Game 52; Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 108-91

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Sottotitolo; FacilHornets
 
Gli Charlotte Hornets chiudevano la loro serie di quattro gare casalinghe consecutive salutando il pubblico amico che rivedrà la squadra a marzo.
L’ultima gara casalinga di febbraio rappresentava anche, per il calendario cinese, la prima giocata nell’anno della Scimmia.
I dispettosi Hornets così con un Walker da 30 punti esorcizzavano i Tori con la danza del Leone, scacciando i cattivi spiriti e propiziandosi maggior fortuna che, guarda caso, si faceva concretamente palpabile quando Rose dato in quintetto rimaneva ufficialmente fuori per malattia (febbre o altro?) sebbene seduto in panchina con i suoi compagni.
Gasol finiva con 22 e McDermott con 14, ma sotanzialmente intorno c’era poco altro, i Bulls così rimanevano con un pugno di sabbia in mano ancora una volta nelle ultime partite, mentre i Calabroni andranno più convinti a giocare sul difficile campo d’Indianapolis la prossima sfida.
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Walker contro Hinrich.

 
Chicago quindi in emergenza schierava; Hinrich, E. Moore, Dunleavy, T. Gibson e P. Gasol, Clifford invece si affidava a; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
Zeller vince la palla a due.

Zeller vince la palla a due.

 
Gli Hornets indirizzavano subito la partita nel verso giusto con Zeller bravo a conquistare la palla a due su Gasol, il pallone era fatto girare, Zeller provava l’entrata ma all’imbocco del corridoio centrale veniva raddoppiato e arrestatosi sulla top of the key scaricava immediatamente dietro a sinistra su Marvin Williams, il quale dalla diagonale segnava il tiro pesante, scacciando con il forte rumore del botto da tripla il mostro cattivo della mitologia cinese Nian che si materializza a Capodanno.
I Bulls ritrovavano per la seconda partita consecutiva Dunleavy che evidentemente ancora freddo falliva due tiri; il primo da sotto tutto solo e poi ancora una tripla aperta dall’angolo destro, Charlotte ne approfittava con una penetrazione di Walker dalla sinistra e passaggio consegnato quasi alla mano per Zeller che a 10:37 libero da sotto non poteva fallire di certo.
Quindici secondi più tardi, per opera di Gasol in jumper, arrivava anche il primo canestro per i Bulls, a 10:00 dalla prima sirena però Batum si ricordava di aver sfoderato altre grandi prestazioni contro i Tori quest’anno e il suo fade-away dalla baseline destra non era stoppabile per Dunleavy.
Chicago tornava a segnare con Gibson, il quale anticipava due difensori degli Hornets in salto e tornava su per allungare un pallone da pochi passi nel canestro, tuttavia Chicago iniziava a dimostrare difficoltà offensive, mentre gli Hornets trovavano con buona fluidità il canestro; Walker in jumper, MKG spostandosi orizzontalmente nel pitturato scaricando un galleggiante fade-away dalla top of the key in uno contro uno e ancora MKG che sul bordo sinistro dell’area girandosi con lo spin avanzava in post basso per far partire un preciso tiro che bersagliava la retina, in più subiva il tocco sul gomito di Moore portando a casa un’azione da tre punti e facendo volare i Calabroni sul +10 (14-4) a 7:47. Gasol 20 secondi dopo segnava due punti ma Charlotte ripartiva all’attacco con MKG, il quale esagerava con il tentativo di reverse layup nel traffico e veniva stoppato da Gasol, tuttavia gli Hornets tenevano il pallone in fase offensiva e guadagnavano un punto in più del previsto grazie a Batum che sganciava la bombarda da tre a 7:09.
Moore a 6:05 segnava da tre punti dopo aver fallito precedentemente un altro tentativo, poco male perché Hawes a 5:44 rispondeva mostrando le sue doti di tiratore da oltre l’arco.
Charlotte in difesa recuperava palla per un fallo chiamato dagli arbitri commesso da Gibson che si arrangiava su Marvin messosi davanti a lui per prender posizione, Chicago era nettamente sfasata e anche il neoentrato Brooks commetteva fallo appena entrato su Kemba, il quale approfittava a metà dei liberi concessi, così Gibson a 4:59 riaccorciava a -10 lo svantaggio.
“OH my Goodness” era quello che esclamava Dell Curry (telecronista/opinionista tecnico per gli Hornets) quando le sue pupille s’illuminavano come le mie vedendo un crossover in entrata di MKG più in orizzontale che in verticale a buona velocità, l’atletismo della nostra ala piccola comunque lo spingeva con un gran balzo a sganciarsi per inerzia dal marcatore; ne usciva uno sconsiderato e fluttuante fade-away appoggiato alto al vetro che era premiato.
MKG prendeva fiducia sempre più e si faceva trovare nel pitturato su un assist orizzontale proveniente da sinistra, bastava inarcare la schiena per trovar spazio in salita e battere il marcatore davanti al ferro.
Brooks imitava l’appoggio alto al vetro di MKG ma con un’entrata più semplice anche se velocissima e Hawes a 2:20 completava il trittico di bei canestri girandosi in turnaround su Gasol e segnando il jumper dal bordo destro dell’area.
Hawes da media distanza dalla diagonale sinistra ne segnava altri due e i Calabroni incredibilmente si portavano sul 30-15 a 1:54 dalla prima luce rossa.
Moore e Kaminsky ne aggiungevano due a testa, così come Gasol e Kemba poco più tardi si rispondevano a distanza alzando il punteggio di tre per le due squadre, inoltre a sei decimi dalla sirena Walker scaricava nell’angolo per Lamb, bravo a piazzare la tripla del 38-20 che chiudeva un imprevedibile (almeno in termini di distacco) primo quarto.
Una Honeybee. Sempre più belle le ragazze, anche il bambino apprezza. ^_^

Una Honeybee. Sempre più belle le ragazze, anche il bambino apprezza. ^_^

 
Era sempre Lamb ad andare subito a bersaglio nel secondo quarto; sulla sua iniziativa la difesa dei Bulls non era d’accordo, così Jeremy si accontentava di passare dalla lunetta per ottenere i due punti negati dall’intervento irregolare.
I giocatori in campo si davano battaglia ma si passava a una fase, dove canestri su azione non se ne vedevano (solo Chicago dalla lunetta con Snell segnava un libero), Batum finalmente ricevendo un passaggio sotto, sfruttando una transizione, rompeva l’apatia offensiva delle due squadre.
Portis a 8:37 imitava Snell dalla lunetta splittando (fallo di Hawes), Lin a 7:56 però sulla transizione in corsa riusciva ugualmente ad alzare un pallone sopra il difensore fermo davanti a lui dando un +22 a Charlotte di vantaggio (44-22).
Gibson per i Bulls rappresentava una delle poche soluzioni buone in attacco e i due punti a 7:35 lo dimostravano, tuttavia sul possesso offensivo dei Tori, Batum intercettava un brutto passaggio e conduceva il contropiede cedendo a Hawes che fermato irregolarmente si accontentava anch’esso di prendersi i due punti dalla linea della carità. Le squadre si dedicavano quindi alla fase delle triple ma Hinrich e Lin non avevano buona sorte, Dunleavy dalla destra invece costringeva il tabellone a girare sul 46-27.
Batum segnava il quarantottesimo punto con un fade-away clamoroso contro un difensore quotato come Gibson, il quale un po’ stordito recuperava sì un fallo, ma dalla lunetta splittava solamente.
A 5:04 Gibson si riprendeva, Marvin si metteva davanti a lui ancora, questa volta Taj si smarcava e chiudeva in schiacciata.
A 4:31 un giro palla esterno portava a colpire dalla sinistra Moore in maniera pesante.
Sul 48-33 Clifford decideva per un time-out tonificante.
Così era dopo la pausa; Batum andava ancora in fade-away vincente dimostrandosi unstoppable per qualsiasi difensore, Hinrich però preoccupava Charlotte a 3:56 colpendo da tre punti, per fortuna lo stesso play, dopo uno 0/2 di Zeller dalla lunetta, con un troppo estroso passaggio faceva sbattere su Kemba (accanto a lui in ripiegamento) il pallone, Walker tentava di andarsene ma l’occhialuto giocatore in maglia rossa agguantava un ginocchio del nostro numero 15 commettendo un chiaro fallo antisportivo.
A 3:17 Kemba si presentava in lunetta e dopo il rimbalzo sul ferro, il pallone s’incastrava tra tabella e lato sinistro dell’anello. A tirar giù la sfera ci pensava gentilmente Gasol.
Walker non falliva il secondo, mentre falliva la tripla mandandola corta sull’extra possesso, per fortuna un disastroso Hinrich in uscita toccava quel tanto che bastava il nostro play per concedere altri tre tiri liberi, che, stavolta Kemba realizzava.
Un gioco da tre punti di Gasol (fallo di Zeller) consentivano a 2:47 ai Bulls di muovere il punteggio sul 54-39.
Un gioco dentro fuori ripetuto sulla sinistra tra Hawes e Batum, era interrotto dal francese che apriva sul centro destra dove Walker schermandosi in diagonale con Hawes stesso, prendeva palla e scaricava da tre per il 57-39.
Non era finita però perché i Calabroni gestivano male il possesso finale e Gasol sulla sirena infilava la tripla frontale per il 57-42 finale di primo tempo.
MKG, 20 punti per lui...

MKG, 20 punti per lui…

 
Al rientro dal tunnell degli spogliatoi la musica non cambiava, Charlotte era ancora la prima a segnare nel quarto con un sottomano di Batum arrivato dopo una transizione per merito della difesa.
Un assist di Batum ben calibrato consentiva a Kemba di arrivare sul pallone in ritmo, dardo avvelenato da tre punti per la nostra point guard e gara sul 62-42.
I Bulls si riprendevano i 5 punti persi con Gasol e poi Dunleavy, un paio di passaggi sull’esterno e la difesa di Charlotte collassava subendo la tripla aperta dell’ala piccola avversaria.
A 8:51 la difesa dei Bulls andava in tilt su Batum, lo prendo io, lo prendi tu, due giocatori si allontanavano lasciando solo ma non triste Nicolas che dalla linea dei tre punti ci provava e aveva ragione.
Gibson e Dunleavy accorciavano di 4, Hinrich potrebbe ridurre ulteriormente lo svantaggio dopo un pallone rubato a Zeller, ma Marvin Williams sulla transizione della guardia avversaria si abbatteva stoppando il tiro e McDermott sul rimbalzo andava corto da sotto, così in transizione Kemba arrivava quasi al ferro e alzava un pallone per Batum, il quale segnava ma il tutto era annullato dal fischio precedente di un arbitro che concedeva comunque per il clear path due liberi a Walker più palla in mano a Charlotte.
Gli Hornets splittavano dalla linea con Walker e perdevano palla con Zeller; sul passaggio verso di lui la sfera colpiva lo stinco del nostro pivot terminando oltre la linea di fondo.
A blindare i tentativi di rientro di Chicago ci pensava la difesa, un extra pass smarcante per Gibson solo sul lato sinistro del canestro davano la possibilità a Taj di pregustare la dunk, a cancellarla arrivava come un bolide MKG però, il quale poi veniva innescato in transizione appoggiando tuttavia corto, segnava ribadendo a canestro Walker, bravo a seguire l’azione a rimorchio.
Zeller in aiuto a Marvin in post basso destro su Gibson faceva rimbalzare il tiro dell’ala avversaria sul vetro, arrivava allora un runner di Walker a 6:09 per il 70-51.
A 5:22 continuava il dominio Hornets che con una serie di passaggi ubriacavano la difesa della squadra di Hoiberg; palla a Zeller che dal corner sinistro festeggiava l’insolita tripla.
Un tap-in di Gasol a 5:00 fermava il parziale degli Hornets che comunque entravano in fase da fisica quantistica quando dall’altra parte si avverava anche la tripla di MKG, un open dal lato destro per il 76-53 che a 4:34 mostrava un Kidd-Gilchrist capace anche di tirare da fuori. Dalla linea poco dopo non aveva problemi portando sul 78-53 la partita, a questo punto Chicago si tuffava nel mondo dell’impossibile e tentava di riaprire una partita già chiusa sul -25…
Brooks segnava in arresto e tiro veloce, un pullup che difendeva bene il neoentrato Bairstow, bravo a piazzarsi prima del semicerchio prendendo lo sfondamento di Kaminsky.
Il lungo bianco portava in dote anche due punti in attacco, per fortuna gli Hornets dalla lunetta tenevano a bada i Bulls, prima con Kaminsky (fallo di Portis), poi dopo due pt. di McDermott era Brooks a rovinare con un fallo un meraviglioso passaggio schiacciato di Hawes sulla corsa di Walker.
A 1:22 comunque Kemba segnava le sue due conclusioni, nel finale di quarto i Bulls accorciavano un po’ terminando con due liberi di Bairstow che chiudevano il penultimo quarto sull’87-56.
Una tifosa chiede un regalo più prosaico per San Valentino.

Una tifosa chiede un regalo più prosaico per San Valentino.

