Game 74; Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 100-85

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Sottotitolo; ProspettHornets
 
Nella città di Rocky non andava in scena di certo uno scontro epico, gli Hornets non hanno nemmeno infilato i guantoni (7 falli in tutta la gara…) ma si sono limitati a portare a casa una W che serviva per la classifica in ottica quarto posto.
Dopo un primo quarto da tiro al piccione passato un po’ a braccheggiare gli avversari, gli Hornets intensificavano la difesa e miglioravano gioco e tiro di quel tanto che bastava per allungare su dei Sixers in netta difficoltà, con tanti infortunati a partire da Noel e con una stagione quasi alle spalle da dimenticare in fretta.
Charlotte con i suoi tre playmaker (Walker, Lee e Batum, se aggiungiamo Gutierrez fanno i 4 moschettieri) ha prodotto 6 assist in più degli avversari (anche se questa sera abbiamo generato più turnover del solito, statistica nella quale siamo solidamente tra le prime che ne commettono di meno) e quasi la metà di quelli della squadra sono stati fatti da Batum (12) che ha finito per catturare altrettanti rimbalzi (20 in più per gli Hornets nelle statistiche di squadra) e segnare 19 punti andando in tripla doppia…
Gli Hornets quindi continuavano a nutrire speranze, il grande prospetto di poter ambire ancora a una partenza casalinga nei playoffs è ancora a portata di mano, mentre da Indianapolis arrivava anche l’aiuto di Chicago che batteva i Pacers dandoci una partita in più di vantaggio sui Battistrada.
 
Duello tra numeri 1. Lee e DSmith. Altra brillante prestazione di Courtney.

Duello tra numeri 1. Lee e I. Smith. Altra brillante prestazione di Courtney.

Charlotte si presentava in formazione tipo con; Walker, lee, Batum, M. Williams e C. Zeller, mentre Philadelphia era messa in campo da Brett Brown con il seguente starting five; Ish Smith, Canaan, Thompson, Covington e Landry.
Doppia doppia per Cody in serata.

Doppia doppia per Cody in serata.

 
Landry, adattato come centro visti i numerosi infortuni in casa Philadelphia, riusciva a vincere la palla a due per i 76ers che iniziavano il loro insano progetto composto da tiri da tre punti e sospensioni.
Canaan da fuori falliva la prima tripla, anche se aveva spazio per un blocco portato su Lee, dall’altra parte invece Zeller a contatto con Landry approfittava del centro sottodimensionato per appoggiare a canestro il 2-0 a 11:31.
Per una violazione dei tre secondi Phila trovava il primo punto della gara a 10:57 con il numero 10 in lunetta, seguiva però l’attacco di Batum in area che serviva orizzontalmente con un passaggio breve Zeller, il quale arrivava sul binario a sinistra e travolgeva il canestro in slam dunk per il 4-1.
La squadra di casa comunque trovava la tripla dall’angolo di Thompson che salvava un pallone e colpiva a 10:16.
Gli Hornets ci mettevano 17 secondi per tornare in vantaggio, buon giro palla ma passaggio un po’ troppo basso per Lee, il quale piegava il tronco recuperando palla tra le gambe segnava da posizione frontale saettando da tre punti per il 7-4.
Phila cambiava per una volta strategia e con Landry forzava nel pitturato marcato da Zeller e Batum; arrivavano fallo e due FT per il riavvicinamento dei padroni di casa sino al -1.
A 8:17 quasi inaspettatamente Covington, lasciato libero, infilava la tripla del 7-9 che dava il primo vantaggio nella gara ai bianchi.
Gli Hornets ottenevano la parità a 7:33 quando Walker usava la sua velocità su Thomas, il quale prima di stoppare Kemba, si arrangiava un po’ con le mani sul fisico del nostro playmaker, agli arbitri non piaceva e arrivavano due liberi che il nostro N° 15 metteva entrambi.
Gli Hornets completavano il parziale di 7-0 segnando con Walker da tre punti (blocco di Zeller sulla linea dei tre punti con Kemba che gli passava dietro e scaricava la tripla) e aggiungendone due nonostante Ish Smith stoppasse lo stesso Kemba in entrata, Marvin Williams però era presente ed era rapido a gettarsi sul pallone per correggere e mandare sul +5 Charlotte a 6:35.
Time-out Phila; Hornets che rientravano in campo eccessivamente rilassati e concedevano due volte spazio a Stauskas da fuori: il biondo non si faceva pregare e le infilava entrambe portando nuovamente avanti i padroni di casa (14-15). Clifford non affatto contento chiamava la pausa per riordinare le idee e chiedere più attenzione anche se dapprincipio era sempre Stauskas con un banker a sinistra a portare al massimo vantaggio (+3) la squadra del presidente Sam Hinkie. A 3:49 Charlotte reagiva con Lamb che dal pitturato usava il suo tempismo per alzare un pallone che finiva dentro eludendo la stoppata del difensore. Kemba in difesa sporcava una palla al n°31 impegnato in una penetrazione, Marvin recuperava la palla persa, Lamb in transizione serviva l’assist per Lee che andava via a destra a Smith, ma subiva il contatto travolgente di Brand in aiuto, riuscendo comunque a segnare il canestro più il FT per il 19-17 pro viola.
Ancora la difesa di Charlotte produceva un altro contropiede; Lee per Lamb e dunk in transizione per il 21-17.
Brand da sotto realizzava al secondo tentativo dopo la prima stoppata di Jefferson ma il quarto si chiudeva con due liberi di Zeller per il 23-19 finale di tempo.
Batum in tripla doppia nella notte ha dato un'altra bela mano a Charlotte dopo averla trascinata a Milwaukee.

Batum in tripla doppia nella notte ha dato un’altra bella mano a Charlotte dopo averla trascinata a Milwaukee.

Si vedeva sul parquet anche Gutierrez, stranamente da subito nella seconda frazione, il quale incolpevole e suo malgrado si trovava preso in mezzo da due passaggi sulla sinistra; Stauskas gli andava via sulla linea di fondo destra e giunto a canestro tentava la schiacciata ma arrivava il fallo di Lamb in aiuto.
Il bianco dalla lunetta a 11:04 splittava mentre dall’altra parte la nostra PF dal cognome di origine polacca, dopo uno spin si trovava Marshall pronto a stopparlo, ma il carrarmato non si fermava e recuperando correggeva realizzando.
Dopo due pt. di Marshall, gli Hornets ci provavano con Jefferson che non segnava in gancio, poco amale perché arrivava Batum a destra del canestro a correggere di forza toccando la sfera al volo nonostante fosse contrastato da un difensore.
A 8:24 un’incursione di Gutierrez era conclusa con la mano sinistra al vetro, buoni i due punti per il 29-22.
Charlotte continuava a segnare sfruttando anche la vernice, era il caso di Jefferson assistito da Batum che insieme a 7:51 producevano il 31-22.
I Sixers continuavano a sparare a salve fuori dall’arco (4/17), mentre Kaminsky mostrava buoni fondamentali per un lungo dai bordi dell’area destra altezza tabella, giro rapido e gancio su un Landry impotente a 7:00 dall’intervallo.
Thompson finalmente segnava una tripla per Phila e Canaan su Lamb migliorava ancora la statistica da dietro la linea dei tre punti facendo toccare il -6 ai padroni di casa (34-28), che tuttavia a 5:50 subivano l’alley-oop terremotante (Lamb alzava per Zeller) che squassava anche la vernice sottostante.
I Sixers però tornavano a soli quattro punti di distacco con la penetrazione di I. Smith e il tiro di Landry con rimbalzo da ferro amico.
Zeller si credeva guardia per un piccolo istante e in entrata commetteva sfondamento buttando giù Canaan fuori dal semicerchio, tuttavia tornava a fare il suo mestiere portando un blocco alto per Batum che lo utilizzava per passare dal lato destro verso il centro e tirando da tre sbilanciato in avanti riusciva anche a trovare un insolito canestro a 3:29.
Landry a 3:07 segnava in correzione, Cody non voleva mostrarsi da meno e dopo una serie interminabile di rimbalzi catturati segnava anche 4 punti di fila portando i Calabroni a volare sul +11 (45-34).
Il distacco rimaneva invariato perché Lee si appiccicava a Stauskas facendolo tirar corto, Thompson andava in isolation contro Marvin ma l’attacco aveva la medesima sorte di quello precedentemente descritto, nella gara dei tiri falliti non c’era posto per quello di Stauskas poco dopo perché Batum gli diceva no in stoppata ma in maniera irregolare, rovinando tra l’altro un bell’assist in corsa no look a tagliare effettuato da McConnell.
Arrivava comunque il 2/2 dalla lunetta per il -9, dall’altra parte Batum invece era utile anche quando non segnava, tiro sul ferro, palla anche scendeva lì vicino e Marvin in mezzo al plasma di maglie bianche diventava nucleo nell’area conquistando il rimbalzo offensivo e completava il tutto trasformando in canestro la bella giocata.
Il finale di tempo diceva che Charlotte sarebbe andata a riposo su un comodo +16; con gli Hornets in vantaggio di 13 e palla in mano Walker tentava dalla top of the key da tre, niente da fare, tap-out ancora una volta di un dominante Williams a rimbalzo che forniva a Kemba una seconda opportunità per colpire sempre fronte a canestro ma da posizione più lontana, questa volta Kemba dimostrava di aver preso le misure e segnava il tiro più difficile realizzano il 52-36.
 
Dopo 19 secondi dal rientro Batum segnava il primo canestro in correzione mostrando il dominio degli Hornets sotto le plance. Canaan colpiva da tre su Walker ma senza Noel e gli altri lunghi Phila soffriva, Zeller così furoreggiava anche grazie ai compagni, Batum lavorava un pallone per lui che il nostro centro non sprecava, così come quello successivo offerto da Marvin Williams che dopo un pump fake penetrava e creava le giuste spaziature per altri due punti del nostro centro.
A 10:15 Thompson per Landry e risposta dell’ex NOLA Hornets in dunk a una mano a 9:56 Lee con un bank shooting sulla destra continuava a non far inceppare l’attacco di Clifford mentre 11 secondi più tardi la tripla di Covington serviva a mandare il maxi schermo sul punteggio di 60-44.
L’ala dei Sixers 43 secondi più tardi realizzava ancora dalla lunga su Batum durante una nostra rotazione riuscita in parte. Buon momento dei Sixers che vedevano come massima espressione di serata l’eclatante stoppata di Ish Smith su Marvin Williams lanciato sulla linea di fondo destra, inoltre il giocatore di Charlotte ma dei Sixers, infilava anche la tripla a 8:27 per portare la gara sul 60-50.
Marvin ripartiva per Charlotte ottenendo a 8:08 due liberi (a segno), Smith stoppava ancora, questa volta Walker da dietro, ma si arrabbiava perché vedeva il suo team scivolare ancora indietro quando Batum con due tiri frontali affondava quel paio di jumper che davano il 66-50.
Williams inoltre in attacco lottava e recuperava finendo fuori un pallone mandato sui piedi di un difensore.
Dalla palla mantenuta uscivano due punti per Zeller che a una mano nel mezzo dell’area batteva i difensori a 6:03.
Canaan segnava ancora da tre ma i Sixers non tenevano il passo, nel pitturato gli Hornets facevano quello che desideravano; Zeller segnava altri due punti, Jefferson sbagliava ma il tap-in di Marvin a 3:17 rimediava.
Lamb dalla lunetta entrando in bonus per un contatto su un tentativo di drive realizzava i due punti del 74-53.
Phila si ricaricava avendo un mini break di 6-0 ma poi subiva il canestro di Walker che valeva tre; crossover in uno contro uno vs Marshall (troppo lento), palla alzata velocemente e per la tripla del 77-59.
Ish Smith sorrideva per la sua di tripla a :02.7 dalla sirena, utile per portare al -15 (77-62) i bianchi di Brown prima degli ultimi 12 minuti.
J. Gutierrez. Il play messicano provato da Clifford, quasi come in un test match, già nel secondo quarto al posto di Lin, fuori dalle rotazioni stanotte.

J. Gutierrez. Il play messicano provato da Clifford, quasi come in un test match, già nel secondo quarto al posto di Lin, fuori dalle rotazioni stanotte.

 
Ultimi dodici in scioltezza degli Hornets che vedevano si Covington lanciare una tripla a 11:39, tuttavia dalla destra Batum in elegante soluzione a ponticello replicava da due abbastanza spensieratamente.
Un piccolo parziale dei Sixers dava a 7:12 il -11; Brand muscolarmente da sotto prima falliva l’appoggio contro Lee che urtato finiva spinto fuori dal campo, sul rimbalzo Marvin e Jefferson si allungavano ma c’era il fallo con un Ft (segnato) dopo il canestro realizzato dal corpulento lungo dei 76ers.
Una tripla di Ish Smith da sinistra serviva per il -10 (86-76), però Lee in entrata s’inventava un canestro artistico, Zeller stoppava pulito Stauskas e i Sixers fallivano altre due occasioni con Covington e Brand (4:20), lo scorrere del tempo era inesorabile, inoltre nel finale Walker e Lee realizzavano due bombe, quella di Courtney dalla diagonale destra a 2:28 su servizio di Kemba scriveva la parola fine (semmai ce ne fosse stato bisogno) mandando il punteggio sul 96-78.
La gara terminava con i canestri di Daniels per il centesimo punto e la tripla di Covington che fissavano il punteggio finale sul 100-85.
 
chaphi1 chaphi2
Pagelle:
 
Walker: 6
16 pt. (5/19), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. La sfida non lo stimola molto. Tiene senza patemi in difesa ma in attacco è spesso impreciso, belli gli assist ma numericamente inconsistenti. Lascia a Nicolas il pallino.
 
Lee: 7
15 pt. (6/10), 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Finisce per fare un buon lavoro difensivo anche oggi, sa impostare e segnare. Bell’acquisto. Discreto giocatore.
 
Batum: 7,5
19 pt. (8/16), 12 rimbalzi, 12 assist, 1 rubata. Nicolas va in tripla doppia. Mette lo zampino spesso sulle azioni offensive di Charlotte fornendo validi assist all’europea. Grande serata.
 
M. Williams: 6,5
8 pt. (3/10), 9 rimbalzi, 2 assist. Maluccio al tiro, aggressivo però in attacco. Difesa sufficiente, bene a rimbalzo.
 
C. Zeller: 7
18 pt. (7/8), 11 rimbalzi, 2 stoppate. Oppia doppia per Cody che senza avversari o con maglie bianche intorno spadroneggia a rimbalzo. Si avvantaggia del mismatch nel ruolo. Buona serata per Cody.
 
Jefferson: 6
7 pt. (3/9), 9 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. Attacco meno brillante del solito, difesa invece migliore di quello che mostra usualmente.
Lamb: 6
7 pt. (2/7), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Ha dei momenti di difficoltà in attacco ma nel complesso è utile per la difesa e gli assist soprattutto.
 
Kaminsky: 6
6 pt. (2/5), 4 rimbalzi. Un bel canestro con movimenti da lungo quasi alla Big Al, coinvolto però in un momento negativo della squadra.
 
Gutierrez: 6
2 pt. (1/1), 1 rimbalzo, 3 assist. Perde due palloni. Provato da Clifford in avvio secondo quarto, sta cercando di valutarlo. Il Coach lascia riposare Lin e lancia il messicano che non entusiasma magari cercando sempre il varco sicuro dal palleggio oltre a fornire un bell’assist sotto canestro.
 
Daniels: s.v.
2 pt. (1/1) in poco più di un minuto.
 
Hansbrough: s.v.
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo. Stesso minutaggio di Troy ma sbaglia il suo tiro.
 
Coach Clifford: 7
Archivia la pratica Phila con calma senza far sfrenare la squadra, anzi, lascia a riposo Lin e prova il play messicano. Le W dicono 43 e siamo ormai un team vincente in questa stagione. Si va all’attacco del quarto posto, comunque vada.

La Classifica a Est il 29/03/2016

Nella scorsa notte, sui campi della NBA gareggiavano le tre squadre che ci precedono in classifica; Atlanta, Boston e Miami, in ordine alfabetico e anche gerarchico prima delle partite da disputare.

Charlotte e noi tifosi teal & purple speravamo in un passo falso di queste formazioni ma… sfortunatamente Miami ha vinto facilmente (come da pronostico) su Brooklyn giocando in casa, Atlanta ha battuto i Bulls di due punti sul loro terreno, Tori sempre più disperati (che avranno però uno scontro diretto da giocare in casa contro Detroit a breve), mentre l’unica notizia gioiosa è arrivata da Los Angeles, dove i Velieri di CP3 hanno battuto Boston (scivolata così dietro Miami), così se gli Hornets battessero nella notte Philadelphia nella città dell’amore fraterno raggiungerebbero proprio i Leprechaun in classifica (pur rimanendo dietro per via degli scontri diretti a sfavore quest’anno).

