Game 36: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 92-109

Intro

Come il solito l’unica cosa ad essere in rosso a casa Charlotte è il conto.

Se a Capodanno avete anche voi l’usanza d’indossare qualcosa di rosso perché vi hanno detto che porta bene ma non sapete perché, il tutto è da ricercare in una forma ancestrale di mitologia proveniente dalla Cina.

Il Nian, un mostro che uscirebbe in primavera e nei giorni vicini al Capodanno cinese (non quello da calendario gregoriano quindi) ha come tallone d’Achille la sensibilità ai forti rumori (ecco perché si esplodono i fuochi per tenerlo lontano) e teme il colore rosso…

In Cina, in qualche remota e sperduta area pare ancora che qualcuno creda all’esistenza di questo mostro confinato in boscaglie lussureggianti.

L’unico mostro che si vede a Charlotte in questo periodo è quello della sconfitta.

A quota cinque consecutive, la gara con i Celtics non promette bene.

Per battere i Leprechaun, i Calabroni dovranno iniziare a sparare in attacco fuochi d’artificio da oltre l’arco visto che nelle ultime cinque partite Charlotte ha tirato male, sotto il 30,0% e difender su ogni pallone, a ogni metro.

La squadra sta scemando in classifica tornando su livelli quasi prevedibili e il tanking è un’ipotesi accattivante ma di tanto in tanto serve scuotersi e dare un senso alla stagione.

L’ultima al the Hive targata vecchio decennio meriterebbe una Danza del leone con botto da punto esclamativo, la realtà però è dietro l’angolo e vedremo se almeno la squadra di Borrego saprà lanciar la sfida non stando a guardare come accaduto a Memphis.

Analisi

La differenza tra i due team sulla carta era notevole e la realtà ha confermato che gli Hornets, nonostante i buoni propositi iniziali, andatisi perdendo come quelli di chi solitamente ne promette di impossibili a inizio anno, non sono all’altezza dei top team NBA, relegati al rango di sparring partner, amaramente, troppo spesso.

Cosa potrebbe smuovere una situazione da sei sconfitte consecutive a chiudere pessimamente l’anno è difficile dirlo.

Gli Hornets girano l’anno sul 13-23.

Per cercare di spingere la squadra offensivamente Borrego ha rispolverato anche un Dwayne Bacon che, dopo un paio di tentativi a salve ha funzionato per un po’ perdendosi come il resto del team nel finale quando la partita diventava più vera.

Tornati qualche volta sin sul -4 gli Hornets non sono mai riusciti nel secondo tempo a portarsi a un possesso singolo di distanza da Kemba & soci fino allo scioglimento veloce del ghiacciaio arrivato in avvio dell’antropocenico ultimo quarto.

Le statistiche in questo caso non mentono: se negli assist le squadre hanno chiuso sul 25 pari e ai liberi i Calabroni hanno tirato meglio con il 75,0% contro il 70,0%, per il resto, a partire da un 41-54 a rimbalzo, continuando con un 7-12 nelle rubate, passando per un 4-9 nelle stoppate, è stato tutto un monologo avversario.

Charlotte da fuori ha superato finalmente il 30,0% con il 35,3% contro il 36,8% avversario ma è rimasta molto più bassa nelle realizzazioni dal campo, complici il minor talento e la difesa dei Celtics pronta a raddoppi e chiusure più valide.

39,5% per Charlotte contro il 45,4% degli avversari e i TO sono stati 17 a 10…

Da salvare Bridges per gli Hornets, in doppia doppia con 14 pt. e 10 rimbalzi.

Conta poco che giochi i non giochi Batum, il gioco in attacco sembra ancora poco fluido eccetto rari momenti di puro talento con no look o smarcanti rapidi ma a preoccupare ancor di più è una difesa che salvo momenti di massima concentrazione a far muro (grazie a questa arrivano break per recuperi come un paio in serata da 9-0 e 8-0), fa acqua troppo spesso nonostante gli interpreti.

La partita

Starting five

Per Boston: Walker (22 pt. + 7 assist), Smart (7 pt. + 7 assist), Hayward (21 pt., 10 rimbalzi), Tatum (24 pt.) e Theis (5 pt.).

In panchina importante Kanter con 13 pt. +14 rimbalzi in 22:35 seguito da Wanamaker con 7 punti e Ojeleye con 6.

Charlotte: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

Partenza convinta di Charlotte che facendo girare la sfera innescava la miccia P.J. Washington da oltre l’arco sulla sinistra per il 3-0, perfetto.

Un alley-oop di Theis accorciava il divario ma Graham dalla diagonale destra faceva secca la difesa ospite anche se la squadra di Stevens recuperava due punti con un’entrata chiusa di sx di Tatum su Bridges.

Rozier subiva un fallo sul tiro non rilevato ma si rifaceva in transizione poco dopo per l’8-4.

Un brutto passaggio orizzontale di Bridges spianava la strada alla steal con canestro in transizione di Tatum.

Un jump hook di Biz in area e gli Hornets toccavano la doppia cifra, Theis ai liberi splittava e Bridges restituiva la steal intercettando un passaggio di Hayward con chiusura acrobatica in fuga per il 12-7.

Boston a 6:39 calava la tripla con Tatum e perveniva al pari con Hayward al tiro open dalla destra.

Time-out Hornets, Monk e Zeller in campo ed era la Cody dance da sotto a procurare il +2 Hornets ma Kemba, proprio lui, restituiva con gli interessi.

La sua tripla valeva il primo vantaggio ospite (14-15) a 5:21.
Miles dalla lunetta per un fallo in blocking di Williams nella restricted metteva due FT ma Kemba depositava con il minimo sforzo oltre Zeller e Tatum continuava a esser un problema con la tripla del 16-20.Due pessimi tiri di Rozier erano compensati dal “palo” di Williams dalla sinistra e finalmente Monk a 2.28 trovava lo spunto vincente per il riavvicinamento di Charlotte a 2:28.

Purtroppo al palo rimaneva l’attacco della squadra di Borrego che sul 18-20 si staccava subendo 4 punti nel finale di quarto scemando sul -6 (18-24).

Un’entrata del rookie P.J. Washington. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Wanamaker e Kanter spingevano i Celtics sul +10 (18-28) mentre gli Hornets fallivano in serie occasioni open for 3 con Williams e Monk, Malik poi perdeva palla in entrata e Martin da tre andava lungo finché finalmente da fermo sula destra in uno contro uno Graham trovava da tre il più inaspettato dei canestri a 9:07dopo più di cinque minuti e mezzo…

Risposta di Hayward da tre frontale usando il blocco e contro-risposta di Martin da oltre l’arco a 8:34 per il -7 (24-31).

Boston però pareva più decisa e Kanter risolveva da sotto velocemente una mischia, Wanamaker commetteva fallo su Graham lanciato a canestro beffandolo perché gli arbitri non assegnavano i liberi e finiva per segnare Hayward in entrata spingendo molto fisicamente.

Martin in entrata chiudeva allargando la sinistra dando un bello spin alla palla mettendo fuori gioco Theis e la sua chiusura.

A 5:55 Bacon arrivava sul fondo con la drive and kick per P.J. che scagliava una saetta da tre punti senza pensarci per il 29-37.

Boston poi piazzando due bombe (nessun giro sull’esterno sulla prima e troppo spazio per Hayward pur ricevendo) viaggiava sul +14 (29-43) anche grazie a 10 punti dell’ala piccola di Stevens.

Miles con un buon primo passo bruciava Theis trovando l’appoggio dall’angolazione voluta più il fallo.

La giocata da tre punti inaugurava la rimonta proseguita con P.J. che deviando in difesa si faceva servire in attacco da Bridges proponendosi come ottimo finalizzatore al ferro.

A 2:54 jumper lungo di Bridges dalla sinistra e a 2.26 Bacon a contatto in area in caduta lanciava gli Hornets a quota 38 contro i 43 dei Celtics.

Il 9-0 di parziale era arrestato da Walker, il solito tuffo al cuore che faceva il minimo sforzo per appoggiare sul primo ferro e veder la spicchiata finir dentro per amicizia di lunga data.

Bacon da tre punti a 1:21 trascinava gli Hornets sul -4 (41-45) ma Hayward in area aveva tiro e vita facile da fronte a canestro.

Più complicata l’entrata in uno contro uno di un ottimo Bridges che dava il giusto spin al gancetto per il 43-48.

A :42.7 chiudeva il quarto Walker con la tripla facendo infilare ai due team la galleria degli spogliatoi sul 43-50 con gli imenotteri bisognosi di più sostanza offensiva.

3° quarto:

Partiva male Hayward che mancava il primo tiro, ne prendeva un secondo sulla stessa azione ma Bridges stoppandolo dava una possibilità a Charlotte che tuttavia lasciava sul campo lo stesso n° 0 perdendo palla in palleggio.

Confusione nella metà campo difensiva degli Hornets e dopo un paio di rimbalzi offensivi dei bianco-verdi arrivava il canestro di Tatum da sotto con finta su Biz, saltato via.

Biz rispondeva con l’hook ma la tripla di Kemba a 10:20 lanciava sul +10 gli ospito (45-55).

Tatum ricevendo in corsa dalla baseline destra schiacciava e gli Hornets ripiombando sulla dozzina di punti di svantaggio si affidavano a Rozier che finalmente ne metteva due dal pitturato grazie a un granitico blocco di Biz che fermava un Walker non convinto della bontà del congolese.

P.J. mancava un facile appoggio in transizione ma si faceva perdonare rientrando a spazzare da pallavolista il tentativo d’appoggio di Walker tuttavia Hayward con il suo jumper da due risultava fastidioso e preciso ancora una volta.

Un raddoppio su Graham, la palla a Rozier, lo skip pass per la tripla con spazio di P.J. dalla destra, l’in & out da tre di Walker che salvava Charlotte, una palla deviata da Biz dalle parti del ferro con recupero di Rozier e tripla dello stesso numero 3 anticipavano lo swooping hook di Biyombo servito in entrata verticale da un ficcante pass di Graham per l’8-0 di parziale e il -4 in divario (55-59).

Hayward da tre batteva il close-out di Rozier ma dall’altra parte teneva il passo Biz con l’hook.

Un elastico tra il -5 e il -7 con Tatum di sinistro in infilata e un passaggio volante magico di Miles per Bridges da sotto (59-64).

Smart da tre sopra Graham, Risposta di Rozier da fuori con il catch n’shoot (62-67), Walker drive easy e quindi arrivavano due FT per P.J. per un duro fallo di Smart lanciato alle spalle sul tentativo di dunk in transizione del nostro rookie.

P.J. litigava ancora con il ferro ai liberi non segnando i due tentativi ma a 3:57 un hook di Cody riportava sul -5 i Calabroni.

Walker in entrata decisa metteva a segno il diciassettesimo punto, dall’altra parte Zeller in versione scorer andava nel viola servito da Graham per il 66-71 ma dopo delle lamentele di Walker per un possibile fallo sul movimento del suo tiro arrivavano due punti veri di Smart che avrebbe anche l’occasione per l’and one ma la falliva così Bacon a 1.30 da tre mandava a segno la tripla per il -4 (69-73).

Ojeleye dal corner sinistro da fuori realizzava il 69-76, Graham ai liberi a 1:02 segnava i suoi primi due in una partita con pochi FT che incrementavano nel finale, ecco ad esempio il 2/2 di Wanamaker a :53.1.

Cody a .33.2 alzava la media FT con un 2/2 prima che Hayward chiudesse il quarto sfuggendo con buon veloce primo passo a Martin per arrestarsi nel pitturato e tirare sopra l’ombrello di Zeller con le stecche troppo corte.

73-80, distacco invariato, tutto rimandato all’ultimo quarto.

Zeller in mismatch su Smart. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

La differenza tra i due team a livello di possibilità si notava immediatamente nonostante continuasse la cantilena dei liberi con Monk a segnarne un paio dopo 15 secondi (75-80).

Tatum da tre non la metteva ma Hayward catturava il rimbalzo, girava per la provincia e segnava su Marvin…

P.J. perdeva palla cercando un varco verso il ferro, Wanamaker dalla steal allo sbaglio da sotto grazie all’arrivo di un imperioso Monk (stoppata a una mano plastica) ma la palla era preda di Kanter che faceva la differenza.

Ancora Wanamaker offriva cibo a Kanter dopo l’errore, ecco il tap-in del turco e il +11 Boston.

75-86, partita in ghiaccio anche perché Bacon esauriva le abilità mentre Tatum segnando da tre evidentemente no, un po’ di gloria per P.J. in jam servito da un bullet no look pass smarcante di Martin.

Risveglio tardivo di Dwayne con la steal & dunk ma Zeller si buttava addosso a Kanter facendosi stoppare e Bacon andava a vuoto da tre e Wanamaker con la tripla dalla diagonale sinistra realizzava il 79-92.

Kanter e Walker ne mettevano due a testa, Graham trovava tre punti frontali e a 5:43 Bacon, splittando dalla lunetta realizzava l’83-96.

Un abisso di gap e nel finale il divario si ampliava anche perché gli Hornets ormai non credevano più alla rimonta e deconcentrati concedevano punti in più ai verdi.

A :48.7 un Bridges rimasto sul parquet colpiva da tre per il 90-109 e Hernangomez trattenuto segnava ugualmente (sbagliando malamente l’aggiuntivo) per chiudere il match sul 92-109.

Le pagelle

Terry Rozier: 5

10 pt., 2 rimbalzi, 5 assist. 4/13 dal campo. -13. Pessime scelte in entrata, non convinte, fuori ritmo con grossolani errori al tiro e palla che non si avvicina nemmeno al ferro alcune volte. Pare il Rozier di inizio stagione anche se dopo i due punti del primo tempo pareva aver ingranato (bella l’azione con recupero difensivo e tripla dall’angolo sx) salvo perdersi nel finale. Inaffidabile.

Devonte’ Graham: 5

11 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 3/12 dal campo, 3/9 3 FG, 3 TO. -7 in +/-. Non funziona più benissimo al tiro. Accettabile ma non formidabile da fuori, rientra nei ranghi. Sarà per stanchezza o perché iniziano a conoscerlo ma è il periodo meno brillante di questo avvio di stagione per Gamberone. Basse percentuali dal campo per lui dal quale ormai ci si aspetta trascini la squadra. Serata difficile anche per fornire assist ma in quello rimane discreto. Apporto offensivo insufficiente e difesa non buona penalizzata dai cm.

Miles Bridges: 7

14 pt., 10 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/9 dal campo. 3/3 FT, 2 TO, -2. Spesso non ha convinto quest’anno ma oggi è partito deciso sin da subito, ha accettato i duelli, anche sui cambi e altre marcature eventuali. Ha giocato con grinta su ambo i fronti e ha messo tiri non semplici in avvicinamento. Suggella la prestazione da doppia doppia e alcuni buoni assist con la tripla finale.

P.J. Washington: 6

15 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 5/11 FG. 5 TO, 4 falli, -4. Il 3/5 da oltre l’arco sugli scarichi è buono, meno i 5 TO, alcuni palleggiando troppo alto allegramente contro avversari più rapidi. Fatica all’inizio a tener Tatum, poi gli prende un po’ le misure. Top scorer di serata per Charlotte cerca di essere polifunzionale. Ci riesce ma se lui è tra i migliori, da rookie, auguri…

Bismack Biyombo: 6

8 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 4/5 FG. 1 TO, -3. Biz è ancora una volta in fase offensiva a render di più. Sicuro con quell’hook dal pitturato quasi una garanzia, in un caso anche in corsa. Qualche deviazione e recupero difensivo ma a rimbalzo e in opposizione deve dare di più. Ultimamente è moscio.

Malik Monk: 5

4 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 1/7 FG (0/4 3FG), -11. L’ho detto spesso che da fuori non c’è. Se sia un discorso di velocità, concentrazione, fiducia o tecnica nel tiro è difficile dirsi, forse è tutta la somma ma continuare a sparacchiare non aiuta. L’unica volta che trova spazio vero va dentro e mette il floater solo cotone ma è pochissimo. In difesa fa registrare una splendida plastica stoppata a una mano su Wanamaker anche se Kanter recuperando andrà a segnardue punti.

Cody Zeller: 5,5

10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 4/8 con 3 stoppate subite. -12 in +/-. prova a portare energia ma come Williams è meno atletico dei dirimpettai. Segna con buona costanza sul finire del terzo quarto quando nel pitturato infila 6 punti ma va a prendersi anche tre stoppate, una andando in bocca al lupo Kanter. Prevedibile e in difesa prende in media troppo pochi rimbalzi concedendo troppo.

Marvin Williams: 4

0 pt. (0/2), 3 rimbalzi, in 12:33. -13 in +/-. Inguardabile. Fuori tempo e molle in marcatura, da quando girano voci sul suo conto per andare in un’altra squadra a livello cestistico si è afflosciato. Fortuna non sta molto sul parquet. Purtroppo senza i suoi punti la panchina non regge.

Cody Martin: 6

7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 3/7 FG. ¼ 3 FG, -13 in 17:58. Uno dei pochi giocatori che a livello difensivo si impegna anche se di tanto in tanto deve cedere il passo. Alterna buone difese in serata e qualche volta lascia ai talenti avversari il canestro come quando Hayward lo batte sul primo passo. Da fuori continua a combinare poco, meglio l’inserimento e il taglio a fari spenti senza esagerare. Rimane un giocatore prettamente difensivo per portar pressione con la zona o in marcatura stretta.

Dwayne Bacon: 6

11 pt. 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 4/8 FG. 2/4 3FG. -10 in +/-. Titolare a inizio anno, scomparso in panchina, rieccolo riesumato da Borrego in una serata dove sperava di avere un paio i giocatori sopra i 20 punti. A quella quota non arriva nessuno ma lui arriva in doppia cifra grazie alla parte centrale del match che tiene vive le speranze. Nel finale naufraga inconsistentemente anche lui perdendo un paio di palloni e non segnando quando serve ma è già un passo in avanti il Dwayne visto stasera, sperando si ritrovi. Anche dalla panchina avere un discreto Dwayne sarebbe importante.

Willy Hernangomez: s.v.

2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. ¼ FG. Gioca gli ultimi 2:05 e ha fame di canestri anche se sbaglia malamente l’ultimo libero e praticamente tutti i tiri dove non subisce fallo. E’ garbage di quelli pesanti, dargli un voto sarebbe eccessivo e falso.

Coach James Borrego: 5

Sperimenta anche Bacon come arma offensiva, Batum è giustamente out, spazio alla linea verde con tutto il roster a disposizione ma non si trova una quadra difensiva efficace. Offensivamente in certi frangenti il team è brillante nei passaggi ma manca di finalizzazione. Liberare giocatori che falliscono tropo spesso il tiro è indice di una qualità inferiore rispetto la media NBA e nelle ultime uscite il team sta tirando male. Rozier è tornato a bassi livelli e Graham non funziona più da fuori.

Game 35: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 104-117

Analisi

Gli Hornets non perdevano dal dicembre 2014 a Memphis ma arrivavano da una serie di 4 sconfitte consecutive.

Serviva a poco la tradizione, anche quella delle maglie storiche con i Grizzlies a rispolverare quella divisa degli anni ’90 vista a Vancouver con il colore base simile a quello che aveva fatto pochi anni prima il successo commerciale di Charlotte.

Gli Hornets, in viola vintage al terzo tentativo disonorano ancora una volta questa bella uniforme perdendo ancora una volta (3 su 3).

Ovviamente gli interpreti attuali fanno la differenza, segno che, se preso in positivo, potrebbe spingere chi di dovere a costruire qualcosa di più piacevole per il futuro rispetto a una squadra scesa sul parquet senza troppa voglia con un Marvin che, rispetto alle gare precedenti sembra quasi uno con le valige in mano.

Partita che dopo la brillante steal di Rozier, bravo sul tip-off iniziale a infilarsi tra le maglie turchesi e ad appoggiare in soli 5 secondi, prendeva la piega di Memphis con gli hornets spesso fuori ritmo a conceder rimbalzi offensivi e second chance in un finale deludente.

Iconici a inizio gara il canestro di Valanciunas per il pari con il gancetto in area, la tripla di Brooks per il 2-7 e il rimbalzo offensivo capitato in mano ad Anderson su suo errore con seconda possibilità e canestro dal pitturato dello stesso a 9:21 per il 3-9.

I Grizzlies non abbandoneranno mai il comando del match toccando i 15 punti nel primo quarto e i +20 nel secondo.

Nel terzo quarto Graham centrava da tre il 67-72 a 4:05 ma la difesa degli Hornets si mostrava fragile quando serviva e la tripla di Allen dopo 16 secondi allontanava Memphis che, anche subendo qualche iniziativa personale offensiva di Monk e Zeller e incassando due triple di P.J. nell’ultima frazione, non soffriva rientri importanti sotto gli 8 punti rispondendo sempre, ad esempio quasi in avvio di ultima frazione con 6 pt. consecutivi di Brooks.

Solito abuso nel tiro da tre punti con Graham spesso pressato, vedi ultimo quarto e 24 secondi consumati facendo girar palla per far arrivare Graham a una conclusione forzata da oltre l’arco fuori misura.

9/31 per un 29,0%, 42 rimbalzi a 50 (11-13 gli offensivi) e 23 assist a 30. 65,6% ai liberi (ancora una volta bassa percentuale) mentre Memphis tira meno FT ma li realizza tutti (17/17), tira peggio da tre di poco ma dal campo finisce con il 48,9% evidenziando la non tenuta difensiva di Charlotte che, nonostante le rotazioni sperimentate da Borrego in partita, sembrerebbe avere problemi difficilmente risolvibili negli uno contro uno, in contenimento e sulla visione complessiva negli sviluppi dell’azione.

Monk chiuderà con 18 punti seguito dalla coppia Graham-P.J. Washington a 16 pt. mentre Zeller chiuderà con 14.

Per Memphis Brooks chiuderà con 20 punti e l’espulsione per il sesto fallo nel finale, Clarke ne metterà 18 e Valanciunas sul podio 16, anche Grayson Allen con 15 pt. e Jaren Jackson Jr. in doppia cifra con 14 pt. + 12 rimbalzi.

Per Charlotte tentativo finale di chiudere con una W l’annata e rompere il muro delle 5 sconfitte consecutive con Boston nel next game, affare non semplice…

Le pagelle

Terry Rozier: 4,5

9 pt., 2 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 3/8 FG. 5 TO, -14 in +/-. 8 assist ma tantissimi TO e un passo cadenzato errato in entrata con variabili sui generis fuori anche dagli schemi stilistici con la spicchiata che a volte finisce lontana dal ferro (per sfuggire alla stoppata, anche quelle in rincorsa su sue transizioni). Fallisce un layup in transizione inventandosi un reverse che apre spazio a due punti Grizzlies in transizione, difende facendosi attirare dal palleggiatore nel terzo quarto lasciando spazio per la tripla aperta. Purtroppo uno scempio in generale e il -14 con lui sul parquet è anche poco.

Devonte’ Graham: 5,5

16 pt., 4 rimbalzi, 10 assist, 2 rubate. 5/18 FG. 3/13 3 FG, 1 TO, -18 in +/-. Tripla dal bordo destro di centrocampo (per necessità temporale) a parte, doppia doppia con assist a ripetizione nel terzo quarto di ogni tipo (da kick and drive, corti, lunghi su scarichi esterni per Marvin ad esempio), nei 34:58 tira piuttosto male. Non perde molti palloni ma era diventato uno dei finalizzatori principali per gli Hornets e non riuscendo la squadra a creargli dei tiri da piazzare un po’ più tranquillamente da tre va in ansia. Nel complesso avrei potuto dare anche un 6 ma troppi errori dal campo sembrano farlo tornare quello dell’annata precedente. Sarebbe meglio che Borrego disegni qualcosa per lui in modo da liberarlo. Complessivamente gestisce discretamente il numero di possibilità tra tiri personali e altruistici assist.

Miles Bridges: 5,5

8 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. 4/10 FG, 0/3 3 FG, 3 TO, -6. Non una partita sufficiente per Miles che gioca 26:09 e va a perder tre palloni, uno spingendo in attacco. Da fuori non prende come il cellulare in mezzo a montagne impervie e la sensazione è che la prestazione non sia ai suoi veri livelli ma da performance scarse troppe volte viste quest’anno come testimonia nel primo tempo un passaggio per nessuno, completamente insensato.

P.J. Washington: 6,5

16 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 5/9 FG, 4/6 3 FG, -16 in +/-. Perde di vista ogni tanto la situazione generale lasciando come nel terzo quarto lo spazio per la tripla nell’angolo destro. Per questo perde mezzo punto, con lui sul parquet è -16 ma mette diverse triple importanti nel terzo quarto riportandoci a -5 poi va un po’ corto e i Grizzlies raddoppiano il vantaggio. E’ un rookie, se crescesse in aggressività a rimbalzo e in difesa (contenimento/posizionamento) potrebbe essere un giocatore da mantenere in futuro.

Bismack Biyombo: 6

10 pt., 6 rimbalzi, 2 stoppate in 20:35. 3/5 FG, -4 in +/-. Non sposta. Passa dalla stoppata a non riuscire a convertire un alley-oop (il passaggio avrebbe potuto esser migliore sulla stessa azione) lasciando poi il varco in difesa per la transizione con due punti facili per i Grizzlies. Buon apporto offensivo, cede il passo a un turnaround di Valanciunas dal post basso nonostante una buona difesa e un solo fallo testimonia una miglior coordinazione rispetto al passato ma anche un po’ meno aggressività (salvo eccezioni come quando alto in pressing fa commetter passi a Valanciunas) e servirebbe uno sforzo maggiore non solo suo ma di tutto il team. E’ con lui comunque che la squadra può solidificarsi meglio intorno all’anello ma deve stare attenta sugli scarichi.

