Playoffs Game 6; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 90-97

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Sottotitolo; Maledetta ComplicaziHornets

Walker con le sue accelerazioni ha riportto Charlotte a giocarsi la partita ma non è bastato.

Walker con le sue accelerazioni ha riportato Charlotte a giocarsi la partita ma non è bastato.

 
Wade through Hornets defense…
Charlotte aveva un match point da giocare in casa, guadagnato con fatica a Miami.
In perfetto stile Hornets, cui evidentemente le cose più semplici non piacciono, l’ha sprecato.
Delusione tra i tifosi dell’Hornets Nation e all’Alveare espugnato nella partita più importante giocata sino a oggi nonostante un Kemba da 37 punti, massimo in carriera nei playoffs per lui…
Sono mancati alcuni attori protagonisti di gara 5 come Marvin Williams e Jeremy Lin.
La difesa di Miami ha fatto un lavoro veramente eccezionale contenendo Lin e mettendo in difficoltà l’attacco di Charlotte che si è dovuto troppo spesso affidare a un Walker.
Kemba nel finale ha rischiato anche di far vincere Charlotte sempre a inseguire nel secondo tempo senza mai riuscire ad arrivare almeno al pareggio.
A parte i pick and roll o le isolation di Miami, nel finale è emerso Wade che con gli infrarossi, scrutando la difesa di Charlotte la batteva con due triple, un fade-away dopo il giro completo su se stesso con Lee appiccicato più una stoppata su Walker.
Il N°3 di Miami ha detto che si sarebbe dovuti tornare a Miami per giocare la decisiva gara 7, nella quale gli Heat potrebbero avere il vantaggio del pubblico amico, mente gli Hornets dovranno decidere cosa fare da grandi; se per loro questa gara 6 sarà una mazzata psicologica Miami passerà il turno, se invece saranno calmi e prevarrà la sana voglia di rivalsa sportiva (come quella usata da Miami stanotte), allora avremo ancora una volta una partita intensa dagli esiti incerti, ma state pur sicuri che Charlotte in quel caso sarebbe una brutta cliente per tutti.
 
Kaminsky, partito ancora nel quintetto iniziale. Dovrà riuscire a strappare qualche rimbalzo in più in gara 7.

Kaminsky, partito ancora nel quintetto iniziale. Dovrà riuscire a strappare qualche rimbalzo in più in gara 7.

Durante la presentazione le formazioni si rivelavano.
Per Miami lo starting five era il solito; G. Dragic, Wade, J. Johnson, Deng e Whiteside, Charlotte si adattava come al solito con; Walker, Lee, M. Williams, F. Kaminsky e Jefferson con Batum lasciato precauzionalmente ancora in panchina.
 
La palla a due era vinta come il solito da Miami, Kaminsky non saltava nemmeno e Whiteside la portava nella propria metà campo, Heat che varcato il passo della frontiera offensiva lasciavano a Deng l’incombenza di segnare, dal palleggio si staccava da Kaminsky e realizzava lo 0-2 a 11:38, passavano, però solo 12 secondi e un’accelerazione di Kemba era già letale, appoggio sulla destra del canestro e pareggio.
Wade a 10:13 dalla media distanza a sinistra riportava gli ospiti sul +2 ma Jefferson a 9:28 aveva la meglio dal post basso sinistro della lunghezza di Whiteside, i suoi movimenti producevano l’allungo oltre il centro avversario e l’appoggio per riequilibrare il punteggio.
Kaminsky portava per la prima volta in vantaggio gli Hornets con un giro antiorario chiuso in gancio in uno contro uno sulla baseline destra all’incrocio con il pitturato.
Deng da sotto e Whiteside, grazie al rimbalzo offensivo e al tiro ravvicinato ribaltavano il vantaggio ma Kaminsky approfittava di uno scarico indietro di Kemba per avere spazio e colpire da tre punti con i quali ripassare in vantaggio sul 9-8.
Per un aiuto falloso dello stesso Frank a 6:39 Wade andava in lunetta ma realizzava solo il secondo libero ristabilendo la parità appena sotto la decina, superata dagli Hornets attraverso i FT a 6:22; era ancor Kaminsky a crearsi un tiro andando all’indietro, Deng era eccessivo andando a buttarsi sulla corazza del carrarmato, così arrivavano i liberi dell’11-9. Johnson con un’esitazione si procurava un comodo floater nel pitturato a 6:13 con il quale pareggiava, a questo punto Walker trovava un break da 7 punti per Charlotte (due entrate intervallate da una tripla in transizione), ma Miami con un contro parziale pareggiava a quota 18 con Deng da fuori.
Il time-out voluto da Clifford per arginare il momento no non serviva; Lin alzava troppo la parabola che finiva si oltre Whiteside ma sul secondo ferro mentre dall’altra parte un movimento di Wade sulla linea di fondo sinistra gli serviva per arrivare ad appoggiare il 18-20.
Hornets che si riportavano in perfetta parità con Zeller, il quale dopo una lunga azione di squadra, sulla destra fingeva il tiro, Whiteside gli franava addosso saltando nettamente in lungo, così Cody a 2:24 piazzava i suoi liberi.
Deng in entrata e Zeller inserendosi e concludendo con la mano sinistra in appoggio su retropassaggio di Lin riscrivevano il pareggio.
Richardson dalla diagonale sinistra però si confermava tiratore temibile e metteva una bomba che dava il +3 agli ospiti.
Il punteggio si alzava per i canestri di Zeller e Dragic ma il distacco rimaneva il medesimo alla prima sirena, Hornets a rincorrere 24-27.
 
Le difficoltà di Lin si evidenziavano subito anche nel secondo quarto quando andando per un reverse layup cercando di evitare la stoppata calibrava sul secondo ferro, Marvin recuperava fortunatamente il rimbalzo offensivo, ma poso dopo Lin nel mezzo della metà campo offensiva girava su se stesso cercando qualcuno da servire ma, Clifford accortosi che Jeremy non trovando nessuno rimaneva bloccato, chiamava un break da 20 secondi.
Walker con un fantastico cambio mano in appoggio provava a battere la difesa di Miami, ma un altrettanto prodigioso Richardson in recupero con la stoppata negava la gioia del canestro a Kemba, ripartiva Miami in attacco, anche qui sembrerebbe canestro fatto ma Winslow lanciato era fermato da uno Zeller lanciatissimo dietro di lui in recupero che inchiodava la sfera al plexiglass.
Non segnava Miami sul prosieguo e Walker in contropiede segnava fluttuando in elegante appoggio.
Lin in attacco era stoppato da Wade, ma da pochi passi raccoglieva Batum che non aveva difficoltà a segnare.
Un banker di McRoberts riportava a +1 Miami a 9:38.
Una dozzina di secondi più tardi Walker invertiva il vantaggio con due FT ma il team che comandava cambiava nuovamente e ripetutamente con Wade in floater a 8:49, con Zeller a 8:37 sempre in floater, con due FT di Whiteside a 8:24 finché Winslow recuperando un rimbalzo sotto non allungava sul 34-37.
Kemba accorciava ma ancora Winslow ridistanziava Charlotte grazie a due liberi (fallo di Lin), a 7:20.
Lin sbagliava dimostrandosi in serataccia, Wade falliva ma lui non l’era, Lin andava a rimbalzo, Winslow glielo strappava ma con il fallo, in bonus a 6:47 gli Hornets andavano a battere due FT con Lin mantenendo percentuali perfette.
Il 2/2 dava il 38-39 ma Whiteside dalla vernice colpiva, gli Heat compivano un primo passo decisivo per raggiungere un vantaggio che li avrebbe portati poi a comandare l’incontro quando un divino giro a 360° di Walker in corsa per liberarsi della marcatura era da svenimento, Whiteside però non si faceva incantare e andava a stoppare il tentativo d’appoggio che avrebbe meritato miglior fortuna.
Hornets impreparati sulla transizione e tripla di Richardson da destra per il 38-44.
Miami raggiungeva i 50 punti con Deng e il vantaggio aumentava a 8 (42-50), spin di Jefferson e up & under per il 44-50, gli Heat, però rispondevano con una specie di gancio laterale a una mano di Wade a superare il difensore e con Winslow che fuggiva dalla mischia per una palla a due nella metà campo offensiva degli Hornets e chiudeva in schiacciata solitaria.
Il canestro valeva il +10 che non era il massimo vantaggio ospite, raggiunto con una tripla di Deng dall’angolo a 1:32.
-13 Hornets, squadra un po’ in crisi senza i suggerimenti di Lin, ci pensava allora Batum con 4 punti consecutivi a chiudere il quarto sul 50-59.
 
La ripresa iniziava con il canestro di Jefferson a 11:40 su Whiteside, Johnson rispondeva con un lungo tre punti e Deng dalla diagonale sinistra con un lungo due cercavano di affossare Charlotte.
Walker dalla top of the key andava per la tripla cercando il contatto, scoordinato riusciva comunque colpendo il tabellone a ottenere i punti desiderati e a 9:00 dalla terza sirena Charlotte tornava sotto il gap dalla doppia cifra (55-64).
A 8:29 drive e scarico ravvicinato di Kemba per Jefferson che si lasciava andare a un’inusuale dunk appesa.
A 6:44 mentre Kemba lamentava un fallo per un sottomano mancato Dragic era abbattuto da Kaminsky in aiuto sotto canestro.
I due liberi entravano e Charlotte tornava allo svantaggio iniziale della ripresa.
Jefferson da sotto e Walker con un crossover esterno e fantastico su Deng guidavano la riscossa (60-61), ma nel momento nel quale il pubblico tornava a farsi sentire a gran voce, il lavoro di giro palla degli Heat dava i suoi frutti; il terminale era Deng che dall’angolo sinistro colpiva da tre punti per il 61-69.
Per fortuna c’era Kemba in serata opposta a quella di Lin; tre liberi a 4:33 per fallo di Dragic e 64-69.
Hornets che sprecavano un contropiede quando Walker intercettava a Deng e ripartendo in transizione due contro uno cedeva a Lin che falliva il canestro.
Entrava Daniels ma era un fantasma anche per i compagni, i quali si affidavano a Big Al che non tradiva andando nel pitturato a fare quel passetto per andare oltre Whiteside e segnare.
Fallo ma FT errato sul 66-69.
Un pullup da destra di Dragic e il vantaggio risaliva a 5, le distanze rimanevano invariate sino al termine del terzo quarto anche perché Dragic nel finale era impossibile da marcare per gli uomini di Clifford.
Ci si affacciava all’ultimo quarto così sul 70-75.
Jefferson e la sua classe hanno portato 18 punti nelle casse degli Hornets.

Jefferson e la sua classe hanno portato 18 punti nelle casse degli Hornets.

 
Lin a 10:44 segnava il suo primo canestro su azione con uno step back dalla vernice.
Haslem in attacco prendeva un rimbalzo, grave problema degli Hornets da sistemare per il possibile, e segnava i liberi a 10:19.
Lin andava a commettere sfondamento su Haslem in maniera netta, lo stesso lungo aveva a che fare con Walker a 9:43, Kemba però riusciva a batterlo andando in controtempo in ricaduta contorcendosi per realizzare con la mano destra.
Wade si dimostrava già pronto per il finale alzando una parabola alta che scavalcava un Lee attento ma impotente sul canestro del 74-79.
Arrivava anche il primo canestro di Lee, Marvin era impreciso sul floater in girata e Courtney dalla sinistra ribadiva con grinta a canestro.
Whiteside vanificava il tentativo d’avvicinamento andando con il tiro sopra Zeller nel pitturato.
Per Charlotte si metteva male quando Lin commetteva un altro fallo offensivo andando dritto per dritto a sbattere sul difensore non premiando una steal fantastica di Lee che poi gettandosi per terra e rotolando riusciva a servire anche il contropiede di Charlotte.
A 7:11 Dragic segnava facendo arrampicare la palla oltre il ferro, Zeller avrebbe la possibilità di due liberi per il quinto fallo di Whiteside ma li mancava entrambi e l’errore si rivelava pesantissimo anche se si faceva perdonare parzialmente stoppando Haslem. Continuava a “buttare” male con Lee ai quali erano fischiati i 5 secondi sulla rimessa laterale e con il jumper di Dragic i neri ospiti si portavano sul 76-85.
Con le spalle al muro e disperati, si esaltava Walker per Charlotte; dopo una penetrazione Kemba trovava il pertugio giusto per alzare da sotto il pallone del 78-85.
Marvin da tre andava corto, era Walker invece a segnare da tre punti andando dietro il blocco di Jefferson sulla sinistra, step back per battere il rientro di Richardson e allo scadere sei 24 secondi i bianchi tornavano a -4 (81-85).
A 4:01 Whiteside arrivava sul rimbalzo con Kaminsky a fare un brutto tagliafuori.
Canestro e libero mancato.
A 3:05 Wade provava il colpo del K.O., tripla from downtown e 81-90. Walker non perdeva tempo e a 2:54 accelerava contatto laterale con Hassan, per lui sesto fallo e partita finita, per Kemba un gioco da due punti per il libero mancato.
Walker a 2:36 segnava la tripla e mandava Charlotte sull’86-90, un reverse layup fatto passando da destra a sinistra sotto il ferro mostrava un Walker in formissima.
Il -2 dava ancor più entusiasmo al pubblico amico ma Wade a :46.0 metteva un’altra tripla.
A 39.3 drive di Kemba che questa volta preferiva il passaggino laterale per Big Al bravo a mettere dentro.
90-93… a risolvere la gara per Miami era Wade, gli Hornets cercavano la difesa pulita, giro si se stesso della guardia di Miami che dall’angolo sinistro del pitturato in fade-away andava oltre l’incolpevole Lee chiudeva i conti sul 90-95, andando anche a stoppare Kemba poco dopo, con gli Hornets in barca a commetter fallo solo a circa 5 secondi dalla fine.
La gara si chiudeva sul 90-97.
 
Per Miami 23 punti di Wade, 21 di Deng, tutti attivi a rimbalzo.
Gli Heat hanno vinto la lotta sotto le plance nettamente 46-31 e questo è stato il fattore determinante della sconfitta, a parte le percentuali leggermente superiori dal campo e ai liberi e quella superiore da 3, che per Miami equivaleva un 50% contro il nostro 31,3%.
Non è bastato uno stratosferico Walker da 37 punti, a Miami sarà battaglia, ora è il momento di sveglliarsi per tutti.

 

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Pagelle:
 
Walker: 7,5
 
37 pt. (14/29), 3 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Kemba nel finale è quasi romanticamente poetico. Vorrebbe scrivere il lieto fine a questo romanzo ma Don Abbondio Wade dice di no. Chissà se anche gli Hornets come Renzo e Lucia dovranno cercare la loro felicità altrove. Miami, il posto dove è iniziata la stagione e dove Kemba e tutti noi non vogliamo che finisca.
 
Lee: 6
 
2 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Alcune buone difese, indubbiamente, si staglia all’inizio dell’ultimo quarto anche se nella notte si limita al passaggio in attacco. Wade lo batte nel finale, ma sono top shot, anche se lui almeno su una tripla saltando decisamente avrebbe potuto indurlo all’errore.
 
M. Williams: 4,5
 
0 pt. (0/7), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Marvin ci ricasca incappando ancora nello 0. Pessima serata offensiva e senza il suo apporto cadiamo. Anche lui dev’essere fondamentale nelle tabelle dei punti e dei rimbalzi.
 
Kaminsky: 6
 
7 pt. (2/5), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Discreta in generale partita ma pecca un po’ a rimbalzo, dove qualche volta potrebbe fare di più.
 
Jefferson: 7
 
18 pt. (8/14), 9 rimbalzi, 1 rubata. Ha un +3, miglior +/- di Charlotte. Prova a guidare la rimonta. Non teme Whiteside che non ha la sua esperienza. Buona serata, peccato che molti altri non lo supportino.
 
Lin: 4,5
 
8 pt. (1/8), 1 rimbalzo, 1 assist. Male in difesa dove commette 5 falli facendo fatica a contenere, male in attacco con statistiche evidenti, due sfondamenti nel finale… Aggiungiamo anche che ha creato poco con le sue drive e il +/- è di -17… Coraggio Jeremy, in gara 7 dovrai trovare il ritmo, sarai fondamentale.
 
Batum: 6
 
6 pt. (2/5), 1 assist. Inizio pessimo, poi nel finale di primo tempo realizza 4 punti per riaccorciare. Si fa male o si riacutizza il problema alla caviglia. Esce e non rientra nel finale. Un peccato per come aveva giocato gara 5 negli ultimi minuti.
 
Zeller: 6,5
 
12 pt. (4/5), 3 rimbalzi, 2 stoppate. Bene con gli inserimenti, porta punti, specialmente nel primo tempo piace come si muove sul parquet. Nel finale non è così bravo e sbaglia anche due liberi importanti.
 
Daniels: s.v.
 
0 pt (0/0) in 01:35. Fantasma, anche per I compagni, cacciato dentro per recuperare ma non si riescono a creare occasioni per lui.
 
Coach Clifford: 5,5
 
Fa entrare Daniels, lo toglie. Nel finale sarebbe servito, nemmeno nei disperati secondi finali entra. Un po’ in confusione. Gli viene mancare Hawes per infortunio prima della gara e Batum durante. Kemba si carica tutto il peso sulle spalle e finisce per fallire immeritatamente il tiro del pareggio dopo aver segnato una decina di punti di seguito per i teal & purple. Deve assolutamente centrare la difesa a rimbalzo, questa è una statistica chiave che ci permetterà, se contenuti gli Heat, di passare in gara 7.

Playoffs Game 5; Charlotte Hornets @ Miami Heat 90-88

chmia
Sottotitolo: LeenvasiHornets
 
Lee festeggiato da Lin.

Lee festeggiato da Lin.

 
No, non è Will Smith vestito da agente segreto o con i suoi musicisti a cantare “(Welcome to) Miami”…
I veri men in black sono loro, i ragazzi di Coach Clifford, questa volta, però non devono difendere la terra da mostri alieni e terribili esseri arrivati da chissà quale remota galassia nel nostro universo, anzi…
Ora, in trasferta nella spirale di Miami, addestratisi in profondità nella nebulosa per nulla nitida nelle prime due gare, ora i Calabroni hanno imparato a riconoscere i pericoli secondo le regole della fisica degli Heat. Le radiazioni emesse dal calore solare delle stelle Wade, Dragic e Whiteside decadevano nel finale, quando i Calabroni sotto di uno con Lee conquistavano un clamoroso rimbalzo offensivo e già che c’era, il nostro numero 1 pensava bene di tirare da tre punti, scelta importante fatta assumendosi tutte le responsabilità del caso.
Il tiro finiva dentro e LeenvasiHornets era completata. Charlotte teneva in difesa con Walker e Lee su Dragic e Wade, così portava a casa una vittoria alla quale i più non credevano.
La chiave più importante della vittoria è stato senza dubbio il fattore mentale, Charlotte ha creduto in se stessa, l’aspetto psicologico che aveva caratterizzato i Bobcats cadere in una spirale distruttiva senza fondo è dissolta, ora gli Hornets comandano il gioco, grazie alle varie armi tattiche di Clifford; Lin allunga il campo, anche se in certe serate sparacchia troppo, Lee è un giocatore difensivo ma che nelle ultime due gare ha risolto i finali, poi i soliti Walker e Jefferson, anche Hawes sta dando il suo piccolo grande contributo.
La difesa ha irretito Dragic e Wade spesso è costretto a forzare, la sua qualità non sempre basta a far canestro, inoltre sotto chiudiamo spazi e recuperiamo palloni, quasi ogni tiro di Miami è contrastato e questo è importantissimo ovviamente.
 
Batum è tornato a disposizione e con due triple nel finale è stato anch'esso determinamnte.

Batum è tornato a disposizione e con due triple nel finale è stato anch’esso determinamnte.

 
Le formazioni erano le solite, almeno da quando Clifford da gara 3 ha assestato il suo quintetto, nonostante tornasse disponibile prima del previsto Batum. Charlotte, in nero, quindi schierava; Walker, Lee, M. Williams, Kaminsky e Jefferson, Miami; G. Dragic, Wade, J. Johnson, Deng e Whiteside.
 
Miami sospinta dal pubblico partiva a razzo; un’entrata frontale di Dragic con palla fatta sbattere al vetro finiva dentro a 11:37 per I primi due punti della partita raddoppiati da Whiteside con un tiro dal ferro amico.
Jefferson si faceva stoppare da Whiteside un tiro caricato troppo lentamente e Miami con uno spin veloce di Wade sulla baseline sinistra per liberarsi di Kaminsky segnava lo 0-6.
Il primo canestro di Charlotte era realizzato da Jefferson che si liberava di Whiteside da sotto con una buona finta e segnava a 10:18, era però ancora un Whiteside partito in maniera decisa a 10:03 a portare sul 2-8 il punteggio.
A 9:45 Hassan stoppava Kaminsky in gancio sulla baseline destra ma era chiamato il goaltending.
A 9:28 Dragic in jumper sulla sinistra mortificava oltremodo la difesa di Kaminsky, dopo qualche errore da ambo le parti arrivava il canestro di Williams in floater dopo la dribble drive esitation.
Ancora problemi sotto le plance per Charlotte quando un rimbalzo offensivo soffiato a Kaminsky da parte di Deng consentiva all’ala inglese di segnare due liberi per il fallo speso da Jefferson.
A 7:50 da sotto Whiteside evidenziava ulteriormente il dominio nel pitturato dei padroni di casa che tuttavia subivano la rimonta degli Hornets a ritmo di triple; Lee a 7:35 dalla diagonale sinistra, Williams a 7:08 dalla diagonale opposta portavano sul 12-14 il punteggio, la nota corta la metteva Jefferson in tap-in per il pareggio, mentre Frank sul pentagramma scriveva un altro 3 punti per il vantaggio (17-14).
Wade iniziava a incaricarsi di finalizzare il gioco a sulla sua strada un Kaminsky più deciso lo contrastava in maniera adeguata facendolo sbagliare mentre Walker con un’altra tripla estendeva il pezzo e il vantaggio sul 20-14.
Deng con una tripla aperta dal corner destro registrava qualcosa anche sullo spartito di Miami che tornava al -1 con un’entrata di Wade.
A 3:32 era Walker ad andare ancora di tripla da qualche passo oltre la linea dei tre punti e oltre Richardson per il 23-19.
Miami segnava comunque 4 punti; Dragic in contropiede a 2:11 pareggiava.
Era Hawes a 1:12 a sbloccare la parità avvantaggiandosi sul giro palla degli Hornets; finta, vantaggio preso e floater tagliato frontale a segno. Winslow servito bene sotto pareggiava, chiudevano il quarto tuttavia 3 FT di Charlotte (1/2 di Lin e 2/2 di Walker che a :00.3 chiuso da tre Heat subiva la spinta sulla schiena da parte di McRoberts).
28-25 il finale di prima frazione.
 
