RimontHornets

Preseason – Game 1: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 104-97
 
Hegel il filosofo e la fenomenologia dello Spirito con il suo procedimento, il suo processo dialettico, si adattano molto alla prima partita stagionale, anche per descrivere la forza dei “nuovi” Hornets.
Tesi, antitesi e sintesi, ovvero l’idea (la concezione che ognuno di noi si fa rispetto alla squadra sulla base delle proprie conoscenze), lo scontro (l’analizzare i punti di forza e di debolezza della squadra quando affronta altri team) e il risultato che ovviamente è la sintesi delle due precedenti che determina il giudizio finale sulla squadra.
Ovviamente siamo solo alla prima partita stagionale, un’amichevole, quindi vanno tenute in considerazione una molteplicità di fattori quali il nuovo coach, il tipo di gioco (anch’esso nuovo) richiesto, l’inserimento dei nuovi, ecc..
L’idea, rapportandosi con la realtà, diventa scontro uscendo da sé e noi, uscendo da questo discorso neohegeliano, proveremo nella sintesi finale e nelle pagelle a ragionare sui pochi dettagli che la squadra ha lasciato negli occhi perché avremo bisogno di nuove prove per confutare queste tesi…
Per i Celtics fuori Jabari Bird e Marcus Smart infortunati, per Charlotte tutti presenti anche se Monk non ha giocato. Charlotte ha schierato; Walker, Lamb, Batum, M. Williams e C. Zeller come starting five.

Oltre a quella di Jordan, appesa a Chapel Hill, nel regno degli Tar Heels c’è appesa anche quella di Kupchak, presente al Dean Smith Center.

I giocatori prima della partita si caricano.

 
Si partiva dunque al Dean Smith Center con Zeller che non riusciva a conquistare la palla a due ma costringeva Horford a una successiva palla a due stoppandolo.

La palla a due iniziale.

