Game 10: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 106-114

Intro

Limiti

Se dovessimo romanticizzare, mitizzare, esaltare il basket NBA paragonandolo a una serie anime questa potrebbe essere: “Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann”.

Già nel nome è insito l’animale mitologico fluttuante, galleggiante o veleggiante in aria pronto a scagliare temporalesche dunk, raggi gamma jam o alley-oop fotonici.

Le qualità atletiche dei giocatori NBA sono evocative perché vanno oltre i limiti dell’umano medio, c’è la la sfida alla gravità ma in senso più ampio l’anime ripropone lo scontro tra il limite e l’illimitato.

La Brigata Gurren sconfigge i robot degli uomini bestia tornando sulla superficie della Terra dalla quale erano stati scacciati ma quando la popolazione terrestre raggiunge i 1.000.000 individui, una terribile nuova minaccia costituita dagli Anti-Spiral, si palesano cercando di bloccare la capacità evoluzionistica degli esseri viventi.

Dal robot pilotabile più piccolo e buffo esistente, l’unione tra vari mecha fa sì che diventi molto più grande di un pianeta arrivando a dimensioni galattiche (alto più di 10.000.000) anni luce fa sì che diventi anche il più grande mai comparso in un anime testimoniando l’evoluzione e la crescita degli esseri viventi. La serie è incentrata sulla ciclicità della spirale (la forma di energia panteisticamente presente nell’universo) che si evolve, dalle spirali galattiche al DNA umano alla iconica trivella, chiave d’avvio e arma del robot.

Gli Anti-Spiral però temono che l’eccesso dell’utilizzo di questa energia però porterebbe alla Spiral Nemesis, una specie di Big Bang al contrario che distruggerebbe l’universo, per questo gli Anti-Spiral preoccupatissimi intervengono quando vi sono a loro giudizi dei prodromi per una futura pericolosità.

Sarebbe bello superare gli ostacoli potendo varcare dei limiti utilizzando questi poteri in maniera consapevole in maniera da non danneggiare l’ambiente circostante unendo anche la volontà di sopravvivere e la resilienza, armi che nell’anime accrescono l’energia umana (grazie a questa vinceranno l’ostinato scontro finale), ma qui stiamo vaneggiando in una dimensione intangibile per l’uomo e gli Hornets odierni (in back to back per giunta) per sperar di batter Phila dovrebbero poter accedere a questa dimensione dimostrando la stessa ostinazione.

Partita in teoria segnata sulla carta ma andiamo a vedere che succederà…

Analisi

Torniamo alla realtà.

Charlotte ha tanti problemi ed emergono i limiti.

I rookie e i sophemore, Graham a parte, devono crescere ancora tanto contro i top player.

In attacco si è cercato all’inizio di sfruttare i blocchi per creare situazioni di entrata per Rozier, eventuali pick and roll o scarichi, poi il gioco è sembrato più casuale e disordinato ma la pressione sulla palla e un Cody Zeller on-fire nel finale di secondo quarto hanno portato gli Hornets sul +5 all’intervallo.

Lo 0/4 degli Hornets in avvio ripresa contro il 3/3 (un TO anche) d Phila ribaltavano una gara dalla quale Charlotte usciva velocemente facendo spesse pessime scelte in attacco come se esistesse un anamnesi negativa su questo parquet.

Si recuperava a suon di triple nel finale con la panchina avversaria in campo ma era troppo tardi per rubare la vittoria.

Rimbalzi e punti nel pitturato sono stati due fattori determinanti a vantaggio degli avversari: 31-49 e 42-58 rispettivamente, a volte collegati così come il 54,8% di Philadelphia contro il 45,2% di Charlotte che ha faticato a costruirsi tiri validi e quando gli è capitato dal mid-range, P.J. Miles e Terry e Bacon soprattutto, sono andati a vuoto…

Contenuti i TO (13), la fase di pressione e della chiusura del pitturato ha portato Phila a perder 20 palloni.

Il 42,4% contro il 35,7% da tre a favore di Charlotte da fuori non è bastato a dimostrazione che servirebbe qualcosa di più consistente sotto le plance nonostante la serata ispirata di Zeller in attacco.

La partita

Starting Five

Per la nona volta su dieci Borrego schierava il consueto quintetto: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller. Phila con out Simmons andava con: Neto (9 pt.), Richardson (11 pt.), Tobias Harris (14 pt.), Horford (15 pt.), Embiid (18 pt.).

Korkmaz e Burke dalla panchina chiuderanno rispettivamente con 17 e 12 punti.

1° quarto:

La prima sfera giocabile a favore dei 76ers andrebbe spinta dentro da Embiid a un passo dal canestro ma sull’alley-oop il centro avversario era impreciso, tuttavia sulle azioni successive, Embiid dalla sinistra con il piazzato e Harris dal mid-range infilavano un canestro testa per lo 0-4 mentre gli Hornets arrancavano.

Charlotte cercava di iniziare a sfruttare il duello tra guardie con screen roll per ottenere dei vantaggi e così arrivava il jumper in avanzamento di Rozier seguito da Zeller che fronte a canestro, completamente libero, portava sul 5-4 il risultato.

Horford scappava sulla linea di fondo per il 5-6 ma Bridges da 3 punti a 8:10 ci issava ancora una volta avanti (8-6) però gli Hornets si bloccavano in attacco e subivano in difesa: Bacon in raddoppio sotto si appoggiava su Embiid inutilmente aggravando il canestro subito con un libero per l’8-9, Cody a 7:59 commetteva il secondo fallo (su Embiid che trasformerà i liberi) uscendo per Biz, Horford su P.J. Infilava il fade-away per l’8-13 prima che P.J. In alley-oop interrompesse il ciclo vizioso di Phila a 7:10 (10-13).

Harris in appoggio era contrastato da Rozier in pull-up sull’altro fronte ma a 6:12 piovevano due tiri liberi per Embiid e da un passaggio dietro la schiena di Korkmaz in punta verso la diagonale sinistra per Neto nasceva la tripla della pg avversaria (12-20).

Bridges da sotto costringeva Harris al secondo fallo, c’erano i due punti in appoggio ma lo 0/1 dalla lunetta non favoriva ulteriormente Charlotte.

Richardson segnava da tre sull’oscillante Bridges e Korkmaz appoggiava dopo il TO di Graham.

L’alley-oop di Miles serviva a romper la monotonia di Philadelphia che tuttavia con una tripla vincente di Korkmaz e una second chance di Burke si apprestava al doppiaggio (16-30)…

Si svegliava Charlotte in attacco con l’alley-oop di P.J. Washington e con la tripla di Graham, po un ½ di Monk dalla lunetta ci riportava a -8 (22-30) tuttavia dalla penetrazione sino al fondo con scarico di Richardson sorgeva la tripla aperta di Burke prima che due FT affondati da Biz a :03.9 segnassero il 24-33 come finale di quarto.

Embiid contro Monk e Williams.

2° quarto:

Era ancora Biz a ripartire dalla lunetta nella seconda frazione ma questa volta con un ½ mentre gli Hornets difendevano bene il pitturato ma da due TO nascevano le transizioni che porteranno Ennis alla medesima conclusione in schiacciata per 4 punti e il 25-37…

A 9:35 Biz metteva dentro una dunk assistita e Bacon attaccando il canestro costringeva Embiid all’ombrello falloso.

½ soltanto però così sfruttando una finta e l’appoggio al vetro da destra sul bump in avanti di Biz ecco arrivare canestro più fallo ma l’unico libero andava a vuoto.

Embiid strappando un rimbalzo dalle mani di Zeller andava a schiacciare con gli Hornets a metter tristezza sotto 28-41…

A 7:38 però Cody andava alla riscossa realizzando un tiro dal pitturato che, ritardato, consentiva il raddoppio falloso dei lunghi Sixers.

Un mancato tagliafuori su una tripla e Harris appoggiava semplicemente per il +12 dei locali, tuttavia sulla tripla frontale di Cody, O’Quinn andando in salto a contrastarla lasciava il corridoio per la rincorsa di Cody che recuperava il tiro finito corto sul primo ferro e andava per la runner jam.

Graham provava a spinger Charlotte ma mancava il tiro, il rimbalzo era preda di Zeller che favoriva l’azione che porterà Monk a due liberi a segno.

Horford servito dal lato andava in dunk lanciata a una mano lasciando Charlotte sul -10 (35-45) poi un tecnico (3 sec. difensivi) battuto da Graham e un escape dribble 3 di Monk valevano il 39-47 a 4:58 ma Korkmaz in floater ripristinava il vantaggio in doppia cifra per il team di Br. Brown.

Charlotte finalmente riuscendo ad arginare gli attacchi avversari cominciava a recuperare: Graham da tre punti a 4:20, il tap-in di Cody a 3:45 e la tripla di P.J. a 3:18 costringevano alla chiamata di un time-out anche Brown con gli Hornets a ridosso (47-49).

Embiid dalla linea dei tre punti fintava la bomba e mettendo giù palla batteva Cody, troppo lesto ad abboccare lanciandosi incontrastato per la dunk.

Un’alzata di Zeller e una steal di Graham con appoggio in fuga ed ecco i Calabroni riagguantare la parità a quota 51, addirittura arrivava il vantaggio il vantaggio a 1:03 con Zeller in teardrop…

Korkmaz e Scott mancavano le triple sull’azione offensiva di Phila, Cody, assoluto protagonista del finale di secondo quarto, no…

La bomba valeva il 56-51 per un +5 difeso dagli Hornets che incassavano un FT jumper di Neto ma replicando con un 2/3 di Graham (fallo di Net uscendo dal blocco di Zeller) chiudevano sul 58-53 il primo tempo.

3° quarto:

L’ingresso a livello mentale degli Hornets nel secondo tempo era inesistente: 0/4 per gli Hornets, 3/3 per Phila (tripla di Richardson dal corner sx dimenticato in angolo sullo skip pass di Embiid, 2 di Horford agli autoscontri e un TO per shot clock violation prima del canestro sorpasso descritto) e sull’appoggio in entrata di Neto arrivava il sorpasso sul 58-60.

Borrego chiamava il time-out e la cosa serviva perché Rozier pareggiava e anche se Embiid da sinistra piazzava il tiro dal mid-range su assist in corsa dietro la schiena di Neto, nonostante un insensato tiro da tre di Rozier e un FT jumper mancato da Bacon, un coast to coast di Rozier ci faceva tornare in parità.

Harris metteva dentro un soft floater dalla baseline sinistra con Harris contro un P.J. Discreto nel contrastarlo.

L’ennesimo colpo a vuoto di Bacon e l’appoggio di Horford davano il +4 ai locali.

Un bagliore di lucidità era costituito dal tap-in di Zeller, poi più nulla: Horford superando P.J. Era trattenuto da Bacon sul reverse per il two and one, Malik da 3 andava a vuoto, Korkmaz su Malik stesso no…Finalmente Monk creando per Zeller e Graham a 4:46 ci davano qualche punto (68-74) ma Ennis correggendo fortunosamente al vetro portava sul 32-44 il vantaggio dei locali riguardo i punti nel pitturato con un 22-36 a rimbalzo preoccupante.

La tripla di Korkmaz a 3:54 mandava lontani gli Hornets, -11, sul 68-79 prima di un time-out e di un alley-oop potente di Monk con taglio in back-door.

Gli Hornets tornavano sul -7 ma un taglio di Korkmaz non dava buone speranze per una difesa troppo disattenta.

Monk a 2:15 dalla diagonale sinistra trovava il ritmo per la bomba sparata in faccia alla difesa: -6 (77-83) ma negli scambi finali i 76ers si avvantaggiavano di un punto chiudendo sull’81-88 nonostante l’ultimo canestro fosse un piazzato ravvicinato di Biz dalla baseline destra servito dall’assist in penetrazione di Graham.

YONG KIM / Staff Photographer Sixers guard Josh Richardson and forward Al Horford double-team Hornets guard Dwayne Bacon.

4° quarto:

Si partiva con le due squadre inabili a segnare, poi a 9:57, dopo due giocate offensive di Biyombo da urlo di Munch e due difese di Martin su Scott buone, Richardson con il fing and roll batteva per un soffio Biz mentre su una palla vagante, il settore occupato solamente da Sixers consentiva il comodo jumper a Scott.

81-92.

Canestro di Burke più fallo contemporaneo sull’eventuale rimbalzo di Martin (trattenuta su Embiid) e libero per il lungo.

81-95…

Martin da tre, first 3 bucket in regular season: 84-95.

Fine della trasmissione: Charlotte andava a vuoto, Phila no: Burke, Scott e Harris portavano due punti a test per l’86-101.

Dopo un canestro di Neto per l’89-108 entrava in campo la panchina dei Sixers e gli Hornets si sentivano a proprio agio senza troppa pressione: P.J., Rozier, Ennis III (per Phila) e Graham non sbagliavano un colpo tirando da fuori.

