Game 61: Charlotte Hornets Vs Houston Rockets 113-118

Intro

Spirit.

Così si sarebbero dovuti chiamare i Calabroni se non fosse stato difficile dotarli di una mascotte credibile.

Spirit of Eden si chiamava l’album di mezzo con i quali il gruppo dei Talk Talk (il cui leader Mark Hollis è purtroppo scomparso lunedì) ha iniziato a virare sulla via del tramonto.

L’album precedente, The Colour of Spring, era ancora permeato da uno stupendo suono ma troppo commerciale per Hollis che tendenzialmente rifiutava la complessità di certi accorgimenti che per lui risultavano essere meno puri e finire per minare lo spirito della musica che avrebbe voluto liberare.

Eppure, anche se tendenzialmente sembrano essere due generi di musica differenti quella amata dal grande pubblico negli anni ’80 (pezzi come It’s My Life poi sentita anche con la voce di Gwen Stefani, Such a Shame, Today, My Foolish Friend o Living in Another World solo per citarne alcuni) in moltissime canzoni fluisce lo spirito della musica.

L’accompagnamento canoro a volte è “superfluo” perché la trasmissione del significato è limpida anche se spesso negli ultimi pezzi malinconia e liberazione dalla condizione umana si fondono o switchano all’interno dello stesso pezzo.

Laughing Stock, l’ultimo album con i Talk Talk è un’esperienza onirica, visionaria, d’altro canto non avrebbe potuto essere altrimenti per un musicista che parlando di Living in Another World cita J.P. Sartre…

Dal mio punto di vista Mark Hollis è stato un genio e una persona apprezzabile.

Antidivo, piuttosto schivo, pacato ma anche intelligente e ironico all’occorrenza finì per scegliere tra fare il padre e un lavoro che ormai gli stava stretto (la major che pubblicò l’album d’esordio non era d’accordo con le scelte artistiche di Hollis) e anche Paul Webb (uno dei fondatori del gruppo) abbandonarono Hollis che pubblicò più avanti un album omonimo.

“Una nota è meglio di due dice, “Lo spirito è tutto, e la tecnica, sebbene abbia un grado di importanza, è sempre secondaria”.

Chissà se gli Hornets impareranno da lui.

Per battere i Rockets non si potrà impostarla a livello tecnico ma si dovrà giocare intelligentemente, giocare con grinta senza perder troppi palloni in attacco, pressare con ferocia e spirito ferale per distruggere in profondità l’anima avversaria, altrimenti nove volte su dieci la partita andrà ai texani, in “barba” al fattore campo.

La partita in breve

Classic night in Charlotte che provava a vincerla ma è evidente che a questa squadra manchi concretezza in alcuni singoli che in serata abbiano compromesso la gara.

In particolare la panchina non è stata all’altezza nel sostenere l’attacco di Charlotte né la difesa se escludiamo Lamb, titolare quattro partite or sono.

Buona partenza di Charlotte che con una dunk di Batum a 7:56 saliva sul 13-9.

Con 2 FT di Lamb a 2:50 dalla fine dei primi 12 minuti Charlotte conservava ancora tre punti di margine (29-26) ma l’entrata in campo delle riserve e due triple di Paul nel finale portavano Houston avanti 33-41.

Nel secondo quarto, dopo 4 punti facili di Capela, la panchina accumulava un ritardo di 9 punti (40-49) ma nonostante il rientro dei titolari Charlotte finiva prima sul 40-54 e poi sul 41-56 con 15 punti di divario.

Titoli di coda anticipati scongiurati con un parziale di 16-0 che ben si concretizzava iconicamente nell’azione del sorpasso: Salto oltre la linea di fondo di Batum, un balzo felino per l’allungo verso Lamb che anticipava due difensori e si finiva con la bimane di Zeller per il 57-56 con un parziale di 16-0 Hornets.

Charlotte chiudeva alla grande il quarto sospinta dal pubblico trovando il 69-62.

Dopo l’intervallo l’oscillazione di punteggio rimaneva a favore di Charlotte che nonostante le triple di P.J. P.J. Tucker (con la quinta s altrettanti tentativi firmava l’80-75) riusciva a salire sull’86-75 con due FT di Zeller per fallo della stessa ala dei Razzi.

Nel finale però ecco rientrare i panchinari e Rivers segnar da tre punti, quindi arrivavano 4 punti in fila di Harden per il 91-90.

Il Barba tirava da tre per il sorpasso ma troppo presto, sugli sgoccioli del cronometro, Marvin da appena oltre metà campo segnava un perfetto buzzer beater che dava respiro a Charlotte sul 94-90.

Green però segnava subito da tre e un CP3 che da fermo era in grado di scavalcare Bridges e Hornets nel risultato (94-95) mandavano un brutto segnale.

Resisteva Charlotte che agguantava il 98-95 ma poi era cancellata da un parziale di 0-13 chiuso da Green a 6:46 con due FT (98-108).

Una tripla di Batum dimezzava lo svantaggio, quella di Lamb segnava il finale portandoci a -3 a 3:02 dalla fine.

4 punti per parte non mutavano la situazione e gli Hornets a :22.6 avrebbero anche la palla in mano per pareggiata, ma dopo il precedente errore di Lamb, ecco arrivare la buona finta di Kemba per far scivolar via Gordon ma il tiro impreciso sul quale si spegnevano le ultime speranze di una gara persa nonostante gli ingenti sforzi fisici.

Tra le fila avversarie Capela è stata una spina nel fianco per una difesa che non ha mostrato capacità per contrastarlo validamente (23 pt. e 17 rimbalzi), il Barba nel finale è riuscito ad arrivare a quota 30 pt. dopo un primo tempo in ombra mentre Paul ha finito con 17 e la coppia Green/P.J. Tucker con 15 a testa, tutto da tre punti per il secondo…

Non è bastato a Charlotte vincere 48-37 la lotta a rimbalzo e 25-23 quella negli assist con un 23/27 dalla lunetta contro il 21/24 ospite che ha vinto nelle steal 9-11 avvantaggiandosi nei TO (18-10). Troppe le palle perse da Charlotte (come volevasi dimostrare nell’intro, ecco dove abbiamo aperto falle) finite per pagare a caro prezzo in una serata dove il 47% al tiro con il 36,4% da fuori migliorava le ultime prestazioni bastando a superare il 46,2% dei Rockets con il 33, 3% da tre punti ma i texani sono più concreti e la difesa di Charlotte nei momenti che contano si sgretola.

A questo punto per quanto mi riguarda, assistendo a un calo delle prestazioni di diversi elementi, da “I Believe in You” passare a “I Don’t Believe in You”, per citare due titoli dei Talk Talk il passo è stato forse breve ma sicuramente ponderato anche considerando la forza delle avversarie affrontate recentemente.

Per ritrovar la fiducia gli Hornets avranno le prossime 4 partite a disposizione con almeno tra vittorie da raggiungere senza le quali si potrebbe andare a guardare ancora gli altri ai PO.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

C’era una volta Charlotte sembrava già sulla prima azione quando Capela in 19 secondi arrivava all’alley-oop mentre sull’esterno girovagava Harden seguito da Batum.

Charlotte passava in vantaggio con un passaggio orizzontale cambio lato di Bridges per Batum bravo a colpire da tre dalla diagonale sinistra a 10:55 e allungava con una tripla di Williams alla quale rispondeva con un pullup da due punti (10:17) CP£ per il 6-4 ma gli Hornets da fuori trovavano anche Miles in versione tiratore con una bomba dal corner sinistro per il 9-4 alla quale seguiva però quella aperta dalla diagonale sinistra di P.J. Tucker che anticipava il pareggio di Capela, bravo a metter dentro un altro alley-oop dopo un mancato semplice layup.

Miles ai 24, dopo una deviazione dei Rockets in rimessa laterale, riceveva da Batum e mandava dentro con soli due secondi a disposizione con un fade-away e a 7:56 sulla deflection di Kemba arrivava anche l’assist del capitano in transizione per la tomahawk jam di Batum.

Gordon appoggiava di destro ma Kemba svitandosi appoggiava sulla sinistra del tabellone il 15-11, Harden a 6:14 sbatteva su Walker, per gli arbitri fallo e 2*1.

Rockets a -1 che andavano a -3 a 6:02 sul fallo assegnato a favore di Zeller.

Lamb mancava un facile appoggio e P.J. Tucker puniva da tre dal lato sinistro trovando il pari a quota 17 anche se la penetrazione dalla baseline destra di Kemba si chiudeva con due punti per risalire sul +2.

I texani pareggiavano con due liberi ma lo step-back da tre punti di Walker su Harden dalla diagonale destra ci dava il 22-19 ma Harden in floater e Rivers da tre con step-back su Lamb ribaltavano la gara sul 22-24.

Lamb con uno swish 3 contro-sorpassava mentre le stelle Harden e Walker si divertivano a segnare altri due punti per altrettanti sorpassi mentre a 2:50 Lamb in lunetta allungava con due FT sul 29-26.

Green da tre punti resisteva alla pressione difensiva segnando il pari a quota 29 poi i neri prendevano il sopravvento sfruttando la pessima panchina di Charlotte.

A 2:00 Faried otteneva due liberi strappando un rimbalzo offensivo, a 1:38 Capela, in bonus, splittava due FT per il 29-32.

Parker in entrata con spin appoggiava in maniera imprecisa ma il rimbalzo di Biyombo portava il centro ai due liberi (spinta di Capela sulla dunk).

Due su due e Hornets a un passo dalla rimonta ma Monk sbagliava da fuori mentre Paul nel finale costruiva il vantaggio ospite segnando da due su Monk, replicava MKG dalla top of the key grazie all’assist di Parker ma due triple di CP3 mandavano il quarto in archivio sul 33-41…

Lancio delle magliette durante un time-out…

2° quarto:

Miles partiva segnando due liberi dopo soli 10 secondi mentre Faried sull’azione offensiva andava a commettere il terzo fallo personale ma Monk in attacco si faceva stoppare da Capela, tuttavia Biz nella stessa azione segnando dalla baseline sinistra non proprio da distanza ravvicinata, teneva inaspettatamente botta (37-41).

Faried spingeva Zeller a rimbalzo scendendo dal canestro ma per gli arbitri era “giustamente” rimessa dal fondo Houston che ne traeva due punti tuttavia Parker in penetrazione diagonale da sinistra aveva un sussulto con l’appoggio al vetro vincente nonostante l’estensione del braccio di Green rendesse più arduo il tiro.

Il libero andava dentro e gli Hornets si riaffacciavano sul -3 a 10:38 (40-43).

Houston però se ne andava mostrando l’inconsistenza difensiva del quintetto di riserva segnando due punti con Gordon e 4 con Capela che da sotto aveva vita facile in rifinitura.

40-49, time-out e dentro i titolari che avevano un primo momento d’adattamento durante il quale i texani ne approfittavano: il triplista Shumpert dal corner sinistro metteva dentro e l’inserimento di Harden sul passaggio di Kemba destinato a Bridges aveva l’effetto finale di una dunk in schiacciata per il Barba che mandava con il parziale di 11-0 sul -14 la squadra di Borrego.

Quando qualcuno ormai pensava ai titoli di Coda, gli Hornets mostravano resilienza ed efficacia:

Zeller per un fallo di Tucker cominciava morbidamente splittando due liberi, Harden al verto segnava due punti per il +15 ma Williams da sotto realizzava il 43-56 con Charlotte a metter dentro 14 punti nel pitturato contro i 28 ospiti.

Per un fallo ingenuo di Faried (4°) Kemba si presentava in lunetta segnando due FT a 6:24, un hook di Batum proseguiva la rimonta di Charlotte che cavalcava l’onda tra buone difese e un Walker che schermatosi parzialmente con Zeller era toccato lateralmente da Gordon.

3/3 a 5:26 con Charlotte ora sul -6 (50-56).

Continuava a crederci la squadra di Borrego che usufruiva anche della tripla di Kemba a 5:06 mentre D’Antoni andava in time-out ma non otteneva l’effetto sperato perché Kemba al rientro superava Harden in corsa per metter dentro da sopra gli esagoni colorati un floater off-balance.

Se anche Batum con un balzo da canguro, plastico, riusciva a salvar una palla destinata al fondo tenuta viva da Lamb, ecco che gli Hornets erano pronti a servire il sorpasso con una bimane aggressiva di Zeller per il 57-56 per un parziale di 16-0 poi interrotto da Gordon in appoggio oltre la selva nel pitturato di Charlotte.

Kemba però a 3:03 rilasciava un mid-range fade-away e gli Hornets andavano ancora a segno a 1:49 con un soddisfatto Walker da tre punti.

Capela da second chance riavvicinava i Razzi (62-60) ma a 1:12 Kemba da fuori segnava il quarto tre personale approfittando di un Harden morbido con Charlotte ad allungare con la dunk di Batum e due FT di Lamb a :52.0 (fallo di Gordon) prima del canestro di Houston del 69-62 a chiudere il primo tempo.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker, right, and Houston Rockets’ Chris Paul, left, chase a loose ball during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Wednesday, Feb. 27, 2019. Chuck Burton / AP

3° quarto:

Dopo l’intervallo Charlotte partiva con l’assist volante da sotto di Marvin per Zeller che dal lato opposto arrivava ad attaccare per la dunk scavalcando quota 70.

Bridges stoppava Gordon nell’angolo destro ma dalla stessa posizione Tucker mandava a bersaglio una tripla alla quale Batum rispondeva con fluidità a 10:49 per il 74-65.

Tucker segnava nuovamente da fuori ma Cody in qualche modo metteva dentro su Capela appoggiando alto al vetro il 76-68.

Houston risaliva sul -4 ma un fade-away di Zeller in area e una transizione (intercetto Kemba, assist Batum) portava Marvin con una mano a mandare la palla ad arrampicarsi appena oltre l’anello per l’80-72.

P.J. Tucker diveniva fastidiosissimo con la quinta tripla a segno su altrettanti tentativi ma tra Tucker e Harden si intrometteva Batum che andava in solitaria a schiacciare l’82-75.

Harden e Capela fallivano i tentativi nella stessa azione, Lamb subendo fallo da Green andava a 5:47 per estendere il vantaggio a 9 punti, con il Barba impreciso ancora in attacco con il floater.

Batum stoppava Harden ormai a 0/8 da fuori e a 0/22 nelle ultime gare, Cody subiva l’intervento non regolare di P.J. Tucker a 5:08 e con il 2/2 la squadra di MJ vedeva salire il vantaggio sul +11 (86-75).

La partita rimaneva più o meno lì con Kemba in lunetta a splittare per l’89-80 a raggiungere i 30 punti mentre Harden sull’altro fronte segnava finalmente da tre mentre Rivers stoppava Walker ma sull’azione successiva Lamb con l’attacco in corsa perfetto metteva dentro a 2:45 il 91-83.

Una tripla di Rivers più 4 pt. consecutivi di Harden segnavano la rimonta Houston sino al -1 (91-90) con l’attacco di riserva di Charlotte bloccato.

Harden provava per il sorpasso ma troppo presto perché la palla era recuperata da Charlotte che lanciava Marvin che da appena oltre metà campo metteva dentro un incredibile buzzer beater per il 94-90.

Charlotte Hornets’ Nicolas Batum (5) drives against Houston Rockets’ Chris Paul (3) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Wednesday, Feb. 27, 2019. Foto: Chuck Burton/AP.

4° quarto:

Brutti segnali quando Green dopo pochi secondi mandava dentro la tripla e Paul dal post basso ricavava un tiro da fermo sopra Bridges per il sorpasso…

Miles si rifaceva con una buona difesa e con il fing and roll dalla porta d’entrata a sinistra in più Lamb con il bucket del 98-95 provava a sostenere l’attacco.

Da una second chance Capela ricavava il -1 e Marvin, spinto da Gordon sul turnaround, mancava due liberi che consegnavano il sorpasso a Paul con altri due punti da fermo contro Walker in questo caso.

A 8:21 Bridges provava a rimediare al rimbalzo di Green salendoci quasi in groppa ma il lungo dei Rockets guadagnava anche l’and one per portar la squadra di D’Antoni sul 98-102.

Quando in area Capela girava in gancio su Cody e Paul batteva anche Lamb sembrava finita.

La crisi si aggravava con il 2/2 di Green dalla lunetta a 6:46 che stravolgeva completamente la gara vista sino a quel momento nel secondo tempo.

98-108 con un parziale di 13-0 Houston.

Lamb con l’appoggio alto e difficile su P.J. Tucker mandava a quota 100 Charlotte che con una tripla di Batum a 5:12 dimezzava lo scarto (103-108).

Un altro allungo Rockets pesava decisamente sul finale: Capela da sotto rimediava all’errore di Harden che mandava poi a segno dalla baseline sinistra il tiro del 103-112.

Una penetrazione sulla destra di Kemba si chiudeva con il canestro e una botta in faccia per il capitano che guadagnando il benefit dalla lunetta provava a sostenere la squadra negli ultimi tentativi di recupero.

Rivers da tre sbagliava, Lamb segnava segnando così il finale sul -3…

Un -3 che rimaneva immutato dopo la dunk appesa di Capela e il floater ritmato di Marvin, Batum in attacco perdeva palla (sospetto di fallo su di lui) ma andava comunque generosamente a stoppare Gordon rientrando su di lui così Lamb, anche se fuori equilibrio mancava la prima occasione d’aggancio con la tripla errata, Harden e Kemba ne mettevano due a testa quindi Charlotte tornava in attacco ma Lamb era sfortunato in entrata vedendo rimbalzare sul ferro la palla due volte prima di schizzare fuori.

La sfera rimaneva in possesso delle canotte bianche che dopo il time-out a :22.6 provavano nuovamente a segnar da fuori per l’aggancio ma, nonostante la buona finta del capitano per far scivolar via Gordon in uscita, il tiro non finiva dentro e sul rimbalzo Williams non poteva che commetter fallo su Harden che dalla lunetta era una polizza di quelle valide.

Finiva così, 113-118, anche perché sull’ultimo disperato tentativo Kemba non colpiva che il ferro.

Pagelle

Kemba Walker: 7

35 pt., 4 rimbalzi, 4 assist, 5 rubate. 12/22 dal campo con 4/11 da tre pt.. Note negative le sei palle perse e i punti dimezzati nel secondo tempo rispetto al primo. Dispiace vederlo prendersi le responsabilità nel finale e fallire ancora una volta ma era visibilmente stremato. Il livello di stamina scende troppo per Kemba se deve cercare di sbloccare un attacco abulico. +14 in +/-. Primo giocatore a Est ad arivare a 200 tre punti realizzati in stagione.

Nicolas Batum: 7

17 pt., 6 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 2 stoppate. 7/13 dal campo. 3/5 al tiro da fuori e +12 di plus/minus. Prende le sue responsabilità anche nel finale tirando senza paura se c’è l’occasione e mette dentro una tripla importante. Due ottime stoppate così come le steal. Contiene Harden magnificamente per tre quarti poi il Barba qualcosa riesce a fare nel secondo tempo ma non sempre contro di lui. Gioca con grinta e sembra il lontano parente di quel giocatore moscio che troppe volte abbiamo “ammirato” negli ultimi tre anni a Charlotte.

Miles Bridges: 5

9 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. Parte ancora in quintetto Miles che ha le tipiche giocate estremamente positive e negative di un rookie. Manca d’esperienza. Si fa superare da Paul con un tiro da fermo in post basso, commette un fallo inutile ormai appoggiandosi su Green e lascia il rimbalzo a Capela saltando altissimo a una mano ma non riuscendo a portarselo sotto il mento. Non perde palloni ma con lui in campo è -15 di plus/minus. Forse sarebbe il caso di rivedere qualche rotazione anche se Borrego capisce le difficoltà e mette dentro Lamb per il finale.

Marvin Williams: 6

12 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, rubate. 5/10 dal campo con un +10 ma non mi convince in difesa dove lascia qualche spazio anche se è sempre pronto all’evenienza ad andare ad aiutare oscillando dal suo uomo a quello di un compagno. La tripla sul finire del terzo quarto è da antologia ma poi parte male nell’ultimo quarto. Bravo in floater a ritmarsi.

Cody Zeller: 5,5

13 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 4/6 dal campo, generoso, in tuffo costringe anche i Rockets al time-out dopo una persa di Walker ma non riesce a contenere Capela. Sbaglia poco anche dalla lunetta ma a raffronto con l’avversario paga dazio. Tre TO e 4 falli anche se il +/- è un buon +11.

Malik Monk: 4,5

0 pt. Un fallo, una palla persa, due tiri a vuoto uno dei quali stoppato… Gioca 5:27 prendendo un -10. Le speranze degli Hornets annegano con lui. Doveva esser l’arma in più invece è quella che ci si ritorce contro.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Sta diventando anche lui anonimo. A parte la stoppata subita e l’1/3 dal campo, gioca più di 10 minuti commettendo un paio di falli e prendendo un -8 di plus/minus. Non convince ancora dopo un buon inizio di stagione.

Jeremy Lamb: 6,5

18 pt., 14 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/15 dal campo con 2/7 da tre pt. e 6/6 dalla lunetta. Nel finale manca una tripla e anche un floater finito a rimbalzare un paio di volte sul secondo ferro ma è lui che segna la tripla del -3 e va diverse volte ad attaccare il ferro mettendo dentro anche un appoggio difficile oltre P.J. Tucker di sx. Anche se incassa qualche tiro in faccia va in doppia doppia e smista anche parecchi assist per i compagni rispetto ai suoi standard. Direi più che discreto dalla panchina. Riesce il 31 minuti e oltre ad arrivare a un +2 di plus/minus giocando anche nel finale.

Bismack Biyombo: 5,5

4 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Nonostante cifre discrete per uno che ha giocato 12 minuti, c’è un buco lì sotto. Biz non riesce a colmarlo nemmeno in stoppata perché i Rockets vanno a segno da second chance. Il -19 indubbiamente è frutto di tante situazioni diverse sul campo nelle quali lui non sempre è coinvolto ma nonostante i rimbalzi non riesce a dare un adeguata copertura globale.

