Game 11: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 113-102

 
Intro
 
“Vicini per chilometri vicini per stagioni,
traversando frontiere che preparano le guerre di domani
vicini per chilometri vicini per stagioni,
c’è modo e luogo di scoprire che il confine è d’aria e luce“
 
è il ritornello della canzone Vicini dei C.S.I.
Già, perché Atlanta è la città con la franchigia più prossima a Charlotte.
Oltre al confine tra i due Stati, viaggiando sulla I-85 le miglia che separano le due città sono 244 o meglio, per noi europei “solamente” 392 km.
Senza fermarsi il tempo stimato in auto è di tre ore e cinquanta minuti circa.
Va da se che nella storia i confini politici siano stati spesso visti con un certo interesse dalle potenze dell’epoca in cerca d’espansione.
Eventi tragici per le popolazioni che hanno determinato dei cambiamenti geopolitici che tuttavia non hanno finito per trasformare in benessere la situazione per le masse popolari, indotte al conflitto orizzontale.
Anche quando nella NBA i bagliori viola e foglia di tè si mescolavano a quelli amaranto (maglia sfumata degli Hawks rossa e nera), confini meno violenti e più sfumati erano pronti a saturare l’aria di spirito battagliero, fortunatamente senza bisogno di spargimenti di sangue.
Così oggi anche se il conflitto a quasi effetto “derby” scoppiato tra Calabroni e Falchi, nemici naturali talvolta in natura, non è tra i più esaltanti essendo due squadre operaie, ma sulla parità negli scontri diretti in regular season tra nickname Hawks e Hornets la gara della nottata assumeva un pizzico di significato in più, sebbene Charlotte cercasse la vittoria oggi, preparandosi alle battaglie di domani, principalmente per accedere alla post season.
Quarta partita contro una rivale della Southeast dopo le due vittorie su Miami e quella su Orlando la squadra di Borrego cercava il poker per tornare a volare rafforzando la posizione in testa alla Division,
anche perché se gli Hawks stanno andando meglio delle previsioni catastrofiche a inizio stagione sospinti dal rookie Trae Young, fuori casa il loro ruolino di marcia era solamente di 1-4.
 
 
La partita in breve

Hugo e le dance brackets immersi nella penombra poco prima della presentazione dei giocatori di casa.

Charlotte forse sottovalutando gli ospiti con tre rookie nello starting five starter partiva male, complice Len, l’inaspettato centro (non tra i rookie) che a inizio gara producendo punti in serie trascinava sul 3-9 la gara.
Charlotte rimediava presto restando incollata alla gara anche se gli Hawks chiudevano avanti (23-25) il primo quarto con un banker dell’ex Lin.
Una difesa non esattamente ferrea consentiva alla squadra ospite di portarsi anche sul +7 (41-48) quando Young nel mismatch con Zeller si permetteva il lusso si sverniciare il nostro centro, già pallido.
Kemba, piuttosto impreciso da oltre l’arco, infilava due bombe di seguito dando via a un bel duello con il rookie avversario ma lo stesso Young superando Batum chiudeva sul 51-54 i primi 24 minuti.
Charlotte reagiva immediatamente nella ripresa con un parziale di 9-0 che portava sul +6 grazie alla tripla di Lamb dall’angolo destro.
Gli Hawks però si attaccavano alla partita sebbene Charlotte chiudesse il quarto sopra 81-77.
In 1:22 secondi dell’ultimo quarto i Calabroni si trovavano nuovamente senza vantaggio.
Pari di Bembry che evidenziava una difficoltà in area. 34-52 a favore della squadra proveniente dalla Georgia nei punti nel pitturato.
Charlotte si staccava sull’87-86 quando le triple di Williams e Batum arrivavano in fila, inoltre Monk, ricevendo da Parker (lo stesso che aveva smistato l’assist precedente per Batum portando anche il blocco), dopo il time-out dei Falchi volava sopra il loro nido schiacciando con l’alley-oop da onda gravitazionale appesa nell’infinita bellezza cosmica… Rimanevano abbagliati dal lampo anche quelli di Atlanta che nel finale incassavano due canestri di Batum, complici due assist di Monk in fotocopia e una tripla di Williams per il 105-92 che lo portava a 20 pt..
Buona partita per lui, anche difensivamente parlando.
Un parziale di 0-5 per gli ospiti li riportava sul -10 ma un paio di canestri di Kemba in entrata, alternato nel mezzo con uno di Monk ottenuto con le medesime modalità, eliminavano il pericolo di un finale punto a punto.
113-102 pro Hornets con la terza vittoria su 4 gare in questo ciclo unico di partite casalinghe.
9-13 per Atlanta le rubate ma 43-37 a rimbalzo per Charlotte sopra anche negli assist 27-22, Atlanta tira dal campo con il 48,2% ma essendo in gran parte squadra giovane e confusionaria si auto penalizza moltissimo con un 6/30 fuori dall’arco complice Trae Young che con uno 0/7 e alcuni tiri tentati da casa sua, ha finito per inficiare sul risultato sebbene abbia chiuso con 18 punti (buone e veloci incursioni) e 10 assist.  L’ex Jeremy Lin è stato il top scorer dei suoi con 19 punti mentre Bazemore (buon terzo quarto) ha chiuso con 16. Hornets che hanno tirrato dal campo con il 48,9% ma da tre hanno avuto un 41,9%, ben superiore a quello dei Falchi. Male in lunetta con un 10/18 complice un affaticamento da partita confusionaria con 21 TO per Charlotte e 22 per gli ospiti di coach Lloyd Pierce.
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Prima palla a disposizione di Atlanta che di mancina metteva dentro con Len dal pitturato. Charlotte andava a vuoto un paio di volte ma un deep 3 troppo pretenzioso di Young restituiva la sfera ai nostro che andavano a perderla in attacco con Batum, il quale rientrando allargava l’alettone sinistro colpendo Bazemore in ripartenza sulla transizione solo dopo un minuto e sette secondi passati.
Gli arbitri andavano a vedere l’azione al monitor e decidevano per un flagrant 1.
Sanzione leggera per Batum quindi, due FT per Bazemore (splittati) e possesso Falchi che segnavano con Len nuovamente a 10:35.
Len a 9:49 commetteva passi in attacco mentre Charlotte sbloccava la propria quota zero a 9:49 quando Kemba servendo Williams sulla diagonale sinistra sprigionava la tripla del compagno per il 3-5.
Len però era protagonista di quest’inizio e prima in schiacciata poi con un jumper da sinistra folgorava un impotente Zeller.
Sul 3-9 a 8:00 dalla fine del primo quarto Williams trovava il contatto con Bazemore.
Due FT e dopo l’1/2 si andava sul -5, gli Hawks a rimbalzo dominavano in attacco finché il carrarmato Spellman non riusciva a recuperare un rimbalzo versando il contenuto dei bicchieri della prima fila a destra per terra schiantandosi su di essa.
Interveniva Hugo per pulire i tifosi e anche in campo si vedeva pasticciare Kemba che perdeva palla in attacco ma come un ninja recuperava posizione e palla in difesa per lanciarsi in un coast to coast chiuso in layup.
A pareggiare ci pensava Lamb che a 6:41 si creava un tiro in uno contro uno dall’angolo destro trovando la tripla del 9-9 ma Young in entrata segnava i primi due pt. mandando avanti gli ospiti.
Lamb tuttavia depistando con la partenza in crossover Huerter trovava spazio fino al mid range per un elegante tiro che finiva ancora dentro, poi un extra pass verso l’angolo destro per Batum era usato dal francese per issarci sul +3 anche se Bembry dalla destra pescava un tiro da tre riportando in equilibrio il match a quota 14.
Kemba in entrata a destra sulla pressione era costretto a un canestro a due mani modello dilettante poi Vince Carter liberandosi sulla sinistra di Lamb lo posterizzava nonostante il tentativo di rientro.
Bridges segnava da due a 3:47, poi Lin appoggiando al vetro pareggiava a quota 18 e anche se Charlotte per un’interferenza a canestro ripassava avanti l’ex Lin riprogrammava il pareggio ottenendolo con un FT jumper.
Lin era avvelenato e in transizione mandando dentro anche una tripla continuava a spinger la squadra in divisa nera che tuttavia subiva dal corner sinistro un tentativo di Bridges da tre che cercava di render la pariglia ma l’anello dicendo no dava vita all’imprevedibile:
Rimbalzo recuperato da Willy, riapertura sulla linea di fondo per lo stesso Bridges che ignorato dava vita all’esplosione sensazionale con una jam a una mano con lancio di raggio gamma a incenerire Dedmond.
Charlotte pareggiava dalla lunetta splittando con Monk ma un banker di Lin a tre secondi dalla prima luce rossa lasciavano attardati i Calabroni di due punti (23-25) dopo i primi 12 minuti.

