Game 21: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 108-94

 
Intro
 
 
Nel mondo le aspirazioni spirituali e le visioni artistiche dell’uomo si sono spesso materializzate in splendidi edifici, celebrativi e non.
L’immaginazione degli uomini per celebrare Dei, imperatori, mogli (Taj Mahal), ecc., hanno creato opere dalla bellezza e dalla spiritualità accentuata per l’osservatore che voglia entrare in simbiosi con il luogo.
Certamente nel basket le arene sono solo il frutto dei mercanti non solo entrati nel tempio, ma che usciti da quel tempio lo hanno ricostruito, specialmente in America dove ci sono tutta una serie di box lussuosi e servizi per chi voglia cullarsi nell’esperienza di una partita NBA ed esser coccolatissimo.
Tuttavia a Charlotte lo spirito di quel luogo che fu il vecchio Charlotte Coliseum sembra essersi trasferito quest’anno allo Spectrum Center (mai nome fu più adatto per una squadra che in origine avrebbe dovuto chiamarsi Spirit) perché e gli Hornets hanno perso contro Chicago, Cleveland e Atlanta fuori dalle mura amiche, in casa sono riusciti già a batter Bucks, Celtics e Pacers.
Una differenza così abissale può esser spiegata con una certa sacralità, quasi shintoista del luogo (lo shinto attribuisce uno spirito al luogo), anche se poi naturalmente la NBA nei personaggi e nelle situazioni quel luogo di chierichetti che Stern e Silver negli anni hanno tentato di dipingere tramite iniziative e proposizione di personaggi simbolo a loro graditi.
Tutti i fan di Charlotte però spingono evidentemente la squadra a dare quel qualcosa in più che in trasferta Walker e compagni non hanno.
In quest’ottica arrivava la terza sfida dell’anno tra Hornets e Hawks.
La prima fu vinta da Charlotte in casa dopo un paio di quarti passati a giocare sullo stesso piano degli Hawks , rimettendo un po’ d’ordine in campo, quella recente (pre Bucks) in Georgia è freschissima ferita.
I Calabroni quindi tentavano di pungere i Falchi all’Alveare per tornare sopra i .500 in una serie di una dozzina di partite iniziate con Milwaukee oserei dire quasi decisiva visto che la squadra di Borrego ne disputerà ancora otto in casa (dopo quella già giocata con Milwaukee e dopo quella di stanotte con Atlanta), contro le sole due in trasferta.

Honey-Bees, bandiere che “garriscono” al vento e pubblico, la coreografia è pronta.

 
 
La partita in breve
 
Atlanta veniva da un back to back vinto a Miami ma con un record di 2-9 in trasferta, Charlotte era 7-3 in casa, con queste premesse gli Hornets tentavano di vincer la partita per aumentare il vantaggio nei confronti delle rivali divisionali. Gli Hornets invece come contro Milwaukee si facevano sorprender da Atlanta che infilava quattro triple regalandosi il 16-26.
Come contro Milwaukee però la nostra panchina reagiva colpendo con Kaminsky da tre punti a 1:28 dalla prima sirena che vedeva gli Hornets rientrare sino al 24-28.
Frank sparava la seconda cannonata in avvio di secondo quarto e Bridges con una schiacciata e un banker dalla baseline destra mandava Charlotte sopra (31-30).
Partita che rimaneva combattuta nonostante Charlotte provasse a strappare con uno Zeller spettacolare nell’ultima parte, raggiungendo il 55-49 all’intervallo con un pessimo 62,8% ai liberi e un 44,2% dal campo contro però il solo 31,3% corrispettivo d Atlanta che si teneva in vita grazie al 21-30 a favore a rimbalzo.
Hornets che continuavano nel secondo tempo a cercar di fuggire per evitare sorprese finali ma le triple di Atlanta tenevano in partita la squadra di Pierce che arrivava sino al -2 (76-74) grazie a una correzione di Anderson su disperata entrata di Bazemore.
A 74 punti però gli Hawks rimanevano sino quasi la fine del quarto non trovando più canestro su azione e sbagliando tutte le triple successive, così l’energia di MKG produceva punti, assist e difesa, gli Hornets lanciavano un parziale di 8-0 chiuso da Parker prima di un ½ a 38 sec. dalla fine del quarto di Bazemore dalla linea.
Un hook di MKG chiudeva sull’86-75 il periodo.
Atlanta non ne aveva più mostrando spesso poca o nulla resistenza intorno al ferro e non solo, così Parker trovando un buco clamoroso con lo slittamento di Huerter e Prince verso l’angolo che lasciava incustodito il pitturato ci s’infilava per l’appoggio, Lamb trovava una tripla e inchiodava una schiacciata.
Tutto facile per Charlotte che grazie alla difesa teneva a distanza i Falchi, rispediti a casa con qualche piuma in meno dopo essersi fatti grandi in Georgia.
108-94 il finale con la serie sul 2-1.
Per gli Hawks 18 punti di un buon Young e 10 di Huerter. Collins invece chiuderà con 9 pt. e 10 rimbalzi ma gli Hawks tireranno con il 34,4% dal campo abbassato dal tiro da fuori solo al 25% (11/44).
19 turnover contro i 14 di Charlotte…
Non bastava il 44-52 a favore della squadra di Pierce a rimbalzo per sovvertire la gara, anche perché se 20 erano gli assist a testa, Charlotte vinceva 15-11 la statistica delle palle rubate…
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Iniziava male Charlotte che concedeva un rimbalzo in attacco agli ospiti ben sfruttato poi da Dedmond dietro la linea dei tre punti a 11:34.
Hornets che segnavano a 10:27 con Lamb dalla linea fermato fallosamente (2-3).
Young a 10:20 lanciando un lungo missile frontale colpiva ancora il canestro degli Hornets che reagivano sì con il tap-in di Zeller su iniziativa di Lamb a 9:52 ma erano affondati da una tripla di Prince dalla destra per il 4-9 e da una transizione finalizzata da Collins per il 4-11…
Batum, spostato da Prince sul tentativo di tripla frontale a 8:31 ringraziava infilando tutti i liberi con sicurezza per il 7-11. Atlanta però continuava convintamente a giocare nonostante l’uscita di Prince (entrava Bazemore) e il bonus ai FT eventuale, oltretutto a 8:25 arrivava un tecnico a Prince seduto in panca ma Walker lo mancava in un freddo inizio al tiro.
A 8:17 Huerter fintando su Lamb si spostava sulla diagonale destra più verso il centro esplodendo la quarta tripla di serata a segno per i rapaci predatori che subivano a 8:07 il primo canestro di Kemba in corsa dalla destra con uno scoop ma segnavano ancora, questa volta dal mid-range a 7:34 con Dedmond.
Huerter mancava un fing and roll in transizione ma i Falchi andavano comunque sul 9-18 prima che Lamb in entrata alzasse un pallone che s’infilava alzando solo il cotone oltre la difesa di Carter aggressiva e contro i 24 secondi, anticipati per un soffio.
Bembry a 5:27 realizzava un solo libero dei due concessi e lo stesso giocatore degli Hawks da dietro sfiorava il capo di Walker sul tiro da tre punti.
Per gli arbitri era fallo e Kemba in lunetta accorciava con un 2/3 aiutato da Lamb che sull’azione offensiva seguente appoggiava di destro al plexiglass il 15-19.
Carter chiuso in area andava per due FT e Bembry in infilata metteva dentro il 15-23, Walker raccoglieva le briciole con un tiro libero per tre secondi di Atlanta nella propria area così Huerter dall’angolo sinistro fissava con una tripla il +10 ospite (16-26).
Charlotte reagiva con la panchina:
Kaminsky a 1:28 segnava da tre dalla top of the key, Huerter commetteva un fallo su rimbalzo d’attacco regalando a Bridges dalla lunetta che splittando portava sul 20-26 la gara poi a :36.8 toccava ancora al tank con una finta e un’entrata frontale inchiodare la schiacciata appesa del -4 (22-26). Collins schiacciava ma Monk in attacco batteva il lungo con un’alzata di sinistra perfetta in corsa riuscendo a portare il finale di quarto sul 24-28 nonostante l’8-15 a rimbalzo pro Hawks…

Kaminsky si appende.
Foto: Chuck Burton/AP.

 
 
2° quarto:
 
Limitati i danni scattava l’operazione sorpasso con la panchina ma Young con un’entrata aiutata dal primo ferro rallentava le operazioni che riprendevano con il bound pass dietro la schiena di Parker per la seconda tripla di Kaminsky che poi lanciando in verticale Bridges all’incrocio delle linee tra pitturato e linea di fondo sinistra dava la possibilità al rookie di schiacciare a due mani contro due difensori per il 29-30.
Frank mancava una tripla e veniva conto sui monimenti in area oltre i tre secondi fisicamente ma Bridges a 9:19 sull’altra linea di fondo trovava lo spazio minimo per andare oltre al difensore ed appoggiare i punti del sorpasso (31-10). Ancora Miles trovava questa volta, sfruttando le sue caratteristiche atletiche, una pista per rollare e decollare sino all’elegante appoggio del +3.
Hawks che reagivano con due FT di Bazemore a 8:10 e una tripla di Young che non scomponeva gli Hornets a rapporto da Borrego a 7:47.
Parker raddoppiato da Collins in area perdeva palla concedendo la transizione chiusa da Prince ma Batum con una finta di passaggio trovava il varco a destra per andare a schiacciare indisturbatamente.
Lamb a 6:02 provava il secondo tiro da sotto consecutivo: fallo e due FT a segno per il pari a quota 37 sbloccata da Walker con un ½ dalla linea.
Justin Anderson con un tap-in metteva dentro il nuovo sorpasso per la squadra di Pierce che tuttavia trovava sulla sua strada un protagonista inaspettato, ovvero Cody Zeller, il quale iniziava con un fade-away turnaround difficile in uno contro uno a colpire…
A 4:06 intervallava il regno di Cody il buon Kemba con un coast to coast che depistava Bembry e costringeva Anderson al fallo.
Lampo del capitano in una partenza grigia per due bei punti ma ancora errore per Walker dalla lunetta che costava il pari quando Young in area girando su Lamb era toccato dal nostro numero tre nel tentativo di recupero.
Giocata da tre punti e 42 pari.
Equilibrio rotto da Cody a 3:41 quando decollando dall’altezza del semicerchio interno sganciava un hammer devastante a una mano dimostrando quell’atletismo sopito in difesa.
Cody dalla linea destra di fondo alzava un pallonetto oltre il difensore che si fondeva con il cotone per il 46-42 andando poi in lunetta a 2:16 affossato da Collins su un rimbalzo d’attacco per un 2/2 replicato sull’altro lato del campo da Bazemore a 2:03.
Cody però voleva regalare un’altra perla andando a saltare per una schiacciata a due mani che stordiva i Falchi, colpiti anche da Batum che su una transizione recuperava il rimbalzo in mischia dopo l’errore di Kemba e metteva dentro a 1:23 trovando anche il giro addizionale in lunetta per la giocata da tre punti (53-44) che lanciava il parziale Hornets sull’11-2.
Un floater di un ispiratissimo Zeller finiva ancora dentro senza problemi ma Huerter da te punti segnava il 55-49 che chiudeva il quarto poiché Williams nel finale mancava due liberi contribuendo al basso 68,2% degli Hornets (15/22) dalla lunetta.
 
 

Walker ruba palla a Bembry nel primo tempo.
Foto: Chuck Burton/AP.

 
3° quarto:
 
A 11:04 il nostro capitano smuoveva il risultato con un hand-off dietro Zeller e un’entrata circolare sino all’appoggio a destra della tabella sfruttando la propria velocità.
Prince rispondeva il jumper ma il botta e risposta continuava quando Lamb arrestatosi in area prendeva il tempo giusto a Huerter per alzare l’arcobaleno che valeva anche un tiro in lunetta per fallo del rookie.
Tre punti a 10:06 che allontanavano Atlanta sul -9 (60-51) che cercava di aggrapparsi alla gara sparando triple in serie. Quella di Prince valeva il -6 che Cody conservava rientrando da dietro stoppando Young con un atletismo ritrovato.
Prince riusciva a battere una gran difesa di Zeller per il -4 ma in attacco il nostro centro forniva l’assist per un back-door di Batum che depositava facilmente il 62-56.
Young da tre dava filo da torcere ancora a Charlotte che con due FT di Lamb si assicurava due punti (64-62).
Atlanta tornava sotto ma un pick and roll tra gli attivi Lamb e Zeller portava il centro a 7:11 a metter dentro due liberi per il fallo subito.
Le mani rapide di Walker bloccavano un passaggio facendo scattar la transizione che il capitano mancava cercando il contatto che invece era rilevato dalla terna a 6:39 su Zeller che splittava dalla lunetta per il 67-62.
Young ne metteva dentro due ma Lamb replicava arrivando sino al ferro dove Atlanta mostrava poca resistenza iniziando forse a pagare il back to back.
Charlotte provava ad approfittarne con Walker raggiunto da un passaggio che apriva la strada alla tripla a 5:00 dalla tera sirena ma a strettissimo giro di posta Huerter metteva dentro nonostante la difesa di Lamb sull’arco.
Giungeva a -3 Atlanta con un 2/2 dalla lunetta per un fallo chiamato a Cody che non esisteva mentre si sarebbe potuto chiamar lo sfondamento o il fallo dell’altro difensore Hornets, comunque ripartivano da Walker che prima metteva dentro due punti su azione, poi dalla lunetta (fermato dal fallo in raddoppio sotto il canestro avversario) infilava quei 4 punti di parziale ai quali replicava Bembry dalla diagonale destra con tre punti in un sol colpo.
76-72, poi Anderson in correzione su una disperata entrata di Bazemore portava Atlanta a quota 74 sul -2 ma a quella cifra gli Hawks rimarranno quasi sino a fine quarto sbagliando molte triple mentre gli Hornets a 2:24 con un’entrata di MKG dalla destra ottenevano due FT per l’intervento volante irregolare di Bembry.
Sul +4 MKG era ancora fondamentale: da sinistra scaricava da sotto sul raddoppio per Bridges che dall’altra parte del ferro posterizzava Anderson di destra, terzo rinforzo nel pitturato Hawks.
Bazemore riusciva a stoppare MKG ma Anderson mancava una tripla così MKG si ripresentava sotto canestro senza paura muovendosi bene e segnando evitando le mani dei difensori per l’82-74.
Un open 3 di Spellman non aveva buona sorte, Parker al vetro invece metteva dentro il +10 per un 8-0 di parziale interrotto solamente da due FT a favore di Atlanta (splittati da Bazemore) per un furbo fallo del Tank.
A :24.7 chiudeva i conti MKG che con un arcuato hook s’inarcava oltre il difensore per dare forma al quarto sull’86-75.
 
 
 
4° quarto:
 
MKG usciva però presto dal quarto precauzionalmente visto il quarto fallo speso in avvio d’ultima frazione, Bridges vicino al ferro in salto era fermato inusualmente ma in difesa recuperava un lob grazie al colpo di reni mentre in attacco Parker attaccando in coast to coast vedeva aprirsi la difesa avversaria come il Mar Rosso con Huerter e Prince che sul leggero rallentamento del francese si portavano in angolo destro pensando al passaggio mentre il numero nove quasi incredulo si portava a canestro senza problemi per depositare l’86-77.
Partita che Atlanta adesso cercava di recuperare con punti sotto ma in difesa non ne aveva più; passaggio di Parker, leggero ricciolo con passerella centrale per Lamb che inchiodava la forte schiacciata di destro con un Bembry seduto dietro il canestro che allargava le braccia in senso di disapprovazione per la difesa inesistente dei compagni.
MKG propiziava la running dunk di Batum con la 16^ palla persa dagli Hawks, Young con una bella entrata (un mezzo circus sul quale chiedeva il fallo, non concessogli) realizzava il 94-81 ma Charlotte questa volta non pativa più il rientro avversario trovando giocate come l’arcobaleno di Zeller in area a 6:24 o la doppia giocata di Lamb che a 4:40 metteva dentro due liberi attaccando da sinistra, poi chiudeva sostanzialmente il match con una tripla rapida dall’angolo destro per il 103-84.
Entravano Graham e Bacon (il secondo rientrava in verità) nel finale ma era MKG a non arrestarsi colpendo con la nona dunk di serata di Charlotte che faceva tremar ancora una volta il ferro a soli :45.9 dalla sirena finale.
Si chiudeva così una gara vinta 108-94 che aiuta Charlotte a rimaner in testa alla Division.
 
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6
19 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 4 rubate, 1 stoppata. 6/19 al tiro con un 6/10 non da lui dalla lunetta. Litiga un po’ con il canestro nelle ultime gare. Probabilmente è un po’ stanco, comunque profonde impegno difensivo riuscendo a metter mani leste su palloni e passaggi Hawks. Per lui 19 punti sono la norma, chiude con 3 palle perse e un +8 di plus/minus.

 
 
Jeremy Lamb: 7,5
22 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. Un po’ egoista Lamb nella notte, infatti nel tabellino, alla voce assist figura un bello zero. Chi lo vuole però Beal (provocazione) se Lamb è questo? 6/12 dal campo con un ½ da fuori e un 9/9 dalla lunetta guadagnato attaccando il ferro. Al limite dei falli con 5, un po’ sfortunato su alcuni close-out ma efficace comunque sul tiro, deve migliorare sugli spin avversari. Concede a Young una giocata da tre punti ma è una goccia negativa in un mare in tempesta di situazioni positive.
 
 
Nicolas Batum: 7
13 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 4/8 dal campo e 5/6 ai liberi. A parte una evitabile palla persa il francese non forza andando sul sicuro e riuscendo a individuare eventuali punti deboli della inesperta difesa di Atlanta anche tramite azione personale come quando va a speronare il canestro semplicemente con una finta di passaggio iniziale. Partita concreta anche se non eccelsa ma si vede anche a rimbalzo d’attacco con correzione vincente e gioco da tre punti.
 
Marvin Williams: 5
0 pt., 6 rimbalzi, 1 rubata. 0/3 dal campo e 0/2 ai liberi. In quasi 22 minuti offre un po’ di difesa, ma a parte il plus/minus a -3 si nota solo per una rubata. Night off in attacco, anche se si prende una tripla volante ritmata (dal pass di Kemba) dall’angolo sinistro che gli esce rimbalzando sui ferri che avrebbe anche potuto entrare.
 
Cody Zeller: 7,5
19 pt., 5 rimbalzi, 2 assist 2 stoppate. 7/9 dal campo e 5/6 dalla linea in 23 minuti. Peccato per le tre perse e magari qualche rimbalzo in più da prendere ma va a stoppare Young alla grande con atletismo mostrato anche in attacco con due schiacciate paurose a fine secondo quarto dove trova altri modi per andare a segno. Se rimane in movimento e non fa difesa statica riesce a sfruttare i suoi muscoli per lanciarsi in maniera più produttiva e con migliori risultati anche in difesa. Ha più voglia e si vede. Big night nella quale gli riesce quasi tutto, compreso un bell’assist per Batum in back-door nel secondo tempo. Season high personale, ascensore per Charlotte nella notte dopo tanto penare.
 
Malik Monk: 6,5
2 pt., 1 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Esce subendo un colpo e non rientra più con le statistiche ferme a soli 7 minuti e 55 secondi nei quali produce per la squadra accontentandosi di un paio di tiri. Peccato debba uscire dal match. Sperando non sia nulla di grave.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7,5
8 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 3/5 dal campo e 2/2 ai liberi per un +8 che evidenzia l’impegno difensivo durante tutto il match. Profonde energia in attacco in un momento delicato. Quando Atlanta si avvicina sul -2 trova il modo per andare a canestro o offrire a Bridges la schiacciata. Ben tornato in tutti i sensi a MKG.
 
Miles Bridges: 7
9 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Chiude con un 4/8 dal campo mostrando ottime capacità di giocare sulla linea di fondo. Pecca con uno step-back da tre liberissimo ma quando la gara è chiusa. Buona partita, finalmente più coinvolto nel gioco di squadra amplia e alza il tabellino salendo con numeri inusuali come le 3 steal. Sempre terrificante quando va su, regala due schiacciate registrate dai sismografi…
 
Willy Hernangomez: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Gioca solo i 101 secondi finali perché Zeller stanotte incanta, MKG fa il suo e lui è reduce da problemi fisici. Ad altre gare quando servirà maggiormente…
 
Tony Parker: 6,5
6 pt., 3 assist. Numeri non altissimi in 19 minuti ma c’è sempre quando conta. Una persa forzando sul raddoppio nel pitturato nel primo tempo e una stoppata presa (delle due subite) da Collins nella ripresa ma con palla spedita sul fondo e mantenuta dopo lo spin del francese. Mette punti importanti, in un’occasione anche facilitato e offre palloni (con passaggi dall’alto IQ) solo da spinger dentro… Ottimo ricambio, anzi, qualcosa in più direi…
 
Dwayne Bacon: 6
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Prestazione con 2 falli spesi in poco più di 10 minuti un po’ ai margini ma non fa danni guadagnandosi una sufficienza.
 
Frank Kaminsky: 7
8 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 3/9 al tiro, 2 palle perse. Entra nel momento migliore di Charlotte nel primo tempo forse, contribuisce con due pesanti triple (poi non ne segnerà più con un 2/5) alla rimonta. Schiaccia prendendosi il gusto della finta iniziale e si permette anche il lusso di due buon assist e un paio di rubate anche se si perde nel secondo tempo ha un plus/minus di +19 ma la difesa nel secondo quarto è rivedibile sotto il canestro mentre fa meglio se deve contenere.
 
Devonte’ Graham: s.v.
2 pt.. Entra solo bel finale andando con un driving layup comodo a segnare e perdendo poi palla a metà campo s un raddoppio concedendo il canestro agli Hawks.
 
Coach James Borrego: 7
Squadra che gioca benino direi, ma soprattutto mette in campo intensità difensiva andando oltre alle difficoltà al tiro se in qualche frangente della partita ve ne sono. L’unico appunto è la concentrazione in avvio partita dove Atlanta da fuori replica a metà la partenza dei Bucks nel tiro da fuori. In serata oltre ai soliti noti pesca anche il jolly Zeller con quasi tutta la squadra su di giri. 20 gli assist ma in lunetta Charlotte va a tirare 37 volte segnando 28 punti.

Game 20 – Charlotte Hornets Vs Milwaukee Bucks 110-107

 
 
Intro
 
Quando decisi di chiamare ResurreziHornets il blog fu solamente per il discorso che la squadra era stata uccisa a New Orleans.
Tom Benson (R.I.P.) aveva deciso di dare una rinfrescata a quella franchigia che proveniente dal North Carolina aveva cambiato un po’ la forma del calabrone ma mantenuto più o meno nei colori e nel simbolo ovviamente.
Poi un gruppo denominato Bring back the Buzz decideva di riportare a casa marchio e storia, Jordan assecondava i tifosi e la squadra tornava alle origini, anche se per molti, in logica, sarebbero i Bobcats l’ante-litteram degli Hornets 2.0. A ogni modo il nickname e il logo, seppur rifatto risorgevano insperatamente, così come a Charlotte era chiesto di risorgere in una partita difficilissima nella notte dopo l’incredibile sconfitta ad Atlanta.
Si faceva ancor più dura in back to back ma gli Hornets potevano contare sui recuperi di Parker e del super MKG oltre che l’effetto Alveare, luogo più propizio e saturo d’emozioni dei tifosi per spinger Charlotte alla vittoria.

Le Dance Brackets durante la presentazione dello starting five.

 
 
La partita in breve
 
La partita iniziava malissimo per Charlotte che rischiava d’esser travolta subito da Milwaukee che partendo con un irreale 8/10 da tre punti a metà quarto esatto arrivava sul 14-28.
Nel finale, grazie anche a qualche elemento della panchina si accorciava con un parziale di 9-0 sul 30-32.
Finiva 32-35 il primo quarto.
Hornets che continuavano a battagliare rincorrendo gli avversari.
A 5:51 una tripla di Frank era utile per scavalcare la squadra di Budenholzer (48-47).
Gli Hornets nel finale allungavano mostrando buona difesa.
Una tripla di Monk a 3:59 valeva il 57-49, quelle di Williams e Parker all’imbrunire del primo tempo segnavano il 65-52 con Charlotte al 60% da tre (9/5) e Milwaukee calata al 47,6% (10/21)…
In avvio di ripresa Charlotte continuava ad accumulare punti di vantaggio a e 8:30 dalla terza sirena MKG sublimava un momento d’oro fatto di ottime giocate con un open 3 dall’angolo destro per il +25 (77-52).
Bucks che tentavano di rientrare approfittando del momento di rilassatezza degli Hornets e dai ritmi più bassi.
Milwaukee accorciava sino al -13 (90-83) a fine quarto.
Il trend per Charlotte rimaneva negativo e anche se qualche punto lo si riusciva a mettere, erano troppe le occasioni sprecate a inizio frazione.
A 5:44 due FT di Brogdon valevano il 97-91, Bledsoe portava sino al -4 Milwaukee che contro il duo Parker/Batum se la vedeva male; 6 punti per il primo, 2 per il secondo, si arrivava al 101-93.
A 3:19 però una tripla in corsa di DiVincenzo portava a 3 le lunghezze di distacco.
Sul 106-102 Connaughton sbagliava prima da tre, poi sull’azione seguente in transizione mancava tutto libero da zero cm il -2, così come dopo una palla persa da Parker Middleton e Antetokounmpo in put-back dunk non riuscivano a trasformare.
Hornets che si salvavano ma dopo due FT a segno di Walker a circa 29 secondi dalla fine arrivava la tripla di Connaughton a 27 circa dall’ultima luce rossa.
Parker in lunetta sbagliava due FT e dall’altra parte metteva dentro Antetokounmpo infilandosi sino a canestro per il 108-107.
Walker era fermato a 7 secondi e un decimo dalla fine da un fallo del greco per bloccare il cronometro.
Kemba, andando a batter due FT regalava il 110-107.
Sull’ultima azione MKG e Zeller contenevano Bledsoe e Middleton.
Il primo sparava da tre quarti campo la sfera schizzava via regalando una grande gioia ai tifosi.
44-48 il computo dei rimbalzi, 21-25 negli assist,ribaltati con un 9-7 nelle rubate per Charlotte che tirava dal campo con il 46,9% contro il 41,1% avversario. 11-14 i turnover mentre ai liberi Charlotte finiva con un 21/30 contro il 17/21 ospite.
Antetokounmpo finirà con 20 pt. e 13 rimbalzi (7/15), Bledsoe seguiva con 17 e sul podio a pari merito Brook Lopez e il panchinaro Connaughton con 15 pt. a testa.
Hornets con Walker e Lamb con 21 pt. a testa, Williams 15, Parker 15…
 
 
 
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Era molto indicativo l’inizio della partita della NBA attuale. Milwaukee che portava avanti il primo pallone realizzava una tripla dal corner destro con Bledsoe.
Charlotte rispondeva con Lamb in turnaround dalla zona della lunetta ma a 11:12 Bledsoe, solo pochi passi più in là, infilava ancora dallo stesso lato da lunga distanza Milwaukee andava sul sicuro con l’entrata di Lopez che trovava la mano di Williams sulla palla ma non era abbastanza per evitare il canestro.
Zeller pescato in area si muoveva bene sotto per evitare la stoppata e depositare il 4-8 ma ecco ancora spuntare le triple come arma della modernità.
Era Lopez a far decollare dalla portaerei Milwaukee un altro aereo con bomba incorporata, Lamb a 9:29 si trovava una palla tra le mani senza tempo (passata da Zeller) e costretto a lanciarla al vetro vedeva la sfera baciarlo e infilarsi in retina per tre punti.
A 9:09 Middleton dalla diagonale sinistra continuava la campagna da tre punti degli ospiti che aggiungevano uno scoop in virata di Antetokounmpo su Williams per raggiunger il 7-16.
A 8:20 Kemba accorciava grazie a due liberi a segno poi toccava a Bledsoe e allo stesso Walker mirare e centrare da oltre l’arco il canestro ma ancora Milwaukee con Middleton segnava da fuori (6/7 per gli ospiti da lontano) il 12-22. Marvin ci portava a quota 14 ma Middleton da tre a 8:36 colpendo ancora da tre faceva decidere Borrego per una sospensione del gioco.
Sul 14-25 Brogdon a 6:01 faceva 8/10 da fuori per i Cervi che passeggiando sul 14-28 raddoppiavano il vantaggio ma Marvin metteva dentro un’altra tripla per non morire.
MKG a sorpresa c’era e contrastava bene Brogdon sotto li ferro, in attacco sbagliava ma Batum a rimorchio correggeva andando anche in difesa a recuperar un pallone forse contagiato da MKG, di fatto apriva il campo per una drive aggressiva di Lamb che segnava in floater il 21-28.
Middleton e Snell in maniera differente ottenevano due punti a testa (21-32) ma Charlotte iniziava a guadagnare punti mixando titolari e panchinari contro i ricambi dei Bucks: Williams a 3:05 in solitaria mandava dentro un’altra tripla, Parker in penetrazione passava con perfetto tempismo un pallone schiacciato per MKG che provenendo dalla baseline sinistra si elevava per la jam.
Hornets che continuavano la corsa con un pull-up di Parker e un appoggio al vero di Williams a 1:32 per un 9-0 di parziale che portava Charlotte sul 30-32.
Clamorosa la stoppata presa da Middleton nel pitturato con tre Moschettieri Hornets con il fioretto sulla palla (Williams, Lamb e MKG) a 1:16.
Antetokounmpo veniva rilanciato sul parquet e trovando due liberi ne realizzava uno mentre Lopez su una palla vagante trovava il corridoio per la schiacciata del 30-35.
Parker in sospensione armonica chiudeva un quarto in recupero per il 32-35.

NOVEMBER 26: Brook Lopez #11 of the Milwaukee Bucks collides with Miles Bridges #0 of the Charlotte Hornets during their game at Spectrum Center Foto: Streeter Lecka/Getty Images

 
2° quarto:
 
Iniziava male Monk che commettendo fallo su Connaughton regalava tre FT dei quali due finivano dentro.
Monk sbagliava un tiro ma Zeller correggeva ma mentre Parker mancava un paio di tiri di fila, Lopez segnava ancora dalla baseline destra per il 34-39.
Parker per Cody faceva fare al centro bella figura in schiacciata ma Snell colpendo da tre ci ridistanziava (36-42).
Charlotte tornava un po’ a ridurre lo svantaggio con Bridges che a 8:41 e a 8:28 si guadagnava due giri di lunetta mettendo 3 dei 4 tentativi per il 39-42.
Bridges metteva una pezza andando a stoppare alto l’appoggio di Brogdon ma Frank mancava l’aggancio con la tripla così Connaughton da ben più distante della linea da tre punti lasciava partire il tracciante del 39-45 a 7:57.
Un secondo più tardi Charlotte era in time-out e funzionava perché al rientro un extra pass di Kaminsky verso l’angolo destro per Batum era sfruttato al francese per tornare al -3. Antetokounmpo (poco attivo) da sotto metteva dentro, poi toccava a Walker splittare due FT e a Monk in entrata a 6:26 trovare un circus shot tra due difensori con palla alzata sul tronco di Maker.
A 5:51 un passaggio fuori per Kaminsky valeva il sorpasso sul 48-47poi iniziava una fase confusa e convulsa che vedeva le squadre sbagliare e cercar palloni vaganti, su uno di questi Frank allungava, Kemba recuperava e segnava il 50-47 in transizione.
Brown recuperava un rimbalzo in attacco e subiva fallo. Il libero andava fuori ma il canestro precedente riportava Milwaukee a contatto, tuttavia a 3:59 il tiro istantaneo di Monk da tre inceneriva la retina e Lamb da sotto con altri due punti dava una mano per cercar una piccola fuga (55-49). Middleton s’involava verso il canestro ma da dietro arrivando come un lampo violento MKG esplodeva sparando la palla contro il plexiglass.
Lamb in transizione ringraziava anche se era spinto a terra. Due liberi a segno per il 57-49.
Bledsoe per un fallo di Williams da sotto trovava l’azione da tre punti ma a 1:45 Hornets in bonus con Walker per il 59-52.
Un passaggio volante di Parker innescava un Marvin on-fire da fuori che esplodeva la cartuccia da tre punti che valeva il 62-52.
MKG conquistando un rimbalzo offensivo poi dava la possibilità a Parker di sparare tranquillamente in ritmo per infilare il 65-52 che chiudeva il primo tempo dando a Charlotte una certa consistenza per la fuga.

Le Dance Brackets impegnate in uno stacchetto.

Walker in reverse layup mentre Frank osserva. Foto: Jeremy Brevard-USA TODAY Sports

3° quarto:
 
Cody e Lamb apportavano due punti a testa Antetokounmpo non segnava e Lamb strappando un pallone a Middleton in attacco e andando a metter dentro al vetro spingeva Charlotte sul 71-52 a 9:39 dalla terza luce rossa. Marvin stoppava Middleton e Batum passava per Lamb che fronte a canestro metteva dentro altri tre punti a 9:04 per il 77-52. Tutto sembrava girare a meraviglia per Charlotte che vedeva anche Antetokounmpo forzare il palleggio e perder la sfera sulle tibie di Zeller.
MKG a 8:30 sublimava il momento con la bomba dall’angolo destro per il 77-52.
Charlotte si compiaceva troppo del momento lasciando libero Antetokounmpo sulla linea dei tre punti da posizione frontale.
La stella dei Bucks ne approfittava e anche se MKG mettendo dentro al vetro sembrava continuare a far vivere il buon momento degli Hornets, in difesa si calava d’intensità consentendo ad Antetokounmpo di metter dentro un potenziale gioco da tre punti che si arrestava a soli due per il libero fallito.
Bledsoe però metteva dentro dall’angolo da una second chance, così ci voleva un super Kemba in uno contro uno a sparare da tre per l’82-60 a 5:44.
Walker in attacco decideva di penetrare sull’azione seguente: il suo arresto con finta sotto canestro costava la cravatta volante da parte di Bledsoe che tuttavia concedeva a 5:21 altri due punti a Charlotte dalla lunetta.
Lopez dalla destra con una drive violentava il ferro con la dunk appesa ma Williams da tre su scarico di Kemba dietro la testa in salto era bravo a valorizzare l’assist per l’87-62.
Dopo due punti Milwaukee e un paio d’errori di Bridges si entrava nell’ennesimo time-out dal quale Bridges ne usciva peggio dando a Lopez due FT per l’87-66.
Ci pensava Monk con una drive fin sotto canestro a passar la palla al volo a Bridges che lanciatissimo sparava una violenta bimane sulla quale Lopez rinunciava all’intervento.
Middleton recuperava tre punti e DiVincenzo con la tripla a 2:48 realizzava l’89-72.
Monk a 2:38 dalla lunetta con un 2/2 teneva ancora lontani i Cervi che tuttavia incominciavano la rincorsa con una cornata di Antetokounmpo che a una mano andava a speronare il canestro degli Hornets in schiacciata.
Lopez segnava andando a infilarsi oltre Bridges poi a 1:25 Parker era colpito a metà campo.
Qualche problemino per lui al costato ma continuava a giocare provando un paio di tiri il primo dei quali era buono per il 93-76.
DiVincenzo metteva dentro da sotto conquistando il rebound sopo l’errore di Lopez da fuori e dall’altra parte Zeller, in lunetta con il fiatone, non riusciva a metter dentro nemmeno un libero così Milwaukee segnando due liberi si portava sul 93-80 anche perché Zeller era stoppato da Antetokounmpo sulla sirena.

