Game 24: Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 104-121

 
 
Intro
 
Gli Stati Uniti facendo prestiti alle potenze europee durante la prima guerra mondiale, aumentando di popolazione e spingevano sull’apparato produttivo e commerciale generando un’immensa fiducia nella popolazione sul futuro.
Il bug che si annidava era però che il sistema non era affatto perfetto, così tutti compravano azioni che salivano di prezzo come la gente sperava che fosse ma questo accadeva paradossalmente proprio perché la gente le comprava.
In una situazione simile a un palloncino gonfiato da un compressore che spinto oltre il proprio limite è destinato a scoppiare, nell’ottobre del 1929, infatti, sotto la spinta della vendita delle stesse vi fu il crollo dei titoli azionari in borsa che seguì l’eccessivo squilibrio dei redditi.
Un tracollo abissale dettato dalle aspettative (chi avesse comprato le azioni nel maggio 1924 e le avesse rivendute a inizio settembre 1929 avrebbe guadagnato oltre il 300% senza colpo ferire) che Charlotte questa notte cercava di non imitare.
Dopo una buona partenza con qualche calo di tensione in trasferta nelle ultime partite casalinghe i Calabroni erano riusciti a far cadere Celtics, Pacers e Bucks ma nelle ultime due sfide (sempre a Charlotte) contro rappresentanti dell’Ovest la squadra diretta da Borrego era finita K.O. Dimostrando preoccupanti pecche difensive.
Per rompere il tabù e non crollare come il sistema americano gli Hornets si presentavano a Minneapolis con credenziali in mano che non si trasformassero in carta straccia.
Walker per ripartire e non riviver la grande depressione degli ultimi due anni…
 
La partita in breve

Graham e Monk prima della partita.

 
Timberwolves che prima della partita si presentavano con i parziali di 4-9 con Butler in squadra e 8-3 senza, Hornets che invece in trasferta si trovavano sul 3-7 dopo aver perso le ultime tre gare.
Gara difficile anche se l’obiettivo al Target Center era vincere.
Batum iniziava benissimo aiutando Charlotte a rimontare da un 3-9 iniziale pro Wolves.
Walker con una tripla (unica a bersaglio per il capitano) a 5:49 faceva scattar Charlotte sul 23-18 ma i Wolves rimarginavano la ferita sino ad arrivare al 31 pari a fine prima frazione.
Nel secondo quarto Charlotte partiva con un 8-0 di parziale per poi arrivare sino al 51-37 con un altro parziale di 10-0 chiuso da Zeller con un tre punti insolito.
Monk (buona spinta nel primo tempo) dalla linea a 4:33 metteva dentro il +15 (57-42) ma il finale di quarto per i Timberwolves era travolgente con un Wiggins scatenato e un Gibson che splittando dalla lunetta all’ultimo giro di lancette mancava il sorpasso ma otteneva il pari a quota 62 “rovinato” da Lamb con due punti che all’intervallo facevano tornata vanti Charlotte (64-62).
Il terzo quarto era combattuto e finiva per riportare in parità la gara a quota 86.
Hornets che mettevano una bomba dentro con Batum per il sorpasso sul 92-90, poi toccava a Bridges e Kaminsky con un canestro a testa spinger gli Hornets sul 96-93.
Towns tuttavia metteva dentro sette punti filati e a 7:02 la partita deragliava sui binari locali con un 96-100 dall’odore di sconfitta.
Un FT contro gli Hornets (dopo una serie di rigide, piccole e ricercate ma fastidiose decisioni quasi tutte contro Charlotte) e due punti di Covington estendevano il parziale sul 10-0 Minnie (96-103).
Charlotte finiva fuori giri concedendo la vittoria ai Lupi che raccoglievano 50 rimbalzi contro i 40 di Charlotte che tirava con il 40,8 contro il 53,9% di Minnesota…
Towns finirà con 35 pt. e 112 rimbalzi, Wiggins con 26 punti mentre Teague con soli 3 punti ma 18 assist…
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Prime azioni a vuoto per ambo le squadre, passavano in vantaggio al secondo attacco i padroni di casa con una tripla di Towns sul quale c’era Walker che si staccava anche al momento del tiro ma a pareggiare a 10:57 era MKG dalla sinistra grazie all’assist di Batum.
A 10:41 e a 10:09 piovevano altre due triple nel cesto degli Hornets firmate Wiggins e Towns rispettivamente dalla diagonale e dall’angolo sinistro con le quali i Lupi si portavano sul 3-9.
Charlotte reagiva con un pocket pass di Batum per MKG che da sotto alzava la sfera dentro la retina ma a 9:27 Wiggins con un semplice jumper metteva dentro il 5-11.
Lamb quasi allo scadere alzava dalla diagonale sinistra un pallone che ricadeva da tre dolcemente spedito da oltre l’arco per l’8-11, quindi toccava a Gibson segnare in jumper dal mid range mostrando una Minnesota calda al tiro. Walker in entrata uno contro uno spingeva sulla spalla di Covington girato nello stesso senso di marcia riuscendo a depositare al vetro.
A 8:18 per un fallo su Towns Minnesota guadagnava un punto, poi era Kemba con un floater un po’ fuori equilibrio metter dentro altri due punti per i Calabroni.
Grazie a uno spin di Gibson su Batum arrivava il 12-16 per i locali.
MKG era stoppato ma sulla stessa azione arrivava una tripla di Batum dalla sinistra per il 15-16 che anticipava il sorpasso firmato da un’entrata aggressiva di un Batum che giocava meglio in maniera lampante.
Durava poco il vantaggio perché Towns come un treno andava dentro a depositare il 17-18 ma Lamb in uno contro uno in transizione subiva il fallo sul rientro di Covington finendo l’azione con una giocata da tre punti che reinstallava i Calabroni al comando sul 20-18 a 6:10.
Walker da tre a 5:49 aumentava a 5 il gap con un 4/5 per Charlotte d fuori contro il 3/3 di Minnesota ma a 5:17 Covington con una seconda possibilità realizzava ancora da lontano.
Towns stoppava Walker in entrata ma in attacco sfondava su un ottimo Batum abile a prender posizione sulla linea di fondo destra.
Walker al tiro da tre punti era spinto da dietro da Teague ricavando tre FT dei quali due andavano a segno, utili per un filotto del capitano da 4 punti poiché successivamente una sua steal nella nostra area lo conduceva per inerzia al coast to coast con appoggio per il 27-21.
Anche Gibson riusciva a metter dentro una tripla ma Kaminsky in area usava bene il piede perno per girarsi da spalle a canestro e metter dentro oltre il raggio del difensore A 2:36 Charlotte chiamava un time-out e a 1:30 Biz segnava il secondo dei liberi assegnati grazie al fallo subito e aver visto il suo appoggio girare sull’anello per uscire dopo aver preso velocità.
Saric da tre a 1:15 sfruttava il minimo spazio sull’uscita di Kaminsky per accorciare con una bomba e Rose dalla destra andava oltre Lamb con il reverse lay-up ma lo stesso Jeremy si procurava due FT dei quali solo uno andava a segno “preparando” il pareggio di Wiggins in entrata che chiudeva il quarto.

Bridges schiaccia durante il primo tempo della partita.

 
 
 
2° quarto:
 