Batum già entrato da poco si faceva notare guadagnando due FT a 11:47, le realizzazioni portavano il maxi schermo sul 30-25, Hawes in difesa diventava protagonista stoppando pulito un tentativo in reverse layup di Winslow e in attacco a 8:45 con un floater su McRoberts realizzava il 32-28 inaugurando un parziale di 10-0 Hornets.
A continuarlo ci pensava Lin, prima con due punti, poi con un no look pass dalla diagonale esterna al semicerchio dei tre a destra vedeva Williams in corsa che riceveva e appoggiava in layup a destra oltre Deng.
A 6:26 Lee in palleggio si muoveva avanti e indietro, sull’attacco reale a canestro era imprendibile, se non con il fallo sull’appoggio.
Due FT e +10 Hornets (38-28), Lin con un coast to coast chiudeva il parziale prima che Wade segnasse il 40-30.
Lin tornava a dispensare assist andando insistentemente in palleggio a cercare la zona sotto il ferro, cedendo per l’entrata di Williams bravo a realizzare il facile appoggio per il +12.
Wade segnava ancora e Miami rientrava psicologicamente in partita quando Richardson dava indietro a un Deng lanciatissimo in corsa che tirava giù una slam dunk a 4:36.
Lin rintuzzava con un ½ dalla lunetta a 4:13 ma Miami con due transizioni accorciava sino al -5 (43-38).
A 2:58 arrivava anche una slam dunk di Wade, 15 secondi più tardi Lin rispondeva fornendo l’assist per Jefferson; Jeremy raddoppiato fuori allungava il campo servendo un indisturbato Big Al sotto canestro che restituiva la schiacciata.
Williams perdeva banalmente palla in palleggio in attacco, in transizione Richardson andava a sbattere su un Walker perfettamente piazzato scatenando le ire di Spolestra contro gli arbitri che avevano pienamente ragione a chiamare sfondamento.
Un altro passaggio da fuori di Lin allungava la difesa, il resto lo faceva Jefferson che con il suo gancetto batteva la difesa di Miami a 1:47 per il 47-40.
Un blocking foul generoso di Lin (ingenuo ad allungarsi) su Deng con il 2/2 ai FT, un tiro in avanzamento di Joe Johnson, sostanzialmente una guardia lunga più un ½ ai liberi dello stesso Joe (fallo di Lee che tentava di rubar palla) mostravano il buon momento di Miami che si rifaceva sotto. -2.
Lin da sotto per Jefferson però era un asse ancora funzionante, il 49-45 non era l’ultimo canestro del primo tempo che era appannaggio di Miami con un tiro in entrata effettuato inarcando la schiena all’indietro di Wade contro Lin.
Due punti e Hornets sul +2 negli spogliatoi.
Passavano 14 secondi dall’inizio della ripresa e Jefferson da pochi cm a canestro alzava il gancio da due punti sopra Whiteside, Dragic 18 secondi più tardi batteva in entrata la difesa di Clifford, le squadre quindi non si distanziavano, nemmeno nel caso nel quale Wade nell’angolo destro non riusciva a far uscir palla, Jefferson con le sue manone tappava la via di fuga, recuperava, la sfera poi finiva a Williams che con l’open frontale da tre punti portava sul +5 il Jordan team.
Il problema è che Joe Johnson da destra sganciava la bomba per riportare i bianchi sul -2 immediatamente dopo.
A 9:43 Charlotte prendeva il gusto della tripla, buon pick and pop per Kaminsky e bomba del 57-52, questa volta prima della risposta di Miami intercorrevano diversi errori offensivi da ambo le parti, infine arrivavano i canestri di Wade e Dragic per il -1.
Charlotte si bloccava in questo avvio ripresa e Miami a 7:02, dopo aver innescato, grazie a un discreto giro palla, Deng sotto il ferro a sinistra passava avanti con due FT capitalizzati dal n°9 di Spolestra.
Miami arrivava sul 57-62 prima che una penetrazione di Batum sulla destra attraesse anche Whiteside sotto canestro, sul raddoppio il francese lasciava andare il passaggio dietro la schiena per il piazzato di Jefferson dalla media diagonale destra.
Batum dalla destra in contropiede serviva con assist teso nel mezzo sulla corsa Zeller che inchiodava la running dunk per il 61-63.
Richardson su un doppio scarico esterno (da sotto per il corner destro e poi fuori sulla diagonale dello stesso lato) infilava la tripla, Walker splashava da oltre l’arco rispondendo ma ancora il numero 0 di Miami era rognoso; altro tris di punti per la squadra di Spolestra che conduceva 64-68.
Si metteva male per Charlotte quando Johnson in entrata nel pitturato segnava con il suo classico tiro alzato a una mano, più che una sentenza. Il -6 (64-70) era preoccupante; Lin cercava di reagire, l’incursione trovava il contatto con il braccio di Johnson, Lin andava avanti un po’ fuori equilibrio tirava senza più mani avversarie addosso, gli arbitri propendevano per i due liberi nonostante i fischi di Miami.
Era ½ e il periodo andava in archivio sul 65-71.
 
Hawes al tiro.

Hawes al tiro.

 
L’inizio dell’ultimo quarto vedeva Lin con giro e appoggio in area ad accorciare sul -4 ma Johnson era spina nel fianco a 9:28, solito lavoro con entrata e tiro in floater più libero guadagnato e realizzato questa volta. Hornets sul gelido -7 (67-74).
Oltretutto a pochi secondi dalla fine dell’azione offensiva la squadra di Clifford si trovava fuori area con Hawes palla in mano senza possibilità reali di far canestro, Kemba sulla sua sinistra si smarcava e in corsa dettava il passaggio di Spencer, entrata della nostra point guard e contatto con Dragic a 9:08.
Il totale faceva un gioco da tre punti con i quali accorciare il divario a 4.
A 8:40 Richardson segava due pt. dalla lunga distanza, il pubblico rumoreggiava, i giocatori meno indicati avevano palla in mano, Zeller si trovava chiuso ricevendo sotto canestro, scaricava indietro per Hawes che mostrava di saper tirare dalla media fronte a canestro.
Big basket in un momento delicatissimo a 8:13 dalla fine.
Johnson da tre cacciava un air-ball, dall’altra parte sulla destra Lin arrivava sulla baseline e faceva partire un lungolinea raccolto quasi a livello parquet da Batum che si coordinava comunque bene nell’angolo sinistro e mandava a bersaglio una tripla importantissima per ricucire lo strappo; 75-76.
Whiteside andava dentro di forza e segnava il 75-78, Williams dalla diagonale di sinistra rispondeva con un lunghissimo due punti a 6:02, a portare Charlotte in vantaggio era Batum che non esitava a spostarsi anche di qualche cm in più oltre la linea dei tre punti magnificando il lavoro di Zeller in blocco altro, partiva una tripla d’oro per l’80-78.
Per un tentativo di stoppata (Batum con le braccia alzate) Whiteside andava in lunetta ma sbagliava un libero, Hornets che conservavano il +1 fino al fallo speso da Whiteside su uno Zeller in corsa servito da Walker a 4:46.
Cody era bravo a mettere i due liberi e il punteggio saliva sull’82-79.
Wade per fallo fischiato a Zeller realizzava i liberi, ancora il -1 da difendere.
Un paio di palloni non sfruttati da Charlotte in attacco (tripla mancata di Kemba e passi di Zeller nella vernice) davano il là a Deng che dall’angolo sinistro superava Batum di tripla.
Miami in festa per l’82-84.
A 3:08 ancora buon lavoro di Zeller, blocco utile e tripla di Marvin per il nuovo +1 Charlotte che durava sino a 2:52 sul floater di Wade per l’85-86. Quando Wade si ripeteva segnando un altro tiro l’American Airlines Arena esplodeva.
A raffreddarla era Lin che a 2:11 segnava un lungo due usando sempre un blocco alto per prendersi spazio per il tiro.
Richardson mancava la tripla finalmente e in un momento cruciale, un contropiede con lancio football era divorato da Lee, forse preoccupato dal rientro di Wade, l’appoggio era fuori misura.
Sull’ultimo attacco, prima di tentar di rubar palla o commettere fallo, Charlotte provava con Walker a beffare Miami, il suo tiro dallo spigolo sinistro dell’area in step back per evitare i tentacoli di Whiteside però finiva corto, Lee era iperattivo e dall’angolo destro correva a prender la sfera che stava cadendo nella terra di nessuno in mezzo a un nugolo di giocatori, uscendo scambiava lateralmente e velocemente con Lin, nessuno si filava Courtney che si prendeva la responsabilità di un tiro pesantissimo, la tripla s’infilava per il 90-88 a 25 secondi e due decimi dalla fine.
In difesa Charlotte reggeva l’urto, Dragic nell’angolo sinistro era reso inoffensivo; Walker stoppava il suo tentativo ma la palla a spicchi finiva tra le mani di Wade, il quale da sotto sembrava avvantaggiarsi su Lee, che rientrava con il braccio, aiutato da Zeller in chiusura, la sfera carambolava sul braccio di Lee proteso a difesa.
Fallo e Hornets alla rimessa, dopo la prima con annesso replay degli arbitri e scelta invertita affidando giustamente ancora alla squadra del North Carolina la rimessa perché sul tocco del numero 3 Heat il piede sinistro era oltre la riga del fallo laterale.
Sulla seconda rimessa Richardson e Deng si scontravano mancando il fallo programmato su Zeller che con il minimo spostamento faceva la figura del ninja vestito di nero.
 
Lee infila la tripla...

Lee infila la tripla…

 
Da aggiungere che oltre al vantaggio ottenuto dalle mino palle perse (12 a 14) e i punti relativi ai fast break 16-9, Charlotte ha tirato con il 50% da tre punti (12/24), altro fattore chiave nella vittoria. Ora Charlotte avrà il match ball casalingo tra due giorni, da sfruttare assolutamente se si vuole vincere la serie.
Si alza già forte il ronzio dall’Alveare per tentare l’impresa…
 
Walker a pochi secondi dalla fine dopo aver fermato Dragic.

Walker a pochi secondi dalla fine dopo aver fermato Dragic.

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Pagelle:
 
Walker: 6,5
14 pt. (4/18), 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Impreciso, specialmente in avvio di ripresa sbaglia parecchio, viene bloccato quattro volte al tiro ma si vendica con la più importante delle stoppate.
 
Lee: 7
8 pt. (2/9), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Fa 0/7 da due, ma 2/2 ai liberi e 2/2 da tre, con quel tre punti e quel rimbalzo che valgono più del platino e dello zafferano messi assieme. Decide la gara, anche se Wade fa il Wade, nel finale gli nega il canestro del pareggio.
 
M. Williams: 7,5
17 pt. (7/10), 8 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. E’ tornado il vero Marvin Williams. Se non sempre in difesa può fermare l’avversario, in attacco da un contributo fantastico. Sbaglia poco, s’inserisce bene e direi che in SF sta meglio rispetto alla PF dov’era un po’ in difficoltà difensiva con Deng. Sale in cielo per un tap-in dall’elevazione impressionante sovrastando la difesa degli Heat ma è sfortunato nel tocco.
 
Kaminsky: 6,5
8 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 1 rubata. Partita degna di Frank. Terza volta titolare gioca oltre i 27 minuti.
 
Jefferson: 6,5
14 pt. (7/14). Esce nel finale. 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Ha un -10 di +/-, nel finale entra Zeller. Lui non fa male comunque. Passa da tiri non troppo belli alle sue classiche azioni da basket nostalgia.
 
Lin: 7
11 pt. (4/10), 6 rimbalzi, 7 assist. Limita a due i palloni persi, nel finale qualche errore al tiro ma anche un due punti lungo importante. E’ uno dei quattro maggiori driver in tutte le serie di playoffs quest’anno insieme a Kemba. Serve e funziona, quando smette d’attaccare la squadra a volte rimane bloccata e impacciata.
Lascia qualcosa a Richardson che diventa odioso.
 
Batum: 7
8 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 3 assist. Ne prendesse una all’inizio, poi due triple fondamentali. La variabile rispetto all’ultima sfida, valore riaggiunto. Non zoppica ma si vede che inizia non troppo convinto. Un assist per Zeller con i tempi e la forza giusta da applausi.
 
Zeller: 7
4 pt. (1/4), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Rientra nel finale, commette tre falli. Bravo in difesa. In attacco combina poco. Li annullano un canestro per colpa di un fallo offensivo di Hawes. mezzo voto in più per il suo ottimo lavoro sui blocchi alti che consente ai compagni canestri importanti.
 
Hawes: 7
6 pt. (3/5), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. A parte magari il fallo offensivo che nega il canestro a Zeller in difesa se la cava, fa sbagliare a inizio ultimo quarto Dragic in attacco al ferro, centra un canestro fondamentale per non andare in emorragia sempre nell’ultimo periodo. Buoni canestri senza strafare.
 
Coach Clifford: 7,5
Gestione ottimale delle rotazioni anche se qualcuno meriterebbe il parquet, ma la quadratura è stata trovata. Batum compreso. Lo fa giocare nel finale, anche se sembrava impresentabile e paga. Mette gli uomini giusti al momento giusto, così dice il risultato. Bravissimo a interrompere il flusso d’energia tra pubblico e squadra di Miami a inizio gara, da lì riparte pe la rimonta. Tocchiamo il +12, e se Miami rientra noi nei finali punto a punto siamo tostissimi.
 
 

Playoffs game 4; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 89-85

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Sottotitolo; OrgogliHornets

Kemba Walker e la sua serata da 34 punti.

Kemba Walker e la sua serata da 34 punti.

 
Prova di carattere e orgoglio di Charlotte che si conferma squadra casalinga.
L’Alveare in stile playoffs sembrerebbe essersi risvegliato anche a livello di sonoro.
Alla Time Warner Cable Arena gli Hornets quindi pareggiavano la serie sul 2-2.
Lontani dall’occhio di Mordor di Miami e dal cancello nero, le lingue di fuoco degli Heat sembrano essere meno efficaci. Inoltre la compagnia dell’anello di Clifford sembra aver trovato in peregrino Lin il gregario giusto per dare una mano a Frodo Walker e far saltare la difesa degli Heat.
La corazza difensiva di Lee su tutti, ma anche Walker, Williams e altri, ha permesso di vincere una battaglia tra due delle difese più interessanti della NBA nonostante noi non avessimo un vero protector rim.
Se i titolari tengono botta con le loro caratteristiche, osservare il plus/minus della panchina degli Hornets a confronto con quella degli Heat, le rotazioni potrebbero darci un vantaggio anche a Miami a patto di giocare seriamente.
Quando sullo 0-2 tutto sembrava perduto per il bastione degli Hornets, ecco arrivare l’esercito fantasma a spazzare ogni altra ombra di dubbio; abbiamo una serie, anche se per riuscire a vincerla dovremo fare l’impresa a Miami e mantenere l’imbattibilità casalinga.
 
Le squadre erano riconfermate rispetto a gara 3; Dragic, Wade, Johnson, Deng e Whiteside per gli ospiti in nero, Walker, Lee, M. Williams, Kaminsky e Jefferson per Charlotte in classica tenuta bianca.

Jefferson partiva ancora titolare. Qui in mezzo a Winslow e Whiteside.

Jefferson partiva ancora titolare. Qui in mezzo a Winslow e Whiteside.

 
Prima palla per Wade che andava nel pitturato a sfidare Lee, ma il suo tiro ravvicinato colpiva solo il ferro così come la tripla di Kemba, arrivava così a 11:08 la classica tripla di apertura di Deng.
Whiteside raggiunto da un passaggio ravvicinato si trovava solo e schiacciava a 10:18 lo 0-5, a portare i primi due punti in casa Hornets era un uno contro uno di Jefferson che nel cuore del pitturato si girava e alzava la parabola per il suo classico tiro a una mano.
Dragic dalla diagonale destra però batteva Lee cercando di mandare la sua squadra in fuga, Kemba però nel traffico superava come una Formula uno tutti i mezzi di Miami e concludeva in reverse layup per il 4-8.
Jefferson era stoppato allo zenit della parabola da Whiteside, una tripla di Deng non entrava così come quella successiva tentata da Lee, Wade pascolava in area e metteva anche il decimo punto per la squadra in maglia nera.
Kemba come Jefferson era impreciso nel primo quarto, così Miami con due passaggi tornava in attacco e liberando Johnson oltre la linea dei tre punti otteneva anche il 4-13.
Per smuovere le acque in attacco Clifford spediva in campo Lin che subiva due falli in pochissimi secondi da Wade, la seconda volta andava in lunetta e segnava i due FT mandando il numero 3 degli Heat a sedersi in panchina.
Una penetrazione di Dragic che evitava anche l’aiuto di Jefferson riportava al +9 gli ospiti, Charlotte reagiva con l’appoggio di Jefferson che andava a battere Whiteside, il quale tuttavia a sua volta muovendosi nel pitturato riceveva e con un passetto laterale a destra resisteva alla trattenuta di Kaminsky segnando il canestro ma fallendo il FT concesso dagli arbitri.
Le difficoltà degli Hornets ad andare a canestro erano condensate tutte nell’azione seguente; step back forzato di Kemba che non entrava, rimbalzo di Jefferson, giro e tiro che finiva sulla base del ferro.
Era certamente presto, però, per mollare la presa, così gli Hornets tornavano in attacco e Big Al dal post basso sinistro forzava andando a sbattere su Whiteside, il ferro questa volta dava una mano e anche gli Hornets entravano in doppia cifra (10-17).
Dragic entrava in penetrazione sul centro sinistro sgomitando un pochino sul petto di Lin, parabola alzata per l’appoggio e 10-19.
Big Al con i suoi movimenti costringeva al fallo Whiteside e andava in lunetta a 3:50, dove mancava il primo libero, segnava il secondo prima di assistere a qualche errore e qualche palla persa da parte delle due squadre, gli Heat andavano a segno con una jam di Stoudamire che recuperava anche un FT (a segno) per il fallo di Hawes a 2:33.
Miami doppiava Charlotte sull’11-22.
Il crack della partita per gli Hornets non poteva che essere Jeremy Lin; attaccando Stoudamire arrivava un fallo su di lui a 2:01, due su due e palla recuperata in difesa proprio da Jeremy in raddoppio su Wade, la palla scippata consentiva l’attacco a Kemba che attaccava Richardson sulla baseline sinistra, contatto sul tiro da dietro il tabellone, canestro e FT a segno per il 16-22 a 1.25.
Deng dalla media provava a spegnere il fervore dei piccoli Calabroni ma Lin toccato da due giocatori sul suo attacco verticale fronte a canestro trovava la continuazione; rilasciando la sfera che s’inerpicava sul primo ferro e varcava il valico metallico per ricadere dentro la retina.
Il libero finiva ancora dentro e a :43.2 la squadra del North Carolina tornava al -5, anche se a chiudere il tabellino punti del primo quarto era Deng con un atletico appoggio saltato in allungo oltre i difensori fatto con il braccio destro completamente esteso.
Il 19-26 era punteggio bugiardo però, ritmi alti che gli Hornets gestivano male e che nel secondo quarto cercavano di controllare…

Lin con 21 punti ha guidato la panchina di Charlote limitata a 3 unità. Lui e altri due lunghi (Zeller e Hawes).

Lin con 21 punti ha guidato la panchina di Charlote limitata a 3 unità. Lui e altri due lunghi (Zeller e Hawes).

 
Deng a 10:48 provava la tripla da destra, Marvin in allungo perdeva l’equilibrio e franava sul numero 9 avversario regalando tre liberi (il tiro era finito sul ferro).
Il 3/3 ricacciava pesantemente indietro Charlotte sul 19-29, le difficoltà c’erano anche in attacco, Hawes era stoppato ma riprendeva e ritentava, sul rientro di Deng che si allungava per la stoppata Spencer trovava il contatto e due liberi sfruttati al massimo.
Stoudamire però li vanificava immediatamente andando a mettere due punti da sotto, Cody continuava la battaglia dei lunghi appoggiando di mano sinistra sulla sinistra della tabella oltre gli uomini in nero.
I Calabroni spinti dal pubblico di casa incominciavano la vera rimonta a 8:06; Penetrazione di Lin fin sotto canestro, passaggio corto per Zeller che metteva dentro, Lee a 7:27 partiva sulla sinistra e sorprendeva Winslow appoggiando al vetro, Deng dall’angolo destro da tre punti non infilava anche grazie alla presenza attiva di Zeller e Charlotte finiva per pareggiare a 6:48, quando Wade rimaneva dietro a un blocco alto di Cody e Lee andando a prendersi il tiro da oltre l’arco dalla top of the key impattava a quota 32.
Gli Hornets non si fermavano a metà dell’opera ma proseguivano; Kemba era abbattuto sotto canestro e a 6:05 portava sul +2 la squadra in divisa bianca.
Sempre lui a 5:09 con una cucchiaiata sottomano sulla destra faceva segnare il 36-32, Johnson però, sfruttando il giro palla di Miami che faceva lavorare Charlotte sulle rotazioni, con la sua freddezza ed esperienza infilava una tripla dalla diagonale destra a 4:29.
Diciannove secondi più tardi un acrobatico Lin riusciva ad andare oltre alla difesa di Miami per l’appoggio non semplice sulla destra.
Un contropiede tre contro uno di Charlotte era mangiato, divorato da Kaminsky, il quale prendeva però il rimbalzo e dopo aver subito fallo si faceva perdonare con un 2/2 dalla lunetta per il 40-35.
Kemba entrava in modalità attacco a canestro e cambiando l’appoggio in salto eludeva la difesa di Dragic per il 42-35.
A 2:09 il pubblico disapprovava rumoreggiando per un fallo chiamato a Lee (già puntato dagli arbitri in un altro paio di occasioni dubbie) in marcatura dietro Wade che francamente pareva più che generoso, ammesso che ci fosse.
A 2:09 Dwyane si presentava in lunetta ma splittava mandando la gara sul 44-37.
A 1:53 si concludeva sulla sinistra un gioco di scambi tra Lee e Jefferson, il sistema binario funzionava, Lee andava a orbitare dietro la faccia scura del pianeta Big Al eclissandosi per i difensori di Miami e realizzava in jumper il 46-37.
Le squadre rientravano nella lockeroom sul punteggio di 48-39 per Charlotte dopo i jumper di Walker e Dragic, più l’ultima ottima difesa di Lee aiutato all’ultimo da Zeller in raddoppio su Wade che colpiva il ferro.
 