Malik Monk: 6,5

18 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 8/18 dal campo, -3 in plus/minus. Non è il giocatore che cambia il volto a un match mettendo on fire una serie lunga di tiri ma in serata mette parecchia benzina nella macchina di Charlotte veramente a secco. Non basta, anche lui si perde un po’ e i colpi che da la macchina indicano un low fuel da parte di tutta la squadra. Va per preziosi ottani con 8/18 dal campo.

Cody Zeller: 6

14 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 5/8 FG, 4/5 FT, -9 in +/- in 19:12. Buon apporto offensivo, sembra sempre un po’ piombato a terra in talune circostanze ma in attacco riesce a farsi valere. Peccato per la spinta sul difensore che va a sbattere su Monk e costringe la terna a fischiar fallo offensivo.

Cody Martin: 5,5

1 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 0/2 FG in 15:09. A 0 nel plus/minus è giocatore che da fastidio in difesa, avesse anche un buon attacco potrebbe giocare più minuti e aiutar la squadra. Andrebbe inserito in un contesto con in campo i nostri migliori lunghi e gente come Graham per una small ball tra guardie offensivamente parlando se Rozier è questo. Di certo se evita di sparare troppo è meglio.

Marvin Williams: 5,5

6 pt., 4 rimbalzi, 2 rubate. 2/5 dal campo. Una tripla dal corner sinistro su scarico di Graham, due liberi splittati poi in difesa non mi sembra pronto troppo spesso nonostante i 4 rimbalzi in 23:23.

Michael Kidd-Gilchrist: s.v.

2 pt. (½ FG), 3 rimbalzi, 1 palla persa in 4:36. Chiude con il plus/minus a +2 ma dopo un buon canestro manca un altro tiro e perde palla. Glissiamo sul voto visti i pochi minuti, probabilmente sarebbe stato tra il 6 e il 5,5.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt. (0/0), 1 assist in 2:19. “Curioso” +6 in +/- nel garbage, per il resto, alla prossima…

Willy Hernangomez: s.v.

4 pt., 1 rimbalzo in 2:19. Ha voglia di metter qualche punto, si procura 4 FT velocemente, ne mette due, infila un canestro ma non trova spazio in squadra anche se a questo punto si potrebbe provare come ala grande. Marvin sembra in declino e Willy nonostante non sembri uno abilissimo a difendere e troppo filiforme nonostante kg per resistere ai contatti, potrebbe garantire maggiori rimbalzi, fattore deficitario per Charlotte ultimamente. Chissà se Borrego darà un occasione anche a lui a patto che allo spagnolo non parta l’embolo in attacco andando a cercar gloria con giocate impossibili o difficoltose alla Rozier.

Coach James Borrego: 5

Squadra allo sbando che gioca maluccio in attacco. I collegamenti sono garantiti da Graham, le sinapsi di Rozier funzionano a tratti e in difesa non si esce dal tunnel della bad defense nonostante ci sia tutto il roster a disposizione e stiano giocando potenzialmente gli uomini migliori del roster. Predica fisicità ma a questo punto un urlo per svegliar qualcuno sarebbe necessario oppure provare a inserire Willy con più minutaggio, a rimbalzo gli Hornets si fanno troppo spesso sopraffare. Si va tankando anche senza volerlo ma vedere una partita del genere, sempre sotto, tornati al massimo sul -5 contro un team come i Grizzlies (con tutto il rispetto) non di primo piano, non è stato digeribile. Uno dei punti più bassi delle ultime sei annate.

Game 34: Charlotte Hornets Vs Oklahoma City Thunder 102-104 (OT)

Analisi

Partita al cardiopalma a Charlotte dove i Thunder si affermano di misura dopo un OT.

Hornets che nonostante i numerosi errori dalla lunetta della squadra ospite, chiudendo il primo tempo con un 1/19 da tre punti, rimanevano staccati all’intervallo di 10 unità (43-53) grazie solamente a una fiammata nel fiale parzialmente interrotta dalle guardie avversarie.

Nel terzo quarto gli Hornets provando a spingere trovavano un’altra tripla di Rozier (sempre sua l’unica del primo tempo) per giungere al -3 (56-59) ma dopo aver fallito un paio di agganci, Schroeder dalla media trascinava i suoi sul +10 (57-67) grazie a diversi buoni tiri dal mid range.

La panchina degli Hornets subiva ancora come nel primo tempo ma in avvio di ultima frazione Monk con una dunk appesa e un passaggio verticale chiuso in schiacciata da Zeller aiutavano la risalita degli Hornets sul -3 a 10:00 dalla sirena del quarto giocato.

Alley-oop di Martin da Monk in transizione ed entrata nel traffico di un Graham (quasi inesistente a livello di punti (vantaggio 75-74) davano fiducia alla guardia che sparando due frecce di seguito, a 5:52 trascinava i viola sul +5 (83-78).

Gli Hornets e lo stesso Graham gestivano male i possessi successivi consentendo il rientro degli avversari che grazie a Paul a 3:34 passavano avanti con una giocata da tre punti ottenuta con l’entrata.

P.J. di reverse su Adams agganciava gli orange a quota 85, poi, dopo il vantaggio, due giocate in post per P.J. equivalevano a due palloni strappati da Gilgeous-Alexander che andava a sorpassare sull’87-89.

Contestato doppio palleggio di Rozier a metà campo, palla persa, canestro d Paul dalla FT line e +4 a :48.6 dalla fine per i tuoni e fulmini piovuti da Borrego in panchina…

Non trovava spazio Graham per il tiro e allora si scaricava nell’angolo sinistro per la tripla di Bridges che a :37.3 ridava speranza.

Paul dal palleggio prendeva il tempo per il pull-up oltre Zeller e gli Hornets a .13.9 andavano per i due punti da sotto con P.J..

:09.9 fallo di Rozier sul play tedesco che splittando lasciava sul -2 il match.

92-94, Hornets senza time-out, Graham usava sola la sponda sulla rimessa per andare in coast to coast a pareggiare a :01.9 dalla sirena.

La girata di Paul da tre punti andava a vuoto e si andava all’OT con gap.

Rozier scagliando per aria la palla dalla gioia si prendeva un tecnico che Paul prima dell’avvio del supplementare segnava.

Due FT di Adams in avvio poi davano subito il vantaggio a +3 a Oklahoma City.

Taglio micidiale di Schroeder e bound pass di Adams per il 94-99, fortuna Rozier di sinistro attaccando canestro tornava a segnare.

Paul in entrata la metteva dentro poi Rozier e Martin mancavano i loro tiri, Hornets che dietro tenevano regalando a Rozier un’altra palla offensiva che in numero 3 chiudeva passando dietro Zeller per tirar da tre punti dal centro-sinistra.

99-101 a 1:18 dalla fine,

Out Zeller per falli entrava Biyombo che stava a guardare l’errore clamoroso di Paul in entrata ma anche la correzione di Adams per il 99-103.

Ormai spacciati agli Hornets non restava che affidarsi al miracle shot di Graham da Gastonia.

Incredibilmente dal palleggio e pressato riuscendo a mandar dentro la retina la sfera spediva Charlotte al -1 (102-103) a :12.2 dalla fine.

Martin e il suo fallo necessario su Gilgeous-Alexander (½ in lunetta) a :08.4 davano agli Hornets l’ultima possibilità.

Tutti marcatissimi i giocatori di Borrego dopo il doppio time-out (uno per parte) e si arrivava con la soluzione di P.J. a forzar da sotto.

Per gli arbitri era fallo del n°2 in contenimento mentre il tiro schizzava via.

Due FT per il apri a :01.9 ma P.J. tradiva sul primo e dovendo sbagliare il secondo finiva senza gloria con un rimbalzo rimasto a metà tra i due team finito nell’impossibilità di conversione da Graham.

Charlotte ha guadagnato dall’assenza di Gallinari ma senza il tiratore delle nostre parti ha patito le tre guardie ospiti, abili tiratori dal mi range e penetratori.

Gilgeous Alexander, Schroeder e Paul hanno chiuso con 67 punti.

Adams ha chiuso con 14 punti e 12 rimbalzi, mentre le ali titolari sono completamente rimaste a secco con 0/10 dal campo mentre dalla panchina Noel ha chiuso con 8 punti seguito da Dort con 7.

Gli Hornets perdono la quarta partita di fila e la seconda su due nelle classic night continuando a regalare un brutto Natale ai propri fan.

La sconfitta all’OT manda sul 13-21 la squadra, lontana da impensabili velleità playoffs dimostrando che attualmente questo team ha limiti difensivi, subisce rapide fiammate troppo frequentemente e nei momenti nei quali dovrebbe gestire il vantaggio finisce spesso per far rientrar gli avversari o sciogliersi.

La resilienza non è bastata, un arbitraggio molto discutibile in alcuni possessi chiave e gli errori del team hanno decretato una L ancora una volta.

La partita

Starting five

Oklahoma City: Paul, Gilgeous-Alexander, Ferguson, Bazley, Adams.

Charlotte: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington, Biyombo.

1° quarto:

Partenza imprecisa su ambo i fronti tanto che passando dai due liberi falliti da Adams a 11:40 alla stoppata di Biz su Bazley per arrivare all’appoggio mancato da Gilgeous-Alexander in solitaria si giungeva ai quasi tre minuti sullo 0-0 fino a quando Rozier in transizione non trafiggeva la difesa arancione in appoggio.

Bridges con movimento rapido da post medio si liberava di Paul per appoggiare il 4-0 e su una second chance anche Rozier colpendo da 2 punti portava sul 6-0 il punteggio.

Primi due punti Thunder a 7:33 con Gilgeous-Alexander e la sua entrata di dx con cambio velocità.

A 7:19 il benvenuto di P.J. era un tocco al vetro per l’8-2 che anticipava un’altra penetrazione del n° 2 arancio giunto a quota 4 punti.

P.J. in entrata battendo due difensori dava il giusto spin alla palla per mandarla dentro mentre a 5:37 era ancora e solo il giovane play ex Clippers a muovere il punteggio splittando dalla lunetta.

Charlotte perdeva la supremazia fisica non appena mollava un attimo la presa e lentamente la panchina, sostituendo i titolari, non teneva botta a quella avversaria.

Dort da tre accorciava, Noel da sotto pareggiava e dopo una persa di Zeller, Gilgeous-Alexander da tre punti portava i Thunder fulmineamente in vantaggio per la prima volta in serata.

Williams, agguantando un floater a vuoto di Martin accorciava sul 12-13 ma i Thunder allungavano a dismisura toccando il 12-20 dopo la tripla di Schroeder.

Charlotte concedeva troppi tiri liberi agli avversari ma i tiratori ospiti spesso graziavano la squadra di Borrego, la quale subendo tuttavia anche la pressione offensiva degli avversari, lasciava sanguinosi rimbalzi offensivi agli arancio.

Si arrivava all’ultimo giro di lancette con un’entrata in corsa di Miles chiusa con l’appoggio da pochi metri da Miles che usando il plexiglass dopo il leggero avvitamento batteva la chiusura del difensore.

Peccato che a :48.4 sull’altro fronte per Burton arrivasse la possibilità di un two and one con libero comunque mancato. (3/9 Thunder fino a quel momento dalla lunetta).

Nel finale Bridges respingeva Schroeder ma sulla rimessa il tedesco andava a prender la palla per il jumper vincente oltre Monk dalla media linea di fondo destra.

Gli Hornets provavano a schiodarsi dal 18-26 ma anche gli ultimi tentativi da tre andavano a vuoto e così i viola rimanevano ancorati a quota 18 dopo uno 0/12 da oltre l’arco…

Bacon si perde anche nelle nebbie arancio fluo. Ormai sta diventando un caso come fosse un secondo Batum… Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Frustrante secondo quarto iniziato con una stoppata subita da un Devonte’ ce otteneva i suoi primi due punti segnando a 11:05 dalla media.

Il tedesco di colore rispondeva da tre per il 20-29e il divario andava oltre la singola cifra quando Burton, fluttuando in aria dopo la corsa sulla baseline destra, batteva l’ultimo difensore per il 22-33 a 9:25.

Un gancetto di Biz dal post basso sinistro valeva soltanto il 24-35 mentre gli ospiti dopo un ½ a 5:50 di Noel andavano sul 4/13 ai liberi ottenendo il 26-36.

Dopo due triple sparate a salve di Graham e Williams gli Hornets scendevano sullo 0-17 da oltre l’arco e i Thunder, anche grazie ai problemi di falli di Charlotte (Biz, Zeller e Martin a quota 3) trovavano in Adams il terminale perfetto sotto canestro.

Due sue schiacciate consecutive portavano il punteggio sul 28-42. Biz otteneva finalmente i primi due liberi per Charlotte a 2:50 realizzandoli ma Paul in bonus dalla lunetta affondando i liberi mandava nuovamente sul +14 gli ospiti (28-44).

Martin tuttavia a 2.24 beneficiava di altri due FT a gioco fermo proseguendo l’elastico.

Dopo una dunk di Adams gli Hornets avevano una fiammata con l’entrata da due punti di Rozier e ben 5 punti di Martin che chiudendo due transizione aveva anche il benefit di un FT sulla seconda 1:18 per il 39-48A :32.9 però Schroeder da tre gelava la rimonta e il fade-away frontale di Paul a fil di sirena mandava le squadre negli spogliatoi sul 43-53 con l’unica nota lieta del primo tre punti ottenuto a :23.3 da Rozier tra le due ultime conclusioni di OKC menzionate.

3° quarto:

Si rimaneva lì in avvio di ripresa ma la prima fiammata vera era di Rozier che andando con grinta in schiacciata era chiuso da Bazley, contatto in aria rovente, dunk sul ferro che rimbalzava e poi entrava in più arrivava anche il libero aggiuntivo per il 47-55.

L’ex Celtics infilava anche un floater per il 49-57 e dopo una fase nella quale il divario stagnava, Bridges trovava il fallo più un circus shot di spalle a 6:48.

53-59, libero fallito per per una spinta alle spalle su Biz gli Hornets ottenevano una rimessa e sebbene Graham commettesse fallo offensivo, successivamente sarà Rozier a tornare a segnar da tre punti accorciando il divario a soli tre punti a 6:10 per il 56-59.

Gli Hornets mancavano l’aggancio un paio di volte e i Thunder tornando a esser favoriti sui cambi dalla panchina si allontanavano nuovamente, prima con Burton, poi con la mano di Schroeder che diveniva immarcabile al pull-up dal mid-range segnando spesso e portando i suoi sul 57-67.

Continua….

Per questioni di impegni il pezzo sarà chius appena possibile.

P.J. Washington, un discreto rientro prima dell’errore fatale. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Le pagelle

Terry Rozier: 7

26 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 10/18 dal campo. 3 TO. Buona partita a livello offensivo di Scary che infila le prime due triple della squadra e ne mette una terza in un momento delicato. Non basta la sua vena offensiva per vincerla ma se Graham non è in serata è un valido aiuto e va oltre al 50% pur giocando da guardia.

Devonte’ Graham: 6,5

15 pt., 9 rimbalzi, 13 assist, 1 rubata. A un passo dalla tripla doppia ma con un pessimo 6/21 dal campo con 3/13 da 3 pt.. Non tutelato su un paio di entrate, sovente da tre non riesce a prendersi buoni tiri ma se passa dietro lo schermo ed è tranquillo è tiro pericoloso. Ne indovina due di seguito nell’ultimo quarto poi perde da solo banalmente una palla e serve un assist a Miles. Pareggia nei regolamentari in coast to coast e con la tripla nel finale di OT ci tiene in corsa, Nei momenti decisivi c’è anche se al tiro va male ma negli assist è sempre molto valido. Più che marcarlo a volte lo braccano, specialmente nel finale e non ha spazio, allora va P.J. ma finisce male.

Miles Bridges: 6

11 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. 5/11 dal campo. Circus shot di spalle, è abbastanza consistente al tiro e mette con sicurezza anche una tripla a 37 secondi dalla fine dei regolamentari. Nessun TO, giunge a 4 falli cercando di fare il suo in difesa.

P.J. Washington: 5,5

14 pt., 5 rimbalzi, 1 stoppata. 7/15 dal campo. +20 in plus/minus. P:J. Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. P.J. è teso e flette poco le gambe, molleggia poco e il primo tiro per pervenire al -1 ai liberi a :01.9 dalla fine è fatale. Deve eliminare l’ansia da rookie. Per il resto, tolti un paio di palloni in post che gli passano sui quali è poco reattivo facendosi anticipare da Gilgeous-Alexander, non gioca male. Ci prova in entrata con spin, reverse ma anche jump hook dei suoi lavorando nel pitturato. Sfortunatamente il suo rientro culmina con l’errore decisivo nel finale.

Bismack Biyombo: 6

10 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Doppia doppia ma nonostante il +9 a volte intorno all’anello non c’è proprio…

Malik Monk: 5,5

4 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 2/7 dal campo. Brutto primo tempo con difesa non all’altezza, gran partenza di ultimo quarto tra alley-oop e servizi per i compagni.

Cody Zeller: 5

8 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 4/9 dal campo. Sul piccolo troppe volte perde il tempo e i tiri dal mid-range che prendono Paul e soci lo battono anche se sui close-out da tre, con meno range per le guardie avversarie sa far di meglio. Qualche buon rimbalzo nella seconda parte ma finisce fuori per falli. Quando iniziava a giocar meglio dopo esser stato un buco per il primo tempo, è il momento di uscire. Sui possibili pick and roll non riesce a difendere, torna sul suo uomo quando dovrebbe riuscire almeno a finger di contrastare il tiro del piccolo prima di rollare indietro altrimenti è troppo facile per gli avversari andare a segno.

Cody Martin: 5,5

10 pt., 6 rimbalzi, 2 steal. Commette subito parecchi falli e a volte fatica sui blocchi a tenere il passo sul tiro ma mette la solita energia. Manca una tripla aperta in un momento importante ma non sembra un tiratore vero.

Marvin Williams: 5

4 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Poca personalità, con lui in campo un plus/minus di -25…

Dwayne Bacon: 5

0 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 6:10 in campo, 0/3. pietà…

Coach James Borrego: 6

Game 33: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 93-119

Intro

Nel mondo dorato della NBA cosa può spingere un giocatore a dare di più sul parquet?

Per molte star affermate qualcuno potrebbe dire mantenere il prestigio, far vedere a che livello di “grandezza” e con che continuità giocano, sfidando magari i limiti di età vicini alla fine di carriera, per altri possono essere banalmente i soldi, per la legge del rapporto qualità/prezzo, mostrare per ottenere di più, oppure ancora ci sarebbero l’orgoglio, la cieca e vanesia gloria se non vanità superficiale potrebbero essere alcune tra le mille motivazioni plausibili.

Ve ne potrebbero essere tante ancora ma mi chiedevo se in ottica di arrivo del Natale vi fosse posto per la “spiritualità” (in ogni forma e non solamente nel senso cristiano del termine) e se questa avesse bisogno di precetti.

Personalmente ho sempre mal sopportato i dogmi dettati dalle religioni o l’obbligo di uno Stato nella chiamata alle armi ad esempio, sono obblighi che creano un attrito dinamico, sfregando pesantemente sul piano della libertà, asportando anche materia grigia in taluni casi se si è propensi ad esser conformi con delle linee guida non disegnate da noi.

Che la società, specialmente quella americana, ancor meno priva di tutele della nostra, spinga a situazioni difficili da bambini tante persone non è cosa sconosciuta.

Molti atleti hanno dovuto fare i conti da piccoli con ristrettezze economiche o situazioni al limite del surreale, eventi che contribuiranno a segnare una personalità e in questo senso viene da chiedersi se la forza di volontà e la perseveranza (oltre alle doti/tecnico fisiche e una dose di fortuna nell’esser stati “scoperti”) siano catalogabili come spiritualità.

Qualcuno di questi atleti ha poi cercato di restituire ai meno abbienti qualcosa, tanti sono i casi, ricordandosi di ciò che hanno passato e forse sul parquet, dimostrare di valere più di trattamenti pessimi o algidi ricevuti in passato pur non meritandoli, può spingerli a un desiderio di rivalsa o a cercare rispetto attraverso l’ammirazione dei fan.

Chissà anche se una squadra più debole ogni tanto pensi di poter mostrare di ribaltare i ruoli, di certo una partita a Boston prima di Natale in queste condizioni sembra fatta apposta, predisposta e apparecchiata per far passare un buon Natale ai verdi, colore originario della ricorrenza festosa.

Analisi

Charlotte faceva sul serio in avvio di gara.

Ancora fresca la squadra di Borrego interpretava il volere del tecnico alla perfezione con buona difesa e soprattutto con un gioco offensivo fatto di triple tanto che date le buone percentuali i Calabroni finivano avanti il primo quarto anche avendo una panchina che con alcuni interpreti in serata no, penalizzava i nostri.

Nel secondo quarto la squadra viveva un po’ di rendita segnando alcuni buoni canestri ma nel finale una rimonta dei Celtics valeva il sorpasso nell’ultimo minuto (56-57) per mano dell’ex Walker a mezzo tripla.

Si andava negli spogliatoi sul 56-59 e i Celtics nel terzo quarto riuscendo a piazzare un altro mini parziale guadagnavano 10 punti di vantaggio che Charlotte tagliava con l’hook di Biyombo sino al -2 (73-75) ma su quell’azione Graham era costretto a uscire così i Calabroni tornavano sotto 75-84 anche perché Kanter al secondo tentativo portava sul 2-16 le second chance points a favore dei Leprechaun, molto più forti a rimbalzo offensivo.

La rimonta Hornets arrivava sino al -4 in avvio di ultima frazione quando Monk sganciava una dinamitarda dunk nonostante il tentativo di ponte da parte di Kanter che, minato, saltava per aria subendo anche l’addizionale per l’80-84.

Charlotte però non giocando bene le proprie successive possibilità offensive (anche un tiro di Zeller da fuori) finiva presto fuori partita anche perché si svegliava uno scatenato Tatum che finiva per mettere 39 punti totali ivi compresi quelli decisivi dell’ultimo quarto, ben 22.

G. Williams su M. Williams da tre valeva l’81-91, Tatum in avvicinamento a 9:39 depositava il +12 oltre uno Zeller incapace di difender l’anello chiudendo de facto il match che andava ampliando il divario nel finale con la panchina degli Hornets a far flanella contro un applauditissimo Tacko Fall & soci..

Natale non fantastico per i fan di Charlotte quindi ma proiettiamoci oltre le feste sul parquet pe sfidare i Thinder.

Nel frattempo buon Natale a tutti.

Numeri

Charlotte perde solo 3 palloni in tutto il match contro gli 11 di Boston, sforna 26 assist contro i 25 dei verdi ma i problemi ben noti solo i soliti: poca solidità difensiva a iniziare nella notte dalla lotta a rimbalzo dove il 27-57 a rimbalzo è un massacro (2-10 gli offensivi).

I rimbalzi portano tanti punti da second chance a Boston che li tramuta in tocchi da sotto ma anche in triple evidenziando la maggior qualità presente nel roster.

In secundis le percentuali dal campo: 40,2% FG e 29,4% 3FG per Charlotte contro il52,3% FG e 43,8% 3 FG per Boston anche se contro i Celtcs alla lunga era prevedibile che l’offesa non reggesse il confronto.

5-9 nelle stoppate.

La partita

Starting five

Boston: Walker (23 pt.), J. Brown (16 pt. + 9 rimbalzi), Ojeleye (5 pt.), Tatum (39 pt. + 12 rimbalzi), Theis (0 pt. + 5 rimbalzi).

Dalla panchina Grant Williams finirà con 12 punti e la coppia Langford/Kanter chiuderà co 8 punti a testa mentre il centro turco aggiungerà 13 rimbalzi.

Charlotte: Rozier, Graham, Batum, Bridges, Biyombo.

1° quarto:

La palla a due era conquistata dagli Hornets che tuttavia erano fermati d Theis (penetrazione di Rozier stoppata) e con la fuga dell’ex Walker sulla linea di fondo destra erano i Celtics a passare in vantaggio.

Graham rispondeva con tempismo e morbidezza per scagliare la tripla che modificava la squadra leader, quindi si innescava subito la sfida tra play: Walker da oltre l’arco ed era sorpasso, ancora Graham, questa volta sparando su Walker con l’aiuto del ferro ed era controsorpasso a mezzo tripla (6-5).

Bridges faceva buona guardia ma Brown metteva un top shot dalla destra in pull-up tuttavia Miles si rifaceva con la decisa stoppata sull’ex compagno Walker e con la tripla frontale del 9-7 a 9:14.

Rozier al secondo tentativo dopo l’avvicinamento a canestro metteva dentro il +4 a 8:31 ma Tatum al primo tentativo sull’entrata recuperava i due punti persi.

Per Charlotte però c’era un Graham in formato gigante: impressionante tripla frontale ben oltre la linea dei tre punti solo cotone: 14-9 a 7:57.

Brown dopo esser stato bloccato da Biz alla fine riusciva a spuntarla da sotto, sull’altro fronte la drive decisa di Miles finiva con preciso tocco ravvicinato diretto al centro della net.

Brown impegnato da tre sullo scarico era travolto da Rozier e in lunetta tuttavia riuscendo a segnar solamente l’ultimo dei tre tentativi concessi accorciava solo di un punto sul 16-12.

