Game 8: Charlotte Hornets-Toronto Raptors 111-113

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Essere al settimo cielo. Avete mai sentito quest’espressione? Si usa quando si vuole indicare di essere alla massima felicità raggiungibile. Questo perché in passato vi era una teoria geocentrica dell’universo e i primi sette cieli erano quelli cui gli uomini potevano arrivare al massimo. Saturno come riferimento e gli spiriti contemplanti, un mix tra sistema tolemaico e Divina Commedia di Dante che, nel Paradiso li descrive. L’ottavo cielo è quello delle stelle fisse e nel firmamento della NBA non sarà facile offuscare la luce di LeBron a casa sua domenica. Passeremmo direttamente dall’inaccessibile ottavo al decimo, l’Empireo, la dimora di Dio e degli spiriti beati. Per ora siamo nel purgatorio dantesco. Qualcosina non ha funzionato ed è arrivata una sconfitta, ma nonostante tutto, le pagelle saranno incentrate sul paradiso dantesco perché la squadra avrebbe meritato la vittoria per l’impegno profuso, anche se si è spenta sul più bello facendo rientrare in partita velocemente i Raptors a metà ultimo quarto.Una sconfitta che lascia amarezza perché dopo l’inferno del -14 a metà del cammino ci siamo trovati in paradiso nella prima parte dell’ultimo quarto, gettando al vento una vittoria possibile. Espiamo le “nostre colpe”. La nota positiva è che perdono in serata tutte le nostre concorrenti per acciuffare i Playoffs. New York perde con Boston, Orlando con Utah, Philadelphia ottiene la prima vittoria all’OT battendo Indiana, Detroit cade a San Antonio, mentre Cleveland va a superare nella capitale i Maghi di Washington.

 

Collins, Ready e Curry presentano la partita.

Collins, Ready e Curry presentano la partita.

 

Toronto si presentava agguerrita con: Lowry, DeRozan, Carroll, Siakam e il rientrante Valanciunas. Clifford invece perdeva MKG, pedina fondamentale nello scacchiere difensivo e mandava sul parquet: Walker, Batum, Graham (a sorpresa, non snaturando i ruoli), M. Williams e Zeller preferito al rientrate Hibbert.

Il TipOff era favorevole a Toronto grazie al rientrante Valanciunas, le prime azioni offensive dei due team terminavano comunque con un nulla di fatto, era il top scorer della NBA attuale a sbloccare il risultato; DeRozan in entrata batteva Graham e l’aiuto di Walker andando sino al ferro. Valanciunas raddoppiava il punteggio ospite portando Zeller nel campo minato del pitturato e lo batteva. I primi due punti per Charlotte li otteneva Kemba, il quale passava nell’azione successiva dietro un doppio blocco alto (Marvin e Cody) andando a pareggiare con un pullup dalla media sinistra. Valanciunas da fermo tirava sfidando il difensore ma la palla non entrava, dall’altra parte Graham conquistava l’alto pitturato e il suo jumper andava oltre la difesa di DeRozan infilandosi per il primo vantaggio Hornets, il quale veniva ampliato da una tripla da oltre i sette metri firmata Kemba Walker. Con due tiri liberi targati Cody gli Hornets si portavano sul 13-8 mantenendo il vantaggio invariabilmente sul +5, tuttavia i Raptors reagivano e con sei punti consecutivi di DeRozan agganciavano a quota 14 i Calabroni. Kaminsky e Belinelli dentro, Williams e Graham fuori. Carroll si prendeva due liberi per un fallo di Frank ancora freddo, pareggiava Hibbert con un lungo jumper dalla linea di fondo destra, poi però Toronto prendeva il sopravvento portandosi sul 18-24 a 2:41 con due liberi del brasiliano Nogueira. Ancora sul -6 nel finale Batum a 1:36 catturava un rimbalzo in mischia e correggeva per il 22-26 (a 1:36), Batum strappava anche un rimbalzo difensivo sul cambio fronte, gli Hornets andavano però a vuoto e DeRozan, difficile da tracciare andava a mettere il 22-28. I Calabroni però nel finale chiudevano gli spazi, Sessions regalava l’assist laterale per Hibbert che a una mano schiacciava di prepotenza senza oppositori e l’appena citato uomo assist era trovato sulla top of the key dei 6,75 per l’open che riportava a -1 gli Hornets nell’emozionante primo quarto che si chiudeva equilibratamente.

 

Marvin Williams contro pascal Siakam. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Marvin Williams contro Pascal Siakam.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 

I problemi per Charlotte iniziavano subito nel secondo periodo quando in difesa lasciavano troppi rimbalzi offensivi agli ospiti, la squadra di Casey ne approfittava e si esaltava con Lowry a 9:52 che infilava anche una tripla da sinistra non semplice per fattura. Il canestro del play “canadese” mandava a -9 la squadra del North Carolina (27-36), Marvin Williams faceva riprendere fiato ai boccheggianti Hornets con un catch n’shoot da oltre il largo ma Charlotte stranamente nella notte concedeva anche diverse ripartenze agli ospiti, su una di queste Hawes alzava un braccio per fermare Nogueira appena trovato sotto canestro. Il sudamericano era preciso, Belinelli in penetrazione con la mano sinistra no, Lowry a 8:04 oltrepassava Sessions con un’altra tripla, questa più difficile della precedente, Joseph approfittava dello sporadico controllo sull’esterno, un passaggio e Marco non riusciva a sdoppiarsi per tempo. I Calabroni sprofondavano sul -14 (30-44). Il recuperato Ross ne aggiungeva due per gli ospiti, a 7:00 il punteggio andava sul 32-46 mentre Charlotte perdeva un po’ la testa in attacco, Hawes sbagliava tre volte, anche appoggi semplici, per fortuna a metà tempo circa rientrava Kemba che prima segnava da tre, poi con un crossover nel breve disorientava il difensore e andava a battere il lungo con il suo appoggio particolare all’ultimo, Valanciunas interrompeva il break con un tap-in in mischia (38-50), ma non il fluido di Kemba, il quale a 3:14 centrava ancora dalla grande distanza ea 2:38 passando dietro il solito blocco alto di Zeller andava a mettere un tiro fuori equilibrio cadendo in avanti da oltre l’arco lungo. Sotto la spinta di Kemba i Calabroni tornavano sul -8 (44-52) ma i Predatori, nonostante l’urlo del pubblico tornasse a materializzarsi nell’Alveare rispondevano due volte con precisione. Lowry metteva un fade-away dall’angolo alto dx del pitturato. Il finale era loro e la squadra di Casey dopo la battaglia dei primi ventiquattro minuti si trovava avanti sul punteggio di 14 (44-58).

Dopo la pausa “lunga”, la gara riprendeva con le stesse modalità. Batum dopo due errori di Williams sulla stessa azione era lesto nel recuperare un rimbalzo e ad aggiungere due punti al proprio tabellino. Carroll però batteva la difesa con una penetrazione frontale sul centro destra, Clifford non era soddisfatto anche perché a 9:17 Lowry trovava il contatto con Graham e portava a casa un gioco da tre punti per il 50-63. A 8:32 però la premiata pasticceria Kemba iniziava la sua produzione, finta di penetrazione e scarico arretrato per l’open 3 di Batum, preciso… Non importava se Valanciunas riusciva a sovrastare Zeller su un rimbalzo che pareva già del nostro centro, correggendo in tap-in, gli Hornets entravano in fase Kemba  Kemba che dopo aver passato Cody caracollava e impattava sul difensore dalle parti del ferro. I due FT andavano a bersaglio. Sempre Kemba passava Cody alto, sul quale ruotava Lowry che finiva per sbattere proprio su Walker, il quale cautelatosi del pericolo andava al tiro, niente canestro ma due liberi ottenuti anche se solo un punto portato a casa. Gli Hornets raddoppiavano DeRozan che doveva recuperare la palla oltre la metà campo il passaggio su un Carroll pressato era propedeutico alla persa dei Raptors. Gli Hornets rosicchiavano punti e una “in your face” dunk di Zeller a 6:07 ci portava a -5 (62-67). Tre punti di Williams e gli Hornets si portavano a -2 (65-67), Nogueira però approfittando di un raddoppio di Zeller su DeRozan dalle parti della linea di fondo, trovato dal compagno, schiacciava facilmente. Su una palla a due Batum la portava dalla nostra parte ma prendevamo un contropiede sfortunato, proprio lui con un lungo due da sinistra ci riavvicinava sul 67-71 ma i Raptors scappavano ancora. Un fallo di Batum sull’imprendibile numero 10 avversario e i canadesi con due liberi vedevano lo scoreboard aggiornarsi sul 69-77. Gli Hornets non erano certamente domi. A 2:28 Kemba, ormai posseduto dallo spirito di Dell Curry saettava ancora da oltre l’arco e si ripeteva 35 secondi più tardi per il 77-79. Un gioco in transizione trovava ampi spazi tra le maglie ospiti, Beli dalla destra per Kemba fuori, drive e passaggio corto per Nic che agganciava i Raptors dopo lungo e penoso inseguimento. Kaminsky addirittura faceva volare i Calabroni nel cerchio di fuoco che separa la Terra e i Cieli quando a :28.8 entrava in partita veramente con la tripla del sorpasso. La sirena emetteva il suo classico suono sgraziato che alle orecchie dei tifosi degli Hornets pareva esser paradisiaco. Fosse stato l’ultimo sarebbe stato meglio.

Kemba Walker centra una delle sue 7 triple nella sua serata da 40 punti. 2016 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Kemba Walker centra una delle sue 7 triple nella sua serata da 40 punti.
2016 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Hornets decisi ad allungare nell’ultimo quarto: Walker portava in gita la difesa dei Raptors e consegnava a domicilio due punti, Kaminsky con il teardrop ci provava ma non funzionava, la palla in aria roteava in aria rimanendo lì, Hibbert la schiacciava portando i viola sull’86-79. A 10:10 ottenevamo il massimo vantaggio: Kaminsky da fuori era on fire, tripla per l’89-79 e +10 da gestire. Powell alzava per Nogueira in alley-oop il -8, a 8:38 Patterson con una tripla frontale dimezzava lo svantaggio, per fortuna Belinelli di forza si ficcava sulla passerella viola e segnava subendo il contatto. Gioco da tre punti a 8:25 per il 94-86.  A 6:59 Belinelli spingeva i viola sul +9 con una tripla selvaggia frontale scoccata quasi sulla sirena dei 24 che evitava il difensore e s’infilava nella retina per il 97-88. Gli Hornets però andavano un po’ in bambola non riuscendo più a gestire bene le fasi di gioco, Lowry faceva girare sul 9 il contatore dei Raptors, Joseph dalla diagonale destra scavalcava Belinelli con la bomba, Lowry si presentava in lunetta a 5:55 quando Marvin (in salto) in aiuto travolgeva il play avversario. Il 2/2 mandava a -2 la squadra di Casey che pareggiava a 5:17 con una sospensione dal mid-range di DeRozan (34 finali per lui). Gli Hornets reagivano e un veloce passaggio di Batum apriva la porta del paradiso per Zeller che infilava una quick thunder dunk, Lowry da tre non “andava”, Marvin si… Hornets sul +5 a 4:09 dalla fine. DeRozan però vanificava la buona difesa di Belinelli e la discreta di Marvin con due tiri a medio raggio (prima da destra e poi sinistra) lasciando gli Hornets al comando solo di un punto. Cody nel pitturato tentava un gancio in girata invece di aprire nell’angolo destro per Belinelli, il tiro era corto, dall’altra parte segnava Nogueira. Il vantaggio ospite era servito…  La sfortuna e l’imprecisione, dovuta anche alla stanchezza, ci condannavano. Due errori, Marvin e Kemba sulla stessa azione, la tenacia nel recuperare il pallone a rimbalzo, Batum afferrava la sfera da destra cercava il cambio lato per Marvin solo vicino al canestro ma l’assist era interrotto dal corpo del ferro, ne usciva una transizione che Lowry non sbagliava. Sul -3 gli Hornets avrebbero la possibilità di pareggiare; prima Cody murava DeRozan sulla linea di fondo, dall’altra parte si creava lo spazio aperto e immenso per Williams da fuori, il suo tiro, però colpiva solo il metallo mentre DeRozan metteva due tiri volti a chiudere il match. 102-109, Hornets in ambasce… Walker in penetrazione prendeva la spinta di Lowry da dietro e portava a casa tre punti ma ormai bisognava bloccare il cronometro. 105-111 con 2/2 di Powell, 108-111 con tripla di Batum, 108-113 ottenuto a :09.9 con due FT di Joseph e tripla finale di Kemba quasi sulla sirena per il 111-113.

