Chalk Hornets 2

Secondo video di Chalk Hornets, sempre in collabrorazione con Matteo V. che ringrazio.

Oggi descriviamo un’azione semplice a due tra Walker e Batum osservandola però nei dettagli che determinano lo sviluppo sino alle estreme conseguenze dell’azione.

La visuale verticale permette d’osservare bene il taglio flash accennato di Batum, il blocco di Williams sul quale il francese, tornando sui suoi passi prende spazio ma decide di non tirare.

La penetrazione è chiusa da Harrison, l’area in generale è ben protetta ma il n° 5 coglie l’oscillazione di Elfrid Payton che rimane in una posizione detta “terra di nessuno”, così il bound pass per Kemba risulta ottimale per la freccia scoccata dal capitano da tre punti visto che il close out della PG avversaria è necessariamente tardivo.

 

Game 67: Charlotte Hornets Vs Phoenix Suns 122-115

 
Sulle rovine degli insediamenti Hohokam nacque Phoenix.
Il nome le fu dato in virtù delle qualità immortali si pensava avesse la fenice, abile a rinascere dalle proprie ceneri. Il caso vuole che la prima partita del day after disaster avvenga proprio contro i Phoenix Suns.
La squadra di Clifford in due partite, pur potendo contare su un calendario favorevole rispetto a Pistons e Bucks, ha lasciato intendere di non essere una squadra.
Pochissima difesa che i soliti due/tre soliti volti non sono riusciti a colmare.
Due sconfitte sulle quali c’era una piccola attenuante sulla prima, per quella con i Nets non ci sono alibi che tengano.
In estate bisognerà ricostruire sulle ceneri per tornare a volare.
Era giusto terminare con questa squadra che porta con sé dagli albori della nascita dei Calabroni 2.0 alcuni elementi come Walker, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Cody Zeller. Non so cosa accadrà ma in quello che sarà l’anno dell’All-Star Game mi auguro che Jordan inizi a metterci la faccia e tramite il nuovo GM possa costruire una squadra dal record vincente, come occorso solamente il secondo di questi quattro anni passati insieme.

Tre titolari nel riscaldamento prepartita.

Per quanto riguarda questa partita odierna, a 16 gare dal termine, con gli Hornets sotto di 10 partite dal record in parità, c’era solamene da augurarsi che la squadra onorasse contratti e mettesse spirito per interrompere una striscia negativa che durava da cinque partite.
Gli Hornets chiudevano nel finale una partita emozionante, così come fu quella disputata in Arizona.
Dal +20, trovatisi sul +2 grazie alle bombe continue dei Suns nell’ultimo periodo, i ragazzi di Clifford pescavano il jolly proprio a mezzo tripla con Batum che allontanava Charlotte sul +5 a meno di un minuto dalla fine.
18/32 per i Suns da oltre l’arco con il 56,3% con un Reed da 4/4 a guidare l’ottima pattuglia di Triano.
Sopra anche negli assist (24-27), i Suns hanno dovuto soccombere però a rimbalzo (41-35) e nelle rubate (11-9), così come nei TO (12-14), tirando meno e peggio i FT, mentre la percentuale dal campo è stata la medesima per le due squadre con il 50,6%.
Per la rimaneggiata Phoenix
17 punti sono arrivati da Daniels, partito come starter, 16 a testa da Reed e Bender, 14 a testa invee per Shaquille Harrison e Elfrid Payton.

Gli starting five.

 
Palla a due vinta da Chandler, senza esiti il primo attacco ospite per la buona uscita di Howard, sulla transizione MKG andava a chiudere in fing and roll a 11:13 per il 2-0.
Harrison con un bound pass pescava solo Chandler sotto canestro che chiudeva in sicurezza con la schiacciata dal pari.
Ripartivano gli Hornets che con una triangolazione esterna mettevano in moto sulla diagonale sinistra Williams che scaricando un tiro da tre punti, valorizzava il bound pass di Kemba.
Un bel rolling hook di Howard vs Chandler aumentava il divario che era tuttavia riassorbito dalla squadra di Jay Triano nonostante una rubata con conduzione in transizione con appoggio che Harrison si vedeva inchiodare al vetro tal turbo ritorno di Williams.
Sull’azione seguente però l’ex Daniels pescava la classica tripla pareggiando a 7:46 prima che a 7:25 gli Hornets ripartissero con un catch n’shoot di Marvin Williams da tre punti per il 10-7.
Payton accorciava sul -1 ma a 6:30, nel duello tra guardie, Kemba aveva la meglio segnando il suo primo canestro dal campo con una bomba.
MKG cercava di aumentare il gap ma sbagliava il tiro, tuttavia sorprendendo Chandler che aveva conquistato il rimbalzo, rubando sotto canestro al lungo, correggeva facilmente l’errore.
Un semi-gancio di Howard anticipava lo svincolamento di Batum dalla marcatura per l’appoggio di destro sotto canestro, poi era ancora il turno del nostro centro che piazzava un elbow jumper frontale da oltre la lunetta per il 21-10.
Entrava Len che iniziava a curare Howard con le maniere forti ma dopo un fallo, Howard eseguiva uno spin dietro l’avversario, Frank riconosceva il momento e l’alley-oop era fatto.
Poco più tardi cambiavano assist-man e lato (Lamb per il destro) ma il risultato era il medesimo; il nostro numero 12 si elevava ancora in alley-oop ottenendo altri due punti che a 2:42 ci portavano sul 27-12.
Phoenix si dava una svegliata segnando con Ulis da tre punti e con Harrison e il suo acrobatic shoot in entrata sul quale gli arbitri chiamavano l’addizionale per fallo del Tank.
0/1 e risultato che non mutava rimanendo quindi sul 27-17…
Monk entrava sul parquet segnando a 1:43 il suo primo tiro, un lungo due oltre la marcatura di Chandler…
Ulis con un off balance passava il tentativo di difesa di Frank ma Lamb a :58.2 dal corner destro faceva ricadere la spicchiata nella retina per il 32-19.
Charlotte si arrestava offensivamente mentre Phoenix iniziava un mega parziale in rimonta a cavallo tra i due quarti che vedeva i canestri da fuori di Harrison e Reed nel primo quarto, fissato sul 32-25.

Batum al tiro contro l’ex Troy Daniels. Foto: Jeremy Brevard-USA TODAY Sports

 
La solfa non cambiava a inizio secondo quarto, quando gli Hornets tenevano un po’ meglio difensivamente ma senza riuscir a segnare, accadeva così che Daniels a 9:08 trovasse il pareggio alla sua maniera con un tiro da fuori (32-32). Phoenix non riusciva a passar avanti perché Lamb, ultimo marcatore degli Hornets, infilava un’altra tripla dalla stessa mattonella (8:48) e a 7:58 dalla baseline sinistra Walker aggiungeva un pullup per il 37-32.
Dudley a 7:43 segnava il 37-35 ma Charlotte da destra trovava un passaggio dentro per l’aggancio sulla rollata di Kaminsky che attaccando il canestro appoggiava a destra del plexiglass evitando la stoppata per depositare il +4.
Batum diventava da assist-man a finalizzatore quando Kemba arrivava da una dribble drive sino sotto canestro passando corto sulla sinistra per il francese al quale non rimaneva altro che schiacciare per il 41-35 a 6:57.
Payton rispondeva innescando verticalmente un soft alley-oop di Chandler ma Howard era contratto irregolarmente dall’ex centro di NOLA e Dallas.
Due FT a segno che forse lo esaltava tornando in difesa.
Diavolo a 4 in uscita su Payton che in entrata veniva influenzato dal suo rientro, l’errore era recuperato da Phoenix, Dwight toccava un pallone, poi dopo il secondo errore della squadra dell’Arizona recuperava con sicurezza anche un rimbalzo nel traffico andando a 4:26 a prendersi due FT.
Splittandoli portava i Calabroni sul +5 (44-39) prima di andare a stoppare Payton.
MKG, che aveva perso una palla contesa precedentemente, si rifaceva contro Bender, il tocco verso Howard era buono per la virata e tocco al vetro da destra del nostro centro che faceva secco Chandler che pure faceva il massimo sulla difesa.
La marea teal non si arrestava poiché a 3:23 pioveva ancora una tripla di Williams che ci riportava in doppio vantaggio (49-39) prima che la squadra ospite accorciasse sul -6. Kemba segnando da tre faceva scorrere il tabellone sul 52-43 e Batum in mumbo fade-away dalla baseline destra in uno contro uno ci restituiva il vantaggio in doppia cifra. Phoenix però trovava un bel bound pass verticale pompato da Chandler per la rapida infilata di Harrison che in reverse layup passando il ferro chiudeva abilmente.
Altri due punti di Batum dal pitturato facevano oscillare un gap che scendeva leggermente poiché Harrison continuava a sorprendere con giocate interessanti; l’attacco dalla baseline e il numero con cambio mano in reverse rimanevano impressi, così come l’ultima giocata di Kemba che si scontrava lateralmente con Chandler sul palleggio ormai a livello formica, mantenuto il possesso battendo Dudley, riusciva ad arrivare a chiudere in appoggio da sotto finendo per anticipare d’un soffio la luce rossa per il 59-51 finale di primo tempo.

Howard, intervistato dalla ready a metà gara.

 
La ripresa iniziava con Harrison molto attivo.
Tre punti ottenuti velocemente (tiro da due punti e un FT, il secondo), poi interveniva Howard a spezzare il break ospite con un piazzato senza esitazioni per il 61-54.
Bender aveva la meglio su Williams in entrata con appoggio di destro e Payton, approfittando di una persa di Kemba in palleggio nel cuore dell’area si lasciava andare ad un coast to coast in palleggio che valeva il -3 (61-58).
A 9:42 Batum, pur senza molto spazio, segnava da te punti dalla diagonale sinistra ma Daniels replicava un po’ più lontano dell’arco, intimando la resa a mani alzate a MKG in marcatura.
Sul 64-61 ripartivano alla grande i Calabroni che, dopo i primi due pt. del parziale iniziato da Batum, vedevano Marvin (8:53) lanciatissimo in un varco sparare una thunder dunk di destra sulla quale nessun phoenician osava tentare la stoppata.
Un recupero steal di Williams su Bender in palleggio innescava l’offensiva di Charlotte chiusa abilmente da Howard che andava a piazzare un insospettabile elbow jumper dalla baseline destra sul quale Phoenix chiamava time-out (8:17).
La situazione per Triano però non migliorava poiché la sua squadra incassava un gioco da tre punti per un turnaround in post alto di Williams sul quale gli arbitri chiamavano anche un fallo (forse eccessivo) di E. Payton.
Comunque l’1/1era solo l’antipasto del 2/2 che a 6:57 lo stesso nostro numero 2 otteneva con gli Hornets in bonus.
Il parziale di 11-0 era interrotto da Phoenix così come l’alley-oop per Howard da Dudley che mandava in lunetta il nostro centro a splittare.
Una tripla dal corner destro di un perfetto Dudley da fuori l’arco oltrepassava Batum prima d’infilarsi.
Charlotte rispondeva con un’entrata ritmata a ricciolo di MKG che in perfetto terzo tempo alzava sopra i lunghi nel pitturato.
Howard stoppava l’entrata di Daniels con lo scudo stellare, sulla ripartenza MKG per Batum che colpiva micidialmente da oltre l’arco trovando anche più tardi (4:39), due punti in appoggio al vetro sulla destra per l’83-66.
Dopo due punti di Ulis ne arrivavano 4 in un sol colpo per Batum che era leggermente sfiorato da Reed sull’alzata; tiro da tre a segno, libero anche e a 4:11 Charlotte veleggiando sull’87-68 si sedava comodamente al comando.
A :44.4 con una tripla il Tank faceva segnare anche un +20 (92-72) che non faceva prevedere un finale di gara intenso, invece Phoenix trovando gli ultimi 4 punti del quarto chiudeva sul 96-72 per cercare di rilanciarsi nell’ultima frazione.
 

Marvin Williams contro Elfrid Payton.
Ap/Photo Nell Redmond

La scelta folle di Phoenix era quella di provarci sempre da fuori area e la strategia era premiata perché Dudley e Reed infilando immediatamente due triple portavano sul 96-78 la gara.
Una fiammata del Tank però riportava a 10:30 i Calabroni sul +20 (100-80).
Succedeva però l’impossibile nei minuti seguenti; Bender da tre oltre Frank, ancora Bender da fuori dopo il time-out di Clifford, prima da tre e poi con tre tiri liberi su quattro avvicinava i Soli sul 102-88.
Howard trasformava la torrida pressione in un oasi quando ricevendo da Kemba, pur essendo spinto alle spalle da Dudley, riuscendo a segnare, otteneva anche un libero per portare sul 105-89 la gara.
Phoenix però iniziava a ingurgitare il pianeta Hornets a suon di triple; Daniels a 8:30, Reed in transizione per la quindicesima su 24 tentativi complessivi di Phoenix e ancora lo stesso Reed portavano sul 107-99 la partita.
Batum in fade-away rapido faceva secco l’ultimo marcatore ma Bender da tre a 6:20 riusciva a riportare sul -7 i bianchi.
A 5:55 Marvin sanguinante dall’arcata sopraccigliare sinistra veniva aiutato dal medico, la ferita era rimarginata da un cerottone mentre sul paquet il sanguinamento era fermato dall’alley-oop di Howard gentilmente offerto da Kemba.
Sul 112-104 ci riprovava Bender da fuori, scegliendo l’unica soluzione utilizzata dai Suns nel quarto (triple o liberi a segno), ma questa volta il tiro non risultava preciso ma a 4:39 Payton sorprendeva tutti andando d’autorità a infilare il cesto in entrata.
A 4:13 Daniels metteva i brividi ai suoi ex tifosi fissando la tripla del -3 (112-109) per il 9/11 complessivo di quarto degli ospiti da oltre l’arco…
Walker serviva Kaminsky che dal centro sinistra superava Dudley tirando da tre; la palla rimaneva in aria fin troppo per i tifosi (nonostante il breve lasso di tempo reale) che tiravano un sospiro di sollievo vedendola varcare la retina.
Payton nel finale aveva la meglio su Kemba dimostrando più concretezza nell’occasione.
Mentre Walker sbagliava un paio di triple e uno step back sul quale Bender andava per funghi, l’ex Magic realizzava due canestri che consentivano ai Soli di trascinare in orbita “mercurica” il pianeta Charlotte (115-113).
Payton da tre non funzionava, così come l’idea di Bender di tentare l’entrata; la palla sbattendogli addosso finiva oltre la linea di fondo.
Charlotte così si salvava ma in attacco non era agevole trovare spazi a meno si un minuto dalla fine; Batum, avendone un pochino sullo scarico non ci pensava troppo anche se un difensore gli si parava incontro velocemente.
Il suo tiro andava a sbattere fortunosamente sulla sinistra del plexiglass ricadendo dentro a :51.4 per il 118-113.

