Game 66: Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 114-131

Intro

Quando Lucifero precipitò sulla Terra, lo fece nell’emisfero australe.

Tutte le terre emerse si ritirarono nell’emisfero boreale per timore di contatto con il Maligno, mentre in quello australe sui creò una montagna altissima attorniata dalle acque collegata da un cunicolo sotterraneo alla voragine infernale.

Siamo ne La Divina Commedia e la spiegazione di Virgilio.
Secondo Dante le anime destinate al purgatorio si raccolgono alla foce del Tevere in attesa d’esser trasportate da un angelo nocchiero nel Purgatorio attese da Catone l’Uticense.

Se avessimo una trasposizione nel basket, le anime dei fan degli Hornets dovrebbero accedere al paradiso avendo già scontato la pena di un limbo che pare esser eterno.

Anime salve che andranno in Paradiso prima o poi, al massimo nel Giorno del Giudizio, quello che si profila esser per Charlotte, cestisticamente scrivendo, la sfida a Milwaukee.

Prolungata l’agonia con la vittoria sui Wizards al cardiopalma, ecco arrivare quattro trasferte non semplici dove non ci si possono permettere passi falsi per approdare al Paradiso dei Playoffs.

Le sette “Cornici” corrispondono ad altrettanti gironi ma usciti dalle otto posizioni che contano, con lo stesso record attuale dei Lakers, come i giallo-viola di LeBron servirebbe un miracolo per arrivare ottavi laddove probabilmente la squadra di Borrego andrebbe a incrociare (Toronto permettendo) proprio i Bucks in testa alla Eastern Conference.

Nelle tre gare precedenti Charlotte aveva perso all’esordio casalingo solamente di un punto, poi aveva battuto i Bucks allo Spectrum Center e perso a Milwaukee dopo esser stata in vantaggio convincendo ma con il solito cedimento nell’ultimo quarto a decretare l’ennesima amarezza mitigata dalla forza dei Cervi attuale.

La partita in breve

Charlotte saliva a Milwaukee nel disperato tentativo di strappare una vittoria e l’inizio sembrava confermare che la voglia di provarci c’era ma nonostante tutto la gara sembrava già segnata.

Hornets bravi a reggere il passo dei Bucks inizialmente mostrando una buona difesa e propensione per il gioco di squadra.

Gli Hornets iniziavano a staccarsi nel primo quarto quando le triple di Batum e Walker cadevano nel cesto portandoci sul 24-16, un vantaggio di 8 punti che a fine quarto rimarrà invariato anche per merito di Bridges bravo a calare l’ultima tripla per il 32-24…

Nel secondo quarto, quando tutti si aspettavano il rientro dei Bucks, ecco arrivare l’insospettabile allungo dei Calabroni che era favorito da Frank a 11:06 a mezzo tripla (37-26) arrivando a toccare anche il +13 (42-29) grazie a una giocata di Graham two and one (l’aiuto d’Ilyasova in chiusura risultava falloso).

Di Vincenzo con una tripla e 4 liberi consecutivi dei Bucks riportavano a -10 la formazione di Budenholzer che tuttavia solo nel finale iniziava a rientrare seriamente, favorita da un paio di triple di Mirotic.

La seconda a 1:14 valeva il 57-33, 4 punti che dividevano le due squadre che resistevano sino all’intervallo segnato dal tabellone sul 59-55.

Il trend non era buono, anche perché, oltre alla forza dei Bucks, quasi tutte le decisioni dubbie e non (eccetto l’episodio nel quale Zeller sottraeva palla all’ingenuo Antetokounmpo dopo il secondo tiro libero nel primo tempo per segnar due punti e poco altro) andavano in direzione pro Bucks ormai prossimi al rientro.

Charlotte respingeva un paio d’assalti, l’ultimo ottenendo uno sfondamento su Kemba che provvedeva anche all’attacco segnando tre punti per il 73-68.

Un break di 5 punti iniziali Bucks valeva il pari (fallo su Kemba non fischiato in attacco e fallo di Walker su Lopez fischiato)…

La beffa arrivava per il 4° fallo del capitano che si sedeva in panca.

Dopo il pari Milwaukee guadagnava 4 FT ma lo 0/2 di Bledsoe e il primo errore di Mirotic, non solo rovinavano al perfezione della squadra locale sino a quel momento, ma lasciavano il sorpasso al secondo tiro di Mirotic che allungava il break a 6 punti, stoppato da Frank a 4:36 che finalmente guadagnava due FT per realizzarli e riportare sopra di uno i Calabroni.

Charlotte però, dopo aver ottenuto un sorpasso, faticava a difender sotto dove Lopez e Antetokounmpo spesso avevano la meglio e sotto di 3 (77-80) lavoro in post basso di Lopez su Frank a 3:00 dalla terza sirena, raggiungevano il pari per l’ultima volta a 2:43 con una bordata di Frank.

I Bucks iniziavano a staccarsi anche se Lamb con una two and one provvedeva a riportarci sull’83-85 ma un break di 0-6 Bucks portava Milwaukee sull’85-94.

A 8 secondi dalla luce rossa rientrava Kemba che mandando in corsa la palla a sbatter sul vetro portava a casa due punti per il -7.

Ultimo quarto che si apriva con due FT per il greco dei Bucks (24/27 Milwaukee e 10/11 Charlotte sino a quel momento dalla linea) poi Kemba e Antetokounmpo si davano battaglia con il nostro capitano a inventarsi prima un up & under e poi una finta con appoggio che faceva saltar via un paio di difensori ma nel mezzo e dopo il secondo canestro la stella greca piazzava due bombe in faccia a Marvin così il punteggio saliva sul 91-102…

A 9:31 Williams segnava i primi tre punti della sua gara quando il 94-104 era divario ormai incolmabile.

Hornets che si arrendevano quando Walker a 7:11 mancava due liberi e Di Vincenzo susseguentemente metteva dentro da tre dall’angolo destro con il quinto fallo del capitano in close-out.

Si dimostrava ancora una volta l’incapacità di Charlotte nel fermare gli attacchi avversari, specialmente quando in campo i cm dei lunghi non sono poi molti ma in generale anche i nostri centri mancano di peso o abilità nell’uno contro uno contro avversari di valore.

Williams passava corto e male a Zeller e dall’altro lato del campo ancora una second chance per Mirotic faceva volare i Cervi che pur già nei PO non facevano sconti.

114-131 era il punteggio finale con un evidente superiorità dei Bucks a rimbalzo (35-55) mentre negli assist gli Hornets limitavano i danni 25-27. 11/14 per Charlotte dalla lunetta contro il 26/30 avversario, frutto anche di qualche chiamata francamente ridicola o di mancate chiamate per Charlotte come quella su Walker spintonato lateralmente in area sul tiro in salto. Simili le percentuali nel tiro da fuori con il 38,5 per Charlotte contro il 38,6% per Milwaukee che ha chiuso con 26 pt. e 13 rimbalzi per Antetokounmpo, 25 pt. per Lopez (importante a rimbalzo e nei punti offensivi), 18 per Brogdon e Mirotic con citazione anche per la coppia DiVincenzo/Bledsoe a raggiunger la doppia cifra con 11 a testa .

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Partiva bene Milwaukee con una tripla di Brogdon da second chance ma Charlotte rispondeva con un pullup dalla media sinistra di Batum a 11:06 e passava anche avanti con Zeller ad appoggiare di destro in corsa su assist laterale a media distanza dal canestro.

Bledsoe realizzava la seconda bomba per Milwaukee ma Walker rispondeva con lo stesso tipo di tiro per rimandare Charlotte avanti (7-6) quindi Antetokounmpo realizzava la duecentotrentaseiesima schiacciata stagionale prima che Kemba, velato da Williams, lesto a recuperare un rimbalzo lungo, partisse per la transizione e fosse fermato in goaltending, comunque ovviamente valido per il 9-8.

Lopez, servito sulla sinistra infilava da tre punti liberissimo con tiro immediato ma Kemba con un floater riusciva a pareggiare a 7:06.

Bledsoe da tre torturava Charlotte ancora da oltre la linea dei tre punti (4/8 Milwaukee) ma l’entrata in campo di Frank serviva a Charlotte per pareggiare: assist di Batum indietro ravvicinato per la cannonata del 14 pari del Tank e a 4:36 Charlotte ripassava avanti con un jumper di Walker da mezza distanza più rapido dei due difensori intorno.

In taglio alla linea di fondo destra si piazzava Bridge, il quale, servito dal Tank, andava a metter dentro la potente jam indisturbato.

Un tap-i di Connaughton riduceva lo scarto ma Batum ricevendo sulla top of the key scagliava una tripla in ritmo per il 21-16 e dopo un buon rimbalzo difensivo di Bridges anche Kemba si divertiva a segnare una bomba per il +8 (24-16).

Un taglio di Brogdon non seguito ci costava due punti e Kemba vistosi chiuso si faceva intercettare un passaggio che conduceva ancora la guardia avversaria a segnar due punti in transizione.

A 2:22 Bridges in area infilava il tiro del 26-20 e Frank si cimentava in un altra tripla dal buon esito per il +9…

Graham era abbattuto ma nessun fallo era assegnato, Bucks comunque a vuoto così come Lamb dall’altra parte, toccava quindi a Snell con l’appoggio di destro ridurre lo scarto prima che Lamb mancasse un altro tiro e Brogdon venisse fermato da Bridges ma per gli arbitri si trattava di un intervento irregolare e Borrego dalla panchina iniziava a scuoter la testa, in disaccordo con la terna un po’ troppo a senso unico…

Bridges comunque dall’angolo destro trovando spazio usava il bazooka per mandar dentro il tracciante del 32-24 che chiudeva il quarto.

I giovani Hornets tentano di fermare la stella de Cervi. Foto: Kamil Krzaczynsky, USA TODAY Sports

2° quarto:

Lamb apriva con il terzo errore personale ma Antetokounmpo era sovrastato all’improvviso dall’atletico Bridges che sparava una schiacciata volante con le molle sotto ai piedi.

A 11:22 il greco dei Bucks in mischia metteva dentro con rimbalzi amici del ferro poi Frank a 11:03 segnava ancora tre punti mentre Snell andava a vuoto attaccando ferro e Bridges che ne influenzava il tiro mentre sull’altro fronte Lamb faceva centro al quarto tentativo mandando Charlotte al 57% dal campo contro il 37% avversario e la partita sul 39-26…

Milwaukee, in un pessimo momento, non trovava spazi e Williams deviando palla due volte, favoriva lo scadere dei 24 della squadra dell’ex coach degli Hawks.

Altro muro difensivo di Charlotte e passi in corsa del greco così a 9:11 a tutta velocità Graham individuava un corridoio nel quale fiondarsi, aiuto di Ilyasova, contatto, fallo, two and one tutto a segno per il sorprendente 42-29.

Antetokounmpo schiacciava ancora ma l’azione era viziata da un interferenza sopra il ferro nel recupero della sfera…

Zeller in post up lavorava attaccando Antetokounmpo e guadagnava due FT.

Canestro sul primo, interruzione di Budenholzer con il time-out e sul secondo l’errore di Zeller lasciava spazio a una cosa mai vista: Antetokounmpo reggeva da fermo il pallone con la destra ancora piazzato nella sua posizione, Zeller dopo un esitazione si prendeva la palla e metteva dentro.

Discussioni tra giocatori, allenatori e arbitri fino all’assegnazione del canestro del 45-31…

Di Vincenzo mandava a segno la tripla ma D. Graham dall’altra parte rispondeva per il 48-34 a 7:04.

Milwaukee cominciava a recuperare sfruttando 4 tiri liberi tutti a segno (Lopez/Bledsoe), Charlotte evidenziava problemi a rimbalzo concedendo tre rimbalzi offensivi sulla stessa azione alla squadra del Wisconsin ma arrivava alla palla a due vinta da Bacon su DiVincenzo, tuttavia lo stesso numero 7 in maglia viola finiva per perderla da solo in palleggio in attacco…

Lopez firmava il 50-40 e Middleton da tripla faceva ritornare a soli 7 punti la squadra locale a 4:35 quando Borrego chiamava l’interruzione.
Lamb metteva una pezza con un FT jumper ma Mirotic su uno scarico mostrava la specialità di casa a 2:59.

Tre punti recuperati a 2:11 da Lamb che in entrata alzava la sbarra dello slavo nel mezzo forzando un tiro che diventava un circus con and one a segno per il 55-46.

Antetokounmpo con due FT, Brogdon da sotto a destra con appoggio su lancio di Mirotic per il 55-50 mandavano in affanno Charlotte che rispondeva con Lamb ancora una volta: crossover su Mirotic e teardrop su altri due uomini sotto canestro per il 57-50.

Mirotic di nuovo da tre punti a 1:14, Batum con la decisa drive e appoggio a destra più due punti di Brogdon mandavano in archivio il primo tempo sul 59-55.

Charlotte Hornets center and former Wisconsin star Frank Kaminsky faces the Bucks twice this weekend. Darren Hauck, Associated Press

3° quarto:

Dopo qualche errore per parte Miles apriva le marcature con un soft touch al vetro, Milwaukee apriva invece le proprie con due FT di Lopez a 10:32 per un 10/10 complessivo e con due punti del greco in corsa per il 61-59.

Sembrava approssimarsi il sorpasso ma Kemba con una ritmata alzata al vetro a una mano, Zeller con due FT a 9:24 e Batum con finta in corsa e appoggio appena sufficiente di destro portavano a casa 6 punti per respinger l’assalto (67-59) prima che Antetokounmpo andasse in fing and roll allungandosi oltre un Bridges attento a non commettere fallo e Lopez (8:44) segnasse un gioco da tre punti per terzo fallo di Zeller.

67-64 prima che Zeller, abbandonato sulla linea da tre punti della diagonale destra ricevesse e sparasse da te per il 70-64…

Lopez rispondeva con una violenta schiacciata a una mano e Middleton sulla transizione a rimorchio aveva la meglio sulla difesa di Charlotte.

Sul -2 Antetokounmpo mancava il pari andando a sbattere su Kemba lesto sullo scivolamento ed era sempre il capitano a provvedere con tre punti al rallentamento del rientro Bucks (73-68).

I Bucks però pescavano tre punti da Mirotic (appena rientrato) a 7:01 e due FT di Lopez a 6:32 per un tocco di Kemba sul corpo del centro, leggero…

Sul 73 pari, Lamb non riusciva a esser utile ma Bledsoe in attacco perdeva palla mandando il collera Budenholzer, tutto rosso in volto, lamb da tre mancava il tiro e Antetokounmpo mancava il sorpasso tentando di posterizzare Frank ma la sua violenta schiacciata schizzava via per eccesso di foga, Kemba in entrata subiva il netto body bump di Antetokounmpo ma glia rbitri non ci vedevano da una parte mnentre dall’altra il fallo su Bledsoe era sanzionato ccon due FT ma lo 0/2 riaccendeva l’ira dell’allenatore di Milwaukee.

Il tank mancava un appoggio semplice poi un fallo di marvin su Lopez in area anticipava il fallo su Mirotic che in bonus a 4:49 estendeva a tre gli errori consecutivi dalla linea i Bucks che tuttavia finivano per passare avanti con il secondo libero.

A 4:36 anche per Charlotte arrivavano finalmente due FT e il nuovo vantaggio ma Lopez era bravo a giocare in post per spostarsi in area e superare con un tirello i nostrio lunghi non aggressivi, anche per paura dei liberi contro.

A 3:46 un running layup di Lamb valeva l’ultimo sorpassHornets e Milwaukee tra due FT e due punti di Lopez realizzava il +3 (77-80) ma c’era ancora spazio per l’ultimo pari agguantato dal Tank con una tripla che a 2:43 dalla terza sirena sembrava poter far arrivare alal fine del quarto la partita tranquillamente in discussione invece Milwaukee accelerava trovando due punti di Brogdon e tre di Lopez (un FT per contatto con bacon) così ci doveva pensar Lamb a provvedere a una giocata simile a quella del centro avversario per tornare a -2: l’attacco a canestro e il floater erano buoni, in più Snell entrando di lato lo spostava senza riuscire a farlo sbagliare ma incredibilmente sull’altro lato Ilyasova nel pitturato guadagnava la terza giocata da tre punti nel finale per fallo di Frank a 1:26.