Tony Parker: 4,5

3 pt., 2 assist. ¼ al tiro, tre TO. Butta via diversi palloni e sbaglia due tiri in sequenza. Gioca 11 minuti e trentaquattro secondi nei quali prende un -22. A parte la penetrazione a sinistra con l’and one per fallo di Green e l’assist per MKG è una prestazione ampiamente negativa. S non gioca bene più nemmeno lui dalla bench la situazione è da brividi…

Coach James Borrego: 6,5

Gli uomini che ha sono questi, qualcuno in serata sembra recuperato, altri dalla panchina si pestano i piedi. Un Harden al minimo sindacale nel primo tempo, una squadra che avrebbe bisogno di un paio d’innesti reali in SF e C, anche se Zeller è un discreto giocatore. E se Brooklyn perde con i Wizards in casa e Detroit cede a San Antonio, gli tocca incassare l’inaspettata vittoria di un punto di Miami che sembrava disintegrare i Warriors nel primo tempo, perdere nel finale sino a emergere vittoriosi alla fine 126-125 con un tiro di Wade da tre punti miracoloso a tre decimi dalla fine su una gamba dopo esser stato appena stoppato… D’altra parte noi siamo scivolati 5 partite sotto i .500 ed essere ancora al comando della Division è una “triste vittoria” di Pirro anche se indubbiamente non siamo un team fortunato.

Game 60: Charlotte Hornets Vs Golden State Warriors 110-121

Intro

Scegliere, eligere, separare il meglio dal peggio di qualcosa si può leggere nell’etimo, anche “eleggere”…

Scegliere è una parola con un bel suono e anche idealmente offre possibilità a chi si trovi in questa condizione ma ogni medaglia ha il suo rovescio.

Lo scegliere ci pone sempre di fronte a un bivio, dal dubbio qualcuno potrebbe poi far nascere rimpianti o rimorsi.

Non è sempre facile però scegliere… se su alcune tematiche la scelta , la preferenza è automatica o quasi in base ai nostri gusti, in altre situazioni si possono fare, a seconda del carattere, scelte istintive oppure ponderate ma anche su queste ultime gravano numerose incognite materializzabili come variabili sconosciute che, anche se individuate, potrebbero poi non portare nella realtà alle conclusioni pensate preventivamente.

E’ chiaro che vi siano anche delle condizioni esterne che inficiano a volte le possibilità.

Non partiamo tutti dallo stesso punto.

La ricchezza contro la povertà sono una discriminante così come lo sono le connotazioni geografiche, ecc..

Nella NBA il Draft è affascinante per il semplice fatto che giovani prospetti futuri potrebbero mantenere fede alle loro promesse oppure scomparire come outsider pescati in fondo al mazzo, affermarsi contro ogni pronostico.

I Warriors in questi anni sono riusciti a pescare dai vari Draft Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green ai quali si sono aggiunti agglomerandosi Kevin Durant e DeMarcus Cousins.

Charlotte, dopo la buona presa di Kemba in epoca Bobcats, dovranno accontentarsi di MKG l’anno successivo e alla fine della loro era da Linci sceglieranno Zeller, attualmente titolare per poi passare a Vonleh, Kaminsky e Monk sino a Bridges (scelto dai Clippers ma subito scambiato per Gilgeous-Alexander).

Degli ultimi citati, sebbene Monk abbia delle possibilità, l’unico giocatore con una resa leggermente sufficiente pare proprio l’ultimo, il rookie Bridges, che, pur non essendo giocatore completo, finisce per dare qualcosa in più alla squadra rispetto a tante scelte disattese tra la nona e l’undicesima posizione ma anche la seconda di MKG e la quarta di Zeller non hanno ripagato le attese anche se Cody rimane un discreto giocatore.

Vediamo quindi dal 2012 le scelte delle squadre e cosa si sarebbe potuto ottener di meglio anche se ovviamente certi destini singoli si incrociano con gli ambienti e le situazioni trovate nei vari team…

Nel 2012 la controversa lottery assegna Anthony Davis ai New Orleans Hornets (ora Pelicans), freschi della vendita della NBA al nuovo proprietario Tom Benson.

I Bobcats escono da una stagione disastrosa ma non ottengono la prima chiamata così ripiegano su MKG ma appena dietro di lui si sarebbe potuti arrivare a Bradley Beal oppure alla sesta posizione ottenere Lillard o ancora alla decima Drummond.

Alla 34^ Cleveland sceglie Jae Crawder e Golden State alla 35^ Draymond Green mentre Detroit alla 39^ addirittura pesca Middleton dopo tanti passaggi a vuoto degli altri team…

Nel 2013 arriva Cody Zeller alla 4^ posizione, dietro di lui arrivano McCollum alla 10^, Giannis Antetokounmpo alla 15^, Dennis Schroeder alla 17^ e Rudy Gobert alla 27^.

Nel 2014 alla posizione numero 9 Charlotte spreca la scelta per Vonleh. Dietro di lui arrivano le chiamate per Dario Saric alla 12^, Zach LaVine alla 13^, Jusuf Nurkic alla 16^, Rodney Hood alla 23^, Clint Capela alla 25^ Bogdan Bogdanovic alla 27^ e Nikola Jokic alla 41^.

Nel 2015^ Miles Turner alla 11^. Devin Booker alla 13^ e Bobby Portis alla 22^.

2016, è l’anno nel quale si approda ai playoffs.

Si sceglie alla 22^ Malachi Richardson ma a parte il discreto Brogdon dei Bucks alla 36^ non c’è molto di livello nettamente superiore.

2017, alla 13^ c’è Donovan Mitchell scelto dai Nuggets e alla 27^ Kyle Kuzma dei Nets e si arriva al 2018 con lo scambio Gilgeous-Alexander/Miles Bridges, scelto dai Clippers alla 12^ (una posizione più “alta” della nostra) per motivi di posizione. Arriverà comunque Graham (Devonte’) dal secondo giro ma dopo Miles non c’è molto meglio in giro numeri alla mano, al momento si può dire che Charlotte non abbia fatto male a sceglierlo.

Qui sotto troverete le tabelle delle due squadre complete:

Charlotte quindi non ha avuto molto talento nell’individuare potenziali top player, anche se in alcune annate c’era poco da fare, al contrario gli anni dei Warriors sul fondo della classifica hanno finito per pagare.

Charlotte si attesta spesso negli ultimi anni (eccezion fatta per l’anno playoffs) sul centro-bassa classifica ma non è del tutto vero che non si sarebbe potuto sceglier di meglio, specialmente dal 2012 al 2015 gli Hornets, come altri team, hanno mancato qualche grosso talento disponibile.

Si arriva dunque alla gara nella notte al classico scontro Davide contro Golia, la storia tracciata sino a qui pare irreversibile (a meno che in un universo parallelo vi siano degli Hornets con i giocatori dei Warriors o qualcosa di simile) e le forze in campo sembrerebbero soverchianti, oltretutto con un Walker tornato a prendersi per forza in mano la squadra attraverso i suoi tiri (troppo esagerato da fuori a volte) perché intorno sembra esserci solo Parker (quando sta bene) rimasto affidabile dopo la mossa di Borrego (scelte…) nel portare Bridges in quintetto relegando Lamb in panca che tuttavia ha evidenziato qualche problema di compatibilità con Tony (i due finiscono per togliersi lo stesso spazio al tiro).

Hornets in ottava piazza ormai con le spalle al muro, resta solo da vedere se nella notte verranno spazzati via o troveranno energie per ribaltare incredibilmente il pronostico ma per farlo dovranno accuratamente valutare bene ogni situazione e fare le scelte giuste perché la lotta è impari.

La partita in breve

Charlotte ci prova generosamente ma commette qualche errore che alla fine costa caro.

I Warriors forse staccano la spina in brevi frangenti e Charlotte ne approfitta per rientrare un paio di volte ma la differenza è tanta e non basta la voglia a colmare il divario.

Si partiva con un primo quarto equilibrato nel quale Zeller mostrava subito d’esser in serata eccezionale.

Era lui ad aiutare diverse volte l’attacco degli Hornets andandosi a prendere anche iniziative personali.

Walker a 4:29 segnava il +3 826-23) ma l’ingresso di Biz e MKG bastava per mutare le sorti della gara con i Warriors che scavalcavano e non perdevano più la leadership nel punteggio della gara.

MKG portava comunque 4 punti consecutivi in dote per il 30-31 ma una tripla di Durant su di lui mandava in archivio il quarto sul 30-34.

Scivolava fuori match la squadra di Borrego accumulando una dozzina di punti di svantaggio con Cousins a realizzare una tripla per il 37-49.

Charlotte era spesso tagliata fuori dai passaggi veloci dei Warriors che evidenziavano lacune nella tenuta difensiva della squadra di MJ che spesso non tentava di resistere nemmeno al ferro in queste situazioni.

Gli Hornets però nel finale con una buona pressione difensiva costringevano gli avversari a qualche palla persa e un circus shot di Lamb da two and one riuscivano a tornare sul -5 (60-65) prima di prenderlo a propria volta da Green che mandava all’intervallo i GSW sul vantaggio di +8.

Nella ripresa l’accelerata dei Warriors li riportava sul +12 con il facile canestro di Thompson dal post basso su Walker per il 73-85.

Charlotte con una fiammata però arrivava a 2:38 con un parziale di 13-4 per l’86-89 grazie anche alla tripla di Kemba.

Un parziale di 2-9 con Livingston in tap-in sulla sirena però chiudeva di fatto il match (88-98).

Nell’ultimo quarto i Warriors toccavano il +17 con l’attacco di Charlotte incapace di esser costante in attacco sebbene un floater di Kemba ci portasse a terminare un altro parziale di 10-0 con il quale si tornava a -7 (108-115) a 3:24 dalla fine.

Un paio di palle perse però ci condannavano a finire sconfitti 110-121.

Thompson ha terminato con 26 punti, Cousins con 24+11 rimbalzi, Durant con 20, Curry con 16 e Green con 14 a completare la doppia cifra del quintetto californiano, indubbia forza del team.

La panchina di Charlotte ha vinto 27-21 il confronto punti con Charlotte ad avvantaggiarsi nelle rubate (13-9), nei TO (12-15) e nei liberi con un 23/26 per un 88,5% contro il 11/13 (84,6%) dei Warriors.

Decisive però per i Guerrieri sono state le statistiche al tiro con il 44,0% di CHA contro il 50,5% dal campo per la squadra di Kerr che ha finito con il 34,1% da fuori contro il basso 21,2% da tre pt. del Borrego team pesantemente sovrastato a rimbalzo 38-49 e negli assist 23-35 anche se i Calabroni hanno avuto FT in più su assist possibili rovinati da interventi irregolari degli avversari.

Le Formazioni:

La partita

1° quarto:

Partiva benissimo Zeller che vinceva la palla a due contro Cousins e in corsa, con una finta di passaggio nel mezzo, si procurava lo spazio per la schiacciata two hand.

Non rimanevano a guardare i campioni che con Thompson da destra scavalcavano per andare a segnare con Durant a 10:28 il 2-5 (contro Kemba slittato in rotazione su di lui).

Cousins spingeva Zeller sulla baseline mentre era impegnato in un reverse layup.

Due FT e avvicinamento sul 4-5.

Cody intercettava un passaggio in difesa con un buon anticipo e Marvin finiva per segnare con un lungo jumper da sinistra ma ancora Thompson da destra scavalcava per il 6-8.

Green in coast to coast portava la squadra di Kerr sul +4 ma Cody incredibilmente continuava a produrre buone giocate: suo il tap-in vincente sull’errore di Walker.

Batum, arrivando da dietro, stoppava Curry a 5 cm dall’anello e in fade-away andava a metter dentro il pari alle pendici dell’area destra.

A 8:05 era ancora il francese in transizione si procurava due FT (fallo di Thompson) per il sorpasso.

Thompson mancava tutto solo un layup clamoroso ma poi andava al vetro sull’azione seguente per pareggiare.

Cody in area si muoveva bene sul vertical pass di Batum costringendo alla resa difensiva i giocatori della baia ma Durant da tre segnava il 14-15 e Kemba prendeva un tecnico protestando per un contatto non chiamato sull’azione offensiva con Curry.

14-16, 14-18 dopo l’appoggio di Green ma a 6:06 Batum con la bomba riavvicinava la Buzz City che esultava quando Cody in hand-off dal post alto prendeva palla per andare a sorpassare a 5:28.

Durant da tre metteva dentro la seconda bomba personale ma Cody con un palleggio basso batteva Cousins e Curry trovando ancora la via del canestro per il pari a quota 21.

Batum da tre punti con assist arretrato di Lamb ci portava sopra di tre punti a 4:48 ma Thompson 10 secondi più tardi dal pitturato segnava il jumper.

Calabroni che resistevano con i primi due punti di Walker (ravvicinati) ma per uno scontro Cousins/Zeller (in chiusura) gli arbitri a 4:14 ricavavano due liberi per l’ex centro dei Pelicans.

A un passo dal sorpasso, dopo gli errori di Batum e MKG da fuori, con un paio di second unit in campo gli Hornets, si vedevano superare a 3:12 dall’appoggio di destro di Cousins.

Durant segnava in jumper contro MKG e Livingston realizzava anche a 1:20 il 26-31.

MKG dalla baseline sinistra (lato debole) metteva dentro il catch n’shoot su assist di Parker e a :20.6, grazie a un rimbalzo offensivo, otteneva anche due FT che realizzati davano il 30-31 ma c’era tempo per Durant d’inventarsi una tripla sopra lo stesso MKG.

30-34 alla fine di un primo quarto ben giocato anche da Charlotte.

CHARLOTTE, NORTH CAROLINA – FEBRUARY 25: Kevin Durant #35 of the Golden State Warriors tries to keep the ball from Jeremy Lamb #3 of the Charlotte Hornets during their game at Spectrum Center on February 25, 2019 in Charlotte, North Carolina. (Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

2° quarto:

Hornets che partivano male nella seconda frazione subendo due punti di Cousins, Monk non segnava ma Lamb con un cambio mano in entrata metteva dentro di destro il two and one con il quale tornare a un possesso lungo di distanza (33-36) a 11:06.

Thompson da tre sembrava farla semplice e Borrego sul -6 chiamava rapidamente una pausa che non serviva molto però perché Green in taglio diagonale era perso da Monk sul passaggio dal post basso di Cousins che liberava il compagno in running dunk.

Livingston con un’altra schiacciata faceva arretrare gli imenotteri sul -10 ma il rientro di Cody portava piccoli benefici come i due punti da sotto recuperando un’alzata di Parker subito finita sul bordo inferiore del ferro.

A 8:27 per un fallo di Monk Thompson splittava due FT e Cousins in difesa aveva la meglio in stoppata su un poco brillante Parker.

Zeller recuperava una palla ma Bridges gettava alle ortiche l’occasione ma su un’altra deviazione di Cody, Kemba aveva mani più sicure per l’appoggio in coast to coast.

Cousins da tre preparava la tripla battendo Zeller.

L’ex centro dei Pels commetteva fallo in chiusura su Parker che metteva dentro i due liberi ma il centrone avversario in schiacciata rimediava all’errore in chiusura.

Parker era stoppato da Green e ancora Cousins con la jam riusciva a mandare la partita sul 39-53 con Charlotte ormai in balia degli ospiti sul +14…

Kemba per cercare di rimediare segnava da fuori a 5:44 ma 11 secondi più tardi la frecciata di Curry era perfetta per i tre punti del 44-58.

Hornets che cominciavano a mangiare qualche punto alla squadra di Kerr con due FT di Biz per il 48-60 a 2:54, Looney segnava una dunk mostrando i limiti difensivi di Charlotte spesso tagliata fuori da passaggi rapidi o back-door ma Batum in appoggio di destro ci portava a 50 punti inoltre Marvin ricavava lo spazio da sotto per segnare il 52-62.Biz a 1:20 era abbattuto da Looney nell’area dei Warriors.

Il congolese splittava, Curry sul fronte opposto segnava da tre sul cambio Biz/Walker ma Lamb a :54.4 attaccando il canestro guadagnava due FT poi realizzati mentre in salto Walker forniva materiale per due punti facili per Zeller.

I Warriors perdevano la seconda palla consecutiva con gli Hornets bravi a deviare e recuperar palloni e un circus shot di Lamb (mezzo giro all’interno con spin in corsa sulla shooting motion su Cook) dava una giocata complessiva da tre punti (two and one) per il 60-65 a :24.3.

Come nel primo quarto i Warriors però segnavano gli ultimi tre punti, questa volta era Green a schiacciare subendo fallo da Williams.

Ancora una volta la difesa si dimostrava sensibile ai tagli e si finiva sotto di 8 punti all’intervallo (60-68).

Zeller in schiacciata mette il punto esclamativo sulla sua ottima serata.

3° quarto:

Pessimo inizio di Charlotte che lasciando la tripla aperta nell’angolo sinistro a Green andava sotto di 11 anche se poi Batum a 11:06 attaccando Cousins con problemi di falli metteva dentro due punti.

Zeller in salto faceva perder palla a Durant ma su un paio di ribaltamenti finiva per segnare Thompson in reverse layup.

Marvin ai 24 da sinistra scagliava un dardo da tre punti ma Durant in corsa si appendeva al ferro con una violenta slam dunk.

Walker da tre punti da sinistra con una freccia avvelenata, la stoppata su Curry di Williams in aiuto difensivo più la tripla di Bridges dall’angolo sinistro sottolineavano il buon momento di Charlotte che arrivava a recuperare sino al -4 (71-75).

Kerr al time-out raddrizzava il timone della nave con i Warriors capaci di segnare subito un 2+1 con uno splendente Cousins in entrata su Zeller, nettamente depistato a inizio azione che provando a resistere peggiorava la situazione.

Miles, per una leggera spinta alle spalle di Durant metteva dentro due liberi ma Curry con 5 punti consecutivi mandava i suoi sul +10 e dopo un in & out da fuori di Batum, dal post basso destro Thompson aveva vita facile sul piccolo Walker.

-12 (63-75) a 6:32.

Charlotte non mollava e con un passaggio di Walker per la passerella frontale di Zeller recuperava due punti poi toccava a Batum recuperare un altra palla in difesa e a Jeremy servire l’indisturbato Cody che in dunk faceva infuriare Kerr che vedeva i suoi un po’ svagati.

A 5:30 arrivava il time-out sul 77-85 ma questa volta i Warriors non miglioravano dopo la pausa; Marvin con un fing and roll accorciava e a 4:34 arrivava anche la mega jam di Zeller a una mano che saliva a 22 punti con un 10/10 dal campo.

Williams bloccava Durant irregolarmente sul tentativo di schiacciata e a 4:26 l’ex OKC portava a casa due punti e dopo due FT mancati da Lamb toccava a Kemba recuperare i punti persi con una rapidissima puntata a canestro.

Un paio di rimbalzi difensivi di Biz e la tripla frontale di Walker a 2:38 facevano tornare la squadra di MJ sul -3 (86-89).

Nel finale però i Warriors trovavano ancora un Durant che con una tripla da second chance arrivava a 20 pt. grazie al rimbalzo off. di Looney e la schiacciata di Iguodala con 360° successivo segnava nuovamente il -8, distacco con il quale si era iniziato il quarto.

Lamb da tre con l’air-ball e Durant da casa sua fallivano le triple ma sulla sirena Livingston in transizione seguendo l’azione piazzava il tap-in del 88-98 che dava una mazzata a Charlotte.

Charlotte’s Kemba Walker drives past Golden State’s Steph Curry. | AP photo

4° quarto:

A inizio ultimo quarto rimanevano in campo diversi titolari per le due squadre ma c’era poco da raccontare perché dopo l’appoggio di Batum di destra e i canestri di Thompson e MKG con il floater dopo il dribbling per il 92-100, la partita prendeva la direzione della baia con un difficile jumper uno vs uno di Thompson andando oltre la linea di fondo.

Thompson in corsa non segnava sulla sinistra contro Batum e Kemba ma Iguodala rimaneva solo a ribadire al centro.

L’appoggio di Cody era seguito da due punti veloci della squadra di Kerr che sorprendevano la nostra difesa e se a Zeller riusciva di stoppare Livingston, poco poteva sul gancetto di Cousins per il 94-108.

Cody rispondeva, poi ancora Cousins e ancora Zeller ma solo per il 98-110.

Quando McKinnie dall’angolo destro mandava dentro la bomba del +15 era ormai tardi per il recupero con i Warriors a salir successivamente anche sul +17.

Charlotte un ultimo tentativo dal -17 lo faceva portando un parziale di 10-0 che si concludeva grazie alla giocata a 3:24 di Kemba su Green .

Lamb però buttava via una palla in transizione e si era colpiti di rimessa da Thompson, inoltre Kemba in salto mandava in angolo un passaggio telefonato verso Batum con Iguodala veloce ad anticipare d’esperienza il francese.

Dopo un ½ di Curry arrivavano due punti di Lamb che perdeva sulla pressione di Thompson un pallone passatogli incautamente appena dopo aver varcato la linea di metà campo.

Chiudeva Curry che, soffocato da Batum, andava a riposizionarsi per ricevere e segnare da tre mentre Batum si arrestava e Walker non aveva i cm per il close-out nonostante lo sforzo.

110-121 mentre sugli altri campi andavano a compimento una lista di risultati negativi per noi con i Pistons capaci di battere i Pacers e i Nets di vincere sugli Spurs mentre gli Heat, unica magra consolazione di serata, facevano peggio di noi venendo sconfitti dalla squadra del mio omonimo Igor (Kokoškov) 121-124 sul proprio parquet in un finale punto a punto con i Suns.