Charlotte a inizio ripresa con un parziale di 9-0 volava… dopo 14 secondi dall’inizio della ripresa arrivavano due punti di Kaminsky, dalla difesa di Kemba, bravo a portar via palla a Whiteside, nasceva la transizione guidata da Walker e non finalizzata da Lee.
Il tiro del nostro numero 1 non era preciso perché in ripiegamento Dragic commetteva fallo.
Lee segnava i liberi e a 10:37 Jefferson in post basso sinistro giocava fuori un pallone per Kemba, dalla diagonale sinistra in ritmo il nostro play fendeva il cotone interno della retina e portava Charlotte sul 55-39.
Miami perdeva un pallone sull’asse Dragic/Whiteside, con il centro che non controllava la sfera sulla pressione retrostante di Kemba, il quale ormai sembrava un polipo in difesa dopo aver rubato un pallone a un Dragic troppo confidente nel palleggio sul post basso destro.
A 9:27 Big Al prendeva in area quel pizzico di vantaggio per segnare altri due punti; il +18 (57-39) era punteggio che sembrava già poter chiudere la partita.
Lo sloveno degli Heat con una tripla schermata accorciava le distanze sul -13, Deng a 7:49 con l’ennesima sua tripla della serie assottigliava il gap sotto la soglia dei 10 punti (58-49), i ghiacci di Charlotte si scioglievano velocemente con la tripla di Johnson in faccia a Marvin a 6:35, erano tre punti per il 58-54. Whiteside da sotto poi mostrava l’effetto serra del calore degli Heat anche sulla crosta della vernice, due punti a 5:55 con Miami sul -2.
A Charlotte mancava sicuramente l’energia di Lin in campo, squadra troppo bloccata, Kemba allora faceva da solo a 5:04, meraviglioso crossover chiuso in layup su Deng. Richardson dalla diagonale sinistra concedeva agli Hornets il minimo vantaggio; il suo tris di punti lasciava gli Hornets sul +1, 60-59. Kemba nella metà campo offensiva degli Honets non studiava nulla, semplicemente ripeteva l’attacco a canestro, questa volta chiuso sula sinistra con la mano sinistra, la vittima che non reggeva il passo questa volta era Stoudamire.
Dopo due liberi di Wade a segno (62-61), Charlotte riceveva da Zeller 4 punti; i primi due ottenuti grazie a due liberi (fallo Stoudamire), i secondi con un blitz a 2:10, entrata in corsa orizzontale di Cody in uno contro uno, gancio alzato abbastanza particolare, così faceva ottenere ai nostri un +5. Richardson provava ad accorciare da sotto ma Lin gli toccava la palla definitivamente stoppata dall’arrivo di un carichissimo Marvin Williams.
Un bel canestro tra Hawes, passaggio sulla corsa per Lin che in salto pareva un treno spostando Richardson (a contatto in salto al quale veniva chiamato il fallo) sull’appoggio era propedeutico al gioco di tre punti che chiudeva un parziale di 7-0 e il quarto sul 69-61.

Le Honeybees.

Le Honeybees.

 
Gli Hornets entravano negli ultimi 12 minuti con 8 punti da difendere ma una tripla di Winslow da destra ne lasciava solamente 5 a disposizione.
Lin tuttavia dai 14 punti precedenti saliva a 20 in breve tempo, a 11:25 con un’entrata di forza su Dragic lo batteva, l’avambraccio sul fianco dello sloveno su Lin non era gradito e Jeremy completava il gioco da tre punti per il 72-64.
Winslow faceva sparire la palla a due sentinelle dei Calabroni ai bordi del ferro in appoggio frontale, ecco però arrivare a 10:44 il ventesimo punto di Lin; tripla storta che batteva sul plexiglass e finiva dentro per il 75-66.
Miami con lo stesso giocatore si portava sul 76-71 e quando Frank lo attaccava in difesa, con gli arbitri a concedere due FT per il nostro n°44, il rookie avversario n usciva indenne poiché il nostro carrarmato mancava ambedue le conclusioni.
Troppi errori di Charlotte, Miami a 6:08 si spingeva ancora sul -1, Green da sinistra su uno scarico e con Lin caduto infilava dalla diagonale sinistra il 76-75.
Kemba si assumeva la responsabilità di non far sorpassare Miami cercando di colpire in attacco e ci riusciva con un tiro dalla media a 5:55.
Green non era altrettanto bravo andando a prendersi un tiro costruitosi da solo e Kemba in incursione seminava due giocatori Heat, Wade si tuffava nel semicerchio sotto canestro incocciando il corto della nostra PG, due Ft chiamati dalla terna mentre Kemba cadeva a terra.
Il 2/2 mandava Charlotte sull’80-75.
Wade in attacco commetteva ancora fallo spingendo Kemba, charge per gli arbitri.
Mentre l’occhio infuocato di Mordor degli Heat era attratto da big Al in post basso, Jefferson non era egoista, vedeva Walker andare dietro le quinte sulla sua mattonella a sinistra, scarico fuori, diagonale da oltre la linea dei tre punti e bomba accecante.
L’83-75 a 4:58 sembrava poter chiudere i conti, anche perché Miami non segnava immediatamente ma accorciava con un floater di Johnson al quale replicava Walker a 3:50 dal suono della sirena; le sue finte e la sua alzata dal pitturato ridavano gli 8 punti di vantaggio alla squadra di Jordan.
Johnson però era uno di quei veterani che possono cambiarti le partite e con la sua tripla Miami non alzava bandiera bianca anche se l’attacco di Kemba chiuso in step back contro Richardson (che lamentava una spinta) issava sul +7 (87-80) Charlotte.
Wade segnava 4 punti consecutivi inoltre, a 1:57 dalla destra cadendo indietro.
L’87-84 era da brividi, anche perché Big Al in uno vs uno tirava corto contro il primo ferro controllato da Whiteside.
Richardson mancava la tripla dall’angolo sinistro e nel finale era decisivo Lee, tiro ai 24 secondi, palla sul ferro, corsa rapida in avanti per catapultarsi sul rimbalzo e ottenere tempo extra per la gestione di un secondo attacco, Kemba decideva per la tripla ma era azzardata.
Per un fallo di Williams, Whiteside a :31.1 andava in lunetta ma splittando lasciava un +2 alla squadra di Clifford. Charlotte non chiamava time-out, Spolestra decideva di non far fallo, la difesa di Miami era buona, Kemba ai 24 tirava da tre quarti campo colpendo fortunatamente il ferro, lee era immenso ancora una volta a rimbalzo, da dietro Deng impegnato a contrastarlo commetteva fallo sulla palla vagante e a :04.6 Lee si presentava in lunetta per chiudere i conti.
Il 2/2 ci portava oltre il break e gli Hornets vincevano 89-85.
Chamia1
 
Pagelle:
 
Walker: 8
34 pt. (13/28), 4 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 2 stoppate. Ne prende tre di stoppate ma fa registrare solo una palla persa, inizio preoccupante, poi prende fiducia e ritmo, le sue penetrazioni fanno male a miami, anche se c’è Whiteside nel pitturato. Trascina la squadra con 34 punti e anche nel finale si prende le sue responsabilità, una difesa superiore ai suoi standard.
 
Lee: 8
11 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gli arbitri gli fischiano contro un paio di falli più che dubbi, lui non si scompone, attua la sua buona e precisa difesa, magari non sempre va a buon fine, ma serve molto. Nel finale il capolavoro con quei due rimbalzi a tenere lontano la minaccia degli Heat e i due liberi della vittoria affondati senza tremare.
 
M. Williams: 6,5
0 pt. (0/5), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Prende inizialmente una stoppata e si scoraggia. Si rincuora con il proseguire della gara, anche se non centra un tiro, il che è indice di sfiducia e tensione. Alcuni bei rimbalzi con grinta e fisico, si carica a molla nel finale lottando. Commette anche un fallo falciando Deng in tuffo, gli arbitri lo graziano e noi guadagniamo palla.
 
F. Kaminsky: 6,5
4 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Serata da disturbatore difensivo. Esce in corsa con il braccio alzato anche quando è in ritardo. Fa sbagliare a Deng un paio di conclusioni, in attacco non c’è.
 
Jefferson: 6,5
9 pt. (4/12), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. C’è un po’ più di lotta contro Whiteside rispetto alla volta precedente. Risulta essere meno efficace, ma anche la controparte combina poco in attacco. Fa presenza.
 
Lin: 8
21 pt. (6/10), 3 assist. Perde tre palloni, un paio nel finale dove sicuramente stanco, non segna più un punto, ma l’inizio è sprint e serve a riportarci in partita. Attaccando imprendibile il canestro diviene il grimaldello che scardina la porta della difesa degli Heat.
 
Zeller: 7
8 pt. (3/4), 4 rimbalzi. Un +/- di +20… Gioca con i suoi mezzi fisici e riesce a dare un piccolo vantaggio agli Hornets segnando 4 punti consecutivi nel terzo quarto. Spreca poco commettendo un turnover in più di 20 minuti.
 
Hawes: 7
2 pt. (0/3), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Alcune buone difese, rimbalzi importanti e l’assist per Lin, nonostante dal campo tenti anche una specie di gancio cielo altamente improbabile che ora, dopo aver vinto, mi fa sorridere, una prova positiva.
 
Coach Clifford: 7,5
Scelta ancora più estrema. Limita a otto i giocatori fatti scendere sul parquet. Vuole dare continuità, minutaggio e ritmo. L’idea di Lin anche con il doppio playmaker a tratti si rivela vincente, anche se Jeremy soffre per ovvie ragioni di cm qualche volta i tiratori più alti. Squadra ancora concentrata anche quando dal +18 si trova sul +1. Il capolavoro dovremo compierlo in trasferta se vogliamo passare il turno.

Playoffs Game 3; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 96-80

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Sottotitolo; trasformaziHornets

Lo sciame nel prepartita.

Lo sciame nel prepartita.

 
Le due sconcertanti prestazioni di Charlotte a Miami, unite al dominio degli Heat, facevano apparire la squadra di Jordan e Clifford come già spacciata.
C’è da dire che gara tre, per chi subisce le prime due sconfitte, è già senza ritorno e gli Hornets lo sapevano bene, così come conoscevano la loro forza tra le pareti dell’Alveare, del cartone così inspessito da rendere quasi invulnerabile e inespugnabile per chiunque il luogo amico.
L’aspetto mentale ha avuto un ruolo fondamentale, nonostante Batum fosse out per la distorsione alla caviglia sinistra, Charlotte ha giocato per vincere, Miami un po’ appagata dalle due w precedenti è stata meno intensa.
Sull’orlo del precipizio i Calabroni hanno trovato fiducia in se stessi giocando e ritrovandosi, il pubblico è stato il sesto uomo in campo e Clifford modificando il quintetto ha dato una mano a uscire dalle spire tattiche impostate da Spolestra rimasto basito a fine gara.
Come quei robot giapponesi degli anni ’80 che si trasformavano per divenire una macchina più potente, o per i più giovani, come un Saiyan che assorbe energia dalla gente comune, gli Hornets hanno mostrato l’altro lato della medaglia dimostrando orgoglio e capacità per sbaragliare il nemico sportivo.
Ora il meno e il più sono fatti. Il meno era vincere la gara, servirà dare continuità e vincere anche gara 4 per avere una serie, il più era sbloccarsi mentalmente, questo è stato fatto e ora cercheremo di portare la serie in parità giocando in casa.
 
Miami teneva fede al vecchio detto: “squadra che vince non si tocca” e riproponeva; G. Dragic, Wade, J. Johnson, Deng e Whiteside, Clifford invece intuiva l’esigenza di cambiamento e provava a ridisegnare i lunghi; Walker, Lee, Marv. Williams, Kaminsky e Jefferson erano i prescelti per contrastare lo starting five di Spolestra.
 
Gara 3 iniziava per Luol Deng alla stessa maniera di gara 1; primo pallone disponibile per lui nel corner sinistro, Kaminsky schierato in campo da Clifford per marcarlo se lo dimenticava e 0-3.
Jefferson rispondeva pe la Buzz City a 10:54, assist di Kemba per Big Al che da sotto non falliva.
Kaminsky però si perdeva ancora Deng che andava sulla destra, Frank rimaneva a osservare la vernice e i punti di Miami si tramutavano in 6.
A 10:03 l’uomo su cui fare affidamento era ancora Jefferson che con il suo movimento di piedi si muoveva come una tigre per prendere vantaggio sotto Whiteside, l’allungo gli consentiva di appoggiare il 4-6, inoltre la squadra di Clifford recuperava un pallone in difesa e correva con Kemba in transizione, contatto con Dragic che valeva due FT realizzati per il pareggio a quota 6.
Dragic in jumper dalla diagonale sinistra riportava avanti ancora Miami ma Walker dopo essersi scambiato palla con Jefferson si prendeva una tripla extra lusso dall’angolo sinistro sopra Whiteside e mandava avanti (9-8) i Calabroni per la prima volta nella serata a 9:11.
Inaspettatamente dalla linea di fondo sinistra partiva Hassan che batteva Jefferson e superava anche il ferro oltre a Kaminsky per appoggiare un insolito reverse layup.
A 8:31 un’entrata sottomano di Marvin Williams lo toglieva dall’imbarazzo di una serie playoffs mai giocata veramente. Deng a 8:10 però era surreale e dall’angolo destro realizzava un’altra tripla per l’11-13.
Gli Hornets non demordevano e anche se Kemba era stoppato da Whiteside, sulla palla rimasta in aria si portava come un avvoltoio Jefferson che con perfetto tempismo regalava una giocata visivamente sublime ai fan schiacciando al volo.
Su una transizione colpiva ancora una volta Deng (4/4 da fuori) da tre punti e gli ospiti riprendevano il +3 che diventava un +5 quando Wade realizzava in pull-up dalla media diagonale sinistra.
Kemba provava caricarsi il peso della rimonta e guadagnava due tiri liberi che venivano però contrastati da altrettanti di Wade per un tocco di Lin.
Per entrambi i giocatori non c’era macchia dalla linea e il punteggio si alzava sul 15-20.
A 4:52 gli arbitri vedevano un fallo su Whiteside sul suo giro e tiro partendo dal post basso.
Il centro di Miami splittava e il vantaggio di Miami arrivava a toccare il +6 facendo a pensare a una fuga. Nessuno però aveva fatto i conti con lo spirito di Charlotte, i Calabrone fantasma s’impossessava di Lin che a 4:37 lanciava una tripla per il riavvicinamento, Deng in entrata non si dimostrava altrettanto infallibile, così dall’altra parte del parquet Kaminsky a 3:55 mandava a bersaglio due liberi.
Gli Hornets però facevano fatica ad adattarsi sull’arma tattica Johnson che invece di provare la tripla andava a prendersi un tiro nel mezzo dell’area contro Lee, realizzandolo. Miami si ritrovava ancora sul più sei grazie a due passaggi che disegnavano un 7 al contrario, cambio lato e passaggio in diagonale per Johnson che da tre buttava dentro il 20-26.
A 2:38 però la freccia Lin s’infilava sulla destra correndo leggermente in diagonale verso il canestro, Whiteside lo toccava ma Lin nemmeno se ne accorgeva, segnava il canestro e il FT supplementare.
Kaminsky inoltre penetrava e scaricava su Zeller che appostato a sinistra ai piedi dell’area, acquattato sulla baseline, non aveva timori a realizzare da sotto senza più opposizioni portate via da Frank.
Johnson con una penetrazione e floater nel mezzo contrastava gli Hornets ancora una volta ma Lin era ancora posseduto e a 1:11 si galvanizzava con una drive dalla baseline destra realizzava in artistico reverse layup.
Lee riportava in vantaggio gli Hornets in chiusura cercando e subendo fallo con un arresto e tiro.
A :48.1 infilava i due FT per il 29-28 mentre Whiteside che commetteva il secondo fallo, si sedeva in panca.

Jefferson passa oltre Whiteside e deposita.

Jefferson passa oltre Whiteside e deposita.

 
Un jumper di Lee su assist di Hawes inaugurava il secondo quarto e portava sopra la trentina gli Hornets.
Miami commetteva fallo in attacco mentre girava palla sull’esterno (Stoudamire tre secondi in area), dall’altra parte il richiamo della foresta risvegliava Marvin, passaggio in back-door sulla baseline destra per la nostra SF di serata che lasciava indietro Winslow e arrivava come un treno a canestro per appendersi come un Tarzan che piega un ramo saltando.
Era un’iper dunk per il 33-29.
Quattro punti consecutivi della guardia slovena ospite ricucivano lo strappetto sul -1.
Lin, dopo aver sbagliato qualcosa, non poteva esimersi dal prendersi la responsabilità di creare gioco, raddoppiato decideva di andare da solo e batteva la difesa di Miami arrampicandosi in area con un tiro che batteva sul plaexiglass destro prima d’infilarsi.
Un’entrata in twisting & turning di Lin non lasciava scampo a Stoudamire, questa volta erano gli Hornets a lanciarsi sul +5, anche se gli Heat a 7:05 tornavano sul -2 (38-36) dopo aver segnato due FT con Whiteside (andato a sbattere su Zeller). Jefferson riproduceva i movimenti giusti per abbassarsi sotto l’ala di Whiteside e beffarlo in allungo, le squadre però rimanevano a contatto; se ad esempio Jefferson dopo un errore di Lee dall’altra parte del canestro (a destra) correggeva a una mano per il 44-40, un pull-up a 3:41 di Wade dalla sua mattonella di centro-sinistra ridava il -2 ai bianchi.
Whiteside a 2:32 falliva l’occasione di pareggiare realizzando solo uno dei FT concessi dagli arbitri, 21 secondi dopo Cody, posizionato oltre la linea da tre punti, non vedendo nessuno si decideva a varcare il semicerchio e andava per il piazzato lungo che infilava.
Si lottava sotto le plance e la difesa degli Hornets faceva il suo dovere, appena iniziato il giro del minuto finale Marvin colpiva da tre punti per il 49-44 che Charlotte conservava con un’altra ottima difesa costringendo Winslow a un tiro ai 24 da lontano dopo aver rischiato anche di riprendere possesso della sfera.
Gli Hornets comunque chiudevano sul +5 il primo tempo e rientravano negli spogliatoi convinti dei propri mezzi.

Lin, incursore scelto, ha terminato la gara con 18 punti.

Lin, incursore scelto, ha terminato la gara con 18 punti.

 
Il terzo quarto era il decisivo, anche se Kaminsky iniziava male non sfruttando un mismatch con Wade, anche Miami non sembrava più infallibile comunque sbagliando una tripla aperta con Dragic.
Walker sulla sinistra in palleggio prendeva le distanze a Deng, fintando impattava su Deng che gli saltava sopra nel tentativo di stopparlo.
Il 2/2 a 11:23 portava a + 7 Charlotte.
Un parziale di 7-0 a favore di Miami inaugurato dalla quinta tripla (su altrettanti tentativi da fuori) di Deng e chiuso da due punti di Whiteside abile a recuperare un rimbalzo a 8:26, riportava la situazione in stallo.
A far pendere l’ago della bilancia a favore degli Hornets era Kaminsky, il quale a 8:07 partiva per una driving; spin su Wade nella vernice e appoggio morbido direttamente nella retina sopra la mano di Wade inutilmente protesa a difesa.
Era solo l’inizio di un parziale di 18-0 con il quale i calabroni pungevano gli Heat; ancora Kaminsky in entrata subiva fallo da Wade e trasformava i liberi, a 6:58 Walker accelerava e segnava in posa, Whiteside stoppava da dietro Kemba in transizione, ma Lee riprendeva e correggeva per il 59-53.
Uno scontro tra rookie vedeva prevalere Kaminsky, il quale attaccava frontalmente Winslow e lo batteva di forza, sul contatto tra gli arti superiori dei due saltava fuori un tiro supplementare per la squadra di Jordan che si avvantaggiava ulteriormente dalla lunetta.
Whiteside spingeva sulla schiena Lin contro Dragic e gli Hornets recuperavano palla, dall’altra parte, ormai in the zone, segnava Kaminsky in hook turnaround sul lato destro e quando Lin a 3:46 segnava la tripla dalla diagonale destra, la panchina di Charlotte era in festa mentre Lin si esaltava.
Zeller a rimbalzo offensivo diventava un fattore subendo due falli prima di recuperare la sfera, sul secondo Charlotte entrava in bonus e Cody rimaneva concentrato portando altri due punti cuscinetto come ulteriore margine di sicurezza.
A 1:38 il distacco diveniva abissale; 71-53…
Sette minuti e ventidue secondi dall’ultimo canestro di Miami Dragic interrompeva il parziale andando in lunetta; primo libero errato, secondo trasformato.
Un giro e tiro dal post basso faceva chiudere a Kaminsky coerentemente il suo quarto strepitoso.
La frazione si chiudeva sul 75-58, un parziale nel quarto di 26-14 che portava Charlotte a comandare tranquillamente in vista degli ultimi 12 minuti.

Kaminsky partito nello starting five, in attacco è stato fondamentale.

Kaminsky partito nello starting five, in attacco è stato fondamentale.

La panchina di Charlotte in festa.

La panchina di Charlotte in festa.