Charlotte partiva sparata nel secondo quarto con una dunk di destro di Bridges che affondava la difesa dei Lupi, poi una apertura di Miles meravigliosa verso il corner destro dava la possibilità al Tank di sparare una cannonata da tre punti a 11:25.
Il n° 44 si ripeteva a 10:49 da altra posizione per un 8-0 di parziale che mandava Charlotte sul 39-31.
Covington con un arcobaleno in entrata spezzava la corsa di Charlotte che tuttavia andava a segno con un pull-up frontale di Batum che dalla lunga batteva in ritmo il suo difensore.
Un appoggio di Rose per i bianchi e una steal su Kaminsky rischiavano di riavvicinare i Lupi ma sulla palla rubata a Frank Monk metteva una pezza deviando palla a Saric oltre il fondo rallentando le operazioni di rimonta dei T.Wolves che tuttavia andavano a segno con Rose ancora per il 41-37.
Monk da tre punti non segnava ma Batum a caccia della sfera riusciva a sorprender tre difensori depositando da sotto subendo anche il fallo a 8:52.
Giocata da tre punti per il 44-37, punteggio che si dilatava a favore di Charlotte con un appoggio atletico di Monk di sinistra oltre Covington, Saric e Dieng nei paraggi. Batum metteva dentro altri due punti per un 48-37 e MKG conservava con la difesa il tentativo di Saric da sotto esaltando il gioco di squadra di Charlotte che vedeva Parker fintare l’entrata schiacciando Minnesota per poi dare indietro a Zeller che liberissimo a 7:25 infilava da tre punti il cesto per il 51-37.
Un 10-0 di parziale difeso ancora da MKG che subiva sfondamento d Covington in entrata frontale sul muro del n° 14.
Un bound pass leggermente in diagonale di Batum per un Monk che spuntando dietro la difesa dalla linea di fondo sinistra andava a metter dentro da pochi passi faceva salire il punteggio e da una palla a due vinta da MKG nella nostra area ancora Malik era lesto a partire in transizione per il 55-40 con un 14-0 che sembrava poter far chiudere almeno i primi 24 minuti tranquillamente, invece Charlotte si disuniva prima prendendo un normale piazzato lungo dalla destra di Towns, poi Monk a 4:33 con 2 FT sfruttava la scia per il 57-42 ma Wiggins si esaltava segnando da tre punti prima, mettendo dentro una put-back dunk di prepotenza nel mucchio al terzo tentativo di Minnesota da sotto sulla stessa azione a 3:39 per il 57-47 e segnando dopo uno spin…
Zeller da sotto lavorando su Towns interrompeva il dominio di Wiggins ma in attacco Rose sfuggendo a Cody appoggiava al vetro, Lamb rispondeva da tre dalla diagonale sinistra per il 62-51 ma Charlotte negli ultimi due minuti collassava; fallo di MKG (che usciva) su Wiggins per una giocata mancata da tre pt. a 2:00 esatti dalla fine, rimbalzo offensivo dei lupi e tripla di Towns, un paio di forzature di Walker che non finivano bene e un finale dove Kaminsky prendeva un tecnico davano alla fine ai Wolves la possibilità d’aggancio sul 62 pari a 38 secondi dalla fine.
Lamb a :29.8 con un floater manteneva gli Hornets in vantaggio all’intervallo anche se di soli due pt. (64-62).

Minnesota Timberwolves’ Karl-Anthony Towns scrambles for a loose ball with Charlotte Hornets’ Bismack Biyombo in the second half of an NBA basketball game Wednesday, Dec. 5, 2018, in Minneapolis. Minnesota won 121-104. (AP Photo/Stacy Bengs)

 
3° quarto:
 
Zeller da sotto ricevendo il passaggio dentro portava sul +4 i viola che chiamavano un’infrazione di passi di Towns non rilevata. Sulla rimessa finiva per segnare Wiggins che stoppava in difesa rientrando su Batum. Sulla rimessa dal fondo si sviluppava il tiro di Lamb che toccava il ferro, gli arbitri non lo rilevavano e sulla prosecuzione, con palla ancora out per Charlotte, senza cronometro resettato, i 3 secondi rimasti agli Hornets servivano per prender un tiro volante che rimbalzava sul ferro. I passi di Towns in attacco davano la possibilità a Charlotte di ampliare il vantaggio: Walker si faceva bloccare ma dalla sinistra l’elbow di MKG rilasciava da due punti risolvendo la situazione.
Towns piazzava dalla baseline sinistra un tiro oltre Zeller per il 68-66 e Gibson a 8:43 era fortunato vedendo rimbalzare il suo tiro da fuori da sinistra sul primo ferro per poi alzarsi e finir dentro.
MKG da sotto al secondo tentativo restaurava il comando degli Hornets con un po’ di stucco (70-69) ma Towns in corsa travolgendo MKG andava dentro a segnare.
Per gli arbitri c’era anche il fallo che il centro dei Lupi non trasformava ma era chiamata un’infrazione della linea a Charlotte.
Da uno scambio mancato Zeller/Walker spuntava Teague che in transizione faceva secca la squadra di Borrego a rapporto sul 70-74.
Batum da tre al rientro dava benzina alla macchina di Charlotte che sfruttava la propulsione del motore Kemba per superare i Lupi a metà quarto esatto con il jumper del 75-74. Covington con un’entrata selvaggia al vetro e Towns che da dietro sulla rimessa sorprendeva Kemba rubandogli palla per splittare dalla lunetta a 5:30 davano il 75-77 per Minnie che si avvantaggiava ulteriormente con un gancetto di Towns.
Kemba in reverse lay-up accorciava, poi il capitano con uno skip pass diagonale in direzione corner destro dava la possibilità a Bridges di far esplodere una precisa tripla che riportava Charlotte avanti (80-79) prima che Wiggins in lunetta per tocco di Frank splittasse (6/13 di Minnesota a gioco fermo) per riequilibrare il match.
A 2:35 un lungo due di Covington era restituito dalla nostra SG Lamb con tiro frontale un po’ jordaniano nella parte delle gambe, Cody da sotto fintava la virata interna per girarsi sulla linea di fondo e battere i difensori con l’alzata rapida.
Rose pareggiava e Wiggins superava nel saliscendi emozionale mentre Lamb a :30.3 volando in verticale subiva un tocco di Wiggins forse decisivo per il leggero impreciso appoggio.
Due FT a bersaglio e pareggio a quota 86 che resisteva sino alla fine del quarto.
 
 
4° quarto:
 
Rose metteva dentro i primi due punti ma Bridges in stile montagne russe, con un open 3 a 10:42 realizzava l’89-88. Saric ricevendo un passaggio verticale appoggiava dietro a Bridges della destra ma Batum dalla diagonale sinistra esplodeva ancora colpi mettendo dentro con sicurezza un’altra bordata pesante per il 92-90.
Un reverse lay-up di Dieng sul quale si portava a contatto Frank, valeva tre punti per la squadra locale che subiva l’ultima fiammata di Charlotte con Bridges al vetro nel traffico e con un terzo tempo del Tank in transizione lanciato con i tempi giusti da Parker.
Un 96-93 che a 8.11 preparava a un finale in volata invece Towns ne metteva dentro due, poi a 7:37 un comodo tre punti dello stesso giocatore consigliava a Borrego il time-out sul 96-98 ma Charlotte non si riprendeva più subendo da Towns il settimo punto di fila con il quale la squadra di Thibodeau toccava quota 100.
Minnesota in difesa arrivava anche a 11 stoppate contro una sola di Charlotte e segnava un FT per un fiscalissimo tre secondi in area difensiva di Charlotte.
Covington aggiungeva i punti per arrivare a un parziale di 10-0 che risolveva la partita (96-103).
Batum mandava a canestro con un bound pass Lamb a 5:13 ma un reaching foul di Zeller su Towns (2/2 dalla lunetta) a 4:55 e un fallo di Lamb che appoggiando l’avambraccio su Covington al tiro (3/3 dalla linea) sulla sinistra dava il 98-108 che si ampliava a dismisura con Charlotte frustrata e fuori partita sino al 98-115 con tripla di Wiggins da sinistra a 3 minuti dal termine.
Finiva 104-121 una partita nella quale il risveglio di Batum non bastava.
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 5,5
15 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 6/16 al tiro. Ancora medie bassine per il capitano che s’intestardisce con soluzioni da fuori anche fuori ritmo. L’1/5 e il -21 preso nel plus/minus sono dati che qualcosa dicono. Difesa meno aggressiva, forse stanco, ha una buona fase nella parte centrale del match ma poi si spegne non riuscendo a dare la solita spinta nel finale con i Lupi a gettar acqua sul fuoco. 502 partenze come starter, superato anche Bogues ma con sconfitta purtroppo.
 
Jeremy Lamb: 5,5
18 pt., 11 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 6/18 al tiro. Peggio di Kemba, anche se almeno in un’occasione manca sicuramente il fischio sull’entrata però sbaglia per leggera imprecisione un paio d’entrate, una semplice e qualche tiro nei momenti cruciali che tuttavia si va a prendere. In doppia doppia cerca di rimaner attento e concentrato riuscendo a deviare anche un pallone pericoloso in un finale di quarto ma soffre un po’ in difesa dove è bravo a rimbalzo.
 
Nicolas Batum: 7
18 pt., 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 7/17 al tiro. Nessun TO e 3/6 da fuori. Inizia con altro piglio la gara. Si vede che oggi vuole giocare e lo fa bene, molto bene. Passaggi, tiri precisi, aggressività. Irriconoscibile da innumerevoli recenti prestazioni scarse. Si perde un po’ nel secondo quarto poi si ritrova. Uno degli ultimi ad alzar bandiera bianca con la tripla del 92-90 e l’ultimo assist speranza per Lamb.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 6
9 pt, 5 rimbalzi, 1 rubata. Buona partita difensivamente parlando per MKG che con la sua presenza riesce a far sbagliare diversi tiri agli avversari o a bloccarli. In attacco segna subito una tripla e poi segnerà in jumper dalla sinistra sempre da smarcato. Non riesce ad attaccare i lunghi bene ma va a rimbalzo. Chiude con un 4/10 dal campo e un solo fallo all’attivo.
 