Dribble e jumper dalla diagonale destra di Rozier con Charlotte ad allontanarsi sul 18-12, Brown da tre accorciava ma i Calabroni con una piccola fiammata composta da una drive con floater di Bridges che successivamente, partendo dal post alto destro andava a battere Williams in uno contro uno ottenendo e segnando il FT per il 23-15.

Gli Hornets si bloccavano in attacco e un parziale di 1-10 portava i Celtics al vantaggio con la schiacciata di destro di Green in transizione (24-25).

Un bound pass corto sull’avanzamento di Zeller era perfetto per il floater in corsa del centro, abile a riscattarsi parzialmente dopo una brutta partenza.

Gli Hornets incrementavano il vantaggio nel finale con le frecce scagliate a Graham a 1.44 e con quella di Martin a 1:17 sul pick and pop con Graham.

Tatum da due frontale interrompeva la corsa dei grigi che tuttavia proseguiva nuovamente grazie allo scambio di favori tra le guardie: questa volta era Martin a pescare sulla diagonale sinistra Graham che non si faceva pregare per infilar da oltre l’arco il 35-27.

Tatum da tre, Graham in penetrazione subendo fallo segnava un 2/2, agli sgoccioli dei primi 12 minuti garantendo il 37-30 a fine primo quarto.

Rozier contro i suoi ex compagni di squadra. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva male la seconda frazione con tre secondi difensivi fischiati contro Zeller, poi era Tatum show, turnaround sulla linea di fondo e jumper su Graham del mid range, stoppata su Williams e 2 FT a 11:00 per affondare il 37-35.

Langford conservava il risultato stoppando Martin da dietro che tuttavia buttandosi dentro in transizione sull’azione offensiva seguente incamerava altri due punti (fallo di Green a 10:13) a vantaggio del team della North Carolina.

Tatum mancava il tiro ma Langford al secondo tentativo segnava da sotto palesando i limiti a rimbalzo di Charlotte.

Biz agganciando e appoggiando di destro ci riportava sopra il singolo possesso (41-37) e Graham subendo l’invasione del cilindro da dietro di Wanamaker (pessimo fallo su un tiro disperato ai 24 arrivato da una rimessa dalla trequarti con 4.1 sul cronometro), infilava a 8:47, due dei tre liberi concessi.

Persa di Tatum sulla pressione di Bridges, elbow jumper di Biyombo, Charlotte sopra di 8 (45-37).

La piccola ferita era rimarginata parzialmente dalla tripla di Langford ma Biz con l’hook rapido in post basso sx su assist di MKG metteva dentro il 47-40.

Con tre punti frontali Walker raggiungeva i 10 personali e i verdi al terzo tentativo offensivo aggiungevano due punti con Kanter accorciando sul -2.

Aggressiva dunk di Biz a 5:22 per mantenere la sicurezza di tenere il capo avanti poi Brown nel pitturato con l’alzata aiutata dal primo ferro andava per il – che tornava a essere un -4 con l’entrata in euro step di Rozier con relativo fing and roll (51-47).

Fallo fischiato a G. Williams su un’altra azione offensiva degli Hornets e Rozier in lunetta splittava per il +5.

Il finale però era per i Celtics che segnavano due liberi con Walker e raggiungevano il -2 con Williams che recuperando un rimbalzo subiva anche fallo sul tagliafuori mancato di Zeller dopo l’errore di Tatum al tiro.

54-52 con un 1-7 a rimbalzo offensivo e un 2-11 da second chance.

Brown in penetrazione pareggiava ma un fallo su Cody Zeller portava un +2 a Charlotte a :54.9 dalla sirena di mezzo.

Walker da tre sul cambio di Miles ed era +1 Celtics, +3 dopo la palla persa in attacco da un pessimo Zeller con due FT affondati da Green per il 56-59 che portava le squadre negli spogliatoi.

Biyombo ha giocato una buona pallacanestro in attacco e discreta in difesa ma è stato molto poco valido a rimbalzo. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

3° quarto:

Rozier partiva bene dribblando un paio di giocatori e allontanandosi in salto da Theis sulla spinta del centro a metter dentro subendo fallo.

Peccato che mancasse l’addizionale.

58-59 ma Walker da tre progettava la fuga al secondo tentativo (1-8 a rimbalzo offensivo), Ojeleye da sotto metteva dentro facile sul passaggio diagonale di un Tatum triplicato.

Biz metteva dentro resistendo al fallo di Ojeleye ma it’s a shame sull’aggiuntivo, ancora mancato da Charlotte che finiva per pagare i due punti persi con un canestro preso da Tatum in crossover (Biz foul).

2+1 per l’ala dei verdi e sulla tripla dall’angolo dx di Ojeleye il +10 dei Celtics sembrava porre fine alle speranze di comeback degli Hornets.

A 7:35 Charlotte in bonus andava in lunetta a splittare poi erano i primi tre punti del match a firma di Batum a 7:03 a continuar la rimonta, Biz con la dunk su passaggio di Bridges a 6:28 metteva il 68-72 e anche se Langford dall’angolo indovinava la tripla, su un inserimento centrale di Batum, Walker commettendo un fallo morbido, regalava altri tre punti (5:26) al transalpino che anticipava i due di Biz in jump hook a 4:30 per il 73-75.

Sul più bello però usciva Graham che probabilmente sentiva tirare un flessore della gamba sinistra e in poco i Leprechaun scavavano il solco: Walker da tre e Brown in entrata ed ecco il time-out di Borrego sul 73-80 a 3:26.Walker in reverse layup e Rozier al ferro alzavano lo score poi era Kanter al secondo tentativo da sotto con un 2-16 da second chance riportava a 9 le lunghezze pro Celtics.

L’alzata dopo una girata dalle parti del post basso sinistro oltre Kanter da parte un Rozier zigzagante in entrata era valida per chiuder sul 77-84 i 36 minuti di gioco

4° quarto:

Partiva con il punto esclamativo Monk che andava in entrata a posterizzare Kanter, furbo a girarsi e a provar a fare da ponte al “Monaco” che però non pendendo l’equilibrio regalava il poster a una mano più addizionale.

Si accendeva però Tatum che in area metteva dentro due punti, sull’altro fronte Marvin Williams mancava la tripla aperta, Tatum ne aggiungeva altri due in turn around e anche Zeller mancando l’open tornando in difesa per ammirare il duello tra Williams, poteva solo andar a raccoglier la palla finita nel cesto sparata da Grant da oltre l’arco per l’81-91.

Tatum in avvicinamento a canestro non trovava ostacoli se non uno Zeller come ammiratore.

+12 a 9:39, ancora Tatum per il +14 con un 1-11 di parziale e dopo il turnaround di Marvin Williams, Tatum chiudeva il match se qualcuno avesse pensato si potesse riaprire, con la tripla a 8:16 su Marvin.

Tatum raggiungeva anche quota 100 per i suoi (86-100) e metteva 20 punti di divario nel finale (93-113) con un two and one (22 pt. nell’ultima frazione), entrava anche T. Fall per i Celtics (ovazione per lui) e così il lunghissimo senegalese accumulava 4 punti compreso un alley-oop e una stoppata mentre la panchina di Charlotte chiudeva malamente il match lasciando giocare i ragazzi di Stevens che finivano per vincere 93-119, risultato un po’ bugiardo solo nel divario finale.

Le pagelle

Terry Rozier: 5

14 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/17 FG. 0/5 da 3 e -21 in +/-. Si scioglie troppo quando il match conta. Già dall’inizio patisce un po’ il confronto con l’ex Walker anche se trova spunti interessanti tuttavia è disordinato negli attacchi e non ha esattamente un marchio di fabbrica, anche se quando riesce a trovare il tempo per l’entrata rallentata è capace di produrre buoni risultati anche se non costanti. Da fuori non prende tirando troppo spesso con velocità. Andrebbe più servito anziché vederlo magari far tutto da solo con il pull-up.

Devonte’ Graham: 6,5

23 pt., 4 rimbalzi, 10 assist. 6/17 FG. Va in doppia doppia contenendo al -3 il plus/minus. Finisce esattamente come Rozier dal campo ma con un 6/13 da tre sebbene dopo il favoloso primo quarto, diventi, sotto l’effetto della stanchezza dovuta al fatto di essere anche il fulcro della manovra, largamente impreciso. Trova ancora un paio di giocate per andare a prender punti in entrata ma l’ultima bomba che sgancia è quella nell’ultimo quarto a partita praticamente finita con i due quarti centrali a secco da tripla. Rimane una buona gara con assist reali, veloci, precisi e belli da vedere quelli schiacciati. Non ha molta assistenza se non nel primo quarto quando Martin gli offre palla per la tripla con spazio da sinistra. Sul -2 deve uscire nel terzo quarto e Charlotte incassa uno 0-5 rapido in pratica. Fortunatamente riesce a rientrare sul parquet e sperando non sia nulla di serio, avrà qualche giorno per riposarsi.

Nicolas Batum: 5,5

6 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 2/4 FG. -3. Mah… messo per “equilibrare” il quintetto da Borrego, anche se in plus/minus non va male, poco aggiunge alla squadra. Segna una tripla e fa un bell’inserimento per un two and one con il fallo di Walker. Non una gran difesa commette 3 falli, qualcuno evitabile.

Miles Bridges: 6

15 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/13 FG, -21. L’unico titolare che rimane in campo nel finale ed ecco ampliarsi il plus/minus in senso negativo. Ottima partenza mostrando di poter segnare in entrata se va con il suo passo. Bella stoppata e successiva triplasempre nel primo quarto, qualche rimbalzo ma non sufficiente sotto questo aspetto.

Bismack Biyombo: 6

18 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. 8/11 FG, 2/3 FT. Paradossale partita di Biyombo che influenza diversi tiri, specialmente nel primo quarto, poi non sempre convince in difesa lasciando qualche spazio ma se la difesa è buona i rimbalzi sono ridicoli, sovrastato dai lunghi avversari. Ottima serata offensiva mostrando ganci rapidi, elbow jumper e dunk aggressive.

Malik Monk: 5,5

3 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. La jam in faccia a Kanter più il FT poi altri 4 tentativi a vuoto con uno 0/2 da fuori. Deve alternare un po’ le soluzioni da dentro e fuori ma rimane molto più efficace e migliorato con quei kg in più addosso, da vicino. Mezzo voto in più solo per lo spettacolo della dunk che richiamava i compagni alla possibile rimonta. Inascoltato.

Cody Zeller: 4,5

6 pt., 1 rimbalzo. 2/4 FT. -20. Pessima partenza a livello difensivo, non riuscendo a difendere e a prender rimbalzi mentre anche in attacco commette un passi in partenza. Qualche buona giocata offensiva ma anche qualche forzatura non consigliabile ma soprattutto da buon difensore che era pur non essendo un protettore dell’anello, oggi sembra non sappia più difendere ed è un handicap per gli Hornets.

Cody Martin: 5,5

6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Buona prima parte anche per lui poi il crollo, non disgiunto dal resto del team. -20. Dopo il massimo in carriera della scorsa partita segna meno ma con un ½ soltanto al tiro. Non così decisivo dopo il primo quarto. Serve più energia, i cm purtroppo non bastano in certi casi.

Marvin Williams: 4,5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata in 18:45. 1/6 FG, -13. Pessimo attacco con un solo turnaround realizzato, da tre manca una possibilità in avvio di ultimo periodo e prende in faccia un paio di bombe decisive negli ultimi 12 minuti. Serata no.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

0 pt., 1 assist in 5:26. -3. Messo in campo per contenere fa quello poi serve un assist verticale a Biyombo.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt., 1 assist in 3:42. Passeggiate…

Willy Hernangomez: 5

0 pt., 1 rimbalzo. Minuti finali (3:25) per Willy ormai classificabile come sciagura. TO e canestro facile per gli avversari, in difficoltà e rinunciatario in attacco ci prova una volta da fuori e sbaglia.

Coach James Borrego: 5,5

Non molto da imputare. Fa quello che può con i mezzi che ha, se non fosse per il reinserimento di Batum in quintetto. Nulla aggiunge, nulla toglie forse, nel senso che rimane un comprimario ma per aver quelle cifre gli sarebbe preferibile qualche altro player.

Game 32: Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 107-114

Intro

Atmosfera natalizia allo Spectrum Center per l’ultima uscita casalinga degli Hornets prima di Natale.

Tempo di condividere, di stare insieme e di gioia sperando la squadra la regali ai propri fan nell’occasione.

Partita non semplice contro i Jazz ma i ragazzi di Borrego cercheranno di essere nella miglior versione possibile dopo esser riusciti a riposare finalmente due giorni e riscattare la partita controversa a Cleveland.

Analisi

Problemi fin da subito per gli Hornets che non riuscendo a contener Gobert (già in doppia doppia nel primo quarto) andavano sotto nel primo quarto, anche perché Mudiay si aggiungeva con due triple consecutive (20-26) all’offesa ospite.

Hornets che calibravano l’attacco e riprendevano il controllo della partita grazie anche al pressing finendo all’intervallo avanti 64-56.

Charlotte diveniva irriconoscibile nella ripresa concedendo il rientro ai Jazz che finivano sul -2 il terzo quarto andando a vincer la partita nel finale.

Forza fisica e un Bogdanovic capace di sfruttare i mismatch sui marcatori a turno su di lui (Martin se l’è cavata discretamente) riportavano nell’ordine delle cose la gara.

Gli arbitri hanno, dal mio punto di vista, sbagliato molto, scontentando le due squadre, Snyder è stato espulso per feroci proteste ma da ambo le parti la terna con le loro scelte hanno finito per minare una partita tranquilla.

Hornets troppo individualisti nel finale, alla ricerca di un’identità, di gioco migliore.

36-42 a rimbalzo, 20-27 negli assist, 45,9% contro il 52,0% nel FH con Utah al 50,0% da tre.

17/22 CHA ai liberi contro il 19/20 di UTA.

Niente regalo quindi, carbone della Befana in anticipo per i fan Hornets che sperano magari di fare lo scherzetto ai Celtics domani a Boston benché sarà durissima…

Starting five

I Jazz, guidati da coach Snyder si presentavano allo Spectrum Center con il seguente quintetto: Mitchell (20 pt.), Ingles (14 pt.), Boj. Bogdanovic (26 pt.), O’Neale (11 pt.), Gobert (17 pt. +19 rimbalzi).

Dalla panchina 12 pt. per Mudiay e 9 per Niang.

Charlotte rispondeva con: Rozier, Graham, Batum, Bridges e Biyombo.

1° quarto:

Partenza botta e risposta tra le due squadra anche se Utah sembrerebbe poter prendere il sopravvento, la pressione degli Hornets da buoni risultati e dopo il canestro di Ingles arrivato da un suo scatto su rimessa naturale più finta e reverse comodo in uno contro uno, gli Hornets rispondevano con un short floater di Biyombo a 11:27e dopo due buone difese di Batum, Rozier inventava in uno contro uno il pull-up stretto per il 4-2.

Pareggiava Utah con Gobert ma Miles intercettando un passaggio orizzontale andava in coast to coast ad appoggiare al plexiglass oltre Gobert.

Mitchell appoggiava facilmente il 6-6, Rozier con un little step-back nel pitturato batteva Gobert a 8:41 quindi toccava a Gobert andare in correzione per riportare la partita in equilibrio.

Colpo grosso a 8:09 per Graham con la tripla ma a 7:53 immediato pari di Bojan Bogdanovic, diretto, da oltre l’arco.

Gobert stoppava Graham che sull’azione successiva ci riprovava lontano dai tentacoli del centro scartando tre punti regalo…

Bogdanovic da tre non funzionava ma Gobert saliva sopra Martin per tapinare con Biz troppo arretrato per intervenire.

Martin da tre punti realizzava dalla destra ma i Jazz scavalcavano con un gioco da tre punti di Gobert che nel mezzo del sandwich Batum-Martin metteva dentro tiro e libero per il 17-18 a 5:16.

Grandi problemi per contenere i cm e i movimenti di Gobert che , infatti, segnava anche il 17-20.

A 4:21, al secondo tentativo sulla stessa azione, Rozier segnava da tre punti riequilibrando il match ma gli Hornets concedevano una tripla aperta e una schermata a Mudiay che trascinava i suoi sul +6 (20-26).

Crossover del rientrante Graham con arresto nel pitturato, da dietro Niang lo toccava mentre il nostro play appoggiava trovando il libero supplementare per il 23-26.

Niang si faceva perdonare con la bomba dall’angolo destro ma Monk a 1:55 da sinistra continuava ad alimentare le alte percentuali da oltre l’arco con un rim/glass vincente e un pochino fortunato.

Quando Martin stoppava Mitchell e l’azione si portava rapidamente sul fronte opposto era sempre l’accanito difensore pronto a trasformarsi in dunker per chiudere l’azione che portava al 28-29.

Mudiay segnava tirando su Martin dal pitturato ma Graham a 1:05 rischiava scagliando un profondo deep 3 che rosicchiava la retina.

Sul 31-31 Graham ritentava ma questa volta era solo air-ball, occasione buona per recuperar palla al volo sotto canestro per Zeller che affrontato fallosamente sul reverse da Ed Davis ci portava sopra a :01.7 con il 2/2 per il 33-31 dopo i primi 12 minuti.

Raddoppio Zeller/Williams su Gobert per tagliarlo fuori. Foto tratta dalla pagina ufficiale dei Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva bene Monk in entrata segnando nonostante il fallo prolungato di Ed Davis, peccato l’aggiuntivo finisse lungo e che due successivi FT di Zeller (bravo ad attaccare in mismatch Mudiay in post basso destro) finissero sui ferri.

Cody però recuperava una palla in difesa facendo muro su un Ingles che indirizzando il dribbling in quella direzione finiva per schiantarsi e favorire la dunk appesa di Martin.

Ingles si rifaceva accorciando da tre punti ma a 9:11 un Williams in formato tre punti realizzava il 40-34.

A 8:42 il giro di palla veloce e sopraffino di Charlotte portava Monk a scagliare dalla diagonale destra con spazio a realizzare il +9.

Niang dal corner riduceva a 6 lo scarto con la granata triplice e poi Bogdanovic dal pitturato centrava il bersaglio.

Batum stoppando Mudiay innescava l’azione che chiudeva Bridges a canestro e il francese tornava a farsi vedere in difesa subendo uno sfondamento di Gobert a 7:04 (2-6 i TO).

L’open del vecchio J. Green valeva il 45-42 ma Charlotte reagiva segnando in pull-up con Rozier dalla FT line e Batum aggiungendosi alla pattuglia degli arcieri hornettiani a 5:55 mandava Charlotte sul 9/12 da tre contro il 7/14 avversario.

Mudiay metteva dentro due punti ma anche Martin arrivando dalla baseline destra, bravo in salto ad appoggiare sul lob del transalpino di Charlotte.

Martin interrompeva al volo deviando al vetro un passaggio per Gobert e Bridges andava a segnare il +10 (54-44).

Nel finale numerosi tiri per Bogdanovic tenevano in corsa gli ospiti che subivano invece un tap-in di Zeller, un’entrata in diagonale di Martin dal passo lungo con appoggio al vetro e palla che si fermava sul primo ferro prima di entrare, una bella steal di Rozier su Bogdanovic che lo portava ad appoggiare artisticamente proteggendo palla per il 60-50.

Era sempre Bogdanovic però a terminare il quarto infilando due FT (11/11 per i Jazz) un po’ generosi questa volta per uno sfioramento di Rozier con il croato a buttarsi classicamente sul difensore.

64-56 era il punteggio del primo tempo.

Cody Martin cerca il gioco di squadra. Foto tratta dalla pagina ufficiale dei Charlotte Hornets.

3° quarto:

Graham mancava il primo tiro della ripresa, Biz il tap-in ma la palla conservata da Charlotte era spedita dentro dall’angolo sinistro da Rozier con la tripla in step back.

L’entrata di Mitchell valeva il -9 (67-589 ma un Rozier in ritmo con il floater dal pitturato ci riportava al vantaggio in doppia cifra sebbene Utah cominciasse a ingranare e si portasse con tre liberi sul 70-61 prima e con una tripla di Bogdanovic a 8:33 sul 70-64 poi…

Per un fallo di Bogdanovic su Rozier il nostro numero tre ne metteva tre su altrettanti tentativi a 7:35 Graham dopo il crossover appoggiava ma le triple in fila di Bogdanovic,e Mitchell (6:29) diminuivano il gap a 5 punti (75-70).

Rozier con finta e jumper incrementava il suo bottino a 6:09 ma a 5:21 Ingles da tre segnava il -4 ritoccato poi da un libero di O’Neale a 4:49.

Lo stesso O’Neale da tre riavvicinava i Jazz sul 79-77 ma una tripla di Graham rispediva indietro gli avversari capaci però di rientrare in gara con Niang a 1:34 per il pari a quota 82.

Finiva 86-84 la penultima frazione.

4° quarto:

Subito 2+1 di Utah e sorpasso a 11:48.

Charlotte a 11:09 però tornava sul +3 con i punti di Monk ma un tecnico al numero 1 serviva ai Jazz per trovar la scia del pari.

Si giungeva sul 92 pari quando Marvin recuperava la sfera andando dentro per agganciare e appoggiare in un unico fluido doppio movimento e Mudiay pareggiava.

Ingles a 9:15 la open 3 di Ingles valeva il sorpasso, due jumper di Bogdanovic dalla baseline destra aggravavano la situazione (92-99) con Rozier che per cm non riuscendo a contener lo slavo a 6:44 su una transizione convulsa in avvio, andava dentro a metter il tiro in appoggio dopo aver toccato una palla oltre due difensori dei Jazz che si andavano a scontrare.

Un Snyder in versione Hulk protestava per il fallo che non c’era e andava fuori dal campo per il secondo tecnico…

Quando Ingles dal corner destro metteva il 97-105 c’era poco da fare anche se negli ultimi minuti la pressione di Charlotte portava alla rimonta nonostante troppo individualismo dovuto alla frenata delle giocate, a una difesa più aggressiva e uno Zeller da 0/2 in lunetta ritardava il rientro che avveniva (sino all’unico possesso di distanza) quando a poco più di 21 secondi Graham metteva dentro la tripla del 107-110.

Poco tempo e i Jazz ne approfittavano per chiuderla fino al 107-114 finale.

Un classico purtroppo condito anche da un fallo offensivo di Graham abbastanza opinabile per il metro di giudizio tenuto da una terna piuttosto scapestrata.

Le pagelle

Terry Rozier: 5,5

29 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 11/24 al tiro. 5/5 FT, -18 in plus/minus.

Segna spessissimo nel primo tempo, ne mette poche nel terzo quarto po si spegne sbagliando diversi tiri chiudendo a 29 punti con troppe triple o tiri fuori equilibrio presi nell’ultimo quarto. Non riesce più a segnare e gli avversari passano avanti. Incassa un paio di tiri dalla media di Bogdanovic non avendo l’altezza.

Devonte’ Graham: 6,5

22 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 7/22 dal campo (5/13 da 3). +5.

Prova a risolver con soluzioni personali trovando 5 triple anche in serata, un paio molto profonde compresa l’ultima del -3 prima del riallungo definitivo avversario. In attacco però tiene troppo palla passeggiando e i secondi sul cronometro si assottigliano.

Nicolas Batum: 5

5 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 2/4 dal campo. -21. Buona partenza difensivamente parlando tra stoppata, sfondamento, ecc. L’emblema del team che si scioglie nel secondo tempo. Titolare come SF non credo che abbia lo stesso atteggiamento aggressivo nel secondo tempo, troppo lento e impacciato rispetto al primo dove si era visto un Nic vecchio stampo.

Miles Bridges: 6

8 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. 3/5 dal campo. -11. Qualche chiusura non è degna di Miles che compensa con 4 rubate e una fiammata da 4 punti ravvicinati nel primo tempo.

Bismack Biyombo: 4,5

2 pt., 4 rimbalzi. ¼ dal campo. 3 falli, -4. Brutta partita. Sovrastato da Gobert ne viene influenzato e in attacco prende pessimi tiri, buoni come idea ma pessimi come esecuzione. 22:20 in campo, non funziona la manovra con lui e Borrego lo toglie.

Marvin Williams: 6,5

7 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/5 dal campo. 3 TO, +3. Prende uno sfondamento nel finale e cerca in tutte le maniere di difender per recuperare come quando si allunga in tuffo e recupera palla (contesa) riuscendo a servire indietro il compagno.

Cody Zeller: 6

13 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 4/5 dal campo, 5/9 FT. 4 falli. +3.Si difende discretamente nel secondo tempo su Gobert, molto meglio di Biz e riesce anche a segnare canestri preziosi in tap-in, in entrata con l’appoggio più libero nel finale. Peccato che proprio a gioco fermo inanelli due volte in partita degli zero su due, uno ottenuto nel finale che finiva per tagliar ulteriormente le gambe alla squadra di Borrego. Discreto a rimbalzo.

Cody Martin: 6,5

11 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/7 dal campo. 4 falli, -1. Attivo, il migliore su Bogdanovic, stoppa e va a proporsi per schiacciare nel primo quarto. Parte con un 5/5 poi si spegne ma è utile a frenare gli attacchi dei Jazz. La tripla decisiva e letale che pende da Bogdanovic dall’angolo è episodi anche se rientra forse tardivamente ma il close-out c’è.

Malik Monk: 6

10 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 4/9 dal campo, +9. Buon attacco iniziale poi si perde nella schiera degli attaccanti a vuoto. Bello il rim-glass 3 del primo tempo sparato da sinistra, di pari passo, buon impegno difensivo. Brutto passaggio volante ravvicinato per Biyombo e conseguente palla persa.

