Preseason Game 2: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 94-108

Lo strano caso Urano

Prima della Partita

Siamo solo in preseason e lo studio delle nuove squadre è essenziale per capire, confermare o smentire le numerose previsioni piovute sul capo delle squadre in questi giorni.

Se pensassimo al Sole come l’anello NBA e i pianeti rocciosi vicini come le squadre in pole position per vincer l’anello, Charlotte non ci sarebbe ma starebbe tra i pianeti gassosi o meglio, ghiacciati e le loro lune oltre Giove.

In particolare Charlotte mi ricorda Urano, non solo perché alla Voyager 2 nel 1986 si mostrava come un pianeta azzurro-verde ma è anche un pianeta freddissimo, ancor più ghiacciato di Nettuno che si trova oltre di esso.

La temperatura può scendere sui -224 °C e l’inclinazione assiale è di 97,77°, il che significa che Urano ruotando, espone/mostra al Sole i poli e non la zona equatoriale mentre il suo campo magnetico ha origine da qualche parte nel mantello e non nella zona polare.

Uno strano caso, considerato poco interessante (non sono programmate altre missioni, solo osservazioni), all’interno del sistema solare.

Chissà se il calore degli Heat riuscirà a sciogliere qualche ghiaccio superficiale e mostrare qualche dettaglio in più sulla nuova composizione degli Hornets dai quali non ci si aspettano miracoli ma segnali positivi in termini di prestazione.

Analisi

Troppo brutti per esser veri anche per me che probabilmente ero stato il più pessimista tra i fan degli Hornets che avevano dato il loro parere su come sarebbe finita la stagione riguardo al numero di vittorie.

Tuttavia, vista la prima discreta uscita ci si aspettava di vedere confermate le buone prestazioni viste a Boston da parte della Borrego Band che, giocando in casa aveva uno stimolo in più, invece, dopo buona parte di primo quarto equilibrato, gli Heat, pur molto rimaneggiati, iniziavano a spingere per staccarsi.

Waiters chiuderà il primo tempo con 19 punti, Leonard con 9 punti e 7 assist, Adebayo e Herro supportavano e alla fine del primo tempo era già una partita frustrante per gli Hornets che riuscivano anche a mostrare un volto non soddisfatto di Batum per una mancata rotazione sotto canestro.

Sul +33 a metà terzo quarto gli Hornets avevano già provato tutti i santini con i panchinari Heat a segnare o andarci vicinissimo tirando anche da 8 metri, il resto lo faceva una difesa disorganizzata che lasciava spazi impensabili.

Servirà lavoro per sistemare una difesa molto preoccupante in serata che la mano esperta di Spolestra ha messo a nudo ampliando la differenza tra le due squadre.

Tra i singoli si salvano in una serata pessima, Rozier con 18 punti e Graham con 14 più 6 assist.

Da aggiungere anche Caleb Martin che nel finale ha dato qualcosa in più agli Hornets tuffandosi quasi per un recupero sulla laterale destra riuscito e finalizzato ai liberi dopo l’assist di PJ che si è ben ripreso nel finale.

Tolto Rozier, i titolari hanno chiuso con 5/24 dal campo con Batum a 0 punti (0/2) in 13:30 anche se Zeller è quello che preoccupa di più sembrando nettamente l’anello debole poiché almeno Bridges ha compensato all’1/6 dal campo con 3 stoppate e 6 rimbalzi…

Male anche Hernangomez.

Passo falso di Charlotte, si sapeva che la qualità rispetto lo scorso anno era drammaticamente scesa ma vedremo contro Philadelphia se il team assomiglierà di più a quello visto contro Boston o Miami, squadra giovane che può avere questi netti sbalzi d’umore entrando in sfiducia presto (vedere il volto di Bacon) quando le cose non girano, basti vedere l’8/36 da 3 punti di Charlotte contro il 15/37 avversario, un po’ annacquato nel finale…

La Partita

Nunn, Herro, Robinson, Leonard e d Adebayo costituivano lo starting five di Miami che doveva rinunciare ai giocatori sopra in foto.