Cody Zeller: 6
9 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 4/8 al tiro. A volte intercetta palloni con la prontezza di Spider-man, altre volte sembra un supereroe pasticcione. In difesa sgomita per tenere Towns che a volte con delle finte ci prova dalla linea di fondo con esiti alterni. Il rientro non è morbido anche perché i Lupi prendono 10 rimbalzi in più dei quali 6 in più sono di Towns rispetto ai suoi.
 
Malik Monk: 6
10 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. 3/6 al tiro. 4/4 dalla linea ma 0/3 da fuori oltre un paio di palle perse. Grandissima spinta durante le prime rotazioni dove è bravo ad andare ad attaccare con velocità il ferro. Nel finale non riesce ad aggiungere niente alla manovra di Charlotte.
 
Miles Bridges: 6,5
10 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 4/9 al tiro. 2/5 da fuori, personalità per prendersi l’entrata in uno contro uno, anche nel finale, dopo un paio di triple, tira su nel traffico un pallone buttatogli lì da un compagno tra le mani per andare a segnare. Il rookie disputa una buona gara anche se deve stare un po’ più attento in difesa. Saric da dietro lo beffa ricevendo un passaggio verticale, lui salta andando fuori tempo anziché accorciare. Più vicino al cilindro dello slavo avrebbe avuto maggiori chance di stoppata, stats che manca in serata. +2 di plus/minus comunque.
 
Tony Parker: 5,5
0 pt., 2 rimbalzo, 5 assist. 0/4 al tiro e una palla persa. Sul +4 on lui in campo, offre assist ai compagni, anche se abbastanza semplici, con i tempi giusti ed esperienza come quello per liberare Kaminsky che beneficerà anche del suo pass orizzontale in transizione. Al tiro però non ne imbrocca una mentre in difesa insegue…
 
Frank Kaminsky: 5,5
10 pt., 1 rimbalzo, 2 assist. 4 falli ma una tonalità d’aggressività più pallida rispetto alle gare precedenti. Tocca Dieng e gli fa fare bella figura facendogli chiudere un gioco da tre punti. Non sempre preciso in chiusura, si chiude su Teague nell’ultimo quarto quando Towns liberissimo colpisce da tre. Un po’ in ritardo anche su Saric nel primo quarto nel close-out. Due belle triple nel primo quarto poi finisce per sbagliarne un paio andando su un 4/7 finale dal campo. Prende anche un tecnico ma non sembra dica nulla dal labiale e la lamentela a braccia aperta è la classica di qualsiasi giocatore.
 
Bismack Biyombo: 5
1 pt., 1 rimbalzo. Gioca a piccoli sprazzi solo 3:49. Non riesce a carburare né a usare il corpaccione in maniera corretta. Un po’ scoordinato non è “fortunato” nell’appoggio né preciso ai liberi splittati.
 
Devonte’ Graham: s.v.
0 pt., 1 assist. 2:24, solita comparsata nel finale che non ha nulla da dire ormai.
 
Dwayne Bacon: s.v.
0 pt. Vedi sopra ma con uno 0/1 al tiro per Dwayne che come Graham ora sta oscillando tra Greensboro e Charlotte.
 
Guillermo Hernangomez: s.v.
4 pt., 2 rimbalzi. Finale anche per lui. Meglio dei compagni ma sempre senza ormai un perché.
 
Coach James Borrego: 6
Squadra che per larghi tratti della gara gioca meglio cercandosi, cosa che era scomparsa un po’ in diverse delle ultime gare. Solito crollo nel finale con attacco apatico e decisioni arbitrali minime ma fastidiose quasi a senso unico se escludiamo un passi di Frank chiamate come quella dei tre secondi in area, un paio di mancati passi di Towns e Covington e il mancato azzeramento del cronometro sul tiro di Lamb non lo favoriscono ma lo fanno protestare senza eccedere.

Game 23: Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans 109-119

 
Intro
 
“Se da bambino mi fossi scritto una storia, la storia più bella che mi potessi immaginare, l’avrei scritta come effettivamente mi sta accadendo”, così Paolo Maldini descriveva la sua vita.
Per chi invece non sta nell’Olimpo di qualcosa ma in trincea magari gli accadimenti della vita non sono sempre da favola, anzi…
Charlotte è una squadra che ha ritrovato un’identità nel nome recuperato dopo una serie d’avvenimenti particolari che molti di voi conosceranno e riepilogherò in breve vista l’interconnessione tra gli attuali Hornets e i Pelicans di New Orleans ospiti allo Spectrum Center nella notte.
Charlotte nel 2002 era abbandonata dal vecchio presidente George Shinn in rotta con il pubblico, la squadra si accasava a New Orleans fino alla malattia del presidente gli Hornets tra alti e bassi rimanevano tranquilli anche se in una Conference d’acciaio con Spurs, Rockets, Mavericks e Grizzlies.
Venduta la società alla NBA perché non si trovavano acquirenti CP3 dopo essersi già visto in gialloviola, a causa della rivolta di alcuni presidenti, era dirottato sull’altra sponda di L.A. e in un paio d’anni la squadra smantellata.
Interveniva Tom Benson, proprietario dei Saints della NFL, recentemente scomparso (15 marzo 2018, oggi la franchigia è proprietà della moglie Gayle Marie LaJaunie in Benson che ha 71 anni) che decideva per un rebrand totale del team qualche mese dopo l’acquisto.
New Orleans faceva in tempo a vivere l’ultimo anno da Hornets acquisendo Austin Rivers e soprattutto la scelta numero 1 al Draft, ovvero Anthony Davis (più che sospettosamente finito a New Orleans anziché a Charlotte reduce da una stagione drammatica come Bobcats. MJ, nuovo proprietario degli Hornets, sotto pressione di un gruppo di tifosi, liberatosi il brand dopo la trasformazione dei Calabroni in Pellicani, riportava il logo e la storia sino al 2002 a casa ma il destino delle due franchigie s’incrociava soprattutto in quella scelta che premiava Benson e che vedeva Davis e Kidd-Gilchrist (due giocatori oggi importantissimi per le rispettive franchige anche se con differente valore che potrebbe definir la gara) al centro di un intreccio di destini, proprio loro che oggi giocano adattatisi al ruolo di centro…

Alcune statistiche di squadra prima della partita.

 
La partita in breve

Lamb nello shootaround e la sua media punti. Stasera si è fermato a 11.