Rozier aggiungeva due liberi mentre P.J. e Graham recapitavano per posta intercontinentale altre due triple.

A :33.3 gli Hornets passavano dal -19 al -5 ma era tardi.

Un paio di falli di Martin per fermare il gioco e il ¾ finale dalla lunetta ritoccava il punteggio finale sul 106-114.

Le pagelle

Terry Rozier: 5,5

13 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate. Gioca 22:21, quasi un finto starter. Parte sfruttando i blocchi dei compagni per superare la pressione sulla palla del difensore trovando un paio di buone azioni così come più tardi. Sono flash. Potrebbe crearsi qualcosa di più insieme a Zeller, pick and roll difficili da chiudere per il centro. Lui chiude con un 5/12 e un ¼ da fuori e 3 TO.

Dwayne Bacon: 3

1 pt., 1 rimbalzo i 16:30. Salvate il soldato Dwayne. 0/6 dal campo, tiri a vuoto, specialmente nel momento decisivo. Chiude con uno 0/6 dal campo, 1 TO, 2 falli che portano a liberi addizionali per gli avversari e un eloquente -20 in +/-…

Miles Bridges: 5,5

7 pt., 5 rimbalzi, 4 assist. 3/10 dal campo. Si impasta in qualche azione offensiva, tira a salve da tre (1/5) e ha la tendenza a saltare troppo dentro il cilindro degli avversari quando fintano o ritardano il tiro. Alterna buone difese ad altre da dimenticare, spende sicuramente molto a livello energetico e si spera che da questi confronti ne esca sempre più maturato. Per ora si salva il suo interesse per la squadra che si vede nello spendersi in difesa e nel fornire anche assist ai compagni.

P.J. Washington: 5,5

15 pt. (6/11), 4 rimbalzi, 4 rubate. Si vede nel confronto con Horford o Harris che è immaturo e ancora non sa usare appieno le sue potenzialità fisiche. Non corre nemmeno fluidamente come si dovrebbe fare nel basket e a rimbalzo c’è poco. Mette due bombe nel finale e recupera un pallone con la panca dei Sixers in campo. Forse un domani sarà un buonissimo giocatore ma per ora contro giocatori top level paga il fio in esperienza.

Cody Zeller: 7

24 pt., 7 rimbalzi, 1 rubata. 10/13 dal campo in 26:58. Partenza in sordina, poi assoluto protagonista del finale di secondo quarto quando gli Hornets chiudono sul +5 tra triple, teardrop, blocchi, buona guardia. Lo ignorano un po’ nel terzo non creando molto per lui e dai 17 punti del primo tempo sale poco nel punteggio. Con lui fuori si avvantaggiano ulteriormente i Sixers che chiudono la gara nettamente prima che rientri dal riposo in panca. +2 in plus/minus. Suo massimo di punti in stagione. Rimane sino quasi la fine poi Borrego gli risparmia gli scampoli.

Marvin Williams: 5,5

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata. 15:07 in campo, -13. Quasi invisibile se non per una bella chiusura su Burke in seconda per la stoppata e un fallo di spalle rocambolesco che fa piroettare a terra Embiid. Ectoplasmatico quasi.

Devonte’ Graham: 6,5

19 pt., 10 rimbalzi, 1 rubata. 6/15 con 4/8 da tre punti. Mette su ancora discreti numeri ma la squadra perde. Doppia doppia in minutaggio da starter (33:39). Ormai come shooter è più affidabile di Bacon e Borrego gli da fiducia. Pela l’assist effetto entanglement per l’alley-oop di Monk. Non ha la bacchetta magica anche se nel finale contribuisce con una tripla a metter pressione ai 76ers. ¾ dalla linea, 2 TO, +9 in +/-.

Malik Monk: 6

15 pt. (4/8), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 2/5 da tre punti. Nonostante la mano sinistra fasciata si ravviva dal punto di vista realizzativo dove il back-door e l’elevazione paurosa gli fanno sfruttare il perfetto lancio effetto entanglement di Graham, riesce a metter spazio tra sé e il difensore anche in entrata dimostrando sempre capacità atletiche e di coordinazione ma Korkmaz sull’altro lato gli segna da tre in faccia, gli scappa via (troppo aggressivo nell’occasione finisce per andare da una parte e l’attaccante dall’altra) per andare a mettere un floater e segna in back-door. Una sfida pari tra attacco e difesa ma speriamo continui così in attacco prestando un po’ più di attenzione in difesa.

Bismack Biyombo: 5

7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Fatica a tener in mano palloni, specialmente in avvio di ultima frazione è in streaming. La palla è lì ma lui arriva dopo non accorgendosi di assist al bacio o mostrando lentezza pachidermica. Prima prende una mazzata sull’avambraccio da Embiid che lo manda in lunetta, poi è lui a commetter un onesto ma gratuito fallo che lo toglie dal campo nella prima parte, per il resto ovviamente segna punti solamente aggirandosi dalle parti del ferro tra dunk, piazzati e FT. -14 in 12:59. Lento e difesa nella seconda parte insufficiente.

Cody Martin: 6

5 pt. in 10:42. Non gli riesce di recuperare un pallone o un rimbalzo, difende comunque bene un paio di volte su Scott in avvio di ultimo quarto, poi nello scambio di veloci battute ha un paio di colpi d’arresto ma difende meglio di altri compagni anche se in serata si evidenzia per la prima tripla in NBA (regular season) con un 2/3 dal campo. L’altro canestro è uno spin da destra con appoggio in uno contro uno.

Coach James Borrego: 5,5

Ritarda troppo un time-out a inizio ultimo quarto secondo me. Charlotte a inizio dei due ultimi quarti non gioca con raziocinio e perde il confronto negli scambi, oltretutto metter Biyombo per troppo tempo ci danneggia perché il congolese a rimbalzo ripaga poco la fiducia ma soprattutto a livello difensivo/realizzativo è inferiore alla serata di Zeller. Ai limiti del mobbing non tentare MKG (la colpa è quella di aver firmato in estate come Biz e Williams ma esitando?) in serate come questa dove la pressione sulla palla stava dando buoni risultati. Triplisti dipendenti, è con quelle che accorciamo il divario, per il resto addolcisco il voto perché si nota come con i mezzi a disposizione i panzer avversari non si possano bloccare facilmente.

https://www.youtube.com/watch?v=5xjOU37At2c

Game 9: Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans 110-115

Intro

Vado al massimo

Michael Jordan ha un pensiero chiaro e deciso sul “Load Management” (gestione dei carichi/turnover).

“Sei pagato per giocare 82 partite.”
Steve Clifford, ex head coach degli Hornets e attuale capo allenatore degli Orlando Magic usa questa soluzione, un modus operandi che non risparmia nessuno sui back to back.
“Lo faccio da 20 anni, e giocare 82 partite era un segno di coraggio per molti ragazzi, c’erano sempre molti ragazzi che non volevano giocare.”
La storia si rifà alle polemiche sui Los Angeles Clippers che facendo riposare Kawhi Leonard per una partita contro i Milwaukee Bucks ha messo in allarme anche il portavoce della NBA Mike Bass sul fatto che la Lega accerterà eventuali violazioni (in teoria ogni squadra dovrebbe utilizzare il miglior quintetto disponibile).

Leonard però, dicono, al momento non sarebbe sufficientemente sano per giocare questo tipo di partite in questo momento.”
Leonard giocò solo 60 partite della stagione regolare come membro dei Toronto Raptors l’anno scorso e questo lo aiutò a mantenersi in salute per i playoffs con i risultati sotto gli occhi di tutti.

Hornets che quindi nella partita successiva a questa contro Phila, non dovrebbero seguir l’esempio Clippers, anche perché di playoffs non se ne parla anche se al momento siamo settimi a Est mentre i Pelicans in back to back vedremo che decideranno.

Molti fan Pelicans si lamentano di un coach, Gentry, in confusione.

Per Nola le aspettative di questa stagione sembravano medio/alte avendo pescato dal mazzo della lottery il n° 1 Zion che tuttavia con il suo infortunio ha lasciato aperta una breccia difensiva che gli altri team stanno sfruttando.

Charlotte potrebbe quindi giocarsi la partita anche se non ha grandi interessi in una stagione da tanking a farlo sebbene sia plausibile pensare che Jordan, con la stessa mentalità, direbbe ai giocatori di cercare di vincere.

New Orleans è sempre stata storicamente martoriata dagli infortuni e nella notte saranno out Zion Williamson, Lonzo Ball e Darius Miller.

Chi avrà più fame?

La voglia di rivalsa di NOLA per cercar di non prolungare questo pessimo inizio o la mentalità dura di Jordan che dovrebbe trasmettere ai resilienti (parola utilizzata da Borrego più volte nelle interviste) Hornets?

Analisi

Una partita come me la sarei aspettata, difese non proprio granitiche, ritmo veloce e tanti errori da TO.

Una partita punto a punto decisa nel finale con un parziale di 10-0 a favore degli ospiti propiziato dagli ex Lakers Hart e Ingram.

La maggior qualità avversaria alla fine è venuta fuori. J.J. Redick ha tenuto a galla la squadra dei cajun mentre per la prima volta quest’anno avrei qualcosa da imputare a Borrego che non ha provato a metter dentro Biz nel finale al posto di Zeller dopo una serie di rimbalzi lunghissima strappata dai Pelicans che per la cronaca su quell’azione, interrotta anche da un time-out di Gentry, non hanno segnato ma hanno comunque vinto contro una squadra apparsa meno reattiva nel finale nonostante le rotazioni.

Una difesa che sin dalle prime battute ha faticato a contenere gli attacchi dei Pelicans ha finito per abdicare nel crunch time, falcidiata da 4 triple esiziali.

Al massimo andavano i Pels nel finale mentre Charlotte domani avrà un back t back a Philadelphia che potrebbe far imboccare agli Hornets la strada del tanking sul probabile 4-6…

A favore degli Hornets ci sono i minor TO 21contro 26 (comunque un’enormità pur accettando lo scambio su ritmi veloci), gli assist (25-25), i liberi con relativa percentuale (26/34, 76,5% CHA, 21/30 70,0% NOP), mentre i rimbalzi la squadra della Big Easy li ha ribaltati nel finale vincendo 42-45, NOLA sopra anche nelle stoppate (2-6) e nelle rubate (10-13) nonostante sia il massimo complessivo stagionale per Charlotte.

E’ al tiro però che New Orleans vince la gara: 40,9% per gli Hornets contro il 53,3% con il 34,3% da 3 vs il 42,4% dei Pels.

Un peccato perdere in questa maniera uscendo di scena velocemente nel finale ma teoricamente sapevamo che gli Hornets sono questi.

Dispiace soprattutto che il debutto con la splendida vintage viola sia stato negativo e chissà se Jordan ricorderà ai giocatori che sono pagati per giocare possibili 48 minuti ora…

La partita

Starting Five

Jrue Holiday (12 pt. +11 assist), J.J. Redick (22 pt.), Ingram (25 pt.), Kenrich Williams (15 pt.) e Favors (10 pt. + 10 rimbalzi) per New Orleans agli ordini di Gentry.

Dalla panchina Hart con 10 pt. e 7 rimbalzi mentre Melli chiuderà con 3 pt. e un canestro da tre dato per buono e annullato successivamente.

Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller per Charlotte costituiva il solito starting five.

Time-out con lancio di t-shirt nell’ultimo quarto.

1° quarto:

Nonostante il revival dedicato alla stupenda maglia viola originale, sul parquet vintage gli Hornets partono male.

Colpiti subitaneamente da un reverse layup di Holiday e da una tripla di Ingram a 11:14 si salvavano su due tiri liberi mancati dallo stesso ex Lakers (procurati scappando a Miles sulla linea di fondo) così era Miles con un runner hook vs Favors a sbloccare lo zero in casella per Charlotte a 9:48.

Bacon con un difficile fade-away facendo roteare involontariamente e lentamente la sfera sull’anello interno la vedeva magneticamente entrate per il 4-5 ma si era colpiti subito (9:04) da una tripla di K. Williams per il 4-8 mentre a 8:55 Charlotte beneficiava di un tecnico a favore per 3 secondi difensivi in area di NOLA.

La difesa di New Orleans sporcava un paio di palloni costringendo Charlotte a prender una brutta soluzione allo scadere, ciò favoriva J.J. Redick e la sua tripla in transizione per il 5-11.

Gli Hornets stentavano a trovare facilità nella realizzazione riuscendo a muover il risultato a sette punti con un ½ di P.J. E con un tecnico fischiato a Gentry (posizione del tallone di J.J. Redick sul tiro da tre dubbia) di Rozier, tutto dalla linea dei liberi.

A 7:20 Bridges uscendo dall’area prendeva e segnava una tripla ma Favors, liberato da Ingram, schiacciava indisturbato il 10-13.

