Game 18: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 89-112

 
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CrollHornets
 
Gli Charlotte Hornets rientravano sul parquet amico dopo aver surclassato i Memphis Grizzlies a loro domicilio.
Un back to back che avrebbe dovuto dare indicazioni a sufficienza per il proseguo della stagione ma che è stato falsato da diversi elementi.
In primis, si è evinto che non c’è più la freschezza dello scorso anno su questo tipo di partite.
Charlotte è crollata a cavallo tra il finale di penultimo quarto e l’ultimo.
La squadra aveva una low battery che Kemba ha ricaricato un po’ sino al finale di terzo quarto, ma poi la squadra si è inesorabilmente spenta regalando ai Pistons una delle rare vittorie in trasferta.
La squadra di Stan Van Gundy era 1-8 fuori casa ma sfoderando la miglior prestazione esterna dell’anno ha sovvertito i pronostici e si è imposta su un parquet che, per Charlotte non sembra poi esser più così imbattibile.
I Pistons, espulso Drummod, si sono paradossalmente avvantaggiati con i tiri dall’esterno e dalla media che hanno abbattuto i tentativi dei ragazzi di coach Clifford.
Gli Hornets così, ora condividono il comando della Southeast Division con gli Hawks.
Entrambe le formazioni sono sul 10-8.
 
Il baffuto Van Gundy scendeva sul parquet di Charlotte schierando il seguente starting fve: I. Smith, Caldwell-Pope, T. Harris, Marcus Morris e Drummond.
Steve Clifford rispondeva con il seguente quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
 
Michael Kidd-Gilchrist realizza grazie al back-door. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Michael Kidd-Gilchrist realizza grazie al back-door.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

La palla a due lanciata in aria dagli arbitri era vinta dai Pistons che da sotto andavano subito a segno con Caldwell-Pope che sorprendeva la difesa di Charlotte.
Dallo spigolo destro del pitturato, dall’altra parte del parquet, rispondeva Zeller ma l’inizio di Charlotte era tremendo, a parte una persa di Batum la difesa era inconsistente, i Pistons mettevano fisicità su ambo i lati del campo, Harris segnava due triple inframezzate anche da un fing and roll.
I suoi già descritti ultimi tre punti, pesanti, a 9:04 costringevano Clifford a chiamare il primo time-out con lo scoreboard che segnava un 2-13 a favore degli ospiti.
Kemba (se non lui, chi?) segnava da tre punti interrompendo il parziale di 11-0 ospite ma Harris andava in doppia cifra realizzando altri due pt. prima che MKG allunasse la piccola lunetta e mettesse dentro i liberi indelebilmente. Ish Smith realizzava, Batum era trovato sotto canestro a sinistra, finta ed elevazione per salire ad appoggiare tra tabella e ferro il 9-17. Charlotte però in difesa imbarcava acqua, un’altra tripla di Caldwell-Pope spingeva i Pistons sul 9-20, sebbene con un tiro dal gomito dalla media MKG riportasse le distanze a una cifra sola.
Kemba imitava il compagno dalla media distanza ma tornava a farsi vedere Harris in attacco che ne aggiungeva due prima che Kemba catapultasse dentro la retina altri tre punti.
Kemba si scatenava e in entrata diagonale lasciava sul posto il n° 19 e il n°0 appoggiando sulla sinistra con la mano mancina. Belinelli appena entrato dalla diagonale destra ne aggiungeva due completando un parziale di 7-0 che ci riconsegnava come squadra in partita, ora sul 20-22.
A 2:48 però segnava Leuer, i Pistons in generale riuscivano a riavere un parziale a favore anche se non perfetto.
Lo stesso Leuer chiudeva con un un buzzer beater mortificante il primo quarto che si chiudeva sul 25-33.
 
Detroit tentava di mettere intensità anche con la panchina nel secondo quarto cercando d’approfittare del back to back di Charlotte.
Apriva tuttavia Belinelli con due punti, Morris gli rispondeva mettendo un lungo due oltre le braccia di Hibbert, Sessions a una mano dal pitturato continuava l’intermittenza dei canestri che s’interrompeva quando Baynes e Morris ne segnavano uno a testa per Detroit. Clifford a 9:25 chiamava un secondo e necessario time-out sul 29-39.
Hawes era ambizioso provando una lunga tripla dalla diagonale sinistra, il suo tiro finiva dentro ma Udrih puniva con una tripla la difesa di Charlotte, la quale in precedenza aveva lottato bene con Hibbert e Hawes per recuperare un pallone a terra, costringere alla palla a due i Pistons, vincerla ma vedere intercettato il lancio football di Hawes. Una tripla nei pressi della top of the key che lascia attardati gli Hornets nuovamente di 10 punti.
Gli Hornets tentavano di recuperare con giocatori importanti dalla panchina; a 9:09 un gancio fluido di Hibbert colpiva il bersaglio, Lamb attaccava il canestro, il giocatore con l look più orrendo dell’intera NBA (Baynes) commetteva fallo, Jeremy ringraziava e trasformava a gioco fermo a 7:47 per il 36-42.
La partita tuttavia stagnava ancora per un paio di minuti intorno al -6, complici Sessions e Hibbert che dalla lunetta splittavano entrambi non consentendo un rientro più consistente a Clifford.
Gli Hornets tornavano a un possesso nonostante Drummond stoppasse Hibbert anche dopo le finte del caso del nostro numero 55, era Kemba a strappare un pallone dalle mani dei Pistons e ad aprire per Batum che in transizione si arrestava vedendo il difensore andando verso canestro e metteva dentro la bomba dalla diagonale sinistra (43-46).
Kemba a 4:09 fingeva di andare dentro, il n°14 finiva a terra, sottile il confine tra sfondamento e step-back successivo di Kemba, gli arbitri lasciavano correre e la prima opzione degli Hornets bombardava dalla diagonale destra ottenendo il pareggio a quota 46. Non era finita però… gli arbitri ravvedevano durante l’esecuzione di Kemba una proditoria gomitata di Drummond sulla nuca di Hibbert.
Il centro dei Pistons deliberatamente colpiva Roy visto tagliatosi fuori.
Dopo aver visto il replay e dopo un lungo conciliabolo decidevano per l’espulsione del centrone avversario.
Hibbert dalla lunetta portava in vantaggio gli Hornets che mantenevano il possesso ma su un’apertura in corsa di Kaminsky Charlotte regalava palla alla squadra del Michigan, tuttavia non sortiva nulla dall’attacco della squadra di Van Gundy, anzi, Batum segnava la sua seconda tripla e Charlotte si portava sul +4 (50-46).
Nonostante il vantaggio effimero saltava fuori un po’ di stanchezza e un po’ di rilassamento tra le fila bianche, Detroit ne approfittava e chiudeva il quarto in vantaggio 54-57.
Spencer Hawes #00 cerc di superare Leuer e Baynes con il suo tiro a una mano. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Spencer Hawes #00 cerc di superare Leuer e Baynes con il suo tiro a una mano.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Nella ripresa Marcus Morris iniziava bene schermandosi da oltre l’arco (diagonale destra) per realizzare i primi tre punti del terzo quarto.
Charlotte tentava l’avvicinamento più volte ma i Pistons riuscivano sempre a respingerlo, era il caso dell’elbow jumper di Kemba per il 58-60, seguito da un’iniziativa di Harris che penetrava sulla linea di fondo sinistra, Kaminsky non teneva e Zeller spendeva un fallo toccando l’avambraccio dell’ala avversaria, la palla s’impennava sul tentativo e ricadeva nella retina, inoltre il libero andava a segno per il 58-63.
Kemba era irreale e segnava da tre andando a prendersi il pallone in hand-off dietro a Kaminsky ma Harris dal semicerchio frontale in jumper oltrepassava in altezza la mano di Batum realizzando.
Kaminsky e Zeller compievano una buona difesa e in attacco creavano sulla destra; Frank dalla linea di fondo ridava indietro sullo stesso lato per un piazzato di Cody che mandava il tabellone sul 63-65.
Charlotte tuttavia concedeva spazi per le triple dei Pistons: a 8:05 Morris riportava a 5 il gap di Charlotte nei confronti di Detroit, i Calabroni tentavano il rientro e riuscivano a tornare sino al -1 (69-70) quando un passaggio saltato di Batum in verticale raggiungeva MKG che strettamente in back-door riusciva ad andare a battere la difesa nei pressi del ferro.
Uno step back di Smith su un incolpevole Kaminsky e due punti di Harris iniziavano un parziale pro Pistoni che non era arrestato nemmeno dalla bella stoppata di MKG (mano destra) su un lanciato Baynes, Pope dalla diagonale sinistra e Leuer in area ne aggiungevano altri 4 concludendo un parziale di 8-0 interrotto da Belinelli dalla linea della carità.
A 1:24 Pope da dietro lo schermo colpiva da tre per il 71-81. Kemba provava a resistere sul parquet ma era chiaramente stanco, tuttavia dalle sue finte di crossover con arresto e pump fake uscivano due FT a 1:05.
Il leader maximo di Charlotte tuttavia splittava, il -9 diveniva un -10 finale di quarto (44-84) anche se Kemba dopo il dribbling in acrobazia da sotto faceva arrampicare la palla sopra il canestro e realizzava cercando di dare ancora speranze ai compagni.
 
C’era poco da scrivere e virtualmente da raccontare nell’ultimo quarto.
Udrih e Leuer aggiungevano 4 punti, a 11:14 Clifford cercava un time-out riparatore prima che la gara scivolasse via ulteriormente.
Sull’ultima azione Lamb ricadeva male dopo un contatto in entrata avuto con Baynes, caviglia e ginocchi probabilmente interessati da una torsione in ricaduta.
Jeremy, comunque non in serata usciva e nonostante un quick trigger di Hawes per il 76-88, non vedeva dagli spogliatoi la parte peggiore del match di Charlotte.
Con Walker out era notte fonda. Detroit ne approfittava per giocare un buon basket e fare il vuoto.
Morris realizzava su Batum mentre il francese andava a vuoto con diversi jumper fuori equilibrio, anche un tiro da tre di Belinelli s’infrangeva sul ferro a poco più di cinque minuti dalla fine, T. Harris da tre invece non falliva mandando sull’82-102 la partita.
Il time-out a 4:22 di Clifford era ormai inutile.
Nei minuti finali entrava la panchina profonda, testimone della vittoria dei Pistons per 89-112.
 
Chiuso novembre con un parziale di 8-7, si pensa ora a Dallas, il primo dicembre (data speciale per me e per i neworleaniani Hornets che batterono proprio i Mavs interrompendo una lunga striscia negativa contro il team di Cuban) non si può fallire.
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Pagelle
 
Walker: 7
23 pt. (9/16), 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Tre i turnover, uno per stanchezza, ma è lui che tiene in piedi la squadra per tre quarti. Evidente non possa sempre fare tutto da solo. Nei back to back poi… Ha già il fiatone a fine secondo quarto quando viene brevemente intervistato. Come al solito ci regala qualche perla giocando anche su ritmi elevati.
 
Batum: 5
8 pt. (3/11), 11 rimbalzi, 5 assist. Tre turnover e diversi tiri sbagliati nell’ultimo quarto dove si prende responsabilità, ma sembra più giochicchiare con superficialità che crederci davvero. Attenua un votaccio con qualche rimbalzo e gli assist in media.
 
Kidd-Gilchrist: 6
10 pt. (3/7), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Partita un po’ anonima per lui, anche se è in media con i punti realizzati. Mi aspettavo qualcosa di più alla voce rimbalzi, per il resto in attacco sfrutta bene gli spazi e non esagera.
 
Kaminsky: 4
2 pt. (1/11), 3 rimbalzi, 3 assist. Altra prestazione oscena al tiro di Frank (0/6 da tre). Con un giocatore in grado di mettere qualche open da tre la gara nel primo tempo avrebbe preso un’altra piega, una delle ragioni principali della sconfitta oltre la stanchezza.
 
C. Zeller: 6,5
8 pt. (4/6), 10 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Cody mette un paio di piazzati, difende abbastanza bene su Drummond, cattura i suoi rimbalzi, anche se in 27 minuti ha un -9 di plus/minus, non il peggiore…
 
Belinelli: 5
12 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. -16 di plus/minus. Il tiro va a fasi alterne. Sale nel finale in doppia cifra. A Charlotte serve più continuità.
 
Hawes: 6
8 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist. Perde tre palloni. Serata meno ispirata negli assist rispetto a quella precedente. Ha il merito di lottare e mettere i tiri, tuttavia un suo impulsivo lancio mal calibrato in contropiede ci costa te punti incassati.
 
Lamb: 4,5
4 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Male al tiro, non in serata lascia anche qualche tripla di troppo a Caldwell-Pope. Esce per infortunio. O fa benissimo o va malissimo.
 
Hibbert: 5,5
4 pt.(1/2), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Altra prestazione non scarsa ma incolore nei 12 minuti giocati. Luci e ombre non scalfiscono una mediocrità dettata anche da un minutaggio che lo rende difficilmente definibile per quel che riguarda il voto finale.
 
Sessions: 6
7 pt. (2/4), 1 rimbalzo, 3 assist. Non desta grande impressione. Sostituto presentabile ma non irresistibile. 12 minuti 7 punti, tuttavia sbaglia anche qualcosina di potenzialmente semplice come un layup passando in mezzo al traffico.
 
Graham: s.v.
0 pt. (0/0), 1 rimbalzo. Gioca 4 minuti senza acuti.
 
Roberts: 6,5
4 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 1 assist. Un paio di volte in lunette segna I suoi FT. Un punto al minuto.
 
Harrison: 5
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo. Gioca 4 minuti, ma come a Memphis dall’angolo non trova nemmeno il ferro. Un altro air-ball che testimonia come al momento non sia pronto per la N.B.A.
 
Coach Clifford: 6
I time-out vanno bene, per il resto squadra stanca, lui allunga la vita a Walker nel terzo finché può. Quando esce Kemba e gli altri iniziano a sbagliare deve alzar bandiera bianca. Personalmente vrei tolto Frank per mettere Jeremy per giocare con una lineup più bassa, ma avrei sbagliato anch’io, nella notte i due in difesa non sono andati molto bene. Adesso deve ricaricare i ragazzi, capire che il clendario è fitto e il gioco dispendioso deve avere anche del riposo ma si deve battere Dallas a tutti i costi per proseguire il cammino verso i playoffs.

Il Punto @ 17

il-punto-charlotte-hornets
 
Ecco il primo punto sulla situazione dell’anno, il quale serve essenzialmente a valutare la forza del nuovo team composto in estate e a considerare le scelte operate dalla società nelle assolate giornate.
Sarà relativamente “veloce” visto il poco tempo per realizzarlo e aggiornarlo con le statistiche a causa del back to back odierno contro Detroit, ma sostanzialmente cercherò d’esporre il cammino della squadra sino a oggi e di corredarlo con statistiche e dinamiche.
C’è da dire che, complice un discreto calendario, gli Hornets hanno ottenuto la miglior partenza della loro storia portandosi sul 6-1, purtroppo poi sono arrivati big team o squadre sicuramente in forma e nelle successive sette gare gli Hornets hanno incassato un parziale di 2-5 prima di tornare a giocare con squadre del proprio livello.
Buona anche la partenza in trasferta, il che ha denotato personalità; i Calabroni si sono imposti alla prima giornata sul campo dei Milwaukee Bucks per poi proseguire la striscia vincente esterna a Miami, infine a Brooklyn prima di cadere nel finale a Cleveland.
Passo falso esterno anche a New Orleans dove i Calabroni si sono fatti mangiare un largo vantaggio e hanno finito per lasciare la vittoria ai locali nei supplementari, così come l’OT è costata un’altra sconfitta a New York nella prima sfida tra Hornets e Knicks in back to back.
I Calabroni si sono rifatti in casa contro i newyorkesi per proseguire la nuova striscia di vittorie a Memphis.
Con essa gli Hornets tornavano al primo posto nella Southeast Division (quarto a est), strappando il comando dalle grinfie degli Hawks, caduti a Oakland nella notte, solo qualche ora più tardi.
Charlotte guida con mezza partita di vantaggio e ha anche uno scontro diretto dalla sua contro i Falchi, i quali si trovano sul 10-8 contro il 10-7 di Charlotte.
Charlotte ha ottenuto questo record rimontando come detto a diverse squadre, ma talvolta ha subito diversi parziali in maniera troppo veloce e questo fattore c’è costato sconfitte beffarde, vedi a New Orleans e a New York, due L maturate nell’ultimo quarto e nell’OT, non unico comun denominatore delle due sciagure.
La squadra di Clifford è precipitata sino allo svantaggio in doppia cifra, toccando anche il -19 a Miami nella seconda “giornata”, partita comunque vinta nel finale.
Questa doppia faccia ha consigliato a Clifford di far giocare in taluni casi MKG o Batum insieme alla second unit per limitare i danni.
L’ex attendente di Van Gundy non è mancato di scelte originali come quella di schierare le tre PG contemporaneamente contro New York per circa cinque minuti.
Il gioco c’è, anche se Kemba è una spanna sopra tutti ed è uno dei pochissimi che può risolvere i problemi da siccità di punti per Charlotte.
Kemba Walker #15 è il tredicesimo marcatore NBA. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Kemba Walker #15 è il tredicesimo marcatore NBA.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Tra lui e il secondo marcatore/violino (Batum) passano ben 10,5 pt. di differenza…
Per valutare la forza della squadra si era data un’occhiata anche alla preseason, quando l’amalgama era evidentemente ancora da trovare; dopo le prime tre uscite ecco un break provvidenziale per lavorare e risistemare dettagli ci ha riconsegnato una seconda parte di prestagione nettamente migliore, a parte l’ultima con Minnesota, dove Clifford ha dato ampio spazio alle riserve per capire chi sarebbe potuto rimanere nel roster.
Le stats odierne da basketball-reference.com.

Le stats odierne da basketball-reference.com.

Sulla scia del buon inizio in regular, i Calabroni, come già detto, hanno dato il via a questa scia di vittorie “illusorie”, poi sono arrivati i problemi; con Lamb già out, Clifford ha dovuto rinunciare a Zeller, appena reduce da una buonissima prestazione contro gli Hawks, il che ha determinato il rilancio in quintetto di un Hibbert uscito di scena a inizio gara a Miami.
Purtroppo l’ex losangelino ha un minutaggio limitato per un problema al ginocchio e non può contribuire più “pesantemente”.
 
La squadra, per quanto riguarda il complesso, denota ancora la buona abitudine di perdere pochi palloni.
Concede pochi turnover agli avversari, è attualmente seconda nella lega con 11,7 a partita.
Davanti c’è solo Detroit che ne concede 11,5 a partita.
Gli Hornets nonostante le catastrofiche previsioni sui pochi punti realizzati stanno sfruttando un Kemba da All-Star e sono undicesimi nella Lega per punti segnati con 105,7 mentre nel terzo quarto (spesso propizio alle rimonte della squadra del North Carolina) salgono al terzo con 27,7 da media di quarto.
Hornets undicesimi anche per punti concessi agli avversari, con 102,3, mentre per quel che riguarda i falli fatti agli avversari è terza con 288, il che dimostra una non eccessiva cattiveria nell’andare a commettere falli inutili.
Gli Hornets sono ventitreesimi come percentuale dal campo ma le differenze con altri team sono decimali e si possono assolutamente limare, salgono invece al tredicesimo posto nella percentuale dei tiri da tre punti con un 35,5% (San Antonio comanda con il 39,9%) che li mette per il momento davanti a New York.
Qualche statistica di squadra. Offensive e difensive.

Qualche statistica di squadra.
Offensive e difensive.

 
Reparti
Alcune statistiche dei singoli giocatori.

Alcune statistiche dei singoli giocatori.

 
Guardie:
 
PG-
 
Brian Roberts è il terzo play, praticamente inesistente, ha avuto pochi scampoli di fine partita giusto per assaggiare il parquet, ma nell’economia del team non è presente.
Ancora poco considerato da Clifford che contro New York in casa però l’ha saggiato in un quintetto con tutte e tre le PG presenti sul parquet nello stesso momento.
 
Nonostante Ramon Sessions non sia partito affatto bene, rimane il secondo di Kemba e ultimamente sembra in ripresa fortunatamente.
Ramon ha una pessima percentuale a gioco fermo, il 60,5%, autentico cruccio per me, vedendo un piccolo tirare maluccio a gioco fermo, sprecando punti talvolta potenzialmente decisivi.
Ci ha regalato una dunk da highligts dell’anno ma soprattutto più concretezza nelle ultime uscite.
Per quanto mi riguarda Ramon è salito sopra la sufficienza cinque volte in 17 incontri.
 
Un po’ poco per pensare di rimpiazzare seriamente Lin nel ruolo di backup di Kemba Walker.
Il nostro play titolare era partito alla grande contribuendo all’incredibile 6-1 d’inizio stagione, ma poi, nonostante alcuni finali degni di lui, si è affievolito un po’, anche a causa dei compagni che non avendo grande pericolosità non riescono a distogliere più di tanto l’attenzione dalla minaccia principale di Charlotte.
Ultimamente è tornato sulla cresta dell’onda e dopo un po’ d’insistenza Charlotte è tornata alla vittoria contro i Knicks e contro Memphis in Tennessee, dove Walker ha chiuso la gara con due bombe.
Kemba è l’unico che può rompere i raddoppi e catapultarsi in un attimo sino a canestro, dove spesso segna ma a volte si trova imbottigliato nel traffico e il miracolo non gli riesce, specie se sull’ultima azione è l’unica prevedibile opzione in tema di clutch shoot.
Qui Clifford dovrebbe inventarsi qualcosa di differente sulla lavagna se rimangono secondi disponibili da giocare e si è sotto o in parità.
Quest’anno, lavorando, ha migliorato le sue statistiche e nel tiro da tre punti (spesso passa dietro un blocco alto o lo sfrutta per prendersi quel minimo vantaggio sul difensore) ha alzato notevolmente la percentuale, da circa il 33% oggi si ritrova con un 42,6% che ha aggiunto notevole pericolosità all’attacco di Charlotte, questo gli ha consentito d’arrivare a oggi a essere il tredicesimo marcatore della lega dietro a Leonard ma davanti a James “il passatore”.
Nella classifica steal per foul è quarto dietro a Paul, dalle transizioni aggiunge altri punti ma non è egoista, anche se istintivamente è portato ad andare a segnare riuscendo a essere più veloce di molti difensori, unisce il ball handling e la confidenza con la marcatura, tuttavia creando spazi e movimento è anche in grado di passare, non è un accentratore forzato (vedi Cousins o altri simili), Charlotte grazie a lui e agli altri passatori, qualche settimana fa aveva una percentuale di realizzazione del 65% dei propri canestri su assist.
A Est pur essendoci Irving e altri buoni playmaker (Lowry, Thomas, Teague e anche Wall, seppur nella nuova versione isterica non sia il massimo), rischia di ritrovarsi a New Orleans per l’All Star Game.

 
SG-
 
Aaron Harrison era finito agli Swarm, anche se saltuariamente può tornare indietro, come nell’occasione della sfida contro suo fratello a Memphis, comunque non tocca quasi mai il campo.
 
Più marginale di Roberts non insidia nel minutaggio Marco Belinelli, il quale da swingman e sesto uomo rimane sul parquet molti minuti.
Marco è stato un po’ scostante, capita agli shooter, tuttavia è in netto miglioramento e anche i voti lo confermano.
Gli avversari lo trattano come se fosse Steph Curry e lo tengono sempre d’occhio, al che l’uomo di San Giovanni in Persiceto ha dovuto per forza lavorare per uscire dai blocchi o nascondersi dietro schermi per prendersi tiri, poiché di open gliene capitano pochi.
Comunque sia sfrutta talvolta i ritardi degli avversari in rientro su di lui per fintare e poi provare la tripla o passare la palla in maniera adeguata.
Qualche amnesia difensiva sui tagli in back-door ma una difesa non di certo malvagia. Dovrebbe tenere un po’ di più sulla spinta in corsa frontale dell’avversario.
Finisce per rimanere in campo a sprazzi anche nei finali ma non si riesce a farlo rimanere tranquillo, anche perché se ci sono in campo MKG e magari Kaminsky contemporaneamente si da preferibilmente un’occhiata supplementare a lui e a Kemba.
Le medie di tiro sono comunque elevate, specialmente nella percentuale nel tiro da tre punti ha attualmente un 46,3% (se escludiamo quattro tiri di Graham e il suo 75%), lo portano in testa ai tiratori “da casa” di Clifford.
Il Beli ha anche il primato nei tiri liberi tra i Calabroni.
Il suo 85,7 lo porta a precedere Hibbert.
 
Nicolas Batum invece è uscito dall’olimpica estate di Rio.
Non ha riposato, qualcuno sospetta si sia sopito dopo aver strappato un ricco contratto pluriennale a Jordan.
Forse perché gli capita d’iniziare bene, per poi magari estraniarsi dal gioco e chiudere con statistiche non esattamente da secondo violino per quel che riguarda i punti realizzati.
Il transalpino però campeggia nelle classifiche dei primi 100 in varie statistiche (22° negli assist, 50° a rimbalzo, 64° per le rubate) nonostante l’apporto reale a beneficio del team sia stato discontinuo.
Batum ha curiosamente lo stesso numero di tiri tentati da due punti e da tre punti: 89, ma se da due gliene sono entrati 41, da oltre l’arco si è fermato a 29, facendo vedere una scarsa dimestichezza con la statistica.
La meccanica potrebbe anche esserci, la mira un po’ meno, si prende dei catch n’shoot uscendo dai blocchi o in ritmo girandosi, talvolta cerca la furbata mascherandosi con il blocco alto, se il difensore sulla lenta sospensione gli finisce addosso sono liberi sonanti, altrimenti sovente tiri fuori equilibrio. Ultimamente si è preso poche responsabilità nei momenti decisivi.
Una è arrivata a New Orleans ma la sua tripla ricevendo in corsa e andando sulla destra a sparare una sgangherata tripla in faccia a Anthony Davis non è sembrata una grande idea con nove secondi sul cronometro da giocare…
Si è riposato una partita per un infortunio all’occhio, è rientrato contro Memphis, dove ha fatto il compitino, lo attendiamo questa notte contro Detroit, il francese cercherà di migliorare il suo 5,2 in classifica assist, con il quale comanda sugli altri giocatori a disposizione di Clifford.
Un po’ troppi 2,3 turnover a partita, più che altro perché a volte sono frutto di superficialità.
 