Batum seduto nel time-out dopo la tripla scoccata dal suo arco nel finale.

Un colpo di sponda da biliardo che metteva al riparo anche dall’entrata di Payton su Walker per il 118-115.
A :34.8 Bender commetteva due falli in rapida successione su Howard.
Il secondo era sanzionato, così il nostro centro andava in lunetta.
Freddo, il primo FT rimbalzava tra i ferri prima d’esser benevolmente accolto, nessun problema per il secondo con Charlotte sul +5.
Ci provava Daniels nel finale dalla top of the key, ma l’uscita in marcatura di Howad su di lui lo costringeva a colpire il primo ferro.
Batum dalla line chiudeva quindi la questione sul 122-115 nonostante un finale imprevedibilmente travagliato.
 
Pagelle
 
Walker: 5,5
11 pt., 2 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Finisce con 4/14 al tiro compreso un 2/8 da fuori. Cerca di vincer la partita tentando nel finale qualche tripla che non gli entra. Pazienza… ero il primo a praticare questo gioco e lo capisco, ma in difesa non contiene Payton e i Suns si avvicinano pericolosamente oltre a perdere in precedenza un pallone per una tripla di Reed in transizione… Periodo poco brillante, forse ha perso un po’ di mordente dopo ave trainato il carro per tutta la stagione ed essersi ritrovato virtualmente ancora fuori dai playoffs. Smista qualche buon assist indubbiamente (a Batum sotto, a Frank per la tripla nell’ultimo quarto) per questo mezzo voto in più.
 
Batum: 8
29 pt., 12 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. +26 di +/-, 3/3 dalla linea e 11/18 dal campo. Indovina triple e fade-away, cattura rimbalzi e smista assist. Un Batum in forma anche per le assenze nelle fila avversarie. Poco importa, lui gioca la sua partita trovando anche la ciliegina sulla torta con la tripla al plexiglass finale che fa sì che la serata non divenga l’ennesima tragedia. Ottima gara.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
8 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 4/7 dal campo. Una bella entrata oltre i lunghi e un +27 di plus/minus. Si da da fare molto più dell’ultima partita e anche se Daniels lo beffa da lontano, riesce a recuperare qualche pallone e più rimbalzi in 29 minuti di partita. Serve un buon assist a Batum.
 
M. Williams: 7
16 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Marvin chiude con 5/10 dal campo catapultando un 3/8 da fuori. Ha la meglio per lungo tempo su Bender. S fa male nel finale. La sua rimane una prova comunque generosa, ben diversa dall’ultima fornita.
 
Howard: 8,5
30 pt., 12 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 4 stoppate. 10/15 al tiro dal campo replicato fedelmente in lunetta. Altra big night di Dwight che chiude con una prestazione molto buona difensivamente, mentre quella offensiva non risente di Chandler, Len o altri intoppi come Dudley. Regna nella Queen City.
Monk: 6
4 pt., 1 assist. Gioca 13 minuti chiudendo con un due su 5 dal campo frutto di due tiri dal gomito con arresto e tiro. Bella la seconda azione con spin su un avversario, il giro poi tornando indietro attorno a Howard per andare poi a segnare. Fatica difensivamente e anche se non è tutta colpa sua, si prende un -17…
 
Lamb: 6
8 pt., 1 assist, 1 rubata. 3/7 al tiro, stesso +/- di Monk. Centra un paio di bombe e ci prova da metà campo sulla sirena anche se non va ovviamente. Non ha paura in attacco ma in difesa lascia qualche spazio.
 
Kaminsky: 6,5
16 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 5/10 dal campo con 2/3 da fuori. Buona la tripla nell’ultimo quarto per allontanare Charlotte dai guai. La marcatura però non è il suo forte e quando tenta il rientro, non è nemmeno troppo fortunato come nel caso di una tripla di Bender. Partita dai due volti, non è facile dargli un voto, ma lo premio leggermente per il contributo in punti e a rimbalzo in soli 20 minuti.
 
Graham: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Si fa stoppare un tiro chiudendo con 0 pt. e tre falli in 11 minuti. Prova scarsa nonostante l’impegno.
 
Coach S. Clifford: 6,5
La squadra non riesce a difendere sul perimetro ed è un problema che dura almeno da un anno e mezzo a livello seriale… Per il resto si vede almeno la voglia oltre a qualche giocata dei singoli.

Game 66: Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 111-125

 
Iconiche e commerciali mimose a parte, nella giornata dedicata alla Donna, oltre le complesse tematiche attuali, impossibili da condensare in poche righe, c’è da constatare un fatto che parte dall’antichità:
La riconosciuta colpevolezza del genere femminile in scritti considerati sacri o mitologici.
Scritti di uomini che in qualche modo la discriminavano, come sotto altri aspetti avviene anche oggi denotando mediamente una situazione ancora lontana da ciò che dovrebbe essere paritario.
Partendo da Adamo ed Eva, cacciati dal paradiso terrestre per aver addentato la mela proveniente dall’albero della conoscenza del bene e del male su suggerimento del serpente, è Eva (prototipo della Donna tentatrice, sorridendo adesso noto che sarebbe mancato un 6 al numero di gara per richiamare il Demonio…) ad offrirla al compagno, così come Pandora è la curiosa colpevole d’aver aperto l’omonimo vaso, offertogli in dono da Zeus che conteneva tutti gli spiriti maligni del mondo.
Questo fatto probabilmente già lo conoscevate, forse però non eravate a conoscenza della ragione.
Dotata dal dio Ermes della dote della curiosità, Pandora lo soperchiò, richiudendolo quando sul fondo vi era rimasta solo la speranza.
Visto che il mondo era precipitato nell’inospitale caos lo riaprì ed emerse Elpis (la speranza appunto), la quale potrebbe benissimo essere l’inafferrabile ultimo appiglio.
Lo spirito con il quale gli Hornets avrebbero dovuto giocarsi, unitamente al coltello tra i denti (alla speranza avrebbe dovuto seguire l’azione), le ultime residue chance playoffs è stato però tradito proprio nella Queen City (Charlotte).
L’augurio è quello di un futuro migliore sia per le Donne che per gli Hornets, i quali in estate avranno necessità di ricostruire la compattezza di un gruppo che non c’è più e si nota da piccoli segnali come il cerchio del prepartita eseguito con poca concentrazione.
Non sarà facile rifare un gruppo da parte del nuovo GM.
Purtroppo perdere la quinta partita di fila, in casa contro una squadra con poco da dire come i Nets non da speranze per il futuro.
La stagione si accorcia e gli Hornets rimangono forse la squadra che più ha deluso in stagione tra le 30 franchigie. Difesa approssimativa che ha consentito al solito “fenomeno di turno”, Crabbe nell’occasione, di partita con un 6/6 da oltre l’arco e di concedere ai Nets il 51,1% dal campo.
Tra i singoli ospiti Crabbe ha chiuso con 29 punti, LeVert con 22, Dinwiddie ha smistato 10 assist prima di chiudere in panchina sorridente per l’episodio che non riteneva meritevole del provvedimento disciplinare, espulso per il sesto fallo.
Principalmente la partita sta qui, nell’incapacità di chiudere efficacemente lo spazio al tiro ai giocatori in tenuta nera.
I 30 assist contro i 19 Hornets sono quasi diretta conseguenza, mentre da quando Howard ha problemi i rimbalzi sono calati e anche oggi la squadra di Jordan è finita sotto soccombendo 36-43, scendendo nella classifica generale per squadre.
Poco altro da dire se non Game Over a 16 partite dalla fine…
 
Iniziava con fatica Brooklyn che, conquistata la palla a due, consumava interamente i 24 secondi.
Il tiro della disperazione da tre di Dinwiddie scheggiava il ferro, rimbalzo sotto catturato da Allen e primo vantaggio ospite.
Gli Hornets, dopo due errori di Batum, trovavano il pareggio con un tocco sotto di Howard sul quale Allen non opponeva resistenza.
A 9:41 un jumper di MKG portava sopra gli Hornets ma a 9:29 una tripla di un Crabbe in serata, riportava avanti gli ospiti che vi rimanevano aumentando il vantaggio con lo stesso giocatore che, prendendo d’infilata la difesa degli Hornets da un passaggio laterale, anticipava il goaltending di Howard su un tocco ravvicinato di Allen per il 4-9.
Un bel fade-away con notevole spinta all’indietro, consentiva a Batum di andare sull’1/3 nei tiri dal campo e di portare la partita sul 6-9 ma a 8:04 Crabbe indovinava la tripla mandando sul -6 Charlotte.
I Calabroni reagivano affidandosi a Howard che si esaltava contro Allen a 7:50, due punti più FT soffice per il 9-12. Purtroppo i Nets continuavano a segnare su ogni azione offensiva con regolarità: Russell da destra appoggiava al vetro liberandosi energicamente di Kemba che a 2:22 rispondeva di tripla, Carroll in entrata su MKG per i Nets era contrastato da uno spin rapido in post basso chiuso con la schiacciata da parte di Howard che andava oltre l’aiuto… Carroll dall’angolo con una tripla spingeva le Retine sul 14-19 infilando il settimo tiro consecutivo a segno della squadra di Atkinson prima dello scambio di cortesie tra Williams e Dinwiddie.
E il recupero di Charlotte che finalmente bloccava un’azione dei Nets per accorciare con una correzione di Batum e un canestro di Howard che si trovava sotto canestro solo dopo il passaggio corto in orizzontale di MKG dalla destra a oltrepassare il proprio marcatore.
Sul 20-21 i Nets riprendevano a segnare con Dinwiddie (da sotto depistando Batum in salto anticipato) per allungare con una tripla precisa di Cunningham dal corner sinistro e chiudere con una transizione di Harris per lo 0-7 che li issava sul 20-28.
Walker rispondeva con un tiro in avvicinamento; la spinta di Dinwiddie consentiva al capitano di portare a casa una giocata da tre punti a 2:57 contrastata tuttavia dalla partenza dalla linea di fondo sinistra di Harris che scappando a Lamb, schiacciava il 23-30 prima che Batum dai bordi dell’area destra alzasse ulteriormente il punteggio complessivo (25-30).
Il divario nell’ultimo minuto saliva sugli 8 punti con due FT di Hollis-Jefferson ma Monk a :01.6 realizzava dopo esser passato dietro lo schermo con l’arresto e tiro dopo aver bloccato bene i piedi in avanzamento.
29-35 alla fine dei primi 12 minuti…

Howard schiacca di fronte ad Allen nel primo tempo dell partita.
AP Photo/Chuck Burton

 
Il secondo quarto iniziava con LeVert bravo ad alzare un pallone sopra le braccia protese di Graham tra l’attaccane e il canestro.
La nostra ala piccola di riserva si rifaceva fiondandosi su un rimbalzo offensivo e chiudendo con l’appoggio da pochi passi.
Monk deviare un pallone a LeVert ottenendo la sfera per i nostri, poi, da una sua penetrazione con scarico, Zeller in area otteneva il 33-37.
Un floater di Lamb dal pitturato viola riduceva il gap solamente a due punti, così come lo stesso nostro numero tre recuperava due punti di Hollis-Jefferson (mid range oltre Zeller) battendo Harris con brillante tocco in corsa.
Toccava sempre a Jeremy riavvicinare i nostri; Harris, suo marcatore, spingeva Zeller, il quale granitico blocco aveva estromesso il difensore bianco; canestro di Jeremy e un FT per Cody che avvicinavano sino al minimo scarto gli imenotteri (40-41).
Zeller era anche l’uomo che faceva rimettere il capo avanti ai Calabroni con un semplice tocco da sotto canestro nonostante il difensore.
A 7:18 si assisteva alla quasi ripetizione dell’azione precedente che vedeva Lamb segnare (questa volta in floater) mentre sotto canestro Harris spingeva inutilmente Zeller che rientrava in lunetta ma mancava l’occasione.
Un’entrata a 6:54 di Monk con tocco a becco d’oca oltre Cunningham costituiva un canestro abile a portare la squadra di Clifford sul 46-41.
Un pick and roll tra Kemba e Cody serviva al secondo per rilanciare gli Hornets sul 48-43 dopo due FT incassati da Allen che tornava a segnare, questa volta dal campo prima che Cody venisse stoppato e Hollis-Jefferson diminuisse lo svantaggio ospite sul -1, 48-47.
Crabbe iniziava a divenire micidiale stoppando Monk, nel traffico era poi LeVert a 5:26 a firmare il sorpasso.
Walker regalava con un passaggio nel pitturato a Williams due punti facili a 5:11 ma il capitano subiva la stessa sorte di Monk; questa volta era Allen a bloccare il tiro, ciò non impediva agli Hornets di trovare un canestro da sinistra con il gioco a due tra Williams e Lamb con un catch n’shoot di quest’ultimo da due lungo che finiva nella retina.
I Nets però nel finale di primo tempo avevano la meglio iniziando con il riavvicinamento firmato Dinwiddie in entrata (-1), poi si scatenava Crabbe che a 3:28 segnava ancora da oltre l’arco il 52-54, il divario iniziava a diventare consistente quando l’ala ex Trail Blazers si ripetava poco più tardi (assist Allen) per realizzare ancora dopo l’1/2 di Howard dalla lunetta.
A 1:48 Crabbe si esaltava sparando clamorosamente da ben oltre la linea dei tre punti; assurdo 6/6 da fuori che gli consentiva di raggiungere i 20 punti e i +10 per i suoi (53-63).
Howard era la sicurezza per gli Hornets che diventava incertezza dovendo passare per 4 volte dai liberi con i Nets a non lesinare interventi irregolari.
Fortunatamente il nostro centro infilava un ottimo 4/4 riavvicinando gli Hornets sul -6, divario che rimaneva stabile sino al termine nonostante un canestro per parte dei due team che andavano a riposo con i Nets avanti 59-65.
 
