Preseason, Game 3: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 122-113

 
Il 2 ottobre 1951 nasceva Gordon Matthew Thomas Sumner, meglio conosciuto come Sting, cantante singolo e dei Police, direi senza bisogno di ulteriori presentazioni, il quale si è cimentato anche in italiano.
L’omaggio, nasce dall’idea di una strofa della canzone trasformata da Zucchero Sugar Fornaciari:
“Non ci sono vittorie nelle nostre storie senza amor.” Charlotte ama giocare un basket divertente e veloce, una squadra senza grandissimi fenomeni a parte Kemba che fa dell’unione di squadra un’arma per compensare a carenze di super player.
Sicuramente la canzone merita una lettura molto più attenta e anche aderente al testo originale.
Qualcuno sosteneva avesse in sé tracce bibliche di Re Davide che manda a morire un suo ufficiale, Uria l’Ittita perché per un caso s’innamora della moglie, la seduce ed escogita un piano per mischiare le carte per nasconder la paternità del bambino.
Fa richiamare il suo ufficiale dall’assedio che però nemmeno con il piano B, fatto ubriacare, decide di unirsi alla moglie, così Davide lo spedisce in prima linea da solo dove morirà. Questa però è un’altra storia e se per parafrasare la canzone:
“Gerusalemme è solo a un miglio dalla Luna”, Miles Bridges non è poi così distante sembra da esser pronto per la NBA con tutti i dovuti distinguo del caso.

Bridges prima della partita di stasera. Aggiungiamo un altro 2/3 da fuori…

Stanotte si è vista una partita iniziata a ritmi più alti, più fisica, sempre inficiata da rotazioni non realistiche per la stagione, tuttavia il ragazzo attacca e difende, mentre Charlotte ha trovato ancora difficoltà, soprattutto fragilità in difesa all’inizio per uscire alla distanza come contro Boston.
Sembrerebbe esserci però ancora un problema a rimbalzo lì in mezzo.
Contro Whiteside si è sofferto e di 4 centri, pur avendo buone caratteristiche (ottimo Willy stanotte), non ce n’è uno che veramente possa competere contro alter ego del n° 21 di Miami.
Comunque sia, buona vittoria e gioco offensivo in crescita, soprattutto da parte della panchina mentre la first unit per troppo tempo si è accontentata di jumper senza attaccare il canestro nel primo tempo.
Miami ha tirato con il 41,5% dal campo, 51 i rimbalzi e 21 gli assist.
Solo 4 le stoppate con due dell’intimidatore Whiteside. Charlotte ha finito con un 50,6% dal campo, 43 rimbalzi, 29 assist, 10 stoppate aggiustando la mira ai liberi con un 24/28.
 
Ecco gli starting five:
 
