Game 20: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 110-107

Intro

L’eristica (l’arte di strumentalizzare un argomento portando l’interlocutore a credere ciò che è falso, irretendolo) oggi viene ampiamente utilizzata a livello mediatico.

Schiere di politici e accattoni da quattro soldi che per like acchiappa-denaro spandono odio sul web moltiplicheranno quelli che da dietro un monitor sfogheranno rabbia e frustrazione contro i soggetti più deboli, sbagliati o sconosciuti.

Indipendentemente dallo scopo i primi personaggi saranno sempre in debito con la verità mentre i fanatici 2.0, traslocatori di zero virgole, malediranno dannatamente la loro condizione senza migliorare la loro situazione.

Sarà che spesso le argomentazioni che individuano il loro fulcro nella narrazione, suggestione e adulazione sembrano più affascinanti di quelle che procedono per sillogismi ed ecco una spiegazione valida, pur parziale, al ripetersi costante e individuale di certi errori basati su valutazioni erronee.

A proposito di errori, Charlotte, prima di battere Detroit, ne ha commessi tanti, troppi difensivi, anche per pigrizia.

La non ricerca del perfezionamento ha condizionato la squadra che è tornata a difendere contro i Pistons, agevolati da un tipo di gioco più congeniale ai Calabroni.

C’è da scommettere però che dopo 8 vittorie consecutive di Charlotte nei confronti dei Pistoni, questi vorranno vincere in casa, per questo la voglia di rivalsa sarà il nemico più terribile della serata.

In fondo le cose che si ripetono sono piuttosto noiose ma parlando di Hornets farei un’eccezione per vincere un titolo una volta…

Analisi

Partiamo dal punto di vista di Detroit, otto L di fila contro Charlotte, ecco il perché dei fischi dei fan dei Pistons all’annuncio dello starting five Hornets.

Non deve essere affatto piacevole perder la nona partita di fila ma sul +8 a 5:25 dalla fine la Motown deve far un po’ di mea culpa, aggiungendo che se la squadra di Casey avesse segnato qualche libero in più avrebbe vinto il match, ma con i se e con i ma non si va avanti…

Il 10/20 dei Pistons pesa sull’esito del match.

Gli Hornets chiuderanno con un 11/15 dalla lunetta.

Partita non cattiva ma tirata con qualche scontro di gioco onesto, nella quale la buona mano del primo tempo lasciava sprazzi di lotta nel secondo con le squadre più affaticate.

Sulle frequenze del pace Pistons però Charlotte va a meraviglia riuscendo nel finale, grazie anche a un Biyombo radar, a bloccare gli attacchi dei Pistons all’interno del pitturato.

Charlotte la spuntava ancora, per un solo possesso, giungendo alla nona vittoria consecutiva su Detroit in una gara che ha avuto diversi saliscendi nel secondo tempo con le squadre quasi sempre punto a punto.

P.J. Washington dava una bella mano a Charlotte per recuperare il divario chiudendo con un 9/12 dal campo e 26 punti totali.

Riguardo alle statistiche di squadra i Pistons vincono a rimbalzo 37-45, negli assist 26-27 di misura come nelle percentuali dal campo con il 48,2% di Charlotte contro il 49,4% Pistons.

Pistons che tuttavia subiscono nelle stoppate un 6-4, commettono più TO (10-13), rimanendo inferiori nelle percentuali da tre punti con il buon 42,9% ma Charlotte trova un’altra serata magica da oltre l’arco facendo segnare un 50,0% (19/38), fattore determinante per la vittoria.

Alla fine gli Hornets pungeranno le Vipere (canotta chiaro omaggio con la doppia banda verticale alla Dodge Viper).

La partita

Starting five

Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo per Charlotte.

Bruce Brown (4 pt.), Kennard (21 pt.), Galloway (4 pt.), Griffin (17 pt.), Drummond (15 pt. +19 rimbalzi) per Detroit.

Dalla panchina la vera PG del team è Rose che chiuderà con 23 punti seguito dalla coppia Markieff Morris/Tony Snell con 9 pt. a testa.

1° quarto:

Partiva bene Charlotte che con le dribble penetration di Bridges e P.J. Washington muoveva la difesa di Detroit, i relativi scarichi finivano per trovare come terminale Rozier che dalla diagonale sinistra rilasciava i punti del 3-0.

Un aggancio nel traffico e l’appoggio di Biyombo sotto la tabella a sinistra valeva il 5-0.

Griffin pompava palla in area segnando sopra Bridges e Drummond con un tocchetto sopra l’anello correggeva il lancio per lui realizzando il 5-4.

Gli Hornets a 9:09 trovavano la seconda tripla dalla media destra, ancora con Rozier quindi toccava a Kennard far sfoggio dell’abilità nel tiro da fuori prima che Bridges in entrata diagonale usasse Biyombo come schermo per appoggiar di destro per appoggiare sull’azione successiva dopo aver visto Graham in entrata prendersi una stoppata.

Kennard realizzava la seconda bomba della serata (12-10) aiutando i Pistons a recuperare il pari dopo la stoppata di Biz su Kennard con la sfera che andando verso canestro favoriva Drummond per i due punti facili.

A 7:14 per un fallo su P.J. e gli Hornets si riportavano avanti, Drummond pareggiava ma a 6:38 nasceva una seconda possibilità per gli Hornets chiusa bene da un open di P.J. da tre da sinistra.

Rozier segnava in pull-up dal pitturato oltrepassando con la parabola Drummond ma Kennard da sinistra realizzava ancora da fuori per il 19-17.

A 5:36 Bridges infilava da tre scagliando la sfera in faccia a Griffin e Detroit dopo il time-out sfruttando ancora le capacità balistiche e la vena di Kennard rispondeva da fuori (4/4 per la guardia nel tiro da fuori) mentre Rose andando a recuperare due liberi mancava il pari per l’1/2 dalla lunetta.

A riportare Charlotte in fuga era Rozier che “pareggiava” i numeri di Kennard con un uno-due micidiale da fuori; il paio di frecce scagliate da oltre l’arco dall’ex Celtics valevano il 28-21 ma la sfida tra le due fazioni da oltre l’arco continuava con la balestra di Snell che da destra colpiva per il 28-24.

Griffin a 3:31 costringeva Rozier al secondo fallo riportando sul -2 Detroit che restituiva i due FT a Monk per il +4 CHA.

A 2:21 Morris da tre infilava il canestro ma dall’arco di Marvin Williams partiva il dardo avvelenato (il primo dopo 4 tentativi) che a 1:57 spostava il punteggio sul 33-29.

Drummond usava l’artiglieria pesante per provare a schiacciare piegando solo il ferro con la palla sputata fuori dal metallo, erroraccio perché da solo ma si rifaceva battendo Williams (usato come centro nella small-ball) poco dopo.

A 56.4 Graham entrava ne crunch time del periodo colpendo da tre ma Rose silurando da destra degli Hornets un po’ troppo molli segnava il 36-34.

Graham chiudeva il quarto con l’invenzione di un reverse layup stretto oltre Drummond mentre una decisa entrata di Rose procurava un two and one con la prima frazione a chiudersi sull’alto 38-37 anche per via dell’8/12 da tre Hornets e del 7/13 Pistons da oltre l’arco.

Rozier supera l’ex Wood. Foto: Carlos Osorio/AP

2° quarto:

C’era ancora nell’aria tanta energia da poter far sì che le squadre mantenessero buona precisione: P.J. partiva alla grande con l’hook dal bordo destro del pitturato con giro sul piede perno e con l’alzata cambiando angolazione su Wood dalla sinistra (42-37), Detroit invece commettendo un TO si auto-rallentava ma Mykhailiuk con un prezioso quanto difficile catch n’shoot dall’angolo destro sulla rimessa (marcato) ai 24 restituiva il -2 ai suoi.

Wood e Rose andavano a vuoto sulla stessa azione mentre a Graham bastava tracciare un lancio nell’aria per veder Bridges ancorarsi al ferro dondolando come un salice piangente al vento per l’alley-oop del 44-40 proprio in faccia ai tifosi Pistons, lui del Michigan.

Rose si procurava un altro two and one e quando Snell sganciava il masso che colpiva il fortino degli Hornets i Pistons si catapultavano per la prima volta avanti in serata (44-46 a 8:00 dall’intervallo).

Rozier mancava il primo tiro di serata, Wood il tiro da sotto e anche i due liberi per fallo di Williams (7:27), il quale faceva da intermediario per una triangolazione stretta tra il passaggio di Bridges dalla linea di fondo e il rimorchio di Biyombo per la dunk del pareggio.

Le mani di Bridges sulla penetrazione di Brown erano provvidenziali per aiutare a far scader i 24 secondi a Detroit mentre Rozier distanziandosi da Wood sparava ben staccato dalla linea bianca dell’arco per un 5/5 da tre…

Morris realizzava il -2 poi un TO Pistons ma ancora Snell era l’uomo giusto dalla distanza per mandar sopra Detroit (49-51).

Graham trovava aiuto dallo schermo di Biz per segnare un rapido tiro da fuori poi era Bridges a stoppare in area Griffin e sull’altro lato recuperare un lob destinato al fondo restituendo una palla sfruttata dalla jam di Biz a 4:17.

Kennard era beffato dal giro della spicchiata sull’anello glaciale ma caldo era Griffin che recuperando il rimbalzo convertiva in due punti.

Alley-oop di Drummond e Pistons nuovamente sopra (54-55) prima che un tap-in di Biz, solo, su errore da tre di Rozier in transizione valesse il contro-sorpasso.

Un doppio giro a vuoto dalla lunetta per Drummond e P.J. Washington lasciava il punteggio inalterato ma a violare il patto di non aggressione era Kennard che in entrata faceva secca la difesa di Borrego.

A pareggiare provvedeva Biyombo chiuso fallosamente da Drummond e Griffin.

½, quota 57 raggiunta poi il finale era di marca Hornets che allungavano con P.J. e l’appoggio in corsa e la tripla di Graham che vedeva i compagni schierarsi sulla linea di fondo prima di vedere l’uscita alta di Biyombo per lo schermo alto.

62-57 all’intervallo.

P.J. Washington sfida Drummond. Foto: Raj Metha da USA Today Sports

3° quarto:

Ancor prima che il cronometro iniziasse a correre un tecnico contro Detroit ampliava il gap tra i due team ma l’inizio era favorevole a Detroit che con due punti a testa di Brown e Drummond a 10:10 si portava sul 63-61.

Bridges in area trovava finalmente i primi due punti su azione ai quali replicava a 9:32 Griffin che mancando l’addizionale lasciava sul -2 i suoi.

Il vantaggio svaniva quando bastava a Drummond una spallata leggera su Biz per farsi largo per l’appoggio a destra, per fortuna il congolese riusciva a rimediare a un paio di errori dei compagni in attacco.

Griffin con uno spin e appoggio batteva due difensori, Brown con lo scoop plastico realizzava il 67-69, Miles replicava con l’open 3 ma un lancio lungo per la transizione di Griffin ed era subito 70-71.

Rozier e Griffin nella parte centrale del quarto esplodevano le loro cartucce da tre punti così come Monk che a 5:34 da tre punti realizzava il 76-74.

Snell non tratteneva un passaggio in angolo ma Monk in entrata andava a sbatter sul blocco rosso commettendo sfondamento.

Griffin a vuoto ma rimediava Drummond con il rimbalzo offensivo che generava il sorpasso per mano di Kennard da tre.

Griffin splittando dalla lunetta mandava sul +2 i suoi trasformato da un piazzato dall’angolo di Marvin nel -1 Pistons, poi Rose da due e P.J. dal post basso sinistro arrestandosi con il banker erano gli altri marcatori che alzavano il punteggio sull’81-80.

Morris dalla baseline sinistra colpiva ma a 1:20 P.J. Washington freddava con il crossover Drummond sulla linea dei tre punti per inarcarsi in bimane appesa e veleggiante sino al ferro.

Rose ribaltava il risultato ma Graham in entrata freddava Drummond di sinistro prima che lo stesso centro pervenisse al pari splittando due FT.

Biyombo conquista un rimbalzo tra le fiammeggianti divise dei Pistons. Foto: Carlos Osorio/AP.

4° quarto:

Qualcosa cambiava nel ritmo della gara e i Pistons si portavano rapidamente la massimo vantaggio (+4) con M. Morris e Wood (dunk su Williams per il secondo).

Marvin replicava dal corner sinistro me Rose dalla diagonale mancina lasciava partire l’open 3 sul buon giro pala d squadra.

88-92 e momento di difficoltà per Charlotte che trovava in P.J. l’inaspettato protagonista del finale: entrata a saltar Wood e Morris e con terzo tempo da triplista batteva in scoop la difesa conquistando anche il fallo per un gioco complessivo da tre punti (91-92).

Chiamata un po’ tirata degli arbitri quella a favore di Rose che si gettava fuori tempo massimo al tiro su Bridges in ingenuo close-out fuori dal cilindro.

½, recuperato da Monk che con il jump stop in area refrigerava la difesa dei Pistons.

Rose da due, Bridges dalla lunetta, alzavano sul 95 pari il punteggio ma poi Monk entrava in una brutta fase con un brutto passaggio, una stoppata presa da Drummond, una pessima gestione del possesso offensivo nuovamente con palla girata in ritardo sul lato sinistro anziché favorire Biz abbastanza libero vicino al ferro…

La cosa peggiore però la commetteva in difesa quando il gioco che si stava sviluppando sul lato sinistro era tenuto d’occhio dal Monaco dal bordo destro del pitturato.

Galloway sganciatosi in quell’angolo era il terminale designato e si vedeva a occhio che in quelle condizioni non avrebbe potuto tenere…

Ecco la tripla che rimbalzando sul primo ferro entrava beffardamente più il close-out maldestro con fallo.

Pistons sul nuovo +4 a 6:45 che tentavano di dar la spallata con due jumper dal mid-range di Kennard.

I tiri della guardia a segno raddoppiavano il vantaggio portando il Casey team sul 95-103 a 5:25 dal termine.

Sembrava finita la gara ma a 4:59 P.J. sulla pressione forte della difesa si alzava per far esplodere una tripla con poche possibilità per un gran canestro, Kennard mancava un layup transizione, Rozier la tripla sempre da contropiede ma avendo ancora un’occasione successiva in fuga riusciva a chiudere in reverse sfuggendo al recupero di Brown.

Griffin mancava a 3:13 la tripla e a 2:55 il passaggio sotto canestro di P.J. per Biyombo valeva un circus shot del congolese con Drummond saltatogli in spalla sulla finta.

Peccato per il libero addizionale mancato ma Charlotte sul 102-103 era rientrata in partita.

A 2:35 la bomba a destra di Rose su Batum rischiava di ammazzar la partita ma il passaggio per la tripla frontale di P.J. dimostrava che il rookie era in possesso di attributi.

Drummond in area restituiva una gomitata a Biz (quella di Biz in un’azione precedente era stata fatta in partenza per difendersi senza cattiveria, quella di Drummond in virata nel pitturato era più repentina e secca), in entrambi i casi nessun provvedimento arbitrale ma due TO.

Biz portando un blocco a Graham lasciava attardato Rose quel tanto che bastava per conceder la tripla a Graham che a 1:43 rimandava in vetta gli Hornets sul 108-106.

A 1:29 Biz decideva per il fallo sull’entrata aggressiva di Griffin che sbagliando il primo libero lasciava attardati di un punto i suoi.

Graham si perdeva in penetrazione oltre il fondo non trovando buona spaziatura ma Biyombo ci metteva la manona per stoppare Drummond nel pitturato salvando il risultato.

Sull’uscita dell’azione Griffin sembrava poter toccar per primo la sfera ma il gettar il cuore oltre l’ostacolo di P.J. consentiva l’aggancio della sfera con i due a contatto in una contro-rotazione galattica che sulla base dell’inerzia favoriva P.J. arrivando in corsa, meno statico.

La forza d’urto non era solo metaforica perché i Pistons erano costretti a commetter fallo con Kennard e Griffin a lamentar un fallo che non arrivava.

Due liberi glaciali di P.J. a :47.7.

Time-out e Detroit a far girar palla ma sul passaggio diretto verso l’angolo sinistro di Drummond l’inframezzo di P.J. valeva una steal e anche se Graham e Biyombo mancavano i tiri sull’ultima azione d’attacco Hornets, rimaneva poco a Detroit per concertar l’ultimo assalto.

Kennard tirava lungo su Biz che con un tap-out contrastato mandava oltre la linea di metà campo la sfera, Galloway la recuperava e sotto la minaccia di Rozier in close out faceva partire un tiro che sbatteva sui ferri rischiando di trascinare incredibilmente la gara al supplementare ma l’anello diceva no liberando l’urlo commisto tra paura e gioia del commentatore degli Hornets Collins sullo scampato pericolo.

Le pagelle

Terry Rozier: 7,5

23 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 8/15 con 6/9 da tre. Da fuori parte con un incredibile 5/5 poi ne sbaglia uno nel primo tempo ma anche se frenato nel secondo contribuisce alla vittoria alla fine con un reverse layup in fuga e andando a dar fastidio a Galloway sul tiro di metà campo che avrebbe anche potuto produrre la beffa. Bella la tripla trovando tempo e ritmo su Wood in pull-up dalla diagonale sinistra molto staccato dalla linea.

Devonte’ Graham: 7

16 pt., 1 rimbalzo, 8 assist, 2 stoppate. Big time negli ultimi minuti di alcuni quarti nonostante qualche esagerazione come tiri da tre presi ben oltre la linea e una palla persa accompagnandosi da solo oltre la linea di fondo nell’ultimo quarto, tuttavia ci da un vantaggio di 5 a fine primo tempo e sorpassa con la tripla decisiva Detroit nel finale. Aggiungiamoci anche due stoppate e una buona chiusura sulla sua sinistra contro Griffin nel finale che porterà P.J. all’intercetto sugli sviluppi dell’azione. Favorito da Drummond che non è uno stoppatore in rapporto ai mezzi che ha, lo riesce a freddare un paio di volte anche da sotto il tabellone. Un paio di TO con 6/14 dal campo ma fa 4/7 da tre punti…

Miles Bridges: 7

16 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 6/13 dal campo con un -13 in plus/minus. In attacco spara diverse cartucce nella sua terra natia. Mostra di saper schiacciare ma questo lo sapevamo, il tempismo per un bell’alley-oop modello salice al vento c’è e l’iniziativa in appoggio è apprezzabile. Contribuisce con due stoppate in difesa. Zero TO.

P.J. Washington: 8,5

26 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 4 rubate. 9/12 dal campo e un immacolato 3/3 da oltre l’arco. Aggressivo da subito diventa un fattore determinante nel secondo tempo, soprattutto nel crunch time quando levita sino a spandersi in attacco e difesa buttando fuori dalla gara i Pistons. Una tripla micidiale sotto pressione sul -8 nel momento più duro della gara, steal micidiali come quella nel finale sul passaggio di Drummond (ottimo posizionamento) e quella su Griffin condita da due glaciali importantissimi tiri liberi ma prima ancora mostra uno scoop in entrata subendo anche fallo e un’esaltante dunk veleggiata inarcandosi per la bimane da foto. Gran prestazione in serata, fa bene Borrego a lasciarlo sul parquet negli ultimi minuti.

Bismack Biyombo: 8

13 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Se l’occasione fa l’uomo ladro, Biyombo potrebbe essere un “mariuolo” congolese. Sta mostrando che sa difender meglio di Zeller e diventa determinante in certi finali. I Pistons sono nelle sue corde e si vede quando con la sinistra blocca Drummond nel finale. Spende solo due falli questa sera egli va anche bene nel finale quando Griffin manca un FT lasciando su -1 i suoi. Porta ottimi blocchi che Graham sfrutta. Chiude con 6/12 dal campo e un circus shot sul n° 0 avversario, fondamentale anche se poi andrà a fallire il libero (1/3), tallone d’Achille. Se non può esser dominante, limita molto certi attacchi avversari.

Malik Monk: 4,5

7 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 2/6 dal campo, 2 TO, -3. Mostra alcuni buoni movimenti come il jump stop in area con il quale gela la difesa di Casey ma nell’ultimo quarto commette due TO, si fa stoppare da Drummond e fa fallo su Galloway lasciato da lui a km di distanza, aggravando la posizione con il fallo sul close-out e relativa giocata da 4 punti dell’avversario. Disastroso nel momento decisivo e scostante, per fortuna i compagni recuperano.

Nicolas Batum: 5

0 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 0/3 dal campo. Fossimo stati in altri contesti ed epoche storiche rischierebbe il linciaggio, quello mediatico di oggi è pesante ma lui non fa molto per evitarlo. Torna a giocare staticamente e in 26:44 riesce a fornire solo un paio d’assist e a catturar qualche rimbalzo chiudendo a zero punti. Ormai dovrebbero aver capito tutti che non è uno scorer primario e non gli si chiede di segnar 20 punti a gara ma di migliorar la squadra arrivando a metter qualche tiro ma soprattutto di essere aggressivo. Sarebbe da 4,5 ma il voto si alza perché riesce a dar fastidio un paio di volte a Kennard che mancherà un easy layup e un tiro nel finale.

Marvin Williams: 6

9 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 3/8 FG che praticamente è tutto da tre perché l’unico tiro preso da dentro l’arco è una patata bollente, un floater da marcato scaricato da lontano ai 24 secondi senza particolari colpe. Dagli angoli trova canestri importanti, altri li sbaglia e in difesa commette tre falli non risultando sempre perfetto anche perché se lo lasci contro Drummond non fa testo. Commette un fallo onesto su Griffin e nel complesso una prestazione che porta punti preziosi ma non troppo aggressiva.

Coach James Borrego: 6,5

Utilizza solo otto elementi del roster affaticandoli un po’ ma il rodaggio nel minutaggio più alto concesso viene buono nel finale quando i Calabroni ritrovano fiducia, punti e difesa. Nulla di particolare da segnalare contro in una gara che fa vedere anche qualche buona giocata di squadra in attacco oltre alle iniziative personali dei singoli. P.J., Miles, Williams trovano passaggi che liberano tiratori da fuori o giocatori che da sotto hanno spazio. La difesa nel primo tempo ha qualche sprazzo di lassismo ma chiude meglio nel secondo.

Game 19: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 102-101

Intro

Pareidolia

James Borrego e la pareidolia applicata.

Avete mai dato un senso a qualcosa che avete osservato che in realtà non ne aveva?

In genere si parla di fasmate (forme delle nuvole) o di strane forme su pianeti alieni che potrebbero ricordare un volto o degli animali.

Sembrerebbe essere un fenomeno istintivo che porta l’essere umano ad associare una forma amorfa a qualcosa di conosciuto, una persona, un albero o un oggetto di senso compiuto e concreto.

C’è chi ritiene che questa capacità sia dovuta all’evoluzione, quando l’uomo era preda e anche avendo pochi indizi poteva riconoscere segnali di pericolo eventualmente lasciati da un predatore mimetizzato nei paraggi.

A proposito di sensazioni, non ne ho di positive ultimamente, le cinque sconfitte consecutive in fila sono state piuttosto nette (Chicago con almeno tre episodi pesanti a sfavore per colpa della terna) ma anche con i Bulls sono emersi pesantemente i difetti di una squadra troppo fragile in difesa.

Borrego con l’inserimento di Graham in quintetto, a furor di popolo, ha sensibilmente migliorato la fase offensiva, ma ha squilibrato quella difensiva.

L’attitudine a giocare con due PG è prerogativa di squadre che hanno difensori forti a supportarle o dei rim protector decenti.

Charlotte non ha nulla di tutto ciò e nella partita a scacchi con gli altri team, basta che vengano fatte un paio di mosse sulla scacchiera per prender lo Scacco Matto che sia di tripla da alfiere, da torre sotto canestro o da un cavallo (logo dei Pistons anni ’90) in penetrazione.

A proposito di old Pistons e scacchi…

Inesperienza, mancanza di cm e una visione troppo improntata sull’offesa del coach ci hanno riportato nella nostra dimensione dopo l’inaspettato 6-7 iniziale.

Che tipo di equilibrio abbia visto in questo quintetto con il giovane P.J. inserito tra gli starter (nuovamente) ad acuire le lacune difensive, è mistero.

Borrego ripete sempre la stessa formazione senza provare a miscelare la soluzione, in fondo sa che se arrivassero troppe W, Charlotte non avrebbe buone possibilità di scelta al Draft.

Non so se gli Hornets riusciranno a batter Detroit nuovamente, certo, la Motor City nelle ultime 7 sfide è stata medicina per Charlotte ma a prescindere dall’esito della sfida, Borrego e lo staff tecnico se vogliono vincer qualche partita devono lavorare molto sull’aspetto difensivo, totalmente insoddisfacente.

Intanto i fan degli Hornets soffrono di pareidolia metaforica perché pensavano fosse amore invece è un (business) calesse (semicit. Massimo Troisi) perché come ha scritto qualcuno, con il salary cap non si vincono le partite…

Analisi

Borrego aveva avvertito i suoi prima della gara per quanto riguarda l’impegno difensivo.

Dopo almeno cinque partite con difese orrende, soprattutto sulla zona più delicata del basket moderno (quella dei tre punti), gli Hornets sono tornati a difendere contrastando i tiri avversari.

Raramente si sono visti open clamorosi da quelle parti, inoltre il ritmo offensivo di Detroit favorisce Charlotte e le giocate dentro per Griffin e Drummond che pur hanno prodotto effetti per gli ospiti, sono state limitate da un centro fisico come Biyombo e dall’aiuto dei compagni.

La gara è stata piuttosto equilibrata e punto a punto, gli Hornets hanno sperato di non terminarla con il solito pathos e cuore in gola quando sul 90-82 sembrava potessero per una volta risparmiarsi qualche sofferenza.

Da una tripla di Rozier a 2:08 dalla fine gli Hornets resistevano incassando il massimo consentito, uno 0-5 (tripla di Griffin per il 102-101) che portava Charlotte all’ultima azione mal gestita da Graham.

Detroit con una dozzina di second si vedeva toccare fuori la palla da Biyombo, poi era Batum a spender un fallo intelligente su Rose in fuga (1° negli ultimi due minuti e nessun FT), quindi nei :07.9 rimanenti Rose in possesso di palla tergiversava troppo e lo scarico per Kennard risultando tardivo (tiro comunque fallito) salvava gli Hornets da una nuova possibile sconfitta.

Charlotte interrompe le 5 sconfitte consecutive battendo Detroit per l’ottava volta di fila anche se non è bello che le partite finiscano sempre allo stesso modo in una serie, meglio una W che una L.

A rimbalzo vincono i Pistons 41-46 grazie ai 21 di Drummond, al tiro anche perché Charlotte chiude con il 44,3% dal campo e un misero 23,3% da tre, Detroit tira con il 46,6% e il 31,3% da oltre l’arco (molto meglio per Charlotte rispetto alle gare precedenti), gli assist invece saranno favorevoli alla squadra di Borrego con un 27-23 così come le stoppate sul 7-2 (Drummond fa segnar 0 in casella…) e anche i FT sono per Charlotte con un 17/20(85,0%) contro il 9/15 (60%) di Detroit.

Da segnalare i TO, Detroit ne commette pochi: 8, ma Charlotte è straordinaria commettendone solo uno nel primo tempo e chiudendo a tre in tutta la gara, per una squadra con grossi problemi in questo senso la prestazione in questo particolare campo è doppiamente sorprendente.

La partita

Starting five

Detroit recuperava Snell in dubbio ma il quintetto era composto da: B. Brown (8 pt.), Kennard (16 pt.), Galloway (10 pt.), Griffin (26 pt.) e Drummond (14 pt. + 21 rimbalzi).

In panchina l’unico in doppia cifra sarà Rose a chiuder con 13 pt. e 8 assist.

Charlotte era costretta a lasciar per infortunio fuori Zeller (una fortuna) e si schierava con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo.

1° quarto:

Sul lancio della palla a due al posto di Zeller infortunato si presentava Biyombo che tuttavia cedeva a Drummond, il quale però era pescato inusualmente, per esser una prima azione, per più di 3 secondi in area.

Charlotte segnava tre FT con Rozier a 11:15 (tocco di Brown sul suo tiro dalla diagonale sinistra a 11.15) catapultandosi in transizione e colpendo nuovamente dalla stessa posizione per mano di Graham con tripla diretta per il 6-0.

Passavano pochi secondi e Griffin replicava toccato da P.J. per una giocata complessiva da tre punti.

Si andava avanti di tre con una triangolazione partita da P.J. al centro dell’area, passaggio verso Graham che in corsa mandava con tocco volante la sfera nell’angolo sinistro da dove la tripla di Rozier in catch n’ shoot produceva il 9-3.

Viola che non sprecavano nulle e Biz in gancetto costringeva Casey al time-out sull’11-3 a 9:16.

Brown su assist dal fondo si lanciava per una bimane al ferro, dall’altra parte P.J. scontrandosi con Kennard dalle parti del ferro, proveniente dalla baseline, aveva la forza per continuare il movimento chiudendo in reverse layup ma Griffin da sotto replicava per il 13-7.

