Game 75: Charlotte Hornets @ Los Angeles Lakers 115-129

Intro

C’è un treno che passa una sola volta dicono, qualche volta forse non passa mai, altre passa più volte ma si rischia comunque di perderlo.

Questione di opportunità.

Charlotte ha viaggiato per lungo tempo sul treno dei playoffs ma al cambio dell’All-Star Game la squadra si è bloccata a Charlotte perdendo la coincidenza e ora rischia di non arrivare più in tempo all’appuntamento con i playoffs.

Praticamente fuori dopo gli spareggi persi con Miami, la squadra ha iniziato a rincorrere disperatamente quel secondo treno e ora inizia a vederlo da vicino, ma ogni rallentamento potrebbe essere fatale e il percorso è accidentato.

La squadra della North Carolina non ha vinto molte partite in trasferta in stagione ma i Lakers ormai sono fuori dai playoffs matematicamente e potrebbero non essere disposti giocare alla morte per vincere una partita che potrebbe essere controproducente per la lottery…

Bisognerà vedere se tra i numerosoi giocatori in dubbio ci sarà LeBron James, bestia nera degli Hornets che da bambino paradossalmente giocava in una squadretta che s’ispirava proprio agli Hornets, i Summit Lake Hornets, qui siamo nel 1992…

Per gli Hornets invece il biglietto per i playoffs sarebbe comunque un traguardo importante da raggiungere anche se ottenendo l’ottavo si giocherebbe contro i Bucks una serie che molti pensano si chiuderà in fretta…

E a proposito di biglietti… sarà dura procurarseli per il 24 gennaio 2010.

Già, perché gli Hornets giocheranno una partita in Europa ed esattamente a Parigi.

L’attuale duo francese Parker/Batum sicuramente è un trait d’union con la Gallia ma anche MJ ha interessi in Francia ed Europa.

Il suo brand fa da sponsor tecnico al Paris Saint Germain, squadra di calcio della capitale francese che porta attualmente il logo di MJ e potrebbe fare da apripista per altri importanti club di football.

L’avversario sarà proprio Giannis insieme ai suoi Bucks, un top match quindi per gli Hornets che dopo aver giocato un paio di partite di preseason in Cina contro i Clippers nel 2015, torneranno in Europa.

Correva l’anno 1994 e i Calabroni giocarono proprio a Parigi una partita ma in quel caso fu sempre preseason e con numerose defezioni contro i Warriors che vinsero sul campo.

La squadra che giocò in Europa nel 1994 con le defezioni di Alonzo Mourning e Dell Curry. Errata corrige:, il secondo in alto partendo da sinistra è Tom Tolbert e non Rowsom…

Gli Hornets poi toccarono anche l’Italia giocando un’amichevole contro l’allora Buckler Bologna vincendo 114-107.

Per saperne di più vi posto direttamente il link preso da La Gazzetta dello Sport:

https://www.gazzetta.it/Nba/28-03-2019/nba-greek-freak-sotto-torre-eiffel-hornets-bucks-24-gennaio-20-parigi-330276608801.shtml

La partita in breve

Charlotte cade a Los Angeles mostrando ataviche lacune: palleggio dell’attaccante, scarico su un esterno, anche occasionale e tre punti incassati.

I Lakers chiudono con 18/38 da oltre l’arco (47,4%) e vincono la gara in questa maniera.

Tanti i parziali delle due squadre in una gara che è andata un po’ a strappi ma è nel secondo quarto che i Lakers hanno preso il vantaggio senza più lasciarlo.

Il distacco, anzi, si è amplificato e gli Hornets hanno perso nettamente non giocando una buona difesa.

Da segnalare i 17 assist di Rondo, alcuni semplici per aprire le transizioni, altri più interessanti.

Il backcourt titolare ha spinto per la squadra di casa con Caldwell-Pope da subito caldo, capace di realizzare 25 punti alla fine.

James, calmo a inizio gara, ha chiuso con 27 punti e 9 assist mentre Kuzma ne ha realizzati 20.

14 punti e 13 rimbalzi per l’ex Stephenson.

Rimbalzi: 37-44 e assist: 26-34 sempre pro Lakers…

Gli Hornets hanno chiuso con il 47,7% dal campo ma i Lakers tra triple, transizioni e schiacciate hanno finito con un’alta percentuale in FG, ovvero, il 56,0%…

Troppo per poter chiedere di vincere nonostante il 16/17 dalla linea di Charlotte e un TO in meno (12-13) così Charlotte interrompe la serie di 4 vittorie consecutive.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Partenza con qualche timore reverenziale degli Hornets che perdendo palla a 11:36 incassavano la prima dunk in transizione di Kuzma per poi subire anche quella di James andato a tagliare in back-door.

Sullo 0-4 si risvegliavano gli Hornets che segnavano a 10:03 con Bacon i primi due punti grazie a un banker frontale.

Charlotte arrivava sul 10-4 segnando ancora con una tripla di Williams (9:40) da transizione (bella apertura in corsa di Miles), poi a 8:40 con una second chance targata Miles (tripla da sinistra), ancora con Bacon a tutto gas dopo un intercetto di Bridges sulla nostra linea di fondo e infine con un pullup di Bacon a 7:52 che costringeva Walton al time-out qualche secondo dopo visto il 10-4.

Riprendeva bene LeBron con un two and one ma Miles era bravo in area a metter dentro un hook in turnaround tuttavia la gara risultava più equilibrata e Caldwell-Pope riuscendo a infilare una tripla per il 14-10.

Bacon andava a crearsi un altro tiro arrestandosi al volo in area poi sull’azione difensiva favoriva la transizione grazie a un passaggio deviato (anticipo) che servirà a Williams per scatenarsi nella seconda tripla personale di serata dalla diagonale sinistra.

Gli Hornets sul 19-10 tenevano bene James grazie a Biz ma Caldwell-Pope iniziava a metter dentro punti riavvicinando sul 21-18 i losangelini.

Miles rispondeva in schiacciata su lob di Willy così si tornava in time-out a 4:08 sul 23-17.

Il layup di Walker sembrava poter già riaprire una piccola voragine tra gli Hornets e gli spettacolari ma demotivati Lakers ma Caldwell-Pope indovinava una difficile tripla dal corner sinistro mentre la panchina degli Hornets in difesa si mostrava piuttosto morbida concedendo due dunk senza resistenza ai Lakers.

Sulla seconda, quella di Kuzma, a 2:33, Borrego andava in time-out sul 27-24.

A 2:22 Willy mettendo due punti facili da sotto portava il parziale nel pitturato sul 20-10 mentre Graham nel finale provava a far volare i Calabroni iniziando con una tripla da sinistra e spingendo una transizione più Charlotte sul 35-30 dopo un two and one (fallo del Williams giallo-viola).

A :01.3 però purtroppo una bomba dell’ex Stephenson valeva il 35-33.

LOS ANGELES, CA – MARCH 29: Frank Kaminsky #44 of the Charlotte Hornets drives to the basket during the game against the Los Angeles Lakers on March 29, 2019 at STAPLES Center in Los Angeles, California.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Il riavvicinamento dei giallo-viola portava alla concretizzazione del pari immediatamente per mano di Caruso in layup e con Kemba in panchina, il Tank riusciva a tener botta solamente per un paio di turno: finta in partenza, entrata e tomahawk jam a 11:14 per il 37-35 e poi tripla in step-back dalla top of the key a 10:21 per il 40-39.

A 10:07 una dunk di James apriva al vantaggio dei locali che a 7:51 erano raggiunti da una delle poche cose buone fatte da Lamb (due FT procurati per il 44-44) mentre il rientro di Kemba valeva il 46-47 perché sul possesso precedente Kuzma da tre sulla sinistra pescava l’open 3.

Charlotte oscillava dal -1 a punteggi più negativi, a 5:08 si tornava al minimo distacco grazie a una giocata di squadra che ai 24 portava Bridges a schiacciare il 50-51.

Era però la difesa a non funzionare degli Hornets, non riuscivano specialmente i close-out e mentre il divario si ampliava per effetto di uno spezzone di partita ai quali ai Lakers riusciva tutto (Caldwell-Pope con sue bombe arrivava a 17 punti portando la gara sul 57-64) fino alla tripla festeggiata alla sua maniera dall’ex Lance che a :35.1 inguaiava i Calabroni realizzando il 57-67…

Graham segnava due liberi a :19.0 ma dello show-time dei Lakers ne beneficiava anche McGee che a :06.8 si esibiva nell’alley-oop che portava nel tunnel degli spogliatoi le squadre con un divario di 10 punti (59-69).

LOS ANGELES, CA – MARCH 29: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets shoots the ball during the game against the Los Angeles Lakers on March 29, 2019 at STAPLES Center in Los Angeles, California.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Sembrava poter essere un buon terzo quarto per Charlotte quando la difesa aggressiva di Bacon costringeva Caldwell-Pope all’errore e a 11:33 Kemba in entrata metteva dentro due punti in entrata aiutato dallo stesso Bacon che sull’azione seguente puntando il canestro costringeva l’ex Pistons al fallo.

Un 2/2 che accorciava sino al 63-69 ma gli Hornets subendo un parziale di 0-12 chiuso da Caldwell-Pope da tre punti a 7:58 incassavano il 63-81, un -18 con Borrego a chiamare tutti a rapporto immediatamente.

McGee aggravava il parziale con la dunk nella terra di nessuno (Biz non convinceva Borrego e dentro il Tank), mentre Bridges dava i primi segni di risveglio realizzando una tripla a 7:20 ma il momento buio di Charlotte si estendeva comunque sino alla tripla di Rondo che sul cambio piccolo/lungo trovava spazio per infilare il 68-88.

Charlotte ormai alle corde segnava con Kemba e poi con il tank che da sotto si vedeva assegnare anche un tiro libero per un ipotetico fallo di James.

Cinque punti che venivano sommati ai tre del Tank a 4:10 per il 78-93 e ai 3 di Lamb a 2:48 (catch n’shoot) per il -14 (84-98).

Gli Hornets con due liberi di Kemba e due del tank (contestati per un possibile sfondamento) si riportavano a -10 (88-98).

Fuori Caldwell-Pope per quinto allo e dentro Kuzma e all’ultimo giro di lancette la tripla di Bacon (:48.7) valeva il -7 grazie al 10-0 di parziale a i Lakers pescavano il jolly Caruso oltre l’arco a sinistra.

Una bomba che chiudeva il terzo quarto con i Lakers ad avvantaggiarsi nel tempo perché il divario rimaneva immutato ma rimaneva solo un quarto a Charlotte per provare la rimonta.

4° quarto:

L’ultimo periodo vedeva i primi due minuti favorire i Lakers, fondamentalmente perché tra palle perse e tiri (specialmente da oltre l’arco) a vuoto, andavano via minuti preziosi fino ai due punti di Walker per il 93-101 a 9:56.

Una strana partita a strappi che vedeva ancora una volta un altro break decisivo targato Lakers partito con un acrobatico layup di Williams e chiuso da James con un entrata e balzo fluttuante più appoggio in cambio mano.

93-110… Bacon da tre ma risposta wagneriana da fuori a 7:10 su una difesa degli Hornets molto rivedibile, tripla del nostro Williams ma risposta ancora dalla grande distanza di James…

99-116 con Charlotte che tentava l’ultima fiammata con il mini parziale di 5-0 (2 di Marvin e tre di Kemba a 5:26) per il 104-116.

Time-out Lakers comunque sul comodo +12…

A 5:03 Williams e Bacon latitavano sul blocco sulla diagonale sinistra, Stephenson non si portava sulla linea ma tirava da un paio di passi indietro centrando il bersaglio.

Il leader nelle schiacciate Bridges metteva dentro un’altra jam e Graham dal corner destro mostrava buon equilibrio per colpire con la tripla.

109-121… sempre quella sporca dozzina di punti a separare le squadre e ormai Charlotte che subiva una put-back dunk di McGee giocando con il quintetto basso ma anche due triple consecutive di James alle quali rispondevano in chiusura Bridges e Bacon che da fuori finalizzava il buon gioco di passaggi della squadra per chiudere le marcature del match sul 115-129.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

24 pt., 2 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 9/18 dal campo. 5/5 ai liberi, 1/7 da tre punti, 4 TO e -14 di plus/minus. Inizia con una palla persa e termina con 4. Non bene in difesa rispetto il solito ma è l’unico che spinge seriamente l’attacco con drive che spoesso vanno a buon fine. Si affida sempre troppo all’arma perimetrale che sovente non funziona. Va a strisce, serata no da fuori.

Dwayne Bacon: 6

21 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 8/14 dal campo. Buona prestazione offensiva, non direi buona invece quella difensiva. Piccolopasso indietro in difesa per un giocatore che si sta rivelando un marcatore consistente. Particolarmente efficaci in serata gli arresto e tiro dalla media mentre da fuori chiude con un discreto 3/8. 3 i turnover…

Miles Bridges: 6,5

17 pt., 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 7/11 dal campo. In attacco si muove bene tra le linee o sulla linea di fondo. Sta trovando anche facilità e mano da fuori (3/4). Più incluso negli schemi comincia a diventare un giocatore consistentemente sugoso…

Marvin Williams: 5,5

13 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 5/11 dal campo. -17… Un po’ perché viene schierato da centro quando c’è il quintetto piccolo sul campo, un po’ perché nella babilonica difesa di Charlotte nella notte a volte tiene posizioni deleterie e veniamo colpiti ad esempio da Stephenson nel finale quando l’uomo più avanzato su quel lato è lui ma rimane a guardare. 3/6 da fuori, non male…

Bismack Biyombo: 5,5

5 pt., 9 rimbalzi. 2/3 dal campo ma 3 TO. Bene a rimbalzo così come fa altrettanto bene su James all’inizio, preso anche alto. Purtroppo poi si perde con la difesa e durante un time-out Borrego lo striglia un po’. Se fosse una minaccia più consistente giocherebbe di più ma anche ai liberi fa fatica…

Jeremy Lamb: 5

7 pt., 5 rimbalzi. Sicuramente ancora alle prese con qualche fastidio alla caviglia che non lo fa essere il vero Jeremy. Rinuncia spesso a puntare difensori modesti e se lo fa in genere tira maluccio. Si guadagna un paio di liberi e per il resto prova tiri dal mid range e triple che non entrano finendo con 1/11. Pesante ma non voglio infierire eccessivamente viste le probabili condizioni non al 100%…

Devonte’ Graham: 6

11 punti, 1 rimbalzo, 4 assist. 4/6 dal campo con due triple. Con lui in campo il differenziale è a favore degli avversari ma gioca un discreto basket con passaggi semplici e umili come quello per la tripla di Walker nell’ultimo quarto. Ordinato, mostra coordinazione e un tiro migliorato. La difesa è migliorabile e a tratti dovrebbe essere un po’ più aggressiva.

Willy Hernangomez: 5,5

4 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, stoppate. 2/4 dal campo in 9:11. Anche lui non gioca molto, mi ricordo una tripla mancata da posizione frontale più un altro tentativo a vuoto. Inconsistente nel mezzo per frenare gli attacchi avversari.

Frank Kaminsky: 6,5

13 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/2 da fuori, 3/3 ai liberi. Se non fosse per una difesa che è poco migliore di quella del centro spagnolo (rimbalzi a parte ma nella notte fa meglio il Tank) avrebbe preso un voto migliore. Centra il bersaglio e da un buon apporto in punti dalla panchina. Nessun TO e +5 in plus/minus, secondo miglior Hornet in serata.

Malik Monk: 5,5

0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Due tiri a vuoto equamente divisi, uno da due e uno da tre, solita palla persa negli 8:05 e poco altro… abbastanza marginale in partita.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

0 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. 0/2 dal campo. Mandato in campo da Borrego nel tentativo di dare un freno all’attacco avversario, finisce anche lui nel tourbillon degli attacchi giallo-viola ma negli 8:04 che rimane in campo probabilmente da più equilibrio ottenendo un +9 in plus/minus anche se manca due tiri.

Coach James Borrego: 5

Diverse attiche difensive, posizioni ibride che a volte prendono i giocatori in base alle situazioni ma sugli scarichi patiamo troppo. Un mezzo passo indietro nel gioco, uno nella personalità e uno e mezzo in difesa. Una partite che avrebbe potuto riportarci nel gruppo ma tra la trasferta e l’occasione, gli Hornets dimostrano di non esser ancora pronti e lo si vede nei primi secondi del match.

Pagelle

NestLamb in Crunch Time

Nelle ultime stagioni OT e partite punto a punto erano diventate un vero incubo per gli Hornets.

Qualcosa sembra esser cambiato recentemente.

La squadra con gli innesti dei giovani sembra più rapida e meno fragile….

L’incredibile colpo di coda di Lamb a Toronto poi ha generato nuovo entusiasmo, almeno sino a che la squadra riuscirà a ottenere risultati imprevisti e impensabili per la volata playoffs.

Purtroppo in precedenza, se considerassimo le gare finite punto a punto (diciamo con uno scarto entro i 5 punti e gli OT), Charlotte quest’anno, prima di gara 65, sarebbe 4-14…

Oggi, considerando l’OT contro gli Spurs, tra partite finite al supplementare e le punto a punto i Calabroni hanno alzato un po’ la media W arrivando a 7 vittorie e 15 sconfitte.

Ventidue partite adrenaliniche e tirate, un’infinità per mettere alla prova le coronarie dei tifosi che spesso hanno dovuto incassare sconfitte.

Era solamente allo scadere dei 24 e da più vicino rispetto all’incredibile tiro a Toronto ma Lamb non è la prima volta che mostra queste capacità nel segnare allo scadere con il fastidio dell’uomo in close-out…

Sul filo del rasoio spesso la difesa non ha funzionato e gli Hornets negli ultimi secondi non sono riusciti a trasformare le proprie azioni offensive in punti in grado di pareggiare o vincer la partita.

Nonostante Borrego avesse giurato di utilizzare di più gli altri giocatori anziché il solo Walker come finalizzatore decisivo, spesso è stato proprio Kemba ad avere l’onere di tentare di chiudere i macth ma con scarsi risultati.

Già, perché in mancanza di altre valide minacce, l’Occhio di Mordor delle difese avversarie getta lo sguardo su Kemba che da solo non sempre può far miracoli.

Vediamo nelle prime partite (in totale ben 22) com’è andata a Kemba e agli altri Hornets sui possessi (eventuali) finali…

Nella prima partita della stagione (avversaria Milwaukee) c’era tempo sul 112-113 per gestire il possesso ma Kemba (41 punti in partita) congelava palla provando la penetrazione ma influenzato da Henson sbagliava l’appoggio, la palla finiva comunque a Batum che a un secondo dalla fine scoccava una mattonata che s’infrangeva sul plexiglass.

Walker si rifaceva a Miami in gara 3 guadagnando in penetrazione all’ultimo respiro due liberi.

Un fallo di McGruder a mezzo secondo dalla fine sul 112 pari condannava gli Heat.

Kemba metteva dentro il primo sbagliando intenzionalmente il secondo per non dare altre possibilità alla squadra di Spolestra.

A Chicago, in game 5, sul 110 pari Bridges manca la tripla dal corner destro a meno di 30 secondi dalla fine ma anche Chicago sbaglia.

A :06.2 gli Hornets hanno la rimessa ma Batum passa non benissimo a Kemba che sulla pressione di Lavine (mancato da Williams sul blocco in uscita del capitano) perdeva palla (irrilevante per gli arbitri una mano di Lavine sul bicipite di Walker proteso alla presa).

Sull’azione finale Monk a mezzo secondo commetteva fallo su LaVine.

Due liberi a segno (anche il secondo non volendo), time-out Hornets e sulla rimessa Monk non riusciva a tirare in tempo utile.

In gara 7 si perdeva a Philadelphia, Williams chiuso nell’angolo destro trovava solo il ferro sulla tripla a 11 secondi dalla fine, a :02.6 Walker segnava comunque due liberi per il 103-105 ma sulla rimessa dei locali Charlotte non riusciva a commetter fallo per l’ultimo tiro.

In gara 9 sul 102-106 Walker manca la tripla e i Thunder segnando due punti controllano un match che finirà 107-111.

Gara 12 ancora a Philadelphia con Kemba a mancare un tiro a :01.7.

Si va all’OT e con i Sixers sopra di tre punti a :10.1 Bridges sbaglierà la tripla del pari, segnerà Willy da fuori (troppo tardi) il 132-133 finale.

Partita n° 15 e terza contro i 76ers che prevarranno nuovamente d’un soffio (119-122 all’OT) con Walker capace di realizzare 60 punti compreso il tiro del 108-107, un tre punti che baciava il plexiglass prima d’entrare a 44 sec. dalla fine.

Passavano sul +2 gli ospiti ma due tiri di Kemba a :16.6 davano il pari…

Butler mancava il turnaround finale ma nel supplementare stoppava Kemba e segnava la tripla all’ultimo istante che condannava Charlotte.

Contro Boston (game 16) sul 114-111 era Kemba (43 pt.) a :32.3 a realizzare una tripla che allontanava gli Hornets (finirà 117-112).

Tralasciamo le sconfitte con Thunder e Hawks e passiamo a vedere solamente le restanti W per non appesantire il pezzo:

W 110-107 Vs Bucks (Game 20):

Sul 106-102 i Bucks provano l’ultimo assalto, Connaughton sbaglia da solo da sotto tutto solo incredibilmente, Middleton sbaglia due triple (nel mezzo una persa di Parker) e Antetokounmpo manca il tap-in.

Finisce per commetter fallo Giannis a :29.8 su Walker appena dopo l’errore.

Kemba realizza i liberi mettendo in sicurezza la partita.

W 108-107 Vs Pistons (Game 27):

Gli Hornets rimontano e tengono il vantaggio anche grazie a un paio di errori dalla lunetta di Griffin.

Lamb con l’1/2 dalla linea sigla il 106-104 ma a :14.7 per una trattenuta di Parker su Galloway arrivava il pareggio a gioco fermo.

Nessun time-out, raddoppio su Kemba, scarico sulla diagonale destra per Lamb che non controllava perfettamente allungandosi la palla, ma riusciva a far partire un lungo due a segno per vincer la gara a tre decimi dalla fine nonostante il close-out e il fallo che costava un punto (tecnico alla panchina per invasione anticipata).

Lamb realizza il buzzer beater vincente contro la Motor City.

W 112-111 Vs Wizards (Game 65):

109-112, Beal tira oltre Zeller ma non fa centro, Lamb va a rimbalzo poi scambia in attacco e arriva a rimorchio per la tripla del sorpasso finale che poi contribuisce a conservare con una stoppata su Portis.

W 115-114 @ Raptors (Game 73):

Terza vittoria firmata Lamb. Gli Hornets meritano di vincere contro i più forti avversari che nel finale rientrano con un paio d’aiuti della terna.

Sembra tutto perso quando i Raptors passano sopra.

Gli Hornets dopo un tiro mancato di Leonard hanno poco più d’una manciata di second dal rimbalzo al tiro.

Un fallo speso su Bridges per Toronto senza conseguenze e poi il passaggio verso Lamb che sul quale si porta Siakam abile a toccargli la palla che viaggia oltre la metà campo.

Jeremy torna sulla sfera, si gira e lascia partire il secondo più lungo buzzer beater game winner degli ultimi 20 anni che sorpassa il balzo di Siakam e s’infila incredibilmente nella retina.

Si scatena una pazza gioia dopo il buzzer beater di Lamb sul parquet di Toronto.

W 125-116 (OT) Vs Spurs (Game 74):

Nell’ultima partita Kemba a :42.8 pareggia in entrata poi un probabile fallo su di lui non viene fischiato e DeRozan prova a vincer la gara allo scadere tentando un tiro dalla destra che viene efficacemente contrastato da Bridges.

Nel supplementare è Kemba ad ammazzare la partita chiudendo a 38 punti.

Nelle 7 vinte abbiamo visto nel crunch time esser decisivo Walker per 4 volte in maniera differente ma Lamb è riuscito per ben tre volte a piazzare tiri da lontano decisivi, due allo scadere e per due volte in casa, nel Nest, nell’Alveare di Charlotte…

Considerando l’errore di Lamb a due secondi dalla fine (da sotto mancava il pareggio ma in serate segnava ben 26 punti) nella recente partita con Philadelphia persa 114-118 (una serie pesante persa 0-4 con un divario di 10 punti totali e dopo esser andati due volte all’OT con un paio di recriminazioni pesanti come una tripla di Embiid che risulterà decisiva) e la partita degli orrori persa al supplementare a Brooklyn quando un suo close-out causò 3 liberi contro (poi fu Kemba a commettere un pessimo fallo nella metà campo avversa mandando la gara ai supplementari), Walker ha avuto sicuramente molte più possibilità di chiuder le gare ma non sono tutte andate a buon fine come quella in corsa contro il tempo e l’appoggio corto contro Brooklyn che avrebbe da menzionare anche la clamorosa palla persa da solo in palleggio a Monk che costò i due punti decisivi in transizione.

Va da sé che se parliamo di tiri decisivi all’ultimo giro di lancette, Lamb sembra possa dare una consistente mano a questa squadra.

E allora nella seconda parte del pezzo ripercorriamo insieme velocemente la vita e la carriera di Lamb:

Nato da Angela e Rolando Lamb, cresce a fianco di tre fratelli.

La guardia di 196 cm per 84 kg, dopo aver frequentato la Norcross High School a Norcross, in Georgia, dove ha capitanato la squadra di basket con una media di 20 punti e 6 rimbalzi per partita portandola nell’Elite 8 dei Playoffs di stato con un record di 27-3 venne scelto da UConn dopo aver attirato l’attenzione dell’allenatore Jim Calhoun che lo vedeva come un possibile futuro Richard “Rip” Hamilton. .
Durante il suo primo anno a UConn, Lamb tiene una media di 11,1 per partita, la seconda dopo quella dell’attuale compagno Kemba Walker (durante la sua militanza trova in squadra anche l’altro NBA Shabazz Napier).

Prima della semifinale contro Kentucky, Lamb aveva un 11/15 da tre punti del torneo NCAA (la più alta percentuale per un giocatore arrivato alle F.F.), il che mostra come possa colpire da tre discretamente anche se c’è da considerare la linea più ravvicinata della NCAA a 6,32.

In finale Jeremy ha realizzato 12 punti, l’esatto differenziale contro Butler (53-41).

UConn e la striscia vincente finale.



Dopo una breve parentesi con la nazionale di categoria, Lamb e UConn escono di scena presto mentre si profila l’entrata in NBA per Jeremy che viene scelto da Houston in 12^ posizione ma viene ceduto ai Thunder il 27 ottobre 2012 in una multitrade che porterà Harden in Texas.

Da rookie Lamb deve accontentarsi di far da spola con i Tulsa 66er nella NBA Development League.

E finalmente eccoci al 25 giugno 2015 quando Lamb, mai sbocciato veramente ai Thunder tra panchina e difficoltà, viene scambiato con Charlotte in cambio di Luke Ridnour e una seconda scelta nel 2016.

Il 2 novembre 2015, firmato un prolungamento triennale del contratto di tre anni per21 milioni totali con contratto in scadenza questa estate (quest’anno percepisce 7,488,372 $).

Il giorno seguente realizza 20 punti con un 9/10 dal campo aiutando Charlotte a battere 130-105 i Chicago Bulls.

Supera i 20 punti contro in una sconfitta contro i Warriors il 4 gennaio 2016, segnando 22 punti.

Il 26 novembre 2016, dopo essersi ripreso da un infortunio al bicipite femorale (out per 10 partite), Lamb parte per la prima volta in quintetto mentre il 20 dicembre 2017, Lamb mostra una buona attitudine nel colpire i predatori segnando il career-high di 32 (11/17 FG) nonostante la L.

E’ solo però con l’arrivo di Borrego a inizio stagione che Lamb ottiene un posto fisso da titolare.

MKG viene dirottato in panchina e Batum con il quale aveva duellato nelle stagioni precedenti per ottenere spazio, viene riportato al ruolo di ala piccola essendo i due “tranquillamente” swingman.

Il 26 dicembre segnato 31 punti ma la squadra perde dopo un doppio supplementare a Brooklyn (132-134).

Dopo l’All-Star Game Borrego prova a cambiare qualcosa per trovare un assetto difensivo differente e Jeremy torna in panchina (Bridges titolare come SF e Batum in SG) ma non sembra soffrirne, anzi, oltre a beneficiarne, continua a giocare minuti consistenti, più del rookie, intersecandosi in un doppio ruolo.

Ed eccoci a oggi… tre giorni fa sbanca Toronto con il secondo buzzer beater game winner in 20 stagioni NBA (attualmente da 3 punti ha il 34,5% ma lo scorso anno era stato capace di giungere al 37,0%) ma purtroppo contro gli Spurs s’infortuna alla caviglia destra tuttavia sembra che il problema sia piuttosto leggero e il nostro numero 3 possa partecipare alla serie di trasferte cominciando da quella di sabato notte (data italiana) in terra californiana.

Pensando che la miglior stagione di Lamb a OKC fu la seconda con 8,5 punti di media a Charlotte sale subito nel 2015/16 a 8,8, l’anno successivo arriva a 9,7 quindi lo scorso anno tocca i 12,9 mentre nell’anno in corso è sui 15,1, nettamente secondo miglior marcatore della squadra (terzo è M. Williams con 10,3 punti a gara) nonostante giochi meno minuti di Batum e sostanzialmente abbia un impercettibile minutaggio superiore proprio a Williams.

Quattro trasferte per cercare di riaprire incredibilmente il discorso playoffs anche se le esperienze passate mi hanno reso piuttosto scettico, ma se la squadra continuerà a dimostrare voglia, intelligenza e coraggio tutto può accadere ma servirà sicuramente anche il nostro numero 3 oltre alla freschezza dei giovani che corrono e difendono.

Game 74: Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 125-116 (OT)


Intro

La sindrome di Procuste è un problema psichico (tratto da un mito greco un po’ splatter dove si narrava di un brigante di nome Damaste atto a catturare e a legare su due “letti” vittime che venivano amputate se risultavano troppo grandi, fuoriuscendo dai bordi o stirate sino a portarle a riempire la misura sottostante, portandole così a pari, uniformandole a un unico mediocre modello), la quale, tra i vari aspetti che toccano la persona afflitta da questo problema, si riconosce per il disprezzo immotivato nei confronti degli altri.

Chi ne è afflitto tende a distorcere la realtà a proprio favore per giustificare i propri “insuccessi” additando gli altri di essere la causa del proprio problema.

In genere l’invidia non si ferma a una fase virtuale ma si passa costantemente nel cercare d’ostacolare le altre persone affinché possano portare avanti i loro obiettivi personali.

Chi ne è afflitto soffre nel veder le altre persone aver successo a causa del continuo confronto tra loro e gli altri, o per meglio scrivere, tra ciò che non funziona (per cause endogene e/o esterne) nella loro vita e l’immagine superficiale che hanno nei confronti della vita degli altri.

La causa è la mancanza di autostima in genere ma oggi sulla rete si trovano spesso tanti piccoli Procuste, questo mi è balenato nella testa dopo aver letto i commenti sull’ultimo tiro di Lamb a Toronto.

Di fatto se segna un campione conclamato come Wade (per fare un esempio) su una gamba all’ultimo secondo dopo esser stato stoppato e aver ripreso la palla per stendere i Warriors, si scrive un articolo ed è tutta bravura, se segna un giocatore di una squadra in difficoltà (buon giocatore ma non il top) che non incontra il proprio gusto, allora è solo sfacciata fortuna.

Fu Teseo a sconfiggere Damaste (Procuste il nickname), per sconfiggere invece sé stessi bisogna lavorarci sopra e riconoscere le realtà oggettive senza invidie perché, rimanendo al caso, per quanto possa essere irripetibile quel tracciante, forza e parabola a quel tiro l’ha messe Lamb, questo è il dato oggettivo.

E’ molto probabile che chi giudica l’all around the world di Lamb solo fortuna non abbia mai visto tirare Jeremy in stagione.

Diverse volte da distanze ben oltre la linea variabile dell’arco, anche ai 24 e con l’uomo in faccia è riuscito a fare centro.

Non ha grandissime percentuali da tre ma ha il focus, quel particolare tipo di concentrazione che gli permette di mettere il mirino in perfetta sintonia con l’obiettivo all’occorrenza.

