Mentre
cadono idoli di cartapesta (il riferimento al nuovo Anthony Davis non
è casuale) pronti a spiccare il volo per altri lidi riuscendo a
lasciare i tifosi di NOLA più accigliati di lui (impresa non
semplice) a pensare cosa potrà ottenere New Orleans in cambio e i
tifosi delle squadre restanti a fantasticare su un possibile approdo
della star che ha un prezzo come nuovo pezzo importantissimo per la
loro squadra è chiaro che la NBA ormai abbia difficoltà nel
mantenere quell’equilibrio che era alla base del proprio successo e
rendeva le partite interessanti.
Ultimamente
mi è capitato d’osservare qualche gara più tenuta in piedi con
fischi dubbi che magari arrivata in volata o quasi per reali meriti
della formazione con meno talento in campo.
Dopo le
sconfitte di Pistons, Wizards e Magic (le tre dirette inseguitrici
all’ottavo posto detenuto dagli Hornets) in serata gli Heat (squadra
sulla quale fare la corsa per tentare di vincer la division)
ospitavano i Bulls con Charlotte a Boston in una partita difficile.
Un
“turno” sulla carta non favorevole agli Hornets quindi che non
interessati moltissimo a quella che avrebbe dovuto esser la propria
scelta al Draft 2012 al posto di MKG se Benson non avesse comprato la
franchigia.
Le formazioni:
La partita in breve
Non
c’era Irving e da un 10% di vittoria stimabile Charlotte saliva a un
20/25% massimo come scrivevo oggi sul gruppo dedicato su un noto
social.
Facile
profeta perché era partita difficile, alla quale Charlotte, seppur
con qualche difficoltà, rimaneva ancorata per tutto il primo tempo
con qualche spunto dove i Calabroni riuscendo a metter il capo avanti
(vedeva la tripla di Monk per il 57-56 sul finire del secondo
quarto) facevano sperare per arrivare almeno a un finale in volata,
invece, a inizio ripresa, nonostante Kemba con una tripla e una
giocata da tre punti recuperasse qualche punto per Charlotte, Boston
prendeva il largo meritatamente nonostante l’arbitraggio nei piccoli
dettagli fosse molto più propenso a favorire la squadra di Stevens
(proprio sul gioco da tre punti di Walker a 6:07 arrivava il primo
libero a favore di Charlotte che se li era visti negare in almeno
altre ¾ occasioni o per mancato riconoscimento del fallo o perché
non considerato sul tiro).
Su un
contatto tra Kemba e un difensore arrivava la tripla di Morris in
transizione (tra le due azioni citate di Kemba) e quella di Rozier da
fermo portava i Celtics sul 72-81.
Per i
Celtics arrivava un parziale di 13-0 chiuso da una plastica quanto
potente dunk volante di Tatum a una mano che mandava Charlotte sotto
di 19 punti (72-91) prima che Monk con una bella giocata ostinata
segnasse un gioco da tre punti interrompendo l’egemonia bianco-verde.
Il
finale era di garbage time con gli occhi ormai fissi sulle altre
partite.
Wizards
a battere in casa i Pacers che oggi sembrano preoccupanti nel post
Oladipo e i Bulls a fare un favore a Charlotte con la vittoria
insperata sul campo degli Heat i quali gettano al vento una grande
occasione.
Per
quanto riguarda Charlotte i problemi di serata sono stati molteplici:
Dal
fatto di non riuscire a frenare l’attacco dei Celtics, prima Tatum e
poi gli altri, con il collegamento nel subire un’alta percentuale al
tiro aggravata da troppe second chance concesse.
In
attacco siamo rimasti bloccati per troppi momenti.
L’assenza
di Parker si è fatta sentire, ci sono molti giocatori che fanno
fatica a crearsi un tiro contro difese forti e se non riescono a
girar palla velocemente per creare un vantaggio ci si affida a Walker
e Batum (in serata) se sono in campo per un attacco troppo
prevedibile e limitante.
Jaylen
Brown tra le fila “nemiche” ha chiuso con 24 punti e 10 rimbalzi,
Tatum con 20 pt., 17 punti e 10 assist sono arrivati da Rozier mentre
15 sono stati alla fine i punti di Marcus Morris.
55,6% al tiro con 41,4% da fuori, 53 rimbalzi e 34 assist contro i rispettivi 31- 20 degli Hornets danno già un’idea del dilagare dei folletti nel secondo tempo.
La partita
1° quarto:
Partiva bene Boston con Smart lesto a
rubar un pallone che diveniva subito lo 0-2 con Horford in gancio
destro dal post basso su Biz.
Kemba con il crossover lasciava sul
posto Rozier prendendo il mezzo del tappeto per segnare con
sottomano incorniciato dai difensori dei Celtics larghi.
Tatum dalla diagonale sinistra segnava
il 2-5 ma Lamb a 10:10 segnava sempre da tre con il suo classico
missile iniziale “da fresco”…
Un tiro da tre di Smart dopo una finta
su Lamb non entrava e Batum in entrata a sinistra batteva Horford in
appoggio per il primo vantaggi di Charlotte che era recuperata da un
pullup di Tatum una prima volta, poi sul taglio di Williams in
back-door Biz faceva partire il passaggio verticale grazie al quale
la nostra ala grande si voltava per appoggiare avendo quel piccolo
margine di vantaggio sul difensore ma i Celtics raggiungevano il pari
recuperando una seconda volta con Horford.
Biz, che era stato stoppato in
precedenza da Horford, questa volta con la finta si liberava della
marcatura per salire ad appoggiare ma dall’altra parte del parquet
la veloce tripla di Smart issava i locali sul +1 (11-12) mentre su
uno scarico di Batum a 6:41 anche Kemba colpiva da tre punti per il
nuovo vantaggio che comunque era recuperato da un’entrata diagonale
di Morris con tocco al vetro per il 14 pari.
A 5:45 arrivava il primo time-out e con
l’entrata di Willy in campo Boston ne beneficiava, in primis con
l’entrata dalla bsl sx di Tatum che schiacciava aggressivamente oltre
lo spagnolo.
Batum girava in area sullo scatenato
giovane di Boston e appoggiava per ritrovare l’equilibrio che
tuttavia si rompeva con una finta e un tiro in avvicinamento di
Tatum oltre Batum e con l’appoggio di Rozier con gli Hornets in
chiusura troppo morbidi.
A 4:28 entrava Bridges per Lamb per
fornire più fisicità ma servito da Horford era ancora Tatum a
tagliare la nostra difesa e ad appoggiare per il +6 Celtics.
Dopo una pausa Brown allungava di due
mentre sul fronte opposto Batum sbloccava la situazione offensiva con
un appoggio in allungo, tuttavia Charlotte rimaneva troppo scoperta
in difesa e anche Hayward metteva dentro.
A 2:45 dopo alcune finte MKG si
decideva per un jumper dal mid range sinistro quasi da fermo che
finiva dentro per il 20-26 ma i primi liberi in assoluto della gara a
2:27 battuti da Rozier segnavano il 20-28.
MKG ci riprovava da sinistra con un
lunghissimo due che s’infilava ancora nel morbido cotone ma Hayward
faceva fuori due difensori girando sul piede perno in area per
appoggiare oltre Willy che cascava nel tranello.
MKG con l’hook in area portava a casa
altri due punti a 1:23 per il 24-30 quindi arrivavano un floater di
Tatum e la risposta del quasi omonimo Batum che saliva a 8 punti.
Un tap-in di Willy sull’entrata mancata di Devonte ci portava sul -4 ma l’ultima parola l’aveva Brown che da tre mandava a riposo dopo la prima frazione le squadre sul 28-35.
Willy e MKG osservano Tatum.
Foto: Bob DeChiara, USA Today Sports
2° quarto:
Brown
era anche il primo ad avere la parola nel secondo quarto segnando due
punti anche se Marvin con la bomba a 11:27 ne recuperava tre, Monk
sbagliava una tripla al primo tiro e Morris con cambio direzione in
entrata con buon primo passo su MKG attardato sulla dinamica
dell’azione, metteva dentro di sinistro.
Bridges
non segnava, Brown invece lo faceva ancora trascinando i suoi sul +10
(31-41), divario che era dimezzato da Graham (9:48) con la tripla e
da una steal dello stesso Graham che mandava in orbita sulla
transizione Monk per l’alley-oop appeso (36-41).Miles in entrata
ritmava un terzo tempo per l’appoggio in right hand e sul 9-0 di
parziale sotto ormai solamente di tre Baynes dal centro dell’area
lasciava partire un tiro brutto da vedere ma efficace che anticipava
l’anticipo difensivo di Brown che metteva dentro una reverse dunk in
solitaria per il 38-45.
Dopo
qualche errore delle due squadre era il rientrante Walker a colpire
in step-back ma Morris dalla diagonale media sinistra si ritagliava
lo spazio per il pullup del 40-47 che portava i Celtics a un vistoso
60% dal campo…
Una
quasi casuale deviazione di Brown sotto a destra rispetto al nostro
ferro consentiva ai Celtics di chiuder la transizione quasi mancata
ma dall’altra parte Marvin, con la seconda bomba, permetteva agli
Hornets di non lasciar scappar troppo la squadra di Stevens (43-49).
Brown
mancava una tripla ma il rimbalzo lungo era calamitato da Horford che
girandolo fuori regalava una tripla a Wanamaker.
Hornets
colpiti ancora da una transizione sulla quale Brown a rimorchio
vanificava lo sforzo in salto di Batum che in rientro deviava bene un
possibile alley-oop precedente.
Sul
-11 (43-54) Kemba ne metteva altri due poi toccava a Monk da sinistra
regalarsi una bomba per il 48-54, quindi Kemba a metà campo prima
toccava la sfera a Smart, poi gliela portava via con un secondo tocco
recuperandola allo stupefatto piccolo poi trafitto dal nostro
capitano in appoggio solitario da transizione.
Monk
mancava la tripla in transizione ma la palla, toccata da un Celtic al
volo rimaneva a disposizione degli Hornets e sulla rimessa dal fondo
Marvin faceva valere il fisico in mismatch avvicinandosi al canestro
per depositare il -2 mentre Monk dall’angolo destro si rifaceva con
l’entrata superando l’unico difensore con l’iniziale crossover per
percorrer la baseline sinistra e chiudere in fing and roll per il
54-54.
Tatum
mancava l’appoggio contro Kemba ma nel nulla difensivo recuperava e
correggeva anche se dall’altra parte Monk da tiepido diveniva caldo
segnando una tripla a 1:23 per il sorpasso sul 57-56.
Boston però aveva un buon finale riuscendo a segnare in alley-oop con Horford su lancio di Rozier e anche se il mid-range di Walker finiva dentro ecco arrivare un’alta second chance per Horford e la bomba di Rozier a :01.6 che chiudevano i primi 24 minuti sul 59-63.
Bridges prova uno spettacolare reverse layup ma lo mancherà influenzato da Baynes.
3° quarto:
Gli
Hornets non iniziavano bene il secondo tempo venendo colpiti da una
tripla frontale di Rozier a 11:33 su una second chance per i verdi
che si avvantaggiavano molto da queste opportunità sorte grazie a
rimbalzi offensivi.
A
11:08 Batum era freddo nel fondere la sfera con la retina per una
tripla calda che faceva rimaner al passo Charlotte che tuttavia era
colpita da Tatum dal corner sx da tre sul giro di palla periferico
nato da un raddoppio Hornets nel corner opposto.
A
10:15 una steal di Rozier con runner era buona per il 62-71 mentre
Kemba riduceva successivamente lo scarto con una penetrazione in left
hand.
Morbido
e fortunato era il tocco di Al Horford oltre Biyombo mentre Batum era
bravo in un turnaround fade-away in uno contro uno (8:18) per il
66-73.
A
7:27 Charlotte tentava di rientrare con una tripla frontale di Kemba
che velocemente passava lo schermo flettendo leggermente il tronco in
avanti sul tiro che valeva il 69-73.
Kemba
in transizione si scontrava con Smart, per gli arbitri non era fallo
e sulla transizione arrivava la sliding door con la tripla da
transizione di Morris a 6:47.
Charlotte
accusava il colpo e un passaggio che raggiungeva lo stesso Morris
lasciato tutto solo in area costava il -9.
Kemba
aveva un lampo andando nel traffico a chiudere in reverse layup a
contatto con un paio di difensori.
Canestro
più FT a 6:07 per un gioco complessivo da tre punti che ci rimandava
sul -6 (72-78) prima che dall’altra parte Rozier (da fermo) salisse
rapidamente fronte a canestro per eseguire un tiro da tre punti a
parabola medio-alta che finiva dentro e mentre Kemba in dribbling
mancava il layup che sembrava ormai fatto, la squadra di Borrego
incassava un lungo due punti di Horford a 5:12 che portava gli uomini
di Stevens sul vantaggio in doppia cifra allungato a 4:31 da due FT
di Brown (72-85).
Horford
metteva dentro il 9-0 di parziale con un turnaround mentre Batum sul
lato destro del campo si faceva sottrarre in paleggio nettamente
palla da Rozier che s’involava ottenendo due liberi a 2:22 mandando
Charlotte sul -17 (esattamente i punti segnati sino a quel momento
dal giocatore di Boston).
I
Leprechaun chiudevano il parziale sul 13-0 con il lancio di Rozier
per l’arrivo lanciato in corsa dalla linea di fondo sinistra di Batum
che si regalava una plastica jam a una mano esaltando il pubblico.
Hornets
che interrompevano il parziale dei locali con la giocata di forza e
bravura di Monk che metteva dentro in avvicinamento nonostante
subisse un deciso fallo.
Il
gioco da tre punti valeva il 75-91 ma non c’era più partita.
Nel finale gli Hornets mettevano dentro 4 punti contro i 7 avversari che finivano avanti 75-98 grazie a un parziale di quarto devastante (16-35).
Joe Chealey alla prima apparizione nella NBA in Regular Season.
Due punti per lui all’esordio fatto però tutto di “tempo spazzatura”…
4° quarto:
Era
dichiaratamente garbage time con l’entrata di Bacon nell’ultimo
quarto dove la solfa non cambiava, anzi, nonostante entrasse anche la
panca dei Celtics peggiorava…
Hayward
dal corner destro segnava la bomba del 75-101 a 11:11 portando al 58%
dal campo i vedi e anche se a 10:49 un “bump” di Graham per
l’arresto e tiro tra Morris e Theis finiva dentro arrivava l’errore
dalla lunetta per il nostro numero 4 sul libero addizionale.
Charlotte
si esercitava più che altro nel tiro da fuori ma non molti
affondavano il colpo come quello di Lamb, uno dei pochi starter a
esser rimasto in campo, usciva ben presto dopo un paio d’errori al
tiro.
Entrava
anche Joe Chealey (mai visto con la prima squadra in regular season)
che sul primo tentativo si prendeva una solenne stoppata finendo poi
sul ripiegamento a commetter fallo.
A
3:56 dalla fine lo stesso Chealey chiuderà con il floater in entrata
da sinistra per l’87-118, canestro non da ricordare per l’utilità ma
perché il primo al debutto del n° 31.
Ormai
lo sguardo volgeva sulle partite di Wizards e Heat con i primi a far
un solo boccone dei Pacers che senza Oladipo si stanno mostrando
molto più fragili del previsto e pur avendo un buon margine sulle
inseguitrici ora dovranno stare attenti.
I
secondi incredibilmente si trovavano dietro Chicago di qualche punto
pur giocando in casa e con l’allungo dei Bulls nel finale, un turno
ostico per Charlotte si trasformava in una mezza vittoria visto che
le distanze rimanevano invariate poiché gli Heat non sfruttavano la
partita che sulla carta sarebbe stata da vincere.
Intanto a Boston era festa bianco-verde con l’allungo sul 94-126 finale.
Pagelle
Kemba Walker: 6,5
21 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata,
1 stoppata. 9/20 al tiro. Prende in faccia una tripla di Rozier in un
momento topico e sbaglia un layup dopo aver superato il traffico ma è
l’unico a poter segnare con costanza creandosi il vantaggio tra
step-back dal mid-range, entrate e si prende il lusso di mettere
anche una tripla leggermente fuori equilibrio. Finisce per rimanere
in panchina nell’ultimo quarto a scuoter la testa.
Jeremy Lamb: 4,5
6 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Viene
completamente a mancare in attacca dove ci prova anche meno rispetto
il solito. In difesa non mi piace molto in serata. Segna due triple,
una all’inizio e una nell’ultimo quarto, poi basta…
Nicolas Batum: 6
13 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate.
6/11 e 3 TO con un -18 di plus/minus (come Kemba). Gioca bene
all’inizio creando attraverso i passaggi opportunità per i compagni
e mettendo anche i tiri. Bello un suo fade-away e la tripla a inizio
terzo quarto scagliata senza esitazione. Lasciato insieme a Kemba a
chiuder le azioni offensive comincia a sbagliar troppo e finisce
anche per farsi rubare un pallone sul lato destro troppo
semplicemente (costerà la transizione e due punti subiti a mezzo
lunetta). Buono l’inizio in sostanza, poi s’inceppa…
Marvin Williams: 6,5
10 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 4/4 dal
campo con due triple precise. Non sbaglia stanotte Marvin. I suoi
punti di rottura riesce a metterli e quando marca Horford riesce
spesso a farlo sbagliare. Purtroppo non è uno che riesca a crearsi
il tiro e quindi se non viene messo in condizione non può
contribuire all’offesa come capita nel terzo quarto quando non si
vedono molti schemi per portarlo al tiro come alternativa a Kemba e
Nic.
Bismack Biyombo: 6
2 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Presenza discreta in campo che chiude con un 1/3 in attacco (stoppato da dietro da Horford nel pimo quarto) mentre in difesa non mi esalta anche se prende 5 rimbalzi in poco più di 13 minuti. -7 di plus/minus, molto più solido a livello di posizionamento e fisico rispetto a Willy anche se ad esempio Horford lo batte in girata in area nel secondo tempo ma lui lì c’era…
Malik Monk: 6
16 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata,
1 stoppata. Inizia mancando una tripla ma poi due sue bombe sono
utili. Segna quella del +1 a fine primo tempo poi quando Charlotte
sbanda non riesce a far molto anche se ha il merito di trovare con
una caparbia azione attaccando il ferro un gioco da tre punti.
Nell’ultimo quarto si esercita a tirar da tre con scarsi risultati.
Alley-oop molto bello.
Michael Kidd-Gilchrist: 5
6 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata.
3/5 dal campo con i punti presi tutti in avvio nel primo quarto con
due precisi tiri (uno quasi da tre da sinistra) e un bel gancio, poi
quasi più nulla, anche in difesa non convince. Finisce con un -25 di
plus/minus.
Miles Bridges: 5
2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Via Lamb, dentro lui nel primo quarto per dare più fisicità. Sembrerebbe una buona mossa ma poi nonostante gli sforzi viene un po’ a mancare l’efficacia, specialmente quella offensiva. 1/5 dal campo con un bell’appoggio in entrata a poi errori al tiro. E come direbbe l’Accademia della Crusca: “Scendi il tiro, Miles!”
Willy Hernangomez: 5
2 pt., 2 rimbalzi, 2 assist in poco più
di otto minuti ma per quanto mi riguarda spicca la fragilità
difensiva rispetto al centro congolese. Non rischia sulla schiacciata
di Tatum abbozzando una stoppata e non lo trovo mai con la giusta
grinta in chiusura. Mette l’unico tiro tentato da sotto recuperando
un rimbalzo offensivo dalla parte opposta all’appoggio mancato
sull’incursione di Graham.
Devonte’ Graham: 5,5
6 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata.
2/8 dal campo, 1/3 ai liberi e un paio di TO. Non è la stessa cosa
di Parker e si vede anche se su una transizione da lui procurata
grazie a un intercetto lancia Monk in orbita e colpisce da tre in un
momento dove ha una fiammata.
Dwayne Bacon: 6
5 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. 2/4 al
tiro, un paio di falli e un buon fade-away ma per lui è tutto
garbage time.
Frank Kaminsky: 5
3 pt., 3 rimbalzi,
1 assist in 8:50. Un po’ svogliato spara quasi esclusivamente da tre
chiudendo con un 1/3 da fuori e mancando un altro tiro poi dalla
lunetta chiude con 0/2. Garbage time d’accordo ma non è così che si
farà notar se non per una cessione eventuale.
Joe Chealey: 5,5
2 pt., 1 assist, 1/3. Entra un po’
incerto, fisico non esattamente da body bodybuilder e si fa stoppare
su un tentativo telefonato, commette fallo sul ripiegamento poi va a
segnare un buon canestro con l’entrata da sinistra e un floater che
questa volta scavalca il difensore a debita distanza per la buona
difesa della palla. Lo ricordavo meglio in preseason ma entrare
così…
Coach James Borrego: 5
La squadra difetta di giocatori che sappiano cosa fare e dove andare contro difese così… Batum e Kemba provano nel terzo quarto sul lato offensivo ma sono soli. Anche nel primo tempo c’è un momento con un quintetto che non ha sbocchi offensivi. In difesa non si tiene e siamo spesso tagliati fuori dai numerosi assist di Boston. C’è da rivedere la gara e andare molto più convinti alle prossime due tra le mura amiche del The Hive…
Con la “caduta” a Boston Charlotte è 5-3 nelle ultime 8 sperando di arrivare e 7-3 grazie ai prossimi due turni casalinghi con Memphis e Chicago in back to back.
Siamo
arrivati a buon punto della stagione, possiamo guardare finalmente
con più certezze a quello che sarà il finale di stagione nonostante
i Calabroni siano in una posizione incerta tra il primo posto di una
Division in evidente stato di malessere e un ottavo posto a Est
“insidiato” da Detroit e Washington che non fanno un granché per
accaparrarselo comunque.
Charlotte
è stata in testa alla Division e ha strappato più volte il comando
agli Heat che ieri notte si sono imposti su una New York in disarmo e
in infermeria.
La
stessa New York in back to back che Charlotte affrontava nella notte
per riavvicinarsi al comando della Division e cercare da qui a fine
stagione di ottenerlo per avere finalmente un banner come vincitrice
divisionale anche a Charlotte.
Se sul
parquet i Calabroni non hanno mai avuto grandi fortune, l’animale
simbolo trasposto, tra gli umani ne ha avuta ancora meno, considerato
inutile, dannoso e pericoloso, menzionato in qualche caso in libri
come flagello nonostante in realtà sia anche un insetto utile per
l’uomo.
I gatti
(animale più vicino all’homo sapiens) ad esempio hanno goduto
d’alterne fortune pensando agli egizi e alla Dea Bastet, corpo di
Donna e testa di Gatta per passare lentamente alla loro diffusione
grazie ai fenici che sottraendolo agli egizi che lo veneravano
iniziarono a commerciarlo visto che questi felini “proteggevano”
le granaglie raccolte dall’uomo mangiando i topi fino ad arrivare al
medioevo dove era visto come la reincarnazione del maligno, affine al
Demonio e alle streghe e quando la peste portò via 3 abitanti su 4
in Europa, irrazionalmente la non conoscenza favorì l’uccisione dei
gatti e favorendo così anche la morte nera stessa portata proprio
dalle più numerose orde di ratti, ad arrivare a oggi dove il gatto
tra miti e leggende è tornato a essere semplicemente un animale che
alle nostre latitudini è anche apprezzato.
Per gli
Hornets nella notte per “vendicare” la sconfitta clamorosa subita
da New York proprio in casa nell’ultimo incontro tra le due compagini
serviranno gli occhi della tigre da subito.
Mancano sempre meno partite e non si possono sbagliare quelle casalinghe contro team di medio/bassa classifica se si vuole puntare al primo posto divisionale scavalcando Miami che la scorsa notte ha ritrovato un Wade formato vintage da doppia doppia (15 pt. e 10 assist).
Percorso non proprio lusinghiero per i Knicks che hanno perso 17 sulle ultime 18 partite.Batum invece è in netta risalita.
La partita in breve
Partita
più difficile del previsto allo Spectrum Center che riabbracciava
Walker e Parker mentre Zeller ancora out è in netto miglioramento e
potrebbe rientrare dopo il 5 febbraio.
Charlotte
partiva bene portandosi sul 5-0, illusorio, perché dall’altra parte
si piazzava un parziale identico e si doveva aspettare la parte
finale del quarto per vedere Charlotte accumulare qualche punto di
vantaggio.
Parker
con un gioco da tre punti e un assist per Willy firmava il 30-24
aiutato anche da un MKG che faceva valer oro i suoi tre rimbalzi
offensivi.
Nel
secondo tempo se Willy in difesa faceva da spettatore non pagante, in
attacco riusciva a portare a casa punti, ad esempio su un passaggio
di Monk era bravo a eclissarsi dietro la difesa distratta di New York
e a metter dentro il +10 (44-34).
Sembrava
poter ingranare Charlotte e travolger la squadra di Fizdale che
tuttavia motivata per le tante sconfitte subite cercava di recuperare
per vincere, così Knox a 3:43 con la tripla portava a solo un
punticino gli arancio-blu (48-47).
Nel
finale una tripla di Parker mandava negli spogliatoi Charlotte avanti
sul 54-53.
L’incubo
iniziava con il sorpasso di Knox a 11:07 e proseguiva con un
parziale di 9-0 che mandava la formazione ospite sul 56-64…
Hornets
che si affidavano troppo alle triple ma da una di essa arrivava il -4
(Bridges a 3:58) mentre sul finire del quarto Lamb pareggiava dalla
lunetta e Batum conservava il 71 pari sulla sirena con la quarta
stoppata di serata (su Trier nell’occasione).
Charlotte
prendeva un leggero vantaggio a inizio ultimo quarto (78-75) poi
ribaltava la gara a suon di triple con Monk, Walker e altre due di
Malik che portavano a un parziale di 12-1 per il 90-76.
Si
spegneva il sorriso di Fizdale nel terzo quarto e si assisteva a
qualche protesta ma purtroppo per lui la modestia degli uomini
rimasti (eccetto T. Hardaway Jr. e Knox) non gli consentiva di
provare seriamente a rientrare nel finale.
Per gli Hornets più gli occhi di un gatto che di una tigre nella notte ma la vittoria da morale per la prossima mentre la panchina si è dimostrata un fattore e ci si porta a una W da quota .500, inoltre si vince la serie stagionale su New York per 2-1…
Charlotte vince a rimbalzo 53-46, negli assist 25-19, nelle stoppate 10-6 e ha percentuali leggermente migliori dal campo con il 41,1% contro il 40% dei newyorchesi che perdono meno palloni 10-7 e ne rubano di più 3-6.
Ai liberi Charlotte fa 12/16 (75%) mentre gli avversari ne mettono 17/26 con la particolarità d’aver sbagliato tutti e tre i “tecnici”, due per infrazioni difensive dei tre secondi e uno per tecnico a Williams.
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Partenza
razzo per gli Hornets che con l’asse Lamb-Biyombo trovavano il primo
canestro grazie all’assist schiacciato del primo e alla dunk del
secondo lasciato tutto solo sotto mentre il 5-0 arrivava a 10:46 con
la tripla di Lamb dalla diagonale destra.
Charlotte
cominciava a pasticciare un po’ in attacco e a 10:08 un floater di
Knox in penetrazione da sinistra scavalcava Biz in raddoppio sotto
canestro.
A
9:47 la tripla di Hardaway Jr. superava il tentativo di stoppata di
Batum e s’infilava per il pari.
Gli
Hornets reagivano con un canestro di sinistra di Biz in avvicinamento
e con Williams che rollando verticalmente su un lob di Lamb andava a
metter dentro da sotto probabilmente anche toccato.
Sul
9-5 Charlotte si bloccava concedendo uno 0-7 di parziale ai giovani
Knicks che iniziava con la tripla di avvicinamento (seconda) di
Hardaway Jr., continuava con il sorpasso di Burke in penetrazione e
si chiudeva con il jumper frontale in transizione di Hardaway Jr. a
Batum (in marcatura) saltato per il tiro mancato in attacco che
l’attardava.
9-12
e time-out necessario per riordinare le due fasi…
A
6:47 Lamb in uno contro uno trascinava Vonleh sulla linea di fondo
sinistra per batterlo in fade-away e a 6:10 Kemba, dopo aver
sbagliato un lungo due, segnava da tre punti grazie al rimbalzo
offensivo di MKG.
Kemba
riceveva sul lato debole (a destra appena fuori dall’area) elevandosi
e fluttuando in avvicinamento pur distante da canestro per un
appoggio al plexiglass fuori equilibrio per il 16-12.
Knox
andava dentro approfittando del cambio Biz/Willy mentre dall’altra
parte segnava Willy che recuperava la sfera dopo un hook non a segno
di MKG.
Ancora
un gran floater di Knox avvicinava i newyorchesi che però
incassavano una tripla di Batum grazie ancora a un rimbalzo offensivo
di MKG.
Lamb
ripuliva la tabella offensiva dopo l’errore di un compagno per il +5
mentre dopo un ½ di M. Robinson ai liberi era MKG a conquistare il
terzo rimbalzo offensivo (errore Willy) e a segnare direttamente in
mezzo a due difensori.
Dall’altra
parte Robinson faceva la stessa cosa segnando però in schiacciata e
a 1:05 la difesa di Charlotte in ripiegamento dimenticava Dotson che
con la wide open portava a -1 la squadra della Grande Mela (25-24).
Ci
pensava Parker a :51.7 con l’allungo in entrata a metter dentro
guadagnando anche il libero per il 28-24 e con una penetrazione con
passaggio che mandava a bersaglio Willy bravo a percorrere la linea
di fondo sinistra per trovare il varco del 30-24.
Sull’ultima azione MKG rubava palla e sulla sirena lanciava la tripla che colpiva il ferro.
La palla a due iniziale.
Foto: Sam Sharpe-USA TODAY Sports
2° quarto:
Robinson
diveniva un fattore per i Knicks giocando con energia segnando subito
in alley-oop e andando a stoppare Willy che si vedeva stoppare una
seconda volta di lì a poco ma questa volta la sfera sembrava
raggiungere il vetro per un classico goaltending e due punti
assegnati agli Hornets.
Parker
invece continuava nella sua missione assist con un no look per
Bridges che entrando in area allungava il braccio in sottomano
trovando due punti e fallo.
Mancato
il libero a 11:00 Charlotte rimaneva comunque sul +10 mentre 12
secondi più tardi i Knicks beneficiavano per la seconda volta in
serata di un FT per 3 secondi difensivi che sbagliavano però ancora
(questa volta era di Dotson l’errore).
Solamente
sei secondi più tardi entrava in lunetta anche Hezonja che tuttavia
splittava e mentre Monk perdeva palla con un passaggio avventato
cercando di recuperare in salto sotto canestro sull’appoggio mancato
di Dotson, dall’altra parte Charlotte sbagliava con Monk e Williams
con una controffensiva di Trier che costringeva al fallo un
flipperistico Monk.
2/2
seguito a 9:33 da un fade-away da fermo di Monk per il 36-29 prima di
vedere il fing and roll vincente di Allen e il nice layup di Parker a
9:06 per il 38-31.A 8:47 Trier accorciava di uno dalla lunetta
splittando dopo aver indotto Bridges a saltargli addosso sul tiro con
una finta.
Parker di sinistro appoggiava oltre Allen ma dall’altra parte tornava
in auge Robinson che schiacciava un altro alley-oop con Willy
spettatore il quale si rifaceva in attacco con una finta in partenza
che gli lasciava campo fino all’arresto in area per un floater
originale ma efficace.
Era
lo stesso Willy che involontariamente passava dietro tre difensori
dei Knicks che in linea guardavano Monk scaricare allo spagnolo che
preso il vantaggio metteva dentro la sfera da sotto a sinistra per il
+10 (44-34).
I
Knicks però si ravviavano segnando con Hezonja in jumper con Allen
che recuperava un rimbalzo dopo la stoppata dal perfetto tempismo di
Willy su Dotson mentre Parker continuava a fare il suo in attacco
segnando dopo un appoggio corto in entrata con Allen e Trier a
scontrarsi in salto sul tentativo di stoppata/recupero palla che li
escludeva dal rimbalzo preso al volo da Parker che correggeva
ringraziando.
Hezonja
con una steal decisa in rientro su Walker e il passaggio teso per
l’avanzato Vonleh mandava il match sul 46-40.
Un
+6 che dopo un giro di lunetta per parte resisteva sino a quando
Allen mandava giù Batum per andar dentro con azione ritenuta
regolare e Knox spediva la palla dentro da fuori per il one point
game (48-47 a 3:43).
Lamb
a centro area spingeva via Knox sull’arresto colpendolo con il tiro
ma Hezonja da sotto aiutava a resistere per i Knicks infilando il
50-49.
Lo
stesso Hezonja con entrata decisissima depositava il sorpasso prima
del pareggio di Batum dalla lunetta.
Per
un fallo di Kemba su Trier in palleggio a un minuto dalla fine il
n°14 grazie al bonus riportava in vantaggio i suoi.
Parker scavalcava con la tripla da appena davanti la propria panchina e Charlotte andava a riposo conservando un misero punticino sul 54-53.
Batum ha arrestato un po’ la vena offensiva in serata ma ha chiuso con 4 stoppate…
Foto: Sam Sharpe-USA TODAY Sports
3° quarto:
Pessima
partenza per Charlotte dopo l’intervallo con l’ennesima tripla i
Williams mancata un lungo due di Knox s’infilava per far vivere un
terzo quarto a Charlotte in un tunnel.
Walker a 10:42 assaltava l’area avversaria regalando l’ultima luce ai
Calabroni con il vantaggio fragile ma Burke dal mid-range destro
batteva in pullup Lamb a Knox missilava da tre per il 56-60 a 10:07
dopo un errore di Lamb in attacco.
Nonostante
una stoppata di Batum sulla stessa azione Lamb si faceva toglier
palla così dentro Parker e fuori un distratto Jeremy…
Le
cose non miglioravano però perché se Kemba sbagliava e ci si
salvava solo perché il canestro di Burke ormai da solo fronte a
canestro in entrata rifilava una gomitata a Batum nel tentativo di
recupero veniva giustamente annullato.
A
8:00 dalla terza sirena Knox portava a casa due FT e un libero per
tecnico a Williams ma mentre i due normali FT andavano a segno la
maledizione dei tiri senza avversari intorno colpiva ancora per lo
0/3 Knicks di serata…
Kemba
e Batum erano due esponenti della corrente da tre punti che non
portava a nulla se non a perdere occasioni.
Charlotte
arrivava sull’1/9 al tiro nel quarto mentre Thomas con uno spin
mandava dentro il quarto tiro su undici per gli ospiti per un 9-0 di
parziale che lanciava la squadra di Fizdale sul 56-64.
Batum
correggeva la sfera sopra il ferro rilasciata in maniera non corretta
da Walker impegnato in entrata contro due difensori sbloccando
l’attacco.
Un
attacco che trovava a 5:08 un punticino dalla lunetta da Parker ma
una difesa che veniva colpita da un 2/2 di Thomas a 4:54 per il
59-66.
Batum
suonava la tromba per la riscossa andando all’inseguimento di Allen
sulla baseline sinistra per stopparlo mentre Bridges dal corner
destro realizzava tre punti importanti a 3:58 per il 62-66.
Hardaway
Jr. in jumper su Batum allontanava Charlotte che splittava dalla
lunetta a 3:29 con Willy (fallo di Vonleh) mentre dopo qualche errore
lo sforzo sovrumano di Parker in fuga era stoppato da Vonleh facendo
sorridere coach Fizdale che tuttavia non avrà poi molto da sorrider
di lì a poco quando dopo il time-out si riprendeva con la rimessa
dal fondo di Parker per il taglio perfetto di Bridges che lo portava
a schiacciare una bimane per il -3.
Hornets
sul -1 con l’assegnazione di un goaltending sull’ennesima alzata in
corsa di Parker con un rallentamento nella rimonta con un rapido giro
sul piede perno di Allen che dalla nostra area alzava un pallonetto
che vedeva il cotone interno per il 67-70 ma Bridges dalla lunetta
metteva dentro due FT a 1:15.
Robinson
recuperava un pallone cadutogli addosso con la nostra difesa non
sveglia pur addosso al centro avversario che comunque commettendo un
errore in lunetta lasciava a Charlotte la possibilità di
rientrare…
Erta
uno scontro a centro area Lamb/Allena provocare due FT per Charlotte
che dall’incidente traeva due punti che portavano a :24.7 dalla fine
la gara in parità con gli Hornets sulla soglia della galleria
finalmente a riveder la luce.
Nel finale la densità sotto canestro favoriva Batum che si elevava stoppando (4^ stoppata) il tentativo di Trier conservando il risultato.
Stacchetto variopinto delle Honey-Bees.
4° quarto:
Passava
avanti Charlotte a 11:37 con Lamb agli autoscontri in area e
l’arcobaleno che pioveva dentro il cesto come per magia.
Rispondeva
di forza e grazia Robinson con il reverse alley-oop sull’altro fronte
ma Charlotte accusava anche il jumper di Hezonja a 10:43 per il
73-75.
A
ripassare avanti ci pensava Monk scaricando una tripla in faccia a
Dotson dalla destra mentre Kemba intuendo una difesa lenta a
rientrare si fiondava in coast to coast recuperando il fallo che
voleva da Dotson per un 2/2 (78-75) utile.