 
La peggior partita dell’anno di Charlotte vale la quinta vittoria di fila di New Orleans su Charlotte.
Gli Hornets tenevano solo nel primo quarto chiuso avanti 30-29.
Nel secondo i Calabroni non tenevano bene in difesa dove i giocatori di Gentry entravano come il burro, inoltre l’attacco s’inceppava un po’ così a 6:24 Frazier con una tripla spingeva NOLA sul 36-46.
56-65 era il finale di primo tempo.
A 6:58 del terzo quarto Charlotte era colpita da una bordata di W. Johnson che mandava sul -15 Borrego & friends.
60-75 recuperato sino al -7 ma sulla sirena Davis da tre segnava il 77-87 dando un messaggio al match.
Nell’ultimo quarto ancora qualche buon movimento di Kaminsky che segnava anche la bomba dell’87-98, non bastava.
Pelicans in allungo sino al 92-102 prima del rientro con la panchina sino al 109-119 finale.
Davis con 36 punti, 19 rimbalzi e 8 assist e soprattutto un eloquente 14/19 al tiro condito da un 6/6 dalla lunetta dimostrava di valer mezza squadra di New Orleans che si avvantaggiava grazie a lui sotto le plance rendendo evidenti i problemi degli Hornets a difender sotto il canestro.
Holiday ha chiuso con 19 punti e Mirotic con 16 mentre giù dal podio con 13 a testa ci sono Randle e Miller.
Hornets che sono andati sotto a rimbalzo (41-50) e negli assist (25-30) ottenendo una percentuale di tiro dal campo (42,9%) più bassa di quella di NOLA (51,2%) che anche in lunetta con l’83,3% ha tirato meglio del 75% di Charlotte che fa meglio nei TO con 11 contro 17 in una partita pessima tuttavia.
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Davis vinceva la palla a due contro Hernangomez lanciato in quintetto per l’assenza di Zeller mentre Holiday 16 secondi più tardi con un’entrata nel traffico metteva dentro.
Lamb con un percorso più travagliato pareggiava sempre in avvicinamento a canestro quindi toccava a Davis in jumper su Williams metter dentro sfruttando le sue lunghissime braccia e a Frazier pescato sotto il canestro a sinistro depositare dimenticato dalla difesa di Charlotte.
Un tap-in di Willy riavvicinava i viola ma a 9:24 un piccolo arcobaleno di Davis segnava il 4-8 ma una transizione di Williams spostava il punteggio sul 7-8 grazie alla tripla sganciata con sicurezza.
Batum era stoppato da Davis, Lamb sulla transizione da dietro rubava palla a Frazier, in attacco Batum tirava corto e storto da tre dalla sinistra tra le lamentele del pubblico ma anche Holiday da tre non infilava il cesto tuttavia con un passaggio ravvicinato dalla drive di Kemba, Batum trovava la schiacciata negata in precedenza dal Monociglio.
L’alley-oop della star di New Orleans restituiva il vantaggio alla squadra di Gentry che segnava con un lungo tiro da tre di Mirotic dalla diagonale sinistra mandando in time-out la gara a 6:46 sul 9-13.
Gli Hornets a 6:32 segnavano con un reverse lay-up di Walker che raddoppiato passava dentro l’area a Williams che alzando un preciso floater impattava la gara.
Kemba faceva passare avanti gli Hornets con un numero in entrata clamoroso dopo esser sembrato completamente fuori equilibrio e senza speranza oltretutto evitando anche la stoppata di Davis ma proprio su una violenta schiacciata del centro ospite Kemba impattando con MKG in area rimaneva a terra rimanendoci per un po’.
Il capitano era costretto a uscire dal campo raggiungendo gli spogliatoi lasciando spazio a Parker che sul principio di penetrazione scaricava a destra per Lamb che infilando con sicurezza da oltre l’arco dava il 18-15 a favore dell’MJ team. Davis da sinistra si alzava per colpire in jumper da due punti ma Bridges dall’angolo destro metteva dentro un tre punti che issava Charlotte sul 21-17.
Davis con due FT dimezzava lo svantaggio poi Lamb su una transizione e una rimessa riusciva a deviar due volte salvando Charlotte ma nulla poteva sul passaggio rapido di Holiday per Hill che sotto il canestro metteva dentro ancora una volta facilmente trovando il 21 pari.
I due giocatori di Kentucky MKG e Davis infilavano una tripla a testa e a 2:14 ancora MKG in corsa appoggiava oltre Randle il 26-24.
Clark da sotto trovava l’ennesimo pareggio favorendo il vantaggio ospite quando Randle, dapprima stoppato da MKG recuperava palla in area e saliva trovando il fallo chiuso da tre giocatori.
Splittando portava sul +1 i bianchi che con Davis, spalle a canestro potrebbero estendere il vantaggio se non fosse per un’intuizione di Monk che partendo deciso in raddoppio soffiava la palla a Davis lanciando la transizione con Clark accanto a lui. Per sbarazzarsene con la coda dell’occhio vedendo il rimorchio di Bridges lanciava la palla sul plexiglass che rimbalzando indietro tagliava fuori Clark mentre avvicinandosi di prepotenza arrivava Miles afferrando la spicchiata a due mani in aria mandava a bersaglio una jam dinamitarda…
Parker e Davis in lunetta con un 2/2 per entrambi chiudevano il quarto sul 30-29.

Charlotte Hornets guard Malik Monk, right, steals the ball away from New Orleans Pelicans center Anthony Davis as Hornets forward Frank Kaminsky, left, watches in the first half of an NBA basketball game Sunday, Dec. 2, 2018 in Charlotte, N.C. Associated Press

 
2° quarto:
 
Si partiva con una tripla di Miller e con l’immediato time-out chiesto da Borrego dopo il 30-32 subito.
Una pausa che cambiava poco mentre a 10:39 rientrava Walker in campo e da una drive di Monk con passaggio volante modello Spiderman sparato dal polso arrivava la schiacciata di Willy da sotto.
A 10:11 però per un fallo di Batum su un tiro da tre punti di Miller arrivava il vantaggio dei Pels che iniziava a farsi consistente con la scomparsa della difesa da sotto di Charlotte.
Randle ne metteva dentro due così come Mirotic in transizione dopo esser riuscito nell’impresa di rubar palla a Walker in palleggio, oltretutto sull’azione Williams tentando di rubar palla a Hill si faceva male alla spalla…
Serviva Kemba in entrata con decelerazione e accelerazione per andare a canestro Ma Randle e Miller ne mettevano dentro ancora due (punti) a testa così i Pelicans si portavano sul +9 (34-43) senza eccessivi sforzi.
Una virata sul difensore in area con allungo in fing and roll di Kaminsky era un gorgeous move che produceva due punti tuttavia a 6:24 Charlotte incassava anche il -10 con un’altra tripla di Miller (36-46).
Lamb metteva dentro un arcobaleno su Davis che tuttavia in area di Charlotte aveva vita facile.
Un floater di Parker per il 40-48 era illusorio elastico perché da una persa di Lamb in attacco arrivava anche il frustrante canestro di Mirotic in transizione per il 40-50.
Kaminsky continuava a far vedere buone cose con uno spin su Davis a cui seguiva l’arresto nei pressi del canestro a destra; Anthony abboccava lasciando via libera all’appoggio del numero 44.
Parker metteva dentro due punti costringendo questa volta Gentry al time-out sul 44-50.
Miller metteva dentro ancora tre punti contrastati da un’entrata di Parker in allungo, tuttavia con un leggero turnaround dall’altra parte Holiday in area aveva ragione sui cm del n° 9 francese impegnato in difesa.
Frank trovato sotto canestro mancava il tiro spinto come mancava uno dei due liberi ma ancora peggio faceva Walker a 3:04 con uno 0/2 dalla lunetta che era punito da un ½ di Holiday sempre dalla linea in una fase di lunetta calante… Frank da sotto segnava il 45-56 ma Randle imbeccato da un passaggio verticale di Davis metteva dentro al volo dalla sinistra a pochi passi dal canestro.
Bridges segnava in fotocopia da 3 dall’angolo destro il 52-58, Holiday e Walker aggiungevano due punti a testa ai propri colori poi arrivava un altro canestro di Holiday e c’era anche un tiro da tre di Walker mancato con il contatto di Randle falloso dopo il rilascio della palla, gli arbitri non lo chiamavano mentre Randle andava a schiacciare e Walker beffato prendeva anche il tecnico trasformato da Davis che allungava sul 54-65.
Parker con un 2/2 in lunetta per fallo di Randle chiudeva il quarto sul 56-65.

Jeremy Lamb in transizione.

 
 
3° quarto:
 
Partiva Biyombo in campo nella ripresa per limitare le incursioni dei Pelicans nel pitturato ma era Bridges a segnare con un incredibile terzo tempo rallentato che si chiudeva con il tiro a una mano su una gamba sopra il difensore che dal mezzo dell’area finiva al centro della retina.
Biyombo chiudeva tardi sulla diagonale di Holiday in entrata essendo dalla parte opposta poi toccava a Lamb battere in jumper Frazier al quale era fischiato il fallo contro ma questa volta il nostro numero 3 mancava il tiro supplementare lasciando sullo schermo un 60-67 che si dilatava ancora sotto l’ennesimo colpo di Davis ravvicinato.
Walker era bistrattato dagli arbitri quando gli riconoscevano il con tatto subito ma non sul tiro come chiaramente avrebbe dovuto essere e a 8:14 saltava la difesa degli Hornets sulla transizione di NOLA che trovando Mirotic da solo dava il più facile dei canestri al montenegrino.
Anche W. Johnson dall’angolo sinistro contribuiva a segnar da fuori e Charlotte piombava in un cupo -15 (60-75) a 6:58…
Frank con un little teardrop dalla baseline continuava a esser uno dei migliori dei nostri ma poi a 5:33 mancava uno dei due FT assegnatogli così su un air-ball di Randle allo scadere dei 24 da sotto nella nostra area spuntava Davis che metteva dentro.
Gli Hornets rimanevano distanti e quando Kaminsky a 3:45 si ripresentava in lunetta per segnare questa volta entrambi i liberi, il punteggio recitava:
“68-81”…
Borrego mandava in campo anche Graham formando un terzetto inusuale di PG insieme a Walker e Parker supportati da MKG e Kaminsky.
Walker segnava 5 punti in fila con una palla recuperata in transizione su una stoppata presa da Graham e con tre liberi per fallo di Clark sul tiro così a 1:34 i Calabroni rientravano sul -8 (73-81) Con un bound pass verticale il capitano serviva Kaminsky che da sotto ottenendo il suo 14° punto riusciva a portar Charlotte sul -7 (75-82).
Un banker di Randle su MKG per andar sul sicuro, anticipava la tripla mancata di MKG che tuttavia riusciva a entrare nel cilindro di possesso della palla deviando a Randle in palleggio la sfera. Sulla chiusura dell’avversario trovava due FT a :05.3 per il 77-84 ma sulla sirena un passaggio indietro per Davis vedeva il Monociglio sparar da tre sull’uscita di Graham in rotazione.
Canestro a luci rosse per il 77-87 che dava un segnale alla partita definitivo.
 