Jeremy Lamb (sullo sfondo), reagisce così alla schiacciata di Bridges che ribalta la retina…

 
 
4° quarto:
 
Continuava la rincorsa al pari di Milwaukee che grazie a due FT di Connaughton tornava sul -11 ma a far rimbalzare indietro la squadra del Wisconsin era Lamb che rimbalzava sulla spanzata di DiVincenzo dalle parti della baseline sinistra ma trovando la coordinazione per la continuazione, mandava dentro la sfera con una bella alzata così come il libero addizionale del 96-82.
Hornets che riuscivano nell’impresa di far scadere i 24 secondi d’attacco ai Bucks (8-16 i TO) ma i Cervi a 8:02 scendevano di gap sino a -10 (97-87).
Il trend non era favorevole e se Middleton sparando da tre mancava il bersaglio Connaughton sorprendentemente anticipava Lamb per una put-back dunk violentissima a una mano.
Parker e Walker mancavano un’occasione a testa e a 5:44 Brogdon in lunetta con un 2/2 lasciava sole sei le lunghezze di vantaggio a favore degli Hornets che subivano anche il canestro di Bledsoe con Milwaukee brava a rientrare con un parziale di 9-0.
Parker interrompeva il parziale arrischiandosi in un uno contro uno: pull-up dalla diagonale sinistra dalla sua mattonella perfetto e dopo la tripla mancata da Brogdon era ancora Parker a portar in area Connaughton e a batterlo con un gancetto delizioso per il 101-93.
Problema risolto?
Nemmeno per sogno… gli Hornets ci tenevano a dare ancora emozioni e spettacolo così Antetokounmpo non si offendeva se veniva lasciato libero di schiacciare.
Un offensive foul di Williams (schermo in movimento) a 4:00 dalla fine davano a Brogdon la possibilità di accorciare ma due errori da sotto non glielo consentivano, Lamb in entrata cambiava idea all’ultimo con un tiro che risultava una mezza via tra un floater e un appoggio mentre dall’altra parte sul bordo sinistro in transizione il rookie DiVincenzo aveva le idee chiare sparando e colpendo da tre punti per il -3.
101-98…
Batum segnava dalla corta baseline sinistra andando oltre il difensore con parabola morbida ricevendo da Parker in una french connection.
Brogdon con una spin si procurava spazio per batter un Lamb ora in difficoltà in difesa, Parker da tre non segnava, sembrava girare a favore di Milwaukee il rimbalzo ma Batum riusciva a sottrarlo restituendo a Parker che dalla destra s’involava in diagonale per un fing and roll alla Superman.
Brogdon rusticamente in area buttava giù Lamb e segnava. Per gli arbitri andava bene ma a 1:40 Walker in penetrazione s’arrestava ancora una volta sotto, questa volta era DiVincenzo a travolgerlo con una ginocchiata alla nuca dopo aver abboccato alla finta.
Kemba splittava portando sul 106-102 il match, Borrego individuava le difficoltà di Lamb e metteva dentro MKG per dare una dimensione difensiva a Charlotte.
Milwaukee mancava un tiro, sul rimbalzo entrava in scena l’instant replay per una rimessa contesa ma alla fine gli arbitri decidevano per l’ultimo tocco di MKG.
Sulla rimessa Parker chiudeva Connaughton che da sinistra sparava in maniera imprecisa da fuori ma Milwaukee potrebbe rientrare quando Kemba in attacco si faceva intercettar palla da Bledsoe, sulla transizione Connaughton pescato sotto liberissimo da zero cm riusciva a fallire clamorosamente, la palla rimaneva a Milwaukee che sul proseguo pescava Middleton che dal corner destro scheggiava il ferro, rimbalzo di Walker, palla a Parker che sul raddoppio perdeva palla prima di metà campo contro Antetokounmpo, altra tripla di Middleton a cui il metallo verniciato d’arancio diceva di no e put-back dunk in mischia per il geco ancora non a segno,
Walker dopo 4 errori avversari si trovava con la sfera in mano abbracciato dal n°34…
Due FT a :29.8 per un 2/2 da 108-102 ma in :2.6 Connaughton metteva dentro da tre.
Il fallo su Parker arrivava a 21 secondi dalla fine da parte di Lopez e nonostante le lamentele di coach Budenholzer il francese andava in lunetta dove incredibilmente continuava la sua serie negativa.
0/2 e cuore in gola quando il greco era lasciato andar dentro per il -1.
Kemba però riusciva a girare un po’ sul bordo del campo prima di tornare verso la linea di metà campo dove l’allungo della mantide Antetokounmpo valeva due FT per Charlotte.
A :7.01 Walker infilava i liberi del 110-107.
Time-out e ultima azione di Milwaukee che era ben contenuta alta dalla coppia Zeller/MKG.
Lo scambio tra Bledsoe e Middleton riportava Bledsoe a tirar da tre quarti campo contro MKG.
La palla picchiava la parte bassissima del vetro e carambolava sui ferri illuminata dalla luce rossa.
Era finita.
Partita incredibile che gli Hornets riuscivano a portare a casa nonostante un convulso finale portando sul 3-8 i finali in corsa.
 
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6,5
21 pt., 6 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. Un’altra notte passata a litigare con il ferro per Kemba che dal campo fa 3/12. Riesce a sopperire andando a prendersi tiri liberi come se piovesse e ne mancano almeno altri 4, comunque sia mediamente il voto tiene conto dell’impegno difensivo, anche se paga spesso i cm, specialmente in avvio con i Bucks freschi ma nel finale è lui con un 5/6 dalla lunetta a regalar la vittoria ai nostri, sebbene le scelte azzardate di tiro in precedenza abbiano aiutato Milwaukee un pochino a rientrare.
 
 
Jeremy Lamb: 7
21 pt., 8 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. 8/15 dal campo e 2/4 da fuori. Per una guardi tiratrice sono cifre di tutto rispetto. Lamb in attacco in buona serata, trova un paio di giocate meravigliose attaccando il canestro, una conro Makere e l’altra sulla spinta di DiVincenzo per un gioco da tre punti. Nel finale cala e in difesa tra mancanza fisica personale (facile aggirarlo con lo spin) e spinta di Brogdon non tiene. Sostituito da MKG ma gran contributo nella notte comunque.
 
 
Nicolas Batum: 6
7 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Marginale, prende un -15 di plus/minus. Il suo rientro in campo nell’ultimo quarto coincide un po’ con lo sprint dei Bucks ma non è tutta colpa sua. Cifre basse ma si guadagna la sufficienza nel finale quando duetta con Parker segnando, recuperando un rimbalzo e fornendo l’assist. Tra i due quello che si vede aver personalità nelle due azioni è Parker, ma almeno Nic è utile in quel frangente.
 
Marvin Williams: 7
16 pt., 8 rimbalzi, 1 rubata. 4/6 da fuori e un paio di TO. Tante buone difese e un inizio caldo da tre punti. Scema anche lui un po’ commettendo anche a quattro minuti dalla fine un fallo offensivo ma come Lamb è elemento importante nella notte.
 
Cody Zeller: 6
8 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 4/5 al tiro e un paio di TO. 3 falli e -6 di plus/minus. Dall’altra parte Lopez di rimbalzi ne prende solamente 8. Un po’ meglio a rimbalzo, ferma Antetokounmpo una prima volta ma poi se attaccato in uno contro uno va in difficoltà. Se gli danno una mano i suoi cm sono preziosi. Anche lui commette uno schermo in movimento in attacco e anche se sbaglia due FT con il fiatone per stanotte si guadagna la sufficienza con la buona percentuale da campo e l’ultima difesa insieme a MKG sul duo Middleton/Bledsoe, poi considerando che gioca solo 19 minuti…
 
Malik Monk: 6
7 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. Una bella tripla poi c’è da ricordare l’entrata rapida per scarico volante su Bridges che la chiude in dunk. 2/7 dal campo al quale aggiunge due liberi, entrambi a segno.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7,5
7 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Perde un solo pallone finendo con un 3/6 dal campo grazie a una tripla aperta dall’angolo destro messa senza paura. La costruzione del tiro è sempre originale ma efficace nel caso… Tanta energia, stoppa al vetro Middleton da dietro e ancor prima insieme a Lamb e Williams mette mano sulla palla alzata da Middleton che si sognerà MKG stanotte… Rientra e la difesa migliora. Si vede anche nell’ultima azione quando oscilla contenendo Bledsoe insieme a Zeller. Letale +18 di plus/minus…
 
Miles Bridges: 6
5 pt., 1 rimbalzo, 2 stoppate. Guadagna tre punti dalla lunetta e finisce con un 1/5 dal campo frutto dell’immane schiacciata offerta da Monk ma al tiro non c’è… C’è un po’ di più in difesa, non con i piedi a terra, se lasciato solo va in difficoltà, ma quando ha il tempo e l’intuito che stia per avvenire un tiro sul quale fiondarsi. Due stoppate magnifiche che fanno da contraltare a una prestazione marginale in attacco con 0/3 al tiro e un -11 di plus/minus.
 
 
Tony Parker: 6,5
15 pt., 1 rimbalzo, 6 assist, 1 rubata. Da ordine alla squadra quando scende in campo durante le prime rotazioni. Nel secondo tempo con un bel passaggi per Parker, un pull-up, un gancetto e un fing and roll è importante. Peccato che scenda un po’ di voto mancando due liberi importanti nel finale e perdendo palla sul raddoppio. Avrebbe potuto costar caro ma va bene così, si è vinto… In 21 minuti fa 7/14 dl campo.
 
Frank Kaminsky: 6,5
3 punti, 2 rimbalzi, 1 assist. Entra in un buon momento e nonostante un TO va sul +8 di plus/minus in soli 4 minuti grazie anche a una sua tripla e a un assist smarcante per Batum in angolo destro. La grinta in difesa c’è.
 
Coach James Borrego: 6,5
Molto meglio la squadra con i rientranti Parker e MKG, Forse qualche cambio è leggermente tardivo e si rischia. Milwaukee ci grazia un paio di volte con errori banali da sotto e si porta a casa la gara. Travolti dalle triple all’inizio forse aspetta troppo per chiamare il time-out, po riesce a dare equilibrio ai quintetti in campo equilibrando lo Yin e Yang di attacco e difesa. Si torna sul 10-10. L’effetto Alveare si fa sentire.

Game 19: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 123-124

 
Intro
 
Nel nido dei Falchi la formazione della City of flight, definizione introdotta piuttosto di recente dopo le classiche “Queen City” e “Buzz City”, planava per volare alto e rincorrere il lungo sogno playoffs.
In una giornata che ha in comune il colore rosso (colore sociale principale degli Hawks, quello delle scarpette e dei segni rossi dipinti sul volto per ricordare di combattere la violenza contro le Donne) gli Hornets, con un bilancio in equilibrio, cercavano di non mandarlo in rosso volando alto.
E se parliamo d’altezze e di sacralità, i 3778 mt. d’altezza del Monte Fuji fanno al caso nostro come trait d’union per presentare la partita.
Rosso come il lavico vulcano, gli Ainu, popolazione che oggi dimora nella grande isola più a nord del Giappone (Hokkaido) diedero il nome di Fuchi (strano che in italiano siano i maschi delle api) al vulcano poiché rappresentava la loro Dea del Fuoco, altro rosso elemento.
Charlotte per vincere su un campo di una squadra in netto affanno (veniva da 10 sconfitte consecutive) ma ad ogni partita persa sempre più affamata e pericolosa doveva mettere in campo il rosso della passione e del sangue per non farsi sorprendere su un campo trappola che potrebbe indurre alla superficialità i giocatori.
 
 
 
 
 
 
La partita in breve
 
Le assenze di Parker (botta al costato), Hernangomez e di MKG (dietro la panchina con una maglietta di Scarface) si fanno sentire ad Atlanta dove la formazione di casa cercava la vittoria per far gioire il proprio pubblico ormai striminzito e affamato dopo 10 L consecutive.
L’operazione riusciva agli Hawks perché i Calabroni dimostravano di non saper difender in area.
28-58 era il pesante verdetto finale del pitturato.
Troppo pesanti forse le assenze del centro spagnolo a rimbalzo e di MKG come difensore.
Charlotte così finiva K.O. Per la terza volta in trasferta su un campo di una squadra di bassissima classifica.
Meritata comunque la vittoria degli Hawks, anche se Charlotte avesse vinto non avrebbe rubato nulla ma tra la decisione di Borrego di giocarsi l’ultima azione come contro Chicago con una small ball con Williams come centro e Bridges come ala grande, inserendo un Bacon dannoso, non in serata, hanno finito per decretare ancora una sconfitta in volata, ormai tragicomiche perché non si contano più.
Ciò che è parso evidente, a parte la carenza di difesa sul perimetro, è stata la presenza in area.
Poco efficaci ad accompagnar entrate o tagliati fuori da passaggi, gli uomini di Borrego hanno disputato una partita che se nel primo tempo sembrava potersi incanalare bene con un +12 lestamente recuperato da Atlanta sino al 66-65 dei primi 24 minuti, scivolava via a suon di triple nel terzo quarto.
Un grande Monk restituiva durante il match sette bombe agli avversari e nel finale Kemba segnava 7 punti che ci portavano sul +1 a :15.4 dalla fine ma Bazemore coglieva il momento giusto per puntare Bacon sfuggendogli per appoggiare facile il +1 per i georgiani.
Con :04.6 Walker puntava il canestro dopo esser andato in punta a prender la palla.
Toccato da Bembry, rallentato da Huerter e stoppato da Collins avrebbe potuto forse scaricare per Monk in angolo sinistro ma la decisione era già stata presa.
Cadeva così Charlotte per la terza volta su un campo sul quale si sarebbe dovuto assolutamente vincere per alimentare il fuoco della speranza ma Charlotte, squadra senza vento, dovrà iniziare a soffiare se vuole uscire da questo maledetto loop nei finali…
Una brutta caduta in volo per una squadra dalle ali di cera che ha giocato con il fuoco.
43 rimbalzi, 30 assist, 40% da tre punti, 82,1% dalla linea e 10 TO per Charlotte, Atlanta ha avuto 41 rimbalzi, 34 assist, 53,2% dal campo, 41% da tre punti, vincendo nonostante i 15 TO.
Collins ha finito con 23 punti e 11 rimbalzi, Bazemore con 20, Young con 18 anche se con qualche forzatura eccessiva da tre) seguito da Bembry con 16 (7/10 al tiro).
Per Charlotte domani sera ci sarà occasione di riscatto in back to back contro Milwaukee allo Spectrum Center in un match estrememente difficile.
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Iniziala la partita ad Atlanta che con il primo pallone in mano mancava la tripla in una gara nella quale si tentavano solo inizialmente soluzioni da fuori.
Era Marvin Williams in uscita a ricever il passaggio e a scagliare un catch n’shoot dalla diagonale destra per i primi tre punti della partita.
Charlotte perdeva palla in attacco per colpa di un brutto passaggio di Batum e Prince in transizione da tre puniva a 11:00 pareggiando.
Batum mancava una tripla ma era ancora Marvin Williams, l’ex a segnar da fuori a 9:55.
A interromper la serie ci pensava Batum in transizione in schiacciata dopo una palla recuperata da Lamb in difesa. Atlanta andava in time-out e raggiungeva grazie anche ad esso il pari rapidamente: tripla lunga di Young frontale a segno e appoggio di Collins per l’8-8.
A far tornare avanti Charlotte era Walker che in area andava alla ricerca dell’appoggio ma trovava il fallo e due liberi per il 10-8.
Young nel duello tra PG sul cambio difensivo portava Zeller fuori per batterlo in entrata grazie alla maggior velocità e Collins alzando una palla al volo sotto canestro portava in vantaggio gli Hawks per la prima volta in serata con un alley-oop morbido rudimentale.
Zeller dalla baseline destra pareggiava con l’alzata dolce a un amano su passaggio di Kemba a 7:53.
Young da tre a 7:44 metteva dentro dalla top of the key ma Walker accettando la battaglia replicava nella stessa maniera alla giovane point guard avversaria.
Prince tentava un passaggio dentro ma Batum a braccia alzate respingeva, attaccava allora il giocatore in livrea rossa ma l’alzata sopra il muro mobile Batum s’infrangeva sui ferri così a 6:55 Charlotte con due FT di Zeller tornava sopra.
A 6:33 in transizione Williams lanciava un scoop run stoppato ma sul contatto con un difensore.
Due FT per il +4 ridotto a +1 dopo la tripla di Spellman dal corner destro.
A 6:02 rispondeva Lamb che al suo primo tiro della partita faceva centro da oltre l’arco e da un rimbalzone difensivo di Walker nasceva lo scambio cambio lato tra il capitano e Jeremy che restituendo la sfera vedeva il capitano bombardare da tre incendiando il cotone.
Bembry e Walker ne mettevano due a testa prima che Bazemore (in dubbio ma alla fine partente dalla panchina) segnasse da tre punti il 27-23.
A 4:14 sull’entrata resisteva al contatto Frank che metteva dentro appoggiando sulla destra al plexiglass oltre Bembry.
Libero supplementare per il 30-23, trampolino per il +10 ottenuto dallo stesso Kaminsky a 3:50 grazie a una tripla.
Bazemore in transizione spingeva per ridurre lo scarto a una cifra ma a 2:55 Lamb dopo un crossover stretto rilasciava un veloce e frontale pull-up per il 35-25.
Bembry stoppava Lamb e segnava dopo un’azione offensiva mancata da Lin una tripla in transizione con un generoso Kaminsky in rientro.
Time-out CHA sul 35-28 e due FT per Charlotte al rientro con Lamb affossato sul rimbalzo d’attacco.
A 1:11 primi due FT anche per Atlanta che muoveva di due il punteggio sul 37-30.
Un floater di Monk in entrata a contatto con Bembry lanciatosi in avanti oltre il proprio cilindro valeva un gioco da tre punti a :58.1 (40-30).
Un bel pull-up di Bazemore era contrastato da una tripla aperta di Monk che riceveva sullo scarico di Walker, bravo in salto a lanciare all’indietro i componenti per Malik.
Finiva così con l’alto punteggio di 43-32 il primo quarto.
 
 
2° quarto:
 
Bridges si manifestava immediatamente con un driving layup ma un hook di Collison e due FT di Young indicavano la via del rientro ad Atlanta anche se su una transizione il potente passaggio ritmato volante per la triangolazione verso il finalizzatore Kaminsky era rovinato da un fallo.
½ dalla lunetta per il 46-36 mantenuto da Bridges che in aiuto sotto canestro dopo le finte di Collins saliva a stoppare il suo appoggio.
Kaminsky raddoppiato in area trovava l’ultimo lampo con due FT a segno ma la panchina di Charlotte scemava d’intensità e di brillantezza.
Graham non riusciva a innescare l’attacco in maniera ficcante mentre la difesa subiva due canestri di Bazemore e una tripla di Len che a 8:58 facevano calare il gap da 12 punti a 5 per la squadra di Pierce.
Collins da sotto e un’entrata di Lin, nonostante il rientro di Kemba mettevano pressione all’attacco di Charlotte recuperata e ora a solo un punto (48-47), si scaldava Monk con un tiro in assenza di gravità a segno sopra la lunetta, poi facendo piovere una tripla a 6:14 dalla diagonale destra mandava Atlanta in time-out sul 53-47.
Al rientro era sempre lui a rimanere hot colpendo ancora una volta da fuori raggiungendo quota 14.
Lin da due e Bembry con una flash dunk in transizione non ci stavano ma un double team in uscita su Walker vedeva il capitano allungar palla dentro a Zeller che vedendo la rotazione in uscita continuava ad allungare in diagonale per Batum che in taglio sotto metteva dentro facilmente.
Bembry da tre a 4:14 e un piazzato dalle parti della baseline destra di Len portavano Atlanta sul -2 (58-56).
Lo stesso Len su una second chance potrebbe pareggiare dalla lunetta ma splittando lasciava indietro di uno gli Hawks comunque non disposti a cedere.
Batum con un’entrata circolare depositava al vetro ma Prince dal corner destro scagliava la tripla del pari a quota 60.
A 1:45 Batum in bonus ci restituiva due pt. di vantaggio e Marvin ne aggiungeva due ma a a 1:10 sulla continuazione Prince realizzava spostato da Lamb al primo intervento irregolare.
64-63 allungato dai canestri di Lamb (cutting layup a :59.3) perso dalla difesa sul filtrante di Zeller e da Spellman in transizione.
66-65 a fine primo tempo con una difesa da migliorare per vincer la gara.

Foto: Dale Zanine-USA TODAY Sports

 
 
3° quarto:
 
Batum dalla baseline destra portava Charlotte sul +3 (4/6 al tiro per il francese e 10 punti raggiunti), poi a 10:58 un ½ di Collins dalla lunetta e una tripla di Lamb dal corner sinistro davano il 71-66 (10/20 di Charlotte da tre punti) ma a 10:20 una tripla lunghissima di Young dalla diagonale sinistra finiva incredibilmente dentro e l’assist del rookie sotto per Prince valeva anche il pari a quota 71.
Hornets però che rispondendo con un parziale di veloce da 7-0 si ritiravano su.
Tripla di Marvin dall’angolo sinistro ed entrata imprecisa del n° 2 corretta in tap-in da Zeller e ancora tripla dell’ex Hawks a 8:35 per il 79-71…
Hornets però che non scappavano perché Pierce riordinava le sue truppe che segnavano con Collins, subivano la bordata di Walker da fuori ma andavano ancora a segno con le triple di Young e Prince.
Zeller, spinto da dietro da Dedmond splittava dalla lunetta a 7:05 così con l’incredibile serie da tre degli Hawks allungata da Huerter i Falchi tornavano rapaci sul -1 (13/27 per i padroni di casa da oltre l’arco).
Lamb non segnava ma prendeva rimbalzo e subiva fallo sulla second chance andando stremato a mettere solamente il secondo libero.
Entrava Bacon per Batum, Collins a 6:16 inchiodava l’alley-oop del pareggio mandando Charlotte al time-out ma al rientro un’infilata di Bazemore ci rispediva sotto.
Marvin pareggiava andando in corsa a segnar con un dolce arcobaleno ma a 5:13 anche Lin s’iscriveva all’album dei “triplisti” degli Hawks del terzo quarto.
Un tap-in di Collins innalzava il livello di difficoltà di rientro di Charlotte che si accontentava di tirar da fuori anche se Lamb metteva leadership in campo avendo come compagni i ragazzi della bench.
Una steal, un rimbalzo e un floater in entrata dopo esser sfuggito al marcatore con un buon crossover per l’89-91 davano fiducia ma i Falchi della Georgia ripartivano con uno 0-5 di parziale che li portava a viaggiare sull’89-96.
Frank a 2:06 dalla lunetta splittava, Bacon in entrata con l’appoggio al vetro faceva una buona cosa dopo due errori da tre dall’angolo in precedenza ma tornava a far perder turni in attacco a Charlotte poco dopo con passi in partenza…
Bembry quindi metteva dentro il +8 Hawks (92-100) prima che Bacon dal mid-range iniziasse il parziale di 5-0 chiuso da Monk da tre punti a :17.9 per il 97-100 che chiudeva il quarto.
 
 

Foto: Dale Zanine-USA TODAY Sports

 
 
 
4° quarto:
 
Bembry segnava in avvio ultimo quarto il suo 14° punto poi era Batum a ricever un filtrante letale da Monk e a andando in corsa a pendersi due liberi per il 99-102.
Collins lanciava una jam infuocata alla quale rispondeva Graham dalla diagonale destra in sospensione.
Dedmond da sotto dimostrava perché gli Hornets non avrebbero mai vinto questa partita segnando il quarantaseiesimo punto nel pitturato degli Hawks contro i soli 24 di Charlotte.
A 8.22 però ancora Monk giungeva in soccorso dei Calabroni con l’ennesima tripla che fissava il risultato sul 106-108 prima della pausa.
Non perdeva il ritmo Monk che al rientro sul parquet scaraventava un’altra volta la spicchiata dentro per il sorpasso (109-108) Bazemore da tre e un ½ di Huerter dalla lunetta a 6:36 davano il +3 ad Atlanta che usufruiva del vantaggio di avere un Collins pronto alla schiacciata sfruttando le debolezze dei nostri lunghi.
-5… anche Kemba da fuori tirava storto ma Monk su uno scarico di Kemba ghermiva la sfera scaricandola istantaneamente nel canestro dall’angolo destro nonostante il buon close-out difensivo.
114-116 e Walker a pareggiare dopo uno spin a crearsi spazio e pull-up su Dedmond dal bordo destro.
116 pari che diveniva 116-118 grazie a una second chance sotto canestro per gli Hawks.
Massiccia tripla di Kemba a a 2:32 per il 119-118 ma si aveva un’anticipazione del finale quando Bazemore segnava innescato da un passaggio orizzontale tagliando a fette la larga difesa in maglia nera. Hawks che andavano sul +3 ma Walker a 1:16 andava il lunetta per un blocking foul segnando i liberi e segnando su Collins con uno step-back jumper dalla media distanza mandava i Calabroni sul 123-122.
Young mancava un layup parso già realizzato ma Walker faceva scadere i 24 secondi sul raddoppio in pressione di Atlanta.
Borrego mandava dentro il disastroso Bacon che si distraeva sull’entrata di Bazemore il quale andava liscio non trovando altri validi oppositori dalle parti del ferro per depositare a :04.6 i punti vittoria, anche perché Walker andando in punta a ricever la rimessa attaccava subito il ferro ma gli arbitri non chiamavano il braccio di Bembry infilato sotto l’ascella destra di Walker che rallentato da Huerter che riusciva a toccargli la palla, riusciva solamente ad alzare la sfera stoppata da Collins in maniera pulita.
Kemba lamentava un tocco sul braccio ma se quello di Collins era pulito così non era quello di Bembry.

Walker toccato sulla partenza dell’ultima azione.

Troppo poco per recriminare l’ennesima partita persa contro dei meritevoli Hawks.
Gli Hornets se vogliono migliorare la classifica devono andare a prendere un protector rim non ingombrante, altro che Beal per evitare queste sconfitte ormai di rito in finali indifesi e indifendibili ormai…
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6
22 pt., 5 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/9 da fuori ma solo 7/23 dal campo. Si accende nel finale dopo aver passato la partita tra assist e tiri mancati. Croce e delizia perde anche una palla importante sul penultimo possesso dopo averla tenuta troppo e si fa stoppare sull’ultima azione della gara anche se Bembry commette fallo in partenza e Huerter lo rallenta di conseguenza. Avrebbe potuto forse scaricare per Monk libero a sinistra in forma ma aveva già deciso di puntare il canestro da solo dopo la tripla mancata da Williams contro OKC. Partita strana ma ha un +4 di plus/minus.
 
 
Jeremy Lamb: 6,5
13 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 5/11 dal campo. Leadership per la panchina con un bel rimbalzo, un recupero palla e un canestro in penetrazione. Aggressivo a rimbalzo, latita un po’ da fuori con un 2/6 viste le medie stratosferiche del match ma gioca sicuramente una buona partita cercando anche di forzare i blocchi se necessario. Un solo fallo all’attivo.
 
 
Nicolas Batum: 6,5
14 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, rubate. 5/8 al tiro e 4/4 dalla lunetta. Nel primo tempo lancia via un pallone regalando la transizione agli Hawks ma a parte lo 0/2 fuori mette un 5/6 da dentro l’arco mostrando d’esser capace d’andare in entrata se vuole. 4/4 dalla lunetta. Non si perde per colpa sua ma per molto demerito del sostituto stanotte.
 
Marvin Williams: 6,5
20 pt., 13 rimbalzi, 1 assist, rubata. 7/14 al tiro e 4/9 da fuori. Doppia doppia per l’ex Hawks esaltante ma inizia a sbagliare tiri sul più bello dopo un inizio sfolgorante. Scema alla distanza anche se a livello difensivo non va male ma se con la small ball gli capita di giocare come centro senza averne l’altezza, sono guai, non per colpa sua però…
 
Cody Zeller: 5
7 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/5 al tiro, alcuni buoni giochi che si tramutano anche in assist come quello che prolunga il passaggio di Walker ma è dietro che non tiene. Stavo per dargli anche un discreto voto ma nel finale Borrego lo toglie per rimetterlo in campo sull’ultima azione offensiva (su quella che costa la vittoria no c’è) dove è spettatore marginale.
 
Malik Monk: 7,5
26 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 7/11 da fuori per un 9/15 totale dal campo. Grande serata per Monk che ritrova la mano sparando da fuori alla grandissima pareggiando il suo career-high. Peccato che manchi un paio d’entrate ma da un contributo prezioso, anche nel finale con la bomba del -2. Purtroppo non sempre la difesa è a livello dell’attacco ma ha un +4 di plus/minus.
 
Miles Bridges: 5
4 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Gioca 19 minuti riempiendo il tabellino, cancellando gli zeri… Sale solo di uno però dal numero del nulla inventato dagli arabi nei tiri dal campo con un 1/6 penalizzante. In difesa riesce a intervenire bene un paio di volte in stoppata ma non a rimbalzo, anche lui vaga un po’ nelle praterie delle maglie larghe della difesa.
 
 
Dwayne Bacon: 4
4 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. Gioca 14 minuti con un 2/5 al tiro e 3 TO. Fa più danni della grandine e Borrego lo manda in campo a tenere Bazemore, il più pericoloso degli avversari. Evidentemente non gli portano bene i giocatori che iniziano con la sua stessa lettera del cognome. Dopo Butler anche Bazemore lo batte, anche se in entrata. Avrebbe potuto farsi battere sul tiro o almeno provare a spender il fallo prima, invece lascia andare Bazemore sino alla fine.
 
Frank Kaminsky: 6,5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Gioca bene segnando 11 pt. in 12 minuti, ma ci sta un mezzo voto in meno per l’approssimazione dalla lunetta. Tira cortissimo un libero e i tre sbagliati alla fine costano caro ma attacca bene il ferro andando a prendersi tiri ravvicinati o falli. Ha un +3 di plus/minus, non commette falli, sta giocando bene e con grinta ma Borrego nel finale lo ignora e fa male.
 
Devonte’ Graham: 5,5
2 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. 15 minuti al posto di un Parker ancora in lista infortunati. E’ un rookie che si prende tre tiri trasformandone solo uno da due nell’ultimo quarto. Ne sbaglia due da fuori e nonostante i 3 assist accumula un -8 di plus/minus non riuscendo a dare vera pericolosità, vera profondità all’attacco della squadra.
 
Coach James Borrego: 4,5
Reiterato nello schierare una small ball nel finale in fase difensiva. Non c’è un protector rim e il tentativo di Williams di steal su Bazemore in entrata in palleggio con Collins largo a sinistra da tenere non può essere efficace. Le assenze non lo aiutano ma rimette del suo dopo la L a Chicago. La tragedia era nell’aria già dal +1 perché gli Hornets, specialmente fuori casa e su campi di squadre da fondo classifica non sanno difendere.

Game 18: Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 104-109

 
Intro
 
Nel venerdì del Black Friday i Calabroni cercavano di non finire perdenti a OKC, fatto che per molti davano più scontato del venerdì dei saldi.
Troppe cose vengono date per scontate, comprese le percezioni che si hanno delle persone intorno a noi, non sempre le impressioni in superficie colgono l’essenza.
Cogliere l’essenza della partita era compito di Borrego che provava a sistemare strategicamente una situazione da portare a nostro vantaggio sul parquet di fronte alla forza degli avversari installando un parafulmine difensivo capace di bloccare i fulmini dei Thunder.
Compito non facile se MKG rimaneva fuori insieme a Willy e a Parker, tutti in lista infortunati.
 