Libero a segno e 83-88 prima di due liberi del Tank a segno ma Snella rrivando da destra metteva dentro la dunk dell’85-90.

Graham commetteva passi e si faceva stopapre da Ilyasova mentre il 2-4 di parziale nel finale dava l’87-94 solamente grazie ai due punti finali di Kemba (rientrato a 8 secondi dalla sirena) che con il runner faceva batter la palla al vetro prima della luce rossa.

Brook Lopez gave the Bucks a charge with 18 points in the third quarter, with most coming from shots inside the paint and free throws, against the Hornets on Saturday night. TANNEN MAURY, European Press Agency

4° quarto:

Dopo 30 secondi Charlotte andava sul -9 subendo due liberi del greco (10/11 FT per Charlotte contro il 24/27 dei locali), Williams mancava un floater poi però Kemba con un up & under sul lungo segnava un ottimo canestro.

Il problema era che Antetokounmpo segnando da tre su Williams costringeva acora Kemba a metter dentro due punti un po’ forzati ma di bravura: finta sotto canestro sull’entrata, due difensori andavano fuori causa e appoggio buonissimo ma un altro tiro da tre del greco che battezzava nuovamente Marvin poneva il distacco tra i due team ormai a 11 pt. (91-102).

Scesi a -13 gli Hornets vedevano Marvin metter dentro i suoi primi tre punti a 9:31 per il 94-1004 poi c’erano i canestri dello stesso Williams usando il vetro e le triple di Brogdon (8:18) e Bacon (7:57) per il 99-107 ma DiVincenzo in transizione metteva dentro due punti su persa di Walker il quale sbagliava due FT a 7:11 e sull’azione seguente commettendo fallo in close-out nell’angolo destro vedeva il giocatore dal cognome italiano metter dentro la tripla per poi sbagliare il libero della possibile azione da 4 punti.

A 6:55 comunque era ormai 99-112 e quando Marvin, tentando uno stretto e improbabile passaggio in corsa per Zeller si vedeva portar via palla sul mezzo lob, ecco arrivare la transizione con tripla da second chance di mirotic a sigillare la gara (99-115).

16 pt. di vantaggio che finivano per esser 17 alla fine con l’ingresso in campo nelle fila degli Hornets di Willy e Malik.

Una sconfitta destinata a pesare sulle velleità di playoffs degli Hornets che saranno a Houston nella prossima sfida, una trasferta che non si preannuncia certamente morbida.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

25 pt., 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. 11/22 dal campo. La mano da fuori è migliore e non esagera se non nel finale nel tentativo di recuperare. Seleziona meglio i tiri tra rapide entrate e azioni intelligenti come l’up & under sul lungo nell’ultimo quarto con allungo perfetto. Sbaglia due liberi e commette il quinto fallo su DiVincenzo nel finale. Charlotte salta lì ma lui è uno di quelli che tiene a galla Charlotte e lo aveva fatto anche in precedenza subendo uno sfondamento e segnando la bomba del 73-68 subito dopo.

Nicolas Batum: 6

14 pt., 8 rimbalzi, 4 assist. 6/11 al tiro ma solo 2/7 da fuori. Mi piace una sua entrata decisa quando serbrve per cercare di bloccare un parziale dei locali. Purtroppo pesca un -18 nel plus/minus, figlio del rientro dei Bucks al quale non può opporsi certamente da solo.

Miles Bridges: 7

15 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. Molto bene nel primo tempo, specialmente in doifesa dove influenza tiri e da fastidio. la novità è in attacco dove sino a oggi aveva mostrato di non aver molto tiro se non per qualche piazzato da fuori.Anche in serata ne mette uno e sfrutta il suo lavoro sulla linea di fondo facendosi trovar pronto all’occasione, poi dimostra l’altra sua caratteristica: l’esplosività, quando anticipa il tagliafuori di Antetokounmpo e gli schiaccia in testa girandosi in volo di scatto dopo essersi appeso. 7/9 dal campo, nessun TO e 5 falli.

Marvin Williams: 4,5

5 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Sbaglia tutto fino a quando non serve, poi mette dentro i suoi 5 pt.. Come ala grande titolare va bene se non ha davanti mostri. Prende due triple in faccia da Antetokounmpo e cerca un passaggio volante nello stretto assurdo per Zeller così arriva una second chance di Mirotic da te punti sull’altro fronte. Qualche rimbalzo non compensa un’altra giornata di Marvin negativa che più che voti collezziona montagne russe. Troppo discontinuo nelle prestazioni e questo influisce sulla squadra che se non ha i suoi punti di rottura e un approcio difensivo diverso (i rimbalzi non colmano tali lacune) finisce per soffrire.

Cody Zeller: 5

10 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Quasi idem con patate con Williams a differenza che lui mette una triola e qualche punto quando serve tra un 3/8 dal campo e un 3/4 ai liberi con l’ilare episodio del canestro mancato dalla lunetta e la palla soffita ad Antetokounmpo che forse aspettava l’ascensione con la palla in mano. Tuttti fermi, lui non ci crede ma poi la recupera e la mette dentro per un 3 point play. In difesa però nemmeno lui sembra avere i kg per fermare gli avversari quando serve. Se con gli altri centri Lopez spoadroneggia, con lui non scherza. Poca reattività quando sembra finir la benzina perché nel primo tempo aveva fatto meglio. Rimbalzi nulli e questo è un problema…

Jeremy Lamb: 6,5

14 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. 6/12 al tiro. 2/2 dalla lunetta ma un pessimo 0/4 da fuori. Una di quelle serate che sai che tirerà sul ferro quando ci prova da fuori ma per il resto rimane attivo e attacca il ferro. Bello il canestro realizzato alzando le braccia e lanciando la palla verso il canestro dopo la mannaiata di Mirotic. Mette un paio di two and one ma anche essendo uno degli ultimi ad essere realmente utile in attacco, miracoi non ne può fare.

Devonte’ Graham: 5,5

6 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, stoppata. Un TO e -5 di +/-. Inizia benissimo tanto che prospetto di dargli già un voto positivo. Sostituisce Parker e sembra non farlo rimpiangere, anzi, a tratti sembra il buon Devonte’ di preseason, poi tra tiri sbagliati (anche un open 3 da destra aggiustandosi i piedi) e scelte di giocate sbagliate (passi e stoppata presa da Ilyasova sul finire del terzo quarto) cala tanto e in quel frangente i Bucks piazzano un discreto break.

Dwayne Bacon: 5

3 pt., 1 rubata. A parte questi numeri (i punti arrivano da tripla ma ormai a gara direi terminata) non è il Dwayne visto contro i Wizards e il -12 di +/ lo testimonia.Meno brillante in difesa della gara precedente e anche in attacco non ha ritmo (1/5 dal campo).

Willy Hernangomez: s.v.

3 pt.. 1/1 dal campo con un 1/1 ai liberi sfruttando un fallo subito nel finale per il two and one. 3:52 in campo. Troppo poco per dargli un giudizio ma El Toro non mi era piaciuto molto in difesa contro i Wizards.

Frank Kaminsky: 6,5

16 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Un -2 di plus/minus pur con un 4/4 dalla lunetta e un 4/5 da tre. Ha ritrovato la mano da fuori ma quel -2 si accompagna all’unico rimbalzo difensivo e a una difesa fragile contro gli avanti dei Bucks. Lui segna e aiuta in avanti ma poi dietro si dimostra troppo friabile e in 21:02 prender solamente un rimbalzo lo dimostra anche se spesso lo battono direttamente sull’azione. Sarebbe interessante vederlo con Biyombo più che altro o con Zeller, lui come stretch four. Serve che qualcuno equilibri il suo scompenso difensivo e che si dia un minimo da fare su quel fronte perché in attacco è uno dei pochi che ultimamente fornnisce benzina nelle soluzioni da fuori e non solo.

Malik Monk: s.v.

3 pt., 2 assist, rubata. 1/2 dal campo in tre minuti e qualche secondo. Gioca con un headband colorata gli ultimi scampoli di partita quando il risultato è nero e fa meglio del solito non essendo sotto pressione ma il tempo è poco sul parquet e il contesto per assegnare un voto reale non è adeguato.

Coach James Borrego: 6,5

La squadra parte alla grande, poi qualche decisione arbitrale come tiri liberi contro, interferenza spra canestro di Antetokounmpo, falli su Lamb e Walker non chiamati in penetrazione con il 4° fallo del capitano a uscire per precauzione oltre a un tocco di piede di Antetokounmpo che involontariamente favorisce una transizione fanno una serie di episodi a favore dei Bucks che già sono un passo e mezzo avanti a noi. Il buon dicario in doppia cifra scende, la squadra resiste finché può ma la panchina fatta di giovani fa quel che può e dalle parti dei lunghi non ha granché, ecco perché non lo condanno per quei quintetti orientati verso il basso ma deve trovare una dimensione nella quale i cm stiano sul parquet perché la differenza a rimbalzo nella notte è stata troppa e Lopez, discreto giocatore, ha esagerato…

https://www.youtube.com/watch?v=aD0IeNvhJUY

Game 65: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 112-111

Intro

C’è chi decide di legarsi a una persona e condividere la stessa strada nel viaggio chiamato vita, c’è chi ha intrapreso strade differenti magari dedicandosi quasi esclusivamente al lavoro, c’è chi ha molte, “troppe” amicizie che magari, non avendo letto nulla di Erich Fromm, si sono decimate o allontanate negli anni, c’è chi ha degli hobby per compagno di viaggio.

Sulla mia autostrada, sulla corsia accanto alla mia, parallelamente e alla stessa velocità ecco viaggiare gli Hornets che per almeno 25 anni mi hanno fatto compagnia.

Ogni relazione però si caratterizza, si lega a delle aspettative, seppur minime.

Nel mezzo sella corsia di Charlotte è come se si fosse aperta una crepa ai bordi della quale una lampo (zip/cerniera) che la teneva chiusa si è aperta e viaggia più velocemente della macchina di MJ e soci.

Quella crepa ora rischia di raggiungere la Hornets-car e d’inghiottirla.

Mi è capitato di leggere la delusione su un paio di post di fan d’oltreoceano.

Da qui alla fine della stagione regolare non mi aspetto più nulla, probabilmente sono figlie dei nostri tempi le delusioni, si vive alla giornata come spesso questa società ha indotto le persone a vivere.

Bloccare la striscia di 5 sconfitte casalinghe tornando a battere i Wizards (ultimo team battuto allo Spectrum Center) e raggiungere la trentesima vittoria di stagione sono gli obiettivi di serata.

Di Playoffs non ne parlo più nemmeno per errore.

Quando le cose si ripetono così a lungo non si può pensare più al caso e se in un mio pezzo riassuntivo scrivevo di non chiedere a me come mai andassero male gli Hornets, spulciando tra statistiche, elementi singoli per poi concatenarli con il gioco di difesa/attacco, oggi la visione è molto più limpida, ma non si tratta solo di questione tecnica.
Sicuramente non abbiamo gran qualità, manca un protector rim, dei tiratori affidabili da tre (si nota bene quando dobbiamo attaccare la zona) ma il peggio è l’irreversibilità di un inconscio approccio mentale perdente.
I parziali subiti e le lunghe rincorse quando ormai è troppo tardi, oppure partite con vantaggio o sul filo rovinate quasi sistematicamente nei finali sono segnali di una squadra che molla troppo facilmente la presa.

La partita in breve

Erano stati tra i peggiori contro Miami ma oggi risorgono e danno una spinta decisiva alla vittoria di Charlotte su Washington.

Si tratta di Lamb e Williams, decisivi tra canestri e azioni difensive.

Si rivedono anche Bacon, Hernangomez e MKG in campo visto che nelle ultime due partite le cose non erano andate bene, l’inserimento di uomini più freschi e mentalmente meno provati sembrava essere una buona idea del coach.

Il primo quarto sembrava scorrer via equilibrato sino a quando a 2:42 Batum con una giocata two and one portava a casa tre punti e il 26-20.

Gli Hornets giungevano sul 32-22 con l’appoggio di Walker al vetro sul finire del periodo.

Un +10 recuperato integralmente dai Maghi a metà quarto: a 6:01, complice una panchina che aveva in Parker (0/2 dal campo e due palle perse) un simbolo negativo, ecco arrivare l’aggancio a quota 40 con due FT di Bryant.

Charlotte dopo un air-ball da tre di Lamb si trovava sul 17% nella statistica e anche sul -5 un paio di volte prima di rientrare a fine quarto con una transizione, spin e circus shot di Bacon che andando oltre Green firmava il 51-52.

Nel terzo quarto Charlotte andava sotto ancora di 5 (56-61) ma due bombe si Williams consecutive ci portavano sul 65-61e una incendiaria di Lamb a 6:09 valeva il 72-65.

Hornets che mantenevano i 7 di vantaggio sino al 77-70 ma con il rientro della panchina chiudevano sotto di uno (82-83) quando a tre decimi dalla fine Bryant da sotto scavalcava…

Anche nell’ultimo quarto la squadra di Brooks accumulava inizialmente 5 pt. di vantaggio ma con un parziale di 7-0 Lamb dalla linea firmava il sorpasso a 9:09 (91-89).

La gara rimaneva lì, punto a punto, Beal e Walker sganciavano le loro prime triple di serata ma era Williams a 4:45 a creare il divario proprio con un altro razzo da fuori.

106-100, poi 108-102…

Sembrava ormai essere finita la gara ma nelle praterie della difesa di Charlotte (Zeller, Frank o Willy faceva poca differenza) consentivano agli ospiti di agguantare il pari a quota 108.

Quando Portis a 2:18 (quando ci vede si esalta) infilava la tripla dello 0-9 run WAS Charlotte sembrava andare K.O. Ancora una volta.

La linguaccia beffarda del n°5 ospite e la faccia di Kemba dopo aver splittato in lunetta per il 109-111 non promettevano nulla di buono ma a :50.9 dalla fine Lamb con la tripla riusciva a sorpassare ed era ancora lui a piazzare la zampata/stoppata su Portis, ormai cero di segnare.

Kemba provava da tre mal consigliato dando agli avversari un ultima possibilità con Bela che ben tenuto da Bacon e infastidito forse da un raddoppio di Batum dietro Dwayne, mancava da pochi passi il tiro, poi la palla tra Williams, Portis e Batum era preda di quest’ultimo che veniva toccato a sei decimi dalla fine.

Troppo pochi per Washington per provar a far qualcosa.

Beal l’ultima volta ne aveva piazzati 46, oggi si ferma a 15 così come J. Parker, battuti da Portis con 23 pt. e 9 rimbalzi.12 pt. per Bryant e 11 per Satoransky.

Charlotte scende nei TO rispetto alla gara precedente con 12 contro i 14 dei Wizards.

Hornets che tirano peggio dal campo con il 41,7% contro il 46,5% avversario ma meglio da tre con il 34,1% contro il 33,3% ospite così come tirano meno liberi 18/20 contro il 22/26 della squadra capitolina ma hanno una miglior percentuale (90% contro l’84,6%).

52-45 nei rimbalzi, 24-28 gli assist e un 8-6 nelle stoppate grazie a tre di Lamb…

Purtroppo Orlando, Miami e Detroit vincono tutte nella notte…

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

11:47, Cody attaccava il ferro e appoggiava di destro il 2-0 ma l’inizio di Williams e Bridges non era eccelso tra tiri sbagliati e palle perse quindi a 10:37 Satoransky segnava da tre per il sorpasso e toccava a Batum in correzione e con un lungo step-back jumper portare sul 6-3 la squadra di Borrego che tuttavia incassava una tripla aperta da Green, due tiri di Portis e un tap-in di Satoransky per il 6-12…

CHARLOTTE, NC – MARCH 8: Nicolas Batum #5 of the Charlotte Hornets shoots the ball against the Washington Wizards on March 8, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Williams a 7:25 finalmente segnava da tre punti, poi, dopo due FT splittati da Ariza per un fallo dello stesso Marvin, era sempre la nostra PF a segnar tre punti dopo essersi allungato nell’angolo sinistro.

