Game 5: Charlotte Hornets @ Sacramento Kings 118-111

Intro

King For A Day è un pezzo dei Jamiroquai che il cantante Jay Kay compose in occasione dell’uscita dal gruppo del bassista former Stuart Zender.

Le incomprensioni con il leader del gruppo Kay e l’essere malvisto dagli altri componenti della band, almeno secondo Zender, determinarono la frattura insanabile tra le parti.

Essere Re per un giorno è però anche l’obiettivo principale di Kings e Hornets visto che gli ex Royals e la squadra della Queen City sono erranti, senza regno, entità piuttosto decadute in una NBA meno nobile e più borghese.

Vincere un game in un’annata che darà avare soddisfazioni, allora diventa una maniera per interrompere qualche amarezza.

I Re, sullo 0-4, cercano la prima vittoria per far gioire i propri tifosi, i Calabroni ronzano cercando la prima vittoria esterna per dimostrare di poter salir di livello dopo le previste battute d’arresto a Los Angeles.

Analisi

Partiamo subito dagli eventi negativi.

Potrebbe sembrare una scelta curiosa ma ci sono alcuni fattori chiave da migliorare per vincere le partite.

Anzitutto la difesa degli Hornets deve migliorare: troppe volte sono stati lasciati tiratori liberi che ci hanno punito, ma anche nel mezzo alcune infilate non sono state contrastate adeguatamente, complice la serata mezza storta di Zeller.

Altra stecca difensiva quella di Bridges che ha sofferto spesso su azioni portate dai vari avversari di turno.

La testa deve rimanere sul parquet per 48 minuti o si rischiano finali peggiori contro squadre con più qualità.

8-1 nei TO all’inizio, insostenibile, c’è da regger meglio la pressione difensiva avversaria…

Di buono c’è che Charlotte non è crollata nel secondo tempo ma è salita di tono disputando un terzo quarto da sorpasso lanciato grazie a un elettrico Rozier ma non solo.

Monk è parso ritrovato nel ruolo di realizzatore e Graham si conferma quel discreto giocatore che sta venendo fuori, arrischiandosi anche a prender triple assurde m una di queste ha cambiato la gara consentendoci il sorpasso agognato.

P.J. e Marvin sono stati due fattori tra i lunghi.

Una buona vittoria (prima esterna) contro una squadra che aveva voglia di interrompere il digiuno.

Risalire da un -14 e andare a vincere con autorevolezza, eccetto un finale da rivedere nella gestione della sfera, non è cosa da poco anche se l’avversaria è in difficoltà oggi.

30-26 negli assist (i Kings nel gioco di squadra anche se sul perimetro hanno trovato spazi per il tiro hanno qualche lacuna), 46-39 a rimbalzo, 20-15 TO, 54,8% CHA (50,0% da 3 pt.) contro il 45,8% SAC (30,4% da 3 pt.) dal campo.

Dalla panchina il 41-22 ha favorito indiscutibilmente gli Hornets che migliorando le percentuali nel secondo tempo e perdendo meno palloni hanno ottenuto la W (nel primo il 6/9 ai liberi valeva per ambo le formazioni, gli assist (16) erano pari ed altre stats avevano scostamenti minimi.

P.J. Washington, felino e letale nei movimenti.

Starting Five

Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller per Charlotte, Fox (16 pt. + 10 assist), Hield (23 pt.), Barnes (22 pt.), Bjelica (11 pt.), Holmes (17 pt.) per Sacramento.

La Partita

1° quarto:

Hornets più svegli in avvio di partita con Rozier che in penetrazione si arrestava sotto canestro subendo il tocco di Holmes.

Due FT, dentro solamente il primo ma rimbalzo Scary di Rozier che convertiva in 3-0…

Barnes mancava l’entrata ma il pronto recupero gli consentiva di accorciare il punteggio sul 3-2.

Bacon grazie allo schermo di Zeller mandava dentro una tripla leggermente staccata dall’arco e successivamente Bridges da dietro copriva come un ombrello il tentativo di Fox così in attacco il semi-gancio di P.J. Washington che s’infilava nella retina trascinava Charlotte sull’8-2.

La fine del buon periodo degli Hornets coincideva con la tripla dall’angolo di Bjelica, , l’1/2 di Holmes ai liberi che successivamente in put-back dunk andava a impattare la partita a quota 8.

Bridges da tre dall’angolo sinistro dava la spinta ma ancora Holmes a rimbalzo andava in schiacciata, gli Hornets ci mettevano del loro perdendo due palloni in serie fino al canestro sorpasso di Barnes da tre a 7:40 (11-13).

Washington dal post basso destro batteva con mezzo giro sul piede perno, alzata altissima fuori misura anche per il raddoppio e parità, Bridges con il floater in entrata era “raggiunto” da Hield che guardando la successiva tripla di Fox lo imitava facendo scappare per la prima volta i locali (15-21) che tra buona difesa (pressione) e TO Hornets.

Un’altra tripla di Hield e il vantaggio della squadra di Walton andava sul +11 (15-26), i TO salivano sull’8-1 prima del taglio/ricezione/appoggio di Graham.

A 3:16 Fox metteva dentro subendo anche fallo di un Bridges pessimo nel primo tempo.

+12 (17-29) Kings che rallentavano nel finale così la tripla di P.J. era il primo di una serie di canestri a indicare la via del recupero ai Calabroni.

Williams con 4 punti consecutivi dava una mano (27-31) e Graham con un razzo dalla diagonale destra incendiava la retina per il 30-33, finale di primo quarto.

Graham e la visione di gioco mentre va in dribbling.

2° quarto:

Gli Hornets non colmavano il divario ma venivano subito coliti da 5 punti regali, in ogni senso, a poco serviva il canestro da tre di Monk a 10:37 se la difesa di Charlotte si mostrava incapace di fermare l’attacco avversario capace di colpire con facilità disarmante.

Bogdanovic realizzava da tre e chiudendo il cerchio a 8:35 (liberi splittati), dava una mano ai californiani portandoli sul +12 nuovamente (35-47).

A 7:51 una devastante two hand in corsa di Holmes in faccia a Cody costringeva al time-out Borrego che in 4 minuti, subendo un parziale di 5-16, non poteva esser contento.

Rozier da tre e Bridges in euro-step tentavano di rimontare ma lo steso Rozier in entrata con troppi difensori addosso lanciava con una specie di scoop largo la palla che si incastrava tra il cronometro e il tabellone.

Con lo scopettone delle pulizie ci pensava l’applaudito Marvin Williams (al terzo tentativo) a recuperarla senza lancio di scarpe o simili…

P.J. In post basso destro mostrava ancora quel movimento veloce in spin sul difensore con tocco morbido che sa fare e tenendo sul tentativo di anticipo del difensore in area, girava ancora bene trovandosi solo per la dunk.

A 6:10 era Cody a sfruttare il pitturato con l’entrata in terzo tempo abbassandosi oltre il difensore.

Walton chiedeva la pausa sul 46-53 favorendo la ripresa del ritmo dei suoi che con Bjelica in entrata andava troppo facilmente a segno (48-56) e ripetendosi su Miles a 3:33 lanciava i suoi sul 48-60…

Ancora una volta era il rush finale della frazione a riportare in gara Charlotte: P.J. A 2:45 rischiando la tripla accorciava di tre rimanendo perfettamente immacolato al tiro Zeller metteva dentro un tap-in su errore di Rozier e il “locale” Barnes interrompeva con un canestro per il 53-62.

Charlotte però trovava l’entrata di Rozier per l’appoggio easy di Cody più quella di Graham, bravo con un bound pass corto a liberare la potenza di P.J. Sotto canestro.

Rozier, aggressivo, in entrata battezzava l’anello con il floater per il 59-62 prima che Barnes lo abbattesse sull’altro fronte mettendo dentro il banker.

Da una second chance favorita da un tuffo a terra di Bridges, si estendeva l’azione sul fronte debole, la tripla di Rozier era fermata da Bjelica con il fallo.

2/3 prima che Barnes infilando il floater chiudesse le ostilità sul61-66.

3° quarto:

Avvio preoccupante dopo la tripla di Hield visto il secondo periodo ma la replica immediata da oltre l’arco di Bridges seguita da due liberi a segno di Rozier (10:33) e dal bis di Miles da fuori ci portavano in parità.

Holmes in mezzo alla nostra difesa sfortunata e brancolante segnava il nuovo vantaggio per i nostri avversari, l’apertura cambio lato di Bacon era poi spettacolare ma il passaggio era per gli spettatori di una delle prime file…

Barnes no ma Holmes su Zeller continuava a pasteggiare in schiacciata, sfortunato in & out di Bridges da marcato e Fox in entrata, la frittata sembrava fatta (69-75).

Ci pensava un caldo Terry Rozier a 7:46 a far scaldare gli Hornets con una bomba addensando il risultato a 7:01 con un’altra bomba.

Fox mancava in fast break il sorpasso ma Holmes tentava di far appiccicare il risultato al fondo Kings ma il ribaltamento della frittata avveniva con lancio spettacolare dalla padella: Graham da casa sua (qualcosa in meno della tripla vincente di qualche anno fa da parte di Daniels proprio a Sacramento) infilava da casa sua la retina per il 78-77.

Sulle ali dell’entusiasmo Charlotte scappava a 4:13 quando Rozier, capendo tutto in anticipo, rubava palla frapponendosi tra Bjelica e Ariza pronto a ricevere in punta: l’involata solitaria della nostra nuova PG produceva l’82-79.

Fox andava dentro troppo facilmente ma era un episodio poiché a 3:04 Monk mandava dentro la saetta frontale, e a 1:25 pulendo ancora la retinaci portava sull’88-81 con i Re al palo.

A sbloccare i Kings ci pensava Bogdanovic che sfruttava un rimbalzo non messo in sicurezza da Zeller, il quale rimanendo piantato costringeva al fallo in seconda battuta.

Out Cody, two and one per l’88-84 al quale replicava Williams, abile a realizzare dal corner sinistro su uno scarico intelligente di Washington.

Devonte’ in lunetta fissava con un 2/2 il quarto sul 93-84.

Frazione che arrideva decisamente agli Hornets che tirando nel periodo con il 48% avevano la meglio sui Kings nemmeno giunti al 40%…

Zeller fermato con l’intervento irregolare.

4° quarto:

L’apertura di quarto puntava a solidificare il risultato e il tap-in di Williams andava in questa direzione così come l’entrata diagonale di Malik con gran balzo e appoggio al plexiglass.

Hield toccando la linea laterale sinistra su pressione di Williams commetteva TO e gli Hornets continuando a metter dentro tiri con regolarità avevano il tempo, lesto a scorrere, dalla loro parte.

Marvin (9:42), spalle a canestro era bravo a prender la spinta del pur esperto Ariza e a lanciarsi in un turn around fade-away solo cotone, peccato sbagliasse la cosa più semplice, il libero…

Nonostante ciò, gli Hornets, sul 101-87 si potevano permettere di incassare due punti di Barnes in sottomano veleggiato senza soffrire, P.J. Rimediava in un fast break 3 contro 2 servito da Monk andando per la jam.

Al lungo due di Fox a 6:36 rispondeva un ritrovato Monk con la tripla da catch n’shoot sulla sinistra.

106-91, nulla sembrava impensierire gli Hornets che tuttavia mandavano i cervelli in spogliatoio così dopo due TO di Bridges, se avessero sfruttato meglio il secondo, dopo aver punito il primo , si sarebbero potuti trovare sul -4 ma nella fretta, in area, sulla transizione, la spicchiata si disperdeva così come le possibilità di vittoria.

La spuntavano così gli Hornets che la chiudevano sul 118-111.

Le Pagelle

Terry Rozier: 7

La miglior versione del play fino a oggi.

Elettrico nel terzo quarto, è meno fluido di Kemba (chi non lo sarebbe?) e usa troppo il braccio a protezione per allontanare il difensore, questo a volte gli costa troppi TO ma un paio di triple che piovono dentro, il floater e i 6 assist smazzati durante la gara oltre ai 22 punti, sono importanti. Mette in sicurezza con autorevolezza qualche rimbalzo anche se non sempre riesce a tenere l’avversario diretto e sui close-out su Hield è troppo lontano a volte, compensa con una steal d’anticipo, fuga e jam da antologia.

Dwayne Bacon: 5

3 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate.

Una delle steal gli arriva piovuta dal cielo o sugli stichi, con l’avversario senza tempo a provar l’impossibile. 1/8 dal campo, sparisce velocemente o evita responsabilità… spesso lungo e fuori misura, non si capisce che fine abbiano fatto le sue entrate. Nessun tiro dalla lunetta e 3 TO.

Miles Bridges: 6

17 punti, 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 33:57. Mah… puntato dai vari incursori fa una brutta figura spesso in serata e lui può fare meglio di così. Tira con 7/11 dal campo e 3/5 da fuori. Utile ma il voto che potrebbe sembrare ingeneroso, soffre anche delle due palle perse finali (5 TO totali) che non influiscono sul risultato ma sono preoccupanti nella gestione della sfera. Difficile potergli dare di più, il 6 è tirato per i capelli per la fase offensiva ma in difesa deve far meglio…

P.J. Washington: 8

23 pt., 8 rimbalzi, 3 assist. Chiude con 10/13 dal campo dopo esser partito nel primo tempo con 7/7. Bravo e sicuro a salire nei pressi del canestro a schiacciare rapidamente e potentemente. Big night per il rookie senza TO e senza paura. Oltre alle jam, alcune perle in post basso con mezzo giro molto veloce sul piede perno e floater o alzata morbidissima. Aveva chiuso con un 7/7 nei primi 24 minuti…

Cody Zeller: 6

12 pt., 15 rimbalzi, 5 assist. 6/14 dal campo, non proprio il massimo e anche dietro, nonostante sia il baluardo delle mura, a volte lascia a desiderare. Holmes nella notte lo fa secco almeno tre volte pesantemente ma non fa sfracelli anche se tira con l’80%. Prende più rimbalzi del dirimpettaio anche se ha la metà dell’atletismo e a volte la velocità non è il top mentre in attacco può giocare anche da fermo e scambiare per i compagni esterni che possono esser mandati al tiro dalle sue precise aperture.

Devonte’ Graham: 7

12 pt., 5 rimbalzi, 9 assist. 3 TO ma a fronte i 9 assist per una PG di riserva, fino a ieri dodicesima in statistica assist stagionale, migliorata ancora decimalmente vedremo se avrà scalato posizioni ancora. Tira con convinzione anche ben oltre la linea da tre. Ne mette un paio e quella siderale ci porta avanti per un vantaggio mai più lasciato…

Marvin Williams: 7

11 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Gli riesce bene stavolta ciò che non gli era riuscito contro le squadre ingelosirne, ovvero la difesa. In attacco con 4/4 da un buon contributo. Utile alla causa nella notte e fa anche da ragazzo bordo campo quando con il bastone dell’asciuga-parquet tira giù un pallone incastratosi sopra il tabellone. Qualche fischio ma più applausi, giunto al terzo tentativo.