 
 
La partita in breve
 
Charlotte giocava una partita gagliarda in quel di OKC rimontando uno svantaggio in doppia cifra dopo il tentativo di fuga dei Thunder operato nel terzo quarto con strappo nel quarto che sembrava far rimaner intatta la fiducia di semplice vittoria della squadra dell’Oklahoma.
Nel finale però Charlotte rimontava giocando di squadra oltre che con il solito Walker e potrebbe tornare avanti dopo essersi portata sul 104-105 con una pesantissima tripla dalla diagonale destra di Marvin Williams a 37 secondi dalla finema le triple di Marvin Williams per il vantaggio e Kemba Walker per l’aggancio, infrangendosi sull’anello, intervallate dai liberi della sicurezza di Westbrook, costringevano Charlotte necessariamente a fermare il cronometro decretando ai liberi la sconfitta degli Hornets ancora in volata.
Sicuramente la situazione di questo tipo di partite perse al fotofinish che si protrae non è positiva ma vorrei vedere il bicchiere mezzo pieno.
Charlotte ha giocato con grinta, dimostrando di saper giocare di squadra con i sostituti che sono stati all’altezza degli assenti, purtroppo la grave pecca che ha compromesso la gara è stata la bassissima percentuale nel tiro da fuori.
Un 6/31 (19,4%) che paragonata al 33,3% dei Thunder da 3 ha pesato molto.
Curiosamente rimbalzi e assist son finiti pari con 46 e 24 per squadra mentre Westbrook ha segnato 30 punti smistando 12 assist seguito da Schroeder con 23 punti e George 19. Per Charlotte 25 di Walker e 18 di Lamb, non però particolarmente precisi.
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Iniziava male la partita per Charlotte tanto da sembrar segnata.
Un tiro innocuo corto ravvicinato di Adams colpiva il primo ferro ma a rimbalzo andavano tre Hornets, il tocco decisivo di Williams produceva un auto-canestro ridicolo senza pressioni di maglie bianche sulla palla.
Lamb perdendo palla lasciava spazio alla transizione di George e sempre Jeremy riceveva la chiamata arbitrale contro a 10:50.
Westbrook ringraziava segnando i liberi per lo 0-6…
A 10:39 dalla linea di fondo Zeller metteva dentro grazie a un bound pass verticale smarcante di Walker che in transizione in salto faceva rimbalzar un altro pallone verso destra dove sulla linea da tre punti dalla diagonale si proponeva Williams per un catch’n shoot da tre punti che faceva 5-6…
Dopo il 5-8 era Kemba a tener il passo inarcandosi sotto canestro per un fade-away sotto la torre bianca.
Lamb non riuscendo a prender un rimbalzo difensivo alla portata dava il via per un secondo possesso che OKC sfruttava al massimo con la tripla di Schroeder.
Charlotte subiva anche l’alley-oop da sopra il canestro di un atletico Grant a 8:55 e un altro canestro che portava la situazione sul 7-15.
Gli Hornets non si scomponevano trovando due liberi con l’ex Lamb che continuava a dimostrare buona mano realizzandoli.
Ancora Lamb coglieva Westbrook impreparato con il crossover sul lato esterno penetrando tra tre difensori appoggiando e subendo il fallo.
Azione da tre punti che portava a -3 Charlotte e rivalutava il voto di Lamb dopo una brutta partenza.
Un jumper che picchiava il vetro alto e ricadeva dentro di Westbrook dava il +5 per i locali ma Walker in fade-away dalla baseline destra dopo uno stretto e schiacciato crossover restituiva un gap di un solo possesso lungo dopo essersi visto sull’azione precedente un canestro per fallo di Westbrook che abbracciando Cody sul blocco dava un vantaggio ai suoi.
Due possibilità anche per George che prima segnava da posizione frontale poi andava a sfondar su Walker che in attacco cercava ancora Zeller bravo da sotto a destra a fintare un pump fake contro il difensore, palleggio, cambio lato canestro e appoggio comodo a difensore fuori causa.
A 4:50 Lamb era spostato sul tentativo da tre.
Dalla lunetta era ancora impeccabile:
3/3 e pari ottenuto a quota 19 e Hornets pronti a spiccare il balzo per andare in vantaggio.
Non tradiva Walker che schiacciava marcatore e centro avversario verso il canestro con l’entrata, lo spin e la cessione della sfera a Zeller accanto a lui che alzando un floater vincente mandava Charlotte a 21 punti.
Kemba segnava splittando dalla lunetta per un fallo di Luwawu-Cabarrot ma i Thunder da fuori con una tripla tonavano in parità.
Lamb al vetro dal post basso in uno contro uno segnava ma a 2:44 Adams dalla lunetta pareggiava.
Anche gli Hornets però potevano usufruire della lunetta a 2:17 andando in bonus con Lamb bravo a continuare la sua striscia a gioco fermo con un 2/2.
Adams troppo sotto il ferro lo colpiva nel traffico e sulla transizione Kemba segnava dall’angolo destro per tre punti ma i Thunder restituivano subito il canestro con la stessa moneta riducendo il vantaggio Hornets a soli 2 pt. (29-27).
Schroeder nel finale colpiva con un uno-due micidiale in infilata su passaggio di Westbrook e attaccando Bacon con rapido movimento caracollante per l’imprendibile appoggio per il 29-31.
Frank metteva dentro un runner oltre Adams ma l’oceanico centro sulla sirena al secondo tentativo da sotto metteva dentro poiché Lamb in rotazione riusciva a opporsi lanciandosi sul kiwi solo al primo tentativo.
31-33 alla fine di un primo quarto combattuto.

Una stoppata pulita di Kaminsky su Grant. Buona prova per un più grintoso Frank the Tank.

 
 
2° quarto:
 
Provava Charlotte in avvio di secondo quarto ad approfittare del vantaggio panchina:
Bacon con un ½ dalla lunetta a 11:43 ci riavvicinava, Bridges sbagliava in transizione ma l’avvoltoio Frank ripuliva correggendo per il sorpasso (34-33).
Schroeder dimostrava d’esser in gran forma con la bomba del contro sorpasso ma Batum con un great bound pass in diagonale faceva rimbalzar la sfera in mezzo alla difesa dei Thunder colti impreparati sul back-door di Bacon che dalla destra metteva dentro facile giungendo rapace sotto canestro.
Bridges sparava una schiacciata sul ferro ma ancora Frank, sempre sulla spalla di Miles recuperava e metteva dentro altri due punti a 9:51 per un vantaggio che a 9:24 saliva a 5 punti con una precisa tripla di Graham dalla diagonale destra.
Bacon poi s’inventava uno spin nel cuore dell’area in uno contro uno per alzare la parabola a una mano oltre il difensore appiccicato a lui.
45-36… panchina Hornets micidiale ma a 8:44 per un fallo su Schroeder i Thunder coglievano un’azione globale da tre punti.
Tornava rapidamente in campo Westbrook viste le difficoltà… il suo scarico per Burton era ben utilizzato dal n°30 avversario per la bordata da fuori che faceva 45-42…
Batum a 7:48 dopo un giro palla di squadra culminato con la drive e lo scarico assist di Kaminsky nell’angolo destro per il francese, esaltava il gioco di squadra con tre punti per il 48-42.
Bacon faceva buona guardia sul n°0 costringendolo a perder palla ma a 7:15 era ancora Schroeder da tre punti a dar la spinta ai locali.
Frank sbagliava ma questa volta era Bridges, viaggiando in coppia con lui a ringraziare con uno spin sul difensore che si auto-estrometteva tentando l’anticipo.
Dunk di Miles terrificante seguita da un’altra di Cody che resistendo al tentativo di rubata di Westbrook con uno spin andava a trovare un varco centrale per la poderosa rim run a una mano.
Anche OKC però dimostrava di saper schiacciare, nella fattispecie Burton con una poderosa dunk a 5:30 ricambiava consigliando a Borrego il time-out sul 51-48.
Poco da fare perché OKC passava avanti anche per colpa di un paio di triple mancate di Lamb che faceva da sfondo a quella infilata da George per il 51-56.
Batum segnava un pull-up dimostrando personalità ma Burton dopo un paio di interventi sospetti su Kemba la buttava dentro con un’altra jam importante.
Kemba e Frank mettevano dentro due punti a testa giungendo entrambi a quota 10 nel personale bottino portando Charlotte sul -1 (57-58) ma Burton splittando dalla lunetta per il terzo fallo di Frank e una tripla di Westbrook realizzata ben oltre la linea da tre dalla diagonale sinistra portavano il risultato sul 57-62.
A far la differenza le percentuali da fuori (3/16 per Charlotte) con molte statistiche simili.
 
 
3° quarto:
 
Dopo un paio di punti a testa Charlotte a 10:29 segnava il 61-67 con un brillante floater di Cody su Adams che in attacco andando a ricever sotto in corsa da Westbrook alzava il gomito su Marvin.
Due FT per il centro dei Thunder, un canestro solo, Lamb sbagliava il tiro, recuperava in difesa un passaggio verticale verso la baseline vicino a canestro, poi era Kemba a 9:13 a segnare con un teardrop dopo aver preso il mezzo su un blocco che attardava George.
Adams con uno spin sotto canestro stretto metteva dentro per il 63-70 e Westbrook in ricaduta sul jumper a gambe larghe vedeva il tiro finir dentro la retina.
Lamb rubava la sfera ma mancava la transizione in uno contro uno e gli Hornets rimanendo sul filo quando dopo una battagli a rimbalzo vedevano palla messa fuori per la tripla di Schroeder speravano nel fallo precedente a rimbalzo su Zeller che spinto finiva a terra.
Gli arbitri guardando il replay decidevano per il settantacinquesimo punto Thunder che andavano in fuga sul +12…
Batum restituiva la tripla e prendeva un rimbalzo difensivo, Williams completava la spinta data dai veterani con due punti da sotto mentre Adams sparava al ferro l’alley-oop fallendo l’occasione così Kemba a mezzo secondo dai 24 cercando il contatto con Abrines guadagnava in maniera molto furba due FT (forse la SG sfiorava solamente la gamba del nostro capitano).
Comunque il 2/2 ci restituiva un gap più morbido (70-75).
George in entrata usava la palla come edera; la sfera rampicando sul primo ferro tracciava una traiettoria irregolare ma utile per due punti e Westbrook battendo con un tiro al vetro l’attentissima difesa di Bacon sembrava mandare in crisi Charlotte ripiombata a 9 punti di distanza (70-79).
Kemba con uno spin e uno stop nel cuore dell’area su Abrines segnava ma vedeva Westbrook passeggiare sulla linea di fondo per apprestarsi alla dunk appesa.
Rispondeva Walker con un pull-up dalla media per il 74-81.
Dopo altri due punti Thunder, Walker fintava a elastico il passaggio dentro dandolo con un attimo di ritardo a Bacon che vedeva aprirsi la difesa per appoggiare comodamente da sotto a destra.
Nel finale però OKC riprendeva quota con Adams e Westbrook, il quale mettendo in serie 4 punti trascinava sul 76-89 i suoi.
Bacon con 4 punti consecutivi reagiva per Charlotte che chiudeva sull’80-89 la terza frazione.
 
 
 
4° quarto:
 
Dopo due punti Thunder Frank in corsa che ben usava il vetro arrivava l’alley-oop no look di Graham per Bridges ma su un possesso difficoltoso d’attacco dei Thunder esplodeva la velocità di Schroeder che frontalmente dribblava la difesa di Charlotte per appoggiare altri due punti.
Le guardie degli Hornets Lamb e Walker ne mettevano due a testa per l’88-93 e ancora Jeremy a 6:10 dal mid-range sinistro off-balance infilava l’anello trovando solo cotone per il 90-93.
Charlotte vivendo un buon momento difensivo accorciava ulteriormente con un rimbalzone d’attacco di Williams che metteva dentro dopo l’errore di Walker.
92-93… si scuotevano i Thunder che dalla destra con George cercavano spazio per il tiro, spintonato Graham per gli arbitri non c’erano presupposti per il fallo, troppo tardi arrivava un generoso Lamb in chiusura sull’ex stella d’Indiana che calava la tripla da smarcato.
Borrego lamentava anche un contatto su Lamb in entrata ma dall’altra parte si correva in transizione con Grant a rimorchio fermato dal primo fallo di Walker.
½ e tripla successiva di Walker per il 95-97 a 3:49 dopo uno scambio con Zeller che portava anche il blocco sulla diagonale destra.
Westbrook però a 3:31 trovava il jolly con l’entrata in penetrazione: un rustico Cody lo abbatteva agganciandolo alto ma il lancio della sfera al vetro era propedeutico al canestro e al libero supplementare che segato, portava i Thunder a toccar quota 100.
Gli Hornets però non erano ancora pronti per la pensione e accorciavano con un extra pass di Zeller per Lamb che appoggiava bene solissimo.
I Thunder allungavano sul 97-103 a 1:49 dalla fine ma Walker appoggiava il venticinquesimo punto e una steal di Walker sulla stella avversaria costava ai locali l’appoggio in transizione di Graham per il 101-103.
Schroeder a :56.7 freddava la difesa con un pull-up dalla media passando dietro un blocco ma a :37.1 una pesantissima tripla di Williams dalla diagonale destra ci dava il 104-105.
Westbrook in attacco poi forzava in salto mandando la palla oltre il fondo a contatto con il difensore.
La palla, con :20.5 da giocare, rimaneva a Charlotte che istantaneamente correva con Walker fin sotto canestro:
Drive and kick con scarico in angolo sulla sinistra dove Williams provava a ripetersi da tre punti ma questa volta mancando il tiro costringeva al fallo Charlotte che subiva due liberi di Westbrook a :11.2.
Westbrook spendeva un fallo avendone facoltà prima di raggiungere il bonus per i Thunder.
Charlotte rimaneva con :09.4 da giocare.
Una buona esecuzione sulla rimessa per un tiro di Walker dalla diagonale destra da tre punti avrebbe potuto pareggiar la gara ma ancora una volta il tiro da fuori risultava impreciso con due Thunder in chiusura seppur ritardata, quindi con altri due FT la star dei Thunder chiudeva il match sul 104-109 irimediabilmente.
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6
25 pt., 2 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 6 TO e 2/10 da fuori. 10/23 totale al tiro ma -11 di plus/minus. Partita generosa di spinta. Purtroppo sbaglia una tripla importante ma contribuisce al rientro in maniera decisiva. Buono il suo avvio di gara con diversi assist per Zeller.
 
 
Jeremy Lamb: 5,5
18 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Un po’ in difficoltà in difesa anche quando non sta più su Westbrook. Peccato che il suo 5/15 con lo 0/4 da tre abbassi molto le medie da fuori. Bravo quando attacca, si lamenta spesso e in un paio di casi ha ragione perché viene toccato sul tiro e gli arbitri non fischiano. Dalla lunetta è un cecchino. 8/8…
 
 
Nicolas Batum: 6
9 pt., 9 rimbalzi, 4 assist. 4/7 dal campo, tende a sparire un po’ ma quando ci prova dimostra personalità e se gli capita l’occasione mette più aggressività a rimbalzo. Non sempre la difesa è rapida ma sembra abbastanza attenta. Una sua tripla importante evita il collasso anticipato.
 
Marvin Williams: 6
10 pt., 6 rimbalzi, 1 rubata. Gran finale per Marvin che spara un paio di botti. Pirotecnico il missile dalla diagonale destra per il -1, impreciso l’ordigno dall’angolo sinistro che rimanendo inesploso non aiuta a scavalcare i Thunder. Torna a giocare un minutaggio alto (30 minuti) conquistando 6 rimbalzi. Una discreta difesa ma decisiva la carambola a inizio partita con il pasticcio con due compagni che vedeva mandar dentro la spicchiata regalando il jolly ad Adams che si vedeva assegna due punti per un autocanestro del nostro numero 2.
 
Cody Zeller: 6,5
10 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 5/9 al tiro. Ok, rimbalzi ancora non eccellenti e difesa su Adams qualche volta un po’ così. In attacco però porta un bel blocco nel finale per Kemba che spara la tripla e da un extra pass smarcante a Lamb risultando un buon passatore di serata. In avvio riceve diversi palloni che spedisce dentro. Sbaglia poco e dato che vince chi sbaglia meno, peccato che i compagni in questo non l’abbiano seguito.
 
Miles Bridges: 5,5
4 pt., 7 rimbalzi, 1 rubata. Sbaglia una schiacciata solitaria, ne mette dentro un’altra dopo un giro che vede il difensore togliersi di mezzo tra lui e il canestro tentando la steal. Sbaglia diverse entrate. Come scrivevo recentemente, sugli appoggi c’è tanto da lavorare. Ha poca sensibilità nei polpastrelli nei tocchi, alcuni troppo forti. Non è facile con l’avversario addosso ma deve migliorare. Bravo a rimbalzo. 2/6 dal campo ma non tenta mai da tre punti.
 
Frank Kaminsky: 7
12 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 6/9 dal campo. A parte un 3 secondi in possesso della palla fischiato dagli arbitri (non trovando nessuno) e una palla data male di lì a poco, Frank gioca una partita grintosa in difesa dimostrando a rimbalzo di saperci anche fare. Da fastidio e trova un gioco più congegnale in attacco muovendo palla o trovando soluzioni che non sian dalla distanza dove fa 0/2… Se si muove più vicino a canestro è bravo ad appoggiare e pericoloso nel recuperar palloni. Non fa rimpianger Willy. Inaspettato.
 
Dwayne Bacon: 6,5
11 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. 5/11 al tiro e +1 di plus/minus. Spinge la panchina con punti e in difesa è tenace anche se è uno dei più sfortunati beccandosi in faccia un paio di canestri di difficile fattura dopo due difese francobollato all’avversario. Nessuna palla persa e nessun tiro tentato da fuori. Va sul sicuro.
 
Devonte’ Graham: 6
5 pt., 3 assist, 2 rimbalzi, 1 rubata. Tenuto in campo nel finale anche sulle rimesse, è bravo a trovar un paio di volte i compagni (Walker e Lamb). Segna da tre punti un solo tiro sui cinque tentati. Il limite è questo. Deve prenderseli in situazioni con più ritmo e meglio, però fornisce un bell’alley-op no look per Miles e difensivamente lo si vede anche riuscire in un’azione fermare Westbrook. Deve lavorare un po’ sulla difesa in generale comunque.
 
Coach James Borrego: 6,5
La squadra ha un gioco e si vede. Bisogna fargli i complimenti. Coraggiosa anche la scelta sull’ultima azione con la drive and kick di Walker per Williams ma troppo frettolosa. Bene l’idea di scaricar palla ma si poteva tentare di muover la difesa per prendersi un tiro da più vicino con un vantaggio. Purtroppo nel “o la va o la spacca” non è andata… La squadra però è viva e vivace. Non deve calare d’attenzione su altri campi. Bisogna trovare continuità e andare a vincere sul prossimo campo.

Il Punto @ 17 (2018/19)

Premessa a lungo termine
 
Incastrati da una situazione pregressa, gli Hornets in estate cedevano immediatamente Dwight Howard in cambio di Timofey Mozgov.
Una trade da brividi motivata dal fatto di dover abbassare il monte ingaggi prossimo a superare la luxury tax visto che al momento la squadra non ha ambizioni per l’anello.
In una multitrade a tre con Bulls e Magic poi Mozgov finirà a Orlando da dove arriverà invece Biyombo, altro centro dallo stipendio comunque alto come i primi due.
Partiva così in salita la stagione degli Hornets che per il resto puntellavano il roster solo con piccoli aggiustamenti con la punta di diamante Tony Parker da San Antonio a dare finalmente un buon backup per Kemba come playmaker.
Dopo aver sondato vari candidati tra i quali anche l’italiano Ettore Messina, Kupchak, nuovo GM, sceglieva quello che diverrà il primo allenatore ispano-americano della NBA, ovvero James Borrego, il quale a colloquio con Mitch, oltre a convincerlo con le proprie credenziali pop-antoniane avrà dovuto sicuramente esser accondiscendente all’ipotesi prospettata dall’erede di Cho, cioè quella di non riuscire a ripulire l’alveo di quel fiume esondato sotto il crollo del monte ingaggi che ha finito per intasare il cap.
Con due stagioni mediocri e giocatori in involuzione, al nuovo coach non restava che inventarsi qualcosa, confidando anche nell’apporto dei giovani, in particolar modo del rookie Miles Bridges e del sophemore Malik Monk e partire per vedere che sarebbe accaduto in stagione perché nel caso in cui fossimo messi male a metà stagione avrebbero potuto trovar posto le speculazioni sullo smembramento del team durane la sessione invernale viste le scadenze di Kaminsky, Lamb e Walker che avrebbero potuto abbattere l’indistruttibile castello del monte salari.
La squadra però, a parte le partite in trasferta a Chicago e Cleveland perse malamente, ha sempre dimostrato di potersela giocare anche se magari risultando perdente sul filo, in qualche caso danneggiata pesantemente da grossi “errori” arbitrali.
Negli ultimi giorni si è diffusa la voce che gli Hornets starebbero chiedendo informazioni ai Wizards per attuare uno scambio che li porti alla SG Beal visto che la squadra della capitale è in disfacimento.
Non è certamente detto che il giocatore arrivi ma questo dimostra che MJ e Kupchak, pur in una situazione simile a quella dello scorso anno vogliono tentare di giungere ai playoffs e non di tankare in pieno spirito sportivo.

Da Rotoworld, una ricostruzione del roster diviso per ruolo e relative gerarchie, anche se qualche giocatore è intercambiabile almeno in un paio di ruoli.

 
 
 
Descrizione veloce delle partite passate
 
In preseason Charlotte dimostrava di poter competer contro le altre squadre ma per aver test più affidabili bisognava aspettare la gara d’esordio, giocata sul magnifico parquet vintage di metà anni ’90 contro i Bucks.
Charlotte cedeva contro una delle attuali principali forze della Eastern Conference di solo un punto con l’errore di Walker da sotto e la tripla di Batum sulla sirena mancata che avrebbero potuto dare una svolta diversa all’inizio degli Hornets che rivedevano così gli antichi fantasmi della sconfitta nelle punto a punto.
Charlotte si trasferiva quindi in Florida per due trasferte, la prima morbida a Orlando, la seconda a Miami.
A Orlando non c’era storia a Miami dopo aver dominato nel primo tempo i teal & purple si facevano risucchiare nel finale vincendo solo nel secondo finale quando Walker questa volta trovando il contatto portava sul +1 dalla lunetta i Calabroni per poi sbagliare intenzionalmente il secondo non dando più tempo agli Heat per un tentativo beffa.
A Toronto Charlotte franava mentre a Chicago arrivava una sconfitta incassata nella stessa modalità W a Miami, solo che era LaVine dalla lunetta a punirci nel finale per un fallo di Monk intervenuto in seconda battuta.
La rivincita con i Bulls arrivava dopo due giorni a campi invertiti ed era tutta una sinfonia Hornets, musica che s’interrompeva ancora a Philadelphia per un altro fall short (103-105).
Charlotte tornava a vincere in casa contro gli Heat nella prima di 4 gare consecutive casalinghe, perdeva contro OKC dopo esser stata sul +19 nel terzo quarto, asfaltava una Cleveland sbrindellata dal vuoto lasciato da James e chiudeva il ciclo travolgendo Atlanta nel secondo tempo dopo una partita un po’ allegra…
La squadra di Jordan però si affacciava a un ciclo di tre trasferte consecutive perdendo di un solo punto al supplementare contro Philadelphia dopo aver incassato il 117 pari nel finale dell’ultimo quarto con una tripla di Embiid che commetteva infrazione di passi per ben due volte.
Gli arbitri non la vedevano e all’OT la spuntava Phila anche perché Zeller e Bacon finivano scientificamente out e Embiid dalla lunetta continuava il suo show favorito dagli arbitri. 132-133…
A Detroit in una partita serale gli Hornets disputavano una partita gagliarda dal punto di vista fisico costringendo i Pistons a sparare a salve da fuori vincendo in maniera lineare.
Ci si sarebbe aspettati di passare a Cleveland priva di Love e altri giocatori ma la difesa faceva acqua dall’inizio e non si rientrava più in gara perdendo malamente.
L’occasione di riscatto arrivava contro Philadelphia in casa nella notte nella quale erano onorati i 10 giocatori all-time più votati dai tifosi.
Nell’intervallo scendevano sul parquet: Muggsy Bogues, Baron Davis, Dell Curry, Kendall Gill, Alonzo Mourning e mentre Gerald Wallace dato per presente era fermato da lutto della madre (condoglianze), Al Jefferson era in Cina e LJ assente (foto di gennaio).
Sul campo esplodeva letteralmente Walker con 60 punti ma si perdeva sulla sirena per colpa di una tripla di Butler ma soprattutto di un arbitraggio assurdo che dimenticava uno dei tre tiri di Walker in lunetta nei regolamentari, assegnava uno scontro Simmons/Williams come fallo alla nostra PF che veniva espulsa e subivamo due liberi…
Amareggiato Kemba dopo un paio di giorni provava a ripartire da dove era rimasto e ci riusciva segnando 43 punti (21 nell’ultimo quarto) trascinando la squadra al recupero da -10 vincendo la partita quasi da solo (Parker spalla decisiva) e allontanando lo spettro di quei finali ravvicinati sempre così malauguratamente tristi e uguali.
Nell’ultima gara presa in esame Kemba si sedeva in panchina nell’ultimo quarto poiché la squadra risolveva la pratica Indiana già nel terzo finendo con il tirare oltre il 62% da fuori a fine partita…
Walker segnerà 16 punti con 11 assist.
9-8 dopo 17 partite, nonostante qualche amarezza una classifica più rosea delle previsioni catastrofiche dell’estate grazie alle ultime due convincenti vittorie su Boston e Indiana.

Charlotte si trova attualmente al sesto posto nella Eastern Conference e al comando della propria Division con mezza partita di vantaggio su Orlando, altra mezza sorpresa d’inizio stagione.

 
 
 
 
Prossime partite
 
Gli Hornets riprenderanno la corsa verso i playoffs il 23 novembre a Oklahoma City e il 25 saranno di scena ad Atlanta in una trasferta potenzialmente più morbida.
Gara 20 vedrà la rivincita tra Hornets e Bucks dopo la delusione della sconfitta all’esordio. Sarà ancora lo Spectrum Center ad accoglier le due squadre così come accoglierà in fila Hawks, Jazz e Pelicans, questi ultimi nella prima partita dicembrina il 2.
Minnesota fuori casa e Denver in casa continueranno ad esser sfide contro squadra a Ovest poi al Madison Square Garden gli Hornets affronteranno gli arancio-blu di Spike Lee, amico personale del presidente degli Hornets MJ.
Dopo New York Charlotte affronterà un ciclo importante di sfide casalinghe che andrà dal 12 al 21 dicembre.
Gara 27 nella notte di Santa Lucia (il 13 alla 01:00 in Italia) Charlotte vedrà le candele dei Pistons scintillare in uno scontro importante, poi ci saranno New York, i L.A. Lakers di James, Cleveland e ancora Detroit che aprirà e chiuderà questo mini-ciclo di partite nella Queen City.
Boston (il 23, ultima gara prima di Natale) e Brooklyn (a S. Stefano) saranno due trasferte che interromperanno le gare casalinghe ma la 34^ giornata vedrà Charlotte ancora in casa nella Buzz City ad affrontare nuovamente Brooklyn.
11 gare casalinghe e 6 in trasferta.
Per Charlotte, se riuscisse a ottenere almeno il numero di vittorie delle partite da disputar in casa, vorrebbe dire dare una piccola svolta alla stagione portandosi ipoteticamente sul 20-14…
Le doppie sfide con New York, Atlanta, Brooklyn e Detroit, tutte squadre dell’Est, saranno molto importanti per Charlotte che attualmente, nonostante gli infortuni di MKG e Willy Hernangomez (probabile il suo rientro stasera a OKC mentre MKG sarà ancora out) gode di un buon momento di forma.
 
 
Parte statistica descrittiva di pregi e difetti
 
Anche se non amo i paragoni, iniziare a vedere la differenza sostanziale tra il gioco che Clifford proponeva ultimamente e quello sviluppato da Borrego potrebbe essere già una prima chiave psicologica per capire il perché una squadra data da tutti gli analisti come destinata ai bassifondi di classifica in realtà stia andando meglio del previsto.
Clifford negli ultimi anni predicava la difesa a oltranza.
E’ vero, difendere è il primo passo per contrattaccare, specialmente su un campo da basket che non è lungo come quello di Holly e Benji o Capitan Tsubasa.
Questo lo sa anche Borrego che ha esaltato le caratteristiche offensive della squadra cercando di metterla a proprio agio, lasciandola libera di correre in transizione e d’esprimer la propria anima.
Con Clifford nell’ultimo anno e mezzo la squadra è parsa frenata, sui rimbalzi offensivi si utilizzava la tattica che i russi adottavano contro gli eserciti invasori nei lunghi inverni; lasciare campo senza far trovar nulla ai nemici ma sulle tavole di legno rinunciare ai rimbalzi offensivi per non esser infilati in transizione era diventato troppo oneroso, inoltre il gioco si era smarrito.
Non dico che quello voluto da Borrego sia uguale a quello che praticava quando era in Texas agli Spurs, anche perché la sua idea di gioco pare essere un ibrido tra movimento palla e un run & gun, ovvero giocate più rapide possibili, correre e sparare nel minor tempo possibile per affondare colpi “semplici”.
Questo riporta alla mente la filosofia d’antoniana ma anche i primi Hornets che sul finire degli anni ’80 e poi ’90, fino all’ultimo anno con coach Bristow, facevano del ritmo un’arma per sorprender gli avversari.
Anche il fatto che tutti possano contribuire maggiormente in fase offensiva, oltre a creare una pluralità di minacce, probabilmente convince i giocatori di poter attuare quel gioco che se finalizzato, li aiuterà a far crescere la loro autostima.
Un vantaggio che Borrego ha indubbiamente oggi, è il poter utilizzare Parker anziché Carter-Williams.
Con una PG di riserva più affidabile, migliore su tutti i fronti, la squadra migliora.
Bridges da quell’atletismo che MKG lo scorso anno sembrava aver perso, un po’ ritrovato quest’anno con lo spostamento in PF (a volte anche come C).
In attacco, oltre alle soluzioni citate e alla spinta di Kemba che continua a creare per sé e per i compagni, quando Zeller o il lungo di turno non giocano nel mezzo il pick and roll o il suo abbozzo, Charlotte usa anche a difesa avversaria schierata, spaziature molto larghe con gli esterni negli angoli e i lunghi a bordo pitturato pronti a creare il vantaggio per eventuali penetra e scarica.
Qui vediamo un’azione molto bella contro Chicago in tema.

Un grazie ad Alberto Figliolia e a Matteo Vez. per il raffronto e l’aiuto sulla dinamica dell’azione.
 
Se contro Indiana abbiamo visto una triangolazione rapida dall’angolo sinistro a quello destro con vertice alla top of the key da tre punti per ribaltare il gioco e trovar la tripla, in questa situazione vediamo un taglio back-door di Batum.

Arduo poi riepilogare tante, troppe situazioni di gioco che si creano in campo.
Queste sono solo due situazioni che Charlotte ha mostrato per far muover la difesa.
Borrego aveva detto che avrebbe voluto imprevedibilità nelle giocate, così Parker e altri giocatori inventano passaggi o sfruttano un blocco per andare a prendersi il tiro, Walker e Monk sono bravi a spinger fin sotto il canestro per delle drive and kick, ma in tutto questo si possono notare il maggior movimento della squadra rispetto allo scorso anno che porta ad avere soluzioni praticabili.
Chiuso il capitolo a raffronto con il passato, cerchiamo di capire cosa funziona e cosa non funziona anche attraverso i numeri che la NBA propone.
La panchina è senza dubbio un punto di forza maggiore rispetto lo scorso anno grazie all’arrivo di un veterano come Parker che ben interagisce con un gruppo di giovani accanto a lui.
La panchina, a confronto delle altre é 5^ per minuti giocati con 20,6 di media, 3^ negli assist (10,2), 4^ nei punti segnati con 46,8 a gara (11^ per FG% con 45,6), 7^ nei rimbalzi con 19,4, 3^ nelle stoppate con 3,0 a match e 9^ nel Deff, ovvero nella differenza tra la propria efficienza e quella avversaria con un coefficiente di 3,9.

Le migliori panchine NBA per punti realizzati.

Un altro fattore determinante nei successi degli Hornets è il comparto playmaker.
Lo vedremo nel dettaglio dei singoli nella classifica sottostante ma sicuramente se un discreto rookie come Devonte’ Graham sta facendo da pendolo tra Greensboro e Charlotte è perché coach Borrego deve dare spazio all’accoppiata Walker/Parker la quale, numeri alla mano aiuta Charlotte moltissimo.
Il Deff è di +12,8 che pone Charlotte come miglior reparto Point guard dell’intera NBA, soprattutto grazie all’esplosione di Walker che determina anche una media di 38 pt. a partita insieme a Parker.
Anche qui non c’è concorrenza, Portland, seconda, è staccata da un abisso di 7,4 pt. a gara con 30,6…
Negli assist con 10,5 a partita Kemba e Parker spingono Charlotte in quinta posizione.

Le squadre al top in PG per punti.

I migliori backcourt NBA per punti.

Nel ruolo di SG Charlotte non va così bene, anzi, ondeggia nelle statistiche ma dalla lunetta è terza con un 88,7% come è terza nel reparto ali piccole nella statistica della percentuale da tre punti con il 43,7%.
Sorprende il reparto PF che almeno nelle stoppate è primo con 2,5 a gara con un Deff di +2,7 (10^ posizione).
Con 18,1 punti invece il reparto centri è 28° migliore solo di quelli di Chicago e Golden State, si sale solamente di una posizione a rimbalzo con gli 11,4 di media e al 23° posto nelle stoppate con 1,8 ma con il 46,7%, grazie specialmente a Willy, i Calabroni sono al secondo posto per % nel tiro da tre con il 46,7%.
Il Deff però è in rosso con un -7,6 per un 27° posto.
Per quel che riguarda invece il quintetto iniziale, nel Deff, Charlotte è quindicesima galleggiando su un +1,4 aiutata tantissimo da Walker.
23,6 i rimbalzi di media che conquista nel pitturato (24^ piazza) ma passiamo ora alle statistiche complete da parte di tutto il team iniziando dal netto miglioramento della difesa sull’arco.
Gli avversari segnano con il 33,2% e Charlotte ha la quinta miglior difesa della NBA in questo particolare ambito…
Nei punti segnati è sesta con 115,7 a game, negli assist è decima con 24,7 così come nelle stoppate con 5,8 di media, nei turnover è seconda solo a San Antonio con 12,2 palloni dimostrando di poter rimanere ad alti livelli anche quest’anno nel possesso palla, anche se personalmente pensavo saremmo scesi.
Siamo decimi nella FG% con il 46,1 e 8^ nel 3FG% con 36,7 sale al 6° posto dalla lunetta con l’80,9…
Subendo 110,3 punti a gara la difesa di Charlotte è nel mezzo con un 15° posto.
Si scende al 17° se parliamo di Pace con 99,8…
Il pubblico di Charlotte è 18° in 9 partite con 145,364 spettatori totali per una media di 16,151 spettatori a gara.

Le principali statistiche di squadra.