Questa notte il focus generale dovranno averlo gli Hornets che per battere gli Spurs dovranno sfoderare il loro miglior gioco davanti al proprio pubblico e dimostrare che le 3 W precedenti non erano un caso…

Le formazioni:

La partita in breve

Gli Hornets in serata abbattono un paio di tabù oltre gli Spurs.

Charlotte non batteva 2-0 San Antonio dalla stagione 1996/97 e non aveva mai vinto all’OT questa stagione, due avvenimenti che accadono nella stessa notte grazie alla grande volontà di una squadra che lotta, corre e soffre ma vince la quarta partita consecutiva contro ogni pronostico.

Rientrano Parker e MKG in gruppo (Borrego non li userà continuando con la linea giovani), out Batum per un brutto virus e Zeller per un ginocchio.

Il visionario Borrego rispedisce in campo la scanzonata banda di giovani che a inizio gara fa valere tutta la loro freschezza ,costringendo, grazie all’ottima pressione, gli Spurs a un primo quarto sottotono dove le stelle avversarie quasi non si vedono anche se Forbes e Belinelli (proprio in serata, Marco?) sono “fastidiosi”.

Dopo il 5-0 iniziale Charlotte chiude i primi 12 minuti sul 29-23.

Nel secondo quarto qualcosa cambia e la gara si riequilibra.

Gli Spurs sono più abili e veloci della giovane difesa di Charlotte spostando palla sul terreno di gioco e si rimane sul filo fino al terzo fallo personale di Biz su Aldridge che costringe i Calabroni ad andare per la prima volta sotto in serata (48-49).

Dopo una serie di contro-sorpassi San Antonio nel finale riesce a prender 4 punti di vantaggio chiudendo sul 55-59 prima del riposo lungo.

A 7:28 Aldridge chiude una transizione in schiacciata subendo anche fallo da Bacon inutilmente.

Una giocata da tre punti che manda sul punto di non ritorno la frastornata squadra di Borrego (62-72).

Charlotte però non desiste e insiste: chiude bene gli spazi in difesa e nel pitturato specialmente così riesce con un parziale di 12-0 chiuso da Bacon (ottima difesa su DeRozan sulla stessa azione) lanciato in transizione per il vantaggio (74-72).

Due punti conservati a fine quarto (82-80).

Nell’ultima frazione regolamentare le triple del Tank a 7:44 e di Walker a 7:18 portavano Charlotte sul 97-89, un +8 in cerca di fuga.

Gli Spurs però avevano qualità per riaprire la partita anche se spiccatamente nel finale si affidavano a DeRozan che emergeva da una parte realizzando diversi punti compreso il sorpasso con tiro frontale (mid-range) sopra Miles a :51.8.
Dall’altra parte pareggiava Walker dopo 9 secondi esatti e dopo una chiamata mancata a favore di Walker DeRozan provava a far da solo con un tiro da lontano che non arrivava a destinazione.

Era OT, il regno di Kemba che partiva forte con 4 punti prima d’esser interrotto da un Belinelli molto attivo e pericoloso in serata.

Tripla del -1 ma a 3:06 Walker sortiva la prima feccia dalla faretra, poi gli arcieri delle due squadre ci provavano diverse volte ma nulla da fare sino al dardo avvelenato di bacon a 1:50 che feriva mortalmente gli Speroni.

116-109 più nuova tripla di Kemba a 1:18 e +10 (119-109), San Antonio interrompeva il gioco con interventi irregolari rifiutando la resa ma alla fine dopo lo stillicidio di falli spesi (era Graham in particolare ad andare in lunetta) doveva capitolare.

125-116 il risultato finale con gli Hornets che continuano a volare sulle ali dell’entusiasmo prima di partire per la cosa pacifica destinazione L.A. gialloviola.

30 punti di DeRozan, 20+15 (rimbalzi) per Aldridge mentre a salire sul podio avversario come scorer è Belinelli con 17 ad anticipare Forbes e Gay con 16 punti a testa.

Gli Hornets hanno vinto nonostante l’outshoots e l’outrebound portato nelle statistiche dagli Spurs (46/100 per CHA e 44/109 per SAS al tiro, 46-60 i rimbalzi…

Stessa percentuale dalla lunetta con il 71,4% con gli Hornets ad accumulare tiri liberi in più nel finale visto il tentativo di recupero avversario (20/28 contro 15/21) mentre le stoppate son quasi in parità con Charlotte a vincere 6-5.

Dov’è che hanno vinto allora gli Hornets?

Nel gioco di squadra in primis, Borrego ha battuto il maestro con 30 assist contro 24 e la difesa è stata buona (nel pitturato ma anche sul perimetro, eccetto il secondo quarto) producendo un +5 nel differenziale TO (6-11 con 8 rubate a 4)…

La partita

1° quarto:

Partenza in white per gli Hornets che si trovavano contro White ed era proprio lui a mancare il primo tiro della serata che era messo da Bridges a 11:14 bravo a veleggiare in transizione dopo un tocco di Marvin su un tentativo di passaggio di White.

Bacon su una delle sue iniziative in entrata era stoppato ma Biz aprendo a destra trovava Miles nell’angolo liberissimo di colpire da tre punti.

Per San Antonio l’inizio era tutto di Forbes che centrava il canestro da oltre l’arco poi toccava a Biz a 9:51 farsi amico il vetro da mezza distanza mentre i tiri da due punti di Forbes e Walker portavano la gara sul 9-5.

Forbes contro Hornets quando un’altra tripla della guardia di Pop pioveva dentro per il 9-8 mentre dalla linea per gli ospiti finalmente cambiavano marcatore con Aldridge a realizzare solo il secondo libero e l’aggancio (7:37) per un close-out troppo invasivo di Biz sulla linea di fondo.

Ripartivano gli Hornets che segnavano con Miles dal corner opposto al precedente così a 6:40 coach Gregg chiamava il primo time-out.

Al rientro assistevamo a errori da ambo i le parti fino alla tripla di Bacon con finta sul giocatore in uscita, leggero spostamento verso la linea di fondo dalla destra colpiva per il 15-9.

Per far ripartire anche i texani ci voleva il neo-entrato Belinelli che colpiva immediatamente da fuori ma su una persa di DeRozan partiva la veloce transizione di Lamb che ostacolato da un avversario in ripiegamento alzava verso Bridges pronto all’appuntamento con l’alley-oop per unire palla e retina.

Gli Hornets salivano sul +7 ma erano colpiti da un mezzo circus shot da tre punti di Belinelli (19-15) prima di segnare altri due canestri con Willy (layup) e Lamb (pullup a 2:47) per il 23-15.

Dopo due punti ospiti Monk a 1:57 si presentava sulla linea dei tre punti (portando palla) con spazio per realizzare il +9 (26-17), un divario che tornava tale dopo un two and one di DeRozan (1:11) e risposta di Frank che ricevendo un passaggio interno si posizionava tra la 3-2 degli Spurs per attaccare con palleggio, arresto e alzata più fallo.

Giocata da tre punti per il 29-20 e anche se a :24.4 Gay segnava da tre punti, gli Hornets sul +6, indubbiamente nel primo quarto destavano impressione nel forcing difensivo.

Laken, una storica dance bracket degli Hornets durante uno dei primi time-out.

2° quarto:

Anche nel secondo quarto gli Hornets provavano a chiudere i varchi agli avversari ma qualcosa andava storto.

La bravura proverbiale nell’orchestrare le azioni dei texani, unita ai micidiali tiratori (primi per % da tre punti in NBA) cambiava registro al match. Anche se su un teardrop di Willy, Gay smanacciava non evitando il canestro per goaltending.

Una dunk di Poeltl e una tripla aperta del Tank a 11:15 ripristinavano il +9, divario accorciato dai neri a 4 pt. dopo un canestro in area di Gay e la terza tripla su altrettanti tentativi di Belinelli.

A 8:38 Poeltl da sotto pareggiava chiudendo il parziale di 0-9 degli Speroni perché dopo un errore del Beli era il Tank a colpir da fuori e a portarsi a 9 punti.

Marvin con una finta da sotto, ricevuto un bullett pass dal Tank, appoggiava semplicemente ma una tripla in caduta di Forbes (7:14) firmava il pari a quota 39.

Non riusciva a passare avanti San Antonio ancora una volta perché dopo l’appoggio con allungo in corsa di Walker, ecco l’allungo sul +4 dalla linea (6:37) sempre targato Kemba.

Un gran giro palla con cambio lato serviva a Forbes per piazzare l’ennesima bomba in tranquillità ma su una palla persa degli Spurs, Bacon era imbeccato nell’angolo sinistro per la bomba a segno (46-42).

Bertans rispondeva immediatamente con il catch n’shoot quasi frontale ma ancora gli Hornets chiudendosi guadagnavano una palla per chiudere in transizione due contro uno con passaggio di Miles e appoggio di Williams.

48-47 dopo due punti di Aldridge che aveva poi a 2:42 la possibilità di mandare per la prima volta i suoi in vantaggio dalla lunetta.

Il 2/2 non tradiva le attese dei propri compagni e San Antonio rimaneva al comando sino alla dunk di Willy poi si assisteva al cambio leader team più volte con un jumper di DeRozan, un tiro dalla media fuori equilibrio di Lamb (52-51 a 1:55), l’open 3 di Gay dal corner destro sino alla tripla di Bacon a 1:17 che realizzava ancora dal lato destra con finta e perfetto tiro oltre Beli per il 55-54.

Un parziale di 0-5 nell’ultimo minuto consentiva agli ospiti di prendere un vantaggio di 4 punti all’intervallo.

CHARLOTTE, NC – MARCH 26: Miles Bridges #0 and Head Coach James Borrego of the Charlotte Hornets talk before the game against the San Antonio Spurs on March 26, 2019 at the Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Poeltl portava il parziale sul 7-0 a cavallo tra i quarti con appoggio semplice mentre a 11:15 Walker in penetrazione con l’arresto e tiro da sotto creava il contatto per due liberi poi realizzati.

A 9:54, proveniente da sinistra arrivava DeRozan che, dopo aver passato Bacon e Williams, sganciava una dunk atomica a una mano che lanciava un chiaro messaggio a Borrego che avendolo colto istantaneamente chiamava una pausa sul 59-67 in un chiaro momento di difficoltà.

Dopo 9 secondi ripartiva Charlotte con Bacon che otteneva un fallo tentando di posterizzare Poeltl.

Solo un punto ottenuto dalla lunetta ma Marvin con finte ed entrata frontale si liberava lo spazio necessario per lanciare un floater con poca parabola che finiva comunque dentro a 8:56.

Un fade-away di DeRozan interrompeva il piccolo parziale Hornets che subivano anche la transizione dopo una stoppata di White su Walker, fallo inutile da dietro di Bacon su Aldridge e 2+1 a 7:28 per il +10 Spurs che sembrava poter dare già un identità al resto della sfida invece gli Hornets compivano lo sforzo per rientrare con la penetrazione fisica di bacon con la spalla a fare a sportellate con DeRozan prima d’arrivare all’appoggio vincente.

Il centro austriaco degli Spurs contribuiva al nostro rientro con due errori in lunetta mentre Walker in penetrazione era svelto ad appoggiare oltre due difensori per il 66-72.

Kemba segnava ancora puntando Aldridge e battendolo con minimi spostamenti rapidi in crossover.

U turnover di Belinelli e un fallo di Mills su un tiro da tre di Walker contribuivano al parziale Hornets ravvivato da un 2/3 di Kemba in lunetta ma non era finita perché in area Hornets Lamb intercettava una palla poi data a Kemba e finalizzata da Bacon in jam.

Secondi scaduti per gli Spurs in attacco poi bacon contenendo DeRozan nel pitturato scattava venendo lanciato per l’appoggio del nuovo vantaggio (74-72) grazie al parziale di 12-0.

Dopo aver pareggiato gli Spurs incassavano 4 punti con due FT di Lamb e un pullup di Walker ma nella varietà di soluzioni entrava anche il Beli che da tre siglava il 78-77 dopo aver fatto saltare Monk.

Nella fase finale, mentre si vedeva Lamb rientrare negli spogliatoi, si vedeva Gay correggere sé stesso per pareggiare su Frank (79-79).

Dopo un ½ di Poeltl in lunetta gli Hornets mettevano dentro tre punti per chiudere in vantaggio 82-80 prima dei 12 minuti finali.

CHARLOTTE, NC – MARCH 26: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets goes to the basket against the San Antonio Spurs on March 26, 2019 at the Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Un parziale di 3-2 apriva il primo minuto di gioco dell’ultima frazione, poi Monk, molto aggressivo, commetteva due falli in tre secondi su Belinelli non regalando comunque liberi.

Big Frank a 10:29 scaricava un big shot da tre per l’88-82 (passaggio di Graham dalla linea di fondo).

Quattro tiri liberi di White riportavano a -2 gli ospiti ma un floater di Walker nato da una second chance (Willy offensive rebound) valeva per il 90-86.

Graham shakerava in entrata la difesa degli Spurs per appoggiare il +6 ma DeRozan a 8:04 con un two and one dimezzava lo scarto.

Durante il quinto minuto di gioco gli Hornets provavano a ipotecare la gara col le triple di Kaminsky (7:44) e Walker (7:18) che facevano gioire anche la variopinta mamma di Kemba sugli spalti.

97-89 ma gli Spurs non si arrendevano di certo avendo qualità per tentare il recupero.

DeRozan splittando dalla lunetta prima e con un banker poi tagliava il vantaggio Hornets a 5 pt con 5:53 da giocare.

Time-out e Hornets che trovavano un canestro facile con Marvin sulla sinistra del ferro grazie al passaggio breve di Kemba, intelligente, bravo e generoso nel trovar il varco giusto.

DeRozan s’issava a bandiera nera degli Spurs nel finale realizzando ancora in turnaround e dopo un jumper forzato di Graham era ancora l’ex Raptors a segnate tirando sopra Miles che compiva anche una buona difesa.

Sul raddoppio di Aldridge sulla baseline sinistra l’ex Trail Blazers pescava in corsa Gay che andava a schiacciare il -1.

Charlotte si trovava bloccata in attacco e tra Graham e Walker con due soluzioni da fuori non guadagnavano nulla, a quel punto palla dentro per Aldridge, girata su Frank e vantaggio ospite per lo 0-8 di parziale che portava Borrego alla saggia chiamata del break.

Spinto da Forbes Kemba a 3:08 impattava dalla lunetta mentre dall’altra parte sembrava facile ormai l’appoggio di un DeRozan sfuggito a due uomini ma con le molle ai piedi staccava Bridges a spinger sino sulla linea di fondo sinistra e a intercettare alla grande in stoppata l’alzata del pericolo n° 1 avversario, sull’altro fronte si sviluppava una second chance che Walker portava a casa in entrata.

Rumore infernale all’alveare, errore del Beli frastornato ma put-back dunk del pari di Aldridge a 2:11…

Un incredibile primo passo (per coordinazione e velocità) e Forbes (anche qualsiasi altro umano) non teneva su Kemba che sparava in faccia all’uscita di Aldridge il pullup del 104-102.

Si disperava Frank a 1:19 per un fallo lontano dalla palla che consentiva agli Spurs di realizzare due FT con Aldridge.

Marvin mancava una tripla mentre DeRozan non falliva il sorpasso tirando sopra Bridges ormai incollato all’avversario.

104-106 a :51.8.

Ci metteva 9 secondi Walker a pareggiare in entrata layup estendendo il braccio destro oltre il difensore.

Un gruppo di Honey Bees nel secondo tempo.

Un fallo su Walker non assegnato dava la possibilità agli Spurs dell’ultimo possesso che veniva mal gestito: niente giro palla, DeRozan si sentiva caldo e provava a tirare dalla media-lunga distanza da destra con Miles ancora addosso.

Tiro lontano dalla realizzazione e OT.

CHARLOTTE, NC – MARCH 26: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the San Antonio Spurs on March 26, 2019 at the Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

OT:

Nel supplementare gli Hornets andavano a caccia della prima vitoria stagionale in questo contesto e Walker continuava lo show caricato dal pubblico: spin e fade-away su White per il +2, poi ancora Kemba passando un doppio schermo slittava all’indietro con la schiena da sotto per ricavar spazio appoggiare oltre il difensore il 110-106.

Belinelli per il commentatore degli Hornets diventava “the italian assassin” colpendo dall’angolo sinistro da tre punti ma non ce n’era per nessuno sull’altro fronte quando Kemba replicava da tre punti a 3:06.

White, Gay, Williams e Belinelli sparavano triple a salve mentre a 1:50 Bacon, dopo aver guardato un po’ in giro e aver visto Kemba in disparte dirgli di far da solo, s’inventava il tiro in uno contro uno, una semi-pazzia vincente perché la sfera accarezzava la retina volgendo la sfida a favore di Charlotte.

116-109, Beli a vuoto due volte da fuori ma Bertans sulla stessa azione metteva dentro da fuori a 1:02.

San Antonio cominciava lo stillicidio di falli mentre gli Hornets lasciavano andar dentro un paio di volte gli attaccanti avversari senza opporre resistenza.

A :37.7 dopo un ½ di Graham la gara si trovava sul 123-116, una mattonata di Forbes chiudeva il discorso perché l’ulteriore fallo su Graham valeva il 125-116 finale.

Pagelle

Kemba Walker: 9

38 pt., 9 rimbalzi, 11 assist, rubate. 14/31 dal campo con il solito difetto di prendersi qualche tiro di troppo da fuori ma nel finale ne mette due (chiuderà con 2/8) importantissimi avendo ragione. Pianeta Hornets chiama e Kemba risponde. Sale di tono nel finale e va a vincer la gara quasi da solo. Con Lamb out e Marvin che gli restituisce la palla un paio di volte in modalità “arrangiati”, lui va dentro fino in fondo, mostra lo step-back dalla media o la tripla. Divenuto incontenibile, dopo aver pareggiato nell’ultimo quarto, da una mano di bianco a White, Forbes e soci mostrando tutto il suo campionario.

Dwayne Bacon: 8

24 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 9/16 dal campo. 4/7 da fuori e +15 in +/-… A parte il fallo ingenuo che aggiunge un punto al già -9, mostra un paio di volte finte sull’uomo in uscita seguite da un leggero spostamento laterale con tripla a segno. Ne mette una anche del corner opposto (sinistro) e anche se non sempre gli va bene, è lui che inaugura la rimonta nel momento del bisogno con fisicità riuscendo a dare l’ultima sportellata a DeRozan prima dell’appoggio poi lo tiene bene in difesa e riparte per l’appoggio. Nel supplementare implementa il career-high con una decisiva tripla.

Miles Bridges: 7

10 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/7 dal campo con alley-oop in transizione. Buon inizio a livello di punti poi va a dare una gran stoppata a DeRozan sulla linea di fondo quando sembrava ormai non potesse più arrivarsi. Impegna gli attaccanti facendoli sudare cercando di non farli ragionare oppure rimane lì davanti a loro piantato cercando d’influenzarne i tiri. DeRozan è bravo nel finale a infilarne un paio ma poi sbaglia quello decisivo contro di lui. Molto più coinvolto nella manovra di un tempo sta prendendo fiducia.

Marvin Williams: 5,5

8 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 0/6 da fuori con uno 0/3 open nel finale che per fortuna non pesa ma mette a rischio le coronarie dei tifosi. Sempre mezzo storto tirando un po’ con l’anca risulta impreciso e anche quando si libera bene con una finta realizza il floater da scoordinato avendo quasi perso il tempo.

Bismack Biyombo: 5

2 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 1 TO e 3 falli, quando compie il terzo è lui a spenderne la metà della squadra e nonostante ciò, dopo i primi minuti, non riesce a tenere bene gli avversari in attacco… Meglio Willy e il Tank nella notte e questa è una notizia.

Jeremy Lamb: 6

6 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2/6 dal campo e un +6 in plus/minus. Distorsione alla caviglia sinistra. Esce verso la fine del terzo quarto e non rientra più. Sfortunato l’eroe di Toronto che fa sentire la sua mancanza nell’ultimo quarto in zona offensiva. Poche le soluzioni sulla pressione degli Spurs. Partita sufficiente di Jeremy che gioca 20:42.

Devonte’ Graham: 6,5

7 pt., 1 rimbalzo, 7 assist. Riesce a impostare il gioco smistando anche qualche pallone come dopo la drive and kick per la fornitura a Kaminsky da tripla. Ha più personalità d’inizio stagione e aiuta la squadra. 5 punti arrivano nel finale da liberi dove è bravo a congelare la gara non sbagliando troppo mentre dal campo è solo 1/5…

Willy Hernangomez: 7

10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Da fastidio dietro e mette le mani su due tiri. Qualche rimbalzo che capita nei momenti giusti. Pilastro in mezzo alle torri Spurs, salva un possesso sul quale Walker poi segnerà due punti importanti. 4/5 dal campo.

Frank Kaminsky: 7,5

15 pt., 10 rimbalzi, 2 assist. 5/10 dal campo, 4/8 da tre punti e un +13 in plus/minus. Se mette forza sulle gambe tirando in ritmo ha una meccanica discreta per poter infilare il tiro ma non sempre parte convinto o nella situazione ideale, tuttavia i suoi punti e percentuali sono ottimi in serata. Non sempre può tenere Aldridge ma sorprendentemente vi riesce diverse volte.

Malik Monk: 6,5

5 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. 2/6 al tiro. Si lancia su un passaggio in modalità Superman deviandolo fuori dal campo. Non recupera la sfera ma mostra grinta. Un paio di falli su Belinelli veloci senza mandarlo ai liberi, una tripla mancata nell’ultima fase ma a parte un TO e 2 falli è importante per stancare Marco che casualmente poi non avrà più le percentuali d’inizio gara. La troppa foga però lo fa spesso saltare sulle finte degli avversari. Se Marco lo grazia nel finale Bertans no.

Coach James Borrego: 8

Ancora una gara entusiasmante e adrenalinica. Prima vittoria sul file e time-out chiamati nei momenti giusti. La squadra gira palla e copre velocemente in difesa, quando la zona di San Antonio prova a dar fastidio arrivano i passaggi giusti. Quarta meritata vittoria di fila dopo una bella battaglia.

Game 73: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 115-114


Intro

Lo strano caso Hornets va analizzato da prospettive che mostrano fili i quali tracciano punti di vista personali.

Mentre qualcuno crede ancora nei P.O. (personalmente no ma sarei felice d’esser smentito), le prossime cinque gare su sei saranno da giocare in trasferta e per una squadra che sino a oggi è riuscita a vincerne solo una decina, forzare uno sprint, risultando corsara su parquet (anche prestigiosi) di formazioni ospiti potrebbe esser impresa impossibile.

Per invertire la rotta l’ammiraglio Borrego ha richiamato giocatori da sotto coperta mentre sul pennone per avvistare la terra dei Playoffs si è issato Walker che dall’alto delle sue prestazioni guida i compagni.

Suo malgrado questa estate, non vedendo mai “Terra”, Kemba potrebbe decidere di ammutinare la nave con alcuni compagni, proprio come Colombo mentre navigava verso le Indie (poi ovviamente le Americhe) perché il traguardo non sembrava mai arrivare.

Ma tornando a oggi di sicuro coach Borrego, al timone della sua nave non coltiva eccessive illusioni: quello che ora sta facendo è sperimentare coraggiosamente la propria linea giovane per comprendere quali siano pregi, difetti, prospettive e limiti dei suoi, lanciati in quintetto.

Bacon è finito titolare dopo aver fatto da spola a Greensboro dopo Bridges, la coppia francese invece tra infortuni e scelta tecnica rimane in panchina a osservare i compagni.

Va da sé che l’arrembaggio ai Raptors sia impresa ardua se non impossibile anche se in alcune circostanze, l’entusiasmo e la sorpresa che un quintetto misconosciuto e imprevedibile possono generare potrebbero portare difficoltà maggiori a più quotati avversari, a patto che Kemba Walker, probabilmente salito ancora on-fire sull’aereo per Toronto, faccia il vero Kemba Walker e che qualcuno dei giovani dia una mano perché è un gioco di squadra…

Le formazioni:

La partita in breve

Partita ancor più stramba della precedente.

Come spesso accade l’inizio favorisce la formazione più lesta a mettersi in carreggiata.

Charlotte prende un 8-0 iniziale come parziale per arrancare sino al -12 nel finale di quarto, divari poi ricucito a sole 5 lunghezze (27-32).

L’assenza di Leonard sul parquet (in panchina per normale rotazione) si faceva sentire a inizio seconda frazione e Charlotte cominciava ad avvantaggiarsene volgendo il risultato a proprio vantaggio sul 46-41 grazie a un parziale di 13-0 chiuso da Frank da tre punti in contro-transizione.

I Raptors commettevano il decimo TO nel finale ma nel frattempo erano passati anche avanti, tuttavia l’ultima incursione di Walker risultava fondamentale per portare a casa due liberi (trasformati) e il vantaggio 58-57 all’intervallo.

Tra zona e triple Charlotte nella terza frazione mostrava i muscoli giocando bene e in velocità finendo sul +12 (95-83).

L’ultima frazione ci vedeva subito sul +14 ma con almeno un paio di decisioni a sfavore e un altro paio dubbie i Raptors si riavvicinavano con un parziale di 12-0 che consentiva alla squadra di Nurse di portasi al distacco minimo (109-108).

Finale travagliato sul quale Leonard metteva la firma a 1:24 pareggiando con due liberi e portando avanti i suoi a :44.9 da fermo con il solito tiro dal mid-range.

Si arrivava a pochi secondi dalla fine con la persa di Lamb e il tiro mancato di Kawhi (gran difesa di Miles).

Meno di una manciata di second dalla fine e fallo rapido sulla prima rimessa.

Sulla seconda Bacon trovava in uscita dall’area Lamb che agguantava la sfera toccatagli però da Siakam che prolungandola paradossalmente mandava Lamb sì in corsa oltre la metà campo a recuperarla ma si vedeva battere con un tiro miracoloso proprio dal numero 3: la palla picchiava sulla tabella per inabissarsi dentro al retina facendo felice la squadra.

Leonard finisce con 28 punti e 9 rimbalzi, Siakam con 23, “Ciao” Marc Gasol con 17…

Charlotte vince a rimbalzo 39-35 e negli assist 32-29 mentre soffre nelle stoppate 3-11 ma torna nettamente a far meglio nelle rubate con una squadra giovane e si chiude con un 12-6 che poi generano anche 7 TO contro 17 dei Raptors. Hornets al 43,9% da fuori (una delle chiavi della W) contro il 42,3% avversario, Charlotte che subisce dal campo l’altro 58,4% dei Raptors (45/77) segnando con il 44,1% dal campo ma con molti più tiri (41/93). Bene Toronto ai liberi (13/13) ma Charlotte con un 15/17 porta a casa due punti in più fondamentali.

La partita

1° quarto:

Si palesavano subito le difficoltà immaginate a Toronto nonostante Bridges bloccasse un tiro dalla media a Leonard mandando la sfera oltre il fondo. Sulla rimessa Gasol, acquisto mancato, trovava tre punti e con un extra pass anche Siakam dall’angolo sinistro calava una tripla aperta, inoltre due FT per Toronto portavano i canadesi sullo 0-8.

Charlotte dimezzava lo svantaggio con i canestri di Biz a 10:05 e Bridges a 9:95 (4-8), poi arrivavano un paio di autoscontri Gasol/Biz con la spanzata e gancetto dell’iberico vincente mentre sull’altro fronte c’era ancora tempo per un minimo recupero firmato Bridges con la tripla dal lato sinistro a 8:30 (7-10) prima che i Raptors scappassero via…

Siakam apriva il parziale segnando due punti in area e a 6:23 lo estendeva sino al doppiaggio (9-18) arrivando a 11 punti personali, la squadra dell’Ontario toccava anche il 9-20 prima che Bridges appostato sulla baseline sinistra schiacciasse oltre il lungo l’11-20.

Una finta in partenza e una strong drive nel centro con fing and roll per Bacon e un teardrop di Lamb 14 secondi più tardi riportavano Charlotte sul -7 (15-22) ma un parziale di 0-5 sembrava aprir le porte a una gara senza senso.

Charlotte cominciava a iniziare a segnar con continuità ma aveva problemi nel fermare gli attacchi avversari, in particolar modo Vanvleet s’infilava bene nelle maglie teal ed era proprio il caso a 1:40 quando la sua alzata nel rosso pitturato valeva il 21-32.

Un soft touch di Willy e due FT di Walker (Hornets in bonus) a 1:01 riavvicinavano Charlotte che chiudeva il quarto con altri due FT (questa volta di Willy) a bersaglio.

La squadra di Borrego si rifaceva sotto sino al -5 al suono della prima sirena (27-32).

TORONTO, CANADA – MARCH 24: Bismack Biyombo #8 of the Charlotte Hornets jocks for a rebound during the game against Kawhi Leonard #2 of the Toronto Raptors on March 24, 2019 at the Scotiabank Arena in Toronto, Ontario, Canada.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Ron Turenne/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Con Leonard a riposare in panchina e una nostra bench attiva la partita cambiava rapidamente scenario anche se inizialmente Lowry dava problemi alla nostra difesa mandando a segno la bomba del 31-39.

Un giro verso la linea di fondo sinistra e appoggio elastico al vetro in continuazione del Tank completavano una bella azione personale ma c’era ancor tempo per Toronto per un colpo di coda targato Vanvleet in entrata senza che Lamb riuscisse a fermarlo.

Borrego fermava il gioco a 10:04 sul 33-41 e gli Hornets partivano alla grande con l’entrata dall’angolo destro di Bridges a battere il proprio uomo prima di staccarsi da terra e veleggiare oltre due tendine composte da uomini Raptors che velavano facendo da cornice da palcoscenico alla splendida schiacciata di Miles.

Devonte’ prima mostrava posizionamento perfetto e tempismo per recuperare un rimbalzo difensivo su Ibaka segnando poi in lunetta dopo aver subito fallo, poi con un arresto e tiro dalla media arrivavano altri due punti per lui con un Ibaka alle prese con un emicrania per colpa della piccola guardia.

39-41, pari di Marvin in post basso destro con il gancetto poi da un recupero di Frank nasceva il lancio di Graham un pelo troppo alto per Miles che si elevava con la palla sfuggente tra i palmi ma l’impennata benevola della sfera determinava comunque il canestro e il vantaggio sul 43-41.

A 7:28 i Raptors andavano in time-out mentre conquistato il vantaggio gli Hornets cercavano di sfruttare il momento estendendolo con Frank che prima stoppava Lowry, poi su una contro-transizione a 6:53 firmava il 13-0 di parziale per il +5 Hornets.

Era il rientrante Leonard con due liberi a fermare la corsa di Charlotte che tuttavia ripartiva con un jumper di Walker e una steal immediata dall’inbound di Toronto che favoriva il catch n’shoot 3 di Williams per il 51-43.

Frank prendeva due buoni tiri ma la palla rimbalzava via dall’anello ambo le volte e i Raptors si riportavano sotto con un paio di transizioni chiuse da Ibaka per il 51-49.

Time-out a 4:04 per Borrego che vedeva segnare Miles in schiacciata a una mando da sotto dopo l’uscita in close/out di Leonard sul tiro corto di Kemba in area.

Gasol però usava il fisico in area e con un mezzo giro costringeva Marvin al fallo.

Un 2+1 che preparava al sorpasso avvenuto grazie al centro spagnolo che in post basso sinistro attendeva l’entrata in corsa di Siakam che batteva il difensore appoggiando al vetro in runner.

Il momento no terminava con la tripla no fear di Willy a batter la zona avversari (1:10) e dopo un tre punti di Leonard (:34.8) toccava a Kemba esser fermato da una spinta di Siakam (passato in corsa) per due FT a 8 decimi dall’intervallo che fissavano il vantaggio dei Calabroni a fine primo tempo sul 58-57.

Potrebbe sembrare la faccia di Bacon dopo il tiro di Lamb finale ma in realtà a Toronto c’era anche Mini Air Hugo…

3° quarto:

Apriva le marcature Bacon da oltre l’arco, rispondeva Gasol da due punti poi toccava a Leonard metter dentro 4 punti consecutivi realizzano così il sorpasso dei canadesi sul 61-63.

A 9:20 tre punti dalla top of the key di Kemba erano trend del quarto perché su un baseball pass di Biz, nessun difensore calcolava Bacon che dalla diagonale destra batteva da fuori ancora Toronto.