A nulla sono valse le statistiche nettamente favorevoli nei rimbalzi e nelle triple, rubate e palle perse sono andate a loro favore, in più ai tiri liberi il 21/22 è stato fatale. Comunque vorrei applaudire questa squadra aldilà degli errori e delle scelte. Ha carattere e non si deve demoralizzare per una sconfitta sul filo. “A volte si vince, tutte le altre volte s’impara”, facciano tesoro degli errori.

 

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Pagelle:

Walker: 8,5

40 pt. (12/19), 10 rimbalzi, 6 assist. Numeri da capogiro. Quarto Cielo. Quello del Sole che significa saggezza e sapienza. Tutti i giocatori sono portati a esagerare, a mettersi talvolta in proprio. Kemba però pare abbia nettamente migliorato le sue statistiche, ciò indica lavoro, più precisione, ma anche consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, inoltre dalle sue incursioni riesce a colpire sapientemente o saggiamente affidando la sfera corta al lungo di turno o lunga per lo scarico sull’esterno. Posseduto dallo spirto di Dell Curry, Reggie Miller e Steve Kerr mette un 7/12 da tre punti. Non basta ma si va a Cleveland con un Kemba in formato MVP.

Batum: 6,5

18 punti. (7/15), 10 rimbalzi, 6 assist, 1 stoppata. Nono Cielo. Vicino all’Empireo. Qualcosa non torna nell’Ottavo Cielo. Le stelle non sembrano poi così fisse e statiche, allora ecco arrivare come spiegazione un cielo mobile, trasparente che ruota e corre velocissimo strofinandosi sul vicino e imprimendogli rotazione. Batum riesce con visione di gioco a far muovere gli altri cieli. Governato dai Serafini (Serafino è colui che brucia), Batum arde e si trova vicino al Cielo di Clifford, però in serata non riesce a sincronizzare i cieli talvolta facendoli collimare armoniosamente. Sei palloni persi per noi sono tanti in una serata dove al tiro risulta molto più efficace di altre sere. Un inspiegabile fallo fischiato su una sua tripla in attacco rimane un mistero.

Graham: 6

2 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 2 assist. Quinto Cielo. Combattente. Cerca di dare il suo apporto sostituendo MKG ma il cliente non è facile, ha di fronte il top scorer NBA. Non sfigura ma non incide molto. Una tripla nel finale sbagliata che avrebbe potuto darci più possibilità nel finale. Deve imparare a spendere falli che non portino giochi da tre punti agli avversari.

M. Williams: 5,5

10 pt. (3/15), 13 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Secondo Cielo. Quello di Mercurio che si rivela con altrui raggi (ovvero quelli del Sole). Marvin non è certo solamente un giocatore che approfitta del lavoro altrui, ma di solito sfrutta bene gli scarichi e s’illumina riflettendo la filosofia cliffordiana nell’avere un lungo che sappia colpire da fuori. Da dentro fa 0/5 dimostrandosi freddo, da fuori è un bassino 3/10… purtroppo la sua serata no continua nell’ultimo quarto quando avrebbe un open per il pareggio con Toronto sopra di tre, ma sbaglia. Pulisce i tabelloni, il che compensa in parte, ma è troppo accademico nelle chiusure a volte, la mano alzata va bene ma se vai su DeRozan devi fargli sentire l’alito in faccia.

C. Zeller: 6,5

12 pt. (5/8), 7 rimbalzi, 1 stoppata. Sesto Cielo. Giove. Spirito Giusto. Opera secondo giustizia, nonostante fosse approdato in una squadra con problemi è rimasto e si ritrova al momento titolare. Porta blocchi, sa inserirsi, sa eseguire i pick and roll. Cerca di prestare la sua opera perché i terribili Bobcats, oggi trasformatisi in Hornets vengano premiati dalla giustizia terrena. In serata arriva una beffa in stile arancio Linci però fa vedere un paio di dunk da highlights, peccato per un paio di palloni lasciati a Valanciunas con il quale secondo me, sostanzialmente pareggia il duello.

Hibbert: 6,5

10 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist. Ottavo Cielo. Quello delle stelle fisse. Più fisso di lui, omone a difesa del canestro non c’è nessuno. Dapprima si pensava fosse il cielo più esterno, ma poi San Tommaso D’Aquino e altri teologi aggiunsero altri due cieli. Non sembrerebbe fisionomicamente un cherubino (che governano questo cielo) nell’iconografia artistica, tuttavia nel libro di Ezechiele il tetramorfo (leone/aquila/vitello/uomo) Hibbert potrebbe esserlo. Aquila nei liberi, leone a rimbalzo offensivo, in 13:29 di rientro non fa niente male.

Belinelli: 5,5

6 pt. (2/9), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Settimo Cielo. Quello degli spiriti contemplanti. Per Marco uscire dallo spogliatoio incasinatissimo dei Sacramento Kings dev’esser già stato un successo. Alla corte di Re MJ si trova alle soglie dei veri paradisi. La scala d’oro che formano e gli porgono gli spiriti contemplanti lo fa ascendere all’ottavo. Brutto primo tempo, nell’ultimo quarto infila una tripla da paura quasi allo scadere dei 24. Fa una buona difesa su DeRozan anche se nel finale il numero 10 riesce a far passare extra corporeamente un tiro oltre la sua mano. Non basta però… sbaglia un paio di triple in momenti importanti, anche se io l’avrei lasciato in campo, invece Clifford per un attimo rimette Graham che non fa benissimo in quel frangente.

Hawes: 4,5

2 pt. (1/7), 5 rimbalzi. Terzo Cielo, quello governato da Venere. E’ quello degli spiriti amanti e in un certo senso Spencer dispensa amore per il gioco del basket regalandoci assist emozionanti e al bacio per i compagni dimostrando di non essere egoista. Questa sera però è vanesio, niente assist, gioca per se e sbaglia quasi tutto il possibile. Serataccia, il -15 di +/- non è casuale.

Kaminsky: 6

8 pt. (3/9), 2 rimbalzi, 4 assist. Ci mette un po’ a ingranare ma nel finale le sue due cannonate rischiano di farci battere anche Toronto. Quinto Cielo. Marte. Un giocatore nel cielo rosso di Marte, il carrista Frank ha trovato la sua dimensione.

Sessions: 5,5

3 pt. (¼), 1 rimbalzo, 2 assist. Primo Cielo. Quello più vicino a noi. Uno spirito difettivo. Incostante, governato da Selene è giocatore lunatico. Dante li relega più vicini a noi, per questo forse sono i più simpatici ma anche evanescenti, Ramon con il suo fisico non è certo Hibbert, tuttavia lo sfrutta fluttuando tra i corpi compenetrando solido con solido, così come avviene in codesto cielo. Nella notte lo si vede alla fine del primo quarto, un bell’assist e una tripla, un po’ pochino come vice Kemba però.

Coach Clifford: 5,5

Decimo Cielo. Empireo. La mente di Dio, non è un corpo materiale. Fuori dallo spazio e dal tempo, abbagliante, gli Hornets che vorremmo avere in futuro. Sperando siano umbriferi prefazi (velate anticipazioni) per quel sogno lontano dell’anello. Per ora sbaglia poco, buona la tattica adottata talvolta su Derozan. Sbaglia a non adottarla nel finale e il top scorer NBA ci fa male. Sbaglia secondo me anche a rimettere Graham al posto del Beli nel finale. Faccia scoraggiata a metà gara, riesce sempre a venirne fuori, anche se questa sera più che il gioco di squadra è stato un super Kemba a tenerla in piedi per larghi tratti. Buoni i ripetuti time-out chiamati nel secondo quarto ma non cambiano lo status.

 

 

Game 7: Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 104-98

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EleziHornets
 
Giornata di elezioni negli States.
Vi devo dire che non amando particolarmente la politica americana (ma quella odierna in particolare e in generale) atta a dimostrare a chi fa più schifo (vedi comizi) e ritenendo che, pur con le loro innegabili peculiarità, gli americani siano stati “costretti a scegliere” tra due impresentabili, esco da questo discorso entrando nel decisamente più frivolo parallelo con il voto per l’All-Star Game.
La partenza sparata degli Hornets è sicuramente merito di Clifford, della squadra, che ha però come punta di diamante Kemba Walker.
Il nostro numero 15 l’anno scorso contro Utah in casa (in un doppio over time), segnò 52 punti che trascinarono alla vittoria Charlotte e gli valsero il record assoluto di punti segnati in una partita degli Hornets.
Oggi inseguendo la soddisfazione di partecipare a un All-Star Game chiedeva strada ai morigerati mormoni.
24,3 punti a partita e 48,7 per cento da tre punti erano le premesse.
Kemba si è eclissato durante una parte nella serata, anche se è uscito prepotentemente nel finale.
Gli Hornets hanno dimostrato così che la creazione dei loro successi è anche un basket intelligente.
Charlotte aveva una media di 11,3 palle perse a partita, stasera si è limitata a 8 contro le 14 di Utah, sono arrivati 16 punti a favore contro 9 contro…
La stazza dei Jazz ha consentito di vincere agli ospiti la lotta a rimbalzo, 44-36 ma la difesa ha catturato il doppio dei palloni rubati, 8-4 Hornets.
 
Quin Snyder senza G. Hill e Diaw, per i Jazz metteva in campo: Mack, Hood, Hayward, Favors e Gobert, Clifford rispondeva con: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
Recuperati MKG e Kaminsky, out Lamb e Hibbert ancora.
 