Una stoppata di Cody apriva al vantaggio Hornets a 6:26 a mezzo lunetta targato Walker prima del contro-sorpasso Ariza sempre a gioco fermo.

Portis in area metteva dentro il +3 Wizards ma Lamb, servito comodamente sulla diagonale destra, libero, segnava i tre del pari a quota 17.

La zona di Washington era ben attaccata da Charlotte con passaggio diagonale di Kemba per Zeller che dalla media prolungava con un bound pass diagonale per Williams sotto liberatosi da ogni marcatura per marcare facilmente il 19-17.

Una steal di Kemba con transizione e passaggio no look favoriva la runner hammer jam di Zeller e anche se a 4:01 Portis indovinava la bomba del 21-20, Charlotte saliva ancora con un piazzato di Kemba dopo il palleggio tambureggiante in crossover di Walker per un pull-up dalla diagonale media sinistra e con una giocata di Batum (rimbalzo conquistato dopo l’errore di Frank) a 2:42 two and one (fallo di Portis) per il 26-20.

Kaminsky e MKG facevano gran pressione sul proprio lato sinistro del campo facendo scadere a Washington i 24 per l’attacco inoltre Walker subiva il secondo sfondamento in poco tempo (Dekker questa volta), così Lamb con gran primo passo superava il difensore per andar a metter dentro due punti.

Passi di Beal e piazzato di MKG dalla baseline destra con gli Hornets a salire sul +10 in controllo della partita.

Dekker in reverse layup e Kemba, superando con il crossover J. Parker per andar a depositare al vetro in allungo con la destra chiudevano il primo quarto.

Nella giornata dedicata alle Donne un po’ di bellezza femminile male non fa anche se fermarsi lì sarebbe piuttosto limitante come punto di vista…

2° quarto:

Come ogni tanto accade la panchina si dimostrava inadeguata e i Wizards iniziavano subito a recuperare due punti a 11:33 con due punti di Dekker che graziava dalla lunetta gli Hornets (fallo di Frank) con l’addizionale.

J. Parker da fuori realizzava il -5 (32-27) e anche se Frank inventava l’entrata per muover il punteggio, dall’altro lato una flash dunk di Dekker portava la gara sul 34-30 prima che Satoransky cadesse di peso nell’area dei Wizards su MKG impegnato in palleggio nel tentativo di trovar la via del canestro.

Problemi al ginocchio sinistro per Kidd-Gilchrist e Hornets costretti al time-out.

Il Tank inventava un’altra entrata, ancora più complessa, andando a batter cassa con la palla sul vetro per il 36-30 ma nonostante arrivassero a 7:50 due FT (realizzati) per Lamb e due punti di Zeller sul pick and roll con Lamb, Washington teneva botta e pareggiava a metà tempo (6:01) anche con la complicità del nostro Parker che con uno 0/2 l tiro e due palle perse dava modo agli avversari di rientrare e coglier il pari con Bryant dalla lunetta con un 2/2 per fallo di Zeller.

Bacon, altro redivivo dopo MKG, appoggiava di sinistro resistendo a Bryant e andando a metter dentro un gioco da tre punti prima di vedere il sorpasso dei Wizards con l’avvicinamento di Beal in dunk e il canestro ravvicinato dalla baseline destra di J. Parker per il 43-44…

Beal andava per l’appoggio del +3 oltre Zeller ma sull’altro fronte, nonostante Kemba continuasse testardamente a mancar tre punti, dal lato debole spuntava Marvin che anticipando Satoransky radeva al suolo tutta l’area avversaria sganciando una insospettabile jam potentissima in correzione.

Batum mancava il fing and roll del sorpasso in transizione e sulla veloce contro-transizione Cody era costretto al fallo su J. Parker che riportava a gioco fermo gli ospiti sul +3.

Un tiro da tre di Lamb fendendo solamente l’aria mandava gli impietosi sottotitoli grafici a ricordare il 17% da fuori Hornets sino a quel momento…

Marvin, croce e delizia, stoppava Beal in entrata ma lo stesso Beal subendo un fallo realizzava dalla linea il 45-50.

Kemba dal mid-range, Portis in area, Lamb con un 2/2 dalla lunetta a :36.1 e Bacon con una transizione sulla quale mostrava uno spin fluido e un appoggio in uno contro uno che diventava un circus shot, chiudevano il primo tempo con Washington sopra di un punto 51-52.

Curry e Collins osservano la versione di NBA Jam stampata sulla maglietta, prossimo regalo ai fan con le figure di Mourning e lo stesso Dell Curry.

3° quarto:

Apriva male il quarto Charlotte che dopo 14 secondi vedeva Ariza segnare un 2+1 (fallo Zeller) e anche se sull’altro versante Zeller, dopo una finta, mandava dentro due punti al vetro subendo fallo da Portis in aiuto, l’errore dalla linea costava agli Hornets il -2 (53-55).

Dopo il-4 incassato da Portis a 10:52 Williams iniziava a infiammarsi segnando da tre punti a 10:58 e nonostante i Wizards portassero un parziale di 0-4, gli Hornets rispondevano con quello da 11-0 iniziato da Batum con un altro colpo da tre (9:39), proseguito da Williams, prima in transizione dalla diagonale sinistra staccato dalla linea (9:14) e poi con bomba frontale e chiuso da Walker a 8:12 con lungo pullup per il 67-61.

Beal con due FT a 7:14 metteva fine all’allungo di Charlotte che andava comunque a segno con una second chance grazie a un rimbalzo offensivo di Williams e assist sul taglio di Bacon a depositar da sotto e tripla di Lamb per il 72-65 a 6:09.

Lamb anticipava anche sul post basso portando una steal a Charlotte ma Walker da tre non segnava ancora e Marvin colpendo il ferro sulla seconda occasione vedeva la palla impennarsi e incastrarsi dietro la tabella.

A 4:56 era Portis a indovinare la tripla e mentre sul fronte offensivo un close-out un po’ d’anca di Green era fiscalmente chiamato dagli arbitri per il 3/3 di Williams, su quello difensivo la squadra iniziava ad aver qualche mancanza con l’avvento della panchina.

MKG non rientrava per un problema al ginocchio sinistro e dal 77-70 si passava rapidamente al 77-74 dopo i canestri di Beal e Portis in entrata sul Tank.

Il bobblehead distribuito in serata allo Spectrum Center, chissà che Marvin non si sia esaltato ricevendone uno essendo “l’erede” attuale nello stesso ruolo.

Se poi Brown segnava da second chance a Charlotte rimaneva solo un punto di vantaggio.

Fortuna a 2:22 Lamb procurandosi due FT aggiungeva altrettanti punti ma Parker per questioni di cm non teneva sulla sinistra a Brown che da tre scaricava il pari a quota 79.

Con un area congestionata Lamb e Willy, altro giocatore rilanciato da Borrego, non trovavano spazio ma l’allungo del centro nell’angolo destro per Bridges valeva tre punti.

Un fing and roll di Brown era seguito da due punti a tre decimi dalla fine per Bryant e l’82-83.

CHARLOTTE, NC – MARCH 8: Dwayne Bacon #7 of the Charlotte Hornets handles the ball against the Washington Wizards on March 8, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Bacon aggiungeva un air-ball a quel paio scagliati da Lamb e J. Parker con la bimane appesa muoveva i suoi sul +3., un pullup del nostro Parker a 11:10 valeva per il nuovo -1 ma a 10:52 Bryant era completamente ignorato sulla linea dei tre punti nonostante il possesso palla così il centro ci provava realizzando da tre e dopo un errore al tiro di Tony Parker arrivavano due FT per un altro fiscale fischio arbitrale (questa volta Willy appena appoggiato con un avambraccio su Bryant) e quindi l’84-89.

Bacon sbagliava un tiro ma lo spagnolo tapinava quindi il nostro numero 7 si faceva perdonare aggiustando la mira con la tripla del pari a quota 89.

Lamb recuperava la sfera in difesa e saltando il primo difensore nella nostra metà campo che arrischiava sul palleggio di Jeremy un abbozzo di steal, trovava incustodita la fascia destra da percorrere sino in fondo se a 9:09 non fosse arrivato un fallo per spedirlo in lunetta a segnar due punti per il 7-0 di parziale.

Satoransky con passaggio ravvicinato mandava Bryant alla dunk del pari ma un two hands di Willy a 7:39 costringeva Brooks alla pausa.

Sul fronte occidentale (quello difensivo Hornets, almeno secondo l’inquadratura) le cose non andavano bene.

Green con due FT pareggiava ma dall’altra parte Willy faceva tutto da solo andando ad appoggiare sul post basso destro sfruttando il mismatch in cm.

Beal dalla diagonale sinistra si elevava sopra Williams per trovare la prima tripla di serata e il sorpasso sul 95-96 ma a 6:36 la mano di Marvin Williams era benedetta.

Altra tripla (6/9 per lui) e nuovo vantaggio, subito recuperato da un terzo tempo lento e arzigogolato di Green.

Walker a 6:00 dalla fine finalmente mandava a bersaglio la sua prima tripla di serata per il 101-98 quindi seguivano una dunk di J. Parker su scarico ravvicinato e uno step-back da due punti di Walker per il 103-100 a 5:13 dall’ultima sirena.

A 4:45 la tripla di Williams su assist di Batum dava molto respiro a Charlotte anche se una doppia correzione di J. Parker trovava il fondo della retina.

Era sempre Marvin a portar punti al mulino dei Calabroni forzando a sinistra in uno contro uno con l’alzata sul difensore prima che arrivasse l’aiuto di Ariza in salto, anch’esso scavalcato dalla perfetta parabola del nostro numero 2.

108-102.

Sembrerebbe finita ma l’area degli Hornets tra Hernangomez e Zeller sembra una prateria e Green in entrata lo dimostrava con due punti.

Hornets ancora colpiti da due e su una palla persa da Walker a 2:52 la transizione con schiacciata di Portis costava l’aggancio e il solito finale drammatico.

L’errore di Zeller sull’alzata in area non era perdonato da Portis che colpendo da tre mostrava la linguaccia a 2:18mentre Kemba a 2:04 con la finta in area ricavava due FT ma un solo punto per il 109-111.

Beal mancava un tiro ravvicinato contro Zeller e a :50.9 tutti con il fiato sospeso quando Lamb decideva di alzarsi per tentare la tripla: la parabola era velocemente seguita con lo sguardo da tutto il pubblico che non credeva ai propri occhi vedendo la sfera arancio passare la retina per il 1112-111.

Lamb salvava la gara quando da sotto Portis sul tentativo di gancetto si vedeva spostare la palla dal nostro difensore che piazzava un’altra zampata decisiva.

Time-out a 12 dalla fine: schema disegnato un autentica follia se realmente era quello voluto da Borrego.

Rimessa, palla a Kemba, velo/blocco di Zeller sull’avanzamento e tiro da tre rapido di Walker che non facendo centro concedeva un’altra possibilità ai ragazzi di Brooks.

Ultimo time-out, palla a Beal che andava in area controllato da bacon che non cedendo lasciava il tentativo in alzata all’asso avversario che forse vedendo arrivare Batum (in salto verticale) alle spalle di Dwayne, modificava leggermente il tiro di quel tanto che bastava per non vederlo entrare, sul rimbalzo lotta rude Williams/Portis, palla strappata da Batum che a :0.06 aspettava le decisioni degli arbitri che non avevano fretta come nel caso della sconfitta contro Brooklyn e i tiri non assegnati a Kemba.

Si giocava ancora ma non c’era più tempo sulla rimessa.

Gli Hornets vincevano la trentesima gara stagionale sul filo.

Pagelle

Kemba Walker: 6

18 pt., 4 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 6/19 dal campo, 1/9 da fuori, 3 TO. 5/6 ai liberi con un errore nel finale. Qualche buon step-back da due punti ma la metà dei tiri che prende è da tre e li sbaglia quasi tutti come ormai spesso gli accade. Ha abbassato le percentuali da fuori. Spesso non si trova in armonia con il tutto quando prende il tiro. Sembra un ostinato automobilista che in autostrada viaggia a ottanta all’ora sulla corsia più a sinistra quando prende quei tiri. Riavvicinare il range per il target è l’obiettivo per poi ritrovarsi. Spreca troppo ma è indubbio che qualche colpo lo abbia però nel finale esagera con l’ultima tripla e da modo ai Wizards di passarci. Per fortuna va bene. Prende due sfondamenti consecutivi. Maestro nel piazzarsi davanti l semicerchio antisfondamento.

Nicolas Batum: 6

10 pt., 8 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. 4/11 dal campo con 1/5 da fuori. Torna a smistare un numero ragionevole di assist e a rimbalzo c’è, tanto che va a prendersi quell’ultimo pallone prima che Portis ci beffi. Non sempre contiene Portis ma guadagna una sufficienza.

Miles Bridges: 5

3 pt., 1 rimbalzo. Calo netto per il rookie che non ha una mano raffinata al tiro. L’unico tiro che mete è quello open da tre dal corner destro. Ci riprova poco più tardi ma già il leggero spostamento sulla destra per evitare possibili stoppate inficia il tiro stesso.1/8 dal campo con 2 stoppate prese e un errore abbastanza incredibile da sotto. -8 di plus/minus.

Marvin Williams: 8,5

30 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 10/16 dal campo con un 7/10 da fuori. Oggi esagera. Una di quelle giornate nelle quali è in super forma al tiro ma deve dimostrare di poterne ottenere anche quando contano le partite. Sotto pressione rende meno. Non inizia benissimo con qualche sbavatura difensiva, un TO che saranno 3 alla fine ma è determinante scatenandosi nel tiro da fuori e non solo, anche in post basso supera due uomini con un bel tocco nel secondo tempo e c’è anche una dunk da veri highlight.

CHARLOTTE, NC – MARCH 8: Marvin Williams #2 of the Charlotte Hornets backwards dunks the ball against the Washington Wizards on March 8, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Cody Zeller: 5,5

8 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 4/7 al tiro e un TO. -12 di plus/minus. Un po’ troppo facile nel finale scavalcare anche lui. Ci mette una pezza difendendo bene su Beal sulla terzultima azione offensiva di Washington e mette a referto due stoppate ma se una volta Mourning, dopo aver vinto il premio come miglior difensore dell’anno ringraziava ironicamente i compagni per essersi fatti saltare sul perimetro, lui, pur nella stessa condizione, non li ringrazia, andando in difficoltà…

Jeremy Lamb: 8,5

19 pt., 10 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Ancor meglio di Williams perché non si limita solo a segnare. Un giocatore che se avesse militato in qualche squadra olandese negli anni ’70 avrebbe militato negli range. Un giocatore a tutto campo che spinge attaccando il ferro e nonostante almeno tre air-ball da fuori contati e il 4/10 dal campo, segna da tre il canestro decisivo e piazza subito dopo la stoppata decisiva. Do lo stesso voto di Marvin ma ancora più decisivo nel momento che conta e per una squadra come la nostra che ha preoccupanti pause è tanto.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

2 pt..C’est tout. 1/1 dal campo e una buona difesa sul lato sinistro del campo. Gioca solo 6:51 perché sul palleggio, mentre si trova in area, cade e Satoransky con l’effetto domino gli piomba addosso di peso. Una strain al ginocchio sinistro e deve rimaner fuori per il resto della gara. E dire che Borrego l’aveva rilanciato in serata dopo averlo “panchinato” nelle gare precedenti.