Gasol in area e un fortunato alley-oop di Biz trovato una seconda colta ai quasi 24 da Kemba consentivano al centro di segnare 4 punti in serie e a Walker di arrivare a 10 assist con Charlotte avanti 71-65.

Due tiri dal mid range di Leonard che arrivava a 20 punti riportavano a -2 la squadra locale che da una drive and kick di Walker incassava l’open 3 di Bacon dall’angolo sinistro (74-69).

Toronto dopo la zona provava i raddoppi vicino la metà campo su Walker ma nel mezzo Willy faceva da sponda due volte, prima a destra per Lamb, poi a sinistra per Bacon, il risultato era perfetto: due open 3, due frecciate che si conficcavano nello stomaco dei Predatori per l’80-72…

Charlotte prima della fine del quarto esplodeva ancora da fuori con Bacon e Bridges che dall’assist sotto canestro di Willy (buon recupero offensivo) girava la palla nel corner destro per vederla rispedita dalle sue parti dopo aver varcato dolcemente la retina a 3:08.

86-76, nel finale però concedeva un piccolo rientro ai Raptors sino al -4 (Ibaka in layup) ma Lamb con un big open 3 a 1:13 piazzava una tripla seguita da quella di Willy su assist del Tank così gli Hornets riprendevano la decina di punti di vantaggio avuti in precedenza chiudendo addirittura sul +12 (95-83) dopo due FT di Graham abbattuto da Ibaka in aiuto.

TORONTO, CANADA – MARCH 24: Miles Bridges #0 of the Charlotte Hornets reaches for the rebound during the game against the Toronto Raptors on March 24, 2019 at the Scotiabank Arena in Toronto, Ontario, Canada.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Ron Turenne/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Frank estendeva il vantaggio a 14 punti ma contro un top team a Est non si poteva star tranquilli, infatti, Powell con naturalezza scioglieva la tripla e Monk con un bad pass regalava altri due punti all’avversario.

Time-out a 10:40 con Borrego a dirne 4 a Malik.

Dopo il time-out una rubata dei Raptors immediata portava la gara sul 97-90 ma un passaggio di Malik per la dunk a una mano di Willy in girata e una steal di Lamb su Anunoby con un coast to coast cut dunk davano a Charlotte un tranquillizzante +11.

A 9:24 Malik da tre dall’angolo della panca di Charlotte firmava il 104-92, ma dopo uno scontro Powell/Graham che sembrava portare allo sfondamento (avrebbe potuto esser visto anche in maniera opposta), gli arbitri s’inventavano un doppio fallo e sulla palla a due scodellata al centro del campo Toronto riprendeva il possesso guadagnando due FT con Siakam mentre Williams professava la sua innocenza sul tentativo di tiro del n° 43.

Marvin segnava da tre il 109-96 ma la replica dei Raptors arrivava subito con Vanvleet anche in versione tiratore outside.

Una serie di decisioni che contribuivano a riportare la squadra di Nurse in partita includeva anche quella dell’azione seguente incriminata: Kemba raddoppiato lanciava genialmente Williams abbattuto sotto canestro, sarebbero due chiari FT ma gli arbitri concedevano solo la rimessa.

Charlotte perdeva un po’ la testa subendo un parziale di 0-8 con la transizione chiusa da jam da parte di Siakam (109-104), a 5:25 un assist sotto per Leonard vedeva la stella avversaria salire in cielo per la dunk del -3.

5:12, secondo time-out di Borrego in poco tempo.

Il dramma è alle porte e mentre Siakam stoppa Bacon, Frank deve ricorrere al fallo tattico per fermare Leonard in corsa a 4.17.

Leonard segnerà comunque in jumper prima che Bacon riprovasse l’entrata.

Questa volta gli arbitri assegnavano due FT a Nurse che essendo di parte si lamentava oltre il dovuto.

½, Hornets al comando risicatissimo costretti al secondo fallo intelligente del Tank e dopo uno sfondamento di Bridges ecco il apri di Siakam in drive fing and roll.

Bacon da sotto appoggiava comodamente servito ma a 1:24 Leonard tornava in lunetta per pareggiare.

Lamb contratto da tre giocatori in entrata perdeva palla in salto, sulla transizione Miles toccava un pallone andando a girare oltre la linea di fondo mentre Siakam riprendeva il possesso.

Gli arbitri sbagliavano a chiamare il tocco di Miles ma il pallone finiva inevitabilmente e giustamente nelle mani dei Raptors dopo una lunga visione dell’iconico arbitro Ken Mauer…

Pubblico raffreddato, non Leonard che da fermo, dalla diagonale destra risultava ancora micidiale battendo Bacon ce non si alzava per la stoppata subendo il piazzato del 112-114.

Provava Kemba ad andar dentro ma il suo floater era stoppato all’apice dell’innalzamento della sfera da parte del genio Leonard.

Hornets che decidevano di non commetter fallo, questa volta Miles prendeva in consegna il pericolo n° 1 Leonard mandando via anche Graham che si avvicinava in raddoppio; ottima difesa di Miles che faceva sbagliare l’asso avversario.

Time-out con soli :04.3 rimasti.

Fallo da spendere dei Raptors a :03.1.

Rimessa laterale di Bacon a destra per Lamb in uscita dall’area sul quale si portava Siakam che gli toccava la sfera, mani già nei capelli per la nuova sconfitta ma Jeremy andava oltre la metà campo per girarsi e scagliare un buzzer beater che partiva circa a 9 decimi dalla luce rossa, si schiantava contro il plexiglass finendo incredibilmente dentro per il sorpasso sul 115-114 rendendo meraviglioso questo gioco…

Parte la palla (nel circolino rosso sopra Siakam), qualche tifoso locale esulta ma non sanno ancora come finirà…

Le tante amarezze di partite perse all’ultimo compensate da giocate impossibili come questa, spot per il basket in generale…

Gli arbitri davano l’azione in under review ma era tutto buono, Charlotte vinceva la terza gara consecutiva sul filo in maniera incredibile…

Pagelle

Kemba Walker: 6

15 pt., 8 rimbalzi, 13 assist, 4 rubate. 3/17 dal campo e -9 di plus/minus. Parte benissimo, smista assist a profusione, due in serie per Biz lo portano a 10, si libera bene anche dei raddoppi fornendo a Willy due assist ma nel finale vuol strafare. Non è in formissima come contro Boston e finisce con 3/17 dal campo. Pessimo se due non fossero triple e aggiungesse un 7/7 ai liberi. Prende una stoppata nel finale dopo aver forzato altre soluzioni in uno contro uno invece di far girar palla ma in difesa all’occorrenza va a battersi anche con Leonard.

Dwayne Bacon: 7,5

20 pt., 3 rimbalzi. 7/14 dal campo e career-high nei punti realizzati. Qualche problema dietro ce l’ha secondo me a parte il tiro di Leonard che sembra costarci la gara ma l’ex Spurs è micidiale dalla media e in partita battezza anche gli altri difensori che vanno su di lui. Spinge il vantaggio di Charlotte a suon di triple e va dentro ancora nonostante una stoppata presa da Siakam. Guadagna successivamente due FT (½) e un canestro da sotto ben servito. Non sarà un fenomeno ma, anche se non mi piacciono i paragoni, rispetto a Batum sta facendo meglio e porta più punti, almeno per ora…

Miles Bridges: 8

16 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 7/12 dal campo e 2 TO. +3 di +/-. Se c’è uno che parte bene per Charlotte è Miles che stoppa subito Leonard, schiaccia sui lunghi avversari e poi segna una tripla a anche nel secondo tempo parte in slalom sulla linea di fondo e veleggia oltre due tendine da palcoscenico dei Raptors andando a schiacciare oltre. Fondamentale in difesa, è il giocatore che più di tutti mette in difficoltà Leonard, tanto che va a prenderlo lui sull’ultimo tiro facendo ampi cenni a Graham pronto al raddoppio d’andare via. Gli riesce anche un alley-oop anche se la palla gli scappa dalle mani.

Marvin Williams: 6,5

10 pt., 1 rimbalzo, 2 rubate. 4/6 dal campo. Buon apporto offensivo di Marvin nei punti di rottura. Non fallisce una tripla aperta nel secondo tempo che sarà fondamentale. 3 falli, uno mal speso su Gasol (two and one) dopo una battaglia fisica e pochi rimbalzi ma un paio di steal.

Bismack Biyombo: 6

6 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Solita gara dal minutaggio limitato con cifre modeste ma proporzionate alla scala offensiva della squadra. Beneficia di due assist di Kemba per andare a segno due volte nel secondo tempo e prende qualche rimbalzo. Un po’ come il barista quando ti vede e sa già che ordinerai il solito…

Jeremy Lamb: 9

13 pt., 1 rubata, 2 stoppate. 5/11 dal campo con ¾ da fuori. Stranamente non riesce a mettere le mani su nessun rimbalzo e le statistiche oltre ai punti sono un po’ scarne, fatica ancora un po’ a tenere sulle entrate avversarie (vedi Vanvleet nel primo tempo) e sbatte sul muro avversario nel finale però piazza due stoppate, ruba in raddoppio una palla per un bel coast to coast e va in controtendenza sul tiro da fuori con ¾ incluso il miracle shot che decide la gara facendo da ottima chiglia per il galleggiamento e l’approdo alla vittoria. Fortuna? Bravura? Sicuramente circostanze e necessità… la palla va dentro illuminando sulla luce rossa il volto radioso di Lamb e dei compagni che liberano la loro gioia andando oltre anche a qualche “furbata” arbitrale per render più interessane il match e direi che la terna ci è riuscita in pieno…

Devonte’ Graham: 7,5

10 pt., 3 rimbalzi, 9 assist, 2 rubate. 3/8 dal campo. 4/4 dalla lunetta. Cresce a vista d’occhio Gamberone Devonte’ che a parte un piccolo smarrimento nel secondo tempo va a cercare canestri anche da sotto. Finisce per sbatter la nuca un paio di volte per terra. Ottimo rimbalzo offensivo su Ibaka e step-back sull’azione successiva proprio contro il lungo avversario. Se avesse un po’ di mano da fuori (0/4) sarebbe un pericolo totale, invece se è costretto a tirar da oltre l’arco fa fatica ma per ora va bene così, un play deve guidare il gioco e i suoi 9 assist servono alla squadra…

Willy Hernangomez: 8

13 pt., 10 rimbalzi, 4 assist, stoppate. 4/8 dal campo e +8 in plus/minus. Torna a prendersi piazzati da oltre l’arco e li mette (2/2). Smista elegantemente e velocemente sui lati due palloni per triple aperte a segno, in difesa va meglio del solito giungendo anche in doppia doppia grazie ai rimbalzi. Criticato quando si dimenticava di giocare, oggettivamente non bisogna esser “fondamentalisti” e riconoscere il merito di aver disputato un gran bel match a El Toro.

Frank Kaminsky: 7

9 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 4/8 dal campo con un 1/5 da fuori, un paio di triple gli ballonzolano sul ferro mentre l’air-ball finale è da brividi… Tuttavia non commette TO e in difesa globalmente mostra anche una buona fase anche se nel finale torna a essere più il solito Frank ma il suo contributo i n quasi mezza gara giocata lo da anche fornendo un bell’assist per Willy.

Malik Monk: 6,5

3 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. +11 in plus minus ma a inizio ultimo quarto commette un brutto passaggio che regala due punti anche se trova il canestro da tripla nel corner destro, per il resto in gara sbaglia gli altri 4 tiri. Gioca in un buon momento probabilmente contribuendo ad allargare il campo e fornisce due assist ma è una quasi sufficienza…

Coach James Borrego: 8

Squadra ribaltata con la linea verde, non si vergogna a chiamare time-out nei momenti giusti (ottimo il doppio a metà ultima frazione) a volte anche lui piazza una zona sulla quale Toronto si schianta un po’ provando a batterla con difficoltà. A volte vede i suoi commetter errori individuali e incassare qualche fast break dopo l’errore al tiro. Una vittoria mostrando bel gioco, semplice, rapido con la squadra a trovarsi indipendentemente dagli interpreti, paradossalmente Kemba gli rallenta un po’ il gioco nel finale ma ci sta… è il capitano e si prende le responsabilità dopo aver aiutato i compagni con assist per tutta la gara. Per il risultato ringrazia il marinaio Lamb che rema in direzione della terza vittoria consecutiva…

Game 72: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 124-117


Intro

La stagione regolare volge al termine e se per Boston si spalancano le porte del prolungamento ai Playoffs, con l’arrivo anticipato della bella stagione torneranno a ripopolarsi i campetti o playground.

Due tiri in relax in solitaria o sfide adrenaliniche, negli Stati Uniti certi playground sono ricoperti da un’aura mistico/leggendaria…

Da New York sono sempre usciti tantissimi giocatori interessanti, tralasciando Alcindor/Jabbar, ecco arrivare specialmente playmaker dallo stile accattivante e a parte Marbury e Kenny Anderson (questi militò sia a Charlotte che a Boston), nella foto sottostante voglio riportare in auge Nate “Tiny” Archibald (visto che a Chalotte sarà anche “Classic Night”) che giocò 5 stagioni a cavallo degli anni ’70/’80 a Boston.

Nella Naismith Hall of Fame dal 1991, fu l’unico giocatore (ancora oggi) che riuscì a portare a casa la vitoria nella classifica delle medie punti realizzati (34,0) e assist smistati (11,4) nel 1972/73 quando ancora giocava per i Kansas City-Omaha Kings, precursori degli attuali Sacramento Kings.

Altri ne arriveranno si dice nella foto e proprio dalla stessa zona disagiata di New York ecco spuntare Kemba Walker, una prima parte di carriera spesa a Charlotte con un futuro da disegnare in estate.

Kemba è più “pesante” del predecessore (i giocatori di oggi ovviamente sono più impostati a creare un modello di fisico più atletico con più muscoli) ma è alto esattamente quanto lui, 185 cm…

Il confronto tra squadre invece non è alla stessa altezza, Boston è nettamente favorita ma se a Boston i verdi dominarono le due gare, a Charlotte Kemba diede spettacolo in una delle sue migliori performance stagionali e chissà che non voglia ripetere la magia nella notte, in fondo il playground della Buzz City “è suo”, sperando che lo spirito di Larry Jonhson alias Grandmama sia con lui…

Durante l’inno si rivede anche il vecchio Hugo con il ciuffo arancio… Sarà un mezzo infiltrato di Boston? Nah…

La partita in breve

Partita multisfaccettata a Charlotte.

Match incredibile che vedeva gli Hornets in un primo momento reggere bene il confronto ma i Celtics trovavano quegli spazi per mettere tiri da fuori che sembravano piovere nel cesto dei Calabroni con irrisoria facilità.

Se Boston è verde Borrego manda in campo coraggiosamente la propria linea verde.

Celtics senza Al Horford e Hornets senza i soliti Zeller, MKG ai quali fortunatamente si aggiungeva Batum in infermeria…

Tutto sommato il primo tempo si chiudeva con un dignitoso 63-64 ma verso il finale di terzo quarto, Irving e Brown, i due reali protagonisti di serata per Boston (con un ottimo primo tempo e non solo), aiutati dall’inconsistente panchina degli Hornets spingevano a +9 la squadra di Stevens.

Un divario che sembrava divenir incolmabile dopo 5 punti di fila di Brown nell’ultimo quarto.

94-112 con circa 8 minuti da giocare…

Solo il rientrante Walker avrebbe potuto compiere un difficile miracolo ma l’uomo del Bronx riusciva nell’impresa segnando 8 punti iniziando con una tripla a 7:43.

Una corsa di 14-0 (108-112) era chiusa da bacon con una bomba a 3:40.

Brown sembrava mandar all’aria i piani di rientro di Kemba che tuttavia ormai “ in the zone” segnava il 115-117 con il pullup e poi dall’angolo destro fiondando una sassata da tre punti su Tatum faceva sfrecciare i calabroni avanti (118-117).

Boston con Irving e Rozier sbagliava i propri tiri da fuori e Williams con un 4/4 dalla lunetta portava il match a distanza di sicurezza compiendo così un’assurda, incredibile e splendida rimonta fino al 124-117 finale…

Non rovina la W l’affermazione di Miami su Washington ma per tornare alla partita ribadiamo il concetto che Irving con 31 pt. e Brown con 29 sono stati i trascinatori dei Celtics che hanno avuto il loro terzo marcatore (Marcus Morris), ben staccato con 15 pt. e 9 rimbalzi.

Charlotte vince nettamente a rimbalzo con un 53-42 e ai liberi con il 78,6% (22/28) contro il 10/15 dei Celtics per un 66,7%.

La squadra di Stevens commette più falli concedendo meno assist e va sopra 26-31 commettendo anche un TO in meno (11-10) ma dopo esser stata avanti tutta la partita grazie a percentuali surreali nel tiro da fuori finisce sotto in questa statistica con gli Hornets al 47,4% contro il 44,2% ospite.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

La classic night era aperta dagli ospiti con un floater in corsa che appoggiato al vetro faceva da decisa sponda per il primo canestro di Boston targato Irving.

Charlotte reagiva con il pari di Biz, liberato da Marvin Williams (dopo che gli Hornets avevano rischiato la transizione) e la bomba auto-prodotta d Bridges con step-back dalla diagonale destra a 10:15.

A 9:55 accorciava con un lungo due da ribaltamento Morris e la gara andava avanti con un leggero predominio nei punti da parte di Charlotte anche perché Bridges dall’angolo sinistro firmava un altra tripla (8-4).

Il vantaggio di Charlotte si estendeva sino a 8 punti dopo un ½ di Bridges dalla lunetta (bello suo suo crossover no look contro Morris che rimasto dietro ricorreva al fallo vicino canestro) ma Boston rimontava pompata da Irving che firmava anche il sorpasso a 5:45 sul 14-15 tuttavia l’appena entrato Lamb rispondendo immediatamente da tre punti riusciva a lanciare un bagliore nel buio momento degli Hornets per il contro-sorpasso (17-15).

Era ancora Irving, questa volta con una irresistibile entrata su Bacon a realizzare il vantaggio per gli ospiti (17-18), un gap che piano piano lievitava a favore dei verdi (19-23 con tripla di Irving, 25-30 a 1:47 dopo una tripla di un caldo Brown) sino al +8 quando Brown infilando due liberi a :55.5 firmava il 27-35 ritoccato da altri due FT di Kaminsky che chiudeva sul 29-35 il primo quarto.

Le Honey Bees con le riproduzioni dei costumi classici delle dance bracket anni ’90…

CHARLOTTE, NC – MARCH 23: Marvin Williams #2 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Boston Celtics on March 23, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Era ancora il Tank a proseguire nelle realizzazioni dopo lo stacchetto, questa volta andando sino in fondo in entrata ma Ojeleye cominciava il quarto in maniera “pesky”.

La sua tripla (31-38) inaugurava una serie incredibile di triple ricorrenti dei Celtics che grazie ad esse si avvantaggiavano nonostante le risposte degli Hornets, la prima delle quali arrivava da Monk a 10:36 (34-38).

Da tre punti si registravano: Tatum a 9:05, Kaminsky a 8:46 (39-43), Rozier a 8:29, Morris a 7:03 (42-51 e Graham da catch n’shoot (diag. sx) che dopo tre passaggi rapidi mentre gli Hornets in transizione spiazzavano la difesa in ripiegamento dei Celtics per un 45-51 ancora rimediabile ma Brown a 5:54 sfiorava l’ossimoro del ridicolo infilando un’altra bomba (9/15 Boston) che unita ai due punti da banker di Irving trascinavano la squadra di Stevens sul 46-56…

Gli Hornets cominciavano a rimontare quando Walker e altri titolari rientravano sul parquet.

Williams servito dal capitano metteva dentro da sotto dietro le linee bostoniane e poi con una strong drive appoggiava bene in uno contro uno per il 50-56.

Una stretta quick spin sulla linea di fondo destra di Bridges sorprendeva un buon difensore come Bridges per una bella dunk.

Charlotte resisteva in difesa con lo stesso Miles a minare le possibilità di Morris e a 2:41 un elastico Kemba, cercando la distanza da Morris, sfruttava la differenza in cm a suo favore passando il lungo e appoggiando dopo il fallo.

Un due +1 per il 55-56 al quale replicava da tre Smart (libero dopo il raddoppio sul passatore) ma “corrisposto” subito da Walker per il 58-59.

Smart in floater non segnava influenzato da Williams, spuntava il Williams di Boston che tentando di ribadire con una inarcata e potente bimane piegava il ferro sul quale rimbalzava poi via la sfera mentre il centro ospite rimaneva a terra ma nel frattempo la transizione era lanciata e il capitano fornendo materiale per il fast layup di Bridges portava sopra i Calabroni (60-59).

A 1:37 gioco fermo dopo essersi accorti del Williams di Boston a terra e applausi dopo la preoccupazione per averlo visto rimaner a terra a lungo per poi tirarsi su dall’area di Charlotte…

Robert Williams III a terra.

Smart dal corner sinistro segnava il 60-62 e Brown schiacciava comodamente in transizione dopo un fallo lamentato da Walker su tentativo di tripla che apriva la transizione…

A :12.8 era Lamb con una tripla d’anca dalla diagonale sinistra a “recuperare” il turno perso da Walker e si andava negli spogliatoi così sul 63-64…

E nell’intervallo va in scena Coolio, un grande della musica rap anni ’90…

3° quarto:

La testa dei giocatori di Charlotte rimaneva in fase d’intervallo con un primo brutto possesso e un Bridges prima stoppato poi costretto a un tiraccio volante sulla stessa azione per non far scadere il tempo…

Charlotte lasciava anche un rimbalzo facile da prendere a Marcus Morris che ringraziava e sul possesso offensivo successivo i bianchi commettevano anche TO…

In più a 10:50 pioveva sul bagnato con una lunga tripla di Irving per il 63-69…

Rientrava nei ranghi la squadra di Borrego con Biz in tap-in su errore di Kemba ma a 10:03 era lo stesso Biyombo a mancare due liberi che dalla parte opposta non falliva invece Irving riportando sopra di 6 pt. Boston.

Dopo due errori di Tatum (1/8 dal campo), Willy a rimbalzo, su errore di Bacon in terzo tempo riportava a -2 Charlotte (69-71).

La tripla di Irving a 8:02 e quella di Tatum a 7:41 rimandavano in scena la fuga ospite a suon di triple (71-79 a 7:33), provava a frapporsi Bridges che a 7:20 infilava la bomba poi in difesa rovinando un possibile alley-oop a Theis scattando sulla transizione riceveva da Kemba per il suo alley-oop a 6:24 (76-81).

Morris da tre batteva il close-out di Willy ma Kemba replicava da oltre l’arco scagliando un’altra delle frecce al suo arco per il triplice danno (79-84), Monk da second chance si univa agli arcieri di Charlotte a 5:09 riducendo il gap a soli due punti (82-84) ma Boston con un accelerata si riportava sul +8 anche se Kemba con due FT firmava l’84-90 aprendo una rimonta aiutata da Rozier che a metà campo commettendo un clear path foul (2:38) regalava due liberi a Monk e possesso a Charlotte sfruttato da Willy su second chance (suo il primo errore).

88-90, panchina in campo mal assortita e andava anche tutto storto dopo il riavvicinamento di Graham sul -1 (fallo di Yabusele puntato in penetrazione).

Persa di Monk e fallo del n° 1 nettamente dopo l’appoggio di Irving nel tentativo di andare a prendere il tempo al play per sparar la palla sul vetro…

Two and one, poi transizione Irving per Brown e tripla di Morris con smistamento show-time di Irving per il parziale di 8-0 che trascinava la squadra di Stevens sull’89-98 con Charlotte sotto di 9 anche per colpa di 8 tiri mancati sugli ultimi 9 tentati…

CHARLOTTE, NC – MARCH 23: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets handles the ball against the Boston Celtics on March 23, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

L’inizio dell’ultimo quarto rischiava d’annientare la gara perché la panchina si mostrava mentalmente inconsistente.

Un catch n’shoot di Rozier su Graham da tre punti faceva segnare il 57% da tre per Boston contro il 43% di Charlotte.

Non reggeva Lamb a Tatum e Brown da tre punti firmava il 94-110.

Sepolti sotto una grandinata di triple e con una difesa friabile come dimostrava ancora Brown appoggiando per il +18 Celtics, gli Hornets avevano l’unica speranza nel rientrante Kemba.

CHARLOTTE, NC – MARCH 23: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Boston Celtics on March 23, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Era proprio Kemba a inaugurare la rimonta a 7:43 con una tripla e a provocare la put-back dunk di Bridges a rimorchio del capitano poco più in là.

Stevens chiamava un time-out per frenare la leggerezza dell’approccio dei suoi…

A 6:21 Kemba realizzava un’altra volta da fuori assottigliando il divario a 10 pt. (102-110) e quando anche Bacon entrava a far parte dell’arrow team colpendo da fuori a 3:40 il contatore geiger rilevava una presenza consistente di particelle cariche sotto forma di Calabroni…

14-0 run, 108-112 nel punteggio ma Brown provava a chiuderla su uno scarico a sinistra colpendo da tre punti e portandosi a 29 …

Kemba però non ci stava e ormai in the zone esplodeva a 2.54 la tripla del -4 Smart commetteva due falli di Graham in attacco, nel mezzo del crunch time Stevens spediva in campo anche Morris ottenendo di più una volta lo stesso risultato: zero…

Kemba fuggiva sulla baseline destra per appoggiare due punti, rispondeva Irving nel traffico con palla ferma e sospesa per un istante sul primo ferro poi con un long two Kemba battezzava il difensore per il 115-117 per apprestarsi al sorpasso.

Irving mancava la tripla, Walker dall’angolo destro riusciva a prendersi lo spazio su un disastroso Tatum per sorpassare a 1:19 e il rumore del pubblico creava una connessione fastidiosa per Irving che falliva ancora da fuori, ormai stanco.

Rimbalzo e canestro annullato a Walker (non c’era continuazione per la terna) per fallo precedente di Irving che faceva tutto lui in difesa: stoppata su Kemba, palla quasi immediatamente persa (grandissima rubata di Miles) e fallo su Williams che sulla prosecuzione dell’azione a :41.2 estendeva a tre punti il vantaggio.

Boston provava con un paio d’azioni a pareggiare ma sulla tripla di Rozier contro Graham arrivava solo il fallo da loose ball di Irving sempre su Williams.

Mano fredda per il numero 2 e partita in ghiaccio a 14:0 secondi dal termine sul 122-117.

L’air-ball da tre di Irving e i due pt. di Kemba chiudevano in gloria la serata.

Pagelle

Kemba Walker: 9

36 pt., 11 rimbalzi, 9 assist, 2 rubate. 11/25 dal campo con 6/13 da fuori e un +21 in plus/minus… Lo fa un’altra volta… Era stato lui a vincere la gara casalinga con Boston ed è ancora lui con 18 punti nell’ultimo quarto a siglare il 2-2 stagionale con i Leprechaun. Il vero folletto è lui. Irving sembra giocar meglio di lui per tre quarti anche se il capitano non va certo male ma poi nel crunch time firma avvicinamento e sorpasso… Miles gli rovina la possibile tripla doppia nel finale non trattenendo un passaggio sotto ravvicinato da spinger dentro ma comunque disturbato da un difensore, nulla toglie a Walker sul merito della vittoria. Un fascio di nervi che scatta e saetta nell’ultimo periodo…

Dwayne Bacon: 6

11 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. 4/10 dal campo. Per larghi tratti mi chiedo se ci creda quando va in entrata. Sembra prendere iniziative improbabili alla Filini (in Fantozzi) attaccando in maniera difficile in canestro in uno contro uno poi si fa valere su una di esse di fisico rischiando lo sfondamento ma porta a casa tre punti. Provvidenziale la tripla a 3:40 che lo rivaluta un po’ sulle difese su Irving, meglio se gli capita qualche volta Tatum…

Miles Bridges: 8

20 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate. 8/13 dal campo mostrando una buon tiro da fuori con 3/6… Frusta la retina ed è aggressivo in difesa dove rovina a Theis un alley-oop per andare in transizione a segnarlo. Segue Kemba e segna due punti a rimorchio nell’ultimo quarto e nel primo tempo mostra uno spin velocissimo su Smart per arrivare alla dunk. Aggiungiamo la rubata a Irving nel finale, anche se non trattiene un passaggio di Walker perdendo palla oltre il fondo in un momento potenzialmente decisivo. Deciso e aggressivo mette dentro anche 20 preziosi punti facendo da secondo violino.

Marvin Williams: 7

13 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/9 dal campo, un paio di perse, una banale con un passaggio all’interno debole nel secondo tempo con la difesa di Boston che chiude con due uomini davanti al centro ma anche se non prende molto da fuori, usa bene il fisico sia in difesa (buona difesa finale su Irving) che in attacco per arrivare a canestro e nel finale sigilla in modalità “ice” la W con 4 liberi.

Bismack Biyombo: 6

4 pt., 4 rimbalzi. Gioca in tutto 8:48. Borrego lo toglie giustamente nel secondo tempo quando con uno 0/2 ai liberi inizia a far pensare che un fallo quasi sistematico alla bisogna dei Celtics su di lui possa attardare i Calabroni… Non male in attacco e benino a rimbalzo.

Jeremy Lamb: 5

8 pt., 8 rimbalzi, 1 stoppata. 3/11 dal campo e un -19 di plus/minus non casuale. Non è la sua partita in attacco e si nota anche se gli 8 punti sono oro alla fine ma da lui ci si aspetta di più in percentuali e precisione. Bene a rimbalzo ma non tiene nell’uno contro uno creando anche qualche problema extra in seconda battuta se qualcuno tenta l’intervento.

Devonte’ Graham: 6,5

4 pt., 3 rimbalzi, 3 assist. 1/6 dal campo. Resta inguardabile o quasi al tiro e in difesa è un po’ un buco facendo fatica a coprire quando serve. Poi nel finale si esalta, prende due sfondamenti da Smart contribuendo in maniera decisiva alla vittoria e Borrego tenendolo in campo non fa male, fa girar la sfera senza esagerare senza commetter TO.

Willy Hernangomez: 6

8 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 4/8 dal campo. 2 TO e un -11 in +/- figlio di una difesa non efficace anche e ci prova ma gli va male diverse volte come su un close-out da due su Brown e anche in uscita da tre non gli va meglio. In attacco segue bene sul lato opposto del tiro e sugli appoggi gli capitano rimbalzi e riesce a metter dentro anche punti grazie all’ottimo posizionamento in caso di errore.

Frank Kaminsky: 6

7 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. A parte uno sfondamento non fa male in attacco con 2/4 al tiro e un 2/2 ai liberi però è coinvolto nel tracollo a cavallo degli ultimi due periodi ed è un po’ il solito problema difensivo di tutta la squadra nel tenere il parquet, difesa 1 vs 1 e spaziature. La squadra va in difficoltà e lui con essa ma una sufficienza la merita direi.

Malik Monk: 6,5

13 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. 3/6 dal campo e 4/4 in lunetta. Un po’ troppo falloso e in maniera inutile. Aggressivo ma fin troppo in certe occasioni, un paio di tiri presi da due troppo in fretta mentre da fuori piazza tre delle quattro triple tentate. Punti importanti ma ancora un paio di TO di troppo.

Coach James Borrego: 6,5

Penso che si sia rivolto a una nota ditta che fa consegne veloci on-line (anche se a me questo servizio non piace) per avere un santino dopo tutte le triple subite dai Celtics. Forse tra le due ultime frazioni il quintetto è troppo sparagnino ma deve arrangiarsi sulle rotazioni con ciò che ha. Gli rimandano Walker in versione beata e vince la partita con un incredibile parziale di 30-5 finale. Matematicamente ancora agganciati alla corsa playoffs anche se personalmente non ci credo più molto. Vittoria n° 33.

Versione commento Boston (la prma) e Charlotte la seconda…

Game 71: Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves 113-106

Intro

Partita crepuscolare allo Spectrum Center.

Se Charlotte avesse una franchigia gemella opposta, sotto certi aspetti questa potrebbe essere Minnesota.

I Timberwolves sono sorti l’anno successivo a quello degli Hornets e come loro non hanno mai portato a casa nulla di realmente importante nonostante le rispettive arene nelle prime disastrate annate (non solo) fossero gremite di fan entusiasti.