Charlotte tra un paio di giorni avrà i Rockets in casa, altra partita durissim, Miami riceverà i Warriors mentre i Pistons se la vedranno contro gli Spurs in Texas, Brooklyn avrà la possibilità d’allungare giocando contro i Wizards in casa mentre l’altra newyorkese domani ospiterà i Magic, ormai a noi troppo vicini, sperando che gli arancioblu riescano a respingere l’assalto dell’Orlando furiosa, magari non pensando troppo a Zion…

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

23 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. 9/24 al tiro con 3/12 da tre punti e 5 TO. Ci prova ma non sempre nella maniera corretta. Dovrebbe diminuire di almeno ¾ unità il tiro da oltre l’arco. I suoi tentativi nell’ultimo quarti vanno tutti fuori bersaglio: Quando si è stanchi si gioca con meno precisione e anche un paio di passaggi che finiscono nelle mani avversarie costano un po’. Sbagliare di meno significa avere più possibilità di vincere anche se in serata un paio di tiri gli saltano via dall’anello un po’ sfortunatamente.

Nicolas Batum: 6,5

14 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 5/11 al tiro, 2 TO. Qualche piazzamento difensivo da verificare come quello nel finale quando si ferma non visionando più Curry in relocation. Lì era inutile ma per il resto ha mani rapide con le quali devia palloni e porta a termine steal, oppure va a dar fastidio. Ha più voglia del solito e si vede quando va a stoppar Curry. Bello l’assist per Zeller servito in verticale.

Miles Bridges: 5

7 pt., 5 rimbalzi, 2 rubate. 2/9 al tiro, 3 TO, -11 di plus/minus. Parte ancora da titolare ma forse non era il caso nella notte. Paga un po’ il gap d’esperienza anche se con una tripla in attacco nel terzo quarto firma il 71-75 nel buon momento per Charlotte. Troppi errori al tiro però in attacco dove ricava altri due punti con l’appoggio di destro e due FT per fallo di Durant.

Marvin Williams: 5,5

11 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Perde il duello a distanza con Green anche perché mi sembra uno dei più lenti in serata a comprendere certe situazioni. Si porta comunque a casa un +2 in plus/minus giocando circa la metà dei minuti disponibili ma da fuori l’1/5 non è buono. Finisce con un 4/8 dal campo.

Cody Zeller: 8

28 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 3 stoppate. 13/14 al tiro già dice molto sulla serata di Cody che around the rim si muove bene anche grazie a un Cousins che inizialmente ha qualche problema di falli ma anche più tardi rispetto al suo buon primo quarto riesce a portare benefici alla squadra, in attacco e in difesa dove stoppa diversi tentativi. Bello quello su Livingston e spettacolari un paio di schiacciate in corsa. Non sempre riesce a chiudere in maniera corretta ma la tripla di Cousins e l’entrata del centro avversario che lo depista fino a farlo arrivare al fallo con il contatto di spalla sono episodi che nel complesso intaccano di poco il voto. Chiude con un paio di rimbalzi in meno ma 4 punti in più. Generoso quando va a recuperare un pallone e poi in tuffo prova a riprendersela da Curry che la porta via con la sfera non del tutto ancora in sicurezza anche se non riesce alla fine nell’intento. Career-high per Cody a un passo dalla doppia doppia nonostante sul versante opposto splenda anche Cousins.

Jeremy Lamb: 6,5

16 pt., 5 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate, 1 stoppata. 5/13 dal campo con 0/4 da fuori. Una sola palla pera ma nel finale, se non decisiva è quella che dice addio ai sogni di rimonta. Il limite è il tiro da fuori, l’avevo già segnalato e si conferma in nottata. Quando attacca l’area diventa difficilmente arrestabile e se viene bloccato spesso è con il fallo. Peccato per un paio di liberi a vuoto nello stesso giro ma finisce comunque con un 6/8 una buona performance. Con Parker in ombra finisce per giocare 31:13 portando con sé la novità assist. Da segnare nel cerchiolino i 7 smistati.

Malik Monk: 4,5

0 pt.. In 6:44 chiude con 0/3 al tiro e un fallo in chiusura che toglie ai Warriors alla fine un punto. Vede solo il primo tempo poi visto che al tiro non sembra azzeccarne una. I suoi tiri ci portano fuori partita. Finisce in panchina a ridere più che a meditare. -10 di plus/minus e difesa rivedibile come quando perde Green che va in schiacciata. Non ci siamo proprio.

Michael Kidd-Gilchrist: 5,5

6 pt., 2 rimbalzi. 2/5 al tiro. Segna 4 punti di seguito nel primo quarto poi si limita a segnare con una buona entrata ma manca un paio di tiri esterni, quasi da tre punti. -11 in 11:42 in campo. Era una seconda scelta, oggi parte dalla panchina ma non incide. Dopo un buon avvio di stagione è decisamente in calo.

Bismack Biyombo: 6

3 pt., 5 rimbalzi. 10:40 per da riposo a un Zeller in splendida forma. Fa il suo catturando rimbalzi, in più mette dentro anche 3 dei 4 liberi che gli vengono assegnati. Non gli si può chiedere molto di più per caratteristiche.

Tony Parker: 5

2 pt., 2 assist, 1 rubata. Ci prova tre volte e viene sempre stoppato. Se non è un record, poco ci manca. Un buon passaggio per MKG ribaltando lato e poi solo 13 minuti e qualche spicciolo in campo dopo le ultime due prestazioni. Rimane a riposo uscendo ben presto dall’inizio dell’ultimo quarto.

Coach James Borrego: 6,5

La squadra stenta a capire i movimenti avversari sui tagli diagonali, sui back-door ed è poco efficace in queste situazioni ma fa pressione bene in un paio di momenti, grazie a ciò forza a TO gli avversari concedendosi un paio di rientri. Lui è quello con la Panda, gli altri quelli con la fuoriserie ma nella gara di velocità Kerr mostra qualche pecca con una macchina svagata, mentre lui da il massimo contenendo il distacco il più possibile. Un buon time-out immediato dopo aver preso una tripla del -6 per cercare di sistemare la difesa. Da fiducia a Monk ancora, glie l’avrei data anch’io ma ora basta… meglio vada dentro solo quando non abbiamo nulla da perdere.

Game 59: Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 115-117


Intro

L’inizio di una nuova epoca può coincidere spesso con la fine di un periodo.

Fu così che la florida isola di Gorée, in Senegal (di fronte a Dakar), porto sicuro per i marinai europei dalla quale partirono marginalmente uomini nei famosi e tristi scambi chiamati “commercio triangolare” (gli schiavi attraversando l’Atlantico dalla costa occidentale dell’Africa al nuovo mondo erano scambiati con prodotti europei i quali “esportavano” in America la manodopera a costo zero per tornare in Europa strabordanti di materie prime), alla fine dell’era schiavista iniziò a declinare.

Gorée o come nel 1617 la chiamarono gli olandesi, Goede Reede (la buona rada) il 27 aprile 1848 a causa del decreto che aboliva la schiavitù in Senegal cominciò a perder d’importanza, non più tappa obbligata per le flottiglie transitanti da quelle parti cominciò a svuotarsi e al suo posto lentamente venne assorbita da Dakar, la quale prima, faceva parte dell’area di Gorée.

Gli Hornets, passato l’All-Star Game con una classifica sotto la soglia dei .500 speravano di aprire un’era nuova, non interessandosi tanto a un eventuale declino dei Nets (i quali arrivavano a Charlotte temendo la scia dei Calabroni che li tenevano ormai nel mirino) ma a salire in classifica più possibile aspettando le probanti sfide contro Warriors e Rockets che arriveranno a breve.

Nonostante un calendario non semplicissimo, i Calabroni avranno sei delle prossime sette partite (compresa quella della notte contro i Nets) da giocare in casa.

L’interruzione esterna a Brooklyn anticiperà le sfide allo Spectrum contro Trail Blazers, Heat e Wizards, gare che diranno se la squadra di Borrego saprà chiudere con il recente passato incerto o continuerà a soffrire di quella schiavitù delle giornate no di alcuni elementi.

Contro i Wizards l’attacco è parso più equilibrato, non solamente figlio di Walker o di Parker, per conferme ecco nella notte il test giusto contro un team che al momento sembra equivalerci.

Altra partita da titolare per Miles che non giocherà poi molto.

La partita in breve

Partita assurda allo Spectrum Center finita con lo stesso punteggio della L contro i Clippers, sempre in casa.

Brutta sensazione sin da subito con gli Hornets partiti meno aggressivamente degli avversari che sembrano avene di più (avrà inciso anche il back to back per la squadra di Borrego).

Il primo quarto è una partita sulla falsariga di quella precedente: Hornets in bambola in difesa e avversari che si avvantaggiano finendo sulla prima sirena sul 20-34…

Nel secondo quarto con un jumper di Russell i Calabroni scendono anche sul -18 (21-39) ma un parziale di 9-0 chiuso da Monk e procurato da Parker dimezzava lo svantaggio (30-39).

Parker arrivava a fare 6/6 nel quarto dal campo portando sul 47-59 la gara ma nel finale Carroll con 4 liberi mandava all’intervallo i Calabroni sul -13 (50-63).

Non era un bel modo iniziare la ripresa con due triple subite.

Quella di Harris valeva il +19 Nets ma Charlotte reagiva con il capitano che segnava tre triple consecutive e altri due canestri entrando in the zone.

Con l’ultimo canestro firmato Walker si arrivava sul 67-73 ma i Nets si armavano con Russell che nel finale, aiutato da Napier (5 punti in faccia a Biz) ipotecavano la gara andando sul 74-90 a 2:48 dalla terza sirena.

La reazione di Charlotte si concretizzava con un parziale di 10-0 chiuso da Parker per portare la gara sull’84-90.

Nell’ultimo quarto il pubblico s’infiammava quando a 8:35 Kemba con la bomba ci portava a un solo possesso (92-94) .

Tutto era pronto per l’aggancio che avveniva ancora con un jumper di Parker e si arrivava anche sul +4 (98-94) con un altro due punti di Tony.

Batum da tre a 5:06 (Parker assist) realizzava il 105-98.

Kemba a 3:11 con un’altra saetta frontale metteva dentro il 111-103 ma con gli Hornets sul +5 Zeller usciva per falli.

Sbagliava Borrego a inserire MKG per Cody togliendo solidità sotto le plance alla squadra, Biz accantonato in panca vedeva salire Russell al vetro per il 111-107.

Russell era on-fire e grazie a un sua tripla gli ospiti si portavano sul 113-112.

Era sempre lui con un tiro in movimento a firmare il sorpasso ma Kemba con l’alzata altissima al vetro oltre Allen segnava il contro-sorpasso a :48.8 dalla fine.

MKG era bloccato da Carroll che tra la trattenuta e la spinta verso canestro lo portava via, Russell non si faceva pregare per la tripla e il gioco era fatto anche perché, imprecisione o sfortuna, la bomba di Kemba per batter la zona dei Nets era respinta dall’anello con classico in & out.

Accademico possesso per Russell che faceva quasi scadere i 24 prima di tirare un lungo tre che non danneggiava gli Hornets.

Sette secondi sul cronometro, un fallo da giocarsi speso in due da LeVert e 5 secondi restanti.

La solita palla a Kemba che dalla diagonale destra fintava, Saltava LeVert che in diagonale probabilmente prima sfiorava, poi toccava il braccio del capitano al tiro che accentuava il contatto.

Per l’arbitro, ben piazzato, incredibilmente non vi era fallo.

Forse aveva da fare a casa perché non si andava nemmeno a rivederlo al Replay Center, era decretata la fine della gara con gli Hornets a perdere sul filo una partita sofferta nel recupero e poi vista sfumare per decisioni dubbie proprie e della terna.

Ci sarà da soffrire ancora…

Per gli ospiti nettamente il migliore Russell (40 pt.) a pareggiare il career-high personale e a festeggiare bene il suo compleanno, Harris chiuderà con 19, Allen andrà in doppia doppia con 11 punti e 11 rimbalzi mentre in doppia cifra saliranno anche Carroll e Napier con 10 pt. a testa.

Nelle stats di squadra parità nei rimbalzi (42) e nei TO (12), leggero vantaggio per Brooklyn nel tiro dal campo con il 46,0% contro il 45,3% Hornets. Charlotte ha la meglio ai liberi con 25/30 (83,3%) contro il 20/26 (76,9%) di Brooklyn, squadra che contrasta ogni tiro sotto e non solo…

Sugli altri campi Detroit batteva nettamente Miami 96-119 (in casa la squadra di Spolestra è 11-17….) scavalcandoci in classifica (28-30 Detroit, 28-31 Charlotte, ora ottava) e relegando gli Heat al decimo posto, ora superati anche dai Magic (27-33).

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Il vincitore della gara del tiro da tre punti Harris apriva subito con una tripla per la squadra di Atkinson che si vedeva colpita da pochi passi da una correzione volante di Bridges sulla destra del ferro dopo l’entrata con tiro di Zeller che sorvolava l’anello sulla pressione di Allen.

Un gancetto dello stesso Allen valeva il 2-5 ma a 10:18 Batum si schermava con Zeller andando leggermente sulla diagonale sinistra per pareggiare affacciandosi sulla linea da tre punti.

A 10:06 Russell con una parabola altissima mandava dentro un’altra tripla, Cody rispondeva in gancio contro Allen a pochi mt. Dal canestro ma Harris segnava il quarto tiro su altrettanti tentativi dei suoi calando nuovamente la tripla per il 7-11.

Un fallo di Cody, schermo in movimento su Russell, faceva perdere un turno a Charlotte che tuttavia vedeva proprio D’Angelo fallire il primo tentativo avversario (da fuori), quindi toccava Kemba penetrare e segnar da sotto di destro.

L’ex T. Graham era stoppato da Cody ma Batum, Williams e Zeller mancavano le triple tentate tuttavia in transizione un passaggio orizzontale di Williams per Batum segnava il pari proprio a mezzo tripla a 7:23.

A 7:00 Russell trovava il 2+1 con il jumper e il tocco sul movimento di Bridges.

Fuori Miles al secondo fallo, dentro Lamb ma era Allen in schiacciata a scavare il solco del -4.

L’ex Graham con l’alzata all’ingresso destro dell’area da baseline destra anticipava il pullup di Kemba dalla media ma toccava a due FT di Allen a 5:10…

Le realizzazioni portavano a quota 20 gli ospiti che beneficiavano anche di una tripla di Crabbe e una dunk di Kurucs per salire sul 14-25.

Un rimbalzo offensivo con jam di Davis chiudeva il parziale dei Nets interrotto da MKG ma Carroll dalla top of the key mandava dentro un altro tiro pesante mentre il floater di Lamb (servito in corsa) serviva solo a portare sul -12 gli Hornets (18-30).

Monk toccava una palla destinata oltre il fondo a nostro favore favorendo la rimessa dal fondo con tiro immediato di Kurucs al vetro per altri due punti evitabili.

Un floater di MKG faceva toccare anche a Charlotte quota 20 ma era Davis, al terzo tentativo dei suoi sulla stessa azione (i rimbalzi offensivi divenivano da 4-0 a 4-5….), a segnare in schiacciata per il 20-34, finale di quarto.

Parker guarda Walker tentar di fermare Russell, tre dei protagonisti di serata. Foto: USA Today.

2° quarto:

Parker a 11:44 si procurava due FT segnandone uno ma Napier rispondeva subito da tripla (6/11 Brooklyn da fuori contro il 2/8 di Charlotte) e Russell aggiungeva un jumper da due punti aggravando la crisi di punteggio di Charlotte ormai al collasso sul 21-39 (-18).

Parker dava spinta all’attacco segnando in pullup dal centrodestra, Cody aggiungeva una dunk con un assist di Monk in corsa a sorvolare avversari e ferro quindi toccava ancora a Parker colpire in transizione.

Un runner con alzata dell’ex Spurs più un ½ di Monk dalla lunetta a 9:06 mandavano il parziale di Charlotte sul 9-0 buono per tagliare del 50% il divario (30-39).

Marvin in aiuto arrivava a stoppare Russell in penetrazione ma sul rimbalzo era fischiato un fallo a favore di Davis che mancava ambo i liberi ma per una fiscale line violation di Batum il secondo tentativo era fatto ribattere e andava a segno mandando il match sul 30-40.

Parker con il jumper frontale segnava beneficiando dello screen roll di Cody, entrava Kemba, rimaneva in campo Tony ma era Batum a mancare una tripla tuttavia nonostante Russell scappasse in penetrazione perforando Parker e il raddoppio di Cody, andava a sbattere su Kemba davanti il semicerchio.

Sfondamento netto per tutti tranne che per Atkinson, che di parte, protestava inutilmente.

Un pick and roll di Napier favoriva Allen comodamente in fing and roll sino al ferro ma a 7:02 arrivava un altro pullup di Tony per il 34-42 prima che Russell dalla baseline si connettesse con il jumper alla retina.

Russell era anche leggermente falciato da Kemba che in uscita dal blocco andava a commetter fallo.

La guardia avversaria non perdonava portando sul +13 i bianconeri.

Marvin a 6:03 rispondeva da sinistra senza dover aggiustare i piedi trovando un buon canestro ma l’immediata replica di Russell da fuori ricacciava indietro i Calabroni (37-50).

Cody beneficiava del bonus quando l’ex Graham andava a commetter fallo su una palla vagante.

LeVert da tre segnava un altro tiro da fuori per gli ospiti ai quali Charlotte non riusciva a chiuder i rubinetti ma Batum a 4:46 almeno portava a casa due punti dai liberi.

Gli Hornets però andavano a vuoto tre volte sulla stessa azione con due tiri influenzati da Allen dopo la miss 3 di Walker mentre bastava un solo tiro a Carroll (angolo destro) per far crollare il castello di carta difensivo di Charlotte.

Borrego non poteva sottrarsi al time-out a 3:50 sul 41-56 con i suoi bravi a recuperar 4 punti anche grazie al turnaround hook dal post basso destro di Marvin su Harris (45-56) prima d’esser colpiti da LeVert in transizione da tre dopo l’ennesimo fulmine a vuoto di Walker da oltre l’arco.

Tony nel traffico metteva dentro anche oltre Allen con la palla ad arrampicarsi sul primo ferro per un 6/6 nel quarto quindi a 1:12 Marvin con due FT accorciava sul -10.

MKG con un ½ portava la gara sul 50-59 a:53.7 dalla fine del quarto.

Purtroppo era Carroll con 4 FT a segno a portare all’intervallo i Nets sul +13 (50-63).

Un paio d’immagini da uno stacchetto delle Honey Bees.

3° quarto:

Gli Hornets avrebbero dovuto rientrare decisi e carichi ma da pochi passi Allen aveva la meglio sul tentativo di Cody in schiacciata, quindi le triple di Graham (open diagonale sinistra) e Harris (corner destro) davano una spinta notevole al team di Atkinson che non sperava forse di trovarsi in breve tempo sul 50-69.

Bridges poi conquistava un rimbalzo offensivo ma andava a commetter sfondamento per il quarto fallo personale.

A 10:39 Walker segnava due liberi, successivamente prendeva una stoppata da Allen, netta, ma Miles con il crossover serviva il fing and roll del 54-69.

Kemba iniziava a infiammarsi centrando da tre i canestro dopo una finta a molla con cambio di direzione spalle a canestro per vedere Harris segnare da sotto ma Kemba sentendosi carico passava velocemente lo schermo per riproporre una tripla che s’infilava dolcemente nel cotone e a 7:59 lo stesso Walker per la terza volta trafilava al bronzo la retina con la soluzione esterna per il 63-73.

Kemba in pullup dal centro destra ne metteva dentro altri due, Russell dall’altra parte ingaggiava un duello con il capitano segnando da tre dalla diagonale destra praticamente da fermo mentre a 6:09 Harris in entrata di destro era toccato sul fianco leggermente da Williams che in corsa provava a resistergli.

Due liberi a segno per il vincitore del contest da tre punti e replica di Batum da tre punti per il 70-78…

Russell inventava un floater di fianco a Zeller mentre il nostro centro titolare andava a cercare guai contro Allen che tuttavia ricorreva inutilmente al fallo con il nostro centro un po’ fuori ritmo al tiro.

I due liberi a 5:30 entravano poi però Russell in ritmo su Cody da fuori faceva secco il centro ma dall’altra parte Allen commetteva ancora fallo girando Lamb all’attacco con la baionetta.

Altro 2/2 per resistere a 4:38 ma quando Russell mandava dentro il tiro dal mid range destro su Batum e Napier batteva due volte Biyombo, prima da due e poi da tre, la partita sembrava ormai persa.

74-90 a 2:48 dalla fine del terzo quarto con Borrego al time-out e MKG al rientro alla tripla da destra realizzata, soluzione poco classica ma efficace nell’occasione.

Biz tuttavia in attacco segnava 4 liberi consecutivi mentre Carroll ne mancava due e MKG li splittava portando il match sull’82-90.

Un rimbalzo di Biz sull’errore di Napier e il pullup di Parker per il 10-0 di parziale portavano la gara sul -6 a fine quarto.

CHARLOTTE, NC – FEBRUARY 23: Nicolas Batum #5 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Brooklyn Nets on February 23, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Napier segnava superando Kemba con l’entrata e il floater dal pitturato ma la gara rimaneva lì con la schiacciata di Biz, l’allungo di Davis al vetro imitato da Parker per l’appoggio al plexiglass dell’88-94.

Spirava il cronometro d’attacco dei Nets, usciva Biz, rientrava Cody che splittava i liberi a 9:01 dopo aver tentato la dunk.

Allen da sotto si schiantava in alzata su un bicipite di Zeller mentre dall’altra parte era Walker a mostrare i muscoli con la tripla del 92-94 a 8:35.

Il rientro clamoroso degli Hornets si concretizzava a 8:01 con Parker che dal mid-range destro emetteva la sentenza del 94 pari.