Biz si allungava a fatica con il sinistro appoggiando appena dentro prima della sua caduta poi a 7:56 Borrego usava la sirena verde per un fallo veniale di P.J. accennato su Griffin che confermato valeva all’ex Veliero due FT.

Un punto ricavato e Graham, dopo il 5/5 di Charlotte al tiro mancava dalla media la conclusione così Drummond dall’altra parte da sotto prendeva il rimbalzo per un two and one a 7:09.

Bridges in corsa superava Kennard con il tocco al vetro, Galloway rispondeva con due punti da sotto ma ancora Bridges, battendo sulla linea di fondo destra Griffin, andava a chiuder in reverse layup anticipando la chiusura di Drummond che dall’altra parte guadagnava ancora FT (2) mettendone uno.

A 5.41, il tocco artistico dal bordo sinistro in semigancio fluttuante del congolese valeva tre punti per il tocco del n° 0 avversario (22-14) e un Bridges ispirato aggiungendo tre punti dal corner destro mandava i Calabroni sul +11.

Bastava poco per rovinare tutto perché Kennard segnava da tre e Griffin aggiungeva due punti inaugurando la rimonta continuata con due FT di Kennard per il 7-0 di parziale.

La corsa di Detroit era bloccata da un tap-in di Williams in anticipo su Biz.

Kennard e Williams ne aggiungevano due a testa ma Detroit correndo nel finale tornava a -2 con l’appoggio di Rose e anche se Batum, guadagnando i primi liberi stagionali respingeva sul -4 gli ospiti, Rose approfittava di un Willy in formato Telepass per il nuovo -2 per favorire il sorpasso, iconico.

Classica tripla subita: lato destro, scarico su Mykhailiuk e bomba del 2 31-32 che resisteva sino alla fine del quarto.

Rozier tra Kennard e Rose. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Batum servito nel pitturato schiacciava a una mano (prima dunk della stagione) m M. Morris da destra riportava avanti i bianchi che tuttavia subivano il pareggio di un avventuroso Bridges.

Rose in entrata approfittava della difesa di Charlotte e Wood segnando subiva anche fallo dal nostro centro spagnolo.

Fortunatamente l’ex mancava il libero e gli Hornets tornavano sul -2 anche se sul tiro (da rivedere) il sospetto che Batum staccasse sulla finta entrambi i piedi dal parquet, c’è.

Era ancora il transalpino a trovare il pari ma i Pistons segnando con Galloway 6 punti di fila (due canestri, il secondo da tre punti con addizionale per netta spinta di Martin sul close-out) si lanciavano sul 39-45.

Il numero 5 di Charlotte in attacco continuava a produrre e con un po’ di esperienza e furbizia entrando in contatto con Mykhailiuk guadagnava tre FT che trasformava.

Williams ci riavvicinava, Wood rispondeva dalla media baseline destra ma l’entrata con spin di Bridges e tocco sopra Wood era un invenzione che, unita al fing and roll in transizione di Biyombo nel traffico, costituiva il nuovo -1 per Charlotte (48-49) che entrava in una fase di tiri sbagliati così come Detroit.

Finivano per allungare i Pistons con una put-back dunk di Drummond e con Griffin che correggendo in tap-in (il secondo) mostravano le solite problematiche della squadra della North Carolina.

Batum nel pitturato avversario agganciava un rimbalzo e metteva dentro sorprendentemente, poi per un fallo contestato da Borrego a 2:24, il coach degli Hornets per proteste era vittima di un tecnico fallito da Kennard.

A ogni modo si presentava in lunetta Griffin per il precedente scontro con Williams, controverso almeno per quanto riguarda la shooting motion.

2/2 per il 50-55, risposta di Biyombo in appoggio, tripla di Kennard a :34.1 e risposta di Graham a :12.8 da fuori portava verso la fine del quarto ritoccato da una dunk di Drummond a :01.4 per un tondo 55-60.

Si torna leggermente a sorridere in casa Hornets anche se le Honey Bees, per lavoro, pur piacevole, l’hanno di default.

3° quarto:

Charlotte rientrava bene sul parquet dopo l’intervallo producendo un 10-0 di parziale.

P.J. in entrata con un tocco su Kennard per un two and one, Graham da sotto, Biz lanciatissimo da un bound pass verticale pompato da Bridges con successiva stoppatona sul fronte difensivo di Biyombo sul floater di Galloway all’apice della propria parabola e una tripla di Rozier a 10:20 che sfruttava il momento on-fire di Charlotte davano a 10:20 il +5 (65-60).

Time-out per Casey che al rientro era accontentato da Brown in entrata con due punti per romper il parziale.

A 9:50 P.J. appoggiava, dopo di che Griffin in gancetto ne aggiungeva due per i Pistoni ma Bridges, unico starter a mancare all’appello nelle realizzazioni in questo avvio, provvedeva imitando il Grifone.

Galloway giocando un hand-off con Drummond mostrava le qualità da tiratore piazzando il tiro dalla media per il 69-66, quindi toccava al centro avversario con 4 punti di seguito trascinare Detroit sul +1 (69-70).

Graham a 7:16 sfruttava il cambio dovuto alla schermatura slittando sulla sinistra con un rapido tre su Griffin per il 72-70.

Il pareggio arrivava per mano di Rose ma Batum mandava Bridges dentro dove il suo tocco al vetro produceva il tocco di Drummond per il goaltending del 74-72.

A ribaltare la partita ci pensava Griffin che non avendo ancora centrato un tiro da tre, ne indovinava due in fila per portare lo schermo-alveare sul 74-78.

Kennard mandava in scena il secondo air-ball perché gli Hornets almeno contrastavano i tiri e Biyombo (2:41) pareggiava in schiacciata grazie all’ottima linea di passaggio trovata da Graham, Rose al volo correggeva un errore al tiro dei compagni ma P.J. faceva tornare in equilibrio la sfida con una dunk dirompente a una mano a 1.20 (80-80).

Monk per P.J. in corsa e gli Hornets tornavano avanti rimanendoci perché Drummond mancava due liberi.

Un floater di Graham a :19.1e due FT di Malik in bonus a :04.8 servivano a Charlotte per allontanarsi sull’86-80.

Batum, uno dei migliori in serata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Morris cominciava il quarto rifilandoci una mazzata a una mano tremenda ma sull’altro fronte il lob liftato di Graham era invitantissimo per P.J. che pur trattenuto da Wood lo stroncava posterizzandolo in alley-oop.

Mancato il libero P.J. tornava protagonista stoppando Rose sotto il canestro anche se era più l’ex Bull, cercando l’acrobazia, a tirar addosso al braccio di Washington, mentre sull’altro fronte la nostra ala grande beneficiando di un flash pass di Monk tornava a distruggere il metallo circolare per il 90-82.

A 9:30 loschi presagi allo Spectrum Center: Rose da 3 con l’open da destra catapultava il -5, ma ancora Rose faceva nascer involontariamente una transizione poiché Batum in aiuto a P.J. stoppava nuovamente il piccolo e sul ribaltamento altro sweet pass galleggiante di Graham per Monk che dipingendo l’arte di volare afferrava la sfera per chiudere il ciclo virtuoso artistico.

Brown in area, P.J. dalla lunetta e Kennard da due erano scambi da scaramuccia, a a 7:24 P.J. sembrava poter colpire il bersaglio grande sul giro palla di Charlotte ma la tripla in un primo momento data per buona, era annullata per una frazione di secondo di troppo.

Si rimaneva sul 94-89, punteggio ritoccato da Brown in entrata di forza chiusa con il floater riuscendo a non perder equilibrio.

A 5:39 uno dei tanti episodi dubbi (da una parte e dall’altra), questa volta era Biz a prendere un rimbalzo offensivo e a venir toccato.

Due liberi dei quali uno cadendo dentro la retina diverrà fondamentale nel finale.

A 4:11 Griffin segnava ancora da tre riportando sul -1 la Motown.

Graham percorrendo la linea di fondo passava l’anello per segnare in appoggio rovesciato, Drummond metteva dentro ma spingendo Batum vedendosi annullare un canestro come poco prima quando ancorandosi al corpo di Biyombo con il braccio non in palleggio era punito dalla terna.

Biz a 3:11 andando a rimbalzo segnava in tap-in pur contrastato, Drummond conquistava un rimbalzo offensiva e in mischia era impressionante mettendo dentro di forza.

Rozier si inventava l’entrata contro Drummond ma il tocco era un lancio nel vuoto, nettamente influenzato da Drummond, Detroit usciva lenta proprio con il centro in palleggio e il nostro numero 3 si rifaceva compiendo una steal che porterà sugli sviluppi dell’azione a provare una tripla che l’ex Celtics infilerà per il 102-96 a 2:08.

Da qui in poi era solo resistenza per i Calabroni che subivano due punti di Kennard in area, resistevano a Rose (ancora Batum in stoppata) ma cedevano alla tripla di Grifin su Batum.

102-101.

Attacco incartato degli Hornets sull’ultima azione con Graham fermo spalle a canestro e un tocco verso Biz che rischiava di procurare una transizione, il tiro finale di P.J. non andava bene e Charlotte si trovava a difendere a una dozzina di secondi dalla fine.

Sulla rimessa Biz generosamente si allungava per tentar di rubar palla a Griffin ma faceva perdere “solamente” un paio di secondi agli avversari con palla in rimessa laterale.

Un fallo di Batum su Rose lanciato era buono perché il primo negli ultimi due minuti e non commesso sul tiro.

Sull’ultima azione la palla era affidata a Rose che tergiversando troppo, alla fine in penetrazione (chiuso da Biyombo) scaricava tardivamente a Kennard, il quale mancava il tiro dalla media linea di fondo, comunque dopo la luce rossa e Charlotte portava a casa l’ottava W consecutiva contro i Pistons.

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

12 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 3/11 (3/6 da fuori). Parte bene segnando una tripla e un catch n’shoot da tre, poi non combina molto sino al finale (bene da fuori dove segna tutti i suoi punti eccetto i liberi procurati su un tentativo da fuori, in entrata si fa troppo indfluenzare) quando sbaglia un paio di tiri (anche lui ha una gestione troppo fantasiosa dei possessi importanti) ma su uno di questi ruba palla a Drummond e sugli sviluppi dell’azione segna la tripla cuscinetto che ci permette di vincer la partita.

Devonte’ Graham: 7,5

16 pt., 7 rimbalzi, 15 assist. 6/15 FG (3/6 da fuori). Partiamo dalle note negative meno evidenti: ha bisogno di tener di più sul perimetro. Se l’avversario lo batte facilmente dietro la difesa si apre come il biblico Mar Rosso e si soffre. Gestione ultimo possesso approssimativa bloccando il palleggio con passaggio floscio per Biz a rischio cattura. Davanti, ancor prima dei 16 punti (bene da tre), in media in questo inizio stagione, con alcuni buoni canestri nel finale è l’assist il marchio di fabbrica. 15 assist per una consistente doppia doppia… Fantastico quello volante sulla triangolazione che da P.J. portava la sfera in angolo per la freccia avvelenata di Rozier in avvio ma ve ne sarebbero altri da commentare, tutti di qualità con visioni anticipate o linee di passaggio e tempismo perfetto.

Miles Bridges: 7

15 pt. 6 rimbalzi, 3 assist. 7/14 FG (1/6 da fuori). Una bella spinta per Charlotte che con i suoi attacchi rapidi al ferro chiusi in buono stile e coordinazione (splendido lo spin e l’alzata su Wood) vive un discreto primo tempo e si fa aiutare a inizio secondo quarto con un assist stupendo per Biyombo e da un suo gancetto. Finalmente non si perde nelle nebbie difensive di Charlotte prendendo anche un numero accettabile di rimbalzi. Peccato che da fuori non ci sia.

P.J. Washington: 7,5

17 pt., 5 rimbalzi, 2 stoppate. Finalmente si rivede il P.J. dell’esordio. Non tanto per le triple (finirà con 0/2) ma perché ci crede e va a buttarsi spesso dentro chiudendo con un 7/11 dal campo. Il messaggio di Borrego di darsi una svegliata arriva anche e soprattutto a lui che piazza due stoppate e spende 4 falli.

Bismack Biyombo: 8

19 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate (8/11 FG). La fortuna di Charlotte in serata. Out Zeller, Biz garantisce più difesa di qualità grazie al suo fisico. A parte qualche errore con quei tiri dal pitturato in allungo a una mano contribuisce pesantemente a fermare le folate avversarie e a limitare i lunghi sebbene perda la battaglia a rimbalzo ma vada a vincere quella dei punti e delle stoppate. Ottima chiusura anche sull’ultima azione e sa rollare dentro bene con tempismo, vedi assist di Graham schiacciato a anche quello si Bridges.

Marvin Williams: 6

6 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata. 0/3 da fuori. Mostra ancora il suo gioco spalle a canestro portando il piccolo in area per batterlo (Rose in questo caso) ma fa cilecca da fuori. Bene in difesa a rimbalzo, qualche chiusura non è eccelsa però.

Nicolas Batum: 8

13 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 4/7 al tiro e 5/5 ai liberi. Finalmente una gara senza il fraintendimento che debba giocare da fermo. Vederlo “sbattersi” correndo su e giù per il campo vedendolo tagliare anche in area produce i suoi effetti. Segna i primi liberi della stagione, mette la prima schiacciata, cattura un rimbalzo offensivo e lo converte in schiacciata ma poi va in raddoppio spesse volte con velocità e tempismo aiutando molto in difesa e chiude con tre stoppate, una molto utile su Rose nel finale. Colpo di genio il fallo innocuo su Rose a sette secondi dalla fine quando ai bordi del pitturato erano rimasti due Hornets spaesati e l’ex Timberwolves solo in corsa. Sembra un giocatore rigenerato, speriamo non sia un episodio visto che Borrego lo schiera, potrebbe essere finalmente il giocatore che dovrebbe essere.

Cody Martin: 5

0 pt., 1 assist. Gioca 5:01 prendendosi un tiro che sembra aver smarrito. Finirà con uno 0/3 dal campo tentando una tripla vistosamente accelerata quando avrebbe potuto costruirla più lentamente visto lo spazio. Un fallo su Galloway in close-out che consegna all’avversario 4 pt. in una sola azione.

Malik Monk: 6

4 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. 2/2 ai liberi, 0/4 da tre. Gioca ugualmente anche se con una sindattilia alla mano sinistra. Tira male e gli Hornets ne soffrono, è comunque un habitué della stratosfera poiché su assist di Graham anche in serata va a chiudere una transizione in alley-oop degna del miglior Shawn Kemp. Peccato poi che a parte un paio di assist (uno flash in no look molto bello e utile) non combini molto.

Willy Hernangomez: 4,5

0 pt., 2 rimbalzi. 0/3 con una stoppata presa e 0/7 in plus/minus in 6:18.. Entra per dar respiro a Biz ma poi quando esce non rientra più anche perché a parte i rimbalzi non tiene nettamente. Regalando anche un fallo. Il fisico contro giocatori più massicci non aiuta ma far meglio di questa prestazione brutta si può.

Coach James Borrego: 6,5

Lascia in campo gli stessi soliti giocatori ma cambia qualcosa negli schemi: Batum è più mobile e la strigliata rende più attivala squadra che questa volta, pur rischiando molto, non si fa beffare in una sfida alla portata. Da il tempo giusto ai giocatori anche se MKG sembra non far più parte del progetto.

Game 18: Charlotte Hornets @ Miami Heat 100-117

Intro

Partita senza importanza nel two day after.

C’era una volta lo spirito critico,

quello che oggi viene scambiato per inutile, inappropriato e sterile mugugno: quelli che si lamentano del costo di un centesimo del sacchetto della frutta, dei tempi di attesa a una cassa, della mela troppo verde, troppo gialla, troppo rossa, con la cellulite, incerata o con la buccia brutta.

No, niente di tutto ciò, la pubblicità e l’indottrinamento hanno fuso la materia grigia delle persone che non si interrogano più su ciò che è reale sulla base dei fatti conoscibili e verificati.

“Ad andare bene” si giudica per partito preso (mai più appropriata fu la figura politica) e in Another Brick in the Wall dei Pink Floyd la strofa: “Non abbiamo bisogno di controllo del pensiero” pare un monito sbiadito di fronte agli schermi che elogiano l’eroe.

Esempio ne è stato il finale pirotecnico dell’ultima partita tra Charlotte e Chicago.

L’esaltazione di LaVine, ottimo giocatore (discontinuo) che avrei visto bene a Charlotte già dai tempi di Minneapolis senza nemmeno infilare una doverosa parentesi su come ha preso il possesso della sfera sull’ultima azione (nulla da togliere a lui) da chi si occupa di sport o crede di occuparsene e non di un giornale che si occupa di altro scrivendo un trafiletto spoglio, è l’ennesima riprova che viviamo nell’era del clickbait, non solo da parte di chi è sconosciuto e fa pseudo-informazione, magari un piccolo con poca conoscenza in materia, ma anche da parte dei colossi, soprattutto da parte loro.

Tralasciamo gli arbitri che sono stipendiati da una lega che ormai ha un motto del tipo:

“Now, what happens?”, creando finali ricchi di pathos, surrogati artificiali del bisogno di emozioni.

L’etica è morta e allargando il campo, per ragion di Stato va bene anche vendere le armi sebbene queste causino morti, l’importante è che si usino lontano da noi, il mercato miete vittime falciando l’orizzonte di senso in nome di astratti numeri, è comodo parlare di immigrati e stranieri come massa totalizzante nella sua percentuale in caso di femminicidio quando questi per definizione è evidentemente attribuito al 100% agli uomini, spesso compagni o ex, italiani.

Non si cerca più oggi, il panta rei è più veloce, la società scorre via veloce senza saper bene dove andare e dove indirizzarsi, spinta per omologazione al bisogno di altri e la gara a Miami dopo aver visto gli arbitri (affascinati da LaVine o probabilmente volevano vedere che sarebbe successo creando uno spot per la NBA in caso di canestro) non chiamar fallo sull’ultimo possesso di Graham si trasforma in un’inutile passeggiata, probabilmente perdente, dalla quale ricavare come unica cosa positiva la possibilità di aumentare le probabilità alla lottery.

Non so se l’anno prossimo proseguirò questo volo con i Calabroni perché vedere certi spettacoli arbitrali ti fa disinnamorare, da sport a spot è un attimo per questo le pagelle verteranno su personaggi fantozziani poiché Villaggio, anche se molti non se ne sono ancora accorti, faceva satira sociale su usi e costumi delle nostre parti benché qualcuno non se ne sia ancora accorto.

Analisi

Gara già di partenza senza speranze (Miami imbattuta in casa sul 6-0 e sul 5-0 contro squadre sotto i .500), quella giocabile era la precedente.

Gli Hornets si lanciano bene sul 7-0 rapido ma in breve tempo è già 10-12.

Si fatica a tenere il passo perché Miami prima trova un ispirato Butler e poi piovono triple (giocatori con singola specificità o discreti diventano fenomeni (vedi Nunn con 5/6 da tre), tanto che nel secondo quarto Miami si allontana decisamente con un 12-3 run (favorito da un doppio possesso da 6-0 tra la tripla di Nunn, il fallo e due di Herro) per un -15 a 5:42 e anche se gli Hornets chiuderanno sul -11 il primo tempo non ci sarà più gara.

Heat al 12/22 da tre nei primi 24 minuti con 23 rimbalzi contro i 17 Hornets e 11/11 ai liberi.

Solo steal e TO vanno bene per Charlotte (13-18 i TO e 11-9 le rubate, per il resto Miami vince nettamente a rimbalzo 49-35, negli assist 29-25 e tira meglio (51,9% dal campo contro il 41,4% di Charlotte finendo con il 41,9% da tre contro il misero 27,3% dei teal) anche dalla lunetta con l’88,5% (24/28) contro il 76,0% degli Hornets (19/25).

La partita

Starting five

Hornets con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Cody Zeller.

Heat in risposta con Nunn 19 pt. (5/6 da tre), Duncan Robinson (6 pt.), Butler (21 pt.), Adebayo (21 pt. +13 rimbalzi), Leonard (4 pt.). Dalla panchina Olynyk chiuderà con 15 pt. e 16 rimbalzi e Herro con 18 punti.

1° quarto:

Inizio veloce e aggressivo da parte delle due squadre con partenza lampo degli Hornets bravi a portarsi sul 7-0 con una dunk in corsa di Zeller (11:43) su bel passaggio tagliato in pick and roll con Graham, tripla di Bridges (11:17) e banker di Rozier a 10:52.

A 10:25 Miami allo scadere dei 24 trovava il primo canestro con Butler e a 10:07 il secondo con la tripla di Nunn (7-5).

A 9:24 dalla diagonale sinistra era Rozier a regalar tre punti a Charlotte ma un controparziale di 0-7 iniziato con un pull-up di Adebayo e chiuso con un 2+1 dallo stesso centro a 7:56 portava avanti Miami per la prima volta in serata.

Zeller a 7:38 schiacciava nuovamente trovando il pari a quota 12, Graham con il pull-up dalla media distanza a destra ci portava avanti ma bastava la seconda tripla degli Heat a riconsegnare il vantaggio alla squadra di Spolestra che con Butler a 6:10 allungava dal pitturato costringendo Borrego al break.

P.J. in entrata era aiutato a rimbalzo e correggendo sé stesso in entrata ci riportava a -1 ma la difesa non riusciva a fermare gli attacchi avversari e l’incursione di Butler con tocco sopra Miles da sotto il ferro (in foto) ci distanziava prima che Rozier ad elastico andasse a sx in salto ad appoggiare oltre il corpo di Adebayo.

Robinson colpiva da tre da sinistra ma Rozier raddoppiato, una volta caduto a terra riusciva a fornire l’allungo per la dunk di Biyombo.

Un fallo su Butler e l’ex Bulls allungava di due dalla lunetta, Adebayo commetteva a rimbalzo fallo su Biz mandando la palla dentro per mano del congolese ma l’interferenza era punita, tuttavia la tripla di Herro a 2:53 faceva precipitare Charlotte sul 20-27 con Borrego al secondo time-out.

Malik con un’entrata senza resistenza e Biz da sotto mangiavano un paio di punti (24-29), poi Herro prendeva velocemente il secondo fallo a favore, questa volta sul tiro (ancora Monk sulle sue piste a tener difficilmente) e per recuperare serviva un assist di Graham per un veloce catch n’shoot 3 di Batum dalla destra (27-31).

Silva, toccato da Biyombo sul possibile layup, andava in lunetta e il 2/2 portava sul 7/7 Miami, i punti di vantaggio su Charlotte sul -6 (27-33) prima chanche Charlotte guadagnasse i primi due FT, opera del lancio di Batum su rimessa con Monk che decollando dalla baseline sinistra subiva fallo da Herro per non esser posterizzato in alley-oop.

2/2 ma Robinson dimenticato nella zona franca del campo degli Hornets (l’angolo) realizzava il 29-36 prima che Graham con due liberi chiudesse il quarto sul 31-36.

Butler batte Bridges nel primo quarto. Foto: Jasen Vinlove/USA Today

2° quarto:

Se nella prima frazione era stato difficile mantenere il passo della squadra della Florida, nel secondo periodo diventava impossibile anche perché la difesa più soft non conrastava adeguatamente il tiro: Dragic realizzava subito due punti, Williams a 10:30 ne recuperava 3 su un extra pass di Batum (34-38) ma Charlotte girava lenta sulla second chance di Miami composta da passaggi sull’esterno e Herro da fronte a canestro con spazio non perdonava.

Batum mandava (passaggio dalla linea di fondo alla parte alta del pitturato) Biyombo a svitarsi in traffico per l’appoggio ma a 9:16 Olynyk tirava la striscia biancorossa con scritto do not cross the line oltre l’arco visto che Charlotte prendeva un’altra tripla con Miami al 58% da oltre la linea bianca curva (Hornets al 38%)…

Monk si buttava dentro a 8:28 recuperando sull’appoggio molto atletico al vetro, il contatto con Robinson e il punticino supplementare per il 39-44.

A 8:16 Olynyk inaugurava ancora da fuori la fuga, Monk mancava due tiri e anche se Zeller con un cut soft floater dal centro del colorato infilava due pt., Nunn da tre in second chance anticipava la fuga in transizione di Butler (steal sul passaggio di Rozier per Zeller) per andare ad appoggiare oltre un Cody, generoso quanto dannoso in ripiegamento nel conceder il FT addizionale.

Bridges da sotto la plancia di Miami finiva a terra costretto a una palla a due che vinceva favorendo la tripla rim/glass di Rozier, baciata dal ferro.

Ecco però Miami scappare: 6-0 sullo stesso (doppio possesso) con tripla di Nunn, fallo involontario di Batum e libero affondato più possesso di Miami che con un lungo due di Herro a 5:42 piazzavano il 12-3 di parziale bloccato da una dunk di Zeller.

Olynyk da tre e due punti di Silva e lo scarto saliva più della carogna, +18 Miami prima che un paio di entrate degli Hornets con addizionali recuperassero i punti persi.

La prima di Cody valeva solo due punti in scoop da caduta con FT storto verso destra, la seconda di Graham a 3:20 valeva i tre punti del 51-67.

Tenere il passo era impossibile se si concedeva a Olynyk un’altra tripla anche se leggermente schermato e da più lontano (Bridges ad alzar la mano timido per non commetter fallo) ma a 1:31 arrivava un gioco da 4 punti per Rozier che da tre colpiva con un close-out troppo aggressivo di Herro a conceder dalla lunetta il supplementare.

Graham in coast to coast a 1:08 batteva due FT centrandone uno poi due punti di Butler ai liberi e due di Miles in hook chiudevano sul 58-69 il primo tempo con Miami al 54,5% da 3 (12/22) a far la differenza.

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Rozier prova a sfuggire ad Olynyk. Foto: Mark Brown/Getty Images

3° quarto:

Se nell’intervallo un assistente di Charlotte poneva l’accento sul bisogno di difender la linea dei tre punti i ragazzi sembravano non ascoltarlo: tiro comodo da tre di Nunn a 11:41 ed ennesima tripla per la guardia.

Nunn ne metteva altri due in area prima che P.J. in transizione appoggiasse una palla saltellante sul ferro che alla fine scendeva nella retina.

Altro appoggio approssimativo era quello di Bridges che sulla linea di fondo saltava un avversario ed era toccato dall’ultimo difensore.

Miami muoveva palla sotto e Leonard, con P.J. a coprire in chiusura si lanciava con sicurezza per la dunk anche oltre la trattenuta inutile di Bridges sul tentativo di scalare.

FT mancato poi sull’altro fronte fallo di Nunn su tripla di Graham per un 2/3 che anticipava solo i due pt. recuperati da Butler a mezzo FT (altro fallo di Bridges).

Le distanze rimanevano siderali e un 2+1 di Adebayo era seguito da due FT di Biyombo per il 68-85 a quasi metà quarto (6:10).

Martin si faceva rubar palla da Dragic che provava a lanciare in alley-oop un compagno ma l’atletismo di Cody in ripiegamento faceva sì che riuscendo a interromper la connessione generasse una transizione sulla quale recuperando il rimbalzo chiudeva con due punti così come quelli apportati da Graham su un altro contropiede.

A 3:35 Charlotte andava sul 74-88, poi un parziale di 0-6 con un catch’n shoot a 2:33 di Herro mandava sul -20 la squadra di Borrego.

Che chiudeva sull’82-98 il quarto grazie a una tripla di Monk a due secondi dalla fine che si divertiva a danzare sul ferro prima di decidersi a entrare.

4° quarto:

Hornets con poco da dire se non per qualche episodio: Adebayo stoppava di netto Biz che recuperando la sfera passava indietro per Rozier che grazie al corridoio centrale libero segnava in schiacciata l’85-102.Un chiaro goaltending di Adebayo ad inchiodar la palla sul plexiglass dava a Rozier la chance del two and one, sfruttata per riportar la squadra sul -14 (88-102 a 8:36) ma una iper dunk di Adebayo con spinta di Bacon (fallo addebitato per altro a P.J. che fa da statuina del presepe) a 6:10 valeva il +19 Heat.

Inesistente più che imbarazzante il finale dei teal che mancavano un appoggio semplice con Bridges e lasciavano ad Adebayo tutto lo spazio che intercorre oggi tra galassie per andare a segnare.

Entrava Willy nel finale prima dell’ultimo lampo di rabbia in dunk a una mano firmato P.J.. a :43.3, erano i punti del 100-117 che chiudevano una partita con troppo divario tra i due team.

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

19 pt., 9 rimbalzi, 5 assist. 7/15 dal campo, 3 TO, -20. Filini, se non altro come organizzatore di eventi e giochi. Coinvolge i compagno in improbabili avventure come l’assist del tutto fuori misura per P.J. che si schianta al vetro ma il canestro lo vede discretamente tanto da piazzare un 3/6 da fuori compreso un gioco da 4 punti. Piazzare martellate difensive non è il suo forte ma va a prender ben 8 rimbalzi difensivi e nella mediocrità di questi Hornets, in serata spicca un po’ di più mostrando anche un assist da terra per Biz e una tripl volante che rimbalza alta ma aiutata da tabella e fero, anche grazie alla buona rotazione, finisce dentro.