I bei tempi sono lontani per ambo le franchigie e i tempi del vero Kevin Garnett sono lontani.

Nel 2003/04 arrivano per l’ottava volta consecutiva ai playoffs, ma dopo esser sempre stati eliminati al primo turno, eccoli arrivare in finale di Conference perdendo contro i Lakers senza i due primi playmaker (infortunati).

La squadra non riesce più a raggiungere i P.O. Sino lo scorso anno, nuovamente eliminata rapidamente al primo round.

Due squadre rappresentate da uno spirito guida buio (Lupi e Calabroni) nell’immaginario collettivo, due animali anche notturni dipinti in maniera affascinante (mezzo muso o capo ombreggiato e l’altra parte illuminata dalla luce nel penultimo stemma Wolves e nell’ultimo Hornets) nei loghi attuali, ma anche nei precedenti.

Le coincidenze non si fermano qui.

Una triste stranezza è quella che vede i due team accomunati nel lutto nell’anno 2000.

L’inizio dell’anno è subito segnato dalla tragedia di Phills, l’apprezzata (dentro e fuori dal campo) guardia degli Hornets che al ritorno da un tranquillo shootaround muore in un incidente stradale dettato probabilmente da una velocità inadeguata alla situazione di traffico.

A maggio invece, nelle fila dei Timberwolves decede Malik Sealy guardia newyorchese che aveva casa nel Bronx.

Il padre faceva il pugile ed era stata una delle guardie del corpo di Malcom X, da qui ecco il nome per il figlio (Malcom X dopo un viaggio alla Mecca tornò con il nome di El-Hajj Malik El-Shabazz) in onore del pensatore di colore.

Sealy, di ritorno da una festa di compleanno del compagno Garnett, venne centrato da un ubriaco alla guida di un pick-up.

Malik Sealy in un’immagine tratta da un American Superbasket del febbraio 2000. La rivista propose solo tre mesi prima un bell’artcolo su di lui prima della sua scomparsa.

Per Sealy non ci fu nulla da fare vista anche la sua Range Rover sprovvista di air-bag che aveva invece l’auto dell’investitore che paradossalmente si salvò grazie a esso…

Due squadre che tuttavia hanno ormai abdicato alla possibilità di raggiungere i P.O..

I Timberwolves hanno un record attuale di 32-39 contro il 31-39 di Charlotte…

Due team che meriterebbero di più, prigioniere di errori societari e delle regole di mercato NBA.

Due squadre che ottengono, nonostante annate non brillanti, in questi anni solo una prima scelta a testa (1991 LJ2 a Charlotte e 2015 Towns a Minneapolis, oltre al paradossale Anthony Davis per i New Orleans Hornets che tuttavia soffiano la prima posizione ai Charlotte Bobcats, oggi Hornets) contro la recente twice di Phila e la triplice (saltando l’anno del Monociglio) dei Cavaliers…

Stranezze statistiche che non mi fanno credere in una lottery pulita…

Anche perdendo, oltre ad avere un record finale migliore sicuramente di squadre come Bulls, Cavs, Knicks, Suns e Hawks, probabilmente non sarebbero così “fortunate” da scalare posizioni alla lottery.

Tra i problemi di Charlotte c’è quello di rifirmare Walker che anche non prendendo il massimo potrebbe andare sui 38 milioni a stagione secondo queste proiezioni di Fox…

Tanto vale giocarsela e provare a vincere contro i Timberwolves le cui sfortune non possono che farmeli risultare simpatici con l’augurio di vedere entrambe le squadre prendere il posto delle solite potenze che monopolizzano il mondo NBA ma per quello serviranno da parte delle proprietà “consistency” e solidità…

Le formazioni:

La partita in breve

Descriverò i quarti in maniera più breve sotto, trovando una formula ibrida con ciò proposto fino a oggi.

Scriviamo che gli Hornets, in serata con le assenze di MKG, Zeller e Parker, compensate da quelle di Teague e Rose nelle fila degli ospiti portano a casa una gara equilibrata attraverso la difesa non sprecando nel finale quella decina (circa) di punti di vantaggio creatisi nelle fasi centrali dell’ultima frazione.

Borrego manda in campo i giovani e sposta Bacon nel quintetto iniziale togliendo a Batum la titolarità (domani nevica a Charlotte visto l’evento).

La squadra come il solito gioca bene in casa e contro dei Timberwolves bravi dalle parti del pitturato basta poco a Charlotte per scavalcare in classifica i Lupi.

Towns finirà ingabbiato, capace comunque di firmare 21 punti e 16 rimbalzi, Wiggins terminerà a 20 punti, Saric a 15 tallonato da Tyus Jones a 14.

Charlotte vince a rimbalzo 55-49 e negli assist 26-23 inoltre tira meglio in lunetta con 18/24 contro il 18/29 dei T. Wolves ( 62,1%, l’incapacità degli ospiti ai liberi sarà fattore determinante sul risultato) mentre i TO saranno 10-13.

Hornets che tirano “peggio” dal campo con il 43,0% a confronto del 44,3% avversario ma i tiri dal campo sono alla fine 100 per Charlotte e 88 per i Lupi e parziale tra panchine di 46-26…

Alcune Honey Bees durante la presentazione del quintetto iniziale.

La partita

1° quarto:

Dopo la palla conquistata sul salto a due e il primo vantaggio ospite firmato da Tyus Jones la partenza degli Hornets era buona in particolar modo per Williams che stoppava Wiggins segnava il 3-2 in ritmo dalla diagonale destra e pareggiava con un lungo due punti dalla diagonale opposta rispondendo a Towns e riportando il match in parità.

Con i Timberwolves avanti 7-8 gli Hornets perdevano un turno in attacco pur conquistando due rimbalzi offensivi ma due tiri da fuori di Walker e uno di Williams, sempre da oltre l’arco non entravano mentre i Timberwolves si dimostravano più concreti portandosi nel giro di poco sul 9-1 con una drive a appoggio di Wiggins.

Bacon invitava con un bound pass verticale in un area affollata Bridges abile ad arrivare in back-door all’appuntamento con la presa e successiva schiacciata dalla linea di fondo e poi da una second chance era proprio Dwayne a riportare sul -1 Charlotte (13-14) ma un parziale di 0-6 per gli ospiti trascinava la gara sul 13-20.

Dentro Batum per Bridges e Frank per Marvin e gli Hornets finalmente a 3:05 ottenevano il primo canestro dal capitano.

Per riportarsi dotto a Charlotte però servivano un tiro di Lamb con spinta sulla schiena di Bates-Diop dall’uscita dal blocco per un’azione complessiva da tre punti e altrettanti diretti da Monk che dall’angolo sinistro sparava bene dopo essersi liberato a 1:07 (21-23).

Timberwolves a pochi istanti dalla fine del primo quarto sopra 22-25 ma d’un soffio ad anticipare la sirena dal corner opposto era ancora Monk a colpire trovando il pari a quota 25.

CHARLOTTE, NC – MARCH 21: Miles Bridges of the Charlotte Hornets dunks the ball during the game against the Minnesota Timberwolves on March 21, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Un tap-in volante con fallo subito portava nelle casse dei Lupi un gioco da tre punti firmato Wiggins a 11:18 mentre sull’altro lato il mirino di Frank the Tank si dimostrava ancora sballato pur con il colpo ravvicinato (0/5 comprese due stoppate subite).

Sul 25-29 era Monk con un’altra bomba dall’angolo destro a riportare Charlotte sul -1 (3/3 per Malik da fuori) mentre su un fast break gli Hornets mostravano una triangolazione verticale chiusa raffinatamente da Hernangomez che da sotto aspettava anche il fallo in ripiegamento di Tolliver.

Due punti senza il jolly mancato in lunetta ma Hornets al comando 30-29.

I Timberwolves però ripassavano sopra i Calabroni in poco tempo e maniera decisa con due triple di Reynolds a evidenziare i problemi di Charlotte nel fermare rapidi parziali degli avversari.

Sul 32-39 era il capitano a caricarsi sulle spalle la squadra iniziando a segnare con un entrata diagonale seguita da un arresto e tiro vincente sopra Dieng.

Su un’altra uscita da un blocco questa volta era Kemba a esser spostato da dietro in salto come Lamb nell’azione descritta nel primo quarto.

Altra giocata da tre punti che a 6:43 riavvicinava i teal sul 37-41 prima che Charlotte approfittasse anche di due liberi mancati da Okogie e di una difesa sorpresa da un accelerata sul lato destro di Bridges che arrivava a canestro segnando con una dirompente tomahawk.

Gli Hornets restituivano anche le due triple in rapida serie, la prima con Kemba e la seconda con Marvin in arresto e tiro in ritmo da fast break dalla sua mattonella (diagonale destra) per il 45-41.

Ribaltato il risultato nel finale Kemba lo manteneva con qualche libero finendo il quarto con 13 punti (6/7 ai liberi) mentre i Lupi finivano con un 12/18 dalla lunetta rimanendo sotto nel punteggio 54-51 con Wiggins unico della squadra ospite in doppia cifra (12 pt.) battuto dai 15 totali di un Walker con un 1/7 da fuori.

Un altro accattivante stacchetto delle Honey Bees.

3° quarto:

Bacon apriva la ripresa con due liberi ma Saric infilava la tripla, la gara era ribaltata con un cambio lato per Wiggins che dal lato debole (il destro) segnava da tre punti il 56-57 prima del contro-sorpasso di Williams a 10:17 in floater.

Con la tripla (3/10) di Jones le squadre impattavano sul 63 pari raggiungendo un equilibrio rotto da un mezzo-gancio di Biz abile ad agguantare un passaggio missile ravvicinato di Miles che poi andando ad attaccare il ferro veleggiava da sinistra a destra oltre un Saric in salto che non resisteva all’allungo di destra del n° 0.

La gara comunque rimaneva in bilico e servivano due punti di Biz, seguiti da due di Walker il layup da fast break per far acquisire alla squadra di Borrego un piccolo vantaggio (73-68) a 5:03 dalla fine del terzo quarto.

Il parziale aumentava sino all’8-0 firmato da sotto alla sinistra del canestro dal nostro centro spagnolo (77-68) ma gli Hornets dimostravano di non saper gestire un vantaggio venendo affondati da due triple di seguito di Tolliver e da un contropiede di Dieng che approfittava della brutta apertura di Monk per segnare in transizione subendo il blocking di Malik in ripiegamento.

Mancando il libero il parziale dei T.Wolves s’interrompeva sull’8-0 e sul 77-76 prima che Graham splittando a 1:36 lo interrompesse.

Bayless pareggiava con un jumper frontale ma ancora Graham con un ½ dalla linea della carità faceva ripartire Charlotte che dal terzo play a :21.7 trovava anche un buon pullup dalla media dopo il tentativo di puntata da crossover.

Tolliver segnava con un circus shot ma dopo la luce rossa e si andava all’ultimo quarto conservando i tre punti di vantaggio sull’81-78.

CHARLOTTE, NC – MARCH 21: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets handles the ball during the game against the Minnesota Timberwolves on March 21, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

A rimetter subito in discussione il match ci pensava Wiggins che con balzo da triplista segnava una bimane veleggiando mentre Dieng, scovato in area a 11:21, era fermato da un fallo.

Due liberi splittati, mancato sorpasso ma pareggio quindi le incursioni di Lamb su Bayless e di Monk sui lunghi (pur rischiando seriamente la stoppata) andando a buon fine, tornavano a spinger Charlotte verso la fuga (85-81).

Dieng con finta e lento tiro batteva i cm di Monk da media distanza ma era proprio Monk con uno step-back 3 a battere uno svogliato Wiggins e a favorire la fuga degli imenotteri che ricevevano ulteriore spinta da un jumper di un Lamb bravo a raddrizzare un po’ le statistiche misere di serata del primo tempo (90-83).

Un fallo di Monk su Towns portava 3 punti agli ospiti ma Lamb andava a caparbietà a catturare un rimbalzo offensivo dopo un errore di Frank da fuori, correggendo anche sé stesso in tap-in dopo il primo errore.

Lamb si accomodava momentaneamente in panchina sulla doppia doppia mentre su un’entrata in euro-step di Kemba Jones feriva il capitano con una zampata ma non bastava per fermarlo nell’appoggio vincente (c’era anche un FT mancato).

96-86, un vantaggio che scemava sul 96-90 a 6:01 quando Borrego saggiamente chiamava un time-out.

A 5:42 Kemba pescava con un lungo bullett pass Willy che segnava sdebitandosi poco più tardi alla stessa maniera con il capitano a realizzare il 100-91.

Per Towns arrivavano raddoppi e ormai era Wrestling con falli lamentati o possibili fischiati (pochi dati) a favore degli ospiti che a 2:55, dopo aver lamentato un fallo per Towns in area beneficiavano sul rimbalzo di due FT per Saric che tuttavia splittava portando la gara sul 104-96.

A 2:42 Williams firmava la tripla dalla diagonale sinistra e Kemba ne aggiungeva due facili portando sul +11 la squadra del North Carolina (109-98).

L’ultima reazione dei Lupi li portava a segnare con Towns da tre punti il 111-106.

L’ululato ospite consigliava a Borrego d’accendere un fuoco intorno alla panchina durante il time-out per scacciare le belve del Minnesota.

Charlotte comunque conservando 5 punti a :29.2 dalla fine non soffriva più anche se Williams anticipava d’un soffio il passaggio di un Kemba raddoppiato costretto a scaricar palla con un lob per evitare gli 8 secondi nella metà campo difensiva.

Rifiniva con due FT proprio il capitano per il 113-106 finale e gli Hornets agguantavano la parità nella serie stagionale con i Lupi.

Pagelle

Kemba Walker: 7

31 pt., 5 rimbalzi, 6 assist. 10/22 dal campo. 1/8 da fuori. Finisce il primo tempo con un 1/7 da fuori poi si da una regolata e va a giocare sul facile considerando anche la non enorme pressione distante dal buco nero del pitturato dei T. Wolves. Dalla media distanza trova spazi che nel finale ha a disposizione anche sotto. In entrata è troppo rapido per gli avversari e alla fine giocando intelligentemente porta a casa 31 punti.

Dwayne Bacon: 5,5

4 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Dalla G-League alla titolarità al posto dell’inamovibile Batum è un bel salto. Benino in difesa ma dal campo fa 1/8… Gioca quasi 19 minuti non sprecando palloni se non al tiro ma si rifà innescando i compagni con 5 assist e appunto, zero TO.

Miles Bridges: 7,5

11 pt., 12 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. 5/8 dal campo. Spreca poco Miles che si spreme anche in difesa volando a rimbalzo anche se alcuni glieli concedono facilmente i Lupi che si retraggono in difesa. Prima doppia doppia di Miles nel giorno del suo compleanno. Su tutti quegli uno consecutivi può accendere le candeline, quella esplosiva la mette con una tomahawk jam sorprendendo la difesa avversaria in corsa.

Marvin Williams: 7

13 pt., 3 rimbalzi, 2 rubate, 3 stoppate. 5/6 al tiro con ¾ da fuori. Segna i primi 5 punti di Charlotte e aggiunge nel finale una tripla importante, inoltre se all’inizio stoppa Wiggins nell’uno contro uno, nel secondo tempo anche in chiusura va a dare una mano in stoppata. O tutto o niente per Marvin che varia con sbalzi di temperatura e umore da serate ottime come questa a serate pessime come quelle contro Miami. Non ha tantissima pressione addosso ma è comunque bravo nel mettere tiri anche in fast break trovando il suo ritmo.

Bismack Biyombo: 6

8 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. In difesa più che la differenza fa densità ma trova una buona mano in attacco dove scarica dei tiri dalla media che vanno a bersaglio. 4/6 dal campo che aiuta un po’ Charlotte ma va sotto nel plus/minus di 5 punti.

Jeremy Lamb: 6

13 pt., 10 rimbalzi, 1 assist. +3 di plus/minus con 6/20 dal campo, numeri un po’ raddrizzati nella seconda parte della gara dopo l’1/8 del primo tempo e i soli tre punti. Caparbio lotta sotto le plance a rimbalzo con foga. Mostra di essere atletico ma sembra aver smarrito il tocco magico in floater dopo l’errore finale della gara precedente. Serve continuare a crederci senza farsi condizionare dal passato. Gli errori capitano e modificare qualcosa si può ma nel caso snatura un po’ il tiro in peggio. I suoi punti nel secondo tempo e i rimbalzi che lo portano in doppia doppia gli garantiscono una sufficienza.

Nicolas Batum: 5,5

2 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. 1/5 dal campo, 3 falli, eppure un +10 di plus/minus pur alternando buone difese ad assenze di fisicità pesanti. Tolliver gli scarica in faccia la seconda tripla e poi lasci andare Towns che poi andrà a stoppare in area con buona resistenza. I suoi due punti arrivano su una piratesca incursione chiusa con una dunk di destro ultrapotente che batte anche l’ultima resistenza di Towns. Zero assist giocando con le riserve nel finale.

Devonte’ Graham: 6

5 pt., 5 assist. Gioca 12:49 riuscendo a dare slancio ai compagni attraverso gli assist. Bello quello per liberare Monk nell’angolo e peccato per il 3/6 dalla lunetta che gli toglie un mezzo voto. Oggi va bene ma in altre partite potrebbero essere tiri decisivi.

Willy Hernangomez: 7

10 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. Buona gara di un’altra faccia rilanciata da coach Borrego. Non sempre in difesa è presente come quando sul post basso sinistro tiene una posizione troppo laterale su Towns che gli gira facilmente oltre andando con lo spin verso la linea di fondo. In altre circostanze resiste meglio influenzando anche qualche tiro e questa è una piacevole novità anche se ricorre a 5 falli, lotta. 5/6 dal campo sprecando poco e buona intesa con Kemba nel finale.

Frank Kaminsky: 5

2 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 2 stoppate. 0/6 dal campo sbagliando da sotto o anche le triple aperte. Subisce due stoppate ma le restituisce. Non una gran serata per Frank a lungo fatto rimaner in panchina per dare poi spazio a Willy.

Malik Monk: 6,5

14 pt., 4 rimbalzi. 5/10 dal campo. Essenzialmente un tiratore. Altra faccia al rientro, parte bene segnando tre tiri dagli angoli che gli fruttano 9 punti nel primo tempo con il GPS dei Lupi che non funziona. Si spegne un po’ al tiro nella parte centrale tornando a realizzare nel finale 5 punti importanti con uno step back da tre e su incursione folle andata a buon fine. L’headband serve a noi per vederlo giocare in possesso di palla. Due TO, una su uno scarico pessimo che consente a Dieng di segnare e subire anche il fallo (suo) in ripiegamento. Fortuna vuole manchi il libero. In generale tendenza a falli a canestro ormai realizzato ma punti importanti.

Coach James Borrego: 6,5

La squadra gioca una partita con i suoi soliti limiti ma si vede, pur con difese protagoniste, qualcosa di meglio sotto il profilo del gioco, ciò che è mancato a Charlotte in qualche partita da febbraio a oggi.

Game 70: Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 114-118


Intro

Se dovessi scegliere una fotografia esterna al basket a 13 partite dal termine della stagione per illustrare la situazione l’immagine sarebbe questa.

Nella foto sono presenti Salvador Dalì, genio dell’arte a 360° con il suo ocelot Babou.

L’eccentrico artista aveva come animale domestico un gattopardo.

Se dovessi fare un paragone, nel dorato mondo della NBA, Michael Jordan, proprietario degli Hornets, come giocatore potrebbe essere paragonato al lussuoso Dalì per talento mentre, pur amando molto i felini, l’ocelot mi ricorda l’esperienza non felice dei Bobcats.

Già, perché dopo cinque stagioni dalla rinascita degli Hornets a Charlotte con all’attivo solo una partecipazione playoffs (4 anni fa), due fallimenti con il terzo in arrivo a breve, questa squadra senza grandi progetti, incastrata nella Persistenza della Memoria (gli orologi che si dilatano e sciolgono come nel quadro di Dalì) sembra parente delle Linci arancio più che dei Calabroni teal & purple.

Se dovessi scegliere una fotografia reale sarebbe quella sottostante di Marvin Williams nello spogliatoio dopo la gara a Miami.

C’è del rispetto da parte mia nella sconfitta (quello che dovrebbero avere tutti gli sportivi), nemmeno il giocatore più forte al mondo non è mai stato battuto e spesso la sconfitta da stimoli per provare a migliorarsi ulteriormente attraverso il lavoro.

Se dovessi completare la trilogia scegliendo un’immagine surreale rimarrei su Dalì e il suo quadro: “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio”.

DALÍ, Salvador_Sueño causado por el vuelo de una abeja alrededor de una granada un segundo antes del despertar, 1944_510 (1974.46)

Lascio a voi l’interpretazione dell’opera nella quale una piccola ape ronza intorno al frutto “provocando” un surreale sogno che alcuni critici hanno interpretato come riferimento alla teoria dell’evoluzione tratto dal racconto di una sua modella…

Personalmente mi piace pensare che questo quadro metta in scena le elaborazioni irrazionali nel sonno del nostro cervello che può elaborare dal giorno razionale gli accadimenti che più lo colpiscono e mettere in scena assurdità nel mondo dei sogni.

Certamente il sogno dei fan di Charlotte è chiaro, avere un team vincente e magari nel giro di qualche anno puntare a ottenere almeno un titolo tuttavia al momento credo che la situazione nella Queen City sia d’oggettiva difficoltà e il risveglio dall’incubo dell’aggressione (tigri, baionetta) della Regina non muterà molto la situazione tanto che il cronista Bonnell del Charlotte Observer, legato indissolubilmente agli Hornets, è tornato a parlare di possibile partenza di Kemba in estate.

13 partite alla fine per tankare o per qualche piccola soddisfazione.

Le motivazioni potrebbero essere quelle indicate una ventina d’anni fa da Dave Cowens coach dell’epoca, il quale diceva di voler battere (una volta almeno) le altre franchigie avversarie.

Quale occasione migliore per provarci se in serata arrivavano i 76ers?

Contro Phila la squadra di Borrego avendo già giocato tre volte perdendo sempre (anche se su un paio di gare episodi pesanti hanno finito per minare le due gare compresa quella da 60 punti, record della franchigia di Walker) cercherà il riscatto o si arrenderà in fretta?

La partita in breve

Altra fotografia della stagione degli Hornets.

Quattro partite contro Phila, tutte perse con uno scarto totale di 10 punti…

Charlotte ci prova anche a vincerla ma mostrando tutti i suoi enormi limiti.

Anche questa volta gli Hornets vanno vicini alla vittoria cercando di sfruttare l’assenza di Embiid (agli Hornets mancava Parker) ma è il solito finale amaro e direi anche beffardo in quest’occasione.

Una partita persa per dettagli tra FT lasciati lì, qualche fallo speso inutilmente e scelte, sebbene sulle possibili svolte offensive della gara siano stati sbagliati i tiri da fuori…

Andiamo con ordine…

Primo quarto con un tentativo d’allungo dei Sixers firmato Simmons che tra schiacciate (buchi della difesa di Charlotte) e l’appoggio per l’11-17 provava subito a incanalare la gara a favore dei suoi.

Gli Hornets rispondevano con una tripla di Lamb per il 23-25 e con due tiri sempre del nostro numero 3 per il vantaggio (28-27).

Si potrebbe chiudere avanti il primo quarto ma un fallo inutile di MKG in uscita su JJ Redick costava il sorpasso sul 30-31 (2/3 ai FT).

Secondo quarto simile al primo ma questa volta era JJ Redick con due triple consecutive a tentare la fuga (39-46), tuttavia gli Hornets resistevano nonostante l’assenza di Walker finito in panchina a metà del primo quarto per aver raggiunto già tre falli.

Nel finale di quarto Lamb apriva (3:08) la rimonta con una tripla e a 2:44 una bimane di Miles riportava Charlotte sul -3.

Dopo il classico elastico nel punteggio Charlotte chiudeva sotto con il medesimo gap sul 59-62.

Rientrava Kemba nel terzo quarto ed era esattamente il suo, Dopo due punti immediati la danza chiusa con lo step-back 3 su JJ Redick valeva il 64-63, a 7:17 un’altra bomba del capitano segnava il 73-72 ma i Sixers cercavano di riprendere il controllo delle operazioni riuscendovi momentaneamente così un turnaround di Butler valeva il 76-82.

Un parziale di 11-0 pro Hornets chiuso da un elegante e stretto reverse layup di Walker trascinava Charlotte sull’87-82 anche se Charlotte rinunciava a MKG colpito involontariamente al capo da Johnson per colpa di una trattenuta si Simmons che sbilanciava il n° 14 in ripartenza.

Terzo quarto chiuso sull’89-85 per i Calabroni che facevano scattare la luce rossa d’allarme nell’ultimo quarto nonostante a 10:40 un gioco da tre punti del Tank issasse sul +5 (92-87) Charlotte.

Gara punto a punto nella quale Walker con un jumper su Ennis III raggiungeva 21 punti in 22 minuti e Charlotte agguantando il 100-97 si portava sopra di tre punti, “annullati” proprio da Ennis II a 5:49 a mezzo tripla.

Butler usando il fisico sotto canestro riusciva in modalità volley a portare la gara sul 103-107 ma la panchina Hornets con due punti di bacon si lanciava all’inseguimento (106-107 e un 53-11 a favore di Charlotte tra le bench).

Dopo una dunk di Simmons, Lamb sparava proprio sull’avversario una tripla no fear dalla destra solo cotone impattando sul 109 pari ma Butler battendo Frank da fuori sembrava voler ripeter il finale dell’ultima gara.

C’era ancora tempo però e due liberi di Jeremy dopo uno scambio con il Tank ci riportavano a -1.

Uno scarico perimetrale di Butler per Ennis III dava modo all’attaccante più improbabile di colpire nuovamente portando sul +4 i suoi.

Lamb forzava un tiro da tre ma Ennis ingenuamente alzando il braccio impattava sul gomito destro dell’attaccante.

3/3 a :12.1 dalla fine e 114-115.

Hornets costretti al fallo su Harris che splittando regalava una possibilità consistente a Charlotte.

Gli Hornets decidevano d’andare in entrata con Lamb che non si accorgeva dell’avversario (McConnell) scivolato all’ultimo sotto canestro, con Lamb sotto tutto solo pronto ad appoggiare ecco l’imprevisto, palla a ballare sui bordi dell’anello e a uscire per il più classico degli errori…

Un errore fatale perché gli Hornets senza time-out erano costretti a ricorrere al fallo e il 2/2 di Harris non lasciava più spiragli nemmeno per un miracle shot che trascinasse ai supplementari la gara.

28 punti di Simmons, 27 punti e 10 rimbalzi per JJ Redick, 23 pt. e 9 assist per Butler e 22 pt. + 11 rimbalzi per Harris.

Ennis III ha provveduto dalla panchina nei momenti decisivi con 14 punti, tutti quelli dei 76ers portati dalla bench, travolta 61-14…

Gara da prendere come cartina tornasole della stagione a livello statistico negli assist, tabellino nel quale siamo stati nettamente surclassati 16-29 anche se Charlotte come spesso accade va molto più spesso in lunetta degli avversari in questi casi. Il 33/44 contro il 21/28 dei Sixers equivale un 75,0% per ambo le squadre ma gli 11 errori degli Hornets costano davvero caro…

Charlotte sotto nelle percentuali al tiro con il 43,4% contro il 50% degli avversari (qui si denota l’incapacità di fermare un play fisico come Simmons giunto in schiacciata diverse volte e anche la fisicità di Butler), calando ancora nel tiro da tre punti con il 25,7% contro il 34,4% (altra pessima percentuale per una squadra che negli anni ’90 faceva fortuna con il tiro da oltre l’arco).

Poco bravi a forzare al TO gli avversari, Charlotte è rimasta sotto la decina con nove ma ha ne ha fatti commettere agli avversari solamente sette.

Hornets che approfittano dell’assenza di Embiid per vincere 46-44 a rimbalzo ma è troppo poco per vincere.

Le formazioni:

Errata corrige: Zeller è out, c’è un errore nella grafica proposta da Fox, il titolare di serata come centro è Biyombo.

La partita

1° quarto:

Apriva le danze Philadelphia che a 11:36 trovava un’inaspettata fulminea tripla di JJ Redick.

Gli Hornets rispondevano con il giro completo in corsa di Bridges che sulla rotta a dritta si elevava poi su Butler per il canestro del 2-3.

Un fallo da dietro su Simmons di Kemba mandava in lunetta il giovane attaccante che splittando portava sul 2-4 la gara.

Era ancora Bridges attaccando il ferro a depositare altri due punti che impattavano la gara.

Poco dopo a Kemba era chiamato il secondo fallo (dubbio), Butler sulle rotazioni era preso da Kemba che subiva il tiro ma vedeva il ferro salvarlo così dall’altra parte il servizio per il catch n’shoot di Marvin da tre punti si trasformava nel vantaggio (7-4) prima che da fuori pareggiasse con un ulteriore bomba JJ Redick.

Williams in transizione trovava a 9:14 il contatto con Harris e riportava gli Hornets avanti di due punti ma dall’altra parte per imitazione due FT di Butler riportavano il match in equilibrio prima che a 8:43 venisse lasciato depositare facilmente A. Johnson con gli Hornets giunti al quarto fallo di squadra.

Walker mancava il primo tiro e Simmons tra difesa latente e preoccupata di commettere il quinto fallo decideva di sfruttare le indecisioni e gli spazi lasciati andando a schiacciare il 9-13.

Walker a 8:08 si rifaceva segnando con l’elbow jumper ma ma era ancora Simmons a colpire l’inconsistente aiuto difensivo di Biz in schiacciata.

Il time-out degli Hornets non fermava Simmons che al rientro metteva dentro anche l’11-17 prima che una drive di Miles con passaggio volante smarcasse Biyombo con passaggio diagonale a sinistra del canestro.

Facile la schiacciata per il centro congolese ma difficile per lui e la difesa geo-localizzare JJ Redick che dalla baseline sinistra tirava da due ravvicinatamente per il 13-19.

Kemba a 6:16 infilava un altro elbow jumper ma poi anche contrastando bene JJ Redick subiva l’anticipo dell’avversario che i corsa tentava di andare ad appoggiare a canestro.

Terzo fallo del capitano immediatamente riportato in panca da Borrego a 6:06.

Dopo i due FT realizzati dai Sixers gli Hornets scendevano a -6 ma Batum lasciato libero a 5:55 realizzava un lungo due punti per il 17-21 prima che Simmons ritentasse la schiacciata nel duello fisico con Biyombo ma vedesse la palla respinta dal ferro.

Tre secondi difensivi Sixers puniti da Batum dalla lunetta e francese che si toglieva lo sfizio della stoppata su Butler che tuttavia recuperando segnava facilmente prima che a 4:46 con un jumper dal mid-range destro Graham alzasse il punteggio anche per Charlotte (20-23).

Un banker di Butler riportava le distanze a 5 e per accorciare servivano un buon close-out di Lamb su Harris (air-ball) e una bomba dello stesso Jeremy a 2:57 che consigliava ai Sixers la pausa.

A 2:33un fallo di Marjanovic su MKG andato a prendere il rimbalzo difensivo e poi in coast to coast costava il -1 agli ospiti (½).

Simmons però colpiva per la terza volta in schiacciata una difesa con i buchi di Charlotte prima che MKG con un alzata e Lamb dalla lunetta (penetrazione a destra e contatto) riportassero sopra Charlotte (28-27) prima dei soliti due punti di Simmons che riportava sopra gli ospiti ma il nuovo sorpasso era firmato da Frank che con il taglio diagonale da sinistra ricevendo nel cuore dell’area il passaggio diagonale sull’altro lato di MKG a formare una possibile V, alzava il 30-29.

Potrebbero finire sopra i Calabroni ma MKG in uscita dal blocco, preoccupato dal tiro di JJ Redick, usciva dal cilindro commettendo fallo sul tiratore.

2/3 e 30-31 a fine quarto.

CHARLOTTE, NC – MARCH 19: Bismack Biyombo #8 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Philadelphia 76ers on March 19, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Per un tecnico a Johnson (3 secondi) Lamb pareggiava immediatamente ma un tap-in di Johnson (0-3 a rimbalzo offensivo) i Calabroni tornavano sotto rimanendovi anche dopo il fallo di Amir su Bacon visto lì1/2 dalla lunetta.