1° quarto

Charlotte si presentava con: Rozier, Bacon, Batum, Bridges e Zeller, recuperando Monk, out la prima.

Prima palla per Miami che sul raddoppio di Batum si faceva cogliere impreparata; transizione di Bridges, spin sotto canestro e 2-0 Hornets.

Miami realizzava il sorpasso con un indisturbato Herro da tre punti ma Bacon con due reverse layup riportava avanti Charlotte prima che lo stesso Dwayne commettesse fallo sul Herro che dalla lunetta ristabiliva la parità a quota 6.

Bacon realizzava il nuovo vantaggio ma gli Hornets erano colpiti due volte, il taglio di Nunn lasciava il segno per il primo time-out Charlotte.

Attimo di smarrimento al rientro e tripla dall’angolo destro di Leonard marcato da… nessuno.

8-15, cambio di quintetto Hornets e tripla di Monk alla quale seguiva steal di Graham che mancava l’appoggio ma a rimorchio Williams correggeva plasticamente per il 13-15 e secondo time-out voluto da Spolestra questa volta (4:17).

La pausa giovava agli Heat che dopo la tripla di Waiters raccoglievano la contrapposta di Graham ma iniziavano a scappare con i canestri di Jones Jr., Leonard (schiacciata in putback) e volavano sul 19-27 dopo un reverse layup di Waiters comprensivo di FT per intervento di Williams non regolare.

Heat sul +10 prima del canestro finale di Rozier (il suo primo canestro della partita) che chiudeva il quarto sul 23-31.

2° quarto

Rozier riprendeva da dove aveva interrotto, ovvero segnando altri due punti ma Miami replicando rimaneva saldamente al comando.

Gli Hornets provavano a disturbare la tranquillità sulla vetta Heat con una lanciata flash dunk di Monk di destro, una tripla di Rozier che mostrava anche uno step back lungo da due punti che ricordava un po’ quelli di Kemba e con il quale mandava Leonard nel mondo di Morfeo ma Waiters da second chance colpiva da tre punti riportando al doppio vantaggio Miami (34-44) per un altro time-out Hornets a 7:46.

Su assist di Leonard, Reed mortificava la difesa Hornets che si faceva tagliare troppo facilmente prima che Graham prendesse in infilata la difesa degli Heat che non ruotava, cosa che non piaceva a Spolestra, lesto a chiamare il break sul 36-46.

Se a Spolestra non piaceva questa azione, ai fan di Charlotte non piaceva il resto del secondo quarto.

Gli Heat accumulavano altri 11 punti di vantaggio arrivando sul +21 grazie a qualche tripla e a facili appoggi da sotto che mostravano la disorganizzazione di una difesa senza scusanti poiché la panchina profonda non era ancora scesa in campo.

Nel finale l’alley-oop di Adebayo e la tripla da lontano di Waiters modello flipper spingevano Miami sul 42-63, vantaggio meritato ma che mostrava anche una di quelle partite alle quali una squadra riesce tutto, all’altra poco o niente.

Bacon disperso in mezzo alla difesa degli Heat (Silva a sinistra e Herro a destra).

3° quarto

Non cambiava la solfa nella terza frazione: Robinson e Rozier da tre punti alzavano il punteggio ma Miami beneficiava di qualche TO in più degli Hornets e dopo l’ennesima tripla, ancora firmata Robinson (su Bacon) e il canestro di Nunn (resisteva al ripiegamento di Rozier che gli toccava palla prima del salto per l’appoggio) si portava sul +26 (51-77) prima del time-out Hornets.

Ormai gli Heat, come l’universo, espandevano il loro vantaggio più velocemente della luce, a 6:45 ancora Robinson da tre metteva dentro il 51-82 e si vedeva la squadra di Spolestra anche sul +33 prima di una tripla di Monk a 5:38 che apriva un parziale di 10-0 per far tornare Charlotte sul -23 e al 61-84.

Nunn rompeva il digiuno e Herro rubava immediatamente il tempo alla giocata degli Hornets ricacciandoli indietro.

Williams evitava di un soffio un clear path per una trattenuta a metà campo ma il finale di quarto era 63-90 per gli ospiti.