1° Quarto:
Cody non riesce a vincerla ma sul proseguo il centro avversario commette passi, così come lo stesso Zeller poco più tardi.
A passare in vantaggio è Charlotte a 10:56 con un mid range jumper dell’infaticabile Zeller.
La reazione di Boston non tarda ad arrivare complice un’uscita molle di Williams dietro un blocco, i verdi piazzavano un parziale di 7-0.
A tenere in piedi la baracca è uno strepitoso Lamb che prima s’infilava in mezzo alla difesa di Boston costringendo anche Tatum al fallo per un’azione complessiva da tre punti a 8:58 per il 5-7, poi, sul 5-9, subiva una spinta di Zeller, a sua volta sospinto da Brown mentre provava una tripla che andava a segno, così come il FT aggiuntivo.
9-9 con gli Hornets capaci di passare avanti con un gioco a due tra Batum e Zeller che si sganciava dal difensore per realizzare da sotto facilmente.
Boston pareggiava con Tatum e scattava con la tripla di Irving sull’11-14.
A 7:07 arrivava il time-out.
Qualche cambio nelle file degli Hornets che iniziavano a schierare qualche elemento dalla panchina. Il gioco diveniva più farraginoso lentamente anche se un taglio di Kemba in diagonale lo portava (su un Lamb pass) a chiudere per il 13-18 e una tripla frontale di Batum riportava i Calabroni a -2.
Un turnaround di Marcus Morris per il 18-23 e un piccolo arcobaleno dello stesso giocatore che andando oltre Bacon distanziava Charlotte di 7 punti erano solo il preludio al crollo sul finire del tempo, iniziato con uno scontro Brown/Bridges, il quale si distanziava dall’attaccante dei Leprechaun che segnava da tre subendo anche il fallo a 2:13.
Gioco da 4 punti a “pareggiare” quello di Lamb per un distacco di 11 punti che saliva nel finale quando solo MKG metteva dentro punti, 4 per la precisione, ottenuti con un 2/4, gli altri panchinari mettevano a referto uno 0/6 che portava il risultato parziale di primo quarto sul 20-37.
2° Quarto:
Il secondo periodo vedeva rientrare qualche titolare.
Lamb e Walker si mixavano a Bridges che dal corner destro infilava un tiro da tre per il 24-39 Frank e Jeremy mancavano due open da fuori mentre Baynes un paio di volte nel pitturato aveva vita facile, segnando 4 punti.
Borrego, vedendo una difesa “troppo dinamica” (nella seconda occasione il centro avversario era attorniato da Walker e Lamb) chiamava un break a 8:13.
Lamb al rientro produceva altri due punti, unico Hornet parso già in forma (come suo uso e costume lanciatissimo a inizio stagione), poi però commetteva passi in partenza e subiva un tiro rapidissimo dal palleggio di Tatum mentre Morris con un’altra bordata da fuori, mirava a quota 20 di differenza (27-46).
La partita sembrava non esserci, anche perché, a parte un’altra tripla di Lamb (12 pt. raggiunti) a 4:54 per il 34-49, Horford approfittava di un minimo distacco di Hernangomez per mettere a segno da fuori un altro tiro pesante. Implacabile e rapido era anche Brown che piazzava un jumper nonostante un Cody a presidio della zona in uscita.
Più che la difesa degna di un’Alveare in questa fase gli Hornets sembavano abitare sulle ali di un enorme falansterio abbandonato; troppo spazio nel mezzo e un presidio limitato sulla zona da tre.
Un goaltending di Zeller che respingeva la spicchiata dopo averla vista toccare il plexiglass valeva il +20 Celtics (36-56) a 2:52.
Zeller in attacco però si trasformava per un paio di azioni in Rodman e portava a casa qualche punto tra tiro da sotto e liberi ma nel finale gli arbitri diventavano irritanti e più che fiscali regalando ad Hayward almeno 4 liberi tra un fallo lontano dalla palla “commesso” da Batum e uno contestato da Borrego a un secondo dalla fine che serviva al redivivo ex Jazz per arrotondare il risultato sul 45-60.
Nel gioco non cambiava molto.
Gli Hornets in un quarto rosicchiavano 2 punti avendo come top scorer Lamb a 12 pt..
A 8 si fermava Zeller, a 4 Hernangomez, MKG e un Kemba un po’ modalità scampagnata con un 1/5 al tiro e 2/2 dalla lunetta (tiri ottenuti nel finale).

Non lusinghiere le stats di Charlotte dopo 24 minuti…

3° Quarto:
Al rientro dagli spogliatoi bastava una finta sotto a Zeller per appendersi al ferro in schiacciata.
Tatum con 2 FT indicava ai suoi di non distrarsi ma Marvin Williams con un tiro a una mano uscito dal cilindro pescava i suoi primi due punti di partita, poi, a 9:47 finalmente si vedeva una giocata voluta da Borrego, palla recuperata da Walker che aveva l’imbarazzo della scelta con due Hornets davanti lui pronti a scattare aperti sui lati; palla a Batum che depositava facilmente.
Williams dal corner sinistro ci provava un paio di volte, la seconda valeva tre punti che riportavano sotto le due cifre il distacco di Charlotte (55-64).
Lamb a 8:31 velocemente tirava da tre dopo aver incrociato e ricevuto da Batum.
Le difese sembravano divenire friabile e anche Boston colpiva con Brown ma Batum avanzando in palleggio faceva partire un passaggio schiacciato dietro la schiena raccolto da Zeller fuori dall’arco.
Cody senza paura tirava realizzando una tripla importante salutata festosamente anche dai commentatori.
A 7:48 gli Hornets dunque tornavano a -5 con la complicità di un Batum tornato in versione assist-man.
Kemba dal corner destro metteva la firma sul -3 a 6:59, Morris in transizione mandava il match sul 69-73 ma Bacon, attaccando il canestro a 5:09 trovava un grande varco dove fiondarsi.
Fallo e schiacciata.
A segno il gioco da tre punti; 72-73, c’è ancora una partita, anche perché sul pick and roll di Hayward Bacon arrangiandosi con il fallo vedeva l’avversario non massimizzare dalla lunetta realizzando solamente un libero.
A 4:45 con un semicerchio in entrata Batum finiva per scontrarsi con il difensore e tirare dal mid range su una gamba ma il pareggio a quota 74 arrivava ugualmente.
A 3:30 la connection francese Parker/Batum si esprimeva in contropiede; passaggio di Tony dietro di lui, sulla diagonale destra a 45° dove arrivava Nic in corsa per un tiro da tre che ci issava sopra di tre unità.
La partita rimaneva lì.
Rozier con un’entrata costringeva Bacon al fallo.
Due punti realizzati, FT mancato, risultato in equilibrio sul 78 pari.
Nel finale Hernangomez e Bacon non erano precisissimi dalla lunetta, comunque sia Charlotte andava a riposo sull’84-81.