Parziale di 4-0 a inizio ripresa per la squadra di Atkinson che riprendendo il vantaggio in doppia cifra non si preoccupava eccessivamente del canestro di Walker, anche perché a Crabbe era assegnato un tecnico che, realizzato, spostava il tabellone sul 61-70.
A 10:03 Dinwiddie esaltava Allen in alley-oop appesa per il 64-72, gli Hornets per recuperare dal 64-73 dovevano passare 4 voltre dalla lunetta con un 2/2 per Howard e anche per MKG che a 8:11 costringeva Dinwiddie al quarto fallo. Russell a 7:58 bloccava l’avanzata degli Hornets che tuttavia tornavano a segnare da una second chance con MKG abile a prendersi lo spazio sotto canestro per catturare il rimbalzo convertito in due punti per il 70-75.
Nel giro di poco tempo però, anziché trovare il pari, gli Hornets cedevano di schianto dimostrando una difesa alquanto modesta e svogliata.
LeVert segnava andando oltre Howard su una second chance, una transizione chiusa da Allen in tomahawk dunk (palla persa in attacco da Kemba) per il 74-83 non era compensata nemmeno da una transizione di Charlotte che si mangiava punti con Williams fermato dal fallo di Crabbe con il primo a splittare in lunetta a 3:57 per il 77-83.
C’era il tempo per un ravvicinamento sul -5 con un ½ di Howard (spinta sul turnaround da parte di Cunningham) prima della seconda ondata dei Nets che si vedevano assegnare anche un flagrant foul di Zeller su blocco offensivo.
A 2:33 i Nets si portavano quindi sul +10 con palla in mano. Harris con un fing and roll da drive frontale e LeVert su Zeller spedivano Charlotte all’inferno sul -14 (78-92)…
Una tripla di Monk a 1:24 e altri due punti del rookie ottenuti dalla media sinistra con un veloce pullup in uno contro uno ravvivavano il finale di quarto con Zeller ad accorciare sul -9 a circa 9 secondi dalla luce rossa che non scattava prima di due liberi di Hollis-Jefferson utili per fissare il quarto sull’85-96.

Monk ha chiuso con 13 punti e 5 assist fornendo una discreta prestazione.
Foto: Jeremy Brevard-USA TODAY Sports

 
L’ultimo quarto iniziava con il canestro da due pt. di Joe Harris.
A 11:30 su una rimessa laterale a favore degli Hornets, Lamb si trovava con palla in mano e -13 da recuperare.
Sei secondi più tardi era Monk a trovare rapidamente la via del canestro ma a 10:35 LeVert restituiva il canestro ripristinando il maledetto -13.
Il tempo trascorreva e le cose non miglioravano nonostante una drive di Monk che con passaggio volante dietro la testa faceva fare bela figura a Zeller per la schiacciata a rimorchio. Kaminsky in difesa franava addosso a LeVert concedendogli un gioco da tre punti in due tempi (92-108) per un -14 che oscillava solamente sul -12 con un teardrop del solito Monk (7:57).
Un piccolo sussulto gli Hornets l’avevano con il rientro di Kemba che segnando da tre punti era centrato dalla meteora LeVert.
Tiro libero addizionale a segno e -10 (100-110) a 7:28 dalla fine.
L’episodio però rimaneva a sé, niente inerzia con i Nets che sfruttavano Crabbe, abile ad agguantare nel traffico un passaggio nel pitturato e a chiudere scivolando dentro in alzata veloce.
LeVert poi con un open 3 alla diagonale sinistra chiudeva i giochi sul 102-115.
A 6:21 il time-out di Clifford avrebbe potuto essere usato per l’addio alla panchina perché ormai il fallimento della stagione era completo.
Poco o nulla siano alla fine sino all’inevitabile 111-125 finale…
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
21 pt., 6 assist, 2 rubate,. 3/3 da fuori e 4/4 ai liberi ma anche tre palloni persi, uno innesca una micidiale transizione. Suo l’ultimo sussulto con una giocata da 4 punti chiudendo con 7/11 al tiro.
 
Batum: 4,5
6 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 3/9 dal campo, in media con l’1/3 iniziale. Non vede troppo il canestro e gli sfugge Crabbe qualche vota quando è in marcatura su di lui. Leggermente meglio di MKG per tempismo, lo stile di difesa però è il medesimo. Troppo blando. Chiudo qui la polemica, forse ne aprirà una lui con sé stesso visto il lauto stipendio.
 
Kidd-Gilchrist: 4,5
10 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. 4/8 al tiro. Prende tre triple consecutive da Crabbe tra uscite a ricciolo, blocchi e bomba siderale, sulla qualche comunque chiude con sufficienza e ha anche la colpa di aver perso palla lanciandola malamente verso un possibile contropiede. Tre turnover. Un giocatore che mi piaceva molto per determinazione ma ora mi sembra molto più lento, oltre che impossibilitato fisicamente a svolgere con la stessa energia ed efficacia ciò che faceva un tempo. Gioca sempre poco. 19 minuti nella notte, da il suo modesto contributo di punt non tirando nemmeno con percentuali malvagie solitamente ma è un buco difensivo…
 
M. Williams: 5
7 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. 3/7 al tiro, da fuori fa 0/4 abbassando la media… Modesta ala grande, uno dei volti che non vorrei più rivedere dopo l’estate dovesse Jordan decidere di rifondare. Ci vogliono giocatori più rapidi e svegli. Qualche tic in lunetta, manca una transizione portandola avanti da sé invece di ceder palla prima, fallendo i tempi del passaggio. Sul fallo di Crabbe fa anche ½…
 
Howard: 6,5
19 pt., 7 rimbalzi, 1 rubata, 3 stoppate. Con 5/8 dal campo e 9/11 dalla lunetta e un solo To, gioca una buona gara. Andrebbe cercato di più. Il mismatch con Allen era evidente. Fisicamente e tecnicamente. Purtroppo, insieme a Kemba è l’altro e solo buon giocatore costante del quintetto iniziale. Magari i rimbalzi non saranno molti ma il suo lo fa, potendo fare poco sulle conclusioni degli arcieri esterni dei Nets.
 
Lamb: 5
15 pt., 2 rimbalzi. 7/14 al tiro. Una persa spingendo Cunningham con il braccio in attacco per liberarsi della marcatura. Se in attacco da una mano, dando involontariamente da mangiare anche a Zeller per due FT, in difesa non mi piace. Non riesce a tenere e lascia spazi, per cui tra i due fattori, considerando le mancanze difensive di Charlotte, va sotto al sufficienza.
 
Kaminsky: 4
0 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 0/5 dal capitano in 22 minuti, si prende anche due stoppate. Segna solo da tre a gioco fermo. Pessima gara sia in attacco che in difesa compreso nel momento in cui nell’ultimo quarto frana su LeVert regalando un gioco da tre punti.
 
Monk: 6,5
13 pt., 3 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 6/14 dal campo è una media sufficientemente onesta per una PG/SG. Sbattuto in campo al posto dell’infortunato MCW, Monk perde un paio di palloni ma limita il plus/minus sul -3. Deve limitarsi da fuori (1/6), per il resto trova nel secondo tempo tiri rapidi eseguiti perfettamente. Gran bel passaggio per la dunk di Zeller e un paio di deviazioni difensive provvidenziali. In crescita.
 
C. Zeller: 5,5
13 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 4/5 dal campo e 5/6 ai liberi In fase offensiva fa tutto facile ma in difesa ha qualche problema a fermare gli avversari risultando inefficace e sfortunato a volte come quando nell’ultimo quarto prende in faccia un canestro dal mid range sinistro di LeVert sul quale era intervenuto in palleggio rendendogli più difficile il jumper. C’è anche un flagrant.
 
Graham: 6
2 pt., 2 rimbalzi. 11 minuti. Aiuta a chiudere meglio gli spazi. In attacco è evanescente quasi nonostante il rimbalzo con canestro.
 
Bacon: s.v.
0 pt.. In due minuti commette un fallo…
 
Hernangomez: s.v.
4 pt. (1/1). Segna anche due FT nel garbage time finale.
 
Stone: s.v.
1 punto, 3 rimbalzi, 1 assist.
 
Coach S. Clifford: 4
Cercavo giocate da lavagnetta, non ne ricorso… Tentativi di motion offense intercettati o inefficaci squadra allo sbando con una difesa blanda. Perso l’ultimo treno per i playoffs, sedesse anche l’anno prossimo sulla panchina mi stupirei. Rispetto per la persona che ammette le proprie responsabilità, ma ha perso ormai da tempo il manico non shackerando mai il team per tenere i giocatori sulla corda. Il gruppo lo e ci tradisce.
  • CLIFFORD TAKES BLAME: Hornets coach Steve Clifford said his team’s effort the last two games — they also played poorly in a 14-point loss to the Philadelphia 76ers on Tuesday night — has been “unacceptable” and that owner Michael Jordan deserves a better effort.

“Every one of these guys is here, at least in some part, because of me,” Clifford said. “And I am responsible for getting them ready to play and it’s not happening. That is two bad games in a row and that starts with me.”

Clifford said that doesn’t absolve players though, saying “the great ones find a way 82 times to get themselves ready to play. One of the biggest things you learn as you get older is how you handle success, how you handle disappointment and frustration in your life is everything — and we are not doing that well right now.”

Game 65: Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 114-128

 
Necessitavamo di ripartire per cercare d’agguantare i playoffs da una posizione attualmente scomoda.
Non sono da sbagliare assolutamente queste partite casalinghe.
In tema di partenze c’è da citare sicuramente “La Famiglia Mezil”.
Un cartone animato, tre serie completamente diverse una dall’altra. Nella seconda, il ragazzino di casa esplorava mondi alieni particolari, mentre nella terza (la più divertente), la famiglia intera si ritrovava in un assurda avventura odissea, truffata (alla fine della serie si scoprirà che gli avranno svaligiato casa) da una vecchia fiamma della madre di Aladar (il protagonista della serie).
La sigla italiana, cantata dalla Fantomatic Band era molto divertente.
Una famiglia sgangherata che tuttavia era costretta (nell’ultima serie) a remare insieme per un obiettivo comune.
Charlotte quindi ripartiva da casa per riprender la corsa bloccata da tre trasferte improbe.

Le partite rimaste (la prima con Phila è quella giocata nella notte).

Purtroppo Phila svaligiava, con la complicità della terna nel momento decisivo, lo Spectrum Center.
Non è che i 76ers, dopo anni di delusioni adesso vengano aiutati un pochino?
Niente da dire sulla forza degli avversari, ma certi arbitraggi danno fastidio, anche perché simo una squadra che fa fatica a recuperare contro avversari ostici.
Di fatto estromessi dalla partita dopo l’espulsione di MKG, piombati a -16, tornati sul -5, abbiamo finito per perdere contro una squadra giovane con alcuni elementi non simpaticissimi tra l’altro.
Tra le fila ospiti Covington ha finito con 22 punti, Saric con 19 e il simpatico Embiid (come la sabbia nelle mutande) con 18.
Simmons invece ne ha messi 16 ma con 13 rimbalzi e 8 assist con un 8/9 dal campo sbagliando solamente una schiacciata nel secondo tempo per troppa foga che non sarebbe servita nell’occasione…
L’ex Belinelli ha contribuito con 11 punti.
Tra le statistiche collettive a confronto ci sono da rimarcare i 44 rimbalzi e i 35 assist di Philadelphia contro i rispettivi 33 e 26 degli Hornets che sono andati bene al tiro con il 50% ma hanno concesso troppo (57,5%) agli ospiti.
Adesso le cose, alla quarta sconfitta consecutiva, si complicano ulteriormente ma da Washington arrivava l’unica buona news della serata, cioè la vittoria al supplementare dei Wizards sugli Heat per 117-113 che dice di non arrendersi ancora, Nets e Suns saranno due avversarie più morbide sulla carta.

Alcune “Api” a inizio partita.

 
Palla a due vinta da Philadelphia, primo tiro di J.J. Redick che non entrava a causa della pressione di Batum sulla guardia avversaria mentre Howard giocava agli autoscontri con Embiid per non farlo entrare in possesso palla.
Sul ribaltamento il francese si arrestava e sparava alzandosi con eleganza da media distanza per realizzare il 2-0 a 11:20.
Il pareggio era firmato da Simmons che riuscendo a battere la difesa di MKG schiacciava.
Due tiri liberi per parte aumentavano le cifre ma poi era la volta dei Sixers con una tripla rapida di Saric quasi frontale su Walker, il quale si rifaceva parzialmente andandosi a prendere due FT, ma realizzandone solamente uno.
A 8:41 Williams giustificava la sua presenza in campo andando oltre l’emicrania che ne aveva messo in dubbio la parteciapzione alla partita colpendo da tre punti dalla diagonale sinistra.
Beli a 8:09 metteva la freccia del sorpasso con due punti e gli arbitri non chiamando un fallo su Williams in estensione con il braccio destro per l’appoggio, favorivano comunque involontariamente la schiacciata di Howard.
Un lungo tre di Saric produceva un in & out, dall’altra parte invece Williams si ritrovava a sparare dalla stessa mattonella con un po’ di spazia ottenendo lo stesso risultato:
Tre punti d’oro.
Da Simmons a Saric e da Saric a Simmons erano due azioni che permettevano ai Sixers di rientrare sul -2, gli Hornets però tornavano a segnare portandosi sul +5 con un ½ di MKG (18-13 a 5:36) per portarsi anche sul +6 quando Batum lavorava un pallone sulla sinistra dando a Kaminsky pronto a sparare dal corner sinistro tre punti per il 21-15.
Amir Johnson, non proprio un habitué della tripla ne provava una incerta avendo spazio e gli andava bene, poi era una rubata di un pressante McConnell su Kemba a fornire due punti in plastica schiacciata volante a Simmons per il -1 che tornava però -3 dopo un magnificente swooping hook di Howard.
McConnell però rimaneva on fire segnando un pullup e fornendo il materiale per l’appoggio ravvicinato d’Ilyasova che segnava il sorpasso sul 23-24.
Entrava Monk e segnava in entrata verticale con stile il 25-24 che Frank, dopo la steal di Lamb, allungava di due unità con un’entrata circolare per lo scoop ritardato.
Erano i 76ers però a finire forte.
Dopo aver trovato il pari a quota 29, J.J. Redick sulla destra colpiva da tre battendo la prima luce rossa per fissare il 29-32.