Redick da te punti, Bacon in fing and roll e tripla di MKG da sinistra a 10:11, dopo questi canestri gli Hornets ripassavano avanti sul 37-36 ma dopo due errori al tiro sulla stessa azione di Bacon, bastava un tiro corto frontale di Harris per far riprendere il sopravvento agli ospiti che colpiti dall’uno contro uno di Frank con giro e tiro dal post basso risalivano al comando con l’ennesima schiacciata di Simmons (39-40) in una difesa latitante più di un ricercato.

Una tripla di JJ Redick frontale a 8:11 scavava una differenza di 4 punti prima che arrivasse l’errore del Tank dal lato opposto e un’altra bomba dello scatenato tiratore ospite per il +7 Sixers.

Frank forzava al contatto Butler in post guadagnando e segando due punti ma a parte invertite Butler batteva il Tank tagliandolo come il burro con il jumper con spazio.

Dentro anche Mack dall’utilità di una puntina conficcata in un piede e subito tripla a vuoto quindi allungo dei Sixers con due liberi per il 41-50.

Un pick and pop tra Batum e il Tank non andava a buon fine ma sul rimbalzo si generava confusione e Williams finiva per esser toccato e guadagnar due liberi poi trasformati.

Harris con il turnaround dal post basso recuperava i due punti “persi” ma a a 5:17 uno step back 3 di Batum dall’angolo sinistro faceva incasellare i primi tre punti a Batum in tabellino.

Biz al rimbalzo offensivo appoggiava in caduta oltre tre difensori accorciando sul 48-52 prima di una dunk di Ennis da transizione.

Harris allungava dopo aver beneficiato di un pessimo passaggio di Batum (due FT a 3:24) mentre Lamb era la faccia buona della medaglia delle guardie Hornets con la tripla del 51-56 a 3:08.

A 2:44 la partenza in crossover di Miles e l’entrata da sinistra finivano con una bimane al ferro per il 53-56 ma Johnson sul versante opposto correggeva la leggerezza commessa da sé stesso in appoggio al primo tentativo.

Bacon a 2:09 splittava mentre le belle entrate di Simmons e Lamb alzavano il punteggio sul 56-60.

Simmons si muoveva in salto nell’aria riuscendo a spostare divinamente palla al difensore appoggiando oltre Biz il +6 Phila ma tre liberi (½ Biz e 2/2 di Bacon) chiudevano il quarto sul 59-62.

3° quarto:

Iniziava bene Kemba, fresco dall’insolito riposo nel secondo quarto, con un jumper per il -1.

Simmons dalla lunetta riportava a 2 il vantaggio ospite ma a 9:32 una danza con big step back 3 di Walker su JJ Redick dava la possibilità agli Hornets di passare avanti (64-63).

B. Brown ricorreva al time-out e la sua squadra indovinando una bomba con Harris a 9:16 tornava sopra prima che a 9:05 Walker dalla lunetta procurasse altri due punti per Charlotte impattando a quota 66.

Top shot di Simmons e tripla di Batum a 8:27 per il 69-68, alley-oop di Butler sul ferro ma toccato dietro da Marvin: 2/2 e vantaggio ospite prima del pari firmato da Biz in lunetta grazie allo scarico di Kemba e all’1/2 di Bismack.

Passaggio in ripartenza pessimo di Batum che consegnando palla a Simmons era battuto dall’allungo in reverse dell’avversario e per tornare avanti servivano tre punti dell’infiammabile Kemba a 7:17 (73-72).

Sorpasso di Butler dalla baseline oltre Kemba e Big dunk di Biz da bound pass di Kemba per il contro-sorpasso, roller coaster continuato da Simmons ancora con l’appoggio oltre Biz prima che i Sixers in fast break trovassero anche la dunk di Harris per il 75-78.

Harris andando in entrata segnava il quindicesimo punto personale trascinando sul +5 i Sixers che a 4:34 con il turnaround di Butler raggiungevano il +6 ma gli Hornets rientravano con Bridges in area da due punti e con Lamb e il 2/2 in lunetta per l’80-82 a 3:31.

Mentre Lamb iniziava a giganteggiare in difesa a rimbalzo il fallo personale di Bolden su Bacon portava al pari a gioco fermo ed era lo stesso Dwayne in entrata, passando sotto Scott, a firmare l’appoggio del vantaggio.

JJ Redick mancava una tripla e sulla ripartenza MKG era trattenuto e spinto da Simmons su Johnson che involontariamente faceva da palo per la testa di MKG che rimaneva giù e non rientrava più in campo dopo l’uscita sulle sue gambe.

Era Kemba a battere i liberi splittandoli mentre B. Brown faceva l’indiano chiedendo spiegazioni sul cambio di tiratore.

Walker si riabilitava con lo stretto passaggio nel cunicolo tra la linea di fondo e il difensore per salire in strettissimo reverse a battere Bolden (87-82).

La partita avrebbe potuto prendere un’altra piega se l’assist di Lamb per l’open 3 frontale di Kaminsky fosse stato sfruttato a dovere dal centro ma dal possibile 90-82 si passava all’87-84 con l’entrata di Ennis III su Bacon e andava anche bene per via del libero aggiuntivo errato.

Lamb in correzione sulla parte opposta del ferro rispetto all’errore di Devonte’ in entrata e un ½ di Simmons a :04.4 segnavano l’89-85 di fine terzo quarto.

CHARLOTTE, NC – MARCH 19: The Charlotte Hornets bench reacts during the game against the Philadelphia 76ers on March 19, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Graham, Monk e Bacon festegiano dalla panchina in un momento positivo della gara.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

L’ultimo giro di lancette si consumava con le prime avvisaglie della nuova caduta quando un tiro di Harris cogliendo il primo ferro rigido s’impennava sulla tabella morbidamente per ricadere dentro.

Frank andando oltre Bolden era toccato.

Two and one a 10:40 per il 92-87.

JJ Redick colpiva lesto da fuori oltre Kemba poi era Butler in area mollato a Walker a salire facilmente sul capitano per il pari.

Era Lamb a far ripartire <Charlotte con due punti (quota 18) su Bolden mentre Bacon si ancorava a Simmons che in lunetta non si dimostrava valido come nei tiri dal campo.

½ per il -1.

Harris di spalla sfondava su Lamb per un Brown infuriato (uno degli allenatori più lamentosi e piagnucoloni della NBA) ma su uno strano terzo tempo orizzontale con scarico di Simmons tutti chiedevano passi (da rivedere) ma sul proseguo era proprio Simmons a prendersi due liberi per il 94-95.

Un off-balance di Frank contro Harris nel pitturato valeva il sorpasso e un 47-6 tra le panchine, Kemba in transizione portava a casa l’appoggio oltre Simmons del +3.

Marvin a 7:21, calpestando la linea laterale buttava via la possibilità dei tre punti (tiro che scoccava comunque finendo corto) ed Ennis III con uno scoop difficile da realizzare in entrata contro due difensori accorciava.

A 6:16 Walker batteva Scott al tiro realizzando il 100-97 per 21 punti in 22 minuti.

dare una mano alla panchina dei Sixers però ci pensava Ennis III che bissava il canestro a 5:49, questa volta con la tripla del 100 pari.

Bacon s’infilava nella difesa avversaria segnando due punti in continuazione con canestro convalidato in un secondo tempo ma dall’altra parte Harris segnava in schiacciata il pari mandando al diavolo Bridges che si lamentava per un possibile fallo.

Bacon attaccava ancora il canestro e Scott finiva fuori per il sesto fallo della sua non lunghissima gara.

½ a 5:04 e sorpasso 76ers con passaggio e blocco di Simmons per un JJ Redick che arrivando a rimorchio era lasciato solo sula tripla del 103-105.

Sfondamento del Tank su JJ Redick in aiuto e due punti da pallavolista di Butler da sotto il ferro con gli Hornets troppo flaccidi sotto le plance.

A 3:25 ancora ½ in lunetta, questa volta era il Tank a commettere l’errore ma Bacon con due punti riportava lo scarto al minimo divario (106-107).

Frustrante l’entrata di Simmons in schiacciata a dimostrare che gli Hornets non hanno protettori del ferro mente in attacco il dai e vai tra Lamb e il Tank si chiudeva in lunetta con Jeremy a realizzare due FT.

JJ Redick esagerava non segnando e dall’altra parte Lamb faceva sussultare i tifosi quando un’intelligente e generosa apertura nel corner sinistro trovava Miles smarcatissimo che non troppo convinto tirava orrendamente.

Canestro sbagliato e canestro subito a :18.4 quando lo scarico di Butler sul lato sinistro per Ennis III, il più improbabile dei tiratori, valeva tre punti per il 111-115.

Brute facce sulla panchina Hornets nel time-out ma al rientro Jeremy, toccato sul gomito destro da un ingenio Ennis III, ridava speranze segnando i tre liberi a :12.1.

Doppio fallo degli Hornets con Harris in lunetta a :08.2.

½ e +2 Phila.

Ultimo time-out di Borrego, sulla rimessa la palla giungeva a Lamb che smarcatosi bene andava in uno contro uno vs McConnell che scivolando sotto canestro vedeva Lamb salire a pochi cm dal pari ma la palla era sputata fuori dal ferro nonostante la distanza brevissima.

Charlotte costretta al fallo dopo l’errore di uno dei più positivi Hornet in campo.

2/2 di Harris che lasciava gli Hornets senza speranze per il 114-118 finale.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

21 pt., 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 8/18 dal campo. 4 falli, due spesi subito che lo costringono a passarsi anche un quarto extra (il secondo) in panca. Quando rientra nella ripresa è il Re incontrastato del terzo quarto. Riesce ad arrivare a 21 punti in 22 minuti poi negli ultimi 6 si blocca non segnando più. Lamenta un fallo su un suo tiro che non so se ci sia ma i suoi step-back da due in uno contro uno (o la tripla) vanno a vuoto e gli avversari rimontano. Avrei tentato più la penetrazione ed eventuale scarico viste le doti e l’assenza di Embiid.

Nicolas Batum: 4,5

9 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Sinceramente come difensore perimetrale mi pare poco sveglio e trova i tre punti dal campo abbastanza tardi con un buon step back 3 dall’angolo sinistro. Cosa mi piace… il rimbalzo offensivo sotto canestro strappato nel finale che genera una seconda possibilità. Per il resto è una partita anonima dove procura anche due TO con due pessimi passaggi affrettati che costano punti alla fine pagati salatamente. Questo è il giocatore più pagato a Charlotte…

Miles Bridges: 6,5

8 pt., 10 rimbalzi, 2 assist 2 rubate. 4/10 dal campo ma 0/4 da fuori compresa una tripla nel finale che avrebbe potuto dare un finale differente alla gara. Non è affidabile da fuori e dovrebbe limitare questa soluzione sino a quando non avrà migliori percentuali ma il tiro aperto era invitante e lui gioca sull’esterno, va da sé che si possa trovare in queste situazioni, solo che non è l’uomo ideale per punir difese strette. Brown si sbraccia per fare allargare i suoi che non sempre l’ascoltano. Di Miles bella la penetrazione da sinistra con dunk bimane e un paio d’incursioni con spin e alzata no contro uno nel pitturato oltre a importanti i rimbalzi.

Marvin Williams: 5

7 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 1 TO, 2 falli in 23:15. 4 punti derivano da liberi, due nemmeno poi così meritati. Completamente sparito nelle ultime partite, sparacchia e a 7:21 dalla fine commette un TO poggando il tallone sulla linea laterale prima di una tripla annullata ma finita comunque corta… La testa… Se questo è un titolare…

Bismack Biyombo: 5

8 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Più in vena offensiva che difensiva. Commette 3 falli e fa 2/4 dalla lunetta. Non stoppa nessuno. Simmons rimane in aria un’eternità contro di lui che fatica a coordinarsi e gli cambia anche mano per l’appoggio se serve. In aiuto è lento e non arriva mai realmente quando se ne ha bisogno. Se non rispettano nemmeno il nostro miglior centro difensivo perché non è in grado di fermare le incursioni avversarie non siamo messi bene nel pitturato…

Jeremy Lamb: 6,5

26 pt., 11 rimbalzi, 3 assist. Beffardo. Probabilmente insieme a Walker il miglior Honet in serata giganteggia a rimbalzo difensivo conservando e inglobando palloni importanti per togliere second chance agli avversari, è lui che spinge le rimonte del primo e del secondo quarto dando una grossa mano nel finale tra la tripla del pari e liberi. Destino vuole che per esser troppo pulito, quel minimo di off-balance da imprecisione gli costi un errore considerato clamoroso sull’ultima opportunità reale di pareggiare ma cantava De Gregori: “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”… Lamb in serata smista anche due palloni d’oro, il primo per un open 3 frontale fallito da Kaminsky e un alto nel finale per Bridges che sbaglia dall’angolo. Purtroppo gli errori dei compagni fanno sì che abbia due assist reali in meno… Il fisico non lo aiuta in difesa ma a volte riesce comunque a influenzare l’avversario ritentando di dar fastidio, come accade a Butler nel secondo tempo a sbagliar da sotto pur avendolo passato.

Dwayne Bacon: 5,5

13 pt., 3 rimbalzi. 3/10 dl campo e 7/11 ai liberi. Di buono c’è che prende iniziative ma i numeri finali non lo premiano. Ha coraggio ma lascia troppi liberi sul campo e se non subisce fallo le percentuali sono base. O.K., non è facile andare avanti e indietro da Greensboro alla prima squadra ma se devo giudicare la prestazione nel complesso i numeri non mentono sebbene in partita sembri rendere di più.

Devonte’ Graham: 5

2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Un +8 di plus/minus ma per merito dei compagni. In 13:12 fornisce un assist e segna due punti con un 1/5 dal campo frutto di un tiro dal mid range nel primo tempo. Sbaglia tre triple da fuori…

Michael Kidd-Gilchrist: 6

6 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. In 9:10 prende un +4. Un paio di errori grossolani in difesa come concedere i liberi a JJ Redick, ottimo tiratore, poi segna da tre punti e su uno di quei rimbalzi difensivi che strappa purtroppo in ripartenza va a sbattere sulla testa di Johnson in un head to head provocato da una trattenuta poco sportiva di Simmons. Charlotte guadagna due FT ma perde un importante componente difensivo dalla panchina.

Frank Kaminsky: 6

14 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. +6 di plus/minus. Ricorre a 5 falli e in taluni casi genera duello con Butler. Nel primo quarto quando entra si trova spesso sulle rotazioni ad andare a chiudere in close-out ma qualcosa non torna e gli Hornets incassano il colpo. Qualche volta resiste bene all’uno contro uno ma se si è al di fuori del semicerchio antisfondamento. Se si è sotto canestro è lacunoso. Trova buoni punti ma anche lui è tragico da fuori con lo 0/4 accomunandosi a Miles in questa statistica. Sbaglia anche l’open che avrebbe potuto dare alla gara un finale differente.

Shelvin Mack: 4,5

0 pt. (0/3). Due triple mancate e 0/3 totale più un TO in 8:01. Non è colpa sua, è semplicemente scarso. L’acquistone di Kupchak che mi fa rimpiangere Rich Cho che ora starà in qualche programma di cucina in America tipo “Prova del Cuoco”. Alla prova del fuoco invece Mack e Kup si bruciano. Utile come il sugo nel risotto alla milanese.

Coach James Borrego: 6

Di stima. Si vede che ci tiene ma che gli vuoi dire? Oltre ad avere giocatori scarsi e che fisicamente non tengono spesso in area non ne ha nemmeno di fortunati. I dettagli decidono la gara e anche se Charlotte costruisce buoni tiri da fuori piovono errori con giocatori perimetrali inadeguati al suo gioco. A questo punto penso sia meglio andare a cercare più spesso penetrazioni dove ci sono diversi giocatori in grado almeno di recuperare liberi.

Game 69: Charlotte Hornets @ Miami Heat 75-93



Intro

Salvare un pianeta e salvare una stagione.

C’è un nesso per molti impercettibile tra queste due distanti realtà.

In questi giorni, oltre ad altre news, i mass media hanno riportato l’allarme lanciato da Greta Thunberg, la ragazza svedese che ha ricordato al mondo che abbiamo un solo pianeta.

Un pianeta non certamente malato da oggi ma a partire dalla rivoluzione industriale, l’effetto del CO2 nell’atmosfera ha prodotto un effetto serra maggiorato che a partire dagli anni ’60 ha subito un’impennata anche per colpa di un modello di sviluppo piacevole per le élite occidentali ma non sostenibile a livello ecologico.

Nel 1997 a Kyoto si firma l’omonimo protocollo per cercare di salvaguardare l’ambiente ma non ci sono controlli, tutto è su base volontaria e paesi come gli Stati Uniti rimangono in attesa di ratifica.

Nel 2011 il Canada esce dagli accordi, popolosi stati emergenti, pur con grande tecnologia, come India e Cina si aggiungono in maniera importante alle nazioni storiche “inquinanti”.

La demografia in crescita è un problema anche perché gente come Rita Pavone e Maria Giovanna Maglie che hanno commentato il nulla sulla Thunberg, sono onestamente figure che rubano ossigeno agli altri.

Si è arrivati alle polemiche sulla candidatura al Nobel per Greta (come se meritatamente o meno questo potesse cambiare qualcosa nel messaggio positivo lanciato) e a una manifestazione che ognuno può vedere a modo proprio (serve, non serve, è ipocrita, non lo è,), sicuramente scetticamente direi che non servirà a smuovere le politiche di Trump o Bolsonaro (il Brasile aveva già seriamente deforestato l’Amazzonia e il progetto probabilmente prevede di finire l’opera, il che non aiuterà il pianeta visto che gli alberi riescono ad assorbire il CO2) ma anche a tanti altri presidenti non lungimiranti (la Polonia va a carbone visto che è prodotto lì e costa meno), le loro politiche non vanno nella direzione chiesta dai manifestanti che un domani saranno adulti e se anche qualcuno di questi giovani ragazzi cambierà idea immettendosi nel sistema attuale, andranno traditi come il solito i buoni propositi di una generazione, probabilmente una delle ultime a sopravvivere su un pianeta avviato all’autodistruzione.

Possiamo dire che riconvertire costi e qui partiamo finalmente con le analogie con gli Hornets…

MJ aveva detto di voler portare Charlotte tra le 4 migliori squadre a Est ma continuando a navigare anno dopo anno nella mediocrità a causa dello stesso sistema non ha mai ottenuto nulla.

Per sbloccare la situazione occorrerebbe che spendesse superando anche la soglia della luxury tax almeno per un paio d’anni (i soldi non gli mancano), questo porterebbe giocatori differenti e più vittorie, eliminerebbe quella Spada di Damocle che potrebbe essere rappresentata dal disaffezionamento di un pubblico caldo ma che oggi si divide la scena con i Panthers della NFL (effetto Hornets, portati proprio dai loro sell-out) e non dovremmo soffrire ogni stagione rimanendo sempre sul bordo della zona playoffs per sapere se parteciperemo o meno.

Questa sera a Miami, mai nickname fu più azzeccato in tale occasione, il Calore proverà a cuocere i Calabroni che perdendo questa sfida comprometterebbero irreversibilmente la stagione, un po’ come la nostra Gaia senza cambiamenti rapidi per invertire la rotta.

La situazione prima della sfida.

Cambiare costa e comporta mutamenti non piacevoli ma necessari…

Indipendentemente dal risultato finale l’allarme è stato lanciato su due fronti, tocca a chi di dovere raccogliere gli appelli perché anche ammettendo che tutto non servirà a niente, l’averci provato è l’unica soluzione utile.


Le formazioni:

La partita in breve

Gara tesa fin dalle prime battute.

Partita non spettacolare per gli amanti delle triple e dei tiri impossibili.

Normale vista la posta in palio.

Hornets ormai appesi a un filo e Heat che avrebbero perso l’ottava posizione a favore di Charlotte perdendo.

L’inizio era aggressivo da parte delle due squadre e ciò provocava un punteggio basso oltre una gara punto a punto.

Lamb con tre triple consecutive (una notevole) portava sul 20-14 Charlotte rimontata a fine quarto sino al -1 (20-19).

Nel secondo quarto, sorpassi e contro-sorpassi si succedevano più che in Skid (per chi avesse avuto quel vecchio goliardico gioco del Commodore 64) quindi Parker dava una scossa all’attacco degli Hornets grazie alla sua rapidità segnando canestri in serie e quando un gancio di Biz a 4:24 ricadeva nel cesto, i Calabroni si ritrovavano sul 37-29.

Anche questa volta però gli Hornets non tenevano il vantaggio sino alla fine sebbene per trovare il pari, Olynyk ricorreva a una furbizia.

Finta, tiro da tre punti gettandosi a sinistra sull’uscita di Bacon dal proprio cilindro ma ormai fermo.

Arbitri accecati dal sole di Miami?

Tre FT, a segno due e 39 pari all’intervallo.

Non ci si aspettava nulla di differente dal terzo quarto, infatti, la gara rimaneva equilibrata anche se nel finale una tripla di Dragic portava sopra Miami alla quale rimanevano due punti al termine del terzo periodo (60-62).

Il disastro di Charlotte si consumava in fretta.

Whiteside in schiacciata portava a +5 la squadra di Spolestra, Wade con l’euro-step firmava il 60-67.

L’attacco di Charlotte era inesistente e condizionato da una difesa aggressiva con gli uomini di Borrego incapaci di segnare tiri aperti e un Walker in difficoltà.

L’unico giocatore consistente in attacco era il Tank a recuperar FT.

Johnson dall’angolo batteva la zona di Charlotte e Dragic con due punti, firmando a 5:21 il 68-78 metteva fine al senso della gara, in aggiunta un Bacon inguardabile sbagliava un tiro, si faceva stoppare da Wade e metter in faccia una tripla che a portava un finale largo a favore degli Heat.

Per Charlotte, con ancora 13 partite a disposizione, direi che si tratta però di bocciatura definitiva per mancanza di qualità.

Hornets ancora una volta affondati nella fatal Miami per mancanza di bocche da fuoco e una flottiglia modesta messa a disposizione per l’Ammiraglio Borrego che non abbandonerà la nave fino a gara 82 ma anche ripescando i resti, credo poco possa mutare ormai nel panorama di una stagione persa.

Miami vince la lotta a rimbalzo 44-55 quella negli assist 11-25 (bassissimi gli assist per Charlotte) e al tiro va sopra.

31,3% dal campo e pessimo 19,4% da tre pt. per Charlotte contro i corrispettivi 39,5% e 39,4% da tre punti (aumentato nel secondo tempo notevolmente nel caso del tiro da fuori) per Miami che perde anche un pallone meno di Charlotte (12-11) anche se gli Heat tirano peggio dalla lunetta con un 12/19 contro il 16/18 della squadra del North Carolina.

La partita

1° quarto:

Prima palla per Miami ma non segna nessuno fino a 10:33 quando Walker, dopo aver perso palla sul tentativo di passaggio ripiegava in uno contro due e involontariamente andava a frapporsi tra lui e l’alley-oop possibile di Jones Jr. che in lunetta segnava solamente uno dei due tentativi.

Gli Hornets rispondevano sempre a gioco fermo a 10:03 con Batum in penetrazione dalla linea di fondo destra raddoppiato ma fallosamente.

2/2 e Hornets avanti sino al pick and roll two and one di Adebayo (fallo di Biz) che era pareggiato da un lesto spin di Bridges appena fuori dal pitturato a destra.

Il rookie in caduta lasciava esterrefatto Olynyk che vedeva la palla appoggiata entrare.

Adebayo in area metteva dentro un jumper ma a 8:44 Walker abbatteva la zona di Spolestra con una tripla semplice ma Miami in attacco dopo aver sbagliato tre tiri da fuori e aver conquistato tre rimbalzi offensivi andava dentro a segnare con Adebayo.

Primo time-out a 7:16 con gli Heat avanti ma al rientro la squadra di Borrego orchestrava un gioco a due con Batum a restituire per il lungo due punti di Williams per il 9-8.

Olynyk attaccava la zona di Charlotte perdendo palla, Batum, ormai certo di segnare in schiacciata a due mani era stoppato da dietro da Jones Jr. che poi su un extra pass da sinistra segnava la tripla del vantaggio Heat.

Heat che accumulavano vantaggio dopo un ½ di Adebayo dalla lunetta ma uno spin in corsa di Lamb su Waiters con appoggio sinistro faceva tornare la gara a un solo punto di distacco.

Wade, servito da Dragic su perfetto back-door segnava due punti sorprendendo la difesa di Borrego che tuttavia trovava il pari quando uno dei blitz in raddoppio pensati da Spolestra andava a vuoto e su un allungo nell’angolo sinistro il nostro numero 3 trovava altrettanti punti.

Era sempre Jeremy a muovere il punteggio, nella prima occasione con una plexi3 da casa sua, un tiro allo scadere dei 24 forzatissimo che cadeva nel cesto e poi dalla diagonale sinistra replicava per la terza tripla di serata portando Charlotte sul 20-14.

Reagiva Miami che segnava da tre con Dragic dalla diagonale sinistra e con Whiteside che dopo aver visto Wade mancare l’appoggio ma pulire l’area spingendo fuori il difensore, saliva indisturbato per schiacciare il -1.

Finiva così il primo quarto perché Bacon in attacco perdeva palla ma ripiegando fermava Dragic in stoppata conservando il risultato.

MIAMI, FL – MARCH 17: Josh Richardson #0 of the Miami Heat shoots the ball against the Charlotte Hornets on March 17, 2019 at American Airlines Arena in Miami, Florida.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Issac Baldizon/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Dragic sorpassava gli Hornets sfruttando un blocco di Whiteside e un colpo d’anca in caduta di MKG.

Gioco da tre punti a 11:29, poi Lamb, pressato a tutto campo, cercando il ribaltamento per l’uscita di Frank gettava via la sfera e Whiteside sull’azione successiva siglava il 20-24.

Parker provava a portar attacchi rapidi ma se sulla prima azione perdeva la palla, sull’azione seguente si faceva perdonare segnando il 22-24 per sparare da 3 e segnare a 9:51 per il 35-24.

Wade fluttuava in aria segnando da media distanza il pull-up toccato da Lamb.

Gioco da tre punti e sorpasso ma gli Hornets segnavano ancora con Parker che passando il blocco del Tank sparava dalla media il pullup del 27 pari.

Un altra entrata da Parker finita con lo scoop portava sopra Charlotte che beneficiava a 7:51 di due dei pochi liberi concessi nel primo tempo.

Su una fuga di Parker, Johnson calpestando un piede di Tony riusciva nell’impresa di togliergli letteralmente la scarpa.

Due FT a segno e a 7:35 canestr4o annullato per sfondamento di Dragic su Walker.

Adebayo appoggiava due punti di destro scappando a Biz e subendo fallo dal nostro centro.

Il FT finiva lungo e gli Hornets ripartivano con il canestro di Walker (goaltending di Adebayo) e il canestro dalla media di Lamb a 5:26 in più arrivava anche un gancio second chance di Biz a 4:24 per il 37-29.

Due FT per fallo di Batum, battuti da Richardson, consentivano ai bianchi di superare quota 30 poi un’entrata di Jones Jr. riduceva a 4 pt. lo scarto.

Lo stesso Jones Jr mancava però due FT per fallo di Williams sotto canestro, un bad pass di Williams in attacco lanciava l’onnipresente atletico Jones Jr che tuttavia sul palleggio in transizione nell’uno contro uno era fermato dalla mano magnetica di Lamb che gli rubava palla così a 2:05 finiva per segnare il Tank in mezzo all’area.

Gli ultimi sei punti del primo tempo però erano tutti degli Heat che dopo essersi portati sul -2 beneficiavano di tre tiri liberi assegnati generosamente dagli arbitri su un tiro di Olynyk che spingendosi a sinistra andava a cercare il contatto con Bacon.

Due su tre e aggancio a meno di un secondo dalla fine e parità all’intervallo.

MIAMI, FL – MARCH 17: Frank Kaminsky #44 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Miami Heat on March 17, 2019 at American Airlines Arena in Miami, Florida.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Issac Baldizon/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Non ci si aspettava qualcosa di diverso nella ripresa in una partita tesa e infatti i primi due attacchi andavano a vuoto ma Richardson dalla destra dalla media infilava il pullup.

Quasi episodico perché poi si assisteva un TO per bad screen di Olynyk e a una gomitata di Biz in palleggio su Adebayo che avrebbe potuto costar molto più care che al centro che il terzo fallo e palla persa.

Richardson mancava la tripla facendo girare Miami sul 2/17 fuori poi a 9:53 arrivavano finalmente dei liberi anche per Charlotte.

Erano tre quelli di Batum tirati e realizzati per sorpassare gli Heat (42-41), poi Waiters da posizione frontale saliva su Walker per colpire da tre punti e con un ½ arrotondava dalla lunetta Richardson a 9:11.

Batum entrava deciso ottenendo il primo canestro dal campo anche se era da goaltending (Richardson) poi Richardson otteneva anch’esso il primo canestro dal campo da bordo area su Frank ma Walker a 8:03 calava la tripla del 47 pari.

Waiters a 7:40 replicava al capitano e a 7:22 con un passaggio ricevuto in mezzo all’area e una finta Batum si liberava del lungo sfarfallante in area per depositare il 49-50.

A 6:51 gli Hornets tornavano avanti con Kemba abile a passare il blocco di Williams e a concludere con l’arresto e tiro dalla media diagonale destra (51-50).

Batum aspettandosi il fallo tirava da tre in leggera ricaduta ma arrivavano tre punti per un parziale di 7-0 e un +4 in più Adebayo sull’errore di Richardson spingeva vistosamente alle spalle Lamb lasciando palla nelle mani dei viola.

A 5:10 un’ottima tripla di Waiters dalla diagonale sinistra finiva nella retina nonostante il buon tentativo di copertura di Williams, Lamb da tre era sfortunato mentre Waiters dalla parte opposta azzeccava la seconda bomba di fila per il 54-56.

Il Tank da tre andava corto ma Lamb con un push off si liberava del difensore per appoggiava al vetro a a 3:58 il 56 pari.

Adebayo s’infilava in mezzo all’area segnando su bound pass di Wade ma Lamb, pur sbagliando il tiro, dopo un giro strano della palla lì in zona con Frank a dar fastidio, si ritrovava magicamente la palla in mano sotto canestro, occasione perfetta per ridare alla gara la parità.

Dragic a 2:24 faceva la differenza segnando tre punti e con gli Heat saliti a +4 poco dopo, Lamb convertiva l’azione da difensiva a offensiva parando a due mani un ribaltamento e partendo in coast to coast per andare a schiacciare.

Ultimo lampo, raggio gamma distruttore prima dell’implosione degli Hornets nell’ultimo quarto che partiva comunque da un 60-62…

MIAMI, FL – MARCH 17: Jeremy Lamb #3 of the Charlotte Hornets dunks the ball against the Miami Heat on March 17, 2019 at American Airlines Arena in Miami, Florida.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Issac Baldizon/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Il collasso dei Calabroni si consumava negli ultimi 12 minuti.

Apriva Wade dalla lunetta con un ½, Whiteside a rimbalzo faceva la voce grossa per andare a schiacciare il +5 Heat.

Borrego chiamava il time-out ma una brutta scelta al tiro di Bacon era punita dall’euro-step di Wade che con il floater realizzava il 60-67.

C’era ancora tempo per recuperare, Borrego mandava dentro Walker a 9:49 e Frank a 9:33 subendo un blocco da Dragic in continuazione metteva dentro due punti ma falliva il libero.

Cominciava a mettere un’ipoteca sulla gara Miami che con lo step back 3 di Dragic (su un Williams a vuoto in rincorsa in uscita) metteva 8 punti di distanza tra i due team.

Frank resisteva all’aggressione di Whiteside segnando a 8:53 due liberi ma Wade su Bacon si alzava per colpire da tre punti.

Kaminsky su una rimessa riceveva subendo al contempo un altro inutile fallo di Whiteside.

I due FT ottemperavano alle esigenze degli Hornets di rientrare e bloccare il cronometro a 7:54 (66-73).

Marvin mancava un open 3, Kemba in transizione perdeva l’occasione facendosi quasi portar via palla dall’aggressività dei difensori di Miami.