Miles Bridges imita Vince Carter dopo l’esultanza sulla sua tremenda schiacciata in risposta a quella di Carter precedente.

 
 
2° quarto:
 
Il quarto si apriva con il pareggio degli Hornets; baseball pass verticale di Monk per Williams che da sotto metteva dentro facile ma Len contro MKG sotto canestro era troppo vantaggioso in cm per il centro avversario perché non segnasse, Len ci riprovava ma questa volta trovando Marvin più tosto sulla sua strada che riusciva a farlo sbagliare, Parker lanciato in transizione non era impacchettato dall’abbraccio di Lin, così il francese sulla corsa trovava la continuità del canestro anche se falliva il FT aggiuntivo lasciando il match sul 27 pari.
Huerter in fing and roll Lin dalla lunetta con un 2/2 iniziavano a evidenziare un deperimento rapido della difesa di Charlotte che stentava anche dalla lunetta nonostante il contatto subito da Parker che sfrecciando in attacco andava a sbattere contro un muro illegale.
0/2 però per Tony a cui rimediava Monk con un open 3 dalla diagonale sinistra.
Williams continuava a esser uno dei pochi a difender degnamente ma un paio di passaggi di Young per i compagni sotto tagliavano la difesa di Charlotte che subiva 4 punti intervallandoli con un canestro di Williams bravo a farsi valere sotto la plancia avversaria tra due difensori.
Sul 32-35 arrivava il time-out chiamato da Borrego che giustamente aveva notato situazioni replica da correggere difensivamente.
A 6:47 anche Lamb partecipava alla bassa percentuale ai liberi con un ½ poi Bazemore, mosso a compassione, 8 secondi più tardi, sempre dalla linea della carità con lo 0/2 peggiorava Lamb…
Kemba a 6:11 faceva da sé trovando solo la retina con il jumper dalla media sinistra e mentre la partita tornava in parità MKG usciva dal campo essendosi fatto male forse a un dito.
Young con 4 punti spingeva la squadra di coach Pierce ma Kemba con un pull-up con tiro rapido tirando su dal palleggio e con un great crossover che lasciava sul posto Lin prima di superare con l’allungo di sinistra anche Carter sotto canestro ci restituiva il pari a quota 41.
Tre secondi difensivi e Young in entrata contro uno spento Zeller per il +3 Hawks, Dedmond in transizione per il +5 e ancora Young in entrata contro Zeller per il 41-48…
Bridges in entrata da salto in lungo depositava come Kemba contro Carter trovando anche il fallo per una giocata da tre punti provvidenziale.
Kemba finalmente si metteva in ritmo anche da fuori pescando la prima tripla della serata per il -1, poi Dedmond batteva un sempre più abbacchiato Cody in fade-away ma Walker facendo tutto da solo cambiando diagonale era torrenziale nella pioggia da tripla rilasciando anche la seconda consecutiva per il riaggancio a quota 50.
Young era troppo per un Walker stanco delle auto-produzioni offensive che cercava di resistere lanciando una terza tripla senza fortuna anche se a :09.7 Kemba splittava dalla lunetta chiudendo in 17 minuti sui 17 punti il primo tempo. Young però oltrepassava Batum per il 51-54, finale di primo tempo.

Una versione più campagnola alla Daisy Duke per le dance brackets di Charlotte.

 
 
3° quarto:
 
Charlotte ribaltava subito il risultato con i floater di Williams, di Lamb e un lungo due ancora di Marvin, oltre a una tripla di Lamb ci portavano sul 60-54 (9-0 il parziale) ma un alley-oop di Spellman in transizione costava il 60-56 prima che Bazemore a 8:17 mettesse a referto tre punti iniziando il suo ottimo quarto. Kemba da destra in lay-up batteva il lungo ma un gancio di Len con buon movimento di passi nel pitturato su un Cody onestissimo lasciava la partita ancorata all’incertezza.
A provar a soffiarla via c’era Kemba che infilando la terza tripla di serata senza paura mandava il tabellone sul 65-61. Un floater di Young riavvicinava Atlanta, poi Williams in attacco in salto dava una manata in volontaria a Carter che crollato a terra beneficiava di due FT per trovare il pari.
Il flagrant 1 e l’extra possesso però non portavano ad altro per gli ospiti e Kemba calando il poker da oltre l’arco dimostrava di saper giocare a Carter…
Partita sempre in bilico con Lamb a forzare su Lin e a ottenere in jumper due punti per il 70-67.
Dopo un canestro di Bazemore Willy el toro da sotto non falliva ma Kemba e MKG mancavano due appoggi facili così Atlanta sferrava un parziale da 4 punti con il quale passare sopra (72-73).
A riportare sopra gli Hornets ci pensava Willy dalla lunetta a 3:44 per fallo di Bazemore.
A 2:35 su un tiro allo scadere dei 24 un po’ dubbio Willy recuperava rimbalzo e fallo tornando in lunetta per rimaner perfetto (76-73).
Un passaggio di Lin per nessuno finiva fuori dal rettangolo di gioco mentre dall’altra parte Willy godendo di libertà fuori dall’arco puniva la difesa ospite.
Nemmeno il tempo per metabolizzare l’euforia che Bazemore rispondeva da fuori ma da una drive di Parker nasceva la bellezza: arresto nel pitturato con pump fake, spin sul recupero di Poythress e seconda finta, caffè al bar per due con canestrello dolcissimo da due punti.
Poythress dalla linea ritoccava il punteggio di un solo punticino e si chiudeva sull’81-77 il quarto.

MKG prova la stoppata.
Foto: Jeremy Brevard-USA TODAY Sports

 
 
 
4° quarto:
 
Atlanta provava a rimaner in partita e a 10:38 riusciva anche ad agganciare la squadra di Borrego grazie a un Bembry che segnava l’81 pari in area consegnando alle statistiche parziali un 34-52 nei punti nel pitturato a favore dei georgiani d’America.
Monk in salto superava la barriera degli ultimi difensori sotto canestro cedendo corto per Zeller che schiacciava ma Poythress dal corner destro faceva metter il capo sopra ad Atlanta con la bomba dell’83-84.
Cody si riprendeva dal torpore atarassico con il quale aveva iniziato la partita prendendo l’iniziativa di un’entrata chiusa con un buon sottomano, Len commetteva passi a pochi cm dal canestro invece di metter dentro facile mentre Monk, dopo un hand-off con Zeller continuava a circolare per il campo puntando a canestro, trafitto con un lay-up acrobatico.
Huerter a 8:49 prendeva due liberi (fallo di Marvin) e riportava la squadra di Pierce sul -1.
Charlotte però cambiava il match fluendo inarrestabile da oltre l’arco con le triple in serie di Williams e di Batum che beneficiava dell’assist con schermo di Parker.
Huerter non reggeva all’urto e i Calabroni a 8:11 si affacciavano su una terrazza con bella vista (+7, 93-86). Pierce provava a chiamare un time-out per riportare i suoi con la mente in partita ma ancora distratti lasciavano a Parker l’invenzione che Monk chiudeva passando dietro a Young esaltando il pubblico con l’alley-oop vigoroso appeso. Monk trovava Batum sotto, inoltre su un’altra azione offensiva fatta di una ragnatela di passaggi Williams aveva gioco facile nel liberarsi del difensore che in rotazione tentava d’approcciarsi contro per andare a depositare in entrata contro una difesa sbilanciata.
100-88, partita in ghiaccio che riprovava ad aprire Lin infilando un paio di jumper che lo portavano a 7/8 al tiro in serata (102-92) ma a risolvere definitivamente la pratica ci pensava ancora Marvin da tre che da sinistra centrava il bersaglio come un arciere portandosi a 20 punti.
105-92, piccolo contro parziale di 5-0 Hawks ma Kemba, Monk e Kemba garantivano con le loro entrate (l’ultima rallentata in slow motion) i punti necessari per non farsi risucchiare nel gorgo di un finale punto a punto.
Si chiudeva sul 113-102 con Charlotte sul 3-1 in questa serie di 4 partite casalinghe.
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 7,5
29 pt., 3 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, 1 stoppate. 12/22 dal campo, 4/10 da fuori, un po’ troppi i 5 TO su uno dei quali però rimedia. Leggermente superiori gli assist rispetto alla media. Oltre che colonna portante della squadra, spina nel fianco degli Hawks che subiscono il suo dinamismo tra entrate, pull-up o triple, risulta difficilmente marcabile.
 
