Game 23: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 109-88

 
 
CollisiHornets
 
Gara numero 23 per gli Charlotte Hornets in casa allo Spectrum Center.
Il 23 ricorda sicuramente il numero principale utilizzato da Michael Jordan durante la sua carriera e poi si associa a tante altre cose.
Il meteorite 23 Talia, è un asteroide piuttosto massiccio che orbita nella fascia principale (tra Marte e Giove).
Ecco… questi Orlando Magic oggi sembrano più un meteorite che una serie di stelle brillanti che hanno sempre contribuito a dare lustro e immagine al proprio logo.
Non sono più i tempi di O’Neal e Hardaway, oppure quelli di Tracy McGrady o ancora di Howard.
L’Orlando attuale sembra più una mina vagante, nonostante l’ultima caduta contro Boston, recentemente avevano fatto bene battendo 76ers, Pistons e Wizards, la fazione di coach Frank Vogel si era rilanciata così per un posto playoffs.
La collisione tra due rivali divisionali dava esiti incerti alla partenza quindi, i Magic, però bruciavano nell’atmosfera del North Carolina e l’invasione aliena era respinta.
Gli Hornets hanno vinto la lotta a rimbalzo nettamente; 59-40 e le percentuali dal campo sono state migliori.
48,2 per Charlotte contro il 37,4 d’Orlando.
Solo Fournier (12 pt.) e Ibaka (12) sono andati in doppia cifra per gli ospiti.
 
Vogel tentava d’infastidire I Calabroni con: DJ Augustin, Fournier, A. Gordon, Ibaka e l’ex Biyombo.
Gli Hornets di Clifford schieravano invece il seguente quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.

Walker gioca metà gara ma sempre ai suoi livelli…

 
Tutto pronto allo Spectrum Center per immergersi nella battaglia spaziale quindi cercando la quattordicesima W.
C. Zeller e l’ex Biyombo saltavano per cercare di regalare il primo attacco alla propria squadra, era il secondo a vincere il duello e a consentire ai suoi, in blu, a partire a caccia di punti.
Il primo attacco ospite tuttavia non andava a segno, ai 24 arrivava il tiro ma senza spazio e convinzione, dall’altra parte Walker si girava e con un FT jumper andava sopra il difensore battendolo per il 2-0.
Un po’ di confusione, difese pressanti e ancora molta energia bloccavano il punteggio sino a 9:45, quando Ibaka per concessione arbitrale si presentava in lunetta e pareggiava la gara. Se c’era qualche dubbio su questa chiamata, così era anche per la successiva a 9:31 (fallo chiamato a Biz su Marvin intento a schiacciare), comunque sia i Calabroni si avvantaggiavano con due liberi a segno.
Non era finita lì dalla lunetta, MKG guadagnava un fallo (Fournier) e convertiva con altri due punti a gioco fermo.
A 8:47 era ancora la nostra ala piccola a portare altri due punti nelle casse degli Hornets; andando a sbattere in corsa su Fournier s’inarcava all’indietro e in modo scoordinato riusciva comunque a metter dentro in salto.
Venti secondi più tardi i Calabroni raggiungevano la doppia cifra e lo facevano in maniera spettacolare con Zeller, il quale a una mano tirava giù una schiacciata raggio laser che inceneriva Biyombo.
Sul 10-2 Biz tentava di rifarsi dalla lunetta ma il suo ½ lasciava attardati di sette gli ospiti di sette lunghezze.
Un jumper di Batum da sx allontanava la minaccia, poi un bell’intercetto di Marvin non portava risultati utili in attacco, i blu rientravano un po’ segnando quattro punti di fila.
MKG continuava a produrre in attacco; dopo un errore Zeller da sotto lottava e portava a casa il rimbalzo offensivo, sul proseguimento dell’azione Batum rischiava un po’ ma mandava fuori tempo l’intervento difensivo dei Magic, finta di MKG a togliersi dai piedi l’ultima resistenza e appoggio perfetto.
Gordon con delle finte di penetrazione raccoglieva dal palleggio e metteva dentro un tiro veloce dalla media distanza battendo la difesa di Batum, tuttavia dall’altra parte l’inaspettato terminale offensivo MKG a 5:35 aggiungeva il jumper alle sue armi vincenti di serata per allungare sul 16-9.
A 5:10 Ibaka accorciava da tre dalla diagonale destra, Marvin ci provava con un pick and pop da fuori ma non aveva la stessa fortuna, Biz da sotto evitava due interventi difensivi e depositava per il -2 costringendo al time-out Clifford quando il cronometro segnava 4:20 alla fine del primo quarto.
Gli Hornets ripartivano segnando dal campo con Batum e con Kaminsky a gioco fermo (4 punti per il 20-14 a 3:45) ma la panchina degli Hornets diveniva temporaneamente inabile nel segnare e i Magic con un jumper di Biz agganciavano la squadra di Clifford, per poi trovare anche il sorpasso, il primo di serata, con Vucevic dalla lunetta (1/2) per il 20-21.
A un quarto di partita Olando quindi si trovava inaspettatamente al comando.
 
L’inizio del secondo quarto era sulla falsa riga del finale di primo. Il pallone tra le mani di Hibbert diveniva un Unidentified Flying Object (un UFO), un suo gancio non aveva buona sorte e i Calabroni sbagliavano il sesto tiro consecutivo, fortuna che tra difesa e imprecisione ospite dall’altra parte non si faceva molto meglio…
A 11:16 Lamb era l’uomo giusto per far ripartire lo scoreboard dello Spectrum; tiro lungo da due sopra “Vuc” e controsorpasso sul 22-21.
Ibaka da tre punti ritrovava la sua mattonella dalla diagonale destra, a 10:41 Sessions per pareggiare doveva superarsi; flash spin in corsa su Vucevic e appoggio sulla sx del plexiglass.
A 10:36 Ibaka si confermava un buon tiratore di liberi riportando a +2 la squadra della Florida, ma Sessions con una penetrazione seguita da un arresto con una finta, inibiva Ibaka dall’intervento sotto canestro, appoggio e nuovo pareggio a quota 26.
Ibaka continuava a dare spinta al proprio team, quando su una buona difesa Green falliva al ferro clamorosamente, ma l’ex Thunder recuperava e metteva dentro con un elegante gancetto. Belinelli a 9:04, dopo un freddo avvio, entrava in partita con un mid-range da sinistra.
A 8:24 una bordata da lontano di Kaminsky, liberato dall’assist laterale di Walker, scassava la chiglia della navicella spaziale dei Magic.
Tre punti pesanti seguiti però a 7:24 da due di Vucevic in missione riparatrice fuori dalla navicella; attaccato al ciuffo di Payton che forniva l’assist dopo le finte tricologiche di fronte a Walker che non concedeva spazio…
Walker tuttavia forniva quattro punti consecutivi ai bianchi di casa, prima con un intercetto dalla velocità felina e transizione easy, poi passando in mezzo ai pilastri d’Orlando e mettendo dentro in elegante reverse layup.
Fournier a 6:18 in transizione segnava ma pretendeva il fallo… una parolina di troppo e gli arbitri fischiavano un tecnico contro il francese.
Il Beli realizzava il suo terzo punto di serata a gioco fermo e Hibbert imitava a gioco fermo il collega italiano (inutile fallo di Vucevic) splittando però, dalla lunetta.
Payton in attacco si faceva stoppare da Hibbert a due mani ma la copertura durava poco, il play di riserva avversario riprendeva e metteva dentro il 37-34.
A 5:35 un fade-away in corsa di Lamb tentato dalla baseline destra con uomo di fronte era vincente, MKG a 4:51 raggiungeva anche i 10 punti di bottino personale portando Charlotte sul 41-34.
MKG continuava a essere importane nell’economia offensiva di Charlotte e da un suo rimbalzo offensivo nasceva la tripla del +10 Charlotte a 4:16, Batum ne era l’artefice, ma l’altro francese, Fournier, rispondeva con la stessa arma rapidamente e i punti di vantaggio scemavano nuovamente a sette.
Cody dalle pendici del pitturato destro metteva dentro due punti facili, Payton ai 24 rispondeva ma a 3:00 dalla sirena MKG sopravviveva a un contatto con Vucevic e sull’entrata metteva dentro abilmente il 48-39.
Un runner di Fournier portava sopra i quaranta anche gli ospiti che tuttavia incassavano velocemente quattro punti (Kemba trovato sotto a destra e un MKG in coast to coast con finale dall’appoggio plastico) che li mandava sotto di 9 (52-41).
Gordon per gli ospiti tuttavia metteva dentro cinque punti consecutivi e prima del thè o di eventuali accorgimenti rigeneranti dell’intervallo i rivali divisionali riducevano lo scarto a -6.
Il finale del primo tempo era quindi 52-46 a favore di Charlotte.
 

MKG tira sopra Green. Con 16 punti l’ala piccola di Charlotte ha contribuito anche nella metà campo offensiva.

A inizio ripresa MKG sbagliava ma solcava l’immobile difesa d’Orlando, rimbalzo, passaggio esterno, apertura per Batum che dalla sinistra segnava l’open da tre.
Biz era esplosivo mettendo dentro una mano seppur allontanandosi per effetto di una mano di Zeller sul tronco. Il libero rimbalzava sul ferro destro e usciva, entrava invece l’appoggio al vetro destro di Kemba, il quale riceveva in corsa e con un’esitazione scivolava oltre la difesa d’Ibaka per il 57-48.
Gli Hornets segnavano altri cinque punti portando il parziale sul 7-0, a chiuderlo era Williams con una tripla a 9:16.
A interromperlo era 21 secondi più tardi era DJ Augustin che con la bomba innalzava il punteggio sul 62-51.
A 7:50 un tiro in corsa di Fournier riduceva il gap a 10 punti ma Zeller con un rapido floater nel pitturato andava oltre il difensore trovando la retina.
Augustin con una mattonata batteva anche il cambio di Marvin sulla top of the key da tre, plexiglass quasi infranto ma tre punti ottenuti allo scadere dei 24.
Non c’era problema tuttavia perché Kemba anche non veleggiando sul parquet dalla diagonale destra risultava micidiale: raggio gamma da tre punti e Hornets sul +12 (68-56). Batum in ritmo dalla diagonale sinistra, ben oltre la linea, trovava una soluzione visivamente affascinante con la tripla siderale. La difesa d’Orlando lasciava troppa libertà e anche se il tentativo di Cody ravvicinato era toccato, il nostro centro si riprendeva il rimbalzo e metteva dentro il tap-in.
Fournier per Vogel continuava a essere un riferimento importante per portare punti che tenessero in corsa i suoi, così era a 4:38 quando altri tre punti della guardia ridavano un -12 ai blu ma le luci telluriche iniziavano ad accendersi sopra la parte dissestata del parquet difeso da Biz & Co..
Gli Hornets però chiudevano la gara nel finale di terzo quarto grazie a un parziale di 10-0 composto da; un reverse layup di Walker che si scuciva da dosso così la marcatura di “Vuc”, una tripla di Sessions frontale a 3:33, un appoggio a sx del ferro di Belinelli che trovato da une home run pass di Batum dava un’occhiata allo specchietto retrovisore e chiudeva di mano sinistra, un’altra tripla di Sessions (dalla sinistra) trovato bene da Marco (che rinunciava al tiro disturbato).
Il nostro play di riserva ci portava quindi sul +20 (83-63) prima che Orlando trovasse due punti.
Nel finale poi Kaminsky stoppava l’ultimo attacco targato Payton e dall’altra parte Batum a :07.7 approfittava di un cinque contro quattro (Vucevic cadeva su Hibbert nel tentativo di recupero e sbattendo la schiena rimaneva giù sull’azione offensiva di Charlotte) per realizzare la tripla del 91-70 che chiudeva anche il terzo periodo.
 