1° quarto:
I primi ad andare a bersaglio erano gli Hornets; anticipo su passaggio basso verticale di Williams che passando a Kemba lo lanciava in coast to coast nel traffico per l’appoggio del 2-0.
Raddoppiava Zeller con un gancetto nel pitturato, anche se Olynyk mostrava segni del buon inizio con un giro e tiro baciato dall’anello per il 4-2.
Dopo il jumper in ritmo di Batum arrivava il quinto canestro della partita senza che nessuno sbagliasse; era un jumper di Dragic per il 6-4 prima che Lamb fallisse sull’entrata il primo tentativo del match.
Marvin iniziava una serie di stoppate rapide, Zeller ne rimaneva vittima ma restituiva sull’azione successiva, solamente che Olynyk concretizzava la second chance con tre punti per il sorpasso.
Whiteside stoppava anche Lamb mentre Olynyk da due incrementava il vantaggio.
Lamb attaccava con un’entrata circolare Winslow battendolo e tagliando fuori di fatto l’aiuto del centrone avversario mentre sull’altro lato del parquet Whiteside recuperava rimbalzo offensivo, fallo e due pt. ai liberi a 7:23 per l’8-11. Giro e gancio di Zeller a ridurre un divario destinato ad aumentare; McGruder dall’angolo destro dimostrava di continuare a possedere un minaccioso tiro da fuori ma Cody a 6:35, lasciato solo, teneva fede ai dettami di Borrego provando la tripla, infilandola (13-14).
Olynyk mandava dentro da tre dalla diagonale sinistra oltre Batum.
L’entrata di Bridges sulla destra, avvalorata dalla comprensione del fallo imminente chiusa a una mano per una giocata complessiva da tre punti, era l’ultimo tentativo buono di penetrazione di Charlotte che troppo spesso, condizionata da Whiteside si accontentava di jumper che non vedevano mai il fondo della retina.
Miami ne approfittava per piazzare un parzialone di 12-0 con punte di gioco spettacolare come l’alley-oop in transizione di Jones Jr. per il 16-23 o la tripla di McGruder da sinistra. Chiudeva Whiteside da sotto per il 16-29.
Nel marasma generale Monk non poteva entrare per essersi dimenticato la canotta.
Finalmente nel finale poteva entrare ma era Parker con un’entrata di destro a sbloccare il punteggio per Charlotte. Monk da tre aggiungeva punti alla rimonta, mentre la nostra PG di riserva Parker sfidava età e avversari in corsa con l’entrata frontale; contatto con T. Johnson e appoggio a eludere Olynyk e il tentativo di stoppata dalle retrovie.
Un 2/4 ai liberi e un canestro di Jones Jr. però riportavano Miami sul vantaggio a due cifre (23-34) mentre, tornati a -9, Bridges cancellando l’entrata di Winslow evitava guai peggiori. 25-34 era il finale di un veloce, anche nel ritmo, primo quarto.

Miami Heat center Hassan Whiteside, left, who grew up in Gastonia, passes the ball as Charlotte Hornets’ Cody Zeller, right, defends during the first half of Tuesday’s preseason exhibition at Spectrum Center. Chuck Burton AP
Read more here: https://www.charlotteobserver.com/sports/nba/charlotte-hornets/article219283830.html#storylink=cpy

 
2° quarto:
Il secondo periodo invece pareva rallentare enormemente a livello di ritmo e lunghezza.
Le panchine in campo e i numerosi falli spesi facevano da cornice per larghi tratti. Bacon da sinistra da tre provava la rimonta (28-36) mentre una finta dalla stessa posizione non appena ricevuto un passaggio lo portava a scattare battendo il difensore, appoggio con fallo di Olynyk e giocata da tre punti per il 33-38 a 9:37. Monk, servito da Parker, sulla diagonale sinistra teneva il ritmo per la rimonta rapida in triple (36-40) A 8:08 Dragic metteva due liberi per fallo di Monk mentre su Whiteside tornava Willy (marcato momentaneamente da Batum nel pitturato) per una stoppata volante precisa e potente.
Una tripla di Williams e un 2/2 di Batum dalla lunetta sembravano essere il preludio dell’operazione aggancio (41-42) ma dopo una rovinosa caduta di Jones Jr. che si catapultava su un rimbalzo offensivo tentando di schiacciare, Miami riprendeva il largo.
Jones rimaneva a terra dopo aver preso il tagliafuori involontario di Marvin Williams come ponte ed esser andato a sbatter la spalla a destra violentemente a terra.
Ripresosi e uscito sulle sue gambe tenendosi la spalla, accompagnato dagli applausi del pubblico, non vedeva i compagni riallungare.
Nel giro di poco Miami tornava a +6 anche se Zeller ricevendo l’assist schiacciato laterale di Batum andava a fiondarsi con potenza dentro; incursione vincente che faceva tremare la struttura del ferro.
Whiteside all’altra parte rispondeva con altrettanta potenza; su assist di McGruder l’alley-oop appeso valeva anche un FT supplementare.
McGruder percorreva il pitturato e alzava la parabola sull’azione successiva segnando facilmente con gli Hornets intimoriti per una replica dell’azione precedente.
Time-out per riordinare le idee che non serviva a molto se il vecchio Wade mettendo dentro il 44-55 preoccupava.
Si arrivava a un finale ancora con qualche FT di troppo con Charlotte sotto 49-63 che iniziava una rimonta che vedeva nel finale Zeller metter dentro un’alzata dalla linea di fondo sinistra e continuava con una transizione con palla nascosta dietro la schiena dal palleggio di Walker che a metà campo eludeva il difensore prima di andare a lanciare i componenti per Bridges robot d’acciaio che stupendamente chiudeva con un altro fantasmagorico alley-oop.
Lamb pochi secondi dopo, lanciato in solitaria, segnava in transizione il 55-63, Miami perdeva la bussola e Kemba in contropiede aggiungeva due FT più un libero supplementare (tecnico a Wade per aver lanciato la palla sul parquet) che portavano il parziale sul 9-0 per il 58-63, finale di primo tempo.
 