Ali:
 
SF-
 
Treveon Graham è partito titolare per l’assenza di Kidd-Gilchrist contro ma alla fine della partita era evidente non potesse ancora ambire a un ruolo di titolare scorrendo le sue statistiche.
A parte aver realizzato la sua prima tripla in NBA, ne ha messe un altro paio nell’ultima a Memphis.
 
Tuttavia Graham è chiuso da swingman come Belinelli e Jeremy Lamb, il secondo, dopo un infortunio (solo 5 presenze), è stato rilanciato da Clifford come SG in occasione della sfida vinta in casa contro New York.
Lo inserisco nelle SF, anche se sarebbe più una SG, ma la sovrabbondanza e la sovrapposizione nel ruolo mi porta a considerarlo come cambio in tal ruolo, anche se con Belinelli sono interscambiabili sul parquet.
Si diceva a inizio stagione… in una squadra che ha perso indubbiamente punti nelle mani e non ha più il micidiale post basso di Al Jefferson, un tiratore atletico, versatile e agile come Lamb è indispensabile, a patto che sia in buona giornata.
A Memphis l’era ancora, se dovesse andare avanti così, replicando il buon inizio dello scorso anno, Charlotte avrebbe ritrovato l’ideale tipo d’arma tattica in grado di dare disturbo alle difese più chiuse e lente.
 
Michael Kidd-Gilchrist è rientrato dalla scorsa sfortunata stagione e sembrava essersi ripreso bene, nonostante un buon inizio è calato e Charlotte ne ha risentito.
Un fisico quasi normale che per tre quarti ha tenuto a bada James a Cleveland, prima che la matrioska più grande decidesse di vincere nel finale approfittando della stanchezza di MKG, il quale a tratti non è sembrato essere al top della forma. Ultimamente è tornato sui suoi livelli in difesa.
Probabilmente ha accusato anche il lavoro che sta svolgendo in attacco, oggi più presente a causa della mancanza di punti nelle mani di alcuni compagni.
Contro Memphis ha giocato un buon primo tempo e quando è potuto affondare nel pitturato l’ha fatto senza buttare via palloni inutilmente.
Con le sue transizioni guadagna anche tanti liberi, ma da lì dovrebbe migliorare la mano.
Con 37/56 ha il 66,1% a gioco fermo.
Dopo Zeller, è l’uomo che ha commesso più falli in squadra, naturalmente avendo a che fare sovente contro top player, questa tendenza però, quando si manifesta aggressivamente, l’ha portato a salire al terzo posto nelle palle rubate.
Con quindici palle recuperate, è solo a due da Batum.
PF-
 
Christian Wood è stato utilizzato solo una volta da Clifford e il 17 novembre era stato mandato all’affiliata degli Hornets in D-League (i Greensboro Swarm) ma tre giorni più tardi è stato richiamato nel roster.
Just wait è la scritta che compare sul suo profilo di Twitter. Vedremo se anche Clifford se ne accorgerà e vorrà concedere qualche minuto, anche spazzatura a Christian.
 
Frank Kaminsky sta sostituendo attualmente l’ala titolare per infortunio. Caratteristiche simili nel gioco a quelle di Marvin, nel senso che Clifford gli richiede di saper tirare anche da tre, cosa che per ora non sta facendo benissimo (anche se gli è capitato di risolvere qualche partita) visto il 30,4% da oltre l’arco.
Dal campo sale a un 43,6 frutto di ogni tipo di canestro, floater, banker, lavoro in avvicinamento con gancio o spin.
E’ il terzo miglior marcatore del team ma non è statistica sorprendente se pensiamo che è anche il terzo tiratore dietro a Walker e Batum con i suoi 163 tiri presi dal campo.
Ha parecchie variabili in mano, solo che non sempre sembra coordinato e convinto.
Forse si demoralizza troppo velocemente.
Deve un po’ crescere a rimbalzo e soprattutto in difesa, dove alcuni clienti più esperti lo possono battere facilmente se non usa anche altre armi oltre che la verticalità.
Nelle ultime due gare mi è sembrato in ripresa anche da quel punto di vista, tentativi di stoppata, rotazioni migliori e minori incertezze difensive, a volte è solo questione di un attimo ma diventa fatale…
Qualche turnover di troppo (anche dal palleggio) con 1,3.
Ottimo il suo finale contro i Knicks in casa che l’ha un po’ rilanciato.
 
Marvin Williams è un giocatore spogliatoio, esperto, rispettato dai compagni e con un’ottima etica del lavoro.
Lo scorso anno partì meglio, preparandosi bene ma finendo tra i fantasmi di Charlotte nella serie contro Miami.
In quest’inizio scorcio di stagione spesso ha ricordato più l’ectoplasma che il buon giocatore passato.
Non sempre però.
In difesa quando ha messo fisicità, è riuscito a ottenere buoni risultati.
Beffardamente contro New York e in particolare come cambio su Melo stava svolgendo un buon lavoro difensivo, ma un infortunio (Walker finitogli addosso dalla penetrazione) l’ha tolto di mezzo causandogli un iperestensione del ginocchio.
L’infortunio sembra lo terrà ancora poco lontano dal parquet tuttavia.
Marvin avrebbe anche dovuto essere il lungo moderno che sul lato debole o sugli scarichi avrebbe colpito da oltre l’arco, tuttavia, se escludiamo Graham è vero che s trova al terzo posto ma a un abisso da Belinelli e Walker che lo distanziano.
Marvin ha un 34,1% ma è sotto il nostro play di 8,5 punti percentuale.
Con 27,5 minuti in campo è il quarto Hornets mediamente più impiegato, posizione che conferma nel team a rimbalzo con 6,1 di media catturati a partita.
Marvin sta tenendo una media di 9,9 punti a partita che avrebbe potuto essere più alta se in alcune partite non si fosse messo a litigare con il ferro dalla distanza anche sparando comodi jumper.
 
Centri:
 
Spencer Hawes da terzo centro ha fatto più del suo.
Generoso da battaglia anche se a volte commette qualche ingenuità a livello di falli.
I centri titolari degli Hornets hanno denotato problemi di salute già in prestagione, l’ex Clippers ne ha approfittato per giocare minuti e trovare buone prestazioni.
Unica nota negativa contro Toronto, dove preso dalla frenesia ha sbagliato troppo.
In generale da vicino ha comunque trovato il tiro a una mano, non è un gancio, non è un floater, è quasi un suo marchio di fabbrica, un “hook floater” che non si capisce come possa essere così efficace.
Se ci sono Hibbert e Zeller insieme finisce per giocare quasi nulla o non giocare proprio.
 
La battaglia tra Cody Zeller e l’excentro dei Lakers Roy Hibbert è continuata per tutte le prime giornate.
Roy era partito come titolare ma subito alla seconda giornata è arrivato lo stop per un problema al ginocchio destro.
Rientrando ha aumentato il minutaggio, ha dato una mano a rimbalzo e ha provato a difendere il canestro con la sua verticalità senza ricercare ossessivamente la stoppata.
Dopo la prima buona uscita però non si è più ripetuto su alti livelli e l’attacco con lui si è mostrato troppo statico, gli esterni hanno diminuito la loro pericolosità non avendo più un’arma come Al Jefferson in post basso.
 
Quando è rientrato Cody Zeller, reduce da una grande serata contro gli Hawks, l’attacco si è fatto più rapido e imprevedibile, per questo al momento sembra aver vinto il ballottaggio come starter.
L’uomo proveniente dall’Indiana trotta e lotta sui due lati del campo.
Non sarà un centro stellare ma è utile e le sue insufficienze sono poche, anche se qualche volta, nonostante abbia più peso, si fa spostare o battere in difesa con troppa facilità.
La sua versatilità, il suo dinamismo, i suoi pick and roll a volte finiscono con il rullaggio sulla pista e decollo per la schiacciata pirotecnica.
In attacco ha una percentuale dal campo di 59,8 molto buona (58/97).
La sua tenacia difensiva lo porta a dar fastidio agli avversari qualunque sia l’esito dell’azione.
Talvolta finisce per subire colpi proibiti come quello di Gasol con il gomito durante l’ultima gara, il suo naso incassa ma non ringrazia, lui lottator si rialza.
E’ mancato parecchio quando Charlotte ha dovuto fare i conti con la staticità di Hibbert al centro dell’attacco, un centro mobile come Zeller per questo team pare essere l’ideale se altre stelle non se ne possono avere.

I voti nelle singole giornate dei giocatori e di Coach Clifford da me assegnati sino a oggi.

I voti nelle singole giornate dei giocatori e di Coach Clifford da me assegnati sino a oggi.

 

La classifica della squadra in base ai voti. Media e partite giocate.

La classifica della squadra in base ai voti. Media e partite giocate.

 

 
Charlotte è alla viglilia di un’importante sfida contro una rivale in ottica playoffs.
Dovremo cercare di sfruttare le gare casalinghe d’inizio dicembre e la doppia sfida con Dallas, a metà arriveranno alcune trasferte insidiose (Atlanta, Boston), nel prenatale invece due sfide dal sapore di grande basket da giocare a Charlotte; i Lakers e i Bulls visiteranno la Queen City, ma la squadra di Clifford penso vorrà regalare un felice Natale ai propri fan…

Game 17: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 104-85

 
ConvinziHornets
 
Seconda vittoria consecutiva per gli Hornets che battono i Grizzlies a loro domicilio e lo fanno in maniera netta e pesante, anche se la vittoria è stata agevolata dall’uscita di Conley nel terzo quarto.
Nulla da togliere agli Hornets che hanno trovato un’altra buona serata di Lamb e sono stati aiutati da Walker nel momento cruciale nonostante l’osservato speciale avesse iniziato un po’ in sordina lasciando spazio a un buon MKG.
Una difesa che è stata sui livelli di quella dei Grizzlies e le giocate giuste per scardiare la difesa di Fizdale hanno consentito di agguantare una vittoria non pronosticata da molti.
Charlotte si rilancia quindi in classifica anche in ottica di vittoria della Southeast Division.
Dovesse cadere Atlanta nella notte gli Hornets sarebbero pronti a tornare a dar battaglia…
Kemba Walker questa volta vince la sfida con Conley.

Kemba Walker questa volta vince la sfida con Conley.

 
Charlotte scendeva sul parquet dei Grizzlies schierando un quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller. Memphis, agli ordini di David Fizdale schierava il seguente starting five: Conley, T. Williams, T. Allen, J. Green e M. Gasol.
 
La palla a due finiva nella metà campo di Memphis che sul primo attacco sbagliava da tre con Conley, il rimbalzo in qualche modo era preda degli ursidi i quali tuttavia perdevano palla con Gasol in spin su Zeller sull’esterno che si trascinava la palla oltre la linea di fondo.
Anche Zeller perdeva palla sotto canestro servito da Walker, tuttavia i Calabroni passavano in vantaggio a 10:52 con un jumper frontale di MKG dal semicerchio esterno dei liberi. Kaminsky sfruttava un mismatch con Conley e sulla destra dal post basso faceva un giro per trovarsi più vicino la tabella che usava per mandar dentro il 4-0.
Da una persa di Walker nasceva la transizione dei Grizzlies, triangolo per il rimorchio di Conley che da tre mandava dentro l’open.
MKG era aggressivo, entrando e compiendo uno spin in area su Allen trovava la via della schiacciata per il 6-3.
L’ottimo avvio di Charlotte proseguiva e a 8:53 dall’angolo sinistro Walker aggiungeva tre punti mentre dal post basso destro Kaminsky chiuso da Gasol, saliva per uno strict banker che portava il punteggio sull’11-3.
Si “svegliava” anche Batum a 7:35 con un lungo jumper dalla diagonale destra prima che Gasol rispondesse dal mid-range sinistro.
La pressione della difesa dei locali però iniziava a produrre risultati, in particolare Allen era lesto a sottrarre palloni come nell’occasione nella quale riusciva a portarla via a Batum e a chiudere in contropiede, ma anche a 6:10 quando Kemba trovava ancora le mani del rapido difensore e concedeva una transizione sulla quale l’ala di Memphis portava a casa due punti, fallo di Zeller (che doveva uscire per il secondo commesso) e conseguente FT realizzato.
Green a 5:47 andava via a Kaminsky sulla destra e segnava indisturbato da vicino riportando a -1 la squadra di Fizdale.
Gli Hornets tornavano a respirare quando Kaminsky trovava a destra del canestro MKG in avvicinamento, lesto ad avvicinarsi e a realizzare battendo i tempi della difesa dei Grizzlies per una volta quasi in letargo.
MKG a 4:25 con un preciso jumper dalla diagonale destra lanciava i Calabroni sul 19-14 ma la squadra di Fizdale alzava il ciuffo elvisiano e segnando con Allen, Gasol e, complici due FT mancati di MKG, passava avanti con un turnaround di Davis (19-20), continuando a produrre con la panchina un gap più consistente, il quale si fermava a sei punti (Carter da tre a sx con troppo spazio).
Lamb, però, ripagava due volte con la stessa moneta l’esperto giocatore e sparava due triple dalla stessa posizione sul lato opposto (la seconda in faccia alla difesa locale) portando in parità l’incontro, inoltre andava a stoppare il disperato tiro da oltre la sirena del n°5 avversario consegnando a un quarto di partita giocata l’equilibrio perfetto (25-25).
 
La squadra del Tennessee a inizio secondo quarto passava in vantaggio con una tripla dal lato destro di Harrison, ma fortunatamente Conley commetteva un fallo piuttosto inutile su Lamb che vedendo i 24 spirare era costretto a forzare un pullup guadagnando due FT.
Un solo libero realizzato a 9:43 ci riportava a -2 ma il gap raddoppiava causa un floater di Conley.
Memphis in attacco iniziava a trovare comunque una difesa più organizzata e pressane degli Hornets, era il caso di Carter che dalla baseline sinistra colpiva il palo contro Belinelli, Sessions era invece ottimo grimaldello offensivo e volando in area con artistico appoggio realizzava due punti, anche se meno poetico era l’atterraggio sul coccige per un fallo subito durante il tiro.
Era comunque utile per il libero supplementare che riposizionava Charlotte in scia pronta con la freccia del sorpasso che avveniva a 8:04 ancora a gioco fermo (fallo di Martin durante l’alzata di Lamb lanciato in uno contro uno nel pitturato); 2/2 e 31-30.
Dopo qualche giocata che lasciava punto a punto la partita (Allen a 6:47 con giro della palla sul ferro e ricaduta all’interno), la squadra del North Carolina iniziava ad allontanarsi…
Sessions alzava l’arcobaleno sul Verde (Green), Spencer beffava Gasol appoggiando oltre di lui e Clifford vedeva i nostri conquistare 4 pt. di vantaggio.
T. Williams però batteva sul primo passo Batum, in penetrazione dalla sinistra giungeva sino al ferro e senza l’aiuto dei lunghi di Charlotte era facile per il giocatore di Memphis schiacciare. Sessions e Kaminsky iniziavano tuttavia a produrre un break; Ramon deviava in difesa un pallone e poi in area avversaria cedeva corto per un floater vincente di Kaminsky, il quale trattenuto per l’avambraccio da Green sulla partenza a 3:47 andava in lunetta e aggiungeva altri due punti.
Charlotte teneva bene anche sulle rotazioni difensive, Kaminsky finiva per contrastare una tripla di Conley e lo mandava fuori ritmo, Zeller prendeva il rimbalzo e sulla linea di fondo destra scavalcava Conley con un passaggio orizzontale per MKG che in area batteva il difensore.
Una furbata di Batum a 2:40 consentiva al francese di far saltare Carter fuori dal suo cilindro.
Per il vecchio giocatore di Memphis un fallo ingenuo che la sua squadra pagava con tre tiri liberi tutti realizzati da Nicolas. Harrison poi spendeva un fallo a 2:11 per contenere l’avvicinamento di MKG che dalla lunetta si rivelava preciso chiudendo un parziale di 11-0 che lanciava la squadra di coach Clifford sul 48-35.
Gasol interrompeva il parziale ma Kemba segnava da tre punti, MKG ripeteva l’azione su Harrison pompando il palleggio spalle a canestro e finendo per segnare senza che il fratello del giocatore degli Hornets potesse fermarlo, infine, a :40.3 Kemba colpiva nuovamente da tre punti, anche se l’ultimo canestro del primo tempo era opera di Conley in entrata.
Gli Hornets comunque soprassalivano la squadra di Fizdale che si trovava inaspettatamente sotto di 17 punti.
Il primo tempo andava in archivio sul 56-39 a favore dei viola.
Gasol non riesce a denegare il canestro a Hawes.

Gasol non riesce a denegare il canestro a Hawes.

 
Un tap-in fortunato di Zeller su un errore al tiro di Batum portava sul +19 Charlotte che inusualmente, nonostante generalmente giocasse buoni terzi quarti, si faceva recuperare alcuni punti. Conley penetrava su Kaminsky, una transizione di Williams dava altri due punti facili ai bianchi, Conley a 9:48 segnando da tre portava a -12 i suoi.
Strana la successiva giocata offensiva dei Grizzlies; Gasol spingeva lateralmente in entrata su Zeller, poi nel pitturato si girava e rifilava una gomitata a Cody nel tentativo di realizzare.
Il canestro c’era ma era annullato, lo spagnolo prendeva il tecnico ma per un reaching foul di Batum Memphis manteneva il possesso.
A 9:02 Conley segnava un jumper ma dall’altra parte Walker conquistava la lunetta e rispondeva i due PG della controparte nel ruolo.
A 8:23 il karma lasciava Conley sul parquet; sfondamento di Kemba che toccava Conley, l’effetto birillo su Kaminsky sortiva l’effetto sorpresa.
Il corpo del playmaker passava sotto i cingoli del carrarmato e non resisteva dovendo uscire dal campo.
Frank riceveva in corsa sull’azione offensiva seguente dal lato; Batum in orizzontale per Big Frank che alzava al vetro facendo ricadere la sfera dentro la retina per il 63-48.
Gasol in fade-away faceva toccare ai suoi quota 50 e poi gliela faceva superare grazie a una tripla a 7:06.
Sul +10 Walker passava oltre il blocco alto di Zeller e riconoscendo il mismatch della marcatura di Harrison segnava in pullup da media distanza.
Kemba entrava nella sua fase calda subendo anche due sfondamenti, mentre in attacco, allo scadere dei 24 secondi (4:28) aveva la freddezza di penetrare, cambiare mano e realizzare con la sinistra appoggiando frontalmente al vetro dopo aver superato Carter.
Walker lasciava il posto da stellina a Lamb quando veniva beffato dal ferro su un tentativo di tripla, Lamb a sinistra prendeva atleticamente un rimbalzo pur contrastato, faceva girar palla e Belinelli restituiva sulla linea di fondo sinistra da dove Jeremy conquistava altri due punti per il +14 (69-55).
A 3:16 ancora Lamb sulla sinistra tentava una penetrazione, l’hesitation e l’allungo con appoggio da distanza al vetro riuscivano talmente bene che Martin era costretto a subire il canestro e a spendere un fallo.
Jeremy non realizzava dalla lunetta ma conquistava il rimbalzo. Nel finale Green si prendeva un tecnico per proteste (non le prime in serata), Belinelli segnava il tecnico e sull’azione successiva serviva l’assist per il gancio vincente di Hibbert, il quale a 1:33 metteva dentro un reverse hook grazie a un salvataggio in salto di Hawes prima che il pallone finisse fuori.
La collaborazione acrobatica dei lunghi portava Charlotte sul 78-57 e quando Belinelli dava a Lamb che con facilità appoggiava al vetro, i Calabroni raggiungevano il massimo vantaggio (+23). Martin dal corner sinistro (da tre) faceva cifra tonda, tuttavia i Grizzlies prendevano un altro tecnico quando Carter incartava Belinelli e lo trascinava vistosamente via sull’esterno sinistro vanificando la tripla di Daniels.
Fizdale era infuriato ma aveva poco da lamentarsi, fallo netto. Beli in lunetta racimolava un altro punticino vista la serata no al tiro.
Il tecnico chiudeva il quarto sull’81-60.
 
L’ultimo quarto era di mantenimento per gli Hornets che trovavano anche la prima realizzazione di Belinelli, il quale sfruttava il passaggio di Hawes e il plexiglass per siglare l’83-65. Martin in runner faceva toccare ai locali il -16 ma Belinelli metteva dentro il suo secondo tiro dal campo appena dentro l’arco dei tre punti dando ossigeno a Clifford, il quale comunque decideva di far rientrare Kemba sul parquet prematuramente rispetto al solito.
Gli Hornets tornavano leggermente sottopressione quando Gasol si caricava il peso dell’attacco del team (senza Conley).
L’iberico guadagnava sei punti in due giocate (sulla seconda un gioco da 4 punti per tripla e fallo di Hawes sul tiro) portando lo scoreboard sull’88-75 a 6:33 dalla sirena.
A scacciare la paura ci pensava Walker, il quale segnava con strabiliante facilità una prima tripla con assurda facilità e la seconda (5:28) da distanza ragguardevole grazie alle sue finte di crossover che servivano per crearsi spazio e tirare su dal palleggio velocemente.
Il muro di Gasol e Williams usciti su di lui cadeva con un soffio di vento, la traiettoria di Kemba era sfolgorante e lasciava negli occhi la bellezza struggente della scia di una meteora che si consumava dentro la retina al compimento della sua missione.
La seconda in serie di Walker chiudeva praticamente la gara sul 94-75 ma c’era ancora il tempo per annotare un alley-oop di Lamb servito da Batum e due triple di Graham nel finale.
Gli Hornets facevano entrare la panchina completa e chiudevano con una vittoria convincente.
Il 104-85 restituiva la pariglia a Memphis.
aaaamempcha
 Pagelle (basate sulla mitologia in generale)
 
Walker: 7
21 pt. (7/14), 3 rimbalzi, 3 assist. Ehecatl. Il Dio del vento atzeco in grado di allontanare la pioggia. Kemba lo produce grazie alle sue incursioni veloci ma oggi ha un’arma in più giacchè il trattamento speciale del raddoppio alto su di lui lo impegna di più (5 i turnover), il Dio del vento è bravo a sfruttare la materia come angolo e a ripararsi per colpire furiosamente da lontano trasformandosi in uragano sul pullup da tre che chiude i conti.
 
Batum: 6
6 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 4 assist. Batum nelle intenzioni di Clifford avrebbe dovuto essere Ra, il Dio egizio del Sole che tutto crea. Dalle sue mani dovrebbero transitare traccianti letali e traiettorie perfette. Anche se è andato a corrente alternata, è in diverse statistiche presente tra i primi 100 in NBA, in serata gioca molti meno minuti del solito e limita le statistiche. Regala poco calore tuttavia al rilascio del tiro. Compensa con i suoi raggi che fano raggiungere il disco arancio nelle mani dei realizzatori.
 
Kidd-Gilchrist: 7
14 pt. (6/10), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata). Il Grande Yu. Nella mitologia cinese regola il flusso dei fiumi per prevenire e controllare le esondazioni. Un chiaro riferimento alla sua difesa. Charlotte è squadra che sa recuperare ma talvolta subisce imbarcate pesanti in pochi minuti. Lui deve cercare di mettere l’argine necessario affinché il top player avversario o il più pericoloso non si scateni. Stasera ha vita relativamente facile e si scatena al contrattacco. Buone medie e buone scelte.
 
Kaminsky: 6,5
12 pt. (5/12), 6 rimbalzi, 3 assist. Frank il tanuki (il cane procione della mitologia giapponese) ama fare scherzi. Tuttavia il burlone tanuki è un po’ ingenuo e poco attento ai particolari che finiscono per tradirlo, questa sera è lui a combinare il maldestro scherzetto a Memphis mettendo fuori gioco Conley, il che agevola la nostra vittoria nel finale ma non toglie meriti a essa. Una brutta soluzione da sotto ma per il resto buona prova.
 
C. Zeller: 6,5
3 pt. (1/3), 8 rimbalzi, 1 assist. Non avrà le sembianze di una tündér (una fata della mitologia ungherese), ma Cody esaudisce tre desideri; mobilità, difesa e versatilità. Gioca solo 21 minuti ma a parte il fallo subito da Gasol (discorso a parte) fa discrete difese.
 
Lamb: 7
21 pt. (7/11), 9 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Elfo Silvano. Magari poco “resistente” in difesa ma abile tiratore e stasera nemmeno poi così poco performante dietro. Scaglia le sue frecce da posizione di SG e questo è quello che principalmente gli si richiede. Non esce dal bosco ma dalla panchina, dalla faretra nel primo tempo tira fuori due frecce avvelenate per 6 pt. consecutivi. Continua anche successivamente portando scompiglio. Occhio, perché se continua così son dolori per tutti…
 
Belinelli: 5,5
6 pt. (2/9), 3 rimbalzi, 2 assist. Taranis. Il Dio del tuono venerato dalla mitologia celtica in Gallia e Britannia. Simile a Zeus e a Thor è il Dio del tuono. Marco quest’anno raramente, però preannuncia le sue saette da tre punti giacché gli avversari hanno un occhio di riguardo per lui. Nonostante ciò ha alte percentuali da tre punti. In serata tuttavia tira male sino all’ultimo quarto dove mette un paio di tiri che danno respiro. Tiene Carter in difesa e smista bene alcuni palloni che lo riabilitano un po’. Non perde palloni e fa vedere che se è principalmente un tiratore, se la serata è storta può rendersi utile anche in altra maniera.
 
