Game 50: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 94-126


Intro

Mentre cadono idoli di cartapesta (il riferimento al nuovo Anthony Davis non è casuale) pronti a spiccare il volo per altri lidi riuscendo a lasciare i tifosi di NOLA più accigliati di lui (impresa non semplice) a pensare cosa potrà ottenere New Orleans in cambio e i tifosi delle squadre restanti a fantasticare su un possibile approdo della star che ha un prezzo come nuovo pezzo importantissimo per la loro squadra è chiaro che la NBA ormai abbia difficoltà nel mantenere quell’equilibrio che era alla base del proprio successo e rendeva le partite interessanti.

Ultimamente mi è capitato d’osservare qualche gara più tenuta in piedi con fischi dubbi che magari arrivata in volata o quasi per reali meriti della formazione con meno talento in campo.

Dopo le sconfitte di Pistons, Wizards e Magic (le tre dirette inseguitrici all’ottavo posto detenuto dagli Hornets) in serata gli Heat (squadra sulla quale fare la corsa per tentare di vincer la division) ospitavano i Bulls con Charlotte a Boston in una partita difficile.

Un “turno” sulla carta non favorevole agli Hornets quindi che non interessati moltissimo a quella che avrebbe dovuto esser la propria scelta al Draft 2012 al posto di MKG se Benson non avesse comprato la franchigia.


Le formazioni:


La partita in breve

Non c’era Irving e da un 10% di vittoria stimabile Charlotte saliva a un 20/25% massimo come scrivevo oggi sul gruppo dedicato su un noto social.

Facile profeta perché era partita difficile, alla quale Charlotte, seppur con qualche difficoltà, rimaneva ancorata per tutto il primo tempo con qualche spunto dove i Calabroni riuscendo a metter il capo avanti (vedeva la tripla di Monk per il 57-56 sul finire del secondo quarto) facevano sperare per arrivare almeno a un finale in volata, invece, a inizio ripresa, nonostante Kemba con una tripla e una giocata da tre punti recuperasse qualche punto per Charlotte, Boston prendeva il largo meritatamente nonostante l’arbitraggio nei piccoli dettagli fosse molto più propenso a favorire la squadra di Stevens (proprio sul gioco da tre punti di Walker a 6:07 arrivava il primo libero a favore di Charlotte che se li era visti negare in almeno altre ¾ occasioni o per mancato riconoscimento del fallo o perché non considerato sul tiro).

Su un contatto tra Kemba e un difensore arrivava la tripla di Morris in transizione (tra le due azioni citate di Kemba) e quella di Rozier da fermo portava i Celtics sul 72-81.

Per i Celtics arrivava un parziale di 13-0 chiuso da una plastica quanto potente dunk volante di Tatum a una mano che mandava Charlotte sotto di 19 punti (72-91) prima che Monk con una bella giocata ostinata segnasse un gioco da tre punti interrompendo l’egemonia bianco-verde.

Il finale era di garbage time con gli occhi ormai fissi sulle altre partite.

Wizards a battere in casa i Pacers che oggi sembrano preoccupanti nel post Oladipo e i Bulls a fare un favore a Charlotte con la vittoria insperata sul campo degli Heat i quali gettano al vento una grande occasione.

Per quanto riguarda Charlotte i problemi di serata sono stati molteplici:

Dal fatto di non riuscire a frenare l’attacco dei Celtics, prima Tatum e poi gli altri, con il collegamento nel subire un’alta percentuale al tiro aggravata da troppe second chance concesse.

In attacco siamo rimasti bloccati per troppi momenti.

L’assenza di Parker si è fatta sentire, ci sono molti giocatori che fanno fatica a crearsi un tiro contro difese forti e se non riescono a girar palla velocemente per creare un vantaggio ci si affida a Walker e Batum (in serata) se sono in campo per un attacco troppo prevedibile e limitante.

Jaylen Brown tra le fila “nemiche” ha chiuso con 24 punti e 10 rimbalzi, Tatum con 20 pt., 17 punti e 10 assist sono arrivati da Rozier mentre 15 sono stati alla fine i punti di Marcus Morris.

55,6% al tiro con 41,4% da fuori, 53 rimbalzi e 34 assist contro i rispettivi 31- 20 degli Hornets danno già un’idea del dilagare dei folletti nel secondo tempo.

La partita

1° quarto:

Partiva bene Boston con Smart lesto a rubar un pallone che diveniva subito lo 0-2 con Horford in gancio destro dal post basso su Biz.

Kemba con il crossover lasciava sul posto Rozier prendendo il mezzo del tappeto per segnare con sottomano incorniciato dai difensori dei Celtics larghi.

Tatum dalla diagonale sinistra segnava il 2-5 ma Lamb a 10:10 segnava sempre da tre con il suo classico missile iniziale “da fresco”…

Un tiro da tre di Smart dopo una finta su Lamb non entrava e Batum in entrata a sinistra batteva Horford in appoggio per il primo vantaggi di Charlotte che era recuperata da un pullup di Tatum una prima volta, poi sul taglio di Williams in back-door Biz faceva partire il passaggio verticale grazie al quale la nostra ala grande si voltava per appoggiare avendo quel piccolo margine di vantaggio sul difensore ma i Celtics raggiungevano il pari recuperando una seconda volta con Horford.

Biz, che era stato stoppato in precedenza da Horford, questa volta con la finta si liberava della marcatura per salire ad appoggiare ma dall’altra parte del parquet la veloce tripla di Smart issava i locali sul +1 (11-12) mentre su uno scarico di Batum a 6:41 anche Kemba colpiva da tre punti per il nuovo vantaggio che comunque era recuperato da un’entrata diagonale di Morris con tocco al vetro per il 14 pari.

A 5:45 arrivava il primo time-out e con l’entrata di Willy in campo Boston ne beneficiava, in primis con l’entrata dalla bsl sx di Tatum che schiacciava aggressivamente oltre lo spagnolo.

Batum girava in area sullo scatenato giovane di Boston e appoggiava per ritrovare l’equilibrio che tuttavia si rompeva con una finta e un tiro in avvicinamento di Tatum oltre Batum e con l’appoggio di Rozier con gli Hornets in chiusura troppo morbidi.

A 4:28 entrava Bridges per Lamb per fornire più fisicità ma servito da Horford era ancora Tatum a tagliare la nostra difesa e ad appoggiare per il +6 Celtics.

Dopo una pausa Brown allungava di due mentre sul fronte opposto Batum sbloccava la situazione offensiva con un appoggio in allungo, tuttavia Charlotte rimaneva troppo scoperta in difesa e anche Hayward metteva dentro.

A 2:45 dopo alcune finte MKG si decideva per un jumper dal mid range sinistro quasi da fermo che finiva dentro per il 20-26 ma i primi liberi in assoluto della gara a 2:27 battuti da Rozier segnavano il 20-28.

MKG ci riprovava da sinistra con un lunghissimo due che s’infilava ancora nel morbido cotone ma Hayward faceva fuori due difensori girando sul piede perno in area per appoggiare oltre Willy che cascava nel tranello.

MKG con l’hook in area portava a casa altri due punti a 1:23 per il 24-30 quindi arrivavano un floater di Tatum e la risposta del quasi omonimo Batum che saliva a 8 punti.

Un tap-in di Willy sull’entrata mancata di Devonte ci portava sul -4 ma l’ultima parola l’aveva Brown che da tre mandava a riposo dopo la prima frazione le squadre sul 28-35.

Willy e MKG osservano Tatum. Foto: Bob DeChiara, USA Today Sports

2° quarto:

Brown era anche il primo ad avere la parola nel secondo quarto segnando due punti anche se Marvin con la bomba a 11:27 ne recuperava tre, Monk sbagliava una tripla al primo tiro e Morris con cambio direzione in entrata con buon primo passo su MKG attardato sulla dinamica dell’azione, metteva dentro di sinistro.

Bridges non segnava, Brown invece lo faceva ancora trascinando i suoi sul +10 (31-41), divario che era dimezzato da Graham (9:48) con la tripla e da una steal dello stesso Graham che mandava in orbita sulla transizione Monk per l’alley-oop appeso (36-41).Miles in entrata ritmava un terzo tempo per l’appoggio in right hand e sul 9-0 di parziale sotto ormai solamente di tre Baynes dal centro dell’area lasciava partire un tiro brutto da vedere ma efficace che anticipava l’anticipo difensivo di Brown che metteva dentro una reverse dunk in solitaria per il 38-45.

Dopo qualche errore delle due squadre era il rientrante Walker a colpire in step-back ma Morris dalla diagonale media sinistra si ritagliava lo spazio per il pullup del 40-47 che portava i Celtics a un vistoso 60% dal campo…

Una quasi casuale deviazione di Brown sotto a destra rispetto al nostro ferro consentiva ai Celtics di chiuder la transizione quasi mancata ma dall’altra parte Marvin, con la seconda bomba, permetteva agli Hornets di non lasciar scappar troppo la squadra di Stevens (43-49).

Brown mancava una tripla ma il rimbalzo lungo era calamitato da Horford che girandolo fuori regalava una tripla a Wanamaker.

Hornets colpiti ancora da una transizione sulla quale Brown a rimorchio vanificava lo sforzo in salto di Batum che in rientro deviava bene un possibile alley-oop precedente.

Sul -11 (43-54) Kemba ne metteva altri due poi toccava a Monk da sinistra regalarsi una bomba per il 48-54, quindi Kemba a metà campo prima toccava la sfera a Smart, poi gliela portava via con un secondo tocco recuperandola allo stupefatto piccolo poi trafitto dal nostro capitano in appoggio solitario da transizione.

Monk mancava la tripla in transizione ma la palla, toccata da un Celtic al volo rimaneva a disposizione degli Hornets e sulla rimessa dal fondo Marvin faceva valere il fisico in mismatch avvicinandosi al canestro per depositare il -2 mentre Monk dall’angolo destro si rifaceva con l’entrata superando l’unico difensore con l’iniziale crossover per percorrer la baseline sinistra e chiudere in fing and roll per il 54-54.

Tatum mancava l’appoggio contro Kemba ma nel nulla difensivo recuperava e correggeva anche se dall’altra parte Monk da tiepido diveniva caldo segnando una tripla a 1:23 per il sorpasso sul 57-56.

Boston però aveva un buon finale riuscendo a segnare in alley-oop con Horford su lancio di Rozier e anche se il mid-range di Walker finiva dentro ecco arrivare un’alta second chance per Horford e la bomba di Rozier a :01.6 che chiudevano i primi 24 minuti sul 59-63.

Bridges prova uno spettacolare reverse layup ma lo mancherà influenzato da Baynes.

3° quarto:

Gli Hornets non iniziavano bene il secondo tempo venendo colpiti da una tripla frontale di Rozier a 11:33 su una second chance per i verdi che si avvantaggiavano molto da queste opportunità sorte grazie a rimbalzi offensivi.

A 11:08 Batum era freddo nel fondere la sfera con la retina per una tripla calda che faceva rimaner al passo Charlotte che tuttavia era colpita da Tatum dal corner sx da tre sul giro di palla periferico nato da un raddoppio Hornets nel corner opposto.

A 10:15 una steal di Rozier con runner era buona per il 62-71 mentre Kemba riduceva successivamente lo scarto con una penetrazione in left hand.

Morbido e fortunato era il tocco di Al Horford oltre Biyombo mentre Batum era bravo in un turnaround fade-away in uno contro uno (8:18) per il 66-73.

A 7:27 Charlotte tentava di rientrare con una tripla frontale di Kemba che velocemente passava lo schermo flettendo leggermente il tronco in avanti sul tiro che valeva il 69-73.

Kemba in transizione si scontrava con Smart, per gli arbitri non era fallo e sulla transizione arrivava la sliding door con la tripla da transizione di Morris a 6:47.

Charlotte accusava il colpo e un passaggio che raggiungeva lo stesso Morris lasciato tutto solo in area costava il -9.

Kemba aveva un lampo andando nel traffico a chiudere in reverse layup a contatto con un paio di difensori.

Canestro più FT a 6:07 per un gioco complessivo da tre punti che ci rimandava sul -6 (72-78) prima che dall’altra parte Rozier (da fermo) salisse rapidamente fronte a canestro per eseguire un tiro da tre punti a parabola medio-alta che finiva dentro e mentre Kemba in dribbling mancava il layup che sembrava ormai fatto, la squadra di Borrego incassava un lungo due punti di Horford a 5:12 che portava gli uomini di Stevens sul vantaggio in doppia cifra allungato a 4:31 da due FT di Brown (72-85).

Horford metteva dentro il 9-0 di parziale con un turnaround mentre Batum sul lato destro del campo si faceva sottrarre in paleggio nettamente palla da Rozier che s’involava ottenendo due liberi a 2:22 mandando Charlotte sul -17 (esattamente i punti segnati sino a quel momento dal giocatore di Boston).

I Leprechaun chiudevano il parziale sul 13-0 con il lancio di Rozier per l’arrivo lanciato in corsa dalla linea di fondo sinistra di Batum che si regalava una plastica jam a una mano esaltando il pubblico.

Hornets che interrompevano il parziale dei locali con la giocata di forza e bravura di Monk che metteva dentro in avvicinamento nonostante subisse un deciso fallo.

Il gioco da tre punti valeva il 75-91 ma non c’era più partita.

Nel finale gli Hornets mettevano dentro 4 punti contro i 7 avversari che finivano avanti 75-98 grazie a un parziale di quarto devastante (16-35).

Joe Chealey alla prima apparizione nella NBA in Regular Season. Due punti per lui all’esordio fatto però tutto di “tempo spazzatura”…

4° quarto:

Era dichiaratamente garbage time con l’entrata di Bacon nell’ultimo quarto dove la solfa non cambiava, anzi, nonostante entrasse anche la panca dei Celtics peggiorava…

Hayward dal corner destro segnava la bomba del 75-101 a 11:11 portando al 58% dal campo i vedi e anche se a 10:49 un “bump” di Graham per l’arresto e tiro tra Morris e Theis finiva dentro arrivava l’errore dalla lunetta per il nostro numero 4 sul libero addizionale.

Charlotte si esercitava più che altro nel tiro da fuori ma non molti affondavano il colpo come quello di Lamb, uno dei pochi starter a esser rimasto in campo, usciva ben presto dopo un paio d’errori al tiro.

Entrava anche Joe Chealey (mai visto con la prima squadra in regular season) che sul primo tentativo si prendeva una solenne stoppata finendo poi sul ripiegamento a commetter fallo.

A 3:56 dalla fine lo stesso Chealey chiuderà con il floater in entrata da sinistra per l’87-118, canestro non da ricordare per l’utilità ma perché il primo al debutto del n° 31.

Ormai lo sguardo volgeva sulle partite di Wizards e Heat con i primi a far un solo boccone dei Pacers che senza Oladipo si stanno mostrando molto più fragili del previsto e pur avendo un buon margine sulle inseguitrici ora dovranno stare attenti.

I secondi incredibilmente si trovavano dietro Chicago di qualche punto pur giocando in casa e con l’allungo dei Bulls nel finale, un turno ostico per Charlotte si trasformava in una mezza vittoria visto che le distanze rimanevano invariate poiché gli Heat non sfruttavano la partita che sulla carta sarebbe stata da vincere.

Intanto a Boston era festa bianco-verde con l’allungo sul 94-126 finale.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

21 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 9/20 al tiro. Prende in faccia una tripla di Rozier in un momento topico e sbaglia un layup dopo aver superato il traffico ma è l’unico a poter segnare con costanza creandosi il vantaggio tra step-back dal mid-range, entrate e si prende il lusso di mettere anche una tripla leggermente fuori equilibrio. Finisce per rimanere in panchina nell’ultimo quarto a scuoter la testa.

Jeremy Lamb: 4,5

6 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Viene completamente a mancare in attacca dove ci prova anche meno rispetto il solito. In difesa non mi piace molto in serata. Segna due triple, una all’inizio e una nell’ultimo quarto, poi basta…

Nicolas Batum: 6

13 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. 6/11 e 3 TO con un -18 di plus/minus (come Kemba). Gioca bene all’inizio creando attraverso i passaggi opportunità per i compagni e mettendo anche i tiri. Bello un suo fade-away e la tripla a inizio terzo quarto scagliata senza esitazione. Lasciato insieme a Kemba a chiuder le azioni offensive comincia a sbagliar troppo e finisce anche per farsi rubare un pallone sul lato destro troppo semplicemente (costerà la transizione e due punti subiti a mezzo lunetta). Buono l’inizio in sostanza, poi s’inceppa…

Marvin Williams: 6,5

10 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 4/4 dal campo con due triple precise. Non sbaglia stanotte Marvin. I suoi punti di rottura riesce a metterli e quando marca Horford riesce spesso a farlo sbagliare. Purtroppo non è uno che riesca a crearsi il tiro e quindi se non viene messo in condizione non può contribuire all’offesa come capita nel terzo quarto quando non si vedono molti schemi per portarlo al tiro come alternativa a Kemba e Nic.

Bismack Biyombo: 6

2 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Presenza discreta in campo che chiude con un 1/3 in attacco (stoppato da dietro da Horford nel pimo quarto) mentre in difesa non mi esalta anche se prende 5 rimbalzi in poco più di 13 minuti. -7 di plus/minus, molto più solido a livello di posizionamento e fisico rispetto a Willy anche se ad esempio Horford lo batte in girata in area nel secondo tempo ma lui lì c’era…

Malik Monk: 6

16 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Inizia mancando una tripla ma poi due sue bombe sono utili. Segna quella del +1 a fine primo tempo poi quando Charlotte sbanda non riesce a far molto anche se ha il merito di trovare con una caparbia azione attaccando il ferro un gioco da tre punti. Nell’ultimo quarto si esercita a tirar da tre con scarsi risultati. Alley-oop molto bello.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

6 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. 3/5 dal campo con i punti presi tutti in avvio nel primo quarto con due precisi tiri (uno quasi da tre da sinistra) e un bel gancio, poi quasi più nulla, anche in difesa non convince. Finisce con un -25 di plus/minus.

Miles Bridges: 5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Via Lamb, dentro lui nel primo quarto per dare più fisicità. Sembrerebbe una buona mossa ma poi nonostante gli sforzi viene un po’ a mancare l’efficacia, specialmente quella offensiva. 1/5 dal campo con un bell’appoggio in entrata a poi errori al tiro. E come direbbe l’Accademia della Crusca: “Scendi il tiro, Miles!”

Willy Hernangomez: 5

2 pt., 2 rimbalzi, 2 assist in poco più di otto minuti ma per quanto mi riguarda spicca la fragilità difensiva rispetto al centro congolese. Non rischia sulla schiacciata di Tatum abbozzando una stoppata e non lo trovo mai con la giusta grinta in chiusura. Mette l’unico tiro tentato da sotto recuperando un rimbalzo offensivo dalla parte opposta all’appoggio mancato sull’incursione di Graham.

Devonte’ Graham: 5,5

6 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. 2/8 dal campo, 1/3 ai liberi e un paio di TO. Non è la stessa cosa di Parker e si vede anche se su una transizione da lui procurata grazie a un intercetto lancia Monk in orbita e colpisce da tre in un momento dove ha una fiammata.

Dwayne Bacon: 6

5 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. 2/4 al tiro, un paio di falli e un buon fade-away ma per lui è tutto garbage time.

Frank Kaminsky: 5

3 pt., 3 rimbalzi, 1 assist in 8:50. Un po’ svogliato spara quasi esclusivamente da tre chiudendo con un 1/3 da fuori e mancando un altro tiro poi dalla lunetta chiude con 0/2. Garbage time d’accordo ma non è così che si farà notar se non per una cessione eventuale.

Joe Chealey: 5,5

2 pt., 1 assist, 1/3. Entra un po’ incerto, fisico non esattamente da body bodybuilder e si fa stoppare su un tentativo telefonato, commette fallo sul ripiegamento poi va a segnare un buon canestro con l’entrata da sinistra e un floater che questa volta scavalca il difensore a debita distanza per la buona difesa della palla. Lo ricordavo meglio in preseason ma entrare così…

Coach James Borrego: 5

La squadra difetta di giocatori che sappiano cosa fare e dove andare contro difese così… Batum e Kemba provano nel terzo quarto sul lato offensivo ma sono soli. Anche nel primo tempo c’è un momento con un quintetto che non ha sbocchi offensivi. In difesa non si tiene e siamo spesso tagliati fuori dai numerosi assist di Boston. C’è da rivedere la gara e andare molto più convinti alle prossime due tra le mura amiche del The Hive…

Con la “caduta” a Boston Charlotte è 5-3 nelle ultime 8 sperando di arrivare e 7-3 grazie ai prossimi due turni casalinghi con Memphis e Chicago in back to back.

Game 49: Charlotte Hornets Vs New York Knicks 101-92


Intro

Siamo arrivati a buon punto della stagione, possiamo guardare finalmente con più certezze a quello che sarà il finale di stagione nonostante i Calabroni siano in una posizione incerta tra il primo posto di una Division in evidente stato di malessere e un ottavo posto a Est “insidiato” da Detroit e Washington che non fanno un granché per accaparrarselo comunque.

Charlotte è stata in testa alla Division e ha strappato più volte il comando agli Heat che ieri notte si sono imposti su una New York in disarmo e in infermeria.

La stessa New York in back to back che Charlotte affrontava nella notte per riavvicinarsi al comando della Division e cercare da qui a fine stagione di ottenerlo per avere finalmente un banner come vincitrice divisionale anche a Charlotte.

Se sul parquet i Calabroni non hanno mai avuto grandi fortune, l’animale simbolo trasposto, tra gli umani ne ha avuta ancora meno, considerato inutile, dannoso e pericoloso, menzionato in qualche caso in libri come flagello nonostante in realtà sia anche un insetto utile per l’uomo.

I gatti (animale più vicino all’homo sapiens) ad esempio hanno goduto d’alterne fortune pensando agli egizi e alla Dea Bastet, corpo di Donna e testa di Gatta per passare lentamente alla loro diffusione grazie ai fenici che sottraendolo agli egizi che lo veneravano iniziarono a commerciarlo visto che questi felini “proteggevano” le granaglie raccolte dall’uomo mangiando i topi fino ad arrivare al medioevo dove era visto come la reincarnazione del maligno, affine al Demonio e alle streghe e quando la peste portò via 3 abitanti su 4 in Europa, irrazionalmente la non conoscenza favorì l’uccisione dei gatti e favorendo così anche la morte nera stessa portata proprio dalle più numerose orde di ratti, ad arrivare a oggi dove il gatto tra miti e leggende è tornato a essere semplicemente un animale che alle nostre latitudini è anche apprezzato.

Per gli Hornets nella notte per “vendicare” la sconfitta clamorosa subita da New York proprio in casa nell’ultimo incontro tra le due compagini serviranno gli occhi della tigre da subito.

Mancano sempre meno partite e non si possono sbagliare quelle casalinghe contro team di medio/bassa classifica se si vuole puntare al primo posto divisionale scavalcando Miami che la scorsa notte ha ritrovato un Wade formato vintage da doppia doppia (15 pt. e 10 assist).

Percorso non proprio lusinghiero per i Knicks che hanno perso 17 sulle ultime 18 partite.
Batum invece è in netta risalita.

La partita in breve

Partita più difficile del previsto allo Spectrum Center che riabbracciava Walker e Parker mentre Zeller ancora out è in netto miglioramento e potrebbe rientrare dopo il 5 febbraio.

Charlotte partiva bene portandosi sul 5-0, illusorio, perché dall’altra parte si piazzava un parziale identico e si doveva aspettare la parte finale del quarto per vedere Charlotte accumulare qualche punto di vantaggio.

Parker con un gioco da tre punti e un assist per Willy firmava il 30-24 aiutato anche da un MKG che faceva valer oro i suoi tre rimbalzi offensivi.

Nel secondo tempo se Willy in difesa faceva da spettatore non pagante, in attacco riusciva a portare a casa punti, ad esempio su un passaggio di Monk era bravo a eclissarsi dietro la difesa distratta di New York e a metter dentro il +10 (44-34).

Sembrava poter ingranare Charlotte e travolger la squadra di Fizdale che tuttavia motivata per le tante sconfitte subite cercava di recuperare per vincere, così Knox a 3:43 con la tripla portava a solo un punticino gli arancio-blu (48-47).

Nel finale una tripla di Parker mandava negli spogliatoi Charlotte avanti sul 54-53.

L’incubo iniziava con il sorpasso di Knox a 11:07 e proseguiva con un parziale di 9-0 che mandava la formazione ospite sul 56-64…

Hornets che si affidavano troppo alle triple ma da una di essa arrivava il -4 (Bridges a 3:58) mentre sul finire del quarto Lamb pareggiava dalla lunetta e Batum conservava il 71 pari sulla sirena con la quarta stoppata di serata (su Trier nell’occasione).

Charlotte prendeva un leggero vantaggio a inizio ultimo quarto (78-75) poi ribaltava la gara a suon di triple con Monk, Walker e altre due di Malik che portavano a un parziale di 12-1 per il 90-76.

Si spegneva il sorriso di Fizdale nel terzo quarto e si assisteva a qualche protesta ma purtroppo per lui la modestia degli uomini rimasti (eccetto T. Hardaway Jr. e Knox) non gli consentiva di provare seriamente a rientrare nel finale.

Per gli Hornets più gli occhi di un gatto che di una tigre nella notte ma la vittoria da morale per la prossima mentre la panchina si è dimostrata un fattore e ci si porta a una W da quota .500, inoltre si vince la serie stagionale su New York per 2-1…

Charlotte vince a rimbalzo 53-46, negli assist 25-19, nelle stoppate 10-6 e ha percentuali leggermente migliori dal campo con il 41,1% contro il 40% dei newyorchesi che perdono meno palloni 10-7 e ne rubano di più 3-6.

Ai liberi Charlotte fa 12/16 (75%) mentre gli avversari ne mettono 17/26 con la particolarità d’aver sbagliato tutti e tre i “tecnici”, due per infrazioni difensive dei tre secondi e uno per tecnico a Williams.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Partenza razzo per gli Hornets che con l’asse Lamb-Biyombo trovavano il primo canestro grazie all’assist schiacciato del primo e alla dunk del secondo lasciato tutto solo sotto mentre il 5-0 arrivava a 10:46 con la tripla di Lamb dalla diagonale destra.

Charlotte cominciava a pasticciare un po’ in attacco e a 10:08 un floater di Knox in penetrazione da sinistra scavalcava Biz in raddoppio sotto canestro.

A 9:47 la tripla di Hardaway Jr. superava il tentativo di stoppata di Batum e s’infilava per il pari.

Gli Hornets reagivano con un canestro di sinistra di Biz in avvicinamento e con Williams che rollando verticalmente su un lob di Lamb andava a metter dentro da sotto probabilmente anche toccato.

Sul 9-5 Charlotte si bloccava concedendo uno 0-7 di parziale ai giovani Knicks che iniziava con la tripla di avvicinamento (seconda) di Hardaway Jr., continuava con il sorpasso di Burke in penetrazione e si chiudeva con il jumper frontale in transizione di Hardaway Jr. a Batum (in marcatura) saltato per il tiro mancato in attacco che l’attardava.

9-12 e time-out necessario per riordinare le due fasi…

A 6:47 Lamb in uno contro uno trascinava Vonleh sulla linea di fondo sinistra per batterlo in fade-away e a 6:10 Kemba, dopo aver sbagliato un lungo due, segnava da tre punti grazie al rimbalzo offensivo di MKG.

Kemba riceveva sul lato debole (a destra appena fuori dall’area) elevandosi e fluttuando in avvicinamento pur distante da canestro per un appoggio al plexiglass fuori equilibrio per il 16-12.

Knox andava dentro approfittando del cambio Biz/Willy mentre dall’altra parte segnava Willy che recuperava la sfera dopo un hook non a segno di MKG.

Ancora un gran floater di Knox avvicinava i newyorchesi che però incassavano una tripla di Batum grazie ancora a un rimbalzo offensivo di MKG.

Lamb ripuliva la tabella offensiva dopo l’errore di un compagno per il +5 mentre dopo un ½ di M. Robinson ai liberi era MKG a conquistare il terzo rimbalzo offensivo (errore Willy) e a segnare direttamente in mezzo a due difensori.

Dall’altra parte Robinson faceva la stessa cosa segnando però in schiacciata e a 1:05 la difesa di Charlotte in ripiegamento dimenticava Dotson che con la wide open portava a -1 la squadra della Grande Mela (25-24).

Ci pensava Parker a :51.7 con l’allungo in entrata a metter dentro guadagnando anche il libero per il 28-24 e con una penetrazione con passaggio che mandava a bersaglio Willy bravo a percorrere la linea di fondo sinistra per trovare il varco del 30-24.

Sull’ultima azione MKG rubava palla e sulla sirena lanciava la tripla che colpiva il ferro.

La palla a due iniziale. Foto: Sam Sharpe-USA TODAY Sports

2° quarto:

Robinson diveniva un fattore per i Knicks giocando con energia segnando subito in alley-oop e andando a stoppare Willy che si vedeva stoppare una seconda volta di lì a poco ma questa volta la sfera sembrava raggiungere il vetro per un classico goaltending e due punti assegnati agli Hornets.

Parker invece continuava nella sua missione assist con un no look per Bridges che entrando in area allungava il braccio in sottomano trovando due punti e fallo.

Mancato il libero a 11:00 Charlotte rimaneva comunque sul +10 mentre 12 secondi più tardi i Knicks beneficiavano per la seconda volta in serata di un FT per 3 secondi difensivi che sbagliavano però ancora (questa volta era di Dotson l’errore).

Solamente sei secondi più tardi entrava in lunetta anche Hezonja che tuttavia splittava e mentre Monk perdeva palla con un passaggio avventato cercando di recuperare in salto sotto canestro sull’appoggio mancato di Dotson, dall’altra parte Charlotte sbagliava con Monk e Williams con una controffensiva di Trier che costringeva al fallo un flipperistico Monk.

2/2 seguito a 9:33 da un fade-away da fermo di Monk per il 36-29 prima di vedere il fing and roll vincente di Allen e il nice layup di Parker a 9:06 per il 38-31.A 8:47 Trier accorciava di uno dalla lunetta splittando dopo aver indotto Bridges a saltargli addosso sul tiro con una finta.

Parker di sinistro appoggiava oltre Allen ma dall’altra parte tornava in auge Robinson che schiacciava un altro alley-oop con Willy spettatore il quale si rifaceva in attacco con una finta in partenza che gli lasciava campo fino all’arresto in area per un floater originale ma efficace.

Era lo stesso Willy che involontariamente passava dietro tre difensori dei Knicks che in linea guardavano Monk scaricare allo spagnolo che preso il vantaggio metteva dentro la sfera da sotto a sinistra per il +10 (44-34).

I Knicks però si ravviavano segnando con Hezonja in jumper con Allen che recuperava un rimbalzo dopo la stoppata dal perfetto tempismo di Willy su Dotson mentre Parker continuava a fare il suo in attacco segnando dopo un appoggio corto in entrata con Allen e Trier a scontrarsi in salto sul tentativo di stoppata/recupero palla che li escludeva dal rimbalzo preso al volo da Parker che correggeva ringraziando.

Hezonja con una steal decisa in rientro su Walker e il passaggio teso per l’avanzato Vonleh mandava il match sul 46-40.

Un +6 che dopo un giro di lunetta per parte resisteva sino a quando Allen mandava giù Batum per andar dentro con azione ritenuta regolare e Knox spediva la palla dentro da fuori per il one point game (48-47 a 3:43).

Lamb a centro area spingeva via Knox sull’arresto colpendolo con il tiro ma Hezonja da sotto aiutava a resistere per i Knicks infilando il 50-49.

Lo stesso Hezonja con entrata decisissima depositava il sorpasso prima del pareggio di Batum dalla lunetta.

Per un fallo di Kemba su Trier in palleggio a un minuto dalla fine il n°14 grazie al bonus riportava in vantaggio i suoi.

Parker scavalcava con la tripla da appena davanti la propria panchina e Charlotte andava a riposo conservando un misero punticino sul 54-53.

Batum ha arrestato un po’ la vena offensiva in serata ma ha chiuso con 4 stoppate… Foto: Sam Sharpe-USA TODAY Sports

3° quarto:

Pessima partenza per Charlotte dopo l’intervallo con l’ennesima tripla i Williams mancata un lungo due di Knox s’infilava per far vivere un terzo quarto a Charlotte in un tunnel.

Walker a 10:42 assaltava l’area avversaria regalando l’ultima luce ai Calabroni con il vantaggio fragile ma Burke dal mid-range destro batteva in pullup Lamb a Knox missilava da tre per il 56-60 a 10:07 dopo un errore di Lamb in attacco.

Nonostante una stoppata di Batum sulla stessa azione Lamb si faceva toglier palla così dentro Parker e fuori un distratto Jeremy…

Le cose non miglioravano però perché se Kemba sbagliava e ci si salvava solo perché il canestro di Burke ormai da solo fronte a canestro in entrata rifilava una gomitata a Batum nel tentativo di recupero veniva giustamente annullato.

A 8:00 dalla terza sirena Knox portava a casa due FT e un libero per tecnico a Williams ma mentre i due normali FT andavano a segno la maledizione dei tiri senza avversari intorno colpiva ancora per lo 0/3 Knicks di serata…

Kemba e Batum erano due esponenti della corrente da tre punti che non portava a nulla se non a perdere occasioni.

Charlotte arrivava sull’1/9 al tiro nel quarto mentre Thomas con uno spin mandava dentro il quarto tiro su undici per gli ospiti per un 9-0 di parziale che lanciava la squadra di Fizdale sul 56-64.

Batum correggeva la sfera sopra il ferro rilasciata in maniera non corretta da Walker impegnato in entrata contro due difensori sbloccando l’attacco.

Un attacco che trovava a 5:08 un punticino dalla lunetta da Parker ma una difesa che veniva colpita da un 2/2 di Thomas a 4:54 per il 59-66.

Batum suonava la tromba per la riscossa andando all’inseguimento di Allen sulla baseline sinistra per stopparlo mentre Bridges dal corner destro realizzava tre punti importanti a 3:58 per il 62-66.

Hardaway Jr. in jumper su Batum allontanava Charlotte che splittava dalla lunetta a 3:29 con Willy (fallo di Vonleh) mentre dopo qualche errore lo sforzo sovrumano di Parker in fuga era stoppato da Vonleh facendo sorridere coach Fizdale che tuttavia non avrà poi molto da sorrider di lì a poco quando dopo il time-out si riprendeva con la rimessa dal fondo di Parker per il taglio perfetto di Bridges che lo portava a schiacciare una bimane per il -3.

Hornets sul -1 con l’assegnazione di un goaltending sull’ennesima alzata in corsa di Parker con un rallentamento nella rimonta con un rapido giro sul piede perno di Allen che dalla nostra area alzava un pallonetto che vedeva il cotone interno per il 67-70 ma Bridges dalla lunetta metteva dentro due FT a 1:15.

Robinson recuperava un pallone cadutogli addosso con la nostra difesa non sveglia pur addosso al centro avversario che comunque commettendo un errore in lunetta lasciava a Charlotte la possibilità di rientrare…

Erta uno scontro a centro area Lamb/Allena provocare due FT per Charlotte che dall’incidente traeva due punti che portavano a :24.7 dalla fine la gara in parità con gli Hornets sulla soglia della galleria finalmente a riveder la luce.

Nel finale la densità sotto canestro favoriva Batum che si elevava stoppando (4^ stoppata) il tentativo di Trier conservando il risultato.

Stacchetto variopinto delle Honey-Bees.

4° quarto:

Passava avanti Charlotte a 11:37 con Lamb agli autoscontri in area e l’arcobaleno che pioveva dentro il cesto come per magia.

Rispondeva di forza e grazia Robinson con il reverse alley-oop sull’altro fronte ma Charlotte accusava anche il jumper di Hezonja a 10:43 per il 73-75.

A ripassare avanti ci pensava Monk scaricando una tripla in faccia a Dotson dalla destra mentre Kemba intuendo una difesa lenta a rientrare si fiondava in coast to coast recuperando il fallo che voleva da Dotson per un 2/2 (78-75) utile.

Fizdale si arrabbiava perché su una palla vagante erano fischiati i 24 secondi a New York mentre avrebbe voluto il possesso di Charlotte con Williams, un possesso che però non esisteva perché erano proprio i suoi uomini, molto aggressivi a non render tale la presa definitiva di Marvin.

A Kemba interessava poco e con una drive sul fondo in salto mandava all’indietro un pallone sparato verticalmente per Monk che non si faceva pregare per infilare la sua seconda triple nel quarto a 9:05.