Nella notte futura invece, oltre all’impegno di Charlotte, sarà forse meno avvincente ma pur sempre importante vedere le nostre inseguitrici cosa riusciranno a combinare sui vari campi per testare le interferenze che potrebbero darci in ottica posizioni playoffs.

Chicago andrà a Indianapolis in uno scontro che vede i Tori (ora decimi) contro la settima forza a Est, mentre i Pistons ospiteranno i Thunder, tranquilli al terzo posto a Ovest ma sempre affamati, distanziati da San Antonio ormai irraggiungibile per loro e con un vantaggio più che tranquillizzante sui Clippers loro insaguitori), cliente non certo tenera ma piuttosto scomoda, mentre sembra impronosticabile che i Wizards possano andare a battere sull’inviolato parquet di Oakland i Guerrieri dello Stato Dorato lanciati all’inseguimento del record All-Time di Regular Season.

La classifica a Est.

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CalendariHornets

Al tramonto di questa regular Season, a levante s’infiamma la lotta playoffs.
Il Sole che discende pare aver infiammato il cielo NBA, gli Hornets nel mezzo della bagarre proveranno ad accedere ai Playoffs, a vincere la loro prima gara di post season da quando la nuova franchigia prese piede a Charlotte. Magari, conquistando il fattore campo, rischiare anche di passare il primo turno, cosa che a Charlotte manca dagli albori degli anni 2000 (ed erano gli Hornets originali) e se guardiamo a New Orleans come Hornets, al 2008, quando CP3, West e Stojakovic sbalordirono forse parte della NBA rifilando un perentorio 4-1 alla Dallas di Cuban prima di cedere in gara 7 agli Spurs gettando via l’occasione casalinga.
 
Nelle ultime due settimane o poco più, si decideranno le posizioni e le partecipanti ai playoffs NBA della stagione 2015/16.
Riepiloghiamo allora la situazione delle concorrenti in lotta tra di loro in questo conto alla rovescia finale.
 
Cleveland e Toronto ormai sono fuori portata per Atlanta e le inseguitrici, a darsi battaglia, oltre ai già citati Hawks, quindi saranno (ordinate secondo l’attuale posizione in classifica): i Celtics, gli Heat, gli Hornets, i Pacers, i Pistons, i Bulls e i Wizards.
Scendiamo velocemente nel dettaglio completando la breve analisi con tabelle che aiutano ad avere visivamente una situazione più chiara sott’occhio.
 
Atlanta (terza) è in un buon periodo di forma (striscia di tre W aperta) e ha una partita di vantaggio sugli Heat che potrebbero comunque raggiungerli in classifica avendo due gare in meno rispetto ai georgiani (74 Hawks, 72 Heat) e nel caso gli Heat avrebbero dalla loro un 3-1 negli scontri diretti. Ha fuori Millsap, che comunque è addirittura in Game Time Decision. L’unico infortunato attualmente è T. Splitter, ma pare che i Falchi se la cavino bene anche senza di lui.
Scontri diretti e partite difficili a fare da trabocchetti però ce ne sono.
C’è di buono per la squadra di Budenholzer che qualche gara difficile o scontro diretto sarà da giocare in casa.
La forza della squadra c’è ma il calendario non è semplicissimo.
 
Boston (quarta) ha un calendario equilibrato e vince da quattro partite di fila nonostante il rasta Crowder sia out.
Ora andranno a Ovest, dove li aspettano al varco per tre partite difficili, seguiranno tre partite sulla carta abbastanza comode e chiuderanno con tre scontri diretti dei quali due saranno da giocare in casa.
A mezza partita dagli Hawks la squadra di Brad Stevens, rischia comunque di perdere il vantaggio del fattore campo se le prime partite dovessero andare male.
 
I Miami Heat (quinti) hanno fuori Bosh (del quale stanno imparando loro malgrado farne meno) e il più marginale Johnson.
Hanno quattro scontri diretti ma i primi due saranno in casa, in più gare che teoricamente, contro squadre che non chiedono molto alla stagione, dovrebbero essere abbastanza abbordabili.
Un calendario che, come quello dei Pacers, li agevola anche se le trasferte saranno due in più delle gare che Isaiah Thomas & Company giocheranno in Massachusetts.
 
Ed ecco i nostri eroi.
Gli Charlotte Hornets (sesti), proveranno a migliorare il loro attuale record in trasferta (15-20), andando a giocare su campi ritenuti abbastanza semplici ma non certo privi d’insidie.
Passerà di lì il loro tentativo di raggiungere almeno il quarto posto che ci darebbe un vantaggio nel primo turno playoffs, il quale potrebbe fare la differenza, giacché nel loro nido i Calabroni quest’anno hanno punto avversari illustri.
Due le gare quasi fuori portata; a Cleveland e Toronto, dopo la doppia sfida con Philadelphia.
Si andrà anche a Washington (che potrebbe però essere già fuori dalla lotta) e a Boston in uno scontro diretto.
Gli Hornets per vincere dovranno mantenere calma, concentrazione e non sottovalutare nessuno.
L’atteggiamento farà la differenza, sperando in qualche sconfitta delle squadre attualmente davanti a noi.
 
Settimi sono i Pacers che non hanno infortunati, un buon calendario (con anche più gare casalinghe) escluse le gare contro Raptors e Cavaliers. Bisognerà guardarsi le spalle da loro che attualmente rimangono tre partite dietro di noi.
Contro i Battistrada però, in caso di parità, avremmo gli scontri diretti a favore con un 3-0 che ha spazzato la serie.
 
Ottavi e quindi detentori dell’ultimo posto per partecipare ai playoffs, sono i Pistoni di Van Gundy, che “fortuna” loro, sono inseguiti da Bulls e Wizards, le quali o non hanno calendari semplici (Bulls) o sembrano essere troppo distanti in classifica (Wizards), potrebbero riuscire a portare in porto il loro progetto di qualificazione playoffs ma l’appearance contro i Cavaliers probabilmente sarà breve.
 
I Bulls (noni) dietro di loro probabilmente sono stati una delle delusioni a Est, ma per i numerosi infortuni che hanno martoriato la squadra guidata da Fred Hoiberg, che oltre allo “storico” infortunio di Noah, ha gente che esce ed entra nella lista infortunati (anche importanti; Butler, Gasol, Dunleavy, ecc.) più velocemente dei clienti che passano attraverso la porta girevole di un albergo…
 
I Wizards (decimi e sotto i .500) hanno Markieff Morris fuori e sono più indietro dei Bulls.
A confronto però c’è da dire che a vantaggio dei maghi, rispetto ai Tori, sono squadra capace di vincere più facilmente esternamente, mentre i rossi di Chicago in trasferta hanno latitato parecchio quest’anno…
Ecco le tabelle poco più in basso.
Lo smile comprende in generale; stato di forma, partite in casa e trasferta, difficoltà calendario, attuale posizione di classifica, record, infortunati, ecc..
Seguono il record, le vinte/perse nelle ultime dieci partite, più il calendario a sfondo colorato.
Le partite segnate in verdino sono quelle considerate facili (con tutto il rispetto per questi team), anche se poi il fattore campo potrebbe farsi sentire, ma l’idea è che queste squadre, ormai tagliate fuori dalla lotta, preferirebbero quasi tankare, Quelle in giallo/arancio sono gli scontri diretti a gruppi (avversaria playoffs e avversaria playoffs della stessa fascia, 3^/6^ e 7^/10^), quelle in marrone contro squadre difficili, impegnate magari a Ovest nella lotta playoffs o di alta classifica.
chatab0 chatab1
Dove arriveremo? Non lo so ma… let’s go Hornets!

Game 73; Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 115-91

chamil0
 
Sottotitolo; Happy Day(s)
 
Hornets scarichi a Detroit che solo ieri sembravano morti. Sbagliata completamente la gara, atteggiamento non certo da contender per i playoffs, a Milwaukee, patria di Fonzie e delle giornate felici, risorgono in prossimità della festa pasquale.
Gli Hornets tiravano su il colletto del chiodo e sgasavano nel secondo periodo quando un incredibile show balistico di Batum portava nelle casse tredici punti con soli quattro tiri di seguito… Gli Hornets durante la serata hanno tirato con il 55,4% dal campo e 55,2 da te punti.
Squadra distante anni luce da quella che chiuse all’ultimo posto nella specialità da tre punti la scorsa annata.
Henson dalla panchina con 19 pt. sarà il top scorer dei Bucks che, a partire dai titolari, hanno sofferto la difesa di Charlotte.
 
Batum al tiro su bayless. Con 4 triple consecutive ha dato l'avvio di fuga a Charlotte.

Batum al tiro su bayless. Con 4 triple consecutive ha dato l’avvio di fuga a Charlotte.

Hornets che confermavano il loro solito starting five; Walker, Lee, Batum, M. Wiliams, C. Zeller. Bucks che Kidd disponeva sul parquet con; J. Bayless, Middleton, Antetokounmpo, J. Parker e Monroe.
 
Il primo pallone era conquistato e giocato dai Bucks che sfruttavano a dovere la situazione con Middleton bravo a segnare in jumper alla prima occasione.
Gli Hornets sbloccavano anche il loro tabellino ma solamente ottenendo un punto dalla lunetta.
Un passaggio teso e tagliato raggiungeva Marvin sotto canestro che fermato irregolarmente d Monroe vedeva il suo appoggio camminare sul ferro e uscire.
Secondo libero troppo teso e 1-2 a 11:24.
A 10:43 raddoppio dei Bucks nel corner destro, passaggio per Batum sulla stessa diagonale che segnava da tre nonostante l’uomo in marcatura di fronte.
A 10:17 Antetokounmpo ben marcato perdeva l’equilibrio portando in avanti il tronco, prima di commetter passi effettuava l’appoggio geniale al tabellone riuscendo a riprender palla e a mandare fuori tempo i difensori per segnare da sotto il canestro del pareggio.
Gli Hornets tornavano al comando con una sospensione frontale da tre punti di Lee a 9:41. Monroe era stoppato da dietro da Zeller, sulla transizione il tiro di Batum veniva sputato fuori beffardamente dal ferro, così uno shake ‘n bake dalla sinistra di Middleton serviva a battere la marcatura di Lee e accorciare al -1.
Marvin dalla linea di fondo destra cercava di arrivare dalle parti dell’anello, poi pressato allungava un runner che colpiva il ferro, il pallone era allungato dallo stesso verso sinistra, dove Batum a 8:12 correggeva a canestro.
A Marvin il floater riusciva a 7:21 anche se da altra posizione; finta, difensore che rimaneva ancorato al parquet e tiro vincente della nostra PF in avanzamento per l’11-6.
Antetokounmpo non viveva un buon inizio e sbagliava contro Batum, il quale si serviva di una magistrale transizione condotta da Walker che lo serviva avanti sulla corsa con un passaggio diagonale schiacciato che faceva a fette la difesa del Wisconsin, al francese non restava che appoggiare la palla a spicchi sulla sinistra del vetro a 6.52.
La transizione vincente di Charlotte consigliava a Jason Kidd un time-out.
I Bucks potrebbero segnare con Vaughn in appoggio sulla sinistra, solo che dalla base del pitturato decollava Marvin Williams a dire cancellare con una stoppata clamorosa il tentativo e dire no alla violazione della no fly zone dei Calabroni. Middleton doveva inventarsi il fade-away per portare a casa altri due punti per la banda dei ragazzi di Kidd, Walker comunque dalla baseline destra riusciva a trovare il tempo e quella sottile nicchia di spazio per segnare nonostante la difesa dei Bucks fosse su di lui.
Zeller con un floating jump shot alzava il punteggio sul 17-8, inoltre Cody si faceva notare anche in difesa nella salvaguardia del pitturato con un’altra stoppata da dietro su Monroe.
Il buon momento del nostro centro lo portava a 5:22 con perfetto tempismo a correggere in tap-in un errore al tiro di Lee.
I Bucks raggiungevano solamente a 4:45 la doppia cifra con Parker che in post basso vinceva il duello mismatch con Walker.
Marvin Williams si accontentava di un lungo due in sospensione sulla linea di fondo mentre a 4:11 Middleton andava a segnare un big shot da tre punti da sinistra, peccato che la stessa guardia di Milwaukee commettesse un fallo ingenuo toccando il braccio destro di Batum impegnato ad alzare il pallone per il tentativo di tripla.
A 3:51 il francese andava in lunetta e portava a casa il massimo pe mandare Charlotte sul 34-13.
A 3:19 Lin si prendeva un’azione personale infiltrandosi centralmente e nonostante Plumlee fosse sulle sue tracce, il piccolo degli Hornets riusciva a batterlo alzando un pallone che colpiva la base del ferro, ma aveva i giri giusti per finire dentro. Due canestri dei Bucks servivano alla squadra di Kidd per riportarsi a -10 ma Jefferson a :11.6 con un giro a mezzaluna in senso antiorario circumnavigava il difensore e metteva dentro l’elegante appoggio a una mano.
Il primo periodo si chiudeva sul 29-17 per Charlotte.
 
Intervallati da due liberi di Parker, l’avvio secondo quarto vedeva Kaminsky protagonista; a 11.20 segnava con una tabellata il canestro inaugurale del tempo e a 10:33 metteva anche la precisione trovando solo cotone sulla traiettoria del suo tiro. Henson, tra i più positivi dei suoi per i Bucks, segnava in tap-in ma i Calabroni rispondevano subito con un fluido attacco a triangolo sul centro-destra; Lee per Jefferson, passaggio a Lee che scattava in diagonale andando verso il centro e tiro dalla media della nostra SG immediato sulla ricezione, due punti ottenuti osservando la palla rimbalzare velocemente sui bordi del ferro interno e ricadere dentro.
Milwaukee recuperava qualche punto con due punti di Antetokounmpo e quattro di Plumlee, il quale segnava prima in alley-oop e dopo un canestro di Lin che folleggiava in mezzo al traffico in appoggio, riceveva l’assist tagliato e si appendeva in schiacciata a canestro.
Le due ali dei Bucks però sulla stessa azione (tap-out di Henson) perdevano l’occasione di riavvicinarsi un po’ di più sbagliando un tiro a testa.
Ancora Giannis, non in serata, da sotto il canestro a destra andava corto con il facile appoggio, comunque Ennis a 5:39 segnando una tripla frontale con Lin in ritardo e allungo per contrastare il tiro, firmava il time-out di Charlotte che tuttavia incassava ancora un jumper di Parker su Williams che portava sul -5 i Cervi (37-32).
La partita sembrava riaperta, ma Batum si metteva il mantellino rosso e iniziava a volare in the zone; quattro triple consecutive, la prima (a 4:38 uscendo a sinistra da un blocco di Kaminsky) era completata d un libero aggiuntivo a segno per il leggero tocco di Bayless.
Il Batum show da fuori dall’arco si chiudeva a 3:01 quando sparava su Parker per il 50-34.
Parker saltava anche sulla finta di Walker che andava al tiro consapevole del contatto; tre liberi e Hornets all’intervallo facilmente e impensabilmente avanti 55-38.
Zeller al tiro su Parker. Con due stoppate simbolo da dietro su Monroe ha fatto capire che nel pitturato sarebbe stata dura per i Bucks nella notte.

Zeller al tiro su Parker. Con due stoppate simbolo da dietro su Monroe ha fatto capire che nel pitturato sarebbe stata dura per i Bucks nella notte.

 
Nel terzo quarto gli Hornets cercavano d’imitare il francese dalla grande distanza, il primo tentativo da oltre l’arco era di Walker a 11:23 ma nonostante il bel ritmo del jumper e il buon tiro, la palla beffardamente non entrava.
Bucks che si aggrappavano a Monroe, spin su Zeller che andava a contatto con Greg, provocando due FT a favore dei padroni di casa. 2/2 e punteggio sul 55-40 modificato da Williams a 11:11; ricezione del passaggio da parte di Zeller che andava a formare anche un blocco poco più avanti e due punti per la nostra PF in jumper dalla media diagonale destra.
Batum da tre questa volta falliva ma Antetokounmpo a rimbalzo buttava giù Zeller.
Rimessa in campo per Charlotte che usava bene l’azione offensiva per segnare con Lee in entrata.
Giannis segnava comunque due FT a 9:57 mentre a 9:25 Parker si avvantaggiava di una difesa del post basso di Walker, spin e dunk a una mano per l’ala di Milwaukee.
Hornets che andavano a chiudere definitivamente la gara a suon di triple; 8:23 Williams con spazio in transizione su assist di lee dalla destra, 7:38 Walker con un passaggio saltato da sinistra a destra che ribaltava completamente l’azione serviva ancora Marvin che dall’angolo destro buttava dentro la sfera per il 65-46.
Un paio di jam dei Bucks portavano il punteggio sul 68-52 ma i Calabroni riprendevano a bombardare da tre; a 5:50 un’entrata di Batum costituiva uno specchietto per le allodole, scarico su Courtney che a destra con metri di pista libera, faceva decollare il suo bolide da tre punti, a 4:22 una seconda chance, gli Hornets liberavano Lin che non perdonava con la bomba dalla diagonale sinistra.
A 3:49 Walker segnava con naturalezza su Ennis ed erano altri tre punti, replicati a 2:57 per l’83-56.
Lin portava un’altra incursione e nonostante la stretta sull’anello Milwaukee mostrava di non avere la contromossa per fermarlo. Henson quindi si portava in attacco e guadagnava sul libero dopo aver realizzato un canestro nonostante il fallo di Lin.
Il gioco da tre punti a 2:05 del lungo in maglia bianca fissava l’85-59.
Jefferson dall’altra parte andava un paio di volte a farsi giri in lunetta e il suo 3/4 portava la squadra di Jordan sull’88-59.
Un fade-away di Batum e una tripla di Parker chiudevano anche il terzo periodo sul 90-64.
 