L’ultimo periodo serviva a Clifford e a Vogel per provare tutte le riserve, il classico garbage time che tuttavia dava lustro a Lamb che sfruttando un errore geriatrico di Green (approssimativo nel chinarsi da ultimo uomo su un retropassaggio lento ed errato di Payton) andava a schiacciare a due mani.
Marco rimaneva in campo ancora per poco, partenza in corsa dalla diagonale destra verso il centro, pump fake galattico in movimento sul terzo tempo, il difensore abboccava e il nostro swingman chiudeva comodamente al ferro tra gli “ohh” di stupore del pubblico.
Lamb metteva anche un reverse layup penetrando dalla linea di fondo sinistra, poi spazio a tutti, Rudez segnava una tripla, poi Hezonja, ma ormai Charlotte in controllo vinceva 109-88, facendo riposare nell’ultimo periodo Batum e Walker in vista della difficile trasferta a Cleveland di domani notte.
Intanto godiamoci la terza W consecutiva.
Le pagelle saranno basate su presunte forme di vita aliene…
 
Pagelle
 
Walker: 7
15 pt. (7/13), 5 assist, 1 rubata. Se fosse un extraterrestre sarebbe di razza felina. La limitata fantasia umana ha dato sembianze ai possibili abitanti di altri pianeti attingendo da forme di vita locali. Comunque sia… Kemba è agile e sovente cade sempre in piedi. L’occhio felino a visore notturno è migliorato anche oltre l’arco e può piazzare zampate sia da lontano o sotto canestro. Qualche turnover e solo 24 in campo, più che sufficienti a contribuire.
 
Batum: 7,5
16 pt. (6/11), 9 rimbalzi, 7 assist. Non fosse per l’altezza direi che è un grigio. Gli occhi a fessura scuri, l’aspetto talvolta “distaccato” ne hanno enfatizzato alcune recenti critiche. I Grigi hanno capacità telepatiche. Lui capisce e torna quello dell’anno scorso, almeno da tre partite. Questa sera a parte un passaggio per nessuno, ritrova anche la mano e sfiora la doppia doppia.
Kidd-Gilchrist: 7,5
16 pt. (6/9), 7 rimbalzi, 1 assist. Rettiliano. Si nutrono di energia mentale. Lui cerca di soffocare sul nascere le velleità della controparte avversaria svuotandola psicologicamente. Ci riesce bene ma anche in attacco va a caccia di canestri e freddamente sfrutta tutto il possibile mostrando abilità nascoste. In 20 minuti mette 16 punti…
 
M. Williams: 6
5 pt. (1/5), 6 rimbalzi, 1 rubata, 2 perse. E.T. La connessione telefono-casa con il canestro è un po’ lenta e la mira non è il massimo stasera. I suoi polpastrelli s’illuminano solo in occasione di una tripla. Difesa sufficiente.
 
C. Zeller: 6,5
9 pt. (4/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Umano non terrestre. Sostanzialmente è un umano che evolutosi ha 5.000 anni più di storia più di noi e verrebbe dalle Pleiadi. Di circa due metri, occhio un po’ a mandorla, carnagione chiara, mostra le sue abilità posterizzando Biyombo… Buona serata difensiva.
 
Belinelli: 6,5
7 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 1 assist. Essere d’energia. Uno strano essere composto da energia che sprigiona bagliori intensi. Il Beli deve trasferirla al team sotto forma di punti e assist. L’inizio non è brillante ma poi si scatena nel parziale che decide la partita e oltre. Un bell’assist non conteggiato per Hibbert che è valso comunque la lunetta al nostro numero 55.
 
Sessions: 7,5
12 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Razza Anfibia. Si butta a capofitto in situazioni che lo portano sott’acqua ma ultimamente sa darsi la spinta per riemergere. Gioca solo 17 minuti ma lo fa bene e il mezzo voto in più arriva per quei 6 punti decisivi nel finale di terzo quarto.
 
Hibbert: 5,5
3 pt. (0/6), 5 rimbalzi, 3 stoppate. Insettoide. Gioca a metter paura agli avversari come si usa dire facciano questi insetti alieni (bug fobia) ma poi in realtà in attacco sembra proprio una di quelle mantidi descritte da fantasiosi uomini. Più che mani due falcetti che non colpiscono il bersaglio nemmeno per sbaglio. Dietro invece colleziona tre stoppate e non difende male.
 
Kaminsky: 6
8 pt. (1/7), 9 rimbalzi, 4 assist. Uomini Uccello. Sarà la “millantata” parentela con il cognome Vogel ma non amando la caccia, spara a salve. Per fortuna dalla lunetta è bravo e realizza cinque dei sei liberi a disposizione. In 27 minuti sfiora la doppia doppia ma rimane sempre sotto le due cifre.
 
Lamb: 7
12 pt. (6/8), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Uomo pipistrello della Luna. Spiega le sue ali questa versione di extraterrestre falsamente portata a conoscenza del grande pubblico da Richard Adams Locke che ne voleva presumibilmente fare della satira. Lamb però può staccare almeno sino alla mesosfera e lo dimostra nel tempo spazzatura, quando le difese sono più allegre e il suo atletismo emerge. Un bel canestro a inizio secondo quarto.
 
Hawes: 6
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 1 assist. Fleediano. Actarus di Goldrake per intenderci veniva dal pianeta Fleed prima che Re Vega lo invadesse. In difficoltà come Actarus all’inizio nel controllare il nuovo robot. Ormai la battaglia era vinta.
 
Roberts: 5,5
0 pt. (0/1). Lui e Graham sono comparse marziane generiche poco utilizzate. Con Wood e Harrison in D-League in prstito agli Swarm, forse giocano qualche minuto in più stasera. Brian però perde due palloni e non riesce a sviluppare vere azioni. Relegato a terzo play entra un po’ in sordina giocando 7 minuti.
 
Graham: 6
4 pt. (1/2), 1 rimbalzo. Entra volendo giocare. Non importa che la gara sia finita. Una tripla la sbaglia, un tiro lo mette e con un’incursione personale si procura due liberi.
 
Coach Clifford: 7
Tutto gira a meraviglia sulla navicella. La barriera difensiva regge e l’attacco abbatte tutti i dischi invasori da subito. Buoni giochi, saggio risparmiare i titolari per domani.

Game 22: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 87-77

 
 
DifesHornets
 
Arrivavano i Pistons dalla Motor City.
I Calabroni, che volano circa a 22 km orari, erano pronti ad accoglierli in una partita nella quale i nomi dei team ci parlavano di velocità. Tempi, velocità, gestione e meccanica rispondono a vari aspetti delle nostre vite e anche al basket.
Se il folle progetto di globalizzazione utilizza le prime due per sfruttare l’aberrante concetto di risorse umane finendo per meccanizzarlo spersonalizzando e deprivando l’essere delle sue capacità critiche, delle sue qualità umane, nel basket tali parole assurgono a un ruolo positivo; i tempi sono fondamentali per la buona riuscita delle giocate se accompagnati dalla qualità (che sovente in molti settori nelle aziende manca determinando meno servizi), la velocità e la meccanica combinate fanno la differenza tra un giocatore medio e uno ad alto livello, mentre la gestione è fondamentale per controllare le altre tre caratteristiche.
Coach Clifford ha visto sfumare tre possibili W all’OT e un paio di partite nei finali per mancanza d’energia.
Se contro i Pistons era necessario mettere in campo fisicità, occorreva farlo con organizzazione, per non sprecare energie importanti e, anche grazie alle rotazioni, mantenerle per il finale. Ecco il bello del basket in questo paragone; valorizzazione e utilizzo (non sfruttamento) dei giocatori a disposizione, tutti uniti per un unico obiettivo, nella fattispecie la tredicesima W stagionale, anche se talvolta le singole prestazioni di serata non sono ottimali per tutti.
La vittoria è arrivata sfruttando tutte queste caratteristiche ma soprattutto una difesa in grado di bloccare le qualità avversarie. Solo Drummond (26 pt. e 20 rimbalzi) è riuscito realmente a dar parecchio fastidio.
Harris ha finito con 14 ma con uno 0/7 da tre pt., Jackson ha raggiunto i 10 a malapena.
5/8 per i Pistons dalla lunetta contro i 21/29 di Charlotte che ha sfruttato la qualità del gioco per ottenere vantaggi.
Nonostante sei rimbalzi in più, i Pistons cadevano a Charlotte, bravi i ragazzi di Clifford a commettere solo cinque turnover contro i dodici di Detroit.
 
Stan Van Gundy schierava il suo quintetto iniziale: R. Jackson, Caldwell-Pope, T. Harris, Marcus Morris e Drummond.
Gli Hornets recuperavano Marvin Williams, l’ideale per questo tipo di partite, e piazzavano sul parquet per risposta: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.

Il rientrante Marvin Williams segna il 5-2. Buona prova per la nostra PF che chiuderà con 12 pt. e 5 rimbalzi.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Drummond vinceva la palla a due su Zeller, tuttavia i Pistons non trovavano varchi sul primo attacco, Jackson forzava la tripla sulla destra ma colpiva solo il ferro.
Dopo una palla persa da Zeller in entrata, Jackson si rifaceva mettendo i primi due punti della serata imitando Cody ma con più qualità.
A Walker non serviva la messa a punto sulle triple e infilava la cinquantanovesima personale di stagione (secondo a Est nel numero di triple realizzate) portando in vantaggio i Calabroni che si portavano sul +3 grazie a una penetrazione dalla sinistra di Marvin; runner con la mano destra e 5-2.
C.-Pope in jumper accorciava, ma proprio lui abboccava a una finta di hesitation dribbling di Batum che andava dritto, dietro i Pistons non coprivano e il transalpino chiudeva in comoda schiacciata.
Marvin con un bel movimento si smarcava rapidamente in area, Batum da fuori l’arco faceva viaggiare in verticale il pallone sopra testa del proprio difensore, l’aggancio e il rilascio ravvicinato di Marvin producevano il 9-4, tuttavia R. Jackson segnava una tripla, Pope dava la possibilità a Drummond di schiacciare un alley-oop a 6:15 e a 5.39 due FT di dello stesso Drummond. Leuer realizzava portando il parziale ospite sul 9-0 (9-13), a interromperlo era Zeller (brutta partenza al tiro) che arrestandosi, ritagliava il suo cilindro nel pitturato per metter dentro da pochi passi.
Walker s’infiammava e a 4:18 saltava come birilli i difensori in maglia blu, l’ultimo era Leuer prima di affrontare il ciclopico Drummond sul quale faceva passare la palla sopra appoggiando alto al vetro, ricaduta perfetta e Hornets nuovamente in parità.
A 4:01 Kemba dopo una rubata andava in solitaria per il sottomano e a 3:38 un pallone intercettato in difesa da Kaminsky produceva l’azione offensiva per i ragazzi di Clifford; Zeller era spinto sul tiro in area e guadagnava due FT che realizzava per il 17-13.
Drummond, segnando con un gancio contro Zeller, arrestava il controparziale degli Hornets (8-0) e un reverse di Leuer a tabella arrivato sulla lucina gialla dei ventiquattro rimetteva in completo equilibrio la gara (17-17).
Nel finale M. Morris segnava da tre punti a 2:14, ma dodici secondi più tardi Batum con fluidità gli rispondeva con un catch n’shoot da oltre l’arco per il sorpasso sul 21-20.
Caldwell-Pope in jumper effettuava il controsorpasso e Drummond prima guardava un pessimo turnaround di Hibbert che sbatteva frontalmente sulla tabella, poi realizzava sul nostro numero 55 guadagnando metri per i suoi Pistons che conservavano il vantaggio di un punto a fine quarto poiché Sessions sbagliava una tripla, ma era toccato da Smith sul reverse layup in transizione, riuscendo a portare il punteggio sul 23-24.
 
In avvio secondo quarto un Kaminsky un po’ in rodaggio metteva comunque la freccia del nuovo sorpasso, Belinelli dopo aver sbagliato una tripla guadagnava la lunetta a 10:46.
Glaciale regalava a Clifford il + 3, ma se Lamb teneva Morris, Kaminsky non faceva altrettanto con Harris così i Pistoni tornavano sul -1 (27-26).
Hilliard in palleggio regalava palla a Kemba, il quale portava la transizione, cedeva rapido a destra per Lamb che arrivava con i tempi giusti per il fing and roll.
Uno spin in area di Harris su Kaminsky con tiro in allontanamento non dava possibilità di difesa a Frank, Belinelli però in allungo anticipava il passaggio per l’attaccante e in transizione appoggiava il fing and roll che ci riportava sul +3 (31-28).
Hilliard per Detroit a 5:31 usava il paraurti su un tocco di Belinelli, gioco da tre punti e parità riottenuta.
A 4:46 Hornets nuovamente in vantaggio; chiusura sulla penetrazione centrale di MKG, scarico indietro della nostra ala, Marvin aveva tempo per mirare il canestro e con la sua tripla aperta ci riportava sul +3.
Hilliard e Drummond rientravano in pista in attacco e i ragazzi di Van Gundy tornavano al comando di uno.
Nel finale alcune buone difese e anche errori degli attacchi troppo frettolosi contribuivano a tener basso il punteggio, lo stesso Harris sbagliava da vicino andando corto, ma sul rimbalzo offensivo non mancava la seconda possibilità mandando Detroit sul +3.
L’ultimo canestro del primo tempo era ottenuto da Batum; Walker andava in penetrazione e dalla linea di fondo destra scaricava su quella opposta, dove in arrivo c’era Batum che appoggiava (1:11) il 38-39 che chiudeva i conti nei primi 24 minuti.