Il tipOff era vinto dai Jazz con Gobert, la squadra di Snyder però trovava il muro bianco, una deflection, la palla recuperata da MKG e la transizione con Batum spostato lateralmente sul tiro consentiva al francese di portarsi in lunetta a 11:30.
Il suo uno su due portava il primo punto della partita agli Hornets che ampliavano poco più tardi, dopo il secondo recupero difensivo, il vantaggio con Walker, il quale faceva partire un tiro dalla media sinistra che s’infilava nonostante il lunghissimo Gobert fosse uscito su di lui.
Charlotte aveva anche altri due tiri a disposizione a 10:43 ma Cody iniziava a litigare con il ferro dalla lunetta splittando e portando sul 4-0 il risultato.
Una prima disattenzione portava i primi due punti agli ospiti; primo rimbalzo offensivo del piccolo Mack che a 9:53 con una certa tranquillità segnava da vicino.
Kemba partiva on-fire e passando oltre Zeller piantato a pochi cm dalla linea laterale sinistra, rilasciava una tripla lontana dall’arco che s’infilava.
Rispondeva subito Hayward da 3 ai 6.75 dalla diagonale sinistra, Favors ne aggiungeva quattro dal pitturato e il sorpasso era servito.
I Calabroni riagganciavano gli ospiti con un 2/3 dalla linea di Batum a 8:08, poi uno zibaldone nella difesa degli Hornets e i Jazz con il loro gioco bilanciato mettevano in difficoltà le rotazioni di Clifford.
Un passaggio sotto per Gobert lanciato non trovava opposizione per la schiacciata del centro avversario, Batum pareggiava con un fluttuante jumper lungo, poi a 7:03 per un fallo di Zeller su Gobert Utah si riportava due lunghezze avanti ma Marvin continuava il roller coaster con una tripla per il 14-13.
Hayward comunque sfruttava un mismatch con Kemba, penetrazione, fallo e gioco da tre punti per il 14-16.
Un runner della stessa ala piccola ospite estendeva a 5 il vantaggio della squadra di Snyder.
Sempre lui a 4:24 era spina nel fianco, giro palla dei Jazz e tripla con Kemba in uscita, si svegliava allora Cody con il punteggio sul 14-24, prima andava fino all’anello e concludeva in fing and roll dopo un dribbling, a 2:52 dava una mazzata al canestro e con un jumper lungo cercava d’opporsi agli avversari, i quali nonostante i canestri della nostra ala/centro mantenevano otto punti di vantaggio (20-28).
Ingles per Hayward (finirà con 29 punti) addirittura in alley-oop e i Jazz salivano sul 22-32, chiudeva però Hawes (assist di Kaminsky) dalla baseline media sinistra con un tiro solo cotone. Il primo quarto andava in archivio sul 24-32.
Hawes con alle spalle Clifford e il suo voto per tutta la squadra visto che ha detto che questo team gli piace. (Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

Hawes con alle spalle Clifford e il suo voto per tutta la squadra visto che ha detto che questo team gli piace.
(Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

 
Porta girevole nel secondo quarto quando partiti dopo solo 15 secondi Hawes vedeva Belinelli infilarsi a ricciolo e lo serviva per un fing and roll del nostro swingman.
Lyles in appoggio in corsa batteva Kaminsky ma la panchina degli Hornets trovava in Hawes un protagonista; a 10:38 Spencer tentava la schiacciata, la palla saltava sul ferro, poi roteava lentamente su di esso per finire bizzarramente inghiottita dalla retina.
Spencer portava a casa un gioco da tre punti (29-34) ma Hood con una corsa diagonale verso sinistra appoggiava, rispondeva ancora il nostro doppio zero con un lungo jumper, i Jazz, però in attacco utilizzavano penetrazioni e scarichi esterni o laterali, Favors si trovava in posizione favorevole per un gancetto emesso con facilità e poi da destra infilava ancora con facilità disarmante oltre Kaminsky il 31-40.
Spencer dalla top of the key dei 6.75 fintava, il difensore abboccava, il nostro centro guadagnava l’area e in corsa lasciava un preciso teardrop vincente.
Proprio lui (per dirla alla Piccinini) però tradiva la causa quando guadagnava due FT, ma un po’ stanco li mancava a 7:10, così gli uomini venuti da Salt Lake City si riallontanavano con una tripla di Exum.
Belinelli si faceva sfuggire Hood, niente aiuto dalle parti del ferro e schiacciata semplice per Rodney.
Marco si rifaceva poco dopo quando servito a 5:50 da un diagonale di MKG fintava dal corner destro facendo volare Exum battendo anche il tardivo raddoppio di Johnson con una bomba.
I Calabroni tornavano in difficoltà ben presto; Hayward ed Exum ne segnavano due a testa, Marvin (sulla sinistra) a 2:58 riusciva ad accorciare progressivamente; con la tripla (45-49) numero uno e con la seconda a 1:58 (assist di Batum) per il 48-51.
L’elastico però tornava a tirarsi e Hood a :55.4 solo fronte a canestro infilava la bombarda Hayward con un suo classico leggermente fuori equilibrio portava in doppia cifra il vantaggio dei suoi (48-58), anche se Kemba chiudeva il tempo segnando tre liberi portando al -7 Charlotte all’intervallo (51-58).
Marco Belinelli ci prova contro Whitey. Buona la prova di Marco che dalla panchina terminerà con 13 punti. (Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

Marco Belinelli ci prova contro Whitey. Buona la prova di Marco che dalla panchina terminerà con 13 punti.
(Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

 
Gli Hornets iniziavano freddamente la ripresa nonostante il ristoro dell’intervallo; MKG e Batum si affidavano ai “ponticelli” (jumper) ma non segnavano, Kemba rimaneva piuttosto basso per i suoi standard buttando via un paio di palloni (il primo salvato da MKG), I Jazz ne approfittavano e anche gli arbitri ci mettevano del loro quando Hood allargava il braccio spingendo MKG a terra, il fischio non arrivava e lo stesso Hood ai 24 finiva per segnare il 51-61.
Marvin dalla diagonale sinistra segnava il suo 14° punto, tuttavia anche Zeller dimostrava problemi con i cm di Gobert facendosi stoppare un paio di volte…
Charlotte si affidava allora al gioco; Marvin Williams riusciva a mettere un passaggio verticale schiacciato con il contagiri in uno stretto pertugio composto da due difensori dei Jazz, arrivava in back-door Batum che a 7:22 metteva il reverse layup.
Gli Hornets rimontavano, un pullup di Kemba dalla media a 6:55 e si tornava sul -4 (59-63), MKG a 6:28 attaccava dalla sinistra improvvisamente il canestro e otteneva due FT realizzandoli per il -2…
Kemba falliva la tripla del vantaggio ed Exum a 2:32 andava a portare a tre le lunghezze di vantaggio degli ospiti, tuttavia il tanto agognato aggancio perveniva a 8:08, il merito era di Kemba che portava scompiglio avvicinandosi al canestro e poi dalla linea di fondo trovava Kaminsky che sul retro della canotta recava anche la scritta III, questa volta vi teneva fede servendo il 70 pari. Dopo qualche scaramuccia che portava il punteggio sul settantasei pari, i Jazz terminavano in vantaggio il terzo quarto grazie a due punti di Lyles in putback dunk sull’errore di Hayward.
Le Honeybees in serata.

Le Honeybees in serata.

 
Lyles segnava ancora a inizio ultimo quarto e i Jazz tentavano nuovamente la fuga ma a frenare la loro corsa ci pensava Kaminsky, il carro attaccava Lyles, spin e angolo impossibile dalla destra, due punti mentre finiva per sdraiarsi sul cameraman, senza chiedergli però l’appuntamento.
Peccato per il libero mancato ma Johnson si faceva soffiare da Hawes la palla sotto il ferro, Sessions portava la transizione infilando la difesa dei Jazz in fing and roll per il pari a quota 80. Quando Hawes prima stoppava Mack con un passaggio in diagonale eseguito verso il canestro, trovando Marco (in taglio dietro a Ingles) che agganciava al volo e segnava una specie di reverse alley-oop in layup, l’ambiente era da brividi.
82-80 Hornets, una bolgia che non si arrestava nemmeno quando un ispirato Hood ai 24 segnava la tripla dall’angolo sinistro per il sorpasso ospite.
Frank incrociando il movimento in post basso batteva il proprio difensore e ridava il vantaggio minimo a Clifford, Hood, però batteva Sessions e il +1 tornava a favore di Snyder.
Kaminsky in area provava il “tiretto” che sbatteva sul primo ferro e s’infilava, MKG guadagnava palla saltando come un grillo a disturbare una rimessa dal fondo dei Jazz (5 secondi scaduti), Marvin ci provava due volte dalla destra sulla stessa azione dai 6.75 grazie al rimbalzo offensivo, niente da fare sul primo e anche secondo che pareva destinato a spengersi sul ferro, il quale però, pur essendo stato colpito corto e lateralmente, in accordo con la palla a spicchi accoglieva benevolmente la stessa.
A raffreddare il bollente ambiente era ancora Hayward che realizzava con il piede sulla linea del tiro da tre a 6:02.
A dare un po’ di consistenza al vantaggio degli Hornets era Belinelli che giocava con avversari e cronometro fintando dall’angolo destro la classica tripla, l’avversario ci credeva invece Marco penetrava sul lungo linea e andava di driving fing and roll layup sulla sirena dei 24 a 5:34 per il 91-87.
Marvin a 4:19 segnava da due e il punteggio si alzava sul 93-88. A 3:59 in transizione Walker impattava su Hood, forse il fallo era generoso ma arrivava un gioco da tre punti e il 96-88.
Solamente 14 secondi dopo però i Jazz sparavano le ultime cartucce.
Il solito Gordon Hayward nonostante avesse come borsetta Batum agganciato al suo avambraccio e Cody gli saltasse davanti, infilava nel pitturato un canestro piuttosto improbabile. Altro gioco da tre punti e Hornets sul +5.
Kemba metteva al sicuro la gara però con uno dei suoi movimenti repentini, avanzata in corsa, finta, palla in mezzo alle gambe, stepback su Mack che non capiva più molto e quick pullup vincente per il 98-91.
Kemba, rimasto sottotono per gran parte della gara, decideva allora di andare a vincere definitivamente la gara con un appoggio in mano sinistra e facendosi spingere da dietro da Hayward a centrocampo cambiando direzione e velocità.
Quattro punti che portavano sul 104-94 la gara ormai senza più storia.
Finiva 104-98 ma non è stato per nulla facile.
Onore ai Jazz che hanno giocato una gara intelligente ma la difesa degli Hornets nella seconda parte della gara ha concesso solo 40 punti agli avversari ed è riuscita a portare a casa un’altra vittoria portando così la classifica sul 6-1.
jazzhorn2
 
Pagelle:
 
Walker: 6,5
21 pt. (7/19), 5 rimbalzi, 6 assist, 4 rubate. Potrebbe sembrare ingeneroso leggendo il tabellino ma non c’è molto durante la fase calda della gara, c’è comunque pressing su di lui. Se lo scrolla di dosso nel finale quando abbatte il muro psicologico e fa vincere Charlotte. Leader, anche se oggi stenta un pochino rispetto i suoi standard, trova anche assist per i compagni.
 
Batum: 6,5
9 pt. (3/10), 2 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Braccio destro. Clifford da lui chiede difesa e d’essere il collante del team. Male al tiro da fuori (0/5) invece. Alcuni assist con visione di gioco periferica come quello per una tripla di Marvin sono appiccicosi come il miele, rasenta la molestia sessuale in difesa, infatti termina con un 5 nella casella dei PF.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
2 pt. (0/5), 9 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Ostruzionista. Qualche volta si sdoppia in aiuto e finisce per essere punito da Hayward da fuori, ma fa anche tante buone difese limitando la casella PF. Pulisce i tabelloni con 9 rimbalzi. Il tiro è da rivedere. Tenta, per esigenze temporali, una tripla che non prende nemmeno il ferro. Si lancia sfinito a terra quando viene richiamato in panchina.
 
