Marvin Williams con le valige in mano controlla la sua futura destinazione?
Il noto Shams Charania, per The Athletic, riferisce che diverse squadre NBA starebbero sondando il terreno per poter avere la nostra ala grande di riserva Marvin Williams.
Il marvel moment potrebbe portare a un travel (ecco perché la fusione nel titolo con l’assonanza del nome della nostra ala) per Marvin Williams sul quale pare che diversi team (quali non è dato ancora a sapere) avrebbero messo gli occhi..
Il veterano la cui carriera partì da
Atlanta nel lontano 2005 sta spesso rendendo bene per Charlotte
uscendo dalla panchina.
Vero è che le cifre dell’anno sono modeste anche in
considerazione del non eccessivo minutaggio avuto rispetto al passato
(20,3 contro i 28,4 della scorsa stagione).
Il trentatreenne al momento è out per un colpo ricevuto al ginocchio nella partita contro Brooklyn ma l’anno di scadenza del contratto l’ha particolarmente rivitalizzato tanto che in alcune partite è stato elettrico e in genere principalmente fornisce una discreta difesa e tiro da tre punti.
Si è presentato così alla partita non giocata contro Atlanta. Foto tratat dalla pagina FB degli Charlotte Hornets.
Giocatore concreto, senza appendici social, è dei tre veterani in scadenza quello con più appeal anche se di prezzo intermedio ($15 milioni) dopo Biyombo ($17 milioni), prima di MKG ($13 milioni).
Williams è comparso nello starting five degli Hornets negli ultimi cinque anni 347 volte su 388 ma questa stagione è finito in panchina per lasciar spazio a P.J. Washington, rookie dalle belle speranze.
In 24 partite sta girando a 7,6 punti, 2,8
rimbalzi, 1,0 assist a partita e 0,7 rubate.
Guardando le statistiche al tiro però
scopriamo che sbaglia meno, tira con il 90,0% i liberi (27/30), il
49,6% dal campo con il 40,0% da tre punti (30/75) e come eFG% gira
sul 61,4%…
23 assist, 10 stoppate e solo 16 TO, esattamente come le rubate…
Un buon aiuto per realizzare canestri in una squadra che ha problemi ad avere elementi efficienti e costanti con punti nelle mani che possano risolvere questa problematica.
Vediamo qui sotto il game log preso da Basketball-Reference:
Per Charlotte cederlo sarebbe ovviamente una mossa da fare nell’eventualità di recuperare in cambio un buon giocatore o una scelta futura, magari entrambe ma dato che nessuna squadra allo stato attuale sarebbe in grado di assorbire il suo stipendio anche con i classici escamotage da eccezione, gli Hornets potrebbero anche accettare, nel caso di pick, un giocatore meno oneroso che scada la prossima estate.
Cosa potrebbero offrire le altre squadre?
Privarsi di Williams sarebbe corretto, ora?
In estate Charlotte probabilmente lo lascerebbe andare ma sul chi, sul perché e su che cosa possano offrire altri team è ancora insondabile mistero.
Charlotte dopo aver perso tre delle ultime quattro abbordabili partite casalinghe non ha tantissimo da dire in stagione e se questo principio di interesse dovesse esser fomentato anche da Charlotte sulla base dei propri interessi personali, potremmo non vedere più Marvin in teal & purple prima della fine della Regular Season ma ovviamente potrebbe anche non esserci nulla di sostanziale dietro o finir in un nulla di fatto…
Ciò che accomuna Atlanta a Charlotte,
oltre la vicinanza geografica e un animale come simbolo è che questi
due team negli anni ’90 avevano due buone squadre, abili a
frequentare i piani medio alti della NBA, oggi invece sono decadute,
salvo sporadiche buone annate.
Gli Hawks, dopo l’era Budenholzer
stanno cercando di ricostruire, sebbene la loro scia positiva in
regular season sia più lunga di quella degli Hornets che nell’unica
stagione nella quale centrarono i playoffs a livello di Calabroni 2.0
arrivarono appaiati ai Falchi con un record di 48-34.
Lontano ricordo ormai, Lee e Lin sono
ormai ex giocatori e anche quest’anno Charlotte vedrà i playoffs
dalla TV.
Forse viaggiando vi sarà capitato di
percorrere sentieri che portano a paesaggi dove si stagliano
imponenti colonne spezzate di templi e simili, castelli in rovina,
antiche strutture diroccate, città fantasma nel Far West, ecc.,
posti un tempo pieni di vita oggi abbandonati, i quali oggi possiamo
solo immaginare pullulanti e brulicanti di storie intrecciate tra
loro.
In provincia di Lecco, sul Lago di
Como, su un promontorio sopra Varenna, da circa mille anni si erge il
Castello di Vezio (foto fatta una quindicina d’anni fa) dove il
retaggio medioevale e le esigenze economiche hanno portato oggi a
proporre anche spettacoli di falconeria.
Il castello, parzialmente ristrutturato ma a pezzi, pare fu fatto erigere dalla Regina Teodolinda dei Longobardi e d’estate trasmette da lontano una strana sensazione, come se l’uso militare non più necessario e quello scorgerlo dall’alto con la torre a stagliarsi sulle azzurre acque (senza foschia) dessero un senso di benessere.
Probabilmente una W degli Hornets avrebbe lo stesso effetto momentaneo sebbene non ci siano prospettive immediate di successo, in fondo perdere non piace a nessuno anche se potrebbe essere condizione necessaria per un rilancio via Draft…
La partita
Alle 17:00 locali, sotto un promettente cielo infuocato al tramonto, andava in scena allo Spectrum Center una partita da vincere, invece…
Pesante sconfitta con una squadra alla portata sulla carta con lo Spectrum Center ancora una volta violato.
Tre delle ultime quattro partite alla portata hanno visto la squadra di casa uscir sconfitta malamente come se il buon basket non abitasse più qui da un pezzo.
Borrego
prova a rimediare all’assenza di Williams inserendo a sorpresa MKG
che come le statuine del presepe di Natale viene rispolverato per
l’occasione.
Si sta
in partita sino alla fine del terzo quarto, nell’ultimo Rozier, forse
un po’ frenato da un colpo preso al braccio, è negativo per noi in
almeno 4 occasioni, Carter e un impavido Young spingono insieme ai
triplisti occasionali gli Hawks verso la vittoria in poco tempo.
Dall’83-88
finale di terzo quarto si passa all’85-110 quando Crabbe a 9:35,
buttando giù una tripla fa il vuoto.
Succede
ancora… Charlotte si disfa da sola ma questa volta dal mio punto di
vista anche per colpa di rotazioni cervellotiche di Borrego e
accoppiamenti inadatti (Rozier su Carter diverse volte a render cm) e
raddoppi lenti nel rientrare, puniti sistematicamente con il tiro da
sotto o quello da fuori.
Il confronto tra le panchine è andato nettamente a favore di Atlanta (come scrivevo nell’ultimo pezzo, è inconsistente la panchina di Charlotte) 36-57…
Il gioco farragginoso fa rimpianger quasi Batum…
Non
vinceva da un po’ Atlanta allo Spectrum Center e nell’occasione ha
trovato a proprio favore anche la serata negativa di Graham che ha
sparacchiato malamente per tutta la gara chiudendo con un 4/17 dal
campo.
A
proposito di cifre si nota come Charlotte nel secondo tempo ha
peggiorato quasi in tutto mentre Atlanta è salita quasi in tutto.
Cifre
di Charlotte (le prime si riferiscono al primo tempo e le seconde
sono le totali ovviamente):
La terna di serata che è andata piuttosto bene dal mio punto di vista.
Starting five
Atlanta
scendeva sul parquet di Charlotte con: Young (30 pt.), Huerter (9
pt.), Reddish (5 pt.), J. Parker (19 pt.), D. Jones (2 pt.).
Dalla panchina diversi componenti della squadra proveniente dalla Georgia hanno chiuso in doppia cifra: V. Carter con 17, Len con 13 pt. e 10 rimbalzi, Crabbe con 11 pt. e Hunter a 10.
Charlotte con i soliti 5: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo.
1° quarto:
Partita rapida da
subito e un raddoppio su Young era pagato con il lob dello stesso per
Jones che da sotto schiacciava lo 0-2.
Per Charlotte
rispondeva Bridges con lo spin utile a liberarsi della pressione
eccessiva dell’avversario e l’appoggio e ancora la nostra ala, su
invito laterale di Graham, arrivava sino al ferro per schiacciare il
4-2.
Una serie di
stoppate da una parte e dall’altra non consentiva di andare a segno
alle due squadre ma alla fine sulla controtransizione Young da tre
portava in vantaggio i Falchi prima che Biz vendicasse la stoppata
subita precedentemente con una dunk grazie al servizio corto in
penetrazione di P.J..
Young andava a
vuoto da fuori grazie a una buona difesa di Rozier e Graham in
attacco correggeva sé stesso dal pitturato per l’8-5.
Atlanta però
indovinava una serie di triple consecutive (J. Parker, Young e
Huerter) lanciavano sull’8-14 la squadra di Pierce che tuttavia a
7:23 era avvisata dal primo squillo da tre punti di Graham.
Monk mancava una
tripla ma Reddish trascinando Biz concedeva un’ulteriore possibilità
offensiva a Charlotte dalla rimessa e nonostante un cortissimo hook
di Biyombo, da sotto finiva per raccogliere Rozier e segnare ai 24.
Carter dalla
baseline destra faceva secco Zeller ma a 4:51 finalmente gli Hornets
pervenivano al pari con la bomba di P.J. Washington.
Dopo qualche colpo
a vuoto, compreso un fing and roll in transizione di MKG, il recupero
della sfera sulla stessa azione di Graham consentiva la
ricollocazione di MKG nell’angolo destro per la tripla del sorpasso.
Crabbe da sinistra
con spazio silurava da fuori e Len sul cambio di Zeller con Bridges,
da sotto mancava l’appoggio facile facendo ruotar la palla
sull’anello per poi vederla uscire.
Occasione mancata
e punizione di Monk con l’atletico appoggio di sinistro proprio su
Len che ne mancava un altro mentre Monk ai 24 andava a prendersi una
tripla che finiva dentro modello game winner contro Detroit.
Due triple mancate
da Huerter conservavano il +5 ma su un errore di MKG in entrata il
recupero di Hunter per la ripartenza era fermato da terra da MKG che
a tenaglia sgambettava il n° 12.
Due FT e palla in
mano agli Hawks: Liberi a segno e tripla di Crabbe per il pari…
Per fortuna Bridges da sinistra sparava l’ultimo fuoco d’artificio del quarto con il petardo da tre per il 27-24.
MKG in entrata contro Vince Carter. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
P.J. in post basso
destro tirava fuori un mezzo fade-hook sulla spinta non regolare di
Fernando mandando a segno il tiro ma non l’addizionale, Fernando sul
taglio dentro rispondeva a una mano posterizzando Monk che poi andava
in area a commetter fallo su J. Parker prima schiacciasse.
½ e Hawks sul -2
respinti da una transizione Hornets con P.J. a passar dietro per il
rimorchio tripla di Rozier.
J. Parker
schiacciava veramente dimenticato sulla baseline destra con l’ausilio
di un passaggio semplice verticale di Young ma Rozier a 9:24 si
esibiva nella seconda tripla di serata trascinando i Calabroni sul
35-29.
P.J. commettendo
fallo ancora su Parker favoriva due punti a gioco fermo dell’ex Bulls
poi una stoppata lanciata di Bembry su MKG e il ribaltamento
dell’azione con lo stesso Bembry in alley-oop e nei fast break si
andava sullo 0-7…
P.J. innescato in
area subiva fallo e dalla lunetta riallungava unitamente al coast to
coast vincente di Bacon (39-33) prima di una botta e risposta tra il
floater di Young e la Cody dunk.
Bembry da sotto
accorciava ma Cody lanciato subiva un blocking consistente di Jones;
alzata all’indietro a una mano, canestro, fallo e realizzazione del
two and one per il 44-37.
Carter e Hunter
con due punti a testa andavano a caccia degli Hornets e dopo lo spin
con palla persa di MKG, Huerter urtava la squadra di Borrego con i
tre punti del 44 pari a 3:50.
Graham a 3:33
splittava due FT ma poi faceva da uomo assist per un fast break
iniziato da un no look di Rozier e chiuso da Bacon con un two and one
(48-44).
Bastava lasciar
libero Carter dalla top of the key per subir tre punti e ancora il
veterano inventando un fade-away in svitamento dal mid-range su
Rozier andava a segno per il 48-49.
Il vantaggio di
Atlanta durava sino alla tripla sganciata da Bridges dal corner
destro poi Young a :49.1 perveniva al pari a mezzo FT ma P.J: sempre
a gioco fermo chiudeva il quarto sul 53-31.
3° quarto:
Charlotte partiva
bene con un doppio passaggio verticale che portava alla schiacciata
Biz.
Reddish da due e
J. Parker da tre ribaltavano tuttavia la situazione e se a Biz
riusciva un impensabile hook da una distanza notevole per un gancio,
un bad pass di P.J. favoriva la transizione con schiacciata di J.
Parker in più Charlotte si perdeva con un fallo di Biz con palla
ancora in rimessa.
1/1 di Young e con
Rozier dolorante a un braccio ci si salvava dall’attacco ma si
perdeva palla da soli nella nostra metà campo…
Reddish
sull’azione seguente con un jab step da tre mandava a segno il
57-62…
Miles recuperava
due FT, Parker però dopo esser stato fermato da Biz recuperava
andando a segno.
Piccolo
riavvicinamento con l’1/2 di Biz dalla lunetta e consistente
riduzione del gap con la seconda tripla di Graham per il 63-64 a
7:33.
A 7:12 il sorpasso
con due liberi di Biyombo, il controsorpasso Hawks e il nuovo
vantaggio Hornets con la tripla di Graham per il 68-66.
J. Parker
schiacciava nuovamente trovando il pari mentre Monk in fuga veniva
abbrancato da Young a 5:38.
Due FT splittati
e sull’attacco Hawks l’appoggio elegante volante di Len valeva il
69-70.
Young da tre
grazie al palleggio su Cody e la risposta di Zeller a 4:45 in
schiacciata davano il 71-73.
Len stoppava P.J.
in entrata ma contemporaneamente al fallo di Carter.
Il pari del nostro
principale rookie (a livello di scelta) ci portava a 4:08 a potersela
giocare ma un assist di Young dietro la schiena per la tripla di
Carter mandava sopra i Falchi e la squadra di Borrego cominciava a
non capirci più nulla anche se in entrata Graham correggendo sé
stesso su un floater banalmente fallito teneva il passo.
A 3:14 fallo di
Monk alle spalle di Young e 2/2 poi Len prendendo il tempo a Graham
lo stoppava a sinistra a un secondo e un decimo dai 24…
Mancava anche
l’open 3 frontale di Len a sparigliare le carte e dopo un tiro al
vetro di Monk ibridato che finiva addosso al secondo ferro ecco
l’ennesima bomba Carter che faceva saltar P.J. arretrava in palleggio
e poi faceva saltar la propria panchina dopo aver segnato il 75-84.
Si allontanava
decisamente Atlanta ma Charlotte grazie a un fallo di Crabbe fuori
tempo subiva un two and one da Monk in banker.
Len e Zeller andavano per la schiacciata e a :04.6 Bridges indovinava la tripla assistita anche se ben staccato dalla linea dei tre punti per l’83-88 parziale.
Biyombo schiaccia in faccia alla difesa degli Hawks. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Partiva in maniera
intelligente la squadra di Pierce che sfruttava i cm di Carter su un
Rozier che faceva il possibile per contrastare il tiro dal pitturato
ma non poteva stoppare il veterano per l’83-90.
Rozier poi andava
a commetter fallo su Young in veloce entrata: altri due pt. a mezzo
lunetta.
Bad pass di Rozier
e dunk di Crabbe per completare il trittico dell’orrore del nostro
numero 3.
Atlanta sull’83-94
tornava al vantaggio in singola cifra dopo il secondo tentativo nel
traffico di Biyombo.
Long 3 di Young e
stoppata presa da Rozier da Jones per il poker a 9:59 consigliava a
Borrego di provar a far uscire Monk per rimetter in campo Graham.
Niente da fare, un
passaggio volante dall’area all’indietro di Biz era TO e su una
seconda possibilità Crabbe da fuori mirava bene a 9:36 per l’85-100
che chiudeva di fatto la partita nonostante P.J. a 9:23, 8:09 e 6:44
andasse in lunetta a metter 6 punti dovendo però uscire subito dopo
per un problema alla caviglia procuratogli dalla resistenza con
spinta da parte di Jones sull’ultima entrata del rookie.
Era solo 93-107,
un punto recuperato a causa di una difesa pessima…
L’ultima breve
fiammata Charlotte l’aveva con un passaggio verticale per il taglio
di MKG sulla linea di fondo chiuso dal reverse layup e da una steal
alta di Cody che lo portava a schiacciare.
La tripla di
Hunter dall’angolo destro chiudeva sul 97-110 le speranze.
Entravano anche i
gemelli Martin che nel finale ritoccavano un punteggio dilatatosi
enormemente.
107-122 per una L pesante.
Le pagelle
Terry Rozier: 4,5
8 pt., 5 rimbalzi,
4 assist, 1 rubata. 3/13 dal campo e 4 TO. Non parte male ma alcune
difese gli sono impossibili e poi dal campo è in serata no. Forse
qualche alieno fan degli Hawks in stile Space Jam ha rubato il
talento in serata ai “Buzz Brothers”? Entra nell’ultimo quarto
collezionando almeno 4 errori/orrori tra TO, difesa non buona, un
fallo su Young e una stoppata presa. La novità della headband teal
per esser più concentrati stasera non funziona.
Devonte’ Graham: 4,5
12 pt., 6
rimbalzi, 8 assist, 2 rubate. 4/17 dal campo con 2/8 da tre e -22 in
+/-. Diversi gli assist buoni come quello per MKG nell’angolo destro
a dargli fiducia o lo scambio con Biyombo per l’hook dalla media ma è
troppo timido in serata. Preferisce il passaggio e se va dentro
spesso sbaglia correggendo sue floater con due tocchi vincenti. Gli
altri due canestri arrivano da tre e in lunetta il 2/4 è la cartina
tornasole della serata no. Sfiduciato.
Miles Bridges: 7
20 pt., 6
rimbalzi, 1 rubata. 7/14 dal campo, perfetto da tre punti e dalla
lunetta con un doppio 3/3. Buona partita di Miles che gioca
fisicamente come chiede Borrego e si lancia anche in qualche
close-out impossibile. Trova dalla distanza buona mano anche se
staccato dalla linea. Da subito vivace, gioca 37:41, massimo
minutaggio di serata per gli Hornets.
P.J. Washington: 7
20 pt., 8
rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 12/13 ai liberi. Nonostante
la tripla di Carter che gli fa venir il mal di testa, P.J. mette un
paio di pezze difensive, sforna un buon assist per Rozier a rimorchio
da tre e va al record in carriera dalla lunetta (era basso in
stagione nella percentuale) con 12/13 poiché gli avversari faticano
a fermarlo sotto il loro tabellone. Peccato che la caviglia destra si
giri in entrata a meno di 7 minuti dalla fine. Speriamo di averlo per
la prossima partita.