Sessions: 6,5
5 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Son Gokū. Sicuramente intraprendente il Re delle scimmie usa la sua nuvoletta per arrivare sino al ferro, dove gli ci vorrebbe talvolta l’ausilio di un bastone allungabile per superare il difensore di turno. Irruente e pronto alla lotta, talvolta nella second unit ci vorrebbe qualcuno che lo consigliasse e moderasse, tuttavia il suo gioco è quello. Un po’ di sregolatezza che lo aiuta anche tuttavia nello smistare assist. Buona la sua prima parte, in calo nella seconda ma complessivamente mi va di premiarlo visto che a volte sono stato troppo severo con lui.
 
Hibbert: 6
5 pt. (2/4), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Dovrebbe essere lui la fenice quest’anno. Morta a Los Angeles, forse inizia a far intravedere la rinascita dalle fiamme quando mette con semplicità un paio di hook estendendo le sue ali infuocate. Qualche fallo di contenimento non gravoso.
 
Hawes: 6,5
4 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 6 assist, 1 stoppata. Il Namahage (un orco con un vestito di paglia, un coltello e un secchiello in mano) degli Hornets è figura contraddittoria. Raccoglie nel cesto solo 4 pt. ma fa il Batum di serata servendo 6 assist. Un paio d’ingenuità difensive dimostrano che è il solito generoso “casinista”, ma come il Namahage è simbolo di collaborazione e costrizione in una piccola comunità.
 
Roberts 0 pt. (0/2). s.v.
Tre minuti sul parquet nel tempo spazzatura.
 
T. Graham: 6,5
6 pt. (2/2). Tre minuti, 6 punti… Ci prova due volte da oltre l’arco e sono due conclusioni perfette che alzano il punteggio di Charlotte, anche se a partita già decisa.
 
A. Harrison: s.v.
1 pt. (0/1), 1 assist. Air-ball a parte anche lui gioca solo 3 minuti.
 
Coach Clifford: 7
Qualsiasi Dio della saggezza. E’ il suo ruolo. La squadra parte determinata, sembriamo noi la seconda miglior difesa della lega. Una vittoria su un campo non semplice che ci riconsegna fiducia.

Game 16: Charlotte Hornets Vs New York Knicks 107-102

 
knickshornets1
ImmaginaziHornets
 
Non so se avete letto il libro “Tempi Difficili di Charles Dickens”.
Per me rimane uno dei più belli in assoluto.
Parla della filosofia dell’utilitarismo, scuola di pensiero nell’Inghilterra vittoriana “inventata” da Jeremy Bentham (fuori campo nel romanzo).
Una filosofia che si basa sui meri “fatti” ed esclude l’importanza dei valori spirituali, morali, delle emozioni, che nel basket sono quasi tutto a volte.
Sull’onda lunga della fiducia o sfiducia si possono decidere partite o stagioni.
I fatti uniti al laissez-faire, ancora oggi imperante nella dottrina capitalista (mai messa in discussione dall’occidente nonostante i nefasti risultati odierni per molti siano sotto gli occhi di tutti mai si pensa ad altri sistemi…) avevano scosso Dickens che scrisse questo romanzo, cupo, grigio, tetro, ambientato a Coketown.
Un gruppo di persone cercava d’educare i figli con il proprio metodo creando nuove leve controproducenti, incapaci di pensare con la propria testa, d’immaginare (c’è un circo sullo sfondo, e mille storie che s’intrecciano, circo comunque ritenuto passatempo inutile).
Nonostante il suo soprannome e la sua prima parte di gara, Kaminsky aveva già immaginato un finale nel quale a erigersi a protagonista per riscattarsi dalla brutta prestazione della sera precedente, così l’inimmaginabile è accaduto, Charlotte ha rotto la striscia di quattro sconfitte consecutive pur dovendo rinunciare a due titolari.
Due squadre sottoposte a un tour de force che con questa sfida toccavano la quarta partita in sei giorni.
Gli Hornets recentemente avevano sofferto un calendario troppo ravvicinato, come nel loro primo anno da Calabroni, perdendo anche qualche pezzo, l’ultimo in ordine cronologico è Marvin Williams, ieri notte (iperestensione del ginocchio).
New York comunque in serata registrava 25 punti di Porzingis e 18 di Rose.
Charlotte perdeva nella statistica assist 16-26 ma vinceva la lotta a rimbalzo 52-48. 37,8% dal campo per i Knicks contro il 43,8% degli Hornets che andavano in lunetta più del doppio di New York (16/20), chiudendo però con un 29/42, reo confesso d’aver lasciato in gara sino all’ultimo gli ospiti, ma aldilà dei freddi numeri, gli Hornets hanno vinto con impegno e cuore.
 
Frank Kaminsky III saluta Courtney Lee

Frank Kaminsky III saluta Courtney Lee.

I due quintetti rispetto alla sera precedente variavano, ma solo per quel che riguardava gli Hornets, quindi i Knicks schieravano gli stessi cinque: Rose, C. Lee, Anthony, Porzingis, Noah, mentre gli Hornets si affidavano ai soliti: Walker, Lamb, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
 
Charlotte, dopo aver perso con i Knicks nemmeno 24 ore prima, effettuava una partenza rabbiosa; Walker to Cody e dopo 10 secondi i Calabroni erano già in lunetta con il centro titolare. Cody non sbagliava le due occasioni e Charlotte passava in vantaggio, anche se un pallone messo dentro al volo da Porzingis (Kaminsky si era perso il lungo) serviva agli ospiti per pareggiare, tuttavia Lamb ripagava la fiducia affidatagli come starter segnando la sua prima tripla stagionale a 10:43, poco dopo Zeller salvava un pallone destinato al fondo tirandolo addosso alle gambe del difensore.
Sull’azione successiva Walker passava davanti a Zeller e consegnava la palla a spicchi al nostro lungo, il quale non si faceva pregare per un FT jumper che andava a bersaglio.
MKG da dietro stoppava Rose e a 9:52 Kemba segnava da tre punti portando Charlotte in doppia cifra.
Melo sbagliava ed era un buon segnale, poiché i Calabroni proseguendo con il loro furore agonistico segnavano con Lamb, bravo sul terzo tempo a spostarsi, a salutare Rose e a depositare a canestro il 12-2 che forzava Hornacek a chiamare il primo time-out dell’incontro.
La pausa non dava risultati apprezzabili tuttavia; a 8:56 un elbow jumper di MKG aumentava il divario, Melo sbagliava ancora mentre MKG andava in lunetta ma splittava.
Lee interrompeva con una tripla aperta frontale il parziale di Charlotte, ma ancora MKG, questa volta con una drive nel traffico, batteva i difensori andando sul lato destro a realizzare da un passo.
Anthony mancava un tiro ma al secondo tap-in aveva la meglio tra la selva di mani sotto canestro. Dall’altra parte accadeva una cosa simile; Lamb accortosi del suo stesso impreciso tiro correva sotto canestro e riusciva immediatamente a deviare rimediando all’errore precedente.
Gli Hornets erano incontenibili; Kemba passava Melo, il quale lo toccava sull’appoggio a 6:25 concedendo canestro e libero supplementare.
La nostra PG metteva dento triplicando i newyorkesi (22-7) che subivano anche due liberi di Kaminsky (Melo si aggrappava a un braccio durante il giro sul palleggio spalle a canestro del lungo di Clifford) ma reagivano con un circus shot di Rose.
Lamb e Hawes segnavano un canestro a testa, poi Jeremy in difesa era bravo a recuperar posizione e a toccare prima che il pallone giungesse sotto canestro a Kuzminskas, la palla schizzava sulla tabella e i Calabroni recuperavano la sfera ottimizzando l’attacco dall’altra parte con due FT di Hibbert (finito per terra per un fallo).
I liberi portavano sul +20 Charlotte (33-13) ma con un quintetto meno performante in campo gli ospiti iniziavano a riavvicinarsi partendo da due punti di Porzingis.
Sessions risentiva della pressione avversaria su di lui e perdeva un paio di palloni che Porzingis dalla lunetta convertiva in tre punti (3/4).
Il primo quarto si chiudeva sul +16 per Charlotte che mostrava un attacco “atomico”; 38-22.
 
Il primo canestro del secondo quarto era ottenuto da Sessions a gioco fermo (10:48) per un fallo di Porzingis su una sua penetrazione.
Ramon dimostrava di avere ancora problemi tuttavia in lunetta splittando, O’ Quinn e poi un fing and roll in transizione di Holiday anticipavano la stoppata di Porzingis su Sessions, scappato via con uno spin dalla pressione di Jennings.
Il lungo bianco tuttavia franava addosso a Ramon e lo rimandava in lunetta da dove il nostro numero 7 non migliorava dalla volta precedente, splittando nuovamente.
Jennings si avvantaggiava grazie a un goaltending di Hibbert, gli arancioblù cercavano di metter pressione sulla palla, Jennings, uno degli addetti a tale compito, segnava pure a 8:58 subendo fallo ma imitando il collega PG di Charlotte, errando dalla lunetta l’addizionale.
Sul 40-31 rientrava Walker che subiva il fallo di un sorpreso Jennings.
Kemba penetrava successivamente da destra riuscendo a battere da sotto Porzingis grazie alla sua velocità e destrezza nell’appoggio.
Lamb in difesa approfittava di un errore al tiro di New York per raggiungere già la doppia cifra nei rimbalzi mentre a 7:20 si rivedeva Kemba in attacco, bravo ad arrestarsi e a tentare l’appoggio mentre O’Quinn alle spalle gli finiva addosso.
Il 2/2 era tuttavia contrastato da una tripla di Porzingis (44-33) a 7:03 e da un 2/2 dello stesso giocatore a 6:37 (fallo di Zeller con le braccia protese in avanti a toccare il newyorkese nonostante la posizione sulla transizione).
A 6:27 Kemba mostrava a Jennings che con lui la tattica del pressing sul portatore di palla non funzionava; il numero 3 era troppo aggressivo a metà campo e Kemba guadagnava due liberi grazie al bonus e realizzandone uno mandava la Buzz City sul +10 (45-35).
Al jumper dallo spigolo sinistro dell’area di Melo rispondeva Kemba, bravo in velocità ad andare dentro a battere i lunghi, Kaminsky finalmente metteva dentro due punti da sx grazie alla base del ferro ma Belinelli per rimediare a una palla persa da MKG a metà campo commetteva fallo su un Rose che non falliva le due occasioni dalla linea della carità.
Via Zeller dentro Sessions per una small ball estemporanea era invece Belinelli a segnare il suo unico canestro del primo tempo ma lo faceva alla grande, lo schermo alto del lungo serviva relativamente perché con poco tempo il nostro swingman era costretto a tirare da oltre sette metri e mezzo ma batteva ugualmente l’ottima pressione di Lee tra lo stupore del pubblico a 4:09.
Rose faceva vedere di essere in buona serata mettendo dentro dal mid-range e stoppando Kemba, Melo da tre in transizione riavvicinava ulteriormente i Knicks.
Nel finale si rivedeva Lamb che a 1:39 in attacco riprendeva da un errore di Roberts e andava a infilare due punti ravvicinati per il 56-47.
Kemba in entrata a due decimi rilasciava il pallone che valeva il 58-47, punteggio con il quale si chiudeva il primo tempo.
Jeremy Lamb, una buona prova da rimbalzista e realizzatore nella notte. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Jeremy Lamb, una buona prova da rimbalzista e realizzatore nella notte.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Dopo il riposo “lungo”, i Knicks piazzavano un parziale di 6-0 sfruttando le triple di Lee e Porzingis (scarico di Rose con Kemba a marcare i due giocatori, ma la difesa dov’era?) prima che Zeller dalla lunetta, splittando, interrompesse il parziale a 9:21.
Un fade-away di Lamb a 8:56 ci dava un cuscinetto di otto punti (61-53), a 8:03 uno screen roll di Porzingis serviva all’ala dei Knicks per portare a casa un gioco da tre punti poiché Zeller in copertura spendeva un fallo avendo torto.
Gli Hornets in difesa si salvavano in qualche maniera e Zeller a 7:24 continuava a far notare le difficoltà di Charlotte dalla lunetta mettendo solo un libero dei due conquistati.
Al lungo due punti di Lee rispondeva MKG, il quale trovava un muro bianco nel pitturato, gli arbitri sullo scontro attribuivano un fallo a Porzingis e il meno probabile dei tiratori invece realizzava le sue occasioni dalla lunetta dando un vantaggio di 6 pt. a Charlotte (64-58).
Rose faceva vedere vecchi movimenti in entrata e recuperava due punti, così come Zeller recuperava la palla a spicchi dopo un suo errore su un teardrop e aggiustando la mira spediva nella retina alla stessa maniera.
MKG in corsa riceveva un passaggio e batteva Anthony in corsa appoggiando al vetro il 68-60.
Lee accorciava da oltre l’arco a cinque punti, Kemba lanciava Zeller in transizione, da dietro su di lui arrivava un fallo deciso del barbuto newyorkese che sparando via il braccio destro finiva sotto il processo dell’under review.
C’erano solo i liberi e per l’esattezza solo uno era quello buono, così dall’altra parte Porzingis con una noiosa tripla frontale batteva una morbida uscita di Kaminsky.
Kemba con un lungo jumper frontale ci riportava al +5 ma per un reaching di MKG su Melo i punti scemavano a tre.
Anthony a 2:00 minuti dalla terza sirena pareggiava con una bomba riconsegnando una nuova partita da giocare.
Lee contro Sessions mancava l’occasione del sorpasso in transizione, Belinelli riusciva a uscire dai blocchi e tirava con rapidità e precisione per un lungo due che ci ridava fiducia. Gomez inoltre commetteva un fallo su una palla vagante; sull’errore di Anthony al tiro Hibbert proteggeva bene il ferro ma era toccato da dietro dal newyorkese, il quale regalava due liberi a Charlotte.
Hibbert non falliva e gli Hornets si riportavano quattro punti sopra a 36 secondi dall’ultimo quarto.
I punti dell’ex losangelino chiudevano i primi tre quarti con gli Hornets in vantaggio 75-71.
 
L’ultimo quarto cominciava con Lamb e il suo jumper dalla diagonale sinistra che finiva a segno e provava a scacciar la paura, Porzingis non andava a bersaglio contrastato da Hawes, ma Jennings metteva tre punti frontali e poi arrivava sino al ferro in penetrazione a 10:11 facendo tornare New York sul -1. Sessions in corsa batteva il suo marcatore e appoggiava al plexiglass sbattendo successivamente su Kuzminskas.
Due unti, un libero messo a segno e Hornets che tornavano al vantaggio originale dopo il terzo quarto (80-76).
Kaminsky si svegliava finalmente nel finale dopo una partita sulla falsariga della precedente; a 9:01 da sotto ci dava due possessi lunghi di vantaggio ma Rose rompeva un raddoppio e volava sino al ferro per mettere due punti e tenere in piedi la baracca newyorkese.
Jennings a 8:20 la metteva dentro ancora da tre caricandosi, i Knicks sul -1 agganciavano gli Hornets per delle proteste di Hawes (un possibile contatto precedente sulla tonnara sotto canestro dei Knicks) con Porzingis, bravo a realizzare il tecnico. Gli arbitri invertivano anche una rimessa dal fondo precedentemente assegnata agli Hornets (rimbalzo Hawes/Porzingis) e a 7:30 si facevano sentire i tifosi ospiti presenti allo Spectrum quando un turnaround di Melo dalla linea di fondo destra s’infilava e regalava ai bianchi l’unico vantaggio di serata.
Per fortuna quindici secondi più tardi Sessions era bravo a realizzare da tre punti (85-84), così com’era bravissimo ad attaccare nel traffico Kemba, sotto canestro a sinistra la sua alzata magica ricadeva nel cesto oltrepassando la difesa bianca. Il pubblico protestava per una possibile accompagnata di Porzingis, il quale invece sul prosieguo dell’azione aggirava la linea Maginot degli Hornets, segnava, recuperava il fallo e ridava una seconda vita a New York riportando in equilibrio (87-87) la gara.
Nel finale gli Hornets dovevano fare mea culpa tenendo aperta una partita che si sarebbe potuta chiudere prima. Kemba, Ramon e Cody andavano in lunetta mentre sul campo era presente una small-ball inedita con Roberts, Sessions e Walker, comunque tutti e tre splittavano portando a casa tre punti anziché sei, generando un 90-87 che era rinforzato da una tripla di un Kaminsky finalmente vispo.
Melo e Porzingis fallivano due occasioni, Lamb realizzava il +8 (95-87) ma Rose colpiva da tre con una strana e bassa parabola frontale.
Kaminsky partiva da fuori, il difensore abboccava sulla finta e il Carrarmato riusciva ad appoggiare allargando il braccio destro per eludere l’intervento difensivo sotto canestro.
L’ex Lee non ci stava e dal corner destro metteva un’altra tripla per gli ospiti (97-93).
Kaminsky sulla sinistra a 2:01 sembrava poter chiudere i discorsi quando rispondeva all’ex compagno da oltre l’arco, tuttavia due FT di Rose ridavano un barlume di speranza alla squadra di Hornacek.
Kemba in attacco scivolava nel colorato, la palla s’impennava, Cody era bravo a recuperarla, Holiday infilava il braccio in mezzo e persisteva, tocco e fallo…
Zeller to the line era ancora impreciso.
Uno su due che era seguito da un canestro di Gomez da sotto. Kemba puntava in uno contro uno Gomez dalla destra andando in diagonale verso l’interno, ma chiuso tornava indietro e dopo aver fatto il giro del circuito ripartiva sgasando, il difensore mangiava smog e non vedeva lo scoop di Kemba per il 103-97. Sembrava fatta ma New York si giocava ancora una volta la gara punto a punto non volendo cedere.
Melo a :25.1 segnava da due, Kemba rispondeva dalla lunetta nemmeno quattro secondi più tardi, Holiday metteva la tripla dal buco nero presente nell’angolo destro e l’ex team di Ewing a circa dodici secondi dalla fine tornava insperatamente sul -3 (105-102).
Un fallo su Lamb a :10.0 secondi esatti dalla fine regalava ulteriori brividi.
Jeremy falliva il primo e vedeva “flipperare” il secondo prima di entrare regalandoci i due possessi.
Anthony provava velocemente a segnare da sotto ma andava assurdamente fuori ritmo con Zeller che si spostava per non commetter fallo.
A mezzo secondo Kemba subiva fallo e arrotondava dalla lunetta realizzando un libero per il 107-102 finale.
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Pagelle
 
Walker: 7,5
28 pt. (9/21), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Un solo turnover. Se Charlotte è sempre tra le prime in questa statistica è merito suo. Molti palloni passano per le sue mani. E’ l’unico che parte in vantaggio sul difensore grazie alla sua abilità e velocità. Buona anche la difesa stanotte. Tre stoppate e una palla lestamente portata via a Rose nell’ultimo quarto
 
Lamb: 7,5
18 pt. (8/15), 17 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Batum è out. A fianco di Kemba viene ripescato il jolly Lamb. Sottoscrivo la scelta di Clifford perché Lamb è tiratore più agile rispetto a Belinelli. Atletico recupera ben presto rimbalzi per andare in doppia cifra. Partenza spint con la quale va in doppia doppia. Si rivede nel finale, quando affonda anche il libero della sicurezza.
 
Kidd-Gilchrist: 7
11 pt., 8 rimbalzi, 1 stoppata. Melo si ferma a 18 pt. con 7/25 dal campo… Torna lui in difesa, anche se un paio di jumper inevitabilmente lo battezzano. In attacco da il suo contributo sbagliando poco e anche sotto le plance torna a conquistare rimbalzi. Nota negativa i tre palloni persi, fortunatamente non gestiti sempre al meglio dagli avversari.
 
Kaminsky: 6,5
14 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 3 assist. Partita da 3,5 inizialmente, da 9,5 nel finale dove non sbaglia più nulla in attacco. La media… Contribuisce a vincere la partita mettendo dentro 8 punti fondamentali ma prima era stato il punto debole dell’anello. Speriamo si sia svegliato definitivamente.
 
C. Zeller: 6,5
11 pt. (2/7), 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Serata al tiro dalle basse percentuali per Cody. Si rifà andando in doppia doppia grazie ai rimbalzi, in particolare quello offensivo nel finale da palla sfuggita a Kemba è stato prezioso. Peccato che ai liberi litighi e il 7/12 abbia trascinato un po’ troppo la gara.
 
Belinelli: 6
5 pt. (2/5), 2 rimbalzi, 1 assist. Entra con uno dei quintetti peggiori e si prende un -11 di +/- ma è anche poco coinvolto nelle giocate. I Knicks lo temono e lo francobollano. Lui trova due canestri pazzeschi comunque. Una tripla sulla sirena del terzo tanto per, vista la marcatura e il poco tempo a disposizione.
 
Sessions: 6
9 pt. (2/3), 2 rimbalzi, 3 assist. Un paio di turnover evitabili nel primo tempo. Una tripla nel finale importante. Dalla lunetta pero perde il mezzo punto in più che avrei voluto dargli. Un piccolo che fa 4/7 e dimostra ancora problemi da troppo tempo in questa statistica, è cosa anomala.
 
Hibbert: 6
6 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Lui, al contrario di molti compagni, dalla lunetta ci pastura. Un 4/4 utile, più un bel gancio. Regredisce nel minutaggio. Anche lui come Belinelli è sotto nel +/- ma non è colpa sua.
 
Hawes: 5,5
5 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Meglio di Kaminsky in chiusura. Sbaglia però troppo. Nervoso prende un tecnico pericoloso. Un paio di tiri mancati che avrebbero potuto finire dentro avendo libertà.
 
Roberts: 6
0 pt. (0/1). Entra a dar fastidio nell’ultimo quarto, quando Clifford gioca una trana pallacanestro dei piccoli. Le tre point guard in campo a dar fastidio al palleggio, a recuperar palloni e a intasare le linee di passaggio. Non lo fa male ma il tabellino a parte un errore al tiro è a secco.
 
Coach Clifford: 6,5
La squadra parte a razzo. +20… poi il divario si assottiglia, lui fa delle scelte strane mixando i giocatori, il cocktail alla fine gli esce e non è malvagio. Buona la scelta di Lamb, forse il Beli avrebbe potuto giocare di più in un finale nel quale non c’è stato, obbligata quasi la scelta di Kaminsky. Un po’ di mano offensivamente si vede ma poi al limite c’è sempre Kemba quando il tiro non funziona.

Game 15: Charlotte Hornets @ New York Knicks 111-113 (OT)

 
FilHornets
 
Qui nel nord dell’Italia non smette di piovere, metaforicamente anche dalle parti di Charlotte, che, a New York incassa la quarta sconfitta consecutiva.
La prima era arrivata in trasferta nella Big Easy al supplementare, oggi è arrivata nella Big Apple ancora dopo un OT.
Gli Hornets sono stati anche sfortunati.
Dopo aver recuperato Zeller, autore di una buona prestazione, hanno perso Marvin Williams, autore di una buona prestazione difensiva su Anthony quando ve n’è stato bisogno.
Nel terzo quarto Kemba è caduto addosso alla nostra ala grande che è dovuta uscire e non è più rientrata.
A sostituirlo Kaminsky che ha trovato una serata incubo su entrambi i lati del campo.
Il filone di sconfitte si va allungando e sta diventando deprimente, giacché se New Orleans, Memphis e San Antonio sono squadre dalla striscia positiva e anche abbastanza lunga, New York era una squadra alla nostra portata.
Abbiamo concesso troppi rimbalzi offensivi ai Knicks tuttavia, che hanno finito per vincer la battaglia su ambo i lati 46-55.
Altro dato che ha determinato la sconfitta i liberi; Charlotte ne ha battunti nettamente di più ma ha fatto 17/27 a gioco fermo mentre New York ne ha realizzati 12/13.
Dall’8-3 si è passati all’8-7, per mantenere una classifica sopra i .500 bisognerà battere questa New York, domani sera a Charlotte nel back to back.
Cody Zeller batte Noah con il floater. Il suo rientro è stato positivo in attacco per gli Hornets ma non è bastato a interrompere la striscia negativa che perdura da troppo tempo. NBAE (Photo by Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images)

Cody Zeller batte Noah con il floater. Il suo rientro è stato positivo in attacco per gli Hornets ma non è bastato a interrompere la striscia negativa che perdura da troppo tempo.
NBAE (Photo by Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images)

 
Sul parquet del Madison, Charlotte schierava il seguente quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller. New York rispondeva con: Rose, C. Lee, Anthony, Porzingis, J. Noah.
 
La palla a due era preda di Noah, I Knicks colpivano con un fade-away dal mid-range a destra; Anthony era bravo a trovare solo la retina nonostante MKG fosse incollato su di lui.
A 10:47 Zeller con un tiro frontale da appena fuori area pareggiava, ma Rose con un tiro libero riportava sopra i newyorkesi che guadagnavano altri tre punti grazie a una tripla di Anthony dalla diagonale sinistra.
Gli Hornets fermavano la piccola epistassi grazie a Williams, il quale stoppava Noah, dall’altra parte gli Hornets servivano Zeller completamente dimenticato in post basso destro, facile per il rientrante Zeller schiacciare a due mani avendo un’eternità.
Lee gestiva bene una seconda occasione e dall’angolo destro segnava da tre punti, Cody veniva lanciato in transizione e appoggiava nel traffico, tuttavia dal trabucco newyorkese Anthony scagliava un’altra pietra che affondava nella retina di Charlotte, New York così doppiava gli Hornets (6-12).
La reazione di Charlotte si concretizzava con un floater in corsa di Zeller dal colorato, O’ Quinn riportava le distanze a sei punti ma Batum forzando contro Lee dallo spigolo destro dell’area subiva il contatto e segnando era premiato con un FT.
Gioco da tre punti che serviva da preludio al pareggio tramite una tripla di Marvin Williams (14-14).
A 4:37 arrivava anche la chiamata degli arbitri, la seconda per Walker che abbandonava il parquet per problemi di falli, Anthony realizzava i due FT ma Belinelli dall’altra parte dietro lo schermo aggirava con rapidità la difesa dei Knicks e infilava la tripla del primo vantaggio viola di serata (17-16).
Un fallo di Belinelli su Lee mandava l’ex in lunetta, dove freddamente realizzava per il nuovo vantaggio del team di Hornacek.
Sessions inaugurava il suo tabellino con ricezione in corsa e appoggio sulla destra premiato dalla base del ferro, Belinelli poi intercettava un passaggio orizzontale e apriva il campo per MKG, il quale in schiacciata a 3:39 aumentava il vantaggio dei nostri.
Lee e Anthony tuttavia mettevano un canestro a testa, O’Quinn aggiungeva un piazzato dal mid-range per New York, così la squadra all’ombra della statua della Libertà si portava avanti 21-24.
Charlotte in attacco era stoppata due volte; prima Kaminsky e poi Hibbert subivano medesima sorte ma Roy recuperava il pallone e schiacciava irrimediabilmente nel cesto arancioblù. Anthony dalla baseline sinistra era affrontato da Belinelli, tuttavia il suo jumper non si curava dell’avversario finendo ancora dentro. Gli Hornets si riportavano in attacco, Sessions faceva segno di andare via tutti, i Calabroni si allargavano sul campo, Ramon penetrava velocemente ed io non credevo ai miei occhi, il nostro play di riserva andava a posterizzare in schiacciata Gomez subendo anche il fallo.
Purtroppo il libero non era preciso e non arrivava l’aggancio ma Kaminsky con un cambio gioco in diagonale era trovato in postazione corner sinistro per l’open da tre punti che portava sul 28-26 la gara.
New York comunque finiva avanti il primo quarto grazie a Holiday e al grande Melo che sulla sirena segnava nonostante il disperato tentativo di stoppata di MKG.
Il primo quarto si chiudeva sul 28-30 a favore dei padroni di casa.
 