Fizdale
si arrabbiava perché su una palla vagante erano fischiati i 24
secondi a New York mentre avrebbe voluto il possesso di Charlotte con
Williams, un possesso che però non esisteva perché erano proprio i
suoi uomini, molto aggressivi a non render tale la presa definitiva
di Marvin.
A
Kemba interessava poco e con una drive sul fondo in salto mandava
all’indietro un pallone sparato verticalmente per Monk che non si
faceva pregare per infilare la sua seconda triple nel quarto a 9:05.
Hornets
sull’81-75 che si salvavano con Walker, bravo a metter la mano sulla
palla a Hezonja prossimo all’alzata finale sul fast break.
I
Knicks accusavano il colpo ed erano colpiti da un ampio step-back di
Walker dal corner destro (dopo una finta d’entrata) per tre punti
che a 7:21 erano solo il preludio e l’accompagnamento alle bombe di
Monk sganciate a 6:43 (sempre dall’angolo destro) e a 6:15 dalla
diagonale sinistra che trascinavano gli Hornets verso la vittoria con
l’unico punto messo a segno dai Knicks dalla lunetta da Vonleh in
mezzo alle triple di Monk a fermare il parziale di 14-0…
Knox
rispondeva da tre per il 90-79 ma su un errore di Williams dalla
baseline destra spuntava Lamb, prossimo al ferro sulla sinistra per
il tap-in del +13.
Nel
finale New York si riavvicinava sino al -8 con Hardaway Jr. a
spezzare la difesa con l’entrata in diagonale e si vedeva MKG uscire
per il sesto fallo a 3:30 con gli arbitri a non tenerlo proprio in
simpatia dopo due rapidi “falli” fischiati contro.
Bridges
a 3:09 servito lateralmente da Batum faceva valere l’atletismo in
salto superando con la mano destra larga in appoggio il difensore e
Kemba con lo step back da due punti su Burke segnava a 2:40 il 98-85.
Una tripla di Williams a 2:12 e una di Hardaway Jr. a 1:40 aiutavano a definire il punteggio finale sul 101-92.
Pagelle
Kemba Walker: 7
14 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 2
stoppate. 5/16 al tiro. Non esagera se non nel terzo quarto dove gli
riesce poco all’assalto dell’area. Innervositosi chiede anche un
fallo ma a prendersi il tecnico sarà Williams. Prova a far giocare i
compagni offrendo palla. Da un suo passaggio volante Monk sena il +6
nell’ultimo quarto e mette anche lo zampino tra le tre triple di
Monk. Due stoppate, una perfetta su Hezonja in transizione, da
incorniciare.
Jeremy Lamb: 7
15 pt., 9 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata,
1 stoppata. 6/12 dal campo. Non va male affatto. Apre con una tripla
ma poi ne sbaglia altre tre tuttavia a rimbalzo è una presenza
aggressiva e in attacco a cavallo degli ultimi quarti tira fuori 4
punti importanti attaccando il pitturato. Bello anche il tap-in nel
finale sull’errore di Williams tagliando decisamente vicino il ferro
sul lato opposto e sempre nell’ultimo periodo stoppa un tiro di
Trier. Unica macchia quando perde palla banalmente facendosela
soffiare dopo aver fallito un tiro e Borrego lo manda in panchina per
un po’.
Nicolas Batum: 7
6 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 4
stoppate. 2/6 dal campo. Un solo TO ma gran presenza difensiva anche
quando è battuto sul tiro. Allen e Trier nel terzo quarto sono sue
vittime in stoppata dove ne mette ben 4… Serata non precisa al tiro
anche con l’1/2 in lunetta ma di sacrificio difensivo.
Marvin Williams: 5,5
7 pt., 7 rimbalzi, 3 assist. 3/12 con
un 1/8 da fuori e quell’uno è messo nel finale… Meglio in difesa
ma in attacco sbaglia tutto il possibile da fuori e Charlotte ne
risente. Serata no al tiro. Mette una specie di reverse layup ma
anche quello a gara vinta.
Bismack Biyombo: 5,5
6 pt., 1 rimbalzo. 2/2 dalla lunetta ma
un solo rimbalzo e un -14 in 12 minuti e trentanove secondi. In
attacco segna un paio di tiri ma dura poco in difesa dove gli viene
preferito Willy nonostante parta in quintetto ancora una volta.
Malik Monk: 7,5
14 pt., 2 rimbalzi, 3 assist. 5/12 dal
campo. Parte male con un passaggio verticale (tre le palle perse) che
diventa fast break per i Knicks sul quale ci mette una pezza in salto
sul layup di Dotson fallito. Sbaglia troppo segnando un fade-away da
fermo nel primo tempo poi si scatena con quattro triple nell’ultimo
quarto che decidono il match. Da quella a destra in faccia a Dotson a
quella su servizio di Kemba a quella nell’angolo destro fino a quella
aperta dalla diagonale sinistra. Alla fine tra pregi e difetti è
decisivo questa volta grazie a ritrovate doti da tiratore.
Michael Kidd-Gilchrist: 7
2 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata.
Strana partita per MKG che in 9:58 fa ¼ al tiro e prende tre
rimbalzi, tutti offensivi che portano a due bombe da second chance a
segno per i compagni e ai suoi due punti, unici della gara. Tutto nel
primo quarto poi gli tocca uscire per aver raggiunto tre falli.
Rientra brevemente, commette il quarto fallo e nell’ultimo quarto gli
arbitri completano l’opera assegnandogli due falli contro e
mandandolo fuori anzitempo. Alla fine con lui in campo è un +10.
Miles Bridges: 7,5
11 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata,
1 stoppata. +19 di plus/minus e più efficace anche in appoggio oltre
ad avere il merito di tenere bene in difesa e di aver segnato la
tripla del -4 nel terzo periodo. 4/5 concreto dal campo. Buon
movimento in taglio per la schiacciata su rimessa dal fondo si
Parker.
Tony Parker: 7
15 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 6/13 dal
campo. Rispedito dentro al posto di un assonato Lamb fatica un po’
mentre durante la prima rotazione era stato molto brillante al tiro e
in fase assist. Prende un goaltending a favore anche una stoppata da
Vonleh ma dalla rimessa offre l’assist a Bridges per la schiacciata.
Willy Hernangomez: 6,5
11 pt., 11 rimbalzi, 1 stoppata. 5/12 dal campo. Un paio di palle perse e una difesa un po’ allegra a tratti riesce a stoppare comunque perfettamente Dotson. Va in doppia doppia punti/rimbalzi.
Un’evidente mano è arrivata dalla panchina…
Coach James Borrego: 6
Squadra che alla fine la spunta ma che fa qualche passo indietro sebbene a livello di schemi e gioco non ci si può lamentare. Gli aggiustamenti prodotti nelle ultime settimane rendono la squadra più equilibrata in attaacco e solida in difesa con il difetto però di subire troppi fast break sui quali a volte “siamo” fantastici a rimediare…
La stella degli Hornets Kemba Walker festeggia la partecipazione da starter per l’All-Star Game che in febbraio si disputerà proprio a Charlotte.
Stella
intramontabile, astro circumpolare sino a oggi, dalle ultime notizie
sembra che, logicamente, arriverà almeno a fine stagione con la
squadra del North Carolina per poi decidere il da farsi a seconda
delle situazioni che si presenteranno (gli presenteranno MJ e
Kupchak, ovviamente si parla di contratto ma soprattutto di progetto
sportivo “ambizioso”, mentre proprio in questi giorni esiste un
rumors che porterebbe a Detroit Batum e Monk per Drummond) anche se
il buon punto di partenza è l’amore per la città, i fan la squadra.
E
mentre le vite umane sembrano astri occidui destinati a solcare i
nostri cieli incrociandosi talvolta per poi scorrere una linea
invisibile dopo il tramonto, Walker sembra la Stella polare del
pianeta Hornets, uno di quei volti che piano piano cominci ad “amare”
che non tradiscono, indipendentemente da quanto poi velocemente
brucerà l’amore o finirà per cause esterne.
Le
stelle polari però non hanno in realtà una posizione sempre stabile
rispetto a un altro corpo celeste perché nel caso del nostro pianeta
ad esempio, i particolari movimenti come quello della precessione
dell’equinozio spinge il pianeta ad avere (nell’arco di millenni
certamente) nuovi punti di riferimento.
E in
una trasferta che si preannuncia buia come quella di Milwaukee, il
faro cosmico Kemba Walker rimaneva una garanzia, una luce fissa da
seguire per noi comuni mortali che non abbiamo tempi galattici così
lunghi.
La partita in breve
Primo tempo equilibrato nel quiale il box difensivo di Charlotte riusciva a influenzare diversi tiri dei Bucks che avevano nel solo Antetokounmpo una vera forza fisica offensiva per poter scardinare la swarming defense di Charlotte che vedeva poi i Bucks tirare male da fuori anche su possibilità open.
La squadra locale chiudeva con un 3/17 da oltre l’arco i primi minuti mostrando anche un’inusuale propensione al pasticcio come quando Giannis tutto solo spalmava sui ferri una schiacciata volutamente troppo spettacolare, almeno nelle intenzioni…
Hornets che chiudevano avanti 54-52 i primi 24 minuti sull’errore di Lopez in schiacciata allo scadere.
Nel secondo tempo Charlotte partiva bene con un redivibo Batum giunto alla quarta tripla per portare i Calabroni sul 65-59.
Hornet che allungavano a mezzo tripla con Kemba a metà tempo (6:01) grazie a un pick and pop che portava il capitano a sparare per il 74-65.
La fuga degli Hornets arrivava sul +12 quando sulla baseline destra il sottomano di batum impallinava un Lopez in vana rincorsa.
MKG in difesa e in attacco era un fattore mentre Milwaukee continuava a sbagliare occasioni piuttosto semplici raggiungendo l’apice dopo un 50-50% balla dalla quale usciva vincente ma in 3 contro uno con il solo Graham a difendere riusciva a perder palla in rimessa laterale.
Hornets che chiudevano avanti 87-76 ma il calo di MKG e una panchina senza Parker a riposo non davano ancora sufficienti garanzie, inoltre qualcosa iniziava a girar storto dopo l’1/2 di MKG dalla lunetta e lo 0/2 di Lamb che recuperato il rimbalzo del compagno mancava però ambo i liberi lascando sul 92-80 la gara a 9:44.
Brogdon iniziava a mettere tiri che non segnava prima trascinando sul -1 i suoi con i Bucks a rimontare sino al 92-91 a 6:49 dal termine graziue a un parziale di 11-0 interrotto da Marvin che volava per depositare al plexiglass il +3.
Niente da fare però perché un freddo Lamb favoriva il coast to coast di Brogdon per il sorpasso (94-95) e mentre Kemba segnava l’ultimo vantaggio Giannis pensava già alla spin dun del controsorpasso.
Bledsoe in caduta realizzava il 96-99 e dopo la tripla affretata di Batum la tripla di Mifddleton per il +6 Bucks decretava la parola fine perché a 2:06 Kemba tentando di recuperare un pallone offensivo rimaneva giù travolto da Antetokounmpo.
Dopo circa tre minuti riusciva ad alzarsi ma solo per raggiunger lo spogliatoio.
La rimonta dei Bucks era completa con l’allungo finale che portava il team in vetta all’Est a chiudere con un parziale di 12-30 con gli Hornets non capaci di resistere all’urto.
Il solito Antetokounmpo e i fast break nel finale decidevano una partita che vedeva il greco tra le fila avversarie raggiungere i 34 punti e 14 rimbalzi aiutato da Brogdon con 19 punti e da Bledsoe con 18.
Poco male per i locali il 19,4% da fuori e i 46 rimbalzi contro i 53 di Charlotte.
Qualche libero nel finale per un 20/23 contro il 17/25 di Charlotte e i 17 TO (ben sfruttati nel finale dai fast break) contro 11 hanno deciso una gara nella quale Charlotte ha giocato meglio per tre quarti ma che non è riuscita a reggere nel finale quando i Bucks si sono fatti più concreti.
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Primo
pallone per i Bucks dopo la vinta di Lopez al centro del campo ma un
raro tentativo da tre (open) di Antetokounmpo finiva corto mentre gli
Hornets andavano subito a bersaglio con un pick and roll tra Kemba e
Biz che si allungava oltre il ferro per depositare tranquillamente un
reverse layup con i piedi a terra.
A
10:59 Lamb, grazie a un drag screen metteva dentro il tiro del
raddoppio e a 10:38 Batum nonostante il contatto e la caduta in
avanti, nettamente off-balance catapultava la tripla del 7-0.
Reagiva
Milwaukee con Middleton e il jumper oltre il francese dalla baseline
destra per il 7-2, Antetokounmpo lanciato in corsa usava lo spin e il
fisico per allontanare sotto canestro Marvin e schiacciare, quindo
arrivavano due tiri liberi per Brogdon a 8:50 e altri due a 8:34 per
Bledsoe che al contrario del compagno li splittava lasciando la gara
in perfetta parità sul 7 pari.
Marvin
fintando da tre dalla top of the key favoriva sul palleggio la steal
di Antetokounmpo che lanciatosi in solitaria tentava una schiacciata
jordaniana che rimbalzava miseramente sui ferri salvando i Calabroni
bravi poi a segnare con Walker in penetrazione, azione imitata
dall’altro lato da Bledsoe per il nuovo pari. Ma Batum si alzava
dalla diagonale sinistra per colpire da 3 (12-9) e lo stesso Bledsoe
come un tir commetteva sfondamento netto su Kemba a 7:31 favorendo il
futuro attacco dei teal che segnavano con Lamb in floater dopo il
passaggio dietro lo schermo di Biz in area.
Tornavano
a farsi sentire i Bucks che con Antetokounmpo portavano a casa un
gioco da tre punti con la star brava a resistere alla mano di Lamb
sulla sfera alzata e a 5:25 arrivava anche un inbound foul che
Middleton trasformava portando i Bucks sul -1 (14-13).
Dopo
14 secondi Middleton con un jumper da sinistra in uno contro uno
metteva la freccia del sorpasso ma Williams con la tripla dal corner
sinistro in faccia a Wilson faceva tornare gli Hornets al comando
(17-15).
La
variabile del team leader subiva un arresto con il pari di Brown da
sotto dopo l’errore di Middleton per tornare a favore di Charlotte
quando Batum passando corto a MKG faceva guadagnare al compagno metri
per il piazzato vincente da media distanza.
Era
ancora Middleton a trascinare al secondo vantaggio di serata i Cervi
a mezzo tripla con rotazione saltata alla fine da parte degli Hornets
(buona comunque) mentre Batum pareggiava grazie a un FT assegnato per
tre secondi difensivi di Ilyasova per vedere poi Monk e Brogdon
imprecisi nel tiro e nell’appoggio lasciavano la situazione
inalterata sino a 2:14 quando MKG incocciava in entrata sul corpo di
Wilson che regalava al nostro n° 14 due FT.
2/2
seguito da un assist dello stesso Kidd-Gilchrist per Graham che da
fuori dalla diagonale sinistra spediva un messaggio da tre punti come
lettera aperta a Milwaukee per il 25-20.
La
difesa di Charlotte faceva buona guardia su un tiro dalla baseline e
anche sul rimbalzo ottenuto da Brogdon ne inficiava il tiro
salvandosi ma poco poteva fare sulla fisicità di Antetokounmpo che
sull’azione seguente in sottomano riduceva lo scarto sebbene
sull’ultima azione Charlotte rimettesse a 5 i punti di margine con
MKG fermato da Ilyasova ma con la palla rimasta lì ecco arrivare
l’alzata che per un soffio anticipava l’accensione della luce rossa.
27-22
Charlotte…
2° quarto:
Partiva
bene la squadra di Budenholzer con la tripla di Snell da sinistra su
Bridges mentre Monk continuava a sbagliare tiri con una costanza
disarmante, tuttavia Graham che giocava al posto di Parker a 10:50
passava il blocco per un FT jumper preciso (29-25), Snell ci
riprovava ma faceva statistica con l’errore (Milwaukee arrivava
complessivamente a un 2/11 da fuori) quindi arrivavano due FT per
Willy a 10:27 pareggiati da un reverse layup del greco dei Bucks e si
arrivava sino al -2 con il passaggio di Kemba in diagonale sul lato
debole intercettato da Brogdon per il coast to coast vincente
(31-29).
Allungava
Charlotte con un ½ di Willy in avvicinamento ma Antetokounmpo a
9:24 pur mancando il tempo dell’alley-oop segnava risalendo tra Willy
e Miles per due punti più fallo.
FT
mancato che veniva punito da Willy sull’altro lato del campo con un
touch un po’ alla mancina del centro del canestro che tuttavia
recuperava la centrica dopo il rimbalzo sul bordo sinistro ferro.
A
8:52 Graham alzava l’alley-oop in transizione per Bridges perso dalla
difesa avversaria, Giannis rispondeva in schiacciata mentre a 7:58
Willy raccoglieva i frutti di un appoggio in velocità mancato dal
Monaco con l’appoggio semplice.
Graham
in entrata a sinistra era spinto fuori ma il tiro girava sul ferro
finendo dentro per il 40-33 a 7:17 mentre per cercare di tornare in
partita Milwaukee ci provava con Lopez da tre ottenendo uno dei pochi
tiri vincenti da oltre l’arco nei primi 24 minuti.
A
6:48 ci provava anche Kemba ma la sua tripla rimbalzava su ferro e
vetro finendo sulla destra dove Bridges spuntava senza esser tagliato
fuori e non dichiarando la schiacciata dinamitarda mieteva una strage
con l’affondo di destro che faceva esplodere di gioia la panchina
amica a a pochi passi.
Middleton
con un runner/spin/floater rispondeva di fioretto ma Williams
arrivava ancora a colpire da tre dall’angolo sinistro aiutato dal bel
giro palla di squadra (45-38).
Bledsoe
e Walker in lunetta con un 2/2 per entrambi allungavano il brodo sino
all’entrata di Bledsoe che portava a un gioco da tre punti la
guardia che mettendone poi altri due consigliava a Borrego un
time-out per risolvere il problema con i Bucks tornati sul -2
(47-45).
Hornets
che allungavano dalla lunetta per un tocco di Brogdon su tiro da
fuori di Lamb (3/3) bravo a 2:22 a recuperare altri due liberi per il
52-47.
Tornava alla carica una Milwaukee ferita che raggiungeva il -3 (54-51) ma Kemba in aiuto a MKG stoppava Hill e anche se MKG deconcentrato regalava palla mandandola in rimessa laterale sinistra in attacco, Antetokounmpo guadagnava solo un punto dalla lunetta (fallo ancora di MKG) perché sull’ultimo tiro alla fine Lopez schiacciava sul ferro mancando il pari e mandando all’intervallo gli Hornets in vantaggio sul 54-52.
MKG e Lamb in chiusura su Middleton.
Per tre quarti il box di Charlotte ha funzionato.
Benny Sieu-USA TODAY Sports
3° quarto:
Partiva
bene Kemba che sull’alzata di Antetokounmpo (ricevente sulla baseline
destra) si vedeva portar via palla non intuendo nemmeno chi fosse
stato mentre dall’altra parte pioveva una tripla di un redivivo Batum
(11:24) per il 57-52 ma Lopez rispondeva con la seconda bomba
personale e Milwaukee a 10:50 agguantava anche il pari con la propria
stella ai liberi (57-57).
A
10:39 Lamb tagliava sulla destra in diagonale dopo una finta, dalla
parte opposta arrivava il convergente passaggio in diagonale
schiacciato di Batum per l’assist che mandava Jeremy a chiuder da
pochi passi con facilità.
Biz
in difesa recuperava il rimbalzone e il floater di Lamb tornava a
riportare Charlotte su un vantaggio oltre il singolo canestro.
Brogdon con il cambio di direzione in entrata appoggiava oltre Lamb e l’aiuto di Biz ma a 9:46 Batum calava la quarta piratesca tripla di serata per il 64-59.
Milwaukee scagliava una mina on Antetokounmpo lanciato in schiacciata da Lopez ma Charlotte cercava lo strappo: prima arrivava un FT di Kemba a 8:26 (inbound foul), poi Biz con un fade-away dalla linea dei liberi metteva dentro a a 8:18, poi Marvin in raddoppio su Middleton rubava palla fino all’errore di Lamb in floater e alla risposta di Giannis con il turnaround su Marvin per il 67-63.
A 7:20 con un rimbalzo offensivo e un hook Biyombo portava a casa altri due punti poi toccava a Batum passare Lopez sulla destra per chiudere in sottomano.
Splendido momento di Charlotte che arrivava sul 74-65 con la tripla di Kemba nata dal pick and pop con Williams (6:01) con lo stesso capitano che scaricando a sinistra in corsa restituiva a un compagno (Lamb) l’assist per la tripla che anticipava l’appoggio di Batum a 4:56 per il 79-67.
Hornets sul +12 con MKG a entrae alla grande.
Entrata in salto da destra girandosi sul fianco, contatto con Wilson e due punti più un FT anche se mancato, il canestro serviva a mantenere comunque il +12 (81-69).
Hill forzava il jumper contro Kemba e non segnava ma gli Hornets iniziavano a perder palloni favorebndo i fast break avversari, nella fattispecie era Snell ad approfittarne per arrivare a chiudere in schiacciata.
Marvin dal corner sinistro da tre alzava addirittuta il gap a 13 pt. (84-71)MKG diventava un muro a rimbalzo offensivo e anche una palla sparatagli da Hill addosso mentre in caduta toccava l’out della propria linea di fondo serviva a Charlotte per recuperar palla perché la sfera toccava nuovamente il giocatore dei Bucks.
Brown in entrata resisteva a Williams mentre arrivava il fallo contro MKG per un gioco da tre punti per i Cervi che si vedevano fischiare a favore uno sfondamento su Ilyasova di Monk.
Un lob offensivo di Giannis con Hill che toccava con un piede la linea di metà campo restituiva palla e dopo un floater di MKG vincente dal pitturato arrivavano altri due FT per Brown (altro fischio contro Kidd-Gilchrist)
2/2 a :30.6 per l’87-76 finale di quarto perché una transizione tre contro uno dei Bucks era gettata al vento con Graham ultimo baluardo a guardare il pasticcio avversario e Lamb sulla sirena tirava male da fuori.
4° quarto
L’ultimo quarto iniziava con una difesa fisica di MKG su Antetokounmpo che premiava l’iomo di Camden e un suo tap-out offensivo mandava a segno Willy per il nuovo +13 (89-76).
Non era da sottovalutare però Milwaukee che infatti recuperava due FT con Brown e da una persa in palleggio da ultimo uomo del nostro centro iberico sorgeva la dunk dell’89-80, l’inizio della fine…
Time-out istantaneo a 10:48 per Borrego ma nonostante MKGriuscisse a rubare un pallone e a esser tremendo a rimbalzo offensivo splittando poi per il 92-80, ecco che sul secondo tiro e l’errore del compagno Lamb tentando di correggere riuscisse a recuperar due FT.
Un solo secondo più tardi Lamb potrebbe tenere a distanza i Bucks ma tra i fischi lo 0/2 dava un segnale che i Bucks coglievano…
Time-out Bucks, braccino corto Charlotte che incassava un parziale di 11-0 che ritrascinava nel gorgo la squadra di MJ.
Brogdon da tre andava dall’angolo sinistro per il -5, Giannis in sottomano per il -3 e Brogdon in reverse layup con ottimo primo passo su un esausto MKG chiudeva in reverse layup per il 92-91.
Time-out Charlotte questa volta con Marvin (6:32) a metter dentro in area alzandosi in volo per l’appoggio al vetro. Episodico perché dopo un errore di Lamb, Brogdon in coast to coast segnava il 94-95 con Kemba rientrato da poco a metter dentro l’ultimo controsorpasso Hornets (96-95).
Il greco però arrivava a 32 punti con una spin dunk e dopo il nuovo errore di Lamb Bledsoe in uno contro uno andava in caduta alzando la sfera per il 96-99.
Walker e Lamb lamentavano due possibili falli su due entrate (gli arbitri non sentivano ragioni) e Middleton finiva per affossare Charlotte con la tripla del 96-102 a 2:25 dalla fine, beffardamente scaricata in faccia a MKG, cuore della difesa.
A 2:06 Charlotte si vedeva poi privata del capitano che in eroico tuffo per recuperare un pallone in attacco finiva per esser colpito da Antetokounmpo al collo.
Rimaneva giù per qualche minuto Kemba, poi tra qualche applausa sportiivo lasciava il campo sulle sue gambe per tornare negli spogliatoi.
A 1:59 dalla fine Charlotte segnava su azione l’ultimo canestro con un assist di Graham per Batum che al mid-range sinistro metteva demntro il -4.
Il finale però era tutto per i Bucks che approfittavano dell’assenza di un Kemba in realtà non entrato bene nell’ultimo quarto.
Batum sbagliuava una tripla, Graham 2 FT su 3 sotto 98-106 e Miami vincendo su Cleveland completava il sorpasso in classifica di mezza gara.
Poco male per gli Hornets che hanno accusato la solita problematica di gestione della gara anche a causa dell’assenza in serata di Parker ottenendo un veloce collasso a fronte alla mancanza di un vero attacco nell’ultimo quarto.
Per Charlotte ora da non fallire sarà la gara contro New York all’Alveare martedì notte (rivincita di quella incredibile persa al supplementare con la serie ull’1-1) mentre Miami la notte precedente andrà a giocarsela proprio nella Grande Mela contro i Knicks che faranno quindi ipotetico ago della bilancia oltre ad arrivare in back to back a Charlotte…
:
Pagelle
Kemba Walker: 5,5
10 pt., 8 rimbalzi, 5 assist, 2. Insufficiente in attacco dove il 3/12 con un 1/4 da uori la dice lunga sulla sua serata che cala nell’ultimo quarto quando inizia con una tripla sbagkliata invece di prender la mira da più vicino per poi passare a segnare il canestro del nostro ultimo sorpasso ma sbagliar troppo ancora. In difesa fa una grande partita sottraendo al volo ad Antetokounmpo un pallone che stava alzando per schiacciare e stoppando da dietro in aiuto a MKG, Hill sul finire del secondo quarto, subisce uno sfondamento epico ed è atrtivo anche influenzando diversi tiri. In attacco nel terzo quarto mette lo zampino per la tripla di Lamb e mette la tripla personale allargandosi sul passaggio di ritorno di Marvin con un open pick and pop che porta sul +10 Charlotte. A 2:02 gettandosi su un rimbalzo offensivo viene colpito al collo e rimane giù circa tre minuti. Si rialza senza barella ma va a chiuder la gara negli spogliatoi.
Jeremy Lamb: 5
16 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 5/18 al tiro con un finale freddissimo che penalizza Charlotte a parte la protesta su na sua entrata sembra andar fuori misura e in difesa a parte rimbalzi e posizione non sembra rapido nel reagire come quando si fa passare dall’attaccante con un semplice cambio di direzione, attaccante che poi va dentro a metter due punti nonostante Biz in aiuto. A parte una buona sequenza ai liberi, aggiunge un anticupo sull’errore di MKG dalla lunetta che rovina con uno 0/2 che testimonia una mano nettuniana…
Nicolas Batum: 6,5
19 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. 7/15 dal campo con 4/11 da tre. A 9:46 del terzo periodo sgancia l’ultima tripla della sua partita. Nel finale non riesce più a rendersi utile da fuori anche se segna l’ultimo canestro su azione di Charlotte a 1:59 dalla fine sfruttando l’assist di Graham con un jumper dalla baseline sinistra ma fallisce qualche occasione di troppo dimostrando di non essere un primo violino nel finale. Partita però buona, piglio deciso, tira senza paura e a ricciolo va dal lato destro dentro percorrendo la linea di fondo lasciando indietro Lopez che lo vede chiudere in plastico sottomano. Redivivo, speriamo continui come nei primi tre quarti meglio assistito…
Marvin Williams: 6,5
13 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. L’impegno c’è, la presenza a rimbalzo anche e in attacco chiude con un 5/9 dal campo. Buona la mattonella dal corner sinistro (ottima da sinistra sempre la bomba per il 17-15 in faccia a Wilson) ma manca un tiro importante in un momento decisivo dimostrandosi poco freddo ancora una volta. Nel finale anche lui si eclissa. Se giocano lui e MKG senza centro dietro diventa un problema.
Bismack Biyombo: 6
6 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. Rimbalzi granitici con fisico e cm per andar su in verticale a tagliar fuori qualsiasi tipo d’intervento a rimbalzo dei locali. Si sente quando non è in campo anche se in attacco non è un top scorer. A parte un blocco offensivo visto dalla terna come falloso nel secondo tempo segna con un fade-away dalla linea in uno contro uno e con un hook da sotto a sX di pregevole fattura. 3/3 dal campo e +6 di plus/minus.
Malik Monk: 4,5
0 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 0/5 al tiro. Non solo sbaglia tutti i tiri (tra jumper e floater) ma sembra morsicato da una tarantola che lo fa ballare la Taranta più che giocare a basket con due sfondamenti netti in attacco su Ilyasova. Dovrebbe esser l’arma in più ma è quella in meno attualmente. Problema di ritmi e testa. Meglio prendersi una stoppata che guidare a fari spenti nella notte a folle velocità rischiando l’incidente.
Michael Kidd-Gilchrist: 7
16 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Gioca alla grande tra attacco e difesa battagliando su ogni pallone.Prende ben 4 rimbalzi offensivi e anche se in lunetta fa solo 4/7 dovuto anche alla stanchezza, in difesa, specialmente nel terzo quarto è micidiale. Recupera una palla sullo scivolone dell’attaccante buttandosi a terra e strappandola ma alza bandiera bianca a 6:49 dalla fine quando non ne ha più e Brogdon lo passa segnando in reverse layup.
Miles Bridges: 6
4 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Solo 4 punti con un 2/8 dal campo e triple corte da fuori (0/3). Il 2/8 non è buono considerando anche che i 4 pt. li fa da pochi cm dal canestro con l’alley-oop offerto da Graham e con la solita incredibile dinamitarda e dirompente schiacciata, questa volta spuntando da destra (direzione opposta a quella della tripla di Walker mancata e allungata da ferro e tabella) per non esser tagliato fuori da nessun ma per schiacciare una memorabile jam che fa saltare in aria la panchina. Episodi che generano entusiasmo (il 6 è tirato per questo motivo) ma per il resto in attacco deve crescere ancora per essere un valido supposrto per la squadra… Si salva anche per un paio di rimbalzi offensivi e 4 difensivi in una serata dove per qualche secondo non raggiunge i 19 minuti.
Willy Hernangomez: 6
7 pt., 3 rimbalzi. Da un tap-out di MKG mette dentro nell’ultimo quarto subito due puntima la sua palla persa in palleggio nell’ultimo quarto segna l’inizio della fine. Come un avvoltoio nel primo quarto reupera da un erroe offensivo e mette dentro altri due punti in solitaria. Stesso voto di Biz anche se il congolese vincerebbe ai punti. Senza centro Charlotte magari gioca bene in attacco ma si perde in difesa.
Devonte’ Graham: 5,5
8 pt., 1 rimbalzo, 2 assist. Un bell’assist per Batum nel finale e una resistenza appena accennata in uno contro tre su un fast break di Milwaukee. Assist semplice ma preciso in transizione per Bridges con un personale 3/6 al tiro ma due palloni persi e un -11 di plus/minus come MKG e M. Williams. Ha l’opportunità di giocare 21:13 perché non c’è Parker ma ovviamente non può sostituirlo per qualità e il rientro di Milwaukee probabilmente è più dovuto alla non presenza di parker che a un’eventuale inadeguatezza di graham che in difesa non c’è moltissimo ma in attacco è sufficiente.
Coach James Borrego: 6
La squadra gioca bene con convinzione per tre quarti. “Prolunga” un po’ troppo la presenza della panchina in campo nell’ultimo quarto. Sarebbe servito un rientro anticipato dai titolari rispetto alla solita media essendo la squadra in difficoltà dal punto di vista offensivo. Disegna un buon box che chiude spesse volte ai Bucks la via del canestro o inficia gli appoggi riuscendo anche a salvarsi fortunosamente un paio di volte a difesa battuta trovando anche nel primo tempo la serata storta dei Bucks da fuori. Non convince nemmeno la non presenza di un centro in un tratto dell’ultimo quarto con MKG e Williams sul parquet. Se in attacco per un po’ la squadra trova soluzioni rapide dovute alle caratteristiche dei giocatori e in difesa usa le stesse armi a lungo la soluzione non regge agli adattamenti delle controparti.
Quando
si va a Memphis viene in mente per forza di cose l’icona legata a
Memphis, ovvero Elvis Presley, una figura iconica che ha oltrepassato
il cantante giungendo sino al mito terreno.
Rock
and roll e aura di popolarità mondiale, figura ispiratrice per molti
cantanti dell’epoca, pochi magari sanno che sopravvive alla nascita
mentre il gemello Jessie. Infanzia povera ma con un rapporto molto
affettuoso con i genitori, sino alla morte del padre.
Sottovalutato
e malvisto dai compagni a causa del suo look dalle lunghe basette e
dai capelli fluenti raccolti e scolpiti dalla brillantina non sarà
più sottovalutato quando alla Sun Records incise più per personale
voglia e gioco un disco, giacché alla Sun Record lo si poteva fare
sborsando una cifra irrisoria ma quando per caso il proprietario Sam
Phillips l’ascoltò partì la sua carriera.
Oggi però voglio semplicemente fare un trait d’union con un post notato sulla pagina di Bring Back The Buzz che chiedeva quale giocatore di Charlotte all-time sia stato il più sottovalutato.
C’è da dire che a Memphis, Charlotte va piuttosto bene di recente con un record positivo anche tra Bobcats e Hornets.
Non so dire se come detto da qualcuno sia stato Eddie Jines, forse PJ Brown, passndo magari dall’ex Milano Lee Nailon ma nel campo musicale penso sia stata sottovalutata la particolare carriera di Lamya (cantante omanita cresciuta in Kenya passando poi per Egitto e U.K.), una delle più belle voci femminili mai ascoltate dal mio punto di vista sicuramente non è stata affine alle sue potenzialità, anche perché sfortunatamente ci ha lasciato prematuramente all’età di 35 anni l’8 gennaio 2009.
Dunque ecco un omaggio, qui insieme ai Duran Duran che gli lasciano campo per un finale da urlo…
La partita in breve
Memphis arrivava da un momento di
difficoltà notevole dopo il buon avvio di stagione.
Sei sconfitte consecutive per la
squadra di Bickerstaff non promettevano molto di buono ma l’orgoglio
di Gasol e compagni portavano a un buon avvio per i Grizzlies che in
un momento dove le squadre al tiro si mostravano poco brillanti
pescavano un paio di triple in serie (la prima del neo arrivato J.
Holiday, ex Bulls, la seconda di Gasol) per portarsi sull’8-16.
Charlotte finiva sotto ma non come
undone fino a slegarsi/sciogliersi e reagiva bene con due triple (una
di Batum e una di Kemba rispettivamente da corner destro e sinistro)
a ridurre lo scarto già sul -2.
Gli Hornets chiudevano avanti di un
punto (23-22) il primo quarto prendendo beneficio dalla panchina che
continuava bene anche nel secondo periodo.
Una stoppata di Willy su Jackson con un
sottomano di Walker facevano correre Charlotte sul 42-28…
Nonostante i problemi precoci di falli
la squadra di Bickerstaff reagiva venendo però allontanata da Lamb
che a 1:47 per la terza volta in partita risolveva brillantemente ai
quasi 24 l’azione offensiva di Charlotte per il 56-47.
Il team di Conley però chiudeva bene
sino all’intervallo con un 2-7 di parziale per il 58-54
all’intervallo.
In avvio ripresa era però Charlotte a
giocare meglio arrivando a quasi metà tempo con la tripla di Batum
(6:15) a toccare il +16 (75-60).
Lamb, insaccando due FT a 4 secondi
dalla terza luce rossa realizzava l’86-76.
Una decina di punti di scarto che gli
Hornets conservavano nell’ultimo quarto quando prima Parker si
mostrava micidiale nei rapidi pullup, poi con Walker che, fermo a
quota 10, alzava rapidamente il proprio score tra penetrazioni e un
paio di triple che i giocatori medio/lunghi di Memphis non riuscivano
a bloccare.
Il margine rimaneva sostanzialmente
sempre quello con gli Hornets a vincere una partita mostrando anche
un buon gioco corale mentre Memphis è stata sostenuta in attacco
specialmente da Conley e le sue entrate.
Per il play 31 punti mentre la spalla
Gasol ha disputato una buona gara con 22 pt. e 17 rimbalzi, 15 pt.
per Jaren Jackson Jr., 14 per JaMychal Green e 10 per Justin Holiday.
Per Charlotte un fattore chiave è stato il tiro con il 53,2% dal campo contro il 46,9% (in particolare il 40% di Charlotte contro il 29% di Memphis da oltre l’arco è stato importante contro un team che fatica a segnare) mentre molte altre statistiche sono rimaste quasi in parità (rimbalzi, assist, TO, FT realizzati)…
La sconfitta casalinga di Miami nella note contro i Clippers con la W di Charlotte poi riporta in testa alla Division la squadra di Borrego mentre i Nets battono Orlando, i Pelicans cedono contro i Pistons e Indiana pur battendo Toronto perde Oladipo per quello che pare essere un serio infortunio…
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Partenza pessima per entrambe le
squadre al tiro con gli Hornets primi a passare in vantaggio quando
un floater fade-away in corsa di Lamb superava Jackson Jr. e
s’insaccava nella retina ma a stretto giro di posta Temple tagliava
la difesa degli Hornets per andare a depositare il pari.