Parker metteva intensità in difesa portando da play le azioni offensive, il suo floater finiva sul primo ferro ma Zeller metteva dentro in tap-in il sorpasso e a 6:52 un altro jumper di Parker portava i Calabroni sul +4.

Harris in area a 6:27 si guadagnava due FT accorciando ma con il pubblico caldo gli Hornets tentavano di dare uno strappo al match con Zeller ancora in lunetta per un 2/2 (Allen foul).

Russell perdeva a metà campo banalmente palla su un passaggio così Kemba ne approfittava per la transizione chiusa con il goaltending.

102-96 a 5:54, Harris in layup di destro ma Batum da tre a 5:06 su scarico diagonale di Tony per il 105-98…

Due FT per Allen con Zeller che dava una manata netta sulla sfera…

½ ma un fallo che si rivelerà pesante per gli Hornets nel finale.

Persa di MKG e due di Allen da sotto su second chance su MKG.

A 3:40 Kemba esplodeva la tripla del 108-101 ma per un fallo su Russell ecco uscire Zeller e gli Hornets andare a perder la gara.

Borrego, invece di mandare in campo Biz, sceglieva MKG con 5 punti di vantaggio a 3:24 dalla fine.

A 3:11 i punti salivano a 8 con la bomba di Kemba, sembrava finita ma gli arbitri assegnavano a rimbalzo due FT per Harris.

Parker scivolava in attacco mandando la palla oltre il fondo, Russell segnava andando a batter cassa al vetro tuttavia Marvin arrivando in corsa disegnava un perfetto arcobaleno sopra Allen per il 113-107.

Succedeva però che Russell mettendo dentro un tiro ad Angelo contro Marvin (cercando il fallo che avveniva prima della shooting motion, fallo non fischiato) accorciasse prima di vedere un’altra persa di Parker e la tripla dello stesso Russell che a 1:29 trascinava i suoi a un solo punto.

Kemba a vuoto da tre e Russell a segno da due in corsa andando verso la linea di fondo destra per il sorpasso (113-114), tuttavia Kemba inventava un tiro altissimo da sotto che baciava il plexiglass e ricadeva nella retina, unico modo per evitare la stoppata di Allen.

Il sorpasso sul 115-114 era il penultimo della serata.

Quello decisivo arrivava a :39.8 con MKG trattenuto da Carroll in blocco a spinger verso il canestro, non si faceva pregare Russell da fuori che da tre mandava la gare sul 115-117.

Kemba da tre dal corner destro provava a batter la zona dei Nets ma un beffardo in & out perseguitava le fortune dei Calabroni che vedevano Russell tirare senza segnare a 7:00 secondi dal termine con Marvin a far buona guardia.

Un fallo da spendere per i Nets commesso da LeVert dopo due secondi esatti e una rimessa con palla a Kemba sull’ultima azione che tentava il o la va o la spacca ma il finale era un giallo.

Thriller, orrendo per Charlotte che sull’avanzata con finta del capitano vedeva LeVert entrare in diagonale (sfiorando o toccando?) sull’alzata.

Probabilmente con la spalla destra LeVert finiva sulla mano di tiro del capitano ma gli arbitri non assegnavano il fallo decidendo di non rivedere nemmeno l’azione al replay.

Kemba alza la palla dopo la finta, LeVert in volo cerca di spostarsi ma il contatto sembrerebe esserci, l’arbitro no.

Senza fare polemiche alla decisione, direi comunque che gli Hornets non sono tra le squadre in Paradiso nella NBA.

Finiva così… dopo una partita di sofferenza e aver intravisto una possibile vittoria, tra errori tecnici e fischi arbitrali da rivedere, ci sarà ancor da soffrire, anche perché le prossime due avversarie si chiamano Warriors e Rockets.

Pagelle

Kemba Walker: 7,5

32 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 2 rubate. 12/28. 6/15 del capitano che raddrizza un po’ i numeri nel secondo tempo dopo un primo passato da latitante ricercato dai suoi fantasmi. Tre triple di fila sono quelle che rimettono in carreggiata Charlotte, altre due quelle che gli danno il margine, quella mancata nel finale è un po’ “sfortunata” ma in generale, nonostante il 40% da oltre l’arco in serata dovrebbe limitare qualche conclusione esterna per andare a prendersi conclusioni più semplici e impreviste. Firma l’ultimo sorpasso poi accentua un fallo che probabilmente c’è e nel metro di giudizio degli arbitri ci sarebbe dovuto essere.

Nicolas Batum: 6

14 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/11 al tiro. Segna solo da fuori con un 4/9 che fa gran parte del suo bottino. Troppo periferico anche se utilissimo come nel caso della bomba dell’ultimo quarto, non incide negli assist lanciando anche con un bound pass troppo arretrato sulla corsa del compagno.

Miles Bridges: 6

4 pt., 4 rimbalzi. 2/4 al tiro. +2 di plus/minus, ancora starter, finisce però per giocare solo 12:23 anche perché ha qualche problema di falli (finirà con 4). Rimane marginale e coinvolto nel solito inizio problematico. Un TO in attacco per sfondamento netto.

Marvin Williams: 6,5

11 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 3/7 al tiro ma 1/5 da fuori. Meno efficace e fortunato in difesa, rifila comunque due buone stoppate e cattura qualche rimbalzo. Se si deve aggiustare con i piedi da tre sullo scarico parte già male, l’unico a bersaglio da oltre l’arco l’effettua da sinistra in un tempo unico ed è perfetto. Bello e coraggioso l’arcobaleno su Allen nel finale. Gli manca quell’in più nell’andare a uscire su Russell con MKG trattenuto nel finale. Finisce anch’esso imbottigliato da Carroll.

Cody Zeller: 6,5

13 pt., 11 rimbalzi, 1 stoppata. Quando entra nel finale al posto di Biz non sono felicissimo perché il congolese stava prendendo il ritmo tuttavia non lo fa rimpiangere catturando rimbalzi offensivi e prendendo tiri dalla lunetta andando senza paura a sfidare Allen sul quale gli arbitri dicono commetta poi un fallo che non c’è. Per quello su Russell che c’è finisce fuori e Charlotte, nonostante non abbia un centrone, perde solidità e probabilmente anche le spaziature difensive. Una doppia doppia in 26:26 non è malvagia.

Malik Monk: 5,5

1 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Un tiro a vuoto e un ½ dalla lunetta, Borrego dice che possono bastare 7:28 per lui che continua a faticare tremendamente pur avendo possibilità maggiori… Bello l’assist per Cody in penetrazione poi lanciato sopra i difensori.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

9 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 26.13, circa gli stessi minuti di Zeller ma i numeri sono differenti. 2 perse e un 2/4 dalla lunetta con una difesa che a volte va bene, a volte va male come nel finale. Ha il merito di metter la tripla del 77-90 che inizia la rimonta.

Jeremy Lamb: 5

4 pt., 2 rimbalzi. 18:55 partendo dalla panchina. Ok, il segnale della shakerata Borrego l’ha dato ma non sempre può essere utile mettere in campo quel tipo di formazione. Ha avuto coraggio a lanciare Bridges ma Lamb viene fagocitato dagli spazi di Parker e degli altri finendo con un 1/3 dal campo (0/2 da tre) e due liberi a segno per fallo di Allen. Non è tutta colpa sua ma viene un po’ a mancare. Sui cambi lontano dalla palla ha sempre un attimo nel quale cerca di capire chi debba seguire…

Bismack Biyombo: 6

6 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Fatica durante le prime rotazioni a rimbalzo, prende 5 punti in faccia da Napier, poi quando il voto si attesterebbe sul 4,5 inizia a tirar giù punti con un 4/4 ai liberi e rimbalzi difensivi che smista con abilità anche caduto a terra. Esce quando stava prendendo il ritmo.

Tony Parker: 7,5

21 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 10/16 dal campo. +14 di plus/minus e una sentenza sui pullup. Bravo anche in penetrazione, porta palla splendidamente e offre assist come quello per la tripla del connazionale Batum nell’ultimo quarto. Va un attimo negli spogliatoi nel finale e quando rientra perde due palloni, veramente un peccato quelle due piccole macchie su una prestazione ottima.

Coach James Borrego: 5

Finisce per perderla lui. Dopo aver indovinato la mossa Parker, la rotazione di Lamb questa sera si rivela infruttuosa,il cambio Biz/Zeller funziona ma nel finale la solidità e le spaziature in difesa mancano e chissà che sul tiro di Kemba mancato nel finale non avrebbe potuto magari arrivare Biz, il quale come presenza sotto canestro avrebbe anche potuto aiutare Parker grazie allo schermo e al rullaggio sotto per eventuale scarico, cosa che MKG non può fare bene per caratteristiche perché non costituisce minaccia per i lunghi avversari sotto. La squadra si batte ma concede troppo negli inizi e dve spender energie per recuperare.

Game 58: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 123-110



Intro

Un nuovo inizio.

Rosa Parks, compagna di Martin Luther King, il primo dicembre 1955 viene arrestata per non aver ceduto il suo posto autobus ad alcuni passeggeri bianchi.

Un posto di quelli centrali, messi a disposizione di tutti.

Nonostante ormai la schiavitù (come la intendiamo noi) fosse un ricordo, le persone di colore erano ancora sottoposte a norme di segregazione negli Stati del sud.

Fu così che si arrivò a una lunga marcia su Washington per reclamare quei diritti civili violati.

Martin Luther King (SCLC) e altre cinque sigle importanti (Roy Wilkins (NAACP, Withney Young (NUL), Philiph Randolph (Brotherhood of Sleeping Car Porters), John Lewis (Student Nonviolent Coordinating Committee-SNCC) e James L. Farmer Jr. (Core))il 28 agosto 1963 marciarono (“Marcia per il lavoro e la libertà”) sulla capitale chiedendo alcuni miglioramenti come il salario minimo a 2 dollari e la protezione dalla polizia che spesso non autorizzava le manifestazioni dei neri o li picchiava, lo stesso King entrerà e uscirà dal carcere più e più volte…

Gli Hornets dopo l’All-Star Game affrontano quindi un nuovo inizio non dovendo nemmeno affrontare una trasferta marciando su Washington, ma avranno nella notte i capitolini in casa con i quali, per rispettar la tabella di marcia, si dovrà per forza vincere, avendo ormai esaurito le partite “scorta” di vantaggio sulle formazioni inseguitrici.

E come disse Martin Luther King (in altri ambiti vi sono altri sogni, ma parlando di basket):

“I have a Dream”, ovviamente i Calabroni ai playoffs, magari passando il primo turno, ma per ora andrebbe bene anche un rush finale a portarci ai P.O. …

La partita in breve

Un paio di dati dati da Fox prima della gara.

Ci mette un tempo Charlotte per capire d’essere in campo.

Difesa imbarazzante nel primo quarto con i Maghi a fine quarto capaci di realizzare 38 punti contro i 27 di Charlotte.

Tutto cambiava nel secondo quarto quando due steal di Lamb (estromesso dal quintetto iniziale a favore di Bridges) portavano Charlotte, insieme alle giocate del rientrante Parker a contatto.

Il primo vantaggio di serata gli Hornets lo ottenevano a 7:02 quando Kemba, su assist di Parker a toccato da Johnson, due punti e libero per il 43-42.

Nel finale di quarto, sul 60-58 pro Hornets, Batum colpiva da tre agevolato da una serpentina di Walker e Kemba in penetrazione a mezzo secondo dalla luce rossa mandava all’intervallo la gara sul 65-60.

Un’altra steal di Lamb nel terzo quarto a 4:46 chiusa dalla nostra SG in caduta valeva l’allungo sul +15 (86-71).

Potrebbe anche finire qui, specialmente per gli uomini di Brooks, quasi per tutti tranne che per l’irriducibile Beal che iniziava a far lievitare il suo punteggio nel finale di quarto con 5 punti consecutivi e una poderosa dunk di destro per il 96-87.

Una sua conclusione valeva il -7 a inizio ripresa poi a 10:49 era Portis a metter dentro il -5.

Due rimbalzi offensivi catturati da Cody finivano in lunetta.

Il centro con un 4/4 aiutava Charlotte a mantener le distanze, poi si sparava spesso da tre punti con fortune alterne.

Charlotte, brava ad avvantaggiarsi nei punti in area, mostrando un gioco meno periferico e basato esclusivamente sulle soluzioni esterne, chiudeva la pratica con la tripla di Walker a 7:24, quella di Batum dall’angolo sinistro e quella di Marvin a 2:17 che valeva il 121-106 mentre Beal arrivava alla fine a ottenere ben 46 (inutili ai fini del risultato) punti.

Le statistiche individuali e di squadra del team di Scott Brooks. Per Charlotte come il solito, le troverete prima delle pagelle.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Prima palla a disposizione dei Wizards e first bucket di Beal al jumper lungo da sinistra oltre Zeller.

Washington andava a segno ancora in transizione con Green che ottenendo anche un fallo da parte di Miles allungava sullo 0-5.

Charlotte mancava diversi canestri sulla stessa azione: Miles dalla baseline destra, Marvin da tre, Zeller dal pitturato ma finiva per segnare Marvin con un floater e a 9:34 su un’entrata a ricciolo di Bridges, gli Hornets pescavano il pari grazie al fallo in chiusura di Satoransky e il libero del pari.

A 9:19 Satoransky sfruttava i cm scagliando sopra la testa di Walker la tripla del nuovo vantaggio ospite mentre Kemba danzando sulla baseline destra era chiuso irregolarmente da Bryant: 2 FT ma solo uno valido.

Ariza metteva dentro un open 3 dalla diagonale sinistra al quale Batum riusciva a opporsi tirando su dal palleggio ritmato la sfera per un uno contro uno chiuso con l’ottimo jumper da fuori.

Sul 9-11 Beal trovava il varco per l’appoggio sull’entrata in diagonale da destra mentre Batum tentando di replicare la tripla si vedeva toccar la palla da Bryant mentre un lancio lungo per il centro ospite aggravava la situazione di punteggio sul 9-15, situazione un po’ attenuata da Batum in entrata prima del time-out.

Sul secondo fallo a 6:55 del francese si andava in pausa sull’11-15, entrata di Lamb per Miles ma una stoppata su Kemba e un turnaround di Cody da pochi passi che andava oltre il ferro avvantaggiavano i Maghi che di rimessa trovavano il fallo di Lamb a 6:05 e due liberi di Green a segno.

Marvin nel pitturato accorciava ma la difesa di Charlotte traballava subendo un open 3 da sinistra da parte di Randle mentre Beal con il pullup frontale segnava anche il 13-22.

Kemba a 4:41 si elevava in uno contro uno dopo lo step-back da tre punti ma Green e Beal portavano due punti a testa nelle casse ospiti mandando sul -10 Charlotte che si trovava sotto di una dozzina di punti prima di risalire sul -10m con una bimane del neo entrato Biz (18-28).

Dopo il canestro in corsa di MKG anche i capitolini chiamavano il time-out beneficiandone perché arrivavano subito due punti in area e anche se Lamb a 2:09 sparava frontalmente una tripla vincente su una transizione calma e MKG usava bene i piedi in mischia nel pitturato per realizzare il 25-34, Beal andava a segnare l’easy dunk a 1:03 in transizione.

Borrego sul 25-36 non era contento, time-out e grido d’allarme…

Help raccolto da Tony Parker che con una doppia finta (in due tempi) faceva scivolar via due difensori anche a palleggio chiuso per poi allungarsi e appoggiare due punti.

Beal a 13:3 chiudeva con un pullup oltre Biz per il 27-38 finale di quarto.

CHARLOTTE, NORTH CAROLINA – FEBRUARY 22: Nicolas Batum #5 of the Charlotte Hornets drives to the basket against the Washington Wizards during their game at Spectrum Center on February 22, 2019 in Charlotte, North Carolina. (Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

2° quarto:

Dopo aver mostrato una difesa imbarazzante nei primi 12 minuti gli Hornets si ritrovavano: buona la partenza di Lamb con palla a picchiare al vetro per il -9, Parker sfrecciava in mischia chiudendo esternamente a sinistra in appoggio per il -7 mentre a 10:58 una steal (anticipo sul passaggio) di Lamb valeva il -5 (in schiacciata solitaria).

Lamb rubava un pallone simile poco dopo ma in transizione questa volta era chiuso e non riusciva a metter dentro pur lamentando fallo, non c’era nemmeno troppo tempo per le proteste perché sulla contro-transizione Washington si vedeva scippare un altro pallone con l’intercettata di Bridges che cedeva a Parker per essere lanciato il soft alley-oop per il 35-38.

Tony a 9:56 era chiuso fallosamente in entrata: primo tiro storto, secondo a segno, -2…

A 9:56 Ariza mancava un FT per tre secondi difensivi a Charlotte mentre Monk faceva una delle poche cose buone del primo tempo respingendo il tentativo di Ariza da sotto.

Lo stesso Monk andava corto con la soluzione al jumper da lontano e Portis da sotto realizzava il +4 ospiti.

Monk buttava via una palla con un brutto passaggio ma Cody in rimonta cancellava l’alzata di Randle mandando la sfera oltre il fondo.

Malik recuperava due generosi FT a 8:23 attaccando il ferro e ci si riportava sul-2 ma l’oscillazione continuava con Washington capace di resistere con altri due punti.

Tony in entrata faceva registrare il ventiduesimo punto per la panchina di Charlotte contro i 9 degli avversari mentre Walker, subendo un tocco di Johnson, a 7:02 portava Charlotte per la prima volta avanti in serata (43-42) dopo il FT.

Durava poco il vantaggio perché un parziale di 0-5 tutto firmato Satoransky ci ricacciava sul -4 a 6:02, poi toccava a Bridges infilare dal corner destro un lunghissimo due (maledetto alluce) e stoppare Washington (Portis) ma in goaltending.

Batum con una tripla ci teneva attaccati al match ma nonostante a 4:24 Satoransky commettesse il terzo fallo personale per sfondamento su Kemba gli Hornets faticavano con il capitano in fase d’appannamento tuttavia un attivo Marvin stoppava Portis che mancava anche il tiro volante sull’azione successiva così Marvin, scaricando in entrata su Batum piazzato sotto a sinistra trovava nel compagno due punti e un FT che a segno significava il 51-49.

A 3:14 la tripla da destra di Green valeva il sorpasso, Batum rispondeva con la stessa moneta per il 54-52 e anche se Kemba da fuori continuava la lotta con sé stesso, l’ottima chiusura di Williams su Ariza impediva il tiro facile alla vecchia volpe di Washington.

Kemba di sinistro appoggiava oltre Bryant ma nel finale Charlotte ricorrendo a qualche fallo sotto le plance vedeva gli avversari andare in lunetta a sfruttare le occasioni per accorciare due volte con Beal e una volta con Green (sempre 2/2) sino al 60-58 a :44.2.

Charlotte cercava Kemba che andava a prendesi la pala sull’hand-off con Cody, serpentina e scarico in angolo a destra da dove Batum piazzava un’altra tripla.

Beal con uno scambio largo a sinistra si vedeva restituir palla in corsa per poi appoggiare abilmente in uno contro uno ma c’era ancora il tempo per la replica di Kemba che faceva valere anche il plexiglass dalla parte opposta sfuggendo al salto di Bryant in chiusura per depositare a mezzo secondo il 65-60.

3° quarto:

A 11:42 un euro-step di Cody non andava a buon fine ma oltre le giubbe rosse spuntava Bridges a ribadire in schiacciata.

Rispondeva Satoransky ma Marvin con la finta dalla linea di fondo destra trovava il varco per arrivare nei pressi dell’area e alzare il teardrop del 69-62 a 11:08.

Marvin segnava ancora pescato da Kemba con la difesa avversaria assente.

Batum era stoppato da Bryant e Beal iniziava a infervorarsi segnando una tripla, Kemba segnava due punti ma Ariza immediatamente era lanciato in attacco per la risposta immediata (73-67) prima della tripla vincente di Bridges da tre punti per il 76-67.

Cody eseguiva una doppia stoppata su Bryant andando a rimorchio sulla transizione di Kemba abile a crearsi lo spazio in salto per il bound pass verso il compagno.

Lo spettacolo valeva il +11 comunque subito riassorbito da due FT per Beal a 7.28.

Marvin dal post basso destro eseguiva un turnaround su Satoransky mandando Charlotte a quota 80 poi superata a metà tempo da un ½ di Cody dalla lunetta (fallo subito sulla put-back dunk).

Dopo la dunk di Green per l’81-71 Charlotte allungava nel finale con lo scambio sulla destra tra Lamb e Zeller con il centro che restituiva per il numero tre il quale otteneva altrettanti punti al tiro e con un’altra palla intercettata da Lamb che chiudeva in caduta alzando oltre Satoransky la transizione per l’86-71.

Una tripla di Beal anticipava il canestro di MKG nel viola pitturato (89-73) e il 2+1 di Portis (fallo di Biz) a 2:49.

Il canestro di Satoransky da fuori era contrastato da una penetrazione con depistaggio del difensore e avanzamento con chiusura in floater di Lamb.

Si chiudeva con i canestri di J. Parker da due, di Monk da tre (1:47), la dunk di Biz a 1:18 (36-15 il parziale bench) e 5 punti di Beal ottenuti da tripla e da una thunder dunk di destro dopo una penetrazione verticale dal palleggio.

Il tutto per un conteggio sino al 96-87.

Charlotte Hornets center Bismack Biyombo, left, dunks against Washington Wizards forward Jeff Green (32) and Washington Wizards forward Bobby Portis (5) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Friday, Feb. 22, 2019. (AP Photo/Chuck Burton)

4° quarto:

Beal apriva il quarto estendendo il proprio parziale segnando oltre Parker, Miles sbagliava un appoggio e si faceva schermare in raddoppio il passaggio sul tentativo di back-door ravvicinatissimo, arrivava quindi la dunk di Portis per il -5 a 10:49 a preoccupare Borrego.

