carolina.
Tutti entusiasti dei nostri Hornets con un coach che sembrava finalmente far girar magnificamente il team come un ingranaggio quasi perfetto, poi la sfortuna ma non solo, ha presentato il suo conto, come già detto materializzandosi sotto forma d’infortuni.

C’è da dire che Cho in estate ha lavorato molto per rinforzare una panchina che è la seconda migliore a est, ma pur sempre di panchina si tratta, se la città di Charlotte non è molto attraente per alcuni free agent e Jordan non usa il suo carisma per convincere qualche stella, ecco quello che succede, la nostra cattiva stella si accende più puntuale della bolletta a fine mese ed eccoci pagare le carenze strutturali (tecniche e fisiche soprattutto la seconda) in organico.

Come già detto non abbiamo un’ala piccola decente, P.J. Hairston, sophemore, si dice già che verrà tagliato per il prossimo anno e a livello di centro lo scambio Hansbrough/Biyombo è stato deleterio.

Biz proteggeva l’anello mentre Hansbrough guarda sovente le partite dalla panchina. In questo vuoto lasciato da Jefferson, per qualche partita ha ben figurato Zeller, il quale però non ha abbastanza kg ed esperienza per vedersela contro alcuni centri navigati della NBA. Hawes è un ripiego che va a corrente alternata, se rimane in campo garantisce un buon numero di rimbalzi ma non intimidisce nessuno. Lin continua a difendere ma molti avversari stanno sfruttando il vantaggio in cm e anche se offensivamente il Jeremy orientale è indubbiamente un’arma importante ma volte è a doppio taglio.
Vediamo qualche statistica:
Il record attuale dei Calabroni è 19-22 (.463) che vale un dodicesimo posto quando Indiana e Detroit occupano il sesto e il settimo posto con l’identico record inverso di 22-19 e ottava è Boston con un 22-20. Non distantissimi quindi gli ultimi posti playoffs pronosticati da me se tutti fossero rimasti sani, il problema ora sarà combattere contro il mal di trasferta e in emergenza infortuni, sperando che la dirigenza dal mercato invernale tiri fuori qualcosa di utile per invertire la rotta.
Da qui alla pausa per l’All-Star Game dovremo giocare ancora 12 partite delle quali 7 saranno in giro per gli States, ecco il calendario:
42^ 21/01 Hornets @ Thunder
43^ 23/01 Hornets @ Magic
44^ 24/01 Hornets Vs Knicks
45^ 26/01 Hornets @ Kings
46^ 28/01 Hornets @ Jazz
47^ 30/01 Hornets @ Trail Blazers
48^ 01/02 Hornets @ Lakers
49^ 04/02 Hornets Vs Cavaliers
50^ 06/02 Hornets Vs Heat
51^ 07/02 Hornets Vs Wizards
52^ 09/02 Hornets Vs Bulls
53^ 11/02 Hornets @ Pacers
Le gare a OKC e in casa contro i Cavs sono da bollino rosso, da arancione quelle contro Kings, Jazz e Pacers fuori, considerando il fattore campo da bollino giallo quelle contro Knicks, Heat, e Bulls in casa oltre a quelle contro Magic e Trail Blazers fuori, da bollino verde potrebbero essere quelle contro Wizards in casa e Lakers fuori, anche se ogni gara nasconde insidie.

C’è da invertire la tendenza che nelle ultime 10 gare ci ha visto vincere solo due volte a fronte di 8 sconfitte consecutive.

C’è da tener duro e cercare di vincere più gare possibili arrivando a un inizio marzo con un calendario favorevole, diverse squadre non irresistibili o comunque alla portata, la maggior parte da affrontare in casa, ma gli ultimi giorni di gennaio e febbraio sono lunghi, sperando la squadra torni a mettere intensità, gioco di squadra e movimento senza palla, ma soprattutto difesa, bisognerà superarsi.

Clifford non lo farà (parole sue riesposte da me) shakerando lo starting five, quindi ci si aspetta di risolvere il problema dei punti incassati in altra maniera.

L’attacco di Charlotte sta segnando 101,7, tenendo come riferimento il nostro precedente punto risalente a gara 17 che segnava i 102,5 punti a partita, ne stiamo segnando 0,8 in meno ed è tredicesimo nella NBA, arretrato di 6 posizioni rispetto alle prime 17 contese.

Quello che fa più difetto ed è evidente, sotto gli occhi di tutti recentemente, è la difesa che mentre fino a gara 17 concedeva “soltanto” (senza MKG) 98,8 pt. a gara, ora ne subisce 100,8, ben due in più a partita e dal decimo scende al quindicesimo posto.

Ai FT tiriamo con il 78,7% e ci piazziamo in ottava posizione, non male per una squadra che deve sfruttare al massimo ogni difficoltà degli avversari, mentre siamo noni a rimbalzo difensivo, ma solo ventisettesimi in quello offensivo, sia per questioni di cm e tattica, complessivamente siamo al 21° posto in classifica rimbalzi, mentre nei turnover ci piazziamo al primo posto.
La squadra ha tirato dal campo con il 43,2 contro il 44,8% precedente.

Charlotte scende anche nella percentuale nel tiro dalla grande distanza, dove fa registrate il 34,8% contro il 35,9% precedente.

Per quanto riguarda i singoli Walker dopo i 52 punti realizzati contro Utah, sfiora i 20 a partita con 19,9 di media seguito da Batum con 15,2, Jefferson è sul podio con 12,5 ma è out, lo tallona al quarto posto Lin con 12,2 dalla panchina.

Nel tiro da 3 punti primo è… Hansbrough, no, non avete letto male, ha segnato 2 dei 3 tiri tentati (l’ultimo l’ha sbagliato recentemente) e con il 66,7% è primo, Daniels è secondo con il 46,2% mentre tra i tiratori più assidui il primo è Marvin Williams con il 38,1%, segue Walker con il 37,6% al quarto posto.

Nella classifica assist gli unici due giocatori con una certa consistenza a partita sono Batum con 5,5 e Kemba con 5,00, mentre nella classifica rimbalzi un’ala sottodimensionata come Marvin Williams è al primo posto, sa qui si possono capire in certe serate le difficoltà della squadra.

Ecco comunque le statistiche dei singoli giocatori in toto a metà stagione esatta:

hornetsstatssing.

Marvin (che è l’unico Hornets sopra l’1.0 nella statistica stoppate insieme a Jefferson con 1,1 a testa) ne cattura 6,5 a partita, Batum 6,3, Jefferson 6,1 e Zeller 6.
Sotto vediamo le zone di tiro arrivati alla quarantunesima partita giocata:

camphor
In basso troverete la classifica con la media voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) in tutte le gare disputate a oggi:

classhorn

Game 41; Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 124-119 (2OT)

Immagine

Sottotitolo; marciHornets

 

Kemba Walker, 52 punti storici per lui.

Kemba Walker, 52 punti storici per lui.

 
“I have a dream” era il concetto utopistico di Michael King (poi cambiato in Martin Luther King).
M. L. K. Era un pastore protestante che come saprete, lottò per migliorare o ottenere diritti civili nell’America del dopoguerra fino al 1968, anno della sua morte avvenuta per omicidio.
Fervido credente della non violenza, seguì le orme di Gandhi nel cercare di conquistare i diritti civili in particolare per la popolazione nera, all’epoca ancora in parte sottoposta e segregata a diverse forme di razzismo.
Nella giornata odierna la NBA dedica al suo impegno e memoria il “Martin Luther King Day”, in palese contrasto con le giornate dedicate all’esercito e la sua filosofia “Peace keeping”.
Il sogno del pastore nero era quello che tutti gli uomini fossero ritenuti uguali e avessero gli stessi diritti, il mio “i have a dream” (formula introduttiva da lui usata in una famosissima marcia su Washington per chiedere uguaglianza e diritti) sportivo invece, più prosaicamente nella serata, era di vedere gli Charlotte Hornets tornare a vincere.
Raggiunto il culmine del mio personale sentimento di depressione sportiva dopo anni passati a masticar amaro, prima della gara, scrivendo degli Hornets, mi assalivano parossismi di disperazione per una crisi di risultati pluriennale, la quale al momento non lasciava intravedere sbocchi per una rapida e solida soluzione d’uscita complici infortuni e una difesa orrenda nelle ultime gare.
Charlotte si è aggrappata a Kemba Walker, il quale ha marciato su dei coriacei Jazz calpestandoli con 52 punti, è record di franchigia ma soprattutto è arrivata finalmente una vittoria per tornare a dare un po’ di serenità all’ambiente nonostante ottenuta tra atroci sofferenze.
Marvin Williams, buona prestazione. Nei momenti che contavano è stato decisivo.

Marvin Williams, buona prestazione. Nei momenti che contavano è stato decisivo.

 
Coach Clifford diceva che i problemi in difesa al momento non potevano essere risolti cambiando starting five quindi gli Hornets scendevano sul parquet amico della Time Warner Cable Arena con; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams e C. Zeller.
L’allenatore dei Jazz Snyder invece doveva rinunciare a Favors, assenza piuttosto pesante e schierava il seguente quintetto; Neto, Hood, Hayward, Lyles, Gobert.
 
Il primo canestro era per i Jazz ed era anche un grido d’allarme, Hayward a 11:32 con troppa tranquillità aveva il tempo di mirare il canestro e arrivava lo 0-3, gli Hornets reagivano e quindici secondi più tardi segnavano i primi due punti; Marvin Williams posizionato fuori fintava battendo il difensore, partenza in direzione centro area, scarico volante no look per Zeller che chiudeva l’azione in schiacciata.
A 10:37 Charlotte sorpassava con il tiro frontale di Walker che non entrava direttamente, anzi, sembrava un po’ corto sul primo ferro, tuttavia il cerchio si dimostrava benevolo e lasciava passare avanti la squadra di Clifford.
I Jazz rispondevano a 10:17 con due punti dell’altissimo Gobert che da sotto non aveva troppi problemi.
Charlotte cercava di reagire per evitare la nuova rovinosa caduta casalinga e passava dalla lunetta con Williams e Walker, 2 realizzati per il primo, uno per il secondo, tre punti che si aggiungevano ai precedenti ai quali sommare quelli di Batum a 9:02; duello francese sulla riga del tiro da tre punti a sinistra, step back del n°5 degli Hornets e tripla vincente sparata in faccia al connazionale per il 10-5.
Per i Jazz nel primo quarto a suonare c’era la sinfonia di Hayward; entrata frontale, contatto, perfetto controllo del corpo e due punti per la punta dei Jazz.
Charlotte rispondeva con Batum il quale si portava in palleggio spalle a canestro nel cuore dell’area, i Jazz accennavano il raddoppio ma con un assist schiacciato con la coda dell’occhio Nicolas passava palla a sinistra, dove sul lato fuori dalla linea dei 3 punti c’era appostato ninja Walker che sganciava la sua prima tripla di serata per il tredicesimo punto di Charlotte.
A 7:45 un gioco di Gobert da tre punti (blocking foul chiamato a P.J. che dal mio punto di vista risulta non esserci) portava anche i Jazz in doppia cifra.
Un pull-up di Batum frontale però mandava la squadra del North Carolina sul +5 (15-10), in risposta arrivava la tabellata fortunata da 3 di Hayward; tiro mal calcolato per potenza ma che finiva dentro con la stessa stellina dei Jazz a ridersela rientrando in difesa.
Walker dall’altra parte metteva la sua musica a palla, anzi, metteva la palla dentro il cesto ancora dalla sinistra e ancora dalla lunga distanza stimolando l’entrata violenta di Hayward che andava sorprendentemente in maniera decisa a mettere la schiacciata con la difesa di Charlotte nettamente sorpresa.
Kemba accettava la sfida a distanza e a 6:13 dalla diagonale sinistra era estremamente preciso nel mettere la terza tripla personale di serata portando gli Hornets a un vantaggio di 6 punti (21-15).
La squadra di Salt Lake però reagiva e si portava in parità, anzi, falliva anche il libero del vantaggio con Gobert.
Charlotte si affidava a un fade-away di Walker che arrestandosi nel pitturato riusciva a far arrampicare la palla con le manine sul primo ferro. I mormoni tuttavia con un gioco da tre punti di Johnson che subiva fallo dalle parti del canestro degli Hornets rilasciava un pallone che cadeva perfettamente nel canestro sfiorando la retina interna, il tiro libero era buono e i Jazz tornavano sopra di uno.
A 2:25 Walker segnava dopo le finte di crossover, l’entrata e lo spin veloce per trovar spazio per mettere il tiro, tuttavia alla prodezza della nostra PG rispondeva ancora Hayward in jumper per il personale 6/6. Charlotte provava a scuotersi ma prima Marvin Williams era stoppato da Gobert sotto canestro in aiuto, poi era Zeller a rovinare un meraviglioso passaggio di Lin perdendo tempo e facendosi stoppare d Gobert, tuttavia a :58.9 Marvin Williams riusciva a muovere il punteggio per Charlotte dalla lunetta con un 2/2.
Hayward buttandosi dentro era bravo a inarcare la schiena all’indietro per segnare un altro canestro ma Kemba decideva di far rispettare il fattore campo realizzando in jumper a :06.7 dalla prima sirena.
Gli Hornets chiudevano sul +1 (29-28) il primo quarto.
Mago Nicolas Batum ha sfornato ancora 9 assist.