Coach James Borrego: 6

Primo tempo buono, secondo tempo fuori ritmo e senza tanti schemi.

Game 31: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 98-100

Intro

Incertezza

Secondo Michel Montaigne l’uomo è un animale che deve accettare e vivere dentro il limite.

Si parla di limiti nella conoscenza ma anche dei limiti dell’esistenza dunque la caratteristica dell’uomo è l’incertezza, la cifra della nostra esperienza.

Nonostante tutte le certezze (alcune poi fasulle) che possiamo avere, la precarietà e il viaggio futuro sono incertezza.

Va da sé che, oltre alla condizione umana, il non esser capaci di predire il futuro come oracoli o sibille né di mandare indovinelli come faceva Joker sul modello oscuro di queste ultime, esiste un lampante vantaggio secondario.

Questo è la bellezza della sorpresa nel “tempo futuro”, specialmente quando in una determinata questione la bilancia non sembrerebbe pender nettamente da una parte.

Charlotte va a Cleveland cercando di ribaltare il fattore campo ed espugnare un parquet che non ha più nell’aria l’odore del talco di LeBron James ma la condizione di partenza dei due team non è troppo dissimile a livello di aspettative, anche se in classifica Charlotte sta andando decisamente meglio, perciò, a pochi minuti dall’inizio della partita, vedremo chi sarà più bravo in serata a usare le proprie doti per vincer questo match.

Analisi

Assurda partita a Cleveland.

Gli Hornets partono male e vanno sotto piuttosto nettamente sin da subito con Cleveland abile a sfruttare il pitturato anche con i suoi piccoli come i floater di Sexton assestati ai fianchi.

Charlotte sembra non averne molta di benzina e va a chiudere il primo tempo sul 41-53, un po’ surclassata a rimbalzo (17-25) concedendo troppo al tiro agli avversari che chiuderanno con il 57,8% il primo tempo nonostante lo 07,7% (1/13) da tre punti.

La gara si fa drammaticamente noiosa quando un parziale di 2-10 allontana Cleveland sul +20 dopo una tripla di Love.

Gli Hornets toccano anche il -24 ma nonostante una difesa non imperforabile pian piano rimontano e tornano sul -12 grazie a una tripla di Rozier a 5 decimi dal suono della terza sirena.

Il piccolo quintetto proposto da Borrego forzava altri TO commessi dai Cavs (tantissimi) che con qualche punto sparso cercavano di portare a casa agevolmente il match e ci riuscirebbero se Rozier non si trasformasse in un finale contro il tempo quasi nel LaVine visto a Charlotte e infilasse in fing and roll in esitazione per poi sparare una tripla da second chance a 1:26 che valeva il -6 (89-96).

Clarkson rispondeva da due ma a 1:01 un big 3 di Rozier dava il -5.

Thompson per fallo di Williams andava in lunetta e il centro non tradiva i suoi.

Rozier a :35.6 ne infilava un’altra per il -4 (95-99) ma Marvin commettendo fallo su Nance Jr. giungeva al capolinea per falli.

Liberi splittati e -5.

A :21.2 Graham consegnava a Rozier il finale di partita e la bomba esplosa dalla diagonale destra oltre Thompson era surreale.

98-100 a :21.2 dalla fine.

Charlotte non commetteva fallo e la pressione di Martin su Sexton costringeva il play alla palla persa.

Ultima occasione per Charlotte che cercava ancora Rozier, bravo a liberarsi e a portarsi sulla top of the key per provare il colpo partita ma il suo tentativo contrastato da Thompson schizzava via sui ferri e non c’era più tempo per il delitto perfetto visto che gli Hornets in partita non avevano mai comandato il match.

Probabilmente la W sarebbe stata troppo visto l’andamento del match con Charlotte svegliatasi troppo tardivamente, un peccato ma probabilmente il calendario denso e il back to back hanno prodotto quel minimo di difficoltà in più che ha finito per giovare ai Cavalieri, i quali non hanno rubato nulla benché avrebbe potuto finire da eroe Rozier che invece ha disputato una controversa partita prima del finale super.

A livello di numeri Charlotte ha fatto meglio di Cleveland nelle steal (12-7) e nei TO nettamente (9-23) finendo per tirare di più ma peggio (37/91 per un 40,7% contro il 40/74 di Cleveland per il 54,1%) ma meglio da tre con il 35,1% contro il 26,9% in particolare grazie a Rozier nel finale.

Pari nelle stoppate (3-3) e negli assist (25-25), ai liberi leggermente meglio Cleveland: 11/18 CHA, 13/17 Cleveland mentre a rimbalzo il predominio della squadra dell’Ohio è stato netto (35-48).

La partita

Starting Five

Rozier, Graham, Bridges, Zeller e Biyombo erano riconfermati da Borrego.

Cleveland con: Garland (7 pt.), Sexton (23 pt.), Osman (18 pt.), Love (16 pt. + 14 rimbalzi), Thompson (14 pt. +13 rimbalzi).

Unico Cavs in doppia cifra dalla panchina: Clarkson con 10 punti.

1° quarto:

Buttava subito male per gli Hornets che subivano due canestri (Osman in appoggio e Love dalla baseline destra) per lo 0-4 iniziale.

A 10:30 Zeller con una finta si faceva spazio dopo aver saltato il marcatore, non trovando traffico verso il canestro per andare a schiacciare segnava il 2-4.

Cleveland ne metteva altri quattro ma Bridges e Graham con 5 punti ( 2 e 3 rispettivamente) portavano sul 7-8 la partita che tuttavia si allontanava con la tripla di Osman e l’appoggio del turco a 8:13 con i locali bravi a segnare dei volte su sette tentativi per il 7-13.

Non cambiava la solfa anche dopo la pausa chiesta da Borrego, Cleveland saliva sul +10 (11-21) grazie a un aggressivo Thompson abile a battere Zeller.

Il tempo passava ma le distanze rimanevano invariate quando Martin trovava Biz pronto per la schiacciata a 4:16, peccato per il libero mancato (15-25).

L’ingresso di Monk dava qualcosa di più in attacco e a 3:38 colpiva praticamente immediatamente andando in entrata ripetendosi da tre punti con un tiro dalla destra che valeva il 21-29.

+8 per i Cavs alla fine del primo periodo.

2° quarto:

Charlotte provava a cambiar passo con Zeller bravo a rallentare con la finta la salita per l’appoggio, attorniato da tre giocatori, poi il fallo sul tocco e gioco da tre punti dopo 15 secondi.

A 9:59 Zeller chiudeva il triangolo dopo un bel passaggio di MKG altro two and one così Charlotte risaliva sul -6 27-33).

Rozier appoggiava in entrata dopo lo spin e la spinte, Rozier appoggiava e andava in lunetta successivamente per altri due FT così Calabroni tornavano al -6 (33-39).

L’incapacità di difendersi mandava i Cavs sul vantaggio in doppia cifra con Osman al vetro su Graham e il layup di Thompson a 3.27

Time-out ma niente cambiava con Sexton che in area segnava il 34-47 (5/5 dal campo con 10 punti).

Charlotte reagiva nel finale e un pass di Martin per Zeller valeva nel finale Williams metteva una tripla ma Sexton con un 7/7 dal campo chiudeva sul 41-53 i primi 24 minuti a il -8.

3° quarto:

Avvio di ripresa disastroso per gli Hornets che “beccavano” subito la tripla da Love e la transizione di Osman più fallo di Graham che non faceva danno visto che il turco mancava il libero ma Sexton, spinto da dietro in area da Bridges trovava invece il two and one. Love da tre punti completava il quadro facendo cifra tonda per il -20 Hornets (43-63) a causa di un parziale di 2-10…

Charlotte cadeva anche sul -22 ma nel finale trovava buoni spunti per attaccare validamente la difesa avversaria con Rozier a 2:32 poi lo stesso numero 3 rimediava a un errore in solitaria in transizione riprendendo la sfera e appoggiando con tutta calma vista la non presenza di avversari in zona.

A 1:43 il running hook di MKG anticipava la sua tripla ai 24 tirando da sinistra per il 61-76 a :57.6.

Si arrivava al finale con Cleveland a spender un fallo a una manciata di secondi dalla terza luce rossa ma a cinque decimi dalla sirena in uno contro uno Rozier alzava la parabola oltre il difensore e recapitare la tripla annullando tutto il vantaggio preso dai Cavs nel quarto.

Da -12 di partenza si tornava a -12 ma con una dozzina di minuti in meno.

4° quarto:

Beffarda partenza di Charlotte che rubando un pallone spalmava sul ferro la possibilità di accorciare a -10 con Rozier e sull’altro fronte Porter Jr. da tre puniva subito la supponenza della nostra guardia per il 64-79.

Bacon in lunetta splittava a 11:21, Charlotte otteneva il rimbalzo e cinque secondi più tardi ancora dalla lunetta era solo uno su due…

Bacon con discreta iniziativa e spin in area depistava il difensore per alzare un tiro aiutato dall’anello (68-79).

Charlotte però sembrava non poter mai rientrare in partita quando Love da tre punti dall’angolo sinistro ci rispediva sul -14 (68-82) e Thompson in alley-oop aggravava la situazione e Charlotte sembrava impotentemene destinata a terminar la sfida tra i 10 e i 20 punti di scarto.

A 6:55 però prime avvisaglie di Rozier, quello vero e concreto da tre punti: prima bomba…a 6:28 Graham ne aggiungeva un’altra spingendo Charlotte sul -10 (74-84).

Per un fallo nell’angolo destro (tocco sul polso di Osman sul close-out) il turco in lunetta adava ma realizzava solo uno dei tre liberi assegnati tuttavia non si riusciva a riavvicinarsi e il lampo in steal di Rozier con servizio e appoggio di Martin in transizione per il two and one a 4:58 fruttava solo il 77-87.

Clarkson per il +12 era rintuzzato da Rozier con due liberi a 4:13.

Scoop al vetro di Zeller a 3:44, risposta di Sexton ed eternamente la gara girava intorno alla soglia dei 10 punti di differenza.

Thompson in gancio su un Cody che non riusciva a contenerlo faceva il +12 Cavs ma sull’altro fronte un bel gioco di passaggi liberava Williams sicuro arciere dalla sinistra per i tre punti dell’84-93.

Rozier con l’esitazione in transizione si liberava dell’ultimo difensore per depositare il fing and roll cominciado a metter paura a Cleveland che segnava con Sexton il FT line jumper (86-95).

Da una second chance era ancora l’ex Boston a trovare il dardo avvelenato ma dal bordo sinistro dell’area Clarkson si dimostrava professional scorer battendo al tiro un ostinato Martin.

-8 fino a 1:01 quando Rozier senza perder tempo mandava a bersaglio un’altra fiondata da oltre l’arco per il 92-97 e il -5.

:40.9, fallo di Williams su Thompson e 2/2, -7…

Rozier, open 3 a :35.6 clamoroso (95-99), -4…

:31.4, Nance Jr. subiva fallo splittando in lunetta mentre Williams era cacciato per il sesto fallo. (95-100).

:21.2, Graham consegnava palla a Rozier che spostandosi dal centro sulla diagonale destra calava la tripla da vicino alla linea laterale di bordo campo superando Thompson con un surreale tiro facendo il 98-100.

Pressione Hornets sulla rimessa e Sexton toccava palla in out sulla pressione di Martin.

:16.2 da giocare e possesso Hornets.

Graham cercava Rozier che si liberava bene sulla top of the key ma il suo avvitamento con tiro da tre contrastato da Thompson era di poco impreciso, la palla rimbalzava sui ferri ed evitava a Cleveland di esser vittima del delitto perfetto.

Un peccato per Charlotte che tuttavia ha sofferto il claendario e un approcio non ideale, forse sarebbe stato troppo ma se avesse vinto, come Cleveland, non avrebbe rubato nulla sotto la spinta di un Rozier che speriamo di rivedere cos’ in forma nella prossima contro Utah.

Le pagelle

Terry Rozier: 7

35 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. 12/27 dal campo. 7/15 da tre e -2 in +/-. Brutta partita inizialmente spesso fatta di tocchi completamente fuori misura in entrata, di errori in appoggio o schiacciata e di avversari che lo battono troppo facilmente. Nel finale esplode con triple in serie ma sulla sirena, nonostante si fosse liberato bene, mancava quella più importante del sorpasso dopo aver messo surreali triple.

Devonte’ Graham: 5,5

9 pt., 1 rimbalzo, 9 assist, 2 rubate, 1 stoppata. -10. 3/16 dal campo, 2/9 da tre. Il voto lo fanno le percentuali, ultimamente sbaglia troppo… A un punto dai 10, a un assist dalla doppia doppia se fosse stato sui suoi standard. Un po’ in involuzione c’è bisogno ritrovi la sua mano migliori per il tiro.

Miles Bridges: 5

6 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 3/7 dal campo, -21 in +/-. Brutta partita dal mio punto di vista, non convince in difesa e nel secondo tempo spara una tripla open sul ferro.

Cody Zeller: 6

15 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. 6/10 al tiro, -1. Fatica parecchio a contenere Thompson all’inizio, nel finale piazza anche una steal su di lui. Quasi in doppia doppia mette un paio di two and one intelligenti.

Bismack Biyombo: 5

4 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 0/3 ai liberi, -26. Sovrastato nell’occasione, tradisce le attese. Avesse segnato quei tre liberi… Decisamente sofferente non è il Biz delle ultime uscite a parte qualche rimbalzo. Prende poco l’iniziativa in attacco e nel nostro pitturato gli avversari ne approfittano quando manca raddoppi o di energia.

Malik Monk: 6

5 pt., 2 rimbalzi in 11:52. +2 con 2/4 al tiro. Buona la partenza, esce per una contusione al fianco e non rientra. Speriamo sia presente per quella contro i mormoni.

Marvin Williams: 6

10 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. 4/10 dal campo, +14. Fouled out nel finale. Si spende e porta qualche punto, peccato quel fischio nel finale nei suoi confronti, un fallo che non c’era probabilmente… Una tripla nel finale che contribuisce alla rimonta. Alla doppia cifra arriva ed è un discreto contributo dalla panchina nel finale anche se deve arrestare gli avversari con un paio di fall che lo portano fuori dal match negli ultimi secondi privandoci di una buona fonte per una possibile tripla da scarico.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

5 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 2/4 dal campo, +5 in 12:42. Discreto nella sua performance su ambo i lati del parquet.

Cody Martin: 6,5

5 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. 2/6 dal campo, +19. Grande pressione sulla palla e nel finale a fa perdere anche a Sexton. Buon stealer, bravo passatore se vuole, con lui in campo, nonostante ci siano momenti di difficoltà e non riesca a fermare Clarkson e il suo tiro a bordo pitturato nell’ultimo quarto è bravo a prender posizione e a esser aggressivo senza eccedere, scadere sempre nel fallo. Riesce anche talvolta come caratteristica a prender sfondamenti. Martin non ha un super tiro, esagera nel prenderseli in situazioni non consigliabili per questo rimane un giocatore prettamente difensivo anche se il suo atletismo in difesa si può trasformare in attacco con triple da scarico e dunk micidiali se ne ha la possibilità. Guadagna un two and one appoggiando sul contatto in transizione sull’assist di Rozier.

Dwayne Bacon: 6

4 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 1/3 dal campo, 2/4 in lunetta, +10. Due volte in lunetta nell’ultimo quarto fa 2/4 poi si inventa un bel spin per andare a canestro ma nei minuti successivi cerca di far muro contro le incursioni avversarie, Borrego decide che non è più il suo tempo e si siede in pamnca nel finale di match.

Coach James Borrego: 6

Squadra assente all’inizio, fatica, accumula punti, sembra non rientrare mai anche quando l’attacco a fiammate funziona ma nel primo tempo i tempi della copertura del pitturato non sono buoni e contrastate i tiri di Sexton sembra un optional mentre Thompson è difficile da fermare. Il risveglio tardivo nell’ultima parte di partita porta soprattutto la firma di un Rozier in versione eroe e un piccolo quintetto che forza ai TO gli avversari portati a commetterne. A Rozier manca il tiro finale per diventare super e superare i Cavs. Charlotte av K.O. su un campo abbordabile ma il calendario non era dalla nostra, con un giorno di riposo in più probabilmente avremmo vinto di qualche punto ma questa è la NBA ed è difficile. Alla prossima contro Utah sperando la squadra sia più fresca e regali l’ultima gioia casalinga prima di Natale, partita da non steccare assolutamente…

Game 30: Charlotte Hornets Vs Sacramento Kings 110-102

Intro

Le priorità ai nostri tempi sono divenute molto variegate in un mondo che propone modelli differenti rispetto al passato.

Vero è che il punto di partenza sociale, geografico e culturale finiranno per imbrigliarle e darle sfogo, ma la loro scelta “platonica” e consapevole, quella non dettata da tali condizionamenti, rimane al di sopra di tali problematiche.

Ognuno può naturalmente costruire la propria.

Tra gli elementi che ho considerato direi che la più preziosa è la salute (a parte le ultime due le altre sarebbero spesso interscambiabili come posizione, sempre abbia un senso assegnarliene), più che priorità, base necessaria e condizione indispensabile per poter riuscire a vivere interamente la vita.

Se vi è occorso qualche incidente e non avete potuto dar sfogo alla vostra libertà di muovervi e di sfogarvi fisicamente, saprete che è una limitazione pesante, per non parlare di altre tipologie di malattie…

Al secondo posto metterei la libertà.

Privati di essa, magari in un carcere o semplicemente alienandosi in stancanti lavori giornalieri per molte ore e magari maltrattati o mal pagati, non poter essere liberi è una sfortuna quasi pari a non aver salute se non potete godere del vostro tempo libero.

Amore.

Sul podio, avrebbe potuto esser sopra a tutto, inteso amore per un’altra persona, ma anche nei confronti di un animale, di una squadra, di qualsiasi cosa vi faccia stare bene ivi compreso magari un peluche, anche se credo che se non siete bambini, sarà una breve relazione, un po’ monotematica…

Di certo l’amore è la fiamma della passione che arde e incendia lo spirito dando un senso anche a ciò che di per sé potrebbe non averne. Viviamo di quello.

Amicizia.

Siamo lì, è una variante che tuttavia si incanala prettamente nei rapporti tra persone insieme a fratellanza/sorellanza.

La piacevolezza di condividere le proprie passioni, i propri racconti anche se state dicendo cose insensate come Nonno Simpson o fare esperienze in 4D insieme e avere ricordi condivisi da raccontare a figli e nipoti è cosa buona e giusta anche se quella di quando siete andati in disco e avete rimorchiato una bella Donna ma poi avete scoperto fosse in realtà un uomo pur piacendovi le donne, la eviterei…

Spiritualità.

Pur essendo tutto finto la incarnavano sotto forma di forza di volontà Hulk Hogan e Antonio Inoki. La loro particolare carica spirituale si trasformava in energia inarrestabile per gli avversari. Rimanendo più terra-terra, la spiritualità convenzionale oltre che religiosa può essere laica e trasformarsi in gratuita utilità, un aiuto verso il prossimo, trasformata in altruismo.

Fama.

Il senso di riconoscimento in questa società ci viene dato dagli altri. Anche se tu farai cretinate se vuoi farti notare o farai l’influencer mostrando come su una giacca color senape possa stare bene della vera maionese per sfumare il colore, il principale intento sarà quello di dimostrare che esisti, che ci sei, che sei importante anche se magari non sarai idolatrato come i beniamini sportivi, attori, cantanti, politici, ecc.. Personalmente ritengo che la fama però sia più negativa che positiva perché certe persone dopo averla perduta sono andate in crisi, incapaci di gestirla, abbandonate e dimenticate da tutti. La fama stimola l’ego e la vanità, due cose futili da cui fuggire se è alla ricerca della verità.

Soldi.

OK, lo so… li ho messi all’ultimo posto. Mi alzo la mattina presto per andare a lavorare e pagare le bollette, la macchina e tutto il resto. Il punto è che i soldi sono un mezzo, un intermediario, almeno lo erano, adesso nella nostra era sono diventati il fine per il quale tutto si muove.

Non c’è ambiente che non ne sia contaminato, sono necessari ma diabolicamente possono prendere la mano e se ne può volere sempre di più, all’infinito, anche a chi non basterebbero 30 secondi per legger tutti gli zeri che ha sul conto in banca…

Paolo Villaggio cinicamente ricordava che sono importanti ma la cifra del nostro tempo ha un alto prezzo da pagare in termini di rapporti tra le persone, in termini di libertà, in termini di produzione stessa poiché qualsiasi cosa si voglia fare necessita di soldi e si passa dalle raccolte per finanziare ricerche a soldi che lo Stato promette di erogare per questo o quel problema ma che poi non si trovano, insomma i soldi sono un medium che frenano in realtà lo sviluppo stesso evidentemente anche se poi si potrebbe ricercare la causa ma paradossalmente in una società illimitata il mezzo divenuto fine è un limite.

Il limite di Charlotte è essere in un limbo di classifica e non saper dove andare, un altro limite è quello economico poiché spende di più per avere giocatori non di primo piano che altrimenti non verrebbero in North Carolina.

Per sopperire a questi limiti Borrego deve affidarsi all’altruismo dei suoi e al gioco di squadra con il materiale che ha riuscendo a liberare le caratteristiche istintive dei propri giocatori nei momenti opportuni, fondendoli con il miglioramento di circolazione di palla.

Questo può entrare in conflitto ma può anche esaltare ad esempio il gioco delle drive and kick, degli hand-off, dei blocchi singoli o stagger, dei pick and roll o dei tagli in back-door ivi compresi quelli eventuali per alley-oop.

Nel dubbio, nonostante P.J. rimanga out, auguriamoci di vedere buon gioco e un Graham ritrovato dopo de prestazioni non eccelse.

Analisi

I Kings non vanno veloce.

Prendere il ritmo partita per gli Hornets era essenziale.

Charlotte riusciva a farlo piuttosto bene anche se chiudeva i primi 24 minuti dimostrando un discreto attacco ma essendo fortunata in qualche circostanza per via di qualche tiro aperto di troppo fallito dai Kings.

Zeller e i rientrante Williams provvedevano per gli Hornets a sfruttare rispettivamente pitturato e arco finendo a 10 pt. a testa il primo tempo.

In avvio ripresa il sonno dei Kings si interrompeva, arrivava quindi anche il sorpasso sebbene nel finale di 3° gli Hornets mantenessero un punto di vantaggio (80-79) mostrando però parecchie crepe difensive nel quarto.

Sorpasso di Bogdanovic in avvio di ultima frazione e risposta Hornets che non si faceva attendere.

Monk era sugli scudi in attacco, Graham tra il settimo minuto e il sesto piazzava due bombe portando sul 96-86 la partita.

Quando l’open di MKG dal corner destro si infilava per il 101-88 a 4:44 era fatta.

Rozier e Monk aiutavano a conservare il vantaggio sino al 110-102 finale.

Charlotte ha sfruttato in attacco un brillante gioco di palla e le triple piovute nel finale sono state essenziali per il break, l’arma in più di serata è stata Monk che ha aiutato molto la squadra come il rientrante Marvin Williams.

Nei numeri di squadra spiccano i 51 rimbalzi contro i 33 dei Kings, figli della non consistenza sotto le plance dei lunghi avversari e della doppia torre nuovamente schierata da Borrego a dare solidità alla difesa.

Un attacco bilanciato e cm aiutavano Charlotte a chiudere con 52 punti nel pitturato…

Si vince negli assist 26-23, nelle stoppate (8-5) e al tiro: dal campo è un 48,1% vs 35,0% con un 43,3% da tre punti contro il 35,0% Kings.

16 i TO contro i 10 dei Kings, si battono più del doppio dei liberi dei Kings grazie a un gioco ficcante ma se ne sbagliano troppi (19/27, 70,4% contro il 12/13 per il 92,3% avversario).

Prima della partita viene chiesto un minuto di silenzio per ricordare l’ex presidnte e GM Scheer.

La partita

Starting five

Walton mandava in campo per i Kings un quintetto composto da: Joseph (2 pt.), Hield (14 pt.), H. Barnes (14 pt.), Bjelica (12 pt.), Holmes (11 pt.).

Dalla panchina finivano in doppia cifra: Fox (19 pt.), Bagley III (14 pt.) e Bogdanovic (10 pt.) con Ariza invece a 6 pt. + 6 rimbalzi.

Charlotte schierava: Rozier, Graham, Bridges, Zeller e Biyombo per la seconda volta quest’anno.

1° quarto:

Nonostante una partenza a rilento con Zeller e Biyombo a fallire sue tiri senza toccare il ferro e un ½ di Graham a 1:16 dopo esser stato toccato da dietro in transizione, gli Hornets si portavano sul 5-0 grazie a un passaggio filtrante di Graham per Zeller e un canestro di Biz in reverse.

I Kings partivano tardi nella loro reazione ma Holmes dal pitturato segnava il 5-2.

Rozier in uno contro uno batteva Hield andando ad allungarsi dopo la penetrazione in diagonale.

Barnes da sotto segnava , gli Hornets andavano a vuoto e Holmes dalla lunetta a 7:38riduceva lo scarto al minimo prima che una drive and kick di Fox servisse al passaggio verso l’esterno con scambio per la ricollocazione nell’angolo sinistro della guardia stessa che approfittava dello spazio per l’open 3 del sorpasso (7-9).

A 5:47 l’entrata di Williams valeva il floater perfetto per il pari mentre a 5:17 Martin aggiungendo una tripla dalla diagonale destra realizzava il 12-19.