 

Quelle più complete comprese quelle delle avversarie rapportate contro di noi…

__________________________________________________________________________
 
 
Vediamo qualche confronto tra giocatori con lo stesso ruolo (almeno inizialmente), partendo dal ruolo di PG:
__________________________________________________________________________
Aggiungiamo anche le percentuali della squadra suddivise per zone di tiro:
__________________________________________________________________________
 
 
Classifica Giocatori
 
 
 14°, Devonte’ Graham: 5,50
Uscito un Graham dal roster, Treveon, eccone un altro. Devonte’ è uscito da questo giro al Draft come second round pick ma è sembrato più promettente del previsto. Charlotte però ha deciso di farlo maturare facendogli fare il pendolare con i Greensboro Swarm, squadra affiliata della Lega di sviluppo. Con Charlotte ha avuto poco minutaggio e non ha potuto realmente mostrare il suo talento, anche se acerbo che lo porta a volte a esagerare con soluzioni coraggiose in passaggio ma ha visione di gioco. Davanti nel reparto playmaker ha i due mostri del roster degli Hornets, la stella Walker e il veterano Parker che stanno trascinando la squadra in questo inizio aldilà delle aspettative, il suo ruolo quindi rimane marginale e la sua annata di crescita. In tre partite ha giocato 8,3 minuti di media con un 37,5% dal campo e un 20,0% da oltre l’arco (1/5), 1,3 assist di media con 2,3 punti a game chiudono le statistiche principali, sperando abbia modo d’espanderle in qualche finale che non ha nulla da dire.
__________________________________________________________________________
 
 13°, Cody Zeller: 5,76
Cody è il giocatore che ha fatto più passi indietro in questa stagione. Da giocatore non eccezionale che si batteva riuscendo talvolta a competer con centri più fisici di lui è diventato troppo facile da battere, paradossalmente quando ha messo su più muscoli. A volte usa la posizione alzando le braccia tenendo la verticalità vista di Hibbert dalle nostre parti ma non sempre questa soluzione passiva può funzionare. A rimbalzo è stato spesso sovrastato e Borrego ha preferito correre ai ripari preferendogli per alcuni tratti della gara Hernangomez oppure Biyombo a seconda delle necessità. Spesso decisivo in passato con il suo lavoro oscuro, fino a oggi conserva il posto perché anche gli altri centri mostrano lacune difensive sotto canestro. Cody ne dimostra anche in fase di rimbalzo offensiva per andare a metter le mani su una palla a volte preferisce tap-out oppure va su scoordinatamente a una mano su alcuni palloni che potrebbe catturare così come in attacco su scarichi rapidi di Walker spesso non riesce ad afferrare palloni che poi viaggiano sul parquet preda dei difensori visto che il nostro lungo è incapace di elasticità nella parte bassa del corpo dimostrando una certa goffaggine nell’abbassarsi… Non difetta di generosità ma è anche poco reattivo sul primo passo dei brevilinei o sui passaggi corti verso di lui nel traffico i riflessi non sono eccelsi. In attacco la musica spesso cambia perché tra blocchi (il migliore dei lunghi nel roster a portarli), pick and roll, inserimenti e canestri da sotto riesce a rendersi utile ed è per questo e per il vantaggio in fatto d’anzianità sugli altri concorrenti che conserva il posto, inoltre sta tirando dalla lunetta con un irreale 91,2%. In attacco in realtà è migliorato in quasi tutte le statistiche principali a eccezione del tiro da tre punti che l’anno scorso era irrisorio avendo centrato 2 su 3 tentativi. Da 19 minuti è passato a 24,3 e da 7,1 punti a 9,5 ma forse qualcuno degli infortuni passati, ultimo quello al ginocchio, pesa leggermente sul rendimento di Zeller. Ci si augura torni a esser più efficace in difesa, ciò che lo penalizza (forse eccessivamente) nel voto, perché a Charlotte serve soprattutto lì. Sapevamo che avremmo avuto problemi sotto le plance ma a oggi sembriamo averne più del previsto.
__________________________________________________________________________
 
 12°, Nicolas Batum: 5,82
Fondamentalmente a parte pochissime partite (tra le quali quella a Miami e l’ultima a Indiana) è quello dello scorso anno anche se è passato nel ruolo di ala piccola, più congegnale a lui rispetto a quello di guardia tiratrice che aveva lo scorso anno. Calato di rendimento nell’ultima parte di questa striscia di partite (eccetto l’ultima), la squadra rimane ostaggio di un contrattone che andrà a gravare sulle casse degli Hornets sino al termine della stagione 2020/21, anno nel quale il francese eserciterà la player option (27,1 milioni) che difficilmente rifiuterà se per caso dovesse essere ancora nel roster. “Sbarazzarsene” non è nemmeno semplice perché, mistero buffo, Borrego, uno abbastanza sveglio, lo sta facendo partire ancora da starter per cercare di fargli prendere una boccata d’ossigeno e di utilizzarlo come fine passatore per collegare la palla al tiratore meglio piazzato. La pazienza dei tifosi però è finita e se sui social è comparso qualche ironico commento come il fatto che il backcourt degli Hornets avesse segnato 60 punti (Kemba 60, Batum 0) in una serata o più “cattivelli” come una ragazza diceva dovrebbe ritirarsi ora, il cattivo affare lo stanno facendo i Calabroni che lo vedono tirar male dal campo, difendere a sprazzi, magari utile su qualche aiuto su giocate che balzano agli occhi ma che sono discontinue. Troppo facile passarlo a volte e troppo facile a passaggi brutti. La rimessa floscia a Chicago nei secondi finali è costata cara, una palla persa contro Boston in un tentativo di hand-off con Bridges riuscito male sono due esempi di un turnover a 2,1 a partita anche se il francese è richiesto ancora il ruolo di collante movimenta diversi palloni ma mentre il minutaggio è uguale praticamente (da 31,0 a 30,8) gli assist di media sono scemati da 5,5 a 3,6… Con il 44,1% contro il 41,5% dello scorso anno almeno sta tirando meglio, anche perché si è preso circa il doppio di tiri ravvicinati (0/3 piedi) di quelli che cercava lo scorso anno. I punti però rispetto all’anno precedente sono in calo: da 11,6 è passato a 9,2 di media.
__________________________________________________________________________
 
 11°, Malik Monk: 5,85
Lo scorso anno aveva finito bene la stagione e anche quest’anno, pur saltellando di tanto in tanto come la puntina di un vecchio giradischi stava facendo bene, poi un passo e mezzo indietro nelle tre trasferte tra Philadelphia e Cleveland sino a gara 16 che gli costano un bel passo indietro in classifica. Tiri forzati con poco ritmo, molta velocità non seguita da altrettanta coordinazione anche se di potenziale ne avrebbe (vedere l’esaltante reverse lay-up a Miami per l’88° punto di Charlotte) dimostra di essere un giocatore “da striscia”, probabilmente anche a causa della sua giovane età. Rimane per ora quindi inaffidabile specialmente sul lato difensivo dove seppur si palesano progressi rispetto l’inizio carriera, ancora fatica a difender nell’uno contro uno e manca di visione sui tagli e back-door avversari, riuscendo ogni tanto a intercettare qualche pallone in difesa. Migliorato in lunetta, peggiorato dal campo a livello di percentuali ha però incrementato il suo bottino arrivando a toccare i 10,9 punti a partita in virtù di un netto aumento di minuti (da 13,6 dello scorso anno ai 21,3 attuali). Gli assist da 1,4 son passati a 2,3 ma il plus/minus per 100 possessi on court è ancora in saldo negativo con un -0,6 mentre l”anno scorso tuttavia era nettamente superiore con -11,8.

In preseason si era dimenticato la canotta negli spogliatoi.
I compagni gli risordano spiritosamente di portarsela questa volta… l’importante è che non si sia dimenticato come si segna.
Lo aspettiamo magari già questa notte con un contributo importante, magari l’aria da trasferta lo renderà più libero mentalmente visto che qualche accenno di disapprovazione ultimamente è arrrivato su qualche suo errore di troppo al tiro allo Spectrum Center.
__________________________________________________________________________
 
 10°, Bismack Biyombo: 5,87
Rispedito in North Carolina come un pacco smarrito, nel frattempo il contrassegno è aumentato. Questo perché Charlotte per abbassare il monte ingaggi e non pagare sovrattasse ha deciso di liberarsi dell’unico rim protector che aveva a disposizione, ovvero Dwight Howard. In cambio però dai Nets ci era pervenuto Mozgov e in questa specie d’interminabile telefilm non mancavano colpi di scena, mentre Superman si liberava dal contratto con i Nets preferendo accasarsi dai rivali divisionali di Washington, Charlotte intavolava trattative a tre con Bulls e Magic che portavano il centro russo a svernare in Florida mentre da noi tornava Biyombo dopo tre anni tra Toronto e Orlando. Il bagaglio di 17 milioni rimane tuttavia inappropriato rispetto alle prestazioni fornite ma rispetto ai 23,8 che avrebbe percepito Howard, il nuovo GM ha preferito risparmiare inserendo nel mezzo la valvola di passaggio Mozgov (firmato per 4 anni dallo stesso Kupchak quando faceva lo stesso mestiere in gialloviola) che ci sarebbe costato quest’anno 16 milioni per salire a 16,7 il prossimo anno, l’ultimo di contratto per l’europeo. A ogni modo Charlotte ha risparmiato 6,8 milioni ma ha acquisito sostanzialmente un terzo centro. Dietro Zeller e Willy ecco spuntare il congolese che forte della sua enorme mole fisica può ritagliarsi spazi limitati in momenti nella squadra ha bisogno che saranno prevalentemente per limitare avversari molto fisici, guadaganre rimbalzi e stoppare tutto il possibile. Difesa insomma… anche se la sua coordinazione e i suoi tempi in situazioni rapide a volte lo espongono al rischio di commetter fallo o di subire un canestro semplice. Embiid ha mostrato tutti i suoi limiti in una manciata di minuti… In attacco le mani non sono educatissime ed è questo lo scotto che alla fine paga finendo dietro a Cody e allo spagnolo. Se dal campo giocando sotto mette il 58,3% a oggi, dalla linea tira con il 42,9% (3/7), segnando 2,1 punti in 8,5 minuti di media. Statistiche insignificanti se non i due falli a partite e l’alto1,1 nella casella stoppate.
__________________________________________________________________________
 
 09°, Frank Kaminsky: 6,00
Frank è stato depistato da Borrego come quarto centro nelle rotazioni. Questo ha significato rimettere il Tank nell’hangar. Poco corazzato e vulnerabile in difesa, andrebbe rinforzato lo spessore sotto canestro che, nei pochissimi minuti intravisto in campo, pare sempre essere il medesimo. Probabilmente gli anni sotto la gestione Clifford l’hanno anche danneggiato in attacco dove troppo spesso si è affidato a cannoneggiare da tre punti invece di andare in avvicinamento e usare le sue mitragliatrici composte da buoni movimenti, anche se a volte un po’ troppo free style. Di fatto visto l’inutilizzo e uno stipendio che il prossimo anno sfiorerà i 5 milioni, Charlotte potrebbe tentare di scambiarlo per un giocatore più utile alla causa anche se qui entriamo nel mondo del fantamercato ma sarebbe auspicabile tentare per prendere un tipo di giocatore più utile alla causa. Un giocatore che lo scorso anno tirava con il 79,9% ai liberi, il 38% da fuori per 11,1 punti di media in 23,2 minuti. Il 45,9% però non era dato altissimo per un lungo essendo atipicamente portato a sparar da lontano. Se da due punti aveva tentato 442 volte da fuori sono stati ben 274 i tentativi… Borrego non disdegna la soluzione da fuori ma tra la difesa e forse per il suo carattere un po’ guascone e un atteggiamento difensivo che paradossalmente diventa offensivo per chi lo guarda, ora siede nella panchina profonda. Anche contro Philadelphia a Charlotte, nonostante Zeller avesse problemi a rimbalzo contro Embiid e Willy non riuscisse a difendere è stato mandato in campo il più fisico Biyombo che ha fatto danni. Nel finale con l’espulsione di Zeller e MKG in infermeria, coach Borrego ha scelto Willy ignorando ancora il Tank. Il suo minutaggio è sceso a soli 8 minuti a partita (6 le gare o gli scampoli di partita disputati), i punti a 3,3, i rimbalzi a 1,7 mentre i TO sono saliti a uno a match. Dal campo tira con il 36,8%, in attesa di statistiche (eventualmente) più consistenti anche perché ha finito per giocare minuti veri contro Indiana vista la doppia assenza di MKG e di Hernangomez per infortuni ma lo spagnolo è in day to day…
__________________________________________________________________________
 
 08°, Marvin Williams: 6,08
Il veterano degli Hornets dalla strana voce, pur partendo titolare, a 32 anni deve rifiatare di più. Borrego in oltre concedendo più spazio ai rookie lo lascia giocare circa metà gara. Dai 30,2 minuti di due stagioni or sono ai 23,7 di quella attuale. E’ così che cambiano le cifre nei punti segnati che a oggi si abbassano a 7,4. In attacco spesso viene trovato in situazioni con piedi a terra sull’arco libero di tirare e punire sullo scarico oppure a volte s’infila in taglio su giochi a due. Saltuariamente se la gioca classicamente in post basso ma non è un’azione tipica e frequente di Marvin che continua a esser valorizzato come stretch four. Dal 41,3% dello scorso anno, è sceso al 30% da oltre l’arco. Quest’anno ha sbagliato qualche open di troppo ma il su contributo in difesa è tornato a farsi sentire maggiormente. Nonostante i due minuti in meno è salito nelle rubate a 0,8 (0,7 lo scorso anno) e nelle stoppate oggi è arrivato a 0,9 (0,5 l’annata precedente). I rimbalzi sono 4,3 invece di 4,7 e sembra più stanco quando va in lunetta tanto che il 9/16 per un 56,3% che non si avvicina alle sue percentuali in carriera sopra l’80% è probabilmente figlio di questa situazione. Tirando abbastanza poco, cercando di fornire punti di rottura, è in controtendenza con ciò su scritto su Zeller sull’attacco e la difesa. Uscito per un colpo di tibia ricevuto da Young durante l’ultima partita contro Indy mentre era a terra, dovrebbe tornare presto in campo. Si guadagna la sufficienza.
__________________________________________________________________________
 
 07°, Miles Bridges: 6,21
Miles, la nostra ala piccola di riserva, all’occorrenza anche ala grande, è una specie di bomba pronta ad esplodere ma per ora in attacco ha dimostrato soprattutto di essere un dunker e saltuariamente di poter metter qualche tiro da fuori dimostrando qualche problema in più sul palleggio e sui tiri dal mid range (gioca prevalentemente sul bordo dell’arco e negli angoli accentrandosi guidato dalla linea bianca di fondo) che si deve creare. Anche negli appoggi in uno contro uno spesso va fuori misura non riuscendo bene a spingere o a ritagliarsi spazio per il tiro nonostante nelle gambe abbia due razzi. Sa muoversi bene sulla linea di fondo ma è ancora un po’ avulso dal gioco di squadra (in 21,1 minuti di media smista 0,9 assist) fornendo prestazioni discontinue, anche perché il minutaggio concessogli da Borrego è variabile a seconda della serata e questo non lo aiuta a trovare subito il ritmo. Dopo la 17^ “giornata” ha una media al tiro dal campo del 55,7 che sale al 66,7% considerando solamente i tiri da due punti, anche perché risulta difficile fermare le sue lanciate schiacciate, ma anche i tiri da tre punti dove il 40,5% (15/37) lo aiuta ad avere una media punti di 7,7. In difesa ha ancora da lavorare ma il fisico lo aiuta, rispetto a Monk poi è già un passo avanti, inoltre usa le sue capacità atletiche per arrivare dove altri non oserebbero, chiedere a Joseph stoppato da dietro da un Miles staccato da dietro, lanciatosi nell’iperspazio… Un giocatore quindi che ha margini di miglioramento che già oggi però riesce a far più cose bene. Mi ero detto entusiasta potenzialmente quando Charlotte questa estate al Draft, scambiandolo con i Clippers per Gilgeous-Alexander (l’attuale Clippers gioca più di lui e segna qualche punto in più ma ha meno dimensione perimetrale e atletica), per ora sta ripagando la fiducia.
__________________________________________________________________________
 06°, Guillermo Hernangomez: 6,32
Il centro spagnolo è finito in infermeria contro Indiana sfoggiando dietro la panchina una strana giacca ciclamino a quadratoni accennati bianchi. Questo dimostra la sua vivacità anche quando è seduto in panchina. Sicuramente un uomo “squadra”, nel senso che anche quando è seduto in panchina festeggia e gioisce per i compagni se producono qualcosa di buono, a Charlotte si sente sicuramente più parte del progetto visto che, nonostante la giovane età, Borrego si fida più di lui rispetto a Frank e Biz, inoltre, quando giocava per New York aveva dovuto subire un drastico calo nel minutaggio. D’altra parte Borrego vorrebbe un centro in grado di colpire anche da fuori aumentando così la spaziatura ed estendendo la minaccia sul parquet per allargare le maglie della difesa avversaria o punire sullo scarico. Con i suoi 211 se servito fuori, ha dimostrato d’esser minaccia consistente con i piedi a terra. Con un 10/17 per un 58,8% ha spesso battuto le difese avversarie con una percentuale più elevata anche dei tiri dall’interno della linea da due punti quando qualche volta dalle parti del ferro è stato stoppato. Anche lui però in difesa dimostra d’esser un po’ troppo leggero anche se in 14,2 minuti di media ha uno 0,6 in stoppata e 4,9 rimbalzi, risultando aggressivo sui palloni vaganti in difesa, spesso bravo nel recuperarli con rapidità, grinta e coordinazione. Ha un assist di media a partita e segna 7,5 punti a game. Se non è un muro in difesa è sicuramente un giocatore giovane che sta aiutando Charlotte ad avere una stagione migliore delle precedente.
__________________________________________________________________________
 
 05°, Dwayne Bacon: 6,43
Dwayne Bacon è un giocatore che nella dimensione difensiva si ritaglia il suo spazio. In difesa contro Philadelphia aveva fermato Butler nei regolamentari mentre nel supplementare aveva provato onestamente a bloccarlo ma la mano alzata è rimasta lì in maniera inefficace. Le sue stoppate sono pari a zero ma guadagna 2,2 rimbalzi a partita ed è un difensore che limita l’avversario scivolando piedi a terra mostrando buon piazzamento e velocità nell’esecuzione di questo fondamentale. Fuori dalle rotazioni a inizio stagione, quando si è fatto male MKG, quasi in concomitanza con una sua brillante prestazione di pochi minuti. A livello offensivo, ha guadagnato minutaggio rispetto a un inizio di stagione che lo aveva visto tenuto in naftalina, ma è stato poco brillante nelle successive partite per ciò che riguarda le sue incursioni per tornar sopra le righe nel finale. Ama attaccare il ferro andando sino in fondo se possibile oppure arrestarsi balzando in aria per un jumper uno contro uno o fade-away. Mostra buone doti di coordinazione se trova il ritmo della giocata. Sfrontato nell’uno contro uno, può sbagliare o segnare mostrando buona coordinazione in mezzo al traffico con tiri ricavati in spazi angusti che si ritaglia in aria, anche usando poi il plexiglass come amico. Saltuariamente può colpire da tre punti da dove è un jolly per Borrego visto che 9 delle 16 triple tentate sono andate a bersaglio (56,3%). Le cifre sono modeste essendo sceso in campo 10 volte ma con 13,5 minuti giocati, una media più consistente di altri giocatori tenuti come terza scelta nel ruolo. Il suo 9/10 dalla lunetta sino ad ora ha garantito un alto standard a gioco fermo mentre ha il 52,1% dal campo, una percentuale che lo porta a passare dai 3,3 punti segnati l’anno scorso ai 6,8 attuali. Questo fattore potrebbe mettere in difficoltà coach Borrego perché oggi anche Bacon chiede un posto al sole.
__________________________________________________________________________
 
 04°, Jeremy Lamb: 6,47
Lamb è un giocatore dal contratto in scadenza, per questo a oggi a Charlotte si parla di lui come una possibile pedina di scambio visto che lo scorso anno e in questo inizio sta dimostrando un livello superiore rispetto al passato che richiederebbe una nuova firma a cifre più alte in un discorso di salary cap già intasato. Certo… Beal costerebbe molto di più ma viene ritenuto un upgrade rispetto all’ex Thunder. Il ventiseienne scelto dai Rockets però ha aumentato ancora la sua media punti toccando il 14,1 con un 44,8% dal campo (leggermente più basso dello scorso anno), rimanendo utile in un contesto dove ha come compagno di reparto la star Walker a monopolizzare i palloni. Aggressivo nelle sue incursioni riesce a trovare anche qualche giocata “and one” con canestro e tiro libero. Con un 40/44 dalla linea sta tirando con il 90,9%.. Da fuori non è sempre affidabile ma nell’ultima gara con i Pacers ha sparato molto bene da oltre l’arco toccando oggi un totale di 38,2 di media. Guadagna un rimbalzo di media in più rispetto lo scorso anno ed è in difesa che ha aumentato i giri dove ruba 1,2 palloni a partita contro gli 0,8 dello scorso anno e spesso va a disturbare l’avversario in jumper in salto o anche in uscita in rotazione se non è il suo prova a farlo sbagliare. Non è un difensore di prima categoria o riesce a piazzarsi sempre bene come Bacon risultando a volte in difficoltà con giocatori rapidi a cambiar direzione ma guadagna sul campo con fatica i suoi 26,1 minuti. Jeremy non è una sorpresa anche se in controtendenza aveva stentato all’inizio in qualche partita ma se Charlotte dovesse arrischiarsi in qualche avventuroso scambio per arrivare a Beal o ad altri giocatori, sarebbe uno dei pezzi più interessati di Charlotte anche se mi dispiacerebbe perderlo.
__________________________________________________________________________
 
 03°, Tony Parker: 6,65
Tony doveva essere la PG di riserva, l’uomo assist della second unit che avrebbe fornito palloni ai ragazzi giovani, uomo spogliatoio che apportando esperienza migliorava gli altri ma il francese si è messo anche a giocare in proprio con gusto trovando in diverse serate la forza di spingere l’attacco di Charlotte sovrapponendosi anche qualche volta a Walker quando il capitano torna in campo. E’ lui a portar palla a dettare i ritmi. Spesso non disdegna la soluzione personale in penetrazione avendo ancora a 36 anni un discreto cambio passo ed esperienza per trovare varchi (quasi invisibili per i normali umani) sotto canestro in uno contro uno o nella selva di mani alzate protese alla difesa dell’anello oppure può battere la difesa avversaria con jumper dal mid range. In genere gioca intelligentemente riuscendo a metter ordine tra le nostre giovani fila. Sicuramente un acquisto ben riuscito da parte di Kupchak.Il giocatore nato a Bruges 36 anni fa ricava da coach Borrego 18,6 minuti a partita con un 56,8% da sotto che cala a un dignitosissimo 38,7% entro l’ultima fascia del tiro da due punti d dove spesso Parker ha messo tiri importanti. Al momento difetta del tiro da fuori con solo un 29,4% e soprattutto ai liberi dove stranamente ha un 67,6% che c’è da scommetterci, salirà durante la stagione. A lui si è chiesto anche di far da collante (che abbiano aperto una fabbrica di colle in Francia chiamandola “Premiata Ditta Parker e Batum”?) e oltre i 9,4 punti a partita di media riesce a sfornare 4,2 assist.
__________________________________________________________________________
 
 02°, Michael Kidd-Gilchrist: 6,69
Salsola, in inglese tumbleweed, pianta del deserto che sembra sterpaglia rotolante nei film western. Come lei all’apparenza morta, secca, MKG si è rigenerato cambiando ruolo, tornando a giocare in attacco anche un basket prossimo alle sue caratteristiche attaccando il canestro, anche in transizione. Un rotolacampo insomma, come il nome meno noto della pianta in italiano. Borrego l’aveva fatto salire al ruolo di PF partendo dal suo naturale ruolo di SF, ma spesso l’abbiamo visto giocare anche da centro marcando elementi avversari più alti e grossi di lui con discreti risultati. Pur perdendo il ruolo di starter sta dimostrando resilienza, capacità d’adattamento all’ambiente che serve alla squadra per caratterizzare e stabilizzare il suo assetto difensivo quando MKG è in campo. Il venticinquenne è stato accostato a Draymond Green come cambio di ruolo, la storia, anche se è presto per dire se continuerà così, è cambiata al momento. In difesa sembra più forte di prima nelle stoppate dove dimostra tempismo e un certo atletismo che aveva perso. Il suo 1,3 a partita è il record personale (lo scorso anno viaggiava a 0,4) e con quasi 5 minuti in meno d’utilizzo a partita è passato da 4,1 rimbalzi la scorsa stagione ai 5,9 attuali… Poche invece le rubate ma se ha possibilità spinge o segue la transizione volentieri. Da 9,2 punti a partita è sceso a 8,6 ma come detto qui sta anche nel minutaggio e nella selezione di tiro che privilegiano i compagni. Lui attacca comunque senza paura il canestro in uno contro uno riuscendo spesso a metter dentro punti preziosi ed è da sotto che un “non tiratore” come lui può contribuire efficacemente per la squadra. Al momento sta tirando con un 48,3% al tiro e da fuori ha già provato 8 volte segnando due triple, quando il suo record di triple tentata in stagione è fermo a 9 (per ben tre volte).
__________________________________________________________________________
 
 01°, Kemba Walker: 7,14
Kemba è partito fortissimo andando di media oltre i trenta punti, poi l’inevitabile calo che spesso non ha però pregiudicato buone prestazioni. Raramente è andato sotto la sufficienza come a Cleveland anche se sui palloni nelle punto a punto finali è stato decisivo solo a Miami e in casa contro Boston mentre nella serata d’apertura ha sbagliato l’ultimo tiro, a Chicago è finito per terra sulla pressione di LaVine per colpa di un passaggio floscio di Batum, a Philadelphia è stato stoppato da Simmons al quale non sono stati fischiati i 3 secondi (dopo aver messo dentro un buon canestro in penetrazione al quale gli arbitri sbagliando non hanno fatto seguire il libero addizionale) e a Charlotte sempre contro Phila, dopo un’incredibile prestazione da 60 punti sulla quale c’è veramente poco da contestargli, è stato stoppato da Butler sul tiro finale mentre nei regolamentari aveva perso palla dopo esser riuscito a pareggiar dalla lunetta in una partita a livello personale strepitosa. Dopo la partita casalinga con Philadelphia, punto nell’orgoglio ha disputato una delle migliori gare nella sua carriera mostrando un gioco a tutto campo fatto di finte, crossover, ball handling rapido e preciso, spin, difesa, coast to coast, rimbalzi, entrate, triple e step-back. Praticamente una gamma sterminata nel suo repertorio che l’ha portato a segnar 21 punti nell’ultimo quarto contribuendo decisivamente a far rimontar la squadra dal -10 e a vincer la partita. Una gara da brividi nel lanciarsi su ogni pallone anche da stremato. Più calmo, anche se dall’inizio caldo con almeno un paio di perle regalate ai fan a inizio gara, era la partita con Indiana dove si dedicava anche all’arte dell’assist finendo con 11 andando in doppia doppia terminando con 16 punti dopo i 60 di Phila e i 43 rifilati a Boston. Kemba per un turno è stato anche in testa alla classifica marcatori di tuta la NBA, scendendo dietro a Curry nell’ultima gara anche perché non essendoci bisogno di lui nell’ultimo quarto ha guardato i compagni riposando in panchina. Il giocatore più hot del momento potrebbe aiutare a convincer “Beal” a trasferirsi a Charlotte creando una coppia di guardie esplosiva. Inutile sprecar aggettivi per un Kemba, stella brillantissima ma lontana da palcoscenici più prestigiosi, mal calcolata da molti che non vedono nella galassia Charlotte una variabile cefeide per rapportarsi al grado di bravura della nostra PG, comunque sempre al centro di speculazioni sul mercato per i risultati mediocri ottenuti da Charlotte in diverse annate precedenti. Oggi comunque vola altissimo come non mai con 28,8 punti di media in 34,8 minuti (circa sugli standard delle annate precedenti), tira dal campo con il 46,6% (mai così bene) e da fuori è al 39,4%. Negli assist è salito a 6,4 rispetto ai 5,6 dello scorso anno mentre rubate e stoppate son rimaste invariate con 1,1 e 0,3 rispettivamente. Per ogni 100 possessi con Kemba in campo la squadra guadagna 6,6 punti di media. In difesa ha problemi di statura con u suoi 185 cm ma continua a essere un abile difensore nel posizionarsi davanti all’attaccante in corsa per prender sfondamento e non è arrendevole nelle chiusure. Aveva segnato 52 punti in una partita nel 2015/16 ma quest’anno ha battuto il proprio record e quello della franchigia arrivando a 60.
Vediamo qualche record che ha infranto recentemente.

Anche l’inizio stagione non era stato affatto male, infatti…

eccolo come giocatore della settimana a Est…

Qui vediamo una grafica dopo la partita di Philadelphia che indica i vari record infranti…

 

La classifica marcatori dopo Phila. Dopo Boston Walker passerà in testa per tornare in seconda posizione dopo Indiana.

__________________________________________________________________________
 
Qui troverete la tabella voti che porta alla classifica provvisoria riepilogata nella seconda scheda sottostante.
__________________________________________________________________________Stanotte si riparte dalla dificile trasferta di OKC alle ore italiane 02:00…

Game 17: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 127-109

 
Intro
 
L’ho criticato oggettivamente qualche volta come proprietario della franchigia degli Hornets, forse perché da lui diventato iconica silhouette del basket, stampata anche sopra le canotte degli Hornets, ci si aspetta sempre quel qualcosa in più che lo elevi sopra la massa.
Negli ultimi anni è intervenuto in alcune discussioni come quella che lo riguardava da vicino per la storia All-Star Game comunità LGBT e la storia per il palazzetto contro l’ex governatore della North Carolina, a difesa di LBJ sulla questione scatenata da Trump e in altre faccende proferendo sagge parole.
Direi che come uomo vale anche di più del giocatore (emergendo in un contesto di troppi vip pietosi a ogni latitudine) sebbene io sogni utopicamente un mondo senza ricchi né poveri fatto di condivisione, ma nella realtà attuale, in un paese come l’America capita che l’evento naturale (il passaggio dell’uragano Florence) metta in ginocchio una comunità.
MJ ha quindi deciso di tornare a casa sua a Wilmington e donare un totale di tre milioni di dollari per le persone bisognose fermandosi anche a distribuire bag e ad abbracciare, salutare persone per portare loro un raggio di luce dopo la disperazione dipinta sui volti di chi ha perso la sua dimora o ha avuto gravi danni…

MJ a Wilmington abbraccia una concittadina.

Sicuramente non avrà fatto uno sforzo oltre le proprie possibilità ma nulla era dovuto.
“Mi sentivo di comportarmi in questa maniera, nel senso che questa è casa mia” ha detto MJ.
Elevarsi ed emergere dicevamo… un po’ come il metodo scelto da Socrate che attraverso il dialogo spingeva la controparte a riflettere e ad agire per partorire la verità che ha dentro di sé, tirando fuori i pensieri personali dell’interlocutore.
La maieutica (da maieuta, ostetrica poiché la madre di Socrate aiutava le Donne partorienti) di Socrate è applicabile in ogni campo pratico a chi ricorda di “sapere di non sapere” ed è ancor più reale nel contesto sportivo dove le prestazioni possono differire a causa di mille variabili.
Ogni sera una prova o una controprova. Walker, il giocatore più caldo del momento, per confermarsi sfidava i Pacers nella Queen City dove lui è indiscutibilmente il Re.
 
 
La partita in breve
Charlotte e Indiana dimostravano subito d’avere due attacchi bravi a mordere.
Gli Hornets iniziavano con un 6/6 al tiro ribaltando il risultato da 0/4 a 16-9.
Charlotte, dopo esser stata leggermente recuperata, con una tripla di Bacon estendeva il vantaggio sul 29-23 grazie a un 7/8 da oltre l’arco.
Con un tiro che divertentemente sembrava ricalcare una pallina in una roulette Bacon spingeva Charlotte sul 33-23 ma nel finale i Pacers dimezzavano lo svantaggio chiudendo sul 35-30.
63% al tiro del primo quarto per Charlotte…
In avvio di ripresa una tripla di Sabonis pareggiava la gara a quota 35.
La squadra di McMillan si affacciava avanti anche di un punto con McDermottt da tre (44-45) ma nel finale di primo tempo Charlotte trovava il flow in attacco come chiave per vincer la gara. Williams, Bacon e Lamb colpivano da tre punto, Bogdanovic provava a resister ripagando con la stessa moneta ma gli Hornets si portavano sul +8 all’intervallo (68-60).
Nel terzo quarto Charlotte decideva la gara riuscendo a imbrigliare di più sotto canestro gli ospiti fino a quel momento abbastanza agevolati da una difesa morbida dei ragazzi di Borrego nel pitturato.
Se anche i tiri da fuori non entravano alla squadra dei Battistrada a Charlotte invece riusciva quasi tutto come lo step-back di Walker dallo spigolo destro dell’area che diventava un solo cotone per l’87-77.
A 5:21 un giro di palla fantastico sul perimetro portava Lamb a segnar da tre punti.
Lo stesso Jeremy ripetendosi poco dopo (93-77) dava il via alla fuga decisiva.
Bridges nel finale scagliando due siluri faceva affondar la barca di Mc Milan che sul 100-82 si vedeva anche stoppare un quasi appoggio di Joseph dallo stesso Bridges che da dietro rimontando lo spazio-tempo spazzava via la palla intenta nello spin vorticoso pronta alla discesa.
L’ultimo quarto era garbage time utile a Bridges, Frank (il quale scelto da Borrego al posto di Biz visto il problema di Willy a una caviglia), Monk e Bacon per trovar altri punti. Charlotte vinceva in maniera convincente 127-109.
Gli Hornets finiranno con una percentuale dal campo del 56,3 ma da fuori sarà ancor più clamorosa facendo registrare un 62,1%…
Da segnalare anche i 30 assist, ben 11 firmati Walker che siederà in panchina nell’ultimo quarto limitando il minutaggio a 27 minuti chiudendo con 16 punti ma dando un contributo fondamentale alla vittoria ancora una volta.
Per i singoli dei Pacers ci saranno 20 pt. di Bogdanovic, 16 di Young e 15 da parte della coppia panchinara (discreta bench quella di Indiana) McDermott – Sabonis con un 7/8 al tiro per il lituano/statunitense, autore di un buon primo tempo ma di un secondo tempo disastroso condito con falli che lo porteranno all’espulsione e a regalare liberi a Charlotte. Joseph chiuderà con 2 pt. con 1/7 al tiro…
 
Le formazioni:
 
 
La partita

La cornice durante la presentazione dello starting five degli Hornets.

 
 
1° quarto:
 
Primo attacco per indiana che andava a segno in post basso con Turner che si ripeteva in schiacciata per lo 0-4.
Charlotte segnava i primi due punti con Batum che in corsa, appena entrato in area da fronte a canestro inventava un jumper instabile ma precisissimo per il 2-4.
Walker faceva impazzir il raddoppio dei Pacers con uno spin da pari o superiore a quelli di Michael Jackson (sarà un Moon-Walker?), rapidissimo ed elegante svoltava e scivolava prima di scaricare su Batum e riposizionarsi nel corner sinistro dove ritrovava un ostinato Evans scavalcato con un pump fake clamoroso con alzata di ginocchio sinistra prima del perfetto tiro.
Batum entrava in connessione perfetta con Walker catapultando da tre punti il macigno dell’8-4 seguito da un’entrata di Lamb che finiva in corsa alzando la sfera sopra il difensore che affiancato a lui tentava la stoppata inutilmente.
Bogdanovic da tre scaricava dall’angolo sinistro il 10-7 e a 8:09 mettendo dentro due liberi portava i suoi sul -1 ma a 7:52 un felpato tre punti di Walker ci restituiva il +4.
Walker dava un pallone assist quando chiuso da tre punti passava in salto cambiando decisione all’ultimo momento, la spicchiata si dirigeva tra le braccia di Lamb che la spediva subitaneamente dentro la retina per un 6/6 Hornets dal campo e un 16-9 di punteggio.
Charlotte però non riusciva spesso a difender efficacemente sotto canestro così Turner segnava ancora tuttavia anche se Walker in entrata sbagliava il primo tiro Charlotte, arriva la correzione di Zeller a non far perder il turno d’attacco.
Si arrivava a 6:30 sul 18-13 al primo time-out. Lamb con un catch n’shoot da tre punti spingeva sul 21-15 Charlotte si affidava a Kemba che con un no look pass schiacciato in verticale innescava Williams che agganciava magneticamente la sfera sotto canestro in corsa per andar sopra il ferro a martellare la difesa dei Pacers.
Young usava il fisico in post basso sinistro per metter dentro poi su un gioco a due il neo-entrato Kaminsky infilava anch’esso un open 3 sebbene Turner mostrasse la fragilità degli Hornets sotto le plance sull’azione seguente con altri due punti per il 26-19.
Un turnaround hook di Sabonis e due FT di Evans a 3:10 riportavano sotto i bianchi (26-23).
Borrego spediva dentro Parker e Bacon ed era proprio l’ala piccola a metter dentro subito una tripla partecipando al festival di triple di Charlotte (7/8).
Bacon in difesa spingeva Evans ai passi e Frank con una finta in partenza si allungava per uno swooping fing and roll (31-23).
Un divertente banker di Bacon si trasformava in roulette quando la sfera sembrava poter girare con cambio di ritmo come fosse animata da propria volontà per l’eternità sul ferro in maniera incerta; alla fine l’oggetto arancio decideva per accarezzare la retina dall’interno (33-23).
McDermott da tre e un lob per la spina nel fianco Sabonis però dimezzavano il vantaggio di Charlotte che colpiva con Walker ma a sua volta era trafitta per il 35-30 finale di primo quarto.