Devonte’ Graham: 5,5

16 pt., 3 rimbalzi, 8 assist, Fantozzi. Non gliene vanno bene molte oggi così come contro Chicago, quando mancava solamente la clavata sulla testa sull’azione finale (comunque non sarebbe stato considerato fallo) ma è uno dei pochi buoni che abbiamo oggi, tuttavia credo che gli avversari abbiano iniziato a capirlo, anche grazie all’esposizione mediatica che ha avuto e visto che i terminali offensivi molto efficienti di Charlotte sono ridotti, si può dare a Devonte’ un occhio di riguardo. Reclama la sfera esclamando ai compagni: “Mi dii palla!” e se il difensore non si escansabar, eschinsibur (va beh), ci prova in crossover o distanziandosi per la tripla. Il problema è che da fuori stavolta fa cilecca (0/4) mentre in entrata va un po’ meglio (4/14 FG) ma alla fine come Fantozzi non si dimostra così egoista per i suoi passando molto palla anche se a fronte degli 8 assist arrivano 6 TO. Serata da Tozzi fan per i suoi sostenitori.

Miles Bridges: 5

9pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Zio Antunello. Lo zio di Cecco, l’orrendo panettiere butterato. Deve cercare di infarinare difensivamente gli avversari ma finisce per procurare danni commettendo 5 falli (anche in copertura in scalata) andando sul -26 in +/- poiché Charlotte d’insieme si muove male e lui nel mezzo ci capisce ancora meno di me sulla velocità di azioni nelle quali Charlotte non sa dove andare lasciando spazi che gli avversari sfruttano. Non sempre è colpa sua se gli avversari lo battono nemmeno troppo difficilmente sebbene non faccia un figurone inizialmente contro Butler o riesca realmente a sopperire alle lacune difensive di Charlotte. Non vuole portar via il ruolo di top scorer ai compagni più dotati offensivamente ma più dotato di lui come ci insegnò la pellicola, difficile trovarne. Finisce con 3/6 dal campo e 0 TO.

P.J. Washington: 5,5

8 pt., 4 rimbalzi, 2 rubate. 4/8 dal campo. Mariangela Fantozzi. Diciamoci la verità, non è stupendo sotto il profilo estetico e anche la scelta di usarlo come modello per la nuova City Edition non è stata una genialata anche perché poi ha l’espressione triste. Modello Telepass in certe circostanze, ha un impeto di rabbia nel finale dove restituisce la dunk presa in faccia da Adebayo.

Cody Zeller: 6,5

10 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, Birkermaier. Ha grande forza di volontà ma purtroppo non ha i mezzi e le sue idee sono strampalate in genere. Stasera attacca bene e finisce per segnare 10 punti in 16:46. Polpette di Bavaria. 3 polpette di Bavaria arrivano con schiacciate accattivanti. Il problema è che sul più bello esce per una contusione all’anca sinistra e non rientra. Non è che si faccia rimpiangere eccessivamente in difesa perché Biz non fa cose eccezionali ma nemmeno lui sorprende per doti difensive.

Malik Monk: 5,5

13 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Cecco. Deve trovare il filoncino di tiri in serie speciale. Non c’è sempre, solo che deve produrlo in partita, i fan non possono tornare nel pomeriggio. Inizia bene appunto, termina male sbagliando tutto compreso un canestro già fatto. Come altri manda la mente al bar nel finale e quando la partita volge al peggio non è l’uomo che la recupera con giocate sicure se spara con 2/7 da fuori chiudendo con un 4/12 dal campo. Su Herro prova a starci commettendo qualche fallo rapido.

Marvin Williams: 5,5

3 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Pina Fantozzi, per la dedizione e pazienza alla causa. Provata, ah, scusate, provato da mille battaglie perse, non ci prova nemmeno nella serata. Gioca poco e si limita a un paio di tiri, uno dei quali finisce dentro. Sono convinto che paradossalmente debba iniziare lui e non P.J. che potrebbe render di più dalla panchina viste le difficoltà odierne.

Nicolas Batum: 5

3 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. 1/5 dal campo, tutto a tre. -2 in plus/minus. Calboni, pusillanime (mai una penetrazione) per eccellenza. Le spara grosse ma di grande c’è solo il contratto. Mistifica quando si bulla con gli amici di giocare in una squadra di basket, in realtà occupa solo un posto… Non tradisce la moglie ma i tifosi. In genere in questa stagione ordina tre scottches, ah, no, tre punti con la media tassist (l’unica cosa di pregevole fattura del francese che sforna assist reali) un po’ migliore. Forse Borrego lo schiera perché i suoi plus/minus dalla panca sono migliori e in serata va anche a rubar tre palloni (ne perde 2) ma è troppo statico in attacco e dopo la prima bella tripla manca le altre 4 tentate nuocendo gravemente al rientro.

Bismack Biyombo: 6

11 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Franchino. Non so se sappia come cucinare una prostata o a casa sua pronunci “kibbutz?” quando vanno a trovarlo i parenti suonando il campanello ma ha una fisicità importante che gli consente di aver verticalità solo alzando le braccia per far svenir gli avversari. Tendenza a qualche fallo di troppo ma giocando 21:56 mostra di poter arrivare in doppia cifra garantendo più fisicità in difesa e solidità in attacco dove segna anche 3 FT su 4. Bello l’assist per la jam di Rozier. Nulla di eccezionale dietro perché qualcosa la concede ma rimane figura affascinante come per la Silvani.

Dwayne Bacon: 4,5

1 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Signorina Silvani. Inizialmente posata e raffinata nei primi film, diviene poi sboccata e oscena. E’ un po’ la parabola della stagione di Bacon che aveva iniziato alla grande con i Bulls ma che proprio contro i Tori non ha messo piede in campo. Gioca Batum ma la Mazzamauro è più bella di Nicolas… A parte un paio di palloni rubati e un assist, i 15:53 di bacon dimostrano che è completamente fuori ritmo con uno 0/6 dal campo e un ½ in lunetta, cifre da preparazione del primo giorno.

Cody Martin: 7

4 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. Comparsa. L’inglese sulla barca che viene prima lanciato più volte in acqua al porticciolo e poi muore eroicamente al largo per errore saltando per aria a causa di un colpo tragicamente sparato dalla nave della ciurmaglia Fantozzi/Filini, invitati dal Direttore marchese conte Barambani. E’ l’unico che prova a difendere portando un pressing sull’avversario degno di tale definizione. Riesce a far sbagliare Butler appena mette piede sul parquet e si vede l’utilità quando perdendo palla va a interromper l’alley-oop e dopo pochissimi secondi è già dall’altra parte a recuperar il rimbalzo e a segnare. Gioca 6:10, prende +11 in plus/minus in una partita come questa e Borrego lo tiene in panchina…

Coach James Borrego: 4

Hooligan Jack. Ve lo ricordate il residuato bellico abbandonato dalla madrepatria con l’Union jack stampato sulla canottiera? Certo, Borrego è il contrario. Troppo posato ed è ironico l’abbinamento, di certo l’hooligan era il figlio di Paolo Villaggio, “Piero”. Avrebbe dovuto tatuare i Love Fantocci all’arbitro di colore dell’ultima partita allo Spectrum ma questa sera lascia a Spolestra il ruolo di scimmia urlatrice quando su un netto blocking foul su Graham mette i piedi in campo per dire la sua agli arbitri che lo osservano come si fa con gli animali allo zoo ma niente tecnico. Tornando a Borrego… lascia in panchina Martin, rovina la squadra mandando sul parquet Batum che, a parte gli assist, centra come gli spaghetti inzuppati nella marmellata, non riesce a mettere in campo una difesa decente che poi commette sempre gli stessi errori lasciando scoperti gli angoli collassando ancor di più se è zona o dopo il secondo passaggio. Un colabrodo da tre e fragile sotto i tabelloni… il materiale è quel che è ma si può far meglio sapendo gestirlo.

Game 17: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 115-116

Intro

Respiro

Dopo quattro trasferte e una striscia aperta di tre sconfitte consecutive gli Hornets tornavano nella notte a casa per affrontare i Chicago Bulls in un calendario senza respiro.

Un back to back per ambo i team che gli Hornets potrebbero cercar di sfruttare per prender respiro dall’affannosa situazione.

Inspirare ed espirare, immagazzinare e rilasciare, il soffio vitale che anima l’essere, la metafora, la vita stessa.

A Charlotte serve ossigeno dopo aver incassato solo L nelle ultime trasferte, la fiamma dell’entusiasmo generata dai colpi di stecca di Monk e Graham contro Detroit e New York si sta spegnendo senza materia a cui attingere.

Il piano alta scelta al Draft deve esser spezzato di tanto in tanto poiché l’alito vivificante di Dio, in campo sportivo, metaforicamente si trasforma in anima, in spirito incorporeo ma ostinatamente pronto a lottare sino allo stremo delle energie.

A una squadra come gli Hornets, oltre a ottimizzare le scelte offensive serve questo per sopperire alle lacune difensive, di certo anche i Bulls, sconfitti a Miami avranno voglia di riscatto ma il piccolo vantaggio della voce dei fan dello Spectrum Center potrebbe dare un aiuto decisivo se i Calabroni sapranno volare sulle ali del vento dell’entusiasmo.

Analisi

Quasi impossibile commentare la partita più assurda mai vista.

Nemmeno il tempo di capire per tramutare una W in una L in sette secondi.

Gara 17 non porta fortuna e Brandon Lee nei panni de Il Corvo asseriva che non può piovere per sempre ma mentre qui, da dove scrivo il sole è solo un pallido ricordo estivo con la piogga a battere da mesi quasi senza tregua, gli Hornets continuano ad accumulare top L.

Sapevamo che questa squadra giovane avrebbe incassato sconfitte ma dopo Washington, gettare al vento anche questa partita è stato qualcosa di terribilmente inaspettato, almeno sul +8 a un minuto dalla fine…

Mi era capitato di vederne una simile persa contro Miami dopo aver gettato una rimessa dal fondo su un simile vantaggio ma tutto ciò che è accaduto nell’ultimo quarto ha dell’episodico ed incredibile.

Un cumulo di episodi che ha finito per premiare la tignosità della squadra di Boylen, anche se Charlotte dopo un primo tempo più che in sordina passato nelle catacombe, era uscita prepotentemente tra il terzo e l’ultimo quarto piazzando un parziale di 19-1 che sembrava far pender l’ago della bilancia dalla parte della squadra di Borrego.

Una partita ormai vinta, sostanzialmente portata a casa da LaVine che ha chiuso con 49 punti e un 13/17 da tre punti (due numeri che non portano bene si dice).

Più che Bulls contro Hornets è stato LaVine contro Hornets e questa volta il singolo ha finito per aver la meglio sugli ingenui ragazzi di Borrego, non perfetto o esente da colpe.

Gli Hornets a inizio match hanno incassato qualche tripla di troppo dall’angolo dalla infervorata SG avversaria, ma nel finale hanno subito anche una tripla da “Gastonia” come dice il nostro commetatore Collins, oltre alla tripla finale su una steal provocata da White con un netto fallo su Graham, triplicato.

Con Arcidiacono e LaVine addosso Graham sulla rimessa prova a restituire a White che sembrerebbe toccar mano e palla, difficile da stabilire ma molto probabile.
Sul prosegimento, la palla deviata da Whiteentra nel cilindro di Arcidiacono ma Graham viene chiuso e si nota nettamente come la PG avversaria trattenga Ghaham con il braccio sinistro impedendo a Devonte’ di prender la sfera che si allontana.

Nel finale diventa chiave articolare modello wrestling, LaVine recupererà apalla e con bravura uscendo sulla sinistra segnarà anche la tripla vincente. Nessuno sul parquet ha protestato, complimenti ai Bulls per l’atteggiamento, meno agli arbitri, i tre addormentati qui sotto…

In una partita che ha avuto la pressione difensiva come protagonista è inevitabile avere falli a favore da una parte e dall’altra e qualcuno non lo si vede o non lo si fischia.

Charlotte può recriminare anche su un goaltending non assegnato a Biyombo che avrebbe procurato un punto in più, di contro non siamo stati sfavoriti se non nell’azione finale ma forse vista da un tifoso neutrale la serata eroica all’americana, super individualista di LaVine, era troppo bella per esser rovinata anche dagli arbitri spettatori.

Charlotte però deve fare mea culpa perché non si possono gettare al vento partite come questa con 8 punti di vantaggio a 1:02 e 5 a :14.7.

La tripla di Satoransky con finta su Miles a 7 secondi dalla fine e quella di LaVine a 8 decimi hanno perfezionato il sorpasso (quasi) impossibile.

Credo che la unicità degli Hornets, in negativo nel caso, si veda anche da questi dettagli, spesso se qualcosa può andar male lo farà ma la squadra di MJ deve avere la “cattiveria agonistica” mostrata da Chicago in serata, non si possono regalare partite già vinte…

Partiamo dal 15/22 ai liberi per un 68,2%… Charlotte ha bisogno di migliorarsi perché si portano a casa partite punto a punto e questi errori, anche nel finale, costano carissimo. I Bulls hanno fatto 8/12, 66,7% anche peggio ma questo è un loro problema.

Gli Hornets hanno vinto 43-39 a rimbalzo e tirato dal campo meglio con il 55,0% contro il 45,3% avversario solo che i Bulls sono andati più spesso a segno da tre tirando con il 46,8% contro il 42,9% di Charlotte.

Assist 26-27 pro Bulls e altro fattore chiave sono stati i TO, eliminati per un po’ sulla rimonta Hornets ma con due decisivi nell’ultima frazione (Zeller e quello di Graham descritto) per un 19-13 a fine gara.

Charlotte quindi porta a 4 la striscia di sconfitte con due L (le ultime) pessime per le modalità con le quali sono avvenute mentre i Bulls artigliano la W di un punto dopo che gli Hornets in game 1 avevano fatto la stessa cosa.

La partita

Starting five

Bulls con: Satoransky (10 pt.), LaVine (49 pt.), S. Harrison (0 pt.), Markkanen (3 pt.), Carter Jr. (17 pt. + 11 rimb.) e White dalla panchina finirà con 28 punti, Hornets con: Rozier, Graham, Miles Bridges, P.J. Washington e Cody Zeller per Charlotte.

1° quarto:

Partenza molto aggressiva delle due squadre che condizionava i rispettivi attacchi facendo perder qualche pallone ma sulla prima azione la pressione dei Bulls faceva sviluppare una triangolazione verticale partita da Graham e chiusa da Zeller in jam rollata.

Più nulla fino a 10:09 quando i Bulls muovendo palla favorivano la tripla sorpasso di Satoransky e da una persa di Graham arrivava per gli ospiti anche la schiacciata di Carter Jr..

A 9:57 Charlotte segnava il quarto punto con Bridges e il fing and roll in entrata ma d’improvviso la difesa degli Hornets cedeva sotto le triple di Lavine: a 7:54 la prima, Rozier replicava in entrata acrobatica con la forza ma la SG avversaria a 7:29 da fuori batteva ancora gli Hornets che andavano dentro ancora con l’ex Celtics che recuperava due punti e un FT (fallito) per l’8-13.

Carter Jr. dall’angolo sinistro trovava la zona franca per caricare e colpire con la tripla, Zeller splittava dalla lunetta e i due punti di Carter Jr. dalla lunetta a 6:36 consentivano ai Tori di doppiarci.

A 6:21 Batum segnava tranquillamente tre punti dalla diagonale sinistra con spazio, poi dettava il passaggio a P.J. che scattava dentro ma perdeva palla, raccolta tuttavia da Biz che appoggiava lestamente il 14-18 (10-2 i punti nel pitturato).

Gafford affondava due FT, LaVine perdeva palla in transizione sul corpo di P.J. ma si rifaceva dall’angolo sinistro con la bomba del 14-23 mentre Gafford, agganciato un rimbalzo offensivo tornava in lunetta ma con uno 0/2 a 4:16.

Monk in entrata segnava alzando la parabola da sinistra ma erano i Bulls dopo qualche azione a vuoto sui due fronti a realizzare in pull-up con White in second chance.

Graham segnava in layup sbloccandosi dopo un inizio molto lento ma White da tre cadendo indietro segnava dalla top of the key la sesta tripla su dieci tentate dagli ospiti e un bad pass di Batum innescava la transizione della PG avversaria che faceva 18-30 costringendo Borrego al time-out a 1:29.

A 1:08 Graham realizzava una tripla, Dunn replicava in alzata da pochi passi su Batum e Williams usava il corpo in avvicinamento spalle a canestro su White per batterlo in area grazie al mismatch ma la rollata di Carter Jr. con aggancio in traffico era buona per l’appoggio del 23-34.

Charlotte non riusciva ad arrestare l’attacco ospite chiudendo sotto di 11 (23-34) il primo quarto.

Graham in entrata.

2° quarto:

Graham ripartiva bene nel secondo periodo mettendo dentro subito una tripla difficile ma poi commetteva un TO così come Williams e Chicago andava a segno con White.

Graham si ripeteva da tre su White ma il sesto rimbalzo offensivo Bulls consentiva loro di lanciarsi sul 29-38.

Young con un open 3 a 8:17 distanziava di una dozzina di punti i bianchi che mandavano in campo Cody Martin per tenere in difesa ma la guardia perdendo subito palla in attacco non favoriva l’attacco che era guidato per un breve spazio da Rozier bravo a trovar due volte sulla destra prima P.J. e poi Miles che bombardando con due triple riportavano la squadra a -6 (35-41) tagliando il divario.

Charlotte però sembrava eternamente rincorrere anche perché la zona proposta da Borrego era subito battuta da Markkanen che dalla diagonale sinistra centrava il bersaglio oltre il più piccolo Rozier.

A 5:34 Rozier infilava due FT ma una dunk easy di Carter Jr. e il dodicesimo TO di Charlotte consentivano ai Bulls con White di riappropriarsi del cuscinetto perso.

Gli Hornets a 4:23 segnavano con Zeller che sbattendo in area su Carter segnava ottenendo un libero (fallito), ci pensava Rozier (fermato sul coast to coast) a non sprecare i suoi per il 41-48.

Rozier con l’arresto e tiro in transizione colpiva il ferro ma Zeller staccando altissimo raggiungeva la sfera per la put-back dunk, il tocco involontario di Carter Jr. era considerato falloso e i due FT fluivano per Cody che riusciva a metter un punticino.

Purtroppo sul riavvicinamento (-6) i Bulls trovavano le fiammate rapide e vincenti: tripla di LaVine (4/4, ancora comodissimo dall’angolo, zona troppo trascurata da Charlotte), Satoransky con la dunk aggressiva a una mano in transizione e tripla di White su palla persa da P.J. che costringeva dopo lo 0-8 di parziale Borrego al time-out a 2:59.

42-56 disastroso ma Graham da tre (4/5) supportava l’attacco degli Hornets a 2:46, poi Charlotte pasticciava troppo in attacco ma reggeva con Miles su Gafford ed era ancora Bridges ad annullare due appoggi di Lavine nel giro di due secondi (la second chance su rimessa dal fondo).

A 1:13 Devonte’ in transizione segnava, Rozier senza ritmo mancava la tripla ma LaVine fuggito al lungo mancava l’appoggio e così finiva per riprovarci Rozier, questa volta in caduta sull’avvicinamento in corsa; palla appoggiata al vetro, due punti e tutti negli spogliatoi sul 49-56.

3° quarto:

Charlotte partiva attaccando troppo lentamente con il tiro da casa sua di Graham, impossibile… poi finalmente il passaggio semplice verticale dentro per Zeller consentiva al centro di appoggiar di destra facilmente e un fade-away di Rozier dalla linea di fondo destra valeva l’11-0 run tra i due quarti con gli Hornets tornati sul -3 (53-56).

Satoransky con l’arresto e tiro dal bordo destro del pitturato e la tripla sullo stesso lato di Lavine (cambio angolo) valevano per i Bulls il nuovo rilancio sul 53-61 finché al parziale di 5-0 non rispondeva Charlotte con uno uguale composto dalla freccia avvelenata di Rozier dalla sinistra (solo cotone) e da un’entrata da sinistra di Miles che dopo il crossover andava sulla linea di fondo per uno spettacolare appoggio rovesciato proteggendosi con il ferro (58-61).

LaVine purtroppo metteva la sesta delle sette conclusioni tentate da fuori con predisposizione dagli angoli e ne aggiungeva due da sotto trascinando i neri al +8 (58-66).

Cody a 7:08 si correggeva da sotto dopo aver rischiato di perder palla e passi, LaVine freddava con una finta e un tocco reverse Bridges e sulla girata di Williams spalle a canestro White provava a farsi fischiare lo sfondamento ma non arrivava nulla e il n°2 segnava agilmente dal mid-range il 62-66.

White e Biyombo non modificavano il divario poi il congolese appoggiava al vetro, Gafford respingeva mentre il nostro centro subiva anche fallo.

Sarebbe goaltending più tiro libero ma la terna incredibilmente non si avvedeva della situazione e consegnava due palloni al n°8 che finiva per realizzare solamente il secondo.

Il pubblico intuiva che però sul nuovo -3 sarebbe potuto essere il momento buono per l’aggancio e chiamava la difesa così la pressione degli Hornets e la zona fermavano l’attacco Bulls.

A 3:17 la passeggiata di Williams con floater valeva il -1, Young da tre scagliava un air-ball, Batum era ricoperto da improperi dopo un catch n’shoot in girata dall’angolo impossibile e il lento incedere fino al centro dell’area di Williams contro White portava a due comodi punti in floater per il sorpasso desiderato.

Un gioco a due tra Graham e Biz portava il play sul raddoppio a trovar lo spazio per il passaggio smarcante del congolese che segnava in jam nel momento topico degli Hornets.

Un rimbalzo del nostro centro di riserva consentiva a Williams di provare una conclusione da fuori dalla sinistra: bucket e Hornets sul 74-68 a :49.3.

Una rimessa data agli Hornets era giustamente invertita e su questa arrivava il contatto Biz/Carter Jr. (per gli arbitri era fallo, per me stoppata buona ma dato che comandano gli arbitri…) che generava due FT, splittati.

74-69 era anche il risultato finale dopo la terza frazione.

Rozier in entrata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Dunn commetteva subito fallo andando verso canestro e un taglio back-door consentiva a Monk di andare in alley-oop, Bridges appoggiava al vetro di destra tagliando l’area e su una transizione un lob di Rozier consentiva a Monk di esibirsi in una fantastica plastica schiacciata di destro in alley-oop.

Boylen si beccava anche un tecnico e il parziale degli Hornets saliva sul 19-1 (81-69) ma l’unico veramente a non arrendersi era LaVine che segnava ancora da tre (7/9), Rozier contrastava il rientro con il rimbalzo amico sul ferro dal pitturato e sul +11 Borrego a 10:03 mandava dentro Zeller.

Una dunk di LaVine e un pull-up 3 di White riavvicinavano sul -8 la squadra dell’Illinois che era colpita da Bridges nel traffico.

White segnava ancora arrivando a 21 punti, Cody segnava di destro facendosi perdonare l’azione precedente ma LaVine con la tripla, l’ottava di serata, a 7:48 segnava l’87-82.

A 7:24 un passaggio scellerato di Bridges no look schiena a canestro per Cody era deviato verso Williams che al volo segnava l’assurda tripla e dopo due punti Bulls, un bound pass di Cody era buono per Williams per resistere al contatto con Carter Jr., segnare due punti e libero addizionale (93-84) a 6:49.

Se Zeller mostrava qualcosa di buono in attacco a rimbalzo difensivo spesso non c’era e così White da second chance segnava la tripla.

9-11 nei rimbalzi offensivi, 8-15 nelle seconde possibilità…

Graham mancava la tripla ma Cody sul lato offensivo dava di più catturando il pallone e segnando sebbene a 5:41 LaVine segnasse da sotto il 95-89.

Marvin replicava alla guardia avversaria battendolo nel pitturato destro con tocco al vetro, si accendeva dunque il duello e a $:47 LaVine calando un’altra tripla sembrava quasi disumano. Marvin però con un baby hook dal tocco magico nel pitturato sinistro lasciava la scia vincente sulla testa della guardia solo che ormai LaVine, lanciatissimo procurava 5 punti consecutivi per i suoi; prima con l’euro-step in entrata e poi approfittando di uno Zeller imbolsito a palleggiarsi palla sul piede per andare in transizione a segnar da tre punti a 3:49 per l’irreale 99-97.

Sembrava che Charlotte finalmente potesse approdare a un finale tranquillo quando Rozier affondava la tripla dalla diagonale sinistra a 2:54 e a 2:22 lo stesso numero 3, aggiungendo un FT ci portava sul +8 (105-97).

A 1:21 anche Carter Jr. splittava ma Rozier sul raddoppio di White su Graham trovava il passaggio del compagno per dare la rotazione giusta alla sfera: 3 punti a 1:02, 108-100, qualsiasi squadra sarebbe tranquilla ma non gli Hornets che dopo aver incassato due punti uscivano bene dalla pressione a tutto campo dei Bulls con l’assist di Graham per la dunk di Biz.

LaVine era quasi comico su Rozier, fintando l’entrata vistosamente con il ginocchio alto; la tripla sparata con codesta finta da fermo su Rozier beneficiava del Dio del basket evidentemente, poi fallo di LaVine su Rozier a :32.1 (2/2) e 112-105.

Ancor più tragicomico era LaVine che superando il logo di centrocampo lasciava andare un tiro per non perder tempo che sbatteva contro la tabella e s’infilava per il 112-108.

Rozier a :22.8 in lunetta mancava un libero e a :17.2 White in layup recuperava un punto.

Charlotte rischiava di perder palla sulla rimessa dal fondo (Hornets senza time-out) ma Graham ne usciva con due liberi che realizzava sbloccandosi nel secondo tempo.

Cronometro a :14.7, risultato 115-110.

Nulla da perder per i Bulls e tiro da tre di Satoransky a :07.1 dalla diagonale sinistra, ancora una volta centrato.

-2…

Il disastro visti gli accadimenti precedenti era nell’aria, viziato da un fallo netto di White: rimessa dal fondo di Rozier fuori equilibrio, Graham subito triplicato, White è il più aggressivo e commette fallo cercando di toglier palla a Graham che prova a uscire dalla mischia restituendo a Rozier: tocco sulla mano sinistra e trattenuta successiva mentre Lavine uscendo con la sfera arretrava per andare a compiere il destino della partita con la tripla dalla sinistra che a 8 decimi non lasciava scampo a Charlotte superata 115-116.

Una clamorosa sconfitta firmata LaVine giunto a 49 punti finali…

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

28 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. 8/12 dal campo, 9/12 FT. -7 in +/-. Scelte di passaggio quando penetra non sempre buone, anzi, spesso i passaggi sono per gli avversari ma nel finale centra due triple che avrebbero potuto regalarci gioia in una serata normale ma la partita è stregata e il libero fallito a :22.8 diventa mortale. Certo… nel complesso in attacco da tanto e in difesa ci prova. Sul passaggio finale è fuori equilibrio ma senza time-out è costretto per non rischiare a ceder palla all’uomo più vicino e teoricamente più veloce a uscir dal raddoppio.

Devonte’ Graham: 6,5

18 pt., 2 rimbalzi, 10 assist. 6/13 dal campo. 6 TO. 4/9 da 3. 2/2 FT. Come punti praticamente tutto nel primo tempo eccetto i liberi finali. Pressato, si dedica all’arte dell’assist arrivando in doppia doppia. Punti sui suoi standard, nel primo tempo si riprende nel finale di primo quarto per continuare a tenere a galla gli Hornets. L’ultimo pallone non glielo deve portare via nemmeno una piovra gigante, è fallo ma non conta, nessuno protesta e sull’azione decisiva diventa immeritato protagonista in negativo.

Miles Bridges: 6,5

11 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 5/11 dal campo. +2 in +/-. Compie alcune ottime difese e gli capita di stoppare LaVine due volte nel giro di un secondo. Salta sulla penultima tripla di Satoransky, lo rallenta ma non lo ferma. Non ha il passaggio nel sangue e rischia di perder un pallone nel finale ma da una buona spinta con alcune entrate che mette in qualche maniera. Aiuta a rimbalzo difensivo.