Tanti errori e un 2/2 di Biz dalla
lunetta a 9:22 (fallo di Jackson) che a 8:40 usciva per il secondo
fallo commesso (il giocatore di J.B,. Bickerstaff guida la classifica
NBA per falli commessi) e dopo una serie di errori da parte delle due
squadre Green pareggiava.
Memphis continuava ad attaccare da
sotto con il terzo tempo di Conley chiuso con l’appoggio a destra del
ferro contro Lamb, quindi a 6:57, dopo la partenza da fuori dalla
diagonale destra arrivava anche la schiacciata di Green che superando
Marvin, Nicolas e Jeremy portava sul 4-8 la gara.
Time-out di Charlotte che beneficiava
di un FT jumper buono (6:33) di Lamb quasi al limite dei 24 con due
difensori addosso in salto.
Il movimento palla di Memphis portava
Green ad alzarsi a pochi cm dal canestro, Biz toccava palla ma la
sfera finiva dentro regalando il 2-10 di parziale in area per i
plantigradi.
A 5:20 Kemba con un lungo due punti
frontale faceva rimanere in scia i calabroni che tuttavia accusavano
un doppio colpo nel cambio di strategia della squadra del Tennessee
abile a segnare due tre punti, il primo con Holiday dall’angolo
sinistro e poi a 4:33 con Gasol per il 2/4 Grizzlies da fuori a
mandare al doppiaggio la squadra locale (8-16)…
Gli Hornets rischiavano di sciogliersi
(come undone) ma dopo lo 0/6 iniziale da oltre l’arco, ecco arrivare
la tripla da destra con lo scambio da rimessa dal fondo
Batum-MKG-Batum con il n°14 che restituiva al francese bravo ad
andare in angolo a schermarsi per la tripla da destra, poi Parker
pescava Walker nel corner opposto per la tripla del 14-16…
A 3:32 per un fallo di Willy nel
duello iberico tra centri, lo spagnolo di casa andava a bersaglio con
un turnaround da appena fuori area ma i suoi incassavano a 3:09 una
tripla senza esitazioni di un aggressivo Batum (17-18).
Ancora Gasol con due FT per il +4 dei
locali provava a far decollare i suoi ma Willy in area metteva dentro
a una mano con l’alzata rapida su assist di Parker che a :50.8 su una
second chance (rimbalzo offensivo di MKG) metteva dentro dal mid
range il 21-20.
Arrivava quindi a 28 secondi dalla fine
il canestro di Monk restituito da Casspi che si faceva prima stoppare
in corsa da sotto da Batum ma sulla palla rimasta lì riusciva in
gancio a battere il francese per il 23-22 a chiudere i primi 12
minuti.
2° quarto:
Parker
inaugurava il periodo con un 2/2 dalla lunetta a 11:42 mentre Monk in
movimento si alzava sopra Mack per il passaggio verso la baseline
sinistra dove operava Willy che a sua volta in movimento verso
canestro appoggiava oltre Green guadagnando anche il libero
addizionale che sarà trasformato per il 28-22.
Dopo
due punti Memphis arrivava un time-out a 10:53 dopo la realizzazione
di Parker schermato in partenza da Willy e poi da MKG in area per
andare di destro al sottomano facile.
Miles
segnava altri due punti mentre su un rimbalzo offensivo Willy era
colpito involontariamente da Mack al volto.
La
panchina di Charlotte si rendeva protagonista anche quando a 9:57 MKG
andava in schiacciata corta.
C’era
però il fallo subito e anche se momentaneamente si portava a casa
solo un punto ai liberi e in difesa si veniva colpiti a 9:44 da una
tripla di Conley con ampio spazio concessogli, il floater di Parker
continuava a far lievitare il punteggio ospite.
Parker
però rimaneva giù mentre l’azione si sviluppava sull’altro lato
dove gli Hornets si arrangiavano con un fallo.
A
9:20 Green in lunetta segnava solo un libero ma Memphis recuperava il
rimbalzo sull’errore al secondo tiro e dopo un air-ball su una palla
a due tra MKG e lo stesso Green aveva ancora una possibilità non
sfruttata da Conley mentre la spinta a due mani sulla schiena di MKG
da parte di Green portava già incredibilmente gli Hornets in lunetta
a 9:06 grazie al bonus.
Questa
volta arrivava un 2/3 per la nostra ala che faceva volare i Calabroni
sul 37-28 mentre con un deep 3 dalla diagonale sinistra Monk riusciva
a far toccare ai nostri quota 40 (8:41)…
I
tentativi di scambio posizioni e palla dei Grizzlies in attacco erano
ben contenuti dalla coppia Bridges/Monk che favoriva una palla
recuperata ma subito ripersa sulla quale Willy ci metteva una pezza
in stoppata su Jackson favorendo l’appoggio di Walker per il 42-28.
A
7:48 era ancora Conley a sostenere l’offesa dei locali con altri 3
punti e gli Hornets in attacco sbagliavano il primo tiro del quarto
con Williams dopo un 6/6 di squadra.
Jackson
ne aggiungeva due ma sull’altro fronte Willy, spalle a canestro si
girava sulla sinistra e allontanandosi da Gasol faceva partire di
sinistro un gancetto in stile Kareem esteticamente bello da vedere
per due punti preziosi.
Malik
con un buon allungo layup in uno contro uno faceva correre gli
Hornets sul 46-33 ma Jackson sfruttando l’angolo sinistro riportava
sul -10 i locali che dopo una tripla di Gasol tornavano sul -5 a 5:20
(46-41).
Gasol
continuava anche dopo il time-out chiesto da Borrego con un tiro che
era aiutato dal primo ferro ma Batum con partenza a ricciolo da fuori
si spingeva dentro sino al boom della schiacciata a una mano con la
quale posterizzava un Temple troppo piantato in area.
Hornets
che rinunciavano al tiro da tre con Marvin ma che facendo girar palla
intelligentemente sul perimetro ritrovavano il nostro numero due
nell’angolo sinistro liberissimo pescato dal last pass di Lamb bravo
ad allungare per lo splash del compagno (52-41).
Holiday
ne metteva dentro due, Kemba uno a 3:10 (pressione in avanzamento
fallosa di Temple sul capitano in palleggio) mentre Williams in
raddoppio rapido su Gasol toglieva palla al centro europeo mentre in
attacco Lamb puniva il raddoppio su di lui con un passaggio
schiacciato che lanciava Biyombo verso canestro in schiacciata per il
54-45.
Due
tiri liberi di Jackson finivano dentro ma Lamb a 1:47 per la terza
volta risolveva intorno ai 24 su una palla che gli capitava per caso
in zona medio raggio.
Il finale però era quasi tutto di marca dei plantigradi che colpivano con Temple intervallati dal floater di Williams su assist di Batum prima di tornare a segnare con Conley dalla lunetta e con lo stesso giocatore in appoggio al vetro per il 58-54 a chiudere il primo tempo sul 58-54.
Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) shoots between Memphis Grizzlies guard Mike Conley (11) and center Marc Gasol in the first half of an NBA basketball game, Wednesday, Jan. 23, 2019, in Memphis, Tenn. (AP Photo/Brandon Dill)
3° quarto:
Charlotte
partiva con il solito fallo subito.
Questa
volta era Temple a commetter fallo su un Biz inusualmente lanciato in
corsa solitaria.
Il
centro congolese segnava solamente il primo libero ma Kemba
trovandosi spazio dal mid-range allungava comunque su Memphis a 10:15
mentre i locali non riuscivano a segnare con Gasol ben contenuto
sotto dall’aiuto di Williams che sviluppava in questa fase un’ottima
difesa mostrata anche su Jackson poco dopo.
Dall’altra parte Kemba arrestava sul fondo la sua corsa raddoppiato da Green trovando anche il varco per l’arrivo a rimorchio di Batum in schiacciata morbida a 9:15. Charlotte cercava di prendere il largo quando l’appoggio di Lamb con la destra arrivava contemporaneamente al fallo subito sulla decisa entrata.
Gioco
da tre punti che a 8:48 issava sul 66-54 Charlotte (altro fallo di
Jackson).
Marvin
da tre dall’angolo sinistro dimostrava d’aver dimenticato la
partitaccia a Indy, quindi arrivavano finalmente i primi due punti
del secondo tempo anche da parte di Memphis con la dunk di Green con
Holiday che a 7:25 (poco dopo) raddoppiava con un pullup da sinistra
provando ad aprire un parziale subito chiuso da Lamb in risposta con
una tripla (72-58).
Conley
con l’entrata iniziava a essere una ancora più consistentemente
spina nel fianco di Charlotte che comunque infilando una tripla
auto-prodotta da Batum (passando il blocco di Kemba) volava a 6:15
sul 75-60.
Gasol
andava oltre Biz ma a $:48 Batum segnava da tre sul blocco di Biz.
Nulla
da fare: fallo chiamato prima e comunque un 2/2 per il transalpino
dalla lunetta che a 4:48 faceva tornare sul +15 i nostri.
Memphis
riduceva di tre lo svantaggio ma Batum da sinistra su uno scarico
rapido di Walker colpiva con un catch n’shoot da tre punti (82-67)
prima che a 1:15 Willy da sotto insieme a MKG si arrangiassero u un
Gasol che si arrangiava con un circus shot acrobatico che valeva
anche il terzo punto dalla lunetta a 1:15 (83-72).
A
:32.9 Parker con una finta sulla sinistra si procurava due FT dopo il
contatto con Gasol portandoci sul +10 (84-74) dopo l’1/2.
Gasol
con il jumper frontale dava speranze ai suoi giunti al -8 e sulla
rimessa Charlotte rischiava la persa quindi sulla nuova rimessa
andava in difficoltà rischiando i 5 secondi con Borrego bravo a
chiamare il time-out per evitare di regalar palla a :15.2 dalla
terza sirena.
Lamb in entrata era “bumped” da Green in netta spinta che allontanava Lamb sul tiro rilasciato sull’inerzia e nonostante le proteste del difensore arrivavano due tiri liberi per il nostro numero 3 che piombava il risultato parziale sull’86-76.
Biyombo prova a tenere Marc Gasol.
Foto: Justin Ford-USA TODAY Sports
4° quarto:
Arrivavano subito due punti per Memphis
mentre ancora una volta Charlotte partiva con le marcature grazie a
un fallo subito, concessione di un Green al quinto fallo che si
arrangiava su un tiro di un MKG ondeggiante in avvicinamento.
Green dall’altra parte non la metteva
sulla chiusura di MKG mentre Parker dalla sua mattonella (diagonale
sinistra a medio raggio) era micidiale per infilare il 90-78.
Un fallo da dietro di Willy su Jackson
(2/2 dalla linea) e una stoppata in ascesa di Green sullo stesso
Willy unitamente a un’azione offensiva portata da Conley che gli
consentiva di raccogliere un 2/2 dalla lunetta a 9:38 portavano
nuovamente a -8 la squadra di J.B. Staffiere (90-82). Parker a
9:23 ci riprovava da qualche passo indietro rispetto il tiro
precedente ma la soluzione era ancora ottimale…
Arrivava il botta e risposta intorno
alla decina di punti quindi: Green da sotto con un 2/2 ai liberi
dopo aver ricevuto il lob e aver subito fallo, a 8:49 era un pullup a
gambe larghe di Monk bravo a elevarsi su Conley a finir dentro mentre
Tony a 8:28 con un altro great jumper (questa volta da leggera
posizione di destra) realizzava il 96-84 prima di due punti di
Jackson, un’entrata di Kemba off-balance con arcobaleno di Walker
sopra il difensore e 4 punti consecutivi di Conley per il 98-90 a
6:38.
Due punti guadagnati da Kemba guidando
nel traffico con appoggio da sinistra difficile per angolazione e
spazio erano replicati dalla parte opposta ma a 6:02 arrivava un tre
punti “critico” realizzato da Williams dal corner sinistro per il
103-92.
Gasol e Marvin mancavano quindi due
triple ma il centro spagnolo della squadra in maglia bianca
realizzava un lungo jumper da due, tuttavia i locali non si
avvicinavano per ché Kemba con l’eurostep passava Temple e Holiday
vedendo la sfera arrampicarsi sul ferro e varcare la retina.
Conley era un problema irrisolto in
difesa e segnando dalla linea dimostrava di non voler cedere.
Kemba però, dopo tre quarti cheti
andava a infilare una tripla con lo step-back rapido. Green su un
blocco con Kemba in possesso di palla finiva fuori per l’ultimo fallo
(4:20) mentre sull’azione seguente Kemba lasciava Temple (suo
marcatore) per andare a tirare dalla diagonale sinistra dove in
uscita provava a bloccarlo il n°13 ma ancora una volta il capitano
rilasciava un dardo micidiale avvelenato che valeva il 111-98.
La risposta di Holiday da tre valeva
poco perché Biz andava a metter dentro da sotto contro Gasol che lo
colpiva preventivamente con una manata non fermando però l’alzata
del congolese che resisteva segnando sebbene a 3:29 mancasse il FT
assegnatogli.
Nel finale gli Hornets conservavano con alcuni tiri liberi di Lamb fino a giungere al finale tranquillamente vittoriosi (118-107)…
Pagelle
Kemba Walker: 8
22 pt., 2 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate,. Tre quuarti dove sembra tranquillo arrivando solamente a 9 punti ma smazzando diversi buoni assist come quello per la tripla da sinistra di Batum sulla sua drive o sul rimorchio del francese trovando spazio dalla linea di fondo oltre il raddoppio. Nell’ultimo quarto si scatena con 13 punti tra due triple assurde consecutive con step back la prima e in faccia al marcatore (lungo) in rotazione la seconda. Rotazione che usa anche per far arrampicare un paio di palloni oltre il ferro su entrate non semplici. Se non è clutch sul tiro decisivo è il giocatore che spinge di più a livello di punti in tutta la NBA.
Jeremy Lamb: 7,5
17 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. 5/9 dal campo e 6/7 ai liberi risolvendo ai 24 secondi ben tre situazioni un po’ intricate. Meglio in attacco che in difesa dove smista anche in angolo per la tripla di Williams rinunciando al piccolo vantaggio ma poi si fa vedere in entrata con appoggio di destro e solito and one grazie alla resistenza, al coraggio e alla coordinazione. Difetta un po’ del tiro da fuori con un 1/4 ma lancia il missile in una fase di decollo. A rimbalzo difensivo tiene spesso buone posizioni.
Nicolas Batum: 7,5
18 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Ci hanno rimandato l’originale? 4/6 da oltre l’arco tirando senza esitazioni partendo son lo scambio che propone a MKG dalla linea difondo per schermarsi e colpir da tre dall’angolo destro ma va a segno anche su assist di Walker e passando il capitano per un blocco che lo porta a scaricare tre punti dopo essersi presentato in solitaria appena il semicerchio dell’arco. Da ricordare una schiacciata a una mano di forza che posterizza Temple.
Marvin Williams: 7,5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 rubate. 4/11 dal campo ma con tre bombe a orologeria importanti comne quella che esplode dall’angolo sinistro nell’ultimo quarto che contribuisce ad affievolire la resistenza dei locali. Ha un’ottima fase difensiva a inizio ripresa (non è un caso che Charlotte lasci a zero per minuti gli avversari portando un parziale di 11-0 chiuso da una sua tripla) nella quale influenza gli attaccanti avversari, Gasol compreso, anche se non è il suo uomo.
Bismack Biyombo: 6,5
9 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Rimane a secco nelle stoppate, quasi la specialità di casa. La classe e l’eleganza di Gasol trafiggono il congolese e il suo buon senso della posizione tra l’attaccane e il canestro ma si rifà ad esempio nel finale quando sulla sinistra del ferro appoggia subendo il colpo di Gasol per due pt. e tiro libero addizionale. Sfiora la doppia doppia e il 5/7 dalla lunetta per lui è più che accettabile…
Malik Monk: 7
9 pt., 2 rimbalzi, 2 rubate. 4/7 dal campo e nessuna palla persa con una bomba da casa sua e un’entrata con canestro in ricaduta. Bravo insieme a Bridges su un’azione a cambiare sugli attaccanti portandoli poi a far perder palla alla squadra di Bickerstaff.
Michael Kidd-Gilchrist: 6,5
5 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 0/3 da campo (gli viene rovinata una schiacciata con un fallo) ma un buon 5/6 dalla lunetta con una difesa sufficiente.
Miles Bridges: 6,5
2 pt., 1 assist. Gioca solo 4 minuti ma aiuta con il lavoro difensivo a far aumenntare il gap tra i due team. Plus/minus a +13…
Tony Parker: 7,5
17 pt., 3 assist, 1 rubata. Se i difesa un paio di volte paghiamo i cm che gli mancano, in attacco con un 7/11 non solo si riscatta ampiamente ma diviene la solita spina nel fianco nella prima parte di un finale che sostiene senza Walker. Un jumper che dal mid-range sinistro in diagonale è micidiale che estende anche da un po’ più lontano e che riesce a mettere anche dal centro destra. I Grizzlies non ci credono… io sì ma solo perché l’ho già vista questa magnetica precisione, questo filo sottile e invisibile che lega il rilascio di Tony al cotone delle maglie della retina. Dalla retina degli occhi alla retina del canestro il passo è breve e concreto. Una sola palla persa con un +14 di plus/minus…
Willy Hernangomez: 7
8 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Inizia bene finendo a un passo dalla doppia doppia. Solito lavoro a rimbalzo, anche in atatcco è efficace. Taglia un’alzata a una mano dal cuore dell’area su uinvito di Parker ma il capolavolo della gara è il canestro alla Kerem-Abdul Jabbar con svitamento a sinistra da spalle a canstro su Gasol che si aspetta gli ruoti intorno mentre lui va a prendersi un piccolo spazio e segna di sinistro con un gancio che ricorda la leggiadria del giocatore dei Lakers. Bella stoppata su Jackson durante la prima rotazione. Non un fattore durante la seconda rotazione con un fallo che porta in lunetta i Grizzlies e una solenne stoppata presa da Green che davanti a lui lo sovrasta per fisico e tempo ma sono un paio di episodi su una buona gara nel complesso.
Coach James Borrego: 7,5
Bella partita di Charlotte che solamente in avvio tentenna un po’ ma si riprende bene e non ha bisogno di grandissimi time-out strategici ma chiama una pausa quando agli Hornets rimangono solo 5 punti di vantaggio dopo una corsa dei Grizzlies e salvca la squadra chiamando ancora il break su una difficoltà in rimessa. I Grizzlies sono una squadra in evidente difficoltà offensiva ma in passato, specialmente fuori dalle mura amiche abbiamo regalato, questa volta no grazie a una prova difensiva attenta e concentrata. Una gara mai in disussione poi nel secondo tempo con il team a trovare le soluzioni offensive migliori fino all’ascesa di Parker e Walker che fanno un po’ da soli spazzando via quasi il gioco di squadra. Anche Batum giganteggia in serata.
Trasferta
impegnativa per gli Hornets a Indianapolis.
Potrebbe
sembrare che non abbiano nulla in comune gli Hornets con la canzone
degli 883 “La Dura Legge del Goal” e la maschera che uso come
immagine di profilo per il blog ma in realtà posso cogliere
l’occasione per spiegare anche che cosa sia quella maschera e perché
decisi di usarla per il blog.
Fondamentalmente
i personaggi mascherati sono abbastanza interessanti, un mio vecchio
“idolo” del catch era Tiger Mask, spettacolare atleta ma non è
per questa similitudine che ho deciso di utilizzarla.
Già
Pirandello inizia a centrare di più il discorso con il suo aforisma:
“Imparerai
a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai molte
maschere e pochi volti”. Frase interessante in una società sempre
più compiaciuta e riflessa nella propria vacua e inconsistente
immagine dove il comportamento spesso è solo ipocrisia di facciata
per quieto vivere, per interesse, per condizionamenti…
Qui
entra in gioco la vecchia canzone degli 883 che recita:
“E’
la dura legge del goal, gli altri segneranno però che spettacolo
quando giochiamo noi, non molliamo mai… loro stanno chiusi ma cosa
importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi”…
la quale non è un tentativo di auto-magnificazione ma antecede il
concetto vero e proprio che è fondamentale per la singola persona ma
soprattutto per gli Hornets, squadra in crisi da trasferta sino alla
vittoria a San Antonio.
Sicuramente
il chiaro messaggio di Pezzali era quello di non farsi condizionare,
di non modificare il proprio carattere e personalità nonostante le
possibili iterazioni negative con controparti pronte a sfruttare le
caratteristiche di chi non usa o usa uno strato sottile di maschera,
a prescindere dal risultato finale.
Messaggio
chiaro per gli Hornets quindi:
Continuare
mentalmente ad avere fiducia e personalità lottando ostinatamente
sino alla fine con le proprie caratteristiche e intelligenza.
Ah
sì… la maschera… la maschera è una contingenza… un dono di
una mia ex amica nipponica e riguarda il personaggio di Kamen Rider,
un insetto (simile a una cavalletta ma anche in generale ad altri
insetti) supereroe che combatte contro umanoidi chiamati kaijin.
Il
colore si adattava benissimo e ricorda anche un calabrone, oltretutto
nella NBA tra tifosi in calzamaglia e dipinti forse ne mancava uno
mascherato…
Kamen Rider fu disegnato da Shotaro Ishinomori che aveva già disegnato la splendida serie di Cyboorg 009, nella realtà esiste anche un asteroide chiamato 12796 Kamenrider…
Il quintetto iniziale degli Hornets prova a caricarsi pochi istanti prima del via della partita.
La partita in breve
Squadra fisica quella dei Pacers e
vittoria ottenuta dalla squadra di McMillan in questo senso,
attraverso la difesa e i TO con i quali costringeva Charlotte durante
la serata.
Eppure i Calabroni tenevano
inizialmente botta ai più quotati avversari.
Purtroppo, nonostante più avanti i
Calabroni provassero a rientrare in gara, la fuga dei Pacers avveniva
già nel primo quarto quando i Calabroni sopra 11-10 incassavano uno
0-10 di parziale finendo sotto 11-20.
Quella decina di punti di margine da difendere risulteranno preziosi per i Pacers che allungavano a dismisura per inerzia colpendo con due triple di Turner (con la maschera di protezione facciale) sino al 16-32 ma nel finale di primo quarto arrivava un controparziale di 10-2 con la tripla di Monk a :01.6 dalla sirena per il 26-34.
Allungava decisamente Indy nel secondo
quarto quando la squadra di Borrego affidatosi troppo al tiro da
fuori affondava sino al -15 (41-56) pareggiando il proprio low season
all’intervallo a causa di uno scellerato 18,8% da fuori (3/16) e a 8
TO contro i 4 dei Pacers.
Nonostante Williams arrivasse a 0/9 dal
campo, per scherzo era proprio lui con l’unico tiro entratogli (1/10)
da fuori a far pervenire Charlotte a quello che sarà il massimo
rientro (56-61 per il -5)…
Indy reagiva immediatamente
riportandosi a 7:06 con l’appoggio di Bogdanovic sul +10 (56-66).
Inaspettatamente nel finale due triple
di Bridges (la seconda a 1:46) ci riportavano a -6 (71-77) ma il
divario saliva quando Oladipo colpiva con classe e Sabonis portava a
casa 4 punti raddoppiando il divario (71-83).
Non rientrava veramente in partita
nell’ultimo quarto Charlotte che dopo il coast to coast pregevole e
difficile di Monk vedeva il nostro numero 1 divenir protagonista in
negativo con un brutto passaggio e una stoppata presa mentre
dall’altra parte Evans portava a casa punti segnando anche il gioco
da tre con l’euro step a 7:11 per chiuder la gara con l’81-97.
21 punti per Oladipo, 19 di Collison,
16 a testa per la coppia Bogdanovic/Sabonis e a chiudere il
“quintetto” in doppia cifra anche Evans con 14.
Una moltitudine di giocatori non da
Al-Star se non Oladipo a rendersi preziosi ed efficienti.
47% dal campo e 51,9% da tre per i
padroni di casa con un 12/12 dalla lunetta e solamente 7 palle perse
con Charlotte troppo sprecona a 16… 40,2% di FG% e 34,3% da tre
oltre un 20-34 negli assist a soffiare a favore di Indiana come altri
fattori determinanti.
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Prima palla a favore dei Pacers ben
sfruttata da Collison che avvantaggiandosi con lo schermo andava
verso il centro per il pullup vincente oltre Lamb, Charlotte andava a
vuoto e la PG avversaria in entrata plastica batteva anche Kemba con
l’appoggio in entrata per lo 0-4.
Hornets imprecisi che sbagliavano un
paio di volte ma Biyombo prima prendeva un rimbalzo offensivo, poi,
sulla stessa azione portava a casa anche un fallo di Turner.
Dalla rimessa nasceva la tripla di Lamb
a 10:05 e dopo il passaggio a vuoto Pacers i Calabroni a 9:35
sorpassavano con l’entrata chiusa di sinistro da Kemba.
Bogdanovic segnava dal mid-range
aggiungendo una dunk in transizione ma mancava l’alley-oop così
sull’altro fronte Lamb realizzava in floater per il riavvicinamento
(7-8).
Collison metteva dentro un altro tiro
ma Kemba rispondeva con una penetrazione chiusa di sinistro a destra
oltre il lungo, inoltre, favorito da Lamb in transizione usava il
corpo e la mano destra per appoggiare difendendosi da Young che non
mollava nel tallonarlo (11-10).
Charlotte però si fermava in attacco
subendo un parziale di 10-0 che allontanava i padroni di casa che a
5:03 segnavano da fuori con Collison finendo a 3:27 con altri tre
punti da oltre l’arco di Turner per l’11-20…
Borrego chiamava il time-out e al
rientro Monk in avvicinamento spezzava il parziale ma non l’allungo
dei Pacers che segnavano con Oladipo un tiro frontale mentre Monk con
un pull-up troppo frenetico mancava il tiro in uno contro uno
regalando a Indy l’attacco durante il quale Sabonis cogliendo il
rimbalzo offensivo favoriva una second chance sfruttata da Joseph con
il tiro pesante.
Kemba rispondeva con un tiro volante da
tre a 1:55 ma Turner da tre punti ne metteva dentro due di fila da
ben oltre la linea, prima frontalmente e pi dalla diagonale sinistra
a 1:18 quando arrivava anche il tecnico contro Kemba che portava
incredibilmente il match rapidamente sul 16-32…
Charlotte nel finale dimezzava lo svantaggio (-16) con un tap-in di Willy sull’errore di Monk, con l’alley-oop di Bridges in transizione (guidata da Monk) a ribaltare la retina, con la finta in area del centro spagnolo che facendo saltare via Sabonis trovava il varco per appoggiare facilmente il 22-34 sino al finale quando prima della rimessa arrivava il secondo fallo negli ultimi due minuti dei Pacers con tiro libero del “Monaco” che chiudeva anche il quarto con la tripla dall’angolo a :01.6 su gentile scarico di Parker per il 26-34 (-8).
Walker ci prova oltre Joseph…
Foto: Brian Spurlock-USA TODAY Sports
2° quarto:
McDermott partiva mancando una tripla
ma in difesa stoppava MKG, i Pacers beneficiavano di una buona difesa
ma anche gli Hornets riuscivano a rubar una palla quando Evans nel
traffico si faceva sottrar palla da Willy e sull’altro lato del campo
arrivava il circus shot da sotto di Parker in caduta che riduceva lo
scarto a sei punti.
Un fuoco di paglia perché dopo due
punti dei Pacers, gli Hornets guadagnavano la lunetta ben tre volte
con MKG (9:59), Parker (9:32) e Williams (7:12) ma ogni volta i
giocatori degli Hornets splittavano mentre dalla parte opposta i
Pacers segnando con regolarità arrivavano al 56% con un piazzato di
Sabonis che prima del già citato ½ di Williams (in bonus dopo
numerosi falli seriali della squadra di McMillan) giungevano sul +13
(32-45).
Per Charlotte tonava in campo lo
starting five sul -12 ma le cose non miglioravano, le distanze
rimanevano pressoché invariate con i primi due punti di Batum per il
35-47 ma dopo qualche errore da fuori ancora Charlotte scendeva a
3/16 da fuori contro il 7/14 avversario mentre Collison
accontentandosi di un tiro da due punti portava i locali sul +15
(39-54).
Non succedeva molto nel finale a
livello di marcature con due punti di Young intervallati da una
gomitata di Batum che in palleggio mandava il gomito sinistro sul
naso di Bogdanovic con conseguente possesso di palla perso ma a
:37.3 era MKG a metter dentro un semigancio dopo uno spin in area che
non batteva Young ma lo frastornava per quei decimi di secondo per
l’alzata al vetro.
41-56 con gli Hornets ancora
lontanissimi e una sensazione negativa per un attacco soffocato dalla
difesa avversaria e un tiro troppo impreciso già dalle fondamenta,
mal selezionato…
4 a 8 TO, 18,8% da tre punti contro il 43,8% con un complessivo 36,4% al tiro contro il 45,1% e un 8-16 negli assist a dire il perché del largo vantaggio per la squadra dell’ex Sonics…
Jeremy Lamb contro Myles Turner (9 pt. e 16 rimbalzi per il centro, “mascherato”…
Foto: Brian Spurlock-USA TODAY Sports
3° quarto:
Partiva
bene la formazione di Borrego ottenendo due FT con Kemba a 11:18
anche se il capitano ne metteva solamente uno, tuttavia dopo
l’ennesimo errore/orrore di Williams Biz allungava il tap-out per
Kemba che girando palla trovava Lamb sulla diagonale sinistra, finta
di apertura in angolo e tripla per il -9.
A
10:29 il fallo in salto di Biz sul tiro di Oladipo riconsegnava un
vantaggio di 13 punti a Indy (45-58) ma Biz 12 secondi più tardi
guadagnava e affondava due liberi, Kemba da sinistra passava a Marvin
in diagonale un pallone che sfuggiva anche per la pressione del
difensore ma si allungava dietro le spalle di tutti dove Biyombo
raccoglieva a destra del canestro per due punti facili.
Oladipo
a 9:20 segnava da tre
Williams
mancava il nono tiro (0/9 e 0/6 da tre) ma Kemba con un catch n’shoot
da sinistra “rimediava” all’errore del compagno su un’azione
seguente e su un’entrata con contrasto minimo di Batum fermo sotto
canestro Bogdanovic dopo l’errore si prendeva un tecnico chiedendo
con vibranti proteste il fallo del francese.
Dopo
il tecnico finalmente arrivava una tripla da parte di Marvin
Williams che dall’angolo sinistro mandava la partita sul -5 (56-61)
ma la difesa degli Hornets era sfortunata perché costringeva
all’errore da sotto sulla stessa azione i Pacers che recuperavano
palla e colpivano da tre dalla diagonale destra con Collison.
Attacco
a vuoto di Charlotte e appoggio in transizione di Bogdanovic per
ripristinare la doppia cifra di vantaggio (56-66)…
L’elastico
intorno alla decina di punti era mantenuto da un arresto di Lamb che
si distanziava dal difensore per metter dentro il -8 e MKG dal
corner destro, servito dallo stesso Lamb, colpendo da tre punti
aiutava Charlotte a rosicchiare un altro punticino (61-68).
MKG
purtroppo però subiva il piazzato di Bogdanovic andando in attacco a
commetter sfondamento sullo stesso avversario.
A
3:49 Kemba piazzava due liberi ma Oladipo in fade-away dalla media
distanza e Collison in transizione da tre punti frustravano Charlotte
riportandola sul -12 (63-75).
Hornets
che provavano a rientrare ancora con un 2/3 di Batum dalla lunetta a
2:52 (bravo a crearsi il contatto con Oladipo) riuscendo poi a
sfruttare due tiri da fuori consecutivi di Bridges che a 1:46
guardando il tabellone vedeva segnare il -6 (71-77).
Purtroppo
Oladipo da sinistra metteva dentro il jumper nonostante la big
defense di Miles e dopo l’errore di Willy dal post basso sx arrivava
anche l’elegante e utile swooping hook di Sabonis a batter il centro
spagnolo.
-10
che a 4 secondi dalla fine diveniva un -12 per il fallo di
Hernangomez in chiusura sul pick and roll per Sabonis.
71-83
a -12 dalla fine…
4° quarto:
Partiva
male l’ultimo quarto con Charlotte che si vedeva chiamare contro un
fallo di Monk per leggera spinta alla schiena su Sabonis impegnato a
rimbalzo.
Borrego
protestava giustamente visti altri interventi simili sulla quale la
terna aveva sorvolato (vedi spinta di Collison a Parker sul tiro
oltre la sirena del terzo quarto) prendendosi il tecnico.
A
11:21 arrivava la chiamata contro MKG per un altro fallo con il
possesso nelle mani di Indy ancora ma Monk riusciva a recuperar pala
a Joseph andando in transizione due contro una, ignorando il
passaggio per Walker puntando con il terzo tempo e finta dietro la
schiena in partenza per un tiro difficile in corsa che finiva dentro
e che dava anche un libero del quale però Malik non sapeva cogliere
il frutto.
Sabonis
da sotto e Kemba (10:28) da tre ristabilivano quei maledetti 10 punti
di gap persi con il parziale nel primo quarto.
Il
settimo turnover dei gialloblu non era sfruttato da Monk che tirava
da tre in maniera imprecisa.
Evans
in coast to coast segnava il 76-90 ma il capitano della squadra di MJ
con una piccola esitazione superava Joseph con l’entrata flash in
appoggio per il 79-90.
Purtroppo
era ancora Monk con un bad pass a far volare la transizione dei
Pacers con Evans a ringraziare per i due punti in fuga.
Il
runner di Marvin era seguito da due punti di Evans che faceva la
differenza…
Monk
era stoppato divenendo protagonista negativo in un momento cruciale,
dall’altra parte euro step in uno contro uno travolgente di Evans su
Kemba per due punti in fing and roll e l’and one realizzato a 7:11
quando si chiudeva de facto il match ormai sull’81-97.
Marvin
a 6:29 segnava da tre l’84-99 quando ormai non ce n’era più bisogno
e i Pacers arrivavano per inerzia sul +20 allungando nel finale oltre
il dovuto per la loro meritata vittoria ottenuta giocando fisicamente
e con convinzione.
Finiva 95-120 con Charlotte che avrà la prossima sfida a Memphis, campo che negli ulitimi anni ha portato bene ma ogni volta è una nuova storia e dopo questa caduta che interrompe la serie di tre vittorie bisognerà lottare per rialzarsi ancora una volta.
Pagelle
Kemba Walker: 6,5
23 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata,
1 stoppata. 8/18 al tiro. Più le tre palle perse pesano rispetto a
qualche tiro preso da fuori e mancato nel frustrante finale. Una
partita normale per uno come lui che riesce anche a infilarsi nelle
maglie di una fisica Indiana, oltre i lunghi o i piccoli. Buona
serata anche come uomo assist.
Jeremy Lamb: 5
10 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1
stoppata. 4/13 con poco attacco sino in fondo. Serata storta per
Jeremy che aggiunge tre palle perse, una portatagli via da Collison
quando dopo un rimbalzo difensivo alza le braccia sotto canestro ma
non si avvede dell’intervento del n°2 avversario.
Nicolas Batum: 5,5
6 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata,
1 stoppata. Una difesa a tratti accettabile, nel secondo quarto
Oladipo ben pressato non ci prova nemmeno, manda Bogdanovic in tilt
tenendo la posizione a braccia alzate e provando a prender palla. Le
proteste dell’avversario ci regalano un libero per il tecnico e
riesce a prendersi anche 3 FT forzando con il pump fake su Oladipo.
Manca in attacco dove segna un solo canestro su 4 tentativi con i
primi due punti ottenuti nel secondo quarto.
Marvin Williams: 4
9 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1
stoppata. 3/13 al tiro ma 1/10 quando serve con partenza 0/9 e 0/6 da
tre prima di affondare una tripla dall’angolo sinistro che
ironicamente segnerà il maggior rientro di Charlotte sino al -5
(56-61). Nel finale compie buone difese, specialmente su Sabonis ben
tenuto fisicamente ma è tardi ormai…
Bismack Biyombo: 6,5
10 pt., 12 rimbalzi, 1 stoppata. 24:01
in campo con 3/5 e 4/5 dalla lunetta. Doppia doppia per Biz che se
non è dominante mostra comunque progressi giocando meglio di Willy.
Una buona stoppata in aiuto e limita i falli a due tenendo dietro.
Malik Monk: 5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate.
4/9 dl campo con 2/3 da fuori. Luci e ombre. Buona fine primo quarto,
qualche canestro interessante ma troppa frenesia e palle perse letali
come quella nell’ultimo quarto che spegne Charlotte sull’ultimo
tentativo di rientro. I numeri non sono male e lo sforzo c’è ma si
prende alcuni tiri in evidente fuori ritmo 1 vs 1 (anche stasera uno
nel primo tempo) cadendo all’indietro che vanno ben lontani dal
bersaglio.
Michael Kidd-Gilchrist: 5
7 pt., 2 rimbalzi. 2/4 dal campo. Bella
tripla dall’angolo destro e record numerico di triple stagionali
della sua carriera ma sulle due azioni successive subisce il jumper
di Bodganovic e va a far fallo in attacco spingendo via l’avversario.