4° quarto

L’entrata di Perkins e altri giocatori a rischio taglio dava un’ulteriore spinta al recupero: Perkins metteva un jumper dalla diagonale destra e serviva un buon assist sulla linea di fondo per PJ Washington che con un’alzata altissima visto il fallo subito, metteva dentro trasformando anche l’addizionale.

La partita però di fatto era già finita da un pezzo visto il divario accumulato, una vetrina per Caleb Martin, il ritrovarsi di PJ Washington al quale erano stati annullati due canestri nel primo tempo (il secondo per blocco in movimento di Zeller) e un 94-108 che mitiga due tempi e mezzo orrendi…

Preseason Game 1: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 106-107

Hornets “Fall” short

il key match up si vede solo nel primo tempo chiuso con 9 punti per entrambi anche se Rozier surclasserà un timido Kemba a livello di assist.

Intro

Ciò che si ama si può trasformare in odio?

Credo che la risposta sia personale e che la mia sia no, anche se eventi e persone mutano e sicuramente il tutto può produrre una non forte simpatia verso qualcosa o qualcuno, un discorso ampio ma che a livello sportivo non ha ragione di esistere.

Alla prima partita di preseason eccoci subito di fronte al fantasma Walker, chi lo vede come traditore, chi come uno che ha abbandonato la nave prima che affondasse del tutto, chi lo giustifica dato che MJ come ha scritto qualcuno, lo ha accompagnato alla porta.

Per me è un ex e ora mi è indifferente.

Meglio pensare a Rozier e al nuovo team, fissarsi sul vecchio non ha senso, c’è una nuova strada da tracciare per non morire.

Non sarà una stagione semplice e lo si è capito dalle prime battute anche se, la squadra dovesse mostrare la voglia messa in campo stasera, potrebbe essere meno drammatica del previsto.

Certo, non fa piacere perdere, specialmente di un punto ma la gara era abbastanza scontata anche quando Charlotte si è trovata sul +15 prima che i titolari uscissero per non rientrare più.

Starting Five

Celtics con: Walker (12 pt), Brown (6 pt), Hayward (9 pt), Tatum (20 pt) e Robert Williams III (2 pt).

La partita

1° quarto:

Inizio gara d previsione scontata, alley-oop piovuto in testa agli Hornets da parte di Williams su assist di Hayward, palla persa da Batum con transizione di Tatum per lo 0-4 che realizzava anche lo 0-6 in layup.

Charlotte si riprendeva dal disastro iniziale con l’alzata nel pitturato di Zeller a 9:55 e con 2 FT di Bacon continuando a rimanere in scia a Boston che tentando sempre di allungare si trovava sul 6-11 con Hayward e poi sull’11-17 con il primo canestro di Walker che realizzava da fuori.

Rozier nella battaglia tra ex replicava da tre ma Charlotte non riusciva a passare avanti sino al 24-23.

Brown con 4 punti consecutivi metteva dentro il 26-27 ma Caleb Martin, il meno sponsorizzato dei fratelli, realizzando una tripla (Charlotte chiuderà il quarto con 2/14 contro il 3/8 avversario) porterà i Calabroni a chiudere il primo periodo avanti 29-27.

2° quarto:

Hornets che nel secondo quarto approfittavano delle assenze dei big di Boston per portare più fieno in cascina possibile tanto che a 8:38 una dunk di Bridges faceva svoltare Charlotte a quota 40 lasciando i bianco-verdi sul punteggio di 32.

Rientrava lestamente però Boston che con il raddoppio su un macchinoso Zeller riusciva ad averne la meglio in difesa per mano e stoppata di Grant Williams in raddoppio favorendo i due punti di Brown per il 41-40.

Senza esitazioni PJ Washington sparava da tre un catch n’shoot allungando per gli Hornets che con il rientro di Walker & starter finivano presto sott’acqua sul 50-54 poi nel finale gli Hornets trovavano inaspettatamente la mano da fuori ed era ancora PJ Washington con una bomba frontale e una dal corner sinistro a dare linfa a Charlotte, la quale beneficiava anche di una bomba di Bridges dall’angolo opposto per il 61-58 che si estendeva allo scadere con un alzata morbida verticale di Rozier per PJ Washington che nel deserto inchiodava la dunk del 63-58 a chiudere i primi 24 minuti.