P.J. Washington: 5,5

3 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1stoppata in 22:11. 1/7 dal campo, -5. Minutaggio limitato ma non lo vedo come starter o fake starter. Segna una tripla e sbaglia tutto il resto. Va un po’ meglio, si fa per dire, rispetto al solito in difesa dove pianta anche due rubate e una stoppata ma deve ancora crescere molto, io metterei Williams in campo e P.J. lo parificherei alle bench avversarie, o lo farei slittare tra un turno e l’altro. Continuare così sembra controproducente e rischia di bruciarlo, lo trovo spento in certi frangenti…

Cody Zeller: 5

14 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 6/10 dal campo. 2 TO, -24… Sul lato offensivo riesce a metter dentro qualche canestro ma si fa stoppare anche 2 volte e perde un pallone sanguinoso nell’ultimo quarto. Pende più rimbalzi offensivi che difensivi (5 vs 4) e non va bene così perché sarebbe bastato arrivare su un rimbalzo in più e non concede una second chance per guadagnare la vittoria. Troppo pochi in 24:47 per quelli che gli capitano in difesa. Nel complesso, tra attacco e difesa andiamo a perderci e il -24 non è bugiardo.

Malik Monk: 6

6 pt. (3/6) in 18:39. Due alley-oop notevoli per i fotografi ma anche uno 0/2 da fuori. Gioca poco e prende i tiri che può nel minutaggio concessogli. Non sfigura finendo con un +3 in +/-.

Nicolas Batum: 5

3 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 2 TO, +11. 16:13, strano caso che sia +11 il plus/minus. A parte l’alley-oop per Monk trovo poco dinamica Charlotte con lui in campo e anche lo sfizio di prendersi una tripla volante in angolo è da mah… Sta togliendo minuti a Bacon, Martin o ad altri e non migliora dal mio punto di vista realmente il gioco dinamico della squadra. Un paio di perse evitabili.

Marvin Williams: 7,5

21 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. 9/10 dal campo, 2/3 da fuori, 2 TO. Avrebbe meritato la vittoria. Gioca semplicemente pompando palleggi spalle a canestro e sfruttando i mismatch contro White o LaVine battuti nel pitturato, esplodendo nel secondo tempo con 19 punti, lui che era stato definito da un fan. Mr. First Time dopo essersi spento in una L precedente nel secondo tempo. Infila anche un teardrop su un gioco a due con Graham e due bombe. Manca solo un tiro. Il veterano in una partita tattica c’è. Non riesce a fermare LaVine sul tiro finale ma non credo vi sarebbero riusciti nemmeno gli altri Hornets.

Bismack Biyombo: 7

11 pt., 12 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. +23, 5/9 FG. Parte male sbagliando qualche tocco ma come protector rim vale una volta e mezza o forse due Zeller anche in seconda battuta quando influenza alcuni tiri, anche a LaVine facendolo sbagliare nettamente. Ottimo a rimbalzo, in serata, trovato come terminale offensivo può dedicarsi alla schiacciata. Sarebbe da lanciare in quintetto al posto di Zeller.

Cody Martin: s.v.

0 pt., 1 rimbalzo in 5:02. Entra e perde subito palla. Cerca di portar pressione unendosi ai compagni senza lode o infamia.

Coach James Borrego: 5

Consuma tutti i time-out troppo presto e infila in campo quel disastro di Zeller, troppo soft a rimbalzo difensivo e che lascia sul campo qualche rimbalzo in attacco. Non può orchestrate un time-out per le rimesse finali e se va bene prima a Graham che rischia la palla persa, sul finale va male, anche se viziato.

Classifiche al 23/11/2019

Se dovessimo sinteticamente fare una graduatoria per questo inizio di Regular Season dividendo le due Conference in tre pacchetti composti da cinque squadre (fascia alta, media e bassa), probabilmente sarebbe più facile realizzare una simile idea a Est dove il valore delle squadre espresso sino a oggi è quasi sempre proporzionale alla classifica (sottostante).

Dal mio punto di vista le prime cinque compagini hanno una marcia in più rispetto alle altre.

Milwaukee, Miami, Boston, Toronto e Philadelphia giocano un buon basket avendo gente di qualità in squadra (anche se Toronto ha solo scelte alte al Draft), nel secondo gruppo, quello intermedio, direi che Indiana, Brooklyn, Orlando, Washington e Detroit sono le squadre che potenzialmente hanno qualcosa in più o che esprimono, pur tra varie difficoltà, qualcosa di meglio rispetto agli ultimi team anche se dalle parti della Motor City credo si accarezzi piuttosto un sentimento di delusione per ora.

Nell’ultima fascia Charlotte (superata dai Wizards nella notte), Chicago e i tre derelitti team sul fondo (Atlanta, Cleveland e New York).

Non credo che i rumors apparsi ieri sull’eventualità di Drummond a Charlotte (solite tematiche di contratto per la sua cessione) siano reali o comunque sia una trade fattibile per motivi economici (probabilmente Detroit chiederebbe qualche giovane e/o una prima scelta), quindi gli Hornets penso che navigheranno per tutta la stagione in zone basse di classifica.

Credo sia difficile per le suddette squadre pensar di poter raggiungere i playoffs, anche se i Bulls erano partiti con qualche aspettativa in più rispetto al gruppetto mentre per le squadre di fascia intermedia, visto il livello dell’Est, mediamente basso dopo Indiana, direi che si potrebbero contendere settimo e ottavo posto almeno 4 squadre (Brooklyn, Detroit Orlando e Washington).

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A Ovest la situazione è più intricata nonostante spicchi il ribaltamento quasi testacoda tra una ritrovata Los Angeles gialloviola e dei Warriors finiti sul fondale falcidiati dagli infortuni degli Splash Brothers ma non solo, oltre alla perdita di Durant, il quale come saprete ovviamente fa compagnia ai compagni dei Nets essendo anche lui in injury list e riprogettabile per il prossimo anno, hanno avuto altre assenze momentaneee.

Per il momento assegnerei gli altri quattro posti d’élite a Houston, Denver, L.A. Clippers e Utah.

In seconda fascia, pronta a entrar nella prima anche nella mia fiducia, i sorprendenti Mavericks oltre a Timberwolves, Pelicans (altra squadra con problemi d’infortuni), Thunder e degli affannati Trail Blazers.

Le ultime due squadre potrebbero anche finire nei bassifondi ma sembrano team più resilienti.

Al momento però nella seconda fascia, che io per ora metterò in ultima; Kings, Suns, Spurs, Grizzlies e Warriors.

Per Suns, Kings, Spurs e Warriors è eresia l’appartenenza all’ultimo stadio ma dovendo/volendo suddividere in tre gruppi va così.

Per i Guerrieri si tratta di cause di forza maggiore, Suns e Kings stanno andando meglio del previsto dal mio punto di vista e chissà che magari una delle due tenga botta sino in fondo pronta a stupire mentre gli Spurs al momento sono dormienti ma non c’è mai da fidarsi della squadra di Pop.

Per noi non c’è quasi tempo di respirare, si torna sul parquet, finalmente amico, allo Spectrum Center contro i Bulls alle 01:00 AM questa notte cercando di scrollarsi di dosso le ultime delusioni.

Game 16: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 118-125

Intro

Attacco al potere

Nel cuore rappresentativo dell’America pulsano le maggiori controversie di questa multietnica nazione.

Se per un verso gli Stati Uniti hanno offerto visioni di una società più moderna attraendo e accogliendo le migliori intelligenze cercando anche di eliminare alcune forme di disuguaglianza come la guerra contro la schiavitù (sebbene la relegazione di una fetta della popolazione afro in miserevoli condizioni sia ancora presente e la guerra tra Nord e Sud avvenne per questioni economiche in primis), dall’altra parte i ruolo di maggiore potenza economico/militare è mantenuta con scelte più che discutibili e brevemente toccheremo un paio di aspetti su un organizzazione internazionale con sede a Washington poi, ma tornando allo sport semplice, vediamo un attimo come si sono mossi Hornets e Wizards negli ultimi 5 anni a proposito di numeri.

Washington ha afferrato i playoffs 3 volte su 5 contro la sola singola esperienza di Charlotte, la quale sulle 410 partite prese in analisi negli ultimi 5 anni ha vinto 192 volte perdendo 218 per un 46,8%.

I Wizards di contro hanno ottenuto 211 vittorie e 199 sconfitte per un 51,4% complessivo.

I numeri dicono che i Maghi hanno vinto 19 partite in più rispetto agli Hornets sulle 410 disputate.

Nel 2014/15 Wizards quinti, Hornets undicesimi, nel 2015/16 Wizards decimi, Hornets sesti, nel 2017/18 Maghi quarti, due anni fa anno ottavi e lo scorso anno undicesimi con gli Hornets a non partecipare più a una post season negli ultimi 3 anni con record di 36-46, 36-46 e 39-43…

All’alba della sfida Washington è undicesima con un record di 4-8 contro il 6-9 di Charlotte, nona.

Certamente la squadra di Wall e Beal ha dato più soddisfazioni ai propri fan rispetto a quella guidata da MJ che a Washington ha anche giocato un paio d’anni e lì ha maturato le condizioni autarchiche in merito alla spesa per la squadra.

Non pagare ad altri team soldi per la luxury tax è diventato un mantra e l’occasione è stata colta da Graham per il proprio lancio sulla faccia del pianeta NBA che conta.

Torniamo all’economia e al Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale.

Si pone sempre l’accento sul prestito, sull’aiuto dato dagli americani, giustamente ma non si toccano altri aspetti come il fatto che l’economia stagnante (territorio non toccato dalla guerra se non nelle sue propaggini avamposti come le Midway o le Hawaii) in U.S.A. avesse bisogno di espandersi facendo un favore primariamente a sé stessa e inoltre in ottica geopolitica si sottraevano nazioni al blocco dell’Est (NATO 1949, Patto di Varsavia 1956) attraverso un’economia più dinamica rispetto a quella proposta da un’Unione Sovietica distrutta dal conflitto.

Proprio a Washington oggi ha sede il Fondo Monetario Internazionale, controversa organizzazione mondiale capeggiata de facto da due banche con quote di appartenenza versate da singoli Stati.

L’argomento è complesso e lungo ma dovendo accorciare Mettete da parte le ideologie e basatevi sui fatti):

Negli anni ’40 a Bretton Woods (U.S.A.) il famoso economista britannico Maynard Keynes voleva un fondo di cooperazione al quale gli stati membri potessero accedere per mantenere attive le proprie economie e l’impiego durante le crisi periodiche seguendo il corso del New Deal in risposta alla recessione interna americana del 1930.

Paradossalmente il delegato americano Harry Dexter White invece premeva perché gli stati finanziati dovessero restituire il loro debito nel tempo, un po’ come una banca.

Inutile che vi sveli quale punto di vista prevalse (va beh dai, quello americano, of course) viste le forze in campo.

Ciò che è cambiato ancora dall’epoca è che ci si basava su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro, agganciato a propria volta all’oro ma questa convertibilità dalla moneta statunitense fu abrogata da Nixon nel 1971 e con l’affermazione del neoliberismo (privatizzazioni, zero Stato negli affari e riduzione tutele sociali) oggi il Fondo Monetario Internazionale si occupa di concedere prestiti agli Stati membri quando questi siano in difficoltà (ristrutturazione del debito estero e squilibri nella bilancia interna) con una di quelle classiche santità di facciata chiamate “mission” dalle aziende ma che in realtà hanno altri scopi.

Ciò che, infatti, non vi diranno (anche se le voci fuori dal coro ormai sono numerose visti i “successi”, come li chiama Mario Monti, sulla Grecia e su molte nazioni africane), poiché siamo immersi in questo tempo di menzogne, è che le richieste del F.M.I. aggraveranno i debiti di queste nazioni (è già successo), le impoveriranno, nella maggior parte dei casi la gente non beneficerà di nulla, questi prestiti saranno destinati a un target medio alto e transiteranno sotto forma di gassosi numeri ancora sui conti dei prestatori che così otterranno forti tagli alle spese pubbliche e aumento delle imposte favorendo la disintegrazione dell’economia, la privatizzazione, scevra da un ragionevole controllo dei prezzi.

D’altra parte il superamento della logica keynesiana nell’organizzare e intersecare economia privata e statale ha portato a queste visioni folli (pensando anche a obsolescenza programmata e consumismo in ottica ecologica) da parte di uno dei maggiori teorici neoliberisti, Milton Friedman:

1) Deregolamentazione/Deregulation

Annullamento di tutte quelle regole e norme che limitano l’accumulazione del profitto.

2) Privatizzazione

Partendo dall’assioma/dogma della maggiore efficienza dei privati rispetto al pubblico, viene auspicata la sostituzione dei servizi pubblici con servizi privatizzati compresa la scuola, la sanità, le pensioni, ecc..

3) Riduzione spese sociali

Per ripulire l’economia inquinata dall’attività dello stato occorre ridurre drasticamente le spese sociali.

Tagliare i fondi per il sistema pensionistico, l’assistenza sanitaria, il salario di disoccupazione eccetera.

Riduzione delle tasse; devono essere basse e con tassazione fissa (se avete mai sentito parlare di flat tax e vi pare una buona idea spero siate ricchi) indipendentemente dal reddito.

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L’illusione della libertà ha sempre un prezzo da pagare qui ma se nell’ostica (negli ultimi anni è stato così) trasferta a Washington i Calabroni riusciranno a prevalere per cercar di rientrare in zona playoffs, l’attacco al-la capitale potrebbe fruttare un’altra passeggera illusione.

Analisi

In una partita più incerta della borsa, per restare in tema economico, Charlotte mostra i suoi limiti incassando la decima amarezza stagionale, direi un paio quelle vere, questa e quella contro Memphis, match alla portata.

Il perché molte partite siano state vinte punto a punto è scritto in serata.

Nonostante ritmo veloce, punti in area e triple siano alla pari, gli Hornets si squagliano nel finale nonostante l’ottima prestazione di Bridges.

Inesperienza e condizionamento.

L’avessimo giocata in casa questa gara l’avremmo probabilmente vinta ma dopo aver premuto sull’acceleratore nella prima parte dell’ultimo periodo raggiungendo il +13, gli Hornets hanno incassato un parziale di 0-11 e finito per farsi sorpassare a mezzo tripla da McRae a 3:02 dalla fine soffrendo l’asse piccolo/lungo a livello generale, anche per singole iniziative dei piccoli, detto tout court.

Le buone cose mostrate in partita e le energie spese per ancorare la seconda vittoria in trasferta sulle quattro giocate non servono a nulla, cancellate dall’immobilismo, dalle scelte e da una difesa che aveva costretto i Wizards a faticare parecchio ma poi ha lasciato come uno scoperto di cassa troppo spazio sotto il ferro e ha mancato di contrastare qualche tiro che avrebbe potuto aver esito diverso.

Con i se e con i ma però non si vincono le partite perciò Charlotte incassa la terza sconfitta consecutiva, pesante per le modalità di comeback.

Hornets che rientreranno nella notte nella Queen City a sfidare i Bulls (sconfitti contro Miami 108-116 in serata) domani in un back to back per entrambe le squadre, sperando di interromper la striscia negativa, positiva solo eventualmente per il piano Draft, dal quale Charlotte spera di aggiunger un pezzo importante per il futuro.

Charlotte ha sofferto la coppia B&B: Beal sugli scudi con 30 punti e 12 assist, seguito da Thomas Bryant con 21 punti e 11 rimbalzi mentre gli inserimenti del ficcante nipponico Hachimura hanno fruttato alla squadra di Brooks 15 punti.

Dalla panchina il lettone Bertans ha realizzato pesanti triple finendo con 20 punti, McRae 13 e I. Smith con 10, i tre sono stati elementi fondamentali nel finale insieme ai marcatori primari confermando la seconda panchina di Washington che viaggiava a 46,5 punti di media prima della partita.

Nessuna illusione quindi, mentre Washington, dopo aver battuto San Antonio conquista la seconda W di fila, Charlotte resta a galleggiare fuori dall’orbita playoffs, allontanandosene, la qualità e l’inesperienza si pagano.

Charlotte vince a rimbalzo 44-41 ma cede nettamente negli assist 24-34 a dimostrazione dell’ottimo gioco della squadra di Brooks sullo specifico fronte.

Gli Hornets vanno sopra il 50,0% dal campo con un 51,6% ma il 52,7% avversario è dato superiore mentre il 41,2% da tre è dato valido per ambo i team (14/34).

Solo 8/8 (preciso comunque) per Charlotte dalla lunetta, 15/20 per i capitolini che commettono 11 TO, 5 meno degli Hornets.

Attacco al potere fallito quindi, battaglia persa, pronti ad affrontarne altre più preparati, magari a cominciare dalla prossima…

La partita

Starting five

Charlotte scendeva a Washington alla Capital One Arena con il solito quintetto composto da: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

I risposta per la squadra di Brooks i capitolini mandavano in campo: Isaiah Thomas, Beal, T. Brown Jr., Hachimura e T. Bryant.

1° quarto:

Inizio con botta e risposta tra i due team: Zeller vincendo la palla a due dava la prima possibilità ai viola che Bridges a 11:44 sfruttava pienamente a mezzo lunetta per fallo di Bryant (2-0).

Il pari arrivava su turnaround di Bryant, Bridges proseguiva in floater mentre un reverse layup di Hachimura sulla baseline valeva il 4-4.

A 9:55 era ancora un floater, questa volta a firma Graham a far allungare Charlotte, ancora ripresa da Hachimura su servizio di Beal.

Gli Hornets strappavano con un 5-0 altrettanti punti di vantaggio grazie a una correzione su sé stesso di P.J. da sotto e alla tripla da transizione di Graham ma subivano egual sorte a causa della dunk di Brown e della penetrazione di Beal che arrivato a subir contatto, equilibrava il match dalla lunetta.

Bridges segnava da tre punti sul gioco dentro/fuori con P.J., e si ripeteva schiacciando in transizione per mandare la gara al primo time-out.

Monk e Biz in quintetto sparigliavano le carte e i Maghi ne approfittavano per piazzare un parziale di 0-6 coni canestri di Brown, I. Thomas (steal di Beal su Monk) e Brown nuovamente che a 5:10 con un jumper non contrastato trovava il vantaggio Wizards costringendo anche Borrego alla pausa sul 16-17.

Al rientro, uno scambio a due sul perimetro tra Batum e Monk, mandava il francese a segnar sulla restituzione della sfera da parte del nostro n° 1, la tripla (4:51) del 19-17 ma Beal sfidando Biyombo recuperava due liberi pareggiando19 secondi più tardi.

Bryant segnava in schiacciata, rispondeva in gancio Biyombo nel duello tra centri per poi contener bene in difesa il dirimpettaio e prender un buon rimbalzo sull’azione seguente ma mentre gli Hornets andavano a vuoto, il raddoppio alto di Biz sul portatore di palla consentiva il passaggio per il rollante Bryant che segnava toccato da Marvin in ripiegamento.

Possibilità di 2+1 ma FT mancato e gli Hornets con un passaggio tagliato di Graham liberando Biz per la jam ritrovavano la parità.

A romperla era Beal da tre punti, il floater di Graham faceva rientrar gli Hornets sul -1 e il passaggio ricevuto in corsa (Batum) da Williams lo portava all’appoggio dinamico di destra per il sorpasso.

Il buon momento degli Hornets proseguiva con un passaggio schiacciato diagonale di Batum che raggiungendo Monk, esaltava la nostra guardia a schiacciare dirompentemente per il 29-25, I. Smith splittava dalla lunetta e poi Monk con un doppio crossover con esitazione arrivava sino al ferro a depositare.

Bertans cominciava a diventare un problema segnando a :53.6, poco dopo il +4, una tripla ma commetteva anche un’ingenuità su una transizione tre contro uno sbattendo su Williams piazzatosi davanti al semicerchio, abbattuto dall’europeo come un birillo.

Scampato il pericolo, Monk infilava una tripla rimbalzante tra i ferri ai 24” ma Wagner sulla sirena replicava da oltre l’aro per il 34-33 finale.

2° quarto:

Ritmo alto anche nella seconda frazione con ottima predisposizione al passaggio smarcante anche se i primi due canestri arrivavano con una second chance di Wagner e per mezzo di un lungo due punti di Williams dalla destra.

Marvin si ripeteva con un plastico swooping in entrata con la destra ma Bertans incendiava ancora la retina a mezzo tripla agganciandoci sul 38 pari.

Graham in step-back 3 dalla top of the key era contrastato sul fronte opposto dalla jam spettacolare di McRae che trovando la difesa sguarnita seguiva la linea di penetrazione per l’hammer a una mano.

Monk da destra sul ribaltamento sfruttava il passaggio sul lato debole per colpir da tre in catch n’shoot (44-40) ma i vantaggi oltre il possesso duravano pochissimo, nel caso McRae saliva oltre Batum per il jumper frontale.

Monk e McRae allungavano dalla lunetta, Beal ci agganciava con l’open facile dopo esser stato servito con una difesa Hornets spostata tutta su un lato…

Bridges faticava a rimbalzo ma manteneva il possesso della sfera e intestardendosi, pur accerchiato, metteva dentro solo che Bertans con la terza tripla riportava sopra di uno i Wizards costringendo Borrego al break, già visto nelle medesime condizioni (49-50).

Era Cody a decollare per l’hammer dinamica a una mano ma Bertans nella terra di nessuno sfruttava l’occasione per il colpo pesante, Rozier non ci stava svegliandosi dal torpore finalmente con una bomba a 5:43, tuttavia era easy la tripla di Bertans ancora una volta con Rozier, il più inadatto, in zona (diagonale destra).

A 5:21 il punteggio recitava 54-56 prima che Bridges ai 24 salisse alto frontalmente a realizzare due punti e Beal su una palla gettata via in uscita dai nostri sfruttasse l’occasione per colpir comodamente da tre punti.

Il nuovo riavvicinamento era firmato da Rozier in layup acrobatico mentre Zeller, aggirando il difensore nel semicerchio con dribbling discontinuo, appoggiava di sinistro il 62-61, pareggiato da Hachimura dalla lunetta splittando.

Bridges, buon primo tempo, attaccava la difesa dopo averci pensato una frazione di secondo depositando il 64-62.

Gli arbitri chiamavano sfondamento contro P.J. e Borrego se ne lamentava mentre sul fronte opposto Beal, scappato con lo scatto al controllo di Batum, era influenzato da P.J. nel fallir la pirotecnica dunk così arrivavano due FT dall’altra parte per Rozier a :27.9 prima che Marvin ci lasciasse quasi le dita deviando un passaggio sotto canestro e Graham in floater anticipasse l’entrata nel loocker room con un floater valevole il 68-62.

Bridges va a canestro con la mancina.

3° quarto:

Charlotte provava ad allungare a inizio quarto ma incassava subito due punti da Hachimura, gli Hornets fallivano due triple con Rozier sulla stessa azione ma dalla rimessa dal fondo ottenevano due punti con Graham a saltar netto il lungo e a chiuder in floater.

Rozier rubava rapidamente la spicchiata ma P.J. mancava il tiro, tuttavia Zeller da dietro salvava un canestro in appoggio di Thomas cancellandolo in stoppata e sulla transizione si poteva fruire di due FT appannaggio di Bridges, affondati.

Bryant segnava con la dunk, a 9:44 Rozier di destra andava sorprendentemente a schiacciare incenerendo tutto quel di vivente nei paraggi per il 74-66.

40-26 stranamente per Charlotte i punti in area, indice di una difesa avversaria ariosa, Bryant ne recuperava due comunque dal pitturato subito, esaltandosi, abbastanza inutilmente anche perché Rozier con uno stop and go gli metteva in faccia un mumbo floater sull’azione successiva…

L’ennesimo inserimento di Hachimura consentiva al nipponico di depositare facilmente, poi toccava a Devonte’ ghiacciare il lungo per il layup del 78-70.

Sul più bello gli Hornets smarrivano la via; Beal a 8:18 segnava da tre, Bryant batteva con il mid-range jumper la zona voluta da Borrego nell’occasione e Thomas, spostatosi con la finta sul bordo sinistro, batteva P.J. trovando il pari a 7:00 dalla fine del terzo.

Miles con spin e appoggio a 6:45 fermava il parziale di 0-8, ma Beal e Hachimura mandavano il match sull’80-82, poi, dopo il pareggio da transizione firmato P.J. con la bella dunk di sinistra, Hachimura dalla media frontalmente trovava la zona meno densamente popolata degli Hornets battendola mentre Beal in pull-up seguiva le orme del compagno più o meno nei paraggi…

Batum dal corner sinistro aggiungeva una tripla alla solita singola di serata e Rozier scavalcava gli avversari in appoggio anche grazie alla drive and kick di Monk.

P.J. Washington batteva l’omonima città con la bomba e su una palla probabilmente che avrebbe dovuto andare alla squadra di Brooks, gli Hornets ricavavano dalla rimessa due punti con Bridges.

Smith sull’altro lato del campo in entrata schermata appoggiava troppo comodamente mentre la pessima alchimia nel passaggio faceva incassare una transizione second chance da Bertans per il 92-90.

Williams tornava a farsi vedere con un buon tocco difensivo e anche in attacco quando ricevendo il passaggio manteneva l’equilibrio girandosi su Bertans per l’alzata vincente.

L’azione dava il via all’ascesa degli Hornets che tenevano con Graham in difesa e andavano dentro con Monk (buono schermo Williams) per il layup del +6.

Bertans allo scadere da tre mandava in scena un air-ball e si chiudeva sul 96-90.

4° quarto:

Monk forzava in uno contro uno, Bertans muovendo la difesa aiutava Wagner a segnar da sotto, ma Bridges metteva il corner stone a livello di career-high infilando la tripla del proprio 24° punto per il 99-92.

Beal batteva Marvin in entrata ma Monk da sotto in perfetto fast break recuperava i punti persi e mentre i Wizards erano costretti a tirar da tre con Bertans a fallir l’occasione, il wide open frontale di Monk valeva altri 3 punti e la fuga sul +10.

Bridges a 9:23 dalla diagonale destra si dimostrava on-fire per il 107-94 per ripetersi poco dopo portando il match sul 109-96.

Il bug interno, proprio quando la partita sembrava in controllo era Ish Smith, che dalla sinistra segnava tre punti per poi penetrare e realizzarne altri due oltre Cody con Borrego preoccupato giustamente, lesto a fermare il cronometro sul 109-101.

A 8:12 si interrompeva il gioco ma non la risalita dei Wizards che già a 8:12 guadagnavano due liberi con Bryant mangiando un punto, Cody ci provava da fuori ma non funzionava, Bertans, tiratore migliore di Cody invece infilava il 109-105.

Un canestro annullato a Monk per fallo di Cody sul blocco sembrava dar la possibilità ai Wizards di accorciare subito ma Miles con un gioco di prestigio salvava la squadra che tuttavia pagava l’ennesima palla persa da Monk dovendo poi fermare con il fallo Beal (Bridges, chi altrimenti?).

Non funzionava perché il 2/2 valeva il -2, tuttavia Charlotte provava a ricacciare gli spettri della sconfitta con la tripla di Graham che a 5:59 interrompeva il pesante parziale di 0-11…

112-107 che durava poco, fino alla fuga di Beal oltre Miles per il -3.

Williams stoppava Smith e Rozier in transizione dava il +5 ai viola.

Rozier conteneva Beal ma gli Hornets soffrivano i passaggi per il lungo in area così Bryant con una doppia schiacciata costringeva Charlotte al misero punticino di vantaggio a 3:44 (114-113).

L’inesperienza degli Hornets era pagata a caro prezzo perché la tripla di Graham non entrava, mentre quella di McRae su passaggio in angolo destro di Bertans (raddoppiato) a 3:02 valeva il sorpasso definitivo.

Una possibile jump ball, decisione modificata dopo le proteste di Brooks e soci, si trasformava in contatto Williams/Bryant con il secondo ad allungare in lunetta sul +4.

A 2:28 altro fischio contro: questa volta per un fallo offensivo di Williams, rientrante in panca.

Arrivava una rimessa a favore di Washington con ultimo netto tocco di Beal, anche questa volta per fortuna modificata.

Rozier ne approfittava per segnare il -3 ma I. Smith in entrata non trovava valide opposizioni.

Purtroppo Rozier mancava l’entrata e una transizione tentando di servire P.J. a rimorchio imbottigliatosi tra i due difensori, palla persa e McRae chiudeva il match a :29.3 battendo la difesa di Charlotte.

Il time-out per riorganizzarsi portava in dote una serie di blocchi in uscita, finiva Monk per ricever in punta ma il suo tiro, fondamentale per rimaner disperatamente in corsa, viaggiava basso, sfiorando solo la retina…

Beal con un ½ allungava, Bridges, poco contrastato appoggiava il 118-123, poi sulla pressione offensiva di Charlotte Rozier in salto rubava un lob di Smith ma invece che andare dentro ad appoggiare provava il passaggio floscio in angolo intercettato da McRae così finiva a :09.2 il match reale con l’avversario in lunetta per il 118-125.