Malik Monk: 7,5

18 punti, 4 rimbalzi, 2 assist. 7/12 dal campo. Buona prova di Monk che sbaglia poco e scaglia diversi fulmini come il catch n’shoot tripla dal lato sinistro nel secondo tempo o anche la bella entrata in diagonale 1 vs 1 con balzo ed appoggio al plexiglass. Sicuro, trova anche il tempo per cambiare mano in entrata. Finalmente una sua bella prestazione.

Cody Martin: s.v.

0 pt., 1 rubata. Scena quasi muta in 4:51. -8 di plus/minus.

Coach James Borrego: 6,5

La squadra presenta le lacune descritte in analisi. Molto deludente il primo tempo, un passo indietro rispetto alle altre gare giocate, tuttavia il team si riprende e gioca una buona pallacanestro come dimostrato dai 30 assist contro gli 11 dei solisti Kings.

Game 4: Charlotte Hornets @ Los Angeles Clippers 96-111

Intro

I Los Angeles Clippers nascono a Buffalo come Braves se esordiscono nella stagione 1970/71 con un record di 22-60 ripetuto l’anno successivo.

Nella travagliata storia della franchigia, altre due città si intrecciano prima che la matassa si dipani trovando casa a Los Angeles.

San Diego è la tappa che gli allora già Clippers vissero prima di approdare a L.A.

Una permanenza non spesso felice quella dei Velieri con in città i più blasonati Lakers ma non solo… i risultati, salvo poche eccezioni, sono sempre stati magri.

A San Diego i pessimi risultati influirono sulla presenza del pubblico e Donald Sterling (sì, proprio colui che fu bandito a vita dalla NBA per i suoi commenti razzisti) li portò in quel di Los Angeles anche senza il consenso della NBA.

Arrivò una multa di 6 milioni di dollari ma risultati sul campo, nulla…

Solo negli ultimi anni, con l’arrivo di Cris Paul dagli Hornets di New Orleans e l’arrivo di giocatori come Blake Griffin, DeAndre Jordan, J.J. Redick e altri, hanno cominciato ad ottenere risultati apprezzabili e andare oltre il 60,0% in Regular Season anche se nei P.O. ancora latitano.

Quest’anno è arrivato Leonard, il che li rende, nell’insieme una delle favoritissime per il titolo ma chi non ha l’età o non ha memoria si scorda che questa fu una franchigia nettamente perdente fino a qualche anno fa.

La speranza è che gli Hornets non seguano l’esempio di San Diego né quello di Sterling (vero nome, Donald Tokowitz) ma che in breve si trasformino nei Clippers odierni.

Troppo spesso ho sentito denigrare e offendere squadre deboli, ciò, oltre che non essere sportivo è anche piuttosto stupido perché la ruota karmica (mi piace definirla così), nonostante i bastoni messi negli ingranaggi dalla NBA stessa, gira e anche se lo fa molto più lentamente con i team che hanno meno possibilità, se non si dovesse rompere e Jordan volesse dare una spinta, anche gli Hornets torneranno a essere una buona squadra.
Per ora accontentiamoci della solita sfida Davide contro Golia, senza speranze in partite che forse serviranno per far crescere qualche nostra attuale giovane speranza futura…

Analisi

Troppa roba questi Clippers per gli attuali Hornets, ovviamente.

L’accelerazione finale della squadra di Rivers ha prodotto il divario finale con gli Hornets ancora eclissati nel second time.

Aiutati da un Leonard al top e dalla panchina (in termini di punti) che nel secondo tempo ha riscattato la magra figura del primo, i Velieri hanno catturato 44 rimbalzi contro i 38 degli Hornets mettendoli in difficoltà offensivamente con una difesa attenta.

Nonostante ciò, nel primo tempo Charlotte è rimasta a tre lunghezze dagli avversari.

Il rush dei Clippers è avvenuto sul finire del terzo quarto mentre gli Hornets, come gli era accaduto contro i Lakers, sempre allo Staples Center, hanno sporcato le loro percentuali da tre punti (primo tempo sopra gli avversari) chiudendo con un 35,9% contro il 36,4%…

I TO sono stati 21 a testa e Rozier ne ha commessi ben 5, altra mezza stecca per l’ex play di Boston.

Per i Clippers Leonard ha chiuso a 30 punti, Shamet a 16 (12 veloci a inizio gara con un 4/4 da fuori), mentre l’eterno sesto uomo Lou Williams ha chiuso con 23 punti seguito da Harrell con 19.

Hornets sull’1-3 in classifica con il next game a Sacramento.

Starting Five

Beverley, Shamet, Leonard, Patterson e Zubac per i Clippers, Hornets con i titolari: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

La Partita

1° quarto:

Hornets che invertono la solita buona partenza, l’avvio è tutto dei Clippers che vanno a bersaglio con il catch n’shoot di Shamet poi arrivano due FT di Leonard, 3 punti sempre dell’ex Raptors, quindi sullo 0-8, ecco la tripla di Zeller da dove l’aveva sparata contro i Lakers, il problema è che Kawhi non si fermava ma a 9:32 aggiungeva un FT per tre secondi chiamati agli Hornets, Shamet intervallava il compagno con l’uscita a ricciolo sulla diagonale sinistra per la tripla e ancora Leonard dalla baseline sinistra mandando a segno un jumper uno contro uno portava sul 3-14 la gara.

Borrego decideva che poteva bastare così e chiamava il time-out.

Al rientro un tap-in di Zeller e le triple di P.J. Washington e Rozier riavvicinavano sull’11-14 i Calabroni ma dalla distanza rispondevano ancor più decisamente i Velieri che,realizzavano con Shamet, Beverley e ancora Shamet (4/4 da 3 punti in avvio….) per 9 punti di parziale ai quali si aggiungevano i due per un assurdo tap-in altissimo e casuale di Zubac favorito dal plexigalass prima che a 4:24 Rozier da fuori interrompesse il parziale dei Clippers.

Monk, appena entrato, infilava dalla destra il suo primo tiro, sempre da tre, Harrell batteva con uno swooping hook elegante Biyombo ma Graham infilando due difensori arrivava sotto canestro e con un passaggio corto volante fatto passare sul fianco del corpo dei due favoriva la dunk di Biz.

Quando Shamet tagliava segnando in reverse layup i Clippers andavano sul 67% al tiro contro il 39% Hornets.

Biyombo e Marvin da sotto aumentavano le nostre percentuali, Graham su Harrell metteva una bomba e lo stesso numero 4 con un fade-away centrale impavido dava un altro strappo alla partita con un parziale di 9-0 che a fine quarto portava gli Hornets sul -1 (28-29).

“Scary” Terry Rozier in entrata.

2° quarto:

Monk in entrata portava subito per la prima volta in vantaggio i Calabroni che, dopo il 2+1 a 11:21 di Williams, trovavano il modo di andare sul +2 grazia a Biyombo che gettandosi dentro su un passaggio laterale di Graham, era toccato da Green.

2+1 a 11:09 per il 33-31.

A 10:31 Hornets sul +5 con il dardo avvelenato di Graham da tre (36-31), un vantaggio che scemava sino al -1 quando Leonard in plastico reverse layup dalla linea di fondo sinistra appoggiava oltre il ferro.

Borrego a 8:38 chiamava un break e Malik segnando faceva resistere gli Hornets al comando, almeno fino al pari del solito Leonard che in transizione depositava nonostante il tocco di Bridges in rimonta per la possibile stoppata.

P.J. Da tre andava in automatico e Monk controllando benissimo il corpo non commetteva sfondamento su Harrell che incassava il banker del 45-40.

Il treccioluto dei Clippers si rifaceva sfuggendo a Washington e segnando un two and one mentre gli Hornets con 4 possibilità in serie dalla lunetta compensavano con tre punti a quelli incassati da Harrell andando sul 48-43.

Zubac in dunk da transizione e Lou Williams ai liberi (3:15) tornavano a metter pressione a Charlotte che sul 48-47 trovava ancora la forza di spingere con Rozier in elbow jumper toccando quota 50.

A 2:28 però i Clippers erano back on top sul 50-51 anche se Rozier aveva un sussulto dal post basso destro con un little jumper per il nuovo vantaggio.

Il sorpasso definitivo sul finire del primo tempo avveniva con un 2+1 di Leonard che imitato da Zubac portavano sul 52-57 la gara.

Fase di two and one con P.J. Che servito con un bound pass da Graham metteva dentro ma senza convertire il libero.

Finivano così i primi 24 minuti perché a Rozier veniva (dal mio punto di vista) incomprensibilmente annullato un canestro in uno contro uno, non facile e veniva invertito anche il contatto.

54-57, ancora giocabile con gli Hornets a quota 11 TO, pari ai Clippers.

14 assist pari, 19-20 a rimbalzo, Clippers favoriti dal 4/6 ai liberi degli Hornets contro il proprio 11/13 e delle percentuali al tiro anche se gli Hornets da fuori con un 8/18 contro un 6/17 tiravano meglio…

Los Angeles Clippers forward Kawhi Leonard, front, goes up for a shot in front of Charlotte Hornets center Bismack Biyombo during the first half an NBA basketball game in Los Angeles, Monday, Oct. 28, 2019. (AP Photo/Kelvin Kuo)

3° quarto:

Avvio di secondo tempo con una tripla fallita da Rozier e un bad pass in transizione del nostro numero 3 con palla sul fondo.

La palla invece finiva nella nostra retina a causa di una tripla da fermo di Leonard che segnava anche in scoop nel pitturato oltre il corpo di P.J. Andato a chiudere in seconda battuta,

Patterson da 3 ed i Clippers soffiavano sul 57-65, Bridges era stoppato da Leonard e da Zubac sulla stessa azione ma Bacon a 9:30 indovinava la prima tripla di serata e l’intercetto di P.J. Lo portava a schiacciare in transizione per il 62-65.

Beverley in isolation metteva dentro andando oltre Rozier con un veloce crossover.

Lou Williams e Harkless mettevano due punti a testa e i Clippers saltavano via sul +9 (62-71) mentre nonostante gli sforzi i Calabroni non riuscivano più a rientrare veramente: il canestro di Graham valeva per il -6 (67-73), e anche la buona vena di Monk che produceva 4 punti consecutivi (la seconda azione con steal a Williams e dunk dinamitarda a una mano) servivano solo per tornare sul -6 (74-80) ma il finale di periodo era tutto di marca rossoblu e il divario raddoppiava sino al 74-86 dopo la tripla di Green.

4° quarto:

Partita sulla falsa riga di quella giocata nella notte precedente.

Hornets fuori dai giochi rapidamente dopo le triple di Harkless e Bridges per il 79-89, elastico ripristinato da Leonard che in entrata batteva il lento Biyombo per un two and one.

Rientrava Zeller ma le cose peggioravano: Leonard a 7:44 mostrava un’altra entrata con la difesa di Charlotte in imbarazzo sul 79-96 (-15…).

Gli Hornets nonostante un 7-0 run chiuso con una bomba da Bridges che li portava sul 90-98 a 4:14, incassavano ancora chiudendo sul 96-111, tornando sul -15 finale.

Le Pagelle

Terry Rozier: 5

Non riesce dare un gran ritmo e sbaglia tiri o appoggi per i compagni semplici. Gli arbitri lo tartassano per l’uso delle braccia eccessivo? (con Leonard però non si usa lo stesso metro) in attacco e gli annullano anche un buon canestro. Spesso dal palleggio arriva lento e corto per il floater, l’appoggio o il jumper, qualche buona difesa alternata a fughe in uno contro uno degli avversari come quella di Beverley. Non sono uno di quelli che lo boccerà subito a prescindere ma la prestazione di stasera con pochi assist, troppi TO e non molti punti non è d’aiuto alla squadra. Deve capire ancora qualche meccanismo.

Dwayne Bacon: 5

Non gioca molto ma rende anche poco. L’atavico problema degli Hornets negli ultimi anni, una guardia tiratrice vera e regolare che abbia magari un minimo di difesa. Prima tripla a bersaglio e unica nel secondo tempo, il che per una SG titolare in una squadra che tira da 3 spesso, non è molto…

Miles Bridges: 5,5

Brutta serata nonostante l’impegno difensivo. Qualche volta ha anche ragione su Leonard ma ciò gli costa energie in attacco e alla fine perde il duello. Non ripete la prestazione contro LAL. Si riprenderà. Queste sono partite dove devi essere aiutato per fare bene anche in attacco se in difesa ti devi spremere.

PJ Washington: 6

Nì… difesa ancora da perfezionare, punti normali per un titolare “di punta” che superi 25 minuti. Non tira male ma il gioco non è tutto lì e a parte la dunk in transizione e un paio di triple veloci, risulta un po’ avulso dal gioco a volte. Per il rookie of the year direi che è presto ancora per dire che sarà tra i protagonisti ma lo aspettiamo…

Cody Zeller: 6,5

Si muove molto puntando a creare spazi o a fare da perno per il gioco sugli esterni o in eventuale infilata dei compagni. Mette dentro tre triple! Di contro prende tre stoppate e soffre molto Zubac. Spende 4 falli abbastanza velocemente. Va ancora in doppia doppia con 14 punti e 13 rimbalzi. Lottatore senza paura anche quando la palla gli sfugge. 4 i rimbalzi offensivi.

Marvin Williams: 5

2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist in 17:15. Assolutamente marginale. 1/3 dal campo sbagliando le due triple, una tirata male per colpa dei compagni che gli forniscono la classica bomba che sta per scoppiare in mano, vedi cronometro…

Devonte’ Graham: 6,5

14 punti ma soprattutto 12 assist, deciso passo avanti in regia dove sforna ottimi assist rimbalzanti ma mostra anche l’assist volante in entrata sotto le braccia del difensore. Indovina un paio di triple. Palleggio in ritmo sempre alla ricerca di mandare fuori ritmo l’avversario, il limite è nella difesa che, a parte i 3 TO, sarà per l’esperienza, sarà per i cm, ma è poco utile in molte situazioni. 5/11 dal campo e un +3 nel plus/minus, cosa non da poco in serata.

Bismack Biyombo: 6,5

10 punti (4/4), 3 rimbalzi, 3 assist. La novità è che mette dentro tutto quello che gli capita anche se lo fa da attaccato al ferro. Riesce però ad esempio in un’azione a liberarsi del marcatore con buona finta e a metter dentro con coordinazione, la stessa che non ha ai liberi dove non flette, troppo legnoso… Trova comunque un two and one e gioca discretamente anche se non lo devono lasciar solo contro gli esterni. Leonard lo punta e lo batte guadagnandosi anche l’addizionale nonostante la trattenuta di Biz. Un TO nel pitturato avversario con 3 a chiuderlo sul palleggio spalle a canestro, troppo lento… +8 di plus/minus.

