Archivio mensile:Settembre 2018
ReaziHornets
La fine dell’estate segna inesorabilmente e ciclicamente la partenza di una nuova stagione NBA e delle mie “pazze” nottate insonni (per fortuna in compagnia di molti) per vedere le partite della squadra del cuore.
Mancano una dozzina di giorni alla partenza della preseason che vedrà, oltre a Philadelphia, proprio Charlotte (contro Boston) segnare il nuovo via.
Bene o male al momento il roster è il medesimo dello scorso anno, salvo l’innesto di Tony Parker, del rookie Bridges, scelto alla dodicesima posizione dai Clippers e immediatamente scambiato con Gilgeous-Alexander che Charlotte aveva scelto alla undici, dell’altro rookie Devonte’ Graham e di “Biz” Biyombo, il quale però è sostanzialmente un cavallo di ritorno.
Delle aspettative e del potenziale della squadra spero di riuscire a parlarne durante la preseason, dopo aver visto (sperando vi sia un’adeguata copertura mediatica della NBA che al momento parrebbe non esserci su tutte le partite prestagionali) almeno 2/3 partite, durante le quali Borrego sperimenterà nuove soluzioni.
Con almeno 2/3 di “materiale umano” (scriviamo così, ma in senso buono, anche se non mi piace poiché si avvicina a quel “risorse umane” utilizzato in ambito lavorativo) non nuovissimo, Borrego dovrà inventarsi soluzioni.
Il pezzo odierno però vira volutamente sull’ironia.
Ho pensato, visto che la maggior parte di giocatori li ho visti tantissime volte, come potrebbe essere la mia reazione, a seconda delle loro prestazioni, quando saranno nuovamente presentati o entreranno in campo.
Magari potreste identificarvi, nell’entusiasmo o nella “disperazione” che quel giocatore vi farà provare, specialmente se siete tifosi di Charlotte e avete seguito un po’ del percorso degli Hornets degli ultimi anni.
Un pezzo, spero abbastanza originale nell’idea (magari mi son perso qualcosa ma fatto così in serie non mi pare d’averne mai visti), trait d’union che vuol essere anche un omaggio alla comicità, specialmente quella nostrana, la quale, con la sua fantasia, inventiva e descrittività di alcuni comportamenti tipicamente italiani, è sempre stata brillante, regalando momenti divertenti.
Mancherebbero moltissimi comici, ma in realtà ho scelto, andando un po’ a memoria, gli spezzoni che più si adattavano a tale fine.
Partiamo con un possibile starting five per arrivare alle riserve, tenendo conto che Bridges e Graham ancora non li ho visti, quindi sono esclusi da questa lista:
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KEMBA WALKER
L’unico Hornets da urlo, da svenimento. Conosciuto, apprezzato anche da tifosi degli altri team, Kemba con i suoi crossover, i suoi cambi di ritmo e i suoi step back letali è il cuore e l’emozione per un tifoso attuale di Charlotte.
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JEREMY LAMB
Lamb è stato sempre un discreto attaccante ma dalla stagione scorsa ha lavorato duramente per migliorarsi anche in difesa. Reduce dalla sua miglior stagione di sempre, potrebbe anche partire in quintetto. Esplosivo, specialmente agli inizi della stagione, va sempre un po’ calando. Un giocatore che comunque con le sue entrate e il miglioramento nel tiro da fuori, entusiasma.
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NICOLAS BATUM
Qui, nel finale del video troviamo una citazione dal libro Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Soventemente “l”orrore” è aver visto giocare Batum negli ultimi due anni.
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MARVIN WILLIAMS
Lo stretch four o bombarolo di Charlotte, spesso prova a sparare da tre a inizio primo e terzo quarto, quando è meno affaticato. Per un certo periodo lo scorso anno ha avuto splendide percentuali e alcune buone serate ma per lo più le sue triple scoppiano in mano alla squadra o sono realizzate a partita persa. Non mi esalta personalmente come giocatore, anche se ne riconosco il merito del lavoro.
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CODY ZELLER
Non so se Cody Zeller sia di Gallarate (nelle info non è scritto così) ma ha quell’aria da bianco, un po’ fuori dal contesto di super fenomeni. Tuttavia, anche se arrivasse dal basso varesotto, sarebbe comunque un giocatore che potrebbe fare il suo modesto lavoro tranquillamente. Quando entra in campo so che non sarà uno che cambierà la gara, ma farà del lavoro sporco per vincerla.