Graham con un gran bound pass verticale pompato per P.J. assistiva la jam del compagno, poi arrivando da dietro Miles preservava il risultato sul possibile tocco a canestro di Favors e Rozier avvantaggiandosi con il terzo tecnico contro NOLA (2^ chiamata per tre secondi in area) a 5:50 portava il risultato sul 13-15.

NOLA tentava di scappare mettendo altri tre punti tra le squadre ma un mini parziale di Charlotte di 5-0 (altro assist di Graham per P.J. per un two and one, un ½ di Graham dalla lunetta e altra P..J.am su assist di Graham) trascinava la squadra per la prima volta in serata avanti sul 19-18.

Ingram con un gancetto riportava gli ospiti sopra, Graham in transizione cambiava la squadra leader ma una bomba di Alexander-Walker consentiva di stabilizzare il vantaggio a favore della squadra della Louisiana fino a 1:50 dalla fine del primo quando Marvin Williams affondando due FT per fallo di Alexander-Walker generava il 26 pari.

NOLA con una correzione di Ingram e una tripla di Hart da second chance metteva 5 punti tra le squadre, Martin a :43.4 appoggiava al vetro in corsa in transizione ma Alexander-Walker in appoggio chiudeva il quarto sul 28-33.

Graham ascolta i consigli di Borrego. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
Ingram prova a battere Bridges in entrata.

2° quarto:

Partiva con due TO l’avvio di periodo dei Calabroni mentre nel mezzo era data inizialmente buona una tripla di Melli che verrà cancellata all’intervallo successivo per un fuori dell’italiano.

Toccava a Cody con una runner dunk a 10:56 segnare i primi due punti della frazione mentre i compagni della panca come Monk (2 al vetro) e Graham (tripla dopo una stoppata su P.J. in mischia) procuravano il comeback sul 35-36.

Rimonta che non si arrestava dopo la pausa chiamata a 9:29 da Gentry perché come descritto precedentemente sparivano i tre punti di Melli e Monk si dimostrava fedele al soprannome di God of dunk sparando una mina a una mano su alzata di Graham e con la difesa dei Pellicani sotto shock, Martin tirava giù una bimane appesa che costringeva il coach dei Pels a una seconda chiamata in time-out.

41-33, Biz controllava bene Holiday un paio di volte ma J.J. Redick dava la sveglia ai suoi con una tripla a 5:27, Rozier replicava alla pari ma Favors e aggiungeva due, Ingram (4:32) produceva un two and one con l’euro-step (fallo Bridges accennato) ed ecco gli ex Hornets sul -1 (44-43).

Da una second chance per Charlotte ecco spuntare la tripla di Bacon e dopo una stoppata di Biz su Favors, Graham correndo dall’altra parte sganciava la tripla del 50-43.

Abile J.J. Redick a fintare su Miles che abboccando alla tripla regalava a uno dei migliori tiratori di liberi tre punti.

Graham con un 2/2 dalla lunetta a 3:15 per un Moore foul ci dava un +6 tagliato da un’altra bombarda di J.J. Redick (52-49).

Seconda tripla consecutiva per Bacon a 2:18 a dunk a una mano per Martin a 1:42 su transizione e bound pass di Rozier.

J.J. Mancava un semplice layup in solitaria ma Hayes recupererà in layup durante un’azione successiva.

P.J. e Jrue si scambiavano un 2/2 ai liberi ma a :01.1 Graham imitava l’astuzia precedente di J.J. Facendo saltar dentro il suo cilindro Hayes partendo per la tripla: 2/3 e chiusura primo tempo sul 61-55.

Uno stacchetto delle Honey Bees all’intervallo con i top realizzati sul modello della jersey vintage viola.

3° quarto:

P.J. Usciva subito dopo un allungo per un dolore alla caviglia sinistra, K. Williams subiva fallo ma Gentry incassava uno 0/2 dalla lunetta dal so lungo.

A 11:20 Rozier spingeva sul massimo vantaggio i viola con la tripla del 64-55 ma J.J. Redick dai 9 metri recupererà 3 punti, Marvin imbottigliandosi nel traffico commetteva un TO punito da Holiday.

A Rozier era annullato un bell’hook dopo aver spinto per riprendersi la palla e New Orleans pescando nel corner sinistro K. Williams risaliva sul -1 grazie al parziale di 0-8…

A far passare momentaneamente i brividi ci pensava Miles che segnava provvidenzialmente una tripla a 8:47 anche se Favors con due punti faceva rimanere a stretto contatto la squadra della Louisiana.

Si rimaneva lì sino a un two and one di Cody a 7:20 con la difesa di NOLA un po’ molle e spiazzata (72-67).

Sempre Zeller ne aggiungeva due per il +7 a 6:25 ma J.J. Redick in uno vs uno su Bacon si inventava la tripla dell’escape dribble creando per sé stesso…

Rozier in appoggio modello Torre di Pisa appoggiava di sinistra fuori equilibrio mentre la Big Easy accorciava di due ma J.J. Redick commetteva il 4° TO.

Da due brutti passaggi (Bacon in uscita e lob di Graham) nascevano 4 punti per la squadra di Gentry che agganciava il risultato di 76 pari a 2:52 dalla fine del terzo.

Dopo il time-out di Borrego, Monk ripartiva con la tripla sfruttando il nono assist di Graham ma due punti di Hayes e uno di Ingram riportavano i Pels in equilibrio.

Pick and roll stretto tra Martin e Biz con il congolese che volava a schiacciare, altro TO per NOLA e doppio ½ di P.J. Washington e Biz dalla lunetta per il +3 manonostante Graham segnasse la tripla buzzer beater rim/glass per l’86-81, NOLA rimaneva in scia.

Monk in schiacciata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

La squadra di Gentry accorciava subito al -3, Monk mancava il tempo del passaggio sulla transizione facendo errare Martin al tocco volante, Hart con lo scoop metteva dentro l’86-85.

Martin in entrata si procurava due liberi splittandoli, Ingram pareggiava ma si era già dall’altra parte con la camera che riprendeva solo l’appoggio di Martin in layup per l’89-87.

I passi di Martin costavano il 22° TO a Charlotte contro i 24 dei Pelicans e si continuava con i Pelicans pronti a pareggiare con Favors e gli Hornets a riportarsi sopra in qualche maniera (spin di Cody e alzata da due centimetri dal ferro in uno contro uno in qualche modo).

Jackson, Hornets come draft, pareggiava dalla lunetta, poi era lo stesso Jackson a commettere il fallo che manderà sempre in bonus successivamente Charlotte ma a Bacon non serviva la lunetta perché alzandosi in fade-away nel reticolato esagonale del pitturato realizzava il 93-91.

Un pull-up di Moore alle pendici del post basso sx ed era ancora pari.
Bacon in schiacciata da transizione colpiva così come J.J. Redick e si tornava in equilibrio a quota 95.

Gli Hornets però non raggiungevano quota 100 per primi, uno scherzetto alla Fornero ed ecco il black-out in attacco a cui corrispondeva anche una fase nella quale i Pelicans si portavano avanti a 5:02 dalla fine con la tripla di Hart dalla diagonale destra.

Charlotte riusciva a difendersi in questa fase ma lasciava una marea d rimbalzi offensivi ai Pels che, bontà loro continuando a sbagliare tiri sulla medesima azione prolungata inducevano Gentry a chiamare un time-out.

Borrego lasciava dentro Zeller invece di tentare con Biz e dopo un altro tiro corto di Ingram, sull’azione seguente era lo stesso a 3:18 a segnare con una bomba esiziale.

Massimo vantaggio per NOLA (95-101) che credeva di poter fissare ormai a sei i lead change.

Ingram dal palleggio si girava nel pitturato battendo Miles (0-10 di parziale) che si rifaceva in layup dopo lo spin ma un paio di errori da tre di Graham e Rozier condannavano Charlotte ce, incassata la tripla del 99-109 da Ingram, tentava disperatamente di riprendersi contro il tempo riuscendo ad accorciare con una serie di liberi e la saetta finale di Rozier a 9 secondi dalla fine ma era il 110-115 finale.

Gli Hornets si risparmiavano il prolungamento della gara rinunciando al fallo, pronti per la doccia e a imbarcarsi per Philadelphia per il tomorrow game in Philadelphia.

Le pagelle

Terry Rozier: 6

18 pt., 5 rimbalzi, 6 assist. 5/14 FG, 3 TO. Onesta partita. Non eccezionale ma mette su numeri in proporzione ai 32 minuti e spiccioli passati sul parquet. Forza un tiro nel finale ma c’era poco tempo. Deve essere più concreto anche se in serata trova un paio di buone entrate, segna anche un bel canestro dalla sinistra ma viene annullato per una sua spinta precedente.

Dwayne Bacon: 6

12 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. 5/11 dal campo. Piàù concreto di Rozier, mette due bombe di seguito e si fa notare anche per due fade-away non semplici. Atletico, nel finale, oltre alla dunk ci sono un paio di forzature ma la prova è sufficiente, sebbene da un passaggio affrettato in uscita (4 TO) per andare in transizione, nasca poi un canestro di Holiday che riporterà a stretto contatto NOLA.

Miles Bridges: 6,5

12 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Bel rim protector quando si stacca da Holiday che passa in verticale a Favors, leggermente rallentato dagli altri Hornets sotto sul tocco ravvicinato ma si vede piombare Miles addosso che lo stoppa. Di contro abbocca a una finta vistosa di J.J. Redick e concede tre FT. 5/11 dal campo e un solo TO. Forse a rimbalzo potrebbe far di più ma è più equilibrato in serata e un paio di volte mete le triple che ci spingono oltre i recuperi d NOLA. Non gli riesce la medesima cosa nel momento più importante purtroppo. Dall’altra parte Ingram fa di più ma gli Hornets sembrano un po’ più corali e fast.

P.J. Washington: 5,5

10 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 2 TO. Inesperienza, In area non riesce a liberarsi dei tentacoli dei vari difensori che lo avvinghiano finendo per sbagliare troppo (3/9 FG). Non prende tiri da tre ma f 4/5 dalla lunetta. Un dolore alla caviglia sinistra lo toglie dal campo a inizio terzo quarto. Si riprende e rientra dopo esser andato negli spogliatoi ma non sembra molto lui poi.

Cody Zeller: 5,5

10 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Ha dei buoni periodi nel match riuscendo ad afferrare qualche rimbalzo e a segnare ma nel finale non aiuta per nulla. 2 TO, un -13 di +/-, uguale a Bacon.

Devonte’ Graham: 6,5

24 pt., 5 rimbalzi, 10 assist, 2 rubate. 5/14 dal campo, deve tirare meglio anche se da tre fa 4/10 ma ne manca un paio nel momento decisivo. Assist spettacolari anche se dopo i 9 frena. Riesce a trovare il tempo in corsa per un passaggio veloce. Belli i bound ma non solo, quando si accinge all’entrata, se va in esitazione, difficile poi non fermarlo con il fallo (10/13 dalla lunetta). Dipende dalle aspettative. Chiedergli di più di una buona doppia doppia è difficile, magari meno TO (4) con passaggi un po’ così come il lob per P.J. Washington intercettato e utilizzato per il apri dagli avversari.

Marvin Williams: 5,5

2 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. Marginalissimo in attacco, fa densità in difesa ma anche 0/3 dal campo realizzando i due liberi assegnati.

Malik Monk: 6

9 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Una dunk a una mano paurosa, tuttavia, nonostante alcuni buoni tiri, Monk rimane un po’ nel limbo sbagliando quando conta. 4/8 dal campo, 2 TO in 19:14.

Bismack Biyombo: 6

4 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata in 11:54. ¼ dal campo mancando un gancetto, 2/4 dalla lunetta ma il +11 è anche merito di Biz che in difesa contenendo un paio di volte Holiday favoriva una delle fasi migliori per Charlotte. Lo sappiamo… poca tecnica e tocco rivedibile ma io l’avrei messo nel finale quando i rimbalzi piovevano nelle mani i NOLA. Vero è che New Orleans la risolve con il tiro da fuori ma la sua presenza avrebbe forse stabilizzato meglio i close-out sull’arco.

Cody Martin: 6,5

9 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 4/7 dal campo, 1 TO. Anche se sembra meno efficace di altre volte, rimane un discreto difensore anche se prende una tripla in faccia appena entrato. Una bimane spettacolare nel momento di vuoto di NOLA. Bello e utile l’assist stretto per il pick and roll di Biz. +6 in plus/minus…

Coach James Borrego: 5

TO a raffica, incapacità di fermare gli avversari in difesa e la scelta di tener Zeller in campo al posto di Biz nel finale. Questa volta, nonostante le difficoltà di un roster non formidabile, ha qualche macchia.