Hornets sull’81-75 che si salvavano con Walker, bravo a metter la mano sulla palla a Hezonja prossimo all’alzata finale sul fast break.

I Knicks accusavano il colpo ed erano colpiti da un ampio step-back di Walker dal corner destro (dopo una finta d’entrata) per tre punti che a 7:21 erano solo il preludio e l’accompagnamento alle bombe di Monk sganciate a 6:43 (sempre dall’angolo destro) e a 6:15 dalla diagonale sinistra che trascinavano gli Hornets verso la vittoria con l’unico punto messo a segno dai Knicks dalla lunetta da Vonleh in mezzo alle triple di Monk a fermare il parziale di 14-0…

Knox rispondeva da tre per il 90-79 ma su un errore di Williams dalla baseline destra spuntava Lamb, prossimo al ferro sulla sinistra per il tap-in del +13.

Nel finale New York si riavvicinava sino al -8 con Hardaway Jr. a spezzare la difesa con l’entrata in diagonale e si vedeva MKG uscire per il sesto fallo a 3:30 con gli arbitri a non tenerlo proprio in simpatia dopo due rapidi “falli” fischiati contro.

Bridges a 3:09 servito lateralmente da Batum faceva valere l’atletismo in salto superando con la mano destra larga in appoggio il difensore e Kemba con lo step back da due punti su Burke segnava a 2:40 il 98-85.

Una tripla di Williams a 2:12 e una di Hardaway Jr. a 1:40 aiutavano a definire il punteggio finale sul 101-92.

Pagelle

Kemba Walker: 7

14 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 2 stoppate. 5/16 al tiro. Non esagera se non nel terzo quarto dove gli riesce poco all’assalto dell’area. Innervositosi chiede anche un fallo ma a prendersi il tecnico sarà Williams. Prova a far giocare i compagni offrendo palla. Da un suo passaggio volante Monk sena il +6 nell’ultimo quarto e mette anche lo zampino tra le tre triple di Monk. Due stoppate, una perfetta su Hezonja in transizione, da incorniciare.

Jeremy Lamb: 7

15 pt., 9 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/12 dal campo. Non va male affatto. Apre con una tripla ma poi ne sbaglia altre tre tuttavia a rimbalzo è una presenza aggressiva e in attacco a cavallo degli ultimi quarti tira fuori 4 punti importanti attaccando il pitturato. Bello anche il tap-in nel finale sull’errore di Williams tagliando decisamente vicino il ferro sul lato opposto e sempre nell’ultimo periodo stoppa un tiro di Trier. Unica macchia quando perde palla banalmente facendosela soffiare dopo aver fallito un tiro e Borrego lo manda in panchina per un po’.

Nicolas Batum: 7

6 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 4 stoppate. 2/6 dal campo. Un solo TO ma gran presenza difensiva anche quando è battuto sul tiro. Allen e Trier nel terzo quarto sono sue vittime in stoppata dove ne mette ben 4… Serata non precisa al tiro anche con l’1/2 in lunetta ma di sacrificio difensivo.

Marvin Williams: 5,5

7 pt., 7 rimbalzi, 3 assist. 3/12 con un 1/8 da fuori e quell’uno è messo nel finale… Meglio in difesa ma in attacco sbaglia tutto il possibile da fuori e Charlotte ne risente. Serata no al tiro. Mette una specie di reverse layup ma anche quello a gara vinta.

Bismack Biyombo: 5,5

6 pt., 1 rimbalzo. 2/2 dalla lunetta ma un solo rimbalzo e un -14 in 12 minuti e trentanove secondi. In attacco segna un paio di tiri ma dura poco in difesa dove gli viene preferito Willy nonostante parta in quintetto ancora una volta.

Malik Monk: 7,5

14 pt., 2 rimbalzi, 3 assist. 5/12 dal campo. Parte male con un passaggio verticale (tre le palle perse) che diventa fast break per i Knicks sul quale ci mette una pezza in salto sul layup di Dotson fallito. Sbaglia troppo segnando un fade-away da fermo nel primo tempo poi si scatena con quattro triple nell’ultimo quarto che decidono il match. Da quella a destra in faccia a Dotson a quella su servizio di Kemba a quella nell’angolo destro fino a quella aperta dalla diagonale sinistra. Alla fine tra pregi e difetti è decisivo questa volta grazie a ritrovate doti da tiratore.

Michael Kidd-Gilchrist: 7

2 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Strana partita per MKG che in 9:58 fa ¼ al tiro e prende tre rimbalzi, tutti offensivi che portano a due bombe da second chance a segno per i compagni e ai suoi due punti, unici della gara. Tutto nel primo quarto poi gli tocca uscire per aver raggiunto tre falli. Rientra brevemente, commette il quarto fallo e nell’ultimo quarto gli arbitri completano l’opera assegnandogli due falli contro e mandandolo fuori anzitempo. Alla fine con lui in campo è un +10.

Miles Bridges: 7,5

11 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. +19 di plus/minus e più efficace anche in appoggio oltre ad avere il merito di tenere bene in difesa e di aver segnato la tripla del -4 nel terzo periodo. 4/5 concreto dal campo. Buon movimento in taglio per la schiacciata su rimessa dal fondo si Parker.

Tony Parker: 7

15 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 6/13 dal campo. Rispedito dentro al posto di un assonato Lamb fatica un po’ mentre durante la prima rotazione era stato molto brillante al tiro e in fase assist. Prende un goaltending a favore anche una stoppata da Vonleh ma dalla rimessa offre l’assist a Bridges per la schiacciata.

Willy Hernangomez: 6,5

11 pt., 11 rimbalzi, 1 stoppata. 5/12 dal campo. Un paio di palle perse e una difesa un po’ allegra a tratti riesce a stoppare comunque perfettamente Dotson. Va in doppia doppia punti/rimbalzi.

Un’evidente mano è arrivata dalla panchina…

Coach James Borrego: 6

Squadra che alla fine la spunta ma che fa qualche passo indietro sebbene a livello di schemi e gioco non ci si può lamentare. Gli aggiustamenti prodotti nelle ultime settimane rendono la squadra più equilibrata in attaacco e solida in difesa con il difetto però di subire troppi fast break sui quali a volte “siamo” fantastici a rimediare…

Game 48: Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 99-108

Intro

La stella degli Hornets Kemba Walker festeggia la partecipazione da starter per l’All-Star Game che in febbraio si disputerà proprio a Charlotte.

Stella intramontabile, astro circumpolare sino a oggi, dalle ultime notizie sembra che, logicamente, arriverà almeno a fine stagione con la squadra del North Carolina per poi decidere il da farsi a seconda delle situazioni che si presenteranno (gli presenteranno MJ e Kupchak, ovviamente si parla di contratto ma soprattutto di progetto sportivo “ambizioso”, mentre proprio in questi giorni esiste un rumors che porterebbe a Detroit Batum e Monk per Drummond) anche se il buon punto di partenza è l’amore per la città, i fan la squadra.

E mentre le vite umane sembrano astri occidui destinati a solcare i nostri cieli incrociandosi talvolta per poi scorrere una linea invisibile dopo il tramonto, Walker sembra la Stella polare del pianeta Hornets, uno di quei volti che piano piano cominci ad “amare” che non tradiscono, indipendentemente da quanto poi velocemente brucerà l’amore o finirà per cause esterne.

Le stelle polari però non hanno in realtà una posizione sempre stabile rispetto a un altro corpo celeste perché nel caso del nostro pianeta ad esempio, i particolari movimenti come quello della precessione dell’equinozio spinge il pianeta ad avere (nell’arco di millenni certamente) nuovi punti di riferimento.

E in una trasferta che si preannuncia buia come quella di Milwaukee, il faro cosmico Kemba Walker rimaneva una garanzia, una luce fissa da seguire per noi comuni mortali che non abbiamo tempi galattici così lunghi.

La partita in breve

Primo tempo equilibrato nel quiale il box difensivo di Charlotte riusciva a influenzare diversi tiri dei Bucks che avevano nel solo Antetokounmpo una vera forza fisica offensiva per poter scardinare la swarming defense di Charlotte che vedeva poi i Bucks tirare male da fuori anche su possibilità open.

La squadra locale chiudeva con un 3/17 da oltre l’arco i primi minuti mostrando anche un’inusuale propensione al pasticcio come quando Giannis tutto solo spalmava sui ferri una schiacciata volutamente troppo spettacolare, almeno nelle intenzioni…

Hornets che chiudevano avanti 54-52 i primi 24 minuti sull’errore di Lopez in schiacciata allo scadere.

Nel secondo tempo Charlotte partiva bene con un redivibo Batum giunto alla quarta tripla per portare i Calabroni sul 65-59.

Hornet che allungavano a mezzo tripla con Kemba a metà tempo (6:01) grazie a un pick and pop che portava il capitano a sparare per il 74-65.

La fuga degli Hornets arrivava sul +12 quando sulla baseline destra il sottomano di batum impallinava un Lopez in vana rincorsa.

MKG in difesa e in attacco era un fattore mentre Milwaukee continuava a sbagliare occasioni piuttosto semplici raggiungendo l’apice dopo un 50-50% balla dalla quale usciva vincente ma in 3 contro uno con il solo Graham a difendere riusciva a perder palla in rimessa laterale.

Hornets che chiudevano avanti 87-76 ma il calo di MKG e una panchina senza Parker a riposo non davano ancora sufficienti garanzie, inoltre qualcosa iniziava a girar storto dopo l’1/2 di MKG dalla lunetta e lo 0/2 di Lamb che recuperato il rimbalzo del compagno mancava però ambo i liberi lascando sul 92-80 la gara a 9:44.

Brogdon iniziava a mettere tiri che non segnava prima trascinando sul -1 i suoi con i Bucks a rimontare sino al 92-91 a 6:49 dal termine graziue a un parziale di 11-0 interrotto da Marvin che volava per depositare al plexiglass il +3.

Niente da fare però perché un freddo Lamb favoriva il coast to coast di Brogdon per il sorpasso (94-95) e mentre Kemba segnava l’ultimo vantaggio Giannis pensava già alla spin dun del controsorpasso.

Bledsoe in caduta realizzava il 96-99 e dopo la tripla affretata di Batum la tripla di Mifddleton per il +6 Bucks decretava la parola fine perché a 2:06 Kemba tentando di recuperare un pallone offensivo rimaneva giù travolto da Antetokounmpo.

Dopo circa tre minuti riusciva ad alzarsi ma solo per raggiunger lo spogliatoio.

La rimonta dei Bucks era completa con l’allungo finale che portava il team in vetta all’Est a chiudere con un parziale di 12-30 con gli Hornets non capaci di resistere all’urto.

Il solito Antetokounmpo e i fast break nel finale decidevano una partita che vedeva il greco tra le fila avversarie raggiungere i 34 punti e 14 rimbalzi aiutato da Brogdon con 19 punti e da Bledsoe con 18.

Poco male per i locali il 19,4% da fuori e i 46 rimbalzi contro i 53 di Charlotte.

Qualche libero nel finale per un 20/23 contro il 17/25 di Charlotte e i 17 TO (ben sfruttati nel finale dai fast break) contro 11 hanno deciso una gara nella quale Charlotte ha giocato meglio per tre quarti ma che non è riuscita a reggere nel finale quando i Bucks si sono fatti più concreti.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Primo pallone per i Bucks dopo la vinta di Lopez al centro del campo ma un raro tentativo da tre (open) di Antetokounmpo finiva corto mentre gli Hornets andavano subito a bersaglio con un pick and roll tra Kemba e Biz che si allungava oltre il ferro per depositare tranquillamente un reverse layup con i piedi a terra.

A 10:59 Lamb, grazie a un drag screen metteva dentro il tiro del raddoppio e a 10:38 Batum nonostante il contatto e la caduta in avanti, nettamente off-balance catapultava la tripla del 7-0.

Reagiva Milwaukee con Middleton e il jumper oltre il francese dalla baseline destra per il 7-2, Antetokounmpo lanciato in corsa usava lo spin e il fisico per allontanare sotto canestro Marvin e schiacciare, quindo arrivavano due tiri liberi per Brogdon a 8:50 e altri due a 8:34 per Bledsoe che al contrario del compagno li splittava lasciando la gara in perfetta parità sul 7 pari.

Marvin fintando da tre dalla top of the key favoriva sul palleggio la steal di Antetokounmpo che lanciatosi in solitaria tentava una schiacciata jordaniana che rimbalzava miseramente sui ferri salvando i Calabroni bravi poi a segnare con Walker in penetrazione, azione imitata dall’altro lato da Bledsoe per il nuovo pari. Ma Batum si alzava dalla diagonale sinistra per colpire da 3 (12-9) e lo stesso Bledsoe come un tir commetteva sfondamento netto su Kemba a 7:31 favorendo il futuro attacco dei teal che segnavano con Lamb in floater dopo il passaggio dietro lo schermo di Biz in area.

Tornavano a farsi sentire i Bucks che con Antetokounmpo portavano a casa un gioco da tre punti con la star brava a resistere alla mano di Lamb sulla sfera alzata e a 5:25 arrivava anche un inbound foul che Middleton trasformava portando i Bucks sul -1 (14-13).

Dopo 14 secondi Middleton con un jumper da sinistra in uno contro uno metteva la freccia del sorpasso ma Williams con la tripla dal corner sinistro in faccia a Wilson faceva tornare gli Hornets al comando (17-15).

La variabile del team leader subiva un arresto con il pari di Brown da sotto dopo l’errore di Middleton per tornare a favore di Charlotte quando Batum passando corto a MKG faceva guadagnare al compagno metri per il piazzato vincente da media distanza.

Era ancora Middleton a trascinare al secondo vantaggio di serata i Cervi a mezzo tripla con rotazione saltata alla fine da parte degli Hornets (buona comunque) mentre Batum pareggiava grazie a un FT assegnato per tre secondi difensivi di Ilyasova per vedere poi Monk e Brogdon imprecisi nel tiro e nell’appoggio lasciavano la situazione inalterata sino a 2:14 quando MKG incocciava in entrata sul corpo di Wilson che regalava al nostro n° 14 due FT.

2/2 seguito da un assist dello stesso Kidd-Gilchrist per Graham che da fuori dalla diagonale sinistra spediva un messaggio da tre punti come lettera aperta a Milwaukee per il 25-20.

La difesa di Charlotte faceva buona guardia su un tiro dalla baseline e anche sul rimbalzo ottenuto da Brogdon ne inficiava il tiro salvandosi ma poco poteva fare sulla fisicità di Antetokounmpo che sull’azione seguente in sottomano riduceva lo scarto sebbene sull’ultima azione Charlotte rimettesse a 5 i punti di margine con MKG fermato da Ilyasova ma con la palla rimasta lì ecco arrivare l’alzata che per un soffio anticipava l’accensione della luce rossa.

27-22 Charlotte…

2° quarto:

Partiva bene la squadra di Budenholzer con la tripla di Snell da sinistra su Bridges mentre Monk continuava a sbagliare tiri con una costanza disarmante, tuttavia Graham che giocava al posto di Parker a 10:50 passava il blocco per un FT jumper preciso (29-25), Snell ci riprovava ma faceva statistica con l’errore (Milwaukee arrivava complessivamente a un 2/11 da fuori) quindi arrivavano due FT per Willy a 10:27 pareggiati da un reverse layup del greco dei Bucks e si arrivava sino al -2 con il passaggio di Kemba in diagonale sul lato debole intercettato da Brogdon per il coast to coast vincente (31-29).

Allungava Charlotte con un ½ di Willy in avvicinamento ma Antetokounmpo a 9:24 pur mancando il tempo dell’alley-oop segnava risalendo tra Willy e Miles per due punti più fallo.

FT mancato che veniva punito da Willy sull’altro lato del campo con un touch un po’ alla mancina del centro del canestro che tuttavia recuperava la centrica dopo il rimbalzo sul bordo sinistro ferro.

A 8:52 Graham alzava l’alley-oop in transizione per Bridges perso dalla difesa avversaria, Giannis rispondeva in schiacciata mentre a 7:58 Willy raccoglieva i frutti di un appoggio in velocità mancato dal Monaco con l’appoggio semplice.

Graham in entrata a sinistra era spinto fuori ma il tiro girava sul ferro finendo dentro per il 40-33 a 7:17 mentre per cercare di tornare in partita Milwaukee ci provava con Lopez da tre ottenendo uno dei pochi tiri vincenti da oltre l’arco nei primi 24 minuti.

A 6:48 ci provava anche Kemba ma la sua tripla rimbalzava su ferro e vetro finendo sulla destra dove Bridges spuntava senza esser tagliato fuori e non dichiarando la schiacciata dinamitarda mieteva una strage con l’affondo di destro che faceva esplodere di gioia la panchina amica a a pochi passi.

Middleton con un runner/spin/floater rispondeva di fioretto ma Williams arrivava ancora a colpire da tre dall’angolo sinistro aiutato dal bel giro palla di squadra (45-38).

Bledsoe e Walker in lunetta con un 2/2 per entrambi allungavano il brodo sino all’entrata di Bledsoe che portava a un gioco da tre punti la guardia che mettendone poi altri due consigliava a Borrego un time-out per risolvere il problema con i Bucks tornati sul -2 (47-45).

Hornets che allungavano dalla lunetta per un tocco di Brogdon su tiro da fuori di Lamb (3/3) bravo a 2:22 a recuperare altri due liberi per il 52-47.

Tornava alla carica una Milwaukee ferita che raggiungeva il -3 (54-51) ma Kemba in aiuto a MKG stoppava Hill e anche se MKG deconcentrato regalava palla mandandola in rimessa laterale sinistra in attacco, Antetokounmpo guadagnava solo un punto dalla lunetta (fallo ancora di MKG) perché sull’ultimo tiro alla fine Lopez schiacciava sul ferro mancando il pari e mandando all’intervallo gli Hornets in vantaggio sul 54-52.

MKG e Lamb in chiusura su Middleton. Per tre quarti il box di Charlotte ha funzionato. Benny Sieu-USA TODAY Sports

3° quarto:

Partiva bene Kemba che sull’alzata di Antetokounmpo (ricevente sulla baseline destra) si vedeva portar via palla non intuendo nemmeno chi fosse stato mentre dall’altra parte pioveva una tripla di un redivivo Batum (11:24) per il 57-52 ma Lopez rispondeva con la seconda bomba personale e Milwaukee a 10:50 agguantava anche il pari con la propria stella ai liberi (57-57).

A 10:39 Lamb tagliava sulla destra in diagonale dopo una finta, dalla parte opposta arrivava il convergente passaggio in diagonale schiacciato di Batum per l’assist che mandava Jeremy a chiuder da pochi passi con facilità.

Biz in difesa recuperava il rimbalzone e il floater di Lamb tornava a riportare Charlotte su un vantaggio oltre il singolo canestro.

Brogdon con il cambio di direzione in entrata appoggiava oltre Lamb e l’aiuto di Biz ma a 9:46 Batum calava la quarta piratesca tripla di serata per il 64-59.

Milwaukee scagliava una mina on Antetokounmpo lanciato in schiacciata da Lopez ma Charlotte cercava lo strappo: prima arrivava un FT di Kemba a 8:26 (inbound foul), poi Biz con un fade-away dalla linea dei liberi metteva dentro a a 8:18, poi Marvin in raddoppio su Middleton rubava palla fino all’errore di Lamb in floater e alla risposta di Giannis con il turnaround su Marvin per il 67-63.

A 7:20 con un rimbalzo offensivo e un hook Biyombo portava a casa altri due punti poi toccava a Batum passare Lopez sulla destra per chiudere in sottomano.

Splendido momento di Charlotte che arrivava sul 74-65 con la tripla di Kemba nata dal pick and pop con Williams (6:01) con lo stesso capitano che scaricando a sinistra in corsa restituiva a un compagno (Lamb) l’assist per la tripla che anticipava l’appoggio di Batum a 4:56 per il 79-67.

Hornets sul +12 con MKG a entrae alla grande.

Entrata in salto da destra girandosi sul fianco, contatto con Wilson e due punti più un FT anche se mancato, il canestro serviva a mantenere comunque il +12 (81-69).

Hill forzava il jumper contro Kemba e non segnava ma gli Hornets iniziavano a perder palloni favorebndo i fast break avversari, nella fattispecie era Snell ad approfittarne per arrivare a chiudere in schiacciata.

Marvin dal corner sinistro da tre alzava addirittuta il gap a 13 pt. (84-71)MKG diventava un muro a rimbalzo offensivo e anche una palla sparatagli da Hill addosso mentre in caduta toccava l’out della propria linea di fondo serviva a Charlotte per recuperar palla perché la sfera toccava nuovamente il giocatore dei Bucks.

Brown in entrata resisteva a Williams mentre arrivava il fallo contro MKG per un gioco da tre punti per i Cervi che si vedevano fischiare a favore uno sfondamento su Ilyasova di Monk.

Un lob offensivo di Giannis con Hill che toccava con un piede la linea di metà campo restituiva palla e dopo un floater di MKG vincente dal pitturato arrivavano altri due FT per Brown (altro fischio contro Kidd-Gilchrist)

2/2 a :30.6 per l’87-76 finale di quarto perché una transizione tre contro uno dei Bucks era gettata al vento con Graham ultimo baluardo a guardare il pasticcio avversario e Lamb sulla sirena tirava male da fuori.

4° quarto

L’ultimo quarto iniziava con una difesa fisica di MKG su Antetokounmpo che premiava l’iomo di Camden e un suo tap-out offensivo mandava a segno Willy per il nuovo +13 (89-76).

Non era da sottovalutare però Milwaukee che infatti recuperava due FT con Brown e da una persa in palleggio da ultimo uomo del nostro centro iberico sorgeva la dunk dell’89-80, l’inizio della fine…

Time-out istantaneo a 10:48 per Borrego ma nonostante MKGriuscisse a rubare un pallone e a esser tremendo a rimbalzo offensivo splittando poi per il 92-80, ecco che sul secondo tiro e l’errore del compagno Lamb tentando di correggere riuscisse a recuperar due FT.

Un solo secondo più tardi Lamb potrebbe tenere a distanza i Bucks ma tra i fischi lo 0/2 dava un segnale che i Bucks coglievano…

Time-out Bucks, braccino corto Charlotte che incassava un parziale di 11-0 che ritrascinava nel gorgo la squadra di MJ.

Brogdon da tre andava dall’angolo sinistro per il -5, Giannis in sottomano per il -3 e Brogdon in reverse layup con ottimo primo passo su un esausto MKG chiudeva in reverse layup per il 92-91.

Time-out Charlotte questa volta con Marvin (6:32) a metter dentro in area alzandosi in volo per l’appoggio al vetro.
Episodico perché dopo un errore di Lamb, Brogdon in coast to coast segnava il 94-95 con Kemba rientrato da poco a metter dentro l’ultimo controsorpasso Hornets (96-95).

Il greco però arrivava a 32 punti con una spin dunk e dopo il nuovo errore di Lamb Bledsoe in uno contro uno andava in caduta alzando la sfera per il 96-99.

Walker e Lamb lamentavano due possibili falli su due entrate (gli arbitri non sentivano ragioni) e Middleton finiva per affossare Charlotte con la tripla del 96-102 a 2:25 dalla fine, beffardamente scaricata in faccia a MKG, cuore della difesa.

A 2:06 Charlotte si vedeva poi privata del capitano che in eroico tuffo per recuperare un pallone in attacco finiva per esser colpito da Antetokounmpo al collo.

Rimaneva giù per qualche minuto Kemba, poi tra qualche applausa sportiivo lasciava il campo sulle sue gambe per tornare negli spogliatoi.

A 1:59 dalla fine Charlotte segnava su azione l’ultimo canestro con un assist di Graham per Batum che al mid-range sinistro metteva demntro il -4.

Il finale però era tutto per i Bucks che approfittavano dell’assenza di un Kemba in realtà non entrato bene nell’ultimo quarto.

Batum sbagliuava una tripla, Graham 2 FT su 3 sotto 98-106 e Miami vincendo su Cleveland completava il sorpasso in classifica di mezza gara.

Poco male per gli Hornets che hanno accusato la solita problematica di gestione della gara anche a causa dell’assenza in serata di Parker ottenendo un veloce collasso a fronte alla mancanza di un vero attacco nell’ultimo quarto.

Per Charlotte ora da non fallire sarà la gara contro New York all’Alveare martedì notte (rivincita di quella incredibile persa al supplementare con la serie ull’1-1) mentre Miami la notte precedente andrà a giocarsela proprio nella Grande Mela contro i Knicks che faranno quindi ipotetico ago della bilancia oltre ad arrivare in back to back a Charlotte…

:

Pagelle

Kemba Walker: 5,5

10 pt., 8 rimbalzi, 5 assist, 2. Insufficiente in attacco dove il 3/12 con un 1/4 da uori la dice lunga sulla sua serata che cala nell’ultimo quarto quando inizia con una tripla sbagkliata invece di prender la mira da più vicino per poi passare a segnare il canestro del nostro ultimo sorpasso ma sbagliar troppo ancora. In difesa fa una grande partita sottraendo al volo ad Antetokounmpo un pallone che stava alzando per schiacciare e stoppando da dietro in aiuto a MKG, Hill sul finire del secondo quarto, subisce uno sfondamento epico ed è atrtivo anche influenzando diversi tiri. In attacco nel terzo quarto mette lo zampino per la tripla di Lamb e mette la tripla personale allargandosi sul passaggio di ritorno di Marvin con un open pick and pop che porta sul +10 Charlotte. A 2:02 gettandosi su un rimbalzo offensivo viene colpito al collo e rimane giù circa tre minuti. Si rialza senza barella ma va a chiuder la gara negli spogliatoi.

Jeremy Lamb: 5

16 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 5/18 al tiro con un finale freddissimo che penalizza Charlotte a parte la protesta su na sua entrata sembra andar fuori misura e in difesa a parte rimbalzi e posizione non sembra rapido nel reagire come quando si fa passare dall’attaccante con un semplice cambio di direzione, attaccante che poi va dentro a metter due punti nonostante Biz in aiuto. A parte una buona sequenza ai liberi, aggiunge un anticupo sull’errore di MKG dalla lunetta che rovina con uno 0/2 che testimonia una mano nettuniana…

Nicolas Batum: 6,5

19 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. 7/15 dal campo con 4/11 da tre. A 9:46 del terzo periodo sgancia l’ultima tripla della sua partita. Nel finale non riesce più a rendersi utile da fuori anche se segna l’ultimo canestro su azione di Charlotte a 1:59 dalla fine sfruttando l’assist di Graham con un jumper dalla baseline sinistra ma fallisce qualche occasione di troppo dimostrando di non essere un primo violino nel finale. Partita però buona, piglio deciso, tira senza paura e a ricciolo va dal lato destro dentro percorrendo la linea di fondo lasciando indietro Lopez che lo vede chiudere in plastico sottomano. Redivivo, speriamo continui come nei primi tre quarti meglio assistito…

Marvin Williams: 6,5

13 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. L’impegno c’è, la presenza a rimbalzo anche e in attacco chiude con un 5/9 dal campo. Buona la mattonella dal corner sinistro (ottima da sinistra sempre la bomba per il 17-15 in faccia a Wilson) ma manca un tiro importante in un momento decisivo dimostrandosi poco freddo ancora una volta. Nel finale anche lui si eclissa. Se giocano lui e MKG senza centro dietro diventa un problema.

Bismack Biyombo: 6

6 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. Rimbalzi granitici con fisico e cm per andar su in verticale a tagliar fuori qualsiasi tipo d’intervento a rimbalzo dei locali. Si sente quando non è in campo anche se in attacco non è un top scorer. A parte un blocco offensivo visto dalla terna come falloso nel secondo tempo segna con un fade-away dalla linea in uno contro uno e con un hook da sotto a sX di pregevole fattura. 3/3 dal campo e +6 di plus/minus.

Malik Monk: 4,5

0 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 0/5 al tiro. Non solo sbaglia tutti i tiri (tra jumper e floater) ma sembra morsicato da una tarantola che lo fa ballare la Taranta più che giocare a basket con due sfondamenti netti in attacco su Ilyasova. Dovrebbe esser l’arma in più ma è quella in meno attualmente. Problema di ritmi e testa. Meglio prendersi una stoppata che guidare a fari spenti nella notte a folle velocità rischiando l’incidente.

Michael Kidd-Gilchrist: 7

16 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Gioca alla grande tra attacco e difesa battagliando su ogni pallone.Prende ben 4 rimbalzi offensivi e anche se in lunetta fa solo 4/7 dovuto anche alla stanchezza, in difesa, specialmente nel terzo quarto è micidiale. Recupera una palla sullo scivolone dell’attaccante buttandosi a terra e strappandola ma alza bandiera bianca a 6:49 dalla fine quando non ne ha più e Brogdon lo passa segnando in reverse layup.

Miles Bridges: 6

4 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Solo 4 punti con un 2/8 dal campo e triple corte da fuori (0/3). Il 2/8 non è buono considerando anche che i 4 pt. li fa da pochi cm dal canestro con l’alley-oop offerto da Graham e con la solita incredibile dinamitarda e dirompente schiacciata, questa volta spuntando da destra (direzione opposta a quella della tripla di Walker mancata e allungata da ferro e tabella) per non esser tagliato fuori da nessun ma per schiacciare una memorabile jam che fa saltare in aria la panchina. Episodi che generano entusiasmo (il 6 è tirato per questo motivo) ma per il resto in attacco deve crescere ancora per essere un valido supposrto per la squadra… Si salva anche per un paio di rimbalzi offensivi e 4 difensivi in una serata dove per qualche secondo non raggiunge i 19 minuti.

Willy Hernangomez: 6

7 pt., 3 rimbalzi. Da un tap-out di MKG mette dentro nell’ultimo quarto subito due puntima la sua palla persa in palleggio nell’ultimo quarto segna l’inizio della fine. Come un avvoltoio nel primo quarto reupera da un erroe offensivo e mette dentro altri due punti in solitaria. Stesso voto di Biz anche se il congolese vincerebbe ai punti. Senza centro Charlotte magari gioca bene in attacco ma si perde in difesa.

Devonte’ Graham: 5,5

8 pt., 1 rimbalzo, 2 assist. Un bell’assist per Batum nel finale e una resistenza appena accennata in uno contro tre su un fast break di Milwaukee. Assist semplice ma preciso in transizione per Bridges con un personale 3/6 al tiro ma due palloni persi e un -11 di plus/minus come MKG e M. Williams. Ha l’opportunità di giocare 21:13 perché non c’è Parker ma ovviamente non può sostituirlo per qualità e il rientro di Milwaukee probabilmente è più dovuto alla non presenza di parker che a un’eventuale inadeguatezza di graham che in difesa non c’è moltissimo ma in attacco è sufficiente.

Coach James Borrego: 6

La squadra gioca bene con convinzione per tre quarti. “Prolunga” un po’ troppo la presenza della panchina in campo nell’ultimo quarto. Sarebbe servito un rientro anticipato dai titolari rispetto alla solita media essendo la squadra in difficoltà dal punto di vista offensivo. Disegna un buon box che chiude spesse volte ai Bucks la via del canestro o inficia gli appoggi riuscendo anche a salvarsi fortunosamente un paio di volte a difesa battuta trovando anche nel primo tempo la serata storta dei Bucks da fuori. Non convince nemmeno la non presenza di un centro in un tratto dell’ultimo quarto con MKG e Williams sul parquet. Se in attacco per un po’ la squadra trova soluzioni rapide dovute alle caratteristiche dei giocatori e in difesa usa le stesse armi a lungo la soluzione non regge agli adattamenti delle controparti.

Game 47: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 118-107


Intro

Quando si va a Memphis viene in mente per forza di cose l’icona legata a Memphis, ovvero Elvis Presley, una figura iconica che ha oltrepassato il cantante giungendo sino al mito terreno.

Rock and roll e aura di popolarità mondiale, figura ispiratrice per molti cantanti dell’epoca, pochi magari sanno che sopravvive alla nascita mentre il gemello Jessie. Infanzia povera ma con un rapporto molto affettuoso con i genitori, sino alla morte del padre.

Sottovalutato e malvisto dai compagni a causa del suo look dalle lunghe basette e dai capelli fluenti raccolti e scolpiti dalla brillantina non sarà più sottovalutato quando alla Sun Records incise più per personale voglia e gioco un disco, giacché alla Sun Record lo si poteva fare sborsando una cifra irrisoria ma quando per caso il proprietario Sam Phillips l’ascoltò partì la sua carriera.

Oggi però voglio semplicemente fare un trait d’union con un post notato sulla pagina di Bring Back The Buzz che chiedeva quale giocatore di Charlotte all-time sia stato il più sottovalutato.

C’è da dire che a Memphis, Charlotte va piuttosto bene di recente con un record positivo anche tra Bobcats e Hornets.

Non so dire se come detto da qualcuno sia stato Eddie Jines, forse PJ Brown, passndo magari dall’ex Milano Lee Nailon ma nel campo musicale penso sia stata sottovalutata la particolare carriera di Lamya (cantante omanita cresciuta in Kenya passando poi per Egitto e U.K.), una delle più belle voci femminili mai ascoltate dal mio punto di vista sicuramente non è stata affine alle sue potenzialità, anche perché sfortunatamente ci ha lasciato prematuramente all’età di 35 anni l’8 gennaio 2009.

Dunque ecco un omaggio, qui insieme ai Duran Duran che gli lasciano campo per un finale da urlo…

La partita in breve

Memphis arrivava da un momento di difficoltà notevole dopo il buon avvio di stagione.

Sei sconfitte consecutive per la squadra di Bickerstaff non promettevano molto di buono ma l’orgoglio di Gasol e compagni portavano a un buon avvio per i Grizzlies che in un momento dove le squadre al tiro si mostravano poco brillanti pescavano un paio di triple in serie (la prima del neo arrivato J. Holiday, ex Bulls, la seconda di Gasol) per portarsi sull’8-16.

Charlotte finiva sotto ma non come undone fino a slegarsi/sciogliersi e reagiva bene con due triple (una di Batum e una di Kemba rispettivamente da corner destro e sinistro) a ridurre lo scarto già sul -2.

Gli Hornets chiudevano avanti di un punto (23-22) il primo quarto prendendo beneficio dalla panchina che continuava bene anche nel secondo periodo.

Una stoppata di Willy su Jackson con un sottomano di Walker facevano correre Charlotte sul 42-28…

Nonostante i problemi precoci di falli la squadra di Bickerstaff reagiva venendo però allontanata da Lamb che a 1:47 per la terza volta in partita risolveva brillantemente ai quasi 24 l’azione offensiva di Charlotte per il 56-47.

Il team di Conley però chiudeva bene sino all’intervallo con un 2-7 di parziale per il 58-54 all’intervallo.

In avvio ripresa era però Charlotte a giocare meglio arrivando a quasi metà tempo con la tripla di Batum (6:15) a toccare il +16 (75-60).

Lamb, insaccando due FT a 4 secondi dalla terza luce rossa realizzava l’86-76.

Una decina di punti di scarto che gli Hornets conservavano nell’ultimo quarto quando prima Parker si mostrava micidiale nei rapidi pullup, poi con Walker che, fermo a quota 10, alzava rapidamente il proprio score tra penetrazioni e un paio di triple che i giocatori medio/lunghi di Memphis non riuscivano a bloccare.

Il margine rimaneva sostanzialmente sempre quello con gli Hornets a vincere una partita mostrando anche un buon gioco corale mentre Memphis è stata sostenuta in attacco specialmente da Conley e le sue entrate.

Per il play 31 punti mentre la spalla Gasol ha disputato una buona gara con 22 pt. e 17 rimbalzi, 15 pt. per Jaren Jackson Jr., 14 per JaMychal Green e 10 per Justin Holiday.

Per Charlotte un fattore chiave è stato il tiro con il 53,2% dal campo contro il 46,9% (in particolare il 40% di Charlotte contro il 29% di Memphis da oltre l’arco è stato importante contro un team che fatica a segnare) mentre molte altre statistiche sono rimaste quasi in parità (rimbalzi, assist, TO, FT realizzati)…

La sconfitta casalinga di Miami nella note contro i Clippers con la W di Charlotte poi riporta in testa alla Division la squadra di Borrego mentre i Nets battono Orlando, i Pelicans cedono contro i Pistons e Indiana pur battendo Toronto perde Oladipo per quello che pare essere un serio infortunio…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Partenza pessima per entrambe le squadre al tiro con gli Hornets primi a passare in vantaggio quando un floater fade-away in corsa di Lamb superava Jackson Jr. e s’insaccava nella retina ma a stretto giro di posta Temple tagliava la difesa degli Hornets per andare a depositare il pari.

