2017/18 Calendario

Sono usciti i calendari NBA di prestagione e di Regular Season per la nuova stagione 2017/18.

Per quel che riguarda la prestagione, le amichevoli saranno ridotte a cinque e un paio di volte Charlotte affronterà Boston.

Ecco il calendario completo:

 

 

Per quel che concerne invece la regular season, le canoniche 82 partite saranno spalmate su qualche giorno in più di calendario poiché si partirà a giocare prima, poco dopo la metà di ottobre…

Gli Hornets inizieranno fuori casa il 18 ottobre (date americane) contro il maestro di Clifford, coach Van Gundy.

Detroit l’anno scorso vinse un paio di partite sul filo, con quel canestro annullato (forse ricorderete) di Belinelli che sulla rimessa fece carambolare la sfera sulla schiena di un giocatore di Detroit prima d’infilare con qualche decimo di secondo di ritardo un canestro pazzesco quanto inutile.

Proprio Marco mancherà nel roster quest’anno, sacrificato insieme a Plumlee per giungere ad Howard, vecchio pallino della dirigenza già inseguito tempo addietro.

Il 20 ottobre ritroveremo marco, come avversario questa volta, allo Spectrum Center, prima partita casalinga per i nuovi Hornets 2017/18.

Il 23 ottobre Charlotte sarà di scena a Milwaukee, prima di tornare a casa contro l’altro team che ospitava un italiano, ovvero, i Denver Nuggets, rimasti orfani però di Gallinari, migrato più a Ovest nella Los Angeles dei Velieri, la quale dirigenza non ha digerito il pugno assestato al lungo olandese che è anche costato l’infortunio al Gallo.

 

Le prime quattro sfide dell’anno per gli Hornets.

 

Per completare il panorama d’ottobre, va segnalata l’affascinante sfida contro i Rockets il 27 settembre, la quale testerà le velleità dei nostri contro la strana coppia Harden/Paul, mentre la telenovela Melo/Rockets va avanti… pare si siano nuovamente intensificati i contatti tra le parti in questi giorni.

Sfida casalinga contro Orlando due giorni più tardi. L’anno scorso i Calabroni spazzarono via i Magic 4-0 e vinsero anche al Fedex Forum a Memphis, i quali tenteranno di rifarsi, forse senza Zach Randolph, il quale qualche giorno fa sembrerebbe abbia venduto della marijuana in California.

Il suo agente Raymond Brothers dice che l’accusa è totalmente falsa, ma se fosse provata, a causa del regolamento NBA, Z-Bo sarebbe espulso dalla Lega.

Tornando a Charlotte… in novembre ospiteremo i Cavaliers il 15, il 17 si andrà a Chicago per far ritorno il giorno dopo in North Carolina, si cercherà di battere i Clippers, squadra che negli ultimi anni (a memoria), credo esser quasi  l’unica che il nuovo corso di MJ targato Hornets non è riuscita a battere nemmeno una volta insieme ai Warriors.

Il primo dicembre Charlotte volerà in Florida, a Miami, squadra che dalle ceneri è rinata nella seconda parte dello scorso anno e ora incuriosisce…

Il 9 dicembre ospiteremo i Lakers, mentre il 22 si andrà a Milwaukee, i quali giocheranno poi il 23 a Charlotte nell’ultima sfida prenatalizia.

A fine anno i Calabroni saranno in tour a Ovest, Oakland il 29, L.A. (Clippers) il 31, per inaugurare il nuovo anno a Sacramento il 2 gennaio.

Il 14 febbraio Charlotte giocherà a Orlando, l’ultimo match prima dell’All-Star Game per riprendere il 22 in casa contro i Brooklyn Nets.

Si chiuderà il 10 aprile e gli Hornets in quella data avranno a che fare con i Pacers a Indianapolis, mentre due giorni prima, Charlotte chiuderà la Regular Season in casa proprio contro Indiana.

Vi lascio al link con il calendario completo, più avanti proporrò una piccola analisi su back to back (curiosamente tre volte su quattro affronteremo Chicago avendo un back to back il giorno seguente) e simili.

http://www.nba.com/hornets/schedule

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Turn back time

Siamo quasi arrivati a metà agosto.