3° quarto:
Kemba e un floater fluido fronte a canestro per due punti vanificato da un intervento di Williams in uscita su una tripla di McGruder (2/3 ai liberi) lasciavano inalterato il divario. Zeller aggirando Whiteside per andare ad appoggiare veniva spinto dallo stesso.
2/2 ai liberi e palla recuperata in difesa per una gomitata di Olynyk su Lamb ma a segnare era Miami che con Winslow sfruttava l’entrata fisica su Batum.
Kemba dalla diagonale sinistra produceva tre punti per il 65-67, mentre a 9:46 dall’angolo destro Marvin Williams sorpassava con una tripla (68-67).
Miami reagiva segnando 4 punti consecutivi ma sempre Williams, cambiando corner, realizzava da fuori per il 71 pari. Olynyk a 7:50 mandava a segno un’altra bomba così gli Hornets si affidavano al jumper di Lamb per riavvicinarsi al -1. Walker mancava un libero e si rimaneva sul 73-74 prima che Marvin Williams segnasse con un catch n’shoot da tre per la terza bombarda consecutiva.
A 6:30 gli Hornets si portavano sul +2 (76-74) prima di andare sull’80-74 a 5:35 grazie a due jumper di Batum che nella seconda occasione sfruttava passaggio e blocco di Zeller per liberarsi della marcatura.
Miami tornava a -3 ma Charlotte reagiva con uno scambio rapido tra Hernangomez e Monk che finiva per agevolare il centro e la sua schiacciata; splendida azione a sinistra che valeva l’83-77.
Walker e Wade si rispondevano da fuori ma a chiudere il quarto era lo slalom di Walker fermato con il fallo.
Due FT a segno per l’88-82, finale di terzo quarto.

Miles Bridges.
Jeremy Brevard-USA TODAY Sports

 
4° quarto:
Charlotte approfittava dell’entrata delle terze linee di Miami per prendere il largo; Hernangomez era abbattuto da Lee sul tentativo di schiacciata.
I due liberi a segno andavano in controtendenza rispetto alle sue ultime prestazioni, Robinson probabilmente non lo sapeva nemmeno ma tirando anche da marcato, infilava contrastato il fondo del secchiello da grande distanza per il 90-85.
Bacon sfruttava l’entrata fisica contro il fuscello Weber, ex che non riusciva a tener fisicamente.
Layup facile mentre anche Willy con un tiro anomalo metteva dentro da sinistra da poca distanza per poi andare in corsa a depositare allungandosi sempre a sinistra del canestro.
Altro fallo di Lee per un’azione da tre punti che a 9:18 valeva il 97-85.
Weber e Monk alzavano di due punti per le loro squadre il punteggio mentre una stoppata eterna di Willy su Lee salvava Charlotte prima che un’entrata di Bridges, liberatosi con una virata di Weber, trovasse anche il fallo tra l’ex e Lee. Giocata da tre punti per il 102-87.
Miami con Maten mandava a segno tre punti ma Parker dimostrava di avere paradossalmente equilibrio anche fuori asse per depositare di destro in entrata oltre il difensore per il 104-92.
Ormai pareva cosa fatta anche se l’ex Weber infilava una tripla a 6:37 ci pensava Hernangomez a mantener le distanze realizzando altri due punti.
“Smile” Bridges faceva sorridere il pubblico con una tripla mentre l’entrata di Parker facilitava la fisica presa di posizione di Willy che sgombrava il campo dagli uomini in nero, come antico eroe dalla spada infallibile, si appendeva al ferro dopo aver sgominato la scapestrata banda di Spolestra.
Hernangomez si permetteva anche il lusso di una tripla (114-99) seguito da Bridges che golosamente replicava a 3:45 (117-99).
Nel finale Miami rientrava di qualche punto mente Charlotte a sua volta mandava sul parquet le terze linee come Chealey e JP Macura.
Finiva 122-113 con una tripla frontale di Maten a :01.8 dalla fine.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
18 pt., 6 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Finisce con un 4/10 al tiro e un -3 indice delle difficoltà dei titolari da non sottovalutare in chiave futura, comunque cresce alla distanza. Un finale di primo tempo ottimo come il paio di bombe sganciate e uno slalom dei suoi che gli procurano due FT.
 