3° quarto:

Volava Charlotte nella prima parte del terzo quarto: Biz con 4 punti (2 da sotto e due liberi) portava a +9 gli Hornets che si vedevano spazzar via i tentativi di Bacon e Biyombo rispettivamente da Williams e Tatum con due stoppate nella stratosfera ma ancora Biz da sotto e due aggressive entrate di bacon producevano uno scarto di 15 punti a 9:10 per il 73-58.

Boston non segnerà per più di quattro minuti ma gli Hornets, complici i cambi di Borrego che manderà dentro insieme i due fratelli Martin, Hernangomez e Graham, restituiranno il favore consentendo il rientro ai Celtics che sfiorando più volte il sorpasso rimarranno però a un solo misero punto di scarto nel finale, sul 79-78.

4° quarto:

Hornets che sfruttavano una trip0la di Graham per provare a ripartire ma l’aggancio sull’82 pari arrivava quasi immediatamente per opera di Grant Williams.

La gara rimaneva punto a punto ma il neo entrato Tacko Fall (lungo da Dakar, già idolo dei Leprechaun con i suoi 231 cm e 5 pt a fine gara oltre a 3 rimbalzi e 2 stoppate) e Javonte Green spingevano i locali al vantaggio deciso: Green (15 pt) mostrava dunk atletiche alla Bridges portando sul 92-97 la gara, poi quando Fall stoppando Hill produceva il ribaltamento per altri due punti di Green a 5:05 la partita sfuggiva di mano.

I Celtics, viaggiando sul +7 (95-102) speravano in un tranquillo finale ma Caleb Martin e Robert Franks sparavano le cartucce a loro disposizione con triple o lunghi due (in un occasione Caleb) era di Franks la tripla del 103-105 a 1:09 dal termine.

Due falli offensivi nel minuto finale condannavano Charlotte: prima uno sfondamento di quelli fatti vedere bene dalla difesa di Martin, poi PJ Washington in lotta con Green per prender la posizione lo sopravanzava troppo vistosamente.

Due tiri liberi per Waters a :07.3 dalla fine ma solo un ½, purtroppo però sul rimbalzo difensivo Green aveva ancora la meglio su PJ.

Due FT con brivido, sul primo niente da fare ma il secondo metteva al riparo i Celtics (con personalità e 11 pt. il piccolo rookie di 183 cm Carsen Edwards) e da brutte sorprese che avrebbero potuto arrivare quando Simmons allo scadere, senza più tempo da giocare, scagliava dalla diagonale destra, ben oltre la linea da tre, una bomba svitandosi per il beffardo 106-107 finale.

Inutile dare delle pagelle in preseason.

Bene PJ Washington nel primo tempo, male nel finale ma rimane il top scorer Hornets con 16 punti, Bridges in poco più di 23 minuti ha chiuso in doppia doppia, Caleb Martin ha più spazio del fratello e gioca a sprazzi mostrando un discreto tiro da fuori se ha spazio, Bene Biyombo anche se a confronto con Fall sembrava un bimbo e anche per Rozier con 9 punti e 9 assist, 4 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata in poco più di 22 minuti penso si possa parlare di prestazione positiva.

Male Batum anche se qualche volta in difesa ha mostrato più voglia di contrastare, Zeller, lento e prevedibile, un po’ bolso.

Risultato dato per scontato e un po’ beffardo, 25 TO commessi contro i 23 di Boston, molti passi fischiati alle due squadre, arbitri molto più fiscali di ciò che di solito si vede in NBA, vedremo se il next game degli Hornets avrà più fortuna e la squadra riuscirà ad avere più concretezza anche se di certo il tourbillon di cambi non aiuta.

_________________________________________________________________________

https://www.youtube.com/watch?v=gij_w_kvanM

Sfida ai Numeri

Quando Michael Jordan, anche per quest’anno, ha deciso di non superare la soglia della luxury tax è andato incontro a un rischio.