Nicolas Batum.
Un’altra doppia doppia per lui stanotte.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Il secondo tempo iniziava con Zeller abile a far abboccare Drummond al proprio pump fake, entrata decisa, manata in aiuto su di lui ma inutile, anzi, dannosa vista la slam dunk e il gioco da tre punti ottenuto dal nostro centro che a 11:50 riportava sopra di due la squadra della Buzz City.
Harris riportava il piatto della bilancia in parità agli sgoccioli dei 24 d’attacco per la Motor City, Jackson da destra colpiva da tre punti sfruttando il movimento palla.
A 10:38 Walker mostrava la sua velocità con sprint sul rettilineo e appoggio sulla sinistra del plexiglass.
Gli Hornets riuscivano a stoppare Drummond con MKG in aiuto, Williams recuperava un pallone in difesa ma Zeller era in difficoltà su ambo i lati del campo; dopo una pessima entrata, sbilanciato regalava palla ai Pistons che sfruttavano il duello tra lui e Drummond per andare sul +3.
Cody in attacco veniva anche stoppato ma sull’azione seguente Batum con una finta si faceva venire addosso guadagnando tre tiri liberi.
Il 2/3 ci riportava in scia (45-46) a 8:32.
Drummond continuava a fare danni nel pitturato segnando velocemente, anche se raddoppiato, dall’altra parte volava Kemba, fermato necessariamente con la mazzata.
Due FT a 8:08 per il nuovo -1. Morris dava a Drummond un pallone per la schiacciata solitaria ma al centro avversario scivolava il pallone così dall’altra parte arrivavano tre punti pesanti di Marvin Williams che riportava sopra la Queen City (49-48).
Il trend rimaneva lo stesso; sorpasso Pistons ad opera di Drummond (gancio su Zeller in netta difficoltà) e controsorpasso per mano di Williams che sganciava un’altra tripla con confidenza.
A 7:01 gli Hornets salivano sul +2. Zeller spendeva un fallo su Drummond ma in questo caso era produttivo.
Lo 0/2 dalla lunetta non portava punti agli ospiti che comunque dopo due errori di Batum al tiro finivano per pareggiare con una bella azione di Morris conclusa con un veloce elbow jumper a 5:42.
Batum finalmente tornava a segnare; un’entrata a fari spenti lo portava a contatto con Harris, il francese capiva il movimento e anticipava il tiro ma sul contatto finiva per girarsi di parecchi gradi, ne usciva un circus shot a una mano che veniva premiato con il libero addizionale che Nicolas non falliva.
Harris falliva un tiro contrastato da Batum ma su un mismatch con Sessions si rivaleva a 2:53 con un FT jumper.
Sessions a sua volta andava dall’altra parte a realizzare con un floater dei suoi, quelli un po’ artistici e scombinati.
Gli Hornets non approfittavano della produzione da destra Belinelli/Kaminsky, palla dentro per il movimento del lungo che prendeva due FT ma li mancava entrambi, così Smith era bravo a correre in contropiede e a controllare l’arresto e tiro nel pitturato che dava il 57-56 sul tabellone.
Kaminsky sbagliava un tiro non difficile ma si rifaceva più tardi, quando Batum con un passaggio schiacciato in mezzo alle gambe di Harris gli dava fiducia… dal post basso Kaminsky metteva dentro.
Nel finale Leuer realizzava a :21.8 dalla sirena.
L’ultimo pallone era per gli Hornets.
Un tiraccio di Batum (air-ball) si trasformava in assist per Hibbert, il quale raccoglieva da sotto e a un secondo dalla luce rossa metteva dentro per avere un minimo margine di sicurezza vista la palla a favore dei Pistons nell’ultimo quarto.

Le Api in serata.

 
Il cronometro registrava solo 15 secondi consumati quando il jumper di Morris incollava nuovamente i Pistons agli Hornets. Con le riserve in campo e le squadre in riserva di punti, Clifford si fermava al distributore Belinelli, il quale realizzava tre catch’n shoot uscendo dai vari blocchi in post basso.
Il secondo, in quick release (blocco di Hibbert) a 10:17 dallo spigolo destro, valeva il 66-60 ed il terzo a 9:50 (bel fade-away) aumentava di due il vantaggio con i Pistons ancora fermi dal loro benzinaio.
Dopo essere finiti sul -10, Caldwell-Pope sfruttava un blocco alto e faceva ripartire di slancio i suoi con una tripla, alla quale (7:55) rispondeva immediatamente Kemba imitando il collega (73-63), ripristinando così il vantaggio in doppia cifra.
Drummond e Walker si rispondevano con le loro caratteristiche primarie, poi i Pistons cercavano di far valere la loro cilindrata; Jackson sulla baseline destra metteva dentro un arcobaleno sopra Hibbert, il quale spingeva Drummond che realizzava due liberi, Kemba andava cortissimo e Harris dal pitturato faceva intravedere il bagliore dei fari di Van Gundy (75-71).
Il time-out di Clifford produceva due FT per Zeller, il quale andava a terra e mancava anche i due FT lasciando a piedi Charlotte.
Un secondo air-ball di Walker dava la possibilità a Drummond di muovere il punteggio sul -2, facendolo in spettacolare e potente alley-oop a 4:48 dalla fine.
La squadra di Stan Van Gundy rientrava in partita ma concedeva agli Hornets una chance troppo ghiotta per non essere sfruttata. Un doppio blocco stagger confondeva la difesa dei Pistons; Harris si girava e lasciava a Marco lo spazio per mirare e segnare una tripla dalla diagonale destra (78-73) che dava il via al mini parziale con il quale gli Hornets mantenevano il comando e la sicurezza della vittoria.
Kemba si riprendeva dagli errori precedenti e realizzava in entrata con il servosterzo, mostrando controllo del corpo e ball-handling perfetti, uno screen roll alto ne esaltava le qualità di velocità poco più tardi, tuttavia a 3:35 Drummond preferiva spendere un fallo piuttosto che concedergli ampie possibilità d’appoggio.
L’1/2 mandava sull’81-73 il match ma Kemba aveva ancora il tempo di portare il parziale sull’8-0 con un pullup (scavalcando la difesa di Jackson) appena fuori il pitturato destro. Nel finale la difesa di Charlotte faceva la differenza; Marvin Williams scivolando all’indietro costringeva Caldwell-Pope in corsa ad alzare un pallone sul ferro sinistro, grave errore in transizione per la guardia tiratrice ospite, che falliva altre conclusioni con Belinelli a dargli fastidio.
Nel finale Drummond prendeva un rimbalzo e lo convertiva in due punti per l’85-77, chiudeva Kemba a :40.6 dalla lunetta dando il +10 finale allo Spectum Center.
87-77 per Charlotte che vinceva la sua settima partita tra le pareti amiche.
 
Pagelle
 
Walker: 7
25 pt. (9/22), 3 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Sterzo. E’ lui il volante della macchina di Clifford. Decide i gradi di sterzata, gira e guida il resto della macchina. Provano a mettergli il bloccasterzo ma se di scatto si gira finisce per farlo frantumare per effetto della forza centrifuga sul vetro. Nel finale aggiunge punti importanti per la vittoria.
 
Batum: 7
14 pt. (4/10), 15 rimbalzi, 3 assist. Non dovrebbe avere bisogno di sospensioni autolivellanti. Il peso della palla è sempre lo stesso. Una regolata prima di andare in pista e arriva un discreto 4/10, meglio del solito perlomeno, comunque centra l’unica tripla tentata e su un’altra porta a casa i liberi. Un solo turnover ama anche meno assist. Come altri, fa una buona difesa, non solo a rimbalzo.
 
Kidd-Gilchrist: 6
0 pt. (0/6), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Pneumatico. Aderenza al parquet, scivolamenti, ecc.. Purtroppo non si riscalda mai e finisce con uno 0/6, nella serata delle difese fa un discreto lavoro con la ciliegina della stoppata in aiuto su Drummond ma in attacco è impreciso anche quando arriva al ferro.
 
M. Williams: 6,5
12 pt. (5/10), 5 rimbalzi, 1 rubata. Bentornato Marvin. Va subito in doppia doppia, esegue buone difese, fisiche e con posizionamenti intelligienti. In attacco mette un paio di triple importanti. Un tergicristallo che va avanti e indietro, utile anche in inserimenti solitari o su assist. Sicuramente un upgrade come starter rispetto al giovane Frank se rimane su questi standard.
 
C. Zeller: 5
9 pt. (2/9), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Passo. In attacco se gioca pick and roll deve mantenere la giusta distanza dell’asse con il piccolo, anche se talvolta l’altro gli si avvicina usandolo come boa per hand-off. A parte gli aspetti tattici, fisicamente e tecnicamente è messo in difficoltà da Drummond. Nella fase centrale non tiene e anche in attacco finisce per sbagliare nel finale due liberi a gioco fermo.
 
Belinelli: 7,5
13 pt. (5/10), 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Benzina dalla panchina. ¼ da tre (non dovremmo contare però quella sparata dagli spogliatoi sulla sirena del primo quarto, generosamente per tentare il miracle shot del possibile e disperato vantaggio di fine primo quarto) ma 5/10 dal campo. I suoi non sono punti carburante, ma punti necessari per far raggiungere alla vettura di Clifford più km rispetto all’auto avversaria. In una squadra uscita dall’estate con una modifica (un serbatoio meno capiente), la nuova Belibenz deve essere necessariamente più performante per ottenere le prestazioni dello scorso anno. Gli mancava d’esser decisivo in una gara. Ecco la partita… aumenta il gap in avvio ultimo quarto e poi con una tripla spartiacque incanala la partita sulla strada della vittoria.
 
Sessions: 5,5
4 pt. (1/5), 1 assist, 1 rubata. Porta USB. In attesa rientri Kemba, I compagni si collegano all’accessorio per utilizzare varie periferiche. Se decide di far da solo talvolta rimane un accessorio da cruscotto. Non perde comunque palloni. L’incastro è buono.
 
Lamb: 5
3 pt. (1/4). Il cambio manuale della macchina di Clifford. Se s’innesta a marcia più alta non lo fermano più, questa sera, però si rompe subito. Male al tiro e anche in lunetta splitta, inoltre perde due dei cinque palloni di Charlotte durante la serata, uno calpestando la linea laterale destra nel finale. Lo aspettiamo comunque in ripresa per la prossima.
 
Hibbert: 5
2 pt. (1/5), 7 rimbalzi, 1 assist. Vetri oscurati. La sua verticalità unita alla sua altezza può indurre all’errore o bloccare le giocate avversarie. Il canestro a volte è nascosto come un conducente nel suo abitacolo. Per i lunghi di Detroit, eccetto Baynes (con il quale vince il duello), tuttavia non è un problema. Roy a parte i rimbalzi difensivi è in difficoltà su altri giocatori e anche in attacco i tiri sono forzati e poco brillanti.
 
Kaminsky: 5,5
5 pt. (2/7), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Quattro frecce. Ancora scostante Frank avvisa della sosta in carreggiata, ma se è serata può anche sparare quattro dardi a bersaglio. Stasera prova un paio di triple ma non entrano. Noi ci auguriamo che partendo dalla panchina ritrovi più fiducia. Fa vedere dei buoni movimenti ma poi spreca dalla lunetta dove fa 1/4. Troppo pulito in difesa talune volte. Manca ancora di qualche malizia.
 
Coach Clifford: 6,5
La sua squadra per antonomasia. Difesa, fisicità… in serate contro squadre toste e difensive, si specchia con Van Gundy. Alla fine non da spazio alle triple di Caldwell-Pope, alle penetrazioni di Harris e Marcus Morris è silenziato subito. Soffre veramente solo Drummond, il quale però non basta ai Pistons.