Jeremy Lamb: 6,5
13 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 5/11 al tiro. In difesa si oppone ai tiri andando a saltare, 3 i TO, fa la sua partita anche se è l’unico titolare con un leggero+/- negativo ma un po’ di spinta la da anche se è qualche punto sotto le cifre che ci saremmo aspettati da lui in media.
 
Nicolas Batum: 6,5
10 pt., 5 rimbalzi, 4 assist. Tre palle perse anche per lui ma nel finale oltre alla tripla del +7 la mette dentro un paio di volte presentandosi all’appuntamento sotto canestro sugli assist di Monk.
 
Marvin Williams: 8
20 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Si perde un po’ dopo l’avvio del terzo quarto, quando, dopo aver messo due tiri, ne sbaglia un paio e prende anche un flagrant 1 per manata su faccia di Carter involontaria. La partita però è bella. S’impegna in difesa dove spesso riesce a limitare nel corpo a corpo l’avversario e in attacco con un 8/14 al tiro aiuta la squadra, anche nei momenti finali dove ci da la tripla della certezza, giocando con il cronometro.
 
Cody Zeller: 5
4 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. Inizia malissimo, non riesce a tenere né i lunghi né Young che ne abusa. Si rifà leggermente nel finale tra punti e utilità varie. Gli fischiano contro anche un fallo offensivo durante una battaglia dove più che alto lo spostano ma lui usa gli avambracci in maniera eccessiva sulla contro-spinta.
 
Malik Monk: 7
13 pt., 6 assist, 1 rubata. Buona prestazione che sorprende per la qualità degli assist. Usa qualità atletiche volando in alley-oop agganciando la sfera lanciata da Parker e anche se non sempre tutto gli gira bene, ha subito il carattere per non deprimersi.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 6
0 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Se dal campo fa 0/5, almeno si rende utile in difesa, si fa anche male a un dito ma rientra con più energia di prima e gli serve per guadagnare una sufficienza perché io a uno che fa 0/5 dal campo, salvo altre qualità mostrate in partita la sufficienza non la darei.
 
Miles Bridges: 7
9 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 4/9 dal campo. Ancora non riesce a creare il suo tiro quando tenta delle entrate improbabili che raramente si chiudono bene e ti ricordano quel tuo amico scarso al campetto che sai già al 99% come finirà quando inizia l’entrata, ovvero con una debacle clamorosa e palla lanciata su Marte… Lui però si fa valere a rimbalzo, sa tagliare ma soprattutto sa schiacciare. L’interferometro Liro ne rivela le onde gravitazionali sulla schiacciata con la quale sprigiona un cataclisma nel cesto di Atlanta. Mezzo voto in più per quello perché rappresenta la bellezza di uno sport.
 
Willy Hernangomez: 7,5
9 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppate. Molto più attivo di Zeller è un cambio passo notevole e importante in serata. Prende rimbalzi con decisione, da fastidio in difesa e in un pitturato dove avvenivano troppe scorribande mentre in attacco guadagna liberi e se serve mostra anche un tiro lento ma dalla mano educata con precisione da fuori l’arco. Il tutto in 15 minuti…
 
Tony Parker: 7
6 pt., 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Inizio lento, in difficoltà, sul finale del primo tempo offre a Kemba una tripla, poi nel secondo con una drive, arresto, pump fake, spin sul rientro di un secondo difensore anche questo con finta, fa volare i giocatori di Atlanta rimanendo in perfetta solitudine per l’appoggio. Assist e schermo per Batum da tre sulla tripla che spinge in là Charlotte. Aiuta a rimettere ordine in una partita confusionaria con molti TO, partita che Charlotte con il suo run and gun aveva accettato ma che non  si era rivelata mossa strategicamente esatta.
 
 
Coach James Borrego: 7
Una squadra che parte con il piglio sbagliato e si fa trascinare in un finale pericoloso ma al momento giusto ingrana l’overdrive e saluta la meno forte squadra ospite. Time-out in momenti giusti.

Game 10: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 126-94

 
Intro
 
Uluru, conosciuto anche come Ayers Rock è un imponente massiccio d’arenaria rossastro osannato dagli indigeni locali in Australia.
Gli aborigeni lo considerano sacro fin dai tempi nei quali i loro antenati vivevano sulle piste del “Tempo del sogno”, così chiamavano quei tempi secondo i quali i loro progenitori avrebbero formato questo monolite attraverso il loro movimento, le loro impronte.
I Cavaliers che a oggi mantengono questo come uno dei loro colori sociali hanno terminato il loro tempo del sogno.
Il loro massiccio, la loro montagna sacra, ovvero il figliol prodigo LeBron James, dopo aver tradito una prima volta la franchigia per Miami tornò per trascinare eroicamente i Cavaliers a un titolo impossibile, strappato per inerzia ai Warriors.
Oggi questi Cavs che hanno anche Love in lista infortunati potremmo guardarli come gli uomini bianchi osservano oggi questo sito, ovvero senza l’aura sacra, colpiti da carte geografiche e sapienza scientifica sappiamo che il massiccio è alto 348 metri e con una circonferenza di 8 km.
Moltissimi turisti amano ancora osservarlo al tramonto quando l’onfalo di pietra si colora di rosso cupo, un po’ come il presente di questi Cavaliers.
Ovvio che per Charlotte, dopo aver perso rocambolescamente, forse per un senso di pietas, forse per essersi semplicemente cullata troppo nel mondo di Morfeo nella parte finale del terzo quarto contro OKC, l’occasione per tornare a .500 e restituire un po’ delle sconfitte patite per mano di Cleveland negli ultimi anni era ghiotta.

Le statistiche dei due team a confronto prima d’inizio gara.

 
 
La partita in breve
 
Gli Hornets non volevano farsi sfuggire una buona occasione per vincere una partita alla portata e rischiarare una classifica sotto la metà delle W.
Nonostante qualche sorpasso dei Cavaliers, sul finire primo quarto, i Calabroni allungavano anche grazie a un paio di magiche giocate di Tony Parker che avrà cambiato divisa ma non si è dimenticato come si gioca.
Sul 30-22 alla fine dei primi 12 minuti gli Hornets andavano a giocare un secondo quarto che li vedeva allungare anche sul +13 nella seconda metà sulla combinazione Williams/Batum e ritorno per la tripla della nostra PF che ci mandava sul 46-33. Il rientro di Cleveland però c’era grazie anche a tre triple di Korver che mettendo l’ultimo canestro consentiva ai Cavs di mangiar un punto a Charlotte (59-52).
Gli Hornets a inizio ripresa si trovavano anche solamente con tre lunghezze di vantaggio ma l’energia di Lamb, il quale prima rubava un pallone convertendolo in due punti per poi andare più tardi ad attaccare il ferro in diagonale per l’appoggio del 67-58, ci consentivano d’avere un cuscinetto con il quale iniziare a rollare.
Un finale travolgente, dove anche un giocatore con spazio intermittente come Hernangomez si rendeva estremamente utile in ogni modo, portava i Calabroni sul +20 con i tifosi in estasi per un alley-oop di Monk e un altro canestro del nostro Malik che batteva Clarkson e sirena per il buzzer beater del 93-73.
Ultimo quarto molto tranquillo dove anche Bridges si faceva notare con le terze linee in campo nel finale che allungavano ulteriormente senza cedere alla pietà per Cleveland rimanendo con un mindset difensivo utile a non avere blackout di sorta.
126-94 era il finale contro una Cleveland che ha anche qualche buon giocatore ma poca difesa.
Hornets che finivano, infatti, con il 56,5% dal campo anche se i liberi a favore erano solo 13, ma 12 quelli realizzati.
50-27 a rimbalzo per gli Hornets è la seconda statistica da prender in considerazione per spiegar la differenza nel punteggio.
29-22 negli assist e 7-2 le stoppate.
Cleveland si è dimostrata abile invece nelle steal dove sono state ben 9 per loro contro le sole tre degli Hornets che a causa di ciò hanno perso una palla in più 14-13.
Cavs che hanno tirato meglio da fuori ma il loro complessivo dal campo è stato solamente del 43,2%, grazie anche a una buona difesa degli Hornets sotto canestro.
J.R. Smith con 14 punti e Jordan Clarkson con 13 sono stati i migliori realizzatori dei Cavs, entrambi partiti dalla panchina…

Walker nel shootaround pre-game.