 
Chicago approfittava dell’assenza di Walker in campo e piazzava a inizio ultimo quarto un parziale di 8-0 concluso da un gioco da tre punti di McDermott bravo a realizzare l’87-73.
A 8:49 Hawes si rendeva utile in post basso sinistro, arrivavano altri due giocatori Bulls a triplicarlo ma troppo tardi; turnaround e 89-73.
Kemba veniva fatto rientrare da Clifford quando alla fine mancavano sette minuti e poco più di una manciata di secondi, tuttavia McDermott a 6:54 infilava la tripla del -12 (90-78).
Charlotte iniziava ad andare in difficoltà, anche perché Kemba era stoppato da Gasol, per fortuna il pallone rimaneva nelle mani dei bianchi di Clifford e ai 24 secondi ormai, dopo un tiro di Zeller sul ferro, MKG segnava in tap-in nonostante McDermott fosse agganciato a lui.
Fallo e gioco da tre punti per la nostra ala in un momento delicato. Dopo due punti di Gasol Charlotte chiudeva la gara; Marvin stoppava in uno contro uno Bairstow e Walker a 5:26 si liberava dello stesso lungo con la penetrazione troppo veloce per l’avversario; sottomano al vetro senza disturbo e Charlotte sul 95-90 ormai in controllo.
A 4:49 un gioco mobile dentro/fuori tra Kemba e Marvin portavano quest’ultimo a “cacciare” una tripla dall’angolo sinistro.
Moore segnava, Charlotte no ma il rimbalzo offensivo era catturato e Walker congelava il cronometro, partenza, assist saltato verso l’interno, dove in mezzo a due maglie rosse MKG tirava giù una schiacciata colossale.
Con due bombe (una a testa) di Batum e Marvin Williams ad ampliare il divario, la gara terminava sul 106-81.
Spencer Hawes, sta migliorando.

Spencer Hawes, sta migliorando.

 
Decisivi i rimbalzi per Charlotte che ha controllato nella seconda parte tirando alla fine peggio di poco dei Bulls, anche se in realtà quando serviva, abbiamo tirato nettamente meglio di una squadra con troppe assenze importanti.
Per una volta non siamo noi quelli con l’infermeria piena e questa è già una notizia.
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Pagelle:
 
(anche se non è il loro segno cinese, metaforicamente assegniamo un animale associato all’oroscopo orientale a ogni giocatore)
 
Walker: 7,5
30 pt. (8/19), 8 assist, 7 rimbalzi, 3 rubate. Kemba spinge in attacco e prende piede in difesa dove ruba tre palloni. Ottima serata condita anche da otto consistenti assist. Segno cinese: Serpente. Kemba s’insinua nella difesa avversaria e controlla saggiamente le situazioni.
 
Batum: 7
19 pt. (8/13), 8 assist, 13 rimbalzi, 2 rubate. Perde 4 palloni ma gioca veramente bene nel primo tempo, nel secondo tempo sbaglia troppo quando serve, tuttavia mette su dei numeri importanti. Fade-away fantastici nel primo tempo. Segno cinese: Capra. Altruista e creativo.
 
Kidd-Gilchrist: 7,5
20 pt. (7/14), 7 rimbalzi, 2 stoppate. Fermato un paio di volte ma non è grave, confronto di ciò che ha mostrato in campo, con almeno un paio di realizzazioni eccellenti e una stoppata a cambiare l’inerzia dell’incontro quando la partita sembrava poter prendere la china dell’insidiosa rimonta Bulls. Segno cinese: Tigre. Si acquatta e colpisce. Aggressivo, coraggioso, protettivo.
 
M. Williams: 6,5
9 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 1 rubata 2 stoppate. Buona gara di Marvin, se la gioca alla pari con Gibson, una stoppata importante. Su azione apre e chiude la partita per Charlotte con due bombe. Segno cinese: Drago. Associato alla salute, Marvin è l’unico ad aver disputato tutte le gare di regular season, inoltre le sue lunghe triple ricordano la scia lasciata da un drago orientale.
 
C. Zeller: 6
5 pt. (2/3), 8 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Perde tre palloni ed è cacciato fuori per falli. Si arrangia. Una buona stoppata nel finale. Segno cinese: Bufalo. Deve lavorare duro e continuare con questo spirito per ottenere risultati ancora migliori.
 
Hawes: 6,5
13 pt. (5/9), 8 rimbalzi, 1 stoppata. Un bellissimo assist e il merito di aver interrotto il parziale Bulls a inizio ultima frazione. Anche lui nel finale fuori per falli. Segno cinese: Scimmia. High IQ basket che gli fa prendere la decisione migliore in base a quello che sta succedendo intorno. Dopo aver passato parte della stagione a tentare cose improbabili ora sta forzando meno e la dote nel passaggio è naturale.
 
Kaminsky: 5,5
5 pt. (0/3), 4 rimbalzi. Due falli e una palla persa. Frank segna tutti i suoi punti ai liberi, da dove comunque riesce a non far rientrare i Bulls. Un open 3 mancata che sarebbe servita. Segno cinese: Topo. Furbo e ricco di possibili soluzioni.
 
Lamb: 5,5
5 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 1 assist. Concentra il suo meglio a cavallo tra primo e secondo quarto quando segna i suoi punti. Un buon intervento difensivo ma impreciso al tiro e poco concreto nel finale. Segno cinese: Coniglio. Ha talento e gusto ma si perde.
 
Lin: 5,5
2 pt. (1/7), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Si ostina con la tripla ma non entra, farà 0/4 da tre punti. Utile in diversi casi, in difesa, in pressione e a rimbalzo. Segno cinese: Gallo. Un po’ troppo pretenzioso da tre punti, è però un buon osservatore, assist e difesa, elastico e tenace.
 
Coach Clifford: 7
Continua con il suo minutaggio per 9 giocatori in rotazione. Non si vedono più Roberts, Daniels, Hansbrough e compagnia, il lato positivo è che prendendo più minuti in campo, se non si stancheranno presto, questi nove tutto sommato paiono aver trovato buona coesione e intesa. La squadra quando serve riesce a fare gioco, peccato che il test sia stato inficiato da numerose assenze nelle fila avversarie ma oggi andava bene così.
 

 

Il PagellHornets @ 51

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Arrivati a gara 51 della regular season a sole due dall’All-Star Game e a 31 dalla fine della lunga maratona stagionale (esclusi eventuali playoffs), riepiloghiamo tramite un paio di tabelle le ultime prestazioni dei singoli quando siamo a una partita da quota .500, la quale rappresenta la parità tra vittorie e sconfitte.
Nella prima tabella sottostanteosserviamo i voti dei giocatori durante le ultime 17 gare,
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anche se in realtà per il conteggio ho tenuto in considerazione le ultime 10 poiché al giro di boa rappresentato metaforicamente da gara 41, avevamo già fatto i calcoli, da lì si basa la seconda tabella, quella della media voti giocatori.
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Cinque gare fa è rientrato Kidd-Gilchrist, il quale grazie alle due sontuose prestazioni contro Lakers e Cavaliers si è issato subito in vetta, anche se nelle ultime due gare ha mostrato segni di stanchezza, un po’ come in quella del rientro a Portland, la condizione non è certo ottimale, comunque sia, anche quando gioca maluccio, in genere rende più di P.J. Hairston.
Al secondo posto, pressoché stabile nella media voto c’è Kemba Walker, al quale l’unico appunto che possiamo muovere è che in tante gare punto a punto, non è stato esattamente un clutch player. Kemba comunque ha migliorato le sue statistiche e continua a trascinare la squadra, così come si spera continuerà a fare anche Nicolas Batum, il quale ha avuto problemi a un dito che l’ha costretto a entrare e uscire continuamente dalla lista infortunati nello scorso mese.
Ora sembra in ripresa e questo per noi è fondamentale.
Al quarto posto c’è Jeremy Lamb, un po’ in crisi, movimenti giusti ma due layup falliti (uno contro Miami e uno contro Washington) facili facili.
Se Clifford continuerà a escludere altri, facendogli ritrovare il parquet (anche lui qualche problema di salute che l’ha tenuto lontano dal campo l’ha avuto recentemente) potrebbe riacquisire confidenza e tocco magico d’inizio stagione.
In una particolare combo classifica che vede accomunate i tiri da tre punti e le stoppate, dietro Durant c’è Marvin Williams, grande annata dopo quella da oggetto misterioso dello scorso anno.
Se i compagni scaricano su Marvin libero per il catch n’shoot è quasi una garanzia.
Lin è il folletto in grado di far saltare la difesa avversaria o di trovare una serata storta e buttare via palloni.
Per ora comunque è una nota positiva.
La sua velocità in penetrazione e i suoi assist stanno dando buoni frutti.
Al settimo posto c’è Cody Zeller, voti più o meno stabili.
Discreta annata per ora ma troppo leggero in alcune gare.
Non segna molto ma fa dei buoni inserimenti, non è però certo un centro da top team anche se trova serate buone in difesa quando ci mette energia e voglia.
Jefferson è ottavo ma anche out da 21 partite…
Dovremmo ritrovarlo dopo l’All-Star Game.
E’ in scadenza di contratto, che durante la pausa dell’All-Star Game la società, anche viste le sue condizioni di salute, da due anni abbastanza precarie, tenti di commerciarlo?
Per ora si dice che la stima tra lui e Jordan sia reciproca e sembra tutto tacere, rumors non ve ne sono e Cho pare aver scelto un certo immobilismo.
Nono è Daniels che con la bomba (in realtà sarebbero stati passi) importantissima di Sacramento si porta più su in classifica.
Decimo è Roberts che non gioca da qualche gara ma è servito per ribaltare la gara a Orlando e ha fornito altre buone prestazioni con velocità e tiro per recuperare velocemente quando serve.
Sulla soglia della sufficienza abbiamo Hawes e poi Kaminsky.
Se Spencer si è esaltato contro Washington nell’ultimo quarto, Frank l’ha fatto contro Cleveland qualche partita precedente, aiutando il team a scrollarsi di dosso la maledizione di James.
Tredicesimo è un altro lungo, Hansbrough, poco spazio, un po’ sotto la sufficienza, segue Harrison, giocatore tenuto nel roster, anche se non chiamato al Draft che oscilla però tra D-League e prima squadra.
Già due volte è stato spedito a Oklahoma City e poi richiamato.
L’ultimo della classifica è P.J. Hairston, il quale contro New York ha sfoderato una grande prestazione, ma poi è tornato a fornire mediamente scarse prestazioni.
Si dice che la società non lo rinnoverà, perché allora non tentare ora, se c’è qualche possibilità di scambiarlo per un giocatore più utile per noi?
Clifford (media voto 6,22, +0,03, scusate ma la freta me lo ha fatto dimenticare nella tabella) ha dovuto fare i conti in quest’ultimo periodo con l’infermeria piena, che finalmente ora si è svuotata (solo Jefferson rimane out), la squadra aveva subito 7 sconfitte consecutive, due brutte a Phoenix e a Denver, ora siamo in ripresa, bisogna dare continuità ai risultati e soprattutto andare a giocare in trasferta convinti e decisi di poter vincere anche se non c’è il pubblico dell’Alveare a spingere.
Avremo parecchie trasferte consecutive (6) dopo Chicago, dobbiamo portarne a casa il più possibile per sfruttare un inizio marzo teoricamente sulla carta favorevole con tante gare di seguito (7) in casa.
Servono subito energia, forza, velocità e gioco di squadra, uniti possiamo farcela davvero.

Classifica al 7 febbraio 2016

Gli Charlotte Hornets battono i Washington Wizards nella notte e aprono una lieve frattura tra loro e le squadre sottostanti, poco importa, l’importante è continuare a vincere visto che restiamo al nono posto e dobbiamo ancora recuperare terreno.

Nell’Eastern abbiamo battuto tutti almeno una volta, eccetto Boston e Indiana, franchigia contro la quale non abbiamo ancora giocato, che incontreremo però nella nostra ultima gara prima dell’All-Star Game.

Ecco la classifica a Est:

 

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E quella a Ovest dove Golden State e San Antonio sembrano le due candidate più probabili e accreditate per il titolo.

 

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Game 51; Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 108-104

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Sottotitolo; ComplicaziHornets
 
Gli Charlotte Hornets sono una squadra che riesce spesso a complicarsi la vita.
Riuscissimo ad ottenere vittorie facili, non sarebbe nemmeno bello, più che sette camicie da sudare qui ce ne sono volute ventitré, poiché sotto di diciannove punti, tritati da Washington tra l’avvio e la metà del secondo quarto, siamo finiti sotto ben di diciannove punti ma abbiamo chiuso vincendo di quattro grazie a una squadra risvegliatasi nel terzo quarto che ha maciullato con un parziale di 30-17 la difesa di Washington, complicandoci tuttavia la vita nel finale.
Per fortuna questa volta è finita bene.
I fantasmi dalla panchina provenienti dalle rotazioni del secondo quarto mi hanno ricordato gli spettri del Signore degli Aneli, confinati in un limbo nel secondo periodo, sono usciti con tutta la loro energia e forza nell’ultima frazione per aiutare a spazzar via Washington. Necessitavamo di una vittoria e così è stato, ora la testa va a Chicago nella notte di martedì in quello che sarà un altro home game.
Marvin Williams, altra doppia doppia per lui.

Marvin Williams, altra doppia doppia per lui.

 
Washington affrontava la sfida alla Time Warner Cable Arena avendo un Beal a mezzo servizio per un precedente infortunio, Wittman allora schierava il seguente starting five; Wall, Temple, Otto Porter jr., Dudley, Gortat, mentre Clifford schierava il quintetto visto nell’ultima sfortunata apparizione e cioè; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams, C. Zeller.
 