La classifica a Est il 6 dicembre 2016.

Charlotte vince a Dallas e risale (almeno momentaneamente) tra le prime quattro teste di serie a Est anche con Marvin Williams ancora out. L’iperestensione del ginocchio e la contusione ossea potrebbero rendere ancora incerta la sua presenza per domani contro i Pistons, attesi a Charlotte per una rivincita.

Nella notte gli Hornets approfittavano di diverse cadute di rivali divisionali o di Conference.

L’immediata inseguitrice nella Southeast vive una crisi profonda. Settima caduta consecutiva per gli Hawks che cedono ai Thunder 99-102. Hardaway nel finale era ben contenuto da Oladipo e tentando una tripla assurda per pareggio che avrebbe portato all’OT la gara era costraetto a forzare un tiro che non vedeva nemmeno il ferro…

Pacers travolti dei lampi dei Warriors a Oakland: 106-142 il finale.

Anche i Bulls cadevano contro i Trail Blazers per soli due punti con Lillard che a :04.3 dalla lunetta portava a +5 i suoi, inutile la tripla siderale di Butler sulla sirena, mentre lo scarto si riduceva a uno per Boston che comunque non ce la faceva a Houston (106-107 il finale), dove Harden decide segnando 37 punti (ma commettendo un flagrant a pochi secondi dalla fine) consegnava a Thomas e ad Horford (due volte) la possibilità per i supplementari. L’ex centro di Atlanta però falliva clamorosamente l’ultimo layup e i texani sopravvivevano.

Anche i Bucks perdevano di uno, in casa contro i corsari Spurs (96-97). Un goaltending di Antetokounmpo su Aldridge, il quale aveva appena preso il rimbalzo offensivo, dava il risultato finale, anche se sull’ultima possibilità Bucks, Teletovic utilizzava uno scarico nel corner destro; liberato provava un open 3 che colpiva solamente il ferro e consegnava la vittoria agli ospiti.

La classifica a oggi:

 

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Game 21; Charlotte Hornets @ Dallas Mavericks 109-101

 
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Gli Charlotte Hornets scendevano nel desertico parquet dei Mavs, leggermente ricoperto di sabbia quest’anno, ma pur sempre pronto a nascondere sotto di essa insidie.
La prima di esse, lo sceriffo Cuban, pronto a controllare gli emissari con le divise a strisce no color.
Lo scorpione Matthews (16 pt.), il cuocente sole Barnes (29 pt.) erano altre trappole da conoscere ed evitare per uscire indenni dal torrido clima texano.
L’ipertermia stava per colpire ancora i ragazzi di Clifford ma il clima mutava nell’ultimo quarto, i lunatici Hornets dopo esser stati freddati dai lupi acquisivano esperienza e gli ocelli riflettendo la luce lunare illuminavano l’ultima giocata offensiva che ci consentiva di portar via una preziosa W dalla città fantasma.
Importantissima, in una serata da 3/18 al tiro da oltre l’arco, è stata la lunetta da dove gli Hornets hanno colpito 26 volte su 28 tentativi.
Hornets che con un 55-35 schiantano gli avversari a rimbalzo, Batum e MKG sugli scudi in questa statistica.
Charlotte così porta a casa la serie con i Mavericks e si rilancia in classifica complici le cadute di Atlanta, Boston, Chicago e Milwaukee.
Cody Zeller contro Dorian Finney-Smith (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Cody Zeller contro Dorian Finney-Smith (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Gli Hornets per decisione di coach Clifford iniziavano con il seguente starting five: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
I ritrovati Mavericks schieravano: D. Williams, Matthews, Barnes, Finney-Smith e Bogut.
Out M. Williams e Nowitzki.
 
Bogut vinceva il salto per la palla a due iniziale su Zeller, ma Barnes ai piedi dell’area sx contrastato da MKG non metteva il primo tiro, dall’altra parte Kaminsky rollava in area, riceveva da Batum e rilasciava il pallone in corsa che colpiva il secondo ferro, tornava indietro posandosi sul primo e dopo un attimo d’incertezza finiva dentro a 11:15.
Quattordici secondi più tardi pareggiava Barnes in jumper dalla sinistra, Matthews dal lato opposto aggiungeva tre punti ma gli Hornets reagivano con alcune belle azioni.
Era il caso di quella in cui MKG si riscattava dopo aver subito una stoppata; palla fuori sulla corsa di Zeller che staccava dal semicerchio interno, già in salto evitava il difensore e arrivava al ferro con una flash dunk da paura.
Kemba portava in vantaggio Charlotte appoggiando un layup in transizione e aumentava il gap usando il corpo del lungo sulla baseline sinistra, movimento finta a uscire, rientro e appoggio abile per l’8-5.
Matthews dopo un autoscontro con MKG trovava lo spazio dal pitturato per accorciare e a 6:34 per un fallo di Zeller su Barnes i Cuban Boys passavano avanti di uno a gioco fermo.
Batum a 6:20 pareggiava dalla lunetta (3 secondi difensivi fischiati ai Mavs) e più tardi MKG sfruttava una deviazione difensiva di Kaminsky per trovare una prateria davanti a se e andare ad appoggiare in contropiede al vetro evitando la stoppata dell’unico ostacolo Barnes.
D. Williams (15 pt. e 13 assist) lanciava sopra il ferro la palla a spicchi, Powell metteva dentro un poderoso alley-oop presentandosi in lunetta per un tocco di Zeller (tentativo di stoppata), ma fallendo il libero lasciava in parità la situazione nel punteggio.
A 5:01 Kaminsky riusciva a evitare la stoppata con un bel movimento che lo portava ad appoggiare alto al vetro per poi veder ricadere la sfera nel canestro.
Finney-Smith dalla lunetta splittava lasciando attardati di uno i Mavs (13-12) ma Williams ai 24 aveva la meglio con un pullup da sinistra su Walker riportando avanti i locali.
A 3:06 Harris colpiva da tre e i Mavs allungavano sul +2 (15-17) prima che Batum ricevesse in corsa dal post basso destro di Hibbert e fosse toccato da Bogut sul tiro.
Due su due e pareggio a quota 17.
Nel finale Sessions con un 4/4 dalla lunetta e Batum con un layup dopo una strong drive (14-4 i punti nel pitturato degli Hornets fino a quel momento) rispondevano ai 6 punti di Dallas aiutando gli Hornets a chiudere la prima frazione sul 23 pari.
Michael Kidd-Gilchrist in appoggio aiuta a sfatare il tabù della maglia teal. NBAE (Photo by Danny Bollinger/NBAE via Getty Images)

Michael Kidd-Gilchrist in appoggio aiuta a sfatare il tabù della maglia teal.
NBAE (Photo by Danny Bollinger/NBAE via Getty Images)

 
Belinelli metteva dentro i primi due punti del secondo quarto con la sospensione ma a 11:32 Gibson rispondeva da tre punti, Sessions perdeva palla oltre il fondo, così Anderson realizzava un’altra tripla che spingeva il punteggio sul 25-29.
A 10:40 un fortunoso gancio di Hibbert dal post basso sinistro avvicinava gli Hornets che passavano avanti trenta secondi più tardi, quando una tripla corta di Sessions era contrastata da Anderson che probabilmente faceva perdere una scarpa a Ramon, il quale era “stranamente” preciso in lunetta.
Con un 3/3 riportava sopra di uno (30-29) la squadra in divisa teal. Gibson partecipava al saliscendi del punteggio liberandosi del nostro numero sette e andando a depositare da vicino, ma nonostante un tiro corto di Belinelli, sugli sviluppi, Harris a rimbalzo, contrastato da Hibbert, toccava verso il centro ma favoriva Lamb che da sotto non poteva fallire per il nuovo vantaggio ospite.
Hawes dal post basso destro metteva dentro in uno contro uno grazie a un gancio in turnaround dai perfetti movimenti.
Belinelli in attacco fintava una tripla, il difensore abboccava e tentando la penetrazione, sbagliando lasciava la tripla in transizione a Matthews, il quale a 7:17 riportava la bilancia in parità.
Da una drive di Walker e dal relativo passaggio corto in area per Spencer usciva il nuovo vantaggio; tocco a una mano morbido del nostro numero 00 e Hornets sul 36-34.
I Mavericks tentavano di acchiappare al lazo i Calabroni che passavano attraverso il cerchio della fune, troppo largo, puntando alla posta in palio; l’accumulo di bestiame composto da W che servissero loro per giungere alle sponde dei playoffs senza dover affrontare sentieri sempre più tortuosi, così, dopo il pareggio di Anderson, Lamb che si abbassava quasi a terra per recuperar palla e andava a ottenere (con un giro e tiro rapido) un bel canestro dalla media, arrivava anche quello di Kemba, il quale passava a sinistra del blocco alto di Zeller e con un pullup sganciava Charlotte sul +4. Barnes e MKG si rispondevano in sospensione dai lati del campo, poi Cody in seconda battuta resisteva all’entrata di Matthews che forzava sbagliando, MKG a 2:59 era pescato sulla sinistra e il suo appoggio sorprendeva la difesa dei Fuorilegge.
Il 44-38 dava un discreto margine ma a 2:42 gli arbitri chiamavano i tre secondi difensivi contro la squadra di Clifford, la quale incassava anche un gioco da tre punti di Barnes (tocco di MKG sul salto) nonostante lo stesso avesse subito una stoppata dal nostro ragazzo di Camden sulla stessa azione in precedenza.
Banes in corsa con la mano sinistra appoggiava andando in diagonale e il vantaggio sfumava completamente.
Il parziale di 6-0 dei locali era interrotto da Belinelli, Kaminsky ne aggiungeva due con un teardrop dalla linea di fondo sinistra, Charlotte andava sul +4 ma subiva ancora un parziale di 6-0 con D. Williams che in appoggio a 7 decimi dalla sirena che annunciava l’intervallo spostava vantaggio e risultato sul 48-50. Curiosità: gli Hornets da tre punti facevano registrare uno 0/9 da tre punti prima dell’intervallo…
Il terzo quarto era in controtendenza per gli Hornets; nonostante un fing and roll dopo 10 secondi di Zeller, Charlotte incassava un parziale di 10-0 con triple centrali di Williams e Matthews.
Sul 50-60 Batum tirava ancora male da tre, MKG gettava una liana prendendo un rimbalzo e sulla penetrazione Kemba appoggiava sulla sinistra con mano destra facendo uscire lui e diversi compagni dalle sabbie mobili.
Kaminsky da te portava sullo 0/11 lo score da tre punti complessivo ma Zeller era bravo in tap-in ad anticipare tutti e a mettere dentro il 54-60.
A 8:19 il pistolero Barnes da sinistra con un po’ di spazio colpiva da tre oltre la guardia di MKG, Powell a 7:40 aggiungeva due punti e Clifford correva ai ripari chiamando una pausa.
Batum a 7:22 iniziava la rimonta, gli Hornets recuperavano un pallone in difesa e lo trasformavano in due punti con un fast break di Kemba.
Zeller aggiungeva 4 punti di seguito e gli Hornets a 5:28 tornavano a un passo dal solo possesso…
Un pullup da media distanza di Kemba scivolando leggermente a sinistra elevava il punteggio sul 64-66.
Il time-out chiamato da Carlisle però dava nuova linfa ai suoi giocatori che si riallontanavano sino al +10 quando a 3:10 Sessions in uscita a un blocco andava toccare Gibson, il quale realizzava da tre, ma non metteva il libero lasciando il punteggio sul 66-76.
Batum tentava d’iniziare la nuova rimonta che, nel finale era parzialmente attuata quando Belinelli, a :49.5, metteva la prima tripla di squadra per il 73-78.
Nel finale Sessions prendeva la linea di fondo sinistra scaricava centralmente nel pitturato, dove arrivava MKG a schiacciare per il 75-78 che chiudeva il terzo quarto.
Marco Belinelli chiude con 16 punti la propria serata. NBAE (Photo by Glenn James/NBAE via Getty Images)

Marco Belinelli chiude con 16 punti la propria serata.
NBAE (Photo by Glenn James/NBAE via Getty Images)

