Bat-(h)um-or noir

Strappo al legamento collaterale ulnare del gomito sinistro. L’infortunio è occorso il 4/10/2017 durante la partita prestagionale giocata contro i Pistons e la prognosi attualmente è di 6/8 settimane. Vari siti riportano che il suo rientro dovrebbe essere previsto per il primo dicembre, circa…

Passano solamente 34 secondi dall’inizio della partita contro i Detroit Pistons ad Auburn Hill e Nick Batum si deve fermare di fronte a un dolore lancinante.
Dopo la disamina dei dottori in base alla risonanza magnetica fatta effettuare al giocatore, il responso è: “strappo al legamento collaterale ulnare del gomito sinistro”.

Sulla destra, il legamento interessato.

 
Al momento i tempi di recupero dati sono dalle 6 alle 8 settimane, sempre la situazione non venga rivisitata dagli stessi medici.
Potremmo rivedere il transalpino forse ai primi di dicembre…
Se a preoccupare a inizio stagione era stato l’infortunio di Monk, il quale per nostra fortuna ha ripreso a giocare e vi era stato un piccolissimo problema per Howard, il quale andava momentaneamente a unirsi a Michael Carter-Williams (infortunato almeno sino alla fine di ottobre) e T. Graham (aggiornata anche la pagina injury indicata nella home), oggi è il francese con la sua assenza ad abbassare il valore del roster.
E dire che in estate Nicolas (il quale pesa parecchio sulle cifre del roster) si era riposato saltando per la prima volta gli impegni con la nazionale dei “Galletti” per dedicarsi esclusivamente ai Calabroni ma se la fortuna è cieca, anche la Dea Bendata della sfortuna (esisterà l’opposto?) credo stia guardando in altre direzioni.
C’è una sorta di humor noir in ciò che è accaduto, ma forse è solo umore nero più che umorismo nero, come quello che permeava le atmosfere nei film di Batman.

Ok, ok, scarico le responsabilità come va di moda fare oggi…
Prendetevela con il vecchio Guerin Sportivo di Marino Bartoletti, le idee e i paragoni “malsani” probabilmente mi arrivano dai loro vecchi titoli…

 
Ora, tornando seri, il backcourt dovrà necessariamente essere riorganizzato da Clifford, il quale potrebbe secondo me decidere di far partire Lamb in quintetto.
L’ex OKC è partito bene, più affidabile (per esperienza) di Monk, il quale da rookie potrebbe anche bruciarsi. Intendiamoci… non voglio dare giudizi affrettati, ma Monk potrebbe essere una mina deflagrante nella NBA.
In attacco l’ho già visto creare, crearsi e concludere delle buonissime azioni, ha personalità, esplosività e atletismo, anche il tiro non è niente male.
Per sua ammissione in difesa sta ancora imparando e giustamente è normale sia così…
Monk ha molte caratteristiche in comune con Lamb, ma Clifford è un allenatore in controtendenza, piuttosto conservatore, e, sebbene anche Lamb non sia fenomenale sempre in difesa, la maggior esperienza potrebbe far propendere Clifford per Jeremy come starter.
Oltretutto “l’Agnello” non sta affatto demeritando, determinato, sta giocando un buon basket e portando punti al team.
Monk compenserebbe apportertando più punti in un team votato alla difesa, ma potrebbe agire strategicamente anche dalla panchina risultando più efficace quando, inserito in un contesto di second unit, il valore degli avversari inevitabilmente si abbasserà…
Comunque… di certo come a Phila o a NOLA, la salute qui non è di casa…
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Preseason Game 2; Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 108-106