Parker si era già ritirato e il piano sul Tank da parte della franchigia era già quello di non rifirmarlo ma, dalla scacchiera il rischio di perdere Walker e Lamb diveniva concreto.

Tralasciando che la trattativa con i due nuovi investitori newyorchesi per aquisire quote della franchigia è andata in porto, de facto Jordan, che secondo questa vecchia immagine pubblicitaria, andava bene in matematica (ironicamente sarebbe colpa di Janice Hardy quindi?), ha sfidato i numeri, i quali ci consegnano oggi una squadra che da molti analisti è giudicata poverissima di talento che potrebbe anche arrivare ultima quest’anno o giù di lì.

A dire il vero MJ ultimamente ai fan degli Hornets produce un po’ più effetto Space Jam…

Difficile trovare una vera quadra che dalle cifre ci porti ad individuare esattamente come sarà la nuova stagione degli Hornets poiché il fattore umano e le numerose variabili, nonché l’interpretazione o la parzialità dei contenuti presi in esame, possono essere mine che facendo sbalzare un’ analisi, discostano alla fine il risultato ma i vecchi numeri non mentono…

Vediamo allora cosa hanno perso gli Hornets lo scorso anno in funzione di una possibile compensazione dei nuovi elementi.

Quanto dovranno “pedalare” i nuovi per colmare la voragine lasciata dagli ex?

Lo faremo con otto tabelle considerando i sei ex, sebbene Mack e JP Macura siano molto marginali (non ci vorrà molto a far meglio) ma per la precisione debbono essere inclusi.

Partiamo con l’istogramma sul minutaggio che i sei hanno ottenuto:

Il minutaggio sta alla base per comprendere diversi fattori.

Innanzitutto quanto spazio potrebbero ricavare i giovani già solo dai minuti che lasceranno i giocatori fuoriusciti dal roster, gli “out” nella tabella per comodità.

19830 minuti sono stati i minuti giocati in totale dallo starting five lo scorso anno.

Di questi, 6930 (il 34,9%, più di un terzo del totale) saranno quelli da redistribuire al nuovo roster.

Direi che spazio per la crescita ce n’è…

Walker polarizzava il minutaggio con 2863 minuti sul parquet (Rozier prenderà il suo posto ma quanta resistenza unita a qualità avrà l’ex Celtics abituato a esser giocatore da rotazione? Dubbi legittimi ai quali spero Scary risponderà positivamente…) e un 14,4% complessivo, a seguire gli altri in grafica.

Continuiamo osservando i punti realizzati:

Qui la cosa si fa preoccupante.

9081 furono i punti realizzati, la media è di 110,7 ma senza i principali realizzatori con punti nelle mani (Walker, la spalla Lamb, ma anche Parker e Frank), il punto interrogativo è chi compenserà e se riuscirà a compensare un gap tecnico evidente, nonostante i minuti per migliorare il proprio gioco ci siano.

Walker aveva una media di 25,6 punti, Lamb di 15,3 (secondo miglior marcatore) e per salir sul podio, ex aequo, ecco la strana coppia Marvin Williams e Cody Zeller che ritroveremo quest’anno ma con solo 10,1 punti a testa, rasentando la singola cifra.

Il 46,9% dei punti dello scorso anno però proveniva da giocatori che non ci saranno più quest’anno.

Cerchiamo di capire quanti tiri a partita prendevano gli ex:

Notiamo subito come differenziale che, gli “Out”, prendevano il 46,8% dei tiri della squadra realizzando poi lo 0,1% in più, come da tabella precedente.

Questo discostamento ha un valore positivo ma è minimo.

Bisognerà fare scelte oculate e magari evitare troppo spesso personalismi avventati.

Walker lo scorsoo anno tentò 1684 volte dal campo seguito da Lamb come spalla con 979 mentre Parker dalla panchina, puntava sì l’area ma tra riposi e parte finale della stagione in panca ha finito per non esser a ruota del nuovo Pacers ma è andato nettamente staccandosi.