The Pacers were able to limit Hornets’ star Kemba Walker (left) to 16 points, but six other Hornets were able to tally double-digits in points.
Sam Sharpe

 
 
2° quarto:
 
Indiana partiva con un micidiale 0-5 dimostrando d’avere una buona panca.
Era Sabonis con una tripla a spinger la squadra di McMillan sul 35 pari anche se Bacon ripetendosi in banker (non facile in uno vs uno trovar lo spazio in corsa) restituiva il vantaggio. Zeller con una steal dava il via alla transizione poi chiusa personalmente ricevendo un passaggio per il fing and roll in corsa.
A 9:56 il leader in % da fuori Bogdanovic non si smentiva calando la mannaia da tre, Malik però a 9:38 restituiva la bomba ma Sabonis da sotto e in transizione con 4 punti consecutivi toglieva il vantaggio a Charlotte (42-42) mandando Borrego in pausa.
Lamb con un’alzata corta tirava un air-ball ma dall’altra parte del ferro Zeller raccoglieva e puliva da sotto per due punti a 8:53.
Da una second chance McDermott esplodeva dalla sinistra una tripla per il +1 Pacers mentre a 8:18 Parker sfiorato dal gomito di Bogdanovic sull’arresto e finta in area rimaneva giù.
Un po’ stordito splittando dalla lunetta poneva la partita ancora sui binari della parità.
Monk da tre falliva ma Lamb in post basso ricalcando le orme di Zeller convertiva in due punti.
Sabonis da sotto metteva dentro il personale 6/6 facilmente mentre un up& down di Parker spostava ancora la bilancia del risultato a favorire di Charlotte.
Indy però con una tripla di Holiday si riaffacciava sul +1 (49-50) anche se un passaggio artistico di Parker a batter il difensore francobollo dava a Zeller la possibilità di colpir sul lato sx del tabellone.
Sabonis da sotto scavalcava ancora i nostri ma a 5:13 Lamb forzando l’entrata costringeva Sabonis al fallo.
Zoppicante usciva dal campo il difensore mentre Lamb segnando le occasioni ci portava sul 53-52.
Charlotte accelerava nel finale dimostrando gran flow Marvin a 4:31 con una tripla, Batum depistando quasi da fermo Turner per elevarsi in jumper con un lungo due pt. per il 58-52 che costringeva i Pacers al time-out.
Bacon nel finale continuava ad aiutare la squadra prima sparando un’altra bordata da fuori, poi in entrata per il 5/7 personale anche se Bogdanovic a 1:32 provava a dar grattacapi alla difesa dei neri mettendo dentro da fuori nuovamente per il 63-57.
Charlotte metteva dentro due FT con Walker poi era Lamb dal corner sinistro alzando molto la parabola a far ricader la sfera nella retina per tre punti ma Bogdanovic a :36.9 con un estemporaneo tre punti metteva dentro il 69-60.
Finiva così il primo tempo con gli attacchi sopra le righe e le difese un po’ svagate.

La classica mitragliatrice lanciamagliette. Metaforicamente anche i tiratori di Charlotte l’hanno usata per abbattere il muro dei Pacers.

 
 
3° quarto:
 
Partiva bene Evans nella ripresa con tre punti, gli Hornets rispondevano con un floating jumper di Zeller poi Marvin in due contro uno leggeva bene la situazione attaccando Turner sotto canestro per passare a destra a Cody che batteva facile sul tempo il big center della formazione ospite. Walker e Evans aumentavano di due unità il punteggio ma Evans attaccando il ferro frontalmente metteva dentro ancora per il 74-67.
Batum si smarcava sulla linea del tiro libero per un FT jumper armonico poi toccava a Williams che andava salvando un passaggio molto arrischiato da parte di Kemba per posizionarsi successivamente sotto canestro dove recuperava due FT (splittati).
Kemba saltando in dribbling verticale Turner sparava dalla baseline per il 79-67 e a 7:07 Williams continuando a rimaner caldo metteva dentro da tre l’82-71.
Collison dribblava Zeller per appoggiare facile ma il nostro centro si vendicava andando a 6:30 a metter dentro il sottomano con fallo di Young che costava ai Pacers l’azione da tre punti del -12 (85-73).
Collison con un driving layup e Kemba con uno step-back rapido più il perfetto tiro dallo spigolo dell’area a destra su Turner erano colpi da maestro dei piccoli ma Charlotte mostrava d’aver più ritmo in attacco e dopo un giro di palla meraviglioso sul perimetro Lamb sfruttava il lavoro della squadra colpendo frontalmente da tre con spazio per il 90-77.
Bogdanovic andava a vuoto mentre Lamb, ancora da tre, no (93-77) ma a rovinare un po’ la serata a 4:28 su un rimbalzo difensivo Marvin era accompagnato a terra dove era colpito da una tibia di Young che falliva poi il tiro da sotto.
Evans segnava da tre ma poi Sabonis con due falli su palle vaganti su attacchi d’Indiana mandava Charlotte due volte in lunetta visto che la squadra di Borrego si trovava in situazione di bonus.
A 2:44 quindi Frank affondando due FT mandava sul 97-80 la gara, pronta per vedere anche un distacco sulla doppia decina quando a 2:12 una triangolazione ampia dagli angoli era chiusa da Bridges da tre punti dall’angolo destro (100-80).
A 1:14 Bridges cambiava posizione ma non risultato.
Geo-localizzato sulla diagonale destro si palesava con un’altra bomba da tre che chiudeva i giochi sul 103-82. Bridges in difesa teneva posizione ma sull’entrata di Young colpito al volto era affondato dall’allungo della PF avversaria tuttavia non demordeva salvando da una transizione Charlotte; Joseph a colpo sicura alzava la palla con uno spin perfetto ma da dietro Bridges decollava per andare a cancellare l’occasione con il pallone in procinto di discendere nella retina.
Non c’era tempo quasi di respirare e Bacon illuminava i tifosi con un driving layup sulla luce rossa per il 105-84, finale di terzo quarto.

CHARLOTTE, NC – NOVEMBER 21: on November 21, 2018 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2018 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 

 
 
4° quarto:
 
Stucchevole sarebbe far la descrizione completa dell’ultimo quarto divenuto garbage time.
Da segnalare una tripla di Monk dalla diagonale sinistra con palleggio e tiro su Sabonis per il 112-86, un turnaround di Frank in area su Sabonis che gelava i Pacers convinti ormai di averla scampata visto che erano arrivati a 23 secondi di difesa, inoltre Sabonis a 6:06 finiva fuori per raggiunto numero limite di falli.
Bacon tornava a segnare appoggiando al vetro il 120-98 alternandosi con Monk nel finale per incrementare il punteggio di Charlotte che chiudeva vittoriosamente e convincentemente (almeno nella fase offensiva) sul punteggio di 127-109.
 
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 7,5
16 pt., 2 rimbalzi, 11 assist, 1 rubata. Walker in versione altruista nella serata va in doppia doppia. Perde il primo pallone della serata triplicato ma poi fa vedere subito i sorci verdi a Evans e soci anche quando lo raddoppiano con uno spin fantastico e una tripla con finta da marcetta… Manda in tilt gli avversari… Non fa il botto di punti come nelle due ultime partite anche perché nel finale non c’è bisogno di lui. Gioca 27 minuti sedendosi in panca nell’ultima frazione di gioco o ne avrebbe messi almeno 25/30… Spiccano però gli assist che migliorano la circolazione di palla della squadra che questa sera sprecando meno esalta anche le sue doti di passatore, sebbene la modalità prioritaria di Walker in un contesto che ha bisogno di scorer rimanga quella di segnare.
 
 
Jeremy Lamb: 8
21 pt., 7 rimbalzi, 4 assist. 7/13 dal campo con un 5/7 da fuori. Aveva migliorato la mano da oltre l’arco ma quest’anno spesso non “ci aveva preso molto” da oltre la linea dei tre punti. Questa sera invece potendo tirare con un po’ di spazio (bravo a metterne dentro anche un paio con il difensore ravvicinato però) e piedi a terra, non dovendosi costruire il tiro dal palleggio, va alla grande dando una mano super a Charlotte. Anche in difesa prova ad andare a dar fastidio su tiri avversari. Una buona gara in soli 28 minuti.
 
 
Nicolas Batum: 7
11 pt., 2 rimbalzi, 3 assist. La sua carriera oggi somiglia a un lubrico sentiero sul quale rischia di scivolare e stramazzare a terra. Le voci su Beal forse hanno risvegliato momentaneamente il francese che parte subito bene trovando feeling con Kemba riuscendo a segnare anche un paio di canestri dalla precisione millimetrica (uno da tre). Tira bene (4/5) con armonia. Un altro Batum rispetto al solito. +17 di plus/minus in 23 minuti.
 
Marvin Williams: 7,5
9 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate, 1 stoppata. ¾ al tiro. Un Marvin a tutto campo che riempie le caselle del tabellino. +23 di plus/minus. Un salvataggio che non da il via a una transizione su un passaggio arrischiato da Kemba, 2/3 nelle bombe, peccato che generosamente a rimbalzo finisca a terra trascinato e poi colpito da un altro giocatore, Young, il quale a 4:28 del terzo quarto lo estromette dal match con un colpo di tibia involontario sul volto. Non rientrerà più ma non sembrerebbe cosa grave.
 
Cody Zeller: 6,5
15 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Passano praticamente tutti in area nel primo tempo anche se alcuni canestri sono dovuti a mismatch creati da Indy sui tagli e pick and roll. In attacco però si fa notare con canestri di pregevole fattura con alzare a una mano, appoggi… Meriterebbe di più se in fase difensiva riuscisse a chiuder meglio talvolta.
 
Malik Monk: 6,5
15 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Chiude con un 4/8 al tiro meravigliando la folla con una bella tripla ma arrivano anche gli “ohhh” d’incredulità, disapprovazione quando sbaglia un fade-away in uno contro uno dopo aver mancato un altro tiro… Purtroppo difetta un po’ in difesa dove protesta con gli arbitri per un fallo commesso su un giocatore in corsa ma in attacco chiude bene l’ultimo quarto. Riesce comunque a recuperar due palloni. Tutto in 18 minuti ma ha anche un -7 di plus/minus…
 
Miles Bridges: 7,5
8 pt., 5 rimbalzi, 2 stoppate. Rabido dunker, in serata usa la stessa arma, il decollo improvviso, per andare a stoppare Joseph regalando una cartolina ai fan. La chiude lui con due triple e la stoppata. 2/2 dalla lunetta, più compatto in difesa. Sfortunatamente esce Williams che stava giocando bene, lui non lo fa rimpiangere, anzi…
 
Tony Parker: 6
3 pt., 2 rimbalzi, 3 assist. Giocatore celebre, pensatore celere, mefitico centratore, riduce l’avversario in cenere in genera ma stasera fa solo 1/5 dal campo, smistando però 3 buoni assist in 20 minuti. Splendido quello per Zeller ristretto in area con una finta spettacolare. Non una super serata, viene anche colpito al volto in una notte di autoscontri…
 
Dwayne Bacon: 7,5
18 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. Oltre alla difesa (buona) mette in campo l’attacco. Diviene così l’arma in più di Charlotte con le sue bombe e le sue incursioni a canestro che oltre a esaltarne lo stile in alcune giocate chiuse con bravura, lo porteranno a un 8/13 dal campo in 25 minuti.
 
Frank Kaminsky: 6,5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Frank non gioca malvagiamente anche se poi finisce per sbagliare alcuni tiri. Inizia con una bella tripla, poi nell’ultimo quarto si evidenzia per un turnaround nel pitturato su Sabonis. Quando gli arbitri in difesa gli fischiano fallo contro, anche Borrego e Walker non si capacitano convincendolo a continuare a giocare con quell’intensità in difesa. 4/10 dal campo, un paio di palloni persi per il Tank che a causa dell’infortunio di Willy e anche del precedente di MKG, gioca ben 22 minuti nella notte ritrovando spazio reale nelle rotazioni.
 
Devonte’ Graham: s.v.
0 pt.. In tre minuti commette un fallo e perde un pallone ma è troppo poco per dargli un giudizio.
 
Coach James Borrego: 8
Si rivede una squadra non Kemba dipendente anche se il capitano mette lo zampino in zona assist oltre che sui visibili canestri personali. Un gioco più aderente all’esperienza Spurs a tratti gli serve per trovare velocità e flow in attacco. Questo vince la gara.

Big Pandamonium in Washington, per quanto?

Sembra che i cattivi risultati a Washington dipendano soprattutto dal tutti contro tutti che si è scatenato nello spogliatoio.
Sono uscite anche alcune dichiarazioni poco edificanti di Wall su coach Brooks che hanno coinvolto A. Rivers.
Giocatori contro altri giocatori, giocatori contro la proprietà, contro il coach Scott Brooks e contro il presidente operativo Ernie Grunfeld.
Vi chiederete… perché se questa è una pagina dedicata agli Hornets vi parli di Washington…
Semplicemente perché nel marasma generale anche Charlotte ha chiesto informazioni per quel che riguarda la guardia Bradley Beal poiché la squadra della capitale ha posto ipoteticamente quasi tutti i giocatori sul mercato per uscire da questa situazione che, se non inaspettata (già avvisaglie e schermaglie si erano verificate lo scorso anno) è sicuramente degenerata generando un ambiente pesante, così la proprietà ha pensato di azzerare  quasi il roster completamente o almeno di liberarsi degli elementi indesiderati per porre rimedio a una situazione ormai insostenibile.
Più che uno spogliatoio quindi un Pandemonio, anche per Big Panda, ovvero Beal, guardia tiratrice di 196 cm per 93 kg.

Bradley Beal (SG) viaggia a 21,5 punti di media quest’anno tirando con il 45,5% dal campo, 3,5 assist, 1,1 rubata e 1,1 stoppata di media a partita.

Beal ha 25 anni e ha un contratto in essere con Washington di tre anni con cifre a salire che vanno dai 25,4 di quest’anno ai 28,7 della stagione 2020/21.
Un caso fortuito o il grido d’aiuto lanciato da Walker in questo avvio di stagione il fatto che abbia segnato 103 pt. in due partite spingendo come un forsennato nei due finali.
Se contro Phila gli arbitri sono riusciti a rovinargli lo sforzo di una meritata vittoria con almeno due errori clamorosi, contro Boston, pur segnando meno punti, ha mostrato un finale in the zone a tutto campo tra rimbalzi (anche quando non ne aveva più), difesa, entrate e triple correndo per quattro…
Era da un po’ che non mi venivano i brividi vedendo un giocatore, un player di soli 185 cm tra l’altro affezionato alla città, un professionista ma non un mercenario nell’era del Dio Denaro nel patinato e opulento mondo NBA.
Ora forse la società sta vagliando opzioni per mettergli accanto una spalla che alleggerisca il peso delle sue giocate perché giocando con un alto minutaggio per 82 partite, non trovando sempre compagni affidabili in attacco, l’affaticamento ed eventuali conseguenze sono sempre fattori da considerare.
Alcune fonti dicono che uno dei possibili partenti potrebbe essere Lamb, più qualche altro giocatore e/o scelte future, altre fonti parlano di Williams o Batum, ma non è ancora chiaro cosa chieda Washington e cosa voglia offrire Charlotte come pacchetto di scambio.
Di certo, aldilà di ciò che si possa pensare sulla trade, se sarà utile o no a Charlotte, per gli Hornets ci sarà l’esigenza prioritaria di rifirmare Walker la prossima estate con un contratto che sarà molto più pesante (la prima cifra potrebbe cominciare per 3) dei 12 milioni attuali che attualmente percepisce…
Rumors, realtà in divenire o illusione, la certezza per ora si chiama Kemba Walker, vedremo se Kupchak e Jordan riusciranno prima o poi ad aiutare Kemba a fargli tornare il sorriso più spesso…

Game 16: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 117-112

 

Intro

La fiducia è quell’elemento che permea qualsiasi tipo di rapporto.
Da quello personale con un parente, un amico, un/a compagno/a sino ad arrivare all’ambito economico o politico dove oggi per molti la sua percezione conta più di ciò che è stato fatto o sta venendo fatto.
E’ il caso di tutti gli ultimi governi in questo Paese (ma anche di più vecchi comprese esperienze non democratiche) che per accaparrarsi la fiducia degli elettori hanno promesso finendo spesso, non solo per non mantenere ciò che era stato detto, ma per ribaltare tutto facendo esattamente l’opposto.
Capita così oggi che s’infanghi il nome di Genova inserendo norme che nulla hanno a che fare con un decreto d’urgenza che serve a una città spezzata in due per ricollegarsi e avere un indotto.
Così capita che i decreti attuativi sul sito on-line non vengano aggiornati da luglio mentre sulla Gazzetta ufficiale al Cap. V, art. 41 si parli di sversare idrocarburi e veleni nei campi in maniera grave ben oltre le soglie consentite nella nota di settembre…
Veleni, veleni anche sulla NBA dove Charlotte, ma non solo, è stata defraudata ancora una volta di una vittoria che oggi le avrebbe dato una classifica in saldo positivo, invece, per tornare a quota .500 stanotte dovrà battere Boston.
Errori grossolani come la mancanza di un tiro libero (2 fatti battere anziché tre) e decisioni al limite del ridicolo che minano la mia fiducia in una NBA pulita.
Mi assumo pienamente la responsabilità nel dire che Adam Silver non può non sapere… se questa è la NBA del futuro, chiamate ben oltre il limite a favore delle super star, sponsorizzazioni e regole che tagliano fuori i piccoli mercati che non siano disposti a perdere per magari 4/5 anni, diverrà molto meno attraente per chi non si ferma in superficie, abbagliato dallo scintillio e dalla lucentezza del campione di turno esposto in vetrina.
Qui si mina la lealtà sportiva, aldilà della squadra di turno favorita.
A Charlotte non restava altro quindi che tornare sul campo, cercando d’ottenere una vittoria importante contro più quotati avversari confidando nella voglia di riscatto di capitan Kemba.
 
La partita in breve
 
Charlotte partiva determinata trovando subito tre punti di Walker che anticipava lo stato di forma in serata.
La gara però nella prima parte del primo quarto rimaneva punto a punto, ma dopo le triple di Bridges e Walker Charlotte scappava sul +10 (29-19).
Boston dimezzava il distacco chiudendo sul 29-24 anche perché Monk dava palla Bridges che scagliava subito dall’angolo sinistro ma troppo tardi, sulla luce rossa…
Nel secondo quarto gli Hornets partivano con le triple di Willy e Bacon arrivando su 35-24.
Bacon ne metteva altri due in entrata a poi gli Hornets subendo uno 0-14 di parziale piombavano sotto di un punto.
I Celtics si avvantaggiavano da un 13-0 nei fast break, uno dei quali li portava sul 39-44.
Charlotte comunque rientrava in partita chiudendo bene anche se Boston comandava 54-56 all’intervallo.
Nella ripresa Batum mettendo dentro due triple e sbagliando un paio di tiri dava modo ai compagni di catturar rimbalzi e convertire in punti preziosi per rimaner attaccati ai versi che nel finale con un tiro di Irving da tre in corsa sulla fascia sinistra si portavano sull’82-87 ma due FT del nostro centro spagnolo riducevano lo scarto sino al -3 (84-87).
Con Kemba in panca Charlotte crollava sino al -10 ((6-96) a 10:16 dalla fine ma Walker entrando in the zone prima colpiva da tre punti a 8:44 dalla fine, poi sulla baseline destra con l’esitazione superava Smart, il ferro e Baynes chiudendo in reverse layup per il 95-98.
Da un suo recupero con scoop in transizione nasceva i -1, poi toccava Parker, finalmente in campo nel finale, far metter la freccia del sorpasso e ottenerlo (99-98).
Boston ripassava avanti ma a 5:03 Walker scagliava l’ennesima freccia da tre punti per il 104-102.
A 4:05 l’arciere Kemba mandava a segno un altro dardo pesante per il 109-104, poi sul 110-108 Parker metteva dentro un paio di tiri che davano il +6 alla squadra di Borrego.
Tatum a 48 secondi dalla fine segnando da tre dimezzava lo scarto a soli tre punti (114-111) ma la lucida follia di Walker che dopo il time-out optava per la giocata da tre punti estraendo dalla faretra un’altra arrow avvelenata chiudeva i conti sul 117-111, anche se nel finale gli Hornets provavano a render la partita più avvincente ma gli errori di Boston condannavano la squadra di coach Stevens alla sconfitta, mentre per Charlotte diveniva una big buzz night, specialmente per Walker che chiudeva con 43 punti la sua partita…
Tra le fila ospiti Irving chiudeva con 27 punti e 11 assist seguito da Tatum con 18 punti e Smart (spesso impegnato a seguire Kemba, anche quando Stevens decideva di togliere Baynes per inserirlo proprio per cercare di arginar i capitano) con 14. Charlotte a rimbalzo vinceva 44-41, perdeva nettamente negli assist 18-31 nonostante la circolazione buona con TO sanguinosi però, tirava peggio dal campo con il 48,3% rispetto al 50,6% di Boston rischiando di più da fuori con 41 tentativi contro i 36 dei rivali.
La percentuale era pro Charlotte con il 36,6% contro il 28,1% di Boston.
13 i TO degli Hornets, 12 quelli di Boston.
 
Le formazioni:
 
La partita
 
1° quarto:
 
Boston portava avanti il primo pallone ma un tiro da sotto contrastato da Baynes non aveva fortuna. Passava allora in vantaggio Charlotte a 11:25 con la tripla di Walker dalla diagonale destra che continuava da dove aveva interrotto… Baynes si rifaceva con un banker ma l’idea di Batum per un open 3 di Zeller aveva fortuna così Charlotte raggiungeva quota 6.
La reazione di Boston si concretizzava in 5 punti con i tre di Brown che davano il vantaggio agli ospiti a 9:05 tuttavia Lamb sfuggendo alla stretta guardia di Brown usava uno schermo per il jumper dal mid-range sinistro dell’8-7.
Ancora Lamb dava sostanza e spinta all’attacco buttandosi dentro oltre Brown trovando la chiusura in ritardo di Baynes che commettendo fallo a contatto faceva schizzare l’alzata di Jeremy che trovava plexiglass e un circus shot condito da libero addizionale che realizzato faceva volare i Calabroni sull’11-7.
Cody da sotto continuava a giocar male e Horford dall’altra parte puniva il suo non rientro in transizione.
Walker segnava dopo uno step back vedendo la palla rimbalzare tra ferro e tabella a 6:46 così Boston chiamava un time-out.
Dopo la pausa Boston pareggiava con M. Morris a quota 13 ma un post basso sinistro di Williams con leggero turnaround sul difensore dava il banker del nuovo vantaggio che si espandeva con il fing and roll di Walker su Horford.
Marcus Morris in difesa a rimbalzo prima scontrandosi con Hayward e poi da solo regalava due palloni a Charlotte in attacco spedendoli oltre la propria linea di fondo ma la squadra di Borrego non sfruttandoli era raggiunta da Irving sul 17 pari.
A 2:37 Hernangomez metteva dentro recuperando un rimbalzo d’attacco dopo l’errore di Bacon.
Un pallone d’attacco filtrante spedito nel mezzo da Theis che in difesa diveniva l’Eminem della propria squadra andando a commetter fallo su un Walker lanciato a canestro che recuperando due FT li realizzava a 2:18 davano a Charlotte il +4, poi +7 quando Walker con la drive and kick da sotto canestro raggiungeva con il passaggio Bridges che dall’angolo sinistro aveva tempo per mirare e segnare la tripla.
Theis si riprendeva schiacciando ma Walker a 1:26 arrivava a 12 punti realizzando un tiro da oltre l’arco dedicandosi poi all’assist per lo stesso Bridges che tagliando perfettamente sotto riceveva il fulminante e teso assist del capitano per depositare il 29-19.
Smart però con un open 3 da destra e Theis in correzione sul ferro facevano scattare un campanello d’allarme nella testa di Borrego che chiamando un time-out provava a risistemare la squadra dietro.
Si chiudeva sul 29-24 il primo quarto perché l’extra pass per Bridges da parte di Monk non dava il tempo al nostro numero zero di segnare la tripla nel tempo utile…

Charlotte Hornets’ Kemba Walker, left, drives past Boston Celtics’ Jayson Tatum, right, during the second half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Monday, Nov. 19, 2018. (AP Photo/Chuck Burton)

 
2° quarto:
 
Se la bombarda di Bridges non era utile ai fini del risultato, quelle di Hernangomez a 11:46 e quella successiva di Bacon erano utilissime per una partenza sprint che si protraeva con la ricezione in corsa di bacon che solcando il parquet in entrata arava il solco centrale per depositare nel traffico il 37-24.
Sul più bello però Charlotte s’inceppava dando possibilità di rientro a Boston che con una Smart play tornava a -10 e a -8 con un’altra jam di Theis a 9:53.
Coach Borrego stoppava ancora il gioco ma incassava due triple di Rozier che riportavano Boston a contatto (37-35) e se Monk continuava a sbagliare da fuori e il rientro di Walker a 7:53 era avvolto nel torpore, i verdi si approcciavano al sorpasso splittando dalla lunetta con Brown (fallo di Zeller sulla dunk violenta spiaccicata sul ferro) per coglierlo con Rozier e una transition dunk a 7:04.
Lamb con uno spin e arcobaleno in area ci riportava sopra (39-38) interrompendo il parziale di 14-0 pro Boston.
I Leprechaun però con un jumper di Tatum, un’entrata stretta di Irving e una transizione di Tatum si lanciavano sul 39-44.
Walker buttandosi dentro trovava il contatto con Horford a 4:37 chiudendo dalla lunetta una giocata da tre punti.
Irving usava l’euro step su Zeller segnando, poi toccava a Marvin recapitare un catch n’shoot da tre punti per il riavvicinamento.
Horford metteva dentro il +3 ma Walker slittando sulla destra dietro il blocco del lungo con un rapido tre punti riagganciava la squadra di Stevens a quota 48.
Cambiava solo la consonante a inizio nome dei due marcatori successivi; da Tatum si passava a Batum, entrambi in pull-up. Per il francese un bell’uno contro uno per i suoi primi due punti dopo un inizio pessimo.
Tatum dal post basso e poi ancora in fast break (0-13 nei fast break) davano il +4 agli ospiti, ridotto poi da due FT di Lamb che in uno vs uno puntava Morris ottenendo il fallo.
52-54 era il punteggio del primo tempo.

Ancora Kemba, qui in difesa nel duello tra point guard contro Irving.

 
3° quarto:
 
Batum con una tripla a 11:41 restituiva il vantaggio ai neri, poi Brown in entrata e Cody con una rim run sul pick and roll con Walker alzavano il punteggio sul 59-58.
Boston però aveva un’altra impennata trovando il ritmo; floater di Irving sul quale Zeller non provava l’intervento, Tatum dalla lunetta splittando per fallo di Zeller in chiusura, poi Smart da tre punti con un Cody incolpevole in uscita più un lob per Horford servito in area dietro Lamb per due facili punti davano il 59-66.
Pronti per la fuga i vedi?
No, se Cody correggendo un errore a tiro di Batum provava a rimaner in scia sebbene Brown dalle parti della linea di fondo destra in entrata spingesse Lamb appoggiando il nuovo +7 Boston.
Rimaneva quello il divario dopo lo scambio di canestri tra Lamb e Tatum ma Batum colpendo ancora “stranamente” da tre punti accorciava sul -4 (66-70).
Marvin correggeva un ulteriore tentativo del francese così gli Hornets tornavano a soli 2 punti di distacco.
Gap aumentato da Horford dal mid-range e da Brown in entrata al vetro con un Cody lento e sbilanciato da un blocco nel mezzo a 6:16 per il 68-74.
Walker e Batum passando per la lunetta tiravano su tre punti ma a 4:53 Smart da tre metteva dentro il quarto tentativo su cinque per il 71-77…
Un coast to coast a 4:13 di Lamb al glass sulla sinistra contro due difensori lo caricava, così dopo il goaltending di Smart sulla virata con fing and roll di Walker, Lamb partiva con veloce crossover su Brown che lo affrontava irregolarmente sotto non impedendogli di centrare perfettamente la retina con un sottomano brillante.
Dopo il FT Charlotte saliva sopra di un punto (78-77) prima di assistere alla strong drive di Morris e alla tripla di Hernangomez a 2:47 su assist di Parker in un’azione giunta quasi ai 24 secondi a causa della buona difesa di Boston.
Un pull-up frontale di Morris con fallo chiamato contro Parker per un contatto basso cercato dall’attaccante era pareggiato dal francese stesso dalla lunetta che splittando agganciava a quota 83 i rivali.
Irving s’inventava entrata e tripla incredibile in corsa dalla sinistra per il +5 ospite ma Willy dalla lunetta chiudeva il quarto con un 2/2 per fallo di Rozier.
84-87 pronti all’ultimo atto…
 
4° quarto:
 
Alley-oop di Theis e appoggio easy di Bridges, poi Irving attaccando Bacon usava il sinistro per distanziarsi e il destro per appoggiare.
La nostra ala lamentava l’accaduto ma veniva punita da un libero supplementare per il contatto.
Batum passava malamente a Bridges su uno stretto hand-off sul bordo destro così arrivava un altro fast break firmato Morris dalla lunetta con un 2/2.
Rientrava Kemba che perdeva la presa su un passaggio teso e Boston con le transizioni si allontanava facendo precipitare Charlotte addirittura sulla doppia cifra di svantaggio (86-96).
Gli Hornets però esplodevano letteralmente negli ultimi 10 minuti; Willy con un fisico turnaround su Theis usando il piede perno come giro perfetto si avvantaggiava per l’arcobaleno solo cotone.
Theis rispondeva da sotto le plance ma Willy girando nell’alta area su Theis andava ad appoggiare subendo il contatto con il corpo del rientrante lungo. Canestro ma FT mancato, poco importava se Kemba entrava in the zone.
A 8:44 sparava da tre per il 93-98.
Stevens capiva di doverlo fermare provandoci con il time-out. Niente da fare, a 8:18 con un’esitazione si liberava di Smart sulla linea di fondo destra per chiudere oltre il ferro in reverse lay-up dopo aver passato Baynes.
A 8:00 arrivava una palla a due tra il neozelandese e il nostro spagnolo Willy che da buon latino tratteneva l’avambraccio non utile a Baynes prendendosi fallo contro ma il suo corpo facendo da scudo all’entrata di Tatum serviva a prender uno sfondamento onestamente discutibile.
Il buon Tatum si “beccava” anche una gomitata involontaria in caduta.
Rientrava Cody che si faceva notare subito per il solito passaggio veloce (da Walker) non preso, dato che sulle gambe non si piega non avendo elasticità la palla andava persa ma Walker in un lampo si riportava in difesa dove anticipava un passaggio verticale per Morris, coast to coast, terzo tempo rallentato in uno contro uno e scoop destro per il -1.
Un jumper di Parker a 6:55 faceva esploder lo Spectrum che vedeva i propri beniamini tornar sopra (99-98).
A 6:33 Tatum mancava due FT, poi il tap-out favorendo Irving che provava a sparare da tre punti non trovava il canestro dava a sua volta modo a Bridges di catturare il rimbalzo, tuttavia in attacco Cody commetteva un fallo su Tatum, anche se prima del momento (palla vagante) incriminato dagli arbitri.
Tatum ringraziava aggiustando la mira e facendo toccare per prima quota 10 agli ospiti a 5:55 dalla sirena decisiva.
Kemba senza paura in dribbling appoggiava a sinistra del vetro contro due difensori stretti, Tatum spingendo un leggero Cody lo batteva da sotto ma Kemba uscendo dal blocco a destra dalla diagonale spigionava energia anche nel palazzetto diffondendo entusiasmo.
Catch’n shoot galattico da tre punti per il 104-102, Tatum tentava di rispondere dando gioia ai fan dei Celtics nell’etere ma sbagliava, Kemba giganteggiava a rimbalzo e correndo in coast to coast gettando il cuore oltre l’ostacolo incocciava nella presenza fisica di Horford che irregolarmente lo mandava al tappeto.
Rimasto giù per qualche secondo riceveva applausi 2/2 dalla lunetta a 4:39 per il +4.
Boston si riavvicinava con Morris dalla lunetta (collasso nel pitturato di tre difensori Hornets) ma Walker a 4:05 faceva riesploder l’arena con una tripla su Horford per il 109-104. Irving raggiungeva con un jumper frontale i 24 punti ma a 3:24 Walker con un ½ ci restituiva margine oltre il possesso anche se il classico appoggio di destro di Irving al vetro oltre Parker valeva il 110-108.
Irving sbagliava però un jumper sulla difesa di Kemba che rispuntava a rimbalzo, dall’altra parte ci pensava Parker, finalmente in campo nel finale ad affondare un jumper da due lungo dalla diagonale sinistra.
Chirurgico il 112-108.
Bridges in difesa prendeva un gran rimbalzo e dall’altra parte Mr. Tony Parker infilava anche il pull-up dalla linea di fondo per il +6.
A 1:35 Hayward mancava un tiro dal centro area da sbilanciato con Kemba addosso, lo stesso Kemba sbagliando qualcosa da stremato vedeva nell’ultimo minuto Tatum colpire da tre dalla diagonale destra contro l’uscita di uno Zeller poco atletico.
A :48.7 i Leprechaun tornavano sul -3 ma la follia di Kemba che dopo il time-out sparava da tre invece di andar sul sicuro, risolveva il match.
A :32.3 era 117-112. nel finale gli Hornets si complicavano la gara lasciando un rimbalzo a Irving dopo l’errore di Horford. Zeller arrivando tardi abbracciava il play.
Due FT a :21.9 ma solo ½…
Batum faceva scadere i 5 secondi sulla rimessa in attacco dopo il time-out e ci si salvava su un’azione nella quale Irving dalla top of the key colpiva i due ferri vedendo rimbalzar palla fuori, Tatum da sotto contro la densità degli Hornets non aveva ragione e si era costretti anche a subite l’ultimo tentativo del n°11 ospite che dalla stessa posizione replicava esattamente il tiro precedente vedendo danzar la sfera ancora beffardamente sull’anello.
Hornets salvi con due FT per Lamb che a 5 secondi dalla fine, deconcentrato, si poteva permettere di sbagliarli.
Finiva così, con una W degli Hornets fantastica determinata da un trascinatore come Walker.
Si spezzava la serie negativa contro Boston vincendo contro un team sopra i .500 e ottenendoli a nostra volta.
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 9
 
43 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 14/25 dal campo con 7/13 dall’arco e 8/9 dalla lunetta sono i numeri in attacco ma se in difesa a volte non ha i cm è da vedere e rivedere come a volte mettendo mano a terra per aiutarsi cambi direzione per tornare sull’attaccante. Voto più alto perché perde meno palloni rispetto alla precedente. Recupera un pallone d’oro ed è anche in grado d’offrire assist o possibili assist che a volte i compagni sprecano. La vince lui con un pizzico di follia. Semplicemente in the zone… 29,6 pt. di media, passa in testa all’intera NB come miglior score davanti anche a Steph Curry…

La shot chart di Kemba…

 
Jeremy Lamb: 7
 
18 pt., 6 rimbalzi. Aveva nicchiato a inizio stagione sotto il profilo realizzativo. Le aspettative erano queste per lui come SG. Da una bella mano con un 7/13 dal campo. Difetta da fuori con uno 0/4 ma se va dentro sino in fondo rimanendo aggressivo come lo è stato per tutta la serata in attacco e in difesa, è dura da fermare. Un paio di circus o quasi circus shot e personalità.
 