Il secondo quarto iniziava con O’Quinn bravo a pescare Holiday lesto a mettere dentro da sotto, Belinelli tuttavia continuava la sua buona prova al tiro e da destra accorciava sul -1 (31-32) ma i Calabroni salivano anche al +1 quando grazie a un rimbalzo di Hibbert arrivava una seconda chance, Kaminsky prendeva il pitturato, l’avversario non ci stava ma il Tank andava in lunetta a convertire i due liberi a 10:20.
Un taglio in back-door del fratello del più illustre Holiday (passaggio di Gomez) serviva a New York per ripassare avanti.
A 9:21 Sessions con un arcobaleno sopra il difensore riportava le sorti dell’incontro in parità (37-37), ma Porzingis vanificava il tentativo di stoppata di Kaminsky con una sospensione alla media distanza andando in uno contro uno.
Belinelli con una doppia finta su Holiday mandava al macero la difesa del piccolo e metteva dentro un jumper lungo dalla diagonale destra per ritrovare la parità a quota 41.
Charlotte si riportava sopra a 6:48 quando Batum forzava, ma conquistava la lunetta e non falliva le due occasioni.
Un altro rimbalzo offensivo di New York (Porzingis) serviva a generare un nuovo possesso per i padroni di casa, i quali alla fine andavano a bersaglio con Noah da sotto.
Gli Hornets tentavano di sganciarsi dalla pressione newyorkese, Kemba lo faceva letteralmente passando dietro un blocco alto e accentrandosi, colpiva con la sospensione frontale.
A 5:36 Zeller otteneva anche due FT ma li mancava entrambi, tuttavia Kemba in difesa intercettava con prontezza un passaggio orizzontale di Rose diretto a Jennings che tornando su Kemba ormai lanciato all’appoggio in transizione, commetteva l’ingenuità di toccarlo.
Kemba realizzava e andava in lunetta, da dove tuttavia falliva l’occasione supplementare. Charlotte aveva facilità nell’entrare nel pitturato dei Knicks, si tastava con mano anche quando Williams a 4:10 ricevendo un verticale di Batum appoggiava, subiva fallo e portava a casa un gioco da tre punti che lanciava la squadra del Nord Carolina sul 51-43.
Holiday a 3:59 da tre diminuiva lo scarto ma Batum in uscita da un blocco riceveva, si girava immediatamente e in ritmo colpiva da tre dalla diagonale destra per il 54-43 a 3:45.
Anthony e Rose apportavano cinque punti ai padroni di casa ma a 1:13 in transizione Batum sulla sinistra schiacciava in verticale sulla corsa avanzata di Kaminsky bravo a depositare facilmente in sottomano.
Una dunk appesa di Noah chiudeva i conti nel primo tempo, poiché sull’azione finale Sessions teneva il mismatch con Anthony.
56-52 era il punteggio dei primi 24 minuti.
Marvin Williams in layup contro Noah. Marvin ha dovuto uscire dal campo a inizio terzo quarto e non è più rientrato. NBAE (Photo by Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images)

Marvin Williams in layup contro Noah. Marvin ha dovuto uscire dal campo a inizio terzo quarto e non è più rientrato. NBAE (Photo by Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images)

 
Charlotte segnava per prima nel secondo tempo; Batum da destra passava a Zeller orizzontalmente, sulla corsa il nostro centro rilasciava un precisissimo floater che incrementava il vantaggio a sei punti dopo 15 secondi.
Batum mancava un FT per tre secondi difensivi di Noah ma Cody mieteva ancora vittime; i lunghi di New York erano battuti da sotto dopo una finta e un passetto avanti.
Gli Hornets si avvantaggiavano da semplici screen roll, Kemba per Marvin che poco dopo si scontravano su un’azione offensiva andata male, Walker cadeva involontariamente sulla tibia di Marvin costretto a uscire dal campo per un problema al ginocchio.
Gli Hornets tuttavia sembravano poter controllare agevolmente la gara e con quattro tiri liberi a 9:20 si portavano sul +8.
New York in attacco a centrocampo controllava con Porzingis ma come una tigre Kemba s’infilava sotto di lui e soffiandogli la palla andava in solitario layup per portare alla doppia cifra di vantaggio gli Hornets (66-56).
Un tecnico a Clifford per proteste riaccendeva una partita che pareva saldamente nelle mani degli Hornets, ma mai fidarsi, mai rilassarsi troppo, infatti, nonostante Charlotte salisse sul +13 (70-57 passaggio da destra di Batum per Zeller come rollante che spediva in mezzo orizzontalmente con un extra pass per MKG bravo a resistere al fallo e a mettere dentro), New York, con l’aiuto del pubblico cancellava il gap con Rose in transizione a 3:21 (72-72) per passare addirittura in vantaggio con una tripla di Lee dal corner destro benevolmente accettata dal ferro.
Un 18-2 che lanciava gli arancioblù, i quali chiudevano avanti il penultimo periodo (74-79).
 
Charlotte cercava di lottare a inizio ultimo quarto ma non ne usciva un granché, anche se Sessions in tuffo recuperava un pallone, Batum dall’altra parte veniva stoppato e iniziava a sfregarsi un occhio evidentemente interessato dal contatto. Sempre lui sulla rimessa si nascondeva a sinistra dietro a Kaminsky da dove sparava e non segnava, ma era toccato.
Gli arbitri concedevano due liberi ma il francese li falliva clamorosamente entrambi.
Kaminsky portava due punti nel paniere di Clifford con l’arresto, giro e tiro a una mano dal pitturato ma Jennings a 10:09 era impietoso da tre e spediva Charlotte sul -6 (76-82).
Un soft touch di Sessions accorciava le distanze, poi era la volta di Hibbert ad andare in lunetta (per gli arbitri c’era un fallo di Porzingis che a mio avviso aveva compiuto una stoppata regolare) e a realizzare convertendo in due punti.
O’Quinn in area aveva la meglio sulla verticalità di Kaminsky per fortuna Belinelli lavorava per uscire a colpire da tre con un catch’n shoot che teneva fede alle intenzioni e ci riportava sul -1 (83-84).
A 8:14 Batum con un fade-away faceva rimetter la testa avanti a Charlotte ma Porzingis approfittava della difesa di Kaminsky per riportare sopra i Knicks.
Kaminsky era disastroso… prima sbagliava una tripla e poi gli veniva fischiato un travel in attacco, da una mezza transizione, trovato in posizione frontale (da oltre l’arco) Porzingis, New York di tripla si allontanava nuovamente (85-89) a 6:23.
Un elavation jumper di Batum riportava la truppa di Clifford sino al -2, Kemba rientrava sul parquet e a 5:40 dava una mano immediata palleggiando a livello terra e battendo il suo difensore più O’Quinn, metteva dentro il layup andando in diagonale verso sinistra.
Gli Hornets passavano avanti quando Rose saltava per contrastare una finta di tiro di Belinelli, il quale passava dentro per Kaminsky, il fallo di O’Quinn su di lui dava la possibilità al Carrarmato di metter dentro due liberi (91-89).
Dopo il pareggio del barbuto O’Quinn, Batum chiudeva a sinistra un fing and roll con mano destra ma a 4:06 Porzingis sparava su Kaminsky una bordata che ci riportava sott’acqua di un punticino.
Belinelli era fantastico nel finale; prima una tripla con i piedi ben distanti dall’arco dei tre (diagonale destra), poi a 1:22, con gli Hornets ancora sotto di due metteva una tripla più frontale ma contrastata, sull’arresto in corsa segnava il 101-100.
Anthony si caricava di responsabilità segnando sopra Batum, il quale si prendeva una tripla dalla top of the key ma sbilanciatosi da solo finiva quasi per frantumare la tabella.
Rose sulla sinistra si prendeva lo spazio per un pullup che batteva sul vetro e anche Walker.
Sul 101-104 gli Hornets sceglievano la tattica dei possibili liberi, anziché cercare la tripla del pareggio, affidavano la palla a Kemba che in penetrazione saliva e segnava, il tronco di Gomez in accompagnamento si accostava ma usciva dal suo cilindro. Ingenuità e pareggio di Kemba dalla lunetta a :20.3 portava il match in equilibrio sul 104 pari.
Sull’ultimo attacco Porzingis (16 pt., 8 rimb., 3 stoppate) girava in back-door, Walker finiva su di lui ma Anthony che aveva già palla tra le mani tentava di scappar via a MKG, bravo a non fallo andar via contenendolo con il corpo, Melo finiva per sparare sulla sirena, non un tiro preciso ma che rischiava d’entrare e dopo uno strano giro sul ferro, la palla decideva di uscire e di consegnare le due squadre ai supplementari.
 
Nell’overtime Kaminsky non vinceva nemmeno la palla a due con Porzingis, Rose (16 pt., 5 assist) con uno spin da sotto portava in vantaggio i padroni di casa, Frank tentava di segnare ma regalava la stoppata a Porzingis e Anthony con un jumper a 2:26 mandava sul +4 New York.
Charlotte ormai stanca brucava il parquet del Madison non trovando erba, Batum segnava il primo canestro nell’extra time in elbow jumper dopo tre minuti esatti.
Kuzminskas mancava un open da tre vedendosi arrivare Kaminsky con il bombolone dell’ossigeno, incredibilmente, scampato il colpo del K.O., Charlotte si portava avanti grazie a un’altra intuizione di Belinelli, ancora una finta, assist per MKG che metteva dentro a 1:02 avendo anche il bonus di un libero supplmentare.
Michael realizzava e portava sul 109-108 la sfida.
Porzingis faceva un figurone segnando da tre, ma da un’iniziativa sulla linea di fondo destra Batum veniva fuori la dunk di MKG per il 111 pari.
Anthony (35 pt. e 14 rimbalzi) decideva di fare tutto da solo nel finale, la palla tra le mani conservata e tiro vincente dalla media sinistra sopra Kidd-Gilchrist.
A Charlotte rimanevano solo tre secondi.
Hawes entrava in campo solo per la rimessa, i movimenti erano tutti coperti, Spencer dava a Kemba che dall’angolo sinistro si faceva toccar palla da Rose sul tiro, la sfera non arrivava nemmeno al ferro e New York vinceva 111-113.
tabchanewy
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
17 pt. (7/16), 5 rimbalzi, 3 assist, 4 rubate. Belinelli gli alleggerisce il lavoro in serata ma spesso deve prendere iniziative personali che non sempre vanno a buon fine, ormai uomo dall’atteggiamento prometeico, lanciato in corsa subisce una stoppata di Anthony nell’OT. Dovrebbe essere l’homo faber, l’artefice del proprio destino e della franchigia ma se i compagni non l’aiutano troppo è dura anche per lui. E’ l’unico con una velocità che possa andar via quasi sempre agli avversari, ma il compito è gravoso. Si ferma a 17 stanotte giocando una discreta partita. Non gli riesce il tiro del miracolo all’ultimo secondo.
 
Batum: 6,5
18 pt. (7/17) rimbalzi, 9 assist. Indeciso tra un 6,5 o un 7 propendo per il secondo, dopo una buona gara macchiata da un 3/6 dalla lunetta sbaglia una tripla nel finale forse cercando il fallo. Si rifà con il tiro dal gomito e con il passaggio per MKG nell’OT.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
9 pt. (4/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Limita di più I suoi tiri stanotte, l’attacco come percentuali è buono. Nel finale è prezioso ma salvo qualche rara volta non sembra aver la fisicità per contenere i fade-away di uno scatenato Anthony e a rimbalzo è nullo.
 
M. Williams: 6,5
8 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca 16 minuti e bene. Dopo un paio d’errori entra in partita e in difesa tiene bene Anthony. S’infortuna. Si tine il ginocchio, stiramento o altro non sappiamo, Clifford, però dovrà trovare alternative valide a lui su Anthony domani notte.
 
C. Zeller: 6,5
15 pt. (7/10) 6 rimbalzi, 2 assist. Partito molto forte dal campo, trova continuità al tiro o con i floater. Male l’1/4 dalla lunetta e anche dal campo si spegne. In difesa su certi tiri potrebbe fare di più, conquista comunque 6 rimbalzi in 23 minuti.
 
Belinelli: 7
19 pt. (7/11), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Segna 5 dei sei liberi concessi. Un’altra grande prestazione di Marco coincide (?) curiosamente con un’altra sconfitta al supplementare di Charlotte, eppure lui anche oggi ha buone medie al tiro. Mette due triple in un finale punto a punto ma ahimè, non servono a nulla. Ma se dalla panchina non segna lui con continuità chi segna? L’anno scorso c’erano buoni ricambi, quest’anno la scelta pare limitata.
 
Kaminsky: 3,5
13 punti (3/14), 9 rimbalzi, 4 assist. Fa 1/7 da tre e ha diversi open a disposizione, perde tre palloni. Unica nota positiva il 6/6 dalla linea della carità, ma anche se sfiora la doppia doppia è disastroso in attacco e in difesa la sua verticalità (alzare le braccia stando in posizione) non lo aiuta. Anche quando tenta la stoppata spesso è un buco. Si perde a volte l’avversario in difesa… Purtroppo la sua fase peggiore culmina nei momenti decisivi della gara. Porzingis, buon giocatore, fa un figurone.
 
Hibbert: 5,5
4 pt. (1/5), 8 rimbalzi. In 20 minuti di gioco chiude la sua prestazione con un +2 di plus/minus. La sua altezza lo aiuta di più rispetto a Kaminsky sulla verticalità, sulle chiusure e sui rimbalzi. Stasera però sbaglia troppo al tiro.
 
Sessions: 6,5
8 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Altra discreta prestazione di Sessions, il quale meraviglia con una giocata top in schiacciata inventando la “Jam Sessions” con la quale posterizza Gomez. Qualcosina arriva anche da lui dalla panchina, anche se è evidente non possa dare lo stesso apporto di Lin durante lo scorso anno.
 
Hawes: s.v.
Entra solo per batter la rimessa e piuttosto che far scadere i cinque secondi, da a Walker secondo lo stesso ripetitivo schema.
 
Coach Clifford: 5
Nervoso ultimamente. Non sta andando bene nulla. Si prende un tecnico per proteste con il quale rinfiamma la partita. Continua a protestare per un po’… Forse avrebbe potuto chiamare leggermente prima il time-out nel terzo quarto sulla rimonta dei Knicks ma probabilmente non sarebbe cambiato molto. Il parziale di 2-18 continua anche dopo la pausa.

Game 14: Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 114-119

 
spueshorn
 
InclinaziHornets
 
Alla vigilia di questa partita i ricordi andavano allo scorso anno, quando un super Jeremy Lin ci consentì di portare a termine un’incredibile rimonta e di vincere di misura infliggendo il peggior comeback della carriera a Popovich.
Quest’anno si partiva con premesse poco rassicuranti: i corsari Spurs avevano una striscia aperta di 6 W consecutive, con parte della quale stavano saccheggiando tutti i campi esterni sui quali si erano recati (7-0 il loro record prima della partita), di contro Charlotte non sembrava più essere quel fortino dello scorso anno.
Un 4-3 casalingo non tra i migliori del campionato e a parte i marginali Wood e Graham in game time decision, anche altri giocatori più importanti nell’economia del team erano in dubbio, ad esempio Kaminsky e Zeller, out nelle scorse due giornate.
Gli Spurs tentavano di abbordare una partita abbordabile speronando la prima nave di difesa degli Hornets, che al momento però sembra essere la già affondata Queen Anne’s Revenge, la fregata che fu utilizzata dal famoso pirata Barbanera (Edward Teach) riposa incagliata tra i coralli al largo del North Carolina (a Beaufort Inlet).
Una partita alla fine persa, giocata ad armi impari, la nave di Charlotte si è squassata subendo le bordate di Leonard e Aldridge, nel finale l’arrembaggio di Green e Parker ha fatto si che i pirati conquistassero anche la nostra nave nonostante i tentativi coraggiosi di difesa del marinaio Hawes e del capitano Kemba che si è battuto sino all’ultimo prima di alzare bandiera bianca.
Troppi errori concessi agli Spurs e una difesa che non è riuscita a fare pienamente il suo, 20 punti da turnover concessi contro solo i 9 conquistati.
Tra gli ospiti 30 punti di Leonard, 23 di Aldridge seguito da Green con 16 e dalla coppia Bertans/Parker con 11 punti a testa.
Terza deprimente sconfitta consecutiva degli Hornets quindi, nonostante una prova nel complesso discreta guardando alcune stats come i rimbalzi nettamente superiori (44-34), il tiro da tre punti (55,5% CHA contro 41,9%), anche negli assist siamo andati meglio (30-28) ma abbiamo commesso 15 turnover contro 9 e tirato peggio dalla lunetta.
 
I pirateschi Spurs di Gregg Popovich mandavano all’assalto: Parker, D. Green, Leonard, Aldridge e P. Gasol.
Dal ponte di comando Clifford lanciava al contrassalto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Hibbert.
Roy Hibbert e Michael Kidd-Gilchrist su P. Gasol. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Roy Hibbert e Michael Kidd-Gilchrist su P. Gasol.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Gli Spurs, lasciato a casa il terrore dei Caraibi Duncan erano forse irriconoscibili all’inizio da lontano, ma da subito ammainavano la loro bandiera e issavano la Jolly-Roger, Gasol schiacciava un pallone orizzontale da destra per l’incursione di Green, alla quale seguiva una seconda ondata con una penetrazione di Parker che portavano subito sullo 0-4 la partita. Tempo di organizzare la difesa e Charlotte passava al contrattacco accorciando con un tiro corto di MKG dal pitturato e pareggiando con un passaggio laterale di Walker per Hibbert, il quale schiacciava a una mano.
Gli Hornets passavano in vantaggio per la prima volta a 8:57 quando MKG in transizione appoggiava sulla sinistra della tabella segnando il 6-4.
Dopo il pareggio di Leonard passato sotto il canestro per aggirare Hibbert, le squadre si scambiavano due triple, Batum apriva con la prima in hand-off dalla diagonale sinistra, dall’altra parte Green sbagliava, Gasol effettuava il tap-out e sugli sviluppi dell’azione cannoneggiava frontalmente da lunga distanza ottenendo il pareggio.
Aldridge con giro in area e gancio aveva facilmente la meglio su Williams, Walker riportava sopra i Calabroni di uno quando dopo aver sbagliato, si riprendeva il rimbalzo e in uscita a tribordo lanciava la tripla per il 12-11.
Marvin si rifaceva in difesa andando in aiuto di MKG, chiudendo la linea di fondo destra stoppava Leonard, ma gli Spurs a 5:51 segnavano comunque due liberi con Aldridge (fallo di Marvin) ripassando avanti.
Hibbet con un jumper dalla media effettuato appena fuori dal bordo sx dell’area cambiava ancora squadra leader della gara, MKG a 5:02 tentava di far rimanere Charlotte in testa con una slam dunk da sotto canestro grazie all’assist di smarcante Kemba.
Leonard da tre pareggiava dalla diagonale destra da fuori, a 4:18 rispondeva da babordo Batum con una palla di cannone da tre punti ma a 3:55 Kemba sfiorava Mills che otteneva così tre liberi affondandoli.
Un pick and pop era utile ad Aldridge per continuare a scorrazzare sul parquet e riportare sopra gli Speroni (19-21), Kemba dietro Hawes sparava da tre punti e ritrovando la mano delle prime uscite riportava sopra di uno la squadra di Clifford che tuttavia tornava sottocoperta quando incassava un’entrata di Mills concessa senza difendersi.
MKG in attacco andava in dribbling e cedendo a Hawes (entrato con l’ondata bianca Beli/Kaminsky) forniva un servizio alla squadra giacché il nostro centro batteva facilmente da sotto Ginobili.
Hawes da tre e Kaminsky in floater sbagliavano, Belinelli a 1:43 no, il jumper frontale andava a segno e gli imenotteri allungavano sul 26-23.
Kaminsky in up & under rifaceva nera la difesa degli Spurs, tuttavia Charlotte si fermava lì, mentre San Antonio otteneva un parziale di 7-0 con il quale chiudeva il quarto e s’issava al comando 28-30 alla fine del primo quarto.
 
Il tredicesimo minuto iniziava bene, Kaminsky da sotto bloccava sul 30 pari il punteggio, almeno sino alla seconda tripla di serata del “lungo” ospite Bertans, al quale rispondeva con un’entrata veloce e appoggio sulla dx del tabellone Sessions, Kaminsky sparava in faccia da tribordo a Gasol, inoltre per Charlotte segnava anche Belinelli in entrata a 10:27 portando lo score sul 37-33.
Leonard tuttavia si dimostrava super e metteva dentro una tripla, Parker andava oltre Sessions in jumper e i pirati tornavano sul +1, almeno finché Belinelli si vedeva restituire un pallone da Hawes, Marco appoggiava senza guardare alla tabella in reverse da sotto a sx, bel canestro e Hornets ancora avanti sul 39-38. Un pick and roll circolare di Batum con assist in bound pass per Hawes serviva a Charlotte per portarsi sul +3 Batum a 7:49 infilava altri due punti e gli Hornets scappavano su +5 ma sul più bello iniziavano a subire canestri da Aldridge da rimbalzo offensivo, era il caso di quello preso a 7:23 e iniziavano anche a perdere palloni in serie; Lamb inaugurava una serie di tre palle regalate agli ospiti…
Fortunatamente Sessions sul 43-42 infilava una tripla per il 46-42 a 5:56 dando più respiro agli Hornets che subivano un canestro di Leonard ma rispondevano con l’incrocio in area Batum (assist man) – Kaminsky, il quale dietro il francese a una mano realizzava comodamente.
Un altro tap-in di Aldridge dopo un errore di Parker più una putback dunk dello stesso numero 12 (errore di Green) consentivano al team di Popovich di pervenire alla parità a quota 48.
Dopo un time-out Charlotte rimandava Kemba sul parquet, il quale metteva subito dentro un gioco da tre punti, Lee rispondeva con due ma Kemba sverniciava Green con corsa frontale, sotto canestro nascondeva palla a Leonard e subiva fallo.
Due FT realizzati e i teal a 3:15 tornavano sul +3 (53-50).
Leonard riusciva a segnare anche in hook laterale battendo MKG, a 2.30 ecco ancora gli Spurs avanti con una sospensione dalla linea di fondo sinistra di Green ben schermato.
Marvin Williams però trovava solo il cotone dalla diagonale sinistra, 3 pt. per il sorpasso (56-54).
Gli Hornets però asciavano troppo spazio a Green che ripagava con lo stesso “doblone” pesante.
A 1:32 Batum scappava in entrata a Green e veniva toccato sul fing and roll ottenendo un gioco da tre punti.
Un Leonard scatenato batteva Batum ma nonostante Lee stoppasse l’omonimo (David su Jeremy), la battaglia si concludeva con due punti in fade-away di Jeremy dal pitturato che chiudevano l’alto punteggio dei primi 24 minuti.
Grazie ai due del Jeremy di Charlotte gli Hornets chiudevano avanti 60-59 le prime due frazioni.
 