New Orleans Pelicans: Holiday 6,5, J.J. Redick 7, Ingram 7,5, K. Willaims 7, Favors 6,5, Hayes 6, F. Jackson 5,5, Alexaner-Walker 5,5, Melli 5, Hart 7, Moore 6. Coach Gentry 6.

https://www.youtube.com/watch?v=3KoyfNVEL50

Game 8: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 87-108

Intro

Bandiera Bianca

Vorrei raccontarvi di un mondo da favola dove le bandiere rimangono lì, fisse ed eterne al proprio posto invece le bandiere si scoloriscono e deteriorano.

Sulla Luna, le bandiere piantate dagli astronauti americani tra il 1969 e il 1972, secondo alcuni studi, saranno divenute molto probabilmente bianche.

Le flag a stelle e strisce furono realizzate in rayon per un costo attuale che sarebbe di circa 30 euro.

Considerando che le sei bandiere piantate tra il 1969 e il 1972 sono state bombardate per decenni da un potente, scintillante flusso solare, è altresì scontato realizzare che i letali raggi ultravioletti (non assorbiti completamente nemmeno dall’atmosfera terrestre) abbiano stinto completamente quel simbolo della potenza americana che fu.

Le stelle e strisce si stanno lentamente disintegrando, segno dei tempi che mutano, delle bandiere bianche divenute simbolo di resa a fattori esterni più potenti.

In estate l’abbagliante mercato NBA ha trascinato Kemba, ex re della Buzz City a Boston.

Walker si è arreso alla costante esposizione del nulla, abdicando al suo ruolo di giocatore simbolo.

Va ringraziato per il passato ma a poche ore dalla palla a due tutto il sostegno del popolo teal & purple va ai ragazzi che tenteranno di difendere i nostri colori, cercando di non farli stingere, anche perché, è divertente vedere come un team dato da tutti come uno dei peggiori della lega attualmente (l’avevamo scritto tutti) sia, per un motivo o per l’altro (calendario, qualche assenza nelle fila avversarie) lì sul 4-3 al sesto posto nella Eastern Conference.

Analisi

Vince Boston senza patemi.

Lo starting five a disposizione si Stevens è migliore e nel duello Walker-Rozier, rimasto sullo sfondo, il secondo sfigura in serata con una pessima prestazione.

Lo segue quasi tutta la squadra che alla fine commetterà 20 pesanti TO contro i 12 di Boston che con una difesa fisica e attenta influisce sulla statistica.

Già da metà secondo quarto la gara è saldamente in mano ai Leprechaun anche se un break di 8-0 Hornets a cavallo tra il primo e il secondo tempo riavvicina Charlotte sul -7.

52-49 a rimbalzo e un 29-21 negli assist. Liberi 15/21 CHA, 18/23 BOS. Charlotte tira con il 38,4% contro il 43,0% ma è lo scandaloso 19,4% da tre punti (6/31) a condannarla in parte.

Servono a poco le 9 stoppate contro le 5 avversarie (il solo P.J. Le pareggia) perché Boston muove meglio la palla o si scherma meglio per tiri e penetrazioni.

Borrego prova a cambiare un po’ di volte i quintetti ma così facendo scende un po’ l’intesa, insomma, Charlotte ci prova ma non ha i mezzi e nonostante la resilienza alza bandiera bianca quando nel terzo quarto i Celtics vanno su vantaggi nell’ordine della ventina di punti.

Buona e calorosa l’accoglienza per Kemba Walker, applaudito,, sotto gli occhi di Mama Walker con la maglia del figlio in versione Celtics (sarebbe stata meglio la old version) e coach Larry Brown.

Charlotte ora gira sul 4-4 in classifica attendendo il derby domenicale (per noi) con i Pelicans, sempre allo Spectrum Center.

La partita

Starting Five

Boston scendeva sul parquet dello Spectrum Center con: Walker (14 pt. dopo una partenza slow), Brown (12 pt.), Hayward (20 pt. + 10 rimb.), Tatum 23 pt. + 9 rimb.), Theis (5 pt., out Kanter).

Hornets con Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

La partita cominciava con il primo possesso dei Celtics e palla portata avanti da Kemba Walker che tentando di finire in reverse layup era impreciso, Bridges in attacco si faceva toccar corto il passaggio ma sulla fuga di Brown rimediava in stoppata per poi andare anche a conquistare un primo rimbalzo offensivo di Charlotte che ne aveva bisogno di un secondo prima di vedere P.J. Washington segnar da fuori a 10:55 dopo aver tentato di schiacciare a una mano (sul ferro).

A 10:25 Theis su una seconda chance correggeva il suo primo errore con il tiro dalla media poi gli Hornets con un jumper in ritmo di Bacon dalla baseline destra e una runner in diagonale della nostra guardia tiratrice piombavano sul 7-2 ma Boston si risvegliava pareggiando con Hayward (two and one in transizione)a 7:47 prima di passare in vantaggio con Theis.

Bridges pescava il pari ma l’inerzia del momento pareva ormai con Boston, infatti, Brown realizzava con il pull-up dal post basso e Smart da tre mandava i Celtics sul +5 (11-16).

Smart pescava con il bound pass diagonale il taglio di Hayward centrale: due punti facili in appoggio inseguito da Bridges…

Era sempre l’ex Jazz a dare soddisfazioni ai verdi realizzando da sotto dopo aver ricevuto un lob sotto e a 4:05 in transizione mettendo dentro altri due punti costringeva Borrego al time-out sull’11-20.

Charlotte ci provava a sbloccarsi ed era Bridges a toccar dentro un tiro mancato da Biz ma a 3:34 arrivavano 3 FT per Walker toccato da Marvin.

3/3, Hornets in confusione e altri due punti per Hayward in layup su una rimessa offensiva diretta dal fondo.

Il nostro Williams mancava un runner ma dopo un avventuroso recupero rimediava segnando da sotto.

Sul 17-28 Graham mostrava un ottimo pezzo del suo repertorio; entrata veloce, galleggiamento a contatto con Smart in area ed estensione del braccio in scoop a contatto per un two and one che ci riportava sul -8 (20-28).

Tatum però sfruttava un mismatch con bravura: pump fake in rotazione e Monk saltando commetteva fallo a contatto pur cercando di spostarsi.

Canestro ma FT mancato e finale sul 20-30.

P.J. and Miles il Dynamic Duo di Charlotte. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Primo possesso mal gestito da Charlotte che si salvava con Biyombo in stoppata sul reverse di Tatum, Charlotte però non trovava il ritmo venendo colpita da un jumper di Tatum e da un’entrata di Brown con un Biz troppo alto e lento sulle sue tracce.

Marvin metteva dentro in reverse e Bacon andava a stoppare Edwards ma dopo una palla persa da Dwayne, ancora un Biz fuori dalla sua zona, cedeva il passo a Brown in entrata.

P.J. A 8:43 con il marchio di fabbrica, bump and hook seccava Brown che concedendo anche il libero dava modo a Charlotte di riportarsi sul -11 (25-36), Hornets lontanissimi che recuperavano i successivi due punti di Tatum con Zeller ma che trovavano in Rozier un infiltrato (0 pt. con 0/6 al tiro e 2 palle perse nel primo tempo) che dava il peggio di sé in questa fase, senza nemmeno Kemba in campo.

A 6:25 ci pensava Bridges dal post basso destro a sfruttare il mismatch con Edwards e Graham da tre punti regalava il -6 (32-38).

Gli Hornets subivano un 1-2 con ½ di Theis dalla lunetta e venendo colpiti in transizione da Brown su assist di Kemba dopo un’altra balorda iniziativa di Scary.

Charlotte però era dura a morire e segnando da tre con Bridges, fluido e morbido, salvavano due punti con P.J. Washington a cancellare Brown al ferro mentre su un assist saltato di Graham saltava anche la difesa dei Leprechaun che incassava una tomahawk jam di Miles per il 37-41.

Il time-out di Boston sembrava non servire perché Cody conteneva bene Smart ma sull’altro fronte Zeller si complicava la vita fallendo il tocco da sotto del -2, facile…

Boston tornava a corree con due FT (fallo Rozier), Brown in appoggio di sinistro, al che era inserito Martin (2:06) anche se gli effetti, non per colpa sua, tardavano ad arrivare.

I jumper di Hayward su Zeller (punta sx del pitturato) e di Tatum da tre su Graham (close-out senza forza) davano a coach Stevens altri 5 punti da mettere in stiva e a 1:22 gli ospiti schizzando sul 37-50 ipotecavano già la prima frazione da 24 minuti.

Per un fallo su Tatum di P.J. I Celtics andavano sul +15 ma fortunatamente un’ultima fiammata degli Hornets in extremis riduceva lo scarto: Martin tagliava in diagonale su Hayward andando a fulminare con la destra Robert Williams III.

Una schiacciata impressionante per potenza, velocità e coordinazione che entrerà sicuramente nella top ten dell’anno…

Graham aveva ancora il tempo per una tripla frontale e i Calabroni si affacciavano al secondo tempo sul -9 (43-52).

Le Honey Bees in serata pronte allo stacchetto.

3° quarto:

Rozier metteva dentro dal bordo sinistro ravvicinato dell’area i suoi primi due punti, Hayward rispondeva zigzagando oltre i blocchi per un tiro dal mezzo del pitturato che rimbalzando sui bordi dell’anello morbidamente s’inabissava dentro la retina.

Rozier e Zeller in attacco andavano a vuoto, Hayward no, Miles era stoppato da Tatum che sull’azione offensiva da destra realizzava la tripla a 9:32.

Il brutto momento di Charlotte portava a un parziale di 1-11 che Brown chiudeva su assist di Kemba anche se su una transizione viziata da un mancato fischio per un fallo su Rozier in entrata.

A 8:10, sul 46-63 Borrego optava per un time-out necessario.

Marvin con un colpo da veterano dal post basso batteva Hayward guadagnando il libero addizionale oltre i due punti.

Il gioco da tre dava un po’ di spinta a Charlotte perché P.J. Stoppava Tatum che per proteste incassava anche un libero contro da Rozier, Graham a 6:08 realizzava due FT, mentre Smart spingendo via Rozier con il sinistro in attacco andava in panchina essendo giunto al quinto fallo.

Tatum con un open 3 ampliava il divario a 15 punti, Marvin a 4:32 replicando in floater faceva girare il mega-schermo sul 56-69 con un 27-5 nei punti panchina a favore di Charlotte.

Il problema era che si svegliava anche Kemba che segnando da tre punti alternava il funzionamento play centro visto che anche R. Williams favoriva i suoi più tardi con un rimbalzo dal quale nasceva la second chance sfruttata da Wanamaker con tre punti.

61-80, partita chiaramente chiusa con botta e risposta tra i due team che chiudevano con una tripla di Tatum e un alley-oop splendido di Martin a 9 decimi dalla sirena (Graham lancio perfetto) per il 67-85.

Monk e Walker in serata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

I 18 punti di vantaggio permettevano a Boston di giocare con diversi rincalzi senza subire il rientro, Borrego provava a cambiare quintetti ma non si otteneva molto se dal 74-90 realizzato da Biz, dopo una tripla di Bacon dalla destra si passava al 77-95.

A metà quarto anche gli Hornets gettavano in campo i panchinari stagnanti e nel tutti dentro appassionatamente si arrivava alla fine sull’87-108 con qualche lampo di vana gloria per i singoli da ambo le parti.

Le pagelle

Terry Rozier: 3

3 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Primo tempo chiuso a 0 punti, finale da 1/11 dal campo… Scary ma per i fan degli Hornets che perde 4 palloni e non gli fischiano anche un fallo a favore ma è nettamente fuori giri e da sue scelte sbagliate nascono alcune transizioni letali degli ospiti. Peggio di così difficile fare e quindi auguriamoci che contro squadre dove non ha giocato non faccia la figura dell’infiltrato.

Dwayne Bacon: 5

8 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Gioca 21:09 con un po’ di difficoltà al tiro (3/9 FG) e commettendo 3 TO. Anche lui in ombra.

Miles Bridges: 6

18 pt., 10 rimbalzi, 1 assist. 8/14 dal campo ma 4 TO e una difesa che non sempre convince anche perché se gli capita Tatum è dura. A ogni modo va in doppia doppia ed è uno dei più positivi in una serata da quasi subito parsa storta. Una bella dunk e un buon 2/5 da fuori.

P.J. Washington: 5,5

4 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 5 stoppate. 1/8 dal campo, 2/3 ai liberi, 1 solo TO ma 3 falli spendibile meglio quello su Smart nell’ultimo quarto. Non una grande prestazione ma a ogni modo, nonostante debba chiaramente maturare, ha buoni movimenti ma e si stoppa rischia la stoppata come gli è capitato, in compenso è uno scudo sul tentativo di tiro degli avversari. Da incorniciare un paio di stoppate rifilate a Hayward e Tatum e rimane attivo.