Kaminsky segnava il 46,3% dei suoi tiri sfruttando il fattore altezza e dei tiri presi più comodamente (non sempre), Tony Parker il 46,0%, Lamb il 44,0%, Walker il 43,4%.

Nel gioco di Borrego le conclusioni da fuori sono considerate arma importante, ecco quanti tiri prendevano i ragazzi “out” e quanti sono riusciti a infilarne la scorsa stagione:

Il 45,1% dei tiri è stato preso dagli “Out” che ne hanno realizzati il 44,8% sul totale di tutta la squadra.

Walker ne prendeva il 26,2% riuscendo però a metterne il 26,6% del team (35,6% è stata la sua percentuale lo scorso anno, da non confondere con le percentuali fuori parentesi che sono quelle rispetto al team, le complessive), Lamb ne prendeva l’11,8% realizzandone l’11,7% (34,8%) mentre Frank The Tank con il 4,99% preso ne realizzava il 5,11% per un suo personale 36,0%.

Penultimo aspetto da trattare è il tiro libero, è sempre importante avere la capacità di mettere in difficoltà la difesa avversaria e riuscire ad andare in lunetta nelle situazioni di irregolarità, ancor di più lo è realizzare le occasioni a disposizione:

Qui saliamo addirittura sopra la metà del totale squadra nonostante si stia parlando di solo 6 giocatori su un roster di 17…

Questo testimonia la qualità dei vari giocatori che sapevano trovar spazio in penetrazione o il contatto, per non parlare di qualche and one ben riuscito.

Lamb con l’88,8% e Walker con l’84,4% in lunetta erano garanzie, con il 73,8% Kaminsky precedeva Parker con il 73,4% ma purtroppo Biyombo con il 63,7% è rimasto in roster mentre da Willy, terzultimo lo scorso anno con il 69,4% (peggio di loro solo Mack con il 55,6%) mi aspetto di più.

Ce la faranno i vari Monk, Bacon e compagni a non far rimpiangere i partenti?

Inutile dire che se già Charlotte non ha quell’appeal della squadra un po’ più tutelata per inerzia delle altre, senza i top player qualche non fischio arbitrale, detto senza ipocrisie, potrebbe arrivare.

Infine uno sguardo ai rimbalzi totali:

Cosa perde Charlotte, considerando che in realtà l’unico lungo andato perso è stato Kaminsky?

Non molto, Lamb e Walker insieme ne catturavano il 22% sul 29,1% totale degli “Out”, considerando che Kaminsky nella prima parte della stagione non ebbe spazio, il suo contributo finale fu limitato.

Il pacchetto lunghi è rimasto pressoché inalterato e il neo-campione del mondo Willy Hernangomez è uno che in pochi minuti mette su buone cifre a rimbalzo, Biyombo c’è, sperando che Cody riesca a dare un po’ di protezione in più sotto questo aspetto.

_________________________________________________________________________

Traendo delle conclusioni direi che sia corretto pensare che dove non arriverà il talento, il gioco di squadra dovrà essere essenziale in attacco, Borrego ha detto che la difesa sarà un aspetto fondamentale e questo dovrà essere realmente un aspetto fondante per una squadra di questo genere anche se conciliare una run and gun con una squadra di giovani e una difesa attiva sarà impresa non semplice, speriamo non utopica.

Bacon, Batum, Hernangomez e Williams sono rispettivamente i primi 4 giocatori per percentuale nella realizzazione da tre punti della scorsa annata e sono rimasti tutti.

Rozier da fuori lo scorso anno da noi sarebbe arrivato settimo con le percentuali 2018/19 ma l’anno precedente aveva fatto meglio.

A rimbalzo potremmo anche bastare nonostante qualche preoccupazione, specialmente se PJ Washington dalla panchina saprà imporsi subito mentre c’è curiosità per Bridges spostato in PF.

Fondamentalmente perdiamo in qualità, il punto interrogativo a questo punto, se non siete già proiettati verso il prossimo Draft è: “Ce la faranno i nostri eroi a compensare alle statistiche perdute?”

Direi che è una vibrante o sfibrante (fate voi) sfida ai numeri…