Nicolas Batum: 5,5
 
9 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Già mi verrebbe da bocciarlo pesantemente solo per l’hand-off impossibile tentato con Bridges che, infatti, si lamenta sul bordo destro del campo però rimbalzi a parte, è utile nel terzo quarto con un paio di bombe anche se finisce da oltre l’arco con un 2/6 e un 3/10 complessivo dal campo. Parte malissimo si rifà un po’ nel terzo quarto dove anche un paio di errori sono utili ai compagni per convertire in punti i rimbalzi offensivi da loro ottenuti.
 
Marvin Williams: 6
 
7 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, rubata. 3/6 dal campo ma qualche errore di troppo da fuori, anche open. Un paio di palle perse. Fa densità dietro e quando può giocare in post basso lo fa bene.
 
Cody Zeller: 5
 
7 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata , 1 stoppata. 3/7 dal campo per il tricotico centro. E’ legnoso e perde palloni in attacco dimostrando pochi riflessi. In difesa prova a far da barriera ma sembra la descrizione della poesia di S. Ambrogio di G. Giusti:
“Come sarebbe Boemi e Croati,
messi qui nella vigna a far da pali:
difatto, se ne stavano impalati,
come sogliono in faccia a’ Generali,
co’ baffi di capecchio e con que’ musi,
davanti a Dio diritti come fusi”.
 
Interviene poco e male, e quando lo fa come nel finale commette falli che in serata ammontano a 4. Dopo la prima tripla in attacco segna su un pick and roll e conquistando un rimbalzo d’attacco. Tutto lì in 32 minuti.
 
Malik Monk: 5
 
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. In 7 minuti difficile far peggio. Sfodera un extra pass senza più tempo alla fine del primo quarto, poi sbaglia tre tiri su altrettanti tentativi. Gioca solo 7 minuti. Borrego non insiste con lui perché lo vede in regresso. Non gioca nel secondo tempo. Il tiro è molto meno preciso. Speriamo si riprenda alla prossima, c’è bisogno anche di Malik.
 
Miles Bridges: 6,5
 
7 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 3/6 dal campo riuscendo ad affondare una bomba per poi presentarsi in taglio dentro su Kemba o ricevendo un lob sotto canestro. Questi sono i suoi 7 punti, per il resto anche se in difesa va meglio del solito gli manca ancora esperienza in alcuni posizionamenti ma compensa a rimbalzo grazie a razzi nelle scarpe. Vola a catturare palloni importanti in momenti cruciali del match.
 
Willy Hernangomez: 7
 
14 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Va sotto di 6 nel plus/minus ma la sua partita con 5/8 dal campo fatta di triple, rimbalzi ed energia vale almeno un 7. Riesce anche a smistare qualche assist. Avesse più fisico per battagliar sotto le plance son sicuro scalzerebbe Zeller in poco tempo.
 
Tony Parker: 7,5
 
7 pt., 4 assist, 1 rubata. Ci sono un paio d’occasioni nelle quali Morris e Irving lo battono ma lui in campo nel finale segna punti cruciali dimostrando freddezza. Tre jumper che filano nella retina per un 3/5 finale in 20 minuti. Personalità, senza paura, con rilassatezza aiuta la squadra nel momento decisivo. Borrego lo tenga in considerazione di più nei finali, ha esperienza e mano, unendosi alla follia di Kemba formano una doppia minaccia.
 
Dwayne Bacon: 5,5
 
5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 2/6 da campo con entrate scentrate. Non arriva con il passo giusto. Ha il suo momento d’oro in avvio di secondo quarto quando contribuisce al parziale di 8-0 con 5 punti per una tripla e un’entrata con partenza e ricezione in corsa da molto lontano. Poi anche in difesa non mi piace tantissimo, anche se probabilmente su quel canestro + fallo a favore di Irving ha ragione lui che aveva comunque commesso fallo prima spingendolo.
 
Coach James Borrego: 7
 
Solo per il fatto d’aver dato una scossa inserendo Parker nel finale. Buoni i tempi dei time-out. Più calmo che contro Philadelphia (dove è impossibile innervosirsi visti i torti plurimi perpetrati). Gran gara de nostri, specialmente di Walker ma si vede anche più movimento palla rispetto ad alcune ultime gare. Poi lui ha Sky-Walker.

Game 15: Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 119-122 (OT)

 
Intro
 
“Le amicizie svaniscono d’incanto al cambiare dei contesti” è un pezzo di una frase contenuta nel brano So low (l’eremita) dei Bluvertigo.
Ci sarebbe da riflettere su cosa s’intenda per amicizia oggi in un modello di società sempre più virtuale, a volte proprio sul web si stringono rapporti più veri rispetto a quelli reali, specialmente se poi si fanno reali, a volte semplicemente si sgretolano come sono nati.
Aristotele le divideva categorie: utile, buono e bello.
L’amicizia tuttavia rimane sempre definita da una sincera volontà tra le parti nel conoscersi, frequentarsi (ove possibile) e soprattutto avere una predisposizione, un sentimento positivo verso l’altro che può trasformarsi e mutare sino al tradimento o avere sempre avuto un insincerità di base.
Tu quoque, Brute, fili mi! (“Anche tu, Bruto, figlio mio!”) è una famosa espressione pronunciata da Cesare nei confronti di Bruto, colui che Cesare pareva amare come un figlio, oppure l’uccisione del presidente Thomas Isidore Sankara in Burkina Faso negli anni ’80 per mano del suo braccio destro Blaise Compaore sono esempi d’amicizia fondati sull’utile dei traditori
Vorrei però concentrarmi sull’importanza del conoscersi e apprezzarsi condividendo emozioni, pensieri e/o sentimenti.
Otto ex giocatori Hornets nella notte scendevano nell’intervallo sul parquet.
In taluni casi si sono sovrapposti ma come trait d’union ho scelto Dell Curry, primo giocatore selezionato dagli Hornets nel 1988, icona della squadra, anche per realizzare un’altra personale caricatura per omaggiare una persona che traspare simpatia e senso d’amichevolezza.

Dell Curry, ogi commentatore tecnico per gli Hornets, oltre che esser stato il primo original Hornets ed essere il papà si Steph e Seth è anche stato un tiratore da tre punti efficace e splendido da ammirare.

Sicuramente la condivisione di un lavoro di per sé non crea amicizia, talvolta anzi, genere l’effetto inverso dell’inimicizia, attraverso l’ingranaggio della competizione, tuttavia essere ben predisposti verso i compagni genera amicizia e quello spirito di squadra necessario per colmare il gap con le più grandi.
Quello spirito di sacrificio che a ogni livello potrebbe essere il valore aggiunto di una squadra che ha bisogno di superarsi per battersi contro le più forti moltiplicando gli sforzi in ottica di un bene comune e non individualista.
 
 
La partita in breve
 
Se qualcuno avesse visto l’anime di Rocky Joe potremmo di re che Charlotte è Rocky.
Muore all’angolo dopo aver disputato tutte le riprese contro il campione del mondo Mendoza pur non vedendoci più da un occhio mentre nel finale atterrisce il baffuto campione mandandolo giù due volte.
Ai punti la spunterà il vecchio campione, aiutato dalla fama ma la battaglia, pur persa, rimarrà epica.

Lamb presentato prima della partita con le Dance Brackets sullo sfondo.

Epico non era l’inizio di Charlotte che iniziava con una difesa colabrodo in versione Phila.
Embiid si portava velocemente a 21 punti, JJ Redick colpiva tre volte da fuori e nel primo quarto Charlotte rimaneva sotto 30-42.
nel secondo quarto gli Hornets riuscivano a rimaner a galla nel finale dopo aver toccato il -17.
Sul 56-63 (-7) si andava a riposo con i nostri sul 2/11 da fuori contro il 6/14 ospite…
Nella ripresa Charlotte tornava sul -3 (60-66) prima d’esser colpita da JJ Redick da fuori.
Episodico perché la squadra di Borrego con un 8-0 run fissato dalla tripla di Walker a 7:18 si portava sul 68-66.
A 3:44 Phila otteneva una giocata da 4 punti poiché Borrego si prendeva un tecnico per proteste menzionando il palleggio non perfetto di Embiid.
74-78 che Walker e Bacon ribaltavano con una bomba a testa al tramonto del quarto 84-80, ritoccato prima della purpurea luce sull’86-82.
La battaglia si estendeva anche all’ultimo quarto dove Phila entrava però in modalità FT, Kemba non ne riceveva uno che avrebbe dovuto essergli assegnato per esser stato falciato da Butler sul tiro da tre punti così Charlotte precipitata sul 91-101 a 5:01 sembrava spacciata.
A riportare in alto i cuori dei fan teal & purple ci pensava la premiata ditta Kemba & Walker, il quale faceva tutto da solo sparando a 1:38 una tripla per il riavvicinamento sul 103-105. Kemba segnava anche in entrata il 105-107 per sprigionare una tripla di tabella su Butler che ci dava il vantaggio (108-107) a:44.5 dalla fine.
Pareggiava Embiid splittando dalla lunetta, poi una palla persa di Kemba favoriva altri due FT di Embiid ma lo stesso capitano buttandosi dentro trovava i contatto per pareggiare a :16.6 dalla fine.
Butler sfidava Bacon al tiro ma la palla colpendo il secondo ferro schizzava lontano.
Era OT.
Nel supplementare Bacon ci portava avanti ma una tripla di JJ Redick a 2:58 ci mandava sotto di uno.
Sempre lui tentava con un lungo due punti di chiuder la gara (114-117).
A 1:13 Embiid e due FT con fallo di Cody.
114-119.
Sembrerebbe ancora fatta per Phila ma Walker metteva dentro e Lamb puntando Simmons a :34.7 pareggiava con una giocata 2+1.. 119 pari.
Palla recuperata sulla rimessa da Hernangomez ma nel finale il nuovo acquisto Butler riuscendo a stoppare Kemba dava l’ultima chance ai suoi.
Era lui stesso a sfruttarla al meglio mettendosi in ritmo per tirare in faccia a Bacon che alzava il braccio ma non era abbastanza per fermare il game winner.
Bomba da tre incendiaria.
Non c’era più tempo, così tra recriminazioni e una strenua lotta Charlotte lasciava sul campo la vittoria, ancora una volta amaramente in una punto a punto vanificando i 60 punti del career-high di Kemba.
20 di Lamb e 10 di Zeller a dare una mano per quel che riguarda i punti tra le fila degli Hornets mentre a livello di statistiche individuali Embiid ha chiuso con 33 punti seguito dal duo Simmons JJ Redick con 23 a testa.
Embiid e Simmons hanno anche preso 11 rimbalzi a testa aiutando la squadra di Brown a vincere 49-53 la lotta sotto le plance.
23 pari negli assist, mentre Charlotte si afferma sul filo nelle percentuali dal campo con il 42,4% contro il 41,9%.
25/27 per Charlotte dalla linea contro un 33/38 degli ospiti… 18 i TO di Charlotte, la metà provenienti da Walker, 19 per gli ospiti.
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Embiid vincendo la palla a due portava a casa il primo attacco per i blu chiudendolo dal post basso sinistro con un soft touch vincente.
Walker andava in corsa a prendersi la palla per un mid-range che infilava trovando solo il cotone, rispondeva Embiid con un rimbalzo offensivo e una second chance da sotto ma Charlotte con Kemba a 10:11 mostrava un Kemba a razzo; partenza con crossover su Butler e difesa in salto sulla linea di fondo con palla scagliata su Muscala e recuperata. Simmons lanciava lungo per un alley-oop verso Butler appoggiando poi personalmente al vetro iniziando a portare i suoi verso la fuga, anche perché Walker passava palla male in attacco e JJ Redick con un reverse layup tagliando sulla linea di fondo segnava il 4-10.
Embiid da sotto segnava il 4-12 poi Lamb stoppava un passaggio di Simmons a mani alte innescando la transizione con dunk di Cody.
JJ Redick sulla diagonale sinistra trovava spazio ondeggiando e colpendo da tre ma a 7:35 rispondeva Kemba che con un altro crossover salutava Butler per appoggiare sulla sinistra sospinto dalla massa del corpo di Butler.
FT addizionale e gioco da tre punti “respinto” da JJ Redick ancora una volta letale dalla diagonale sinistra (7:21) anche se con minor angolazione.
Un crossover di Walker con infilata e passaggio corto orizzontale verso Zeller in rollata con puntata verticale a canestro dava al nostro antiestetico centro altri due punti. Embiid segnava due punti spingendo via Cody poi Kemba sbagliava da fuori ma saltando più in alto di Embiid e Muscala arrivava da dietro Lamb che con una violenta put-back dunk posterizzava i due lunghi a 6:46.
Cody sotto canestro respingeva Charlotte al -5 (15-20) ma Marvin sbagliando da tre (0/4 Charlotte) lasciava a Embiid la tripla a 5:44 per il 15-23.
Dopo il time-out colpiva anche A. Johnson da fuori, tripla frontale letale su Willy molto timido in uscita.
Lamb dal corner sinistro in transizione trovava la prima bomba ma per un fallo di Bridges su Simmons i 76ers si portavano sul 18-28 e poi sul 18-30 con Simmons al vetro. Le evidenti difficoltà di Charlotte di fermare l’attacco di Philadelphia non fermavano Lamb che puntando a canestro era fermato irregolarmente da Shamet.
2/2 per il 20-30 a 3:14 e 21-30 dopo un ½ di Willy alla lunetta.
JJ Redick si alzava per colpire ancora da tre mentre Biz entrava in campo per usare il fisico su Embiid ma sembrando più un fuscello faceva danni.
Dopo 14 secondi Embiid recuperava un fallo dal congolese segnando canestro e libero, Bridges rispondeva con la bimane recuperando l’assist di Parker neo entrato.
Anche Fultz passava Biz in entrata ma uno step back di Walker restituiva a Charlotte il terreno perso per colpa di Markelle.
Biz commetteva un altro fallo su Embiid che puniva dalla lunetta ma si riscattava con un alley-oop fortunoso a una mano su assist di Kemba.
Embiid portava sul 27-42 il risultato ma Walker sulla sirena incocciava su Fultz trovando tre FT che infilati davano il 30-42 dei primi 12 minuti.

Kemba Walker (15) drives past Philadelphia 76ers’ Joel Embiid (21) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Nov. 17, 2018. (AP Photo/Chuck Burton) (AP)

 
2° quarto:
 
Phila continuava ad aver buon gioco in attacco partendo con due punti di JJ Redick, Fultz e Parker usavano il plexiglass come amico mentre Embiid raggiungeva la ragguardevole quota di 21 punti colpendo nuovamente da oltre l’arco con resistenza minima di Charlotte.
Gli Hornets rimanevano attardati anche quando un fast pass teso di Kemba per Cody sanciva il 37-51 a 7:22. Butler e Monk si rispondevano dalla linea anche se il nuovo giocatore dei 76 lamentava un pulito intervento che in realtà si concretizzava sull’avambraccio sinistro del nostro numero 1. Charlotte iniziava a far densità e a difender più strenuamente ma era battuta da un gancio cielo in movimento di Simmons a perforare il povero Zeller così si rimetteva in moto in attacco (dopo un po’ di riposo) Walker che puntava da destra il canestro chiudendo perfettamente.
Butler rispondeva da due ma Kemba dalla top of the key mandava a segno tre punti per il 46-57.
Batum continuava ad alimentare la quasi sua impercettibile presenza sul parquet sbagliando da tre sulla sinistra ma riuscendo a recuperare il rimbalzo accentrandosi scaricava su Lamb che appoggiando in fing and roll accorciava sul -9 (48-57).
Simmons a 3:26 restituiva la put-back dunk a Charlotte elevandosi sopra le teste di una difesa estremamente catatonica nell’occasione.
Walker teneva viva la gara segnando un lungo 2 (50-59) poi era Korkmaz da sinistra a far tremare il ferro di Charlotte in schiacciata.
Batum in aiuto stoppando Embiid in area faceva partir la transizione sulla quale Lamb si lanciava sugli esagoni in spin ottenendo il fallo.
Due liberi a segno a 1:09 poi 2 anche per Embiid ma Kemba puntando il canestro a :17.2 recuperava a gioco fermo gli ultimi due punti del primo tempo che si chiudeva sul 56-63. Hornets quindi che riuscivano a rientrare sul -7…

“Muggsy” Bogues, Dell Curry, Kendall Gill, Alonzo Mourning, Glen Rice e Baron Davis nell’intervallo ricevono il pallone personalizzato. Sarebe dovuto intervenire anche Gerald Wallace colpito dal grave lutto della madre. Condoglianze a Gerald quindi.

 
 
 
3° quarto:
 
Lamb a 10:57 otteneva due FT costringendo Butler al secondo fallo sotto canestro con un altro giro di valzer per un 2/2 che riavvicinava Charlotte che giungeva sino al -3 con Kemba bravo a stazionare sulla linea di fondo e a convertire un passaggio di Zeller dopo aver preso uno sfondamento di Butler ed esser rimasto anche preoccupantemente a terra. Sulle prime sembrava che fosse stato assegnato il canestro con il fallo aggiuntivo di Lamb ma gli arbitri all’instant replay propendevano per il cambio decisione.
Batum mancava un tiro producendo un air-ball (dopo aver scatenato in precedenza Butler sulla transizione annullata) e prendeva in faccia anche una tripla di JJ Redick per il 60-66. Time-out che funzionava; il francese salutava i compagni sedendosi in panchina, dentro Bacon e canestro con parabola arcobaleno in uno contro uno di Lamb, Marvin dal corner sinistro per il -1 in faccia a Simmons e tripla di Walker a 7:18 per il 68-66…
Si lottava… nonostante una buona difesa Simmons di destro appoggiava a canestro girando sul corpo di Lamb trovando la giocata da tre punti.
Hornets che rispondevano sempre con il capitano che attaccano il canestro a 5:36 ci restituiva il vantaggio (70-69) prima che Simmons dalla lunetta ne mettesse due, Walker rispondesse dal pitturato, A. Johnson con un due punti and one ne mettesse tre e Walker pareggiasse dalla linea a 4:27 (fallo di Shamet) per un 74-74.
Phila però beneficiava di una giocata da 4 punti (canestro più due FT, uno per tecnico a Borrego che lamentava il dribbling discontinuo di Embiid o i passi) portandosi sul 74-78. Charlotte aveva la caparbietà di reagire segnando con un’alzata sopra la difesa di un Bacon proveniente da sinistra. Fultz rubando un rimbalzo d’attacco a Bridges favoriva con l’assist Muscala che da sotto non aveva problemi, poi era Kemba con un pump fake modello fenicottero (gamba alzata a ricordarlo) a riappoggiarsi a terra e a colpire precisissimo. Sibilava nell’aria risuonando come eterofono (o theremin) una tripla di Walker (1:55) che fischiava sino alle profondità delle maglie della retina.
Poi era Bacon a metter dentro un micidiale uno/due con un’altra bordata da fuori (corner sx) che stordiva momentaneamente Phila che incassava anche il canestro di Bridges su assist con lob di Zeller.
Embiid dalla lunetta chiudeva il quarto sull’86-82.

Charlotte Hornets’ Cody Zeller (40) and Philadelphia 76ers’ Amir Johnson (5) watch the ball during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Nov. 17, 2018. (AP Photo/Chuck Burton)

 
 
 
4° quarto:
 
Gli Hornets dopo aver incassato due punti ne mettevano a referto tre per merito di Bridges che cannoneggiava da oltre l’arco.
Un troppo irruente Bridges regalava a Korkmaz due FT (splittati), Monk mancava due triple ma almeno in difesa subiva l’arresto con spallata di Fultz riottenendo il possesso. Butler andava a puntare Bridges che ricorreva all’onesto fallo.
Altro ½ che anticipava la tripla di Shamet dal corner destro che impattando sull’89 pari consigliava a Borrego la pausa. Simmons in avvicinamento era garanzia di liberi (fallo chiamato a Bacon).
Ancora una volta Phila, un po’ stanca, mancava un FT così Walker in attacco passava lo schermo di Willy andando verso destra per scagliare una tripla ma Butler lo falciava. Clamorosamente gli arbitri assegnavano solamente due FT che finiranno per decider la gara. 2/2 e 91-90 prima della tripla frontale di Muscala che ribaltava la squadra al comando.
A 6:34 la partita sembrava iniziar a prender la deriva della sconfitta.
Butler toccato da Marvin guadagnava de liberi, a 6:10 era Simmons a recarsi in lunetta per il 91-97.
E mentre Walker buttava via un paio di palloni su drive and kick la squadra di Brown correva sin sul +10 con un due più uno di Butler a 5:01 (fallo di Bacon).
91-01… una squadra normale avrebbe molato gli ormeggi ma in un’occasione speciale gli Hornets, trascinati dal loro capitano tentavano il recupero iniziando con un rim run. Simmons schiacciava appendendosi ricevendo dalla linea di fondo tentando di stroncare la resistenza psicologica di Charlotte a soli 3:50 dalla fine ma uno skip palla con velo di Lamb per Walker da tre punti più un pull-up di Bacon dimezzavano lo svantaggio (98-1003).
Kemba a 2:25 in transizione con il sottomano per il -3 dava una chance a Charlotte di agguantare il pari ma Lamb tirava una mattonata al vetro.
JJ Redick lavorando in corsa sulla sinistra però lanciava nel mezzo Simmons che trovando una voragine appoggiava in fing and roll per il 100-105.
A 1:38 dalla diagonale destra Walker metteva dentro un catch’n shoot da tre punti.
Wilson Chandler a 1:24 dalla lunetta infilzava ancora Charlotte per un tocco di Zeller a braccia alzate in salto portando oltre il singolo possesso la gara (103-107).
Kemba spingeva fisicamente il difensore in penetrazione provenendo dalla destra mettendo dentro il cinquantunesimo punto, JJ Redick da tre mancava la tripla e a :54.4 Walker forzava tantissimo inventandosi una tripla su Butler che bussava al vetro, il quale apriva il vantaggio agli Hornets sul 108-107.
Brown chiamava il gioco su Embiid che a :35.4 splittando agganciava Charlotte.
Una persa di Kemba in transizione portava a due FT di Embiid ma lo stesso Walker a :16.6 pareggiava.
Palla a Butler sull’ultimo possesso che tirava lungo contro bacon mandando la gara all’OT.
 
OT:
 
Si entrava nell’OT con le triple mancate di JJ Redick e Lamb, Muscala commetteva fallo in attacco con un blocco furbo su Kemba che faceva riguadagnar palla ai nostri, Bacon la sfruttava con un floater per mandare in vantaggio la squadra di MJ. Embiid con un turnaround dalla media destra dimostrava di aver recuperato qualche energia, poi era Zeller con la Cody dell’occhio a metter dentro un aspettato bound pass per Bridges dimenticato sotto canestro a inchiodare il 114-112.
A 2:28 uscendo in corsa Redick andava a sparare la tripla del +1 Phila dalla top of the key.
A 1:13, dopo aver già perso in precedenza Marvin per uno scontro fortuito con Simmons in area visto dagli arbitri come fallo del nostro numero 2 (abbaglio clamoroso), usciva anche Zeller che per non commetter fallo su Embiid secondo gli arbitrii non dovrebbe avere non solo le bracia ma anche tutto il resto.
FT: 114-119.
Ancora una volta tutto sembrava perso ma gli Hornets reagivano con un pull-up frontale di Walker e quando Lamb su una second chance a :34.7 prendeva d’infilata Simmons costringendolo al fallo, andando in lunetta dopo aver messo dentro la spicchiata con uno spin perfetto al vetro, Charlotte si trovava sul -1, colmato dal FT appunto.
119 pari.
Lob per Embiid da rimessa da parte di Simmons che scriteriatamente commetteva il TO grazie a Willy che davanti al centro in maglia blu saltando anticipava perfezionando il recupero di Charlotte che tuttavia in attacco buttava via palla con Kemba stoppato da un iper atletico Butler dalle parti della linea di fondo destra.
Era lo stesso Butler a gestire l’ultimo possesso tirando su palla e colpendo da tre su Bacon il quale alzando il braccio tentava di oscurare a Jimmy la visuale.
Niente da fare.
Il tiro scivolava dentro, le speranze degli Hornets con esso non essendoci più tempo.
Lo splendido parquet da classic night rinviav quindi ancora la prima vittoria mentre Phila continuava ad aver la meglio nelle ultime partite sugli Hornets.
Finiva così, amaramente come nell’anime di Rocky Joe citato nella partita in breve… persa, ancora… come Roccky contro il campione del mondo Mendoza lottando strenuamente al limite delle proprie forze morendo seduto all’angolo dopo aver resistito a tutte le riprese, impresa mai riuscita a nessun altro pugile.
Vincerà Mendoza ai punti… forse la bellezza a volte sta anche nel saper perdere sebbene da domani si spera gli Hornets tornino a battere squadre competitive.
Le occasioni casalinghe con Boston e Indy, squadre meno protette, diranno qualcosa in più sperando di recuperare MKG che nella nuova versione con cambio ruolo manca molto ala squadra.
 
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 8,5
60 pt., 7 rimbalzi, 4 assist, 4 rubate. 21/32 dal campo. 12/12 dalla linea. Sarebbe da 10 se non perdesse 9 palloni tra i quali uno cruciale nei regolamentari sull’ultimo possesso e venisse fermato da Butler nei supplementari. Troppi kick and drive che non si sa dove vadano a finire quando viene raddoppiato, specialmente da Butler che lo mette per un attimo in difficoltà. Quando si riprende son dolori. A inizio gara lo passa con facilità con i crossover, gli spara una tripla clamorosa in faccia e attacca il canestro segnando 60 punti, personale career high. Anche in difesa recupera un paio di palloni facendosi colpire da Butler e girando sullo schermo di Muscala. Il giocatore più triste dalla NBA in rapporto alle sue forze, incassa troppe sconfitte avendo qualche compagno non all’altezza. Solamente un giocatore alto 185 o meno era riuscito a infilare 60 pt. e si chimava Allen Iverson (183 cm)… Veramente Cardiac Kemba nella notte, struggente anima di Charlotte per il quale dovrebbero comporre un paradossale pezzo metal rock con inserimenti di violino.
 
 
Jeremy Lamb: 6,5
20 pt., 10 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 6/18 al tiro con un 1/6 da fuori magari non sembrerebbero cifre da giustificare un tale voto ma lui ci prova sempre, anche in difesa. Se qualche volta non riesce torna caparbiamente a fare il possibile per chiudere spazi. Attento ai blocchi, segue l’attaccante. Pareggia nel supplementare con una giocata di grande personalità. Sale sopra il ferro schiacciando in faccia a Embiid e Butler, non due pivelli… Un altro volto di un guerriero.
 
 
Nicolas Batum: 4
0 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Favorisce una transizione con la stoppata in aiuto su Embiid poi serve qualche assist come quello per il fing and roll di Lamb dopo aver mancato una tripla aperta da sinistra e aver preso il rimbalzo dopo aver giocato a bandiera con il difensore in una gara a non prenderla… -9 quando è rimasto in campo, 0/4 al tiro in 18 minuti. Borrego lo toglie e la squadra migliora nettamente…
 
Marvin Williams: 6
4 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Rimane ai bordi dell’attacco finendo con un 1/3 dal campo. In difesa si batte, molto meglio dello scorso anno. Ironia del potere a centro area Simmons involontariamente va a dargli una testata. Dovremmo recuperar palla mentre Marvin è alle prese con il paradenti incagliato, invece prendiamo due falli contro mentre l nostra PF va ad armeggiare in panca dopo esser stata espulsa per raggiunto numero limite di falli.
 
Cody Zeller: 5,5
10 pt., 7 rimbalzi, 4 assist. 1 rubata. 4/8 al tiro compreso l’errore da sotto nei supplementari che costa caro. In difesa riesce a portare a casa qualche rimbalzo in più anche se rimangono scarsi in 35 minuti. Gratta 10 punti ma al momento rimane un handicap per gli Hornets come centro titolare a fronte di molti altri.
 
Malik Monk: 4,5
2 pt., 2 rimbalzi. Altra brutta prova per Monk. Continua il su periodo no fatto di tiri presi fuori ritmo come quello da tre con pump fake. Salta l’avversario ma lui liberissimo si coordina male. Prende uno sfondamento e segna solo due FT dalla lunetta dopo uno 0/5 dal campo che ci penalizza molto.
 
 
Miles Bridges: 6
9 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1stoppata. Bravo a veleggiare sulla linea di fondo mette dentro anche un tiro da fuori. A parte l’atletismo a rimbalzo i danni arrivano in difesa quando ha i piedi a terra. Ricorre spesso al fallo, anche se onesto. Qualche avversario lo punta di proposito. Considerando le due fasi e l’impegno la sufficienza c’è anche se deve migliorare la selezione di tiro perché sugli appoggi in un contro uno e sui tiri fantasiosi non c’è.
 
Willy Hernangomez: 5,5
1 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. -12 totale di plus/minus. Parte malissimo e si fa anche stoppare vicino al ferro. Recupera un importante palla nel finale e riesce a far densità nel secondo tempo nella zona del pitturato ma alla fine dal campo è 0/5…
 
Tony Parker: 5,5
2 pt., 3 rimbalzi, 5 assist, rubata. ¼ al tiro e un TO. Non una buona serata per le conclusioni da parte del francese che in 15 minuti sforna comunque 5 assist. Il maîtres à penser di Charlotte poi rimane in panca ad ammirare la super serata di Kemba che a nulla vale.
 
 
Bismack Biyombo: 5
2 pt.. Due punti, c’est tout. Due punti, è tutto lì il bottino del congolese che in 4 minuti si fa spinger da Embiid e passare da Fultz prendendo in faccia 5 punti nonostante il fisico. -5 è anche il disastroso +/- per l’africano che segna un po’ scoordinatamente in alley-oop offerto dal solito Walker. Borrego lo rispedisce in panca e nel finale con Zeller out gli preferisce Hernangomez.
 
Dwayne Bacon: 6,5
9 pt., 6 rimbalzi. 4/10 al tiro. Inizia male sparando due entrate nel dimenticatoio. Poi sale di tono ed è anche sfortunato in un paio d’occasioni su Butler ma lì è l’ex T. Wolves a fare qualcosa di più. Una sulla linea di fono destra con and one e una sulla tripla finale. Aveva difeso bene sul finire dei regolamentari. Deve magari riuscire a staccarsi da terra e a contrastare un po’ di più in questi casi. Un paio d’entrare di spessore per punti che hanno dato a Charlotte la possibilità di rimaner in corsa.
 
Coach James Borrego: 5,5
La squadra lotta bene, la gestione time-out direi che se non è inappuntabile comunque è utile, chiamati nei momenti giusti c’è da rimproverare solamente il classico ultimo possesso nelle mani di Walker con l’occhio di Mordor sempre su di sé. Giurato e spergiurato che avremmo visto dei finali diversi, incappiamo sempre recidivi nel medesimo errore. Aveva ragione a protestare e da lì forse la squadra prende la spinta per la rimonta ma il tecnico affibiatogli dalla terna a conti fatti è un macigno. Biz in campo come centro fisico è un danno, si corregge in corsa e velocemente.