 
 
4° quarto:
 
MKG partiva bene nell’ultimo quarto rubando palla nel nostro pitturato a Randle e andando su passaggio di Graham a chiudere in appoggio poi a 10:33 guadagnava due FT sul contatto con Randle ma c’era solo un ½ per lui.
Lo svantaggio comunque rimaneva mediamente consistente (80-89) ma non era ancora nulla poiché un parziale di 0-5 chiuso da Hill con una tripla saettata dalla destra su Lamb segnava l’80-94…
Bridges da una second chance accorciava ma in attacco Davis forzato da Kaminsky, pur sotto pressione metteva dentro un turnaround dall’area molto delicatamente. Kaminsky dopo qualche errore durante la gara metteva dentro da tre l’87-98 ma Holiday con un mid-range pull-up riportava a 13 le lunghezze di vantaggio per Gentry e soci facendo toccar quota 100 a NOLA che era colpita da Graham da oltre l’arco (90-101) ma Mirotic rispondendo dalla diagonale sinistra da fuori (su Walker) chiudeva i conti realmente sul 90-104.
A nulla valeva un altro bello spin di Frank se a 6:00 esatti dalla fine il crossover di Davis e la schiacciata terrificante quanto ormai inutile ai fini del risultato dava il 92-107 (c’era il fallo doppio di Frank e Lamb), punteggio che si alzava per New Orleans con la correzione di Davis del tiro non arrivato al ferro da parte di Frazier.
Difesa di Charlotte ormai più che inesistente, fuori i titolari nel finale Charlotte riusciva a finire sul -20 dopo una tripla di Holiday ma a recuperare sino al -10 finale (109-119) una partita tra le più brutte, se non la più brutta disputata quest’anno che fa slittare Charlotte sull’11-12 in classifica…
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6
13 pt., 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/16 al tiro. 2 TO e -10 di plus/minus. Kemba ci prova ma è una nottata frustrante per lui che non è in una fase brillantissima. 3/5 dalla lunetta con uno 0/2 in un frangente importante. Raggiunge la sufficienza con un paio di numeri, specialmente il canestro in caduta oltre Davis dopo aver perso il passo, da highlights… Di lì a poco si fa male ma fortunatamente rientra. Gli arbitri non lo tutelano nemmeno quando non è lui ad andar a cercare il contatto ma quando gli vanno addosso come nel caso di Randle o quando nel second tempo viene bloccato sul tiro ma arriva solo la rimessa,. Nel primo caso arriva anche il tecnico. A preoccupare leggermente è il cannone che s’inceppa sul tiro da fuori. Uno 0/6 che può capitare ma tutto sommato viene a mancare un po’ quell’arma in più che Charlotte aveva sino a qualche gara fa. Forse un po’ stanco e appannato dopo alcune prestazioni monstre.
 
Jeremy Lamb: 5,5
11 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 4/8. In difficoltà in difesa e a penetrare anche se alcune buone entrate o alcuni falli li prende. Coinvolto un po’ in un attacco spesso impreciso o troppo statico è costretto a calare i punti rispetto alle ultime uscite. Anche lui da fuori è in difficoltà con un ¼ poi incassa una tripla pesante da destra. -16 di plus//minus.
 
Nicolas Batum: 2
2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 1/7 al tiro in 13:49 e -20 di plus/minus. Campobasso… come la temperatura di Campobasso che spesso negli anni ’80 non perveniva se mi dovessero chiedere sulla prestazione di Batum risponderei: “Quale prestazione?” Con il massimo rispetto di tutti, se non ha voglia si tolga quella maglia e la finisca di disonorarla. Anche il pubblico ulula sui suoi tiri sbilenchi. Poca difesa, coinvolto nei tagli sulla nostra linea di fondo a inizio gara, i Pelicans vanno a nozze, a parte la stoppata presa da Davis segna solo da sotto grazie all’assist come la pappa che arriva col l’aereo nella bocca del bambino… L’unica spiegazione sul fatto che sia ancora titolare è che Batum sappia qualcosa di scottante su MJ perché ormai è più ex giocatore di Phil Jackson…
 
Marvin Williams: 5,5
5 pt., 1 rimbalzi, 1 assist. 2/4 al tiro in poco più di 10 minuti. Si fa male alla spalla cercando di recuperare una palla a Hill su una transizione avversaria. Non gli riesce la cosa e deve sortire… Un 2/4 al tiro equamente diviso in tiri da due e da tre punti. Ci prova in difesa anche se su Davis se capita è mission impossible.
 
Guillermo Hernangomez: 6
11 pt., 8 rimbalzi. 4/7 al tiro. In 14 minuti mette dentro due tiri liberi su due e una bomba su un unico tentativo. Magari sulle chiusure non è perfetto, anche lui fatica e Borrego lo impiega più o meno in media ai suoi minuti in stagione anche se parte da centro titolare. Vista qualche difficoltà, lo alterna con MKG, Frank e Biyombo.
 
Malik Monk: 5,5
4 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 2 rubate. Sarebbe sopra la sufficienza ampiamente ma ancora una volta fa 1/5 al tiro, poi gioca anche per la squadra. Bello un suo passaggio sotto per la schiacciata di Willy e l’assist per Bridges in transizione dopo aver scippato la palla a Davis abilmente. Gioca meno di 10 minuti.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 6
10 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Lotta con energia andando a inizio ultimo quarto a dare qualche speranza di rientro a Charlotte ma Davis e Randle non sono avversari facili anche se sul secondo nel confronto non ne esce male. Contro l’ex compagno a Kentucky è decisamente più dura anche per i cm di differenza. Piazza comunque 3 stoppate ma fa solo 3/8 dal campo avendo tentato tre triple (libero su scarichi) delle quali solamente una infilava il cesto. Il +6 di plus/minus non è casuale…
 
Miles Bridges: 6,5
16 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 6/13 dal campo. Mette inizialmente due bombe dal corner destro poi in avvio di ripresa s’inventa un terzo tempo su una gamba in uno contro uno ma soprattutto va a schiacciare una jam dinamitarda su passaggio di Monk volutamente picchiato sul plexiglass. In difesa fa fatica se arriva il passaggio sul suo uomo, può perderlo o può farsi girare intorno da giocatori più rapidi. Un paio di stoppate. Tutto sommato in una serata negativa per il tiro lui da una mano pur da rookie.
 
Tony Parker: 6
10 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. 3/6 dal campo e 4/4 ai liberi con lunetta favorevole, lì da dove finalmente raddrizza la mano. Un paio di TO ma 5 assist. Buona spinta dalla panchina ma ancora una volta non basta e finisce a pensare mestamente in panca a fine gara.
 
Frank Kaminsky: 6,5
19 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Si arrangia con 5 falli e prende un +4 di plus minus. In difesa fa fatica a rimbalzo contro Davis (come tutti) ma in attacco a parte l’1/4 da fuori, quando capisce che può attaccare, riesce a inventarsi anche canestri con spin e finte che si permettono il lusso di mandare all’aria i piani difensivi di Davis su di lui. Sembrava fuori dalle rotazioni ma gli infortuni a turno dei centri gli hnno aperto un varco che sta sfruttando al meglio delle sue posibilità.
 
Bismack Biyombo: 5
0 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. Non riesce a far molto in 5 minuti ma si vede in attacco in area quando non riesce a tener un pallone indirizzato verso di lui. Peccato che in attacco non sappia giocare e abbia mani tremende per poter essere realmente in 5 sul parquet. Le spaziature le otteniamo grazie alla sua presenza fisica in attacco ma manca di pericolosità, eppure fisicamente sarebbe l’unico che potrebbe tenere i vari Embiid, Gobert, Davis e compagnia bella…
 
Devonte’ Graham: 6
8 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 2 rubate. 3/7 al tiro. Buon intercetto nel finale per il giocatore che sale e scende dalla NBA alla G-League. Buona gara di personalità sganciando anche un paio di triple. Ad un certo punto è sul parquet con Parker e Walker…
 
Dwayne Bacon: s.v.
0 pt., 2 rimbalzi. Gioca 5:30 senza valore.
 