Il terzo quarto partiva male…
Hibbert colpiva il ferro interno due volte sullo stesso tiro, dall’altra parte uno splash da tre punti di Green riportava sopra gli Spurs, Hibbert sbagliava ancora ma fortunatamente sugli sviluppi dell’azione Marvin Williams era paranco per alleviare gli sforzi di Charlotte, infatti, la sua tripla aperta riportava sul +1 Charlotte (63-62).
Marvin recuperava un pallone in difesa, ma Batum sullo scarico dall’altra parte del campo lo restituiva a Gasol, Leonard a 10:34 sorgeva dall’alto pitturato su MKG infilando ancora, per buona sorte Hibbert trovava l’isola del tesoro subendo fallo da Green realizzando due liberi (secondo con brivido) a 9:54.
Leonard frontalmente colpiva ancora su MKG ridotto al rango di normale difensore (65-66), Hibbert finalmente si svegliava e faceva vedere di avere buona mano sui piazzati.
A 8:30 dal mid-range sinistro servito da Walker realizzava, così come più tardi dalla baseline destra dava ottima rotazione alla palla per il 69-68.
Il duello tra Hibbert e Leonard però era vinto dal secondo che da dietro lo stoppava, ma Charlotte in difesa costringeva Aldridge a battagliare e anche se il lungo recuperava palla contro tre, mandava il tiro sul ferro, tuttavia Leonard avrebbe la possibilità di realizzare un gioco da tre pt. a 6:23 quando metteva dentro a tabella, ma sbagliava il libero.
Kawhi si rifaceva segnando anche contro Hibbert che doveva guardare il tabellone girare sul 69-72.
MKG in entrata in dribbling coraggiosa depositava il -1 dalla destra del ferro ma Ginobili con un open 3 a 4:44 distanziava ancora gli Hornets che replicavano con MKG; buon movimento sulla sinistra per l’appoggio al vetro con fallo.
Purtroppo dalla lunetta imitava Leonard tirando corto sul primo ferro…
A 3:46 gli Hornets non riuscivano a togliersi il pappagallo sulla spalla perché il blitz rapido e potente in correzione di Leonard era dannoso e arrivava a battere una difesa apparsa sorpresa. Kaminsky da tre sbagliava il tiro, Hibbert conquistava un rimbalzo con sacrificio e lanciava fuori sulla diagonale sinistra da dove Belinelli convertiva con tre punti provvidenziali (76-77).
Gli Spurs tentavano la prima fuga della partita quando Mills realizzava da tre punti, Kaminsky faceva cilecca due volte dai liberi e Aldridge nel pitturato con un jump hook aggiungeva due punti portando sul +8 gli ospiti (76-84).
Sessions alla disperata tentava un wild floater in entrata che sbatteva sul plexiglass ma a raccoglierlo c’era Kaminsky sula destra, il quale realizzava due punti e ne otteneva altrettanti a 1:24 a gioco fermo, quando, dopo aver subito un tocco sull’avambraccio da parte di Ginobili, realizzava i due FT. Sessions in transizione riportava a -2 Charlotte e Belinelli pareggiava terminando il contro-parziale di 8-0 con una strana entrata un po’ fuori ritmo.
Gli Hornets perdevano quindi un punto a fine quarto ma rimanevano agganciati alla partita.
Kemba Walker in uno dei suoi rovesciati in mezzo alla difesa degli Spurs. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Kemba Walker in uno dei suoi rovesciati in mezzo alla difesa degli Spurs.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
L’ultimo quarto iniziava bene per gli Hornets che, grazie alla presenza di Hawes guadagnavano 4 liberi e costringevano in tempi brevi gli Spurs già a due falli.
Spencer portava a casa tre punti ma la nemesi Bertans metteva ancora un preciso tiro da tre punti vanificando tutto il faticoso lavoro del nostro centro.
Hawes in turnaround fronte a canestro andava oltre il difensore ma Gasol a 9:32 dall’altra parte arrivava rapidamente al ferro per il nuovo pareggio a quota 89.
Una brutta palla persa di Kaminsky consentiva a Mills di andare a realizzare in schiacciata da transizione, Hawes dal pennone sventolava comunque la vela degli Hornets quando riusciva con un jumper floating a riportare in parità le sorti del match.
Aldridge su Kaminsky aveva la meglio, Hawes questa volta in attacco tirava corto, Belinelli tuttavia prendeva un rimbalzo offensivo e anche due FT.
Il primo andava a segno, il secondo era errato, Gasol dalla baseline destra ne metteva due e i ragazzi di Clifford tornavano al -1, in una partita che fino al momento era rimasta più o meno punto a punto.
Leonard tuttavia batteva Batum e gli Speroni andavano sul +5, finché Kemba non faceva partire il suo show nel finale; crossover e chiusura in reverse dopo la drive, Marvin avrebbe la possibilità d’accorciare ma disturbato pasticciava due volte sotto canestro finendo per facilitare la transizione di Lee che a 4:58 riportava a +5 gli ospiti.
Kemba metteva un altro gran canestro quando scappava in prima battuta al proprio difensore e affrontato da Aldridge saltando lateralmente fintava in volo per posticipare l’appoggio vincente.
A 4:20 Kemba rimetteva in piedi la gara con una tripla dalla diagonale sinistra messa con convinzione (99-99).
Nel pitturato offensivo degli Spurs però c’era poca storia, Aldridge con esperienza e lucidità batteva anche Marvin, il quale tuttavia sfruttava il raddoppio su Kemba e l’assist dello stesso che gli consentiva un open frontale da tre punti con il quale gli Hornets si presentavano avanti nel finale, 102-101.
Un gioco breve di passaggi degli Spurs in area costringevano MKG a spendere un fallo su Aldridge che andava anche vicino alla realizzazione diretta.
Dalla lunetta confermava le sue buone percentuali e gli Spurs passavano nuovamente avanti.
Purtroppo Kemba dovendo fare un po’ da solo si faceva portar via la palla da Parker, un pallone che i bianconeri sfruttavano micidialmente con Green (3 pt.) per portarsi sul 102-106 a 2:22 dalla sirena finale.
Leonard metteva dentro anche dalla baseline sinistra e anche se Williams in entrata realizzava il gancio a 1:23 San Antonio ancorava la partita con una tripla di Green a coronare un buon gioco di squadra che portava Popovich e la sua ciurma sul +7 (104-11).
A riportare in vita gli Hornets era un miracle shoot di Kemba da tre punti, leggermente toccato da Parker con il corpo (anche se portava le braccia dietro la schiena), tripla e libero realizzato, Hornets a un possesso lungo di distanza…
Un elegante scoop appoggiato al vetro di Kemba, riusciva a riportarci in scia a solo un punto (110-111).
A :34.2 dalla luce rossa, gli arbitri decretavano due liberi per Aldridge che stranamente slittava e lasciava sopra i suoi solamente di due punti.
Purtroppo nel finale gli Hornets facevano tutto il possibile per non vincere; da una rimessa laterale di Marvin un po’ moscia veniva fuori il primo pasticcio; Kemba nell’angolo sinistro, poco prima della linea di centrocampo arrivava sulla palla con Parker, la sfera usciva fuori toccata da entrambi.
Per gli arbitri era rimessa Charlotte ma gli Spurs chiedevano l’under rewiev.
Difficile dire di chi fosse l’ultimo tocco, comunque gli arbitri decidevano per invertire la rimessa, Spurs che trovavano la tripla dello stesso Parker dall’angolo sinistro mentre Kemba si trovava in posizione non ottimale, tentando di uscire da un blocco di Aldridge nel pitturato.
A Belinelli sulla rimessa venivano fischiati i 5 secondi e anche se gli Hornets recuperavano velocemente palla il tempo scorreva, Kemba entrava per un appoggio rapido a :12.6, un fallo su Parker immediato mandava in lunetta il vecchio filibustiere a 10.2. Charlotte segnava con Batum dopo aver rischiato di perder palla. Era il 114-117 ma a 2.5 dalla fine…
Dopo un secondo arrivava il fallo ineluttabile.
Parker, predone del parquet, tornava in lunetta e togliendoci la fiammella dell’ultima speranza non sbagliava nulla chiudendo la gara sul 114-119.
chasas
 
Pagelle
 
Walker: 7
26 pt. (9/16), 9 rimbalzi, 7 assist. Qualche ingenuità al tiro ma ci riporta dentro una partita già persa con un tiro mezzo miracoloso e incursioni in serie cercando d’aggottare l’acqua che entrando nell’imbarcazione l’aveva ormai quasi affondata. Peccato per la palla che si fa rubare da Parker e quella toccata fuori in contemporanea con lo stesso play degli Spurs. Nel finale avrebbe dovuto star più vicino a Parker sulla tripla ma probabilmente era un raddoppio voluto viste le difficolta sull’ala grande degli Spurs.
 
Batum: 5,5
13 pt. (5/9), 7 rimbalzi, 5 assist. Perde 5 palloni, si vede molto di più nel primo tempo che nel secondo, una delle ragioni per le quali perdiamo. Se non riesce a creare più gioco e ad essere solido e partecipe nei momenti decisivi è dura per noi. Anche lui su Leonard in difficoltà. I voti generali sono medio/bassi in considerazione della controparte ovviamente, anche se gli Hornets hanno prodotto, mi ripeto, discreto gioco.
 
Kidd-Gilchrist: 5
10 pt. (5/11), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Se non appoggia sembra abbia un uncino più che una mano al tiro. Non male offensivamente ma dopo un inizio in cui comunque tiene Leonard, cede nettamente all’avversario. Anche a rimbalzo non c’è. Se non torna quello visto due anni fa e intravisto lo scorso anno è dura. Che l’infortunio alla spalla lo stia un po’ frenando o che la condizione fisica non sia ottimale?
 
M. Williams: 6
10 pt. (4/6), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Molto bene sino al finale dove realizza da tre e ci consente il sorpasso ma poi su quella maledetta rimessa non va sul sicuro. Non benissimo gli altri intorno a lui, forse solo Kaminsky in punta avrebbe potuto ricevere… Qualche buon intervento difensivo ama anche lui fatica a contrastare Aldridge nel momento decisivo.
 
Hibbert: 6
10 pt. (4/8), 2 rimbalzi, 2 assist. Gioca 17 minuti, luci e ombre. Buona mano ma da sotto è troppo lento nei movimenti e facilmente fermabile.
 
Kaminsky: 5,5
13 pt. (5-12), 8 rimbalzi, 5 assist. Numeri di discreta levatura, ma perde tre palloni, due in avvio di ultimo quarto veramente costosi. Anche lui non ha la malizia per contrastare Aldridge.
 
Hawes: 6
11 pt. (4/10), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. In avvio di quarto quarto è lui a sostenere con i suoi punti la squadra. Un po’ confusionario a volte nelle sue battaglie, merita comunque la sufficienza.
 
Belinelli: 5,5
12 pt. (5/11), 4 rimbalzi, 1 assist. Messa così sembrerebbe una buona prestazione, ma fa 1/5 da tre, sbaglia un libero nell’ultimo periodo e getta al vento una rimessa superando i 5 secondi. Peccato perché aveva iniziato bene.
 
Sessions: 6,5
7 pt. (3/4), 4 assist, 1 rubata. In 16 minuti mette una tripla, serve buoni assist, recupera un pallone sulla linea di fondo, s’impegna in difesa e fornisce punti alla squadra. Una buona prova.
 
Lamb: 5,5
2 pt. (1/2), 3 rimbalzi. 2 palle perse in 6 minuti e una stoppata presa, si vede nel finale di secondo quarto e poi basta. Non sembra ancora prontissimo.
 
Coach Clifford: 6
La partita è ben giocata, i time-out studiati in maniera giusta. Sono errori individuali che ci condannano e non ha colpe specifiche se i suoi non riescono a bloccare le ali degli Spurs. Sull’ala grande però pende la latitanza di una presidenza che da ormai un paio d’anni dovrebbe essersi resa conto (aspettando Frank) che la differenza tra vincere e perdere una partita potrebbe essere un buon difensore in quel ruolo.

Game 13: Charlotte Hornets Vs Memphis Grizzlies 90-105

grizzhor
 
SaccheggiHornets
 
Dopo aver respinto l’assalto dei Falchi al proprio nido ed essersi impaludati a New Orleans a caccia di una vittoria che rendesse ancor più tranquillizzante la classifica in vista dei numerosi e non sempre semplici impegni futuri, la squadra tornava a casa, pronta a difendere l’Alveare dall’assalto dei golosi e aggressivi Grizzlies, squadra che recentemente ha ripreso quota issandosi al quarto posto a Ovest grazie a una striscia di 4W consecutive. Gli affamati orsi tuttavia partivano forte, le sentinelle dei Calabroni erano inefficienti e a metà tempo il danno era fatto, il nido distrutto e saccheggiato.
I Grizzlies tornavano a casa con il loro bottino nonostante qualche puntura inflittagli nel terzo quarto (periodo nel quale gli Hornets sono molto attivi e capaci), la squadra di Fizdale ha destato ottima impressione, gioco fluido e buona mano da fuori, con la quale ha praticamente vinto la gara nel secondo quarto. Clifford voleva catturare più rimbalzi e difendere sul pick and roll Conley/Gasol, il primo ha finito con 31 punti, il secondo con 13, anche se non certamente a causa di tutti quei giochi. 40 i rimbalzi per Memphis contro 39 degli Hornets, la gara non è stata persa lì ma il 47,6% dal campo per la squadra di Fizdale dice che la difesa non ha funzionato.
 
I Grizzlies sul parquet a cellette degli Hornets partivano con: Conley, T. Allen, Ennis, Jam. Green e M. Gasol.
Clifford invece non recuperava Zeller e con Lamb ancora out si affidava al seguente quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Hibbert.
Hibbert tenta di fermare Gasol.

Hibbert tenta di fermare Gasol.

 
Marc Gasol portava a casa la palla a due e tentava anche il primo jumper lungo da sinistra, Hibbert usciva a fare buona guardia, il jumper non andava ma gli Hornets perdevano subito palla ed Ennis infilava la tripla.
Dopo qualche errore un lob dai tempi giusti (effettuato da Batum) pescava Hibbert nel pitturato, il quale anticipava il tentativo di un difensore di portargli via il pallone, agganciava e realizzava.
I Grizzlies continuavano a metter dentro tiri con continuità mentre gli Hornets impauriti di fronte al feroce urside riuscivano a pungere solo con Walker, MKG ad esempio era stoppato da Allen e Marc Gasol da tre punti realizzava il 4-16 a 7:03 che consigliava a Clifford il time-out.
Kemba metteva altri due punti comodi dopo la pausa grazie a una sua steal su Gasol, a 5:35 un suo jumper dalla diagonale sinistra valeva l’8-18 e un suo libero (1/2) a 5:04 il 9-20.
Era sempre il nostro play in veste di uomo assist a trovare con un passaggio verticale Kaminsky, il quale da sotto cambiava mano velocemente e appoggiava al volo con la sinistra per l’11-20.
Mentre i Grizzlies davano ancora troppa continuità offensiva, Batum era toccato su un tentativo da tre punti e portava a casa tre punti dalla lunetta a 4:04.
I plantigradi però segnavano un tecnico per tre secondi difensivi in area degli Hornets, J. Green sotto il canestro a destra veniva toccato da Kaminsky in netto ritardo nella chiusura, si regalava anche il libero che era dapprima sbagliato, ma gli arbitri decidevano per una violazione e sulla ripetizione l’ala di Memphis non sbagliava.
Gli Hornets rimontavano sino al 19-26 a 2:16 quando dopo due fast touch pass in post basso la sfera veniva fatta pervenire fuori a Kaminsky che concentrato infilava la tripla.
Per il secondo fallo di Kaminsky il fratello di Harris si presentava in lunetta splittando.
A 3:59 gli Hornets trovavano la porta chiusa, spedivano fuori per Belinelli che infilava immediatamente da tre punti per il 22-31, Sessions avrebbe la possibilità di accorciare ma ancora una volta dalla lunetta tornava a casa a mani vuote lasciano il punteggio inalterato.
Il finale di primo quarto era a favore dei Grizzlies (22-31) anche se il punteggio sarà corretto a 22-32 vista l’errata marcatura su un tiro di Conley da tre anziché da due.
 
Il secondo quarto iniziava con l’entrata in lunetta di MKG, la quale produceva solo un punto, Randolph ne metteva due ma MKG su un errore di Hawes era bravo ad anticipare i difensori dei Grizzlies e a risalire per mettere due punti.
Il fratello del nostro Harris segnava da tre punti, dall’altra parte Marco faceva ancora meglio lasciando partire un preciso tiro da oltre l’aro che valeva quattro punti giacché Harrison sul dribble in hand-off andava a toccarlo e il nostro swingman completava il gioco dalla lunetta.
Un pullup di Conley era “annullato da due FT di Marco a 10:00 dall’intervallo, tuttavia Carter trovava un open da fuori, Sessions ci provava ma ne usciva un orribile air-ball, tuttavia si rifaceva rubando un pallone e conducendo il contropiede cedeva dietro per il treno MKG che a rimorchio prendeva il volo verso le stelle per inchiodare una slam dunk bimane con la quale gli Hornets raggiungevano a 8:05 il 33-42.
A 7:35 Gasol trovava uno dei suoi tiri respingi Calabroni, un fade-away dalla media arrivato al limite dei 24.
MKG dalla linea di fondo destra finiva in un sandwich ma tirava fuori comunque il jumper vincente, gli Hornets sembravano poter tornare in partita quando Belinelli cercando il fallo tirava completamente scoordinato, la palla colpiva comunque il ferro, l’onnipresente MKG tirava giù un altro rimbalzo offensivo, la palla era affidata oltre l’arco a Kaminsky, il quale aveva tutto il tempo di prendere la mira per un open chilometrico che realizzato riportava Charlotte sul -7 (39-46).
Charlotte però dietro iniziava a lasciare troppi tiri facili e troppe triple aperte o per rotazioni o per essersi schiacciati troppo a ridosso dell’area, Gasol a 5:06 da fuori riportava in doppia cifra il vantaggio ospite.
Gli ospiti dilagavano; Conley mortificava Hawes con un’altra tripla, Allen ne aggiungeva due, la lista si allungava e mentre Charlotte segnava solo due punti i Grizzlies con un circus shot in spin di Marc Gasol a 2:38 guadagnavano un gioco da tre punti che li portava sul 41-60.
Il gap aumentava ancora e ancora quando a :02.8 Conley metteva un’altra bomba, il punteggio recitava: “Hornets 45, Grizzlies 69”.
Un -24 con il quale gli Hornets tornavano negli spogliatoi con un MJ che a bordo campo cercava di ricaricare i ragazzi.
Sessions lotta con Conley per la palla a spicchi.

Sessions lotta con Conley per la palla a spicchi.

 
Non sembrava riuscirci molto visto l’inizio del terzo nel quale Conley aggiungeva due punti al suo tabellino, Walker da tre tirava storto sulla sinistra vedendo la palla uscire sul fondo, tuttavia Kemba decideva di riprovarci infilandosi nella difesa blu, Carter gli diceva no ma con il fallo. Kemba recuperava il maltolto affondando due jumper, Batum lo seguiva con una tripla a 9:10, Conley tuttavia riportava le distanze in origine di secondo tempo scappando a Kemba e realizzando altri due punti.
Batum a 7:12 subiva fallo da Green.
In lunetta infilava due dei tre tiri portando sul 52-74 la gara, il francese ci riprovava da fuori senza successo, Kidd-Gilchrist prendeva il rimbalzo ancora una volta e aggiungeva due punti. Incursione di Kemba in layup e un coast to coast di Belinelli a 2:45 riportavano gli Hornets al -12.
Randolph era fortunato, con benevolenza la palla entrava dopo due rimbalzi sul primo ferro più no che si. Belinelli si faceva rivedere in attacco come rifinitore vedendo Kaminsky scattare in verticale tra Allen e Green lo serviva in verticale, Frank agganciava e appoggiava al vetro sulla destra.
Green segnava in atletica dunk sull’errore di Allen, Frank metteva dentro un canestro facendo vedere i suoi buoni fondamentali dal post basso sinistro ma Randolph con la mano sinistra batteva Hibbert e la squadra del Tennessee tornava a +14 (68-82).
Kaminsky a :20.7 dal post basso destro dal palleggio e arresto ricavava una finta, Green abboccava mentre Kaminsky andava al tiro spinto dal difensore.
Canestro e libero realizzato.
A chiudere i conti del quarto però era Memphis che con una penetrazione di Harrison guadagnava i due punti che davano un risultato parziale dopo tre quarti di 71-84.
 
Il 26-15 di parziale nel terzo tuttavia non era seguito da un rientro altrettanto importante nel quarto decisivo, uno spin di Kaminsky sulla linea di fondo sinistra lasciava indietro Randolph, Frank passava sotto il ferro e metteva dentro in reverse layup a 11:18. Spencer a 10:44 avvicinava gli Hornets che tornavano sul -9 ma sebbene Belinelli in raddoppio strappasse a Gasol, mancava un open da tre punti e la partita cominciava a stagnare su quel differenziale.
Randolph segnava, Belinelli serviva Hawes sulla baseline destra per un jumper vincente dal mid-range a 9:36, a 9:16 Carter segnava da tre punti e a 8:59 MKG saliva per la schiacciata ma subiva fallo e si accontentava di un ½ dalla lunetta che dava come risultato un 79-89.
Per una rimessa contestata il pubblico iniziava a fischiare, dal fondo gli arbitri davano un kick ball a Batum facendo resettare il cronometro a 14 secondi anziché il secondo e nove decimi rimasti, si rumoreggiava sugli spalti anche quando Conley scivolava sulla sinistra alla Michael Jackson durante la ricezione, dubbio se il giocatore avesse toccato effettivamente la linea laterale o meno, Randolph comunque a 5:43 segnava tra i fischi. A 4:21 un fing and roll di Hawes era il canto del cigno, Conley da tre punti realizzava l’83-100.
Terminava con Harrison (Aaron, quello degli Hornets) e Roberts in campo, qualche canestro di Hawes e un punteggio di 90-105 a testimonianza della superiorità durante la serata della compagine ospite.
grizzchatab
 
Pagelle
 
Walker: 6
17 pt. (6/15), 2 rimb., 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Maggie, la piccolissima figlia di Homer e Marge. La stella della squadra, d’inverno viene vestita con un cappottino arancione a forma di stella e ha varie abilità nascoste, tra le quali sparare, infatti salva il padre in un’occasione con il fucile. Ci si aspetta troppo forse da lui, le sue possibilità da “infante” in un mondo popolato da giganti sono già altissime ma non sempre può trascinare la squadra con prestazioni straordinarie. Dall’altra parte Conley mette 31 punti e lo relega a una sufficienza striminzita.
 
Batum: 4,5
8 pt. (1/7), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Gengive sanguinanti Murphy. Talentuoso sassofonista, potrebbe vivere tranquillamente ma è povero perché ha speso i suoi risparmi in uova Fabergé, metafora di un buon giocatore che a volte spreca il suo talento con scelte avventate. Giocatore che sa fare un po’ di tutto ma se entra in serata no per i tiri dal campo si ritrova con un tabellino sanguinante. E’ il caso della serata, l’1/7 tra l’altro arriva esclusivamente da oltre l’arco a dimostrazione che da dentro stasera non ci vuole provare. La solita fornitura d’assist, accompagnata però da te palle perse, sembra che Rio in estate abbia fatto danni. -21 con lui in campo.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
11 pt. (4/7), 10 rimbalzi, 4 assist. Homer. Tipo maldestro (MKG molto meno), ne combina di tutti I colori, a volte i suoi rozzi jumper potrebbero essere accompagnati oltre che dal rumore del ferro da un “D’oh!” di sconforto, tuttavia in qualche maniera riesce sempre a difendere la sua famiglia e a portare a casa il risultato. Divide equamente i rimbalzi offensivi con quelli difensivi. Dai primi ricava punti, peccato che dalla lunetta faccia un 3/7 insufficiente. Ci prova sempre.
 
M. Williams: 4,5
0 pt. (0/6), 3 rimbalzi, 1 assist. Eleanor Abernathy, meglio nota come la gattara. Ha costantemente avvinghiati a se un nugolo di gatti, il problema è che quando le rivolgono parola li lancia lontano. Una volta scommisero con lei che non l’avrebbe fatta a lanciarne uno oltre una casa ma lei vi riuscì. Marvin tratta il pallone come i gatti con i suoi tiri da fuori l’arco, deve prendere meglio la mira. Nemmeno un punto in 24 minuti, fuori ritmo offensivo costante, a questo punto sarebbe meglio partire con Frank, anche se il nostro 44 ha problemi che descriverò nella sua pagella. E’ un grosso problema per Charlotte attualmente.
 
Hibbert: 5,5
2 pt. (1/1), 1 rimbalzo. Julius Hibbert. Visto il medesimo cognome, paragone facile… E’ quasi il mono medico dei Simpson, colto, fa un po’ di tutto come Roy, difesa, stoppate e anche se non è il suo campo si adatta a mettere qualche canestro o a smistare qualche assist. Questo almeno quando è in forma. Nella notte gioca 10 minuti e anche se l’atletismo non sembra essere il suo forte ultimamente, non pare nemmeno parente di quello d’Indiana. Problemi forse ancora al ginocchio che lo limitano. Nel contesto di Charlotte appare però centro troppo statico.
 
Belinelli: 6,5
14 pt. (3/8), 5 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Bartman. La grande speranza viola ha contro tutti a causa di Kent Brockman, il quale lo accusa per ogni negatività si presenti in città. Anche lui deve combattere un’iniziale diffidenza ma ora molti stanno cambiando idea su di lui in North Carolina, nella notte riempie il tabellino. Mette buoni tiri, anche se nel finale si spegne. Deve dimostrare d’essere più freddo nei momenti decisivi, un suo tiro mancato (legittimo) da tre coincide sfortunatamente con l’estromissione di Charlotte dalla partita.
 
Sessions: 5,5
0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Clancy Bouvier. Il padre di Marge che ingenera nella figlia la paura di volare. Marge scoprirà che il padre in realtà non è un pilota d’aerei come aveva dichiarato a essa, ma uno steward. Si occupa di dare un servizio, Ramon anche con gli assist. In 13 minuti ne serve un paio, uno facile ma spettacolare per MKG, buona la stoppata ma fa ancora cilecca dalla lunetta e il suo unico tiro non va nemmeno vicino al ferro.
 
Kaminsky: 7
23 pt. (9/11), 1 rubata, 3 stoppate. L’Uomo Duff. Appare come super eroe, ma a volte pubblicizza il suo prodotto in contesti assurdi e disparati facendo scelte poco lungimiranti, tuttavia i suoi millantati superpoteri funzionano nella notte. Al tiro è quasi perfetto, i movimenti sono buoni. Entusiasma davanti ma dietro, stoppate a parte, spesso è battuto facilmente. Se già sapesse difendere meglio, Marvin Williams sarebbe in panchina.
 
Hawes: 6
14 pt. (6/14), 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Spada. Uno dei tre teppisti della banda formata anche da Nelson e Secco. Si bulla degli avversari, anche se dei tre è quello meno appariscente. Potrebbe fare meglio su certe chiusure, specialmente esterne, segna diversi canestri quando ormai la partita è andata, tuttavia si batte in difesa, perde tre palloni ma va in doppia doppia.
 
A. Harrison: 5,5
0 pt. (0/1). Telespalla Bob. Malvagio, ma solo al tiro. Quasi incastra una tripla. La sensazione che tra i due fratelli sia quello peggiore appunto, sebbene l’altro, più raffinato, non sia un fenomeno.
 