 
Belinelli dalla diagonale destra infilava un catch n’shoot da tre punti che eliminava il riflesso creato dal sole nel cielo dell’AmericanAirlines Arena, sul parquet arroventato il famoso miraggio di rimonta scompariva grazie al pareggio (78-78). Powell spingeva sul +2 i locali, il lungo avversario era sempre protagonista in stoppata su MKG, il quale tuttavia non sia rendeva e segnava con un gancio riprendendosi il rimbalzo. Powell commetteva fallo e Charlotte, sfruttando il libero aggiuntivo portava sopra gli Hornets.
Clifford voleva più fisicità dai suoi e MKG lo accontentava con un’ottima difesa su Anderson, tuttavia Gibson con poca parabola dalla top of the key dell’arco dei tre punti trovava fluidità per far felice Cuban che vedeva i suoi sopra di due (81-83).
Hibbert con la stessa scioltezza metteva dentro un FT jumper e la partita entrava nella fase rovente.
Un finale imprevedibilmente da saloon con colpi proibiti come la tripla di Barnes dal lato sinistro che si appuntava la stella di sceriffo e sfruttava lo scarico del suo vice per cercar di far rispettare la legge ai forestieri Hornets.
Gli Hornets non erano venuti per attaccar brighe ma provocati segnavano con Lamb in avvicinamento e paravano un pugno quando Hibbert saliva per stoppare limpidamente Powell.
Kemba ai punti portava in vantaggio i nostri quando in penetrazione sul contatto recuperava il minimo spazio per l’appoggio vincente.
Un assist di Lamb per Belinelli sotto canestro era sfruttato dal nostro swingman con un “Ehi, guarda là” alla Terence Hill su Williams; finta sul play in ritardo e turnaround hook shot con l’aiuto del ferro per l’89-86.
D. Williams riaccorciava le distanze sul -1 ma una connection Batum/Belinelli/Batum con il francese servito in corda da Marco sulla destra evidenziava un bel tiro della nostra guardia tiratrice; uno step back del francese oltre Finney-Smith che dava il 91-88. A 6:05 un’intelligente giocata di Belinelli che passava a destra del blocco sull’arco di Hibbert dava la possibilità al connazionale di andare in lunetta tre volte a causa di un fallo di D. Williams. Marco sbagliava il primo dei tre liberi, nonché il primo di squadra ma muoveva lo score sul 93-88.
D. Williams ancora da sinistra in appostamento “cecchinava” da tre punti, un bel passaggio di Belinelli per Zeller nel pitturato dava una geometria perfetta, aggancio in movimento del centro e teardrop che faceva lacrimare i locali.
Su una transizione Walker andava via dalla linea laterale sinistra, prendeva la baseline scappando via al più lento Deron e ci portava sul +6.
Carlisle poi aggiungeva del suo con plateali proteste su un contatto Barnes/Batum, tecnico che il francese non sprecava arricchendo lo score (98-91).
Dopo un canestro di Powell per il -5 (100-95), Lamb a 3:01 andava contro Finney-Smith, fallo, canestro, continuazione e gioco da tre punti per il 103-95.
Quando Kemba splittava poco più tardi dalla lunetta i giochi sul 104-95 sembravano fatti ma arrivavano i rinforzi a cavallo per Dallas…
Powell e Gibson realizzavano, e a meno di un minuto i Mavs tornavano sul -3 (104-101).
Charlotte tuttavia piazzava le due giocate risolvi partita; Zeller stoppava Powell e dall’altra parte sul possesso decisivo finalmente Kemba decideva di liberarsi del pallone affidando a Lamb le responsabilità dell’attacco.
Tripla con spazio per il nostro numero tre; frontalmente piazzava la dinamitarda tripla che faceva saltare il banco.
107-101.
Barnes sbagliava da tre e Belinelli aumentava il proprio bottino in lunetta con un 2/2 che chiudeva i conti sul 109-101.
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Pagelle
 
Walker: 6,5
 
19 pt. (8/15), 3 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Tiri da tre e pullup non vanno. Cambia strategia. Se lo può permettere grazie alla sua velocità e coordinazione. Gli appoggi portano punti. Perde un paio di palloni nel finale ma cede a Lamb per il colpo del K.O. dimostrando di non essere egoista.
 
Batum: 7
14 pt. (5/14), 15 rimbalzi, 7 assist. Perde due palloni ma anche lui partecipa al festival della lunetta. Va in doppia doppia ma accentua l’impressione di essere in difficoltà al tiro, dove come percentuale, non è che vada benissimo. Tuttavia è lo Sprite player of the game. Da un paio di suoi canestri nascono le due rimonte.
 
Kidd-Gilchrist: 7
11 pt. (5/11), 12 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Cambia marcature. A volte su Barnes, altre su Matthews, ingaggia duelli dai quali non esce sempre vincente, ma lo fa molte volte compiendo buone difese. Più attento, nel finale gli fischiano un fallo contro inesistente ma lui mette dentro un gioco da tre punti e non solo. Quando può inserirsi o andare in transizione è avventuriero letale.
 
Kaminsky: 6
6 pt. (3/7), 3 rimbalzi. Chiude con un -2 di plus/minus. Se non forza eccessivamente certi movimenti vicino a canestro e capisce d’avere spazio può far bene. E’ il caso di stanotte. Una prestazione sufficiente.
 
C. Zeller: 6,5
12 pt. (5/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Tre turnover e solo due rimbalzi Un po’ in versione attack mode MKG ma compie la stoppata più importante del match anche se poco prima Powell e i suoi movimenti l’avevano messo facilmente fuori gioco. Bene al tiro e gran schiacciata nel primo quarto.
 
Belinelli: 7
16 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 2 assist. Marco sblocca gli Hornets da tre punti e riaggancia il match. Dopo essere entrato in campo durante le prime rotazioni fornendo una prestazione, dal mio punto di vista, scadente (da rivedere, non solo lui i meccanismi difensivi, ci sono “dimenticanze”), al secondo giro si toglie il bavaglio ed è importante per punti e assist. Gioca con intelligenza e aiuta il team a vincere.
 
Hibbert: 6,5
6 pt. (2/3), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Niente turnover anche se almeno mezzo dovrebbero darglielo. Comunque fornisce una buona prestazione. Una bella stoppata. 21 minuti in campo, presenza discreta ma utile, fa segnare un +/- di +11. La salsola si stacca dal terreno e inizia a rotolare come tubleweed lontano da canestro quando c’è lui…
 
Sessions: 6,5
7 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 2 assist. Il capolavoro è tutto dalla lunetta con un 7/7. Ci prova solo una volta dal campo e non gli va bene. Gioca 13 minuti. Deve migliorare qualcosa in difesa, a volte i cm giocano a suo sfavore ma in quel caso non può fare moltissimo.
 
Hawes: 6,5
4 pt. (2/4), 2 rimbalzi, 1 assist. Solo otto minuti per lui ma abbastanza positivi. Realizza due ottimi canestri, anche se da fuori non prende tirando piuttosto approssimativamente.
 
Lamb: 7
14 pt. (5/10), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Piazza la terza tripla degli Hornets di serata che chiude la gara e in precedenza (stesso quarto) segna un gioco da tre punti importante. Deve segnare. Lo fa. Cattura anche qualche rimbalzo prezioso.
 
Coach Clifford: 6,5
Deve rivedere qualche movimento difensivo. Sul lato del campo, specialmente a sinistra arrivano bordate da tre punti. C’è più fisicità rispetto all’ultima e anche più attenzione, sebbene quel problema rimanga. La squadra però gira bene in attacco nonostante gli errori al tiro da fuori. Fa rimanere il Beli sino alla fine intuendo la sua importanza offensiva per aprire spazi o giocare pick and roll, in una serata difficile al tiro da fuori. Finalmente Kemba si libera della mono-soluzione quando la palla scotta.

Game 20: Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves 120-125 (OT)

 
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EstensiHornets
 
E’ solo la ventesima partita stagionale ma Hornets e Timberwolves chiudevano in serata la loro serie stagionale composta dalle classiche due partite tra squadre Est/Ovest.
Talvolta si affrontano team in momenti particolari, noi siamo stati sfortunati ad affrontare Grizzlies, Spurs e Pistons nei loro high moment, tuttavia i Lupi della Foresta, partiti come possibile rivelazione/outsider non stavano attraversando momenti di forma particolari, anzi… si trovano quasi sul fondale della Western Conference.
D’obbligo quindi per gli Hornets, padroni di casa, chiudere la serie con uno swept che portasse a dodici le vittorie in classifica per riprendere quota e approfittare ulteriormente del momento negativo degli Atlanta Hawks, principali rivali nella Southeast Division.
Invece… dopo aver condotto quasi integralmente per 48 minuti (i Timberwolves sono passati avanti solo una volta di un punto), nel finale di quarto periodo si sono fatti agganciare sul 106 pari.
Nel supplementare, nonostante i tardivi tentativi di resistenza, gli Hornets sono parsi più stanchi e mentalmente fiaccati dalla beffa nei regolamentari, che sarebbe potuta essere evitata se sull’ultimo attacco Kemba non avesse forzato come il solito, divenendo così troppo prevedibile.
Così, nell’estensione, è arrivata la terza deludente sconfitta su tre gare disputate nelle partite composte da questo quarto supplementare.
Wiggins ha segnato 29 punti, Towns 27 e Lavine 17.
Per Charlotte Walker ha finito con 22, seguito da Kaminsky con 21.
I Timberwolves schieravano; Rubio, LaVine, Wiggins, Anthony-Towns e Dieng.
I Calabroni del North Carolina invece partivano con; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
Frank Kaminsky non è bastato agli Hornets nella notte. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Frank Kaminsky non è bastato agli Hornets nella notte.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Il Tip-off era vinto da Zeller e sul primo attacco Kaminsky affrontava Towns penetrando in verticale leggermente a destra rispetto al ferro, l’ala dei Lupi lo spingeva leggermente con il corpo (anche se a braccia alzate), Frank si sbilanciava sull’esterno ma tirava fuori ugualmente un circus shoot che portava in vantaggio Charlotte guadagnando un libero.
Niente da fare sul tiro dalla linea, tuttavia era ancora la nostra ala grande che sfruttava un lavoro di Batum in uscita dai blocchi con finta di entrata per farsi trovare smarcato da oltre l’arco e concludere con una precisa tripla per il 5-0.
A 10:26 gli Hornets andavano sul 7-0 con un blocco alto di Zeller; Walker passava dietro, Cody correva di fianco al nostro play, riceveva corto agganciando in corsa e schiacciava resistendo all’ultimo tentativo di stoppata di Dieng che ne esaltava la plasticità del gesto atletico.
Minnesota segnava il primo canestro grazie a una penetrazione sul fondo di Rubio, il quale scaricava per Wiggins che dimenticato dalla difesa, tagliava verso il centro e schiacciava per il 7-2.
Kaminsky a 9:06 continuava la sua produzione; partenza con finta dalla diagonale destra, il difensore non teneva, Rubio a metà strada commetteva un inutile fallo, Frank in terzo tempo appoggiava e questa volta portava a casa il gioco da tre punti facendo raggiungere a Charlotte quota 10.
Dieng trovato sul lato sinistro rispondeva con una jam a una mano ma sull’attacco successivo MKG conteneva bene Wiggins, sul giro dell’ala arrivava l’aiuto di Zeller che costringeva l’avversario a scaricar male il pallone, Charlotte intercettava e ripartiva segnando dall’altra parte con lo stesso Zeller in transizione.
A 7:39 un duello tra Wiggins e MKG veniva vinto dal primo con un tiro che il ferro accettava. Towns in entrata poi realizzava contro Kaminsky (secondo fallo) a 7:12.
I Lupi dalla lunetta accorciavano sino al -3 (12-9) e mentre gli Hornets tornavano in attacco, Clifford prendeva un tecnico per proteste che dava il -2 agli ospiti.
A 6:25 gli Hornets ripartivano; nonostante l’errore al tiro, Cody strappava un pallone dalle mani degli avversari su un rimbalzo difensivo appena conquistato dalle maglie nere, sul proseguimento era MKG a sfruttare la tenacia del nostro centro appoggiando per il 14-10.
A 5:53 Batum segnava una tripla, Zeller dall’altra parte stoppava Towns, il francese ci riprovava da oltre l’arco ma questa volta falliva il tentativo, tuttavia a centrocampo intercettava il passaggio verticale dei T. Wolves, recuperando palla e dando la possibilità a Belinelli di colpire in corsa da tre sulla diagonale destra per il 20-12.
Zeller pattugliava la no fly zone arrivando da dietro sulla scia di Rubio, sul layup corto Cody cancellava il tentativo dello spagnolo senza commettere goaltending con tempismo perfetto, sul proseguimento Hawes andava in appoggio e gli Hornets si portavano sul +10.
Hibbert con un piazzato immediato dal mid-range destro andava oltre il marcatore ed estendeva la leadership a 11 punti, che diventavano 13 sulla dunk in solitaria di Batum a 1:45 (26-13).
Un parziale di 3-6 chiudeva il quarto e a trentasei minuti dalla fine gli Hornets rimanevano in vantaggio di 10 punti (29-19) sfruttando un gran primo quarto.
 