Coach James Borrego: 5
La squadra a livello di gioco offensivo sembra sia regredita se non con alcune giocate estemporanee, la difesa è ai livelli di quella dello scorso anno, ovvero, si taglia come un giorno, oltretutto poco cattiva concede palloni sotto le nostre plance troppo invitanti per gli avversari. Time-out a volte precisi altre particolari come particolare è la scelta delle tre PG in campo nella notte. Per favore, basta Batum in quintetto..
I video highlights della partita:

Game 22: Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 111-119

 
Intro
 
“E’ necessario credere, bisogna scrivere, per essere invincibile, non dovrei vivere”… è una delle prime strofe di una canzone di Fabri Fibra intitolata appunto “Bisogna Scrivere”.
Chissà se anche i mormoni dello Utah (Jazz squadra ospite all’Alveare nella notte), poi divisi in varie sottotracce oggi credono ciecamente, anche se questa è una religione sempre in divenire, a tutto quello che Joseph Smith “tradusse” da tavole d’oro donategli da un angelo chiamato Moroni.
A me questa storia dell’ottocento ricorda molto quella mandata recentemente in onda dalle Iene.
Si scopre così in un’intervista a un gruppo di “Terrapiattisti” nostrani (una congrega che attacca ciò che è il gotha mondiale economico, confondendolo con un nemico non ben identificato) la realtà conosciuta si ribalti.
Essi asseriscono che la Terra sia piatta e non sferica (comunque un geode simile a un tondo) i vaccini facciano male, che la Terra sia piatta e ai suoi confini vi siano montagne di ghiaccio alte 400 mt. difese da soldati che si nutrirebbero dalla terra (quale terra se è tutto ghiaccio?), che gli allunaggi non siano mai avvenuti, che i dinosauri non siano mai esistiti ma le ossa ritrovate sarebbero di Giganti, la gravità non esisterebbe (questo spiegherebbe il perché Jordan riuscisse a decollare) Einstein e chi crede alla Terra tonda sarebbero servi dei potenti e schiavi strumentalizzati dal mainstream, ecc..
Insultati con dogmatica certezza i non credenti in questo caso, non si capisce bene il perché di tutto questo progetto da parte dell’élite mondiale ma alimentano il mio sospetto nei confronti del gruppo: guadagnare attraverso l’ennesima loggia.
Vagamente si difendono dicendo che l’idea attuale che noi saremmo solo un granello di sabbia nell’universo risulterebbe sminuente e poco importante per l’uomo che grazie a questo e ad altri fattori come le scie chimiche verrebbe controllato…
Probabilmente la visione (anche se inficiata) è soggettiva, credere è spinta necessaria, in cosa credere sta poi alla singola persona, libera di credere e aderire a una religione piuttosto che a cose più profane.
La nostra società ha costruito evidentemente un modello pluralistico dove ognuno ha diritto di diffondere il proprio verbo dando luogo a mini società alternative che viaggiano nell’etere e prendono forma talvolta dando nuove certezze anche a coloro che non hanno un’identità ben definita.
Persone che a volte limitandosi a vivere un modello alternativo libero dai diktat della civiltà cromata del fai da te, della competizione sfrenata, ecc., si credono libere ma spesso sono solo vittime dello stesso sistema che i loro occhi non percepiscono come sistema di sfruttamento e distruzione della persona non integrata o disadattata al principale sistema, (se penso a quanti cervelli spappolati o a morti per droghe ad esempio).
In tutto ciò spesso non si riesce a discernere ciò che è reale e potenzialmente utile da ciò che è irreale o potenzialmente dannoso, poco consci delle proprie capacità e possibilità in una società colpevole verso i giovani, chi si affida senza usare la propria mente all’altrui verità rischia di sopravvalutarsi o d’esser vittima di raggiri, piuttosto che di illusioni.
Ma quasi tutto si ribalta per uno sportivo, specialmente per un giocatore di basket invece è necessario lavorare e credere per aver fiducia in sé in primis.
Lavorare per costruire un tiro, per continuare a giocare e migliorarsi anche quando i risultati non arrivano e vorresti lasciar perder tutto.
Per gli Hornets attuali credere è fondamentale perché per rialzarsi dopo alcune brutte sconfitte serviva non abbattersi e continuare a lottare per giungere al proprio traguardo: i playoffs.
Ed è così che la squadra di Borrego si presentava alla vigilia di questa partita inseguendo un tris di vittorie contro Utah, impresa non ancora riuscita all’altalenante squadra del North Carolina…
 
 
 
La partita in breve
 
Charlotte, come nelle ultime due partite partiva malissimo concedendo agli avversari l’inizio gara.
Jazz che sfruttando soprattutto le transizioni arrivavano sul 2-11…
Pian piano la squadra di Snyder prendeva confidenza con il tiro da fuori e nel finale due bombe di Crowder scaraventavano Charlotte sul -14 (19-33).
Il secondo quarto vedeva gli Hornets lanciarsi al recupero ma dopo esser arrivati a 6:28 sul -4 con una tripla di Williams, incassando un parziale di 2-7 finivano sul 40-49.
Kemba in entrata segnava il riavvicinamento ma due bordate di Rubio con relative risposte di Walker da oltre l’arco chiudevano il primo tempo sul 53-57.
L’operazione aggancio aveva buon gioco a inizio ripresa quando un parziale di 7-0 dopo una tripla di Ingles, favorito da 4 punti consecutivi dl Lamb, abile a pareggiare dalla lunetta a 8:14 (64 pari) consentiva a Charlotte di pensare a un sorpasso solo abbozzato e idealizzato.
Utah metteva dentro due liberi e si ritrovava in mano una rimessa dal fondo che sarebbe dovuta andar evidentemente a Charlotte.
Con Zeller out per problemi fisici e un Kaminsky rimasto in campo poco tempo, Borrego nel secondo tempo si affidava velocemente a una small-ball pratica in attacco con Parker ma troppo leggera (non per colpa del francese) anche se aggressiva in difesa per difender su Gobert che risultava tuttavia inefficace anche sulla linea da tre punti.
Erano infatti le triple di Mitchell (4:54) e di Crowder a farci ripiombare sul -13 (66-79).
Parker era l’arma offensiva preferita da Charlotte che andava sul sicuro con le irresistibili entrate del francese ma il quarto si chiudeva sull’83-91.
Hornets ancora in elastico nell’ultimo quarto che giungeva al -7 a 10:01 con un hook di MKG dal pitturato viola e al -6 un paio di volte con Parker a 9:01 a metter dentro il 93-99 grazie al turbo ma a mancare il -5 dalla lunetta al libero addizionale.
Crowder e Korver, più una ditta che due giocatori, mettevano in piedi la fuga finale, così Charlotte alla fine cedeva 111-119 in una partita dove le scelte difensive di Borrego unite a una difesa incapace di stoppare i Jazz nei momenti che contavano, terminavano per essere le motivazioni principali di una sconfitta per una squadra ancora altalenante.
54,3% e 45,0% rispettivamente per Utah nel tiro dal campo e in quello da tre, 38-41 i rimbalzi ma dominio Utah negli assist con un 19-32.
Partita veloce nello svolgimento perché spesso gli arbitri hanno sorvolato o visto male sui contatti.
13/18 per Utah ai liberi, solo 8/13 per Charlotte con un arbitraggio non certamente casalingo.
Niente da fare nonostante l’8-14 nei turnover con la minor cifra da parte di Charlotte a non influire sul risultato.
Mitchell ha finito con 30 punti, Crowder con 24, Gobert con 20 pt. e 17 rimbalzi favorito dalla tattica di Borrego.
Korver 14 pt. a referto con un 4/6 da fuori…
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Gli Hornets vincevano la palla a due con Zeller (rara nelle prime partite) ma si facevano intercettare un passaggio di Kemba che dava il via alla transizione (leitmotiv fino al primo time-out) che porterà Gobert in girata a metter dentro uno strano banker.
Williams da tre e Walker da due sbagliavano le conclusioni nonostante il rimbalzo nel mezzo di Batum, Utah giocava veloce e sulla linea di fondo Rubio trovava Favors che metteva dentro subendo la manata di Lamb.
Il n° 15 aggiungeva un FT addizionale e i Jazz volavano a 10:57 sullo 0-5. Walker con un’esitazione e una ripartenza puntava dalla destra all’appoggio per i primi due punti ottenuti da Charlotte che tuttavia subiva due punti da Rubio in entrata e un minuto dopo lo 0-5 prendeva anche il 2-9 per “colpa” di un pull-up di Mitchell.
A 9:36 era la stellina dei Jazz a inchiodare un’alley-oop da transizione che portava sul 2-11 il match e richiedeva la sospensione della gara tramite time-out da parte di Borrego. Charlotte provava ancora ad attaccare ma Gobert stoppava Zeller ma a 8:51 lo specialista dei palloni che scottano Jeremy Lamb, con un lungo tre punti batteva il cronometro portando a 5 pt. Charlotte.
Utah si avvantaggiava su una serie di liberi poiché a 8:33 Mitchell toccato da Walker sul tiro segnava tutti e tre i liberi, poi Walker segnava un reverse layup contro Gobert ma a 8:00, toccato da Ingles sul tiro mancava tutti e tre i liberi a disposizione.
A memoria non ricordo Kemba sbagliar tre liberi consecutivi in lunetta sulla stessa azione…
Utah commetteva un paio di TO e Batum ne approfittava con un tiro in uno contro uno per realizzare il 9-14.
Un gioco di squadra con extra pass per Mitchell portava il giocatore dei Jazz a colpire dietro l’arco, poi i Jazz segnandone altri due andavano sul +10 (9-19) con un 64% al tiro contro il 33% di Charlotte…
Lamb decideva d’attaccare il canestro frontalmente facendosi spazio nello spalla a spalla con Gobert riuscendo in caduta ad appoggiar da destra di destro.
Parker in entrata imitava quasi il compagno a 4:54 segnando il 13-19 ma ripartiva la sinfonia Jazz con le triple di Korver e Neto (altro problema nel primo tempo il presidio sull’arco) che a 3:17 lanciavano la squadra di Snyder sul 13-25.
Walker in entrata freddava Gobert con un up & under. Walker recuperava palla in difesa e lanciando MKG in transizione dava il via all’appoggio del n°14 contro Crowder che in infilata sorprendeva le colonne difensive degli Hornets ma ancora MKG correggeva il tiro di un impreciso Monk per il 19-27.
Il finale però era tutto per Crowder che con due triple (la prima da destra, la seconda dalla diagonale sinistra) puniva Charlotte mandandola sul -14 (19-33).
 