Monk era fermato nel traffico ma la palla rimasta vagante era raccolta da Cody che recuperava anche due liberi fatti ben fruttare.

Un giro di triple da parte delle due squadre non andava a buon fine sino a quella di Walker che a 9:45 giungeva così alle soglie dei 20 punti (19) quindi a 9:05 era Cody a recuperare un altro rimbalzo offensivo e a esser fermato con il fallo da J. Parker.

2/2 ai liberi e allungo sul +12 prima dell’entrata di Beal con scarico su Portis in schiacciata velato dallo stesso corpo della stella in divisa rossa.

Marvin faceva un gran lavoro difensivo su Portis spingendolo fuori dall’area prima della ricezione sino a fargli commetter fallo.

A 7:57 la difesa di Washington mancava Zeller che optava per il varco frontale e la dunk spaziale a una mano.

Sul +10 Charlotte otteneva una nuova tripla a 7:27 con Walker bravo a realizzare contro due avversari dalla diagonale destra a 7:22 il 108-95.

Dall’altra parte Beal rispondeva con lo stesso strumento portandosi a 39 punti.

Un fallo (dubbio) chiamato contro Batum (a favore di Beal con il francese a saltare in avanti scostandosi sul tiro) faceva infuriare il pubblico appena vistosi scippare in precedenza di due punti con l’appoggio al vetro di Parker respinto da suo omonimo…

A 5:14 Beal scavallava anche quota 40 portando la gara sul 108-110 ma Batum con finta su Satoransky e spostamento verso l’angolo sinistro calava una tripla ma la gara non andava in archivio perché Ariza aveva la forza di replicare con una bomba per il 111-103.

Lamb in entrata sull’alzata subiva il fallo di Portis a 3:53.

Il tempo e i due liberi realizzati giocavano a favore dell’MJ team che incassava la tripla di Beal al season high ma a 3:21 Kemba segnava appoggiando al vetro subendo fallo da Green che si staccava dal proprio marcatore per andare in chiusura risultando però dannoso.

116-106, Beal alla tripla non faceva centro mentre Kemba subiva il quarto fallo personale proprio dell’avversario.

2/2, Ariza da te sbagliava, Marvin da tre no (2:17).

121-106.

Brooks meditabondo, Beal errabondo, “The District” is destroyed.

C’era tempo per un’altra infilata di Beal e una dunk di Miles aiutata da un tuffo di Marvin a metà campo con i Wizards in raddoppio su Kemba e il rischio persa.

123-110 era il punteggio finale che per gli Hornets vale la prosecuzione dell’obiettivo PO.

Pagelle

Kemba Walker: 7

27 pt., 5 rimbalzi, 11 assist. 9/25 dal campo con 3/11 da tre. Si risolleva nell’ultimo quarto dopo le innumerevoli triple mancate e un paio di layup alla ricerca del fallo che probabilmente in un’occasione ci sarebbe anche stato. Smista diversi assist (bello quello per Batum da tre punti dall’angolo) e si fa trovare pronto nell’ultimo quarto quando va a segnare anche oltre Green ottenendo un gioco da tre punti. Prende uno sfondamento da Satoransky. Non è ancora al top al tiro ma se non esagera da fuori riuscendo a sprecare meno può diventare una minaccia ancor più completa, comunque buona doppia doppia.

Miles Bridges: 7

14 pt., 6 rimbalzi, 3 rubate, 1 stoppata. 6/9 al tiro per Miles che parte a sorpresa in quintetto, cedo per dare più vigore alla squadra. Più coinvolto non delude in attacco. Buoni gli splash da due e da tre unti dagli angoli, ruba tre palloni anche se uno lo spreca allungandoselo troppo oltre la linea di fondo. Mega-dunk nel finale anche per lui come punto esclamativo di una buona prestazione difensiva dopo il primo quarto.

Nicolas Batum: 7

20 pt., 8 rimbalzi, 5 assist. 7/13 al tiro con 5/9 da fuori. Si riaccende la fiamma di Nicolas dopo le ultime prestazioni scadenti. Una buona mano da fuori aiuta molto Charlotte ma anche a rimbalzo va deciso e i 5 assist sono in linea bene o male con il suo standard.

Marvin Williams: 8

13 pt., 9 rimbalzi, 1 assist. Potrebbe sembrare esagerato per un giocatore che non stuzzica la fantasia e sentendolo parlare forse nemmeno l’interesse femminile. Comunque, divagazioni a parte, è nel cuore della difesa. Svariate volte effettua buoni close-out o buone marcature come quella su Portis d’esperienza nel secondo tempo: spinto fuori dall’area lo costringe poi a sbracciare e gli arbitri danno fallo all’attaccante. In attacco si muove un po’ di più e con un paio d’entrate in alzata mette dentro punti importanti come i due facili su assist di Kemba. Avere una soluzione più ravvicinata e non muoversi solamente sul perimetro permette di allargare il campo e divenir più imprevedibili come voleva Borrego a inizio stagione. Sfiora la doppia doppia con i rimbalzi.

Cody Zeller: 7

11 pt., 9 rimbalzi, 3 assist, 3 stoppate. Chiude con 3/7 dal campo ma due stoppate di fila su Bryant. Aiuta nell’ultimo quarto Charlotte in un momento di crisi con due rimbalzi offensivi e 4 punti. Manca un canestro ravvicinato nel primo tempo, saltando direttamente il ferro poi segna con una super schiacciata nel secondo… Per fortuna si riprende nel momento che conta dopo un primo quarto nel quale lui e compagni sembravano non essersi presentati sul parquet. +25 di plus/minus…

Malik Monk: 5,5

5 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Chiude la gara con una quasi sufficienza per la stoppata sulla girata di Ariza, la tripla nel terzo quarto e poco altro. Due palle perse con un 1/6 al tiro. Continua a giocare a ritmi frenetici, spara una drive and kick al pubblico.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

6 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. ¾ al tiro con un appoggio in terzo tempo nel primo, un bel jumper in area nel secondo. Non sempre riesce a fermare gli avversari come quando becca in faccia una bomba di Beal ma nonostante i 4 falli non commette TO. Prende un -12 di plus/minus con la panchina ma aiuta.

Jeremy Lamb: 7,5

16 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 4 rubate. 6/12 l tiro. Parte dalla panchina. Questo avrebbe potuto smontare qualche giocatore ma non lui. Parte un po’ in sordina, coinvolto nel marasma difensivo di Charlotte che sembra penalizzarlo anche perché non è fortunato sul close-out a Beal ad esempio, poi con due steal di seguito (finirà con 4) fa salire Charlotte di tono in difesa. Agli Stealers forse farebbe comodo comunque gioca una buona gara andandosi a cercare canestri semplici come una tripla in transizione, una tripla da destra con scambio e a procacciare anche due FT nel finale.

Bismack Biyombo: 6

4 pt.. In 7:54 non riesce a catturare un rimbalzo o a stoppare nessuno ma segna con due decise schiacciate salendo sul difensore.

Tony Parker: 6,5

7 pt., 3 rimbalzi, 3 assist.3/9 al tiro e -5 sono elementi negativi per Tony che nel secondo tempo fatica anche sui tiratori avversari con tutta la buona volontà. Meglio nel primo quando da sprint e spinta alla squadra facendo risalir la squadra sul -2 con importante contributo. Buono il canestro in allungo con doppia finta nel primo tempo, male i passi dopo l’arresto nel secondo, icona di una gara a doppia faccia ma sicuramente l’apporto per il rientro è stato fondamentale.

Coach James Borrego: 7

Squadra più tonica e viva, capace di andare a cercar punti nel pitturato non esagerando con il tiro da fuori. Sbanda inizialmente sul tiro da tre ma anche sulle infilate degli avversari.
Borrego ha detto che voleva affidarsi a Bridges per la protezione sul miglior giocatore offensivo (Beal) perchè crede che il suo rookie abbia le capacità atleiche e il talento per farloare. Sarà un work in progress, Bridges ha faticato un po’ quando ha cercato di coprire Beal ma non è stato certo l’unico… Stringendo le maglie la squadra si riprende e porta a casa una vittoria molto importante dopo le sconfitte degli altri team come Miami e Brooklyn ieri e i Magic oggi battuti per un punto da Chicago in casa mentre i Pistons sopravvivono vincendo ad Atlanta.

All-Star Game @ Charlotte (2)

Mancava solamente la partita delle stelle che si è dimostrata essere la solita sfida con difese accennate o assenti (non sia mai qualcuno dei protagonisti si faccia male per il finale di stagione), salvo qualche rara eccezione che ha dato spettacolo come un tocco su una tripla di Curry andata a bersaglio.

Sia Curry che Kemba non hanno comunque tirato bene, specialmente da oltre l’arco dove lo 0/5 del capitano degli Hornets allunga la serie negativa di tiri che lui e i compagni hanno mostrato recentemente da oltre l’arco…

Il team Giannis ha comandato per quasi tre quarti di gara ma rimontato dai Lebroniani, nel finale d’ultimo quarto ha finito per perdere 164-178 con Durant in grado di segnare 11 punti nel quarto e soffiare il titolo di MVP ad Antetokounmpo.

Kevin Durant è l’MVP a Charlotte.
Anche gli avversari vogliono bene a Kemba e lo invitano a rimaner con loro.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)
Poi poco importa, comunque vada è All-egria Star Game…
Copyright 2019 NBAE (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

Charlotte se la vedrà nella notte italiana del 23 contro i Wizards mantenendo il fattore campo, intanto qui sotto trovertete i video della gara e i tabellini delle due squadre nella partita delle stelle:

All-Star Game @ Charlotte

Michael Jordan compie oggi 56 anni.

Auguri a MJ che avrà una bella vetrina (215 Paesi collegati, 350 giornalisti internazionali accreditati per un totale di 49 lingue) oggi a Charlotte con la partita delle stelle.

Se venerdì il team USA aveva vinto 161-144 sul team del Resto del Mondo

e ieri facendo da apripista, nella partita delle celebrità il team locale aveva avuto la meglio d’un paio di punti su quello “away”,

ecco, sempre nella giornata di ieri arrivare i pezzi più attesi dell’All-Star-Game:

Hamidou Diallo ha vinto la slam dunk contest.

Indossando una maglietta da Superman sotto la canotta azzurra dei Thunder, Diallo ha totalizzato il massimo punteggio in una delle sue esibizioni inventandosi la schiacciata sopra uno Shaquille O’Neal, prestatosi per l’occasione come stimolo e ostacolo.

Appesosi al bordo dell’anello con il gomito fin dentro la retina ha finito per strappare la vittoria alla concorrenza.
Diallo si è detto sicuro di poter schiacciare oltre uno Shaq (di spalle) e che non l’avrebbe chiamato in causa se non lo fosse stato.

Tra gli altri sono da menzionare Dennis Smith Jr. (Knicks) che ha schiacciato sul rapper J. Cole e John Collins (Hawks), il quale con una sciarpetta bianca a richiamare un aviatore, ha messo in scena una schiacciata fantastica dal punto di vista coreografico saltando un piccolo biplano di scena posizionato sul parquet prima del canestro.
Diallo aveva bisogno di almeno 43 per vincere il titolo all’ultimo giro e per ottenerli si è inventato ancora un balzo, questa volta strappando dalle mani la palla tenuta sopra la testa dal rapper Quavo andando a segnare per un 45 che gli ha permesso di vincere la gara.

Per gli Hornets Miles Bridges ha pagato lo scotto d’aver mancato un turno ma con la supervisione nell’assist voluta da Kemba che gli ha offerto una palla rimbalzante sul bordo del tabellone sinistro, Miles è decollato per una 360° esaltante che gli ha consentito il massimo del punteggio, il tutto indossando una canotta teal di Larry Johnson…

Nonostante non abbia vinto, rimane sempre uno dei più giovani ed esaltanti dunker della lega, per questo ecco il mio personale omaggio nella caricatura dove volando afferra la luna…

Nell’NBA Skills Challenge invece Jayson Tatum, nonostante fosse sempre rimasto indietro nelle sfide disputate, ha trovato gli sprint necessari per portarsi a casa il trofeo con il punto esclamativo nell’ultimo caso.

Il suo tiro da metà campo ha recuperato i metri di svantaggio guadagnati dal play degli Hawks finendo per battere sul plexiglass la sfera e sul tempo Young vistosi scavalcare dal tiro del bostoniano che finendo dentro si accaparrava la vittoria.
“No, quello non era il piano,” ha detto simpaticamente Tatum con un sorriso a chi gli chiedeva sul tiro per poi ovviamente dire che voleva avere una possibilità cercando di toglierla a Young.

Nella gara da tre punti, alla presenza di papà Dell, non va male il Curry più pronosticato mentre il fratello Seth rimane fuori dalla finale con 16 punti al primo giro

Lillard a fil di sirena supererà il compagno di squadra con una money ball da due punti arrivando a quota 17…

Parteciperà alla finale per la Curry un mostruoso Steph che al primo giro sfiora il record con 27 punti.

Kemba si ferma a 15 al primo giro, non tirando benissimo, dopo di lui Middleton ne realizza solamente 11, Green ne realizzerà 23 così come Booker sei Suns ma non basteranno (classica imprecazione in lingua inglese per lui alla fine della prestazione), Nowitzki nonostante un air-ball e un po’ di frenesia dovuta all’età raggiungerà quota 17 mentre in finale giungeranno anche Hield dei Kings e Harris dei Nets.

Ad aver la meglio sarà il giocatore dei Nets, costretto ad aspettare l’ultimo turno di Curry che segna i primi nove canestri ma sbaglia un paio di money-ball piazzandosi al secondo posto dietro Harris d’un paio di lunghezze.

26 per il giocatore dei Nets e un filotto di 11 tiri a segno.

Il giocatore ha poi donato il trofeo vinto all’Università di Charlotte che gli ha concesso una palestra dove potersi allenare in questi giorni e prendere un ritmo che l’ha portato a vincere meritatamente e non direi inaspettatamente anche se da outsider indubbiamente.

Manca ancora la sfida tra i Team LeBron e Giannis, poi breve pausa prima di tornare al rush finale della stagione con Charlotte in un brutto momento di forma e senza Parker che però cercherà di sfruttare l’onda lunga dell’effetto All-Star Game nelle partite casalinghe dove mostra ben altra intensità, riservando la difesa modello All-Star Game alle gare da trasferta.

Game 57: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 89-127

Divise e simboli da classic night più statistiche pre-match.


Intro

Aria di vacanze per Charlotte che avrà sì una grande vetrina nel week-end ma all’All-Star Game saranno “impegnati” solamente Kemba Walker e Miles Bridges.

Per il momento gli Hornets anticipavano quella magia che si respirerà nella Queen City tra qualche giorno recandosi in Florida dalle parte di Disneyland.

Ultimamente gli Hornets hanno aperta una striscia lunghissima contro i Magic (13 partite vinte consecutive), fin troppo lunga, alla fine, queste strisce, sia a favore che contro stufano… ma gli Hornets non possono permettersi passi falsi prima dell’All-Star Game per arrivare almeno vicini ai .500 e rispondere alla vittoria degli Heat sul campo dei Mavericks ma le trasferte per una squadra capace di vincerne solamente 8 lontano dalle mura amiche (a livello dei team di bassa classifica) presentano sempre un’incognita.

Vacanza… dal latino vacantia, neutro plurale sostantivato di vacans, participio presente di vacare essere vuoto, libero.

Gli Hornets romperanno quindi le righe dopo l’ultimo impegno ma cercando di vincere in serata per conquistare uno di quei tre posti (dato per quasi scontato che le cinque prime squadre a Est sono praticamente qualificate) vacanti.

La partita in breve

Non c’è partita a Orlando.

Gli Hornets che già soffrono il mal di trasferta non hanno ancora trovato l’antidoto per una situazione che adesso diventa preoccupantemente asmatica.

Costretti a vincere per galleggiare più in tranquillità, i Calabroni cadono a Orlando contro i quali non si perdeva dal dicembre 2015.

Vacanze anticipate per i giocatori di Charlotte che complici vari fattori collegati quali la brutta e brutale prestazione al tiro di Walker e l’incapacità di segnare un solo canestro da oltre l’arco per tutto il primo tempo, erano subito travolti dalla squadra dell’ex Clifford.

La resistenza durava sino a 5:56 del primo quarto quando un turnaround di Batum mandava Charlotte sull’accettabile 12-16 ma nel finale del primo quarto la squadra della Florida allungava con Birch a infiocchettare con la jam la prestazione della squadra per il 18-31 con un ritardo accumulato di 15 punti.

Borrego si affrettava a far rientrare in campo Kemba per poi sostituire Lamb e metter dentro Graham con l’idea di far giocar il doppio play vista l’indisponibilità, ormai preoccupante, di Parker.

Mossa pessima, difesa farraginosa, attacco quasi inesistente così quando a due decimi di secondo dalla sirena Vuc da sotto segnava il 36-71 gli Hornets avrebbero potuto anche non riemerger più dagli spogliatoi.

0/16 dall’arco contro l’8/17 dei Magic, 7-14 negli assist e 25-32 a rimbalzo, numeri che davano l’idea della partita vacanziera di Charlotte.

Nel terzo quarto, dopo aver toccato con un parziale di 0-4 iniziale anche il -39, Charlotte reagiva con 5 punti di Batum intervallati da 4 di Zeller che portando un parziale di 9-0 davano gas all’attacco di Charlotte.

Rimarrà solo una fiammata perché le distanze rimanevano circa identiche con scostamenti marginali sino al finale di gara quando la panchina dei Magic toccava anche il +40 con Frank a metter dentro gli ultimi due punti della gara per arrivare all’89-127 finale.

Sul tiro da oltre l’arco abbiamo già accennato, Charlotte dopo la gara precedente a Indianapolis ora pare in emergenza, il 4/31 fa il 12,9%, oltretutto con la controparte abile a segnare un 43,6%, frutto anche di una zona che a tratti Charlotte ha messo in campo in maniera lenta e confusionaria pagandola cara.

La panchina dei Magic ha surclassato quella degli Hornets (Ross 21 punti) con 64 punti complessivi contro i 38 di Charlotte.

Hornets al 35,1% contro il 52,2% dal campo degli avversari con 18 assist contro i 32 Magic bravi a commetter anche meno TO di Charlotte (8-7)…

Vucevic con 17 punti e 11 rimbalzi è andato in doppia doppia come Aaron Gordon (10 pt., 11 rimb.), mentre anche Isaac (16 pt.), Fournier (12 pt.) e Iwandu (11 pt.) sono andati in doppia cifra.

Ora a Charlotte rimane sola mezza partita di vantaggio sul tandem Pistons/Heat, contro le quali siamo attualmente in vantaggio negli scontri diretti mentre i Magic, alla quinta vittoria consecutiva tornano a lottare per uno dei posti alla post season.

Charlotte arranca sul 27-30 e forse, nonostante la delusione, è un bene che ci si fermi ora, sperando di ritrovare Parker dopo la sosta.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Vacanza iniziale fin da subito per Charlotte che pur iniziando in attacco grazie alla palla a due portata a casa da Zeller sparava a voto con Williams fuori equilibrio dalla sinistra.

Il primo canestro arrivava da D.J. Augustin in transizione per lo 0-3 che diveniva 0-5 con l’appoggio sotto a destra di Vucevic a 10:01.

L’attacco di Charlotte smetteva di essere lezioso a 9:24 quando il runner di Lamb andava sul secondo ferro ma impennandosi ricadeva in rotazione perfettamente nelle retina.

A 9:08 il banker di Fournier anticipava la risposta vincente di Zeller in area poi era Fournier a battere Zeller ma un passaggio laterale di Kemba per Lamb in jumper frontale serviva a rispondere nuovamente, tuttavia a 8:07 la tripla frontale di Fournier portava la gara sul 6-12 con Borrego deciso a chiamare il primo stop della gara.

A 7:52 Cody guadagnava due liberi realizzandoli ma Augustin era più veloce della chiusura di Zeller nel pitturato facendo battere la palla al vetro per due punti e Isaac segnava dopo una finta muovendosi sull’altro lato del canestro oltre Batum l’8-16…

Monk con un giro e tiro dalla baseline destra da media distanza metteva dentro e un fade-away di Batum a 5:56 riportava Charlotte sul -4 (12-16) ma dopo un errore di Gordon da fuori anche Kemba sbagliava giungendo al quarto errore consecutivo (0/4), Fournier a questo punto iniziava a far decollar la squadra di Clifford in entrata, Malik sbagliava due volte nella stessa azione e nel mezzo si registrava anche l’errore di Kemba che a 4:26 approfittava dell’entrata di Briscoe per la finta con giro su piede perno e allungo.

Il panchinaro dei Magic commetteva fallo mandando Kemba in lunetta che tuttavia segnava solamente il secondo libero.

Charlotte raccoglieva solo briciole subendo la tripla di Briscoe lasciato solo nell’angolo a sinistra, il jumper di Isaac oltre MKG mentre Kemba interrompendo il mini-parziale Magic a 3:29 portava la gara sul 15-23.

Fournier e Willy andavano in lunetta ma mentre per il francese arrivava un ½, il nostro spagnolo portava a casa due punti a 2:53 per il 17-24, tuttavia Ross segnava due punti, Iwandu due liberi e Ross, ancora lui, a 1:47 realizzava da tre punti chiudendo il 7-0 di parziale.
Mack guadagnava in entrata due FT segnando solamente il secondo (primo punto in maglia Hornets) ma nel finale una dunk di Birch chiudeva i conti sul 18-33..

Lamb prova a passare Gordon.