L’ultimo quarto viveva di rendita nonostante un canestro da Vaughn, preceduto da altri portasse Milwaukee ad accorciare di tre punti (92-71).
Situazione ancora tranquilla ma il modo con il quale erano avvenuti questi canestri consigliava a Clifford saggiamente di stoppare l’inerzia avversaria.
Ennis produceva per Plumlee un alley-oop ma erano vani momenti di gloria, i Calabroni rimanevano avanti e a 7:43 Parker trovava in seconda battuta Marvin Williams che respingeva il tentativo del n°12, giro palla tremendo in attacco e due occasioni che tuttavia non entravano con il secondo (open di Marvin) che concedeva l’attacco ai Bucks, Ennis a 7:03 al vetro otteneva il -19 (98-79).
Ad abbattere però la barriera dei cento era Marvin Williams che della sinistra, dopo aver ricevuto da Batum liberatosi di Parker, a 6:39 affondava l’ennesima mina da tre punti.
101-79 ridotto a 20 da Henson in gancio ma nel finale gli Hornets controllavano agevolmente; Lee a 5:37 segnava in sospensione dalla media sinistra, a 4:14 bomba di Marvin per il 108-83 e anche un buon Daniels faceva il suo con la tripla dal corner destro (111-85).
La gara terminava 115-91.
 
Hornets che portavano a casa la vittoria in attesa delle prossime due gare contro Philadelphia, avversaria da rispettare come tutte, ma partite necessariamente da vincere per sperare di agganciare almeno il quarto posto playoffs facendo magari la corsa su Miami e Boston più che su Atlanta, la quale sembra ora essere tornata ad avere una marcia in più.
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Pagelle:
 
Walker: 7
18 pt. (5/11), 6 assist. Fa una buona prestazione. Attento in difesa anche se un paio di volte deve chiudere sotto e contro avversari più grossi e alti non può molto. Per il resto aiuta Charlotte a scappare nel terzo.
 
Lee: 7
12 pt. (5/9), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Non è colpa sua se il ruolo di SG è difficile in difesa, Middleton inizia bene nonostante lui sia sempre lì, alla lunga comunque il suo lavoro paga e realizza anche dei bei canestri seguendo l’onda emozionale del team al tiro.
 
Batum: 8,5
25 pt. (8/15), 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. La sua fiammata vale la partita. La difesa sul fenomeno dei Bucks è buona e Giannis si perde realizzando solo 8 punti in serata.
 
M. Williams: 7,5
21 pt. (8/12), 8 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Pattuglia la vernice e dice tre volte no in maniera pulita e spettacolare agli avversari. Silenzioso cecchino in attacco.
 
C. Zeller: 6,5
4 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Ben a inizio gara, due stoppate per intimidire Monroe e soci.
 
Jefferson: 7
15 pt. (4/8), 6 rimbalzi, 1 assist. In attacco lavora e scava dalla lunetta la differenza.
 
Lin: 7
9 pt. (4/5), 4 rimbalzi, 4 assist, 5 rubate. Perde 4 palloni ma ne recupera 5. Anche di prima intenzione sul lungo in palleggio riesce a portar via palla in raddoppio. In attacco incursioni spettacolari perché non si crede possa segnare in mezo alle torri dei Bucks, invece…
 
Kaminsky: 6
4 pt. (2/3), 1 rimbalzo, 1 assist. Sufficiente per una difesa ancora non totalmente convincente. Un paio di canestri in avvio ripresa di personalità.
 
Lamb: 6
0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca poco più di 8 minuti ma è difficile dargli un voto, diciamo un 6 salomonico.
 
Hawes: 6
0 pt. (0/2), 2 assist, 1 stoppata. Tiro no, ma un paio d’assist e una stoppata.
 
Hansbrough: s.v.
0 pt. (0/1). In 3:15 di garbage difficile dare un giudizio.
 
Daniels: 6,5
7 pt. (3/3). Tempo spazzatura ma segna tutti I tiri tentati, un paio entrando con dei floater non semplici.
 
Gutierrez: s.v.
0 pt. (0/0), 1 assist. 2:41 per lui in campo. Si vede poco per questioni di tempo ma un assist lo mette a referto.
 
Coach Clifford: 7
Serata tranquilla. La squadra arriva con lo stato mentale giusto e sin da subito controlliamo la gara. I giocatori si trovano bene in campo in attacco mentre la difesa è presente sin sotto il ferro. Non rischia nulla chiamando un time-out ad avvio ultimo quarto.

This is Not America

“Tis is Not America”, così avrebbe cantato probabilmente David Bowie, forse sdraiato su un prato di Charlotte osservando il cielo color blue Carolina non certo sgombro da nuvole cariche e minacciose, pensando di essere in qualche paese più arretrato culturalmente.

 

Un nuovo temporale è infatti pronto a scatenarsi su una delle franchigie già più tormentate dell’intero panorama NBA.

 

Questa volta la minaccia arriva dall’interno: questo mercoledì il governo della Carolina del Nord, presieduto dai Repubblicani (negli ultimi 116 anni solo quattro Repubblicani sono stati eletti in N.C.) con Pat McCrory in testa, ha approvato una legge restrittiva verso i diritti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali (Lgbt) approvandola in appena 24 ore. Non solo hanno abrogaro la decisionme della città di Charlotte di parificare i diritti per tutti, mahanno lavorato per impedire perché in futuro qualunque città possa sganciarsi da quest’imposizione.

 

Il 22 febbraio scorso il governatore di Charlotte decise di emanare un’ordinanza che proibisse ogni forma di discriminazione contro questa categoria di persone, sia negli esercizi commerciali sia pubblici, taxi, ecc., espandendo anche verso di loro una legge già esistente contro le discriminazioni per ragioni etniche e religiose.

 

Sembra incredibile che questo succeda nel 2016 in America, considerata da alcuni non solo terra di opportunità ma patria della civiltà moderna.

 

Dopo le battaglie del secolo scorso fatte dalla gente di colore e non solo per ottenere una sostanziale parità (che ancora oggi latita a volte), oggi il governo della Carolina del Nord attacca i colori della bandiera arcobaleno su una faccenda stupida, cercando per questione di principio di far ristabilire la sua legge.

 

Personalmente, pur non facendo parte delle categorie sopracitate, trovo francamente ridicola e discriminatoria questa presa di posizione che, e qui arriva il problema, per la franchigia risulta deleteria giacché di riflesso rischia ora di perdere l’All-Star Game in programma l’anno prossimo.

 

Già… perché alla NBA questa posizione non è piaciuta e pare stia pensando di spostare in un’altra città il Week-end delle stelle.

 

Cancellare l’All-Star Game significherebbe, oltre al contraccolpo economico per la città, anche tornare in qualche modo a essere relegati mentalmente in un’ipotetica seconda fascia.

 

Oltretutto nell’anno dell’All-Star Game Jordan, con i fari puntati addosso, potrebbe tentare effettivamente di migliorare ancor di più la squadra e fare un’altra stagione su livelli ancora superiori.

Gli Hornets meritano questo riconoscimento e la franchigia si è fatta già sentire con un comunicato che dice di non essere d’accordo con il governo della Carolina del Nord, che pare remare contro più che dare una mano a Jordan.

 

Lo "statement" rilasciato dagli Hornets a riguardo.

Lo “statement” rilasciato dagli Hornets a riguardo.

 

La presa di posizione potrebbe forse non bastare.

 

Vedremo se queste nuvole rapide porteranno pioggia, sperando di rivedere il sole e l’arcobaleno il prossimo anno.

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Game 72; Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 105-112

Zeller controlla Drummond (18 pt. e 14 rimb.) intento a recuperare un rimbalzo.

Zeller controlla Drummond (18 pt. e 14 rimb.) intento a recuperare un rimbalzo.

Sottotitolo; RimbalzHorntes
 
Gli Hornets salivano in Michigan al The Palace of Auburn Hills per uno scontro tra due squadre in lotta per I playoffs. Questione di chimica, questa notte non c’è stata o forse i Pistons sono riusciti a disinnescare l’incrocio tra le sostanze infiammabili degli Hornets.
In fondo si conoscono molto bene Van Gundy e Clifford.
La taglia e la voglia dei padroni di casa hanno fatto la differenza, i rimbalzi presi da Detroit sono stati 20 in più e quelli offensivi hanno finito per scavare il solco.
A nulla è valso il 20% in più al tiro da tre da parte degli Hornets, i Pistons hanno vinto la gara sotto le plance, anche se beffardamente ad alimentare la fuga decisiva sono state due triple di Tolliver.
 
Charlotte schierava; Walker, lee, Batum, M. Williams (rientrato) e C. Zeller, Detroit invece inizialmente si schierava sul parquet con; R. Jackson, Caldwell- Pope, Harris, M. Morris, Drummond.
 
La palla a due era vinta da Detroit e le consentiva di portare il primo pericolo al canestro dei Calabroni, che tuttavia rimaneva inviolato poiché R. Jackson con un jumper frontale colpiva solamente il ferro, dall’altra parte invece Marvin passava a Batum che vedeva lo scatto verso canestro dello stesso compagno e gli lanciava il pallone in profondità; aggancio della nostra PF che a contatto con Harris segnava e realizzava il libero aggiuntivo per il 3-0.
I Pistons però erano decisi a far valere il fattore campo e prima trovavano il pareggio con la tripla dall’angolo destro di Marcus Morris, poi, complice l’inadeguatezza offensiva degli Hornets, realizzavano un parziale di 12-0 che veniva fermato momentaneamente da Clifford con un time-out a quota 10, al rientro però l’asse Jackson/Drummond produceva il 3-12. Finalmente i Calabroni riuscivano a fermare il dissanguamento con un tre punti dal lato destro e un frontale veloce con finta, sempre di Kemba che a 7:55 riavvicinava la squadra del North Carolina.
Trentatré secondi più tardi una transizione lanciata di Charlotte vedeva Zeller ricevere l’assist e in terzo tempo cambiare rotta per l’appoggio dell’8-12.
Il controparziale di Charlotte di 7-0 si chiudeva questo canestro, Van Gundy chiamava il time-out e al rientro un jumper di Caldwell-Pope faceva ripartire la macchina offensiva dei Pistoni. Batum in attacco falliva la tripla ma Zeller tirava giù il rimbalzo e schiacciava da sotto il 12-14.
Detroit provava a correre ma Walker con un appoggio a canestro a 4:24 teneva in scia i Calabroni realizzando il 16-18. Un pick and pop tra Pope e M. Morris portava quest’ultimo al tiro da tre con Lee in raddoppio sulla fascia sinistra, la difesa di Charlotte non era abbastanza aggressiva e attenta così dubi la bomba del 16-21 a 4:05. Se gli Hornets raggiungevano i 18, i Pistons producevano la fiammata che dava un parziale ulteriore di 2-13 in questo spicchio d’incontro che lanciava la squadra di Van Gundy sul 18-31 con la tripla di Tolliver assistita da Caldwell-Pope.
Era sempre Tolliver ad alzare ancora il gap tra le due squadre con un’altra bombarda alla quale però a stretto giro di posta replicava Walker con il suo tre punti ottenuto ai 24 secondi (:44.2 sul cronometro), dopo esser scivolato via al difensore sul lato destro destro.
Lamb sbagliava due FT ottenuti per la spinta di Johnson alle spalle sull’appoggio e i Pistons segnavano due punti con M. Morris in attacco su Lamb dal post basso destro.
A chiudere le ostilità però era un canestro micidiale da tre punti di Kemba a :01.6. Al termine dei primi 12 minuti quindi il punteggio recitava: Hornets 24, Pistons 36”.
 
In avvio di secondo quarto Jefferson sbagliava contro Baynes, toccava a Lamb accorciare le distanze con una tripla ricezione e tiro a 11.30 per il -9.
Sotto le plance però i Pistons facevano la differenza; era il caso di Baynes che sfruttava un errore di Johnson per segnare in tap-in.
Gli Hornets passavano per la via delle triple per recuperare; Jefferson alto sulla diagonale destra passava a Kaminsky che saettava da tre frontalmente portando il risultato sul 30-38 a 10:40.
Un rimbalzo conquistato dagli Hornets era sfruttato dagli avversari; nella polverosa confusione del post rimbalzo, arrivava Blake da dietro che sfruttava il momento esatto in cui Batum si apprestava a scrutare la situazione intorno a lui, palla sottratta e sfruttata da Baynes per il 30-40.
Ancora inaspettatamente il lungo bianco n°12 (Baynes) segnava due punti agganciato sul braccio sinistro (l’altro rispetto a quello del tiro) da Jefferson.
Gioco da tre punti che unito all’ennesima tripla di Tolliver (su Kaminsky) 8:46 facevano raggiungere il +16 ai padroni di casa. Il distacco sarà stagnante per buona parte dell’incontro…
A 8:23 Jefferson faceva saltare con un pump fake Baynes, il quale cercava di rientrare sul tiro, ma Big Al dopo alcuni rimbalzi sul ferro vedeva il pallone entrare a premiare la sa azione.
Lamb perdeva la doppia sfida con Morris facendosi stoppare in attacco e concedendo due punti all’ala di Van Gundy in appoggio a 7:55.
C’era anche il fallo del nostro numero 3 non sfruttato tramite il libero da Marcus comunque.
Johnson a 7:23 segnava con un elbow jumper su Batum, per gli Hornets invece a 7:04 c’era la tripla dinamitarda di Lee dalla destra che mandava il maxi schermo sul 35-50.
Gli Hornets paradossalmente fino a quel momento avevano fatto segnare a tabellino un 6/10 da tre punti contro un 7/23 da due…
Un altro tap-in di Baynes era troppo per una difesa di Charlotte senza soluzioni nella vernice, anche un floater di R. Jackson dal pitturato confermava la problematica.
Lin realizzava un topo shot nel pitturato ma Harris in partenza riusciva ad andare via a Marvin che in controtempo e staccato in marcatura non poteva chiudere, Zeller nel cuore del pitturato affrontava la situazione di petto buttandosi per fermare Tobias, il quale comunque resisteva al pesante urto e segnando un gioco da tre punti mandava Charlotte sul -20 (37-57) a 4:49.
Non era serata per gli Hornets che trovavano Lin più solo di Bobby, peccato che il buon Jeremy effettuasse un air-ball. Snervante i due punti ottenuti dal n°5 Pistons con il tiro dalla baseline sinistra, con Zeller oltretutto in raddoppio su di lui.
Gli Hornets segnavano a 3:16 con Walker un gioco da tre punti, i Pistons andavano sul sicuro con Drummond che da sotto, a sinistra del canestro, realizzava con un gancio corto.
Walker facendosi scudo con Zeller otteneva altri tre punti, diretti questa volta, per il 43-61.
Un touch volante di Drummond, una specie di cucchiaiata valeva il nuovo +20 per i nostri avversari che andavano anche sul 43-65 quando lo stesso centro finalizzava in alley-oop a 2:12. Dalla rotta ovest arrivavano anche altri 3 punti a favore di Charlotte a brand Batum, a 1:27 così gli Hornets raggiungevano i 48 contro i 67 avversari.
A :57.9 Walker sfruttava il giro palla dei Calabroni e senza esitazioni concludeva degnamente con una freccia da tre punti per il 51-67.
Morris a :01.6 segnava anche da tre punti portando incredibilmente a 72 i Pistons, sembrava finita invece sulla rimessa dal fono la palla andava a Walker che a pochi cm dalla linea laterale destra di bordo campo faceva partire un tiro da poco più indietro di centrocampo indovinando forza e traiettoria, inimmaginabile tripla che confermava il buon momento di forma di Kemba in questa specialità.
Le squadre arrivavano all’intervallo sul punteggio di 56-72 a favore di Detroit.
Caldwell Pope (21 pt.) in mezzo a Lin e Jefferson.