Mago Nicolas Batum ha sfornato ancora 9 assist.

 
La seconda frazione si apriva con le panchine in campo mentre per Charlotte rimaneva P.J. sul terreno il quale contrastava bene il tiro di Hood che non entrava, Charlotte si avvantaggiava nel confronto trovando il canestro con una meravigliosa imbucata di Hawes; passaggio schiacciato in diagonale da sinistra a destra per l’arrivo di Kaminsky sotto canestro e dunk a due mani doverosa per concludere degnamente l’azione.
Quasi due minuti più tardi su un retropassaggio per Burke, Lin trovava il tempo giusto per contrastare il possesso dei verdi, Burke inseguiva la sfera nella propria metà campo dopo il contatto con Lin, ma dopo un paio di passi scivolava lasciando via libera a Lin che nonostante il pronto rientro di Burke aveva ormai il vantaggio sufficiente per l’appoggio.
I Jazz interrompevano il mini parziale di 6-0 con un tecnico di Hood, il quale provava anche di tripla a far male ai Calabroni ma Daniels difendeva bene non consentendo un tiro facile al n°5 ospite.
Charlotte spingeva ancora; Kaminsky provava l’entrata ma Whitey lo stoppava, la palla rimaneva lì e Frank si guadagnava un fallo riuscendo a realizzare il canestro e il libero.
Dopo due punti di Burke, ancora Frank dopo un pump fake su Booker andava dritto per segnare un driving layup shot e poco più tardi dal post basso sinistro spalle a canestro marcato da Lyles si girava repentinamente lasciando lì il suo difensore e schiacciando il pallone del 40-31.
I Jazz però facevano rientrare i titolari e i risultati erano immediatamente visibili; 4 punti di Gobert, 3 di Hayward, 0-7 di parziale e la squadra di Snyder tornava a -2.
A interrompere la rimonta era Batum a 4:42 con il jumper, Walker a 3:54 con un’altra sospensione dalla media distanza over Lyles metteva altri due punti nel paniere di Charlotte e grazie a Daniels che portava via un pallone a Gobert, Charlotte provava e trovava la tripla a 2:38 con Marvin Williams per il 47-38.
Trentasette secondi più tardi Walker decideva d’imitare il compagno realizzando l’ennesimo 3 punti con arco perfetto.
La gara si accendeva a suon di bombe e anche Neto esplodeva la sua portando il tabellone sul 50-41.
A 1:21 Zeller otteneva vendetta per essere stato tramortito sotto le plance da Gobert; Walker lo innescava e Cody dal lato sinistro del canestro metteva la schiacciata a due mani nonostante il contatto con Gobert deciso a fermarlo.
Forse un po’ scosso nel finale Rudy sbagliava due liberi ma Hayward a due secondi e mezzo dalla sirena dell’intervallo realizzava due punti mandando le squadre negli spogliatoi sul risultato di 52-43 pro Hornets.
 
Nel terzo quarto non succedeva nulla di speciale all’inizio; Hood mancava un tiro contrastato da Walker a braccia alzate e Zeller ormai passato in mezzo alla difesa mancava un appoggio (l’ennesimo) tra la disapprovazione del pubblico.
Occasioni multiple sbagliate anche dai Jazz, così Kemba partendo sulla baseline destra schermato da Cody raggiungeva i dintorni del canestro dove Gobert gli diceva no, ma con il fallo.
Walker metteva due liberi per i primi punti del quarto. Cody invece si presentava in lunetta più tardi sull’apertura football di Batum, Zeller però splittava e 16 secondi dopo Hood colpiva con tre punti dalla top of the key.
A 8:10 Marvin era bravissimo a ricevere nel pitturato e a concludere immediatamente con disinvoltura in turnaround hook. Utah replicava con una tripla ma a 7:30 Walker andava in penetrazione fin sotto canestro, dove scaricava sull’altro lato del ferro per Zeller, il quale saliva a schiacciare la palla a spicchi del 59-48.
Kemba era scatenato e a 6:49 faceva registrare la quinta tripla di serata (su 6 tentativi) facendo volare i Calabroni a 60 punti, un jumper di Burke riduceva lo svantaggio per poco giacché Marvin dava manforte a Kemba scagliando un’altra freccia avvelenata nel cesto dei Jazz; 3 punti e Calabroni sul +15 (65-50).
Sembrava tutto a favore dei teal & purple per una volta, invece da Hayward arrivavano due triple consecutive e il gap dei Jazz scendeva sotto la doppia cifra.
Bisognava aggiungere una palla persa da Kaminsky, il quale dava via libera alla comoda transizione di Burke e alla palla gettata via da Marvin Williams per comprendere le difficoltà momentanee di Charlotte, tuttavia Kemba spezzava il momento negativo con l’azione personale; il nostro n°15 si buttava dentro, Burke lo spingeva da furbo con il corpo e la spalla accompagnandolo ma gli arbitri vedevano il fallo e Kemba portava a casa un gioco da 3 punti per il +10 (68-58).
A 2:32 un pallone rimbalzato dalle parti di Lin e Booker finiva nel canestro di Charlotte, sembrava auto canestro di Lin, ma la mano infilata tra le due di Jeremy sembrava decisiva per il canestro.
Cody finalmente riusciva a farsi valere non solo sugli scarichi facili, ma in uno contro uno batteva il suo avversario appoggiando da sinistra in entrata la palla del 70-60.
Nel finale di frazione si registravano anche i canestri di Whitey da sotto per gli ospiti (ben pescato in area), di Lin (trovato da Walker che sotto canestro chiuso da tre giocatori rinunciava al tiro che avrebbe voluto prendersi per la scelta più proficua) da tre punti e di Burke con un lungo jumper da due, mentre Kemba chiudeva con il tiro da metà campo sulla sirena che colpiva clamorosamente il ferro.
 
Frank the Tank Kaminsky. Per lui nelle ultime uscite un buon apporto offensivo.

Frank the Tank Kaminsky. Per lui nelle ultime uscite un buon apporto offensivo.

73-64 quando si entrava nei 12 minuti finali dei tempi regolamentari…
Charlotte iniziava bene anche l’ultima frazione con un dribbling in penetrazione di Lin che in salto oscurato da Whitey decideva di lanciare i componenti a Kaminsky, il quale dalla sinistra colpiva con la tripla del 76-64.
Frank si faceva notare anche per la sua buona difesa su Lyles e per essersi andato a prendere due liberi.
Frank ne realizzava però solamente uno portando sul +13 la squadra di Jordan (in panchina vestito di rosso in serata).
Hood da tre punti e Booker in turnaround producevano cinque punti per la squadra del lago salato ma Kaminsky con l’appoggio dopo la drive era ancora una volta protagonista in fase offensiva.
Lyles dal corner sinistro (3 pt.) però riduceva lo scarto a 7 punti. Batum forzava un fade-away mentre Utah riceveva l’energia di Booker che prima conquistava rimbalzo offensivo e fallo convertendo i liberi in punti a 8:54, poi, dopo la tripla di Daniels a 8:40 un up & in dello stesso giocatore dei Jazz dava altri due punti ai suoi.
A 7:50 Lin era bravissimo nell’arresto e tiro da marcato; velocissimo e preciso dava due punti fondamentali facendo respirare Charlotte, un po’ in affanno sul rientro ospite.
Hawes in difesa faceva vedere l’intervento della serata mostrando stile e pulizia d’intervento andando con perfetto tempismo a stoppare Lyles. Spencer però non era un deterrente per Utah che a 6:35 sfruttava la tripla di Hayward dal lato destro, per fortuna Frank andava a prendersi un rimbalzo offensivo dopo l’errore di Hawes da tre e attaccando il ferro in uno contro uno metteva altro fieno in cascina per Charlotte, la quale comunque subiva due canestri (Booker turnaround il primo), incassando il pareggio di Neto tutto solo nell’angolo destro a 4:42.
86 pari, tutto da rifare per la squadra di Clifford capace di scialacquare 15 punti di vantaggio.
A 3:34 Utah in vantaggio con Neto (2/2 dalla lunetta per fallo in aiuto di Zeller), con il tempo calante ogni tiro diveniva sempre più importante, l’adrenalina saliva vertiginosamente e Charlotte non trovando sbocchi si affidava a Lin che si assumeva una gran responsabilità a 3:10 tentando un jumper lungo da marcato; parabola alta e perfetta, altra gran giocata dell’orientale.
Hood sfruttava i cm di vantaggio su Jeremy e andava a colpire in area nonostante l’aiuto di Cody, a 2:20 Charlotte sopravviveva ancora agganciando con un altro tiro in sospensione; questa volta era Walker in step back ad artigliare il pareggio a quota 90.
I Jazz perdevano palla poco più tardi poiché il coach degli Hornets chiedeva di vedere la palla scagliata su Lin da Hood poiché a suo parere il giocatore dei Jazz nel tentativo di recupero aveva già toccato con il piede sinistro terra ed effettivamente era così.
Inversione della rimessa concessa agli Hornets importante, perché a 1:48 Batum sul lato destro riceveva palla da Walker e applausi da Jordan dopo aver messo l’importante tripla del 93-90.
I Jazz sbagliavano due triple sul primo tentativo di recupero, ma Zeller non riusciva a prendere un passaggio basso e goffamente faceva carambolare di stinco il pallone oltre il fondo.
Utah ci riprovava con Burke, nulla da fare ancora dalla lunga distanza ma Hayward sul lato destro del canestro prendeva il rimbalzo offensivo; Batum non faceva bene il tagliafuori e la palla ricadendo tra lui e Marvin trovava Hayward che prima usciva e poi rientrava in area trovando un paio di contatti per andare in lunetta.
Nemmeno a dirlo i liberi finivano dentro e si andava sul 93-92. A :22.8 dalla fine.
Walker a :17.0 si presentava in lunetta per due importanti liberi e non sbagliava.
Niente time-out Utah, Hayward portava palla e sparava un pallone flash nell’angolo destro, dove Burke colpevolmente lasciato solo infilava la tripla del pareggio a :13.1 sul 95-95.
Niente time-out nemmeno per Charlotte, Kemba da marcato andava dagli 8 metri colpendo però solo il secondo ferro e di fatto mandando la gara ai supplementari.
 