Washington conquistava la palla a due con Gortat e iniziava subito bene con due punti ottenuti da Dudley a 11:43 (mid range jumper) nonostante l’uscita di Zeller dal pitturato in copertura.
A 10:54 Marvin Williams riprendeva da dove aveva lasciato la partita prima; bomba esplosiva da sinistra (assist MKG) e vantaggio Charlotte. Washington però era intenzionata a prendere il comando delle operazioni, Gortat con un gancio su Zeller dalla baseline sinistra riportava sopra la squadra ospite che per una palla persa da Cody subiva dalla lunetta (fallo di Kemba in ripiegamento) due FT di Wall.
Gli Hornets continuavano con la strategia dall’esterno; Marvin questa volta faceva da passatore per Kemba, il quale dalla diagonale sinistra riportava in equilibrio il punteggio.
Dudley veniva un po’ ignorato e un suo jumper a 9:13 dava il nuovo vantaggio ai capitolini che correvano sul campo e nel punteggio portandosi con una tripla in transizione dello stesso Dudley sul 6-14.
A 7:30 finalmente gli Hornets rispondevano con Batum, il quale infilava dalla diagonale destra una sospensione dalla lunga orbita.
Kemba a 6:41 spiazzava Gortat con un anomalo palleggio (per essersi allungato palla dopo un contatto) e appoggiava il 10-14.
Da una palla persa in attacco dai Wizards arrivava anche la transizione per gli Hornets; Zeller si gettava a terra avendo la meglio sul n°2 avversario, passaggio per Batum che inceneriva il canestro con una dunk potente.
Washington in attacco serviva l’uomo sbagliato; Kemba ringraziava e apriva il contropiede chiuso questa volta da MKG con un’altra esaltante schiacciata a 5:57.
Wall con un facile sottomano riportava il vantaggio perso in casa Washington ma Marvin Williams con l’operazione bomba a 5:28 decideva di riportare avanti i Calabroni.
A 4:48 Dudley con un open 3 lanciava, però la sfida, Lin rispondeva con una penetrazione aggressiva nel corridoio centrale per il 19 pari, Marvin a 3:31 in runner aumentava i punti degli Hornets che grazie a Batum, 20 secondi più tardi diventavano 23; alzata in diagonale sopra le teste dei Wizards, Cody raggiungeva la palla ad alte quote dalle parti del ferro e finiva con un fantastico alley-oop.
Temple in fing and roll e Gortat in running dunk ristabilivano la parità a quota 23 velocemente.
Altri due punti a testa chiudevano il primo quarto che non vedeva né vincitori né vinti.
 
Il secondo quarto però si presentava drammatico per i Calabroni; la panchina degli Hornets faceva fatica a segnare e Washington spesso ne approfittava Porter colpiva da tre punti due volte consecutive e i Wizards si staccavano, Hawes scambiava palla due volte rapidamente sul movimento di Batum, la palla restituita dal francese consentiva il piazzato dalla destra del nostro centro che riportava a 4 lo svantaggio. Batum con un appoggio al vetro lo riduceva poco più tardi a tre ma a 8:36 Beal dalla baseline sinistra in sospensione portava a cinque le lunghezze di vantaggio ospite, il quale in breve si allargava assumendo proporzioni abissali.
Il cratere lunare lasciato da una svogliata difesa di Charlotte consentiva ai biancorossi di lanciarsi prima sul +10 con una veloce tripla di Beal a 7:35 e sul +19 quando a 1:57 Sessions era toccato da Marvin.
Il 2/2 dalla linea della carità valeva il 38-57 Washington.
Charlotte però iniziava timidamente una piccola rimonta con Cody, il quale venti secondi dopo i liberi, piazzava stranamente un lungo due che abitualmente quest’anno metteva raramente.
A 1:06 MKG aggiungeva due punti dalla diagonale destra.
Cody commetteva un fallo sul polacco Gortat che dalla lunetta splittava Batum quindi portava 6 punti nelle casse di Charlotte con due triple; la prima ottenendo il canestro con un veloce catch n’shoot dalla top of the key, la seconda spostandosi leggermente sulla sinistra in diagonale, bomba che chiudeva il primo quarto sul 48-58 a favore dei capitolini.
MKG alle prese con la difesa dei Wizards chiuderà con 9 punti e 0 rimbalzi.

MKG alle prese con la difesa dei Wizards chiuderà con 9 punti e 0 rimbalzi.

 
Dopo l’intervallo le incognite erano tante, ma la principale riguardava l’inerzia presa da Charlotte negli ultimi due minuti.
L’interruzione avrebbe interrotto il fluido magico nelle mani degli Hornets?
A giudicare dal primo canestro in jumper di MKG avremmo detto di no, tuttavia Washington non stava a guardare e rispondeva con Wall, il colpo su colpo continuava con le entrate di Walker e Porter.
I punti di vantaggio per i Maghi salivano a 12 quando MKG in aiuto su Gortat era costretto al fallo.
Due su due per Marcin che aumentava il suo score. Walker però non ci stava, sulla diagonale destra cercava il palleggio quasi perdendo palla, riprendendola vedeva staccarsi il suo difensore che gli lasciava stranamente spazio, Kemba tentava di trovare allora il ritmo per la tripla a 8:33 e l’open gli riusciva, Charlotte tornava così allo svantaggio a una sola cifra (-9).
Dudley finalmente finiva di segnare sbagliando un jumper, Gortat stoppava Kemba, ma la palla nelle mani di Charlotte si protraeva ancora, Batum ai 24 aveva un pallone in mano che scottava, forzatura e palla che toccava il primo ferro, rimbalzo di Marvin Williams e a 7:39 fallo su MKG che dalla lunetta accorciava il gap a 7 (57-64).
Wall era impressionante a livello di velocità su una penetrazione e il suo scarico sotto era sfruttato da Gortat che furbescamente appoggiava subito al vetro; MKG lo stoppava ma gli arbitri fischiavano giustamente un goaltending.
Charlotte si salvava per il rotto della cuffia in attacco su un’entrata a ricciolo di MKG che scivolando riusciva però a spedir palla a Marvin Williams appostato in solitaria sotto il ferro a destra, la dunk della nostra PF era seguita da una buona difesa di Charlotte, Cody intercettava un retropassaggio di un giocatore di Washington che saltando per non far uscire palla dalla rimessa laterale cercava Gortat più arretrato, il polacco invece faceva un fallo chiamato clear path, il classico fallo antisportivo per non far segnare un giocatore chiaramente lanciato in transizione con buone possibilità di segnare.
Gli Hornets si limitavano a segnare però i liberi con Zeller perché il possesso supplementare dovuto al fallo veniva sprecato con una tripla lunga.
A 4:52 era sempre Charlotte; attacco di Batum che giocava su Zeller un pallone messo dentro dal nostro centro in floater.
A 3:50 Charlotte perveniva anche al pareggio. Tripla di Batum sbilanciato da un contatto con Temple; Nicolas era bravo a mantenere l’equilibrio e poteva contare anche sul libero supplementare per il sorpasso.
Sfortunatamente il transalpino sbagliava la cosa più semplice e diabolicamente la partita rimaneva ferma sul 66 pari.
Neal (ringrazio non sia più uno dei nostri) da tre non segnava, Batum invece spalle a canestro si avvicinava in uno contro uno ai bordi dell’area destra da dove voltandosi segnava in fade-away trovando finalmente il vantaggio per la gioia dell’Alveare a 3:14 dalla penultima luce rossa. Wall diceva che questa cosa non s aveva da fare e pareggiava la gara a 2:30 però, il francese spuntava alto sull’errore di Kemba al tiro, la correzione in schiacciata volante era un highlight di partita.
Gli Hornets sulle ali dell’entusiasmo colpivano ancora due volte e lo facevano in maniera pesante; Walker e Kaminsky infilavano due bombe che rischiavano d’affossare Washington portando il tabellone sul 76-68. I Maghi però mettevano un tiro di tabella con Sessions e una tripla con Wall riducendo lo scarto a un possesso lungo (76-73), chiudevano il quarto i canestri di Batum (mismatch con Neal) e Wall a un secondo dalla sirena.
Charlotte oscurava 30-17 nella frazione gli ospiti e chiudeva avanti 78-75.
Il sorriso di alcune Honeybees in serata.

Il sorriso di alcune Honeybees in serata.

 
L’ultimo quarto era combattuto, Hawes aiutava a tenere sopra i Calabroni andandosi a prendere un fallo da Gooden a 11:30 per l’80-75, lo stesso Spencer però era costretto a far fallo per fermare Wall che dalla lunetta recuperava comunque i due punti persi.
Kaminsky da sotto mancava clamorosamente un appoggio al vetro m Hawes prendeva il rimbalzo e trovava un fallo per una mannaiata sul tentativo di alzar la palla verso canestro.
A 10:34 a gioco fermo non falliva le occasioni e il vantaggio risaliva al +5, il punteggio continuava però a oscillare tra i tre e i cinque tornando al minimo scarto con Gooden.
Kaminsky per gli arbitri faceva uno sfondamento su Wall, in realtà non fermissimo, ma onestamente nel primo tempo a parti invertite c’era stato fischiato un fallo del genere a favore, gli arbitri usavano lo stesso metro di giudizio se non altro…
A 9:17 Wall si presentava con la sua mano educata in lunetta mentre Clifford era furioso con Lin, reo di aver fatto un fallo a 8 decimi dallo scadere dei 24 essendo troppo aggressivo sulla PG avversaria.
Due su due e -1 Washington…
Charlotte riprovava con Batum in entrata ma non funzionava, questa volta dalle parti del ferro arrivava Hawes che dopo un contatto si catapultava da solo per il tap-in vincente.
Gooden in mezzo a una selva di braccia alzate imitava Hawes con un altro tap-in a segno.
Hawes a 7:44 dopo un prolungato gioco a due con Lamb sulla sinistra era obbligato a tirare con l’uomo addosso; Spencer inclinato per liberare lo spazio al tiro con l’effetto “Torre di Pisa” riusciva a fiondare una tripla incredibile.
Charlotte prendeva qualche punto di vantaggio dopo l’1/2 di Beal con Lamb che saltava sul fischio arbitrale a contatto con Wall e su un raddoppio; il suo jumper dalla media finiva dentro, in più arrivava la trasformazione del libero addizionale, grazie a questo Charlotte si portava sul 90-84.
A 6:39 un’apertura di Walker su Lamb portava la rotazione della difesa di Washington in ritardo, Lamb lo capiva e si liberava del difensore con una finta, partenza e raggiungimento del pitturato per Jeremy e scarico su Kaminsky che segnava la schiacciata del +8.
Beal però dalla panchina segnava 5 punti consecutivi e Charlotte doveva rispondere con una tripla di Walker in ritmo per frenare la rincorsa dei Wizards che sfortunatamente non s’interrompeva poiché l’altra guardia (Wall), infilava una tripla a 5:17 che valeva il 95-92.
Beal accorciava sul -1 e Sessions a 4:25 appoggiava la sfera del +1, Washington tornava sopra costringendo Clifford a chiamare una pausa. A 3:41 Kemba faceva tutto da solo; palleggio lineare verso la media baseline destra e tiro in sospensione sopra il braccio proteso di Gortat; canestro importante che serviva a riportar sopra la squadra di Jordan. Dopo qualche vicissitudine come un piede in partenza arretrato da Porter a toccare la linea laterale, Beal con un fing and rolla 2:36 anche grazie a un errore arbitrale piuttosto vistoso (una rimessa invertita dopo un tocco di Porter), Kemba in entrata si torceva il giusto dopo gli autoscontri con Gortat per prendersi lo spazio grazie al quale superare in appoggio il più alto avversario.
Sul +1 Charlotte si riaffidava a Kemba, nulla, di fatto, ma Marvin Williams nel cuore dell’area catturava un rimbalzo d’importanza capitale che dava poi la possibilità a Lin a 1:25 di concludere l’entrata in reverse layup.
Beal in uno contro uno si staccava da Marvin e si prendeva il tiro dalla baseline sinistra da poco fuori l’area.
Due punti ben realizzati e gara sul 101-100 Charlotte. Kemba rischiava grosso sbagliando la tripla, la fortuna ci aiutava su un tiro di Wall, classico in & out che il ferro sputava fuori, i Calabroni organizzavano allora l’attacco durante un time-out.
Batum sul lato di destra andava in avanzamento verso l’angolo, sulla sua destra passava Lin che grazie allo screen roll di Batum saettava una tripla decisiva per portare la gara sul 104-103.
Porter fuori equilibrio sbagliava una tripla, Batum prendeva il rimbalzo ma con meno di 24 secondi da giocare clamorosamente la squadra di Wittman non commetteva fallo, il giro palla di Charlotte consentiva di guadagnare secondi e arrivava l’intenzionale solo a :11.4.
MKG si presentava in lunetta ma splittava (105-100). Beal a :08.0 secondi buttava dentro una tripla portando a soli due punti i biancorossi. Un fallo di Temple su Marvin un secondo esatto dopo mandava Williams in lunetta che segnava il primo ma regalava ancora emozioni non segnando il secondo.
Pathos all’Alveare anche perché MKG per evitare triple commetteva fallo su Wall a :02.8.
La guardia dei Wizards segnava il primo e sbagliava appositamente il secondo ma il pallone scagliato contro il plexiglass non toccava il ferro ridiscendendo, così Charlotte guadagnava palla e Kemba dalla lunetta chiudeva i conti contro una diretta avversaria.
Spencer Hawes nell'ultimo quarto ha portato punti pesanti.

Spencer Hawes nell’ultimo quarto ha portato punti pesanti.

 
Numeri molto simili alla fine che nelle statistiche generali non differivano già molto, anche se Charlotte probabilmente, statistiche alla mano, offre una difesa migliore. Decisive le triple per vincere la gara in serata.
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Pagelle:
 
Walker: 6,5
23 pt. (8/20), 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Una sola palla persa. Qualche buona giocata nel finale unita a qualche azzardo di troppo alla conclusione. E’ anche merito suo se portiamo a casa questa W. Fiammate che riaccendono la gara.
 