Caldwell Pope (21 pt.) in mezzo a Lin e Jefferson.

 
All’uscita dagli spogliatoi gli Hornets si auguravano di recuperare punti ma nonostante il primo canestro di Batum con il jumper su Morris a 11:11, a 10:30 incassavo 2 FT di Harris e a 10:05 dopo due passaggi a triangolo ampio era Caldwell-Pope a segnare da tre dall’angolo sinistro.
A 9:53 Drummond diceva no irregolarmente a Kemba (andato via a Pope sulla sinistra) che cadendo si massaggiava il gomito. Due punti per Kemba e 60-77.
A Drummond venivano fischiati a 9:23 i tre secondi nel pitturato, Batum ringraziava e accorciava di un altro punticino.
Hornets che recuperavano anche un rimbalzo offensivo con Zeller, il quale con una schiacciata flash portava i Calabroni sul -14.
Dopo diversi errori dei Pistons era Pope a sfruttare ancora una “seconda opportunità” inaugurando un altro parziale pro Detroit di 9-0.
Jackson segnava 4 punti in questa corsa dei padroni di casa e Caldwell-Pope in transizione altri tre da fuori.
Hornets a -23 che recuperavano 3 punti a 6:47 con la bomba di Courtney Lee dalla diagonale sinistra.
A 6:05 una penetrazione di Marvin con passaggio ravvicinato per Cody consentivano al nostro centro di schiacciare a canestro. Non c’era però molto da discutere, ogni tanto i Pistons trovavano i punti per controbattere i canestri della Clifford band e ad esempio con un gancio a 1:57 Drummond riotteneva il +20 (72-92).
Drummond era letale a rimbalzo e più tardi in mezzo a tre Hornets spuntava fuori per deviare il 74-94.
Lo svanente terzo quarto terminava sul 78-97.
 
Non restava molto da fare probabilmente nell’ultimo periodo. Il primo canestro dell’ultima frazione era opera di un tap-in di Jefferson (11:30) che deviava dopo un errore di Lin.
A 10:20 però Baynes con due FT faceva toccare quota 100 alla squadra n maglia bianca.
Un minuto più tardi Detroit raggiungeva anche il +26 in maniera spettacolare; transizione di Blake, assist schiacciato sulla corsa per Caldwell-Pope il quale tirava giù una slam dunk molto arrabbiata.
Dentro Hawes e Daniels per Clifford, il primo circumnavigava il corpo di Baynes facendo ampio movimento rotatorio con le braccia e facendo passare il pallone sotto l’ascella di Baynes per dar modo a Jefferson di arrivare in corsa per l’appoggio al vetro destro.
A 6:33 Hawes con un driving layup al vetro batteva due difensori dei Pistoni e riportava a -17 lo scarto in quello ormai che era divenuto un garbage time.
Tuttavia ol messicano Gutierrez aiutava a rendere più piccante il finale trovando Hawes sulla destra che a 1:34 infilava la tripla, Daniels anche (dalla diagonale sinistra scattando bene schermandosi leggermente con Hansbrough, il quale serviva ancora per bloccare Harris quando Lamb passava dietro al nostro centro e andando sulla sinistra sparava la tripla in faccia a Baynes. A :37.6 la palla scagliata dall’ex Thunder ricadeva perfettamente nella retina e incredibilmente i Calabroni si trovavano sul -5 (103-108) con la panchina dei Pistons colpevole di troppo lassismo e incapace di segnare begli ultimi minuti.
Un fallo dello steso Lamb su Jackson però solo dopo qualche secondo portava il n°1 dei Pistons (Jackson) a realizzare due FT per tenere a bada i Calabroni che alla fine si dovevano arrendere 105-112.
 
Charlotte che nell’ultimo quarto conservava praticamente tutti i titolari perché domani saremo in back to back a Milwaukee.
Gli Hornets chiederanno strada ai Cervi per non staccarsi nel gruppo delle prime a Est.
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Pagelle:
 
Walker: 7
29 pt. (9/18), 2 rimbalzi, 5 assist. In difesa si fa battere due volte tropo facilmente dalle entrate veloci di Jackson. In attacco segna 6 triple su 9 e distribuisce assist.
 
Lee: 5,5
8 pt. (3/6), 1 rimb., 1 assist, 1 rubata. Il girovago n°1 degli Hornets non è all’altezza delle recenti prestazioni. Coinvolto in un marasma di squadra ogni tanto con le sue finte riesce a liberarsi dei marcatori segnando con dei buoni jumper.
 
Batum: 6
10 pt. (4/12), 7 rimbalzi, 7 asssist, 1 rubata. Il giocatore nato a Lisieux (Normandia), sbarca a Detroit in cerca di una terza buona prestazione contro i Pistons quest’anno. Non ci riesce molto ma guadagna una sufficienza, anche se per vincere ci sarebbe servito un su contributo maggiore.
 
M. Williams: 5,5
7 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 2 assist. Scadente al tiro, in difesa non eccezionale.
 
C. Zeller: 5,5
8 pt. (4/5), 6 rimbalzi, 1 stoppata. A rimbalzo e in difesa non è riuscito a stoppare gli avanti dei Pistons, ma aggressivo in attacco.
 
Jefferson: 5
8 pt. (4/12), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, Difficoltà offensive e anche a rimbalzo. Soffre anche Bayens e lui uscendo dalla panchina dovrebbe fare la differenza.
 
Lin: 4,5
4 pt. (2/11), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Perde tre palloni e va malissimo al tiro. Serata di pausa dopo due ottime prestazioni.
 
Kaminsky: 5,5
3 pt. (1/3), 1 rimbalzo. Segna una tripla ma è nel momento peggiore di Charlotte.
 
Lamb: 5,5
11 pt. (3/6), 5 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. Sbaglia due transizioni (una volta compreso di doppio giro dalla lunetta), in difesa tiene poco. Nel finale fa meglio portando Calabroni al -5 ma ormai è tardi.
 
Daniels: 5,5
4 pt. (1/5), 1 rimbalzo. A un +/- di +20. Sbaglia il floater finale che chiude la gara e qualche altro tiro. Fosse stato più preciso ci saremo forse riavvicinati ulteriormente.
 
Hawes: 6
5 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 2 assist. Spesso si prende il tiro, non sempre dovrebbe ma ha voglia.
 
Hansbrough: 6
5 pt. (1/2), 3 rimbalzi. Qualche punticino e buona difesa. Anche lui sbaglia l’importante tap-in dopo l’errore di Daniels.
 
Gutierrez: 6,5
3 pt. (1/1), 2 assist, 2 rubate. Bene, lo dicono già i numeri per il meno impiegato da Clifford tea gli scesi in campo. Bell’apertura per la tripla di Hawes.
 
Coach Clifford: 5,5
L’allenatore d’Island Falls (Maine) che fu vice di Stan Van Gundy a Orlando e ancor prima assistente di Jeff Van Gundy a New York e Houston, ha sviluppato il suo gioco difensivo sotto l’egida dei fratelli. Al terzo anno sulla panchina di Charlotte (con il primo da Bobcats) nella notte avrebbe potuto pareggiare il suo record di allenatore ma ha lasciato a un suo maestro la vittoria.

Game 71; Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 105-100

 
Sottotitolo; RischiHornets
Lin conferma il buon momento di forma anche a Brooklyn.

Lin conferma il buon momento di forma anche a Brooklyn.

 
Squadra in Direzione Ostinata e contraria citando il titolo dell’antologia postuma di Fabrizio De André.
Pochi credevano in questi playoffs e se ottenuti magari nelle ultime partite prendendo un ottavo posto.
Miami nella notte ha vinto, le altre lì intorno non mollano in un’Eastern Conference salita di livello, ma continuiamo a stare lì…
Tecnica e qualità, squadra che sta smentendo i più scettici analisti confermandosi in questa lunga maratona che è la regular season.
 
Padroni di casa che erano disposti sul parquet con il seguente quintetto; Sloan, Ellington, Bogdanovic, T. Young e Br. Lopez. Gli Hornets invece scendevano sul parquet del Barclays Center con; Walker, Lee, Batum, Kaminsky, C. Zeller.
L’idea di Clifford di far crescere Kaminsky vista la prima assenza stagionale di Marvin Williams alle prese con un problema alla caviglia.
Si rivedeva anche attivamente in campo Spencer Hawes nella serata.
 
I Nets conquistavano il primo Pallone, Ellington ci provava contro Kaminsky da vicino ma il suo tiro finiva contro il primo ferro, la palla tornava indietro e lo stesso Wayne contrastando il rimbalzo a Kaminsky mandava dentro la sfera un po’ casualmente probabilmente.
Charlotte non si scomponeva, Lee dal cuore del verniciato si girava e aiutato dal primo ferro segnava in turnaround sebbene fosse marcato.
Il piano dei Nets era attaccare Kaminsky, il quale però non solo teneva su Young ma non si limitava a difendere, in attacco teneva vivo un pallone che si stava perdendo sul fondo e a 10:38 segnava anche la tripla dall’angolo sinistro che portava Charlotte sul 5-2.
A 9:49 Brooklyn si avvicinava; una drive di Lopez metteva in difficoltà Zeller, intervento irregolare che corrispondeva a due FT realizzati da Br. Lopez.
A 9:30 Kaminsky in turnaround continuava la sua buona prova infilando dal post basso sinistro in uno contro uno.
Un’isolation di Lopez dalla linea di fondo sinistra produceva due punti per i padroni di casa a mezzo jumper.
Bastava un accenno di entrata centrale per far convergere tre giocatori verso il centro area, spazio sufficiente sullo scarico del francese per Kaminsky che dalla diagonale sinistra infilava tre punti portando sul 10-6 il punteggio.
Young accorciava al -2 ma un passaggio ravvicinato di Walker trovava un lanciato Zeller che veleggiando dopo uno stacco a propulsione atomica si appendeva a canestro per una jam esaltante.
Dall’altra parte Young da sotto falliva due volte, in attacco allora Kaminsky pensava già di spaccare la gara, penetrazione in area e rilascio perfetto della palla per il 14-8 che a 5:33 costringeva Brooklyn al time-out.
Al rientro si vedeva dopo 50 gare di assenza, Rondae Hollis-Jefferson, primo tiro e primo bucket.
Gli Hornets però continuavano a macinare il loro gioco, dal post basso sinistro Big Al era rapido a passare imprevedibilmente e istantaneamente sull’entrata centrale di Batum che veloce appoggiava non trovando opposizioni nel corridoio centrale. Anche Lin, eroe di serata contro gli Spurs s’iscriveva all’albo dei marcatori della partita; twisting and turning sotto e Hornets sul 18-10 a 3:33.
Dopo due punti Nets, a 2:28 un open 3 di Lee portava a +9 i Calabroni, Hollis con due punti in sospensione da sinistra cercava di essere l’arma in più per i suoi ma Lin prendeva la baseline sinistra dopo un movimento che lasciava indietro due difensori e appoggiava a 1:03 il 23-14 che diventava un 25-14 dopo un running layup dello stesso Lin, aiutato dall’assist di Lee che aveva rubato palla in difesa e condotto la transizione. Poteva bastare così per il primo quarto che gli Hornets conducevano di 11 punti.
 
Forti del vantaggio gli Hornets usavano ritmi non certo forsennati, si usava più la tecnica, per un fallo di Lamb sotto canestro Jeremy si presentava in lunetta ma realizzava solo un FT, Killpatrick dall’altra parte inaugurava il suo buon quarto con due punti a 11:09 e proseguiva a 10:13 aggiungendone altrettanti in jumper. Jefferson si segnalava per un altro post, questa volta da destra, palla per Hawes e infilata con appoggio a braccio destro esteso. Il vantaggio di Charlotte rimaneva sulla decina, Lee non segnava ma un impressionante tap-in (per tempismo su Killpatrick) di Lamb a 7:00 consentiva agli Hornets di andare sul +12 (32-20), anche se Killpatrick passava dalla lunetta per riscattarsi poco più tardi con due FT.
A 6:25 dopo 3 pt. ottenuti da Lin, Killpatrick segnava ancora ma a 5:25 Lin dava una bella assistenza a Zeller per finalizzare in layup. 5:28, ancora Killpatrick e da tre punti, canestro che valeva il 37-27, altro 3 punti di Lopez ma si udiva benissimo il fischio prima della partenza del tiro, il centro dei Nets pestava con il tallone la linea di bordo campo destra e quindi non veniva validata.
Era sempre Killpatrick, però, a colpire e lo faceva nuovamente dalla grande distanza, aiutato poi da Lopez con un 2/2, il coloured dai capelli colorati di giallo vedeva la sua squadra dimezzare lo svantaggio e rientrare sino al -5 (37-32) a 3:36.
Un pull-up alzato da Batum più un cambio lato del francese che tirava da tre in faccia a Bogdanovic dalla sinistra ripristinavano il vantaggio in doppia cifra.
Botta e risposta Lopez/Jefferson e ultima azione finale per gli Hornets; Walker rompeva la difesa sul raddoppio, si catapultava a canestro, dove estendendo il braccio destro in elegante appoggio, andava oltre la difesa di Ellington e chiudeva i primi 24 minuti sul 46-36.
 
Il terzo quarto pareva iniziare bene per Charlotte che con Walker posizionato nel corner sinistro segnavano subito una tripla.
Quattro punti di Lopez portavano il parziale di periodo a favore dei grigi ma un assist smarcante da pick and roll di Kemba metteva in azione i pesanti cingoli di Kaminsky, il quale andava a schiacciare pesantemente in faccia a Lopez per il 51-40. Walker faceva proseguire il parziale del purple team con 4 punti consecutivi, il secondo canestro lo vedeva correre in diagonale sulla destra per raggiungere il centro; movimento di finta di passaggio che disorientava la diesa di Brooklyn e appoggio tra lo stupore del pubblico e +15.
Sull’altro lato Charlotte guadagnava ancora unti, mismatch da pick and roll di Kaminsky contro Sloan, la nostra ala forzava nel tentativo di entrare in area e trovava il fallo del piccolo.
Young interrompeva il parziale con un rapido spin e appoggio vs Kaminsky e aggiungendone altri due con un tocco ravvicinato su Cody e Frank per il 57-44.
Batum di tripla anticipava il suo fantastico finale; tripla frontale saltando in avanti e 60-45 a 5:51.
Lopez lottava sotto le plance e in attacco al terzo tentativo sulla stessa azione aveva la meglio, buon periodo per Brooklyn che iniziava a rientrare, un gioco da tre punti di Lopez a 3:54 (fallo di Jefferson), consentiva ai Nets di tornare sul -10 (62-52).
Una tripla di Larkin e una controtransizione di Killpatrick a 2:36, più una tripla a 1:50 di Bogdanovic dalla diagonale sinistra contribuivano a ottenere un parziale di 14-0 e il -1…
Charlotte con qualche elemento di troppo della panchina in campo stava subendo e tornava a segnare con Lin, il quale girando a circolo in area imitava la danza dell’ape e batteva Lopez.
A 1:14 i Nets tornavano in lunetta per due liberi che diventavano tre quando un tecnico colpiva Hawes.
Parità dopo i liberi a quota 64, Charlotte però riprendeva il comando delle operazioni e finiva il quarto sopra di tre, grazie anche all’atletico inserimento chiuso in appoggio da Lee.
Si è rivisto in campo il double zero Hawes, anche se ancora non in forma.

Si è rivisto in campo il double zero Hawes, anche se ancora non in forma.