Malik Monk: 6

15 punti con 7/12 al tiro e il resto delle caselle è occupato da una riga di 1… Però, 1/5 da 3 e 4 TO, limite insieme alla difesa che a tratti però stasera è migliorata, riuscendo a far commettere un paio di TO in serie ai Clippers. Due sue giocate ci riavvicinavano dal -10 al -6, peccato per la tripla mancata che avrebbe tagliato il divario. +4 in plus/minus in 20:49.

Cody Martin: s.v.

3:44 di gioco, 0 pt. (0/1 FG), +7 di plus minus.

Coach James Borrego: 6

Fa ciò che può con il materiale a disposizione e qualche idea è buona ma il test era davvero eccessivo. C’è da dire che la squadra mi è sembrata sempre la stessa ma ha finito per mollare la presa quando ha capito che non sarebbe più rientrata. Sacramento sarà un test vero per vedere se dall’inizio stagione a oggi qualcosa è andato migliorando.

Game 3: Charlotte Hornets @ Los Angeles Lakers 101-120

Intro

Il tumulto dei Cihornets

Venerdì 18 giugno 1378, a Firenze il gonfaloniere di giustizia Salvestro de’ Medici chiede agli otto priori della città (ogni priore sorteggiato ricopriva il ruolo per due mesi) leggi più restrittive contro i nobili della città.

Per non tediarvi andrò molto speditamente, ma se aveste voglia di farvi un’idea della complessa situazione medioevale nella città, eco qui il link giusto:

La città era divisa in tre categorie sostanzialmente: nobili, borghesia (piccoli e grandi padroni delle arti che avevano bottega o “industrie”) e sottoproletariato e i detentori del potere erano sostanzialmente due.

La borghesia che sorteggiava i propri rappresentanti e i nobili, proprietari terrieri e di banche che intrattenevano con le loro banche rapporti con il Papa, per cui irriducibili guelfi.

Gli interessi della borghesia per cui non erano gli stessi, i più ricchi smaginavano verso le famiglie nobili ma quando i priori rifiutarono a Salvestro (non esattamente un guelfo ma abile politico) la richiesta, esso si dimise.

Le complesse vicende portarono la città intera a guardarsi con sospetto, in primis la piccola contro la grande borghesia che intratteneva rapporti con i nobili nullafacenti.

Voci ad arte fecero sì che alcuni operai senza diritto venissero accusate di una rivoluzione che venne confermata poi da uno dei prigionieri (tale Simoncino che rivendicava i diritti degli ultimi), portate davanti ai priori e messa sotto tortura per far confessare il piano d’azione previsto per il 20 luglio.

Quando l’orologiaio, fattore esterno al popolo grasso che stava riparando l’orologio di Palazzo Vecchio ode le urla degli operai torturati si schiera con gli ultimi.

All’alba esce, si arma e da l’allarme, la folla marcia verso il palazzo mentre i priori aspettano, oltre al centinaio di soldati mercenari (poco interessati a difender il palazzo) le corporazioni delle Arti (le torture avvennero su loro indicazione) ma di questi non si vedrà nessuno.

Costretti a restituire i prigionieri, l’ira del popolo vero si riverbera sulle case degli industriali e sugli odiati lanaioli.

Dopo aver vinto questa battaglia i Ciompi (così sono definiti) e aver istituito tre nuove arti, rifatto i sacchi dei nomi per esser nominati come priori (cosa che prima non accadeva), l’inesperienza del loro rappresentante Michele di Lando, le richieste continue di una parte di popolo e abili manovre persuasive con voci messe in giro ad arte, portarono a una contro-insurrezione che ripristinò lo status precedente e successivamente rafforzò il potere del ceto medio ma soprattutto ricco.

A beneficiarne fu lo stesso Salvestro de’ Medici, una vera e propria banderuola 4 venti in questa storia ma ciò che amaramente emerge in questa storia è la costante interconnessione dei rapporti di forza nella nostra società, anche nella NBA dove il gruppo è unico, le entrate sono condivise e i giocatori hanno un sindacato forte e ricevono lauti stipendi.

Il problema odierno però si annida negli equilibri tra squadre storiche che hanno appeal e franchigie con vite travagliate che, oltre alle proprie mancanze, soffrono ragionamenti iniqui tanto da far scender l’entusiasmo quando di fronte vi sono una squadra che ha potuto rilanciarsi alla grande nel giro di pochi anni e una che non ha parimenti possibilità di competere.

Negli anni, l’equilibrio di queste forze si è spostato, rendendo questa nuova NBA meno interessante da vedere dal mio punto di vista.

Va da sé che nella triplice trasferta degli Hornets sulla West Coast una W dovrebbe essere solo un miraggio, salvo miracoli.

Starting Five

Bradley (8 pt.), D. Green(5 pt.), James (20 pt., 12 assist), Davis (29 pt., 14 rimbalzi), McGee (10 pt.), in panchina Caruso chiuderà con 5 buoni punti e Howard darà una consistente mano con 16 punti e 10 rimbalzi, tipica prova da ex.

Hornets con: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e il rientrante Zeller.

Analisi

Come facilmente prevedibile, la disparità delle forze in campo ha finito per dare il risultato pronosticabile.

Gli Hornets, nettamente più leggeri, meno talentuosi e solidi, hanno usato le loro armi: velocità, fast break e tiro da tre punti finché ha retto.

Le difficoltà realizzative del team si sono palesate a inizio ultimo quarto e son state una componente pesante, anche perché Graham ha sparacchiato in serata…

7/15 nel primo tempo, 3/20 nel secondo per un 10/35 totale da tre punti che ha finito per avvantaggiare i Lakers ai quali è stato dato filo da torcere per tre quarti comunque nonostante un Anthony Davis in forma ma nel primo tempo Green ha chiuso con 0 pt. e James solo nel finale ha trovato 4 punti (2 ai liberi).

21-33 di parziale nell’ultimo quarto con James e Howard troppo esperti e muscolari per i nostri.

Da segnalare in positivo la gagliarda prova di Zeller che è stato ferito da Davis all’arcata sopraccigliare sinistra e poi da McGee sull’avambraccio destro con due ferite sanguinanti che l’hanno sottratto dal campo per qualche minuto solamente nel primo caso.

Comunque sia, come nella rivolta dei Ciompi si sapeva già sarebbe finita male ma si prova a cambiar qualcosa ugualmente…

Qualche dato statistico in più lo troverete nella pagella in fondo dedicata a coach Borrego.

La Partita

1° quarto:

Era proprio il rientrante Zeller a trascinare gli Hornets nel brillante inizio: a 11:15, forzato dal tempo che stava per scadere andava alla conclusione da tre punti centrando perfettamente il bersaglio, Bradley in entrata accorciava e McGee in transizione metteva dentro una dunk dopo una stoppata di Davis ma Cody a 9:40 in entrata batteva McGee che si rifaceva con un semi-gancio nel pitturato.

A 9:13 su assist di Zeller, Bridges riportava sopra i viola con la tripla (8-6) e Cody in difesa andando a stoppare sotto canestro il centro avversario dava una mano anche sull’altro lato.

Rozier a 8:48 si prendeva il mezzo e due FT mentre a 8:07 in transizione sparava da tre per il 13-8 (3/3 da fuori per gli Hornets in avvio), quindi a 7:35 il jumper dalla FT line di Zeller consigliava a Vogel la pausa sul 15-8.

Bridges a 7:05 estendeva il vantaggio con due liberi ma i Lakers usando il fisico ed in particolare Anthony Davis che, aiutato da James in un paio di azioni, metteva a segno tre canestri per sei punti.

Borrego a 5:47 correva ai ripari chiamando un timeout con l’idea di metter dentro un po’ di fisicità, nella fattispecie Biyombo e Marvin ma mentre il primo falliva miseramente in attacco, il secondo era deleterio su ambo i lati del parquet.

A 3:40 Davis dalla diagonale destra realizzava anche la tripla del 21-19 e a 3:13, favorito dalla lost ball di Rozier andava a impattare dalla lunetta per portare in vantaggio al squadra di Vogel dal post basso destro con un gancio in turnaround su Williams.

Quando Howard, l’ex, eseguiva un alley-oop in reverse a 2:00 dalla fine del primo, la partita sembrava già segnata ma Zeller provava a riaprirla mettendo dentro in corsa su assist di Monk.

Il problema era che lo 0/5 a rimbalzo offensivo favoriva i locali ed il primo rebound in attacco catturato da Zeller era sfruttato malissimo da Monk con una tripla storta.

Davis da tre frantumava Williams ancora mandando sul -7 i Calabroni (23-30) che nel finale però inanellavano 5 punti grazie a una rimessa dal fondo di Graham che sorprendeva la difesa giallo-vola grazie al taglio dunk di Zeller e poi quasi sulla sirena Howard con un “furbesco” fallo fermava Graham al disperato tiro da tre ma un arbitro se ne accorgeva e trasformava un nulla di fatto in 3 FT che servivano alla squadra di Borrego per giungere sul 28-30.

Rozier tenta di sfuggire a Bradley.

2° quarto:

Per raggiungere il pari ci voleva ancora l’assist di Graham per un P.J. In taglio verticale ma un floater di Davis e un canestro di Howard (mancava l’and one) a 10:47 restituivano 4 punti in più ai Lacustri.

Caldwell-Pope “metteva dentro” in transizione grazie al goaltending di Monk per poi infilare veramente la retina su una second chance propiziata da un altro rimbalzo offensivo di Howard (32-39).

Bacon e Rozier con due FT a bersaglio a testa riportavano Charlotte al -3, a 8:20 Marvin da fuori pareggiava a mezzo bomba anche se la penetrazione e scarico Bacon andava a rischio sfondamento.

Caldwell-Pope, Howard e Cook per i Lakers era no i comprimari atti a spingere nuovamente i Lacustri verso la fuga ma dopo lo scoop di Bridges e il reverse di Bradley dalla linea di fondo, i purple compivano un deciso passo avanti verso il rientro quando Graham dalla lunga centrava il bersaglio dalla lunga a 4:55 infilando anche il FT per spinta alle spalle di Cook.

A 4:37, dopo una stoppata in aiuto su Davis, Zeller correggeva in transizione l’errore di Miles pareggiando a quota 47 il match.

Ad alzare il tiro e il punteggio piovevano in serie le bombe di Davis, P.J., Cook (assist di James a 0 pt. ma 8 assist) e Bridges a 3:13 per il 53 pari.

Graham otteneva un offensive foul di Davis e due successivi FT a favore m,a nel finale James segnando due FT e andando a metter dentro in transizione riportava sopra i californiani (57-59) prima che a :49.1 un Bridges in cambio direzione e in transizione, ottenesse con lo scoop anche il fallo di Cook.

Vantaggio, svantaggio con la dunk da rimbalzo offensivo di Davis, spin di Bacon su Daniels per il contro-sorpasso ma l’ultima parola del primo tempo l’aveva Davis che per una trattenuta di Miles realizzava a una manciata di secondi dalla fine i liberi per il divertente 62-63 del primo tempo.

Zeller chiudeva con 13 punti e 5 rimbalzi il primo tempo ma durante una fase di gioco a rimbalzo difensivo, commettendo una leva che atterrava Davis era colpito dal Monociglio in faccia e doveva necessariamente abbandonare il campo per sanguinamento e questo avvantaggiava i LAL nel finale.

Charlotte è Under The Bridges, per quasui parafrasare una nota canzone dei Red Hot Chili Peppers. Miles chiuderà con 23 punti, suo massimo in carriera, anche se non basteranno per evitare la L.

3° quarto:

I Lakers provavano a scrollarsi di dosso subito i meno quotati avversari che tuttavia opponevano le loro caratteristiche, ovvero velocità e transizione: una tripla di Bacon proprio in contropiede a 9:50 valeva il riavvicinamento sul 66-68.

Davis mancava due tiri spingendo anche il rientrante Cody, tutto buono e McGee ringraziava segnando mancando però il FT addizionale.

Bacon realizzava un alley-oop in transizione su lancio di Rozier e poi sparava dal logo laterale sinistro dei Lakers in faccia a Green per il 70-72.

Una dunk di McGee (sfruttando il passaggio e il raddoppio portato a Davis) e uno spin con appoggio in transizione di James per il +6 Lakers ma un mismatch di Zeller su Green nel pitturato e da una palla toccata dallo stesso Cody nascevano le due azioni che portavano al 74-76 (fast break chiuso da Bacon a 6:18 la seconda).

Gli Hornets cominciavano a dare segni di cedimento sul 78-81 quando Williams, Graham e Bacon mancavano il pari con la loro tripla a testa sparata a salve.

Howard iniziava a giganteggiare segnando con un banker e anche se Bacon infilava un pregevolissimo fade-away su Caldwell-Pope, Davis inchiodando in schiacciata e stoppando Graham dava un +5 ampliato da Howard a :28.1 che realizzava da sotto ma “mancava il solito” addizionale.

4° quarto:

Brutta partenza per Charlotte nell’ultima frazione: P.J. Cercando di aprire il gioco dalla punta sul lato non si avvedeva di un Caruso già sulla linea di passaggio sebbene ravvicinatissimo, steal, fuga e inchiodata a una mano…

In breve gli Hornets uscivano dalla gara perché dietro i muscolari Lakers facevano buona guardia respingendo qualche tentativo, ad esempio Howard stoppava Cody ma prima ancora James inanellava due canestri per 5 punti che a 9:30 mandavano già i titoli di coda con i Lakers fuggiti sull’82-97…

I Lakers toccavano il +20 con una bomba di Caldwell-Pope, poi rispondevano Rozier da tre e una buona entrata di Bridges frontale ma la gara era finita e si divertivano come bambini solo James e Howard che infierivano sulla difesa di Charlotte che non difendendo nemmeno più al massimo lasciava fare pensando all’altra sfida impossibile in back to back con i Clippers.

Finiva 101-120…

Le Pagelle

Terry Rozier: 5,5

19 pt. (3/10 da 3 pt.), 6 rimbalzi, 4 assist. 8 dei suoi punti arrivano a gara persa, tre TO a fronte di 4 assist. Voglia di andare su tutti i palloni ce n’è anche a gara compromessa (un suo salvataggio sotto gli occhi di Borrego) ma difensivamente non è quel giocatore che mi aspettavo. Un po’ preso in mezzo fatica.

Dwayne Bacon: 6

15 pt., 6 rimbalzi. Un solo TO e alcuni canestri pregevoli come quello su Caldwell-Pope in fade-away o lo spin nel pitturato su Daniels ma anche tiri da tre nettamente falliti.