Batum: 7,5
26 pt. (9/20), 11 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata, 1 stoppata. La nota “negativa” sembrerebbero i sei palloni persi ma Nicolas gioca. Sono tanti, ma fa peggio su alcune forzature, tiri dal basso coefficiente. Regala una bella tripla fuori equilibrio, più giocate che riaccendono le speranze di Charlotte. Sublime la dunk volante. Finisce a un passo dalla tripla doppia.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
9 pt. (3/7), 2 assist, 1 rubata. MKG che finisce senza rimbalzi è come una pioggia che non bagna. Stranissima gara per lui, affaticato sicuramente. Palloni che gli girano intorno o sfuggono con traiettorie imprevedibili, non la prende mai. Difesa discreta ma fa passi a 3:14 dalla fine, situazione che avrebbe potuto costar cara.
 
M. Williams: 7
13 pt. (5/6), 10 rimbalzi, 1 assist. In doppia doppia. Bene al tiro e a rimbalzo. Nel finale ne prende uno fondamentale probabilmente. Caldo alla conclusione.
 
C. Zeller: 6,5
8 pt. (3/6), 9 rimbalzi, 3 rubate. Curioso +21 di plus/minus. Lotta e in difesa dopo un inizio per nulla premiante combina qualcosa di buono. Quando ha palla in mano però si pensa sempre possa perderla.
 
Lin: 7
7 pt. (3/5), 1 assist. Perde due palloni. Non benissimo durante le prime rotazioni ma nel finale i suoi 5 punti sono inestimabili.
 
Lamb: 5,5
3 pt. (1/6), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Segna solo un gioco da tre punti anche se importante. Esce su un pallone sporcato da lui in rimessa laterale. manca la sua precisione d’inizio stagione.
 
Hawes: 7
14 pt. (4/6), 4 rimbalzi, 2 stoppate, stesso discorso in blocco per tutta la panchina sulle rotazioni, è però bravissimo nell’ultimo quarto.
 
Kaminsky: 6
5 pt. (2/5), 3 rimb., 1 assist, 2 stoppate. Forse il più disastroso in marcatura nel secondo quarto. Anche lui con un paio di giocate nel finale si rialza.
 
Coach Clifford: 7
Alza il minutaggio alla sua panchina schierando solo quattro riserve. A qualcuno fa bene, anche se l’imbarcata presa proprio da parte della panchina durante le rotazioni del secondo quarto è notevole. Rientrano meglio in campo durante la seconda rotazione e sono tutti decisivi ai fini del risultato. La squadra gioca e lui prende le giuste pause.

Game 50; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 95-98

 
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Sototitolo; IndecisiHornets
 
Non è facile quando si perde a volte dire un “bravi” ai ragazzi, però questa sera Charlotte ha poco o nulla da rimproverarsi se non l’assenza nel roster di un uomo dominante nel pitturato (ma questa è competenza di Cho e Jordan) e i due possessi finali mal gestiti di Walker che indeciso hanno poi sostanzialmente decretato la sconfitta in una partita tirata e che avremmo meritato di portare a casa più noi che Miami, la quale ha continuato a scavare giocando palloni sotto con Whiteside, Stoudamire e Bosh o si è affidata a semplici jumper di Dragic e a entrate di Wade.
Spolestra ha sfruttato le debolezze di Charlotte che non ha nemmeno difeso male, un peccato che sia terminata così la gara, a noi sarebbe servita una vittoria per gettarci nella mischia playoffs.
A nulla è servita la spinta dello swarm di Charlotte nella buzz city night.
La squadra, dopo la bella favola contro Cleveland, non ha massimizzato nel finale.
Ora ci aspetta un back to back contro Washington con i capitolini che hanno vinto contro Phila nella notte.
Diventa ora fondamentale battere in casa sia Washington che Chicago (sconfitta 110-115 a Denver) per rientrare nel discorso post-season.
Gli Heat si presentavano in North Carolina con; Dragic, Wade, Deng, Bosh e Stoudamire, Clifford poteva quasi schierare tutti gli effettivi eccezion fatta per Jefferson, andavano inizialmente in campo quindi; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
Batum e coach Clifford confabulano.

Batum e coach Clifford confabulano.

 
Miami iniziava bene con Dragic passava sotto canestro per Deng che da sotto girandosi segnava in mezzo a una selva di mani di difensori degli Hornets, Batum per pareggiare aveva meno difficoltà dato che la sua entrata a ricciolo a 11:31 con relativo appoggio al vetro era più agile.
Zeller avrebbe potuto portare in vantaggio gli Hornets ma Stoudamire lo stoppava, lo stesso Cody in difesa si arrangiava sul lungo avversario che guadagnava due FT ma non ne faceva tesoro fallendoli entrambi.
MKG dalla sinistra era veloce ad andare a segnare in uno contro uno con una sospensione da discreta distanza, gli Hornets a 9:46 passavano una volta dalla lunetta (Cody splittava), mentre il giro di Miami dalla lunetta vedeva ancora Whiteside protagonista; questa volta il lungo avversario segnava e accorciava a uno il distacco.
Miami passava ancora dalla lunetta quando per gli arbitri MKG commetteva un blocking foul che a mio giudizio sembrava più uno sfondamento del lungo avversario, a 9:06 quindi Miami passava avanti e incrementava anche il vantaggio con Dragic a 8:23 che riceveva una rimessa dal fondo e andava subito a segno in jumper.
Charlotte tornava a realizzare a 8:00 dal suono della prima sirena con Kemba bravo a piazzare una tripla dalla diagonale sinistra che serviva a riagguantare la parità a quota otto.
Bosh da sotto riportava avanti i bianchi in trasferta ma Batum in versione assist-man piazzava un pallone in un lungo corridoio immaginario che pochi giocatori avrebbero potuto vedere ed azzardare, la sfera raggiungeva Cody che in corsa segnava nonostante il fallo di Dragic.
C’era anche il libero messo a segno e gli Hornets volavano sopra il Calore di Miami (11-10).
A 6:44 Marvin Williams in entrata calcolava bene i suoi rischi riuscendo a piazzare il layup sopra le teste dei difensori di Miami che lo vedevano dal basso.
Dragic a 6.24 rispondeva con la penetrazione centrale di Dragic e gli ospiti passavano anche in vantaggio con un fing and roll di Winslow a 6:01. Quindici secondi più tardi però un’imbucata per Marvin vedeva la nostra PF resistere al contatto falloso e portare a casa un gioco da tre punti.
Per una violazione dei tre secondi in area di Stoudamire gli Hornets segnavano con Batum un libero ma venivano colpiti da un jumper di Udrih, tuttavia riuscivano a riportarsi sui tre punti di vantaggio con un floater di Marvin Williams dal pitturato a 4:32.
Batum stoppava Winslow e MKG con un appoggio in transizione segnava due punti più un terzo libero per fallo di Wade.
Miami reagiva, Green e Whiteside riportavano a -1 i bianchi in trasferta, un pullup di Batum e un canestro di Green alzavano il punteggio, era poi ancora Batum a colpire con una bomba a :55.9, tre punti che mandavano la squadra di Clifford sul 29-25.
Lin da dietro stoppava Udrih e Bosh andava corto sul jumper contro Frank. Kaminsky schiacciava un passaggio in transizione a due secondi e mezzo dalla sirena, Lin in vantaggio aspettava per evitare Green che invece lo travolgeva.
31-25 alla fine del primo quarto dopo i liberi di Jeremy.
Alcune Honeybees durante un time-out.

Alcune Honeybees durante un time-out.

 
Whiteside inaugurava il secondo quarto a 11:36 splittando, Hawes invece a 11:19 batteva proprio il centrone degli Heat andando in palleggio spalle a canestro, sulla sua finta Hassan abboccava e l’appoggio per Spencer risultava semplice.
Dopo una lunga serie d’errori, tra i quali due di Whiteside da sotto canestro, gli Heat segnvano a 9:59 con Bosh, il quale prendeva il rimbalzo su un suo errore e in avanzamento portava a -5 gli Heat, anche perché falliva il libero aggiuntivo.
Non si poteva parlare di errore per Lamb perché sulla sua strada trovava la stoppata di Whiteside, il contropiede di Miami costava caro ai Calabroni che prendevano un flagrant foul contro (P.J. manata sul tiro di Dragic); lo sloveno realizzava i liberi ma Hawes sull’azione seguente per fortuna bloccava Whiteside, palla contesa e jump ball… in qualche maniera Charlotte riusciva a portarla a casa ma non concretizzava, gli Heat tornavano a -1 prima che Lamb colpisse a 7:46 con un jumper veloce.
Successivamente ripartiva la sagra delle stoppate, gli Heat, però segnavano 4 punti e i due di Wade in entrata con la mano sinistra valevano il nuovo vantaggio ospite (35-36).
I Calabroni tornavano sul +1 con una transizione Lin & Lamb per la gioia del pubblico che vedeva schiacciare quest’ultimo, ma un Wade sempre più attivo realizzava altri due punti.
Charlotte comunque non si perdeva d’animo e trovava con un catch n’shoot di Batum tre punti che issavano di nuovo la squadra del North Carolina più alta di quella della Florida (40-38).
Niente da fare nemmeno per il jumper dalla baseline sinistra, MKG non riusciva (ma direi che fosse impossibile difendere) a stoppare la parabola di Wade per la parità a quota 40.
In attacco anche MKG trovava le mani di Whiteside che metteva a referto la quinta stoppata, per fortuna un suo fallo su Zeller costringeva Spolestra a richiamarlo in panca.
A 3:19 Wade appoggiava, Batum cancellava il canestro, gli arbitri anche poiché pareva essere un più che sospetto goaltending.
Il pericolo non scuoteva gli Hornets che incassavano il 40-42 di un sempre più scatenato Wade.
Charlotte a 1:58 ripassava avanti quando Batum serviva l’assist orizzontale semplice per Kemba che missilava da fuori, chi invece era fuori controllo era Wade, ormai esaltato nel finale di quarto che a 1:12 schiacciava prepotentemente in transizione.
A :54.1 Marvin cedeva a Batum che vedeva il compagno avvantaggiarsi sul proprio difensore scattando verticalmente verso canestro; passaggio perfetto e schiacciata restituita.
MKG a :25.3 dalla sirena dell’intervallo s’infilava sulla sinistra battendo il primo difensore e appoggiando oltre Bosh il 47-44.
A :06.6 però Miami trovava l’azione che chiudeva il primo tempo sul 47 pari; entrata di Wade, passaggio per Bosh che da sotto segnava un gioco da tre punti.
Durante il time-out c’era la cerimonia che onorava l’ex Alonzo Mourning (uomo ora nell’entourage degli Heat), uomo che l’ex presidente George Shinn cedette (a fronte di richieste economiche maggiori da parte del giocatore) clamorosamente all’inizio della stagione 1995/96 a Miami modificando la storia di Charlotte
e quando si tornava a calcare il parquet, la sensazione non era buona poiché MKG commetteva fallo su Deng a 11:32.
Canestro più libero a segno, Miami avanti 47-50 ma raggiunta da una tripla di Batum frontale a 11:17. Marvin Williams nel secondo tempo iniziava il suo show di serata andando a ricevere in post basso destro, veloce si girava e infilava con un semi gancetto il 52-50.
Wade a 10:25 con un tocco morbido era aiutato dal primo ferro, nuova parità che Batum non gradiva molto, infatti il francese andava a recuperare un rimbalzo offensivo e uscendo sulla linea dei tre punti riprovava con la pazza idea della tripla avendo ragione.
Gli Heat si affidavano al gioco interno; Stoudamire lavorava nel pitturato e batteva Zeller sul contatto, Dragic con un jumper dalla media modificava nuovamente il team in vantaggio, faceva la stessa cosa Marvin bravo ad anticipare la difesa con un pullup frontale.
Miami lavorava lungamente il pallone e dopo alcune finte ed extra pass trovava Bosh come terminale che allungandosi andava a far sbattere il pallone al termine dei 24 sul vetro, la palla ricadeva nella retina per l’ennesimo cambio squadra in vantaggio.
A 7:29 però Miami commetteva l’errore di lasciare spazio a Marvin Williams il quale in serata di grazia e in ritmo prendeva a pallate con la tripla la difesa di Miami.
Wade si “vendicava” battendo Williams, la partita rimaneva lì con continui cambi vantaggio, Stoudamire e Batum in un inedito duello si scambiavano stoppate a vicenda, Nicolas allora andava in penetrazione ma non pensava all’appoggio, faceva invece partire un’alzata verso il centro, il pallone era raggiunto da Zeller che imperiosamente schiacciava un alley-oop magnificato dalla lenta orbita disegnata del transalpino.
Walker a 5:44 era fermato in transizione dal fallo di Wade e dopo i liberi, Charlotte si trovava avanti di tre punti (63-60) ma gli Heat ne mettevano a segno giusto tre colmando il gap.
Zeller in attacco era stoppato ma Deng su una spallata rifilata a Walker (che volava per terra), perdeva palla (fallo non fischiato), meglio così giacché il coast to coast di MKG era utile per tornare sulla posizione di vantaggio.
Charlotte iniziava a immagazzinare qualche punto di vantaggio quando Walker viveva il suo momento d’oro nella partita; due triple consecutive portavano gli Hornets sul 71-63, Udrih però faceva saltare Kemba in ritardo e metteva una sospensione aperta.
Kemba non aveva, però ancora esaurito il sacro fuoco nelle mani e in uno contro uno dal lato sinistro infilava un lungo jumper di poco all’interno della striscia dei tre punti.
Bosh dalla media realizzava il tiro oltre Kaminsky e chiudeva il quarto sul 73-67 anche perché Whiteside raffreddava Kemba con un’altra stoppata.
Grande prestazione per Marvin Williams, qui in schiacciata. Finirà con 27 punti.

Grande prestazione per Marvin Williams, qui in schiacciata. Finirà con 27 punti.