2° quarto:

MKG a inizio secondo quarto andava a contender due palloni in mischia sotto le plance, gli Hornets però nonostante facessero rientrare velocemente Walker aggiungendo Graham al posto di Lamb formando una coppia di PG ,continuavano a subire con la stoppata di Ross su Bridges e la tripla di Gordon dalla diagonale sinistra che portava la squadra dei locali a doppiarci (18-36)…

Birch dal post basso destro aveva la meglio su MKG mandando gli Hornets sotto di 20…

Devonte’ in corsa veniva toccato da Fournier ma nonostante la terna non chiamasse fallo arrivava il verticale del play per Miles che da sotto schiacciava rapidamente.

A 9:02 Ross dalla lunetta faceva 2/3 (fallo di Miles sul tiro dell’attaccante fuori equilibrio) per il 20-40 mentre Kemba in entrata era toccato ancora da Fournier che questa volta era colto in fallo.

Il capitano pescava la two and one per il 23-40 ma una tripla di Briscoe dalla diagonale destra unita a un doppio errore da fuori che portava gli Hornets sul 0/10 da te punti ci rimandava sotto di 20 e dopo lo 0/11 con la tripla errata di Marvin ci si avviava lestamente anche sul -30 con il canestro di Ross in avvicinamento, due FT per Iwandu a 7:11nonosatante a 6:57 Kemba rompesse il quasi monopolio di punti dei blu gessati.

Isaac con un turnaround uno contro uno era baciato dai ferri che accoglievano la sfera nella retina mentre a 6:01 Iwandu splittando realizzava il 25-50 facendo assomigliare la gara alla famosa U.S.A.-Angola delle Olimpiadi del 1992…

Hornets totalmente fuori gara anche se ogni tanto Walker, pur sbagliando molto, faceva capolino, come ad esempio in dribbling in corsa con appoggio di destro per il 27-53.

Ross segnava in entrata, Zeller rispondeva con la bimane grazie a un assist rapido e corto di Kemba in area poi Batum stoppava Ross e Malik battendo due difensori in transizione con la sinistra sembrava poter far ritrovare almeno lo spirito alla squadra di Borrego.

Purtroppo dopo il time-out voluto da Clifford a 3:23 Charlotte tornava ad affondare: una palla persa sotto il tabellone avversario da Bridges era recuperata dai Magic che segnavano in correzione con Isaac (appoggio sbagliato da Vuc), Kemba era stoppato dal montenegrino così arrivava anche il fing and roll in transizione da parte del transalpino in forza a Orlando.

Il nostro francese invece sbagliava da tre, poi si faceva intercettar un passaggio commettendo fallo per evitare il fast break, mandando Isaac ai liberi.

Dalla lunetta arrivava il 31-61, poi Gordon in entrata a 1:15 segnava il 31-64 (gioco 2+1) mentre Lamb si auto-correggeva e Isaac dal corner mancino scagliava anche il macigno da tre punti per il 33-67.

Lamb arrivava a correggere su un tiro da sotto toccato a Zeller per la dunk appesa e un suo ½ dalla lunetta portava il match sul 36-69 ma da sotto a sinistra del canestro spuntava Vuc a due decimi dalla sirena dell’intervallo per due punti che mandavano negli spogliatoi Charlotte sul -35 (36-71).

Ross in mezzo alla difesa degli Hornets.

3° quarto:

Terzo quarto che non iniziava nel migliore dei modi con la tripla di D.J. Augustin e “Vuc” in lunetta a 10:53 a splittare per un parziale di 4-0 che estendeva il vantaggio dei locali sul +39…

Batum replicava con due punti in entrata più un FT a bersaglio, Kemba intercettava un passaggio mandando Lamb (chiuso) in transizione bravo a passare a Zeller che chiudeva a 10:28 a rimorchio in schiacciata e sempre il nostro centro allungandosi oltre Vuc appoggiava al plexiglass a sinistra anticipando il 2/3 di Batum dalla lunetta a 9:16 per il 9-0 di parziale che portava Charlotte sul 45-75.

Purtroppo i Calabroni da qui al finale di quarto non riusciranno più a risalire rimanendo sempre intorno all’abissale differenza dei trenta punti.

Marvin segnava il 49-80 e Lamb slalomeggiando appoggiava oltre Vuc a sinistra per il 51-80.

Vucevic segnava una tripla aperta con Charlotte a guardare, Marvin a 6:55 realizzava la prima tripla a favore di Charlotte (1/18…), poi toccava a Iwandu e a Lamb partecipare al festival di bombe.

Gordon a 4:48 realizzava la dunk assistita da D.J. Augustin e nel finale un inusuale reverse-tap-in di Batum artistico riportava gli Hornets esattamente a -30 su cifre tonde (60-90).

Iwandu segnava battendo Graham da fuori, Mack metteva dentro due liberi a 2:22 ma ancora Iwandu da oltre l’arco sparava bene per il 62-96.

Malik nel finale accorciava da oltre l’arco fissando il 67-98.

4° quarto:

Pullup di Monk, tripla di Ross e azione due più uno di Mack che usava il peso e il braccio per allontanare Briscoe (al quale era chiamato anche il fallo) dopo la penetrazione da sinistra.

Finiva qui, dentro le panchine e si vedeva qualcosa solo fine a sé stessa come la reverse jam che Ross riusciva a infilare esaltando il pubblico locale con partenza sulla linea d fondo destra a saltare Monk e a battere Willy in salto cambiando lato del canestro (73-105).

La voglia era solo quella di tornare a dormire nella giornata di San Valentino, se non è amore continuare a seguirli dopo una gara del genere forse è “pazzia” e a volte i due sentimenti s’intrecciano idissolubilmente legandosi l’uno all’altro formando un indistinguibile sentimento in positivo…

Tornando alla gara che ormai scorreva lenta… nel finale i Magic, alla quinta vittoria consecutiva, arrivavano anche sul +40 prima che Frank infilasse in allungo il definitivo 89-127.

Pagelle

Kemba Walker: 4,5

10 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 4/20 al tiro. Arriva a malapena alla doppia cifra con 20 tiri prendendosi tre stoppate. Va a chiudere alcune volte da sotto molto approssimativamente dopo un inizio da 0/4 dal campo. Se si ferma lui purtroppo si ferma tutta la squadra dal punto di vista offensivo, anche in difesa lascia un paio di Volte Briscoe da solo che ci punisce con tiri pesanti.

Jeremy Lamb: 6

14 pt., 4 rimbalzi, 2 assist. 6/10 al tiro. Il titolare che gioca di meno e segna di più. Non deve averci capito molto Borrego anche se la sua difesa non è eccezionale su blocchi e in altre situazioni, finiamo fuori dalla gara quando già a distanza di una quindicina di punti, Borrego lo toglie infilando Graham in campo…

Nicolas Batum: 5

9 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 3/7 dal campo. Tre TO. Un gran fade-away nel primo tempo e un bel tap-in in reverse layup nel secondo tempo ma anche tre TO e una difesa che non convince.

Marvin Williams: 5

5 pt., 8 rimbalzi. 2/7 dal campo. Rimbalzi non sempre difficili, ha il merito di segnare la prima tripla di Charlotte di serata quando il cronometro segna 6:55 nel terzo quarto. Per il resto soffre in difesa e non incide in attacco.

Cody Zeller: 6

13 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate. 4/10 dal campo. -23 di plus/minus. Vuc fa un pochino meglio a livello di cifre giocando qualche minuto in meno. Cody fa quello che può in difesa anche se a volte non riesce a metterci una pezza, specialmente sui movimenti che portano a correzioni o a passaggi ma anche quando D.J. Augustin appoggia al vetro in area con leggera esitazione non riesce a stopparlo, tuttavia riesce a rubare ben tre palloni e rimane un centro che a differenza di Willy da leggermente più solidità. Lotta in attacco recuperando ben 4 rimbalzi e punti.

Malik Monk: 5,5

15 pt., 4 rimbalzi, 2 assist. 7/16 dal campo. Difesa ancora abbastanza inadeguata anche se in qualche occasione prova generosamente a fermare l’avversario ma ad esempio di fa saltare da Ross facilmente sulla linea di fondo. Segna subito frustando la retina ma poi si perde al tiro tornando a segnare quando è tardi.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

0 pt., 2 rimbalzi. Gioca 13:38, sfortunato su un paio di uno contro uno, non ha i cm per difender su Birch ma vede finir dentro anche tiri che rimbalzano beffardamente sui ferri dopo aver fatto un discreta difesa di posizione. Ci prova un paio di volte prendendosi anche la tripla dalla diagonale sinistra senza precisione.

Miles Bridges: 5

6 pt., 2 rimbalzi, 1stoppata. Una schiacciata tagliata da sotto su assist verticale di Graham poi combina poco finendo per perder palla sotto quando Charlotte nel terzo quarto porta il parziale sul 9-0, lui lo interrompe e subiamo canestro. Un fallo d’impeto inutile su Ross impegnato al tiro da fuori costa 2 punti. -26 nonostante il 3/6 dal campo.

Devonte’ Graham: 5,5

2 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate. 1/5 dal campo. Male al tiro e questo pesa, bene nelle stoppate e discreti gli assist ma prende un -14 in 21:38 sul parquet lasciando quella sensazione di buco difensivo.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt. (0/1) in 8:41.

Willy Hernangomez: 5,5

4 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. 0/2 dal campo, 4/6 ai liberi. Rende sempre a rimbalzo considerando i 9,51 ma continua a non convincermi dietro e anche in attacco.

Shelvin Mack: 5

6 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 1/5 al tiro con 4/5 dalla lunetta. Zero assist, ruba un pallone ma quasi solo in attacco Fournier in scivolata lo tocca via. La palla rimane a Charlotte ma lui butta via due punti certi. Male al tiro dal campo partendo con un’indecisa alzata da due punti che finisce a malapena a battere sul primo ferro.

Frank Kaminsky: s.v.

5 pt., 1 assist in 5:21.

Coach James Borrego: 4

Squadra irriconoscibile in trasferta da subito, eppure doveva vincere. Prestazione imbarazzante e netta affermazione dei Magic complici diversi errori tattici e decisionali sui singoli, tuttavia la squadra al tiro non aiuta con prestazione indecente e approssimativa sin dall’approccio iniziale.

Game 56: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 90-99


Intro

Il rap, quello fatto bene, quello intelligente, quello che racconta qualcosa di vero, quello genuino e “incazzato”, quello fatto bene, a me piace.

Mahmood, “vincitore” (c’è una certa idiozia di fondo nelle incomparabili competizioni artistiche) di Sanremo (non lo guardo mai ma mi capita di ascoltare poi le canzoni e di trovarne qualcuna molto bella come quella di Silvestri, nonostante il sistema di scelte delle major sia più che rivedibile) racconta la storia del padre che se n’è andato e che gli si riavvicina, lui sospetta (direi non a torto) solo per i soldi…

Se la vediamo così, arriva un messaggio che si può estendere a tutti i rapporti umani, come mutino in base a tutte le interazioni dovute ai soldi… è un pezzo crudo ma reale che fa rifletter sulla veridicità dei rapporti (se non ci si può fidar nemmeno del padre) e magari ragionare su giudizi di meccanismi che incatenano alle cifre e alle scelte…

Ad esempio, a proposito di cifre e scelte, alle contropartite troppo onerose (?) richieste per Gasol, in North Carolina si sono accontentati di andare a prendere Shelvin Mack, PG tagliata da Grizzlies e Hawks nel giro di un paio di giorni.

Gli Hornets quindi a Indianapolis per vincere dovevano andare con uno spirito rap per strappare una possibile e importante vittoria che rappresenterebbe il primo passo per poter arrivare sopra i .500 all’All-Star Game di casa e allungare sugli Heat che ieri notte hanno mostrato gran cuore a Oakland pur cedendo di due punti alla fine dopo aver spaventato seriamente la squadra più forte della Lega.

o

La partita in breve


Kemba Walker per la quinta volta consecutiva supera i 30 punti pareggiando il record di franchigia detenuto da Glen Rice ma non serve a molto a Charlotte…

Hornets che sembravano partir bene con un 10-4 favorito da una giocata two and one di Lamb ma la reazione Pacers non tardava ad arrivare e così la squadra di McMillan si portava avanti 11-14 prima d’esser raggiunta da Lamb a 5:08 a mezzo tripla.

Sarà uno dei due tiri da fuori che gli Hornets metteranno nel primo tempo…

Charlotte nel breve periodo subiva la brillantezza dei Pacers mentre l’attacco di Borrego andava in panne.

Gli ultimi 5 punti del quarto erano targati Evans per il 19-32.

Evans ripartiva con tre punti nel secondo periodo e Charlotte finiva rapidamente sul 19-39 (-20) prima di reagire e tornare a fine quarto su un -16 (38-54) con un punteggio bassissimo per Charlotte figlio di un 2/21 da oltre l’arco nonostante l’esordio di Mack a sostituire Parker e Graham dati in lista infortunati.

Più che grinta rap era una partita trap-pola da tre…

Insperatamente cambiava la musica nel terzo quarto, gli Hornets si avvantaggiavano grazie a numerosi rimbalzi offensivi che portavano a diverse second chance e a un Walker scatenato nel quarto bravo a portare la squadra di MJ, prima sul -2 a 1:42 dalla terza sirena (goaltending Turner), poi con una tripla a 1:03 i Calabroni sul -1 (71-72).

Gli Hornets però non riuscendo a compiere il passo del sorpasso erano sorpresi da un parziale di 0-11 con il quale la squadra di Indy arrivava sul 71-83 a 10:11 dell’ultimo quarto.

Charlotte con due triple consecutive di Kemba riusciva a tornare sul -7 (82-89) ma non riusciva ad andare oltre nemmeno nel finale quando un indecoroso Batum segnava i suoi primi due punti del match.

Qualche record di squadra e di kemba fatto notare da Fox prima del match.

Con il 32,2% al tiro del quale un 17,5% da oltre l’arco non si poteva sperare di vincere. Hornets che non riescono a trovare il giusto equilibrio tra intensità e concretezza in attacco, questa notte rovinata dall’esagerazione nelle soluzioni “comode” da fuori. 7/40, più del 25/33 ai liberi che hanno portato più punti. Bene nei rimbalzi offensivi, ben 21 sui 51 totali e nei TO, 5 contro i 12 dei Pacers che tuttavia hanno sfruttato il 51,4% dal campo per vincere nonostante siano andati sotto a rimbalzo (39) e tirato meno liberi (15/17). Charlotte ha la meglio su diverse statistiche ma non basta a compensare il tiro.

I Pacers finiranno con diversi uomini in doppia cifra: Turner con 18, Bogdanovic con 14, Collison con 13, Evans con 12 e T. Young con 11.

L’altro starter, Matthews ha chiuso con 8 punti e 2/10 dal campo ma proprio con le due triple pesanti che hanno chiuso la gara dopo uno 0/8 dal campo mentre Batum da noi ha segnato i primi due punti nel finale arrivando a un 1/8 complessivo con uno 0/7 da oltre l’arco…

Al momento, per quel che riguarda le avversarie c’è da registrarela stentata vittoria dei Raptors su Nets e il vantaggio dei Nuggets sugli Heat a Denver (81-66 a 1:49 dalla fine del terzo periodo).


Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Partiva Indiana ma il nuovo arrivato Matthews andava fuori misura con il runner quindi sull’altro lato tutti gli Hornets partecipavano all’azione che portava Zeller in area a crearsi l’hook per il vantaggio.

Young a 10:55 imitava di gancio il collega pareggiando ma Marvin con un sicuro tre punti dalla diagonale sinistra e Walker in penetrazione inseguito da Turner (con il cambio mano di sinistra sotto canestro) portavano sul 7-2 gli ospiti.

Un pullup frontale di Collison riduceva le distanze ma a 8:18 Lamb con il crossover iniziale arrivava a pochi passi dal canestro prima che Matthews tornasse su di lui creando il contatto falloso per il gioco da tre punti di Lamb che allungava sul 10-4.

Un parziale di 0-6 pro Pacers chiuso a 6:23 da due FT di Turner ristabiliva la parità e dopo un ½ di Zeller a 6:14 i Pacers passavano avanti con l’allungo sul 11-14 grazie a due canestri ravvicinati di un Bogdanovic capace di muoversi bene nello stretto.

A 5:08 Lamb da tre colpiva dal lato sinistro pareggiando nell’ultimo sussulto Hornets prima del diluvio Pacers che andavano a segno con un lunghissimo tiro di Turner da tre e con Collison che sulla stessa azione da transizione scagliava al secondo tentativo un open 3 che iniziava a scavare un solco (14-20) ampliato da un reverse layup di Joseph e da due punti di Sabonis per il 14-24.

A 3:00 dalla prima sirena esordiva Mack giacché Parker e Graham rimanevano fuori per infortunio ma, nonostante il suo assist per il canestro rompi-parziale (0-10 Pacers) e una steal in mischia che portava alla transizione chiusa da due FT di MKG (fallo Turner) per il 18-24 a 2:05, non cambiava la musica.

La power jam di Sabonis a una mano riprendeva la marcia dei Battistrada che, nonostante un ½ di Biz dalla lunetta, procedeva spedita con cinque punti di Evans che nel finale costruiva il 19-32 del primo quarto.

2° quarto:

Charlotte partiva con la coppia M&M’s Mack/Monk, Batum rimaneva l’unico titolare mentre sotto le plance oltre a Biz entrava inusualmente il Tank che sbagliava il primo tiro della seconda frazione.

Evans da tre segnava l’ottavo punto consecutivo , Joseph in jumper a 10:08 aggravava la situazione e T.J. Leaf ricevendo in corsa dal fondo s’infilava centralmente per alzare l’assurdo -20 a 9:47 dall’intervallo (19-39).

Walker segnava due punti per Charlotte e guadagnava anche tre FT sul contatto con Joseph a 8:22 mettendo solamente però una delle occasioni continuando a soffrire il brutto momento in campo dei Calabroni che comunque si avvantaggiavano di uno sfondamento sulla linea di fondo da parte di Sabonis su Zeller e dei passi di Evans in attacco, inoltre il terzo fallo rapido di Sabonis su Kemba estrometteva il bianco dal campo.

A 7:27 Cody in corsa provava a infilarsi tra due avversari per il fing and rolla ma era toccato.

Due FT e Hornets in bonus, solamente un ½ per il 23-39 con Kemba a provarci ancora da tre con lo stesso risultato: zero.

Hornets sul 2/15 da oltre l’arco contro il 4/8 avversario…

Lamb infilava il floater del -14 e Mack rientrava a 6:24 insieme a Kemba e Lamb che portava una transizione a tutta velocità non segnando ma consentendo il tap-in di Zeller.

Charlotte recuperava un pallone in difesa grazie a Williams in tuffo mentre il go to guy era ancora Jeremy che depistava Matthews, ultimo uomo, con la finta per passarlo e alzare comodamente in appoggio il 29-41.

Indy finiva di cincischiare un po’ recuperando a 5:11 due FT con Bogdanovic (Fallo di Mack duro) e segnando con un hook di Young.

Cody rispondeva al vetro ma Turner con un piazzato frontale portava il mega-schermo sul 31-47.

Cody mancava un open 3 ma un’altra deflection di Williams serviva a Lamb per attaccare nuovamente il canestro e guadagnare due punti dalla lunetta a 3:33.

Nel finale ¾ dalla lunetta dei Pacers e un’alzata di Cody in area con un po’ di spazio servivano a mandare il punteggio sul 35-50 prima che Young battesse Batum con il semi-gancio in area e a :38.8 Kemba con l’arresto e il tiro al plexiglass segnasse subendo fallo da Collison per il libero del 38-52.

Evans in caduta metteva dentro da sotto il 38-54 mentre sull’ultima occasione Kemba sparava da tre sui ferri, refrain di tutto il primo tempo, arrivando a totalizzare un parziale di squadra di 2/21 per Charlotte…

Lamb contro il nuovo Pacers, Matthews.

3° quarto:

Zeller partiva con la dunk, Bogdanovic sparava a 11:27 la tripla in faccia a Marvin che non riusciva a stopparlo nonostante il buon tentativo ma gli Hornets continuavano a recuperare con la terza tripla di serata.

Era il capitano a realizzarla così come riusciva a infilare i tre punti successivi grazie a un fallo di Matthews su un altro tentativo da fuori.

A 10:29 Charlotte andava sul 46-57 e dopo un’azione nella quale il capitano rubava palla a Bogdanovic favorendo due FT per Zeller a 9:04 che questa volta il nostro centro non falliva.

Un turnaround di Turner sulla baseline sinistra rallentava il rientro di Charlotte che comunque nonostante una giocata two and one di Young (fallo di Lamb) a 8:21 per il 50-62.

Gli Hornets andavano sul -10 (54-64) con Walker mentre a 6:49 un tecnico all’inviperito Matthews più due liberi per il capitano (tocco sul tentativo d’alzata per il tiro) portavano sul -7 Charlotte in mezzo ai fischi di un pubblico che non gradiva i numerosi falli fischiati contro nel breve periodo ai propri beniamini.

57-64 che diveniva 57-68 con il gancio di turner oltre Zeller e al jumper dal mid-range destro di Bogdanovic.

Hornets che tuttavia grazie al lavoro a rimbalzo offensivo (questa volta era Biz a recuperar la sfera) trovavano un’altra marcatura, questa volta era Bridges dal corner destro per il tiro pesante del 62-68.

Kemba in entrata scartava sull’esterno Collison per un to the rim ma era lo stesso Collison a segnare in jumper rispondendo allo scatenato n° 15 di Charlotte.

Collison ci graziava con un open 3 e Turner stoppava in area MKG ma la palla arrivava a Lamb che sempre in area alzava il floater vincente avendo la copertura del compagno stoppato.

Gli Hornets riducevano il gap a sole due unità quando a 1:42 Turner spazzava via il tiro di Kemba commettendo però goaltending (la palla aveva picchiato sul vetro).

68-70, Hornets a un passo che crollavano sul più bello:

jumper di Joseph, tripla di Kemba a 1:03 di Kemba per il -1 ma la risposta frontale con parabola altissima di Turner era un macigno, l’entrata di Collison anche peggio perché chiudendo il quarto sul 71-77 dava un messaggio al match in controtendenza rispetto a un quarto favorevole a Charlotte per il recupero.