 
Nell’ultimo quarto Wade con un driving layup e un movimento sul salto per cambiare appoggio ed evitare la stoppata provava a dare la scossa alla sua squadra, ma dall’altra parte Charlotte aveva ritrovato gente in fiducia; 11:18 Catch n’ shoot di Williams sul lato sinistro e tre punti d’oro per il 78-60.
A 10:49 Zeller riceveva sulla linea di fondo destra e si arrangiava su Whiteside depositando parallelamente al lato tabella.
Hawes prendeva un rimbalzo sulla sinistra dopo che un tiro da marcato di Zeller era rimbalzato solamente sulla tabella, la correzione del doppio zero portava la partita sull’82-60.
A 9:46 Miami incassava anche il coast to coast di Lin senza fare resistenza presa in transizione.
Sul +24 Miami rientrava sul -16 quando Wade segnava una sospensione frontale contro Lee.
Hornets che tra triple sfortunate e un paio di decisioni arbitrali pro Miami si facevano rimontare qualche punto, ma la distanza rimaneva ampia e a 5:37 Zeller guadagnava due liberi realizzandoli, in più nel finale correggeva un tiro sbagliato di Marvin in entrata per il 90-70. Daniels entrava insieme alla panchina e realizzava con un tiro immediato da passaggio il 98-78.
Finiva 96-80 con gli Hornets a sfiorare il record di altre tre squadre per meno turnover commessi in una gara di playoffs, solamente quattro per noi contro i tre delle altre squadre.

Ape mellifera 2.

Una delle honeybees.

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Un’altra ape mellifera festeggia nell’ultimo quarto.

Per chi ha sempre seguito i Bobcats, questa è la prima vittoria nei playoffs dopo 12 anni di esistenza. In realtà i Cats sono andati in pensione e gli Hornets ricominciano da dove avevano lasciato, con il loro spirito guida a condurli sulle orme della vittora.

Jordan con la maglia raffigurante il logo della mascotte Hugo da il cinque a Kaminsky alla fine della partita. Charlotte si disfa del passato da incubo targato Bobcats e riprende a volare. L'ultima vittoria ai playoffs risaliva al 2002 ed erano stati sempre gli Charlotte Hornets a ottenerla sui New Jersey Nets di Jason Kidd.

Jordan con la maglia raffigurante il logo della mascotte Hugo da il cinque a Kaminsky alla fine della partita. Charlotte si disfa del passato da incubo targato Bobcats e riprende a volare. L’ultima vittoria ai playoffs risaliva al 2002 ed erano stati sempre gli Charlotte Hornets a ottenerla sui New Jersey Nets di Jason Kidd.

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Pagelle:
 
Walker: 7
17 pt. (4/19), 3 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate. The Hive is alive. Carica lui gli spettatori a bordo campo invitandoli a infilarsi le magliette “enter the swarm” messe a disposizione dalla franchigia. Nella statistica dei tiri dal campo sono comprese 4 stoppate subite, i suoi compagni però sanno che quando accelera dietro di lui potrebbero sempre trovare un assist o una palla vagante e chi lo segue come si seguirebbe un cercatore d’oro, talvolta si ritrova punti comodi tra le mani. Importante in alcuni momenti.
 
Lee: 7
8 pt. (3/11), 3 rimbalzi, 2 assist. Una palla persa e quattro falli. E’ un po’ l’emblema di una buona difesa senza commettere falli inutili. Lui si appiccica più volte sui tiratori avversari, Wade e Johnson a tratti lo soffrono e se lui in attacco va così così, dietro è importante anche quando subisce canestro da fastidio. Un buon canestro seguendo Kemba.
 
Marvin Williams: 8
12 pt. (5/9), 14 rimbalzi, 1 stoppata. Si adatta in SF e forse questo è un bene per noi. Pulisce i tabelloni, li spazza e l’incera. Va in doppia doppia. Torna il giocatore di regular season. Nel primo tempo tira giù una schiacciata da highlights dell’anno, ma durante tutta la partita lavora bene e in attacco ripresa fiducia, sale in doppia cifra dopo lo 0 della gara precedente. Bravo.
 
Kaminsky: 7,5
15 pt. (5/12), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4 falli per Frank partito in quintetto. L’esordio nello starting five tra i titolari è da incubo con Deng che lo fa a fette, poi è lui a dettare legge, nel terzo quarto saluta tutti con i suoi movimenti e Charlotte fugge.
 
Jefferson: 7
10 pt. (5/11), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Parte lui per esperienza in quintetto, ma anche perché in attacco fa meno fatica rispetto a Cody. Scelta vincente sia per lui che per Cody. Gioca la solita buona gara in post basso e pende qualche rimbalzo i più di quello che avrebbero preso i compagni probabilmente.
 
Lin: 8
18 pt. (7/16), Non saranno meganoidi ma Lin segue la scia degli heattiani nel primo quarto, anzi, li sorpassa anche. Scintilla che apre varchi nella difesa granitica di Miami. Finisce con 18 punti, top scorer di Charlotte, spaccando la partita di tripla definitivamente.
 
Zeller: 7,5
12 pt. (4/8), 8 rimbalzi, 1 stoppata. Relegato al ruolo di panchinaro Cody non se la prende e non se la deve prendere, non poteva continuare da titolare contro Hassan. Gioca in scioltezza rispetto al solito avendo un ruolo co meno pressione. Entra in ritmo con l’ambiente come un danzatore africano con i tamburi. Concentrato dalla lunetta dove fa 4/4. Battibecca con Whiteside e tira fuori una prestazione notevole. Peccato per i due turnover, il 66,6% della squadra ma ha il miglior +/- con +18. ^_^
 
Hawes: 6
2 pt. (1/2), 1 rimbalzi, 1 assist. Inedita coppia con Zeller in campo nelle rotazioni. Clifford spariglia le carte e funziona. Gioca più di 11 minuti e non demerita.
 
Daniels: s.v.
2 pt. (1/1). Prende, tira e segna. E’ il suo mestiere. Chiuso dalla buona serata dei titolari, risponde spesso bene anche al poco minutaggio offerto da Clifford.
 
Hansbrough: s.v.
0 pt. (0/0). E’ qui la festa?
 
Harrison:
0 pt. (0/0) in 01:28. Un fallo e nient’altro sul tabellino.
 
Lamb: s.v.
0 pt. (0/1). Squadre già negli spogliatoi, prova un tiro senza troppe pretese.
 
Gutierrez: s.v.
0 pt. (0/0), 1 assist in 01:28. Entra par partecipare alla festa e sforna un assist.
 
Coach Clifford: 8,5
Ridisegna la squadra e infonde fiducia. La squadra non gioca uno small ball o con i lunghi, colpisce in transizione quando può ma gioca d’insieme intelligentemente creando un attacco bilanciato, le tre palle perse ne sono la conferma. In difesa torniamo a essere noi. Un basket di qualità in una delle partite più importanti.

Playoffs Game 2; Charlotte Hornets @ Miami Heat 103-115

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Sottotitolo; Scacco alla Queen City

Kemba Walker finirà con 29 punti e un buon primo tempo, nel secondo andrà in sofferenza. Qui stoppa e costringe Dragic a una palla a due.

Kemba Walker finirà con 29 punti e un buon primo tempo, nel secondo andrà in sofferenza. Qui stoppa e costringe Dragic a una palla a due.

 
Miami da scacco alla Regina.
Non è ancora no scacco matto, ma ora la Regina Charlotte ha le spalle al muro e per uscire dalla presa dovrà superarsi in casa, all’Alveare i Calabroni dovranno tornare a pungere. Charlotte in stagione regolare aveva dominato con gli alfieri (i tiratori da tre punti) e con le penetrazioni degli imprendibili cavalli (Lin e Walker) avevano dato molto fastidio a tante squadre, le torri non sempre hanno funzionato in fase difensiva a protezione del Re canestro che è il punto più nevralgico del gioco.
La Regina rappresenta il pezzo più forte del gioco (può muoversi su tutta la scacchiera in ogni direzione di quante caselle vuole ma non può saltare a L come il cavallo) e noi non la incarniamo in un giocatore ma nella coralità di squadra che stasera è mancata (solo 9 assist), molto meno rispetto alla drammatica gara 1, ma la nostra Queen sembra un pezzo limitato.
L’attacco di Miami ha trovato anche un Richardson da 15 punti dalla panchina ma soprattutto la difesa di Miami sta facendo il suo lavoro sul perimetro consentendoci di andare al tiro da tre punti solamente con una certa ansia addosso, ma il problema più grave rimane la protezione del Re e qui lo scacchista Clifford dovrà inventarsi qualcosa perché se Spolestra non è Kasparov, sembra abbia in mano dei pezzi che possano giocare con regole differenti, tutti potenziati rispetto ai nostri.
 
Charlotte e Miami si ripresentavano con i medesimi starting five utilizzati in gara 1; Cha: Walker, Lee, Batum, M. Williams, Zeller, Mia: G. Dragic (18 pt.), Wade, J. Johnson, Deng e Whiteside.
 
Deng andava al primo tiro convinto di ripartire come aveva chiuso nell’ultima gara ma la sua conclusione non entrava anche per merito di un Marvin Williams appiccicato a dar fastidio sul suo tiro, uno scarico su Zeller a 11.32 invece dava il primo vantaggio Hornets nella serie.
Whiteside rispondeva andando sotto l’anello del canestro e dal low post spingendo via Zeller con la schiena riguadagnava lo spazio per salire e mettere dentro a due mani in maniera un po’ barbara.
A 10:57 Zeller nel traffico della vernice forniva a Zeller la sfera per cercare la schiacciata.
C’era il fallo sul nostro centro che dalla lunetta splittava e riportava Charlotte avanti, purtroppo 22 secondi più tardi una tripla dalla diagonale sinistra di Johnson ci rimandava sotto e Whiteside dal pitturato portava Miami sul +4 finché Zeller non attaccava impavidamente Whiteside in entrata sulla destra concludendo bene al vetro.
Lee a 9:15 si faceva cadere Johnson addosso con la finta di tiro ma anche lui splittava dalla lunetta, poco male, a 8:55 Walker svolazzava non tracciabile come un calabrone sul parquet e colpiva materializzandosi da tre punti senza che i difensori avessero la velocità per provare a contrastarlo.
Un jumper di Wade stimolava ancora Kemba che rispondeva sempre in sospensione per due punti che riportavano ancora Charlotte avanti, 11-9 a 8:27.
Kemba stoppava Dragic e sulla ricaduta a terra dello sloveno gli arbitri davano la palla a due che il nostro play recuperava in salto, purtroppo era tuttavia Deng a 7:56 con un pull-up in mezza transizione a segnare.
Charlotte nonostante i risultati non eclatanti dalla lunetta continuava ad attaccare e un Walker più dinamico rispetto a gara uno guadagnava due FT per l’intervento irregolare di Whiteside.
Questa volta era 2/2, ma Miami rispondeva con un reverse alley-oop di Whiteside.
La situazione di vantaggio Hornets e pareggio Miami si ripeteva con un armonioso fade-away di Batum che rimbalzava avanti e indietro sul ferro, il tiro era però morbido e con i giri giusti per accorciare nella retina, Wade pareggiava in transizione sulla possibilità offerta dalla stoppata di Hassan su Courtney.
Zeller dalla distanza della linea della carità segnava il canestro del 17-15 cui replicava tuttavia la formazione della Florida due volte; Whiteside da sotto e Dragic dalla media baseline destra mentre il cambio lungo piccolo provava ad azionarsi (si staccava Zeller e lasciava a Walker) riportavano sopra Miami che nonostante il time-out chiamato da Charlotte guadagnava altri due punti di vantaggio grazie a Winslow, anche perché in precedenza Marvin dalla lunetta faceva rimanere a bocca asciutta la sua squadra.
A 3:25 Wade era toccato da Lin sull’entrata, contatto minimo, appoggio facile e gioco da tre punti che distanziava i Calabroni a 7 punti (17-24).
Lin con un runner galleggiante su Wade si faceva perdonare, poi arrivava una persa della SG titolare di Miami, Lin dall’altra parte subiva il fallo di Dragic e accorciava a -3 dalla lunetta.
Jefferson in difesa rubava a Stoudamire e Lin girando sulla sinistra dietro Jefferson prendeva il centro dell’area incredibilmente lasciato libero di appoggiare visto che le attenzioni dei difensori in canotta bianca si concentravano sulla minaccia di Jefferson in pick and roll.
Lo sloveno degli Heat segnava a 2:03 3 punti frontali e faceva riprecipitare Charlotte sul -4, la formazione di Jordan comunque reagiva; Kemba segnava in layup, Lin in palleggio lento ma inesorabile si portava sotto mentre Dragic lo toccava sul tiro, canestro mancato di un soffio ma pareggio dalla lunetta. Chiudevano un canestro di Richardson e due FT di Walker tra i fischi del pubblico per un fallo dello stesso Richardson in rientro sul tentativo di tiro di Kemba. Il primo periodo si chiudeva sul 29 pari.

Jeremy Lin nel primo quarto ha attaccato bene il canestro.

Jeremy Lin nel primo quarto ha attaccato bene il canestro.

 
Deng apriva in maniera fortunata il quarto per gli Heat, la sua tripla non era di quelle tra le più precise mai viste, ma tanto bastava per ricadere dentro dopo gli impatti con l’anello amico. Kaminsky da sotto forzava contro due, per fortuna Jefferson correggeva da sotto in tap-in lasciando in scia Charlotte. Winslow dal mid range in ritmo utilizzava lo spazio concesso dalla difesa Hornets che iniziava a perdere qualche colpo, in attacco però si accendeva definitivamente Big Al che dalla destra centrava dalla media distanza altri due punti.
Un tiro da tre di Richardson a 9:49 non entrava ma Lin in salto andava a toccare di schiena il tiratore che dalla lunetta portava a +4 Miami.
A 9:13 era ancora Jefferson a non far uscire dall’orbita di Miami; finte da fermo in uno contro uno tiro da fermo su Whiteside e bucket!
Uno spin in senso orario di Jefferson sulla baseline sinistra con relativo appoggio su Hassan portava Charlotte sul 37-39, pareggiava Batum con un’entrata in velocità su Winslow che seguiva il francese dal lato, ma non riusciva a fermarlo sull’appoggio.
Wade smistava un pallone per Whiteside che dal centro area in gancio pensava a metter dentro, Jefferson però pareggiava in schiacciata solitaria perché un lob di Batum passava sopra la testa del centro di Miami messosi avanti al nostro nel tentativo di anticipo.
Wade in appoggio con la mano destra e Jefferson avanzando un paio di passi sulla destra per staccarsi da Whiteside si rispondevano mentre il punteggio saliva sul 43 pari, un giro e tiro di Big Al issava anche Charlotte sul +2.
Dopo aver visto andare Miami sul +2 si riaffacciava Jefferson in attacco; altro canestro (in tap-in su errore di Batum) per riequilibrare sul 47 pari.
Qui iniziava a staccarsi Miami; Joe Johnson andava a prendersi in area un giro e tiro su Batum, Jefferson su uno scarico di Walker falliva un canestro facile e Winslow dall’angolo destro a 3:45 colpiva da tre punti mandando sul +5 i padroni di casa.
La situazione si aggravava quando su un gioco dentro fuori Whiteside toccava la palla in anticipo su Jefferson (ormai stanco che di lì a poco sarebbe tornato a sedersi in panchina con 16 punti con 8/10 dal campo), sulla ripartenza Lee doveva andare a commettere fallo sull’appoggio di Dragic.
L’europeo era bravo a segnare i due liberi e gli Hornets andavano sul -7.
Calabroni che avevano ancora carburante per accorciare; Zeller cedeva dietro a Batum che veniva toccato e spinto con la mano destra da Winslow.
Niente canestro ma tre tiri liberi a segno per il 50-54 a 3:04. Miami diventava calda quando assisteva alla prima tripla di Dragic, alla quale rispondeva Walker in accelerazione verticale e appoggio.
Lo scenario si ripeteva in fotocopia poco dopo quando Goran esaltava il pubblico con un’altra tripla e Walker entrava con irrisoria facilità per appoggiare ancora sulla destra del tabellone; azioni pregevoli ma nel cambio la squadra di Sploestra guadagnava due punti.
Deng a 2:00 minuti dall’intervallo metteva un tiro rimbalzando sul contatto.
Il libero era mancato ma il 52-60 era servito e nonostante Walker continuasse a produrre punti infilandone altri due, a 1:25 Whiteside metteva dentro grazie a una penetrazione con scarico di Joe Johnson.
Il centro di Miami andando a sbattere su Zeller che cercava in qualche modo di arginarlo, otteneva un FT poi realizzato, mentre dalla panchina era costretto a rientrare d’urgenza il nostro n°25.
Nel finale Wade segnava un canestro piuttosto difficile cadendo a terra, Deng a :40.3 infilava a destra l’open per il 58-70 e Wade portava il parziale punti di quarto per Miami a 43 (nuovo record per gli Heat).
Walker sulla sirena portava due punti a Charlotte che chiudeva sul 60-72 il primo tempo mostrando un buon attacco ma una totale incapacità difensiva.
Gli Heat otterranno il loro nuovo record tirando nel primo tempo con il 74,4%.
 
Il terzo quarto era indicativo della partita; Charlotte da sotto sbagliava veramente un’interminabile serie di tap-in e di tiri, tra Zeller, Williams & Company, dall’altra parte Miami segnava facilmente e immediatamente.
Un floater da breve distanza di Williams non raggiungeva nemmeno il ferro, Whiteside da sotto aggiungeva altri due punti al suo bottino, Lee provava dall’angolo destro a segnare due punti in jumper e ci riusciva, Walker a 8:47 ne aggiungeva due in appoggio e riavvicinava a -10 i teal.
Gli ultimi bagliori in una serata da buio cieco per Charlotte li faceva intravedere la cometa Lee; tiro frontale dopo essere passato dietro il blocco di Zeller, Wade non gradiva e incagliatosi su Cody, faceva leva su una sua gamba lanciandolo per terra.
Canestro di Courtney e FT per Cody realizzato, Charlotte tornava a -7 (69-76) a 7:24.
Dragic segnava due FT in attacco (4° fallo Zeller) e in difesa stoppava l’appoggio con mano sx di Kemba.
Lee in transizione veniva lanciato sulla diagonale destra ma mancava il tiro, Williams il tap-in se lo mangiava, così Wade dall’altra parte usava un contatto con Jefferson sul post basso sinistro per realizzare.
Batum emetteva un brutto tiro, Wade a 6:06 faceva spaccare la gara a Richardson, il quale da sinistra scagliava una bomba in faccia Williams per il 69-82.
Batum si spegneva sbagliando un tiro da due e un tiro da tre punti sulla stessa azione, Miami tra l’altro faceva buona guardia sul perimetro per tutto il tempo, gli Hornets venivano colpiti da Wade a 4.51 con due punti e anche se Jefferson era terrificante con le sue finte e i suoi movimenti che lo portavano a 4:25 a far pascolare Whiteside per le terre, realizzando il 73-86 in gancio girandosi, il Calore a 3:02 faceva bis con la tripla di Richardson che sfruttava qualche raddoppio nel mezzo per segnare il 73-91. Charlotte segnava gli ultimi punti e chiudeva sul 78-91 il quarto.
 
Nell’ultimo periodo Miami rimaneva sempre avanti, inoltre perdevamo Batum mentre spalle a canestro in tentativo di spin per liberarsi di Winslow, saliva sul collo del piede del rookie distorcendosi la caviglia sinistra.
Il francese rientrava negli spogliatoi da solo ma non rientrava più sul parquet.
Miami controllava e sbagliava qualche tiro di troppo, Hawes a 3:58 fintava e partiva verso canestro in verticale, Whiteside preoccupato per la tripla perdeva il tempo e in ripiegamento commetteva fallo dando al nostro doppio zero due FT, entrambi messi a segno.
95-103 a 3:56, e ulteriore riavvicinamento quando il nostro lungo dai fluenti capelli si girava dal palleggio pompato in area e realizzava in bello stile con un fade-away in uno contro uno, canestro che con il libero successivo (1/2) per fallo di Whiteside sulla palla vagante, avvicinava Charlotte sul -7 (98-105) a 3:06. Gli Heat però segnavano con Wade un canestro con mezzo giro sul piede perno e rientro per il tiro dalla stessa parte e chiudevano quando i palloni persi da Walker e Lin davano il via libera alle transizioni rispettive di Wade e Deng.
La squadra di Clifford usciva sconfitta 103-115, ora si torna per due partite a Charlotte.
 
La ragione dice che non abbiamo armi tattiche per contrastare Whiteside e altri giocatori, dovremmo essere in grado di reggere di più l’uno contro uno, il cuore e la pazzia (empatia tra il pubblico dell’Alveare e giocatori) invece suggeriscono anche un ipotetico pareggio della serie.
Vedremo come andrà a finire, sperando di riaprire la serie in gara 3 e ottenere la prima vittoria della franchigia rilanciata dalla NBA nel 2004.
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Pagelle:
 
Walker: 6
29 pt. (12/29), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Primo tempo fantastico, regge la quadra, nel secondo tempo sbaglia molto e si fa stoppare diverse volte (4). Prende in mano il pallone acquisendo la leadership, deve provarci soprattutto lui.
 
Lee: 6
12 pt. (5/7), 4 rimbalzi, 2 assist. Non sempre riesce a fermare Wade che finirà con 28 punti. I due battibeccano nel finale. In attacco mostra buone finte, spirito d’iniziativa e spesso il jumper va a segno.
 
Batum: 5
9 pt. (3/11), 7 rimbalzi, 3 assist. Un terzo degli assist di squadra sono suoi ma non fa una gran partita. Anche lui nel secondo tempo sbaglia troppo quando serve ma si prende le sue responsabilità. Finisce per distorcersi la caviglia e ora non sapremo se sarà a disposizione per gara 3 alla Time Warner Cable Arena.
 
M. Williams: 2
0 pt. (0/10), 6 rimbalzi, 1 rubata. Gioca più di 28 minuti e nell’orrendo tabellino figurano anche uno 0/2 ai liberi e uno 0/2 da tre punti. Peggio era impossibile fare. Qualche rimbalzo. Irriconoscibile, sembra quello visto l’anno scorso nelle gare peggiori. Deve migliorare, serve contro Deng che nella notte ha terminato a 16 punti.
 
C. Zeller: 5,5
8 pt. (3/6), 5 rimbalzi. In attacco da qualcosina, in difesa commette 4 falli sfiorando i 14 minuti. Ciò da l’idea delle difficoltà che deve affrontare.
 
Jefferson: 7
25 pt. (12/17), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Prova superlativa in attacco. Regge per quasi un quarto il peso dell’attacco sulle sue spalle, quando si stanca usciamo dalla partita. Dovrebbe partire in quintetto. La mia idea folle sarebbe utilizzarlo insieme a Hansbrough che potrebbe dar fastidio a Deng, dando un minutaggio più equilibrato ai 5 lunghi.
 