 
Bosh ci riprovava contro Kaminsky a inizio ultimo quarto ma il suo wild shot non entrava, invece non falliva Lin che irriverentemente attaccava Whiteside e lo batteva con l’appoggio al vetro.
Kaminsky però in attacco si fermava invece di scattare su un passaggio tagliato da Batum e in difesa concedeva un canestro troppo facile a Bosh, Lin veniva stoppato da Whiteside che oramai giganteggiava sotto le plance.
A 10:10 proprio lui recuperava un rimbalzo offensivo e schiacciava inutilmente toccato da Batum; gioco da tre punti per il lungo di Miami che si riportava in gara sul 75-72.
Batum a 9:59 guadagnava due liberi, il raddoppio di Whiteside era eccessivo, il suo fallo sul tiro concedeva un due su due dalla lunetta alla nostra guardia/ala.
Bosh a 9:44 colpiva in fade-away contro Hawes. Batum commetteva passi, Clifford faceva entrare Lamb in campo ma sull’azione offensiva di Miami Whiteside sul bordo sinistro dell’anello pescato da Bosh schiacciava con Hawes troppo distante.
77-76 e time-out Charlotte con Miami tornata viva in partita.
Un tiro di Lin corto e un jumper frontale a segno di Dragic facevano tornare la squadra della Florida sul +1, una forzatura di Marvin e un floater di Green (che si girava all’interno su Lin avendo la meglio) portavano sul +3 gli ospiti, situazione preoccupante perché Whiteside proteggeva la no fly zone stoppando ancora Lin, fortunatamente su una ripartenza da azione calcistica (palla calciata involontariamente da due giocatori) a 7:18, Lin passava a Hawes, il quale da sotto rimetteva fuori per Marvin Williams, nemmeno a dirlo, da lì questa sera centrava ancora il bersaglio per l’80 pari.
Seguivano tanti errori dei due team, a 5:45 sbloccava l’equilibro Batum, passaggio preso in corsa e appoggio al vetro, Whiteside che raggiunto sotto canestro metteva dentro con un gancettino riportava l’equilibrio nel punteggio.
A 4:44 Kemba con un fade-away dopo lo step back realizzava il +2 per la squadra di Jordan, Winslow mancava il tiro in entrata ma guadagnava palla sul suo rimbalzo e depositava nella retina.
Whiteside stoppava su due azioni differenti MKG e Marvin Williams, Miami ne approfittava per portare i propri attacchi al cuore dei Calabroni; a 3:14 un contropiede assist Dragic realizzazione Wade dava il +4 agli ospiti. Sull’orlo del baratro Charlotte faceva transitare alcuni palloni nel pitturato di Miami ma la prudenza consigliava di non provare ad appoggiare con Whiteside nei dintorni, lo scarico sulla sinistra però era platino perché a 2:58 Marvin Williams in the zone abbatteva il muro di Hassan con una bomba.
Dragic da tre andava lungo e Marvin con un runner in entrata segnava (questa volta Cody era bravo a tener dietro di se il centro avversario), Charlotte ripassava avanti 89-88 a 2:22 dalla fine.
A 1:51 un lungo jumper dalla sinistra in uno contro uno di un unstoppable ed elettrico Marvin portavano sul + 3 gli uomini in t-shirt nera.
La partita però era destinata a girare. L’entrata di Wade non era contenuta a 1:01, un fade-away di Walker non entrava e Miami chiamava time-out. L’entrata di Bosh con Marvin a contatto era buona, arrivava anche il libero per il n°1 avversario che metteva dentro il 93-95 a :23.5 dalla fine.
Charlotte avrebbe la palla per chiudere la gara ma sulla rimessa Walker passa dietro un blocco di Zeller, si allarga e passa a Batum lì vicino facendo rimbalzar palla sul parquet, Nicolas, forse tradito dal rimbalzo, non riusciva a tenere un pallone che gli sfuggiva via dalle mani, Zeller allora era costretto a far fallo su Deng mandando in lunetta.
La gara sembrava ormai chiusa dopo il primo libero messo a segno dall’ala di Miami che portava i suoi sul 93-96, ma il secondo libero era quasi un omen nomen, Deng, infatti, suonava “sdeng” sul ferro e il rimbalzo recuperato da Charlotte dava un’ulteriore possibilità alla squadra di Clifford. Sulla rimessa però Marvin cedeva a Kemba che arrivava sulla palla in contemporanea di Wade, il tocco della guardia ospite che proseguiva l’azione con una giocata di sacrificio lanciandosi sulla sfera e passando a Deng che schiacciava valevano la partita.
Clifford salutava come si usa fare nella NBA da lontano ma tornava sui suoi passi quando Green, ingenuo, entrava in collisione sulla finta di Lin a :01.3 dalla fine.
Jeremy segnava i due liberi, sul terzo sbagliava appositamente per cercare il tap-out e l’immediata bomba da tre punti, il piano però non riusciva per colpa della difesa di Miami, così Charlotte cadeva in casa per pochi punti.
 
Punti da palle perse e rimbalzi condannano Charlotte nonostante lo 0/9 da tre punti di Miami…
Hassan Whiteside ha terminato la sua prova con 10 punti e 10 rimbalzi, 10 anche le stoppate di tuta Charlotte. Bosh 22 pt. e Wade 20 per gli Heat.
chamia1 Chamia3
 
Pagelle:
 
Walker: 6,5
20 pt. (7/18), 6 assist, 5 rimbalzi, 2 rubate. Peccato perché pesano quei due palloni che nel finale non ci fanno nemmeno provare a pareggiare la gara, piccoli errori che diventano grandi in collaborazione con Batum e Marvin, tutti e tre autori di una buona gara.
 
Batum: 6,5
21 pt. (7/12), 7 assist, 6 rimbalzi, 3 stoppate. Anche lui fa una bella gara ritrovando anche precisione da fuori l’arco. Letale in fase passaggio e appoggio. Si e mi rovina la serata con quella palla decisiva persa nel finale.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
9 pt. (4/7), 3 rimbalzi, 1 stoppata. Fa fatica, sembra tornato indietro di condizione. Si appiccica bene a Wade che lo fa correre, poi cala fisicamente e Dwane prende il sopravvento. Notte troppo “tranquilla” per uno come lui. Domani siamo in back to back, oggi ha giocato 30 minuti, speriamo si rimetta in fretta.
 
M. Williams: 7,5
27 pt. (12/17), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Ispirato. Eroe sfortunato di serata. Marvin segna parecchi canestri decisivi nei momenti che contano. Peccato per il fallo su Bosh nel finale e il pallone dato a Kemba, forse si poteva fare meglio, ma lo schema di Clifford era quello…
 
C. Zeller: 6
6 pt. (2/7), 8 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Ne prende 4 di stoppate, in difesa, però tiene meglio rispetto a Hawes e in serate così guadagna la sufficienza nonostante in fase offensiva sia quasi nullo se consideriamo che una dunk arriva grazia al lavoro di Batum.
 
Lin: 5
6 pt. (1/6), 3 assist, due rimbalzi, 1 stoppata. Subisce tre stoppate. Nell’ultimo quarto si fa stoppare due volte da Hassan e tira corto una volta, dopo di che gli Heat ci sorpassano anche perché la sua difesa non è eccezionale. Serata no dopo la bella prova offerta contro Cleveland.
 
Kaminsky: 5,5
0 pt. (0/2), 3 rimb., 3 assist. Serata un po’ difficile in difesa, in attacco fallisce un paio di conclusioni ma almeno serve in fase di passaggio. Due palle perse.
 
Hawes: 5,5
2 pt. (1/5), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Bene in stoppata ma la difesa a tratti non è di primo livello. Ha un -17 di plus/minus. Dorme un po’ sulla dunk di Whiteside nell’ultimo quarto.
 
P.J. Hairston: 5
0 pt. (0/1), 2 rimb. in 13:24. Inoffensivo, commette un flagrant e perde un pallone. Al posto suo vorrei Daniels.
 
Lamb: 6
4 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gioca solo 9 minuti e forse gli sta stretto il minutaggio. Persa un po’ di confidenza al tiro almeno una sufficienza la prende.
 
Coach Clifford: 6,5
Unica nota negativa, aver tagliato fuori Daniels da rotazioni e anche da finali come questo. E’ vero che non l’aveva mai fatto scendere in campo ma se ti serve una tripla… Per il resto gestisce abbastanza bene le varie fasi della gara. I nostri mostrano un buon gioco però in difesa qualche leggera distrazione e l’impossibilità di contrastare qualche azione nel pitturato decidono la gara. Dovrebbe chiedere un lungo che difenda il canestro.
 

PunzigliHornets 5

C’eravamo dati appuntamento con Giuseppe per la sua rubrica a inizio febbraio, quale miglior occasione temporale dopo la fantastica vittoria su Cleveland per poter esprimere le sue idee…

 

Terza uscita della rubrica sul punto della situazione scritta da Giuseppe Punzi.

Quinta uscita della rubrica sul punto della situazione scritta da Giuseppe Punzi.

Ci siamo.

Dopo un momento difficilissimo che aveva rischiato di compromettere i nostri sogni Playoffs, la squadra è tornata a giocare a pallacanestro ed è adesso a una partita (24-25) da quota .500 nel record.

Nel nostro ultimo appuntamento avevamo lasciato i ragazzi dopo sette sconfitte consecutive ma qualcosa è cambiato e lo dimostrano le sette vittorie nelle ultime dodici partite.

La chiave?

Il ritorno, finalmente, di Micheal Kidd-Gilchrist, il quale ha riportato esplosività e difesa a una squadra spenta oltre che martoriata dagli infortuni.

Nonostante i problemi offensivi siano rimasti e aggravati da una condizione che non è ancora al top, il nostro numero 14 è quello di sempre e i 13 rimbalzi di stanotte oltre ad alcune ottime difese su Lebron James non fanno che dimostrarlo.
La strada è ancora lunga però, 33 partite sono tante e la corsa all’oro per la post-season a Est quest’anno è più agguerrita che mai.

Risulta chiaro però che la squadra c’è e il ritorno degli infortunati potrebbe davvero renderci competitivi quanto serve.

Le prossime tre partite consecutive in casa, contro Miami, Washington e Chicago, seguite da un giro di sei partite in trasferta sui campi dell’Est (delle quali cinque si disputeranno dopo la pausa per l’All-Star Game), saranno decisive per il nostro cammino, che adesso senza più scuse, è tutto nelle nostre mani.

Game 49; Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 106-97

Jeremy Lin raddoppiato, finirà comunque con 24 punti.

Jeremy Lin raddoppiato, finirà comunque con 24 punti.

Sottotitolo; SprigiHornets
 
Tra le tante maledizioni in giro per il mondo sicuramente tra quelle sportive la franchigia degli Hornets occupa un posto speciale.
Quando qualche anno fa il primo dicembre ruppe quella delle innumerevoli sconfitte con Dallas (in quel di NOLA però) si sperava che altre non attanagliassero la franchigia, invece a Charlotte la bestia nera LeBron James (23 punti stanotte e mai battuto da Charlotte) si presentava in un momento delicatissimo con gli Hornets sotto di due partite rispetto ai Pacers a cercare di rimontare per entrare in zona playoffs.
Anche stasera LeBron, dopo un avvio morbido passato a cercare i compagni, ha provato a imprigionare, a incatenare, a legare Charlotte al destino della maledizione, ma questa volta gli Hornets hanno spezzato l’incantesimo, il vampiro succhia lacune sanguigne degli Hornets questa volta è stato colpito e incenerito dal raggio gamma lanciato d’insieme da tutta la squadra degli Hornets.
Charlotte ha giocato una partita di squadra e ha portato a casa una vittoria importantissima.
Marvin Williams s'incunea nella difesa ospite e segna con un bel sottomano.

Marvin Williams s’incunea nella difesa ospite e segna con un bel sottomano.

 
I Cleveland Cavaliers in formazione tipo schieravano; Irving, Thompson, James, Love e Tristan Thompson, gli Charlotte Hornets recuperavano Batum, Lin e Lamb ma dovevano fare a meno di Kemba fermo per colpa di un ginocchio sinistro dolorante, Clifford allora schierava sul parquet; Lin, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Zeller.
 