Charlotte’s Kemba Walker (15) and Jeremy Lamb (3) help teammate Marvin Williams (2) to his feet during their NBA exhibition against the Boston Celtics on Friday at the Smith Center in Chapel Hill. Charlotte won 104-97.

Inframezzo con le classic night, durante le quali gli Hornets vestiranno divise vintage su un parquet vintage…

 

Alcuni dei gadget che distribuiranno durante queste notti speciali.

4° Quarto:
Boston passava avanti quando Ojeleye batteva nel pitturato Kaminsky con un gancio mentre a 10:03 uno sfondamento di Wanamaker su Graham mostrava anche il lato debole delle seconde/terze linee dei Celtics.
Bridges si univa allo spreco ai liberi a 9:24 mentre Ojeleye chiudeva una transizione iniziata per un passaggio orizzontale di Lamb verso Frank sul lato destro risultato troppo debole.
Yabusele e il suo corpaccione nel pitturato procuravano altri due punti alla squadra di Stevens che a 7:32 sul 96-101 provava a staccarsi prima di un pericoloso finale corpo a corpo.
Charlotte non ci stava e Bridges tentava di suonare la carica con una prepotente schiacciata non a segno, il rimbalzo rimaneva nella mani di Charlotte e MKG, contagiato dal compagno rookie ci riprovava in modalità schiacciata ortodossa; fallo di Theis, due FT (a segno).
A 5:56 ottima azione di Bridges che con un piccolo arretramento batteva il difensore con la tripla del 91 pari. Miles (Bridges) dava la spinta per la vittoria vendicandosi della schiacciata mancata in precedenza; primo tomahawk grazie alla chiusura trappola di tre giocatori dei Celtics che dirottano su Graham in entrata, il pallone però vaga sulle loro teste dove spunta Bridges come la peste; la morte nera colpisce con il primo carico dinamitardo per il 93-91…
Bacon in entrata attaccando e metteva a nudo le debolezze dei noi titolari dei Celtics lasciati sul parquet da Stevens ma uno splendido reverse di Lemon sulla baseline con fallo di MKG faceva tornare la squadra di Boston sul -1 (95-94). MKG a rimbalzo offensivo guadagnava due FT che realizzava, poi in contropiede serviva in angolo destro un cioccolatino da tre punti a Graham che scartandolo mandava sul 100-96 la gara a 3:30 dall’ultima sirena.
Wanamaker rimaneva un augurio e personalmente, quando dall’altra parte del parquet si materializzava l’augurio, mi veniva realmente la pelle d’oca… sull’entrata di Bacon piuttosto scarna fluttuava Bridges su un’altra palla vagante, altra tomahawk jam, ancora più caricata e potente; splendido e limpido quasar, spot per il basket…
102-94, 7-0 di parziale…
Il punteggio era ritoccato nel finale dopo altri due errori del nostro centro spagnolo che dalla lunetta non “ci prendeva molto” stasera.
Finiva 104-97, una partita di preseason, con tutte le considerazioni del caso, in primis ovviamente i giocatori utilizzati dai due team, ma partire con il piede giusto, per una squadra come la nostra potrebbe fare la differenza tra il cadere in depressione e arrendersi, oppure continuare a lottare quando verranno momenti bui…
38,2% al tiro per i nostri contro il 34,6% di Boston, 30,6% da tre per Charlotte contro il 19,1% dei verdi… 65 rimbalzi e 17 assist per Charlotte contro i rispetivi 56 e 12 di Boston legittimano comunque una vittoria cercata con intensità nella seconda parte del match.
 