Tanti errori e un 2/2 di Biz dalla lunetta a 9:22 (fallo di Jackson) che a 8:40 usciva per il secondo fallo commesso (il giocatore di J.B,. Bickerstaff guida la classifica NBA per falli commessi) e dopo una serie di errori da parte delle due squadre Green pareggiava.

Memphis continuava ad attaccare da sotto con il terzo tempo di Conley chiuso con l’appoggio a destra del ferro contro Lamb, quindi a 6:57, dopo la partenza da fuori dalla diagonale destra arrivava anche la schiacciata di Green che superando Marvin, Nicolas e Jeremy portava sul 4-8 la gara.

Time-out di Charlotte che beneficiava di un FT jumper buono (6:33) di Lamb quasi al limite dei 24 con due difensori addosso in salto.

Il movimento palla di Memphis portava Green ad alzarsi a pochi cm dal canestro, Biz toccava palla ma la sfera finiva dentro regalando il 2-10 di parziale in area per i plantigradi.

A 5:20 Kemba con un lungo due punti frontale faceva rimanere in scia i calabroni che tuttavia accusavano un doppio colpo nel cambio di strategia della squadra del Tennessee abile a segnare due tre punti, il primo con Holiday dall’angolo sinistro e poi a 4:33 con Gasol per il 2/4 Grizzlies da fuori a mandare al doppiaggio la squadra locale (8-16)…

Gli Hornets rischiavano di sciogliersi (come undone) ma dopo lo 0/6 iniziale da oltre l’arco, ecco arrivare la tripla da destra con lo scambio da rimessa dal fondo Batum-MKG-Batum con il n°14 che restituiva al francese bravo ad andare in angolo a schermarsi per la tripla da destra, poi Parker pescava Walker nel corner opposto per la tripla del 14-16…

A 3:32 per un fallo di Willy nel duello iberico tra centri, lo spagnolo di casa andava a bersaglio con un turnaround da appena fuori area ma i suoi incassavano a 3:09 una tripla senza esitazioni di un aggressivo Batum (17-18).

Ancora Gasol con due FT per il +4 dei locali provava a far decollare i suoi ma Willy in area metteva dentro a una mano con l’alzata rapida su assist di Parker che a :50.8 su una second chance (rimbalzo offensivo di MKG) metteva dentro dal mid range il 21-20.

Arrivava quindi a 28 secondi dalla fine il canestro di Monk restituito da Casspi che si faceva prima stoppare in corsa da sotto da Batum ma sulla palla rimasta lì riusciva in gancio a battere il francese per il 23-22 a chiudere i primi 12 minuti.

2° quarto:

Parker inaugurava il periodo con un 2/2 dalla lunetta a 11:42 mentre Monk in movimento si alzava sopra Mack per il passaggio verso la baseline sinistra dove operava Willy che a sua volta in movimento verso canestro appoggiava oltre Green guadagnando anche il libero addizionale che sarà trasformato per il 28-22.

Dopo due punti Memphis arrivava un time-out a 10:53 dopo la realizzazione di Parker schermato in partenza da Willy e poi da MKG in area per andare di destro al sottomano facile.

Miles segnava altri due punti mentre su un rimbalzo offensivo Willy era colpito involontariamente da Mack al volto.

La panchina di Charlotte si rendeva protagonista anche quando a 9:57 MKG andava in schiacciata corta.

C’era però il fallo subito e anche se momentaneamente si portava a casa solo un punto ai liberi e in difesa si veniva colpiti a 9:44 da una tripla di Conley con ampio spazio concessogli, il floater di Parker continuava a far lievitare il punteggio ospite.

Parker però rimaneva giù mentre l’azione si sviluppava sull’altro lato dove gli Hornets si arrangiavano con un fallo.

A 9:20 Green in lunetta segnava solo un libero ma Memphis recuperava il rimbalzo sull’errore al secondo tiro e dopo un air-ball su una palla a due tra MKG e lo stesso Green aveva ancora una possibilità non sfruttata da Conley mentre la spinta a due mani sulla schiena di MKG da parte di Green portava già incredibilmente gli Hornets in lunetta a 9:06 grazie al bonus.

Questa volta arrivava un 2/3 per la nostra ala che faceva volare i Calabroni sul 37-28 mentre con un deep 3 dalla diagonale sinistra Monk riusciva a far toccare ai nostri quota 40 (8:41)…

I tentativi di scambio posizioni e palla dei Grizzlies in attacco erano ben contenuti dalla coppia Bridges/Monk che favoriva una palla recuperata ma subito ripersa sulla quale Willy ci metteva una pezza in stoppata su Jackson favorendo l’appoggio di Walker per il 42-28.

A 7:48 era ancora Conley a sostenere l’offesa dei locali con altri 3 punti e gli Hornets in attacco sbagliavano il primo tiro del quarto con Williams dopo un 6/6 di squadra.

Jackson ne aggiungeva due ma sull’altro fronte Willy, spalle a canestro si girava sulla sinistra e allontanandosi da Gasol faceva partire di sinistro un gancetto in stile Kareem esteticamente bello da vedere per due punti preziosi.

Malik con un buon allungo layup in uno contro uno faceva correre gli Hornets sul 46-33 ma Jackson sfruttando l’angolo sinistro riportava sul -10 i locali che dopo una tripla di Gasol tornavano sul -5 a 5:20 (46-41).

Gasol continuava anche dopo il time-out chiesto da Borrego con un tiro che era aiutato dal primo ferro ma Batum con partenza a ricciolo da fuori si spingeva dentro sino al boom della schiacciata a una mano con la quale posterizzava un Temple troppo piantato in area.

Hornets che rinunciavano al tiro da tre con Marvin ma che facendo girar palla intelligentemente sul perimetro ritrovavano il nostro numero due nell’angolo sinistro liberissimo pescato dal last pass di Lamb bravo ad allungare per lo splash del compagno (52-41).

Holiday ne metteva dentro due, Kemba uno a 3:10 (pressione in avanzamento fallosa di Temple sul capitano in palleggio) mentre Williams in raddoppio rapido su Gasol toglieva palla al centro europeo mentre in attacco Lamb puniva il raddoppio su di lui con un passaggio schiacciato che lanciava Biyombo verso canestro in schiacciata per il 54-45.

Due tiri liberi di Jackson finivano dentro ma Lamb a 1:47 per la terza volta risolveva intorno ai 24 su una palla che gli capitava per caso in zona medio raggio.

Il finale però era quasi tutto di marca dei plantigradi che colpivano con Temple intervallati dal floater di Williams su assist di Batum prima di tornare a segnare con Conley dalla lunetta e con lo stesso giocatore in appoggio al vetro per il 58-54 a chiudere il primo tempo sul 58-54.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) shoots between Memphis Grizzlies guard Mike Conley (11) and center Marc Gasol in the first half of an NBA basketball game, Wednesday, Jan. 23, 2019, in Memphis, Tenn. (AP Photo/Brandon Dill)

3° quarto:

Charlotte partiva con il solito fallo subito.

Questa volta era Temple a commetter fallo su un Biz inusualmente lanciato in corsa solitaria.

Il centro congolese segnava solamente il primo libero ma Kemba trovandosi spazio dal mid-range allungava comunque su Memphis a 10:15 mentre i locali non riuscivano a segnare con Gasol ben contenuto sotto dall’aiuto di Williams che sviluppava in questa fase un’ottima difesa mostrata anche su Jackson poco dopo.

Dall’altra parte Kemba arrestava sul fondo la sua corsa raddoppiato da Green trovando anche il varco per l’arrivo a rimorchio di Batum in schiacciata morbida a 9:15.
Charlotte cercava di prendere il largo quando l’appoggio di Lamb con la destra arrivava contemporaneamente al fallo subito sulla decisa entrata.

Gioco da tre punti che a 8:48 issava sul 66-54 Charlotte (altro fallo di Jackson).

Marvin da tre dall’angolo sinistro dimostrava d’aver dimenticato la partitaccia a Indy, quindi arrivavano finalmente i primi due punti del secondo tempo anche da parte di Memphis con la dunk di Green con Holiday che a 7:25 (poco dopo) raddoppiava con un pullup da sinistra provando ad aprire un parziale subito chiuso da Lamb in risposta con una tripla (72-58).

Conley con l’entrata iniziava a essere una ancora più consistentemente spina nel fianco di Charlotte che comunque infilando una tripla auto-prodotta da Batum (passando il blocco di Kemba) volava a 6:15 sul 75-60.

Gasol andava oltre Biz ma a $:48 Batum segnava da tre sul blocco di Biz.

Nulla da fare: fallo chiamato prima e comunque un 2/2 per il transalpino dalla lunetta che a 4:48 faceva tornare sul +15 i nostri.

Memphis riduceva di tre lo svantaggio ma Batum da sinistra su uno scarico rapido di Walker colpiva con un catch n’shoot da tre punti (82-67) prima che a 1:15 Willy da sotto insieme a MKG si arrangiassero u un Gasol che si arrangiava con un circus shot acrobatico che valeva anche il terzo punto dalla lunetta a 1:15 (83-72).

A :32.9 Parker con una finta sulla sinistra si procurava due FT dopo il contatto con Gasol portandoci sul +10 (84-74) dopo l’1/2.

Gasol con il jumper frontale dava speranze ai suoi giunti al -8 e sulla rimessa Charlotte rischiava la persa quindi sulla nuova rimessa andava in difficoltà rischiando i 5 secondi con Borrego bravo a chiamare il time-out per evitare di regalar palla a :15.2 dalla terza sirena.

Lamb in entrata era “bumped” da Green in netta spinta che allontanava Lamb sul tiro rilasciato sull’inerzia e nonostante le proteste del difensore arrivavano due tiri liberi per il nostro numero 3 che piombava il risultato parziale sull’86-76.

Biyombo prova a tenere Marc Gasol. Foto: Justin Ford-USA TODAY Sports

4° quarto:

Arrivavano subito due punti per Memphis mentre ancora una volta Charlotte partiva con le marcature grazie a un fallo subito, concessione di un Green al quinto fallo che si arrangiava su un tiro di un MKG ondeggiante in avvicinamento.

Green dall’altra parte non la metteva sulla chiusura di MKG mentre Parker dalla sua mattonella (diagonale sinistra a medio raggio) era micidiale per infilare il 90-78.

Un fallo da dietro di Willy su Jackson (2/2 dalla linea) e una stoppata in ascesa di Green sullo stesso Willy unitamente a un’azione offensiva portata da Conley che gli consentiva di raccogliere un 2/2 dalla lunetta a 9:38 portavano nuovamente a -8 la squadra di J.B. Staffiere (90-82).
Parker a 9:23 ci riprovava da qualche passo indietro rispetto il tiro precedente ma la soluzione era ancora ottimale…

Arrivava il botta e risposta intorno alla decina di punti quindi: Green da sotto con un 2/2 ai liberi dopo aver ricevuto il lob e aver subito fallo, a 8:49 era un pullup a gambe larghe di Monk bravo a elevarsi su Conley a finir dentro mentre Tony a 8:28 con un altro great jumper (questa volta da leggera posizione di destra) realizzava il 96-84 prima di due punti di Jackson, un’entrata di Kemba off-balance con arcobaleno di Walker sopra il difensore e 4 punti consecutivi di Conley per il 98-90 a 6:38.

Due punti guadagnati da Kemba guidando nel traffico con appoggio da sinistra difficile per angolazione e spazio erano replicati dalla parte opposta ma a 6:02 arrivava un tre punti “critico” realizzato da Williams dal corner sinistro per il 103-92.

Gasol e Marvin mancavano quindi due triple ma il centro spagnolo della squadra in maglia bianca realizzava un lungo jumper da due, tuttavia i locali non si avvicinavano per ché Kemba con l’eurostep passava Temple e Holiday vedendo la sfera arrampicarsi sul ferro e varcare la retina.

Conley era un problema irrisolto in difesa e segnando dalla linea dimostrava di non voler cedere.

Kemba però, dopo tre quarti cheti andava a infilare una tripla con lo step-back rapido.
Green su un blocco con Kemba in possesso di palla finiva fuori per l’ultimo fallo (4:20) mentre sull’azione seguente Kemba lasciava Temple (suo marcatore) per andare a tirare dalla diagonale sinistra dove in uscita provava a bloccarlo il n°13 ma ancora una volta il capitano rilasciava un dardo micidiale avvelenato che valeva il 111-98.

La risposta di Holiday da tre valeva poco perché Biz andava a metter dentro da sotto contro Gasol che lo colpiva preventivamente con una manata non fermando però l’alzata del congolese che resisteva segnando sebbene a 3:29 mancasse il FT assegnatogli.

Nel finale gli Hornets conservavano con alcuni tiri liberi di Lamb fino a giungere al finale tranquillamente vittoriosi (118-107)…

Pagelle

Kemba Walker: 8

22 pt., 2 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate,. Tre quuarti dove sembra tranquillo arrivando solamente a 9 punti ma smazzando diversi buoni assist come quello per la tripla da sinistra di Batum sulla sua drive o sul rimorchio del francese trovando spazio dalla linea di fondo oltre il raddoppio. Nell’ultimo quarto si scatena con 13 punti tra due triple assurde consecutive con step back la prima e in faccia al marcatore (lungo) in rotazione la seconda. Rotazione che usa anche per far arrampicare un paio di palloni oltre il ferro su entrate non semplici. Se non è clutch sul tiro decisivo è il giocatore che spinge di più a livello di punti in tutta la NBA.

Jeremy Lamb: 7,5

17 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. 5/9 dal campo e 6/7 ai liberi risolvendo ai 24 secondi ben tre situazioni un po’ intricate. Meglio in attacco che in difesa dove smista anche in angolo per la tripla di Williams rinunciando al piccolo vantaggio ma poi si fa vedere in entrata con appoggio di destro e solito and one grazie alla resistenza, al coraggio e alla coordinazione. Difetta un po’ del tiro da fuori con un 1/4 ma lancia il missile in una fase di decollo. A rimbalzo difensivo tiene spesso buone posizioni.

Nicolas Batum: 7,5

18 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Ci hanno rimandato l’originale? 4/6 da oltre l’arco tirando senza esitazioni partendo son lo scambio che propone a MKG dalla linea difondo per schermarsi e colpir da tre dall’angolo destro ma va a segno anche su assist di Walker e passando il capitano per un blocco che lo porta a scaricare tre punti dopo essersi presentato in solitaria appena il semicerchio dell’arco. Da ricordare una schiacciata a una mano di forza che posterizza Temple.

Marvin Williams: 7,5

11 pt., 3 rimbalzi, 2 rubate. 4/11 dal campo ma con tre bombe a orologeria importanti comne quella che esplode dall’angolo sinistro nell’ultimo quarto che contribuisce ad affievolire la resistenza dei locali. Ha un’ottima fase difensiva a inizio ripresa (non è un caso che Charlotte lasci a zero per minuti gli avversari portando un parziale di 11-0 chiuso da una sua tripla) nella quale influenza gli attaccanti avversari, Gasol compreso, anche se non è il suo uomo.

Bismack Biyombo: 6,5

9 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Rimane a secco nelle stoppate, quasi la specialità di casa. La classe e l’eleganza di Gasol trafiggono il congolese e il suo buon senso della posizione tra l’attaccane e il canestro ma si rifà ad esempio nel finale quando sulla sinistra del ferro appoggia subendo il colpo di Gasol per due pt. e tiro libero addizionale. Sfiora la doppia doppia e il 5/7 dalla lunetta per lui è più che accettabile…

Malik Monk: 7

9 pt., 2 rimbalzi, 2 rubate. 4/7 dal campo e nessuna palla persa con una bomba da casa sua e un’entrata con canestro in ricaduta. Bravo insieme a Bridges su un’azione a cambiare sugli attaccanti portandoli poi a far perder palla alla squadra di Bickerstaff.

Michael Kidd-Gilchrist: 6,5

5 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 0/3 da campo (gli viene rovinata una schiacciata con un fallo) ma un buon 5/6 dalla lunetta con una difesa sufficiente.

Miles Bridges: 6,5

2 pt., 1 assist. Gioca solo 4 minuti ma aiuta con il lavoro difensivo a far aumenntare il gap tra i due team. Plus/minus a +13…

Tony Parker: 7,5

17 pt., 3 assist, 1 rubata. Se i difesa un paio di volte paghiamo i cm che gli mancano, in attacco con un 7/11 non solo si riscatta ampiamente ma diviene la solita spina nel fianco nella prima parte di un finale che sostiene senza Walker. Un jumper che dal mid-range sinistro in diagonale è micidiale che estende anche da un po’ più lontano e che riesce a mettere anche dal centro destra. I Grizzlies non ci credono… io sì ma solo perché l’ho già vista questa magnetica precisione, questo filo sottile e invisibile che lega il rilascio di Tony al cotone delle maglie della retina. Dalla retina degli occhi alla retina del canestro il passo è breve e concreto. Una sola palla persa con un +14 di plus/minus…

Willy Hernangomez: 7

8 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Inizia bene finendo a un passo dalla doppia doppia. Solito lavoro a rimbalzo, anche in atatcco è efficace. Taglia un’alzata a una mano dal cuore dell’area su uinvito di Parker ma il capolavolo della gara è il canestro alla Kerem-Abdul Jabbar con svitamento a sinistra da spalle a canstro su Gasol che si aspetta gli ruoti intorno mentre lui va a prendersi un piccolo spazio e segna di sinistro con un gancio che ricorda la leggiadria del giocatore dei Lakers. Bella stoppata su Jackson durante la prima rotazione. Non un fattore durante la seconda rotazione con un fallo che porta in lunetta i Grizzlies e una solenne stoppata presa da Green che davanti a lui lo sovrasta per fisico e tempo ma sono un paio di episodi su una buona gara nel complesso.

Coach James Borrego: 7,5

Bella partita di Charlotte che solamente in avvio tentenna un po’ ma si riprende bene e non ha bisogno di grandissimi time-out strategici ma chiama una pausa quando agli Hornets rimangono solo 5 punti di vantaggio dopo una corsa dei Grizzlies e salvca la squadra chiamando ancora il break su una difficoltà in rimessa. I Grizzlies sono una squadra in evidente difficoltà offensiva ma in passato, specialmente fuori dalle mura amiche abbiamo regalato, questa volta no grazie a una prova difensiva attenta e concentrata. Una gara mai in disussione poi nel secondo tempo con il team a trovare le soluzioni offensive migliori fino all’ascesa di Parker e Walker che fanno un po’ da soli spazzando via quasi il gioco di squadra. Anche Batum giganteggia in serata.

Game 46: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 95-120


Intro

Trasferta impegnativa per gli Hornets a Indianapolis.

Potrebbe sembrare che non abbiano nulla in comune gli Hornets con la canzone degli 883 “La Dura Legge del Goal” e la maschera che uso come immagine di profilo per il blog ma in realtà posso cogliere l’occasione per spiegare anche che cosa sia quella maschera e perché decisi di usarla per il blog.

Fondamentalmente i personaggi mascherati sono abbastanza interessanti, un mio vecchio “idolo” del catch era Tiger Mask, spettacolare atleta ma non è per questa similitudine che ho deciso di utilizzarla.

Già Pirandello inizia a centrare di più il discorso con il suo aforisma:

“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai molte maschere e pochi volti”. Frase interessante in una società sempre più compiaciuta e riflessa nella propria vacua e inconsistente immagine dove il comportamento spesso è solo ipocrisia di facciata per quieto vivere, per interesse, per condizionamenti…

Qui entra in gioco la vecchia canzone degli 883 che recita:

“E’ la dura legge del goal, gli altri segneranno però che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai… loro stanno chiusi ma cosa importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi”… la quale non è un tentativo di auto-magnificazione ma antecede il concetto vero e proprio che è fondamentale per la singola persona ma soprattutto per gli Hornets, squadra in crisi da trasferta sino alla vittoria a San Antonio.

Sicuramente il chiaro messaggio di Pezzali era quello di non farsi condizionare, di non modificare il proprio carattere e personalità nonostante le possibili iterazioni negative con controparti pronte a sfruttare le caratteristiche di chi non usa o usa uno strato sottile di maschera, a prescindere dal risultato finale.

Messaggio chiaro per gli Hornets quindi:

Continuare mentalmente ad avere fiducia e personalità lottando ostinatamente sino alla fine con le proprie caratteristiche e intelligenza.

Ah sì… la maschera… la maschera è una contingenza… un dono di una mia ex amica nipponica e riguarda il personaggio di Kamen Rider, un insetto (simile a una cavalletta ma anche in generale ad altri insetti) supereroe che combatte contro umanoidi chiamati kaijin.

Il colore si adattava benissimo e ricorda anche un calabrone, oltretutto nella NBA tra tifosi in calzamaglia e dipinti forse ne mancava uno mascherato…

Kamen Rider fu disegnato da Shotaro Ishinomori che aveva già disegnato la splendida serie di Cyboorg 009, nella realtà esiste anche un asteroide chiamato 12796 Kamenrider…

Il quintetto iniziale degli Hornets prova a caricarsi pochi istanti prima del via della partita.

La partita in breve

Squadra fisica quella dei Pacers e vittoria ottenuta dalla squadra di McMillan in questo senso, attraverso la difesa e i TO con i quali costringeva Charlotte durante la serata.

Eppure i Calabroni tenevano inizialmente botta ai più quotati avversari.

Purtroppo, nonostante più avanti i Calabroni provassero a rientrare in gara, la fuga dei Pacers avveniva già nel primo quarto quando i Calabroni sopra 11-10 incassavano uno 0-10 di parziale finendo sotto 11-20.

Quella decina di punti di margine da difendere risulteranno preziosi per i Pacers che allungavano a dismisura per inerzia colpendo con due triple di Turner (con la maschera di protezione facciale) sino al 16-32 ma nel finale di primo quarto arrivava un controparziale di 10-2 con la tripla di Monk a :01.6 dalla sirena per il 26-34.

Allungava decisamente Indy nel secondo quarto quando la squadra di Borrego affidatosi troppo al tiro da fuori affondava sino al -15 (41-56) pareggiando il proprio low season all’intervallo a causa di uno scellerato 18,8% da fuori (3/16) e a 8 TO contro i 4 dei Pacers.

Nonostante Williams arrivasse a 0/9 dal campo, per scherzo era proprio lui con l’unico tiro entratogli (1/10) da fuori a far pervenire Charlotte a quello che sarà il massimo rientro (56-61 per il -5)…

Indy reagiva immediatamente riportandosi a 7:06 con l’appoggio di Bogdanovic sul +10 (56-66).

Inaspettatamente nel finale due triple di Bridges (la seconda a 1:46) ci riportavano a -6 (71-77) ma il divario saliva quando Oladipo colpiva con classe e Sabonis portava a casa 4 punti raddoppiando il divario (71-83).

Non rientrava veramente in partita nell’ultimo quarto Charlotte che dopo il coast to coast pregevole e difficile di Monk vedeva il nostro numero 1 divenir protagonista in negativo con un brutto passaggio e una stoppata presa mentre dall’altra parte Evans portava a casa punti segnando anche il gioco da tre con l’euro step a 7:11 per chiuder la gara con l’81-97.

21 punti per Oladipo, 19 di Collison, 16 a testa per la coppia Bogdanovic/Sabonis e a chiudere il “quintetto” in doppia cifra anche Evans con 14.

Una moltitudine di giocatori non da Al-Star se non Oladipo a rendersi preziosi ed efficienti.

47% dal campo e 51,9% da tre per i padroni di casa con un 12/12 dalla lunetta e solamente 7 palle perse con Charlotte troppo sprecona a 16… 40,2% di FG% e 34,3% da tre oltre un 20-34 negli assist a soffiare a favore di Indiana come altri fattori determinanti.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Prima palla a favore dei Pacers ben sfruttata da Collison che avvantaggiandosi con lo schermo andava verso il centro per il pullup vincente oltre Lamb, Charlotte andava a vuoto e la PG avversaria in entrata plastica batteva anche Kemba con l’appoggio in entrata per lo 0-4.

Hornets imprecisi che sbagliavano un paio di volte ma Biyombo prima prendeva un rimbalzo offensivo, poi, sulla stessa azione portava a casa anche un fallo di Turner.

Dalla rimessa nasceva la tripla di Lamb a 10:05 e dopo il passaggio a vuoto Pacers i Calabroni a 9:35 sorpassavano con l’entrata chiusa di sinistro da Kemba.

Bogdanovic segnava dal mid-range aggiungendo una dunk in transizione ma mancava l’alley-oop così sull’altro fronte Lamb realizzava in floater per il riavvicinamento (7-8).

Collison metteva dentro un altro tiro ma Kemba rispondeva con una penetrazione chiusa di sinistro a destra oltre il lungo, inoltre, favorito da Lamb in transizione usava il corpo e la mano destra per appoggiare difendendosi da Young che non mollava nel tallonarlo (11-10).

Charlotte però si fermava in attacco subendo un parziale di 10-0 che allontanava i padroni di casa che a 5:03 segnavano da fuori con Collison finendo a 3:27 con altri tre punti da oltre l’arco di Turner per l’11-20…

Borrego chiamava il time-out e al rientro Monk in avvicinamento spezzava il parziale ma non l’allungo dei Pacers che segnavano con Oladipo un tiro frontale mentre Monk con un pull-up troppo frenetico mancava il tiro in uno contro uno regalando a Indy l’attacco durante il quale Sabonis cogliendo il rimbalzo offensivo favoriva una second chance sfruttata da Joseph con il tiro pesante.

Kemba rispondeva con un tiro volante da tre a 1:55 ma Turner da tre punti ne metteva dentro due di fila da ben oltre la linea, prima frontalmente e pi dalla diagonale sinistra a 1:18 quando arrivava anche il tecnico contro Kemba che portava incredibilmente il match rapidamente sul 16-32…

Charlotte nel finale dimezzava lo svantaggio (-16) con un tap-in di Willy sull’errore di Monk, con l’alley-oop di Bridges in transizione (guidata da Monk) a ribaltare la retina, con la finta in area del centro spagnolo che facendo saltare via Sabonis trovava il varco per appoggiare facilmente il 22-34 sino al finale quando prima della rimessa arrivava il secondo fallo negli ultimi due minuti dei Pacers con tiro libero del “Monaco” che chiudeva anche il quarto con la tripla dall’angolo a :01.6 su gentile scarico di Parker per il 26-34 (-8).

Walker ci prova oltre Joseph… Foto: Brian Spurlock-USA TODAY Sports

2° quarto:

McDermott partiva mancando una tripla ma in difesa stoppava MKG, i Pacers beneficiavano di una buona difesa ma anche gli Hornets riuscivano a rubar una palla quando Evans nel traffico si faceva sottrar palla da Willy e sull’altro lato del campo arrivava il circus shot da sotto di Parker in caduta che riduceva lo scarto a sei punti.

Un fuoco di paglia perché dopo due punti dei Pacers, gli Hornets guadagnavano la lunetta ben tre volte con MKG (9:59), Parker (9:32) e Williams (7:12) ma ogni volta i giocatori degli Hornets splittavano mentre dalla parte opposta i Pacers segnando con regolarità arrivavano al 56% con un piazzato di Sabonis che prima del già citato ½ di Williams (in bonus dopo numerosi falli seriali della squadra di McMillan) giungevano sul +13 (32-45).

Per Charlotte tonava in campo lo starting five sul -12 ma le cose non miglioravano, le distanze rimanevano pressoché invariate con i primi due punti di Batum per il 35-47 ma dopo qualche errore da fuori ancora Charlotte scendeva a 3/16 da fuori contro il 7/14 avversario mentre Collison accontentandosi di un tiro da due punti portava i locali sul +15 (39-54).

Non succedeva molto nel finale a livello di marcature con due punti di Young intervallati da una gomitata di Batum che in palleggio mandava il gomito sinistro sul naso di Bogdanovic con conseguente possesso di palla perso ma a :37.3 era MKG a metter dentro un semigancio dopo uno spin in area che non batteva Young ma lo frastornava per quei decimi di secondo per l’alzata al vetro.

41-56 con gli Hornets ancora lontanissimi e una sensazione negativa per un attacco soffocato dalla difesa avversaria e un tiro troppo impreciso già dalle fondamenta, mal selezionato…

4 a 8 TO, 18,8% da tre punti contro il 43,8% con un complessivo 36,4% al tiro contro il 45,1% e un 8-16 negli assist a dire il perché del largo vantaggio per la squadra dell’ex Sonics…

Jeremy Lamb contro Myles Turner (9 pt. e 16 rimbalzi per il centro, “mascherato”… Foto: Brian Spurlock-USA TODAY Sports

3° quarto:

Partiva bene la formazione di Borrego ottenendo due FT con Kemba a 11:18 anche se il capitano ne metteva solamente uno, tuttavia dopo l’ennesimo errore/orrore di Williams Biz allungava il tap-out per Kemba che girando palla trovava Lamb sulla diagonale sinistra, finta di apertura in angolo e tripla per il -9.

A 10:29 il fallo in salto di Biz sul tiro di Oladipo riconsegnava un vantaggio di 13 punti a Indy (45-58) ma Biz 12 secondi più tardi guadagnava e affondava due liberi, Kemba da sinistra passava a Marvin in diagonale un pallone che sfuggiva anche per la pressione del difensore ma si allungava dietro le spalle di tutti dove Biyombo raccoglieva a destra del canestro per due punti facili.

Oladipo a 9:20 segnava da tre

Williams mancava il nono tiro (0/9 e 0/6 da tre) ma Kemba con un catch n’shoot da sinistra “rimediava” all’errore del compagno su un’azione seguente e su un’entrata con contrasto minimo di Batum fermo sotto canestro Bogdanovic dopo l’errore si prendeva un tecnico chiedendo con vibranti proteste il fallo del francese.

Dopo il tecnico finalmente arrivava una tripla da parte di Marvin Williams che dall’angolo sinistro mandava la partita sul -5 (56-61) ma la difesa degli Hornets era sfortunata perché costringeva all’errore da sotto sulla stessa azione i Pacers che recuperavano palla e colpivano da tre dalla diagonale destra con Collison.

Attacco a vuoto di Charlotte e appoggio in transizione di Bogdanovic per ripristinare la doppia cifra di vantaggio (56-66)…

L’elastico intorno alla decina di punti era mantenuto da un arresto di Lamb che si distanziava dal difensore per metter dentro il -8 e MKG dal corner destro, servito dallo stesso Lamb, colpendo da tre punti aiutava Charlotte a rosicchiare un altro punticino (61-68).

MKG purtroppo però subiva il piazzato di Bogdanovic andando in attacco a commetter sfondamento sullo stesso avversario.

A 3:49 Kemba piazzava due liberi ma Oladipo in fade-away dalla media distanza e Collison in transizione da tre punti frustravano Charlotte riportandola sul -12 (63-75).

Hornets che provavano a rientrare ancora con un 2/3 di Batum dalla lunetta a 2:52 (bravo a crearsi il contatto con Oladipo) riuscendo poi a sfruttare due tiri da fuori consecutivi di Bridges che a 1:46 guardando il tabellone vedeva segnare il -6 (71-77).

Purtroppo Oladipo da sinistra metteva dentro il jumper nonostante la big defense di Miles e dopo l’errore di Willy dal post basso sx arrivava anche l’elegante e utile swooping hook di Sabonis a batter il centro spagnolo.

-10 che a 4 secondi dalla fine diveniva un -12 per il fallo di Hernangomez in chiusura sul pick and roll per Sabonis.

71-83 a -12 dalla fine…

4° quarto:

Partiva male l’ultimo quarto con Charlotte che si vedeva chiamare contro un fallo di Monk per leggera spinta alla schiena su Sabonis impegnato a rimbalzo.

Borrego protestava giustamente visti altri interventi simili sulla quale la terna aveva sorvolato (vedi spinta di Collison a Parker sul tiro oltre la sirena del terzo quarto) prendendosi il tecnico.

A 11:21 arrivava la chiamata contro MKG per un altro fallo con il possesso nelle mani di Indy ancora ma Monk riusciva a recuperar pala a Joseph andando in transizione due contro una, ignorando il passaggio per Walker puntando con il terzo tempo e finta dietro la schiena in partenza per un tiro difficile in corsa che finiva dentro e che dava anche un libero del quale però Malik non sapeva cogliere il frutto.

Sabonis da sotto e Kemba (10:28) da tre ristabilivano quei maledetti 10 punti di gap persi con il parziale nel primo quarto.

Il settimo turnover dei gialloblu non era sfruttato da Monk che tirava da tre in maniera imprecisa.

Evans in coast to coast segnava il 76-90 ma il capitano della squadra di MJ con una piccola esitazione superava Joseph con l’entrata flash in appoggio per il 79-90.

Purtroppo era ancora Monk con un bad pass a far volare la transizione dei Pacers con Evans a ringraziare per i due punti in fuga.

Il runner di Marvin era seguito da due punti di Evans che faceva la differenza…

Monk era stoppato divenendo protagonista negativo in un momento cruciale, dall’altra parte euro step in uno contro uno travolgente di Evans su Kemba per due punti in fing and roll e l’and one realizzato a 7:11 quando si chiudeva de facto il match ormai sull’81-97.

Marvin a 6:29 segnava da tre l’84-99 quando ormai non ce n’era più bisogno e i Pacers arrivavano per inerzia sul +20 allungando nel finale oltre il dovuto per la loro meritata vittoria ottenuta giocando fisicamente e con convinzione.

Finiva 95-120 con Charlotte che avrà la prossima sfida a Memphis, campo che negli ulitimi anni ha portato bene ma ogni volta è una nuova storia e dopo questa caduta che interrompe la serie di tre vittorie bisognerà lottare per rialzarsi ancora una volta.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

23 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 8/18 al tiro. Più le tre palle perse pesano rispetto a qualche tiro preso da fuori e mancato nel frustrante finale. Una partita normale per uno come lui che riesce anche a infilarsi nelle maglie di una fisica Indiana, oltre i lunghi o i piccoli. Buona serata anche come uomo assist.

Jeremy Lamb: 5

10 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 4/13 con poco attacco sino in fondo. Serata storta per Jeremy che aggiunge tre palle perse, una portatagli via da Collison quando dopo un rimbalzo difensivo alza le braccia sotto canestro ma non si avvede dell’intervento del n°2 avversario.

Nicolas Batum: 5,5

6 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Una difesa a tratti accettabile, nel secondo quarto Oladipo ben pressato non ci prova nemmeno, manda Bogdanovic in tilt tenendo la posizione a braccia alzate e provando a prender palla. Le proteste dell’avversario ci regalano un libero per il tecnico e riesce a prendersi anche 3 FT forzando con il pump fake su Oladipo. Manca in attacco dove segna un solo canestro su 4 tentativi con i primi due punti ottenuti nel secondo quarto.

Marvin Williams: 4

9 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 3/13 al tiro ma 1/10 quando serve con partenza 0/9 e 0/6 da tre prima di affondare una tripla dall’angolo sinistro che ironicamente segnerà il maggior rientro di Charlotte sino al -5 (56-61). Nel finale compie buone difese, specialmente su Sabonis ben tenuto fisicamente ma è tardi ormai…

Bismack Biyombo: 6,5

10 pt., 12 rimbalzi, 1 stoppata. 24:01 in campo con 3/5 e 4/5 dalla lunetta. Doppia doppia per Biz che se non è dominante mostra comunque progressi giocando meglio di Willy. Una buona stoppata in aiuto e limita i falli a due tenendo dietro.

Malik Monk: 5

11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 4/9 dl campo con 2/3 da fuori. Luci e ombre. Buona fine primo quarto, qualche canestro interessante ma troppa frenesia e palle perse letali come quella nell’ultimo quarto che spegne Charlotte sull’ultimo tentativo di rientro. I numeri non sono male e lo sforzo c’è ma si prende alcuni tiri in evidente fuori ritmo 1 vs 1 (anche stasera uno nel primo tempo) cadendo all’indietro che vanno ben lontani dal bersaglio.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

7 pt., 2 rimbalzi. 2/4 dal campo. Bella tripla dall’angolo destro e record numerico di triple stagionali della sua carriera ma sulle due azioni successive subisce il jumper di Bodganovic e va a far fallo in attacco spingendo via l’avversario. Abbastanza frustrante per lui la serata anche se ricordo lo spin e il semigancio contro Young dal cuore del pitturato per due punti di plexiglass. -9 di plus/minus.