Cody Zeller: 5

5 pt., 10 rimbalzi, 1 assist. Non riesce dare difesa a Charlotte, prende diversi rimbalzi semplici pulendo l’area ma senza nessuno intorno. Non esattamente un magnete e il -17 conferma che non riesce dare equilibrio.

Devonte’ Graham: 5,5

15 pt., 4 rimbalzi, 9 assist, 2 rubate. Quando hanno chiesto a Kemba ha detto che vede le gare di Charlotte se non gioca in contemporanea ed è contento per Devonte’ il quale gli ha rubato un paio di movimenti ed effettivamente fornisce assist lampo, anche saltati e da tre può colpire. Sfortunatamente da oltre l’arco non è in serata e fa 2/10. Un po’ di timore reverenziale nei confronti di Kemba fa bene quando attacca il lungo o altri difensore. Capolavoro il two and one in entrata su Smart. Commette un paio di TO e fa la sua partita senza riuscire a dare la scossa con un 5/14 dal campo ma favorendo i compagni.

Marvin Williams: 6,5

9 pt. (4/7), 4 rimbalzi, 1 rubata. 17:35 in campo. Non è facile se gioca senza centro, se gli mettono vicino Biz è strano comunque discreta gara. Non chiedetegli di fare miracoli ma h esperienza e la sfrutta contro un team fisico. Bel two and one su Hayward.

Bismack Biyombo: 5,5

8 pt., 2 rimbalzi, 1 stoppata (sul reverse di Tatum). Se la palla viaggia a livello del parquet in mischia o a due è persa, in compenso sotto canestro riesce spesso a mettere nel cesto la palla. Gioca 14:24 ma non cambia la partita, anzi, nel primo tempo esce perché va a prender alti avversari più veloci e viene fulminato un paio di volte in entrata.

Cody Martin: 7

7 pt., 3 assist, 3 rimbalzi, 2 rubate. Rimarranno negli occhi l’incredibile schiacciata su Robert Williams e l’alley-oop in chiusura di terzo quarto come highlights di serata per Charlotte. 2/4 dal campo, nessun TO, un solo fallo speso e recupera una palla a Walker inducendolo in traveling. Mistero che entri solo a 2:06 dalla fine del primo tempo con i Celtics già avanti.

Malik Monk: 5,5

4 punti, 2 assist in 21:36. 1/3 dal campo, 2 TO e 2 falli commessi. Bello il floater in entrata a rubar il tempo alla difesa e poi due liberi per una gara giocata un po’ ai margini offensivamente. In difesa sembra andare meglio rispetto a prestazioni scadenti.

Willy Hernangomez: 6

5 pt., 1 stoppata. Attivo nel garbage time inizia con tre azioni pessime inanellandone una peggio dell’altra perdendo palloni (gliene vine addebitato uno), anche se sulla seconda azione, è talmente rischioso il passaggio che nemmeno Houdini l’avrebbe accettato. Si rifà con una tripla dalla diag. dx e una schiacciata appesa a una mano.

Caleb Martin: s.v.

1 pt. (0/1 FG), 1 rimbalzo in 6:10. 1 TO, ½ ai liberi. FT ottenuti in entrata dopo uno scambio prolungato con il fratello Cody. Garbage time per lui.

Coach James Borrego: 5,5

Poco poteva fare contro una squadra fisica. Prova diversi quintetti ma poco funziona se la qualità di certi interpreti è quella. Si sarebbe dovuto toglier prima Rozier senza guardar in faccia a nessuno e magari provare Williams e Martin per più tempo ma Boston gioca bene muovendo la palla e fisicamente è più forte anche se la coppia P.J. E Miles atleticamente si fa valere in diverse circostanze. A furia di girare i quintetti alla fine arrivano troppi TO (ci sarebbero stati ugualmente) e la difesa ogni tanto è mal esposta a tiri (vedi il wide open di Tatum dal centro-destra con P.J. Arretrato e il raddoppio sul portatore di palla). Squadra resiliente ma non rientra più in gara dopo aver recuperato nel secondo quarto.

https://www.youtube.com/watch?v=jFdaC769hF0

Game 7: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 122-120 (OT)

Intro

Per essere una squadra uscita dall’estate senza gioiose prospettive immediate di vittoria, gli Hornets stanno ottenendo più successi di quel che si pensava.

I ragazzi di coach Borrego non hanno potuto competere con squadre più attrezzate ma hanno sfruttato al massimo le occasioni alla portata che si sono “offerte” loro.

Piuttosto ironico per una squadra che dovrebbe tankare, per questo in codesta intro sarò breve lasciando alle pagelle finali il compito di fare un trait d’union tra i nostri giocatori e dei personaggi strambi o ironici del mondo dei fumetti.

Analisi

Sulla pista del BizHornets

A fine terzo quarto sto pensando che la gara è praticamente persa e Michael Jordan in panchina scuote la testa per il riallontanrsi dei Pacers, sempre stati avanti in serata sino a quel momento…

I Calabroni sono sotto di 14 punti mentre a fine 1° quarto erano sotto di 15 (20-35).

Un pessimo inizio con un parziale di 0-14 preso in faccia condiziona la sfida tra le due squadre e Indiana, anche se priva di Oladipo, Sabonis e Turner, crede di poter portare a casa agevolmente la sfida.

Ciò che non calcola è che, sospinta dallo Spectrum Center, la giovane compagine di Borrego, con un Biz in più, entrato a inizio ultimo periodo, rolla fino al decollo trasformando il -14 in un +6 quando un irrefrenabile Graham, scagliando l’ennesima saetta da dietro l’arco, regalava il +6 (102-96).

Gli Hornets però non chiudevano la gara dalla lunetta (enorme superiorità con 28/42 contro il 6/7 avversario) e i Pacers, con qualche canestro sui generis, compreso uno stupendo 360° nel pitturato di Lamb contro Graham (non che il tap-in in caduta di Biyombo poco prima fosse meno particolare) arrivavano a pareggiare a quota 113 (Brogdon con un appoggio facile mentre a Martin stava uscendo una scarpa).

Nell’OT Graham mostrava i muscoli ma l’ex Lamb pareggiava con un FT jumper a :05.2 dal termine (120-120).

Le intuizioni di Borrego (Biz e Graham generavano il fallo in chiusura sulla linea dei tre punti di Sampson) portavano alla vittoria Charlotte che sfruttava ancora una volta la sorte.

Le assenze dei Pacers sono state determinanti per il risultato ma gli Hornets sono stati bravi a fare il loro gioco generando un generoso comeback che li porta oggi sul 4-3 in classifica e taglia la striscia di 3 vittorie dei Pacers.

Charlotte si trova dunque in una strana e imprevedibile posizione di classifica, vedremo come proseguirà l’annata…

A livello statistico gli Hornets vanno sotto in rimbalzi: 37-43, assist con un 22-27, compensato dai numerosi FT per gli Hornets e al tiro dal campo con il 47,7% contro l’alto 54,3% degli avversari (32,3% da fuori contro il 40,0%) ma vincono nelle rubate 7-5 e commettono meno TO dopo esser partiti male (13-18).

Strana partita con il vantaggio di poter non marcare (lasciare largo e libero) l’innocuo Bitadze.

Borrego lo capisce e si concentra su raddoppi e densità difensiva.

Gli Hornets hanno altri pericoli sui quali concentrarsi: uno è T.J. Warren che chiuderà con 33 punti dal campo, frutto di un 15/18, Brogdon è un’altra spina nel fianco con 31 mentre Lamb chiuderà con 18.

Nessun altro dei Pacers raggiungerà la doppia cifra, compreso un promettente McDermott che si spegne alla distanza mentre Bitadze chiuderà con 11 rimbalzi e 4 stoppate ma resterà uno dei peggiori dei suoi anche se per ora rimane il prototipo di giocatore all’opposto di quelli tutelati modello W.W.F. dalla NBA…

La partita

Starting Five

Brogdon, Lamb, T.J. Warren, Sampson e Goga Bitadze per Indy, i soliti 5: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller per Charlotte.

Rozier finirà con 22 punti. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

1° quarto:

Dopo un paio di azioni a vuoto per parte T.J. Warren, lanciato in transizione, trovava il tempo per appoggiare lo 0-2.

Il pari lo trovava a 10:39 Rozier, passato oltre il blocco di Zeller, lasciato lì Lamb, con il pull-up dalla media.

Bacon mancava un layup e Lamb faceva secca la difesa di Charlotte con la tripla dalla diagonale sinistra.

Cody con un fade-away in post basso destro ci riavvicinava, Warren in entrata rilasciava un tiro vincente fuori equilibrio nel pitturato e Zeller con due liberi ci riagganciava nuovamente sul 6-7 a 8:29.

Il problema è che Indiana piazzava un parzialone di 0-14 fatto di buone scelte in attacco, di contro gli Hornets prendevano brutti tiri, scarichi e perdevano troppi palloni…

La tripla di Brogdon del 6-10 per l’inizio parziale e la conclusione dalla sinistra piazzata di T.J. Warren costituivano l’alpha e l’omega della fuga portando sul 6-21 la gara.

Bridges si scontrava in volo con il muro davanti al semicerchio ma rilasciando la sfera trovava comunque il canestro per interrompere il momento negativo.

Bitadze da second chance infilava in gancetto e Brogdon con un jumper frontale realizzava l’8-25.

Rozier realizzava due FT, l’ex Lamb un piazzato e le distanze, rimanendo sull’ordine dei 15 punti, non esaltavano i fan che si rianimavano sull’assist pass dribble di Graham per la jam di P.J..

A 2:42 un rimbalzo amichevole per Monk ci regalava altri due punti mentre lo stesso Monk, fornendo l’alzata per Bridges lo stimolava a uno strano reverse layup volante a una mano.

A 1:52 Graham a contatto con Bitadze segnava ma mancava il FT aggiuntivo, portando comunque gli Hornets sul 18-27 (parziale di 8-0) ma nel finale McDermott segnava da tre e anche se su un bel gioco a due tra Williams e Graham sul quale la difesa di Indiana si alzava troppo per marcarli da tre punti lasciando il corridoio aperto allo scatto per il layup in entrata di Graham vincente, Indy trovava gli ultimi 5 punti del periodo ripristinando il proprio +15 chiudendo sul 20-35…

2° quarto:

Partiva bene Charlotte con un parziale di 6-0: Miles sganciava l’hammer a una mano, Malik in entrata con esitazione schiacciava a due mani e poi Williams, servito da Malik, spingeva da sotto a sx la palla al plexiglass per due punti facili.

26-35 ma tripla di McDermott e nuovo vantaggio in doppia cifra per gli ospiti che riuscivano a sopravvivere all’ennesimo tentativo da fuori degli Hornets (0/8 sull’errore di Williams), anche se a 8:57 finalmente proprio il nostro numero 2 sbloccava la situazione da fuori realizzando il tiro pesante n°1.001 nella propria carriera.

T.J. Warren in taglio sotto vinceva il fifty-fifty ball con il rientrante Zeller per appoggiare il 29-42 mentre era lo stesso esterno in giallo a bombardare ancora da fuori per il 30-47…

Pesantissimo il -17 con la squadra di McMillan a giocare con facilità e gli Hornets a non trovare il ritmo anche senza esser imbrigliati nella tela dei Pacers.

Finalmente Charlotte dava segni di risveglio con un escape dribble 3 di Rozier per il 36-51 prima che Brogdon, dopo 17 minuti effettivi di gioco esatti, segnasse il primo FT per i suoi e per un 3 secondi in area con la difesa di Charlotte veramente poco propensa a commetter falli sul tiro.

P.J. andava per un hook in area su Lamb e Sampson, Brogdon rispondeva dalla lunetta ma Bridges e Graham con due punti a testa ci garantivano un piccolo rientro sul -12.

Rimanevano distanti i Pacers che subivano però la tripla dalle profondità spaziali di Graham a 3:25, il pubblico si destava dal torpore e P.J., aggiungendo una micidiale dunk faceva correre i Calabroni con un parziale di 15-3 che ci trascinava sul 47-54.

Un perfetto e difficile turnaround jumper di T.J. Warren rallentava il rientro ma Graham a 2:20 dalla fine del primo tempo, infilando un’altra bomba, realizzava il 50-56 prima che gli Hornets tornassero addirittura sul -4 grazie a una transizione durante la quale P.J. al centro, affiancava Martin, portatore di palla in corsa: passaggio corto laterale e decollo per la dunk con scalo lungo…

A 1:42 era però l’ex Lamb a frenare l’irresistibile rincorsa degli Hornets con una tripla dalla diagonale destra mentre Graham buttandosi dentro lasciava a braccia conserte coach McMillan.

Devonte’ guadagnava due FT splittandoli, Sampson sull’altro fronte ne metteva due così come P.J. Che di forza dalla sinistra spingeva via un paio di Pacer mettendo una specie di reverse hook sulla destra dell’anello.