Nelle uniche due occasioni quest’anno nelle quali si disputarono i supplementari avevamo sempre vinto, ma oggi la storia era diversa, antichi fantasmi erano tornati a impossessarsi della Time Warner Cable Arena, le paure che metaforicamente rappresentano questi spettri erano tangibili quando i Jazz scappavano sul +4 in avvio di OT (Gobert easy dunk da sotto e Hood).
A ridare coraggio agli Hornets era Marvin Williams che a 3:12 prendeva la baseline sinistra e con un fing and roll da poca distanza solo cotone riportava a -2 la squadra di Jordan.
I teal & purple andavano a 2:41 sul -1 con Zeller; Marvin Williams s’infilava potente e veloce in area e per evitare la stoppata di Gobert sotto canestro sfruttava il due contro uno; passaggino a destra per Zeller fermato fallosamente dallo stesso centro transalpino.
Cody però non riusciva a far di meglio di un ½. Venti secondi dopo Hayward sempre dalla linea della carità riportava a 3 il vantaggio ospite, serviva un rimbalzo offensivo di Marvin Williams, abile a prendere posizione e fallo da Booker per ritornare al -1 passando dalla lunetta ancora una volta.
Hayward attaccava dalla linea di fondo destra andando via a Batum ma su un contrasto con Zeller il pallone gli sfuggiva, dietro di lui recuperava la sfera Kemba mentre Gordon aveva un gesto istintivo di frustrazione commettendo fallo su Kemba gli facilitava il compito; bonus raggiunto, lunetta e sorpasso sul 102-101.
Battaglia sotto il tabellone di Charlotte, succede un po’ i tutto, Gobert si lamenta ma secondo gli arbitri non c’è fallo, Kemba ne approfittava sul lato destro, prove di crossover con finta di penetrazione, passo indietro fingendo tranquillità e nuovo scatto immediato in avanti passando tra Gobert e Booker con facile appoggio in allungo.
A :39.9 Burke segnava da poca distanza in posizione di baseline sinistra, jumper affidabile.
A :25.5 Kemba forse cercando anche il fallo andava con il jumper dalla media distanza, Hood in rincorsa su di lui lo sfiorava mentre Kemba perdeva l’equilibrio portando il tronco in avanti, tiro difficile ma perfettamente eseguito da Walker che portava a casa altri due punti per un bottino ormai cospicuo.
Hayward riceveva sulla rimessa laterale sul lato sinistro ma il suo passo indietro gli faceva toccare la linea laterale del campo facendo riguadagnare a Charlotte la palla.
A :22.5 Utah era costretta al fallo e Kemba metteva i suoi liberi ma i Jazz a :15.7 dalla fine trovavano Charlotte impreparata; Ingles passava palla sulla rimessa, Hayward era seguito da Williams, sullo scarico all’indietro per lo stesso Ingles nessuno andava a chiudere e arrivava il -2…
Hayward compiva una prodezza nel rubare palla a Batum sulla rimessa, anche se il suo braccio appoggiato faceva propendere per il fallo che avrebbe voluto Clifford, nulla da fare, nel finale Gobert lasciato solo sotto canestro con gli Hornets più impauriti da una possibile tripla, schiacciava senza opposizione. Zeller andava in aiuto a Batum su Hayward che trovava ancora una volta il corridoio giusto di passaggio. Kemba provava ancora a scongiurare un altro OT ma il suo era un tiraccio che colpiva il lato sinistro del ferro.
 
Nel secondo supplementare Lin si affidava a Marvin Williams, catch n’shoot immediato a 4:12 e tripla importante.
Burke volava oltre Zeller appoggiando al vetro sul lato opposto del parquet ma a 3:30 nonostante un suo primo errore al tiro, Kemba recuperava il rimbalzo e correggeva con un tiro ravvicinato segnando il 113-110.
A 2:54 dalla fine sembrava fatta nuovamente quando Walker toccava i 48 punti personali mettendo la tripla dalla diagonale sinistra; 116-110 ma dopo un tiro in sospensione di Burke dalla linea del tiro libero gli arbitri chiamavano un fallo assurdo contro Marvin Williams che falliva l’appoggio, ma il fallo era di Gobert che allargava il braccio appoggiandosi nettamente, nulla da fare, arbitri irremovibili e anzi, due FT piovevano dal cielo per Hayward dall’altra parte che rimetteva in carreggiata i suoi sul -2 a 1:20.
Zeller dopo una partita passata tra alti e bassi si rifaceva salvando un pallone quasi uscito dal campo sull’errore al tiro di Walker, sul proseguimento dell’azione a lui capitava la palla che scotta a pochi secondi dal termine del possesso; inventandosi uno spin move trovava spazio per il tiro che difficilmente avrebbe messo; Gobert abboccava concedendo i due liberi che Zeller non falliva facendo girare il tabellone sul 118-114.
Finita?
Nemmeno per sogno.
Burke a :30.6 schermandosi a destra era bravo a infilare la tripla del -1. A :11.1 però Booker commetteva fallo su Zeller, Cody non tradiva nonostante la stanchezza e gli Hornets andavano sul +3 (120-117). Burke da 3 andava corto, Kemba veniva subito fallato e realizzava dalla lunetta, lo stesso Kemba però faceva fallo su Burke, il quale dopo aver aspettato il responso dal Replay Center in NJ si avviava in lunetta per tre tiri liberi.
Trey però falliva il secondo e Charlotte conservava 3 punti di vantaggio. Silla rimessa Kaminsky aveva difficoltà e ci si doveva salvare chiamando un altro time-out per non far scadere i 5 secondi.
Andava Batum a batterla questa volta e il passaggio schiacciato per Walker consentiva a Kemba di andare in lunetta, raggiungere i 52 punti, record di franchigia e segnare i liberi decisivi del 124-119 a :01.8 dalla fine.
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Pagelle:
 
Walker: 8,5
52 pt. (16/34), 9 rimb., 8 assist, 2 rubate. Kemba sfodera una prestazione maiuscola, ma per completezza bisogna dire che sbaglia due tiri decisivi nel finale e quest’anno è capitato già diverse volte, non è un clutch shooter di prima categoria ma quando si accende è difficile da fermare. Lascia anche Burke nell’angolo da solo libero di portare la partita all’OT. Per il resto in positivo le cifre parlano da se, letale anche da 3 dove chiude con un 6/11, non va lontano da una doppia o tripla doppia. Stabilisce il record di franchigia con 52 punti.
 
Batum: 6,5
10 pt., 9 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Perde 5 palloni e la difesa è stata inferiore secondo me alle sue possibilità in qualche frangente. Tutto sommato partita discreta con contributo assist notevole, se fosse stata una normale gara la sua tripla nel finale sarebbe stata fondamentale, ma noi siamo una squadra fantascientifica…
 
P.J. Hairston: 5
0 pt., 6 rimbalzi, 1 stoppata. Hayward fa quello che vuole. MKG dove sei (domanda retorica visto che si trovava in borghese dietro la panchina con un paio d’occhiali fini con montatura nera)?
 
M. Williams: 7,5
19 pt., 7 rimb., 1 assist, 1 rubata. Marvin è prezioso a rimbalzi e al tiro. Spunta nei momenti giusti. Discreta presenza. Nel marasma finale segue sulla rimessa Hayward e non Ingles che segna, però è una quisquilia in rapporto all’apporto dato.
 
C. Zeller: 6,5
14 pt., 6 rimb., 1 stoppata. Diversi punti arrivano serviti su un piatto d’argento dai compagni. In difesa fa fatica ma nel finale è importante e da un 5,5 passa al 6,5 tra liberi, pallone recuperato e iniziativa, oltre una bella difesa su Gobert.
 
Kaminsky: 7
17 punti, 7 rimbalzi, 1 stoppata. Non fategli battere le rimesse, è pericoloso. Sembra addormentato, per il resto contribuisce alla vittoria con tanti bei pregevoli canestri e rimbalzi.
 
Lin: 7
9 pt., 6 rimb., 5 assist, 1 rubata. Di capitale importanza due sue conclusioni nel quarto quarto. Mette a disposizione della squadra anche le sue doti di passatore.
 
Hawes: 6
0 pt., 1 assist, 1 stoppata. Spencer fa due cose nella mediocrità della serata (15:56 giocati e -5 di +/-) e sono meravigliose; assist splendido, stoppata fantastica. Una sufficienza.
 
Daniels: 6
Finisce con un ¼ al tiro, segna una bella tripla, difende meglio del solito.
 
Coach Clifford: 7
Fondamentale per farsi dare la rimessa nel finale, chiama i time-out nei momenti giusti e cambia il battitore della rimessa nel finale. Va bene che la squadra oggi tiri con più del 50% da 3 ma deve risolvere i problemi in difesa, i giovani Jazz alla fine sono stati battuti e va bene così, bisogna un po’ lavorare anche sulle rimesse però.

Game 40; Charlotte Hornets Vs Milwaukee Bucks 92-105

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Sottotitolo; TramontHornets?
Le due ali degli Hornets, P.J. Hairston e Marvin Williams impegnate a rimbalzo.

Le due ali degli Hornets, P.J. Hairston e Marvin Williams impegnate a rimbalzo.

 
Manca una sola gara ad arrivare a metà stagione esatta, gli Charlotte Hornets sembrano però già sul viale del tramonto senza prospettive reali di cambiamento immediato per raggiungere i playoffs.
MKG e Jefferson out, Lamb si è aggiunto alla lista infortunati (seconda gara nell’injury list) e Charlotte ha finito per perdere miseramente in casa contro Milwaukee.
Pongo l’accento sull’in casa poiché fino ad oggi le partite, anche quelle perse (eccezione i Warriors), ce le siamo giocate sino alla fine, oggi la squadra ha ceduto molto prima della sirena finale.
Forse i sogni di playoffs sono già al tramonto o forse no. Oggettivamente uscire da una crisi (1-8 nel nuovo anno) che sta attanagliando anche psicologicamente i giocatori (bad body language) si può, ma solo qualche vittoria, a patto che l’energia e l’intensità profusa siano superiori a quella avversaria e soprattutto con tensione continua, senza cali per 48 minuti.
I Calabroni avevano iniziato benissimo con energia e grinta, in più avevano trovato tre triple immediatamente e si erano portati in vantaggio anche di 10 punti (29-19) nel primo quarto.
L’ingresso della panchina ha avvantaggiato i Bucks che assunto il comando non l’hanno più lasciato.
Middleton 24 pt. e Monroe 19 per i Cervi. Hornets con 15 di Lin e 14 di Marvin Williams.
Charlotte per sperare deve, a parte vincere qualche gara ora, prendere qualcuno sul mercato che gli garantisca difesa nel pitturato, il calendario è benevolo con noi a inizio marzo ma potrebbe essere già tropo tardi.
Brian Roberts e l'assist alla mano.

Brian Roberts e l’assist alla mano.

 
I Milwaukee Bucks scendevano alla Time-Warner Cable Arena con; M. Carter-Williams, Middleton, Antetokounmpo, J. Parker e Monroe, mentre Charlotte non cambiava; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams e Zeller erano i prescelti da coach Clifford.
 
