Calendario 2018/19

E’ uscito il nuovo calendario NBA 2018/19,

qui sotto troverete il collegamento per andare a vedere quando saranno disputate tutte le partite degli Hornets:

https://www.nba.com/hornets/schedule

Le date e gli orari, essendo state prese dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets sono ovviamente quelle americane.

Quest’anno le quattro squadre dell’Est contro le quali giocheremo tre partite anziché quattro (un effetto matematico dovuto al classico calendario di 82 partite diviso per trenta squadre) saranno; Chicago, Indiana, New York e Toronto.

Per il resto in aggiornamento le diverse categorie di pagine come quella di “ImmaginaziHornets”, un po’ la storia degli Hornets fissata in alcuni momenti rivisitata attraverso giornali e riviste non solo italiane ma qualche volta internazionali, come nel caso di questa foto presa dalla rivista francofona Basket in Action, la quale “parla” di Divac, del suo scambio con gli Hornets per Bryant e della sua volontà di ritiro (di giocare agli Hornets inizialmente pare non volesse saperne).

 

 

Divac non prese bene lo scambio per un rookie, anche se ancora non sapeva che quel rookie si sarebbe trasformato in uno dei giocatori più forti della NBA.
Alla fine comunque optò per Charlotte e si trovò insiema Mason a disegnare pallacanestro, fornendo sotto le plance tecnica e visione di gioco, la forza la metteva Mason, il tiro lo fornivano Rice e Curry…

 

 

Dopo aver vinto l’argento ad Atlanta con la squadra jugoslava, la quale mancava dal 1988 alle Olimpidi per la guerra che ne portò alla disgregazione, Vlade vide che Charlotte non era poi così male e vi giocò per un paio d’anni su buoni livelli.

Tornò poi sulla costa pacifica dopo il lockout, avendo una villetta a Marina del Rey e con la moglie che aveva velleità artistiche, La città degli angeli e la California meglio si adattavano in quel campo.

Andò ai Kings di Sacramento dove oggi fa il GM.

La grande bellezza.

Esagoni che compaiono e scompaiono…

A Milano, da San Babila fino a Piazza della Borsa (in centro), sul selciato vi sono anche talvolta alcune forme esagonali che creano un dislivello che capita di calpestare e personalmente, credo come la maggior parte degli abitanti della città, osservando altro, camminando un po’ freneticamente non mi è mai capitato d’accorgermi della loro presenza.

E’ il giornalista e scrittore Paolo Sciortino a darmi la fonte su un suo libro su Milano di pochi anni fa.

Cosa siano queste forme esagonali perfette che squarciarono il suolo è presto detto:

Si trattava di barre incendiarie che gli aerei americani (i cosiddetti “Pippo”) sganciavano (oltre le bombe) durante i bombardamenti avvenuti nella seconda guerra mondiale.

Queste barre a volte cadevano in piedi provocando scintille incendiarie.

La Scala stessa fu colpita con diversi danni.

Prima d’addentrarmi nel pezzo, come trait d’union, visto che paradossalmente siamo nell’intervallo tra le date delle due bombe atomiche che furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki vorrei ricordare le vittime innocenti che perirono nei due attacchi nucleari dal mio punto di vista piuttosto gratuiti vista la situazione del Giappone in termini di mezzi, ormai ridottissimi con diverse fabbriche inservibili.

Fu un avvertimento all’Unione Sovietica che aveva aspettato la scadenza del trattato di Matsuoka per attaccare le guarnigioni giapponesi in Cina, dilagando piuttosto facilmente vista la superiorità di carri armati e altri mezzi pesanti.

Arrivare prima dei sovietici era l’obiettivo.

Chiuso il capitolo (sarebbero vastissime le tematiche da discutere), tornando a parlare di America in termini sportivi (decisamente meglio), l’obiettivo di oggi della società dei Calabroni è probabilmente quello di prendere attraverso il senso della vista, del bello, i propri tifosi…

L’operazione “La Grande Bellezza” (oserei dire) è stata condotta presentando un nuovo parquet, molto simile a quello inaugurato dagli Hornets nella stagione 1995/96, con esagoni all’interno dell’area mentre esternamente il bicolore foglia di tè e viola regna sino alla linea bianca del tiro da tre punti. A centrocampo torna Hugo, il secondo logo usato dai Calabroni dopo aver velocemente abbandonato il primo.

Una striscia, una scia come se fosse una s meno curva da un lato bordo campo arriva sino all’addome del Calabrone.

 

 

 

 

E se il mio personale giudizio storico sulle due bombe atomiche oscilla tra l’inutilità e il crimine, in questo caso è palese che sia oggi il campo più bello della NBA, tornato in auge per celebrare i 30 (circa viste le peripezie) anni di Charlotte nella lega.

Difficile dire se sarà sin die o l’anno prossimo verrà smantellato per far posto a del legno con una nuova livrea ma per quest’anno sarà bello giocare su un parquet spettacolare.