Miles Bridges: 6,5

8 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Buon secondo tempo per Miles che prende sì un -15 e si fa portar via un pallone troppo facilmente ma mette due bombe consecutive sul finire del terzo quarto che sono sostanzialmente l’ultimo speranzoso riavvicinamento della squadra (-6). Ci prova contro Oladipo che lo infila dalla sinistra nonostante una buona difesa. 14:31 in campo.

Tony Parker: 5,5

5 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Una palla persa chiamatagli sull’arresto in entrata da sinistra. Per il resto prova a entrare e a metter dentro punti, specialmente durante la prima ondata di cambi. Splitta dalla lunetta, ancora stroppo scostante a gioco fermo. Buono l’assist scaricando in entrata nell’angolo destro per la tripla di Monk al quali tramonto del primo quarto.

Willy Hernangomez: 5

6 pt., 3 rimbalzi. -6. Aggressivo solo a tratti. In difesa troppo passabile o troppo preso in mezzo come nel caso di Bogdanovic sul quale commette fallo sotto canestro su un pick and roll sul quale non stava difendendo lui. Sbaglia forzando dal post basso destro nell’ultimo quarto con dei giri a cercar di disorientare il difensore. Riesce anche stasera a spuntare dietro il tagliafuori del difensore per metter dentro in tap-in ma come rim protector è un passo dietro a Biz tonight e, infatti, arriva un -15 di plus/minus.

Devonte’ Graham: s.v.

0 pt. in 2:14.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt., 1 assist, sempre negli ultimi 2:14.

Coach James Borrego: 5,5

Difficile stabilire la strategia giusta contro una squadra fisica come Indiana. Sceglie di batterla con spaziature e tiro da tre ma molti di questi tiri (vedi Marvin all’inizio) sono presi di fretta in situazioni non ottimali. Credo si esageri senza arrivare a un vero punto di svolta concreto se le serate di alcuni giocatori sono storte al tiro. La squadra in difesa tutto sommato prima del finale, nonostante non riesca a rientrare, non disputa una malvagia gara anche se l’impressione è che i Pacers possano accelerare quando vogliono. La convinzione difensiva sembrava esserci abbastanza ma quella offensiva latita in alcuni protagonisti o a volte è il contrario… eccesso di fiducia in situazioni non ideali.

Game 45: Charlotte Hornets Vs Phoenix Suns 135-115


Intro

Sunrise o Sunrice?

Piccole differenze, una sola consonante nella notte durante la quale veniva ricordato e onorato Glen Rice anche se la struttura non è più quella del vecchio e affascinante Alveare fuori città (ormai demolito, l’indirizzo era: 100 Hive Drive, Charlotte North Carolina 28217) ma la moderna struttura nel cuore della città.

Si giocava alle 23:00 italiane contro i Soli di Phoenix ma Charlotte sperava che a sorgere fossero nuove speranze con la certezza di tornare a combattere per la prima posizione nella Southeast Division in virtù di un ritrovato spirito battagliero e per festeggiare anche la “certa partecipazione” (facciamo le corna per eventuali infortuni) di Miles Bridges.

Partita che sulla carta qualcuno potrebbe considerare semplice ma da non sottovalutare in virtù delle ultime buone prestazioni dei Suns ma gli Hornets per arrivare ai PO cercavano la terza vittoria di seguito per il 22-23 prima di andare in back to back tomorrow Indianapolis…

La partita in breve

Partita mai in discussione per Charlotte che non sottovalutava l’avversario giocando sin da subito bene. Un primo quarto attento difensivamente con un avvio bruciante.

A 7:09, sulla schiacciata di Biyombo, Charlotte andava sul 21-5…

Un alley-oop di Bridges per il 39-24 era l’ultimo canestri di Charlotte che portava ben 9 uomini a segnare almeno un punto. Mancava l’appello Monk che tuttavia sbagliava il libero e lasciava quindi Charlotte senza la piccola soddisfazione di 10 uomini già a referto punti.

Si chiudeva sul 39-26.

Nel secondo quarto ecco segnare subito Monk, ma all’intervallo Phoenix arriva sul 71-60 dopo esser stata sotto anche di -20, a 3:36 dalla seconda sirena (66-46).

Terzo quarto che vedeva gli Hornets riprendere il largo sino al 109-96 finale con tre tiri liberi (3/3) ottenuti in extremis da Williams abile a fintare e farsi arrivare addosso un dannoso Jackson.

Walker in panca, squadra addormentata che incassava un parziale di 0-10 fino al primo canestro Hornets ottenuto da Batum dall’angolo a 8:22.

Walker era costretto al rientro ma era la connection franco/belga a far la differenza, compreso il congolese Biyombo che nel finale in caduta sulla schiena segnava a centro area dopo aver strappato un rimbalzo offensivo.

Phoenix abusava del tiro da fuori e mancava qualche libero, un po’ troppo inesperta nonostante le accelerate di Booker che finirà con 32 punti aiutato dai 24 di Kelly Oubre Jr..

Buona vittoria in attesa del back to back a Indianapolis

Anomali sono stati i TO con Phoenix a perder solo 7 palloni contro i 16 di Charlotte ma il 53-26 a rimbalzo per Phoenix è risultato devastante mentre il più mite 31-21 negli assist è stato comunque importante per Charlotte.

Hornets con un 54,5% dal campo contro il 44,8% Suns, con il 47,1% da tre punti contro il 33,3% avversario e con il 23/27 (85,2%) dalla lunetta contro il 26/33 (78,8%) di Phoenix che ha sbagliato qualche libero che avrebbe potuto esser utile per un maggior avvicinamento, specialmente nella seconda parte…

Le formazioni:

La partita

Solito splendido colpo d’occhio sul parquet per le classic night…

1° quarto:

Biyombo di testa cambiava sporta ma portava a casa la palla a due e Lamb con un great fade-away anche i primi due punti con l’aiuto del ferro.

Batum a 11:02 portava a casa due FT tentando di penetrare.

Una buona mano la sua come quella di Lamb che in transizione, dopo aver influenzato il secondo errore al tiro di Booker saltandogli davanti, segnava da tre in transizione senza esitazioni a 10:35.

Dall’altra parte rispondeva da fuori Melton, liberato al tiro ma Biz a due mani appoggiava oltre i difensori, Kemba a 9:12 ondeggiava largo per superare il difensore sulla linea di fondo e andare oltre il ferro a chiudere in reverse layup mentre a 8:38 arrivava anche la tripla di Marvin dalla diagonale sinistra che portava il match sul 14-3 e la sospensione chiesta da Kokoskov.

Dopo due punti Suns gli Hornets in attacco colpivano nuovamente da fuori con Kemba, questa volta ai 24 secondi dopo un ottimo giro palla che scombinava i tempi di chiusura dei Suns.

Suns che a 7:35 incassavano altri due FT di Batum e una schiacciata con pump fake di Biz a 7:09 prima che Booker a 6:52 guadagnasse due liberi discutibili e segnandoli portasse la gara sul 21-7.

T.J. Warren ne aggiungeva altri due dalla lunetta ma Kemba con un crossover killer da fermo influenzava lo spostamento di Melton che sceglieva la parte sbagliata mentre il capitano in corsa si portava sulla baseline sinistra da dove lasciava partire un tiro morbido che s’infilava oltre T.J. Warren accorso in chiusura.

Booker passava ancora dalla lunetta per portar punti ai Suns mentre a 5:24 arrivava un sottomano in transizione di Walker che dopo la steal depositava nonostante la rincorsa di Melton sino all’ultimo metro…

In transizione arrivava anche la tripla di Lamb a 4:54 su extra pass di Bridges.

Per Phoenix era sempre Booker a portare a casa punti (2 nell’occasione) prima di un ½ del neo-entrato Willy e di altri due di Kemba fermato da Holmes con il goaltending sul floater da centro area.

Oubre Jr. “interrompeva” Booker che riprendeva a segnare a 2:02 con una tripla “volante” e a 1:37, dopo un canestro di Jackson, Borrego leggermente preoccupato chiamava un time-out anche se sul 32-20 a favore.

A dare un po’ di smalto ancora all’attacco di Charlotte ci pensava Miles che dopo esser stato premiato dalla fortuna grazie a una deviazione che gli faceva ricever palla a centro area saliva con l’intenzione di schiacciare ma la mano sula palla del difensore lo costringeva al tiro in ricaduta, un circus shot che finiva dentro la retina grazie alla resistenza del n° 0 di Charlotte.

A :38.9 un 2/2 di Parker portava a nove i giocatori degli Hornets almeno a un punto, tutti quelli scesi sul parquet tranne Monk che invece alzava l’assist corto per la schiacciata in alley-oop dirompente di Bridges sulla quale Holmes prendeva il tecnico ma Monk, incaricato di batterlo, andava corto.

Chiudeva con due punti Phoenix un quarto nel quale Charlotte portava a casa 39 punti contro i 26 avversari.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) drives past Phoenix Suns’ Deandre Ayton (22) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Jan. 19, 2019. (AP Photo/Chuck Burton)

2° quarto:

Monk a 11:40 apriva con la steal e il canestro sulla fuga con appoggio al vetro, giusto per essere bastian contrario…

A 11:13 Parker sulla sinistra in entrata appoggiava battendo i difensori e a 10:47 Marvin da tre infilava dall’angolo destro il solo cotone per il 7-0 run che portava Charlotte rapidamente sul 46-26…

Oubre Jr. spezzava il parziale con una tripla da sinistra e Booker ne aggiungeva due.

La gara galleggiava su un divario ancora ampio ma i punti scendevano a 13 dopo due FT di Ayton a 8:05 (48-35).

Monk segnava ancora, questa volta con una dunk appesa dopo aver ricevuto un po’ sorpreso, il geniale assist (bound pass) di Batum diagonale.

A 7:19 Walker riceveva sulla diagonale destra e in ritmo sparava oltre il difensore per tre punti che portavano Charlotte sul 53-35.

A 6:36 anche Monk partecipava alle feste di triple ringraziando il rimbalzo offensivo di MKG.

Monk si rendeva utile anche andando sulla linea di fondo e da sotto il canestro fornendo l’assist corto per Batum che attorniato da tre difensori era toccato dal trio senza che riuscissero a stoppare il semi-gancio che diventava un mezzo circus shot…

A 5:54 si presentava quindi in lunetta per l’and one che segnato “faceva” 59-40.

Dopo una piccola reazione Suns, Kemba a 4:54 con la finta ad anticipare lo step back faceva fare pessima figura a Melton che provano a portar via palla rimaneva lì, palleggio arretrando in mezzo alle gambe e tripla micidiale così come la transizione di Charlotte nata da una buona difesa di Batum e il passaggio teso dietro la schiena di Monk che in orizzontale perveniva a MKG, fermato irregolarmente da Daniels che rovinava l’azione ma non toglieva i due punti alla nostra ala che in lunetta ci portava con il 2/2 sul 64-45.

MKG a 3:36 in post alto con lo spin batteva Mikal Bridges che ricorreva al fallo inutilmente.

Due punti and one, questa volta mancato ma con Charlotte comunque sul +20 (66-46).

Negli ultimi minuti i Suns però dimezzavano lo svantaggio partendo con una tripla di Booker che giungeva a 16 punti, quindi Oubre Jr. segnava più avanti il 71-56 (altra tripla) e con 4 tiri liberi Booker chiudeva il primo tempo sul 71-60.

Charlotte Hornets’ Bismack Biyombo (8) dunks between Phoenix Suns’ Devin Booker (1) and Deandre Ayton (22) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Jan. 19, 2019. (AP Photo/Chuck Burton)

3° quarto:

Partiva bene Biz che volava alto a stoppare il runner di Booker mentre sull’altro lato del campo Williams raccoglieva un rimbalzo a destra del canestro e appoggiava facilmente.

Per un fallo del nostro numero 2 (proprio Williams), il Bridges di Phoenix portava a casa un gioco da tre punti (73-63) mentre l’entrata di T.J. Warren segnava anche il -8.

Kemba si dava da fare per riportare il divario a due cifre e con il palleggio basso e l’entrata sulla quale seminava i difensori ci riusciva con tre punti di Lamb in catch n’shoot dalla diagonale sinistra che aiutavano ad allontanarsi dalla decina di punti di vantaggio anche se 24 secondi più tardi T.J. Warren pescava il jolly usando la stessa arma da fuori. Una buona difesa di MKG su T.J. Warren e un lob lungo linea di Batum per Biz che schiacciava sfuggendo al fallo di T.J. Warren ci restituivano una dozzina di punti di vantaggio.

Booker portava a casa altri due punti ma MKG, pescato con passaggio verticale da Biyombo, arrivava in back-door al centro toccato da Okobo che regalava il gioco da tre punti.

Kemba guadagnava un altro sfondamento (quindicesimo in stagione, sesto posto in NBA) da T.J. Warren che batteva sul primo passo Biz ma non vedeva il raddoppio.

A 6:46 un pick and pop bastava a Lamb per la tripla mentre a 6:21 sparava dall’angolo destro in faccia a Booker ripetendosi da tre.
Hornets sull’89-71 grazie alle due prodezze balistiche di Jeremy che alla put-back dunk di Ayton rispondevano con Willy che da sotto a destra la metteva dentro di sinistro e ai 2 pt. di Oubre Jr. rispondeva ancora Willy che fiondandosi a rimorchio come un avvoltoio sull’errore di Kemba aumentava il suo bottino.

La missilata frontale di Williams segava il +21 (96-75) mentre J. Jackson in entrata dalla parte opposta segnava ottenendo il libero aggiuntivo ma lo falliva.

A 3:50 Willy staccava lungo cercando di abbattere il canestro a una mano ma con il gomito destro colpiva al volto T.J. Warren abbattendolo .

Fallo offensivo ma poco male se il reverse layup di Bridges restituiva i due punti “mancati”…

Un teardrop di Willy da centro area per il 100-79 sembrava dare garanzie perché se Holmes segnava con la dunk possente a una mano passando Willy, c’era anche lo stesso Willy a continuare a dare una mano in attacco con un altro rimbalzo offensivo e dunk consequenziale a 1:33 (104-81).

Due punti di Parker (goaltending di Jackson) e un ingenuo fallo dello stesso Jackson che allo scadere andava a sbattere sulla finta da tre di Marvin dietro di molto rispetto alla linea da tre punti, consentivano a Charlotte di prendere tre tiri liberi e segnarli portandoli sull’arioso 109-86.

4° quarto:

Con Walker in panchina la squadra si rilassava fino a divenire inoperativa sul fronte offensivo.

Ne approfittava la squadra dell’Arizona che iniziava bene con i driving layup di Booker e Oubre Jr..

A 9:45 Jackson ne metteva due semplici da sotto così Borrego chiamava il time-out sul 109-95 con i Suns capaci di mangiare già 9 punti in virtù dello 0-9 di parziale.

Un parziale che arrivava sul 10-0 quando a 8:37 Booker splittava dalla lunetta (troppi errori Suns a gioco fermo nel secondo tempo) mentre Kemba doveva tornare inaspettatamente in campo ma a 8:22 era Batum dall’angolo destro finalmente regalava i primi punti del quarto a Charlotte con un tiro pesante.

A 6:46 il jumper di Parker aiutava gli Hornets a tornare sul +16 (114-98) e anche se Mikal Bridges dall’angolo sinistro, sempre di tripla, riportava i Suns sul -11 (114-103, a 5:43 entrava in scena la connection francese con passaggio laterale a destra di Parker per Batum capace di tirare precisamente un lunghissimo due punti.

Due tiracci da fuori durante l’intervista alla mamma di Kemba non aiutavano, come non aiutava i Suns la notizia che Holmes e Ayton con problemi, sarebbero rimasti fuori nel finale.

Biz stoppava Oubre Jr. e in area Walker trovava l tempo giusto per il jumper del 122-106.

Parker guadagnava due liberi infiocchettandoli, Biz strappava un rimbalzo offensivo e in caduta all’indietro, resistendo al fallo di un dannoso Jackson segnava ottenendo l’and one a segno.

127-108, partita finita con Borrego a inserire per il poco tempo rimanente Graham e Bacon i quali lo facevano felice segnando una tripla a testa al primo tentativo per entrambi.

Quella di Dwayne a 1:37 segnava il 133-108.

Finirà 135-115, una partita mai in discussione con qualche pensiero durante l’avvio dell’ultimo periodo.

Pagelle

Kemba Walker: 7,5

21 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Aggiungiamo anche lo sfondamento preso con palla recuperata. 9/22 al tiro ma con un normale 3/10 da fuori. Nota dolente i 5 TO, per il resto, a parte quando finisce tra le maglie della difesa avversaria brava a portar pressione, è sempre lui. Approfitta della marcatura di Melton per lasciarlo sul posto un paio di volte. Chiude con finezza dalla baseline e segna da tre con il palleggio in mezzo alle gambe. Un bel reverse dopo i crossover che lo porterà a battere il difensore e correre sulla baseline per chiudere in reverse. Numeri da rimbalzista nel finale sbaglia troppo ma aggiunge due punti con un jumper dall’area… Forse avrebbe potuto tranquillamente riposarsi per il back to back ma la panchina era momentaneamente sprofondata. +30 di plus/minus ed è sesto nella NBA con lo sfondamento preso da T.J. Warren andando in raddoppio ad aiutare Biz.

Jeremy Lamb: 7,5

18 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, rubate. 6/9 al tiro con 5/7 da fuori. Parte subito con un fade-away disperato con un gran balzo all’indietro che la legge dell’equilibrio universale premia grazie al rimbalzo sul ferro ad aiutare la buona rotazione. Nel terzo quarto segna a poca distanza l’una dall’altra ben tre triple che ci regalano un vantaggio preziosissimo. Grande inizio su Booker,il quale contro di lui sbaglia tre volte. Si diletta inusualmente anche negli assist. +23 di plus/minus.

Nicolas Batum: 7,5

15 pt., 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 4/6 al tiro. 3 TO, uno arrivando a ricever palla con la pressione in uscita del difensore laddove non è colpa sua… Inizia segnando 4 FT consecutivi, poi commette un paio di falli sostituendosi a Lamb su Booker. Nell’ultimo quarto sblocca i nostri con una tripla e poi mette altri due punti su assist del connazionale Parker. Buona prova con circus shot nel secondo su servizio di Monk a 5:54 e con il suo passaggio schiacciato a smarcare Monk nel cuore dell’area che andrà su per una schiacciata oscillante appesa a coronare la bella azione.

Marvin Williams: 7

14 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 4/7 al tiro. Buon apporto offensivo, arriva però a 5 falli. Bella la stoppata su Booker nell’ultima frazione, su proseguo è costretto al quinto fallo. Il ¾ da fuori per Charlotte è importante perché avere un tiratore affidabile significa in questo caso rimanere avanti senza patemi.

Bismack Biyombo: 8

11 pt., 13 rimbalzi, 3 assist, 5 stoppate. Splendida la stoppata su Booker in corsa e nel finale ferma anche Oubre Jr. quasi nella medesima posizione. Pare più solido dietro anche se in attacco il trattamento della sfera non è sempre ottimale ha degli sprazzi di buon gioco e discreta visione evitando anche l’hand-off per il compagno se non c’è l’occasione. Doppia doppia convincente con qualche ciliegina come l’assist per il back-door di MKG o il tiro in caduta all’indietro con and one nel finale. Una forza dirompente a far la differenza.

Malik Monk: 6,5

7 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata. 3/6 al tiro e -6 di plus/minus. Unico giocatore sceso in campo nel primo quarto a non segnare un punto. Per dispetto ne segna subito due in avvio di secondo quarto dando anche un bel pallone a Batum in mezzo all’area. Frenetico nel primo quarto, sbaglia un paio di triple e manca il tecnico a favore fischiato contro Holmes. 1 sola palla persa, chiude con 3/6 al tiro e un bell’assist per l’alley-oop di Bridges coltre che mostrare una sua aggressiva dunk appesa..

Michael Kidd-Gilchrist: 7

10 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata. ¾ al tiro, 5 falli. Solito lottatore ma anche attaccante. Prende un bell’and one tagliando lungo la linea di fondo sinistra dove sorprende gli avversari ma già sul finire del primo quarto guadagna liberi (4/6) anche se li splitta. Arriva a 5 falli.

Miles Bridges: 7

10 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 0/2 da fuori e – 4. SkyMiles deve migliorare il meccanismo di rilascio sul tiro da fuori, credo specialmente nell’ultima parte. 0/2 da fuori. 4/10 al tiro, bello il reverse layup sul lungo linea di fondo per il 98-77 e l’alley-oop potente nel primo quarto offerto da Monk.

Tony Parker: 7

14 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 4/8 al tiro. Buona la gara di Tony che con l’esperienza aiuta Charlotte a non farsi ritrascinare in una punto a punto. Bello l’assist per il lungo due pt. di Batum ma anche i liberi recuperati.

Willy Hernangomez: 7

9 pt., 13 rimbalzi. 4/6 dal campo. Una gara ancora aggressiva come testimonia il tentativo di distruzione del canestro che finisce per disintegrare il volto di T.J. Warren sul decollo. Il suo gomito destro impatta con quello el n°12 avversario davanti al semicerchio antisfondmento ed è fallo. Rimane comunque aggressivo recuperando rimbalzi e punti in area con tempismo e senso della posizione. In difesa battaglia, esce se c’è bisogno in rotazione a contrastare sull’arco. In qualche caso viene battuto (vedi schiacciata presa da Holmes) dimostrandosi qualche volta più leggerino di Biyombo,non solo nel fisico ma nell’atteggiamento. Complessivamente una buona partita da torre.

Devonte’ Graham: 6,5

3 pt.. 1/1 al tiro. 2:34 in campo. Primo e unico tiro con tripla da destra messo.

Dwayne Bacon: 6,5.

3 pt., 1 assist. ½ al tiro. Fa centro da fuori anche lui al primo tentativo nel garbage time.

Coach James Borrego: 7,5

Squadra che parte forte e concentrata girando a meraviglia anche grazie al gioco corale che si vede di più in serata. Ottimo movimento palla che spiazza i Suns, ancora troppo acerbi. Senza particolari traumi il match… Attacco equilibrato, difesa buona a tratti, troppo relax in alcuni momenti.

Game 44: Charlotte Hornets Vs Sacramento Kings 114-95


Intro

A stretto giro di posta gli Hornets tornavano a battagliare con i Kings affrontati al Golden 1 Center nel sabato notte californiano.

Hornets sconfitti che ritrovavano un po’ d’orgoglio ma non ingranavano come a San Antonio dove arrivava un’insperata ma meritata vittoria.

I tifosi degli Hornets, tormati a casa dopo il lungo road tour, aspettano ansiosi oggi una risposta per capire quale sia la squadra vera tra quella svogliata vista almeno in un paio di trasferte o quella grintosa e tonica osservata a San Antonio.

Nell’era virtuale ormai il classico ma affascinante messaggio recapitato per posta sotto forma di lettera pare esser desueto, tutto corre veloce con i social media, internet, tutto scorre e trapassa spesso la nostra reale comprensione di fenomeni che sembrano esser stati digeriti ma che in realtà sono stati solo masticati a un ritmo che non è il nostro.

Così, Charlotte che si accingeva ad affrontare una delle squadre dal ritmo più veloce della lega, fattasi trascinare nel turbo-gorgo fast & furious dei Kings in serata prima di tutto per vincere doveva esser in grado di dettare i propri ritmi.

Sperando in buone notizie contenute nelle lettere da Charlotte la gara aveva inizio…

La partita in breve

Una partita “partita” male per Charlotte che dopo la tripla di Lamb incassava un parziale di 0-13 che preoccupava e spaventava al contempo perché l’aggressività dei Kings, unita al buon attacco, l’ottimo ritmo e il fatto che siano una buona squadra da trasferta non facevano intravvedere nulla di buono ma spesso gli inizi sono cornici alla gara, infatti, Charlotte ripresasi dallo shock arrivava a già a fine primo quarto tagliando lo scarto sul -5 (20-25).

Nel secondo quarto i benefici portati dall’energia di MKG, i rimbalzi di un aggressivo Willy si facevano sentire e, ironia della sorte, Lamb, uno dei peggiori a inizio gara,m trovava anche il sorpasso (44-43) a 4:45 con la tripla da sinistra.

I Kings contro-sorpassavano un paio di volte ma nel finale la difesa di Charlotte faceva la differenza mentre in attacco gli Hornets trovavano soluzioni valide sublimando il tutto con il fade-away di Walker sulla luce rossa a battere Cauley-Stein (proteso alla stoppata) per il 63-50.

Charlotte nel terzo quarto subiva due schiacciate di Cauley-Stein ma nel mezzo due fiondate da fori di Walker incrementavano il vantaggio che scendeva tuttavia quando gli Hornets, giocando un po’ troppo sugli allori, si concedevano quasi esclusivamente il tiro da fuori.

Con i Kings dal -16 ormai giunti al -7 (74-67) e un attacco bloccato per Charlotte, per rimanere in vantaggio la squadra di Borrego doveva ricorrere a un’ottima difesa che si vedeva su tre azioni consecutive, poi finalmente era Bridges a volare e correggere da sopra il ferro un errore di MKG da fuori sbloccando Charlotte che chiudeva il quarto sul +10 (83-73).

Nell’ultima frazione l’apporto di Parker e dello stesso Bridges (in generale di quasi tutta la panchina) portava a un canestro in entrata del primo e a un assist del primo con canestro da fuori del secondo per il 95-80.

Charlotte arrivava anche sul +20 dopo una tripla di Marvin Williams mentre nel finale concedendosi qualche licenza in un finale dal solito ritmo alto e convulso si avvantaggiava anche da qualche errore offensivo “semplice” dei Kings come quello di Cauley-Stein da sotto.

Sul +12 (101-89) arrivava un parziale di 8-4 con due punti in transizione di Walker che chiudevano la gara.

Il 46,2% dalla lunetta dei Kings contro l’86,2% di Charlotte è stato fattore determinante anche perché i Calabroni hanno segnato 25 dei 29 liberi a disposizione, mentre i Kings sono andati in lunetta poco con un 9/13… Vinta 46-42 la lotta a rimbalzo, persa quella negli assist (per i numerosi falli ai quali sono ricorsi i Kings) 21-28 negli assist, nelle stoppate Charlotte vinceva di misura 4-3 ma un altro fattore sono state le palle perse.

Questa volta i Kings ne hanno accumulate 17 contro le 13 degli Hornets che così hanno compensato un tiro da fuori piuttosto deludente in serata:

44,8% FG CHA, 44,3% SAC, 28,9% 3FG CHA, 33,3% SAC.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Charlotte partiva aprendo bene con la tripla sicura di Lamb (11:46) dalla diagonale destra su passaggio d i Kemba ma subiva un parziale di 0-13 a causa di una difesa aggressiva dei Kings che portava sempre all’errore al tiro gli Hornets nel frattempo colpiti a 11:25 dal pullup di Shumpert, dalla tripla da second chance di Buddy Hield, dall’appoggio volante di Cauley-Stein e da altre due bombe di Hield (prima dall’angolo destro con multi-rimbalzo e la seconda dalla diagonale destra su transizione) che portavano gli Hornets a 8:20 al time-out necessario sotto di 10 punti.

Al rientro Charlotte cercando la palla sotto per Biz perdeva due palloni finendo ancora battuta da Fox nel mezzo delle azioni offensive.

Finalmente Kemba dopo un inizio incerto salvava a 6:58 in rientro salvando su Hield in transizione (persa di Lamb, pessimo inizio per il numero 3) e a 6:31 in entrata batteva Cauley-Stein guadagnando esattamente a metà tempo altri tre punti con una bomba arresto e tiro in transizione dalla top of the key per l’8-15.

Shumpert con un lungo due punti muoveva il punteggio, quindi dalla parte opposta MKG portava a 10 gli Hornets che guadagnavano altri due punti con la nostra ala che appoggiava dalla baseline destra oltre due difensori (rientro del centro in stoppata tardiva).

A 3:16 Bogdanovic segnava ai 24 dopo aver eluso Graham e la sua pressione mentre Bridges entrava in lunetta a 3:00 dalla fine splittando, la palla rimaneva a Charlotte dopo il secondo tiro (rimessa dal fondo) con Bridges a risolvere con la schiacciata lanciatissima un soffio prima dei 24 per il 15-19.

Bagley portava a casa 4 punti consecutivi tra schiacciata e jumper., Devonte’ da tre andava corto dopo un arresto con il quale mandava al mare la difesa dei Kings ma a 1:05, sull’azione successiva era Willy dalla top of the key a colpir da fuori su scarico di Parker per il 18-23.

Bogdanovic riceveva e appoggiava alto in entrata con la palla a mangiare il primo ferro per entrare in ricaduta e Willy da sotto chiudeva il punteggio nel primo quarto facendo tornare a -5 i Calabroni (20-25)

Walker contro Cauley-Stein. Associated/Press Photo.

2° quarto:

Gran ritmo nel secondo quarto ma brutto inizio per Charlotte colpita da Ferrell dopo una dozzina di secondi.

Bridges con uno spin lento andava oltre il difensore appoggiando in post basso destro ma Bogdanovic segnava da tre a 11:06 e appoggiava oltre i pochi cm di Graham (sfortunato sul tiro precedente il giocatore degli Hornets) sfruttando il mismatch per far salire la propria squadra sul +11 (22-33).

Parker ne metteva dentro due in appoggio ma dalla sinistra la finta di Jackson faceva scivolar via Monk come un toro sotto il mantello rosso per poi esser colpito dal jumper…

MKG a 9:28 iniziava a sprizzare energia offensiva inventandosi un circus shot dal cuore dell’area a contatto con Bagley che commesso fallo incassava anche il libero addizionale.

A 9:16 le parti s’invertivano ma sul fallo di MKG il lungo avversario guadagnava solo un punto in lunetta così l’appoggio di destro di Parker e l’entrata con palleggio behind the back di Monk con cambio direzione e separazione su Jackson era chiuso con un floater comodo per il 31-38.

Marvin dalla destra sbagliava la tripla aperta da scarico ma Willy guadagnava un rimbalzo offensivo (gran lavoro del centro spagnolo a rimbalzo) a 7:58 e 8 secondi più tardi Parker in entrata forzava la difesa dei Kings al fallo.

Pur presentandosi stanco in lunetta Tony metteva dentro due punti ma dall’altra parte Bagley dimostrava di saper tirare anche da fuori pescando la tripla dall’angolo destro.

Poco male se Tony in entrata s’inventava lo spin sotto canestro con il quale mandava a vuoto l’intervento difensivo del marcatore e sulla spinta appoggiava dall’altro lato del ferro eludendo l’intervento del lungo dopo esser passato nel collo di bottiglia dei due.

Era Parker con un pick and rolla fornire a Willy materiale per il sottomano in allungo del 37-41, lo stesso Willy rimproverato da Tony perché su un due contro uno in transizione si mangiava tutto non sapendo che fare finendo per servire la difesa dei Kings in rientro con un pasticcio.

Lamb mancava un appoggio facile mentre Fox a 5:50 attaccando il ferro guadagnava due FT ma ne realizzava solamente uno.

MKG aggiungeva due FT a 5:33 per il -3 mentre dall’altro lato del campo ricorreva al fallo per evitare due pt. certi di Bagley III che dalla lunetta splittava.

Gli errori costavano ai Kings che commettendo fallo su MKG ancora (questa volta Cauley-Stein) incassavano altri due precisi liberi del nostro n° 14.

Ormai prossimi al sorpasso, ironia della sorte era Lamb, fino a quel momento in difficoltà, a segnare il cambio di vantaggio con la tripla da sinistra per il 44-43.

I Kings riuscivano a stare al passo con un paio di contro-sorpassi: il primo era ottenuto da Bagley III al terzo tentativo Kings sulla stessa azione mentre dopo due liberi a segno di Lamb a 4:07 era Cauley-Stein a prendere i punti per il secondo sorpasso (46-47).

Su un’ottima difesa di Charlotte Batum era rapido a far uscir palla così in transizione MKG finiva per schiacciare indisturbatamente mentre su un’altra transizione a 2:32 gli Hornets iniziavano a costruire il vantaggio con il canestro di Lamb per il goaltending di Cauley-Stein rientrato un attimo troppo tardi.

Volava Lamb in diagonale per eludere il difensore e appoggiare in reverse layup ma Hield a 1:46 indovinava un’altra tripla rimettendo pressione a Charlotte, tuttavia dopo 16 secondi Williams rispondeva aiutando Charlotte a riprendere il ritmo partita con Kemba sull’entrata in terzo tempo faceva una mezza finta sul fianco destro nascondendo la palla in avvio di terzo tempo per poi volare oltre Hield e appoggiare due punti.

A :48.7 Batum in layup segnava il +9 e Kemba a :29.3 dall’intervallo portava a 61 i Calabroni mentre rimaneva al palo la formazione dei Re, colpita e affondata da un buzzer beater in fade-away di Walker che in separazione tirava fuori dal cilindro un tiro dal mid-range a una mano che si alzava oltre il braccio proteso alla stoppata di Cauley-Stein.

63-50 all’intervallo dopo la corsa nel finale dei Calabroni che preso il ritmo si fermavano sul più bello per 10 minuti.

3° quarto:

Iniziava con una schiacciata di Cauley-Stein il secondo tempo ma Kemba avvantaggiava gli Hornets con due triple consecutive quindi arrivava un’altra schiacciata del centro californiano che portava il match sul 68-54.

Bjelica in entrata appoggiava al vetro mentre gli Hornets sul largo vantaggio ora provavano comodamente quasi esclusivamente a sparare da fuori: Lamb andava lungo ma sull’azione successiva dopo l’errore di Kemba arrivava la second chance di Marvin che calava una tripla per il 71-56.

A 9:12 era Shumpert a colpire il bersaglio da fuori e dopo l’errore del nostro capitano da tre, Fox passava Lamb in coast to coast venendo colpito lateralmente da Williams sull’appoggio.

Marvin non evitava il canestro con l’impatto ma peggiorava il danno concedendo il terzo punto dalla lunetta al n° 5 ospite.

Ai 24 secondi Kemba infilava l cotone dopo uno scambio prolungato con Batum che portava il capitano a sparare dai 9 metri circa… A 7:30 Hield da tre su Batum contrastava l’avanzata Hornets e Hield mettendo dentro oltre il tentativo di stoppata di Bridges riduceva ulteriormente lo scarto fino ai 7 punti (74-67).

Floater di Kemba corto, dunk a una ano spalmata sul ferro di Lamb, passi di Kemba e tripla corta di Bridges…. Charlotte non riusciva più a segnare ma in difesa costringeva adesso i Kings a lavorare tanto senza ottenere successo: era il caso dell’azione seguente quando le rotazioni degli Hornets erano tempestive e chiudevano tutte le bocche da fuoco dei Kings sull’arco, finiva per tentare Bogdanovic in area ma sbagliava sull’estremo sforzo in stoppata di Bridges che se non arrivava sulla palla influenzava sicuramente il tiro.

Un’altra difesa con air-ball di Bogdanovic chiuso allo scadere dei 24 nell’angolo sinistro da MKG riconsegnava palla a Charlotte che dopo un errore di Lamb copriva ancora ottimamente con Batum un tentativo di taglio verticale con palla che finiva sul fondo…

Finalmente si sbloccava Charlotte con il volo sopra il ferro di Bridges a correggere l’errore da tre punti di MKG, dall’altra parte Bogdanovic al vetro metteva dentro oltre Batum ma dopo l’1/2 dalla lunetta di Bagley, Parker in entrata da sinistra con partenza in palleggio basso a batter l’uomo sul primo passo andava a segnare il 78-70 mentre Batum intuendo un passaggio orizzontale di un Fox raddoppiato e forzato sul post basso destro innescava due FT per MKG (fallo di Fox in rientro).

A 2:04 MKG metteva dentro ancora due liberi per il personale 7/7 mandando Charlotte sul +10.

Nel finale si ritoccava spesso il punteggio dalla lunetta ma la differenza restava invariata con la squadra di MJ a chiuder sull’83-73 il quarto avvantaggiandosi nei TO 10-12, un paio dei quali commessi nel finale dai ragazzi di Joerger.

Un paio di stacchetti delle Honey-Bees in versione leggins “mimetici”.

4° quarto:

L’ultimo sforzo per Charlotte andava in scena nell’ultimo quarto con Bridges subito a prendersi due liberi (splittati), Bagley al secondo tentativo in avvicinamento contro Willy riduceva il gap a 9 punti ma sull’errore in appoggio di MKG dall’altra parte del campo spuntava Willy in tap-in per rifarsi.

Monk serviva un assist verticale per Bridges che ringraziava sulla baseline depositando in leggera girata e poi si andava veloci con canestri da ambo le parti ritrovandosi con due punti di Parker utili a spostare più in là il divario (92-80).