Bismack Biyombo: 6
11 pt., 4
rimbalzi. 4/8 dal campo e 1 TO in 14:47. Tutto sommato nonostante si
prenda subito una stoppata ci prova. Lotta in attacco trovando alcuni
ganci buoni mentre uno diventa un air-ball clamoroso ma anche assist
per Rozier. Bisogna lavorare con lui sulle posizioni e con la squadra
tutta. Bisogna migliorarlo nel modo di affrontare gli avversari sotto
canestro talvolta ma una sufficienza la strappa.
Malik Monk: 5,5
9 pt., 2 rimbalzi.
3/7 dal campo.1/4 da tre e 4 falli. Da fuori sparacchia ma mette una
bomba ai 24 caricandola all’indietro, simile a quella vincente con
Detroit per il resto non vede bene le situazioni difensive, compie
falli inutili e ben presto ha problemi di falli, appunto. Buono il
banker per il two and one ma ingenuo Carter mentre l’appoggio di sx
oltre Len è merito del suo atletismo.
Cody Martin: s.v.
2 pt. (1/1 FG)
negli ultimi 3 minuti. Segna un canestro nonostante la faccia
entusiasta nell’entrare a partita già finita.
Michael Kidd-Gilchrist: 5
7 pt., 3 rimbalzi,
2 assist, 1 stoppata. 3/8 dal campo. 4 falli. Tirato fuori dalla
scatola delle statuine per il presepe (causa assenza Williams) pare
lento e goffo in diverse circostanze, anche in difesa quando lo si
vede saltare di netto un paio di volte. Ricorre a qualche fallo, uno
inutile sgambettando Hunter. L’azione successiva tra liberi e
possesso costa 5 punti. Dopo aver fallito un facile appoggio (non
l’unico) si ricolloca in angolo e segna da tre su invito di Graham ma
finisce con il tirare male.
Cody Zeller: 6
11 pt., 6
rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 5/7 dal campo in 20:58. Gioca più del
“titolare” e fa vedere qualcosa di buono nel primo tempo andando
sicuro un paio di volte a rimbalzo pur contrastato. Un bel two and
one sul blocco irregolare di Jones e una steal con dunk nel finale
dopo un bel passaggio sotto per MKG. Anche lui però è poco reattivo
sui raddoppi e troppo molle sotto le plance. Un solo fallo speso e un
-11 di plus/minus ne sono la riprova.
Dwayne Bacon: 5
5 pt., 3 rimbalzi,
3 assist, 1 rubata. 2/6 dal campo. Sulle entrate Bacon continua a
sbagliar molto. Gliene riesce una con un two and one solo perché in
superiorità numerica e raggiunto da un no look pass di Graham ma se
fa da solo la storia diventa prevedibile e triste. 16:32 in campo che
non convincono.
Willy Hernangomez: s.v.
0 pt. con 0/2 dal
campo in 3:00. Garbage time, si fa passare un pallone per la tripla
dall’angolo ma tira sul primo ferro. +6 in plus/minus non certamente
meritato.
Caleb Martin: s.v.
2 pt., 1 rimbalzo.
Anche per lui tre minuti con un 1/1 dal campo e si spende giocando
come fosse 0-0…
Coach James Borrego: 4,5
Squadra piena zeppa di problemi difensivi e offensivi lontana parente di quella vista a inizio stagione. Terza sconfitta su quattro gare casalinghe abbordabili. Attacco poco lucido spesso e nonostante le due ali titolari combinino 40 punti non azzecca le rotazioni. Batum stranamente in panchina non fa testo ma Martin in campo (Cody) l’avrei voluto. Vuole fisicità ma poi Biz in campo anche se parte da starter ci sta poco. La squadra non è esattamente da titolo ma può giocar meglio di così. Il fitto calendario può aver dato un colpo alle energie dei migliori (Graham e Rozier a tirar la carretta) ma la panchina è preoccupante.
Per la prima volta gli Charlotte
Hornets utilizzeranno nella loro storia la divisa grigia, fino a ora
colore alieno alla franchigia e a proposito di alieni, pare che la
razza più famosa di esseri non originari di questo pianeta siano
appunto i grigi.
Ovviamente stiamo parlando di fantasia anche se ci sarà chi sarà pronto a giurare e spergiurare d’averli incontrato e magari esser stato rapito da essi.
Personalmente non credo a una parola da chi sostiene di averli incontrati.
Probabilmente nello sterminato universo o in questa galassia esisteranno altre forme di vita intelligenti simili, anche tenuto conto di tutte le condizioni necessarie perché possa accadere ma spesso a fomentare le fantasie di amici/nemici immaginari sono stati film, serie tv e libri come dimostrato da alcune ricerche…
Comunque i grigi dicevamo… già perché a loro e alle loro altre principali due variabili vengono attribuiti comportamenti freddamente ostili nei confronti della specie umana.
Si passa dal classico voler conquistare
il mondo a esperimenti su cavie per colpa del fatto che essi siano
asessuati e bisognosi dell’uomo per perpetuare la specie, insomma,
una vasta gamma di comportamenti negativi che mette in pratica la
specie umana rivolgendoli contro se stessa.
Per lo più provenienti dal pianeta
Zeta Reticuli, questi esseri dai grandi occhi assomiglianti a Hugo
(già, chissà perché diverse specie di alieni convenzionali
assomigliano agli insetti fino a generare gli insettoidi) avrebbero
il loro colore caratteristico della pelle per via dei silicati
presenti sul loro pianeta.
In quella zona grigia di spazio che non
conosciamo nasce un colore che fa da tramite tra il bianco e il nero,
tra il bene e il male, un non colore associato alla monotonia
talvolta ma che se ben accompagnato può rendere splendida una
pittura o un paesaggio.
E in un controverso anno in chiaroscuro
per Charlotte, i ragazzi di Borrego, nella sfida più difficile delle
attuali cinque casalinghe, proveranno a colorare con una w l’annata
per lasciare un segno sull’asfalto…
Bisognerà difender bene il pitturato in primis fondendosi in difesa come un muro di cemento contro le probabili picconate avversarie.
Analisi
Charlotte
dimostra in questa partita di non avere una squadra completa.
I
problemi sono diversi e partono da buone spaziature difensive sul
campo.
Dopo un
buon avvio per contenere nel pitturato i Nets, questi trovavano
spazio sulla lnea dal tiro da tre punti, specialmente con Harris ma
gli Hornets a fine primo tempo arriveranno a concedere il 50,0%
esatto agli avversari da oltre l’arco sebbene chiuderanno con la
medesima percentuale i primi 24 minuti.
Altro
problema: appena finiti sotto nel terzo quarto i Calabroni hanno
accusato il colpo subendo un primo parziale poi recuperato nel finale
da un Graham in splendida forma a livello offensivo e da una difesa
che sembrerebbe aver recuperato Batum per l’occasione.
Charlotte
però entra nell’ultimo quarto senza il principale costruttore di
gioco, Graham spremutosi nel finale di terzo e non trova più il
bandolo della matassa offensivamente tanto che il primo canestro
arriverà dal nostro play, rientrato da qualche minuto in campo ma
solo a 6:31 dopo esser stati estromessi dalla partita con un parziale
di 0-14 tra i due quarti (84-98 prima del descritto canestro di
Graham).
Prima i lunghi e poi i piccoli nel finale non riuscivano a controllare Jordan sotto le plance, anche la small-ball voluta nel finale da Borrego mostrava le proprie vergogne e il tutto era condito da una panchina che offensivamente non produceva nulla o quasi se non per meriti dell’ex starter Zeller che chiuderà con 17 punti sfruttando gli spazi concessi, le giocate in pick and roll, infilando anche una tripla.
La squadra si è sgretolata nel finale continuando a mostrar limiti difensivi anche con vari tentativi di aggiustamento.
Panchina
corta quindi che non fa rifiatare i top player (26-38 il risultato
tra bench).
Rozier
sopra i 35 minuti, P.J. sopra i 34 e Graham sopra i 33 hanno un
minutaggio normale ma son costretti a maggior intensità e i 33
concessi a Batum sono stati molto buoni sul lato difensivo a non su
quello offensivo.
34-49 a
rimbalzo, 23-35 negli assist, 19-16 nei TO… basterebbero queste
cifre che tuttavia si accompagnano al 43,4% di FG per CHA contro il
47,7% avversario.
Hornets
migliori dalla lunetta (88,2% contro l’80,0%) e da tre (42,5% contro
il 39,5%) ma non basta…
La partita
Starting five
Brooklyn
mandava sul parquet il seguente starting five: Dinwiddie (13 pt. + 12
assist), Temple (8 pt.), J. Harris (22 pt.), Prince (16 pt.), Allen
(14 pt. +10 rimbalzi).
Dalla
panchina DeAndre Jordan chiuderà con 16 pt. e 13 rimbalzi mentre
Nwaba raggiungerà la doppia cifra a quota 13 pt. anticipando Pinson
a 5 e Shumpert a 4.
Hornets
con il riconfermato quintetto: Rozier, Graham, Bridges, P.J.
Washington e Biyombo.
1° quarto:
Charlotte usava
subito fisicità impedendo ad Allen di segnare con il tiro dal bordo
dell’area destra con la perfetta chiusura stoppata di P.J.
all’incrocio con la linea di fondo, in attacco Graham di spalla
assorbiva male in contatto con Temple cercando l’entrata e dopo un
altro tiro (Harris da tre) ben contrastato da P.J:, Graham era
costretto a uscir dal campo rimpiazzato da Batum.
Era proprio il
francese ai 10:20 a sfogar l’azione ai 24 per i primi tre punti della
partita.
Harris replicava
da tre dall’angolo sinistro ma Bridges restituiva subito a colpi di
dardo per il 6-3.
Un lancio
verticale in transizione era toccato da Biyombo in arretramento, la
palla era recuperata da Charlotte che sulla contro-transizione
appoggiava con Rozier il quale sull’azione successiva d’attacco
alzava morbido per P.J. Washington che altrettanto sofficemente nel
pitturato appoggiava il 10-3 a 8:37 costringendo Brooklyn al primo
time-out.
La pausa faceva
bene ai Nets che indovinavano due triple consecutive (Harris e
Dinwiddie) portandosi a 7:55 sul -1.
La gara andava
avanti come tra corazzate a bordate dalla distanza: confidente
cannonata di Bridges e risposta silurante di Prince a 6:33 e dal
corner destro per la prima volta Harris portava in vantaggio i neri
(13-15).
Gli Hornets
trovavano il pari facendo girar palla bene nonostante rischiassero la
steal ma i Nets con un tempo di ritardo soffrivano il passaggio
finale sotto per Cody che andava a schiacciare.
Harris finalmente
mancava una tripla con Rozier addosso e lo stesso numero tre segnando
a 4:59 dalla diagonale destra realizzava il 18-15.
Musa mancava un
paio di tiri e Rozier subendo fallo dallo stesso “sganciava” gli
Hornets dagli avversari affondando 3 FT a 4:29 per il 21-15 favorito
dall’8-0 di parziale.
Un fallo evitabile
di Cody sotto canestro serviva a Prince per metter due liberi a 4:18
e Shumpert in transizione ne aggiungeva altri due anticipando la
tripla di Dinwiddie con spazio che portava al controsorpasso prima
che il rientro in campo di Graham servisse a 2:32 a riportarci sopra
grazie a un tiro dalla media(buono schermo di Zeller).
Le rapide finte di
Williams su Nwaba portavano in lunetta l’esperta ala di Charlotte che
non tradiva a gioco fermo.
Nwaba si rifaceva
segnando la tripla del 25 pari poi a 1:24 Cody Zeller entrava nel suo
momento d’oro segnando con un fing and roll dopo aver giocato un pick
and roll.
Blocking foul e FT
addizionale mancato ma dopo due punti di Nwaba per taglio back-door
il nostro centro , sfruttando l’arretramento di Jordan, pescava il
jolly con la tripla frontale con spazio per poi in difesa intercettar
sulla linea di passaggio orizzontale una sfera preziosa per
catapultarsi in transizione e schiacciare la dunk del drago a una
mano a un minuto dalla fine (32-27).
Pinson con due FT chiudeva il quarto (fallo di Cody probabilmente inutile) sul 32-29.
Batum contrstato da Musa. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Una dunk di Jordan
facile apriva il secondo periodo, Graham al quinto tentativo Hornets
faceva centro tirando corto ma il primo ferro assorbiva il contatto
con la sfera e aiutava, grazie alla buona rotazione a far entrar la
spicchiata.
Un jab step di
P.J. sulla diagonale sinistra bastava a 8:36 a far segnar P.J.
Washington il 38-31 ma dopo un air-ball di Dinwiddie da tre contro
Batum, la tripla di Harris entrava riducendo lo scarto a 7:30.
P.J. in fing and
roll andava per il +6 ma Prince rispondeva in entrata dopo un tap-out
di Jordan.
A 6:28 close-out
falloso di Temple sul tiro di Bridges che andato corto recuperava i
tre punti dalla lunetta ma sull’altro fronte, sempre dal corner
destro, Prince la metteva dentro nonostante il tentativo atletico in
chiusura (tardivo) di Miles.
Allen da sotto,
nel traffico, colpiva, ma sul fronte opposto una dribble penetration
con scarico fuori per P.J. era ben sfruttata dal rookie per i punti
del 46-41.
Prince con una dunk in entrata e Harris di tripla provavano a mettere in dubbio il vantaggio dei Calabroni portando la gara sul 46 pari prima che a 4:33 P.J. sfruttasse l’alzata di Graham per l’alley-oop.
Una coreografia delle Honey Bees dopo il pari, durante il time-out uno stacchetto colorato e artistico.
Cody cadeva malamente sul parquet da solo scivolando sul primo passo per cercar di battere Allen ma era proprio il centro a commetter sfondamento sul terzo tentativo Nets in transizione chiudendo altrettanto pessimamente il contropiede.
Charlotte trovava
spazio solo con l’hand-off e Graham utilizzava i tempi di giocata a
proprio favore riconsegnando a Zeller la palla da spinger dentro in
pick and roll.
Nwaba faceva testo
a sé segnando da tre punti il 50-49 ma a 2:27 Rozier con un big
crossover quasi mandava a terra Harris con un ankle breaker dovuto a
un back reverse dribble seguito dalla precisa tripla.
Batum subiva
sfondamento da Dinwiddie in entrata e Cody appoggiava di destro
contro Allen il 55-49.
Da una steal di
Batum nascevano le possibilità mancate di Graham e Rozier così a
1:42 Allen puniva in schiacciata e l’hook nel pitturato di Nwaba su
Williams valeva il 55-53.
Chiudevano il primo tempo due FT a bersaglio di Graham e l’ennesima schiacciata di Allen per il 57-55 a favore degli Hornets.
Alcune statistiche all’intervallo.
3° quarto:
Brutta partenza
per Charlotte a inizio ripresa e dopo circa un minuto Temple con la
tripla trovava il sorpasso.
Biz da sotto
segnava il nuovo vantaggio e uno skip pass sul raddoppio di Allen, da
Graham per Rozier valeva un lungo due del nostro numero 3 a 9:56.
Un goaltending di
Bridges su Harris e l’appoggio in entrata di Dinwiddie oltre Biyombo
e i Nets tornavano avanti 61-62 a 8:55 ,ma a 8:39 una finta con
spostamento laterale di Rozier sulla sinistra con frecciata da tre
punti e il team leader si modificava ancora con gli Hornets avanti
64-62.
Due dunk di Allen
con gli Hornets per le terre ed ecco a 8:08 il controsorpasso con gli
Hornets a entrare nel momento peggiore del quarto, infatti, dopo un
layup mancato clamorosamente da Bridges, Temple in contropiede
chiudeva su assist di Dinwiddie.
Un alley-oop di
Allen ed era 64-70 a 7:06, a 6:46 il mid range dalla destra di Prince
estendeva il parziale sullo 0-10…
Cody sfruttava un
perfetto entry-pass di Graham e con due buone difese limitava
l’attacco di Atkinson così nonostante un punto per i Nets con un
fallo offensivo di Prince su un attivo Batum a 5:15 gli Hornets
tornavano a battagliare convulsamente recuperando una rimessa
d’attacco per l’affossamento in area del transalpino.
L’air-ball di
Williams e la transizione di Prince da due punti chiudevano lo show
dei Nets con Graham che saliva in cattedra modello one man show per
catapultare la seconda tripla di serata.
Allen segnava un
easy dunk con Cody in uscita forzata sulla penetrazione con scarico
ma a 3:53 Devonte’ rispondeva con la tripla del 72-77.
Scaduti i 24
secondi ai Nets, Batum con una drive aggressiva e passaggio breve per
Cody favoriva l’appoggio del centro avvantaggiato da Allen in panca.
A 2:57 Dinwiddie
rallentava la rimonta con la tripla da step back ma Graham dalla
diagonale, dietro lo screen di Cody, replicava da fuori e Monk usando
uno shuffle pass verticale di Cody usava il corpo per appoggiare da
sotto il -1 (79-80).
Una second chance
era finalizzata da Shumpert, Jordan stoppava oltre il fondo Graham ma
a 1:25 Monk trovava lo spazio in separation dopo la drive per un
floater dal pitturato e gli Hornets che potrebbero sopravvivere alla
conclusione mancata al tiro dai Nets subivano l’offensive rebound e
la dunk di Jordan…
Ad agganciare
finalmente gli ospiti ci pensava un ondeggiante Graham che fronte a
canestro era toccato da Pinson.
3/3, 84 pari prima
che a :26.8 Jordan, non più un pessimo tiratore di liberi, infilasse
due FT per fallo di Graham costretto a ricorrere ad esso per evitar
la dunk.
84-86 e si entrava nell’ultimo quarto.
Rozier controllato da Temple. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Apriva Temple con
la tripla dalla diagonale destra, gli Hornets con Graham in panchina
non trovavano assolutamente il ritmo offensivo sparacchiando
malamente, inoltre un bad pass di Monk era preda di Shumpert, la
rincorsa del numero 1 lo portava alla stoppata imprevista ma a
rimorchio Nwaba era libero di appoggiare l’84-91 a 9:33.
Batum mancava la
tripla, P.J. perdeva palla, Rozier commetteva fallo mentre Batum
respingeva un pallone prima che arrivasse il two and one.
Nwaba andava
comunque in lunetta ama splittata, Bridges e Rozier sulla stessa
azione andavano a vuoto , Nwaba da tre contrastato da Batum non
segnava ma ancora una palla persa da P.J. consentiva ai Nets di
guadagnarsi l’occasione con il two and one con un passaggio verticale
liftato per Pinson che a 7:36 estendeva il parziale di Brooklyn sullo
0-11…
84-95, altro
tentativo di Rozier a vuoto (0/7 per gli Hornets nel quarto) e il
richiamo lesto di Graham in campo portava solo all’ennesimo TO,
proprio per mano del play che a 6:39 vedeva Harris infilar la tripla
dell’84-98.
Graham a 6:31
infilava incredibilmente i primi due punti per Charlotte del quarto a
mezzo lungo jumper dopo il time-out d Atkinson Jordan metteva dentro.
Hornets che si
affidavano alle mani di Graham, buone per l’ennesima bordata da fuori
che a 5:49 valeva l’89-100.