Abbastanza frustrante per lui la serata anche se ricordo lo spin e il
semigancio contro Young dal cuore del pitturato per due punti di
plexiglass. -9 di plus/minus.
Miles Bridges: 6,5
8 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Buon
secondo tempo per Miles che prende sì un -15 e si fa portar via un
pallone troppo facilmente ma mette due bombe consecutive sul finire
del terzo quarto che sono sostanzialmente l’ultimo speranzoso
riavvicinamento della squadra (-6). Ci prova contro Oladipo che lo
infila dalla sinistra nonostante una buona difesa. 14:31 in campo.
Tony Parker: 5,5
5 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Una palla
persa chiamatagli sull’arresto in entrata da sinistra. Per il resto
prova a entrare e a metter dentro punti, specialmente durante la
prima ondata di cambi. Splitta dalla lunetta, ancora stroppo
scostante a gioco fermo. Buono l’assist scaricando in entrata
nell’angolo destro per la tripla di Monk al quali tramonto del primo
quarto.
Willy Hernangomez: 5
6 pt., 3 rimbalzi. -6. Aggressivo solo
a tratti. In difesa troppo passabile o troppo preso in mezzo come nel
caso di Bogdanovic sul quale commette fallo sotto canestro su un pick
and roll sul quale non stava difendendo lui. Sbaglia forzando dal
post basso destro nell’ultimo quarto con dei giri a cercar di
disorientare il difensore. Riesce anche stasera a spuntare dietro il
tagliafuori del difensore per metter dentro in tap-in ma come rim
protector è un passo dietro a Biz tonight e, infatti, arriva un -15
di plus/minus.
Devonte’ Graham: s.v.
0 pt. in 2:14.
Dwayne Bacon: s.v.
0 pt., 1 assist, sempre negli ultimi
2:14.
Coach James Borrego: 5,5
Difficile stabilire la strategia giusta contro una squadra fisica come Indiana. Sceglie di batterla con spaziature e tiro da tre ma molti di questi tiri (vedi Marvin all’inizio) sono presi di fretta in situazioni non ottimali. Credo si esageri senza arrivare a un vero punto di svolta concreto se le serate di alcuni giocatori sono storte al tiro. La squadra in difesa tutto sommato prima del finale, nonostante non riesca a rientrare, non disputa una malvagia gara anche se l’impressione è che i Pacers possano accelerare quando vogliono. La convinzione difensiva sembrava esserci abbastanza ma quella offensiva latita in alcuni protagonisti o a volte è il contrario… eccesso di fiducia in situazioni non ideali.
Piccole
differenze, una sola consonante nella notte durante la quale veniva
ricordato e onorato Glen Rice anche se la struttura non è più
quella del vecchio e affascinante Alveare fuori città (ormai
demolito, l’indirizzo era: 100 Hive Drive, Charlotte North Carolina
28217) ma la moderna struttura nel cuore della città.
Si giocava alle 23:00 italiane contro i Soli di Phoenix ma Charlotte sperava che a sorgere fossero nuove speranze con la certezza di tornare a combattere per la prima posizione nella Southeast Division in virtù di un ritrovato spirito battagliero e per festeggiare anche la “certa partecipazione” (facciamo le corna per eventuali infortuni) di Miles Bridges.
Partita che sulla carta qualcuno potrebbe considerare semplice ma da non sottovalutare in virtù delle ultime buone prestazioni dei Suns ma gli Hornets per arrivare ai PO cercavano la terza vittoria di seguito per il 22-23 prima di andare in back to back tomorrow Indianapolis…
La partita in breve
Partita mai in discussione per
Charlotte che non sottovalutava l’avversario giocando sin da subito
bene. Un primo quarto attento difensivamente con un avvio bruciante.
A 7:09, sulla schiacciata di Biyombo,
Charlotte andava sul 21-5…
Un alley-oop di Bridges per il 39-24
era l’ultimo canestri di Charlotte che portava ben 9 uomini a segnare
almeno un punto. Mancava l’appello Monk che tuttavia sbagliava il
libero e lasciava quindi Charlotte senza la piccola soddisfazione di
10 uomini già a referto punti.
Si chiudeva sul 39-26.
Nel secondo quarto ecco segnare subito
Monk, ma all’intervallo Phoenix arriva sul 71-60 dopo esser stata
sotto anche di -20, a 3:36 dalla seconda sirena (66-46).
Terzo quarto che vedeva gli Hornets
riprendere il largo sino al 109-96 finale con tre tiri liberi (3/3)
ottenuti in extremis da Williams abile a fintare e farsi arrivare
addosso un dannoso Jackson.
Walker in panca, squadra addormentata
che incassava un parziale di 0-10 fino al primo canestro Hornets
ottenuto da Batum dall’angolo a 8:22.
Walker era costretto al rientro ma era
la connection franco/belga a far la differenza, compreso il congolese
Biyombo che nel finale in caduta sulla schiena segnava a centro area
dopo aver strappato un rimbalzo offensivo.
Phoenix abusava del tiro da fuori e
mancava qualche libero, un po’ troppo inesperta nonostante le
accelerate di Booker che finirà con 32 punti aiutato dai 24 di Kelly
Oubre Jr..
Buona vittoria in attesa del back to
back a Indianapolis
Anomali sono stati i TO con Phoenix a
perder solo 7 palloni contro i 16 di Charlotte ma il 53-26 a rimbalzo
per Phoenix è risultato devastante mentre il più mite 31-21 negli
assist è stato comunque importante per Charlotte.
Hornets con un 54,5% dal campo contro
il 44,8% Suns, con il 47,1% da tre punti contro il 33,3% avversario e
con il 23/27 (85,2%) dalla lunetta contro il 26/33 (78,8%) di Phoenix
che ha sbagliato qualche libero che avrebbe potuto esser utile per un
maggior avvicinamento, specialmente nella seconda parte…
Le formazioni:
La partita
Solito splendido colpo d’occhio sul parquet per le classic night…
1° quarto:
Biyombo di testa cambiava sporta ma
portava a casa la palla a due e Lamb con un great fade-away anche i
primi due punti con l’aiuto del ferro.
Batum a 11:02 portava a casa due FT
tentando di penetrare.
Una buona mano la sua come quella di
Lamb che in transizione, dopo aver influenzato il secondo errore al
tiro di Booker saltandogli davanti, segnava da tre in transizione
senza esitazioni a 10:35.
Dall’altra parte rispondeva da fuori
Melton, liberato al tiro ma Biz a due mani appoggiava oltre i
difensori, Kemba a 9:12 ondeggiava largo per superare il difensore
sulla linea di fondo e andare oltre il ferro a chiudere in reverse
layup mentre a 8:38 arrivava anche la tripla di Marvin dalla
diagonale sinistra che portava il match sul 14-3 e la sospensione
chiesta da Kokoskov.
Dopo due punti Suns gli Hornets in
attacco colpivano nuovamente da fuori con Kemba, questa volta ai 24
secondi dopo un ottimo giro palla che scombinava i tempi di chiusura
dei Suns.
Suns che a 7:35 incassavano altri due
FT di Batum e una schiacciata con pump fake di Biz a 7:09 prima che
Booker a 6:52 guadagnasse due liberi discutibili e segnandoli
portasse la gara sul 21-7.
T.J. Warren ne aggiungeva altri due
dalla lunetta ma Kemba con un crossover killer da fermo influenzava
lo spostamento di Melton che sceglieva la parte sbagliata mentre il
capitano in corsa si portava sulla baseline sinistra da dove lasciava
partire un tiro morbido che s’infilava oltre T.J. Warren accorso in
chiusura.
Booker passava ancora dalla lunetta per
portar punti ai Suns mentre a 5:24 arrivava un sottomano in
transizione di Walker che dopo la steal depositava nonostante la
rincorsa di Melton sino all’ultimo metro…
In transizione arrivava anche la tripla
di Lamb a 4:54 su extra pass di Bridges.
Per Phoenix era sempre Booker a portare
a casa punti (2 nell’occasione) prima di un ½ del neo-entrato Willy
e di altri due di Kemba fermato da Holmes con il goaltending sul
floater da centro area.
Oubre Jr. “interrompeva” Booker
che riprendeva a segnare a 2:02 con una tripla “volante” e a
1:37, dopo un canestro di Jackson, Borrego leggermente preoccupato
chiamava un time-out anche se sul 32-20 a favore.
A dare un po’ di smalto ancora
all’attacco di Charlotte ci pensava Miles che dopo esser stato
premiato dalla fortuna grazie a una deviazione che gli faceva ricever
palla a centro area saliva con l’intenzione di schiacciare ma la mano
sula palla del difensore lo costringeva al tiro in ricaduta, un
circus shot che finiva dentro la retina grazie alla resistenza del n°
0 di Charlotte.
A :38.9 un 2/2 di Parker portava a nove
i giocatori degli Hornets almeno a un punto, tutti quelli scesi sul
parquet tranne Monk che invece alzava l’assist corto per la
schiacciata in alley-oop dirompente di Bridges sulla quale Holmes
prendeva il tecnico ma Monk, incaricato di batterlo, andava corto.
Chiudeva con due punti Phoenix un quarto nel quale Charlotte portava a casa 39 punti contro i 26 avversari.
Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) drives past Phoenix Suns’ Deandre Ayton (22) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Jan. 19, 2019. (AP Photo/Chuck Burton)
2° quarto:
Monk a 11:40 apriva con la steal e il
canestro sulla fuga con appoggio al vetro, giusto per essere bastian
contrario…
A 11:13 Parker sulla sinistra in
entrata appoggiava battendo i difensori e a 10:47 Marvin da tre
infilava dall’angolo destro il solo cotone per il 7-0 run che portava
Charlotte rapidamente sul 46-26…
Oubre Jr. spezzava il parziale con una
tripla da sinistra e Booker ne aggiungeva due.
La gara galleggiava su un divario
ancora ampio ma i punti scendevano a 13 dopo due FT di Ayton a 8:05
(48-35).
Monk segnava ancora, questa volta con
una dunk appesa dopo aver ricevuto un po’ sorpreso, il geniale assist
(bound pass) di Batum diagonale.
A 7:19 Walker riceveva sulla diagonale
destra e in ritmo sparava oltre il difensore per tre punti che
portavano Charlotte sul 53-35.
A 6:36 anche Monk partecipava alle
feste di triple ringraziando il rimbalzo offensivo di MKG.
Monk si rendeva utile anche andando
sulla linea di fondo e da sotto il canestro fornendo l’assist corto
per Batum che attorniato da tre difensori era toccato dal trio senza
che riuscissero a stoppare il semi-gancio che diventava un mezzo
circus shot…
A 5:54 si presentava quindi in lunetta
per l’and one che segnato “faceva” 59-40.
Dopo una piccola reazione Suns, Kemba a
4:54 con la finta ad anticipare lo step back faceva fare pessima
figura a Melton che provano a portar via palla rimaneva lì,
palleggio arretrando in mezzo alle gambe e tripla micidiale così
come la transizione di Charlotte nata da una buona difesa di Batum e
il passaggio teso dietro la schiena di Monk che in orizzontale
perveniva a MKG, fermato irregolarmente da Daniels che rovinava
l’azione ma non toglieva i due punti alla nostra ala che in lunetta
ci portava con il 2/2 sul 64-45.
MKG a 3:36 in post alto con lo spin
batteva Mikal Bridges che ricorreva al fallo inutilmente.
Due punti and one, questa volta mancato
ma con Charlotte comunque sul +20 (66-46).
Negli ultimi minuti i Suns però dimezzavano lo svantaggio partendo con una tripla di Booker che giungeva a 16 punti, quindi Oubre Jr. segnava più avanti il 71-56 (altra tripla) e con 4 tiri liberi Booker chiudeva il primo tempo sul 71-60.
Charlotte Hornets’ Bismack Biyombo (8) dunks between Phoenix Suns’ Devin Booker (1) and Deandre Ayton (22) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Jan. 19, 2019. (AP Photo/Chuck Burton)
3° quarto:
Partiva
bene Biz che volava alto a stoppare il runner di Booker mentre
sull’altro lato del campo Williams raccoglieva un rimbalzo a destra
del canestro e appoggiava facilmente.
Per
un fallo del nostro numero 2 (proprio Williams), il Bridges di
Phoenix portava a casa un gioco da tre punti (73-63) mentre l’entrata
di T.J. Warren segnava anche il -8.
Kemba
si dava da fare per riportare il divario a due cifre e con il
palleggio basso e l’entrata sulla quale seminava i difensori ci
riusciva con tre punti di Lamb in catch n’shoot dalla diagonale
sinistra che aiutavano ad allontanarsi dalla decina di punti di
vantaggio anche se 24 secondi più tardi T.J. Warren pescava il jolly
usando la stessa arma da fuori. Una buona difesa di MKG su T.J.
Warren e un lob lungo linea di Batum per Biz che schiacciava
sfuggendo al fallo di T.J. Warren ci restituivano una dozzina di
punti di vantaggio.
Booker
portava a casa altri due punti ma MKG, pescato con passaggio
verticale da Biyombo, arrivava in back-door al centro toccato da
Okobo che regalava il gioco da tre punti.
Kemba
guadagnava un altro sfondamento (quindicesimo in stagione, sesto
posto in NBA) da T.J. Warren che batteva sul primo passo Biz ma non
vedeva il raddoppio.
A
6:46 un pick and pop bastava a Lamb per la tripla mentre a 6:21
sparava dall’angolo destro in faccia a Booker ripetendosi da
tre. Hornets sull’89-71 grazie alle due prodezze balistiche di
Jeremy che alla put-back dunk di Ayton rispondevano con Willy che da
sotto a destra la metteva dentro di sinistro e ai 2 pt. di Oubre Jr.
rispondeva ancora Willy che fiondandosi a rimorchio come un avvoltoio
sull’errore di Kemba aumentava il suo bottino.
La
missilata frontale di Williams segava il +21 (96-75) mentre J.
Jackson in entrata dalla parte opposta segnava ottenendo il libero
aggiuntivo ma lo falliva.
A
3:50 Willy staccava lungo cercando di abbattere il canestro a una
mano ma con il gomito destro colpiva al volto T.J. Warren
abbattendolo .
Fallo
offensivo ma poco male se il reverse layup di Bridges restituiva i
due punti “mancati”…
Un
teardrop di Willy da centro area per il 100-79 sembrava dare garanzie
perché se Holmes segnava con la dunk possente a una mano passando
Willy, c’era anche lo stesso Willy a continuare a dare una mano in
attacco con un altro rimbalzo offensivo e dunk consequenziale a 1:33
(104-81).
Due
punti di Parker (goaltending di Jackson) e un ingenuo fallo dello
stesso Jackson che allo scadere andava a sbattere sulla finta da tre
di Marvin dietro di molto rispetto alla linea da tre punti,
consentivano a Charlotte di prendere tre tiri liberi e segnarli
portandoli sull’arioso 109-86.
4° quarto:
Con
Walker in panchina la squadra si rilassava fino a divenire
inoperativa sul fronte offensivo.
Ne
approfittava la squadra dell’Arizona che iniziava bene con i driving
layup di Booker e Oubre Jr..
A
9:45 Jackson ne metteva due semplici da sotto così Borrego chiamava
il time-out sul 109-95 con i Suns capaci di mangiare già 9 punti in
virtù dello 0-9 di parziale.
Un
parziale che arrivava sul 10-0 quando a 8:37 Booker splittava dalla
lunetta (troppi errori Suns a gioco fermo nel secondo tempo) mentre
Kemba doveva tornare inaspettatamente in campo ma a 8:22 era Batum
dall’angolo destro finalmente regalava i primi punti del quarto a
Charlotte con un tiro pesante.
A
6:46 il jumper di Parker aiutava gli Hornets a tornare sul +16
(114-98) e anche se Mikal Bridges dall’angolo sinistro, sempre di
tripla, riportava i Suns sul -11 (114-103, a 5:43 entrava in scena la
connection francese con passaggio laterale a destra di Parker per
Batum capace di tirare precisamente un lunghissimo due punti.
Due
tiracci da fuori durante l’intervista alla mamma di Kemba non
aiutavano, come non aiutava i Suns la notizia che Holmes e Ayton con
problemi, sarebbero rimasti fuori nel finale.
Biz
stoppava Oubre Jr. e in area Walker trovava l tempo giusto per il
jumper del 122-106.
Parker
guadagnava due liberi infiocchettandoli, Biz strappava un rimbalzo
offensivo e in caduta all’indietro, resistendo al fallo di un dannoso
Jackson segnava ottenendo l’and one a segno.
127-108,
partita finita con Borrego a inserire per il poco tempo rimanente
Graham e Bacon i quali lo facevano felice segnando una tripla a testa
al primo tentativo per entrambi.
Quella
di Dwayne a 1:37 segnava il 133-108.
Finirà 135-115, una partita mai in discussione con qualche pensiero durante l’avvio dell’ultimo periodo.
Pagelle
Kemba Walker: 7,5
21 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Aggiungiamo anche lo sfondamento preso con palla recuperata. 9/22 al tiro ma con un normale 3/10 da fuori. Nota dolente i 5 TO, per il resto, a parte quando finisce tra le maglie della difesa avversaria brava a portar pressione, è sempre lui. Approfitta della marcatura di Melton per lasciarlo sul posto un paio di volte. Chiude con finezza dalla baseline e segna da tre con il palleggio in mezzo alle gambe. Un bel reverse dopo i crossover che lo porterà a battere il difensore e correre sulla baseline per chiudere in reverse. Numeri da rimbalzista nel finale sbaglia troppo ma aggiunge due punti con un jumper dall’area… Forse avrebbe potuto tranquillamente riposarsi per il back to back ma la panchina era momentaneamente sprofondata. +30 di plus/minus ed è sesto nella NBA con lo sfondamento preso da T.J. Warren andando in raddoppio ad aiutare Biz.
Jeremy Lamb: 7,5
18 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, rubate. 6/9 al tiro con 5/7 da fuori. Parte subito con un fade-away disperato con un gran balzo all’indietro che la legge dell’equilibrio universale premia grazie al rimbalzo sul ferro ad aiutare la buona rotazione. Nel terzo quarto segna a poca distanza l’una dall’altra ben tre triple che ci regalano un vantaggio preziosissimo. Grande inizio su Booker,il quale contro di lui sbaglia tre volte. Si diletta inusualmente anche negli assist. +23 di plus/minus.
Nicolas Batum: 7,5
15 pt., 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 4/6 al tiro. 3 TO, uno arrivando a ricever palla con la pressione in uscita del difensore laddove non è colpa sua… Inizia segnando 4 FT consecutivi, poi commette un paio di falli sostituendosi a Lamb su Booker. Nell’ultimo quarto sblocca i nostri con una tripla e poi mette altri due punti su assist del connazionale Parker. Buona prova con circus shot nel secondo su servizio di Monk a 5:54 e con il suo passaggio schiacciato a smarcare Monk nel cuore dell’area che andrà su per una schiacciata oscillante appesa a coronare la bella azione.
Marvin Williams: 7
14 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1
stoppata. 4/7 al tiro. Buon apporto offensivo, arriva però a 5
falli. Bella la stoppata su Booker nell’ultima frazione, su proseguo
è costretto al quinto fallo. Il ¾ da fuori per Charlotte è
importante perché avere un tiratore affidabile significa in questo
caso rimanere avanti senza patemi.
Bismack Biyombo: 8
11 pt., 13 rimbalzi, 3 assist, 5
stoppate. Splendida la stoppata su Booker in corsa e nel finale ferma
anche Oubre Jr. quasi nella medesima posizione. Pare più solido
dietro anche se in attacco il trattamento della sfera non è sempre
ottimale ha degli sprazzi di buon gioco e discreta visione evitando
anche l’hand-off per il compagno se non c’è l’occasione. Doppia
doppia convincente con qualche ciliegina come l’assist per il
back-door di MKG o il tiro in caduta all’indietro con and one nel
finale. Una forza dirompente a far la differenza.
Malik Monk: 6,5
7 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata. 3/6 al tiro e -6 di plus/minus. Unico giocatore sceso in campo nel primo quarto a non segnare un punto. Per dispetto ne segna subito due in avvio di secondo quarto dando anche un bel pallone a Batum in mezzo all’area. Frenetico nel primo quarto, sbaglia un paio di triple e manca il tecnico a favore fischiato contro Holmes. 1 sola palla persa, chiude con 3/6 al tiro e un bell’assist per l’alley-oop di Bridges coltre che mostrare una sua aggressiva dunk appesa..
Michael Kidd-Gilchrist: 7
10 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata. ¾ al
tiro, 5 falli. Solito lottatore ma anche attaccante. Prende un
bell’and one tagliando lungo la linea di fondo sinistra dove
sorprende gli avversari ma già sul finire del primo quarto guadagna
liberi (4/6) anche se li splitta. Arriva a 5 falli.
Miles Bridges: 7
10 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 0/2 da fuori e – 4. SkyMiles deve migliorare il meccanismo di rilascio sul tiro da fuori, credo specialmente nell’ultima parte. 0/2 da fuori. 4/10 al tiro, bello il reverse layup sul lungo linea di fondo per il 98-77 e l’alley-oop potente nel primo quarto offerto da Monk.
Tony Parker: 7
14 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 4/8 al
tiro. Buona la gara di Tony che con l’esperienza aiuta Charlotte a
non farsi ritrascinare in una punto a punto. Bello l’assist per il
lungo due pt. di Batum ma anche i liberi recuperati.
Willy Hernangomez: 7
9 pt., 13 rimbalzi. 4/6 dal campo. Una
gara ancora aggressiva come testimonia il tentativo di distruzione
del canestro che finisce per disintegrare il volto di T.J. Warren sul
decollo. Il suo gomito destro impatta con quello el n°12 avversario
davanti al semicerchio antisfondmento ed è fallo. Rimane comunque
aggressivo recuperando rimbalzi e punti in area con tempismo e senso
della posizione. In difesa battaglia, esce se c’è bisogno in
rotazione a contrastare sull’arco. In qualche caso viene battuto
(vedi schiacciata presa da Holmes) dimostrandosi qualche volta più
leggerino di Biyombo,non solo nel fisico ma nell’atteggiamento.
Complessivamente una buona partita da torre.
Devonte’ Graham: 6,5
3 pt.. 1/1 al tiro. 2:34 in campo.
Primo e unico tiro con tripla da destra messo.
Dwayne Bacon: 6,5.
3 pt., 1 assist. ½ al tiro. Fa centro
da fuori anche lui al primo tentativo nel garbage time.
Coach James Borrego: 7,5
Squadra che parte forte e concentrata girando a meraviglia anche grazie al gioco corale che si vede di più in serata. Ottimo movimento palla che spiazza i Suns, ancora troppo acerbi. Senza particolari traumi il match… Attacco equilibrato, difesa buona a tratti, troppo relax in alcuni momenti.
A
stretto giro di posta gli Hornets tornavano a battagliare con i Kings
affrontati al Golden 1 Center nel sabato notte californiano.
Hornets
sconfitti che ritrovavano un po’ d’orgoglio ma non ingranavano come a
San Antonio dove arrivava un’insperata ma meritata vittoria.
I tifosi degli Hornets, tormati a casa dopo il lungo road tour, aspettano ansiosi oggi una risposta per capire quale sia la squadra vera tra quella svogliata vista almeno in un paio di trasferte o quella grintosa e tonica osservata a San Antonio.
Nell’era
virtuale ormai il classico ma affascinante messaggio recapitato per
posta sotto forma di lettera pare esser desueto, tutto corre veloce
con i social media, internet, tutto scorre e trapassa spesso la
nostra reale comprensione di fenomeni che sembrano esser stati
digeriti ma che in realtà sono stati solo masticati a un ritmo che
non è il nostro.
Così,
Charlotte che si accingeva ad affrontare una delle squadre dal ritmo
più veloce della lega, fattasi trascinare nel turbo-gorgo fast &
furious dei Kings in serata prima di tutto per vincere doveva esser
in grado di dettare i propri ritmi.
Sperando
in buone notizie contenute nelle lettere da Charlotte la gara aveva
inizio…
La partita in breve
Una partita “partita” male per
Charlotte che dopo la tripla di Lamb incassava un parziale di 0-13
che preoccupava e spaventava al contempo perché l’aggressività dei
Kings, unita al buon attacco, l’ottimo ritmo e il fatto che siano una
buona squadra da trasferta non facevano intravvedere nulla di buono
ma spesso gli inizi sono cornici alla gara, infatti, Charlotte
ripresasi dallo shock arrivava a già a fine primo quarto tagliando
lo scarto sul -5 (20-25).
Nel secondo quarto i benefici portati
dall’energia di MKG, i rimbalzi di un aggressivo Willy si facevano
sentire e, ironia della sorte, Lamb, uno dei peggiori a inizio gara,m
trovava anche il sorpasso (44-43) a 4:45 con la tripla da sinistra.
I Kings contro-sorpassavano un paio di
volte ma nel finale la difesa di Charlotte faceva la differenza
mentre in attacco gli Hornets trovavano soluzioni valide sublimando
il tutto con il fade-away di Walker sulla luce rossa a battere
Cauley-Stein (proteso alla stoppata) per il 63-50.
Charlotte nel terzo quarto subiva due
schiacciate di Cauley-Stein ma nel mezzo due fiondate da fori di
Walker incrementavano il vantaggio che scendeva tuttavia quando gli
Hornets, giocando un po’ troppo sugli allori, si concedevano quasi
esclusivamente il tiro da fuori.
Con i Kings dal -16 ormai giunti al -7
(74-67) e un attacco bloccato per Charlotte, per rimanere in
vantaggio la squadra di Borrego doveva ricorrere a un’ottima difesa
che si vedeva su tre azioni consecutive, poi finalmente era Bridges a
volare e correggere da sopra il ferro un errore di MKG da fuori
sbloccando Charlotte che chiudeva il quarto sul +10 (83-73).
Nell’ultima frazione l’apporto di
Parker e dello stesso Bridges (in generale di quasi tutta la
panchina) portava a un canestro in entrata del primo e a un assist
del primo con canestro da fuori del secondo per il 95-80.
Charlotte arrivava anche sul +20 dopo
una tripla di Marvin Williams mentre nel finale concedendosi qualche
licenza in un finale dal solito ritmo alto e convulso si
avvantaggiava anche da qualche errore offensivo “semplice” dei
Kings come quello di Cauley-Stein da sotto.
Sul +12 (101-89) arrivava un parziale
di 8-4 con due punti in transizione di Walker che chiudevano la gara.
Il 46,2% dalla lunetta dei Kings contro
l’86,2% di Charlotte è stato fattore determinante anche perché i
Calabroni hanno segnato 25 dei 29 liberi a disposizione, mentre i
Kings sono andati in lunetta poco con un 9/13… Vinta 46-42 la lotta
a rimbalzo, persa quella negli assist (per i numerosi falli ai quali
sono ricorsi i Kings) 21-28 negli assist, nelle stoppate Charlotte
vinceva di misura 4-3 ma un altro fattore sono state le palle perse.
Questa volta i Kings ne hanno
accumulate 17 contro le 13 degli Hornets che così hanno compensato
un tiro da fuori piuttosto deludente in serata:
Charlotte partiva aprendo bene con la
tripla sicura di Lamb (11:46) dalla diagonale destra su passaggio d i
Kemba ma subiva un parziale di 0-13 a causa di una difesa aggressiva
dei Kings che portava sempre all’errore al tiro gli Hornets nel
frattempo colpiti a 11:25 dal pullup di Shumpert, dalla tripla da
second chance di Buddy Hield, dall’appoggio volante di Cauley-Stein e
da altre due bombe di Hield (prima dall’angolo destro con
multi-rimbalzo e la seconda dalla diagonale destra su transizione)
che portavano gli Hornets a 8:20 al time-out necessario sotto di 10
punti.
Al rientro Charlotte cercando la palla
sotto per Biz perdeva due palloni finendo ancora battuta da Fox nel
mezzo delle azioni offensive.
Finalmente Kemba dopo un inizio incerto
salvava a 6:58 in rientro salvando su Hield in transizione (persa di
Lamb, pessimo inizio per il numero 3) e a 6:31 in entrata batteva
Cauley-Stein guadagnando esattamente a metà tempo altri tre punti
con una bomba arresto e tiro in transizione dalla top of the key per
l’8-15.
Shumpert con un lungo due punti muoveva
il punteggio, quindi dalla parte opposta MKG portava a 10 gli Hornets
che guadagnavano altri due punti con la nostra ala che appoggiava
dalla baseline destra oltre due difensori (rientro del centro in
stoppata tardiva).
A 3:16 Bogdanovic segnava ai 24 dopo
aver eluso Graham e la sua pressione mentre Bridges entrava in
lunetta a 3:00 dalla fine splittando, la palla rimaneva a Charlotte
dopo il secondo tiro (rimessa dal fondo) con Bridges a risolvere con
la schiacciata lanciatissima un soffio prima dei 24 per il 15-19.
Bagley portava a casa 4 punti
consecutivi tra schiacciata e jumper., Devonte’ da tre andava corto
dopo un arresto con il quale mandava al mare la difesa dei Kings ma a
1:05, sull’azione successiva era Willy dalla top of the key a colpir
da fuori su scarico di Parker per il 18-23.
Bogdanovic riceveva e appoggiava alto in entrata con la palla a mangiare il primo ferro per entrare in ricaduta e Willy da sotto chiudeva il punteggio nel primo quarto facendo tornare a -5 i Calabroni (20-25)
Walker contro Cauley-Stein.
Associated/Press Photo.
2° quarto:
Gran
ritmo nel secondo quarto ma brutto inizio per Charlotte colpita da
Ferrell dopo una dozzina di secondi.
Bridges
con uno spin lento andava oltre il difensore appoggiando in post
basso destro ma Bogdanovic segnava da tre a 11:06 e appoggiava oltre
i pochi cm di Graham (sfortunato sul tiro precedente il giocatore
degli Hornets) sfruttando il mismatch per far salire la propria
squadra sul +11 (22-33).
Parker
ne metteva dentro due in appoggio ma dalla sinistra la finta di
Jackson faceva scivolar via Monk come un toro sotto il mantello rosso
per poi esser colpito dal jumper…
MKG
a 9:28 iniziava a sprizzare energia offensiva inventandosi un circus
shot dal cuore dell’area a contatto con Bagley che commesso fallo
incassava anche il libero addizionale.
A
9:16 le parti s’invertivano ma sul fallo di MKG il lungo avversario
guadagnava solo un punto in lunetta così l’appoggio di destro di
Parker e l’entrata con palleggio behind the back di Monk con cambio
direzione e separazione su Jackson era chiuso con un floater comodo
per il 31-38.
Marvin
dalla destra sbagliava la tripla aperta da scarico ma Willy
guadagnava un rimbalzo offensivo (gran lavoro del centro spagnolo a
rimbalzo) a 7:58 e 8 secondi più tardi Parker in entrata forzava la
difesa dei Kings al fallo.
Pur
presentandosi stanco in lunetta Tony metteva dentro due punti ma
dall’altra parte Bagley dimostrava di saper tirare anche da fuori
pescando la tripla dall’angolo destro.
Poco
male se Tony in entrata s’inventava lo spin sotto canestro con il
quale mandava a vuoto l’intervento difensivo del marcatore e sulla
spinta appoggiava dall’altro lato del ferro eludendo l’intervento del
lungo dopo esser passato nel collo di bottiglia dei due.
Era
Parker con un pick and rolla fornire a Willy materiale per il
sottomano in allungo del 37-41, lo stesso Willy rimproverato da Tony
perché su un due contro uno in transizione si mangiava tutto non
sapendo che fare finendo per servire la difesa dei Kings in rientro
con un pasticcio.
Lamb
mancava un appoggio facile mentre Fox a 5:50 attaccando il ferro
guadagnava due FT ma ne realizzava solamente uno.
MKG
aggiungeva due FT a 5:33 per il -3 mentre dall’altro lato del campo
ricorreva al fallo per evitare due pt. certi di Bagley III che dalla
lunetta splittava.
Gli
errori costavano ai Kings che commettendo fallo su MKG ancora (questa
volta Cauley-Stein) incassavano altri due precisi liberi del nostro
n° 14.
Ormai
prossimi al sorpasso, ironia della sorte era Lamb, fino a quel
momento in difficoltà, a segnare il cambio di vantaggio con la
tripla da sinistra per il 44-43.
I
Kings riuscivano a stare al passo con un paio di contro-sorpassi: il
primo era ottenuto da Bagley III al terzo tentativo Kings sulla
stessa azione mentre dopo due liberi a segno di Lamb a 4:07 era
Cauley-Stein a prendere i punti per il secondo sorpasso (46-47).
Su
un’ottima difesa di Charlotte Batum era rapido a far uscir palla così
in transizione MKG finiva per schiacciare indisturbatamente mentre su
un’altra transizione a 2:32 gli Hornets iniziavano a costruire il
vantaggio con il canestro di Lamb per il goaltending di Cauley-Stein
rientrato un attimo troppo tardi.
Volava
Lamb in diagonale per eludere il difensore e appoggiare in reverse
layup ma Hield a 1:46 indovinava un’altra tripla rimettendo pressione
a Charlotte, tuttavia dopo 16 secondi Williams rispondeva aiutando
Charlotte a riprendere il ritmo partita con Kemba sull’entrata in
terzo tempo faceva una mezza finta sul fianco destro nascondendo la
palla in avvio di terzo tempo per poi volare oltre Hield e appoggiare
due punti.
A
:48.7 Batum in layup segnava il +9 e Kemba a :29.3 dall’intervallo
portava a 61 i Calabroni mentre rimaneva al palo la formazione dei
Re, colpita e affondata da un buzzer beater in fade-away di Walker
che in separazione tirava fuori dal cilindro un tiro dal mid-range a
una mano che si alzava oltre il braccio proteso alla stoppata di
Cauley-Stein.
63-50 all’intervallo dopo la corsa nel finale dei Calabroni che preso il ritmo si fermavano sul più bello per 10 minuti.
3° quarto:
Iniziava
con una schiacciata di Cauley-Stein il secondo tempo ma Kemba
avvantaggiava gli Hornets con due triple consecutive quindi arrivava
un’altra schiacciata del centro californiano che portava il match sul
68-54.
Bjelica
in entrata appoggiava al vetro mentre gli Hornets sul largo vantaggio
ora provavano comodamente quasi esclusivamente a sparare da fuori:
Lamb andava lungo ma sull’azione successiva dopo l’errore di Kemba
arrivava la second chance di Marvin che calava una tripla per il
71-56.
A
9:12 era Shumpert a colpire il bersaglio da fuori e dopo l’errore del
nostro capitano da tre, Fox passava Lamb in coast to coast venendo
colpito lateralmente da Williams sull’appoggio.
Marvin
non evitava il canestro con l’impatto ma peggiorava il danno
concedendo il terzo punto dalla lunetta al n° 5 ospite.
Ai
24 secondi Kemba infilava l cotone dopo uno scambio prolungato con
Batum che portava il capitano a sparare dai 9 metri circa… A 7:30
Hield da tre su Batum contrastava l’avanzata Hornets e Hield mettendo
dentro oltre il tentativo di stoppata di Bridges riduceva
ulteriormente lo scarto fino ai 7 punti (74-67).
Floater
di Kemba corto, dunk a una ano spalmata sul ferro di Lamb, passi di
Kemba e tripla corta di Bridges…. Charlotte non riusciva più a
segnare ma in difesa costringeva adesso i Kings a lavorare tanto
senza ottenere successo: era il caso dell’azione seguente quando le
rotazioni degli Hornets erano tempestive e chiudevano tutte le bocche
da fuoco dei Kings sull’arco, finiva per tentare Bogdanovic in area
ma sbagliava sull’estremo sforzo in stoppata di Bridges che se non
arrivava sulla palla influenzava sicuramente il tiro.
Un’altra
difesa con air-ball di Bogdanovic chiuso allo scadere dei 24
nell’angolo sinistro da MKG riconsegnava palla a Charlotte che dopo
un errore di Lamb copriva ancora ottimamente con Batum un tentativo
di taglio verticale con palla che finiva sul fondo…
Finalmente
si sbloccava Charlotte con il volo sopra il ferro di Bridges a
correggere l’errore da tre punti di MKG, dall’altra parte Bogdanovic
al vetro metteva dentro oltre Batum ma dopo l’1/2 dalla lunetta di
Bagley, Parker in entrata da sinistra con partenza in palleggio basso
a batter l’uomo sul primo passo andava a segnare il 78-70 mentre
Batum intuendo un passaggio orizzontale di un Fox raddoppiato e
forzato sul post basso destro innescava due FT per MKG (fallo di Fox
in rientro).
A
2:04 MKG metteva dentro ancora due liberi per il personale 7/7
mandando Charlotte sul +10.
Nel finale si ritoccava spesso il punteggio dalla lunetta ma la differenza restava invariata con la squadra di MJ a chiuder sull’83-73 il quarto avvantaggiandosi nei TO 10-12, un paio dei quali commessi nel finale dai ragazzi di Joerger.
Un paio di stacchetti delle Honey-Bees in versione leggins “mimetici”.
4° quarto:
L’ultimo
sforzo per Charlotte andava in scena nell’ultimo quarto con Bridges
subito a prendersi due liberi (splittati), Bagley al secondo
tentativo in avvicinamento contro Willy riduceva il gap a 9 punti ma
sull’errore in appoggio di MKG dall’altra parte del campo spuntava
Willy in tap-in per rifarsi.