Tony Parker: 5

2 pt., 1 rimbalzo. 1/6 al tiro. Solito pullup ma poi niente assist a fronte di due TO. Non riesce a spingere e a creare. Se anche lui non da una mano alla panchina è inevitabile si venga sempre sovrastati e recuperati. A lui si chiede almeno un po’ di continuità…

Dwayne Bacon: 7

10 pt., 2 rimbalzi, 3 rubate. 4/7 al tiro con un ½ da fuori (air-ball quello mancato). Rigettato nella mischia alla fine ha un impatto positivo. Tiene magnificamente Beal scivolando con lui in area sull’ultima azione anche se deve concedergli l’alzata, per il resto oltre la tripla anche un bel taglio con il pass per Williams e sicuri due pt. con appoggio al vetro. Difesa impattante, molto meglio del famigerato episodio di Atlanta.

Frank Kaminsky: 6

4 pt., 9 rimbalzi, 1 assist. 2/8 dal campo. Due piccole invenzioni per andare a canestro in serie e poi stop ai punti. Sbaglia anche lui tante volte da fuori e in difesa la tenuta non è Polident… Tuttavia mentre rimane in campo lui è un +8. Gioca anche come centro.

Willy Hernangomez: 6

6 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. In 9:38 commette due falli e ha un +2 di plus/minus. Dietro è abbastanza disastroso. Un buco, tanto che si presenta anche la bollicina dell’acqua Lete a chiedersi se ci sia nessuno che difende il canestro. In attacco rimedia con un 3/3 con un paio di giocate ben costruite, una in solitaria.

Coach James Borrego: 6,5

C’è ancora da lavorare ma la zona meno pressante e di qualità dei Wizards è più facilmente battibile. Per fortuna nel secondo tempo spesso i tiri da fuori entrano e il coach può vedere concretizzarsi almeno parte del gioco. Mi chiedo se l’ultimo schema per Walker l’abbia disegnato lui. Spero di no…

Game 64: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 84-91


Intro

Si nasce fortunati?

Alcune ricerche dicono che la fortuna e la sfortuna dipendono dalla psicologia piuttosto che dalla probabilità.

Secondo la ricerca la fortuna e la sfortuna deriverebbero da giudizi soggettivi legati a fattori contingenti piuttosto che da effetti statistici.

Che la fortuna aiuti davvero gli audaci dal mio punto di vista non è sempre vero perché certe fortune diventano merito in base a fattori esterni o comunque serve un intelligenza o un istinto nel valutare determinate situazioni.

Di certo chi sostiene la prima tesi dice che pensare che la fortuna sia dalla propria parte allevia gli stati d’ansia e si possa vedere la propria vita come un bicchiere quasi pieno più che mezzo vuoto.

Questi fattori renderebbero più attivi e più propensi a cogliere le occasioni quando si presentano.

Il tipo di racconto che si fa di un avvenimento poi sarebbe decisivo tramite i toni e l’enfasi per migliorare la percezione della propria vita rispetto a toni fatalisti o più consueti.

L’argomento è vasto e i tipi di fortuna sono diversi tra loro, si potrebbe anche dibattere su che cosa si possa effettivamente chiamare fortuna perché anche se descrivessimo con enfasi una situazione, i fatti non subirebbero alcun cambiamento.

Nella canzone Otherside dei Red Hot Chili Peppers c’è una strofa che fa così:

“Quanto tempo, quanto tempo scivolerò?”

Ci si riferisce alla droga in una visione di dipendenza e all’impossibilità di uscirne anche volendo.

La visione interna del cantante (Anthony Kiedis) quindi è cupa come il video, tuttavia penso che questo sia un discorso di volontà il quale si lega nel campo cestistico a un discorso di crederci.

Provarci veramente non darà forse sempre buoni frutti ma la volontà potrebbe aiutare l’effetto “fortuna” la quale va cercata senza timori attraverso la fiducia e la tenacia.

Atteggiamento… curioso di vedere se questa squadra, indipendentemente dal risultato, saprà andare a cercar fortuna…

La partita in breve

Quattro le considerazioni primarie:

Charlotte come il solito quando c’è da portare a casa qualcosa finisce per tornare a mani vuote non essendo propensa evidentemente a cogliere le occasioni che si presenano,

I rimbalzi li prende Kupchak dopo aver tagliato Howard (indipendentemente dalla stagione di Dwight a Washington),

Se il tuo miglior giocatore di serata è un player (Kaminsky) che aveva chiesto di esser rilasciato perché non giocava mai, qualcosa non torna,

la squadra ha smarrito la brillantezza che l’aveva contraddistinta a inizio stagione e contro la zona perde il lume della ragione.

Nota a margine, inutile non parlare di grande delusione ancora una volta.

La partita di per sé è una gara tra tattica e fisicità, la qualità è saltuaria.

La zona delle squadre finisce per premiare Miami che ha in Whiteside l’arma giusta per colpire dall’interno mentre sugli esterni Olynyk trova un 5/7 da tre punti…

Wade (8 pt., 4 rimbalzi, 6 assist) è solo uno spauracchio all’ultima partita allo Spectrum ma anche quando sarà in pensione, gli Hornets non risolveranno i loro problemi se non cambiano mentalità.

La gara parte con una sostanziale parità ma ben presto si trasforma nel solito brutto primo quarto quando una dunk di Whiteside porta sul 12-25 la compagine di Spolestra.

Hornets sul -11 a fine primo quarto (18-29) capaci di recuperare nella seconda frazione anche se il punteggio rimaneva basso a causa delle difese e degli errori da fuori.

Le palle rubate a favore di Charlotte fioccavano (dopo un primo quarto da 7 TO di Charlotte) e Kemba a 5:15 a mezzo tripla trovava il pari per andare dalla lunetta a colpire altre tre volte sebbene una boma di Olynyk ristabilisse la parità alla bassa cifra di 38.

Non aumentavano di molto i numeri con la perfetta parità all’intervallo a quota 43.

Nella terza frazione Williams, dopo esser partito male, mandava a bersaglio due bombe e Batum lo imitava con una a 8:55 così Charlotte saliva sul 52-47 tuttavia dopo un rimbalzo offensivo del Tank per il 58-55 la panchina degli Hornets nel finale era inadeguata contro quella ospite.

Parziale di 0-6 con due FT di Biz mancati e salvi per la luce rossa ad anticipare il tiro di Richardson.

58-61, tutto ancora da decidere con Kaminsky in campo a non tradire la fiducia.

I suoi canestri facevano rimanere agganciata Charlotte che a 8:18 tornava sul -2 grazie a due FT di Walker (67-69).

Dopo una tripla di Olynyk, Charlotte andava in tilt, si faceva fatica a contenere Whiteside e le scelte frettolose in attacco scavavano un solco irrimediabilmente ampio.

Un parziale rapido di 0-14 costava il 67-83 dopo una tripla di un liberissimo McGruder.

Frank con 5 punti di fila apriva una corsa contro il tempo ma due punticini di risposta degli Heat, ormai a giocar con il cronometro (turnaround di Richardson a 2:28 allo scadere del possesso) davano alla squadra di Spolestra una certezza.

Kemba a :51.7 realizzava una tripla per l’84-88 ma dopo l’errore di Olynyk in attacco, Batum, non curandosi della palla si lasciava sfuggire il rimbalzo nella sua direzione pur essendo davanti a Wade che spuntava più rapido visto che il francese avendo la schiena a canestro non riusciva a fermare lo spunto di Dwayne né si avvedeva del rimbalzo.

Errore che si pagava a :20.6 con un ½ di Richardson per il -5 e partita chiusa da Whiteside dalla lunetta dopo la tripla incerta finita sul ferro di Kemba nel finale.

84-91, scivolati fuori dai posti utili per i playoffs, non più padroni del proprio destino.

Per Miami Olynyk ha finito con 22 pt. e 11 rimbalzi, Whiteside con la doppia doppia da 18 pt. e 15 rimbalzi mentre Richardson e Adebayo (uscito prematuramente perché Zeller in tuffo è finito sulla sua gamba) chiuderanno con 13 e 10 pt. rispettivamente.

40-52 nei rimbalzi e 36,6% dal campo contro il 41,8% ospite più 19 TO contro i 18 Heat.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

L’opening tip era vinto da Miami che con una drive and kick serviva Winslow nell’angolo destro, spazio a disposizione e tripla per lo 0-3, dall’altra parte il passaggio per Williams, sempre nell’angolo destro, costava agli Heat il pari quindi a 11:00 Kemba portava in vantaggio i Calabroni che erano tuttavia sorpassati dalla tripla da destra di Waiters imitata poco più tardi (9:39) da Batum per l’8-6.

Adebayo in corsa approfittava dell’assenza di Zeller per depositare il pari e poi andando a recuperare un rimbalzo schiacciava violentemente per l’8-10 prima che Walker trafiggesse con il pullup gli Heat dal mid range gli Heat per il 10 pari a 7:43.

Un errore di Marvin da sotto lasciava comunque la palla agli Hornets per la rimessa in attacco, dentro Lamb a 7:19 per Bridges ma un bad screen di Williams faceva perder palla a Charlotte in attacco.

Time-out di Borrego a 7:07 ma a scappare era Miami con due punti di Adebayo in area e la tripla di Olynyk a 5:33 per il 10-15 parzialmente mitigato dall’alzata semplice in area di Zeller.

Sul gioco delle triple, dopo gli errori di Olynyk e Batum, ecco arrivare quella buona di Waiters (2^) dalla sinistra, quindi altro errore di Batum da fuori e risposta buona di Olynyk dalla diagonale sinistra per il 12-21…

I TO non aiutavano Charlotte a rimontare, la zona di Miami faceva faticare Walker che tentando il passaggio verticale per Zeller era impreciso e favoriva il recupero della squadra di Spolestra che dopo qualche errore per parte allungava con una doppia dunk di Whiteside.

Sul 12-25, con gli Heat in controllo della gara arrivavano due reverse layup, il primo di Biyombo nel traffico, il secondo di Winslow servito da un breve verticale dell’eterno Wade.

Frank era stoppato e dalla rimessa dal fondo rimanevano 5 secondi per gli Hornets, tempo sufficiente per Parker per ricevere e andare sulla sua mattonella a metter dentro il 16-27.

Wade infilava un tiro oltre Bridges ma dall’altra parte la drive di Parker consentiva a Biz di metter dentro l’elegante gancio che chiudeva i primi 12 minuti per il 18-29.

Un ritardo accusato di 11 punti causa 7 TO sulla pressione della zona voluta da Spolestra.

CHARLOTTE, NC – MARCH 6: Cody Zeller #40 of the Charlotte Hornets looks to pass the ball during the game against Bam Adebayo #13 of the Miami Heat on March 6, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Whiteside recuperava una palla in attacco dopo una stoppata di Biz per metter dentro in schiacciata e aggravare la situazione di Charlotte che tuttavia improvvisamente si risollevava grazie ai liberi e alle intercettate.

Un tentativo di dunk di Bridges era premiato dagli arbitri con due FT (leggero contatto con Whiteside).

Solo un punto per il rookie ma una palla intercettata da Lamb con transizione e fallo di Richardson all’ultimo momento permetteva al n° 3 di portare a casa due punti che a 10:30 arrivavano con un’altra bimane in transizione, questa volta favorita dalle leste mani difensive di Parker.

L’ottavo TO degli Hornets in serata non impediva il recupero: Frank realizzava la tripla del 26-31 a 9:45 anche se Jones Jr. dopo due rimbalzi offensivi e altrettanti errori, segnava subendo fallo.

FT aggiuntivo ed errore ma Olynyk, sparando la palla addosso a Lamb conquistava una rimessa laterale sulla quale tuttavia Parker intercettava il lungo passaggio telefonato di Wade anche se il francese in attacco commetteva passi dopo l’arresto in area.

Frank si raffreddava con un errore da fuori e due liberi mancati a 8:10 dopo esser andato bene ad attaccare il canestro con finta e partenza bruciante.

Ci pensava Batum a 7:42 ad accorciare sul 29-33 a mezzo tripla quindi Wade dopo un layup mancato (1/6) tornava a sedersi in panca. A 7:05.

Batum mancava una tripla ma da dietro non andava per il sottile per stoppare Olynyk sotto il ferro favorendo il rientro di Charlotte che a 6:29 ne approfittava con Kemba da oltre l’arco lasciato solo.

Un solo punto che diventavano tre causa FT line jumper di un Olynyk abbandonato.

A 5:15 ci pensava Kemba a trovare il pari andando a colpire da tre dalla diagonale destra, oltre due difensori e la zona.

Un raddoppio su Kemba favoriva la palla persa sul passaggio verso Zeller ma anche se gli Hornets recuperavano immediatamente la sfera, non segnavano per il wild shot di Cody in area.

Batum commetteva un fallo da dietro atterrando Olynyk sul taglio mentre quello di Winslow (4:11) sulla shooting motion di Kemba costava tre punti dalla linea agli Heat.

38-35 ma pareggio di Olynyk dalla destra ai 24.

Adebayo stoppava Cody dopo un contatto iniziale non chiamato e Olynyk dall’altra parte realizzava un punto a causa dei tre secondi difensivi violati da Zeller a 2:44.

Richardson dal mid range segnava il +3 Heat poi un floater con rimbalzo amico favoriva Zeller per il 40-41 mentre Adebayo era favorito dall’assist del rientrante Wade per realizzare il 40-43.

Wade ci graziava dall’angolo sinistro e Lamb dal centro-sinistra a :50.8 pareggiava arrestandosi rapidamente oltre la linea.

Il quarto finiva così sul 43 pari.

CHARLOTTE, NC – MARCH 6: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets looks to pass the ball during the game against Miami Heat on March 6, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

3° quarto:

Dopo una tripla che non toccava nemmeno il ferro tentata da Williams scadevano i 24, dall’altra parte Adebayo realizzava il personale 5/5 dal mid range grazie anche allo schermo e su un tuffo di Cody in difesa Adebayo finiva dolorante per terra.

Passi di Waiters a 10:15 e a 10:00 finalmente arrivava una tripla di Williams (2/8 dal campo) per il vantaggio Hornets (46-45) che durava poco perché Winslow in area sorpassava ma a 9:27 Williams migliorava le sue percentuali calando la seconda tripla consecutiva e Batum a 8:55 imitando il compagno (sulla sinistra) scagliava un’altra frecciata da tre punti per il 52-47.

Due punti frontali di Richardson, uno sfondamento di Walker su Winslow a 8:32 non mutavano la situazione cambiata da un alzata altissima frontale di Bridges che arrestatosi per l’assembramento in mezzo all’area inventava un banker originale per il 54-49.

Un teardrop di Winslow anticipava i passi non visti con errore sull’appoggio dello stesso player, poi il fallo di Olynyk sulla palla vagante non era ben sfruttato in attacco da Kemba che faceva partire un tiro da troppo lontano così Richardson passando oltre il blocco metteva dentro due punti per il -1.

Zeller mancava un tiro ravvicinato ma recuperando la palla schiacciava a 5:40 per il +3.

A 5:16 Wade in lunetta mancava due liberi mentre sull’altro fronte l’entrata in corsa era buona per il quarto fallo degli Heat e di Winslow contemporaneamente.

Lamb mancava un’entrata ma Frank recuperando il quarto rimbalzo offensivo di Charlotte realizzava il 58-55 ma la panchina degli Hornets in attacco si fermava lì così nel finale con un parziale di 0-6 chiuso da Whiteside con il tap-in vincente dopo l’errore sulla stessa azione di Wade e dello stesso centro sul primo tentativo di appoggio, Miami si portava sul 58-61 che resisteva anche a :04.9 sui due errori di Biz dalla lunetta.

Richardson segnava da sinistra ma appena oltre la luce rossa.

CHARLOTTE, NC – MARCH 6: Frank Kaminsky #44 of the Charlotte Hornets handles the ball during the game against Kelly Olynyk #9 of the Miami Heat on March 6, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina.
Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Whiteside tornava a far la voce grossa in area a 11:50 con due punti in girata uno contro uno, Frank dall’altra parte con lo spin in area riusciva a ricavar lo spazio per il 60-63 a una mano.

Wade segnava due punti contro Batum che mancava la tripla ma Whiteside andava corto contro il Tank che a 9:54 realizzava la tripla del 63-65.