Game 14: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 89-113

 
Intro
 
C’è un luogo misterioso in Ohio (nello stesso Stato di Cleveland) chiamato Serpent Mound.
Un tumulo risalente a epoche passate che raffigura un serpente a bocca aperta che attacca una figura ovale.
Oggi si pensa che l’abbiano costruito gli Adena o gli Hopewell, popolazioni indiane americane precristiane.
Il serpente in ogni cultura, probabilmente per le sue caratteristiche ha sempre suscitato attenzione, ammirazione o paura.
Asclepio (Dio greco della salute) ad esempio oggi è ricordato famigliarmente per il bastone che vi raffigura sopra un serpente attorcigliato, simbolo di conoscenza e tentatore per Adamo ed Eva.
Il serpente travalica ere e culture e ad esempio i Cherokee che non vissero distanti da territori prossimi al Serpent Mound, asserivano che il Sole che li affliggeva con malattie, avessero mandato un enorme serpente di nome Uktena a divorarlo.
Oggi il Sole a Cleveland è un pallido ricordo e metaforicamente potrebbe essere un enorme calabrone ad attaccarlo e a inghiottirlo.
Quel calabrone sembrato morente in estate tornato a ronzare vivacemente a Detroit sormontando il volume dei motorizzati giocatori della squadra di Casey.
La missione oggi alla Quicken Loans Arena non sembrava impossibile ma le insidie siderali passate hanno dimostrato in primis che niente dev’essere sottovalutato per la buona riuscita della missione, infatti, lo Shuttle degli Hornets andava incontro classicamente a un disastro annunciato quando ha un’occasione da sfruttare…
 
 
 
 
La partita in breve
 
Serata nerissima per Charlotte che numeri alla mano cade sul parquet della peggior squadra (attualmente) in NBA, ma siccome nella NBA non va sottovalutato nessuno…
Pesante battuta d’arresto contando che i Cavs partivano 1-11 nelle W/L e altre rivali per i PO difficilmente sbaglieranno qui, anche se i Cavs hanno mostrato di essere una squadra che vale ben di più del loro record, purtroppo in una serata sbagliata per noi…
La squadra di Borrego si è approcciata malamente al match in difesa dove a rimbalzo è stata schiacciata, inoltre, oltre alla serata on-fire di qualche giocatore di Cleveland al tiro, si è aggiunta una difesa non sempre attiva così ha finito per prevalere la voglia di vincere di Cleveland anche se in ottica stagionale la vittoria sarebbe servita molto di più ai Calabroni che ai Cavalieri ma la pancia forse era già piena dal dopo Detroit, inoltre l’assenza di MKG per infortunio ha privato gli Hornets di un difensore rinato.
Fattore determinante anche la pessima serata al tiro, in special modo al tiro da fuori (partenza da 1/22) corretta nel finale con un 8/41 e quella di Kemba che ha chiuso inusualmente con un 2/16 dal campo divenendo un punto di debolezza anziché di forza…
Già nel primo quarto i Cavaliers scappavano chiudendo il quarto con due punti di Nwaba per un 23-38 che faceva sembrar impotente la difesa degli uomini in tenuta bianca, forse perché prossimi alla resa.
Se il divario di 15 punti era già pesante, all’intervallo si arrivava addirittura sul +16 Cleveland che con una tripla di Clarkson era stata anche sul +21…
Walker chiudeva con un 1/9 dal campo, Charlotte con un 1/19 da tre, schiantata 18-32 a rimbalzo mentre Cleveland con l’8/13 da fuori per un 61,5% mostrava numeri da serata d’oro.
Solo Lamb che toccava 15 punti provando anche a difendere, teneva viva qualche flebile speranza.
La fede nel rientro però svaniva nel terzo quarto quando gli Hornets si riavvicinavano ma subendo alcune entrate di Clarkson e una tripla di J.R. Smith a 2:05 si riallontanavano chiudendo sul 69-88.
Nell’ultimo quarto Borrego sceglieva un quintetto difensivo basso ma valido per partire nell’operazione rimonta (Walker, Parker, Monk, Bacon e M. Williams).
La cosa sembrava funzionare e a 9:37 Walker infilando l’unica bomba della sua serata portava a -12 Charlotte (76-88).
Purtroppo gli Hornets ricadevano nella fretta e nell’errore dell’inaffidabilità del tiro da fuori insistendo due volte con Monk intervallato da Bacon per uno 0/3…
Clarkson con tre entrate spingeva i suoi sul 76-95 chiudendo di fatto la gara che diveniva garbage time negli ultimi minuti.
Meritata vittoria per Cleveland mentre a Charlotte c’è da riflettere per preparare la partita con Philadelphia.
Incappata in una pessima serata ora deve ricordare gli errori per non ripeterli, allo Spectrum sarà un’altra partita con un’altra storia da scrivere anche se l’occasione peduta potrebbe incidere pesantemente alla fine dei giochi.
Se negli assist Charlotte vinceva 23-22, a rimbalzo il 37-60 pro Cavs era eloquente, un 52,9% dal campo per i locali era superato dagli stessi paradossalmente con un 54,2% nella statistica dei tre punti…
Serata quindi super al tiro per i Cavs agevolati un po’ da una difesa non sempre adeguata.
A nulla è servita la stats dei turnover (9-19) contro la combo %FG e rimbalzi.
Clarkson con 24 punti e Nwaba con 8 sono stati i giocatori più incisivi per i locali mentre per Charlotte solo Lamb con 22 punti e Batum con 11 sono andati in doppia cifra…
 
Le formazioni:
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Cleveland passava in vantaggio dopo soli 16 secondi con un jumper di Hood frontale.
Gli Hornets pareggiavano dopo una tripla errata di Batum; sulla palla vagante metteva le mani Cody che raddoppiato scaricava su lungo-linea al francese in avvicinamento che solo appoggiava da sotto.
Sexton, lanciato in quintetto, mancava il tiro ma prendendo il suo rimbalzo si catapultava in entrata diagonale per riportar in vantaggio gli arancio-blu.
Lamb trovava il pari in jumper a 9:52 e Marvin Williams in transizione colpendo da sinistra da fuori portava in vantaggio Charlotte sul 7-4.
Il rookie Sexton con un velocissimo arresto e tiro su Walker e J.R. Smith dal corner sinistro, pescato sulla transizione, ribaltavano però il risultato sul 7-9 anche se uno step back di Batum si chiudeva con un jumper da due lungo che s’infilava trovando il nuovo pari.
Thompson splittando dalla lunetta a 8:13 riportava sopa la squadra di Drew che beneficiava ancora dei punti del proprio centro in tap-in per il 9-12 che diveniva 9-14 con il palleggio di J.R. Smith dietro la schiena per l’arresto e tiro vincente. Thompson sotto nel traffico batteva ancora la difesa così Borrego chiamava un time-out facendo uscire Zeller un po’ molle.
Entrava Willy che però stoppava Hood solamente in goaltending.
Cleveland saliva quindi su un impensato 9-18 prima che su una rimessa dal fondo della metà campo d’attacco arrivasse il canestro su azione da second chance; passaggio di Batum filtrante da media distanza, spin di Lamb e canestro da sotto a sinistra.
Batum mancava la tripla, Nance Jr. no a 4:53. Cleveland così iniziava ad avere un vantaggio importante in doppia cifra (11-21) che Batum limitava con un’entrata a ricciolo chiusa con l’appoggio sulla sinistra del plexiglass.
Cleveland però continuava a trovare la via del canestro: a 4:21 Sexton da tre, interrompeva Lamb con un mezzo gancio da sotto ma J.R. Smith dalla destra con un jumper e Nwaba in transizione mettevano due punti a testa per il 15-28.
Uno step back di Monk serviva a poco se il solitario Nwaba dalla destra sparava un’altra bordata da tre punti per Cleveland.
A 1:08 Bridges provava a rimediare con un 2/2 dalla lunetta ma rispondeva Clarkson.
Finivano per segnare anche Parker con un cambio mano nel traffico e Nwaba che fissava il momentaneo 23-38…

Jordan Clarkson e Marvin Williams in lotta per la palla nel primo tempo.
Foto: Tony Dejak/Associated Press

 
 
2° quarto:
 
Charlotte nel secondo quarto avrebbe dovuto andare alla riscossa ma mentre Williams mancava un open frontale da tre, lo scorer Clarkson non falliva due punti tirando dalla diagonale.
Parker in entrata puntando Harrison cambiava marcia appoggiando il 25-40 poi a 10:19 dopo esser stato toccato sul floater splittava dalla lunetta.
Williams in difesa rubava il secondo pallone in poco tempo favorendo la dunk (illusoria per il rientro) di Monk in transizione del 28-40.
Clarkson al vetro in entrata provava a lasciare ai suoi margine per non andare a far rientrare la squadra del North Carolina ma Walker recuperando palla in difesa lanciava un Parker già avanti a tutti che segnava in reverse layup mentre Thompson in rientro travolgendo contemporaneamente Kemba alle spalle decretava un FT supplementare con il quale i Calabroni vedevano almeno un -11 (31-42).
A poco serviva perché Thompson si rimetteva in moto mentre il brillante Parker iniziava a sbagliare al tiro, Clarkson a 7:33 non segnava dalla linea di fondo sinistra ma toccato da Williams convertiva i liberi del 31-48.
Rientrava Cody che in attacco era pescato da Monk che con una drive più assist volante favoriva i due punti del centro. Sexton ne metteva dentro due mentre Lamb faceva buona difesa su Clarkson ma Walker in jumper continuava a sbagliare così Sexton a 6:23 segnava da fuori l’irreale 33-53.
Kemba completamente fuori fase a 6:12 sbagliava anche due liberi, Lamb dietro compiva un’altra buona difesa ma Thompson prendendo un altro rimbalzo (finirà 18-32 nel primo tempo questa lotta) si faceva portar via palla da Zeller che in attacco s’inseriva per andare a realizzare un 2+1 a 5:48..
Walker a 5:22 trovava anche il primo tiro dal campo portando Charlotte sul -15 (38-53) ma improvvisa era la reazione di Cleveland che addirittura maturava il miglior vantaggio di serata fino a quel momento arrivando sul +21 grazie a una tripla di Clarkson dalla destra (42-63).
Iniziava a esser durissima ma Marvin con un fast turnaround nel pitturato e Lamb con due punti in entrata da destra and one alla lunetta a 1:25 spingevano ancora gli Hornets su un remoto 47-63.
Hood mostrava la serata on-fire di Cleveland con un turnaround su un Walker che compiva il massimo per difendere venendo mortificato dal canestro del rivale.
Lamb tornava nel minuto finale in lunetta 2 volte per un 4/4 che aiutava Charlotte e lo portava a 15 punti ma l’ultima parola l’aveva Clarkson in banker.
51-67, 16 punti da rimontare nella ripresa per Charlotte…

C’era anche un cambio di scarpe per Kemba rientrato in campo nel secondo quarto nel prima e dopo. Purtroppo però il risultato rimaneva il medesimo.

 
 
 
3° quarto:
 
Continuava a litigare Charlotte con il canestro avversario in avvio di ripresa, così dopo un errore da fuori di Walker e due open da oltre l’arco di Williams anch’essi a vuoto portavano le statistiche di Charlotte sul tiro da fuori a un incredibile 1/22…
Nance Jr. stoppava Kemba ma anche lui mancava la tripla sull’azione d’attacco seguente dei suoi, Walker continuava a rimaner glaciale al tiro mentre Thompson metteva dentro in tap-in evidenziando la solita mancanza di un reale rim protector.
Zeller da due, un anticipo volante di Walker che mancava il layup in transizione con palla tuttavia recuperata dai nostri per un salvataggio artistico sulla linea laterale sinistra del nostro numero 5 e palla poi restituita allo stesso Batum che portava alla tripla da sinistra del transalpino per il 56-69 a 8:45 dalla terza luce rossa.
Hood ne metteva dentro due ma Williams sullo scarico in corsa di Walker, dall’angolo destro questa volta non sbagliava portando a casa la terza tripla di serata per Charlotte.
Sexton in cambio mano in entrata dimostrava il suo atletismo rilasciando la sfera sopra uno Zeller poco efficace.
Lamb su una second chance da sinistra zigzagava per appoggiar di sinistro il 61-73.
J.R. Smith dietro lo schermo calando la tripla del 62-76 provava a chiuder il discorso a 6:31, Lamb a 4:53 con la stessa moneta provava a riaprirlo (67-78) ma Kemba sbagliando ancora non agevolava la squadra (1/14 dal campo sino a quel momento) che si trovava sotto di15 dopo il 2/2 ottenuto dai giri di Nwaba e Clarkson in lunetta anche se Borrego tentando di correre ai ripari aveva inserito Biyombo sul quale Clarkson a 2:50 aveva trovato il contatto per la lunetta.
J.R. Smith mandava un bacio ai tifosi dopo la bomba del 67-85 a 2:05 e anche se Monk trovava un canestro da due, la luna era storta per gli ospiti che vedevano rimbalzare tra ferro, vetro e ancora ferro una tripla di Nwaba da destra che finiva per insaccarsi decretando il 69-88 parziale.

Batum e Thompson a rimbalzo.
Foto: Tony Dejak/Associated Press

 
 
4° quarto:
 
Gli Hornets facevano l’ultimo sforzo per rientrare con un buon quintetto:
Parker, Walker, Monk, Bacon e Williams.
Proprio però il più inesperto, Monk, insisteva da fuori sbagliando il primo tiro, Parker si dimostrava più ragionevole infilando due punti dalla FT zone.
Bacon con un turnaround nel pitturato ne metteva dentro altri due mentre la difesa di Charlotte produceva ottimi risultati facendo perder un pallone agli arancio-blu.
Walker da tre a 9:37 metteva dentro anche la bomba tanto cercata così Drew doveva ricorrere alla pausa per calmare i bollenti spiriti di Charlotte in rimonta che a 9:37 si presentava sul 76-88.
Monk e Bacon però tiravano ancora da tre e se Monk risultava impreciso, quella di bacon era una mattonata che rischiava di distrugger la tabella, Monk sbagliava ancora da fuori presentando un conto salato di 5/34 a Charlotte.
Le squadre sbagliavano molto in questo frangente ma un paio di accelerazioni di Clarkson tagliavano fori Williams e i Cavs tornando sul +16 si vedevano assegnare anche un FT aggiuntivo per un tecnico a Lamb che non era d’accordo sulla regolarità di una palla strappatagli dalle mani.
0/1 al libero ma ancora floater di Clarkson, TO in attacco di Batum, Nwaba in transizione con fallo di Lamb per una giocata complessiva da tre punti non realizzata per l’errore dalla lunetta.
A 5:15 la partita era ormai chiusa sul 76-97.
A poco serviva l’appoggio al vetro di Batum quando Nance Jr. sopra le teste della difesa correggendo d’autorità in put-back dunk anticipava la corsa di Sexton in transizione per il 78-101.
Panchine in campo, un paio di triple per parte con Bridges e Bacon per gli Hornets e Frye dall’altra chiudevano la serata negativa degli Hornets e quella di festa dei locali che a occhio e croce non ne vedranno poi moltissime quest’anno.
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 4,5
7 pt., 4 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. E’ chiaro che il 2/16 con l’1/7 da fuori per un -13 di plus/minus pesi molto sul giudizio. Si ostina a tirar da fuori e mette il sigillo proprio nel momento di massima speranza di rientro ma nonostante poi si evidenzi soprattutto negli assist togliendo le ragnatele dalle varie caselle zero, sforzandosi anche in difesa, viene a mancare in attacco e senza il proprio leader la squadra si perde in simbiotica crisi.
 
 
Jeremy Lamb: 7
22 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Chiude con un 8/16 dal campo, attento in difesa ci prova e talvolta influenza in maniera determinante alcuni tiri ma è in attacco dove da spinta alla squadra riuscendo a trovar rapidi pull-up o mantenendo il focus sul canestro in entrata mostrando coordinazione, ritmo e abilità per segnare.. Non gli viene dato un fallo su un’entrata, poi lamenta un fallo su una palla rubatagli, finisce per prendersi un tecnico. Paradossalmente ha il peggior plus minus con -24 con i suoi 31 minuti in campo secondi solo a quelli di Kemba (35).
 
 
Nicolas Batum: 5,5
11 pt., 5 rimbalzi, 3 assist. 5/12 dal campo. -20 di plus/minus. Salva un pallone che poi restituitogli vale la seconda tripla di serata per la squadra. In attacco non è così abile come Lamb e in difesa non è sempre efficace.
 
Marvin Williams: 5,5
8 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 3/8 al tiro. Gioca da centro nell’ultimo quarto e riesce a limitar diverse occasioni. Stoppa sulla linea di fondo un passaggio di Clarkson e ruba anche un paio di palloni di seguito nel primo tempo. Purtroppo quando tenta di tenere il numero 8 avversario finisce male per un discorso di velocità e di fisici. Sbaglia un paio di open 3 a inizio ripresa prima di metter dentro il terzo tentativo. L’impegno c’è ma l’efficacia non sempre.
 
Cody Zeller: 5
9 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. ¾ al tiro, 3/3 dalla lunetta. Numeri da comprimario che dal campo sembrerebbero fargli guadagnare una sufficienza ma per il centro titolare la dimensione offensiva non basta. 17 minuti e poco la differenza del +/- ma a rimbalzo è molle e viene sovrastato. Più muscolare di un tempo, quest’anno sta perdendo i duelli con le controparti nel ruolo. Gioca perché gli altri centri hanno maggiori difficoltà in difesa.
 
Malik Monk: 4,5
6 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Chiude con un 3/13 al tiro figlio di pull-up e triple del tutto senza ritmo. E’ da qualche partita che ha una carogna sulla spalla chiamata frenesia. Sembra aver fatto purtroppo un passo indietro. Serve respirare e riconciliarsi con sé stesso ritrovando fiducia e ritmo. Purtroppo come Kemba ci penalizza molto in serata.
 
Miles Bridges: 5
5 pt., 2 rimbalzi. Ancora un po’ al di fuori dal gioco reale segna una tripla nel finale in 15 minuti totali. Non apporta molto alla causa e stasera non si vede nulla del suo repertorio atomico.
 
Willy Hernangomez: 5,5
2 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. ¼ al tiro e -8 in 6 minuti. Anche lui a rimbalzo fatica e Borrego lo lascia da parte per provare Biz.
 
Tony Parker: 6
9 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 15 minuti con un 4/10 dal campo. Si fa ingolosire e trascinare dai compagni nella corsa all’oro fuori dall’arco ma finisce con uno 0/3… Chiude molte volte in palleggio pescando qualche compagno evitando di attaccare. Quando lo fa è un pericolo per Cleveland ma non riesce a essere un fattore determinante per ordinare il gioco nella squadra in serata.
 
Bismack Biyombo: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. Aggiungiamo anche un fallo con il quale manda in lunetta Clarkson ed ecco il Biz in 6 minuti sul parquet nella ripresa. Limitato, cerca di fare il proprio dovere a livello difensivo ma mentre è in campo la squadra subisce un -5 di plus/minus.
 
Dwayne Bacon: 5,5
5 pt., 3 rimbalzi. 2/4 dal campo. Gioca 16 minuti. Sfortunato in difesa in qualche occasione come nel primo tempo dove prende una tripla in faccia nonostante la buona difesa. Nel secondo tempo gli arbitri lo pescano a trattener un avversario lontano dalla palla. In difesa è attivo. In attacco fa vedere uno spin sorprendente con jumper dal pitturato, poi un paio di triple, una che va diretta sul vetro lontana dal ferro e una nel finale che s’infila. Un sostituto di MKG con meno spinta.
 
Devonte’ Graham: 5
0 pt., 1 rubata. 0/2 al tiro in 5 minuti, quelli finali. Il pendolare degli Hornets che fa su e giù da Greensboro non ingrana, né al tiro né con gli assist ma poco importa, la partita era terminata di fatto.
 
Frank Kaminsky: 6
5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Gioca 4 minuti mettendo dentro una tripla e due liberi. Un canestro preso in faccia e una palla persa ma anche tre rimbalzi. Contava poco ma almeno si fa notare dicendo che c’è anche lui per tentare rotazioni da centro.
 
Coach James Borrego: 5,5
Guarda sconcertato la partita con occhi spiritati. Se la squadra sbaglia tanto e anche open non è colpa sua ma deve insistere meno su soluzioni da fuori quando è così. Una partita contro Cleveland, se giocata intelligentemente a partire almeno dalla ripresa affidandosi più a entrate e tiri più ravvicinate ce la saremmo almeno giocata nel finale. La difesa è molto discutibile. Non ha gli uomini sotto canestro per battersi con molti lunghi avversari. S’inventa l’ennesima small-ball a inizio ultimo quarto che fa bene finché regge.

Game 13: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 113-103

 
Intro
 
Detroit fu fondata da francesi e dai transalpini ne deriva anche il nome.
Rivière du détroit, ossia, fiume dello stretto (Detroit è anche il nome dell’omonimo fiume oggi) fu dato poiché questo tratto di acque univa due laghi.
Gli Hornets nei punteggi stretti negli ultimi due anni non si sono trovati molto a loro agio per dirla con un eufemismo visto che sono arrivate quasi esclusivamente sconfitte.
Per passare sul campo di una potenziale rivale per i playoffs quindi gli Hornets dovevano attraversare l’istmo psicologico calcato sulla faccia di Marvin Williams e alcuni compagni nel finale a Philadelphia anche in caso di punto a punto.
 
 
 
 
La partita in breve
 
Charlotte andava giocare a Detroit ben conoscendo i punti di forza della squadra allenata dal nuovo coach Dwane Casey.
Sotto le plance Charlotte avrebbe dovuto fare buona guardia non scordando il perimetro, andando a dar fastidio sulle triple. Il piano degli Hornets riusciva perfettamente anche se Bullock da fuori iniziava con un 5/5.
Partita da giocare fisicamente invitando i Pistons a tirare da fuori dove non sono complessivamente granché…
I primi due quarti vedevano le squadre superarsi più volte con un’alternanza della squadra al comando più veloce dell’intermittenza delle luci di Natale.
A regalare il vantaggio definitivo di primo quarto era la tripla di Bullock (3/3 sino a quel momento) con la quale portava i suoi sul 23-25.
24-27 era il finale dei primi 12 minuti.
Charlotte, caratteristica di tutti i quarti, partiva bene ancora, anzi, meglio del primo quarto e con l’entrata di Lamb in appoggio sinistro andava sul 32-29.
A 4:06 entrava in bonus Detroit che con due liberi di Drummond si riportava avanti sul 42-43.
Kemba a 1:29 andava per il +3 ma arrivava il pari a mezzo tripla di Jackson a 47 secondi dalla seconda sirena.
Era Parker con un pull-up frontale a issar sopra di due il vessillo del Calabrone al termine dei primi 24 minuti.
L’avvio di ripresa era tutto di marca Hornets e quando Walker in transizione a 10:42 appoggiava, la squadra di Borrego si trovava sopra 58-49 con un parziale di 7-0.
A 5:21 con un 3/3 di Kemba ai liberi Charlotte saliva oltre la singola cifra di vantaggio (71-59) e con una tripla di Hernangomez dalla destra su Drummond otteneva anche il 77-59.
Gli Hornets però avevano un blackout chiuso dallo stesso Willy che perdendo palla sulla rimessa regalava a Drummond due punti per un parziale di 0-8 che riportava a -7 i locali (77-70).
Monk dalla lunetta e Hernangomez su azione restituivano il +11 ma il quarto si chiudeva sull’83-75.
Charlotte usava la panchina per chiuder il match in avvio di ultimo quarto; Parker lanciava in pick and roll Zeller, poi segnava, sbagliava un tiro ma Bridges prendeva il rimbalzo sotto segnando, infine tornava a vestire i panni dell’uomo assist per regalar a Bridges una schiacciata lanciatissima per i fotografi.
A 8:50 Hornets tornavano sul +18 (95-77).
Un nervoso Griffin era espulso dopo esser avanzato in difesa con Monk in salto che ricadeva sulla spalla dopo il contatto con Blake.
Flagrant 2, espulsione, due FT per Monk che portava a 100 i Calabroni.
Senza Griffin e punti nell’orgoglio i Pistoni cercavano la rimonta ma Crono era contro di loro così si arrivava al minuto finale con Charlotte comunque un po’ in affanno sul 109-100. La tripla frontale di Ish Smith per il – 6 era respinta dai due ferri e dall’altra parte 15 secondi dopo Parker affossava Detroit silurando da tre dalla sua diagonale preferita. 112-100 ritoccato in 113-103.
Pistons che hanno chiuso con Drummond e Bullock (6/9 da fuori) con 23 punti a testa, ben 22 i rimbalzi per il centro però.
Griffin ha chiuso con 10 punti e uno 0/5 al tiro da oltre l’arco con un 12/45 per un 26,7% complessivo della squadra di casa che ha pregiudicato le possibilità di vittoria.
46-51 i rimbalzi con gli Hornets che son riusciti a limitare lo strapotere fisico degli avanti rossoblu.
24-21 invece gli assist a favore dei nostri.
12-10 i TO mentre decisiva è stata la difesa con il 50,6% dal campo ottenuto da Charlotte contro il 36,5% dei Pistons… Portati sul terreno voluto da Borrego, abile stratega in questo caso nel legger il match.
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Inizio con poca precisione per le due squadre, Detroit, infatti, passava in vantaggio su un errore di Drummond con tap-in di Bullock.
A 10:24 era Drummond a realizzare lo 0-4. Gli Hornets per segnare i primi due punti dovevano attendere sino a 9:31 quando un lungo jumper dalla destra di Batum su Griffin oltrepassava il cotone della retina dei Pistoni.
Detroit colta in transizione da Walker subiva l’infilata di Zeller che ricevendo dal capitano era affrontato irregolarmente da Griffin.
Due FT a 9:00 che costavano il pari ai locali.
Williams sulla linea di fondo dal basso con una manata portava via la palla a Griffin allungandogliela che forse subendo anche un colpo rimaneva giù, non se ne avvedeva nessuno perché sulla corsa in transizione Lamb sparava da tre portando in vantaggio Charlotte ma per poco perché G. Robinson III dal corner destro pareggiava quasi immediatamente.
Cody a 7:33 al volo deviava al vetro finendo dietro per l’appoggio morbido del nuovo vantaggio, poi, dopo un time-out toccava a Walker usare il vetro per mandare Charlotte sul +4.
Griffin riportava a -2 la squadra di Casey poi rischiava di perder palla ma trovava nell’angolo Jackson che infilando da tre sorpassava anche i Calabroni nel punteggio a 5:14 (11-12).
A 4:56 un gioco di passaggi raggiungeva Willy sotto canestro a sinistra da dove depositava facilmente ma solamente 9 secondi più tardi Bullock infilando la tripla consentiva il contro-sorpasso della squadra motorizzata.
A 4:32 era Kemba con una drive a passar corto sulla baseline destra dove navigava ancora Willy a chiudere l’azione con altri due punti per il 15 pari.
Era Parker con un pull-up dalla sinistra (libero grazie al lavoro di Kemba) a riportarci in vantaggio ma un missile di Bullock a 3:06 (da second chance) mostrava la fragilità del vantaggio.
Tony ci metteva cinque secondi per andare con lo scoop al vetro allungandosi oltre il difensore in rincorsa a contatto ma Griffin in mezzo gancio dal pitturato batteva MKG e guadagnava un FT (mancato).
19-20 a 2:39 dalla fine del primo quarto ma a ridarci il vantaggio era Bridges da Flint, 106 km da Detroit che chiuso sotto canestro da due difensori faceva rimbalzar palla indietro per l’accorrente MKG che metteva dentro.
A 2:07 Pachulia da sotto si divertiva a crear l’effetto montagne russe ma MKG a destra da sotto ribaltava nuovamente il risultato come una frittata (23-22).
Bridges buttava via una rimessa dal fondo sparando sul polpaccio di Kemba intento a correre verso la metà campo così Bullock infilava la sua terza tripla consecutiva per il 23-25.
Parker per MKG era un idea che Griffin stoppava ma la leggera spinta sul corpo di Galloway determinava due FT poi splittati dal nostro numero 14.
Galloway si faceva perdonare in entrata allo scadere dei 24 risolvendo la questione così con MKG che sulla sirena colpiva i ferri finivano i primi 12 minuti.
24-27.

Detroit Pistons forward Blake Griffin and Charlotte Hornets center Cody Zeller (40) reach for the rebound during the first half of an NBA basketball game, Sunday, Nov. 11, 2018, in Detroit. (AP Photo/Carlos Osorio)

 
 
2° quarto:
 
Pronti via MKG in aiuto a Bridges andava a stoppare il numero 7 Johnson ma ricadendo male si slogava la caviglia destra ed era costretto ad abbandonare il campo dopo soli 20 secondi giocati.
Una steal di Lamb e un Bridges che con uno spin nel pitturato costringeva al fallo la difesa locale davano il -1 (2 FT ben realizzati), toccava Parker con un floater su Pachulia a restituire il vantaggio agli Hornets (30-29), un +1 dilatato rapidamente da Lamb che con il sinistro appoggiava al vetro in uno contro uno allarmando Casey pronto a chiamare il time-out.
Robinson in avvicinamento al rientro accorciava ma Parker usando uno screen roll batteva ancora la difesa rossoblu. Drummond sulla baseline sinistra spingendo di forza Zeller lo eliminava dalla scena poggiando la sfera all’anello che la faceva girare prima di farla entrare.
Johnson con un palleggio dietro la schiena s’infilava frontalmente depistando Lamb prima d’appoggiare il 34-35 ma Cody trovato sotto la plancia avversaria da una drive di Malik cambiava ancora il vantaggio nel punteggio (36-35) Lamb si faceva sempre più attivo intercettando una palla in difesa e in attacco andando sullo schermo di Cody a sinistra per il pull-up solo cotone.
Johnson replicava da due, poi toccava a Kemba passare a ricciolo sotto il canestro, movimento a U, tiro dalla diagonale sinistra liberissimo per due punti facili senza pressione… Lamb commetteva il suo terzo fallo toccando Jackson alle spalle a 5:09.
Due FT di furbizia per il -1.
Walker con un turnaround appena al di fuori del pitturato a sinistra lasciava i difensori di stucco ma un jumper di Jackson consentiva ai Pistons di non mollar la presa (42-41).
Batum sbagliava da fuori, Zeller non teneva il rimbalzo così i Pistoni spingevano verso il nuovo vantaggio conquistando due FT a 4:06 (fallo di Williams su Drummond lontano dalla palla).
Marvin dalla diagonale sinistra sparava una tripla con metri di spazio sul difensore trovando il canestro del 45-43.
A 3:29 Griffin scavalcava nuovamente i Calabroni ma Walker s’ispirava con un floater per coglier la metafora nel superare Detroit e Pachulia mano protesa alla difesa.
Kemba con un lungo due da sinistra a 1:29 allungava ma Jackson con la tripla a :47.1 in un sol colpo pareggiava alle soglie della cinquantina.
Parker on rapido pull-up ci portava sopra i 50 chiudendo de facto il primo tempo sul 51-49.

Batum sfida Drummond in entrata.
AP Photo Carlos Osorio.

 
 
 
3° quarto:
 
In avvio ripresa gli Hornets sorprendevano i Pistons ascendendo rapidamente nel gioco trovando riscontro nel punteggio; Cody in area con due punti iniziava le danze, Williams dalla diagonale destra saettava da tre punti accarezzando il cotone solamente, si vedeva anche una stoppata di Batum che faceva correre Lamb il quale cedeva a Walker per l’appoggio in transizione.
Micidiale 7-0 in un minuto e 18 secondi per un 58-49 che apriva una via verso la fuga.
Williams prima in difesa rubava un altro pallone a Griffin, poi difendeva bene su Robinson ma sulla seconda a azione Drummond finiva per segnar da sotto al secondo tentativo. Poco male perché gli Hornets in attacco girando velocemente palla trovavano un Lamb sofferente di solitudine sulla top of the key pronto a realizzare da tre per il +10 (61-51).
Bullock da tre su una second chance calava un’altra mannaia sulla testa di Charlotte ma protestava Griffin a suo dire toccato sull’entrata che portava alla tripla.
Risultato?
Tecnico all’ex Clippers e 62-54 Hornets.
Drummond mancava un appoggio facile ma a 8:30 si rifaceva dalla linea di fondo sinistra andando ad appoggiare oltre Zeller che commetteva fallo ma non subiva l’onta del libero realizzato perché il n° 0 entrava in simbiosi con il numero di maglia.
Walker a 8:21 usava lo schermo per realizzare la sua prima tripla di serata mentre Charlotte serrava i ranghi e in difesa se era il caso le capitava di gettarsi a terra riuscendo a recuperare una sfera per ultimo tocco di Robinson III.
Bullock dalla diagonale sinistra metteva dentro ancora una bordata per un surreale 5/5.
Cody stoppava stando fermo un Griffin brutto da vedersi tanto più che era lui a passar quasi la palla a Cody in arretramento, a 6:20 si registrava il primo errore di Bullock da tre che invece di tirar da fermo in ritmo provando a costruirsi il tiro non ce la faceva mentre lo realizzava Batum dalla sinistra, completamente solo perché Willy prendendo un rimbalzo d’attacco smistando a sinistra trovava il francese e una difesa Pistons sbilanciata già orientata verso l’attacco. Kemba era un mastino in difesa deviando sul corpo di Drummond la palla oltre la linea di fondo.
Lo stesso Walker in attacco andava a tirar rapidamente da tre punti ma sfiorato da Jackson alle spalle era lesto a tuffarsi inusualmente in avanti per mostrare il contatto accentuandolo.
Tre liberi a segno più l’assist successivo dietro la schiena per Williams che onorato non mancava la tripla del 74-59. Hornets in controllo del match, Pistons che rompevano la pioggia di punti subita con Galloway da tre punti da destra. Willy però sullo stesso lato con uno spostamento laterale usciva dall’ombrello protettivo di Drummond calando una tripla letale comunque restituita quasi immediatamente da un Bullock da 6/7 oltre l’arco.
Charlotte perdeva un po’ la testa concedendo tre FT a Bullock e palla sulla rimessa con Willy a regalare a Drummond due punti.
Detroit accorciava quindi con un parziale di 8-0 risalendo sul77-70.
Charlotte a 3:08 andava in time-out e Monk a 2:51 si lanciava a folle velocità sbagliando.
Per sua fortuna era toccato e dalla lunetta ci regalava due punti così come Willy poco più tardi senza bisogno della lunetta.
Drummond con un punto e Galloway con due riducevano lo scarto a una cifra (81-73) ma un Parker in forma San Antonio old time cadendo all’indietro batteva Drummond in uscita sul mid-range sinistro.
Smith con un rapido spin batteva due difensori e appoggiava poi sulla sirena vedeva il suo tiro esser respinto dai ferri. 83-75, partita ancora da chiudere grazie al rientro rapido di Detroit.
 