Pagelle
 
Walker: 6
12 pt., 3 rimbalzi, 3 stoppate. Parte veramente in sordina con un 1/5 nel primo tempo, fuori anche un po’ dal gioco reale, avulso… Nel secondo tempo prende campo, segna 8 punti, recupera qualche pallone mettendo anche mano alla difesa. Nel finale da qualche consiglio al rookie Graham che recepisce.
 
Lamb: 7
Player of the game insieme a Bridges per noi. 15 pt., 4 rimbalzi, 3 assist. Nel diluvio di punti preso da Charlotte nel primo tempo, segna più di un quarto dei punti della squadra. Si ferma un po’ nelle realizzazioni nel secondo dove comunque manda a segno una tripla importane, poi cerca di smistare assist anche se la palla persa indirizzata verso Kaminsky arriva in un momento delicato.
 
Batum: 7
10 pt., 6 rimbalzi, 6 assist (4/9 al tiro). Il solito Batum penso all’inizio. Si rivaluta nel secondo tempo quando a suon di passaggi, anche intelligenti e non banali, procura materiale per la rimonta degli Hornets fornendo assist. Pareggia a quota 74 con un bel jumper ed esaltato dall’assist di Parker mette anche una tripla in corsa.
 
M. Williams: 5,5
5 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. 2/6 al tiro. Obsoleto. Ha un buon momento all’inizio secondo tempo quando procura 5 punti. Nel primo un rimbalzo orizzontale quasi gli va addosso ma lui si fa scavalcare, fortuna dietro non ci sia nessuno se non Graham come compagno. Forse lì in PF Frank o MKG potrebbero essere più utili.
 
Zeller: 6,5
13 pt., 7 rimbalzi, 3 stoppate. Battaglia trasformandosi in Rodman per qualche secondo nel secondo tempo. Non sempre gli riesce bene la difesa. Nel primo tempo usa il suo atletismo fuori tempo. Le posizioni e la velocità devono essere riviste e migliorare rispettivamente, ma mette anche jumper e tiro da tre punti. Cosa chiedere di più a un giocatore che non sarà un top player e rientra da un anno passato in infermeria, all’ombra di Howard?
 
 
Kidd-Gilchrist: 7
10 pt., 12 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Redivivo. Torna a fare l’MKG originale. Borrego sprigiona le sue caratteristiche e lui si libera come uno spirito che può correre senza limiti in un prato verde. Transizioni, rimbalzi, MKG ci prova. Apre su Graham nel finale con un bel passaggio in corsa e se dal campo fa 2/6 ai liberi non sbaglia un colpo con un 6/6. Perfetto.
 
Miles Bridges: 7
10 pt., 8 rimbalzi. Tira con 4/10 dal campo. Qualche tiro è rivedibile. Dovrebbe selezionare meglio il tiro ma è giovane. Per ora è tanta potenza che va benissimo vicino a canestro quando con due schiacciate esalta pubblico e sottoscritto. La tripla con step back nel finale è un’altra perla. Dopo un inizio stentato è uno dei principali artefici della vittoria.
 
Bacon: 6
11 pt., 4 rimbalzi. Soldatino Bacon. In attacco bravo all’idea di attaccare il ferro a prescindere dal risultato che non è fantastico. Chiude con 3/11 al tiro. In difesa il risultato dipende dall’azione. Non disdegna il fallo se necessario. Giocatore da battaglia.
 