 

 

 

 

Un tuffo nel passato quando a metà anni 90 diversi campi avevano colori accesi (i primi che mi vengono in mente sono quelli dei Raptors, dei Pacers, dei Suns e dei Rockets) che insieme ai vari protagonisti dell’epoca (da Jodan a Barkley, passando per Bryant e Iverson oltre a molti altri), contribuivano al successo scenografico della Lega “baskettara” più famosa al mondo.

 

 

Il campo dei Rockets a metà anni ’90 riprodotto in videogame.

 

 

E dopo la polemica Donald Trump/LeBron James sulla quale non solo la moglie di Trump, Melania si è schierata con il neo cestista giallo-viola (ha aperto una scuola in Ohio per ragazzi in difficoltà finanziata da lui stesso), anche Michael Jordan (tirato in ballo dal presidente americano dicendo che a lui piace Mike) ha appoggiato il collega, pur essendo restio a parlare su questioni politiche e affini.

 

 

L’entrata della LeBron James’ I Promise School in Akron, Ohio.
Gli studenti avranno da impegnarsi…
Foto: Jeff Zillgitt, USA TODAY Sports

 

 

MJ però ha trovato modo di rendere il suo tempo più produttivo mandando una lettera e un regalo a un signore australiano che sta lottando contro il cancro.

 

 

 

 

E se come giocatore MJ non si poteva discutere, come presidente l’ho criticato per i mediocri risultati, dal punto di vista umano, con questo gesto disinteressato guadagna molti punti.

Adesso i tifosi degli Hornets, dopo il regalo dello splendido parquet, aspettano che “Mike” colmi l’ultima lacuna (come proprietario) per diventare trinità, anche se c’è già chi lo idolatra “solamente” per la sua carriera cestistica, ma come dimostrato da James e dallo stesso Mike, c’è di più fuori…

Pubblicato in News

Amichevoli Prestagionali

E’ uscito il calendario delle amichevoli prestagionali che saranno disputate dagli Hornets prima di partire per la nuova avventura 2018/19.

Traggo la grafica dalla pagina degli Hornets ufficiale per mostrare il calendario:

Giocheremo due volte contro Boston, poi contro gli Heat e i Bulls in casa, l’ultima sarà fuori, a Dallas.
Le avversarie sono team ricorrenti negli ultimi calendari prestagionali dei Calabroni.

Nessuna operazione?

Avevamo lasciato Devonte’ Graham in lista infortunati alle pese con un ginocchio “incerto”.

Ieri pare che il suo consulto con degli specialisti abbia portato alla decisione di non essere operato chirurgicamente per l’infortunio alla cartilagine al ginocchio destro.

Out da inizio mese, si era infortunato in Summer League.

 

 

Devonte Graham impegnato con Charlotte in Summer League.

 

 

Ora pare che Graham possa riprendere ad allenarsi con precauzioni e possa tornare in tempo per il training camp anziché saltare tutta la prossima stagione.

Una buona notizia se la diagnosi fatta sarà confermata nei fatti.

Graham sarà il terzo play dietro a Tony Parker (ricordiamo la firma per due stagioni con la seconda non garantita) mentre Joe Chealey, giocatore firmato dagli Hornets per il roster camp (oltre ai vari Jaylen Barford, Zach Smith and Isaiah Wilkins) dovrebbe così uscire dai 15 titolari per la prossima stagione.

La guardia del College di Charleston ha davanti a sé altre tre PG e nonostante le discrete prove in Summer League più le cifre da senior all’università (18,0 PPG, 4,6 Rimbalzi e 3,6 Assist a partita) è improbabile che Chealey possa trovare spazio in squadra.

 

 

Joe Chealey firma il contratto.
Foto ripresa dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

 

 

Forse potrebbe avere spazio in G-League nei Greensboro Swarm.

Dopo aver scritto su Ryan Anderson ieri, si è scoperto che gli Hornets lo scorso anno avrebbero tentato, insieme ad altri team (Miami e Portland) di arrivare a Kevin Love tramite uno scambio ricevendo però sempre fermamente un “No, grazie”.

Non si sa che cosa abbiano offerto gli Hornets per Love, ma nonostante la rivoluzione invernale dei Cavs, la società chiarì che Kevin non era sul mercato, oltretutto è storia recente la sua firma pluriennale con la squadra dell’Ohio per 120 milioni per quattro anni.

Anche se il prototipo di giocatore cercato pare essere quello alla Ryan Anderson o alla Love, con un contratto del genere penso possa essere difficile un eventuale scambio oggi, almeno per il secondo.

Arnoldas Kulboka invece, dopo un anno in prestito all’Orlandina, la scelta di Charlotte al Draft e la Summer League, come promesso da Kupchak è tornato momentaneamente in Germania al Brose Bamberg, dove probabilmente inizierà una nuova avventura trovando molto più spazio per giocare.

Pubblicato in News