Roberts: 5,5
1 pt. (0/2), 2 rimbalzi, 1 assist. Il Giardiniere Willy. Arrugginito da tanta panchina avrà tirato sicuramente imprecazioni, più interiori che esteriori come il sardo/scozzese dei Simpson. Entra come se andasse a un funerale a gara ormai segnata. Si prende una stoppata e manda una tripla sbilenca sul ferro.
 
Coach Clifford: 5,5
Direttore Skinner. Avere qualcuno con accento bartiano in squadra non è semplice, lui cerca di disciplinare il gioco, quando la cosa riesce, l’evento termina bene, cosa che per fortuna capita molto più spesso di quanto non accada nella sgangherata scuola di Springfield. Stasera sembra una scuola elementare, sembra proprio quella di Springfield. Perso il contatto non c’è stata più partita e la situazione gli è sfuggita irrimediabilmente di mano. Non avere Zeller si sta rivelando più problematico di quanto si credesse, se poi Batum e Williams fanno scena quasi muta…

Classifica a Est il 20/11/2016

Cade nella Big Easy come già descritto Charlotte nella notte, si ferma anche Chicago sul campo dei sorprendenti Clippers che rimontano e vincono nel finale sui Bulls.

Cleveland sempre in vetta è seguita dagli Hawks che avevamo appena battuto a domicilio e che avremmo agganciato in testa alla Southeast in caso di vittoria a New Orleans.

Bene Orlando che tiene aperta una striscia di due vittorie consecutive nnostante un differenziale canestri alto, Detroit e Milwaukee un po’ in difficoltà a centro classifica mentre sul fondo si riprendono un po’ Miami e Philadelphia.

 

class201116

Game 12: Charlotte Hornets @ New Orleans Pelicans 116-121 (OT)

 
chanol
 
MalediziHornets
 
Non prendetemi per pazzo ma a volte ho la sensazione che il tempo, inteso come lo scorrere, non come dimensione, non esista.
Certo, scritta così la cosa sembra assurda, tuttavia se iniziassimo a eliminare il tempo che scandiscono i nostri orologi basati poi sul ritmo che imposta il pianeta Terra (differente da altri pianeti dai “tempi diversi”) e ampliassimo il nostro pensiero osservando la realtà come una specie di diapositive in sequenza a formare una serie d’eventi irripetibili, unici, immutabili, con un ordine prestabilito da taluni avvenimenti non riavvolgibili, ma ci calassimo in uno spazio immobile immuni da ciò che provoca il nostro invecchiamento (eliminando la condizione umana), sembrerebbe di assistere probabilmente a una serie d’avvenimenti che si ripetono indifferenti a tutto ciclicamente. Stelle che esplodono, si riformano tra le polveri cosmiche che pian piano si ammassano e si collegano a riformare nuove forme, nuove macchie di colori dette nebulose…
Ogni volta che si gioca contro New Orleans, mi chiedo se il parallelo con ciò che è successo con la NBA non sia attillatamente attinente.
Franchigia mutaforma a New Orleans, disgregazione e resurrezione nel punto precedente molto simile a quella “antica”. Vero è che è stato un pasticcio su diversi aspetti, vero è che il pianeta Hornets trasmigrò in orbita Louisiana per nove anni passando per Oklahoma City (altri due), fino all’arrivo della cometa Benson e alla distruzione per poi ricomparire dopo la supernova sulle coordinate originali, spinta dal vento jordaniano. Gli Hornets perdono una partita infinita, interminabile (una specie di fondale marino dove solo l’acqua scorre, non il tempo, una Fossa delle Marianne per gli Hornets) dove questa volta, probabilmente anche più spossati dalla precedente partita (più impegnativa rispetto a quella dei Pels) e dal viaggio, hanno finito per cedere al supplementare e anche questa è una notizia dopo i cinque supplementari tutti vinti lo scorso anno.
Alla fine il tempo si è ripetuto, abbiamo perso per la terza volta su tre a New Orleans da quando le franchigie sono “mutate”.
Qui, soggetti alla condizione umana, prendiamo atto e descriviamo i “48” minuti di questa strana partita gettata via:
 
Due squadre in back to back, gli Hornets si sobbarcavano il viaggio sino alla Big Easy, dove a Clifford frullava l’idea in testa di schierare allo Smoothie King Center il seguente quintetto: Walker, Batum, MKG, M. Williams, R. Hibbert dovendo rinunciare a Zeller.
I Pelicans di Gentry tenevano in panchina Holiday (rientrato ieri contro Portland) e mettevano in campo: Frazier, Moore, Cunningham, Davis e Asik.
Nicolas Batum chiude con 13 punti ma un 3/10 dal campo. NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

Nicolas Batum chiude con 13 punti ma un 3/10 dal campo.
NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

 
Davis vinceva la palla a due su un meno tonico Hibbert, Batum, però s’infilava nel campo nemico e rubava palla, tuttavia le squadre andavano a vuoto sino al primo canestro di Davis ottenuto dal pitturato a 10:49 con un floater.
L’inizio degli Hornets non era buono, anche Clifford faceva segni di disapprovazione con il capo, Davis era servito in area e andava a contatto con Kidd-Gilchrist trovando un banker più il fallo a 9:48.
L’ala grande dei Pels dalla lunetta portava vanti i Pelicans 5-0. I primi due punti in viola arrivano per mezzo di Walker che in orizzontale andava oltre il canestro, si voltava da poca distanza a sinistra e non chiuso metteva dentro a una mano a 9:31.
I Pelicans tentavano d’allungare ma Cunningham era stoppato sotto canestro, Davis da tre non realizzava, Batum in transizione fuori dall’arco ne approfittava e pareggiava a 8:10.
Marvin Williams arrivava in prossimità della baseline sinistra e da appena fuori area trovandosi la montagna Davis davanti doveva fintare due volte prima di superarlo con un arcobaleno portando in vantaggio Charlotte per la prima volta in serata.
New Orleans si affidava all’Anthony Davis contro tutti e faceva bene perché ripassava avanti grazie a suoi due canestri ma gli Hornets colpivano da tre in transizione a 5:32 con Belinelli e si riportavano sopra di uno (10-9).
Frazier andava al tiro veloce a tabella sopra Hibbert e riportava avanti la franchigia della Louisiana, dall’altra parte Hibbert si rifaceva andando al tiro sopra Asik, il saliscendi continuava con Jones che metteva in difficoltà Hawes, giro, tiro canestro e fallo. Uno su uno dalla lunetta e Pellicani di nuovo avanti (12-14) prima che Hawes vedesse il taglio in back-door di Walker sulla destra e lo servisse sulla corsa; il nostro play raggiungeva il canestro e depositava il 14 pari.
Entrava sul parquet Holiday, il quale da lì a poco si faceva notare smistando a destra per un catch n’shoot con il quale Galloway portava al +3 i locali che tuttavia erano raggiunti da un’altra tripla confidente di Belinelli a 2:00 dalla sirena.
Marco commetteva però fallo su S. Hill in entrata regalando due punti a gioco fermo all’esterno in maglia bianca, tuttavia Charlotte perveniva ancora al pareggio con un cutting layup di Sessions da sotto in mezzo a un paio di canotte bianche.
Jrue scappava a MKG e issava ancora New Orleans sul +2 che nel finale tuttavia subiva una tripla di un fiducioso Kaminsky e a :00.3 MKG provava la correzione volante sull’errore di Belinelli dall’angolo, il tiro era corto ma Hill lo toccava sul tentativo.
L’uno su due dava il 23-21 finale dei primi 12 minuti.
 
Nel secondo quarto con molta panchina in campo gli Hornets producevano un break ma non immediato, poiché se MKG in due “rate” portava a casa tre punti, Holiday in un’unica mono-soluzione pareggiava il parziale di quarto di tripla schermandosi oltre l’arco. Il gioco di Charlotte si faceva più liquescente, Kaminsky, Sessions, e MKG portavano sul 32-24 il tabellone prima che Davis e Hield rispondessero con due punti a testa. Sessions con un little runner a 7:04 innalzava il punteggio sul 34-28 ma Galloway approfittava di una persa dei Calabroni per andare ad appoggiare in solitaria in contropiede.
Gli imenotteri producevano un secondo break partendo da un canestro sotto di Hawes, il quale fintando da sotto il ferro sulla sua sinistra spalle a canestro cambiava mano e lato battendo il difensore alle sue spalle per un elegante e inusuale appoggio. Belinelli vedeva il nostro numero 00 scappare nel pitturato e lo serviva con assist verticale, Spencer metteva dentro così come Kaminsky a 4:52 perforava da tre la difesa dei Pelicans usando un blocco del nostro terzo centro.
Il parziale di 7-0 portava Charlotte sul +11 ma Anthony Davis rientrava e in isolamento lo interrompeva con un gancio dopo aver lavorato su Marvin Williams e avendo preso posizione più centrale.
S. Hill segnava due liberi, Kemba s’infilava tra Cunningham e Hill rispondendo in reverse layup ma i Pelicans con Moore e Frazier diminuivano il gap.
A 1:51 Batum con uno step-back dal mid-range ridava il +5 a Charlotte (45-40) ma i Pelicans trovavano dall’angolo destro una tripla di Cunningham e due liberi di Frazier a 1:14 ristabilendo la parità.
MKG era toccato da Jones ma si rivelava un affare per i padroni di casa che a :24.7 dalla fine con un pullup di Frazier chiudevano avanti il primo tempo 46-47 poiché Walker sull’ultima azione prendeva una pessima scelta facendosi stoppare la tripla da Jones.
 
Il rientro sul parquet sembrava favorevole ai Pels giacché Frazier e un open da media distanza di Davis lanciavano sul +5 la squadra di Benson.
Charlotte rispondeva da tre con Marvin Williams che avendo un po’ di spazio anticipava l’apertura alare di Davis arrivato troppo tardi.
Davis andava contro i due lunghi di Charlotte ma non riusciva a segnare lamentando un contatto, in coast to coast non seguiva MKG che si prendeva due liberi e questa volta li trasformava facendo pervenire al pareggio la squadra del North Carolina a 10:46.
Davis era sfortunato, il suo tiro era respinto dal ferro, dall’altra parte Hibbert sfruttava la difficoltà di Asik sul suo fisico per girarsi e segnare in gancio.
Walker recuperava un passaggio arretrato verso Frazier e dopo uno scambio dalla linea di fondo destra metteva dentro con atletico ed elegante cucchiaiata.
Frazier si rifaceva segnando la tripla del 55-54 (Hornets) ma Charlotte scappava via, Walker andava via ad Asik che commetteva fallo sul suo cambio mano in appoggio e regalava canestro più libero supplementare, un gioco da tre punti che lanciava i Calabroni sul 61-54 a 8:50.
Si passava per le lunette altre tre volte, gli Hornets portavano a casa due punti i Pels 4, finché Batum non schiacciava un passaggio diagonale verso il centro (proveniente da sinistra) che Walker utilizzava per realizzare due punti facili.
Il cronometro si fermava ancora quando su un pick and roll Marvin Williams veniva a contatto con Asik che concedeva due liberi.
Marvin non si faceva pregare e aumentava di due il suo bottino, Walker invece passando dietro un blocco alto a destra realizzava da tre aumentando il differenziale tra i due team a 12 (70-58). Hibbert veniva stoppato da Davis, Holiday e Davis centravano una tripla a testa dimezzando lo svantaggio, Holiday in transizione appoggiava, la palla rimbalzava almeno tre volte sul ferro e finiva nella retina.
Belinelli però entrava nel suo periodo on-fire sganciando una prima bomba a 4:46, Batum su una seconda opportunità offensiva lo imitava, anche se da altra posizione, Belinelli ne aggiungeva uno splittando dalla lunetta per un’artigliata di Holiday che in salto precedentemente aveva abboccato a una sua finta.
Sul 77-66 nella metà campo difensiva di Charlotte usciva un flipper, la palla carambolava ovunque, Jones finiva per segnare subendo fallo e mancava il libero che gli arbitri però facevano ripetere per una violazione, il secondo era buono e precedeva due punti di Holiday che servivano ai Pels per portarsi nuovamente sul -6.
La notte magica del Beli però continuava con un catch n’shoot dalla grande distanza a 1:58 per l’80-71.
Hornets che continuavano a produrre il loro gioco offensivo anche con la panchina, Sessions per Hawes nello stretto, pick and roll che il nostro numero 00 chiudeva in jam.
Belinelli s’infuocava a meno di 19 dalla fine quando sulla diagonale sinistra faceva un passo verso l’esterno per trovar i cm per il tiro, altra bomba che spediva NOLA sul -13.
Holiday precedeva l’abbaglio della luce rossa d’un soffio e da sotto metteva due punti fondamentali per chiudere il terzo quarto sull’85-74.
 
Ventidue punti di Marco Belinelli non bastano agli Hornets. NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

Ventidue punti di Marco Belinelli non bastano agli Hornets.
NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

L’ultimo quarto partiva in maniera scoppiettante, Kaminsky e Galloway alzavano le medie del tiro pesante con una bomba a testa, a 11:12 Sessions andava in lunetta ma per noi era nocivo il suo 0/2 che alla fine si sarebbe rivelato decisivo.
Galloway decideva che era “tempo di triple” mettendo la sua seconda nel periodo.
Clifford chiamava time-out avendo visto concedere troppo spazio al numero 10 avversario.
Dopo la pausa Hawes in jump hook ristabiliva il vantaggio a doppia cifra (90-80) a 8:53 Belinelli realizzava una tripla ma Cunningham questa volta gli rispondeva quasi immediatamente per il 93-86, Hawes inchiodava Jones al plexiglass e Belinelli a 7:39 la metteva ancora dentro da tre raggiungendo i 22 punti personali.
I Pelicans si reggevano grazie a Galloway che replicava con la quarta tripla del periodo (96-89), Walker però dava sicurezza con un teardeop preso nell’area neworleaniana allo scadere dei 24. Kaminsky in area aveva vantaggio in cm su Frazier e metteva dentro il 100-89.
A 5:05 Holiday lasciava Batum sul blocco e infilava la tripla, Frazier spingeva Marvin alle spalle su un rimbalzo e prendeva un tecnico.
Batum realizzava ma nonostante i due a segno della nostra ala grande a 3:49 Galloway realizzava la quinta tripla di quarto e aiutato 37 secondi dopo da scarpette rosse Davis, lasciato colpevolmente solo, riportava in partita la squadra di Gentry (103-100).
Charlotte senza centro giocava con MKG in penetrazione, spinta del diabolico “pizzettato” Cunningham e due FT in arrivo.
Il numero 14 ne realizzava uno, a 2:35 per un’uscita in ritardo di MKG su Galloway gli arbitri concedevano tre liberi (realizzati) ai Pels.
Sul 104-103 Kaminsky si faceva stoppare da Davis mentre Holiday dall’altra parte era lesto ad andar via ai difensori e ad appoggiare in reverse per il clamoroso vantaggio bianco. Walker si metteva in proprio guadagnando con l’entrata due FT a 1:51 che consentivano a Charlotte d’aver meno paura.
Walker riusciva anche ad appoggiare al vetro sulla destra contro il Monociglio.
Sul 108-105 Davis aveva la possibilità di pareggiare dalla lunetta (fallo chiamato a Marvin su un tiro da tre). Il fenomeno faceva poco il fenomeno e realizzava solo il libero “centrale” ma sul rimbalzo dell’ultimo gli arbitri andavano a vedere del monitor e dopo una lunghissima pausa propendevano per l’ultimo tocco di MKG piuttosto che di Cunningham.
Frazier e Walker andavano a vuoto da tre, Holiday era fermato da Marvvin in entrata ma finendo a terra non aveva supporto dai compagni che vedevano Davis recuperare e appoggiare comodo da sotto per il pareggio. Walker avrebbe la possibilità di far vincere Charlotte ma si dimostrava ancora poco pratico nei momenti decisivi.
Un tiro contro Holiday dalla media, il ferro colpito e la partita ai supplementari.
 
All’OT Davis vinceva la palla a due ma era Charlotte a passare avanti con Marvin Williams che seguito dal proprio difensore si accentrava e segnava in gancetto.
Pareggiava Holiday e poi a 2:46 si notava la mancanza di un centro negli Hornets, una correzione di Davis dava il vantaggio ai Pels.
Walker da tre falliva e New Orleans chiamava un time-out per rischiarare le idee a 2:00 esatti dalla fine.
Walker si prendeva uno sfondamento netto di Holiday, Belinelli provava da fronte a canestro un tiro in corsa girandosi ma era una brutta scelta, AD in jumper realizzava e anche se Kaminsky appoggiava alla tabella a :47.2 Frazier toccava lateralmente per AD che comodamente ridava il +4 alla squadra di Benson. Nicolas tentava il jolly ma la sua tripla non entrava, i tre preziosi liberi per fallo di Galloway sì invece.
Sul 115-116 Davis metteva dentro un tiro moscio battendo Kaminsky, sul tentativo d’eventuale rimbalzo però saltava Cunningham che dava una sinistra manata al punchball Marvin. Tecnico e riduzione dello scarto a due punti ad opera di Batum. Walker tentava di pareggiare ma compiva una brutta scelta, il suo arresto con finta faceva saltare Galloway ma lo mandava fuori equilibrio, il suo tiro era corto, la palla recuperata da New Orleans e i Calabroni spendevano due falli per mandare in lunetta Holiday che realizzava il primo ma non il secondo tenendo al respiratore Charlotte con :09.9 sul cronometro.
Sulla rimessa laterale a destra Batum si sganciava dalla marcatura e girandosi tirava in faccia a Davis ma il tiro era brutto e corto, NOLA recuperava palla e aggiungeva due punti finali dalla lunetta con Frazier per il 116-21 finale.
Le pagelle degli Hornets saranno basate su periodi storici o particolarità in tali contesti.
 
Pagelle
 
Charlotte Hornets
 
Walker: 5,5
25 pt. (10/25), 7 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Anno zero. Da lui riparte la storia dei nuovi Hornets. Il Giocatore Messia che cerca di rinverdire i fasti passati a suon di superamenti record per arrivare a essere inserito tra le stelle di pima grandezza che hanno vestito la divisa degli Hornets. In realtà sono numeri di tutto rispetto ma il voto va diviso con Clifford. La motivazione è che ormai c’è troppa pressione e Kemba genera molta prevedibilità nei momenti cruciali. Stasera viene stoppato da Jones a metà tempo, sbaglia il tiro sulla sirena dell’ultimo periodo, manca una tripla fondamentale nell’OT. Avrei potuto dargli anche 6 ma lui è il leader.
 
Batum: 5,5
13 pt. (3/10) 7 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate. Legione straniera. Luigi Filippo di Francia la fondò nel 1831 facendovi entrare tutti gli stranieri che desideravano aderirvi (all’epoca vi era uno scontro in Algeria). Il franco/camerunense Batum è uno di quelli arruolatosi oltremare, guadagna il suo lauto stipendio al servizio degli Hornets e i suoi mesi di addestramento (anche giocando) in estate hanno forse superato i quattro. Spara tuttavia male, come troppe volte accade, riempie il tabellino, poi quella sciagurata tripla nel finale con poco acume e saggezza.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 5,5
10 pt. (2/6) 13 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Medioevo. Non fu un periodo poi così buio, ma nell’immaginario collettivo le malattie, le scorribande, il vassallaggio e le lotte d’armi con i castelli lo identificano così. MKG fa da sentinella su un torrione cercando di proteggere sia il fossato della linea dei tre punti, sia le mura del canestro ma stasera mi piace molto meno del solito. Un po’ meno protezione nel finale dove, nonostante i suoi tanti rimbalzi, ne concede due fondamentali ai Pelicans, almeno il primo su Galloway avrebbe dovuto portarlo a casa. Va in doppia doppia ma per me la prestazione non è stata eccezionale, anzi è andata scemando…
 
M. Williams: 5
13 pt. (3/14), 2 rimbalzi. Periodo romantico ma anche rivoluzionario. Marvin è un idealista che ha l’etica del lavoro al primo posto quando è nel team ma ha anche fantasia nel variare il gioco e una spiritualità contagiosa tra i tifosi di casa. Stimato e apprezzato dai compagni è anche controverso nei risultati, nelle statistiche delle sue serate. Questa è un’altra serata no al tiro, ci prende poco, così come Frank. Per noi è fondamentale metta qualche canestro in più.
 
Hibbert: 6
4 pt. (2/4), 2 rimbalzi. Illuminismo. La fede nella ragione e la cancellazione delle paure sotto i tabelloni. Roy è consapevole del suo fisico e lo usa per illuminare le giocate di Charlotte rendendole più semplici, a più alta percentuale cercando di concretizzare facilmente. Se però manca il fuoco dentro romantico si è giocatori a metà, lui ha poco tempo per stare sul parquet, limitato dai problemi a un ginocchio. Non sarà solo merito suo ma con lui in campo il +/- è di +10…
 
Belinelli: 7
22 pt. (7/13), 10 rimbalzi, 5 assist. Anno 1.000. La credenza dovesse finire il mondo, così come i pregiudizi su Marco, ogni anno non l’avrebbe fatta a rimanere in NBA secondo i detrattori. Datome è out, Gentile è rimasto a Milano, Bargnani è fuori, rimangono lui e il Gallo oggi a rappresentare la pattuglia italica. Lui c’è e ogni anno, anche se da errante. L’ex New Orleans Hornets si conquista il suo pane lavorando e registrando la miglior prestazione da quando si trova a Charlotte, peccato non basti. 7/9 da tre punti, peccato per le 4 perse. Un solo brutto tiro, quello nell’OT per scelta, per il resto buona difesa e attacco incisivo.
 
Sessions: 5,5
6 pt. (3/7), 7 assist, 3 rubate. Preistoria. Ramon gira con la lancia, le pietre a caccia di canestri e assist, anche se il confronto impietoso è con il Lin dello scorso anno. Colpisce qualche pterodattilo vicino al ferro, viene affondato almeno ¾ volte dalle triple di Galloway nel periodo decisivo. Bene negli assist e nei recuperi.
 
Kaminsky: 5,5
15 pt. (6/12), 5 assist, 2 rimbalzi. Rivoluzione industriale. Il periodo storico che amo di meno, anche se ha rivoluzionato il mondo e qualcuno crede abbia portato solo benessere. Frank mi piace, anche se è scostante, mi spiace paragonarlo a tal periodo ma solo per la rivoluzione capace di far giocare un centro/ala grande anche da fuori, un aspetto moderno e rivoluzionario del gioco. Talvolta però il suo gioco non è efficace, la mutazione antropologica del lungo è un processo che non sempre va a buon fine. Stanotte fa 3/8 da fuori ma si fa stoppare da Davis in un momento cruciale e poi anche battere in difesa.
 
Hawes: 6,5
8 pt. (4/6) 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Fuori dal tempo. E’ il terzo centro ma con i due avanti a lui sempre alle prese con qualche problema, si ritaglia spazi. Buone statistiche in 21 minuti e un +9 che condanna Clifford.
 
Coach Clifford: 5
Guerra d’indipendenza Americana. Se Lord Cornwallis pensava che Charlotte fosse un nido di Calabroni ribelli non aveva visto ancora questi Hornets che sovvertendo i pronostici stanno meravigliando quasi tutti gli analisti. Questa volta però perde la battaglia. Niente Hawes, niente Hibbert nel finale, Kaminsky e Marvin concedono troppo e Davis ringrazia. La scelta dell’ultimo pallone a Walker dovrebbe essere un po’ variata, contro gli Hawks si è fatta girar palla e si è vinto.
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New Orleans Pelicans
 
Frazier: 6,5
17 pt., 5 rimbalzi, 8 assist. Il solito folletto. Buona prestazione. Finché non rientrerà Holiday in quintetto i Pelicans avranno un giocatore interessante.
 
Moore: 5
Due punti con 1/7 dal campo, avesse continuato lui avremmo vinto.
 
Cunningham: 6
Compie alcune buone difese, ma anche un gesto insulso nel finale che sarebbe potuto costar caro se gli Hornets avessero concretizzato.
 
A. Davis: 7,5
38 punti e 16 rimbalzi. Metà New Orleans è lui. Tira con precisione, si avvantaggia nel pitturato nel finale quando l’inesperienza di Frank e I cm mancanti di Marvin, unito a qualche rotazione non fantastica, gli consentono di fare la differenza.
 
Asik: 6
0 pt. e 5 rimbalzi in 13 minuti. Il compitino su un Hibbert che forza poco.
 
T. Jones: 6
Qualche buona giocata in attacco e in difesa ma media tiro brutta.
 
Sol. Hill: 6
Una bella stoppata su MKG poi normale partita.
 
J. Holiday: 7
22 pt., 9 assist, il braccio destro di Davis. Senza di lui avremmo vinto sicuramente. Il giocatore con gli occhialini sa come innescare i compagni e segnare.
 
Galloway: 7,5
23 punti e 7 rimbalzi dalla panchina, più tre rubate e una buona difesa su Kemba nel finale. 6/11 da tre, roba pesante nell’ultimo quarto prima dell’OT.
 
Hield: 5,5
Due punti in cinque minuti. Male al tiro.
 
Coach Gentry: 5,5
Spesso si lagna ma se la squadra produce un gioco decente è anche merito di Holiday e vince grazie alle prodezze di Galloway.
chanol1

Game 11: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 100-96

 
atlacha
RisikHornets
 
Come una palla a spicchi la nostra sfera celeste ruota con la stessa prevedibile traiettoria da tempi immemori, come se fosse irrimediabilmente destinata a perdurare il giro circolare su un ipotetico ferro tenendo in suspense gli spettatori.
Marginalmente nel frattempo, sulla sfera invece combattono altre entità, nei secoli personaggi storici, condottieri, dittatori, ecc. hanno provato a impossessarsene totalmente.
Questo gioco tattico simile a un Risiko, assomiglia molto anche a una partita tra Hornets e Hawks, i coach Clifford e Budenholzer hanno impostato due squadre che offensivamente amano far girare la palla provocando difficoltà nelle rotazioni difensive, spostando l’attenzione da un punto all’altro su falsi obiettivi per attaccare a sorpresa in un altro quadrante.
Sorprende Zeller nella notte, un caccia leggero che vola a bassa quota, la contraerea dei falchi non riesce ad abbatterlo e lui fa danni, accompagnato dalla fanteria walkeriana e dalle bordate batumiane nella prima parte, alla fine gli Hornets intimano la resa ai rapaci sovvertendo l’ordine naturale delle cose.
 