Rileggendo un po’ la recente intervista fatta a un ex giocatore di basket riflettevo… forse la verità è che c’è un bisogno che prende la forma di vuoto dentro di noi e ognuno lo colma alla sua maniera.
In tempi piuttosto magri nei quali si “riempie più la pancia” (in senso metaforico), che pensare ad altro, in base alle età, l’esigenza di colmare questo vuoto può prendere la forma di risposta alla noia nei giovani, piuttosto che quella sociale negli adulti e/o spirituale nei più anziani o inclini. Non vi ammorberò oggi, però, entrando in questioni filosofiche che si farebbero lunghissime.
In questo caso, svegliandomi di notte, cercando di mantenere il mio hobby, fissandomi sul momento sportivo trovavo e provavo un vuoto è materiale, semplicemente perché provando a collegarmi alla NBA League Pass, scoprivo che la gara non era coperta in TV, abbastanza incredibilmente direi, anche se già in un’occasione lo scorso anno, per una partita di preseason, si verificò identica situazione.
E… allora come nella vita ci si arrangia un po’, per non raccontare avvenimenti mai accaduti come faceva nell’anime in TV il buon Tommy Aku al contempo giornalista e Tiger Mask nella seconda serie (nisei) dell’Uomo Tigre, che il suo inetto capo mandava sempre ad altri eventi in contemporanea obbligando il buon Tommy a inventarsi tutto pubblicando ilari pezzi e avvenimenti mai accaduti che facevano infuriare il redattore…
 
La partita
 
Si va di streaming ma la partita è già iniziata, forse meglio visto lo scempio a livello di risultato:
16-28 con 6 punti di Drummond consecutivi ottenuti da 4 liberi e un pick and roll concluso dallo stesso numero zero in schiacciata, oltretutto pare che Batum sia già fuori per un problema al gomito.
Gli Hornets danno pochi segni di risveglio e la difesa è inefficace tanto che i Pistons si portano sul 32-52.
A questo punto entra in scena Monk, il quale a 4:49 penetra da sinistra e schiaccia in maniera dinamitarda, poi colpisce da tre dal corner destro e conclude il break degli Hornets da 7 punti con una transizione innescata da una rubata di MKG sulla quale Kennard spende un fallo, ma rallenta solo il processo di trasformazione (2FT a segno) del punteggio. A 4:01 quindi le distanze tra i due team sono state ridotte a 13 punti, ma solamente due minuti più tardi, anche grazie a una tripla dello stesso Kennard, il punteggio torna ad ampliarsi fino al 45-63.

Julyan Stone, ex Venezia. A lui Clifford chiede intensità. Ha terminato la gara con 7 assist e una stoppata decisiva. 2017 NBAE (Photo by Brian Sevald/NBAE via Getty Images)

 
Gli Hornets però nella seconda frazione cambiavano decisamente ritmo in difesa costringendo a diversi turnover i Pistons; MKG stoppava Harris in azione solitaria, Marvin recuperava un pallone e Howard in veloce virata nel pitturato lasciava lì il suo avversario Marjanovic, realizzando da sotto ma non sfruttando il libero (2/3 però nella notte).