Graham in tuffo recupera un pallone a J.J. Redick.

 
Il secondo quarto iniziava slow per quanto riguardava le marcature.
Nel frattempo usciva Ilyasova per uno scontro frontale con Monk al quale veniva fischiato uno sfondamento.
Il canestro di Graham, raggiunto nel corner destro valeva tre punti grazie a precisione e concentrazione.
Sul 32-32 McConnell appoggiava in reverse layup oltre Zeller mentre la terna concedeva a J.J. Redick tre FT (fallo Graham) dei quali due andavano a segno.
Per rimediare allo svantaggio Lamb s’inventava un pullup 3 che valeva il -1 (35-36) prima che un catch n’shoot aperto da tre punti di Covington, trovato rapidamente da una drive sulla quale gli Hornets erano andati in rotazione, mandasse il tabellone sul 35-39.
Zeller, intuendo che l’entrata di Monk non sarebbe andata a buon fine, seguendo l’azione, riusciva a metter dentro in tap-in che unito al floater nel traffico del pitturato firmato Graham davano agli Hornets la possibilità di raggiungere il pari.
Il buon momento della nostra ala piccola di riserva continuava con un tuffo steal su J.J. Redick che stava reimpossessandosi di una palla vagante.
La palla poi finiva a sinistra a Lamb che non tradendo la fiducia dei compagni ci portava sul +3 con la bomba da oltre l’arco.
A 8:02 però una fastidiosa tripla del croato Saric ristabiliva l’equilibrio, parità che permaneva dopo i canestri del Tank e dell’europeo a stretto giro di posta.
Per un fallo sul tentativo d’inchiodata di Monk, il nostro numero uno entrando in lunetta metteva a referto altri due punti, dall’altra parte invece Saric si limitava
all’1/2 (reaching foul di Kaminsky) a 6:53.
Jeremy Lamb e il Tank andavano a vuoto mentre Covington aveva vita facile sparando oltre Walker a tre…
Sixers che trovavano un po’ d ritmo chiudendo con Simmons una giocata nata da una penetrazione; il tocco del rookie al vetro arrivava per tempo spingendo sul 48-52 gli ospiti.
A 3:52 MKG in entrata era affrontato fallosamente da Covington, l’azione si sviluppava con Marvin a provare una second chance da sinistra che s’infrangeva sul vetro mentre la nostra ala piccola continuava a protestare e veniva anche espulsa a 3:52 da una frettolosa e alquanto inadeguata terna.
Il tecnico a appannaggio di Belinelli era buono, gli Hornets sbandavano come una stella influenzata da un pianeta vicino incassando rapidamente punti.
J.J. Redick da tre faceva 48-56 prima che Howard con un’entrata frontale con tocco al vetro facesse toccare quota 50 ai bianchi.
Embiid però s’inventava un lungo tiro dalla destra in uno contro uno vs Howard, quasi perfetto nella copertura. Simmons segnava e a Howard era fischiato il 14° tecnico (secondo nella NBA dietro a Green dei GSW) stagionale da degli isterici arbitri…
Ilyasova da tre punti aggravava la situazione sul -14 (50-64) mentre Phila imperversava permettendosi anche il lusso di sprecare una transizione con J.J. Redick che passando palla a tabella per l’accorrente Simmons se la vedeva intercettare da un difensore che dava il via alla veloce contro transizione di Charlotte chiusa in seconda battuta da Marvin Williams con due punti.
J.J. Redick segnando da tre faceva precipitare Charlotte sul -16.
Ormai con pochi secondi sul cronometro, gli Hornets trovavano comunque il tempo (extra pass di Williams ad allargare sulla sinistra) di mettere una tripla con Batum a 8 secondi dalla fine.
C’era addirittura il tempo per altre due marcature; la prima di McConnell in taglio sotto canestro direttamente da una rimessa laterale destra e quello improbabile di Howard che a un decimo dalla luce rossa riaccendeva le speranze blue shift degli Hornets che accorciavano sul -11 (59-71) all’intervallo.

Amir Johnson su MKG…

 
La ripresa era sostanzialmente il tentativo degli Hornets di riavvicinarsi.
In particolare Howard era un’ira di Dio.
Entrata convinta in schiacciata con finta iniziale che doveva correggere in corsa per l’appoggio sul fallo di Embiid.
Due punti, un FT mancato che non lo fermava…
A 11:17 Covington sull’uscita a ricciolo di Batum che estendeva il braccio rimaneva giù mentre Howard era fermato irregolarmente sotto canestro.
Un libero su due era solamente l’anticipazione della rubata di Kemba che faceva volare nel fast break Howard per la rabbiosa schiacciata che costringeva Brown al time-out a 10:52 sul 64-71.
Al rientro Covington batteva Kemba da due punti (più libero addizionale) e poi da tre per sei punti che facevano tornare gli Hornets su un lontano -13.
Graham splittava due liberi e un altro fast break di fisico perorato da Howard in uno contro uno vs Embiid era utile per guadagnare punti.
Howard continuava a giocare con orgoglio e buttandosi dentro come un carrarmato resisteva a due falli di Embiid per portare a casa un gioco da tre punti che a 9:02 faceva risalire gli Hornets sul 70-77.
Il divario si assottigliava più tardi nel quarto quando Williams, dalla mattonella diagonale (di destra questa volta) otteneva un rim/glass da tre punti per il 74-79.
Purtroppo Phila trovava sei punti rapidi con le triple di Covington e Saric.
Su quella del croato a 7:17 gli ospiti si portavano sul +11.
La situazione oscillava ma non si modificava più di tanto… si passava dal -14 con la tripla di Saric per tornare al -11 con un arcobaleno dal pitturato di Graham (83-94) per arrivare alla tripla finale di Batum che uscendo a sinistra dello schermo di Howard sparava efficacemente per fissare il 91-101, finale di quarto che indicava solamente un punticino recuperato agli ospiti.

Covington marcato da Walker.
Photo: Chuck Burton, AP

 
A inizio ultimo quarto le speranze scomparivano subito quando Embiid e Covington, realizzando due punti a testa, riportavano quasi al massimo vantaggio la squadra blu chiara.
Ilyasova recuperava anche un rimbalzo offensivo e sull’azione seguente, battendo Kaminsky dal corner destro per tre punti, faceva tornare sopra i 10 punti (98-110) i suoi, nel frattempo leggermente recuperati.
A 8:01 Walker incredibilmente metteva il suo primo tiro dal campo facendo vedere i sorci verdi in step back al suo marcatore, ma dall’altra parte Embiid, piccolo Lord di Londra, metteva l’indice davanti alla bocca per zittire il pubblico dopo aver segnato un canestro.
Kemba metteva a sedere Ilyasova in dribbling ma la giocata era fine a sé stessa, Covington da tre chiudeva definitivamente il match con l’ennesima tripla di serata (7:24, 110-115).
Il resto della gara era incentrato ormai su duelli personali e spettacolari.
Howard aveva la meglio su Ilyasova, ma il turco a rimbalzo faceva secco spesso Kaminsky per riuscir anche nell’occasione a chiudere con due punti (104-118).
L’alley-oop della linea del futuro di Phila (Simmons per Embiid) con passaggio proveniente da destra oltre Howard, era replicato dall’altra parte dalla coppia Walker/Howard, con il secondo a sprigionare un letale raggio gamma che andava oltre la sconfitta e mostrava al giovane l’esplosività dell’ex Magic, Hawks, ecc..
A 3:04 Monk arrivava dalla linea di fondo destra, in direzione opposta al tiro, per una correzione in schiacciata bimane agile e potente.
Ultimi bagliori di una partita che Phialdelphia portava a casa 114-128, senza rubare nulla ma agevolata nel momento della fuga decisiva dalla sbandata di Charlotte, presa di sorpresa da un’espulsione e da un paio di tecnici evitabili con un po’ di buon senso.
 
Pagelle
 
Walker: 4,5
5 pt., 3 rimbalzi, 7 assist. 1/9 al tiro. Aladár, è il piccolo genio di casa. Costruisce macchinari favolosi per viaggiare nello spazio arrabattandosi con quello che ha. Purtroppo a volte è pigro e svogliato, come gli capita in una puntata sul quale apprezzerà il “moto” recandosi sul paradiso artificiale di “Goduria”. Per Kemba non è semplicemente serata aldilà di un paio di numeri e un assist per Howard con 2 turnover e un -19 di plus/minus. Linguagio del corpo non buono, anche un paio d’errori alla lunetta che solitamente non commette. Anche in difesa non può tenere Covington (una SF/PF) se si alza al tiro, ma qui la scelta è di Clifford. Sbaglia partita per trovar la peggior prestazione stagionale.
 
Batum: 6
12 pt., 4 rimbalzi, 10 assist, 1 rubata. Dal campo fa gli stessi numeri di Lamb, però perde tre palloni. E’ Em Zi Tren, il pronipote che fornisce ad Aladár istruzioni e macchina per viaggiare nello spazio. I suoi passaggi servono per trovare la via della retina. Va in doppia doppia proprio grazie a questi. Non tira nemmeno male, ma è troppo lento a difendere in alcuni frangenti, sembrando uscire da blocchi con superficialità o controlalre l’avversario in maniera un po’ blanda.
 
Kidd-Gilchrist: 6
5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Si fa odiare come il vicino Maris. Petulante… gli arbitri lo buttano fuori. Non so che gli avrà detto ma sull’azione aveva palesemente ragione a lamentarsi. Gioca 14 minuti provando a spingere la squadra in attacco, ottenendo 4 liberi.
 
Williams: 6
11 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Paula. Il fisico è quello. Ha un po’ di buon senso in più rispetto a Sandor ed è abbastanza precisa su certi aspetti. Anche Marvin infilando tre triple lo è ma non eccessivamente. 3/7 da 3 e 4/10 dal campo.
 
Howard: 7,5
30 pt., 6 rimbalzi, 1 rubata, 3 stoppate. Fofi è il cane parlante di Aladár. Intelligente per essere un quadrupede è in grado di fare diverse cose. Howard anche e in serata fa quasi tutto bene rimanendo unico costante punto di riferimento per l’attacco di Charlotte finendo con un 12/17 dal campo. Patisce di più in difesa, dove comunque, rispetto ad altri compagni di squadra, giganteggia con tre stoppate anche se il dolore alla costola probabilmente lo limita a rimbalzo e non lo fa intervenire in certe dinamiche.
 
Monk: 6
9 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata.3/10 dal campo con un 1/6 da oltre l’arco che mostra ancora la mancanza di precisione e ritmo. Entra segnando subito con una penetrazione verticale chiusa con cambio mano rapido. Intercetta anche un buon pallone difensivo chiudendo la linea di fondo, però rimane inconcludente al tiro. Qualche piccolo progresso difensivo, anche se qualche ingenuità la commette.
 
Lamb: 6,5
10 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Grinfia. Il gatto di Cristina. Sonnacchioso, ma l’istinto felino di graffiare e artigliare c’è. Quando può lo fa, ma non è facile stando sempre sotto nel punteggio. 3/5 al tiro e 2/2 ai liberi lavorando per la squadra.
 
Kaminsky: 5
11 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 4/9 dal campo. Zio Oscar. Parla sempre in rima. Lui, finché trova il ritmo ci scrive sopra un buon pezzo, poi nel finale stona in difesa concedendo troppo a Ilyasova e andando anche a farsi stoppare nel traffico. Il -12 è reale perché la sua difesa lascia a desiderare nonostante le realizzazioni.
 
 
Zeller: 6
8 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Cristina. 4/4 dal campo con tre rimbalzi, e un tap-in. In 14 minuti forse avrebbe potuto lavorare meglio a rimbalzo. Dal campo non sbaglia nulla compreso un piazzato frontale. Rincalzo di un Howard in forma.
 
Graham: 6
12 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Sandor. Il capofamiglia. Millantatore, tuttavia qualche aspetto positivo ce l’ha. A livello offensivo nulla da eccepire, in difesa ricorre a tre falli lasciandosi sfuggire però Simmons nel finale che va a fare show in schiacciata. Dal campo finisce con un 5/9 che aiuta ma non sposta. 24 minuti in campo per sopperire all’espulsione di MKG che sostituisce degnamente.
 
Bacon: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Gioca 5 minuti senza tiri dal campo. Un rimbalzo difensivo.
 
Stone: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Uguale a Bacon, gioca solamente poco più di tre minuti.
 
Hernangomez: s.v.
1 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata in poco più di tre minuti. Dei tre entrata nel finale è quello che si nota di più ma è da rivedere. Chissà quando con Zeller sul parquet.
 
Coach S. Clifford: 5
Non c’è difesa e se non corregge quest’aspetto sarà dura. MCW e MKG, i due giocatori con il codice fiscale non ci sono e non possono aiutare la difesa, il problema però non sono i giocatori, ma l’atteggiamento. Bisogna andare a dar fastidio su ogni pallone per 48 minuti. Qualche canestro troppo facile è stato lasciato ai 76ers e non va bene… La buona serata di Covington è stata facilitata anche dalla marcatura posta sull’uomo dei Sixers da Walker che non aveva i cm per poterlo affrontare (185 cm contro 205…).