Ce ne vorrebbe per
rientrare ancora ma se dopo i due punti a testa Jordan/Rozier era
solo il tempo a scendere e non il divario, si faceva dura, benché un
½ di Dinwiddie (BKN in bonus) e una tripla di Graham a 4:05 fossero
due azioni atte ad assottigliare il gap.
Un lancio lungo
con alley-oop di Jordan (inarrestabile per Charlotte) era valido per
il 94-105 poi un furbo pump fake da tre di Graham e Jordan in salto
girandosi di schiena entrava nel cilindro del play che forzava il
tiro per ottenere i liberi.
2/3 a 3:24 ma
Hornets ancora distanti anche dopo la strepitosa dunk appesa di P.J.
che inarcandosi posterizzava seppia Harris.
Sul 98-105 (-7)
però su un tiro da tre da fuori l’unico vero lungo (P.J: andava a
contrastare) la palla rimbalzava sul ferro e tra Batum e Jordan il
secondo arrivava facilmente a correggere per un perfetto 6/6 dal
campo.
Il piano Hornets
saltava via sul ferro con la tripla di Graham respinta mentre
dall’altra parte il layup facile di Harris anticipava una stoppata di
Jordan su Graham che a 1:36 si vedeva conceder due FT per togliere
ogni eventuale dubbio sulla squadra vincente.
98-111 e un paio di triple di Rozier nel finale addolcivano solo la pillola con la gara chiusa sul 104-111.
Le pagelle
Terry Rozier: 6,5
24 pt., 6
rimbalzi, 4 assist. 8/14 al tiro, 5/7 da fuori ma 5 TO. -20 in +/-.
Qualche palla persa di troppo e qualche spazio concesso in difesa ma
parte benissimo martellando finché può. Nell’ultimo quarto i suoi
tentativi in entrata non trovano ritmo nel traffico e al tiro è
impreciso. La squadra slitta via e lui con due triple nel finale si
porta a quota 24.
Devonte’ Graham: 7,5
29 pt., 3
rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 8/19 dal campo con 4 TO. Difficile
comprendere se e quanto possa aver influito la botta alla spalla in
avvio, certamente per Borrego è come Fabri Fibra quando dice di
avere la soluzione. Se si fatica a trovare sbocchi ci pensa lui da
tre o con qualche penetrazione con variabile scarico. In difesa si
trova speso in area dove non dovrebbe stare ma lì c’è qualcosa che
non funziona a livello di squadra. A parte una pessima palla persa in
palleggio chiedergli molto di più è difficile. Chiude con 7/8 al
tiro dai liberi e un +6 in +/-.
Miles Bridges: 5,5
9 pt., 3 rimbalzi.
2/7 dal campo. Sbaglia tutti e tre i tentativi da due punti
recuperando dl tiro da tre tutti i punti compresi i liberi per un
fallo subito sul tir dall’angolo. Se non diventa concreto anche in
fase offensiva, non solo da fuori, limita la squadra, eppure se
usasse meglio le proprie doti atletiche per arrivare sino al ferro
potrebbe regalare poster ma ultimamente è più timido di uno
scoiattolo in inverno e non aiuta.
P.J. Washington: 6
14 pt., 5
rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 6/16 dal campo. 2/6 da fuori con un
paio di tiri che rimbalzano troppo forte su bordi dell’anello e
schizzano via più sì che o… Bella partenza fermando Allen e
Harris, poi si prende due stoppate ravvicinate di Allen ma continua a
esser utile infilando un paio di triple benché a arte la dunk nel
finale non sia più quello del primo tempo. Perde nell’ultimo quarto
due palloni sanguinosi.
Bismack Biyombo: 5
2 pt., 4 rimbalzi,
1 assist. Non funziona come difensore dell’anello, non commette falli
in 14:18 ma prende un -7 di parziale. ½ dal campo con un appoggio
free da sotto. Poco coinvolto, ectoplasmatico in serata ma con lui i
Nets tendono a giocar più perimetralmente all’inizio.
Malik Monk: 5,5
4 pt., 1 rimbalzo,
1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Brutto passaggio nell’ultimo quarto,
rimedia andando a stoppare ma Nwaba segnerà a rimorchio. 2/4 al tiro
con lo 0/2, storto, da fuori. Meglio se attacca il ferro.
Nicolas Batum: 6,5
3 pt., 4 rimbalzi,
3 assist, 2 rubate. 1/5 dal campo. Tanti recuperi. Almeno tre
sfondamenti su di lui e una palla vagante recuperata dalle parti
della panchina di Atkinson subendo fallo. Contrasta tiri in maniera
efficace ma si deve arrendere a Jordan un paio di volte per questione
di peso e cm. Di certo è uno dei più attivi e in attacco fornisce
anche un assist altruista a Zeller ma tira male.
Cody Zeller: 6,5
17 pt., 6
rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 8/12 dal campo. 3 TO. Cody
chiude a +3, unico in forma dalla panchina riesce a giocare i suoi
pick and roll o a fornire in attacco altre buone cose, schermi (bello
quello per Graham a inizio gara) , pick and rolla, anche una
tripla… 3 TO e un posizionamento difensivo non consono a
contrastare i centri avversari. Nets che con lui ci provano di più
ad avvicinarsi.
Marvin Williams: 5
2 pt., 1 rimbalzo,
stoppata. Ultimamente è stato spesso un fattore uscendo dalla
panchina ma questa sera soffre e non solo a livello metaforico. In
chiusura sulla line da tre punti va a colpire con il ginocchio sul
ginocchio dell’avversario avendo la peggio.
Deve uscire senza
aver lasciato quasi tracce se non un paio di duelli con Nwaba finiti
in parità con la vittoria dell’attaccante di turno.
Dwayne Bacon: 5
In 11:31: 0 pt., 1
assist, 1 rimbalzo, 1 rubata. Poca cosa l’attuale Dwayne che manca
anche un tiro da tre nel finale chiudendo con lo 0/3 dal campo per
Charlotte. Fargli giocare questi pochi minuti sembra che lo danneggi
più che aiutarlo. Ancora fuori ritmo è più peso che nella selva
oscura della Divina Commedia.
Coach James Borrego: 5,5
I problemi sono quelli descritti in alto e non sono tutte sue le colpe. Se la squadra non ce la fa a giocare in certi frangenti con la testa. Si va avanti sperando che la prossima vada meglio.
Sarà un classico ma semmai un giorno
gli Charlotte Hornets diverranno campioni (sembra un ossimoro allo
stato attuale) come colona sonora probabilmente metterei una banale
ma sempre splendida “We Are The Champions” dei Queen.
Proprio nella Queen City nella notte
scenderanno i campioni in carica il cui trasferimento a San Francisco
non sembrerebbe aver portato fortuna vista la batteria d’infortunati
più ampia di quella batteria di pentole venduta da Giorgio Mastrota.
“No time for losers” è però il
messaggio per i ragazzi in teal & purple che, dopo la pesante
sconfitta a Milwaukee e l’inopinata rimonta (la seconda) subita dai
Suns nel minuto finale, questa sera devono cercare una prestazione
convincente.
Se non si battono questi Warriors allo
Spectrum Center c’è poco da stare allegri…
Vedremo come andrà a finire, sperando
che per una volta gli Hornets riescano a portare a casa la serie con
i Guerrieri.
Analisi
Ci sono
Green e Russell nelle fila dei Warriors, ovviamente sempre out gli
Splash Brothers.
Charlotte
parte bene come chiedeva Borrego e mantiene per tutto il primo tempo
il vantaggio anche se non con gap grandissimi.
Nel
secondo tempo, dopo un buon finale di primo, Russell per GWS, dopo
aver mancato qualche occasione di vantaggio, segnando da tre a 9:05
mandava avanti i suoi (63-65) per la prima volta in serata.
Gli
Hornets però avevano un lampo finale e chiudendo sull’86-76 il
periodo speravano di non soffrire nell’ultima frazione.
Così
era, i Warriors cedevano d’incanto di schianto.
L’allungo
di Charlotte era netto, le triple di Graham lievitavano sino ad
arrivare a pareggiare quelle di Kemba, ben 10!
Il
confronto si faceva impari con la difesa di Charlotte a limitare
molto gli attacchi avversari.
Finiva
106-91.
Hornet
vittoriosi a rimbalzo 44-37, negli assist 30-18 e nelle rubate 11-7.
Pochi i
FT concessi (5/8) contro i 10/15 avversari.
GSW leggermente meglio dal campo (46,0% CHA, 46,2% GSW) ma da tre è sinfonia Hornets con il 43,8% contro il 39,1% ospite.
Non vittoria stagionale per Charlotte.
La partita
Hugo con i guanti eccezionalmente pink per la serata contro il cancro femminile al seno.
Starting five
Warriors
che agli ordini di Steve Kerr schieravano: Russell (18 pt.), G.
Robinson III (8 pt.), Paschall (16 pt.), Dr. Green (5 pt.) e
Cauley-Stein (8 pt.). Burks dalla panchina sarà l’unico in doppia
cifra, a chiuder con 15 punti.
1° quarto:
Borrego
chiamava alla partenza decisa e i ragazzi rispondevano con la tripla
dalla diagonale destra di Bridges a 11:42 alla quale si sommavano la
stoppata dello stesso Miles su Robinson III, l’entrata unstoppable di
Rozier frontale con appoggio di dx e un fade-away dal mid-range del
nostro numero 3 per un parziale di 7-0…
Gli
Hornets però non trovavano più varchi in attacco facendosi
rimontare da un esatto contro-parziale che a 7:57 riportava gli
ospiti in parità dopo la tripla di Paschall dal corner sinistro.
Gli
Hornets riprendevano a macinar punti con Rozier che prima la metteva
dalla media, poi su assist all’indietro di Graham arrivava per il
catch n’shoot impressionante dalla diagonale sinistra per altri tre
punti (12-7).
Un tiro
libero pro Warriors per tre secondi in area e un fallo mal speso da
Batum su Paschall a 3 decimi dai 24, consentivano al numero 7 di
riportare i suoi a -2 a 6:45.
Da un
raddoppio in area su P.J. nasceva il passaggio verticale del rookie
sulla linea di fondo destra nei pressi del canestro, Batum spingeva
al volo il pallone sulla sinistra e Zeller, più libero, schiacciava.
Cauley-Stein
a rimbalzo aveva la meglio e mandava dentro da pochi passi sfruttando
i cm.
Charlotte
rispondeva con il pick and roll tra Rozier e Cody che mandava alla
schiacciata a una mano il centro che poco dopo correggerà lestamente
su un errore di Bridges in gancio trascinando sul 18-12 la squadra.
Paschall
in old style con il jumper dalla media provvedeva per il -4 ma gli
Hornets a 2:38 con Rozier e a 1:14 con Graham su assist di Williams,
interpretavano il gioco moderno infilando due triple che spostavano
il punteggio sul 24-15.
Alla tripla di risposta di Burks appena dentro l’ultimo minuto replicava Marvin Williams con il tiro da due punti a 42 esatti dalla fine, toccava quindi a Graham dalla lunetta chiudere il quarto (fallo Bowman) per il 28-20.
Rozier carica in sospensione da fuori… Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Chrlotte Hornets.
2° quarto:
Botta e
risposta da oltre l’arco in avvio di secondo quarto con Paschall e
Graham (11:25), Charlotte ne metteva ancora uno pesante a 11:01 con
P.J. che non si faceva pregare con spazio a disposizione, quindi
ancora scambio di cortesie con due punti di Bowman ma Guerrieri che
si facevano trovar scoperti con la rimessa dal fondo di Charlotte:
Monk correva dall’altra parte e l’alzata due contro uno per P.J: si
trasformava in morbido, volante appoggio per il 36-25.
Spellman
da tre dal corner destro e Bowman a 9:03 infilando due siluri da
dietro l’arco portavano al time-out Borrego che conservava comunque 5
punti di vantaggio (36-31).
Un
tentativo di alley-oop di Chriss si incastrava tra vetro e ferro
(leggero e involontario tocco cercando la palla di P.J. sul bicipite
dell’attaccante), andava bene e sulla palla a due a metà campo Biz
era bravo a portarla a casa così come Bridges sulla second chance ad
andare nell’angolo sinistro e a sparare una tripla sotto pressione
per il +8.
All’ennesimo
rimbalzo offensivo che portava punti ai Warriors con Spellman,
rispondeva P.J. che sullo slancio a pochi cm dal ferro arrivava a
contatto con il difensore per appoggiare senza scomporsi.
Bridges
in difesa stoppava Paschall oltre il fondo ma sulla rimessa, dopo
l’errore da sotto di Bowman, Looney non perdonava l’ennesima
occasione concessa.
Bridges
continuava ad esser positivo realizzando in entrata con appoggio un
po’ forzato ma vincente al vero quindi toccava a Paschall in jumper
metter il 43-37.
Hornets
che conservavano sempre un margine di sicurezza m i giri a vuoto di
P.J. in lunetta e l’1/2 di Bacon favorivano i Warriors che
schiacciando in transizione con Robinson III ripristinavano il -6
prima della tripla di Graham che a 3:29 valeva il 50-41.
Nel
finale si accendeva D’Angelo Russell, assente all’andata: 2+1 (fallo
di Graham), tripla a 2:49 dopo un tentativo di passaggio respinto da
Rozier e tornato tra le mani e appoggio da sotto con finta su Rozier
per il 50-49…
Gli
Hornets si salvavano dal primo possibile sorpasso quando un pallone
transitato nel pitturato per Green era perso malamente da Green che
non aveva una buona maniglia sulla sfera, così Graham a 1:43 puniva
l’errore difensivo dei californiani che lasciandolo libero lo
invitavano al tiro pesante del 53-49.
Paschall in appoggio faceva girar la palla sul ferro che usciva, Rozier piazzava due punti quindi a :55.2 si vedeva ancora Russell metter dentro due punti prima e una tripla dalla destra su Batum poi per il 55-54 (13 i suoi punti) prima dell’elevazione che portava Graham a salire da ben oltre la top of the key per sfornare la pagnotta indigesta alla squadra di Kerr da tre punti che chiudeva il quarto sul 58-54.
3° quarto:
Primi
due punti per Glenn Robinson III nel secondo tempo e sul mancato
appoggio di Biyombo da sotto (dopo essersi liberato mancava la cosa
più semplice non saltando) arrivava la transizione con allungo per
Cauley-Stein che pareggiava.
A 10:54
da tre Graham dal corner sinistro evitava il sorpasso ma su un altro
passaggio dentro questa volta era Robinson ad alzar da vicino il
ferro il -1 (61-60).
L’open
3 di Bridges saltava via così come Cauley-Stein in hook sotto la
spinta di Biyombo.
Due FT
splittati e sorpasso rimandato ancora, Bridges con un reverse layup
plastico, dopo aver percorso tutta la linea di fondo destra metteva
dentro contrastato dal nuovo ½ del centro avversario (reaching di
Zeller) per il 63-62.
Russell
a 9:05 dal corner sinistro con la tripla trovava “finalmente” il
primo vantaggio per i campioni in carica ma in transizione Rozier ci
riportava sopra lo un dardo avvelenato da tre per il 66-65.
Cody
allungava dopo lo spin con l’alzata ravvicinata ma un coast to coast
di Paschall valeva il -1.
Green
in lunetta splittando riportava in equilibrio la situazione ma Rozier
buttandosi dentro apriva sulla destra per Batum che liberissimo non
falliva la tripla del 71-68.
Il
francese sulla linea di fondo degli Hornets contrastava Cauley-Stein
convincendo gli arbitri che il possesso fosse per Charlotte (da
rivedere)…
Comunque
sia un fallo offensivo a Rozier restituiva palla ai bianchi che
segnando due punti con Burks si riportavano al minimo svantaggio
prima che a Rozier venisse assegnato un lungo due (poi corretto
successivamente come tre punti).
A 5:02
un perfetto assist orizzontale verso il centro dava al nostro numero
3 di esibirsi in una imperiosa schiacciata che unita al ripristino
della tripla di Rozier e a quella successiva di Graham a 4:38 davano
una spinta ai Calabroni sino a portarli sul 79-70.
Out
anche Zeller per il 4° fallo (offensivo), nonostante si utilizzasse
con successo Williams come centro, i Warriors si riavvicinavano sul
79-74 prima che a Monk venisse chiamata un’interferenza da parte di
Chriss sul tiro e a Marvin, impegnato i area in girata contro Bowman,
venisse assegnato un canestro per goaltending (ancora Chriss, in
seconda battuta).
Una buona difesa arrangiata di Batum su Looney e una stoppata del transalpino in recupero su Poole e la tripla di Monk a :49.0 facevano girare sul doppio vantaggio la squadra della Buzz City (86-74) prima di due punti di Chriss dalla lunetta a chiudere il quarto sul +10 Hornets (86-76).
Devonte’ da tre punti dopo una delle sue dieci realizzazioni… Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Chrlotte Hornets.
4° quarto:
Charlotte
cominciava con il più semplice dei canestri quando due difensori
Warriors si ostacolavano sulla linea di fondo per recuperar la sfera,
la palla, buttata dentro era preda di un incredulo P.J. Washington
sotto il ferro e, dopo un momento di esitazione, metteva dentro.
A 11:07
Graham metteva dentro altri 3 pepati punti (8/13 da oltre l’arco) su
assist no look di Monk con bound pass “disinteressato”
ravvicinato all’indietro.
Un
peccato che Williams mancasse l’open 3 dal corner sinistro dopo tutto
il giro perimetrale e che Monk, lanciato da solo in fuga esagerasse
con la windmill schiacciando sul ferro, il quale punendo l’arroganza,
spediva lontanissima la spicchiata…
Malik
però era favorito dalla restituzione dell’assist da parte di Graham
cosicché il suo buttarsi dentro in appoggio costituisse giocata
valida per il two and one.
94-76,
partita teoricamente in ghiaccio quando su un air-ball di P.J. la
palla recuperata sotto l’anello da Monk si trasformava in assist per
la dunk del 97-78 di Biz (+19, massimo vantaggio avuto nell’annata).
A 7:25
Graham con la nona tripla di serata faceva 100-81, quindi dopo
qualche difficoltà offensiva a 5:11 entrava sul parquet Williams al
posto di P.J..
A
sbloccare la situazione offensiva ci pensava Graham che con un tiro
catapultato dalla periferia infilava la decima tripla di serata
pareggiando il record di Walker per numero di tiri da tre a segno in
una singola gara.
103-85…
peccato che sui due tiri da fuori seguenti Devonte’ esagerasse sul
primo e si rilassasse tropo sul secondo mentre Rozier ai 24 secondi
con un escape dribble metteva la sua conclusione da fuori per il
106-89 a 1:27 dalla fine.
Bowman
sull’ultima azione appoggiava per il 106-91 finale.
Le pagelle
Terry Rozier: 7,5
25 pt.,
6 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate. 10/20 dal campo con 5/14 da 3 pt. 2
TO, +14 in +/-. Bella partita di Terry che ha da fare su Russell
prendendogli alla fine le misure dopo aver un po’ sofferto la classe
offensiva dell’avversario. In attacco da tre salta un po’ come una
puntina su un vecchio disco ma graffia di tanto in tanto con punti
pesanti e mette 5 dei 6 tentativi da due punti mostrando un buon e
confidente jumper. Aggiungiamoci tre palloni rubati e un discreto
numero di assist…
Devonte’ Graham: 8,5
33 pt.,
7 rimbalzi, 9 assist, 2 rubate. 10/22 al tiro con 10/16 da tre. Come
si evince dai numeri, Graham manca tutti i tiri e le penetrazioni da
due al contrario del compagno. Molto più confidente da oltre la
linea si inventa almeno 3 canestri difficili in uno contro uno. Al
momento giusto piazza un paio di triple per evitare che la gara
prenda una brutta piega e contribuisce nel break decisivo. Pareggia
il numero di triple (10) in una sola serata di Walker arrivando a un
passo dal battere il record ma l’undicesima non arriva nonostante gli
ultimi due tentativi con il secondo troppo rilassato. Altra grande
prestazione anche se l’avversario non era dei più ostici.