Marvin Williams: 7,5
19 pt. (7/11), 8 rimbalzi, 1 assist. Falco. Aguzza la vista e bombarda da fuori ma anche da dentro mette canestri importanti. Se lascia troppo spazio a Favors all’inizio migliora anche lui nel secondo tempo. Un 5/7 da tre e punti pesantissimi.
 
Zeller: 6
12 pt. (4/7), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Colomba. Si sapeva… non sarebbe stato facile aver a che fare con Gobert. L’inizio è difficoltoso. Si riprende e ogni tanto realizza qualche buona giocata, però è in difficoltà. Male dalla lunetta con un 4/8.
 
Kaminsky: 7
13 pt. (6/10), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Franco Tiratore. Il catch n’shoot da tre che pareggia la partita a quota 70 è senza paura nonostante diversi errori dall’arco in questo primo scorcio di stagione. Fa vedere dei movimenti interessanti in attacco e gli si può perdonare un tiro dal braccino corto nel finale che fende solo l’aria.
 
Belinelli: 7,5
13 pt. (5/7), 1 rimbalzo, 1 assist. Braccio armato da sharpshooters. Non è che avesse convinto tutti dopo il suo anno a Sacramento. Marco sfodera la sua miglior prestazione a Charlotte e lo fa anche nel momento del bisogno. Ha un plus/minus di +15, non è un caso, basti vedere la sua difesa spalle alla palla incentrata su Hood, non lo molla, i compagni sono bravi e Utah segna ma solo al venticinquesimo secondo e non vale… Spreca poco e varia l’attacco.
 
Sessions: 6
4 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 2 assist. Cancelliere. Assume il comando al posto di Walker, cerca la doppia mansione assist e punti, cifre modeste ma in soli 15:31. Sbaglia un layup facilino ma mette quello dell’80 pari.
 
Hawes: 7,5
11 pt. (5/7), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Digger. Ovvero lo zappatore. I Diggers nacquero in Inghilterra durante la rivoluzione inglese, stile di vita credo in Cristo e vita di comunità, parallelismo con fiducia e gioco di squadra. Spencer non ne prendeva molte qualche tempo fa, i suoi tiri erano forzati, oggi acquisita fiducia e consapevolezza, eccolo… fuori Hibbert, Zeller in difficoltà, arriva il meno probabile a dare un manone alla causa. Stoppatona su Mack, assist al bacio per Beli e punti preziosi in momenti delicati.
 
Coach Clifford: 7
Va beh… commentate voi. Squadra che rimonta ancora. Mentalità vincente anche se in serata il nostro top player è rimasto al buio per alcuni tratti. Un time-out di 20 secondi chiamato nel primo tempo per ricaricarsi ben fatto.

Game 6: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 122-100

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TransiziHornets
 
Viviamo in un’era di transizione.
La mutazione antropologica dell’essere umano forse può essere appresa dai libri storici o compresa per età anagrafica ma questa è un’epoca, credetemi, antietica e antieroica mai esistita in passato.
Che cosa succederà in futuro dipenda da tutti noi.
Per ora niente più rivoluzioni, niente più supereroi ma mercenari, vedi il buon Lin, preso a pretesto, anche se non giustamente perché c’è molto, ma molto di peggio, sto “forzando” un paragoone.
Non voglio accusarlo, anzi, lo ringrazio per la passata stagione ma detto senza retorica e scevro da giudizio morale, ha pensato comunque al suo portafoglio preferendo il denaro a un rinnovo a cifre più alte rispetto al rimanere nella squadra che lo ha rilanciato, per giunta, risalito dall’Hudson River è passato sulla sponda nemica.
Ecco allora i nostri supereroi sportivi attuali, odierni, quelli che hanno deciso di restare e sono stati premiati, qualcuno improbabile, qualcuno sottovalutato, qualcuno non avrà super poteri ma nella squadra di Clifford che gioca una buona difesa (MKG ottimo sul re della foresta George, si chiamava così un alter ego di Tarzan, personaggio pasticcione di un vecchio cartone animato) e un attacco a tratti ubriacante, eccoli, tutti super…
In attesa dei jazz i Calabroni si lanciano meritatamente sul 5-1 in classifica affidandosi a una partenza forte che ha prodotto diversi turnover per gli avversari ben sfruttati dai nostri in transizioni fruttifere, Kemba poi è stato il valore aggiunto.
Quest’anno se continua così, rischiamo di trovarlo all’All-Star Game.
Per i Pacers a livello di punti: CJ Miles 23, l’ex Big Al Jefferson e Turner 12, George si fermava a soli 10.
 
I Pacers di Coach McMillan scendevano in North Carolina con una formazione di tutto rispetto: Teague, Ellis, George, Th. Young e Myl. Turner.
I Calabroni schieravano il solito quintetto: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
 
La palla a due era portata giù dai Pacers che la gestivano con Teague, sul cambio un passaggio corto laterale per Miles Turner il quale con tiro chirurgico portava in vantaggio i suoi.
Charlotte però si faceva trovare subito pronta rispondendo in attacco con MKG che difendeva palla di forza e riusciva da sotto ad appoggiare per il pareggio a 11:29, così anche se i blu notte ripartivano di tripla, MKG sfruttava un match-up con M. Ellis e in attacco spalle a canestro si avvicinava in palleggio a canestro, il giro e gancio dal pitturato gli consentiva di portare a quattro le sue marcature.
Non durava molto lo svantaggio dei Calabroni che mettevano dentro quasi tutto quello che gli passava per le mani; un catch n’ shot di Batum da tre punti a 10:23 portava in vantaggio i nostri (7-5), MKG con lo stesso movimento su Ellis subiva fallo e guadagnava due liberi trasformandoli e sempre lui metteva dentro l’11-5 in un inizio esaltante.
Dopo una tripla di Ellis libero nel corner sinistro, gli Hornets tornavano a elettrizzare; Kemba a 9:01 aggiungeva due punti, da una steal di Batum e relativa transizione nasceva la tripla di Walker a 8:44 solo dalla diagonale, il nostro play si travestiva anche da uomo assist e in dirompente entrata affondava come nel burro nella difesa d’Indiana, assist saltato con palla dietro la schiena a liberare Cody che da pochi passi aveva lo spazio per mettere dentro il 20-10.
Marvin Williams su una girata del nostro numero 14 a 7:18 infilava di tripla anche il 25-12 allargando il vantaggio dei bianchi di casa.
La difesa di Charlotte sporcava palloni o come in questo caso stoppava, MKG diceva no a Th. Young, Marvin Williams dall’altra parte eseguiva uno spin da Bolle, giro e tiro perfetto baciando la retina nonostante il face to face con il difensore.
A 6:30 ecco tornare la variante pick and roll tra Zeller e Walker: il lungo rollava infilandosi imparabilmente anche se Turner ed Ellis lo toccavano, metteva dentro portando a casa un gioco da tre punti che valeva il 30-12.
Grazie ad una palla persa dei Pacers MKG riceveva in corsa un preciso passaggio schiacciato in diagonale che passava tra lo spazio di due difensori abbastanza stretti, fallo inutile sulla nostra ala e altro gioco da tre punti per l’oceanico vantaggio di 33-14.
A 4:25 Batum ingannava il difensore dalla baseline destra, spostamento laterale e poi in avvicinamento jumper da fermo per il 35-16.
Walker era veloce e preciso anche da fuori… a 3:58 dalla diagonale destra metteva un altro canestro pesante, anche se dall’altra parte entrava Jefferson facendo vedere di saperci ancora fare da sotto con i suoi movimenti, così accorciava per i Battistrada.
Complici i cambi e un po’ di lassismo dovuto al largo margine, nonostante che a 3:06 Kemba portasse un coast to coast con almeno un paio di hesitation da brividi andando a segnare e a 2:25 in avanzamento Belinelli andasse senza difensori tra i piedi a segnare una tripla dalla destra con personalità per il 43-22, il margine finale di quarto si riduceva asoli nove punti, anche perché C.J. Miles sulla sirena infilava una tripla.
La fine del primo quarto diceva: Hornets 43, Pacers 34, con i Calabroni a un solo punto dal record per quarto all-time.
Kemba Walker salta Myles Turner e appoggia. (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Kemba Walker salta Myles Turner e appoggia.
(Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
A 11:35 del secondo quarto L. Allen raccoglieva al volo un rimbalzo e correggeva ma Clifford pur mantenendo i panchinari in campo mandava in campo ancora MKG come stopper, Belinelli mancava un reverse, poco male perché si prendeva per il contatto due liberi realizzandoli e a 10:09 infilava la sua personale seconda tripla di serata portando il punteggio sul 50-36.
Jefferson dall’altra parte dentro il semicerchio trovava il contatto con Kaminsky e lo batteva facilmente, fortunosamente l’ex ci graziava dalla lunetta almeno.
Kaminsky in aiuto si rifaceva stoppando l’entrata di Brooks appena in tempo ma Miles apportava cinque punti alla causa ospite inframezzati da quattro di Kaminsky, tuttavia gli Hornets si riorganizzavano nelle retrovie, da un braccio portato in alto da Marco per l’anticipo sull’attaccante arrivava una deviazione che portava a un bel contropiede, Sessions ne aveva due addosso in rincorsa però, quindi si fermava e con le finte si liberava dando l’extra pass a Kaminsky, il quale a rimorchio segnava subendo fallo ma non trasformando il libero supplementare.
A 5:56 il punteggio diveniva 60-43.
Gli ospiti arrabbiati reagivano con una dunk in corsa di M. Turner a 4:03, tuttavia Walker fermava alla disperata (1 vs 1) un George (non in forma) in transizione, dall’altra parte sempre il nostro swingman di S. Giovanni in Persiceto serviva un bell’assist per un fast break che Marvin Williams rifiniva di forza nonostante il fallo. MKG doveva uscire (forse problemi alla schiena), entrava Graham, il quale poco dopo aver preso il suo primo rimbalzo in carriera, infilava anche i suoi primi punti e lo faceva in grande stile con una bombarda dalla diagonale destra a 2:25.
Kemba riusciva a portarsi fuori dal tempo quando sorprendeva alzando più veloce della luce un preciso tiro da oltre l’arco facendo gioire il pubblico che vedeva innalzarsi il gap tra i due team a 19 punti (74-55).
Walker avrebbe anche la possibilità di battere il record di punti della franchigia in un tempo andando in lunetta per due volte.
Se li segnasse sarebbe record, tuttavia un rispettoso Kemba errava il primo realizzando il secondo, eguagliando tale record, che pare affondi le radici nel 1993, quando in NBA si segnava certamente di più.
La fine del primo tempo segnava il predominio di Charlotte che chiudeva sul 75-55, in pieno controllo della sfida.
Paul George prova a passare Spencer Hawes (Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

Paul George prova a passare Spencer Hawes
(Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