Era lo stesso Parker a fidarsi ancora di Bridges che ultimamente stava solo sparando a salve da fuori: assist corto e semplice ma micidiale nell’angolo destro per Miles che faceva finalmente centro applaudito dallo Spectrum Center a 9:03.

Per un fallo duro di Willy su Giles in entrata verso la schiacciata arrivavano due liberi contro ma il lungo li falliva così Williams colpendo da tre allungava addirittura sul +20 100-80).

Lo scarto si riduceva a 14 e a 6:29 Borrego chiamava un time-out.

Ancora qualche tiro di troppo dall’esterno di Charlotte colpita a 5:13 da fuori da Hield per il 101-89.

A rimbalzo difensivo però era Batum a lottare e a ottenere un fallo dopo il tentativo di Cauley-Stein di portarsi a casa la canotta del francese.

Bonus per un 2/2 provvidenziale a 4:37 anche perché il finale era un po’ convulso a causa di un ritmo che non accennava a scemare.

L’entrata con hesitation di Walker oltre Bogdanovic e layup senza disturbi e il floater piovuto nel nostro cesto a opera di Fox mandavano il match sul 105-93 e nel finale un banker di Lamb e un tentativo di salvataggio di Cauley-Stein che innescava sulla lotta per la palla tra Lamb e Fox la transizione di Kemba per altri due punti, toglievano eventuali residui dubbi sulla squadra vincitrice (109-93)

Finiva 114-95 con gli Hornets a splittare la serie contro i Re dopo la L a Sacramento.

Pagelle

Kemba Walker: 7

23 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 9/21 al tiro che è peggiorato dal 3/10 da fuori. In un momento di stanca o di riposo Charlotte si affida alle sue triple ma non entrano come erano state catapultate le prime due a inizio ripresa, l’altra buona è su uno scambio con Batum presa ai 24 in ritmo e sparata da 9 metri circa… Nel finale non serve ristrutturare il condominio, con piccoli ritocchi da una sverniciata a Sacramento anche se incappa in una stoppata presa da Cauley-Stein che ce l’aveva con lui dopo lo splendido buzzer-beater incassato sulla sirena nel secondo quarto.

Jeremy Lamb: 6

14 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 5/14 al tiro con un inizio difensivo non eccelso anche se i suoi tre primi punti sono quelli che aprono al gara. Sbaglia troppo in attacco poi tre punti dalla sinistra segnano il sorpasso e il declino Kings. 2/7 da fuori e 3 TO. Si salva a malapena…

Nicolas Batum: 6,5

7 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Altra prova convincente del francese che gioca una partita difensiva a salir di tono diventando un baluardo nel secondo tempo. Guadagna due FT nel finale su un rimbalzo difensivo, chiude le linee di passaggio, cerca di stare dietro l’uomo se prova a trovare un vantaggio. Non sono grandi cifre e dal campo ha solo un 1/5 ma la sua difesa quando conta aiuta la squadra anche se perde tre palloni.

Marvin Williams: 6,5

10 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Poco appariscente, mi chiedo a fine match se le sue cifre siano reali ma evidentemente sì, essendo quelle ufficiali. Non perde un pallone e segna nel finale da tre il +20 grazie all’attenzione posta su Kemba in possesso di palla e alla sua buona spaziatura, semplice ma efficace. 3/6 dal campo, in difesa si fa sentire eccedendo un paio di volte con il fallo su Fox in entrata laterale in aiuto all’ultimo secondo che consegna due punti and one alla guardia ospite e per un fallo su Giles in area con spinte che porta l’attaccante in lunetta ma con uno 0/2 che non arrecherà danni.

Bismack Biyombo: 5,5

0 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca poco in serata (9:25), travolto dall’inizio dei Kings accumula un plus/minus di -13 non per particolari suoi demeriti. In attacco Charlotte lo cerca un paio di volte dopo il time-out ma è un centro troppo statico e non se ne fa nulla. A parte la buona stoppata gli riesce poco e Borrego sfrutta la buona serata di Willy.

Malik Monk: 6

5 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca 13:10 perdendo un paio di palloni. L’assist è su una drive frontale con passaggio verticale per Bridges sulla linea di fondo a sinistra del canestro. In attacco può andare ma in difesa ancora lascia un po’ a desiderare a volte, soprattutto è la gestione della palla a non essere ottimale. Nell’ultimo quarto Parker prova a mandarlo in corsa sulla baseline ma lui nel frattempo si era fermato tentando di smarcarsi con una finta.

Michael Kidd-Gilchrist: 7,5

15 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 4/7 al tiro con uno 0/2 da fuori, non il suo pane. 7/7 ai liberi non è niente male, specialmente per lui che combina energia e precisione, non semplice… Una difesa-attacco che porta punti e gli porta in dote un +26 di plus/minus. Gli riesce anche un circus shot contro Bagley che lo porta a realizzare un gioco da tre punti. Quando entra Charlotte inizia a recuperare.

Miles Bridges: 7

15 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 6/9 al tiro e un +13 di plus/minus. Schiaccia il settantaseiesimo punto sull’errore di MKG da fuori con Charlotte bloccata da troppo tempo in attacco. Gli riesce finalmente di segnare anche una tripla dopo u po’ di tempo mentre nella prima parte, dopo aver splitatto dalla lunetta decide di chiuder l’azione offensiva di Charlotte (palla rimasta ai Calabroni con la rimessa dal fondo) lanciandosi a una mano per far esploder lo Spectrum Center con una dirompente jam delle sue… Una volta non schiacciava nessuno, ora è Fly City…

Tony Parker: 7,5

14 pt., 2 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 5/10 dal campo con entrate che portano a sottomano semplici o lavorati come lo spin che inchioda Fox e batte Cauley-Stein o ancora a FT. “Spacciatore” di assist, da quelli semplici ai tentativi in corsa con passaggio bound dietro la schiena che non sempre i compagni valorizzano rendendolo poi assist da tabellino. Una forza per Charlotte che trova punti preziosi, sapienza cestistica e un +12 in plus/minus nonostante un paio di palloni persi. T.F.R., che non sta per Trattamento di Fine Rapporto ma per Tony Factor Ring. Esperienza pluri-anellare…

Willy Hernangomez: 7,5

11 pt., 16 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Carico e aggressivo prende rimbalzi in serie, alcuni dei quali (4) sono offensivi. Commette un fallo duro nel secondo tempo, lotta per tutta la gara. Questa versione dell’iberico mi piace. +20 di plus/minus, mette dentro anche un tre punti finalmente.

Devonte’ Graham: 5

0 pt.. Gioca 9:14 ma l’avversario diretto lo incenerisce. Lui ci prova tre volte da fuori ma è impreciso con lo 0/3 anche se uno gli gira male, tuttavia da Bogdanovic prende in faccia un canestro da sotto per questioni di cm e non sembra tenere molto. Purtroppo per questioni di esperienza, peso e cm, nonostante a tratti mostri una difesa aggressiva che lo stava portando anche a una steal, gli avversari lo individuano come punto debole.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt.. 1:20 per Dwayne, niente di che… finale senza numeri da mostrare nel tabellino.

Coach James Borrego: 7

Squadra inizialmente influenzata e condizionata dal ritmo avversario. Riesce a metter dentro quintetti ben composti che hanno capacità di attaccare, difendere ed essere fisici traendo beneficio qualche volta dal ritmo avversario ribaltando l’azione con fast break. Buona gara, non far deconcentrare la squadra sarà la sua missione per la prossima sfida contro i Suns.

Game 43: Charlotte Hornets @ San Antonio Spurs 108-93


Intro

La vita ci ha provato più volte andando per esperimenti.

570 milioni di anni fa nel Vendiano la fauna di Ediacara (organismi pluricellulari ma forme di vita ancora molto semplici ovviamente) fa la sua esplosiva comparsa ma dall’epoca di Avalon nella quale compare la gamma di forme allora esistenti a quella della White Sea dove aumentano a partire però dal morfospazio completo precedente, all’era di Nama si arriva al declino.

33 milioni di anni più tardi, nel Cambriano sorgono ed esplodono forme di vita con piani anatomici e soluzioni adattative differenti da quelle descritte precedentemente che potrebbero non essere imparentate con quelle del Vendiano.

Questo vorrebbe dire che la “Vita” ci ha provato più volte e alla fine di queste sei trasferte, alla vigilia di Spurs-Hornets mi chiedo se la seconda vita semplice degli Hornets sia un esperimento destinato a declinare e scomparire viste le ultime partite disputate a Ovest dove la squadra non solo ha dimostrato evidenti limiti con un gioco corale molto limitato, una difesa labile e un atteggiamento poco battagliero in diverse occasioni.

Se trovassimo solo alcune pagine strappate di un libro avremmo difficoltà a rimettere insieme la storia raccontata ma essendo recentissima la storia degli Hornets è reperibile e benché non abbiano mai vinto nulla, sicuramente per una decina d’anno durante la prima epoca è stata di una squadra di successo.

Oggi non è più così, il panorama generale NBA è mutato e le contingenze che questa nuova specie di Calabroni deve affrontare sono più ostiche, va da sé che non abbiano potuto modificare i propri tratti genetici come avrebbero voluto ma gli ultimi Calabroni visti sembrano poco imparentati con quelli che tra gli anni ’80-2000 riuscirono a essere una delle squadre più amate globalmente.

Il nucleo pluricellulare della squadra attuale è sempre quello con Walker, M. Williams, M. Kidd-Gilchrist e Zeller (tre scelte al Draft), inoltre da tempo si sono associati altri elementi come Batum, Kaminsky e Lamb dei quali solo l’ultimo apporta qualche beneficio all’organismo degli imenotteri.

E se non nutro grandi speranze, augurandomi per una volta di essere smentito, la testa va al “mercato”, anche se Walker probabilmente rimarrà sino a fine stagione almeno per capire che cosa hanno intenzione di fare Jordan e Kupchak che potrebbero tuttavia mirare a un obiettivo più attuale, quello di vincere finalmente per la prima volta la Division nell’anno dell’All-Star Game in casa ma è evidente che questa squadra ha bisogno d’innesti tosti che portino beneficio ai nostri Calabroni che sembrano inesorabilmente ormai colpiti da un virus.

La partita in breve

A fine partita possiamo dire che l’esperimento di Borrego è andato bene, quintetti nelle varie fasi a volte originali hanno prodotto un risultato sostenuto dalla buona vena della squadra che si è affidata a molte triple per eludere il muro difensivo nel pitturato di San Antonio comunque rotto a più riprese da Walker e Lamb.

Biyombo in difesa finalmente ha dimostrato solidità e anche Willy dopo aver concesso troppo a Aldridge è parso nell’ultima fase di partita disputata più aggressivo facendo sbagliare l’avversario un paio di volte.

Che questa forma di vita dei Calabroni più tenace e resistente adattatasi ai cambiamenti di classifica sia quella buona?

Troppo presto per dirlo ma nella notte Charlotte ha giocato duro vincendo meritatamente contro una squadra priva di Belinelli ma sempre di ottimo livello.

Charlotte inizoiava male la gara subendo un parziale di 3-11 ma tre bombe di Kemba (la prima era stata quella degli unici tre punti iniziali) aiutavano la squadra a risalire dal burrone mentre a 7:12 Lamb sorpassava con due punti sul 16-15.

A 2:43 una tripla di Williams segnava il +10 Hornets ma a fine quarto il vantaggio scemava a 4 punti con il 28-24.

Secondo periodo nel quale ci si trovava ancora a +10 circa a metà (6:12) con un canestro di Lamb su Bertans per il 44-34 ma anche questa volta San Antonio diminuiva il gap rientrando negli spogliatoi in svantaggio 49-43.

Nel terzo quarto la squadra andava in difficoltà offensivamente, un po’ appannata e poco lucida così 4 punti consecutivi di Mills e una put-back dunk di uno scatenato Aldridge segnavano il sorpasso sul 71-72 a 29 secondi dalla fine.

Sembrava finita, classica partita da lasciar andare invece da un errore di Tony al tiro nasceva il volo del Calabrone Bridges che sopra il ferro schiacciava a due mani, inoltre Parker costringeva Forbes all’infrazione di campo e regalava l’assist per il buzzer-beater di Williams che sulla luce rossa generava ossimoricamente te punti gelando il pubblico texano sceso sul -4.

Nell’ultimo quato Kemba arrivava a 7 triple ma era MKG a 5:15 a pescare il bonus con un open 3 dalla destra per il 93-87 in una fase punto a punto del match.

A 4:46 Biyombo raccoglieva su un’entrata contrastata da Aldrige e contestata da Kemba che chiedeva il fallo ma i due punti del congolese più l’and one ci lanciavano sul 96-87.

A 3:10 ecco arrivare la bomba definitiva di Kemba che mandava la partita ai titoli di coda sul 101-89 perché San Antonio ci provava anche con i raddoppi ma veniva punita un paio di volte sul giro palla, prima con due liberi di Marvin e poi con il sottomano di Batum a 1:03 (105-93) che indovinava anche la tripla finale a :22.4 spezzando la lunga serie di sconfitte della franchigia (Bobcats/Hornets) ad Alamo.

Finiva con Tony dagli occhi lucidi acclamato dal pubblico nonostante il risultato, finalmente un bello spot per lo sport…

9/11 dalla lunetta per Charlotte e 10/12 per gli Spurs che avrebbero dovuto vincere a rimbalzo invece hanno finito per perdere 45-36 grazie al gran sforzo difensivo di Charlotte che ha aggiunto 7 rubate e 4 stoppate.

Nelle percentuali di tiro : 46,7% FG CHA, 46,3% SAS, 36,1% 3FG CHA, 35,0% SAS.

Sui 7 TO pari Charlotte nel finale, oltre a trovare una striscia di 7 canestri consecutivi non perdendo più palla, ha costretto San Antonio a perdere altri 5 palloni chiudendo quindi la statistica TO sopra 7-12…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Gasol portava a casa la palla a due e Aldridge i primi due punti con leggero fade-away da fermo oltre Biyombo pur da distanza non ravvicinata.

A 11:23 Kemba faceva mettere il capo avanti ai Calabroni grazie a una tripla ma White dal corner destro colpiva pesantemente per il controsorpasso sul 3-5 mentre dall’altra parte Batum da fuori era sfortunato con un in & out da tre punti.

Gli Speroni allungavano con un jumper di DeRozan marcato da Batum mentre gli Hornets che continuavano ad affidarsi al tiro da fuori rimanevano fermi un altro turno con un impreciso tiro da tre di Lamb.

Gasol con due FT (fallo di Biz per clamorosa dimenticanza di Kemba sulla rotazione) metteva dentro due punti e Aldridge dalla baseline allungava ulteriormente con un tiro oltre Williams per il 3-11.

Charlotte rimontava con un FT jumper di Lamb, una tripla di Marvin a 8:43 e anche se DeRozan infilava un turnaround banker dal bordo sinistro dell’area a 8:16 Walker dalla diagonale destra colpiva il bersaglio con un altro tiro pesante per l’11-13.

Forbes sbagliava il tiro ma il rimbalzone di Aldridge costringeva al fallo preventivo Lamb che consegnava a 7:51 due punti al lungo avversario dalla lunetta.

A 7:42 arrivava la terza tripla su tre tentativi per Charlotte firmata Kemba e su un passaggio corto di Lamb per Biz la nostra guardia si vedeva tornare indietro la palla sul tocco dei difensori in chiusura, floater ravvicinato e vantaggio sul 16-15.

A 6:58 White di forza portava a casa un due punti and one ma dopo la stoppata di Biz sul turnaround di Aldridge Lamb metteva dentro un altro pullup per andare a pareggiare a quota 18.

Jeremy diveniva protagonista sbagliando un altro tiro, andando a stoppare Forbes e segnando a 5:07 dalla diagonale destra una tripla che portava Charlotte sul +3.

A 4:50 il nostro numero 3 lasciava il campo per fare entrate un applauditissimo Parker mentre sull’altro fronte DeRozan mancava un paio di tiri gli Hornets ne mettevano due con Kemba intervallati da un errore di Parker che ci riprovava successivamente all’uscita di Biz ma il suo tentativo era stoppato da dietro da Bertans.

A 2:43 Williams da sinistra apportava altri tre punti alla causa della squadra di Borrego portando sul 28-18 la partita mentre lo sforzo in uscita di Monk probabilmente influenzava la tripla di Baertans finita sul ferro.

Parker non teneva fisicamente sull’entrata di DeRozan con l’ex Raptors a metter dentro due punti ma si permetteva a 1:56 di sbagliare l’addizionale.

Parker, evidentemente emozionato sbagliava il jumper dalla media mentre San Antonio rimontava con il pullup di Bertans su Bridges e Aldridge che lavorando in post basso alla fine aveva ragione sulla nostra difesa (28-24) nonostante il raddoppio.

Finiva così il primo quarto.

Buona serata per Batum soprattutto a livello difensivo dove contiene DeRozan ma devia anche un passaggio a Bertans, in generale aiuta lo sforzo della squadra a non far avvicinare gli Spurs a quota 100…

2° quarto:

Bridges inaugurava il secondo mettendo a segno due punti, ci riprovava da tre ma andava stortissimo, tuttavia in difesa recuperava un buon rimbalzo e a 10:52 il little floater del compagno Monk agevolava l’aumento di gap sino al +8.

Monk prendeva una stoppata cattiva da Poeltl e Bertans dalla diagonale destra con il siluro da fori colpiva per il -4 (32-28) con Borrego lesto a chiamare la pausa a 9:58.

Il rientro di Lamb portava subito a due punti grazie al suo floater poi era Devonte’ a lanciare lunghissimo dalla nostra metà campo sopra Cunningham che sfiorava la palla in salto, sfera che perveniva a Bridges per due punti semplici.

Poeltl in sottomano facile segnava grazie all’uscita di Willy in rotazione ma a 8:35 Bridges segnava con un soft floater di destro accolto benevolmente da ferro e tabella.

Parker sbagliava il quarto tiro ma da dietro il difensore spuntava Willy bravo a metter dentro in tap-in senza spingere per il 40-32.

White da sotto accorciava ma una sorprendente dunk aggressiva a due mani di Hernangomez dopo un pick and roll con pocket pass di Graham era manna per gli occhi.

White nel traffico era stoppato da Batum che faceva buona guardia successivamente anche sul tiro di DeRozan mentre a 6:12 il tiro dalla parabola alta di Lamb su Bertans dal mid-range sx finiva dentro per il +10 (44-34).

Il time-out di San Antonio portava benefici ai locali che lentamente rimontavano con 4 punti di Aldridge intervallati da una tripla di Kemba a 4:22 data erroneamente per due punti dagli arbitri e corretta all’intervallo.

Kemba iniziava a sbagliare qualche tiro, Lamb anche, San Antonio arrivava sul 47-43 con un turnaround di Aldridge che da sotto, ben posizionato tagliava fuori MKG dietro di lui, troppo sotto il ferro.

Una transizione chiusa da Kemba con il soft floater decretava la fine delle marcature nel primo tempo anche perché Walker con un passaggio troppo basso su un altro fast break mandava la palla in rimessa laterale e Bridges, entrato a :03.5 secondi dal termine era attento andando a disturbare l’ultimo tentativo da fuori di Bertans.

Parker prova a contenere Mills. Photo: Ronald Cortes/Contributor

3° quarto:

Biz inaugurava il secondo tempo con due liberi, i primi per gli Hornets (questo la dice lunga sulla considerazione della squadra anche se SAS non ha commesso molti falli nel primo tempo, un paio mancano, quelli di Walker colpito in faccia in penetrazione) che conquistavano un rimbalzo difensivo con Biyombo che in attacco a rimorchio di Kemba riceveva nel cuore dell’area e tirando a una mano sul ferro lungo vedeva impennarsi la sfera ricadendo nel cotone per il +10 (53-43).

Aldridge da sotto si alzava facile su un paio di difensori ma Kemba un soffio prima dei 24 ricevendo da Lamb sparava ben oltre la top of the key e Aldridge un dardo avvelenato da tre punti che s’infilava nella retina direttamente…

Un fallo dato contro Biz su Aldridge portava l’ex Pioniere a metter dentro a gioco fermo mentre DeRozan schermato ne aggiungeva due per il 56-49.

Batum rispondeva con un runner dalla parabola bassa che s’inabissava nella retina ma Aldridge da sotto ne metteva altri due arrivando a quota 20.

Lamb con l’arresto in area si faceva spazio grazie al body contact con il difensore per una specie d semigancio che finiva dentro ma White e DeRozan ne mettevano due a testa per il -5 (60-55), Kemba a 6:38 aveva ancora la forza per risponder da tre (andando a destra dietro lo schermo di Willy) per la sesta tripla di serata.

Rispondeva Bertans con la specialità da fuori poi toccava a Willy metter dentro ma dall’altra parte con out Biz per 4 falli, Aldridge trovava vita facile contro lo spagnolo.

Gli Hornets resistevano dopo il canestro di White con Willy a metter dentro di sinistro sullo scarico di Parker ma dall’altra parte Aldridge passava Willy facilmente per il poster a una mano.

A 3:53 il sottomano di Kemba che arrivava a 26 punti in 24 minuti (qui manca un altro libero per la spinta subita) valeva il 69-64 ma a 3:38 DeRozan perso per un attimo sotto canestro rimetteva il possesso lungo tra i due team.

Bridges in raddoppio aiutava a far sbagliare il tocco in entrata di Forbes mentre sull’altro fronte Parker segnava i suoi primi due punti in pullup.

Finalmente Willy (Borrego durante il time-out deve averlo spronato) difendeva di fisico costringendo all’errore sul jumper Aldridge ma un paio di tiri di Mills portavano a ridosso la squadra del Pop che sorpassava inevitabilmente d’inerzia a:29.9 quando su una transizione arrivava la put-back dunk di Aldridge.

Parker mancava un’altra soluzione in jumper ma sopra il ferro volava Bridges che schiacciava a :09.6 per il vantaggio, Tony con la pressione sulla linea di metà campo sulla rimessa Spurs costringeva Forbes alla persa per infrazione di campo e sulla sirena il Tornado parigino scaricando a Marvin in angolo sinistro regalava la tripla alla nostra PF che sulla luce rossa decretava il 76-72.

33 punti per l’incontenibile Walker che torna a spingere… Photo: Darren Abate/Associated Press

4° quarto:

Parker iniziava bene anche l’ultima frazione con il piazzato lungo, DeRozan rispondeva con il turnaround su MKG poi Mills con il canestro da posizione frontale minacciava ancora da vicino gli Hornets (78-76) ma Parker aiutava con uno swooping right hand, tuttavia un incredibile turnaround 3 di Mills oltre Williams riduceva lo scarto al minimo (80-79) a 10:46.

MKG difendeva bene sulla linea di fondo, DeRozan palleggiava su Kemba e alla fine a 8:15 segnava Parker a 8:15 in coast to coast dopo un tiraccio storto di Mills alla destra.

Poeltl invece sembrava ormai prommimo a metter dentro due punti lanciatosi olrtre Kemba ma il capitano praticamente faceva velo a MKG che andava come una porta a scorrimento a bloccarsi davanti al pitturato stoppando alla grande l’austriaco e a 7:53 Lamb, spostato in entrata allungava dalla lunetta sull’84-79 arrivando a 17 pt..

DeRozan da tre non segnava, palla ancora ai texani che dopo il rimbalzo offensivo ci provavano con White tenuto da Williams ma nulla da fare…

Charlotte non sbagliava un colpo, questa volta la corsa di Walker a passare il lungo austriaco per l’appoggio aveva una replica sull’altro fronte con Mills da tre punti a batter MKG.

Charlotte chiamava il time-out e Lamb al rietro falliva l’occasione mna a rimbalzo Biz subiva fallo quindi gli Hornets avendo un’ulteriore occasione andavan dentro con il runner di Walker che regalava l’88-82 a Borrego.

Un turnaround sulla baseline sinistra di Aldridge era elegante ed efficace ma il fade-away di Lamb per il 90-84 dava un po’ di respiro prima che SAS dimezzasse lo svantaggio a 5:39 con la tripla di White.

A 5:15 Lamb passacva corto in orizzontale per MKG che piazzato sul lato destro spiazzava la difesa di San Antonio trasformando la tripla aperte per farci riprendere i sei punti di vantaggio e quando un’azione in entrata di Walker sulla quale lo stesso Kemba chiedeva il fallo inutilmente mentre alla fine Aldridge chiudeva era continuanta da Biz che appoggiava due punti (4:46) in caduta ottenendo anche il libero del 96-87 la gara prendeva la via di Charlotte.

DeRozan forzava su MKG e Biz non segnando mentre a 4:15 Biz andando ancora in lunetta portava sul 7/7 complessivo le occasioni di Charlotte a gioco fermo.

Anche Aldridge cadeva vittima di un raddoppio fallendo il tiro ma Forbes a 3:33 con un lungo jumper da due riportava a una cifra il divario (98-89).

Marvin non segnava ma un rimbalzo offensivo di Biz dava l’opportunità di second chance agli Hornts presa ancora dal capitano che a 3:10 sferrava il colpo decisivoscagliando la freccia da tre pnti del 101-89.

Batum a mani alzate in salto fermava da vicino la rimessa laterale destra di DeRozan, poi dopo lo 0/2 ai liberi di Biz arrivava il lungo due di Forbes per il -10.

Charlotte batteva il raddoppio sull’uomo facendo girar palla arrivando in lunetta a 1:26 con Williams fermato sul sottomano da Aldridge in maniera irregolare.

2/2 poi azione simile con Batum a metter dentro da sotto a 1:03 il +12, francese che poi a :22.4 segnava l’ultimo tiro della partita da fuori fissando il 108-93 finale per l’insperata ma meritata vittoria di Charlotte.

Pagelle

Kemba Walker: 8,5

33 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. 13/27 al tiro con 7/13 da fuori con una sola palla persa. +16 di plus/minus. Già carico prima della gara mentre sprona i compagni, inizia infilando tre bombe consecutive. Finirà con 7 con quella decisiva a 3:10 dalla fine. Prende almenno una manata in faccia e uno spintone su due entrate differenti ma alla terna non è simpatico e non fischiano. Pazienza, le entrate vanno entrambe a segno. Ha una fase nella quale spara a salve ma per lo più è pericoloso. Nel finale DeRozan lo omaggia del pallone tirandoglielo addosso così arriva la steal e sui raddoppi finali è bravo a far girar palla senza rischiare di perderla in palleggio.

Jeremy Lamb: 8

19 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 8/15 al tiro. 2 TO ma un +19 che la dice lunga. Con l’attacco un po’ incartato quando rientra a prime rotazioni in corso mette subito il tiro, più preciso in jumpe rispetto l’ultima gara, riesce a ritagliarsi spazi per il tiro in varie maniere. Il floater è sempre morbido, elegante e soprattutto preciso. Bello in canestro contro Bertans da sx dell’area con l’arco/parabola alto/a.

Nicolas Batum: 7,5

7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Più solido in difesa, DeRozan non combina quasi nulla quando c’è lui, tocca un pallone a Bertans e addirittura su una rimessa nel finale, saltando con le mani alzate riesce a portar via la palla a San Antonio. Bella una sua entrata con il runner dalla parabola quasi orizzontale.

Marvin Williams: 7

11 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 3/6 al tiro. Un paio d’errori nel finale che questa volta non costano caro perché i compagni rimediao ma anche due punti dalla lunetta sul giro palla che lo porta a spingersi in area e recuperare il fallo di Aldridge.

Bismack Biyombo: 8

9 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Bella la stoppata in post basso sul turnaround di Aldridge. Lui ne prende due ma mette gli altri due tiri, compreso quello sulla barra orizzontale che collega tabella a canestro ch e s’impenna e finisce nella retina. Nel finale è attento. Si pianta per terra reagendo bene alle finte di Aldridge che lo batte un paio di volte con la sua classe in turnaround o da sotto ma poi nel momento topico è lui a vincere il duello. 5/7 ai liberi per lui è un ottimo risultato, i cinque punti ottenuti nei momenti che contano mentre lo 0/2 arriva a partita quasi vinta.

Malik Monk: 5,5

2 pt., 1 rimbalzo in 4:51. Gioca poco, anche perché è un prendi e tira ma alla fine fa 1/2 da due punti e 0/3 da fuori, statistiche che avvantaggia il rientro degli Spurs.

Michael Kidd-Gilchrist: 7

3 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Una difesa al limite sulla linea di fondo accompagnando l’attaccante oltre, una stoppata a due mani su Poeltl notevole sull’82-79 e almeno un paio di raddoppi decisivi, uno su DeRozan e un altro insieme a Biz a influenzare un tiro mancato da Aldridge nell’ultimo quarto. A 5:15 mette la tripla aperta sullo scarico di Lamb per l’83-97. Se prima battaglia a fasi alterne, nell’ultimo quarto a parte un tiro mancato e poco altro, diventa un fattore nonostante l’1/5 dal campo. Una palla persa e -3 di plus/minus.

Miles Bridges: 7,5

8 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. 4/5. Solido, a fine secondo quarto entra in campo a tre cecondi e mezzo m è bravo a contrastare la tripala dgli Spurs che non segnano. In attacco raggiunge il top con il volo con schiacciata atomica sopra il ferro nel finale di terzo quarto. Un canestro importante perché ferma l’inerzia Spurs e ci permette di tornare

Tony Parker: 7

8 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 4/12 al tiro e con un inizio da 0/4 (emozionato?) dove si prende anche una stoppata. Gioca bene invece a cavallo del terzo quarto e l’ultimo mettendo canestri importanti o smistando assist. Recupera nella seconda parte un inizio brutto. Acclamato dal pubblico di San Antonio, nel finale ringrazia con gi occhi lucidi.

Willy Hernangomez: 6,5

8 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Qualche canestro con buoni movimenti in attacco compresi i pick and roll ma in difesa viene passato troppe volte. Dopo un time-out nonostante la differenza di peso con Aldridge a vantaggio del secondo inizia a lottare e a far sbagliare il lungo avversario ma vien tolto presto per il rientro dei titolari.

Devonte’ Graham: 6,5

0 pt., 4 assist. Gioca quasi 11 minuti, nel finale si fa battere dall’attaccante un paio di volte mentre da tre chiude con uno 0/2 da fuori ma è un buon uomo assist. Bello quello undiagonale che passa appena sopra la mano alzata di Cunningham in salto e pesca Bridges per due punti ma anche quello rapido tascabile per il centro spagnolo.

Coach James Borrego: 7

Forse vuol far bella figura contro il suo maestro Pop e a tratti ci riesce con la squadra che si cerca di più e in alcune occasioni riesce a depistare la difesa avversaria anche se ad esempio un tiraccio open da tre di Bridges non concludeva l’azione in maniera altrettanto bella. La difesa vince la partita e forse, almeno per un breve pezzetto di gara, riesce a motivare anche Willy. Gli uomini son sempre quelli, i alcuni frangenti i quintetti particolari funzionano o comunque si cambia in corsa. Una mano gliela danno Kemba e Lamb in attacco ma anche Bridges è più coinvolto, Devonte’ gioca e serve assist, Monk l’unico giovane che nella notte non rende ma almeno giocano e imparano al contrario dell’era Clifford… Mi piacerebbe vedere anche Chealey presto, l’unico mai sceso in campo (contratto two-way).

Game 42: Charlotte Hornets @ Sacramento Kings 97-104


Intro

Altra battaglia navale in back to back sulla costa pacifica.

Gli Hornets pirati per nulla corsari contro i Re difesi dai bucanieri con gli Hornets a cercar di strappare una disperata vittoria, one victory in One Piece style.

E allora capitan “Rubber” Kemba deve ritrovare la tenacia e il coraggio da infondere a compagni caduti troppo presto in una sorta di non resistenza tanto che anche Borrego ha espresso l’auspicio di vedere la squadra tornare a lottare ed essere resiliente ammettendo che la squadra a Portland “ha passeggiato” direi io in sostanza…

Passaggio a vuoto preoccupante a Portland dopo due giorni di riposo e su un campo dove i Bobcats/Hornets non vincono dal 2008 e in teoria avrebbero dovuto esser più motivati…

La parola oggi quindi passa al campo dopo lo sbarco perché come nel manga e nell’anime di One Piece la storia è ancora in sospeso (l’autore, Oda deve ancora terminarla) e le battaglie sulla rotta maggiore si susseguono giorno dopo giorno e se non serviranno per trovare il tesoro e diventare Re, almeno per approdare a un finale a lieto fine con i playoffs conquistati con merito potrebbero portare a sviluppi futuri più floridi…

La partita in breve

Partita in bilico per quasi tutta la gara.

Hornets che ritrovano lo spirito per lottare ma che finiscono ancora K.O. per la quarta volta su cinque partite all’Ovest.

Sacramento nei finali ha spesso allungato o rimontato, sfruttando sia la mancanza di concretezza della panchina di Charlotte, sia il fattore campo.

Succedeva così nel primo quarto con la partita sul 25 pari ( tripla frontale del pareggio di Graham a 2:25) e allungo Kings sino al 29-35.

Charlotte giocava un buon secondo quarto riuscendo con un sottomano di Kemba ad arrivare sul +6 (57-51) ma Bogdanovic nel finale faceva fischiare una tripla nel cotone per il 59-57.

Nel terzo quarto gli Hornets a 6:42 si portavano su un 70-65 con una bomba di Batum ma l’ingresso in campo di Hernangomez che sbagliava 4 tiri consecutivi ai liberi favoriva il sorpasso della squadra di Joerger che con Hield depositava in sottomano il 70-71.

Aggiungete una persa in più senza Zeller che evidentemente in questa squadra sa rendersi piuttosto utile.

Charlotte riusciva a scavalcare nuovamente e a impattare a quota 74 con l’unico lampo di Bridges in schiacciata.

I Kings però riuscivano a prevalere arrivando sul 76-82 con un pullup di Bogdanovic su Marvin.

Nell’ultimo quarto I Kings con un parziale di 10-0 volavano sull’80-92 ma Kemba con sei punti consecutivi, aiutato da una tripla di Graham piazzavano un contro-parziale di 9-0 che riapriva il match.

Purtroppo il mancato aggancio di Marvin che mancava il siluro da fuori favoriva la tripla di Hield che a 5:00 dalla fine distanziava di sei unità Charlotte.

A 1:29 la tripla di Batum serviva ad accorciare sul -5 (94-99) ma nonostante gli sforzi difensivi Charlotte finiva per soccombere 97-104.

Fondamentale il ritmo impostato da Sacramento che è la seconda squadra della lega per il più veloce pace, il quale ha costretto Charlotte a 18 palloni persi, 6 in più della propria media (circa) da primo posto… Anche il 59,1% dalla lunetta di Charlotte ha pesato molto con 8 tiri mancati (13/22). La vittoria a rimbalzo 56-49 e quella nelle stoppate con 11-5 a poco son servite. I Kings hanno tirato leggermente meglio: 40,9% FG CHA, 41,4% SAC, 33,3% 3FG CHA, 37,8% SAC.

Bogdanovic dalla panchina ha finito con 22 punti, la coppia di guardie Fox/Hield con 21 punti a testa e Cauley-Stein ha messo a segno una doppia doppia da 12 punti e altrettanti rimbalzi. Anche Bagley da segnalare.

Per un certo periodo una spina nel fianco con 11 punti e 9 rimbalzi.

Notte negativa sugli altri campi perché i Pistons passano a LAC 104-109, Miami in casa batte i Grizzlies 112-108 e Orlando in Florida vince 105-103 sui Celtics…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Cauley-Stein vinceva la palla a due per i Kings che andando a vuoto diverse volte a inizio partita concedevano a Biyombo due canestri: Il primo in sottomano su un bound pass dalla sinistra di Kemba e il secondo in turnaround dal cuore dell’area.

I Kings segnavano il primo canestro con Hield in correzione sopra il ferro e pareggiavano con Shumpert che dopo esser stato stoppato da Biz, si avvaleva di due rimbalzi offensivi Kings per attaccare il canestro con efficacia.

Kemba spareggiava il risultato con una tripla a 9:24 ma il botta e risposta tra le due squadre continuava con il crossover di Fox che in entrata batteva Kemba e Biyombo sotto canestro in aiuto pareggiando per il fallo subito dalla lunetta… Kemba riportava in avanti i nostri con lo step-back letale dalla destra su Cauley-Stein che tuttavia pareggiava (9-9) in fade-away.

Sul fronte offensivo era sempre Walker a dare la spinta a Charlotte guadagnando a 7:39 un contatto con Fox furbescamente sullo schermo alto di Biz.