Lamb: 5
6 pt., 4 assist, 3 stoppate. Partenza slow. Finirà con 3/10 dal campo e -7 di plus/minus. Bravo in difesa ma l’attacco stasera non c’è.
 
Batum: 5,5
9 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Mezzo voto in più perché infila 4 punti fondamentali per l’allontanamento, poi anche Borrego lo chiama a sedersi un attimo in panchina per parlargli. Alcune scelte di tiro al limite e un 3/8 dal campo con 2 palle perse.
 
M. Williams: 7
12 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Vive il suo momento magico nel terzo quarto quando con tre triple consecutive riavvicina, porta in vantaggio gli Hornets e pareggia il risultato, cronologicamente parlando. Ci tiene a galla. In 18 minuti ottiene un +5, unico nel plus/minus positivo tra i titolari.
 
Zeller: 6
15 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 6/9 dal campo. Sensibilità nei polpastrelli per le sue conclusioni in gancio o a una mano ma in difesa nonostante tanto impegno, in 23 minuti cattura solo tre rimbalzi. Mette in difficoltà in difesa Whiteside in qualche occasione.
 
Miles Bridges: 7
14 pt., 6 rimbalzi. 5/9 dal campo con un 2/3 da fuori in 27 minuti. +11 di plus/minus. Smile Bridges. Possiamo sorridere. Credo che i Clippers si mangeranno le mani per aver scelto di scambiare il ragazzo che se continuasse così si candiderebbe come rookie of the year. Il fisico c’è e si nota in una stoppata rifilata con burbanza al malcapitato di turno. Bisogna solo vedere se reggerà quando ritmi e fisicità diverranno maggiori ma non mi sembra uno che si tiri indietro…
 
Kaminsky: 4
0 pt., 2 rimbalzi, 1 assist in 7 minuti. 0/4 dal campo e una palla persa. Usando l’espressione di un amico toscano: “Un trabogano a pedali”… a parte il contratto bassissimo ha iniziato la stagione facendomi domandare come possa giocare in NBA. Appoggio sbagliato, difesa a km di distanza. Battuto anche da Weber, si tuffa in avanti con un braccio come superman ma non stopperebbe nemmeno la marmotta che confeziona il cioccolato.
 
Bacon: 7
11 pt., 5 rimbalzi. 3/5 dal campo. Bacon ha l’innegabile qualità di buttarsi dentro, anche se a volte si capisce dalla velocità o dal passo che ha che il tiro/layup non finirà dentro. Belle alcune azioni dove va a trovarsi spazio fluidamente nel traffico per andare a concludere. 4/5 ai libri, +17 di +/-…
 
Monk: 6,5
8 pt., 1 rimbalzo, 7 assist. 3/7 al tiro. 4 falli e 2 perse. Deve stare attento nei passaggi, da ultimo uomo rischiamo di prendere infilate ma nella notte fa girar molto la sfera concedendo ben 7 assist ai compagni. A parte aver incredibilmente lasciato la canottiera da gioco negli spogliatoi, discreta prestazione con un paio di triple a bersaglio.
 