Sul 66-74, punteggio che rimaneva bloccato per i Pistons, i teal si avvicinavano con Walker dal pitturato e Williams da fuori per il 71-74.
Era ancora presto, però, per tentare il sorpasso, ora, con le panchine in campo, i Pistons sembravano poter allungare; si passava, infatti, sul 73-81 ma Lamb con una conclusione precisa accorciava, poi era lo stesso Jeremy ad andare a stoppare un tiro di Bradley così Charlotte ci provava con Frank da tre, il suo tiro non entrava, recuperava Stone che aiutato dai ferri, faceva calare il punteggio ulteriormente (77-81).
Zeller in difesa sporcava un pallone, gli Hornets in attacco facevano girar palla e Frank sparando da tre portava sul -1 l’incontro.
I Pistoni, però, che avevano condotto avanti tutta la gara non ci stavano, Leuer bruciava Kaminsky sulla linea di fondo e realizzava allungando sull’84-91 per i suoi.
Monk accorciava, ma Drummond segnava tagliando fuori Kaminsky che non era irreprensibile nemmeno sul bel reverse layup di Leuer.
La mascotte dei Pistons a 7:14 dalla fine esultava e… sembrerebbe averne tutte le ragioni quando il charlottean Ish Smith in fade-away a 6:51 cacciava indietro Charlotte sino al -10 (88-98).
Charlotte però stringeva le maglie in difesa; Stone recuperava un pallone che a 6:16 portava a una transizione corretta da Bacon dopo l’errore di Monk.
Kaminsky a 4:40 dopo l’imbarazzante difesa iniziava a farsi perdonare dai bordi dell’area sinistra dove mandava in crisi il suo marcatore e segnava dopo aver mostrato un campionario di movimenti sul posto.
Era Monk però a calare la bomba del sorpasso sparandola da 45° a sinistra per il 100-98.
Le squadre si trovavano sul 101 pari e il finale punto a punto vedeva Kaminsky farsi un giretto nel pitturato che valeva due punti più un tiro libero per fallo di Harris.
Il FT andava a vuoto e Kennard in jumper pareggiava. Kaminsky però era deciso a portare a casa la gara e realizzando con un lungo tiro da due punti rimandava avanti i nostri che si salvavano una prima volta dall’attacco di Smith, il quale esagerava notevolmente in palleggio andando a finire nel raggio di Zeller che gli soffiava il pallone, tuttavia un’altra entrata del play in divisa bianca restituiva incertezza al match sul 105 pari.
Era però ancora la difesa di Charlotte a fare la differenza. Detroit avrebbe due possibilità per passare avanti ben due volte, ma Harris si faceva ipnotizzare da Zeller in aiuto a Kaminsky, mentre sempre sul nostro lato destro del canestro era Stone a imitare Cody, questa volta arrivava anche la stoppata su Smith.
Su quest’azione si sviluppava una rapida transizione che Bacon conduceva nel pitturato scaricando in superiorità numerica la palla a Monk sulla sinistra del canestro.
Malik al volo, in salto, restituiva palla all’accorrente Bacon che realizzava senza patemi il 107-105.
Harris provava, con otto secondi sul cronometro a pareggiare ma arrivando dalla sinistra andava a chiudersi sotto canestro contro Kaminsky, il quale sfruttando l’arrivo dei compagni (Monk ad esempio) spediva la palla lontana dalle mani del numero 34 avversario, Zeller la raccoglieva in tuffo e subiva fallo andando a realizzare il 108-106 a un secondo e mezzo dalla fine.
A Detroit non rimanevano time-out disponibili quindi Stanley Johnson ci doveva provare dalla destra da distanza siderale; per nostra fortuna il suo era un meteorite che oltrepassava anche la parte alta del tabellone spegnendosi lontano dalla zona pericolosa.

Dietro a Howard ecco Frank Kaminsky e Cody Zeller.
Per Clifford sarà importante averli in buona forma.
2017 NBAE (Photo by Brian Sevald/NBAE via Getty Images)

 

 

 
I Numeri
 
Bene Lamb che continua a far vedere buone cose in attacco e può dire la sua anche in difesa se rimane concentrato.
Un +11 di plus/minus, 4 assist e 18 punti, battuti solo da Malik Monk che con 19 in 22 minuti fa intuire di poter essere il tizzone ardente che Charlotte stava cercando. Forse qualche tripla in meno (non che sia male il 4/10) aumenterebbe le percentuali.
5 punti e 7 rimbalzi per l’altro rookie Bacon in 12 minuti, mentre nel duello tra centri Drummond ha cifre leggermente superiori (1 stoppata, 16 punti, 15 rimbalzi) ma Howard con 2 stoppate 12 punti e 11 rimbalzi non è andato male.
Da segnalare anche i 13 punti di Kaminsky che chiude davanti al trio Walker, Williams Kidd-Gilchrist che apportano alla causa 10 punti a testa.
Benino Stone con 7 assist e molto meglio in difesa dopo il richiamo di Clifford che da lui vuole intensità.
14 i turnover di Charlotte contro i 19 dei Pistons.

Preseason Game 1; Charlotte Hornets @ Boston Celtics 82-94

Il pianeta cade a pezzi sotto i colpi dell’economia.

Chi non se ne accorge è un pazzo, è complice, vive in un acquario, oppure ha la fortuna di stare fuori dalla mischia.

Non era esattamente l’intro che avrei voluto realizzare, non era nemmeno pensata, avrei voluto parlare degli Hornets e basta per oggi, per la prima partita prestagionale, inoltre sarebbe sfacciatamente supponente da parte mia trattare un tema così vasto e delicato, sempre attuale, il quale apparentemente non avrebbe a che fare con la tematica trattata in questo blog.

Invece, può succedere che mentre l’azienda NBA si trova in forma smagliante e amplia i suoi orizzonti e i suoi introiti, nel macrocosmo terrestre la Catalogna cerchi di staccarsi dalla Spagna.