Sulla shooting motion Fox cozzava su Kemba che ringraziava e dalla lunetta riportava sopra di tre i Calabroni che segnavano anche con Lamb che proveniente da destra sulla linea di fondo riceveva un bound pass verticale di Batum che muovendosi in direzione opposta congiungeva la palla all’attaccante che da sotto segnava ma a 6:54 Bjelica pareggiava da tre punti e trenta secondi più tardi Hield dalla diagonale destra da tre portava in vantaggio per la prima volta i Kings (14-17).

Cauley-Stein segnava su una second chance e Borrego ricorreva al time-out.

Dentro MKG, Willy e Bridges, il primo si distingueva subito per due errori sotto, rimbalzi recuperati sugli errori e fallo subito per un ½ in lunetta…

Walker commetteva un turnover cercando Monk ma sull’azione seguente lo stesso Kemba giunto al capolinea della linea di fondo riusciva a oltrepassare il difensore con un passaggio nell’angolo sinistro ancora per Malik che esplodeva la tripla del -1 (18-19) quindi arrivava un canestro per parte ma Fox a 3:29 e a 3:12 andava due volte in lunetta (la seconda in bonus innescato da un fallo in transizione su una palla alzata per Willy persa dal nostro centro in area) per portare la squadra di Joerger sul 20-25.

Monk chiudeva l’entrata rapida di destro dopo aver salutato Bogdanovic e a 2:25 senza marcatori davanti Graham auto-produceva la tripla del pareggio dalla top of the key.

Bogdanovic da sinistra segnava sul rookie un lungo sue punti e su un passaggio offensivo intercettato a Willy Bagley finiva in lunetta sulla transizione con i Kings a imporre un ritmo veloce.

Bagley tuttavia mancava entrambe le occasioni e su un pick and roll con Monk a 1:31 Willy lanciato segnava due punti fallendo ancora però il libero addizionale impattando comunque a quota 27.

Nel finale un coast to coast di Ferrell, una tripla da transizione di Bogdanovic dalla diagonale destra con MKG rinculato troppo e un’altra bomba di Bogdanovic dal lato sinistro con Lamb a francobollarlo, avvantaggiavano Sacramento che si portava sul 27-35 prima che un buon floater di Lamb chiudesse le ostilità dei primi 12 minuti sul punteggio di 29-35.

Lamb in schiacciata ma non raggiungerà nemmeno la doppia cifra in serata con gli Hornets ancora sotto i 100 punti…

2° quarto:

Monk iniziava bene percorrendo la linea di fondo destra e alzando una palla da sotto a due mani per accorciare ma Sacramento metteva dentro due punti rapidi.

Lamb era fermato irregolarmente da Bjelica sull’entrata dopo aver passato lo schermo di Williams.

2/2 a 11:05 con Graham che sull’azione seguente successiva shakerava un paio di difensori con un double crossover per volare a canestro depositando il sottomano del 35-37.

Giles III dal cuore dell’area colpiva con un gancio nonostante un paio di difensori provassero a fermarlo ma dall’altra parte a dare la scossa ci pensava MKG che in corsa quasi orizzontale da sinistra ricciolava un po’ verso canestro per sferrare una mazzata oltre Bjelica chiudendo con una possente jam anziché con il solito appoggio.

Ferrell rispondeva da tre ma Lamb chiuso da un paio di difensori in entrata passava intelligentemente indietro dove Marvin, liberissimo sulla sua mattonella (diag. sx) colpiva da fuori alzando il punteggio sul 40-42.

Charlotte non approfittava di qualche passaggio a vuoto avversario sbagliando diverse occasioni provando a tenere il ritmo dei padroni di casa così Hield, aiutato dal primo ferro vedeva varcare la sfera oltre la retina per un tiro da tre punti lanciato da sinistra.

Batum con un vertical pass invitava Bridges al back-door lungo la linea di fondo ma Miles fermandosi sul più bello lasciava la sfera correre out allungando la lunga striscia di TO di Charlotte a sfavore sul 10-3…

Kemba in entrata andava da due punti, Shumpert, freddo al tiro mancava ancora un canestro e dall’altra parte pur rischiando di portar via palla a Williams, si faceva aggirare sulla linea di fondo commettendo anche un fallo a 5:03 grazie al quale Marvin portava a casa il gioco da tre punti che pareggiava la gara a quota 45.

Fox dalla lunetta riportava sopra i Re (fallo di Kemba), MKG spingeva con l’appoggio al nuovo pareggio e Batum da tre dall’angolo destro sparava la tripla su servizio corto di Lamb per il vantaggio ritrovato (50-47).

L’arcobaleno di Bogdanovic valeva il -1 ma a 2:52 un’entrata selvaggia di MKG consentiva agli Hornets di riprendere tre punti di vantaggio subito persi sull’alley-oop di Cauley-Stein con Biyombo lontanuccio dal ferro.

A 2:18 MKG risolveva l’intricata situazione ai 24 sparando da tre e colpendo per il 55-51.

MKG e Batum si facevano valere in difesa ma Lamb sprecava un paio di palloni in attacco e Kemba usando il ritmo depositava il +6 in sottomano.

A :39.3 Fox colpiva andando oltre uno stremato MKG che ricorreva al fallo regalando l’azione da tre punti poi su un inbound pass dal fondo Graham passava a Lamb che schiacciava presentandosi sotto il ferro pur spostato da dietro dal difensore.

Bogdanovic in uscita sulla diagonale sinistra non era preso da Williams che perdeva l’equilibrio e si finiva all’intervallo sul 59-57 Hornets.

MKG su Bogdanovic. Buona partita difensiva per la nostra ala ma nel finale va commettendo qualche errore di troppo in attacco.

3° quarto:

Inizio confuso di quarto con errori da ambo le parti fino alle triple di Kemba a 10:51 e di Fox a 10:38 quindi toccava a Batum grazie a un blocco alto di Williams puntare a canestro per posterizzare di destro Cauley-Stein…

La difesa di Charlotte si chiudeva bene a riccio e su una ripartenza Kemba depositava facilmente il layup del 66-60.

Il capitano però subendo un fallo successivamente su un’azione simile rimaneva a terra, palla out.

Si giocava ma gli Hornets ricorrevano al fallo per bloccare l’azione con Kemba out per qualche minuto.

Cauley-Stein segnava da sotto ma poi gli Hornets resistevano con la stoppata in corsa da dietro di Batum su Hield, Shumpert sbagliava un tiro e Batum intercettava ancora un passaggio diretto all’angolo sinistro.

A 7:28 rientrava Walker che allungava splittando dalla lunetta (fallo di Bjelica).

Hield era stoppato nuovamente da Batum ma sulla second chance Shumpert colpiva da tre per il 67-65.

A 6:42 Batum trovava un big shot da tre contro il centrone Cauley-Stein ma Fox con un’ottima entrata ritmata e una palla rubata a Kemba portava 4 punti nelle casse dei Kings che tornavano prima a -1 e poi superavano con Hield, anche perché nel frattempo Hernangomez in lunetta con lo 0/2 ci faceva rimanere al palo.

Willy, chiuso nell’angolo sinistro provava ad aggirare Fox correndo sulla linea di fondo, chiuso in seconda battuta ma arrivava il fallo e altri due FT, purtroppo il centro iberico sbagliava ancora clamorosamente ambo le occasioni a 4:18.

Kemba rischiava in entrata ma depositava di sinistro oltre Giles III per il 72-71.

Hield con un rim/glass da tre ancora “fortunato” batteva nuovamente Bridges che in attacco trovava il primo canestro decidendo di andare a schiacciare a tutta velocità superando Hield pareggiando a quota 74.

Bagley deviava al volo dopo un suo errore fallendo il libero addizionale poi schiacciava servito dalla linea di fondo.

In attacco Willy non segnava, Bridges era stoppato poi ancora Willy commetteva passi in partenza sul palleggio e Bagley faceva la differenza segnando il sesto punto consecutivo…

MKG attaccando con ottima estensione dell’arto destro depositava al plexiglass il -4 ma il pullup di Bogdanovic in area oltre Marvin chiudeva i giochi a fine terzo quarto sul 76-82.

Sul banco degli imputati c’è il centro spagnolo, qui in mezzo alla difesa dei Kings con Shumpert in primo piano.

4° quarto:

Bagley ci provava ancora a inizio quarto ma MKG rimanendo piantato in post basso nonostante il contatto con il corpo riusciva a stopparlo quindi, dopo aver sbagliato una tripla Monk correggeva la mira infilando il cesto da fuori su assist di Graham dal fondo a 10:55.

Bogdanovic sbagliava, riprendeva il rimbalzo e si faceva stoppare da Marvin ma dall’altra parte Jeremy anziché attaccare il ferro provava il jumper fallendo ancora.

Gli Hornets si chiudevano in area, Bagley aveva un gesto di stizza poco dopo essersi visto togliere il pallone e gli arbitri propendevano per il tecnico ma a transizione in corso rovinando l’azione di Charlotte…

Il libero realizzato ci portava sull’80-82 ma la possibilità di sorpasso era sprecata da una tripla a vuoto di Williams e dall’altra parte Bagley con la tripla dal ferro amico ci spediva sul -5.

Bogdanovic con un’entrata frontale semplice lasciava il segno e Borrego a 8:47 chiamava il time-out.

Monk in attacco però sparava un air-ball e commetteva passi sull’arresto in corsa sull’azione seguente mentre Jackson salvava la palla in qualche maniera dal fondo e servendo Bogdanovic nell’angolo destro lo invitava alla tripla del +10 (80-90) Sacramento.

Ancora il serbo in corsa riceveva sotto appoggiando per il parziale di 10-0 Kings…

Charlotte anziché cedere provava a rimontare con Kemba che segnava da tre e poi ondeggiando trovava il body contact con Cauley-Stein sul rilascio al vetro per due punti e tiro libero a segno per l’86-92.

La difesa degli Hornets faceva buona guardia, Bogdanovic e Fox non segnavano mentre Graham sulla sinistra si spostava verso la linea di fondo sull’uscita in salto di un attardato Bogdanovic che vedeva il rookie mettere la bomba del -3 a 5:37…

La partita però volgeva l peggio quando Marvin mancava la possibilità di aggancio sparando una seconda tripla a salve e Hield a 5:00 dalla fine non perdonava da fuori per l’89-95.

Kemba segnava due punti e Cauley-Stein su una palla vagante commetteva in attacco il quinto fallo personale ma dopo l’errore di Walker al tiro il centro avversario schiacciava in alley-oop mandando in tilt la camera sopra il canestro.

Hornets che sbagliavano troppo e l’allungo di Hield per il 91-99 valeva molto perché a 1:29 arrivava la tripla di Batum ma lo scarico per Hield, solissimo fuori valeva ancor di più per i Kings che beneficiando della tripla da +8 si sentivano al sicuro anche se Batum con una rubata sulla linea di fondo avversaria sul tiro di Graham non si arrendeva procurando a Kemba un pallone che tentava di spedir dentro dopo uno spin che lasciava lì Fox che rimediava astutamente da volpe con il fallo.

Kemba con un ½ non soddisfaceva, dall’altra parte Fox in sottomano ne aggiungeva due mentre Kemba, colpito sulla partenza dell’azione involontariamente da Bogdanovic allo stomaco vagava piegandosi verso la panchina.

A :5.4 Batum guadagnava 3 FT, due dei quali a segno (97-104).

Finiva così perché sul TO Kings Bridges da tre scagliava una mattonata che decretava l’impossibilità di continuar la lotta negli ultimi secondi…

Niente Jolly Roger issata a Sacramento quindi nonostante il trend degli ultimi ani fosse positivo…

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

31 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata. 11/24 Chi altri se non “Cappello di paglia” o Rubber? Come lui sembra fatto di gomma. Può allungarsi con step-back che lo portano a tiri rapidi e precisi, è veloce e in genere è combattivo. 3/12 da fuori e 6/8 dalla lunetta oltre 6 TO nel ritmo frenetico del Golden 1 Center sono le note negative. Insistere troppo da fuori in alcune serate da brutte percentuali non è positivo però per il resto porta punti avendo anche una buona media. Entrate facendo valere il fisico anche contro i lunghi e step-back sono ottimali. Scavalla quota 31 ma attorno a lui c’è quasi il deserto.

Jeremy Lamb: 5,5

9 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. Abile spadaccino con al suo servizio tre katane, Jeremy usa le abilità in appoggio, in floater e in jumper da media distanza dopo esser passato dietro un blocco magari come efficaci armi per chiudere a canestro. Definito numero 2 dietro a Rubber, anche Lamb è il secondo miglior marcatore della squadra ma stanotte a parte il 3/8 dal campo tentando dalla media pessimi pullup, non sembra voler attaccare spesso il ferro limitandosi al compitino. Bello invece l’assist nel primo tempo per la tripla di Marvin una volta vistosi chiuso lo spazio per l’entrata.

Nicolas Batum: 7

13 pt., 9 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Nami e in genere mi scuserei con il personaggio di Nami. Solo perché è abbastanza avida e disposta a tutto per denaro. Vi ricorda qualcuno? Nella notte tuttavia anche se non mette cifre da superstar a livello di punti è utile in attacco e anche in difesa. Buona gara bifronte, intercetta palloni e piazza un paio di stoppate anche se poi gliene viene data una, comunque influenza spesso i tiri. Nel finale sull’alley-oop di Cauley-Stein non può opporsi fisicamente. E’ anche però un giocatore che tiene alla coesione del gruppo come Nami e almeno durante le interviste lo si è sentito. E’ abbastanza fifone in campo in genere, tende a sparire e a mettere avanti gli altri nei momenti che contano ma come Nami che affina le proprie abilità divenendo più coraggiosa anche lui prende le sue responsabilità nel finale trovando punti, mettendo a segno una rubata ed è l’ultimo ad arrendersi come certe Donne di carattere.

Marvin Williams: 6

6 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Usop/Sogeking. Cecchino dalla mira infallibile specialmente quando si trasforma in Sogeking indossando maschera e mantello, usa una grossa fionda, quella che sarebbe ideale per Marvin per scagliare le sue triple. Pavido e bugiardo Usop, spesso Marvin fa il compitino offensivo scaricando punti di rottura non ergendosi a protagonista e in serata con il suo 1/5 da fuori pare più un Usop addormentato. Fallisce due triple importantissime nel finale mentre in difesa si fa spesso sentire sacrificandosi sino al tuffo nell’ultimo quarto tentando di non far uscire la sfera dal terreno di gioco anche se non gli riesce. Un sei risicato per la difesa ma il 2/9 complessivo al tiro sarebbe da 5.

Bismack Biyombo: 6

4 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Franky. Cyborg e carpentiere. Cyborg nell’aspetto (non nel colore), nella stazza, un po’ rabberciato e rozzo a volte con la palla, carpentiere rispetto al gioco del basket. In diverse occasioni sembra non centrare né il cesto né nulla con il basket ma nella storia originale Cutty Flam (il vero nome) costruisce la seconda nave per la ciurma, la Thousand Sunny. Ci si augura il congolese invece possa costruire anche giocate più solide. Qualche svarione sugli alley-oop, nel gorgo che si forma in area, essendo aiutato mette a segno ben tre stoppate. Sicuramente meglio di Willy e Frank, segna 4 punti inizialmente, poi ci prova un’altra volta ma non segna per spegnersi offensivamente dove recupera solo qualche fallo inutile per i contatti subiti.

Malik Monk: 5

10 pt., 1 assist, 1 rubata. 4/11 al tiro. Brook, lo scheletro schermidore. Intanto perché ha i capelli afro, anche se Monk li ha decisamente bonsai rispetto all’originale, poi perché Monk può andare di fioretto con tiri dal palleggio o fiondarsi velocissimo verso il canestro “camminando a pelo d’acqua” (di parquet per Monk direi) e balzare felinamente come Brook per servire assist o andare in appoggio. Avendo un fisico esile usa l’agilità e altre abilità, anche la forza insospettabilmente ma in difesa viene passato facilmente, anche perché se lo dovessimo paragonare a Brook, occhi non ne ha… In serata non attacca il ferro per donare assist ma ci prova spesso da solo, sbaglia un paio di triple nell’ultimo quarto con un air-ball, ne mette una ma poi commette passi sull’arresto in corsa. Nel momento decisivo manca dopo aver disputato un buon primo tempo sfruttando la differenza di velocità con Bogdanovic per arrivare al ferro un paio di volte.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

11 pt., 7 rimbalzi, 3 stoppate. 5/10 dal campo. Nico Robin. Potenzialmente come la piratessa può allungare gli arti ed è l’unico che, out Zeller, possa bloccare gli attacchi avversari in maniera efficace se lo vuole, infatti, mette a segno tre stoppate.

Se attacca prova a farlo velocemente in penetrazione, in coast to coast o saltuariamente tentando il gancio in corsa, un bell’uncino per cercare di agganciare la vittoria.

Primariamente porta tanta energia e difesa anche se sulle transizioni rincula troppo tenendo una posizione ibrida che non serve a nulla, così prendiamo tre punti, poi nella prima fase e in quella centrale è un mastino che riesce anche segnare da tre punti allo scadere dei 24.

Nel finale sbaglia troppo però (il buon voto cala qui, nel momento decisivo) tentando anche un layup rovesciato da dietro il vetro che fa una pessima fine.

Miles Bridges: 5

2 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. Jinbei. L’uomo-pesce dotato di resistenza e forza sovrumana, nell’anime può manipolare l’acqua come se fosse una sostanza solida. Forza e resistenza per Miles ci sono, deve dimostrare di riuscire a fare anche qualcosa da sé prendendo qualche iniziativa e iniziare a padroneggiare quella fluidità che al contrario di Jinbei manca come i tempi per le entrate e i rilasci un po’ troppo affrettati per lui da tre che ha ancora bisogno di velocizzare il tiro e deve lavorarci pian piano. Anche stasera manca un paio di layup in corsa e due triple segnando con una schiacciata bimane in corsa dopo aver passato Hield che lo aveva trafitto da tre fortunosamente. Anche nel primo tempo prende un canestro alla stessa maniera con rimbalzo sul primo ferro non fantastico ma utile…. Non porta punti ma rimbalzi.

Willy Hernangomez: 2

3 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. TonyTony Chopper e mi scuso con Chopper. Ingenuo e manca di aggressività. Ha tre forme che possono variare di stazza, quella da renna è buffa, quella umana è più massiccia, quella intermedia mantiene le caratteristiche positive umane e animali. Quale stia usando Willy non è dato sapere… dopo il buon inizio è scomparso senza lasciar traccia nell’ultimo periodo. 2 TO, -6 di +/-, ¼ dal campo peggiorato dalla lunetta con un incredibile 1/7, raramente è utile per influenzare un tiro avversario. Solo un pazzo potrebbe far giocare ancora uno così che ci danneggia irreparabilmente con dei tiri dalla lunetta che sembrano tirati da uno che non ha mai visto un pallone da basket al campetto. Se Chopper è mezzo animale a me sale la carogna…

Devonte’ Graham: 6

8 pt., 3 rimbalzi, 3 assist. Sanji. Chi se non lui potrebbe ricoprire il ruolo di cuoco per uno che ama cucinare gli avversari con giocate in penetrazione, e infilzarli con tiri dalla lunga cottur.., ehm, distanza? Certo… il cuoco della ciurma di One Piece si prestava più a Parker visto che il franco/belga non si può dire che non ami le belle Donne essendo stato spostato dal 2007 al 2010 con Eva Longoria, ma veniamo alla serata di Graham… 3/7 al tiro con un 2/5 da fuori ma è un -8 quando è in campo. Non demerita e nell’ultimo quarto serve un assist per la tripla di Monk e finta su Bogdanovic in uscita sistemandosi con passetto laterale sul lato sinistro per tre punti personali presi con convinzione. Forse era troppo chiedergli di segnare ancora nel finale.

Coach James Borrego: 5,5

La squadra ritrova almeno lo spirito ma sembra un’armata Brancaleone del voglio ma non posso. L’infortunio di un giocatore ritenuto da molti mediocre come Zeller sta pesando tanto e anche le scelte di alcuni giocatori in campo. Quelle del coach stasera sono così così… un paio di time-out arrivati un pelino tardi direi che comunque non avrebbero cambiato granché suppongo e soprattutto la scelta di far giocare Hernangomez Non so se Frank non faccia più parte del progetto ma senza difesa per senza difesa almeno il Tank in attacco avrebbe portato probabilmente più punti.

Game 41: Charlotte Hornets @ Portland Trail Blazers 96-127


Intro

Hornets nel profondo nord-ovest americano, in Oregon ospiti dei Portland Trail Blazers.

Alla “Rose Garden Arena” o Moda Center, spesso i Calabroni hanno rimediato sconfitte e la gara non si presentava certamente facile nemmeno quest’anno, tuttavia per tenere il passo di Miami gli Hornets avevano bisogno d’inventarsi qualcosa per sopperire alla mancanza di forza vista in trasferta.

Caso strano a Portland il nome non se lo sono inventato ma hanno tirato a sorte tra Boston (sì, quella nota nel Massachusetts) e Portland (nel Maine), appunto, città natale dei due contendenti.

Per decidere chi vincerà la partita invece bisognerà cumulare quei rapidissimi, quasi impercettibili istanti nel quale il pallone arancione gira in aria e vedere che fine farà, un po’ come la monetina lanciata per aria…

La partita in breve

Partita senza storia, senza troppe energie, senza gloria e anche sotto i 100 punti, fatto accaduto raramente quest’annata.

Portland, entrata con piglio aggressivo in difesa e decisione in attacco sembrava soffocare e sorprendere Charlotte in un inizio nel quale solo la tripla di Williams entrava per Charlotte a fronte di 13 punti della squadra di Terry Stotts.

Charlotte si riprendeva offensivamente trovando, grazie alla freschezza, tiri che entravano ma dall’altra parte la coppia di guardie Lillard/McCollum giocava su alti livelli, specialmente il secondo, on-fire nel primo quarto, così si arrivava alla fine dei primi 12 minuti sul 27-37 con Portland a conservare il frutto dell’aggressivo inizio.

Gli Hornets nel secondo quarto sorprendevano inizialmente la panchina dei Trail Blazers che incassava un 6-0 conservando 4 pt. di vantaggio (33-37) ma di lì a poco la squadra della Rose City si lancerà in un parziale di 14-0 porterà i Tracciatori di Sentieri sul 36-57 con un paio di canestri di Lamb quasi a metà quarto a interromper il digiuno della squadra di Borrego.

La difesa di Charlotte, già malmessa, peggiorava ulteriormente con l’ingesso in campo di un arrendevole Hernangomez e in generale consentiva a Portland i raggiunger l’intervallo con un +21 grazie all’alto punteggio dei padroni di casa arrivati sul 49-70…

Partiva ancora male Charlotte nella ripresa ma a 9:41 con un’azione di Walker da 4 punti (tiro da tre più fallo subito) portava un parziale di 9-0 (58-76) ma Lillard infilava due triple consecutive, Aminu ne aggiungeva una alla quale nel finale se ne sommavano due di McCollum (una con fallo di Bridges per una giocata da 4 punti) che favoriva l’allontanamento drastico e definitivo.

68-101 a fine terzo quarto con parziale di 19-31…

Nel garbage time Charlotte metteva a segno inizialmente un parziale di 8-0 ma finiva per cedere di 31 punti, 96-127…

Quei rapidissimi momenti dei quali si parlava nell’intro in serata sono stati colti da McCollum e Lillard i quali hanno finito per cumulare 30 e 20 punti rispettivamente, Turner ne ha aggiunti 15, Stauskas 13 mentre il Bosnian Bear Nurkic ha messo a referto una doppia doppia con 11 rimbalzi e altrettanti punti.

Il figlio di Dell, Seth, ha chiuso con un 2/4 da oltre l’arco per 6 punti aiutando la squadra a mantenere alto il tiro da tre chiuso con il 37,5% anche se Charlotte con il 43,3% è andata meglio ma dal campo il 55,9% dei Trail Blazers contro il 40,0% di Charlotte era chiaro indizio di vittoria.

43-47 nella lotta a rimbalzo, 23-31 negli assist, 2-16 le stoppate con Nurkic a 6 a pareggiare il proprio record personale precedente…

La difesa di Portland ha vinto la partita, quella di Charlotte non è pervenuta, così anche nei TO Portland ha perso meno palloni con 13-9, per quanto Charlotte sia prima e abbia commesso un TO in più rispetto alla media, ha fatto male la pressione sugli avversari e ancor peggio la fase di contenimento.

Undicesima vittoria consecutiva a Porland per i T. Blazers su Charlotte.

E’ dal 2008 che la squadra locale ha la meglio sulla città della Queen City (6 in era Bobcats) mentre in generale Portalnd ottiene la quarta vittoria di fila in stagione allungando la striscia positiva mentre Charlotte cade a due L.

Così non si va da nessuna parte…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Lanciata in aria anche la palla a due era Nurkic a prevalere e Lillard passando dietro uno schermo a segnare in pull-up nonostante il tentativo tardivo di chiusura di Batum.

A 11:07 raddoppiava Lillard dalla lunetta (fallo sulla penetrazione e per gli arbitri erano due FT che non convincevano Borrego) mentre sull’azione seguente Charlotte otteneva gli unici tre punti di un inizio pessimo con Marvin Williams che servito a sinistra tirava precisamente.

Aminu segnava in transizione su una palla persa da Kemba con Batum lentissimo nel tentare di contrastare l’avversario e Williams in entrata si faceva strappare un altro pallone sull’azione successiva…

Lamb commetteva due errore “larghi” e a 9:06 in area Nurkic in turnaround alzava il gancio del 3-8 ma il parziale continuava con l’entrata in diagonale di Lillard tra Kemba e Biz con relativo layup e con la tripla di McCollum a 8:17 che fissava il 3-13 che allarmava Borrego, ormai deciso a chiamare il time-out per stoppare un inizio aggressivo dei Trail Blazers.

Al rientro un’entrata a ricciolo di Lamb dietro lo schermo altissimo di Biz valeva due punti, altre due venivano proprio da Biyombo che raccolto il passaggio sulla drive di Batum fintava per liberarsi dei difensori e schiacciare il 7-13 a 7:35.

Biz però era stoppato da Nurkic e McCollum dall’altra parte segnava da tre punti ai quali rispondeva Kemba creandosi e segnando con una bomba dalla diagonale sinistra.

McCollum in ritmo si scatenava con un turnaround baseline dopo aver passato il canestro in corsa…

Charlotte ora provava tenere il passo offensivamente segnando con Biz in jumper dall’altezza della linea del tiro libero mentre dall’altra parte in corsa con un finto arresto McCollum cacciava dentro una soluzione ibrida tra floater e arresto e tiro ma rispondeva Lamb che tagliando bene riceveva un passaggio schiacciato di Batum preciso.

A 4:53 però era ancora McCollum a inserirsi in mezzo alla difesa di Charlotte per recuperare lesto un rimbalzo e appoggiare al vetro il 14-22.

Kemba si faceva stoppare da Nurkic e provava un altro tiro a basso coefficiente non segnando mentre dall’altra parte Lillard in entrata era più concreto appoggiando oltre Willy.

A 4:01 un fade-away frontale di Batum cercato in uno contro uno finiva nella retina ma Nurkic a 3:41 in post alto si girava comodamente andando ad appoggiare trovando il contatto di spalla con il nostro centro spagnolo che per peso doveva cedere regalando anche il libero del16-27…

In attacco Bridges era stoppato in schiacciata ma Kemba finiva l’azione segnando il jumper.

Malik non riusciva a stoppare il pull-up di McCollum sempre più on-fire che , infatti, a 2:30 otteneva altri due punti in entrata.

Batum, l’ex, rispondeva da tre ripristinando almeno un -10 (21-31) ma sull’azione seguente finiva per schiantarsi su un blocco altissimo di Willy che si muoveva anche dalla stessa parte del francese…

A 1:25 segnava Kemba da fuori in transizione dopo due errori di Turner che si rifaceva con un sottomano semplice sull’azione successiva a quella del capitano.

Nurkic stoppava Kemba mentre dall’altra parte si notava tutta la differenza tra centri con Lillard al quale bastavano due finte per far recedere l’iberico dal tentativo di stoppata sull’entrata portata a termine dal n° 0 avversario.

A :35.1 era ancora Batum a reggere le sorti della partita segnando con un tiro da fuori e fuori equilibrio con il tronco spostato in avanti ma un floater di Lillard ristabiliva il -10 (27-37), punteggio finale di quarto.

PORTLAND, OR – JANUARY 11: Bismack Biyombo #8 of the Charlotte Hornets drives to the basket against the Portland Trail Blazers on January 11, 2019 at the Moda Center Arena in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2019 NBAE (Photo by Sam Forencich/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Apriva bene il quarto Monk con una tripla dalla diagonale sinistra, poi era Parker a incrociare da fermo in area con una finta su Seth Curry segnando e ottenendo il libero che a 11:17 illudeva gli Hornets di poter recuperare punti surclassando la panchina avversaria.

Illusione perché la squadra di Stoots rispondeva con due FT di Turner, raddoppiato da Williams che commetteva fallo in area, Leonard segnava l’alley-oop lanciato da Turner mentre a 10:29 la tripla open in ritmo di M. Williams (36-41) non spezzava il ritmo offensivo avversario.

Portland però trovava un tremendo break con un 14-0 iniziato da Stauskas oltre MKG, proseguito da Turner (reverse layup in area dopo mezzo giro) e fermato a livello di tempo da Borrego dopo un altro jumper di Stauskas per il 36-47.

Il time-out a 9:31 non risolveva la situazione perché il leader da tre punti NBA fatto in casa (Seth Curry) segnava da tre, Parker e Lamb sbagliavano le loro conclusioni da fuori mentre Stauskas otteneva tre FT a 7:13 per esser stato toccato da un Kemba troppo lanciato nel close-out.

2/3, Biz stoppato da Leonard e altra tripla di Curry dalla destra schermato da un buon blocco a 6:43 per il 36-57.

A rompere il digiuno era Lamb con l’appoggio a destra evitando la stoppata e ancora Lamb era bravo a segnare il teardrop dal pitturato per il 40-57.

Dall’altra parte Turner segnava facilmente da sotto attorniato dalle guardie Hornets senza i cm per contrastarlo.

Lamb e MKG dalla lunetta puntellavano lo svantaggio splittando entrambi per il 42-59 ma un passaggio da metà campo di Lillard esaltava Layman in alley-oop.

MKG rispondeva con il gancio in corsa (44-61) poi McCollum e Lamb alzavano il punteggio di due unità per parte, Lillard ne aggiungeva altri due in floater e ancora McCollum pescava il jolly da tre oltre Lamb.

Walker andava in lunetta in bonus a 2:15 ma segnava solamente un libero, Layman tentava la mega schiacciata a una mano ma la sparava sul ferro così dall’altra parte Kemba, tornato in lunetta a 1:56 per un contatto con Nurkic, aggiustava la mira segnando entrambe le occasioni per il 49-68.

Portland finiva per segnare con Layman il 49-70, punteggio all’intervallo, con un rimbalzo offensivo spuntando tra le divise viola dopo un air-ball di un compagno per appoggiare facilmente in mezzo a una difesa da presepe…

PORTLAND, OR – JANUARY 11: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Portland Trail Blazers on January 11, 2019 at the Moda Center Arena in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2019 NBAE (Photo by Sam Forencich/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Si notava subito che Charlotte dopo l’intervallo non ci credeva molto, Nurkic con un tocco oltre Biz segnava ripetendosi poi in schiacciata, Aminu a 9:59 metteva dentro in appoggio…

E Charlotte?

Tre palloni persi in vario modo, l’ultimo con un passaggio ravvicinato di Batum per Biz che non teneva la sfera…

A 9:41 rompeva alla grande il silenzio offensivo Walker che schermato (ampiamente) da Biyombo riceveva da Williams per sparare da tre toccato da Layman in uscita.

Azione da 4 punti che ispirava per un breve tratto Charlotte che segnava ancora con un tap-in di Biyombo e con Kemba dalla diagonale destra per altri tre punti che davano un parziale di 9-0 che portava sul 58-76 la situazione.

Un brutto passaggio di Kemba da drive and kick era recuperato da McCollum che andrà a segnare con un turnaround dalla baseline, cosa già vista nel primo tempo…

Lamb a 8:04 attaccava il ferro arrivando a pochi cm con il floater vincente sopra due teste Trail Blazers.

Lillard segnava da tre avendo ricevuto l’allarme rosso, Lamb a 6:56 rispondeva con il jumper frontale per il 62-81 ma ancora Lillard da fuori forzava segnando la seconda bomba consecutiva.

Aminu da destra ne aggiungeva un’altra ammazzando di fatto il tentativo di rientro dei teal & purple precipitati sul -25 (62-87) anche se Lamb serviva a Bridges materiale per l’easy hammer e lo stesso Miles dimostrava con una strong drive di riuscire anche ad appoggiare bene al vetro finalmente.

Un tap-out di Nurkic favoriva Layman, liberissimo sulla linea dei tre punti, non più contrastato da nessuno, che la buttava dentro ancora per il 66-90.

McCollum segnava ancora da fuori nella sagra delle triple di Portland mentre Monk tentando di tornare sull’avversario sbatteva su un Willy che era finito per prendere il tiratore di Portland e che danneggiava il rientro del nostro n° 1.

Un McCollum senza pietà infilava dalla top of the key dopo una finta con contatto cercato su un Bridges che rientrava male toccando di schiena il tiratore.

A 2:36 partita stra-finita con l’azione da 4 punti per il 66-99, Bridges mancava due tiri da fuori e andavano a chiudere il quarto Aminu ed Hernangomez con due punti a testa per il 68-101 con un parziale di quarto di 19-31.

PORTLAND, OR – JANUARY 11: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Portland Trail Blazers on January 11, 2019 at the Moda Center Arena in Portland, Oregon. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2019 NBAE (Photo by Cameron Browne/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Nel garbage time Charlotte guadagnava inizialmente punti con due FT di Monk che scaricava da una drive all’ultimo istante per Willy appostato a destra del canestro pronto a ricevere e a schiacciare dopo esser rimasto solo per la chiusura del lungo su Malik.

Willy continuava a segnare da destra sul back-door pass verticale di Parker e Monk ancora con il pull-up dopo aver palleggiato dietro la schiena in uno contro uno creavano le condizioni per arrivare sul 76-101 con un parziale di 8-0 ma la squadra si scioglieva nuovamente prendendo un parziale di 3-9 con un pullup di Turner arrivato a 15 pt. (79-110).

Dentro anche Frank, Dwayne e Devonte’ nel finale ma il risultato era il medesimo, Portland finiva vincendo 96-127 una di quelle partite nelle quali non c’era storia sin dall’inizio.

Pagelle

Kemba Walker: 5,5

18 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 5/19 prendendosi 5 stoppate, alcune da Nurkic in modalità easy. Finisce con 18 punti sfruttando una buona serata da fuori con un 4/9 per 13 pt. (già, perché c’è anche un FT aggiuntivo su un tiro da fuori per fallo subito) ma sarà quello con il plus/minus più freddo, glaciale… -29. Figlio anche di 4 TO e del fatto di giocare i momenti che contano con intorno poco. E’ quasi l’unico che accende può crearsi spesso da solo qualcosa in attacco ma in difesa stanotte non tiene.

Jeremy Lamb: 5,5

15 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 7/14 al tiro. Va un po’ a periodi… inizia male sbagliando due tiri ampiamente influenzato dalla difesa poi nel secondo quarto rompe il muro di Portland e il parziale avversario di 14-0. Floater e teardrop, canestri ravvicinati attaccando in taglio o partendo da lontano sono il suo pane. 0/1 da fuori e solo un ½ dalla lunetta. Buona nel terzo quarto una difesa disperata in angolo sul tiro di McCollum ma anche lui fatica a tenere in difesa.

Nicolas Batum: 5

8 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. Solita partita. Ottimo inizio che illude Charlotte di poter trovare dal francese la serata dell’ex che tuttavia si va perdendo. Borrego lo toglie dopo un suo passaggio orizzontale ravvicinato basso per Biyombo che il congolese sta cercando di capire ancora ora.