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TONY PARKER
Dopo aver perso Jeremy Lin e aver provato a rimpiazzarlo con i vari Sessions, MCW, Roberts, Stone e altri giocatori “minori” fallendo, anche quest’anno gli Hornets provano come backup di Kemba un giocatore esperto il cui unico limite è la salute. Tony non ha bisogno di presentazioni (pure lo slogan in rima), una garanzia insomma… La sensazione potrebbe essere questa. Vado sulla fiducia.
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MICHAEL KIDD-GILCHRIST
Uno dei classici giocatori con una storia drammatica alle spalle. Già per questo suo trascorso (anche se ovviamente mi auguro nessuno ne debba avere) mi piaceva molto essendo riuscito ad affrontare i suoi traumi e ad affermarsi nella NBA giocando duro. Sfortunatamente il doppio infortunio sembra averlo ridimensionato e anche tatticamente negli ultimi due anni non mi è sembrato perfetto. Quando gli avversari sono sulla linea dei tre punti e li marca lui, io…
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FRANK KAMINSKY
Se fossi l’allenatore degli Hornets direi la stessa cosa al Fantoz., ehm, al Frank del quale parliamo. A volte trova ottime serate, ma spesso va così. C’è di buono che ha variegato il suo gioco, mostrandosi più a suo agio serpeggiando vicino a canestro.
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MALIK MONK
Incatenato dall’inesperienza, si è messo a rombare nella parte finale della stagione dove si è auto sublimato con una schiacciata in quel di Chicago, veramente strepitosa anche se poi inutile ai fini del risultato. Chissà che da Renoldo non si trasformi in fiammante Ferrari… Ne avremmo bisogno. La sensazione è di un player con potenzialità inespresse ancora che tuttavia dovrà affrontare forze maggiori non avendo a disposizione un totale altissimo di qualità eccelsa in squadra.
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DWAYNE BACON
Bacon diceva d’amare la pancetta e le uova. Chissà che alito la prima mattina. Potrebbe sfruttarlo per difendere sui top player avversari. Il classico “fiato sul collo”. L’anno scorso fece vedere cose buone in difesa. In attacco ancora non esalta.
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“WILLY” HERNANGOMEZ
Willy quando gioca usa la testa, ha buoni movimenti, a volte anche lunghi e complessi sul piede perno, come diversi europei d’altronde. L’importante è che non si faccia trascinare da un gioco tutto fisico. Aiuta, ma in attacco deve restare lucido e non cedere alla tentazione di competere con gente più pesante provando a forzare sullo stesso piano. In difesa deve usare più vigore. La sensazione in realtà è buona, è un discreto giocatore, a patto che non si perda, magari già nelle troppo ampie rotazioni tra lunghi di Charlotte.
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BISMACK BIYOMBO
Inadeguato o no? Come tradotto da Paolo in maniera scorretta, Biz è bravo a stoppare, più adeguato in difesa che in attacco, laddove è migliorato un po’ ai liberi, ma per segnare deve trovarsi molto vicino a canestro, altrimenti con i suoi tiri il ferro farebbe la stessa fine del naso della statua sbreccata dal poliziotto durante la partita notturna di basket in piazza contro Aldo, Giovanni e Giacomo (altra scena che si sarebbe potuta mettere).
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Bob-Bass
E’ trascorso un mese esatto dall’ultimo pezzo scritto, lentamente, con cadenze assolate agostane e primo settembrine attendevo che si sbloccasse qualcosa nel mercato degli Hornets che, hanno sì diversi giovani interessanti (Monk, Bridges, Hernangomez e Bacon), ma hanno mantenuto l’ossatura dal contratto garantito composta da MKG, Marvin Williams e il pluriaggravato Nic Batum.
Lemme lemme il tempo è scivolato via, fluido, come liquida ed evanescente scia e nemmeno Kupchak, assoldato da Jordan che sfidava la forza di gravità con fluttuazioni eterne in aria, è riuscito a modificare la staticità di una situazione non esattamente idilliaca.
Più che aggiungere pezzi gli Hornets ne hanno pesi, se consideriamo minimale l’uscita del buon Mathiang, centro che faceva da spola tra Greensboro e Charlotte con un two way contract, passato nella città delle tre T; “turòon, turàs, tetàss” (Torrone, Torrazzo e Maggiorate), ovvero Cremona. Alla Vanoli quindi potranno ammirare un giocatore che qualche minuto nella NBA l’ha giocato.
C di Cremona, C di Charlotte… sull’altra sponda si parla di ruoli a questo punto.