Gli Hornets guadagnavano palla con Zeller nella contesa iniziale e dopo diciannove secondi bruciavano già la retina; passaggio diagonale da destra a sinistra per P.J. difesa di Milwaukee in ritardo, extra pass verso il centro, Walker in ritmo da tre per la tripla aperta faceva udire solo il suono del cotone alla Time Warner Cable Arena.
Middleton venti secondi più tardi con un bel jumper accorciava sul -1 ma i Calabroni continuavano a tentare di colpire dalla grande distanza e arrivavano altri tre punti per Walker.
Monroe a 10:38 andava agli autoscontri con Zeller, sportellata e Cody parcheggiava nel pitturato mentre Greg realizzava da sotto. Gli Hornets si preoccupavano poso, filosofia di bristowiana memoria, gioco d’attacco importante, giro palla micidiale partendo dal raddoppio su Walker Milwaukee sempre con un tempo di ritardo e tripla questa volta di Marvin Williams per il 9-4.
Milwaukee iniziava anche a difendere, Kemba si faceva stoppare due volte da sotto canestro e i Bucks accorciavano con Parker dopo due errori sulla stessa azione con Parker dopo la rimessa dal fondo. Hornets che a 8:51 tornavano a segnare ma dalla lunetta con Marvin Williams; tentativo in sospensione e contatto che era premiato dagli arbitri.
La squadra del North Carolina dopo le realizzazioni dalla linea saliva a quota undici.
Un’apertura di Walker perfetta consentiva a P.J. d’andare in corsa sulla transizione ad agganciare la palla a spicchi a pochi passi dal canestro e ad appoggiarla come su un vassoio per il canestro del 13-6.
Una dunk di Parker muoveva il punteggio per gli ospiti ma Batum veniva lasciato improvvisamente solo con la squadra del Wisconsin a convergere tutta verso posizioni più arretrate, Nicolas ci pensava un attimo e tentava la tripla aperta che entrando dava il +8 ai Calabroni.
Antetokounmpo portava a 10 i punti dei Cervi con un’altra schiacciata, dall’altra parte del parquet Marvin Williams si faceva stoppare ma correva indietro a portar via un pallone ai Bucks sul quale Charlotte produceva l’attacco Batum/Walker con quest’ultimo a subir fallo sotto canestro sul tentativo di reverse lay-up.
Kemba era abile nel protegger palle e nel realizzare i due liberi ma dall’altra parte i soliti problemi in area davano la possibilità a Parker di chiudere in schiacciata con Batum nel semicerchio che giustamente preferiva non andare fino in fondo nell’ibntervento difensivo rmai battuto per non peggiorar la situazione.
Batum con il suo step back jumper shot a 5:20 faceva rapidamente toccare anche quota 20 a Charlotte, le squadre andavano ancora a canestro con Carter Williams e con Lin (fing and roll), Henson (gancio dal pitturato centrale su Zeller) e con un attacco a triangolo chiuso da Kaminsky sotto il tabellone a destra trovando il tempo giusto con mezza finta per mandar fuori ritmo i difensori in rientro e appoggiare al vetro.
Kaminsky a 2:26 con la mano sinistra appoggiava dallo stesso lato del vetro per battere il difensore, da segnalare il lob di Batum che passava sopra le teste di tutta la difesa dei Bucks per raggiungere Frank.
Il canestro era quello del 26-16, qualcosa però lentamente iniziava a non funzionare più in Charlotte e Kaminsky si faceva stoppare, nonostante Parker splittasse i suoi liberi e Kaminsky trovasse anche tempo e spazio per la tripla, Middleton realizzava l’ultimo canestro del quarto con un floater iniziando a prender le misure.
La squadra di Clifford conduceva quindi 29-19 alla fine del primo periodo.
 
Nella seconda frazione Bayless inaugurava subito con la tripla il quarto, Charlotte con la panchina in campo in attacco produceva il nulla e mentre Henson stoppava P.J. Hairston (settimo blocco in serata per i Bucks), la squadra del Wisconsin a 9:15 raggiungeva il -1 con la tripla di Vaughn per un parziale di 2-13.
La squadra di Clifford per un po’ riusciva a rimanere in vantaggio, Hawes allungava, ma Antetokounmpo (che per comodità chiamerò Giannis giacché ci vuole quel quarto d’ora per scrivere il cognome) rispondeva, a 7:31 tabellata di P.J. Hairston per il nuovo +3, Roberts però commetteva fallo e dalla lunetta Milwaukee riaccorciava undici secondi più tardi, nessun problema perché a 6:10 Hawes correggeva il reverse lay-up mancato da Lin, Monroe però dalla baseline sinistra batteva Hawes, i Bucks potrebbero anche passare in vantaggio ma su un cambio lato prevedibile di Monroe s’inseriva Lin che recuperava palla e chiudeva in fing and roll la transizione.
Giannis dal pitturato dimostrava una volta di più l’inconsistenza nel settore più critico dei Calabroni, Zeller però attaccando dalla baseline sinistra passava con agilità l’avversario e il ferro per concludere con un reverse lay-up in corsa.
Il 41-38 era ribaltato dai canestri di Monroe e Parker anche se per un attimo Batum rimandava sopra la squadra di Clifford.
Il veloce canestro di Parker era il preludio dell’allungo dei Cervi. Clifford capiva il momento di difficoltà chiamava il time-out, Batum non metteva il tiro e Middleton nel finale iniziava il suo show con un jumper dalla media a 2:32, si ripeteva su Lin a 1:51; Lin provava a restituire qualcosa guadagnandosi a un secondo dai 24 del possesso due liberi (fallo Middleton), Jeremy riportava a -3 gli Hornets mandando a segno i FT ma a :53.1 Middleton ancora in jumper era letale.
Lin andava corto con la tripla e la transizione di Middleton poneva 7 punti tra le due squadre.
Hornets che provavano a restare in gara con l’attacco finale; Clifford faceva segno d’allargarsi sul campo, Walker in punta creava per Marvin Williams il quale caricava la tripla dalla diagonale destra e riduceva lo svantaggio a 4 punti.
Le squadre entravano negli spogliatoi sul 48-52 per i visitors.
 
Clifford negli spogliatoi chiedeva più difesa ma gli Hornets erano incapaci di difendere in maniera pulita così P.J. Hairston si opponeva all’entrata di Giannis abbassando il passaggio a livello.
Fallo a 11:42 e 2/2 per l’ala dei Bucks.
La pressione dei Bucks metteva in difficoltà gli Hornets, da una combinazione a triangolo Williams/Batum/Williams scaturiva il canestro di Marvin che rollava in diagonale tagliando l’area e sulla ricezione appoggiava sulla destra da pochi passi.
Monroe a 11:05 ancora una volta segnava in tap-in mostrando il deserto nel pitturato di Charlotte e P.J. rispondeva a 10:45 partendo da lontano e lasciando con il terzo tempo finale sul posto gli avversari.
Hornets che recuperavano sino al -2, quando Zeller per un contatto con Monroe dalla lunetta non metteva i due punti del 56-58.
Milwaukee velocemente accumulava 6 punti di vantaggio; Giannis falliva il canestro ma Monroe da sotto non aveva validi oppositori e segnava il 56-62.
Da segnalare il bel canestro di Marvin Williams che partendo dalla baseline sinistra evitava la possibile stoppata passando sotto il ferro e chiudendo elegantemente l’azione personale con un reverse lay-up. Carter Williams e P.J. si rispondevano più tardi di tripla ma i Bucks iniziavano a riallungare con Giannis (lungo due frontale) per il 63-70, mentre gli Hornets fallivano alcune occasioni dalla lunetta nel quarto; era Batum qui a mancare il primo libero, a 5:22 la tragedia era servita; Zeller sulla palla vagante in aria commetteva fallo, Charlotte concedeva il bonus e Milwaukee ne approfittava, un paio di canestri di Marvin Williams non bastavano agli Hornets, a 1:12 Batum si arrangiava un po’ su Henson toccandolo nel tentativo d’anticiparlo.
Gli arbitri dopo un conciliabolo per vedere su chi fosse stato commesso il fallo decidevano per Henson giustamente (non Bayless già in lunetta), il segno del destino voleva che proprio Henson tirasse lungo il primo libero, rimbalzone in aria alto e palla dentro…
Frustrante vedere una difesa che non teneva nulla; Hawes faceva quel che poteva sul lancio lungo per il tentativo d’alley-oop di Henson e commetteva fallo prima, altri due FT, questa volta il segnale era positivo; liberi sbagliati e Charlotte sul 68-84 con tre punti di Lin (un FT e un fing and roll dopo una rubata) chiudeva sul 73-84.
 
Hornets che però si trovavano sul 71-84 a inizio ultimo quarto.
Un’azione rivista dal replay center NBA diceva chiaramente che il canestro di Williams in correzione sull’air-ball di Lin era purtroppo stato realizzato troppo tardi.
Lin però segnava immediatamente e ripristinava quota 73 a 11:28 dopo aver rubato palla ancora Jeremy spingeva il contropiede e appoggiava il coast to coast.
Il pubblico prima ammutolito, ora spingeva la squadra, Kemba andava corto ma la difesa di Charlotte teneva, sulla nuova azione d’attacco triangolo largo; penetrazione di Lin con scarico volante in diagonale verso sinistra all’indietro per Walker che apriva nell’angolo vicino dove Kaminsky esplodeva la sua bomba per il 78-84.
Il catch n’shoot di Frank The Tank coronava un parziale di 10-0 a cavallo dei due quarti.
Un paio di canestri di Middleton comunque affossavano Charlotte; il primo battendo Lin, il secondo vedendo Lin scivolare dietro di lui ne approfittava e lo batteva con una palla alzata da vicino che Kaminsky stoppava ma in goaltending secondo gli arbitri.
A 9:11 un gancio sballato di Hawes girandosi era un cattivo segnale, specie perché nonostante l’uscita di Lin dal campo, Middleton segnava in faccia anche a Batum con un top shot.
A 7:36 Monroe segnava dopo un contatto sotto e il +11 Bucks chiudeva la gara (81-92) sostanzialmente anche perché dall’altra parte P.J. era imperdonabile in palleggio; maniglia persa e palla scivolata fuori… Giannis a 4:48 metteva due FT per l’81-100.
A 3:50 Clifford faceva entrare le riserve; Hansbrough, Daniels, Harrison che con gran dignità recuperavano qualcosa.
La gara terminava 92-105, forse la peggior sconfitta casalinga di Charlotte nell’annata, sovrastati a rimbalzo, con un abuso della tripla (36 tentativi contro i 12 degli ospiti) non solo per uscire dalla pressione dei Bucks, oltre alle troppe stoppate subite (questo può capitare).
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Pagelle:
Walker: 5
12 punti, 6 assist, 2 rubate. Una di quelle macchinette fotografiche a pile prima della batteria al litio. Si spegne subito dopo un avvio promettente. Uno dei pochi ad avere una buona annata in cifre, se si spegne anche lui…
 
Batum: 5
6 pt., 9 assist, 3 rimbalzi. Serataccia per Nicolas. Solo in fase assist è importante, anche se nel finale un suo assist alto per Hawes si perde sul fondo e per due volte il tentativo di filtrante è deviato. Il suo 2/10 non aiuta gli Hornets a recuperare. Non fa la differenza nemmeno in difesa.
 
P.J. Hairston: 5,5
11 pt., rimbalzi, 2 assist. Giannis è di un altro livello. In realtà lo limita anche abbastanza ma perde nettamente il duello.
 