Dopo qualche azione convulsa e concitata, Lamb in entrata, costringeva al fallo Miami che subendo due FT di Jeremy tornava sul +5 (68-73).

Miami batteva il box di Charlotte dopo una serie di passaggi con la tripla di Johnson dall’angolo sinistro mentre Dragic a 5:21 con due punti chiudeva la gara.

La squadra di Spolestra si portava sul +10 (68-78) con gli Hornets nell’abisso dopo una stoppata di Wade su Bacon e una tripla di Dwayne sull’omonimo.

Stesso nome ma una differenza abissale tra i due giocatori…

A 4:30 Frank racimolava altri due liberi segnandoli per il 70-81, poi toccava a Dragic in floater e a Bacon ben servito sotto a sinistra appoggiare due punti per il 72-83.

Batum da tre non segnava, dentro alla disperata anche Monk per tentare di metter triple ma era lo sloveno degli Heat a realizzarne una mentre sul fronte opposto Monk era stoppato da Johnson.

Gli Hornets non riuscivano a segnar su azione e l’unico che inventava contatti con i suoi movimenti era il Tank che con un ½ realizzava prima il 73-86 e poi con un rimbalzo offensivo da sotto portava a casa altri due punti.

Miami portava a casa gli ultimi 7 punti tra alley-oop, floater e tripla di Johnson chiudendo la gara sul 75-93 e sul 2-2 la serie stagionale dopo esser stata sotto 2-0…

La stagione probabilmente è andata, chissà se il pianeta subirà stessa sorte…

Points in the Paint: Hornets 30, Heat 34,
Second Chance Points: Hornets 16, Heat 16,
Fastbreak Points: Hornets 4, Heat 1,
Biggest Lead: Hornets 8, Heat 18,
Lead Changes: 16,
Times Tied: 9.

Pagelle

Kemba Walker: 4,5

10 pt., 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 4/16 dal campo, 3 TO, -13. Molto condizionato dai raddoppi è sottotono. Sbaglia quasi completamente partita. Va a prendere il solito sfondamento difensivo (generoso da parte della terna) ma prende almeno tre tiri in faccia da fuori, uno di Waiters frontale. Infila due triple nel primo tempo su 8 tentativi totali e mette un paio di canestri ma non riesce mai ad andare in lunetta. Sfiduciato, alla squadra viene a mancare la trave portante offensiva e crolla.

Nicolas Batum: 5

12 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. 3/11, 1 TO, -18. Sbaglia tutto dal campo sino a un certo punto della partita mentre a gioco fermo è affidabile. Commette tre falli e non compare la sua stoppata in recupero sul tabellino e ne prende una da dietro da Jones Jr nel primo tempo. Con lui in campo Charlotte collassa. Sarà questione di equilibri, non lo so, ma la partita è modesta.

Miles Bridges: 6

2 pt., 3 rimbalzi. 1/3 dal campo in soli 9:54. Mistero della fede perché Borrego lo tolga e aspettiamo rivelazioni da Fatima sul perché giochi Bacon al suo posto oltre a Lamb… Non ha nemmeno senso farlo partire come starter a meno che non abbia avuto problemi fisici ma non mi pare.

Marvin Williams: 5

2 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 3 stoppate. 1/7 dal campo, 2 TO. -5 in 27:45. Il fallimento di una strategia racchiuso in un giocatore. In difesa aiuta e va a prendere anche Whiteside quando entra nel primo tempo ma poi paga in termini di stanchezza in attacco. 1/7 sbagliando una tripla aperta dall’angolo in un momento cruciale. Tre stoppate ma solo due punti per lo stretch four di Charlotte, simbolo di una mediocrità costante.

Bismack Biyombo: 5,5

2 pt., 6 rimbalzi, 1 stoppata. In 17:10, 4 falli, 2 TO. A parte una stoppata e qualche rimbalzo è poca cosa in generale Biz che prende un -12. Qualche rimbalzo lo prende ma per il fisico che ha dovrebbe tenere di più. Regala un FT e due punti ad Adebayo che già lo aveva battezzato dal cuore dell’area nel primo quarto.

Jeremy Lamb: 6,5

21 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 4 rubate. 8/20 dal campo. 1 TO. -16. Altro giocatore che si spegne nell’ultimo quarto ma per tre frazioni ha dato punti importanti a Charlotte. Uno dei pochi errori difensivi è lo spostamento/scostamento su Dragic che lo punisce da fuori, per il resto andrebbe un po’ aiutato dietro anche se va a prendere rimbalzi e difende benissimo nel primo tempo su Adebayo in post basso costringendo il centro avversario a passar palla ma bilancia perfettamente con un attacco consistente anche se la quasi metà dei punti arriva con tre triple consecutive (una fantastica ai 24 che da lontanissimo va a sbatter sul plexiglass prima di scendere nella retina) nel primo quarto. Guadagna due FT nel finale attaccando la difesa avversaria in penetrazione.

Dwayne Bacon: 4,5

2 pt., 4 rimbalzi, 2 assist. 1/6 dal campo e -9 di +/- in 17:42. La conferma che appena trova squadre un po’ più forti e aggressive Bacon torna a ridimensionarsi. Sembra veramente un giocatore da G-League. Sbaglia tiri dalla media, compresi off-balance che si va a cercare. Il fatto di averlo schierato nell’ultimo quarto al posto di Bridges è follia.

Tony Parker: 6

11 pt., 2 rimbalzi. 4/5 dal campo. 2 TO, -3 in +/- in 17:26. Da urlo e da 8 il primo tempo quando s’infila nella difesa di Miami e segna ancora da tre dopo le due bombe della precedente sfida con i Wizards. Si spegne completamente nel secondo tempo (da 4) e non riesce ad avere nemmeno un assist a referto, cosa che per un play del suo spessore non va bene. La media è una sufficienza (risicata) ma non fa la differenza oggi quando conta…

Michael Kidd-Gilchrist: 6

0 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata. +3 in 12:03. 3 falli, nessun TO e 0/1 dal campo. Costringe gli avversari a palle a due, è uno dei migliori giocatori della lega in questo se non il migliore statisticamente, con lui in campo la difesa tiene un po’ di più oggi ma Borrego poi lo toglie. Commette qualche fallo e non porta punti ma almeno una sufficienza la porta a casa.

Frank Kaminsky: 6

13 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. 3/10 dal campo, -8 in +/-. Sbaglia un po’ troppo prima, da fuori lo 0/4 non punisce la difesa degli Heat, nell’ultimo quarto prova a resistere con i suoi movimenti che obbligano Whiteside e soci al contatto su di lui. Racimola punti ma ormai sempre più inutili ad ogni minuto che scorre. Nel primo tempo riesce alcune volte a fare massa o a toccare palloni a rimbalzo utili alla difesa di Charlotte.

Malik Monk: s.v.

0 pt. (0/1). Gioca gli ultimi 3:34 ma a partita terminata e nell’angolo si fa stoppare da Johnson per poi prendersi anche una spinta. Non doveva nemmeno entrare ormai…

Coach James Borrego: 5

Questa volta, nonostante l’ottima partenza, la squadra si sfalda, le rotazioni sono discutibili e i senatori lo tradiscono. Era stata una bella favola per gran parte della stagione. Si torna alla dura realtà. 13 partite sulla carta contro squadre per lo più di massimo livello ma la sconfitta di oggi segna la stagione e a livello tattico si fa sorprendere un po’ dai rapidi cambi di strategia di Spolestra che accenna la zona, la difesa a tutto campo, i raddoppi su Walker… Non ha una squadra di qualità ed è rimandabile nel complesso.

Game 68: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 116-110


Intro

Ci sono cose che vediamo e sentiamo che non sono come appaiono.

In fisica quantistica piccole particelle lanciate in velocità come una palla sorprendono le telecamere dell’osservatore sdoppiandosi o non risultando misurabili mentre in campo politico probabilmente non vi è più nemmeno uno sforzo reale perché di facciata il politico top di turno non fa altro che ripetere come un mantra ciò che vuol sentirsi dire il popolo finché le promesse non mantenute fanno precipita la situazione e il partito in questione si sgretola.

Un altro campo interessante è quello della realtà virtuale dove una nota azienda, nel giro di pochi anni, è riuscita a creare volti credibili di persone umane.

Volti ricostruiti perfettamente prendendo particolari, fattezze da persone reali che in realtà non esistono come quelli qui sotto…

Foto da Wired.it

Ecco qui sotto una riproduzione piuttosto credibile (non fosse magari per alcuni dettagli come lo sfarfallamento delle labbra della riproduzione) di un giornalista virtuale cinese riprodotto su alcune basi del giornalista dell’agenzia di Stato cinese Xinhua, Zhang Zhao.

Intelligenza artificiale.

Le vecchie foto fake prese per creare profili falsi da social sono obsolete, la tendenza di nascondersi e non metterci la faccia (in senso di responsabilità) laddove il reale e virtuale si fondono è diffusa ma anche in campo sportivo, oggi, alla vigilia di due trasferte cruciali e con l’acqua alla gola, mi chiedo se davvero MJ abbia messo la faccia per cambiare volto a una franchigia che aveva promesso di portare tra le prime 4 a Est dopo aver riportato indietro lo spirito del Calabrone a Charlotte.

Forse quei giocatori che latitano in difesa non hanno ben presente cosa fossero i vecchi Hornets che pur non vincendo nulla, di certo non assomigliavano alla nuova versione dei Bobcats.

A oggi mi pare che il progetto sportivo sia naufragato fra mille avversità, nuove e create dal nuovo approccio della NBA, da una gestione non ottimale di GM e proprietario, forse da allenatori e da giocatori non all’altezza tanto che qualcuno pensa sia meglio chiudere l’esperienza NBA di Charlotte nuovamente e ricollocarla altrove.

E’ frustrante non poter competere nella realtà a causa di regole che garantiscono una quasi parità solo virtualmente sulla carta…

La partita in breve


I parquet di Washington e Miami sono stati spesso fatali negli ultimi anni per le ambizioni degli Hornets, va da sé che una squadra alla vigilia di queste due sfide con solamente 9 vittorie esterne collezionate sia a un passo dal baratro e debba artigliare due vittorie per portare a casa le due serie sul 3-1 contro le rivali divisionali e cercar di rientrare in classifica.

Charlotte sopravvive al primo test contro Washington vincendo al decima partita grazie subito a un approccio forte, fatto di sostanza.

Biz sostituiva Zeller out mentre gli influenzati e MKG recuperavano tutti per la gara nella capitale.

Primo quarto con buona partenza di Charlotte che si vedeva scavalcare un paio di volte minimamente dai rivali anche grazie a un ottimo Beal ma a 5:13 con una tripla di Lamb riprendeva il controllo del match per non abbandonarlo più sino alla fine.

La tripla inaugurava un 9-0 di parziale stoppato da Beal a mezzo tripla ma subito restituita da Kaminsky che vedeva nel compagno Lamb battere il cronometro con il floater in accelerazione a soli 9 decimi dalla fine per il 40-26.

Ottima la panchina di Charlotte nel provvedere ai punti tanto che gli Hornets nel secondo quarto giravano sul 50-29 spinti da un 33-3 nel confronto pt. tra bench…

Di lì a poco arrivava il decimo TO dei Wizards che rientravano sul -10 ma nel finale un’azione di Kemba (spin con hesitation che procurava il fallo di uno scoordinato J. Parker per un two and one) chiudevano il primo tempo su un confortante +13.

Nel terzo quarto gli Hornets tornavano sul +19 (81-62) prima che una tripla di Beal nel finale riportasse sul divario di fine secondo quarto la gara ma una tripla da tre punti di Bacon a 9 decimi dalla terza sirena dava ulteriore vantaggio a Charlotte giunta sul 95-78.

Con Bryant in campo a dare cm ai Wizards le cose miglioravano per la squadra di Brooks che vedeva in una zona 3-2 un altro dei motivi del recupero che portava i capitolini sul -6 (107-101).

Gli Hornets non andavano in panico battendo la zona con una tripla di Batum dall’anglo destro e con un catch n’shoot di Lamb sulla diagonale dello stesso lato ad anticipare l’uscita di Dekker.

Sul 113-101 comunque Washington non mollava la presa rientrando addirittura sul -5 ma a 1:35, ancora una giocata di Lamb (avrà un conto aperto con Washington?) veniva premiata dagli arbitri con un FT aggiuntivo.

Sul contatto in corsa la palla finiva dentro, per la terna c’era la continuazione e sul +8 a Charlotte bastava far scorrere il cronometro anche se due punti di Washington davano la possibilità a Green di crederci ancora con una tripla per il -3 ma la palla sbattendo sui ferri non consentiva altre possibilità ai Wizards di rientrare all’ultimo.

Per Charlotte una W importante prima della sfida a Miami di domenica alle 18:00 PM italiane.

Miami, dopo aver chiuso nel primo tempo con una ventina di punti di vantaggio sui Bucks ha subito la rimonta nel secondo tempo con l’eruzione di Antetokounmpo e soci che hanno largamente vinto la sfida.

Tornando alla gara di Washington, Beal ha chiuso con 40 punti, Jeff Green con 20, J. Parker con 17 e Ariza con 10 come Troy Brown Jr..

57-33 per la panchina di Charlotte che ha segnato più punti in area e l’ha spuntata di uno a rimbalzo (46-45) usufruendo di meno FT (10/12 contro il 15/19 di Washington).

Hornets che curiosamente tirando con il 45,5% dal campo tirano peggio dei Wizards con il 48,8% ma, se guardiamo solamente il tiro da fuori notiamo che Charlotte riesca a tenere quasi invariata la percentuale con il 45,2% contro il molto più basso 38,2% di Washington.

Le formazioni:

La situazione in infermeria…

La partita

1° quarto:

Prima palla per gli Hornets, primo tiro e primo errore per Walker che colpendo il primo ferro lasciava l’attacco alla squadra della capitale che si faceva però deviare un lungo linea di fondo da Bridges così gli Hornets si riportavano in attacco, Kemba lanciava la palla oltre il difensore con un’hesitation e andando in corsa a riprenderla portava in vantaggio Charlotte anche se Beal provvedeva al quasi immediato pari.

Biz in area riceveva un corto passaggio laterale da Batum così arrivava il nuovo appoggio di destro per il fresco vantaggio a 10:54, poi Bridges con uno spin esterno sul proprio difensore metteva dentro dalla media a sinistra in banker e a 10:02 Walker vedeva accogliere dai ferri la sfera arancio che aveva ballonzolato stranamente tra di essi.

Sul 9-2, dopo un paio di transizioni chiuse da Green e Satoransky più due FT della guardia di Washington a 8:54 i Wizards si rifacevano sotto sul 9-8 prima che Batum da sotto segnasse al terzo tentativo.

La squadra di casa segnava con un’entrata di Green mettendo le basi per il sorpasso che avveniva quando su un’apertura intercettata di Walker, Marvin in ripiegamento andava a incrociare in salto la tibia con quella di Ariza.

Intervento piratesco che premiava l’ex Rockets che segnando due liberi metteva dentro l’11-12.

Marvin arrivava su un lob per possibile back-door e Biz nel traffico correggeva un errore di Walker per il 13-12 a 7:24.

Segnavano da tre i Wizards ma un fischio ad annullare la giocata anticipava la giocata per netto fallo dello schermo di Portis che abbatteva Walker e il tentativo di uscita del capitano.

Lamb entrava in campo e piazzandosi nell’angolo destro sparava su un extra-pass la tripla del 16-12, tuttavia Beal realizzava prima due punti e poi altri te con un tiro dalla diagonale sinistra portando per la seconda volta in vantaggio la squadra locale (16-17) prima che Charlotte riprendesse il pallino delle operazioni favoriti dal sesto TO Wizards.

Lamb a 5:13 realizzava la seconda tripla di serata , Kemba in entrata sulla linea di fondo destra spingeva Portis fuori dalla linea palla/canestro appoggiando altri due punti, Bacon con una mini drive guadagnava e segnava due liberi (4:15) e Kemba con altri due punti realizzava il 25-17 (9-0 di parziale nonostante la spinta sul blocco di Frank iniziale su Satoransky a rischiare d’annullare l’azione).

A 3:25 Beal colpiva da fuori ma Frank rispondendo a 3:08 con una bomba con finta riportava Charlotte sul +8, gap che lievitava con due punti di Bacon in uno contro uno sul n° 9 avversario.

J. Parker splittava dalla lunetta a 1:43 e su un altro attacco di Bacon arrivavano canestro più FT (mancato) e anche se Brown dalla media sinistra in fade-away metteva dentro tirando su dal palleggio contro MKG, Charlotte recuperava altri due punti grazie al Tank a un minuto esatto dalla fine e solamente dieci secondi più tardi gli Hornets in transizione ne aggiungevano ancora due con in MKG lanciato in transizione per il 36-23.

Beal cambiava diagonale ma segnava sempre da tre punti ma sull’altro lato del campo la difesa dei Wizards continuando a mostrare poca resistenza favoriva l’entrata di Parker che appoggiava di destro il 38-26.

Passi per l’altro Parker (Jabari) e ottavo TO Wizards mentre sull’altro fronte lanciatissimo Lamb con l’alzata in runner mandava dentro con il floater perfetto a 9 decimi dalla fine la sfera per il 40-26.

2° quarto:

Iniziava bene il secondo quarto la squadra di Borrego che a 11:15, allo scadere dei 24, trovava la tripla di Parker dalla sinistra per poi ottimizzare la confusione in campo con un passaggio di Ariza recuperato da Batum a metà campo che buttando (per non commetter passi essendo in controtempo) la sfera nella metà campo avversaria favoriva Parker che lestamente anticipava il tank per andare ad appoggiare il 45-26.

Sul +19 finalmente segnava anche Washington, troppo timida e uccisa dalla zona di Charlotte.

Era una tripla di Ariza dal corner destro a batterla ma sull’altro fronte un allungo in tuffo del Tank su Ariza valeva i due punti con tiro libero aggiuntivo.

50-29 a 8:41 con un impietoso 33-3 nei punti dalla panchina mentre Beal segnando ancora da tre punti si portava a 16, esattamente la metà dei punti realizzati dalla squadra.

Beal si ripeteva da fuori divenendo un problema così Borrego chiamava il time-out sul 50-35.

Biz era fermato da sotto ma Green commettendo nuovamente passi in attacco non faceva felice Brooks vista la sua squadra al decimo turnover tuttavia erano solo i Maghi a segnare in questo frangente e un canestro di Portis chiudeva il parziale di 0-12 pro locali (50-41).

Batum dalla diagonale sinistra accarezzava la retina interna bloccando la rimonta a 5:44 Miles parava un ribaltamento tentato da Ariza e Biz con il rimbalzo offensivo si andava a procurare un tiro e due FT che splittava a 5:16 portando sul 54-41 la partita.

La squadra di Brooks tentava un nuovo assalto e Green che questa volta aveva spazio per correre andava sino in fondo lasciando Lamb lateralmente e costringendo Williams al fallo per un two and one.

Ariza da tre punti costringeva a una pausa Borrego a 4:21 sul 54-47, Hornets che mancavano 4 tiri ravvicinati sulla stessa azione (due di Lamb e due di Williams) ma una palla deviata da Jeremy in difesa favoriva la transizione che a 3:21 chiudeva il capitano portando sul 34-16 il parziale dei punti nel pitturato.

Beal a 2:56 metteva dentro due punti anticipando quelle di J. Parker liberato sulla liberissima linea di sondo sinistra per la schiacciata del -5 (58-53).

Walker falliva un tiro ma Beal in palleggio si faceva sporcar palla da Walker perdendola, il nuovo attacco sin sotto canestro di Walker andava a vuoto ma Batum da dietro correggeva seguendo l’azione.

A :46.4 Walker sparava la tripla raggiungendo i 16 punti mentre Beal da fuori trovava solo aria su una buona difesa di Bacon mentre Kemba sull’altro lato con spin e hesitation in area costringeva uno scoordinato J. Parker al fallo per una two and one che faceva decollare i Calabroni sul +13 (66-53), vantaggio con il quale si chiudevano i primi 24 minuti.

Charlotte Hornets guard Tony Parker (9) goes to the basket against Washington Wizards forward Jabari Parker, right, during the first half of an NBA basketball game, Friday, March 15, 2019, in Washington. (AP Photo/Nick Wass)

3° quarto:

Out Satoransky, dentro Randle per Washington ma non cambiava il copione quando a 11:21 Marvin era raggiunto sotto tutto solo per facili due punti in appoggio mentre gli Hornets beneficiavano di un Biz che in attacco recuperava un altro pallone su un basso quintetto dei Wizards.

Due FT a 10:53 segnati entrambi per il 70-53 prima dell’entrata vincente di Green e della tripla di Walker che colpendo il primo ferro vedeva il rimbalzo allungarsi verso la tabella e ricadere amichevolmente, dopo un rimbalzo sul secondo ferro, nella retina.

Beal da sotto segnava ma rispondeva Biz che con un anomalo movimento in area si allungava quasi acrobaticamente (per lui, visti gli standard) oltre il marcatore per depositare due leggiadri punti tuttavia a 9:32 Beal rispondeva ancora da on-fire con altri tre punti per il 75-60.

Kemba non voleva esser meno come leader e provvedeva all’attacco di Charlotte con il jumper da due punti. Randle era stoppato e sull’altro fronte il cambio mano in entrata rapida di Bridges era buono per l’ennesimo recupero di Biyombo che metteva dentro due punti in reverse layup per il 79-60.

Charlotte raggiungeva anche il +21 incassando poi un 2/4 ai liberi e una tripla di Green a 6:09 prima che Batum, liberissimo sul diagonale sinistra (servito da Kemba), stoppasse nuovamente un parziale dei Maghi per fissare momentaneamente sul mega schermo l’84-65.

Jabari Parker segnava 4 punti consecutivi per l’84-69 poi toccava a a un pullup di Lamb e a un canestro di Beal spostare il punteggio verso l’alto mentre Lamb con l’appoggio di destro in corsa diagonale sulla sinistra evitava per un soffio la stoppata provvedendo a mantenere un divario di 19 punti (90-71).

Il divario si assottigliava un po’ anche perché gli arbitri, dopo aver favorito un po’ Charlotte nel primo tempo, restituivano qualcosa come due FT ad Ariza a 1:14 che segnava con il quarto passo e mandava K.O. Kemba visto come bloccante irregolare.

Due punti regalati, un FT fatto ribattere per invasione prima segnato e poi mancato per il 92-75 prima che arrivassero le triple di Beal a 24 secondi dalla dine e quella di Bacon in solitaria dall’angolo sinistro ancora a 9 decimi dalla fine a chiudere sul 95-78 il quarto con gli Hornets ad accumulare altri 4 punti di vantaggio in 12 minuti.

4° quarto:

Bacon segnava a 11:14 con lo stop and pop frontale ma Brown con un catch n’shoot laterale segnava da tre.

Bryant cominciava a essere un fattore per i Wizards che in transizione prendevano a piene mani due punti dal centro attingendo a J. Parker per recuperare altri due punti in area.

L’altro Parker, quello di Charlotte, con il floater in area realizzava il 99-85 riuscendo a prendersi poi ancora una tripla vincente per mandare oltre i 100 i Calabroni (102-85) a dispetto delle sue basse percentuali da oltre l’arco in stagione.

Brown replicava a 8:35 da oltre l’arco nella guerra tra missilanti e a 8:04 per una trattenuta di bacon su Bryant in area con spinta del nostro numero 7 nel finale sull’avversario pioveva contro anche un FT realizzato da Beal.

Bryant si esaltava con una dunk da second chance ma Washington rimaneva lontana sul -13 (104-91), inoltre Parker orchestrava uno scarico in corsa nell’angolo sinistro per il connazionale Batum che faceva ricadere la palla perfettamente nella retina con perfetta parabola.
Tre punti che no piegavano il disperato tentativo di rientro dei Wizards che schiacciando nuovamente con Bryant e conservando il punteggio con la stoppata del centro su Tony Parker, dopo un paio d’errori offensivi (compresa una stoppata di Batum) tornavano ad accorciare con Beal che riprendendo palla dal blocco del francese metteva dentro sulla linea di fondo sinistra a due passi dal canestro.

Jabari Parker in corsa, giunto sulla baseline destra (media distanza) superava il tentativo di stoppata in salto da parte di Bacon che a 5:26 riportava la squadra di Brooks sul -10 (107-97).

Batum stoppava con fallo Beal: due FT a 5:04 per il -8, brutta tripla di Walker e due pt. di Brown con l’entrata a ricciolo da destra e alzata da pochi passi per il -6 (107-101)…

Gli Hornets non andavano in panico contro la zona 3-2 di Washington trovando la tripla dall’angolo destro di Batum alla quale seguiva quella di Lamb a 3:26 dalla diagonale dello stesso lato, un catch n’shoot in faccia a Dekker festeggiato prematuramente con un balletto di fronte alla panchina.

113-103, una doppia mazzata per quasi chiunque ma non per Washington che tentava il tutto per tutto: 3:04, dunk appesa di Beal, tripla di Green per il 113-106 e fallo di Williams su Green a 1:56.

-5 (113-108) ma Lamb in corsa dopo 21 secondi spingendosi fuori sul contatto con Beal trovava il floater per il canestro più il fallo tra i fischi del pubblico che non la vedeva alla stessa maniera.

Un’azione da tre punti che riportava Charlotte sul +8 con gli Hornets a incassar due punti e a lasciar scorrere il cronometro ma c’era tempo ancora per un tentativo di Green da tre punti per il -3 che si spegneva sul ferro.

Se fosse entrato la partita avrebbe potuto esser rimessa in discussione nel finale ma visto il margine ampio negli ultimi secondi Washington si arrendeva e Charlotte portava a casa una W per la sopravvivenza.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

28 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 11/30 dal campo. Non tira particolarmente bene il capitano che spesso da due punti va un po’ corto con il classico braccino mentre da fuori il 3/8 è buono. Attacca bene all’inizio poi è strana la sua prestazione che sfiora i 30 punti ma con tanti tiri presi. Un paio di aperture troppo easy, una costa una transizione da due punti, l’altra la persa per rimessa laterale. Buona la sua stoppata da dietro a Randle, subisce uno sfondamento da Ariza che gli arbitri invertono e sporca un pallone a Bel in palleggio per dire che in difesa c’è anche se a volte è un po’ lascivo come nell’ultimo quarto quando lascia scappare Randle che raggiunge facilmente il centro e l’aiuto a quel punto non può far più nulla.

Nicolas Batum: 6,5

16 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/10 dal campo. Tre TO e -12 con lui in campo ma indubbiamente con il suo 4/5 da tre punti aperto contribuisce a tenere Charlotte a galla in attacco. In difesa fa quel che può e se stoppa Beal, “quello” riprende palla e segna ma la stella di Washington non è semplice da fermare.

Miles Bridges: 6,5

2 pt., 5 rimbalzi, 2 rubate. 13:07 in campo per lui con un 1/3 dal campo ma inizia bene con una difesa forte deviando un pallone sulla linea di fondo e poi intercetta una sfera sparatogli addosso da Ariza per un ribaltamento con parata a centro area del nostro numero zero. Si fa valere a rimbalzo difensivo aiutando a sigillare una zona messa in campo da Borrego.

Marvin Williams: 5,5

2 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. L’impegno difensivo c’è. Parte meglio ma nel finale un suo fallo, dopo aver sbagliato due facili punti in attacco, regala il -5 agli avversari. Trova l’unico canestro da sotto su passaggio smarcante, gli altri 8 tentativi li fallisce tutti, polpastrelli freddi, si salva un po’ nel voto perché gli riconosco il contributo difensivo (plus/minus a zero).

Out a Houston, Marvin interrompe la striscia (in gare giocate) nell’aver segnato almeno una tripla consecutivamente.

Bismack Biyombo: 6,5

11 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Lo strano caso Biyombo che parte subendo un paio d’entrate da parte di Green. Finisce la gara non prendendo nessun rimbalzo difensivo tra effetto della zona e mancanze personali eppure domina in attacco con 4 rimbalzi offensivi laddove sfrutta i suoi cm per convertire gli errori dei compagni in punti e FT. 16:32 in campo, poi Borrego preferisce un quintetto differente.

Jeremy Lamb: 7,5

18 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 7/13 dal campo. Inizia bene, si perde un po’ al tiro ma nel finale rientra prepotentemente con una tripla e una two and one non facile (più un rimbalzo difensivo in mischia importante) che decidono la gara. Direi uomo partita per Charlotte. Lo scorer che serviva per mantenere la partita sui binari giusti.

Dwayne Bacon: 7

13 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 5/8 dal campo, +16 di +/-. Ottima partenza in attacco e anche in difesa lo si vede forzare Beal a un air-ball da tre punti, una delle pochissime azioni sbagliate di tanto dalla star avversaria. Un altro che ha conti in sospeso con Washington o forse trova nelle mediocrità di un team avversario senza Wall e Howard, le qualità per esprimersi?

Tony Parker: 7

16 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 7/12 dal campo. Torna Tony in formato old years ed è provvidenziale per Charlotte. Si toglie il lusso di realizzare due triple su tre nonostante non stia tirando bene da fuori in stagione e da l’assist a Batum per la tripla dell’ultimo quarto. Orchestra bene la manovra e cerca di attaccare anche in area andando con il floater passando oltre i blocchi. Una sola volta in corsa è stoppato da Bryant sul tentativo d’appoggio laterale a sinistra.

Michael Kidd-Gilchrist: 6,5

2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. ½ dal campo. A parte i due punti in transizione del 36-23, durante i non moltissimi minuti della sua gara, riesce a dare solidità alla difesa nonostante incassi un fade-away dal mid-range sinistro in uno contro uno.

Frank Kaminsky: 6,5

8 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. Più consistente a rimbalzo in 23:08 accumula un +10 di plus/minus. 3/8 dal campo, altra presenza positiva dalla panchina per Charlotte che a 3:08 dalla prima luce rossa vede una finta di Frank prima di tirare e segnare la bomba mandando al bar Green.

Coach James Borrego: 7

La squadra parte mentalmente bene e per una volta la zona messa in campo funziona a nostro favore. La 3-2 di Washington nel finale è battuta con un paio di bombe. Per fortuna il cuscinetto di punti era sufficiente a non andare in panico ma contro Miami servirà ancor più determinazione e grinta perché le possibilità di vincere ci sono e Charlotte in serata ha dimostrato di saper attaccare in maniera intelligente anche se favorita tatticamente da Brooks che ha schierato Portis come centro e Green in alternativa prima di Bryant. Cm che ci hanno favorito a rimbalzo, quelli da non concedere a Miami nella prossima gara.

Il Punto @ 67

Premessa Finale

Quindici partite al termine della stagione per Charlotte per cercare d’approdare ai playoffs.

Ciò che tiene in vita la speranza è solamente la matematica.

Non confortano le ultime prestazioni della squadra che ha mostrato sia difetti psicologico/caratterali sia fisici dei singoli (mancanza di kg sotto le plance e di tecnica da parte di alcuni, la qualità non è eccelsa) e nemmeno il calendario restante è facile.

Vediamolo qui sotto unitamente a quello degli altri team che rimangono in lizza per la corsa dei playoffs a Est.

Rapida analisi del calendario delle contendenti

Nets: 12 partite rimanenti con un giro di 5 trasferte consecutive a Ovest.

4 partite casalinghe contro 8 trasferte, 10 delle 12 squadre che le “Retine” dovranno affrontare attualmente si trovano a quota .500 o sopra con i Lakers, unica squadra al di sotto di tale quota visto che anche nell’ultima sfida della regular season la squadra di Brooklyn dovrà affrontare gli Heat, anche se avrà il vantaggio del fattore campo.

Hanno il vantaggio su tutte le altre pericolanti, sono una squadra tosta ma bisognerà vedere se sopravviveranno a un calendario non certamente facile con tre partite consecutive contro i due top team a Est.

Pistons: 15 duelli rimanenti con 4 trasferte a Ovest.

7 partite casalinghe contro 8 trasferte, 8 partite contro squadre sopra i .500 e 5 contro team al di sotto e due scontri diretti da giocare in casa.

Un calendario medio che, considerando il buon periodo di forma dei Pistons, dovrebbe consentire alla squadra di Drummond e Griffin di strappare almeno 6/7 vittorie come minimo che dovrebbero bastare per accedere ai P.O..