J. Lin: 6
11 pt. (2/7), 2 rimbalzi. Scintilla che dalla panchina riporta Charlotte a giocarsela nel primo quarto con le sue penetrazioni incontenibili, poi si spegne come Walker. 7/8 dalla lunetta.
 
F. Kaminsky: 6
4 pt. (0/1), 2 rimbalzi. Una buona difesa in angolo destro, passa 4 volte dalla lunetta. +6 di +/-.
 
S. Hawes: 6
5 pt. (1/1), 1 rimbalzo in 7:19. Buona prova nei minuti finali. Sbaglia un libero ma riavvicina un po’ Charlotte, quando ormai era comunque troppo tardi.
 
Coach Clifford: 5
Se gente come Williams esperta gioca così ci sarà poco da dire. La squadra però gira male e non gioca più come dovrebbe. Innegabili alcuni meriti di Miami come la difesa forte, ma noi sembriamo incapaci di produrre e soprattutto di difendere. 43 punti concessi nel secondo quarto sono un’esagerazione. Si va verso gara 3 e servirà una W, qualcosa deve cambiare, compresa qualche rotazione. Non difendiamo, tanto valeva provare Daniels che se servito bene, di tripla avrebbe potuto essere letale. Per la cronaca abbiamo tirato da fuori con il 6,3% (1/16).

Playoffs Game 1; Charlotte Hornets @ Miami Heat 91-123

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Sottotitolo; FlessiHornets
 
Durava meno di un quarto la partita vera.
Charlotte subiva da subito il gioco di Miami sospinta dal suo caloroso pubblico, i Calabroni poi trovavano anche un Deng in serata strepitosa (31 punti) e un Whiteside abile a sfruttare i suoi cm e kg, il quale segnava 21 punti più 11 rimbalzi.
Gli Hornets sognavano un esordio migliore in questi playoffs, ma la squadra è entrata in campo in infradito e ciabattine da mare.
Alcuni hanno tradito, così presto noi tifosi abbiamo materializzato la delusione ben prima della fine della partita. Intervallo a -17 e inizio ripresa si andava oltre i 20, anche perché Charlotte non prendeva i rimbalzi difensivi concedendoli a Miami.
7-14 i rimbalzi offensivi per Miami e 57,6% dal campo per gli Heat.

Batum recuperava dal suo problema alla caviglia sinistra ma non illuminava il gioco.

Batum recuperava dal suo problema alla caviglia sinistra ma non illuminava il gioco.

 
Charlotte entrava sul parquet in campo con il seguente quintetto iniziale; Walker, Lee, Batum, M. Williams, C. Zeller, Miami schierava; G. Dragic, Wade, J. Johnson, Deng e Whiteside.
 
Il centro di Miami tirava giù la palla contesa per i suoi compagni, Deng invece centrava dall’angolo destro i primi tre punti del match; giro palla esterno, si doveva allungare Lee oltre la propria marcatura visto che il sudanese naturalizzato inglese era libero, nulla da fare però, tiro preciso e 0-3 Heat.
Charlotte segnava il primo punto dalla lunetta con Zeller a 11:27 (extrapass schiacciato di Batum per Cody che tentava la schiacciata), Miami approfittava della dissuetudine di Charlotte nei playoffs per arrivare sull’1-9 con Whiteside che segnava dal quarto al settimo punto dei padroni di casa.
Gli Hornets riuscivano a incrementare il misero punteggio solo dalla lunetta a 9:32, Johnson uscendo da un gioco di blocchi tentava di arrivare sulla tripla di Batum, il quale si sentiva però spingere dall’ala degli Heat in affannoso recupero.
2/3 dalla lunetta per il 3-9.
Dragic mandava a segnare Wade da sotto ma Walker a 8:59 tuonava dalla diagonale sinistra con tre punti.
Dopo due FT di Dragic (fallo di Walker sulla finta di tiro), saettava anche Batum a 8:27, altra bomba che riavvicinava Charlotte sul -4 che diventava -2 con C. Lee, bravo a inventarsi un appoggio al vetro a 7:44 per l’11-13.
La partita era ancora nelle sue fasi primordiali che già se ne perdeva il gusto; turnaround di Deng dalla baseline sx, tap-in di Whiteside da sotto e transizione di Dragic, con 6 punti gli Heat rimandavano a -8 i Calabroni che cercavano la tripla con Marvin, ma questa volta non funzionava, era invece un’elegantissima entrata di Batum da tappeto rosso a 5:36 a consentire agli Hornets di recuperare due punti con il pallone servito a canestro.
Sedici secondi più tardi i Calabroni mostravano i limiti difensivi di serata consentendo a Whiteside di schiacciare facilmente appendendosi al ferro.
Jefferson serviva sullo scarico offensivo Winslow e faceva ancora da spettatore a 4:42 con Whiteside ad approfittare da sotto della situazione.
Kemba, un po’ fuori dal gioco, rispondeva con un bel fade-away dalla media destra ma Deng stampava un’altra tripla in faccia a Marvin realizzando il 15-26.
Deng dal corner sinistro stavolta approfittava del rientro di Kaminsky, ultimo giocatore impegnato sul precedente attacco di Charlotte, corner sinistro con spazio e altri tre punti pe il 15-31.
Deng continuava a essere eccezionale anche in difesa assorbendo uno sfondamento di Lin.
Charlotte a 1:59 passava ancora due volte ma dalla lunetta; Frank recuperava in difesa, Nicolas correva ma otteneva appunto solo i liberi già menzionati.
MVP del primo quarto era Deng che s’infilava in una difesa approssimativa di Charlotte, Kaminsky lo toccava, appoggio vincente e gioco da tre punti completato dalla linea della carità.
Chiudevano il quarto tre punti di Richardson dalla diagonale destra, due FT di Kemba e un fing and roll di Dragic che consentiva agli Heat di superare quota 40.
22-41 era il finale di primo quarto, quota record in una frazione per gli Heat.
 

Lin è andato in difficoltà difensiva contro Wade, ma tutta Charlotte ha conceso troppo.

Lin è andato in difficoltà difensiva contro Wade, ma tutta Charlotte ha conceso troppo.

Batum restituiva qualcosa agli Heat a 11:46, il suo appoggio al vetro sinistro era vincente, il tiro libero supplementare anche e Charlotte si portava a -16, differenza che più o meno oscillava per tutto il quarto.
Charlotte trovava i suoi canestri in attacco, ma non riusciva a fermare in difesa Miami che quindi conservava il vantaggio.
A 10:07 Batum segnava, centrando la tabella, una tripla fortunata per il -15, Charlotte potrebbe raggiungere il -13 su un contropiede 3 contro 1 ma Kaminsky faceva da solo andando a sbattere su Winslow con un piede, il destro, sulla restricted area.
Due liberi ma lo 0/2 unito all’1/2 di Jeffeson poco più tardi, erano occasioni perse.
A 6:04 una manata nell’occhio data involontariamente da Richardson a Zeller portava in lunetta il nostro centro che segnando ci faceva ritornare a -16 (37-53).
Nel finale di primo tempo Richardson realizzava due punti, Miami registrava così una percentuale al tiro di 64%…
Negli spogliatoi si andava sul 50-67, con già più di mezza partita compromessa vista la forza difensiva degli Heat.
Clifford voleva dai suoi difesa sul pick and roll ma soprattutto impegno da trasformare in intensità difensiva.

Walker è un po' mancato, anche se ha realizzato almeno un paio di canestri belli e difficili.

Walker è un po’ mancato, anche se ha realizzato almeno un paio di canestri belli e difficili.

Niente da fare, la squadra tradiva in avvio ripresa; Deng con un gioco due sulla destra realizzava tre punti per il 50-70 con Marvin Williams colpevole.
A 8:41 Zeller rollava su un bel passaggio verticale diretto a canestro, Cody lo raggiungeva e andava a schiacciare.
Charlotte andava sotto oltre i 20, benché una tripla di Batum a 3:50 mandasse il risultato sul 65-87.
L’asse Dragic/Whiteside produceva un alley-oop tremendo chiuso dal centro.
A 24.4 dalla penultima sirena, un top shot da tre punti di Walker realizzato in equilibrio precario, mandava il maxi schermo sul 74-96.
La squadra di casa segnava ancora un punto e la frazione terminava sul 74-96.
Ultimo quarto inutile se non buono per il record dei tiri realizzati dal campo degli Heat.
Finiva mestamente 91-123.
 
Clifford dovrà iniziare a guardare qualcosa di questa partita e preparare gara 2 in maniera diversa, oltre che motivare una squadra che on ne avrebbe bisogno.
Non ci rsta che voltare pagina e tentare in gara 2 di pareggiare la serie.
 
 
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Pagelle:
Walker: 5
19 pt. (6/13), 1 rimbalzo, 1 assist. La stella degli Hornets segna 19 punti ma incassa un -32 di +/-, inoltre è spesso timido, non trascina la squadra e i Calabroni escono velocemente dalla gara.
 
Lee: 5
8 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Difesa che non sempre è servita a evitare canestri di bravura di Wade e soci. “Solo” -13 di plus/minus. Un bel banker all’inizio.
 
Batum: 5,5
24 pt. (7/14), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Uno dei pochi a produrre qualcosa, ma non assist purtroppo.
 
M. Williams: 3,5
2 pt. (1/7), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Difesa personale orrenda salvo una stoppata clmorosa, buchi lasciati ovunque, specialmente sull’arco da dove Deng colpisce.
 
C. Zeller: 5,5
9 pt. (3/4), 7 rimbalzi. Qualche buon canestro tra inserimenti e movimenti. Dietro però se parliamo di marcature e rimbalzo…
 
Jefferson: 5
13 pt. (4/8), 5 rimb., 1 stoppata. Se la vede anche con Whiteside, a fortuna alterna. Non difende e questo è grave.
 
Kaminsky 5:
0 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. Poca sostanza in attacco comtreso una transizione fallita e liberi seguenti anche. In difesa c’è poco.
 
Lin: 5
9 pt. (2/4), 2 rimb., 3 assist. Non fa girare la partita. Giornata no per quest’aspetto e anche in difesa i cm in meno rispetto a Wade lo sovrastano.
 
Daniels: 5,5
0 pt. (0/2). Niente da fare in poco più di 5 minuti. Entra prima del garbage ma manca due tiri.
 
Lamb: 6,5
4 pt. (2/3), 3 rimbalzi. Iniziative interessanti nel garbage…
 
Hansbrough: s.v.
0 pt. (0/0). 4:11 in campo nel finale.
 
Gutierrez: s.v.
0 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 1 assist.
 
Hawes: s.v.
3 pt. (1/2), 1 rimbalzo.
 
Coach Clifford: 5
Sconfitta larga nella prima. Delusione dei fan. Charlotte tenta di giocare il pallone ma poi su extra pass eccessivi l’efficacia si perde. Charlotte tenta con altri mezzi ma il problema principale è in difesa, non in attacco. Gli Heat hanno medie altissime e segnano spessissimo. Serve correggere divere situazioni, bisogna però cambiare la testa e crederci, alcuni oggi si sono arresi troppo presto.

TrepidaziHornets

Il quintetto degli Hornets. Batum alle prese con la caviglia, potrebbe essere sostituito da Lin spostando C. Lee in SF stanotte se Clifford vorrà parificarsi al quintetto medio/basso degli Heat o magari da Kaminsky spostando M. Williams in PF.

Il quintetto degli Hornets. Batum alle prese con la caviglia, potrebbe essere sostituito da Lin spostando C. Lee in SF stanotte se Clifford vorrà parificarsi al quintetto medio/basso degli Heat o magari da Kaminsky spostando M. Williams in PF.

Il quintetto degli Heat con Whiteside nel mezzo a preoccupare. Da tenere d'occhio anche lo sloveno Goran Dragic in ripresa, oltre agli altri "soliti" conosciuti tre.

Il quintetto degli Heat con Whiteside nel mezzo a preoccupare. Da tenere d’occhio anche lo sloveno Goran Dragic in ripresa, oltre agli altri “soliti” conosciuti tre.


 
Sale la tensione per i primi playoffs degli Hornets versione 2.0 a 2 ore e 25 minuti dall’inizio dei playoffs per i teal & purple.
Gli ultima partita di playoffs vinta da una squadra a tal denominazione, risalgono alla New Orleans 2011 contro i Lakers, i Bobcats non sono mai riusciti a vincere nemmeno una partita di post season, mentre la vittoria del 2002 in casa contro l’allora New Jersey Nets rappresenta l’ultima vittoria per la Charlotte 1.0.
 
Girando per siti, leggendo opinioni di blogger, analisti e altro come quotisti, la mia sensazione che Charlotte fosse data come underdog (sfavorita) veniva confermata, nonostante un 2-2 in stagione
regolare contro gli Heat, un rush di 18 vittorie nelle ultime 24 partite (da inizio marzo a oggi) e l’identico record stagionale.
Molti pensano che Miami possa avvantaggiarsi per l’esperienza che ha nei playoffs nonostante Bosh infortunato (insieme a Tyler Johnson e a U. Haslem) potrebbe tornare solamente più avanti (in caso di malaugurato passaggio del turno degli Heat), Charlotte con i suoi giocatori raggiunge solamente 227 partite giocate con Marvin Williams e Courtney Lee in testa al plotone (43 a testa).
Il futuro della franchigia di MJ (se metterà un po’ più mano al portafoglio) sembra in questo momento essere brillante e il passaggio del primo turno potrebbe rappresentare un trampolino di lancio nonché la legittimazione sul parquet verso l’All-Star Game programmato nella Queen City il prossimo anno. Personalmente, il sogno di squadre sfavorite nello sport che ribaltano il pronostico mi ha sempre entusiasmato, la trasmutazione della trepidazione in gioia per un evento inaspettato.
Troppo facile dire che si passa da Walker per arrivare al secondo turno, senza le sue buone prestazioni non ce la faremmo di certo.
La particella instabile, l’outsider, che potrebbe far propendere l’ago della bilancia dalla parte di Charlotte si chiama Linsanity, il giocatore esploso a New York a Charlotte sta ritrovando minuti e fiducia.
Dall’altra parte Whiteside che sta cercando di strappare probabilmente un ingaggio più alto agli Heat, potrebbe impegnarsi molto per dimostrare le proprie doti.
Gli Hornets dovranno essere bravi nell’attaccare tagliandolo fuori. In questo potrebbe essere devastane Nicolas Batum (in dubbio stasera per un problema alla caviglia sinistra, questa per noi potrebbe essere una perdita importante, ma se Lin trovasse il suo ritmo…) che gioca come point forward ed è finito davanti a Walker nella classifica assist di squadra.
Altre chiavi della serie saranno sicuramente il ritmo che le due squadre riusciranno a impostare, i palloni persi potrebbero essere fondamentali da ambo i lati, Charlotte è stata la prima squadra nella statistica dei meno turnover concessi agli avversari, ma in ottica playoffs con la pressione addosso, le cose potrebbero cambiare, gli Heat sanno correre con Goran Dragic (migliorato molto nella seconda parte della stagione e in grado di essere arma importante per i nostri avversari) e soci in transizione, non da meno è Charlotte nei fast break.
La curiosità è che le due squadre mettono in campo a livello di quintetti titolari lo stesso numero di cm; 1003 (Mia: G. Dragic 190. D. Wade 193, J. Johnson 201, Deng 206 cm, H. Whiteside 213 cm, Cha: Walker 185 cm, Lee 196 cm, Batum 203 cm, Marv. Williams 206 cm, C. Zeller 213 cm), anche se Miami ha una trentina di kg in più a disposizione, arma a doppio taglio comunque.
Miami è prima per stoppate a partita con 6,5 di media, 5^ in punti concessi agli avversari con 98,4.

Le statistiche di Charlotte nella stagione regolare...

Le statistiche di Charlotte nella stagione regolare…

a confronto con quelle dei Miami Heat.

a confronto con quelle dei Miami Heat.

Charlotte è nona sia in attacco (105, 1 pt. di media) che in difesa (101,8 concessi) dimostrandosi squadra equilibrata da bilanciamento perfetto che Clifford ha costruito intorno a buoni giocatori dai nomi non altisonanti.
A preoccuparmi è stato qualche passaggio a vuoto in trasferta di Charlotte, nell’ultima gara a Miami però, in un finale infinito, riuscimmo a vincere di tre punti.
Non solo per partigianeria, ma anche per fatti oggettivi, essendo passata molta acqua sotto i ponti dalla sconfitta all’esordio stagionale dei nostri teal & purple proprio a Miami il 29 ottobre, rimango speranzoso e fiducioso di passare il turno, a patto che i nostri non cedano un centimetro, la tenuta mentale e la tenacia sono state spesso decisive per rientri impossibili in stagione, come il vantaggio più grande di sempre dilapidato da Popovich e i suoi Spurs che ha consentito la vittoria degli Hornets in rimonta.
Le panchine sono interessanti, Winslow/Kaminsky nella sfida tra rookie, G. Green per Miami contro Lin e poi Richardson, Stoudamire più McRoberts per la squadra di Spolestra, per Clifford, l’esperto Al Jefferson potrebbe svoglere un ruolo decisivo uscendo dalla panchina approfittando magari dell’assenza di Whiteside durante le rotazioni, il suo post basso potrebbe mettere in difficolytà chiunque, anche se le sue difese non sono di primo piano.
Hawes e Daniels sono inoltre tiratori che potrebbero sfruttare gli scarichi dei compagni, così come Joe Johnson tra i titolari per Miami.
Interessante il duello tra il vecchio Wade e Lee, il mastino degli Hornets dovrà appiccicarsi alla SG avversaria come durante l’ultima partita per fermare la vena realizzatrice del fenomeno degli Heat, ormai però in fase calante, tormentato da infortuni a ripetizione che ne hanno minato l’integrità fisica.
 
Forza Hornets 2.0, proviamo a scrivere un’altra bella pagina per i primi playoffs di questi Calabroni, contro tutti, in direzione ostinata e contraria!

Bilancio di fine StagiHornets

La stagione regolare è terminata, veloci considerazioni sulla situazione degli Hornets e non solo.

Focalizzando l’attenzione sulla classifica a Est possiamo notare un grande equilibrio dietro alle prime due squadre che hanno fatto corsa a se.

Quattro squadre sono finite alla pari subito dietro in una Conference che avrebbe dovuto essere, a detta degli esperti, un po’ più debole di quello che si è dimostrata. Chicago, nona, è finita fuori dai playoffs nonostante il record leggermente positivo di 42-40. E’ vero che i Sixers, nobile decaduta al momento, hanno fatto da squadra materasso per quest’anno con sole dieci vittorie, ma se il record dei Bulls fosse stato ottenuto lo scorso anno, i martoriati Bulls sarebbero arrivati sesti, posizione che invece occupano i nostri amati Hornets, che con un record di 48-34, lo scorso anno sarebbero stati quinti, senza avere il vantaggio del fattore campo.

Il parquet amico quest’anno per gli Hornets è stato un fattore chiave. Vincendo ben trenta partite si sono dimostrati sesta forza assoluta nella NBA in questo genere di statistica, un fortino dal quale si è poi diramata la direttrice principale verso la terra dei playoffs.

Non essere riusciti a portare a casa la gara inaugurale in casa potrebbe pesare, ma Charlotte nei playoffs dovrà mostrare maturità, convinzione e usare energia, oltre a quello che ha imparato a fare, ovvero giocare a basket per passare una serie che ritengo equilibrata, ma ne scriveremo poco più avanti.

Dalla tabella degli head to head a Est possiamo notare una certa regolarità nel battere le squadre che hanno terminato dietro di noi la stagione con l’eccezione Washington, mentre davanti gli scontri con il Calore di Miami sono finiti in parità, anche se Miami parte con i favori del pronostico per esperienza, fattore campo e qualcuno dice qualità, io invece sono convinto del contrario in quest’ultimo caso.

Abbiamo inaugurato la regular season in Florida perdendo contro gli Heat e non vogliamo terminarla contro di loro.

Il contentino sarebbe vincere la prima gara playoffs da quando i Bobcats formarono il nuovo nucleo che condusse gli Hornets a reincarnarsi a Charlotte, ma ritengo che questa squadra già ora possa fare di più facendo saltare il banco al primo turno, come fece Mashburn contro gli Heat stessi (sua ex squadra) nel 2001. Lì la serie finì 3-0, questa volta ci sarà da soffrire, anche per battere i tentacoli di Whiteside occorrerà essere lucidi e un Clifford in versione fine stratega.

Ecco la classifica seguita dalle date della serie:

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Si parte domenica 17 aprile alle 11:30 di sera in quel di Miami. Per il momento conosciamo gli orari delle prime tre sfide. Immagine dal sito della Gazzetta Dello Sport.

Si parte domenica 17 aprile alle 11:30 di sera in quel di Miami. Per il momento conosciamo gli orari delle prime tre sfide.
Immagine dal sito della Gazzetta Dello Sport.

 

Infine ecco prima i voti delle ultime gare di R. Season, poi la classifica finale basata sulla media dei voti da me attribuiti durante tutta la regular season ai giocatori:

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La classifica finale dei singoli giocatori.

La classifica finale dei singoli giocatori.

MKG vicnce ancora la classifica ma ha solo 7 gare giocate. Il primo vero stakanovista è Kemba Walker, il quale ha giocato una stagione fantastica e ha una media voto tra il 7 e il 6,5. Lo segue Batum , elemento imprescindibile per il gioco di Charlotte. Appena fuori dal podio Marvin Williams, uno che si è presentato in forma al camp e lo ha dimostrato anche sul parquet. Letale tiratore ma anche difensore efficacissimo in certe serate. Jefferson che ha saltato gran parte della stagione è sesto seguito a breve distanza dalla coppia di Jeremy. Il primo, quello orientale (avanti sia per millesimali che per numero di giocate), è stato scostante durante l’anno, ma ha ottenuto una buona media, inoltre si è esaltato in alcune sfide importanti (vedi contro gli Speroni), dando più che una mano a vincere, il secondo era partito fortissimo, poi tra qualche piccoo infortunio e qualche scelta di Clifford sulle rotazioni ha perso un po’ il magic touch che si è rivisto contro Orlando nell’ultima sfida.  Più sotto, Hawes sfiora la sufficienza, comunque da assegnargli, anche se in difesa mi aspettavo un pochino di più, pur sapendo che il mestiere di difendere gli è meno congeniale. Kaminsky appena dietro a Spencer avrebbe forse meritato da parte mia qualche voto in più, ma la difesa mi ha lasciato perplesso, tuttavia è solo una questione di crescita. Se riuscirà a capire i meccanimi difensivi e con l’esperienza diverrà più astuto, potrebbe divetare un buon giocatore, in attacco a volte ha mostrato davvero ottimi fondamentali. Alla fine promuoverei tutti in blocco tranne i rimandati in giallo e il deludente P.J. Hairston, la cui partenza ha spianato la strada all’arrivo di Courtney Lee (5° in classifica dei singoli) nell’ultima sessione di mercato. L’ex Grizzlies sarà uno degli elementi cardine per battere Miami, dovendo cercare di cancellare Wade in attacco. Nell’ultima sfida l’ha fatto, vedremo se Lee continuerà a dar del filo da torcere al “vecchio” Dwyane in versione playoffs.