T. Parker: 7
8 pt., 2 rimbalzi, 7 assist. 4/6 al tiro. +18. Dopo la prima uscita modello: “Dove sono?”, sembra essersi ambientato. Decide di condurre entrate solitarie chiuse a suo modo, ovvero con canestri che sembrano impossibili per la presenza di mastini avversari o che sfidano la fisica. Sa sfrecciare lasciando scie infuocate chiudendo con assist perfetti.
 
W. Hernangomez: 8
16 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 4 stoppate in 16 minuti. 6/7 al tiro. Rasenta la perfezione. In attacco sfalda le terze linee di Miami perforandole nel pitturato a sinistra ma anche da fuori o ai liberi. In difesa Miami si ritrova le mani di Willy su ben 4 palloni, se ne accorge Lee stoppato di giustezza con il pallone incollato con il cianoacrilicato sulla mano di Hernangomez.
 
D. Graham: s.v.
3 pt., 3 rimbalzi in 4 minuti. Entra nel finale, segna una bomba, poi guarda gli avversari (come i compagni) accorciare per l’onore.
 
J. Chealey: s.v.
2 pt.. Frutto di un 2/2 ai liberi, gioca solamente 4 minuti.
 
JP Macura: s.v.
0 pt., 0/1 al tiro. Un fallo commesso in 4 minuti.
 
I. Wilkins: s.v.
0 pt.. Gioca 2 minuti prendendo un -7.
 
Coach Borrego: 6,5
Un po’ preoccupato, accigliato in alcune circostanze. Al momento sembra più la panchina dare garanzie rispetto ai titolari che vanno un po’ a sprazzi. Il buco lì in mezzo potrebbe essere un problema se non s trovano soluzioni. Attacco che inizia a metabolizzare il gioco veloce, fatto di passaggi e tira anche senza paura come nel caso di Zeller da fuori.

Preseason, Game 2: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 112-115

SprecHornets

Walker è ancora in rodaggio ma s’intravedono i suoi classici lampi di classe.
Bob DeChiara-USA TODAY Sports

 
Come in un film già visto non poteva finire altrimenti.
Dopo aver perso in casa Boston era costretta a riscattarsi e con un po’ di difficoltà, pur sull’orlo del baratro, traeva dalla panchina le forze per il rush finale.
Agli Hornets comunque rimane la buona sensazione di essersi giocati ad armi pari la gara quando la partita vedeva affrontarsi i titolari.
Qualche buco dietro, specialmente con Hernangomez che non ha semplicemente il fisico per tenere alcuni avversari come Baynes… mentre in attacco, pur senza esplodere fisicamente, continua a brillare la stella di Miles Bridges che sarà top scorer di serata con 23 punti (9/12).
Fondamentalmente ciò che risulta esiziale per il match a Charlotte è stato il tiro libero.
24/36, ovvero un 66,7% (2/3) contro il 18/21 avversario.
Da non dimenticare, ad assist pari (26), i soli 39 rimbalzi conquistati contro i 50 dei Celtics, altro fattore determinane per la realizzazione di diverse second chance parse troppo facili.
E’ preseason, partita sprecata nel risultato ma qualche indicazione inizia a venir fuori…
 
Walker, Lamb, Batum, MKG e Hernangomez erano l’idea di coach Borrego per inizio gara al TD Garden mentre i Celtics schieravano; Irving, Brown, Hayward, Tatum e Baynes dovendo fare a meno di Horford per un problema al polso.

Hernangomez segna i primi 2 pt. della partita.