 

CHARLOTTE, NC – NOVEMBER 30: Tony Parker #9 of the Charlotte Hornets looks to pass around teammates Derrick Favors #15 and Thabo Sefolosha #22 of the Utah Jazz during their game at Spectrum Center on November 30, 2018 in Charlotte, North Carolina.
Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

 
 
2° quarto:
 
Anche nel secondo quarto Charlotte andava all’inseguimento, subendo prima due punti per il -15, segnando poi con un’entrata frontale e tiro in arresto dal pitturato fuori equilibrio di Batum toccato.
Monk sfondava su Korver ma Williams in area in uno contro uno trovava il modo di metter dentro il -12 a 10:26.
Parker puntando il canestro trovava il blocking foul di Neto. 2/2 e -10.
Svantaggio in doppia cifra quando a Lamb rimanendo tre secondi (palla sempre a lui quando ci son pochi secondi) attaccava il ferro con cambio passo per depositare oltre la tenace resistenza di Korver.
Bridges a 8:43 calando una tripla iniziava a far intravedere la luce in fondo al tunnel (30-35), anche perché un floater di Mitchell non bloccava l’attacco di Charlotte che si avvaleva dell’assist di Parker a ribaltare l’azione in corsa sul lato debole e usufruiva della tripla collegata di Williams per ridurre lo scarto a 4 punti.
A 7:45 Charlotte però era colpita da Korver dall’arco dimostrando di dover lavorare ancora molto in quella zona, poi la gara s’intensificava in velocità:
Williams era stoppato da Gobert ma il n° 2 prendendo il rimbalzo passava nel mezzo dietro dove spuntava Bridges (6:53) lesto al decollo per la pirotecnica schiacciata sulla quale il lungo centro francese non provava a rispondere. Gobert però andava dall’altra parte a schiacciare per una bimane rispondendo aggressivamente di potenza a 6:42, a 6:28 Williams andava ancora con la tripla a riportar sul -4 gli imenotteri (38-42).
Arrivavano un tap-in di Gobert a rimorchio i transizione e una stoppata del francese sul tentativo d’appoggio di Bridges che recuperava palla e metteva comunque dentro ma Utah trovando una tripla di O’Neale, un circus shot di sinistro di Rubio a contatto in area con Bridges costringeva Charlotte al time-out a 4:45.
Ripiombata su un -9 la squadra di Borrego vedeva Kemba slittare in partenza centrale sfuggendo a Rubio che osservava l’elegante e interminabile floater del capitano da centro area adagiarsi comodamente tra le maglie della retina. Parker in appoggio da destra sterzando sul contatto basso apportava altri due punti alla causa, Gobert interrompeva con l’alley-oop la rimonta ma Parker con uno spin e un banker batteva i due difensori che pur sapevano dove sarebbe andato a parare il nostro numero 9.
Kemba in entrata con rallentamento e accelerazione batteva la difesa andando dritto per un 48-51 che era rovinato da due triple consecutive di Rubio a respinger lo sforzo di Charlotte.
Charlotte comunque trovava il capitano nel finale a rimediare pareggiando il numero di triple del play spagnolo.
Una rim/glass a 39 secondi esatti dalla fine portava Charlotte a ridosso di Utah nuovamente sul 53-57, punteggio fissato per i 10 minuti dell’intervallo.
 
 
 
3° quarto:
 
Al rientro Zeller non c’era, costretto a rimaner fuori per problemi fisici, andava in scena allora il Tank…
Proprio Frank stoppando Mitchell favoriva la transizione di Batum che appoggiava il -2 ma un palleggio dietro la schiena con step-back e pull-up di Mitchell a 11:23 attardavano ancora Charlotte nell’operazione aggancio.
Lamb posterizzava Gobert con la schiacciata di destro ma Mitchell con l’arcobaleno in area continuava a tener a distanza di sicurezza i suoi.
Ingles poi da tre su Batum allungando sul 57-64 dava forse troppa sicurezza ai suoi che prendevano un parziale di 7-0 (Walker 2/2 FT a 9:13, step-back a 8:48 di Lamb e giro su piede perno con banker del numero tre toccato da Rubio per il tiro addizionale a segno a 8:18) utile a Charlotte per riagganciarsi a quota 64.
Charlotte però subiva due FT di Crowder e la decisione contro completamente errata della terna di dare una rimessa a Utah quando la palla sarebbe andata a Charlotte in attacco.
Crowder partendo da destra si avvantaggiava su rotazioni impazzite anche con l’ausilio del blocco del lungo al centro del pitturato per l’appoggio.
Gobert metteva dentro il 64-70 e Ingles con gli Hornets schiacciati al centro metteva dentro da tre punti on l’uscita tardiva di MKG a far da sfondo al tiro.
0-9 il parziale, 44-73…
Ripartiva con un elbow jumper MKG dallo spigolo alto destro dell’area, Frank teneva Gobert ma mancava l’appoggio in transizione andandosi a sedere in panca con rammarico. Partiva la small-ball per Charlotte che Mitchell colpiva comunque da fuori area per il 66-76.
Lamb da tre mancava il tiro, Crowder no, ma nel giro di triple si aggiungeva Bridges a 4:06 a riportare almeno sul -10 il punteggio (69-79).
Gobert segnava da sotto e Lamb a 3:03 trovando una comoda tripla accorciava sul -9 (72-81).
MKG si arrangiava con un fallo sotto canestro concedendo due liberi e altrettanti punti ai Jazz poi in attacco arrivava la soluzione meno praticabile e credibile:
Scarico di Parker proprio per Kidd-Gilchrist che credeva alla tripla da sinistra tanto che infilava il canestro a 2:34 per il 75-83.
Crowder incominciava a divenir incubo oltre l’arco con l’ennesima fiondata da tre punti utile a raggiunger quota 18 personali, toccava a Bridges saltare per corregger sopra il ferro a due mani un errore di Parker ma i Jazz mantenevano la presa sulla gara con l’appoggio di Gobert su Williams per il 77-88.
Parker nel finale sfoderava due canestri e un assist per MKG intervallato da una tripla di Korver.
Il tutto dava un minestrone con risultato ancora negativo da parte di Charlotte (83-91) prima d’iniziare l’ultimo quarto.