 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Charlotte partiva vincendo la palla a due con Zeller consentendo a Williams di spinger spalle a canestro Dekker sempre più all’interno dell’area fino a lasciarlo attardato sul movimento in turnaround a una mano che valeva il 2-0.
Cody in aiuto a Williams stroppava lo stesso Dekker in fuga sulla baseline sinistra ma lo stesso Cavaliers a 10:57 approfittando dello spazio lasciato da Williams sulla destra colpiva da tre portando sopra gli ospiti.
Hornets che passavano nuovamente avanti con un altro turnaround di Williams, questa volta al vetro e allungavano con il nostro numero 2 che questa volta forniva l’assist in transizione a Lamb per il fing and roll del 6-3.
Zeller nel pitturato realizzava l’8-3 mentre Cleveland a 7:36 si giocava il primo time-out vista l’incapacità di andare a bersaglio.
La pausa funzionava perché gli ospiti segnavano a 7:17 con Hood da tre punti e trovavano il pari con Dekker che in taglio parallelo alla linea di fondo metteva dentro da sotto su assist verticale di Osman.
Un veloce fast break aperto e chiuso da Lamb con tocchi rapidi di Walker e Batum (assist) serviva a Charlotte per riconquistare due punti di vantaggio ma un tecnico battuto da Hill e una transizione da 2+1 di Osman riportavano avanti i Cavaliers per la seconda volta in serata (10-12).
Batum pareggiava fluttuando in pull-up e Monk con un rapido catch n’shoot saettando da tre ci regalava il 15-12.
Clarkson metteva il suo primo tiro da neo entrato ma Kemba a 3:38 riceveva gioco falloso da parte del rookie Sexton andando a metter dentro due FT.
Lo stesso Walker su un coast to coast possibile s’arrestava sulla linea dei tre punti per fulminare i Cavaliers portando gli Hornets sul 20-14 anche se a stretto giro di posta replicava lo stesso Clarkson da oltre l’arco.
Willy con una finta nel pitturato trovava spazio per il tiro corto creatosi che vedeva il fondo del secchiello, poi uno spin in uno contro uno di MKG a cui seguiva l’hook da pochi passi era buono a 2:09 per il 24-17.
J.R. Smith entrava in campo nel finale e si procurava due FT segnandoli, Parker anche ma ne mancava uno così dopo un’entrata di MKG a sfidare la difesa dei Cavs in appoggio di destro con ottimi risultati J.R. Smith dal corner sinistro infilava il suo primo tre punti dell’annata, tuttavia a :15.8 utilizzando bene il passo zero, Parker si avventurava in area per allungare un pallone che finiva nella retina trovando anche il fallo e il 30-22 che chiudeva i primi 12 minuti.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) looks to pass while surrounded by the Cleveland Cavaliers’ Tristan Thompson (13), George Hill (3) and Cedi Osman (16) during the first half of Saturday night’s NBA game at the Spectrum Center.
Bob Leverone AP
Read more here: https://www.charlotteobserver.com/sports/nba/charlotte-hornets/article221083330.html#storylink=cpy

 
 
2° quarto:
 
Parker iniziava bene segnando in jumper anche da marcato sull’angolo dell’area a destra mentre Osman pareggiava in transizione il parziale di quarto ma un lento lob di Willy per Bridges sotto il canestro a destra e u tranquillo pallone alzato oltre il difensore facevano riscattare gli Hornets sul +10 (34-24).
Clarkson con un fing and roll da pochi passi riduceva lo scarto a una cifra ma Parker s’inventava un 360° circus shot in entrata dopo lo spin saltato svitando il braccio destro con un Jordan ancora annoiato sullo sfondo che avrei avuto piacere a vedere dopo la giocata.
Partita con qualche errore di troppo non rapidissima ancora che i Cavs provavano a tener lì con due punti di Osman in jumper e tre di J.R. Smith ancora dal corner sinistro per tre punti benedetti dalle collisioni della sfera rim/glass.
Sul 36-31 rientrava (8:05) Walker ma era Lamb a librasi in volo nel pitturato viola per un turnaround vincente.
Walker perdeva invece un pallone lasciando a Clarkson la transizione da due punti.
Batum li riagguantava andandosi a prendere un banker quasi dalla baseline sinistra da second chance (bravo Williams nel recupero).
Lamb in entrata frontale puntava Clarkson che sul cambio direzione commetteva fallo lasciando al nostro numero 3 il tempo di controllare il corpo e piazzare floater così come il successivo FT.
Hornets che uscivano ancora in transizione, giocata sulla sinistra con scambio Williams/Batum e ritorno per l’ala grande che dal corner sinistro bombardava da tre per il 46-33.
La risposta di Cleveland arrivava con 5 pt. di fila (Dekker da due e Korver da tre) per il 46-38, poi i ritmi aumentavano e si verificavano due botta e risposta; Cody trovava due canestri ai quali nel mezzo replicava Thompson in tap-in su mancata tripla di Korver che tuttavia dalla diagonale nonostante l’uscita di Cody metteva a segno altri tre punti in un colpo unico per il 50-43.
Una dunk avvitata di Dekker infastidiva Charlotte che a 2:08 trovava la tripla scaccia-crisi di Batum dalla top of the key.
Lamb a rimbalzo sulla baseline avversaria da sotto il vetro tirava incurante dei difensori pescando il 55-47 ma Hood scappava sul lato destro andando a chiudere prepotentemente in schiacciata.
Uno scambio con Batum portava Lamb in area a metter dentro la sfera per un solo cotone che lo innalzava a 13 punti e Kemba aiutava con uno step-back jumper dal mid range su Osman che deliziava delicatamente oltrepassando la retina.
Chiudeva il primo tempo ancora Korver da tre nonostante Lamb in salto gli fosse attaccato.
59-52 con un punto mangiato dai Cavs rispetto ai primi 12 minuti.

Alcune HoneyBees in serata.

 
 
3° quarto:
 
Hill e Walker si rispondevano da due punti poi i Cavaliers trovavano 4 punti di seguito con Thompson da sotto e con Osman che su pressione di Batum tornava nella propria metà campo (palla toccata dal francese) prima di accelerare per battere il cronometro andando a sfondar di gomito in appoggio su Zeller che tuttavia essendo dentro il cerchio antisfondamento subiva il fischio degli arbitri a sfavore.
2/2 dalla linea e fallo in attacco sullo screen dello stesso Zeller che raggiungeva i 4 personali con un margine di soli tre punti di vantaggio (61-58).
Lamb però tornava a spinger nel momento propizio con una steal a Hood per due pt. in transizione mentre Batum tagliava sulla baseline sinistra oscurato da un doppio schermo per ricever e segnar da sotto comodamente. 40-24 era l’eloquente statistica dei punti ottenuti in area a nostro favore…
Lamb attaccando in diagonale appoggiava al vetro altri due punti ma Hood ne metteva dentro due e Dekker ancora dietro la nostra difesa metteva dentro l’alley-oop a una mano del 67-62.
Time-out Hornets a 8:24 e venti secondi più tardi su una palla vagante Walker andava a riprendersela e a colpire da destra per restituir margine di sicurezza.
Ci provava anche Parker ma in quest’occasione gli diceva male anche se poi arrivava un Willy importantissimo a rimbalzo che tapinando girava lo score sul 72-62.
Hood in attacco dava una spallata volontaria molto evidente sul rientro di Kemba commettendo TO, ne approfittava Lamb che dopo un paio di errori al tiro con rimbalzo in mezzo preso, sul secondo trovava almeno il fallo.
Presentandosi in lunetta a gioco fermo (6:58) dopo il 2/2 mutava il punteggio sul 74-62 raggiungendo i 19 punti.
Hornets che rimanevano sulla decina di punti di vantaggio anche perché il nostro centro spagnolo si permetteva il lusso di stoppare Osman entrato a testa bassa, Walker da tre punti in transizione su assist di Lamb ci dava un +13 che tornava dopo due pt. ospiti a 3:30 con Willy ancora in correzione su un tiro mancato da Walker.
Cleveland in attacco faceva scadere i 24 secondi anche perché Sexton non si accorgeva del cronometro e il rientro di Parker in campo consentiva a Charlotte d’aumentare il gap di 4 punti grazie a due sue entrate.
Nance Jr. colpiva con un gioco due pt and one a 2:09 (85-71) ma Bridges trovava il secondo canestro della serata in maniera del tutto simile al primo con passaggio alto lento di Willy per il canestro da sotto con il numero zero bravo a farsi spazio.
A 1:27 dalla terza sirena in corsa MKG passava Korver schiacciando di destra in maniera esuberante oltre l’aiuto ma ancor più bello era il filo invisibile che univa il passaggio di Parker per l’alley-oop potente e magnetico di Monk che mandava in tilt tutti i sensori dei Cavaliers dirottati sul punteggio di 91-73 in poco tempo dopo esser stati a tre punti.
Monk poi esaltava il pubblico andando ad appoggiare alla tabella oltre a un Clarkson simile a un canguro, intento nel massimo sforzo sul tentativo di stoppata ma niente da fare per lui e nemmeno per la luce rossa che si accendeva una frazione d’attimo dopo convalidando il +20 (93-73) Hornets.