Miles Bridges: 7
10 pt.,
2 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Due ottime stoppate e un inizio
travolgente. Mette anche una bella tripla dall’angolo rischiando. 4/6
dal campo in 18:35. Mezzo voto in più per l’atteggiamento anche se
si va un po’ perdendo un po’ nel suo finale sul parquet ma la
prestazione è positiva.
P.J. Washington: 6,5
9 pt.,
5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/10 dal campo con
svariati tentativi di arrivare al ferro alternati da successi e
insuccessi. Da fuori fa ¼ (compreso un air-ball nel finale) e 0/2 ai
liberi (può e deve far meglio di così) più due TO. Nel complesso
si salva e ha un +9in plus/minus.
Bismack Biyombo: 6
2 pt.,
4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 1/3 dal campo in 17:34. Limitato
dai falli (5 alla fine) si siederà in panca forse più del previsto
ma garantirà qualche rimbalzo nel finale assicurando la partita
contro letali seconde chance. Si nota quanto è lento non rispondendo
in reattività all’entrata di Burks e manca delittuosamente n
canestro già fatto.
Malik Monk: 6
8 pt.,
5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 3/8 al campo con 1/5 da fuori dove
sparacchia ben lunge dall’esser preciso. 2 TO, uno banale su un
passaggio schiacciato troppo telefonato per Cody che produce il fast
break mentre la solidità in attacco come tiratore non c’è. Compensa
alla mancanza con l’unica tripla di serata in un momento importante e
con un bell’assist no look bound pass in diagonale all’indietro per
la tripla di Graham. Quando Devonte’ restituisce il favore e lui si
butta dentro prendendo l’and one dimostra di saper far meglio.
Clamorosa la schiacciata mancata da solo in fuga esagerando con il
windmill ma quello capitò anche a un certo MJ, tuttavia
l’esagerazione fa brutti scherzi…
Marvin Williams: 6,5
4 pt.,
3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/4 al tiro con 0/2 da
fuori e un +12 in +/-. Un goaltending lo priva del secondo canestro
vero e manca un open aperto sul lavoro dei compagni ma migliora la
squadra tanto che smuove tutte le principali caselle. 27:21 sul
parquet, appena viene impiegato come centro, sale subito in mischia a
stoppare con tempismo ed è generoso in difesa anche in tuffo su un
pallone diretto a Russell, lo manca ma il tiratore sbaglia.
Cody Zeller: 6
8 pt.,
5 rimbalzi in 17:38. 4 TO e 4 falli che lo portano fuori dal campo
prima. 4/9 con un paio di errori da sotto ma buona predisposizione ad
attaccare e lo si vede con una bella dunk in pick and roll con Rozier
e sull’assist spinto da Batum dove aspetta sotto per salire in jam.
Nicolas Batum: 6,5
3 pt.,
5 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Prende due triple dagli
angoli, la prima dal corner destro, la seconda anche ma sul primo
tentativo va a tentare un catch n’shoot da marcato ai quasi 24 e non
va l’open sulla seconda è l’ultimo tiro della sua partita. Più
propenso a fare gira la palla a inizio match sembra il solito Batum
ma in difesa è più solido (peccato per un fallo speso male
all’inizio) tanto che va in corsa a stoppare Pool sicuro di aver già
fatto canestro.
Dwayne Bacon: 5,5
4 pt.,
1 rimbalzo in 13:10. Mette una tripla e fa poco altro. Cade, spinto,
tentando una bella drive avvolgente sulla linea di fondo, in un primo
momento danno la rimessa dal fondo ali avversari ma poi la terna si
corregge dopo aver capito l’errore (spinta sul passaggio, contatto
sull’anca).
Coach James Borrego: 6,5
Graham aiuta ma non è malvagia la squadra in serata. Parte bene e nonostante le difficoltà, sprinta nel finale ottenendo la più larga vittoria stagionale contro Green e Russell.
Ecco il classico punto della situazione che quest’anno slitterà dalle solite 17 gare a ogni 22.
Partiamo dall’inizio per un lavoro che ha portato via molto tempo.
Ringrazio Matteo Vezzelli per la visione e l’analisi su alcune difese (non riuscite) di Charlotte (le troverete in video più avanti nell’articolo) e Filippo Barresi per le sue opinioni e il confronto su alcuni giocatori degli Hornets e il loro modo di giocare.
Estate Flash
Il Re è spoglio adesso che è autunno
e le ultime foglie stanno cadendo, ripensare all’estate appare un
tempo lontano nel quale le basi gettate per la stagione oggi
emergono.
Il dato di fatto è che Charlotte
continua a impoverire il roster.
L’anno precedente Dwight Howard aveva
lasciato la North Carolina per motivi di salary cap lasciando
sguarnita la zona del pitturato.
Nonostante ciò gli Hornets lo scorso
anno hanno migliorato leggermente il record grazie all’acquisto di
Tony Parker, a Jeremy Lamb, oltre che al solito Kemba Walker, tutti
saliti di tono.
Sfortunatamente la società non è
stata in grado di trattenere nessuno di questi e oltre alla “perdita”
di Kaminsky (non che abbia impressionato contro di noi per la verità)
sul fronte opposto, quello delle entrate, si registrava solo l’arrivo
di Rozier nello scambio (tardivo da sign and trade) con i Celtics e a
proposito di verde, per cause economiche MJ decideva di affidarsi
alla green line da Draft, aggiungendo un paio di rookie ai sophemore
e al costoso nucleo rimasto sotto contratto.
Riconfermato James Borrego, andava da sé che questa stagione non avrebbe avuto nulla da dire sotto il profilo degli obiettivi ma sarebbe stata una stagione di eventuale crescita per tutti gli elementi impegnati sul parquet solo che nella penuria generale dell’Est gli Hornets, pur senza un uomo franchigia dalla classe cristallina superiore agli altri, dopo 22 gare bazzicano in decima piazza, non eccessivamente distanti dai Pistons e Magic, tallonati dai Bulls.
Classifica
Da game 1 a game
22
Andiamo a rivisitare le sfide che hanno
portato il team della Queen City ad avere questa classifica.
Charlotte nella gara inaugurale allo
Spectrum Center se la vedeva con i Bulls e in una partita da
rollercoaster Chicago sembrava poter prendere il sopravvento
portandosi sul +10 nell’ultimo quarto ma Williams, Graham e Bacon si
aggiungevano all’arciere P.J. scagliando triple in serie nel finale
che abbattevano i Tori.
Le 23 triple a segno (52,3%)
costituivano record di franchigia e gli Hornets la spuntavano di un
punto, 126-125.
Game 2 era ancora casalingo ma i
Timberwolves si dimostravano troppo forti finendo per vincere 99-121.
Inusuale pacchetto di trasferte
anticipato per gli Hornets che sulla costa pacifica cedevano
nettamente a due della favorite per la stagione, Lakers e Clippers ma
la voglia di riscatto produceva una insperata vittoria a Sacramento
(118-111), la prima W stagionale in trasferta.
Gli Hornets faticavano un po’ nella
nuova casa dei Warriors a San Francisco ma alla fine la spuntavano
ottenendo la seconda vittoria di fila e dato che non c’è due senza
tre, ecco arrivare la terza in North Carolina dopo un supplementare
deciso dai tiri liberi di Graham che sbattendo su Sampson in chiusura
ritardata sulla linea dei tre punti realizzava i primi due fallendo
appositamente il terzo consegnando a Charlotte il 122-120 finale.
Gli Hornets sopra quota .500
(incredibilmente) tornavano sulla terra contro la Boston dell’ex
Walker palesando notevoli limiti offensivi.
In gara 9 si tornava sotto i .500 a
causa del derby perso contro i Pelicans (110-115).
Charlotte cedeva anche a Philadelphia e
un po’ a sorpresa arrivava la quarta sconfitta, per di più
casalinga, contro Memphis che andava a segno con un’entrata decisiva
di Morant nel finale per il 117-119.
A rivitalizzare i Calabroni arrivavano
due vittorie al cardiopalma: quella ottenuta da Monk con la tripla
buzzer beater per il 109-106 su Detroit e quella di Graham al Madison
Square Garden che valeva il 103-102 finale poiché con un paio di
secondi da giocare, New York non trovava una giocata valida per
replicare.
6-7 dopo 13 partite.
Gli Hornets sono dipinti come una buona
squadra rispetto all’armata Brancaleone che parevano essere ma nelle
cinque sfide successive Charlotte perdeva completamente la bussola
difensivamente.
Arrivavano in serie le pesanti
sconfitte a Toronto (problemi sulla linea del tiro da tre), Brooklyn
(problemi sotto le plance), a Washington (il buon movimento palla
generava ancora triple pesanti) fino al rientro in North Carolina per
affrontare i Bulls per la seconda volta in stagione.
Questa volta sembrava esser Charlotte
in controllo nel finale ma LaVine trascinava i suoi, Satoransky
infilava a poco più di 7 secondi dalla fine una tripla e sulla
rimessa Graham triplicato subiva fallo da White, tutto buono per gli
arbitri come i passi di LaVine che recuperando palla usciva dalla
linea dei tre punti e infilava ancora da fuori arrivando a 49 punti
per il +1 Bulls in un drammatico finale.
A Miami non c’erano speranze e gli Heat
portavano a casa agevolmente la sfida.
Per tornare alla vittoria Charlotte si
affidava al calendario che ripresentava la medicina Detroit e pur con
qualche patema, alla fine la squadra di Borrego la spuntava 102-101
per l’ottava vittoria di fila contro la franchigia del Michigan.
Alla vigilia di dicembre il calendario
presentava una trasferta in Wisconsin durante la quale la prevedibile
L assumeva dimensioni importanti.
Alla fine arrivava un -41 ma una L è
sempre una L e per cercare di giungere alla nona vittoria, i ragazzi
della Buzz City si affidavano a una serie di five winnable game
casalinghi a partire da quello contro Phoenix.
Primo tempo imbarazzante sul 39-59 condito da eccesso di TO, mega-rimonta, sorpasso a 8:28 e +7 a una manciata di secondi oltre il minuto dalla fine.
0-12 il parziale finale con Phoenix
corsara in North Carolina per una sconfitta indigesta.
Ancora una volta gli Hornets gettavano
al vento un vantaggio consistente con una difesa abominevole in 70
secondi…
Prossime partite
Da gara 23 a gara 44 gli Hornets
avranno un calendario variegato laddove spiccano l’”inizio” e la
“fine”.
Charlotte, dopo Phoenix, continuerà a
giocare in casa per altre 4 partite, tutte abbordabili sulla carta
(Warriors, Nets, Hawks e Wizards), poi arriveranno tre trasferte
contro Nets, Bulls e Pacers, interrotte dalla partita con i Kings
allo Spectrum Center prima di tornare in trasferta, in Ohio, nell’ex
house di LeBron James.
Ci troveremo così già sotto natale
con le due partite prenatalizie: il 21 alle ore 23:00 italiane contro
i Jazz in North Carolina e il 23 allo scoccar della mezzanotte
(sempre tenendo conto degli orari italiani) contro Boston che
potrebbe far andare il Panettone o Pandoro di traverso.
Break consistente per Charlotte che
riprenderà il 28 in casa contro i Thunder per rimanere a livello di
avversarie nel mid-west con la trasferta a Memphis.
Boston in casa, Cleveland e Dallas
fuori, Indy e Toronto in casa a prescinder dalla location non saranno
certo partite semplici, ancora peggio andrà da gara 41 a gara 44
quando gli Hornets se la vedranno nel secondo lungo ciclo di
trasferte con: Jazz, Suns, Trail Blazers, e Nuggets il 16 gennaio.
Parte statistica
descrittiva di pregi e difetti
Trovare il bandolo della matassa per
descrivere questi Hornets sarebbe come srotolare il DNA e cercare di
capirlo dalla A alla Z.
Charlotte viaggia su un doppio binario
perché è una squadra giovane alla ricerca della propria identità e
delle proprie potenzialità per capire se, nonostante non si siano
stelle di primo piano, possa essere in un prossimo futuro, una
squadra che possa imitare i Raptors di quest’anno che hanno giocatori
scelti al Draft in posizioni piuttosto medio/alte ma che tuttavia
sono una squadra vincente.
Se Borrego lo scorso anno enfatizzava il gioco offensivo, quest’anno non è che abbia improvvisamente cambiato idea ma ha evidenziato che la difesa farà la differenza avendo un team inesperto.
Purtroppo i saliscendi degli Hornets sono stati proverbiali fino a due collassi finali andati in scena allo Spectru Center.
Gli Hornets nelle prime 14 gare hanno sempre dovuto inseguire di almeno 10 punti.
L’attacco di Borrego fatto di colpi da
tre finiva subito in vetrina nella prima partita con 23 triple a
segno per 69 punti sui 126 finali… unito a questo aspetto positivo
però si associava subito quello negativo: l’inesperienza che portava
a diversi TO in una fase delicata del match rischiando di far perder
a Charlotte la gara inaugurale.
Gli Hornets che negli ultimi anni
complessivamente avevano avuto le mani più sicure della lega
quest’anno sono in difficoltà sotto quest’aspetto che comprende
anche diverse ingenuità difensive, errori di piazzamento e scarsa
organizzazione difensiva in taluni frangenti.
Teoricamente questi sarebbero tutti
aspetti migliorabili con il lavoro, l’assimilazione degli schemi e la
conoscenza tra compagni mentre su un’altra nota negativa (i tiri
liberi), c’è da lavorare a livello sul singolo in maniera tecnica.
Ciò che sta emergendo ultimamente,
tralasciando le tre vittorie punto a punto con i Pistons, è che il
3-3 nelle gare da decidersi in volata non è dato che porti fiducia
poiché la squadra di Borrego nei momenti decisivi sotto pressione è
capace di buttare al vento velocemente buoni vantaggi.
Le gare contro Bulls (la seconda) e con Phoenix hanno registrato parziali veloci e insperati per gli avversari con gli Hornets incapaci di gestire razionalmente il punteggio e soprattutto impreparati difensivamente su quella fragile e sottile linea da tre punti (non una novità nonostante il nuovo starting five) che è costata cara nelle gare descritte.
Vi sono in questo anche errori
individuali di posizionamento, ad esempio Bridges non è
irreprensibile da errori in diverse azioni finali contro i Soli.
Il differenziale tra canestri segnati e subiti è ampiamente negativo con 105,4 PTS/G(26^) mentre gli avversari segnano 113,8 punti a partita in media contro di noi (21^).
Bassi con il pace, nonostante le intenzioni (98,9), per un venticinquesimo posto.
C’è da sottolineare come la difesa debba necessariamente migliorare se nel defensive rating la squadra sia penultima con 114,6, il che vuol dire non riuscire a fermare gli avversari troppo spesso…
Vediamo qui sotto una galleria video degli orrori difensiva andata in scena durante la striscia di 5 sconfitte consecutive.
Analizziamo qualche azione prendendone
una o due per incontro…
I tipi di azione sono tra i più
disparati in modo da non ripeter nelle immagini esattamente gli
stessi errori.
Se scorriamo a 0:40 (partita a Toronto) notiamo come sulla drive di Anunoby gli Hornets siano tutti a ridosso dell’area e sul tiro open di Powell dalla destra Rozier “subisca” un blocco mentre Monk campando nella terra di nessuno lasci spazio a due tiratori sul perimetro.
Si notano anche i problemi a rimbalzo, anche se sul parquet vi sono Williams e Biz che in difesa rendono meglio di altri ma in questo caso uno si fa battere e l’altro si addormenta sul tagliafuori.
Dopo due rimbalzi offensivi, con la palla lentamente nelle mani dei Raptors gli Hornets potrebbero riorganizzarsi ma la collocazione della difesa di Charlotte diventa pessima con lo slittamento di Monk verso destra e basta un passaggio in angolo per destabilizzare l’equilibrio: Rozier sul lato forte è due contro uno e l’uscita di Biyombo con Siakam da marcare è tardiva…
Contro i Nets notiamo nella prima
azione Zeller in contenimento sul pick and roll tra Dinwiddie e Allen
ma la posizione troppo staccata fa si che il nostro centro non copra
l’area ma fornisca un corridoio per il lungo opposto che andrà
comodamente a schiacciare.
Sull’azione seguente il raddoppio sulla
palla di Cody ancora troppo staccato produrrà un altro canestro
facile perché non arriveranno aiuti difensivi in slittamento.
Scarsa collaborazione e insufficiente
lettura oltre che qualche limite di reattività determinano canestri
subiti troppo facilmente.
A 2:06 contro Washington, nell’azione
rallentata, Bacon si faceva battere sulla linea di fondo e i due
lunghi tendenzialmente convergendo in area per cercare di dare una
mano consigliavano il passaggio fuori per Bertans che coglieva Rozier
fuori posizione per poter tentare un valido close-out.
A 2:46, contro Chicago, anche questa
azione è stata rallentata, Satoransky spezzava la prima linea
difensiva degli Hornets composta da Rozier e Graham, in penetrazione
vedeva venirsi incontro Zeller e Cody Martin, passaggio semplice
nell’angolo sinistro per LaVine che indisturbato sul tiro non
contrastato non falliva.
A 10:13, a Miami, classica transizione, un 3 vs 3 dopo l’errore di Zeller, Hornets in ripiegamento eccessivo, arresto e tiro rapido di Nunn che faceva secco Bridges, giocatore spesso in posizioni poco consone per difendere.
Team and Opponent Stats
Dalla
tabella possiamo notare che rispetto allo scorso anno le principali
statistiche complessive sono tutte in calo se non nelle caselle dei
tre punti dove si vedono aumentare le conclusioni da fuori e le
relative realizzazioni che migliorano la percentuale ma su tutto il
resto dei fronti si è in difficoltà e gli avversari ci sovrastano
complessivamente nei tiri presi/segnati e nelle percentuali dal
campo, nei rimbalzi, assist e rubate, pochi TO commessi in più da
Charlotte che tira di più ai liberi ma è 28^ per percentuali…
La
mossa Drummond, palesata come rumors, pur non essendo molto lineare
con la strategia decisa a inizio stagione e le perplessità
complessive sul giocatore a livello tecnico e suo emolumento, aveva
un senso perché il n° 0 di Detroit è un grande rimbalzista e
avrebbe potuto dare una mano agli Hornets in questo senso poiché la
squadra di Borrego è penultima nei rimbalzi conquistati e scende
addirittura in ultima posizione quando si tratta di rimbalzi
difensivi concedendo troppe seconde opportunità agli avversari.
In tal senso vi è una vera emergenza a rimbalzo per Charlotte che se ne avesse avuto uno decente ora probabilmente girerebbe on un paio di vittorie in più.
Un’altra tabella che evidenzia attacco e difesa.