Un floater di Wade a 9:33 faceva esplodere un palazzetto evidentemente zeppo di fan di Wade poi a 8:58 il lancio di Richardson per Whiteside costava alla squadra di Borrego l’alley-oop più il FT comunque fallito per una spinta ormai inutile di Lamb.

Whiteside presidiava l’area anche in difesa dove stoppava Williams ma gli Hornets avevano una fiammata ancora con il dribbling e l’appoggio di Kaminsky più due FT di Kemba a 8:18 riportavano sul -2 la squadra locale (67-69).

Charlotte iniziava a imbarcare pesantemente acqua quando subiva dal lato sinistro la tripla di Olynyk con Borrego infuriato mentre in campo Williams dal corner destro si prendeva un tiro con i piedi non sistemati e Wade aggravava la situazione a 7:14 in floater.

Diciannovesimo TO per Charlotte poi colpita da Richardson per il 7-0 di parziale che lanciava gli Heat a 6:46 sul 67-76, punteggio ancora rimediabile ma l’attacco di Charlotte andava in tilt: tripla di Kemba mancata, rimbalzi sulla stessa azione di Williams e di Batum che da sotto a sinistra influenzati dalla difesa mancavano le loro occasioni, Lamb sull’azione seguente spingeva via con il gomito Richardson quando restava esattamente metà tempo per recuperare.

Su un passaggio orizzontale incerto di Williams verso Batum s’infilava Olynyk che rapidamente andava a chiudere in transizione per il +11.

Zeller di corsa andava incontro alla morte facendosi eclissare da Whiteside che al secondo rimbalzo offensivo in serie firmava il 67-80.

Time-out di Charlotte che non serviva a nulla all’inizio perché McGruder, liberissimo nel corner destro metteva dentro la tripla del +14 e mentre qualche tifoso, avendo già capito l’antifona, lasciva il palazzetto Charlotte interrompeva il break da 14-0 degli Heat con due liberi di Walker.

Charlotte lasciava ancora spazio a Olynyk che metteva dentro anche il +17, massimo vantaggio raggiunto dagli Heat mentre dall’altra parte si accendeva Frank in una corsa disperata contro il Dio Crono con due punti in area e una tripla a 3:33 per il -12.

Batum stoppava Richardson e Zeller metteva dentro a 3:00 dalla fine riprendendo da un suo errore.

Un turnaround di Richardson allo scadere dei 24 dai bordi sinistri dell’area dava sinistre connotazioni alla sfida ma a 2:18 un’altra confidente tripla del Tank recuperava ancora tre punti (15 nel quarto) per Charlotte arrivata sul 79-88 e poi sull’81-88 con due punti di sinistra di Zeller oltre Whiteside.

Kemba a :51.7 realizzava da tre punti l’incredibile -4 ma su un errore di Olynyk al tiro la palla prendeva la direzione del corner sinistro (per chi attacca), Batum, non accorgendosi del tiro e della piega presa dalla palla, schiena a canestro, si lasciava sfuggire Wade che catturava così il rimbalzo partita perché gli Hornets a :20.6 saranno costretti così al fallo su Richardson (Bridges) che anche splittando portava sul +5 gli ospiti.

Kemba con una tripla indecisa lasciava solo cenere sul bordo del ferro con il fallo a :16.1 su Whiteside che mandando a segno i due liberi chiudeva la gara sull’84-91…

Ora i playoffs, salvo improbabili impennate d’orgoglio che non colmeranno la qualità mancante sempre, sono un miraggio.

Pagelle

Kemba Walker: 5,5

20 pt., 2 rimbalzi, 7 assist. 5/17 al tiro con un 3/10 da tre pt. e un 7/7 dalla linea della carità. Forse è il giocatore che più di tutti attacca in corsa la difesa degli Heat cercando d’arrivare sino in fondo, questo gli costa un paio di TO, ammissibili ma nonostante i 20 pt. e la tripla nel -4 nel finale è spento dai raddoppi degli Heat che gli fanno perdere un altro paio di palloni. Magra consolazione vincere il duello a distanza con Wade.

Nicolas Batum: 5

9 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Buoni alcuni rimbalzi aggressivi e anche due stoppate, pregiata quella non di fino da dietro su Olynyk ma ci sono 4 TO e un 3/13 dal campo con un 3/9 da fuori. Sbaglia troppi tiri dagli angoli, qualcuno anche aperto e giocando in posizione di SG se non segna lui… Dorme sul rimbalzo concesso a Wade a meno di 30 secondi dalla fine ed è un rimbalzo che avrebbe dovuto conquistare…

Miles Bridges: 5,5

3 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. Parte da starter ma gioca poco e finisce con un ¼ al tiro segnando con un banker fantasioso e splittando dalla lunetta. Non è cambiato nulla da quando è titolare. La gente festeggia come sulla legge per la legittima difesa in Italia, anche lì non è cambiato nulla con l’introduzione della parola sempre totalmente inutile alla fine della frase e nella sostanza.

Marvin Williams: 4,5

9 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Non mi piace la difesa stanotte e l’attacco funziona solo da tre punti con il 3/5 e le triple messa di seguito nel terzo quarto, poi è quasi un danno.

Cody Zeller: 5,5

10 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Arriva in doppia doppia sul finale di gara quando probabilmente ormai non serve più e serve solo ad allungare l’agonia ai tifosi di Charlotte che s’illudono di poter rientrare. In difficoltà contro Adebayo o Whiteside a volt riesce a batterli ma il 5/10 dal campo per 10 punti non è molto se i centri avversari combinano 28 pt. e 20 rimbalzi… La sua generosità in tuffo su Adebayo lascia a terra il centro titolare e lancia in pista Whiteside, non proprio un bene…

Jeremy Lamb: 4,5

7 pt., 5 rimbalzi 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 2/8 dal campo, 5 palle perse e -24 di plus/minus. I suoi passaggi costano TO o a volte quasi come il tocco di Olynyk non recuperato per poco da Miami. Parte bene con steal e punti ma poi attacca male in generale e raramente il canestro influenzato dai centri avversari e vengono a mancare i suoi punti. In un’occasione spinge anche andando a commetter fallo in attacco. Flop of the night per uno dei più positivi in stagione.

Bismack Biyombo: 5,5

4 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Biz manca un paio di tiri liberi sul finire del primo tempo e prova a barcamenarsi in difesa ma non sempre riesce a contenere gli avversari. Modesto operaio del basket non si può chiedergli molto di più.

Tony Parker: 5

2 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 2 rubate. Attacca poco il canestro rispetto il solito e gli capita anche di commetter passi o sbagliare quando lo fa. Prova a ispirare gli altri con gli assist ma il suo apporto in punti e leadership viene a mancare in un momento delicato come il finire del terzo quarto. Un solo pullup a bersaglio.

Frank Kaminsky: 7

20 pt., 3 rimbalzi, 1 stoppata. Meglio in versione PF che in quella da C, accompagnato da qualche centro con i cm. Riesce a tenere in difesa un paio di volte bene sui lunghi ma a rimbalzo non è molto bravo. Ne cattura uno offensivo che vale due punti e gioca una serata in attacco con autorità. Ci tiene in partita a inizio ultimo quarto e nel finale va ancora a metter punti pesanti del rientro ma ormai è tardi. Peccato per due liberi mancati anche da parte sua. Con un 4/4 da parte di Frank e Biz dalla lunetta saremmo arrivati apri al finale dopo la tripla di Walker…

Coach James Borrego: 5,5

Mi piacerebbe vederlo con qualche giocatore di valore in più. Probabilmente ci divertiremmo. Manca qualità e quando si arrabbia sulla tripla di Olynyk fa capire che qualche rotazione non è andata come voleva. Purtroppo dopo il buon antipasto di inizio stagione per gli Hornets è arrivato l’amaro e a fine stagione è probabile che l’oste presenti un conto salato.

Classifica, infortuni e formazioni…

Alla vigilia della sfida tra Charlotte e Miami questa è la situazione a Est:

Inutile ricordare l’importanza cruciale della partita mentre come si può notare Milwaukee è già qualificata così come i Knicks sono già out, sperando magari di pescare il tanto chiaccherato Zion, Phoenix e sorte permettendo…

Per gli Hornets ci sarà anche un piccolo vantaggio perché se numericamente gli infortunati sono uno per parte, quello di Charlotte è J.P. Macura, giocatore da two way contract sceso sul parquet solo in occasione della larga sconfitta casalinga subita contro Dallas.

L’assenza degli Heat è più pesante.

Si tratta di Goran Dragic che non sarà con la squadra secondo Ira Winderman del “Sun Sentinel”.

Lo sloveno perderà la sua terza partita consecutiva a causa di un problema al polpaccio sinistro.

Dopo la sconfitta di Orlando a Philadelphia e relativo scivolone al decimo posto, nella notte andranno in scena anche i Wizards contro i Mavericks, i Pistons contro i Timberwolves e i Nets contro i Cavaliers, tre partite casalinghe per le rivali di Charlotte che sulla carta dovrebbero vincere, dovrebbero…

A margine, interrogati su quale possa essere il miglior quintetto iniziale per Charlotte (scelto tra alcune possibilità indicate), vediamo come si è espresso un gruppo di tifosi di Charlotte (11 i voti):

C’è da segnalare un’altra preferenza inoltre per il seguente quintetto che non avevo inserito tra le varie possibilità, ovvero: Walker, Lamb, Bridges, Williams e Zeller.

Larga fiducia quindi alla formazione proposta da coach Borrego dopo l’All-Star Game con Bridges titolare e Lamb a portar punti dalla panchina, sebbene Jeremy finisca per giocare come un titolare nel minutaggio e Bridges dopo 8/9 minuti lasci spazio agli altri, nel primo e nel terzo quarto.

L’ora della verità del dentro o fuori si avvicina e allora, Let’s go Hornets!

Miami Tied

Un disegno collage (lo sfondo del cielo con il canestro) creato per l’occasione. Charlotte e Miami si affrontano ancora con i playoffs in palio. Calabroni contro il Calore, chi avrà la meglio questa notte?

Una storia partita insieme quella degli Charlotte Hornets e dei Miami Heat,

rivali a incrociarsi sulla strada con destini differenti ma legati allo stesso filo che oggi riconduce a una parità in classifica alla vigilia dello scontro tra compagini (questa notte ore 01:00 AM italiane) sulla rotta playoffs…

Una storia di successo per Miami mentre per Charlotte si aprono le porte di una dannatamente problematica storia che pare più umana che quella di una franchigia di basket.

Le due entità vengono pensate a metà degli anni ’80 quando tra i proprietari di Miami troviamo Billy Cunningham (ex coach dei Sixers) e il cantante Julio Iglesias.

Diverse le squadre in lizza per entrare in una NBA in espansione.

Toronto arriverà sette anni più tardi (con Vancouver) mentre Anhaeim, della quale, insieme a Las Vegas si era parlato sono ancora delle eterne incompiute.

Decisiva la vendita di biglietti.

A Charlotte, Shinn, il proprietario originale, aveva venduto 7.000 abbonamenti senza nemmeno aver avuto l’ufficializzazione dell’entrata del team nella NBA…

Nel 1988 le squadre partecipano allo stesso Draft d’espansione con Miami a vincere la prima scelta, mal spesa per Arvid Kramer.

Le prime 20 scelte (fonte Wikipedia) delle due squadre sulla base dei gioatori messi a disposizione dagli altri team.

Gli Hornets pescheranno decisamente meglio con gli iconici Dell Curry alla seconda e Bogues alla sesta in un sistema alternato con Charlotte più brava a recuperare dei giocatori più utili sin da subito.

Pro Baskeball Illustrated 1988/89 presenta la prima Miami.

La stagione si apre, infatti, con gli Hornets, pur in fondo alla classifica, meglio rispetto agli Heat che devono attendere la quattordicesima partita per avere la loro prima soddisfazione in NBA con la vittoria sui Clippers (14 dicembre) già battuti dagli Hornets (coincidenza, anche per Charlotte la prima vittoria arrivò contro i Velieri) alla terza partita.

La prima partita tra le due franchigie è a Charlotte (29 novembre) dove la squadra locale si afferma facilmente mentre al ritorno gli Heat prevalgono di un punto.

Il tabellino (da Basketball-Reference) degli Hornets nella vittoria contro Miami del 29 novembre 1988. Da notare lo 0/3 da fuori, stesse cifre anche per Miami da oltre l’arco. Una NBA cambiata profondamente oggi nel modo di giocare…

Parlo di andata e ritorno perché il primo anno Miami è inserita nella Western e il secondo nella Eastern, mentre Charlotte l’anno successivo fa il percorso inverso per poi tornare prontamente nella Eastern.

Le squadre navigano sul fondale e per i primi anni pagano lo scotto d’esser due novizie.

Recuperando qualche scelta al Draft dopo 4/5 anni iniziano ad avere risultati migliori e gli Heat nel 1991/92 giungono ai playoffs, stoppati dall’attuale proprietario degli Hornets, tale MJ, con un secco 3-0.

L’anno dopo vi arriverà anche Charlotte che battendo i Celtics al primo turo farà rumore…

Tra i protagonisti dell’approdo di Miami e di Charlotte ai relativi Playoffs vi sono Glen Rice e Alonzo Mourning rispettivamente.

I due saranno al centro di uno scambio tra le due franchigie prima dell’inizio della stagione 1995/96, il tutto nato da una richiesta economica di Falk per il suo assistito (Mourning) con Shinn a giudicarla troppo esosa e non disposto ad assecondarla.

Le due franchigie si ritrovano in lotta nella stagione 1995/96 e, nonostante sul finale di stagione Charlotte strappi una memorabile vittoria di un punto allo United Center (i tifosi non ricordavano nemmeno più l’ultima sconfitta interna di MJ e soci), Miami ha la meglio arrivando a strappare l’ottavo posto ai Calabroni con un record di 42-20 contro il 41-41 di Charlotte anche grazie a una vittoria in North Carolina nello scontro diretto dopo l’impresa degli Hornets sul campo dei Bulls appena menzionata coon i Bulls a polarizzare l’attenzione nei PO battendo subito Miami senza repliche.

Si apre per Miami la stagione 1996/97 dopo la precedente chiusa con l’eliminazione al primo turno PO e una rivista spagnola specializzata ne analizza le prospettive.

Per Miami si apre una parentesi di sei anni consecutivi di partecipazioni ai playoffs nei quali sorge la rivalità con New York che, dopo esser stati battuti dalla squadra di Riley nella semifinale di Conference, si rifanno per tre anni consecutivi eliminando la squadra della Florida per tre volte sempre e solamente con una partita di scarto.

Tratto dallo Speciale de La Gazzetta dello Sport, ecco la presentazione degli Heat 1999/2000.

Il ciclo di questi Heat si chiude nel 2000/01 quando il Calore di Miami arriva terzo nella Eastern e al primo turno di Playoffs arrivano proprio gli Hornets, sesti alla fine della Regular season ma con un 2-2 in stagione regolare negli scontri diretti.

Charlotte, anche grazie a un motivato ex, Mashburn (c’era stato uno scambio a partire dalla stagione 2000/01 che aveva portato Monster Mash e P.J. Brown a Charlotte in cambio di Eddie Jones e Anthony Mason), spazza la serie 3-0 andando a vincere le prime due gare all’American Airlines Arena e continuando a dominare anche in gara 3 al Charlotte Coliseum.

Dopo due anni nei quali gli Heat vanno a picco di vittorie ma si apre l’era Wade.

A Charlotte non esiste più una squadra ma solo una promessa (di riaverla) e, nonostante i Calabroni giungano spesso ai Playoffs, Shinn, per diversi motivi porta i Calabroni in Louisiana, a New Orleans.

Il destino incrocia ancora le due franchigie ai playoffs del primo turno e un buzzer beater del rookie Wade in gara 1 sarà decisivo per la serie.

https://www.youtube.com/watch?v=sb9QVXOvbZw

Gli Heat vinceranno quella gara 81-79, nelle altre 6 verrà sempre rispettato il fattore campo e così per i nuovi Calabroni di NOLA l’avventura si fermerà al primo turno.