 
Dopo i canonici dieci minuti d’intervallo Zeller entrava di prepotenza con una dribble drive appoggiava sulla sinistra con facilità.
Dopo 4 punti ospiti era sempre lui a beneficiare di un assist di Kemba.
In serata speciale connection tra i due con Zeller in quest’occasione che andava “facile facile” da sotto.
Il postino Kemba rubava anche un pallone da ninja su un passaggio lungo a centrocampo e a 8:31 un’accelerazione del nostro play terminata sulla baseline era buona per servire un assist nell’angolo destro a Williams, il quale faceva partire un tracciante da tre punti che colpiva per l’82-59.
George, uno dei tiratori più abili da fuori infilava la prima tipla di serata, tuttavia gli Hornets tornavano a mettere in campo un’ottima difesa, le rotazioni funzionavano e su un attacco seguente tenevano benissimo, Turner forzava ma andava corto, Walker in attacco a 6:12 raggiungeva il suo diciannovesimo punto di serata grazie all’ennesima bomba.
Su un assist di Brooks Turner violentava il ferro a due mani e Miles con un tiro sparato al volo portava lo scoreboard sull’87-69. Gli Hornets dalla difesa facevano partire l’ennesimo contropiede, l’assist leggermente arretrato per Kaminsky e koala Brooks si appendeva al braccio di Cody per non fargli alzare il pallone. Liberi comunque a segno a 4:04 e +20 iniziale ristabilito.
A 3:37 Kemba intercettava un pallone in difesa sulla nostra destra, transizione, giro palla sull’esterno che finiva a un ispiratissimo Kemba, il quale infilava la sfera a spicchi ancora da oltre l’arco per il 92-69.
Batum agganciava un rimbalzo difensivo ma spinto cadeva nella battaglia tra i fischi del pubblico che avrebbe voluto il fallo, ma Miles realizzava da fuori sul mancato fischio. Nessun problema perché altro giro palla e Hawes pareggiava il conto da oltre l’arco.
Kaminsky e Batum raddoppiavano su George che sula sirena non colpiva nemmeno il ferro mantenendo, anzi allungando di un punto il differenziale tra i due team rispetto all’intervallo; +21, Hornets in vantaggio 99-78 prima dei 12 finali.
 
Cinque punti veloci dei Pacers a inizio quarto erano paradossalmente il canto del cigno.
Sul -16 i Pacers subivano un floater di Sessions leggermente fuori equilibrio (tronco in avanti sulla spinta della propria corsa) e due liberi di Belinelli (reaching di Miles) a 10:55.
Sessions si divertiva regalando a Hawes l’assist per il floater e poi sfruttava una cattiva interpretazione della difesa d’Indiana; il piccolo lasciava andare, il pick and roll non arrivava e Jefferson concedeva due liberi al nostro numero 7 a 9:37.
I due FT realizzati spostavano il punteggio sul 107-85.
Kaminsky finalmente per una volta la smetteva di tirare da tre punti e si concedeva un tiro dal suo range minacciando in post basso destro la difesa di coach McMillan.
Palleggio, giro e tiro subendo il raddoppio del numero tre dei Pacers Joe Young e il fallo contemporaneo del suo marcatore Niang, leggera ricaduta all’indietro, classico fade-away sospeso nel tempo e gran canestro.
Il libero era ok e il punteggio al sicuro sul 112-88.
Ci si permetteva anche il lusso di un po’ di show time mancato quando un passaggio orizzontale raggiungeva Belinelli che in corsa alzava le braccia sopra la testa e al volo cercava Graham che se avesse tagliato sarebbe stato tutto solo e avrebbe concluso con altri due punti la sua gara, ma il numero 12 rimasto appostato oltre l’arco vedeva solo sfilare il pallone oltre la linea laterale destra.
C’era anche una standing ovation del pubblico e della panchina degli Hornets per un imitatore di Michael Jackson (non nel look ma nei movimenti) che offriva un balletto ben fatto.
La gara terminava con i Pacers frustrati e gli Hornets festanti, con un 5-1 che per Charlotte rappresenta il miglior inizio nella sua breve storia.
La partita terminava sul 122-100 con un finale lasciato ai Pacers.
pacahor2
 
Pagelle:
 
Walker: 8
24 pt. (7/11), 10 assist, 2 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Flash… Velocità su tutto, coordinazione, esecuzione, ma soprattutto primo passo e penetrazione. Difficile fermarlo se non per caso aspettandolo sotto il ferro, ma anche lì bisogna stare attenti a non commetter fallo. Se poi da tre punti inizia a mettere quasi tutto… Va in doppia doppia. Sforna assist dando preferenza all’asse con il lungo, all’inizio è una spina nel fianco per i Pacers con i passaggi, poi lo diventa da fuori l’arco, il 5/6 da tre è fantastico.
 
Batum: 6,5
9 pt. (2/6), 6 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. La Torcia Umana. Uno dei miei preferiti. Genera fiamme e vola. Anche lui all’improvviso con scioltezza e naturalezza può infiammarsi e sa portare, volare in contropiede. Gioca meno di mezz’ora e cede come i compagni titolari il posto alla second unit. Meno performante su George di MKG, ma senz’altro buona prova. Utile alla squadra.
 
Kidd-Gilchrist: 7,5
13 pt. (4/4), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Batman, protegge la città. Lui protegge l’anello. L’Uomo Pipistrello ha una storia tenebrosa alle spalle, così pedissequamente quando suo padre fu ucciso (pare per una rapina) e lui non aveva nemmeno tre anni, fu adottato dallo zio. Di poche parole poiché faceva fatica a parlare, poco loquace come Bruce Wayne ha ora migliorato quest’aspetto… Nella notte disturba George e lo manda fuori giri. McMillan monta la guadia con Monta su di lui, ma è un miss-match, quando cambia è già tardi, Batman è passato all’attacco ed è inarrestabile. L’inizio è tutto suo. Peccato per l’acciacco che lo costringe a rientrare negli spogliatoi sperando di averlo contro Utah.
 
M. Williams: 6,5
12 pt. 4 rimbalzi. (4/10), La Cosa. Apparentemente granitico anche se non a livelli di culturismo, se non è in serata tira mattonate, questa sera da fuori fa un discreto 2/5. Gioca però nemmeno 19 minuti. Ci si chiede come mai sia scostante ogni tanto, che cosa gli succeda…
 
C. Zeller: 6,5
13 pt. (5/7), 5 rimbalzi. Zagor. In ricordo di Gallieno Ferri, il disegnatore genovese che porta il mio stesso cognome e che da piccolo mi “regalava” questi piccoli capolavori in volumetti in bianco e nero. Il bianco qui è Zagor, amico degli indiani in realtà dapprima li odiava avendo visto uccidere suo padre. Scoprì che suo padre era stato però un militarista e ne aveva uccisi parecchi, quindi decise di schierarsi dalla parte dei più deboli e indifesi. Za-Gor-Te-Nay significa spirito con la scure e la sua mazzata di tanto in tanto cade sugli anelli avversari. Stasera ispirato, usa più la lancia in appoggio, di sicuro spreca poco. Cuspide come terminale offensivo degli Hornets nel pitturato.
 
Belinelli: 7
12 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. Tetsuya di Mazinga. Tetsu vuol dire ferro in giapponese e la sua volontà per rimanere nella NBA dev’esser stata ferrea anche dopo il suo inizio, nel quale i biscottini al burro e cioccolato l’avevano inconsapevolmente e irresistibilmente corrotto ingrassato. Colpisce come Mazinga dalla distanza, missile centrale o laterale fa poca differenza… Un paio di bombe, un’ottima difesa e tanto lavoro per la squadra. Sbaglia un reverse e un fing and roll con partenza troppo lontana ma in casa sembra esaltarsi chimicamente con l’ambiente.
 
Kaminsky: 6
11 pt. (5/14), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Robin. I suoi tiri da tre svolazzano tutti sul secondo ferro, esagera decisamente il giovane Robin il quale deve lavorarci di più in allenamento se vuole riproporli con costanza. Finisce con 0/6 da fuori… Difetta un po’ d’esperienza anche in qualche appoggio, anche se realizza un bel canestro subendo fallo nell’ultimo quarto. Perde 4 palloni e potrebbe essere più deciso sul finale del primo quarto ma lì tutta la squadra si fa sorprendere.
 
Sessions: 7
10 pt. (3/7), 1 rimbalzo, 7 assist, 1 rubata. Si traveste da Doraemon. Dalla sua tasca escono assist e punti. Un mini-Kemba tonight. Bene, speriamo continui a essere così ficcante, senza dubbio servirà.
 
Hawes: 7,5
13 pt. (6/11), 13 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Shazzan. Personaggio di Alex Toth. Va bene, ho di nuovo sbagliato colore come con Walker, Shazzan è un genio dalle fattezze mediorientali, calvo con una coda di capelli nera. Hawes cromaticamente potrebbe esserne il negativo ma risolve le situazioni offensive con fantasia, forza e astuzia. Ogni tanto si perde e bisogna invocarlo unendo gli anelli ma stasera da quelle parti prende una marea di rimbalzi e va in doppia doppia. Esce sudato.
 
Graham: 6
3 pt. (1/2), 2 rimbalzi. Sembra più Cattivik che un supereroe. In nemmeno 15 minuti rischia l’espulsione. Cinque falli, dalla mazzata facile, prende due rimbalzi e segna un calibrato tre punti. Probabilmente capisce il gioco ancora a livello medio, manca quell’entrata con il pass. di Beli preferendo aspettare fuori.
 
B. Roberts: s.v.
2 pt. (1/2), 1 rimbalzo. 4:22 per lui. La Donna invisibile. Si, lo so che magari il sesso non si adatta ma entra per la prima volta in campo chiuso da Walker e Sessions. Speriamo di rivederlo qualche volta in più. Stasera anche la prestazione negli ultimi minuti è decente nonostante ormai si giochi per arrivare alla fine.
 
Harrison: s.v.
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist. Sembra più un Joe Kuruma. Un investigatore private non brillantissimo e con scarso intuito. Gioca nulla, il voto non è rapportato a questa gara dove combina anche qualcosina ma ha il tempo limitato, però la NBA sembra troppo per lui al momento.
 
Woods: s.v.
0 pt. (0/1), 2 rimbalzi. Entra anche Woods nelle rotazioni ma RoboCop (per la potenza delle dunk) dovrà sudare per trovare spazio.
 
Coach Clifford: 7,5
I complimenti glieli hanno già fatti diverse volte, dopo un primo anno da Hornets in cui mi aveva lasciato perplesso, ma avevamo avuto Walker out e diverse difficoltà, ora sta facendo divertire i tifosi e vincere gli Hornets. Mi fermo con i complimenti prima che pensiate che lo paghi.

Game 5: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 99-95

 
 
RibaltHornets
 
Chissà perché mi è venuto in mente di scrivere un pezzo iniziandolo con storie da cucina.
Forse perché Harden mimava di cucinare girando il mestolo in una pentola o il mortaio in una ciotola o forse perché qualche sera fa in un video, ai giocatori degli Hornets veniva chiesto quali fossero le loro caramelle preferite, ma non è nemmeno quello. Qualcuno dice che siamo quello che mangiamo e nel basket per vincere una partita è importante digiunare, in altre parole mangiarsi meno tiri possibili.
Gli Hornets hanno tirato con il 33,3%, contro il 25% dei Nets da tre punti e hanno guadagnato 5 punti in più dalle palle perse (16 per entrambe le compagini).
Come al solito Charlotte ha ribaltato la frittata mentre gli avversari, partiti forte, si cuocevano nel loro stesso olio.
Un po’ frenetici i Calabroni nella prima parte, per sfuggire alla pressione dei Nets hanno finito per accettare un ritmo che tuttavia nella seconda parte le Retine non sono riuscite a ripetere se non su sporadiche occasioni.
Alla fine Charlotte ha prevalso in virtù del miglior assortimento della rosa, anche quando un super Kemba si è affidato al gioco dei compagni nel finale.
Si va sul 4-1 e si tornerà a giocare a breve all’alveare, prima gara prevista contro i Pacers dell’ex Jefferson.
Walker ha finito con 30 punti, raddoppi spezzati magicamente e tanta leadership.