Il secondo quarto iniziava bene per i Lupi che segnavano un jump shoot con Dunn. Hibbert in attacco perdeva la maniglia nel pitturato e la palla scivolava oltre il fondo.
Lo stesso Hibbert andava con precisione sul pallone sul tentativo di Dunn in entrata ma sulla spinta dell’attaccante finiva oltre la linea di fondo trattenendo la sfera.
Gli arbitri chiamavano una palla a due che Roy, al secondo tentativo, vinceva. Sull’attacco di Lamb in penetrazione che non finiva dentro, spuntava ancora Hibbert che metteva dentro il 31-21.
Belinelli con un up & in, dalla destra metteva dentro con bravura senza preoccuparsi dei difensori, meritando l’appellativo di “fantastico” dal telecronista (Collins).
Il canestro valeva il 35-23. Minnesota rientrava un po’ in gara quando Bjelica segnava 5 punti consecutivi (tripla ed entrata sfruttando il giro palla dei compagni) ma Lamb con una tripla riaccendeva il fuoco e riallontanava i Lupi sul -10 (38-28).
Hibbert in attacco dimostrava una certa lentezza facendosi toccar la palla da Aldrich… dopo la prima persa Roy ci ricascava incartandosi, non riuscendo a finalizzare un funambolico passaggio dietro la schiena di Lamb.
Hibbert si rifaceva grazie a Kemba; entrata perfetta scarico dalla linea di fondo, quasi un hand-off per Roy che questa volta era fatto al cartoccio da Aldrich, il quale non poteva esimersi da concedere due FT che Roy realizzava a 6:16 per il 42-31.
La partita iniziava a perdere un po’ di brillantezza, anche le panchine commettevano qualche fallo che spezzettava il gioco e sebbene a 3:12 MKG appoggiasse comodamente per riportare Charlotte sul largo vantaggio di +10 (48-38), Minnesota approfittava della confusione per riportarsi in gara, perché Batum falliva un tecnico e si faceva stoppare da Dieng.
A 2:17 Towns si fermava nel pitturato e saliva dopo la finta per appoggiare il 48-42.
Batum invece che tirare per un open 3 decideva per un extra pass verso Hawes che si rivelava troppo azzardato vista la posizione del nostro centro, sulla transizione a 1:06 Lavine colpiva da tre per il 50-45.
Un assist di Rubio per Dieng dava il -3 alla squadra del Minnesota che sfruttava un turnover di Sessions (apertura imprecisa) per potarsi a -1 a :15.2 (elbow jumper di Rubio). Batum a sette decimi dalla sirena trovava cadendo all’indietro uno splash jumper da posizione frontale che chiudeva i conti nel primo tempo.
Mentre le squadre rientravano negli spogliatoi, lo scoreboard ricordava il punteggio, fisso sul 52-49…
 
Batum, tra Towns, LaVine e Wiggins prova a passar palla. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Batum, tra Towns, LaVine e Wiggins prova a passar palla.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Dopo essersi ricaricate nell’intervallo, le squadre rientravano sul parquet, LaVine sbagliava tuttavia il primo tentativo mentre dall’altra parte il perfetto tiro di Kemba valeva il tris di punti a 11:23.
Towns sotto il canestro a sinistra in entrata forzava la conclusione sbattendo sul corpo del difensore, ne usciva mezzo circus shoot girandosi, il pallone finiva dentro…
Seguivano due errori di Batum che sprecava due triple aperte, tuttavia intervallati da un erroraccio di Dieng che da sotto mancava incredibilmente l’appoggio.
Wiggins riportava a -2 i Lupi (55-53) che rischiavano anche di passare avanti, ma Charlotte, che in attacco non si scuoteva dal torpore, in difesa teneva…
Towns si passava la palla dietro la schiena ma commetteva sfondamento su Walker, Batum compiva una bella difesa da sotto contro Towns e si ripeteva contrastando un tiro di Wiggins dalla media distanza, Kemba a 8:27 si accendeva trovando con fulmineo passaggio MKG sotto il canestro a sinistra, la nostra ala saliva e schiacciava sul ferro avendo subito fallo da Dieng, la palla bizzarramente però decideva di finire dentro la retina.
Il nostro numero quattordici completava a gioco fermo aggiungendo un punticino prezioso (59-53).
Da un’apertura di Batum deviata nasceva il contropiede dei Lupi che affamati se lo mangiavano, Nicolas rimediava tornando su Towns e abbattendolo in stoppata, sul ribaltamento era proprio Batum a realizzare con una bomba il 62-53 a 7:37 dalla penultima sirena.
L’ennesimo appoggio di MKG in fast break e un appoggio di Kemba a sinistra del ferro lanciavano gli Hornets sul +13 (66-53). Aldrich fermava il parziale ricevendo un passaggio breve e mettendo dentro una flash dunk a 6:25 cercava di far reagire i suoi compagni che tuttavia subivano il momento positivo di Zeller, il quale in attacco conquistava due rimbalzi, sul secondo la palla sfuggiva dalle mani di tutti i pretendenti ma Cody con caparbietà strappava in tuffo palla (e applausi) a Rubio e Towns, Walker ringraziava infilandosi nella nera difesa e appoggiando mandava in visibilio il pubblico.
Dopo due punti di Wiggins a 4:20 Kaminsky si arrestava nei pressi dell’area, giro sul piede perno e tiro preciso per il 74-59.
A 3:11 si rivedeva Belinelli che incrociava dietro lo schermo e andava a metter due punti con un tiro frontale, Hawes da tre portava a +15 Charlotte (79-64) ma i Lupi iniziavano a rientrare con Bjelica che rispondeva immediatamente da oltre l’arco. Batum perdeva un pallone e Mohammed metteva dentro al vetro, a :37.6 arrivava ancora un aiuto da Belinelli; con Batum intrappolato nell’angolo destro da due difensori era l’italiano ad arrivare dietro di lui sul bordo sinistro, passaggio del francese per Marco che in corsa andando verso il fondo centrava una tripla non facile.
Charlotte riusciva comunque a mantenere 10 punti di vantaggio, compreso il canestro finale di Wiggins che sfruttava un blocco per passare avanti e realizzare da media distanza.
A soli 12 minuti dalla fine del match il punteggio si fermava sull’84-74 per un paio di minuti.
 
A inizio dell’ultimo quarto dei regolamentari Belinelli si stampava su un blocco di Aldrich, nessuno ruotava su LaVine in possesso palla che segnava da tre.
Dunn e LaVine ne aggiungevano due a testa e gli Hornets si trovavano risucchiati in partita (84-81).
Un air-ball di Marco non aiutava e a 8:18 i Lupi pareggiavano con una tripla frontale di Dunn.
A 7:47, dopo un errore di Belinelli da tre, segnava Lamb, anche lui con un tentativo da oltre l’arco.
Bjelica accorciava al -1 e su una persa di Lamb a 7:22 la squadra di Thibodeau passava per la prima volta in vantaggio in serata (87-88).
Kemba faceva ripassare avanti i teal & purple con la solita ottima entrata in completo controllo del corpo.
A 6:36 Kaminsky si portava a destra e appoggiava un layup incrementando il punteggio sul 91-88.
Gli Hornets parevano poter arrivare a un finale tranquillo quando un blocco stagger (uno sfasato alto di Kaminsky e Zeller) consentivano a Kemba di realizzare una tripla a 5:54.
Quaranta secondi più tardi Kaminsky bombardava da te mandando sul 97-88 la gara.
Wiggins e Towns portavano a -4 la squadra del Minnesota ma MKG interrompeva il parzialino con due liberi a 3:24 per il 99-93. Lavine metteva dentro in entrata con mano destra su lato sinistro; Town si arrangiava spingendo Batum alle spalle, prendeva il rimbalzo e guadagnava anche due FT che realizzava per il 99-97.
Kemba a 1:54 s’infiltrava tra le maglie nemiche e metteva dentro il 101-97 e a 1:26 Kaminsky sfruttava il double team su Kemba; passaggio via Zeller e tripla per il 104-97.
Gli Hornets però nel finale concedevano troppo e i Timberwolves non sbagliavano le azioni decisive.
A :38.3 dalla fine LaVine da tre accorciava a 4, Kemba sbatteva sulla propria linea di fondo su Rubio.
Per gli arbitri il contatto non era falloso e gli Hornets perdevano palla andando con Walker fuori dal campo.
A :31.9 Rubio portava i suoi a -1 con un’altra bomba (104-103). Kemba prendeva possesso del pallone, usava un blocco di Zeller per penetrare velocemente dentro l’area dove i lunghi l’aspettavano sotto canestro, così si arrestava ed eseguiva un piccolo arcobaleno dal centro del pitturato che scavalcava i difensori per il 106-103.
A :08.9 purtroppo però Wiggins era bravo a colpire ancora da tre punti andando oltre una più che discreta difesa di Batum, agganciando così all’ultimo respiro Charlotte, la quale avrebbe anche la palla per vincer la gara ma Kemba faceva tutto da solo, continuando ad alimentare le mie critiche per la mono-soluzione finale…
Il pullup non colpiva nemmeno il ferro con Marco libero sulla top of the key da tre…
La partita così si trascinava al supplementare sul 106-106.
 
Nell’OT Wiggins portava in vantaggio i suoi.
Kemba a 4:27 potrebbe pareggiare dalla lunetta ma falliva ambo le conclusioni, così, gli Hornets, un po’ stanchi e psicologicamente abbattuti dal rientro dei Lupi, si vedevano colpiti da una tripla di Dieng dall’angolo sinistro con un Cody che usciva molle, trafelato e in ritardo per la chiusura.
Una rubata di Rubio lanciava Towns in contropiede, dunk e 108-113 a 3:58 dalla fine, a confermare le difficoltà del caso.
A 3:40 Batum realizzava una tripla flash dalla sinistra nonostante i difensori vicini.
Cody bloccava Towns ma Kaminsky si faceva levar palla da dietro a metà campo, allora a 3:02 provvedeva Wiggins a rialzare il gap alla mezza dozzina di punti (109-115).
A 2:48 Big Frank andava dentro con l’entrata a ricciolo ma in difesa gli Hornets non riuscivano più a tenere, Towns portava sul 113-119 il punteggio prima che Belinelli riaccorciasse sfruttando un suo taglio in back-door.
Un rimbalzo offensivo di Towns convertito in due punti tagliava le gambe a Charlotte che ricadeva sul -6 (115-121).
Belinelli tuttavia non perdeva tempo ricevendo in punta una rimessa di Kaminsky.
Tripla oltre LaVine e 118-121 a :20.1 dalla quinta sirena.
Gli Hornets tuttavia erano costretti a un paio di falli per bloccare il cronometro non riuscendo a recuperar palla.
Wiggins a :11.7 metteva i due liberi, Batum metteva il terzo tiro difficile degli Hornets nel supplementare con un lungo due punti contro il difensore a lui appiccicato.
A sette secondi dalla fine gli Hornets tornati sul -3 cercavano di recuperar palla ma non riuscendoci mandavano in lunetta Towns che non falliva e portava il punteggio finale sul 120-125 regalando a Thibodeau e ai Lupi la prima vittoria contro Charlotte dalla rinascita come Calabroni.
mincha21
Pagelle
 
Walker: 6,5
22 pt. (9/22), 4 rimbalzi, 8 assist. Vento. Puoi attenuarlo ma non puoi fermarlo. Rapide iniziative, crossover e persino “mulinelli” che ne arretrano il passo in step back ma che erodono ugualmente le pareti della difesa avversaria e buttano giù i fusti. Purtroppo nell’OT il vento non spinge e non soffia più. Due FT mancati e un appoggio fondamentale non riuscito. Prima non aveva fatto di certo male.
 