Monk
serviva un assist verticale per Bridges che ringraziava sulla
baseline depositando in leggera girata e poi si andava veloci con
canestri da ambo le parti ritrovandosi con due punti di Parker utili
a spostare più in là il divario (92-80).
Era
lo stesso Parker a fidarsi ancora di Bridges che ultimamente stava
solo sparando a salve da fuori: assist corto e semplice ma micidiale
nell’angolo destro per Miles che faceva finalmente centro applaudito
dallo Spectrum Center a 9:03.
Per
un fallo duro di Willy su Giles in entrata verso la schiacciata
arrivavano due liberi contro ma il lungo li falliva così Williams
colpendo da tre allungava addirittura sul +20 100-80).
Lo
scarto si riduceva a 14 e a 6:29 Borrego chiamava un time-out.
Ancora
qualche tiro di troppo dall’esterno di Charlotte colpita a 5:13 da
fuori da Hield per il 101-89.
A
rimbalzo difensivo però era Batum a lottare e a ottenere un fallo
dopo il tentativo di Cauley-Stein di portarsi a casa la canotta del
francese.
Bonus
per un 2/2 provvidenziale a 4:37 anche perché il finale era un po’
convulso a causa di un ritmo che non accennava a scemare.
L’entrata
con hesitation di Walker oltre Bogdanovic e layup senza disturbi e il
floater piovuto nel nostro cesto a opera di Fox mandavano il match
sul 105-93 e nel finale un banker di Lamb e un tentativo di
salvataggio di Cauley-Stein che innescava sulla lotta per la palla
tra Lamb e Fox la transizione di Kemba per altri due punti,
toglievano eventuali residui dubbi sulla squadra vincitrice (109-93)
Finiva 114-95 con gli Hornets a splittare la serie contro i Re dopo la L a Sacramento.
Pagelle
Kemba Walker: 7
23 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1
stoppata. 9/21 al tiro che è peggiorato dal 3/10 da fuori. In un
momento di stanca o di riposo Charlotte si affida alle sue triple ma
non entrano come erano state catapultate le prime due a inizio
ripresa, l’altra buona è su uno scambio con Batum presa ai 24 in
ritmo e sparata da 9 metri circa… Nel finale non serve
ristrutturare il condominio, con piccoli ritocchi da una sverniciata
a Sacramento anche se incappa in una stoppata presa da Cauley-Stein
che ce l’aveva con lui dopo lo splendido buzzer-beater incassato
sulla sirena nel secondo quarto.
Jeremy Lamb: 6
14 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate.
5/14 al tiro con un inizio difensivo non eccelso anche se i suoi tre
primi punti sono quelli che aprono al gara. Sbaglia troppo in attacco
poi tre punti dalla sinistra segnano il sorpasso e il declino Kings.
2/7 da fuori e 3 TO. Si salva a malapena…
Nicolas Batum: 6,5
7 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate.
Altra prova convincente del francese che gioca una partita difensiva
a salir di tono diventando un baluardo nel secondo tempo. Guadagna
due FT nel finale su un rimbalzo difensivo, chiude le linee di
passaggio, cerca di stare dietro l’uomo se prova a trovare un
vantaggio. Non sono grandi cifre e dal campo ha solo un 1/5 ma la
sua difesa quando conta aiuta la squadra anche se perde tre palloni.
Marvin Williams: 6,5
10 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate,
1 stoppata. Poco appariscente, mi chiedo a fine match se le sue cifre
siano reali ma evidentemente sì, essendo quelle ufficiali. Non perde
un pallone e segna nel finale da tre il +20 grazie all’attenzione
posta su Kemba in possesso di palla e alla sua buona spaziatura,
semplice ma efficace. 3/6 dal campo, in difesa si fa sentire
eccedendo un paio di volte con il fallo su Fox in entrata laterale in
aiuto all’ultimo secondo che consegna due punti and one alla guardia
ospite e per un fallo su Giles in area con spinte che porta
l’attaccante in lunetta ma con uno 0/2 che non arrecherà danni.
Bismack Biyombo: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca
poco in serata (9:25), travolto dall’inizio dei Kings accumula un
plus/minus di -13 non per particolari suoi demeriti. In attacco
Charlotte lo cerca un paio di volte dopo il time-out ma è un centro
troppo statico e non se ne fa nulla. A parte la buona stoppata gli
riesce poco e Borrego sfrutta la buona serata di Willy.
Malik Monk: 6
5 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca
13:10 perdendo un paio di palloni. L’assist è su una drive frontale
con passaggio verticale per Bridges sulla linea di fondo a sinistra
del canestro. In attacco può andare ma in difesa ancora lascia un
po’ a desiderare a volte, soprattutto è la gestione della palla a
non essere ottimale. Nell’ultimo quarto Parker prova a mandarlo in
corsa sulla baseline ma lui nel frattempo si era fermato tentando di
smarcarsi con una finta.
Michael Kidd-Gilchrist: 7,5
15 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate.
4/7 al tiro con uno 0/2 da fuori, non il suo pane. 7/7 ai liberi non
è niente male, specialmente per lui che combina energia e
precisione, non semplice… Una difesa-attacco che porta punti e gli
porta in dote un +26 di plus/minus. Gli riesce anche un circus shot
contro Bagley che lo porta a realizzare un gioco da tre punti.
Quando entra Charlotte inizia a recuperare.
Miles Bridges: 7
15 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 6/9 al
tiro e un +13 di plus/minus. Schiaccia il settantaseiesimo punto
sull’errore di MKG da fuori con Charlotte bloccata da troppo tempo in
attacco. Gli riesce finalmente di segnare anche una tripla dopo u po’
di tempo mentre nella prima parte, dopo aver splitatto dalla lunetta
decide di chiuder l’azione offensiva di Charlotte (palla rimasta ai
Calabroni con la rimessa dal fondo) lanciandosi a una mano per far
esploder lo Spectrum Center con una dirompente jam delle sue… Una
volta non schiacciava nessuno, ora è Fly City…
Tony Parker: 7,5
14 pt., 2 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata.
5/10 dal campo con entrate che portano a sottomano semplici o
lavorati come lo spin che inchioda Fox e batte Cauley-Stein o ancora
a FT. “Spacciatore” di assist, da quelli semplici ai tentativi in
corsa con passaggio bound dietro la schiena che non sempre i compagni
valorizzano rendendolo poi assist da tabellino. Una forza per
Charlotte che trova punti preziosi, sapienza cestistica e un +12 in
plus/minus nonostante un paio di palloni persi. T.F.R., che non sta
per Trattamento di Fine Rapporto ma per Tony Factor Ring. Esperienza
pluri-anellare…
Willy Hernangomez: 7,5
11 pt., 16 rimbalzi, 1 assist, 1
rubata, 1 stoppata. Carico e aggressivo prende rimbalzi in serie,
alcuni dei quali (4) sono offensivi. Commette un fallo duro nel
secondo tempo, lotta per tutta la gara. Questa versione dell’iberico
mi piace. +20 di plus/minus, mette dentro anche un tre punti
finalmente.
Devonte’ Graham: 5
0 pt.. Gioca 9:14 ma l’avversario
diretto lo incenerisce. Lui ci prova tre volte da fuori ma è
impreciso con lo 0/3 anche se uno gli gira male, tuttavia da
Bogdanovic prende in faccia un canestro da sotto per questioni di cm
e non sembra tenere molto. Purtroppo per questioni di esperienza,
peso e cm, nonostante a tratti mostri una difesa aggressiva che lo
stava portando anche a una steal, gli avversari lo individuano come
punto debole.
Dwayne Bacon: s.v.
0 pt.. 1:20 per Dwayne, niente di
che… finale senza numeri da mostrare nel tabellino.
Coach James Borrego: 7
Squadra inizialmente influenzata e condizionata dal ritmo avversario. Riesce a metter dentro quintetti ben composti che hanno capacità di attaccare, difendere ed essere fisici traendo beneficio qualche volta dal ritmo avversario ribaltando l’azione con fast break. Buona gara, non far deconcentrare la squadra sarà la sua missione per la prossima sfida contro i Suns.
La vita
ci ha provato più volte andando per esperimenti.
570
milioni di anni fa nel Vendiano la fauna di Ediacara (organismi
pluricellulari ma forme di vita ancora molto semplici ovviamente) fa
la sua esplosiva comparsa ma dall’epoca di Avalon nella quale compare
la gamma di forme allora esistenti a quella della White Sea dove
aumentano a partire però dal morfospazio completo precedente,
all’era di Nama si arriva al declino.
33
milioni di anni più tardi, nel Cambriano sorgono ed esplodono forme
di vita con piani anatomici e soluzioni adattative differenti da
quelle descritte precedentemente che potrebbero non essere
imparentate con quelle del Vendiano.
Questo
vorrebbe dire che la “Vita” ci ha provato più volte e alla fine
di queste sei trasferte, alla vigilia di Spurs-Hornets mi chiedo se
la seconda vita semplice degli Hornets sia un esperimento destinato a
declinare e scomparire viste le ultime partite disputate a Ovest dove
la squadra non solo ha dimostrato evidenti limiti con un gioco
corale molto limitato, una difesa labile e un atteggiamento poco
battagliero in diverse occasioni.
Se
trovassimo solo alcune pagine strappate di un libro avremmo
difficoltà a rimettere insieme la storia raccontata ma essendo
recentissima la storia degli Hornets è reperibile e benché non
abbiano mai vinto nulla, sicuramente per una decina d’anno durante la
prima epoca è stata di una squadra di successo.
Oggi
non è più così, il panorama generale NBA è mutato e le
contingenze che questa nuova specie di Calabroni deve affrontare sono
più ostiche, va da sé che non abbiano potuto modificare i propri
tratti genetici come avrebbero voluto ma gli ultimi Calabroni visti
sembrano poco imparentati con quelli che tra gli anni ’80-2000
riuscirono a essere una delle squadre più amate globalmente.
Il
nucleo pluricellulare della squadra attuale è sempre quello con
Walker, M. Williams, M. Kidd-Gilchrist e Zeller (tre scelte al
Draft), inoltre da tempo si sono associati altri elementi come Batum,
Kaminsky e Lamb dei quali solo l’ultimo apporta qualche beneficio
all’organismo degli imenotteri.
E se
non nutro grandi speranze, augurandomi per una volta di essere
smentito, la testa va al “mercato”, anche se Walker probabilmente
rimarrà sino a fine stagione almeno per capire che cosa hanno
intenzione di fare Jordan e Kupchak che potrebbero tuttavia mirare a
un obiettivo più attuale, quello di vincere finalmente per la prima
volta la Division nell’anno dell’All-Star Game in casa ma è evidente
che questa squadra ha bisogno d’innesti tosti che portino beneficio
ai nostri Calabroni che sembrano inesorabilmente ormai colpiti da un
virus.
La partita in breve
A fine partita possiamo dire che l’esperimento di Borrego è andato bene, quintetti nelle varie fasi a volte originali hanno prodotto un risultato sostenuto dalla buona vena della squadra che si è affidata a molte triple per eludere il muro difensivo nel pitturato di San Antonio comunque rotto a più riprese da Walker e Lamb.
Biyombo in difesa finalmente ha dimostrato solidità e anche Willy dopo aver concesso troppo a Aldridge è parso nell’ultima fase di partita disputata più aggressivo facendo sbagliare l’avversario un paio di volte.
Che questa forma di vita dei Calabroni più tenace e resistente adattatasi ai cambiamenti di classifica sia quella buona?
Troppo presto per dirlo ma nella notte Charlotte ha giocato duro vincendo meritatamente contro una squadra priva di Belinelli ma sempre di ottimo livello.
Charlotte inizoiava male la gara subendo un parziale di 3-11 ma tre bombe di Kemba (la prima era stata quella degli unici tre punti iniziali) aiutavano la squadra a risalire dal burrone mentre a 7:12 Lamb sorpassava con due punti sul 16-15.
A 2:43 una tripla di Williams segnava il +10 Hornets ma a fine quarto il vantaggio scemava a 4 punti con il 28-24.
Secondo periodo nel quale ci si trovava ancora a +10 circa a metà (6:12) con un canestro di Lamb su Bertans per il 44-34 ma anche questa volta San Antonio diminuiva il gap rientrando negli spogliatoi in svantaggio 49-43.
Nel terzo quarto la squadra andava in difficoltà offensivamente, un po’ appannata e poco lucida così 4 punti consecutivi di Mills e una put-back dunk di uno scatenato Aldridge segnavano il sorpasso sul 71-72 a 29 secondi dalla fine.
Sembrava finita, classica partita da lasciar andare invece da un errore di Tony al tiro nasceva il volo del Calabrone Bridges che sopra il ferro schiacciava a due mani, inoltre Parker costringeva Forbes all’infrazione di campo e regalava l’assist per il buzzer-beater di Williams che sulla luce rossa generava ossimoricamente te punti gelando il pubblico texano sceso sul -4.
Nell’ultimo quato Kemba arrivava a 7 triple ma era MKG a 5:15 a pescare il bonus con un open 3 dalla destra per il 93-87 in una fase punto a punto del match.
A 4:46 Biyombo raccoglieva su un’entrata contrastata da Aldrige e contestata da Kemba che chiedeva il fallo ma i due punti del congolese più l’and one ci lanciavano sul 96-87.
A 3:10 ecco arrivare la bomba definitiva di Kemba che mandava la partita ai titoli di coda sul 101-89 perché San Antonio ci provava anche con i raddoppi ma veniva punita un paio di volte sul giro palla, prima con due liberi di Marvin e poi con il sottomano di Batum a 1:03 (105-93) che indovinava anche la tripla finale a :22.4 spezzando la lunga serie di sconfitte della franchigia (Bobcats/Hornets) ad Alamo.
Finiva con Tony dagli occhi lucidi acclamato dal pubblico nonostante il risultato, finalmente un bello spot per lo sport…
9/11 dalla lunetta per Charlotte e 10/12 per gli Spurs che avrebbero dovuto vincere a rimbalzo invece hanno finito per perdere 45-36 grazie al gran sforzo difensivo di Charlotte che ha aggiunto 7 rubate e 4 stoppate.
Nelle percentuali di tiro : 46,7% FG CHA, 46,3% SAS, 36,1% 3FG CHA, 35,0% SAS.
Sui 7 TO pari Charlotte nel finale, oltre a trovare una striscia di 7 canestri consecutivi non perdendo più palla, ha costretto San Antonio a perdere altri 5 palloni chiudendo quindi la statistica TO sopra 7-12…
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Gasol portava a casa la palla a due e
Aldridge i primi due punti con leggero fade-away da fermo oltre
Biyombo pur da distanza non ravvicinata.
A 11:23 Kemba faceva mettere il capo
avanti ai Calabroni grazie a una tripla ma White dal corner destro
colpiva pesantemente per il controsorpasso sul 3-5 mentre dall’altra
parte Batum da fuori era sfortunato con un in & out da tre punti.
Gli Speroni allungavano con un jumper
di DeRozan marcato da Batum mentre gli Hornets che continuavano ad
affidarsi al tiro da fuori rimanevano fermi un altro turno con un
impreciso tiro da tre di Lamb.
Gasol con due FT (fallo di Biz per
clamorosa dimenticanza di Kemba sulla rotazione) metteva dentro due
punti e Aldridge dalla baseline allungava ulteriormente con un tiro
oltre Williams per il 3-11.
Charlotte rimontava con un FT jumper di
Lamb, una tripla di Marvin a 8:43 e anche se DeRozan infilava un
turnaround banker dal bordo sinistro dell’area a 8:16 Walker dalla
diagonale destra colpiva il bersaglio con un altro tiro pesante per
l’11-13.
Forbes sbagliava il tiro ma il
rimbalzone di Aldridge costringeva al fallo preventivo Lamb che
consegnava a 7:51 due punti al lungo avversario dalla lunetta.
A 7:42 arrivava la terza tripla su tre
tentativi per Charlotte firmata Kemba e su un passaggio corto di Lamb
per Biz la nostra guardia si vedeva tornare indietro la palla sul
tocco dei difensori in chiusura, floater ravvicinato e vantaggio sul
16-15.
A 6:58 White di forza portava a casa un
due punti and one ma dopo la stoppata di Biz sul turnaround di
Aldridge Lamb metteva dentro un altro pullup per andare a pareggiare
a quota 18.
Jeremy diveniva protagonista sbagliando
un altro tiro, andando a stoppare Forbes e segnando a 5:07 dalla
diagonale destra una tripla che portava Charlotte sul +3.
A 4:50 il nostro numero 3 lasciava il
campo per fare entrate un applauditissimo Parker mentre sull’altro
fronte DeRozan mancava un paio di tiri gli Hornets ne mettevano due
con Kemba intervallati da un errore di Parker che ci riprovava
successivamente all’uscita di Biz ma il suo tentativo era stoppato da
dietro da Bertans.
A 2:43 Williams da sinistra apportava
altri tre punti alla causa della squadra di Borrego portando sul
28-18 la partita mentre lo sforzo in uscita di Monk probabilmente
influenzava la tripla di Baertans finita sul ferro.
Parker non teneva fisicamente
sull’entrata di DeRozan con l’ex Raptors a metter dentro due punti ma
si permetteva a 1:56 di sbagliare l’addizionale.
Parker, evidentemente emozionato
sbagliava il jumper dalla media mentre San Antonio rimontava con il
pullup di Bertans su Bridges e Aldridge che lavorando in post basso
alla fine aveva ragione sulla nostra difesa (28-24) nonostante il
raddoppio.
Finiva così il primo quarto.
Buona serata per Batum soprattutto a livello difensivo dove contiene DeRozan ma devia anche un passaggio a Bertans, in generale aiuta lo sforzo della squadra a non far avvicinare gli Spurs a quota 100…
2° quarto:
Bridges inaugurava il secondo mettendo
a segno due punti, ci riprovava da tre ma andava stortissimo,
tuttavia in difesa recuperava un buon rimbalzo e a 10:52 il little
floater del compagno Monk agevolava l’aumento di gap sino al +8.
Monk prendeva una stoppata cattiva da
Poeltl e Bertans dalla diagonale destra con il siluro da fori colpiva
per il -4 (32-28) con Borrego lesto a chiamare la pausa a 9:58.
Il rientro di Lamb portava subito a due
punti grazie al suo floater poi era Devonte’ a lanciare lunghissimo
dalla nostra metà campo sopra Cunningham che sfiorava la palla in
salto, sfera che perveniva a Bridges per due punti semplici.
Poeltl in sottomano facile segnava
grazie all’uscita di Willy in rotazione ma a 8:35 Bridges segnava con
un soft floater di destro accolto benevolmente da ferro e tabella.
Parker sbagliava il quarto tiro ma da
dietro il difensore spuntava Willy bravo a metter dentro in tap-in
senza spingere per il 40-32.
White da sotto accorciava ma una
sorprendente dunk aggressiva a due mani di Hernangomez dopo un pick
and roll con pocket pass di Graham era manna per gli occhi.
White nel traffico era stoppato da
Batum che faceva buona guardia successivamente anche sul tiro di
DeRozan mentre a 6:12 il tiro dalla parabola alta di Lamb su Bertans
dal mid-range sx finiva dentro per il +10 (44-34).
Il time-out di San Antonio portava
benefici ai locali che lentamente rimontavano con 4 punti di
Aldridge intervallati da una tripla di Kemba a 4:22 data erroneamente
per due punti dagli arbitri e corretta all’intervallo.
Kemba iniziava a sbagliare qualche
tiro, Lamb anche, San Antonio arrivava sul 47-43 con un turnaround di
Aldridge che da sotto, ben posizionato tagliava fuori MKG dietro di
lui, troppo sotto il ferro.
Una transizione chiusa da Kemba con il soft floater decretava la fine delle marcature nel primo tempo anche perché Walker con un passaggio troppo basso su un altro fast break mandava la palla in rimessa laterale e Bridges, entrato a :03.5 secondi dal termine era attento andando a disturbare l’ultimo tentativo da fuori di Bertans.
Parker prova a contenere Mills.
Photo: Ronald Cortes/Contributor
3° quarto:
Biz inaugurava il secondo tempo con due
liberi, i primi per gli Hornets (questo la dice lunga sulla
considerazione della squadra anche se SAS non ha commesso molti falli
nel primo tempo, un paio mancano, quelli di Walker colpito in faccia
in penetrazione) che conquistavano un rimbalzo difensivo con Biyombo
che in attacco a rimorchio di Kemba riceveva nel cuore dell’area e
tirando a una mano sul ferro lungo vedeva impennarsi la sfera
ricadendo nel cotone per il +10 (53-43).
Aldridge da sotto si alzava facile su
un paio di difensori ma Kemba un soffio prima dei 24 ricevendo da
Lamb sparava ben oltre la top of the key e Aldridge un dardo
avvelenato da tre punti che s’infilava nella retina direttamente…
Un fallo dato contro Biz su Aldridge
portava l’ex Pioniere a metter dentro a gioco fermo mentre DeRozan
schermato ne aggiungeva due per il 56-49.
Batum rispondeva con un runner dalla
parabola bassa che s’inabissava nella retina ma Aldridge da sotto ne
metteva altri due arrivando a quota 20.
Lamb con l’arresto in area si faceva
spazio grazie al body contact con il difensore per una specie d
semigancio che finiva dentro ma White e DeRozan ne mettevano due a
testa per il -5 (60-55), Kemba a 6:38 aveva ancora la forza per
risponder da tre (andando a destra dietro lo schermo di Willy) per la
sesta tripla di serata.
Rispondeva Bertans con la specialità
da fuori poi toccava a Willy metter dentro ma dall’altra parte con
out Biz per 4 falli, Aldridge trovava vita facile contro lo spagnolo.
Gli Hornets resistevano dopo il
canestro di White con Willy a metter dentro di sinistro sullo scarico
di Parker ma dall’altra parte Aldridge passava Willy facilmente per
il poster a una mano.
A 3:53 il sottomano di Kemba che
arrivava a 26 punti in 24 minuti (qui manca un altro libero per la
spinta subita) valeva il 69-64 ma a 3:38 DeRozan perso per un attimo
sotto canestro rimetteva il possesso lungo tra i due team.
Bridges in raddoppio aiutava a far
sbagliare il tocco in entrata di Forbes mentre sull’altro fronte
Parker segnava i suoi primi due punti in pullup.
Finalmente Willy (Borrego durante il
time-out deve averlo spronato) difendeva di fisico costringendo
all’errore sul jumper Aldridge ma un paio di tiri di Mills portavano
a ridosso la squadra del Pop che sorpassava inevitabilmente d’inerzia
a:29.9 quando su una transizione arrivava la put-back dunk di
Aldridge.
Parker mancava un’altra soluzione in jumper ma sopra il ferro volava Bridges che schiacciava a :09.6 per il vantaggio, Tony con la pressione sulla linea di metà campo sulla rimessa Spurs costringeva Forbes alla persa per infrazione di campo e sulla sirena il Tornado parigino scaricando a Marvin in angolo sinistro regalava la tripla alla nostra PF che sulla luce rossa decretava il 76-72.
33 punti per l’incontenibile Walker che torna a spingere…
Photo: Darren Abate/Associated Press
4° quarto:
Parker iniziava bene anche l’ultima frazione con il piazzato lungo, DeRozan rispondeva con il turnaround su MKG poi Mills con il canestro da posizione frontale minacciava ancora da vicino gli Hornets (78-76) ma Parker aiutava con uno swooping right hand, tuttavia un incredibile turnaround 3 di Mills oltre Williams riduceva lo scarto al minimo (80-79) a 10:46.
MKG difendeva bene sulla linea di fondo, DeRozan palleggiava su Kemba e alla fine a 8:15 segnava Parker a 8:15 in coast to coast dopo un tiraccio storto di Mills alla destra.
Poeltl invece sembrava ormai prommimo a metter dentro due punti lanciatosi olrtre Kemba ma il capitano praticamente faceva velo a MKG che andava come una porta a scorrimento a bloccarsi davanti al pitturato stoppando alla grande l’austriaco e a 7:53 Lamb, spostato in entrata allungava dalla lunetta sull’84-79 arrivando a 17 pt..
DeRozan da tre non segnava, palla ancora ai texani che dopo il rimbalzo offensivo ci provavano con White tenuto da Williams ma nulla da fare…
Charlotte non sbagliava un colpo, questa volta la corsa di Walker a passare il lungo austriaco per l’appoggio aveva una replica sull’altro fronte con Mills da tre punti a batter MKG.
Charlotte chiamava il time-out e Lamb al rietro falliva l’occasione mna a rimbalzo Biz subiva fallo quindi gli Hornets avendo un’ulteriore occasione andavan dentro con il runner di Walker che regalava l’88-82 a Borrego.
Un turnaround sulla baseline sinistra di Aldridge era elegante ed efficace ma il fade-away di Lamb per il 90-84 dava un po’ di respiro prima che SAS dimezzasse lo svantaggio a 5:39 con la tripla di White.
A 5:15 Lamb passacva corto in orizzontale per MKG che piazzato sul lato destro spiazzava la difesa di San Antonio trasformando la tripla aperte per farci riprendere i sei punti di vantaggio e quando un’azione in entrata di Walker sulla quale lo stesso Kemba chiedeva il fallo inutilmente mentre alla fine Aldridge chiudeva era continuanta da Biz che appoggiava due punti (4:46) in caduta ottenendo anche il libero del 96-87 la gara prendeva la via di Charlotte.
DeRozan forzava su MKG e Biz non segnando mentre a 4:15 Biz andando ancora in lunetta portava sul 7/7 complessivo le occasioni di Charlotte a gioco fermo.
Anche Aldridge cadeva vittima di un raddoppio fallendo il tiro ma Forbes a 3:33 con un lungo jumper da due riportava a una cifra il divario (98-89).
Marvin non segnava ma un rimbalzo offensivo di Biz dava l’opportunità di second chance agli Hornts presa ancora dal capitano che a 3:10 sferrava il colpo decisivoscagliando la freccia da tre pnti del 101-89.
Batum a mani alzate in salto fermava da vicino la rimessa laterale destra di DeRozan, poi dopo lo 0/2 ai liberi di Biz arrivava il lungo due di Forbes per il -10.
Charlotte batteva il raddoppio sull’uomo facendo girar palla arrivando in lunetta a 1:26 con Williams fermato sul sottomano da Aldridge in maniera irregolare.
2/2 poi azione simile con Batum a metter dentro da sotto a 1:03 il +12, francese che poi a :22.4 segnava l’ultimo tiro della partita da fuori fissando il 108-93 finale per l’insperata ma meritata vittoria di Charlotte.
Pagelle
Kemba Walker: 8,5
33 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. 13/27 al tiro con 7/13 da fuori con una sola palla persa. +16 di plus/minus. Già carico prima della gara mentre sprona i compagni, inizia infilando tre bombe consecutive. Finirà con 7 con quella decisiva a 3:10 dalla fine. Prende almenno una manata in faccia e uno spintone su due entrate differenti ma alla terna non è simpatico e non fischiano. Pazienza, le entrate vanno entrambe a segno. Ha una fase nella quale spara a salve ma per lo più è pericoloso. Nel finale DeRozan lo omaggia del pallone tirandoglielo addosso così arriva la steal e sui raddoppi finali è bravo a far girar palla senza rischiare di perderla in palleggio.
Jeremy Lamb: 8
19 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 8/15 al tiro. 2 TO ma un +19 che la dice lunga. Con l’attacco un po’ incartato quando rientra a prime rotazioni in corso mette subito il tiro, più preciso in jumpe rispetto l’ultima gara, riesce a ritagliarsi spazi per il tiro in varie maniere. Il floater è sempre morbido, elegante e soprattutto preciso. Bello in canestro contro Bertans da sx dell’area con l’arco/parabola alto/a.
Nicolas Batum: 7,5
7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Più solido in difesa, DeRozan non combina quasi nulla quando c’è lui, tocca un pallone a Bertans e addirittura su una rimessa nel finale, saltando con le mani alzate riesce a portar via la palla a San Antonio. Bella una sua entrata con il runner dalla parabola quasi orizzontale.
Marvin Williams: 7
11 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 3/6 al tiro. Un paio d’errori nel finale che questa volta non costano caro perché i compagni rimediao ma anche due punti dalla lunetta sul giro palla che lo porta a spingersi in area e recuperare il fallo di Aldridge.
Bismack Biyombo: 8
9 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Bella la stoppata in post basso sul turnaround di Aldridge. Lui ne prende due ma mette gli altri due tiri, compreso quello sulla barra orizzontale che collega tabella a canestro ch e s’impenna e finisce nella retina. Nel finale è attento. Si pianta per terra reagendo bene alle finte di Aldridge che lo batte un paio di volte con la sua classe in turnaround o da sotto ma poi nel momento topico è lui a vincere il duello. 5/7 ai liberi per lui è un ottimo risultato, i cinque punti ottenuti nei momenti che contano mentre lo 0/2 arriva a partita quasi vinta.
Malik Monk: 5,5
2 pt., 1 rimbalzo in 4:51. Gioca poco, anche perché è un prendi e tira ma alla fine fa 1/2 da due punti e 0/3 da fuori, statistiche che avvantaggia il rientro degli Spurs.
Michael Kidd-Gilchrist: 7
3 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Una difesa al limite sulla linea di fondo accompagnando l’attaccante oltre, una stoppata a due mani su Poeltl notevole sull’82-79 e almeno un paio di raddoppi decisivi, uno su DeRozan e un altro insieme a Biz a influenzare un tiro mancato da Aldridge nell’ultimo quarto. A 5:15 mette la tripla aperta sullo scarico di Lamb per l’83-97. Se prima battaglia a fasi alterne, nell’ultimo quarto a parte un tiro mancato e poco altro, diventa un fattore nonostante l’1/5 dal campo. Una palla persa e -3 di plus/minus.
Miles Bridges: 7,5
8 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. 4/5. Solido, a fine secondo quarto entra in campo a tre cecondi e mezzo m è bravo a contrastare la tripala dgli Spurs che non segnano. In attacco raggiunge il top con il volo con schiacciata atomica sopra il ferro nel finale di terzo quarto. Un canestro importante perché ferma l’inerzia Spurs e ci permette di tornare
Tony Parker: 7
8 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 4/12 al tiro e con un inizio da 0/4 (emozionato?) dove si prende anche una stoppata. Gioca bene invece a cavallo del terzo quarto e l’ultimo mettendo canestri importanti o smistando assist. Recupera nella seconda parte un inizio brutto. Acclamato dal pubblico di San Antonio, nel finale ringrazia con gi occhi lucidi.
Willy Hernangomez: 6,5
8 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Qualche canestro con buoni movimenti in attacco compresi i pick and roll ma in difesa viene passato troppe volte. Dopo un time-out nonostante la differenza di peso con Aldridge a vantaggio del secondo inizia a lottare e a far sbagliare il lungo avversario ma vien tolto presto per il rientro dei titolari.
Devonte’ Graham: 6,5
0 pt., 4 assist. Gioca quasi 11 minuti, nel finale si fa battere dall’attaccante un paio di volte mentre da tre chiude con uno 0/2 da fuori ma è un buon uomo assist. Bello quello undiagonale che passa appena sopra la mano alzata di Cunningham in salto e pesca Bridges per due punti ma anche quello rapido tascabile per il centro spagnolo.
Coach James Borrego: 7
Forse vuol far bella figura contro il suo maestro Pop e a tratti ci riesce con la squadra che si cerca di più e in alcune occasioni riesce a depistare la difesa avversaria anche se ad esempio un tiraccio open da tre di Bridges non concludeva l’azione in maniera altrettanto bella. La difesa vince la partita e forse, almeno per un breve pezzetto di gara, riesce a motivare anche Willy. Gli uomini son sempre quelli, i alcuni frangenti i quintetti particolari funzionano o comunque si cambia in corsa. Una mano gliela danno Kemba e Lamb in attacco ma anche Bridges è più coinvolto, Devonte’ gioca e serve assist, Monk l’unico giovane che nella notte non rende ma almeno giocano e imparano al contrario dell’era Clifford… Mi piacerebbe vedere anche Chealey presto, l’unico mai sceso in campo (contratto two-way).
Altra battaglia navale in back to back
sulla costa pacifica.
Gli Hornets pirati per nulla corsari
contro i Re difesi dai bucanieri con gli Hornets a cercar di
strappare una disperata vittoria, one victory in One Piece style.
E allora capitan “Rubber” Kemba
deve ritrovare la tenacia e il coraggio da infondere a compagni
caduti troppo presto in una sorta di non resistenza tanto che anche
Borrego ha espresso l’auspicio di vedere la squadra tornare a lottare
ed essere resiliente ammettendo che la squadra a Portland “ha
passeggiato” direi io in sostanza…
Passaggio a vuoto preoccupante a
Portland dopo due giorni di riposo e su un campo dove i
Bobcats/Hornets non vincono dal 2008 e in teoria avrebbero dovuto
esser più motivati…
La parola oggi quindi passa al campo
dopo lo sbarco perché come nel manga e nell’anime di One Piece la
storia è ancora in sospeso (l’autore, Oda deve ancora terminarla) e
le battaglie sulla rotta maggiore si susseguono giorno dopo giorno e
se non serviranno per trovare il tesoro e diventare Re, almeno per
approdare a un finale a lieto fine con i playoffs conquistati con
merito potrebbero portare a sviluppi futuri più floridi…
La partita in breve
Partita in bilico per quasi tutta la
gara.
Hornets che ritrovano lo spirito per
lottare ma che finiscono ancora K.O. per la quarta volta su cinque
partite all’Ovest.
Sacramento nei finali ha spesso
allungato o rimontato, sfruttando sia la mancanza di concretezza
della panchina di Charlotte, sia il fattore campo.
Succedeva così nel primo quarto con la
partita sul 25 pari ( tripla frontale del pareggio di Graham a 2:25)
e allungo Kings sino al 29-35.
Charlotte giocava un buon secondo
quarto riuscendo con un sottomano di Kemba ad arrivare sul +6 (57-51)
ma Bogdanovic nel finale faceva fischiare una tripla nel cotone per
il 59-57.
Nel terzo quarto gli Hornets a 6:42 si portavano su un 70-65 con una bomba di Batum ma l’ingresso in campo di Hernangomez che sbagliava 4 tiri consecutivi ai liberi favoriva il sorpasso della squadra di Joerger che con Hield depositava in sottomano il 70-71.
Aggiungete una persa in più senza Zeller che evidentemente in questa squadra sa rendersi piuttosto utile.
Charlotte riusciva a scavalcare
nuovamente e a impattare a quota 74 con l’unico lampo di Bridges in
schiacciata.
I Kings però riuscivano a prevalere
arrivando sul 76-82 con un pullup di Bogdanovic su Marvin.
Nell’ultimo quarto I Kings con un
parziale di 10-0 volavano sull’80-92 ma Kemba con sei punti
consecutivi, aiutato da una tripla di Graham piazzavano un
contro-parziale di 9-0 che riapriva il match.
Purtroppo il mancato aggancio di Marvin
che mancava il siluro da fuori favoriva la tripla di Hield che a 5:00
dalla fine distanziava di sei unità Charlotte.
A 1:29 la tripla di Batum serviva ad
accorciare sul -5 (94-99) ma nonostante gli sforzi difensivi
Charlotte finiva per soccombere 97-104.
Fondamentale il ritmo impostato da
Sacramento che è la seconda squadra della lega per il più veloce
pace, il quale ha costretto Charlotte a 18 palloni persi, 6 in più
della propria media (circa) da primo posto… Anche il 59,1% dalla
lunetta di Charlotte ha pesato molto con 8 tiri mancati (13/22). La
vittoria a rimbalzo 56-49 e quella nelle stoppate con 11-5 a poco son
servite. I Kings hanno tirato leggermente meglio: 40,9% FG CHA, 41,4%
SAC, 33,3% 3FG CHA, 37,8% SAC.
Bogdanovic dalla panchina ha finito con
22 punti, la coppia di guardie Fox/Hield con 21 punti a testa e
Cauley-Stein ha messo a segno una doppia doppia da 12 punti e
altrettanti rimbalzi. Anche Bagley da segnalare.
Per un certo periodo una spina nel fianco con 11 punti e 9 rimbalzi.
Notte negativa sugli altri campi perché i Pistons passano a LAC 104-109, Miami in casa batte i Grizzlies 112-108 e Orlando in Florida vince 105-103 sui Celtics…
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Cauley-Stein vinceva la palla a due per
i Kings che andando a vuoto diverse volte a inizio partita
concedevano a Biyombo due canestri: Il primo in sottomano su un bound
pass dalla sinistra di Kemba e il secondo in turnaround dal cuore
dell’area.
I Kings segnavano il primo canestro con
Hield in correzione sopra il ferro e pareggiavano con Shumpert che
dopo esser stato stoppato da Biz, si avvaleva di due rimbalzi
offensivi Kings per attaccare il canestro con efficacia.
Kemba spareggiava il risultato con una
tripla a 9:24 ma il botta e risposta tra le due squadre continuava
con il crossover di Fox che in entrata batteva Kemba e Biyombo sotto
canestro in aiuto pareggiando per il fallo subito dalla lunetta…
Kemba riportava in avanti i nostri con lo step-back letale dalla
destra su Cauley-Stein che tuttavia pareggiava (9-9) in fade-away.