Provarci non costa nulla, let’s go Hornets!

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Game 82; Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 117-103

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Sottotitolo; verdettHornets

Le varie ipotesi formulate prima della gara. Alla fine si verificava la terza. Saranno gli Heat i nostri avversari nei playoffs.

Le varie ipotesi formulate prima della gara. Alla fine si verificava la terza. Saranno gli Heat i nostri avversari nei playoffs.

 
Ultima giornata di Regular Season.
Un po’ di nostalgia per la stagione passata, ma anche tanta fatica per seguirla, quindi vedrò volentierissimo i playoffs come estensione sperando di prolungare il più possibile, ma almeno il grosso è andato.
Mancavano alcuni verdetti importanti, ad esempio la definizione della griglia playoffs nelle posizioni centrali a Est.
Quattro squadre in equilibrio pressoché perfetto a contendere i posti dal terzo al sesto con diverse ipotesi sul tavolo per quel che riguarda le combinazioni possibili in ottica classifica finale e quindi playoffs.
Giocheremo con Miami, la quale si è fatta clamorosamente rimontare un largo vantaggio da Boston e ha ceduto sul parquet dei verdi che hanno sancito la nostra partecipazione in gara uno nella calda Florida.
Atlanta per la cronaca perdeva a Washington.

Big Al è pronto per i playoffs. Ha segnato 26 punti nella notte.

Big Al è pronto per i playoffs. Ha segnato 26 punti nella notte.

 
Gli Orlando Magic si presentavano a Charlotte in quel che si chiamava Fantastic Fanale un tempo, senza più ormai velleità di classifica e Skiles proponeva un quintetto con; E. Payton, Fournier, Hezonja, Ilyasova, Vucevic, mentre Clifford rinunciava a Batum con giacca di color violaceo dietro la panchina per schierare; Walker, Lin, Lee, M. Williams e C. Zeller.

Raggi di luce. le Honeybees in serata.

Raggi di luce. Le Honeybees in serata.

 
La palla a spicchi lanciata in aria dall’arbitro, Hornets avanti, Zeller era servito sul principio di corsa a destra, la palla tra le sue mani passava insieme al suo dribbling e a 11:41 passando tra le maglie gessate e appoggiando agilmente i primi due punti della gara. Lee dopo un dribbling andava a prendersi un tiro dalla media che valeva il raddoppio, mentre Orlando, in difficoltà, inaugurava il proprio tabellino in materia punti a 10:13, quando Fournier indovinava la bomba del -1.
A 9:56 Lin rispondeva con molta naturalezza alla tripla portando sul 7-3 i Calabroni che incassavano un canestro ravvicinato di Ilyasova, bravo a farsi trovare nel pitturato.
A 8:42 Lee segnava dopo il palleggio con il tiro dal gomito, a segno andavano anche Vucevic , Marvin Williams, Walker e altre due volte Vucevic alzando il punteggio sul 13-11.
A 6:38 partecipava ancora Williams alla gara dei punti realizzati, il suo post basso sinistro a spingere verso il centro incontrava la resistenza in avanzamento di Ilyasova; fallo e gioco da tre punti per Charlotte, la quale iniziava a decollare con tiri a tre punti.
A 6:19 una deviazione di Lin verso sinistra dopo aver raggiunto la linea di fondo in dribbling gli faceva vedere frontalmente lee rimasto acquattato nell’angolo, il passaggio era la scelta giusta perché la tripla di Courtney era vincente.
Fournier a 6:04, dopo il time-out voluto da Skiles, rispondeva da tre, ma i Calabroni si offendevano, così un’altra apertura, in diagonale questa volta, di Lin sullo stesso lato del precedente, dava la possibilità a M. Williams di caricare e colpire da oltre la linea con un open (22-14).
Hornets che a 4:53 raggiungevano anche il +10 con Lin in transizione sempre Jeremy a 3:55 su un fast break mandava con la bomba a +13 i bianchi di casa, i quali mettevano il pilota automatico da fuori, visto che Marvin Williams a 3:06 massimizzava con la tripla il suo proposito d colpire il canestro. Jefferson su assist di Walker suonava il campanello con una schiacciata, nel finale di primo quarto poi erano Daniels con i suoi Magic polpastrelli a battere il difensore in jumper e Gordon con lo spin nella vernice e il canestro in allungo a fissare il risultato sul 38-22.

Daniels al tiro.

Daniels al tiro.

 
Assolutamente eccezionali in attacco rimanevano gli Hornets nel secondo quarto, anche se iniziava solo con un ½ dalla linea. J. Smith segnava da due ma poi Jefferson andava a bersaglio su azione, velocità nel movimento di giro dal post sx e buon appoggio mostrando elevati fondamentali per il 41-24.
La resistenza degli antracite gessati si materializzava con una tripla di Gordon ma un dai e vai tra Lamb e Jefferson vedeva Jeremy entrare in taglio deciso, la direttrice che portava il nostro n°3 verso il centro era definita, l’esplosività faceva il resto; mega dunk in faccia alla difesa di Orando e panchina in festa per il poster della serata.
Hornets che chiudevano subito dopo con un’altra bella slam, questa volta era Lin a fornire la palla a spicchi per l’innesco. C.J. Watson realizzava due punti portando sul 47-31 la gara, ma i Calabroni sulle ali del vento volavano a quota 50 quando il sibilo della tripla di Daniels (8:07) si univa al rumore del cotone graffiato.
Hornets sul 50-31 con un 6/12 da tre punti… Lamb verticalizzava ancora su Jefferson diventato un po’ il punto di riferimento sotto canestro; finta e spostamento sulla destra di Dedmon che cercava con furbizia il contatto, Big Al però segnava e subiva fallo, anche se lasciava il colpo in canna dalla lunetta.
Lamb in entrata con uno stacco imperioso riusciva a darsi lo slancio per cambiare anca e appoggio evitando la stoppata sul salto; un fing and roll stupendo che portava la gara sul 54-33. Watson tornava a colpire con un gioco da tre punti di Watson a 6:50, non finiva lì perché la squadra della Florida guadagnava alti 4punti raggiungendo quota 40 con Dedmon a 4:55.
Lee rovinava un tentativo di alley-oop ai Magic andando una frazione di secondo prima a soffiar palla con la mano sinistra dalla disponibilità di Marble.
Sempre Courtney su un cambio gioco andava via a Gordon provando il banker dalla destra, nulla da fare ma il tempismo di Hawes serviva a continuare a tenere il passo in attacco.
Altro intercettata su passaggio orizzontale da parte di lee che mancava però l’attacco.
A 3:10 un fallo di Lamb su Hezonja premiava il rookie abile a convertire anche dalla lunetta ma il secondo tre punti di Daniels in serata vanificava il recupero dell’ala di Orlando.
Una transizione di Charlotte stava per terminare male; Walker prima che uscisse il pallone sul fondo riusciva in salto a lanciarlo sul lato opposto, Zeller sfiorava, Daniels recuperava e con spazio caricava la terza bordata vincente di serata che consentiva ai calabroni di salire sul 62-43.
Hornets che a 1:46 invitavano Hawes al banchetto delle triple per il +22. Nel finale però i Magic inauguravano la loro rimonta e tornavano con una bomba di Hezonja a -16.
Charlotte andava a riposo comunque su un languido 66-50 mostrando un basket di qualità rimarchevole offensivamente parlando.

Jefferson ha guidato Charlotte nel punteggio ma altri panchinari hanno raggiunto la doppia cifra.

Jefferson ha guidato Charlotte nel punteggio ma altri panchinari hanno raggiunto la doppia cifra.

 
Skiles era esterrefatto dalla prestazione della sua squadra e in panchina lo mostrava con uno sguardo incredulo, a 9:40 Lin attaccava frontalmente in corsa due difensori e serviva il fing and roll con saltello sul ferro per il 70-53.
La squadra della Florida però rastremava il punteggio con Fournier, il quale accendendosi segnava velocemente 5 punti (intervallati da 2 di Jefferson), Vucevic aiutava a 6:52 con una slam dunk dopo un paio di passi in corsa senza trovare nessuno che si opponesse, nel vuoto totale della difesa degli Hornets. Hornets che davano ampio spazio alla panchina, anche a quelli che avevano giocato solo piccoli scampoli di stagione.
Fournier continuava a spingere mentre dall’altra parte Lamb segnava un paio di canestri utilissimi, il secondo dalla baseline sinistra con un tiro in lenta corsa controllata; la palla alzata era perfetta, due punti eleganti per il 79-69.
Jeremy (Lamb) in difesa riusciva finalmente a stoppare Fournier ma la squadra di Skiles accorciava comunque le distanze a -7 (86-79) alla fine del terzo quarto.

Jeremy Lamb chiuderà con 12 punti (6/10) compresa questa slam dunk in faccia a Gordon.

Jeremy Lamb chiuderà con 12 punti (6/10) compresa questa slam dunk in faccia a Gordon.

 
Vantaggio ridotto ma pur sempre tranquillizzante.
Gordon splittando dalla lunetta a 14 secondi dall’avvio dell’ultima frazione (palla persa da Daniels, un problema per il terzo quarto e in quest’inizio, dopo aver gestito la palla impeccabilmente nel primo tempo) portava a -6 i Magici. Hornets che per colpa di un clear path (fermava Hezonja in transizione) di Gutierrez (palla portatagli via da Mario in palleggio) subivano altri due FT da un tiratore oltre il 90% in stagione.
Un jumper di quelli garanzia di Jason Smith portava pericolosamente a -2 la formazione ospite.
Hornets risucchiati pericolosamente nel gorgo che beneficiavano della voglia e dell’energia di Hansbrough, il quale a 11:13 interrompeva il parziale di 7-0 dei Magic con due liberi. Hornets che chiudevano i varchi sul tiro e da sotto; era il caso di Marble, il quale dopo lo spin non riusciva da vicino a trovare lo spazio gusto per segnare, anche se guadagnava un fallo che non convertiva in punti (0/2 FT).
Un’altra persa sulla sinistra da parte di Charlotte e Hezonja veleggiava in schiacciata sulla transizione per l’88-86.
Se la panchina degli Hornets aveva procurato il danno doveva anche risolverlo secondo Clifford.
Fiducia e spazio a loro. Harrison in entrata segnava Watson mancava la tripla, Daniels andava a sbattere su un difensore sotto canestro sullo slancio in corsa; la penetrazione era buona e il servizio schiacciato prima di cadere sul parquet per Hansbrough fondamentale.
Psyco-T depositava il +6 che diventava +8 a 8:49, quando Daniels sorgeva da posizione frontale per realizzare il 94-86. Charlotte non tremava più e collezionava anche qualche canestro bello da vedere, pregevole, come quello di Hawes con il gancio da sinistra, buono il suo movimento per liberarsi, oppure la tripla siderale di Harrison sganciata dalla diagonale dalla sinistra a sfiorare la linea laterale… ancora Psyco-T schiacciava in entrata e si vedeva anche Hawes realizzare da tre portandosi a 12 dopo uno step back a 4:12
Finiva 117-103 come preventivato, tutto funzionava nella serata, assist, tiro e rimbalzi, lieto fine compreso nel prezzo mentre le orecchie dei tifosi ascoltavano cosa stesse avvenendo nel nord del paese.
Boston e Washington stavano vincendo, così finirà, sarà quindi Miami, 3^, a giocare contro di noi in questa prima avventura degli Charlotte Hornets 2.0. Quattro squadre che hanno terminato con un record di 48-34, posizioni decise solo dalla classifica avulsa, ma scontri che si prospettano abbastanza equilibrati tra la terza e la sesta posizione, anche senza il vantaggio del campo.
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Pagelle:
 
Walker: 6,5
2 pt. (1/6) 8 assist. Gioca meno del solito, ecco perché due punti solamente, oltre a un tiro approssimativo. Si dedica agli altri da samaritano distribuendo 8 assist, poi si siede ad applaudire i compagni.
 
Lin: 6,5
10 pt. (4/7), 4 rimbalzi, 4 assist. Discreta partita ma sparisce ben presto.
 
Lee: 6,5
7 pt. (3/9), 1 rimbalzo, 2 assist, 2 rubate. Al tiro non c’è dopo l’inizio gara sbaglia tutto, forse perché in difesa spende attivando la sicurezza.
 
M. Williams: 7
11 pt. (4/5), 4 rimbalzi. Nemmeno 10 minuti, continuando così avrebbe messo a segno un quarantello. Scherzi a parte, positivo.
 
Zeller: 6
3 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 1 rubata. Prende rimbalzi e segna il canestro iniziale della gara. Vucevic però lo batte troppo facilmente.
 
Jefferson: 7
26 pt. (11/15), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Micidiale dalle parti del verniciato. Sbaglia poco e mostra il suo repertorio.
 
Lamb: 7
12 pt. (6/10), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Cerca di applicarsi anche in difesa, qualche volta ci riesce bene con i mezzi che ha, vedi le tre stoppate, il suo punto di forza, però è l’attacco. Segna alcuni canestri in momenti importanti.
 
Daniels: 7
13 pt. (5/9), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Il solito letale tiratore da tre punti. Manda in orbita Charlotte. Punti cuscinetto preziosi.
 
Kaminsky: 5
3 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 1 assist. Un pallone gettato alle ortiche, attacchi poco precisi. Negativa serata.
 
Hawes: 6,5
12 pt. (5/6), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. In controtendenza al tiro trova la sua serata buona. Bene, anche se dietro, come altri, risulta non convincente.
 
Gutierrez: 6
4 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 4 assist. Pessimo per un po’, poi mette a referto due assist di prima categoria. Fallisce una tripla rovinando un passaggio back-door sull’altro lato con scarico per lui in angolo destro e un turnover ci costa per il fallo due tiri più palla in mano avversaria.
 
Hansbrough: 6,5
8 pt. (2/3), 1 rimbalzo, 1 assist. Protesta per un fallo contro con un arbitro anche mentre l’azione si sviluppa, in maniera civile nonostante lo sguardo da psicopatico che potrebbe incutere timore. Buona gara. Mi piace come giocatore, anche se non sempre sembra all’altezza della NBA.
 
Harrison: 6,5
6 pt. (2/3), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Tripla difficile che fa un po’ da spartiacque nel periodo finale.
 
Coach Clifford: 6,5
Si diverte a lasciare in campo la panchina. Amante del brivido. Ovviamente gli serviva per testare le capacità dei ragazzi e vedere il gioco d’insieme. Combina un guaio ma la panchina stessa lo riscatta nel finale. Ottimo gioco offensivo, dietro qualcosa va migliorato, ma stasera non fa testo perché i titolari hanno giocato ben poco.

Game 81; Charlotte Hornets @ Boston Celtics 114-100

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Sottotitolo; AccensiHornets e PreoccupaziHornets

Jefferson. Parte nello starting five e ritrova fiduccia. Confortante prestazione.

Jefferson. Parte nello starting five e ritrova fiducia. Confortante prestazione.

 
Penultima gara di questa faticosa (anche per me impegnato a rendicontare le prestazioni della squadra che amo) maratona che è la regular season.
A Boston per l’impossibile, agguantare una posizione migliore per i playoffs dopo la prova abbastanza sconcertante di ieri sera.
C’è chi sostiene che siano fattori dovuti all’orario, a partite domenicali con bioritmi non da Calabroni, nella verde notte di Boston i Calabroni (animale che può tranquillamente girare anche di notte) volavano alla ricerca dei passaggi sulla frequenza ultravioletta,che i Leprechaun per quanto magici non potevano vedere.
Dopo un quarto e poco più i Calabroni accendevano i fari, Lin esaltava il gioco difensivo, fatto di velocità e transizioni dei Calabroni, che portando scompiglio tra le retrovie avversarie incrementavano il vantaggio.
Stevens con il quintetto basso o normale non riusciva a opporsi anche perché nel terzo quarto i Calabroni trovavano il ritmo giusto per spostare il gioco sul finalizzatore giusto.
Nell’ultima frazione i Calabroni resistevano al rientro di Boston nonostante Batum si distorcesse una caviglia a inizio terzo quarto. Q
uesta è la vera preoccupazione per Clifford e noi fan che vorremmo avere al completo il roster per giocare “alla pari” contro la squadra che ci capiterà.
 
Gli Hornets salivano in Massachusetts con Zeller out per infortunio (problemi al torace) e ritrovavano Jefferson titolare. Ecco i 5 scelti da Clifford; Walker, Lee, Batum, M. Williams, Jefferson, B. Stevens, giovane e talentuoso coach dei Celtics invece sceglieva; I. Thomas, Bradley, Crowder, A. Johnson e Sullinger.

Nicolas Batum si ferma a 5 assist e 6 punti ma solo per un infortunio alla caviglia sinistra. Ci vorrebbe il maestro Miyagi (quello di Karate Kid alias Pat Morita) per rimetterlo in sesto in vista playoffs. Vedremo le news sulle sue condizioni fisiche.

Nicolas Batum si ferma a 5 assist e 6 punti ma solo per un infortunio alla caviglia sinistra. Ci vorrebbe il maestro Miyagi (quello di Karate Kid alias Pat Morita) per rimetterlo in sesto in vista playoffs. Vedremo le news sulle sue condizioni fisiche.

 
La palla a due era tirata giù da Boston che colpiva dopo diciotto secondi con Sullinger dal pitturato.
Jefferson sulla sinistra, spalla destra verso la linea di fondo, lasciava andare dietro di se un passaggio che Batum in infilata raccoglieva e depositava abilmente vanamente dal difensore in corsa a rimorchio.
A. Johnson nel pitturato raccoglieva due FT e a 11:00 portava in vantaggio la squadra di Stevens, ma dall’altra parte a 10:47 Batum in palleggio andava a contatto con il difensore, dandosi la spinta contraria per batterlo con un fade-away dalla media, del parquet il “vecchio” Jefferson mostrava i suoi movimenti un paio di volte sminuendo il lavoro in marcatura su di lui, completava la corsa Walker (servito sulla diagonale sinistra) che segnava da tre punti portando sull’11-4 i viola che tuttavia non trovavano più varchi per passare mentre i Celtics portavano un controparziale di 8-0 che li mandava sul +1 (11-12) a 6:41 con Thomas al vetro dopo una palla persa di Charlotte che è la squadra con minor palloni persi nella NBA, la quale tuttavia in quest’inizio concedeva qualcosa sotto quest’aspetto.
A 6:22 Marvin Williams dall’angolo sinistro colpiva di tripla riportando la squadra del North Carolina sul +2.
Il progetto di Stevens era di provare un quintetto basso per rubare palloni e mettere in difficoltà gli Hornets sotto il punto di vista della rapidità, non funzionava a 5:32 quando spalle a canestro Marvin dal post destro piazzava un giro e tiro (banker) contro Smart.
Un assist con un tempismo perfetto da parte di Lee serviva a Batum per mettere una cutting dunk che non lasciava scampo ai Celtics, i quali iniziavano a mettere in atto il progetto difensivo; da un raddoppio su Batum Bradley si catapultava dall’altra parte ma sull’alzata pre appoggio trovava Walker che pulitissimo gli deviava la palla oltre il fondo.
Dall’angolo il n°0 comunque si rifaceva appena dopo la rimessa e ci beffava con una tripla.
Walker attaccava frontalmente, Bradley si girava di spalle in salto per stoppare ma usciva nettamente dal cilindro franando su Kemba, due FT e Charlotte sul 20-15 prima che i Celtici apportassero un altro parziale; Thomas in appoggio, Smart stoppava Williams, Jerebko andava corto ma Hawes dormiva in difesa lasciando a Olynyk un rimbalzo quasi già tra le sue mani, oltretutto il lungo usciva e pareggiava con una tripla, stessa arma usata dalla parte opposta (a sinistra) da Bradley per superare un Kaminsky che lasciava spazio al più piccolo giocatore dei Celtics.
A 1:26 un’imbucata per Frank era chiusa dal nostro carrarmato passando aggressivamente con i cingolati sopra canestro; dunk aggressiva per il -1.
Olynyk batteva facile Hawes ma Lin entrato da poco mostrava di essersi ripreso dalla serataccia precedente infilando un pull-up che gli dava la carica.
Era Bradley però dalla laterale sinistra a battere di tripla i Calabroni e i Leprechaun chiudevano avanti 24-28 i primi 12 minuti.

Kaminsky schiaccia davanti a Olynyk.

Kaminsky schiaccia davanti a Olynyk.