Charlotte Hornets’ Tony Parker (9) shoots as he is fouled by Cleveland Cavaliers’ Collin Sexton (2) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Nov. 3, 2018. (AP Photo/Bob Leverone)

 
 
4° quarto:
 
Ultimo quarto questa volta rilassante.
Anche se Nance Jr. segnava subito Monk con l’entrata e il passaggio dinamico dava la possibilità a MKG di schiacciar facilmente liberatosi del marcatore.
Nance Jr. poi imbeccato in alley-op mancava l’occasione schiacciando violentemente e plasticamente sul ferro così su una rollata e tiro di Willy dopo il blocco per Kemba, con la palla cedutagli dal capitano sul raddoppio, gli Hornets trovavano un 2+1 per fallo di Sexton (stesso fallo di Cody con i piedi nel semicerchio).
Bridges da 3 punti a 9:28 era seguito da una puntata di MKG che in fade-away involontario dopo lo scontro con il difensore riusciva a mandar dentro da posizione frontale un tiro divenuto non facile.
103-77, Hornets in controllo che di lì a poco avrebbero ceduto anche alle terze linee il posto sul parquet dando modo anche a loro di togliersi qualche sfizio nel finale. Hornets che allungavano ancora con le triple di Monk e Bridges che dalla diagonale destra fintava il passaggio verso l’angolo sinistro per Frank muovendo solo il tronco per poi tirar da fermo e segnare il 118-89 a 3:38 dalla fine.
126-94 era il finale di una partita diventata calma sul finire del terzo periodo.
Pagelle
 
Kemba Walker: 6,5
18 pt., 5 rimbalzi, 4 assist. 6/12 dal campo con 4/9 da tre. Limita molto le entrate, i canestri provengono da jumper presi anche con noncuranza. Si prende un fallo in difesa con Hood che lo scaraventa via e gioca la sua partita tranquillamente lasciando spazio anche ai compagni sebbene perda tre palloni, uno dei quali consente transizione facile ai Cavalieri.
 
 
Jeremy Lamb: 7,5
19 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 8/15 dal campo con il limite di un tiro da fuori ancora non affidabile che ondeggia storto. Quando attacca il canestro però propaga insensibili onde gravitazionali che oltrepassano i corpi dei difensori. Leggero e leggiadro trova il modo di recuperare FT o 2+1 ma anche canestri diretti. Capisce che può andare sino in fondo e insiste dopo un inizio non brillante. Da la spinta in un momento pericoloso a inizio ripresa.
 
 
Nicolas Batum: 6,5
9 pt., 8 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 4/9 al tiro, dimezzate le palle perse (2) rispetto all’ultima gara si muove molto e va a pressare anche alto toccando palla a Osman che poi s’inventa la corsa in entrata trovando il “fallo” di Zeller. Sfiora la doppia cifra in tre caselle, non tira nemmeno malvagiamente.
 
Marvin Williams: 6
7 pt., 3 rimbalzi. 3/6 al tiro ma ¼ da fuori. Mette la tripla del +13 ma poi i Cavs rientreranno. Inizia bene attaccando Dekker poi smette di attaccare seriamente e si dedica un po’ alla difesa. Discreta anche se all’inizio lascia spazio allo stesso Dekker.
 
Cody Zeller: 5,5
6 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. 3/5 dal campo con un paio di tiri infilati nel pitturato di seguito. Commette rapidamente troppi falli compreso il quarto che è un semplice schermo d’attacco portato in movimento. Un po’ in difficoltà dietro a inizio ripresa. Borrego lo toglie per numero di falli ma Willy gioca meglio e sul +20 rimane in panca restando così in serata con soli 17 minuti sul parquet.
 
Malik Monk: 7
16 pt., 1 rimbalzo, 5 assist. +23 di +/-, non male… Giocatore che può creare il suo tiro, affonda un paio di bombe ma negli occhi ci sono l’alley-oop su assist di Parker e il 93-73 battendo Clarkson e sirena. In avvio ultimo quarto offre su un piatto d’argento l’assist a MKG. Un giocatore progredito in attacco. Lo scorso anno era crisalide.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7
10 pt., 4 rimbalzi, 2 stoppate. 5/7 al tiro e +28. Fa vedere movimenti rapidi, impensabili spin, gancetti e altro attaccando il canestro. In difesa si rende utile con un paio di stoppate, senso di posizione ed energia. Torna al suo livello mostrato da inizio regular season dopo una partentesi brutta contro OKC.
 
Miles Bridges: 7
12 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata. Un paio di tagli sotto per due appoggi su assist di Willy, uno spin rapido in area seguito da un gancetto in uno contro uno, un paio di bombe, una con finta di scarico nell’angolo a sinistra per Frank (prima di tornare fronte a canestro) come uno di quei giocattoli/action figure che muovono il tronco lateralmente. In difesa un po’ è sfortunato, un po’ acerbo, tuttavia anche in un finale senza centri se la cava benino. Non s’intende con Parker in un’occasione convergendo dall’angolo verso il centro mentre Parker spara una cannonata diretta all’angolo che lo sorvola.
 
Willy Hernangomez: 7,5
11 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 4/4 al tiro, 3/3 ai liberi. Utile a rimbalzo tapina anche in attacco riuscendo anche a smistare assist mentre in difesa fa presenza stoppando anche un paio di volte gli avversari. Un jolly importante che gira il match subentrando a Zeller.
 
Tony Parker: 7,5
12 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. 5/10 al tiro e tre perse, un paio per sfortuna. Una rimbalzando su una gamba avversaria, l’altra bloccata dal difensore interpostosi sul suo scarico volante ravvicinato sotto canestro per un compagno, oltre a un malinteso con Bridges su uno scarico nell’angolo mentre il nostro numero zero convergeva al centro. Comunque la solita prestazione fatta d’entrate condita da un paio di circus shot soprattutto quello con il bump e il 360° e appoggio oltre il difensore estendendo la destra ma anche il 2+1 ottenuto con un terzo tempo dal passo zero che manda in tilt la difesa di Cleveland.
 
Dwayne Bacon: 6
2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Segna due pt. dalla lunetta poi non c’è molto altro da segnalare in 7 minuti.
 
Bismack Biyombo: 6,5
4 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata. Due canestri su tre tentativi, un alley-oop mancato a confermare mani un po’ di pasta frolla e una bella stoppata in recupero. Tutto sommato in 7 minuti fa il suo divertendosi ma rimediando anche una botta sulla fronte impegnato su un’azione difensiva.
 
Frank Kaminsky: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Un rimbalzo, un fallo e un turnover in 4 minuti giocati un po’ alla leggera.
 