Gli Hawks recuperavano Howard in dubbio e coach Budenholzer lo schierava in un quintetto composto da: Schroeder, Korver, Bazemore, Millsap e l’ex centro di Houston come già scritto. Clifford invece metteva sul parquet il solito quintetto composto da: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
Zeller saluta Howard emette due punti.

Zeller saluta Howard emette due punti.

 
Sul salto per la palla a due Howard aveva facilmente la meglio, gli Hawks fallivano la prima occasione ma Zeller dall’altra parte non arrivava nemmeno al tiro facendosi soffiare la palla, Howard a 11:14 lavorava su Zeller spalle a canestro e girandosi verso l’esterno con la mano sinistra lo batteva in gancio.
Due triple fuori bersaglio di Marvin Williams erano seguite dal raddoppio degli Hawks che arrivava per mano di Bazemore, il quale sorprendeva Batum con una drive frontale e appoggiava lo 0-4.
Gli Hornets guadagnavano i primi due punti della partita con Kemba, il quale a 10:30 subiva fallo andando verso canestro. Messi i due liberi gli Hornets pareggiavano partendo dalla difesa: Cody deviava un lob, Batum partiva in contropiede, assist diagonale per l’infilata prepotente di Zeller che chiudeva con una delle sue poderose mazzate a una mano.
Cody perdeva un altro pallone in attacco cercando ingenuamente Batum in angolo destro, sulla ripartenza un jumper frontale di Bazemore ci colpiva a 9:39.
A 9:22 però Batum dalla diagonale sinistra infilava la tripla e trovava il primo vantaggio per i ragazzi del North Carolina, i quali incrementavano il vantaggio con una sospensione di MKG dalla sinistra (9-6).
Cody dopo quel paio d’errori descritti continuava a essere imprevedibile minaccia guadagnando due liberi e realizzandoli spingeva i Calabroni sull’11-6, era ancora Cody a portare sul 16-8 la squadra di Clifford grazie a un’entrata pompata nel pitturato di MKG che faceva collassare la difesa e scaricava cortissimo per l’appoggio comodo del nostro centro.
Dopo due punti di Howard, il pallonetto di Kemba per Cody portava al movimento semplice il nostro 44 da Indiana, appoggio a 6:09 per il +8 Charlotte.
Dietro un blocco arrivava la replica di Atlanta firmata da Bazemore per tre punti buoni, Batum replicava immediatamente con la stessa moneta Howard sotto il tabellone a destra metteva altri due punti ma un’altra esplosiva entrata di MKG dava ancora la possibilità a Cody di depositare agilmente nel cesto.
Gli Hawks si svegliavano e segnavano 4 punti consecutivi, 3 con Muscala a 3:44 per il 23-18, Charlotte continuava comunque a sfruttare Zeller come centro mobile, altro bel passaggio di Batum per Zeller che dal pitturato innalzava a 25 i punti la cifra totale di Charlotte.
Batum in corsa andava sulla destra e batteva l’avversario in salto girandosi per uno dei suoi classici tiri impossibili facendo segnare il +7 a 2:36.
La panchina degli Hornets però nel finale si faceva mangiar punti e anche se a :11.3 Batum dall’angolo destro, tirando fuori equilibrio, dopo alcuni rimbalzi del pallone sul ferro, era premiato con il canestro, sull’accensione della luce rossa Atlanta colpiva con Delaney per il 29-28 che lasciava un punto di vantaggio ai bianchi.
 
Nel secondo quarto Sessions apportava quattro punti alla causa con una tripla e un ½ dalla lunetta (fallo Millsap) e manata successiva di Delaney sulle dita del povero Ramon che entrava in lunetta sofferente.
Milsap e MKG si rispondevano, lo scoreboard segnava il 35-30 prima che un tre frontale di Humpries a 9:13 portasse a soli due punti le distanze tra i team.
I rivali divisionali tentavano l’aggancio ma la drive di Millsap si stampava sul corpo di Frank che dall’altra parte segnava in teardrop. Belinelli, in campo da un po’, trovava la lunetta ma sbagliava il primo libero (anche primo errore personale dell’anno in lunetta) segnando il secondo e mettendo un margine di tre punti tra le squadre.
Ancora Belinelli mancava una tripla confermando il suo primo tempo pieno di difficoltà, finivano per passare avanti gli ospiti (38-39), anche se un floater di Marvin Williams inaugurava una serie di brevi sorpassi e controsorpassi che si concludevano solo nel finale del tempo quando a 1:17 Cody riagganciava i “georgiani” d’America sul 45 pari splittando dalla lunetta.
A :45.0 secondi dall’intervallo lungo Nick era quick andando a prendersi un catch’n shoot in ritmo che segnava la fine delle marcature nei primi 24 minuti.
Charlotte chiudeva avanti 48-45.
Belinelli perde palla contro Bazemore.

Belinelli perde palla contro Bazemore.

 
La partenza nel terzo quarto era pessima per Charlotte, poca convinzione, ancora meno difesa. I Calabroni perdevano due palloni sul campo, subendo anche un paio di tagli back-door dalle rimesse chiusi da Bazemore che portavano i Falchi sul +7 (52-59) e costringevano Clifford a chiamare un time-out provvidenziale per tornare sul pezzo.
Millsap batteva Batum e portava il vantaggio ospite a 9 ma Marvin con una bomba iniziava la rimonta, MKG veniva stoppato sotto canestro, raccoglieva più indietro Batum che in sospensione metteva dentro per il 57-61.
Un’incursione di Schroeder portava a sei le distanze tra le franchigie, marcava male però quando Howard si lamentava per dei tre secondi chiamatogli nella propria area, Kemba faceva 0/2 dalla lunetta mai Calabroni cercavano in maniera determinata il recupero e anche se MKG andava per l’air-ball, Zeller riusciva in salto a ributtare in campo la palla prima che toccasse il terreno esterno al campo da gioco, sulla sinistra Marvin raccoglieva e infilava ancora da fuori per il 60-63.
Il pubblico si esaltava e arrivava anche un pick and roll che vedeva Batum come splendido passatore per uno Zeller scatenato in dunk appesa a 5:34.
Quando MKG strappava un pallone in tuffo sotto il nostro canestro e Kemba correva in transizione appoggiando alto al vetro, gli Hornets passavano avanti 64-63.
Budenholzer chiamava il time-out, Bazemore recepiva il messaggio e andava a schiacciare in maniera cattiva a una mano ripristinando il vantaggio dei “triangolini” neri.
A 4:31 però Batum costringeva al fallo Bazemore su un’iniziativa personale e dalla lunetta effettuava uno dei tanti sorpassi di serata.
Gli Hawks si riportavano avanti, il saliscendi continuava a 3:52 Kaminsky sgusciava a Muscala sulla baseline sinistra e andava in reverse layup a depositare il nuovo vantaggio (68-67).
Atlanta mostrava di essere prima della classe a Est e ripassava avanti, ci voleva un goaltending di Delaney sul tiro di Kemba (che non sarebbe mai entrato) per riportare la situazione in parità a quota 72.
Colpevolmente però Muscala era lasciato solo sulla linea dei tre punti e ci puniva per la seconda volta da oltre l’arco, nel finale saliva in cattedra per gli ospiti Hardaway junior che metteva dentro cinque punti e chiudeva il quarto issando i Falchi sulla vetta del +5 (75-80).
 
L’inizio dell’ultimo quarto era drammatico, la second unit si faceva travolgere come a Caporetto prima di erigere barriere difensive sul Piave, Frank sparava orribilmente lontano da canestro lavorando su Muscala sulla sinistra del ferro, Hardaway da tre non funzionava ma il rimbalzo di Millsap portava tramite liberi altri due punti nel nido dei Falchi, i quali scappavano sul 75-85 a 9:49 dalla fine.
MKG, lesto a muoversi sul bordo area scivolando a sinistra riusciva a prender uno sfondamento da parte di Prince, a 9:34 un pullup di Belinelli era seguito da un libero di Sessions più altri due punti del nostro numero 7 trovati con un banker, per di più Belinelli chiudeva il palindromo break del cerchio dei realizzatori Hornets con una tripla a 7:35 (83-85).
Howard rientrava sul parquet e subiva fallo su un generoso tentativo di recupero rimbalzo di MKG.
Il suo splittare dalla lunetta era seguito da una stoppata presa da Cody, il quale in raddoppio sul centro lo innervosiva un po’, anche se l’ex Rockets andava per il perfetto alley-oop a 6:31 rimanendo detro a Zeller e battendolo con rapidità sorprendente. Kemba a 6:05 segnava un difficile tiro da tre punti e teneva in piedi la partita (86-88).
Lo scenario cambiava completamente come su un campo di battaglia a 5:38.
Howard aveva uno “screzio” con Zeller e su un rimbalzo difensivo (Hawks) estendeva il braccio sinistro, per gli arbitri si trattava di gomitata sul volto di Zeller e dopo aver rivisto al replay le immagini propendevano per un flagrant 2 e l’espulsione.
Cody metteva i liberi portando sull’88-89 la gara, Batum non sfruttava l’extra possesso per il vantaggio e iniziava a battagliare con Bazemore per tre volte vincendo le due difensive (recupero in allungo sull’ultima) perdendo il duello offensivo nel mezzo (stoppata subita).
Era Kemba il leader nel finale che si caricava sulle spalle la squadra, mismatch con Muscala, attacco a canestro, giro circolare a seguirne l’orbita e reverse da cameriere perfetto per il vantaggio degli imenotteri (90-89).
Kemba maramaldeggiava continuando lo show in dribbling ubriacando la difesa; dal palleggio a livello parquet saltava fuori e arrivando dalle parti del ferro batteva due difensori per il 92-89. Ad azionare il mangano era sempre lui, il nostro numero 15, uno step-back per la tripla che coronava un parziale di 9-0 che mandava i Calabroni sul 95-89.
Non era finita tuttavia.
Le armi degli Hawks Millsap e Korver funzionavano nel finale (2 di Millsap e 3 di un Korver francobollato, spento nella notte che si toglieva la morchia dai polpastrelli solo in un paio d’occasioni) servivano a dare nuova incertezza poiché a 1:18 lo scoreboard rifletteva il punteggio di 95-94.
Charlotte girava palla, Marvin Williams riusciva plasticamente a partire e a trovare verticalmente MKG che sotto il canestro a destra resisteva al fallo di Millsap, metteva dentro in salto e chiudeva con il libero aggiuntivo per il +4.
Bazemore (reaching Cody) dalla lunetta a :50.8 metteva ancora paura al pubblico per il -2, dall’altra parte, però si ripeteva una scena già vista; pick and roll tra Batum e Zeller, il quale passava dal Telepass anche con la sbarra abbassata di Bazemore, una dunk potente e fulminea per il +4 a :38.6.
Hornets sul 100-96 con possibilità per Zeller di estendere a 5 il vantaggio.
Purtroppo il nostro centro falliva l’occasione e anche se Marvin controllava il rimbalzo, gli Hawks avevano possibilità di andare a segnare ma il tempo scorreva, le velleità di Atlanta si spegnevano quando Bazemore tentava il coast to coast ma Zeller arretrando lo accompagnava facendolo sbagliare.
Non c’era più tempo, anche se Millsap a poco più di sei secondi controllava il rimbalzo, gli Hornets battevano i principali rivali divisionali e portavano le loro vittorie stagionali a otto.
atlchatab
 
Pagelle:
 
Walker: 7
21 pt. (8/20), 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate. Un solo turnover ma nella prima fase è irriconoscibile, chiude con soli due punti (dalla lunetta) il primo tempo. Questa volta è la squadra che sostiene lui e da gatta morta piazza la zampata nel finale dove cresce, tiene in partita gli Hornets e li aiuta a vincere.
 
Batum: 7,5
24 pt. (8/17), 10 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Gran primo tempo di Nicolas. Fa 4/8 da tre punti e raggiunge la doppia doppia grazie ai rimbalzi, se Bazemore lo beffa sino a inizio terzo quarto sfruttando blocchi e giochi, chiude la saracinesca nel finale, anche se fa fatica a segnare ma i suoi assist risultano decisivi.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
7 pt. (3/10), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Lottatore. Mette un canestro frutto della determinazione nel finale. Talvolta spara un po’ troppo ottimisticamente o si fa stoppare, ma dietro annulla completamente Korver che finisce con 5 punti. Ottima mossa di Clifford.
 
M. Williams: 6,5
8 pt. (3/9), 11 rimbalzi, 3 assist. Parte con il solito tiro al piccione da tre punti, non sembra in serata ma poi indovina due triple, cattura rimbalzi e anche se non sempre riesce a bloccare Millsap (22 pt.) non fa una brutta difesa su di lui. Nel finale l’assist per MKG.
 
C. Zeller: 7,5
23 pt. (9/10), 3 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Serata di concretezza per Cody che colpisce anche con il jumper dalla distanza sebbene la maggior parte dei punti li trovi nel pitturato. Pick and roll in slam dunk o centro mobile fa poca differenza, subisce a rimbalzo (Howard 18 rimbalzi e 10 punti) ma lo svernicia sul resto e lo fa espellere.
 
Belinelli: 6
6 pt. (2/7), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Serata iniziata male per Marco, la raddrizza con un paio di canestri in serie che riagganciano quasi i georgiani.
 
Kaminsky: 5,5
4 pt. (2/11), 6 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. Ha talento ma a volte sembra uno che non abbia mai visto la palla a spicchi che pare oggetto estraneo. La coordinazione su certe azioni offensive è stata offensiva per noi tifosi. Maluccio nelle chiusure nei primi 24, poi si riprende rimanendo utile alla squadra in recuperate, assist e rimbalzi.
 
Sessions: 5,5
6 pt. (2/5), 1 assist, 1 stoppata. Tiri corti sul primo ferro. La cosa buona la fa quando cede a Hibbert che subisce fallo. Ha una fiammata corrispondente circa allo stesso periodo di Belinelli.
 
Hibbert: 5,5
1 pt. (0/1), 3 rimbalzi. Si vede con il lanternino, poco cercato si fa sorprendere in qualche occasione in difesa. Rimedia una volta con fallo intelligente. Splitta dalla lunetta.
 
Coach Clifford: 7
Buone rotazioni, anche se il quintetto di inizio ultimo quarto va in barca (9-26 pro Hawks i punti dalla panchina prima del risveglio di Belinelli e Sessions), time-out al momento giusto. La squadra muove la palla bene nei moment cruciali e sfrutta le pecche altrui. Inverte Batum e MKG dietro. Korver pericolosissimo da tre segna la sua unica tripla nel finale. Batum su Bazemore (19 pt.) alla lunga ha ragione. Altra vittoria dal -10 di ultimo quarto.

Game 10: Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 115-108

jkl
SelvaggiHornets
 
Dopo la doppia sosta forzata dai fluidi jumper di DeRozan e la pioggia di triple dei Cavs, il livello d’acqua si era alzato, coach Clifford decideva allora di sfruttare la navigabilità, di prender ciò che di buono avevamo fatto vedere nelle due precedenti partite costruendo la propria arca prima che il diluvio universale si abbattesse sugli Hornets.
Caricati gli animali della truppa, gli stessi giocatori “passeggeri”, per mettersi in salvo, avrebbero dovuto remare sino a Minneapolis risalendo il Mississipi River irto d’ostacoli. Fondamentale vincere nell’ex terra dei lacustri, ora popolata da animali della tenebra quali i lupi.
Un’altra gara dal doppio volto nel quale le cannonate subite nel primo tempo hanno squassato un po’ l’arca ma la contro-risposta nel terzo quarto degli Hornets ha riportato in linea di galleggiamento la squadra che nel finale ha con il vento in poppa, spiegato le vele e vinto una partita sul filo per un’altra vittoria selvaggia.
Batum in schiacciata. Il francese ha dato una bella mano a Charlotte. NBAE (Photo by David Sherman/NBAE via Getty Images)

Batum in schiacciata. Il francese ha dato una bella mano a Charlotte. NBAE (Photo by David Sherman/NBAE via Getty Images)

 
Gli Hornets sul parquet dei Timberwolves partivano con: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
I Lupi della foresta avevano in forse Rush, Muhammad e LaVine. La squadra di Thibodeau (che conosce bene Clifford) recuperava LaVine e si affidava a: Rubio, LaVine, Wiggins, Dieng e Towns.
Il primo pallone giocabile l’avevano in mano i Timberwolves ma una chiusura dalle parti del ferro consigliava a Wiggins lo scarico sulla sinistra, la palla era però troppo alta perché il rientrante LaVine potesse afferrarla.
MKG commetteva passi in attacco, mentre i Calabroni dietro facevano un’altra buona difesa e tornando in attacco guadagnavano due FT grazie al movimento da pendolino di Marvin intorno a Batum.
Il 2-0 veniva però ribaltato da una prima tripla di LaVine (19 punti) e anche se Kemba con due canestri e Marvin con un jumper lungo dalla baseline destra issavano gli Hornets sul +5, era ancora LaVine a trovare il tiro dalla grande distanza per il pareggio a quota otto. MKG e Towns (21 punti) si rispondevano mandando i due team in doppia cifra, Kemba poi recuperava due palloni, uno in difesa e uno in attacco, Marvin sull’azione sparava a salve ma Zeller era lesto a metter dentro il tap-in.
Dieng pescato nel cuore dell’area si liberava con il movimento delle braccia di Zeller e pareggiava a quota dodici.
Marvin sparava ancora male da fuori ma si faceva perdonare in difesa andando in aiuto a MKG elevandosi sul tentativo ritardato di Wiggins.
Ne usciva una stoppata dai tempi perfetti, ma sull’azione successiva LaVine infilava la terza tripla personale portando i padroni di casa in vantaggio 12-15.
Era sempre Kemba a produrre cose positive per Charlotte, un suo anticipo provocava un coast to coast easy per il 14-15 e a 4:47 da un suo passaggio laterale attirava una tripla splash di Batum dalla diagonale destra con la quale i Calabroni salivano sul +2 prima che Rubio frontalmente andando oltre la top of the key dell’arco grande ci ricacciasse sul -1.
La partita rimaneva punto a punto, a 2:40 Belinelli da tre punti (dopo aver fatto saltare il difensore in ritardo) si aggiustava quasi nell’angolo sinistro e mandava i nostri sul 24-22.
Towns pareggiava ma Kaminsky al primo tentativo faceva centro da grande distanza a 1:59 per il 27-24, Bjelica ribaltava il punteggio a :26.1 dall’angolo sinistro mettendo il 29-30.
A fine primo quarto però era ancora Kemba ai 24 secondi e a due dalla sirena a far mettere la freccia agli Hornets che chiudevano avanti 31-30 il primo quarto.
 
L’inizio secondo quarto era il classico spazio dedicato alle panchine, tuttavia sempre momento importante per cercare d’avvantaggiarsi sulla controparte avversaria cercando di dimostrare la propria forza.
Mentre Walker andava negli spogliatoi MKG tornava in campo ma la spinta di Charlotte si esauriva ben presto.
Wiggins (29 pt.) splittando dalla lunetta a 10:32 pareggiava il conto, Dunn penetrava e passava corto al centro, dove Aldrich si avvantaggiava in cm (con Hibbert tagliato fuori) sulla rotazione e depositava facile.
Dunn con un pullup in uno contro uno dalla media diagonale sinistra portava a +4 i ragazzi di coach Thibodeau.
Gli Hornets fuori ritmo offensivo mancavano un possibile canestro ravvicinato con Kaminsky e anche se dalla linea della carità Sessions sopperiva al bisogno immediato con due punti, LaVine segnava la quarta tripla di serata regalando il +5 ai bianchi di casa.
Belinelli tentava la riscossa, la sua penetrazione otteneva solo un rimbalzo sul ferro da parte di un pallone che tuttavia s’impennava al punto giusto per la correzione di Hibbert.
Hibbert che in girata metteva anche dal cuore dell’area un jump hook per il 37-38 a 7:49.
Gli Hornets tuttavia ricadevano nel fuori ritmo a breve e Sessions fattosi intrappolare da un raddoppio era costretto a una palla a due che perdeva con Dunn, per fortuna LaVine mancava due triple sulla difesa di MKG e Belinelli passando dietro a un blocco a sinistra tirava dal mid-range sinistro ottenendo due punti per il 39-40.
Kaminsky provava l’azione personale facendosi stoppare, con due uomini addosso avrebbe potuto riscaricare fuori per un Belinelli solo nell’angolo sul suo lato, al Dio del basket l’azione forzata non piaceva ed ecco che dall’altra parte la tripla di Bjelica sembrava esser quasi la punizione voluta dall’Altissimo. Charlotte soffriva anche a rimbalzo difensivo, il rientrante Zeller si faceva spostare da Dieng nella battaglia per la presa di posizione nel pitturato.
L’ala/centro dei Lupi segnava in schiacciata e subiva fallo. Ne scaturiva un gioco da tre punti con il quale Minnesota modificava lo scoreboard sul 39-46.
Cody in attacco tentava una cosa difficile e non trovava la retina, rientrava Kemba e Clifford lanciava anche Hawes sul parquet visto il disastro Zeller, un key jumper di Wiggins lanciava i bianchi sul 39-48, anche se arrivava uno dei pochissimi lampi in attacco degli Hornets, un pick and roll tra Batum e Hawes, il doppio zero riusciva a far passare la palla in mezzo alle gambe di Dieng, il francese raggiungeva la sfera e inchiodava la schiacciata.
A 3:02 la caligine offuscava l’aria e il volo dei Calabroni al Target Center, tripla di Wiggins e +10 T.Wolves (41-51).
Il gap aumentava nel finale quando Wiggins grazie a una dribble drive protetta da un blocco iniziale faceva vedere le sue qualità di depistatore andando a mettere un canestro (gioco da tre punti) che consentiva ai suoi di portarsi sul 44-58.
Kemba riusciva a staccarsi a fatica dalla marcatura e a proporsi per il taglio in diagonale verso l’interno nel pitturato arrivando in corsa a ricevere e ad appoggiare il 46-58.
Marvin falliva miseramente un’altra tripla e il punteggio rimaneva fermo nel freddo Minnesota, mentre le squadre guadagnavano gli spogliatoi, lo scoreboard faceva segnare un punteggio pro Minnie di 46-58.
 
Kaminsky ci prova contro Payne. 2016 NBAE (Photo by Jordan Johnson/NBAE via Getty Images)

Kaminsky ci prova contro Payne.
2016 NBAE (Photo by Jordan Johnson/NBAE via Getty Images)

Partiti nella ripresa la squadra di Thibodeau doveva stare attenta poiché non artefice di grandi terzi quarti eufemisticamente parlando, mentre gli Hornets remavano in direzione opposta.
In campo tornava il fratello buono di Zeller, la sua slam a una mano faceva intravedere un Cody decisamente migliore di quello impalpabile dei primi 24 minuti.
La difesa chiudeva e ruotava bene, dall’altra parte Zeller affondava a 11:14 due liberi per un fallo di Dieng che si spostava sull’entrata di Cody.
Da un recupero di Kemba nasceva l’assist dello stesso play per MKG che sulla destra del ferro appoggiava in fing and roll il 52-58.
Dopo un canestro di Kemba ottenuto in qualche maniera, facendo passare il pallone tra un paio di maglie bianche in chiusura e facendo passare il pallone da quasi sotto la tabella, Towns da pochi cm interrompeva il parziale Hornets, ma non l’inerzia, Kemba a 9:47 metteva una tripla, Zeller aggiungeva due punti in tap-in approfittando di un errore al tiro di Walker e quando a 8:37 facendo un giro completo nel pitturato trovava lo spazio per andare all’indietro un pochino ad alzare una traiettoria che faceva infilare il pallone nel cesto, gli occhi alzati degli spettatori osservavano il punteggio sulle scoreboard ora sul 61-60 a favore di Charlotte.
Gli Hornets però un po’ paghi si fermavano lì avendo un break. Ne approfittavano i Lupacchiotti che riemergevano dalla foresta, Lavine e la sua classica di serata da tre iniziava un parziale di 9-0 chiuso da due liberi di Dieng che innalzava il punteggio sul 61-69.
Charlotte dopo aver rimontato una volta non voleva fermarsi lì; Batum colpiva una prima volta di tripla a 5:04, Walker lo imitava fintando sul blocco alto a sinistra, si staccava dal difensore e sparava dalla diagonale destra per il 67-69.
Batum dal turcasso estraeva un’altra freccia per innestarla sul suo arco e colpire per la terza tripla consecutiva di squadra con la quale gli Hornets tornavano a comandare la gara.
Dopo il pari di Rubio dalla lunetta Batum ci ritentava a 2:13 ma non riusciva a mettere la terza di fila, arrivava però Bjelica che da dietro un blocco toccava leggermente Nic.
Fallo un po’ generoso, ma comunque il transalpino realizzava due dei tre liberi offertigli dagli arbitri. Dopo uno step-back jumper di Towns over Kaminsky per il pareggio (72-72) i ragazzi del Minnesota prendevano un’imbarcata.
Batum dava da fare in marcatura a Wiggins, autoscontri in back-door su Dieng, cambio di direzione, passaggio dietro un blocco alto a sinistra e catch n’shoot imperiale per il 75-72. Ancora Charlotte di tripla quando Kaminsky scambiava con Batum, il quale sull’orlo dell’arco restituiva palla al volo all’ala grande che sprigionava una tripla vincente per il 78-72.
Kaminsky con un teardrop banker faceva lievitare il punteggio, Zeller dava una palata in difesa stoppando le velleità dei Lupi, Walker sulla ripartenza (18 palle perse dei Lupi contro le 13 di Charlotte, anche se questo era più un fast break) chiudeva la transizione mandando Minnesota sul -10: 82-75.
Charlotte però metteva la panchina in campo e Minnesota accorciava di tre portandosi sull’82-75 a 12 dalla fine.
 