4° quarto:
 
Un pick and roll Parker/Zeller era chiuso da un floater da quest’ultimo, Parker con uno scoop al vetro spingeva ancora Charlotte, poi il francese tornava umano sbagliando un tiro ma il pallone era conteso tra un difensore e Bridges.
La spuntava Miles che da sotto saliva a realizzare l’89-75. Monk in corsa verticale leggermente a sinistra del canestro passava corto per Bridges che proveniente dalla linea di fondo sinistra andava a schiacciare…
91-75 a 10:10 dalla fine…
Griffin ne metteva due liberandosi di Batum ma Parker dalla diagonale sinistra aveva la mattonella dalla quale estrarre money.
Due punti per il 93-77.
A chiudere un’altra partenza di quarto sprint ci pensava Bridges che imbeccato da Parker con un passaggio dalla destra arrivava in corsa decollando dal pitturato per sorvolare la no fly zone dei Pistons.
A Detroit e zone limitrofe dovevano dare l’allerta per l’onda d’urto prodotta dalla schiacciata lanciatissima di destro del nostro rookie. 95-77 a 8:50.
Parker da tre non cambiava bisettrice e Monk in entrata era affrontato in volo dall’avanzata furba e maligna di Griffin che faceva cader il nostro numero uno sulla spalla.
Dopo aver rivisto al replay l’azione gli arbitri propendevano per un flagrant 2 sacrosanto.
l pubblico fischiava ma c’era il rischio che Monk i quella circostanza si facesse male veramente.
Espulso il nervoso Griffin e incassati due FT per il 100-79, Detroit tornava a giocar meglio provando a rientrare nel finale ma i 21 punti di divario accumulati erano troppi. Jackson a rimorchio segnava il -15 a 5:29 dalla fine ma il cronometro scorreva, a 4:33 una flash dunk di Drummond e un canestro annullato ingiustamente a Parker che subiva fallo prima di commetterlo.
Jackson con un’azione da 2+1 realizzava il 107-94 poi, dopo il canestro a 2:56 di Kemba che sorgendo frontalmente sul difensore irradiava la retina con due punti, gli Hornets subivano la tripla di Galloway, si salvavano con Batum che toccando all’ultimo una palla diretta a Drummond toglieva al centro avversario la possibilità di alley-oop ma Drummond, dopo l’espulsione di Zeller, marcato da Williams metteva dentro dopo aver visto l’errore di Jackson da fuori.
109-100.
Smith a circa un minuto dalla fine avrebbe la palla del -6 ma l’anello diceva di no al piccolo dei Pistons così dall’altra parte Parker a :45.8 cannoneggiando da tre chiudeva il match (112-100).
L’aggiustamento finale sul 113-103 cambiava di poco le cose. Gli Hornets ottenevano un’importante vittoria sul campo di una possibile rivale playoffs.
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 7,5
24 pt., 3 rimbalzi, 8 assist. 9/17 dal campo. 4/4 ai liberi. Attivo in difesa costringe anche Drummond alla persa. Se si aziona a tratti è imprendibile come quando guadagna 3 FT passando sul blocco. In campo nel finale del terzo quarto più che altro va a mettersi in angolo a riposare. Rientra in campo nel quarto quando Borrego ne ha bisogno. Perde una palla ma a poco meno di tre minuti dalla fine segna un canestro importate. Regala qualche perla come l’assist dietro la schiena per Marvin da tre. Un tecnico preso nel finale su una fiondata a canestro sulla quale ci sarebbe fallo secondo lui.
 
 
Jeremy Lamb: 7
10 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 4/6 al tiro, preciso. Molto attivo nelle fasi centrali del match, interdittore sopraffino, recupera due palloni e ne devia uno in rimessa laterale. Se Johnson lo batte un paio di volte si rifà comunque con 10 punti accompagnando la squadra.
 
 
Nicolas Batum: 6
5 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/6 dal campo. Tre TO, uno veramente maldestro. Infila la sua unica tripla completamente libero da sinistra ma in un momento importante. Pasticcia un po’ a volte ma in generale è un po’ più reattivo, toglie due alley-oop dalle grinfie di Drummond e si permette anche il lusso di una stoppata innescando la transizione che porterà a due punti.
 
Marvin Williams: 7
10 pt., 4 rimbalzi, 2 rubate. Nessun TO, tanta buona difesa. Innervosisce subito Griffin togliendogli la palla e si ripeterà nel corso del match. Da l’esempio giocando fisicamente, pazienza se dal campo fa 3/9. Mette tre bombe quando servono.
 
Cody Zeller: 5,5
14 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. 5/11 al tiro. 4/4 dalla linea, non semplice per lui. Alla fine espulso per la seconda volta consecutiva. Dopo Embiid, Drummond, altro pachiderma. Non è facile per lui destinato a esser massacrato come i poveri indiani al Sand Creek. Mi fa impazzire perdendo palloni e sui rimbalzi non sembra avere il mestiere a volte. Non sembra capire come bloccarla. Le mani un po’ di burro, la coordinazione che tarda a presentarsi… Si prende tre stoppate ma ne da anche. Da comunque fastidio e se Drummond lo sposta nel primo tempo sulla baseline, lui ci riprova subendo il contatto e lo sfondamento determina il terzo fallo di Drummond. Certo… a confronto dei 23+22 di Drummond , anche se gioca 5 minuti in meno… Utile come bloccante sui pick and roll per Kemba o Lamb.
 
Malik Monk: 5,5
4 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. Monk si dedica alla difesa ma in attacco a parte il 4/4 ai liberi sparacchia alla grande. Attivo, troppo forse, serve un bal passaggio per Bridges sulla linea di fondo poi guadagna due FT su un’entrata incauta troppo veloce, poi viene messo a terra da Griffin ma si rialza.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7
5 pt., 2 stoppate. Rimane in campo 4 minuti. Gioca con molta foga e determinazione ed è proprio su una stoppata che si fa male ricadendo su un giocatore dei Pistons. Si procura una distorsione alla caviglia destra. Servirà nelle battaglie, sperando sia una cosa da pochi giorni…
 
Miles Bridges: 7
8 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppate. ¾ al tiro. 2/2 dalla lunetta. Nessun favore alla squadra del suo Stato, il Michigan, lui che è di Flint se non la palla lanciata dalla rimessa dal fondo su Walker con il quale non s’intende e la colpa lì è tutta del nostro Miles. Si muove bene sulla linea di fondo, a rimbalzo è presente e sa stoppare anche sembrando magari fuori tempo. Ci sta abituando allo spettacolo adrenalinico puro. Altra schiacciata incontrollata che provoca uno tsunami nella regione dei Grandi Laghi…
 
Willy Hernangomez: 6,5
9 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 4/6 al tiro con la gemma della tripla in faccia a Drummond. Sembra anche resistere al centro meglio del previsto se abbinato. Peccato la rimessa con regalone ai Pistoni ma è giovane. Bello il rimbalzo offensivo con il quale innesca Batum per la bomba. 4 falli, un po’ troppi… -6 in +/-, in campo in uno dei momenti di difficoltà.
 
Tony Parker: 8
24 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 11/18 al tiro. Parker entra e inizia a tirare. Prende la leadership della squadra. Kemba gli lascia palla anche quando sono in campo contemporaneamente. Spara mnemonicamente dalla mattonella diagonale di centro sinistra anche con l’uomo davanti, poco importa se si chiama Drummond o va in penetrazione ad appoggiare lay-up e scoop alla sua maniera. Affonda un paio di triple con le quali chiude il match. Kemba di lui dice che ha leadership e si vede. Il passo dalle vecchie PG di riserva a Tony, pur con la sue età è notevole, un upgrade importante che fa ben sperare. Ricorda i tempi di Lin con l’approdo ai playoffs. Ci si augura Tony rimanga in salute e continui a offrire esperienza e punti, oltre a qualche assist alla squadra. Gli annullano anche un canestro ingiustamente.
 
 
Coach James Borrego: 8
Piano tattico perfettamente riuscito. Squadra scesa in campo tosta e fisica per contrastare i Pistons costretti ad accontentarsi della soluzione da fuori troppo spesso. Limitati i danni nel pitturato e reso irriconoscibile Griffin, gli Hornets sono stati bravi ad attaccare con diligenza senza abusare della soluzione da fuori. Kemba e Tony hanno dato una mano ma l’impegno di Marvin Williams e degli altri, a prescinder dalle pagelle personali, ha fatto sì che si tornasse a casa con una W.

Game 12: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 132-133 OT

 
Intro
 
In una società come monodimensionale come quella attuale che è etero-diretta verso l’anonimato mancano le figure degli eroi.
Qualche eroe semisconosciuto in alcuni campi non noti alla massa che emergono solo in occasioni particolari c’è e riesca a guarire un bambino affetto da epidermolisi bollosa.
Un team di Modena insieme al chirurgo tedesco Tobias Hirsch hanno collaborato a un trapianto di pelle esteso oltre l’80% su un “bimbo farfalla”, così si chiamano quei bambini colpiti da un’infezione che mangia loro la cute (ironia legata alla mutazione di un gene, chiamato LAMB3, che produce una proteina che assicura l’epidermide agli strati di pelle sottostanti).
Premiati anche in Lombardia e dotati di soldi per la ricerca per donare altre speranze.
Gli eroi classici però sono scomparsi, alienati dal monoteismo del mercato o da forme di potere religioso/dittatoriali dove l’eroe è uno stereotipo standardizzato funzionale a quel sistema.
Anche nella NBA nel corso di questi anni sono stati costruiti e presentati nuovi eroi sulla base di standard creati dalla Lega stessa.
In genere provo avversione per il prodotto preconfezionato da idolatrare, ma lo sport ci regala sempre almeno possibilità metaforiche di riscatto attraverso esempi più che culto della personalità.
Se Bogues era ammirato da bambini e da persone di bassa statura che vedevano in lui il potersi affermare nonostante le difficoltà e i numerosi neri presenti nella Lega stuzzicano le fantasie di milioni di persone di colore costrette nei ghetti desiderose e sognanti di uscire da una situazione difficile, Kemba Walker, la stella lontana della galassia Hornets che ha vinto per due volte lo Sportmanship Award dato a quel giocatore che “esemplifica gli ideali di sportività sul campo con comportamento etico, correttezza e integrità”, con il suo senso d’appartenenza e di gratitudine alla franchigia che lo ha lanciato in orbita, potrebbe incarnare in simile modo i valori di alcuni cavalieri nella storia.
Philadelphia fino a un paio d’anni fa si trovava in una condizione da perdente cronica anche se da squadra storica e non da piccolo mercato, oggi vive sicuramente un buon periodo grazie ai giocatori pescati al Draft che ne hanno modificato il corso, tanto che gli Hornets da sette partite uscivano sconfitti contro i 76ers.
Charlotte dunque quindi per interromper il potere di Philadelphia, 76ers per proseguire il loro momento.
 
 
 
La partita in breve
 
Charlotte ritentava di sbancare il fortino di Phila (6-0 in casa) partendo subito bene con un parziale di 8-0.
Le cose però si normalizzavano presto e la partita diveniva stabile nel primo quarto con una pioggia di triple che portava Charlotte in vantaggio nel finale 33-30 grazie a Willy che complessivamente portava gli Hornets a un 5/6 da fuori. Pareggiava però Bolden da fuori e sul 33 pari si andava l primo riposo.
“Nanna” che continuava per Charlotte nel secondo quarto quando Philadelphia accelerava finendo per colpire con Shamet da tre su una seconda possibilità e con Simmons in schiacciata per un parziale di 2-11 che lanciava i Sixers sul +17 (41-58) prima che Lamb a 3:20 con una tripla rim glass lo interrompesse consistentemente.
Hornets che con l’apporto di giocatori dalla panchina profonda, vogliosi, si ridestavano Bacon ne metteva dentro due in transizione e Brown prendeva un tecnico.
50-60 ma un parziale rapido in 30 secondi di 0-5 mandava le squadre negli spogliatoi distanziate di 15 punti.
Partiva male Charlotte anche nel terzo quarto finendo sul -20 dopo uno scambio in corsa Simmons/Embiid per la schiacciata orizzontale del centro (57-77).
Charlotte si reggeva sulle triple come quelle di Willy e Miles, poi un paio di catch’n shoot di Bacon da fuori a 4:08 mandavano Charlotte sul 75-87, ancora lontana perché la difesa più che fragile si dimostrava inesistente.
Hornets comunque che terminavano il quarto sul -11 (85-96).
Complice il riposo di Embiid Charlotte si riavvicinava.
Walker, che fino a quel momento aveva sparacchiato a 8:45 infilando tre punti (94-100) mandava un preoccupato Brown a mostrar la lavagnetta ai suoi che tuttavia non riuscivano a bloccare il rientro di Charlotte, anzi, Covington spingendo il blocco di Zeller per Walker faceva carambolare il centro sul tiratore. Tre liberi regalati per il 101-104. Bacon a 6:34 pescava anche il sorpasso con un tiro da due punti per il 105-104. Gli Hornets nel finale sembravano allungare quasi definitivamente quando Walker con un crossover inumano si teletrasportava elasticamente come un ninja sull top of the key da dove faceva partire uno shuriken avvelenato, quello del 117-112. Embiid però, super tutelato dagli arbitri guadagnava due FT e poi con una doppia finta su Walker in uscita mandava dentro una tripla a :33.6 dalla fine, peccato solamente che la terna non si accorgesse che Embiid commettesse passi non una, ma ben due volte sulla stessa azione…

La solerte terna però non si accorgeva del fallo sull’entrata di Kemba da parte di Embiid, canestro comunque ottenuto da Walker ma ripagato immediatamente da due liberi assegnati pro n°21 locale.
In parità a :25.9 dalla fine Walker mancava il floater, MKG segnava ma giustamente il canestro era annullato perché oltre i 24 non avendo toccato la palla il cerchio.
Si andava all’OT dove dopo la già avvenuta espulsione di Zeller nel finale, usciva anche Monk, reo più che altro di non esser una superstar.
Con Phila avanti di tre e palla in mano arrivava però l’insperato pareggio di Monk a 1:33 con due punti più FT per fallo di Saric in rimonta sul lancio di Walker in transizione. Phila con due FT di Embiid e un canestro di Simmons poi contrastato da un tap-in di Bridges andava sul +2 e poi +3 dopo i liberi dell’australiano Simmons toccato dal congolese Biyombo in aiuto.
Charlotte per pareggiare avrebbe una ventina di secondi ma Walker in angolo a sinistra era stoppato da Simmons, la palla rimaneva nella disponibilità dei nostri e il servizio fuori per Bridges portava solo a una mattonata al vetro sula pressione dello stesso Simmons.
L’1/2 di Embiid dalla lunetta e la tripla di Hernangomez per il 132-133 finale aumentavano il rammarico per non aver difeso bene nel terzo quarto ma anche per alcune vistose e scellerate, se non scientifiche chiamate (detto che da ambo le parti hanno sbagliato ma in maggior numero contro Charlotte) di una terna inadeguata che faceva conquistare a Phila l’ottava vittoria consecutiva a nostre spese.
 
Embiid ha finito con 42 punti e 18 rimbalzi con un 19/22 dalla lunetta…
Simmons con 22 punti e 13 assist, Saric 18 punti, J.J. Redick 17.
49-58, 25-33 il computo rispettivamente di rimbalzi e assist a favore di Phila che si aggiudica anche le stoppate 5-15 contro il 10-3 pro Charlotte nelle steal.
30/40 ai liberi per Charlotte, solo 4 i TO per Charlotte contro i 16 di Phila.
31/41 per Phila… quel libero e quel punto i più alla fine decisivo…
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Phila iniziava palla in mano ma commetteva errori multipli da sotto canestro, Batum sbagliava un tiro in maniera sfortunata, Embiid anche, Kemba in floater a 10:51 segnava il 2-0 e dopo un altro attacco di Phila che produceva il quarto errore per i grigi e una tripla mancata da Kemba, Charlotte passava ancora con un’apparizione di Williams che si frapponeva a un passaggio verticale nel pitturato per far ripartir la transizione servendo Zeller che a rimorchio metteva dentro subendo anche fallo.
5-0 a 10:02 che diveniva 8-0 quando Lamb in uno contro uno da tre batteva Fultz (9:32).
Embiid da fermo a destra batteva Zeller con un jump shot da fermo procurando i primi due punti per la squadra di Brett Brown che subiva l’infilata a destra di Walker senza conceder canestro intervenendo fallosamente.
Dopo il 2/2 del capitano anche i locali andavano in lunetta con Covington che realizzava le proprie occasioni, Zeller si faceva largo centralmente con una finta ma “spiattellava” la schiacciata sul ferro e sulla transizione iniziavano a incombere e fremere vivide saette, era il caso di quella scagliata da Covington per il 10-7 replicata da Batum immediatamente a 8:17 per il 13-7.
Simmons da sotto in girata fulminava Marvin, Covington lanciava un altro fulmine ma impreciso, così sulla contro-transizione Walker apriva per Lamb che lampeggiava dalla diagonale destra infilando da tre il 16-9.
Saric rispondeva ancora da fuori tuonando la rimonta con Covington ancora fermato dai ferri fuori ma la schiacciata rapida di Embiid a ribadire portava Phila sul -2.
Phila otteneva il sorpasso a 5:42 proprio con un’altra tripla che arrivava dal croato Saric da fronte a canestro (18-19). Lamb e J.J. Redick si rispondevano in jumper da due punti, MKG in coast to coast andava ad appoggiare a Willy ottenendo anche un FT.
A 3:51 Hornets avanti 23-21, penalizzati poi da un FT per Phila per 3 secondi in area battuto e segnato da J.J. Redick. Walker si separava in attacco da Wilson Chandler con uno step back 3 che infilava la retina ma ancora una volta la medesima replica si aveva da Phila con J.J. Redick a realizzare il 26-25.
Embiid si faceva largo per il nuovo vantaggio ma un coast to coast di MKG, con fallo di Bolden a 2:04 rimetteva in sesto la parità (½ ai liberi).
Chandler lasciato solo nell’angolo destro non si faceva pregare gettando la bomba del 27-30.
Willy accorciava splitttando dalla lunetta per un fallo di Chandler che ci mandava in bonus, poi toccava a Parker pareggiare con un arresto e finta nel pitturato che mandava Fultz a casa; banker del 30 pari prima di un open 3 di Hernangomez che ci issava i vantaggio ma purtroppo nel finale nonostante il 5/6 da fuori Phila segnava con Bolden da tre agganciandoci sul 33 pari, punteggio che rimaneva inalterato per mancanza di tempo.

Tony Parker nel primo tempo prova a metter dentro contro Embiid e Fultz.

 
2° quarto:
 
Entrava in campo Biz che perdeva palla su un passaggio corto di Monk sotto il canestro avversario, Embiid in area aveva mani migliori segnando e subendo fallo, ma contagiato dalla bizzite mancava il libero.
Fultz mancava un tiro, Bridges su di lui scattava ma il rimbalzo era di Phila che serviva lo stesso giocatore rollato sotto canestro, rientrava Bridges che si vedeva fischiar contro un fallo un po’ generoso.
2/2 a 10:27, -4 CHA a cui rimediava parzialmente Monk a 10:15 alzandosi per una tripla.
Embiid nel traffico andava oltre Biz in gancio poi Bismack recuperava dall’altra parte un fallo ma splittando ci lasciava attardati di due punti, Embiid stoppava Parker e Fultz con un jumper dalla FT line segnava il 37-41.
Un’altra tripla di Monk rimbalzava solamente sui ferri, Bolden era servito sotto da un passaggio dall’esterno: completamente dimenticato era facile per lui segnare e indicare la strada del time-out a Borrego.
Phila arrivava sul +9 e Parker per rompere il parziale forzava in uno contro uno appoggiando al vetro m Fultz dalla lunetta con un ½ e Simmons che recuperava altri due punti mandavano sotto i Calabroni sino alla doppia cifra (39-49). Simmons per Chandler in transizione e la dunk in corsa per Phila indicavano alla squadra di Brown che spargendosi come frecce per il campo non sarebbero state fermate dagli Hornets creando danni nel punteggio.
MKG da sotto bloccando palla davanti al difensore in post basso sinistro convertiva in due punti ma nemmeno la small ball di Charlotte fermava Phila che ripartiva con un open 3 di Shamet da second chance dopo un pessimo tagliafuori di Charlotte sotto canestro.
Simmons era la punta della freccia, lanciato schiacciava in solitaria in transizione per il 41-58.
-17…
Lamb con un rim glass da tre provava a dar senso alla gara a 3:20(3/3 da fuori), entrava anche Bacon che a 2:58 guadagnava e splittava due FT. Un teardrop di Cody a 2:12 valeva il 47-58, Kemba, piuttosto impreciso sbagliava, Covington no portando a 60 i punti dei grigi.
Altri due FT per Bacon, realizzati entrambi questa volta e un tecnico a Brown per il 50-60 erano punti affossati negli ultimi 30 secondi del primo quarto quando il 2/2 di Simmons dalla linea e la tripla di Saric da sinistra facevano calare il sipario sul primo tempo sul 50-65…
 
 
3° quarto:
 
Partivano male gli Hornets nel secondo tempo subendo una correzione volante di Embiid e un canestro di Simmons al plexiglass che ci trascinavano sul peggior svantaggio di serata. -19 (50-69) prima che con una tripla Williams indicasse il leitmotiv dell’attacco degli Hornets nel quarto. Lamb su Saric da due prima del pick and roll tra Zeller e Batum che mandava a canestro il centro con Embiid risucchiato.
C’era anche un libero però non realizzato così si rimaneva sul 57-69.
Saric rollava sotto e segnava ricevendo mostrando le numerose crepe di una difesa che non funzionava assolutamente nell’insieme.
A 9:01 J.J. Redick in jumper era difficile da fermare, poi su una transizione lo scambio Embiid/Simmons/Embiid in corsa portava il centro a schiacciare appendendosi orizzontalmente al ferro.
-20, ulteriormente peggiorato il gap e time-out necessario.
Al rientro era rilanciato Bacon che segnava due punti ma Embiid da sotto aveva vita facile fisicamente su Willy, mentre J.J. Redick era micidiale dalla diagonale sinistra ma gli rispondeva ancora per la seconda volta in serata un Willy Hernangomez a incarnare il centro moderno con una tripla frontale per il 62-80.
Hornets lontani che tuttavia si reggevano sulle triple come quella scagliata da Bridges da sinistra che portava a 10/20 il conto totale di Charlotte ma a 6:48 una dunk e un FT per Embiid distanziavano Charlotte.
Bacon con un catch n’shoot da tre punti replicava ma Simmons virava da sotto su Bridges per una jam, Hernangomez in attacco al terzo tentativo consecutivo di Charlotte ripuliva il vetro mettendo dentro il 70-85 e a 5:00 dalla fine del terzo il centro spagnolo bersagliava due volte da fermo il cesto per precedente fallo di Shamet.
Dopo una fajolada con stoppata di Willy su Fultz, lo stesso giovane dei Sixers recuperava una palla ancor vagante tra lo spagnolo e Monk agevolando la dunk di Simmons.
A 4:08 un catch’n shoot di Bacon da fuori valeva il -12 (75-87), Fultz da sotto mostrava che gli Hornets in difesa non c’erano ma Monk da 3 a 3:37 continuava a trovare oro per Charlotte grazie alle triple.
Tornava in difficoltà Charlotte quando Chandler colpiva frontalmente da tre e Embiid con perfetto tempismo chiudeva la porta all’alzata di Walker stoppandolo facilmente.
Walker era stoppato poi nuovamente da Embiid ma sul tentativo di ribadire a canestro MKG subiva fallo a :59.6 e poi ancora una volta a :34.2 realizzando tutte e 4 le occasioni, lui che a Phila è praticamente di casa essendo di Camden.
Malik in entrata era toccato all’inizio da Fultz. Recuperando un paio di FT per un ½ scatenava le ire del pubblico per la chiamata generosa a giudizio dei locali.
85-96 con 12 minuti mancanti.
 
 
4° quarto:
 
Le squadre aumentavano di due punti i propri carnet poi Walker sbagliando da tre consentiva a MKG di recuperare un rimbalzo con il quale servire il taglio frontale per la schiacciata spaziale di Lamb.
Saric segnava due punti ma Lamb glieli restituiva proprio sfruttando un fallo del croato che lo spediva in lunetta per il 91-100. Kemba a 8:45 realizzava una tripla che ci portava sul -6.
Brown si preoccupava chiamando un time-out per riorganizzar le idee ma al rientro su un fast break Zeller appoggiava al vetro il trasparente -4.
Lamb non riusciva a tagliar fuori Saric in attacco.
Il croato più fisico alle sue spalle lo abbatteva e Lamb da terra commettendo fallo mandava l’europeo in lunetta a conquistar due punti.
Fuori Lamb con un problema all’inguine e dentro Monk.
Kemba liberissimo metteva dentro un pull-up poi Johnson ricevendo da sinistra un passaggio in origine non destinato a lui accarezzava il cotone da sotto.
A 7:13 Covington spingendo Zeller in blocco faceva carambolare il centro su Walker impegnato al tiro da tre punti.
Altri tre FT sotto la pioggia di fischi del Wells Fargo Center ma era 3/3 per il 101-104.
Walker passando Zeller sulla destra passava ancora la retina colmando quasi tutto il gap: 103-104.
Dopo una deviazione volante difensiva di Zeller che impediva un canestro da sotto, in attacco Bacon si prendeva una licenza da due punti in jumper.
Era il canestro del sorpasso a 6:34 (105-104).
Rientrava Embiid che si procurava subito due FT infilandone uno.
Kemba con un fast reverse layup a sinistra del canestro ci dava il vantaggio ma un fallo contro Zeller ristabiliva la parità a mezzo FT a quota 107.
Monk mancava un tiro ma una spinta di Simmons su Zeller costava un ½ ai liberi a Phila con Cody costretto a udire ancora il gannire dei tifosi.
Zeller si presentava poi ancora in lunetta con gli anticorpi nonostante le bordate di fischi.
110-108 dopo il 2/2 con la partita in bilico. Embiid in fade-away, Walker da tre, Covington e Monk con un open 3 a testa facevan tremare le difese ma ottenendo zero in punti.
Il sedicesimo turnover di Phila era firmato Embiid con i passi in attacco così su una rimessa offensiva Cody in velocità tagliava davanti a Embiid per andare in schiacciata battendolo in velocità.
A 2:46 arrivavano altri due FT per l’immarcabile ma anche intoccabile centro.
Quasi infallibile ecco il 2/2…
Walker in attacco quasi allo scadere dei 24 trovava MKG bravo a far da spola sulla baseline, abilissimo a farsi trovare sulla linea di passaggio e a metter dentro.
Il 4° fallo di Zeller a 1:41 decretava altri due FT per Embiid (114-112).
A 1:17 dalla fine Walker produceva dopo rapide finte con il capo un crossover ninja a terra; teletrasporto per tornare elasticamente sulla top of the key mentre Covington brancolando al buio non si accorgeva quasi della tripla lestissima infilata da Walker per il 117-112.
Hornets sul + 5 che avrebbero potuto sbancare Phila. Purtroppo Embiid tuffandosi nel cuore dell’area recuperava altri due pt. in lunetta per un rientro di Cody frettoloso mentre Charlotte giocava male l’attacco con Monk che aspettava troppo scaricando a Zeller sotto canestro, il quale in mischia aveva difficoltà a mantenere e a recuperare una palla ormai strisciante sul parquet.
24 scaduti, attacco di Phila che produceva lo sliding door del match; sulla pressione di Kemba il palleggio di Embiid con palla quasi persa lo forzava a tirare frontalmente.
Ne usciva la prima tripla di serata per il centro che impattava a quota 117 a :33.6 dalla fine.
Per ben due volte il centro commetteva infrazione di passi, non una… ma gli arbitri non se ne avvedevano.
Walker in entrata da sotto metteva dentro da destra ma gli arbitri non ravvisavano il sicuro fallo di Embiid, importante perché al n°21 dei grigi erano concessi invece due immediati FT che pareggiavano il conto.
Sull’azione finale Walker mancava il floater, MKG metteva dentro ma dopi i 24 poiché la palla non aveva nemmeno sfiorato il ferro.
Redick tirava corto da metà campo con Phila senza time-out. Si andava all’OT…
 
OT:
 
Dopo soli tre secondi la solfa era la stessa; fallo chiamato contro Willy, tanto per rimanere in tema.
J.J. Redick dalla rimessa al volo metteva dentro ma pareggiava Monk con l’elbow creandosi il tiro.
Embiid segnava aggirando Willy che ormai per non commetter fallo si arrendeva nel pitturato alzando le braccia. Walker con uno scoop su Simmons ci restituiva l’equilibrio a quota 123 poi Simmons in entrata spareggiava ancora il punteggio sul 123-125.
Bacon finiva fuori a 3:08 perché non si chiamava Embiid e i falli commessi (forse qualcuno anche non commesso) pesavano il doppio.
A 2:44 un leggero contatto, probabilmente uno dei meno fallosi di tutti, di Embiid su Walker era premiato dagli arbitri, questa volta a nostro vantaggio ma l’1/2 di Walker era letale per il finale.
Redick infatti segnava da sinistra un jumper da due lungo con Willy novello superman nell’inutile tentativo volante di stopparlo.
Monk a 1:33 trovava insperatamente il pari: lanciato da Kemba in transizione era toccato da Saric.
Canestro e FT vincente per il 127 pari.
Tanto per cambiare però arrivava un fallo a favore di Embiid che trascinava avanti Phila, Simmons ne aggiungeva altri due e ormai pareva finita sul +4 per Brown e squadra ma un tap-in di Bridges e un fallo di Biz con conseguente ½ di Simmons lasciavano l’ultima chance ai teal.
129-132 a 20 secondi dalla fine. Charlotte costruiva l’azione per Walker che dall’angolo era però stoppato da Simmons, la palla rimaneva a Charlotte che la dava fuori a un libero Bridges, il quale sulla pressione di un generoso Simmons scagliava una mattonata atta a frantumare il vetro, un paio di secondi di troppo per commetter fallo su Embiid e anche questa frittata era fatta anche perché Joel dalla lunetta sbagliava sì il primo ma portava a distanza di sicurezza i suoi con il secondo.
129-133 senza time-out per Charlotte che correva dall’altra parte con Walker che scivolando batteva anche il ginocchio senza però prima offrire a Willy la palla per la tripla del 132-133 a 4 decimi dalla fine che rendeva ancor più amara la partita.
Next game:
A Detroit domenica sera ale 21:30 con i Pistons che questa notta hanno sbancato Atlanta 124-109.
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6
30 pt., 7 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata. Tira malissimo all’inizio e ha qualche problema fisico. Anche nel finale scivola battendo il ginocchio ma penso si rimetterà. Fastidioso vedere uno come Kemba avere una brutta serata, poi dopo la tripla a 8:45 dalla fine si esalta segnando diversi canestri importanti compresa la tripla del 117-112 ottenuta tutta da solo in modalità supereroe unendo la velocità di flash e la coordinazione e precisione di Green Arrow. Manca nuovamente un attacco importante, quello con il floater a fine tempo e si fa stoppare da Simmons nell’OT. La media tra cose strepitose e un 9/29 al tiro. Ecco qui sotto i tiri dal campo di Kemba, con le X i mancati e i cerchi quelli realizzati…
 
 
Jeremy Lamb: 6,5
17 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Tiene botta a Saric, forse un po’ meno a rimbalzo ma cerca di fare un po’ di tutto. Parte bene con un 3/3 da oltre l’arco. Chiude con un 6/12 dal campo uscendo anzitempo per uno strappo muscolare, speriamo di lieve entità…
 
 
Nicolas Batum: 5,5
5 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 2/4 al tiro, -9 preso nel plus/minus. Gioca solo 16 minuti nei quali non brilla particolarmente. Le statistiche sono in linea con quelle espandibili al suo classico minutaggio. Forse un po’ più di fisicità lo aiuterebbe a giocar meglio.
 
Marvin Williams: 5
3 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. In 14 minuti fa peggio del collega francese chiudendo su un -15. nel finale viene fatto rientrare da Borrego ma ha una faccia terrorizzata, più che uno che si stia divertendo sembra uno che abbia visto tutti i fantasmi e gli spettri dei quali ha paura. Segna una tripla a inizio terzo quarto ma poi è quasi nullo. Da un senatore mi aspetto motivi i giovani e non entri con quel body language dell’”eccoci, siamo qua, pronti a perdere un’altra punto a punto” , perché poi succede… Passa Rice arrivando a quota 509 triple realizzate anche se con ovviamente molte più partite giocate rispetto a Glen.
 
Cody Zeller: 5
14 pt., 4 rimbalzi, 2 rubate. Dal campo fa 5/8. Ai liberi un 4/6… Molto male sino quasi al finale. Si riprende segnando qualche punto mentre in difesa tra falli veri e presunti gli arbitri riescono a sbatterlo fuori prima della fine. Generoso ma non basta, servono anche più rimbalzi se non stoppate…
 
Malik Monk: 5
12 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 4/19 subendo 5 stoppate. Passo indietro per Monk ripreso anche da un assistente. Tira male a anche in entrata va a perder due palloni oltre la linea di fondo facendoseli toccare e rimbalzar sul corpo. A tratti anche in difesa non mi piace anche quando tra lui e Willy vaga una palla che Fultz recupera e che trasforma in due pt. per Simmons. Esagera con le triple (2/10). Bravo a pareggiare nell’OT lanciandosi in transizione senza palla.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7
12 pt., 12 rimbalzi, 2 assist. Doppia doppia per MKG quasi a casa a Phila essendo di Camden, ma anche questa volta gli dice male nonostante l’impegno, le corse in transizione con chiusure personali, assist e poi tanti rimbalzi. 6/7 dalla linea, solo un 3/8 dal campo, qualche volta impreciso non trovando il varco giusto da sotto.
 
Miles Bridges: 5,5
5 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Buona energia ma poca concretezza e tanta inesperienza, soprattutto in difesa. Esce dall’inquadratura dopo un errore di Fultz scattando chissà dove, rientra sullo stesso Fultz sotto canestro commettendo fallo o si fa tagliar fuori facile da Simmons sul post basso. 2/6 dal campo.
 
Willy Hernangomez: 7
14 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 4/9 al tiro con un 3/3 da fuori notevole. Peccato per il 3/6 dalla lunetta che pesa. Gioca 20 minuti e se Embiid non può tenerlo, arrivando al limite dei falli spesi con 5, riesce a dare carica in attacco.
 
Tony Parker: 6
4 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 2/5 al tiro, con lui in campo Charlotte prova a riordinarsi ma poi Monk e altri vanno per l’iniziativa personale lasciando fuori equilibrio la squadra sulle transizioni avversarie. In questo contesto l’ex Spurs non brilla particolarmente pur mettendo a segno ancora un bel canestro contro Fultz reo d’aver abboccato al suo pump fake.
 
Bismack Biyombo: 5
1 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca 4 minuti ma inizia perdendo un pallone, finisce in aiuto su Simmons commettendo fallo. Sbaglia un libero su due e commette 4 falli.
 
Dwayne Bacon: 7,5
15 pt., 1 rimbalzo, 1assist, 1 rubata. Ecco cosa intendo per squadra operaia. L’esempio è lui. Si cala umilmente nella parte del panchinaro che scalda la panchina praticamente sempre. Questa sera ha l’occasione per la prima volta di giocare per tanti minuti (22) in una partita che lui stesso contribuisce a far divenire interessante. Infilate un paio di triple segna il canestro del sorpasso ma nell’OT, siccome la legge non è uguale per tutti, viene cacciato per il sesto fallo. Concreto, spero di rivederlo più spesso in campo in serate durante le quali Monk e altri simil ruolo si trovano fuori fase.
 
Coach James Borrego: 6
Che dire… non è ancora riuscito a guarire Charlotte dalle punto a punto, a questo punto servirebbe uno psicologo più che un allenatore. Ha il merito di continuare a far giocare i suoi proponendo ragazzi motivati a mettersi in mostra, soprattutto Bacon perché Biz ci prova ma è sul disastroso… E niente… se gli arbitri avessero visto il doppio passi di Embiid magari saremmo a parlare di un’altra gara ma è una sconfitta a Phila di un punto all’OT molto discutibile, non si può dare l’insufficienza ma adesso dobbiamo veramente smetterla con questi mesti finali. Miami cede in casa con i Pacers 102-110 ma è magra consolazione.