Gli ospiti andavano per primi a segno, Irving (26 punti alla fine) girava intorno a un blocco alto del n°13 di Cleveland e segnava in jumper, a 11:32 Marvin agguantava il pari con un’entrata tra il n°13 all’inseguimento e Love fermo sotto canestro, il suo fing and roll valeva il due pari, anche se J.R. Smith con la tripla mostrava le non troppo amichevoli intenzioni degli ospiti e Love dava manforte al compagno segnando in turnaround hook dai bordi dell’area destra in corrispondenza della baseline.
Charlotte si vitaminizzava con una tripla di Williams dal lato destro che riportava a -2 la squadra di Clifford, ma Irving come un micidiale virus s’inseriva dopo un tremendo crossover su Lin e appoggiava un fing and roll vincente, in più Thompson da vicino portava altri due punti ai Cavs che salivano sul +6.
Charlotte tornava a segnare a 8:18 con Zeller che giocava un triangolo corto e andava a segnare con un runner dalla media distanza non semplicissimo.
Love andava ad attaccare il ferro grazie a una buona partenza contro Marvin Williams, Cavaliers sul 7-13 e che in difesa sporcavano i palloni degli Hornets; ormai giunti ai quasi 24 secondi Thompson in salto stoppava si Marvin, ma gli finiva anche addosso seppur leggermente; tre tiri liberi che cadevano come manna dal cielo per la nostra PF che non tradiva tifosi e compagni portando a 10 Charlotte.
Su un’azione di ripartenza Charlotte perdeva palla, James lanciandosi per terra anticipava MKG e lanciava Irving in contro transizione per il +5 ospite.
Lin a 6:55 iniziava a colpire in jumper riaccorciando al possesso lungo unico di distanza, Love falliva un paio di triple e James si accontentava del jumper contro MKG ma il suo tiro non entrava.
Lo stesso Love però si rifaceva in difesa dando due stoppate a MKG e Lin, la seconda portava al contropiede di James che arrivava sino a sotto a depositare senza che Zeller potesse fare nulla per stopparlo. Batum portava due punti nelle casse del reame di Charlotte con un lungo tiro in sospensione dal corner destro a 4:46, Mozgov da sotto sfruttava il lavoro di drive dalla baseline destra e passaggio ravvicinato da parte d’Irving, mentre dall’altra parte la penetrazione e il tiro erano portati da un giocatore solo; MKG, il quale appoggiava alto al vetro con la mano sinistra sullo stesso lato per evitare stoppate facendo ancora tornare a tre lo svantaggio dei bianchi che continuava a oscillare tra i cinque e appunto i tre punti.
Love da tre punti mancava un’altra conclusione e Charlotte se ne andava sulla sinistra in transizione con Batum, cambio lato; Marvin era bravo ad agganciare un pallone alto con la destra mentre era in corsa, poi si coordinava per l’appoggio da giocoliere che valeva il 18-19 a 3:23. Un’entrata di Lin costringeva al fallo i Cavaliers ma Lin sfruttava solo a metà i suoi liberi portando in parità la gara.
Gli Hornets dopo un tiro sbagliato da Shumpert avevano sulla stessa azione occasioni a raffica; MKG falliva la tripla, lo stesso Kidd-Gilchrist dopo il rimbalzo sbagliava da sotto ma non era finita, c’era tempo per l’errore da tre di Lamb e il tap-in volante di Kaminsky a 2:18 che portava per la prima volta in vantaggio gli Hornets sul 21-19.
Mo Williams entrato da poco però non aveva pietà dei suoi ex compagni travestendosi da aiutante del cavaliere nero e pareggiava a 1:57, James in entrata spingeva via MKG e gli ospiti tornavano in vantaggio anche se Lin a 1:04 riagguantava a 23 la formazione in divisa bordeaux.
Nel finale gli Hornets tornavano con il pallone in mano ma un fallo tattico a un secondo senza avere il bonus ci costringeva al lancio sopra il canestro, il piano riuscirebbe se sull’aggancio di Lamb non arrivasse come un falco J.R. Smith a stoppare l’azione e a lasciare in parità le due squadre dopo il primo quarto.
Alcune Honeybees in serata.

Alcune Honeybees in serata.

 
Il secondo quarto era inaugurato da una tripla di Lamb ala quale però rispondeva Jefferson usando la stessa arma, Charlotte però segnava un libero per violazione dei tre secondi ed evidenziava un buon Kaminsky che su una rimessa dal fondo riceveva già in avanzamento e sparava un catch n’shoot che dopo la carambola infinita sul ferro entrava.
A 10:25 Mozgov rispondeva con un jumper dalla media baseline sinistra mentre Roberts usava la sospensione frontale a 10:14 per riaffermare l’allungo dei padroni di casa che venivano però colpiti da una tripla dell’ex Mo Williams a 9:48 che riportava in vantaggio di uno la sua nuova squadra (30-31).
Lamb riportava in vantaggio i Calabroni dopo una tripla fallita da Hawes; la bravura del nostro esterno stava nell’anticipare Love che non faceva tagliafuori e arpionare un rimbalzo portandosi il pallone sotto il braccio destro custodendolo dalla parte più lontana al difensore, risalendo trovava il nuovo vantaggio.
Shumpert invece a 8:42 sprecava la possibilità di far tornare in vantaggio la squadra di Tyronn Lue splittando dalla lunetta. Irving in entrata contro Hawes non aveva troppe difficoltà a far cambiare per l’ennesima volta la squadra al comando ma lo stesso Spencer si rifaceva mostrando i tre ocelli sopra il capo, passaggio dietro la propria schiena (dal bordo sinistro del pitturato) per Lamb che furtivo in back door sull’altro lato riceveva e segnava grazie a un distratto Shumpert.
Chi però combinava guai rimediava; anche Shumpert seguiva la regola e colpiva da tre punti a 7:34, Kaminsky invece decideva di continuare semplicemente la sua buona prestazione offensiva affondando un floater.
Irving e Roberts si rispondevano dalla lunetta con un 2/2, Love proseguiva con la dose di liberi per colpire Charlotte che si stancava e si riportava in situazione di parità a 6:08 con una tripla di P.J..
Non c’era nemmeno il tempo d’esultare che un’apertura lunga per James portava l’ala sotto, precipitosa corsa indietro di qualche Hornets, James comunque potrebbe tranquillamente mettere il layup ma lo falliva più per un errore di concentrazione e precisione che per il rientro affrettato dei giocatori in maglia bianca, i quali portavano la contro transizione affidando a un Hairston che probabilmente si sentiva caldo l’ennesimo tentativo, questa volta P.J. non segnava ma il pallone tornava utile a Kaminsky che a rimbalzo offensivo mostrava il dominio sotto le plance della squadra del North Carolina catturando e convertendo in due punti il rimbalzo a 5:52.
Smith a 3:35 in uno contro uno alzava un pallone che ricadeva nella retina, nessun problema però, poiché a riportare in vantaggio i Calabroni ci pensava un ispirato Frank The Tank; spalle a canestro contro Love si girava mettendo un gancio di buona fattura per il 45-43 nonostante la spinta non fischiata dagli arbitri.
Kaminsky a 4:28 nonostante la marcatura riusciva a mettere altri due sorprendenti punti, i rimbalzi a favore di Charlotte sino a quel momento erano 24-9… a portare però in doppia cifra i rimbalzi per Cleveland ci pensava Thompson che di tap-in mandava il tabellone sul 47-45.
Gli Hornets guadagnavano ancora la lunetta con Lin a 3:14 che quando decideva di puntare il centro spesso gettava scompiglio nelle fila nemiche; il problema consisteva che in questo primo tempo Jeremy non era precisissimo, così splittando estendeva solamente a tre il vantaggio.
Le lunghezze tornavano a ridursi quando James segnava il secondo dei due liberi assegnati dagli arbitri per fallo di Zeller (vana la successiva stoppata di MKG sul tiro della star avversaria) e il gap era annullato da Irving con un micidiale jumper dalla mid range su Lin ottenuto girandosi. Charlotte si perdeva in attacco e Cavaliers forti di una tripla di Love dall’angolo sinistro (assist volante dietro la schiena di James senza guardare), prima si portavano sul 48-53, poi, con i Calabroni a raddoppiare James, uscivano due passaggi rapidi per J.R. Smith, il quale infilava il buzzer beater che mandava le squadre negli spogliatoi sul punteggio di 49-58 Cleveland.
 
Nel terzo quarto, quando le cose sembravano prendere una brutta piega per gli uomini di Clifford, Batum si svegliava e segnando cinque punti consecutivi consentiva agli Hornets di tornare sul -4, almeno finché a 10:15 James dal pitturato aveva la meglio su Zeller.
A 9:53 Marvin ringraziava in nostro play Jeremy, sull’apertura cambio lato a sinistra Williams esplodeva la tripla in faccia a un James in ritardo in chiusura.
Irving a 9:37 rispondendo da tre sembrava far allontanare i sogni di rimonta di Charlotte che voleva ancora crederci però; per sfatare la maledizione non bastava certo l’1/2 di MKG dalla lunetta (backdoor della nostra ala piccola su passaggio di Batum e tentativo di reverse layup con spinta di Smith), anche perché Irving a 9:05, dopo il crossover con l’arto destro in movimento circolare alzava la palla da sotto il canestro verso destra per appoggiare la palla in maniera artistica dopo il dribbling.
MKG provava a guidare la riscossa di Charlotte prendendosi ancora un tiro, nulla da fare, però sul successivo coast to coast era abile a battere la difesa di Love allargandosi di quel tanto che basta per appoggiare al vetro.
Ancora MKG portava la minaccia alla difesa di Cleveland mente la difesa degli Hornets intensificava la sua attività nei pressi del nido; il tiro della nostra ala non era buono ma Zeller a 8:00 di tap-in segnava il 62-65.
Se Cleveland segnava da due punti a 7:47, Charlotte rispondeva con la tripla aperta di Marvin Williams 22 secondi più tardi (assist Batum). Quando lo stesso Williams intuiva e intercettava un passaggio telefonato per Love, Charlotte ripartiva e Lin tagliava tutta la metà campo difensiva dei Cavs con uno splendido assist teso leggermente in diagonale per Zeller, che a 6:55 faceva esplodere di gioia l’Alveare andando a schiacciare trovando dopo un lungo inseguimento, l’agognato pareggio.
Gioco di prestigio però d’Irving che con un driving layup passava in mezzo a Zeller e al ritorno di Lin trovando quel millesimo di secondo giusto per appoggiare.
Charlotte però inseguiva il sogno e non mollava più la presa; assist schiacciato no look a 5:48 di Batum per l’inserimento di Lin che appoggiava e veniva toccato da dietro sulla spalla e il braccio da Thompson.
Dalla lunetta Jeremy portava avanti i Calabroni che con una transizione da manuale guidata da Lin segnavano con MKG (di fianco a Lin a seguire l’azione) la schiacciata in corsa per il 72-69. Love e LeBron andavano a vuoto in attacco, Lamb tirava giù un rimbalzone, Charlotte tornava in attacco e anche se rischiava di perder palla, serviva Zeller che dalla baseline sinistra scaricava in diagonale per Lin che appostato sulla diagonale destra appena oltre la linea sei tra punti splasshava la retina ribaltandola per il 75-69 che iniziava a lanciare Charlotte verso la vittoria.
Zeller però andava a concludere con un orrendo gancio in attacco e su un contatto con James in difesa concedeva alla stella avversaria un gioco da tre punti.
Lin cercava di dare linfa all’attacco di Charlotte mettendosi in proprio, entrata arresto e spostamento del piede destro (piede perno sinistro) per trovare spazio per il tiro che gli avversari non gli concedevano commettendo fallo.
Due FT procurati e questa volta più concentrato a 3:00 dalla penultima sirena, segnandoli, allungava sul 77-72.
A 2:05 Charlotte con MKG segnava; crossover con finta all’interno contro Varejao, il quale sbilanciato concedeva l’esterno alla nostra brava ala che prendeva il fondo e chiudeva con l’appoggio alla tabella in reverse layup nonostante il brasiliano tentasse di stopparlo tornando alla carica.
J.R. Smith con la tripla da sinistra richiamava Charlotte a maggior attenzione, gli Hornets erano bravi in fase difensiva a raddoppiare Mo Williams, il quale marcato stretto da Lin era portato sulla linea di fondo, lì commetteva passi, Charlotte ringraziava e a :34.8 con Lin colpiva dalla diagonale destra da tre punti anche grazie all’ottimo schermo di Hawes. Questo era l’ultimo canestro della frazione, Charlotte con una grande rimonta (33-17 il parziale di quarto) si portava sull’82-75.
MKG, 11 punti e 13 rimbalzi, sprint per Charlotte.

MKG, 11 punti e 13 rimbalzi, sprint per Charlotte.