Charlotte continuava ad alzare il gap grazie a un’entrata di Bridges che con veloce e ampio spin girava il compasso ampiamente lasciando impalato Fox che subiva anche una classica mega dunk a una mano della nostra ala piccola.

Bridges conservava il risultato stoppando Hield con l’ascensore e a 4:19 una bordata di Williams da oltre la linea dei tre punti valeva il 17-9.

Kings oltre la decina di punti con l’alley-oop di Bagley.

Risposta Hornets con penetrazione, spin e appoggio di Martin che prendeva il suo slow time per appoggiare rimbalzando tra due avversari che non lo fermavano con il fallo.

Libero mancato e i Re replicavano da tre grazie a una second chance con Barnes da tre…

Gli Hornets si infiammavano nuovamente con la tripla aperta di Williams raggiunto in angolo sinistro e con de punti da sotto di Monk per il +10 (24-14) ma nel finale i Kings recuperavano qualcosa…

Bagley schiacciava ottenendo un two and one, Graham sulla leggera spinta sulla schiena era sbilanciato a centrocampo da Bogdanovic e a 1:01 in lunetta in bonus replicava con due FT validi ma nel finale Fox splittava per un fallo di MKG e Bogdanovic realizzava da tre il 26-21.

Cody Martin tenta la schiacciata su Hield. Foto: AP.

2° quarto:

Primo canestro del secondo quarto a opera di MKG che non perdeva la testa sul cronometro ingeneroso attaccando e appoggiando di destra al plexiglass, Bagley rispondeva con un tiro frontale rim/glass che finiva dentro poi Bogdanovic commettendo fallo su Zeller lo mandava in lunetta a 10:00 esatti dall’intervallo per un ½.

Cody stoppava Bagley in difesa per andare a finire in schiacciata (bel assist ravvicinato di Monk) dopo aver preso anche il rimbalzo difensivo dopo la second chance a vuoto per i Kings.

Monk in coast to coast approfittava del fuori posizione di Barnes in affiancamento per trovare il corridoio buono per l’appoggio facile.

Un fallo di Bogdanovic a 7:34 e MKG in lunetta riuscendo a centrare i due liberi riportava sul +10 la squadra in maglia bianca (35-25).

Dopo una palla vagante piuttosto combattuta Bagley finiva per essere il terminale a favore dei Kings, Marvin da tre andava a vuoto ma un rimbalzo di Biz e la successiva aggressiva entrata di Cody Martin ripristinavano il vantaggio in doppia cifra.

A 5:47 Martin, in fuga dopo una finta sulla linea di fondo destra, superava in elevazione Hield ma spalmava una dunk too nasty sul ferro e Fox puniva in fast mode

Passaggio intercettato di Marvin, Bjelica spalle a canestro lavorava per il gancetto del 37-31 i area.

Due triple di Graham mancate, fallo di Rozier per fermar il guizzante e veloce Fox che tuttavia in lunetta portava i suoi sul -4.

Partiva un elastico con Zeller a 4:26 in lunetta per un ½, Rozier con finta, spin e mezzo fade-away sicuro dal pitturato e i punti di vantaggio aumentavano a 7 ma un two and one di Holmes a 3:44 ed era 40-36 con i Kings a soli 4 punti…

Williams con un dribble floater, due liberi di Cody, tripla di Fox, Zeller con due punti in appoggio più FT mancato sulla spinta di Holmes e seconda tripla di Fox a 1:32 e si tornava ciclicamente ai 4 punti di distanza dopo questo tourbillon di azioni/emozioni (46-42).

A 1:07 Graham ricevendo un passaggio sulla diagonale destra sparava in ritmo un catch n’shoot da oltre l’arco andando a segno, Barnes mancava il reverse layup ma Holmes correggeva appostato e solitario.

Rozier dalla lunetta splittava e Hield facendo fuoco da tre punti portava le due squadre a un solo possesso di distanza (50-47) ma bastavano una manciata di secondi prima della fine a Graham per realizzare la bomba del 53-47 a :01.9 che chiudeva il quarto sul +6.

Graham riceve istruzioni da Borrego durante una pausa nel primo tempo. (AP Photo/Nell Redmond)

3° quarto:

Si destava Sacramento in avvio di ripresa con l’appoggio di Barnes.

Da una persa di Rozier in dribbling nasceva la possibilità in transizione per Hield stoppata da Graham il quale però ricadeva oltre la linea di fondo.

Rimessa e tripla di Bjelica per il -1…Holmes andava corto per il sorpasso e Zeller spostando in entrata Holmes lo batteva con la solita alzata a una mano.

Barnes a 10:24da sotto segnava nonostante il tocco di Zeller che aggiungendo il libero consentiva all’ala di pareggiare a quota 55.

Charlotte non andava sotto riuscendo a segnare a 10:09 con l’hook compreso di finta rapida di Biyombo ma Bjelica dal corner sinistro con al tripla identificava il buco nella maglia di Charlotte per il sorpasso.

Passaggio verticale di Zeller sugli sviluppi dell’azione offensiva e Miles sotto canestro a destra aveva vita facile per schiacciare a 9:08.

Barnes da tre non funzionava come la put-back dunk di Holmes sul ferro, la partita rimaneva lì e i Kings successivamente si riportavano in parità ma un paio di volte ad esempio a una bella tripla di Rozier in uno contro uno di Rozier rispondeva da oltre l’arco Bjelica.

Zeller in entrata era impreciso ma continuando la corsa tapinava tutti salendo sopra le mani difensive avversarie.

Dopo qualche errore su ambo i fronti un’alzata tagliata di Holmes in area valeva il pari.

Marvin era bravo a evitare il sorpasso stoppando Bjelica e riproponendosi in attacco come scarico inanellava anche la tripla del nuovo vantaggio a 5:04 (67-64).

Bogdanovic andava per i due, Biz da sotto grazie a un corto bound pass di Graham aumentava di due il suo score, tuttavia gli Hornets non riuscendo a fermare nel periodo gli attacchi avversari incassavano anche l’entrata di Fox per il nuovo -1. A 4:11 Biz andava a segno due volte dalla lunetta per il 3° fallo di Bogdanovic ma nuovamente Fox in entrata colpiva.

Fox da dietro, sull’arresto in area di Graham gli saltava sopra la testa.

Gli arbitri chiamavano fallo un po’ tardivamente ma senza i liberi, tuttavia alla fine sull’azione successiva finirà per segnare Monk che provenendo dalla sinistra veleggiava in aria per cambiar mano e oltrepassare Bagley III e il suo tentativo di stoppata con ottimo tocco.

Ariza da tre punti dal corner pareggiava a quota 73 ma Marvin a 7 decimi dallo scadere dei 24 inventava un contatto grazie a un goffo intervento laterale di Ariza.

Tre FT a segno a 2:10 che si univano a quello successivo di Zeller fermato in extremis da un fallo di Ariza (ottima steal di Monk sull’azione).

Malik metteva un altro libero (principio di schiacciata arrestata da Bagley III con il fallo preventivo) e Bogdanovic facendo fuoco da tre provava a tenere in scia i suoi ma un Monk scatenato, in partenza dal binario destro riceveva da Graham uno skip pass saltato e fiondandosi dentro otteneva l’80-76.

Bagley III segnava la seconda bomba stagionale (top of the key) chiudendo il quarto sempre sotto per i Kings ma a -1, facendo da trampolino da lancio per il sorpasso in avvio di ultima frazione.

Un time-out nel secondo tempo riempito dalle Honey Bees lancia magliette e da Super Hugo.

4° quarto:

Bogdanovic ci superava nel principio di quarto, Cody forzando l’entrata avendo capito che c’era poca sostanza lì sotto ci riportava sopra.

Tanti errori e poi l’esplosione di Monk che a 9:45 con lo step back 3 faceva fuori un veterano come Ariza per infilare l’85-81.

Terzo fallo di martin in poco meno di tre minuti, tripla di Ariza dall’angolo Monk per il più tre con il fade-away dal pitturato viola e dato che 3 era il magic number del momento, Monk con confidenza replicava la bomba con Ariza in close-out più stretto.

Big shot per il 90-84…

Il propellente di triple funzionava anche con Graham e il suo missile a lunga gittata per il +9 a 6:47 mentre i Kings riuscivano a interrompere il loro digiuno offensivo con un jumperino di Bagley III.

Red hot chili Graham a 6:05 dalla destra andava ancora forza tre per un fluido catch n’shoot valido per il +10.

Holmes mancava due tiri da sotto lottando con Biyombo e il passava con un canestro per parte, poi su uno scarico di Biyombo nell’angolo sinistro MKG non esitava a prendersi la tripla aperta chiudendo de facto la gara con la bomba del 101-88 (5/6 nel quarto da tre per gli Hornets, 1/5 per i Kings da oltre l’arco).

C’era spazio per due liberi di Monk che finiva a terra un po’ dolorante, poi Fox con due punti, un fallo fischiato a Graham per una possibile steal che si trasformava in jump ball dopo il coach’s challenge chiesto da Borrego.

Palla vinta dai Kings che alla fine andavano in lunetta ma avendo perso preziosi secondi.

A 2:37 su un extra possesso Monk si infilava in area per appoggiare il 105-94.

Le distanze rimanevano alte poiché Rozier su scarico di Graham a 1:15 segnava da tre (108-97) mentre Monk correggendo in schiacciata la tripla mancata da Rozier successiva andava a bersaglio per il 110-99.

Hield anticipando di un nulla la sirena correggeva il punteggio con la tripla sul 110-102.

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

11 pt., 6 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. In difesa mi piace sui close-out dove va a disturbare spesso anche se non è proprio vicino riuscendo a influenzare qualche tiro contro avversari più lunghi di lui. In attacco sbaglia ancora tanto (4/16) non trovando il passo in entrata o facendosi limitare dalla densità difensiva nel pitturato. Segna un bel tiro dall’area salendo dopo una finta e uno spin mente nel finale con la sua tripla da ulteriore sicurezza per la vittoria. Attivo, prende anche rimbalzi e smista assist. +8 in plus/minus.

Devonte’ Graham: 7

15 pt., 4 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata. In versione Rozier in serata fa 4/15 dal campo ma anche lui è decisivo quando conta, più di Scary perché piazzando un paio di triple metà ultimo quarto spinge la squadra verso il mare della tranquillità. Riesce a piazzare anche una stoppata ma la parte più interessante della serata sono gli assist. Parte primariamente con l’intenzione di giocar la palla e che sia il filtrante verticale per Zeller, il pocket pass per Biyombo o l’assist laterale con scarico per Rozier o altri compagni, è apprezzabile l’intento di muover palla. A parte i tre liberi, tutti i suoi canestri sono da tre punti (4/11).

Miles Bridges: 6,5

4 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata, 2 stoppate. Chiude il suo minutaggio a soli 21:19. Forse Borrego lo risparmia per il back to back a Cleveland vedendo che anche Cody Martin, MKG e Malik Monk funzionano in serata. Piuttosto tranquillo in attacco, chiude comunque con un 2/3 dal campo e in difesa va a piantare de buone stoppate, a Hield nel primo quarto dopo essersi appena liberato sull’azione offensiva precedente di Fox con una spin move e andato a chiudere con una schiacciata delle sue. Un po’ in difficoltà nel terzo quarto finisce per perder palla (farsela rubare) sul palleggio in entrata.

Cody Zeller: 7

17 pt., 9 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate. In attacco capisce che sotto le plance i Kings hanno poca “ciccia”. In termini di kg e presenza faticano a contrastarlo e lui forza anche qualche entrata ottenendo punti preziosi. 6/13 FG correggendo qualche errore in entrata personale e un 5/9 dalla lunetta, migliorabile… a un passo dalla doppia doppia mostra però di essere utile alla squadra anche in posizione di ala benché non moderna visto lo 0/2 da fuori. Bel passaggio verticale per la dunk di Bridges.

Bismack Biyombo: 7

10 pt., 12 rimbalzi, 2 assist. Parte con un tentativo assurdo di reverse layup poi ne mette uno controllando il corpo con movimento più lento. Contrasta i tiri e nel finale Bagley III e Holmes sono vittime della sua presenza fisica nel pitturato. Doppia doppia, magari il talento puro scarseggia ma buon tocco con 4/7 dal campo mancando un tiro dalla baseline media e mettendo dentro però un 2/2 ai liberi. 3 TO ma +5 in plus/minus. Tanti tap-out offensivi restituiscono seconde possibilità a Charlotte.

Marvin Williams: 7,5

16 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. Uno degli uomini più in forma del momento. Chiude con 10 pt. il primo tempo come Zeller, massimo di punti per Charlotte. 5/8 dal campo, 3/5 da fuori e anche due stoppate. Nel terzo quarto stoppa Bjelica e va a segnare in attacco da tre a 5:04 sul proseguo dell’azione, nel finale il fade-away di Hield è fermato dal tentacolo in allungo di Marvin. Gran rientro per aiutare su ambo i lati del parquet i compagni, anche con leadership.

Cody Martin: 6,5

7 pt., 6 rimbalzi, 3 assist. ¾ dal campo. Calamita rimbalzi ed è lesto nei piccoli spazi ad afferrare palloni. Aggressivo, si butta dentro dopo la tripla segnata. Due belle incursioni, peccato per l’addizionale mancato e la dunk sparata sul ferro (troppo aggressiva) ma in difesa fa abbastanza bene anche quando riescono a segnare. Corre e riesce anche a fornir qualche assist finendo con un +2 in plus/minus.

Malik Monk: 8,5

23 pt., 10 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 9/12 dal campo. +11 in 26:41… Gran serata per Monk che finisce in doppia doppia sforzandosi anche in difesa dove favorisce con una rubata la transizione di Zeller. Smista assist come quello corto per Biyombo sul termine della penetrazione sotto canestro ma è in attacco che esplode segnando quasi tutto il possibile. Chiude con 2/4 da tre ma indovina il momento giusto per spinger la squadra verso la vittoria con due fulmine che mandano in pezzi la barriera difensiva di Ariza, un veterano… Per il resto attacca bene ed è concreto in entrata, sente di poterlo fare e un po’ l’aria rarefatta dei Kings nel pitturato aiuta anche se viene poi steso nel finale quando atterra su un fianco ma va a segar due liberi dopo essersi rialzato. 14 punti nell’ultimo quarto. Finalmente una notte da suogno direbbe il Crozza/Briatore…

Michael Kidd-Gilchrist: 6,5

7 pt.. Inusuale MKG in versione scorer. Tabellino immacolato in rimbalzi, rubate, assist e stoppate, fa segnare un 2/3 al tiro compresa la bomba finale che scioglie i Kings. +8 in 14:27, buona presenza difensiva e utile presenza in attacco in serata.

Coach James Borrego: 7,5

Doppia torre, ritmo, gioco di squadra e giocatori dalla mentalità difensiva. A parte un terzo quarto steccato completamente, la squadra, Monk compreso, si sforza di difender bene non distraendosi. Alla fine, nonostante qualche TO di troppo, il gioco difensivo con qualche adattamento (pur rischiando qualcosa dai tiratori nel primo tempo, un paio di in & out provvidenziali) e offensivo viene premiato.

Game 29: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 85-107

Intro

Analisi

La gara partiva con i presupposti sbagliati avendo le due ali grandi principali infortunate.

Borrego non schierava come ci si sarebbe aspettato MKG ma optava per la soluzione lunga inserendo Zeller come PF titolare, idea che alzava il quintetto e serviva molto per recuperare rimbalzi sotto le plance.

Dopo un avvio equilibrato Indiana prendeva però rapidamente il sopravvento quando le folate dei piccoli dei Pacers, ma anche di Sabonis erano al limite contenute con falli.

Un parziale di 0-13 dopo una tripla di Turner valeva l’11-23 e gli Hornets dopo i primi 12 minuti andavano sotto 18-31 tirando male, specialmente da oltre l’arco.

Charlotte giocando a zona riusciva a limitare meglio Indy nel secondo quarto ma scelte forzate o sbagliate limitavano il rientro tanto che Indy incrementava all’intervallo il proprio vantaggio a 15 punti (44-59) nonostante Charlotte a rimbalzo fosse sopra 31-22 e al tiro le conclusioni fossero 54 (17 canestri) contro le 42 di Indiana (22 canestri)…

I Pacers guadagnavano punti in più dalla lunetta battendo 3 liberi in più e il 4/20 di Charlotte da oltre l’arco faceva il resto.

Gli Hornets con la zona nel terzo quarto avevano un blitz costringendo Indiana a fallire 14 su 15 tiri consecutivi tornando sul -7 (61-68) grazie a 6 punti consecutivi di Monk.

Un ampio varco per McConnell interrompeva il break ma Cody Zeller con 5 punti consecutivi trascinava nel finale gli Hornets sul -4 (66-70).

Indiana però riallungava in avvio di ultima frazione e gli Hornets non tenevano più il passo finendo per scader troppo nell’individualismo offensivo.

Indiana a metà del quarto raggiungeva il 73-90 chiudendo la gara…

Nessuna tragedia, in casa questi Pacers viaggiano veloci e il calendario di Charlotte non favoriva nemmeno ulteriori energie da spendere per tener il passo di questi indiavolati Pacers ma il divario finale è fin troppo severo per degli Hornets che hanno anche mostrato qualcosa di buono ma sono stati un po’ traditi dal back pack Graham/Rozier in serata (15 pt. combinando un 4/40, FG complessivo).

A proposito di numeri saranno quelli pessimi di Charlotte a favorire la W di Indiana.

18-30 negli assist, 30,8% contro il 45,5% dal campo, 15,6% da tre contro il pur non sublime 28,6% dei Pacers, 68,6% dalla lunetta contro l’85,0% e 10 TO contro 9. Alla fine Charlotte manterrà la supremazia a rimbalzo 56-51 ma sarà troppo poco…

La partita

Starting five

Rozier, Graham, Bridges, Zeller e Biyombo per gli Hornets era il quintetto a sorpresa schierato da Borrego.

Indiana rispondeva con: Brogdon, Lamb, T.J. Warren, D. Sabonis e M. Turner.

1° quarto:

Partenza spinta di Charlotte che a 11:37 segnava in tap-in con Zeller, il quale correggeva sé stesso in entrata.

Graham commetteva un passaggio orizzontale ingenuo preda di Lamb che lanciatissimo era arrestato da una steal considerata regolare dalla terna, proprio all’ultimo.

Graham sbagliava un tiro ma il tap-back di Biyombo e la sua successiva drive and kick con assist per Bridges nell’angolo destro era ponte per Miles da 3 punti e il 5-0 a 9:53.

La reazione di Indiana si concretizzava con un jumper dalla media di Brogdon (sfuggito con lo schermo a Rozier) e con Sabonis da due da sotto.

Cody con un ½ dalla lunetta a 6-40 realizzava il 6-4 ma Turner appoggiava per il pari e a 8:07 in entrata Lamb era fermato da un fallo di Rozier.

2/2, primo vantaggio dei locali che rischiavano di salire in transizione sul +4 con l’alzata di Lamb dalla sinistra cancellata last second da una stoppatona di Cody Zeller lanciato in rientro.

Graham in difesa compiva una steal con l’aiuto fisico e involontario di un arbitro e Biz allungandosi oltre il cerchio del ferro metteva dentro il reverse layup del pari a 6:58.

Altro fallo di Rozier e uscita dal campo per il numero 3.

Due su due per Warren ma un catch and shoot dall’angolo destro a opera di Graham riportava avanti Charlotte a 6:18.

Gli Hornets si fermavano lì soffrendo le folate in penetrazione di Indiana.

Sabonis sorpassava, Brogdon dalla lunetta ne aggiungeva due, Turner da fermo sparava dalla baseline destra su MKG centrando il cesto, Warren con un soft floater dal pitturato realizzava ancora e a 4:39 arrivava l’inevitabile time-out sull’11-18.

Charlotte però in attacco continuava a non segnare sprecando tiri da tre e doppie possibilità mentre dall’altra parte saliva in cattedra Turner che stoppando MKG faceva scadere agli Hornets per la seconda volta in partita i 24 secondi.

Il centro dei Pacers batteva MKG in turnaround e poi sparava da tre per lo 0-13 di parziale (11-23), Malik da sotto usava bene il corpo in entrata per interrompere il dominio avversario ma A. Holiday dietro lo schermo sparava tre punti allungando le distanze sul 13-26.

Passi di MKG prima del suo canestro, annullato, e al secondo tentativo personale sulla stessa azione J. Holiday faceva centro spedendo sul -16 i Calabroni.

A 1:29 Zeller si svitava su Bitadze per ottenere un gioco da tre punti.

Il centro avversario rispondeva con due punti, poi toccava a Monk con una fast dish per Zeller mandare a bersaglio il prodotto locale.

A. Holiday in caduta dopo un contatto nel pitturato con Zeller mandava dentro la sfera fallendo però il libero così un floater di Bridges chiudeva il primo quarto anche perché Martin subiva il secondo sfondamento personale nel finale.

Il quintetto iniziale di Charlotte visto in prospettiva con la doppia torre a rimbalzo. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

J. Holiday segnava per Indy subitaneamente, il fratello Holiday ne aggiungeva due, gli Hornets precipitavano sul -17 ma Monk si inventava un capolavoro artistico con lo spin in area in corsa e l’alzata oltre J. Holiday e i ferri aiutavano il temerario attaccante.

Zeller lottando sotto le plance a 9:50 otteneva e affondava due liberi.

Entrata di McConnell per il 24-39, divario che resisteva alla fine del primo tempo nonostante buone difese a zona di Charlotte che a 8:48 tornava a segnare con Biz grazie a un pocket pass di Bridges.

Stoppata di Biz, transizione slalom di Monk vanificata con bad touch punita da A. Holiday con due liberi…

A 7:27 altro servizio per Biz (Graham) e due punti easy per il congolese.

MKG da tre andava corto invece Lamb da oltre l’arco era perfetto mostrando la differenza tra tiratori…

Altro appoggio di Biz, terminale perfetto per un 15-3 in second chance subito ritoccato a 15-5 da Lamb.

Graham mancava il tiro e sulla stessa azione Martin dalla sinistra esplodendo la granata dea 3 portava a 18 i punti da seconda possibilità per i viola.

Cody Martin in fuga portava a 5 i punti consecutivi per il 35-48 e il gap si ridiceva grazie alla zona e all’entrata di Bridges per il two and one.

Sabonis e Zeller facevano cifra tonda portando il match sul 40-50 ma Sabonis e Warren allungavano per Indy sul +14 e nonostante Graham dalla diagonale destra infilasse la seconda tripla di serata il finale era lotta tra lui e Brogdon con l’avversario al lungo pull-up da due, risposta con un ½ di Graham dalla lunetta e tripla di Brogdon per il 44-59, finale di primo tempo.

3° quarto:

Turner apriva il quarto stoppando Rozier e mancando una tripla ma dopo un rimbalzo offensivo di Indy, eccolo servito per l’alley-oop…

Cody Zeller mancava l’appoggio da sotto e Brogdon con il classico lungo due segnava il 44-63.

Rozier mancava il tiro in ascesa dal pitturato ma anche Turner, magnificamente servito da Sabonis con un passaggio dopo aver fatto girar palla dietro la schiena, falliva due liberi lasciando inalterato il punteggio.

Graham dalla diagonale sinistra centrava la terza tripla di serata (con troppi tentativi) ma Turner frontalmente rispondeva da oltre l’arco.

Biz in hook chiudeva un triangolo con passaggio corto lungo la linea by Zeller e a 7:36 Rozier segnava il suo primo punto con un ½ dalla lunetta.

Lamb con un floater batteva Biyombo che era fermato da un fallo sull’altro versante.

Anche lui splittava portando sul 52-68 il match a 6:51.

Qualche errore da ambo le parti compreso l’1/2 di MKG che muoveva comunque il match anticipando il reverse layup di Rozier per il 55-68.

Indy faticava a trovare il canestro contro la zona di Charlotte e su una palla a due vinta da Turner spuntava Rozier per favorire Monk che in area segnava due punti.

Malik riusciva a ottimizzare il suo gioco avvicinandosi a canestro mettendone altri 4 di fila trascinandogli Hornets sul 61-68.

Un bel close-out di Martin su J. Holiday e una tripla mancata da Monk riportavano in attacco Indy che trovava un ampio varco con McConnell (1:22) e il suo appoggio per rompere il 14/15 tiri mancati consecutivi precedenti…

Dopo 11 secondi Zeller in entrata appoggiava sotto la spinta di McDermott ottenendo il 2+1.

Hornets sul -6 a 64-70 con il -4 raggiunto da Cody stesso dal bordo dell’area destra su Sabonis freddato da un tiro a una mano con poca parabola.

McConnell però gelava Cody con un tiro corto finito sul primo ferro che si arrampicava chiudendo il quarto 66-72.

Cody Martin in penetrazione costringe al mani in alto T.J. McConnell. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Martin tirava storto quasi da tre e Sabonis a rimbalzo rimbalzava tra Zeller e Martin ma li anticipava segnando e McDermott da tre metteva dentro il 66-77 allontanando Charlotte che rispondeva solamente con due liberi di Monk e uno scoop dalla partenza bruciante di Bridges che lo metteva dentro spinto da McDermott per il 70-79.

A. Holiday realizzava due liberi, Graham li mancava e Sabonis schiacciava costringendo Borrego alla pausa ma su un lontano 70-83…

A 8:30 Monk tornava in lunetta per realizzare altri due liberi ma dalla sinistra McDermott calava la tripla dopo aver ricevuto e la gara se ne andava via scivolando sull’1/2 ai liberi a 6:34 di Zeller che giungeva così a quota 19.