Voto reparti
PG: 6,5
Rozier
e Graham producono la maggior parte dei punti per gli Hornets
rimanendo in vetta ai top scorer della squadra e mentre il primo ha
una difesa sufficiente/discreta, il secondo ha nell’assist l’arma in
più per migliorare tutto il quintetto.
La
difesa in generale però non è il loro forte, specialmente sul
perimetro per questioni tattiche e di cm.
SG: 5
Bacon,
Monk. Si salvi chi può. Più inaffidabile di una promessa di
qualsiasi governo italiano nei tempi, un reparto totalmente
incompleto e scostante dalla bassa qualità e produzione. In attacco
Monk può dir qualcosa in alcune serate ma in difesa è un dramma,
Bacon non trova il suo ritmo…
SF: 5
Bridges,
Batum, Caleb Martin, Cody Martin. Caleb mai praticamente visto, Cody
gioca poco e fa da spola con Greensboro nonostante sia difensore
migliore di Miles in questo inizio stagione e la sua pressione è
stata utile in diverse partite. Miles è in difficoltà lampante in
difesa mentre in attacco si barcamena ma con poca precisione mentre
Cody mostra poco tiro anche se tanto atletismo. Batum è alla sua
peggiore annata a livello di minuti e cifre in NBA con problemi a
una mano e alla costante ricerca di un ruolo, inoltre è
maledettamente statico.
PF: 6
P.J.
Washington, Marvin Williams, MKG, J. McDaniels. McDaniels forse non
lo vedremo mai a Charlotte, MKG era dato infortunato contro Phoenix
ma non sta giocando per nulla. Davanti a lui ha un Marvin Williams
dal recente buon rendimento offensivo ma anche difensivo. P.J.
promette bene e nonostante debba capire come difendersi in difesa
dagli avversari e dagli arbitri, in attacco è un valido aiuto se non
si perde come gli è capitato qualche tempo fa.
C: 5
Biyombo,
Zeller, W. Hernangomez. Willy ha i rimbalzi, Biyombo la miglior
difesa dei 3, Zeller è migliorato molto nel tiro da fuori e offre un
pacchetto di caratteristiche migliori degli altri due ma non ha la
forza di fermare gli avversari sotto le plance così come Willy,
dettaglio non da poco in una zona nevralgica del campo. Incompleti e
Charlotte senza un centro decente, soffre…
La frase
“Non stiamo iniziando i giochi nel primo quarto o nel primo tempo con la giusta presenza, urgenza e competitività”, ha detto dopo la sconfitta contro Phoenix, coach Borrego.
“Ad
un certo punto, in una partita di 48 minuti, ci arriviamo.
Purtroppo,
ci vuole l’intervallo o essere in sotto di 10/15 punti per reagire.
È
qualcosa di cui dovremo parlare, continuare a discuterne e continuerò
a cercare le risposte per questo.
È
qualcosa che stiamo cercando di risolvere continuando a lavorare.”
Ovviamente
Borrego non ha la bacchetta magica e nemmeno una delle migliori
squadre della lega ma un team costruito e sviluppato sulla base delle
condizioni lasciate dall’estate.
La
gioventù e giocatori che forse non saranno mai adatti a salir di
livello in NBA sono due fattori determinanti per le pesanti
sconfitte.
Dal
mio punto di vista bisognerebbe accantonare la small ball
riservandola a brevi momenti tattici nei quali Borrego pensi di poter
sfruttare le doti dei piccoli per smuovere qualcosa in una partita
difficoltosa e riprogettare lo starting five con piccoli esperimenti.
Tenendo attualmente Rozier e Graham, lo slittamento di P.J.
Washington come SF con Williams come ala grande potrebbe essere
un’idea per difendersi meglio visto che Bridges sta mostrando lacune
paurose.
Con l’aggiunta di Biyombo i tre big man potrebbero compensare ai problemi delle due guardie perchè a oggi inaffidabilità e collasso sono due parole che i fan degli Hornets vorrebbero vedere scrivere poche volte ancora.
Parallelismi
Vediamo qualche confronto tra giocatori con lo stesso ruolo (almeno inizialmente), partendo dal ruolo di PG:
Nota: Le statistiche di Franks non sono quelle in NBA poiché non è mai sceso in campo per la “prima squadra”.
Aggiungiamo anche le percentuali della squadra suddivise per zone di tiro:
Notiamo come Charlotte sfrutti male le aree distanti laterali dove a sinistra tira con il 20,0% (uguale al tiro da due dalla top of the key, frontale) mentre a destra si scende a un miserevole 10% mentre ovviamente al ferro vi è la percentuale maggiore ma spicano il 50,0% dalla diagonale da due punti sinistra e il 46,6,% sullo stesso lato ma dall’angolo e da tre punti. Da tre punti le percentuali sono discrete ma c’è da migliorare quelle frontali, anche se spesso i giochi della squadra si sviluppano su scarichi più laterali dove la marcatura può esser più labile.
Non
l’abbiamo praticamente visto con la divisa degli Hornets in Regular
Season se non contro Minnesota per segnare i suoi primi due punti in
NBA in tre minuti.
A
Greensboro (3-5 nelle prime 8 partite) sta viaggiando nelle prime
otto partite con una media di 16,9 punti, 9,0 rimbalzi, 2,6 assist,
2,3 rubate e 1,3 stoppate a partita…
Il giocatore non è riuscito ancora a incrinare le certezze di Borrego ma continuando così potrebbe essergli concessa un’altra opportunità se ve ne fosse l’occasione.
Pochi scampoli di partita per Willy retrocesso a terzo centro effettivo degli Hornets, a quinto reale poiché Borrego quando applicando la small-ball gli preferisce Williams e P.J., di fatto lo sta mettendo in naftalina.
Bocciatura quindi per il neo campione mondiale che nei pochi momenti visto sul parquet inprestagione e stagione ha fatto veder poco se non riuscire a catturar rimbalzi (cosa non da poco per Charlotte) in qualche garbage time.
Il problema è che pur essendo ben tornito, usa male i suoi 112 kg.
Troppo facilmente spostabile e battibile sotto le plance, offre poca resistenza, forse un pizzico d’inclinazione alla svogliatezza, rilassatezza, preferendo andare a catturar rimbalzi o a giocare sul lato offensivo.
Ciò che taglia le gambe a Willy è la sovrabbondanza di ali dalle buone mani per tirar da fuori.
P.J. e Marvin da tre punti gli toglierebbero spazio se venisse applicato nel gioco di Borrego come possibile PF perché il tiro da tre punti l’avrebbe molto più naturale di Zeller e Biyombo che lo precedono nelle gerarchie odierne, eppure il coach ha fatto le proprie scelte (condivisibili in questo caso) e l’iberico non troverà spazio finché non si dimostrerà più solido, tenace e grintoso a livello difensivo.
57 minuti totali in campo (8,1 di media) con 9/20 FG e 4/8 FT, 24 punti, 21 rimbalzi, 23 stoppate.
Difficilmente distinguibile dal fratello Cody se non per il numero sulla schiena, Caleb in preseason sembrava esser quello buono dei due brother e infatti, dopo non aver giocato nell’iniziale partita inaugurale con Chicago, Borrego l’ha schierato sul parquet per 18 minuti contro i Timberwolves.
Lui ha chiuso con 4 punti, 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata e 2 stoppate ma con un 2/8 dal campo… Poi solo un minuto di passaggio contro i Lakers e 6 contro Boston, per il resto Greensboro è divenuta la sua casa.
Non sta trovando spazio nemmeno potendo ricoprire tre posizioni differenti e lasciando eventualmente i vari zero nelle caselle con un minutaggio decente.
A 23 anni ha
giocato piccoli spezzoni in tre partite per 8,3 minuti di media a
partita segnando complessivamente 5 punti.
Difficile rivederlo calcare il parquet a meno che l’infermeria di Charlotte si riempia improvvisamente giacché Borrego sembrerebbe aver individuato il suo nucleo di giocatori da rotazione consistente.
Bacon è stato catapultato a inizio
stagione nel ruolo di guardia tiratrice, una posizione nella quale
gli Hornets hanno avuto negli ultimi anni vere e proprie anomalie
alternative.
Di scorer consistenti non se ne sono
visti, da Lance Stephenson a Batum per citare i più noti a guardarla
solo da questo punto di vista è stato un fallimento.
L’unico giocatore dalla buona
produzione è stato Jeremy Lamb ma la sua partenza in estate ha
lasciato il vuoto colmato da Bacon che da giocatore difensivo si è
mezzo improvvisato attaccante.
In fase offensiva attacca molto il
ferro con il floater o con il layup in entrata, può avere serate
dove al tiro da tre diventa un pericolo ma dopo i 22 punti contro
Chicago all’esordio e i 25 contro i Warriors ha dimostrato di non
essere un fattore in questo senso come non lo è nel resto delle
statistiche.
I suoi fade-away sono molto belli ma in
percentuale poco funzionali e la media al tiro è scesa così
Devonte’ Graham l’ha rimpiazzato in quintetto e per il buon Dwayne si
sono aperte le porte della panchina profonda, utilizzato ultimamente
pressoché a partite finite nella sostanza.
Lo 0/6 a Miami e l’1/6 a Milwaukee dal
campo sono cifre che non lo aiutano a trovar spazio e altre volte gli
era capitato di non segnar dal campo mentre l’1/8 nella W a quasi
inizio stagione Sacramento dimostra l’inaffidabilità.
32,6% dal campo rispetto al 47,5% dello
scorso anno, qualcosa sta bloccando il processo di crescita di Dwayne
che passa dal 73,9% dalla lunetta dello scorso anno al 69,2%…
Assist 1,3, blk 0,1, rimbalzi, 2,8, stl
0,8 in 20,9 minuti a partita…
Solo il 23,1% da tre e passa da 7,3
punti di media a 7,4 quest’anno ma con più di tre minuti di media a
game.
Guadagna anche meno tiri liberi
ultimamente, non solo per l’inferiore minutaggio ma perché si affida
di più al tiro anziché tentar di arrivare sino in fondo.
E’ attualmente sul bordo delle rotazioni, c’è competizione tra gli swingman e al momento non sembrerebbe essere in prima fila per tornare tra i titolari ma nemmeno in seconda per un minutaggio più consistente anche se la non eccezionalità di Batum o il tiro inaffidabile di Martin potrebbe dischiudere a un suo ruolo più consistente in futuro (con Phoenix le esigenze di falli di P.J. e l’infortunio di Batum ha esteso il suo minutaggio) ma senza cambio passo la bench degli Hornets rimarrà mediocre…
Si infortuna
subito a inizio stagione nella partita contro Chicago e lo scherzetto
al dito gli costa uno stop abbastanza lungo (25 ottobre-15 novembre).
Questo toglie
ogni dubbio su chi sarà la SG titolare, ovvero Bacon, almeno a
inizio stagione.
Per gli Hornets,
nonostante Bacon non faccia sfracelli se non in un paio di partite, è
una buona notizia perché la maggior fisicità del giocatore della
Florida permette al quintetto di Charlotte di esser più equilibrato
e consistente.
Batum si muove
poco, non gli si chiede di segnare caterve di punti ma di migliorare
il gioco della squadra.
La sua personale
interpretazione però è che basti rimaner fermo per far ciò ma se
al tiro non è affidabile, anche perché spesso tenta conclusioni
oltre l’arco, ha statistiche in calo, assist compresi, minutaggio più
basso partendo dalla panchina.
14/37 dal campo per una media bassissima di 3,6 pt. a partita con un 37,8% di FG% e un 25,9 da tre punti mentre ai tiri liberi è al 100% (5/5)…
Borrego, almeno
dalla panchina, lo vede ancora, saranno i fumi dell’investimento o un
vero credo?
Ha la tendenza a
troppi TO pericolosi che scoprono tutto il campo…
13 punti il 27
novembre contro Detroit sono il suo massimo stagionale così come per
i rimbalzi ecco i 9 a New York e i 7 assist a Washington.
Contro Phoenix, dopo aver segnato dal pitturato alto in fade-away in uno contro uno esce dal campo ancora per il problema al dito e non rientrando più chiuderà con 4 punti il suo match.
Impiegato in 11 partite per i problemi al dito, è sceso da 31,4 minuti a match ai 21,4 facendo registrare 4,4 rimbalzi, 3,3 assist, 0,6 steal, 0,5 blk e 1,6 TO a partita.
Lo scorso anno le sperimentazioni di Borrego avevano condotto MKG nel ruolo di ala grande e perfino come centro, lui ala piccola dedicata a prendersi cura dei giocatori più pericolosi delle squadre avversarie (eccetto i centri).
Per un po’ la cosa aveva funzionato
rigenerandolo ma questa estate dei tre free agent con la player
option è stato l’ultimo a rifirmare e anche il last player dei tre
ad aver minutaggio.
Completamente scomparso, ombra dalla
tuta teal in panchina, MKG non sembra far più parte dei piani di
Borrego.
Non ha molto tiro da tre (lo scorso
anno sui pochi tiri presi comunque era riuscito a segnare con il
34,0%…. da verificare) e in una squadra organizzata spesso e
volentieri su tiratori dagli scarichi questo fattore tecnico
contribuisce pesantemente a non dargli minuti sul parquet ma è pur
vero che MKG, anche se non eccezionale come un tempo, rimane un
discreto difensore, quindi perché non concedergli un po’ di
soddisfazione almeno quando le partite sono finite prima dei 48
minuti?
Probabilmente questo è dipeso dal
fatto che Borrego dopo le sperimentazioni, giuste o sbagliate siano
le sue scelte, ha deciso di puntare su un numero più ristretto di
giocatori, conceder loro minutaggio formulando vere e proprie
gerarchie che la scorsa stagione erano meno presenti.
C’è da dire poi che Cody Martin ha dimostrato aggressività e di saper portare pressione sufficiente a far sbagliar passaggi o tiri agli avversari, questo ha fatto sì che gli eventuali minuti difensivi di MKG andassero al rookie piuttosto che a lui su eventuale slittamento ruolo delle ali.
2/10 dal campo, 7 punti in due partite per 3,5 pt. di media in 18 minuti totali concessi.
Le quotazioni sono ovviamente in
ribasso e a fine stagione sarà free agent, libero di andare dove
crede e non credo gli Hornets vorranno trattenerlo ulteriormente.
Il malcontento dell’ex numero 2 al
Draft dietro il Monociglio potrebbe portarlo a chiedere magari uno
scambio in inverno ma sono supposizioni e si dovrebbe trovare una
destinazione consona con una squadra che abbia bisogno di validi
difensori come rincalzi.
Charlotte, se ve ne fosse l’occasione, guadagnerebbe qualcosa piuttosto che lasciarlo partire per nulla e chissà se a San Antonio o Philadelphia, che uno così in panchina potrebbe far comodo, sarà interessata a lui che tornerebbe praticamente a casa natia (Camden).
Lo scorso anno Jeremy Lamb aspettava il suo momento di gloria che arrivò con un buzzer beater da due punti per affossare Detroit.
Quest’anno, per la prima volta anche Monk riesce nell’impresa d’esser uomo decisivo for the first time in his career.
“Le cose non hanno funzionato molto a suo favore negli ultimi due anni”, ha detto l’allenatore James Borrego dopo che Monk segnò i punti decisivi in quella gara.
Il fato ha voluto che fosse proprio Detroit a esser colpita nuovamente ma aldilà delle suggestioni, cosa sta raccontando la stagione del Monaco?
Qualche illazione in preseason sul fatto che potesse anche partire in quintetto durante la Regular Season ma Borrego gli ha preferito un ruolo secondario per aiutare la second unit a trovar quei punti che con l’addio di Parker; Lamb e Kaminsky sarebbero venuti a mancare dalla second unit perché come difesa ha poca visione in marcatura, steal e block non sono certamente il suo forte e a lui si chiede di dare quindi una mano principalmente sul fronte offensivo.
Malik è passato dai 14 minuti minimi giocati contro i Lakers ai 29 contro Memphis.
In questo caso sono arrivate due sconfitte mentre nei 22 minuti contro i Pistons nel 109-106 con il suo game winner finale ha raggiunto i 19 punti, non il massimo stagionale avuto contro Memphis (20 pt.).
Cifre discrete, apice di un tiro non ancora solido.
I minuti sono passati a 21,2 contro i 17,2 dello scorso anno ma il benefit in punti non è molto più alto (da 8,9 ai 9,6 di mdia attualmente in codesta stagione).
Migliorato nettamente da vicino il canestro dove tra i 3/10 piedi tira con il 52,9% contro il 25,0% della scorsa stagione, indice della maggior sicurezza e abilità a chiuder dalle parti del ferro, anche grazie al suo peso.
Una discreta sicurezza in lunetta con l’84,4%, passa al 44,3% dal campo contro il 38,7% delo scorso anno ma da tre punti peggiora nettamente scendendo al 27,4% dopo aver tirato lo scorso anno con il 33,0%…
2,2 assist a partita contro 1,5 TO, steal al 0,4, blk al 0,2…
Malik può avere buone serate in striscia e altre terribili (12 volte nelle prime 21 partite non ha raggiunto la doppia cifra) con gli 0 punti e uno 0/7 complessivo al tiro tra Minnesota e la trasferta nella L.A. gialloviola.
Prendendosi tiri che manca spesso la second unit stenta a mantenere il passo e nell’ultima a Detroit è stato disastroso difensivamente nell’ultimo quarto ma anche nella gestione dei possessi.
Va da sé che in un ottica di crescita questa per lui possa essere una buona stagione ma dato che non è più un rookie o un sophemore, le attese dei fan e degli addetti ai lavori iniziano a pesare e nonostante i kg messi su in estate per trovare qualche penetrazione più convincente per resistere ai contatti, rimane giocatore infiammabile solo se trova certe condizioni.
Le percentuali da tre punti sono basse, specialmente quando gioca in casa, come se sentisse maggior pressione.
Al momento sarei per la cessione di un giocatore troppo lunatico e inconsistente su molti aspetti anche se amo vederlo sfidare la gravità per i suoi esaltanti e fulminanti alley-oop in back-door, transizione o nelle pirotecniche dunk ma in fatto di consistenza deve migliorare a dicembre e squadre più morbide potrebbero concedergli l’occasione.
Il talento ci sarebbe ma probabilmente mancano concentrazione e il modo di sfruttarlo al meglio e lo sparare da tre punti non lo aiuta perché potrebbe diversificare l’offesa cercando soluzioni più interne, tuttavia sarei per la trade perché lo trovo un difensore sotto media, distratto, attratto dalla palla con poca visione sull’uomo e nemmeno nell’uno contro uno lo trovo consistente.
Vada se che l’analisi sulla bilancia costi/benefici (costi in termine di negatività difensiva sul campo) non penda a suo favore.
Qualche passo indietro la scorsa
stagione, in questa ha mostrato ancora più limiti nei piazzamenti
difensivi con letture sui pick and roll non ottimali.
Troppo spazio concesso o poco reattivo
sul ripiegamento dell’eventuale passaggio ma anche come stoppatore è
nullo (la soluzione verticalità passiva non funziona) tanto che
Morant comprendendolo, l’ha attaccato e battuto per consegnar la
vittoria ai suoi all’ultimo.