Le pagelle

Terry Rozier: 6

19 punti, 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 8/17 dal campo con un -16 nel plus/minus. 3 TO e 1/6 da tre. 3:17 tatuato sulla nuca che girato significa lie, bugia. Lui dice che viviamo in un tempo di menzogne e penso che probabilmente si riferisse anche ad argomenti, avvenimenti, anche di riflesso menzionati nell’intro, sebbene lui abbia dichiarato di non gradir nell’approfondire la questione. Pessima partenza, poi una buona fase nella quale aiuta parecchio la squadra, firma l’ultimo canestro per cercare di rimanere in scia e compie anche buone difese ma getta al vento un layup e si fa intercettare due palloni nel finale. Iconicamente controverso non ha paura di prendersi in momenti delicati la leadership ma difetta in qualche scelta.

Devonte’ Graham: 6,5

19 punti, 6 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 8/15 dal campo, 4 TO. Qualche pallone perso anche per lui ma un plus/minus di +7, unico positivo in quintetto e a parte la forzatura da tre nel finale che lo porta al 3/9 da oltre l’arco, gioca il suo solito minutaggio alto (35:45) mostrando buoni lampi in penetrazione con il floater o nel servire il compagno appropriato. Non basta, l’importante è che non si deprima e continui a giocare in fiducia.

Miles Bridges: 7,5

31 pt., 8 rimbalzi, 3 rubate. 12/21, -11 in +/-. Trascina Charlotte nel primo tempo e a inizio ultima frazione, poi anche lui sbaglia qualcosa e in difesa non ci prova un paio di volte a bloccare tiri facili mentre si oppone a Beal fallosamente in maniera tattica su una transizione quando si era ancora in vantaggio. Appoggi, spin e anche triple. Miles trova spazio e career-high in serata. Ottima partita offensiva, discreta quella difensiva nonostante qualche mancanza, sbroglia qualche situazione.

P.J. Washington: 5,5

7 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. 3/9 dal campo in 29:05. Questa volta commette tre falli ma nella fase decisiva Borrego chiama Williams. Buona la tripla del +4 da sinistra ma anche lui sbaglia una tripla, dall’altro corner, forzandola. C’è nell’aria una polemica innescata sulla giovane età dei rookie e io aggiungerei che talvolta sembrerebbero esser quasi trascurati anche se lui prende i suoi tiri numericamente parlando, è che ne mette pochi…

Cody Zeller: 5

4 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 2/8 dal campo. Tripla presa e mancata anche da lui in una fase decisiva, a parte, commette un fallo offensivo bloccando Bertans mentre Monk segna. Stoppa da dietro rimontando Smith ma in attacco, salvo un appoggio di sinistro quando ha la palla in mano sembra più incerto di un accordo scritto con l’inchiostro simpatico tra il governo italiano e una nota multinazionale franco-indiana. Sbaglia diversi tocchi facili da sotto e come altri player fa acqua sotto le plance lasciando inserimenti e spazi su extra pass, demerito da condivider con altri.

Malik Monk: 6,5

19 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 7/10 dal campo. Un pessimo TO nel momento decisivo della sfida, un canestro annullato in entrata ove in serata, complice la rarefatta difesa Wizards, mostra coordinazione e velocità con appoggi precisi ed esitazioni, anche doppia in un caso. Peccato che poi non sappia gestire al meglio il suo potenziale provandoci subito a te in uno contro uno a inizio ultimo quarto con risultato scadente. Partito bene con 12 punti nel primo tempo compresa una tripla difficile, non incide nel finale. Voto forse ingeneroso ma non c’è solo l’attacco, anche la difesa è importante.

Nicolas Batum: 6

6 pt., 5 rimbalzi, 7 assist. 2/4 dal campo, 2 TO. Blocca il gioco e sé stesso al palleggio a volte, roteando sul piede perno alla ricerca del miglior compagno da servire e a parte una brutta palla persa nel complesso in serata trova spesso compagni che vanno a bersaglio come Monk sul suo bound pass diagonale, uno dei marchi di fabbrica migliori del transalpino che raddoppia le triple salendo a 6 in serata. Ormai fa più da collante che da ricercato tiratore, anche lui si aggiunge alla nutrita schiera di tiratori a vuoto di triple in un momento delicato, anche se il suo tir veloce rimbalza sui ferri, beffandolo.

Dwayne Bacon: 5,5

0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Si prende un paio di tiri, uno in fade-away ai 24, li sbaglia entrambi chiudendo a 6:39 il minutaggio della sua breve apparizione.

Marvin Williams: 6,5

9 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. +1 in plus/minus. Buona prestazione di Williams in difesa anche se deve cedere il passo a Beal nel finale o commetter qualche fallo. Peccato per lo schermo offensivo fischiatogli contro in attacco ma si fa veder prima subendo uno sfondamento eroico 1 vs 3, poi intercettando sotto una pallone destinato al cesto e cancellando nel finale Smith con un ombrello protettivo notevole. In attacco mette dentro su Bertans dal pitturato o prima ancora mostra un bello scoop provandoci solamente una volta da fuori con ottimo risultato.

Bismack Biyombo: 6,5

4 pt., 5 rimbalzi in 6:40. Vince qualche duello con Bryant ma Borrego decide di affidargli solo minuti nel primo tempo seguendo un piano preordinato di rotazione. Mette due tiri su due, gancio e dunk, non ha il tempo di incrementare i rimbalzi e rimpinguare il tabellino punti.

Coach: James Borrego: 5,5

Non trova la quadra per portare a casa il finale e la squadra deraglia. Toglie per un attimo Miles mettendolo a riposo, la partita prende l’inerzia avversaria e le contromisure adottate non funzionano. Bel ritmo, discreto gioco di squadra sino alla paralisi finale.

City Edition Uniform 2019/20

Aveva iniziato a circolare ieri per un post su un noto social a causa di un media rilasciato da Miles Bridges.

Non ha tardato molto a rivelarsi ufficialmente l’uniforme grigia degli Charlotte Hornets.

Data come cool gray, gradazione di colore che in pantoni differenti è più scura, comunque sia, la quinta versione stagionale degli Hornets si presenta come una divisa dai toni freddi, glaciali, arricchita da particolari fini nella parte superiore.

La canotta presenta uno scollo a V bicromatico a contrasto così come le maniche, le bande laterali con esagoni perfettamente distanziati a ricordare un alveare o la Biblioteca di Borges (forse ne parleremo in un’altra intro) sono perfette per dare un tono alla canotta, arricchendola.

La scritta CHA in purple a caratteri cubitali copre buona parte del petto e su questo una buona parte dei fan non è d’accordo.

Non per le dimensioni o il font del carattere ma perché avrebbero preferito la contrazione in CLT, considerato più locale, al posto del più forestiero ma codificato in NBA, CHA.

La patch Lendingtree questa volta stona un po’ sovrapponendosi a un colore così chiaro e il colore bianco del numero, dopo non essermi piaciuto molto a prima vista lo sto rivalutando perché le da un tocco delicato anche se bodato troppo strettamente, mentre il logo, viola nel caso, di MJ come sponsor tecnico, non poteva mancare.

I pantaloncini seguono il disegno laterale delle grosse bande larghe sulla canotta con uno dei simboli Honets sui fianchi sulla parte inferiore mentre in quella superiore gli shorts ricalcano tempi antichi inserendo al centro della cintura l’esagono con la scritta Buzz City al posto di Hugo (nettamente più bello il secondo).

Purtroppo gli si dedica sempre pessima fotografia rispetto alla canotta, più commerciale…

Dopo questa inutile disamina “modaiola” vi mostro le canotte che saranno utilizzate in queste 15 partite:

Dec 6 vs Brooklyn
Dec 13 at Chicago
Dec 22 at Boston
Jan 4 at Dallas
Jan 12 at Phoenix
Jan 15 at Denver
Feb 8 vs Dallas
Feb 10 at Detroit
Feb 25 at Indiana
Mar 1 vs Milwaukee
Mar 15 at Orlando
Mar 19 vs Philadelphia
Mar 26 at Oklahoma City
Apr 11 vs Washington
Apr 15 at Philadelphia

Bella, brutta, nulla di che?

Come diceva Protagora fonamentalmente la verità (la sua visione) è relativa, almeno sui gusti direi io…

Di certo c’è che gli Hornets, di scena a Washington nella notte (01:00 AM), avranno la maglia viola utilizzata nelle W contro Chicago e New York, augurandosi possa arrivare la settima vittoria stagionale.

Game 15: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 91-101

Intro

Analisi del passato e comprensione del presente, c’è un nesso?

Se doveste ripercorrere tutta la vostra vita sino a oggi e un pazzo l’avesse messa tutta su una pellicola infinita come quelle dei film o delle videocassette degli anni ’80, forse non sapreste indicare dove termina il passato e dove inizia il vostro presente/futuro.

Probabilmente perché ci sono elementi che si trascineranno sempre nel vostro quotidiano, amicizie, cultura o semplicemente il modo di pensare, difficile riuscire ad elidere gli effetti del passato e chiudere con esso, sempre si abbia intenzione di farlo.

Gli Hornets del primo trasferimento da Charlotte a New Orleans si son portati in blocco tutto, mascotte compresa poi quando Benson ha rinominato New Orleans e i Bobcats si son trasformati in Hornets, lo strano mix storico ha ripreso forma con il possesso di parte della storia dei Calabroni, il ritorno della maglia di Phills e quei colori che nella Queen City erano divenuti sbiaditi, sostituiti dall’arancio delle Linci mentre dall’estate con la perdita dei big sono spuntati giovani come Graham e Bridges da far crescere, in continuità con lo scorso anno.

A Brooklyn il grigio corrisponde agli anni recenti ma qualche anno fa Mikhail Prokhorov riuscì a metter sotto contratto alcuni big (Deron Williams, Garnett, Paul Pierce) per i Nets portandoli ai playoffs e proprio ora che Durant è entrato a far parte delle schiere dei Nets, insieme a Irving, il magnate russo esce di scena lasciando il posto a Joe Tsai.

Anche qui la situazione però, nel bene e nel male è figlia di scelte precedenti, ascrivere tutti i meriti al taiwanese/canadese, numero 2 di Alibaba Group, sarebbe banale.

Due team che si stanno muovendo in maniera differente con l’orizzonte unico nell’avere un futuro migliore.

Se i Nets, quando riavranno Durant, con Irving e magari un nuovo big potrebbero diventare una serissima contender, gli Hornets puntano a creare, per necessità, giocatori di livello inaspettati un po’ sul modello Raptors.

Su tutti per ora Graham, sperando possa continuare così (prima della partita)…

Analisi

Borrego aveva avvisato che sarebbe stato importante il lato fisico della gara.

Gli Hornets, anche se i Nets, orfani di Irving e Durant, non hanno retto sotto le plance dove la franchigia non mette a disposizione nulla di determinante.

Zeller tra falli, raddoppi alti che hanno liberato avversari per il pick and roll e poca predisposizione alla stoppata, Biyombo, portato a qualche fallo eccessivo,Hernangomez (troppo soft e nemmeno entrato) e Marvin adattato come centro per la small-ball (follia di Borrego dal mio punto di vista), non hanno retto all’urto dei centri avversari, anche perché se togli Allen e metti DeAndre Jordan la solfa non cambia e proteggere il pitturato diventa utopia in certe serate… alla fine l’anello di congiunzione negativo con il passto per Charlotte è stato la mancanza di un valido protector rim e consistente rimbalzista in una serata poco precisa alla conclusione.

41-53 nei rimbalzi (8-13 gli offensivi) sono stati troppi, mentre i TO, pur alti (15) non sono stati molti di più di quelli dei Nets (15).

20/26 per Charlotte ai liberi, 19/23 per i Nets.

Addirittura nelle stoppate si è finiti sopra 4-1 così come nel tiro da tre punti (33,3% contro il 25,6%) ma poco conta se dal campo finisci per tirare con il 37%…

Non che il 39,6% dei Nets sia stato migliore ma Charlotte è stata outshooted 81-90 da una squadra più fisica e concreta tanto che gli Hornets si son trovati eternamente a inseguire (se non a esser eccezionalmente davanti qualche rara volta nel primo quarto) come un cavallo al quale è stata fissata una carota oltre il muso, appesa da un filo, irraggiungibile…

L’unica volta che ci siamo riavvicinati sul -3, ecco Graham sparare in transizione la bomba invece di penetrare, palla sul ferro, sue liberi dall’altra parte e la small di Borrego nel finale con Williams come centro a produrre effetti nefasti.

Vince Brooklyn, più concreta e per gli Hornets la trasferta di Washington diventa un’altra possibilità di agguantare la settima vittoria stagionale, rimandata per cause di forza maggiore oggi.

Allen ha finito con 22 punti e 17 rimbalzi, Prince e Dinwiddie si sono divisi 40 punti (20 a testa) e Jordan ne ha aggiunti 14.

La partita

Starting five

CHA: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington, C. Zeller per James Borrego.

BKN: Dinwiddie, Temple (4 pt.), Joe Harris (8 pt.), T. Prince, J. Allen per Kenny Atkinson.

1° quarto:

Palla a due sorprendentemente vinta da Cody su Allen e lavoro in post basso sinistro di P.J. che pompava il palleggio sullo stesso Allen e resistendo al contatto metteva dentro in qualche modo subendo fallo.

3-0 a 11:42 pareggiato alla seconda azione offensiva dei Nets con la tripla di Dinwiddie su Zeller che sfruttava una drive con passaggio rapido sotto per tagliar veloce l’appoggio prima della doppia chiusura dei lunghi Nets.

Allen lanciato nel mezzo mancava tutto solo una big dunk ma in ripiegamento difensivo anticipava Zeller per tornare a schiacciare, questa volta veramente sull’altro fronte.

Borrego, giustamente preoccupato dalla medesima azione con estrema libertà per Allen chiamava un time-out rapidamente a 10:04.

Rozier a 9:47 infilava due FT (Temple foul) ma Prince da sinistra abbandonava P.J. e alzava sopra Cody uscito a dar manforte, trovando il pari.

I Nets si avvantaggiavano grazie ai liberi: Allen a contatto con P.J. splittava, Prince metteva anche un catch’n shoot da tre dalla destra al quale rispondeva P.J. con un’entrata assurdamente fuori equilibrio e rilascio sfera sul plexiglass sul raddoppio: canestro incredibile ma errore dalla lunetta mentre dalla parte opposta un leggero tocco di Marvin su Prince era punito dall’ala grande avversaria con un 2/3 dalla linea.

Sempre a gioco fermo a 6:03 P.J. fallendo due liberi lasciava a bocca asciutta i ragazzi di Borrego mentre Prince contatto con P.J. mancava il tiro ma non i liberi per il 9-15.

Le percentuali scendevano ulteriormente con Charlotte al 25% e BKN al 29% prima che Monk lanciato da Batum in transizione appoggiasse di sinistro.

Biz subiva fallo da Musa e in bonus affondava ambo i liberi per il -2 e anche se BKN rimetteva 4 punti tra i due team, Bi al secondo tap-in, correggeva sé stesso e anche il precedente errore di Monk per il nuovo -2 (15-17).

Un fluido appoggio di Dinwiddie toglieva il tempo alla difesa di Charlotte ma sull’altro fronte l’alzata di Batum sorprendeva la difesa interna dei grigi che vedeva spuntare il caccia Monk a scaricare un prepotente alley-oop.

A 1:40 DeAndre Jordan cominciava la sua buona gara con 2 FT messi a segno mentre a 1:19 con un pull-up Monk batteva il difensore nell’uno contro uno consegnando tre punti secchi a Charlotte.

La dunk di Jordan, quello di BKN, perché quello di Charlotte non gioca più purtroppo, consegnava il +3 ai locali (20-23) prima che Graham, recuperando due liberi, finalmente sbloccasse il proprio tabellino dalla fastidiosa casella zero punti.

A :37.3 Biz infilava sorprendentemente altri due liberi restituendo il vantaggio a Charlotte che tuttavia subiva una tripla di Dinwiddie nonostante Biz sulla linea tentasse di controllarlo contrastandolo in salto.

A pareggiare ci pensava lo stesso Biz con un tocco volante morbido su lob di Graham per il 26-26.

2° quarto:

Brooklyn a 10:35 raggiungeva rapidamente il terzo fallo del quarto ma teneva e con Jordan passava avanti a 10:17, Monk scattava nell’alto pitturato e arrestandosi sul bound pass di Biz lasciava partire l’alzata vincente per il pari, tuttavia Shumpert dal mid range realizzava il nuovo vantaggio mentre Monk passava a un avversario e Rozier sull’azione offensiva seguente andava a infilarsi in un imbuto perdendo palla così Jordan in appoggio faceva 28-32.

Bacon mancava un tiro ma recuperava bene nel nostro pitturato per vedere Bridges di forza appoggiare su Harris.

Musa era stoppato da Biz ma non ricevendo nessun aiuto era costretto da terra a veder l’avversario recuperar la sfera e metter dentro a 7:10.

Non funzionavano le guardie di Charlotte sulla pressione di BKN, Rozier da 3 mancava il tiro, Jordan in alley-oop easy invece non sbagliava.

Prince dal corner destro piazzava la bomba, Rozier in entrata a 6:06 rispondeva ma ci metteva 5 secondi Dinwiddie per farsi il campo segnando in appoggio, in più gli arbitri chiamavano anche fallo contro P.J e così i Nets volavano sull’inaspettato quanto rapido +10 (32-42).

Zeller a 5:43 fronte a canestro rispondeva con la tripla, Jordan ci allontanava con due punti da sotto, poi toccava a Miles esser lanciato nell’iperspazio per andare in alley-oop solo con l’arto destro a disintegrare il canestro.

Bridges continuando ad aver fiducia in drive batteva l’avversario appoggiando a tabella ma sul 39-44 i Nets facendo girar palla trovavano libero nell’angolo sinistro Harris, che, dopo qualche errore, non sbagliava da fuori.

La dunk di Allen a una mano ripristinava lo svantaggio in doppia cifra per Charlotte che a 2:59 tentava la riscossa con il primo canestro dal campo per Graham che lo realizzava a suo modo con una tripla.

Pinson rispondeva subito da fuori restituendo sicurezza ai grigi ma Batum inaspettatamente in uno contro uno metteva dentro la bomba dalla diagonale destra.

Charlotte vedeva una conclusione rimbalzare sul ferro ma nessuno dei numerosi giocatori in maglia bianca faceva un buon tagliafuori e Musa spuntando nel mezzo raccoglieva segnando due punti piuttosto vergognosi per la difesa, troppo statica.

Bridges da destra replicava da tre punti (48-54), Allen servito in corsa si dimostrava inarrestabile mentre Zeller si fermava da solo dalla lunetta con uno 0/2, per fortuna Graham a :34.5 immagazzinava altri 3 punti per il 51-56 che sarà poi punteggio finale all’intervallo.

Biyombo e Williams provano a fermare Dinwiddie. Photo: Kathy Willens, AP

3° quarto:

Rozier partiva meglio nel secondo tempo lasciando partire dal pitturato l’alzata su Dinwiddie per il -3, Harris mancava la tripla ma Allen veleggiando in put-back dunk schiacciava dentro la sfera rimasta ad alta quota con gli Hornets ancorati a terra e lontani.

Il 3° fallo di Cody (offensivo) e la tripla di Prince mettevano in difficoltà Charlotte.

Rozier dalla lunetta recuperava due punti ma Harris andava a schiacciare in transizione dopo una steal.

Seguivano un floater di Rozier e l’ennesima schiacciata di Allen giunto a 11 punti, Rozier da tre schermandosi con lo step-back dava il giro giusto alla sfera ma un fallo di Zeller su Allen e l’1/2 dal centro afro ritoccavano sul 60-66 il punteggio a 8:21.

Un altro fallo di Cody lo portava a 4 mentre sull’altro fronte Prince con un veloce passaggio liberava Allen per un’esagerata bimane appesa.

Allen continuava a dominare nella terra di nessuno anche quando i compagni mancavano il tiro, ecco ad esempio il rimbalzo offensivo e la reverse dunk a 7:02 per il 60-70…

Al rientro dal time-out Graham spediva dentro la saetta da tre (6:42) ma dopo aver raschiato un altro punticino Temple recuperava una palla che sarebbe potuta finir nelle nostre mani e con lo step-back, portandosi oltre la linea dell’arco a sinistra metteva la tripla del 64-73.

Graham da sinistra replicava facendo da solo dal palleggio; passo laterale a sinistra e tripla mumbo sui cm di Allen…

Il centro si rifaceva poco dopo schiacciando per la settima volta in serata mentre Biz sul tentativo si fing and roll si vedeva spostare il braccio da Harris.

Due liberi a segno a 3:15 e poi uno splendido reverse lay-up di Monk proveniente dalla linea di fondo sinistra (Musa passato e Harris lasciato sotto canestro in salto) erano utili agli Hornets per portarsi sul 71-75 ma un goaltending di Biz sembrava cacciarci eternamente indietro anche quando Charlotte sembrava, grazie a un buono sforzo, poter rientrare.

Dinwiddie da sinistra in pullup metteva dentro travolto anche da Biz che usciva in salto dal suo cilindro.

Gioco da tre punti e Hornets sotto di 9 a 1:56 prima di finir sotto di 11 a causa di due liberi di Jordan che a 1:37 aumentavano il parziale sullo 0-7 prima che Williams appoggiando di destra al vetro lo interrompesse.

Finiva 73-82 il quarto con gli Hornets a fare mezzo passo indietro ma ancora ipoteticamente in gara.

Rozier stacca alto per l’appoggio contro Pinson e Shumpert. Photo: Kathy Willens, AP

4° quarto:

Dopo vari tentativi falliti da ambo le parti, gli Hornets si riavvicinavano con Bacon a 10:53.

Pinson dalla lunetta a 10:20 segnava due liberi ma Bacon in corsa rilasciava un fade-away che si appoggiava alla tabella, lato sinistro, per cader dentro.

77-84, Monk mancava il tiro ma Rozier in difesa sfruttava la palla recuperata sulla pressione del team per andare a esser abbattuto sotto canestro.

2/2 a 8:20 e Irving sbadigliando in panchina vedeva qualche secondo più tardi i suoi gettar via un pallone in attacco.

A 7:40 un mumbo dalla sinistra di Graham su Jordan valeva l’81-84 e da una steal difensiva su Prince nasceva la transizione del possibile pareggio solo che sull’assist, Graham decidendo per l’open 3 falliva la conclusione e Dinwiddie in entrata veniva toccato da Bacon.

2/2 a 6:54 con le ultime avvisaglie di resistenza di Charlotte ancora firmate da Bacon ai liberi (autore del fallo invertito rispetto alla precedente situazione).

83-86 a 6:28 ma a 5:45 i Nets, dopo esser partiti con 0/7 dal campo nel quarto, indovinavano la tripla con Prince, anche se contrastato da Williams.

Charlotte andava in time-out poi dalla baseline destra arrivava il floater vincente di Williams annullato per uno sfondamento molto discutibile su Prince.

Il rimbalzo offensivo consentiva ad Allen di appoggiare semplicemente e per cercare di correre ai ripari Miles strofinava la retina con un colpo di genio da tre punti a 4:43 (86-91).

A 4:21 per un fallo su Allen ci trovavamo sotto di 7.

La small ball di Borrego con Marvin come centro non dava buoni esiti, nemmeno in attacco quando Rozier serviva basso Bridges che non riusciva ad agganciar bene la sfera favorendo Prince in transizione per il +9 Nets.

Graham sparava a salve contro Allen e su una rimessa da destra Dinwiddie con un preciso catch n’shoot dalla baseline infilava l’86-97.

Miles stopperà Dinwiddie da dietro sull’azione seguente ma il cronometro si faceva pressante e i due liberi di Monk a 1:59 valevano poco perché su una second chance da rimbalzo offensivo Harris colpiva da tre a 1:33.

Rozier rispondeva subitaneamente per il 91-100 ma dopo l’1/2 di Temple per spinta di Rozier Charlotte provava pessimi tiri da tre per recuperare miracolosamente ma non entrava naturalmente nulla e la partita in ghiaccio terminava sul 91-101.

Le pagelle

Terry Rozier: 5,5

8 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. Bell’inizio di terzo quarto a dare un po’ di sprint al team ma si perde dopo uno sfondamento offensivo chiamatogli contro. Nel primo tempo non funziona, finisce con 5/14 dal campo mancando qualche entrata con 4 TO e una tendenza ad andarsi a infilare in imbuti che lo portano a perder palla, sia sul palleggio (in un’azione avrebbe potuto chiamare time-out anziché perder la sfera) o su uno scarico non preciso. E’ il suo gioco anche ma innesca anche transizioni molto pericolose in questa maniera. Deve cercare di non far trovar sbilanciata la squadra in queste situazioni.

Devonte’ Graham: 6

17 pt., 3 rimbalzi, 6 assist. 5/16 dal campo. Passa buona parte del primo tempo a litigare con il ferro trovando tardivamente due punti dalla lunetta ai quali aggiunge due triple. Nella seconda parte ne mette uno in più rispetto al primo tempo con due tiri che gli valgono 5 punti dalla sinistra battendo implacabilmente i lunghi avversari. Manca la tripla dell’aggancio seguendo la moda/filosofia NBA nel tirare da tre. Era un’open ma da transizione si sarebbe potuti arrivare al ferro e al limite scaricare. Anche 5 TO.

Miles Bridges: 6

12 pt., 5 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Stoppata da dietro su Dinwiddie a parte, è attivo in difesa con aiuti. Sbaglia troppo in attacco (5/13) ma da anche una spinta alla squadra in alcuni momenti della partita cercando di andar di forza dentro.

P.J. Washington: 5

5 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 5 falli in 12:02. Avrebbe dovuto esser il valore aggiunto ma ben presto è un incubo perché in difesa non tiene nulla e la sua condizione da rookie forse gli “regala” contro anche un fallo che non c’era. Comunque sia, brutta prestazione condizionata dai falli nel minutaggio. Come recentemente è accaduto nei minuti finali Borrego gli preferisce Williams. Un po’ addormentato prende in faccia un tripla pesante di Prince nel finale. Un mezzo voto in più solo perché all’inizio batte Allen con gioco da tre punti e poi mette dentro un canestro incredibile in entrata, pur raddoppiato da Allen ma alla fine, il buio…

Cody Zeller: 5,5

5 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. Finisce anche con un +2 in +/- ma a parte i 7 rimbalzi in 15:05, commette tre falli offensivi banali che portano altrettanti TO e con 4 falli chiude una gara giocata sul filo del rischio. I raddoppi alti a metà strada non funzionano e siamo spesso battuti con il passaggio dentro. Anche lui tiene poco sui lunghi avversari, si vede subito all’inizio con Allen che va dentro due volte e solo per grazia ricevuta perde palla mentre si alza la palla per una dunk che sarebbe stata pirotecnica.

Malik Monk: 6

13 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 5/13 dal campo ma un ¼ da fuori con alcuni tiri presi in momenti delicati del match che non sono andati dentro. Generoso in difesa anche quando tenta di contenere Allen, cosa impossibile ma fa meglio quando trova il ritmo per andar dentro a chiudere in floater o in appoggio, magari anche toccato per andare in lunetta. Solo il pull-up da tre, poi tre errori anche se aiuta la squadra in un buon momento e nonostante il finale, chiude sul +9 di plus/minus. Un paio di recuperi, su uno lo lancia Batum per due punti facili mentre ancora il francese lo esalta per un alley-oop tremendo.

Marvin Williams: 4,5

2 pt. (1/7). I circuiti di Marvin sono fuori fase. Se deve far da centro in difesa, oltretutto incerottato a una spalla, siamo a posto… in attacco fa anche peggio realizzando solo un layup di destro, non batte nemmeno Dinwiddie tentando un tiraccio che sibila vicino al ferro dalla media, 0/3 da fuori. Night off pesante per Charlotte che da uno con la sua esperienza si aspettava qualcosa di più in attacco nel finale.

Nicolas Batum: 6

3 pt., 5 rimbalzi, 3 assist. Abbonamento all’unica tripla di serata per il francese che in 25:37 ci prova surrealmente solo una volta finendo con il 100%… Usa Monk come terminale preferito per l’assist e poi perde una palla banalmente contro Harris. Aiuta a rimbalzo ma da lui ci aspetteremmo di più, almeno per contratto… Si salva per una difesa decente.

Bismack Biyombo: 6

10 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Fa il suo. Sorprende ai liberi con un perfetto 6/6 da ricordare, stoppa anche Musa ma i compagni guardano e l’attaccante segnerà mentre il congolese nello sforzo cadendo a terra non potrà opporsi nuovamente. Qualche rimbalzo in 16:50 lo cattura ma spende un paio di falli inutili, concedendo a Dinwiddie il tiro libero addizionale.

Dwayne Bacon: 6,5

6 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/4 al tiro. Non parte bene ma da verve al team a inizio ultima frazione con un paio di canestri importanti. Precedentemente un bel recupero. 2/4 dal campo in 13:57, cancellando gli zero dalle varie caselle.

Coach James Borrego: 5,5

Boh… predica fisicità e mette in campo una small-ball con Williams come centro nel finale. Certo, i nostri centri sono limitati e non riescono a contenere bene, talvolta o per cambio sul pick and roll o per scelta escono anche sul piccolo con alterne fortune. Il materiale è quel che è ma se si pensa di avere un vantaggio in termini offensivi, in quelli difensivi diventa una tragedia perché a volte la pressione non basta, finiamo con 8 steal contro le 11 di BKN e un TO in più, anche se tre sono stati procurati da Zeller.