McConnell con atletico pull-up frontale era bravo a infilare il 73-90 e A. Holiday, al terzo tentativo da fuori sulla stessa azione (McDermott air-ball e Turner sui ferri) era la concessione di troppo che mandava in ghiacciaia la partita sul 75-93.

Nel finale entrava tutta la panchina disponibile di Charlotte ma il risultato si estendeva ulteriormente a favore dei Pacers che rinunciavano solo a giocare l’ultima azione con 20 secondi sul cronometro dopo aver dispensato qualche mazzata ai gemelli Martin, spesso in lunetta.

85-107 il punteggio finale.

Le pagelle

(Con giocatori paragonati a noti artisti)

Terry Rozier: 4,5

3 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Hieronymus Bosch. Il Trittico delle Delizie è l’opera più conosciuta (opera usata anche nel primo omonimo cd dei Savage Garden all’interno del cd). Tra inferno e paradiso spunta questo strano eden fatto di immaginazione con piante “aliene” a questo pianeta, corpi nudi, intrecci strani di rapporti tra le cose… Un creatore di diavolerie insomma, visto forse da qualcuno dell’epoca cattolica nella quale era immerso come una specie di poeta sadomasochista, può fare bene o male ma soprattutto spaventare Scary. Dipende solo da lui e dal giudizio che riuscirà a metter nel suo grado di follia nelle sue giocate, il suo futuro. Serata incomprensibile arrestata ben presto dalla necessità di commetter due falli rapidi e un terzo successivo che lo porteranno fuori dal campo ben due volte. Solo -4 di plus/minus in 25:16 ma un 1/12 dal campo che non può passare inosservato. ½ dalla lunetta, segna solo su reverse layup in transizione spingendo un po’, poi sbaglia tutto. Serata no, divorato dai suoi errori.

Devonte’ Graham: 4,5

12 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Picasso. L’artista spagnolo divide in quattro periodi della sua vita la produzione artistica. Il malinconico periodo blu, il periodo africano, il periodo rosa e il periodo cubista. Potremmo parlare di periodo blu il suo primo anno passato ad apprendere il mestiere dai maghi Parker e Walker, il periodo africano con rullata di tamburi in questo inizio di stagione passato in panchina, il periodo rosa o roseo è quello attuale mentre per il periodo cubista deve confermarsi. Metter su sera dopo sera prestazioni convincenti e cifre quadrate senza avere come il pittore paura di divenir povero (peniafobia). Se la Guernica picassiana si rifà a un bombardamento nazista sulla piccola omonima cittadina spagnola (quando Otto Abetz entrò nel suo atelier parigino chiedendo se fosse stato lui l’artefice dell’opera si sentì rispondere che l’avevano fatto loro tutto questo, come a dire che era il risultato del bombardamento), quello da tre grahamiano è indolore e soddisfacente per i fan degli Hornets. In serata Graham non c’è. Stecca picassiana per Devonte’ che trova una serata nera. Fatica, avversari con un occhio di riguardo maggiore? Non trova il ritmo e si ostina a bombardar da fuori… 3/18 totale, 3/14 da tre… Saltato troppo facilmente come prima linea, le cose migliori le fa in recupero e difesa con rubate e stoppate ma l’attacco è forzato e lacunoso anche in lunetta dove chiuderà con 3/6…

Miles Bridges: 5,5

10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 4/12 dal campo. Botticelli. Nei dipinti rinascimentali del Botticelli si potrebbe dire che ci sia una ricerca della perfezione nei volti che paiono talmente belli da esser quasi considerati di un mondo superiore rispetto al nostro. Ne è esempio La nascita di Venere, dove a un corpo non perfetto (per me splendido ugualmente) nelle proporzioni fa da contraltare un’inarrivabile bellezza del volto della Venere in questione. Anche Miles vola alto se vuole, distinguendosi per le sue schiacciate, non chiedetegli di appoggiare in entrata e deve completarsi per non far la fine del pittore caduto in povertà negli ultimi anni, superato da Michelangelo e Leonardo, complice il cambio d’identità artistico (inizia a dipinger soggetti religiosi) con l’avvento di Savonarola, per fortuna tra le opere considerate sacrileghe nei falò delle vanità non cade la Venere… Qualche fallo di troppo e un 1/6 da fuori, Miles si batte comunque, imperfetto ma ostinato raggiunge la doppia cifra, la prestazione non è sufficiente ma mostra di avere un buon tocco su entrate più pensate.

Cody Zeller: 6,5

19pt., 12 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Frida Kahlo. Minato dagli infortuni come la Kahlo che a 18 anni tornando da scuola fu coinvolta in un terribile incidente, il quale le costò 32 operazioni per salvarle la vita costringendola a dolori per il resto della sua esistenza, porta i segni sul corpo e li traccia sui quadri. Zeller riesce a dipingere pick and roll o tap-in preziosi, ma ha poca difesa. Non è un surrealista come lo dipingono ma uno concreto. Fischiato dai fan Pacers alla presentazione (è di lì), finisce in doppia doppia partendo da starter per formare una doppia torre con Biz. 6 rimbalzi offensivi, sfiora i 20 punti ma manca l’ultimo FT (7/10) a è attivo e suoi 5 punti consentono agli Hornets di tornare sul -4…

Bismack Biyombo: 6,5

11 pt., 17 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Bansky. Passiamo a un’artista con la A maiuscola moderno. Fuori dal campo avrebbe dovuto essere Terry Rozier con il suo Lie alla rovescia, per antonomasia. Dentro il campo Biz appare come elemento fuori contesto, non certo il lungo moderno che sa tirare anche da fuori, dissacrante con il suo old style, mostra che ci si può difendere anche solo usando difesa e volontà, contro l’ipocrisia moderna. Non ricordo bene dove ma mi pare Chicago, pagò la cena a un clochard qualche anno fa, quando durante la sua prima esperienza agli Hornets vedeva in parte forse i senzatetto come i ratti che dipinge Bansky, da tutti ritenuti sporchi, brutti e cattivi, in realtà sono stati in grado di distruggere sistemi sociali diffondendo il contagio. Dagli eroi Bud Spencer e Terence Hill alla tecnica dello stencil, un’enorme sagoma cartonata che oscura gli avversari facendoli temere e pensare. Doppia doppia anche per lui sebbene dalle cifre si noti come Biz segni meno di Zeller ma riesca a catturar più rimbalzi. La difesa è discreta anche se concede a Turner spazio per la tripla ma ci prova a fermare gli avversari. In attacco nel primo tempo è spesso terminale offensivo sotto canestro per chiudere su pocket pass. Con un minuto e mezzo in meno sul parquet finisce sotto di -12 nel plus/minus “contro” il -16 di Zeller.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

1 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Goya, ritrae con un realismo che colpisce lo spettatore. Goya rischia di perder la vita per malattia in un viaggio in Andalusia ma si salva, nonostante ciò perde l’udito, di venti figli possibili giungerà all’età adulta solamente uno mentre l’invasione francese della Spagna segnerà il pittore spagnolo che oltre alle sue pitture nere finali, prima ancora ritrarrà gli orrori della guerra dopo un inizio di carriera dai colori sgargianti e dai ritratti allegri. 0/6 dal campo, un orrore in fase offensiva anche se il suo plus/minus dice solo -3, alla fine Borrego decide di sostituirlo e limitarlo a 17:40 poiché in serata nera in attacco anche da libero quando decide per la tripla.

Dwayne Bacon: s.v.

0 pt. in 3:47. Considerato padre dell’astrattismo, Kandinskij capeggia una forma di disegno che rifiuta la realtà oggettiva mettendo in piedi forme astratte, incomprensibili a noi ma il mix tra forme e colori punta a dare sensazioni, emozioni all’osservatore. Per lui il giallo è dotato di una particolare forza, energia vitale. Bacon riesce a esprimerla ma non ad accostarla bene ad altri colori risultando con un bilancio in rosso al tiro. Molto giù di corda dovrebbe essere meno astratto nelle sue scelte e più concreto ma per far ciò dovrebbe vedere I Covoni di Monet (il quadro che scatenò la fantasia dell’artista russo) come covoni di paglia e non come macchie gialle informi, ma forse rinnegherebbe sé stesso… Gioca gli ultimi minuti con tabellino immacolato, tutto a zero. In serata non si può dargli un giudizio.

Cody Martin: 6

9 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Arcimboldo. Qualche partita fa scrivevo di pareidolia, quel meccanismo che ci spinge a ricordare a trasformare forme amorfe in umane. Arcimboldo aveva questa particolare abilità e la usava per ritrarre i suoi committenti con oggetti come libri, oppure brocche, fiori, frutta, ortaggi, ecc… Immagino abbiate visto una delle sue opere nella vostra vita forse come mascotte all’EXPO di Milano nel 2015 per intenderci, ecco, Martin fa lo stesso, racimola un po’ qua e un po’ la per comporre un discreto tabellino, un po’ strano ma valido. Difesa soprattutto ma anche steal, rimbalzi, assist e qualche punto per farsi scegliere da Borrego. Difesa anche stasera, prende due sfondamenti netti recuperando palla grazie alle sue buone posizioni prese sul parquet, inoltre una buona steal e rimbalzi. buoni i suoi close-out all’inizio è l’uomo ovunque. Chiude con 2/4 dal campo con un brutto tiro quasi da tre in avvio di ultimo periodo dopo aver messo una tripla nel primo tempo.

Malik Monk: 6

14 pt., 5 rimbalzi, 3 assist. 5/13 dal campo, 4/4 FT ma 0/3 da tre punti. -20 in plus/minus. Hokusai. Maestro dello stile Ukiyo-e (quadro fluttuante), Monk come Sori (in arte Hokusai) mostra il suo gioco in maniera fluttuante, variando da fiammate improvvise a raffreddamenti drastici. In serata mostra anche la sua assenza di profondità come nello stile del disegno tipico classico nipponico, bello da vedere ma non particolarmente reale. Ha talento in attacco e come la grande onda di Kanagawa potrebbe travolgere gli avversari ma si limita a volte a sparacchiare da fuori… Coinvolto del dilagare Pacers, è unno che stasera ha brevi fiammate che riportano Charlotte in gara. Inizia con un movimento di spin che lo porta in area in uno contro uno a tirare un floater dopo la little separation. Canestro spettacolare e 6 punti consecutivi nel terzo quarto più la precisione dalla lunetta lo salvano dal resto, tiratore da fuori troppo poco affidabile e difesa migliorabile anche se non trovo particolari colpe in lui, anzi, giocando a zona va a deviare con buoni riflessi un pallone out che sarebbe finito per il tiratore in angolo nel secondo tempo.

McDaniels: 6

2 pt (1/3) in 3:47. Bella la drive in entrata, prende una stoppata e tira imprecisamente da fuori nei minuti finali. Attivo, vedremo se avrà spazi più consistenti in un prossimo futuro. Giorgione. L’uso dello sfumato sapiente gli permettere di dipingere contorni soffusi attorno alle figure, così taglia fuori il difensore nell’appoggio ma h ancora da apprendere poiché poche sono le opere del maestro veneto e quelle di McDaniels in divisa Hornets sono ancora da dipingere, eventualmente.

Caleb Martin: s.v.

2 pt. (0/0 FG). Segna due liberi negli ultimi 3:47. Mantegna. Pittore molto evocativo, ricorda il fratello Cody o viceversa se preferite. San Sebastiano ne è un esempio. Attendiamo che dal look evocativo passi all’azione se ne avrà la possibilità. Fermato da un fallo, affonda due liberi e osserva il fratello segnar qualche punto.

Willy Hernangomez: s.v.

2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist e 1 stoppata presa (½) in 3:47. Attendiamo anche per lui minutaggi più consistenti per un giudizio. Edward-Burne Jones. Autodidatta, autore che preferiva la mitologia e il medioevo da raffigurare piuttosto che la modernità si iscrisse a teologia ma ne uscì per affrontare Oxford, abbandonando gli studi e provar la carriera artistica. Amante della poesia B.J., l’iberico Willy sul parquet la rappresenta con la su eleganza ma anche se l’inconsistenza ne è la parte negativa nel mondo della palala spicchi. Non trova spazio come dicevamo in serata, allora come il padre di Burne-Jones e la sua arte dell’intaglio, dovrà saper intagliarsi spazi durante la stagione…

Nicolas Batum: out

Eugene Delacroix. Tradotto e storpiato deliberatamente in italiano in: Genio della Croce, l’artista francese conserva la metafora del nostro transalpino nel nome. Il pittore, salvo qualche opera non mi piace molto nella sua arte anche se alcuni dipinti sono belli ma è troppo accademico nell’impostazione e i suoi oltre 9.000 disegni trovati dopo la sua morte testimoniano una dozzinalità in un certo senso della sua produzione. Se il pittore francese si vantava della sua velocità, quello di casa a Charlotte sembra avere smarrito tale elemento e si staglia poco su un fondale scuro, trascinando il dipinto nel buio. Out per un dito dolente, la descrizione era però di dovere.

Coach James Borrego: 6

Buona idea quela di schierare la doppia torre inizialmente ma non ha poi gli uomini giusti per rimanere in gara se i suoi migliori non sono in serata. Si sapva che con la squadra rimaneggiata sarebbe stata dura e il team non tiene il passo anche se dal -19 rientra sul -4 grazie a Monk, Zeller e alla difesa ma cede poi facilmente in avvio di ultimo quarto vanificando la rimonta. Le energie tra infortuni e calendrio fitto non è al top e meglio spenderle nelle prossime due gare contro Kings e Cavaliers.

Bad news in casa Hornets

Nonostante la vittoria in casa di Chicago, allo United Center, l’andamento migliore del previsto che li porta a una classifica dignitosa, gli Hornets hanno poco da festeggiare, purtroppo.

Primo perché P.J. Washington, nonostante il dolore a un dito per l’infortunio occorsogli nella partita contro i Bulls (riuscendo a terminare il match) si è dovuto fermare poiché si è scoperto che il mignolo della mano destra si sia fratturato nell’occasione.

Ora viene dato chiaramente out per la partita di stasera contro Indy e sicuramente salterà tutte le partite prenatalizie.

Probabilmente con l’incertezza sulla “salute” di Marvin Williams, MKG otterrà più minuti in campo nel ruolo di PF e qualche altro giocatore potrebbe aprofittarne per subentrare in altri ruoli in quintetti intercambiabili.

https://www.nba.com/hornets/press-releases/pj-washington-fractures-finger

Altra brutta notizia, peggiore di quella su P.J., è la scomparsa del primo presidente (non proprietario, ex Denver Nuggets e Los Angeles Clippers sulla sua strada prima degli Hornets) ed ex GM di Charlotte, Carl Scheer, il quale si è spento a quasi 83 anni (avrebbe dovuto essere oggi il suo compleanno ha detto il figlio Bob).

Carl Scheer (a Sx) con il proprietario originario George Shinn che gli riconosce tutti i meriti successivi delle brillanti idee avute per gli Hornets.

Scheer scelse Dell Curry per gli Hornets nell’expansion draft 1988 ma anche Tripucka, Rambis, Rowsom e Gattison successivamente…

“Sarò per sempre in debito con Carl per avermi portato qui”, ha dichiarato Dell Curry di recente. “Ovviamente, mi ha cambiato la vita.”

Scheer ha cambiato molte vite dicono.

Avvocato, era noto per la sua natura da gentiluomo, per il suo amore verso le barrette di cioccolato e le capacità di ascolto che affinava ogni giorno dice un articolo di WBTV.

“Chiunque parlava con Carl pensava di essere la persona più importante del mondo”, ha dichiarato nei primi anni Harold Kaufman, direttore delle pubbliche relazioni degli Hornets. “‘Ti ha fatto sentire bene con te stesso, ti ha motivato positivamente. Non volevi deluderlo.”

Durante le partite in casa, che guardava dal tunnel dei giocatori perché era troppo ansioso di sedersi, Scheer era costantemente in movimento.

A volte si avvolgeva così stretto in una tenda che separava il tunnel dal campo che aveva bisogno di assistenza per farsi tirar fuori…

Scheer nel 1976, con l’aiuto di pochi altri membi e i Nuggets in ABA, inventò il primo concorso per schiacciate.

Durante l’All-Star Game fece concorrere i migliori giocatori di quella lega per un montepremi di 1.200 dollari.

La gara delle schiacciate poi divenne popolare e migrò nella NBA.

Negli ultimi anni i problemi di perdita doi memoria legati alla malattia portarono Scheer all’interno della struttura del Sardis Oaks a Charlotte dove convocava altri pazienti per discutere su altri potenziali improbabili scambi come ricordato dal figlio Bob in una tenera e drammatica nota.

Scheer sorridente (a sinistra), sempre con l’ex proprietario Shinn.

Scheer era solito alzare a piacimento il numero di presenze all’Alveare, per questo il figlio avrebbe detto che il numero di presenze inferiore al suo funerle sarebbe stato annunciato da Scheer alzandolo a 17,423 persone (battuta condivisa da Carl stesso quando era ancora in grado, sino al 2010 di comprendere bene, infatti gli Hornets lo impiegarono sino a quell’anno)…

Purtroppo non potrò esserci al tuo ultimo saluto ma grazie per la gentilezza, con essa hai reso il tuo piccolo mondo un posto migliore.

Ciao Carl.

https://www.nba.com/hornets/hornets-statement-passing-carl-scheer?fbclid=IwAR0uqu5GZsGeh5jL8EZL775MQHQ7sOThdRb2DMVlA1EhyDxA6QX-B_EK01I

Game 28: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 83-73

Intro

Un treno carico di esplosivo corre sotto il palazzo ma il percorso è ricco di insidie e lui è un uomo solo al comando.

Sì, credo che se vi fosse capitato di vedere V per Vendetta potreste riconoscere questa parte di trama in un finale sospeso…

DeVonte con una V nel nome come terza lettera è una polveriera da tre punti e non solo ma dall’altro lato del parquet c’è un LaVine, anche lui con le stesse caratteristiche…

Graham ha chiuso con 40 punti e un finale spaziale il match vinto a Brooklyn, LaVine ha chiuso la sua ultima prestazione con 7/7 da tre punti.

La serie è sull’1-1 con gli Hornets nella prima gara stagionale ad aver colpito a morte i Tori finiti sotto una pioggia di frecce avvelenate da oltre l’arco.

Sempre a Charlotte LaVine si era preso la rivincita trascinando i suoi a un’improbabile, impossibile quanto assurda rimonta.

Vittorie di un punto per entrambe le squadre in finali tirati, chissà se i due coach avranno programmato qualcosa per bloccare fonti di gioco e soprattutto tiratori avversari per cercare di portare a casa la partita e comandare la serie prima dell’ultima sfida a Chicago.

Per Charlotte sarebbe una V per una vendetta sportiva dopo la beffa patita nella Buzz City.

Analisi

Punteggio basso che non piacerà a chi ama il gioco moderno fatto di triple provenienti sempre più da spazi siderali non visibili ai nostri telescopi ma Charlotte ha voglia di rivalsa e si vede subito dalla palla a due.

Biyombo giganteggia su ambo i fronti all’inizio e Charlotte non perderà mai il vantaggio in tutto il match, venendo al massimo raggiunta, gli Hornets mettono in campo una gran difesa, la migliore dell’anno, cambiando scenario alla partita.

Si tira male da fuori su ambo i fronti con le difese protagoniste, fluiscono i punti in area mentre LaVine e Graham non sono i soliti, ingabbiati dai coach avversari.

Il primo tempo si chiude sul 44-40 per Charlotte, complice uno 0-11 ottenuto dai Bulls nel finale di quarto.

I tori a inizio ripresa riprendono gli Hornets estendendo a 0-15 il parziale ma Charlotte riparte di squadra finendo il quarto sopra di 9 (59-50).

Ultimo quarto con l’elastico fino al rientro dei Bulls sul -2, un pull-up di Lavine potrebbe dare il pareggio ma la palla schizzava via sui ferri grazie alla difesa di Biyombo e gli Hornets, dopo aver tirato male per tutta la gara piazzavano un parziale di 9-2 composto da tre triple micidiali (Rozier, Graham e Bridges) che a 3:02 chiudevano di fatto il match sul 75-66.

Finiva 83-73 grazie a una granitica difesa di una Charlotte in divisa grigia.

La V di Vendetta funzionava perché, nonostante tutti i raddoppi subiti e i 7 TO, Graham finiva con due triple fondamentali nell’ultimo quarto portandolo con 16 punti a essere il top scorer del match in un game dal sapore antico…

Hornets che perdevano nei TO 20-12, nelle steal 9-11, nelle stoppate 5-7 e tiravano peggio da fuori con il 19,4% contro il 20,6% avversario ma che poi dominavano a rimbalzo con un 60-45 netto, vincevano di misura negli assist 21-20 andando più volte in lunetta con un 17/21 contro il 12/14 dei Bulls ma soprattutto dal campo usavano meglio le proprie occasioni gestendo bene i possessi sfruttando meglio il pitturato e le seconde possibilità.

38,0% al tiro (30/79) contro il 30,0% avversario (27/90) sarà il totale…

La partita

Starting five

Gli Hornets si presentavano nella Wind City riconfermando il solito quintetto: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington, Biyombo.

Boylen replicava con: Satoransky (7 pt.), LaVine (12 pt. con 4/19 FG), Dunn (3 pt.), Markkanen (10 pt.), W. Carter Jr (6 pt. + 11 rimbalzi).

Dalla panchina Arcidiacono con 12 punti e T. Young con 10 arrivavano in doppia cifra.

1° quarto:

Buona partenza per Charlotte e per Biyombo che iniziava vincendo la palla a due e correggendo in schiacciata il tiro impreciso sulla girata di Bridges.

Un pull-up di Satoransky era ben contrastato dal congolese così come lo step back da destra di Wendell Carter quindi in attacco toccava ancora dentro per il 4-0.

Si succedevano altre azioni: Markkanen a vuoto da tre, doppia di Graham e una palla intercettata da Rozier che lo guidava in transizione per il coast to coast dell’8-0…

Dunn non segnava, rimbalzo Carter ma niente da fare ancora con un Biz Tower a oscurare i tiratori avversari.

Il primo canestro dei Bulls arrivava a 8:58 per mano di Markkanen che correggeva un suo tiro continuando la corsa in entrata.

Palla pera da Charlotte e transizione facile per il fing and roll di Satoransky a dimezzar lo svantaggio.

LaVine mancava un tiro da sotto dopo essersi liberato di Graham e dopo l’errore di P.J. in entrata (arrivato lungo) era Biz a stoppare l’asso avversario andando a farsi trovar pronto in attacco per la schiacciata del 10-4.

Markkanen proveniente da destra sulla linea di fondo aveva la forza necessaria per sfidare Biyombo e batterlo in schiacciata con fare da pugile ma in attacco il congolese pescato sotto si alzava per essere fermato fallosamente.

Due colpi di fioretto dalla lunetta ed ecco ripristinati i sei di vantaggio con 8 punti di Biyombo, poi arrivava il tap-in di Zeller, aggressivo nel correggere il suo stesso errore.

Cambio mano di LaVine in entrata, appoggio di P.J. in entrata e Satoransky in appoggio in transizione per il 16-10 ottenuto praticamente tutto in area dalle due squadre fino a 3:51 quando, ricevendo da una drive di Rozier, Martin nell’angolo sinistro infilava la tripla del 19-10.

Young da sotto la metteva dentro servito dalla penetrazione di White, out LaVine, su un rimbalzo offensivo di MKG, Zeller la metteva dentro da oltre l’arco per il 22-12…

Su quattro tiri tentati, due per parte, l’unico buono era quello di White che inaugurava la prima tripla a segno dei Bulls (1/5) quindi Zeller subiva fallo a 1:23 segando i liberi per il 24-15.

Si chiudeva così il primo quarto visti gli errori da fuori del finlandese e di Denzel Valentine da oltre l’arco beffato da un in & out.

Biyombo, per lui partenza sprint. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva meglio Chicago con lo spin hook in the paint di Young e in difesa Gafford andando a stoppare P.J. salvava i suoi ma sullo stesso possesso Biz con l’hook da centro area la metteva dentro.

Monk con un brutto passaggio favoriva il 3 vs 1 in transizione chiuso d Valentine ma sulla rimessa, Graham lanciava lunghissimo per il tocco volante di P.J. dietro la difesa di Chicago (28-19).

La difesa di Charlotte continuava a esser buona come quella di P:J. Su Valentine, transizione con due liberi affondati da Graham a 8:55.

I floater di Arcidiacono e Monk alzavano il basso punteggio, Valentine da tre realizzava il 32-24 quindi Monk toccava la sfera a Valentine in entrata favorendo l’ennesima fuga, arrestata a 7:26 da un fallo su Biz che infilava solamente il primo dei due liberi.

Dopo una serie di errori da amo le parti , 72 secondi più tardi, Biz tornava in lunetta (fallo di Carter) per realizzare il secondo FT portando il match sul 34-24.

Jump hook di MKG, blocking foul di Gafford sull’entrata di Bridges: 38-24.

LaVine da tre e Gafford rispondevano accorciando sul -9 ma dopo un time-out Charlotte guadagnava due FT con Devonte’ per aver rotto il raddoppio Dunn/Markkanen.

Big bound pass in diagonale di Devonte’ per la corsa di P.J. nel corridoio centrale e relativa dunk appesa…

Palla persa da LaVine in penetrazione e swooping di Rozier a sinistra per il +12 a 2:46 (44-32).