Marvin Williams: 5

6 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 2/6 dal campo segnando un catch’n shoot rapido da tre dalla sinistra e un’altra tripla (aperta) dalla diagonale sinistra, poi altri 4 errori. Gioca poco più di 23 minuti. Bene a rimbalzo, per il resto sarebbe in panchina in qualsiasi altra squadra. Giocatore onesto ma che non da la spinta per cambiare il ritmo ma approfitta sovente degli scarichi dei compagni, è il suo ruolo offensivo ma è poca cosa se non trova serate da strisce di 4/5 triple…

Bismack Biyombo: 5

6 pt., 8 rimbalzi, 2 assist. A volte prima che si coordini su un rimbalzo sembra di rivivere un flashback da Holly e Benji da quanto tempo passa lasciando insicurezza su rimbalzi che dovrebbero essere saldamente suoi. Stoppato ben 4 volte per uno con i suoi cm, finisce con un 3/9 dal campo segnando buoni canestri con un FT jumper e su una finta con successiva schiacciata. Ancora adesso si sta chiedendo dove sia la palla sul passaggio laterale di Batum. -16 di +/-.

Malik Monk: 5,5

7 pt., 1 rimbalzi, 4 assist. 2/7 al tiro. Fatica in difesa quando conta e non è un fattore. Nel garbage time inizia bene segnando punti, due anche in pullup uno contro uno con palleggio dietro la schiena e tiro da due, innesca anche con bravura Willy con una drive and kick fin sotto canestro e scarico rapidissimo volante all’ultimo secondo.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Stauskas lo fredda subito anche se la sua difesa non era malvagia, un po’ troppo distante sul jumper però. 2/4 al tiro prendendosi una tripla che manca. Un fallo speso e -14 di plus/minus.

Miles Bridges: 5

4 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 stoppata. Si prende una stoppata su una dunk timida, da fuori non segna più con uno 0/3, ha una fiammata mettendo dentro una schiacciata in solitaria su passaggio di Lamb e un appoggio a sinistra in uno contro uno con una strong drive e bel tocco e questo è già un progresso. Commette fallo ingenuamente rientrando su McCollum concedendo un’azione da 4 punti.

Tony Parker: 5,5

3 pt., 3 assist con un ¼ al tiro. La mette dentro dal cuore dell’area incrociando da fermo il passo su Seth Curry. Un bell’assist verticale schiacciato per il back-door di Willy poi altri errori al tiro in 11 minuti. Purtroppo in difesa con lui viene a mancare un po’ di equilibrio per questione di cm se il quintetto mantiene anche Walker e Turner ad esempio ne approfitta. Partita anonima per uno come lui.

Willy Hernangomez: 3,5

7 pt., 8 rimbalzi, 1 assist. Arrendevole. Come se non ci fosse nel ruolo di centro in difesa spesso e volentieri. Lascia passare gli avversari senza provare a intervenire spesso e sui cambi difensivi riesce ad andare a sbattere su Monk rimanendo “lontano” e disinteressato di McCollum che stava tenendo lui. Finisce con tre punti per la SG avversaria… In attacco porta un blocco muovendosi sulla parte scelta d Batum per passare e il francese finisce con il perder palla oltre i propri demeriti… Segna a fine terzo quarto e nel garbage time buoni canestri ma è tardi. In picchiata da inizio stagione. Uno dei motivi per i quali la difesa di Charlotte incassa troppo e non c’è da star allegri con gli altri centri. Kupchak se mi senti recupera un centro vero, i tre rimasti non ne fanno uno completo…

Devonte’ Graham: 6

7 pt., 1 rubata. Segna due triple e splitta dalla lunetta in 6:55 di garbage.

Dwayne Bacon: 6

5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 2/3 dal campo. Una tripla e un buon canestro da sotto.

Frank Kaminsky: 5

5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 2/3 al tiro ma un buco nero in difesa… Terribile.

Coach James Borrego: 4

Parlava di difesa in progresso ma l’ha vista solo lui. Altra prova sconcertante sotto il profilo del carattere quando non si gioca a Charlotte. Mi viene in mente una frase di Franco Scoglio: “Noi siamo il Genoa e chi non ne è convinto posi la borsa e si tolga le
scarpe. Noi non siamo il Roccapepe! Che poi dove cazzo sarà sto Roccapepe,
magari è un paese bellissimo”…
Parallelamente bisognerebbe ricordare ad alcuni giocatori di non entrare in campo se non sono convinti perché sono irritanti… Squadra morbida e lenta sulle palle vaganti con rare eccezioni. Personalmente non ci sto a fare la vittima sacrificale. Bisogna dare una sveglia alla squadra shakerando il quintetto. Le cose non vanno, urge cambiare, inutile perder tempo a ripeter gli stessi errori come faceva Clifford. Deve trovare la quadra con il miglior quintetto difensivo possibile perché è lì che siamo carenti oggi.

Il Punto @ 40

Premessa a lungo termine

Ci eravamo lasciati a gara 17, poi, saltato per diverse ragioni il classico “Il Punto @ 34”, ecco arrivare il ragguaglio della situazione al quasi giro di boa ma, dopo gara diciassette non è cambiato quasi nulla a livello di risultati per gli Hornets giunti sino alla fine del 2018.

Un roller coaster, un otto-volante, un saliscendi emozionale nelle pazze partite giocate.

Crazy più delle corse del Wacky Races, i Calabroni anche in classifica hanno alternato vittorie a sconfitte che non sono andate oltre a una striscia di tre per parte con quota .500 come ago incerto della bilancia a pendere da una parte o dall’altra.

A fine anno però, nella stessa partita stravinta contro i Magic, gli Hornets perdevano un paio di pezzi tra i titolari:

Il secondo violino Lamb e Cody Zeller, uno che aveva iniziato male ma si stava riprendendo, non un fenomeno ma pur sempre il centro più completo di cui Charlotte disponga, in grado di fare da arma tattica semplicemente postando blocchi con angolazioni giuste nei momenti giusti e di difender meglio dei pari ruolo.

Dalla top win già citata con i Magic alla top loss con i Mavericks senza i due titolari il passo è stato breve, poi a preoccupare ancor di più arrivavano una serie di trasferte a Ovest, ben 6…

Se l’anno precedente gli Hornets avevano avuto un certo feeling contro il West, quest’anno diverse squadre “occidentali” sono riuscite a passare sul terreno dello Spectrum Center e con gli Hornets ammalati di mal di trasferta alla vigilia della prima gara a Denver, la situazione per i sopracitati motivi, non sembrava essere ideale, infatti in Colorado la partita di Charlotte finiva in bianco e nero tornando alla luce nel finale a Phoenix dove Parker e Walker trasformavano in Supernova i Suns mentre sulla costa pacifica contro i Clippers gli Hornets rimanevano a letto assonnati nell’ultima parte di gara nonostante il canto del Gallo confermando una certa allergia all’Occidente.

Descrizione veloce delle partite passate

Gara 18 era la classica degli ultimi anni, trasferta persa sul filo con un paio di occasioni per il sorpasso in casa di OKC dopo una bella rimonta, tuttavia nel finale l’inconsistenza di Charlotte costava la sconfitta, pur onorevole mentre nella gara seguente contro i molto più modesti Hawks il copione era simile.

Bacon non teneva Bazemore che a meno di cinque secondi dalla fine in entrata segnava il +1 Atlanta per la vittoria dei locali…

La reazione degli Hornets passava per la vittoria casalinga di misura contro Milwaukee (una volta tanto in una punto a punto) e alla larga affermazione nella rivincita contro gli Hawks ma nelle altre due sfide casalinghe programmate i Calabroni perdevano contro le piratesche Utah e New Orleans chiudendo il ciclo di tre sconfitte a Minneapolis.

Come in un film, dopo aver perso tre partite i Calabroni ne vincevano altrettante:

La vittoria su Denver in cima all’Ovest 113-107 era prestigiosa e inaspettata, quella a New York “normale” per le forze in campo mentre quella tiratissima contro Detroit con il buzzer beater di Lamb a romper la situazione di parità era una vitoria preziosa per superare proprio i Pistons in classifica.

Gara 28 era scioccante perché all’Alveare i teal & purple sprecavano un largo vantaggio finendo per perdere all’OT mentre nella partita seguente la bestia nera James e i Lakers s’imponevano semplicemente nella Buzz City.

Game 30 era l’occasione per portare sul 2-1 la situazione stagionale contro i Cavaliers mentre nell’ultima partita casalinga prima di Natale i Calabroni salutavano il proprio pubblico con l’ennesima vittoria sui Pistons con una dozzina di punti di scarto questa volta.

A Boston si andava per onor di firma perdendo senza creare troppi problemi ai verdi mentre a Brooklyn la squadra gettava alle ortiche la vittoria in una partita tiratissima dalle mille emozioni che si chiudeva solo dopo due supplementari con Monk che perdendo palla da solo in palleggio sull’azione decisiva regalava la vittoria agli avversari anziché alla sua squadra.

Dopo due giorni arrivava la vendetta di Charlotte in casa, Brooklyn, complici alcune scelte di Borrego tornava sino al -5 ma poi slittava sul -13 finale.

A Washington Charlotte iniziava bene, poi andava in difficoltà, pareggiava un paio di volte ma prendeva un brutto parziale nel finale che tentava di recuperare negli ultimi secondi arrivando incredibilmente sul -1 ma il tempo era contro la squadra di Borrego svegliatasi troppo tardi, così si perdeva una grossa occasione contro una squadra largamente rimaneggiata e dallo spogliatoio bollente.

L’occasione di riscatto arrivava contro Orlando con i fuochi d’artificio per chiuder l’anno con il botto ma il doppio infortunio Zeller/Lamb nella prima partita dell’anno a Denver mostrava il volto di una squadra scoppiata già nel primo quarto che accumulava punti finendo con una di quelle sconfitte travolgenti che comunque valeva sempre una L.

Sul bordo playoffs, caduti in ottava posizione Charlotte batteva Phoenix con l’ottima prova nell’ultimo quarto del duo play Parker/Walker e nell’ultima gara analizzata a Los Angeles, sponda Clippers si perdeva, Detroit però non ne approfittava continuando a perdere.

Sopra, la classifica attuale a Est.

Charlotte si trova attualmente all’ottavo posto nella Eastern Conference con un paio di partite di vantaggio rispetto ai Pistons e al secondo nella propria Division dietro Miami di una partita a causa della mancanza di costanza.

La sequenza tra partite vinte e perse. In verde le vinte e in rosso le perse, l’altezza della barra si riferisce alla differenza di punteggio tra le due squadre. Più altà è la barra, maggior è la differenza.

Prossime partite

Prolungato sino a gara 40 questo “Il Punto”, torneremo alla normalità riprendendo la media delle 17 partite analizzando le prossime 11 sfide per arrivare sino a gara 51.

Portland, Sacramento e San Antonio, tre partite in quattro giorni con il back to back in California non promettono molto di buono sulla carta.

In primis perché il primo e l’ultimo per la squadra del North Carolina sono parquet tradizionalmente avversi con poche vittorie a favore, in secundis perché sull’unico campo abbordabile (Kings) quest’anno i Calabroni troveranno una squadra decisamente migliorata anche se con un record di 12-10 in Californioa.

Tutto è possibile ma per vincere su questi campi la squadra di Borrego dovrà superarsi.

Si tornerà finalmente a casa dopo sei trasferte consecutive e i Kings, oltre ai Suns restituiranno la visita ai Calabroni in due partite più morbide sulla carta.

Partite da vincere perché le tre trasferte a Indianapolis, Memphis e Milwaukee si avvicinano a livello nightmare per la squadra di Jordan con la partita in Tennessee potenzialmente più abbordabile anche se per caratteristiche Charlotte potrebbe dar filo da torcere più alle altre due…

Gara 49 contro New York in casa presuppone un’occasione di riscatto dopo la sconfitta contro i “Calzoni alla Zuava”, a Boston sarà ancora durissima, poi in Game 51 anche Memphis completerà “il ritorno” tornando a far visita a Charlotte nell’arco di breve tempo.

Personalmente credo che potremmo ottenere un 4-7 o un 5-6 massimo come record ma le condizioni ovviamente potrebbero mutare in base agli infortunati che avranno le due squadre di volta in volta in ogni gioco…

Per resistere in classifica in un centro/fine gennaio che sulla carta non è dalla parte dei Calabroni che dovranno dimostrare volontà per sovvertire i pronostici.

Parte statistica descrittiva di pregi e difetti

Non chiedete a me, questa volta rinuncio, più che un analista ci vorrebbe uno psicoanalista per questa squadra che non trova costanza per riuscire a vincere una striscia più lunga di tre partite (capitata solo una volta) anche se con calendario favorevole.

D’altro canto la striscia negativa è ferma a tre per cui gli Hornets si barcamenano tra dolorose sconfitte punto a punto, qualcuna eclatante e vittorie insperate con qualche novità dalle punto a punto essendo riusciti a strapparne qualcuna, spesso grazie al trio arretrato Parker/Walker/Lamb.

Il nostro pacchetto arretrato per quel che riguarda i FGM rimane un vanto rimanendo sopra anche a quello di Golden State dove la coppia Curry/Thompson non è proprio da buttar via…

Da gara 18 a gara 40 gli Hornets hanno ottenuto un record di 10-13 che avrebbe potuto spostarsi anche in positivo se non avessimo gettato al vento qualche partita per errori personali difensivi o scelte azzardate di Borrego che si è innamorato troppo della small-ball in alcuni casi.

A volte ha buone intuizioni, altre volte contribuisce nefastamente alla sconfitta con tattiche non funzionanti che si protraggono anche troppo durante il match.

C’è da dire guardando le mie medie nei voti dei singoli che quasi tutta la squadra è peggiorata anche se la maggior parte perde qualche centesimo di punto ma la panchina non è più brillante come all’inizio sebbene nei tiri dal campo produca uno dei differenziali più letali sella NBA grazie anche a Parker che ha steccato alcune partite ma è decisamente di 5/6 gradini sopra a chi l’ha preceduto in quel ruolo.

Le schiacciate di Miles Bridges si vedono sempre più raramente, Monk è incappato in troppe serate dove al tiro ha fatto cilecca regalando anche una vittoria a Brooklyn che al momento lotta con noi per una posizione playoffs…

Borrego poi nel ruolo di centro ha iniziato ad alternare gli uomini dietro a Zeller con Kaminsky motivato inizialmente a far bene, specialmente in difesa ma poi persosi presto così il rientro di Hernangomez in campo ha prodotto risultati altalenanti… i suoi tiri da fuori spariti, una mano che sembra aver perso “educazione” e una difesa che non è mai stata forte si è tramutata spesso in debolissima allora il buon James si è inventato Biyombo come centro titolare, già, perché nel frattempo Cody si è rotto il metacarpo e gli altri due non garantivano solidità mentre MKG non ha i cm e gioca ormai più come PF come in origine della stagione era stato pensato.

Biz spesso quest’anno ha dimostrato di trattare la palla come Fantozzi in SuperFantozzi nell’epoca futura guardava la ruota di pietra, ovvero come oggetto misterioso ma le sue ultime apparizioni sono state più convincenti anche se non è detto che il ruolo come starting five sia suo definitivamente aspettando il rientro di Zeller che ne avrà per un mese, un mese e mezzo e credo che potremmo vederlo al massimo per un paio di partite prima dell’All-Star Game…

I già citati Parker e Willy Hernangomez quando entrano dalla panchina sono interessanti perché il francese usa i suoi blocchi per tentare primariamente di fiondarsi a canestro con l’artificio di qualche spin e dall’esperienza che ne ha affinato le abilità mostrando anche una velocità sopra la norma per un giocatore della sua età, altrimenti ecco arrivare la soluzione pick and roll per buoni tiri.

Ecco qui un pocket pass per Willy che dal centro area mette dentro ottenendo anche un tiro libero.

Tra i giovani c’è da migliorare la difesa, qui sotto ad esempio vediamo Bridges che tenta di formare un box per la swarming defense ma il passaggio sull’esterno concede a T.J. Warren quei metri che Miles lascia incustoditi inutilmente.

Di contro, la tendenza a formare un box verso il pitturato, lasciando scoperti pericolosamente i lati del campo, può portare a situazioni dove si può arrivare a far densità nel pitturato e stoppare (qui addirittura in tre su Middleton) o influenzare un tiro ravvicinato. La mancanza di un rim protector induce maggiormente qualche elemento a protendere verso il centro pur facendo da spola con il bordo del campo ma in posizioni in genere troppo lontane per ribaltamenti e passaggi per catc n’shoot.

Situazioni come questa devono essere corrette e riequilibrate, bene la densità in area che a volte ha prodotto palloni rubati per comodi fast break ma senza esagerare anche se ovviamente oggi ancor più di ieri, non avere un rim protector e nemmeno Zeller può indurre più facilmente gli esterni a tentare di dare una mano sulle penetrazioni.

La panchina era partita benissimo e in parte ancora è un buon punto di forza ma solo in alcuni elementi e non è complessivamente costante.

Diversi giocatori stanno trovando giornate pessime il che non aiuta la squadra quando la second unit calca il parquet.

Questo accade anche in difesa e anche in situazioni ibride nelle quali c’è una commistione tra player titolari e di riserva in campo, questo a volte porta a situazioni nelle quali manca più del solito la comunicazione e Charlotte subisce rapidi e verticali tracolli come in occasione della recente partita a Los Angeles con i Clippers, un gap decisivo accumulato tra fine terzo periodo e inizio ultimo quarto.

Walker è ancora un punto di forza ma in alcune giornate sembra piuttosto spento mentre in altre rimane a guardare, quando invece decide di giocare è uno spettacolo nei secondi tempi, come gli Harleem Globetrotters sembra scatenarsi nella seconda parte, in particolare nell’ultimo quarto dove è il migliore nell’intera NBA per punti realizzati.

Qui sotto ecco qualche statistica sulle panchine NBA:

In generale, con 112,9 punti siamo noni sulle trenta squadre per quel che riguarda i punti segnati mentre la difesa cade al ventunesimo posto con 112,1 subiti.

Il Pace non è così alto come Borrego vorrebbe, quattordicesimi con 99,5, sceso un po’ ma saliti in classifica (prima si era diciassettesimi) mentre con il 79,5% ai liberi siamo settimi.

Punta di diamante è il possesso palla che, nonostante qualche errore grave che ha portato a fast break semplici gli avversari e una persa a Brooklyn, con 12,2 di media, issa al primo posto Charlotte per il minor numero di palle perse.

Le principali statistiche di squadra in grafica:

 

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Vediamo qualche confronto tra giocatori con lo stesso ruolo (almeno inizialmente), partendo dal ruolo di PG:


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Aggiungiamo anche le percentuali della squadra suddivise per zone di tiro:

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Classifica Giocatori

 15°, Devonte’ Graham: 5,82

Rimane all’ultimo posto Devonte che comunque ha giocato molti più minuti recentemente perché l’infortunio di Lamb ha indotto Borrego a sceglierlo come starter da affiancare a Walker preferendolo a Monk.

Questo sta consentendo di migliorare le proprie prestazioni e le proprie cifre avendo un minutaggio consistente.

A volte si accontenta di passaggi periferici e innocui ma sa anche metter dentro palloni taglienti, a Denver ad esempio ha raggiunto 8 assist con tre filtranti rapidi nel primo quarto.

Non disdegna la tripla se ne ha la possibilità e forse Borrego ha ragione nel veder meglio lui che Monk insieme a Kemba perché il gioco ragionato del rookie sembra da esperti nonostante qualche TO gratuito che lo riporta alla sua età ma da più equilibrio anche se non sposta la gara in alcune fasi da il suo contributo su entrambi i lati del campo ma il problema è l’inesperienza che nel bilanciamento difensivo pesa.

Pur essendo partito anche da titolare ha un plus/minus ogni 100 possessi di -6,6.

Sino a gara 17 giocava 8,3 minuti a partita contro i 13,2 di media attuali ma al tiro non è ancora affidabile.

Molto meglio dagli zero ai 10 piedi da dove è sopra il 50% nell’altra metà del raggio sino all’arco da due punti cala sensibilmente le percentuali tornando su un 33,3% da fuori.

Se a gara 17 arrivava al 37,5% dal campo oggi si attesta sul 38,1%.

Giocando di più però raddoppia quasi gli assist passando da 1,3 assist a 2,5 di media e i punti dove i 2,3 passano ai 4,5 attuali.

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 14°, Nicolas Batum: 5,82

Sempre presente in tutte e quaranta le partite è titolare inamovibile anche con Borrego.

Verrebbe da chiedersi se è solo per non svalutarlo o si cerca d’impiegarlo come collante in attacco ma negli assist, pur avendo lo stesso minutaggio dello scorso anno quasi e fornendo talvolta assist precisi e taglienti (bello qualche suo bound pass in diagonale o lo scarico dietro per Zeller lanciato in schiacciata nel finale a recuperare in una partita casalinga contro Detroit) è sceso vistosamente.

Il calo è sicuramente anche dovuto al fatto che Borrego modificando il gioco ha dato mandato anche agli altri giocatori di muover la palla senza dover per forza ingorgare il gioco passando dal francese come smistatore principale.

Il ruolo di ala piccola per ora non sembra averlo smosso più di tanto dal suo torpore, diverse volte è finito sotto la sufficienza, in genere per partite con prestazioni al tiro pessime, anche se le percentuali al tiro rispetto all’orrendo scorso anno per ora sono sopra, ma ancor peggio sul lato difensivo del campo dove il suo close-out è solo di facciata contro i mirabolanti tiratori della NBA.

Non è un segreto che la franchigia voglia muoverlo ma servirebbe una trade con più giocatori magari sacrificando un giovane e un paio di scelte future in una situazione intricata contrattualmente perché in estate ci sarà da rinnovare Kemba a cifre più alte, impossibile pensare di prendere un altro buon giocatore da affiancare al capitano finché il suo contratto peserà sulle casse della franchigia che per uscire da questa situazione di stallo dovrebbe scambiare Batum facendo crollare questa stabilissima chiave di volta.

Gli assist media sono scemati ancora da 3,6 (sempre riferimento sino a gara 17) al 3,4 attuale mentre il 44,1% al tiro è salito al 45,5% (con qualche tiro più ravvicinato rispetto al passato e senza esagerare prende punti di rottura tendenzialmente sparendo nei momenti che contano lasciando palla a Kemba o a qualche altro finalizzatore come Parker o Monk) ma i punti sono in calo rispetto all’anno precedente e a gara 17:

Da 11,6 è passato prima ai 9,2 (game 17) e oggi scende a 8,9 di media con 290 tiri tentati sino a gara 40, quasi al giro di boa (giocando tutte le partite) mentre lo scorso anno ne aveva tentati in totale 650.

Ai liberi è più affidabile, infatti, a oggi è arrivato all’86,0% contro l’83,1 dello scorso anno mentre da fuori sta tirando con una delle sue migliori percentuali di sempre, ovvero il 39% ma in alcune partite finisce per penalizzare la squadra.

A Phoenix fece 0/4 e a Los Angeles con i Clippers 1/5 da oltre l’arco…

Ha raggiunto il suo massimo stagionale nella sconfitta contro New York segnando 21 punti a 20 è arrivato solamente un’altra volta contro Miami ma risaliamo a fine ottobre, il che è svilente per uno con un contratto del genere anche se come dicevamo, anche il modus operandi di Borrego ha contribuito anche in questo settore con più giocatori a prendersi conclusioni.

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 13°, Bismack Biyombo: 5,85

Nonostante il suo contrattone precedentemente strappato (non agli Hornets stranamente), Biz era finito ad osservare le partite come spettatore non pagante privilegiato dalla panchina giocando solo piccoli spezzoni contro New Orleans e Minnesota fino alla gara contro i Magic di fine anno, la quale, complice l’infortunio di Zeller, ha schiuso le porte al centro congolese.

Biz oggi è l’unico nel roster nel ruolo di centro che abbia le doti atletiche, cm e peso per difendere sui lunghi corazzati avversari per questo ha finito per superare Frank e Willy nella partita contro Dallas rivelatisi troppo “molli” per difendere l’anello con Borrego ormai disperato.

Sorprendentemente Biz, uno che nelle precedenti gare si era dimostrato imbarazzante con una palla a spicchi in mano, pur commettendo come suo solito qualche fallo di troppo, ha mostrato di aver una certa dimestichezza con la sfera sotto canestro dove recupera rimbalzi e in attacco a Denver l’abbiamo anche visto schiacciare contro Jokic e l’aiuto in reverse con una bimane esaltante.

Da titolare contro Denver, Phoenix e ……. non ha ancora il posto garantito ma se i suoi miglioramenti dovessero almeno stabilizzarsi (14 minuti contro Dallas e 10 punti, 30 minuti con 16 punti e 12 rimbalzi a Denver, 21 a Phoenix con 6 punti e 8 rimbalzi) dovrebbe mantenere il posto da starter e un buon minutaggio sino al rientro di Zeller a meno che in qualche partita Borrego preferisca far partire Willy in caso di centri avversari più mobili e leggeri mentre Frank sembra esser sul piede di partenza.

Aveva cifre molto modeste numericamente avendo giocato poco sino a game 17, da allora aumenta la percentuale nei tiri dal campo avendo il 62,2% anziché il 58,3% (tuttavia è uno che non forza spesso la situazione e cerca da sotto di appoggiare o schiacciare), dalla linea è migliorato un po’ tirando con il 52,6 (prima era al 42,9%) segnando 3,7 punti in 11 minuti di media (8,5 i precedenti). Commette 1,8 falli a partita e scende nelle stoppate da 1,1 a 0,9.

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 12°, Guillermo Hernangomez: 5,96

Uno dei giocatori del roster più regrediti rispetto alle prime 17 partite (era sesto in classifica) dove aveva spesso ben figurato ma la sua mancanza di kg e una difesa troppo fragile ne ha penalizzato il ruolo da titolare in quintetto affidatogli da Borrego dopo la perdita di Zeller.

Da solo in uno contro uno in difesa contro pesi massimi se non viene aiutato (se arriva lo scarico Charlotte spesso non se lo può permettere) palesa limiti che aveva mascherato meglio durante le prime partite con prestazioni offensive di buon livello che avevano sopperito a qualche mancanza difensiva.

Willy inoltre sembra aver smarrito il tocco al tiro in sospensione mentre sono spariti i tiri da tre punti in favore dei tiri da sotto canestro ma anche lì spesso incappa in serate insoddisfacenti prendendosi anche qualche stoppata perché non sempre protegge la palla adeguatamente non avendo una visione periferica…

Se gioca insieme a Parker porta blocchi per sviluppare eventuali pick and roll che può andare a concludere o semplicemente liberare spazio per avvantaggiare Tony al jumper o in penetrazione.

Usa spesso tiri a una mano che possono variare, dalla velocizzazione al tiro con il baricentro in avanti e si spera che in avanti faccia ancora un passo in avanti perché nel periodo nel quale starà fuori Zeller avrebbe le potenzialità per fare bene almeno a rimbalzo e in attacco ma deve essere più pronto in certe situazioni.

Per quanto riguarda la parte statistica il ventiquattrenne spagnolo è sceso dal 58,8% al 50,9% dal campo scendendo a 13,7 minuti al posto dei 14,2 concessi sino a gara 17.

In stoppata non è un fattore e scende ancora dallo 0,6 all’attuale 0,4 mentre salgono i rimbalzi a 5,3.

In leggero miglioramento nella media punti dove si attesta sui 7,8 (precedentemente 7,5) punti a game.

Non è una bocciatura definitiva perché è giovane ma se in precedenza stava aiutando Charlotte ad avere una stagione migliore oggi la sta peggiorando.

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 11°, Malik Monk: 5,97

Continua a deludere abbastanza Monk che rimane giocatore discontinuo.

La difesa è leggermente migliorata ma in attacco non ha percentuali sufficienti.

In generale dal campo sta tirando meglio rispetto all’anno da rookie con il 39,7% mentre da tre si sta riportando circa sulle percentuali dello scorso anno con un 10/24 nelle ultime 5 uscite (a LAC 4/7) arrivando oggi a un 33,9% migliorabile.

Ha segnato il suo massimo stagionale ad Atlanta nella gara persa di un punto con 26, poi ecco i 24 recenti contro i Clippers e 21 contro Orlando nella gara di fine anno, punteggio raggiunto durante le prime 17 partite contro OKC il primo novembre.

Gioca oltre i cinque minuti più rispetto allo scorso anno ma se escludiamo il suo miglioramento ai tiri liberi (già soddisfacente lo scorso anno come statistica) e l’aumento di punti (10,8 di media), non sta sempre riuscendo a cambiare le partite.

A lui si chiede di segnare più punti possibili dalla panchina e aiutare a reggere Charlotte specialmente durante le seconde rotazioni, in quel periodo a cavallo tra fine terzo quarto e inizio ultima frazione ma va a serate e il fatto che sia arrivato nei punti segnati in doppia cifra è anche a causa del maggior numero di tiri presi a partita essendo arrivato oggi a realizzarne 136 su 343 tentativi mentre la scorsa stagione aveva finito con un 153/425 complessivo.

Dunque se rimarrà in salute e non verrà scambiato è probabile che raddoppierà quasi i tiri tentati dal campo mentre dalla lunetta è stato abile già a procurarsi quasi il doppio di tiri rispetto la passata stagione provando qualche folata con qualche avversario che istintivamente lo “trancia” facendogli guadagnare liberi in più.

Quello che spicca di Monk però è la tendenza alla grossa stupidata.

Se dimenticarsi la canotta nello spogliatoio e l’entrata in campo prematura per festeggiare il tiro vittoria di Lamb contro Detroit con relativo simpatico scappellotto di Micheal non avevano procurato nocumento, a Brooklyn, nel finale, Kemba raddoppiato aveva scaricato a Malik che presa troppa fiducia in palleggio aveva finito per perder palla da solo e regalare la vittoria agli avversari con comodissima transizione in un trait d’union tra la tendenza alla palla persa e il danno alla Mr. Bean.

Monk va ancora a serate, se si accende può mettere buoni tiri in striscia in diverse maniere, altrimenti è un danno come nella sconfitta a Cleveland dove chiuse con un 3/13 dal campo anche se qui stiamo ancora scrivendo delle prime 17 partite mentre nelle ultime gare (dalla 32 alla 40) ha tirato con un 34/77 per un 44,1%.

Giocatore che aspetterei ancora un po’ se non dovesse essere coinvolto in qualche trade per portare fuori dalla Buzz City Batum…

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10°, J.P. Macura: 6,00

Un solo spezzone di partita per lui partendo dalla fine del terzo quarto con Dallas nella peggior sconfitta stagionale e un voto oscillante tra il 5,5 e il 6 poi d’incoraggiamento essendo dovuto entrare in una partita stortissima con compagni ad aspettare la fine della sfida.

Nel garbage time aveva voglia di giocare essendo comunque al debutto in NBA ma parte male con due tiracci da fuori uno dei quali fende solo l’aria.

Pur avendo le doti per piazzare anche la tripla finirà con uno 0/4 da fuori e un 2/8 complessivo dal campo che lo porterà a segnar 4 punti (due buoni canestri) ai quali aggiungerà anche 2 rimbalzi e 2 assist in 13:48 in campo.

Accumula un -7 nella debacle difensiva, la NBA non è la Summer League e le sue doti difensive sono messe a durissima prova.

Ha ancora tanto da imparare in difesa “Dennis The Menace”…

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 09°, Cody Zeller: 6,00

Ne avevamo parlato nello scorso punto come il giocatore più in difficoltà del roster, la sua media era di 5,76 ma nelle ultime gare aveva trovato il ritmo continuando a giocare godendo della fiducia di Borrego.

Diverse prestazioni più solide l’hanno portato alla perfetta media da sufficienza recuperando posizioni in classifica ma ecco arrivare il suo solito infortunio stagionale.

Questa volta non si fa male da solo ma su un blocco contro Grant e Orlando nell’ultima partita stagionale si frattura un osso del metacarpo.

Ci vuole un’operazione dopo la quale il giocatore dovrà stare a riposo un mese, un mese e mezzo… Probabile rivederlo in campo intorno ai giorni dell’All-Star Game, nel frattempo Borrego sta provando a turno gli altri centri anche se nessuno garantisce completezza come Zeller.

In attacco si è sentita la sua mancanza, durante la prima partita disputata senza di lui contro Dallas la squadra ha giocato orrendamente non avendo i suoi blocchi ha finito con il minimo stagionale di punti, 84 (il precedente era stato a Cleveland con 89 per una squadra scesa sotto i 100 punti solamente tre volte sino a oggi), mentre in difesa Borrego ha dovuto dar fondo a tutti i centri per cercar di bloccare gli attacchi di Dallas che sono andati a segno sino al termine della partita creando un largo divario.

A Cleveland Cody aveva giocato solo 17:51 ed era stato il titolare con il miglior differenziale di plus/minus (-4) segnando 9 punti con ¾ dal campo.

Dalla lunetta oggi ha l’84,2 (la scorsa volta eravamo su un impossibile 91,2%) ma rispetto al 71,8% dello scorso anno o al massimo stagionale di 77,4% è migliorato decisamente.

Aumenta ancora impercettibilmente il minutaggio arrivando a 24,5 segnano il 55,8% dei tiri tentati e torna sui suoi livelli a rimbalzo arrivando a 6,2 che, non saranno tanti ma rimane il miglior rimbalzista della squadra.

Aumenta sensibilmente gli assist con 2,1 al posto dello 0,9 dello scorso anno sempre considerando che rispetto allo scorso anno gioca cinque minuti e mezzo in più, così altre statistiche in leggero aumento sono da intendersi come l’estensione del minutaggio, una proiezione reale come nelle rubate dove passa da 0,4 a 0,7 e nelle stoppate dove sale da 0,6 a 0,8.

Non ci resta che resistere senza Cody, giocatore operaio con i suoi limiti ma utile, capace anche di tirare poderose mazzate ai canestri quando riceve in corsa partendo da dietro, anche quest’anno ci ha regalato diverse memorabili jam con inserimenti irresistibili come la già citata schiacciata contro Detroit nel finale che sarà poi decisiva ai fini del risultato.

Buona guarigione Cody e a presto.

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 08°, Miles Bridges: 6,01

Bridges sino a gara 17 giocava 21,1 di media ora è sceso a 19,3 per partita e da 7,7 punti è sceso a 6,6.

Lo vedo sempre più periferico (sia nella posizione, sia per come entra nel gioco) sul parquet e avulso perché non “gli lanciano i componenti”…

Lui che non ha un gran tocco in appoggio sull’entrata se fosse innescato potrebbe far esplodere i razzi ai piedi ma il gioco degli Hornets sembra essere peggiorato e tornato prevedibile, in certi casi simile allo scorso anno anche se con più qualità.

Inoltre giocare spezzoni nei quali viene a volte travolto insieme alla panchina non aiuta, quando gli viene affidato un tiro da fuori o lo prende non è più preciso come prima.

Dal 40,5% è sceso al 31,5% da oltre l’arco con uno 0/10 nelle ultime 6 uscite…

Il suo massimo stagionale è stato di 17 punti nella sconfitta con i Lakers giocando più di 28 minuti mentre i 29:10 concessi contro i Pelicans gli sono valsi 16 punti, secondo career-high personale, in quel che fu comunque un’altra L.

3,6 i rimbalzi a partita, 0,7 le stoppate ma potrebbe far di più grazie al suo atletismo, non sempre ben utilizzato poiché sulle finte a volte salta per aria commettendo anche falli che l’attaccante cerca.

1,4 a partita sono quelli commessi da Miles che scende al 44,3% nei tiri dal campo perdendo uno 0,20 in termine di voto rispetto alle prime 17 partite.

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 07°, Dwayne Bacon: 6,07

In 23 partite ha collezionato 5 voti utili e 4 s.v., questo perché dopo la partita di Atlanta, “sublimata” dall’ultima pessima difesa ad accompagnare l’attaccante senza resistere che è costata la vittoria ha giocato poco finendo anche lui coinvolto nel tourbillon da spola tra Charlotte e Greensboro a giocare con gli Swarm.

Molto marginale ultimamente non ha mostrato cose eclatanti dopo Atlanta, un paio di sufficienze e un’insufficienza che lo hanno portato a perdere un paio di posizioni in classifica.

Il sophemore draftato nel 2017 alla posizione n° 40 d New Orleans “oggi” gioca 12,2 minuti di media (in realtà quando siede sulla panchina di Charlotte è abbastanza in naftalina come dicevamo) con un interessante 52,7% dal campo (39/74) favorito anche dai garbage time ma anche dalla voglia di attaccare il ferro, da zero a tre piedi ha il 94,1%…

Ha l’83,3% ai liberi e segna 5,2 punti a partita ma in molte altre statistiche è nullo come nelle stoppate (0,0% con due totali date) o quasi come lo 0,2 nelle rubate e lo 0,7 negli assist.