Diverse volte i suoi raddoppi dalle
parti della linea da tre punti hanno indotto il portatore di palla a
passare al rollante per andar dentro facile perché la pressione
portata da Zeller e lo spazio lasciato (la distanza tra lui e
l’attaccante in possesso di palla) non sono ottimali.
Paradossalmente i muscoli messi su in
questi ultimi anni non stanno garantendo una buona tenuta sotto
canestro e la squadra ne ha sofferto diverse volte.
E’ il nostro miglior rimbalzista (7,9 a partita) grazie al ruolo che ricopre e ai cm ma dovrebbe alzare la media e oltretutto le 0,4 stoppate a partita sono sotto media per un centro titolare.
In attacco gli riescono alcuni tap-in in mischia ma non è molto sensibile all’appoggio sotto canestro se marcato e palloni contesi o tra le mani possono anche essergli portati via.
11,2 punti d media a partita con il 52,5% dal campo ma un 65,3% dalla lunetta in 24 minuti di media a gara.
Flette poco sulle gambe ed è lento a
girar sul tronco anche quando un pallone capita basso, a livello di
parquet, dalle sue parti.
Di buono c’è che gioca discreti pick
and roll, può offrire buoni blocchi per i tiratori da tre e non
solo, prende anche tiri da tre come vuole Borrego anche se si nota
subito di tiri poco fluidi e costruiti (media non buona ma ogni tanto
risulta utilissimo segnandone qualcuno in momenti di bisogno quando
la squadra non trova varchi o spazio al tiro) inoltre la cosa più
eccitante di Zeller sono le incursioni, che siano solitarie o
ricevendo un passaggio in corsa, producono planate mazzate runner a
una mano senza possibilità di replica.
Purtroppo nel suo ruolo è fondamentale difender meglio il ferro, anche dai piccoli e questo per me lo porta a essere il secondo centro degli Hornets, scavalcato da un Biyombo che potrebbe esser più utile e riequilibrare il quintetto (si è visto in gara 19 con Zeller out per una contusione all’anca sinistra) anche se Cody, in momenti decisivi, pur non essendo un gran tiratore di liberi, mantiene una mano migliore del congolese, il quale alterna cose splendide a falli evitabili e a scelte meno sagge di quelle che prenderebbe Cody.
C’è sempre un giocatore difficile da intercettare e controverso che non da indicazioni in senso unico dalle prestazioni altalenanti e dalla multimansionalità spiazzante.
Per gli Hornets per me quest’anno questa figura viene ricoperta da Bridges che a parte il rilascio di qualche dunk infiammabile, sta faticando parecchio dal campo.
Partito titolare in tutte e 22 le partite, ancora deve prender confidenza con una vera e propria iniziativa personale vincente.
Le sue incursioni in taglio diagonale andando dentro con il palleggio per appoggiar di destro non sono sempre affidabili così come il tiro da fuori dove fa qualche progresso a livello di fluidità nella meccanica di tiro ma rimanendo ancora impreciso.
Gioca 10 minuti in più rispetto lo scorso anno (da 21,2 a 31,2) tirando con il 44,8% anziché il 46,4% dell’anno passato.
+1,1 nei rimbalzi (5,6 a game), +1,6 negli assist (2,0 a partita), le stoppate sono a 0,7…
Da 7,5 pt. a partita è passato a 12,7 ma si è già quasi preso la metà dei tiri rispetto a tutta la scorsa stagione (248 vs 511).
Per adesso le statistiche dicono che è migliorato molto dalla fascia immaginaria che dai 16 piedi porta alla linea dei tre punti mentre è peggiorato nel tiro dall’angolo.
Stenta a rimbalzo e a trovare spazio in attacco dove a volte sembra incredibilmente poco atletico, lui che se trova i tempi giusti d’inserimento, lascia al piano inferiore gli altri giocatori.
Ci si aspettava fosse uno dei terminali più importanti di Charlotte ma non lo è, anzi, la difesa individuale lascia a desiderare sia nell’uno contro uno, sia quando è impegnato a leggere l’azione come sugli skip pass sul suo lato dove non sempre è irreprensibile.
Come Monk si fa assorbir troppo dalla palla e gli avversari trovano spazio sul perimetro per triple letali.
Preso un po’ in mezzo tra zona e uomo, sinceramente per un po’ lo farei partire dalla panchina slittando P.J. in SF e facendo partire Williams come starter.
Il centro congolese è l’unico
giocatore nel roster che possa difender validamente l’anello e
catturare qualche rimbalzo difensivo in più “scippandolo” ai big
man avversari.
Purtroppo non sempre trova buone
serate.
Generoso, mostra qualche limite di
tempismo commettendo falli che a volte producono FT addizionali,
questo anche perché essendo un po’ lento, può faticare su guardie
avversarie in possesso di ball-handling.
Quando è in forma può intimidire,
influenzare qualche tiro o stopparlo e grazie alla sua pressione
portata con l’ombra di un fisico enorme, può portare gli avversari a
commetter brutti passaggi o TO.
Chiaramente deve migliorarsi ai liberi
ma ultimamente sembra più concentrato e sta girando meglio a gioco
fermo anche se sul volto ha dipinta sempre un po’ di preoccupazione.
Se aumentasse il minutaggio potrebbe render di più in difesa mentre in attacco come rollante sta trovando un buon feeling sui passaggi di Graham e soci.
In 20 partite sta segnando 7,9 punti di media aggiungendo 4,4 rimbalzi e 0,8 stoppate su una media di 16,7 minuti sul parquet.
58,1% dal campo, non proprio una sicurezza dargli la palla in momenti decisivi, può comunque esser valida alternativa intorno al fetrro per qualche scarico e punto di rottura quando c’è da variare un gioco con tanti tiri da fuori tentati.
Non una sicurezza tenerlo on the floor (per via dell’attacco) in certi finali perché dalla lunetta è troppo macchinoso e impreciso con un 55,4%, probabilmente può alzare un po’ la media ma non più di tanto…
Difficile da fermare in schiacciata, il
tiro dal centro dell’area a una mano a volte entra, altre volte
risulta corto, movimento da perfezionare visto che non stiamo
parlando di un giocatore dai polpastrelli d’oro.
Nella penuria del ruolo, Biz sulla
carta, di base potrebbe essere il più adatto a partire come starter
in certe partite ma non chiedetegli di tirar da tre punti o di
risolver partite.
Contro Phoenix mostra un insospettabile terzo tempo con cambio direzione che lascia a bocca aperta i compagni come se gli avessero rivelato che Babbo Natale esiste veramente però nel finale fa la figura della vittima su un’azione difensiva e una offensiva.
Il “vecchio” Marv è riuscito a ritagliarsi un ruolo importante in questa squadra nonostante l’estate l’onda verde giovanile promettesse di travolgerlo. Il suo arretramento in panchina non l’ha sconvolto.
Continua a giocare senza essere scalfito da questa “retrocessione” sul campo giocando i suoi minuti in maniera consona al volere di Borrego.
Probabilmente in certi frangenti è aiutato dal confronto con le altre panchine meno abili a chiudere gli spazi ma un gioco più imprevedibile di Charlotte l’ha favorito spesso sugli scarichi dove sta trovando più spazio e questo lo rende inseribile a pieno titolo tra le stretch fours.
Utile per attaccare sullo scarico in angolo la zona, da quella mattonella sta trovando anche buona mano e si è visto diverse volte spalle a canestro andar dentro in palleggio e sfruttare il mismatch per batter con il gancetto l’avversario in area.
Grazie alla sua esperienza e maggior solidità, Borrego in qualche partita l’ha preferito a P.J. Washington per chiudere le partite nel ruolo di PF.
Molto meno performante se gli tocca giocare anche minuti da centro con compiti difensivi di applicazione sul C opposto per volere di Borrego.
Non è il giocatore eccitante che fa numeri su numeri e la sua firma in estate ha contribuito a intasare il cap ma la sua etica del lavoro, nel contesto della Charlotte odierna fa sì che la sua utilità in certe partite (difensiva e offensiva) possa venire a galla anche se, caso strano, tra le sue migliori partite figurano quelle contro Chicago (la seconda) e Phoenix, perse incredibilmente.
Sarà a caccia del rinnovo o è solo etica professionale?
Di sicuro è più solido in attacco.
Segna 8,0 pt. in 20,1 minuti di media a partita (lo scorso anno i minuti erano 28,4%) tirando solidamente con il 50,0% dal campo e nella nicchia da tre punti il 41,7% è senza dubbio buon dato.
89,3% dalla lunetta, calato nei rimbalzi con 2,8 (lo scorso anno erano 5,4) dove probabilmente paga un’età non più floorida come qualche volta sul primo passo benché sia uno dei Calabroni più concentrati in questo tipo di difesa uno contro uno, sul fronte opposto tira da sotto canestro con l’87,5%…
Era un panchinaro
a Boston, un buon giocatore che a livello difensivo poteva dar
problemi agli attaccanti avversari.
Nel sistema di
Borrego a parte qualche buon momento (vedi steal, piuttosto semplice,
sul palleggio a Drummond nel finale di una gara contro i Pistons
chiusa con tripla fondamentale, è un po’ sottotono, sia per un
discorso di piazzamento (attento comunque in marcatura diretta) che
per questioni di cm.
A livello di
rubate guida gli Hornets con 1,2 steal di media a gara.
Il reparto
titolare guardie degli Hornets presenta una scarsità di cm che può
esser sfruttata dagli avversari per andare al tiro più facilmente,
magari appena oltre la linea dei tre punti su qualche scarico.
“Scary” è
però anche il giocatore dal quale probabilmente gli Hornets si
aspettavano di più e immediatamente, dopo le prime prestazioni non
convincenti, sono cadute critiche fin troppo pesanti su di lui senza
aspettarlo.
Questo perché
anche senza volerlo, il confronto con l’idolo (ex) Walker nella mente
dei fan era inevitabile.
Diciamo che dal
punto di vista offensivo avendo accanto un passatore naturale come
Graham, Terry ne sta beneficiando e tira micidialmente nell’ultimo
periodo i catch n’shoot, anche da tre punti avendo aperto con un 5/5
nell’ultima a Detroit.
Senza palla quindi
sembrerebbe esser più lui la SG che la PG in un’inversione dei ruoli
con Devonte’ mentre, pur essendo migliorato rispetto all’inizio senza
ritmo, in entrata fatica ancora un po’ e soprattutto gli arresti e
tiro effettuati sotto la pressione del marcatore o tentando di
sfuggirvi, sono tentativi troppo spesso fuori equilibrio che
finiscono per avere pochissimo successo abbassandogli le medie.
Ottimizzare le sue scelte, come annotato nei paragrafi o in pagelle di diverse partite, deve essere una priorità per far rendere questo giocatore al meglio, un player buono per la NBA moderna dal lato offensivo perché mostra buona coordinazione e tiro abbastanza rapido da fuori l’arco.
Al momento tira con il 43,1% dal campo, con il 40,7% da tre e con l’86,2% dalla lunetta, non male per uno che se ottimizzasse le scelte potrebbe migliorare ancor di più.
Non è Kemba nel palleggio perché è inferiore nel ball-handling e fatica di più a staccarsi dall’avversario per via di una velocità normale (Kemba è un lampo nei movimenti rapidi e nei cambi direzione) ma potrebbe essere un giocatore che senza il peso della pressione addosso nel crunch time, come arma secondaria potrebbe tornare più che utile (servito poco in questi frangenti, bisognerebbe creargli spazio per un tiro), anche decisivo e se adesso viaggia su una media di 17,3 pt. a partita (secondo miglior marcatore Hornets), potrebbe arrivare anche sulla ventina.
I 185 cm favoriscono ance in parte il talento/necessità da play con 4,4 assist di media a partita nonostante ormai accompagni il più delle volte Graham.
Un minutaggio meno
consistente anche per qualche azione difensiva sulla quale non è
riuscito a far bene, travolto insieme ai compagni o qualche close-out
non riuscito per questione di cm, probabilmente anche per qualche
ingenuità di piazzamento.
In genere però è
il difensore che riesce a portare quella pressione, quel pressing
sull’avversario che tende a farlo sbagliare.
Il suo movimento
instancabile, associato ad altra marcatura crea densità e scompiglio
nel portatore di palla se Cody va in raddoppio aggressivo.
Dopo aver saltato
la prima e trovato minutaggio consistente insieme al fratello Caleb
contro Minnesota, nelle successive partite è partito con toccate e
fuga, passerelle finali o applicazioni difensive sulla singola azione
per tornare in panchina ma contro Indiana i 33 minuti sul parquet
hanno prodotto ben 11 rimbalzi, un uomo ovunque…
Fino a New York ha
continuato a giocare minuti in doppia cifra ma nella Grande Mela i
minuti sono crollati a 2 e nelle ultime gare solo con Toronto ha
toccato i 10 minuti finendo per non giocar qualche partita finendo
addirittura a Greensboro (fa comunque da spola) a segnare contro i
Capital City Go-Go (in trasferta) 11 punti, catturando 8 rimbalzi e
smistando 6 assist nel 108-94 pro Swarm.
Le sue cifre sono
in calo e per ritrovarle deve dar prova di caparbietà e intensità,
la quale applicata sul parquet lo porta a trovare diverse steal che
compensano la mancanza di capacità di stoppare i tiri anche se i
close-out sono spesso pregni di sforzo e costringono gli avversari a
modificare il tiro.
Giocatore pazzesco
atleticamente ha regalato diverse dunk o alley-oop memorabili come la
jam-gemma fai da te contro Boston in entrata.
Sta trovando
ultimamente poco spazio, forse perché anche lui al tiro fatica
parecchio a costruirsi buoni jumper che paiono minati già in
partenza da una costruzione di tiro leggermente difettosa.
Il massimo di
punti l’ha ottenuto contro New Orleans con un 4/7 dal campo per 9
punti totali.
Per ora, se non in momenti propizi dovrebbe limitare le conclusioni e dedicarsi alla difesa, sempre che Borrego lo riporti in vita a Charlotte perché anche lui è uno dei giocatori sul bordo tra parquet e stagnazione in panchina.
Dopo annate
passate a inseguire un rookie che possa avere un grande futuro in NBA
è arrivato P.J. Washington, classe 1998.
Non so se l’ala
uscita da Kentucky sarà un grande prospetto ma sicuramente sta
avendo in alcune partite un impatto pesante.
Altalenante come
la maggior parte dei giovani, deve apprendere ancora malizie e
trucchi.
Penalizzato
oltremodo da fischi contro, forse in difesa fatica ancora nel capire
come potersi muovere su avversari che hanno il bonus star e rimane
troppo spesso bloccato o commette falli da non fare, oltretutto se la
vede spesso con gente più alta e grossa di lui che non è certo
messo male fisicamente sebbene i poco più di due metri per un’ala
grande non siano altezze eccezionali, in casa Hornets ha un illustre
predecessore che fece più che bene: tale Larry Johnson che viaggiava
alle sue altezze.
Come L.J.
(ovviamente a livello inferiore) dimostra qualche buon movimento,
capace di andare in area per il bump, contatto e hook, di lavorare
spalle a canestro in uno contro uno o trovar lo spazio per segnare
buoni canestri e se trova la convinzione nei suoi mezzi atletici
offensivi lo si può anche osservare in spazi partire dalla linea dei
tre punti per andare a schiacciare veleggiando o chiudere in scoop
nel traffico grazie al buon controllo del corpo.
Lo abbiamo visto
spesso in difficoltà in difesa singola ma anche coinvolto nelle
rotazioni difensive, sulla barca degli Hornets la difesa fa acqua da
tutte le parti con coperture e slittamenti non perfetti nell’insieme
e in attacco faticare parecchio mettendo in dubbio il suo skill set.
Andiamoci con i piedi di piombo e vediamo partita dopo partita se prendendo confidenza troverà costanza per continuare a esser un buon terminale offensivo (partenza sprint la prima contro Chicago con 7 triple in serata, non ricordo un altro rookie fare altrettanto) anche da tre punti per piazzati con spazio che si connettono frequentemente alla retina grazie ai quali oggi ha la miglior percentuale da fuori della squadra.
Vediamo le percentuali: 27,6 minuti di media, 50,5% in FG%, 43,9% da tre punti, 5,0 rimbalzi, 1,6 assist, 1,1 rubata, 0,7 stoppate con 11,8 punti di media a partita.
Deve migliorare il 66,7% di media dalla lunetta mentre i 2,7 falli di media a partita devono essere limati di poco ma soprattutto commessi in situazioni di gioco non già compromesse.
Auguriamoci che P.J. prenda più confidenza e abbia più consapevolezza dei suoi mezzi in maniera tale da vederlo al più presto in attacco non solo al tiro da tre o alla conclusione con il suo gancetto ma esibirsi in devastanti penetrazioni e in difesa acquisir quella solidità e furbizia maggiori tipiche di alcuni veterani.
Il roster degli Hornets si era parecchio livellato in estate ma a oggi lui è primo per distacco, imprevedibilmente.
Tutti aspettavano come giocatori leader
Miles Bridges e Terry Rozier, invece Devonte’ Graham si è preso
rapidamente la scena complice l’infortunio di Batum e l’incostanza di
Bacon come SG.
Borrego l’ha spedito in campo
teoricamente come SG ma interseca i compiti spesso con Rozier tanto
che a oggi è il principale punto di riferimento offensivo della
squadra.
E’ il miglior top scorer (18,0 pt. di media a partita) e il miglior assist-man (7,7 a gara) dei teal & purple grazie a un gioco fatto di discreto ball-handling e velocità.
40,8% dal campo e 39,6% da tre su un campione di 182 tiri oltre l’arco con 82 realizzazioni.
Walker ha detto che gli ha rubato un
paio di movimenti, io direi anche più di due ma è ancora scostante
su questo fronte ma che fortuna lo scorso anno aver potuto apprendere
i segreti di de maestri come Walker e Parker….
Raramente l’ho visto andar dentro con
il bisogno dell’hesitation per ripartire a tutta velocità con un
primo passo letale con l’avversario disorientato.
Spesso trova il corridoio buono
partendo con la giusta distanza dal difensore (se non trova la
penetrazione può accadere che l’avversario ricorra al fallo come
quello commesso da Sampson sulla linea dei tre punti che ha fruttato
la W all’ultimo istante contro Indy) anche perché il suo crossover e
la sua velocità sono sufficienti per penetrazioni efficaci che
riesce a chiudere con più sicurezza rispetto lo scorso anno.
Devonte’ ha detto di aver lavorato
molto in estate e i risultati si vedono, ha un talento naturale per
trovare le giuste linee di passaggio con assist smarcanti diagonali,
verticali ma sa anche smistare orizzontalmente con tempistiche
visionarie, in anticipo sulla media delle altre PG NBA (vedere
l’assist volante in angolo in gara 19).
Sa anche esaltare i compagni in
transizione con lanci precisi per alley-oop e tutta la squadra
beneficia del suo talento sotto il profilo passaggi (vedi Rozier sui
catch’n shoot ma anche tanti altri giocatori che possono provvedere a
sparare con i piedi a terra per il piazzato giusto).
I difetti sono che nel crunch time
negli ultimi secondi si è dimostrato a volte poco lucido.
Passato da game winner contro Indy e
New York, contro Chicago si è fatto rubar palla triplicato (demerito
condiviso con la terna che non ha ravvisato un fallo grande come una
casa di White) e con Detroit ha rischiato un passaggio molle verso
Biyombo che sarebbe potuto valere il sorpasso in transizione.