Un fallo non rilevato di Dunn su Graham e le proteste dalla panchina stimolavano anche Bridges che a contatto con LaVine lo stoppava ma gli arbitri chiamavano un fallo e un tecnico contro il nostro numero 0 per un “C’mon” un po’ troppo energico.

3/3 che faceva partir la rimonta senza Biz sul parquet fermo per un problema all’inguine.

Satoransky dalla lunetta, LaVine in transizione, e un ½ di Satoransky fermato a :01.3 da un blocking foul facevano rimontare la squadra di Boylen grazie a un parziale di 0-11 trascinando all’intervallo i Tori sul -4, 44-40.

Bridges, ottima partita per lui. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

3° quarto:

Partenza ancora nel segno della Wind City che soffiava da tre con Markkanen raggiungendo anche il pari con Dunn (fallo di P.J. in contenimento) dalla lunetta (½).

A quota 44 gli Hornets rompevano lo 0-15 di parziale grazie a un rimbalzo di Biz e l’entrata di Bridges con cambio mano chiusa di sx.

Satoransky sbagliava il tiro comodo in area e alla fine P.J. con un’entrata rallentata alzava la parabola in area contro LaVine per il +4.

A 9:30 finalmente un fischio a favore di Graham che metteva dentro due liberi per fallo di Dunn, Rozier ne aggiungeva due, Bridges dietro contrastava bene un tiro dalla baseline destra di LaVine e intercettava un passaggio di Satoransky sull’extra possesso Bulls per mantenere il +8 Charlotte.

Le squadre provavano a sbloccarsi da tre ma i Calabroni finivano sul 2/19, i Bulls scendevano sul 5/18…

Primi due punti di Carter dopo un rimbalzo offensivo e risposta di Graham in entrata di sinistro a 4:45 per un 34-22 in area complessivo…

Difese aggressive a bloccare gli attacchi fino a quella di Satoransky, eccessivo sull’hand-off per Graham che scivolando induceva al fischio la terna con gli Hornets a entrar in bonus.

2/2 a 3:36 per il +10 (56-46) prima di un banker di Young a 3:10 e una correzione di Cody su errore di Rozier che portava sul 14-6 le second chance.

Buona la difesa di Martin su Valentine e quella di Gafford che in seconda battuta arrestava in stoppata per la seconda volta nel giro di poco tempo, P.L..

Un canestro accidentale di Young chiudeva il quarto sul 59-50.

Zeller, rientrerà nel finale per riscattarsi. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Partiva sganciando una mina siderale P.J. facendo schizzare pezzi di Gafford nello spazio vendicando le due stoppate subite ma anche a lui era affibbiato un tecnico che, unito all’extra possesso Bulls in attacco chiuso bene da Young faceva accorciare di un punto la squadra.

Arcidiacono segnava da due in bello stile e rubava palla sulla rimessa a un P.J. addormentato per andar a esser fermato irregolarmente.

Dalla lunetta il 2/2 valeva il -4 (61-57), rientrava Biz e finalmente tornava Graham a segnare: tripla dalla diagonale destra a 9:29 per dar respiro alla squadra…

TO Chicago Valentine-Arcidiacono con sversamento liquido rossastro sul pallone di gioco e relativa sostituzione.

Gli Hornets trovavano un canestro importante sotto la pressione dei Bulls con uno spin fade-away notevole di Bridges che di solito quei tiri li sbaglia, comunque sia Young recuperava due punti, i raddoppi altri di Chicago su Graham funzionavano perché il passaggio all’interno verticale per il lungo era deviato costringendo il team di Borrego al ventesimo TO.

Sul 3/26 da oltre l’arco di Charlotte e il 5/27 dei Bulls, Arcidiacono da tre dava ancora una spinta ai Tori che con Dunn in area si portavano sul -2 con un parziale di 0-7 che iniziava a far tremare Charlotte sebbene mai fosse stata sotto in partita.

Gli Hornets però trovavano nel momento migliore le realizzazioni decisive da oltre l’arco: a 4:23 la transizione con apertura sulla destra di Rozier valeva i primi tre punti a 3:59 era Graham a prendersi il tiro da fuori portando gli imenotteri sul 72-64.

Chicago accorciava con due FT di Carter Jr. ma la difesa dei Bulls in vacanza lasciava tantissimo tempo e spazio a Bridges che unendoli calava la sconvolgente tripla einsteiniana del 75-66.

Appoggio di LaVine ma dall’altra parte il giro palla di Charlotte creava una crepa diagonale nel mezzo percorsa da Bridges per la dunk lanciatissima a una mano che nessuno osava fermare…

Schiacciata di Carter Jr. poi solito raddoppio su Graham che riusciva a far filtrar palla verso Zeller, alzata al nadir per P.J. che arrivava ugualmente su quel pallone per l’alley-oop morbido.

Arcidiacono da tre esauriva le scorte andando a vuoto e a 1:03 Rozier, prendendo il tempo alla difesa, andava a segnare subendo fallo.

FT mancato ma i due punti per l’81-70 mettevano al riparo da bad news.

Arcidiacono, infatti, controllava bene in magazzino riuscendo a segnare da fuori con l’ultima scorta ma poi ne fallirà un’altra, ai Bulls non era fischiato un fallo per bloccare il cronometro e Graham lanciando lungo per l’isolato Zeller, compiaceva l’amico e compagno per la dunk dell’83-73 finale.

Le pagelle

Terry Rozier: 7

11 pt., 8 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate. 5/15 dal campo, +10 in +/-. Di tutto un po’ nonostante gli attacchi selvaggi alla Rozier non siano sempre le scelte migliori o consigliabili. Nel finale però emerge con 5 preziosi punti mentre in tutto il match fa una buona difesa e prende tanti rimbalzi per i cm che ha…

Devonte’ Graham: 7

16 pt., 5 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate. 4/14 dal campo con 7 TO. 6/6 FT e +9 in +/-. In difesa bene, da fastidio anche quando è battuto come contro Young che va corto da vicino. In attacco il trattamento speciale in raddoppio pensato da Boylen infastidisce Graham più del vento gelido di questi giorni. Su alcuni passaggi i Bulls sono lesti a toccargli palla o a capirne le intenzioni, recuperando o quasi palloni, per un totale di 7 TO. Sembra in difficoltà all’inizio ma dalla distanza, pur con soli 16 punti, rimarrà il top scorer del match. Un Graham mascherato come in V per Vendetta che si sacrifica per il bene della collettività lasciando però le tracce del suo passaggio con due importanti triple nell’ultimo quarto.

Miles Bridges: 7,5

13 pt., 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/10 dal campo, +15 in +/-. Grande prestazione di Miles che è attivo in difesa e sembra mostrare più capacità nell’anticipare gli eventi offensivi dei Bulls. Contrasta, contiene, va a rimbalzo i difesa e nel finale piazza uno spin fade-away notevole facendo da solo e realizzando la tripla dall’angolo destro che chiuderà il discorso. Un tecnico preso ma ben speso per caricarsi e caricar la squadra in un momento duro. Nel finale trova una crepa ampia nel muro dei Bulls e arricchisce il suo bottino percorrendola fino a disintegrarla in schiacciata senza che nessuno osi tentare di fermarlo.

P.J. Washington: 7

13 pt., 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. 6/17 dal campo (0/3 da fuori), +11 in +/-. Negatività: una palla che si fa rubare come un pollo da Arcidiacono e due stoppate prese da Gafford forzando un po’… Bella l’entrata su LaVine con euro-step, l’alley-oop da Zeller e altre entrate anche se non tutte a buon fine… Anche per lui però la difesa è buona e grazie ai rimbalzi finisce in doppia doppia. Un tecnico evitabile dopo la jam sparata su Gafford a inizio ultimo quarto ma era in trance agonistica.

Bismack Biyombo: 7,5

12 pt., 9 rimbalzi, 1 assist. 4/6 dal campo, +11 in +/-. Domina a inizio game contestando tutto ciò che gli passa anche relativamente vicino, in più o schiaccia o va in lunetta, raggiungendo ben presto 10 punti. Deve uscire per un problema all’inguine che lo limita un po’ al rientro ma riesce ancora a combinar qualcosa anche se bene fa Borrego a toglierlo perché in attacco non riesce più a render fluida la manovra o a segnare.

Cody Martin: 6,5

3 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. ½ FG, 2 TO. -1 in +/-. Buona partita di Martin che mette la seconda tripla stagionale e soprattutto ringhia in difesa limitando gli attacchi dei Bulls durante i suoi 15:57 sul parquet.

Michael Kidd-Gilchrist: 7

2 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. ¼ dal campo. Solo l’hook in entrata con rilascio rapido, molto bello, poi per l’attacco finisce l’ ma in difesa compie davvero tante buone difese in contenimento e in chiusura, anche quando capita su LaVine. Prezioso a rimbalzo, esce nel finale non potendo proporre armi offensive in grado di sbloccare gli Hornets ma alla fine la sua partita sarà buona.

Cody Zeller: 7

11 pt., 10 rimbalzi, 2 assist. 4/8 dal campo, nessun TO. -1 in +/-. Doppia doppia per Cody che parte dalla panca ma rientra come spesso ultimamente Borrego vuole, in un finale dove è più utile a far da perno a una manovra che con Biyombo stagnerebbe troppo. Mezzo voto in meno perché appare sempre poco sicuro su talune penetrazioni, infatti, nel primo tempo LaVine entra e lo sfida subito battendolo in cambio mano. Maluccio nel primo tempo ma si rifà alla grande nel finale. Prezioso nello spuntare sui rimbalzi offensivi per correggerli. Bello il passaggio alley-oop per P.J. nell’ultimo quarto.

Malik Monk: 5,5

2 pt., 2 assist, 1 rubata. 1/3 dal campo. Una bella steal su Valentine e un floater arrivando tranquillo nel cuore dell’area, per il resto non è un giocatore solido e nel secondo tempo sul tentativo di tripla fende la retina esterna. Serve che impari a far la cosa giusta e non ad affidarsi al tiro da tre come mantra (0/2 in serata).

Coach James Borrego: 7,5

Mette in campo tutte le misure giuste per limitare i Bulls ed era davvero hard far più di così.

La squadra si distrae raramente e lui quando capita la richiama lestamente prima di incassare pesanti parziali. Capita uno 0-15, uno 0-7 nel finale ma la squadra non va mai sotto mantenendo la testa per vincere. Determinata, solida e capace alla fine la spunta nonostante la propria punta di diamante sia stata limitata ma è la squadra intera a vincere ed è la collettività di Charlotte e degli Hornets a gioire.

Game 27: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 113-108

Intro

Da poco tempo sono state scoperte altre lune intorno a Saturno.

Non è che questi satelliti siano giunti intorno al pianeta con l’anello improvvisamente, sono state sempre lì…

L’uomo non si era mai accorto prima della loro presenza, un po’ per la macro-presenza di altri elementi e a dimostrazione di conoscere poco anche ciò che viene ritenuto “vicino”…

Dopo due sconfitte contro Brooklyn, Borrego dovrebbe paragonarsi ai ricercatori di pianeti che devono individuare nuovi elementi, ognuno con una storia diversa, con caratteristiche differenti per capire se si può invertire la tendenza e individuare nuovi elementi che teoricamente siano sempre stati alla portata per avere un risultato differente dalle prime due uscite.

Analisi

Out Batum e Williams, Monk non giocherà, con la squadra in back to back, Borrego dava più spazio alle seconde linee facendo giocare minuti importanti a MKG e Cody Martin.

La squadra prendeva un orientamento più difensivo anche se l’imbarcata era dietro l’angolo tanto che nel secondo quarto la tentazione di andare a dormire si faceva diabolica sul -20 ma Charlotte sul finire del tempo riusciva quasi a dimezzare lo svantaggio tornando sul -11 (53-64) nonostante chiudesse i primi 24 minuti con 23 rimbalzi a 29 e con percentuali al tiro peggiori avendo poca risposta per fermare Allen.

Brooklyn, un po’ distratta, tergiversava un po’ sbagliando troppi tiri dalla lunetta così nel finale di terzo periodo Charlotte, complice la zona messa in campo da Borrego (contro alcuni team funziona bene, con altri è deleteria) e tre triple (Graham, e Bridges) tornava insperatamente in partita sull’84-86.

L’ultima frazione si apriva con i Nets a tener il vantaggio fino a 6:53 quando Graham fiutava l’odor di vittoria come quello della pioggia che sta per arrivare; tripla sorpasso ma non avevamo ancora visto nulla.

Se alla difesa ci pensavano gli altri, all’attacco provvedeva lui facendo tutto da solo: tripla, FT, lunghi due e ancora una tripla arcobaleno su Harris che disegnava la vittoria a :21.9 dalla fine.

111-106, Charlotte teneva questa volta nei secondi finali guadagnando un’insperata prima vittoria stagionale a Brooklyn.

Charlotte si avvantaggia dai pochi TO commessi (8-12), tirando meglio da tre con un 42,9% contro il 26,3% avversario e ai liberi con un 26/32 contro il 22/33 avversario… Assist 20 pari, ai Nets non bastava guadagnar 5 rimbalzi in più (47-50, 15-17 gli offensivi) e tirar meglio complessivamente (CHA: 40,9%, BKN 43,2%) finendo per pagar caro soprattutto i numerosi errori dalla lunetta e il massimo in carriera di un Graham giunto a 40 punti…

La partita

Starting Five

Hornets con il classico recente starting five: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo.

L’altra squadra della Grande Mela schierava: Dinwiddie (24 pt.), Temple (9 pt.), J. Harris (11 pt.), T. Prince (6 pt.) e J. Allen (21 pt. e 10 rimbalzi).

Dalla panchina i migliori per gli avversari erano Pinson con 12 punti e Jordan con 9 pt. e 14 rimbalzi mentre Nwaba si fermerà a 8.

1° quarto:

Charlotte partiva nel triplice segno con la bomba di P.J. Washington assistito nell’angolo destro a 11:42.

Harris rispondeva con bravura in entrata poi a 10:53 da casa sua Graham tirava fuori un mega tiro a ciuffo che si infilava nella retina ma Allen aveva vita facile in area per arrivare a canestro e un flebile fallo di Bridges aggravava la situazione con il two and one.

6-5 a tener botta, sorpasso di Harris da sotto ma dopo l’errore di Miles da tre arrivava il rimbalzo di Biz in due tempi e la seconda tripla con confidenza del nostro play che a 9:48 riportava avanti, 9-7, Charlotte.

Dopo un altro canestro dei Nets, Biyombo, servito dentro da Graham, usava i cm in più contro Dinwiddie per l’hook dell’11-9.

Temple però pareggiava in entrata, Allen stoppava quella di Bridges e sull’altro fronte ricevendo sulla linea di fondo schiacciava a 7:45 l’11-13.

Rozier allungando il palleggio batteva tutta la difesa fino ad arrivare all’appoggio.

Si procedeva spesso nel segnare punti grazie ai tiri liberi e si passava metà quarto a 5:43 sul 17-18 dopo una tripla di MKG.

Un alley-oop di Allen a 5:33 valeva il +3 Nets ma a 4:53 Rozier in coast to coast di sinistro metteva dentro su Harris dopo il crossover veloce che lasciava indietro la guardia avversaria.

Martin si catapultava sotto il nostro canestro per andare in aiuto a stoppare Allen ma il centro riprendeva segnando…

Allen e Zeller ancora a gioco fermo, 2/2 per entrambi i centri,1/2 di Shumpert ma poi tripla di Musa su un Cody in difficoltà nel trovare la giusta misura per contrastare i tiro e non conceder la penetrazione dava il +7 alla squadra di Atkinson.

A 2:40 Rozier da sinistra su assist di Bridges catapultava tre punti a canestro ma Charlotte da comodo rimbalzo difensivo trasformava in auto-canestro l’azione con Zeller che interveniva mentre Martin cercava di abbrancare la sfera (comodamente visto il non pericolo).

Cody da sotto rimediava sull’errore offensivo di Bridges ma Pinson in corsa infilava il 26-32, finale di quarto.

Nwaba dovrebbe essere un fan di Hokuto no Ken. Eccolo impegnato a cercare il punto per dar esplodere Miles Bridges, ottenendo però uno zero, come i numeri sulle divise dei due giocatori. Photo: Kathy Willens, AP

2° quarto:

Era sempre Pinson, in modalità offensiva a continuar a portar a casa punti per i Nets aprendo la seconda frazione con una tripla vs Martin e un rimbalzo offensivo di Jordan con fallo di Graham dava il 26-39 per la squadra newyorchese.

P.J. con gli autoscontri in area decideva di far smetter la dieta a Charlotte ma Nwaba tirava da tre oltre Bacon realizzando il 28-42.

Charlotte provava a reagire e dopo un tecnico battuto da Graham (3 secondi) infilava con P.J. la tripla da fuori (bel passaggio laterale di Graham a batter il proprio difensore) del 32-42.

La decina di punti di distacco tuttavia era destinata a salire dopo il two and one di Jordan e l’entrata con tocco al plexiglass di Pinson.

A 8:48 i Nets giravano sul +15 (32-47) ma arriveranno ben presto sul +20 dopo un coast to coast di Nwaba senza resistenze e grazie alla tripla schermata di Pinson a 7:41 (32-52).

Gli Hornets sembravano deragliare senza troppe energie nonostante Borrego proponesse giocatori più freschi come Martin e MKG.

A 4:35 Rozier usava il blocco di Biz per sfuggire alla marcatura e infilare il pullup frontale dalla media ma Temple dalla sinistra batteva proprio il nostro play per tre punti (39-57) che ritardavano la rimonta nei minuti finale di Charlotte.

A 3:14 Cody Martin segnava da tre e successivamente su un coast to coast mancato da Bridges era l’altro Cody, Zeller, a rimorchio a portar punti ((46-59).

Nei secondi finali, complice una steal di Zeller a Harris e il bonus si riduceva lo scarto di altri due punti fino ad arrivare a :03.3 sul 53-64, un -11 con il quale si chiudevano i primi 24 minuti.

3° quarto:

Dopo un paio di turnover Dinwiddie riapriva le ostilità con due punti in fast break, Graham dalla media (spesso gli Hornets si affidavano a questa soluzione) andava a caccia di punti trovandone due e a 10:25, dopo lo 0/8 del primo tempo Miles in entrata, spinto da Graham, segnava i primi due punti su azione della sua partita per il -9 (57-66).

Brooklyn però respingeva il tentativo di rientro con Temple e Allen, Prince a 7:40 poi segnava anche da tre e la gara girava sul 59-75…

Charlotte non riusciva a riavvicinarsi nemmeno dopo il two and one di Martin a 5:07.
La bella drive valeva solamente il 65-78 e dopo la tripla mancata di MKG, Shumpert sull’altro lato aveva più confidenza da fuori per realizzare il 67-82…

I Nets comunque continuavano a fallire qualche libero di troppo, specialmente con Dinwiddie e dopo due FT di Graham, Bridges grazie a una seconda possibilità metteva dentro da tre la spicchiata per il 72-82.

A 2:48 Nwaba segnava due FT per fallo fischiato contro MKG ma Charlotte con la zona in difesa e con le triple in attacco si dedicava al rapido rientro, complice una Brooklyn un po’ troppo rilassata…

Jordan prendeva in faccia la tripla frontale di Graham a 2:30 e quella da destra di Bridges, inoltre da uno scambio a due sorgeva la bomba di Graham, open, dalla diagonale sinistra per l’81-84…

Il forcing difensivo degli Hornets portava i Nets a non avere spazio e quando il canestro sembrava già fatto, ecco spuntare Zeller in stoppata su Pinson; palla a due sul proseguo tra Graham e il n° 1 avversario, Nets che con cinque secondi rimasti però riuscivano a portar a casa i due punti con l’entrata floater di Temple.

Charlotte tuttavia diceva la sua mettendo dentro dalla diagonale destra con Bridges, bravo con il palleggio a elastico a liberarsi del passaggio del difensore per sparare la tripla convincente che chiudeva il quarto sull’84-86.

Bridges assalta DeAndre Jordan modello Raffaello, affresco sofferente a chieder la grazia alla trinità arbitrale. Photo: Kathy Willens, AP

4° quarto:

Elastico in avvio anche di ultimo periodo quando i due punti si estendevano a quattro per scemare a due, succedeva due volte, poi due tiri liberi di Nwaba (½) a 8:40 davano il +3 a 8:40 alla squadra di Atkinson così il cambio mano rapido di P.J. in area contro Jordan valeva lo scoop de -1.

Prince falliva contro Biz e a 7:06 Borrego voleva il time-out.

A 6:53 quasi non si credeva alla tripla del sorpasso firmata Graham quindi toccava a Dinwiddie riportare sopra i Nets ma a 6:11 Devonte’ sui raddoppi innescava una triangolazione rapida verticale con passaggio per Biz che dava dentro a MKG, spinto.

Il numero 14 dalla lunetta infilava i tiri per il 95-94.

Teneva su Prince il centro congolese e su un wild shot dopo lo spin, Rozier era fortunato perché era assegnato il fallo a Dinwiddie.

5:41, altri due punti guadagnati subito riassorbiti da Dinwiddie in fuga sulla linea di fondo a freddare con il reverse layup, Biz.

Un hook al vetro di MKG toglieva la pressione di dosso agli attaccanti Hornets ma a 4:46 l’entrata di un veloce Dinwiddie era premiata con un fallo (l’ennesimo dubbio su ambo i fronti) per il two and one del 99 pari.

Graham si faceva perdonare la persa con corsa sul fondo a 4:13 con l’arresto e tiro fulminante da tre punti per il 6/11 da fuori.

Harris a 3:40 replicava in entrata ma dopo azioni andate a vuoto, Rozier in penetrazione scappava dall’avversario e batteva al vetro evitando la stoppata di Allen.

Prince dall’angolo da tre non era la risposta per batter la zona di Charlotte che guadagnava altri due punti con Graham in solitaria, cambio passo, attacco frontale e contatto fluttuante sul tiro con Harris.

2/2, 106-101.

Purtroppo Charlotte spesso si dimostrava incapace di gestire questi vantaggi e dopo aver subito la prima tripla di Harris non riusciva a contenere con Zeller l’appoggio di Dinwiddie per il 106 pari a 1:10.

Graham, piccolo grande uomo, si caricava sulle spalle la squadra andando in uno contro uno, incredibile il lungo due messo a segno con poco spazio a :51.6, errore di Dinwiddie, rimbalzo sicuro di P.J. che offriva l’ancor di più assurda palla a Graham che in isolamento andava per la deep 3 disegnando un meraviglioso arcobaleno sopra Harris che conduceva alla vittoria.

:21.9, 111-106, 40 punti, record in carriera con un tiro velocissimo dal palleggio, incredibile…

Brooklyn provava a reagire e Miles commettendo un fallo su Dinwiddie quasi combinava la frittata ma i Nets continuando a litigar dalla lunetta fallivano il primo FT per mietere gli altri due.

111-108.

Charlotte riusciva a rimettere in gioco bene dopo l’ultimo time-out guadagnando qualche secondo sul giro palla.

Alla fine era fermato in angolo Bridges che splittando portava oltre il possesso Charlotte.

:14.4 rimanenti, Brooklyn a testa bassa provava la non miglior soluzione (non per il giocatore ma per la forzatura) con Harris, rimbalzo grigio e tentativo di Prince a vuoto… Charlotte ormai in salvo andava a battere due FT con Bridges che ritoccava il tabellino aggiungendo un punto per il 113-108 finale…

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

13 pt., 7 rimbalzi, 4 assist. 5/15 dal campo prendendo i suoi tiri anche se oscurato da Graham. Sbaglia troppo al tiro e nel finale un paio di iniziative sono chiuse con una canestro e un errore. Su un’entrata precedente contro Dinwiddie gli arbitri gli regalano due FT poi non gli fischiano un fallo a favore su un’altra entrata, lui protesta e si becca il tecnico. Un solo TO.

Devonte’ Graham: 9,5

40 pt., 5 rimbalzi, 5 assist. Tira benino all’inizio, poi si scatena (12/21 FG totale, 7/12 da 3 pt., 9/11 FT) dimostrando non soltanto buona propensione e visione negli assist, ball-handling sopra la media, cambio passo letale, ma quella pazzia chiamata fiducia illimitata (conoscendo le proprie possibilità e non campata in aria) necessaria per bruciare gli avversari in un finale tirato. Alla fine la vince lui in attacco con canestri assurdi. Non sono sempre le soluzioni più razionali quelle che sceglie ma lui sente di poter fare ciò che poi realizza effettivamente e non lo fermano più nell’ultimo quarto quando è on-fire… Massimo i carriera con 40 punti, incredibile cosa ha pescato in casa Charlotte e ci auguriamo di vederlo costantemente ad alti livelli.

Miles Bridges: 6,5

14 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1rubata, 1 stoppata. 4/16 dal campo con 3/7 da fuori. Seguendo solo i numeri sarebbe da 5 ma in alcuni momenti topici è utilissimo. Chiude con uno 0/8 da brividi nel primo tempo dimostrando che le sue entrate sono troppo selvagge e soprattutto non ha il tocco in uno contro uno per metter quel tipo di soluzione. Ci riprova altre 8 volte nel secondo tempo e gli va meglio mettendo il 50% dei tiri con soluzioni importanti. La tripla a elastico dell’84-86 a fine terzo quarto anticipa i 4 liberi finali splittati ma è importante il secondo della prima serie, quello che ci da la tranquillità del +4. La combina quasi grossa prima con un fallo evitabile (troppa foga) su Dinwiddie per tre punti. La PG del Colorado manca il primo e si resiste. In difesa non mi dispiace anche se l’avvio è frustrante su ambo i lati.