 
Hawes iniziava il secondo quarto facendosi perdonare un po’ di orrenda difesa nel primo; tripla e gancio a 10:45, i Calabroni così tornavano a -1 (avendo subito nel mezzo due FT di Smart), prima d’incassare altri due FT di Olynyk che realizzava anche a 10:05 andando via a Hawes e aggressivo completava grazie al fallo un gioco da tre punti.
A 9:22 da sotto Turner si alzava per ribadire a canestro dopo aver conquistato un rimbalzo nel pitturato, era però il canto del cigno per Boston che sul +5 guadagnava si ancora un punto a 8:09 con Smart dalla lunetta, ma subiva sempre a gioco fermo quattro punti che davano a Charlotte il -2.
Lin in difesa in zona centrale si piazzava bene per recuperare un pallone, faceva tempo appena a ripartire che Olynyk gli si parava davanti mentre Jeremy andava a sbatterci contro. Fallo chiamato al lungo bianco senza altre penalità nonostante fosse l’ultimo uomo, visto come un normale fallo di gioco. Lin comunque iniziava a spaccare la partita colpendo con la tripla del sorpasso a 6:52. Gli Hornets continuavano il parziale partendo dalla difesa; Lin era un ninja; altro pallone intercettato (a Smart), grazie al quale andava in lunetta a 6:38 estendendo la leadership viola a 3 pt.. Nemmeno a dirlo, il tredici a zero di parziale lo completava ancora il taiwanese che con uno step back dalla diagonale destra realizzava battendo Olynyk piazzatosi in marcatura alta e con un giro e tiro in area su passaggio verticale schiacciato del francese. Per un reaching foul di Jefferson Thomas andava in lunetta a 5:30. Il parziale era stoppato al secondo libero ma l’emorragia difensiva di Boston non si fermava, i Calabroni, infatti, inoculavano altro veleno con Lin che riceveva da Kemba e con un’esitazione al tempo stesso della ricezione guadagnava millesimi di secondo preziosi per attaccare un Bradley che lo seguiva nell’entrata, ma alla fine commetteva fallo.
Jeremy dalla lunetta era precisamente noioso e affondava altri due tiri, la soluzione da 3 pt. di Bradley non funzionava, mentre Jefferson era aggressivo a rimbalzo congelando l’attacco di Boston.
Sempre lui in difesa preservava il canestro andando pulito a toccare un pallone che Thomas in area stava provando a portare avanti in palleggio, sulla transizione Walker era lanciato ma un clear path (2 ft più palla in mano) di Bradley fermava tutto. Kemba realizzava un libero dei due, era però ancora Lin a costringere sull’azione Bradley a spendere l’ennesimo fallo, grazie al quale Charlotte a 4:05 saliva sul +11 (50-39).
Il copione non cambiava, Boston in attacco trovava l’alveare di Charlotte intasato, le linee di comunicazione erano interrotte da Lin che ancora una volta recuperava un pallone a Turner, sulla transizione Walker depositava.
Thomas nel traffico commetteva un altro turnover ma Williams sbagliava il tiro e poi nonostante il rimbalzo preso dai nostri toccava la linea laterale aggiustandosi per il tiro da tre perdendo di fatto la sfera sulla chiamata degli arbitri.
Walker difendeva bene su Thomas, il play s’incartava e palleggiava male dietro la schiena, Kemba capiva tutto e correva via rubando la sfera, sul rientro fintava e batteva anche Johnson in recupero.
Un driving hook shot di Jefferson su Jerebko a sinistra mandava Charlotte, +17 a 1:02, Calabroni che chiudevano ancora più forte il quarto con un gioco corto tra Batum e Williams, quest’ultimo sparava da tre e l’anomala flipperata tra ferro e tabella lo premiava.
Un’ultima scorribanda in velocità di Lin consentiva agli Hornets di prendere 2 FT che Jeremy usava per chiudere il primo tempo sul 63-41, un parziale di 39-13 nel secondo quarto con Lin arrivato a 21 punti e 4 rubate.
19-13 il parziale di Lin contro tutti i Celtics nel quarto…

Lin in mezzo alla difesa dei celtics.

Lin in mezzo alla difesa dei celtics.

 
Dopo l’intervallo arrivava la nota estremamente negativa per gli Hornets; Batum a circolo passava dietro un paio di giocatori, scaricava da sotto canestro al volo su Lee che segnava il floater da sinistra, non accorgendosi che il compagno nel frattempo finiva a terra dopo il contatto su Johnson Ricadendo si procurava una distorsione alla caviglia sinistra.
Ora bisognerà vedere l’entità dell’infortunio dopo accertamenti.
Charlotte nonostante perdesse Nicolas, il quale rientrava zoppicante negli spogliatoi, spiegava le ali e con Walker in versione assist-man e realizzatore andavano sul 67-49.
Sulla seconda azione Walker compiva un sospetto giro su se stesso in salto, gli arbitri valutavano un tocco di Sullinger come decisivo, Kemba si trovava palla in mano e fluidamente appoggiava in layup tra la disapprovazione del pubblico.
A 9:34 un catch n’shoot di Williams dalla diagonale sinistra era glaciale, tre punti per il 72-44 e le temperature si facevano polari per i Celtics sul -28.
Boston provava a reagire ma un’altra mina di Marvin da fuori a 8:18 (zona centro destra) e gli Hornets passavano sul 75-48. Non guadagnava nulla Boston, almeno sino a 5:45, quando i tre punti di Thomas accorciavano di tre lo svantaggio (80-56). Johnson a 5:19 mancava un layup passando in mezzo a due Hornets, per gli arbitri c’era il fallo di Big Al che al quarto tornava a sedersi precauzionalmente in panchina.
Lin tornava a farsi vedere appoggiando due punti al vetro, dall’altra parte Thomas era velocissimo, Hawes ingenuo nel toccarlo sulla spalla vistosi passare, così Isaiah portava a casa un gioco da te punti.
Ancora Lin a 4:47 con un’entrata schiacciata a ricciolo mandava il tabellone sull’84-60, Boston era nervosa, Thomas andava a sbattere su Walker e gli arbitri chiamavano sfondamento, Isaiah probabilmente proferiva qualcosa che l’arbitro più giovane non gradiva e prendeva il tecnico.
Un punto in più per Kemba che si sommava ai tre ottenuti successivamente da Hawes a 3:16, l’88-62 era un ottimo margine ormai.
Boston realizzava un parzialino di 5-0 ma si dimenticava Kaminsky a 1:43, Olynyk arrivava leggermente dopo in chiusura e il carrarmato colpiva a lunga gittata per il 91-67.
Nel finale Kemba colpiva da tre punti ma Smart aveva il tempo per subire un fallo di Daniels sul quale Clifford si mangiava le mani perché speso a mezzo secondo dalla sirena e lontanissimo da canestro.
Tre FT per Marcus e tutti realizzati. Si entrava nei dodici finali quindi sul 94-72.
 
Gli Hornets inauguravano il quarto segnando da rimessa dal fondo; palla per Daniels, giro sull’esterno e tiro da destra con confidenza che sposava la retina.
Hawes salvava un pallone nell’angolo destro buttandolo sopra la sua testa a due mani indietro alla cieca, l’azione continuava perché la palla a spicchi rimaneva nelle nostre mani, Daniels glorificava l’azione di Spencer realizzando con una tripla frontale per il 99-74.
Boston spinta da un pubblico comunque positivo tentava il rientro; Turner con un passaggio teso a 9:28 si connetteva a Olynyk che in salto indisturbato faceva arrampicare il pallone con le manine oltre il bordo del ferro mentre Hawes di spalle al passaggio era in rientro su di lui.
Il canestro valeva il 99-81.
A Charlotte serviva solo qualche canestro per contrastare il rientro, ormai con un buon vantaggio e dopo essere riuscita per due quarti a gestire il ritmo, ora subiva la pressione per il rientro di Boston.
Kaminsky da sotto trovava un blando contatto con Olynyk, il fallo forse era anche generoso ma comunque splittando, il “The Tank” interrompeva il rientro dell’armata verde che arrivava a -15 prima che Daniels a 7:05 dalla diagonale destra facesse sorvolare al pallone le mani del n°28 Hunter e le teste dei difensori dei Celtici, i quali vedevano ricader dentro la palla come l’arcobaleno alle falde del pentolone d’oro magico.
I tre punti erano meravigliosi ma consistenti, Hornets che salivano a +18 e resistevano nel finale con un paio di canestri di Jefferson su Jerebko.
Il resto lo faceva l’imprecisione dei Celtics, un rigore fallito da Turner tutto solo dopo una lotta sul pallone con tunnel a Kaminsky e almeno altre quattro buone difese sulle quali in una si esaltava Marvin in stoppata su Turner.
Finiva 114-110, gli Hornets agganciano i Celtics in classifica e ora tutto si deciderà all’ultima giornata.
Noi in casa contro Orlando e Boston a vedersela con Miami in uno scontro tra le due franchigie in lotta tra di loro che il destino beffardamente ha messo di fronte.
Si va sul 47-34 in classifica e si agganciano i Celtics anche se gli si rimane dietro a causa degli scontri diretti (1-2), Miami è a mezza partita dalle due squadre dovendone disputare ancora due.
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Pagelle:
 
Walker: 6,5
18 pt. (6/15), 5 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Bene negli assist, meno nel tiro, detta qualche giocata e segna un paio di canestri grazie alla sua coordinazione che altri non avrebbero realizzato.
 
Lee: 6
5 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 2 assist.
E’ attento su Bradley, basta vederlo all’inizio su tagliafuori, lo segue, lo controlla, eppure il n°0 è in serata. Una tripla al momento giusto nel secondo tempo e applicazione, vanificata talvolta dalla freschezza dell’avversario.
 
Batum: 7
6 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Dannata sfortuna che ci perseguita. Il francese in 17 minuti si dedica agli altri quando non viene servito. Altruista fino all’ultimo, serve Lee dall’altra parte del campo e non si accorge di ricadere su Johnson. Buoni i movimenti, gli inserimenti, con lui Crowder non combina molto.
 
M. Williams: 7
16 pt. (6/13), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Buona serata, timbra quattro triple su otto, un paio nel terzo quarto servono come fieno in cascina per la fase finale. Pochi rimbalzi, anzi, uno solo, ma quelli sono catalizzati da Jefferson, stoppatona di forza prolungata cadendo nel finale su Turner.
 
A. Jefferson: 7,5
16 pt. (8/11), 11 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Forse galvanizzato dal rientro tra i titolari per l’assenza dovuta a infortunio di Zeller, sfodera una prestazione convincente in attacco e migliore in difesa. Buonissima gara puntellata da un paio di canestri nel finale che aprono il sacchetto salva gelo e conservano la partita.
 
Lin: 8,5
Entra dalla panchina e lo riconosciamo subito. Eccolo tornato in se. Dottor Jekyll e Mr. Hyde. Spacca la partita da solo in dieci minuti tra palloni rubati e canestri. Se ieri era stato drammatico (anche sentendo la conferma dei telecronisti dei Celtics), oggi è stato superlativo. Manda a male anche Bradley che se la stava cavando bene contro Lee. Si perde un po’ nel secondo tempo, dove comunque mette a referto altri due canestri importanti.
 
Hawes: 5,5
9 pt. (3/5), 5 rimb., 1 stoppata. Inizio inguardabile in difesa, ma anche sulle seconde rotazioni, basta una finta di Olynyk e Spencer è costretto a far fallo se va bene. Punto debole dietro. Da qualcosa di più in attacco e serve.
 
Daniels: 6
11 pt. (4/6), 1 rimbalzo. Stesso discorso di Hawes dietro. Fa fatica a tenere. Ha il merito, però, di segnare un ¾ da tre punti e nell’ultima frazione i suoi punti sono pesanti come piombo.
 
Kaminsky: 6,5
8 pt. (2/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Mi piace di più dietro, un po’ più aggressivo. Ordinaria amministrazione per il resto.
 
Hansbrough: s.v.
0 pt. (0/0), 1 rimbalzo. Parte con lui la pletora di giocatori dal minutaggio di 1:12 sottostante. Troppo poco tempo per esprimere un giudizio.
 
Harrison: s.v.
0 pt. (0/0). Perde un pallone. Per il resto, ascoltarsi Caparezza in “L’età dei figuranti”, solo il titolo, non il concetto.
 
Gutierrez: s.v.
0 pt. (0/0), 1 assist. Un’ apertura nell’angolo sinistro per la bomba di Daniels a 1:02 si trasforma in assist. Buona visione, ma poco tempo anche per lui per dimostrare qualcosa.
 
Coach Clifford: 7
Perdiamo più palloni di Boston, altra squadra che in transizione sa cosa fare e si vede, riuscendo anche ad avvantaggiarsi contro di noi sia in termini di punti realizzati nei fast break che in palle fatte perdere agli avversari, però Charlotte gioca a basket e 6 assist in più non sono frutto del caso, giocando per un tempo senza una point forward come Batum… La mentalità torna quella giusta, forse ieri non c’era stimolo, eppure… Time-out sottili alla minima difficoltà senza esagerare. Complimenti per la prestazione odierna.
 

Game 80; Charlotte Hornets @ Washington Wizards 98-113

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Sottotitolo; WaterlHornets
 
Non siamo a Waterloo 201 anni fa circa, ma l’erede francese Batum purtroppo ha indirettamente ripetuto la storia contro il “prussiano” (passatemi geograficamente il paragone) Gortat. Doveva essere la partita trampolino di lancio per arrivare a giocarsi a Boston uno scontro diretto nel tentativo di superare i verdi e arrivare a un quarto posto che darebbe diritto ad avere le prime due gare in casa a disposizione per i playoffs, invece al Verizon Center, campo che non ci porta bene (l’anno scorso si fece male seriamente Zeller alla spalla e subimmo una sconfitta dopo due supplementari), è arrivata la doccia fredda.
Una disfatta contro una Washington ormai fuori dai giochi per i playoffs che ha giocato con orgoglio, com’è giusto che sia, perdendo anche Beal presto, demerito di Charlotte essersi affidata a tiri troppo spesso presi frettolosamente (anche merito di Washington in qualche caso nell’aver messo pressione e difeso bene), mentre in difesa i cambi tra centri non hanno prodotto l’effetto sperato, quello di riuscire a contenere i punti nel pitturato.
A dire il vero Washington ha usato bene anche le armi della transizione e del tiro da fuori, mentre noi, troppo accademici nel primo tempo, dobbiamo recitare il mea culpa. Un concorso di colpe quindi a gabbare le speranze di noi tifosi Hornets, che attenderemo ancora poco più di tre giorni per conoscere la nostra avversaria nei playoffs e cercare di sbaragliare il campo nemico da subito, nel caso in cui dovessimo giocare le prime due in trasferta.

Daniels, 2/7 al tiro da tre punti. Per lui non una grande prestazione.

Daniels, 2/7 al tiro da tre punti. Per lui non una grande prestazione.

 
Charlotte oltretutto si presentava con la formazione tipo; Walker, Lee, Batum, M. Williams, C. Zeller, mentre Washington anche senza Wall costruiva un muro difensivo con lo starting five iniziale; Sessions, Beal, O. Porter, Markieff Morris e M. Gortat.
 
C’è un po’ di confusione sulla palla a due, alla fine M. Morris si trovava l’occasione per attaccare direttamente in uno contro uno ma sbagliava il reverse layup sulla sinistra, dall’altra parte anche Charlotte non aveva certezze; Morris andava a sbattere come un treno sul blocco di Zeller, Williams segnava da tre ma appena dopo il fischio, gli arbitri assegnavano un flagrant contro Washington a 11:41, quindi tripla annullata e due FT a Zeller che realizzava.
Batum iniziava presto a prendersi jumper discutibili e mancava subito la prima conclusione.
Gortat invece prendeva un rimbalzo offensivo e con un tiro corto molto soft superava Zeller a 11:14. Walker a 10:05 cambiava ritmo attaccando, sulla destra da media distanza segnava un banker, ma il suo primo tempo rimaneva sottotono.
M. Morris e Lee si scambiavano effusioni da tre punti che alzavano il punteggio sul 7-5, almeno sino al pareggio del centro polacco in gancio turnaround.
Un lob per Morris in area era sfruttato dalla PF avversaria che si arrangiava su Marvin e depositava il vantaggio dei Maghi, Williams, però non si arrendeva e ricambiava esplodendo la tripla del sorpasso (10-9).
Otto Porter, Zeller e Gortat cambiavano ancora i vantaggi, era sempre il polacco con un giro e tiro a 6:02 a incrementare a tre i punti il vantaggio dei padroni di casa (12-15).
Beal dalla diagonale sinistra con una tripla raddoppiava il vantaggio dei capitolini, Jefferson da sotto dopo il rimbalzo ne metteva due ma subito M. Morris passando in back-door da sx a dx, colpevolmente lasciato libero, correggeva.
Altro errore a 4:07 di Batum al tiro, gli arbitri però vedevano un fallo e il francese si riscattava dalla lunetta segnando le sue occasioni.
Un pick and roll tra il francese e Kaminsky portava al tiro Frank a una mano in avanzamento, l’americano di origine polacca sbatteva sul vero polacco e gli arbitri premiavano il n°44 viola dando contro la polish machine un blocking foul.
A 3:35 gli Hornets tornavano a -1 ma la serata era agonizzante, Morris con un jumper dalla media rimandava a -1 Calabroni, Batum passava dietro a Jefferson e sembrava pareggiare tirando dalla diagonale destra ma dopo aver rivisto il tiro a fine primo tempo si decideva di togliere un punto al francese, il suo lungo floating era valutato da due e i Calabroni andavano sul 21-22 a 2:59.
L’allenatore dei Wizards era esagitato per tutto in panchina, anche per una palla buttata fuori dai suoi ragazzi, Charlotte comunque andava sotto di 4 e Walker con uno 0/2 dalla lunetta non risollevava la situazione, era l’altro play Lin a cambiare gioco e a consentire a Kaminsky una tripla da destra che batteva il cronometro.
Il quarto era chiuso sul 27-28 con Charlotte solamente sotto di un’unità.
 
Il secondo “sganciamento” nel punteggio avveniva per colpa di Jefferson che da sotto forzava muovendosi contratto dai difensori, palla persa, transizione e appoggio di Temple, Daniels commetteva anche fallo e il libero ricamava il punteggio sul 27-33 a 10:20.
Venti secondi più tardi Anderson correva in mezo a Kaminsky e Jefferson e depositava ancora nella retina il 27-35.
Clifford vedendo una difesa allegra chiamava un time-out. Daniels da tre riportava a -5 la squadra della Carolina del Nord, ma Dudley realizzava contro Kaminsky che dall’altra parte faceva tesoro di un pallone ancora proveniente da Lin per replicare da fuori (33-37).
A 6:32 un’entrata di un più che paffutello Thornton (rispetto ai tempi di NOLA) portava i Maghi sul +10, Charlotte recuperava qualcosa con un assist schiacciato per Zeller che da sotto faceva tornare a una cifra la distanza tra le due contendenti. Hornets però in spirale negativa; 4 punti consecutivi di Dudley issavano Washington al massimo differenziale ottenuto sino a quel momento (+14, 39-53), a 3:01 Marvin segnava dal corner destro, singolare anche che il primo errore di Gortat arrivasse contro Hawes che sino a quel momento aveva fatto una pessima partita su ambo i fronti.
A 2:02 Daniels con la tripla da destra cercava di tranquillizzare i compagni che alzando lo sguardo vedevano il tabellone sul 45-53.
Il -8 diventava un -7 quando Walker tre quarti campo a :6:00 secondi dalla fine del secondo quarto tentava il tiro, forse Sessions vedeva l’ombra di Zeller che stava arrivando da dietro per portare un blocco e istintivamente toccava il nostro play che furbescamente assorbiva il contatto sparando palla verso la tabella.
I tre liberi andavano a segno e sulla sirena Sessions era controllato da Zeller, il quale lo induceva a provare un tiro girato in entrata che toccava i due ferri ma non s’infilava.
Charlotte finiva sotto 48-55 il secondo tempo.

Il carrarmato Kaminsky ha chiuso con 18 punti, la sua prestazione difensiva però a tratti mi lascia ancora perplesso.

Il carrarmato Kaminsky ha chiuso con 18 punti, la sua prestazione difensiva però a tratti mi lascia ancora perplesso.

 
Hornets che nella ripresa si riportavano velocemente in partita; Walker prima segnava due liberi, poi una tripla e con 5 punti consecutivi Charlotte tornava a -2 (53-55).
Era Marvin a pareggiare a 8:27 per il 57-57.
Morris dalla top of the key e Walker in entrata frontale spostandosi per l’appoggio a destra contro Gortat alzavano il punteggio, poi era Washington a realizzare con il polacco a 7:27 con un gancio nel cuore della vernice rossa e Sessions a navigare circolarmente intorno a Zeller per mettere un driving bank shot al vetro.
L’angolazione era giusta e lo svantaggio tornava a quattro per Clifford e i nostri eroi.
Steve dalla panchina chiedeva un altro time-out, al rientro il punteggio non si discostava di molto, a 5:10 Batum andava in profondità scattando, tutta Charlotte marcata come se fosse la finale dei playoffs all’ultimo tiro con le squadre pari, Nicolas andava sulla sinistra segnando un jumper fuori equilibrio che portava i Calabroni al -1.
Hornets che sul -1 intercettavano con Lee un passaggio diagonale ancora nella metà campo dei Wizards, l’azione veniva ceduta a Marvin che di forza da sotto contro due uomini sbagliava due volte, ma riprendeva sempre il rimbalzo e mostrava i muscoli andando comunque a segnare al terzo tentativo riportando sul +1 Charlotte (68-67).
Gortat aiutato dai compagni d’infilata sorprendeva ancora gli Hornets che rispondevano con Lee di tripla a 3:49, ottenendo un +2 (71-69).
Quando gli Hornets sembravano potessero riprendere il comando delle operazioni, cedevano di schianto beffardamente davanti a Porter che non faceva Otto solo di nome, ma anche di fatto.
Tre tiri, due triple inframezzate da un jumper dalla diagonale media destra (otto punti personali) e gli Hornets a 2:16 si trovavano sotto di 6 punti (71-77), che evidentemente non digeriti prolungavano l’indigestione, infatti, Dudley e Nene ne segnavano altri due a testa portando un parziale di 14-0 che avrebbe potuto affossare le speranze di rimonta di Walker e compagni.
Per una trattenuta prolungata in area Kaminsky non poteva ricevere un passaggio che andava a terminare sul fondo.
Gli arbitri però vedevano la palese scorrettezza, Frank quindi dalla lunetta spezzava il parziale con due punti.
Il giocatore dei Wizards però replicava di tripla con Frank rimasto un po’ goffamente su un blocco, proteso in avanti nel tentativo di dar fastidio almeno al tiratore.
Nulla da fare, il canestro valeva il 73-84 e gli Hornets a fine quarto terminavano sotto di 12 punti, 74-86.

Jefferson contro Nene. Nell'ultimo quarto un paio di suoi errori, invece che trasformarsi in punti quasi sicuri, hanno contribuito all'allontanamento.

Jefferson contro Nene. Nell’ultimo quarto un paio di suoi errori, invece che trasformarsi in punti quasi sicuri, hanno contribuito all’allontanamento.