Batum: 6,5
15 pt. (6/15), 8 rimbalzi, 12 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Stagno. Stagna nello starting five ma non sempre offre prestazioni a livello dello scorso anno. Poca stabilità (come uno stagno che può scomparire) nell’essere importante per la squadra, soprattutto al tiro dove le scelte da tre punti a volte sono forzate. Tuttavia questo specchio d’acqua non permanente può essere prezioso per chi gravita intorno. Fa grandi cose a livello di passaggio ma sono sanguinosi due suoi palloni persi e sbaglia tre liberi consecutivi, che a conti fatti son risultati decisivi. Prende diversi rimbalzi ma nel finale si fa spostare un paio di volte e lui insieme a Kaminsky e Belinelli concedono un rimbalzo offensivo a Towns mortale.
 
Kidd-Gilchrist: 6
15 pt. (4/7), 6 rimbalzi, 1 assist. Radici. Ben affondate nel parquet ma mobili e magicamente allungabili. E’ lui che deve trattenere le possibili e travolgenti frane che ricadrebbero sul punteggio. Sembra, però una nuova versione di MKG, un po’ meno difesa e più attacco, il problema è che se spende troppa energia per l’attacco pare risentirne un po’ la difesa, dove sui top scorer avversari quest’anno ha qualche problema in più. Un paio di dimenticanze su Wiggins sui proseguimenti dell’azione ci costano 6 punti.
 
Kaminsky: 7
21 pt. (8/16), 9 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Rampicante. Per ora si avvinghia al tronco di Charlotte e sale in quintetto, complice l’infortunio a Williams, ma sembrava possedere poca capacità di salire da solo in verticale. Questa sera nulla da eccepire, gran partita, due triple nei minuti finali che avrebbero potuto risolvere la gara.
 
C. Zeller: 6,5
6 pt. (3/7), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 4 stoppate. Fronde. Come rami di pini si estendono armoniosamente e s’innalzano togliendo luce agli attaccanti avversari. Sarebbe stato un 7 se non fosse arrivato il supplementare dove Cody, sudato, ha pagato la sua generosità. Stoppate, rimbalzi e sotto canestro ha dato molto fastidio nei regolamentari. Inizia un po’ a scendere nel finale con un wild shoot in entrata che sta tra l’orrendo e l’inguardabile, per il resto ha messo cuore e il +10 di +/- lo conferma.
 
Belinelli: 6,5
15 pt. (6/10) Masso. Se non trova la serata al tiro può essere un peso, anche se sopperisce con altre statistiche. Gli manca la ciliegina sulla torta di essere decisivo in un finale di gara. Contro New Orleans e New York c’era quasi riuscito, ma la difesa non ha retto. I suoi tre punti (3/7 nella notte) pesanti come macigni questa sera non bastano. Sembra una maledizione Quando gioca bene e segna 15° più punti gli Hornets vanno k.o. Il resto del tabellino è sgombro da numeri differenti dallo 0 però.
 
Hibbert: 5,5
6 pt. (2/8), 3 rimbalzi, 2 stoppate. Tronco. Verticalità, fisicità e braccia alzate. Chissà quanti cerchi ha all’interno, a noi basta sapere che in difesa ci sia. Il disastro arriva in attacco con scelte improponibili di gancio o quando cerca di controllar palla, infatti, arrivano due perse e un -15 di parziale con lui in campo, anche se mette a referto un paio di belle stoppate. Il ball-handlig è esattamente opposto a quello di Walker.
 
Sessions: 5,5
9 pt. (2/5), 2 assist, 1 rubata. Ruscello. Le sue giocate dovrebbero portare fluidità e dissetare le bocche da fuoco di Charlotte, ma talvolta può terminare il suo corso sino a canestro. La portata dell’acqua però è modesta e con lui in campo la temperatura di plus/minus è -10. Perde due palloni e manca altrettante triple. Segna più punti ai liberi (5/6).
 
Lamb: 5,5
6 pt. (2/5), 5 rimbalzi. Muschio. Ricopre il parquet tappezzandolo con giocate offensive che rivestono particolare importanza per l’attacco di Charlotte. Protegge bene il canestro in difesa a rimbalzo. Serata normale al tiro ma due palloni persi in una fase delicata del match.
 
Hawes: 5,5
5 pt. (2/6), 6 rimbalzi. Fungo. Ogni tanto spunta fuori e fa una discreta prestazione. Incredibilmente anche in proprio, non ha bisogno di molta umidità per crescere. Le piogge però non si vedono da una settimana e lui latita un po’. In difesa quando cerca di coprire con l’alettone è spesso scavalcato facilmente con l’appoggio a tabella. Un appoggio e una tripla i suoi canestri, tutti dal campo.
 
Coach Clifford: 6
La fotosintesi clorofilliana degli Hornets non è ancora completa. Rotazioni, concentrazione o che altro? Abbiamo giocato più gare casalinghe rispetto a molte altre squadre, questi sprechi alla fine potrebbero costar caro. Brutta caduta casalinga. Altra occasione sprecata in una partita condotta per quasi 48 minuti…

Game 19: Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks 97-87

 
dallatcha1
 
CandelHornets
 
Gli Hornets mi e ci regalano una vittoria nel giorno del mio compleanno (va bene… a causa del fuso orario qui eravamo già in OT al 2 dicembre in realtà) riaccendendo i motori in ottica playoffs.
Le candele scintillano e avviano una carica più fresca rispetto alla gara di due giorni fa contro i Pistons.
Necessario ripartire per non rimanere sospesi on the bubble, lì lì per…
Nonostante la testa della Southeast Division, gli Hornets giocano in una livellata Eastern Conference, dove, complici i passi falsi delle prime, molte squadre si sono riavvicinate.
Per ora in gioco ve ne sono una decina e un paio rischiano l’esclusione dai playoffs, anche se per ora è presto per parlarne. I temibili Mavericks degli ultimi anni hanno iniziato la stagione in maniera difficoltosa e al momento si trovano a fondo classifica, anche a causa di qualche infortunio prolungato (vedi Nowitzki), tuttavia qualche giorno fa sono riusciti a battere i Pelicans e ieri hanno dato un po’ di filo da torcere a San Antonio (erano a +8 a 6:40 dalla fine).
Anche oggi i Mavs, orfani di Nowitzki ma anche del fratello del più famoso Steph Curry, hanno provato a migliorare la loro classifica, costringendo gli Hornets a una partita strana a tratti. Gli Hornets anno guadagnato punti commettendo meno falli e segnando più tiri dalla lunetta nonostante una percentuale non eccezionale, tuttavia dal campo Dallas si è limitata a tirare con il 37,2% mente Charlotte con il 47,3% ha colpito meglio il bersaglio indubbiamente.
Marco Belinelli si riscalda prima della partita contro i Mavericks. Alle sue spalle Roy Hibbert chi avrà visto? 2016 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Marco Belinelli si riscalda prima della partita contro i Mavericks. Alle sue spalle Roy Hibbert chi avrà visto?
2016 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
I Mavericks si presentavano allo Spectrum Center con: D. Williams, Matthews, Barnes, Finney-Smith e Mejri.
Gli Hornets rispondevano con: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
 
Proprio Zeller iniziava bene la serata vincendo la palla a due, Batum anche, uscito da un blocco basso di Zeller, andava ai vertici dall’area per ricevere la sfera e continuando il suo giro ad arco tornava sul lato opposto dell’area per spedire dentro il pallone appoggiandolo al plexiglass nonostante la marcatura.
D. Williams pareggiava con un tiro dalla media a 11:21 ma ancora Batum andava a prendersi un altro tiro, questa volta una sospensione da fronte a canestro era foriera di successo.
MKG in gancio in entrata contribuiva ad alzare il punteggio, Walker a 8:27 lo portava alle soglie della doppia cifra infilando la prima tripla di serata.
A raggiungere le cifre a doppio numero per gli Hornets era Kaminsky, il quale a 7:54 subiva fallo da Matthews sul turnaround.
Due liberi, uno realizzato e scoreboard sul 10-2.
D. Williams metteva il secondo canestro di serata grazie alle finte di crossover, Kaminsky si voltava e si staccava mentre dalla media il play si sforzava di tenere in piedi una Dallas un po’ ghiacciata.
Dopo una facile entrata di Kemba e tre punti di Harris a 5:17, Belinelli faceva mezza cifra tonda a 3:38; il suo taglio da sinistra sulla linea di fondo era letto da Batum che schiacciava un passaggio verso il centro dell’area in direzione canestro, Marco trovava il contatto sull’alzata e guadagnava la lunetta da dove realizzava i due liberi per il 15-10.
L’entrata di Hibbert sul parquet era inizialmente positiva; a 2:35 realizzava un gancio dal pitturato, poi teneva impegnato il proprio difensore da spalle a canestro sul post basso sinistro, Sessions sprintava sullo stesso lato, Roy gli cedeva la palla e Ramon metteva un tiro dal mid-range senza difensore addosso.
Hibbert su assist di Batum infilava anche un reverse layup prima di essere battuto da Matthews che in entrata lanciava la palla sopra di lui per farla ricadere nella retina dopo aver utilizzato il vetro.
L’ex centro di Pacers e Lakers però riconosceva un mismatch con Matthews in attacco ed eseguiva senza esitazione (prima che tornasse su di lui il centro) un gancio in turnaround mettendo dentro il 23-14 che chiudeva i conti nel primo quarto.
 
La seconda frazione iniziava ancora con poco ritmo e nonostante Sessions usasse un blocco alto di Hibbert entrando verticalmente sulla destra per mettere il 25-14; Charlotte non sfruttava alcune occasioni (come uno 0/2 di Hibbert dalla lunetta a 10:48) e finiva per farsi recuperare dai Mavs, i quali a 9:54 usavano il primo fast break della partita per andare con Anderson sul 25-18.
Barnes con un lungo due punti portava a -5 i texani, Hawes era aiutato dal ferro sul suo mid-range turnaround dalla sinistra ma la minaccia Barnes tornava a concretizzarsi con altri due punti che innalzavano il punteggio sul 27-22 a 8:59 dall’intervallo.
MKG portava sul +8 gli Hornets che tuttavia subivano la tripla di Williams da destra che faceva tornare i Mavs al -5.
MKG in area dava ancora due punti alla squadra del North Carolina, quando affrontando l’esercito di terracotta si alzava ma una delle statuine vibrava toccandolo e concedendo alla nostra ala piccola due punti dalla lunetta.
Le telecamere andavano su un Cuban sembrato poco presente allo Spectrum, ad ogni modo dalla lunetta a 6:27 i suoi accorciavano dalla linea della carità con Anderson e poco dopo si riportavano a -2 nonostante MKG stoppasse la transizione di Gibson.
Sulla rimessa ancora Anderson centrava tre punti, tuttavia fortunatamente Lamb a 5:51 faceva una delle pochissime cose buone del suo primo tempo centrando una tripla che ridistanziava gli ospiti.
Anderson a 4:56 passava ancora dalla cassa della lunetta, Zeller prendeva un rimbalzo offensivo ma non si avvedeva di Powell che da dietro lo stoppava, poi su un pick and roll lo stesso numero 7 in blu guadagnava due FT che convertiti riportavano in scia (35-34) la squadra di Carlisle.
A 4:09 Batum vedeva Zeller scattare nel pitturato e facendo passare palla tra le gambe di Powell con un passaggio schiacciato, recapitava per il nostro centro un passaggio con la P maiuscola che Cody sfruttava per una dunk appesa.
Agli arbitri forse pareva troppo e il nostro lungo bianco si prendeva un tecnico con il quale i Mavs tornavano a due punti.
I texani non concretizzavano l’attacco e allora dall’altra parte Kemba provava a tornar a guidare la squadra con iniziativa personale dalla quale ricavava due liberi a 3:51.
Il suo uno su due non portava sopra il break e i Mavs si riavvicinavano nonostante una prima buona difesa di MKG che rovinava un possibile alley-oop tra Williams e Mejiri, proprio il play dei texani colpiva in jumper (uno vs uno) contro Kemba per il 38-37.
Gli Hornets provavano a staccare nel finale gli ospiti con tre canestri consecutivi, sull’ultimo Batum era bravo a intercettare una palla sulla linea di passaggio e a guidare il contropiede; palla per Zeller che con un passaggio extra regalava a MKG la schiacciata indisturbata per il 44-37.
I Mavericks tuttavia non parevano essere in gita, almeno Barnes, il quale realizzando due tiri riportava la gara nell’incertezza più totale (44-41).
Williams sulla sirena da oltre metà campo rischiava di pareggiare ma il suo tiro rimbalzava via sul ferro…
 