Sbaglia un po’ troppo nella fase decisiva ma era sempre stato lui sul finire della terza frazione a trovar canestri per lasciarci in scia.

Miles Bridges: 7

23 punti, 6 rimbalzi, 3 assist. Un’ottima difesa su James, si alterna con P.J. Mentre in attacco spinge arrivando a 15 punti e con 23 punti arriva al suo career-high. Difensore più solido di P.J., nettamente, ha contribuito a tenere in gara gli Hornets per lungo tempo, il suo rientro nell’ultimo quarto è avvenuto a partita ormai persa. 3 TO e una garanzia ai liberi sparando con quasi il 50% dal campo.

P.J. Washington: 5

Primo tempo quieto per il rookie che tuttavia fa discreta guardia in difesa. Nella ripresa abdica contro i lunghi. Finirà con 8 punti e 6 rimbalzi, 2/7 dal campo e 3 TO in 35:45… Per oggi il voto è 5 ma credo possa fare meglio per il futuro.

Cody Zeller: 7,5

19 punti, 14 rimbalzi, 3 rubate, 3 stoppate. Se non aveste letto il nome forse stareste pensando a un centro più blasonato, invece è l’operaio guerriero Cody Zeller. Partenza spettacolare, offensivamente ma anche difensivamente sebbene non possa colmare il gap dei rimbalzi offensivi a favore degli avversari con più kg e muscoli. Chiude con 13 punti e 5 rimbalzi il primo tempo ma anche con un taglio al sopracciglio sinistro dopo aver mandato a terra Davis che gli rifilava una gomitata cadendo e nel secondo tempo McGee lo fa sanguinare nuovamente, questa volta per un taglio sull’avambraccio destro.

Devonte’ Graham: 5

9 pt., 3 rimbalzi, 5 assist. 6/6 ai liberi ma un pessimo 1/3 dal campo, quasi inspiegabile rispetto alle medie che ha tenuto nelle prime due partite. Un po’ in sfiducia, non può essere comunque questo… dopo esser stato sulla Luna scende negli abissi e anche lui manca alcuni tiri nella fase più delicata del match che scivola velocemente via.

Marvin Williams: 5

5 pt., 2 rimbalzi. Più piantato di una quercia A. Davis gli tira in faccia un paio di volte affondandolo. Prestazione difensiva scadente in linea con l’ultima, in attacco mette una tripla su tre con 2/6 totale. -12 di plus/minus.

Bismack Biyombo: 5,5

1 rimbalzo, 1 assist in 5:24 di sperimentazione borreghiana sul fatto di opporre muscoli ai muscoli in una fase durante la quale gli Hornets non stavano tenendo. Non funziona e non rientra più in campo.

Malik Monk: 4,5

In poco più di 14 minuti sul campo ci prova 4 volte e non mette un tiro (due volte stoppato), non si procura un libero, in compenso perde un pallone e ottiene un -22 significativo che indica durante la sua presenza in campo una difesa più lacerata. Credevo molto all’inizio in questo giocatore ma mi sa che ho preso una cantonata grande come il Ticino… Chissà se la possibilità ventilata di far parte dello starting five abbia influito, di certo le sue non prestazioni peggiorano e danneggiano questi Hornets.

Willy Hernangomez: s.v.

2:20 finali, 0 pt., 1 assist. Carpet losangelino per lui…

Cody Martin: s.v.

Dentro a 1:44 dalla fine realizza tre punti.

Caleb Martin: s.v.

Probabilmente Borrego mette il gemello di Cody come effetto speciale per fare impazzire il pubblico. Di holliwoodiano c’è poco ma confonde anche il nostro telecronista.

Coach James Borrego: 6

Aveva indicato nei TO la cosa più importante da curare in serata, sono 14 contro i 13 dei Lakers, si può far meglio ma non siamo andati così male… 21/23 ai liberi, ben sfruttati contro l’11/14 LAL. 45-47 a rimbalzo (finiamo sopra 13-10 all’offensivo) ma 38,5% al tiro contro il 52,7% LAL al tiro fa la differenza. Con poca esperienza e meno fisico oppone tre quarti di resistenza, poi nel pitturato i Lakers son troppo massicci e la stamina per la precisione da fuori è bassa, si scivola fuori dal match…

Game 2: Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves 99-121

Scivolhornets

8/9 aprile 1940.

Le forze naziste a sorpresa attaccano la Norvegia.

Re Haakon VII di Norvegia, nato a Charlottenlund (in Danimarca) è il primo re dello stato dei fiordi dopo la separazione avvenuta dalla Svezia nel 1905.

Suo fratello maggiore, Cristiano X, è Re di Danimarca e deve cedere sotto le pressioni di Hitler.

La flotta tedesca si “incaglia” metaforicamente a Oscarsborg, la fortezza attaccata, questo consente al Re di prendere un treno insieme ai parlamentari per organizzare le scelte future.

Il sovrano è in fuga e rimette le decisioni al parlamento sul lasciare nelle mani di un simpatizzante nazista inviso al popolo la nazione e di arrendersi poiché questo andrebbe contro i suoi principi di libertà nonostante il re non voglia assolutamente far spander di rosso sangue l’immacolata neve.

Il re è “nudo” e con le spalle al muro, qualsiasi decisione sofferta non sarà ottimale.

La scelta del re (se volete dargli un’occhiata lo trovate sul sito di RAI Film) è una pellicola che racconta la sua avventura; l’attacco subito dall’aviazione tedesca e la fuga in un bosco, l’incontro con un giovanissimo soldato… difensori armati di buonissima volontà ma non adeguatamente di fronte alla furia degli invasori.

Nei boschi ovattati di neve si respira un’atmosfera tranquilla apparentemente ma minacciata dai da Timberwolves.

Famelicamente i lupi avanzano cercando di aver la meglio sulla preda ma anche se sia il re che il soldato sanno che sarà disperata la resistenza, il fine ultimo che riunisce lo zenit e il nadir è chiuso in un motto: “Alt For Norge””, “Tutto per la Norvegia”.

Questo dovrebbe racchiudere il senso per una squadra sulla carta meno forte rispetto a quasi tutti gli altri team NBA.

Spirito di sacrificio per arrivare all’obiettivo in comune, anche se l’alt dovesse essere inteso come uno stop momentaneo ma avendo dato tutto, avendo progredito tatticamente, tecnicamente e avendo preso più decisioni giuste possibili.

Analisi

Sapevamo che questa squadra è giovane e ha delle lacune.

La partita contro i Bulls è stata per certi versi straordinaria in percentuali al tiro, questa sera Charlotte non si è ripetuta e l’assenza improvvisa di Zeller ha finito per pesare perché Towns ha chiuso con 37 punti, 15 rimbalzi e 8 assist aiutato da 16 punti di Wiggins e 14 di Okogie.

Non tanto per colpa di Biyombo che tra aiuti, falli e buona prestanza fisica l’ha subito poco ma perché Williams e Willy si sono dimostrati inadeguati quando è stato il loro turno.
La partita non è stata tutta lì e Charlotte ha sofferto anche i tagli di Okogie in difesa ma anche le folate di Wiggins, tuttavia la squadra di Borrego è rimasta in gara fino a qualche minuto dall’inizio del terzo quarto quando, un quintetto probabilmente mal assortito, ha incassato un parziale di 14-0 che ha lanciato Minnesota in fuga, quella decisiva.

La squadra pattina sul ghiaccio instabile in difesa e il permafrost senza Biyombo o Zeller sembra ceder di schianto…

Di buono c’è un Devonte’ Graham che, al contrario di una panchina dalla serata negativa, si conferma a livelli stratosferici al tiro da tre punti ma che ha lasciato giù 3 palloni in TO (nemmeno troppi per uno dal quale passano tutte le disperate azioni) che sono ancora un problema per questo young team.

Quanto incida il ritmo forsennato dei primi minuti è un dato da non sottovalutare…

Comunque sia da segnalare tra le “varie ed eventuali” i primi canestri di Caleb Martin e Cody Martin, ottenuti incredibilmente alla stessa maniera in alley-oop con il lancio dei componenti di Graham e Rozier rispettivamente e al primo canestro di McDaniels nel finale.

26-30 negli assist, una statistica limitata ma il 42-52 della sfida a rimbalzo si è dimostrato pesante, specialmente nel momento decisivo.

24 i punti di Graham con 6/9 da fuori, 17 quelli di Bridges mentre P.J. Ha chiuso con un 10 punti e 10 (rimbalzi) da doppia doppia.

La Partita

1° quarto:

Inizio sfolgorante degli Hornets che sorprendevano Minnie: 11:42 snap back pass per Bridges che calava la tripla da fermo trovando il momento giusto, quick drag screen per Rozier che prendendo il mezzo beffava il lungo in floater e poi andando a destra in entrata ad appoggiare, gli ospiti con una dunk di Wiggins interrompevano il parziale ma Bacon con un’entrata caracollante e P.J. Washington in schiacciata consigliavano a Saunders il time-out a 9:06 sull’11-2.

Graham commetteva fallo su Bridges che splittando ci mandava in doppia cifra, poi Rozier dall’angolo destro del pitturato metteva il 14-2.

Gli Hornets mettevano energia in campo rischiando anche la chiamata arbitrale contro, così accadeva per un fallo su Wiggins che a 7:56 ringraziava in lunetta.

Biz in post basso e un letale catch n’shoot 3 di P.J. Dalla diagonale sinistra in transizione e gli Hornets scacciavano i problemi lanciandosi sul 21-6 dopo il canestro in entrata di Bacon a contatto autoscontri con il difensore.

9/10 FG per Charlotte, dall’altra parte faticava a ingranare Towns che partiva sì con due canestri più due and one che falliva ma aggiungeva un altro 0/2 dalla lunetta prima di centrare i suoi primi FT a 4:40 portando la partita sul 24-14.

A 4:23 Graham segnando da fuori faceva 3/3 per Charlotte che andava sul +13 ma il fresco Layman mettendo dentro la prima bomba di serata per Minnesota (1/8) recuperava.

Caleb stoppava Okogie che commetteva passi ma poi iniziava a carburare con un taglio sulla linea di fondo e reverse layup.

Towns nel frattempo aveva la meglio sul cambio Biz per Marvin e i Lupi si ritrovavano sul -2 (27-25) prima che Bridges sorprendesse la difesa con un’altra saetta da fuori.

Il quarto si chiudeva sul 32-30 dopo i canestri di Graham in rapido pull-up e la tripla di Layman.

Bacon tenta la conclusione sotto gli occhi del compagno Biyombo e degli avversari Towns e Teague.

2° quarto:

Minnesota interpretava meglio l’inizio di quarto e Okogie con un two and one portava per la prima volta in vantaggio gli ospiti 32-33 estendendo il vantaggio con Wiggins in layup dopo il nono TO di Charlotte.

La partita cominciava a diventare punto a punto con sorpassi e contro-sorpassi come quello ottenuto da Charlotte a 8:17 grazie al fulmine da 3 punti di Graham dalla diagonale destra per il 39-37Un alley-oop per Caleb Martin e una dunk esaltante di Willy a 7:13 galvanizzavano Charlotte (anche troppo lo spagnolo che si prendeva giustamente un tecnico per aver esultato in faccia a Vonleh che tuttavia Teague falliva) che a 6:48 andava sul 45-39 con l’entrata a ostacoli di Bacon.

Towns con un circus shot cercando il contatto con Biz trovava la retina ma non il congolese mentre Covington in transizione pescava anche il vantaggio con l’eurostep incorporato.

A 4:44 Biz in lunetta splittando agganciava così la parità a quota 46.

Towns dal corner destro metteva dentro un’altra conclusione difficilissima visto il movimento rapido e ballerino ma Graham direttamente dagli spogliatoi era cecchino implacabile.

Una dunk di Towns con risposta ancora da fuori di Graham erano due giocate da menzionare poiché rimarchevoli, ancor di più se si pensa che il nostro Gamberone andava sul 10/11 totale da 3 in due partite, meglio di Steph Curry…

Biz mancava 3 FT su 4 e gli Hornets a 2:00 dall’intervallo si ritrovavano ancora in parità sul 53 pari e un pessimo 4/13 dalla linea contro il 13/18 ospiti.

Covington al vetro appoggiava mentre nel mezzo gli arbitri punivano la caduta di Biz e Vonleh con il contemporaneo fallo fischiato al congolese.

Il FT supplementare era buono, il nostro Graham chiudeva a :09.5 con un ½ e Charlotte andava a riposo sul -2 (56-58).

3° quarto:

Biz apriva stoppando Wiggins ma a partire bene era Minnesota che raccoglieva con Towns e alzava il gap di altri due punti.

Rozier con il pick and roll trovava il corridoio facile per la P.J. Dunk, Teague rispondeva e Rozier fornendo il bounced pass corto a Biz per la schiacciata portava a casa un altro assist.

Charlotte però non riuscendo a fermare gli attacchi dei Lupi incassava il 62-66 di Covington sebbene Rozier sorgesse sul lato destro per la tripla ma Minnesota sparava benissimo e l’ex Graham, Treveon, colpendo a 9:21 lanciava sul 65-71 la squadra di Minneapolis.

Bridges con la tripla a 9:09 provava a fermare la fuga ma nonostante due FT di Rozier consentissero a Charlotte di andare sul 70-73, le triple di Towns, Okogie e due FT di Towns mandano fuori ritmo Charlotte che trovandosi sul 72-83 si sente sfiduciata.

Il quintetto e la pessima serata di qualche interprete non aiutano e Minnesota continuando a spingere pesca un parziale totale di 0-14 per la fuga sul 72-89…

Graham, chi altri, da tre lo interrompeva ma Wiggins sotto il canestro sfruttava il mismatch proprio con la nostra point guard ottenendo il two and one a 3:59.

La fuga si rivelava quella vincente perché i frastornati Hornets non opponevano con Willy adeguata resistenza a Towns che prima segnava da tre, poi andando a prendersi il rimbalzo offensivo schiacciava incrementando il vantaggio.

Layman e Vonleh replicavano gli stessi punti precedentemente descritti/ascritti a Towns e Graham poteva solo opporsi con un’altra bomba (6/8) a :39.7 per il 79-103 prima che Willy fissasse la fine del quarto sull’81-103…

I gemelli Martin entrambi in campo. Distingueteli voi se ci riuscite…

4° quarto:

Nel garbage time segnano in alley-oop Martin (Cody) e nel finale nel pitturato anche McDaniels.

Charlotte non riesce più a riavvicinarsi seriamente e la prima schiacciata di Graham in NBA è un altro flash da ricordare nonostante la sconfitta.