Game 14: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 96-132

Intro

Il lavoro paga.

Come però non se l’è mai chiesto nessuno nel caso di uno sportivo perché i frutti del lavoro svolto, come particelle che si scompongono in iride dopo aver attraversato un prisma, si riflettono evidenti nell’ambito di quello specifico sport.

E’ così che Devonte’ Graham da simpatico Signor Nessuno è passato, almeno per gli appassionati, a esser considerato un buon giocatore.

Il lavoro in estate, come ha detto anche lui recentemente, è ciò che lo sta facendo emergere in questo inizio di Regular Season all’interno di questa forma d’arte che è il basket, anche se sta scombinando i piani di Charlotte per il momento, partita, se non con l’intento, con la convinzione di arrivare tra le ultime squadre e pescare bene al prossimo Draft.

Non che non si faccia in tempo, in fondo 6 vittorie a fronte di 13 partite giocate con altre 69 in ballo, sono poca cosa e sarà bene rimanere con i piedi per terra ma tornando al lavoro, potremmo scomporlo in altre sezioni, laddove l’iride verrebbe sostituito dal nero.

“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai nemmeno un giorno per tutta la tua vita” è un ottimo consiglio non fosse che l’aforisma è di Confucio che nacque 5 secoli prima di Cristo in una società differente.

Quanto poco sia attuabile per la massa impiegata e impegnata nell’alienante lavoro quotidiano (se “va bene, nel senso che c’è) è facile a dirsi nell’epoca del precariato, dell’”uomo” formato solamente in funzione di ingranaggio della macchina della produttività, spirito del tempo sospinto da un orizzonte di non senso che non sia il profitto/regresso, poiché la parte utile del progresso è stata messa al servizio della economia/tecnica che brandendo l’utilitarismo e premendo sul sofismo della ragione mette al bando altri modi d’esser uomini.

Sarà anche per questo che Charlotte quest’anno mi piace, anche se dovesse deragliare adagiandosi sull’asfalto antracite stagliandosi però come vivace puntino color teal nel conformismo dei nomi e dei campioni.

Pur rimanendo nel privilegiato mondo dorato del capitale, va detto che questi non ha un’etica e la Queen City, pur essendo divenuta anche sede di grandi banche, soffre alcune dinamiche economiche intrinseche alla lega e al disinteresse dei giocatori, oltre ad e/orrori gestionali passati.

A Charlotte non c’è nessuno… solo ragazzi emergenti, rookie (P.J. Washington e Cody Martin), sophemore (Bridges e Graham) o al terzo anno (Monk) che insieme a qualche veterano (Marvin Williams, Biyombo) cercano di fare della squadra l’arma per combattere i propri limiti e la potenza dei big market oltre a un allenatore che, passato da San Antonio come assistente coach, sta riuscendo a dare un taglio meno prevedibile alla squadra rispetto a quando Kemba portava la croce o Lamb contro i Raptors vinceva due partite allo scadere in maniera assurda con tiri impossibili o da non sbagliare.

Gli stessi tiri difficili e da non sbagliare che mi hanno riportato in mente l’ex numero 3.

Stasera si va proprio a Toronto con Monk, Graham, ma sarà dura in Canada arrivare a un finale punto a punto.

Analisi

Charlotte cede di schianto nel secondo tempo, eppure…

Avevamo visto, dopo il solito inizio travagliato sotto la pressione difensiva avversaria, una buona Charlotte nel primo tempo, abile a colpire da tre e a procurarsi i vantaggi stressando, tirando e allargando le maglie difensive della squadra di Nurse grazie a anche a un buon Williams sebbene le second chance dei locali, arrivate in transizione ma non solo, fossero un grave problema poiché i canadesi attingevano a piene man da queste situazioni soprattutto con Hollis-Jefferson ma non solo…

Sul 56-55 i Raptors piazzavano un 5-0 che chiudeva i giochi a loro favore 56-60 nel primo tempo ma la gara sembrava ancora giocabile.

La variabile impazzita era Anunoby che sganciando tre triple, aiutato da VanVleet con altre due, nel giro di 5:20 piazzavano un allungo che portava i Raptors sul 64-80 riuscendo a giocare un buon basket fatto di passaggi rapidi come avevano fatto i ragazzi di Borrego precedentemente tanto da arrivare alla fine a un record di franchigia con 40 assist smistati.

Gli Hornets provavano a resistere ma nei 6:40 finali Toronto guadagnava alti due punti chiudendo sul +18 il quarto.

Nell’ultima frazione Borrego manteneva per poco i giocatori che avrebbero potuto accorciare il divario ma poi arrendendosi all’evidenza lanciava in campo prima Willy, poi gli altri giocatori in panca come Bacon, Martin e perfino MKG.

Con due triple di Davis i locali si portavano sul +30 (80-110) con degli Hornets poco convinti sul parquet ad attender la fine di una gara che non si sarebbe più potuta vincere.

5 pt. di Davis consecutivi ed era -38 (82-120) prima che gli Hornets chiudessero sul -36 alla fine con un 96-132.

Direi troppo forti i Raptors in serata che hanno chiuso con il 51,5% dal campo (solito problema di Charlotte le percentuali concesse) ma con un altissimo 46,5% da tre e un 72-40 nel secondo tempo… 53 rimbalzi e 40 assist con soli 10 TO indicano un’ottima prestazione. Gli Hornets si accontentano di un 42,3% dal campo e di un 33,3% da fuori con soli (rispetto ai Raptors) 37 rimbalzi e 26 assist. Male nei TO (19) che hanno generato canestri in transizione anche da second chance dopo esser riusciti a difender bene sulla penetrazione primaria… 15/24 dalla linea, continua il momento struggle di Charlotte dalla lunetta anche se molti FT mancati sono arrivati nel finale.

Il lavoro paga anche a Toronto dove con Lowry out e Leonard ai Clippers, sono emersi nuovi protagonisti.

Anunoby ha chiuso con 24 punti seguito da Siakam con 20, Powell ne ha aggiunti 17 mentre dalla panchina Terence Davis (career high) ne ha messi 16, uno in più del compagno Hollis-Jefferson che ha catturato 8 rimbalzi.

VanVleet ha terminato con 11 punti così come Boucher che ha recuperato anche altrettanti rimbalzi.

La partita

Starting five

Charlotte riproponeva la recente formazione con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

Toronto schierava: VanVleet, Powell, Siakam, Anunoby, M. Gasol.

1° quarto:

Lancio della palla a due a favore di Charlotte che ci provava due volte da fuori con Zeller (probabilmente toccato dopo il tiro) e Rozier ma senza risultati apprezzabili, Powell invece tirando da oltre l’arco batteva Bridges per lo 0-3.

P.J. ci provava con l’hook in corsa ma andava corto e sull’altro fronte, uscio alto Zeller, il pass sotto per Gasol era buono per lo spagnolo che con una finta si liberava del difensore e metteva dentro.

24 secondi scaduti per Charlotte, penetrazione/appoggio per Powell che a 9:40 determinava il time-out di Charlotte sullo 0-7.

Il pessimo inizio era mitigato dalla tripla di Graham in uscita dal blocco a 9:21 mentre il canestro successivo degli Hornets era opera di P.J. Washington che variava il gioco andando in corsa a depositare sul lato sinistro del canestro oltre Gasol in corsa con lui.

Siakam segnava da tre proprio su P.J. ma a 7:28 rispondeva Zeller da oltre l’arco mandando la gara sull’8-10 prima che i Raptors portassero un parziale di 2-8 chiuso da un jump shot frontale di Anunoby per il 10-18.

Miles era stoppato da Siakam e Monk andando a perder palla era salvato dal ripiegamento di Marvin bravo a far scudo sotto canestro nell’uno contro uno.

Gli Hornets ripartivano a 3:50 quando Batum fintando dalla sinistra faceva passare il difensore per esploder la tripla del 13-18, Powell segnava il floater mentre Rozier rispondeva con il tiro frontale.

Un fallo contro in nostro numero 3 (blocking) e VanVleet si trovava in lunetta a splittare a 3:11, dopo 14 secondi tuttavia era Graham dalla diagonale destra ad accorciare di tre punti il divario.

L’imprevisto arrivava quando Siakam dalla sinistra tirando storto oltre Williams colpiva bassa la tabella che allungava la palla dentro la retina bizzarramente.

Charlotte cominciava a patire le second chance: Hollis Jefferson in particolare tormentava il pitturato mettendo dentro da rimbalzo il +8 Raptors (18-26) prima che un floater di Graham a un minuto esatto dalla fine del primo quarto cominciasse la riscossa con 2 FT di Monk a .46.9 e un 2+1 di Biz a :29.9 (assist di Graham, fallo di Boucher) che chiudeva il quarto sul 25-26 dopo una corsa di 7-0 pro Hornets.

Siakam contro P.J..

2° quarto:

Parziale che Toronto interrompeva dopo 16 secondi con un 2+1 di Siakam al quale rispondeva al terzo tentativo sulla stessa azione Bridges in reverse (suoi gli errori da tre e in alley-oop ma il passaggio di Graham si dimostrava altissimo anche per lui che comunque riusciva a mantener la sfera).

Proprio Miles andando a perder un pallone cercando l’entrata in palleggio favoriva un tap-in di Boucher in transizione mentre a 10:19 Graham andava sul sicuro trovando Biz che segnava ancora toccato da Boucher ma mancava il libero lasciando staccati i calabroni di due unità (29-31).

Bridges si rifaceva con un altruistico passaggio verso sinistra da dove P.J. esplodendo il suo tiro ben costruito piedi a terra da tre ci portava in vantaggio prima che Hollis-Jefferson in mischia facesse avanzare i canadesi.

Gasol era beneficiario di due liberi per un fallo dato contro P.J. così sul +3 Toronto cominciava a pensare di poter staccarsi ma Miles sul fronte offensivo si inventava una penetrazione passando sotto le due colonne difensive: un & under in discesa dal salto.

Numero perché la palla entrava e si otteneva anche il libero per il pari a quota 35.

Biyombo stoppava Boucher e Rozier aprendo nel corner sinistro con passaggio volante dalla linea di fondo innescava l’open letale di Williams per il 38-35.

Hollis-Jefferson dava problemi e l’entrata era premiata con un fallo contro Biyombo per una giocata complessiva da tre punti.

Hollis-Jefferson guadagnava altri due punti ancora da seconda possibilità mentre Williams dalla diagonale destra a 6:02 pescava un’altra tripla per il 41-40.

Charlotte dimostrava di aver problemi a rimbalzo e trovandosi sotto 41-44 a 5:29 dichiarava time-out.

Al rientro Monk splittava in lunetta, VanVleet scappava a Rozier che rilassandosi un attimo su una finta del play avversario concedeva la penetrazione rifacendosi battendolo con il crossover e magnifico reverse.

Hollis-Jefferson però con altri due punti da sotto portava sul 42-48 il game.

Un fallo dell’onnipresente Hollis-Jefferson su rimbalzo offensivo mandava in bonus Williams che dalla lunetta accorciava prima che Siakam trovasse il fondo del secchiello dall’angolo destro e Powell con un fing and roll elegante in transizione mandasse Charlotte sul -9 (44-53).

Gli Hornets rientravano rapidamente e imprevedibilmente con le saette di Williams a 2:34 e di Graham a 2:11 per il 50-53, mentre Anunoby buttando giù con la spinta nel semicerchio Batum si faceva chiamar sfondamento.

Dirompente dunk appesa per l’ex Biyombo, Marvin contrastando Anunoby da te lo faceva sbagliare mentre sul fronte opposto il nostro numero 2 a 1:12 serviva a Biz un pallone che lo portava in lunetta a splittare per il pari.

Siakam da tre falliva ma Gasol portando giù il rimbalzo faceva anche da schermo sul suo pass arretrato per Anunoby che andava a schiacciar comodamente.

Marvin in entrata era spinto da Anunoby, tuttavia non rinunciava al tiro in fade-away facendo bene: two and one che a :36.1 mandava ancora sopra Charlotte (56-55) prima che i Raptors chiudessero avanti grazie alle conclusioni di Gasol da tre e di Anunoby da due per il 56-60.

OG Anunoby al tiro contro Monk.

3° quarto:

Ciò che faceva degenerare una partita sembrata piuttosto equilibrata sino a quel momento era il rientro in campo di Charlotte che stentava sotto la pressione dei Raptors abili comunque sempre a chiuder in transizione con Siakam alla seconda azione (lo stesso Pascal falliva contro P.J. la prima) per un 5-8 nei fast break.

Anunoby, assoluto protagonista del quarto, arrivava a depositare oltre il ferro anche se chiuso da due Hornets stretti per la stoppata.

Rozier rischiarava il cielo del nord con l’ultimo bagliore di teal da aurora boreale: tripla per il 59-64 ma Anunoby da tre colpiva due volte di seguito con effetti letali.

A 8:56 la sua seconda bomba valeva il 59-70.

Powell splittava e Cody con un pick and roll al secondo tentativo metteva dentro in floater ma poca cosa perché Anunoby cambiava zona per la tripla ma non fallendola ancora una volta faceva il vuoto con il suo undicesimo punto nel quarto…

Cody rispondeva con una tripla frontale per la serie “Tiratori inaspettati” ma VanVleet come Anunoby indovinava triple in serie infilandone due a 7:08 e a 6:40 per un pesante 64-80.

Rozier andava a chiudersi in penetrazione contro il muro dei Raptors che recuperava palla e lanciava Siakam in alley-oop…

Per Charlotte, piombata anche sul -20, a 5:15 ci pensava a Rozier a diminuire lo svantaggio come una tripla ma il giro palla e le micidiali triple dei rossi non davano tregua.

A 3:54 quella di Powell riportava a 20 il divario (67-87) per un 6/8 da tre per i Raptors nel quarto…

Anunoby da tre era quasi surreale per un altro colpo da sinistra, Biz in gancio rispondeva andando a quota 10.

Una dunk di Anunoby in back-door e una di Bacon con Anunoby a terra per un contatto su una drive di Batum allungavano il brodo.

Il quarto finiva 74-92.

4° quarto:

Borrego forse ci credeva ancora lasciando elementi che potessero tentare di riportarli in gara ma la meteora senza parabola di Thomas da tre inceneriva l’atmosfera di Charlotte per il -21 e anche se Biyombo in reverse appoggiava sopra il ferro il divario diveniva presto incontenibile tanto che Borrego mandava dentro un Hernangomez in naftalina che tuttavia dal post basso destro partiva bene girandosi velocemente per alzar la sfera oltre il difensore con morbido tocco (78-1012).

Davis per i Raptors colpiva due volte (nel mezzo una tripla di Bridges) con il tiro pesante che a 7:12 mandava dei poco convinti Hornets sul -30 (80-110).

Si arrivava alla fine con fatica per Charlotte mentre i Raptors a risultato acquisito avevano buoni momenti e cali con la panchina.

Lanciati anche Bacon e MKG oltre a Martin, gli Hornets chiudevano sul 96-132, un punteggio molto pesante, più larga sconfitta della stagione, anche oltre i demeriti del team che comunque non pregiudica nulla per il futuro.

Le pagelle

Terry Rozier: 6

10 pt. (4/11), 3 rimbalzi, 3 assist. Sufficiente. Si fa batter da VanVleet poi con moto d’orgoglio restituisce subito in penetrazione bruciandolo per andare in reverse. Piazza un paio di triple che cercando di tenerci a galla ma ne sbaglia altrettante e perde un paio di palloni in palleggio tentando l’entrata sulla difesa che si chiude. 2/6 da 3, -24 di plus/minus.

Devonte’ Graham: 6

11 pt., 2 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 4/9 al tiro e molta pressione su di lui, ci finisce anche Siakam all’occorrenza. 4 TO, da migliorare un po’ in qualche scelta stasera. E’ sembrato un po’ fuori misura con dei passaggi troppo alti per Monk e Bridges e un troppo rischioso per Biz nel mezzo ma fa 3/7 da fuori giocando un’onesta partita. Se deve andare a chiudere Anunoby non ha i cm per farlo. Male non fa ma non facendo cose eccezionali gli Hornets ne soffrono.

Miles Bridges: 6

13 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Non se la cava malaccio tutto sommato eccetto su qualche azione difensiva rivedibile. Il tiro da fuori non c’è quando serve ma anche da lui mi aspetto di più anche se sebbene non fosse la serata giusta, si è visto qualcosa di meglio rispetto alle ultime uscite.

P.J. Washington: 5

5 pt., 2 assist. Ha problemi di falli e gioca poco faticando a contenere salvo alcune buone difese. Un bel piazzato da tre e poco altro. Lontano parente del P.J. visto a New York. Tipico calo da rookie ma deve svegliarsi un po’ su palloni che gli capitan tra le mani o vaganti…

Cody Zeller: 5,5

8 pt., 5 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca ancor meno di P.J. ma mi piace poco dal punto di vista tattico. In attacco gioca in punta o oltre la linea smistando hand-off oppure tenta di piazzare triple se capita e il 2/3 da fuori testimonia un tiro migliorato anche se su piccolo campione. Bella invece la rollata con Graham che lo porterà a segnare in floater al secondo tentativo. In difesa un paio di volte mostra che è troppo facile batterlo e spende solo un fallo in serata.

Malik Monk: 5

7 pt., 3 rimbalzi, 3 assist. Incide poco tirando male da fuori (0/5) con un in & out beffardo. Bel canestro dal mid-range ai 24 ma troppi TO (4) che incidono negativamente e una difesa a guardarsi intorno.

Nicolas Batum: 5,5

3 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata in 24:54. 2 TO e ¼ al tiro. Unico canestro da tre proprio come a New York, bella la finta altrettanto la preparazione ma poi a parte i passaggi un po’ svanisce…

Marvin Williams: 6,5

14 pt.(4/5), 4 rimbalzi, 1 assist. Nel marasma dei cambi difensivi e di marcature larghe, potrebbe far meglio su Anunoby anche se nel primo tempo su di lui va a farlo sbagliar da tre compiendo alcune buone difese. Il promo tempo è perfetto con un 3/3 da fuori e un 3/3 dalla lunetta. Nel secondo sbaglia una tripla scomparendo anche in attacco.

Bismack Biyombo: 6

13 pt. (5/7), 2 rimbalzi, 2 stoppate. Chiude con un +2 in plus/minus. Diverse buone difese anche se su second chance non può arrivare. Protegge il ferro sull’azione primaria e va anche a segnar 13 punti. Sapesse tirare i liberi (3/8 in serata)…

Cody Martin: 5,5

0 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 0/3 in 10:01, 2 falli e 2 TO. -13 di plus minus. Bastano le cifre a far capire che non incide se non con qualche servizio per i compagni…

Willy Hernangomez: 5,5

5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Garbage time per lui con 10:01. Parte bene con un giro rapido sul piede perno dal post basso destro ad alzare un hook morbido sopra la testa del difensore, poi fatica a mantenere palloni in mano, sembra un morbo per i centri di Charlotte, piuttosto impacciati, guadagna la lunetta tre volte ma va un po’ svogliato e fa 3/6… non è facile giocare quando non conta ma con prestazioni scarse come questa non convinci il coach a darti minuti veri…

Michael Kidd-Gilchrist: 5,5

2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 8:21 in campo a partita in ghiaccio, affonda due FT ma fa 0/3 dal campo commettendo due falli e sembra aver il fiatone dopo poco.

Dwayne Bacon: 6

5 pt. (2/4). Nel resto del tabellino ha 0 ma mette qualche punto rientrando dopo l’infortunio. Non fa nulla di eccezionale anche lui non pare abbia troppa voglia di entrare a giudicare dalla faccia quando si alza dalla panchina. Fa il suo.

Coach James Borrego: 5

Buon primo tempo giocando un basket fatto di passaggi per piazzati o vantaggi. Imbarcata totale nel terzo quarto. Troppo rapida. Avrebbe dovuto usare prima un time-out e comunque la squadra non ci capisce molto dietro, colpita più volte da tre ma anche da seconde possibilità. Alla prossima cercando di sistemarsi meglio avendo appreso la lezione.

Game 13: Charlotte Hornets @ New York Knicks 103-102

Intro

High Hopes è una canzone dei Pink Floyd che ha un testo grandioso dal mio punto di vista.

Great Expectations (Grandi Speranze) invece è il secondo romanzo (dopo David Copperfield) di Charles Dickens, uno scrittore probabilmente fuori dallo spirito di questo tempo per i suoi romanzi sociali avendo vissuto in infanzia periodi tra prigione (debiti della famiglia) e a lavorare per 10 ore al giorno in una fabbrica di lucidi per scarpe…

Sarà così che ci metterà un po’ del suo nei romanzi e in Grandi Speranze sono racchiuse le aspettative di un ragazzo povero, storie e intrecci particolari con personaggi simbolo, alcuni iconici, altri stereotipati o surreali.

Di certo ciò che accomuna la speranza all’uomo è la prospettiva.

Il bello sta nel viaggio e visto che chi è giovane dispone volendo di utopia, più immaginazione e forza, avrà più entusiasmo di chi ha sperimentato nel suo percorso troppe emozioni deludenti.

I ragazzi lanciati da Borrego, orfani di Kemba, Jeremy e Tony, nel loro piccolo stanno impressionando, migliorandosi in fretta, specialmente Graham, Martin (Cody) e direi anche Rozier (quello visto negli ultimi match) con Bridges, Bacon e P.J. Che possono trovar la serata giusta così quella a New York potrebbe esse la partita per lanciarsi oltre la Nube di Ort ed entrare più in profondità in zona playoffs.

Mai sottovalutare nessuno però e cercar di rimaner concentrati per evitare tipici saliscendi da young team saranno le priorità, augurandosi che la stanchezza non incida troppo.

Diamo fiducia a questi ragazzi che magari caleranno un giorno anche in classifica in ottica Draft ma per ora andiamo a veder che accadrà nella notte.

In un Est che sembrerebbe aver 6/7 squadre che potrebbero arrivare al 50% almeno a fine regular season, gli Hornets potrebbero ottener qualche W in più di quelle previste.

Analisi

Partita che ricalca molto come schema quella contro i Pistons giocata la precedente nottata.

Charlotte chiude male il primo tempo e recupera nel finale di terzo quarto.

La gara presenta alcune differenze come i parziali che le squadre si scambiano diverse volte e le difficoltà evidenti a rimbalzo degli Hornets ma anche al tiro, specialmente nel trovar spazio in penetrazione o per tirare dalla media ma la squadra di Borrego non si fa problemi e prova a sparar da tre finché non riesce a recuperare.

La difesa a zona di New York risulta esser fastidiosa per Charlotte che poi la sfrutterà e colpirà portandola a proprio vantaggio, la stessa cosa farà New York dopo l’imitazione della squadra di Borrego.

Nel finale gli Hornets non riescono a fermare gli attacchi dei Knicks ma Graham e Rozier mantengono il passo degli avversari riuscendo a rimaner agganciati al -2.

Sul possesso decisivo P.J. Washington è bravo a contener Randle e sull’altro fronte è altrettanto utile nel servire il passaggio rimbalzante per Graham che a :02.1 mandava dentro il quasi buzzer beater per due vittorie al cardiopalma in due giorni.

Il rocambolesco sogno di Charlotte porta principalmente il nome di Devonte’ Graham che chiuderà con 9 bombe e 29 punti aiutando Charlotte a tirar da tre punti ad andare sul 35,4% contro il 30,0% dei Knicks che tireranno meglio nel complesso (41,4% CHA, 45,3% NYK) tirando di più dalla lunetta (14/19 CHA, 18/23 NYK).

Charlotte “paga” il finale tiratissimo perché a rimbalzo consente troppo (42-48) mentre assist e steal sono pari, rispettivamente 22 e 5 mentre le stoppate son state pochissime ma Charlotte ha “vinto” 3-1.

TO quasi pari (10 CHA, 11 NYK), falli commessi: 18 CHA, 21 NYK.

La partita

Starting Five

Hornets con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e C. Zeller.

La squadra della Grande Mela schierava: Ntilikina (6 pt.), RJ Barrett (22 pt.), Marcus Morris Sr. (14 pt.), Randle (12 pt.) e Gibson (9 pt.). Dalla panchina per New York Mitchell Robinson andava in doppia doppia con 17 punti e 12 rimbalzi mentre Bobby Portis andava in doppia cifra con 14 mentre Knox chiuderà solamente con 2 pt. (1/6).

1° quarto:

Partenza forte dei locali che passavano in vantaggio con un jumper di Marcus Morris sulla destra, poi il veloce giro palla di Charlotte produceva un vantaggio per far arrivare ai quasi 24 Zeller a tirar da tre, non la soluzione migliore ma Randle assestava una randellata a Cody sul tiro e il 2/3 del nostro centro a 11:17 pareggiava la situazione.

Gibson riportava in vantaggio i Knicks, poi, dopo azioni a vuoto da ambo le parti, un altro rimbalzo offensivo dello stesso Gibson consentiva al centro avversario di far allungare i suoi che grazie alla pressione difensiva non facevano segare Charlotte e al contempo recuperavano un pallone che spingevano dentro con Barrett in transizione per il 2-8 a 9:04 quando Borrego propendeva per un time-out.

Gli Hornets a 8:31 tornavano in lunetta per un fallo di Gibson su una strong drive di Cody che aggiungeva due punti e la pressione difensiva a tutto campo costringeva i Knicks a buttar via la sfera in attacco.

A 7:56 un lunghissimo 3 punti frontale di Graham ci riportava a un solo punto di distanza, poi il nostro sophemore lasciando il campo a Monk vedeva il compagno ricominciare da dove aveva lasciato contro i Pistons, ovvero con una tripla in fiducia (6:34) per il vantaggio di Charlotte (10-8).

Ntilikina con un gioco a due sulla destra segnava in pull-up e Randle dalla lunetta riportava sopra i Knicks di due ma gli Hornets con P.J. Dalla sinistra su assist di un Batum appena rientrato in campo, colpivano da tre per il 13-12.

P.J. Faceva buona guardia su Barrett ma successivamente Robinson a rimbalzo aveva facilità nel convertir due punti e i Knicks aggiungendo due punti portavano il bilancio nel pitturato a 10-0…

Finalmente Devonte’ con un altissimo floater pescava i primi due punti Hornets in area, quindi toccava a Portis andare in gancio per il 15-18 imitato da Biz che spinto si svitava per necessità lasciando partite l’hook vincente dai polpastrelli.

Peccato mancasse il FT del pari e Robinson andasse a schiacciare dopo un rimbalzo offensivo.

Monk tagliava in floater segnava il secondo personale canestro di serata ma un ¾ dalla lunetta per i Knicks nel minuto finale li portava sul 19-23 prima che Zeller a sua volta riuscisse a procurarsi altri due liberi.

L’1/2 di Cody fermava il punteggio sul 20-23 anche perché nonostante la spinta sulla rimessa (per liberarsi) di D. Smith Jr su Batum e inversione della stessa, Charlotte andava a vuoto.

I due protagonisti della sfida: Graham e Robinson.

2° quarto:

Hornets che in avvio di secondo quarto vedevano Batum stoppare da dietro Portis Jr. ma un jumper di Dotson su Martin costringeva gli Hornets a inseguir di 5 lunghezze.

Knox in transizione e Portis Jr. da tre a 10:36 raddoppiavano il divario a 10 punti (20-30) con time-out di Borrego che tuttavia al rientro incassando ancora due punti da Portis Jr. vedeva i suoi ragazzi andar sotto una dozzina di punti subendo un parziale di 0-9 interrotto da un fing and roll di P.J. Su assist di Graham a batter la zona.

Dotson dalla destra infilava un lungo due punti, non semplice ma a 8:35 Graham realizzava da tre e a 8:08 concedendo il bis faceva risalir Charlotte sul -6 (28-34).

Portis Jr. da tre su P.J. Washington ci ricacciava indietro poi era Miles a fermare lo stesso contenendolo bene e infine a 7:09 si arrestava l’azione con il fallo di Morris Sr. Su P.J., che, mandando a bersaglio i liberi, riportava la squadra di MJ a -7 (30-37).

Randle mettendosi in ritmo batteva la buona difesa di Cody ma in attacco il problema di Charlotte erano le basse percentuali e anche se la zona era attaccata bene, la tripla di Bridges dall’angolo destro rimbalzando solamente sul ferro faceva saltar il turno ai Calabroni che erano colpiti da due FT di Morris Sr. (fallo di Miles) per un 30-41 che ricacciava fastidiosamente indietro la squadra in viola.

P.J., grazie al lob di Batum che sorvolava tutta la difesa di New York, segnava in schiacciata, Rozier al vetro per il -7 e Monk in penetrazione con appoggio soft al vetro costituivano una nuova fiammata per i purple guy che giungendo sul -5 incassavano la tripla di Morris dall’angolo sinistro venendo raffreddati.