M. Williams: 6,5
14 pt., 7 rimb., 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Fa 5/11 dal campo, cerca di tenere in gara Charlotte. Uomo ovunque. Parker si nota di più nelle azioni magari, ma lui fa una buona gara salvo un paio d’amnesie difensive.
 
C. Zeller: 4,5
6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Messaggio per Jordan e Cho; se questo è il centro del futuro, il futuro sarà pessimo. Non ha i kg per contrastare Monroe e ha perso parte di quell’energia che gli serve per stare sul parquet giocando decentemente. In 23:08 fa 5 falli e prende solo due rimbalzi. Una sola bella sua azione.
 
Kaminsky: 6,5
12 pt., 5 rimbalzi. Qualche bella azione, la tripla nell’ultimo quarto, qualche errore ci sta anche se in momenti nei quali magari si sarebbe potuto tentare il riavvicinamento. Fa il suo, da qualche gara in ripresa.
 
Lin: 6,5
15 pt., 1 assist, 3 rubate. Middleton in difesa lo distrugge (ma non solo lui), lui risponde come può in attacco. Dalla panchina arrivano i suoi punti e per oggi come si usa dire in gergo: “Sono tanta roba”…
 
Roberts: 6
4 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. Dignitosa gara di Brian.
 
Hawes: 6
7 pt., 9 rimbalzi, 3 assist. Non un grandissimo difensore ma almeno in fase rimbalzi tira giù qualcosa, più di un quarto di quelli di tutta la squadra. In attacco nel finale prova un gancio orrendo.
 
Harrison: s.v.
0 pt., 1 rimb. in3:50 sul parquet. Poco tempo a disposizione.
 
Daniels: 6
3 pt., 2 rimbalzi. Anche lui gioca 3:50, mette una tripla siderale nel finale dalla diagonale sinistra più vicino alla linea laterale che a quella dei tre punti. Un paio di rimbalzi.
 
Hansbrough: 6
2 pt., 1 rubata. Segna due liberi prendendoseli nel finale grazie a un assist propizio e alla sua grinta. Tenta la tripla ma non va. Dal mio punto di vista è l’unico errore di Clifford. Questo ragazzo ha voglia e andrebbe provato per più minuti a partita in corso, sotto canestro potrebbe far meglio di Zelller in questo momento e contro certi avversari ha più kg, anche se lui ha tendenza a commetter fallo.
 
Coach Clifford: 6
Non posso infierire su un allenatore che ha chiamato i suoi time-out con i tempi giusti, ha provato la soluzione Lin che spingendo e dando energia aveva contribuito a recuperare ma che concedeva cm a Middleton (comunque bravo anche contro Batum o occasionalmente P.J.), la squadra è quella che è in difesa, o nel pitturato o da fuori gli avversari riescono a individuare i nostri punti deboli. Senza Jefferson in attacco e MKG in difesa perdiamo, inoltre anche Lamb, uno dei più positivi sino a oggi, è rimasto fuori per infortunio per la seconda gara consecutiva.

Game 39; Charlotte Hornets @ New Orleans Pelicans 107-109

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Sottotitolo; AttesHornets;
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Avrebbe dovuto essere la stagione nella quale gli Hornets sarebbero tornati ai playoffs e dell’entrata tra le grandi di New Orleans con Anthony Davis nuovo astro luminoso della galassia NBA capace d’oscurare stelle medie meno brillanti.
Spettrale sin dall’inizio invece si è dimostrato il cammino di queste due franchigie legate da un filo invisibile come se fossero due oggetti legati a un sistema binario.
Una serie d’infortuni ha minato la capacità delle due squadre di rispondere (per ora) alle aspettative.
Gli Hornets dopo un brillante avvio nonostante questa stagione non abbiano mai visto per un minuto in stagione regolare MKG si sono persi anche a causa degli infortuni a Jefferson e Batum, quest’ultimo tenuto per qualche partita lontano dal campo da tal evento.
Chi avrebbe vinto?
La mia fobia della trasferta persa e il problema delle triple contro conoscendo Gordon, Anderson e gli altri tiratori Pels non mi faceva rimaner tranquillo, pur sperando in una vittoria di misura, pronosticando comunque una partita equilibrata decisa dagli episodi.
A spuntarla sono stati i Pelicans, forse la squadra più lontana dalle due al momento dai playoffs ma quella con maggior talento nel roster per potervici puntare.
I Calabroni che sarebbero dovuti essere più affamati hanno solo intinto la ligula sul frutto succoso della vittoria, ma poi troppo timidi in trasferta hanno gettato al vento tutto ancora una volta.
Per gli Hornets c’è bisogno di cambiar marcia fuori dalle mura amiche dove la psicosi sta degenerando.
Da squadra capolavoro “impressionista” a squadra “surrealista” che si smaterializza spesso fuori dalle mura amiche.
La squadra di Clifford questa volta non ha giocato male, ma a parte la super serata di Anderson e la “normale” che lo sia, buona di Davis, ha finito ancora una volta per cedere, seppur con l’onore delle armi.
La stagione è ancora lunga e irta d’ostacoli, forse nessuna delle due franchigie ce la farà ma visti stasera, risolvendo qualche problema potrebbero anche puntare a conquistare un settimo/ottavo posto nelle rispettive conference.
 
Gli Hornets in viola scendevano in Louisiana con il seguente quintetto; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams, C. Zeller, mentre Gentry per New Orleans (in bianco) rispondeva con; Evans, Gordon, Cunningham, Davis e Asik.
Hawes marcato da Ajinça, per loro spiccioli di gara.

Hawes marcato da Ajinça, per loro spiccioli di gara.

 
New Orleans conquistava subito il possesso palla ma Evans mancava l’entrata, Asik teneva vivo il pallone e sulla rimessa dal fondo a favore di NOLA a 11:30 veniva fuori il primo canestro della gara con un preciso jumper di Davis dalla destra.
Charlotte perveniva al pareggio con uno scatenato Walker; a 10:48 Kemba mostrava il suo step back dalla linea dei liberi e pareggiava, Zeller tentava di portare in vantaggio Charlotte con un reverse lay-up ma c’era Asik da quelle parti che non faceva fatica a bloccare Cody, anche Davis falliva la missione vantaggio ma il suo tentativo era più sfortunato, il ferro, infatti, si divertiva con rimbalzi bizzarri a spedir fuori la palla, tuttavia dopo un errore di Zeller (il piazzato non è il suo forte), Gordon segnava al terzo tentativo con una tripla.
Charlotte rimaneva in scia con un lungo jumper di Batum dalla sinistra (4-5), mentre New Orleans a 9:01 con Cunningham doppiava i Calabroni; tripla del 4-8, Batum riduceva lo scarto a due con un altro tiro frontale da due punti mentre dall’altra parte Asik guadagnava due FT ma spezzava i suoi liberi segnandone solo uno, il secondo. In quest’inizio le squadre provavano ad avvantaggiarsi a suon di bombe, era il caso di Gordon che a 7:52 metteva la tripla aperta da destra, Marvin Williams per accorciare si doveva entrare l’entrata in terzo tempo dalla sinistra, con la partenza batteva Davis e l’aiuto arrivando a mulinare in aria gli arti superiori per evitare la possibile stoppata e segnare l’8-12.
Dopo due FT a segno di Davis Charlotte recuperava con due transizioni; sulla prima P.J. Hairston tirava da 3 da sinistra, pallone che rimbalzava sui ferri e alla fine entrava, sulla seconda (a 6:35) arrivava anche il pareggio; Walker sulla corsa di Zeller che resisteva da pochi passi al fallo di Cunningham, due punti più tiro libero a segno e aggancio a quota 14.
Le squadre spostavano il punteggio avanti di 3 con Evans a 6:17, tris di punti con spazio per il tiro e con Marvin Williams a rispondere immediatamente, Batum si faceva stoppare l’appoggio in transizione da un rientro veloce di Cunningham ma il palo colpito da Davis in gancio consegnava il vantaggio ai Calabroni che volavano con la triangolazione esterna Walker/Batum/Walker; tripla della nostra PG e +3 Hornets (20-17).
Ingresso di Holiday in tutti i sensi; sul parquet e nella difesa distratta di Charlotte, NOLA tornava sotto ma a 3:56 uno step back di Walker consentiva alla nostra guardia di scoccare un altro dardo avvelenato dalla distanza; 23-19.
Charlotte tentava di allungare facendo restare inviolato il proprio canestro sul possesso di NOLA; Gordon in entrata trovava Williams sulla sua strada saltato altissimo per stoppare la sfera ancora in fase ascendente ma sulla respinta i Pelicans trovavano comunque il canestro Anderson iniziava a scaldarsi con un jumper da due punti.
La squadra di Clifford rispondeva con un Walker mobile e imprendibile, questa volta la tripla arrivava dal settore di destra a 3:15 ma Anderson faceva rimanere agganciati i Pelicans con un jumper segnato nonostante la difesa di Kaminsky.
Marvin Williams a 2:42 era servito in posizione d’evidente vantaggio; mismatch con Holiday e hook dal post basso destro per due punti sembrati facili.
New Orleans rispondeva muovendo la difesa di Charlotte; palla in mezzo per Davis, scarico sulla sinistra pe Cunningham che non trovava più nessun difensore in maglia viola da quella parte arrivando ad appoggiare al ferro. Lin from downtown faceva superare ai Calabroni quota 30, in più anche lo scambio corto sulla linea sinistra dei 3 punti, Kaminsky/Daniels per la tripla di Troy produceva il +7 (34-27).
Nel finale i Pels con un gancio nel pitturato di Davis su Hawes e una tripla di Anderson risalivano sul -2.
 
Nel secondo quarto un po’ d’errori da parte delle due squadre all’inizio non consentivano di muovere il punteggio, per vedere il primo canestro occorreva attendere Kaminsky; finta di passaggio ed entrata da molto lontano con fing and roll efficace.
Anderson a 10:30 in avanzamento andava in arresto e tiro; il povero Frank the Tank metteva sul parquet anche una buona difesa ma veniva battuto ancora una volta.
Trentasette secondi più tardi era, nemmeno a scriverlo, ancora il solito Anderson ad andare a segno da oltre l’arco e questa volta i Pelicans passavano avanti 36-37.
Hornets che tornavano sopra di un punto con il tiro di Hawes a 9:31 dalla baseline destra, Ajinça ribatteva con l’appoggio al vetro da sotto mentre anche Kaminsky a 7:39 partecipava al festival delle triple realizzando quella del 41-39.
Cole cercava il pari ma falliva la prima volta, tuttavia era abile a rubare un pallone a metà campo e ad andare da solo a chiudere in schiacciata per il pari a quota 41.
Lin a 6:57 grazie anche all’aiuto di blocchi produceva una serpentina tra le maglie bianche disinnescando la difesa e appoggiando il 43-41.
A 6:19 un lungo due di Ajinça con un Hawes in ritardo che si limitava a guardare ristabiliva la nuova parità e Ryan (Anderson) ancora una volta scagliava la tripla micidiale per il controsorpasso.
Time-out Charlotte che accorciava con Hawes in tap-in, dopo l’errore di Hawes era lo stesso Spencer a riprender la palla a spicchi e a convertire da sotto a sinistra a 4:00 dall’intervallo.
New Orleans allungava nel finale; l’ennesima tripla di Anderson che questa volta batteva Marvin Williams, Evans con un’entrata a centro area costringevano Clifford al time-out da 20 secondi ma ancora Evans a 58 dalla sirena batteva Walker dal post basso sinistro.
Charlotte andava sotto ancor di più quando Anderson si trasformava in macchina da guerra e realizzava a :24.7 dalla fine il 47-57 con l’ennesima mina dall’esterno.
Kaminsky pescava il jolly a :00.3 dalla sirena, correzione volante sulla tripla mancata da Hawes e fallo.
Frank falliva il libero e le squadre rientravano negli spogliatoi dello Smoothie King Center sul 49-57.
Batum oltre l'ostacolo Davis, non è bastato.