P.J. Washington: 6,5

13 pt., 6 rimbalzi, 1 stoppata. 4/6 dal campo. Poco appariscente ma efficace in attacco (gran canestro con cambio mano contro il lungo di turno), riesce a metter in sicurezza qualche rimbalzo difensivo anche se non sempre ha le possibilità per difender al meglio. Come tutti rende meglio nel fortino del secondo tempo. Apre con una tripla la gara e chiuderà con un 2/4 da fuori.

Bismack Biyombo: 6

4 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 2/4 dal campo. Viaggia tra avversari che lo gelano anche se potrebbe far di più e buone difese, alla fine, tenuto conto del suo limitato potenziale offensivo si guadagna la sufficienza ma deve strappare più rimbalzi difensivi mentre in attacco offre un bell’assist verticale veloce a MKG (rovinato da un fallo) e mostra tempismo andando a schiacciare dopo aver evitato la sventagliata criminale dietro di lui rimanendo abbassato sulla ricezione per salir dopo l’aggressione a vuoto.

Michael Kidd-Gilchrist: 7

11 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. 4/9 FG. L’uomo sbagliato sugli scarichi da fuori (1/3 da 3, dopo aver segnato il primo) ma toglie le castagne dal fuoco in attacco a Charlotte in un paio di momenti decisivi come il tocco in hook laterale dal pitturato che sbattendo forte al vetro finiva dentro. Se un paio di volte soffre le entrate di Dinwiddie, la sua presenza difensiva risulta un fastidio per l’attacco avversario nel secondo tempo tanto che chiuderà con il secondo miglior plus/minus, +14. Solido.

Cody Zeller: 6,5

10 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Sembra avere più occhio di Biz in difesa. Più scafato anche se l’auto-canestro andando a toccar la palla già nelle mani di Martin è da radiazione dall’albo… bella invece la steal a Harris a fine primo tempo. Non tiene Dinwiddie a 1:10 dalla fine ma il suo rientro sul parquet a poco dalla fine è positivo. Riesce a prender qualche rimbalzo offensivo e a convertire in punti anche sul rimorchio in transizione quando Miles sbaglia e lui pulisce. Non è dominante ma si fa sentire: chiude con 4/4 dalla lunetta e 0 TO sebbene non sia l’uomo giusto sugli scarichi da tre (0/2). Miglior plus/minus, +16, anche perché questo tipo di rotazione, uscendo dalla panchina, sembra giovargli.

Cody Martin: 6,5

6 pt., 4 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. 2/7 dal campo. Sapevamo che l’affidabilità offensiva non era il suo forte, ma nonostante tutto non si può dire che non si impegni in difesa anche se non sempre gli va bene. Incassa una tripla, subisce l’auto-canestro di Zeller, stoppa Allen che poi va a riprendere e segnare ma lui continua a combattere e finalmente mette anche una tripla. Crea insieme agli altri quattro in campo, le condizioni per irretire la manovra avversaria finendo sul +8 in plus/minus. 4 assist da non sottovalutare in 23:40. Minuti importanti sperando diventi più consistente anche in attacco prendendosi qualche punto di rottura.

Dwayne Bacon: 5

2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. 0/3 dal campo con 2/2 dalla lunetta in 6:54. Unica insufficienza. Sempre fuori ritmo. Se giocassi io avrei una media migliore del recente Bacon che continua a sbagliar tiri in serie finendo sul -9 in plus/minus una breve fase di partita. Non mi sembra che abbia le capacità difensive dello scorso anno.

Coach James Borrego: 7

Il suo piano inizialmente di sparigliare le carte sembra interessante ma sul -20 sembra, come avrebbe setto Fantozzi: “Una cagata pazzesca” ma alla fine sono 92 minuti di applausi con il focus sulla difesa e la zona. Il resto lo fanno gli errori di BKN dal campo (specialmente da fuori) e dalla lunetta e Super Graham… Martin/MKG in difesa danno più di Batum/Monk…

Game 26: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 114-107

Intro

“Il dolce profumo di un grande dolore rimane sospeso sulla terra
Pennacchi di fumo si innalzano sul cielo plumbeo
Un uomo é disteso e sogna di prati verdi e fiumi
Ma si sveglia un mattino senza un motivo per svegliarsi
É ossessionato dal ricordo di un paradiso perduto
Nella propria gioventù o in un sogno non sa dirlo di preciso
É incatenato per sempre ad un mondo svanito
non é abbastanza non è abbastanza
il sangue gli si é gelato e coagulato per la paura
le ginocchia gli hanno tremato e nella notte gli hanno ceduto
la sua mano si é indebolita nel momento della verità
il suo passo ha vacillato
un mondo, un’anima
il tempo passa, il fiume scorre
ed egli parla al fiume del suo amore perduto e della consacrazione
e mute risposte mulinano inviti
corrono fluendo oscure ed agitate verso un mare oleoso
una sinistra premonizione di ciò che sta per accadere
c’è un vento incessante che soffia in questa notte
e c’è della polvere nei miei occhi che mi acceca la vista
e un silenzio che parla più forte delle parole
di promesse infrante”.

Avrei potuto anche non proporre l’introduzione del pezzo lasciando solo il testo di Sorrow, capolavoro dei Pink Floyd, poesia in movimento per descrivere le sensazioni dei fan di lunga data (chi è giovane può avere dalla sua speranze, utopie, entusiasmo resiliente e tutto il tempo per vedere che andrà ad accadere) degli Hornets.

Svaniti i Calabroni 1.0, questi ne sono pallidi parenti.

In una stagione (in senso largo) priva di sogni, il vento fisico che soffia da queste parti si unisce a quello metaforico che ha spazzato via quel briciolo d’entusiasmo a inizio stagione.

A parte la ventilata cessione di Marvin Williams le ultime prestazioni sono state pessime e non c’è uno spiraglio per diventare una contender allo stato attuale.

Passare attraverso l’inferno di dolorose sconfitte per cercare di ottenere di più dal domani sembra inevitabile condizione.

Cosa faranno i ragazzi di Borrego nella rivincita contro i Maghi è difficile dirsi ma di certo si spara in una vittoria e di tornare a vedere passi avanti nel gioco per un discorso di crescita futura degli elementi basilari della squadra.

Analisi

Confesso che alla vigilia di questa partita ero entusiasta come un eremita portato in un centro commerciale a fare shopping.

Sarà per il lungo momento no, per l’appeal della gara, l’avversario che nonostante le sfide degli ultimi anni “tese” non mi stimola particolarmente, la stanchezza personale da lavoro e stress dicembrina o l’inizio tutto di marca Hornets che come spesso capita era fuoco di paglia con gli avversari a recuperare molto velocemente ma il finale da giostra con annessa vittoria ha reso la partita molto avvincente.

Queste due squadre sono come due pugili che più che difendersi se le danno di santa ragione ed è così che si arrivava ad un finale punto a punto in attesa del colpo del K.O. decisivo.

Questa immagine tratta da uno stacchetto delle Honey Bees nel primo tempo da l’idea di che cosa sia andato in scena nel finale…

Il braccio armato principale dei due team in un saliscendi da indomito vomito da montagne russe era stato Graham per gli Hornets e il lettone Bertans per i Wizards ma dopo tantissimi sorpassi, sul +2 Charlotte, i raddoppi dei Wizards sfioravano solamente la palla rubata, l’assist nell’angolo corto per l’open 3 di Miles a :07.7 valeva il +5 e la W n° 10 in una partita tiratissima…

Charlotte chiuderà sopra nei rimbalzi complessivi 48-45 anche se nel finale di gara concederà troppi preziosi rimbalzi offensivi ai Wizards, al tiro con il 44,7% contro il 42,2% ospite (un paio di tiri in più 85/90) con un 39,0% da tre punti vs il 31,4% dei Wizards, penalizzante complessivamente nonostante un cecchino come Bertans (8/12 da tre punti) ma con un Beal non in serata con un 6/19 al tiro complessivo con 0/7 da tre…

13 i TO per Charlotte e 10 per i Wizards che hanno chiuso sopra negli assist 22-27 e nelle stoppate 4-7, battendo però meno liberi: 22/28 CHA, 20/25 WAS.

La partita

Starting five

Washington partiva con: Ish Smith (13 pt.), Beal (16 pt.), Bonga (0 pt.), Hachimura (18 pt. +12 rimbalzi) e Wagner (9 pt.).

Dalla panchina Bertans chiuderà con 32 punti (massimo in carriera) e 9 rimbalzi…

Hornets con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.

1° quarto:

Charlotte partiva lasciando alle spalle la mia presentazione e agendo con determinazione si portava subito in vantaggio con un jumper di Rozier dalla media, Wagner dimenticato da Biyombo era raggiunto da un passaggio di Beal sulla linea di fondo per il pari in schiacciata ma Charlotte a 10:58 armava nell’angolo sinistro P.J. Washington per la tripla vincente.

A 10:43 Graham andava dentro ottenendo due tiri liberi e un punto e dopo un errore da sotto di Hachimura toccava a Bridges, sempre dall’angolo sinistro, metter dentro sul passaggio di un P.J. raddoppiato nel pitturato.

Hachimura a sotto correggendo la mira realizzava il 9-4 e Beal ne aggiungeva due per gli ospiti ma a 8:41 su un lob nel pitturato, Biyombo resisteva al raddoppio e agganciando usava il fisico per farsi spazio e schiacciare.

Piccolo problema a una mano sanguinante dopo la dunk e Beal a 8:28 atteneva sul time-out ufficiale la medicazione al congolese.

½ per Beal, 2/2 per il centro africano che su un pick and roll era ancora toccato (7:47).

Beal in attacco andava a segno sfondando su Graham e il suo blocco regolare alle porte del semicerchio sinistro.

Borrego chiamava il challenge e gli arbitri erano costretti ad annullare il canestro, giustamente.

Miles in attacco sgomitando sul raddoppio usciva dal tunnel alzando dal centro del pitturato una parabola tesa che si inabissava in retina.

I Wizards rispondevano con due punti al ferro facili di I. Smith e di Beal che sfuggiva troppo facilmente a Bridges.

MKG in/Bridges out per marcare Beal e a 5:29 su una second chance, Monk, infilava da fuori la tripla del 18-11.

MKG costringeva al fallo offensivo Bela ma ricevendo un passaggio in attacco commetteva subito lo slittamento di passi in partenza restituendo palla…

Monk costringeva Brown in attacco a toccar fuori palla e Rozier passando sotto il canestro avversario si torceva al volo per passare indietro a Cody per due punti facili.

A 4:05 su un tocco di Rozier in entrata era chiamata l’interferenza e Charlotte raggiungendo il 22-11 si lanciava su un parziale di 10-0 dopo la bomba di Cody Zeller a 3:33 per il 25-11.

Mahinmi realizzava due punti interrompendo la serie di Charlotte ma Graham con un catch n’shoot dall’angolo destro lanciando i Calabroni sul +15 (28-13) grazie a un 63% dal campo.

Gli Hornets finivano però il carburante e a 1:28 Chiozza dall’angolo destro segnava da tre, Bertans ne aggiungeva altri due e Brown dopo una steal da rimessa dal fondo nella metà campo Wizards, a :08.2 affondava due liberi continuando a mostrare i prodromi di un cedimento nell’inerzia della partita degli Hornets per il 28-20 parziale.

P.J. Washington tira sull’altro rookie Hachimura. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Charlotte rischiava subito di subir tre punti stupidi sul tiro corti di Chiozza bloccato al ferro in salto da Bridges che rischiando l’infrazione stupida si salvava perché gli arbitri non la consideravano interferenza ma dopo la tripla di Graham a 10:55 per il 31-21 era solo Washington.

Gli Hornets si bloccavano in attacco tirando male e troppo da fuori mentre la rimonta della squadra di Brooks, iniziata da Mahinmi con un layup passava per Bertans abile a metter 5 punti consecutivi, proseguiva con altri due del centro di riserva fino al 31-30 per poi completarsi con un tocco ravvicinato di Hachimura…

Il giapponese di colore aggiungeva anche un FT poco più tardi e un giro completo di Smith con tiro dalla media in uno contro uno valeva il 31-35 con un parziale di 0-14…

Era P.J. Washington ad arrestare l’emorragia con un lungo due a 5:52 anche se Smith al verto su Rozier aveva vita facile sull’altro fronte.

A 5:25 MKG al secondo tentativo (fortunato nel riprender palla) andava a segno ma mancava il FT, Wagner era stoppato da Bridges e Rozier affinava la separation in area per metter dentro il pari.

Bastava un piccolo tocco per un bound pass all’indietro di Rozier che faceva contemporaneamente da schermo a P:J., bravo a non pensarci su per metter la tripla del 40-37 a 4:27.

La reazione di Charlotte era contrastata da una mega dunk di Beal ma lo spin avventuroso 1 vs 1 di Zeller con alzata dal pitturato valeva sempre due punti.

A 3:39 Bertans in palleggio sparava sopra Graham, fallo un po’ generoso contro Devonte’ e libero a segno che si aggiungeva ai tre punti trovati dal baltico per il sorpasso (42-43)…

Entrata a ricciolo di Cody, pareggio di Hachimura, partità che rimaneva lì con i liberi e restituiva un +1 agli ospiti a 2:44 grazie a Beal.

Graham mancava una tripla aperta dopo aver ottenuto buona spaziatura ma Bridges recuperava con il tocco sotto a destra per il sorpasso (47-46).

Zeller allungava con un libero su due e Bridges con lo spin preparava l’hook vincente successivo toccando i 10 punti.

Si arrivava nel finale con un canestro di Beal a :03.6 ma dopo aver urlato qualcosa arrivava il tecnico che Rozier sfruttava per ritoccare il punteggio del primo tempo portato sul 53-48.

Bridges tenta di controllare Beal. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

3° quarto:

Washington partiva a razzo dopo il time-out con due mid range jumper di Hachimura e un ‘entrata di I. Smith per il sorpasso sul 53-54 a 10:35.

Il vantaggio però durava 13 secondi perché proprio il play andando a commetter fallo su Biz lasciava nelle mani del congolese il destino della squadra leader.

Biz affondava i liberi e sull’azione seguente abbrancando un rimbalzo correggeva per il 57-54…

A 9:29 Graham da tre punti infilava la tripla che costringeva i Wizards al momentaneo -6 (60-54).

Hachimura accorciava, Rozier dalla lunetta ripristinava la mezza dozzina di vantaggio ma a 7:45 Smith segnava due punti ricevendo una mazzata poco furba di Graham.

Due punti ma libero fallito e si tornava ai sei di vantaggio con la dunk di Biz su servizio in penetrazione di Rozier.

Uno scambio di passaggi con finte tra Graham e Rozier portava a liberarsi dei difensori in ritardo e al canestro dell’ex Celtics da fuori.

Si volava sopra l’arcobaleno di P.J. Washington a 5:59 per la tripla del 70-62.

Cody in corsa riceveva un passaggio schiacciato preciso da Graham e chiudeva al ferro per il +10 (74-64).

Il vantaggio Hornets saliva vertiginosamente con due step-back 3; il primo di Monk a 3:44 e poi quello di Graham 30 secondi più avanti per il +16 (80-64).

La partita sembrerebbe in ghiaccio ma dal letargo della panchina si svegliava il lettone Bertans che a 1:55 calava la prima tripla, ne infilava una successiva e fucilava per la terza a :01.3 dalla penultima sirena per l’82-75…

Graham, nell’ultimo quarto trascinerà gli Hornets alla vittoria. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Gara riaperta in poco e un fade-away da due del lettone su Batum e da un TO nasceva la tripla di Bertans con il close-out poco atletico ma stretto di Batum che commettendo fallo regalava la seconda giocata da 4 punti all’infuocato avversario.

82-81 e a 9:52 il sorpasso sull’open 3 di Chiozza.

Troppi uno contro uno per Charlotte che fallendo l’entrata (troppo prevedibile) con Monk e l’hook con P.J. rischiava il K.O. Tecnico su una tripla di Bertans rimbalzante sui ferri fortunatamente uscita.

A 8:28Biz correggeva sé stesso dopo esser stato costretto a provare un tiro dalla media a causa dei 24 secondi imminenti alla scadenza.

Il pari del congolese era vanificato da due liberi di Mahinmi, spinto da dietro dallo stesso n° 8 degli Hornets.

Charlotte a 8:07 tornava in parità con due FT di Graham sulla spinta di Beal, poi dopo un paio di azioni convulse Wagner su una controtransizione teal bloccava l’alley-oop di Biyombo a conti fatti salvando un punto dopo i liberi (½ e 87-86).

La partita iniziava ad azionare la giostra iper-veloce con il terzo tentativo Wizards a segno da parte di Wagner dopo che il tedesco si era visto negare il canestro due secondi prima da una stoppata di P.J..

Graham a 6:48 con la tripla ci riportava sopra poi toccava a Beal con un 2+1 (fallo di Graham) a cambiar la squadra leader prima che Rozier a rimbalzo offensivo si inserisse con i tempi giusti per il tocco in solitaria del 92-91.

Quando Bertans da casa sua segnava sparando sul birillo fermo davanti a lui (Graham) il cielo si oscurava con il lettone al massimo in carriera (29 pt.) ma a 5:02 si rischiarava con la tripla fortunosa di Graham che baciando il vetro scendeva attraverso la net per il 95-94.

Ish Smith dall’angolo destro però diceva che non era il momento di rilassarsi realizzando il +2 Wizards a 4:41 e dopo una stoppata di Wagner su Graham gli Hornets cominciavano a soffrire a rimbalzo tanto che i Maghi auto-generavano una seconda possibilità bloccata da un fallo ma Hachimura da fermo realizzava il 95-99.

Momento difficile e Borrego sceglieva di togliere uno stanco Biz per inserire Zeller (anche più offensivo) ed era proprio lui dopo una tripla errata di Rozier a forzare il tocco di due avversari oltre la propria linea di fondo.

Graham in fuga dall’angolo destro lasciava indietro Smith e alla chiusura di Wagner rispondeva con l’alzata vincente che pescava anche il jolly del fallo.

2+1 e Hornets tornati in partita a 3:44…Beal mancava la tripla, altro rimbalzo offensivo ma anche a Smith da fuori questa volta andava male, Rimbalzo di Zeller, fallo del giapponese i maglia biancorossa e sorpasso a 3:18 dalla lunetta.

Hachimura da sotto però riportava in vantaggio i suoi dimostrando l’assenza atmosferica sotto le plance seleniche degli Hornets che tuttavia dopo aver cambiato gioco sulla sinistra con uno skip pass osservavano preoccupati l’entrata a ricciolo di P.J. che andava a buon fine.

Sull’azione Wizards palo di Beal dalla destra, ennesimo rimbalzo ma Hachimura dal mid range aveva il braccino andando corto così Miles da tre sparava a 1:59 il possibile colpo del K.O. Per il 105-101.

Troppo presto perché Wagner e il suo 2+1 saccheggiavano il pitturato ma a 1:34 proprio il tedesco, troppo lento per chiudere Graham con esitazione, serviva il nuovo two and one per il 108-104.

Hachimura da tre era un rischio e non funzionava e a proposito di mezzi gialli (senza nessuna offesa) ecco spuntare il sesto fallo (offensivo) di P.J: secondo un arbitro.

Dopo le proteste pacifiche di Borrego si parlava con il tavolo accorgendosi che fosse in realtà il quinto e P.J. poteva evitare così l’espulsione.

Proprio lui forzava a un tiro fuori equilibrio del nipponico e a :36.5 un ½ di Rozier ci dava 5 punti di vantaggio.

Tranquilli mai con questi Hornets perché si alzava da tre ancora Bertans dalla diagonale sinistra contro un buon Rozier ma senza i cm per fermarlo…

A :31.4 c’era ancora da soffrire sul 109-107.

Gli Hornets giocavano con cronometro e fuoco e ne uscivano bene perché dai raddoppi il passaggio, toccato da Bertans, di P.J. allungato nello short corner verso Bridges valeva la partita.

Miles non falliva l’open a :07.7 evitando così spiacevoli sorprese dell’ultimo secondo.

112-107, Bertans da metà campo sarebbe stato troppo oggettivamente e un fallo inutile allungava il brodo favorendo Rozier che alimentava il tabellino personale con ulteriori due punti per il 114-107.

Le pagelle

Terry Rozier: 6,5

17 pt., 8 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. 5/14 al tiro e di questi 1/7 da fuori… O.K. Pessima serata da fuori ma cala un buon tre punti quando serve, favorisce Miles con un bell’assist per la tripla negli ultimi minuti e ne dispensa altri come quelli per Zeller e Biyombo su drive strette slalomizzando tra le maglie biancorosse. I cm per fermare certi attacchi non li ha ma ci prova spessissimo a bloccare il tiro o almeno a dar fastidio. Attivo a rimbalzo non si può dare l’insufficienza.

Devonte’ Graham: 7,5

29 pt., 1 rimbalzo, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 9/19 dal campo con inizio lento ma entra presto in partita per aiutar la squadra un po’ in stile sparatutto. Nel finale sembra più concentrato ed entrando in modalità survival è più preciso. Almeno due two and one decisivi mentre in difesa vale lo stesso discorso per Rozier. Attivo riesce a piazzare una stoppata e a rubare un paio di palloni ma non ha i cm e talvolta gli avversari al tiro ne approfittano. Limite fisico non migliorabile direi se non con qualche close-out migliore a volte ma in serata commette tanti falli tentando di bloccare gli avversari ma deve imparare a bloccare meglio e a non concedere il two and one. A proposito di close-out è perfetto quello su Beal nel primo tempo che gli arbitri dopo il challenge devono riconoscergli (avevano segnato il canestro a Beal).

Miles Bridges: 7,5

16 pt., 2 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 6/14 al tiro ma 3/6 da fuori. In difesa si toglie lo sfizio di stampare un layup di Beal violentemente contro il plexiglass dopo aver lasciato fare all’avversario un paio di volte troppo facilmente precedentemente. Tenace è capace di andare a prendersi qualche canestro nel traffico anche se poi le percentuali sono normali. Nel finale però piazza due squilli e il secondo è il colpo partita del K.O., scagliato senza paura.

P.J. Washington: 7

15 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. 5/13 dal campo. A volte fa delle belle entrate, in altre pare che gli manchi un po’ di energia sulla chiusura avversaria per dare poi il giusto tocco alla sfera. Rischia di uscire per limite di falli ma per fortuna gli arbitri correggono la magagna che stavano creando e fa sbagliare Hachimura con buona difesa nel duello tra rookie. Blocca Wagner ma il tedesco gli segna in faccia subito. Un po’ meno preciso da fuori ma certi tiri arcobaleno da tre dagli angoli sono una garanzia nonostante i close-out.

Bismack Biyombo: 6,5

13 pt., 15 rimbalzi. 4/6 FG. Ruolo prettamente difensivo per Biz che non disdegna qualche puntata offensiva facendo talvolta da perno della manovra. A volte vince duelli a volte viene sovrastato ma in attacco finisce con un 5/6 dalla lunetta che lo porta in doppia doppia. Stanco, esce nel finale ed entra Zeller. Scelta giusta.

Malik Monk: 6

6 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 2/6 dal campo con 2/4 da tre. Deve partire con la difesa meno piazzata; una sua iniziativa con attacco frontale nel secondo tempo va a a vuoto poiché chiuso da due giocatori, mette due belle triple, una in step back davvero rapida che da la spinta a Charlotte per andare ala grande seconda fuga di serata ma poi anche lui si smarrisce un po’ e si nota dal -13 di plus/minus (ottenuto però anche precedentemente). Meglio del solito ma senza strafare potrebbe render meglio.

Cody Zeller: 6,5

14 pt., 10 rimbalzi, 1 rubata. 5/6 dal campo. Entra nel finale riuscendo a dare a Charlotte una rimessa dal fondo avversario. Fa i suoi punti e va in doppia doppia con i rimbalzi confermando la buona serata de centri Hornets anche se nel finale un po’ faticano. Non sono una garanzia da sigillo della Volpe a 9 code per usare un eufemismo ma complessivamente in serata rendono. Bella l’entrata semplice con assist laterale di Graham per l’appoggio.

Nicolas Batum: 5

0 pt., 2 rimbalzi, 1 assist in 12:45. 0/2 dal campo, 4 falli e un -18 in plus/minus. Poco atletico concede 4 punti su stessa azione all’inarrestabile Bertans ma in generale fallisce un paio di tiri e fatica a essere in ritmo veramente.

Michael Kidd-Gilchrist: 6

4 pt., 3 rimbalzi. 2/5 al tiro in 15:11 con un +3. Di dieci cose fatte te ne è riuscita mezza cantava Jovanotti. La sua media è decisamente più alta. Entra perché Miles è in difficoltà su Beal e lui va a far commetter subito fallo alla star avversaria ma restituisce il pallone subito commettendo passi in ricezione offensiva. Slitta su Bertans successivamente e nel complesso sostituisce dignitosamente Williams pur non brillando.

Coach James Borrego: 6,5

Indovina la mossa Zeller, il challenge, al contrario di Brooks che lo spreca su un fallo evidente di Beal, alla fine con tanta fatica porta a casa la w numero 10 come voleva lui. Giro palla e tripla. La difesa è un rebus irrisolvibile perché le nostre guardie si abbinano anche a tiratori più alti e non c’è molto da fare così come i tagli sotto le plance. Nel momento decisivo però la squadra non implode potendo contare su un team avversario non irresistibile in difesa e le spaziature create da Charlotte unito al talento di Graham aiutano.