Charlotte tornava prepotentemente sotto affidandosi alle triple: quelle di Rozier da sx (3:549 e di Graham (3:13) valevano il 42-44 ma a 2:55 Gibson, dopo aver passato il ferro sulla linea di fondo ed esser stato toccato da Zeller, metteva dentro il reverse layup e anche il FT…

Ntilikina batteva due liberi segnandoli e anche se Williams a 2:24 infilava l’ennesima bomba per Charlotte, il finale di quarto era di marca arancio-blu con Robinson a segnar due punti fallendo l’addizionale, poi toccava a Barrett colpir dalla linea di fondo per poi andar dentro a segnare in mezzo al traffico.

L’unico canestro di Charlotte era firmato Rozier che catturando un big rebound rimaneva fluido nel movimento ghiacciando la difesa con un plastico appoggio in allungo.

Il canestro del nostro play chiudeva il quarto a livello di marcature e gli Hornets finivano negli spogliatoi sotto di 8, 47-55.

Fizdale, che fu assistente allenatore a San Diego di Borrego sembra aver la meglio nel primo tempo.

3° quarto:

Ci si immaginava un inizio in stile Pistons in avvio ripresa ma nonostante uno scoop di Rozier dopo un salvataggio nell’angolo sinistro di Graham, ortodosso quanto utile, si materializzava il disastro con Barrett a portar 5 punti per la squadra di Fizdale prima che Morris di fisico battesse Cody spingendolo sulla corsa nel pitturato e a 9:01 Gibson in schiacciata aggravava la situazione con una 0-9 run che mandava Charlotte lontanissima, su un -15 pazzesco (49-64).

Dopo aver visto Miles fallire alcuni tentativi dall’angolo, era Batum questa volta a spinger la palla dentro per il primo canestro stagionale con tiro pesante per di più, la conclusione vincente di Randle teneva a bada Charlotte che non doma comunque metteva dentro con Devonte’ a 8:07 la decima tripla di squadra su 29 tentativi da fuori.

Sembrava serata out quando P.J. Mancava due FT e M. Morris da tre mandava il mega-schermo del Madison sul 55-69, ma da 5:23 cambiava tutto perché gli Hornets con la zona mandavano in panico i Knicks che incassavano la tripla di Graham e nonostante un floater di Portis portasse ossigeno ai newyorchesi, un alley-oop plastico e morbido di P.J. Su rimessa diretta da parte di Batum era la prima avvisaglia della rimonte.

Marvin con un corner open 3 da destra ci restituiva un -8 e Monk, schermandosi con il nostro numero 2 era lesto dalla diagonale destra a infilare un’altra saetta a 3:26.

Biz recuperando un rimbalzo non era eccessivamente contrastato potendo segnare in semi-gancio, tuttavia i Knicks tornavano a segnare con Barrett, il quale ricevendo sul taglio in corsa trovava un contatto con Monk per un gioco da tre punti in entrata.

Una drive and kick di Batum con scarico per Williams nell’angolo sinistro e si tornava a -3 per effetto del tiro pesante.

Charlotte in bonus affondava due liberi con Williams e passava avanti con un goaltending di Robinson su Monk a :33.4.

Troppa grazia e New York chiudeva avanti 75-76 con il contentino di Robinson in schiacciata.

Il terzo tempo nel finale di Randle…

4° quarto:

Graham apriva alla grande con la tripla in coordinazione pazzesca giungendo a 23 punti, Marvin resisteva con il fallo opponendosi alla dunk di Robinson che andando in lunetta recuperava i due punti persi.

Zeller in girata allungandosi sotto il corpo di Robinson metteva lo scoop con la sinistra ma questi si vendicava in alley-oop.

Robinson in realtà sotto le tabelle continuava a magnetizzar palloni e a 9:33 Charlotte ricorreva a un altro fallo per non farlo schiacciare.

Ancora 2/2 che dava il vantaggio ai locali, esteso pericolosamente e paurosamente sino all’80-88 con una corsa di 10-0 chiusa proprio da Robinson che era rimasto sì giù nella propria metà campo ma zoppicando stoicamente si era portato nella nostra area, ignorato da tutti per esser servito per la dunk.

Gli Hornets incassavano quindi l’ennesimo parziale ma andavano a segno con P.J. servito da un corto assist volante e illuminante di Rozier, il quale in punta andava a rubare nella nostra metà campo una sfera che trasformerà in due tiri del Drag…, no, questa è un’altra storia, in due liberi vincenti.

Forse la sfera del Drago l’aveva veramente Terry che continuava a esser Scary, penetrazione con cambio passo, Portis Jr. era come il Colosseo e Gibson non arrivava sullo scoop al plexiglass, altissimo…

Due punti più fallo.

Hornets a -1 (87-88) a 4:45…

A 4:20 però si entrava in una strana fase, New York, uno dei peggiori attacchi della lega, cominciava a segnar con regolarità, Barrett infilava il jumper dopo una finta e a 3:44 P.J. era costretto a ricorrer fallo sempre sul rookie che splittava.

3:29, Graham for 3, what else?

3:10 Barrett in lunetta, 2/2, lob di Batum per il post up di Washington bravo a schiacciare ma ancora Barrett da 3 infilava la tripla, una mazzata visto che i Knicks ora giravano oltre il singolo vantaggio (92-96)…

Gli Hornets non perdevano la testa e P.J. Segnava in hook dal post basso destro con bravura.

Randle mostrava ottima mira segnando in jumper oltre P.J. che guardava l’iniziativa di Rozier scappato sulla baseline sinistra: scoop all-around the world schermandosi con il ferro e canestro splendido.

Quando Randle affondava a una mano l’imperiosa schiacciata sembrava che gli Hornets non riuscissero a fermare l’alta marea arancio-blu ma Marvin restituiva alla stessa maniera la jam per far tornare i Calabroni sul -2 (98-100).

Randle si inventava a :48.2 un fade-away che dava buone prospettive di vittoria a New York.

P.J. faceva il possibile ma non riusciva a stoppare, tuttavia forzando andava a recuperare due liberi…

Washington affrontava la lunetta con il sorriso e metteva i liberi del 100-102.

New York andava per il possesso decisivo rinnovando il duello Randle/Washington, terzo tempo del numero 30 ma questa volta il nostro rookie era meno timido e salendo per la stoppata lo mandava lungo.

Time-out di Borrego (l’ultimo disponibile, gelosamente conservato) e la sabbia del tempo che scorre nella clessidra è alle calcagna: rimessa in campo di Batum che schiacciando palla serve P.J. In uscita classica in punta, Devonte’ partendo da dietro in corsa finta il movimento per schermarsi con P.J. Ma sterza verso il centro mentre Ntilikina che dovrebbe marcarlo va su P.J., altro passaggio schiacciato e preciso mentre Devonte’ sale per la tripla disperata frontale, Ntilikina torna su di lui cercando di stopparlo ma la palla parte mentre il mio cardiologo è già sul posto, attimi di secondo in sospensione infinita e la spicchiata che ricade dentro per un altro assurdo e incredibile tiro (quasi) allo scadere per il sorpasso sul 103-102…

Graham e Monk…

In :02.1 i Knicks orchestrano una rimessa con palla a Randle che a fil d sirena va corto su P.J. che usando tutto il fisico con la palla ancora fuori rischiava un po’ ma conteneva bene consegnando la W a Charlotte.

Le pagelle

Terry Rozier: 7,5

16 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 6/16 dal campo. Nel finale è importante quando i Knicks segnano sempre tranne nel momento più importante. Supporta Charlotte alla grande tenendo dietro e compiendo almeno due miracoli con un two and one e un reverse all around the world dimostrando di non aver paura nel prendersi certe responsabilità… Bello anche l’assist volante nell’ultimo quarto per P.J..

Devonte’ Graham: 9

29 pt., 2 rimbalzi, 4 assist. 10/19 dal campo, 9/16 da tre. Massimo di triple in carriera. Bombarda il parquet del Madison lasciando schegge ovunque. Incredibile la tripla finale per la vittoria. Di ghiaccio. Un po’ meno bravo negli assist, solo 4 a fronte di 5 TO con passaggi buoni come idea ma troppo rischiosi o nel traffico e qualche difesa non buona nel finale (tripla di Barrett sulla zona di Charlotte e cede il passo al rookie che andrà in lunetta ancor prima della bomba) però quando non c’è lui in campo gli Hornets vanno sotto nettamente. Dopo aver sfiorato i 30 punti dico che ha ragione lui. “I’m real confident in my shot. Worked on it a lot this summer,” Graham said.

Miles Bridges: 4

0 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 14:47 sul parquet, poi Borrego lo toglie perché non è assolutamente in ritmo. In difesa potrebbe anche starci ma in attacco fa 0/8 con uno 0/5 da fuori mancando anche piazzati open dagli angoli e la squadra fatica a rientrare con scelte di tiro e tiri errati. Un po’ preoccupante perché il vero Miles non è questo. Mi auguro ritrovi il flow.

P.J. Washington: 8,5

19 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 36:58. Appena mezzo gradino sotto l’eroe della partita. Qualcosa in più a rimbalzo potrebbe fare e a volte è un po’ troppo contemplante i fatti circostanti ma fa un finale da urlo modello ice-man: giochi i post basso per lui che ricambia con due canestri ottimi, forzatura e due liberi realizzati sorridendo lasciandosi alle spalle un precedente 0/2 dalla lunetta. Se Randle un paio di volte sembrerebbe decapitarlo segnandogli in faccia due canestri pesanti, lo contiene benissimo sulle due ultime azioni. Ah… nel mezzo c’è anche il bound pass preciso per la tripla vincente di Graham ma lui l’aveva detto a Devonte’ nel time-out… In generale è una buona partita, fin subito dall’inizio dove mostra di poter difender contro questi Knicks.

Cody Zeller: 6

7 pt. 6 rimbalzi, 1 assist. Maniscalco, fabbro, fate voi… Se Cody fosse nato nel medioevo farebbe il mestierante, almeno in serata non è un fattore nonostante l’avvio migliore dei compagni. 1/5 dal campo, 5/7 dalla linea con un 4/5 iniziale. In 25:24 fa da spalla e guadagna una sufficienza stiracchiata perché a livello di rimbalzo non è strong ma nel finale con uno scoop batte Robinson, anche quello stirato…

Marvin Williams: 7

13 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Ha il merito di non perder palloni e di concretizzare le azioni degli Hornets in una gara dove i compagni per lungo tempo e a tratti, hanno faticato a segnare. In 24:27 in campo va sul +12. Non è arrendevole e se deve spender falli per tentare di far perder punti ai Knicks ci prova.

Nicolas Batum: 6,5

3 pt., 9 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Si rivede in campo dopo 12 partite dall’infortunio giocando ben 29:08… Aldilà dell’1/4 dal campo aiuta molto in difesa e a rimbalzo sul lato difensivo mentre fa girar la palla su quello offensivo. Primo e unico canestro della stagione per ora con una tripla dall’angolo non banale perché si sostituisce bene a Bridges veramente giù in serata e indica la via per un paio di triple dei compagni (Marvin) dalla stessa zona. Va a perder un pallone nella metà campo avversaria ma è abile in ripiegamento a intercettar subito il pass per la transizione.

Malik Monk: 6

12 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 5/13 dal campo. Ancora alcune triple letali sparate con velocità. Non sempre preciso al tiro, anche in entrata, concede a Barrett un two and one nel finale. Comunque sia riesce a fornire qualche assist per i compagni e piazza anche una stoppata n 26:06, un discreto minutaggio considerando il rientro di Batum.

Bismack Biyombo: 6

4 pt. (2/3), 1 rimbalzo in 9:03. Meglio in attacco che in difesa dove non compie niente di che. Bello il gancio in svitamento e anche l’altro suo canestro è stato ottenuto in maniera simile.

Cody Martin: s.v.

0 pt. (0/1). In 1:46, entrando solamente magari per l’azione difensiva, non è che possa far molto.

Coach James Borrego: 6,5

Sempre al solito. L’attacco dipende dalla vena di Graham e Rozier, oltre che dalla percentuale delle triple. In difesa soffriamo nel fermare gli attacchi avversari e a rimbalzo. Sceglie di dar fiducia a Batum disinserendo Miles troppo abulico. Conserva gelosamente l’ultimo time-out fondamentale per disegnar uno schema dopo esser stato costretto a giocarsene troppi per fermare i parziali degli avversari.

“It’s a play we have executed before,” Hornets coach James Borrego said. “You know, it’s a type of play we executed in practice, we talk about and draw up and give our guys a lot of credit. In the heat of the battle they executed.”

Game 12: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 109-106

Intro

“I believe in karma” era una strofa del secondo e ultimo album dei Savage Garden che poco dopo chiusero il loro ciclo.

Questione di Karma è un film con Fabio De Luigi di un paio d’anni fa.

Fabio, o meglio, il ricco e stralunato Giacomo soffre la perdita del padre morto suicida lanciandosi dalla finestra davanti a lui quando aveva 4 anni.

Un giorno trova un libro che parla di reincarnazione (asserendo i poter dire anche nome e cognome della persona nella quale si è reincarnato) di un, ormai anziano studioso francese che vive in Italia ma è reticente a parlare del suo passato quando Giacomo decide di andare a trovarlo.

Sotto la minaccia di Giacomo di non abbandonare l’abitazione, l’anziano butterà lì un “Mario Pitagora”.

Giacomo lo individua a Roma ma questi è un truffatore che vive di espedienti e dato che è indebitato sino al midollo riesce a spillare alcune somme di denaro al buon Giacomo.

La matassa si dipana a vole seriamente, altre buffamente su diverse questioni, economiche, affetti (Mario si affezionerà realmente a Giacomo alla fine), ecc.

Quando Mario decide di dire che non è la reincarnazione di suo padre, Giacomo, ormai convinto e svezzato, si reca nel paesino del centro Italia dove vive l’autore francese del libro sulla reincarnazione ma sfortunatamente saprà, solo che è morto avendo un biglietto dalla governante scritto dal professore che pare essere importante.

In realtà sulla carta troverà scritto: “Arrosto di patate”, il piatto che la governante stava cucinando il giorno della prima visita.

Forse il karma non è poi così sempre infallibile e fa giri beffardi ed enormi quando si vengono a creare interpretazioni personali ai fatti che riscontrano assiomi e fatti particolari.

I Pistons tre anni fa spazzarono via la serie contro Charlotte 4-0 che si vendicò finendo con una serie consecutiva in tre anni di 6-0 lo scorso anno con il 4-0 pro Hornets i Calabroni fecero lo stesso giungendo sempre curiosamente a quota 6 vittorie consecutive.

Il “tempo” è ciclico e chissà se la squadra di Borrego in striscia aperta con Detroit salirà a 7 vittorie o i Pistons rifileranno la quinta sconfitta consecutiva recente alla squadra del North Carolina.

I Pistoni partono dalla quartultima difesa a Est, gli Hornets con la terzultima ma i Pistons a oggi (ovviamente è una statistica parziale) possiedono l’ottavo attacco a Est contro il dodicesimo.

Primo posto nel tiro da tre per Detroit, nono per gli Hornets un po’ scesi…

Decimo posto per Charlotte, tredicesimo per la squadra del Michigan che tuttavia è separata solo da mezza partita dagli imenotteri essendoci un gruppo di ben “sette sorelle” in questo spazio…

Nel film si dice che un architetto tedesco (Ludwig Mies van der Rohe), anche se il nome non è citato nella pellicola sosteneva che: “Dio è nei dettagli” e probabilmente per far pender l’ago della bilancia saranno questi, anche perché se a rimbalzo Drummond giganteggia, i Pistons sono ultimi nella lega con 41,1 a partita e gli Hornets penultimi con 41,2…

Analisi

Karma Letale

Dettagli dicevamo… così è stato.

Una partita tiratissima nonostante un imbarazzante primo tempo degli Hornets difensivamente parlando, con i Pistons meritatamente in vantaggio di 14 punti a dirci che non c’era storia.

Subito però la ruota degli Hornets si metteva a girare nel terzo quarto e gli arcieri Rozier, P.J. E Miles scoccando dardi avvelenati ci riavvicinavano.

Il karma voleva che fossero Graham e bizzarramente Zeller a riagganciare i Pistons alla fine del terzo quarto con due triple la squadra di Casey a quota 83.

Con la panchina in campo dei Pistons Charlotte provava a fare il vuoto e in parte ci riusciva, non considerando però che tra le armi dei Pistons usciva prepotentemente un micidiale Galloway che canestro dopo canestro da tre punti riusciva a portare sul -3 la gara, Rose la impattava a quota 103 mentre lo stesso Galloway la portava a vantaggio dei Pistons nel minuto finale (103-106).

Su uno scambio a due con Williams, Graham pescava l’assist per il 106 pari con ventidue secondi da giocare.

D. Rose, uno dei migliori dei suoi, aveva l’idea di andar dentro per una kick and drive a risolver la partita.

Tutto bene tranne l’assist nella zona di nessuno.

Rimessa Hornets con un secondo sul cronometro: rimessa di Martin, schermo di Zeller (nemmeno dei migliori), uscita di Monk che si elevava in fade-away su Rose e Drummond per farci udire il magico suono dello sfregamento della spicchiata nel cotone.

Tiro pesantissimo per una vitoria che restituisce morale dopo aver patito la L contro Memphis allo scadere.

Chiavi della vittoria: minor TO, 10 vs 19 con Martin e soci ad avvantaggiarsi sui raddoppi o sulla pressione portata agli avversari (unica soluzione per fermare dei Pistons che chiuderanno con un 49,4% dal campo contro il 44,8% di Charlotte), azioni dalle quali sorgevano anche punti in transizione, altro fattore determinante.

La panchina dei Pistons si mostrava la vera forza del team in serata, oltre Drummond.

Bisogna migliorar nei liberi (10/16 vs l’11/11 Pistons)…

Rimbalzi leggerissimamente a sfavore: 41-42, assist anche: 22-25.

37,1% contro il 42,9% da tre punti per i Pistons ma gli ultimi due canestri da fuori sono stati realizzati da Charlotte che ha trovato il proprio, la propria karma letale…

La partita

Starting Five

I Pistons giungevano allo Spectrum Center con l’idea di schierare i seguenti 5 elementi: B. Brown (5 pt.), Kennard (5 pt.), Snell (0 pt., uscirà quasi subito dal campo per infortunio), Griffin (19 pt.) e Drummond (16 pt. + 20 rimbalzi). Dalla panchina uno scatenato Galloway chiuderà con 32 punti e D. Rose con 15…

Gli Hornets giocavano come contro Memphis: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

Inizio da incubo per Charlotte che incassava due turnaround di Drummond su Zeller mentre dall’altra parte Graham iniziava alternandosi con il centro avversario con gli errori da tre e in penetrazione, Rozier mancava un tiro e Griffin lasciato libero sulla linea dei tre punti faceva 0-7…

Gli Hornets segnavano a 10:08 dal pitturato i primi due punti con Rozier ma incassavano la penetrazione con appoggio al vetro di Brown e il tiro dal pitturato di Drummond a 8:27 che segnava dopo aver recuperato il rimbalzo.

Time-out per Borrego sul 2-11 e dentro Biyombo s uno Zeller annichilito.

A 7:34 Graham sulla sinistra metteva dentro con una drive dalla baseline ma Griffin 20 secondi più tardi dalla lunetta ripristinava le distanze pre break mentre Graham dalla destra infilava grazie allo schermo del centro ma Brown da sinistra mostrava perché Detroit era al comando nel tiro da tre punti infilando il cesto per il -10 (6-16).

Rozier recuperava un fallo e un tiro acrobatico dalla penetrazione contro Snell e Griffin.

Il canestro in caduta e il libero valevano il nono punto ma la squadra di Casey metteva dentro ancor due punti con Drummond in penetrazione su Biz e con M. Morris al vetro con gli Hornets senza antidoti difensivi sul parquet.

Biz andava corto e Kennard recuperando il consegnato da Drummond sulla sinistra andava oltre di un paio di passi per arrestarsi e colpire.

Borrego ricorreva al nuovo time-out sul 9-22 e al rientro a 4:50, splittando, Martin realizzava il decimo punto per Charlotte che era colpita ancora da Drummond, il quale infierendo anche su Biz, arrivava a 10 punti.

Monk a 3:56 si metteva in ritmo con un fulmine da oltre l’arco e 14 secondi più tardi Martin in transizione recuperava altri due liberi per fallo di Kennard con l’identico risultato precedente.

Da un offensive foul di Drummond arrivavano due FT (realizzati) per Biz ma Galloway da sinistra con una tripla equilibrava il ¾ precedente dalla lunetta degli Hornets che sfruttavano una palla schizzata verso Biz appostato a destra del canestro per la dunk solitaria (18-27).

Biz mancava un paio di liberi mentre Galloway, servito sul lato debole da Rose, colpiva da destra per il 18-30…

Hornets alla schiacciata a 2:02 con Cody, Galloway mancava la tripla con un catch’n shot beffardo mentre i ferri si dimostravano amici di Monk sull’altro fronte sebbene lo stesso Malik recuperando due liberi a 0:58 splittasse per far tornare i nostri sul -7 (23-30).

Rose in ritmo su Martin e un gran fing and roll di Graham fuori tempo aumentavano il punteggio e nello scambio finale di triple avevano la meglio i Pistons con la bomba di Rose mentre Graham sparando a salve lasciava inalterato il punteggio con la squadra in grigio al comando 25-35.

Rozier al tiro contro Brown. Foto presa dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Per recuperar lo svantaggio Graham lanciava in corsa Zeller che nel corridoio si alzava in volo per la dunk a 11:49 ma Martin su una transizione non chiudendo apriva il campo alla contro-transizione chiusa da una bimane di Wood che non si risparmiava davanti all’ex pubblico.

P.J. Dall’angolo destro trovava la tripla flipper con i ferri interni per amici ma a 10:31 l’ex Wood dimostrava di saper tirare anche da tre ripristinando il vantaggio.

Le squadre si affidavano alla zona e Monk con un taglio sul passaggio di Martin tirava giù la jam per andare ad aumentare i punti nel suo forziere poco dopo quando passando con il crossover e cambio velocità Rose, appoggiava in fluido fing and roll il 34-40.

Monk commetteva un paio di sfondamenti offensivi esagerando anche se Zeller nel mezzo in tap-in ci portava sul -4, il problema era che Kennard mostrava irrisoria facilità nel metter dentro la tripla del +7 Pistons a 8:09 per un ennesima pausa di coach Borrego.

Charlotte era aiutata dalla terna quando un tiro da oltre l’arco di Rozier che avrebbe probabilmente solo scheggiato il ferro era preso alto da Drummond.

Per gli arbitri era interferenza e gli Hornets tornavano così sul -4 ma Griffin a 7:02 in transizione recuperava affondando due FT.

Biz servito da Martin metteva dentro scollinando quota 40 ma Galloway, proveniente dalla linea di fondo destra rilasciava il floater vincente scontrandosi successivamente con un generoso Biz impegnato nel tentativo di stoppata.

Risultato, gioco da tre punti contro…

I canestri di Griffin su P.J. e dello stesso Washington dal pitturato su Drummond consentivano alle squadre di tirar dal campo con il 50% per CHA e con il 56% per DET, evidente problema per i Calabroni, sotto nel punteggio.

Galloway recuperando un rimbalzo lungo si fiondava dentro battendo la difesa degli Hornets sbilanciata alla ricerca della sfera e a 4:57 ecco un fischio contro martin che oscillando tra i post bassi era pronto ad andare in aiuto di P.J. In difficoltà sul post basso sx contro Drummond.

A questo sii aggiungeva un micidiale Galloway 3 point (giunto a 15) dal corner destro per il 45-56…

Miles lanciato in corsa da un pass di Rozier faceva sbiancare la difesa dei Pistons in dunk ma Rose in attacco metteva due liberi anche se poi andava successivamente sulla seguente a sfondar su Rozier.

L’ex Bulls rimaneva fulcro dell’attacco ospite battendo Williams sotto canestro con l’alzata in ritmo per il 47-60.

Dall’altra parte tornava a farsi vedere Rozier che falliva prima un tentativo ma 2:15 chiudeva in transizione.

Sull’altro fronte pioveva anche la granata di M. Morris con i Pistons a 9/17 da oltre l’arco e le penetrazioni dei protagonisti del finale (Rose e Rozier) mandavano alla pausa tè la partita sul 51-65 in un primo tempo nel quale i Pistons dimostravano meritatamente di esser avanti.

La partenza di uno stacchetto delle Honey Bees mascherate un po’ alla Green Hornets se “ricordate” o conoscete il telefilm con Bruce Lee…

3° quarto:

Charlotte cambiava subito ritmo nel secondo quarto con Rozier a 11:42 a infilar la tripla in ritmo, Miles stoppava da dietro Drummond, passi di Griffin sul raddoppio ed ecco lo step back 3 di P.J. Prima che Galloway nel traffico riuscisse ad arrivare ad appoggiare dentro la retina.

A 9:50 Bridges si aggiungeva agli arcieri degli Hornets per il 3/5 di partenza del quarto.

Il canestro valeva il 60-67, punteggio che Rozier ritoccava sul 62-67 con una palla intercettata e relativo fing and roll riavvicinando sul -5 Charlotte.

P.J. Stoppava impercettibilmente Drummond ma sull’altro lato gli arbitri restituivano un po’ del maltolto ai Pistons annullando un canestro di Miles che staccando per il gancetto andava a contatto con Griffin, o meglio, era il contrario ma i punti erano zero e a un Borrego mai visto così nervoso era combinato anche un tecnico…

Devonte’ segnava in pull-up sul cambio lungo piccolo mentre al contempo un Zeller rollato sotto canestro subiva la spinta di Brown (fallo assegnato contro Galloway tuttavia) che consentiva di aggiunger un punto per il 14-3 run che ci portava sul 65-68.

La rincorsa era arrestata da una mega dunk a una mano di Drummond per il 12+12 del centro ma P.J. Dal corner destro con una freccia avvelenata faceva il 68-70.

Detroit però tornava ad accelerare con un appoggio di Griffin dopo una partenza con pump fake che gli lasciava strada e con un missile da 3 di Galloway ce arrivava dopo un fantastico crossover di Rozier che elevatosi poi dalle parti del ferro perdeva nettamente la maniglia con palla rimbalzante sul plexiglass che innescava la transizione letale a 6:01.

Drummond provava a infilarsi nella difesa degli Hornets battendo due difensori ma Biz in seconda battuta faceva da ombrello cancellando l’alzata mentre Rozier in attack mode a campo aperto faceva 19 con la sinistra.

A 4:40 era goaltending quello di Biz su Rose ma lo stesso congolese faceva rimbalzare un pocket pass per Miles che dal centro dell’area, a pochi passi, alzava il semigancio per il 72-77.

Un paio di canestri di un Griffin comunque non performante, bastavano a respinger il comeback e a 2:42 si arrivava sul 71-82.

A 1:53 l’appoggio di sx con cambio mano di Monk portava punti, la steal di Martin ne aggiungeva uno (fallo di Rose e ancora ½) ma in difesa il numero 11 portava pressione su Rose come Biz su Drummond sotto la tabella.

Double dribble, palla recuperata e correzione di Martin sul fronte opposto su una tripla imprecisa di Graham.

Drummond alzava a 83 i punti dei Pistons ma Graham rilasciando nell’aria la sfera anticipava con tre punti l’altro dardo lanciato da Zeller dalla destra.

Tiro da tre punti che anticipando la luce rossa riportava le sorti della sfida in parità a quota 83.

Monk costretto a fare acrobazie, realizzerà quella più importante sulla sirena. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Ultimo quarto con partenza cantata in floater del Galloway, si invertivano le parti sull’altro lato del campo con Graham a correggere da sotto un errore su un long shot di martin mentre Williams pur sbagliando da fuori, avendo una seconda possibilità si rifaceva decidendo di avvicinarsi a canestro per mette dentro i punti del primo vantaggio in serata per Charlotte.

Markieff Morris da tre faceva durar poco la gioia del vantaggio di Charlotte che rischiava di subire in mischia il -3 ma Martin risolveva in tuffo oltre la linea di fondo per innescare la transizione capitalizzata da Monk a 9:22 in coast to coast (89-88).

Graham sparava da tre a 8:44 per il +4, Brown dalla sinistra tirava storto sul close-out di Devonte’ mentre Monk con l’appoggio portava i punti da fast break sul 22-7.

A 7:24 uno scoop di Devonte’ era buono per il +8 (96-88).

La spinta degli Hornets contro la bench avversaria si esauriva un po’ dopo uno scontro nell’area dei Pistons Zeller/Brown che portava a una quasi rissa.

Charlotte perdeva un po’ di focus e un lento e non ritmato Griffin bastava per batter Biyombo.

Un alley-oop morbido, sospinto dentro da Drummond e Borrego chiedeva il time-out sul 96-92…

Al rientro Biz si metteva in posa per imitare Drummond ma lateralmente e con una mano solo che Charlotte non aveva ancora fatto i conti con la serata di Galloway che da tre infilava il cesto.