Buona parte d’Italia è in ferie (beati voi) e non arrivano molte novità sugli Hornets.

L’ultima riguarda una divisa alternativa, gli Hornets, come si pensava, saranno tra le otto squadre a riproporla la prossima stagione (grazie a Harrison per aver anticipato la mia lettura).

Le squadre in questione saranno:

• Atlanta Hawks (1972-76)
• Charlotte Hornets (1989-96)
• Golden State Warriors (1971-75)
• Indiana Pacers (Hickory Hoosiers)
• Los Angeles Lakers (1947-52)
• Miami Heat (1988-99)
• Milwaukee Bucks (1968-73)
• Phoenix Suns (1968-73)

E giacchè si scrive qualcosa che richiama il passato, pubblico un articolo tratto da American Superbasket (qui continuo a ringraziare il Sig. Alberto Figliolia che mi ha rifornito di materiale che acquistai ma che con il tempo era andato perso, ricordo bene il pezzo e la rivista che il giornalaio in paese faceva arrivare nel numero di due copie e finiva ovviamente presto se non ti recavi a comprarlo velocemente, internet era ancora agli albori in Italia…) datato febbraio 1998 (lo troverete anche fisso nella sottopagina ImmaginaziHornets), nel quale si parla dei vecchi Hornets di coach Dave Cowens.

La divisa qui è già la 2.0, quella con la doppia striscia per intenderci, tuttavia in tempi nei quali il basket giocato NBA è in vacanza, c’è spazio per un piacevole tuffo nel passato nella Charlotte 1997/98 di Curry (il papà di Steph), del buon e rompiscatole Anthony Mason, dell’apriscatole Glen Rice, degli amici Wesley e Phills, oltre che di Matt Geiger (l’uomo che ruppe una mano a Shaq) e il G.M. attuale di Sacramento Vlade Divac.

Buona lettura…

 

 

AddiziHornets

Charlotte ha portato a termine l’operazione “completamento roster”.
In un periodo nel quale si scriveva, il mercato langue abbiamo sullo sfondo i rumors intriganti ma non convenientissimi per noi ai quali per ora non do molto credito per una possibile trade con Cleveland che porterebbe Irving più Shumpert oltre ad alcune scelte in cambio di Walker e Zeller (scrivo non convenienti perché se Uncle Drew al momento probabilmente ha qualcosa in più, Kemba è in netta crescita e viene da una stagione super anche se deve migliorare in alcuni momenti ma a lui in North carolina si chiedono miracoli… in più si spenderebbero complessivamente circa 29,5 contro i 24,5 che andrebbero a pesare sul monte ingaggi dei Cavalieri per questo tipo d’operazione).
Lo scambio è affascinante ma non risolverebbe i problemi primari che abbiamo  secondo me nel “reparto” ali. 
In più Kemba è una bandiera di Charlotte ormai, ammesso che in un mercato del genere ancora ne possano esistere.
Persino Iverson fu sul punto d’essere ceduto (per altri problemi) in anni nei quali questo business non era ancora così sviluppato, inoltre negli ultimi anni abbiamo assistito a gente come Wade che ha lasciato il suo storico team o a migrazioni inverse come il figliol prodigo LeBron James tornato in quel di Cleveland dopo la lunga parentesi di Miami con lo stsso Wade e Bosh.
Scrivevamo…i Calabroni erano fermi a un roster a 13 giocatori con 3,3 $ da spendere per non superare il tetto massimo salariale, almeno dopo le ultime partenze dei tre play che fecero le riserve a Walker la passata stagione (Roberts, Sessions, Weber).
 