Le Pagelle

Terry Rozier: 6,5

Doppia doppia da 11 punti e 10 assist con un ottimo inizio e assist semplici ma pregevolmente utili. Sbaglia poco al tiro ma gioca poco più di 17 minuti con Graham in realtà a prendere il suo minutaggio nonostante parta nello starting five e bene. Molto meglio rispetto alla gara contro Chicago, Borrego lo propone poco per la small ball anche perché il limite di serata consiste nei falli spesi, l’ultimo in aiuto e quando esce è un po’ fuori fase insieme alla squadra.

Dwayne Bacon: 5

Day Off per le sue possibilità. 8 punti, 4 rimbalzi e un 4/11 al tiro con 0/1 nelle triple. Da lui ci si aspetta arrivi almeno sulla dozzina di punti in serate no. Certo, gioca poco più di 20 minuti e il discorso minutaggio influisce ma manca troppe occasioni compreso uno 0/3 clamoroso ai liberi.

Miles Bridges: 6

Miles chiude con 17 punti iniziando con due bombe ninja che tolgono il tempo al difensore piantato davanti a lui. Poco altro e viene tritato senza particolari colpe specifiche nel tourbillon che avvantaggia la squadra di Saunders.

P.J. Washington: 6,5

10 punti, 10 rimbalzi 4/8 dal campo. ¼ da fuori limitato dall’esperto Covington, un buon pick and roll per la sua dunk. Come non ci si sarebbe dovuti esaltare nella scorsa partita, non ci si deve deprimer per questa (riguardo al calo dei punti e al tiro da fuori) dove comunque porta a casa una doppia doppia e con un plus/minus dallo scostamento positivo ndando buona mano in difesa.

Bismack Biyombo: 6

Parte titolare per l’indisponibilità di Biyombo con il preciso intento di fermare fisicamente Towns e nonostante qualche aiuto dei compagni e fallo speso di troppo è quello che lo limita meglio tanto che il numero 32 avversario parte piuttosto lentamente. Qualche problema di falli e la necessità di qualche aiuto non è vergogna. Esce di scena un po’ in difficoltà, fa impazzire i tifosi non riuscendo a trattenere in mano palloni che ormai paiono suoi, in compenso trova qualche canestro dalla buona fattura. 8 punti e 4 rimbalzi in 17:37. Deve migliorare nei liberi…

Devonte’ Graham: 6,5

24 punti, 4 assist. Dal mio punto di vista stecca un po’ proprio in regia incassando un brutto plus/minus (-26) ma anche stasera è micidiale da fuori con un 6/9 fantastico. Gioca 27:56 come fosse il titolare. Propensione anche a qualche passaggio rischioso ma se può far da se al tiro è una delle migliori soluzioni per noi attualmente. Prima schiacciata in NBA per lui.

Malik Monk: 4

A parte 3 assist dal buon tempismo e un rimbalzo telefonate a chi l’ha visto. Se questo dovesse essere l’anno del suo lancio reale è meglio che si sbrighi a decollare perché anche se ha messo su massa si fa spingere da Okogie, tagliare fuori, difende piuttosto male e chiude con un glaciale -31 di plus minus oltre a 2 palle perse e uno 0/3 al tiro che per uno scorer non è il massimo, per la squadra è fatale in 19:35.

Marvin Williams: 4,5

Una dozzina di minuti, 0 punti,0/2 dal campo, -20 di plus/minus con 1 rimbalzo. Eclissato da Towns ma anche dal resto degli avversari vive una serata difficile. Da dimenticare, alla prossima…

Caleb Martin: 5,5

4 punti, 3 rimbalzi, 2 assist. Pasticcia parecchio non riuscendo a trattenere palloni o a finalizzare andando oltre la sua velocità d’esecuzione/coordinazione ma mostra qualche buono spunto personale anche se in difesa è acerbo come un bergamotto verde (provate a sbucciarlo e vedrete quanta fatica). Primo canestro in alley-oop staccando come un canguro con le ali. Non ci si aspettava molto di più anche se il 2/8 dal campo non è cifra esaltante.

Willy Hernangomez: 4,5

6 punti, 6 rimbalzi con 3/6 dal campo. Fatto a fette da Towns, realizza qualche floater nel pitturato tagliando il tiro ma ne sbaglia anche uno semplice. Tecnico per la troppa esultanza in faccia a Vonleh dopo una sua schiacciata. La sua inabilità nel fermare il 32 avversario costa cara.

Cody Martin: 5

4 punti, 4 rimbalzi. Comprimario, segna e tira esattamente la metà del fratello (¼ contro 2/8). Anche per lui è un alley-oop ad aprire la sua carriera NBA, poi però manca tre tiri e pazienza ma lo vorrei vedere più in ritmo.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

5 punti, 4 rimbalzi con una tripla. Non gli riesce tutto ma parte bene, entra quando è già tardi. Stoppato si va a riprender palla e a segnare percorrendo la linea di fondo oltre buttare giù una tripla a 5:55

Jalen McDaniels: s.v.

2 pt., 1 rimbalzo in 2:44. Lo vedremo forse meglio la prossima volta. Stanotte due pt. in area.

Coach Borrego: 6,5

La squadra smette di muoversi e non va più a segno proprio quando anche in difesa lascia spazi e non riesce a opporsi ai kg avversari… Fino ad allora non eravamo andati male. Partita a due facce, c’è da capire quanto possa aver inciso la seconda partenza sparata…

Game 1: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 126-125

Intro

(contro i pronostici)

L’attacco al cuore dei tifosi avvenne rapidamente, in una assolata giornata d’estate quando MJ passeggiando per le strade del Bel paese non lasciava intravedere l’azzeramento delle principali forze che negli ultimi anni hanno aiutato Charlotte a vincere qualche battaglia.

La furia del mercato spazzò via le possibili velleità di playoffs a breve termine e la Charlotte baskettara si ritrovò in uno stato di frustrazione più intenso, immersa in un buio profondo simile a quello di Gotham City, senza speranze, tuttavia è necessario che vi siano stato di bisogno per far sorgere nuovi eroi e mentre scrivo questa intro, prima della partita, sono ansioso di vedere in questa prima uscita, se qualche nuova leva brillerà mostrando doti particolari per salvare la Buzz City del futuro.

Analisi Breve

Charlotte ci mette il cuore e compensa alle proprie mancanze fisiche e tecniche.

In una partita equilibrata la maggior voglia e freschezza degli Hornets li porta nel primo quarto a ottenere un vantaggio di 9 punti.

Nonostante i Bulls abbiano la meglio nella prima e nell’ultima fase del secondo periodo, Charlotte va a riposare sul +8 (63-55).

Il vento di Chicago però soffia gelidamente e quando a Markkanen (difficile contenerlo sotto le plance per gli Hornets) si aggiunge LaVine (primo tempo a 2 punti), Chicago va sopra di 6.

Williams diventa eroe della frazione riportandoci in parità con due bombe e sganciandone ancora nel finale così i Calabroni tornano sul +1 (96-95).

Gli Hornets hanno un brutto black-out nella prima parte del quarto e Chicago ne approfitta con i fast break point, dai TO i punti dei Bulls sono 29 contro i 7 Hornets mentre la gara va sul 105-115…

Hornets all’inferno e nonostante un chiasso che non sentivo da tempo (nonostante vi siano buchi allo Spectrum), difficile crederci ancora ma gli incoscienti giovani, condizione tipica dell’età, non badano a ciò, così Graham e Bacon silurano i Bulls e con un parziale di 15-1 dopo la tripla di Bacon a 1:10 i Calabroni si issano sul 123-119…

Il finale è tirato perché la partita è fisicamente gagliarda, i Tori non ci stanno e quando Cody manca un libero sono sotto di tre punti.

Markkanen porterà gli ospiti al -1 ma Graham nel finale con due FT ci ridarà i tre…

Stranamente LaVine con palla in mano decideva per la soluzione personale in entrata a una manciata di secondi dalla fine.

Elastico ripristinato ma sull’ultima rimessa Hornets c’era l’escape for the win di Graham che arretrando nella nostra metà campo passava palla sul lato, i Bulls non riuscivano a commetter fallo e gli Hornets la spuntavano di misura 126-125.

C’è da dire che in difesa si sono evidenziati problemi a rimbalzo e qualche lacuna nelle marcature, con alcuni canestri troppo semplici concessi nella terra di nessuno ma la swarming defense nel pitturato, la densità ha compensato un po’ a qualche carenza, sebbene tap-out e rimbalzi lunghi offensivi siano spesso stati catturati dai Tori.

In attacco molto bello il giro palla, anche quello perimetrale che ha esaltato i nostri tiratori all’occorrenza, una partita inaugurale varata dal record di franchigia di triple, ben 23 su 44 con un 52,3% spaziale…

Partita pazza, fiera delle triple dell’età moderna ma con un giro palla spesso divertente.

Eccezionali alcuni giocatori come Graham, P.J. E anche Marvin dalla panchina ma quasi tutta la squadra è andata bene è non si è risparmiata lesinando energie.

Lottando ha finito per vincere.

Ci saranno test più probanti ma questa pattuglia giovane di giocatori venuta quasi dal nulla merita fiducia.

La Partita

Starting Five:

1° quarto:

Partenza energica di Charlotte che nonostante lasciasse il primo possesso agli ospiti reggeva sul cambio difensivo con l’alzata di Lavine imprecisa grazie alla marcatura di PJ Washington, Lavine sbagliava nuovamente ma poi i Bulls con una correzione di Carter e un’entrata di Markkanen si portavano sullo 0-4.

Bisognava aspettare i 10:18 perché Bacon correggesse una sua alzata/tiro al vetro per vedere i primi due punti dei viola.

P.J. A 9:41 sparava un catch n’shoot no fear da tre punti portando in vantaggio i Calabroni e a 8:46 su assist filtrante laterale fornito da Miles, Cody in corsa rifilava una di quelle mazzate stordenti agli avversari: hammer a una mano in corsa con Charlotte a tornare sopra sul 7-6.

Un giro palla ampio consentiva agli Hornets a 8:21 di far caricare a Bacon la tripla vincente.

Sull’onda dell’entusiasmo era PJ a mettere la seconda tripla personale, quella del 13-8.

A 7:00 PJ entrava nell’assurdo calando la terza perfetta tripla della propria serata (16-10) mentre dalla parte opposta Markkanen faceva la figura di Shaquille O’Neal per peso e rimbalzi, troppi concessi ai Bulls e esagerati i punti concessi al finlandese, 12, che riportava a galla i Bulls con due canestri per il 18-16.

Cody e Dwayne ci spingevano sul 22-16 ma un parziale di 0-7 dei Bulls concluso con un cambio velocità in entrata di Dunn che a 3:06 guadagnava anche il FT senza realizzarlo (22-23).

Graham apriva il raddoppio varcando il passo con un passaggio dietro la schiena per arrivare a canestro con l’appoggio più fallo (25-23 dopo il libero a segno).

Con la vecchia pattuglia in campo si vedeva l’assist di Batum per Williams che mandava a segno un catch n’shoot uscendo dai blocchi mentre Graham beneficiava di una penetrazione sino sulla linea di fondo di Monk che scaricando al volo consentiva l’open 3 alla nostra PG di ricambio.

Lungo lancio di Rozier per appoggio di Monk volante e parziale di 11-0 a tener fede al motto “All Fly” per un 33-23 interrotto a 1:20 da Young.

Marvin segnava in floater pur molto pressato ma in ripiegamento, su una delle ultime azioni difensive del primo quarto, volava nell’angolo destro toccando White.

Tre FT a segno per il rookie in bianco prima che P.J: per un fallo di Carter, dalla lunetta fissasse il 37-28.

2° quarto:

Partenza favorevole ai Bulls quella del secondo periodo nonostante da fermo Rozier sparasse in faccia l difensore gli unici tre punti del suo primo tempo per il 40-30.

I Bulls caricavano e una tripla di Young portava la situazione a un bivio (42-39) ma i canestri di Zeller e Monk tornavano a dar respiro a Charlotte che sul 46-40 vedeva un’altra gemma di Bridges, spin ciclonico su Markkanen e appoggio in terzo tempo mentre il finlandese dall’altra parte andava spesso a vuoto nel secondo quarto con gli Hornets a prendergli le misure.

Bridges stoppava LaVine e Bacon dopo aver recuperato una sfera sotto il nostro canestro portava a termine la transizione per il +10 (50-40).

Markkanen con l’alzata in corsa tornava in ritmo, Graham rispondeva da 3 a 5:56 mentre la pressione difensiva di Charlotte faceva sì che il finlandese sbagliasse anche una tripla (air-ball).

LaVine metteva dentro i primi due punti stagionali ma PJ da tre dal corner sinistro valeva il 60-47.

A 2:46 Washington si ripeteva dalla mattonella consegnando il +16 agli Hornets che tuttavia si disperdevano nell’ultima fase di gioco lasciando ai Bulls inferociti una piccola corsa che li portava a fine primo tempo sul 63-55 tagliando metà dello svantaggio.

Fine primo tempo, qualche statistica.

3° quarto:

Markkanen e Bacon aprivano il quarto come scorer per le proprie squadre: due canestri a testa con i due centrali di Dwayne, il divario non mutava ma i tre secondi chiamati contro Charlotte a :10:01 davano la possibilità a LaVine di sbloccarsi.

In poco oltre al FT, la guardia avversaria segnava andando in taglio e in appoggio sinistro, l’entrata di Satoransky in transizione dopo aver visto Bacon murato da due difensori, era campanello d0’allarme e Borrego a 8:42 sul 67-66 chiamava il time-out.

Rozier alla ripresa del gioco sparava da tre subendo fallo da Satoransky in uscita dal blocco di Zeller; giocata da 4 punti che dava respiro a Charlotte ma il vento della Wind City non si era ancora arrestato e soffiava forte sulla tripla di Porter per il pari a quota 73 e sul gelido piazzato dalla baseline destra di Markkanen in faccia a Zeller per il +2 Bulls.

Davvero difficile il momento per Charlotte che finiva sotto di quattro prima e di 6 poi quando Batum con una leggerezza apriva verso l’esterno per la steal di LaVine che fuggendo facilmente appoggiava in fing and roll il 76-82.

Marvin Williams diveniva protagonista inaspettato, skip pass di Graham e bomba del nostro numero 2 dall’angolo destro replicata a 4:01 per il pari a quota 82.

Infuocato finale con Dunn e P.J. a segnare nel colorato, canestro di White in transizione e replica da tre di Graham contro l’avversario facendo tutto da solo…

Letale tripla di Williams ancora una volta (90-88) , Young da due e mortifera bomba di P.J: su assist schiacciato dietro la schiena di Rozier…

Niente da fare per Charlotte però perché Arcidiacono pareggiava immediatamente a quota 93 anche se Marvin indossando ormai i panni dell’eroe segnava ancora da oltre l’arco prima del contestato canestro finale di Young del -1 (96-95).