Heat: 14 gare rimanenti, nessun giro di lunghe trasferte a Ovest.

6 partite casalinghe e 8 in trasferta.

In 8 partite se la dovranno vedere contro squadre sopra i .500 e solo due volte avrenno gare teoricamente più agevoli contro team sotto i .500.

4 gli scontri diretti equamente divisi tra casa e trasferta.

In bilico ma la squadra di Spolestra ha mostrato le solite doti di resilienza per sopravvivere.

Rimane sul filo con un calendario nel quale gli scontri diretti e quel paio di gare contro Mavs e T. Wolves potrebbero fare la differenza in un senso o nell’altro.

Magic:

13 sfide da giocare.

Una delle due squadre prese in considerazione che ha più partite casalinghe rispetto alle trasferte (7-6).

Niente più giri a Ovest ma tre scontri diretti tutti fuori casa.

Buono il calendario con 4 sfide contro squadre sopra i .500 e 6 sotto i .500.

Basteranno alla squadra dell’ex Clifford, risvegliatasi in primavera, a strapare almeno l’ottava piazza alle tre squadre davanti a loro?

Hornets: 15 match rimasti.

Non un gran calendario considerando il digiuno da vittorie in trasferta di Charlotte che avrà ben 9 sfide lontane dallo Spectrum Center e 6 in North Carolina.

7 saranno contro squadre sopra i .500 e 4 sotto.

Anche volendo correre (cosa che mi sembra non stia avvenendo), l’ipotesi migliore (forzando un po’) sarebbero 8/9 vittorie (considerando un giro a Ovest di 4 partite) ma si arriverebbe a 38/39 W, le quali potrebbero non bastare e la mia ipotesi, visto il momento non positivo della squadra è abbastanza ottimistica.

Wizards: 14 partite rimaste.

Squadra che sembra ormai spacciata e arrivata da una stagione sofferta tra infortuni e liti in spogliatoio.

Senza Wall direi che sarà durissima, anche il calendario che ha sì un giro a Ovest di 4 partite ma vede i Maghi avere ben 8 sfide interne e 6 esterne con un bilanciato 6-6 tra squadre da affrontare sopra o sotto i fatidici .500, potrebbe non bastare.

Due gli scontri diretti.

Bisogna capire anche se qualcuno di questi team preferirà perder qualche gara finendo per tankare e avere più palline a disposizione per la lottery.

Per le tre peggiori tre squadre ci saranno palline equivalenti al 14% e poi a scemare:

Per la quarta peggiore squadra: 12,5%,

Quinta peggiore squadra: 10,5%,

Sesta peggiore squadra: 9%,

Settima peggiore squadra: 7,5%,

Ottava peggiore squadra: 6%,

Nona peggiore squadra: 4,5%,

Decima peggiore squadra: 3%…

__________________________________________________________________________

Descrizione veloce delle partite passate

Febbraio era iniziato bene con due vittorie ma queste facevano ancora parte del blocco già descritto sino a gara 52.

C’eravamo lasciati sul 26-26 quindi gli Hornets avevano aperto la nuova serie con la rocambolesca sfida persa in casa con i Clippers di due punti all’ultimo istante seguita dalla sconfitta in back to back a Dallas.

La parentesi vincente ad Atlanta conduceva gli Hornets ad altre due trasferte, entrambe perse malamente a Indianapolis e a Orlando.

Si arrivava quindi all’All-Star Game di Charlotte con la squadra sul 27-30 in classifica.

Il 22 febbraio per Charlotte era “buona la prima”, in casa contro Washington poi tuttavia, delle altre tre partite casalinghe restanti, non se ne vinceva una.

La gara con i Nets era la solita gara strampalata con un finale che lasciava l’amaro in bocca e finiva con lo stesso punteggio della sconfitta contro i Clippers ma nel caso di Brooklyn un fallo sul tiro da tre di Walker all’ultimo istante non era visto quindi Charlotte tornava a mani vuote a giocare contro Warriors e Rockets, altre due gare che si dimostravano fuori dalla portata dei ragazzi di Borrego in calo ma ancora incredibilmente al comando della Division e sempre in ottava piazza a Est anche se ormai scricchiolante.

Orlando perdeva rocambolescamente a New York e anche Miami cedendo in casa a Phoenix dava speranze a Charlotte che tuttavia nella stessa serata nella quale veniva sconfitta dai Razzi vedeva gli Heat, avversari a distanza, battere i Warriors a tre decimi dalla fine grazie a una tripla di Wade che dopo esser stato stoppato, tirava al volo su una gamba scavalcando i campioni in carica.

Charlotte andava convinta di potercela fare a Brooklyn vincendo senza patemi 123-112 ma poi Portland si dimostrava la solita squadra troppo forte dell’Ovest per noi anche se nell’ultimo quarto Kemba mancava il sorpasso e Nurkic dall’altra parte metteva dentro una giocata da tre punti dando il via al finale tutto per gli ospiti.

Si arrivava al match clou con Miami allo Spectrum Center, un autentico spareggio con le squadra appaiate ma Charlotte lasciava la vittoria agli avversari che sorpassavano gli Hornets costretti a battere poi Washington in casa e la vittoria arrivava sul filo per merito di una tripla di Lamb a 50 secondi dal termine.

Contro Milwaukee e Houston non c’era molto da fare, due trasferte segate anche se Charlotte contro i Bucks giocava un buon primo tempo mentre Walker a Houston finiva con 40 pt…

Con questo record Charlotte si trova attualmente al 10° posto nella Eastern Conference sul 36-37 e in terza piazza nella propria Division, un raggruppamento che con una squadra appena migliore si sarebbe potuto vincere tranquillamente con un record positivo ma anche l’occasione migliore capitata a oggi di piazzare il primo banner a Charlotte sta sfumando.

__________________________________________________________________________

Prossime partite

A livello di logica avrà ancora un senso la Regular Season per noi se vincessimo le prossime due trasferte (WAS-MIA) ma solo 6 squadre hanno fatto peggio del 9-23 da trasferta di Charlotte, la quale ha gettato al vento numerose occasioni di recente per cui appare improbabile possa strappare due vittorie esterne consecutive sebbene le squadre avversarie siano al nostro livello.

Il calendario l’avete già visto sopra e si rischia seriamente che le sfide contro Pistons (80^) e Orlando (82^) non abbiano già più senso.

__________________________________________________________________________

Breve parte statistica descrittiva

Dopo l’All-Star Game, consultandosi con i suoi aiutanti, Borrego decideva inaspettatamente di cambiare il quintetto base.

Fuori Lamb, dentro Bridges con Batum a tornare nel ruolo di guardia tiratrice, questo per cercare di equilibrare di più lo starting five che nelle ultime gare non era andato bene dando un impronta più difensiva al team coinvolgendo maggiormente Bridges nel gioco di squadra e dando a Lamb la possibilità d’entrare dalla panchina con una rotazione teoricamente che lo porterebbe ad affrontare avversari più morbidi sebbene finisca poi per giocare più di Miles.

La mossa funzionava bene contro Washington ma rendeva poco contro Brooklyn, Warriors e Rockets con un Lamb altalenante, talvolta al minimo o bravo ad andare in doppia doppia contro i Rockets partendo dalla panchina.

La mossa toglieva spazio a un Monk che continuando a giocar sempre peggio non dava rimpianti ai tifosi per l’acquisizione dei suoi spazi a favore di Lamb ma anche Parker per certi versi finiva per il pestarsi i piedi talvolta con il compagno giocando alcune gare pessime.

Anche Bridges in quintetto oscillava dalla bella gara contro Washington a quella con un plus/minus negativo da doppia cifra con i texani dei Rockets.

Di fondo, se consideriamo l’attacco e le zone del campo dalle quali poter colpire, Charlotte ha un problema da inizio anno.

I tiratori da tre non sono estremamente affidabili (15^ in %), il peso offensivo, ma anche difensivo (17^ nelle stoppate), dei lunghi intorno a canestro è scarso tra realizzazioni e rimbalzi (19^ a rimbalzo offensivo e 23^ difensivo) e ciò che ha garantito spesso buoni risultati sono stati i punti generati dalle guardie Parker, Walker e Lamb tra incursioni con appoggio, floater, pull-up, ecc…

Non a caso la classifica dei singoli li premia.

Qui sotto ho creato degli istogrammi dei principali giocatori degli Hornets dalla gara contro Atlanta a quella contro Milwaukee.

Ho escluso l’ultima contro i Rockets perché gran parte dei giocatori principali è rimasta fuori anche se Kemba ha segnato 40 punti ma, per il possibile, volevo mostrare le correlazioni tra punti realizzati (l’altezza della colonna insieme alle barre orizzontali numerate identificano i punti realizzati in quella gara) plus/minus e risultato della gara.

Certamente la correlazione a volte esiste altre no, oppure andrebbe analizzata più approfonditamente in un contesto titolari/panchina e relative rotazioni in quella determinata sfida…

———————————————————————————————————————————-

Nota Tecnica

New York aveva fatto da apripista in una gara allo Spectrum Center.

Una gara nella quale gli Hornets stavano letteralmente dominando era mutata nel secondo tempo quando il coach degli arancio-blu, Fizdale, aveva pensato alla zona per mutare le sorti della gara e vi era incredibilmente riuscito.

Nella gara più importante dell’anno per Charlotte, Miami, tra raddoppi sul miglior elemento (Walker), pressioni, flottaggi e la zona 2-3 ha finito per mostrare i limiti di Charlotte che tra ingenuità ed errori, ha perso ben 19 palloni, tantissimi rispetto all’ottima media stagionale in TO.

Qui sotto ho selezionato 4 differenti casi che hanno in comune la zona difensiva di Miami e il finale con la palla persa.

Un ringraziamento va anche all’amico coach Matteo Vezzelli con il quale ci siamo confrontati per meglio descrivere le differenti azioni in questione:

Azione 1: Prima decisa azione di zona da parte di Miami.

Una 2-3 (due avanti e tre dietro, si sente chiaramente nel video Dell Curry pronunciare “zone”) ad affrontare Charlotte che in partenza è in situazione di 1-3-1.

Gli Hornets portano tra le linee di conflitto della zona Zeller, Bridges e Williams mentre Kemba si trova oltre l’ultima linea difensiva degli Heat ma esce sul lato sinistro (per chi attacca) a ricever palla da Batum mentre Williams sale fin sulla linea del tiro libero offrendo una seconda soluzione (per avere una palla più interna) al francese ancora in possesso di palla.

Batum sceglie Kemba su quello che diventa il lato forte (Bridges in angolo e Zeller sulla linea di fondo) ma il capitano ha solamente sei secondi quando palla in mano scruta la situazione.

Walker decide di provare a penetrare in velocità ma i due uomini degli Heat periferici chiudono la strada al capitano, il quale decide giustamente di scaricarla a Batum stesso che potrebbe tirare provando un catch n’shoot con un secondo sul cronometro ma perdendo il tempo del tiro con la salita di Waiters dai tre dietro e sbagliando a scaricare su Williams in angolo perché il tempo scade, commette un doppio errore.

Buona difesa di Miami, discreto giro di palla di Charlotte con extra-pass finale per trovare una soluzione con un uomo libero che possa prendere un tiro non forzato con i piedi a terra ma l’azione è troppo lenta e il tiro sarebbe comunque finito soltanto sul ferro.

__________________________________________________________________________

Azione 2: Stessa situazione difensiva per la squadra di Spolestra con la 2-3.

Batum esce dall’area per andare a ricever il passaggio di Walker per poi andare a giocare un pick and roll con Zeller sulla destra.

Richardson difende bene rimanendo sulla linea del possibile passaggio tra il francese e il centro anche se l’azione si sta sviluppando in corsa.

Nonostante il pick and roll mancato il transalpino riesce poi a schiacciare palla dentro per Zeller che non si avvede dell’avvicinamento alle sue spalle di Winslow, lesto (al contrario di Zeller, pigro e lento) a portar via la palla al nostro centro con l’anticipo per la ripartenza Heat che elimina tutti i possibili scenari dopo l’eventuale palla ricevuta da Cody.

__________________________________________________________________________

Azione 3: Una zona 2-3 ancora una volta anche se inizialmente sembra una 3-2 ma quando Olynyk vede Batum avanzare, arresta seguendolo a uomo schiacciandosi in area ed è proprio un suo intervento sul tentativo d’alzata per il tiro da parte di Batum a non far propender gli arbitri per la ricaduta del francese con la palla in mano.

Bloccato e senza spazi, con gli esterni degli Heat larghi il francese scarica dietro su Lamb che quasi di forza prova ad attaccare la stessa zona già piazzatasi (evitando il gioco di passaggi per trovar spazi), così Richardson tenendo nell’uno contro uno, andando a subire uno sfondamento da parte di Jeremy, tramuta l’azione d’attacco dei Calabroni nell’ennesima palla persa.

__________________________________________________________________________

Azione 4: Miami sta rientrando per tornare a schierarsi con la 2-3 mentre Charlotte ha 4 uomini sul perimetro e Zeller al centro.

L’idea è probabilmente quella di ribaltare il lato ma il passaggio in orizzontale di Williams verso Batum è intercettato da un reattivo Olynyk che approfitta di una clamorosa ingenuità degli Hornets.

Passaggio in orizzontale, una delle cose peggiori che si possano fare nel basket specialmente se la linea degli attaccanti è quella più arretrata.

Un errore davvero grave che ci costa due punti semplici per una superficialità che un giocatore dell’esperienza di Williams non dovrebbe commettere.

Charlotte in quel frangente stava andando in tilt con decisioni in attacco piuttosto rivedibili…

__________________________________________________________________________

Le principali statistiche di squadra in grafica:

__________________________________________________________________________

Qui sotto ecco i confronto tra giocatori con lo stesso ruolo (circa) con il primo a sinistra titolare e il ricambio a destra nelle prime cinque jpg:

__________________________________________________________________________

Qui sotto troverete la classifica dei giocatori con la relativa media voti.

Più stringata delle precedenti versioni cercando di sintetizzare, riassumendo l’ultima parte di stagione ma in generale l’anno con le caratteristiche salienti dei vari giocatori.

__________________________________________________________________________

Classifica Giocatori

17°, Shelvin Mack: 4,75

Per la forma ricorda Derrick Coleman ma in un altro ruolo, con meno cm e senza lo stesso talento. Imbolsito, sembra poter esplodere in un assist clamoroso quando pompa palla ma si affloscia.

Preso da Kupchak per accontentare la piazza dopo il mancato acquisto di Gasol, gioca due gare e per Borrego (giustamente) sono già abbastanza…

Un’intervista a Mack dopo un allenamento circa un mesetto fa…

__________________________________________________________________________

16°, Joe Chealey: 5,5

Mai visto in questa serie di partite. Ha giocato solo del garbage time a Boston in tutta la stagione.

Borrego usa ancora meno di Clifford i two-way contract, eppure in preseason aveva mostrato buona mano da fuori e il coach chiedeva molto tiro da tre punti.

Nemmeno come specialista è riuscito a trovar spazio ma io in certi frangenti, senza qualche titolare, qualche occasione gliel’avrei concessa anche perché Charlotte non è una macchina da guerra nel tiro da oltre l’arco.

__________________________________________________________________________

15°, Devonte’ Graham: 5,76

Purtroppo mostra d’esser giocatore ancora acerbo in attacco e lacunoso in difesa.

Senza cambio passo, molto elementare di solito nei passaggi, sforna pochi assist, non è facile magari mettersi in relazione in partita con i compagni giocando poco ma negli allenamenti dovrebbe acquisire sicurezza sebbene poi trovarsi in partita non sia la stessa cosa.

Era una piccola speranza tra i rincalzi in preseason ma in stagione regolare non va aldilà del compitino anche se ogni tanto piazza qualche tripla ma nelle ultime otto partite nelle quali è sceso sul parquet i suoi +/- sono tutti negativi anche se c’è la discriminante di dover giocare con la panchina.

Ogni tanto fa la differenza, ma in G League con gli Swarm…

__________________________________________________________________________

14°, Guillermo Hernangomez: 5,79

Accantonato perché risulta esser nullo a livello difensivo, spesso sembra guardare i lunghi avversari metter dentro come se lui non facesse parte della partita.

Altre squadre hanno lunghi che vanno a disturbar tutto preferendo commetter fallo piuttosto che lasciar un tiro semplice.

Lui è troppo arrendevole.

Peccato perché in attacco qualcosina di buono riesce a farla anche grazie alla scuola europea e a inizio stagione regolare aveva dato sicuramente un buon contributo dalla panchina.

Finte e tiri ma anche rimbalzi su ambo i lati del campo che numericamente non sono male rispetto ai minuti giocati a partita effettivamente.

__________________________________________________________________________

13°, Malik Monk: 5,84

La delusione dell’anno, eppure avevo creduto in lui ma forse la testa ancora non c’è tanto e sicuramente non ha trovato il ritmo.

Patisce meno in difesa anche se di certo siamo lontani da standard accettabili ma è in attacco il problema.

Tira male, troppo velocemente e le tante occasioni sprecate hanno abbassato la media nel tiro da fuori mentre rispetto allo scorso anno è salita la media dal campo ora al 38,6% ma pur sempre solidamente al di sotto del 40%…

Tira molto bene dalla linea ma la tendenza a perder palloni dovuta alla confidenza nel palleggio, alla frenesia o alle cattive scelte di passaggio per inesperienza anche se è entrato nell’anno da sophemore (secondo anno) minano la solidità della squadra che prende punti in transizione evitabili.

Sparito nelle ultime gare per scelta tecnica perchè le stava giocando peggio rispetto a inizio e centro stagione.

__________________________________________________________________________

12°, J.P. Macura: 6,00

Altro two way non più rivisto sul parquet e impossibile da valutare realmente vista la sola presenza che lo rende satellitare più che periferico.

Difficile probabilmente considerarlo pronto a livello complessivo ma peggio di Graham e Mack difficilmente avrebbe fatto se fosse stato schierato nuovamente sul parquet dopo l’unico spezzone finale con Dalla sin casa…

__________________________________________________________________________

11°, Bismack Biyombo: 6,00

Involontariamente, l’icona dei problemi degli Hornets sotto due aspetti.

Il primo è quello economico, il suo contrattone, infatti, non vale di certo ciò che riesce a offrire sul parquet.

Se poi è inappuntabile dal punto di vista dell’etica lavorativa (lavorando anche di più per cercare di migliorarsi e colmare qualche lacuna), sfortunatamente dal punto di vista tecnico dimostra scarsa qualità al tiro. Migliorato ai liberi, ogni tanto riesce a piazzare qualche due punti in jumper “sorprendente” per lui ma da fuori non ha tiro.

In generale manca di quelle qualità cestistiche complessive che fanno la differenza tra un buon e un mediocre un giocatore e che garantirebbero al buon giocatore di potersi destreggiare in ogni circostanza invece d’esser considerato uno specialista in grado di fare solamente una o due cose..

Nello skill set (abilità/capacità) non ha poi la velocità nel coordinarsi in risposta agli attaccanti rapidi avversari e questo gli crea qualche problema di falli spesi, oppure qualche canestro subito per Charlotte sebbene in stoppata possa sempre dir la sua.

__________________________________________________________________________

10°, Nicolas Batum: 6,00

Stesso discorso per quel che riguarda il rapporto qualità/prezzo.

La colpa primaria di Batum è quella e oggi Charlotte, a causa del non voler andare oltre la luxury tax per un team che non ambisce all’anello, rischia di perder Kemba Walker avendo uno stipendio così pesante a piombare il salary cap…

Sempre presente fino alla trasferta a Houston dove è rimasto fuori, fermato da un virus influenzale.

Scostante nel rendimento, non essendo uno scorer ma un tuttofare che da una mano a Walker sotto il punto di vista degli assist, rimbalzi, rubate, ecc., non garantisce picchi di punti elevati.

Quest’anno, grazie a qualche serata migliore dello scorso anno, ha una media dal campo (compreso nel tiro da fuori) superiore a quella dello scorso anno ma è calato nella media punti realizzata.

Ha diminuito i TO, la media rimbalzo e quella nelle stoppate sono leggermente migliorate (quella nei blocchi impercettibilmente, rimanendo comunque esigua) ma smazza due assist in meno (da 5,5 a 3,5) a gara e sono parecchi.

Probabilmente l’esser costretti spesso ad andare sul piccolo di maggior talento avversario incide così come aveva inciso lo slittamento nel ruolo di SF ma, nonostante qualche episodico buon intervento difensivo, in attacco usa ancora poco la penetrazione preferendo andare in fade-away o provare il tiro da tre punti.

Nel complesso sarebbe un giocatore da scambiare per tentar di salir di livello perché una sufficienza sul filo per il giocatore più pagato del roster equivale a una sconfitta.

__________________________________________________________________________

09°, Dwayne Bacon: 6,02

Riapparso ultimamente nelle rotazioni di Borrego (il coach sta dando spazio a tutti riprovando player out da tempo) dopo tanta gavetta a Greensboro ha esordito bene contro Washington sublimando la sua buona gara tenendo bene sull’ultimo possesso Beal ma contro avversarie più toste come Bucks e Rockets ha finito per sciogliersi mostrando i suoi limiti.

Principalmente dovrebbe essere un difensore, uno di quelli che per Charlotte devono cercare di fermare i buoni momenti avversari ma quest’anno ha finito diverse volte per alternare buone giocate difensive ad altre, complice la bravura altrui e qualche ingenuità sua, che son costate care.

Contro Houston ha avuto problemi nel tenere da tre punti non riuscendo a fissare la giusta distanza tra lui e l’attaccante.

Probabilmente non esiste questa distanza perché più ravvicinatamente l’avrebbero battuto sul primo passo ma pur con una buona impostazione di base per disturbare il tiro, il fallo su Harden e le due bombe prese in faccia hanno lasciato il segno.

Non mi aspettavo Borrego lo mandasse a farsi le ossa agli Swarm nell’anno di sophemore ma ancora dimostra una certa mediocrità, non so se risolvibile.

La voce di Bacon dopo la buona prova contro Washington. __________________________________________________________________________

08°, Cody Zeller: 6,02

La sua serata da leone ce l’ha con Golden State.

Il ruggito in attacco lascia l’eco laddove s’infilano in qualche varco gli avversari e anche Cousins fa una buona gara.

L’impegno non manca e nel ruolo è quello che ha un voto migliore di tutti al momento (escludendo Frank tornato a giocare anche come PF) ma è solo un 6,02 e questo la dice lunga su quale sia uno degli aspetti più problematici di Charlotte che non ha centri completi se non lui che tuttavia, nonostante la lotta, mostra limiti di qualità, sebbene in attacco porti blocchi dall’ottima angolazione anche per andare a giocare eventuali pick and roll, continui a offrirsi come incursore in qualche caso, oppure lavori le sotto le plance tentando il classico gioco da pivot tra rapide alzate e appoggi ma in difesa contro centri di valore spesso soffre perché non è rapidissimo anche se lui come Biz (a differenza di Frank e Willy) non disdegna nello spendere il fallo se serve.

Anche lui non riesce a bloccare gli avversari con efficacia nel pitturato non avendo una grande esplosività difensiva.

Rimane su medie da carriera con un tiro più consistente senza troppi sprechi tentando anche qualche open da tre se c’è la possibilità, pur non avendo grandi numeri da fuori…

Anche guardando Cody (invecchiato in due anni incredibilmente…) si ha la sensazione di trovarsi di fronte al classico bicchiere mezzo pieno/mezzo vuoto ma, pur in maniera differente da Batum, Marvin Williams e MKG, dopo vari anni nei quali Zeller ha militato a Charlotte, si può affermare che se la sufficienza la merita e migliora le prestazioni della squadra di Borrego in assenza di meglio, per fare il salto di qualità servirebbe ben altro.

Curioso l’episodio nel quale, tornando da un time-out, avvicinandosi furtivo ad Antetokounmpo con la palla tra le mani dopo il suo errore dalla lunetta, va a rubar palla e a schiacciare con il greco e tutti i Bucks colpiti dal flash di Will Smith…

__________________________________________________________________________

07°, Miles Bridges: 6,03

Borrego vede che qualcosa non funziona più.

Orlando prima dell’All-Star Game è un campanello d’allarme.

La squadra in difesa non c’è e lui pensa di buttare nella mischia, almeno per i minuti iniziali, il rookie per garantire più mentalità difensiva.

La cosa non funziona spesso comunque nonostante l’atletismo garantito in difesa ma anche in attacco.

Charlotte nelle ultime partite spesso si è trovata pesantemente a inseguire anche se non si può sparare addosso a un giocatore all’esordio che prova a fare del proprio meglio e non costituisce un buco principale come singolo.

Più coinvolto nel gioco, ancora deve diventare uno scorer consistente e affinare le abilità in attacco dove si è rivista qualche schiacciata ma non così accattivante e potente come quelle rilasciate a inizio stagione.

Mi aspettavo qualcosa di più in attacco dove deve ancora lavorare un po’ su un tiro da tre punti che potrebbe lievitare mentre usa abbastanza bene la linea di fondo piazzandosi in determinate occasioni vicino a canestro per ricevere il passaggio.

__________________________________________________________________________

06°, Frank Kaminsky: 6,05

Rispedito con costanza da Borrego in campo contro Brooklyn, il Tank è la versione buona di Hernangomez.

Come lui non ha una grande utilità difensiva anche se un minimo ci prova rispetto allo spagnolo, ha buoni movimenti e sa usare le fine anche se non è di scuola europea, spin e ampi giri di compasso e tiro da tre punti (gran finale contro Miami con il tiro da fuori per batter la zona degli Heat) le sue armi principali in attacco.

Il problema è che sommando attacco e difesa le due cose si bilanciano più o meno.

Fosse stato un difensore un po’ più consistente, Borrego non l’avrebbe ignorato per gran parte della stagione.

Un altro giocatore incompleto che a qualche team potrebbe far comodo come specialista in frangenti per recuperare punti tra tiro da fuori e movimenti se adeguatamente coperto dai compagni ma da noi non abbiamo nessuno a coprirlo se gioca anche da ultimo baluardo.

__________________________________________________________________________

05°, Marvin Williams: 6,15

Giocatore costante nelle presenze e uomo che non si risparmia in allenamento né in campo ma troppo scostante a livello di prestazioni.

Non è uno scorer primario ma se mancano i suoi punti di rottura che spesso ottiene con passaggi scarico dei compagni che servono ad aprire il campo e liberarlo, la serata diventa nightmare perché passa da ottime serate al tiro a pessime, giocatore da striscia…

Ha le abilità per andar dentro a ritmarsi in floater e dovrebbe provarci qualche volta di più quando gli spazi lo consentono.

Discreto difensore ma anche per il veterano della Buzz City vale il discorso fatto per altri.

Per galleggiare nella mediocrità come titolare va bene ma per aspirare a qualcosa di meglio non è l’ala grande ideale rimanendo un giocatore incompleto ed in inevitabile calo fisico.

Penso a Gallinari, Griffin o anche semplicemente a un Tobias Harris, giocatori che in maniera differente, con armi diverse e peculiari, hanno molto più impatto sull’attacco della propria squadra…

__________________________________________________________________________

04°, Michael Kidd-Gilchrist: 6,19

Partito benissimo tanto che qualcuno lo paragonava a Draymond Green nell’avere successo nel cambio di ruolo, il doppio salto da SF a C e il salto indietro da titolare (scelta numero 2 al Draft dietro il Monociglio) sembrava non averlo penalizzato ma dopo esser tornato a giocar da PF, soffrendo cm e kg avversari a volte, minutaggi e rotazioni di Borrego forse l’hanno danneggiato un po’.

Lui è sicuramente calato stabilizzandosi su scarse prestazioni.

Al momento resta al quarto posto ma il voto è sensibilmente calato e a Charlotte è venuto a mancare un difensore che sembrava capace di stoppare le folate avversarie.

Dopo tre partite di stop (scelta tecnica di Borrego avendolo visto soffrire parecchio) l’head coach lo rispediva sul parquet ma ciò che chiamiamo destino era in agguato.

Pochi minuti contro Washington e infortunio al ginocchio sinistro per il quale ancora oggi permane in day to day.

Ragazzo dalla storia personale da amare ma sul parquet si è disperso.


__________________________________________________________________________

03°, Jeremy Lamb: 6,35

Con Jeremy Lamb sul podio inauguriamo la categoria di “Giocatori che fanno realmente la differenza”.

Sull’onda, sulla scia della buona stagione dello scorso anno Lamb è finito in quintetto per poi riaccomodarsi in panca dopo l’All-Star Game ma a parte un paio di brutte “stecche”, continua ad attaccare il canestro e a dare respiro (ora) alla panchina di Charlotte che beneficia di uno scorer consistente poiché flessibilità, coordinazione ed equilibrio non gli mancano oltre a una discreta dose di velocità.

Giocatore che occasionalmente può anche stupire a rimbalzo o se inserito in un determinato contesto in versione assist anche se la sua ipotesi primaria con palla in mano è attaccare il canestro come un cavallo con il paraocchi.

Latita un po’ nelle percentuali da fuori ma se ha i piedi per terra e un po’ di spazio sa colpire come si è accorta Washington, sorpassata all’ultimo giro di lancette proprio da una tripla di Lamb che poi ha conservato il risultato con una stoppata su Portis.

Altro aspetto sottovalutato di Lamb, la difesa che non è un granché efficace contro avversari abili nel crossover/dribbling o particolarmente veloci ma è discreta sul tiro e negli spazi, sia in aiuto, in mischia che negli spazi, laddove riesce a intervenire ogni tanto sulle limnee di passaggio grazie a velocità e agilità.

Potrebbe partire in estate, vedremo che vorrà fare Charlotte che ha sicuramente come prioritario il caso Walker.

__________________________________________________________________________

02°, Tony Parker: 6,46

L’unico acquisto dell’estate ha portato sicuramente un upgrade al ruolo di PG dalla panchina sino a “mascherare” molto bene in termini di risultati i problemi di Charlotte ma poi son saltati fuori i problemi.

Delle ultime 14, tra infortuni e rinunce ai back to back (purtroppo l’età e l’usura di giocare a certi livelli si fa sentire) 5 partite sono state saltate al transalpino che ha cominciato a perder qualche colpo andando 4 volte sotto la sufficienza.

In altre 5 occasioni ha giocato bene riuscendo a dare un paio di volte un contributo importante per la vittoria ma per Charlotte che non ha tanti altri sbocchi offensivi (inteso in termini di punti ma anche assist) è poco e il 4-10 accumulato dalla squadra da Borrego si poggia anche in parte sulle problematiche sopraelencate.

Il giudizio rimane positivo nonostante qualche serata (da inizio anno) non proprio eccelsa al tiro (specialmente nel tiro da tre punti non ha mai tirato così male in carriera risultando spesso impreciso e con poca forza sul tiro già a partire dalle gambe) o altre nelle quali il poco minutaggio in campo ha coinciso con la non incidenza sul match, certo… per il futuro rimane sempre un rischio perché si è sub judice, sospesi tra un apporto di qualità e la possibilità di mancanza di tale apporto.

__________________________________________________________________________

01°, Kemba Walker: 6,80

E’ andato sotto la sufficienza tre volte in questo blocco di partite, purtroppo due volte in gare delicate contro Portland e Miami.

Il linguaggio del corpo a volte e il volto tradiscono un’insoddisfazione visibile mista a pena.

Perdere spesso non piace a nessuno, soprattutto se hai le qualità per vincere spesso.

Indubitabilmente il trascinatore della squadra, in una mediocrità disarmante si staglia sopra le figure degli altri player vincendo per distacco mostrando anche qualche talento difensivo come quello di piazzarsi per andare a ricevere le charge avversarie.

Una delle poche cose che gli si possono imputare è quella di aver usato troppo l’arma del tiro da fuori anche quando per un certo periodo era evidente portasse scarsi risultati.

A Houston ha finito per segnar 40 punti, con mezza squadra fuori si è caricato il team sulle spalle e più concentrato, quasi preso dalla disperazione di non mancare nemmeno un tiro per cercar di sostener la squadra, ha finito con un 6/6 da oltre l’arco con un paio di tiri non semplici.

Una stagione vissuta a pieno senza infortuni con 67 partite giocate.