Per non andar troppo distanti da casa, a Chapel Hill gli Hornets devono aver visto giocare Isaiah Hicks, nato il 24 luglio 1994 a Oxford in North Carolina.
Un’ala grande pescata in casa perché ha frequentato l’Università di North Carolina.
Giocatore atletico, buon rimbalzista che alla conclusione della sua stagione da junior, ha ricevuto il premio come “Sesto Uomo”.
Devo dire che vedendo qualche filmato mi hanno impressionato la coordinazione e la velocità con le quali passa da un tipo di movimento all’altro, ad esempio da uno spin alla schiacciata potrebbe mettere in difficoltà centri non molto agili…
Qualcuno dice che la fiducia e i nervi sono i suoi punti deboli ma lui anche dopo prestazioni scadenti (una partita nella quale finì 3/17 dal campo), disse:
“Non direi che sono molto frustrato perché mi sento come se stessi solo cercando… mi sento come quando si prova e non va bene, continuo a cercare”.
Sicuramente, aldilà delle dichiarazioni, questa è l’unica cosa giusta da fare.
Senza fiducia, la focalizzazione dell’obiettivo e ovviamente una buona tecnica, il canestro può apparire un obiettivo irraggiungibile, soprattutto la prima dote è fondamentale.
Un giocatore che potrebbe avere già le spalle grandi se la testa lo aiuterà.
Quando North Carolina perse con Villanova all’ultimo, il giocatore avversario (Jenkins) colpì da tre punti allo scadere e, anche se non era la marcatura diretta di Hicks, il neo Hornets era il giocatore più vicino che potesse tentare di stopparlo e non vi riuscì…
Gli diedero la colpa, tuttavia lo sport è fatto di continue rinascite, per di più a queste giovani età.
Chiusa una parentesi, c’è sempre la possibilità di lavorare e riscattarsi, per lui potrebbe aprirsi un’interessante finestra NBA, anche se per ora sono “mutevoli” sogni estivi.
Nel video si vedono le sue doti ancor prima di andare a giocare per North Carolina…

 
Per il quindicesimo uomo è arrivato T.J. Williams, nato in Texas, una point guard di 191 cm.
Non un grande difensore dicono ma presumibilmente se Charlotte dovesse decidere di provare anche Monk nel ruolo di PG e tenere Williams, sarebbe più un giocatore da propensione offensiva con un tiro che spazia sino a distanze da tre punti, in grado di crearlo attraverso il palleggio, ovviamente le difficoltà che incontrerà saranno quelle di tutti i novizi, esperienza, comprensione di un gioco leggermente differente e atletismo, giacché al contrario del sopracitato Hicks, T.J. da questo punto di vista non è eccezionale.
Discreto passatore, probabilmente dovrà rifinire il suo gioco se rimarrà nel roster.

 
Siamo arrivati ai 15.
Giochi fatti direte voi… no, almeno… anche se questi dovessero essere i 15 giocatori confermati, da quest’anno la NBA ha inventato una nuova formula che permette di aggregare altri due giocatori da inserire nella rosa.
Per farlo si usa il Two-Way Contract, un tipo di contratto che da la possibilità a due giocatori per squadra di firmare per essa e mentre la franchigia manterrà i diritti sulle prestazioni sportive di questi giocatori, loro (probabilmente, giacché è il primo anno che si usa questo sistema…) andranno a giocare nella lega di sviluppo per essere richiamati in prima squadra all’occorrenza.
L’unica clausola di rilievo è che tali giocatori non potranno essere impiegati per più di 45 giorni a stagione. Sostanzialmente il roster diventa in 15+2 con un paio di riserve…
 
Il primo ad essere selezionato per questo tipo di contratto è stato Mangok Mathiang, ventiquattrenne di colore nato in Sudan con cittadinanza australiana e trasferitosi in America.
Con Louisville quest’ ala grande di 208 cm, l’anno scorso ha messo a segno 7,8 punti di media, buona mano, Pitino (non proprio l’ultimo degli arrivati, New York e Boston nei suoi trascorsi NBA) ha speso buone parole per lui, convincendolo a giocare anche all’interno del pitturato, sebbene il giocatore abbia una buona mano in grado di colpire anche dalla media con precisione.
Ha giocato la Summer League a Orlando per gli Hornets con il numero 11.
Un workout di Mathiang:

 
Ultimo ad essere menzionato è Marcus Paige, altra PG di 185 cm, quasi ventiquattrenne che ha frequentato North Carolina.
Ovviamente non ci si aspetta da lui chissà che cosa, per far sfracelli ci vorrebbe ben altro, tutto sommato potrebbe essere l’ennesima soluzione per il tiro da fuori.
Da notare le icone del tracciamento sul tiro dal campo contro Indiana…
Mancino, “Picklehead” l’anno scorso girava a 12,6 punti di media e 3,7 assist, con il 35,6% da tre è un tiratore nella norma…

Vedremo che succederà…
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