Coach James Borrego: 7
Lascia spazio alle seconde linee nel finale. In serata trova un attacco più equilibrato e anche se Charlotte dalle parti dell’anello a volte non ha la contraerea pronta è stato ritoccato e migliorato il mindset difensivo che resiste sino alla fine, sebbene questi Cavs non siano avversario abbastanza malleabile. Esalta Lamb dicendo che è stato fantastico in serata esaltandone l’aggressività a canestro.

Brevi aggiornamenti e classifica Southeast Division

Nonostante la sconfitta patita per mano dei Thunder che giocheranno in back to back questa notte a Washington contro dei disastrati Wizards che forse hanno patito anche oltremodo l’assenza del nostro ex Dwight Howard (rientrante nella notte ma con minuti limitati non essendo ancora guarito), i Calabroni sopravvivono al comando della peggior Division della Lega e lo saranno anche domattina vista l’assenza degli Heat dal calendario notturno con i soli Wizards e Magic impegnati contro OKC e LAL rispettivamente.

 

 

 

 

Per il momento nessun team almeno a quota .500 anche se gli Hornets avranno due buone occasioni per superare tale cifra e allungare sulle avversarie giocando contro Cleveland, la quale ha perso Love circa sino al 12 dicembre e Atlanta nelle due future giornate.

Non sarà comunque facile per Charlotte arrivare indenne alla fine della stagione sotto gli attacchi degli Heat e nel caso Washington dovesse riprendersi poiché si porta dietro qualche reminiscenza passata da combattere con dei giovani promettenti ma difensivamente ancora piuttosto acerbi.

Gli Hornets comunque hanno una possibilità concreta di battagliare per la prima posizione dovessero trovare più costanza con il proceder della stagione, senza mollare la presa a causa delle sconfitte maturate sotto i tre punti (2-17 negli ultimi due anni)…

Intanto se vi steste chiedendo che fine avesse fatto D. Graham tra un injured list e l’altra, c’è da registrare che un paio di giorni fa sia stato mandato (immagino non definitivamente) dalla società a Greensboro, società affiliata agli Hornets nella lega di sviluppo.
Essendo la terza PG ha avuto poco spazio anche se non è dispiaciuto nei brevi momenti sul parquet, dimostrando qualche pecca nella gestione ma tanta personalità, utile sin da subito.

 

 

Graham istruito da coach Borrego.

 

 

Tuttavia l’ascesa di Parker in termini di prestazioni ha decretato lo slittamento del buon Devonte’ agli Swarm.

Le gerarchie del roster si aggiornano così nella seguente maniera, anche se c’è da notare che MKG spesso funge da centro mentre Willy se contemporaneamente in campo va in marcatura più agile sulla PF e Kaminsky dovrebbe esser annoverato tra i centri ma non ha comunque avuto mai spazio in questa stagione così come Bacon e in parte Biyombo:

 

Hornets dunque pronti a provar a tornare a quota .500 allo scoccar della mezzanotte di domenica 4 novembre, occasione per ripartre contro i Cavaliers orfani di LBJ.

Game 9: Charlotte Hornets Vs Oklahoma City Thunder 107-111

 
Intro
 
Riprendo il filo dell’intro precedente mentre Charlotte tentava di riprender quello con le vittorie casalinghe dopo quelle sui Bulls e gli Heat.
L’occasione è l’arrivo dei Thunder, ovvero del Tuono.
Il tuono è l’effetto rumoroso che produce il fulmine, letale scarica elettrica se la casuale traiettoria dovesse colpire il bersaglio.
Un evento da annoverare come sublime dinamico in filosofia facendo parte di quelle manifestazioni potenti, tumultuose, dinamiche e imprevedibili che affascinano l’uomo lasciandolo basito al cospetto di tale forza, tanto che in araldica e come notiamo anche nello sport, il riferimento a esso come simbolo di forza esiste poiché espressione della potenza annientatrice della natura.
La forza distruttiva dell’attacco dai nomi rumoreggianti dei Thunder doveva esser disinnescato dagli Hornets per vincere.
Aver ben chiaro il concetto di difesa per isolarsi dai fulmini lanciati da OKC costrurndoe una grande gabbia di Faraday (Michael Faraday nell’800 osservò che in un conduttore cavo, elettricamente carico, le cariche si concentravano sulla superficie esterna spandendosi in superficie risultando incapaci di penetrare al suo interno) sino all’arco per defletter la potenza dei Thunder era prioritario per avere possibilità di vittoria ma non abbastanza poiché le steal dei Thunder riaccendevano un match già chiuso che nel finale…
 
 
 
La partita in breve
 
I Thunder alla ricerca di riscatto dopo il brutto inizio per tirarsi fuori da torbide acque non lasciavano tranquilli.
Pronti come fulmini a colpire, dopo un primo quarto combattuto, con una tripla di Abrines passavano avanti 22-24.
La partita rimaneva combattuta anche nel secondo quarto, quando nel finale Parker aspettando il contatto di un ingenuo Abrines otteneva un layup da 2+1 per il 48-44 finale con un Walker fermo a tre punti e le squadra inabili al tiro da fuori. Hornets fermi al 16,7% con i Thunder a far ancora peggio all’11,8%… L’inizio brillante degli Hornets era imprevedibile; a cavallo dei due quarti i Calabroni conquistavano un parzialone di 17-0 che mandava i Thunder sul baratro.
Kemba con due triple segnava il 62-44 a 9:25 dalla terza sirena e poi in reverse layup ci portava anche sul +19, dopo una tripla di Abrines che, sugli scudi, continuava a dare il suo contributo accorciando piuttosto velocemente il gap.
Gli Hornets si facevano rubare troppi palloni (un paio di perde di Batum e una di Monk), così si arrivava a fine quarto con soli 4 punti di vantaggio (77-73) e parziale azzerato.
Nell’ultimo quarto gli Hornets resistevano sino a 5:32 quando Schroeder con un appoggio al vetro segnava il sorpasso (93-94).
Nel finale ci si metteva anche un Westbrook fino a quel momento poco guardabile; almeno tre canestri importanti per lui ma Charlotte resisteva ancora con Kemba bravo a metter dentro uno step-back su Abrines per il 102-103.
Schroeder pescato fuori dall’arco con spazio a 1:13 infilava un pesante +4 mentre Walker mancava la tripla per rimanere agganciati.
Westbrook un entrata con leggero cambio direzione segnava andando oltre Zeller, poi sull’ultimo time-out Charlotte disegnava uno schema con penetrazione di Kemba e scarico in angolo (sx) per Monk che questa volta falliva accarezzando il ferro lungo.
Fallo di Charlotte 0/2 di Schroeder, layup di Walker, dunk di Westbrook lanciato dai compagni mentre gli Hornets non riuscendo a commetter fallo incassavano il 104-110.
Monk inaspettatamente segnava da tre il 107-110 a :07.4. Fallo su George a :05.2 per un ½ che rendeva irraggiungibili i Thunder (squadra che salirà ancora in classifica nonostante qualche problema) che sopravvivevano alla sfuriata degli Hornets a inizio terzo quarto andando a vincer la loro terza partita stagionale soprattutto grazie a un terzetto composto da Westbrook a 29 punti, Abrines a 25 e Schroeder a 21. George ha segnato 10 punti prendendo 11 rimbalzi ma ha chiuso con 4/20 al tiro tra i quali uno 0/10 da tre punti.
Per Charlotte Walker e Monk si divideranno il posto di top scorer a quota 21 con un Parker a quota 17.
7-12 i palloni rubati per un 10-17 nei turnover, statistica chiave per comprender la sconfitta.
Hornets che hanno avuto la meglio a rimbalzo (51-49) e negli assist (26-20) mentre ai liberi hanno realizzato 20 dei 22 liberi concessi contro il 21/29 Thunder.
 