4° quarto:

Sabonis per i Pacers era una risorsa, suoi i primi 4 punti dell’ultimo quarto con il parziale di 9-0 che estendeva il vantaggio della squadra di McMillan in doppia cifra (71-81) e quando il buon Mack a 10:13, nonostante se li procurasse in entrata, mancava i due FT si capiva che la gara sarebbe sfumata.

Il bound pass per McDermott sulla linea di fondo, terra di nessuno, confermava la sensazione con il canestro del panchinaro gialloblu.

Time-out di Borrego a 10:01, la situazione non cambiava molto anche quando Lamb con una strong drive e short pass in area pescava Cody, bravo nel traffico a metter dentro un gioco da tre punti a 7:34 valevole solo per il 76-87.

Charlotte segnando due triple consecutive aperte con Kemba (inframezzate da un’entrata di Bogdanovic) arrivava sul -7 (82-89) ma dall’altra parte arrivava su una second chance (rimb. Collison) la risposta di Matthews con un lunghissimo frontale sul quale Cody in uscita non poteva nulla.

Turner e Lamb con due punti a testa lasciavano il divario a 9 punti (85-94) ma a risolver la gara era Matthews che con una bomba dalla diagonale destra superava il tentativo di stoppata di Lamb.

L’ultima reazione di Charlotte portava a un parziale di 5-0 per tornare sul -7 (90-97) con sue punti di Batum in appoggio dalla linea di fondo sinistra ma il tempo degli uomini correva inesorabilmente con il cronometro a segnare :21.9 rimasti.

Charlotte non sapeva nemmeno se commetter più fallo o no, ci metteva troppo a decidere e Lamb spendendolo andava a sedersi in panchina per raggiunto numero limite di falli.

Finiva con Turner a puntellare la W dei Pacers sul 90-99.

Pagelle

Kemba Walker: 7,5

34 pt., 9 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 10/23 al tiro. Chi fa da sé fa per tre o va sopra i 30 punti per la quinta volta consecutiva pareggiando il record di Glen Rice. Non basta. “Date una squadra a quest’uomo” dovrebbe essere il motto. Se nel primo tempo è nettamente fuori ritmo, specialmente fuori dall’arco, l’impegno non manca come testimoniano gli incredibili 9 rimbalzi per un piccolo come lui che lo portano alla soglia della strana doppia doppia. Terzo quarto da favola con tripla del -1 mentre altre due saette consecutive spingono Charlotte all’ultimo tentativo fino all’82-89. Fornisce anche assist non riconosciuti che portano a liberi, vedi quelli di Zeller.

Jeremy Lamb: 6

21 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. 6/6 ai liberi e +11 di plus/minus come Walker ma a ben guardare il7/22 dal campo non da una percentuale eccezionale ma in media con la squadra. Non ricordo Jeremy abbia mai preso così tanti tiri a Charlotte. Buoni alcuni floater, sbaglia diversi tiri importanti per il riavvicinamento, soprattutto da oltre l’arco dove l’1/8 conferma i miei scritti precedenti.

Nicolas Batum: 4

2 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 1/8 dal campo con gli ultimi due inutili punti per Charlotte. Prima d’allora aveva provato 7 volte da fuori per la mia disperazione… 0/7 pesante. Non prova mai ad andar dentro realmente e penalizza gli Hornets. Anche gli assist non sono molti… Il titolare con minor plus/minus, anche se gioca una parte in più di match per aiutare la bench.

Marvin Williams: 5,5

5 pt., 11 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 2/10 dal campo con un 1/6 da fuori. Marvin sbaglia quasi come e quanto il francese ma in difesa ci mette più grinta recuperando un paio di palloni consecutivi. Va in doppia cifra a rimbalzo.

Cody Zeller: 6,5

18 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 6/11 dal campo. Dall’altra parte Turner fa gli stessi punti con un rimbalzo in meno ma un paio di stoppate in più. Lui è meno solido e in attacco pare il classico centro mobile, in serata spunta in corsa o riesce a ricavare spazio nel traffico per tap-in appoggi o floater. Il problema non è lui in serata anche se all’inizio la copertura del pitturato in certe situazioni avrebbe potuto esser forse maggiore.

Malik Monk: 4,5

0 pt., 1 rimbalzo, assist, rubata. 0/3 in 9:31. A parte l’attacco la difesa non c’è. Si fa tagliar fuori da alcuni passaggi e batter facilmente da Bogdanovic nel secondo tempo che gli scappa via con una finta con Monk che abbocca saltando. Un rimbalzo offensivo ma un eloquente -20 di plus/minus, non casuale.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

4 pt., 1 rimbalzo. 1/5 dal campo. Una prestazione in attacco insufficiente con un gancio sfortunato che gli salta fuori e un tentativo da tre coraggioso ma impreciso. In difesa viene preso in mezzo o battuto magari in copertura come quando Bogdanovic, dopo aver battuto Monk (vedi sopra) alza il floater davanti a lui che non riesce a stoppare.

Miles Bridges: 5

3 pt., 1 assist, 1 stoppata. C’è un momento nel quale la sua presenza in campo sembra funzionare. Charlotte guadagna qualche punto con l’attacco dei Pacers distratto. In attacco segna solo quella tripla sbagliando altre due conclusioni. Ancora marginale.

Bismack Biyombo: 6

3 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Anche lui prende un plus/minus negativo (-9) come tutta la panchina ma il suo rimbalzo offensivo per la tripla di Miles capita a fagiolo. Non riesce a prender un passaggio di Kemba basso facendosi anticipare, per il resto tira solo una volta dal campo segnando e dalla lunetta splitta.

Shelvin Mack: 4,5

0 pt., 1 assist, 1 rubata. 0/2 dal campo, 0/2 dalla lunetta. Impermeabile anche alla marcatura in serata. Sbaglia un paio di tiri e soprattutto due liberi sul 71-81 per interrompere il parziale dei Pacers. Sembra aver un buon controllo di palla ma poi smista subito l’assist da tabellino e anche la rubata in mischia arriva presto. Pur rientrando una volta in più e giocando 12:08 al posto di Parker e Graham entrambi in lista infortunati, non da nulla o quasi a Charlotte per farle cambiar passo, anche lui prende un -20 di plus/minus. Non lo voglio stroncare perché e al debutto immediato senza aver appreso forse un solo schema di Borrego ma al prestazione odierna è anche più bassa di ciò che mi sarei aspettato.

Frank Kaminsky: 5

0 pt., 2 rimbalzi. Gioca 4:25 nel secondo quarto quando Borrego gli da una possibilità provando a shakerare il quintetto per dare una scossa ma la mossa non funziona in attacco. L’attacco è bloccato e lui sbaglia un paio di conclusioni prendendo un -4 di plus/minus. Non metterà più piede sul parquet. Avrebbe dovuto esser ceduto ma è ancora tra noi, tuttavia senza portare benefici.

Coach James Borrego: 5,5

Probabilmente serve lo psicologo, il motivatore, lo sciamano… squadra fragile psicologicamente che muta atteggiamento a inizio ripresa quasi sino alla fine del quarto lottando su ogni pallone recuperando 21 rimbalzi offensivi. Si spegne un po’ nel finale nonostante Kemba. Arriveremo a Charlotte per la partita delle stelle sotto i .500, adesso però c’è da battere Orlando in Florida per riavvicinare il record in parità. Contro una squadra meno forte difensivamente c’è da augurarsi che i Calabroni continuino la striscia positiva mentre in serata i Pacers portano a casa la serie 2-1.

Mackiè?

Il Direttore Generale degli Charlotte Hornets Mitch Kupchak ha annunciato oggi che la squadra ha nel proprio roster un nuovo elemento.

Si tratta della combo-guard (con spiccata tendenza al ruolo di play) Shelvin Mack (191 cm per 92 kg), quasi ventinovenne giocatore con ormai diversi anni d’esperienza da girovago nella NBA.

Dentro l’impermeabile (Mack), ecco Shelvin, tagliato da Orsi e Falchi, finirà la stagione con i Calabroni del North Carolina.

Mack, 34^ scelta di Washington al Draft 2011, ha giocato per i Memphis Grizzlies questa stagione ma è stato scambiato dalla franchigia del Tennessee per Tyler Dorsey in arrivo da Atlanta il 7 febbraio e rilasciato il giorno dopo dagli Hawks.

Ecco allora spuntare gli Hornets, sui quali si erano già sentiti rumors per un possibile interessamento a Mack.

Mack nella NBA ha giocato 452 partite con 56 partenze da starter:

Washington Wizards, Philadelphia 76ers, Atlanta Hawks, Utah Jazz, Orlando Magic e Memphis Grizzlies le squadre per le quali ha militato.

Il prodotto Butler ha una media in carriera di 6,6 punti, 3,1 assist e 2,0 rimbalzi in 18,5 minuti a partita in otto anni di NBA.

Questa stagione con i Grizzlies ha un parziale di 53 partite e medie di 7,9 punti, 3,4 assist e 1,9 rimbalzi in 18,5 minuti a partita con un 35,9% da oltre l’arco.
Per quel che ho potuto vedere personalmente non mi ha impressionato particolarmente ma la mossa di Kupchak corre su un doppio binario; oltre a dare un contentino ai fan delusi per il fatto di aver visto il proprio team (impegnato a spingere per i PO) non muoversi sul mercato per acquisire un buon giocatore (sfumati Barnes e M. Gasol) Il G.M. Vuole anche mettersi al riparo da possibili altre nuove defezioni di Parker, giocatore ancora super ma che pare prigioniero del suo corpo.

Tony ha saltato diverse partite questa stagione, specialmente ultimamente e Graham è un giocatore ancora troppo giovane e direi ancora troppo spesso legato al compitino.

C’è una netta differenza tra Parker e Graham al momento, così, per gli Hornets che hanno puntato sin da subito sulle PG per rinforzarsi quest’anno (acquisizione di Parker, scelta di Gilgeous-Alexander poi scambiato con i Clippers per Bridges e scelta di Devonte’ appunto…), oggi vogliono coprir le spalle a Kemba con un giocatore che abbia più esperienza del treccioluto n° 4 nel caso Parker sia costretto alla resa fisica.

Shelvin Mack è stato criticato per la gestione dei possessi palla, ha una media TO di 1,2 a fronte di 0,8 rubate a partita ma sicuramente potrebbe essere un uomo spogliatoio.

La carriera di Mack nella NBA riassunta in cifre da Basketball Reference.

Mack, ovvero l’impermeabile (in inglese), oltre a rendere probabilmente meno perforabile la difesa rispetto a Parker e Graham potrebbe fornire un contributo nello spogliatoio a livello di amalgama.
Nel suo ultimo anno alla Bryan Station High School a Lexington, (Kentucky), il suo allenatore, Champ Ligon, fu licenziato.

Mack non era affatto contento se non indignato.

Prese in prestito una tattica (simile) da Jimmy Chitwood, un personaggio immaginario in “Hoosiers” e condusse una campagna per far reintegrare Ligon.
Se Chitwood, stella indiscussa della squadra, minacciava di smetter di giocare, Mack, insieme ad altri giocatori e ad alcuni fan è andato porta a porta per tutto il quartiere, raccogliendo ben 800 firme pro Ligon.
“Ha giocato un ruolo importante nel recupero del mio lavoro, e gli sarò eternamente grato per questo” disse il suo coach.
Ci vollero solo due settimane per reintegrare il coach.
“Era una situazione pazzesca. È stato licenziato e non pensavo che fosse la decisione giusta. Io, i miei compagni di squadra e altri membri della comunità abbiamo promosso una petizione che diceva che non era la cosa giusta da fare”.
Nonostante un 30-3 finale la squadra non riuscì a vincere il campionato dello Stato:

“Pensavamo tutti di vincere il campionato dello stato perché pensavamo che sarebbe stato come in un film” disse Ligon.
Mack all’epoca ridendo disse di non aver mai visto Hoosiers, chissà se ha mai sentito “Una Vita da Mediano” di Ligabue perché quello che si può avere dal buyout market è quello che potrebbe servire a Charlotte, un giocatore tignoso, affidabile e che compatti ancor di più lo spogliatoio in mancanza di player di alto livello a dare una mano a Walker e Parker con il secondo probabile per la partita di stasera contro i Pacers dopo aver saltato alcune partite.

E allora come da foto sul sito ufficale degli Charlotte Hornets:

Game 55: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 129-120

Intro

La verità…

la verità è un concetto che per la maggior parte delle volte è un solido astratto, oppure di convenienza per i mortali.

“La maggior parte delle persone non crede nella verità, ma in ciò che desidera sia la verità.

Per quanto questa gente possa tenere gli occhi bene aperti, in realtà non vede niente” scriveva Haruki Murakami.

Fondamentalmente direi che la verità è un’opinione, anche Oscar Wilde ricorda che:

“In materia di religione, è semplicemente l’opinione che è sopravvissuta. In materia di scienza, è l’ultima sensazione. In materia d’arte è l’ultimo umore di un singolo.”

Per cercare di capire verità, le quali spesso non sono fisse ma mutevoli, da quando ho intrapreso questa “insana” passione nel cercare di descrivere fatti e personaggi del mondo Hornets, ho cercato di essere sempre più aderente possibile alla realtà, senza preconcetti, simpatie o antipatie nei giudizi dei singoli, di essere coerente con le mie opinioni, anche se l’opinione stessa è già l’alterazione di ciò che non esiste in questo paradosso, ovvero la verità.

La mia opinione sul mercato degli Hornets ad esempio potrà esser condivisa o meno, di certo cerco sempre di tener in considerazione, il ruolo, lo status, le variabili, tutte le condizioni preesistenti prima di esprimere un’opinione anche perché fondamentalmente non mi piace giudicare, specialmente in certi ambiti ma è ovvio che certi comportamenti, parlando in generale, non possono che avere un riscontro negativo e a volte la verità è sconosciuta o confusa…

«I Cretesi sono sempre bugiardi… e questa frase è vera.” disse Epimenide, il quale era proprio un cretese, creando un vero e proprio paradosso perché essendo cretese risulterebbe anch’esso un bugiardo ma affermando la veridicità della frase, entra in netta contrapposizione con le proprie parole…

Sicuramente restano i fatti oggettivi e in questo ambito è innegabile che gli Hornets siano rimasti fermi nella sessione di mercato invernale, volenti o nolenti.

La squadra è rimasta la medesima tanto che Coach Borrego ha detto:

“Questa è la nostra squadra e questa è stata la nostra squadra dal primo giorno. Non ce ne siamo allontanati. Questa è l’unica squadra che abbia mai conosciuto e questa è la nostra squadra in questa stagione. Sono emozionato. Amo questo gruppo… È stata una buona giornata per noi oggi.”

Bene… vedremo cosa saprà fare questa squadra nelle 28 partite restanti a partire da questa notte ad Atlanta.

L’immutabilità del roster e le difficoltà riscontrate sin ora potrebbero essere sfida eccitante per rompere gli argini e salire di livello in questo finale di stagione che sulla base dell’esperienza precedente non dovrebbe prevedere grandi balzi in avanti a livello qualitativo e di vittorie ma la verità in questo caso la conosceremo solo dopo l’ultimo secondo dell’ultima partita di regular season, intanto andava in onda l’ultima gara stagionale tra Hawks e Hornets con i Calabroni avanti 2-1.

o

La partita in breve

Partita controversa ad Atlanta.

Gli Hornets giocano bene in attacco partendo nei primi minuti grintosi in difesa e infallibili in attacco ma ben presto la zona difensiva inizia a presentare crepe che divengono voragini e così, anche se Charlotte parte con 6/6 al tiro dal campo per un 16-7 iniziale che diverrà a fine primo quarto +15 grazie all’offesa (46-31) supportata da un buon giro palla e da un veloce ritmo offensivo, nella seconda frazione i Falchi risalivano toccando nel finale il -5 (73-68) complice la difesa a intermittenza della squadra di JB e MJ.

Nel terzo quarto la squadra di Pierce arrivava sino al -2 (75-73) con un canestro di Dedmond ma dopo un canestro di Williams semi-acrobatico Charlotte iniziava ad allontanarsi grazie alla difesa (finalmente divenuta più costante) ma soprattutto grazie al ¾ da oltre l’arco di Walker che nel breve periodo portava i Calabroni dal’86-78 al 95-80…

Bembry su una rimessa andava a una mano di alley-oop ma quello di Bridges per il 101-86 fornito da Graham indicava il finale di quarto con gli Hornets ad andare sul +20 anche grazie ad altri due canestri di Bridges assortiti in una partita dal sapore old time, non solo per le divise classiche di Charlotte ma anche per l’elevato punteggio.

Partiva forte Atlanta nell’ultimo quarto ma il divario scenderà solamente al massimo sino al -8 a 5:20 dall’ultima luce rossa con due liberi di Collins, poi tornava a salire anche perché Kemba mandava a bersaglio un paio di triple ancora.

Finiva 129-120 per Charlotte che si avvantaggiava su tutta la linea riguardo le principale statistiche di squadra con le vittorie a rimbalzo (37-36), negli assist (30-26), nelle rubate (12-10), nelle stoppate (7-3) nei minor TO (13-18) mentre anche le percentuali risultavano migliori.

77,8% ai liberi contro il 73,7% Hawks, 54,5% contro il 53,5% dl campo con un 45,2% da tre contro il 42,2% avversario, comunque raddoppiato dopo l’inizi pessimo al tiro da fuori.

Collins ha finito con 21 punti mentre Young, il rookie ne ha realizzati 20 tra i singoli avversari.

Bene così per la serata, piacevole gara con molti, troppi punti, agli Hornets servirà però la miglior difesa a Indianapolis se vuole provare a vincere…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Ottima partenza di Charlotte che nonostante iniziasse giocando in difesa andava a segnare grazie a un passaggio di Prince intercettato da Lamb e lo scarico di Walker sullo stesso Lamb bravo a realizzare da fuori il catch’n shoot.

Stesso schema con tripla di Williams su passaggio di Walker per il 6-0 Hornets a 11:03, quindi a 10:30 da sinistra il lancio di Batum in quota per Zeller era finalizzato in alley-oop per l’8-0.

Atlanta segnava i primi due punti con Collins da sotto dopo l’errore in reverse layup di Huerter ma dall’altra parte Cody restituiva il favore al francese con lo scarico sulla sinistra da dove Batum segnando da tre continuava a non fallire un tiro per gli Hornets, sempre a segno in attacco.

Atlanta metteva dentro due punti facili con la difesa di Charlotte assente ma Walker a 9:33 con il jumper dal mid range realizzava ancora in attacco per gli Hornets che venivano colpiti dalla tripla di Young rispondendo con Kemba che da fuori (9:00) realizzava da tre per il 6/6 complessivo di Charlotte che salendo sul 16-7 costringeva gli Hawks al time-out.

A 8:39 Kemba in penetrazione guadagnava e realizzava due liberi ma Dedmond dall’angolo destro segnava da tre punti, tuttavia un fade-away di Lamb continuava a non far perder turni offensivi a Charlotte colpita ancora dallo stesso corner da Dedmond nonostante il salto di Cody in uscita.

Dalla parte opposta del campo ecco però arrivare la tripla dallo stargate del corner destro, Marvin colpiva per il 23-13.

Charlotte però subiva i due punti di Collins, mancava il primo tiro con Batum venendo anche colpita da una dunk di Huerter in transizione il quale si ripeteva a 6:38 dopo un errore di Zeller al tiro da fuori.

Scattava il campanello d’allarme nella testa di Borrego osservando una difesa inesistente con gli Hawks sul -4 (23-19).

Il buon momento dei Falchi terminava dopo la pausa:Lamb intercettava un passaggio orizzontale andando con una runner dunk a inaugurare i voti in stile All-Star Game per quel che riguarda le schiacciate prendendo un 9.

Dentro MKG come centro ma Huerter in turnaround nel pitturato aveva la meglio, un floater di Marvin in girata dal post basso sinistro andava dentro nonostante il raddoppio, quindi toccava a Collins superare con l’alzata MKG ben piazzato nel pitturato.

Charlotte però continuava a supportare il proprio attacco basandosi sulle saette da fuori: un fulmine di Kemba inceneriva gli Hawks dalla diagonale sinistra, poi Kemba ci riprovava in attacco non segnando ma la correzione di MKG era vincente a 4:27 (35-23) e un assist verticale di Walker verso la linea di fondo destra era manna per Marvin che in allungo metteva dentro il +14.

A 3:15 Kemba con un fade-away portava il parziale sul 9-0 ma Spellman in entrata beneficiava di un blocking foul di MKG, almeno secondo la terna.

L’ottimo inizio al tiro di Charlotte…

Due FT a segno e attacco a vuoto per Charlotte con Bridges (da tre dal corner sinistro) che si faceva perdonare andando a di di no a Bembry lanciato verso la violenta schiacciata.

La stoppata era di livello mentre dall’altra parte un pass per Cody vedeva il nostro centro realizzar facilmente senza nessun difensore a difender l’anello.

Lin ne metteva dentro due come MKG che nel pitturato con lo spin spingeva Bazemore, niente charge per gli arbitri con il nostro numero 14 ad arrivare facilmente alla bimane.

Batum a :41.1 mettendosi in ritmo dal palleggio, con un leggero arretramento, batteva Atlanta dalla top of the key per tre punti che portavano sul +15 Charlotte (46-29).

In perfetto stile All-Star Game Curry (e anche il suo collega D. Wilkins per Alanta) da i giudizi sulle scchiaciate delle due squadre. Simpatico siparietto.

Lin chiudeva i conti di un pirotecnico primo quarto con il pullup volante da destra su Batum per il 46-31.

Walker Vs Young. Foto tratta dal sito di Fox Sports.