Due minuti dopo la rossa sirena, ancora immersi nella suggestione dell’ora antelucana, Payne di prepotenza andava di putbak, Belinelli gli rispondeva non temendo le creature della notte ma Wiggins, nonostante MKG fosse rimasto sul parquet come stopper infilava la tripla per l’ottantesimo punto dei padroni di casa.
A 10:44 Kaminsky segnava il teardrop e gli Hornets aumentavano il vantaggio a 6 punti (86-80). Kaminsky e Wiggins, un ritornello che si ripeteva con Frank abile ad andare al floater in corsa mentre dall’altra parte Wiggins otteneva l’89-86 con una mano sola.
Sessions in attacco si faceva stoppare ma in qualche maniera la palla rimaneva a Charlotte che con Kaminsky riusciva a fornire l’assist corto sotto canestro per Hibbert, il quale dalla destra metteva comodamente dentro il 91-86.
Kaminsky però toccava Payne che dalla lunetta, glaciale, infilava i liberi, Wiggins non si arrestava e a 7:29 andava oltre MKG per una tripla che riportava avanti la squadra del Nord.
A 7:11 un assist corto nato da una penetrazione di Sessions dava la possibilità a Hibbert di riportare in vantaggio gli imenotteri che con Belinelli (bravo a girare e a sfruttare un preciso assist verticale di Frank per rifinire in appoggio) stendevano il vantaggio a tre punti (95-92).
Towns da tre con Frank troppo schiacciato nel pitturato ridava incertezza alla partita.
A 5:27 Kemba sbatteva sul muro bianco, per gli arbitri c’era un fallo di Rubio e Walker camminava in lunetta tra i fischi del pubblico ma non si faceva abbagliare più dal bianco ma iniziava a far cadere pezzi di calce con un 2/2.
LaVine falliva una tripla ben seguito da Belinelli e a 4:48 Walker che, se non era flogisto, sprigionava energia che bruciava… con un’hesitation drive andava oltre al difensore stagliandosi nell’argentea notte di Minneapolis.
I Lupi ululavano con Wiggins dal mid-range per il 99-95 ma Belinelli fuori equilibrio trovava una tripla che sarebbe valsa molto se subito dopo Rubio (4:01) non avesse trovato un open da oltre l’arco che serviva al branco di Thibodeau per toccare quota 100 (contro i 102 di Charlotte).
A dare a Charlotte un buon vantaggio ci pensava Kaminsky, sul tracciante da destra a sinistra, piazzato su quel lato, Kaminsky effettuava il tiro immediato dando il 105-110 a Charlotte, che dopo aver incassato due FT da Rubio segnava ancora a 2:23 con Kaminsky.
Un gioco da tre punti, un mismatch tra Frank e Rubio, un giro all’interno partendo da spalle a canestro, il fallo di Rubio, il canestro, per gli arbitri c’era la continuazione sul tiro (onestamente non l’avrei data, ma meglio così) e Hornets sul 108-102.
Towns faceva vedere d’esser il lungo moderno con un’altra tripla ancora con Kaminsky troppo all’interno riportando a un possesso lungo il gap tra le due squadre.
La partita si decideva nel minuto finale.
Zeller era praticamente raddoppiato ma vinceva un rimpallo con Dieng dopo aver perso palla in prossimità della linea dei tre punti, il pallone rimaneva dalle sue parti, Cody se ne andava non trovando più difensori dietro l’ala/centro e metteva il 110-105. Batum a :44.0 commetteva fallo su Wiggins che dalla lunetta non era precisissimo, splittando regalava il break a Charlotte che oltretutto sui raddoppi faceva girar bene palla, Batum sulla sinistra lanciava sopra il canestro la sfera che raggiungeva Frank per l’alley-oop solitario del 112-106.
La gara praticamente si chiudeva qui nonostante i tentativi dei Wolves di fermare il gioco.
chaminn2
 
Pagelle:
 
Walker: 7
30 pt. (12/19), 5 rimbalzi, 6 assist e ben 5 rubate. Scoiattolo. Agile e veloce, si arrampica a canestro o corre su e giù per il parquet , scippando o cambiando improvvisamente direzione con la ghiand., eh… pardon, la palla in mano. Per ora è giovane, chissà se intorno a lui Jordan vorrà costruire una squadra da titolo in modo che lo Scrat “Camminatore” possa afferrare la sua ghianda. Si fa stoppare un paio di volte nella notte ma altre volte lascia sul posto gli avversari o li beffa quando sembrerebbe impossibile.
 
Batum: 7
16 pt. (5/9), 7 assist, 3 rubata, 1 stoppata. Dromedario. Ne ha un po’ anche l’espressione talvolta. Non so se ai tempi degli avi camerunensi di Batum laggiù vi fossero dromedari. Ad oggi sono scomparsi. Il glue guy degli Hornets sta entrando più in forma partita dopo partita, anche se combina qualche “cammellata” in fatto di scelte (passaggi o tiri) ma stasera non commette turnover e forza solo un tiro. Uomo colla anche perché in difesa abbraccia gli avversari, sebbene non sempre riesca a difendere ottimamente in serata. Da il suo contributo in avanti quando si scatena da grande distanza nel terzo quarto nel quale regala anche un bell’assist per Frank che lo imita. Il suo 4/5 da tre è oro.
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (2/5), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Il Re Leone. Vedeva sempre questo cartone animato in compagnia del padre, il quale fu assassinato quando MKG era ancora molto piccolo. Il ragazzo di Camden è diventato forte come un leone, anche se ha più un fisico leggero da ghepardo. Nell’ultima sfida ha tenuto a freno per tre quarti di gara James, oggi blindare Wiggins e soci sembrerebbe impresa meno ardua ma i blocchi portati da Thibodeau, il suo stare in campo come stopper in una second unit a volte carente di difesa gli fanno fare una partita normale. Un 2/4 dalla lunetta.
 
M. Williams: 5
6 pt. (1/9), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Volpe a nove code. In Asia orientale è uno dei soggetti più conosciuti se parliamo di mitologia. Anche in “Naruto” vi è un demone che viene raffigurato come una volpe a nove code. Anche le volpi normali sono esseri sovrannaturali in Giappone, possono mutare forma ed essere sia buone che cattive, acquistano poteri sovrannaturali con il passare degli anni. Marvin è rispettato e visto come un simbolo dell’etica del lavoro, purtroppo ultimamente con i grandi team non ha tirato benissimo, questa notte più che una volpe a nove code sembra un picchio che continua a scortecciare il legno. Le sue triple testarde colpiscono ostinatamente il ferro e Charlotte non ne trae beneficio con il suo 0/5…
 
C. Zeller: 6,5
14 pt. (6/9), 9 rimbalzi, 1 assist. Poiana. E’ un rapace che ha capacità predatorie molto inferiori ai più conosciuti falchi e aquile. Colpisce quando ha spazio (tuttavia stasera fa vedere un canestro inusuale per lui), in imbeccata può essere veramente rapace, ma di solito è più opportunista. Qualche problema in difesa nel primo tempo giocato da 5, nel secondo rientra e sembra un altro sui due fronti.
 
Belinelli: 7
12 pt. (5/8), 1 rimbalzo, 1 assist. Lemure. Il suo tatuaggio con l’elmo da centurione ricorda l’origine Latina della parola lemure che indicava gli spiriti della notte. Forse per la particolarità che vede i lemuri avere questi occhi particolari che anche Marco possiede a suo modo. Deve aguzzare la vista per bombardare da oltre il margine dei due punti. Gioca bene, intelligentemente muovendosi e andando a prendersi canesti in penetrazione magari imbeccato se può. Più concreto rispetto ad altre prestazioni, un big shot da tre nel finale.
 
Hibbert: 6,5
9 pt. (4/5), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Ipnorospo dei Simpson. Non bellissimo da vedere, la stazza già potrebbe ipnotizzare i piccoli e dissuaderli, copre l’area con i suoi arti. Importante a rimbalzo, ancora limitato nei minuti si vede poco ma si rende utile. Peccato per le tre perse, ma in 11 minuti porta punti e difesa.
 
Kaminsky: 7,5
20 pt. (8/14), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Elefante. Il carrarmato dei tempi antichi, chiedere ad Annibale o verificare ne Il Signore degli Anelli. Frank a volte pare un più agile elefante asiatico, ancora, però non ha trovato concretezza. Si affida troppo a soluzioni da fuori, bordate che spesso ammaccano solo il ferro, avrebbe il potenziale per distribuire come Hawes, segnare di più avendo una distanza inferiore al tiro e questa sera alterna bene le due cose risultando importante per le marcature dei Calabroni. Rimane in campo al posto di Marvin sino alla fine. Concede qualche tripla a Towns schiacciandosi troppo verso l’area, poi trova una difesa migliore e qualche rimbalzo importante. Più altruista, anche in occasione del passaggio a Hibbert.
 
Sessions: 5
2 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Serpente. Con le sue serpentine cerca di rinverdire I fasti di Lin della passata stagione. Più che un pericoloso cobra, spesso sembra più un orbettino, il quale in realtà non è un serpente ma un lucertolone senza zampe, privo di denti veleniferi quindi non morde, se poi strisciando in palleggio si fa anche spesso strappar palla… Bene i tre assist in poco tempo ma a fronte di altrettante palle perse.
 
Hawes: 6
4 minuti. 0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 1 assist. Coccodrillo. Pronto ad approfittare della situazione, bravo a smarcare i compagni pur sembrando spesso inattivo. Dietro a volte rimane orizzontale, nel senso che fa fatica a rimbalzo, ha però la scorza dura. Nella penultima partita si è mangiato un canestro clamoroso, oggi ci delizia con un assist da NBA Action antica maniera, palla fatta rimbalzare tra le gambe del difensore per un Batum che onorava la giocata nel migliore dei modi con una jam.
 
Coach Clifford: 6,5
Noè. Naviga diluvio universale con una ciurma particolare. Fa sbarcare gli animali in salvo dopo il -14 a pochi secondi dalla fine del primo tempo. La veemente reazione e la solita partita da Harlem Globetrotters in rimonta sono ormai un cliché.

Game 9: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 93-100

chacle1
 
StagiHornets
 
Gli Hornets sono un team recente per la NBA.
Nati a Charlotte nel 1988 hanno dovuto affrontare diverse traversie, una franchigia turbolenta, portata a New Orleans, “sdoppiatasi” a Charlotte due anni dopo la partenza dei Calabroni e a un tratto riunitasi in qualche maniera con un colpo di spugna di Benson, presidente degli attuali Pelicans che decise di lasciar libero il nome creando qualcosa più attinente alla Louisiana.
Se li seguite da un po’, avrete in memoria il vostro vissuto personale, magari facendo un parallelo con le stagioni della squadra ricorderete più o meno piacevolmente un periodo della vostra vita.
Esattamente dodici anni fa oggi, per me fu una giornata nefasta, la stagione degli Hornets (2004/05) seguì in simbiosi risultando la peggiore di sempre (anche se la NBA oggi la assegna a New Orleans).
I Calabroni però da allora hanno percorso strada, gli Hornets attuali, pur senza stelle (se escludiamo Kemba), usano il gioco di squadra come meccanismo per pervenire alla vittoria, cercando di sfruttare le qualità e le potenzialità dei vari giocatori nel miglior modo, senza affidarsi forzatamente all’individualismo del singolo.
Cleveland è un po’ agli antipodi, il Moloch James e Irving regnano su un team che ha anche buoni giocatori di contorno.
Ci si chiedeva se questa potesse essere la stagione per una consacrazione del team ad alti livelli.
Da Cleveland è uscita una risposta ed è quella che gli Hornets sono una buona squadra ma non ai livelli dei top team. Paghiamo certamente errori, molti dovuti alla fatica di un gioco dispendioso in difesa e talvolta in attacco, il miracolo non è riuscito nonostante tre quarti giocati alla pari.
C’è da rivedere qualche meccanismo su lunghi che sappiano tirare come Love e Frye, che hanno avuto qualche cm di troppo, non sempre giustificato da raddoppi necessari.
Un po’ di sfortuna sui rimbalzi e un ottimo LeBron nel finale ci hanno costretto al secondo stop consecutivo e alla prima sconfitta esterna.
Batum al tiro su Dunleavy. (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

Batum al tiro su Dunleavy.
(Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

 
Gli Hornets alla Quickens Loan Arena si presentavano con: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
I Cavaliers del tre volte campione NBA (due come giocatore con i Lakers e una come head coach) Tyronn Lue controbattevano con un quintetto composto da: Irving, Dunleavy, James, Love, T. Thompson.
 
La palla a due era preda di Thomas; Batum, però recuperava un lob sotto canestro proveniente da LeBron, MKG falliva due azioni offensive imitato nel mezzo da James, il mossiere era Irving che apriva l’autostrada nel pitturato per Love che portava i primi due punti ai Cavs senza fatica. Hornets imprecisi che fallivano ancora un attacco con Cody ma reggevano con Batum, il quale stoppava Love e faceva partire una transizione che MKG (toccato da dietro da Irving)portava a casa un gioco da tre punti per il vantaggio dei nostri.
Love segnava tre punti da sinistra ma Kemba dalla sinistra andava di tabella per la tripla che scavalcava nuovamente i Cavalieri che tuttavia prendevano il sopravvento anche perché MKG e Marvin cadevano ostacolandosi su un rimbalzo difensivo, Love recuperava la sfera e Zeller era costretto al fallo.
Due liberi e i Cavs andavano sul +3 (6-9), anche se la sfida rimaneva in sostanziale equilibrio poiché Marvin Williams a 6:13 centrava una tripla frontale che riportava i Calabroni a -1 (12-13). Love batteva Marvin ma Batum trovava con un passaggio teso a sinistra Walker che scardinava la difesa asserragliata dei Cavs e riportava in parità la gara.
Batum ci portava sopra di uno con un FT jumper, tuttavia Frye beneficiava di uno scarico dopo una penetrazione di James e colpendo da oltre i 6.75 riconsegnava il vantaggio ai padroni di casa.
A 3:31 Kemba colpiva con un missile terra-aria che lo confermava nel gotha dei tiratori da tre in questo inizio stagione, tuttavia era Cleveland a ferirci a suon di triple nel finale, Love, Shumpert e Frye (a due decimi dalla luce rossa ci spedivano sino alla dimensione di svantaggio dalla doppia cifra (22-32).
 
Il secondo quarto iniziava con un giro e tiro dalla baseline sinistra di Hibbert che, sebbene marcato, riusciva a trovare solo il cotone dalla media.
Irving metteva dentro rispondendo, ma nella sfida tra play Sessions a una mano dal pitturato s’inventava la replica, a 10:23 entrava in scena anche Marco che dalla diagonale sinistra dimezzava lo svantaggio iniziale di quarto.
Un’entrata di MKG non andata a buon fine era oro per Hibbert che dall’altra parte del canestro correggeva in tap-in portando la squadra di Clifford sul 31-34.
Irving passava dietro un blocco e si portava sul centro destra per mettere un jumper comodo, tuttavia a 9:16 Marco replicava con il tris di punti per il 34-36 e Cleveland si sentiva costretta a chiamare un time-out.
A 8:39 per un fallo nel pitturato su Kaminsky Charlotte si avvicinava ulteriormente poiché Frank splittava.
Charlotte passava avanti con un tap-in quasi identico a quello prima descritto di Hibbert, questa volta era Sessions l’intraprendente sfortunato e Hawes il finalizzatore.
La partita rimaneva lì, Irving riportava due volte in vantaggio i bianchi che venivano riagguantati sul 41 pari da Hawes che infilava un piazzato.
Belinelli cercato e trovato sulla sinistra faceva saltare il proprio difensore, s aggiustava con un passetto laterale e segnava la sua terza tripla di serata dando il +3 a Charlotte.
Una forzatura di Hawes da sotto lasciava una mezza transizione a Cleveland che ci puniva con una tripla di Shumpert dalla diagonale sinistra per l’aggancio a quota 44.
Sessions tentava un passaggio verticale, ma spuntava Love che riusciva ad anticipare il ricevitore, vinceva il rimpallo con Sessions e s’involava per la jam solitaria.
Gli Hornets tornavano avanti nel finale quando MKG sfruttava il duello in altezza con Irving andando in area a prendersi due punti per il 50-49.
Per un tecnico a Clifford i Cavs pareggiavano ma Batum a 2:29 infilava un altro jumper dall’altezza del libero, Kemba con un assist frizzante in diagonale vedeva Marvin sotto il canestro a destra, alla nostra PF non rimaneva che rifinire.
Dunleavy chiudeva il susseguirsi di punti segnati nel quarto perché Hawes tutto solo incredibilmente falliva una schiacciata.
 
Roy Hibbert è rientrato ma è costetto a fare i conti con un minutaggio limitato. (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

Roy Hibbert è rientrato ma è costetto a fare i conti con un minutaggio limitato. (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

Dopo essersi riposati e forse velocemente rifocillati, si riapriva il sipario, Marvin Williams iniziava come aveva sempre fatto nel primo quarto e cioè con una tripla, questa volta per fortuna, dopo averne fallite diverse, da “fresco” gli diceva bene.
I Calabroni sul 57-52 si facevano rimontare sino al 57-56 ma ripartivano con una triangolazione Marvin/Batum (nell’angolo sinistro)/Marvin che ripartiva verso il canestro e veniva raggiunto da palla e uomo, la palla finiva dentro il cesto, l’uomo su di lui, così arrivava un gioco da tre punti per il 60-56.
Batum sull’azione seguente era ancora l’astro principale, il satellite Marvin gravitava intorno e ben servito riusciva a portare a casa altri due punti mandando gli Hornets sul +5 (52-57).
Irving (19 pt.), però si dimostrava in serata e con un turnaround in area più una tripla colmava i cinque punti di gap.
Batum riassestava un piccolo colpetto sotto la cintura di Cleveland quando d’esperienza si portava a casa un contatto con Dunleavy e in salto piuttosto stabile, realizzava un gioco da tre punti a 6:19.
Era ancora Irving ad accorciare mentre LeBron un po’ spento da MKG tentava di portare avanti i suoi, ma il nostro numero 14 compiva un bell’intervento andando a stoppare il Re e portando una transizione subiva anche un fallo che lo rimandava in lunetta. Il 2/2 estendeva il vantaggio dei charlottiani sul +3, tuttavia nonostante una difesa ottima di MKG gli veniva assegnato contro un blocking foul su Irving che pareva aver fatto più sfondamento…
L’extra possesso ci costava due punti incassati da James. Kemba in attacco provava dalla baseline a trovare varchi ma chiuso da Love faceva il giro della boa, passava a Batum e si posizionava in angolo sinistro laddove Nic gli restituiva immediatamente palla cosicché Kemba potesse far partire la tripla del 70-66.
Frye però ci massacrava dall’arco e riduceva il vantaggio dei viola, Kaminsky su un passaggio rischiava di perder la palla, andava in azione solitaria ma scoordinato non metteva il tiro in entrata, Belinelli in difesa subiva una spallata da Frye che gli arbitri consideravano eccessiva, in attacco invece il francese sulla sinistra si svitava in un jumper saltando oltre la linea di fondo, a metà tragitto in separation lasciava andare un tiro morbido che faceva frusciare la retina interna.
A 1:00 dalla fine Shumpert ridava comunque il minimo svantaggio ai suoi (72-71).
Il punteggio non cambiava e Charlotte si presentava sul +1 ai 12 finali.
Brutto presagio quando Spencer veniva stoppato da un sontuoso Thompson, a 11:28 tuttavia in direzione opposta, ostinata e contraria proveniva da destra un pallone che s’infilava nella retina dopo aver surfato le onde sopra LeBron James.
L’artefice era MKG che portava sul 74-71 la sfida, tuttavia raccolta dall’altra parte da Shumpert, il quale si rivelava in forma e annullava lo svantaggio con una bomba.
Una penetrazione malconsigliata di Sessions e una tripla di Frye (scarico di LeBron) ci riportavano sotto e quando Cleveland prendeva l’ennesimo rimbalzo offensivo con Jefferson che andava a segnare subendo fallo, il segnale era negativo.
Il libero non veniva trasformato e dal 74-79 si passava dopo alcuni canestri, al 78-81 grazie a un’entrata di Kaminsky, il quale batteva due difensori appoggiando.
Charlotte provava a resistere, un back-door di Frye lascava arretrato Spencer, il quale recuperava e da dietro piazzava una stoppata fantastica.
A 7:41 LeBron si svegliava veramente, al limite dei 24 secondi, dopo aver rischiato di perder palla sulla pressione viola, infilava dal pitturato forzando, ancora lui con la tripla frontale avvantaggiava Cleveland (78-86), Hawes poteva solo rimandare a -6 Charlotte con un piazzato dal mid-range.
Frye cercava di chiudere i giochi una prima volta realizzando una tripla e poi un canestro ai confini dell’area destra zona baseline per l’80-91.
Sembrerebbe finita ma Batum con cinque punti consecutivi faceva riavvicinare Charlotte al -6 (85-91) a 3:31.
Marvin a 1:54 su un rimbalzo offensivo di Zeller ridava speranza con una bombarda, quella del 90-94 ma gli arbitri prima, indotti dai cronometristi stoppavano il tempo mentre (mancati 24) stavano per scadere i 24 secondi con palla in mano ai Cavaliers, poi su una rimessa davano un fallo contro Marvin Williams per un contatto a gioco fermo.
Il fallo generosamente assegnato ai padroni di casa ci costava 14 secondi di difesa, McRae beffava con l’alzata rapida a una mano MKG e Cleveland volava sul 90-96.
LeBron da sinistra chiudeva i giochi a :42.6 per il 90-99.
La gara terminava sul 93-100 per Lue e il suo team.
 
Pagelle:
 
Walker: 6,5
21 pt. (8/21), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Bene nel primo tempo, scompare un po’ nel secondo, anche se trova canestri e punti pure nella ripresa ma è meno preciso, inoltre non riesce a dare il là alla squadra. Clifford lo tiene troppo in panca nell’ultimo quarto.
 
Batum: 6,5
15 pt. (5/12), 9 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Numeri un po’ gonfiati a rimbalzo ma nel terzo quarto con tre assist importanti riesce a farci guadagnare 8 punti. Certo, il discorso qualità prezzo non regge, sbaglia prendendosi la responsabilità, un tiro importante nel finale invece di provare a giocar palla, però in serata non va male.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
11 pt. (4/12), 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Partitone di MKG per tre quarti di partita. Nel finale LeBron prende il sopravvento ma più per propri meriti che per demeriti della nostra ala piccola. Fermarlo per così tanto tempo è già stato un successo. Il premio tra i nostri è andato a Nic, ma io l’avrei dato a MKG nonostante un finale in cui tra l’altro non sempre lui si è trovato su LeBron. Va in doppia doppia cercando di contrastare lo strapotere dei Cavs a rimbalzo. Peccato per la mano non esattamente educata anche se mette un bel jumper in avvio di ultima frazione.
 
M. Williams: 5,5
16 pt. (6/14), 6 rimbalzi, 2 assist. Ancora una serata così così. Avrebbe diversi open o tiri con cm, finisce con un 3/9 da fuori. In difesa se la cava bene su qualche cambio, peccato per quel fischio contro nel finale, immeritato.
 
C. Zeller: 5
0 pt. (0/4), 4 rimbalzi, 1 assist. Lo 0/4 è strambo perché la NBA considera tiro sbagliato la stoppata subita e lui si fa stoppare ben tre volte. Non mette nemmeno un punto partendo da starter. Sovrastato da Thompson se è questo mi faccio gli auguri da solo… Serataccia dove sembra moscio e con poca fisicità.
 
Belinelli: 6
9 pt. (3/7), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. Bene da tre dove fa ¾ e contribuisce a far rimanere la gara aperta, nel secondo tempo però non mette più nulla…
 
Kaminsky: 5
3 pt. (1/6), 5 rimbalzi. Non mi è piaciuto molto, al tiro impreciso e precipitoso come quando nel primo tempo tira da oltre 7 metri…Una second unit con meno punti nelle mani e meno costruttiva non lo aiuta, ma anche lui può a sua volta inventare.
 
Hibbert: 6
6 pt. (3/5), 3 rimbalzi, 1 stoppata. Anche lui meglio nel primo che nel secondo tempo. Peccato ancora non possa essere al meglio. Un gancetto cortissimo non arrivato nemmeno al ferro nel secondo tempo ne è la riprova, anche se talvolta stupisce per concentrazione e precisione come in occasione del jumper dalla baseline sinistra da marcato.
 
Sessions: 6
6 pt. (3/7), 4 assist, 1 rubata. Porta attacchi in serie, qualcosa porta a casa, altre rimedia figuracce e rimesse dal fondo. Disgraziatamente una delle figuracce la fa in un momento delicato. Fermare Irving è già un’impresa, per lui è quasi impossibile ma in difesa avrebbe potuto fare un po’ meglio.
 
Hawes: 6
6 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Fa la sua onesta partita oltretutto da terzo centro. Quando rientrerà Hibbert a pieno regime forse sarà un po’ più chiuso. Battaglia, lotta… nel primo tempo chiude spazi e recupera palloni, anche se la schiacciata sbagliata sulla sirena è da denuncia penale.
 
Coach Clifford: 6
Insufflare anche il talento sarebbe impossibile per lui. Squadra operaia con Walker al comando, insieme a Batum è il leader. Dovrà mantenere alta la concentrazione per le prossime. Grinta e cuore ci sono, s’inserisse magar anche un po’ di fortuna… Deve rivedere i meccanismi sui lunghi esterni, le rotazioni non sono state efficaci, Love ha segnato 17 punti e Frye 20, Shumpert ha aggunto inoltre un 3/5 dall’arco. Ora dobbiamo tornare a vincere subito, non tutte le squadre si chiamano Toronto o Cleveland.