 
In avvio di ultimo quarto i Nets passavano anche avanti di uno; il riavvicinamento sul -1 di Bogdanovic e il sorpasso a 11:22 ottenuto da Larkin, terzo tempo controllato dai passi lenti ma appoggio alla tabella sinistra micidiale evitando Jefferson in entrata.
Lin in jumper aveva ragione dell’anello, flipperata della sfera sul tiro e due punti segnati comunque per il sorpasso.
Un soft touch di Killpatrick pernetteva ai suoi di riportarsi sopra. Jefferson ormai parlava di basket in avanti, altro passaggio con i tempi giusti per Lin che s’inseriva e non deludeva le aspettative dei compagni segnando a 10:32.
Killpatrick si faceva deviare un’apertura da Hawes che gli stava addosso in area, palla recuperata da Lin che apriva la transizione cedendo a sinistra a Lamb che da tre punti in solitaria scagliava un dardo che faceva centro per l’importante 74-70.
Batum in difesa toccava un pallone a Rondae, Jefferson che stava arrivando in raddoppio sul lato prendeva palla, passaggio a Lin che si arrestava fuori dall’arco e sparava la bomba che incendiava a sfida. Non vista la punta del piede sulla linea e 79-72 Hornets.
A 7:25 per una spinta di Lopez su Kemba (Walker aveva appena compiuto una steal sul centro avversario), arrivavano due liberi visto che Charlotte andava in bonus. Erano i centri a prender possesso della gara intervallandosi nelle realizzazioni; Lopez segnava due canestri ma Jefferson rispondeva con tre cesti, a 5:15 Killpatrick come esterno interrompeva il dialogo a due.
Tripla dal lato destro e risultato sull’87-79.
Pick and roll fluido tra Lopez e Rondae Hollis-Jefferson, passaggio schiacciato orizzontale del lungo per l’inserimento del rookie che andava tronco in avanti e a una mano a segnare una cutting dunk da highlights.
Killpatrick portava con altri tre punti un parziale di 8-0 e la quadra di Brown tornava a -3 (87-84).
Tredici secondi più tardi (4:11) Batum però mostrava i muscoli; catch n’shoot da tre punti con il difensore ad appoggiarsi, tripla vincente e FT realizzato, gioco da quattro punti fondamentale. Se Brooklyn cercava di tenere il passo, era Nicolas a dare il bianco, extra pass da sotto canestro (a sx) sulla destra realizzato in no look dietro la schiena per Zeller che dall’altra parte del ferro ringraziava e schiacciava.
Batum a 2:57 segnava ancora di tripla e la squadra del North Carolina si portava sul 96-88.
Un turnaround hook di Lopez portava sul -4 i Nets che chiudevano la difesa, Charlotte tentava ancora il suo gioco di passaggi per irretire gli avversari ma non ci riusciva nel caso, palla in mano a Batum che faceva da solo segnando a 1:37 grazie al fade-away in uno contro uno, tuttavia Bogdanovic dalla sua mattonella (diag. Sx) calava la tripla del -3 (98-95).
Una penetrazione della stessa ala piccola avversaria faceva correre rischi seri con Brooklyn rientrata su -1. Sfera incandescente in mano a Kemba a questo punto, cambio di direzione sulla finta, impatto con la scarpa di Young che lo faceva quasi cadere, arrivavano due liberi…
Kemba a :39.8 portava Charlotte sul +3.
Time-out. Lo schema dei Nets prevedeva di liberare istantaneamente Bogdanovic al tiro, funzionava ma non nella realizzazione, solo ferro per lui e Hornets che nel finale con i tiri liberi concessi dai Nets per ovvie esigenze di bloccare il cronometro, vincevano la partita che terminava 105-100.
 
Brooklyn che paga il dazio nelle palle perse e nei punti subiti da esse. Con la 41^ vittoria, quest’anno Charlotte non sarà sicuramente un team perdente matematicamente, anche se noi ormai siamo alla caccia dei playoffs e magari un titolo di division…
chabro2
 
Pagelle:
 
Walker: 6
14 pt. (4/14), 3 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Serata tranquilla, anzi, piuttosto scarsa, sul finire del primo tempo e a inizio terzo quarto segna 5 punti ottimi, nel finale prende due liberi fondamentali ma per il resto è apparso un po’ in difficoltà.
 
Lee: 7
7 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate. Ottima difesa, Clifford ha un uomo che sa stare sul campo e da anche un’occhiata in giro in attacco per cercare i compagni, non la classica guardia tiratrice egoista. +20 di plus/minus, un abisso in confronto agli altri.
 
Batum: 8
23 pt. (7/16), . Una volta c’era “Nick the quick” (Van Exel), lui è Nick the quick 2, meno veloce magari ma esecuzioni come il catch’n shoot da 4 punti sono letali. Nel finale diventa clutch.
 
Kaminsky: 6,5
14 pt. (5/11), 7 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Parte in quintetto e lo fa da vero starter creando subito una frattura tra le due squadre, gioca più per se in attacco. In difesa discreto anche se qualche tiro in faccia che va dentro lo prende.
 
C. Zeller: 6,5
8 pt. (4/5), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Buon lavoro di Cody. Non spreca in attacco.
 
Lin: 7,5
21 pt. (8/12), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Otre a Batum c’è anche lui a dare una bella spinta alla squadra. Un paio di palloni persi malamente ma è precisissimo in attacco.
 
Jefferson: 7
10 pt. (5/8), 4 rimbalzi, 4 assist. In difesa cerca di non far fallo, vista la sua mobilità è meglio, anche se poi a volte lascia sul tiro troppo facile. Buon attacco e 4 assist veri.
 
Hawes: 5,5
2 pt. (1/5), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Inizio in salita, non ancora in forma, prende anche un tecnico. Una sua buona difesa consente a Lamb di segnare una tripla.
 
Lamb: 6,5
6 pt. (2/4), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Tripla del 74-70 che è stata ossigeno.
 
Coach Clifford: 7
La squadra è tosta, subisce il rientro ma tiene, pilotata da Batum tonight. Giocatori che si cercano e buone spaziature. La solita Charlotte per una vittoria importante anche dopo il back to back. Da sempre una rotazione a nove giocatori, ma stasera Hawes fa riposare altri.

 

Game 70; Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 91-88

chasas 01
 
Sottotitolo; ReaziHornets
Lamb aggressivo a rimbalzo.

Lamb aggressivo a rimbalzo.

 

La teoria del tutto, la teoria delle stringhe.
Metamorfosi continua atomi, elettroni che orbitano intorno al nucleo composto di protoni e neutroni, quark ancora più piccoli all’interno e stringhe (anelli di energia vibrante) ipotetiche più che ultramicroscopiche sulle quali s’indaga sono mistero avvolto nell’oscurità andando in profondità ma mai come quello che porta nel gene questa incredibile squadra.
Forse ha bisogno di essere stimolata e di subire per tirare fuori una reazione dirompente.
Pensare che in avvio di secondo quarto i Calabroni si trovassero drammaticamente sotto 7-30 era impensabile ma veritiero.
No, non è un errore di battitura, gli Spurs stavano dominando ma la squadra padrona del campo a un certo punto è stata colta alla sprovvista da quella sottomessa che con la panchina ha iniziato a dare i primi segnali di combattimento, poi anche diversi titolari si sono fatti trascinare da compagni e pubblico (un ambiente ormai elettrificato), una volta stringato l’aggancio, l’intensità difensiva è aumentata e quando siamo punto a punto, ormai è un’impresa batterci tra le mura amiche.
L’unica maniera era quella di metterla sull’intensità difensiva, gli Hornets, un po’ tardi l’hanno fatto e aiutati da un Lin nel finale, folletto eroico, nonostante la serata no di Kemba, hanno risolto la situazione.
 
Spurs con lo starting five ideale; Parker, D. Green, Leonard, Aldridge e Duncan, Charlotte con il solito quintetto; Walker, Lee, Batum, M. Williams, C. Zeller.
Lee in appoggio.

Lee in appoggio.

 
Partenza a razzo di Batum che sorprende Leonard, s’incunea in area e toccato riesce comunque a lasciar andare un pallone che finirà nel fondo del secchiello, peccato per il libero mancato, Hornets comunque sul vantaggio di 2-0 che durerà lo spazio di pochi secondi; i texani aprivano con Parker sulla baseline sinistra, dove si apriva sulla media Aldrdige che segnava il piazzato.
Marvin sbagliava, Cody prendeva il rimbalzo ma Lee sparava il primo air-ball di serata, così a 10:53 senza esitazioni colpiva Leonard dalla distanza e gli ospiti passavano in vantaggio di tre punti, Batum dall’altra parte invece di pareggiare con la tripla fendeva solo l’aria con il suo tiro, San Antonio si affidava a Parker che passava dietro a una nube cosmica di blocchi anche involontari dei nostri e segnava in sospensione il 2-7.
A 10:09 uno dei rari canestri del primo quarto, ancora Batum per il 4-7, San Antonio però aveva la ricetta perfetta per l’attacco e gli Hornets non riuscivano a fermarli, anche quando raramente sbagliavano raccoglievano il rimbalzo; era il caso di Parker cha a 8:30 da una seconda possibilità realizzava il 4-11.
A 8:14 da uno scarico di Marvin da sotto, Zeller riusciva a ritagliarsi lo spazio per schiacciare il sesto punto di Charlotte, da lì gli Hornets si appannavano, costretti a tirare spessissimo contrastati, Kemba subiva Parker e la squadra di Popovich era capace di produrre un parziale di 11-0 (ultimo canestro di Aldridge nella vernice) che utilizzava per portarsi sul 6-22. Jefferson interrompeva la corsa degli Spurs ma solo con un punto.
Il fallo di Ginobili su Big Al serviva solo a far salire a 7 Charlotte (secondo libero a segno), la french connection di San Antonio però iniziava a macinare nuovamente gioco; Diaw sulla corsa per Parker che al volo segnava da sotto dopo essersi infilato bene tra le divise bianche.
Un altro air-ball di Batum e un errore di Jefferson parlavano chiaro, Hornets 20% al tiro, Spurs 53%…
West chiudeva con l’ultimo canestro utile il quarto, anche perché Charlotte metteva a referto altri due air-ball (Walker e Jefferson che segnava anche, ma il canestro era annullato per un tocco/stoppata di West e data una palla a due), sulla sirena segnava Lamb che prendeva il rimbalzo e tirava subito, non abbastanza velocemente però da battere anche la luce rossa.
Il disastroso primo quarto andava quindi in archivio sul 7-28.
Il secondo periodo iniziava com’era finito il primo, ovvero con un canestro di West che costringeva Clifford all’immediato time-out da 20 secondi.
Con la panchina Charlotte cercava la risalita. In particolare i due Jeremy erano in palla; Lamb stoppava alla grande il numero 1 degli Spurs mentre a 11:09 Lin segnava su scarico di Jefferson da posizione frontale.
Tre punti più fallo per tocco di West e Hornets sopra gli undici con un gioco da 4 punti (11-30).
Mills con un lungo e preciso jumper dalla diagonale sembrava mandare un messaggio a Charlotte, l’incubo del non rientro in partita non era un’opzione ancora contemplata dalla panchina di Charlotte che vedeva Lamb ancora protagonista in difesa. Stoppata precisa su Ginobili.
Due punti di Lin segnavano il raggiungimento della metà dei punti rispetto a quelli degli ospiti (16-32), Lee inoltre anticipava un passaggio per West e correva in transizione appoggiando a destra del vetro il diciottesimo punto.
A 7:20 Lin svolazzando in salto cambiava un po’ la modalità d’appoggio per evitare la stoppata, erano comunque due punti per salire a quota 20.
Leonard ci provava due volte su Lee, la prima volta nulla da fare, la seconda del pitturato andava meglio per l’ala piccola degli Speroni che subivano però il canestro di Kaminsky a 5:54, apertura lunga di Lin da metà campo in diagonale e per il tank bastava l’appoggio.
Gli Spurs provavano con il rientro lunghi ad avvantaggiarsi Duncan e Aldridge segnavano intervallati da Batum, a 4:28 però Green si appoggiava con l’avambraccio sull’anca di Batum mentre il francese era impegnato al tiro.
Tre liberi tutti dentro e Hornets che tornavano sul -11 (27-38). Aldridge dalla media era più che un fastidio, rispondeva Cody che tirava corto, ma intuiva di non aver dato forza al pallone e correndo in avanti era il più lesto a prendere il rimbalzo e ad appoggiare il 29-40.
Cody però subiva un canestro da Duncan che riceveva sotto, il nostro centro teneva una posizione più avanzata a centro area ma il pallonetto lo scavalcava e non gli riusciva per tempo utile il rientro.
Parker segnava andando via in penetrazione sulla destra e con il suo classico allungo al vetro batteva anche Kaminsky. Hornets di nuovo nel baratro quando subivano una tripla dalla diagonale di Martin.
Finalmente si vedeva Kemba in una delle sue rare belle giocate nella notte; blocco alto di Marvin, via, subito dentro, difficoltà nel rimanere in piedi, ma palla ritrovata e appoggio a contatto con il corpo di Duncan che dava l’effetto tre punti. Spurs avanti di 19 a :40.3 con Duncan che dalla lunetta sbagliava il FT aggiuntivo, a portare le distanze sul -15 era Lin che con una drive e un tiro dal pitturato dopo l’arresto, in collaborazione con il ferro amico, mandava le squadre negli spogliatoi sul 36-51 Spurs.
Batum e Jefferson raddoppiano su Ginobili.

Batum e Jefferson raddoppiano su Ginobili.

 
A introdurre la ripresa, una difesa degli Hornets più aggressiva; Cody compiva una “deflection”, Green quasi ai 24 era costretto al tiro ma con Lee addosso, air-ball anche per gli Spurs, Kemba non ne approfittava facendosi stoppare in malo modo da Duncan però.
A 11:26 pensieri in libertà sul tiro di Zeller, ovvero come prendersi un tiro aperto dalle basse percentuali, Cody però dalla diagonale destra mi smentiva e portava a casa due punti preziosi.
Aldridge di fisico e cm sul post basso destro spalle a canestro si avvicinava facendo scivolare Williams all’indietro che non riusciva a opporsi al tiro vincente dell’ex Blazers. Dalla difesa gli Hornets ripartivano, Batum in palleggio per anticipare Parker che tentava di rubargli il pallone compiva un giro su se stesso dalle parti dell’arco dei tre punti sulla fascia destra, lo spin rischiava di farlo cadere, ma ritrovata coordinazione riagganciava la palla a spicchi sulla linea di fondo e la convertiva in due punti con un jumper leggiadro a 10:29.
Venti secondi più tardi lee dalla diagonale sinistra iniziava a far preoccupare Popovich scoccando la prima frecciata da tre punti da rientro (43-53), con I Calabroni ora al -10.
Leonard segnava, Waker commetteva un turnover e Aldridge era un fattore in entrata su Marvin, ancora una volta i Calabroni dovevano ripartire; a 8:43 lo facevano con Lee, finta di tripla, Martin abboccava con tutte le scarpe, avanzamento e jumper realizzato a flipper.
A 2:20 anche Duncan da sotto faceva male; Batum su di lui teneva un pezzo di canotta lato schiena in un pugno, il caraibico si girava e segnava nonostante il tentativo di stoppata.
Per fortuna il libero non entrava.
Sull’azione offensiva uno scarico di Zeller vedeva Marvin segnare da tre sull’uscita troppo morbida del n°2 degli Spurs, punteggio sul 50-60 a 7:07 e time-out Speroni.
Leonard provava a fare il pompiere spegnendo l’incendio, due i suoi punti subito realizzati, Walker però usava entrambe le mani per battere sull’appoggio in salto la difesa texana a 6:10, Charlotte ormai puntava alla ripartenza, Batum stoppava Leonard, Lee in contropiede concludeva di mano destra sul lato sinistro del tabellone, Marvin finalmente nel pitturato stoppava alla grande Aldridge salendo perfettamente con una mano, altra transizione, passaggio ravvicinato di Lee per Batum che in fing and roll esaltava il pubblico, il quale odorava l’impresa, ora che si tornava sul -6 (56-62).
A 4:40 doccia gelata per Charlotte; tripla di Parker dal corner sinistro e Hornets che si prendevano un tir difficile con Lee in step back, il quale riusciva però a realizzare a tenere il passo. Dopo qualche passaggio a vuoto in attacco con Parker che ora sentiva la differenza d’intensità difensiva, Marvin da sinistra replicava la tripla per mandare il maxi schermo sul 61-65.
Un blocking foul su Leonard però ci rimandava a due possessi lunghi.
A 2:48 si tornava sul -4, gran passaggio di Batum sul taglio in back door per Lee che viaggiava sulla linea di fondo desta, aggancio perfetto grazie al tempismo perfetto tra i due e canestro della nostra SG.
Cattivi pensieri a 2:33 quando rimembravo la super prestazione di Ginobili l’anno scorso, il suo fantasma si palesava in quella frazione di tempo specificata e con la tripla ricacciava Charlotte sul -7.
Lin provava a dare spinta offensiva alla squadra e forzava molto un banker su Mills ma il risultato gli dava ragione.
Ginobili andava a vuoto da tre per il mio sollievo e dall’altra parte Batum con bravura guadagnava tre liberi con Leonard un po’ depistato che lo toccava sullo spostamento e tiro da tre punti.
Il 2/3 riportava i Calabroni al -3, distacco che non si vedeva da inizio gara.
Il finale vedeva un leggero riallungo ospite e il quarto si chiudeva sul 67-72.
Vittoria dolce come il miele. Una bella Honeybee alla Time Warner Cable Arena che aveva ospitato il concerto di Rihanna la sera prima.

Vittoria dolce come il miele. Una bella Honeybee alla Time Warner Cable Arena che aveva ospitato il concerto di Rihanna la sera prima.