Un Ramon Sessions perfetto, qui in entrata. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Un Ramon Sessions perfetto, qui in entrata.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Gli Hornets nella ripresa stentavano a trovare il bandolo della matassa in una partita caratterizzata da basso ritmo e da diversi errori.
Williams perdeva il primo possesso dei suoi andandosi a chiudere sul post basso destro dove i lunghi degli Hornets a braccia alzate lo aspettavano, apertura verso il centro, il ninja MKG chiudeva la linea di passaggio e andava dall’altra parte a prendersi in transizione due FT.
MKG ne realizzava solo uno così anche era per Finney e le due squadre in un minuto ottenevano un punticino a testa.
Cody, anche se rimbalzava contro Mejiri, riusciva a darsi la spinta per metter dentro con la mano sinistra da posizione ravvicinata per il 47-42, Barnes con la tripla diceva che per lui l’intervallo non aveva influito negativamente.
Gli Hornets tentavano un doppio blocco stagger che non produceva grandissimi vantaggi, alla fine Walker dava a MKG che si arrangiava per un tiro frontale ben eseguito che dava il +4 a favore degli Hornets (49-45).
Uno step back dal palleggio imprevedibile e ritmato di Walker serviva al nostro play per staccarsi da Mejiri e piazzare una sospensione per la gioia dei fan dietro il canestro.
Il centro avversario andava in difficoltà anche sul taglio di MKG e commetteva fallo concedendogli due liberi Il nostro stopper splittava a 8:43 e gli Hornets raggiungevano il +7.
I Mavericks tuttavia si riportavano sino al -3 e rischiavano di pareggiare, ma inusualmente sulla stessa azione Matthews mancava due triple (con spazio) quasi frontali, Barnes forzava in fade-away un tiro nel pitturato contro Kemba ma anche questo non produceva effetti positivi, ciò che era corroborante per Charlotte era una tripla di Batum, il quale passava accanto a Zeller e saltando da fuori dall’arco ricadeva nella zona dei due punti ma avendo prima rilasciato la tripla del 55-49.
Matthews e Gibson tornavano a far vedere Dallas negli specchietti degli Hornets (55-53) così Walker provava a sgasare ma fermato da un posto di blocco lanciava la macchina di scuderia Zeller che con un gancetto dentro a 3:56 guadagnava qualche cm in più in vista del rush finale…
A 3:27 arrivava anche la prima tripla di serata per un Matthews spento non solo dalla difesa ma anche da strani problemi personali al tiro.
Sul +1 Belinelli era bravo a far mantenere il vantaggio a Charlotte ricevendo sulla motion offense nel pitturato in qualche modo usava ferro e vetro per mandar dentro il 59-56.
Sessions in attack mode guadagnava la lunetta e finalmente (rispetto al suo solito) mandava a bersaglio entrambi i liberi per il 61-56.
Una buona difesa in verticalità di Hibbert era usata da Marco in attacco per aumentare il gap, sulla destra riceveva e fintava sul rookie Finney che saltando prematuramente in avanti pensando al tiro concedeva il dribbling e il tiro comodo al nostro swingman che non falliva per il 63-56.
Gibson iniziava a essere autore di un buon finale realizzando due punti ma Hawes a 1:21 segnava subendo un ingenuo fallo da Anderson.
Uno scherzetto che costava tre punti alla squadra di Carlisle che colpita anche da Lamb in layup dopo il crossover (difensore troppo rilassato), precipitava sino al -10 (68-58).
Powell anticipava la sirena in entrata e lasciava i Mavs allo svantaggio a una cifra prima degli ultimi 12 minuti.
Roy Hibbert al tiro contro i Mavs. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Roy Hibbert al tiro contro i Mavs.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Iniziava bene per Charlotte l’attacco; Hawes, passaggio dal pitturato in verticale per Hibbert che si appendeva in slam dunk facendo tremare il canestro, tuttavia la squadra di Cuban focalizzava l’obiettivo realizzando due triple con Anderson anche se inframezzate da un ottimo canestro di Belinelli su Williams dalla baseline sinistra.
A 10:17, agli sgoccioli dei 24, un turnaround frontale di Hawes su Matthews finiva dentro (74-66) e salvava gli Hornets da un giro di stop.
Uno screen roll tra Hibbert e Batum vedeva il francese penetrare sulla linea di fondo destra, cedere al nostro numero 55 che realizzava subendo anche il fallo, sebbene dalla lunetta non riuscisse a concretizzare.
Dal -10 i Mavericks passavano al -6. A 9:01 Matthews rimbalzava letteralmente su Hibbert ma prendeva due FT per il 76-70.
In lunetta si recava anche Gibson (fallo chiamato a Kemba) ma il suo 0/2 lasciava inalterato il punteggio.
I riflettori si accendevano poco più tardi su “Il curioso caso di Roy Hibbert”, che, andando a contrastare un rimbalzo difensivo a Mejiri non voleva mollar palla, gli arbitri fischiavano ma né lui, né il tunisino volevano cedere, uno strattone di Hibbert portava a terra i due giocatori, contornati da arbitri e altri giocatori Mavs che provavano a disincagliare la palla dalle mani dei due.
Alcuni giocatori se la ridevano, Roy anche poco dopo ma arrivava comunque un tecnico contro il nostro centro che Dallas sfruttava per guadagnare un punto.
In attacco Lamb provava a inventare e trovando il fallo di Matthews dava il +7 ai Calabroni che, dopo una serie di palloni persi dalle due squadre, si ritrovavano a -2 i ragazzi di Carlisle dopo un canestro di Matthews che con un contro-movimento nel pitturato sulla linea di fondo lasciava indietro Batum per mettere agilmente dentro.
L’effetto doppia B (Batum e Barnes) alzava il livello della partita e anche il punteggio sull’80-78.
Charlotte non trovava sbocchi in attacco, MKG in punta dava sull’esterno a Walker, il quale con un paio di secondi sul cronometro bleffava per la finta in partenza dalla diagonale sinistra, ciò bastava a far arretrare Gibson di quel tanto che bastava per consentire a Kemba di risolvere al limite dei 24 con una bomba, in questo caso veramente santa.
Barnes vs MKG andava corto, dall’altra parte Lamb andava dentro con delle hesitation in dribbling, mano sinistra Powell battuto, gioco da tre punti completato e Hornets sull’86-78 a 3:24 dalla fine.
Sembrava finire lì, invece Barnes con una strong drive da sinistra si scontrava con un incolpevole Zeller e lo batteva tirando sopra di lui, Cody andava su un rimbalzo offensivo (errore di Walker da tre) e guadagnava la rimessa dal fondo, ma gli arbitri non vedevano il tocco evidente di Barnes con la tibia e concedevano la palla ai Mavs che la usavano bene con Gibson, il quale metteva una tripla ravvivando un minimo Cuban che riprendeva speranza sull’86-83.
A 2:18 tuttavia Kemba in modalità slide inside appoggiava sulla destra della tabella, Barnes al vetro rispondeva battendo Kidd-Gilchrist ma, sulla successiva azione offensiva Powell era espulso.
Due giocatori degli Hornets a rimbalzo tentavano di tagliarlo fuori, discorso di cilindri e mani, gomiti tutti a stretto contatto, per i referee era fallo offensivo…
Il lungo dei Mavs concedeva anche la lunetta agli Hornets, così Lamb dava respiro centrando entrambi i FT per issare sul +5 Charlotte (90-85).
Matthews continuava la sua serataccia al tiro con una conclusione da tre punti che non vedeva nemmeno il ferro, meteora di sventura per i texani che incassavano il colpo del K.O. a :41.9, quando un’apertura di Batum e un blocco fuori dal pitturato di Zeller favorivano la tripla di Kemba da destra.
Era il 93-85.
Cuban tornava quasi a sdraiarsi in sedia scuotendo la testa nonostante la pressione finale portasse Lamb a una palla persa nella nostra metà campo con conseguente realizzazione di Gibson, Charlotte chiudeva dalla lunetta con un 2/2 a testa di MKG e Batum, i quali chiudevano il match sul 97-87.
dalatcha2
Pagelle
 
Walker: 7,5
18 pt. (7/19), 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. A parte I tre turnover e una pressione che a tratti l’ha isolato un po’ lasciandolo cheto nel suo brodo, nel finale è tornato a battere con facilità la difesa dei Mavs aiutando la squadra a uscire dal loop dell’eterno incollamento dei Mavs.
 
Batum: 7
12 pt. (4/12), 9 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Perde tre palloni, uno direi azzardato ma un’apertura che poteva starci se fatta con un tempo d’anticipo, tuttavia inizia bene e ha un +10 di plus/minus. E’ vero che per un tiratore il 4/12 non è il massimo ma forse lì si potrebbe correggere qualcosa sulle scelte di tiro. Alcuni tiri uscendo da blocchi e presi di fretta da lontano torcendosi per mettere i piedi a posto, sono immediati e anche se sembrano in ritmo, danno basse percentuali. Stasera determinante con gli assist. In difesa si batte e ha merito.
 
Kidd-Gilchrist: 7
14 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Bella la stoppata su Gibson, ancora in modalità offensive partecipa alla motions offense di Clifford non solo come bloccante ma anche come tiratore.
 
Kaminsky: 5,5
1 pt. (0/4), 3 rimbalzi, 1 rubata. 22 minuti sul parquet per big Frank che cilecca tutti e 4 i tentativi. Splitta dalla lunetta e anche se in difesa va un po’ meglio del solito, nel complesso la prestazione è scarsa. In attesa di una delle sue serate buone…
 
C. Zeller: 6,5
6 pt. (3/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Solo due falli spesi, bene a rimbalzi, in difesa dei buoni posizionamenti non vengono sempre premiati. Un canestro salvato con la verticalità glielo leva Kaminsky che in rincorsa va a commetter fallo sull’attaccante. Spreca poco e mette dentro i suoi tiri.
 
Belinelli: 6,5
8 pt. (3/5), 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. Gioca 20 minuti e sbaglia una tripla. Dalla distanza è un po’ calato recentemente ma usa altri mezzi per arrivare a canestro. Buoni movimenti e realizzazioni. Una importante quando gli Hornets custodivano un solo punto di vantaggio. Serve per non far mai passare gli ospiti in testa in serata.
 
Sessions: 7
8 pt. (3/3), 3 assist. In 15 minuti Ramon ottimizza, massimizza I suoi attacchi e non è egoista, distribuisce anche tre assist passando per le varie azioni offensive dei Calabroni.
 
Lamb: 6,5
12 pt. (3/7), 6 rimbalzi, 2 assist. Niente di grave per lui, già al rientro dopo un finale nell’infermeria contro i Pistons. Perde tre palloni (l’ultimo ininfluente) e gioca un pessimo primo tempo, ma durante le rotazioni nel secondo è importante per chiudere la gara. In ripresa.
 
Hawes: 7
7 pt. (3/3), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Cancella gli zeri dal tabellino costringendomi a scrivere tutti i campi. Meno caotico del solito ma sempre generoso, come Sessions non sbaglia nulla dal campo. Un buon aiuto in serata da lui e dalla panchina.
 
Hibbert: 6,5
11 pt. (5/7), 4 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Ottime difese e in attacco si rivede un nuovo Parish? Scusate il paragone ma i gancetti sono simili. Usa la sua fisicità per tenere il difensore a bada e dopo la sfida contro i Bucks gioca la sua seconda miglior partita. Ha voglia e lo si vede anche per la “rissa” sfiorata inutilmente. Sarebbe da 7 se dalla lunetta non facesse un 1/5…
 
Coach Clifford: 6,5
Non ho visto giochi particolarmente brillanti nel primo tempo, se non all’inizio, tuttavia la squadra vince esaltando la panchina e non solo. Ritrovata anche l’altra guardia titolare in forma più decente, si appresta a vedere di che pasta siamo fatti nel mese di dicembre.