 
Disperati, nell’ultima frazione inauguravano il recupero con due FT di Jefferson a 11:26, i minuti però passavano e la distanza rimaneva sempre sulla decina, Walker a 9:35 decideva di accelerare e attaccare guadagnando due FT che realizzati davano ancora una volta soltanto il -10 (78-88).
Un pick and pop tra Walker e Kaminsky lasciava libero frontalmente Frank (Washington in raddoppio su Kemba) che da tre metteva l’81-88.
A 7:32 un fallo offensivo di Oubre Jr. (gomitata su Kaminsky che aveva appena tirato giù il rimbalzo) faceva passeggiare dall’altra parte del parquet Frank che realizzava però solo il primo libero, poco male perché Washington andava ancora a vuoto in attacco con un tiraccio da tre di Thornton dalla sinistra, un nice pass di Walker per Jefferson dava la possibilità a Big al di trasformare velocemente da sotto l’uno contro uno in due punti semplicemente alzando la sfera.
Giunti al -4 a 7:07 (84-88), gli Hornets però subivano il secondo parziale, questa volta decisivo, doppio passaggio verso sinistra, Hornets troppo accentrati, Gortat per Sessione e bomba dalla sinistra per mandare i Wizards a 91.
Daniels tirava male da tre e poco dopo chiudeva la sua prova, Dudley sulla pressione di Kaminsky rischiava di perdere il pallone ma con un mezzo giro su se stesso pompava un passaggio schiacciato per Oubre, Batum fuori posizione, Jefferson spalle all’azione in marcatura e il back-door sulla linea di fondo dell’ipertricotico giocatore dei Wizards era propedeutico alla realizzazione in appoggio diretto a canestro.
A dare il colpo di grazia era un brutto passaggio di Batum ancorato da Dudley, transizione e stop & pops dell’ex N.O. Hornets e Kings, l’84-96 a 5:23 non era più metabolizzato dall’organismo dei Calabroni che alzavano bandiera bianca con Clifford a proporre qualche panchinaro negli ultimissimi inutili minuti.
Hornets sconfitti che forse perderanno il treno per il quarto posto.
Martedì notte, ora 1:30 si va a Boston, ora solo con la speranza di agganciarla a parità partite, purtroppo però Boston avrà gli scontri diretti dalla propria parte in caso di parità.
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Pagelle:
 
Walker: 5,5
16 pt. (4/11), 3 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Sono cifre sufficienti, ma non per lui che avrebbe dovuto trascinarci. Setata troppo quieta, delega agli altri aumentando gli assist, soffre un po’ la marcatura di Sessions.
 
Lee: 5
8 pt (2/11), 3 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Un -21 di plus/minus anche se i suoi avversari non dominano ma Thornton è decisivo. La longa manus difensiva di Clifford si vede quando co un bell’intervento a centrocampo recupera palla per innescare il vantaggio di Marvin, tuttavia in attacco va a sparacchiare.
 
Batum: 4,5
10 pt. (3/11), 5 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. A parte le tre palle perse, l’ho trovato in serata pessima in difesa, opinione personale… Anche in attacco, vedi Lee, sparacchia senza costrutto prendendo palla e tentando catch n’shoot improbabili.
 
M. Williams: 6
14 (5/11), 6 rimbalzi, 3 assist. Lotta con Morris che sembra aver la meglio, ma le sue cifre sono leggermente migliori. Comunque lotta per i 20 minuti circa che gioca.
 
C. Zeller: 5,5
6 pt. (2/3), 6 rimbalzi, 1 assist. Gortat non lo tiene. E’ vero che il polacco gioca una delle sue serate migliori facendo 21 punti con 10/11 al tiro, ma Cody è il titolare, anche da lui avrei voluto vedere qualcosa di meglio.
 
Kaminsky: 6
18 pt. (4/8), 11 rimbalzi. Limita a due i falli e spesso va in lunetta. Il problema è che in difesa ha uno stile tutto suo, non si sa che guardi a volte, si prende un paio di triple pesanti in faccia. Lui restituisce spesso e volentieri con buone giocate in attacco. Aspettando che cresca.
 
Jefferson: 5
10 pt. (4/9), 7 rimbalzi. Un paio di errori decisivi in un momento delicato della gara che ci allontanano dal match pesano. Qualche fallo extra, uno forse molto generoso da parte degli arbitri fischiato contro. Anche lui come medicina, per risolvere il virus delle incursioni barbariche nel pitturato, non funziona.
 
Lin: 4
1 pt. (0/6), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Da lodare per la stagione, un po’ meno nella notte parlando con eufemismo… Tre palle perse, ½ dalla lunetta e due stoppate prese. Non segna niente dal campo. La magia dei Wizards lo irretisce, una pessima serata.
 
Daniels: 5
6 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Il 2/7 tentato è esclusivamente da fuori, sua specialità. Lui ci prova ma gli va maluccio considerando il 5/7 contro i Nets. Tradisce un po’ la fiducia che Clifford riponeva in lui con un paio di tiri bruttini. Troppo falloso dietro e ingenuo concede un FT supplementare.
 
Hawes: 5
2 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 1 assist. 4:34 bastano per far capire a Clifford di tornare al centro originale. Due palle perse, falli in attacco e in difesa. L’unica buona che compie è su Gortat che sbaglia il suo unico tiro durante la serata.
 
Gutierrez: 6,5
4 pt. (0/0), 1 assist. Il messicano vede sempre la partita dal loggione. Entra nei minuti finali e in 2:45 si regala 4 punti dalla lunetta e 1 assist.
 
Hansbrough: s.v.
0 pt. (0/0). Niente di niente in 2:45.
 
Lamb: s.v.
In dubbio per problema a un dito del piede, usato solo nei minuti finali fa vedere un tiro fluido da tre punti.
 
Coach Clifford: 5,5
La squadra preoccupa sui campi in trasferta a volte. Manca di grinta e personalità. A Boston domani per fare le prove playoffs contro una squadra rognosa e da battaglia. Senza farsi male, mi piacerebbe vedere un più di “cattiveria” (sportivamente parlando) agonistica.

Game 79; Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 113-99

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Sottotitolo; 1^ MissiHornets (completed)

Troy Daniels, 17 punti. Segna le prime 5 triple tentate in serata...

Troy Daniels, 17 punti. Segna le prime 5 triple tentate in serata…

 
Gli Charlotte Hornets partivano da posizione sfavorevole in classifica per quanto riguarda il tentativo di portare a casa una delle due comode poltrone che acconsentirebbero alla squadra di Clifford di giocare in casa la prima dei playoffs.
L’unica speranza sarebbe riposta in qualche caduta delle altre davanti (nella notte Boston batteva i Bucks ma gli Heat cadevano a Orlando di tre contro i Magic) a patto che i Calabroni vincano le ultime quattro, compresa la gara a Boston. E’ una forzatura, ma non è impossibile.
Nella notte quindi i Calabroni provavano ancora la chimica di squadra ritrovandosi al completo.
 

Ogni commento a questa bellezza eterea sarebbe superfluo.

Ogni commento a questa bellezza eterea sarebbe superfluo.

I Nets si presentavano rimaneggiati (per citarne uno Brook Lopez) a Charlotte e teoricamente per un discorso di calcolo delle probabilità di palline al draft nemmeno troppo intenzionati a vincere, ma l’orgoglio li portava a giocare almeno per un tempo a pari livello.
I Nets comunque mettevano sul parquet; Larkin, Ellington, Bogdanovic, McCullough e Thomas Robinson mentre Charlotte ritrovava Batum e schierava la formazione tipo con; Walker, Lee, Batum, M. Williams e C. Zeller.

Zeller porta a casa la palla a due.

Zeller porta a casa la palla a due.

 

Zeller sulla palla a due portava la sfera nella nostra metà campo, attacco rapido, Batum per Marvin che con spazio colpiva da tre punti facendo iniziare bene la gara a Charlotte.
Il primo quarto però non sarà una passeggiata per Charlotte che finiva (3-4) sotto subendo i canestri di Th. Robinson (rimbalzo offensivo e canestro) e di Ellington a 10:58 (passaggio di Batum fuori misura, transizione con arresto e tiro dal pitturato) prima di tornare a comandare 5-4 grazie a una partenza con finta di Lee dalla baseline sinistra che arrivava vicino al ferro e modificava l’appoggio aumentando la difficoltà nella conclusione per eludere l’intervento difensivo.
Bogdanovic appena fuori dallo spigolo destro dell’area connetteva a canestro la sfera in jumper ed Ellington con la tripla dalla diagonale sinistra mandava a 9:27 sul +4 i grigi nonostante Zeller (più alto) fosse già da tempo su di lui. Gli Hornets tentavano il recupero; Marvin da tre non segnava ma sul rimbalzo un tocco di Zeller favoriva Batum che mandava fuori la sfera per Kemba, il quale colpiva da tre per il -1 a 9:01.
Trenta secondi più tardi gli Hornets lanciavano la partita sulle montagne russe, Cody in orizzontale trovava sulla sinistra Batum che ringraziava il compagno per la ghiotta occasione e infilava la tripla del nuovo sorpasso (11-9).
Sempre nella nostra metà campo difensiva, nella tonnara dell’area si smarcava McCullough abile a farsi trovare e a schiacciare da una rimessa dal fondo.
Robinson segnava andando a tirare sopra Zeller a 6:47 completando un parziale di 7-0 per gli ospiti.
Era proprio Cody a interromperlo 19 secondi più tardi quando il duello s’invertiva.
Robinson ricorreva all’intervento irregolare ma dalla lunetta Cody realizzava due liberi.
A 5:53 Batum con un tiro da due punti (vicino alla linea dei tre) riportava a -1 la squadra di Clifford, la quale con Kemba (su blocco di Marvin a tener lontano il difensore che pensava di raddoppiare su un possibile pick and roll) si portava avanti 18-6 per mezzo di una tripla frontale.
Se qualche spettatore neutrale fosse stato presente all’Alveare, c’è da scommettere che probabilmente si stava divertendo, il saliscendi emozionale continuava; tripla di McCullogh a riportar avanti Brooklyn, a 4:23 raddoppio su Batum a sinistra, passaggio a leggere la situazione di vantaggio con Zeller a rollare libero fino ad arrivare a canestro per la schiacciata, Larkin a 3:31 cambiava ancora il vantaggio con 2 FT, ma 13 secondi più tardi Kaminsky in uno contro uno segnava con un tiro morbido che prendeva il ferro ma si accasava dentro la retina per il 22-21.
La sequenza non finiva lì perché da un errore al tiro di Bogdanovic il massiccio Robinson continuava a mietere rimbalzi e a sfruttarli segnando, mentre a 2 minuti esatti dalla fine del primo quarto Kemba con uno scoop in entrata al limite massimo dei ventiquattro segnava il 24-23.
Il primo quarto terminava sui 25 pari, anche perché Kemba stoppava Rondae-Jefferson e Robinson a :39.9 dalla fine mancava entrambi i liberi (fallo di Kaminsky).

Marvin Williams, presenza decisiva nel reparto difensivo.

Marvin Williams, presenza decisiva nel reparto difensivo.

 
Si ripartiva nel secondo quarto che era quasi interamente caratterizzato dallo stesso copione.
Marvin a 10:58 splittando sbloccava il risultato ma Killpatrick con la sua classica alzata a una mano morbida sorpassava ancora una volta, arrivando poi a 8:26 quando Sims segnava fronte a canestro due punti per l’allungo ospite sul 30-34.
Lin non segnava sull’appoggio ma gli arbitri davano goaltending (dubbio ma mi fido di loro questa volta), Daniels entrava in partita ed era subito un fattore determinante; a 7:08 dalla destra esplodeva la tripla del nuovo vantaggio (35-34) Hornets.
Soft touch anche per Kaminsky da sotto che arrivava da quelle parti dopo un paio di scambi mobili con Batum, dall’altra parte Brown forzava il palleggio contro Daniels e Lin, quest’ultimo in tuffo in avanti gli portava via la palla, fallo di frustrazione del piccolo di Brooklyn e gioco fermo.
Batum in fade-away completava un parziale di 9-0 che issava Charlotte sul +5 smontato a breve però da Killpatrick in floater e da Ellington cha a 4:42 rimarcava la precisione ospite da oltre l’arco pareggiando la gara a quota 39.
Un paio di alley-oop (uno per parte a vuoto e un fing and roll di Daniels corto erano la premessa per il vantaggio ospite arrivato con Robinson al secondo tentativo sulla stessa azione.
Le Retine non avevano fatto i conti con Daniels però, che quando c’è da sparare da tre punti fa spesso centro, anche questa volta, con più di qualche cm di disavanzo oltre la linea dal centro sinistra faceva centro con facilità disarmante per il 42-41.
Ellington da tre e Bogdanovic da due forzavano i tiri su Daniels e Batum ma non segnavano, chi iniziava a scavare il solco era ancora Troy, il quale a 1:47 segnava il suo terzo tiro da fuori su altrettanti tentativi.
Bogdanovic da sotto segnava, anche se il suo tiro era toccato però da destra Kemba schiacciava un diagonale sotto canestro, il taglio di Batum e l’appoggio easy mandavano Charlotte sul +4 ma c’era ancora il tempo per i viola di capitalizzare una transizione con Walker che da tre punti segnava dopo aver fatto toccare alla sfera ferro e tabella prima di ricadere dentro e mandare a riposo la nostra squadra preferita sul 50-43.
 
Nella ripresa i Calabroni prendevano rapidamente le redini dell’incontro, anche se segnava per prima Brooklyn con Robinson.
Lee dalla sinistra sfruttava il movimento palla per avere un tempo di vantaggio su Ellington, buona la finta e l’avvicinamento, il tiro completava la trilogia perfetta nell’azione di Courtney.
Marvin partiva dalla difesa per rubare un pallone a McCullough e pompando il coast to coast andava a cercar gloria realizzando contro Bogdanovic il layup del +10.
Ellington al tiro dalla sinistra segnava nonostante la marcatura di Lee ma a 9:56 due FT di Walker facevano tornare il vantaggio della squadra del North Carolina in doppia cifra.
Larkin si faceva intercettare da Marvin Williams uno scarico effettuato in maniera troppo ravvicinata alle manone della nostra PF.
Marvin dal post alto destro continuava a giocare bene, anche in attacco, giro e tiro in fade-away su McCullough, il quale attivava anche una buona difesa in salto ma non bastava a fermare la nostra ala grande.
Sul 47-61 Marvin era bravissimo a stoppare Robinson da sotto ma lo spallato centro avversario riprendeva il rimbalzo e sul secondo contatto segnava andando a tirare anche dalla lunetta da dove però falliva.
Nets che tornavano a -10 (61-51) con l’attacco di Sloan che assorbiva anche l’attenzione del centro, palla in mezzo e dunk free di Robinson a due mani.
Walker non segnava per la terza volta di seguito ma questa volta sotto canestro c’era ancora l’inestimabile Marvin che recuperava e subiva fallo a 7:14.
Liberi a segno e Charlotte che difendeva il +12 con Zeller, il quale andava a opporsi all’entrata in appoggio di Bogdanovic opponendosi con decisione a una mano, cancellando il tentativo.
A 6:53 però Sloan con un bel fade-away dallo spigolo sinistro dell’area realizzava, tuttavia le preoccupazioni per gli Hornets rimanevano minime se dopo un classico gioco di blocco alto tra Zeller e Walker, arrivava anche Batum a sparare un catch’n shoot per non far forzare Kemba ancora marcato, il tiro da tre dalla top of the key come dicono negli States era “money” e i Calabroni volavano sul +15.
Terribile che gli arbitri non vedessero il canestro di Cody, un goaltending clamoroso con la palla fatta picchiare contro il vetro, da dietro arrivava Rondae Hollis-Jefferson che la spazzava via, gli arbitri invece di ritenere goaltending davano buono l’intervento e si proseguiva, Zeller in difesa si vendicava facendo sbagliare il Jefferson di Brooklyn e stoppando Robinson, sulla transizione “dritto per dritto” (per dirla alla Mario) se ne andava Walker che mostrava in corsa dopo l’accelerazione, un terzo tempo favoloso uscendo dallo spazio tempo che lasciava esterrefatto il difensore che si trovava Walker a materializzarsi in salto sulla sua destra senza poter più fermare il suo layup in salto.
A stretto giro di posta Kemba forniva il bis con un altro attacco in transizione.
L’entrata era sulla sinistra; braccio sinistro esteso sul contatto con Ellington e altri due punti che dovevano essere divisi con Marvin, abile a far ripartire l’azione dalla difesa grazie a una palla tolta all’attacco dei Nets.
Charlotte giocava sul velluto e segnava da tre con Kemba dall’angolo sinistro; ottima circolazione di palla e open facile per il nostro play che si opponeva anche a Killpatrick in stoppata in una transizione tre contro uno dei Nets, sfortunatamente non arrivava nessuno in canotta viola ad aiutarlo e Killpatrick riprendeva e segnava.
Poco male, i Calabroni muovevano bene palla, questa volta lo smistamento era semplice, Walker per Kaminsky, ancora l’angolo sinistro a illuminarsi per la tripla del nostro lungo bianco che a :4.05 portava a +19 Charlotte con la mamma Walker festante sugli spalti per l’assist del figlio.
Big Al portava Charlotte al massimo vantaggio ottenuto sino a quel momento con due punti da sotto a :05.5 chiudendo il quarto sull’84-64.

Un "Kembattack".

Un “Kembattack”.

 
Dell’ultimo quarto sarebbe superfluo parlarne approfonditamente, diciamo che Daniels continuava a saettare da tre punti (era il caso dell’87-68 a 10:33), a 7:54 si “accontentava” di un lungo due punti ma risolvendo un caso spinoso su una rimessa dal fondo di Charlotte con un paio di secondi per tirare, ormai era un festival delle triple al quale partecipava anche Brooklyn che ormai uscita di scena per quel che riguarda la vittoria, incassava un gioco da tre punti di Kaminsky, il quale portava Charlotte sopra quota 100 (102-78), Lin realizzava da tre punti mentre Daniels falliva la sua prima tripla spuntando la casella per mostrare di non essere un robot, Ellington segnava dalla lunga ma ormai nel finale c’ea solo spazio per le panchine.
I Calabroni alla fine tenevano un vantaggio di 14 punti e vincevano 113-99 in attesa di andare domenica sera, ore 6.00 PM a Washington, squdra che, cadendo a Detroit stanotte è ormai estromessa dai playoffs per quest’anno.
chabro2
 
Pagelle:
 
xesplosivo   Walker: 7,5
22 pt. (7/17), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Esplosivo. Beh… vedere un paly che compie tre stoppate è già strano, va piano con gli assist, è vero, non è un CP3 ma trascina comunque la squadra, due suoi canestri consecutivi nel terzo quarto valgono già il prezzo del biglietto.
 
xmolto_tox   Lee: 6,5
6 pt. (3/4), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Molto tossico. Per gli attaccanti. Tempo più limitato rispetto al solito, non sfigura, anche se magari all’inizio subisce di più la freschezza dei Nets rispetto a qualche compagno subentrante. Non è un primo violino ma tira con buona percentuale nella notte.
 
xextr_infiamm   Batum: 7
14 pt. (6/11), 6 rimbalzi, 6 assist, 1 stoppata e +20 di +/-. Estremamente infiammabile. Se lo lasci nel barile sembra innocuo, ma appena s’innesca reazioni chimiche lo rendono pericolosamente letale. Il francese sembra romanticamente discreto. Nota negativa i 4 turnover, un paio palloni giocati proprio male, ma da lui transitano comunque diversi palloni. Una buona partita nell’ombra.
 
Campo magnetico   M. Williams: 7,5
12 pt. (4/7), 3 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Campo magnetico. Nel break decisivo c’è quasi sempre il suo zampino, in difesa a recuperar palloni ma anche in attacco. Direi decisivo insieme a Kemba e Troy.
 
xcomburente   C. Zeller: 7
5 pt. (1/2), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 5 stoppate. Comburente. Rende possibile la combustione grazie ai suoi blocchi per Walker e al suo darsi da fare, Cody corre parecchio infatti, ci mette energia. Non può sempre tenere Robinson che è più grosso e pena nei rimbalzi, ma con le dovute proporzioni, sembra Alonzo Mourning con le sue 5 stoppate. Da premiare, anche perché in poco più di 23 minuti.
 
pericolo generico   Lin: 6
11 pt. (4/11), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Pericolo generico. Non sai mai quello che farà. Variegato il repertorio tra pull-up, entrate, passaggi, triple o palle perse… Qualche turnover appunto nel finale. Partita normale di Jeremy, di anormale se vogliamo trovare qualcosa c’è il suo doppio chignon alla samurai.
 
xcorrosivo   Jefferson: 7
6 pt. (3/8), 9 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Corrosivo. Riequilibra la situazione rimbalzi e questo è importante anche perché tante volte i Nets provano i jumper. Gioca anche per la squadra e finisce con 5 assist. Buona prova anche perché il suo gioco in post può corrodere la difesa.
 
xnocivo   Kaminsky: 6,5
12 pt. (5/8), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Nocivo. Va a prendersi alcuni tiri che può mettere. Gioca con più intelligenza e precisione rispetto ad alte volte e finisce in doppia cifra.
 
Laser   Daniels: 8
17 pt. (6/10), 3 rimbalzi, 1 rubata. Laser. Segna 5 delle sette triple tentate fallendo le ultime due quando ormai il risultato è al sicuro, forse rilassandosi un po’. Serve per far scappare Charlotte. Grande apporto dalla panchina, chiamato ha risposto alla grande. Quasi un robot.
 
alto voltaggio   Hawes: 6
4 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Alto voltaggio. Perché i suoi passaggi schiacciati mi ricordano la linea non retta del simbolo e sono spesso assist all’europea, decisivi. Tira un po’ più approssimativamente della prima parte della stagione, con troppa precipitazione. In fase di costruzione è bravo a dar palloni utili.
 
Hansbrough: 6
4 pt. (1/1) Scampoli di partita per il centro locale che prende un -8 di plus/minus ma tra gli ultimi entrati è il miglior marcatore. Anche ai liberi rimane perfetto.
 
Gutierrez: s.v.
0 pt. (0/0). Non entra mai nel vivo. Un plus/minus di -6 in poco più di due minuti.
 
Harrison: 6
0 pt. (0/1), 1 rubata.
Prima partita dalla sua riassegnazione agli Hornets. Era stato in D-League, poco più che la mascotte del team, ci fosse stato MKG non sarebbe a Charlotte ora. Un tiraccio a referto ma ha il merito di rubare un pallone che mi regala un punto in più al mio personale fantabasket.
 
Coach Clifford: 7
Squadra che reagisce bene anche se all’inizio è in difficoltà. La chimica c’è. Quanta forza c’è nel prodotto ce lo diranno i playoffs.