 
Non rimaneva che tentare nell’ultimo quarto l’impresa.
Lamb era stoppato, Jefferson mancava un clamoroso canestro da sotto con tanto spazio, dall’altra parte, però Kaminsky teneva su Diaw facendogli sbagliare l’appoggio con la mano destra, così Big Al si faceva perdonare a 1:28, rapido movimento di piedi e dopo il passettino verso la linea di fondo colpiva dalla media a destra in uno contro uno vs Big Foundamental.
A 10:47 usciva fuori un pick and pop tra i due Jeremy, Lin da tre finalizzava quasi allo scadere dei 24 e Charlotte si avvicinava al -2.
Lin non si fermava lì perché a 9:11 riapriva il fuoco realizzando un’altra tripla mettendo sei punti consecutivi, ma soprattutto la freccia del sorpasso, ora con i Calabroni avanti per la prima volta da inizio gara sul 75-74.
Duncan al vetro in post basso sinistro aveva la meglio su Jefferson, incolpevole.
Il nostro centro si rifaceva poco dopo abbassando il braccio e trovando la palla a spicchi la portava via a Duncan, i Calabroni quindi tornavano in vantaggio a 7:54, apertura per Lamb nell’angolo sinistro e triplona del 78-76 per Clifford & Company.
Si viveva una fase centrale con gli Spurs capaci di rispondere alle sorprendenti iniziative dei Calabroni; a 6:59 pareggiava Parker, facile sul non cambio mettere da abbastanza vicino la sospensione.
Kaminsky era servito frontalmente sull’arco, finta, West troppo distante saltava credendo nel tiro, avanzamento e tiro comodo per affondare due punti.
San Antonio non segnava ma sul rimbalzo dopo una lotta, l’ultimo tocco era di Lamb che spediva palla fuori a sinistra. Leonard sulla seconda azione pareggiava a quota 80. A 5:57 Lin nella vernice alzava il pull-up frontale oltre West, parabola più alta della norma ma ricaduta perfetta.
Un blocking di Lin su Green consentiva alla guardia degli Spurs di pareggiare dalla lunetta, nel botta e risposta continuo gli Hornets guadagnavano preziosi punti di vantaggio a 4:56 quando un Lin in the zone segnava un passo dietro dalla linea dei tre punti l’ennesima tripla di serata.
Walker mettendo un libero (secondo corto) a 3:45 dava il +4 a Charlotte, ma uno step back da guardia tirato su dal palleggio di Aldridge su un (in questo caso) incolpevole Marvin riportava a -2 SAS.
A 2:28 gli arbitri si accorgevano di un paio di spinte veloci e furbette di Duncan su Kaminsky che finiva per sbagliare ma andava in lunetta, da dove un po’ teso, metteva solo il primo dei due liberi.
Aldridge era bravo a prender spazio su Kaminsky e segnava il -1, Kemba tentando un’apertura in drive andava a chiudersi troppo solito le maglie nere che gli scippavano palla, o meglio, Kemba la consegnava con il passaggio nelle loro mani.
A 1:37 Lin attaccava frontalmente in velocità, l’abbraccio di Green non era considerato falloso, arrivava la jump ball sulla quale Jeremy andava un pelo oltre il suo spazio toccando l’avambraccio della guardia degli Spurs, imprecazioni di Clifford per il fallo chiamato contro Charlotte.
A 1:13 si sarebbe potuta anche materializzare la beffa quando gli Hornets combattevano sotto la propria tabella, spuntava sulla destra per un tap-in Leonard che sorpassava per l’88-89 pro San Antonio.
Lin a :48.4 faceva da solo, tiro improbabile per ma mia disperazione durata infiniti millesimi di secondo, ma ancora una volta aveva ragione lui nonostante la marcatura di Aldridge, era bucket e sorpasso.
Gli Spurs fallivano l’azione potenzialmente decisiva per loro con Leonard che dall’esagono “Buzz City” sulla sinistra sparavano, Batum fingeva di lasciare spazio poi contrastava il tiro che finiva corto senza prendere il ferro, rimbalzo di Duncan, palla fuori, altro tiro d Leonard, da tre questa volta ma sempre Batum sembrava una rondine nel tentativo di stoppata e la palla andava a sbattere tra ferro e tabella, Lin prendeva il rimbalzo e gli Spurs ci mettevano cinque secondi prima di capire che ormai erano costretti a commetter fallo con -24 da giocare.
Lin dalla lunetta era più preciso di Guglielmo Tell e la succulenta mela della vittoria si avvicinava come premio sul 91-88.
Si annidavano t ai miei pensieri le possibili soluzioni di Popovich, svelarle non era difficile essendo allenatore intelligente; scelta di tripla a qualche secondo dalla fine in modo da magari prendere un rimbalzo e riprovarci se dovesse andar male, così era, tripla di Parker che usava il blocco di Duncan, Walker non faceva complimenti abbattendo letteralmente il caraibico andando a contrastare il tiro da tre, ferro ma Aldridge portava via il rimbalzo a Zeller, apertura per Green sulla sinistra, Lin rimaneva davanti e il tiro finiva sul ferro, Zeller prendeva il rimbalzo ma la mano di Duncan si abbassava e Cody sbilanciato lasciava uscir la palla sul fondo con 4 decimi da giocare.
Sulla rimessa la palla era per Leonard in angolo sinistro ma lee capiva tutto e chiudeva non facendo rischiare nulla agli Hornets (anche se un tiro con quel tempo sarebbe stata durissima) che portavano a casa una vittoria di prestigio impressionante, da considerare un’impresa dopo il primo quarto…
Un eroico Jeremy Lin in entrata.

Un eroico Jeremy Lin in entrata.

 
Prima vittoria contro gli Speroni nella nuova era targata Hornets, i quali toccano quota 40 W e fanno un favore a Steph, figlio di Dell Curry battendo i texani.
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Pagelle:
 
Walker: 5
6 pt. (2/11), 1 rimbalzo, 2 assist, 2 rubate. Inizia male, gli Spurs portano blocchi e Parker è lesto ad approfittarne, sembra senza troppa verve. Tre palloni persi e 5 stoppate subite, su entrata soffre.
 
Lee: 7,5
17 pt. (8/13), 2 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. Si unisce all’attacco rapido di Lamb e Lin e da una bella mano con i suoi jumper, i suoi furti e transizioni. La difesa è buona.
 
Batum: 7,5
15 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Qualche pallone gettato via, poi sale di quota come nell’ultima contro Denver, astuto, esperto guadagna anche qualche libero da mestierante. Nel finale due difese capolavoro su Leonard che non è facile da marcare…
 
M. Williams: 6
(2/7), 2 rimbalzi, 2 assist. Parte male e Aldridge lo batte come vuole, il gap in cm e penso kg sembra farsi sentire. Si guadagna la sufficienza sganciando due triple fondamentali per il rientro e per un paio di difese, anche lui nel secondo tempo sale di livello.
 
C. Zeller: 6,5
6 pt. (3/6), 14 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Preziosa la sua energia e mobilità in difesa. Non sempre è perfetto e talvolta si lascia sfuggire rimbalzi, ma serve ad aiutare a far sbagliare gli avanti degli Spurs in un finale fatto da qualche mischia sotto le plance. Momento d’oro con rimbalzi offensivi utili a Charlotte.
 
Jefferson 5,5
3 pt. (1/9), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Una difesa decente ma un attacco scadente. Solo un canestro dal campo.
 
Kaminsky: 6
5 pt. (2/9), 1 rimbalzo, 1 rubata. Giudicare in generale non mi piace, ma qui costretto dalle pagelle… dovessi dire sull’attacco sarebbe insufficiente (vedi anche il libero sbagliato) ma Clifford vede la buona difesa e lo tiene in campo anche nel finale e fa bene, sebbene subisca un canestro ravvicinato. Come Zeller, la sua energia da fastidio, un paio di deviazioni di palloni non consentono agli Spurs di fare il loro gioco.
 
Lin: 9
29 pt. (11/18), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Giriamo il 6 di Kaminsky… Finisce per giocare quasi due minuti in più di Walker. La sua aggressività continua lo premia. Non si deprime se lo stoppano, continua ad attaccare e alla fine ha ragione. Tre triple compresa quella del sorpasso, canestro del controsorpasso, rimbalzo finale e due liberi a segno più la difesa sul tiro di green nel finale, mette lo zampino in azioni decisive. Prestazione super. Linsanity è tornato.
 
Lamb: 6,5
4 pt. (1/5), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Inserito da Clifford dopo qualche panchina è giocatore adatto per scombinare i piani delle difese più organizzate anche se non segna molto in serata ma rende la squadra più stabile dietro e imprevedibile avanti, trova una serata buona anche in difesa da subito e fa ripartire Charlotte.
 
Coach Clifford: 7
Sicuramente aiutato da Lin, si vede la mano su alcuni giochi. Battere gli Spurs è un’impresa, farlo tornando con un come back da 23 punti è quasi un miracolo. Scelte su tattiche e minutaggio buone direi, bene l’inserimento di Lamb e Lin in partita, con quello che ha, sceglie bene, utilizza una small-ball in avanti per pungere gli Speroni.

Game 69; Charlotte Hornets Vs Denver Nuggets 93-101

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Sottotitolo; Carenza di Vitamina D
 
Dopo Dallas, anche Denver passa sul parquet di Charlotte.
L’effetto della mancanza di vitamina D si fa sentire e gli Hornets sembrano affetti da stanchezza muscolare, debolezza nelle chiusure, colti da superficialità negli appoggi e incapaci di segare triple, anche perché con una squadra quasi ferma in attacco troppo spesso, le spaziature e gli spazi per portare al tiro i giocatori non sono ottimali.
Il rilassamento post impresa Miami ci è costato parecchio.
La sconfitta si diceva ieri sera tra noi tifosi di Charlotte, è meritata, forse SKY non porta nemmeno bene (non sono superstizioso ma se continuaste a seguire altro vi ringrazierei), così la caduta dal cielo degli Hornets è avvenuta subito dopo aver spiccato il volo a Miami.
9/18 per Denver mentre noi abbiamo tirato con 9/32 da tre punti, anche i rimbalzi e le panchine (quella di Charlotte ha visto entrare in campo solo 4 giocatori) sono stati altri due fattori fondamentali nella sconfitta oltre al non gioco.
Denver non ha regalato nulla, anche se non aveva nulla da chiedere alla stagione ed era senza Gallinari e Faried, ma un gruppo di giocatori che un po’ di talento l’hanno è bastato per far scattare la partita trappola.
Adesso recuperare la sconfitta battendo San Antonio sarà da mission impossible, ma mai dire mai…
Denver di Mike Malone arrivava a Charlotte schierando il seguente starting five; Mudiay, G. Harris, Sampson, Arthur e Jokic. Gli Hornets contapponevano i soliti; Batum, M. Williams e C. Zeller (in campo nonostante i dubbi). In panchina si rivedeva Hawes, tornato a disposizione.
Batum ha chiuso con 24 punti, molti nel finale dove ha provato a risollevare la squara sino al -5 dopo esse stata sotto di 22 nel terzo quarto.

Batum ha chiuso con 24 punti, molti nel finale dove ha provato a risollevare la squadra sino al -5 dopo esse stata sotto di 22 nel terzo quarto.

 
Inizio abbastanza rilassato e scadente delle due squadre che dopo vari passaggi a vuoto mostravano al pubblico il primo canestro a 10:36 per opera di Jokic il quale non trovava opposizioni sotto canestro poiché la rotazione portava Zeller sul passatore ma non arrivava nessuno sul centro in canotta gialla. I Calabroni trovavano il primo canestro di serata e il vantaggio su una seconda chance, Batum prendeva il rimbalzo offensivo, apriva per la tripla aperta di Walker a sinistra e il 3-2 a 10:10 era servito.
Su una palla persa da Charlotte i Nuggets ritrovavano il vantaggio da sotto con Sampson, incrementato dall’appoggio a 9:08 di Mudiay al vetro.
Addirittura triplicati da una bomba inusuale scagliata dalla top of the key di Jokic gli Hornets reagivano e passavano pala a Zeller che vedeva spazio davanti a se, Cody attaccava la vernice e buttandosi avanti con una dunk aggressiva raggiungeva volando il canestro schiacciando in faccia ad Arthur per il 5-9.
I Nuggets non parevano in gita e Mudiay di tripla lo faceva intendere.
Ai Calabroni non restava affidarsi a Walker che guadagnava attaccando il ferro due FT poi realizzati.
In difesa Zeller prendeva una standing ovation, tutto il pubblico in piedi quando Cody stoppava bene un tiro si Jokic dal post sinistro e si ripeteva due volte sullo stesso giocatore nella stessa azione mandando la sfera a sbattere sul plexiglass.
Il buon momento di Cody era confermato a 5:59 quando faceva meno fatica a schiacciare una bella palla sulla sinistra del canestro dopo il bel lavoro di Batum in penetrazione terminato dal francese con l’assist vincente.
Sul 9-12 Mike Malone chiamava time-out.
Jokic al rientro segnava in jumper sul neo entrato Jefferson, Lee rispondeva a 5:30 appoggiando un pallone dopo aver effettuato un bel taglio nel pitturato.
Lee era anche l’autore del primo fallo in serata di Charlotte che mandava Mudiay in lunetta, 0/2 però per la guardia ospite e Hornets che pervenivano alla parità a 4:54 con una tripla di Batum.
Harris mandava a segno un lungo due contro Marvin Williams ma Kemba pareggiava attaccando il lungo (Jokic) ai bordi dell’area destra, parabola alzata in maniera perfetta e 16-16. Denver ripassava avanti con due FT di Mudiay ma a pareggiare un’ultima volta ci pensava Big Al con un jumper dalla media destra.
Il 18-18 però resisteva 15 secondi. Arthur segnava un libero e 22 secondi dopo anche una tripla portando i gialli sul 18-22.
Il time-out di Clifford portava Lin, dopo aver ricevuto il passaggio di Kemba, a infilarsi nella difesa della squadra del Colorado e ad appoggiare di mano sinistra per il -2.
Nurkic e Kaminsky sfruttavano due FT a testa e il maxi schermo finiva per indicare il 22-24 ospiti che chiudevano il quarto segnando altri 4 punti portandosi sul 22-28.
 
Altri 4 punti consecutivi per Denver arrivavano da Nurkic in avvio secondo quarto, Barton con un jumper batteva Daniels che si catapultava in risposta nell’area avversaria e lasciava andare un artistico driving layup shot vincente.
Hornets che rientravano sul -7 con un banker di Lin e un libero di Batum ma a 9:07 Barton intercettava un pallone appena recuperato da Batum sulla linea di fondo ma lanciato dal francese verso la metà campo senza considerare l’intervento del n°5 che rapidamente si lanciava in area e trovava il vuoto se non un Kaminsky poco disposto a spendere almeno un fallo.
Nurkic sotto le plance continuava ad aver la meglio; rimbalzo offensivo in mezzo a Kaminsky e Zeller, trattenuta di quest’ultimo ma il centro bianco alzava la palla con disinvoltura appoggiando al vetro per due punti più libero successivamente realizzato.
Augustin colpiva con tre punti veloci e Clifford chiamava un altro time-out per cercare di riportare la partita più in equilibrio con Charlotte giunta ormai al -13 (29-42).
Zeller con un libero (su due) interrompeva il parziale, l’incubo però ricominciava con D.J. Augustin che prendeva spazio con un blocco di Jokic, Lin da dietro lo toccava sul tiro, mattonata al vetro che ricadeva dentro come il libero per il tocco di Lin.
A 5:41 si vedeva finalmente Kemba che con un crossover partiva e arrivava al vero per il 31-45.
Il distacco comunque non calava di molto (-13 con un bel jumper di Lee dopo finta e penetrazione a 3:28), anzi, aumentava a 15 (35-50) quando Harris indovinava la sospensione lunga.
A 1:43 Barton sparava la tripla in faccia a Williams, rispondeva Batum dalla top of the key da tre a 1:21, ancora una volta, però Harris con un runner su Lin alzava l’asticella della sfida mandando la gara sul 38-55.
Con due punti a testa si chiudeva il primo tempo; Denver aveva già mezza vittoria in tasca sul +17 (40-57).
Lin con 16 punti è stato il secondo miglior marcator di serata per Charlotte.

Lin con 16 punti è stato il secondo miglior marcator di serata per Charlotte.