2° quarto:

Atlanta andava a segno con Bazemore a 11:31, gli Hornets rispondevano con Monk a 11:20 dalla lunetta ma gli Hawks sembravano entrare meglio di Charlotte sul parquet con Len a prender due FT anche se poi quello buono era solamente uno.

Bazemore da tre non segnava ma Len in tap-in dietro un paio di giocatori avvicinava Atlanta che beneficiava della sua stoppata su Batum anche se sulla transizione l’appoggio di Lin era inchiodato al plexiglass in stoppata dal rientro di Monk.

Sulla rimessa dal fondo però arrivavano due punti facili di Carter da sotto ma Marvin da tre punti con un wide open da destra ribatteva all’assalto Hawks per il 51-38.

Dopo un easy layup di Lin in transizione Borrego chiamava un altro time-out per nulla felice della difesa di Charlotte.

Rientrava Kemba ma era Lamb a erigersi protagonista con una tripla che portava sul 67% Charlotte da fuori contro il 21% dei Falchi…

Bazemore a 8:20 infilava due liberi ma dalla sinistra in corsa Marvin andava dentro a posterizzare con una tomahawk jam Len per un 10 di Curry.

Carter era stoppato da Biyombo così Charlotte con un top of the key 3 firmato Kemba andava sino al +17 (59-42).

Atlanta reagiva con un canestro in infilata di Huerter che riceveva e appoggiava su assist dall’angolo destro.

Un jumper di Kemba dalla diagonale sinistra ripristinava il largo gap e Monk un passo più avanti lo imitava salendo a sparare oltre il lungo per il 63-46…

Gli Hornets però tornavano a sciogliersi per effetto buco nell’ozono… Dedmond offendeva l’atmosfera Hornets con la terza tripla personale di serata e se Cody forniva l’assist per la triangolazione volante sulla quale MKG dalla baseline sinistra arrivava alla jam, dall’altra parte Collins segnava ancora, Huerter ne aggiungeva tre quindi era il turno di Collins in schiacciata…

A Charlotte rimanevano 10 punti di vantaggio sul 66-56 e un’inerzia contraria, per fortuna l’attivo Lamb compiva un altra buona giocata con una steal e una jam in coast to coast sulla quale gli Hawks rinunciavano anche alla difesa.

Young in attacco andava via a Cody appoggiando facilmente poi toccava a Cody splittare dalla lunetta a 2:56mentre a 2:44 Lamb in bonus non imitava il compagno continuando a segnare tutto quello che gli capitava.

Un 2/2 che valeva il 71-58 ma dall’altra parte con una finta Prince andava via a Lamb per arrivare all’appoggio e Prince, pur avendo ricevuto una stoppata, riprendeva andando a segnare a sinistra del ferro il -9 per gli Hawks (71-62).

A 1:26 un open 3 di Young dalla diagonale destra era parzialmente recuperato da due FT di Lamb (fallo di Huerter) che arrivava a 19 punti, tuttavia c’era il tempo per Prince a :13.6 di fissare il risultato del primo tempo facendo cadere la spicchiata nella retina con un tiro da fuori per il 73-68.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) drives against Atlanta Hawks center Dewayne Dedmon (14) during the second half of an NBA basketball Saturday, Feb. 9, 2019, in Atlanta. Charlotte won 129-120. (AP Photo/John Bazemore)

3° quarto:

Zeller in layup mandava Charlotte sul 75-68 ma gli Hawks con la tripla di Young e due punti Dedmond si portavano a ridosso dei nostri 75-73…

Assurdo rientro dei Falchi dovuto a una difesa poco attenta…

Marvin in area in salto a una mano rilasciava un tiro a contatto con il difensore che finiva dentro nonostante fosse un tentativo mezzo acrobatico non proprio da manuale.

Il canestro era successivamente accompagnato da un canestro di Lamb che iniziava in difesa con una deviazione per andare a farsi fornire palla da Walker per i due punti.

Young alzava il punteggio Hawks con un teardrop di due ma Lamb su assist di Batum a 9:01 piazzava la tripla che mandava i Falchi al time-out dopo aver incassato l’82-75.

Una flipperata da tre di Marvin ci portava sul +9 (84-75 con 19 punti della nostra PF) ma dalla parte opposta un Dedmond da tre sembrava essere inesauribile risorsa per i georgiani d’America.

Un allungo volante di Lamb consentiva a MKG di schiacciare e Batum in pressione costringeva Huerter alla palla persa sulla linea di fondo sinistra.

Kemba a 6:29 saliva a 20 punti con la tripla ma Collins con un lungo jumper faceva affacciare anche gli Hawks all’8 come prima cifra (89-80).

Agli Hornets però bastava un Kemba di livello superiore per scagliare ancora una volta l’ennesima deflagrante bomba (tirata su dal palleggio) e far svoltare a quota 92 Charlotte che arrivava sul +15 ancora grazie a un arrestabile Walker, capace di inanellare la terza tripla consecutiva dopo un suo stesso errore e un tap-out deciso di Williams.

Bembry su una rimessa laterale schiacciava in alley-oop a una mano ma gli Hornets recuperavano altri 4 punti da Williams, prima per una steal di MKG che lo lanciava facilmente in sottomano, poi in chiusura in difesa la squadra di Borrego recuperando palla forniva a Marvin il materiale per portare il team sul 99-82 a 3:28 dalla terza sirena.

Lin in entrata andava facile dopo aver passato il blocco in area, Graham lanciava in verticale Bridges in alley-oop dondolante e il vecchio grintoso Vince, non volendo mollare ne metteva due per la squadra di Lloyd Pierce.

Miles andava ancora a segno con la Bridges Dance (spin in corsa e allungo di sinistro con movimento fluido oltre il difensore) per metter dentro anche il jumper dal mid-range grazie al quale i Calabroni salivano sul 105-86.

A mezzo secondo dalla fine Devonte’ in entrata rifiniva il punteggio splittando dalla lunetta per un raddoppio falloso sulla baseline sinistra.

106-86 con Charlotte sul +20.

4° quarto:

L’inizio dell’ultimo quarto non era quello voluto da Borrego: poca Charlotte, troppa Atlanta che con Lin accorciava di due, con Bazemore a 11:06 invece tornava sul -15…

Monk passava a Graham sulla diagonale destra e arrivavano finalmente i primi punti anche per Charlotte che era colpita da Len ai liberi (fallo sul rimbalzo offensivo).

Monk calpestava in entrata la linea di fondo destra perdendo palla, Bazemore ne metteva altri due e dopo il time-out Charlotte incassava altri due punti per il 109-97…

Kemba forniva un paio d’assist rapidi, uno per Cody e uno per MKG, i quali in entrambi i casi finivano in lunetta con un 2/2 per il primo e un ½ per il secondo a 8:24.

Il tutto faceva 112-99 ma Lin dimezzava lo svantaggio a inizio ultimo quarto con la bordata del 112-102.

Walker da fuori trafiggeva ancora il lungo, Batum invece tratteneva a rimbalzo offensivo Collins regalandogli due punti dalla lunetta e Charlotte in attacco faceva scadere il tempo dopo aver sbagliato due possessi grazie alla palla tenuta.

Lamb tirava storto da tre e Collins splittava dalla linea avendo subito fallo da MKG.

Collins era ancora il perno dell’offesa degli Hawks quando trovandosi in mismatch con Kemba subiva una manata di Miles per altri due FT che accorciavano sul -8 (115-107).

Collins però sparava anche una possibile put-back dunk sul ferro così, dopo qualche errore MKG in coast to coast si allungava oltre la linea di fondo sinistra per allungare il breve passaggio verso Marvin che appoggiava dall’altro lato rispetto dell’anello.

A 3:31 Kemba realizzava la propria tripla mettendo fine al match con Charlotte sul +13 (120-107) anche perché Dedmond andava a fallire due liberi e Kemba a 2:47 continuava a bombardare alacremente il cesto dei Falchi da fuori con il 123-107…

Nona tripla e 35 punti per il capitano.

Collins con due pt. da rimbalzo offensivo e FT mancato e Walker con l’entrata around the world alzavano il punteggio, Young da due pt. e Huerter da tre poi recuperavano qualche punto per i locali.

Finiva con un’altra tripla di Huerter per il 129-120 finale.

Pagelle

Kemba Walker: 8,5

37 pt., 1 rimbalzo, 7 assist, 1 rubata. 13/27 dal campo, 9/17 da fuori. Nota negativa i tre TO, per il resto fa una difesa discreta e in attacco spara alla grande arrivando per la quarta partita consecutiva sopra i 30 punti. Con te triple “consecutive” (ve ne è una mancata sull’ultima azione ma non sul possesso) compie l’allungo decisivo per Charlotte (95-80, +15) nel terzo quarto. Un margine che farà da cuscinetto nell’ultimo quarto. “I think it gave us great confidence, but for the most part I thought we did a great job of just moving the basketball,” Walker said. “Whenever guys had two defenders on them, they got rid of it and made the right plays and the right passes to each other. We just knocked the shots down.”

Jeremy Lamb: 8

24 pt., 6 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, 2 stoppate. 8/14 con 4/7 da fuori. Sbaglia un po’ nel finale ma nel primo tempo è infallibile. Trascina Charlotte a suon di punti alla vittoria sebbene dia il meglio nei primi 24 minuti. Attivo, riesce a toccare e a rubare tre palloni ai Falchi che lo subiscono in fast break, inoltre da fuori oggi corregge qualche statistica nel tiro da tre, nota dolente di qualche recente partita passata.

Nicolas Batum: 6,5

6 pt., 4 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate. Ottima partita come passatore, a inizio gara segna una bella tripla ma prima aveva fornito l’assist per l’alley-oop d Zeller. E’ lui che manca il primo tiro per Charlotte ma poco male anche se il -10 di plus/minus indica qualche problemino da risolvere a livello di equilibrio con lui in campo.

Marvin Williams: 8,5

27 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Season high per Marvin che segna con regolarità. 12/16 dal campo. Ottima gara con buoni tre punti presi e impreziosita da una tomahawk jam. “We knew how much we needed this game,” Williams said. “I think everybody’s jockeying for playoff position now in both conferences.”

Cody Zeller: 6

10 pt., 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Momenti di vuoto sotto la nostra plancia. Dove sia su inserimenti o schiacciate sarebbe da andare a rivedere caso per caso ma è evidente di come manchi qualcosa da subito mentre sul massimo avvicinamento Hawks, Cody si fa sorprender da dietro da Dedmond lanciato in alley-oop non provando minimamente nemmeno ad avvicinarsi anche se probabimente sarebbe stato inutile. Borrego manda in campo, forse anticipatamente MKG come centro, sperando sia più veloce e risolva la situazione. Discreto a rimbalzo dove è bravo a prenderne tre in attacco, un paio di TO, ma anche una recuperata. Recupera anche qualche FT anche se non è sempre preciso.

Malik Monk: 5,5

4 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. ¼ dal campo e 3 TO (uno calpestando la linea di fondo avversaria mentre si trovava in corsa) con un -6 di plus/minus. Inizio ultimo quarto non fantastico, per fortuna passi un pallone a Graham che lo spedisce nella retina per tre punti. Bello lo scarico che porta Marvin alla memorabile schiacciata e a la stoppata al vetro last second su Lin.

Michael Kidd-Gilchrist: 6,5

11 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/5 dal campo, 2 TO, ½ dalla lunetta. Parte male venendo battuto due volte nel pitturato da alzate degli Hawks, poi prende le misure e anche se gli arriva contro qualche fallo riesce a forzare un po’ i Falchi in attacco, inoltre un suo bel coast to coast con servizio per Williams sotto porta non solo al canestro ma mostra un MKG intelligente che nel secondo tempo rinuncia anche a un possibile tre per far girar la palla, a servizio della squadra. Grinta, inserimenti a fari spenti o spin di forza su Bazemore che portano a schiacciate.

Miles Bridges: 7

6 pt., 5 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. 3/7 dal campo. In difesa appare più solido e anche se nel finale in aiuto a Kemba commette un fallo del quale si accisa con una zampata su Collins e sbaglia qualche tiro, segnando solo quando s’infiamma nel penultimo quarto, è utile. In attacco perché i suoi sei punti variegati (alley-oop, spin in corsa con appoggio di sinistro e jumper dal mid-range) portano a un allungo decisivo, inoltre si mostra più concreto mentre dietro è utile come MKG con la ciliegina sulla torta di una stoppata fantastica su Bembry.

Bismack Biyombo: 6

0 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata. 4:23 sul parquet per Biz che torna in panca ma rimane davanti agli altri due centri anche se Borrego lo relega in serata a entrar poco preferendo un MKG più mobile in una prima fase. Cattura un paio di rimbalzi e si toglie lo sfizio di stoppare un jumper di Carter.

Devonte’ Graham: 5,5

4 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. ¼ dal campo, ½ dalla lunetta. Non perde palloni limitandosi spesso a passare la sfera perifericamente eccezion fatta per la verticale che manda in alley-oop Miles. Segna a inizio ultimo quarto l’unico tiro, una tripla, a ben vedere tira solo triple. Dovrebbe entrar maggiormente nel vivo dell’azione. Sostituisce il solito Parker acciaccato.

Coach James Borrego: 6,5

Blocca la gara diverse volte per far ordine in difesa. La squadra in attacco trova un’ottima serata condendosi la pasta con il sugo dei passaggi a cercar vantaggi e spazi. E’ una difesa che a tratti fa acqua da tutte le parti a preoccupare. Parker non c’era ma finalmente i Calabroni vincono la prima senza di lui andando sull’1-8 in questo particolare contesto.

Kupchak talk

Personalmente rimango critico sul fatto che Kupchak non sia riuscito a portare nulla in dote a Walker e agli Hornets per cercare di soffrire meno nelle restanti partite che diranno se gli Hornets potranno accedere o no alla post season.

Il record di 26-28 onestamente non è esaltante (se gli Hornets non vinceranno le prossime tre partite di fila arriveranno al proprio All-Star Game con un record in negativo) quindi Kupchak ora si potrebbe affidare al rimanente mercato di riparazione (buyout), quello per i free agent liberi.

Giocatori tagliati o scambiati dalle rispettive squadre che in genere non stuzzicano la fantasia.

Vecchi nomi di veterani in gran difficoltà come Melo ai quali non si interessa più nessuno o quasi visto che pare i Lakers abbiano intenzione di portarlo a Los Angeles, giocatori mediocri o specialisti di qualcosa che potrebbero essere utili in alcuni momenti…

Sui pochi interessanti come Wesley Matthews ad esempio hanno messo già le mani avanti i Pacers.

Ma il direttore generale delle operazioni di mercato degli Hornets Mitch Kupchak ha in programma veramente di prendere qualche player utile?

Difficile dirlo perché, pur dichiarando che l’obiettivo rimangono i playoffs, Il G.M., in un intervista con Rick Bonnell, del Charlotte Observer, fa notare che l’arrivo di alcuni veterani potrebbe rallentare o bloccare lo sviluppo di alcuni giovani.

Trovare l’equilibrio quindi pare essere una sua esigenza.

Mitch Kupchak.

Foto: Thearon W. Henderson

Kupchak ha poi parlato di Tony Parker, definendolo “Molto più prezioso di quello che ci aspettavamo”.

Parlando di Jeremy Lamb, che diventerà un free agent senza restrizioni a luglio ha detto:
“Ho visto Jeremy Lamb dissociarsi da sé stesso in qualche modo e diventare la nostra seconda opzione (offensiva).”

Inoltre, scoprendo l’acqua calda, l’ex GM dei Lakers ha parlato della mancanza d’altre stelle nel roster oltre Kemba Walker:
“Abbiamo un sacco di buoni giocatori, ma non siamo una squadra che ha due o tre superstar e poi (ci sono) tutti gli altri. Il resto dei ragazzi (oltre Walker e Parker) hanno tutti circa lo stesso valore, per così dire.”
Kupchak, riferendosi al caso Walker, ha fatto notare che è estremamente difficile per un giocatore cambiare squadra per ottenere migliori possibilità di vincere un anello e al contempo massimizzare il proprio guadagno.

Kemba al momento percepisce 12 milioni dagli Hornets per questa stagione ma il suo valore potrebbe aggirarsi intorno alla trentina di milioni la prossima…

Nell’ambito dell’accordo collettivo di contrattazione della NBA, gli Hornets avranno la possibilità di pagare Walker più di qualsiasi altra pretendente usando i Bird Right per sforare il salary cap, utilizzando questa eccezione consentita dalla NBA, la quale, nell’ottica di garantire se possibile una linea di continuità alla franchigia per proseguire con la propria stella (sempre ovviamente il giocatore accetti), ha messo a punto questa norma.

I Bird Right (ne esistono tre tipi) se maturati sono anche cedibili, sarebbe stato il caso di Lamb se fosse stato trasferito in qualche altro team.
“Sono ottimista e spero, come lo sono sempre stato, che Kemba inizi e finisca la sua carriera con la sola uniforme degli Hornets.”
“Kup”, parlando del proseguo della stagione, ha detto che il comportamento di alcuni team sembrerebbe suggerire la rinuncia di alcune franchigie all’inseguimento di un posto per i playoffs, inoltre ha continuato ipotizzando che questo fattore potrebbe aiutare gli Hornets a vincere alcune partite nell’ultimo tratto della stagione regolare.
“In genere, le squadre che rinunciano a buoni veterani poco prima della scadenza commerciale, faranno giocare di più i loro giovani giocatori nell’ultima parte della stagione. Se restiamo in salute, anche quando siamo in trasferta, siamo fiduciosi di poter approfittare di questo fattore”.

Che sapranno fare gli Hornets nel prossimo futuro lo vedremo presto:

Nella notte italiana di domenica, alle 01:30 AM gli Hornets andranno a giocare ad Atlanta “ospiti” dei Falchi una gara che questa volta non si può proprio più davvero sbagliare…

No news is good news? That has not always.

Arthur Bloch, se mi stai leggendo sappi che ti nomino tifoso degli Hornets ad honorem…

Se vi chiedete chi sia Bloch, potremmo riassumere semplicemente ancorandolo alla famosa “Legge di Murphy” che postula ironicamente:

“Se qualcosa può andar male, andrà male.”

Edward Murphy in realtà fu il primo a pronunciare la storica frase che lo rese celebre:

«Se ci sono due o più modi di fare una cosa,
e uno di questi modi può condurre a una catastrofe,
allora qualcuno la farà in quel modo.»

Murphy era un militare americano che conduceva all’epoca sperimentazioni sulla tolleranza del corpo umano alle varie accelerazioni ai quali era sottoposto quando la USAF compiva esperimenti con razzo su rotaia nel 1949.

Ovviamente l’intento è quello di deridere e scongiurare le negatività che il quotidiano propone ma certe volte gli eventi sembrano sfuggire alla logica proponendo proprio tali assurdi eventi a bassissima probabilità con costanza persecutoria.

Era iniziata nel pomeriggio con la trade di Mirotic, un giocatore che si aspettava uscisse dalla Louisiana, una trade annunciata.

Destinazione Milwaukee…

Si aspettava anche la trade annunciata per Gasol che arriva a circa un’oretta dalla chiusura del mercato invernale.

Nella trade per Gasol sembravamo a un passo ma i Predatori canadesi si sono inseriti nella trattativa spezzando i colloqui tra i due team mettendo sul piatto il pezzo forte Valanciunas oltre a C.J. Miles e Delon Wright oltre a una seconda scelta per il 2024.

Memphis ha accettato gelando Kupchak, qui sotto in formato cupcake, al quale la ciliegina che avrebbe dovuto mettere a disposizione di Charlotte è rimasta in testa come idea…

Per quel che riguarda Valanciunas percepisce quest’anno uno stipendio di 16,5 milioni mentre in estate avrà una player option da 17,6 milioni.

Dopo dodici anni Marc Gasol quindi lascia il Tennessee per varcare il confine di un altro Stato sovrano.

Memphis acquisisce Valanciunas e C.J. Miles, entrambi con una player option per il prossimo anno (17,6 milioni il primo, 8,7 il secondo) mentre Delon Wright, invece che è sceso in campo 49 volte per la squadra che rappresenta la foglia d’acero, attualmente percepisce 2,5 milioni.

Evidentemente a Memphis è parsa migliore l’offerta di Toronto rispetto a quella degli Hornets che avevano proposto MKG, Biyombo e una prima scelta (il nodo gordiano sembrava esser se protetta o meno), inoltre qualcuno vocifera si parlasse anche di Kaminsky in Tennessee o come trade separata.

Qui sotto il link Sky per vedere tutte le trade e gli aggiornamenti sul buyout.

https://sport.sky.it/nba/2019/02/07/nba-mercato-2019-news.html

Gli Hornets invece rimangono al palo, Kupchak dopo aver volato in Grecia quest’estate ed esser sembrato un GM attivo, ha finito per non portare a casa nemmeno gli avanzi del mercato NBA.

Delusione per la trade sfumata, ora l’obiettivo rimane portare a casa almeno il settimo posto e il titolo divisionale, “poca roba” per altri team ma abbastanza per Charlotte che non l’ha mai vinto se non nella versione hornettiana a New Orleans.

Se “Kup” non pensa a qualche giocatore da buyout market come Stauskas che verrà tagliato da Indiana, allora ci sarà da soffrire con la versione integrale che ha iniziato l’anno ma comunque si tratterebbe di aggiustamenti marginali per rinforzare certi punti critici.

Charlotte è una squadra che ha alti e bassi che dimostra di non essere ancora solida vivendo a giornate e/o sprazzi e senza Parker torna a esser quella dello scorso anno.

Certamente poi per gli eventuali playoffs, rimanendo così, salvo infortuni avversari importanti o miracoli che la legge di Murphy sembrano scongiurare, si tratterà probabilmente di una comparsata per la squadra di MJ.

E che Kupchak e MJ non portino prefiche o banshee ai funerali della squadra al first round, il tempo d’agire è passato…