T. Parker: 5,5
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca 9 minuti ma non è ancora in forma. Un paio di falli e un paio di palle perse. Un tentativo di passaggio ristretto nel pitturato avversario quasi sulla linea di fondo che colpisce la gamba di un difensore. Bello l’assist per il compagno transalpino Batum. In fase di rodaggio.
 
Kaminsky: 5
2 pt., 5 rimbalzi. Il Tank non c’è. Un +/- di -15 in parte lo testimonia così come lo 0/4 al tiro. Ottiene i suoi due punti ai liberi, per il resto un pelino di difesa in più non farebbe male.
 
D. Graham:6
7 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Prova a giocare come sa, a volte rallentando un po’ la manovra. Tra lui e Willy in società fanno scadere i 24 secondi l’unica volta in partita nell’ultimo quarto. Ottima la bomba nel finale. 3/5 dal campo.
 
W. Hernangomez: 5
9 pt., 8 rimbalzi, 2 assist. Si avvicina a cifre da doppia doppia ma 18 minuti non gli bastano. Se sembra poter battersi alla pari con gli avversari a rimbalzo, ciò che fa precipitare il voto è, a parte la palla persa citata sopra, il 3/10 ai liberi. Proprio male… Il 3/7 dal campo è nella norma. Si svita bene muovendo i piedi ottimamente sulla sua prima realizzazione, subisce falli su palloni vaganti ma la presenza a rimbalzo va poi concretizzata.
 
Coach Borrego: 6,5
La squadra rischia di crollare nel primo quarto. Sul finale la panchina ci capisce poco o niente e non si vede uno straccio di transizione o qualcosa che assomigli a un gioco di squadra ficcante. Lentamente il team si riprende e sapientemente, oltre che inaspettatamente, va a riprendere una partita dal -20 che sembrava già persa. Aiutato dalle seconde e terze linee bostoniane, oltre che da qualche elemento dei nostri, nella ripresa si vede molto di più l’idea di gioco rapido anche con soluzioni da fuori.

ReaziHornets

La fine dell’estate segna inesorabilmente e ciclicamente la partenza di una nuova stagione NBA e delle mie “pazze” nottate insonni (per fortuna in compagnia di molti) per vedere le partite della squadra del cuore.

Mancano una dozzina di giorni alla partenza della preseason che vedrà, oltre a Philadelphia, proprio Charlotte (contro Boston) segnare il nuovo via.

Bene o male al momento il roster è il medesimo dello scorso anno, salvo l’innesto di Tony Parker, del rookie Bridges, scelto alla dodicesima posizione dai Clippers e immediatamente scambiato con Gilgeous-Alexander che Charlotte aveva scelto alla undici, dell’altro rookie Devonte’ Graham e di “Biz” Biyombo, il quale però è sostanzialmente un cavallo di ritorno.

Delle aspettative e del potenziale della squadra spero di riuscire a parlarne durante la preseason, dopo aver visto (sperando vi sia un’adeguata copertura mediatica della NBA che al momento parrebbe non esserci su tutte le partite prestagionali) almeno 2/3 partite, durante le quali Borrego sperimenterà nuove soluzioni.

Con almeno 2/3 di “materiale umano” (scriviamo così, ma in senso buono, anche se non mi piace poiché si avvicina a quel “risorse umane” utilizzato in ambito lavorativo) non nuovissimo, Borrego dovrà inventarsi soluzioni.

Il pezzo odierno però vira volutamente sull’ironia.

Ho pensato, visto che la maggior parte di giocatori li ho visti tantissime volte, come potrebbe essere la mia reazione, a seconda delle loro prestazioni, quando saranno nuovamente presentati o entreranno in campo.

Magari potreste identificarvi, nell’entusiasmo o nella “disperazione” che quel giocatore vi farà provare, specialmente se siete tifosi di Charlotte e avete seguito un po’ del percorso degli Hornets degli ultimi anni.