 
Le formazioni iniziali:
 
La partita
 
1° quarto:
 
OKC condizionava i primi due minuti e mezzo di gara andando in vantaggio a 11:41 con due FT di Adams per fallo di Zeller forzato sotto canestro, continuando con Grant su una persa di Walker e chiudendo il parziale con George per uno 0-6 eloquente.
Charlotte che nel periodo accumulava uno 0/4 al tiro prima che Zeller riuscisse ad appoggiare di sinistro vicino al vetro a 9:30.
Un fade-away breve dalla baseline sinistra di Lamb che metteva dentro anche dalla media diagonale sinistra ci restituivano la parità a quota 6 ma a 8:16 per un fallo dello stesso Lamb Westbrook si presentava in lunetta per due tiri che finivano dentro.
Su una second chance George allungava di altre due unità per gli ospiti mentre Walker e Williams mancavano due triple sulla stessa azione, Batum sulla successiva tagliava da sinistra verso il centro con leggero fade-away su George per un canestro plastico.
Lamb pareggiava nuovamente fintando la tripla sulla quale abboccava Adams in uscita, facile per Jeremy poi attaccare il canestro indifeso in schiacciata ottenendo il 12 pari.
Una transizione a 4:59 portava Walker in lunetta per un 2/2 che ci consegnava il primo vantaggio della partita.
Adams in tap-in toccava la sfera sull’anello segnando ma ottenendo un’interferenza per poi sbagliare a rimorchio sull’azione seguente un canestro facilissimo che innescava una contro-transizione chiusa da MKG in schiacciata per il 16-12.
A 3:59 MKG andando in lunetta per due FT allungava sul +6, un canestro restituito da Westbrook che tuttavia per aver gridato: “and one” pretendendo il fallo, si prendeva un tecnico realizzato inusualmente da MKG.
Westbrook rimaneva però carico spezzando un raddoppio centrale in palleggio trovando una schiacciata bimane appesa e ondeggiante dalla potenza inaudita.
Monk gettava via un pallone in attacco e si faceva passare sa Schroeder in appoggio così i Thunder passavano avanti a 2:20 dopo una giocata 2+1 di Schroeder che usava il vetro magnificamente per trovare la continuità sull’azione.
Sul 19-21 arrivava una transizione per Charlotte con l’assist diagonale di Monk per il terrificante alley-oop di Bridges.
A :52.1 Parker in bonus in lunetta due volte splittava ma ci portava avanti, Monk era sfortunato con un in & out da tre a a poco più di un secondo dalla fine lo specialista Abrines mandava dentro la tripla che fissava il vantaggio dei Thunder dopo il primo quarto sul 22-24.

Batum appoggia su George.
Ap Photo/Nell Redmond

 
2° quarto:
 
Hornets che partivano bene con l’assist di Bridges in corsa per la jam di Zeller ma un fallo dello stesso Bridges mandava Abrines in lunetta che non mancava i due liberi.
Per ottenere il pareggio Monk pescava un jumper a medio raggio dalla destra che affondava nel cotone oltre le mani protese di due accaniti difensori, e su una transizione con alzata di Schroeder per l’alley-oop s’infilava l’atletico Bridges che salvava gli Hornets da due punti certi, innescando la transizione che portava alla tripla di Monk toccato da dietro da un ingenuo Abrines, il quale finiva per regalare dalla lunetta il quarto punto al nostro numero 1.
30-26 con ancora Bridges sugli scudi a bloccare Schroeder in difesa e a presentarsi in corsa diagonale in taglio verso il centro ricevendo da un Parker che nel frattempo aveva depistato Noel con un arresto e passaggio perfetto nel cuore del pitturato per lasciare al nostro numero zero due punti facili.
Parker in appoggio di destro in entrata trovava anche il 34-28 e Donovan era costretto al time-out.
Al rientro i Thunder segnavano con Diallo, poi a 8:34 dalla lunetta Schroeder splittando avvicinava a un possesso lungo i bianchi mentre Westbrook mancava un paio di jumper contro MKG e Williams e le squadre continuavano a sparare male da lontano con un 1/12 a testa dopo l’errore di Monk dall’angolo.
Westbrook e Adams splittando entrambi i loro FT lasciavano arretrati i propri colori sul 34-33 anche se i Thunder con l’oceanico centro andavano in bonus già a 6:18.
Lamb chiudeva una triangolazione dinamica con Zeller che faceva da vertice per il fing and roll del nostro numero tre, lo stesso Cody, agevolato da un Adams rimasto a terra sotto la nostra plancia, in transizione subiva fallo andando a mettere due FT per il 37-33.
Westbrook ci metteva 5 secondi per farsi il campo e trovar il fallo di Walker ma ancora una volta era ½ dalla lunetta.
Westbrook si rifaceva dal mid range per il tiro in sospensione del 37-36 che a 3:49 agevolava il pareggio di Grant dalla lunetta con il solito ½.
A Willy non era chiamato un goaltending con palla stoppata da Grant ma appena dopo l’inizio discesa.
Poco male perché la palla respinta in out destro era preda di Willy sulla rimessa, bravo a sparare da 3 dietro il blocco ampio di Kemba.
Grant a 3:06 in lunetta stavolta non sbagliava ma Batum pescato da Parker nel corner destro isolatissimo infilava la bomba del 43-39.
George ne metteva dentro due ma anche Parker a 1:36 infilando due FT ci restituiva ossigeno che Abrines da tre punti fronte a canestro diminuiva sensibilmente mandando i Thunder a un punto (45-44).
Parker in transizione riceveva da Bridges aspettando il contatto di un estremamente ingenuo Abrines che favoriva il 2+1 del francese per il 48-44 che resisteva sino al termine anche perché la stessa guardia dei Thunder si vedeva respinger la conclusione da fuori dal ferro.

Bridges schiaccia su Schroeder nel primo tempo.
AP Photo/Nell Redmond

 
3° quarto:
Hornets che partivano fortissimo con la tripla di Batum dall’angolo destro, poi Marvin Williams in area con l’alzata a una mano trovava la complicità del ferro per aumentare di due punti il suo score ma non era finita perché su un giro palla che da sotto pescava Batum bravo a girar palla rapidamente dal corner sinistro verso l’accorrente Lamb sulla diagonale sinistra arrivava un’altra tripla, quella del 56-44.
George da tre mancava un altro tiro da fuori l’arco per i Thunder mentre un Kemba fermo a tre punti inanellava due triple ravvicinate in serie che portavano il parziale degli Hornets sul 17-0 a 9:25 per un vantaggio di +18 (62-44).
Abrines con un open dal corner destro interrompeva la magia ribaltando la retina da fuori. Kemba a 7:49 entrava da sinistra sulla baseline sinistra per appoggiare due punti e a 7:20 il capitano ci lanciava sul +19 in reverse layup ma i Thunder con un fing and roll del kiwi Adams e una schiacciata di Westbrook dopo una steal a 6:26 si avvicinavano sul 66-51.
Ancora lontani ma in rimonta la squadra di Donovan si avvicinava a suon di transizione; tre punti erano per Schroeder lanciato sulla diagonale destra poi Abrines in entrata segnava trovando ispirazione per un’altra entrata e una tripla che a 4:23 muoveva il tabellone sul 66-59.
Hornets che riuscivano a muover il punteggio di due pt. prima di subire un altro layup del n° 8 avversario che si scatenava in layup su una persa di Parker.
Westbrook rubando palla a Monk si scatenava in un altra corsa danza con dunk finale completamente indisturbata. Malik si faceva perdonare lavorando su Abrines per batterlo con un pull-up dalla media per il 70-65.
OKC rimaneva agganciata con una triangolazione volante breve che portava Noel alla schiacciata ma Parker a 1:35 dopo aver perso qualche colpo in regia, infilava la tripla del 73-67 e un tap-in di MKG ci restituiva almeno un +8.
Abrines segnando ancora da tre spingeva la squadra ospite ma Willy prendendo due rimbalzi offensivi dava una successiva possibilità a Monk che si prendeva due FT (Abrines foul) a :17.8 segnandoli.
Schroeder in entrata più fallo d’Abrines azzeravano il vantaggio di quarto che rischiava di andare anche in negativo sulla palla persa con tripla mancata da George sulla sirena.
77-73, pronti per il rush finale.