 
Al rientro gli Hornets dovevano tentare di recuperare velocemente ma Arthur da dietro stoppava Zeller, dall’altra parte Jokic segnando in area vinceva il duello tra centri.
Batum falliva la tripla ma tornava in aiuto in difesa per stoppare Mudiay.
Un piccolo break tornava utile agli Hornets per tornare sul -14 con l’ultimo canestro in transizione realizzato da Lee con un catch n’shoot su assist di Batum.
45-59.
Zeller riduceva di un altro punto lo scarto; partenza bruciante su Sampson che cadeva, Jokic però sotto canestro gli diceva di no irregolarmente.
Un solo libero a segno perdonato da una sua stoppatona su Mudiay, Lee però in entrata appoggiava il classico tiro che saltava via dall’intersezione tra l’anello e il ponte verticale del ferro, così Arthur s’infilava a destra e dopo aver fatto saltare con una finta Batum e Zeller segnava e guadagnava il FT realizzato a 8:40.
In transizione l’alley-oop di Batum su alzata di Lee in diagonale costringeva al time-out ancora Mike Malone (48-62).
Invece che diminuire il distacco però aumentava, a 6:22 uno scarico per Arthur che infilava la tripla valeva il 50-69, non era finita però perché i Nuggets scavallavano anche quota 20 di vantaggio incredibilmente toccando il +21 con una dunk solitaria di Sampson ben servito a 5:39.
Harris da fuori a 5:05 mandava le Pepite sul +22, Lin con l’aiuto del ferro a 3:59 realizzava la tripla dall’angolo destro e gli Hornets riuscivano a rimontare qualche punto, sempre Lin a poco meno di 6 secondi dalla fine s’inventava un classico circus shot in penetrazione con un mezzo reverse layup con palla lanciata velocemente e alta in controtempo in mezzo ai lunghi di Denver.
Barton però a due decimi beffava Charlotte da vicino e il punteggio finale di terzo quarto era di 62-78 con gli Hornets abili a recuperare solo tre punti nel periodo.
 
L’ultimo quarto iniziava con l’apporto sonoro del pubblico finalmente e con Big Al scatenato, tre suoi tiri vedevano il fondo della retina, dalla difesa e da un raddoppio di Troy partiva anche l’offensiva di rimessa che gli Hornets sfruttavano a dovere a 8:42 con la cosa a perdifiato di Walker bravo in appoggio a ristabilire un gap a una cifra (70-79).
La bolgia veniva gelata momentaneamente da un jumper di D.J. Augustin.
Daniels sparava una tripla senza ritmo che non entrava interrompendo il flusso con il pubblico a rumoreggiare e a 7:59 Big Al superato sotto canestro sulla linea di fondo estendeva gli arti superiori in avanti, Augustin saltando impattava sopra e gli arbitri chiamavano fallo. ½ ma Denver tornava a viaggiare e proprio Augustin a 7:27 di tripla riportava a un consistente +16 i suoi.
Una fiammata di Charlotte, sino a quel momento retta a stento da qualche giocata produceva i canestri di Lin, Kaminsky, Batum e ancora Batum da tre a 4:30 dalla fine.
Gli Hornets tornavano insperatamente contro i giovani Nuggets sul -7 (83-90).
Con i Nuggets in bonus Zeller commetteva un fallo da risparmiarsi assolutamente sulla sinistra conto Augustin a 4:20 che sbagliava un libero, Batum on-fire sulla sinistra usava lo schermo di Williams e scoccava velocemente la freccia da tre per l’86-91…
Charlotte, anche un po’ immeritatamente tornata a -5 ci credeva ora, dopo aver notato un linguaggio del corpo durante la partita che non faceva ben sperare.
I Nuggets tuttavia segnavano con un piazzato da destra di Arthur e con Harris che da sotto sorprendeva la difesa soprattutto grazie al passaggio pallottola sparato ancora da Augustin.
Batum a 3:05 dava le ultime briciole di speranza a Charlotte segnando da tre punti (prima dato da due e poi corretto dal replay center) il -6, quando però Batum falliva la tripla seguente, Kemba mancava la correzione e la palla poi sfuggiva dalle mani di altri Hornets sotto canestro la situazione si faceva difficile anche in virtù del fatto che Mudiay in penetrazione andava a sbattere su Zeller ma inarcando la schiena appoggiava a tabellone per il 97° punto Denver.
Era sostanzialmente ancora il n°12 Augustin a chiudere la gara quando dalla media baseline sinistra s’inventava un fade-away solo cotone che oltrepassava le braccia di Zeller e Walker.
Gli Hornets cedevano il passo 93-101 ed erano confortati nella notte solo dalla sconfitta di Indiana che in casa battuta dai Thunder rimane dietro tre partite rispetto a noi.
Detroit e Chicago in lotta per l’ottavo posto vincono rispettivamente su Brooklyn e Utah, Miami batte Cleveland e Atlanta sconfigge Houston.
chaden1 chaden2
 
Pagelle:
 
Walker: 5,5
15 pt. (6/18), 7 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Solo 1/9 da fuori, serataccia. Segna più punti del suo dirimpettaio ma non è una prestazione da Kemba. Non riesce a dare il ritmo.
 
Lee: 5
7 pt. (3/10), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Una delle sue peggiori serate da quando è a Charlotte, tiro e qualche amnesia.
 
Batum: 7
24 pt. (9/18), 8 rimb., 9 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Si carica la squadra sulle spalle nel finale, non può segnare tutto ma riavvicina Charlotte. Peccato, prestazione comunque buona, qualche palla persa ma a volte è colpa dei compagni che non capiscono e i palloni vanno sul fondo o preda della difesa.
 
M. Williams: 5
5 pt. (2/9), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Rifila un paio di stoppate ma è moscio in difesa e in attacco non prende fuoco, quando succede è un problema per noi che passiamo attraverso di lui per finalizzare una parte importante del nostro gioco.
 
C. Zeller: 6
10 pt. (3/6), 2 rimbalzi, 5 stoppate. Solo 2 rimbalzi, Denver domina in questa statistica specialmente quelli offensivi sono radioattivi per noi. Non sono sicuro ma credo career high in stoppate per Cody con 5, 3 sulla stessa azione…
 
Jefferson: 6
10 pt. (4/6), 6 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Troppo falloso, con Nurkic finisce in sostanziale parità ma lui a inizio ultimo quarto ci mette difesa e attacco, poi deve sedersi per il quinto fallo troppo precocemente.
 
Lin: 6,5
16 pt. (6/10), 3 rimbalzi, 1 rubata. Sbaglia qualcosa di troppo, appoggi, dalla lunetta insolitamente, si ritrova però come percentuali al tiro, Un bel circus shot e l’unico in gara a colpire con il 100% da tre…
 
Daniels: 5,5
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 2 assist. Sembra come in Space Jam gli abbiano rubato il talento, da un paio di partite le triple non gli entrano più e lui serve a questo. Un solo bel canestro ma in sofferenza.
 
Kaminsky: 6
4 pt. (1/2), 2 rimbalzi, 1 assist in quasi sedici minuti e trenta secondi. Non lascia il segno né in bene né in male. Un po’ ignavo.
 
Coach Clifford: 5
Talvolta dovrebbe avere un po’ più di aperture mentale, credo che in una partita del genere Lamb qualche minuto avrebbe potuto giocarlo, giocatori che con finta o meno e atleti che sanno andare dentro sarebbero serviti. Squadra scarica dopo la W di Miami, serve correre e sudare, altrimenti senza super star non si vince. 32-46 pro Nuggets i punti dalle panchine, qualcosa bisogna ricambiare nelle rotazioni forse.

ClassificHornets giocatori @ 68

Ogni diciassette partite quest’anno mi sono ripromesso di stilare e aggiornare la classifica dei giocatori degli Hornets che si basa sulla media dei voti che ho assegnato ai giocatori gara dopo gara.
Dopo questa ci sarà la finale di regular season, sperando di allungarla con quella dei playoffs.
Intanto siamo giunti a gara 68 e mancano solo 14 partite alla fine della regular season.
Velocemente compio una superficiale analisi dei giocatori…
Al comando troviamo sempre Kidd-Gilchrist che a gara 53 purtroppo ci ha abbandonato nuovamente.
Una ricaduta del suo infortunio alla spalla ci ha tolto un giocatore che, entrato in quintetto al posto di P.J. Hairston ha aiutato indubbiamente a far svoltare la stagione degli Hornets che hanno in Kemba Walker forse il protagonista principale dei recenti successi ottenuti.
Kemba ha segnato 52 punti contro Utah, da lì gli Hornets sono ripartiti dopo alcune inopinate sconfitte.
Non l’hanno chiamato all’All-Star Game, meglio… si è riposato e ora sta trascinando gli Hornets ai playoffs in posizioni che la maggior parte degli addetti ai lavori non avrebbero mai osato immaginare.
Al terzo posto l’uomo che fa tutto; Nicolas Batum. Ghiacciato nel primo tempo a Miami è tornato nel secondo per andare a vincere la gara, spesso da quella scintilla che può capovolgere la gara.
Passatore sopraffino (vedi l’assist per Jefferson nel finale di gara a Miami fatto con semplicità disarmante) e utilissimo su entrambi i lati del campo è tallonato dal nuovo acquisto Lee, che ha spinto il francese a giocare in SF inserendosi nello starting five come SG.
La sua capacità difensiva sta determinando (insieme al lavoro dei compagni) i risultati di alcune partite (fantastico su Wade), la media, soprattutto per meriti difensivi, è buona, ha anche un jumper interessante dalla media.
Marvin Williams continua a essere on-fire.
Terminale ideale sugli scarichi colpisce da tre punti con continuità, ma anche in difesa rimbalzi e stoppate non mancano.
Saltando più giù abbiamo i due Jeremy in difficoltà, sperando si riprendano un po’.
Lamb è finito recentemente out dalle rotazioni, Clifford gli preferisce Daniels.
Lin al tiro sta andando male ma dalla lunetta è una garanzia.
Peccato per i cm che in difesa lo penalizzano, anche se lui si prova sempre strenuamente.
Tra i lunghi, Jefferson (in recupero sarà utile in questo fine stagione) e Zeller (in dubbio contro Denver per un problema al ginocchio) sono pari, Kaminsky galleggia sulla sufficienza (benino in attacco ma maluccio in difesa generalmente), mentre Hawes è fuori per problemi alla schiena da troppe partite, ma era dato per recuperabile a breve.
Hansbrough è un lottatore ma per ora si è dimostrato poco più che mediocre.
Come saprete Hairston e Roberts sono stati ceduti mentre è arrivato il messicano Gutierrez che in pochi scampoli finali di partita ha dimostrato di poter giocare qualche minuto in NBA.
Clifford sta facendo bene, è sopravvissuto anche all’ultimo back to back contro le squadre della Florida e ha migliorato le rotazioni, anche se in qualche caso Lamb lo inserirei, sebbene credo abbia bisogno di più minuti sul parquet per esprimersi al meglio.
Il risultato complessivo è stato che Charlotte ha vinto 14 delle ultime 17 partite ed è attualmente quinta a Est, nella notte i Rockets andranno ad Atlanta a sfidare gli Hawks e i Cleveland Cavaliers si recheranno a Miami per giocare contro gli Heat in due sfide abbastanza equilibrate con squadre che in classifica non si possono permettere di regalare.
Su SKY alle ore 11.00 invece andrà in scena Charlotte che alla Time Warner Cable Arena ospiterà Denver senza il Gallo e con Faried in dubbio.
Partita trappola da non lasciarsi sfuggire.

Giocare concentrati e vedere cosa succede sugli altri due campi, se tutto andasse male torneremmo sesti, ma se tutto andasse bene saremmo terzi, io mi accontenterei anche di esser quarti…

Ecco le classifiche (generale e nel dettaglio singolo delle ultime 17):

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Il verde sotto la scritta P.R. B. sta per promozione, il giallo per il rimandato, il rosso per il bocciato. Mancano da lungo tempo perché infortunati Hawes e MKG (quest’ultimo non rientrerà come saprete).

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Game 68; Charlotte Hornets @ Miami Heat 109-106

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Sottotitolo; ParadisHornets
Batum (19 punti) vola su Richardson.

Batum (19 punti) vola su Richardson.

 
Fate voi da quale sfondo infernale tra i tanti immaginari sono usciti i Calabroni nella notte a Miami.
Il Calore degli Heat, spinti dal proprio pubblico in una gara che valeva molto (vincendo Charlotte avrebbe agganciato Miami in classifica e pareggiato gli scontri diretti annuali) ha rischiato di mandare Charlotte fuori dalla zona più nobile della classifica.
Le difficoltà non sono mancate, ma se c’è una cosa che non difetta a questa squadra, è la capacità di reazione, sotto di 15 punti a metà secondo quarto i Calabroni chiudevano sul +2 portandosi a fine del terzo sul +9 prima di essere riportati nel gorgo lavico dalla prevedibile reazione degli Heat.
Marvin Williams nel finale (notevolmente sotto pressione con il pubblico scatenato) mancando due liberi ha fatto oscillare il vantaggio di Charlotte dal punto singolo ai tre punti (mantenuti con freddezza e lucidità da Lin dalla lunetta), il tiro di Wade finale da tre punti ha finito per andare storto a destra del ferro e i Calabroni sono riemersi sparati in superficie per volare alto nel paradiso dei playoffs dopo aver sconfitto i propri demoni psicologici interni ed esterni.
 
Gli Hornets non celavano sorprese nello starting five e semitrasparenti si schieavano con; Walker, Lee, Batum, M. Williams e C. Zeller, mentre gli Heat entravano sul parquet con G. Dragic, Wade, Joe Johnson, Deng (22 pt.) e Stoudamire, con Whiteside (17 pt. finali) in dubbio tenuto comunque pronto in panchina.
C. Lee segue Wade, duello chiave.

C. Lee segue Wade, duello chiave.

 
Era Miami a conquistare il primo pallone, ma le stelle delle due squadre faticavano ad accendersi in quest’inizio, ne era una prima prova l’appoggio al vetro di Wade mal calcolato come forza e angolazione che non entrava, tuttavia Charlotte giocava con Batum un brutto pallone, lob molle verso il centro dell’area per Dragic che partiva in transizione e segnava lo 0-4.
Gli Hornets davano un’impressione di fragilità e, infatti, subivano anche lo 0-4 di J. Johnson da sotto.
Charlotte si affidava al piano da tre punti e Marvin Williams a 10:30 sparava in faccia al difensore dalla diagonale sinistra ottenendo i primi tre punti per Charlotte, sfortunatamente dall’altra parte veniva concesso un open 3 a Deng che l’ala degli Heat sfruttava.
Gli Hornets passavano un pallone a Lee che fintava, avanzava e in ritmo segnava con un jumper lungo dalla diagonale destra per il 5-7.
Gli Heat però trovavano il nulla nel pitturato degli Hornets; Dragic era raddoppiato sulla linea di fondo sinistra ma timidamente, assist per Stoudamire che approfittava per schiacciare con Zeller fuori posizione. A 9:22 gli Hornets rimanevano agganciati con una tripla (ancora dalla diagonale sinistra) di Marvin Williams, poi superavano a 8:04 con una bomba di Walker dalla diagonale opposta e aumentavano il divario a 7:30 con un’altra tripla di Lee che in transizione realizzava il 14-9. Miami però reagiva e gli Hornets non segnavano più consentendo alla squadra di Spolestra di passare avanti (14-16) con Johnson (anche lui da fuori) che colpiva grazie a un rimbalzo offensivo portato a casa sulla destra da Deng.
A 5:33 Dragic con un mezzo giro in allungo sulla baseline destra batteva Walker e completava il parziale di 9-0 per i padroni di casa, interrotto da Lee che riceveva un passaggio sparato dalla diagonale sinistra e caricava immediatamente la tripla colpendo e riportando i teal sul -1.
Miami non allungava con l’errore da sotto di Wade ed era Big Al a riportare sopra Charlotte con un jumper dall’altezza dei liberi, Big Al in raddoppio strappava anche palla a Wade ma finiva con il piede mancino sulla linea laterale, così gli Heat rimanevano in possesso palla e superavano con l’entrata di Richardson.
Wade mancava ancora un tiro ma anche Batum era freddo dall’altra parte e imitava il collega sbagliando un jumper, erano allora Whiteside da sotto e Lin con un banker dalla destra a portare due punti a testa nelle casse delle rispettive squadre.
Walker e Jefferson fallivano il sorpasso allora Deng in entrata da sinistra aumentava di due per gli Heat arrivando all’appoggio al ferro. I centri dei team entravano in azione pesantemente; Jefferson a 1:15 aveva la meglio su Whiteside con il gancio dalla vernice, Hassan si affidava al jumper dal pitturato e rispondeva, ancora Big però faceva la voce grossa in attacco andando sul bordo del pitturato sinistro quasi da dietro il tabellone a tirare contrastato irregolarmente segnava e portava a casa anche il libero successivamente trasformato andando a impattare la gara a quota 26.
Miami però segnava gli ultimi 3 punti del quarto portandosi sopra di tre, mostrando un preludio del trend d’inizio secondo quarto.
Walker in reverse layup realizza.