La maggior attrattiva di Miami notturna e le spiagge la fanno indubbiamente preferire rispetto a New Orleans o alla rinata Charlotte (come Bobcats) così finiscono per giocare insieme i rivali di un tempo: O’Neal e Mourning ma nel 2004/05 gli Heat s’infrangono 4-3 sullo scoglio dei duri Pistons in finale di Conference.

L’anno successivo arriva il primo titolo con gente come Gary Payton, James Posey nonostante nella finale contro i Mavs partissero 0-2…

Partite punto a punto e vittoria per 4-2 contro Dallas, che gli Heat ritroveranno, dopo qualche annata non brillante, in finale nel 2010/11.

Questa volta, nonostante arrivi LeBron James (a formare poi i “Big 3”), stufatosi di non arrivare all’ambito trofeo a Cleveland, il risultato sarà inverso, con i texani a vincere 4-2.

Facendo una parentesi (scrivendo sugli scontri diretti), tornando indietro di un anno, ecco una vittoria incredibile degli Hornets al supplementare raggiunto a un incredibile tripla sulla sirena di Butler (7 aprile 2009).

I due anni successivi (2011/12 e 2012/13) valgono due trionfi a Miami che la stagione successiva si ripresenta ai nastri di partenza da favorita (2013/14) mentre negli anni di LeBron arriva al capolinea anche la travagliata avventura Hornets a New Orleans tra una vittoria di una tremenda Division, il tumore di Shinn, la vendita alla NBA, la partenza di Paul e l’acquisizione di Benson che determina poi l’approdo di Davis ai Pelicans mutando probabilmente qualche destino minore nella NBA.

Qui sotto ecco un video del 5/11/2010, a NOLA arrivano i potentissimi Heat ma gli Hornets riusciranno a prevalere grazie a Paul e ad Ariza.

Tra le fila degli Hornets anche Belinelli che giocherà poi un anno anche a Charlotte…

Bosh, James e Wade aprono l’era degli agglomerati Big 3. Una bella illustrazione (non realizzata da me) per i vincitori di due titoli consecutivi.

I Calabroni si trasformano in Pelicans mentre Charlotte (come Bobcats e le loro pessime stagioni) recupera un 10-29 negli scontri con Miami…

Gli Heat sono anche gli ultimi avversari dell’esperienza delle Linci arancio quando nei playoffs 2013/14 al primo turno le squadre si scontrano con un esito già segnato.

I Bobcats alla seconda apparizione playoffs cercano la prima vittoria post season dopo il 4-0 rimediato da Orlando ma anche in questo caso escono senza nemmeno una soddisfazione.

Ad ogni modo, calcolando solo le gare degli Hornets (personalmente conteggio quelle della serie Heat/Hornets solamente), Miami velocizza e agevola la trasformazione da Bobcats a Hornets, prevista per la stagione 2014/15 sulla spinta di un gruppo denominato Bring Back The Buzz.

Ripreso il marchio gli Hornets al secondo anno si torna ai playoffs ma dopo esser stati sotto 0-2 e poi in vantaggio 3-2 nella serie con una convincente vittoria a Miami, si getta al vento tutto quando Wade in gara 6 si mette di nuovo di traverso.

In gara 7 Charlotte non sembra nemmeno esserci con la testa e gli Heat vincono facilmente così, dopo due anni da 36-46 per Charlotte, fallimentari, eccoci a oggi impegnati a rincorrere dei playoffs con il vecchio avversario alle calcagna.

Wade, dopo aver girovagato in questi anni tra Chicago e Cleveland è tornato alla casa base e il vecchio leone non è intenzionato a mollare la presa sui playoffs.

Dopo l’aggancio in classifica a Charlotte avvenuto un paio di giorni fa con la vittoria di un punto dei suoi Heat sugli Hawks, eccolo riprovare a rovinare i piani agli imenotteri che hanno un vantaggio di 2-0 nella serie e il fattore campo.

A oggi tra Heat e Hornets (non calcolo quelle delle Linci ma quelle degli Hornets a NOLA) il bilancio è di 46-46 con un 9-8 pro Hornets ai Playoffs ma un 1-2 nei passaggi del turno.

Se i Calabroni giocheranno dimenticando il passato con grinta sapranno dimenticare qualche delusione del passato provando a scrivere una nuova storia perché gli eventi ripetuti troppo a lungo annoiano e la NBA moderna dovrebbe ricordarselo…

Game 63: Charlotte Hornets Vs Portland Trail-Blazers 108-118

Intro

Non so dalle vostre parti ma qui la giornata è iniziata con un cielo terso e uno splendido sole che irradia l’umore in una tiepida giornata.

Dalle parti di Charlotte non so come sia il meteo ma dev’essere arrivata chiaramente ciò che è definita come radiazione cosmica di fondo, ovvero, l’eco del Big Bang, l’esplosione che avrebbe dato origine a quest’universo.

“Il rumore, genericamente considerato privo di senso, con la scoperta della radiazione cosmica di fondo si trasforma, paradossalmente, nella più pregnante espressione di senso.”

Le vittorie recenti di Pistons, Magic e anche Heat hanno rimescolato le carte in tavola scompigliando delle statiche posizioni playoffs e quel sibilo non percettibile dall’orecchio umano risuona oggi come minaccioso disturbo alle friabili “certezze” che i fan avevano di ritornare finalmente ai playoffs dopo due anni fallimentari.

Con il contro-sorpasso della squadra dell’ex Clifford (Orlando) vincente a Indianapolis e tornata all’ottavo posto, spingere e vincere contro i Trail-Blazers in serata è l’unico modo possibile per farlo sebbene i pionieristici Tracciatori di Sentieri nei nostri confronti abbiano spesso avuto la meglio ma non è detto che la storia debba sempre andare nella medesima direzione.

Toccava quindi ai ragazzi di Borrego, comunque con la possibilità di sopravanzare i Magic per il discorso di asimmetrica calendarizzazione provare a regalare nuovamente una gioia casalinga di prestigio dopo le L contro Warriors e Rockets perché il rumore di fondo disturba ma il destino dei Calabroni è ancora nelle loro mani…

La partita in breve

Partita simbolo della stagione di Charlotte che contro squadre dell’Ovest d’alta classifica, più attrezzate, perde quasi regolarmente.

E’ una questione di qualità degli interpreti e di problematiche legate all’età (anagrafica di Parker) e a gestioni scriteriate nei possessi nei momenti che contano ma andiamo alla partita…

Come il solito Charlotte partiva con il piede sbagliato, in pigiama, nonostante il bell’alley-op di Miles per il 2-2, subiva la forza d’urto dell’attacco avversario che colpiva a 4:53 con Lillard per un imbarazzante 11-26.

L’ingresso in campo di un ispirato Lamb se non altro sbloccava l’attacco che grazie ai suoi 13 punti (più di quelli degli altri componenti) arrivava sul 25-32 a fine periodo.

Nel secondo quarto la panchina continuava ad aver la meglio su quella avversaria giungendo sul 29-33 con l’appoggio al vetro a 9:42 di un buon Kaminsky.

I titolari avversari però davano problemi, ora era Nurkic da sotto il problema.

Risultando difficile da fermare riusciva ad avvantaggiare il suo team sul 40-50 anche perché Kemba continuando a mancare tiri (1/9 appena dopo il 40-50) non dava una mano ma una fiammata degli Hornets tagliava il divario sul -6 (50-56).

Terzo quarto passato a inseguire con Charlotte che tra almeno tre decisioni a sfavore, un tecnico a Kemba e tre bombe di Lillard, scendeva sul -9 a 5:08 (64-73).

La terna arbitrale in serata ha commesso diversi errori.

Quattro tiri liberi tra i 2:00 e gli 1:00 (Batum e Parker) mandavano la squadra di MJ sul 75-77 anche se cominciava ad accendersi Hood, protagonista del finale.

Due suoi liberi erano contrastati da una bomba di Parker a :16.1 per l’80-81…

Nonostante un Hood vivace nell’ultimo periodo a 10:40 Bridges con la tripla pareggiava a quota 85 per Charlotte la quale si trovava nuovamente a inseguire ma con una bella azione two and one di Lamb a 9:17 riusciva a riagguantare il pari a quota 89.

Gli Hornets però non riuscivano a mettere il capo davanti nemmeno (sul 96-97 a 6:23 per la tripla di Kemba) quando il capitano in transizione da vicino mancava il sorpasso mentre dall’altra parte Charlotte mostrava sulle veloci transizione o lanci in transizione difesa scoperta e finiva subito per pagare dazio con Nurkic and l’and one.

A 4:48 Zeller su Nurkic metteva dentro a una mano il -4 (98-102) ma Hood, che aveva messo nel frattempo un paio di triple se no impossibili, a basso coefficiente, mandava a segno il long jumper su Zeller e la mala gestione degli attacchi unita alla scarsa forza difensiva nel recuperare i rimbalzi costavano caro.

Nel caso Marvin mancava la tripla affrettatamente e Aminu, toccato dallo stesso Williams dopo averlo visto recuperar il pallone sulla lotta Zeller/Nurkic vedeva realizzare il libero all’avversario. Azione da tre punti che chiudeva la gara (98-107).

Finiva così, 108-118 contro Portland che se non ricordo male (vado a memoria) abbiamo battuto solamente due volte su dieci da quando i Calabroni 2.0 sono tornati in North Carolina…

21 punti per Hood (7/32 dal campo nelle ultime 5 partite) nell’ultimo quarto con Batum a sottolineare il buon lavoro difensivo fatto su McCollum e Lillard (più sul primo direi io) ma a ricordare appunto l’esplosione dell’ex Cavaliers che ha finito con 27 punti…

Con un 38-58 nel pitturato e un 2-16 nelle second chance point è stato facile vincer per Portland che ha finito a rimbalzo sopra 35-48.

Nurkic ha chiuso con 26 punti e 15 rimbalzi, Lillard 23 e Aminu con 14.

Qui soto, in grafica, altre statistiche oltre a quella dei rimbalzi:

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Inizio non brillante degli Hornets come spesso accade negli ultimi tempi… da un intercetto e una persa di Marvin ecco arrivare i primi due punti di Lillard che puntando con hesitation il canestro depositava a tabella per lo 0-2.

Hornets che lanciavano (Kemba) in orbita Miles che raggiungendo la palla con la sinistra schiacciava l’alley-oop del pari a 11:14 ma Nurkic in post basso destro aveva la meglio su Williams con un semi-gancio.

Dalla parte opposta Batum, presentandosi sulla linea dei tre punti, sganciava la tripla del vantaggio a 9:52 ma il vantaggio era effimero e poco durevole perché l’open 3 di Aminu apriva una galoppata della squadra di Stotts che colpiva nuovamente con McCollum dal corner destro con un’altra bomba per il 5-10…

Walker in penetrazione da destra accorciava trovando il -3 ma Lillard su una rimessa dal fondo scappava alla nostra difesa per colpire con un catch n’shoot da due punti e un altro tre punti di McCollum iniziava a scavare un solco tra i due team.

Il divario si allargava con Charlotte incapace d’andare a segno mentre Nurkic da sotto segnava il 7-19.

L’entrata di Lamb sbloccava l’attacco, suoi i tre punti diretti per giungere ai 10 poi un ½ di Zeller per arrivare sull’11-19…

Nulla più perché Harkless da sotto metteva dentro facile e la stoppata di Marvin su McCollum serviva solo a rallentare i punti di Nurkic che in mischia era fermato irregolarmente ma dalla lunetta (5:25) metteva dentro comunque l’11-23.

Harkless mancava un paio di tiri da sotto ma portando via palla a Lamb (forse fallosamente) dava la possibilità a Lillard di colpire liberissimo da appena fuori l’arco.

Lamb con l’attacco frontale rimediava due punti da runner per rimediare a una difesa disastrata ma dall’altra parte Portland continuava a colpire con alte percentuali.

Era ancora Aminu nel pitturato con il floater a segnare il 13-28 prima che a 3:12 Lamb con le finte di crossover avanzasse per alzare un altro floater vincente.

Contatti Kaminsky/Layman dall’inizio alla fine con Frank a non trovar spazio per l’appoggio ma i due liberi meritati piovevano nel cesto per il -13 e per un altro contatto Walker/Collins, il capitano riduceva a 11 lo scarto a 2:06.

Lamb dalla diagonale sinistra pescava la tripla, Lillard intervallava con un FT jumper ma sul passaggio orizzontale di Walker Lamb dalla sua mattonella eseguiva un altro triplone dalla meccanica perfetta per il 25-32, punteggio finale di quarto.

CHARLOTTE, NC – MARCH 3: Jeremy Lamb #3 of the Charlotte Hornets passes the ball against the Portland Trail Blazers on March 3, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

2° quarto:

Iniziava con un blocco irregolare in attacco Biz che si faceva perdonare stoppando Kanter poi a 11:04 arrivavano due FT per il figliol non prodigo Seth Curry in missione per conto di Dio dalla baseline destra.

½ e Hornets ad accorciare dalla FT line con il jumper di Lamb.

A 9:42 anche Kaminsky aiutava la panchina a surclassare quella avversaria con l’appoggio di destra in corsa per un 19-3 tra bench e un 29-33 nel punteggio.

Curry un runner alzava la sfera dentro il cerchio ma Frank, in movimento verso canestro, agganciava un passaggio che sembrava arrivare troppo in dietro per la sua portata, da lì l’avanzamento con spin e alzata su Collins, autentico capolavoro atletico e di coordinazione per il 31-35 a 8:54.

Biz stoppava Kanter ma Lamb, stretto, commetteva passi e Curry con un open tre mandava Borrego su tutte le furie.

Un pick and roll di Zeller con Parker portava il nostro centro alla marcatura ma Layman e Kanter da sotto mettevano due punti a testa portando la gara sul 35-42.

Un fallo su Frank a 7:01 non era premiato con i liberi e la jam in corsa di Layman su perfetto bound pass di Curry si schiantava sul ferro con il Tank a dar fastidio quindi era Parker ad esser più concreto con un rapido pullup per il -5.

Curry ne metteva due come Nurkic ma dalla lunetta, azione viziata inizialmente però da una spinta di Aminu su Lamb, spostato troppo dall’estensione del braccio dx dell’ex Pelicans…

Per bloccar la fuga serviva la partenza da lontano con fallo di Aminu.

Per gli arbitri il rilascio arrivava sulla continuazione così il libero fissava il punteggio di Charlotte a quota 40 contro i 46 dei bianchi.

Reverse layup per Nurkic controllato ma non fermato e terzo fallo di Zeller a 4:10 per il bonus degli ospiti che portavano a casa altri due punti per giungere sul 40-50.

Walker sbagliava ancora scendendo a 1/9 ma Lamb realizzava ancora e sebbene Nurkic costituisse un problema nel pitturato segnando ancora, Lamb ne metteva dentro una fantastica off-balance.

Tre punti dal corner sinistro guardato da Nurkic per il 45-52 prima che segnasse ancora il centro europeo e Lamb mancasse un layup in transizione, unico suo peccato del primo tempo, poi a 52.9 Kaminsky ci regalava il 48-54, sei punti di divario, quelli a fine primo tempo dopo i due liberi di Walker e la drive di Lillard per il 50-56.

Nurkic mette in difficoltà i lunghi titolari di Charlotte. Foto tratta da Foxsports.

3° quarto:

Ottima partenza per Bridges che con tutto il tempo per mirare dalla top of key per portarci sul -3 (53-56) prima che arrivassero 4 punti degli ospiti targati Aminu ai quali rispondeva Kemba di destro con un’entrata fisica su Nurkic.

Dal -5 si arrivava al -2 con la tripla di Williams a 9:44 su assist di Walker, Batum recuperava una bella palla ma Miles, servito al volo, si vedeva respinger oltre il fondo l’alzata con poco angolo a disposizione per il tiro. Dopo il +4 Cody ci faceva rientrar a due punti poi una persa in palleggio di Walker con fallo davano il via al momento no di Charlotte che incassava una tripla di Lillard a 7:06.