 
Varejao inaugurava il quarto con due punti (se segna Varejao ci si deve preoccupare direbbe un mio amico tifoso dei Cavs), Hawes, però a 11:10 era bravo a ricevere nel pitturato e ad aspettare il momento più propizio per girarsi leggermente e battere i difensori in controtempo.
A 10:50 il tiro di Spencer dalla media in uno contro uno era decisamente più azzardato, una frazione di secondi, io chiudevo gli occhi ma il pallone ricadeva ancora dentro la retina.
Hawes diventava protagonista nel bene e nel male; dopi i due canestri recuperava un pallone che Shumpert non controllava bene, in attacco però spingeva via Varejao estendendo il gomito oltre il lecito e si prendeva un tecnico che i Cavs realizzavano.
Roberts a 9:47 andava in lunetta (fallo di Irving), posizione dalla quale è una garanzia, il due su due non smentiva la sua fama di fantastico tiratore di liberi che servivano a portare Charlotte sul +10 (88-78), in difesa invece non riusciva a contenere Irving che faceva il diavolo a quattro sulla baseline destra, finta arresto e tiro con Roberts che si staccava sulla finta e poteva colo rimanere a guardare il pallone che passava sopra la sua testa e s’infilava nella retina.
Hawes però continuava a dispensare buon basket, scambiando con Lamb (gran feeling tra i due) portava quest’ultimo ad avanzare e a schiacciare un pallone che Hawes, nel frattempo raggiunta la linea di fondo passando in mezzo a due avversari, doveva solo appoggiare.
A 9:20 grazie a questo canestro, Charlotte conduceva 90-80.
Shumper sbagliava, Lamb da tre mancava un open, Cleveland tornava in attacco e a 6 secondi dalla fine dell’attacco Lue chiamava time-out mandando in campo dei titolari per chiudere l’azione che si stava facendo stagnante.
Irving a 8:21 recuperava due liberi e nonostante fosse stremato a causa dei continui palleggi e tentativi di penetrazioni, segnava entrambi consentendo il rientro a -8 ai suoi.
Un mancato reverse layup di Lamb (che avrebbe potuto schiacciare) su assist di Hawes (il quale restituiva il favore), era il canto del cigno del primo che esauriva il suo tempo sul parquet tornando a sedersi in panchina, Cleveland con un ½ di LeBron a 7:59 ne approfittava a metà ma veniva punita da Roberts che con un’entrata fortissima contro due avversari arcuava la schiena all’indietro per mettere un runner dal coefficiente di difficoltà alto.
Charlotte sporcava le linee di passaggio, un pallone finiva a Love sotto, forse toccato o disturbato in salto perdeva la maniglia, l’ultimo tocco era il suo e Charlotte tirava un sospiro di sollievo.
MKG, che era stato in difficoltà nel secondo quarto iniziava a tirar giù sfere dal cielo, Irving non segnava e lui catturava il rimbalzo difensivo, in attacco tripla mancata di Batum e altro rimbalzo offensivo, Hawes sembrava far quasi apposta nel mancare la tripla perché la nostra ala si materializzava a mezzo telesrasporto per recuperare anche quella palla a spicchi, oltretutto subendo il fallo di James. Il pubblico si alzava in piedi ed era standing ovation per lui.
Kaminsky dalla diagonale sinistra dava una spallata ai Cavaliers ricordandosi delle belle partite in preseason quando le sue triple nel finale smontavano gli avversari, Smith non segnava, Hawes prendeva il rimbalzo, Smith cercava di contenderglielo ma le sue mani andavano sulle braccia del nostro lungo che si divincolava in maniera brusca e guardava male la SG avversaria e a 5:49 arrivava il time-out con una partita in ebollizione e Cleveland a cercare le istruzioni e la brugola per capire come incastrare un attacco efficace contro Charlotte.
Hawes in attacco sbracciava su James che finiva per terra, la miccia era già innescata, scoppiava la scintilla; da dietro arrivava Smith a spingere il nostro doppio zero, tensione in campo con i compagni a calmare gli avversari.
Dopo un lungo conciliabolo non c’erano tiri da ambo le parti o espulsioni, Smith restava in campo e ci provava da tre punti, ma la sua frustrazione lo colpiva anche nella precisione nel tiro e Charlotte si salvava, anzi, a 4:57 arrivava il comodo jumper di MKG dalla media sinistra (Kaminsky schermo) che sibilava sin dentro il cotone per il 98-83.
Sembrava vinta, ma Cleveland colpita nell’orgoglio e punzecchiata non ci stava; Irving segnava due punti, una transizione di James chiusa in schiacciata non era presa benissimo da Jordan seduto in panchina; infuriato lamentava una spinta di LeBron su Roberts mentre il pallone si trovava ancora in aria (le immagini onestamente non ci aiutano), comunque sia i Cavaliers raggiungevano quota 87 contro i 98 degli Hornets a 3:43 dalla fine.
Zeller perdeva un pallone e Love colpiva da 3 punti a 3:17, James andava dentro a schiacciare con gli Hornets a lamentarsi (oltre a Jordan anche Clifford si univa alle proteste) per uno sfondamento su Zeller (in realtà Cody non aveva i piedi fermi, anche se il contatto di LeBron con il braccio a spingere era evidente), niente da fare, arbitri irremovibili e fischiati; 98-92.
Per fortuna Lin guadagnava due liberi in mischia e le sue realizzazioni a 2:32 consentivano agli Hornets di raggiungere quota 100.
Irving andava corto da tre nel finale con Marvin che scivolava, Lin in area si arrestava e mandava clamorosamente a vuoto la difesa, tiro da vicino e due punti d’oro per Charlotte che poteva anche permettersi di subire la tripla di Smith a 1:51 per il 102-95.
Batum a 1:35 segnava due liberi, un blocco alto su MKG, però consentiva l’entrata a James che non trovava proprio nemmeno il casellante in tutta l’area, schiacciata facilissima solo 6 secondi più tardi…
A 1:05 l’azione di Charlotte si concludeva ai 24 secondi; Jeremy era troppo veloce per Love sulla partenza e nonostante arrivasse l’aiuto sotto canestro di Irving la nostra PG titolare di serata riusciva ad appoggiare sulla destra del vetro quei due punti che chiudevano il discorso.
Sul 24° punto di Lin anche il vecchio Silas sorrideva. Il finale era una festa per Charlotte che finalmente sfatava il tabù LeBron vincendo 106-97.
Statistiche chiave nei rimbalzi con un disarmante 49-28, negli assist; 26-16 e ottima la limitazione dei falli commessi.
Una grande vittoria di squadra per Charlotte che ora può guardare più serenamente al futuro se i suoi interpreti continueranno a recitare così bene la parte.
chacle1 chacle2
 
Pagelle:
 
Lin: 8
24 pt. (7/13), 8 assist, 5 rimbalzi. Peccato per I 5 palloni persi non sempre per colpa sua, a volte I compagni non intuiscono la genialità. E’ tornato titolare ed è rispuntato Linsanity che nel finale tra tiri liberi e soluzioni personali ci regala una vittoria preziosa e di prestigio anche se in difesa non può contenere sempre Irving, ma questo è normale.
 
Batum: 6,5
10 pt. (3/8), 5 assist, 5 rimbalzi, 1 stoppata. Perde 4 palloni e gioca un primo tempo anonimo per chiamarsi Batum. Si sveglia a inizio terzo quarto quando segna 5 punti consecutivi e si appiccica a J.R. Smith che ai 24 secondi deve tirare una tripla da lontanissimo che non colpisce nemmeno il ferro. Alcuni assist sono talmente semplici che gli avversari non li considerano. Lui si e fa bene.
 
Kidd-Gilchrist: 7,5
11 pt. (5/14), 13 rimbalzi. Al tiro fa un po’ fatica ma a rimbalzo spunta fuori come Aldo baglio da sotto la sabbia e se guardiamo le statistiche a rimbalzo e le confrontiamo con P.J., ecco uno dei motivi per i quali la gara pende dalla parte degli Hornets. Fantastico. Standing ovation.
 
M. Williams: 7
16 pt. (5/7), 4 rimbalzi, 1 rubata. In marcatura non dispiace, anche se a volte non può dare una mano, ad esempio su James. Segna con ottime percentuali e questo è ciò che gli si chiede in attacco.
 
Zeller: 6,5
6 pt. (3/7), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Cody non mi convince appieno ma è al rientro, oscilla tra un a sufficienza e qualcosa di più. In una serata così magica premiamolo anche per l’apertura che ha dato a Lin la possibilità di segnare un open 3.
 
Lamb: 6
7 pt. (3/10), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Lamb cattura due mega rimbalzi (uno offensivo e uno difensivo importanti), però sembra aver perso smalto in attacco, quel magic touch irreale grazie al quale a inizio stagione gli entrava quasi tutto. Comunque a parte il reverse layup sbagliato nel finale produce anche per la squadra. Sintonia con Hawes.
 
Kaminsky: 8,5
15 pt. (7/8), 6 rimbalzi, 1 assist. E’ un rookie, ma questa sera dimostra personalità attaccando bene la difesa dei Cavaliers, sembra lui il Lamb d’inizio stagione, piazza una tripla nell’ultimo quarto da spallata quasi decisiva. Grande serata per Frank the Tank.
 
Roberts: 6,5
8 pt. (2/4), 3 assist. Bene in fase di assistenza ai compagni, bene al tiro, in difesa è basso e leggero per contrastare certi avversari che comunque nemmeno per i compagni sono buoni clienti.
 
P.J. Hairston: 6
3 pt. (1/3), 1 assist. Perde un pallone. Sostanzialmente tenta due tiri di seguito da tre punti, segna il primo e il secondo diventa un assist. Gioca poco ma una sufficienza è giusta.
 
Hawes: 7
6 punti (3/5), 4 rimb., 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Perde tre palloni e si fa fischiare contro un tecnico ma in 20:08 su parquet scalda gli animi ma anche i cuori dei tifosi. I due canestri a inizio ultimo quarto e i suoi passaggi sono platino.
 
Coach Clifford: 7,5
La squadra torna quasi al completo anche se le colonne pensate a inizio stagione Kemba e Big Al non ci sono. Come si sopperisce? Semplice, con un gioco di squadra e una difesa sempre aggressiva e attenta. A Charlotte riesce il colpaccio di battere la prima a Est e non è fortuna…

Classifica a Est il primo febbraio 2016.

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Quella che vedete sopra, come richiama il titolo, è la classifica a Est dopo le gare giocate la notte del 31 gennaio.

Salutato uno dei mesi più lunghi e freddi dell’anno e passata la boa di metà stagione, Charlotte si avvicina alla cinquantina di partite.

Adesso ne avrà quattro da giocare in casa per cercare di ottenere più vittorie possibili nonostante le continue emergenze presenti nel roster.

Il nove giocherà l’ultima casalinga di febbraio contro Chicago, poi tra il break dell’All-Star game e ben 6 trasferte consecutive, tornerà a giocare in casa il primo marzo (qui in Italia la notte del due).

Le trasferte ci vedranno impegnati due volte a Indiana, in quelli che si possono definire scontri diretti, un po’ meno quello ad Atlanta e ancor meno quella di Cleveland.

Le due più abbordabili potrebbero essere quelle di Milwaukee e Brooklyn, anche se in casa queste due squadre sono capaci di farsi valere, specialmente i Cervi se sono in serata.

L’inizio di marzo sarà buono.

Dopo una trasferta a Phila avremo ben 7 gare casalinghe di fila ma l’importante è vincere ora per rimanere agganciati a quel treno playoffs che a Est quest’anno corre più del previsto.

Charlotte è ora attualmente ai margini ma non è distantissima da Detroit e mancano ancora tante sfide e se a fine campionato squadre che abbiamo in calendario come Orlando (i Magic al momento ancora in corsa), Brooklyn e Phila dovessero decidere di tankare a piombo, se fossimo ancora in corsa, potremmo avvantaggiarci…

Per concludere diamo un’occhiata a Ovest pubblicando la classifica con i numeri tra parentesi colorati che rappresentano le gare giocate da Charlotte contro i team della Western Conference. In verde i vantaggi, in rosso gli svantaggi.

Contro le prime quattro non c’è stata molta storia ma abbiamo già dato (manca la casalinga con gli Speroni), arriveranno invece quattro sfide interne con team che attualmente sono out dai playoffs e tolta NOLA, le altre (Denver, Phoenix e Minnesota) sembrerebbero abbordabili sulla carta.

 

class ovest

Game 48; Charlotte Hornets @ Los Angeles Lakers 101-82

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Sottotitolo; BastiHornets
 
Charlotte vince facilmente contro i Lakers (mi scuseranno i tifosi gialloviola) che visti stasera sono parsi realmente poca cosa, tolti il solito Bryant (23 pt., 8 rimb., 3 assist) che a fine stagione appenderà le scarpette al chiodo e le discrete prestazioni di Clarkson (13 pt.) e Randle (10 pt., 11 rimb.).
Gli Hornets sono riusciti a imporre il loro ritmo e il loro gioco, soffrendo poco o nulla gli avversari.
Se già a metà gara i calabroni avevano mezza vittoria in tasca, a fine del terzo quarto la cosa diveniva certa.
Il rientro di MKG si è fatto sentire, nei primi minuti ha controllato bene Bryant e la sua energia ha contagiato la squadra che ha concesso poco ai padroni di casa.
Il test non è stato probante, ma il bastione degli Hornets stasera ha retto bene, speriamo che la MKG energy contagi tutto il team in occasione dei prossimi impegni.
Assist, rimbalzi e anche se non con percentuali altissime sono stati facilitati dalla debolezza della difesa losangelina che si è salvata più volte a gioco fermo quando i nostri hanno fallito diverse conclusioni dalla lunetta.
Gli Charlotte Hornets si presentavano allo Staples Center di Los Angeles con parecchi giocatori in Game Time Decision, alla fine Lin ce la faceva a recuperare e Clifford in emergenza lo schierava nel seguente starting five; Walker, Lin, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Hawes, Lakers che rispondevano con; Clarkson, L. Williams, Bryant, Randle e Hibbert.
Kidd-Gilchrist contro Bryant.

Kidd-Gilchrist contro Bryant.

Gli Hornets cominciavano forte la partita tentando il piano tre punti; le prime due triple tentate da Marvin Williams (nonostante la mano in faccia) a 11:41 e da Walker (schermatosi sulla diagonale sinistra) andavano a bersaglio, in più MKG iniziava a prendersi cura di Bryant, il suo tiro risultava corto, la nostra ala si lanciava in transizione sulla quale arrivava il fallo dei Lakers in raddoppio sul tiro sotto canestro. MKG splittava ma estendeva il vantaggio a 7 punti.
I primi punti per i Lakers arrivavano dalla linea, Lou Williams toccato falliva il tiro ma dalla lunetta portava sul 7-1 il punteggio e mentre Charlotte iniziava a sbagliare alcune triple, un gancio di Randle nel mezzo portava sul 7-4 il tabellone.
Kobe da sotto sbagliava ancora un tiro ben marcato da MKG che spingeva gli Hornets con un’altra transizione; il nostro numero 14 faceva tutto da solo ed estendeva l’arto superiore destro oltre il corpo di Hibbert appoggiando la sfera a tabella per il 9-4.
Clarkson da tre punti sorprendeva la difesa di Charlotte due volte, sulla seconda tripla a 7:55 (spazio lasciato da Kemba) i gialloviola si portavano anche avanti di un punto (9-10), a rimandarli sotto però ci pensava MKG che, udite, udite, dalla linea dei tre punti metteva a segno una tripla che stupiva anche il sottoscritto poiché il nostro numero 14 non osava mai tirare da quelle distanze.
Il 12-10 era seguito da un air-ball di Kobe ancora stretto nella morsa di MKG, il duello tra mamba e Calabrone era nettamente e marcatamente vinto dal secondo in quest’inizio e serviva come trampolino di lancio per il +4 di Lin ottenuto dalla baseline destra (media distanza) in jumper.
A 6:38 Charlotte una volta tanto era anche fortunata; la tripla di Kemba si stampava sulla tabella e ricadeva dentro la retina, Bryant ci riprovava ma il suo jumper da due era lungo, un inserimento di Hawes che allungava in avanti il braccio destro in appoggio mandava la sfera a girare vorticosamente all’interno dell’anello, ma come in un buco nero la palla a spicchi non aveva modo d’uscire e i Calabroni si portavano sul 19-10.
Un assist di Marvin Williams per un jumper di Daniels e i Calabroni si portavano sul +11 in doppia cifra nel vantaggio, Marvin era anche bravo nell’uno contro uno frontale con Randle, la sua stoppata salvava il canestro senza più difese.
L’unica pecca di Marvin al momento era la tripla, dopo un altro tentativo a vuoto, però era bravo a inserirsi sul passaggio football per il terminale offensivo Lakers piazzato sotto canestro.
Bryant segnava comunque un mini parziale di 4 punti; prima anticipava Hawes e in appoggio segnava i suoi primi due punti, seguiti da altrettanti con il canestro ottenuto a spese di un P.J. meno abile in marcatura.
Gli Hornets mancavano un libero con Walker per difesa illegale e Kaminsky falliva la tripla, Daniels calibrava male (troppo lungo) il suo floater e Kelly dalla media puniva i troppi errori di Charlotte realizzando il 21-16.
Il finale di primo quarto riservava errori e quando Kelly dall’angolo sinistro era stoppato da Kaminsky sulla sirena, le squadra andavano al primo riposo ferme sul 21-16.
M. Williams su Randle.