Non ci sarebbe voluta l’accelerazione di Brogdon che scappando a Rozier e P.J. Washington trovava la giocata complessiva da tre punti ma l’appoggio in caduta di Graham a sx del ferro fissava sul 57-64 il primo tempo.

Graham chiuderà con 35 punti. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Hornets.

3° quarto:

P.J. Si faceva stoppare da Sampson la prima giocata e Brogdon liberatosi con il pick and roll segnava da due dalla media.

A 11:07 Rozier metteva il proprio secondo pesante ordigno, tuttavia da un passaggio fuori misura di Sampson che rimbalzava sulla tabella verso Bitadze che piazzava il tiro inaspettato e dal solito T..J. Warren in schiacciata solitaria (bad pass Rozier in apertura) sorgevano 4 punti facili per gli ospiti che erano arrestati solo da un time-out di Borrego sul 60-70 a 10:13.

Rozier segnava due punti ma T.J. Warren in fade-away superava in punti i minuti giocati (21 in 20), Bridges in entrata provava a colmare il divario segnando in faccia a T.J. Warren che commetteva fallo ma non pagava dazi perché il nostro rookie mancava il libero.

T.J. Warren andava ancora a segno e Bitadze stoppando Bacon era imitato dal compagno Sampson che cancellava a una mano l’alzata di Zeller favorendo due punti a firma Brodgon in fuga.

Zeller recuperava due liberi a 7:52 realizzandoli ma la classica alzata alta di Lamb al vetro questa volta colpiva noi che replicavamo alla grande con P.J. a incenerire Sampson con una paurosa slam.

Martin recuperando un rimbalzo favoriva Bridges che da tre punti ci provava realizzando a 5:32.

Miles, avendo preso gusto ci riprovava a 5:23 con lo stesso risultato per il 74-78…

Il libero mancato da Monk segnava il crollo nell’ultima parte della frazione della squadra di MJ (in panca)…

Grazie anche a una bomba a testa degli Holiday di Indiana e due canestri di McConnell, uno sulla sirena, i Pacers chiudevano sul +14 (78-92).

4° quarto:

Finalmente Borrego si rendeva conto di dover alzare il quintetto per riequilibrarlo e lo faceva inserendo Biyombo per dare più protezione ai piccoli della difesa.

Rozier partiva con due punti per servire poi un assist a Biyombo sul pick and roll.

Il congolese aggiungeva un solo punto ma ci pensava poi Rozier da sinistra con un doppio fallo subito a lanciar palla al vetro trovando il canestro (mancano una spinta e un fallo), oltretutto il buon momento proseguiva con una stoppata di Biz e un canestro in continuazione ostinato di Rozier per un two and one reale a 9:47 (86-94).

Biz con una steal a metà-campo andava a posterizzare T.J. Leaf a 9:34.

Graham con una precisa saetta da tre punti ci riportava sul -3 mentre un fast pass in entrata di Devonte’ per Graham mandava il congolese alla schiacciata trascinando i Calabroni sul -1.

La squadra del North Carolina agganciava gli avversari con un FT di Rozier (per la terza volta ai Pacers erano fischiati i 3 secondi difensivi) e per la prima volta in partita gli imenotteri passavano avanti con Rozier a 7:18 grazie a una sua tripla.

La difesa chiudeva bene Brogdon una prima volta ma la guardia avversaria si rifaceva poco dopo grazie ai suoi mezzi tecnici.

A 6:16 un’alzata di Biz nettamente sbagliata era respinta da Bitadze regalando così il goaltending agli Hornets.

Da un pallone recuperato del volenteroso Martin sorgeva il +6 di Charlotte con un Graham ormai sugli scudi a fulminare dalla lunga i gialli.

Bridges potrebbe chiudere i giochi ma stanco, in lunetta, andava a mancare un paio di liberi e i ragazzi di Indianapolis correndo veloci recuperavano con un’entrata da dx di Lamb più un two and one di Brogdon con fallo di Martin.

102-101 prima che Bridges in uno contro uno arrivasse vicino a canestro per l’alzata a una mano solo cotone ma con a terra Graham dall’angolo sinistro T.J. Warren non falliva l’opportunità dell’aggancio a quota 104.

Nel finale Biz con un ½ dalla linea della carità ci portava sul 107-106 ma Brogdon colpendo da tre mandava Charlotte in ansia.

Per fortuna Biz in caduta riusciva ugualmente in mischia a sfoderare un tap-in per il pari mentre Graham in driving layup batteva uno spaesato Bitadze.

Lamb produceva uno spin shot,un driving reverse layup rimarchevole mentre gli Hornets guadagnavano 4 FT nel finale ma ne mettevano la metà (½ sia per Biz che per Graham) venendo puniti da Brogdon con un comodo appoggio alla tabella mentre Cody Martin, pur ringhiando, era battuto, anche per una scarpa lesta quasi a sfilarsi…

L’entrata di Graham era controllata da Indy e si giungeva all’OT.

OT:

I Pacers provavano a far rispettare il pronostico guadagnando i vantaggi con Brogdon e Lamb per il 115-117.

Con Bitadze out per raggiunto limite di falli, era T.J.. Leaf (anche lui uscirà per falli) a spender il proprio quinto su Biyombo che tra il pubblico rumoreggiante non riusciva a esser preciso.

0/2 ma l’Holiday numero 3 (Aaron) commettendo fallo sul blitz di Graham a 1:44 dava la possibilità del two and one a Gamberone, abile a realizzare il 118-117.

Erano fischiati un paio di falli a Bridges e T.J. Warren andando a installarsi in lunetta provava a riportare sopra i suoi prendendo però un tiro lungo con il primo libero.

Pari con il secondo, sul 118 pari, per un fallo in attacco di Sampson su Graham (fallo sulla palla vagante), il nostro numero 4 battendo e realizzando i liberi del vantaggio ci dava spinta ma da una palla toccata da parte di Martin a Brogdon, nasceva l’azione che Lamb finirà con un FT jumper a :05.2 trovando l’equilibrio tra i due team.

Finiva con un time-out Hornets e un Graham decisamente e stranamente spostato nella nostra metà campo; sulla rimessa di Martin, Biz dalla linea del libero saliva quasi in punta a recuperare il pallone mentre Bridges e Rozier incrociando davanti al congolese come manovra diversiva si portavano verso gli angoli, palla consegnata a Graham salito nel frattempo, chiusura ritardata sulla linea dei tre punti di Sampson (già molle nel lasciar scattare Biz) e fallo sul tiro da tre punti fischiato con ovvie lamentele di McMillan.

Un fallo strano che di solito si compie in chiusura e non da quella parti, a ogni modo Graham segnava i primi due FT e sbagliando appositamente il terzo a :01.7 dalla fine garantiva a Charlotte la vittoria anche se i Pacers senza time-out avrebbero dovuto provare il miracle shot per il secondo supplementare…

Chissà se M.J. che regala sorrisi a fine partita a giocatori e pubblico sarà contento oggi di essere in questa posizione di classifica, di certo mi piacerebbe vederlo anche per il ritorno di Walker…

Le pagelle

Terry Rozier: 7

Rozier dalla panchina a Boston è stato lanciato titolare a Charlotte e rischia di essere cosa più grande di lui, un po’ come Homer Simpson lavorando nella centrale nucleare, non fosse per quel maledetto pennarello infilato nel naso che conficcato nel cervello lo rende stupido. Fu lui stesso a rimetterselo perché si accorse che la felicità derivava nel non sapere talune cose. Noi invece avremmo bisogno di quell’Homer che per breve tempo fu intelligente, specialmente nelle scelte di tiro e nei passaggi. Istintivo come Homer, finisce con 22 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e 1 rubata. Si fa contagiare e trascinare come Homer, in questo caso dai giovani del team, gli parte qualche azione ignorante ma è in fiducia e mette dei tiri assurdi come una tabellata (si aspettava come noi il fischio) , alcune triple o entrate non consigliabili ma senza Turner è un rischio che può permettersi. Difesa a metà, se aiutato riesce a fare bene.

Dwayne Bacon: 4,5

In una squadra che ha perso molto del proprio potenziale offensivo, esser la SG titolare, lanciata abbastanza in fretta oltretutto, non dev’essere semplice. Dwayne mi ricorda Robottino, dal corpo robotico tozzo e basso, inadatto per essere un supereroe ma sforna oggetti ologrammati che si dimostrano decisivi all’occorrenza. Non sempre tuttavia riesce a sfornare da quella specie di forno a microonde che porta tra torace e addome, gli oggetti utili che desidera. Deve perfezionarsi. 0 pt. in 13:21 prendendosi una stoppata con 0/3 ai liberi. Un Robottino al quale non riesce nulla in serata, completamente fuori ritmo in attacco è l’immagine di una squadra che non riesce ad andare in good pace, Borrego lo capisce e dopo un breve rientro lo toglie preferendogli Graham che può essere altrettanto efficace come scorer. 1 TO e due falli, forse soffre l’arrivo del dirimpettaio ed ex Lamb.

Miles Bridges: 6,5

18 punti, 3 rimbalzi, 1 assist. “Esopo, 28 anni” (scusa Miles se ti ho invecchiato), meteora, comparsa, personaggio che appare e scompare in Excel Saga, in versione super deformed ha la particolarità di avere un testone enorme e sembra colui possa aiutare le due protagoniste della serie. Sembra serissimo ma man mano che l’inquadratura sapientemente si apre lo ritroviamo in mezzo al cortile di una scuola in tuta e seduto su un W.C…. Esilarante, ecco… speriamo non faccia, … in serata ma che usi le sue potenzialità per aiutare la squadra. La serata è controversa perché nel secondo tempo piazza una delle sue mine e con un paio di triple ci riporta in partita, poi stanco per le energie perse su ambo i lati del campo, fallisce due FT ma l’8/10 dal campo compensa ampiamente, però a rimbalzo c’è poco. Su un’azione cade da solo inciampando ma gli arbitri vedono chissà cosa e ci restituiscono palla gratuitamente anche se nel finale qualcosa compensano con un paio di chiamate contro sulle quali ho qualche dubbio (una in mischia a terra e una in contenimento).

P.J. Washington: 7

16 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Ancora dobbiamo capire bene che personaggio potrebbe essere e forse sarà un Fantaman. Con quell’aura del nuovo/antico e la faccia da teschio Fantaman sapeva volare, cosa che fa anche P.J. Quando può staccare. Un paio di poster in serata li regala ai fan e a tratti trascina Charlotte finché su un’azione offensiva non si fa male. Dicono al ginocchio, forse anche alla caviglia. Rientra per un po’ ma non è quello di prima.

La shot chart di P.J. prima della partita.

Cody Zeller: 5

Charlotte. E’ il nome della giovane protagonista (ogni tanto si confida con un agnello bianco) di un anime nel quale tra Canada (dove vive in un ranch) e Francia gliene succedono di tutti i colori, un po’ come a Zeller con gli infortuni. Speriamo sia finita, la storia dell’anime era triste ma si chiudeva con speranza per il futuro, cancellando tutto il passato e così Cody ritrovandosi pezzo fondamentale per la difesa degli Hornets cercherà di scriversi un futuro più florido. 7 punti, 1 rimbalzo, 1 assist in 17:03. Gira male Cody che fa 1/5 dal campo con 0/2 da oltre l’arco, specialità dalla quale dovrebbe esser dispensato da Borrego. Nei liberi fa bene al contrario della squadra che con lui però non trova né ritmo né difesa, né è la prova il -24. Borrego credo pensi per un po’ che sia meglio con la small-ball ma è una verità parziale.

Devonte’ Graham: 8,5

Da Gamberone a Chobin il passo, o il saltello per meglio dire, è breve. Buffo personaggio saltellante (principe stellare dalla forma di un fagiolo) di un old anime, alla ricerca della madre, si difende in un mondo dorato ma ostile quando il cattivo Brunga si palesa. Ha bisogno di trovare continuità con i suoi tiri, se la mano è calda può colpire come Chobin letalmente con tiri laser alla Goccia di Stella… 35 punti, 4 rimbalzi, 6 assist, 3 rubate con 10/21 FG, 4/9 da 3 pt…. serata assurda per un giocatore arrivato dal “nulla” che spinge offensivamente come un ossesso e si procura il tiro della vittoria. Qualche volta va giù troppo facilmente in difesa ma altre volte recupera palloni preziosi, come quando nel finale Sampson commette fallo su di lui e può guadagnare due liberi. Serata magica con massimo in carriera. Per ora?

Marvin Williams: 6

Mi ricorda il maialino portafortuna di Yattaman che si arrampica sulla palma anche perché se trova la serata è sorprendente, altrimenti è impresa ardua come per un suino arrampicarsi su una pianta. 5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Sblocca da fuori il digiuno degli Hornets dopo una partenza 0/8, un fallo contro in attacco e una partita sufficiente. In realtà il maialino anticipa la disgrazia ma lui esce rimanendo in panca dopo una prestazione sufficiente e il disastro non si palesa.