A mio parere non credo sia solo la fierezza del popolo catalano a sfidare, a contrapporsi al potere centrale madrileno, con il quale è in atto una rivalità storica, ma il nodo principale è economico con la Spagna sino a pochi anni fa a superarci salvo ripiombare in crisi acuta dopo il boom.

E’ quasi sempre l’economia (con i suoi ganci e le sue conseguenze come l’accaparramento di risorse in altri territori) a scatenare conflitti.

Ma l’economia è semplicemente un complesso sistema artificiale costruito dall’uomo per autodeterminare un sistema di convivenza che si dovrebbe basare su parametri che assicurino futuro, stabilità e sicurezza a un determinato gruppo, a una determinata nazione, una divisione che fraziona e contrappone…

Oggi l’economia, è trasformista (l’economia reale è colpita a morte dalla degenerazione virtuale, quella dei derivati, delle scommesse contro i paesi, della moltiplicazione di soldi inesistenti con banche compiacenti con riserve frazionarie più vicine allo zero che altro) e l’esatto contrario (dalla teoria alla pratica le cose spesso cambiano), così può accadere che chi la gestisce e la manipola possa creare tabelle, parametri che porteranno a instaurare vere e proprie cancrene, spezzando i già fragili e imperfetti (per usare un eufemismo), oltre che finti equilibri che oggi evaporano velocemente.

Influisce quindi anche nel mio modesto microcosmo lavorativo, dove v’è stato un cambio repentino di mansione, d’orari, di gestione (la cosiddetta riorganizzazione aziendale) e questo mio hobby (messo a servizio degli appassionati di Charlotte e della NBA), rischia di saltare a tempo indeterminato dopo aver raccontato per tre anni la rinascita della franchigia e qualche anno prima, annate sfuse dei New Orleans Hornets…

Tornado alla partita… alla prima uscita Charlotte cade contro una delle favorite per la prossima stagione, la quale impressiona per la qualità della panchina, di Tatum si sapeva ma elementi come Theis e Nader (oltre a Rozier più conosciuto) se dovessero confermarsi, garantirebbero a coach Stevens quella continuità nelle seconde linee che potrebbe fare la differenza in partite importanti.

Charlotte paga anche un po’ d’inesperienza con Monk, mentre l’amalgama appare ancora un pochino indietro rispetto a quella dei Celtics che pur tanto hanno cambiato.

La Partita

Gli Hornets scendevano in formazione tipo con: Walker, Batum, MKG, M. Williams e Howard, mentre i nuovi Celtics schieravano: Irving, Hayward, Brown, Horford e Baynes con l’oceanico molto fastidioso in serata… Le squadre dimostrano subito d’essere in rodaggio mentre Carter-Williams è infortunato, Walker, Howard e Monk pur acciaccati, ci sono.

Un paio d’attacchi dei Celtics vanno subito a vuoto (compresso un tentativo di tripla di Hayward) così come il gancio di Howard, il quale in difesa spende un fallo sull’entrata di Brown procurando i primi due punti per i padroni di casa a 11:09. Charlotte deve rodare decisamente di più, Howard è stoppato e un Walker ancora fuori forma commette passi però Batum a 10:22 pareggia con un lungo diagonale dalla destra. Boston rimane sempre avanti e al limite Charlotte pareggia come nel caso del 7-7 dopo ave visto una stoppata di Howard su Brown nel cuore dell’area. Boston però prende decisamente il sopravvento con l’entrata di Smart il quale indovina due triple (nel mezzo un tiro libero di Howard da dimenticare) aiutando i Leprechaun a installare il 12-22 ma un controparziale di 7-0 caratterizzato da una bella tripla di Monk dal lato destro (spostamento laterale veloce di piedi per evitare la marcatura) e due punti di Kaminsky da sotto mandavano in archivio il primo quarto sul 19-22.