Sul fronte offensivo era sempre Walker
a dare la spinta a Charlotte guadagnando a 7:39 un contatto con Fox
furbescamente sullo schermo alto di Biz.
Sulla shooting motion Fox cozzava su
Kemba che ringraziava e dalla lunetta riportava sopra di tre i
Calabroni che segnavano anche con Lamb che proveniente da destra
sulla linea di fondo riceveva un bound pass verticale di Batum che
muovendosi in direzione opposta congiungeva la palla all’attaccante
che da sotto segnava ma a 6:54 Bjelica pareggiava da tre punti e
trenta secondi più tardi Hield dalla diagonale destra da tre portava
in vantaggio per la prima volta i Kings (14-17).
Cauley-Stein segnava su una second
chance e Borrego ricorreva al time-out.
Dentro MKG, Willy e Bridges, il primo
si distingueva subito per due errori sotto, rimbalzi recuperati sugli
errori e fallo subito per un ½ in lunetta…
Walker commetteva un turnover cercando
Monk ma sull’azione seguente lo stesso Kemba giunto al capolinea
della linea di fondo riusciva a oltrepassare il difensore con un
passaggio nell’angolo sinistro ancora per Malik che esplodeva la
tripla del -1 (18-19) quindi arrivava un canestro per parte ma Fox a
3:29 e a 3:12 andava due volte in lunetta (la seconda in bonus
innescato da un fallo in transizione su una palla alzata per Willy
persa dal nostro centro in area) per portare la squadra di Joerger
sul 20-25.
Monk chiudeva l’entrata rapida di
destro dopo aver salutato Bogdanovic e a 2:25 senza marcatori davanti
Graham auto-produceva la tripla del pareggio dalla top of the key.
Bogdanovic da sinistra segnava sul
rookie un lungo sue punti e su un passaggio offensivo intercettato a
Willy Bagley finiva in lunetta sulla transizione con i Kings a
imporre un ritmo veloce.
Bagley tuttavia mancava entrambe le
occasioni e su un pick and roll con Monk a 1:31 Willy lanciato
segnava due punti fallendo ancora però il libero addizionale
impattando comunque a quota 27.
Nel finale un coast to coast di Ferrell, una tripla da transizione di Bogdanovic dalla diagonale destra con MKG rinculato troppo e un’altra bomba di Bogdanovic dal lato sinistro con Lamb a francobollarlo, avvantaggiavano Sacramento che si portava sul 27-35 prima che un buon floater di Lamb chiudesse le ostilità dei primi 12 minuti sul punteggio di 29-35.
Lamb in schiacciata ma non raggiungerà nemmeno la doppia cifra in serata con gli Hornets ancora sotto i 100 punti…
2° quarto:
Monk iniziava bene percorrendo la linea
di fondo destra e alzando una palla da sotto a due mani per
accorciare ma Sacramento metteva dentro due punti rapidi.
Lamb era fermato irregolarmente da
Bjelica sull’entrata dopo aver passato lo schermo di Williams.
2/2 a 11:05 con Graham che sull’azione
seguente successiva shakerava un paio di difensori con un double
crossover per volare a canestro depositando il sottomano del 35-37.
Giles III dal cuore dell’area colpiva
con un gancio nonostante un paio di difensori provassero a fermarlo
ma dall’altra parte a dare la scossa ci pensava MKG che in corsa
quasi orizzontale da sinistra ricciolava un po’ verso canestro per
sferrare una mazzata oltre Bjelica chiudendo con una possente jam
anziché con il solito appoggio.
Ferrell rispondeva da tre ma Lamb
chiuso da un paio di difensori in entrata passava intelligentemente
indietro dove Marvin, liberissimo sulla sua mattonella (diag. sx)
colpiva da fuori alzando il punteggio sul 40-42.
Charlotte non approfittava di qualche
passaggio a vuoto avversario sbagliando diverse occasioni provando a
tenere il ritmo dei padroni di casa così Hield, aiutato dal primo
ferro vedeva varcare la sfera oltre la retina per un tiro da tre
punti lanciato da sinistra.
Batum con un vertical pass invitava
Bridges al back-door lungo la linea di fondo ma Miles fermandosi sul
più bello lasciava la sfera correre out allungando la lunga striscia
di TO di Charlotte a sfavore sul 10-3…
Kemba in entrata andava da due punti,
Shumpert, freddo al tiro mancava ancora un canestro e dall’altra
parte pur rischiando di portar via palla a Williams, si faceva
aggirare sulla linea di fondo commettendo anche un fallo a 5:03
grazie al quale Marvin portava a casa il gioco da tre punti che
pareggiava la gara a quota 45.
Fox dalla lunetta riportava sopra i Re
(fallo di Kemba), MKG spingeva con l’appoggio al nuovo pareggio e
Batum da tre dall’angolo destro sparava la tripla su servizio corto
di Lamb per il vantaggio ritrovato (50-47).
L’arcobaleno di Bogdanovic valeva il -1
ma a 2:52 un’entrata selvaggia di MKG consentiva agli Hornets di
riprendere tre punti di vantaggio subito persi sull’alley-oop di
Cauley-Stein con Biyombo lontanuccio dal ferro.
A 2:18 MKG risolveva l’intricata
situazione ai 24 sparando da tre e colpendo per il 55-51.
MKG e Batum si facevano valere in
difesa ma Lamb sprecava un paio di palloni in attacco e Kemba usando
il ritmo depositava il +6 in sottomano.
A :39.3 Fox colpiva andando oltre uno
stremato MKG che ricorreva al fallo regalando l’azione da tre punti
poi su un inbound pass dal fondo Graham passava a Lamb che
schiacciava presentandosi sotto il ferro pur spostato da dietro dal
difensore.
Bogdanovic in uscita sulla diagonale sinistra non era preso da Williams che perdeva l’equilibrio e si finiva all’intervallo sul 59-57 Hornets.
MKG su Bogdanovic.
Buona partita difensiva per la nostra ala ma nel finale va commettendo qualche errore di troppo in attacco.
3° quarto:
Inizio confuso di quarto con errori da
ambo le parti fino alle triple di Kemba a 10:51 e di Fox a 10:38
quindi toccava a Batum grazie a un blocco alto di Williams puntare a
canestro per posterizzare di destro Cauley-Stein…
La difesa di Charlotte si chiudeva bene
a riccio e su una ripartenza Kemba depositava facilmente il layup del
66-60.
Il capitano però subendo un fallo
successivamente su un’azione simile rimaneva a terra, palla out.
Si giocava ma gli Hornets ricorrevano
al fallo per bloccare l’azione con Kemba out per qualche minuto.
Cauley-Stein segnava da sotto ma poi
gli Hornets resistevano con la stoppata in corsa da dietro di Batum
su Hield, Shumpert sbagliava un tiro e Batum intercettava ancora un
passaggio diretto all’angolo sinistro.
A 7:28 rientrava Walker che allungava
splittando dalla lunetta (fallo di Bjelica).
Hield era stoppato nuovamente da Batum
ma sulla second chance Shumpert colpiva da tre per il 67-65.
A 6:42 Batum trovava un big shot da tre
contro il centrone Cauley-Stein ma Fox con un’ottima entrata ritmata
e una palla rubata a Kemba portava 4 punti nelle casse dei Kings che
tornavano prima a -1 e poi superavano con Hield, anche perché nel
frattempo Hernangomez in lunetta con lo 0/2 ci faceva rimanere al
palo.
Willy, chiuso nell’angolo sinistro
provava ad aggirare Fox correndo sulla linea di fondo, chiuso in
seconda battuta ma arrivava il fallo e altri due FT, purtroppo il
centro iberico sbagliava ancora clamorosamente ambo le occasioni a
4:18.
Kemba rischiava in entrata ma
depositava di sinistro oltre Giles III per il 72-71.
Hield con un rim/glass da tre ancora
“fortunato” batteva nuovamente Bridges che in attacco trovava il
primo canestro decidendo di andare a schiacciare a tutta velocità
superando Hield pareggiando a quota 74.
Bagley deviava al volo dopo un suo
errore fallendo il libero addizionale poi schiacciava servito dalla
linea di fondo.
In attacco Willy non segnava, Bridges
era stoppato poi ancora Willy commetteva passi in partenza sul
palleggio e Bagley faceva la differenza segnando il sesto punto
consecutivo…
MKG attaccando con ottima estensione dell’arto destro depositava al plexiglass il -4 ma il pullup di Bogdanovic in area oltre Marvin chiudeva i giochi a fine terzo quarto sul 76-82.
Sul banco degli imputati c’è il centro spagnolo, qui in mezzo alla difesa dei Kings con Shumpert in primo piano.
4° quarto:
Bagley ci provava ancora a inizio
quarto ma MKG rimanendo piantato in post basso nonostante il contatto
con il corpo riusciva a stopparlo quindi, dopo aver sbagliato una
tripla Monk correggeva la mira infilando il cesto da fuori su assist
di Graham dal fondo a 10:55.
Bogdanovic sbagliava, riprendeva il
rimbalzo e si faceva stoppare da Marvin ma dall’altra parte Jeremy
anziché attaccare il ferro provava il jumper fallendo ancora.
Gli Hornets si chiudevano in area,
Bagley aveva un gesto di stizza poco dopo essersi visto togliere il
pallone e gli arbitri propendevano per il tecnico ma a transizione in
corso rovinando l’azione di Charlotte…
Il libero realizzato ci portava
sull’80-82 ma la possibilità di sorpasso era sprecata da una tripla
a vuoto di Williams e dall’altra parte Bagley con la tripla dal ferro
amico ci spediva sul -5.
Bogdanovic con un’entrata frontale
semplice lasciava il segno e Borrego a 8:47 chiamava il time-out.
Monk in attacco però sparava un
air-ball e commetteva passi sull’arresto in corsa sull’azione
seguente mentre Jackson salvava la palla in qualche maniera dal fondo
e servendo Bogdanovic nell’angolo destro lo invitava alla tripla del
+10 (80-90) Sacramento.
Ancora il serbo in corsa riceveva sotto
appoggiando per il parziale di 10-0 Kings…
Charlotte anziché cedere provava a
rimontare con Kemba che segnava da tre e poi ondeggiando trovava il
body contact con Cauley-Stein sul rilascio al vetro per due punti e
tiro libero a segno per l’86-92.
La difesa degli Hornets faceva buona
guardia, Bogdanovic e Fox non segnavano mentre Graham sulla sinistra
si spostava verso la linea di fondo sull’uscita in salto di un
attardato Bogdanovic che vedeva il rookie mettere la bomba del -3 a
5:37…
La partita però volgeva l peggio
quando Marvin mancava la possibilità di aggancio sparando una
seconda tripla a salve e Hield a 5:00 dalla fine non perdonava da
fuori per l’89-95.
Kemba segnava due punti e Cauley-Stein
su una palla vagante commetteva in attacco il quinto fallo personale
ma dopo l’errore di Walker al tiro il centro avversario schiacciava
in alley-oop mandando in tilt la camera sopra il canestro.
Hornets che sbagliavano troppo e
l’allungo di Hield per il 91-99 valeva molto perché a 1:29 arrivava
la tripla di Batum ma lo scarico per Hield, solissimo fuori valeva
ancor di più per i Kings che beneficiando della tripla da +8 si
sentivano al sicuro anche se Batum con una rubata sulla linea di
fondo avversaria sul tiro di Graham non si arrendeva procurando a
Kemba un pallone che tentava di spedir dentro dopo uno spin che
lasciava lì Fox che rimediava astutamente da volpe con il fallo.
Kemba con un ½ non soddisfaceva,
dall’altra parte Fox in sottomano ne aggiungeva due mentre Kemba,
colpito sulla partenza dell’azione involontariamente da Bogdanovic
allo stomaco vagava piegandosi verso la panchina.
A :5.4 Batum guadagnava 3 FT, due dei
quali a segno (97-104).
Finiva così perché sul TO Kings Bridges da tre scagliava una mattonata che decretava l’impossibilità di continuar la lotta negli ultimi secondi…
Niente Jolly Roger issata a Sacramento quindi nonostante il trend degli ultimi ani fosse positivo…
Pagelle
Kemba Walker: 6,5
31 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata.
11/24 Chi altri se non “Cappello di paglia” o Rubber? Come lui
sembra fatto di gomma. Può allungarsi con step-back che lo portano a
tiri rapidi e precisi, è veloce e in genere è combattivo. 3/12 da
fuori e 6/8 dalla lunetta oltre 6 TO nel ritmo frenetico del Golden 1
Center sono le note negative. Insistere troppo da fuori in alcune
serate da brutte percentuali non è positivo però per il resto porta
punti avendo anche una buona media. Entrate facendo valere il fisico
anche contro i lunghi e step-back sono ottimali. Scavalla quota 31 ma
attorno a lui c’è quasi il deserto.
Jeremy Lamb: 5,5
9 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. Abile
spadaccino con al suo servizio tre katane, Jeremy usa le abilità in
appoggio, in floater e in jumper da media distanza dopo esser passato
dietro un blocco magari come efficaci armi per chiudere a canestro.
Definito numero 2 dietro a Rubber, anche Lamb è il secondo miglior
marcatore della squadra ma stanotte a parte il 3/8 dal campo tentando
dalla media pessimi pullup, non sembra voler attaccare spesso il
ferro limitandosi al compitino. Bello invece l’assist nel primo tempo
per la tripla di Marvin una volta vistosi chiuso lo spazio per
l’entrata.
Nicolas Batum: 7
13 pt., 9 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate,
1 stoppata. Nami e in genere mi scuserei con il personaggio di Nami.
Solo perché è abbastanza avida e disposta a tutto per denaro. Vi
ricorda qualcuno? Nella notte tuttavia anche se non mette cifre da
superstar a livello di punti è utile in attacco e anche in difesa.
Buona gara bifronte, intercetta palloni e piazza un paio di stoppate
anche se poi gliene viene data una, comunque influenza spesso i tiri.
Nel finale sull’alley-oop di Cauley-Stein non può opporsi
fisicamente. E’ anche però un giocatore che tiene alla coesione del
gruppo come Nami e almeno durante le interviste lo si è sentito. E’
abbastanza fifone in campo in genere, tende a sparire e a mettere
avanti gli altri nei momenti che contano ma come Nami che affina le
proprie abilità divenendo più coraggiosa anche lui prende le sue
responsabilità nel finale trovando punti, mettendo a segno una
rubata ed è l’ultimo ad arrendersi come certe Donne di carattere.
Marvin Williams: 6
6 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate,
3 stoppate. Usop/Sogeking. Cecchino dalla mira infallibile
specialmente quando si trasforma in Sogeking indossando maschera e
mantello, usa una grossa fionda, quella che sarebbe ideale per Marvin
per scagliare le sue triple. Pavido e bugiardo Usop, spesso Marvin fa
il compitino offensivo scaricando punti di rottura non ergendosi a
protagonista e in serata con il suo 1/5 da fuori pare più un Usop
addormentato. Fallisce due triple importantissime nel finale mentre
in difesa si fa spesso sentire sacrificandosi sino al tuffo
nell’ultimo quarto tentando di non far uscire la sfera dal terreno di
gioco anche se non gli riesce. Un sei risicato per la difesa ma il
2/9 complessivo al tiro sarebbe da 5.
Bismack Biyombo: 6
4 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 3
stoppate. Franky. Cyborg e carpentiere. Cyborg nell’aspetto (non nel
colore), nella stazza, un po’ rabberciato e rozzo a volte con la
palla, carpentiere rispetto al gioco del basket. In diverse occasioni
sembra non centrare né il cesto né nulla con il basket ma nella
storia originale Cutty Flam (il vero nome) costruisce la seconda nave
per la ciurma, la Thousand Sunny. Ci si augura il congolese invece
possa costruire anche giocate più solide. Qualche svarione sugli
alley-oop, nel gorgo che si forma in area, essendo aiutato mette a
segno ben tre stoppate. Sicuramente meglio di Willy e Frank, segna 4
punti inizialmente, poi ci prova un’altra volta ma non segna per
spegnersi offensivamente dove recupera solo qualche fallo inutile per
i contatti subiti.
Malik Monk: 5
10 pt., 1 assist, 1 rubata. 4/11 al
tiro. Brook, lo scheletro schermidore. Intanto perché ha i capelli
afro, anche se Monk li ha decisamente bonsai rispetto all’originale,
poi perché Monk può andare di fioretto con tiri dal palleggio o
fiondarsi velocissimo verso il canestro “camminando a pelo d’acqua”
(di parquet per Monk direi) e balzare felinamente come Brook per
servire assist o andare in appoggio. Avendo un fisico esile usa
l’agilità e altre abilità, anche la forza insospettabilmente ma in
difesa viene passato facilmente, anche perché se lo dovessimo
paragonare a Brook, occhi non ne ha… In serata non attacca il
ferro per donare assist ma ci prova spesso da solo, sbaglia un paio
di triple nell’ultimo quarto con un air-ball, ne mette una ma poi
commette passi sull’arresto in corsa. Nel momento decisivo manca dopo
aver disputato un buon primo tempo sfruttando la differenza di
velocità con Bogdanovic per arrivare al ferro un paio di volte.
Michael Kidd-Gilchrist: 6
11 pt., 7 rimbalzi, 3 stoppate. 5/10
dal campo. Nico Robin. Potenzialmente come la piratessa può
allungare gli arti ed è l’unico che, out Zeller, possa bloccare gli
attacchi avversari in maniera efficace se lo vuole, infatti, mette a
segno tre stoppate.
Se attacca prova a farlo velocemente in
penetrazione, in coast to coast o saltuariamente tentando il gancio
in corsa, un bell’uncino per cercare di agganciare la vittoria.
Primariamente porta tanta energia e
difesa anche se sulle transizioni rincula troppo tenendo una
posizione ibrida che non serve a nulla, così prendiamo tre punti,
poi nella prima fase e in quella centrale è un mastino che riesce
anche segnare da tre punti allo scadere dei 24.
Nel finale sbaglia troppo però (il
buon voto cala qui, nel momento decisivo) tentando anche un layup
rovesciato da dietro il vetro che fa una pessima fine.
Miles Bridges: 5
2 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. Jinbei.
L’uomo-pesce dotato di resistenza e forza sovrumana, nell’anime può
manipolare l’acqua come se fosse una sostanza solida. Forza e
resistenza per Miles ci sono, deve dimostrare di riuscire a fare
anche qualcosa da sé prendendo qualche iniziativa e iniziare a
padroneggiare quella fluidità che al contrario di Jinbei manca come
i tempi per le entrate e i rilasci un po’ troppo affrettati per lui
da tre che ha ancora bisogno di velocizzare il tiro e deve lavorarci
pian piano. Anche stasera manca un paio di layup in corsa e due
triple segnando con una schiacciata bimane in corsa dopo aver passato
Hield che lo aveva trafitto da tre fortunosamente. Anche nel primo
tempo prende un canestro alla stessa maniera con rimbalzo sul primo
ferro non fantastico ma utile…. Non porta punti ma rimbalzi.
Willy Hernangomez: 2
3 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. TonyTony
Chopper e mi scuso con Chopper. Ingenuo e manca di aggressività. Ha
tre forme che possono variare di stazza, quella da renna è buffa,
quella umana è più massiccia, quella intermedia mantiene le
caratteristiche positive umane e animali. Quale stia usando Willy non
è dato sapere… dopo il buon inizio è scomparso senza lasciar
traccia nell’ultimo periodo. 2 TO, -6 di +/-, ¼ dal campo peggiorato
dalla lunetta con un incredibile 1/7, raramente è utile per
influenzare un tiro avversario. Solo un pazzo potrebbe far giocare
ancora uno così che ci danneggia irreparabilmente con dei tiri dalla
lunetta che sembrano tirati da uno che non ha mai visto un pallone da
basket al campetto. Se Chopper è mezzo animale a me sale la
carogna…
Devonte’ Graham: 6
8 pt., 3 rimbalzi, 3 assist. Sanji. Chi
se non lui potrebbe ricoprire il ruolo di cuoco per uno che ama
cucinare gli avversari con giocate in penetrazione, e infilzarli con
tiri dalla lunga cottur.., ehm, distanza? Certo… il cuoco della
ciurma di One Piece si prestava più a Parker visto che il
franco/belga non si può dire che non ami le belle Donne essendo
stato spostato dal 2007 al 2010 con Eva Longoria, ma veniamo alla
serata di Graham… 3/7 al tiro con un 2/5 da fuori ma è un -8
quando è in campo. Non demerita e nell’ultimo quarto serve un assist
per la tripla di Monk e finta su Bogdanovic in uscita sistemandosi
con passetto laterale sul lato sinistro per tre punti personali presi
con convinzione. Forse era troppo chiedergli di segnare ancora nel
finale.
Coach James Borrego: 5,5
La squadra ritrova almeno lo spirito ma sembra un’armata Brancaleone del voglio ma non posso. L’infortunio di un giocatore ritenuto da molti mediocre come Zeller sta pesando tanto e anche le scelte di alcuni giocatori in campo. Quelle del coach stasera sono così così… un paio di time-out arrivati un pelino tardi direi che comunque non avrebbero cambiato granché suppongo e soprattutto la scelta di far giocare Hernangomez Non so se Frank non faccia più parte del progetto ma senza difesa per senza difesa almeno il Tank in attacco avrebbe portato probabilmente più punti.
Hornets nel profondo nord-ovest
americano, in Oregon ospiti dei Portland Trail Blazers.
Alla “Rose Garden Arena” o Moda Center, spesso i Calabroni hanno rimediato sconfitte e la gara non si presentava certamente facile nemmeno quest’anno, tuttavia per tenere il passo di Miami gli Hornets avevano bisogno d’inventarsi qualcosa per sopperire alla mancanza di forza vista in trasferta.
Caso strano a Portland il nome non se
lo sono inventato ma hanno tirato a sorte tra Boston (sì, quella
nota nel Massachusetts) e Portland (nel Maine), appunto, città
natale dei due contendenti.
Per decidere chi vincerà la partita
invece bisognerà cumulare quei rapidissimi, quasi impercettibili
istanti nel quale il pallone arancione gira in aria e vedere che fine
farà, un po’ come la monetina lanciata per aria…
La partita in breve
Partita senza storia, senza troppe
energie, senza gloria e anche sotto i 100 punti, fatto accaduto
raramente quest’annata.
Portland, entrata con piglio aggressivo
in difesa e decisione in attacco sembrava soffocare e sorprendere
Charlotte in un inizio nel quale solo la tripla di Williams entrava
per Charlotte a fronte di 13 punti della squadra di Terry Stotts.
Charlotte si riprendeva offensivamente
trovando, grazie alla freschezza, tiri che entravano ma dall’altra
parte la coppia di guardie Lillard/McCollum giocava su alti livelli,
specialmente il secondo, on-fire nel primo quarto, così si arrivava
alla fine dei primi 12 minuti sul 27-37 con Portland a conservare il
frutto dell’aggressivo inizio.
Gli Hornets nel secondo quarto
sorprendevano inizialmente la panchina dei Trail Blazers che
incassava un 6-0 conservando 4 pt. di vantaggio (33-37) ma di lì a
poco la squadra della Rose City si lancerà in un parziale di 14-0
porterà i Tracciatori di Sentieri sul 36-57 con un paio di canestri
di Lamb quasi a metà quarto a interromper il digiuno della squadra
di Borrego.
La difesa di Charlotte, già malmessa,
peggiorava ulteriormente con l’ingesso in campo di un arrendevole
Hernangomez e in generale consentiva a Portland i raggiunger
l’intervallo con un +21 grazie all’alto punteggio dei padroni di casa
arrivati sul 49-70…
Partiva ancora male Charlotte nella
ripresa ma a 9:41 con un’azione di Walker da 4 punti (tiro da tre più
fallo subito) portava un parziale di 9-0 (58-76) ma Lillard infilava
due triple consecutive, Aminu ne aggiungeva una alla quale nel finale
se ne sommavano due di McCollum (una con fallo di Bridges per una
giocata da 4 punti) che favoriva l’allontanamento drastico e
definitivo.
68-101 a fine terzo quarto con parziale
di 19-31…
Nel garbage time Charlotte metteva a
segno inizialmente un parziale di 8-0 ma finiva per cedere di 31
punti, 96-127…
Quei rapidissimi momenti dei quali si
parlava nell’intro in serata sono stati colti da McCollum e Lillard i
quali hanno finito per cumulare 30 e 20 punti rispettivamente, Turner
ne ha aggiunti 15, Stauskas 13 mentre il Bosnian Bear Nurkic ha messo
a referto una doppia doppia con 11 rimbalzi e altrettanti punti.
Il figlio di Dell, Seth, ha chiuso con
un 2/4 da oltre l’arco per 6 punti aiutando la squadra a mantenere
alto il tiro da tre chiuso con il 37,5% anche se Charlotte con il
43,3% è andata meglio ma dal campo il 55,9% dei Trail Blazers contro
il 40,0% di Charlotte era chiaro indizio di vittoria.
43-47 nella lotta a rimbalzo, 23-31
negli assist, 2-16 le stoppate con Nurkic a 6 a pareggiare il proprio
record personale precedente…
La difesa di Portland ha vinto la partita, quella di Charlotte non è pervenuta, così anche nei TO Portland ha perso meno palloni con 13-9, per quanto Charlotte sia prima e abbia commesso un TO in più rispetto alla media, ha fatto male la pressione sugli avversari e ancor peggio la fase di contenimento.
Undicesima vittoria consecutiva a Porland per i T. Blazers su Charlotte.
E’ dal 2008 che la squadra locale ha la meglio sulla città della Queen City (6 in era Bobcats) mentre in generale Portalnd ottiene la quarta vittoria di fila in stagione allungando la striscia positiva mentre Charlotte cade a due L.
Così non si va da nessuna parte…
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Lanciata in aria anche la palla a due
era Nurkic a prevalere e Lillard passando dietro uno schermo a
segnare in pull-up nonostante il tentativo tardivo di chiusura di
Batum.
A 11:07 raddoppiava Lillard dalla
lunetta (fallo sulla penetrazione e per gli arbitri erano due FT che
non convincevano Borrego) mentre sull’azione seguente Charlotte
otteneva gli unici tre punti di un inizio pessimo con Marvin Williams
che servito a sinistra tirava precisamente.
Aminu segnava in transizione su una
palla persa da Kemba con Batum lentissimo nel tentare di contrastare
l’avversario e Williams in entrata si faceva strappare un altro
pallone sull’azione successiva…
Lamb commetteva due errore “larghi”
e a 9:06 in area Nurkic in turnaround alzava il gancio del 3-8 ma il
parziale continuava con l’entrata in diagonale di Lillard tra Kemba e
Biz con relativo layup e con la tripla di McCollum a 8:17 che fissava
il 3-13 che allarmava Borrego, ormai deciso a chiamare il time-out
per stoppare un inizio aggressivo dei Trail Blazers.
Al rientro un’entrata a ricciolo di
Lamb dietro lo schermo altissimo di Biz valeva due punti, altre due
venivano proprio da Biyombo che raccolto il passaggio sulla drive di
Batum fintava per liberarsi dei difensori e schiacciare il 7-13 a
7:35.
Biz però era stoppato da Nurkic e
McCollum dall’altra parte segnava da tre punti ai quali rispondeva
Kemba creandosi e segnando con una bomba dalla diagonale sinistra.
McCollum in ritmo si scatenava con un
turnaround baseline dopo aver passato il canestro in corsa…
Charlotte ora provava tenere il passo
offensivamente segnando con Biz in jumper dall’altezza della linea
del tiro libero mentre dall’altra parte in corsa con un finto arresto
McCollum cacciava dentro una soluzione ibrida tra floater e arresto e
tiro ma rispondeva Lamb che tagliando bene riceveva un passaggio
schiacciato di Batum preciso.
A 4:53 però era ancora McCollum a
inserirsi in mezzo alla difesa di Charlotte per recuperare lesto un
rimbalzo e appoggiare al vetro il 14-22.
Kemba si faceva stoppare da Nurkic e
provava un altro tiro a basso coefficiente non segnando mentre
dall’altra parte Lillard in entrata era più concreto appoggiando
oltre Willy.
A 4:01 un fade-away frontale di Batum
cercato in uno contro uno finiva nella retina ma Nurkic a 3:41 in
post alto si girava comodamente andando ad appoggiare trovando il
contatto di spalla con il nostro centro spagnolo che per peso doveva
cedere regalando anche il libero del16-27…
In attacco Bridges era stoppato in
schiacciata ma Kemba finiva l’azione segnando il jumper.
Malik non riusciva a stoppare il
pull-up di McCollum sempre più on-fire che , infatti, a 2:30
otteneva altri due punti in entrata.
Batum, l’ex, rispondeva da tre
ripristinando almeno un -10 (21-31) ma sull’azione seguente finiva
per schiantarsi su un blocco altissimo di Willy che si muoveva anche
dalla stessa parte del francese…
A 1:25 segnava Kemba da fuori in
transizione dopo due errori di Turner che si rifaceva con un
sottomano semplice sull’azione successiva a quella del capitano.
Nurkic stoppava Kemba mentre dall’altra
parte si notava tutta la differenza tra centri con Lillard al quale
bastavano due finte per far recedere l’iberico dal tentativo di
stoppata sull’entrata portata a termine dal n° 0 avversario.
A :35.1 era ancora Batum a reggere le sorti della partita segnando con un tiro da fuori e fuori equilibrio con il tronco spostato in avanti ma un floater di Lillard ristabiliva il -10 (27-37), punteggio finale di quarto.
PORTLAND, OR – JANUARY 11: Bismack Biyombo #8 of the Charlotte Hornets drives to the basket against the Portland Trail Blazers on January 11, 2019 at the Moda Center Arena in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2019 NBAE (Photo by Sam Forencich/NBAE via Getty Images)
2° quarto:
Apriva bene il quarto Monk con una
tripla dalla diagonale sinistra, poi era Parker a incrociare da fermo
in area con una finta su Seth Curry segnando e ottenendo il libero
che a 11:17 illudeva gli Hornets di poter recuperare punti
surclassando la panchina avversaria.
Illusione perché la squadra di Stoots
rispondeva con due FT di Turner, raddoppiato da Williams che
commetteva fallo in area, Leonard segnava l’alley-oop lanciato da
Turner mentre a 10:29 la tripla open in ritmo di M. Williams (36-41)
non spezzava il ritmo offensivo avversario.
Portland però trovava un tremendo
break con un 14-0 iniziato da Stauskas oltre MKG, proseguito da
Turner (reverse layup in area dopo mezzo giro) e fermato a livello di
tempo da Borrego dopo un altro jumper di Stauskas per il 36-47.
Il time-out a 9:31 non risolveva la
situazione perché il leader da tre punti NBA fatto in casa (Seth
Curry) segnava da tre, Parker e Lamb sbagliavano le loro conclusioni
da fuori mentre Stauskas otteneva tre FT a 7:13 per esser stato
toccato da un Kemba troppo lanciato nel close-out.
2/3, Biz stoppato da Leonard e altra
tripla di Curry dalla destra schermato da un buon blocco a 6:43 per
il 36-57.
A rompere il digiuno era Lamb con
l’appoggio a destra evitando la stoppata e ancora Lamb era bravo a
segnare il teardrop dal pitturato per il 40-57.
Dall’altra parte Turner segnava
facilmente da sotto attorniato dalle guardie Hornets senza i cm per
contrastarlo.
Lamb e MKG dalla lunetta puntellavano
lo svantaggio splittando entrambi per il 42-59 ma un passaggio da
metà campo di Lillard esaltava Layman in alley-oop.
MKG rispondeva con il gancio in corsa
(44-61) poi McCollum e Lamb alzavano il punteggio di due unità per
parte, Lillard ne aggiungeva altri due in floater e ancora McCollum
pescava il jolly da tre oltre Lamb.
Walker andava in lunetta in bonus a
2:15 ma segnava solamente un libero, Layman tentava la mega
schiacciata a una mano ma la sparava sul ferro così dall’altra parte
Kemba, tornato in lunetta a 1:56 per un contatto con Nurkic,
aggiustava la mira segnando entrambe le occasioni per il 49-68.
Portland finiva per segnare con Layman il 49-70, punteggio all’intervallo, con un rimbalzo offensivo spuntando tra le divise viola dopo un air-ball di un compagno per appoggiare facilmente in mezzo a una difesa da presepe…
PORTLAND, OR – JANUARY 11: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Portland Trail Blazers on January 11, 2019 at the Moda Center Arena in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2019 NBAE (Photo by Sam Forencich/NBAE via Getty Images)
3° quarto:
Si notava subito che Charlotte dopo
l’intervallo non ci credeva molto, Nurkic con un tocco oltre Biz
segnava ripetendosi poi in schiacciata, Aminu a 9:59 metteva dentro
in appoggio…
E Charlotte?
Tre palloni persi in vario modo,
l’ultimo con un passaggio ravvicinato di Batum per Biz che non teneva
la sfera…
A 9:41 rompeva alla grande il silenzio
offensivo Walker che schermato (ampiamente) da Biyombo riceveva da
Williams per sparare da tre toccato da Layman in uscita.
Azione da 4 punti che ispirava per un breve tratto Charlotte che segnava ancora con un tap-in di Biyombo e con Kemba dalla diagonale destra per altri tre punti che davano un parziale di 9-0 che portava sul 58-76 la situazione.
Un brutto passaggio di Kemba da drive
and kick era recuperato da McCollum che andrà a segnare con un
turnaround dalla baseline, cosa già vista nel primo tempo…
Lamb a 8:04 attaccava il ferro
arrivando a pochi cm con il floater vincente sopra due teste Trail
Blazers.
Lillard segnava da tre avendo ricevuto
l’allarme rosso, Lamb a 6:56 rispondeva con il jumper frontale per il
62-81 ma ancora Lillard da fuori forzava segnando la seconda bomba
consecutiva.
Aminu da destra ne aggiungeva un’altra
ammazzando di fatto il tentativo di rientro dei teal & purple
precipitati sul -25 (62-87) anche se Lamb serviva a Bridges materiale
per l’easy hammer e lo stesso Miles dimostrava con una strong drive
di riuscire anche ad appoggiare bene al vetro finalmente.
Un tap-out di Nurkic favoriva Layman,
liberissimo sulla linea dei tre punti, non più contrastato da
nessuno, che la buttava dentro ancora per il 66-90.
McCollum segnava ancora da fuori nella
sagra delle triple di Portland mentre Monk tentando di tornare
sull’avversario sbatteva su un Willy che era finito per prendere il
tiratore di Portland e che danneggiava il rientro del nostro n° 1.
Un McCollum senza pietà infilava dalla
top of the key dopo una finta con contatto cercato su un Bridges che
rientrava male toccando di schiena il tiratore.
A 2:36 partita stra-finita con l’azione da 4 punti per il 66-99, Bridges mancava due tiri da fuori e andavano a chiudere il quarto Aminu ed Hernangomez con due punti a testa per il 68-101 con un parziale di quarto di 19-31.
PORTLAND, OR – JANUARY 11: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Portland Trail Blazers on January 11, 2019 at the Moda Center Arena in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2019 NBAE (Photo by Cameron Browne/NBAE via Getty Images)
4° quarto:
Nel garbage time Charlotte guadagnava
inizialmente punti con due FT di Monk che scaricava da una drive
all’ultimo istante per Willy appostato a destra del canestro pronto a
ricevere e a schiacciare dopo esser rimasto solo per la chiusura del
lungo su Malik.
Willy continuava a segnare da destra
sul back-door pass verticale di Parker e Monk ancora con il pull-up
dopo aver palleggiato dietro la schiena in uno contro uno creavano le
condizioni per arrivare sul 76-101 con un parziale di 8-0 ma la
squadra si scioglieva nuovamente prendendo un parziale di 3-9 con un
pullup di Turner arrivato a 15 pt. (79-110).
Dentro anche Frank, Dwayne e Devonte’ nel finale ma il risultato era il medesimo, Portland finiva vincendo 96-127 una di quelle partite nelle quali non c’era storia sin dall’inizio.
Pagelle
Kemba Walker: 5,5
18 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata.
5/19 prendendosi 5 stoppate, alcune da Nurkic in modalità easy.
Finisce con 18 punti sfruttando una buona serata da fuori con un 4/9
per 13 pt. (già, perché c’è anche un FT aggiuntivo su un tiro da
fuori per fallo subito) ma sarà quello con il plus/minus più
freddo, glaciale… -29. Figlio anche di 4 TO e del fatto di giocare
i momenti che contano con intorno poco. E’ quasi l’unico che accende
può crearsi spesso da solo qualcosa in attacco ma in difesa stanotte
non tiene.
Jeremy Lamb: 5,5
15 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata.
7/14 al tiro. Va un po’ a periodi… inizia male sbagliando due tiri
ampiamente influenzato dalla difesa poi nel secondo quarto rompe il
muro di Portland e il parziale avversario di 14-0. Floater e
teardrop, canestri ravvicinati attaccando in taglio o partendo da
lontano sono il suo pane. 0/1 da fuori e solo un ½ dalla lunetta.
Buona nel terzo quarto una difesa disperata in angolo sul tiro di
McCollum ma anche lui fatica a tenere in difesa.