CHARLOTTE, NC – NOVEMBER 30: Frank Kaminsky #44 of the Charlotte Hornets handles the ball against the Utah Jazz on November 30, 2018 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright: 2018 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
 
4° quarto:
 
Si capiva che non era serata quando un pallone potenzialmente recuperabile, allungato da Kemba in angolo, pescava Crowder che tirando al volo con un secondo sul cronometro batteva la difesa di Charlotte per l’83-94.
Episodio fortunoso che tuttavia evidenziava l’assenza di presenza sul perimetro.
Parker continuando a sfrecciare in entrata con buona velocità riusciva ad accorciare sul -9 ma l’elastico lungo si accorciava di poco anche se Parker allungandosi e depositando basso al plexiglass alla sua maniera e un hook di MKG a 10:01 erano buoni per l’89-96.
Favors dalla lunetta (fallo MKG) splittava, Williams da destra batteva il difensore in turnaround per un -6 (91-97) che rimaneva punta massima del riavvicinamento perché gli Hornets in difesa trovavano una di quelle serate con una difesa incapace di protegger il ferro, così Mitchell con un reverse layup ai confini del wild shot allungava.
Parker metteva però anche il turbo non volendo ancora darla vinta agli avversari:
Canestro e fallo a favore fischiato (Penso il contatto meno falloso di tutti tra altri fischi mancati).
Libero purtroppo mancato e partita chiusa dalla tripla di Crowder a 8:35 (andava in season-high) e dall’entrata di Korver a 7:47 per il 93-104.
Charlotte provava con Kemba a recuperare.
Il capitano sfornava un paio di belle entrate (manca un libero) ma Korver (scambiato con i tempi giusti per romperci le scatole) le inframezzava con un’altra bomba, così il rainbow di Lamb su Gobert era valevole solamente per il 103-113 e poi a Parker era fischiato un fallo per un leggero appoggio sulla schiena di un Rubio in entrata (fallo giusto nonostante le proteste ma tanti uguali non chiamati).
L’1/2 produceva l’ultimo sforzo di Charlotte che con Parker in corsa vedeva il francese raggiungere i 20 punti e il 105-114, Mitchell rispondeva tirando sopra Williams e Lamb con un tiro al vetro angolava la palla in maniera corretta per il 107-116.
A 1:22 era ancora Lamb spinto da Gobert al quinto fallo a presentarsi in lunetta ma il primo tiro era storto, come la luna degli Hornets che raggiungevano il 108-116, troppo lontani per sperar di riagguantar il pari anche perché Rubio intercettava un passaggio di Parker diretto a Walker e la tripla di Marvin a :17.1 era estremamente tardiva.
111-119.
Battuta d’arresto per Charlotte che continua oggi a galleggiare sui .500 a causa di una difesa a intermittenza.
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 6,5
21 pt., 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 9/17 al tiro con la controparte Rubio ad aver un +13 di plus/minus mentre Kemba gela a -17. Una gara con qualche tiro da fuori forzato ma per la maggior parte ponderato a seconda delle sue capacità, in entrata dimostra di non esse secondo a Parker con alcuni appoggi e reverse lay-up di prestigio anche oltre Gobert. Una prestazione “normale” del capitano purtroppo non basta stasera anche se inusualmente parte in quintetto dall’inizio dell’ultimo quarto.
 
 
Jeremy Lamb: 7
24 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Un po’ in imbarazzo se gli capita Mitchell ma non lo fermano nemmeno gli altri compagni… In attacco mette dentro almeno un paio di tiri al limite dei 24 grazie ai compagni che gliela spediscono a pochi secondi dalla sirena. Pareggia pure con una giocata da tre punti a quota 64. Altra buona prestazione offensiva con 10/18 al tiro e 2/3 da fuori. Otto delle ultime nove volte Jeremy ha segnato almeno 18 punti…
 
 
Nicolas Batum: 5,5
6 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 3/5 dal campo, un paio di falli spesi, gioca bene a inizio gara anche con un rimbalzo in attacco, segna un bel canestro in uno contro uno dalla media distanza, poi come il solito non perviene più giocando ben 31 minuti.
 
Marvin Williams: 6
15 pt., 11 rimbalzi, 2 assist. 1 rubata. 5/13 al tiro con diversi errori da fuori quando la partita conta. Anche lui con un buon inizio e un paio di triple aiuta a tener la squadra in partita andando in doppia doppia, non credo poi possa tenere Gobert schierato da centro in una small-ball.
 
Cody Zeller: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi,1 stoppata. Una la prende anche di stoppata e chiude con uno 0/2 al tiro con una manciata di secondi in più oltre i 7 minuti giocati. Non ce la fa contro Gobert e non ce la fa dopo aver preso un colpo al costato. Rimane negli spogliatoi ma Borrego lo sostituisce parzialmente con Frank.
 
Malik Monk: 5
2 pt. ¼ al tiro, 0/2 da fuori. Torna impreciso e troppo veloce in attacco nel prender tiri e perde anche un pallone. Borrego decide di lasciarlo in campo solamente 5:44 forse si rende conto che un Monk così in queste serate non aiuta a recuperare.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 5,5
11 pt., 2 rimbalzi. In attacco benissimo con 5/6 al tiro compresa una tripla sganciata con sicurezza da sinistra. In difesa è costretto a spender tre falli e non è efficace in quel box/zona che sembra praticar Charlotte in chiusura sugli attacchi nel pitturato. Avendo a volte Gobert sotto canestro poi non è facile. Come tutta la squadra si fa risucchiare nel pitturato finendo ancora sotto l’effetto del cannoneggiamento che lo scorso anno aveva portato il n°14 ad avere brutti voti. La difesa del perimetro è fondamentale, novello John Snow mancato sulla barriera nella notte…
 
Miles Bridges: 7
12 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubate, stoppate. 5/9 al tiro con un paio di triple ben confezionate. Altra dunk che fa rimbalzare i tifosi sparata sulla testa di Gobert oltre a quella correzione a due mani arrivando dalla linea di fondo sinistra. Da discretamente fastidio anche in difesa in alcune occasioni. +7 in quasi 16 minuti.
 
Tony Parker: 7,5
20 pt., 1 rimbalzo, 9 assist, 1 rubata. 9/17 dal campo. Attacca, attacca e attacca. Ci prova in tutte le salse e spesso gli riesce appoggiare al vetro con equilibrio, precisione millimetrica ed esperienza oltre a una velocità di base buona che gli consente di poter attaccare anche Gobert se serve. 20 punti e 9 assist rispondono a chi diceva che fosse un giocatore finito arrivato a svernare a Charlotte. Nel finale gli fischiano contro un fallo su Rubio veramente veniale ma reale, su di lui ne mancano almeno un paio evidenti invece… La palla persa a un minuto dalla fine non la conto nemmeno poiché a partita persa ormai.

 
Frank Kaminsky: 5,5
0 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Gioca 15:36 fallendo 4 tiri, equamente divisi da dentro l’arco e fuori l’arco. Stoppa bene Mitchell a inizio ripresa e riesce anche a tenere Gobert sulla linea di fondo poco dopo anche se il francese lamenta un fallo. Sbaglia la transizione di lì a poco e ancor più rapidamente finisce in panchina con un gesto di stizza nei confronti di sé stesso per non esser riuscito nemmeno a metter dentro l’appoggio.
 
Devonte’ Graham: s.v.
0 pt. 51 secondi inutili risparmiati a Walker nel finale. Devonte sorride all’ingresso in campo, io un po’ meno visto il risultato.
 
Coach James Borrego: 5
Genio o stupido? A voi l’ardua sentenza. Contro una squadra con Gobert e Favors decide di metter dentro una small-ball dopo aver perso Zeller per infortunio e messo Kaminsky in campo per poco tempo. Dovrebbe esserci a disposizione Hernangomez in panchina visto l’infortunio di Biyombo. Lo spagnolo probabilmente su Gobert avrebbe avuto migliori chance dei vari MKG e Williams, giocatori costretti a ruotare sulle azioni di Utah. Una scelta compiuta per essere aggressivi che paga in attacco. Tra l’altro nel primo tempo mette dentro un quintetto ibrido con i giocatori più in forma e mi piace, poi nel secondo tempo esagera, forse per inesperienza ma l’errore pare evidente. Manca ancora di continuità questa squadra sotto l’aspetto mentale. Bisogna lavorare sulla difesa dal perimetro per non tornare a situazioni viste con Clifford perché se è vero come dicono lui e Parker che Utah ha tirato bene essendo calda, bisogna tornare a chiudere il meglio possibile senza dar nulla per scontato. Pick and roll e scarichi buoni da parte di Utah che costringono a rotazioni non ottimali Charlotte che però deve essere in grado di contrastare meglio questi giochi.