Batum oltre l’ostacolo Davis, non è bastato.

 
Il terzo quarto partiva orrendamente per gli Hornets; Evans rischiava di perder palla ma ritrovava la sfera e tornava negli spogliatoi per segnar la bomba, lo stesso Tyreke rubava un pallone a Kemba e schiacciava in solitaria solitudine a 10:42.
Hornets sull’orlo del baratro essendo sotto di 13 (49-62), ma Batum tentava di dare la scossa ai suoi con un primo fade-away dal post basso destro, P.J. a 8:53 lo aiutava realizzando altri due punti ma Davis ricacciava i Calabroni indietro con due punti.
A 8:24 un canestro di Batum da 3 punti riavvicinava un po’ la squadra di Clifford, la quale in virtù del tiro sbagliato da Asik e della bella palla offerta dal transalpino a Marvin Williams (abbattuto) dalla lunetta metteva altri due punti.
Era sempre A.D.23 a tener a distanza la squadra in divisa viola; jumper su Marvin a 7:48 per il 58-66 ma a Charlotte entrava in scena il protagonista che non ti aspetti, P.J. Hairston, sua la bella entrata conclusa in appoggio ritardato al vetro per evitare il difensore mentre si trovava in fase discendente del salto.
Davis in cambio mano (appoggio di sx) batteva la difesa di New Orleans a 6:53 Batum trovava il ritmo esaltandosi nello scoccare la frecciata contro Davis dalla top of the key, con i Calabroni che rientravano sul -5. Gordon segnava in appoggio facendo dimenticare il precedente tentativo di Asik in palleggio in mezzo al traffico con conseguente e scontato risultato di palla persa.
Charlotte sull’asse Batum/Walker costruiva un’altra tipla arrivando sul -4 (66-70) e a 5:04 rientrava decisamente in partita con uno step back di Batum che segnava un gran canestro nonostante il tiro fosse contrastato da Anderson.
Gordon sceglieva d’andare al tiro ma due difensori lo chiudevano, Charlotte così trovava il pari quando Walker si fermava improvvisamente nel pitturato e tentava il tiro in sospensione, nulla da fare ma toccato da Davis guadagnava la lunetta da dove impattava la gara a quota 70.
Gli Hornets passavano anche in vantaggio a 3:28 quando Batum riceveva palla sulla rimessa e si liberava della marcatura di Davis (il quale l’aveva ormai preso in consegna) e segnava nonostante Anthony lo toccasse sbilanciandolo; gioco da tre punti e la squadra di Jordan dopo tanto tempo sott’acqua tornava a respirare.
Non durava molto il vantaggio però perché con due FT Gee accorciava e con un rimbalzo offensivo convertito in due punti i Pelicans tornavano avanti iniziando a mostrare alcune crepe nella difesa di Charlotte dalle parti dell’anello.
Walker a 2:30 tornava a far muovere il punteggio a Charlotte mettendosi in proprio; cambio passo, entrata velocissima, lay-up e +1 risucchiato 12 secondi più tardi da Davis che splittava in lunetta.
Walker rischiava la figuraccia poco più tardi quando un suo step-back mal eseguito non gli dava la forza d’allungare il pallone; air-ball ma sulla traiettoria sotto canestro c’era Zeller abile a correggere e a infilare. Davis rispondeva con l’entrata sulla quale era bravo a trovare l’angolazione al vetro per segnare e battere il difensore.
Charlotte a 1:27 ripassava un’altra volta avanti con un arresto giro e tiro in step back di Lin che trovava solo il sound del cotone, a 59.5 Batum entrava per un easy e power dunk; 81-77.
Hornets che sembravano destinati a chiudere avanti la frazione invece prima i Pelicans pareggiavano con Anderson (infilata dalla baseline sinistra su assist di Davis), poi con lo stesso giocatore ormai in the zone, sulla sirena trovavano un tiro che si sarebbe rivelato decisivo nell’economia della gara; fade-away dalla diagonale sinistra nonostante Lin addosso e 81-84 per la squadra allenata da Gentry.
Frank Kaminsky in gancio over Anderson.

Frank Kaminsky in gancio over Anderson.

 
Nell’ultimo quarto, secondo la mia personale opinione, Clifford, se non sbagliava, almeno rischiava tantissimo cercando d’opporsi con uno small lineup (veramente troppo piccolo) composto da Walker, Lin, Daniels, P.J. Hairston e Kaminsky…
Hornets che denotavano problemi a rimbalzo facendosi sottrarre almeno tre rimbalzi offensivi concedendo altre possibilità a NOLA. Anderson riusciva anche a mettere due punti sfruttando il mismatch con P.J. e i Pelicans viaggiavano sul +5 (83-88), tuttavia a 9:07 Daniels azzeccava la tripla dall’angolo sinistro con i Pelicans a pagare la scelta della pressione in raddoppio sul portatore di palla.
Gee batteva Kaminsky sul primo passo e segnava con una slam dunk l’86-90, Holiday ne aggiungeva 5 (entrata e tripla) così Charlotte precipitava a -9 7:47 rischiando di non rientrare più in partita.
Era una magia di Kaminsky a 7:31; entrata stupenda nonostante Gee prima lo spingesse e poi entrasse in contatto sul tiro, gioco da tre punti e Charlotte sul -6.
A 7:02 ancora pressione alta di NOLA sul portatore palla, giro della sfera sul perimetro fino a raggiungere Walker libero nell’angolo sinistro e tiro del -4…
A 6:21 altra prodezza di Kaminsky, il quale mostrava buoni fondamentali girandosi verso l’esterno per battere la marcatura di Anderson con un gancetto in post basso destro.
In attacco Holiday sbracciava troppo su Walker mandandolo a terra e dall’altra parte Frank segnava la tripla del +1 teal & purple.
A 5:45 Gordon prendeva d’infilata la difesa degli Hornets, nessun protector rim e Pels all’ennesimo sorpasso.
Gordon da tre graziava i Calabroni avendo a disposizione un open, poi era la volta di Davis a stoppare Walker in entrata, sulla rimessa a favore degli Hornets però Charlotte guadagnava due liberi ancor prima della stessa rimessa in gioco; Evans tratteneva Marvin sullo scatto e due FT. Williams ne falliva uno portando la gara in parità sul 97-97.
I Pelicans si avvantaggiavano nel finale quando Holiday lavorava nel pitturato e riusciva a ritagliarsi lo spazio per segnare contro Walker, Batum era fenomenale nel battere Davis a 3:43 con un jumper dalla media nonostante i tentacoli del n°23 locale incombessero su di lui.
A 3:25 Marvin Williams tentando l’anticipo si fiondava troppo addosso a Davis il quale si girava e lo batteva andando ad affondare la schiacciata. Charlotte a 2:39 alla disperata ricerca del pari si affidava a Kaminsky ancora una volta; entrata del lungo e fallo, Frank, però mancava il primo dei due liberi e il tabellone girava sul 100-101.
A 2:06 con un movimento a mezzo giro d’orologio, Batum si caricava a molla e batteva ancora Davis incredibilmente.
Charlotte ora navigava sul +1 ma un rimbalzo offensivo di Davis consentiva a Gee d’avere una seconda possibilità dopo il primo errore; due punti e Charlotte ancora a inseguire.
Batum falliva la tripla e Holiday batteva nuovamente Walker, il quale batteva Gordon in entrata depistando anche se stesso.
Kemba se la rideva al rientro in difesa e gara sul 104-105.
A :36.9 due FT di Davis per un leggero abbraccio di Zeller davano il +3 ai Pels, ai Calabroni non rimaneva altro che tentare il pari; scarico di Batum per Kemba che tirava immediatamente, come un falco arrivava Gordon a tentare di coprire il lato destro ma era troppo tardi; bucket! Aggancio a quota 107 a :19.2 dalla fine.
Teoricamente l’ultimo possesso sarebbe nelle mani della squadra di casa che lo giocava sino a due secondi dalla fine quando un pick and roll tra Holiday e Davis produceva una situazione di sofferenza nella difesa di Charlotte; sul blocco di Davis usciva Zeller, il problema è che il n°23 rollava via e veniva servito perfettamente per l’alley-oop vincente, a nulla serviva la copertura di Lin, troppo basso per poter sperare di contrastare seriamente il lungo dei Pels.
Charlotte, mentre il balletto del cronometro portato prima a :01.1, poi a :01.7, infine a :01.5, chiamava time-out e sulla rimessa d’attacco faticava a trovar soluzioni, palla deviata e :01.2 sul cronometro, tutti marcati, nessuno riusciva a liberarsi, così Kaminsky andava sul sicuro servendo Batum in angolo sinistro a pochi passi, il quale addirittura raddoppiato colpiva solo il ferro sulla sirena; New Orleans si salvava e gli Hornets tornavano a casa per l’ennesima volta a mani vuote.
Charlotte scenderà in campo nella notte in back to back contro Milwaukee, questa volta in casa per cercare di battere i Bucks, i quali nella notte a loro volta hanno avuto la meglio all’OT sugli Hawks.
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Pagelle:
Charlotte Hornets
 
Walker: 7
25 pt. (9/17), 4 rimbalzi, 4 assist. Kemba si fa stoppare tre volte ma ha una buona media realizzativa. Semmai oggi il difetto è stato solamente prender posizione in certe circostanze senza tentare magari veramente la stoppata. Dopo l’inizio scintillante si spegne un po’, ritorna nel finale prendendo uno sfondamento e agganciando la gara con una tripla importantissima.
 
Batum: 7
25 pt. (11/22), 4 rimbalzi, 8 assist. Manca qualche tiro e in un paio di circostanze prova tiri che non sono il suo, specialmente quelli dagli 8 metri contro l’avversario schierato, però è un passatore sopraffino e mette almeno tre canestri fantastici nella notte.
 
P.J. Hairston: 6
7 pt. (3/6), 2 rimbalzi. Fa bene in difesa finché non si ritrova su Anderson nel finale che lo batte. Gran canestro in entrata, inaspettato davvero.
 
M. Williams: 6
10 pt. (3/6), 3 rimb., 4 assist, 1 stoppata. Soffre Davis in difesa e manca un tiro libero nel finale però fa il suo.
 
C. Zeller: 5
5 pt. (2/7), 8 rimbalzi, 1 assist. Si prende tre stoppate (una da Asik…) e cattura 8 rimbalzi, però non è in grande vena realizzativa e anche i movimenti dopo il bel canestro iniziale non sono granché. Asik si marca da solo e lui non fa fatica in tranquilla navigazione lacuale. Avrebbe dovuto concedere a Holiday il tiro invece di fargli giocare il pick and roll nel finale.
 
Kaminsky: 7
18 pt. (7/9), 6 rimbalzi, 1 assist. Si, è vero… Frank in difesa praticamente è uno spauracchio, sfortunato talvolta sul tiro avversario ma quando affondano fa un po’ da spaventapasseri sul campo, non serve a molto. Oltretutto se Clifford lo schiera da centro… Il -9 di plus/minus è indicativo di difficoltà difensive ma anche della colpa di Clifford di lanciare un quintetto sconsiderato. In attacco però è stato fondamentale per recuperare la gara. Grandi numeri, può essere il valore aggiunto se ingrana finalmente.
 