Game 64: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 98-103

 
Gloria victis (gloria ai vinti) è una locuzione latina che non va di moda.
Il Vae Victis invece racconta che le regole le fanno i vincitori, ma implicitamente significa di non cedere per non sottostare alle iniquità imposte.
La leggenda dice che Brenno, capo dei Galli Senoni, pronunciò la seconda locuzione (Vae Victis, ovvero “Guai ai vinti”).
La narrazione probabilmente è falsa ma vuole come autore/protagonista del “sacco di Roma” Brenno che, sentendo le lamentele dei romani che stavano ponendo dell’oro sulla bilancia con dei pesi truccati (a loro dire) da contrapporre a oro come tributo di guerra alla presa della città, si videro aumentare il peso dallo spadone posto ulteriormente dal capo dei galli che a quel punto pronunciò la famosa frase.
Marco Furio Camillo si riorganizzò e scacciò l’invasore, tutto sempre nella fumosa leggenda, atta probabilmente a screditare i galli.
Per fortuna nello sport non c’è bisogno di usare armi mortali ma altre “armi” (tecnica, velocità, esplosività, forza, astuzia, esperienza, intelligenza, tattica, ecc.) che nel nostro tribale inconscio simulano comunque una battaglia di quelle da tempi passati.
Le battaglie nella NBA sono 82 e gli esiti di una partita non sono definitivi, possono essere “ribaltati” per giungere all’obiettivo finale.
Nel caso di Charlotte lo scopo è la partecipazione ai Playoffs.
Scontata la L finale contro i primi della classe, vinta 4-0 la serie dai canadesi, gli Hornets sono tornati dal giro di tre trasferte senza nemmeno il classico pugno di mosche (sarebbe stato cibo gradito ai Calabroni) in mano, ma sicuramente hanno dimostrato di poter battere molte delle squadre che il calendario gli offrirà da qui alla fine, partendo da Phila in casa nella prossima.
Serve mantenere i nervi saldi e convinzione dei propri mezzi, in virtù della miglior prestazione complessiva contro i Raptors della stagione.
La terza sconfitta consecutiva preoccupa relativamente, solamente in termini numerici.
Sta ora alla squadra finire la stagione dimostrando di poter provare ancora a battagliare.
Toronto era fuori portata e ha finito con diversi uomini in doppia cifra (DeRozan 19, Valanciunas 18 e Ibaka 17 pt.
I primi tre), vincendo 50-46 a rimbalzo e piazzando 9 stoppate contro le 4 di Charlotte che ha faticato al tiro, specialmente da fuori dove il 5/23, pari al 28,3% non ci ha certamente favorito.
 

Gli starting five.

Nonostante la palla a due fosse vinta da Howard e il primo canestro realizzato sia stata opera di MKG in jumper da media distanza, Toronto iniziava bene, pareggiando subito per passare in vantaggio con DeRozan.
Charlotte, trovato il pareggio con Howard, tornava sotto lasciando a Ibaka, spazio per andare a schiacciare su un gioco a due.
Batum commetteva il primo errore della gara, Charlotte non trovava il ritmo mentre Toronto andava a bersaglio sempre al primo tentativo sino a mettere cinque punti consecutivi con Valanciunas (tre punti da tiro aperto su passaggi rapidi dei compagni e due in schiacciata) che portava sull’imbarazzante 4-13 la partita.
A 8:29 Clifford chiamava un time-out che interrompeva il ritmo della squadra di Casey la quale smetteva di segnare con regolarità mentre Batum andava a segno due volte con Batum che a 7:31 realizzava dalla baseline destra l’8-13. Ibaka rifilava una stoppata a testa alle nostre ali ma mancava nella stessa azione offensiva due tentativi da tre punti dal corner destro, così Batum a sinistra allungava un pallone sulla corsa di MKG che senza esitazione puntava a canestro trovando solo l’aiuto fuori tempo e falloso di Valanciunas.
La giocata era da tre punti ma a 5:53 l’ex Magic Ibaka cambiava mattonella sparando dalla diagonale destra trovando i tre punti per il 10-16.
Marvin segnava appoggiando da sinistra in corsa al vetro ma rispondeva Valanciunas in gancio trovando spazio in area contro Howard prima che a 4:11 un tap-out favorisse una second chance di Walker, il quale fronte a canestro, prima di tirare osservava la posizione dei piedi, incastrando comunque la freccia nel bersaglio andando oltre l’esitazione iniziale.
A 3:14 Lamb in taglio da destra riceveva dentro sorprendendo la difesa dei rossi per infilare il 17-18.
C.J. Miles passava dalla lunetta per ottenere due punti mentre Walker s’inventava uno zigzag in area chiuso con un elegante quanto inusuale scoop dai tempi non riconosciuti da Toronto.
DeRozan segnava n transizione, Lamb in jumper.
Il risultato si spostava sul 21-24 ma il gap non cambiava, tuttavia prima della fine del quarto c’era tempo per C.J. Miles per trovare altri due punti, quelli che fissavano il finale di quarto sul 21-26.

Toronto Raptors forward C.J. Miles (0) collides with Charlotte Hornets guard Jeremy Lamb on his way to the basket during the first half of an NBA basketball game, Sunday, March 4, 2018, in Toronto. (Frank Gunn/The Canadian Press via AP)

 
Il secondo periodo iniziava con due punti di Zeller restituiti a mezzo liberi da Wright (10:43), tuttavia Zeller si riproponeva come scorer mandando la palla a sbattere sul vetro per due punti trovati dai bordi a destra dell’area.
Una tripla in & out di C.J. Miles era manna per Charlotte che a 10:01 trovava due punti dalla lunetta con Lamb.
A 9:48 C.J. Miles con la classica uscita dal blocco laterale a ricciolo segnava tre punti difficili con un catch n’shoot ridendosela incredulo.
Kaminsky andando in area finiva per sbattere sull’austriaco Poeltl, il quale, commesso il terzo fallo lasciava spazio a Nogueira mentre il Tank realizzando le occasioni accorciava sul -2 (29-31).
Toronto però allungava, complice anche una schiacciata potente a una mano di C.J. Miles che salutava Graham in marcatura prima di chiudere in corsa.
Ulteriori due pt. Di VanVleet davano a Toronto il +7 prima che Lamb dalla media distanza trovasse spazio e tempo per chiudere in floater oltre due pressanti difensori che l’attorniavano.
A 5:36 l’arcobaleno di Kemba, bravo a resistere a una steal con le mani sulla palla del difensore, era canestro buono per il 38-41 ma VanVleet scappando a Kemba iniziava a produrre la fuga dei locali che in poco tempo accumulavano punti con una micidiale tripla di Ibaka (4:51) per chiudere il parziale di 8-0 con un’altra di DeRozan a 2:52.
40-49 interrotto da un ½ di Kemba ai liberi mail finale di tempo non portava benefici agli Hornets che chiudevano con un elbow jumper di Batum che serviva solamente per mantenere il -9 (43-52).
Eloquente il labiale di Kemba dopo la rossa luce. Parolaccia tra le più tipiche “anglofone” non essendo contento probabilmente di sé stesso (10pt., davanti a lui solo Lamb con 11) e degli esiti dei primi due quarti.

Lamb chiuderà con 16 punti, 11 nel primo. Qui in appoggio nella foto scatatta da Nick Turchiaro-USA TODAY Sports.

 
La partenza con un soft touch di DeRozan che galleggiando in aria batteva MKG e i 24 secondi non lasciava ben sperare per il terzo quarto, invece sul tocco da sotto del centro dei locali (favorito da una drive pass di DeRozan dalla baseline destra) che portava sul +13 la squadra di Casey, Charlotte iniziava una rimonta che partiva con 2 punti di Batum ai liberi, continuava con 4 punti ravvicinati di MKG,
transitando per una tripla di Kemba a 7:33 chiudendosi con con una stoppata di Valanciunas su MKG (abile a prendere il rimbalzo offensivo) che tuttavia non fermava l’azione poiché un tip layup shot di Howard a 6:58 riportava in partita Charlotte sul 56-58 (parziale di 11-0).
Casey chiamava un time-out e Charlotte tornava immediatamente fuori dal match prendendo uno 0-8 di parziale con le triple di Ibaka dall’angolo e di Valanciunas dalla diagonale destra con spazio prima del ritorno di Howard, oltre all’entrata di Lowry che battendo Marvin Williams faceva tornare i canadesi sul vantaggio in doppia cifra (56-66).
Vantaggio che oscillava tornando a cifra singola quando DeRozan faceva saltare Lamb e con un bel movimento da fermo si avvicinava per mancare l’appoggio fuori ritmo; sulla transizione l’open 3 di Kaminsky era valido per il -8 (69-77 a 1:47 dalla terza sirena).
Una giocata di Siakam da tre punti (fallo Lamb in area) a 1:33 ci riportava molto distanti e nel finale, nonostante un tecnico no damage (errore di DeRozan) contro Kemba, in arrivo c’erano due FT per VanVleet che non falliva fissando il 69-82 dopo 36 minuti.
 
Charlotte decideva comunque di giocarsi le sue carte nell’ultima frazione; che partiva con l’errore ravvicinato del Tank, il tap-out di Zeller che favoriva ancora Frank bravo a chiudere una giocata con due punti e libero addizionale a segno.
Una spinta verso il rientro arrivava dai cingoli del Tank che a 8:23 chiudeva un’azione che lo vedeva far impazzire Siakam con un reverse dribble dalla baseline sinistra prima di presentarsi vicino canestro battendo anche l’aiuto. Guadagnato anche il libero aggiuntivo, chiusa la seconda giocata da tre punti del quarto, gli Hornets sul 77-85 iniziavano a sperare di poter rientrare.
Frank recuperava un pallone in difesa e due FT sulla stessa azione.
Perfetto dalla linea, spostando il risultato sul -6 a 8:05, osservava l’ennesimo jumper a vuoto di MCW che tuttavia vedeva spuntare Zeller dietro il proprio marcatore a destra del canestro.
Il tap-in del compagno di bench serviva per il -4 (81-85). Casey chiamava il time-out a 6:51 per bloccare l’inerzia a favore degli Hornets e cercar di riconquistar punti.
A 5:25 Lamb prendeva un tecnico per essersi lamentato vistosamente per una steal non pulita di Lowry.
DeRozan questa volta andava a segno ma un Jeremy con un diavolo per capello intuiva dopo la rimessa a favore di Toronto (fallo precedente del numero 3 in difesa) un passaggio di VanVleet; lottando sulla sfera la conquistava, esitazione in area, contatto con Ibaka e giocata da tre punti complessivi che a 5:11 valeva l’86-88.
Una giocata importante per l’esito finale della gara la compiva Lowry che dopo una finta, sembrava essersi liberato di Kemba, il quale tornava come una molla su di lui costringendo la PG avversaria a un difficile tiro da tre punti (4:18) che tuttavia per nostra sfortuna s’inabissava.
Kemba aveva fretta e sbagliava un jumper, facendosi perdonare conquistando successivamente un rimbalzo difensivo sul quale Lowry lo travolgeva regalando due FT al capitano per l’87-91.
DeRozan da tre da destra oltre Batum quasi imitava il compagno di reparto a livello di difficoltà ma nonostante a :35.2 l’allungo di VanVleet dalla lunetta (92-99) più o meno lasciasse le chance che avrebbe Pierino di conquistare Belen, un big shoot di Kemba spostandosi in aria sulla bomba da tre proveniente da destra, riportava sul -4 la squadra in tenuta bianca.
A :17.0 secondi dal termine Walker avrebbe la possibilità di riportarci sul -3 (finta e fallo di Ibaka che aveva abboccato al pump fake di Walker) ma dopo il time-out tra i due liberi, Kemba mancava il secondo libeo, lasciando sul 96-100 il match.
Nello stillicidio di liberi finale, un paio d’errori dei Raptors consentivano al 2/2 di Lamb a :06.3 dalla fine di riportarci realmente a un solo possesso di distanza (98-101) seppur lungo.
Sulla rimessa passavano quasi 5 secondi, alla fine gli arbitri la davano buona e Lowry era fermato da Zeller con il fallo.
Il 2/2 toglieva le ultime speranze fissando il 98-103 finale con la bomba di Walker sulla sirena a spegnarsi sul ferro.
 
Pagelle
 
Walker: 6
27 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 8/23 al tiro e un 3/12 da fuori… Insiste troppo con la soluzione da oltre l’arco anche se cerca e trova un canestro notevole nel finale come regala altre perle andando un po’ sopra la media stagionale, ma è troppo frettoloso con un paio di conclusioni nell’ultimo quarto, sembrate quasi a voler replicare personalmente ai canestri della controparte Lowry. Deve essere più freddo e ragionare di più. Il libero mancato nel finale non lo considero, alla fine, non avrebbe spostato nulla. Discreta gara ma abbasso il voto questa volta per questa lacuna in certe situazioni sul possesso non sembra un clutch player, anche se quando s’infiamma è dura fermarlo.
 
Batum: 6
10 pt., 6 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Continua con percentuali da giocatore scarso. Nel finale non è fortunato su un tentativo di tripla ma forza anche un due punti in uno contro uno dalla destra. Influenza un tiro di Valanciunas toccandogli anche la sfera (credo) nell’ultimo quarto. Buoni gli assist ma complessivamente il tuttofare spreca troppe occasioni al tiro prendendosi la tripla di DeRozan in faccia nell’ultimo quarto.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
8 pt., 4 rimbalzi. Finisce con 4/7 al tiro giocando 18 minuti. Si nota in serata che non è un giocatore completo. Non vede su una transizione sul lato debole Walker che salta letteralmente per farsi dare la palla da smarcato… Se gli capitano certe possibilità non le sfrutta, mancandogli ad esempio il tiro da fuori che pur, un paio d’anni fa aveva accennato con buoni risultati. Subito abortito si è trasformato in un difensore aggressivo ma normale. I rimbalzi ci sono, deve ricorrere a tre falli in serata.
 
M. Williams: 5
 
2 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca 21 minuti. Spara con 1/6 dal campo e in difesa dopo azione prolungata è troppo morbido nella chiusura di Lowry. Si piazza basso sule gambe se l’avversario parte da fermo fuori, ben predisposto, sta attraversando però una fase d’appannamento. Prende un paio di rimbalzi lunghi difensivi nella terra di mezzo senza rivali poi uno 0/3 con tripla storta da diagonale destra vista già in partenza.
 