Un pezzo, spero abbastanza originale nell’idea (magari mi son perso qualcosa ma fatto così in serie non mi pare d’averne mai visti), trait d’union che vuol essere anche un omaggio alla comicità, specialmente quella nostrana, la quale, con la sua fantasia, inventiva e descrittività di alcuni comportamenti tipicamente italiani, è sempre stata brillante, regalando momenti divertenti.

Mancherebbero moltissimi comici, ma in realtà ho scelto, andando un po’ a memoria, gli spezzoni che più si adattavano a tale fine.

Partiamo con un possibile starting five per arrivare alle riserve, tenendo conto che Bridges e Graham ancora non li ho visti, quindi sono esclusi da questa lista:

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KEMBA WALKER

 

L’unico Hornets da urlo, da svenimento. Conosciuto, apprezzato anche da tifosi degli altri team, Kemba con i suoi crossover, i suoi cambi di ritmo e i suoi step back letali è il cuore e l’emozione per un tifoso attuale di Charlotte.

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JEREMY LAMB

 

Lamb è stato sempre un discreto attaccante ma dalla stagione scorsa ha lavorato duramente per  migliorarsi anche in difesa. Reduce dalla sua miglior stagione di sempre, potrebbe anche partire in quintetto. Esplosivo, specialmente agli inizi della stagione, va sempre un po’ calando. Un giocatore che comunque con le sue entrate e il miglioramento nel tiro da fuori, entusiasma.

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NICOLAS BATUM

 

Qui, nel finale del video troviamo una citazione dal libro Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Soventemente “l”orrore” è aver visto giocare Batum negli ultimi due anni.

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MARVIN WILLIAMS

 

Lo stretch four o bombarolo di Charlotte, spesso prova a sparare da tre a inizio primo e terzo quarto, quando è meno affaticato. Per un certo periodo lo scorso anno ha avuto splendide percentuali e alcune buone serate ma per lo più le sue triple scoppiano in mano alla squadra o sono realizzate a partita persa. Non mi esalta personalmente come giocatore, anche se ne riconosco il merito del lavoro.

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CODY ZELLER

 

Non so se Cody Zeller sia di Gallarate (nelle info non è scritto così) ma ha quell’aria da bianco, un po’ fuori dal contesto di super fenomeni. Tuttavia, anche se arrivasse dal basso varesotto, sarebbe comunque un giocatore che potrebbe fare il suo modesto lavoro tranquillamente. Quando entra in campo so che non sarà uno che cambierà la gara, ma farà del lavoro sporco per vincerla.

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TONY PARKER

 

Dopo aver perso Jeremy Lin e aver provato a rimpiazzarlo con i vari Sessions, MCW, Roberts, Stone e altri giocatori “minori” fallendo, anche quest’anno gli Hornets provano come backup di Kemba un giocatore esperto il cui unico limite è la salute. Tony non ha bisogno di presentazioni (pure lo slogan in rima), una garanzia insomma… La sensazione potrebbe essere questa. Vado sulla fiducia.

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MICHAEL KIDD-GILCHRIST

 

Uno dei classici giocatori con una storia drammatica alle spalle. Già per questo suo trascorso (anche se ovviamente mi auguro nessuno ne debba avere) mi piaceva molto essendo riuscito ad affrontare i suoi traumi e ad affermarsi nella NBA giocando duro. Sfortunatamente il doppio infortunio sembra averlo ridimensionato e anche tatticamente negli ultimi due anni non mi è sembrato perfetto. Quando gli avversari sono sulla linea dei tre punti e li marca lui, io…

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FRANK KAMINSKY

 

Se fossi l’allenatore degli Hornets direi la stessa cosa al Fantoz., ehm, al Frank del quale parliamo. A volte trova ottime serate, ma spesso va così. C’è di buono che ha variegato il suo gioco, mostrandosi più a suo agio serpeggiando vicino a canestro.