M. Williams su Randle.

 
Dopo il finale di primo quarto costellato da errori, si svegliava Frank che con un buon runner portava a +7 il vantaggio dei Calabroni, Kaminsky però doveva cedere un po’ di gloria anche a Kelly, il quale prima lo stoppava sotto canestro, poi ben servito da una dribble drive di Clarkson infilava con un gancio dal pitturato.
Un pick and roll tra Lin e Hansbrough portava a 10:23 in lunetta quest’ultimo che tuttavia splittava, i Lakers però non ne approfittavano perché Bass si faceva stoppare da Kaminsky, Lin invece era bravo dalla diagonale destra a mettere una tripla che baciava l’interno del ferro e ricadeva sfiorando la retina.
Clarkson sfondava su Hansbrough ma i Lakers poco dopo segnavano due FT portandosi a 20, P.J. però dall’angolo destro a 8:40 fiondava una sassata che mandava sotto i losangelini di 10 punti (30-20).
Una mancata rotazione di Charlotte però, venti secondi più tardi, portava Kobe a prendersi una tripla aperta che l’asso dei Lakers realizzava.
Lin 15 secondi ancora più avanti nel tempo (almeno quello del cronometro) si fermava in lunetta per segnare un libero (difesa illegale Lakers), Kobe però rispondeva con la stessa arma, questa volta, però i liberi erano due per il fallo di P.J. a contatto sulla penetrazione di Bryant. A 7:23 si ripeteva il duello Kaminsky/Kelly, tiro corto di Frank, il quale era più lesto dell’addormentato Kelly a prendere il suo stesso rimbalzo e a segnare da sotto subendo anche il fallo del lungo bianco.
Il libero era fallito da Frank ma fortunatamente, visto che il rimbalzo era guadagnato da Charlotte che concretizzava l’azione con una tripla spaziale di P.J. dai confini del campo.
Bryant sentiva di poter fare di più contro P.J. e con un tiro da tre punti immediato batteva Hairston, replicava Roberts con l’entrata (blocco di Kaminsky) e il pallone che rilasciato andava a sbattere sul ferro due volte impennandosi e ricadendo dritto dentro la retina.
Bryant tuttavia segnava una tripla e sul 38-31 Clifford chiamava time-out per raffreddare Bryant e mandare in campo MKG.
Scott però un po’ a sorpresa toglieva Bryant per farlo riposare un po’, a prendere la scena inaspettatamente era Hansbrough che per due volte seguiva le entrate di Lin come un’ombra, sul primo passaggio veniva fermato con il fallo e l’azione non fruttava nulla poiché Psyco-T mancava entrambi i liberi, sulla seconda (a 5:21) Tyler segnava un gioco da tre punti subendo fallo.
Dopo una buona difesa di KG su Randle e il contropiede portato dalla nostra ala, questa volta stoppato al vetro da Russell, arrivava a sfida tra Williams; l’1/2 di Marvin Williams dalla lunetta la inaugurava, seguiva la bomba di Lou Williams per i Lakers, alla quale rispondeva con la stessa moneta ancora Marvin a 3:42 pescato tutto solo a sinistra.
Il pubblico sobbalzava quando la sospensione lunga di Lou non entrava, un in & out dal canestro che salvava i Calabroni che a 3:11 mostravano ancora un MKG insolito…
Oh, oh… mi è sembrato di vedere una seconda tripla (quasi parafrasando il canarino Titti) di MKG era ciò che mi veniva in mente quando la sua frecciata da sinistra colpiva l’obiettivo portando la squadra di Jordan sul 48-34.
I Lakers ne mettevano dentro due ma non tenevano il passo perché nel frattempo anche Marvin Williams pareva aver aggiustato il mirino; a 2:23 altra bomba frontale e Hornets sul 51-36.
Dopo il time-out chiamato da Scott i Lakers piazzavano un parziale di 5-0 che li riportava sul -10, Roberts con due tiri liberi interrompeva l’inerzia e quando Hawes voltandosi spalle a canestro offriva a Marvin sulla diagonale destra (bravo a girare intorno a lui) un passaggio quasi alla mano, la granata della nostra PF riportava a 15 il vantaggio.
Kemba non era in serata di spolvero e anche un suo tiro in jumper colpiva i due ferri rimbalzando oltre la parte alta del tabellone e ricadendo sul pitturato esterno colorato di giallo.
Marvin Williams faceva in tempo a stoppare da dietro Clarkson e i Lakers a commettere un ingenuo fallo a 4 centesimi dalla sirena sul rimbalzo offensivo.
MKG ringraziava e con due liberi mandati a segno chiudeva i primi 24 minuti sul 58-43.
Kaminsky contro Kelly.

Kaminsky contro Kelly.

 
Il terzo quarto si apriva con una missilata di Kobe da ben oltre la linea dei tre punti, ma il suo tiro finiva corto, a 11:19 comunque si rifaceva con l’entrata accompagnata da MKG, Hawes in aiuto commetteva fallo e Kobe portava a casa il gioco da tre punti.
I Lakers tornavano sulla cifra singola di svantaggio quando Lou Williams realizzava tre liberi a 10:13 (fallo di Lin a contatto con Lou muovendosi verso la top of the key da tre punti, Lou era bravo ad alzarsi sul contatto intuendolo), un salvataggio sulla linea laterale destra di Lin tornava utile a MKG per subire un fallo che lo portava in lunetta.
Il suo ½ riportava a +10 Charlotte che incassava però due punti frontali lunghi da Clarkson per il 59-51.
Marvin con un due punti lungo e Bryant con un turnaround preciso da vecchi tempi (su Lin) a 7:24 alzavano il punteggio di due per entrambi i team, Charlotte ci provava ancora da tre, questa volta Marvin non realizzava ma la palla toccata da Hawes dava la possibilità a MKG d’imbucarsi e segnare da sotto a destra.
Bryant continuava il suo sforzo colpendo da lontano per il cinquantaseiesimo punto gialloviola a 6:45 ma 23 secondi più tardi un bel turnaround di Marvin (il quale si lamentava per un fallo sul tiro) faceva capire ai Lakers che non c’era trippa per gatti.
Quando a metà tempo Charlotte s’impossessava di un altro rimbalzo offensivo e mandava a schiacciare Hawes, i Lakers chiamavano time-out.
Kemba continuava la sua serata piena di difficoltà sganciando un air-ball, MKG teneva viva la palla che deviata da un lacustre terminava fuori.
Un fallo preventivo su Kemba a 5:29 dava la possibilità a Walker di realizzare due punti dopo tanto digiuno.
Seguivano due punti di Kelly (goaltending MKG, stoppata dopo che il pallone aveva già toccato il vetro) e due FT di Walker, i Lakers ne realizzavano altri due e si portavano a quota 60, potrebbero anche riportarsi sul -9 ma la transizione di Kelly non andava a buon fine perché Frank toccava leggermene sulla schiena il lungo avversario che falliva comunque un facile appoggio, inoltra anche i due liberi venivano completamente ceffati regalando a Charlotte il canestro inviolato su una possibile azione da tre punti.
Daniels usciva dai blocchi e anche se ben marcato da Williams e cacciava dentro due punti in leggiadra sospensione.
MKG a 2:41 dalla lunetta estendeva il vantaggio a 14 (74-60), Kaminsky con uno spin move veloce e un floater faceva secca la difesa di Los Angeles che non riusciva a segnare, era anzi Walker in entrata a battere con la penetrazione Russell.
Daniels mancava un tiro ma MKG era abilissimo nel catturar il rimbalzo, Kaminsky ringraziava e in schiacciata portava la gara sull’80-60 (parziale di 9-0). Mentre Kelly falliva un open da due frontale tra le lamentele del pubblico e a Russell veniva giustamente annullato un canestro per fallo di sfondamento su Kemba (molto bravo a prender posizione), Daniels ci provava due volte, sul primo tentativo con la finta mandava a vuoto l’avversario ma non trovava il ritmo per segnare, sul secondo fintava il movimento di taglio dal fondo e tornava sulla diagonale destra, Walker lo vedeva e Daniels con movenze e velocità ninja era implacabile mandando a bersaglio la tripla dell’83-60.
Ancora fischi per Kelly che su una rimessa a 5 secondi dalla fine era impreciso consentendo ai Calabroni di terminare sul +23 a 12 minuti dalla fine.
Partenza lenta nell’ultimo quarto per i due team, a Charlotte andava benissimo, Kaminsky a 10:58 trovava un contatto e metteva uno dei due liberi assegnati, i Lakers sbagliavano con Kelly e nel mischione sotto Bass non riusciva a mettere il tap-in, i Lakers rimanevano lontani, un fade-away di Russell su Roberts a 10:23 interrompeva il parziale di 13-0 Hornets a cavallo dei due quarti ma Frank tornava al passaggio venendo l’infilata in corsa di Roberts, tutto fluido compreso il reverse lay-up del nostro terzo play che portava il punteggio sull’88-64.
Il finale era un po’ trascinato, entravano in campo alcune riserve, Harrison per Charlotte e Huertas (look da professore del Wacky Races o da ricciolo dei Three Stoges), quest’ultimo segnava anche una tripla ma il punteggio finale arrideva ai viola in trasferta; Charlotte espugnava senza troppe difficoltà uno Staples Center che per vedere i fasti del passato dovrebbe ricostruire quasi in toto la squadra.
 
chalal1 Chalal2
Pagelle:
 
Walker: 6
12 pt. (3/14), 6 assist, 7 rimbalzi, 1 palla persa. Do la sufficienza a Kemba perché non sbaglia molto in fase d’impostazione, ma vive una serata tranquilla con troppi errori al tiro. Sette rimbalzi e 6 assist (compreso quello importante per la tripla di Daniels) aiutano comunque la squadra. Serata di quasi relax poiché non deve caricarsi la squadra sulle spalle.
 
Lin: 6
6 pt. (2/10), 5 rimbalzi, 5 assist. Rientra ma non è in forma al tiro, anche lui aiuta la squadra con rimbalzi e assist.
 
Kidd-Gilchrist: 8,5
19 pt. (6/7), 12 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata in 27:57. +24 di plus/minus. Alla seconda partita marca brillantemente Kobe o altri che gli capitano occasionalmente, da non credere il 2/2 da tre punti, che abbia lavorato anche su questo durante la sua assenza? Abbiamo una SF che porta energia e prende rimbalzi fondamentali, statistica nella quale surclassiamo i Lakers.
 
M. Williams: 7,5
19 pt. (7/13), 12 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. A parte le due stoppate prese è una spina nel fianco per la difesa dei Lakers che subiscono le sue triple e anche in difesa si fa valere. Ottima serata.
 
Hawes: 6,5
4 pt. (2/8), 6 rimb., 5 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Difesa buona quella di Hawes, Hibbert e gli altri centri scompaiono. Peccato l’attacco.
 
Daniels: 6,5
9 pt. (4/10), 5 rimbalzi, 1 assist. Meno preciso del solito, segna la tripla all’affonda la flotta. Psicologicamente i Lakers non ne hanno più dopo. Runner e floater un po’ da migliorare nel traffico.
 
P.J. Hairston: 6
9 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Subisce Kobe ma qualcosa da in attacco, inoltre ruba un paio di palloni in poco più di 20 minuti sul parquet.
 
Kaminsky: 7
11 pt. (5/9), 3 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. Di stoppate ne subisce anche due ma vince il duello con Kelly, un paio di buoni canestri segnati facendo da se e gran passaggio per Roberts. Meglio, molto meglio dell’ultima a Portland, la prossima gara contro Cleveland ci dirà qual è il vero Frank forse…
 
Hansbrough: 6,5
4 pt. (1/4), 3 rimb., 2 rubate, 1 stoppata. Mette sempre energia e aggressività, a volte crea caos anche per se stesso mandandosi fuori ritmo in attacco, però serve per non concedere tiri facili agli avversari. Energy guy.
 
Roberts: 5,5
8 pt. (3/11), 3 rimb., 2 assist. Per fortuna inizia a sparare a salve quando la partita non conta più.
 
Harrison: 5
0 pt. (0/2), 1 rubata. Giocatore che non ha il ritmo gara e quando entra negli ultimi 3:03 combina poco.
 
Coach Clifford: 6,5
Vittoria semplice, la squadra gioca e MKG gli da una mano. Time-out giusti, a volte ne fa anche a meno. Ora si torna a casa per 4 gare casalinghe contro Cavaliers, Heat, Wizards e Bullets, tutte avversarie all’Est che daranno un po’ la dimensione della squadra. L’obiettivo è portarne a casa più possibile tra le mura amiche.