Howard: 6
10 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Chiude con un 4/9 dal campo in 23 minuti. Rimane in panchina, chiude Zeller nell’ultimo quarto. Da verificare se i problemi alla costola si siano acuiti. Di sicuro se la gioca con Valanciunas, anche se il centro europeo è molto bravo in certi frangenti a batterlo. Sul tabellino è segnalata una sola stoppata benché me ne ricordi due su Valanciunas. Mistero. A ogni modo raggiunge il minimo sindacale per la doppia doppia, ai liberi rimane al 50% e commette solo un TO per fallo offensivo nell’1vs 1.
 
Lamb: 6,5
16 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/11 al tiro. Spesso contro Toronto Jeremy è stato positivo. Si ripete anche stanotte. Tecnico a parte, chiude il primo tempo come top scorer tra gli Hornets e aggiunge 5 pt. nel finale. Commette tre TO ma due sono sospetti (un fallo e un pallone deviato da un difensore oltre il fondo). 5 falli, ma in difesa ci prova sempre con passione, anche nel finale saltando a due mani davanti al tiratore. Bella la steal con conclusione da tre punti in due parti.
 
Kaminsky: 6
15 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata. Finisce con 3/10 dal campo. Una forzatura ai 24, si va a prendere 8 liberi e non ne fallisce uno. Dal campo si vede nell’ultimo quarto quando mette un paio di tiri utili a rientrare.
 
C. Zeller: 6
6 pt., 7 rimbalzi, 1 rubata. Rientra come sa fare lui, con grinta. Spunta sui tap-in e in difesa lotta a rimbalzo con fortune alterne. Chiude al posto di Howard non facendolo rimpiangere per energia. ¾ dal campo, espulso per sesto fallo sull’ultima azione da punti (due FT di Lowry per il 98-103 finale), a lui è toccato l’ingrato compito. 24 minuti d’apparizione.
 
Carter-Williams: 5,5
4 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Si fa male alla spalla sinistra per un fallo di Lowry sull’alzata. Riesce a rientrare in campo con una fasci nera per la spalla in neoprene ma al tiro è sempre lui. Compensa con la difesa ma non del tutto.
 
Graham: 5
0 pt. (0/0). Toccata e fuga e una riga di zero completa nel tabellino. Me lo ricordo solo per essersi fatto scappare .J. Miles molto facilmente.
 
Coach Clifford: 6,5
I voti del team forse oggi sono stati un po’ più bassi del solito, usando un metro più rigidamente severo, calcando la mano sulla L, ma la squadra può superare le lacune e tornare a vincer presto. I time-out sono perfetti, le scelte dei singoli giocatori non sempre…Mentre chiudo il pezzo, Phila è avanti 83-72 a Milwaukee. Se dovesse vincere, avremmo “più a tiro” anche i Bucks un po’ in crisi, oltre agli Heat, a patto di vincere le prossime cruciali due partite…

Chalk Hornets

Con l’amico coach Matteo “Vz.” (lo ringrazio per la disponibilità e alcune utili note tecniche a supporto oltre al confronto sugli aspetti dell’azione), avevamo pensato (ogni tanto) di proporre qualcosa (tempo permettendo) di tattico, oltre i classici recap delle partite, pezzi estemporanei e interviste (oltre alle già ricche cartelle riguardanti vari aspetti degli Hornets).
L’intenzione è di soffermarsi su qualche aspetto tattico del gioco per integrare ciò che nella veloce quotidianità sfugge, analizzando alcune situazioni di gioco.
L’ho chiamata Chalk Hornets in primis per l’assonanza della parola chalk al nome Charlotte, piccolo calembour e poi perché ricordo uno spazio su NBA Action chiamato Chalk Talk, tipico metodo d’insegnamento con gessetto (chalk) e lavagna.
Parlare alla lavagna o la lavagna che parla…
Iniziamo dunque con un vocale pensato in due riguardante lo sviluppo della prima azione degli Hornets a Philadelphia nella notte appena passata.
Una bella azione (non spesso praticata da Charlotte) che ha visto Howard nelle vesti di rifinitore e la nostra ala piccola Kidd-Gilchrist in quella di realizzatore.
Le immagini (x4) della lavagnetta tattica che troverete prima dello slow motion video mostrano la partenza dell’azione (in grande a sinistra e dall’alto in basso, due fermoimmagine che danno l’idea degli sviluppi dell’azione (in alcuni momenti chiave), la quale sarà poi descritta in video da una nota vocale di sottofondo, prima dell’azione a velocità normale.
Buon divertimento…

Game 63: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 99-110

 
Dall’impero Austro-ungarico a “ La Mia America” (libro che uscirà postumo in aprile), attraversando più di un secolo.
Questo è stato Gillo Dorfles, poliedrico “artista” che potrebbe essere benissimo protagonista di un romanzo di J.M. Guenassia per le sue frequentazioni dotte con personaggi importanti.
Nato a Trieste nel 1910 quando ancora sventolavano le bandiere con l’aquila nera su sfondo giallo dell’impero (padre goriziano, madre genovese) e deceduto ieri all’età di 107 anni, tra i suoi innumerevoli interessi professionali é stato in grado di capire e anticipare i tempi, esternando negli anni ’60 che l’arte non sarebbe più stata fruibile da una ristretta cerchia elitaria, ma “qualsiasi” opera avrebbe potuto farsi arte.
Tra le altre cose che ricordava ad esempio, realizzazioni al computer.
Presentato da molti come colui che ha sdoganato il kitsch (la cosiddetta arte di cattivo gusto), ricordava che l’arte, l’estetica è questione di gusti.
A lui che oltre essere critico d’arte, amava dipingere (dicendo modestamente di non essere un artista), anche perché rimasto folgorato da Klee e Kandinsky, un arte che andasse alla ricerca di un ente, di un senso, che avesse una propria dimensione, astratta dalla pur bella arte del realismo.
Diceva di aver dimenticato la prima parte di secolo e di stare dimenticando la seconda perché voleva vivere nel futuro.
Sicuramente conosceva benissimo l’importanza del passato, ma voleva andare avanti con spirito ottimista di chi ha vissuto il secolo breve costellato da terribili guerre e conflitti.
Lo stesso devono fare gli Hornets, dimenticando la prima parte dell’anno puntellata da L e, voltando pagina mostrare quella tempra che Dorfles (origine austriaca) ha avuto.
Gli Hornets hanno giocato una buona partita (con energia e anche buone giocate corali) per tre quarti, ma senza cercare scuse (vi sono dei demeriti nel finale di alcuni componenti della squadra), i 5 falli fischiati prematuramente a Howard e un arbitraggio che in certi momenti è sembrato a senso unico, in un ambiente indiavolato da playoffs, sono stati elementi che hanno contribuito pesantemente alla rimonta dei Sixers con Clifford espulso, ciliegina sulla torta, a 12 secondi dalla fine…
Una partita giocata quasi interamente avanti per tre quarti che i Calabroni hanno perso subito di mano quando sono finiti sotto, tornando a vecchi problemi.
Punteggio allargatosi nel finale con gli Hornets che in serata, se avessero messo qualche FT in più del 20/32 finale, avrebbero potuto giocarsela sino alla fine.
Una finalina persa quando mancano 19 partite alla fine per gli Hornets e che langue ora sul 28-35.

Le prime 12 posizioni a Est. Ieri Miami è stata battuta dai Los Angeles Lakers, stanotte Orlando dopo un OT ha strappato la vittoria a Detroit e nella sfida tra “pericolanti” playoffs, ha avuto la meglio Indiana, con Milwaukee un po’ in crisi. Proprio Miami e Milwaukee, se Charlotte trovasse il ritmo, potrebbero essere le due squadre da riassorbire per strovare una seed playoffs, anche se bassa.

Per portare oltre quota .500 la classifica ora servirà un 14-5.
Stima ottimistica ma quasi realistica se pensiamo che molte delle prossime avversarie non avranno molto da dire, ma gli Hornets non dovranno sbagliare più un colpo.
Purtroppo la prossima trasferta è a Toronto, squadra che quest’anno ci ha messo più che in difficoltà.
Tra  le negatività da elencare c’è da inserire qualche problema a rimbalzo (non da questa sera, dopo esser stati uno dei migliori team ed esserlo ancora nella classifica generale), con Phila a catturarne 46 contro i 39 di Charlotte.
21-17 gli assist e 0-5 le stoppate.
Per Philadelphia (alla tredicesima vittoria casalinga consecutiva e reduce dalla vittoria in contro i Cavs) Embiid ha chiuso con 23 punti e 15 rimbalzi, mentre J.J. Redick e Ilyasova hanno chiuso con 18 pt. le loro prestazioni pur dovendo gestire un back to back.
 
Sulla prima palla a due, al Wells Fargo Center, Howard raggiungeva la sfera.
L’azione si sviluppava con Howard che intelligentemente passava in diagonale da destra a sinistra sul taglio di MKG che arrivava solo all’appuntamento per la schiacciata sotto il ferro.
Simmons pareggiava immediatamente con un cookie shot, Williams replicava con un tiro a una mano rapido e sicuro ma Embiid metteva il quarto tiro della partita segnando da fuori e portando per la prima volta in vantaggio i ragazzi di Brett Brown.
Charlotte andava a vuoto, Covington, pescato rapidamente con un passaggio sotto, no (reverse layup), mentre a 10:00 dalla fine del primo quarto Walker riavvicinava i nostri scivolando sul pitturato per approfittarne con un alzata lesta.
Sette secondi più tardi Simmons beneficiava di due FT (non sprecati), tuttavia passavano altri 16 secondi e Batum, fornendo il ventiduesimo assist stagionale per la schiacciata di Howard (bravo a girare dietro a Embiid), riusciva a riavvicinare gli Hornets sull’8-9.
Segnava Phila, ma pareggiava Batum dalla destra sfruttando un granitico blocco di Dwight.
Saric dal pitturato forzava oltre una buona difesa di Williams trovando comunque il vantaggio, replicava Kemba a 7:21 che arrestava rapidamente con lo step back la sua penetrazione e batteva un disorientato Saric (13-13) prima che Brown a 7:20 chiamasse il timeout.
Ilyasova segnava ma al venticinquesimo secondo.
Dopo l’annullamento era Kemba a trovare con un veloce scarico orizzontale Batum che sulla sinistra non ci pensava scaricando nella retina il tentativo da tre per il 16-13 (6:39).
Simmons con l’elbow jumper da due rispondeva, Walker gelava ancora Saric mentre Simmons, riuscendo ad appoggiare oltre MKG continuava a tirare l’elastico.
Holmes stoppava di giustezza Kemba in entrata, così sulla transizione a 5:30 Covington scaricava da tre per il sorpasso.
Un lavoro a due tra Walker e Howard con blocco del secondo e tripla del capitano dalla top of the key, consentiva ai Calabroni di tornare avanti (21-20) prima che Belinelli in entrata segnasse il +1 Phila.
Dall’altra parte però MKG in entrata nel pitturato accentrava la difesa dei Sixers, scarico a destra e tripla di Walker per il 24-22 che consigliava a Brown il secondo tim-out per cercare di bloccare Walker.
A 3:48 però era Kaminsky a trovare la tripla allungando sul +5, mentre dall’altra parte da una dribble drive Phila pescava Ilyasova libero con spazio dalla diagonale destra, bravo a replicare al tank (27-25).
Howard si salvava con il terzo fallo su Embiid ma doveva uscire dal campo.
L’1/2 del talentuoso centro avversario faceva “guadagnare” un punto a Charlotte che vedeva entrare Hernangomez e prendersi due tiri Batum, il quale imitava però il C avversario.
MCW forzava l’entrata e un tocco con il corpo di Embiid portava la nostra PG di riserva a battere nuovamente due FT per Charlotte.
2/2 e allungo sul 30-26.
Embiid nel finale ci provava tre volte ma rimediava due errori da fuori (influenzato dal nostro spagnolo) e due FT nel mezzo.
Un solo punto per lui con finale sul 30-27.

Howard contro Embiid è stato soltanto un accenno.
(AP Photo/Chris Szagola)

 
Il secondo quarto iniziava con un più morigerato Embiid a ridurre il raggio del suo tiro; l’elbow jumper oltre Hernangomez era da due e funzionava, così come la forzatura in uno contro uno di Hernangomez che era aiutato dal primo ferro per segnare i suoi primi due punti della serata.
Lamb intercettava un passaggio diretto verso l’angolo difeso dagli Hornets a destra e in attacco era trovato da Frank che scaricando fuori faceva trovare tempo al compagno per farlo mirare e trovare i punti del suo numero di maglia.
Frank faceva invece da sé con la finta che attardava Ilyasova, il quale sull’avvicinamento del Tank a centro area rientrava e commetteva fallo sul tiro.
2/2 per il 37-29.
Embiid non aveva ragione del nostro centro spagnolo, ancora in campo per i problemi di falli di Howard, quindi Covington in entrata riusciva a spostare anche Lamb prima d’appoggiare al vetro.
Charlotte sprecava un po’ in attacco con Lamb stoppato prima da Embiid oltre il fondo sul reverse.
Palla a Charlotte che ci riprovava con Jeremy a colpire il ferro dalla sinistra ma palla ancora portata oltre il fondo da i Sixers.
Nuovi 24 secondi con l’entrata di MCW bravo a far spendere al centrone avversario un fallo ma molto meno nelle realizzazioni con uno 0/2 che lasciava inalterato il punteggio.
Ne approfittava Belinelli a 7:36 che scaricava velocemente da tre per il 37-34 ma a 7:07 Frank costruiva con un passaggio rimbalzato verticale per Hernangomez che da sotto vedeva volare a terra sulla sua finta Embiid prima di schiacciare a due mani facendo alzare la panchina.
Lamb con un floater e Kaminsky con una tripla profonda che a 6:18 provocava gelicidio nella retina dei 76ers facevano toccare il +10 agli imenotteri (44-34).
J.J. Redick (primo tiro a bersaglio) e Simmons con l’appoggio da drive recuperavano 4 punti per i locali ma Batum con un lungo elbow jumper in uno contro uno da sinistra segnava nonostante non fosse un tiro consigliatissimo.
A 4:54 era ancora Frank a segnare con un soft touch frontale facendo riacquistare il vantaggio in doppia cifra per l’MJ team che toccava anche il +12 quando un’alzata di Batum in diagonale vedeva Frank accelerare il passo per staccarsi dal marcatore e raggiunger la sfera in volo a pochi passi sulla sinistra del canestro per l’appoggio al vetro (50-38).
I Sixers trovavano 5 punti di fila anche grazie a tre punti di J.J. Redick e nel finale si rimaneva lì.
Era annullato un canestro a MKG per sfondamento (per nulla d’accordo) ma Kemba si rifaceva per gli Hornets andando con il suo step back jumper dal centro destra facendo un altra vittima in marcatura (Simmons).
Simmons però chiudeva il tempo con una mazzata a una mano dopo essersi fatto spazio.
56-48 al riposo.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker shoots as Philadelphia 76ers’ Richaun Holmes defends during the first half of an NBA basketball game Friday, March 2, 2018, in Philadelphia. (AP Photo/Chris Szagola)