Walker ha finito con 30 punti, raddoppi spezzati magicamente e tanta leadership.

 
Coach Clifford in assenza di Lamb e Hibbert schierava questi cinque titolari: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Zeller.
Out Jeremy Lin, i Nets utilizzavano il seguente quintetto: Whitehead, Bogdanovic, Hollis-Jefferson, Booker e B. Lopez.
 
A portare a casa la palla a due era Zeller ma gli Hornets soffrivano la solita partenza a handicap.
Marvin Williams e poi Walker sbagliavano, nel mezzo i Nets con Lopez passavano avanti; spin in area appoggio a tabella con fallo di Zeller da subito in evidente difficoltà sul centro avversario. Gioco da tre punti e distacco che saliva a cinque con un canestro di Hollis-Jefferson, a 10:42 finalmente arrivava anche il primo canestro di Charlotte.
Batum in arrestabile ascensione rimaneva sospeso un’eternità subendo anche il contatto.
Buon canestro ma libero mancato.
Il trend favorevole alla squadra di Atkinson non si arrestava nemmeno con una transizione di Batum che portava il punteggio sul 4-7.
Bogdanovic a 9:40 colpiva da tre punti e nonostante una prodezza in entrata di Kemba, esitazione, accelerazione e appoggio in allungo al plexiglass coronato da un libero aggiuntivo (non trasformato), Brooklyn pescava il jolly con la tripla di Lopez, il quale era successivamente marcato da Hawes viste le difficoltà di Zeller a contenerlo.
Niente da fare tuttavia, altri due punti di Telespalla Lopez, punteggio sull’8-17 destinato a peggiorare dopo un coast to coast di Booker e un’entrata semplice di Whitehead.
Walker a 4:57 rompeva uno dei raddoppi portati su di lui nella prima frazione e s’involava a segnare.
Dopo essersi girato dalla baseline destra Batum faceva partire un tiro vincente a 4:20 senza che il n°41 avversario potesse far nulla.
Dall’angolo sinistro Kemba, protetto da Kaminsky aumentava di tre il suo bottino personale, e per un fallaccio su di lui impegnato in una tripla arrivavano anche tre tiri liberi.
A cronometro bloccato (2:48) due andavano a segno, così i Calabroni mettevano a segno un parziale di 9-0 che li portava sul 17-21.
Il break era interrotto da Hamilton che dalla destra penetrava e realizzava da non eccessiva distanza, tuttavia un fing and roll di Batum che cambiava anca rispetto al canestro per liberarsi e un ½ di Sessions chiudevano il primo quarto sul ventitré pari.
 
L’inizio del secondo quarto era la ripetizione del primo.
Bene i Nets che nonostante la prima tripla di Hawes dell’anno (liberato a sinistra), non demordevano e con un canestro di Booker (dopo un paio di sportellate con Belinelli) da sotto si lanciavano sul 32-40.
Sempre il fisicato Booker costringeva al terzo fallo e all’uscita Zeller.
Due liberi per l’uomo in headband e -10 Hornets. Hawes con il rilascio a una mano da media distanza cercava di tamponare in attacco ma due triple di Hollis-Jefferson facevano schizzare il punteggio sul 38-50.
Booker commetteva un fallo duro su Hawes, mentre il primo ricadeva a terra, malamente, il secondo non segnava direttamente ma dalla lunetta non falliva le occasioni.
A 1:14 da una penetrazione sul fondo di Kemba con assist in angolo veniva fuori una triangolazione con vertice alto (e smarcato) Batum, il quale caricava la tripla del 43-50 che chiudeva le marcature.
La fine del primo tempo era dunque favorevole ai Nets che comandavano di sette punti.
Batum con un'altra buona prestazione sfiora la doppia doppia.

Batum con un’altra buona prestazione sfiora la doppia doppia.

 
Inizio ripresa a fuoco lento per Charlotte che concedeva una fortunata tabellata a Booker con il piede sull’arco bianco da tre punti più un canestro in corsa con spin incorporato da parte di Whitehead.
Per fortuna Kemba prendeva un blocking foul da Hollis-Jefferson e realizzava due liberi, poi dalla sinistra con il suo movimento oscillante non permetteva al difensore d’intercettare una sua tripla, quella per il 50-56.
Era ancora lui a lanciarsi a velocità Calabrone in contropiede ma non trovando il canestro a difesa sguarnita (l’oppositore era saltato con lui), Zeller scartava un cioccolatino con il cartiglio recante la scritta “schiacciami”, così era… dunk e Hornets a -4 a 8:40.
Era il turno dei Nets di colpire in transizione.
A 7:54 Zeller però passava l’avversario ma era recuperato da Booker con il fallo, gioco da tre punti e Hornets in ulteriore avvicinamento (55-58) e anche se Batum e Kemba da tre non agganciavano subito la squadra newyorkese, un passaggio sul lato del corpo del difensore da parte di Zeller trovava tutto solo MKG sotto canestro per il -1.
Da una stoppata di MKG nasceva il contropiede che mandava due volte in lunetta Zeller per il sorpasso.
Cody non tradiva e i Calabroni andavano avanti 59-58.
Williams finalmente centrava anche una tripla dopo molteplici errori e Charlotte si portava sul 64-60.
Kaminsky dall’angolo sinistro replicava a una tripla dei padroni di casa facendo segnare allo scoreboard il punteggio di 69-63. Kilpatrick entrava due volte in lunetta (la seconda per gentile concessione degli arbitri con fallo assegnato a Sessions ma il giocatore dei Nets era franato a terra da solo), ad ogni modo i tre punti ottenuti riportavano al possesso di una distanza massimo. Batum con una rapida jam sulla sinistra del canestro (buon assist di Sessions) e una finta di Hawes che serviva a scavallare il difensore che abboccava saltando e relativo jumper in avvicinamento dalla baseline sinistra portavano a +7 i viola (73-66).
Scola comunque e chiudeva il quarto realizzando da penetrazione per il 73-70, favorevole ancora agli Hornets.
 
Ora il timer era ora impostato sui 12 minuti finali ma ancora non si conosceva l’esito del piatto. Belinelli pizzicava con un pizzico d’origano per due punti ma riuscivamo anche a sbagliare un tre contro uno in contropiede.
Ci puniva ancora Scola, tuttavia Kaminsky aveva due opportunità da tre e se la prima era fuori bersaglio, la seconda a 9:27, ci allontanava dal pericolo (78-72).
Una mega dunk a una mano di Hollis-Jefferson scuoteva i padroni di casa a 8:32 Kilpatrick proseguiva il momento magico delle Retine con una tripla siderale nonostante Kaminsky di fronte.
I Nets riuscivano a buttare via l’ennesimo contropiede, quello del pareggio: visione di gioco e incomprensioni, la palla terminava fuori e Sessions servito sulla corsa da un Kaminsky fermatosi nel pitturato a sinistra (spin sul piede perno e passaggio breve orizzontale), infilava la difesa dei bianchi locali.
Sessions prendeva anche un fallo andando in transizione (un problema per i Nets chiudere senza fallo o subir canestro).
I Calabroni guadagnavano anche il possesso della palla quando Sessions piroettava davanti a Harris ma perdeva la palla cadendo.
Per gli arbitri era fallo, onestamente per me no, ma la cosa faceva il paio con i due FT regalati a Kilpatrick in precedenza. Walker rientrava sul parquet e sottomisura metteva anche l’ottantacinquesimo punto per la squadra di Clifford.
Kilpatrick continuava a guadagnare giri in lunetta e infilava l’85-82, Atkinson, il coach dei Nets, risfidava Walker mettendogli davanti l’altissimo Lopez, Kemba da media distanza se ne liberava con il suo classico tiro veloce e imprendibile, ora anche più affidabile.
L’87-82 era servito, ma i giocatori di contorno dei Nets riuscivano a portare pericolosamente al -1 la gara.
Gli Hornets in attacco sbagliavano ma MKG era bravo a dare una manata a un pallone appena entrato in possesso della difesa dei Nets, l’extra possesso era essenziale poiché Kemba ricavava una tripla fondamentale.
90-86… ma le sorprese non erano finite perché Lopez (provandoci diverse volte in serata), da fuori centrava il bersaglio grosso.
I Calabroni giocavano intelligentemente a cercare l’uomo libero sulla pressione dei Nets.
Zeller metteva dentro un bel passaggio, MKG pendeva posizione in attacco per tagliare fuori il rientro dei difensori e da sott canestro a destra metteva dentro il 92-89.
Bogdanovic in corsa prendeva una manata bassa da Zeller.
I liberi erano precisi e la partita ancora terribilmente in bilico.
Per fortuna, dopo una sfilza di errori al tiro, Marvin Williams (altra apertura con visione di gioco di Cody) realizzava dal corner sinistro il 95-91 a 1:05 dalla fine.
Walker perdeva un pallone ma Zeller salvava in stoppata su Kilpatrick.
I Nets non segnavano, Kemba subiva fallo e l’1/2 portava a +5 la squadra del North Carolina.
Batum si prendeva e realizzava due FT a :18.1.
Due FT discutibili assegnati a Kilpatrick (fallo di MKG) lasciavano ancora speranza ai Nets sul -3, i quali erano però costretti al fallo e sperare che Zeller dalla lunetta non segnasse i due liberi.
Il desiderio era esaudito parzialmente perché Cody mancava il primo lasciando un po’ di ansia a tifosi e compagni, ma il secondo era morbido e chiudeva la gara sul 99-95.
 
Brindiamo dunque in attesa di Pacers e Jazz tra le mura amiche.
brocha1
 
Pagelle:
 
Walker: 8
30 pt. (11/22), 6 rimbalzi, 1 assist. Sale. Sale sempre più in altro. Un sale dell’Himalaya. Non sarà rosa ma il livello è quello, talvolta raggiunge vette come quelle del Monte Olimpo su Marte. Senza di lui il piatto sarebbe insipido. Prende due sfondamenti. E’ esplosivo, dinamico, rompe raddoppi come se il mar Rosso si aprisse davanti a lui. Uniche note negative, perde due palloni nel finale (4 totali) e serve solo un assist in modalità “faccio da me, è meglio”, tuttavia senza di lui starei scrivendo un pezzo ben diverso.
 