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MALIK MONK

 

 

Incatenato dall’inesperienza, si è messo a rombare nella parte finale della stagione dove si è auto sublimato con una schiacciata in quel di Chicago, veramente strepitosa anche se poi inutile ai fini del risultato. Chissà che da Renoldo non si trasformi in fiammante Ferrari… Ne avremmo bisogno. La sensazione è di un player con potenzialità inespresse ancora che tuttavia dovrà affrontare forze maggiori non avendo a disposizione un totale altissimo di qualità eccelsa in squadra.

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DWAYNE BACON

 

Bacon diceva d’amare la pancetta e le uova. Chissà che alito la prima mattina. Potrebbe sfruttarlo per difendere sui top player avversari. Il classico “fiato sul collo”. L’anno scorso fece vedere cose buone in difesa. In attacco ancora non esalta.

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“WILLY” HERNANGOMEZ

 

Willy quando gioca usa la testa, ha buoni movimenti, a volte anche lunghi e complessi sul piede perno, come diversi europei d’altronde. L’importante è che non si faccia trascinare da un gioco tutto fisico. Aiuta, ma in attacco deve restare lucido e non cedere alla tentazione di competere con gente più pesante provando a forzare sullo stesso piano. In difesa deve usare più vigore. La sensazione in realtà è buona, è un discreto giocatore, a patto che non si perda, magari già nelle troppo ampie rotazioni tra lunghi di Charlotte.

 

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BISMACK BIYOMBO

 

Inadeguato o no? Come tradotto da Paolo in maniera scorretta, Biz è bravo a stoppare, più adeguato in difesa che in attacco, laddove è migliorato un po’ ai liberi, ma per segnare deve trovarsi molto vicino a canestro, altrimenti con i suoi tiri il ferro farebbe la stessa fine del naso della statua sbreccata dal poliziotto durante la partita notturna di basket in piazza contro Aldo, Giovanni e Giacomo (altra scena che si sarebbe potuta mettere).

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Bob-Bass

E’ trascorso un mese esatto dall’ultimo pezzo scritto, lentamente, con cadenze assolate agostane e primo settembrine attendevo che si sbloccasse qualcosa nel mercato degli Hornets che, hanno sì diversi giovani interessanti (Monk, Bridges, Hernangomez e Bacon), ma hanno mantenuto l’ossatura dal contratto garantito composta da MKG, Marvin Williams e il pluriaggravato Nic Batum.

Lemme lemme il tempo è scivolato via, fluido, come liquida ed evanescente scia e nemmeno Kupchak, assoldato da Jordan che sfidava la forza di gravità con fluttuazioni eterne in aria, è riuscito a modificare la staticità di una situazione non esattamente idilliaca.

Più che aggiungere pezzi gli Hornets ne hanno pesi, se consideriamo minimale l’uscita del buon Mathiang, centro che faceva da spola tra Greensboro e Charlotte con un two way contract, passato nella città delle tre T; “turòon, turàs, tetàss” (Torrone, Torrazzo e Maggiorate), ovvero Cremona. Alla Vanoli quindi potranno ammirare un giocatore che qualche minuto nella NBA l’ha giocato.

C di Cremona, C di Charlotte… sull’altra sponda si parla di ruoli a questo punto.

Borrego sa che dovrà fare i conti con il materiale che avrà a disposizione (immagino che durante il colloquio con Kupchak questo non sia stato un dettaglio) e se Walker è l’unica certezza, punto fisso intoccabile, già si parla di slittamenti in alcuni ruoli.

Sicuramente gli esterni, le ali o gli swingman, spesso sono intercambiabili nel basket moderno, è così che sta prendendo corpo l’ipotesi di vedere partire come starter Jeremy Lamb (dopo la sua buona stagione) o magari Malik Monk, uno che nelle ultime partite ha fatto capire di comprendere meglio la NBA, riuscendo a gestire meglio palloni che prima perdeva banalmente.