Nicolas Batum: 5
8 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. Solita
partita. Ottimo inizio che illude Charlotte di poter trovare dal
francese la serata dell’ex che tuttavia si va perdendo. Borrego lo
toglie dopo un suo passaggio orizzontale ravvicinato basso per
Biyombo che il congolese sta cercando di capire ancora ora.
Marvin Williams: 5
6 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1
stoppata. 2/6 dal campo segnando un catch’n shoot rapido da tre dalla
sinistra e un’altra tripla (aperta) dalla diagonale sinistra, poi
altri 4 errori. Gioca poco più di 23 minuti. Bene a rimbalzo, per il
resto sarebbe in panchina in qualsiasi altra squadra. Giocatore
onesto ma che non da la spinta per cambiare il ritmo ma approfitta
sovente degli scarichi dei compagni, è il suo ruolo offensivo ma è
poca cosa se non trova serate da strisce di 4/5 triple…
Bismack Biyombo: 5
6 pt., 8 rimbalzi, 2 assist. A volte
prima che si coordini su un rimbalzo sembra di rivivere un flashback
da Holly e Benji da quanto tempo passa lasciando insicurezza su
rimbalzi che dovrebbero essere saldamente suoi. Stoppato ben 4 volte
per uno con i suoi cm, finisce con un 3/9 dal campo segnando buoni
canestri con un FT jumper e su una finta con successiva schiacciata.
Ancora adesso si sta chiedendo dove sia la palla sul passaggio
laterale di Batum. -16 di +/-.
Malik Monk: 5,5
7 pt., 1 rimbalzi, 4 assist. 2/7 al
tiro. Fatica in difesa quando conta e non è un fattore. Nel garbage
time inizia bene segnando punti, due anche in pullup uno contro uno
con palleggio dietro la schiena e tiro da due, innesca anche con
bravura Willy con una drive and kick fin sotto canestro e scarico
rapidissimo volante all’ultimo secondo.
Michael Kidd-Gilchrist: 5
5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Stauskas
lo fredda subito anche se la sua difesa non era malvagia, un po’
troppo distante sul jumper però. 2/4 al tiro prendendosi una tripla
che manca. Un fallo speso e -14 di plus/minus.
Miles Bridges: 5
4 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1
stoppata. Si prende una stoppata su una dunk timida, da fuori non
segna più con uno 0/3, ha una fiammata mettendo dentro una
schiacciata in solitaria su passaggio di Lamb e un appoggio a
sinistra in uno contro uno con una strong drive e bel tocco e questo
è già un progresso. Commette fallo ingenuamente rientrando su
McCollum concedendo un’azione da 4 punti.
Tony Parker: 5,5
3 pt., 3 assist con un ¼ al tiro. La
mette dentro dal cuore dell’area incrociando da fermo il passo su
Seth Curry. Un bell’assist verticale schiacciato per il back-door di
Willy poi altri errori al tiro in 11 minuti. Purtroppo in difesa con
lui viene a mancare un po’ di equilibrio per questione di cm se il
quintetto mantiene anche Walker e Turner ad esempio ne approfitta.
Partita anonima per uno come lui.
Willy Hernangomez: 3,5
7 pt., 8 rimbalzi, 1 assist.
Arrendevole. Come se non ci fosse nel ruolo di centro in difesa
spesso e volentieri. Lascia passare gli avversari senza provare a
intervenire spesso e sui cambi difensivi riesce ad andare a sbattere
su Monk rimanendo “lontano” e disinteressato di McCollum che
stava tenendo lui. Finisce con tre punti per la SG avversaria… In
attacco porta un blocco muovendosi sulla parte scelta d Batum per
passare e il francese finisce con il perder palla oltre i propri
demeriti… Segna a fine terzo quarto e nel garbage time buoni
canestri ma è tardi. In picchiata da inizio stagione. Uno dei motivi
per i quali la difesa di Charlotte incassa troppo e non c’è da star
allegri con gli altri centri. Kupchak se mi senti recupera un centro
vero, i tre rimasti non ne fanno uno completo…
Devonte’ Graham: 6
7 pt., 1 rubata. Segna due triple e splitta dalla lunetta in 6:55 di garbage.
Dwayne Bacon: 6
5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 2/3 dal
campo. Una tripla e un buon canestro da sotto.
Frank Kaminsky: 5
5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 2/3 al
tiro ma un buco nero in difesa… Terribile.
Coach James Borrego: 4
Parlava di difesa in progresso ma l’ha vista solo lui. Altra prova sconcertante sotto il profilo del carattere quando non si gioca a Charlotte. Mi viene in mente una frase di Franco Scoglio: “Noi siamo il Genoa e chi non ne è convinto posi la borsa e si tolga le scarpe. Noi non siamo il Roccapepe! Che poi dove cazzo sarà sto Roccapepe, magari è un paese bellissimo”… Parallelamente bisognerebbe ricordare ad alcuni giocatori di non entrare in campo se non sono convinti perché sono irritanti… Squadra morbida e lenta sulle palle vaganti con rare eccezioni. Personalmente non ci sto a fare la vittima sacrificale. Bisogna dare una sveglia alla squadra shakerando il quintetto. Le cose non vanno, urge cambiare, inutile perder tempo a ripeter gli stessi errori come faceva Clifford. Deve trovare la quadra con il miglior quintetto difensivo possibile perché è lì che siamo carenti oggi.
Ci eravamo lasciati a gara 17, poi, saltato per diverse ragioni il classico “Il Punto @ 34”, ecco arrivare il ragguaglio della situazione al quasi giro di boa ma, dopo gara diciassette non è cambiato quasi nulla a livello di risultati per gli Hornets giunti sino alla fine del 2018.
Un roller coaster, un otto-volante, un
saliscendi emozionale nelle pazze partite giocate.
Crazy più delle corse del Wacky Races,
i Calabroni anche in classifica hanno alternato vittorie a sconfitte
che non sono andate oltre a una striscia di tre per parte con quota
.500 come ago incerto della bilancia a pendere da una parte o
dall’altra.
A fine anno però, nella stessa partita
stravinta contro i Magic, gli Hornets perdevano un paio di pezzi tra
i titolari:
Il secondo violino Lamb e Cody Zeller,
uno che aveva iniziato male ma si stava riprendendo, non un fenomeno
ma pur sempre il centro più completo di cui Charlotte disponga, in
grado di fare da arma tattica semplicemente postando blocchi con
angolazioni giuste nei momenti giusti e di difender meglio dei pari
ruolo.
Dalla top win già citata con i Magic
alla top loss con i Mavericks senza i due titolari il passo è stato
breve, poi a preoccupare ancor di più arrivavano una serie di
trasferte a Ovest, ben 6…
Se l’anno precedente gli Hornets avevano avuto un certo feeling contro il West, quest’anno diverse squadre “occidentali” sono riuscite a passare sul terreno dello Spectrum Center e con gli Hornets ammalati di mal di trasferta alla vigilia della prima gara a Denver, la situazione per i sopracitati motivi, non sembrava essere ideale, infatti in Colorado la partita di Charlotte finiva in bianco e nero tornando alla luce nel finale a Phoenix dove Parker e Walker trasformavano in Supernova i Suns mentre sulla costa pacifica contro i Clippers gli Hornets rimanevano a letto assonnati nell’ultima parte di gara nonostante il canto del Gallo confermando una certa allergia all’Occidente.
Descrizione veloce
delle partite passate
Gara 18 era la classica degli ultimi
anni, trasferta persa sul filo con un paio di occasioni per il
sorpasso in casa di OKC dopo una bella rimonta, tuttavia nel finale
l’inconsistenza di Charlotte costava la sconfitta, pur onorevole
mentre nella gara seguente contro i molto più modesti Hawks il
copione era simile.
Bacon non teneva Bazemore che a meno di
cinque secondi dalla fine in entrata segnava il +1 Atlanta per la
vittoria dei locali…
La reazione degli Hornets passava per
la vittoria casalinga di misura contro Milwaukee (una volta tanto in
una punto a punto) e alla larga affermazione nella rivincita contro
gli Hawks ma nelle altre due sfide casalinghe programmate i Calabroni
perdevano contro le piratesche Utah e New Orleans chiudendo il ciclo
di tre sconfitte a Minneapolis.
Come in un film, dopo aver perso tre
partite i Calabroni ne vincevano altrettante:
La vittoria su Denver in cima all’Ovest
113-107 era prestigiosa e inaspettata, quella a New York “normale”
per le forze in campo mentre quella tiratissima contro Detroit con il
buzzer beater di Lamb a romper la situazione di parità era una
vitoria preziosa per superare proprio i Pistons in classifica.
Gara 28 era scioccante perché
all’Alveare i teal & purple sprecavano un largo vantaggio finendo
per perdere all’OT mentre nella partita seguente la bestia nera James
e i Lakers s’imponevano semplicemente nella Buzz City.
Game 30 era l’occasione per portare sul
2-1 la situazione stagionale contro i Cavaliers mentre nell’ultima
partita casalinga prima di Natale i Calabroni salutavano il proprio
pubblico con l’ennesima vittoria sui Pistons con una dozzina di punti
di scarto questa volta.
A Boston si andava per onor di firma
perdendo senza creare troppi problemi ai verdi mentre a Brooklyn la
squadra gettava alle ortiche la vittoria in una partita tiratissima
dalle mille emozioni che si chiudeva solo dopo due supplementari con
Monk che perdendo palla da solo in palleggio sull’azione decisiva
regalava la vittoria agli avversari anziché alla sua squadra.
Dopo due giorni arrivava la vendetta di
Charlotte in casa, Brooklyn, complici alcune scelte di Borrego
tornava sino al -5 ma poi slittava sul -13 finale.
A Washington Charlotte iniziava bene,
poi andava in difficoltà, pareggiava un paio di volte ma prendeva un
brutto parziale nel finale che tentava di recuperare negli ultimi
secondi arrivando incredibilmente sul -1 ma il tempo era contro la
squadra di Borrego svegliatasi troppo tardi, così si perdeva una
grossa occasione contro una squadra largamente rimaneggiata e dallo
spogliatoio bollente.
L’occasione di riscatto arrivava contro
Orlando con i fuochi d’artificio per chiuder l’anno con il botto ma
il doppio infortunio Zeller/Lamb nella prima partita dell’anno a
Denver mostrava il volto di una squadra scoppiata già nel primo
quarto che accumulava punti finendo con una di quelle sconfitte
travolgenti che comunque valeva sempre una L.
Sul bordo playoffs, caduti in ottava posizione Charlotte batteva Phoenix con l’ottima prova nell’ultimo quarto del duo play Parker/Walker e nell’ultima gara analizzata a Los Angeles, sponda Clippers si perdeva, Detroit però non ne approfittava continuando a perdere.
Sopra, la classifica attuale a Est.
Charlotte si trova attualmente all’ottavo posto nella Eastern Conference con un paio di partite di vantaggio rispetto ai Pistons e al secondo nella propria Division dietro Miami di una partita a causa della mancanza di costanza.
La sequenza tra partite vinte e perse.
In verde le vinte e in rosso le perse, l’altezza della barra si riferisce alla differenza di punteggio tra le due squadre.
Più altà è la barra, maggior è la differenza.
Prossime partite
Prolungato sino a gara 40 questo “Il Punto”, torneremo alla normalità riprendendo la media delle 17 partite analizzando le prossime 11 sfide per arrivare sino a gara 51.
Portland, Sacramento e San Antonio, tre partite in quattro giorni con il back to back in California non promettono molto di buono sulla carta.
In primis perché il primo e l’ultimo per la squadra del North Carolina sono parquet tradizionalmente avversi con poche vittorie a favore, in secundis perché sull’unico campo abbordabile (Kings) quest’anno i Calabroni troveranno una squadra decisamente migliorata anche se con un record di 12-10 in Californioa.
Tutto è possibile ma per vincere su
questi campi la squadra di Borrego dovrà superarsi.
Si tornerà finalmente a casa dopo sei trasferte consecutive e i Kings, oltre ai Suns restituiranno la visita ai Calabroni in due partite più morbide sulla carta.
Partite da vincere perché le tre trasferte a Indianapolis, Memphis e Milwaukee si avvicinano a livello nightmare per la squadra di Jordan con la partita in Tennessee potenzialmente più abbordabile anche se per caratteristiche Charlotte potrebbe dar filo da torcere più alle altre due…
Gara 49 contro New York in casa presuppone un’occasione di riscatto dopo la sconfitta contro i “Calzoni alla Zuava”, a Boston sarà ancora durissima, poi in Game 51 anche Memphis completerà “il ritorno” tornando a far visita a Charlotte nell’arco di breve tempo.
Personalmente credo che potremmo ottenere un 4-7 o un 5-6 massimo come record ma le condizioni ovviamente potrebbero mutare in base agli infortunati che avranno le due squadre di volta in volta in ogni gioco…
Per resistere in classifica in un
centro/fine gennaio che sulla carta non è dalla parte dei Calabroni
che dovranno dimostrare volontà per sovvertire i pronostici.
Parte statistica
descrittiva di pregi e difetti
Non chiedete a me, questa volta
rinuncio, più che un analista ci vorrebbe uno psicoanalista per
questa squadra che non trova costanza per riuscire a vincere una
striscia più lunga di tre partite (capitata solo una volta) anche se
con calendario favorevole.
D’altro canto la striscia negativa è ferma a tre per cui gli Hornets si barcamenano tra dolorose sconfitte punto a punto, qualcuna eclatante e vittorie insperate con qualche novità dalle punto a punto essendo riusciti a strapparne qualcuna, spesso grazie al trio arretrato Parker/Walker/Lamb.
Il nostro pacchetto arretrato per quel che riguarda i FGM rimane un vanto rimanendo sopra anche a quello di Golden State dove la coppia Curry/Thompson non è proprio da buttar via…
Da gara 18 a gara 40 gli Hornets hanno ottenuto un record di 10-13 che avrebbe potuto spostarsi anche in positivo se non avessimo gettato al vento qualche partita per errori personali difensivi o scelte azzardate di Borrego che si è innamorato troppo della small-ball in alcuni casi.
A volte ha buone intuizioni, altre volte contribuisce nefastamente alla sconfitta con tattiche non funzionanti che si protraggono anche troppo durante il match.
C’è da dire guardando le mie medie nei voti dei singoli che quasi tutta la squadra è peggiorata anche se la maggior parte perde qualche centesimo di punto ma la panchina non è più brillante come all’inizio sebbene nei tiri dal campo produca uno dei differenziali più letali sella NBA grazie anche a Parker che ha steccato alcune partite ma è decisamente di 5/6 gradini sopra a chi l’ha preceduto in quel ruolo.
Le schiacciate di Miles Bridges si
vedono sempre più raramente, Monk è incappato in troppe serate dove
al tiro ha fatto cilecca regalando anche una vittoria a Brooklyn che
al momento lotta con noi per una posizione playoffs…
Borrego poi nel ruolo di centro ha iniziato ad alternare gli uomini dietro a Zeller con Kaminsky motivato inizialmente a far bene, specialmente in difesa ma poi persosi presto così il rientro di Hernangomez in campo ha prodotto risultati altalenanti… i suoi tiri da fuori spariti, una mano che sembra aver perso “educazione” e una difesa che non è mai stata forte si è tramutata spesso in debolissima allora il buon James si è inventato Biyombo come centro titolare, già, perché nel frattempo Cody si è rotto il metacarpo e gli altri due non garantivano solidità mentre MKG non ha i cm e gioca ormai più come PF come in origine della stagione era stato pensato.
Biz spesso quest’anno ha dimostrato di
trattare la palla come Fantozzi in SuperFantozzi nell’epoca futura
guardava la ruota di pietra, ovvero come oggetto misterioso ma le sue
ultime apparizioni sono state più convincenti anche se non è detto
che il ruolo come starting five sia suo definitivamente aspettando il
rientro di Zeller che ne avrà per un mese, un mese e mezzo e credo
che potremmo vederlo al massimo per un paio di partite prima
dell’All-Star Game…
I già citati Parker e Willy
Hernangomez quando entrano dalla panchina sono interessanti perché
il francese usa i suoi blocchi per tentare primariamente di fiondarsi
a canestro con l’artificio di qualche spin e dall’esperienza che ne
ha affinato le abilità mostrando anche una velocità sopra la norma
per un giocatore della sua età, altrimenti ecco arrivare la
soluzione pick and roll per buoni tiri.
Ecco qui un pocket pass per Willy che dal centro area mette dentro ottenendo anche un tiro libero.
Tra i giovani c’è da migliorare la difesa, qui sotto ad esempio vediamo Bridges che tenta di formare un box per la swarming defense ma il passaggio sull’esterno concede a T.J. Warren quei metri che Miles lascia incustoditi inutilmente.
Di contro, la tendenza a formare un box verso il pitturato, lasciando scoperti pericolosamente i lati del campo, può portare a situazioni dove si può arrivare a far densità nel pitturato e stoppare (qui addirittura in tre su Middleton) o influenzare un tiro ravvicinato.
La mancanza di un rim protector induce maggiormente qualche elemento a protendere verso il centro pur facendo da spola con il bordo del campo ma in posizioni in genere troppo lontane per ribaltamenti e passaggi per catc n’shoot.
Situazioni come questa devono essere
corrette e riequilibrate, bene la densità in area che a volte ha
prodotto palloni rubati per comodi fast break ma senza esagerare
anche se ovviamente oggi ancor più di ieri, non avere un rim
protector e nemmeno Zeller può indurre più facilmente gli esterni a
tentare di dare una mano sulle penetrazioni.
La panchina era
partita benissimo e in parte ancora è un buon punto di forza ma solo
in alcuni elementi e non è complessivamente costante.
Diversi giocatori
stanno trovando giornate pessime il che non aiuta la squadra quando
la second unit calca il parquet.
Questo accade
anche in difesa e anche in situazioni ibride nelle quali c’è una
commistione tra player titolari e di riserva in campo, questo a volte
porta a situazioni nelle quali manca più del solito la comunicazione
e Charlotte subisce rapidi e verticali tracolli come in occasione
della recente partita a Los Angeles con i Clippers, un gap decisivo
accumulato tra fine terzo periodo e inizio ultimo quarto.
Walker è ancora
un punto di forza ma in alcune giornate sembra piuttosto spento
mentre in altre rimane a guardare, quando invece decide di giocare è
uno spettacolo nei secondi tempi, come gli Harleem Globetrotters
sembra scatenarsi nella seconda parte, in particolare nell’ultimo
quarto dove è il migliore nell’intera NBA per punti realizzati.
Qui sotto ecco qualche statistica sulle panchine NBA:
In generale, con 112,9 punti siamo noni sulle trenta squadre per quel che riguarda i punti segnati mentre la difesa cade al ventunesimo posto con 112,1 subiti.
Il Pace non è
così alto come Borrego vorrebbe, quattordicesimi con 99,5, sceso un
po’ ma saliti in classifica (prima si era diciassettesimi) mentre con
il 79,5% ai liberi siamo settimi.
Punta di diamante
è il possesso palla che, nonostante qualche errore grave che ha
portato a fast break semplici gli avversari e una persa a Brooklyn,
con 12,2 di media, issa al primo posto Charlotte per il minor numero
di palle perse.
Rimane all’ultimo posto Devonte che
comunque ha giocato molti più minuti recentemente perché
l’infortunio di Lamb ha indotto Borrego a sceglierlo come starter da
affiancare a Walker preferendolo a Monk.
Questo sta consentendo di migliorare le
proprie prestazioni e le proprie cifre avendo un minutaggio
consistente.
A volte si accontenta di passaggi
periferici e innocui ma sa anche metter dentro palloni taglienti, a
Denver ad esempio ha raggiunto 8 assist con tre filtranti rapidi nel
primo quarto.
Non disdegna la tripla se ne ha la
possibilità e forse Borrego ha ragione nel veder meglio lui che Monk
insieme a Kemba perché il gioco ragionato del rookie sembra da
esperti nonostante qualche TO gratuito che lo riporta alla sua età
ma da più equilibrio anche se non sposta la gara in alcune fasi da
il suo contributo su entrambi i lati del campo ma il problema è
l’inesperienza che nel bilanciamento difensivo pesa.
Pur essendo partito anche da titolare
ha un plus/minus ogni 100 possessi di -6,6.
Sino a gara 17
giocava 8,3 minuti a partita contro i 13,2 di media attuali ma al
tiro non è ancora affidabile.
Molto meglio
dagli zero ai 10 piedi da dove è sopra il 50% nell’altra metà del
raggio sino all’arco da due punti cala sensibilmente le percentuali
tornando su un 33,3% da fuori.
Se a gara 17
arrivava al 37,5% dal campo oggi si attesta sul 38,1%.
Giocando di più però raddoppia quasi gli assist passando da 1,3 assist a 2,5 di media e i punti dove i 2,3 passano ai 4,5 attuali.
Sempre presente
in tutte e quaranta le partite è titolare inamovibile anche con
Borrego.
Verrebbe da
chiedersi se è solo per non svalutarlo o si cerca d’impiegarlo come
collante in attacco ma negli assist, pur avendo lo stesso minutaggio
dello scorso anno quasi e fornendo talvolta assist precisi e
taglienti (bello qualche suo bound pass in diagonale o lo scarico
dietro per Zeller lanciato in schiacciata nel finale a recuperare in
una partita casalinga contro Detroit) è sceso vistosamente.
Il calo è
sicuramente anche dovuto al fatto che Borrego modificando il gioco ha
dato mandato anche agli altri giocatori di muover la palla senza
dover per forza ingorgare il gioco passando dal francese come
smistatore principale.
Il ruolo di ala
piccola per ora non sembra averlo smosso più di tanto dal suo
torpore, diverse volte è finito sotto la sufficienza, in genere per
partite con prestazioni al tiro pessime, anche se le percentuali al
tiro rispetto all’orrendo scorso anno per ora sono sopra, ma ancor
peggio sul lato difensivo del campo dove il suo close-out è solo di
facciata contro i mirabolanti tiratori della NBA.
Non è un segreto
che la franchigia voglia muoverlo ma servirebbe una trade con più
giocatori magari sacrificando un giovane e un paio di scelte future
in una situazione intricata contrattualmente perché in estate ci
sarà da rinnovare Kemba a cifre più alte, impossibile pensare di
prendere un altro buon giocatore da affiancare al capitano finché il
suo contratto peserà sulle casse della franchigia che per uscire da
questa situazione di stallo dovrebbe scambiare Batum facendo crollare
questa stabilissima chiave di volta.
Gli assist media
sono scemati ancora da 3,6 (sempre riferimento sino a gara 17) al
3,4 attuale mentre il 44,1% al tiro è salito al 45,5% (con qualche
tiro più ravvicinato rispetto al passato e senza esagerare prende
punti di rottura tendenzialmente sparendo nei momenti che contano
lasciando palla a Kemba o a qualche altro finalizzatore come Parker o
Monk) ma i punti sono in calo rispetto all’anno precedente e a gara
17:
Da 11,6 è
passato prima ai 9,2 (game 17) e oggi scende a 8,9 di media con 290
tiri tentati sino a gara 40, quasi al giro di boa (giocando tutte le
partite) mentre lo scorso anno ne aveva tentati in totale 650.
Ai liberi è più
affidabile, infatti, a oggi è arrivato all’86,0% contro l’83,1 dello
scorso anno mentre da fuori sta tirando con una delle sue migliori
percentuali di sempre, ovvero il 39% ma in alcune partite finisce per
penalizzare la squadra.
A Phoenix fece
0/4 e a Los Angeles con i Clippers 1/5 da oltre l’arco…
Ha raggiunto il suo massimo stagionale nella sconfitta contro New York segnando 21 punti a 20 è arrivato solamente un’altra volta contro Miami ma risaliamo a fine ottobre, il che è svilente per uno con un contratto del genere anche se come dicevamo, anche il modus operandi di Borrego ha contribuito anche in questo settore con più giocatori a prendersi conclusioni.
Nonostante
il suo contrattone precedentemente strappato (non agli Hornets
stranamente), Biz era finito ad osservare le partite come spettatore
non pagante privilegiato dalla panchina giocando solo piccoli
spezzoni contro New Orleans e Minnesota fino alla gara contro i Magic
di fine anno, la quale, complice l’infortunio di Zeller, ha schiuso
le porte al centro congolese.
Biz
oggi è l’unico nel roster nel ruolo di centro che abbia le doti
atletiche, cm e peso per difendere sui lunghi corazzati avversari per
questo ha finito per superare Frank e Willy nella partita contro
Dallas rivelatisi troppo “molli” per difendere l’anello con
Borrego ormai disperato.
Sorprendentemente
Biz, uno che nelle precedenti gare si era dimostrato imbarazzante con
una palla a spicchi in mano, pur commettendo come suo solito qualche
fallo di troppo, ha mostrato di aver una certa dimestichezza con la
sfera sotto canestro dove recupera rimbalzi e in attacco a Denver
l’abbiamo anche visto schiacciare contro Jokic e l’aiuto in reverse
con una bimane esaltante.
Da
titolare contro Denver, Phoenix e ……. non ha ancora il posto
garantito ma se i suoi miglioramenti dovessero almeno stabilizzarsi
(14 minuti contro Dallas e 10 punti, 30 minuti con 16 punti e 12
rimbalzi a Denver, 21 a Phoenix con 6 punti e 8 rimbalzi) dovrebbe
mantenere il posto da starter e un buon minutaggio sino al rientro di
Zeller a meno che in qualche partita Borrego preferisca far partire
Willy in caso di centri avversari più mobili e leggeri mentre Frank
sembra esser sul piede di partenza.
Aveva cifre molto modeste numericamente avendo
giocato poco sino a game 17, da allora aumenta la percentuale nei
tiri dal campo avendo il 62,2% anziché il 58,3% (tuttavia è uno che
non forza spesso la situazione e cerca da sotto di appoggiare o
schiacciare), dalla linea è migliorato un po’ tirando con il 52,6
(prima era al 42,9%) segnando 3,7 punti in 11 minuti di media (8,5 i
precedenti). Commette 1,8 falli a partita e scende nelle stoppate da
1,1 a 0,9.
Uno dei giocatori
del roster più regrediti rispetto alle prime 17 partite (era sesto
in classifica) dove aveva spesso ben figurato ma la sua mancanza di
kg e una difesa troppo fragile ne ha penalizzato il ruolo da titolare
in quintetto affidatogli da Borrego dopo la perdita di Zeller.
Da solo in uno
contro uno in difesa contro pesi massimi se non viene aiutato (se
arriva lo scarico Charlotte spesso non se lo può permettere) palesa
limiti che aveva mascherato meglio durante le prime partite con
prestazioni offensive di buon livello che avevano sopperito a qualche
mancanza difensiva.
Willy inoltre
sembra aver smarrito il tocco al tiro in sospensione mentre sono
spariti i tiri da tre punti in favore dei tiri da sotto canestro ma
anche lì spesso incappa in serate insoddisfacenti prendendosi anche
qualche stoppata perché non sempre protegge la palla adeguatamente
non avendo una visione periferica…
Se gioca insieme
a Parker porta blocchi per sviluppare eventuali pick and roll che può
andare a concludere o semplicemente liberare spazio per avvantaggiare
Tony al jumper o in penetrazione.
Usa spesso tiri a
una mano che possono variare, dalla velocizzazione al tiro con il
baricentro in avanti e si spera che in avanti faccia ancora un passo
in avanti perché nel periodo nel quale starà fuori Zeller avrebbe
le potenzialità per fare bene almeno a rimbalzo e in attacco ma deve
essere più pronto in certe situazioni.
Per quanto
riguarda la parte statistica il ventiquattrenne spagnolo è sceso dal
58,8% al 50,9% dal campo scendendo a 13,7 minuti al posto dei 14,2
concessi sino a gara 17.
In stoppata non è
un fattore e scende ancora dallo 0,6 all’attuale 0,4 mentre salgono i
rimbalzi a 5,3.
In leggero
miglioramento nella media punti dove si attesta sui 7,8
(precedentemente 7,5) punti a game.
Non è una
bocciatura definitiva perché è giovane ma se in precedenza stava
aiutando Charlotte ad avere una stagione migliore oggi la sta
peggiorando.
Continua a deludere abbastanza Monk che
rimane giocatore discontinuo.
La difesa è leggermente migliorata ma in
attacco non ha percentuali sufficienti.
In generale dal campo sta tirando meglio
rispetto all’anno da rookie con il 39,7% mentre da tre si sta
riportando circa sulle percentuali dello scorso anno con un 10/24
nelle ultime 5 uscite (a LAC 4/7) arrivando oggi a un 33,9%
migliorabile.
Ha segnato il suo massimo stagionale ad
Atlanta nella gara persa di un punto con 26, poi ecco i 24 recenti
contro i Clippers e 21 contro Orlando nella gara di fine anno,
punteggio raggiunto durante le prime 17 partite contro OKC il primo
novembre.
Gioca oltre i cinque minuti più rispetto
allo scorso anno ma se escludiamo il suo miglioramento ai tiri liberi
(già soddisfacente lo scorso anno come statistica) e l’aumento di
punti (10,8 di media), non sta sempre riuscendo a cambiare le
partite.
A lui si chiede di segnare più punti
possibili dalla panchina e aiutare a reggere Charlotte specialmente
durante le seconde rotazioni, in quel periodo a cavallo tra fine
terzo quarto e inizio ultima frazione ma va a serate e il fatto che
sia arrivato nei punti segnati in doppia cifra è anche a causa del
maggior numero di tiri presi a partita essendo arrivato oggi a
realizzarne 136 su 343 tentativi mentre la scorsa stagione aveva
finito con un 153/425 complessivo.
Dunque se rimarrà in salute e non verrà
scambiato è probabile che raddoppierà quasi i tiri tentati dal
campo mentre dalla lunetta è stato abile già a procurarsi quasi il
doppio di tiri rispetto la passata stagione provando qualche folata
con qualche avversario che istintivamente lo “trancia” facendogli
guadagnare liberi in più.
Quello che spicca di Monk però è la
tendenza alla grossa stupidata.
Se dimenticarsi la canotta nello spogliatoio
e l’entrata in campo prematura per festeggiare il tiro vittoria di
Lamb contro Detroit con relativo simpatico scappellotto di Micheal
non avevano procurato nocumento, a Brooklyn, nel finale, Kemba
raddoppiato aveva scaricato a Malik che presa troppa fiducia in
palleggio aveva finito per perder palla da solo e regalare la
vittoria agli avversari con comodissima transizione in un trait
d’union tra la tendenza alla palla persa e il danno alla Mr. Bean.
Monk va ancora a serate, se si accende può
mettere buoni tiri in striscia in diverse maniere, altrimenti è un
danno come nella sconfitta a Cleveland dove chiuse con un 3/13 dal
campo anche se qui stiamo ancora scrivendo delle prime 17 partite
mentre nelle ultime gare (dalla 32 alla 40) ha tirato con un 34/77
per un 44,1%.
Giocatore che aspetterei ancora un po’ se non dovesse essere coinvolto in qualche trade per portare fuori dalla Buzz City Batum…
Un solo spezzone di partita per lui partendo dalla fine del terzo quarto con Dallas nella peggior sconfitta stagionale e un voto oscillante tra il 5,5 e il 6 poi d’incoraggiamento essendo dovuto entrare in una partita stortissima con compagni ad aspettare la fine della sfida.
Nel garbage time aveva voglia di giocare essendo comunque al debutto in NBA ma parte male con due tiracci da fuori uno dei quali fende solo l’aria.
Pur avendo le doti per piazzare anche la tripla finirà con uno 0/4 da fuori e un 2/8 complessivo dal campo che lo porterà a segnar 4 punti (due buoni canestri) ai quali aggiungerà anche 2 rimbalzi e 2 assist in 13:48 in campo.
Accumula un -7 nella debacle difensiva, la NBA non è la Summer League e le sue doti difensive sono messe a durissima prova.
Ha ancora tanto da imparare in difesa “Dennis The Menace”…
Ne avevamo
parlato nello scorso punto come il giocatore più in difficoltà del
roster, la sua media era di 5,76 ma nelle ultime gare aveva trovato
il ritmo continuando a giocare godendo della fiducia di Borrego.
Diverse
prestazioni più solide l’hanno portato alla perfetta media da
sufficienza recuperando posizioni in classifica ma ecco arrivare il
suo solito infortunio stagionale.
Questa volta non
si fa male da solo ma su un blocco contro Grant e Orlando nell’ultima
partita stagionale si frattura un osso del metacarpo.
Ci vuole
un’operazione dopo la quale il giocatore dovrà stare a riposo un
mese, un mese e mezzo… Probabile rivederlo in campo intorno ai
giorni dell’All-Star Game, nel frattempo Borrego sta provando a turno
gli altri centri anche se nessuno garantisce completezza come Zeller.
In attacco si è
sentita la sua mancanza, durante la prima partita disputata senza di
lui contro Dallas la squadra ha giocato orrendamente non avendo i
suoi blocchi ha finito con il minimo stagionale di punti, 84 (il
precedente era stato a Cleveland con 89 per una squadra scesa sotto i
100 punti solamente tre volte sino a oggi), mentre in difesa Borrego
ha dovuto dar fondo a tutti i centri per cercar di bloccare gli
attacchi di Dallas che sono andati a segno sino al termine della
partita creando un largo divario.
A Cleveland Cody
aveva giocato solo 17:51 ed era stato il titolare con il miglior
differenziale di plus/minus (-4) segnando 9 punti con ¾ dal campo.
Dalla lunetta
oggi ha l’84,2 (la scorsa volta eravamo su un impossibile 91,2%) ma
rispetto al 71,8% dello scorso anno o al massimo stagionale di 77,4%
è migliorato decisamente.
Aumenta ancora
impercettibilmente il minutaggio arrivando a 24,5 segnano il 55,8%
dei tiri tentati e torna sui suoi livelli a rimbalzo arrivando a 6,2
che, non saranno tanti ma rimane il miglior rimbalzista della
squadra.
Aumenta
sensibilmente gli assist con 2,1 al posto dello 0,9 dello scorso anno
sempre considerando che rispetto allo scorso anno gioca cinque minuti
e mezzo in più, così altre statistiche in leggero aumento sono da
intendersi come l’estensione del minutaggio, una proiezione reale
come nelle rubate dove passa da 0,4 a 0,7 e nelle stoppate dove sale
da 0,6 a 0,8.
Non ci resta che
resistere senza Cody, giocatore operaio con i suoi limiti ma utile,
capace anche di tirare poderose mazzate ai canestri quando riceve in
corsa partendo da dietro, anche quest’anno ci ha regalato diverse
memorabili jam con inserimenti irresistibili come la già citata
schiacciata contro Detroit nel finale che sarà poi decisiva ai fini
del risultato.
Bridges sino a
gara 17 giocava 21,1 di media ora è sceso a 19,3 per partita e da
7,7 punti è sceso a 6,6.
Lo vedo sempre
più periferico (sia nella posizione, sia per come entra nel gioco)
sul parquet e avulso perché non “gli lanciano i componenti”…
Lui che non ha un
gran tocco in appoggio sull’entrata se fosse innescato potrebbe far
esplodere i razzi ai piedi ma il gioco degli Hornets sembra essere
peggiorato e tornato prevedibile, in certi casi simile allo scorso
anno anche se con più qualità.
Inoltre giocare
spezzoni nei quali viene a volte travolto insieme alla panchina non
aiuta, quando gli viene affidato un tiro da fuori o lo prende non è
più preciso come prima.
Dal 40,5% è
sceso al 31,5% da oltre l’arco con uno 0/10 nelle ultime 6 uscite…
Il suo massimo
stagionale è stato di 17 punti nella sconfitta con i Lakers giocando
più di 28 minuti mentre i 29:10 concessi contro i Pelicans gli sono
valsi 16 punti, secondo career-high personale, in quel che fu
comunque un’altra L.
3,6 i rimbalzi a partita, 0,7 le
stoppate ma potrebbe far di più grazie al suo atletismo, non sempre
ben utilizzato poiché sulle finte a volte salta per aria commettendo
anche falli che l’attaccante cerca.
1,4 a partita sono quelli commessi da Miles che scende al 44,3% nei tiri dal campo perdendo uno 0,20 in termine di voto rispetto alle prime 17 partite.
In 23 partite ha
collezionato 5 voti utili e 4 s.v., questo perché dopo la partita di
Atlanta, “sublimata” dall’ultima pessima difesa ad accompagnare
l’attaccante senza resistere che è costata la vittoria ha giocato
poco finendo anche lui coinvolto nel tourbillon da spola tra
Charlotte e Greensboro a giocare con gli Swarm.
Molto marginale
ultimamente non ha mostrato cose eclatanti dopo Atlanta, un paio di
sufficienze e un’insufficienza che lo hanno portato a perdere un paio
di posizioni in classifica.
Il sophemore
draftato nel 2017 alla posizione n° 40 d New Orleans “oggi”
gioca 12,2 minuti di media (in realtà quando siede sulla panchina di
Charlotte è abbastanza in naftalina come dicevamo) con un
interessante 52,7% dal campo (39/74) favorito anche dai garbage time
ma anche dalla voglia di attaccare il ferro, da zero a tre piedi ha
il 94,1%…
Ha l’83,3% ai
liberi e segna 5,2 punti a partita ma in molte altre statistiche è
nullo come nelle stoppate (0,0% con due totali date) o quasi come lo
0,2 nelle rubate e lo 0,7 negli assist.