 
1° quarto:
Dopo un’azione a vuoto per parte, su un rimbalzo offensivo Hernangomez portava in vantaggio Charlotte che a 10:55 si vedeva recuperare da due FT di Baynes, bravo a prender un rimbalzo offensivo. Brown da tre e Walker a 10:05 erano speculari così come i due punti successivi dello stesso Brown erano recuperati ancora da Willy.
Sul 7-7 lo scarico verso Irving con la patata bollente nella mani ai quasi 24 secondi produceva una tripla allo scadere mentre gli Hornets iniziavano a collezionare tiri liberi; il 2/2 di Lamb faceva rimanere in scia i teal mentre era Hernangomez, su passaggio smarcante dello stesso Lamb, a fare risvoltare i Calabroni sulla strada del vantaggio per mezzo tripla a 6:54 (14-12).
Mugugnava un po’ il pubblico per altri due FT di MKG ottenuti per un tocco di Hayward in chiusura sulla linea di fondo sull’avambraccio della nostra “nuova” PF mentre non c’era nulla da dire quando Monk andava in serpentina per depositare al plexiglass di sinistro per il 20-16.
Quattro punti consecutivi di Rozier (pareggio ottenuto con intercettata e chiusa in transizione) però costringevano al time-out a 4:39 (sul 20 pari) coach Borrego.
Ripreso il gioco, nonostante i primi due punti di Charlotte, Boston passava in vantaggio con due canestri dii un caldo Rozier ma una combinazione dai e vai in corsa tra Kaminsky e Batum come passatore, vedeva Frank staccarsi dal marcatore e rollare velocemente sul pass di ritorno per depositare il pareggio.
A rimandare sotto i verdi era Walker a 3:02 con una tripla sembrata facile mentre su un tentativo di recupero palla dei Celtics veniva meno la copertura sull’arco per i Leprechaun; giro palla da sinistra a destra; sulla diagonale destra Monk sprigionava un’altra tripla trovando il pentolone con l’oro per il 30-24.
Secondo gli arbitri Irving sfondava su Monk e lo stesso Malik in jumper otteneva con ritmo il 32-24 che resisteva sino alla fine del primo quarto.
 
2° quarto:
Charlotte tornava in campo senza troppa convinzione con i ricambi, così veniva lentamente riassorbita con l’alley-oop potente di Tatum, la tripla dello stesso giocatore a 10:08 seguita da quella di Rozier per l’aggancio a quota 32.
Smart potrebbe scattare in contropiede su un anticipo se non sbattesse sull’arbitro, poi un fallo di Marcus regalava a Biz due FT; ½ e piccolo vantaggio Hornets esteso da Bacon in transizione (Monk pass).
Tatum però era on-fire e segnando da tre anticipava una chiusura di transizione da parte sua su passaggio all’indietro immediato di Rozier che depistava l’ultima resistenza Hornets dopo l’apertura lunga di Theis.
Monk, Tatum, Bridges e Morris erano gli autori della pioggia di triple che portavano al time-out a 7:17 sul 41-43.
Charlotte iniziava a sfaldarsi nel finale; a 6:03 una tripla di Morris (43-48) a 4:22 una tripla di Smart dopo un lungo possesso palla culminato nel canestro del 45-51 anche grazie alla lotta a rimbalzo persa dai nostri davano l’idea che Boston avesse più qualità, anche se il passaggio corto schiacciato dal pitturato di Lamb per Batum che realizzava da sotto a destra riportava a -5 i nostri (50-55).
Irving a 1:35 dalla sirena penetrava facilmente contro Batum finendo con un gioco da tre punti, Brown ne metteva altri due raddoppiando il vantaggio (52-62) prima che Batum nel finale accorciasse di tre con un giro e tiro a :02.7 che valeva il 57-64 sul quale si andava a riposo.
 