Borrego sa che dovrà fare i conti con il materiale che avrà a disposizione (immagino che durante il colloquio con Kupchak questo non sia stato un dettaglio) e se Walker è l’unica certezza, punto fisso intoccabile, già si parla di slittamenti in alcuni ruoli.
Sicuramente gli esterni, le ali o gli swingman, spesso sono intercambiabili nel basket moderno, è così che sta prendendo corpo l’ipotesi di vedere partire come starter Jeremy Lamb (dopo la sua buona stagione) o magari Malik Monk, uno che nelle ultime partite ha fatto capire di comprendere meglio la NBA, riuscendo a gestire meglio palloni che prima perdeva banalmente.
Lamb, in scadenza, dovesse confermarsi, attrarrà sicuramente tante attenzioni da parte di altri team e potrebbe anche partire a fine stagione se Charlotte non riuscirà a trattenerlo, ma questo è argomento prematuro.
E Nic Batum?
Ci si può permetter di tenere fuori un giocatore dal contratto così pesante?
Vedremo… per adesso pare si possa spostare in posizione di ala piccola, dove potrebbe, dal mio punto di vista, rendere meglio, limitando magari qualche soluzione offensiva forzata da guardia tiratrice.
Lì la concorrenza giovanile non manca, gravitano intorno anche Bacon, Bridges, il secondo ha mezzi atletici ma per ora sembra essere una versione Monk 1.0, con scelte di gioco da maturare, inoltre c’è un MKG da rivedere se Borrego dovesse optare come dichiarato per un gioco veloce e di transizione ma per lui si parla di possibile slittamento.
MKG rischia di finire a giocare in PF, pare essere un’idea di Borrego, anche se peso e cm non paiono essere dalla sua.
In avanti Kaminsky potrebbe passare al ruolo di centro (altro slittamento ventilato dal coach da provare in preseason), anche se nel reparto (mal assortito numericamente) però ci sono già i vari Zeller, Hernangomez e Biyombo, non tre fenomeni di primo piano ma tre discreti giocatori con caratteristiche diverse ad affollare il reparto.
Al momento a mio giudizio, il tutto sembra ancora un brodo primordiale, con reparti galassia troppo caldi e vicini e altri vuoti, più sguarniti, come quello di PF, dove Marvin Williams rischia di partire ancora titolare (vista l’incapacità di MKG di tirare da fuori) per fornire triple e punti di rottura.
Walker, Lamb, Batum, Williams e Zeller potrebbero essere un’idea iniziale con Parker, Monk, Bacon (o Bridges), MKG e Kaminsky pronti a subentrare. Un peccato che Hernangomez e Biz rischino d’aver poco spazio, a meno che Willy non slitti anche lui in PF.
Altre news recenti sono:
- La scelta nei 12 del roster per il team USA che affronterà l’Uruguay in casa il 14 settembre e Panama da “Visitor” il 17.
- Joe Wolf, giocatore che giocò tra le riserve degli Hornets 64 partite nel 1994/95 per poi chiudere ancora a Charlotte nel 1999 dove toccò il campo in tre occasioni e compagno di MJ a NC, sarà il nuovo allenatore della franchigia affiliata di Greensboro Swarm. Nel mezzo delle sue parentesi charlottiane, giocò per Orlando, Milwaukee e Denver. Wolf oggi ha 53 anni e sarà il secondo allenatore di Greensboro. Kupchak pensa che Wolf sia la persona adatta per sviluppare i giovani avendo esperienza nel settore.
Nel video, eccolo un po’ più giovane, alle prese con Shaq…
- Purtroppo c’è da segnalare anche che venerdì 17 agosto a San Antonio è scomparso all’eta’ di 89 anni Bob Bass, GM degli Hornets dal 1995 per ben nove anni.
Bass nel 1996 risponde ad alcune questioni poste dai giornalisti su Charlotte.
Foto:
Peter A. Harris, APFu premiato sia nel 1990 e nel 1997 (nel secondo caso con gli Hornets) come miglior dirigente dell’anno. Bass fu allenatore nell’ABA, poi passò ai San Antonio Spurs, dove fece sia il direttore generale che il vicepresidente. “Bob ha avuto un impatto enorme su ABA e NBA”, ha detto il capo allenatore degli Speroni Gregg Popovich, che aveva lavorato con Bass nei primi tempi. Di Bass ricordiamo anche la trade che portò Bryant ai Lakers, una trattativa però con poco margine che portò Divac a Charlotte per un paio di stagioni. Sotto la sua egida gli Charlotte Hornets non finirono mai sotto i .500… Condoglianze alla famiglia, ricorderò sempre con simpatia Bass.