Walker in reverse layup realizza.

 
Illusorio era il canestro in gancione di Jefferson a 11:45, Miami chiudeva gli spazi, Kaminsky era stoppato da Richardson, Winslow inaugurava il decollo di Miami con una schiacciata a sinistra del canestro e in poco tempo gli Heat passavano dal +5 (due FT di Deng con un disperato tentativo di Lin, in ripiegamento su una transizione, che stoppava Luol ma travolgendolo) al +15 con un parziale di 12-0 (c’era stato un canestro di Jefferson per il 30-33), travolgendo gli Hornets in attacco e difesa.
Miami teneva in campo alcuni titolari mentre le classiche rotazioni di Clifford non portavano nulla di buono.
Comunque sia necessarie visto il back to back. Whiteside da sotto chiudeva il parziale e la squadra della Florida dava così una spallata alla partita sul 30-45.
Gli Hornets sembravano precipitare nelle tenebre più buie ma con il rientro dei titolari, in particolare Walker che riportava la luce, velocemente illuminavano l’antro infernale degli Heat.
A 5:43 Lee rimarginava la ferita di un solo punto splittando dalla lunetta, più consistente offensivamente era Kemba che portava a casa 6 punti consecutivi (jumper dalla destra toccato da Richardson e gioco da tre punti più bomba passando dietro lo schermo alto di Zeller).
La nostra PG non si limitava in attacco ma, tra le due azioni, anche in difesa costruiva palloni recuperati, era il caso di uno sfondamento preso da Whiteside dopo essersi posizionato perfettamente fuori dal semicerchio.
Charlotte tornava a difendere su buoni livelli finalmente.
Miami un po’ sorpresa reagiva segnando con un tap-in di Johnson, replicava il nostro Lee con il crossover arrivando sino al ferro, Stoudamire però a 4:11 guadagnava due liberi e riportava a 8 le lunghezze di vantaggio per i suoi.
Kemba però continuava a produrre, una sua incursione terminata fin sotto il ferro con la palla a spicchi ceduta a Zeller a fianco a lui concedeva due punti al nostro centro titolare.
Richardson sulla rimessa pasticciava toccano con il piede destro la linea, turnover Miami non sfruttato da Batum.
Dall’altra parte però la terna vedeva un’azione fallosa di Richardson con il braccio in entrata e annullavano il successivo canestro ottenuto dallo stesso player.
A 3:04 finalmente, dopo esser stato paralizzato dai propri demoni interiori, Batum sconfiggeva la paura segnando i suoi primi due punti di serata.
Due di Wade al vetro e Miami a toccare quota 50, Charlotte sul -7 si affidava a Kemba in attacco; fallo di Dragic che toccava il braccio di Kemba sul movimento prima dell’alzata del pallone che l’avrebbe portato a tirare.
Telecronisti Heat non d’accordo ma fallo netto. Più dubbio era quello di Lin su Wade a 2:26, anche in questo caso en plein di punti e gara sul 45-52.
Miami si fermava lì, un parziale di Charlotte di 9-0 portava in vantaggio gli Hornets prima dell’intervallo.
Sul -1 era Kemba con un crossover a sfruttare il blocco portato al volo da Zeller; Walker andava sulla destra del lungo e staccandosi da Dragic fissava il punteggio finale di primo tempo sul già menzionato 54-52 a 23 secondi dalla fine.
Jefferson in doppia doppia con 21 punti e 10 rimbalzi.

Jefferson in doppia doppia con 21 punti e 10 rimbalzi.

 
Gli Hornets dopo aver rimesso in sesto la partita sapevano di dover guadagnare qualche punto in più nel terzo per non farsi battere in un finale rovente, era però Dragic a pareggiare con un tiro che finiva nella retina dopo aver rimbalzato come in un flipper.
Su una rotazione difensiva a noi favorevole però gli Hornets ritornavano sopra a 10:00 dalla fine del quarto; Marvin sparava in faccia a Goran Dragic dalla sinistra per il 57-54.
Stoudamire e Jefferson mettevano due punti a testa, poi ad annullare ancora il vantaggio dei Calabroni era Deng che dal corner destro infilava nonostante Batum gli mettesse la mano in faccia.
Sempre il numero nove metteva un altro tiro, questa volta con la punta del piede a toccare la linea, i punti erano solo due, ma tutti guadagnati visto che l’azione partiva con un passaggio in diagonale di Dragic assurdo che solo la prontezza di Wade riusciva a salvare miracolosamente dalla linea di fondo, inoltre forniva anche l’involontario assist.
Hornets sotto di 2, nessun problema; Batum risvegliatosi riceveva da Walker e a 7:37 fucilava di tripla per il +1.
Stoudamire dalla media effettuava il controsorpasso ma sulla corsia più a sinistra ancora lampeggiava il francese che superava ancora la macchina degli Heat con un fade-away dalla diagonale destra per il 64-63.
Jefferson dall’altezza della linea dei liberi segnava su Stoudamire a 6:24, Deng però era fortunato, su un inserimento dalla linea di fondo sinistra si ritrovava un pallone tra le mani dopo una deviazione involontaria di un compagno che modificava un pochino la traiettoria della palla, facile da sotto senza oppositori realizzare.
A 5:47 i Calabroni servivano Williams sul lato destro, Deng in notevole ritardo sulla chiusura; BANG! Tre punti e punteggio sul 69-65. Richardson però usando lo schermo in area di Winslow si faceva far fallo da Walker, gioco da tre punti e Miami nuovamente con il fiato sul collo a -1 a 4:39.
Jefferson si trovava in serata positiva offensivamente parlando e batteva dalla media distanza (sulla sx) i tentacoli di Whiteside.
Wade perdeva un pallone ma sulla transizione Batum invece che appoggiare subito al vetro aspettava quella frazione di troppo, arrivava Winslow da dietro che sullo slancio pareva un missile e stoppava Nicola, la palla rimaneva a noi ma anche Marvin si faceva stoppare.
A consolarci non era nemmeno Jefferson che dopo un ottimo pump fake avanzava e s’inventava un tiro impossibile, Richardson lo graziava con il fallo ma Big Al mancava entrambe le occasioni dalla lunetta.
Seguivano i passi di Wade e la stoppata della SG di Miami su un appoggio da incursione da baseline sinistra.
Batum dopo aver preso due stoppate si rifaceva segnando un tiro difficile da tre punti con rilascio veloce avendo Johnson (dall’angolo sinistro).
Il 74-68 iniziava a essere vantaggio discreto e Walker lavorava anche per ampliarlo, finte, crossover ed esitation su Dragic, controripartenza sul tempo per battere lo sloveno e reverse layup passando sotto il ferro riuscito nonostante Goran tornasse su di lui.
Doppio un 2/2 di Wade dalla lunetta (fallo di Lin), Kaminsky iniziava il suo show nel finale di quarto; pescato sulla destra faceva saltare con la finta il difensore in uscita arrivato in ritardo, avvicinamento e jumper da due preciso.
A 1:15 controverso episodio; Kaminsky prendeva il centro area e alzava un pallone in gancio dalla strana rotazione sul quale arrivava Whiteside. Il pallone non era ancora in parabola discendente ma gli arbitri assegnavano comunque due punti a Charlotte probabilmente ingannati dalla rotazione della sfera.
Legittimo invece l’ultimo canestro di Frank che con personalità lanciava il floater da entrata frontale e chiudeva il quarto sull’82-73.
 
Gli Hornets partivano con nove punti di vantaggio ma Miami era esplosiva; Whiteside inaugurava il quarto con una poderosa slam dunk in alley-oop messa dentro nonostante la manata di Hansbrough sul volto del centro di Spolestra.
Per fortuna Hassan falliva il libero supplementare ma Miami comunque recuperava velocemente lo svantaggio, Deng su Kaminsky in entrata a ricciolo portava a -5 la squadra della Florida. Daniels faceva il suo mestiere di specialista; tripla a 10:52 e sospiro di sollievo che durava poco, Richardson 17 secondi più tardi con la tripla di risposta riportava i Calabroni a livello lavico, poi li reimmergeva on uno spin su Daniels che portava al canestro dell’85-82.
Clifford non contento della difesa chiamava time-out.
Un rising up di Batum portava due punti alla causa di Charlotte che aumentava il gap per Miami grazie a una giocata furba di Lee; finta Deng salta, lui va al tiro sapendo che Luol gli sarebbe caduto addosso. Due FT legittimi e 89-82.
A 8:37 Whiteside sparava una dunk sul ferro ma perché Batum appoggiava l’avambraccio sulla sua schiena spingendolo all’errore.
Due FT a segno seguiti da altri suoi 3 punti a 8:00 dalla fine. Canestro più fallo di Walker e libero trasformato per l’89-87.
A 7:41 Marvin in penetrazione passava corto sotto canestro a Hansbrough che saliva quel minimo per dare la forza alla palla di entrare a pelo del canestro.
Richardson con un open 3 da destra portava a-1 Miami (91-90), la quale paradossalmente non si avvantaggiava con lo stesso Richardson con due FT (lose ball foul in attacco di Hansbrough), lo 0/2 dalla lunetta e il mancato sorpasso costituivano una svolta in negativo per gli Heat.
Charlotte tornava nella metà campo offensiva, tutti pensavano che Jefferson spalle a canestro sulla destra insistesse contro Whiteside, invece con un gioco fuori serviva sul lungo linea sinistra Walker che infilava la tripla siderale (ben oltre la linea dei tre punti) per il 94-90.
Dragic a 5:23 dimezzava lo svantaggio con l’appoggio su Batum.
La squadra di Clifford sul possesso successivo si salvava; spingendo il cronometro verso i 24 Walker pasticciava in palleggio ma recuperava palla a terra nonostante la pressione difensiva e faceva partire un tiro forzatissimo all’ultimo decimo che riusciva a colpire anche il ferro, il rimbalzo era di Jefferson e il canestro che lasciava il laconico commento “Oh, no” ai telecronisti Heat era vitale per noi.
Big Al in difesa finalmente si vedeva contrastare seriamente un tiro e Whiteside, infatti, andava fuorimisura.
A 4:05 Batum segava un tiro in sospensione notevole con Richardson aggrappato come un koala al suo ramo.
Richardson si vendicava segnando tre punti a 3:38.
Solissimo Kemba in recupero lo toccava e gli consentiva l’opportunità per un gioco da 4 punti, ma il giocatore di Miami sbagliava ancora clamorosamente dalla linea.
A 3:24 Batum guadagnava 3 FT toccato da Richardson aggressivo in uscita dal blocco si Williams.
3/3 per Nicolas e Hornets sul 101-95.
Lee compiva una gran difesa su Wade che forzava e prendeva solo l’anello, Johnson, però dalla diagonale sinistra con un missile da tre punti su Marvin rendeva ancora interessante la gara riportando a -3 i rossi di casa.
Batum però era uomo d’esperienza e anche da brivido; fade-away rischioso su Johnson a 2:11 e 103-98.
Tornati a -3 con due FT di Deng a 1:50 gli Heat lanciavano l’assalto finale ma Batum con una penetrazione faceva apparire tutto semplice, passaggio corto nel centro area per Jefferson che con il minimo sforzo alzava la palla battendo i difensori che sceglievano d non commetter fallo.
Squadre a vuoto sino a 17.6 dalla fine.
Trattenuta di Jefferson a rimbalzo difensivo su Whiteside e 2/2 del centro di Miami per il 105-102.
Per un fallo su Marvin a :15.6 la nostra PF rischiava di compromettere l’esito del match.
Sotto grandissima pressione sbagliava malamente i suoi due liberi e Miami rimaneva a -3 palla in mano.
Spolestra prediligeva l’appoggio veloce di Wade, anziché andare per la tripla del pari e a :4.09 i suoi erano obbligati al fallo.
Lin era freddo e infilava i liberi.
Wade sorprendeva tutti appoggiando ancora da vicino ma i rossi rimanevano sul -1 e Deng andava a sbattere contro il guscio di Lin e rimaneva a terra, tuttavia il fallo era suo.
Ancor più glaciale Lin congelava l’inferno di Miami a :3.08 dalla fine. Nulla da fare per Wade sull’ultimo tiro; ricezione in punta, passi verso destra e tiro quasi frontale (centro/desra) ma sballato sulla destra del ferro con Lee a dar fastidio.
Charlotte si salvava e vinceva una partita fondamentale per aspirare magari a un primo turno playoffs da giocare in casa.
Charlotte nonostante dal pitturato gli Heat abbiano tratto vantaggio, ha vinto la gara sfruttando la percentuale nel gioco da tre punti, pari al 50%…
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Pagelle:
 
Walker: 7
21 pt. (7/18), 7 rimbalzi, 7 assist. Alla fine la sfida con Dragic la vince lui. Bel duello, Kemba fa bene anche stanotte.
 
Lee: 7
13 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 1 assist. Va in doppia cifra, ma soprattutto tiene Wade alla grande come due difese chiave nel finale. Gli concede 4 punti nel finale per non far eventualmente un fallo che porterebbe gli Heat alla parità. Tenta di bloccare la tripla di Wade finale, con la SG che non pare convintissima al tiro. Wade segnerà 11 punti con 3/13 al tiro con due tiri finali concessi…
 
Batum: 7
19 pt. (7/19), 5 rimbalzi, 7 assist. Stoppato tre volte, non fa niente, contribuisce dopo un primo tempo orrendo, di quelli che raramente gli capitano e lo rendono irriconoscibile a battere gli Heat con una ripresa in spolvero con canestri importanti nel finale.
 
M. Williams: 6,5
12 pt. (4/8), 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Da 7,5 prima del finale, ma 1 punto in meno per quei due liberi che avrebbero potuto costarci caro. Macchina da 3 punti con 4/5.
 
C. Zeller: 6
6 pt. (3/6), 3 rimbalzi. Finisce per giocare poco più di 14 minuti. Jefferson è in forma. Lui non demerita segnando anche durante la rimonta nel secondo quarto.
 
Jefferson: 7,5
21 pt. (10/16), 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Migliorasse un po’ in uscita in difesa sarebbe perfetto. Esce lentamente, ma quando lo fa in maniera più veloce è utile. Preso in mezzo nel break degli Heat, restituisce con gli interessi. Inarrestabile in attacco per i ragazzi di Spolestra. Dalla panchina con precisione.
 
Kaminsky: 6
6 pt. (3/4), 1 rimbalzo, 1 assist. Male sul break degli Heat in difesa. Nello stesso finale di periodo però si riscatta.
 
Lin: 7
6 pt. (1/6), 3 rimbalzi, 1 assist. Prende una botta in faccia ogni due partite di media, Deng gliene rifila una anche se è il n°9 degli Heat a crollare al suolo. Direi da 5,5 senza quei liberi nel finale importantissimi, non semplici da segnare visto l’effetto Heat fan.
 
Daniels: 5,5
3 pt. (1/2), 1 rimbalzo. Difensivamente è no. Segna la sua tripla, un ½ che a conti fatti è la differenza tra i due team.
 
Hansbrough: 5,5
2 pt. (1/1), 1 rimbalzo in 6:34. Un loose ball foul chiamato contro che sarebbe potuto essere pesante si rivela un boomerang per il Calore. Un canestro in poco tempo.
 
Coiach Clifford: 7
Scelta vincente quella di Lee nel finale. Partita rischiosa. Andare sempre ai jumper e da fuori da tre punti. Affiniamo le armi visto che contro Miami nel pitturato è dura. La squadra si riprende con l’ingresso di Kemba post rotazioni. Finale intelligente con spaziature, gioco di squadra e ritmo imposto alla partita, almeno in attacco.

Classifica al 17/03/2016

chaclassmarzoLa classifica prima dello scontro nella notte che vedrà gli Charlotte Hornets recarsi a Miami per una sfida dal sapore di playoffs.

Non partiamo da favoriti ma i valori sono simili, anzi, per certi versi Charlotte è superiore, anche se gli Heat proveranno a sfruttare il fattore campo.

Per sperare di vincere non dovremo mollare un cm.

Atlanta giocherà trenta minuti dopo di noi in casa contro Denver (nostri prossimi avversari) nella notte, la battaglia, dietro Cleveland e Toronto, dal terzo al settimo posto è apertissima con cinque squadre che si contendono due posti per avere il fattore campo al primo turno playoffs.

Boston senza Jae Crowder ha perso anche con Oklahoma City in casa ed è stata risucchiata nel gorgo.

Indiana segue a distanza e nella notte ospiterà Toronto.

Prossimamente daremo uno sguardo più approfondito al calendario.

Intanto è battaglia nella Eastern Conference…

Let’s go Hornets!