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 06°, Frank Kaminsky: 6,08

Partito quasi come portaborse ha guadagnato spazio dimostrandosi motivato e più solido in difesa sotto canestro e non solo poi è tornato a giocare in maniera accademica in difesa il che non glia ha giovato vista la concorrenza nel ruolo e Borrego che per scelta lo ha riestromesso dal giocare minuti importanti anche perché con l’infortunio di Zeller, il Frank schierato partendo dalla panchina contro Dallas è stato disastroso venendo scavalcato anche da un Biyombo in prova.

Ormai girano diverse voci che la franchigia, vista anche la situazione contrattuale, non onerosa ma in scadenza con la QO vorrebbe cederlo, a chi e per cosa non è dato sapere.

Di certo Charlotte aveva iniziato la stagione mal assortendo il reparto lunghi e lo spostamento di Frank come centro ha solo peggiorato la situazione.

A Game 17 giocava di media 8 minuti, oggi ne gioca 11,6 ma come detto è tornato a ibernarsi in panca, i punti da 3,3 son passati a 5,6, i rimbalzi da 1,7 a 2,5 mentre i TO sono scesi da a uno a match a 0,8. Dal campo è passato dal 36,8% (riferimento sempre sino a gara 17) al 48,9% in virtù di buoni movimenti in avvicinamento o sul piede perno. Da fuori sta tirando con il 33,3%.

Con questa caratteristiche e un contratto ancora nella scala rookie non dovrebbe essere impossibile trovare una squadra alla quale interessi vista anche l’età non avanzata (prossimo ai 26 anni che compirà il 4 aprile) ma Charlotte negli ultimi anni non ci ha abituato a molte trattative…

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 05°, Marvin Williams: 6,12

Marvin è salito nel minutaggio a 27,5 (erano 23,7 sino a gara 17), infatti, sia MKG che Bridges hanno meno spazio nel ruolo.

Nulla da dire sull’etica professionale e sull’attaccamento ma Marvin non è a livello di molti altri pari ruolo.

Il fatto che entri nei migliori cinque con un voto che si alza non di moltissimo rispetto la sufficienza la dice lunga sulla modestia di buona parte del roster che in parte può essere giustificabile dall’età di alcuni giovani ma che comunque non risulta propedeutica ai successi.

A differenza di altri almeno prova a difendere anche se i risultati non sono sempre soddisfacenti così come contro Harrell nell’ultima gara disputata dove nonostante l’esperienza, il posizionamento e il vigore, ha finito per incassare de canestri in un momento importante.

Con i numeri però non ci siamo, tira ai liberi con il 70,8 e da fuori con il 38,3% contro il 41,3% dello scorso anno.
La tripla continua essere il suo marchio di fabbrica sia raggiunto sul lato opposto come stretch four, ricevendo il passaggio per l’open o presentandosi rapidamente sulla linea dei tre punti (più raramente, magari arrivando a fari spenti a inizio gara o terzo quarto se ve ne sono le condizioni).

In gara 18 a Oklahoma City fa auto-canestro poi spara un paio di fuochi d’artificio da fuori ma manca nei secondi finali la tripla del sorpasso dall’angolo (buona soluzione comunque perché dai corner ha il 46,9% da tre) finendo con 10 punti.

Il 28 novembre e il 15 dicembre termina con zero punti rispettivamente contro Atlanta e i Lakers ma dall’altra parte il 21 dicembre ottiene il massimo dei suoi punti stagionali in singola partita contro Detroit fermandosi a 24.

Nelle ultime gare è sempre finito in doppia cifra, infatti, oggi sono 10,2 i punti di media per lui contro i 7,4 delle prime 17 giornate.

In stoppata è calato dallo 0,9 allo 0,7 mentre sale a rimbalzo con 5,6.

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 04°, Tony Parker: 6,38

Prende sempre più convinzione in me il fatto che Tony, nonostante l’età abbia ancora tanta fame di giocare minuti importanti.

Questo perché ogni volta che entra in campo se può, nonostante il ruolo di playmaker, prova a puntare direttamente al canestro con qualche variante di smistamento o passaggio sul pick and roll magari con Hernangomez con il quale ha una certa intesa.

Il fatto che abbia accettato di giocare da riserva in realtà non gli preclude di stare in campo per tanti minuti e il suo fisico sembra ancora supportarlo.

Se non ha la velocità di un tempo a 36 anni è comunque fuori dalla norma e in entrata mostra anche la variante spin nella quale sembra formare il tornado di Taz per la velocità e la semplicità con la quale esegue.

Tony continua a latitare un po’ dalla lunetta e molto dipende da lui a volte per le sorti della gara.

In sostituzione di Kemba, se non riesce a cambiare il ritmo della gara o a garantire punti spesso la squadra va in difficoltà.

Nell’ultimo periodo è un po’ in flessione, infatti, la media voto si è abbassata anche se rimane soddisfacente.

Andato sotto la sufficienza diverse volte con diversi Nadir, ha ottenuto due Zenit contro Brooklyn in casa e Phoenix fuori casa dove praticamente quasi da solo (in Arizona con la mano di Kemba) la squadra alla vittoria.

19,5 minuti e 7,7 punti di media, queste erano le sue cifre a San Antonio lo scorso anno, a Charlotte invece pur giocando poco meno (18,8 minuti) sta ottenendo più punti (9,6%) con un pochino di precisione in meno (da 45,9 a 45,2% rispetto all’annata con la squadra texana) con un 69,3% dalla lunetta che se dovesse rimanere sotto il 70,5% dello scorso anno significherebbe un calo nelle percentuali per il frano/belga per il sesto anno consecutivo.

Qualche volta un po’ indeciso al tiro, può anche commettere in corsa passi in attacco (di recente ne sono stati fischiati contro parecchi) se ben chiuso, riesce comunque ancora a trovare varchi impensabili e appoggi “tagliati” e taglienti di tutto rispetto e può sempre trovare con svariate modalità il compagno giusto grazie ad esperienza e visione di gioco. L’abbiamo visto con passaggi orizzontali cambio-lato semplici ma anche con drive and kick e ricordo qualche splendido passaggi dietro la schiena fingendo di andar dentro per passare no look all’uomo libero arretrato, un paio anche in versione bound pass. Per salvare Charlotte dall’ennesima eliminazione anticipata servirà il Tony di Brooklyn e Phoenix.

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 03°, Michael Kidd-Gilchrist: 6,39

Rispetto all’inizio costante in senso positivo MKG ora sta ondeggiando un po’ con alcune partite insufficienti ed altre dove riesce a ottenere buone prestazioni.

Se i voti positivi da gara 18 in poi spesso coincidevano con buone prestazioni e i negativi con cattive performance, ultimamente ha rimescolato un po’ le carte.

Dopo qualche apparizione come centro, Borrego si è accorto che MKG o era costretto al fallo o a un attenta difesa ma senza i cm per bloccare realmente l’avversario, così oggi la posizione stimata in campo è circa del 94% come ala grande (sempre un passo in avanti per lui che era una SF) e del 5% come centro.

Ha un plus/minus di +1,7 ogni cento possessi, il che non è statistica casuale ma anche frutto della tenacia difensiva con la quale prova a bloccare gli avversari di turno.

Torna ad attaccare con scorribande coast to coast se ha campo e contro Oubre Jr. ha fatto vedere ottimi tagli in back-door ma fondamentalmente ricopre un ruolo difensivo anche se è insospettabile il suo 7/19 da tre punti con tiri presi spesso quando trovandosi sull’esterno, ignorato dal difensore di turno può scaricare l’open con buoni risultati direi visto che prima di oggi raramente tentava ma Borrego vuole che li prenda e sono poche le volte nelle quali desiste.

A ogni modo non è un punto focale dell’aspetto del suo gioco ma per Charlotte è importante avere un altro uomo che possa aprire il gioco e trovare punti che spesso hanno aiutato in momenti di bisogno.

Ovviamente per un giocatore come lui con una meccanica di tiro costruita pazientemente con maestri antecedenti come M. Price, l’appoggio da sotto ma talvolta anche il gancio (anche nella bella versione rolling) sono la soluzione migliore e più “semplice”, infatti, da zero a tre piedi ha un buon 59,8% che va scemando man mano allontanandosi dal ferro.

E’ calato però nelle stoppate dove sino a game 17 aveva un 1,3 e ora rimane a 0,9, comunque sempre meglio dello 0,4% dello scorso anno.

In calo anche i rimbalzi da 5,9 ai 4,7 con i minuti rimasti quasi invariati da game 17.

I punti media sono 7,8 con un 48,8% al tiro (era a 48,3% sino a game 17).

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 02°, Jeremy Lamb: 6,39

Perso da gara 37 a gara 39 per uno stiramento al bicipite femorale (evidentemente cosa leggera e passeggera), Lamb lentamente si è imposto come titolare negli Hornets uscendo dalla panchina dove negli anni precedenti sprofondava verso fine stagione ma lo scorso anno con il salto di qualità in difesa, un attacco migliorato e l’infortunio di un Batum sempre discendente è riuscito a mettersi in mostra e quest’anno parte da titolare.

Da titolare nel ruolo di SG gli si chiede di segnare e spesso la cosa gli riesce molto bene perché ha sufficiente agilità, coordinazione e inventiva per tracciare scorribande sul parquet da chiudere in appoggio al plexiglass o slalomeggiare tra i difensori per rilasciare la spicchiata con un morbido floater.

Gioca 29,2 minuti a partita segnando 15,3 punti a partita, secondo violino a tutti gli effetti poiché in terza piazza c’è Monk con 10,8 e la medaglia di cartone ce l’ha Marvin con 10,2.

Dopo Walker nel nostro roster è l’uomo con le mani più rapide o le migliori intuizioni per rubar palla.

Con 1,1 tallona Walker (1,2) mentre non è portato all’assist (1,9) ma sorprendentemente con 5,6 a partita, insieme a Williams, è il secondo miglior rimbalzista della squadra.

Con l’85,8% dalla lunetta è una garanzia.

Ne ha conquistati 120, secondo dietro a Walker che quasi lo doppia ma è anche secondo nei cosiddetti and1 con 16, uno solamente dietro Walker, il che denota ottima flessibilità e resistenza agli urti, anche in volo, nonostante i suoi soli 83 kg…

Con un +2,1 è quarto nel plus/minus ogni 100 possessi.

Sicuramente si è fatta sentire la sua mancanza nelle tre partite consecutive recenti, ora, rientrato a Los Angeles, nonostante sia sparito nel secondo tempo e abbia preso 6 stoppate, ancora non al 100%, ha dimostrato di poter portare all’attacco di Charlotte punti (16) e con una fase difensiva migliore di quella del pari-ruolo Monk, anche se Jeremy può slittare per brevi periodi in SF a seconda dell’impostazione tattica scelta da Clifford.

La gioia di Lamb dopo il tiro vittoria sui Pistons e quella di Monk che si prenderà uno scapaccione da sua maestà Michael per esser entrato prima in campo e averci fatto subire un tiro libero, fortunatamente inoffensivo…

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 01°, Kemba Walker: 6,76

Più scontato di un saldo di gennaio al primo posto c’è sempre lui, Kemba,il giocatore più conosciuto del roster anche dai fan delle altre squadre essendo l’uomo franchigia della squadra, quello che si staglia una spanna sopra gli altri a volte riuscendo a fare la differenza.

Come qualcuno ha detto, è la cosa più vicina ad Allen Iverson dal suo ritiro.

Ball-handling basso e veloce, crossover, esitazioni, step-back ampi riuscendo a battere anche i lunghi e rapidi, entrate in velocità sono ancora il suo pane mentre da tre ultimamente è calato un po’ ma avrebbe le possibilità per tirare meglio senza lasciarsi prendere dalla frenesia (scelta sbagliata o tiro troppo rapido con l’attaccante dietro un blocco o troppo lontano per intervenire) in alcune occasioni comunque sia l’accesso ai PO o no passa sicuramente da lui e dalle sue prestazioni.

Ultimamente ha denotato qualche passaggio a vuoto come nell’ultimo quarto a LAC, dove, con Parker in campo a far da playmaker, è rimasto in disparte.

Nella partita precedente contro Phoenix si era svegliato nel finale segnando 18 dei 29 punti messi a referto e in generale è primo nell’intera NBA per punti segnati nell’ultimo quarto con 8,6 di media…

E’ arrivato momentaneamente a segnare 25,1 a partita (il record precedente è fissato a 23,2 ed è di due anni fa) con un punteggio di efficienza di 21,9 (anche qui 2 anni fa aveva toccato il massimo ma con 21,3).

Non è un segreto che il giocatore del Bronx abbia parlato con il nuovo general manager Mitch Kupchak sul piano del progetto sportivo, su quello che la società vorrebbe fare per migliorare la squadra.
“Loro sanno, sanno cosa devono fare”, ha detto Walker in una recente apparizione su The Jump di ESPN.

“Non è il mio lavoro, lo lascerò a quei ragazzi” ha proseguito il capitano.
“Ora abbiamo Mitch, che è un bravo “ragazzo” e ha fatto un ottimo lavoro nel costruire i team nella sua carriera come GM e ho molta fiducia in lui, quindi, sai, parliamo sempre, chi lo sa?” ha aggiunto Walker.
Ovviamente rifirmarlo sarà la priorità ma la franchigia dovrà esser brava a trovare la giusta soluzione intermedia tra il garantirgli un contratto adeguato e portare pedine che migliorino i record deficitari di Charlotte negli ultimi anni.

Già lo scorso anno Kemba aveva manifestato la propria frustrazione dicendo di esser stanco di guardare gli altri alla tv giocare i playoffs.

Kemba entra quindi in una normale fase attendista asserendo che non sa ancora cosa dirà all’offerta di Jordan/Kupchak ma è intenzionato ad aspettare l’estate per vedere come andranno le cose.
Kupchak l’estate scorsa dichiarava di sperare che l’ex stella di UConn finisse la sua carriera a Charlotte e lui diceva di voler rimanere, tuttavia vista la situazione e il livello di Walker in questa NBA moderna si erano diffuse speculazioni su un suo possibile scambio per sbloccare una situazione nella quale si era arrivati ormai a sfiorare il salary cap.

“All’inizio è stato piuttosto difficile”, ha detto Walker nella sua apparizione in The Jump. “Solo perché non sono mai stato coinvolto in trattative commercial. Penso di averlo sentito per la prima volta attraverso i social media, quindi da quel punto in poi sono rimasto piuttosto sconvolto, ma puoi controllare solo ciò che puoi controllare. Se avessero voluto liberarsi di me, immagino che l’avrebbero fatto”.
Walker è calato un po’ nel FG%, oggi tira dal campo con il 43,7% mentre sino a gara 17, grazie al suo inizio fantastico tirava con il 46,6% (mai così bene) e da fuori è peggiorato arrivando al 35,6% contro il 39,4% sino alla diciassettesima.

Negli assist è a 5,8, in mezzo tra i 6,4 smistati sino a gara 17 rispetto e i 5,6 dello scorso anno.

Deve stare un po’ più attento nei TO (2,5) saliti ma a fronte dei 5,8 assist e che alcuni arrivano da drive and kick piuttosto che da scarichi su raddoppi non va male, tuttavia recentemente ha perso alcuni palloni banalmente.

L’impressione è che mentalmente sia un po’ giù a volte vedendo la squadra spesso affondare velocemente, in trasferta specialmente cosa che non ci da molte speranze in due delle prossime tre trasferte che saranno a Portland, Sacramento e San Antonio.

La squadra dell’Oregon e quella texana hanno ottimi record casalinghi e per passare su questi campi ostici l’unica possibilità, oltre alle buone regole di difesa e gioco di squadra, è un Kemba al top…

Ora la palla torna a lui che deve incarnare la forza…

No, no preoccupatevi, non è Kemba ingrassato ma Hugo la mascotte. Servirà una spada laser a Kemba SkyWalker per incarnare lo spirito del Calabrone e aiutare la squadra nelle prossime difficili sfide nella galassia NBA.

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Qui troverete le tabella voti partita per partita dalla 18 alla 40 che portano alla classifica provvisoria riepilogata nella terza scheda sottostante.

Game 40: Charlotte Hornets @ Los Angeles Clippers 109-128


Intro

Hornets in viaggio sulla Costa Pacifica sponda Los Angeles Clippers.

Con la squadra invischiata nella battaglia per l’ultima piazza a Est, il parallelismo del mare di Los Angeles e delle due sponde LAL e LAC mi fa venire in mente un’antica leggenda Europea, quella di Scilla e Cariddi che in realtà sono due correnti che sullo Stretto di Messina possono raggiungere i 9 km/h l’or a e scontrandosi danno luogo a vortici che in passato terrorizzavano i marinai.

Cariddi (colei che risucchia) e Scilla (colei che dilania).

Questa potenza della natura fu trasformata in mito dalla non conoscenza, quindi Scilla e Cariddi divennero due mostri narrati anche da Virgilio nell’Eneide.

“… Cariddi gloriosamente l’acqua livida assorbe. /Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe /paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe”.

Chissà se gli Hornets avranno una Cariddi in Kemba e una Scilla in qualche altro giocatore per cercare di far sfracellare su qualche periglioso scoglio i Velieri che solcano le alte acque della Pacifica classifica avranno navi sufficientemente solide per infischiarsene dei fatidi dei gorghi sottomarini.

La partita in breve

Partita difficile a Los Angeles sponda Clippers (la squadra di Doc Rivers in casa è tosta) con gli Hornets in emergenza continua per l’infortunio di Zeller che tuttavia riacquisivano Lamb.

Proprio il bel duello tra Jeremy e Gallinari esaltava la prima parte di quarto che arriva sul 21 pari proprio con una tripla dell’ex Olimpia Milano.

Il Gallo segnava anche il vantaggio dei Clippers che scappavano sino al 24-33.

Nel secondo quarto con un paio di triple gli Hornets si riavvicinavano ma la panchina dei Clippers rispondeva tuttavia i Calabroni resistevano tornando sino al -2 con una tripla rim/glass di Walker (57-59) ma ancora un allungo dei Clippers (più leggero) nel finale consentiva alla squadra di D. Rivers di terminare all’intervallo sul 57-62.

La missione recupero per Charlotte sembrava arrivare a buon fine quando l’appoggio di Walker oltre Gortat segnava nuovamente il -2 (67-69) ma qui arrivava il nuovo allungo favorito dai lunghi dei Clippers: mentre Gallinari stoppava Kemba e rubava palla a Willy, davanti Harrell si mostrava per noi incontenibile iniziando ad aumentare il suo bottino favorendo il 77-86 finale di quarto, ancora recuperabile.

La china presa però non era buona e anche Scott, dopo aver preso il proprio rimbalzo, segnava in avvicinamento il suo primo canestro.

Monk provava a resistere segnando due triple di fila ma dall’altra parte in mezzo alle triple di Malik, L. Williams ne infilava una da grande distanza oltre MKG e dopo la seconda del nostro n°1 Harrell si guadagnava anche il gioco da tre punti…

Beverley dall’angolo destro sparava il proiettile da tre per l’84-97 per poi, dopo aver bistrattato Willy e MKG andare a segno altre due volte in uno contro uno oltre Marvin con tiri rapidi in area.

Gli Hornets mollavano la presa pensando alla prossima sfida mentre la gara scivolava via attestandosi sulla differenza intorno alla ventina di punti.

Sicuramente il fattore panchina ha pesato con 63 punti per i Clippers e 52 per gli Hornets con la coppia dei Velieri Williams-Harrel a segnare rispettivamente 27 e 23 punti…

La difesa dei Clippers ha fatto la differenza così come i lunghi, decisamente migliori dei nostri.

Gallinari ha segnato 20 punti, Gortat solamente 6 ma con 2 stoppate, giocando solo 12 minuti per far spazio a Harrell.

43-45 a rimbalzo ma a determinare la sconfitta sono state anche le percentuali che non hanno più consentito l’aggancio in partita a Charlotte dopo il 21 pari: 40,0% per Charlotte contro il 51,6% dal campo con un 36,4% da tre contro il 46,7% per la squadra californiana.

Aggiungiamo anche un 5-11 nella statistica stoppate e direi che le motivazioni principali della sconfitta ci sono più o meno tutte.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Passavano in vantaggio i Velieri con il canto del Gallo che a 11:21 apriva la serata con una bomba alla quale replicava Batum con la tripla alla coque dopo 12 secondi, Williams continuava la danza delle triple così come Harris dall’altra parte al quale riusciva l’impresa di portare la gara sul 6-6 solo usando tiri da fuori.

Kemba ci provava per la seconda volta da fuori ma sbagliava ancora quindi arrivavano il tiro del Gallo da destra e il floater di Lamb in entrata per due tiri da due punti che spostavano la parità a quota 8 prima che Gortat segnasse raccogliendo facile un pallone sotto canestro.

A pareggiare ci pensava Biz in schiacciata sulla sinistra del canestro servito da Kemba in entrata e a passare in vantaggio erano gli Hornets questa volta dopo un’azione chiusa al terzo tentativo (Lamb stoppato e tripla di Williams mancata con i rimbalzi dello stesso Lamb e Biz).

Jeremy al rientro era in forma e lo mostrava segnando con un jumper frontale il 14-10 poi Gortat segnava in gancio ma commetteva interferenza dall’altra parte togliendo un pallone appoggiato da Kemba da sopra il canestro per il 16-12.

I Clippers però tornavano in parità con una schiacciata lanciata di Gallinari ma dall’altra parte Lamb tornava a marcare punti con l’entrata aggressiva e l’appoggio a destra del plexiglass per il 18-16 andando a prendere anche il rimbalzo difensivo ma il polacco dei Clippers alzava lo scudo protettivo stoppando Kemba in entrata innescando la transizione con il passaggio centrale che smarcava Harris in corsa per la schiacciata a una mano.

Gortat stoppava anche Lamb e e a 4:59 entrava Graham ma era l’altro cambio, Willy, a raccogliere un altro appoggio impreciso di Kemba e in mezzo a tre a segnare toccato da Harris.

Gioco da tre punti pareggiato però con uno step-back tre di Gallinari che prima impattava a quota 21 poi dalla baseline destra superava in jumper Batum iniziando un buon parziale per i Velieri a fine quarto.

Harris segnava da due, Lou Williams ne aggiungeva altri due dalla lunetta prima che gli Hornets tornassero a segnare con uno scambio tra Parker e Batum che restituiva al più anziano per un piazzato dalla sinistra (23-27).

Lou Williams però si mostrava attaccante micidiale battendo Graham che faceva successivamente una cosa buona sulla difesa seguente recuperando in caduta in scivolata contro-tempo un pallone favorendo una transizione sulla quale chiudevano Wallace e Beverley alti su MKG in chiusura.

Fallo del secondo con MKG a splittare in lunetta a 1:32 così come Harrell (appoggio di MKG sulla schiena) poco più tardi per il 24-30 allungato a 1:02 definitivamente da un runner in leggero svitamento di Williams che passava ancora un attonito Graham per un gioco complessivo da tre punti.

24-33 alla fine del primo quarto con parziale di 3-12 dopo il 21 pari…

2° quarto:

La panchina che non aveva fatto un gran figurone a fine primo quarto si rivalutava con il rientro di Lamb che spediva dentro dopo 19 secondi una tripla dalla top of the key, Bridges conservava stoppando Wallace e a 11:14 Monk bombardava ancora da fuori accorciando sul -3 (30-33).

I Clippers però lentamente reagivano con due FT di Harrell a 10:35 e anche se Monk si districava bene in area per rimettere un solo possesso lungo tra le due squadre, ecco arrivare una schiacciata di Harrell e una tripla dall’angolo destro di Beverley che sembravano porre le classiche calende greche alla rimonta/aggancio degli Hornets finiti sotto di 8 (32-40).

Un accelerazione di Parker con appoggio a dx al vetro era buona, non così il suo jumper seguente (per il francese alternanza tra tiri realizzati ed errati), Harrell in transizione segnava ancora così come Parker che aggiustava la mira dal mid-range prima di vedere un altro di quei tiri di Lou Williams ibridi tra runner e jumper difficilmente stoppabile e incredibilmente precisi.

Parker però dall’alto della sua esperienza non si faceva impressionare e a 7:48 segnava ancora in entrata mostrando abilità per trovar spazio sotto quindi lasciava il campo 24 secondi più tardi a favore di Kemba ma era Lou Williams con una mezza finta sul posto a far spostare Bridges e a batterlo per il 38-46.

Il Gallo da sotto si faceva stoppare da Biyombo e dopo un fallo su Lamb non visto dalla terna come shooting motion Jeremy decideva di segnare ugualmente con un leggiadro turnaround hook in uno contro uno in area.

La nostra scelta del Draft, Gilgeous-Alexander in avvicinamento sulla linea di fondo destra metteva dentro il pull-up e a 5:48 con una tripla di Tobias Harris i Velieri si allontanavano in doppia cifra (40-51) prima che gli Hornets girassero la boa con una tripla di MKG dall’angolo destro da second chance.

Per girare la boa Charlotte rimaneva attardata e i Clippers in qualche maniera salvando una palla dalla linea di fondo schermavano Bradley che dal corner sinistro silurava da tre i Calabroni.

Walker e Harris mettevano dentro un canestro a testa poi a 3:45 partiva l’operazione recupero degli Hornets che con MKG guadagnavano due FT (segnandoli a causa del blocking foul del Gallo).

MKG metteva a segno anche una steal e Kemba appoggiava alto al vetro, Batum sul blocco portato sulla diagonale destro da Willy sentiva la pressione di Harris e trovando furbescamente il contatto sul tiro velleitario pescava il jolly da tre punti dalla lunetta.

3/3 a 2:35 per il -4 prima della bomba di Harris alla quale replicava dall’angolo destro Williams ma era solo un lungo due per lui a 1:22 tuttavia Kemba presentandosi velocemente sulla linea dei tre punti un po’ sbilanciato dopo essersi lanciato dietro il blocco aveva dalla sua ferro tabellone che accoglievano la spicchiata per il 57-59.

I Clippers nel finale allungavano di tre con gli Hornets a secco chiudendo sul 57-62 il primo tempo.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) drives past Los Angeles Clippers’ Tobias Harris (34) during the first half of an NBA basketball game Tuesday, Jan. 8, 2019, in Los Angeles. (AP Photo/Marcio Jose Sanchez)

3° quarto:

Lamb cominciava bene anche il secondo tempo lanciato a sx del ferro con il cambio mano da giocoliere andando oltre Gortat per un canestro difficile (59-62), Harris in area recuperava i due punti persi ma Williams anticipando un passaggio indietro di Gortat fuggiva in contropiede appoggiando il sottomano del nuovo -3.

Batum dava fastidio a Biz a rimbalzo e i due perdevano palla, i Clippers infine segnavano con Gallinari dalla diagonale sinistra (3 pt.) che si aggiustava sull’uscita di Marvin.

Kemba “nails” in fade-away frontale e un pick and roll tra Batum e Biz con lo re-screen del congolese portava il nostro centro a ricevere scivolando verso canestro per la schiacciata sul passaggio di ritorno.

65-67 ma Lamb e Kemba mancavano l’aggancio così i Clippers trovavano la forza per scappare: Gilgeous-Alexander stoppava Lamb scappando in coast to coast per l’appoggio semplice, Kemba metteva una drive con appoggio al vetro sopra Gortat ma per un fallo di Lamb sull’alley-oop mancato di Bradley i Clippers segnavano due liberi quindi arrivava la stoppata di Gallinari su Kemba (decima stoppata di squadra per i LAC) e un’altra entrata di Gilgeous-Alexander per il +6 Velieri (67-73).

Biyombo stoppava Harris insieme a Batum che però mancava il tiro seguentemente dall’altra parte Harrell cominciava a fare la differenza segnando con un tocco al vetro da sotto.

A 4:58 ai 24 Marvin segnava da destra battendo il box dei Clippers per il 70-75 ma era un avvicinamento illusorio perché nessuno riusciva a fermare Harrell sotto canestro che lottando otteneva altri due punti e anche se Graham scaricava per Willy fermato dal fallo (poi a segno con i liberi) a 4:14, Harris di forza metteva dentro altri due punti per il 72-79.

A 3:34, dopo averci pensato un po’, Graham trovava spazio per la tripla che funzionava ma Harrell si elevava sotto canestro tra Hernangomez e MKG mettendo dentro altri due punti (75-81).

Willy si faceva rubar palla dal Gallo in post basso sinistro e poi rovinava un’azione d’attacco fallendo l’appoggio sul bell’invito di Graham mentre dall’altra parte MKG ricorreva al fallo su Harris peggiorando la situazione.

Canestro and one a segno per il 75-84.

MKG si rifaceva in coast to coast passando velocemente Williams che alzava bandiera bianca senza nemmeno provar a commetter fallo.

Finiva 77-86 con due FT di Williams a 1:02, curiosamente con il cronometro fermo come l’ultimo canestro realizzato nel primo quarto.

4° quarto:

I primi a segnare nell’ultimo quarto erano i padroni di casa che sbagliavano un tiro dalla distanza con Scott che tuttavia riprendeva andando dentro a rilasciare un tiro in avvicinamento per il suo primo canestro e il +11 Velieri (77-88).

Monk scambiava in orizzontale con Parker e scagliando la tripla in catch n’shoot accorciava sull’80-88 L. Williams però ammazzava la partita con un tiro frontale ben oltre la top of the key da tre punti con MKG piantumato lì… tiro confidente che centrava il bersaglio al quale rispondeva Monk che uscendo a destra dal blocco di Biz dopo aver leggermente fintato d’andare dentro, sparava la seconda tripla di seguito ma in difesa non si teneva così Harrell da sotto segnava ancora con una giocata da tre punti totali arrivando a 19 punti e 10 rimbalzi a 10:30 dal termine…

Lamb a 10:21 riceveva il premio di consolazione battendo un libero per violazione difensiva dei tre secondi della squadra di Doc Rivers ma Beverley dall’angolo destro trovava spazio per le rotazioni leggermente saltate tra Lamb e Monk colpendo letalmente per l’84-97 che allontanava definitivamente dagli scogli i Velieri.

Si entrava in una fase spezzettata dove le squadre ricorrevano spesso al fallo e Parker sbagliava qualche libero di troppo così come Williams con l’1/2 non agevolava il rientro di Charlotte che cedeva ancora a Harris che si procurava due azioni in uno contro uno in area contro Williams sul quale aveva la meglio.

Quando Gallinari sulla top of the key metteva dentro il tre punti approfittando della mancata comunicazione Walker/Batum che sul cambio andavano a spasso entrambi, la gara girava sull’89-107.

Il finale aveva poco da dire se non che Graham rimaneva a terra dopo esser atterrato su un piede di Lou Williams che precedentemente era andato al tiro da tre punti.

Problemi alla caviglia destra per Devonte? Mentre Monk continuando ad attaccare guadagnava qualche punto extra.

Finiva 109-128 con Scilla e Cariddi che non fanno più paura oggi…

Pagelle

Kemba Walker: 5

13 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/18 al tiro con tre stoppate prese un po ‘ troppo facilmente sulle sue entrate che comunque danno qualche punto in momenti importanti. Manca un tiro per il pari e da tre se escludiamo la rim/glass, unico tiro entrato con un pizzico di fortuna, con l’1/6 penalizza la squadra. 2 TO e -14. Nel finale con Tony in campo viene ignorato non contribuendo eventualmente a un possibile rientro quindi lascia rapidamente il campo a favore delle riserve.

Jeremy Lamb: 6

16 pt., 6 rimbalzi. Non so se abbia battuto qualche record ma al suo rientro si prende 6 stoppate risultando un po’ lento in qualche azione… senza di esse avrebbe un 7/12 dal campo, così 7/18… sbaglia anche lui il tiro del pari e apre la transizione del +4 a Gilgeous-Alexander dopo aver preso una delle stoppate menzionate. Purtroppo non incide più nel secondo tempo dopo un avvio fantastico. Gioca 28:42 restando comunque aggressivo a prescinder dai risultati.

Nicolas Batum: 5,5

10 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 1/6 al tiro con un 1/5 da fuori. Si salva un po’ con il 7/7 dalla linea, tre dei quali presi con astuzia su un contatto con Harris. Parte bene come gli sparring degli Harlem Globetrotters rispondendo a Gallinari da tre, poi prende un paio di canestri dal nostro connazionale, infine sparisce come il Piero citato da Faletti al Drive-In negli anni ’80, quello che non c’è mai quando ne hai bisogno. Si ostina a provar triple che non segna.

Marvin Williams: 6

14 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata 5/10 al tiro. Anche lui, pur lottando, non riesce a fermare Harrell. Bella la palla intercettata a Gortat con il sottomano in transizione. Onesta partita senza sprecar palloni ma per fare il salto di qualità Charlotte ha bisogno di più.

Bismack Biyombo: 6

4 pt., 6 rimbalzi, 2 stoppate. 2/2 dal campo, una palla persa in 15:29. Avrebbe dovuto giocar di più perché Willy e MKG sotto sono andati peggio. Commette solamente un fallo “stranamente” e anche se non è all’altezza della controparte una sufficienza stiracchiata la si può concedere.

Malik Monk: 7

24 pt., 1 rimbalzo. 7/14 dal campo. Dicevamo… gli si chiede di segnare e lui lo fa entrando bene in campo mettendo una tripla e un tiro dal cuore dell’area. Nell’ultimo quarto segna con due tiro da oltre l’arco di fila essendo di fatto l’ultimo concretamente a provar a tenere a galla Charlotte. Sul secondo finta il taglio all’interno ed esce per ricevere sulla diagonale destra. Qualche punto arriva nel garbage dove continua a spingere ma sono minuti che gli serviranno speriamo per affrontare con ancora maggior confidenza la prossima sfida. 4/7 da tre e 6/6 ai liberi attaccando il canestro gli avversari preferiscono abbatterlo anche se Monk ha detto riguardo la sconfitta che gli avversari sono riusciti a farli uscire dal loro ritmo.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

8 pt., 1 rimbalzi, 1 rubata. A parte la tripla siderale presa in faccia da L. Williams sulla quale non reagisce, anche in aiuto e in difesa sembra poco reattivo finendo per peggiorare alcun situazioni come il FT addizionale regalato a Harris o a esser poco consistente a rimbalzo. Una difesa che si accomuna a quella degli Hornets versione trasferta…

Miles Bridges: 5,5

0 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Commette un fallo ingenuo su Lou Williams girandosi in salto di schiena finendogli addosso sul tiro. Un paio di triple sbagliate e un TO, per il resto a rimbalzo difensivo va meglio di altri ma nei pochi minuti in campo è quasi impalpabile.

Tony Parker: 5,5

12 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 4/7 al tiro. Alterna entrate a jumper con alterni successi ma dalla lunetta finisce con un 4/6 con i due liberi mancati nell’ultimo quarto che fanno scivolare Charlotte leggermente più indietro. Prende un -15 in 14:52, frutto di tre TO ma anche del fatto d’aver ignorato un po’ Kemba nel finale quando portando palla non è più riuscito a ripetere il discreto ingresso in campo sulle prime rotazioni.

Willy Hernangomez: 5

5 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. ¼ dal campo. Si fa rubare palla da Gallinari e manca un canestro facile su assist di Graham. Bene ai liberi questa volta ma commette due TO e accumula un -10 di plus/minus risultando poco consistente come suo solito sotto le plance a livello difensivo mentre a rimbalzo tiene di più anche se 2 sono offensivi.

Devonte’ Graham: 5,5

3 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. ¼ al tiro, ricorre a 4 falli. Willy gli rovina il terzo assist e lui di fa male nel finale alla caviglia destra dopo aver subito una tripla di L. Williams (ricadendo sul piede del panchinaro LAC). Anche dalla panca prende un -13, un plus/minus che indica anche una certa difficoltà difensiva del rookie. In attacco da fuori fa un ½ con una tripla sulla quale prima tentenna, poi con lo scambio trova spazio e infila la retina.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt.. 3:47 i campo, statistiche tutte a zero tranne il plus/minus a +4 nel garbage time pieno.

Coach James Borrego: 5

Squadra da trasferta classica. Se l’avversaria non è di basso profilo non si vince. Ha oggettivamente un problema centro ma deve infondere durezza nei suoi giocatori.

Troppo molli sotto canestro in serata e più convinzione. Se Batum deve partite da titolare, giochi 8/9 minuti poi si accomodi in panchina perché negli altri tre quarti apporta spesso poco o nulla. Si potrebbe tentare con Monk in SG e Lamb in SF per una small-ball o M. Williams in SF con uno tra Willy o MKG nel ruolo di PF. Sono idee, ma qualcosa va cambiato oltre alla mentalità da trasferta con rapidi break concessi.