 
Nella ripresa rientrava Howard, in campo per soli 9 minuti nel primo tempo.
J.J. Redick presentava subito i Sixers, vogliosi di rimonta, con una tripla, MKG realizzava dal lungo linea sinistro e poi Howard che sembrava però ancora freddo nonostante guadagnasse due FT per il terzo fallo di Embiid.
0/2 che era sfruttato proprio dal centro avversario che in corsa era pescato in area.
Prosecuzione e dunk a una mano.
Howard mancava un tiro e sulla transizione l’alzata per Embiid diventava una giocata da highlights per l’alley-oop appeso d’Embiid.
Kemba a 9:37 s’inventava un movimento per costringere J.J. Redick al fallo sul tentativo da tre.
Il capitano era solidamente concentrato.
Attributi cubici per il 3/3 dalla linea per respinger l’assalto dei locali (61-55).
Phila non mollava però e alcune scelte arbitrali discutibili, tra le quali una spinta di Saric sul rimbalzo offensivo ai danni di Marvin (non vista), tornava sul -1 con il canestro da second chance della SF avversaria.
Saric mancava il sorpasso e MKG in area si proteggeva con la spalla sinistra per realizzare un semi-gancio da due metri circa.
Embiid commetteva anche il quarto fallo quando Williams agganciava un pallone e si proponeva in coast to coast. Delittuoso lo 0/2 così come l’1/2 di MKG.
Per fortuna Batum si decideva ad andare in penetrazione battendo Covington e depositando il 66-60 in fing and roll ci dava un po’ di respiro.
Howard mancava due liberi ma il rimbalzo di MKG favoriva il riscatto di Dwight in left hook.
Era meraviglioso poi Kemba che decentrato sulla destra faceva saltare con la finta Ilyasova e in entrata andava a depositare oltre due difensori, Beli compreso (70-60).
A 4:02 l’apertura di Batum per Kaminsky era propizia per far cadere un altro tre punti nella retina avversaria (73-62). Batum continuava con la pioggia di fuoro dall’esterno, questa volta era un meteorite arrivato da un altro sistema solare a cadere dentro per il 76-62…
Ilyasova però segnava e gli arbitri chiamavano un fallo contro Howard in maniera sconsiderata.
Era il quinto e l’uscita del centrone favoriva il rientro dei 76ers.
Un time-out di Clifford a 2:18 con Phila sotto di 8 dava buoni esiti con i punti di Kemba e di Frank, lanciato lungo da MCW a subir fallo prima di mettere i due liberi.
Gli ultimi 4 punti del quarto però li metteva Embiid e si andava al terzo riposo sull’80-74.
Hernangomez faceva i conti con la rapidità di Embiid che sembrato fuori causa rientrava su di lui rifilandogli una stoppata, le mani veloci di MCW però recuperavano la sfera che Lamb riconvertiva in due punti.
Un paio di tiri di Embiid sparati a salve non fermavano Phila che con un sicuro layup in entrata di Covington di destra aiutava i suoi anticipando la tripla de -3 (82-79) ottenuta dalla stessa ala grande a 9:21.
Un fallo di Saric su Kaminsky era ben sfruttato da Frank per l’84-79.
Ilyasova con un giro nel pitturato e parabola alta riusciva ad andare oltre Covington.
Charlotte aveva una vampata con alcuni FT. Un 2/2 di Hernangomez e una tripla di Kemba, bravo a cambiare rapidamente direzione dietro lo schermo di Kaminsky per vedersi arrivare addosso Covington.
Punti che garantivano l’89-83.
Belinelli però segnava da due, Saric e Ilyasova (6:40) da tre e i locali passavano avanti sull’89-91 con un parziale di 0-8…
Saric spendeva un altro fallo su Lamb che con l’1/2 lasciava attardati i teal che passavano però avanti con MKG da sotto canestro.
Un fallo contro Williams dava la possibilità a Ilyasova di andare a bersaglio due volte a gioco fermo a 5:32.
Covington tentava di coprire ancora sul tiro di Kemba, questa volta sullo schemo, il tiro quasi frontale non entrava ma la PF avversaria franava su Walker.
2/3 e nuovo, ultimo vantaggio sul 94-93. Marvin sbagliava un runner e commetteva fallo su Ilyasova.
Due FT fortunosi che unitamente all’autostrada trovata da J.J. Redick portavano sul +3 i bianchi.
Charlotte prima d’uscire dal match trovava Howard che metteva facile andando dentro in schiacciata.
Una dunk easy di Simmons, con la difesa ad aprirsi per la seconda volta come il Mar Rosso restituiva il +3 ai locali. Charlotte, in una starna azione rallentata durante la quale si pensava potessimo chiamare il time-out andava dentro con Howard che sbagliava per sufficienza il tocco da sotto. Un back door di Ilyasova era chiuso dal lungo avversario in ottima maniera andando oltre l’allungo di Williams, un po’ impacciato…
Gli ultimi cenni di resistenza li dava Walker che fulminava Covington in crossover per trovar spazio sulla linea dei tre punti e far raggiungere a Charlotte i 99 punti contro i 101 della squadra di Brown.
Un’entrata di J.J. Redick valeva due punto perché gli arbitri vedevano forse i polpastelli di Williams ad allungare la traiettoria della palla sul secondo ferro, ma in goaltending… Uno sfondamento di MKG su un Ilyasova tutto spostato lateralmente era una persa pesante.
L’impaludamento di MKG lo rendeva nervoso, tanto più che una sua buona stoppata era segnalata come fallo per un contatto onesto con Simmons.
Tecnico e due liberi. Simmons allungava a quota 105 mentre Charlotte non si schiodava più, cercando di ricorrere al fallo per bloccare il cronometro.
A :23.3 Covington finiva in lunetta dopo aver visto geograficamente Clifford sul parquet a chiedere ai suoi di bloccare il gioco.
Facile allungare, facile anche per gli arbitri espellere un nervoso Clifford (non aveva tutti i torti) a :12.1 secondi dalla fine come ciliegina sulla torta di una partita abbastanza imbarazzante gestita dalla terna.
 
Pagelle:
 
Walker: 7
31 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. 11/21 con oltre 30 punti e come spesso accade con lui a fare gli straordinari, paradossalmente non si vince. L’ultimo ad arrendersi. Pare ispirato e in ritmo sin dall’inizio. Una penetrazione con finta che manda ai matti Ilyasova con conclusione tra due giocatori e una tripla dopo aver shackerato Covington, sono due perle. Non so che potrà inventarsi a Toronto ma contro squadre di bassa classifica potrà esserci utilissimo per tentare l’ultima spinta verso i playoffs.
 
Batum: 7
14 pt., 13 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 5/9 dal campo. Non è lui al banco degli imputati. Rischia di andare in tripla doppia ma Clifford lo toglie dopo pochi minuti dall’inizio ultimo quarto per far rientrare Walker. Quando rientra sul parquet nell’ultima parte non incide più, sbagliando anche una tripla, ma prima era stato bravissimo. Una tripla da casa sua, tanti rimbalzi e buone giocate per Howard e Frank tra gli altri.

I tiri dal campo effettuati da Batum.
Si può evincere come abbia tirato meglio dai lati del campo.
I cerchi pieni viola rappresentano i tiri realizzati, quelli con interno non colorato, i tiri mancati.

Kidd-Gilchrist: 5,5
9 pt., 1 assist, 1 rimbalzo, 1 stoppata. 4/9 dal campo. -7. Forza nel terzo quarto un passaggio lungo linea di Simmons ma non sempre mi piace in difesa nonostante gli sforzi. Se in attacco è discreto ma commette uno sfondamento nel finale molto pesante, dietro prende pochi rimbalzi e in alcune situazioni è troppo passivo. Difficile dargli torto se ti fischiano contro falli inesistenti, però, nonostante l’attenuante del rientro, non è più l’MKG desiderato…
 
Williams: 4
2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. ¼ al tiro. 5 falli. Bene solo nei palloni rubati, uno dei quali se lo ritrova in mano direttamente da un giocatore di Phila. Finisce (anche lento nel concludere una transizione sulla quale fa 0/2 in lunetta) male sbagliando un open 3, un runner, commettendo alcuni falli e facendosi battere da Ilyasova in back-door. Modello bradipo, dopo una prima parte sufficiente, si perde nel finale.
 
Howard: 5
6 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. L’atteso scontro sbandierato dai media Howard/Embiid non c’è stato. Gli arbitri hanno pensato bene d’aggravare Howard oltre i suoi demeriti. Solo 25 minuti in campo con un 3/7 al tiro. Sbaglia 4 liberi su 4 e dopo una buona dunk, commette un errore fastidioso da sotto che ci taglia fuori.
 
Lamb: 5,5
8 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. 19 minuti con 3/7 al tiro. S’impegna ma viene battuto da gente, come il Beli che esce dallo schermo, nonostante i suoi rientri in salto. Il 3/7 ci può stare in attacco, con qualche minuto in più forse… Può fare meglio però complessivamente.
 
Kaminsky: 7
19 pt., 4 rimbalzi, 3 assist. 3/6 da fuori, 5/12 al tiro e un 6/6 dalla lunetta non scontato in una serata dai troppi errori a gioco fermo. Buone le sue triple, gli riesce anche qualche difesa individuale d’autorità. 26 minuti in campo di buona qualità.
 
Carter-Williams: 4,5
2 pt., 3 rimbalzi. Torna ad essere disastroso dal campo, proprio contro il team che lo ha lanciato. Se prende qualche rimbalzo e contribuisce nell’ultimo quarto a far metter la firma di Lamb su un canestro deviando un pallone appena recuperato dai Sixers, lo 0/6 al tiro, tra jumper ed entrate, lo rende una palla al piede.
 
Hernangomez: 6
6 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. Meglio rispetto alle prime uscite, specialmente nella prima parte. Trova spazio (16 minuti) per i problemi di falli di Howard. Contiene molto bene Embiid nei primi due quarti, è sfortunato e lascia un po’ a desiderare nel secondo tempo. Non proprio fantastico al tiro ma fa vedere buoni movimenti che gli europei con finte, ecc. sanno fare. Mette due liberi su due al contrario dello 0/4 dell’ultima sfida.
 
Graham: 6
2 pt., 1 rimbalzo. Torna al suo ruolo di bench player giocando solamente 8 minuti durante i quali è premiato da un +/- di +9. Due punti ai liberi grazie a un filtrante di Batum, poco altro.
 
Coach S. Clifford: 6
Lo capisco. Nervoso viene espulso. Troppe le decisioni arbitrali, come lo sfondamento non menzionato nel testo della partita, dato come blocking foul a Walker. La squadra regge per tre quarti ma se gli avversari la riagguantano sono dolori. Si fa fatica poi ad attaccare e soprattutto difendere, come se i giocatori non ci credessero più: La tempra c’è, le energie anche. E’ il credere di poter tornare a cambiare l’inerzia al match che manca. La classica punto a punto pesa con soffiata arbitrale sul fuoco…

Game 62: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 106-134

 
 
Era dall’aprile 2016 che gli Hornets non battono i Celtics e anche quest’anno la vittoria è rimandata.
Narra la leggenda che i Leprechaun nascondano il loro pentolone d’oro alle pendici dell’arcobaleno.
Per Charlotte quel pentolone gigante era trasformabile in un canestro da far divenire come si usa dire la classica (grande) vasca in cui infilare canestri facili.
Per il primo tempo ciò è avvenuto, anche se abbiamo chiuso sotto di 8.
I Celtics hanno trovato una serata ispirata dal loro uomo di punta Irving e il pentolone è diventato un miraggio così come l’arcobaleno alle cui pendici si disperde.
Le assenze di MKG e Zeller non hanno aiutato una squadra che ha accusato difensivamente il colpo.
Se gli Hornets hanno tirato con il 46,2% dal campo, l’altissimo 62,1% dei leprechaun non ha dato scampo a Kemba e compagni in difficoltà anche negli assist (24-31) e surclassati a rimbalzo con un 33-47 che non ammetteva repliche (Howard, problemi a una costola, nonostante una buona gara, ne ha recuperato solamente uno difensivo). Pochi i palloni gettati via dalle due quadre (7-10), mentre Boston con il suo 14/15 dalla lunetta ha utilizzato molto meglio i FT di Charlotte (13/22), colpita 12/20 da fuori.
Tra i singoli dei Celtics, dietro a Irving (34 pt.), si sono piazzati a pari merito come scorer, Brown e Morris con 15, tallonati da Monroe e Rozier con 14 a dimostrare la bontà della panchina di Stevens.
Non ci dobbiamo demoralizzare però per una L in un back to back giocato fuori casa contro un top team.
La prima parte della gara è stata ben giocata.
Per battere questi Celtics avrebbero dovuto errare qualcosa loro, ma non è stato così tuttavia dovendo rispondere alla vittoria dei raptors contro i Magic nella lotta per il primo posto.
Per Charlotte le (relative) belle notizie arrivavano dagli altri parquet:
La caduta dei Bucks, in trasferta contro i Pistons e dei Pacers ad Atlanta, oltre alla L di Washington casalinga, ampiamente prevista contro i Warriors.
In una giornata nella quale non si è vinto sono risultati che potrebbero comunque dare un po’ di morale in più per la trasferta/scontro di Phila.
Serve ricompattarsi e ripartire cercando una vittoria nelle prossime due difficile trasferte (PHI e BOS).
 