La stessa PG avversaria si ripeteva poco più tardi per il 60-68 mentre Kemba andava corto con il tiro in area ma Miles correggendo su Nurkic riportava sul -6 la situazione.

-4 quando Kemba costringendo Nurkic a un altro fallo a 5:59 regalava il 64-68.

Harkless cadendo in area manteneva il palleggio e allargandosi dopo essersi rialzato tornava indietro battendo Lamb.

L’ennesima tripla di Lillard (5:08) mandava in tilt Kemba che tentava forzatamente di replicare proprio con l’avversario a contatto ma ancora una volta arrivava l’errore e dall’altra parte un opinabile fallo costava anche il tecnico al capitano per proteste.

Due punti recuperati dai Trail Blazers a 4:34per il 64-75 ma a 4:20 alla riscossa andava Frank che metteva dentro un circus shot rilasciando in corsa la sfera in qualche maniera: la parabola bassa seguiva al fallo di Nurkic in chiusura ma sull’addizionale Frank si vedeva respinger dal ring arancio la conclusione.

Hornets che provavano a rimontare con lo spin e canestro di Walker e la tripla da destra sulla transizione con servizio per Batum che restituiva timide speranze donandoci il 71-75 a 3.32 dalla terza sirena.

Iniziava a esaltarsi Hood dalla panchina ospite con un mid range su Biz, Aminu in transizione era pescato al fallo dagli arbitri (anche se probabilmente c’erano almeno due tocchi di Lamb precedenti ma ciò compensava un paio di fischi abbastanza discutibili contro) e Batum a 1:59 realizzava due FT, imitato a 1:28 da Parker, bloccato sul nascere della penetrazione.

75-77 con Lillard all’estensione del braccio destro per tentare di superare un attento Biyombo che in stoppata andava a bloccare in maniera pulita il n° 0 avversario.

Lamb con un tiro off-balance mandava a monte il pari e Hood su Parker ridava il vantaggio oltre il possesso agli ospiti.

Parker si rifaceva in penetrazione diagonale da destra a sinistra e appoggio passando in mezzo a Hood e Collins ma Hood a :35.6 realizzava due FT.

C’era il tempo per Parker di ricollocarsi nell’angolo destro e provare una tripla che andando a bersaglio ci portava ormai a contatto sul -1.

Finiva 80-81 il terzo quarto.

CHARLOTTE, NC – MARCH 3: Tony Parker #9 of the Charlotte Hornets handles the ball against the Portland Trail Blazers on March 3, 2019 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. Copyright 2019 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

4° quarto:

Hood non si fermava mettendo dentro subito in fing and roll, Kaminsky mancava la tripla del pari ma l’elbow jumper di Parker firmava l’82-83.

Per una spinta di Miles da dietro Hood portava a casa altri due tiri liberi equivalenti ad altrettanti punti a 10:52 ma Bridges da tre punti su scarico all’indietro di Parker faceva partire il tracciante da tre punti per l’aggancio (85 pari) che faceva esploder lo Spectrum.

Kanter forzava Biz al fallo e i Trail Blazers riprendevano il controllo della gara dalla lunetta, a 10:12 Parker girava su Curry ma sull’appoggio mancava il tiro con la botta presa in faccia da Kanter.

Due FT e ½ con l’errore sul primo.

Hood in turnaround su Parker preoccupava Borrego che vedeva il vecchio asso degli Spurs mancare un’alzata in attacco, tuttavia finalmente Jeremy trovava un canestro con il tiro dal mid-range anche se Curry andando a chiudere fallosamente creava un contatto fisico che rendeva più difficile il tiro.

Tutto a segno, anche il libero e nuovo aggancio sull’89 pari ma Charlotte dev’essere una squadra antipatica agli Dei del basket che davano a Hood la bacchetta magica per tirare da lontanissimo all’interno della nostra metà campo.

Una tripla incredibile con messaggio nella bottiglia.

Parker non lo leggeva ma segnava da sotto per il 91-92 ma Hood riusciva a metter dentro due punti su Batum, appena mandato in campo da Borrego per tentar d’arginare l’ex Cavaliers ormai on-fire.

Parker rimaneva in campo ancora per poco ma un sui assist per Biz mandava il numero 8 alla schiacciata.

A 7:19 un Hood sotto pressione riusciva magicamente a infilare un’altra tripla e dopo gli errori di Parker e Kanter (liberissimo perché gli Hornets erano andati in due su Hood) a 6:37 arriva il time-out di Borrego.

Il rientro di Kemba coincideva con i suoi primi tre punti della partita da oltre l’arco.

96-97 e ci voleva un fallo netto di Lamb (non visto) per fermar la schiacciata di Hood.

Gli Hornets recuperavano un pallone in difesa ma l’errore di Kemba in transizione (da vicino aveva il braccino) spalancava le porte allo sliding door.

Transizione e a 5:42 2+1 di Nurkic su passaggio di Hood…

Nurkic ne aggiungeva altri due in transizione ai quali rispondeva a 4:48 Cody per il 98-102, punteggio sul quale Stotts chiamava il time-out.

Hood a 4:27 con il jumper frontale lungo su Zeller continuava a stupire e dopo l’errore di Marvin da tre al tiro troppo rapidamente, arrivava il rimbalzo Portland in attacco, sulla lotta Nurkic/Zeller la palla scivolava verso Aminu che segnava toccato da Williams.

98-107, partita che scivolava via con Nurkic in schiacciata rimbalzante sul ferro fortunato a veder entrare la sfera per il +11dei suoi.

Hood a 2:42 faceva 98-112 e anche se Charlotte con due FT di Frank e tre punti di Walker tornava sul 103-112 ormai aveva perso la gara.

Finiva 108-116, la solita gara del voglio ma non posso…

Pagelle

Kemba Walker: 5

18pt., 12 assist. Difesa un po’ latitante, 5/21 dal campo con un inizio di 19 e poi un finale di 2/9 da oltre l’arco. Torna a tirare troppo da fuori in serate nelle quali non riesce a connettersi con il canestro e ciò ci penalizza. Si salva un po’ con gli assist grazie ai quali va in doppia doppia ma è una prestazione insufficiente per il capitano, indubbiamente. Frustrante prova, con un Kemba “normale” saremmo almeno arrivati a giocarcela, invece dopo la sua prima tripla di serata per il 96-97 manca un tiro ravvicinato in transizione.

Nicolas Batum: 5

8 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate. 2/7dal campo e sono due bombe su cinque tentativi da fuori… Torna a giocare alla vecchia maniera e non rende.

Miles Bridges: 6

10 pt., 5 rimbalzi. 4/7 dal campo. Limita i falli (ingenuo quello su Hood da dietro nell’ultimo quarto) e prende un -8. Scende ancora un pochino nel minutaggio non raggiungendo i 17 minuti. Bene in attacco con un 2/4 da fuori e un canestro entrando oltre il tagliafuori di tre giocatori di Stotts.

Marvin Williams: 5,5

6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Da segnalare le tre stoppate ma a parte il 2/6 dal campo nel finale commette un paio d’errori e aggrava la situazione con il fallo di Aminu. Sul post basso si trova un paio di volte contro Nurkic che lo scavalca con due pallonetti delicati e nulla può. Giocatore che ci prova ma simbolo di una mediocrità che non ha cambio di passo.

Cody Zeller: 5

9 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 4/10 dal campo, -25, serata negativa contro Nurkic ma anche Harkless e chi gli capita vicino. Fatica a chiuder gli spazi anche se da una sua deviazione bassa avremmo potuto avere una palla in transizione per provare a cambiare un po’ le sorti della gara. Lotta con Nurkic nel finale ma la palla schizza ad Aminu che segna. -25 in poco più di 20 minuti…

Jeremy Lamb: 7

23 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. Entra alla grande nel primo quarto segnando 13 dei 25 punti di Charlotte, segue bene McCollum nel secondo quarto continuando a giocar bene e riuscendo a mettere una tripla off-balance sulla chiusura di Nurkic dal mio punto di vista anche fallosa. Aggressivo nei floater, segna anche un two and one nel secondo per l’89 pari ma è bloccato rispetto al primo. 9/13 dal campo e 4/4 ai liberi. Non visto un suo netto fallo su Hood e premiato su Aminu in transizione ma aveva già subito un fallo dello stesso Aminu ed era stato penalizzato per non si sa bene cosa in marcatura difensiva con un fischio inutile lontano dalla palla. Peccato per il secondo tempo, avrebbe preso un voto più alto con qualche punto in più ma Parker e gli altri si vanno a prender i tiri.

Bismack Biyombo: 6,5

2 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Ha vita più facile a rimbalzo se non c’è Nurkic anche se per recuperarne qualcuno deve inventarsi giri del mondo, fuochi pirotecnici, pasticciando un po’. Una buona stoppata su Kanter e una schiacciata sicura s invito di Parker.

Tony Parker: 6,5

14 pt., 5 assist. 5/8 da campo. Viene il dubbio che i cm non l’aiutino a fermare Hood ma è uguale ance quando ci provano gli altri… Qualche “outsider” contro di noi spunta fuori spesso a rovinare i piani di vittoria. Lui gioca una buona gara tra pullup, entrate, spin e anche una tripla dall’angolo destro per l’80-81. Ne forza un’altra ma a parte questo e la botta in faccia che lo fa splittare dalla lunetta, gioca un’ottima partita tra assist e realizzazioni.

Frank Kaminsky: 6,5

18 pt., 7 rimbalzi. 5/10 al tiro. La soluzione Biz/Frank se poi accompagnata da Parker e magari Lamb costituisce un’interessante soluzione anche se andrebbe accompagnata con un difensore super in SG o SF. Lui mette dentro ancora un circus shot, racimola qualche punto nel finale ma sia a rimbalzo che in attacco è utile sin da subito. Due bombe su sei a segno e un +15 di plus/minus anche se la palla persa finale decreta una resa in realtà già avvenuta prima.

Coach James Borrego: 6

Gli uomini più o meno son quelli giusti, un po’ tradito da Kemba e dal rallentamento netto di Lamb nel secondo tempo (emergendo Parker) deve incassare un’altra sconfitta. Formule di quintetti interessanti ma manca un marcatore in grado di stoppare i break avversari. Bisognerebbe pensare di cambiare ancora qualche rotazione per tenere Parker in campo nei finali. C’è bisogno d’esperienza e quando esce lui sugli attacchi frettolosi nascono transizioni che mandano Portland sul sentiero della vittoria.

https://www.youtube.com/watch?v=kwi2t3qR4iw

Game 62: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 123-112

Intro

The Unswitchable (L’inscambiabile) è un’idea riportata su carta da Yoav Blum, autore israeliano.

Purtroppo, pur cercando, ho trovato solo la versione in ebraico (che non parlo), comunque sia la trama è affascinante già solamente dall’intro (l’unica parte che conosco).

Esiste un pianeta sul quale ogni abitante possiede un bracciale che gli permette di scambiare il proprio corpo con quello di chiunque.

Ovviamente questa invenzione ha stravolto tutti gli aspetti dell’esistenza degli abitanti, dagli spostamenti alle le relazioni, ecc..

Dan è l’unica persona su questo strano mondo che non può compiere questi scambi.

“Un giorno, una donna anziana gli si avvicina, sostenendo di esser stata la sua fidanzata d’infanzia. La donna afferma di aver scambiato il corpo con la moglie di un milionario, nonostante questa smentisca. Ha bisogno che Dan dimostri la sua identità; tuttavia, viene assassinata da un cecchino prima di potergli fornire i dettagli. L’omicidio dà inizio a un frenetico thriller, in cui nessuno è chi sembra. Letteralmente.”

Premesso che sul nostro mondo, tra il virtuale, la politica e “maschere pirandelliane” non avremmo nemmeno bisogno del bracciale in una società che si fonda più sull’immagine che sulla concretezza, pensavo se esistessero questi bracciali nella NBA…

Giocatori che per avere la vittoria in pugno tenterebbero continuamente di scambiarsi con i più talentuosi avversari cercando appositamente di sbagliare tiro senza più capire alla fine chi è realmente chi tra loro…

Una battaglia a colpi di bracciale che renderebbe però lo spettacolo prossimo al basso punteggio dove le steal sarebbero molte meno delle personalità rubate.

A proposito di rubare, Charlotte, uscita dalle otto posizioni che contano (la vittoria dei Magic contro i Warriors spediva Charlotte in nona posizione) aveva bisogno disperatamente di strappare una vittoria ber bloccare la streak perdente composta da tre partite consecutive iniziata proprio con Brooklyn e quel controverso finale a Charlotte.

Si trattava per Charlotte di concretezza e credibilità, la stagione si accorcia e se le squadre della Florida riescono nell’impresa di battere i Warriors, gli Hornets devono rispondere gara dopo gara dimostrando d’avere quell’insieme di qualità che non hanno avuto in troppe partite.

La partita in breve

Partita iniziata male per Charlotte che, complice una difesa labile, incassava un 2-8 iniziale ma gli errori di Brooklyn riportavano in partita gli Hornets pronti lestamente a pareggiare con Kemba.

La gara rimaneva lì ma nel finale una tripla di Carroll mandava sul +4 i Nets, tuttavia, dopo un errore al tiro, una tripla dall’iperspazio di Lamb fissava sul 31-32 il risultato dopo 12 minuti.

Contro-sorpassi a raffica in avvio di secondo quarto ma Charlotte, dopo il vantaggio di Zeller ottenuto a mezzo lunetta a 7:43 (43-41) allungava decisamente, complice un bizzarro tiro da tre di Bridges inghiottito dalla retina che valeva il 50-44.

Brooklyn andava in tilt e qualche decisione arbitrale innervosiva il pubblico che vedeva i loro gettar via anche diversi palloni dai quali nascevano azioni per gli Hornets che nel marasma della zona di Atkinson s’infilavano bene.

Lamb, tra tiri e liberi, usava questi ultimi per un 2/2 a portare gli Hornets sul 64-48…

Qualche ritocco di punteggio nel finale con gli Hornets a sfiorar quota 70 sull’errore di Parker ma in vantaggio 68-50 all’intervallo.

A 5:33 del terzo quarto i Calabroni si lanciavano sul +21 grazie a una bomba di Williams ma poi nel finale si vedevano rimontare sul 98-86.

Kurucs con una putback dunk su Zeller apriva l’ultimo quarto continuando il parziale pro Nets che arrivava sul 9-0.

Vantaggio dimezzato ma nonostante l’uscita di Zeller per il quinto fallo Charlotte reggeva concedendo un rientro ai Nets solamente sino al -9 anche perché Batum con due triple consecutive e un appoggio off-balance su Harris firmava il 112-98 lasciando troppo distanti i Nets per prender la scia dei Calabroni.

Vinceva quindi Charlotte lo scontro diretto riportando in parità il bilancio stagionale (2-2) contro l’avversaria, interrompendo la striscia negativa e vincendo una partita in trasferta, cosa che per gli Hornets è risultata rara durante la stagione.

Per i Nets 22 i punti di Russell, 15 di Carroll e 15 da Dinwiddie.

Partita equilibrata nelle statistiche di squadra principali con un 40-36 a rimbalzo e un 24-27 negli assist.

14/17 dalla lunetta per gli Hornets contro il 14/18 Nets, 13-15 i TO, 53,2% al tiro per Charlotte contro il 51,2% avversari ma da fuori Hornets al 42,9% (finalmente bene) contro il 31,3% dell’home team che perdeva 6-2 nelle steal.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Inizio sconcertante degli Hornets a livello di durezza… la squadra in difesa sembra non esserci e sul raddoppio altissimo di Zeller il passaggio verticale lascia Allen solo e pronto a schiacciare.

A 11:30 Miles con un gancio in terzo tempo pareggiava e ancora lui, intercettando un pallone dalle sue parti in transizione mancava la cosa più importante, la corretta rifinitura così su una rimessa dal fondo LeVert si presentava ad appoggiare sotto e Russell rincarava la dose andando ad appoggiare da sotto con la difesa degli Hornets confusa.