Tendenza a qualche TO evitabile ma fa
parte del progetto di crescita e in difesa pur giocando con impegno
è stato coinvolto in qualche bad defense complessiva.
Deve riuscire a contenere di più sulla
linea da tre punti (in ultimo il canestro sorpasso da tre di Oubre
Jr. nonostante il close-out di facciata), non solo sul tiro da fuori
(i cm sono quelli che sono, pochi) ma anche le penetrazioni perché
nel caso degli Hornets generano problemi più grossi con uomini
lasciati liberi su passaggi drive and kick.
Il tallone d’Achille di Devonte’ è
quindi la difesa, anche perché i problemi sono amplificati da un
compagno di reparto normodotato in fatto di cm, il che, nella terra
dei giganti diventa un problema.
Borrego qualche volta l’ha spinto presto a inizio gara in panchina sulle rotazioni in modo da dare una configurazione differente al quintetto e sfruttare “Gamberone” con tempistiche differenti ma è il giocatore più utilizzato da Borrego con 33,5 minuti sul parquet.
Raffaele Riefoli, in arte Raf, negli
anni ’80 e ’90 visse il periodo più solare della propria carriera.
Tra i tanti pezzi mitici sfornati, a
partire da Self Control (la versione di Laura Branigan è la
statunitense ma non l’originale), “Siamo Soli nell’Immenso Vuoto
Che C’è” è una delle mie preferite perché oltre a cogliere le
umane condizioni, tocca la verità dei rapporti tra persone.
Ironia, Suns come saprete sicuramente
significa Soli, al plurale, nel senso del nostro astro, della nostra
stella madre, moltiplicato.
Da sempre le varie civiltà hanno
adorato questo elemento necessario per vivere qui, dal culto di Ra
dell’antico Egitto al Giappone quasi contemporaneo dove fino al 1945
la Dea Amaterasu fosse considerata antica discendente diretta della
famiglia imperiale giapponese.
Nel pezzo di Raf invece arrivano
domande e risposte e al chiedersi che cosa fosse la vita, la gara
senza senso era una delle risposte.
Charlotte non ha velleità di titolo e
la stagione potrebbe essere priva di grandi significati e oltretutto
i teal & purple si trovano nel limbo oggi… inseguire i playoffs
avendo a portata 5 gare casalinghe in serie (a partire dalla notte
contro i sorprendenti Suns) più o meno tutte giocabili o
abbandonarsi verso i bassifondi della classifica per recuperar un
pezzo da novanta al Draft prossimo?
Al momento Charlotte soffre molto il
gap da trasferta contro i big team ma regge il passo contro tante
altre squadre e l’intenzione sembrerebbe quella di giocarsela.
I fan hanno bisogno di una luce e vorrebbero che Charlotte non li/ci lasciasse nell’ombra (estrapoliamo sempre dal pezzo di Raf).
Analisi
Partita
già vista a Charlotte quest’anno sulla falsariga di quella mandata
in onda contro Chicago anche se meno assurda, rimane altra sconfitta
tremenda con la squadra di Monty Williams a interrompere una serie di
5 sconfitte consecutive.
Gli
Hornets si fanno bruciare dai Soli nell’ultimo minuto dopo essere
stati in vantaggio 104-97 e senza controversie arbitrali.
Un
parziale di 12-0 ha chiuso la gara, ma, procedendo con ordine:
Primo
tempo orrendo condito da 12 steal di Phoenix, 15 TO Charlotte, una
squadra in balia delle transizioni, incapace di allestire, imbastire
un gioco decente offensivo sembrata di categoria inferiore, cedeva di
schianto sul 39-59 all’intervallo offrendo un secondo quarto forse
peggiore del primo.
Nel
terzo quarto suonava la carica per gli Hornets che grazie a un
ispirato Williams (altro parallelismo con la L precedentemente
accennata) tornavano sul -7 (73-80).
La
rimonta si completava nell’ultimo quarto quando Bacon a 8:28
effettuava il sorpasso (86-84), poi sull’onda dell’entusiasmo si
andava sul +5 ma i Soli recuperando piazzavano un parziale portandosi
avanti sul 90-92.
A 5:22
e a 4:50 le triple di Williams e Rozier rispedivano indietro di 4 la
squadra dell’Arizona (96-92) e quando a 1:11 in entrata Graham
costringeva al fallo il Tank, ecco arrivare l’allungo sul 104-97.
Da +7 a
+5 a 1:00 minuto dalla fine quando Frank con l’arcobaleno dalla
baseline sinistra scavalcava Biyombo guadagnando sul contatto un FT.
La
beffa arrivava qui, la sliding door consisteva nell’errore dell’ex
che favoriva la second chance per i Suns sfruttata da Oubre Jr. a
mezzo tripla.
Da +7 a
+ 2 in poco tempo, Biz era fermato nel pitturato e dalla sinistra il
close-out di Graham su Oubre Jr. non bastava per arrestare la tripla
del 104-105.
Charlotte
provava dopo il time-out a disegnare una rimessa in stile last
possession at New York ma il consegnato tra P.J. e Graham non
funzionava perché il tocco di Oubre Jr (ancora lui) faceva
carambolar palla sulla coscia di Graham.
Palla
out e fallo forzato su Rubio per un 2/2 che dava il +3 Phoenix.
Sulla
rimessa laterale Charlotte non otteneva nulla di meglio che riuscir
dar palla a Graham che sparando da marcato fuori ritmo fendeva solo
l’aria sul tiro per il pari.
Dalla
lunetta i Suns allungavano con il 12-0 di parziale chiudendo sul
104-109…
I
difetti difensivi di Charlotte costano caro nel finale come la
gestione approssimativa dei possessi decisivi.
Un vero
peccato incassare un’altra botta pesante dopo aver rimontato dal -20
ed essersi portati sul +7 a un minuto e poco più dalla fine.
Non
bastano agli Hornets i 53 rimbalzi contro i 37 avversari, battuti
negli assist 27-30.
44,7%
al tiro con un basso 26,9% per Charlotte da tre contro i più bassi
44,3% e 21,4%.
21/26
per Charlotte ai liberi contro il 22/30 ospite ai liberi, alla fine,
anche se quasi tutti commessi nel primo tempo, saranno pesanti i 19
TO finali contro i 7 di Phoenix.
Il
duello tra guardie paventato prima del match è quasi pari con la
coppia di Phoenix titolare a far leggermente meglio con 32 pt.
(10/25), 19 assist e 5 rimbalzi.
Rozier e Graham per gli Hornets invece finiranno con 28 pt. (10/29), 16 assist e 11 rimbalzi.
Prima della partita…
Zero
self control di Charlotte durate i finali, bisogna migliorare e usare
la testa…
La partita
Starting five
Rubio
(9 pt. + 13 assist), Booker (23 pt.), Oubre Jr (23 pt.), Saric (16
pt. + 10 rimbalzi), Kaminsky (12 pt.).
Mikal
Bridges dalla panchina è l’unico elemento che chiuderà con 12 punti
in doppia cifra.
Hornets
con la solita formazione a riproporre i congolese come starter:
Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo.
1° quarto:
Biyombo arrivava
sulla palla a due favorendo la prima offensiva si Charlotte che su un
pallone deviato si trovava a tirar dalla sinistra da tre con Miles
senza fortuna, Rubio era contenuto sul tiro e anch’esso falliva la
prima occasione per i Suns, Biz mancava il canestro su un contatto e
Saric faceva secca la nostra difesa da fuori così come Rubio poco
più tardi per lo 0-5.
La risposta di
Charlotte arrivava a 9:51 con uno scambio tra Rozier e P.J.
Washington che restituendo palla al play, slittante dietro di lui,
serviva l’assist per la tripla dell’ex Celtics a 9:51.
Biz a 9:18 in hook
raggiungeva il pareggio, poi era sempre Phoenix a tentar la fuga ma a
esser ripresa: Saric-Biz (da scarico di Graham, raddoppiato) per il
7-7, Booker-P.J. Washington (hook su Frank) per il 9-9 ma poi i Soli
indovinavano un parziale micidiale cdi 0-10 che li portava sul 9-19
iniziando da un fing and roll di Oubre Jr., terminando con il
medesimo giocatore che in transizione faceva secchi gli Hornets a
6:07 e per fortuna che l’inizio della squadra di Monty Williams dalla
lunetta consisteva in un 2/5…
Time-out Hornets e
Zeller in campo subito a perder palla in palleggio, così come
sull’azione seguente arrivava l’intercetto sul bound pass altra
Rozier e P.J., due TO che gli Hornets pagavano caro con le incursioni
pesanti di Mikal Bridges.
A 5:05 quindi
Borrego, arrabbiato, era costretto a chiamare un altro time-out per
cercare di limitare i TO e dare una forma alla difesa ma altri due
punti arrivavano da Rubio in entrata per il -10 (13-23).
Un’altra palla
persa su un lob verso il post basso destro per Cody non produceva
danno, anzi, erano gli Hornets con Rozier da tre ad accorciare (20
triple sulle ultime 35 tentate a segno) ma dopo la prima recuperata
Hornets, Batum si incartava a metà campo perdendo palla e generando
una contro-transizione punita da Booker con il tiro pesante.
Monk era stoppato,
Marvin si faceva toccar palla perdendola, l’attacco Hornets era
pessimo sotto pressione e dopo un bad touch di Cody da sotto
dall’altra parte pioveva l’alley-oop di Mikal Bridges alla terza dunk
in serata (0-7 pt. da TO).
Una dunk di Zeller era buona per il 18-28 e a :35.9 una tripla di Williams chiudeva i punti del quarto con il mini-parziale di 5-0 per il 21-28.
Biyombo e l’ex Kaminsky se la vedono subito come centri titolari contro. Foto tratta dalla pagina ufficiale dei Charlote Hornets.
2° quarto:
Brutta partenza
anche nel secondo quarto con Jevon Carter a colpir da tre punti e
nonostante una stoppata di Williams al Tank sull’azione seguente era
il più lesto di tutti Johnson (difesa di Charlotte dormiente) a
metter dentro da sotto ripristinando il +10 Suns (23-33).
A interromper il
parziale era Monk con un dribble jumper medio-lungo.
L’ex Tank in
dribbling arrivava al ferro per metterne due poi toccava a Malik
compiere una steal sul Tank favorendo, dopo palleggio dietro la
schiena, Graham con il pass: bravo a chiudere con sicurezza il nostro
secondo play aggiunto.
Malik in entrata
era messo fuori equilibrio da un contatto falloso, fade-away
involontario in runner ma canestro utile e difficile per il 29-35…
Jevon Carter
pescava il secondo jolly di serata da oltre l’arco e dall’ennesimo TO
Johnson recuperava due punti semplici per il 29-40.
A 8:05 i primi due
FT per Charlotte erano splittati da P.J. ma sul 30-40 da qui alla
fine la solfa non cambiava, le linee di passaggio erano ben
presidiate dai Suns e la pressione del team di Monty Williams
generava ulteriore gap nonostante Batum infilasse un jumper frontale
in fade-away dopo un giro sul piede perno.
Il francese
tornava negli spogliatoi per un problema al dito ma a 4:58, ben più
importante, era la tripla di Mikal Bridges per il 32-45.
Il divario si
dilatava dopo un bad pass di Miles per Biz e i due FT di Saric a 4:31
(13 TO a 3) con la stessa ala in back-door poco più tardi a chiuder
da sotto.
Un fallo di Cody a
3:27 fermava Oubre Jr. ma concedeva la lunetta.
Il parziale sullo
0-10 per il 32-51 era arrestato con qualche difficoltà da Miles con
due punti sotto il canestro.
L’ex Tank andava di spin mentre Graham a 2:47 colpiva da tre per il 37-53 ma da lì alla fine gli Hornets segneranno solo due punti con un pick and roll di Zeller mentre erano 6 i punti per la squadra ospite che chiudeva iconicamente il primo tempo, altro TO Hornets e beffa a pochissimi secondi dalla fine per l’appoggio comodissimo di Booker a sigillare i primi 24 minuti sul +20 (39-59).
Spettacolo artistico nell’intervallo allo Spectrum Center.
3° quarto:
Partiva con
l’hammer P.J. indicando l’inversione di rotta a Charlotte che
guadagnava altri tre punti dall’altra ala: Bridges che dopo esser
stato stoppato da Saric ci riprovava da fuori sull’azione seguente
guadagnando il 44-61.
L’assalto
selvaggio in uno contro uno chiuso di sinistra alando oltre il centro
di Graham anticipava l’hook di P.J. in area e a 8:43 gli Hornets si
portavano sul -13 (48-61).
Oubre Jr. in area
colpiva P.J. involontariamente segnando due punti ma non arrestava la
furia della nostra ala grande che andava subito ad appoggiar si forza
sul fronte opposto.
La risalita
Hornets si arrestava momentaneamente per mano di Booker che con un
lunghissimo tre punti dalla diagonale sinistra lasciava fuori dai
giochi un Bridges troppo lontano per contrastarlo.
Biz era stoppato
facilmente dal Tank e sull’ennesima azione offensiva di Charlotte,
P.J., chiuso il palleggio e in difficoltà, trovava a rimorchio
Rozier che si buttava dentro con coraggio per appoggiar bene di
sinistro rompendo le difficoltà momentanee.
A 6:29 per la
prima volta sui vostri teleschermi si esibiva Biz in un euro-step con
cambio direzione e appoggio perfetto nonostante Booker si appendesse
al suo corpo modello bandiera al vento.
Panchina incredula
a ridersela e completamento del gioco da tre punti per Biz (55-66)
prima che Booker in area continuasse a dare segni di risveglio
mettendo altri due punti dopo un primo tempo tranquillo.
Steal e assist in
transizione di Rozier, dunk appesa di Graham, un paio di punti
recuperati che anticipavamo 4 punti di Williams (2 in area su Bridges
e due a 4:20 per fallo di Booker sulla finta di tiro) per il 61-68.
Un tecnico a Monk
per proteste sull’azione consegnava a Booker un libero gratuito,
Oubre Jr. ne aggiungeva due ma Zeller in tap-in ci riportava sullo
svantaggio a singola cifra (63-71).
Charlotte rimaneva
a distanza per colpa di Booker che con 4 punti contrastava i due di
Malik e gli altrettanti di Bacon, poi un /2 del Tank in lunetta e due
punti con finta da sotto per Cody valevano il -7 (69-76) prima che
Jerome dal pitturato riuscisse a trovare i suoi primi pt. NBA.
Marvin, come
schermo, subiva la spinta di Booker.
Buoni i liberi ma sulla sirena il rilascio della palla arancio si connetteva bene con i ferri e la frazione andava in archivio sul 73-80.
Williams conro Saric. Foto tratta dalal pagina ufficiale degli Hornets.
4° quarto:
Primo canestro
della frazione con Williams a girarsi verso la linea di fondo in
maniera imprevedibile per velocità e appoggio vincente da destra.
A 10:41 gli
arbitri chiamavano uno sfondamento a Graham ma anche Borrego, come il
collega provava a far cambiare la decisione agli arbitri con il
coach’s challenge.
Esito positivo
anche in questo caso e luce verde per due FT a favore di Graham.
2/2 e 77-80 prima
del two and one di Zeller a 10:10 che rallentando in entrata batteva
Frank.
Assistito da
Rubio, Frank di sinistro appoggiava al vetro ed era ancora lo
spagnolo a fornire materiale per punti con l’assist verticale per il
taglio di Mikal Bridges, il quale in un mono-tempo, già in salto,
appoggiava delicatamente ma Charlotte piazzava 4 punti di seguito tra
intensità difensiva e canestri firmati Bacon (suoi i due punti del
pari in esitazione in entrata su Rubio, quelli del sorpasso) per
l’86-84 a 8:28 (primo vantaggio di serata).
Williams dal post
basso sinistro finiva nel sandwich Booker/Saric ma il banker e il
fallo davano a Charlotte tre punti per il +5 (89-86).
Phoenix rientrava
sul -1 ma Bridges (il nostro) dalla lunetta potrebbe riportarci sopra
di tre ma mancando entrambi i liberi ci lasciava al palo, inoltre il
suo fallo sul dirimpettaio Oubre Jr. consentiva il sorpasso a mezzo
FT agli ospiti.
A 5:22 e a 4:50
però Charlotte piazzava due triple con Williams e Rozier girando sul
96-92 il match.
A 3:33 una finta
si Marvin per un tiro ai 24 era rivista dagli arbitri che alla fine
optavano per il fallo di Bridges (Mikal).
3/3 con Charlotte
sul +7.
Nonostante Saric
pescasse un gioco da tre punti, Graham a 1:11 dalla fine in entrata
ripristinava il +7 (fallo di Frank) con gli altri giocatori pronti a
dare un’occhiata alla batteria di tiratori Hornets sulla sinistra del
perimetro (Rozier/Williams).
104-97.
Una squadra
normale la porterebbe a casa, noi no…
A un minuto dalla
fine l’arcobaleno dalla linea di fondo di Kaminsky era buono, FT per
contatto con Biz: mancato, palla schizzata a sinistra preda dei Suns
che sugli sviluppi dell’azione trovavano Oubre con spazio a destra
per tre punti.
Giocata da 5 ma +2
Hornets.
Biz era fermato
nell’area avversaria e a :19.8 il solito tiro assassino da tre punti
uccideva Charlotte caduta sul -1.
Si potrebbe ancora
giocarla ma sulla rimessa Graham toccata palla da Oubre Jr. dietro d
lui, si vedeva rimbalzar sulla coscia la sfera e uscire…
Liberi concessi a
Rubio necessari a :14.1 e poi altra rimessa dopo il time-out…
difesa di Phoenix buona, Graham in uno contro uno tirava fuori dal
cilindro il coniglio dell’air-ball.
Hornets costretti al fallo e parziale allungato nel finale sino al 12-0 che chiudeva la gara sul 104-109.
Le pagelle
Terry Rozier: 6,5
13 pt.,
7 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 5/10 dal campo, 3/6 da tre punti.
Anche lui inizia con qualche difficoltà sui TO ma dal campo spreca
poco per i suoi standard tornando a difendere in maniera ottimale.
Uno dei più positivi per Charlotte per la maniera di giocare. Nel
finale ci porta in entrata sul +5 con sicurezza.
Devonte’ Graham: 5,5
15 pt.,
4 rimbalzi, 13 assist. 5/19 dal campo, 13 assist. Vero, va in doppia
doppia ma perde 4 palloni. Pressato non sempre fa la scelta giusta
anche se diversi assist sono più che preziosi liberando l’uomo
giusto nel momento giusto e nel posto giusto. Purtroppo va sotto la
sufficienza forzando troppo. Non riesce a finalizzare in maniera
ottimale spesso e nel finale, dopo la penetrazione presa con fallo di
Frank (favorita dalla batteria di tiratori esterni sulla sinistra
Williams/Rozier), non riesce a chiudere su Oubre Jr. sulla tripla del
sorpasso, perde palla sulla pressione di Oubre Jr. e spara l’air-ball
da tre con alcuni secondi ancora buoni per provar a far altro. Il
limite di Devonte’ è una certa ingenuità in certi frangenti. I
compagni non riescono ad aiutarlo molto sulla tripla con uno schermo
ma deve prendersi dei tempi diversi quando la faccenda scotta.