 

Dopo 15 secondi, nel secondo quarto, Kaminsky sfruttava un mismatch finalizzando anche il libero aggiuntivo assegnatoli per il fallo subito, ottenendo così il pari a mono-cifre 22-22. A 11:01 Lamb colpendo da tre dall’angolo portava avanti gli Hornets ed era sempre lui a tenerceli grazie a un altro paio di canestri che portavano il match sul 29-25. Purtroppo una rubata di Rozier consentiva ai biancoverdi il pari alla soglia di quota trenta ma Howard dopo un errore personale da sotto raccoglieva sfruttando il fisico e riequilibrava la sfida. Boston però sfruttava le palle perse degli Hornets per portarsi sul 31-36 grazie a una bomba di Horford a 4:56. Charlotte tentava di rimanere in scia con Batum, spinto senza successo sulla linea di fondo sinistra. Canestro più fallo per il 34-36. Dopo un blocco di Baynes su MKG definito illegale dagli arbitri e ridicolo dai telecronisti pro Celtics, si accendeva un’animata discussione tra giocatori interrotta dagli arbitri prima che Walker e Irving azzeccassero le triple che nulla cambiavano… Gli Hornets, sotto di sette a pochi secondi dalla fine, trovavano il colpo di coda con Kemba a colpire in diagonale dalla destra da tre punti, ben oltre la linea delle specialità curryane o alleniane, per restare in tema dei due team.  I teal di MJ andavano quindi a riposo staccati di quattro lunghezze sul 43-47.

 

Kaminsky contro Hayward.

 

Charlotte segnava per prima nel secondo tempo con una schiacciata di MKG ma le spaziature e gli equilibri degli Hornets sul giro palla dei Celtics venivano meno; Rozier dall’angolo sinistro caricava e segnava una tripla nonostante l’ombra di Howard in uscita gli si parasse davanti. Dwight rispondeva da marcato con una tabellata sulla destra che finiva dentro. A pareggiare a quota 50 ci pensava Batum con una morbida tripla. MKG portava avanti Charlotte con un jumper dalla media sinistra e Zeller da sotto a destra firmava il 59-56 ma si aveva l’impressione che Boston potesse andare molto più facilmente a bersaglio in caso d’accelerazione, infatti, in un batter d’occhio il vantaggio degli uomini di Stevens (59-60) era servito. Charlotte con la panchina andava un po’ in difficoltà, Monk si faceva scappare il 28 e Zeller in attacco soffriva la stoppata di Tatum ma Lamb a centro area si girava segnando, tuttavia senza Howard i Celtics infilavano un altro appoggio con Nader per il 61-66, punteggio che saliva a 62-68 (Theis dunk in correzione per Boston) alla penultima rossa sirena.

Dopo una tripla di Monk, i Celtics iniziavano a staccarsi, la panchina ha bisogno d’amalgama è c’è anche qualche errore di piazzamento personale. Lamb in attacco produceva due punti ma sull’azione successiva si faceva sfuggire Tatum che dalla linea di fondo appoggiava al vetro due punti. Una tripla di Theis, una controspecie di Olynyk, uno stretch four/five mandava sul 67-82 la partita… Clifford manteneva la panchina in campo che reagiva accorciando un pochino il gap ma i biancoverdi non tornavano a tremare chiudendo agevolmente il match sull’82-94.

I numeri

Howard ha finito con 7 punti, 3 stoppate e 10 rimbalzi, Walker ha messo 12 punti ma le percentuali al tiro sono state basse, mentre a fare più sul serio è stato Lamb, il quale si è presentato al Media Dai, la giornata dedicata al pubblico ai microfoni di Matt & Matt piuttosto serio, asserendo d’aver lavorato quest’estate e, infatti, ha realizzato 18 punti, ha catturato 8 rimbalzi e smistato 3 assist, anche se la sua difesa non è stata sempre perfetta, sempre meglio di quella di Kaminsky, il quale al Media Dai è stato abbastanza divertente presentandosi con gli occhiali da sole per poi passare alle battute fino a raccontare di voler bloccare sua mamma sui social (commenti imbarazzanti) per arrivare alla mimica di sfondo quando vi erano compagni intervistati. Il -15 del plus/minus è eloquente, anche se 7 punti e 4 rimbalzi li porta a casa ma come i 5 turnover, battuto solo da Howard con 6 (per quest’ultimo anche un pessimo 3/8 dalla lunetta). Niente di che… misureremo (forse, se riuscirò) meglio la forza del team nelle prossime due trasferte, a Detroit e Miami…