Allen mancava un appoggio influenzato da Zeller ma gli Hornets buttavano via l’ennesima palla in attacco e finivano per incassare dal cuore dell’area altri due punti targati Harris per l’iniziale 2-8 Nets…

Borrego non chiamava il time-out ma Charlotte a 8:40 con un piazzato di Zeller dimezzava lo svantaggio, si portava sul -2 a 7:42 con un fade-away di Kemba che a 7:21, sfruttando anche un paio di errori dei Nets con Zeller bravo a recuperare i rimbalzi difensivi, partiva in corsa lasciando sul passaggio interdetto Russell e non dando possibilità a Graham sotto canestro per evitare il pareggio.

Allen segnava facilmente in schiacciata ma Cody appoggiava sotto a sinistra al vetro su invito di Kemba ma dall’altra parte LeVert con due punti realizzava il 10-12 ma Cody a 5:42 guadagnava due FT per riportare la gara in parità.

A 5:30 anche Allen andava in lunetta con Charlotte per la prima volta a intervenire decisa su un’azione potenziale da punti.

½ per il centro dalla pettinatura afro a 7:01 ma la tripla di un Frank scongelato dalla panchina sorprendeva i Nets per la prima volta sotto in serata (15-13).

Il pareggio di Harris, l’appoggio di Kemba in corsa e la dunk di Allen alzavano il punteggio ristabilendo la parità a quota 17 ma ancora il tank che apriva l’azione, rollando si ritrovava sul passaggio di Marvin al centro dell’area, spin sul difensore e bella alzata per il 19-17…

Carroll in entrata beneficiava del tiro supplementare per un leggero contatto con Lamb considerato falloso dagli arbitri.

Due più uno e BKN ancora in vantaggio (19-20) prima di due FT a segno di Lamb e contro-sorpasso di Dinwiddie (21-22) e allungo di Carroll da te punti dalla diagonale destra.

Per un tre secondi difensivo contro BKN a 2:09 Lamb accorciava sul -3 con Jeremy a tornare in lunetta poco più tardi, spostato leggermente dal fianco di Allen sull’attacco a sinistra.

2/2 per il -1 subito respinto da un runner da parte di un buon Carroll.

10-20 i punti nel pitturato per i locali e canestro annullato a Parker per spinta precedente sul blocco di Biz che andava in lunetta a recuperar due punti a 1:08.

Kurucs e Parker ne mettevano due a destra ma Carroll esplodendo da tre realizzava il +4 per la squadra di Atkinson che a nove decimi di secondo subiva la tripla siderale di Lamb in second chance per il 31-32 definitivo di primo quarto.

Walker e Russell. Photo: Seth Wenig, AP.

2° quarto:

Si partiva con il rollercoaster anche nel secondo periodo grazie al sorpasso di Parker a recuperare su Carroll per poi infilare il pullup a 11:15.

Replicava LeVert con due punti e Russell con alto pullup su Parker dopo aver creato lo spazio necessario allungava sul 33-36 ma andando di pullup in pullup, ecco arrivare quello di Kemba su Carroll per il -1 che dava la possibilità a Parker di passare lo schermo e piazzarne un altro per il nuovo sorpasso (37-36) prima che Russell imitasse il francese andando a usare il blocco per il jumper comodo con il primo ferro amico.

Kemba dal mid range sulla baseline destra in fade-away andando a cercar fortuna la trovava tuttavia Crabbe con un gioco a due riusciva a trovar lo spazio per la bomba del 39-41 su assist di Carroll.

Tony piazzava un altro lungo due in diagonale con il pass di ritorno di Marvin a 8:04 e a 7:43, per fallo di Davis, Zeller dalla lunetta superava i locali.

L’home team subiva un chirurgico pull-up di Lamb ma recuperava tre punti grazie a Carroll con l’open 3 (buon movimento palla) ma Lamb continuando a giocar bene apportava altri due punti alla causa e una flipperata di Bridges da fuori valeva il 50-44 a 6:03.

A 5:43 time-out Brooklyn dopo altri due punti firmati Kemba (52-44).

A 5:11 appoggio Kemba restituito da un canestro di Dinwiddie che in lunetta sbagliando l’addizionale faceva perder un punto ai suoi che incassando l’arcobaleno di Parker (lesto in area) sul -10 e scendevano sul -12 quando Kemba segnando altri due punti realizzava il 58-46.

La difesa di Charlotte mandava in tilt l’attacco avversario e su un passaggio all’indietro di Allen, Lamb intercettava la sfera sul lato mandandola sul piede di Carroll salvandosi così dalla possibile rapida restituzione.

Palla out come la difesa a zona di Brooklyn che incassava su assist di Parker altri due punti di Williams mentre un altro TO di Harris con Kemba a recuperar palla serviva a un Lamb in fuga ad appoggiare atleticamente il 62-46…

Dinwiddie accorciava di due ma a 2:17 su una rimessa dal fondo contestata con palla assegnata alla fine a Charlotte, in leggero avanzamento Harris entrava nel cilindro di Lamb che al volo mancava il tiro ottenendo però due FT poi realizzati tra i fischi del pubblico che iniziava a sentirsi perseguitato da qualche decisione della terna arbitrale.

In poco tempo però i Nets andavano a commetter il secondo shot clock violation subendo anche il 66-48 con Frank a girare oltre Dinwiddie sulla baseline sinistra per appoggiare facilmente.

Harris in entrata ne metteva due ma ancora Parker con altra “dime” riforniva anche il Tank che da sotto non poteva esimersi da segnare due punti che chiudevano il quarto anche perché Graham andava a sfondar su Kemba e Dinwiddie in entrata allargava l’alettone su Kemba per due falli offensivi che ghiacciavano la gara sul 68-50.

Charlotte Hornets’ Marvin Williams, left, and Frank Kaminsky, right, defend on a shot attempt by Brooklyn Nets’ Spencer Dinwiddie during the first half of the NBA basketball game Friday, March 1, 2019, in New York. Photo: Seth Wenig, AP.

3° quarto:

Nella ripresa Bridges firmava subito il +20 (70-50), Harris segnava da tre punti a 10:51 ma a 9:50 arrivavano i primi tre punti della gara per Batum con una tripla frontale tuttavia sul fronte opposto arrivava ancora una bomba firmata LeVert per il 73-56.

Assist di Batum per Cody e risposta dell’ex Graham da due punti che andava più tardi ad incrementare il bottino segnando una bomba che riportava i Nets sul -16 (77-61), tuttavia, anche se la difesa di Charlotte risultava meno solida, gli Hornets in questa fase riuscivano a replicare ai canestri subiti; era il caso di Kemba che segnava due punti (intervallato da Russell) per andare ancora a usare lo schermo del lungo e segnare una tripla dalla diagonale destra che faceva felice Borrego tornato ad avere 19 punti di vantaggio (82-63).

Allen da sotto rispondeva ma Marvin con l’arcobaleno in entrata disegnava un finale felice per Charlotte che subiva la tripla di Russell ma metteva dentro un big shot con Lamb che a sinistra in avanzamento si stortava in aria per battere il difensore dal mid range sinistro.

A 5:33 Williams con tre punti mandava in orbita gli Hornets sull’89-68 ma i 21 punti diventavano già 19 con Russell a metter dentro sul Tank e 17 con l’appoggio di Kurucs scappato a Lamb.

Batum da tre punti a 4:09 riportava a +20 la squadra di MJ che tuttavia nel finale cominciava a sbandare con il Tank un po’ sfasato.

A 2:22 per un close-out falloso di Kaminsky arrivavano tre liberi per Carroll che mancava l’ultimo ma l’invasione del Tank riconsegnava al tabellino il 3/3…

Lamb sparava l’ultimo fuoco d’artificio con un pullup a 2:09 per il 98-79 ma da quel +20 si scendeva con due punti di Dinwiddie, con due FT di Carroll in bonus a 1:12 (ancora il Tank su palla vagante in attacco) con due punti di Crabbe per il 98-85 e i neri rifinivano a :19.8 con il contatto Carroll/Kaminsky splittando per il -12.

Rientrava Kemba per gli ultimi venti secondi scarsi ma la sua tripla sulla sirena non andava a segno e si chiudeva sul 98-86.

4° quarto:

Iniziava con energia la squadra di Atkinson con la putback dunk di Kurucs sopra Zeller a ribadire una tripla fallita per un 9-0 di parziale che a 11:35 tagliava il -20 sino al -10…

Marvin in area andava a giocare fisicamente con Dinwiddie spostandolo e trovando spazio per il gancetto di alleggerimento.

Passi di Kurucs in partenza contro Lamb e Dinwiddie in entrata mandava la palla oltre il tabellone… Due occasioni perse per Brooklyn che a 9:59 si salvava con lo 0/2 di Zeller dalla lunetta così Russell centrando il bersaglio realizzava il 90-100.

Nessuno guardava Cody in area che con una leggera rincorsa catapultava il runner dal cuore dell’area per due punti a cui seguiva una replica di Russell per il nuovo -10.

Parker con il jumper perfetto da sinistra baciava la retina ma un fallo di Batum (sbilanciatosi per passare tra schermo e tiratore) su Russell dava la possibilità all’asso avversario di calare altri tre comodi punti riducendo lo scarto alla singola cifra (104-95) a 8:49 dalla fine.

Dentro Kemba ma sull’ultimo tiro libero Kurucs e Zeller finivano a terra, più fallo dell’europeo ma per gli arbitri era doppia e il quinto fallo di Cody gli valeva un richiamo in panchina per preservarlo.

Dentro Frank ma ci provava Parker stoppato da Harris che con una giocata capolavoro salvava al volo anche la rimessa dal fondo pro Hornets ma dall’altra parte Hollis-Jefferson mandava a monte la transizione in corsa frontale andando a sbattere su Frank seguendo il motto di “Mario”, alias Maccio Capatonda, “”Dritto per dritto!”

A 7:57 Batum da tre punti metteva dentro una tripla per fermare l’avanzata ospite che rimediava due punti da sotto nel rinnovato duello tra Hollis-Jefferson e il Tank, tuttavia, dopo soli 27 secondi dalla tripla del francese, Nic ci riprovava facendo da solo per il two in a row ben realizzato…

110-97 e due FT per Allen splittati a 7:14 così Batum, attaccando Harris metteva dentro un appoggio al vetro off-balance mentre in corsa sulla sinistra e di mano sinistra il tank eludeva il tentativo di stoppata di Allen accarezzando il plexiglass per il 114-98.

Brooklyn si arrendeva a 5:50 quando la tripla open di Harris saltava sui ferri e nonostante un tiro a segno di Russell, Harris, dalla parte opposta (raddoppiato) mandava un lungo air-ball con messaggio di resa anche perché Marvin con una buona copertura su Russell al tiro da fuori faceva perder l’ennesimo giro ai locali anche se su una second chance con Dinwiddie arrivavano i tre punti ma a 3:53 dal termine.

Bastava un circus shot di Frank (sul pick and roll da sotto) senza guardare il canestro per veder la palla roteare sul plexiglass e prender uno spin accattivantemente vincente.

Il sapor di vittoria si gustava con due punti di Kemba per il 118-103.

Finiva sul 123-112 con i Nets non più in grado di riavvicinarsi seriamente.

Pagelle

Kemba Walker: 7,5

25 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate. 12/20 al tiro. Altra big night per il capitano che selezionando meglio il tiro (solo due tentativi da fuori con una bomba realizzata) va oltre il 50% tra appoggi e pullup. Attivo in difesa tra steal e un paio di sfondamenti presi anche se su uno gli arbitri preferiscono assegnare il blocking a lui ma è veramente dubbio. A ogni modo nella sua città d’origine va a far vedere che rimane un top player in grado di dare punti alla propria squadra.

Nicolas Batum: 7,5

17 pt., 6 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 6/11 dal campo. Primo tempo anonimo in attacco ma seguendo e fermando Harris (9 pt. con 1/4 da tre alla fine) già guadagna un voto sufficiente. Nel secondo tempo incassa una tripla dal vincitore della gara nel tiro da tre punti alla quale risponde poi fa fallo su Russell regalando tre tiri liberi che portano l minimo distacco gli avversari (-9) ma con due bombe e un off-balance su Harris, spento bene in attacco, si guadagna un bel voto.

Miles Bridges: 6,5

7 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 2 rubate. 3/5 dal campo. Parte ancora titolare Miles che ha il gran merito di realizzare una rocambolesca tripla d’inerzia, mancava solo facesse il giro della Via Lattea ma dopo quei tre punti Brooklyn ha un momento di scompenso e sembra sciogliersi. Parte bene con un bel gancio in terzo tempo ma manca il layup successivo, tuttavia anche se gioca 17.57 solamente non fa bruta figura.

Marvin Williams: 7

11 pt., 8 rimbalzi, 2 assist. 5/8 dal campo. Spreca poco e in attacco va a prender tre rimbalzi. Attacca con intelligenza fisicamente su Dinwiddie oppure con floater e arcobaleni ritmati mette dentro scegliendo spesso la soluzione giusta sbagliando poco. In difesa compie alcune ottime chiusure come quella nel finale su Russell. Buona gara.

Cody Zeller: 7

12 pt., 9 rimbalzi, 3 assist. 4/9 al tiro. 5 falli, l’ultimo direi omaggio… Buona prestazione di Zeller che fa meglio di un Allen non sembrato in palla in serata. Macchia un pochino la prestazione con lo 0/2 dalla lunetta in un momento delicato ma spesso va a prendersi il tiro anche se non sarebbe sempre consigliato come la tripla del primo tempo, comunque aperta. A rimbalzo copre meglio del solito come difende meglio da sotto e si vede la differenza in questa fase con Frank.

Jeremy Lamb: 7,5

22 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata. In versione only scorer parte con dei tiri liberi per scaldarsi ma ben presto inizia a metter dentro anche tiri piazzati, runner e pullup difficili garantendo a Charlotte punti importanti dalla panchina sebbene giochi 33:34… Riesce così a bloccare eventuali parziali della bench avversaria. Qualità anche giocando da solo riuscendo a crearsi il tiro e 7/7 dalla lunetta. Tripla siderale alla fine del primo quarto.

Bismack Biyombo: 5,5

2 pt., 2 rimbalzi. 0/2 al tiro in 4:58. -7 di plus/minus. Soffriamo un po’ con lui ma non sempre per demerito suo. Alla fine rimane in campo poco perché Borrego vuole uno che metta dentro la sfera in attacco.

Tony Parker: 7

12 pt., 2 rimbalzi, 5 assist. 18:26, solo un TO con due tripla mancate e un 6/12 complessivo. Buoni i suoi arresto e tiro che danno, insieme ai punti di Lamb, sollievo e tengono a distanza gli avversari. Durante l’allungo un paio d’assist fatti sembrar semplici aiutano a spianar la strada.

Frank Kaminsky: 7

15 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. 7/12 dal campo. 4 TO e 5 falli. Controversa partita del Tank che tuttavia, scongelato dalla panchina-frigo, mette dentro ben 15 punti partendo dalla tripla iniziale al circus shot finale passando per un arcobaleno stretto su Allen e uno spin con allungo su Dinwiddie e un allungo di sx su Allen. PF o C poco importa. In attacco è una minaccia in grado di creare imbarazzo alla difesa avversaria ma in difesa ha un pessimo momento quando commette tre falli che regalano sei punti agli avversari mantenendo una difesa arrendevole in circostanze da sotto canestro anche se qualche volta prova a piazzare la zampata ma arriva a commetter 5 falli appunto… Gioca più di Zeller, reinserito nel finale per problemi di falli del C titolare.

Coach James Borrego: 7,5

Individua finalmente in Monk e MKG gli uomini no del momento e rimanda in campo Frank. La squadra ha un inizio ancora una volta difensivamente imbarazzante ma approfitta degli errori avversari per riprendersi e sembra switchare poi durante il secondo quarto rubando la grinta agli avversari che giocano molli per un tratto… Batte la difesa a zona e resiste al rientro mettendo in campo solamente nove uomini che hanno un buon minutaggio per rodare e decollare…

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