Lamb, in scadenza, dovesse confermarsi, attrarrà sicuramente tante attenzioni da parte di altri team e potrebbe anche partire a fine stagione se Charlotte non riuscirà a trattenerlo, ma questo è argomento prematuro.

E Nic Batum?

Ci si può permetter di tenere fuori un giocatore dal contratto così pesante?

Vedremo… per adesso pare si possa spostare in posizione di ala piccola, dove potrebbe, dal mio punto di vista, rendere meglio, limitando magari qualche soluzione offensiva forzata da guardia tiratrice.

Lì la concorrenza giovanile non manca, gravitano intorno anche Bacon, Bridges, il secondo ha mezzi atletici ma per ora sembra essere una versione Monk 1.0, con scelte di gioco da maturare, inoltre c’è un MKG da rivedere se Borrego dovesse optare come dichiarato per un gioco veloce e di transizione ma per lui si parla di possibile slittamento.

MKG rischia di finire a giocare in PF, pare essere un’idea di Borrego, anche se peso e cm non paiono essere dalla sua.

In avanti Kaminsky potrebbe passare al ruolo di centro (altro slittamento ventilato dal coach da provare in preseason), anche se nel reparto (mal assortito numericamente) però ci sono già i vari Zeller, Hernangomez e Biyombo, non tre fenomeni di primo piano ma tre discreti giocatori con caratteristiche diverse ad affollare il reparto.

Al momento a mio giudizio, il tutto sembra ancora un brodo primordiale, con reparti galassia troppo caldi e vicini e altri vuoti, più sguarniti, come quello di PF, dove Marvin Williams rischia di partire ancora titolare (vista l’incapacità di MKG di tirare da fuori) per fornire triple e punti di rottura.

Walker, Lamb, Batum, Williams e Zeller potrebbero essere un’idea iniziale con Parker, Monk, Bacon (o Bridges), MKG e Kaminsky pronti a subentrare. Un peccato che Hernangomez e Biz rischino d’aver poco spazio, a meno che Willy non slitti anche lui in PF.

Altre news recenti sono:

  1. La scelta nei 12 del roster per il team USA che affronterà l’Uruguay in casa il 14 settembre e Panama da “Visitor” il 17.
  2. Joe Wolf, giocatore che giocò tra le riserve degli Hornets 64 partite nel 1994/95 per poi chiudere ancora a Charlotte nel 1999 dove toccò il campo in tre occasioni e compagno di MJ a NC, sarà il nuovo allenatore della franchigia affiliata di Greensboro Swarm. Nel mezzo delle sue parentesi charlottiane, giocò per Orlando, Milwaukee e Denver. Wolf oggi ha 53 anni e sarà il secondo allenatore di Greensboro. Kupchak pensa che Wolf sia la persona adatta per sviluppare i giovani avendo esperienza nel settore.

    Nel video, eccolo un po’ più giovane, alle prese con Shaq…

  3. Purtroppo c’è da segnalare anche che venerdì 17 agosto a San Antonio è scomparso all’eta’ di 89 anni Bob Bass, GM degli Hornets dal 1995 per ben nove anni.

    Bass nel 1996 risponde ad alcune questioni poste dai giornalisti su Charlotte.
    Foto:
    Peter A. Harris, AP

    Fu premiato sia nel 1990 e nel 1997 (nel secondo caso con gli Hornets) come miglior dirigente dell’anno. Bass fu allenatore nell’ABA, poi passò ai San Antonio Spurs, dove fece sia il direttore generale che il vicepresidente. “Bob ha avuto un impatto enorme su ABA e NBA”, ha detto il capo allenatore degli Speroni Gregg Popovich, che aveva lavorato con Bass nei primi tempi. Di Bass ricordiamo anche la trade che portò Bryant ai Lakers, una trattativa però con poco margine che portò Divac a Charlotte per un paio di stagioni. Sotto la sua egida gli Charlotte Hornets non finirono mai sotto i .500… Condoglianze alla famiglia, ricorderò sempre con simpatia Bass.

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