4° quarto:

Dopo 19 secondi Markkanen splittando dalla lunetta pareggiava, Graham con la tripla ci riportava sul +3, P.J. Schiacciava grazie al buon lavoro in palleggio di Graham che con l’assist rimbalzante lo liberava nel mezzo ma Markkanen, sempre lui, impattava a quota 101.

Monk dalla destra realizzava con perizia un’altra tripla alla fiera del tiro pesante ma una tabellata senza arte di Young (plexiglass a rischio rottura) impattava ancora il match.

Dunn in entrata di sinistra metteva dentro un mezzo circus shot e a nulla serviva la pausa chiesta da Borrego perché lo stesso Dunn, arrangiandosi fallosamente su Monk, scappava in transizione per un two and one.

Carter da sotto segnava al secondo tentativo (8-18 i rimbalzi offensivi) mentre LaVine con una dunk cattiva appesa realizzava il 105-115.

Sembrava fatta per i Bulls che tra l’altro incassavano s^ la tripla di P.J. Ma a 6:16 la pareggiavano con la siderale di LaVine che riportava la squadra dell’Illinois in doppia cifra di vantaggio.

5:02, 4:19, numeri differenti, stesso risultato, tripla di Devonte’ e deficit tagliato sul -4.

“Defense, defense” era il grido che si levava dallo Spectrum Center e così era, gli Hornets chiudendo le maglie giungevano a 2:42 al pari grazie a due canestri di Bacon.

Gli Hornets costringevano ai 24 scaduti i Bulls che tuttavia tornavano sull’azione seguente in lunetta dove Markkanen mancava stranamente i due FT ma per un’infrazione di Zeller il secondo andava ribattuto e lo scandinavo non tradiva.

Graham rimaneva dentro nel finale dopo la small ball provata in precedenza da Borrego, il coach lo preferiva al titolare vedendolo ispirato e la scelta era ripagata da “Gamberone” che smazzava l’assist in screen roll per Zeller che catapultatosi a canestro infilava la dunk da saltatore in lungo.

A 1:10 la 23^ tripla (Bacon) valeva il franchise record ma ancor di più era valida per il +4 (123-119).

I Bulls recuperavano sino al -1 (Markkanen 2/2 ai FT dopo l’1/2 di Cody) ma a:11.3 dalla fine Graham si mostrava freddissimo ai liberi.

2/2.

Palla in mano ai Bulls per il pari ma LaVine propendeva per andar dentro.

Gli Hornets lo rallentavano ma lo lasciavano fare per non rischiare il fallo.

126-125 a :04.5.

Sull’ultima rimessa dopo il time-out Graham si staccava ricevendo e girando palla, non arrivava il fallo e i Calabroni agguantavano la prima vittoria stagionale a dispetto del +3,5 Bulls pronosticato dai bookmakers.

Le Pagelle

Terry Rozier: 5

Primo tempo da 3/3/3, poi a parte un buon assist dietro la schiena per la tripla di P.J. Poco altro. Ancora fuori ritmo passa una palla alla difesa di Chicago e sparacchia un po’ a vuoto, infine Carter gli stoppa il layup.

Emozione della prima, fuori ritmo nel secondo tempo quando ci sarebbe bisogno di lui, nel finale Borrego gli preferisce un ispirato Graham, può solo migliorare.

Dwayne Bacon: 8

22 punti, 5 rimbalzi e tanta leadership nel secondo tempo. Non sempre convincente in difesa nella seconda frazione, buono nella prima, inverte la modalità andando ad attaccare il ferro.

Quando lo murano Charlotte va sotto ma si ritrova e va a mettere appoggi, a procurarsi FT.

E’ il suo gioco e non si risparmia.

Ci crede e aggancia i Bulls nel finale quando sembrava impossibile.

Miles Bridges: 7

Alcune perle nella prima frazione come uno spin vertiginoso con terzo tempo a canestro.

Molto più incluso nella manovra rispetto lo scorso anno, non ha numeri eccezionali, limitandosi all’essenziale ma prendendo anche iniziative, da una mano in difesa dove le tre stoppate alla fine saranno decisive.

8 punti, 5 rimbalzi, buona la prima.

P.J. Washington: 9

Chiudete tutto a Charlotte, forse hanno “azzeccato” una scelta buona e ready a Charlotte.

Da anni non vedevo un rookie giocare con questa sicurezza a Charlotte.

Un po’ portato al fallo ingenuo perché ci prova sempre, non è ancora un rebounder ben definito ed esperto e si soffre sotto le plance ma a parte un air-ball nel finale ogni volta che tira regala emozioni.

7/11 da 3 punti per un totale di 27 a compensare 4 TO.

Debutto più che convincente e utile, c’è da rimaner con i piedi per terra ma se qualcuno aveva mosso critiche per lui al tiro, questa sera si sarà forse un po’ ricreduto.

Cody Zeller: 7

Due martellate a una mano in corsa nella prima parte sono la punta dell’iceberg, quella che si nota ma il lavoro sporco di Zeller si fa sentire in difesa anche se soffre parecchio a rimbalzo.

Un po’ dura dire quanto debba dargli di voto perché i Bulls sotto le plance ci travolgono ma è solo.

Borrego risparmia Willy e Biz dando fiducia a PJ e Marvin come ricambi.

Va comunque in doppia doppia con 15 punti e 12 rimbalzi.

Una sua infrazione fiscale viene presa dagli arbitri per far realizzare al finlandese il secondo libero che aveva mancato.

Sbaglia un libero alla fine ma quello che mette è decisivo, fortuna LaVine sceglie di buttarsi dentro.

L’inserimento nell’ultimo quarto da screen roll semplice con Graham per la dunk è un capolavoro.

Devonte’ Graham: 9,5

23 punti, 8 assist, 6/7 da fuori.

Artefice della rimonta.

Gira nudo come un piromane pazzo a incendiare le retine dei Bulls anche quando nessuno ci crede più sul -10…

Padronanza nel fornire splendidi passaggi smarcanti ai compagni e quando si alza al tiro da tre punti è incredibile.

High in carriera per Devonte’, sperando possa ripetersi e migliorarsi ancora. Borrego lo tiene in campo nel finale e Gamberone ripaga la fiducia.

Qualcuno forse stanotte, solo per stanotte avrà esclamato: “Kemba chi?”

In the zone…

Marvin Williams: 9

In quasi 17 minuti segna 17 punti con 5/7 da fuori.

Si infervora nel terzo quarto quando ci riporta a galla dal -6 e nel finale con altre conclusioni balistiche degne delle migliori serate di Marvin.

L’avevamo forse accantonato vicino a un cassonetto ma lui non ci ha fatto caso e ha trovato una di quelle serate che ogni tanto gli capitano.

Magic.

Nicolas Batum: 5,5

In 11 minuti non prende un tiro ma 4 rimbalzi e smista due assist con 2 palle perse.

Mah… probabilmente gioca troppi minuti viste le precarie condizioni anche se non credo avrebbe migliorato molto le statistiche stando bene.

Una sua apertura scellerata apre il campo per una prima mini-fuga di Chicago.

Finisce per prendere una botta nel pitturato sulla mano sinistra che gli frattura il dito medio.

Malik Monk: 6,5

7 punti, 1 rimbalzo, 3 assist. Partecipa alla fiera della tripla ma ha ancora il problema del TO, un paio, tuttavia il ¾ dal campo è indice di poco spreco ma deve migliorare in difesa dove ha la tendenza al fallo anche se su una ripartenza Bulls su una steal ai suoi danni la maglietta gli si allunga e poi “rimedia” con il fallo nel finale dell’azione in transizione. Si muove e va bene.

Coach Borrego: 8

Usa la preseason per sperimentare non badando al risultato e alla prima uscita stagionale, complice il livello non stratosferico dei Bulls ne approfitta nonostante i TO siano ancora troppi (19-10) e i rimbalzi offensivi siano stati 9-20 ma in attacco la squadra si è mossa bene favorendo spesso conclusioni con spazio sul perimetro ben sfruttate dagli interpreti. Coraggioso nel proporre P.J. dall’inizio e ancor di più Graham nel finale dove gestisce i time-out meglio di Jim Boylen il quale stile sembra a volte quello di Oronzo Canà contro il Barone Liedholm (fin troppo compassato James a volte).

Ultime scosse di assestamento roster

Charlotte assesta il proprio roster scambiando i ruoli di Kobi Simmons e Jalen McDaniels.

Il primo passa in G-League con i Greensboro Swarm per sviluppare uleriormente le proprie qualità, d’altro canto nel ruolo di playmaker abbiamo due dei migliori elementi della squadra e altri possono prender il loro posto con altrettanta efficacia, McDaniels invece torna nel roster ufficiale dei 15 a completare un reaparto ali variegato anche se non complessivamente di qualità eccelsa.

https://www.nba.com/hornets/press-releases/charlotte-hornets-convert-kobi-simmons-two-way-contract

https://www.nba.com/hornets/press-releases/charlotte-hornets-sign-jalen-mcdaniels-0

Caleb Martin nì, Ahmed Hill no

Charlotte ha deciso di tagliare Ahmed Hill che occupava uno dei due spot per i two-way contract, al suo posto subentra Caleb Martin che ha discretamente impressionato in preseason per doti atletiche (esplosività), caparbietà e iniziativa.

Il roster scende quindi attualmente al classico 15+2 (i due two-way contract) con Simmons e McDaniels all’interno dei 15 nonostante il rischio taglio.

Lo trovate nella sottopagina volendo il roster attuale, compreso il probabile starting five dopo lo scrimmage avvenuto nella giornata di ieri dove i teal (i titolari) hanno vinto sui Purple (le riserve) 60-55 staccandosi nel finale, oltre agli articoli originali in inglese sul sito ufficiale che riportano l’avvicendamento tra Hill e Caleb Martin.

Monk punta Simmons, riserva dei Teal…

https://www.nba.com/hornets/press-releases/charlotte-hornets-waive-ahmed-hill?fbclid=IwAR0XnA8OYY6t9tX1lk7mmHIZBiUK44s-giHFQdIg4_8IJ36GqYiYeQP4YTE

https://www.nba.com/hornets/press-releases/charlotte-hornets-convert-caleb-martin-two-way-contract?fbclid=IwAR1o8Et45Wrs6AUC82dzeixwZm-KpmwNo-ewIzZE96BsF2yucSgawN7XJ7k

Preseason Game 5: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 110-116

La Partita

Salto la solita intro (ve ne saranno anche troppe per la regular season) e vengo subito al dunque…

Niente Grifin per Detroit e riposo per Rozier a Charlotte in maniera da vedere C. Martin e Simmons…

Hornets quindi con Graham, Bacon, Bridges, PJ Washington e Zeller contrapposti a Frazier (15 pt.), Br. Brown (6 pt.), Snell (9 pt.), Markieff Morris (17 pt.) e Drummond (17 pt. + 15 rimbalzi). Galloway dalla panchina finirà con 18 punti seguito dall’ex Wood con 12 punti e 9 rimbalzi.

1° quarto:

Primo tiro da tre di Detroit a vuoto, primo tiro di Charlotte a segno con Miles Bridges per il 3-0.

Detroit rispondeva con un diagonale pompato e schiacciato di Drummond per taglio e appoggio di Snell.

Piacevole nelle prime battute la partita con Bacon a realizzare il 5-3 prima che Morris dall’angolo sinistro venisse aiutato da un rim/glass grazie al buono spin della palla per il sorpasso.

Ancora Mark. Morrris con un jumper allungava sul 5-8 ma Cody ricevendo in mezzo all’area dopo un dribbling in palleggio si lanciava veleggiando per una due mani appesa entusiasmante.

A 6:39 però Morris dal palleggio infilava il 7-12 costringendo Borrego al time-out.

L’entrata di Monk dava un po’ di vivacità; il suo balzo ravvicinato con cambio mano a sx del ferro con difensore davanti a lui entrava direttamente in retina grazie al morbido appoggio, poi a 4:55 forniva un assist in transizione per l’alley-oop da PJ e dopo il paio di colpi sparati dai lunghi del Michigan che uscivano dal campo tornava a fornire un passaggio vincente con un pick and roll per il floater di Willy.

Graham, grazie alla pressione sulla sfera recuperava e serviva alto Caleb Martin che, staccando un biglietto per l’iperspazio, saliva a una mano a schiacciare alla destra del canestro.

Qualche sorpasso e controsorpasso sino alla fine del quarto quando, dopo il 2/2 di Monk a :44.3 e il 2/2 di Simmons finale, gli Hornets fissavano sul 28-25 il quarto.

2° quarto:

Charlotte ne approfittava per scappare nella prima parte di questa razione viste le bench in campo, Monk al quinto assist mandava a bersaglio Willy, Bridges al vetro, Monk appoggio al vetro ma soprattutto la transizione con assist ficcante di Simmons per Monk che in corsa a una mano spingeva a molla indietro corta la palla per Bridges che arrivava lanciato armonicamente per la dunk del 36-27…

Cody in appoggio e con un successivo ½ firmava il 40-31, Devonte in fade-away ne aggiungeva due ma Detroit trovava un two and one con Wood e a 6:07 anche un 3/3 dalla lunetta per un tocco leggerissimo sul tiro di PJ su Galloway.

Con i titolari in campo Detroit spingeva nettamente più degli Hornets e Drummond ne metteva due anche se Monk rispondeva da tre ma nell’avvincente botta e risposta i Pistoni pompavano avvicinandosi pericolosamente e nonostante una mega stoppata tempestiva ed esaltante in ripiegamento di Caleb Martin cancellasse letteralmente il tentativo di Wood, l’aggancio di Drummond a 3:10 in alley-oop morbido arrivava così come il sorpasso.

Hornets che con il fluttuante jumper controllato di Monk dal post basso destro realizzavano il 54-53 ma Drummond sotto aveva pochi avversari ed era 56-58 prima dell’euro step lento frontale di PJ su Wood che riportava il match in parità ma proprio sula sirena Wood centrava la bomba che mandava le squadre negli spogliatoi sul 58-61.

Il 15-22 rimbalzo penalizzava nettamente Charlotte nonostante il 58,3% dal campo contro il 51,1% avversario, Queen Team tutto sommato favorito da qualche chiamata fiscalissima, al contrario della partita con Memphis…

Monk a fine primo tempo.

3° quarto:

Dopo quasi un minuto e un’ultima travagliata azione, sul lato debole Graham riceveva sparando da tre per il pari a quota 61, i Pistons tornavano in vantaggio 63-63 e Graham a 9:26 falliva la possibilità del pari mancando ambo i liberi mentre Drummond si procurava l’and one segnando un buon canestro ma veniva contagiato dall’errore…

Cody da posizione frontale sparava la seconda tripla prestagionale avvicinando Charlotte che dopo lo 0/2 di Drummond ai liberi ripassava avanti con Monk in left hand in uno contro uno.