Malik Monk: 5,5

Come Top Cat, magro e agile esce da un bidone dell’immondizia che usa come casa con un panama (cappello) viola in testa dal quale protende le orecchie per ascoltare i suoni intorno. Vive di espedienti per sbarcare il lunario ma Top Cat e Monk, nonostante l’astuzia hanno anche altre armi al loro arco, il problema è capire se Malik riuscirà a utilizzarle, saltuariamente le ha mostrate ma è scostante e svogliato come il gatto del cartoon. 4 pt., 2 rimbalzi, 3 assist. Parte bene segnando e sfornando veri assist, poi i Pacers gli prendono le misure e non sembra più funzionare. Finiti i giochi di prestigio chiude con un 2/8, peccato perché era partito bene e da menzionare è la plastica alzata per il reverse layup volante di Bridges.

Bismack Biyombo: 7,5

15 pt., 6 rimbalzi (6/7 dal campo), 1 rubata. Ha le possibilità tecniche di segnare pari a quelle di vincere una gara al Wacky Races di Dick Dastardly ma con la stessa ostinazione nel mondo reale viene premiato rispetto allo 00 del buon Dick. “Triplo accidenti” è ciò che proviamo noi però quando lo vediamo tirare i liberi, specialmente in una punto a punto… 3/8 e la figura di Mosconi sopra lo Spectrum ma con quel fisico e la grinta che ci mette, a parte eccedere in qualche fallo (bad screen o a rimbalzo) è fondamentale in serata con una splendida stoppata e conclusioni da sotto efficaci. Blocchi per Rozier o Graham che sfrutta quello finale abilmente. Un terzo di vittoria è sua, per fortuna Borrego lo “cala” in campo e come un novello barbaro aiuta Charlotte a rientrare in partita dal -14 con effetto dirompente. Se aggiungiamo la steal a centrocampo e la posterizzazzione di T.J. Leaf come ciliegina sulla torta, direi che il congolese è stato l’uomo della provvidenza con la sua fisicità per cambiare la gara, altrimenti segnata, anche se abusa dei centri di riserva dei Pacers privi di Turner.

Cody Martin: 7

0 pt., 11 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Un po’ meno efficace della precedente in difesa, però tocca e sporca palloni anche quando non riesce a sottrarlo o a farli perdere. A rimbalzo è incredibile, non solo su quelli classici ma anche sui lunghi dove i suoi tagli e la sua velocità ci aiutano nei recuperi, utilissimi alla fine. +27, tutto difensivo… Si nota come unico neo la propensione ad andare in entrata veloce ma senza riuscire ad essere preciso quando estende il braccio per l’appoggio. Manca un paio di layup contro difensori più esperti, chiede il fallo ma non arriva giustamente nulla.

Coach James Borrego: 7

Leonetto, da un noto Youtuber definito come specie di Milva dai capelli rossi, in realtà è un avido affarista che cerca di sfruttare i superpoteri di una ragazza piovutagli dal cielo (Nanà)… ma al contrario della giusta critica contro Leonetto, lui deve ottimizzare il materiale che ha perché non ha il fenomeno che gli risolva la situazione. Passa da 4 a 7 nel giro di un quarto e un supplementare perché capisce che la small ball porta a fiammate ma anche a ritorni degli avversari e c’è bisogno di un elemento chimico pesante per stabilizzare l’alchimia del team. Lo trova in Biz e non è scontato perché decide di dare spazio al più grintoso e fisico dei tre centri che lo ripaga. Stessa cosa per lo scambio Bacon, Graham che anche se non è esattamente una combo guard è come se lo fosse ormai, un paly che va a prendersi numerosi tiri con un buon tocco da SG.

https://www.youtube.com/watch?v=-2SPZp7Xp_I

Game 6: Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 93-87

Intro

L’invasione BarbarHornets

Facciamo un salto indietro nel tempo, anche se andrò spedito e non basteranno certo queste righe per coprire i complessi avvenimenti successi in quell’epoca.

Siamo nel 376 D.C..

Da circa due secoli, popolazioni barbare chiedono di entrare a far parte dell’Impero Romano (per godere dei benefici come acquedotti, fognature, circo, ippodromi e tutto quello che la civiltà dell’epoca potesse offrire a popolazioni prive di molti “comfort”), il quale gestisce questa immigrazione collettiva mettendo al servizio dell’Impero (contadini e militari per la maggior parte) i nuovi cittadini romani.

I Goti, da Est, in fuga dalla furia cieca degli Unni (provenienti dalle steppe asiatiche) si affacciano sul Danubio, confine orientale dell’Impero chiedendo di farne parte.

Tempi biblici, mal gestione del trasferimento, corruzione, vessazioni, trappole e incomprensioni fecero sì che dopo un paio d’anni si arrivi a degli scontri tra le due fazioni che minarono il potere militare dell’Impero.

Dalle parti di Adrianopoli le popolazioni barbare (Goti e non solo) sconfissero l’esercito romano, capeggiato dal mediatore Imperatore Valente, sulle tracce dei Goti.

Dopo esser scesi a patti con gli invasori (fu Teodosio, un militare preso dalla Spagna, giacché nessuno voleva più salire a trono senza una milizia, a rimettere in piedi un esercito ormai inesistente), il doppiogiochismo di alcuni capi Goti ormai facenti parti dell’esercito, fecero crollare quello che nel frattempo era diventato l’Impero Romano D’Occidente (su volontà di Teodosio nel far gestire agli eredi vaste aree dell’impero con Onorio a Occidente e Arcadio a Oriente), nel 476 D.C. Per opera del generale sciro Odoacre che dismise l’ultimo imperatore romano Romolo Augusto mandando.

C’è qualche analogia con i Warriors attuali, anzitutto il cambio di residenza da Oakland a San Francisco con la caduta della prima storica arena ad aver regalato tante gioie negli ultimi anni ai fan gialloblu in dismissione, la perdita di “forze”, vedi Durant in estate e poi l’impotenza momentanea rispetto al passato con le lunghe degenze per infortunio di Thompson e Curry (recentissimo e auguri a lui di guarigione) ai quali si univano Green e Russell per l’occasione…

Certo, Green e Russell a breve guideranno dei pur sempre rispettabili Warriors ma a questo punto qual’è l’obiettivo stagionale in un Ovest sempre più competitivo?

Golden State potrebbe abdicare per un anno e ritrovarsi con una scelta alta, oltre agli Splash Brothers il prossimo anno, oppure perder per strada qualcuno, di certo sono scenari futuri imprevedibili come quelli che portarono alla caduta dell’Impero Romano Occidentale.

Dall’altra parte ci sono degli Hornets che avendo perso i loro comandanti in estate sarebbero altrettanto interessati a non vincer eccessivamente in stagione giacché la squadra per ora, nonostante una difesa pessima, sia meglio di quel che ci si aspettava.

Una rapida scorribanda dei Calabroni a San Francisco su queste premesse potrebbe anche starci, sebbene l’orgoglio aureo dei pluridecorati ex campioni in carica non vorrà di certo concedere un saccheggio come quello perpetrato da Alarico a Roma ma paradossalmente, pur venendo da due situazioni diversissime, gli interessi dei due team oggi si sovrappongono.

Analisi

Un pugno nello stomaco il primo tempo con la second unit dei Warriors (ai lungodegenti Thompson e Curry si aggiungevano le assenze di Russell e Green) più vogliose di dimostrare di poter competere in NBA.

La difesa di Charlotte è spesso in tilt e un attacco che tira 1/11 da oltre l’arco (smentendo le sue buone percentuali di inizio stagione) fa sì che i californiani, dopo esser stati sopra anche di 10 punti, vadano all’intervallo mantenendone 5 di vantaggio.

Frustrante per una squadra con tutti i suoi effettivi…

Nel terzo quarto gli Hornets iniziano a giocare più fisicamente trovando le soluzioni per coprire meglio gli spazi, ne consegue che a fine quarto si raggranellino due punti in più degli avversari.

Nell’ultimo quarto le squadre trovano qualche tripla e la partita rimane in bilico in un finale convulso tra errori, falli e giocate impreviste.

La maggior esperienza di qualche elemento degli Hornets dava quel vantaggio che unito a un Cody Martin elettrico nel finale, serviva per far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Charlotte e a sfruttare un occasione d’oro o “golden opportunity” che dir si voglia…

Una partita che gli Hornets vinceranno sudando una camicia in più delle proverbiali sette…

L’esperienza portava a meno TO (15 vs 18) e a maggiori FT (16/23 contro il 10/13 avversario), la fisicità salita nel secondo tempo in cattedra ribaltava la lotta a rimbalzo con gli imenotteri avanti alla fine 48-40.

Gli assist rimanevano appannaggio dei Guerrieri (18-23) così come le stoppate (1-5), di contro le steal andavano per una a Charlotte (6-5).

La Partita

Starting Five

Charlotte contava di schierare ancora una volta il quintetto base con: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller. I Warriors con tutti i top player out mettevano in campo rookie e giovani: Bowman (16 pt.), Poole (5 pt.), Gl. Robinson III (16 pt. e 9 rimbalzi), Paschall (25 pt.) e Cauley-Stein (8 pt.) agli ordini di Steve Kerr. Dalla panchina Lee finirà con 13 punti e Spellman con 4, unici due a segno.

Charlotte Hornets guard Devonte’ Graham (4) passes the ball as he is defended by Golden State Warriors guard Alec Burks during the second half of an NBA basketball game in San Francisco, Saturday, Nov. 2, 2019. (AP Photo/Jeff Chiu)

1° quarto:

Buona partenza di Charlotte che con Bacon in penetrazione prendendo in mezzo Cauley-Stein forniva l’assist rimbalzante all’appostato Zeller per il pick and roll e il 2-0.

Spendere un buon fallo sulla schiacciata certa di Paschall a 10:53 consentiva di rimanere avanti sul 2-1 per andare a realizzare il 4-1 con il solito movimento di P.J. In area e semi-gancio sul difensore ma i GSW realizzavano con Robinson III e Paschall trovando il primo vantaggio sul 4-5.

Gli Hornets rispondevano con un ispirato Bacon al vetro ma un alley-oop di Cauley-Stein e due liberi di Bowman a 8:19 allontanavano Charlotte sul 6-9.

Rozier in entrata era bravo a riavvicinare Charlotte ma Robinson III, dopo aver aperto con un air-ball, metteva la tripla dell’8-12.

Bacon era una risorsa per Charlotte trovando sicurezza con l’appoggio al vetro ma una dunk di Paschall con braccio a spinger via P.J. era data per buona, così Borrego chiedendo un time-out disegnava l’azione successiva.

Giocata che andava in porto grazie alla consegna di Rozier e al canestro da sotto di Zeller a 6:43, mentre a 5:22 il lancio lungo per Bacon era ben sfruttato dal nostro numero 7 che appoggiando al plexiglass in transizione agganciava a 14 punti gli avversari.

L’inchiodata di Paschall servito sulla baseline era pareggiata dal tap-in di Zeller ma un FT per la 3 second violation di Graham e un’altra tripla di Robinson davano il +4 alla squadra locale.

Graham con un sottomano da togliere il tempo alla difesa ci riavvicinava mentre il decollo di P.J. tra le due colonne dorate difensive valeva il pari in schiacciata (20-20).

A 3:34 Kerr chiamava il time-out e funzionava nonostante i Warriors a 2:44 incassassero la prima tripla di Charlotte a opera di Monk con assist di P.J., a ribaltare la situazione erano il back to back di triple elargite da Robinson III e da Lee.

P.J. Perdeva un pallone nell’area avversaria e in difesa con il corpo bloccando Spellman commetteva fallo: 2 FT a 1:07 per i Warriors che andavano così sul +5.

P.J. Chiudeva il quarto per i Calabroni con l’appoggio di sinistro, tuttavia a otto decimi Poole con un driving floater banker si inventava in aria il difficile canestro del 25-30.

SAN FRANCISCO, CA – NOVEMBER 2: Golden State Warriors’ Glenn Robinson III (22) shoots and makes a basket past Charlotte Hornets’ Terry Rozier (3) in the first quarter of their NBA game at Chase Center in San Francisco, Calif., on Saturday, Nov. 2, 2019. (Jose Carlos Fajardo/Bay Area News Group)

2° quarto:

Dopo 16 secondi Spellman rincarava la dose, rispondeva Miles con l’alzata a a una mano dal pitturato ma Lee con il crossover e l’appoggio al vetro dimostrava che la difesa degli Hornets, specialmente la secondaria, era poca cosa.

Era sempre il n°1 Lee a trascinare con una tripla i californiani sul +10 (27-37)…

A 8:08 Bacon con un fade-away estremamente difficile riusciva a far uscir la palla dalla mano in maniera non canonica ottenendo il canestro e poco più tardi lo stesso Dwayne scappando sulla linea di fondo colpirà ancora in reverse layup.