Partito quasi
come portaborse ha guadagnato spazio dimostrandosi motivato e più
solido in difesa sotto canestro e non solo poi è tornato a giocare
in maniera accademica in difesa il che non glia ha giovato vista la
concorrenza nel ruolo e Borrego che per scelta lo ha riestromesso dal
giocare minuti importanti anche perché con l’infortunio di Zeller,
il Frank schierato partendo dalla panchina contro Dallas è stato
disastroso venendo scavalcato anche da un Biyombo in prova.
Ormai girano
diverse voci che la franchigia, vista anche la situazione
contrattuale, non onerosa ma in scadenza con la QO vorrebbe cederlo,
a chi e per cosa non è dato sapere.
Di certo
Charlotte aveva iniziato la stagione mal assortendo il reparto lunghi
e lo spostamento di Frank come centro ha solo peggiorato la
situazione.
A Game 17 giocava
di media 8 minuti, oggi ne gioca 11,6 ma come detto è tornato a
ibernarsi in panca, i
punti da 3,3 son passati a 5,6, i rimbalzi da 1,7 a 2,5 mentre i TO
sono scesi da a uno a match a 0,8. Dal campo è passato dal 36,8%
(riferimento sempre sino a gara 17) al 48,9% in virtù di buoni
movimenti in avvicinamento o sul piede perno. Da fuori sta tirando
con il 33,3%.
Con questa
caratteristiche e un contratto ancora nella scala rookie non dovrebbe
essere impossibile trovare una squadra alla quale interessi vista
anche l’età non avanzata (prossimo ai 26 anni che compirà il 4
aprile) ma Charlotte negli ultimi anni non ci ha abituato a molte
trattative…
Marvin è salito
nel minutaggio a 27,5 (erano 23,7 sino a gara 17), infatti, sia MKG
che Bridges hanno meno spazio nel ruolo.
Nulla da dire
sull’etica professionale e sull’attaccamento ma Marvin non è a
livello di molti altri pari ruolo.
Il fatto che
entri nei migliori cinque con un voto che si alza non di moltissimo
rispetto la sufficienza la dice lunga sulla modestia di buona parte
del roster che in parte può essere giustificabile dall’età di
alcuni giovani ma che comunque non risulta propedeutica ai successi.
A differenza di
altri almeno prova a difendere anche se i risultati non sono sempre
soddisfacenti così come contro Harrell nell’ultima gara disputata
dove nonostante l’esperienza, il posizionamento e il vigore, ha
finito per incassare de canestri in un momento importante.
Con i numeri però
non ci siamo, tira ai liberi con il 70,8 e da fuori con il 38,3%
contro il 41,3% dello scorso anno. La tripla continua essere il
suo marchio di fabbrica sia raggiunto sul lato opposto come stretch
four, ricevendo il passaggio per l’open o presentandosi rapidamente
sulla linea dei tre punti (più raramente, magari arrivando a fari
spenti a inizio gara o terzo quarto se ve ne sono le condizioni).
In gara 18 a
Oklahoma City fa auto-canestro poi spara un paio di fuochi
d’artificio da fuori ma manca nei secondi finali la tripla del
sorpasso dall’angolo (buona soluzione comunque perché dai corner ha
il 46,9% da tre) finendo con 10 punti.
Il 28 novembre e
il 15 dicembre termina con zero punti rispettivamente contro Atlanta
e i Lakers ma dall’altra parte il 21 dicembre ottiene il massimo dei
suoi punti stagionali in singola partita contro Detroit fermandosi a
24.
Nelle ultime gare
è sempre finito in doppia cifra, infatti, oggi sono 10,2 i punti di
media per lui contro i 7,4 delle prime 17 giornate.
In stoppata è
calato dallo 0,9 allo 0,7 mentre sale a rimbalzo con 5,6.
Prende sempre più
convinzione in me il fatto che Tony, nonostante l’età abbia ancora
tanta fame di giocare minuti importanti.
Questo perché
ogni volta che entra in campo se può, nonostante il ruolo di
playmaker, prova a puntare direttamente al canestro con qualche
variante di smistamento o passaggio sul pick and roll magari con
Hernangomez con il quale ha una certa intesa.
Il fatto che
abbia accettato di giocare da riserva in realtà non gli preclude di
stare in campo per tanti minuti e il suo fisico sembra ancora
supportarlo.
Se non ha la
velocità di un tempo a 36 anni è comunque fuori dalla norma e in
entrata mostra anche la variante spin nella quale sembra formare il
tornado di Taz per la velocità e la semplicità con la quale esegue.
Tony continua a
latitare un po’ dalla lunetta e molto dipende da lui a volte per le
sorti della gara.
In sostituzione
di Kemba, se non riesce a cambiare il ritmo della gara o a garantire
punti spesso la squadra va in difficoltà.
Nell’ultimo
periodo è un po’ in flessione, infatti, la media voto si è
abbassata anche se rimane soddisfacente.
Andato sotto la
sufficienza diverse volte con diversi Nadir, ha ottenuto due Zenit
contro Brooklyn in casa e Phoenix fuori casa dove praticamente quasi
da solo (in Arizona con la mano di Kemba) la squadra alla vittoria.
19,5 minuti e 7,7
punti di media, queste erano le sue cifre a San Antonio lo scorso
anno, a Charlotte invece pur giocando poco meno (18,8 minuti) sta
ottenendo più punti (9,6%) con un pochino di precisione in meno (da
45,9 a 45,2% rispetto all’annata con la squadra texana) con un 69,3%
dalla lunetta che se dovesse rimanere sotto il 70,5% dello scorso
anno significherebbe un calo nelle percentuali per il frano/belga per
il sesto anno consecutivo.
Qualche volta un po’ indeciso al tiro, può
anche commettere in corsa passi in attacco (di recente ne sono stati
fischiati contro parecchi) se ben chiuso, riesce comunque ancora a
trovare varchi impensabili e appoggi “tagliati” e taglienti di
tutto rispetto e può sempre trovare con svariate modalità il
compagno giusto grazie ad esperienza e visione di gioco. L’abbiamo
visto con passaggi orizzontali cambio-lato semplici ma anche con
drive and kick e ricordo qualche splendido passaggi dietro la schiena
fingendo di andar dentro per passare no look all’uomo libero
arretrato, un paio anche in versione bound pass. Per salvare
Charlotte dall’ennesima eliminazione anticipata servirà il Tony di
Brooklyn e Phoenix.
Rispetto
all’inizio costante in senso positivo MKG ora sta ondeggiando un po’
con alcune partite insufficienti ed altre dove riesce a ottenere
buone prestazioni.
Se i voti
positivi da gara 18 in poi spesso coincidevano con buone prestazioni
e i negativi con cattive performance, ultimamente ha rimescolato un
po’ le carte.
Dopo qualche
apparizione come centro, Borrego si è accorto che MKG o era
costretto al fallo o a un attenta difesa ma senza i cm per bloccare
realmente l’avversario, così oggi la posizione stimata in campo è
circa del 94% come ala grande (sempre un passo in avanti per lui che
era una SF) e del 5% come centro.
Ha un plus/minus
di +1,7 ogni cento possessi, il che non è statistica casuale ma
anche frutto della tenacia difensiva con la quale prova a bloccare
gli avversari di turno.
Torna ad
attaccare con scorribande coast to coast se ha campo e contro Oubre
Jr. ha fatto vedere ottimi tagli in back-door ma fondamentalmente
ricopre un ruolo difensivo anche se è insospettabile il suo 7/19 da
tre punti con tiri presi spesso quando trovandosi sull’esterno,
ignorato dal difensore di turno può scaricare l’open con buoni
risultati direi visto che prima di oggi raramente tentava ma Borrego
vuole che li prenda e sono poche le volte nelle quali desiste.
A ogni modo non è
un punto focale dell’aspetto del suo gioco ma per Charlotte è
importante avere un altro uomo che possa aprire il gioco e trovare
punti che spesso hanno aiutato in momenti di bisogno.
Ovviamente per un
giocatore come lui con una meccanica di tiro costruita pazientemente
con maestri antecedenti come M. Price, l’appoggio da sotto ma
talvolta anche il gancio (anche nella bella versione rolling) sono la
soluzione migliore e più “semplice”, infatti, da zero a tre
piedi ha un buon 59,8% che va scemando man mano allontanandosi dal
ferro.
E’ calato però
nelle stoppate dove sino a game 17 aveva un 1,3 e ora rimane a 0,9,
comunque sempre meglio dello 0,4% dello scorso anno.
In calo anche i
rimbalzi da 5,9 ai 4,7 con i minuti rimasti quasi invariati da game
17.
I punti media
sono 7,8 con un 48,8% al tiro (era a 48,3% sino a game 17).
Perso da gara 37
a gara 39 per uno stiramento al bicipite femorale (evidentemente cosa
leggera e passeggera), Lamb lentamente si è imposto come titolare
negli Hornets uscendo dalla panchina dove negli anni precedenti
sprofondava verso fine stagione ma lo scorso anno con il salto di
qualità in difesa, un attacco migliorato e l’infortunio di un Batum
sempre discendente è riuscito a mettersi in mostra e quest’anno
parte da titolare.
Da titolare nel
ruolo di SG gli si chiede di segnare e spesso la cosa gli riesce
molto bene perché ha sufficiente agilità, coordinazione e inventiva
per tracciare scorribande sul parquet da chiudere in appoggio al
plexiglass o slalomeggiare tra i difensori per rilasciare la
spicchiata con un morbido floater.
Gioca 29,2 minuti
a partita segnando 15,3 punti a partita, secondo violino a tutti gli
effetti poiché in terza piazza c’è Monk con 10,8 e la medaglia di
cartone ce l’ha Marvin con 10,2.
Dopo Walker nel
nostro roster è l’uomo con le mani più rapide o le migliori
intuizioni per rubar palla.
Con 1,1 tallona
Walker (1,2) mentre non è portato all’assist (1,9) ma
sorprendentemente con 5,6 a partita, insieme a Williams, è il
secondo miglior rimbalzista della squadra.
Con l’85,8% dalla
lunetta è una garanzia.
Ne ha conquistati
120, secondo dietro a Walker che quasi lo doppia ma è anche secondo
nei cosiddetti and1 con 16, uno solamente dietro Walker, il che
denota ottima flessibilità e resistenza agli urti, anche in volo,
nonostante i suoi soli 83 kg…
Con un +2,1 è
quarto nel plus/minus ogni 100 possessi.
Sicuramente si è fatta sentire la sua mancanza nelle tre partite consecutive recenti, ora, rientrato a Los Angeles, nonostante sia sparito nel secondo tempo e abbia preso 6 stoppate, ancora non al 100%, ha dimostrato di poter portare all’attacco di Charlotte punti (16) e con una fase difensiva migliore di quella del pari-ruolo Monk, anche se Jeremy può slittare per brevi periodi in SF a seconda dell’impostazione tattica scelta da Clifford.
La gioia di Lamb dopo il tiro vittoria sui Pistons e quella di Monk che si prenderà uno scapaccione da sua maestà Michael per esser entrato prima in campo e averci fatto subire un tiro libero, fortunatamente inoffensivo…
Più scontato di un saldo di gennaio al primo posto c’è sempre lui, Kemba,il giocatore più conosciuto del roster anche dai fan delle altre squadre essendo l’uomo franchigia della squadra, quello che si staglia una spanna sopra gli altri a volte riuscendo a fare la differenza.
Come qualcuno ha
detto, è la cosa più vicina ad Allen Iverson dal suo ritiro.
Ball-handling
basso e veloce, crossover, esitazioni, step-back ampi riuscendo a
battere anche i lunghi e rapidi, entrate in velocità sono ancora il
suo pane mentre da tre ultimamente è calato un po’ ma avrebbe le
possibilità per tirare meglio senza lasciarsi prendere dalla
frenesia (scelta sbagliata o tiro troppo rapido con l’attaccante
dietro un blocco o troppo lontano per intervenire) in alcune
occasioni comunque sia l’accesso ai PO o no passa sicuramente da lui
e dalle sue prestazioni.
Ultimamente ha
denotato qualche passaggio a vuoto come nell’ultimo quarto a LAC,
dove, con Parker in campo a far da playmaker, è rimasto in disparte.
Nella partita
precedente contro Phoenix si era svegliato nel finale segnando 18 dei
29 punti messi a referto e in generale è primo nell’intera NBA per
punti segnati nell’ultimo quarto con 8,6 di media…
E’ arrivato
momentaneamente a segnare 25,1 a partita (il record precedente è
fissato a 23,2 ed è di due anni fa) con un punteggio di efficienza
di 21,9 (anche qui 2 anni fa aveva toccato il massimo ma con 21,3).
Non è un segreto
che il giocatore del Bronx abbia parlato con il nuovo general manager
Mitch Kupchak sul piano del progetto sportivo, su quello che la
società vorrebbe fare per migliorare la squadra. “Loro
sanno, sanno cosa devono fare”, ha detto Walker in una recente
apparizione su The Jump di ESPN.
“Non è il
mio lavoro, lo lascerò a quei ragazzi” ha proseguito il
capitano. “Ora abbiamo Mitch, che è un bravo “ragazzo” e
ha fatto un ottimo lavoro nel costruire i team nella sua carriera
come GM e ho molta fiducia in lui, quindi, sai, parliamo sempre, chi
lo sa?” ha aggiunto Walker. Ovviamente rifirmarlo sarà la
priorità ma la franchigia dovrà esser brava a trovare la giusta
soluzione intermedia tra il garantirgli un contratto adeguato e
portare pedine che migliorino i record deficitari di Charlotte negli
ultimi anni.
Già lo scorso
anno Kemba aveva manifestato la propria frustrazione dicendo di esser
stanco di guardare gli altri alla tv giocare i playoffs.
Kemba entra
quindi in una normale fase attendista asserendo che non sa ancora
cosa dirà all’offerta di Jordan/Kupchak ma è intenzionato ad
aspettare l’estate per vedere come andranno le cose. Kupchak
l’estate scorsa dichiarava di sperare che l’ex stella di UConn
finisse la sua carriera a Charlotte e lui diceva di voler rimanere,
tuttavia vista la situazione e il livello di Walker in questa NBA
moderna si erano diffuse speculazioni su un suo possibile scambio per
sbloccare una situazione nella quale si era arrivati ormai a sfiorare
il salary cap.
“All’inizio
è stato piuttosto difficile”, ha detto Walker nella sua
apparizione in The Jump. “Solo perché non sono mai stato
coinvolto in trattative commercial. Penso di averlo sentito per la
prima volta attraverso i social media, quindi da quel punto in poi
sono rimasto piuttosto sconvolto, ma puoi controllare solo ciò che
puoi controllare. Se avessero voluto liberarsi di me, immagino che
l’avrebbero fatto”. Walker è calato un po’ nel FG%, oggi
tira dal campo con il 43,7% mentre sino a gara 17, grazie al suo
inizio fantastico tirava con il 46,6% (mai così bene) e da fuori è
peggiorato arrivando al 35,6% contro il 39,4% sino alla
diciassettesima.
Negli assist è a
5,8, in mezzo tra i 6,4 smistati sino a gara 17 rispetto e i 5,6
dello scorso anno.
Deve stare un po’
più attento nei TO (2,5) saliti ma a fronte dei 5,8 assist e che
alcuni arrivano da drive and kick piuttosto che da scarichi su
raddoppi non va male, tuttavia recentemente ha perso alcuni palloni
banalmente.
L’impressione è
che mentalmente sia un po’ giù a volte vedendo la squadra spesso
affondare velocemente, in trasferta specialmente cosa che non ci da
molte speranze in due delle prossime tre trasferte che saranno a
Portland, Sacramento e San Antonio.
La squadra
dell’Oregon e quella texana hanno ottimi record casalinghi e per
passare su questi campi ostici l’unica possibilità, oltre alle buone
regole di difesa e gioco di squadra, è un Kemba al top…
Ora la palla torna a lui che deve incarnare la forza…
No, no preoccupatevi, non è Kemba ingrassato ma Hugo la mascotte.
Servirà una spada laser a Kemba SkyWalker per incarnare lo spirito del Calabrone e aiutare la squadra nelle prossime difficili sfide nella galassia NBA.
Hornets in viaggio sulla Costa Pacifica
sponda Los Angeles Clippers.
Con la squadra invischiata nella
battaglia per l’ultima piazza a Est, il parallelismo del mare di Los
Angeles e delle due sponde LAL e LAC mi fa venire in mente un’antica
leggenda Europea, quella di Scilla e Cariddi che in realtà sono due
correnti che sullo Stretto di Messina possono raggiungere i 9 km/h
l’or a e scontrandosi danno luogo a vortici che in passato
terrorizzavano i marinai.
Cariddi (colei che
risucchia) e Scilla (colei che dilania).
Questa potenza della natura fu trasformata in mito dalla non
conoscenza, quindi Scilla e Cariddi divennero due mostri narrati
anche da Virgilio nell’Eneide.
“… Cariddi gloriosamente l’acqua livida assorbe. /Tre
volte al giorno la vomita e tre la riassorbe /paurosamente. Ah, che
tu non sia là quando riassorbe”.
Chissà se gli Hornets avranno una Cariddi in Kemba e una Scilla in qualche altro giocatore per cercare di far sfracellare su qualche periglioso scoglio i Velieri che solcano le alte acque della Pacifica classifica avranno navi sufficientemente solide per infischiarsene dei fatidi dei gorghi sottomarini.
La partita in breve
Partita difficile a Los Angeles sponda Clippers (la squadra di Doc Rivers in casa è tosta) con gli Hornets in emergenza continua per l’infortunio di Zeller che tuttavia riacquisivano Lamb.
Proprio il bel duello tra Jeremy e
Gallinari esaltava la prima parte di quarto che arriva sul 21 pari
proprio con una tripla dell’ex Olimpia Milano.
Il Gallo segnava anche il vantaggio dei
Clippers che scappavano sino al 24-33.
Nel secondo quarto con un paio di
triple gli Hornets si riavvicinavano ma la panchina dei Clippers
rispondeva tuttavia i Calabroni resistevano tornando sino al -2 con
una tripla rim/glass di Walker (57-59) ma ancora un allungo dei
Clippers (più leggero) nel finale consentiva alla squadra di D.
Rivers di terminare all’intervallo sul 57-62.
La missione recupero per Charlotte
sembrava arrivare a buon fine quando l’appoggio di Walker oltre
Gortat segnava nuovamente il -2 (67-69) ma qui arrivava il nuovo
allungo favorito dai lunghi dei Clippers: mentre Gallinari stoppava
Kemba e rubava palla a Willy, davanti Harrell si mostrava per noi
incontenibile iniziando ad aumentare il suo bottino favorendo il
77-86 finale di quarto, ancora recuperabile.
La china presa però non era buona e
anche Scott, dopo aver preso il proprio rimbalzo, segnava in
avvicinamento il suo primo canestro.
Monk provava a resistere segnando due
triple di fila ma dall’altra parte in mezzo alle triple di Malik, L.
Williams ne infilava una da grande distanza oltre MKG e dopo la
seconda del nostro n°1 Harrell si guadagnava anche il gioco da tre
punti…
Beverley dall’angolo destro sparava il
proiettile da tre per l’84-97 per poi, dopo aver bistrattato Willy e
MKG andare a segno altre due volte in uno contro uno oltre Marvin con
tiri rapidi in area.
Gli Hornets mollavano la presa pensando
alla prossima sfida mentre la gara scivolava via attestandosi sulla
differenza intorno alla ventina di punti.
Sicuramente il fattore panchina ha
pesato con 63 punti per i Clippers e 52 per gli Hornets con la coppia
dei Velieri Williams-Harrel a segnare rispettivamente 27 e 23
punti…
La difesa dei Clippers ha fatto la
differenza così come i lunghi, decisamente migliori dei nostri.
Gallinari ha segnato 20 punti, Gortat
solamente 6 ma con 2 stoppate, giocando solo 12 minuti per far spazio
a Harrell.
43-45 a rimbalzo ma a determinare la
sconfitta sono state anche le percentuali che non hanno più
consentito l’aggancio in partita a Charlotte dopo il 21 pari: 40,0%
per Charlotte contro il 51,6% dal campo con un 36,4% da tre contro il
46,7% per la squadra californiana.
Aggiungiamo anche un 5-11 nella
statistica stoppate e direi che le motivazioni principali della
sconfitta ci sono più o meno tutte.
Le formazioni:
La partita
1° quarto:
Passavano in vantaggio i Velieri con il
canto del Gallo che a 11:21 apriva la serata con una bomba alla quale
replicava Batum con la tripla alla coque dopo 12 secondi, Williams
continuava la danza delle triple così come Harris dall’altra parte
al quale riusciva l’impresa di portare la gara sul 6-6 solo usando
tiri da fuori.
Kemba ci provava per la seconda volta
da fuori ma sbagliava ancora quindi arrivavano il tiro del Gallo da
destra e il floater di Lamb in entrata per due tiri da due punti che
spostavano la parità a quota 8 prima che Gortat segnasse
raccogliendo facile un pallone sotto canestro.
A pareggiare ci pensava Biz in
schiacciata sulla sinistra del canestro servito da Kemba in entrata e
a passare in vantaggio erano gli Hornets questa volta dopo un’azione
chiusa al terzo tentativo (Lamb stoppato e tripla di Williams mancata
con i rimbalzi dello stesso Lamb e Biz).
Jeremy al rientro era in forma e lo
mostrava segnando con un jumper frontale il 14-10 poi Gortat segnava
in gancio ma commetteva interferenza dall’altra parte togliendo un
pallone appoggiato da Kemba da sopra il canestro per il 16-12.
I Clippers però tornavano in parità
con una schiacciata lanciata di Gallinari ma dall’altra parte Lamb
tornava a marcare punti con l’entrata aggressiva e l’appoggio a
destra del plexiglass per il 18-16 andando a prendere anche il
rimbalzo difensivo ma il polacco dei Clippers alzava lo scudo
protettivo stoppando Kemba in entrata innescando la transizione con
il passaggio centrale che smarcava Harris in corsa per la schiacciata
a una mano.
Gortat stoppava anche Lamb e e a 4:59
entrava Graham ma era l’altro cambio, Willy, a raccogliere un altro
appoggio impreciso di Kemba e in mezzo a tre a segnare toccato da
Harris.
Gioco da tre punti pareggiato però con
uno step-back tre di Gallinari che prima impattava a quota 21 poi
dalla baseline destra superava in jumper Batum iniziando un buon
parziale per i Velieri a fine quarto.
Harris segnava da due, Lou Williams ne
aggiungeva altri due dalla lunetta prima che gli Hornets tornassero a
segnare con uno scambio tra Parker e Batum che restituiva al più
anziano per un piazzato dalla sinistra (23-27).
Lou Williams però si mostrava
attaccante micidiale battendo Graham che faceva successivamente una
cosa buona sulla difesa seguente recuperando in caduta in scivolata
contro-tempo un pallone favorendo una transizione sulla quale
chiudevano Wallace e Beverley alti su MKG in chiusura.
Fallo del secondo con MKG a splittare
in lunetta a 1:32 così come Harrell (appoggio di MKG sulla schiena)
poco più tardi per il 24-30 allungato a 1:02 definitivamente da un
runner in leggero svitamento di Williams che passava ancora un
attonito Graham per un gioco complessivo da tre punti.
24-33 alla fine del primo quarto con
parziale di 3-12 dopo il 21 pari…
2° quarto:
La panchina che non aveva fatto un gran
figurone a fine primo quarto si rivalutava con il rientro di Lamb che
spediva dentro dopo 19 secondi una tripla dalla top of the key,
Bridges conservava stoppando Wallace e a 11:14 Monk bombardava ancora
da fuori accorciando sul -3 (30-33).
I Clippers però lentamente reagivano
con due FT di Harrell a 10:35 e anche se Monk si districava bene in
area per rimettere un solo possesso lungo tra le due squadre, ecco
arrivare una schiacciata di Harrell e una tripla dall’angolo destro
di Beverley che sembravano porre le classiche calende greche alla
rimonta/aggancio degli Hornets finiti sotto di 8 (32-40).
Un accelerazione di Parker con appoggio
a dx al vetro era buona, non così il suo jumper seguente (per il
francese alternanza tra tiri realizzati ed errati), Harrell in
transizione segnava ancora così come Parker che aggiustava la mira
dal mid-range prima di vedere un altro di quei tiri di Lou Williams
ibridi tra runner e jumper difficilmente stoppabile e incredibilmente
precisi.
Parker però dall’alto della sua
esperienza non si faceva impressionare e a 7:48 segnava ancora in
entrata mostrando abilità per trovar spazio sotto quindi lasciava il
campo 24 secondi più tardi a favore di Kemba ma era Lou Williams con
una mezza finta sul posto a far spostare Bridges e a batterlo per il
38-46.
Il Gallo da sotto si faceva stoppare da
Biyombo e dopo un fallo su Lamb non visto dalla terna come shooting
motion Jeremy decideva di segnare ugualmente con un leggiadro
turnaround hook in uno contro uno in area.
La nostra scelta del Draft,
Gilgeous-Alexander in avvicinamento sulla linea di fondo destra
metteva dentro il pull-up e a 5:48 con una tripla di Tobias Harris i
Velieri si allontanavano in doppia cifra (40-51) prima che gli
Hornets girassero la boa con una tripla di MKG dall’angolo destro da
second chance.
Per girare la boa Charlotte rimaneva
attardata e i Clippers in qualche maniera salvando una palla dalla
linea di fondo schermavano Bradley che dal corner sinistro silurava
da tre i Calabroni.
Walker e Harris mettevano dentro un
canestro a testa poi a 3:45 partiva l’operazione recupero degli
Hornets che con MKG guadagnavano due FT (segnandoli a causa del
blocking foul del Gallo).
MKG metteva a segno anche una steal e
Kemba appoggiava alto al vetro, Batum sul blocco portato sulla
diagonale destro da Willy sentiva la pressione di Harris e trovando
furbescamente il contatto sul tiro velleitario pescava il jolly da
tre punti dalla lunetta.
3/3 a 2:35 per il -4 prima della bomba
di Harris alla quale replicava dall’angolo destro Williams ma era
solo un lungo due per lui a 1:22 tuttavia Kemba presentandosi
velocemente sulla linea dei tre punti un po’ sbilanciato dopo essersi
lanciato dietro il blocco aveva dalla sua ferro tabellone che
accoglievano la spicchiata per il 57-59.
I Clippers nel finale allungavano di tre con gli Hornets a secco chiudendo sul 57-62 il primo tempo.
Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) drives past Los Angeles Clippers’ Tobias Harris (34) during the first half of an NBA basketball game Tuesday, Jan. 8, 2019, in Los Angeles. (AP Photo/Marcio Jose Sanchez)
3° quarto:
Lamb cominciava bene anche il secondo
tempo lanciato a sx del ferro con il cambio mano da giocoliere
andando oltre Gortat per un canestro difficile (59-62), Harris in
area recuperava i due punti persi ma Williams anticipando un
passaggio indietro di Gortat fuggiva in contropiede appoggiando il
sottomano del nuovo -3.
Batum dava fastidio a Biz a rimbalzo e
i due perdevano palla, i Clippers infine segnavano con Gallinari
dalla diagonale sinistra (3 pt.) che si aggiustava sull’uscita di
Marvin.
Kemba “nails” in fade-away frontale
e un pick and roll tra Batum e Biz con lo re-screen del congolese
portava il nostro centro a ricevere scivolando verso canestro per la
schiacciata sul passaggio di ritorno.
65-67 ma Lamb e Kemba mancavano
l’aggancio così i Clippers trovavano la forza per scappare:
Gilgeous-Alexander stoppava Lamb scappando in coast to coast per
l’appoggio semplice, Kemba metteva una drive con appoggio al vetro
sopra Gortat ma per un fallo di Lamb sull’alley-oop mancato di
Bradley i Clippers segnavano due liberi quindi arrivava la stoppata
di Gallinari su Kemba (decima stoppata di squadra per i LAC) e
un’altra entrata di Gilgeous-Alexander per il +6 Velieri (67-73).
Biyombo stoppava Harris insieme a Batum
che però mancava il tiro seguentemente dall’altra parte Harrell
cominciava a fare la differenza segnando con un tocco al vetro da
sotto.
A 4:58 ai 24 Marvin segnava da destra
battendo il box dei Clippers per il 70-75 ma era un avvicinamento
illusorio perché nessuno riusciva a fermare Harrell sotto canestro
che lottando otteneva altri due punti e anche se Graham scaricava per
Willy fermato dal fallo (poi a segno con i liberi) a 4:14, Harris di
forza metteva dentro altri due punti per il 72-79.
A 3:34, dopo averci pensato un po’,
Graham trovava spazio per la tripla che funzionava ma Harrell si
elevava sotto canestro tra Hernangomez e MKG mettendo dentro altri
due punti (75-81).
Willy si faceva rubar palla dal Gallo
in post basso sinistro e poi rovinava un’azione d’attacco fallendo
l’appoggio sul bell’invito di Graham mentre dall’altra parte MKG
ricorreva al fallo su Harris peggiorando la situazione.
Canestro and one a segno per il 75-84.
MKG si rifaceva in coast to coast
passando velocemente Williams che alzava bandiera bianca senza
nemmeno provar a commetter fallo.
Finiva 77-86 con due FT di Williams a
1:02, curiosamente con il cronometro fermo come l’ultimo canestro
realizzato nel primo quarto.
4° quarto:
I primi a segnare nell’ultimo quarto
erano i padroni di casa che sbagliavano un tiro dalla distanza con
Scott che tuttavia riprendeva andando dentro a rilasciare un tiro in
avvicinamento per il suo primo canestro e il +11 Velieri (77-88).
Monk scambiava in orizzontale con
Parker e scagliando la tripla in catch n’shoot accorciava sull’80-88
L. Williams però ammazzava la partita con un tiro frontale ben oltre
la top of the key da tre punti con MKG piantumato lì… tiro
confidente che centrava il bersaglio al quale rispondeva Monk che
uscendo a destra dal blocco di Biz dopo aver leggermente fintato
d’andare dentro, sparava la seconda tripla di seguito ma in difesa
non si teneva così Harrell da sotto segnava ancora con una giocata
da tre punti totali arrivando a 19 punti e 10 rimbalzi a 10:30 dal
termine…
Lamb a 10:21 riceveva il premio di
consolazione battendo un libero per violazione difensiva dei tre
secondi della squadra di Doc Rivers ma Beverley dall’angolo destro
trovava spazio per le rotazioni leggermente saltate tra Lamb e Monk
colpendo letalmente per l’84-97 che allontanava definitivamente dagli
scogli i Velieri.
Si entrava in una fase spezzettata
dove le squadre ricorrevano spesso al fallo e Parker sbagliava
qualche libero di troppo così come Williams con l’1/2 non agevolava
il rientro di Charlotte che cedeva ancora a Harris che si procurava
due azioni in uno contro uno in area contro Williams sul quale aveva
la meglio.
Quando Gallinari sulla top of the key
metteva dentro il tre punti approfittando della mancata comunicazione
Walker/Batum che sul cambio andavano a spasso entrambi, la gara
girava sull’89-107.
Il finale aveva poco da dire se non che
Graham rimaneva a terra dopo esser atterrato su un piede di Lou
Williams che precedentemente era andato al tiro da tre punti.
Problemi alla caviglia destra per
Devonte? Mentre Monk continuando ad attaccare guadagnava qualche
punto extra.
Finiva 109-128 con Scilla e Cariddi che non fanno più paura oggi…
Pagelle
Kemba Walker: 5
13 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata,
1 stoppata. 6/18 al tiro con tre stoppate prese un po ‘ troppo
facilmente sulle sue entrate che comunque danno qualche punto in
momenti importanti. Manca un tiro per il pari e da tre se escludiamo
la rim/glass, unico tiro entrato con un pizzico di fortuna, con l’1/6
penalizza la squadra. 2 TO e -14. Nel finale con Tony in campo viene
ignorato non contribuendo eventualmente a un possibile rientro quindi
lascia rapidamente il campo a favore delle riserve.
Jeremy Lamb: 6
16 pt., 6 rimbalzi. Non so se abbia
battuto qualche record ma al suo rientro si prende 6 stoppate
risultando un po’ lento in qualche azione… senza di esse avrebbe un
7/12 dal campo, così 7/18… sbaglia anche lui il tiro del pari e
apre la transizione del +4 a Gilgeous-Alexander dopo aver preso una
delle stoppate menzionate. Purtroppo non incide più nel secondo
tempo dopo un avvio fantastico. Gioca 28:42 restando comunque
aggressivo a prescinder dai risultati.
Nicolas Batum: 5,5
10 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata,
1 stoppata. 1/6 al tiro con un 1/5 da fuori. Si salva un po’ con il
7/7 dalla linea, tre dei quali presi con astuzia su un contatto con
Harris. Parte bene come gli sparring degli Harlem Globetrotters
rispondendo a Gallinari da tre, poi prende un paio di canestri dal
nostro connazionale, infine sparisce come il Piero citato da Faletti
al Drive-In negli anni ’80, quello che non c’è mai quando ne hai
bisogno. Si ostina a provar triple che non segna.
Marvin Williams: 6
14 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata
5/10 al tiro. Anche lui, pur lottando, non riesce a fermare Harrell.
Bella la palla intercettata a Gortat con il sottomano in transizione.
Onesta partita senza sprecar palloni ma per fare il salto di qualità
Charlotte ha bisogno di più.
Bismack Biyombo: 6
4 pt., 6 rimbalzi, 2 stoppate. 2/2 dal
campo, una palla persa in 15:29. Avrebbe dovuto giocar di più perché
Willy e MKG sotto sono andati peggio. Commette solamente un fallo
“stranamente” e anche se non è all’altezza della controparte una
sufficienza stiracchiata la si può concedere.
Malik Monk: 7
24 pt., 1 rimbalzo. 7/14 dal campo. Dicevamo… gli si chiede di segnare e lui lo fa entrando bene in campo mettendo una tripla e un tiro dal cuore dell’area. Nell’ultimo quarto segna con due tiro da oltre l’arco di fila essendo di fatto l’ultimo concretamente a provar a tenere a galla Charlotte. Sul secondo finta il taglio all’interno ed esce per ricevere sulla diagonale destra. Qualche punto arriva nel garbage dove continua a spingere ma sono minuti che gli serviranno speriamo per affrontare con ancora maggior confidenza la prossima sfida. 4/7 da tre e 6/6 ai liberi attaccando il canestro gli avversari preferiscono abbatterlo anche se Monk ha detto riguardo la sconfitta che gli avversari sono riusciti a farli uscire dal loro ritmo.
Michael Kidd-Gilchrist: 5
8 pt., 1 rimbalzi, 1 rubata. A parte la
tripla siderale presa in faccia da L. Williams sulla quale non
reagisce, anche in aiuto e in difesa sembra poco reattivo finendo per
peggiorare alcun situazioni come il FT addizionale regalato a Harris
o a esser poco consistente a rimbalzo. Una difesa che si accomuna a
quella degli Hornets versione trasferta…
Miles Bridges: 5,5
0 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata.
Commette un fallo ingenuo su Lou Williams girandosi in salto di
schiena finendogli addosso sul tiro. Un paio di triple sbagliate e un
TO, per il resto a rimbalzo difensivo va meglio di altri ma nei pochi
minuti in campo è quasi impalpabile.
Tony Parker: 5,5
12 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 4/7 al
tiro. Alterna entrate a jumper con alterni successi ma dalla lunetta
finisce con un 4/6 con i due liberi mancati nell’ultimo quarto che
fanno scivolare Charlotte leggermente più indietro. Prende un -15 in
14:52, frutto di tre TO ma anche del fatto d’aver ignorato un po’
Kemba nel finale quando portando palla non è più riuscito a
ripetere il discreto ingresso in campo sulle prime rotazioni.
Willy Hernangomez: 5
5 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. ¼ dal
campo. Si fa rubare palla da Gallinari e manca un canestro facile su
assist di Graham. Bene ai liberi questa volta ma commette due TO e
accumula un -10 di plus/minus risultando poco consistente come suo
solito sotto le plance a livello difensivo mentre a rimbalzo tiene di
più anche se 2 sono offensivi.
Devonte’ Graham: 5,5
3 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata.
¼ al tiro, ricorre a 4 falli. Willy gli rovina il terzo assist e lui
di fa male nel finale alla caviglia destra dopo aver subito una
tripla di L. Williams (ricadendo sul piede del panchinaro LAC). Anche
dalla panca prende un -13, un plus/minus che indica anche una certa
difficoltà difensiva del rookie. In attacco da fuori fa un ½ con
una tripla sulla quale prima tentenna, poi con lo scambio trova
spazio e infila la retina.
Dwayne Bacon: s.v.
0 pt.. 3:47 i campo, statistiche tutte
a zero tranne il plus/minus a +4 nel garbage time pieno.
Coach James Borrego: 5
Squadra da trasferta classica. Se
l’avversaria non è di basso profilo non si vince. Ha oggettivamente
un problema centro ma deve infondere durezza nei suoi giocatori.
Troppo molli sotto canestro in serata e più convinzione. Se Batum deve partite da titolare, giochi 8/9 minuti poi si accomodi in panchina perché negli altri tre quarti apporta spesso poco o nulla. Si potrebbe tentare con Monk in SG e Lamb in SF per una small-ball o M. Williams in SF con uno tra Willy o MKG nel ruolo di PF. Sono idee, ma qualcosa va cambiato oltre alla mentalità da trasferta con rapidi break concessi.