Lin: 5,5
7 pt. (3/10), 5 rimb., 1 assist, 1 rubata. Poco attivo in fase passaggio, male al tiro dove trova pochi e buoni canestri. Sarebbero serviti più punti da lui.
 
Hawes: 5,5
4 pt. (2/5), 3 rimbalzi, 2 assist. Senza lode né infamia, solo, anche lui non sa proteggere benissimo l’anello. Gioca poco più di 11 minuti dove prende i suoi rimbalzi, un paio di triple fallite questa sera.
 
Daniels: 5
6 pt. (2/4), 3 rimbalzi. Perde due palloni, uno sul quale gli arbitri non fischiano la possibile infrazione. Bene per quel che può fare a rimbalzo. Segna un paio di triple, un paio le manca, incassa una tripla da Holiday e ha un -16 di plus/minus da dividere con i compagni.
 
Coach Clifford: 4,5
Non mi è piaciuto l’ultimo quintetto, anche se amo i quintetti bassi per sparigliare tutto, questo però era veramente troppo sbilanciato. Torniamo ancora una volta a casa senza vittoria. La squadra ha giocato meglio ma si porta dietro alcuni atavici problemi irrisolti; il tiro da 3 avversario che colpisce sempre troppo con buone percentuali, i punti da palle perse (qui però parliamo di errori dei giocatori) sono stati 5 in più per gli avversari, inoltre in serata i Pelicans hanno conquistato 8 rimbalzi offensivi contro i 3 dei Calabroni.
New Orleans Pelicans
 
Evans: 6,5
12 pt. (5/10), 7 assist, 2 rimbalzi, 1 rubata. Non sempre preciso nella conclusione, il suo gioco polifunzionale alla squadra però paga. Come PG fatica all’inizio, poi inizia a girare.
 
Gordon: 6
10 pt. (4/12), 2 assist, 1 rubata. Inizio preoccupante per Charlotte, Il commissaro sembra in forma ma poi si raffredda.
 
Cunningham: 6
5 pt. (2/6), 2 rimb., 2 assist, 2 stoppate. Si annulla con P.J.. Un buon canestro frutto di squadra e qualche statistica leggermente migliore.
 
Davis: 7
22 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate. Nonostante un -6 di plus/minus e Batum lo batta più volte, segna a referto comunque due stoppate ed incide e decide nel finale; movimento perfetto, Charlotte ingenua e senza mezzi sotto le plance e la frittata è fatta.
 
Asik: 5
1 pt., 3 rimb., 1 stoppata in 13:33. Il turco si marca da solo. Un delitto non ci fosse Jefferson in campo.
 
Holiday: 7
13 pt. (6/14), 10 assist, 6 rimbalzi. Frustrato per larga parte dell’incontro, altro giocatore che torna utile nel finale a NOLA quando crea tiri e assist. Doppia doppia.
 
Anderson: 9
Sostanzialmente vince la partita. 32 punti con 12/19 dal campo e quando tira da 3 sono 6/8… Unstoppable, almeno per noi. L’emblema della miglior panchina nella NBA. Per uno scambio pensarci bene.
 
Ajinça: 6,5
4 pt. 1 rimbalzo in poco più di 6 minuti. Gioca poco ma fa 2/2.
 
Gee: 7
8 pt., 9 rimbalzi. Decisivo nel finale quando Clifford gli da una mano.
 
Cole: 6
2 pt. (1/4), 4 assist. Si rifà in zona assist degli errori al tiro.
 
Gentry: 6
La squadra dopo la vittoria a Sacramento rientra nei binari giusti. Se vuole rilanciarsi può farlo, occorre però sistemare qualcosa sotto canestro, i soli Davis e Cunningham a difendere nel quintetto titolare non basteranno.

Game 38; Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 107-84

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Sottotitolo; Queen (City) Under Pressure
 
Il titolo è un evidente omaggio a David Bowie, personaggio non convenzionale che ha segnato un’era nella musica influenzando numerosi artisti.
Il duetto vocale con Freddy Mercury dei Queen, gruppo storico dell’intramontabile We Are The Champions è cosa straordinaria, ma poiché non siamo diventati campioni, non posso utilizzare tale riferimento, più appropriato è parlare di Heroes ma just for one day…
“We can beat them, just for one day”, (Possiamo batterli, solo per un giorno)
“We can be heroes, just for one day” (Possiamo essere eroi, solo per un giorno).
Atlanta dopo aver vinto già due delle gare in programma questa stagione contro gli Hornets a inizio regular season, ci riprovava nella notte scendendo in campo determinata, ma gli Hornets si ricordavano d’essere finalmente una squadra di basket e ci mettevano il cuore e difesa, così dopo un primo quarto a lunghi parziali arrivava un +11 all’intervallo e un +22 a fine terzo periodo che determinava inequivocabilmente con un quarto d’anticipo la vittoria dei Calabroni ottenuta a spese di una temibile rivale, la quale in serata ha subito la pressione degli Hornets tirando piuttosto male anche grazie alla difesa di Charlotte.
Gli Hornets quindi rompono la maledizione del 2016 (ancora senza vittorie) e fermano a sette la striscia perdente.
 
Marvin Williams, buona prestazione difensiva per la nostra PF.

Marvin Williams, buona prestazione difensiva per la nostra PF.

Gli Atlanta Hawks si presentavano in North Carolina con il seguente quintetto; Teague, Korver, Bazemore, Millsap, A. Horford, mentre lo starting five opposto degli Hornets era composto da; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams, C. Zeller.
 
Si capiva subito che il tenore di questa partita non sarebbe stato piatto come alcune delle precedenti, sia gli Hornets sia gli Hawks iniziavano subito a metter pressione per non far giocare gli avversari e sulla prima azione Batum recuperava palla ma dall’altra parte se la faceva deviare da Bazemore che serviva anche l’assist per l’appoggio velocissimo di Millsap per lo 0-2.
Walker provava a pareggiare ma il suo tiro colpiva il ferro, rimbalzando a metà tra diversi giocatori, il più rapido e pronto ad arrivare sul pallone era Kemba che chiuso davanti al canestro scaricava indietro per P.J. Hairston il quale colpiva da tre punti portando in vantaggio i Calabroni a 10:54.
Charlotte chiudeva ogni varco in difesa per più di cinque minuti e Walker stoppava Teague mentre Zeller batteva il suo difensore con un’entrata a ricciolo chiusa in appoggio a 9:50.
Kemba sulla seguente azione d’attacco andava a prendersi palla in hand-off e andava ad alzare un pallone sotto canestro dopo l’entrata veloce; fallo di Teague, mezzo circus shot e gioco da tre punti per il nostro n°15 che portava il punteggio sull’8-2.
Marvin Williams diventava per un attimo protagonista nel bene e nel male; in attacco mancava un paio di conclusioni ma in difesa un rimbalzo e una buona difesa conservavano il vantaggio, ci pensava una transizione a triangolo innescata da Walker per Batum il quale diventava l’assist man per Zeller che in corsa con perfetto tempismo riceveva il suo passaggio schiacciato in diagonale per concludere l’azione fluidamente con una schiacciata esaltante.
Atlanta in attacco faceva confusione; Korver cercava qualcuno a destra ma i compagni sul lato si muovevano poco prima e la palla finiva fuori, poi Millsap muovendosi come schermo su Walker lo colpiva involontariamente al volto facendo riguadagnar palla a Charlotte che sfruttava l’occasione con l’apertura di Batum per Walker, il quale dalla diagonale sinistra segnava 3 punti ai quali si aggiungevano i due successivi di Zeller, il quale per eludere la stoppata dei due difensori davanti a lui, dal pitturato a 6:22 faceva partire l’arcobaleno che trovava la sua conclusione dentro la retina.
Zeller continuava a tener gli Hawks a digiuno andando a stoppare perfettamente il tentativo di Horford in entrata spedendo lontano la sfera, Schröder invece trovava il varco giusto ma mancava l’appoggio facile così Charlotte “completava” il suo parziale di 17-0 con due FT trovati da Lin in post basso destro.
Charlotte subiva però la rimonta dei Falchi anche in considerazione del fatto che pian piano i titolari abbandonavano il campo e Atlanta tornava a un solo punto quando mancavano :53.9 al suono della prima sirena con un gioco da tre punti di Hardaway Jr. il quale andava in entrata sulla destra trovando il contatto di un Daniels non in serata, il gioco da tre punti in lunetta valeva il 20-19 che chiudeva anche il primo quarto perché sull’ultima azione Kaminsky e Lamb non riuscivano a dare altri punti a Charlotte.
Kemba Walker contro Jeff Teague.

Kemba Walker contro Jeff Teague.

 
I punti arrivavano quasi subito nel secondo periodo per i bianchi di casa che dopo una palla persa da Lamb segnavano proprio con lo stesso giocatore; fing and roll dopo entrata dalla baseline sinistra per ripartire (ottimo movimento palla sull’azione).
Un fallo offensivo di Absolute begginer Kaminsky (blocco in movimento) dava a Teague la possibilità d’accorciare a 10:32 con i suoi primi due punti personali. Hawes mancava la tripla, dall’altra parte Scott in post basso destro aveva problemi in ricezione, anche se gli arbitri fischiavano i passi qualche secondo dopo del previsto, così Kemba finiva per ricevere un pallone da Lamb e convertirlo in tre punti con un catch n’shoot dalla destra. A 8:24 una giocata già vista più volte in stagione; intesa perfetta tra Hawes (passante) e Lamb (finalizzatore) con assist schiacciato sulla sinistra verticale per Lamb che in back door trovava spazio e tempo per andare a concludere in schiacciata a 8:24 per il 27-21. Kaminsky in difesa stoppava Teague e a 8:14 Charlotte in transizione ringraziava Lamb in tap-in dopo l’errore di Lin in appoggio. Atalnta accusava il colpo e subiva anche una tripla dalla perfetta traiettoria di Kaminsky; Charlotte iniziava a volare sul 32-21 anche perché Scott mancava la seconda tripla tentata in pochi minuti mentre Lamb arpionava il rimbalzo in difesa mentre in attacco poco più tardi (6:38) con un teardrop, Lin, dopo essersi sbarazzato dei difensori sulla ricezione segnava con confidenza.
Bazemore a 6:24 tentava di riportare i suoi in partita con una tripla ma Walker grazie al morbido passaggio di Batum riceveva un pallone comodo e si preparava per la tripla vincente 17 secondi più tardi.
Teague segnava quattro punti consecutivi, gli ultimi due dalla lunetta dopo aver mancato un tiro e aver visto il pallone preda di Hawes, quest’ultimo però non si avvedeva del rientro del play d’Atlanta e si faceva soffiare il pallone commettendo fallo sul tiro.
La difesa degli Hornets tornava a chiudersi ermeticamente, Hairston toccava un pallone a Schröder in entrata la palla finiva sul fondo con meno di quattro secondi sul cronometro e sulla rimessa Millsap riusciva solo a tentare un tiro storto che non poteva entrare mentre dall’altra parte Walker trovava il ritmo per un’entrata saltata concludendo con gran coordinazione con la mano sinistra da sotto a 4:31 per il 39-28. Atlanta riusciva a segnare al terzo tentativo sulla stessa azione con Charlotte non bravissima questa voltava rimbalzo, Splitter da sotto ne approfittava e faceva salire la sua squadra a 30 punti.
Marvin Williams accompagnava Teague facendolo sbagliare da sotto e in attacco con la mano destra riusciva a tener vivo anche il possesso deviando verso Zeller al volo con la mano destra dopo un lob di Walker costretto a lanciare indietro palla sulla pressione del difensore, alla fine Cody si guadagnava la linea dei liberi dalla quale aggiungeva due punti per se stesso e Charlotte.
Dopo un tecnico per tre secondi di P.J. in area trasformato da Korver, lo stesso Hairston costringeva Lin alla figuraccia dell’air-ball passandogli un pallone in salto senza più tempo ormai per tirare, Cody si faceva stoppare da Horford (una delle pochissime volte che il centro avversario avrà la meglio), tuttavia Lin a 1:39 veniva spinto da dietro da Schröder procurandosi due liberi (segnati entrambi) per il 43-31.
Bazemore dopo un buon gioco di passaggi e altrettanto buona risposta difensiva di Charlotte si trovava solo per una tripla aperta ma la mancava, P.J. però con un fallo offensivo restituiva palla alla squadra della Georgia e Korver a :42.9 segnava la tripla dalla diagonale destra. Zeller da sotto si faceva bloccare ma P.J. prendeva il rimbalzo e sul secondo tentativo portava a casa il fallo.
Due liberi messi e Charlotte sul +11 (45-34).
Due punti appoggiati al vetro di Millsap chiudevano le ostilità nel primo tempo.
Hornets in vantaggio insperatamente 45-36 grazie a una gran difesa.
Lamb riceve da Hawes, lascia Korver dietro di lui e va a schiacciare.