Marvin rispondeva da fuori grazie a uno strepitoso assist smistato da Graham con visione di gioco ad anticipare ciò che accadrà, poi per un dubbio fallo su Griffin i Pistons accorciavano e anche se Graham mancando un layup ci lasciava fermi, arriverà una fearless drive di Martin per restituire il +6 (103-97).

Gli Hornets si perdevano un po’ sotto al regia di Graham che mancava una tripla e vedeva Galloway dall’angolo metter il -3 prima di commetter un fallo offensivo in sfondamento.

Rose in pull-up 1 vs con Martin lasciava Cody ad allargar le braccia trovando il pari ed entrati nel minuto finale un altro errore da fuori di Graham, unito alla bomba di Galloway dalla sua mattonella, davano il vantaggio ai Pistoni.

Charlotte andava in difficoltà, sul lato destro si sviluppava un’azione nella quale Marvin sul lungo linea dando palla a Graham si vedeva restituir la sfera una volta che i difensori avessero raddoppiato su di lui: lo spazio consentiva l’aggancio a qualche decimo sopra i 22 secondi.

Ultima palla possibile per i Pistons che decidevano di andar dentro con Rose che provava la drive and kick, idea buona per far collassare una squadra non sempre attenta sulla linea e avendo dei compagni dalle alte percentuali.

Peccato che lo scarico avvenisse nella tra di nessuno e la sfera uscisse dal campo.

Un secondo sul cronometro con rimessa di Martin, blocco di Zeller e tripla di Monk in uscita dal blocco oltre l’inseguitore Rose e Drummond.

Buzzer beater incredibile che infilandosi nella retina regalava una smisurata gioia ai fan degli Hornets per l’inaspettato finale.

Le pagelle

Terry Rozier: 7

19 pt. (8/18), 5 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Non è nobile il plus/minus anche perché P.J. Gli rovina un possibile assist in alley-oop e alcuni compagni fan lo stesso togliendogli qualche possibile passaggio vincente in più ma quando attacca lo fa bene, forse eccetto su una transizione durante la quale fa collassare tutto il nucleo dei Pistons sotto canestro aspettando decisamente troppo per aprire, tuttavia gioca una discreta gara anche se tre punti gli arrivano da una tripla fantasma (interferenza strana di Drummond) mentre è lui con la tripla ad aprire il secondo tempo suonando la carica.

Devonte’ Graham: 7

18 pt. (18/23 con 2/12 da 3 pt.), 5 rimbalzi, 10 assist. Non tira bene da tre, specialmente in un finale dove forza e sembra che gli Hornets non sappiano come fare a vincere e a scardinar la difesa ospite ma nel complesso aiuta la squadra con punti e assist giungendo alla doppia doppia. Bene sino al finale, manca un layup semplice ma ha tempo di crescere e mostra una visione di gioco incredibile anticipando le giocate come l’assist in corsa sulla sinistra per una tripla di Williams.

Miles Bridges: 5,5

7 pt. (3/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 3 TO. Numeri non dalla sua parte, partita abbastanza scialba conclusa con un -18. Bella la dunk in corsa appesa nel primo tempo e la bomba in apertura del terzo. Si fa battere da Griffin che appoggia da spalle a canestro mantenendo la posizione nel pitturato, a volte ho la sensazione possa far di più ma se è in movimento, infatti, è sua a inizio ripresa la prima stoppata di Charlotte con Drummond che alza sicuro la sfera a pochi passi dal canestro non avvedendosi di Miles che va su come Superman in volo a dire no al tentativo.

P.J. Washington: 6,5

11 pt. (4/7), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Con i polpastrelli dice no a Drummond ma ci vuole il replay per veder la bravura di P.J. nel compier lo sforzo da quasi tagliato fuori, alterna difese dove pare in enorme difficoltà sui lunghi avversari con qualche buona giocata difensiva ma mancandogli l’esperienza nel primo tempo se la vede male. Si rifà con un 3/3m da oltre l’arco fondamentale, restituendo un po’ di buon tiro dopo le ultime prestazioni non convincenti in materia.

Cody Zeller: 6

10 pt., 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Eclissato completamente da Drummond a inizio gara, Borrego corre ai ripari inserendo Biz. Un paio di falli veloci nel secondo tempo e una rissa sfiorata con Brown che sotto canestro alzando il gomito destro provava a tener lontano Cody dal rimbalzo, i due finiranno a terra spinti da Brown stesso ma la reazione di Cody innescherà il tecnico. A parte ciò, migliora nella seconda parte e segna la tripla a fil di sirena dalla destra anche se ci si chiede che ci facesse lì… Più tenuta nel finale sui lunghi avversari.

Marvin Williams: 7

8 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 2 rubate. Due triple fondamentali nel finale. Quella a sinistra arretrando su assist di Graham e quella dalla destra, sempre con Graham su un gioco a due che faceva collassare due difensori verso il post basso per difender sul nostro sophemore. Buone difese su Griffin con finale in campo per dare esperienza.

Cody Martin: 7

7 pt., (2/6), 6 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. +14 di plus/minus, fattore ancora decisivo nel metter pressione, recuperare e salvare palloni come quello in tuffo sparato dentro sulla nostra linea di fondo. Bravo nel recuperar rimbalzi saltando fuori dal nulla ed eventualmente a inserirsi per correggere, aggiunge anche un paio di penetrazioni finalmente vincenti con più controllo del corpo. Assist e palloni rubati sono altre doti fondamentali. Dove non c’è è sul tiro libero dove splitta sempre facendo 3/6… A volte Galloway e Rose lo battono sul tiro da tre ma lui è lì e non può far più di ciò che fa.

Bismack Biyombo: 5

10 pt. (3/7), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Una solo stoppata, quasi di ascella, cancellando Drummond, rallentato da due difensori sulla penetrazione. A volte viene battuto con facilità irrisoria e in attacco manca diversi canestri da sotto tirando con il braccino corto. Dalla lunetta fa 4/6, per lui buono, non è che nel complesso mi piaccia molto anche se qualcosa di buono la fa sebbene i punti che arrivino siano praticamene tutti regalati in free zone.

Malik Monk: 9

19 pt. (8/12), 4 rimbalzi, 1 assist. 2 TO. +23 in plus minus, eloquente. Gran serata di Malik che in attacco fa vedere velocità supersonica (un paio di volte esagera andando a sbatter per due sfondamenti) e coordinazione da maestro per sottomano e layup vari, anche con cambio mano. Mette due triple (su 4) con l’uomo in faccia. Quella finale, tiro, gioco, partita che risolve la gara è una fiondata incredibile. Attribuisce importanza allo schermo di Zeller che lo fa in maniera normale, nulla di eccezionale. E’ il suo fade-away e la sua uscita a ricciolo a esser fondamentale per il risultato. Finalmente un Malik ad alti livelli che se rimanesse così consistente potrebbe prendere i minuti di Bacon. Poco fumo e molto arrosto con patate stasera.

Coach James Borrego: 6,5

Mah… qualche decisione giusta (inserimento di Martin e di Monk per il tiro finale come esempi ma anche mantener Marvin per P.J. nel finale per dare esperienza e più efficacia e resistenza nei giochi sotto e sul perimetro), altre meno (Biz per troppo tempo al posto di Cody) time-out azzeccati, non so che abbia detto alla squadra negli spogliatoi ma è rientrata decisa. Certo… i problemi difensivi non son scomparsi e chissà se oltre Martin, rivedere MKG in campo possa esser una soluzione ma lui sta puntando sullo zoccolo duro del team composto da una decina di giocatori…

Game 11: Charlotte Hornets Vs Memphis Grizzlies 117-119

Intro

27 gennaio 1994,Saint Michel (Barbados), per la Caribbean Cup (stiamo scrivendo di calcio) la nazionale locale sfida Grenada.

Siamo in girone eliminatorio da tre squadre e siamo giunti all’ultima partita.

Barbados esordisce male perdendo con Porto Rico 1-0.

Nella seconda sfida Grenada al supplementare si impone su Portorico 2-0.

Porto Rico al momento sarebbe out (passa solo la prima) e nella terza sfida a Barbados non basta agganciare le altre due squadre a tre punti ma deve vincere almeno 2-0 per aver la miglior differenza reti.

Barbados effettivamente segna due reti, ma a sette minuti dal novantesimo Grenada trova la rete che eliminerebbe la nazionale gialloblu.

Scoramento totale per la nazionale tridentina, tuttavia passano quattro minuti e arriva un’altra rete segnata da Barbados.

Sarebbe tutto normale se la porta non fosse proprio quella di Barbados e se l’autorete non fosse stata fatta volontariamente.

Eyre Sealy, decide di sparare una mina nella propria porta dopo essersi passato la palla per un po’ con Horace Stoute, il portiere. 2-2…

Come avrete intuito, il regolamento della competizione non prevede il pareggio nei 90 minuti nella fase a gironi ma non avrebbe senso far pareggiare i rivali (qualificatissimi anche con l’1-2) ed essere eliminati piuttosto che tentare di segnare segnare una rete nei minuti restanti.

Il discorso è che chi ha creato il regolamento (vorrei conoscerlo) in realtà è un pazzo criminale, il quale ha pensato che come nel basket attuale (un tempo c’era e anche in qualche andata di coppa) non solo non ci debba essere il pari ma nei supplementari vi dovesse essere un golden goal, in più, siamo alla follia, che valesse anche doppio.

Va da sé che con 30 minuti ipotetici a disposizione Barbados potesse tentare l’arrembaggio per la rete della qualificazione…

Mancano 3 minuti, ma siccome nemmeno dall’altra parte sono fessi, ecco che il capitano di Grenada pensa di imitare i rivali per perder 3-2 e qualificarsi.

A questo punto va in scena il delirio perché i giocatori di Barbados capiscono tutto e si mettono a correre come disperati per difender due porte.

Alle porte del surreale nessuno ci capisce più nulla, altro che 5-5-5 di caniana memoria…

In poco più di tre minuti Grenada non segna e si va al supplementare dove Barbados, riuscendo a segnare il golden goal aggancia la qualificazione trasformando il risultato in 4-2…

Vi ho raccontato questa storia assurda quanto reale perché mi viene da chiedere quanto vogliano vincere due squadre che hanno qualche elemento futuribile ma che devono aggiunger pezzi tramite il prossimo Draft…

Vedremo che andrà a succedere…

Analisi

Estremi

Prima sconfitta che fa male su una partita alla portata in una gara veloce che Charlotte non è riuscita a gestire ma solamente a correre e rincorrere.

La solita gara assurda degli Hornets partita male, volta al meglio a metà terzo quarto quando sul 79 pari i Calabroni con un parziale di 12-0 sembravano poter navigare nel mare della tranquillità invece un parziale di 10-0 pro Grizzlies e l’inconsistenza delle scelte d’attacco per la prima parte dell’ultimo quarto ha prodotto un +10 degli avversari che hanno trovato una gran serata da fuori con Guduric (ennesimo imprevisto “eroe” contro) e hanno sfruttato meglio il pitturato dove Charlotte fatica atavicamente da anni ma Howard non era buono secondo i detrattori…

Il recupero nel finale prodotto dalle guardie Hornets (Rozier, Monk e Graham) è un mezzo miracolo ma a far la differenza arrivava Morant che praticamente segnava un buzzer beater a 7 decimi dalla fine.

Bene gli Hornets nello sfruttare i punti dalle transizioni ma la tendenza a commetter pochi falli (12 vs 21 con un 15/19 per Charlotte dalla lunetta contro il 6/9 avversario) in area legittima gli avversari a trovar facili appoggi e punti che alla fine si rivelano letali.

Un netto fallo di Brooks su Miles nell’ultimo quarto avrebbe potuto darci il -5 prima di incassare dall’altra parte immediatamente il -10, episodi a favore e contro da rivedere ve ne sono stati ma questo francamente è parso così netto che anche tutto il pubblico accortosi del misfatto ha fischiato.

La recriminazione maggiore però è per una squadra che si è dimostrata inconsistente ancora una volta nel crunch time.

Se Miles e Zeller hanno fatto il loro senza brillare, P.J. Washington è apparso molto offuscato sbagliando un facile appoggio nell’ultimo quarto rivelatosi fatale.

Sotto a rimbalzo 35-45 e minimamente negli assist (27-32 compensato dai liberi), bene nei TO con 15 contro 22 ma difficile vincere se nelle aree sensibili lasci alte percentuali agli avversari che dal campo hanno tirato con il 53,3% contro il pur alto 48,9% degli Hornets con un 48,6% da tre per i Grizzlies contro il 43,2% di Charlotte.

Gli estremi insomma sono stati fatali per gli Hornets, il problema è che solitament sono le zone che vengono più usate dagli attacchi avversari e non aver contraerea degna (Biyobo altra stecca) diventa pesante…

Terry Rozier ha trovato finalmente una gran serata oscurando un po’ anche Graham che ha disputato la sua onesta gara agganciano anche il pari prima del canestro finale che ci costa la quarta sconfitta consecutiva con all’orizzonte i Pistons allo Spectrum Center tra due giorni.

La partita

Starting Five

Morant (23 pt.), Dillon Brooks (15 pt.), Crowder (3 pt.), Jaren Jackson Jr. (16 pt.) e Valanciunas (18 pt. e 13 rimbalzi) per Memphis. Dalla panchina Guduric con 17 punti trova il suo career-high e Brandon Clarke chiuderà a 13 davanti ai 9 di S. Hill.

Charlotte soffriva l’assenza di Bacon per un ginocchio dolorante cambiando quintetto: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

Partita subito dal ritmo velocissimo con i primi due minuti e mezzo tutti di marca Grizzlies: Valanciunas correggeva in tap-in una tripla fallita da Crowder e successivamente su una second chance metteva dentro correggendo sé stesso, in più sulla linea di fondo destra arrivava come un treno Jaren Jackson Jr. per una schiacciata…

P.J. Finalmente riusciva a bloccare Valanciunas ma era lo stesso Washington a mancare una tripla, finiva così per segnare D. Brooks da tre portando su un pesante 0-9 la partita.

Borrego lasciava giocare e a 9:31 Graham passando oltre un blocco centrava il canestro con un pull-up dall’angolo sinistro dell’area.

Graham era bravo a stoppare anche Morant ma su un passaggio sbagliato di Rozier sulla transizione doveva lasciare il passo all’avversario che palleggiando portava la palla dietro la schiena depositando in uno contro uno il 2-11.

A 8:38 un open 3 di Miles dimezzava quasi lo scarto ma dall’altro lato gli Hornets non riuscendo ad arrestare i rivali continuavano a incassare: Valanciunas spingeva dentro una palla lanciata da Morant appena oltre l’orizzonte dell’anello ma di buono c’era che gli Hornets colpendo da tre riuscivano a mangiare un po’ di gap, in questo caso con Graham a 8:03 con un catch n’shoot dalla sinistra (8-13).

Valanciunas era stoppato da P.J. Ma il baltico era magnetico e recuperando la sfera si rifaceva con due punti.

Un semigancio di Cody e un jumper dalla media di Brooks alzavano il punteggio ma era una tripla di Zeller a ridurre lo scarto, così sul 13-17 arrivava il primo time-out per Memphis.

Non serviva la pausa a romper il ritmo degli Hornets che si avvalevano della tripla di Rozier per andare sul -1 a 5:53 e anche se Clarke da sotto restituiva un +3 agli ospiti, Charlotte passava avanti con i canestri di con un classico pullup da campetto al vetro di Rozier e un tre punti dello stesso a 4:13 per il 21-19.

Secondo time-out per Memphis e pari che arrivava a 3:20 per opera di Clarke che arrestandosi sotto faceva saltar via due Hornets in ritardo per depositare il canestro del pareggio.

A 2:48 con una tripla di Hill i Grizzlies scollinavano per il nuovo vantaggio (21-24) ma Marvin con due liberi ci lasciava in scia.

Martin recuperava due sfondamenti consecutivi (Clarke e Anderson) e su due palloni persi da Valanciunas arrivavano due fughe in transizione chiuse entrambe da Monk, la seconda in alley-oop per il 27-24.

Una terza palla persa malamente a centrocampo su Biz consentiva al congolese di esser lanciato in transizione per la schiacciata del 29-24 (i Grizzlies ci superavano qui nei TO: 6-7).

Anderson chiudeva il veloce quarto con i punti del 29-26.

2° quarto:

Era Monk ad aumentare il suo bottino dalla linea, Ja Morant in appoggio e ancora due FT per Monk, questa volta splittati.

S- Hill da tre silurava la difesa di Charlotte per il 32-31 ma Monk con un runner fluttuante faceva il suo mestiere di scorer mentre per imitazione Cody Martin in entrata resistendo all’onesto contatto in chiusura ritardava il tiro ma segnava ugualmente.

A far rientrare i Grizzlies erano un passaggio volante in corsa di Morant per Anderson che spingeva dentro la palla tramite il vetro.

Tecnico per proteste a Monk (il piede era effettivamente sul bordo del semicerchio) e azione da tre punti che faceva da trampolino da lancio per la tripla sorpasso dalla mattonella diagonale sinistra di Hill (36-37).

Time-out Charlotte a 9:36 e quarto che si apprestava ad esser da montagne russe: Martin cambiava la squadra leader recuperando il rimbalzo offensivo e due liberi,Morant in entrata e la tripla di Jackson a 8:40 valevano il 38-42, un tap-in di Zeller sulla drive mancata di Bridges e poi il tiro vincente da fuori di Brooks con i Grizzlies ormai bravi a capire che gli Hornets si stavano chiudendo verso il pitturato.

Due liberi di Cody a 7:31 valevano il -3 ma Morant in entrata combinava un numero facendo sparir palla all’inseguitore Zeller e lasciando lì un paio di avversari per un appoggio in traffico più FT (poi mancato).

Rozier perdeva un pallone incartandosi ma si rifaceva a 6:26 con una tripla dalla diagonale destra e a 5:57 ancora ma questa volta da sinistra per il 48-47 con un 4/4 da 3 punti…

Jackson rispondeva con la bomba ma a 5:13 Monk a destra del ferro, sull’alzata volava per un alley-oop potente a una mano giungendo a quota 100 (50-50).

Era ancora Jackson, dall’angolo destro, a colpire da tre punti con la squadra di Jenkins ormai sul 6/9 da fuori nel quarto, poi Rozier commetteva il primo errore al tiro in entrata ma rifacevacendosi poco dopo in banker.

Gli Hornets si riprendevano il vantaggio sul 55-53 ma una bomba del serbo Guduric, piuttosto tranquillo sino a quel momento invertiva la rotta e dava il là al balcanico per il proseguo.

Bridges invertiva il team leader con due FT a 1:56 ma Valanciunas segnando per i suoi nel pitturato (8-22 nella statistica) restituiva il vantaggio agli ospiti.

A 1:22 per Graham dal corner destro c’era il suono del cotone, tre punti per il 60-58 che consentivano di chiudere avanti il primo tempo, anche perché una put-back dunk di Bridges con le ali di Mercurio oscurava tutti gli altri giocatori…

Due punti per parte e la bomba di Brooks nel finale ed eccoci al divertente, serrato quanto alto 64-63 del primo tempo…

3° quarto:

Tripla di P.J. In avvio con la quale segnava il 60% dei suoi punti in serata e replica di Crowder.

Morant a 10:58 con la tripla trascinava avanti i Grizzlies ma Graham fintando da tre e poi avvicinandosi per un free pull-up dal mid range impattava a quota 69.

Da una transizione nasceva la tripla di Rozier da destra, Brooks andava oltre un piantato P.J. Washington con il floater poi Rozier in appoggio continuava lo show mettendo dentro il 74-71.

Morant riduceva di due ai liberi ma a ):00 esatti il 3 pt. catch n’shoot di Graham ci dava il +4.

Scarto dimezzato per i Grizzlies con Valanciunas da sotto ma Rozier in floater trovava il season high (25 punti) prima del jumper dalla baseline destra in separation di Brooks, l’appoggio di Morant e della penetrazione con scoop più fallo di Graham per tre punti provvidenziali (82-79).

A 5:40 Cody si ritagliava lo spazio per l’appoggio al vetro e a rimorchio in corsa riceveva da Monk per l’appoggio in cambio mano (86-79).

A 4.52 Zeller commetteva fallo su Anderson che si feriva sotto il ginocchio, fasciatura e due liberi mancati così a 4:25 Rozier colpendo da tre su Hill ci portava sul +10 (89-79).

Rozier con l’alzata mandava a bersaglio in alley-oop anche un P.J. Washington piuttosto anonimo sino a quel momento.

12-0 di parziale per il 91-79 ma la spallata non arrivava perché una dunk di Clarke lo arrestava ma soprattutto Guduric non era arrestabile da Monk o da altri giocatori intorno.

Il serbo mettendo due triple in serie a 1.57 riportava sul -4 (91-87) la squadra del Tennessee poi da una persa di Martin era ancora lui a esser lanciato in transizione per depositare il -2.

Monk a 1:14 da tre punti interrompeva il contro-parziale di 10-0, Clark appoggiava facilmente sulla palla servita ma Malik in corsa era troppo lesto per i difensori e appoggiava il 96-91.

Guduric faceva in tempo a scappare a Malik prendendosi anche il libero giungendo a 11 punti in 4 minuti per il 96-94…

4° quarto:

Ja Morant servito in back-door sulla linea di fondo pareggiava con la dunk sparata, marchio di fabbrica ma era ancora l’ispirato Guduric a portar sopra i blu a 11:08 a mezzo tripla.

Gli Hornets farfugliavano un basket offensivo che si mostrava inconsistente mentre dalla parte opposta Valanciunas realizzava sulla baseline sinistra, Morant ne aggiungeva quattro finendo in teardrop per far lacrimare gli Hornets sul 96-105.

Bridges passava oltre il Collina schiacciando a una mano rabbiosamente e a 7:35 Cody nel pitturato aspettando il passaggio dei lunghi europei di fronte a lui (Guduric e Valanciunas9 trovava il modo di schiacciare con il giusto tempismo.

Un floater di Clarke lasciava attardati gli Hornets che dopo un appoggio corto di P.J. subivano pure un canestro di Valanciunas a 6:13 per il -9.

Un fing and roll di Rozier e una stoppata di Monk su Jackson ai 24 provavano a ridestare speranze sopite ma a Bridges non era chiamato un fallo netto così Clarke da tre infilava il +10 (102-112).

Rozier da tre pareggiava il suo career-high a 33 punti, Clarke da tre segnando aveva il tempo per amico, Bridges si rifaceva colpendo anch’esso per il solo cotone da oltre l’arco e Monk in floater a 1:20 tentava di riportare in gara gli Hornets tornati sul -5 (110-115).

Sulla pressione alta di Charlotte Jackson andava in coast to coast trovando il contatto con Zeller e due liberi a segno.

Bridges a 1:02 agguantando un rimbalzo offensivo depositava due punti poi toccava a Malik in penetrazione segnare il -3.

Morant si incaponiva sulla linea di fondo sbattendo su Zeller, per gli arbitri era fuori e Charlotte andando a prendersi la tripla con Graham rischiava ma funzionava…

Pari a :22.7.

Time-out Memphis che non dava poi in realtà grandi idee di gioco di squadra, palla a Morant che se la vedeva da solo e lo faceva bene: passato Martin in salto sotto canestro, stretto da Bridges e Zeller, cambiava mano per depositare oltre i due.

Ja ci metteva 22 secondi lasciando le briciole (7 decimi) sul cronometro.

Sulla rimessa la palla finiva a Rozier sul lato sinistro che voltandosi pescava il ferro sul tentativo di tripla vincente che probabilmente sarebbe stata comunque annullata perché la palla partiva con una frazione di decimo di troppo.

Le pagelle

Terry Rozier: 7,5

33 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate. 13/21 al tiro, 7/12 da tre punti, +15. I 5 TO son tanti e un paio evitabili se non fosse così cocciuto almeno ma nel complesso è una gara più che positiva con 33 punti che eguagliano il suo massimo in carriera. Prova a trascinare Charlotte partendo con un 4/4 da tre. Sembra in ritmo, segna e ci riprova, fa bene anche sfornando assist come quelli per gli alley-oop di Monk e Washington, recupera anche 5 rimbalzi, che per un piccolo in proporzione a quelli raccolti, non sono pochi.

Devonte’ Graham: 7

19 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. 7/19 al tiro con 4/10 da fuori. Il plus/minus di -11 però è negativo, un po’ per colpa delle rotazioni, un po’ perché nell’ultimo quarto manda a vuoto un paio di triple e in difesa non è sempre formidabile per usare un eufemismo. Nel complesso non ha le polveri bagnate, si vede che sa come segnare e agguanta anche il pari a mezzo tripla a :22.7 dalla fine. Anche per lui 5 TO lanciato da titolare al posto di Bacon, infortunato.

Miles Bridges: 6,5

14 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/11, nessun TO. Da la carica nel finale ai compagni e gli arbitri commettono lo scempio per una mazzata di Brooks sulle sue braccia non fischiata. Una dunk rabbiosa sfuggendo a Hill e una tripla per 5 punti pesanti. Uno che non si è dissolto nel crunch time. Deve dare di più a rimbalzo difensivo mentre negli assist si distingue.

P.J. Washington: 4,5

5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 2/7 dal campo con un ¼ da fuori. Inconcludente e poco deciso. Brutta prova per P.J. Washington che il poco più di 26 minuti racimola solo 5 punti e due in alley-oop grazie a Rozier. Rimbalzi questi sconosciuti per uno che lì sotto dovrebbe aiutarci parecchio. Il buon blocco portato sull’esterno sinistro che consente a Rozier di fintar dietro e poi staccarsi per la tripla è ben fatto ma è poca cosa. Da titolare, anche se rookie deve farsi vedere di più ed esser coinvolto ma mi pare che ultimamente prenda troppe iniziative che non hanno ritmo e sbaglia un appoggio nell’ultimo quarto troppo facile per esser mancato.

Cody Zeller: 6

16 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 6/8 dal campo, ¾ ai liberi. L’unico che spende qualche fallo, anche perché lì sotto è solo fondamentalmente. Ha dei brevi buoni momenti offensivi e in avvio aggiunge una tripla alle personali stagionali. Pur non essendo un fenomeno mette su discrete cifre ma nessuna stoppata non avendo il tempismo per trasformare la verticalità in utile blocco. Lo si vede sull’ultima azione quando fa da colonna per Morant che lo beffa appoggiandogli la sfera sotto il braccio.

Malik Monk: 6,5

20 pt., 8 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. L’assenza di Bacon gli regala più di 29 minuti sul parquet, così finisce con un 8/13 al tiro tra entrate in appoggio, floater e triple. Repertorio variegato che serve a disorientare la difesa avversaria. Spesso in ritmo riesce a coordinarsi bene per chiudere a canestro. Sarebbe una seratona se non fosse per il risultato e per il fatto che non riesce a controllare Guduric ma lì la colpa è di Borrego che avrebbe dovuto riequilibrare il quintetto. Riesce a stoppare ai 24 Jackson sulla sinistra aspettandolo…

Marvin Williams: 5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist in 13:09. 2/4 ai liberi e 0/1 da fuori ma la sensazione è di una lentezza disarmante nel fast pace, tanto che se avessi giocato io in serata avrei fatto probabilmente meglio. Nel suo periodo sul parquet il plus/minus è di -10 anche se almeno qualche rimbalzo lo prende.

Bismack Biyombo: 5

2 pt., 2 rubate. -14 durante la sua permanenza sul parquet e a parte la dunk appesa non si ricorda per altro di positivo in 12:06. Non prende un rimbalzo e a coordinarsi è più lento di Platinette al trucco (vedi air-ball di Martin). In differita difensiva anche in questa partita. Dispiace perché servirebbe tanto la presenza di un difensore costantemente valido nel pitturato…

Cody Martin: 5

6 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 4/4 ai liberi ma l’1/5 dal campo con errori non di misura ma grossolani dimostra che non ha ancora un tiro affidabile, per di più se ci prova anche da fuori (0/4). Meno efficace in difesa, non ce la fa a contener Morant sull’ultima azione ma era dura, tuttavia anche in altre occasioni mi è parso meno brillante.

Coach James Borrego: 5

Interseca un quintetto che nell’ultimo quarto non ci capisce molto. Provare 5 minuti MKG è chieder troppo? Avrebbe avuto più esperienza su Morant nel finale e probabilmente, nella povertà difensiva di Charlotte avrebbe potuto dare una mano ma è scomparso come Hernangomez dalle rotazioni (lo spagnolo ci ha messo del suo). Squadra giovane con saliscendi importanti. Vero è che raggiungiamo il pari grazie a triple ma gli avversari tirano meglio da lì e l’ostinazione di tentar di colpire da fuori è quell’arma a doppio taglio che puoi usare quando hai le capacità e le situazioni per farlo. Oggi si poteva andar più dentro con i Grizzlies…