Non bastava però l’uomo fino a oggi mancato a Charlotte se qualche nostro FT andava a vuoto e dall’altra parte ai Guerrieri si concedeva tutto…

Una dunk di Poole lasciato libero dava le dimensioni del caos difensivo degli Hornets che a 6:02 raffinavano un fallo di Spellman su Bacon con due FT a segno per il 37-43 ma nel finale i locali tentavano ancora di staccarsi: un raddoppio inutile di Zeller sul portatore di palla sulla linea dei 3 punti e la spicchiata fatta passare in mezzo al nostro centro e a Graham ed ecco la free dunk per Cauley-Stein (43-52)…

A 2:51, per un fallo a metà campo, Graham si presentava in lunetta (GSW in bonus già da qualche azione) ad accorciare ma un’azione di forza di Paschall su Bridges consentiva il +10 ai gialloblu (45-55) con un two and one.

P.J. A 1:37 rollava per la jam, Bacon in transizione controllata a :08.2 recuperava un ottimo two and one a tagliare il divario che resisteva nel filale quando Martin deviava a Lee oltre il fondo e Bacon stesso intercettava la rimessa diretta verso l’angolo.

Il primo tempo, frustrante difensivamente, si concludeva sul 50-55 per la squadra dell’ex tiratore Bulls con gli Hornets inabili alla conclusione da fuori, principale ragione dello svantaggio.

09,1% con un 1/11 contro il 42,9% avversario da fuori, considerando i 7 FT realizzati a testa e i TO minori (4 vs 6) davano l’idea di una squadra non entrata in palla da oltre l’arco mentre i 9 assist contro i 16 avversari (praticamente contro una second unit) davano l’idea di una dimensione difensiva di non ottima qualità.

19 vs 22 i rimbalzi con una fisicità difensiva andata migliorando nei minuti, necessaria per tentare di girare la partita.

Bacon rilascia la sfera sopra Bowman.

3° quarto:

Paschall dalla media baseline destra riapriva le ostilità andando a segno, un salvataggio last second di Bridges oltre il fondo dava una seconda possibilità di attacco a Charlotte che la sfruttava bene con Bacon ad aprire il fuoco in fade-away.

Cauley-Stein in corsa salutava Zeller andando a schiacciare mentre sull’altro fronte Bowman regalava due FT a Rozier su un jumper andato a vuoto.

A 8:02 Paschall splittava dalla lunetta ma una steal immediata da rimessa dal fondo portava Robinson al layup con Borrego giustamente arrabbiatissimo per l’ingenuità commessa.

Charlotte riusciva a riavvicinarsi sino al -4 con Bacon bravissimo con uno spin in area e appoggio al vetro che a 7:10, infilandosi con il rim/glass, mandava la sfida sul 58-62.

Charlotte continuando ad andare a vuoto da fuori raggiungeva l’1/16 (anche Bacon tirava malissimo contro la tabella) mentre le finte dalla media destra di Paschall costringevano al tocco falloso P.J..

Two and one, +9 Warriors prima dell’impennata da 5 punti (tripla, finalmente, di Williams e Bacon in morbidissimo fade-away dal mid range) che ad elastico ci faceva rientrare sul -4 a 3.17.

Nel finale Williams, a 2:01, sganciava la terza tripla complessiva per gli Hornets per il 68-69 ma a una manciata di secondi dalla fine Bowman dal palleggio con un lungo due trovava bene il secchiello per il 68-71 che chiudeva la frazione.

4° quarto:

Hornets che in avvio si salvavano un paio di volte, Martin controllava bene l’avvicinamento di Burks, Graham e Monk pasticciavano lanciando Robinson in transizione, ma il suo terzo tempo pasticciato induceva agli arbitri a chiamare uno sfondamento (forse discutibile per via della posizione dei piedi di Monk), comunque sia si continuava con un double dribble fischiato a Rozier e con un bad screen a Chriss…

I TO salivano a 11 vs 15 prima che Monk in entrata appoggiasse per il -1 per trovare sulla next a 8:45 aiuto in Zeller che correggendo l’errore di Bacon, in tap-in, ci riportava avanti dopo molta sofferenza.

Bowman tuttavia con un jumper effettuava il sorpasso a 8:28, mentre Rozier dal mid range a 8:05 effettuava il nuovo contro-sorpasso.

Time-out Warriors e nuovo cambio squadra leader con Paschall a metter dentro il 74-75 prima che Monk con un jump shot continuasse la corsa sulle montagne russe.

Bacon con uno spin veloce e appoggio a sinistra spingeva i Calabroni sul +3 che beneficiavano di un fallo chiamato prima dell’entrata di Paschall che lo porterà al canestro non convalidato.

Bacon era stoppato sull’altro fronte da Cauley-Stein ma la palla rimasta lì sotto era preda di Monk che portava la squadra di Borrego sull’80-75.

Paschall ne metteva dentro ancora due e una tripla di Robinson valeva a 3:46 il pari a quota 80.

A 3:24 si accendeva la gara anche oltre dall’arco con la replica lunghissima (open da giro palla) dalla diagonale destra di Williams per il +3.

Bowman da tre frontalmente pareggiava ma c’era tempo ancora per la bomba di P.J. a 2:45 e quella di Lee a 1:55 che riequilibrava la gara a quota 86.

Pazzesco che la stanchezza porti, dopo ad aver tirato male, a questo… comunque sia si arrivava a un finale tirato.

Si metteva male a 1:16 quando Paschall andando in lunetta con il pubblico entusiasta realizzava il primo libero, sul secondo però l’errore costava una transizione che Rozier era bravo a chiudere con spostamento laterale, Lee e Bowman lo chiudevano, Rozier rimbalzava cadendo all’indietro rilasciando la spicchiata che a 1:09 cadeva dentro.

Sorpasso e FT.

Clamorosamente il libero non andava a segno ma Charlotte sul +1 provava a tenere e ci riusciva perché Cody Martin teneva bene il più fisico Paschall e dopo la persa di Graham era ancora Martin sulla rimessa Warriors a toccar palla a Lee e a costringerlo al tocco che restituiva palla ai bianchi del North Carolina.

Gli Hornets facevano girar palla fino a che Rozier non subiva fallo.

Conveniente per i Warriors visto che l’ex Celtics andava a mancare i due FT ma spuntava ancora Martin a rimbalzo che necessariamente per questioni di tempo i Warriors dovevano necessariamente fermare con l’intervento irregolare.

Primo libero a segno (89-87), secondo a vuoto ma questa volta era Bacon a prender il rimbalzo e a trascinare alla jump ball Bowman, la palla, dopo esser finita dalle parti delle panchine era messa in sicurezza ancora da Martin.

Sulla rimessa da metà campo, lo scatto in avanti fulmineo di Rozier costringeva alla cintura Bowman.

Questa volta Rozier non falliva portando oltre i tre punti Charlotte (91-87).

Warriors senza time-out alla rimessa lunghissima preda di Williams che arrotondava dalla lunetta il risultato salendo in doppia cifra.

Hornets alla seconda vittoria consecutiva sul .500 in classifica, almeno per ora…

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

20 pt., 5 rimbalzi, 7 assist. 2 TO e un solo fallo speso. Partita controversa di Terry che è tra i migliori nel primo tempo ma che non sempre con la palla in mano prende la decisione giusta, talvolta rovinando i bei presupposti su qualcosa di buono che esso stesso magari aveva compiuto in precedenza. So9no lo 0/4 da fuori e il 4/8 dalla lunetta, con due FT da brividi sbagliati nel finale a far paura per metter i successivi, per fortuna sono no damage grazie al rimbalzo insperato di Cody Martin. Una buona idea quella di attaccare il ferro e concentrarsi meno sulla soluzione da fuori (orrima la giocata per l’ultimo sorpasso con FT missed, icona della sua stramba gara), mette dentro anche un paio di tiri dal palleggio molto fluidi.

Dwayne Bacon: 8

Spin veloci, appoggi, fade-away letali e tanta fiducia. Dwayne tiene a galla nel primo tempo degli Hornets completamente fuori giri in attacco. Nel corso della partita arriva a 25 punti con 10/21 al tiro (5/5 FT). Un paio di rubate e 6 rimbalzi per un plus/minus eloquente e coerente con la prestazione: +17.

Miles Bridges: 5

2 pt., 8 rimbalzi, 1 assist. O.K., vanno bene gli 8 rimbalzi ma dal campo fa 1/10 (0/4 da fuori). Un buon salvataggio andando oltre la linea di fondo avversaria che porterà Bacon al canestro. I Warriors sono veloci e giovani e mettono in difficoltà gli Hornets muovendosi, tanto che in alcune azioni chi prende chi sembra venire in automatico dopo uno sguardo, un cenno con il compagno. Lui viene preso un po’ in mezzo non facendo sempre una buona figura e a volte stenta a fermare Paschall o qualche altro cliente che gli si presenta davanti, sebbene altre la sua presenza costringa qualche attaccante a modificare tiro o velocità d’esecuzione. Rimane una prestazione molto migliorabile.

P.J. Washington: 6

11 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 32:46 in campo, ingenuità da rookie su qualche tiro come il two and one concesso a Paschall per tocco minimo e qualche volta anche la maniera di affrontare l’attaccante in entrata non è ottimale. Trova la prima tripla verso la fine e sgorga spontanea, peccato venga pareggiata quasi immediatamente. Una partita normale per un rookie che può fare qualcosa di speciale ma non l’ha mostrato stasera anche se spreca poco con 5/8. Buona prestazione soprattutto nel primo quarto, poi si perde un po’.

Cody Zeller: 6

10 pt., 8 rimbalzi. Non va in doppia doppia di poco stando sotto i 20 minuti di poco. Non fa male ma alcuni suoi raddoppi e svarioni costano canestri facili a Charlotte che ha qualche difficoltà fisica a fermare Paschall. Per il resto un 4/7 dal campo mancando due tentativi da fuori.

Devonte Graham: 5

4 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 0/3 da fuori e 5 TO, decisamente troppi per una PG che non trova ritmo e spazi sul pick and roll con i veloci Warriors a pattugliare l’area. Da fuori non centra il bersaglio, ne conviene che arrivi un pessimo 1/8 dal campo, compensato paradossalmente da 8 rimbalzi ma la prestazione è da night(mare)-off…

Marvin Williams: 7,5

11 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 steal. 3/7, tutto da tre. Il 60% delle bombe realizzate da Charlotte in serata è suo. Azionista di maggioranza dell’artiglieria pesante aggiunge due FT e nessun TO, un solo opinabilissimo fallo. Un aiuto dalla panchina insperato, una mina colossale quel tiro sibilante da tre che dalla lunga diagonale destra s’infilava per un nostro +3 nell’ultimo quarto. In difesa si fa rispettare tenendo fisicamente.

Malik Monk: 6,5

9 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 4/7 dal campo e 3 falli. Potrebbe evitare un paio di falli ma risponde abbastanza bene in attacco con una certa sicurezza. Sua la prima tripla anche se poi non ne trova altre. Bene l’entrata con separation e il tiro dal palleggio con i quali mette altri 4 punti nelle casse di Charlotte. In 20:06 un +2 in plus/minus.

Bismack Biyombo: s.v.

0 pt., 1 TO e 1 fallo speso in 4:53. Senza lode o infamia Bismack che comunque non desta segni di poter cambiare il corso del match quando impiegato.

Cody Martin: 7,5

In 4:28 segna un punto, prende 2 rimbalzi e piazza una stoppata. Mai visto nessuno esser così decisivo in così poco tempo segnando solamente un punto. Controlla le folate avversarie, compreso il mastodontico Paschall. Fatto entrare con il contagocce sulle varie azioni, specialmente difensive, inizia nel primo tempo fermando sulla penultima giocata i Warriors, tocca a Lee la rimessa a meno di 30 secondi dalla fine facendo toccare alla PG la sfera ed ottenendo al rimessa. Salva Rozier dopo i liberi sbagliati, ne mette uno, manca il secondo, bacon lo salva con una jump ball dalla quale spunta ancora lui sulla sfera in un finale convulso. Ha voglia, come quelli dei Warriors ed è decisivo.

Coach Borrego: 7

Sarebbe da 8 per il solo Cody Martin. Un genio a piazzarlo nelle azioni decisive ma la squadra nel primo tempo difensivamente è rivedibile e orribile. Si sistema nel secondo tempo ma è l’attacco questa volta a scemare, tuttavia si trova un equilibrio maggiore tra pitturato e close-out. Rinuncia a Zeller spesso per provare altre soluzioni. Tenta anche Rozier/Graham/Bacon ma il secondo non è in serata. Sta dando fiducia a chi dimostra di essere in partita e la cosa paga. La squadra è quella che è ma ne vince two in a row tra i winnable game.

https://www.youtube.com/watch?v=MP7xEn-KoIM