3° quarto:
Inizio non promettente quello della ripresa con Batum attardato da un blocco, non particolarmente veloce a recuperare sulla penetrazione di Hayward che segnando ci graziava poi sul libero per fallo dello stesso francese.
Willy fintando un passaggio sulla linea di fondo in terzo tempo metteva dentro un fing and roll poi Bridges lanciato per l’alley-oop da Walker era spinto da Brown; due punti messi dentro ugualmente con atletismo a il FT faceva la fine del precedente della controparte SF.
Walker ne metteva due poi falliva l’aggancio a quota 66 con un tiro da tre fuori equilibrio passando un blocco.
Segnava Irving e poi Baynes recuperando un rimbalzo decretava la quasi inutilità fisica di Willy sotto canestro mentre Brown ne approfittava.
A dare un senso alla gara ci pensava Bridges con una tripla a 7:41 per il 66-70.
Baynes aggressivo metteva dentro in schiacciata, Batum si accontentava del pull-up ma il risultato era sempre di due punti.
Biz dalla lunetta metteva il 73-75 ma mancava in transizione il pari, cosa che non si faceva sfuggire Lamb in appoggio in uno contro uno.
Poco più tardi però (4:28) Irving ottenendo due FT riportava in vantaggio la squadra di Stevens che allungava sempre con lo stesso play ma su azione “viva”… Kyrie servendo Williams dava il +6 ai suoi mentre Morris battezzava da tre uno spento Frank al rientro sul parquet.
Per fortuna la precisione di Monk da fuori faceva rimanere agganciati alla gara i nostri (80-84) ma a 2:05 Morris rispondeva dal corner sinistro.
Si arrivava anche a 9 punti di distacco prima che Bridges da sotto inventasse un piccolo circus shot.
Agli sgoccioli del quarto Smart rubava facile la spicchiata a Monk e s’involava segnando sulla sirena.
Sembrava l’82-91, ma…

Bridges in entrata va a canestro nell’ultima frazione.

 
4° quarto:
Il quarto quarto iniziava con la sorpresa dell’annullamento dell’ultimo canestro di Boston, fuori tempo per un soffio, Bridges, forse rinfrancato, continuava a non sbagliare un colpo; tripla per l’85-89 e nonostante Boston riacquistasse ben 7 punti di vantaggio con Theis per l’87-94, Charlotte iniziava ad attaccare il canestro avversario con continuità, non trovando grandi difficoltà nel penetrare, guadagnando FT o segnando direttamente.
Era così che partiva la rimonta; Bacon con un ½ e con un canestro faceva scender il divario a due soli punti, poi Bridges dal corner sinistro dimostrava mano caldissima per il 95-94 anche grazie a Chealey con l’ottima apertura.
I Celtics avevano un sussulto portandosi nuovamente avanti sul 97-99 ma Bridges pareggiava andando in uno contro uno dalle parti del canestro.
Per un fallo di Lemon sull’inizio transizione Hornets, Bridges allungava ai liberi di un punto, poi Bacon in entrata e una steal di Chealey in transizione per il 2/2 ai liberi davano, insieme al canestro dello stesso Chealey (metteva dentro liberissimo da dx), la sensazione di una fuga per la vittoria, invece sul 106-99, Charlotte mollava un po’ la presa mentre Yabusele pareggiava a quota 106.
Graham si faceva stoppare dallo stesso giocatore sulla tripla in angolo e a sbloccare il risultato per le due squadre ci volevano degli ½ ai liberi, poi una serie di passaggi rapidi faceva saltare la copertura di Boston a destra dove Chealey non sprecava per la bomba del 110-107.
A :44.9, dopo aver accorciato, Boston beneficiava di un cambio rimessa.
Gli arbitri decidevano per l’ultimo tocco di un giocatore Hornets e non di Williams come decretato in precedenza.
Dubbi a parte, Boston con una second chance si portava avanti.
Era Dozier sfruttando una piccola spinta di Yabusele sulla schiena di un flaccido Frank The Tank a firmare il sorpasso.
Contro-sorpasso ottenuto da Bridges che alzando la parabola oltre Williams, accanito difensore, stuzzicava un finale dove l’assist di Wanamaker per il layup di Guerschon Yabusele e la stoppata di Williams sul tentativo troppo ingenuo di tripla di Monk, erano preludio alla sconfitta, anche perché sulla persa di Malik era facile il running layup del n° 30 di Boston Yabusele, insospettabile e decisivo uomo partita.
Bridges finiva per tirare da ben oltre la linea da tre non avendo tanto tempo (si era ripartiti con poco più di 10 secondi da giocare e la palla sulla rimessa era finita nelle mani di Graham) ma la sua conclusione da fuori era sbilenca. Come da copione vinceva Boston a casa propria.
Ora per Charlotte ci sarà l’esame Miami (sconfitta di 4 a SAS nella notte) allo Spectrum Center.
 