Lamb riceve da Hawes, lascia Korver dietro di lui e va a schiacciare.

 
Nel terzo quarto Zeller iniziava a prendere la scena con due liberi così come Charlotte in fase d’attacco produceva più gioco di squadra degli Hawks, la comparsa Korver con una tripla frontale oscurava il protagonista per un attimo che riprendeva il monologo dopo due di Walker; gran difesa su Horford che consentiva a Charlotte di portarsi in attacco; assist semplice di Batum per la tripla di Marvin Williams e Charlotte sul 52-39.
Atlanta metteva insieme un break da cinque punti ma a 8:18 Marvin Williams rubando la scena a Cody (steso per terra davanti a lui) con un floater arcobaleno (baseline sinistra) dalla perfetta ricaduta nella retina faceva sentire agli spettatori il classico sound del canestro perfettamente riuscito.
Horford metteva due punti ma Marvin Williams a 7:45 diveniva principe con un’altra tripla e dopo un fallo ridicolo chiamato a Batum (sfondamento su Bazemore che cadeva sostanzialmente da solo), Nicolas si rifaceva con un tap-in sull’errore di Kemba.
A 6:44 con un dai e vai con blocco Schröder sorprendeva proprio il francese, poco male per i due punti incassati, Cody per Zeller in angolo, perfetta rollata dentro del nostro centro che riceveva il passaggio indietro da Batum, appoggio perfetto per il 61-47.
Charlotte andava in fuga con la tripla di Kemba in ritmo a metà tempo esatto che spezzava le gambe ai giocatori in divisa nera; 64-47, +17 Hornets…
A 5:39 arrivava anche uno dei canestri highlights dell’anno per gli Hornets; Batum sulla sinistra con irridente facilità toccato da Schröder sull’avambraccio per non farlo tirare alzava la palla con una mano e saltellando come un allegro nano beffardamente mandava dentro un tiro spaziale “Oddity” da tre punti (confermato dagli arbitri dopo il replay in dubbio con il due) e guadagnava anche il libero addizionale che trasformato gli faceva completare il gioco da quattro punti e mandava in orbita Charlotte sul 68-47.
Le ultime reazioni degli Hawks passavano per le mani di Teague, il quale ben schermato faceva toccare quota 50 alla squadra di Budenholzer.
Charlotte però giocava un pick and roll con Zeller a concludere al vetro (assist Kemba) superando Horford.
Bazemore commetteva sfondamento su Marvin Williams, almeno così segnalavano gli arbitri su un’azione da rivedere, nel dubbio un blocco in movimento di P.J. dall’altra parte restituiva palla ai Falchi.
Niente da fare però per Atlanta che provava con Schröder di violare ancora il canestro dei Calabroni, questa volta a difesa del nido c’era Marvin Williams, il quale con una stoppatona respingeva il tentativo del play avversario, Millsap però in avvitamento 360° trovava ugualmente un bel canestro mettendo anche il libero aggiuntivo dentro.
Il quarto fallo di Batum costringeva quindi Clifford a richiamare il transalpino in panca.
Nessun problema però poiché a 3:53 ci pensava nuovamente l’asse play/centro a produrre altri due punti, assist nel pitturato a Zeller che nel traffico aveva il vantaggio di trovarsi con un tempo avanti; finta e con un passo verso il canestro faceva fuori tre difensori appoggiando il 70-53. Charlotte nel finale correva e un coast to coast in transizione di Kemba con doppio crossover iniziale e finale chiuso in fing and roll dava il +28 (76-58) agli imenotteri.
Nel delirio della strana serata “Madman” Zeller tentava d’abbattere il ferro con una violentissima slam dunk ma la palla colpiva solo l’anello schizzando via, fallo però per gli arbitri e a 1:18 dalla linea arrivavano anche i punti del +22 che vertiginosamente salivano a 22 con Walker in jumper comodissimo dalla diagonale destra a :46.0 dalla penultima luce rossa.
Era l’ultimo canestro di quarto che fisava il parziale sull’80-58…
 
Una bella Honeybees a inizio gara.

Una bella Honeybees a inizio gara.

L’ultimo quarto era inutile, ben presto le panchine occupavano il posto dei titolari Charlotte segnava qualche tripla aumentando le proprie percentuali; la prima con Kaminsky che a 9:24 riceveva da Lin (chiuso nel traffico del pitturato) frontalmente per la tripla ninja, 29 secondi più tardi in transizione Batum passava a Daniels sulla diagonale sinistra, solo e in ritmo metteva altri 3 punti per Charlotte mentre a 8:05 era la volta di Lin bombardare il nido dei Falchi; tripla che mandava a -29 i georgiani d’America.
Lo stesso Lin con altri due punti a 7:31 (un lungo due marcato da Muscala) portava il punteggio sul 95-64.
A 6:49 la tripla di Hawes dall’angolo sinistro era il segnale della festa, 98-64 (+34) e i successivi due di Lin dal pitturato facevano toccar quota 100 ai Calabroni.
Nel finale Atlanta accorciava un po’, c’era spazio però per il sigillo finale in schiacciata di Hansbrough a 52 secondi dalla fine.
La partita terminava sul 107-84 con i Calabroni a incassare gli applausi meritati del pubblico e Atlanta in ashes to ashes. Statistiche importanti anche a rimbalzo per Charlotte oltre che difesa sull’uomo buona e gioco di squadra tradotto in assist.
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Pagelle:
 
Walker: 7,5
23 pt., 5 assist, 3 rimbalzi. “Blackstar” Walker esce dal format anonimo di Denver e in casa ritrova fiducia, assist, giochi a due con Zeller e tiri precisi. L’altra faccia di Kemba, questo Walker finalmente piace e convince. Aspettiamo la sua personalità però anche fuori dalle mura amiche.
 
Batum: 7
6 pt., 10 assist, 2 rimbalzi. “This is not America”? No, è Batum, omaggio francese come la Statua della libertà, “donato” a Charlotte questa volta però. Quando si diceva dell’importanza di Nicolas nella costruzione del gioco. Ecco arrivare 10 assist e anche se non segna molto in serata, anzi, più della metà dei punti arriva su una sola azione… è importantissimo nel gioco e in difesa oltretutto la sua tripla è un capolavoro che Paganini non ripete.
 
P.J. Hairston: 6,5
5 punti, 5 rimbalzi. “Dancing in the street”. P.J. mette in campo una buona difesa ma perde tre palloni e commette alcuni falli sia in attacco che in difesa evitabili. Contiene comunque il suo avversario.
 
M. Williams: 7
8 pt., 7 rimb., 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. “Beauty and the beast. Serata bestiale per Marvin che ha un cliente scomodo. Una grande stoppata e buona difesa su più giocatori. Non sempre riesce a fermare l’avversario naturalmente ma compie un gran lavoro oltre i numeri, in più segna 2 dei suoi 3 tiri nel momento giusto…
 
C. Zeller: 8
19 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. “Heroes”, anzi, uno principalmente, lui è l’eroe di serata con prestazione mostruosa. Doppia doppia per Cody che non si limita a tenere il peso di un centro insidioso come Horford ma segna anche 19 punti, domina dappertutto compreso in stoppata ed è l’uomo partita.
Zeller a terra dopo una strenua difesa che ha costretto i Falchi a far scadere i 24 secondi.

Zeller a terra dopo una strenua difesa che ha costretto i Falchi a far scadere i 24 secondi.

 
Lin: 7
19 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. “Rebel rebel”. Con il crestone in testa assomiglia a un punk anni ’80, ribelle alle geometrie, il super saiyajin orientale come riserva va alla grande. Guadagna I suoi liberi procurandoseli con bravura e astuzia. Molto meglio in difesa e importante aggiunta di punti dalla panchina.
 
Kaminsky: 6,5
6 pt., 8 rimb., 2 assist, 1 stoppata. “Changes”. Qualche ingenuità come sul blocco iniziale, poi fa la sua partita. Da lui aspettiamo l’upgrade, può ingranare in attacco se ci crede di più…
 
Lamb: 6,5
6 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. “Starman” L’uomo delle stelle perde tre palloni nel giro di poco tempo, si rifà con 6 punti e 5 rimbalzi. E’ quello che quando salta ti da più l’impressione d’entrare nella troposfera avvicinandosi agli astri.
 
Hawes: 6
3 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. “Rocket man” (prendo la sua cover da Elton John) nel finale quando mette la tripla a partita vinta ha questa possibilità), prima prende qualche rimbalzo e fornisce il solito assist schiacciato molto bello da vedere se il tempo di connessione è perfetto come in questo caso.
 
Daniels: 6
5 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. “Modern Love”. Mi piace questo giocatore come tiratore da tre punti, oggi che tutte le squadre cercano specialisti da fuori e vorrebbero avere un roster di tiratori da fuori per aprire il campo. 0/2 all’inizio con air-ball e fallo che concedeva un gioco da tre punti, nel finale fa vedere che tiratore è.
 
Roberts: 6
“Wild is the Wind”. Va a folate Brian. Leggero può penetrare o smistare assist. 4 punti e un assist nel garbage time.
 
Hansbrough: 6
“Diamond Dogs”. Cagnaccio da guardia e da rimbalzi, capace di trovare anche qualche giocata o farsi trovare per la schiacciata preziosa che esalta il pubblico al momento giusto. 3 punti e 2 rimbalzi. Ha fame e si vede. Segna con una dunk grintosa e cattura un paio di rimbalzi a partita chiusa.
 
Harrison: 5,5
0 pt., 1 rimbalzo. “Young Americans”. 0/3 dal campo e un fallo sul tiro, non gioca mai, fuori ritmo ma minuti nei quali non ha convinto.
 
Coach Clifford: 7
“Life on Charlotte”? La squadra riparte dalle fondamenta, difesa, grinta e cuore. La tattica funziona perché il motore Batum è tornato, il braccio Kemba in casa non soffre il gelo e tutto gira a meraviglia, serata magica, fin troppo facile vincere così.