Batum: 7
18 pt. (7/13), 9 rimbalzi, 2 assist. Limone e miele. Un agrume che amo molto il limone, non solo per la vitamina C. Aspro, come il suo tiro quando è in serata no, scende vertiginosamente, ma è un alleato prezioso e indispensabile che entra in molti piatti, così come lui entra nei vari tabellini delle statistiche. Il miele è perché è un appiccicoso collante, inoltre a seconda del fiore ha varie proprietà. Lui è il pregiatissimo Manuka e nel primo tempo tiene in piedi la baracca. Elegante sfiora la doppia doppia che non arriva solo per un rimbalzo.
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (3/5), 10 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Zucchero. Di canna, non troppo raffinato, come la tecnica di tiro, ma ha energia e fisicità. Sta trovando anche qualche punto in più, su ambo i lati del campo è energia. Non ingannino discrete cifre, non sembra ancora lui. Lascia troppo spazio a Hollis-Jefferson nel movimento ciondolante tra la chiusura dell’area alta e la linea dell’arco. Anche in penetrazione lascia qualcosa. Troppo molle, compreso nel finale quando gli arbitri gli fischiano contro un fallo tanto per…
 
M. Williams: 5,5
6 pt. (2/13), 4 rimbalzi, 4 assist. Zenzero. Molto saporito il suo tiro da oltre l’arco, tuttavia stasera fa 2/8 da fuori. L’attenuante è un dito non a posto e chi gioca sa quanto sia importante essere a posto. Combatte la nausea da rimbalzo offensivo avversario in genera ma stasera ne prende pochini. Per fortuna centra due triple essenziali.
 
C. Zeller:6,5
10 pt. (3/7), 6 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Farro. Ragazzo ricco di fibre. Qualche volta lo tradiscono procurandogli infortuni, ma ha tempra. Sfortunatamente non ha giocato la preseason ma pare aver lavorato bene in precedenza. Mancherà di qualcosa, ma non di fibra. Inizia male. Problemi a contenere Lopez e problemi di falli. Passa parte del primo tempo in panca, non per le rotazioni. Rientra, si adatta e migliora sensibilmente.
 
M. Belinelli: 5,5
2 pt. (1/6), 3 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Pomodoro. Che altro se no? Più italico di così? Lui vuol far vedere che sa segnare in tutte le salse ma gli splash da tre sono la sua morte. Male al tiro. Indovina solo una conclusione. Si rifà con altre statistiche, cercando di esser d’aiuto alla squadra ma come Marvin oscillerebbe tra il 5 e il 5,5 oggi…
 
Kaminsky: 6,5
13 pt. (5/8), 4 rimbalzi, 3 assist. Mirtillo. Antiossidante. Tiene impegnato il ferro. I suoi movimenti non sempre sono garanzia di successo, ma sono comunque frutto di buona tecnica e talvolta originalità. Rotolando, roteando o scorrendo sul parquet, nonostante la stazza, si muove imprevedibilmente come un piccolo mirtillo lasciato su una superficie leggermente in pendenza e può creare per i compagni. IL mirtillo si dice aguzzi la vista e pare che sia andato al tiro dopo essersi bevuto un litro di succo…
 
R. Sessions: 5,5
6 pt. (1/7), 2 rimbalzi, 4 assist. Caffè. Deve fare il nuovo Lin. L’importante è capire subito di che qualità è. Scomodiamo l’Arcangelo Gabriele (non quello sulla traversa in Fantozzi), ma quello che diede a Maometto (il quale si sentiva male), questa bevanda, facendolo riprendere. Ramon dovrà essere intenso e forte, qualità oro per sopperire alla perdita dell’ex Jeremy. Un paio di palle perse, quelle le regalava anche Jeremy. Non arrivano gli stessi punti. Ai liberi è un po’ freddo ma nonostante i numeri da 5 oscillerebbe stasera il 5,5 e il 6 per importanza nel gioco, tuttavia può fare di meglio.
 
S. Hawes: 7
13 pt. (5/8), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Fragola. Un po’ me la ricorda per il peduncolo e la rosetta di foglie paragonata alla capigliatura legata ma un po’ scapigliata in partita, un po’ per gli assist battuti a terra dalla fragranza irresistibile. La fragola poi è un falso frutto, il frutto vero e proprio sarebbero gli acheni, i semini gialli che si trovano sulla parte commestibile, così anche i suoi assist non sono scontati. Non sforna nemmeno un assist stasera in verità, ma si mette in proprio e porta nel primo tempo punti pesanti in momenti difficili. Peccato per le 4 perse.
 
Coach Clifford: 6,5
Cacao/ciocolato. Il nettare degli dei. Ormai dappertutto nei negozi alimentari, è il nuovo prezzemolo. Lui però è l’originale, non il surrogato. Altra rimonta. Come la panna sulle fragole è delizioso recuperare ma non sempre sarà possibile. Serve più concentrazione e più prontezza nell’entrare in partita contro avversari determinati al massimo da subito.

Game 4: Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 109-93

chaphi1
 
CopiHornets
 
Nella mitologia Nordica esistono nove mondi.
Essi sono collegati da un enorme albero chiamato Yggdrasill.
Le sue radici si estendono in tre mondi; quello del freddo, quello dei Giganti e quello degli Dei.
Due le stirpi divine, gli Asi e i Vani che si combatterono prima di arrivare alla pace.
Potremmo veder quest’ultimo fatto come la metafora dell’innesto tra i nuovi e i “vecchi” nel roster quest’anno.
Queste difficoltà si son viste nel primo tempo.
Squadra anonima, timida, difficoltà a realizzare e difesa a tratti fumosa.
Giocatori sottotono eccetto forse Walker che viveva in un mondo tutto suo, mentre gli altri erano quasi tutti agli Inferi…
Siamo comunque solo a gara 4.
Impossibile per noi dire se il destino sarà benevolo o meno.
Le Norne, donne che decidono il destino degli uomini e degli dei (ne esistono di buone e cattive, le tre più famose si occupano di nutrire l’albero) sono a noi imperscrutabili.
E’ presto per dire che stagione potranno fare gli Hornets, ma confido nella loro benevolenza.
Questa sera i Calabroni non hanno meritato nei primi 24 minuti, ma hanno ribaltato la gara in cinque minuti nel secondo tempo.
Tutto da copione quindi, per una squadra che ha bisogno di subire schiaffi prima di reagire e vincere.
Philadelphia è squadra che ha buone individualità, ma fa fatica a difendere e pare troppo sfilacciata e anche frenetica in qualche occasione in attacco.
E’ evidente che si tratti di squadra giovane, tra l’altro perseguitata da qualche norna che nella città dell’amore fraterno non dev’essersi trovata bene, visti gli infortuni a catena.
Batum. Secondo tempo da 17 punti per 20 complessivi.

Batum. Secondo tempo da 17 punti per 20 complessivi.

 
Philadelphia agli ordini di Coach Brett Brown arrivava da un back to back, partita quasi vinta contro i Magic buttata via nell’ultimo minuto di gioco.
In serata il quintetto era composto da: Rodriguez, Henderson, Covington, Saric e Holmes.
Clifford schierava i soliti (in assenza di Hibbert): Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
 
Gli Hornets vincevano la palla a due ma il cronometro non partiva (già visto ieri a Indianapolis), si cominciava nuovamente da una rimessa dopo due secondi consumati.
Ne passavano altri 9 e Zeller era già in lunetta ma falliva entrambe le conclusioni.
Charlotte passava comunque in vantaggio con lo stesso Zeller a 11:16 che dopo un giro nel pitturato arrivava a contatto con il difensore ma in qualche maniera riusciva a mandare dentro la sfera.
Covington con la tripla superava i Calabroni e più tardi l’ex Gerald Henderson infilava in contropiede anche il 4-7.
Gli Hornets costringevano spesso al fallo la difesa di Phila e passavano diverse volte dalla linea della carità per guadagnare punti.
Kemba faceva 2/2, MKG ½, ancora Kemba a 8:03 per un fallo di Okafor in chiusura tirava e realizzava altri due FT per il 9-7. All’improvviso si passava dal punto singolo alle triple, Marvin Williams, intervallato da Ilyasova, colpiva due volte da grande distanza.
L’ultima grazie a un meritevole assist dietro la schiena effettuato da Batum che a 6:39 valeva il 15-10.
Philadelphia pareggiava di tripla (Stauskas) ma a 4:54 Kemba con un lungo e velocissimo jumper in step back allungava e Kaminsky riportava a cinque le distanze con una tripla (20-15), entrava anche Belinelli ma falliva due tiri accontentandosi di restituire un pallone in transizione a Walker che appoggiava senza più difensore assorbito da Marco.
Gli Hornets circa rimanevano al palo mentre Philadelphia prendeva quota; a 1:09 la squadra di Brown sfruttava una tripla di Saric per passare in vantaggio (22-26).
Il primo tempo però era brutto, Thompson in contropiede sbagliava un rigore, i Calabroni perdevano palla con un lungo lob subendo un secondo contropiede, assist di Stauskas ma Covington sparava sul ferro la schiacciata, così Hawes (aveva perso palla all’inizio di tutta questa breve ma intensa sequenza) beffardamente si ritrovava a conquistarsi due liberi a :31.7, poi realizzati.
Il primo tempo si chiudeva con i canestri di Saric e Sessions sul 26 pari.
 
Nel secondo quarto Philadelphia prendeva più confidenza intuendo le falle della difesa di Clifford.
A 10:04 un gioco da tre punti di Saric portava il punteggio sul 28-33.
Finalmente si svegliava Belinelli che segnava in jumper da destra prima e dalla diagonale destra da oltre l’arco poi, il catch’n shoot del nostro swingman valeva il 33 pari a 9:22, una fortunata tripla di Henderson seguita da un canestro di Rodriguez più un gancio di Okafor trascinavano sott’acqua i Calabroni.
35-43 prima che Sessions splittando dalla lunetta a 5:46 interrompesse il break degli ospiti.
I 76ers divenivano padroni del parquet e un runner dal pitturato di Thompson a 2:49 mandava negli abissi profondi Charlotte.
-13 sul 38-51…
Per fortuna bastava affondare un po’ per procurare seri problemi ai lunghi in divisa blu…
Walker andava in angolo e attraeva su di se le attenzioni, lo scarico valeva una tripla aperta di Batum per il -10.
Williams e Zeller conquistavano la lunetta ma continuavano a consumare il ferro splittando entrambi.
Walker dalla lunetta e ancora Sessions portavano altri tre punti alla causa (2 Kemba, 1 Sessions, tra l’altro in campo contemporaneamente) e l’orrendo primo tempo terminava 46-53 a favore degli ospiti, va detto… meritatamente.
Kaminsky contro Ilyasova e Okafor. Frank ha chiuso con 14 punti. Getty Images.

Kaminsky contro Ilyasova e Okafor.
Frank ha chiuso con 14 punti.
Getty Images.