Partenza rapida delle due squadra, in particolare Boston, vinta la palla a due, non perdeva tempo trovando un alley-oop micidiale servito da Irving e chiuso da Baynes.
Batum sparava fuori ritmo da tre frontalmente ma andava lungo, Howard catturava il rimbalzo e correggeva con Baynes che andava a sbattere sul tronco del nostro centro. Due punti ma FT mancato.
Il 2-2 era rotto a 11:16 da Irving di tripla, poi era Brown da destra a battere in jumper Batum, Howard mancava il secondo tiro su tre per poi in aiuto ricorrere al fallo su una penetrazione di Brown che dalla lunetta non sbagliava estendendo il risultato sul 2-9.
Kemba era servito sullo scatto, da dietro Brown ricorreva al fallo per fermarlo sull’appoggio e aveva ragione perché il capitano splittava ma iniziava a mettersi in ritmo, suoi infatti, erano i due punti successivi con un pullup dei suoi. Baynes segnava con jumper frontale oltre Howard e Brown recuperando un pallone deviato da Batum segnava in turnaround dal pitturato nonostante il francese rientrasse anche frapponendosi tra il n°7 e il canestro.
A 8:56 però ci riprovava Kemba trovando ancora Kemba, questa volta da oltre l’arco ma il risultato era ancora il canestro.
Dall’altra parte Irving con un lungo due da destra batteva una buona difesa di Williams, stimolato dal duello con Walker che replicava con uno step back flash e tiro rapidissimo oltre il lungo Horford.
Altri tre punti che riavvicinavano gli Hornets (11-15).
Batum portava un’altra minaccia sulla destra, bound pass verticale per Kemba che si allargava leggermente e riceveva tagliando a L sulla baseline destra da dove appoggiava dalle parti del canestro per il -2…
Irving a 7:20 aumentava di due il suo bottino e Tatum riusciva a battere Graham portandolo sotto, i Celtics allungavano sul 13-19 e Clifford era costretto a chiedere il time-out a 6:42.
Quattro punti di Howard che andava sotto il canestro avversario usando il fisico facevano tornare gli Hornets sotto solamente di due, divario che rimaneva tale anche dopo lo scambio di cortesie tra Irving che riprendeva e segnava dopo esser stato stoppato da Batum e il francese stesso che appoggiava al vetro oltre la difesa di Brown.
A 4:05 Irving dalla diagonale sinistra metteva dentro da te ma Marvin Williams con un tiro “ombra” (stessa posizione quasi (dalla parte opposta del parquet ovviamente) non lasciava scappare i biancoverdi.
Irving era la punta di diamante dei suoi e in tre azioni offensive portava a casa 4 punti, così l’alley-oop di Carter-Williams, servito da Batum sullo scatto della nostra PG serviva solo per il 24-28, anche perché lo stesso MCW mancava un libero per il fallo di Irving sulla precedente deviazione volante.
A Morris rispondeva Howard, ispiratissimo, il quale andando dentro batteva Baynes in reverse layup ottenendo anche il fallo.
Realizzando l’aggiuntivo spostava il punteggio sul 27-30. Nel finale i Celtics guadagnavano qualche punto, ad esempio con Smart da tre a qualche decimo sotto i trenta secondi, Lamb replicava andando in uscita da un blocco; rimessa da fondo campo Celtics tesa di Batum, facile per Lamb andare a schiacciare.
Purtroppo però allo scadere Morris batteva la luce rossa portando il risultato sul 31-37.

Graham, partito titolare per l’assenza di MKG in quintetto, sorpreso da Tatum.
(AP Photo/Charles Krupa)

 
Ci sarebbe da migliorare la difesa, anche se i Celtics avevano dimostrato di mettere molta della loro bravura nelle marcature, invece la panchina non riusciva ad arginare la controparte; Monroe segnava, replicava MCW in entrata decisa, Hernangomez era disastroso commettendo passi in attacco, facendo fallo su Monroe (gioco da tre punti), mancando un tap-in su errore di Lamb e non riuscendo a fermare ancora Monroe che capiva di poter giocare di fisico andando sotto contro lo spagnolo.
Monk impalpabile in campo diveniva anche dannoso mancando un layup mentre dall’altra parte la ditta Mo & Mo continuava a colpire; questa volta era Morris da tre a si andava sotto di 14 (33-47) …
Gli Hornets ripartivano con il Tank e MCW in correzione da sotto dopo un altro errore di Lamb da sotto.
Rozier era bravo a battere al tiro MCW mentre dall’altra parte serviva il rientro del capitano (6:01) per battere la difesa dei Celtics; tre punti aperto dalla top of the key su una seconda possibilità per il 40-49.
I Celtics trovavano ottimi tiri a livello balistico; Morris, pur scegliendo un baseline jumper instabile da destra superava Walker mentre Frank con un great spin lasciava Rozier sul posto, passetto nel pitturato ed elegante pallone depositato a una mano.
Kemba con un pullup dalla media e una tripla in transizione (4:28) sulla quale non ci pensava due volte con Irving attardato per un errore da sotto, faceva rientrare i Calabroni sul -4 (47-51).
A 4:27 i Celtics chiedevano il time-out.
I Celtics ripartivano forte, specialmente con Irving, gli Hornets tentavano di resistere con Howard che a 2:48 abbatteva rudemente Baynes, gli arbitri non davano sfondamento e il nostro numero 12 si appendeva schiacciando di potenza il 53-57.
A 2:13 arrivava anche un off balance di Frank dal pitturato ma dall’altra parte Irving segnava toccando già i 22 pt. prima che Howard percorrendo la baseline da sinistra a destra andasse a segnare nuovamente e insospettabilmente di fino lasciando arretrato Baynes che subiva ancora uno stupendo reverse layup (1:36).
Il centro avversario però si rifaceva azzeccando un piazzato, Irvig allungava ma Kemba in corsa era più rapido di Baynes finendo in appoggio di destra al plexiglass per il 59-65.
Il primo tempo però a livello di marcature lo chiudeva Baynes in area per due punti che lasciavano i Calabroni arretrati di 8 all’intervallo.

Howard in schiacciata. Bene nei punti, male a rimbalzo.
(AP Photo/Charler Krupa)

 
L’inizio ripresa era un incubo.
Charlotte dimenticava tutto quanto di buono fatto nel primo tempo e non costruiva più.
Farraginosi attacco e difesa, lasciata a Boston l’inerzia eravamo colpiti da Baynes a 11:20 dallo spigolo destro dell’area poi da una steal con dunk in transizione di Brown su un passaggio telefonato in orizzontale, infine da Horford in area su Marvin prima che a 9:52 Batum in entrata passasse breve in salto a Howard lasciandolo libero di schiacciare.
Irving non si fermava segnando ancora da fuori, liberissimo e a 9:37 Clifford chiamava un time-out per riordinare le idee. La squadra non recepiva il messaggio perché a breve termine Boston tornava a colpire da fuori con Tatum (solo), abile a prendere e tirare dal corner destro su un ribaltamento di Horford.
Brown aggiungeva due punti dalla lunetta ma finalmente Batum riuscendo a mettere una tripla personale accorciava sul 65-81.
Horford restituiva la tripla e non contento della difesa, Clifford chiamava un altro time-out sul -19.
Lo step back di Walker a 6:57 non bastava certamente per recuperare un divario che aumentava nel quarto sino ad arrivare sul -24 a 5:37 con tre punti di Irving.
A 4:45 un’entrata di Brown con rilascio in floater, dopo essere andato a sbattere su Kemba era vista dagli arbitri come blocking del capitano, lasciandomi personalmente con molti dubbi, anzi…
Cambiava poco comunque… FT aggiuntivo mancato, ma per un’invasione di Howard, entrato in area in anticipo rispetto al libero, era data la possibilità all’esterno dei Celtics di convertire per portare la squadra di Stevens sul +27 (67-94). Una tripla di Lamb in transizione dalla diagonale sinistra e un passaggio basso filtrante da lato a lato del pitturato da Marvin a Howard davano al centro la possibilità d’appoggiare semplicemente per rendere il passivo meno pesante. Rozier con un mumbo andava oltre il difensore facendo toccare quota 100 ai Celtics già nel terzo quarto.
Lamb a 1:50 replicava dalla sua mattonella da tre punti segnando il settantanovesimo punto per la squadra del North Carolina ma Smart chiudeva con una bomba il quarto. Il punteggio recitava:
Hornets 79, Celtics 103.
Partita finita nonostante gli ultimi 12 minuti da giocare.
 
I Celtics segnavano per primi nell’ultimo quarto, Monk rispondeva con la tripla centrale schermandosi con il Tank (11:26 per l’82-105), poi la partita defluiva con qualche buon canestro di Rozier per i Celtics come quello a 10:38 in entrata e quello trovato facendo il classico giro del parquet per cambiare lato e uscire a ricciolo per il tiro da tre punti. Stone, appena entrato rimaneva in una posizione bassa non seguendolo ed era facile per lui mettere il tiro…
Panchina quindi in campo con Monk, Graham, Bacon e Hernangomez a completare ma se Bacon a 1:27 metteva dentro un mid-range con equilibrio (tre le sue realizzazioni), Hernangomez continuava ad avere difficoltà realizzative dimostrando un tocco imperfetto anche nel garbage time, seppur guadagnando qualche FT, sprecandoli…
Monk sparava a salve e la gara si chiudeva sul 106-134.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
23 pt., 5 assist. In 24 minuti fa 9/13 dal campo. Partita ottima in attacco, in difesa ha di fronte Irving che si mette a fare il fenomeno in serata. Rimane poi a riposo quando la partita è andata. Non riesce a dare valido supporto poi nemmeno lui nel terzo quarto ma quando c’è solo o quasi Kemba come scorer (il quale fornisce comunque 5 assist) è un brutto segnale perché il resto della squadra non sta rendendo. E’ un episodio. ora bisogna che lui e la suadra tornino a giocare.
 
Batum: 5,5
7 pt., 5 rimbalzi, 10 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Il classico giocatore che non si sa se odiare o amare perché racchiude in sé, saggezza e stupidità. 3/11 dal campo con un 1/5 da fuori. Catch n’shoot rapidi stupidi non necessari e tiri un po’ forzati sono una componente, l’altra è quella di saper riconoscere il gioco e i movimenti dei compagni fornendogli assist precisi. Se poi hai Howard in squadra a mettere dentro i passaggi volanti sei facilitato. Un giocatore d’esperienza come lui però non può perseverare con tiri non selezionati.
 
Graham: 5
2 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. In 30 minuti limita Tatum che ne sta in campo 20 e segna 7 punti. Per il resto, rendimento un po’ inferiore in difesa. In attacco si fa stoppare un tiro quasi sulla sirena e l’1/5 complessivamente parla da sé, così come il -26 di plus/minus. Ricorre a 4 falli, nemmeno cattivi. Collisioni di gioco. Non facile sostituire MKG in una serata del genere.
 
M. Williams: 5
4 pt., 9 rimbalzi, 2 assist. 1/8 al tiro. Meglio, secondo me, di Graham in difesa, cattura anche rimbalzi ma al tiro è freddissimo splittando anche un paio di liberi dalla lunetta.
 
Howard: 6,5
21 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Fa senso vedere che Dwight è riuscito a catturare solo un rimbalzo difensivo, forse la costola si fa sentire, ma dall’altra parte si fa vedere eccome.
Tiene in piedi la baracca insieme a Kemba per due quarti. Lascia un po’ troppo spazio a Baynes e a i suoi piazzati, rimasto perfetto sino a un certo punto del match. Nel terzo qualche canestro ma anche errori.
10/15 al tiro, un solo turnover, tra i titolari il -15 è il miglior plus/minus…
 
Lamb: 5,5
10 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. Si sveglia troppo tardi. Un paio di triple e una buona stoppata ma ormai i Celtics son scappati…
 
Kaminsky: 6,5
16 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Buoni tiri, anche fuori equilibrio ed altri sbilenchi. Strano Tank. Tiene meglio Monroe lui nell’occasione che gli capita che Hernangomez. 5/10 dal campo, 6/6 ai liberi, peccato per lo 0/3 da fuori.
 
Carter-Williams: 6,5
14 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Abbastanza rognoso in difesa, riesce a trovare una serata dove rifila tre stoppate agli avversari… Non sbaglia sotto canestro andando in correzione o di forza con un 5/5 per lui quasi irreale più un 4/5 dalla lunetta. Buona gara e solo un -4 di plus/minus incassato, anche se nel secondo quarto è coinvolto nell’allungo Celtics, riuscendo però a dare un piccolo contributo per tornare più vicini.
 
Hernangomez: 4
0 pt., 6 rimbalzi. In 9 minuti commette 4 falli e fa 0/4 sia dal campo che ai liberi. Peggio dell’Howard da Vecchio Testamento. Non tiene Monroe in difesa e ha un tocco difettoso. Avrebbe dovuto esser nettamente un altro giocatore. Che sia la nemesi di Charlotte per il caso Cho?
 
Monk: 5
3 pt., 2 assist, 1 rubata. 1/7 dal campo. Entra già nel primo tempo ma è impalpabile. Non vedo miglioramenti nello sviluppo del suo gioco. Segna una tripla con schermo del Tank e poi sbaglia il resto.
 
Bacon: 6,5
6 punti, 1 rimbalzo. In 6 minuti fa ¾ al tiro chiudendo la partita nel garbage time. Almeno trova la mano riuscendo a far vedere scorsi di quello che ha mostrato in parte nella lega di sviluppo.
 
Stone: 5
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Entra e si perde nettamente Rozier non seguendolo per nulla. Ci “costa” 3 punti, ma la partita è finita. Non è facile entrare in partita quando non giochi proprio mai… Poco più di 4 minuti sul terreno.
 
Coach S. Clifford: 6
Non riesce a dare alla squadra l’impronta difensiva. Richiamata più volte anche in time-out vicini se necessario, il team sbanda ma molte volte sono canestri personali di bravura dei giocatori dei Celtics. È solo una sconfitta. Ricompattarsi e andare a Philadelphia in una gara più importante e alla portata rispetto a quella di stanotte.