Il miglior giocatore sempre in campo a disposizione, eppure…

La sua vittoria è già stata quella di non abbandonare la nave che affonda ma se Jordan farà come fece il governo militare nipponico con la Yamato (la più grossa corazzata giapponese, fatta partite nella battaglia di Okinawa in una missione suicida con il solo carburante per l’andata), nessuno potrà accusare Walker in caso di partenza, d’essere un novello Schettino.

Molti tifosi stessi di Charlotte lo incitano a partire ma nel caso di questa ipotesi, non è detto che Charlotte metta basi migliori per il futuro, sempre MJ e soci vogliano ambire ad avene veramente uno roseo.

__________________________________________________________________________

Qui troverete la tabella voti che porta alla classifica provvisoria riepilogata nella seconda scheda sottostante.

__________________________________________________________________________

Game 67: Charlotte Hornets @ Houston Rockets 106-118

Intro

Quando Ronald Reagan lanciò la guerra spaziale, ancora in epoca di guerra fredda, dopo il primo lancio dei sovietici di un razzo (1957, Sputnik) nello spazio e il successivo atterraggio sulla Luna di Neil Armstrong nel 1969, con l’”hard power” si cercava una militarizzazione dello spazio, oggi non è più così perché primariamente chi è in grado di lanciare razzi e satelliti lo fa per il controllo e la comunicazione passando per la sorveglianza e gli studi sul mutamento del clima ad esempio.

In ordine cronologico: Francia, Giappone, Cina, India, Israele, Iran, Corea del Nord e Corea del Sud ma gli Stati Uniti oggi spendono 35 miliardi di euro, più di ogni altra nazione.

Ovviamente guardando i Paesi elencati possiamo comprendere che Israele e Iran o Corea del Nord e Corea del Sud usino questa tecnologie (potendo costruire e lanciare razzi a uso bellico) per dissuadere il vicino.

Ovviamente un satellite può sorvolare qualsiasi angolo del pianeta senza nessun tipo di restrizione legale al contrario di visibili intrusioni di aerei di altri Stati sul suolo di una nazione.

A 36.000 km di quota stazionano 1.800 satelliti, privati e militari mentre oggi 62 nazioni possiedono un satellite (almeno) attivo, molti piazzati sulla linea equatoriale da dove si possono controllare meglio vaste aree del Pianeta.

Come saprete il Global Positioning System o GPS, era stato studiato dagli Stati Uniti per un uso esclusivamente militare ma ne 2000 con l’apertura al pubblico ha preso piede il grande successo della navigazione satellitare e mentre Russia e Cina ne hanno uno proprio, in Europa ancora utilizziamo quello statunitense in attesa che venga completato nel 2020 quello locale denominato Galileo.

Russi e americani hanno collaborato però ad alcuni progetti e cooperato insieme mostrando che il progresso scientifico può mettere da parte rivalità e prestigio e che la Terra vista dallo spazio è solo un piccolo pianeta isolato, proprio come il mondo NBA, una lega chiusa che oggi utilizza il tiro da tre punti come minaccia principale mentre il controllo degli spazi è praticato dalle difese tramite gli allenatori che provano con il GPS a geolocalizzare le minacce avversarie prima della gara.

E mentre in Texas a Dallas e a San Antonio (quest’anno) siamo riusciti a portare a casa almeno una W da quando siamo tornati Hornets nel 2014, nella città che prende il nome dal generale Sam Houston (nel 1836 fermò l’avanzata messicana vincendo un’importante battaglia), non è mai riuscita l’impresa e anche alla vigilia di questa gara le possibilità appaiono ridotte a un lumicino.

La Bayou City ne ha fatta di strada da quando prese il nome dal generale Sam.

Sede della NASA, i Rockets sono una degna espressione sportiva della tecnologia proiettata nello spazio, un buon prodotto che nella notte ospitava Charlotte, Buzz satellite in avaria a sorvolare Houston tentando di strappare un importante vittoria nella battaglia.

La partita in breve

Partita già improponibile per il livello delle forze in campo sin da subito, in più nelle fila di Charlotte si potevano contare numerose assenze.

Uno strano virus colpiva Charlotte peggio di quello “strano virus” che colpì la Germania vincente i mondiali di calcio del 1954 contro l’Ungheria.

Batum era influenzato, MKG infortunato, inoltre Parker, Williams e Zeller rimanevano out.

Spazio quindi alla linea verde per accompagnare Kemba nel tentativo dell’impresa impossibile.

Charlotte partiva bene con un 5-0 ma Houston con un contro-parziale da 8-0 si portava in vantaggio sino ad arrivare sul 10-11.

Con due azioni da tre punti, unitamente a qualche fischio pro Houston, gli arbitri decidevano di rovinare ulteriormente l’equilibrio del match, già molto precario.
La squadra di D’Antoni arrivava così a fine quarto a doppiarci sul 19-38.

Un altro parziale di 5-0 apriva il secondo quarto ma Houston a 7:05 si riportava sul +18 (30-48) dopo un 2/3 dalla lunetta dei Rockets che dalla linea arrivavano a 17/19 contro lo 0/0 di Charlotte che attaccava meno l’area ma alla quale mancava qualche libero.

Ad ogni modo la giovane difesa di Charlotte si mostrava un po’ indisciplinata e poco esperta, Houston volava sul +29 prima che Kemba sulla sirena andasse a metter dentro il floater del 44-71.

Sembrava sprecato il secondo tempo e Houston entrando in campo un po’ distratta beccava un parziale di 8-0 (10-0 nei due quarti unendoli) che portava Charlotte sul 52-71 ma una tripla di Harden e una di Gordon a testa, entrambe sulla capoccia di Bacon, mandavano i Rockets nuovamente in orbita sul 63-89.

Sul 63-91 Charlotte portava un parziale di 15-0 prevalentemente a mezzo triple con Kemba ad aprirlo e chiuderlo da fuori con un half-court traps che portava la squadra di D’Antoni a perder diversi palloni.

A 1:12 dalla terza sirena gli Hornets rimontavano sino al -13 (78-91) ma un alley-oop di Faried bloccava il rientro.

80-93 alla fine del quarto con due FT di Monk tra i fischi.

Charlotte provava a rientrare trovando anche un ultimo quarto discreto per i punti segnati ma non riusciva a riavvicinarsi per le spallate di Green (tripla dell’85-100), di Harden (altra bomba per il 94-109 e del 2+1 del Barba a 2:41 (99-112) che respingeva così Charlotte tornata sul -10 per una dunk di Bridges in precedenza.

Miles correggeva per il -11 ma Frank mancando l’appoggio del -9 mentre l’orologio D’Alìniano si scioglieva vedeva Harden metter due punti e chiuder la gara a 28 prima di sedersi in panchina.

106-118, buon tentativo nonostante tutto, purtroppo inesperienza, cm sotto le plance e cattiveria agonistica mancante dei lunghi, kg e qualche lacuna tattica hanno decretato una sconfitta annunciata.

Saranno interessanti le prossime due trasferte a Washington e Miami per vedere se gli Hornets hanno i progetto di tankare o provare a raggiungere una post season non troppo lontana ma ostacolata da un calendario non semplice e una squadra che ultimamente sembra un po’ in disfacimento.

Harden ha chiuso a 28 pt., Gordon a 22, Capela a 19 con 15 rimbalzi, Faried si è fermato a un 16+9 mentre CP3è andato in doppia doppia con 10 pt. e 10 rimbalzi.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Salto a due portato a casa dai Rockets che si affidavano inizialmente al tiro da tre punti senza riuscire ad andare a bersaglio così Charlotte sbloccava il risultato con Hernangomez che in area, dopo un paio di finte, metteva dentro il tiro comodo a 11:17 mentre Lamb da tre punti a 10:22 firmava il 5-0 ma la reazione di Houston si concretizzava con Capela che segnava due volte da second chance e in più nella seconda occasione veniva anche toccato dal centro spagnolo che regalando il libero consentiva il pari a Houston.

La squadra texana passava avanti con la tripla di Gordon (parziale 8-0) a 9:05 dopo una palla persa di Willy, quindi per interrompere il break serviva un’entrata di Bacon che in fing and roll riportava Charlotte sul -1.

Sulla pressione in uscita sul lato destro Walker finiva per perder palla in rimessa.

Nessun fallo per gli arbitri o tocco avversario, CP3 ringraziava e portando a casa tre punti distanziava i Razzi che tuttavia erano colpiti da Walker dalla diagonale sinistra proprio da tre punti per il 10-11 a 8:07.

Capela metteva dentro la terza second chance personale e nonostante due ottime difese personale di Bacon su Harden e di Lamb di P.J. Tucker gli Hornets cominciavano a esser perseguitati dai solerti arbitri che chiamavano un bad screen a Willy sul passaggio di Walker a 6:45.

I Razzi cominciavano a spingere e su un’entrata di Gordon potente Monk commetteva il fallo per il two and one del piccolo di Houston che anticipava lo 0/1 dalla lunetta di Harden (3 secondi fischiati contro Charlotte) e la tripla di Rivers che spediva Houston in orbita sul 10-19.

Bacon al vetro superava il balzo di Capela in chiusura per il dodicesimo punto Hornets che tuttavia erano colpiti da un altro missile da fuori targato Gordon prima che Monk tentando un passaggio perdesse palla e poi da tre mancasse il tiro rovinando il buon lavorio di Frank per smarcarlo sul lato debole.

Biz diceva no a Faried a 3:38 abbattendolo per il 12-24 dopo i due liberi a segno, tecnico a Lamb per una lamentela su un contatto con Faried durante una sua penetrazione e altro FT Houston (12-25) prima che Frank riuscisse a sdoppiarci con due punti ma Houston mettendo dentro altri due liberi e un tiro da tre con Harden dal lato sinistro su un Graham improponibile di portava sul 14-30…

Finalmente anche Monk contribuiva in attacco segnando tre punti ma Harden in entrata era coperto dall’ombrello di Biz irregolarmente.

Altri due FT a 1:50 così come a 1:22 per fallo di Graham sulla partenza di Harden che realizzando ancora dalla lunetta portava il match sul 17/34 con gli Hornets fermi a zero tiri battuti e i Rockets a 11/12…

A :36.1 fallo di Frank (spinta alle spalle su Faried a rimbalzo) dopo la tripla mancata da Harden e 17-36 ma a :25.4 finalmente Lamb con l’entrata sbloccava Charlotte per il diciannovesimo punto sebbene chiudesse ancora Houston il quarto con due punti dalla linea della carità di CP£ per un fallo inesistente chiamato a Graham che trattenuto dal bloccante non commetteva nessun fallo contro l’ex Clippers che realizzando il 19-38 chiudeva il quarto.

HOUSTON, TX – MARCH 11 : Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets goes to the basket against the Houston Rockets on March 11, 2019 at the Toyota Center in Houston, Texas.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Bill Baptist/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

L’apertura del secondo quarto risultava già insignificante anche se Walker in entrata e Monk su uno scarico da tre ripetevano il parziale iniziale del primo tempo da 5-0 ma dall’altra parte colpiva Shumpert da fuori per il 24-43 prima che Monk colpisse ancora da due punti seguito da Walker che con un reverse dribble e step back dalla media faceva fuori Rivers per il 28-43.

La fiammata Hornets si esauriva lì perché Green segnava da tre e anche se sull’azione seguente era bloccato da Willy e gli Hornets recuperavano in transizione due punti con Walker dopo aver visto l’incredibile potente schiacciata sbagliata di Bridges in solitaria (30-46), il divario cominciava a tornare importante dopo un 2/3 di Gordon che sull’alzata era toccato da Bacon.

0/0 Hornets contro il 17/19 dalla linea di Houston che arrivava sul 30-52 con perfetto passaggio di Harden su taglio di Gordon e appoggio da sotto…

Dopo due punti di Capela nel pitturato ecco i primi 3 pt. dalla lunetta di Charlotte a 5:16 per un tocco con il gomito sull’uscita dal blocco di Gordon su Kemba.

3/3 del capitano nonostante le proteste dell’ex Pelicans ma dopo una rubata (a Bacon) e assist di Gordon per Shumpert da 3 il mega-schermo girava sul 33-57.

Walker segnava due punti dalla media ma si entrava in zona Manimal che segnava con una dunk appesa ai limiti della provocazione (facile da scarico ravvicinato) e anche se Graham a 3:032 mettendo dentro la bomba dall’angolo alzava il punteggio dei neri, l’alley-oop di Faried faceva superare quota 60 a Houston (38-61).

Kemba tornava in lunetta su un floater arrestato da un bump irregolare di Harden le quali proteste raggiungevano vette piuttosto vergognose visto il fallo netto, il trattamento delle due squadre da parte della terna e le forze in campo.

Walker comunque splittava a 2:14 e Rivers da tre segnava dal corner sinistro un catch n’shoot, Manimal seguiva con la terza schiacciata personale, Kemba a 1:15 si prendeva altri tre punti dalla distanza ma P.J. Tucker dalla stessa posizione del tiro precedente di Rivers segnava da fuori approfittando dell’oscillazione di Lamb che non faceva in tempo a chiuder sul tiro dell’avversario per il 42-69.

Harden segnava due punti in entrata ma Kemba batteva anche la luce rossa dopo aver lasciato sul posto tre difensori con l’entrata stretta verticale per metter dentro il floater in corsa del 44-71.

Il tiro con il quale l’ombreggiato Walker raggiunge i 20 punti nel primo tempo a batter Harden e la sirena.

3° quarto:

Catapultati nel secondo tempo era tutto surreale.

24 minuti ancora da giocare erano solo una perdita di tempo con gli Hornets sul -27…

Charlotte però partiva sparata sfruttando i numerosi TO di una Houston un po’ distratta aprendo con Lamb da tre punti, proseguendo con le marcature da Walker (anch’esso da fuori) e di Bacon da sotto che segnando il 52-71 portava un parziale di 10-0 a cavallo dei due quarti.

Houston bloccava il break con una tripla di Gordon un po’ al di fuori della normale zona di lancio (8:58) e uno step back di Harden su Bacon era premiato con tre liberi.

Naturalmente era un 3/3 mentre dall’altra parte Bridges insistendo a rimbalzo offensivo recuperava la sfera in mezzo alle maglie rosse dopo l’errore di bacon da fuori per aiutare Kemba a segnare il 54-79.

Harden metteva dentro il 54-81 ma Frank (6:25) con un buon movimento passava dal post alto al post basso sulla sinistra per un turnaround vincente arricchito da un libero a segno.

A 5:56 scendeva ancora il distacco con una bomba di Frank da transizione armata da Walker (60-81), prima che Walker in area fermasse Capela irregolarmente.

2/2 ma un’entrata rapida e atletica di Bridges a destra non era fermata con il fallo da P.J. Tucker che regalando il libero addizionale a 5:27 vedeva Charlotte tornare sul -20 (63-83).

A 5:10 tripla di Harden su Bacon e subito dopo anche Gordon missilava da tre sul nostro numero 7 rilanciando lontano i Razzi (63-89) ma nonostante i Calabroni tornassero sul -28 dopo due tiri di Harden tentavano nuovamente di recuperare aprendo con una tripla di Walker a 4:03 seguita da un’altra mina esterna di Frank a 3:29 prima che Walker danzasse tra i paletti rossi e mettesse in entrata il tiro subendo anche il fallo a 2:56.

Charlotte riusciva ancora a segnare da tre con Miles a 2:21 e con Kemba (sempre da fuori in una gara stellare) portando un parziale di 15-0 con il quale Charlotte tornava a 13 punti dai Razzi (78-91).

Il parziale era rotto da Harden che lanciando Faried per l’alley-oop sbloccava l’attacco dei locali.

Due tiri liberi di Monk sul finire del tempo tra i fischi (stoppata di Capela buona da dietro ma dopo una spinta e un tocco del centro a inseguire) davano a Charlotte il -13 (80-93) in vista del quarto finale.

Kemba Walker chiude con 40 punti…
Copyright 2019 NBAE (Photo by Bill Baptist/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Capela e il Tank aprivano da sotto con due punti a testa, un tiro da tre su transizione di Lamb girava sul ferro uscendo mentre sul raddoppio alto Charlotte perdeva Capela che andava a nozze da sotto servito troppo facilmente.

A 8:50 Walker tirava su dal palleggio e in step-back metteva dentro tre punti incredibili portando sul -12 la squadra di Borrego (85-97) ma Green da tre punti bloccava le velleità di rientro degli Hornets mandando Houston su quota 100.

Triangolazione verticale vincente per Charlotte che innescava il solissimo Bacon (assist Willy) sulla linea di fondo sinistra ma a mettere un freno alle ambizioni degli Hornets questa volta era Gordon da oltre la linea dei tre punti a 7:55.

Bacon da due punti, Paul e Graham da tre erano i marcatori che alzavano il punteggio, Frank a 4:33 attaccando i piccoli nel pitturato ricavava due FT per fallo di Gordon ma nonostante il 2/2 per il -12 (94-106) Charlotte vedeva l’orologio sciogliersi come in un quadro di Dalí…

Harden poi tentava di piazzare la mazzata finale con la tripla dal corner destro (a segno) ma Kemba in entrata a destra subiva fallo da P.J. Tucker e il suo bump.

Due punti con schiena all’indietro e terzo recuperato in lunetta e a 3:23 Charlotte giungeva sul -10 con Miles che lanciato in corsa sulla transizione si liberava sul lato in palleggio dell’ultimo difensore per andare ad appendersi indisturbatamente.

Harden in corsa appoggiava al vetro nonostante l’intervento di Lamb, nettamente falloso sull’avambraccio dell’attaccante.

Un aggiuntivo FT e 99-112.

Miles in correzione schiacciava ma la palla data a Frank per portare sul -9 Charlotte era sprecata dal Tank che aspettandosi il fallo di Paul arrivava con passo troppo veloce all’appoggio così dall’altra parte Harden andava a metterne due per il 101-116 e chiudere il match prima di sedersi in panca fermo a 28 punti.

Altra dunk di Miles in correzione e poi si arrivava alla fine con due punti di Rivers e tre di Bacon per il 106-118 finale.

Un tifoso isolato di Charlotte che è rimasto in piedi tutta la gara a incitare la squadra rimane un po’ sconsolato a fine gara ma la conclusione era piuttosto scontata. Per Houston è la nona vittoria consecutiva.

Pagelle

Kemba Walker: 8,5

40 pt., 10 rimbalzi, 7 assist, 1 stoppata. 1/20 dal campo. A parte i 4 TO è quasi incredibile. 6/6 da fuori dopo aver passato tante partite a litigare con il canestro tirando da oltre la linea dei 3 pt e 6/7 dalla lunetta. Sembra dire: “Tankare? No, grazie!” Lui i playoffs li vuole giocare ma attorno ha poco e il suo voto sembra irreale. La faccia scura della luna di un giocatore stellare non ben coadiuvato che trova il tempo per smistare anche 7 assist. Sbaglia poco rispetto il solito anche quando forza la tripla su Rivers o sale dal palleggio in mezzo ai difensori.

Jeremy Lamb: 5

8 pt., 4 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 3/12 dal campo e -10 di plus/minus. Stecca in attacco nonostante parta bene con una tripla ma poi non trova il ritmo anche nelle entrate sebbene subisca un fallo nel primo tempo su una di esse sui quali gli arbitri sorvolano e lui protesta beccandosi anche il fallo contro. Benino con gli assist ma per il resto il ritorno da titolare non produce gli effetti desiderati.

Dwayne Bacon: 5

13 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 5/11 dal campo giocando più di 34 minuti. Se in attacco i numeri sono discreti (anche lui da fuori non eccelle con l’1/4) in difesa commette fallo sull’alzata di Gordon (forse), tocca leggermente e ingenuamente Harden sullo step-back 3 (arbitri fiscali) e poi prende in faccia in serie le bombe di Harden e Gordon. Mano in avanti in posizione corretta ma nessuno crede sia una minaccia nella stoppata e così, infatti, gli avversari ci provano senza troppo timore. -1 di plus/minus.

Miles Bridges: 6,5

12 pt., 6 rimbalzi. 5/12 dal campo. Riesce diverse volte a fermare i tiratori che ci provano contro di lui. Harden e Paul ad esempio ne fanno le spese, aiuta l’attacco nel finale anche se la mano da tre punti è fredda. Gioca quasi 30 minuti, più del solito viste le assenze. Due belle correzioni sopra le teste dei Rockets ma anche un’incredibile errore su una schiacciata in solitaria alla quale rimedia Walker dietro di lui.

Willy Hernangomez: 4,5

2 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 1/3 dal campo con i due punti in avvio. Inconsistente su ambo i lati del campo. Sembra quasi diafano per gli attaccanti avversari. Mani di pasta frolla a rimbalzo pur giocando più di metà gara è spesso surclassato. Capela gli mangia in testa. 2 TO, 3 falli e -7.Più che El Toro, El Fantasma…

Malik Monk: 5

10 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 3/12 al tiro e 2 TO. Stesso score di Lamb dal campo ma con due pt. in più grazie a un paio di liberi. Entra e si distingue subito sbagliando un tiro e perdendo palla poi sale un po’ di tono mettendo dentro un paio di triple, risulta però ancora inconsistente come scorer e non ancora un difensore di livello accettabile.

Devonte’ Graham: 5

6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. -17, frutto di una difesa non all’altezza anche se Harden inizia con un tre punti non semplice su di lui nell’angolo destro con Devonte a mette su un close-out con pressione ma laterale. Indovina un paio di triple poi ne manda una completamente fuori bersaglio. Inizia male ma poi si riprende un po’, tuttavia manca nel ruolo di uomo assist dove spesso fa il compitino non forzando, infatti, registra zero TO ma con i suoi passaggi semplici e perimetrali non smarca nessuno e finisce solo con un assist, semplice, sull’uscita esterna di Walker che da tre era bravo a far secco Rivers davanti a lui.

Frank Kaminsky: 6

15 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. 5/12 dal campo, 1 TO. Sempre inconsistente a rimbalzo, mitiga e compensa bene la pecca aiutando Walker in attacco anche con tiri da fuori sebbene il 2/6 non sia fantastico. Bella l’azione in post basso sinistro in turnaround con la quale porta a casa un two and one, dimostrazione che ha buoni e ampi movimenti per meter in difficoltà i difensori. Altra buona idea attaccare i piccoli nel pitturato nel secondo tempo per procurarsi due liberi.

Bismack Biyombo: 5

0 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata. Due falli, 1 TO e -16 in appena 6:49. L’esperimento Biz fallisce. Porta fisicità ma non ritmo. Il guaio è che è l’unico che avrebbe il fisico per bloccare gli avversari nella zona nevralgica del pitturato. Riesce a dare una stoppata, anzi, due, ma una è sul braccio di Harden che ringrazia perché con una media da sempre vicina al 90% in lunetta…

Coach James Borrego: 6

MKG e Zeller infortunati, gli rimangono tre centri ma è come il gioco delle tre carte, anzi qui non si pesca quello buono, difensivamente parlando, nemmeno girandole tutte. Avrei schierato Frank al posto di un impalpabile Willy ma era il momento di dare spazio a tutti, la partita non aveva molte possibilità di W. Adesso bisognerà vedere chi ci sarà per le prossime due trasferte che saranno le gare che potrebbero restituire un senso alla stagione o vedere gli Hornets tankare…

Cronaca di un disastro annunciato

Intro

Dopo ¾ di stagione regolare giocati a buoni livelli nonostante tutti i limiti del caso, gli Hornets si trovavano ancora in corsa ma nelle ultime partite Charlotte sta gettando al vento la stagione e i playoffs sembrano una chimera per il terzo anno consecutivo.

La situazione salari è intricata e Walker è sempre l’uomo con le valige in mano secondo qualcuno.

Inutile dire che la delusione reale ci sia, per sdrammatizzare un po’ ho deciso di getto di buttare lì un pezzo ironico a fare da antistress…

La situazione reale la conosciamo (tradotta in numeri da classifica eccola qua sotto):

Gettiamo un po’ di calce colorata sul grigio muro, fantasia per ricordare che nonostante il grande attaccamento è comunque un gioco…

Cronaca di un disastro annunciato

Parte male la stagione degli Hornets nonostante il licenziamento del vecchio allenatore Steve Clifford e l’abbandono prematuro del vecchio GM Rich Cho, appassionato cuoco.

Il nuovo GM Kupchak si dimostra subito molto attivo e vola a destra e a manca, tutti pensano per scoprire nuovi talenti, in realtà è tutta una scusa per essere spesato da Jordan e andare a provare le specialità locali.

Il problema è che Jordan da un budget limitato e “Kup”, goloso di dolci sfora, tutt’oggi ci sono pendenze tra i migliori ristoratori internazionali e Mitch promette a Cracco un posto in squadra dopo aver frainteso le parole di Jordan di portargli un crack, ma lo chef, dopo aver saputo dell’accaduto lo insegue con un cric mentre Kup sgranocchiando delle Crik Crok ammette di non aver capito un kazz.

Mitch, presente al Draft, sceglie Gilgeous-Alexander ma poi, essendo bipolare ci ripensa e prova a barattarlo per due fustini di Dash, nessuno accetta ma i Clippers gli offrono Bridges.

Lui, pensando di andare a vivere sotto un ponte dopo questa stagione accetta e Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers gli dedica un rifacimento di Under the Bridge.

Come seconda scelta strappa il contratto di Gamberone del telefilm My Name is Earl dandogli il nome di Devonte’ Graham.

Gamberone quando scopre di esser stato selezionato da Charlotte reagisce così…

Devonte’ “Gamberone” Graham quando faceva l’attore al momento del cambio mestiere.

Nel frattempo saluta cordialmente Howard con una frase del tipo: “Mitico, grande, come stai?” promettendogli che starà con noi a vita visto che tra l’altro l’aveva portato proprio lui ai Lakers quando era GM dei gialloviola.

Si scopre però che quella frase l’aveva pronunciata con l’intonazione alla Galeazzi, infatti, Howard, dopo esser stato offerto ai venditori di armi, a organizzazioni criminali e a discoteche locali per far da buttafuori, viene tradato ai Nets dove lui, come tutti sanno, ha ben piacere di rimanere…

Ad inizio agosto c’è l’appuntamento con NBA Africa Game 2018 ai quali partecipa Biyombo come congolese naturale per il team di casa mentre tra i colored d’origine africana si viene a scoprire che dovrebbe partecipare Batum perché d’origine camerunense ma a Pretoria si scatena un putiferio ma questa volta l’apartheid non c’entra.

Semplicemente non vogliono avere un giocatore del genere ad abbassare il livello della competizione.

Scoppia un caso diplomatico tra States e Sud Africa nel quale vengono coinvolte altre nazioni con Putin pronto a sposare la causa sudafricana.

Il mondo rimane con il fiato sospeso sull’orlo della terza guerra mondiale.

Passa quindi in secondo piano l’acquisizione di Parker tirato fuori da un ospizio a San Antonio.

Parker accetta di buon grado solo perché pensa che Batum, il quale nel frattempo aveva tentato di raggiungere le coste sudafricane con una barchetta, è circondato dalle rispettive marine che minacciano d’affondarlo se dovesse girare i remi nella loro direzione.

La condizione di Parker è che avendo mal di schiena (back) non giochi i back to back.

Nell’aria permangono le voci su Walker che dovrebbe andare a giocare nel campionato CSI, scambiato per un cameraman senza Parkinson, tutte le puntate de “Tutti in campo con Lotti”, anime sul golf nel tentativo di arruffianarsi Jordan, una macchina per lo zucchero filato dentro la quale “Kup” si cotona i capelli e due esterni fortissimi da comprare da Enrico Preziosi che nel frattempo stava cercando di vendere il Genoa e comprare tutto il possibile, anche in campo cestistico, pur di far plusvalenza.

Anche quest’anno i ragazzi si preparano in palestra ma dopo aver visto Zeller ieri e oggi, a distanza di due anni, aver messo su un po’ di massa ma aver perso tutti i capelli ed essergli spuntato il mento/sedere in io me ed Irene, oltre che sembrare ormai il padre di sé stesso, gli appassionati fanno uno più uno e la parte che faceva uso di stupefacenti decide di smettere.

E’ un duro colpo perché cala il consumo di droghe prima considerate “fighe” e ora non più.

L’effetto Zeller push down the seller passa in secondo piano perché parte la preseason e Charlotte sembra stupire giocando bene e vincendo ma in una partita Monk dimentica la canotta negli spogliatoi, almeno così ci viene fatto credere…

In realtà la canotta, che già aveva capito tutto, si dissocia da tale giocatore e si rifiuta di scendere in campo.

Borrego, il quale nel frattempo aveva partecipato a una selezione per allenatori indetta da Kupchak nella quale oltre a Messina erano stati invitati anche il Gabibbo, Roberto Sedinho, il mio omonimo Igor Kokoskov, tutti “stranieri” purché MJ riesca a far un dispetto a Trump, spera di farcela.

Alla fine la spunta proprio il primo allenatore d’origine ispanica Borrego ma solo perché viene ingannato da Kup che, dopo aver incassato il no degli altri allenatori, gli dice di essere in grado di clonare altri 4 Walker.

James decide ovviamente di far giocare Walker come PG, d’inserire Lamb come SG e Batum (nel frattempo rientrato in patria di nascosto nottetempo con l’aiuto di Borrego stesso solamente sotto la promessa di pagamento del francese) come SF e schierare nuovamente come in passato Williams e Zeller come lunghi titolari tenendo accanto a se Parker, il quale durante una partita prestagionale armeggia con strani fogli.

Borrego avvicinatoglisi gli chiede di che si tratti e Parker, entusiasta del progetto di Kup, risponde che si tratta di moduli per andare in pensione anticipata grazie a quota 100.

Anche in Italia c’è fervore per la partenza della nuova stagione NBA, Mattarella invita al senso di responsabilità dell’Hornets nation, Salvini è fan Hornets per un giorno ma viene colpito dal fenomeno di bandwagonerismo e inizia a cambiare una canotta al giorno (a oggi sposa il verde bostoniano), Berlusconi compra un pacchetto solo per cercare di circuire qualche dance braket raccontandole qualche incomprensibile barzelletta tranciata a metà perché non se la ricorda, Renzi, ormai ridotto a decantare le bellezze delle città parte per Charlotte e fa uno speciale ma sulla Charlotte del Michigan, dimostrando ancora una volta di sbagliare essendo un abile stratega, Di Maio promette ai Lakers di mandargli Toninelli per costruire un ponte con dentro il circo se i Lakers si qualificheranno ai PO, a Casa Pound si picchiano per decidere chi sarà il fortunato vincitore dell’unico biglietto per assistere a Warriors-Hawks e così finisce per non partire nessuno così come in Rifondazione Comunista indignata per il contratto a Batum (come dargli torto) mentre Ignazio La Russa intercettato all’aeroporto con destinazione Washington rivela d’andare in America solo per comprare un parrucchino per cambiar look rimanendo indeciso se quello di Trump, Hulk Hogan o Kim Jong-un, il quale tra l’altro viene accusato di fare troppo bordello dai vicini ma tutto si risolve facilmente quando spunta Rodman autoaccusandosi d’aver movimentato un po’ troppo la festa nella quale si trovava a partecipare anche il senatore Antonio Razzi…


La stagione parte tra l’entusiasmo dei fan che nonostante tutte le delusioni precedenti sono programmati per ripartire…

“Quest’anno ce la facciamo” si pensa ma è subito sconfitta di misura (pur giocando bene) contro la squadra che si rivelerà essere la più forte a Est (Milwaukee) ma rimboccandosi le maniche la squadra salirà anche sopra quota .500 per poi stabilizzarsi circa a quella quota anche se spesso sotto di essa tra qualche vittoria inaspettata e sconfitte sul filo, ormai un classico.

I Playoffs sembrano essere a portata e si arriva all’All-Star Game di Charlotte nonostante tutto ancora tra “le magnifiche 8”.

Dalle stelle alle stalle in poco tempo…

La squadra barcolla e tracolla e il tifoso di Charlotte “Sta come d’autunno sugli alberi le foglie” (cit. Ungaretti) ma nel frattempo si “incazza anche un attimo”…

Tipico panorama e tipica espressione rivolta dal fan di Charlotte ai propri giocatori…

La partecipazione ai PO sembra ormai solo illusoria, la delusione c’è ma quel piccolo gruppo di tifosi Hornets è ancora qua, nonostante tutto il tradimento non è contemplato, fino alla fine…