Pagelle
 
Walker: 6
10 pt., 6 rimbalzi, 3 assist in 22 minuti. Deve carburare, 3/8 dal campo, fa sembrare facili un paio di canestri che proprio semplici non sono. 2/4 inusuale ai liberi.
 
Lamb: 5
8 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 2/8 al tiro. Si vede che non è in forma stranamente. Lui che non sbaglia un colpo a inizio stagione. Sbaglia troppi tiri anche se ai liberi è perfetto. Recupera un po’ con assist e rimbalzi ma la prestazione non raggiunge la sufficienza.
 
Batum: 5,5
8 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 3 perse, 1/3 ai liberi ma 1/3 dal campo in 23 minuti. In difesa, a parte la rubata a volte arriva tardi, un po’ “mollo”, come dicevano a Malesani.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
7 pt, 1 rimbalzo, 1 assist 1 stoppata. A parte qualche libero e una bella schiacciata non contrastata, partendo dalla linea di fondo sinistra, inizia male al tiro e finisce per metterne due su sei tentativi.
 
W. Hernangomez: 5,5
14 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata in 17 minuti. Troppo leggero per altri lunghi. Un fuscello che si fa spostare. Stasera parte titolare e si fa valere in attacco con entrate e altro.
 
Kaminsky: 4,5
6 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. Altro 2/6 dal campo. Troppo molle in difesa, sbaglia anche il colore dell’headband. Quella fascetta bianca non gli sta bene, cambi colore e aggiusti la mano. Costa poco per il contratto d rookie ma in serate così è una disgrazia averlo in campo.
 
Monk: 6
13 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Prima uscita stagionale, buona. Peccato si faccia stoppare nel finale. Costa caro, ma prima la sensazione è che avesse finalmente capito cosa dovesse fare per trovare il ritmo. Tradito nel finale ma il 3/8 da fuori è discreto.
 
Miles Bridges: 7,5
23 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 9/12 al tiro con un 4/6 da fuori. Top scorer. Un piccolo circus shot da sotto, triple, giocate in uno contro uno senza paura ad andar appoggiando con la mano destra al plexiglass. Segnasse anche nel finale sarebbe un fenomeno ma comunque emerge ancora nel finale… Senza paura.
 
Dev. Graham: 5,5
0 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Giocatore che sembra ancora un po’ impacciato. Si fa stoppare nell’angolo da Yabusele, un po’ troppo lento nella meccanica e nel pensiero, non è però egoista.
 
Bacon: 6
9 pt., 1 assist, 2 rubate. In attacco bene. Attacca il canestro e ottiene punti importanti. Un paio di turnover e un -13 di plus/minus…
 
Biyombo: 5,5
6 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata, 1 stoppata. 9 minuti al nuovo esordio. Anche lui, per altri motivi (tecnici) non impressiona. In attacco fallisce un canestro in solitaria, paradossalmente fa 4/5 ai liberi nonostante una meccanica lenta.
 
Chealey: 6,5
8 pt., 1 rimbalzo, 2 assist in 11 minuti. Propensione assist. Fa viaggiare la palla anche su rotte non scontate. Se ha la possibilità non disdegna il tiro. Potrebbe rimanere nel roster se continua così…
 
JP Macura: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Nel finale gioca 4 minuti ma non si vede nonostante il capello biondo spicchi.
 
Coach Borrego: 6,5
Arriva la prima sconfitta stagionale ma è solo preseason. Poco male. Peccato perché arriva in una punto a punto ma la squadra mi piace quando attacca il ferro e tiene il passo dei Celtics in numero assist e anche in qualità, trovando passaggi dentro l’area ma anche smarcamenti sul perimetro, uomini ben posizionati.