Lamb prova a contenere Westbrook.
Ap Photo/Nell Redmond

 
 
4° quarto:
 
OKC accorciava di due punti ma a 11:30 Monk dalla diagonale di sinistra saettava da tre punti per l’80-75.
Con un paio di canestri, aiutati da un energico Diallo i Thunder tornavano al -1 prima che Parker da sinistra partisse in diagonale verso il centro e il classico floater.
Grant in alley-oop e la prodezza di Monk che nel traffico segnava in salto con schiena all’indietro lasciavano la partita aperta, anche perché Schroeder da destra continuava a usare il vetro come suo miglior amico trovando angolazioni quasi irriproducibili.
Marvin segnava dal post basso destro dopo uno spin energico che faceva volare un difensore e Parker in coast to coast con crossover finale su Schroeder illudeva gli Hornets a 8:36 portandoli sull’88-83.
Dalla destra pioveva una tripla di Grant mentre da una banale palla persa di Batum scappava anche il pareggio di Diallo.
Parker mancava un FT jumper ma ne guadagnava due a gioco fermo prendendosi il rimbalzo a 7:09; 90-88 prima che si scatenasse il diluvio Westbrook con un iniziale jumper frontale su MKG che rispondeva con una frazione di ritardo al veloce tiro.
Monk a 6:30 replicava con una bombarda da tre ma Westbrook dalla media destra s’inventava un altro pull-up con MKG più lesto a provarci ma nulla da fare ancora… Schroeder frustrava MKG andandogli via per appoggiare al plexiglass il sorpasso a 5:32 dalla fine (93-94).
Un fortunoso canestro di Westbrook (questa volta era Lamb a difendere) aiutato dal ferro non dava tregua a Charlotte che tuttavia a 4:21 in transizione con l’hook di MKG più fallo riagganciava a quota 96 la squadra di Donovan.
A 3:49 Westbrook era un fulmine in entrata, MKG si spiaccicava sul blocco a centro area e nessun altro riusciva a fermare il n°0 avversario che in caduta beneficiava anche del FT aggiuntivo, poi realizzato.
Hornets che attardati di tre punti a poco dai 24 di possesso inventavano due FT con Lamb che realizzandoli (2:49) riportava in bilico il match.
MKG commetteva un fallo su George alzando le braccia in salto sull’entrata dell’ex Pacers.
2/2, 98-101…
Zeller con una bruta palla persa rischiava di far saltare per aria il banco ma con una clamorosa stoppata in rientro cancellava l’appoggio si Schroeder mentre Kemba a 1:57 dalla lunetta affondava due liberi.
Un catch n’shoot lungo dalla destra per Abrines a 1:43 faceva male ma rimediava Walker con uno step-back dalla diagonale desta che anneriva anche Abrines.
A 1:13 era pesantissimo invece il canestro di Schroeder dalla diagonale destra pescato da una kick and drive; Lamb in uscita faceva il possibile ma l parabola lanciata dall’ex Falco s’insaccava per il 102-106.
Kemba sul -4 e u cronometro impietoso provava a tenere il passo saltando il difensore con un passetto laterale a destra sulla top of the key da dove lanciava un missile troppo lungo; tre punti sfumati e canestro pesante di Westbrook che saltando con abile finta in crossover Zeller appoggiava per il +6 ospite riuscendo anche a “pagliacciarsi” un po’ per aver lasciato fermo un lungo.
Hornets all’ultimo time-out con penetrazione di Kemba, scarico sull’angolo destro per il tiro troppo lungo da tre di Monk, fallo immediato ma 0/2 di Schroeder dalla linea.
Layup di Walker ma dunk di Westbrook con gli Hornets alla caccia dell’uomo incapaci di fermare il gioco di passaggi dei Thunder.
Hornets che non sembravano più crederci ma a :07.4 dalla fine Monk segnando da tre punti faceva girare lo schermo sul 107-110.
Fallo dopo un paio di secondi ma George mettendo un libero mandava fuori dalla portata della partita i Calabroni.
107-111 era così un finale dei nostri, classici nelle punto a punto…
Pagelle
 
Kemba Walker: 6,5
21 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 7/16 al tiro prendendosi un paio di stoppate ma guadagnando anche 5 liberi. 2/8 da fuori con le due triple ottenute quando la squadra e lui avevano un ritmo. Manca quella del possibile -1 ma comunque gioca un secondo tempo da 18 punti dopo il primo tempo da tre sempre asfissiato dai Thunder.
 
 
Jeremy Lamb: 6,5
13 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 5/12 al tiro andandosi a prender nel finale due FT importanti. Purtroppo è anche sfortunato; sull’uscita su Schroeder prende tre punti, contro Westbrook è l’anello ad aiutare l’attaccante nonostante una buona difesa ma in altre occasioni riesce a far sbagliare l’avversario, ad esempio Abrines da fuori saltando in avanti a braccio proteso. Difetta anche lui da fuori con un 1/7…
 
 
Nicolas Batum: 6
10 pt., 7 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate. 4/8 al tiro. 2/4 da fuori ma anche 4 turnover, uno che grida vendetta nel terzo quarto. Artefice della galoppata a inizio ripresa, è il simbolo di una squadra che si addormenta concedendo il recupero agli avversari.
 
 
Marvin Williams: 5,5
4 pt., 2 rimbalzi. Gioca 17 minuti. Marginale anche se in un’occasione è bravo a mandar fuori giri Westbrook e dall’altra parte riesce a metter dentro un paio di tiri ma su 6 tentati…
 
 
Cody Zeller: 6
5 pt., 8 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. Dall’altra parte Adams prende 4 in rebound in più ma Cody smista assist, cosa che il collega di ruolo non fa essendo puro terminale. Battaglia e nel finale rimedia con una super stoppata a un suo errore. Corre anche in transizione come il solito ma non riesce in seconda battuta a proteggere su Westbrook nel finale. Giocatore generoso ma con limiti.
 
Malik Monk: 6,5
21 pt., 2 assist, 1 rubata. 7/15 al tiro, anche lui si fa rubar un pallone (3 perse totali) nella fase di rientro dei Thunder dove va un po’ a sprazzi. Manca il tiro decisivo per il rientro ma non si può pretendere, comunque mette dentro 21 punti. In difesa invece vorrei vederlo più attento e forte sulle gambe.
 
 
Michael Kidd-Gilchrist: 5,5
9 pt., 9 rimbalzi, 1 rubata. Niente da fare per MKG questa volta. Nel finale trova in transizione una giocata da tre punti ma è spesso travolto dagli avversari che contro di lui trovano giocate anche al limite del fattibile. Incassa un -25 eloquente pur sfiorando la doppia doppia…
 
 
Willy Hernangomez: 6
3 pt., 5 rimbalzi, 1 stoppata in 12 minuti. Poco spazio per l’iberico che lotta a rimbalzo e commette tre falli. ¼ al tiro con una stoppata a referto che in realtà sarebbero 2 punti ma sull’azione successiva ne trova tre, unico canestro della serata su 4 tentativi. Bravo in caduta a chiamare un time-out prima che gli arbitri fischino la contesa.
 
 
Tony Parker: 6,5
17 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Gioca 23 minuti, nel complesso di buon basket con un 5/12 al tiro e un 6/7 dalla lunetta. Perde un solo pallone ma la sua regia sul break dei Thunder è a tratti farraginosa. Nel finale entra ed esce come un pendolare a seconda delle azioni offensive/difensive finché non si siede in panca. Mezzo punto in più per la spinta e la voglia dimostrata nel finale quando su un errore va a prendersi rimbalzo e fallo facendo di sé stesso tiratore dalla lunetta lasciando Charlotte agganciata alla partita.
 
Miles Bridges: 6
4 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Serata da factotum per Miles che tuttavia da fuori non ha mira in serata. 0/3 in 19 minuti per un 2/6 complessivo. Salva da una transizione e mette dentro un bell’alley-oop offerto da Monk. Utile a rimbalzo, probabilmente qualche minuto in più nelle prossime due gare non gli farebbe male per prender il ritmo anche al tiro.
 
 
Coach Borrego: 6
Non riesce a schermare ad ampio raggio Abrines ma costruisce una discreta gabbia a Westbrook finché i nostri tengono fisicamente. Un po’ sfortunato su alcuni canestri subiti, non può fare molto se i suoi ragazzi lo tradiscono con banali palle perse. Prova a richiamarli con un time-out ma i Calabroni prima di riprendersi subivano il rientro avversario dilapidando quasi tutti i 19 punti conquistati. Dentro/fuori per Parker nel finale con MKG a difender al suo posto. Buona idea se anche MKG oggi non fosse travolto da sfortuna e un pizzico d’atletismo in meno rispetto alle precedenti gare. Finisce un po’ presto i time-out. Ora, persa ancora di poco una partita contro un’avversaria più forte sulla carta c’è da girar pagina e affrontare Cavs e Hawks in casa travolte a loro domicilio nella notte rispettivamente da Denver (110-91) e Sacramento (146-115).