Mykhailiuk sparava la bordata da tre ma gli Hornets tornavano sopra anche grazie a una tripla di Monk (77-72) e a un canestro lungo di Devonte’ (79-78) ma quando sul bordo laterale destro Galloway infilava più di un catch n’shoot 3, Borrego chiamava time-out (3:59, 79-81).

Detroit provava a rimanere in testa ma Caleb Martin in entrata aggressiva non era d’accordo e faceva rimanere in scia gli Hornets con l’83-85 ma nonostante prima dell’errore finale di Bacon gli Hornets tirassero con il 60% dal campo, una difesa a tratti non sempre perfetta lasciava al comando gli ospiti a fine quarto (88-89).

4° quarto:

Iniziava strepitosamente atleticamente parlando Caleb Martin che decollava in orizzontale su Galloway (visto una volta non sono sicuro nemmeno fosse fallo per noi) ma la giocata che si stampava sul ferro con il n° 10 in orizzontale valeva i due liberi esteticamente scrivendo…

Realizzati i due FT, Detroit reagiva: Snell da 3, Drummond da due sotto su assist di Snell che faceva collassare Bacon e Willy davano il massimo vantaggio ottenuto in serata da Detroit sino a quel momento, un +5 che era ridotto da un two and one di Simmons (93-95) bravo a correggersi al volo dimostrando atletismo e tempismo sul tocco falloso di Drummond.

Galloway e Frazier da tre punti davano la spinta quasi decisiva per vincer la partita per la squadra di Casey, Bridges a 7:54 usciva dal parquet per un frontale fortuito faccia a faccia con Galloway ma il colpo decisivo lo dava Borrego schierando pericolosamente tutti i visionabili per la stagione e così Detroit ne approfittava con Wood e Frazier per una tripla a testa che mandavano i titoli di coda anticipati sul 95-107.

Il divario toccava i 14 punti poi a 1:37 dalla fine una dunk di McDaniels segnava il -10 e incredibilmente con la panchina di Detroit in campo si arrivava sul -6 con Hill al vetro e sul -3, più che insperato, con una bomba frontale di Franks a :39.8.

Sulla pressione sulla rimessa gli arbitri ci mettevano un po’ ad assegnare la palla agli Hornets, correttamente ma sulla rimessa Hill arrivava a un tiro non esattamente stabile da tre punti, leggermente staccato dalla linea e la palla scagliata finiva miseramente sulla destra del ferro a schiantarsi sul plexiglass.

Fallo degli Hornets e un ½ di Bone consegnava il +4 ai blu ornati di rosso.

Time-out e iniziativa successiva di Simmons che portavano solamente a un fallo offensivo dello stesso fischiato dalla terna per un “chicken wings”, l’abbraccio dell’attaccante che in virata provava così ad avvantaggiarsi…

Finiva 110-116.

Analisi

Una buona gara per gli Hornets nonostante l’assenza di Rozier, lacune sotto i tabelloni però si sono evidenziate (37-46 a rimbalzo)…

Zeller non può fare miracoli, Hernangomez deve migliorare sui pick and roll difensivi e PJ è ancora poco mauro e scaltro in certi frangenti difensivi dove è portato al fallo mentre permane la problematica sul tiro da fuori anche se in almeno ¾ occasioni i Pistons hanno messo la loro bravura ne realizzare tiri quasi unstoppable.

In attacco le cose sono andate decisamente meglio fino alla fine del terzo quarto quando dal campo gli Hornets sfioravano il 60,0% e con buoni assist (25-24) creati anche da giro palla e velocità di qualità…

L’atletismo di molti giocatori è stato evidenziato, specialmente di alcuni a rischio taglio come Caleb Martin e Kobi Simmons, nonostante qualche passaggio a vuoto i due sono andati bene anche se nel finale Simmons ha sbagliato qualcosa e il fratello “meno nobile” dei Martin potrebbe averla spuntata per un posto al sole nel roster sebbene i numeri di Simmons in serata siano migliori, specialmente a rimbalzo dove è riuscito a magnetizzare un paio di palloni.

McDaniels si è fatto vedere con una bella schiacciata e Franks con una tripla nel finale dopo aver visto questo quintetto in attimi di sbandamento.

Hill ha mancato clamorosamente il tiro del possibile pareggio ma a proposito di guardie, impossibile non menzionare Monk che in serata è apparso redivivo impressionando favorevolmente.

Punti ottenuti in entrata con sicurezza e coordinazione nonostante tiri non ideali sempre ma soprattutto assist, giocate non scontate con scelte volanti al momento che dimostrano ottima visione di gioco.

Potrebbe anche essere un’idea alternativa per il quintetto in certe circostanze se continuasse così ma l’importante è che continui a segnare.

Serata troppo tranquilla per Bacon che ha chiuso con uno 0/4 da fuori mentre Graham che ha giocato una discreta partita ha avuto un buon momento nel quale si è infiammato, confermando qualche indicazione positiva sulla sua crescita in estate.

Out quasi tutta la vecchia pattuglia, da citare un Bridges sufficiente, incolore nei numeri ma con una bella dunk a referto su assist di Malik.

Un giocatore che s sta spremendo su entrambi i lati del campo e che all’occorrenza prova anche ad andare in mezzo a prendersi un gancio se serve.

Chiusa 1-4 la preseason ora i test diventeranno più reali e anche se le prospettive per la stagione non sono buone, avere le prime due gare casalinghe contro Bulls e Timberwolves, squadre sulla carta alla portata, potrebbero farci partire bene ma soprattutto ottenere la prima vittoria dell’anno allo Spectrum Center, 0-2 in preseason.

In Italia la prima partita degli Hornets sarà nella notte del 24 all’una di notte.

Preseason Game 4: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 120-99

Intro

Joker

Rimanere innamorati di qualcosa che non esiste, di qualcosa che si sgretola o che ti odia/rifiuta è un’impresa da supereroi giacché nessun essere umano scollegato dall’ambiente circostante e sarà per questo che Batman rimane quasi un unicum.

Come dice spesso un noto filosofo/antropologo, l’identità di un singolo individuo è data dagli altri, il suo riconoscimento all’interno di un ambiente o di una comunità, anche se personalmente non mi curo molto di questo aspetto.

Non so se da piccoli avete tifato per Batman o per uno dei suoi avversari ma il film Joker di Todd Philips, ricostruisce e costruisce la storia del pagliaccio che diventa la controfigura di se stesso.

Vincitore del Leon D’Oro a Venezia, Joaquin Phoenix interpreta un personaggio sul quale si sono riversati maltrattamenti fisici e mentali, i fallimenti che generano senso d’impotenza, così Arthur Fleck arriverà a essere quel criminale conosciuto nel mondo dei fumetti e del cinema.

Il film mette l’accento su tematiche sociali sempre attuali come il divario tra ricchi e poveri, l’abbandono di questi ultimi e molti altri aspetti, ecco così creato il mostro che arriva dal nulla e che deve essere condannato.

L’umana esperienza è condizionata da ciò che ci circonda, da un DNA che si srotola nel Joker assumendo la forma di malattia mentale tipica del variopinto villain ma comprendendo e non giudicando (perché prima di farlo eventualmente bisognerebbe sempre capire tutto ciò che è il background e ciò che si potrebbe far prima di arrivare a situazioni estreme), come non essere dalla parte di Fleck prima che si trasformi…

Il fatto che una nota rivista di moda tenti di sminuire il film non fa altro che confermarmi la buona impressione dello stesso, aldilà dei dietrologismi sui guadagni, per quelli si possono costruire anche film terribili senza contenuti sparando effetti speciali “ad minchiam”…

Charlotte, per fare un parallelismo “improprio”, ha scelto una situazione estrema, la cacciata dei migliori talenti, se esiste un piano, ha generato giovani speranze per il futuro ma i fan dovranno subire maltrattamenti almeno per quest’anno, sebbene non è garantito che tra un anno o due vi sia un progetto per rendere la squadra meno fragile, più simile a Batman che a Joker.

Per adesso la Queen City, Flight City o Buzz City (come preferite) assomiglia molto a quella grigia e tetra del film, sportivamente parlando e chissà se l’aria di Memphis lascerà i Charlotteans nella nebbia prestagionale o porterà a una prima gioia.

La partita

1° quarto:

Grizzlies che vincendo il primo pallone sfruttavano bene il primo possesso con l’entrata di Allen chiusa con l’alzata di Allen ravvicinata su Bacon e l’aiuto di Zeller…

Charlotte rispondeva trovando il pari con un canestro meno conforme grazie all’alzata forzata di Rozier, altissima al vetro poi però era buio per Charlotte in attacco mentre Memphis ne approfittava con Jackson da 3 a 9:49, Clarke da due punti per il 2-9 mentre Rozier in transizione da tre punti finalizzava un giro palla veloce.

Gli arbitri perseguitavano Charlotte non facendo passare nemmeno uno spillo e la squadra di Borrego in poco raggiungeva il quinto TO colpita da un FT di Crowder per 3 secondi in area e un ½ di JA Morant per un intervento difensivo di PJ Washington considerato falloso.

Memphis però si bloccava consentendo agli Hornets di rientrare con una bomba di PJ dal corner destro, con Bridges che in transizione andava in mezzo ad alzare la parabola a una mano e sul fallo fischiato a favore di Graham a 6:22 ecco arrivare il sorpasso sul 12-11.

Floater di Williams e tripla di Crowder ed era ancora tutto in parità ma dopo il time-out chiesto da Borrego Bridges a 4:27 inventava il canestro in entrata mentre Monk replicava fluttuando in scoop sinistro, PJ con una two-hand slam in contropiede realizzava il 20-14 mentre con un deep 3 di Monk dalla diagonale sinistra, a 2:21, Charlotte raggiungeva il 23-16 e un +9 a 1:24 grazie a Rozier.

Caleb Martin chiuderà dalla lunetta per Charlotte portando sul 28-18 il risultato.

2° quarto:

Brooks si univa alla fiera dei tre punti mentre Rozier con un pull up frontale si accontentava di portar a casa due punti.

Memphis si riavvicinava grazie a un altro 3 second in area di Charlotte e a un’incursione di Morant che in dribbling saltava Rozier e Marvin ma trovava Biz e il suo corpo pronti al fallo sotto canestro.

2/2, poi ancora lui in transizione metteva dentro l’appoggio e il libero addizionale (leggero contatto con Williams) e i plantigradi arrivavano sul 33-30 quando Charlotte subiva la terza chiamata per i 3 secondi…

Bacon in entrata dimostrava di non avere molto feeling se non riuscendo a procurarsi liberi e così dalla parte opposta, su uno scarico all’indietro per Clarke, con un volo a planare dell’atletico giocatore, ecco arrivare il -1 con inerzia a favore dei padroni di casa.

A scombinare i piani ci pensava però inaspettatamente uno Zeller da tre punti fronte a canestro (7:56), Charlotte si staccava poi quando Graham metteva due triple di fila (intervallato da una di Crowder) e Bacon a 5:29 dal corner d’oro sinistro infilava la bomba del 45-39.

In particolare Graham continuava a tirar bene, dalla media questa volta) colpendo altre due volte (la seconda con l’aiuto dei ferri) e a 3:54 gli Hornets andavano sul 49-41.

Rozier capiva le intenzioni su una rimessa nella nostra metà campo compiendo una steal e involandosi in appoggio, Monk con un acrobatic finish finiva a terra ma realizzando prima il 54-44 e Bacon finalmente, in euro step metteva dentro il +12.

Chiudevano Rozier e Guduric da tre allo scadere per un 58-47 soddisfacente per gli ospiti che mettevano una discreta pressione in difesa sfruttando anche qualche errore grossolano da sotto canestro degli avversari, tanto bastava a compensare un 12-10 di TO mentre il 30-24 a rimbalzo favoriva i nostri in teal.

Rozier chiudeva con 14 pt., Graham con 12 e Monk con 7 confermando il reparto guardie come quello più dotato qualitativamente in attacco.

Clarke con 10 pt. e 10 rimbalzi andava già in doppia doppia ma dopo un Crowder da 9 punti c’era poco altro.

3° quarto:

Primo tecnico per tre secondi contro Memphis trasformato da Rozier che mandava Charlotte a quota 59 ma i Grizzlies mettevano ritmo e forza per sorprender una Charlotte rientrata troppo lentamente in partita così Clarke correggeva se stesso, Crowder e Jackson Jr. facevano piovere una tripla a testa per il 59-55 mentre Morant in corsa metteva i due punti per aspirare all’aggancio che avveniva a quota 61 per mano di Clarke, ma ancora una volta, quando sembrava dovesse girar la partita gli Hornets trovavano la forza per rispondere.

Un’entrata nel traffico di Bacon con palla nettamente deviata per la stoppata finiva dentro ed arrivava anche l’and one.
Hornets sul +3 a 8:40 e sul +5 dopo l’alley-oop di PJ servito da Rozier.

Clarke da sotto era contrastato da un canestro anticonvenzionale di Zeller che in entrata in uno contro uno si esibiva nel lancio del pesa da due punti, Bacon con uno step-back 3 continuava il personale show del terzo quarto a 7:31 mentre Anderson con due canestri dalla media mostrava mano morbida per contrastar la fuga di Charlotte.

Memphis tuttavia, pur trovando un 2+1 con Morant cominciava a sbagliar troppi liberi come quello fischiato contro Monk dallo stesso Morant con possibilità di arrivare sul -2, Charlotte invece con Bacon infilava un’altra bombarda per il 78-72.

A 4:34 Rabb splittava due FT, 17 secondi più tardi Bacon metteva dentro due punti a gioco fermo, Rabb provava il two and one ma ancora una volta dalla linea falliva il rabbocco, Graham da tre dal corner sinistro continuava a splendere, Brooks rispondeva da fuori ma il nostro “Gamberone” era devastante in un catch n’shoot non proprio stabilissimo per i tre punti dell’86-78…

Graham per l’83-75 dall’angolo sinistro.

Brooks collezionava l’errore all’addizionale dopo aver messo dentro altri due punti sull’azione, Rozier al vetro alto in entrata dal palleggio non falliva anche se fuori equilibrio mentre Tyus Jones e Anderson slittavano i propri liberi lasciando più arretrata Memphis (88-82).

Brooks da tre provava a metter paura ma Willy facendo il minimo per alzar la palla da sotto chiudeva il quarto sul 90-85.

4° quarto:

Marvin cominciava bene l’ultima frazione bombardando da fuori e grazie allo step back di Rozier oltre la linea laterale destra dei tre punti Charlotte si prendeva un 3 and one (leggero tocco Crowder) a 10:57 per la fuga sul +12 (97-85).