Miles Bridges: 4,5
7 pt.,
8 rimbalzi, 1 assist. Finisce fuori nel finale per raggiunto limite
di falli, si fa scavalcare sul rimbalzo del libero del Tank alla fine
cerando di chiudere con il tagliafuori l’attaccante senza guardare
dove andasse la palla e la sua prima chiusura su Oubre Jr. è in
ritardo. Fatica in difesa guardando troppo la palla e in attacco dove
fa 3/10 facendosi stoppare 3 volte e commettendo 2 TO. -23 di
plus/minus con problemi di falli…
P.J. Washington: 6
11 pt.,
1 rimbalzo, 2 assist. 5/7 dal campo, 1 solo TO, peccato per lo 0/2 da
fuori e l’1/2 ai liberi. Fa vedere qualche movimento offensivo dei
suoi e in difesa tiene meglio, piuttosto ricorre al fallo ma questo
lo porta a sedersi in panchina (rientrerà brevemente nel finale)
anche perché Williams è on-fire nel secondo tempo. Con un Miles
così scarno potrebbe essere n’idea mettere lui come ala piccola per
aver un riscontro fisico più favorevole e tener Williams in campo
come ala grande. Nulla di eccezionale ma il suo mestiere lo fa
discretamente anche se forse l’angolazione sull’ultimo passaggio per
Graham, quell’hand-off, non è stato precisissimo, conveniva
aspettare una frazione di secondo in più.
Bismack Biyombo: 6
9 pt., 11 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Serata passata con il 3/8 a
litigare con il ferro mentre dalla lunetta torna a casa con un 3/5.
Un solo TO. Peccato che dopo le due stoppate nel finale commetta quel
fallo beffardo su Frank (contatto onesto) e si faccia bloccare nel
pitturato opposto. L’ho visto far di meglio ma una sufficienza la
prende anche se nel primo tempo segue i compagni alla deriva mentre
nel secondo è utile per il rientro con la sua difesa. Un terzo tempo
offensivo da urlo con cambio direzione e l’and one fa divertire e
meravigliare i compagni di squadra.
Malik Monk: 5
6 pt.,
3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 2/6 cominciando molto
bene mettendo anche un tiro fuori equilibrio, poi si perde con il suo
solito tiro da fuori poco efficace e anche in difesa risulta smarrito
in alcune circostanze. Lui e Miles, per motivazioni differenti
faticano. Bacon entra in campo per i problemi di falli di P.J. ma
anche perché Monk non da garanzie da questo punto di vista. Il
tecnico che si prende per proteste sul contatto con Oubre rientrando
in difesa è qualcosa da evitar di ripetere.
Nicolas Batum: 5,5
4 pt.
(2/2), 2 rimbalzi in 11:01. Classici i TO (2). Dopo un fade-away con
giro su piede perno andato a bersaglio, si fa male al solito dito
che lo tormenta (suppongo) e non rientra più in campo. Un po’ molle
e in ritardo su certe giocate.
Marvin Williams: 7
22 pt.,
5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 5/8 dal campo e 10/10 da
tre. Note negative i 3 TO e un tiro da fuori a rischio rottura
plexiglass. In compenso mette punti pesanti nel terzo quarto e nel
finale per la conservazione del vantaggio. Usa le sue armi in
attacco con sapienza. I suoi movimenti di spalle a canestro e fine
sono collaudati e lo portano a prendersi liberi o a segnare spesso.
Rivitalizzato.
Dwayne Bacon: 5
6 pt.,
4 rimbalzi. In difesa compie alcune buoni stop su Booker e soci ma in
attacco, dopo aver segnato il vantaggio, non trova il ritmo per gli
appoggi finendo per mancarne un paio in maniera clamorosa, anche in
transizione. Un peccato perché era stato prezioso per la rimonta
facendo ad esempio perder una palla a Booker sul fondo.
Cody Zeller: 6
11 pt.,
8 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. 5/7 dal campo, 2 TO, finisce con u
+1 in plus/minus. Dopo aver concesso qualcosa nel primo tempo, si
rifà in attacco riuscendo a piazzar punti. Sbaglia uno dei suoi
soliti tiri tagliati a una mano in leggero allungo dal pitturato ma
mostra anche freddezza con la finta e il tiro da sotto e di saper
rollar bene anche partendo da lontano.
Coach James Borrego: 5,5
Credo
si sgoli nel primo tempo ma gli Hornets sono nel pallone più
assoluto, compie una rimonta straordinaria e poi la si getta al vento
per la seconda volta in poco tempo, ancora in casa dove i fan degli
Hornets ormai stanno cominciando ad abituarsi a questi pessimi
finali.
E dire che eravamo 6-2 mentre Phoenix nelle punto a punto era 1-3. Non mi piace la rimessa finale sulla quale Devonte? Perde palla (già intuita da Williams perché magari vista a New York) e quella per a tripla di Graham.
Il demone di Bruce Lee si presentava
frequentemente e infingardamente come sogno ricorrente.
In un film postumo, (Dragon – La
storia di Bruce Lee) in una nebbia fitta si vede il demone, dalle
sembianze di un samurai senza volto, indicare a Bruce la propria
tomba e minacciare il figlio Brandon.
Il demone, iperbole delle ombre, delle
paure umane, alla fine verrà sconfitto e la visione di Lee si
dissolverà.
Charlotte, per esorcizzare la “fear” dei big team attuali stanotte dovrà lottare oltre le proprie possibilità, indipendentemente da un risultato finale che sembra ineluttabilmente scritto.
Analisi
Lotta impari già sulla carta, amplificata dal back to back e dalla trasferta degli Hornets erano premesse mantenute.
Scivolava via rapidamente l’illusione di rimaner in gara contro la squadra più in forma a Est.
Charlotte
con poca energia e voglia resisteva un tempo e mezzo prima che un
paio di parziali da 11-0 e 9-0 spazzassero via la flebile resistenza
già all’intervallo.
Gli
Hornets si reggevano principalmente sulla coppia Graham/Rozier per
tenere il passo ma in difesa difficile dare la colpa a qualcuno: il
collettivo non ha funzionato anche perché dalla parte opposta si
affrontava la miglior squadra dell’Est a oggi che, con un
Antetokounmpo fisicamente incontrastabile per noi (tanto che Borrego
gli piazzava addosso pure Rozier per contenerlo) unito al buon gioco
di passaggi allestito da Budenholzer e finalizzato da tiratori
affidabili, portava al risultato facile per i verdi del Wisconsin che
hanno ampiamente sfruttato anche il pitturato nel primo tempo
vincendo nettamente a rimbalzo nei primi 24 minuti22-32 anche se nel
finale, a gara andata, i Calabroni si riportavano in parità sul
53-53.
Negli
assist il 14-18 dei primi 24 minuti era enormemente amplificato con
il 21-41… Al tiro Charlotte chiuderà con il 36,6% contro il
56,6%… 33,3% per Charlotte da fuori e 45,5% per Milwaukee che
subiva un 7/8 dalla lunetta segnando però 9 dei tiri sui 15 concessi
dalla terna. Per Charlotte 12 TO contro i 7 dei Bucks.
La partita
Starting five
Rozier,
Graham, Bridges, P.J. Washington, Biyombo per Charlotte vs Bledsoe (2
pt.), DiVincenzo (10 pt.), Matthews (14 pt.), G. Antetokounmpo (26
pt. + 9 rimbalzi e 3/7 FT), R. Lopez (13 pt.) per Milwaukee.
Dalla
panchina diversi componenti in divisa “cream” raggiungevano la
doppia cifra; Middleton comandava con 15, Bender seguiva con 12
tallonato dalla coppia D.J. Wilson/Ilyasova con 11 a testa, infine
chiudeva G. Hill con 10.
1° quarto:
Partenza
intensa per Charlotte in difesa che inibiva il gioco dei Bucks
recuperando alcuni palloni ma in attacco non trovava il tocco giusto
per passare così quando Antetokounmpo mancava un tiro da tre e Lopez
recuperava il rimbalzo sotto il tabellone erano i Bucks a passar in
vantaggio (10:33).
Una
tripla dall’angolo destro del centro dei Bucks ed era 0-5 mentre gli
Hornets andavano 0/7 al tiro e DiVincenzo, servito in entrata,
appoggiava lo 0-7.
I primi
due punti di Charlotte arrivavano grazie a Bridges (9:09) dopo un
tiraccio da sotto di Rozier.
Graham
dal mid-range faceva 4-9 ma una dunk di Antetokounmpo portava a nove
la squadra di Budenholzer che, dopo un time-out Bucks, trovava ance
il layup di Bledsoe per arrivar in doppia cifra.
Il
greco recuperava due liberi (fallo di Rozier) poi a 6:40 Bridges,
costretto a tirar fuori equilibrio contro Lopez indovinava una
difficile tripla per il 7-13, Batum a vuoto e Zeller incapace di
trattenere il rimbalzo offensivo consegnavano l’attacco ai Bucks che
postino Lopez recapitava con multa in casella con tripla dall’angolo.
Batum
in difesa, saltando oltre la nostra linea di fondo, cercando di
recuperar la sfera serviva il greco in area per la schiacciata ma 11
secondi più tardi si faceva perdonare in penetrazione appoggiando
nel traffico.
Matthews
in jumper e Rozier dal mid range dx schermandosi con Zeller
allungavano di due per i propri team, Ilyasova poi da tre a 4:32
infilava l’11-20…
Williams,
entrato da poco, pescato sulla destra, non falliva l’appuntamento con
la tripla a 3:04, poi toccava a Hill dal bordo dell’area sinistra
contrastare il rientro di Charlotte che tuttavia viaggiava a colpi di
tre quando Cody in corsa accelerava accorgendosi della distrazione di
Wilson per un two and one che a 2:37 portava il gap a 8 pt. (17-25).
Hill al
vetro in penetrazione segnava altri due punti mentre in attacco Batum
prima andava a vuoto e poi commettendo un turnover favoriva la
transizione di Middleton per il 17-29.
Un
lungo floater di Graham scappato a Hill con repentina serpentina, a
1:29 dava respiro a Charlotte in attacco ma Hill da destra colpendo
da tre mandava il tabellone su un terribile 19-32.
Graham con un veloce movimento caricava la tripla segnandola e a :20.4 un open per P.J. Washington dal corner sinistro chiudeva il quarto sul 25-32.
Batum in entrata contro Antetokounmpo. Foto: Jeffrey Phelps, AP.
2° quarto:
Una botta al
punteggio la dava subito Antetokounmpo che a 11:36 in penetrazione
otteneva il fallo oltre al canestro, tiro mancato ma rimbalzo
conquistato e altri due punti per i Bucks lesti a volare sul 25-36.
Le squadre però
non sbagliavano dal campo in questo avvio e un floater di Graham
anticipava una palla intercettata da Williams che portava Graham in
transizione a segnare la tripla rapida e indisturbata dalla top of
the key.
Hill da destra
segnava ancora da oltre l’arco ma Graham vedeva staccarsi il
marcatore dietro uno schermo e non si faceva pregare per sganciare
un’altra bomba per portare i due team su un perfetto 3/3 di inizio
quarto (33-39).
TO per Middleton
che girando sul piede perno colpiva accidentalmente Bridge il quale
doveva andare in panchina a ricever le cure del caso per episodio di
epistassi.
Antetokounmpo e
Rozier continuavano la serie di bordate a distanza mandando la sfida
sul 36-42 poi Lopez e P.J. da fuori facevano acqua ma su una
transizione rapida e verticale la palla spostata nell’angolo sinistro
per cecchino Rozier era buona per creare una falla nella chiglia dei
Bucks che vedevano ridursi il vantaggio a 3 punti (39-42).
Il momento
migliore di Charlotte terminava qui però perché i Cervi si
portavano sul 10-22 con i punti in area quando il greco recuperava un
rimbalzo offensivo segnando facilmente.
A 8:01 lo stops,
pops and dropd di Graham per il floater del 41-44 era l’ultimo
segnale di resilienza: Milwaukee scappava con Antetokounmpo, la
tripla di Lopez, ancora il greco in appoggio e l’appoggio di Lopez
che nel giro di poco stopperà P.J. (in precedenza tra i canestri
descritti era riuscito a bloccare una penetrazione di Rozier).
Parziale di 0-11
che mandava la gara sul 41-55 prima che Bacon in transizione con
l’appoggio rovesciato trovasse il varco per battere Lopez.
Middleton con il
banker e Cody con la tripla open frontale alzavano lo score al 46-57,
Ilyasova aggiungeva due FT a 2:35 e altri due punti per la Cream City
arrivavano da Middleton in jumper per il +15 (46-61).
Wilson da tre e Ilyasova allargavano il parziale allo 0-9 così i Bucks si lanciavano sul +20 (46-66) prima che Rozier nel finale trovasse la tripla (:25.8) buona per chiudere il quarto sul -17 (49-66).
Biyombo prova a bloccare DiVincenzo. Foto: Jeffrey Phelps, AP
3° quarto:
Non cambiava la
solfa nel terzo quarto quando Matthews in transizione riceveva un
bound pass all’indietro per la tripla da transizione…
Un floater di
Graham era dolcemente accolto dai ferri ma Antetokounmpo si
dimostrava immarcabile fisicamente mettendo dentro due FT,
recuperando l’ennesimo FT (mancandolo ancora una volta).
P.J. di sinistro
spingendo su Lopez, DiVincenzo in entrata a gelare Biyombo e Rozier
dal gomito allungavano il punteggio sul 55-73 ma ecco arrivare
puntuale un altro parziale a favore dei Bucks: 0-8 questa volta,
partito da Matthews a 9:17 con la tripla, nel mezzo un acrobatico
fing and roll del greco, chiuso da Matthews stesso.
Marvin dal corner
destro infilava tre punti di rottura a 8:04 e P.J. a 7:37 con una
thunder dunk posterizzava Antetokounmpo per il 60-81.
Negli ultimi
minuti però il divario si allargava anche perché a 6:02 in entrata
Matthews, pur sballottato da Bridges e Rozier, trovava il varco per
la continuazione che portava al gioco da tre punti.
A poco servivano
al tripla di Rozier e un tiro da vicino canestro di Graham che in
traffico lasciava partire una parabola anomala che si alzava sopra
l’anello fino a ricader perpendicolare in retina.
Middleton a
contatto sulla baseline sinistra con Monk segnava due punti più il
FT per il 70-98.
Cody a rimbalzo
offensivo con gli autoscontri vedeva la luce sopra di lui per alzare
il tocco del settantaduesimo punto.
Tripla di Bender a
superare i 100 per i Bucks e risposta di Graham da oltre l’arco a
:01.7 per ritoccare sul 75-101 il punteggio.
4° quarto:
Un paio di triple
di “Big Ragù” DiVincenzo 9:15 e 8:53) lanciavano sullo stellate
+35 i Bucks che dopo la tripla di Bender raggiungevano il +40
(80-120) grazie a un 8/11 dal campo nel quarto contro l’/8 di
Charlotte che a 6:24 tornava a segnare con un tap-in del neo entrato
Willy.
Cambiava poco alla
fine; nell’ultimo minuto gioia per Connaughton con due schiacciate
aggressive e replica di Monk da tre per il 96-137 finale con il -41
che poco valeva trattandosi sempre si una L, sia di un punto o 41…
Ora Charlotte può prepararsi per 5 partite casalinghe alla portata.
Le pagelle
Terry Rozier: 6
19 pt., 6
rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 7/17 FG, 5/8 da 3. In difficoltà
difensivamente dopo il buon inizio a recuperar un paio di palloni
mentre il giudizio complessivo è il compendio di attacco e difesa e
del coinvolgimento della squadra.
Devonte’ Graham: 7
24 pt., 4 rimbalzi, 5 assist. 10/18 al tiro. Sorregge Charlotte offensivamente con un 4/9 da tre e il -13 di plus/minus è contenuto perché con lui in campo si ha diritto di replica. Qualche assist in meno e più lavoro in proprio in serata. Con i compagni poco precisi.
Miles Bridges: 5
15
pt., 8 rimbalzi, 2 assist. 5/16 dal campo, ¼ da fuori. Gioca più
degli altri titolari nel garbage time dove recupera qualche punto. In
difficoltà anche lui in difesa ma qualche rimbalzo lo porta giù.
P.J. Washington: 5
7 pt., 5 rimbalzi,
3 assist. 3/12 dal campo, 1/5 da fuori. Stecca di P.J. sempre
esaltato quando fa prestazioni monstre mentre oggi gioca maluccio.
Anche lui stenta a contenere e dal campo tira male a parte una tripla
aperta, il poster che da ad Antetokounmpo e un appoggio su Lopez fa
poco altro.
Bismack Biyombo: 5
0 pt., 2 rimbalzi,
2 assist. 0/3 dal campo, 1 TO in 10 minuti esatti. Giù di tono, le
speranze di fermare Antetokounmpo e soci si dissolvono all’alba. Uno
Zeller travestito.
Malik Monk: 5
5 pt., 2 rimbalzi,
1 assist. 2/7 dal campo, 1/5 da fuori. Non in grande serata si vede
la differenza tra lui e qualche tiratore dei Bucks. Sbaglia troppo e
si focalizza spesso sul tiro da tre. Muove bene un paio di palloni al
volo e su uno trova anche l’assist ma anche in difesa non regge, vedi
su Middleton quando regala anche il fallo sulla linea di fondo.
Marvin Williams: 6
6 pt., 6 rimbalzi,
3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 2/6 dal campo, recita il suo ruolo di
comprimario segnando 6 punti di rottura con due triple. Non gli si
può chiedere molto di più.
Nicolas Batum: 5
2 pt., 2 rimbalzi,
2 assist in 13:06. 1/5 dal campo, 0/3 da fuori e tre TO evitabili con
un passaggio verso l’angolo facile da intercettare. Sembrava poter
far bene ma da quasi subito ha dato segni di essere nella classica
serata indecente. Non tanto per i punti ma per tutto o quasi.
Cody Zeller: 5,5
11 pt., 5 rimbalzi
in 19:58. 4/8 dal campo. -20 ma soprattutto dimostra di non avere
atletismo per difendere quando gioca da fermo. Poco slancio tanto che
anche Middleton lo passa facilmente… in movimento è un’altra cosa
dimostrandolo con due entrate che generano giochi da tre punti ed è
lì che prende un mezzo voto in più ma grinta a parte, fatica a
trattenere alcuni palloni a rimbalzo o ci va per firma ma
inutilmente, inoltre spesso è un buco tatticamente.
Dwayne Bacon: 5
2 pt., 4 rimbalzi,
1 assist, 1 stoppata. 1/6 dal campo… Sbaglia praticamente tutti i
tiri anche se quelli del garbage time interessano poco.
Willy Hernangomez: 6
5 pt., 9 rimbalzi,
2 TO in 8:53. Un po’ di garbage per lui che non difenderà bene ma
almeno mette qualche punto con un 2/3 dal campo e splittando due
liberi. Prende più rimbalzi della media di Zeller in stagione in
soli 8:53. Sapesse difendere, prendendo tutti quei rimbalzi, sarebbe
utilissima opzione.
Coach James Borrego: 5,5
O.K. Saltiamo un turno e passiamo oltre. Andiamo a prepararci per le prossime sfide. Lascia in campo Miles a lungo nel garbage time forse per dargli un’idea tattica per le prossime partite.