 
Nel terzo quarto cambiava tutto però.
Il primo attacco dei 76ers era disastroso poiché nonostante avessero la possibilità di concludere esitavano facendo scadere i 24 secondi.
Batum andava in lunetta per un’infrazione dei tre secondi nella propria area chiamata a Philadelphia e lì forse si sbloccava da un brutto inizio regular season.
Intanto Kemba si faceva consegnare alla mano e partiva per recapitare due punti in penetrazione a 10:55.
Gli Hornets cercavano velocemente l’operazione sorpasso.
Batum a 10:31 arrestandosi in corsa dalla diagonale sinistra segnava tre punti (dati per due al momento e poi successivamente corretti a tre), Walker a 9:47 da tre punti (scarico di MKG) era come Re Mida, tutto ciò che toccava diveniva oro, la tripla issava in testa i Calabroni (55-53).
Hornets on fire e su un invito di Batum, screen roll, partenza di Zeller dalla linea, un paio di passi e furiosa schiacciata a due mani ad attraversare la difesa di Brown.
A 8:10 Marvin Williams metteva a segno la giocata difensiva della gara rubando palla e andando in contropiede in uno contro uno a realizzare abilmente il 59-53.
Saric provava a rispondere… il rookie croato eseguiva uno spin in area e batteva la difesa di Charlotte con la mano sinistra ad appoggiare.
Zeller a 4:05 giocava un pick and roll con Kemba, anticipando i tempi dal pitturato alzava un teardrop che spioveva nella retina con semplicità ed efficacia.
A 3:01 Batum infilava una tripla e portava a +10 i bianchi di casa (75-65), il francese veniva trovato con un bel passaggio schiacciato da Hawes, Nicolas lo agganciava in corsa, realizzava e potava a casa un gioco da tre punti a 1:38 per l’80-69.
Kaminsky dalla diagonale sinistra rincarava la dose da oltre l’arco (83-70) e ai 12 minuti finali si arrivava sull’85-73.
 
L’ultimo quarto era in parte il festival delle marcature degli Hornets, anche se dopo l’iniziale canestro di Kaminsky, Rodriguez centrava due triple nel giro di poco tempo.
A 10:07 con la seconda costringeva Clifford al time-out sull’87-78.
A 9:48 però Kaminsky con il difensore davanti a lui, fermo sulla sinistra, si muoveva solo con il piede perno, finte e tiro messo nonostante la marcatura stretta.
A 9:02 una drive sulla baseline di Kaminsky era la base per l’assist a Belinelli; The Tank lanciava dritto in angolo a Marco smarcato che da tre bruciava la retina per il 93-79.
Rispondeva Saric da fuori ma ancora Marco, lanciatissimo, metteva una tripla più scomoda rispetto a quella precedente.
A 7:34 passaggio no look a terra di Belinelli… dalla transizione bastava questo assist per far arrivare Hawes in corsa a pochi passi dal ferro per appoggiare il 100-84.
La partita terminava con Walker che si dedicava ad accumulare qualche punto in più per le statistiche.
Il match si chiudeva 109-93 per gli Hornets, capaci di ribaltare in poco un match nato male.
chaphi2
 
Pagelle: (associate alla mitologia nordica):
 
Walker: 7
22 pt. (7/14), 4 rimbalzi, 7 assist. Balder. Il Dio della luce è coraggioso e saggio. Muore per incolpevole mano del fratello cieco armato da Loki. Tornerà dagli inferi per regnare in tempo di pace. Nel primo tempo ha una faccia triste. Non si vede nemmeno l’inquadratura di sua mamma sugli spalti. I suoi compagni gli combinano scherzi. Lui con le sue penetrazioni costringe Brown a cambiare due volte i lunghi per problemi di falli. E’ anche preciso dalla lunetta. Garanzia, lui c’è ed è effettivamente coraggioso e saggio. Unica nota negativa le 4 palle perse. Nel primo tempo gli Hornets ne lasciano giù tante, nel secondo non regalano quasi nulla.
 
Batum: 7
20 pt. (7/15), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Niödhr. Dio del mare vive a Noatun, la città delle navi. E’ però anche il Dio del fuoco e del vento. Sospinge e brucia nel secondo tempo, dopo i primi due quarti da de profundis. 17 punti arrivano nel secondo quarto, quando sembra essere tornato il vero Batum, per fortuna.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
6 pt. (2/4), 13 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Vidharr. Detto anche il Dio silenzioso, è poco noto. Figlio di Odino, dopo Thor è il Dio più potente. Comprimario importante quindi nel team come stopper, dall’energia insospettabile. Fa un primo tempo da 5, con tre falli si siede in panca. Nel secondo ottimizza le occasioni.
 
Marvin Williams: 6,5
11 pt. (4/12), 8 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Heimdallr. Altro figlio di Odino e delle onde del mare. Pare sia stato partorito da queste sul bagnasciuga, quindi racchiude caratteristiche di mobilità (mare) e forza (terra). E’ il guardiano della fortezza dell’Asgardhr, vista acuta, conoscitore del futuro, controlla il ponte arcobaleno (Bifröst) che collega l’Asgardhr alla terra. Triple arcobaleno, mobilità in campo ma anche forza. La sua onesta partita con qualche tripla e rimbalzi.
 
Zeller: 6,5
13 pt. (5/7), 1 rimbalzo, 1 stoppata. Come Mundilfaeri. Ovvero colui che si muove con ritmi e tempi precisi. Un paio di teardrop, inserimenti, una flash dunk da highlights con i tempi giusti. Bene in attacco, tempismo perfetto. Male in difesa dove fatica a rimbalzo e commette qualche fallo di troppo.
 
Kaminsky: 6,5
14 pt. (6/12), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Elfo. Genericamente gli elfi sono creature cui viene attribuito un forte legame con la natura. Bianco e splendente, capaci di dare profumo e colore ai fiori. Il lungo che stupisce con le sue triple. Fresco d’opzione di rinnovo per l’anno prossimo, si dice contento. Entra meglio in ritmo partita rispetto a Boston e gioca una buona gara.
 
Belinelli: 7
11 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 2 assist. Luna. Contrariamente al nome femminile in italiano è il figlio di Mundilfaeri. Gli dei offesi dall’arroganza del nome rapirono il bambino e lo misero in cielo. Inseguito perennemente da un lupo di nome Hati, l’ultimo giorno del mondo sarà inseguito e divorato ma non è ancora il tempo. Per ora corre e illumina con le triple… Pareggia la situazione di svantaggio nel secondo quarto dopo uno 0/3 da paura iniziale. Nel secondo tempo mette un paio di canestri che allontanano gli ospiti, in più arriva la ciliegina dell’assist per Hawes. Porta via l’uomo in caso di penetrazione, se nell’angolo l’attenzione ricade su di lui, i piccoli possono creare gioco o segnare.
 
Hawes: 6,5
8 pt. (3/3), 2 assist, 1 stoppata. Thor. Oltretutto perché così conciato (versione Marvel) è andato in ospedale insieme a Zeller a trovare i bambini malati. Con il suo martello Miöllnir distribuisce mazzate al canestro avversario, anche se durante la serata è buono e si limita a una. Thor odia i nani e i giganti, forse per questo il suo passaggio schiacciato beffa entrambi. A parte due palloni persi e un paio di difese sicuramente migliorabili, in attacco non sbaglia niente.
 
Sessions: 6,5
4 pt. (1/3), 3 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Askr. E’ l’uomo normale. Popolerà il Midhgardhr, il recinto di mezzo. Tratto dal frassino. Gioca a sprazzi insieme a Kemba. Destinato a fargli da secondo ma anche a giocare con lui una small balla momenti. Roberts rimane in panca, lui finalmente si dedica oltre alle sue incursioni, allo smistamento assist. Un paio di liberi cortissimi ma non malvagio questa sera.
 
Graham: s.v.
0 pt. (0/0), in 01:19. Austri. Era un verme nato dalla morte del Gigante malvagio Ymir, ora è un nano. Insieme a Vestri, Nodhri e Sudhri regge il cielo agli angoli della Terra. A lui che insieme a Sudhri sorregge la volta della Southeast Division vanno le preghiere perché il cielo non cada su Charlotte e si possa fare una bella stagione. Esordisce per pochi minuti nel secondo tempo quando MKG ha problemi di falli. Più portafortuna che giocatore per ora.
 
Clifford: 6,5
Odino. Il padre degli dei. Dopo la sconfitta con Boston cerca di far tornate il parquet amico simile alla fortezza dell’Asgardhr. Nel bene e nel male deve cercare di dare un’identità a questa squadra che soffre ancora troppo di sbalzi d’umore. Male la prima parte, bene la reazione. Speriamo che il wake up sia definitivo.

Fast News

Cody Zeller ha prolungato il proprio contratto con gli Hornets.

 

Cody Zeller in una vecchia partita a Denver. Il numero 40 in 3 partite (19,7 minuti di media) ha 10,7 punti (.611 dal campo), 5 rimbalzi e 1,7 stoppate di media a partita.

Cody Zeller in una vecchia partita a Denver. Il numero 40 in 3 partite (19,7 minuti di media) ha 10,7 punti (.611 dal campo), 5 rimbalzi e 1,7 stoppate di media a partita.

 

Saranno altri quattro gli anni (salvo ovviamente mercato) che trascorrerà in North Carolina.

http://www.nba.com/hornets/hornets-sign-zeller-multi-year-extension

Ci si chiede se Cody possa valere tutti quei soldi.

Certamente è uno di quei ragazzi che ci mette impegno e profonde energia per la causa. Non sempre gli va bene, non sarà un fenomeno, ma è uno di quei comprimari che vorresti aver sempre con te, anche perché mi pare stia facendo intravedere qualche miglioramento oggi (non conosco il peso attuale ma sembra anche un po’ più massiccio e meno filiforme rispetto lo scorso anno), nonostante abbia saltato la preseason per infortunio, oltre agli inserimenti e ai pick and roll chiuso a volte da qualche jam spettacolare, sembra più confidente in attacco.

La domanda principale però è un’altra… ovvero perché Charlotte spesso paghi di più rispetto al valore del giocatore se paragoniamo due player dalle statistiche simili.

La strategia credo si possa riassumere nell’alzare preventivamente il prezzo e chiudere un contratto che, viste le impennate dei prossimi due anni (legate all’aumento dei contratti in virtù degli accordi chiusi dalla NBA con le tv e i media), potrebbero divenire veri affari.

In quest’ottica in estate sono stati sacrificati Lee e Lin, preferendo aumentare i contratti di Marvin Williams e Nicolas Batum, non di poco.

Ora… va bene che per stessa ammissione del presidente MJ Charlotte è un piccolo mercato che ancora non attrae stelle, ma non credo sia solo questo o in società siano sprovveduti.

La mossa di pagare il francese (forse stanco dagli impegni estivi e partito in sordina, ma credo possa migliorare sensibilmente) come una super star va inquadrata in quest’ottica.

Cho ha voluto esercitare l’opzione per il rookie Kaminsky per il terzo anno. I cingoli del carro armato quindi dovrebbero strisciare sul parquet di Charlotte anche per la prossima stagione.

 

http://www.nba.com/hornets/press-releases/hornets-exercise-team-option-frank-kaminsky

 

Dall’infermeria invece registriamo che Roy Hibbert è in game time decision per la partita contro Philadelphia giovedì notte e Lamb (piccolo stiramento al quadricipite del ginocchio sinistro) sarà fuori almeno sino al 9 novembre. Per fortuna da calendario le prossime due sfide (Philadelphia in casa e Brooklyn fuori), con tutto il rispetto per questi due team, non sembrano proibitive.

Zeller avrà più spazio, dalla panca seguirà Hawes e forse vedremo anche l’ex 76ers Wood per la prima volta in stagione.

Inizia novembre… da qui a fine anno gli Hornets giocheranno più partite lo scorso anno avendo un calendario più intenso che a metà gennaio circa si riporterà in pari.

Servirà l’energia di tutti per arrivare al nuovo anno con un buon record ed essere salutati come la solita meteora.

La squadra pare esserci in attesa di test più probanti.

Let’s go Hornets!

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