Il taglio sotto con apertura in corsa a palla appena ricevuta di Graham ispirava ancora Williams che dall’angolo destro impreziosiva la giocata fissando l’azione con altri tre punti per il 100-85.

I giochi erano ormai fatti grazie a questo roboante inizio di quarto e quando Monk e Rozier realizzavano ancora triple, la pioggia di fuoco di Memphis portava sul +21 (108-87) mentre per confermare il momento negativo, tra le due ultime realizzazioni descritte, Morant mancava un’epica dunk…

Ormai difesa molle da parte di Memphis, cambi da ambo le parti e Simmons con una steal e dunk in transizione ne approfittava.

Si vedevano anche Hill, McDaniels per la prima volta (con il numero 6), Franks ma questi combinavano poco.

Finiva 120-99 per la prima vittoria Hornets.

Analisi

Una discreta difesa è riuscita a metter la pressione necessaria per colpire in transizione ma ancor di più la serata magica al tiro da fuori degli Hornets è riuscita a contrastare ogni rientro dei locali.

17/40 da fuori (42,5%) ma anche un 58-50 a rimbalzo e un 25-22 negli assist a favore hanno compensati il 22-21 nei TO e il 13/15 dalla lunetta contro il 20/28 dei Grizzlies che hanno sbagliato troppi tiri semplici, aperti o ravvicinati, ma anche a gioco fermo come si evince la statistica sui FT, dal che si evince che la niostra difesa non è stata sempre irresistibile (facile passare in corsa Rozier e un po’ penalizzata in certe situazioni mentre dalla parte opposta contatti simili su PJ e Monk sono stati lasciati andare).

Hornets che, eccezion fatta per Batum, probabilmente hanno giocato nella loro formazione tipo o quasi, sfruttando la super serata delle due guardie e di Bacon ripresosi da un primo tempo abbastanza in sordina.

Clarke con 16 punti e Ja Morant con 15 sono due prospetti molto interessanti per Memphis che va in doppia cifra anche con Crowder (12 pt.) e Brooks (11).

Rozier chiude con 24 pt., Bacon con 21, Graham 18 ma con uno stellare +37 in plus/minus…

Un po’ di fiducia in più per gli Hornets, non c’è da esaltarsi troppo come probabilmente non c’era da deprimersi eccessivamente dopo la sfida con Miami, la squadra cerca la sua identità e stasera, a parte le diverse iniziative un po’ barbariche (incursioni anticonvenzionali), ha trovato in questa partita un discreto giro di passaggi che ha creato vantaggi o tiri con un po’ di spazio.

Detroit confermerà o smentirà le buone cose viste stasera ma da una squadra giovane e appena costruita ci si possono attendere maggiori alti e bassi ma per la notte appena andata lo scherzetto fatto da Charlotte a Memphis oltre la linea da tre punti ha funzionato…

Flash News

Tagliati Joe Chealey e Josh Perkins

Charlotte dopo tre partite di preseason ha deciso di tagliare Joe Chealeay e Josh Perkins, entrambi papabili per un posto come terzo playmaker dietro Rozier e Graham.

Chealey era una conoscenza della scorsa annata passata quasi integralmente a Greensboro ma l’allievo di Wolf evidentemente non deve aver convinto appieno nel suo sviluppo mentre Perkins contro Phila si è giocato malissimo le proprie carte.

Pare che la corsa si riduca a due ora: Caleb Martin e Kobi Simmons nelle partite contro Memphis e Detroit potrebbero dare ulteriori indicazioni a Borrego e allo staff anche se per il momento Caleb sta giocando di più e potrebbe essere un indizio, mentre Simmons alla prima uscita ha realizzato una tripla ben oltre la linea da tre, svitandosi ma non ha accumulato moltissimi minuti.

https://www.nba.com/hornets/press-releases/charlotte-hornets-waive-joe-chealey-and-josh-perkins?fbclid=IwAR3ke0yN2Bf1IQCntfQhUOWjV735ksOlvscn-TvZN93J0rbcUaQtUTPcO_4

Preseason Game 3: Charlotte Hornets Vs Philadelphia 76ers 87-100

Nessuna sorpresa (purtroppo)

Il contorno di Winstom-Salem.

Terza sconfitta su altrettante uscite per gli Hornets in prestagione.

A Winston-Salem, Charlotte inizialmente vede le streghe con un divario che si amplia stabilmente sui 20 punti tra il secondo e il terzo quarto prima di calare con le rotazioni sino al -9, quando Willy, a 4:17 dalla fine accarezzava la retina dalla media.

Nel finale, lanciata la panchina fonda, gli Hornets si disconnettevano dal match e Phila non pativa un finale a sorpresa.

Hornets meno brutti rispetto alla precedente sfida ma che evidenziano ancora numerose lacune e sono alla ricerca di gioco ed identità su ambo i lati del parquet nonostante la zavorra Batum fosse out in serata.

Giocando con un quintetto più o meno ideale per le poche possibilità qualitative a disposizione di Borrego le cose non sembrano migliorare molto ma servirà un po’ di rodaggio in più per ottimizzare quel poco che c’è.

Gli Starting Five

76ers: Simmons (15 pt.), Richardson (18 pt.), Milton (4 pt.), T. Harris (16 pt.), Horford (11 pt.). Dalla panchina: M. Scott 11 pt e Ennis 8 pt.

Hornets:

La partita

1° quarto:

Pessima partenza di Charlotte ancora una volta che subiva il lunghissimo 2 pt. frontale di Horford che su assist di Simmons rincarava la dose per lo 0-4.

Bridges indovinava la tripla ma Horford arrivava in corsa sopra il ferro sull’altro lato per un alley-oop avvincente.

Charlotte reagiva con Zeller in entrata frontale, spin e alzata vincente mentre PJ Washington dall’angolo destro realizzando da tre mandava la partita sull’8-6 per i teal & purple.

Un 2+1 di Simmons a 8:25 la girava nuovamente mentre Charlotte iniziava a cambiare uomini e a chiedere un paio di time-out in breve tempo.

Le rotazioni producevano passaggi non ottimali, incomprensioni e dimenticanze, Phila ne approfittava nonostante a 4:42 Biz con un spin around dunk a una mano esaltasse i fan ma lo stesso Biz si faceva levar palla a metà campo e a 3:27 ne uscivano due FT per il 12-21.

i accentuava terribilmente nei minuti finali la predisposizione al TO degli Hornets e la facilità di Philadelphia di giocare in transizione in ampi spazi: Ennis metteva dentro 4 punti di fila, Richardson seguiva con altri due per il 14-31 e a :00.3 Charlotte commetteva anche fallo.

Con Phila in bonus Neto realizzava i due liberi e fissava sul 14-31 il primo quarto.

Miles Bridges prova a contrastare James Ennis III. Foto: Jeremy Brevard.

2° quarto:

Partenza a sorpresa sparata per Zeller che metteva dentro 6 punti (intervallato da una tripla di Scott tra il secondo e il terzo canestro) con il capolavoro del secondo; corsa in curvatura e dunk che non ammetteva replica.

Rozier provava a metterci qualcosa del suo con appoggio acrobatico ritardato a 8:14 ma valeva solamente per il 22-38.

Phila manteneva il comando arrivando sul +20 quando la Simmons spin Dance portava il neo tiratore da tre a canestro facilmente dopo aver lasciato il marcatore sul posto.

Qualche tiro libero da ambo le parti e interruzione del gioco che spezzava il ritmo del match, un’altra entrata unstoppable di Simmons e due canestri di Bacon ravvicinati, ben costruiti ma il divario si assestava sempre intorno ai 20 punti senza sconvolgimenti e si trascinava sino all’intervallo con Bridges a conservare il -19 (39-58) grazie alla stoppata su Simmons sull’ultimo possesso del primo tempo.

Numeri all’intervallo.

3° quarto:

Inizio secondo tempo sulla falsa riga del secondo quarto ma con un Rozier più attivo che tuttavia si faceva stoppare due volte, la seconda in transizione da un Simmons super lanciato che non regalava nulla nonostante fosse solo preseason.

Zeller a 8:44 dava un buon pallone per un taglio diagonale in back-door di Rozier che arrivava al ferro senza problemi ma dopo una tripla di Bacon per il 50-70, i colpi di cannonata da fuori di Horford e Scott scavavano un altro piccolo solco (-26, 50-76).

Charlotte tentava di rientrare nell’ultima fase del quarto riuscendo a essere un po’ più efficace in attacco con una tripla di Caleb Martin, un appoggio di Rozier alto al vetro u un volo plastico in mezzo al pitturato per un tap-out che portava all’extra possesso chiuso felicemente da Graham dal corner sinistro con la bomba del 66-88.

4° quarto:

Borrego mandava in campo una small ball composta da Rozier, Graham, Caleb Martin, Bridges e Biyombo e grazie anche alla non brillante panchina dei 76ers, Charlotte cominciava a mangiare punti.

Rozier seminava il panico prima di appoggiare, Bridges correggeva il suo reverse layup per il 73-88 mentre i TO del quarto erano 1-4…

PJ riceveva da Graham sul lato debole “zompando” alto dietro il proprio difensore per l’alley-oop e a 6:36 andava in mezzo a sbatter sul difensore mentre sul rilascio sfera il primo ferro lo premiava come gli arbitri che aggiungevano un FT.

Realizzato, gli Hornets andavano sull’80-92.

MKG fiondava anche da tre dalla diagonale sinistra per l’83-92 ma per cavalleria anche Borrego mandava in campo oltre a Willy la bench profonda così Phila non soffriva nel finale complici un Simmons non efficace, un Perkins con quotazioni in netto ribasso e una difesa tornata presto porosa.

Finiva 87-100.

Analisi

Per gli Hornets è allarme arancione perché se con un quintetto ideale si è arrivati abbastanza velocemente a una differenza di una ventina di punti circa, sarà dura anche se il modo di giocare attuale è sicuramente influenzato dalla ricerca di meccanismi, troppo veloce e soggetto a rotazioni strambe, la non conoscenza dei compagni spesso fa il resto ma inutile nascondersi dietro un dito, l’attacco è stato fortemente mozzato in estate e non sarà semplice trovare soluzioni che compensino le perdite sebbene il test di Philadelphia sia stato buono per capire le reali potenzialità del team.

Una buona squadra difensiva che ha dato più di quel che ci si aspetterebbe in preseason mentre gli Hornets sono sempre alla ricerca di equilibri che spesso in difesa sono saltati sul giro palla veloce dei Sixers.

Tra i singoli MKG con 5 punti e 7 rimbalzi è tra i migliori, una bomba a segno e una a gioco fermo realizzate, Zeller discreto anche se ha sofferto in difesa mentre Bacon dal campo non ha tirato bene ma è riuscito spesso a ottenere tiri liberi andando in penetrazione. Monk ha giocato poco e male, Rozier ha chiuso con 10 punti ma è stato stoppato 4 volte, anche una in transizione quando avrebbe potuto ceder palla a rimorchio, PJ Washington discreto (bene se il livello della difesa avversaria si abbassa) anche se dovrebbe esser più coinvolto nel gioco.

Da menzionare un no look pass da antologia per Zeller che in corsa in linea retta non faticava a spinger dentro l’assist.

TO 22-21, assist 22-27 e rimbalzi 46-49, tutto pro Phila anche se il 23/26 contro il 15/22 ai liberi è dato che sorride a Charlotte.

Gioco dentro – fuori

Gli Hornets hanno ratificato ufficialmente la firma di Jalen McDaniels, giocatore con qualche problema legale che l’aveva tenuto fuori dai 20 nomi annunciati dalla società per il 2019 training camp roster.

Con lui i Calabroni salivano numericamente a 21 l’altro ieri ma nella giornata appena scorsa il frachise ha fatto sapere di aver tagliato il centro Thomas Welsh che non aveva un contratto garantito.

Con 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 5:41 si chiude l’esperienza da meteora del centro bianco in maglia Hornets.

Thomas Welsh, foto da USA Today.

Nel frattempo, unendo un recente articolo apparso sulla pagina ufficiale degli Hornets a firma Perley alle poche note positive viste contro Miami direi che si potrebbe fare una breve analisi momentanea.

Charlotte nell NBA nelle ultime sei stagioni è stata tra le migliori o la migliore squadra quando si tratta di non rigirare la palla.

Abbiamo il minor numero di turnover della lega eccetto nel 2017/18 quando arrivammo terzi, tuttavia con una squadra giovane e con un allenatore che vuole far girar palla più velocemente le cose potrebbero cambiare.

“Più ragazzi stanno toccando la palla quest’anno. Terry prenderà più decisioni di quante ne abbia prese in carriera “, ha detto Borrego martedì. “Non voglio perdere lo spirito del movimento di palla. Questo supera l’importanza dei TO in questo momento. Nel tempo, miglioreremo.”

Certo, Charlotte muoveva anche meno il pallone; al 21° posto in classifica per numero di passaggi (290,1 a partita) lo scorso anno, con un leggero aumento rispetto all’anno precedente quando la squadra di Clifford si stagliava in 25^ piazza con 281,5 per game.

Rozier e Graham hanno perso solamente un pallone contro Boston (1 Rozier) sui 26 totali e 2 a testa contro Miami su 18, il che testimonia il buon ball handling e visione di gioco delle due pg principali.

Rozier aveva impacchettato 9 assist a Boston anche se con Miami ha preferito attaccare in proprio fornendo solamente un assist battuto da Graham con 2.

“Sto ancora imparando il gioco di tutti. E’ preseason, quindi i ragazzi giocheranno un po’ più velocemente. Sto solo cercando di sistemare tutto ed essere un leader per questa squadra ” ha detto Rozier che ha aggiunto che cercherà di prendersi cura della palla il più solidamente possibile e che non sa come insegnare a non commetter TO.

Malik Monk:

“Apprezziamo ogni possesso. L’allenatore lo valorizza e lo sottolinea. Quanto dura ogni gioco? È un gioco lungo. È difficile farlo, ma se vuoi vincere ed essere una delle migliori squadre nei TO e limitarli, devi farlo. Siamo una squadra giovane con molti debuttanti, quindi dobbiamo assolutamente prenderci cura della palla.”

Naturalmente bisognerà trovare delle formule, dei giochi nei quali i giocatori si capiscano, il ritmo del gioco di squadra è fondamentale per spiazzare le difese, girare il pallone bene sarà una delle formule per cercare di aumentare le realizzazioni che non possono cadere sempre sulle spalle di finalizzatori come Rozier o pochi altri che andrebbero brevemente in crisi di ossigeno…

L’anno scorso c’erano Kemba, Parker e Lamb, gente prota a puntare il cerchio senza commettere TO eccessivi, quest’anno si sta cercando ancora una quadra a partire dalla partita nella notte contro Philadelphia, ore 01:30 AM.