La “Biblioteca di Babele” è un racconto del
bonaerense Jorge Luis Borges ed è datato 1941.
Lo scrittore argentino, attraverso alcune metafore (la
biblioteca, il labirinto, Babele), rappresenta l’universo come se
fosse composto da innumerevoli stanze esagonali all’apparenza tutte
uguali dove poter leggere qualsiasi libro.
Il problema è che nelle stanze esagonali che si
diramano in orizzontale e verticale, apparentemente all’infinito, i
libri prima descritti contengono una serie di lettere e punti che
creano qualsiasi tipo di combinazione, ciò fa sì che questi libri
per lo più non abbiano un vero senso nelle lingue conosciute ma che
siano di fatto uno sterminato archivio di informazioni
incomprensibili, una “biblioteca assoluta”.
Questa biblioteca probabilmente rappresenta l’universo
prima che un Dio, un demiurgo mettesse ordine al caos.
Se si cercassero le informazioni per entrare in
possesso del sapere scientifico assoluto o si andasse alla ricerca
del significato della vita umana in ottica finalista si andrebbe
contro probabilmente a delusione.
In questo alveare privo di significato, in virtù di
una ricerca potenzialmente infinita o troppo lunga perché un uomo
riesca a trovare un senso consultando le informazioni mescolate nei
tomi disposti sterminatamente su cinque lati per ogni alveolo,
difficilmente un uomo riuscirebbe a trasformare quelle informazioni
rendendole utili. La biblioteca di Babele è distopia, l’assenza
di significato, perché al suo interno esisterà anche il libro che
stiamo cercando su tutta la nostra vita, sull’esistenza di un
creatore e tutte le tematiche più importanti ma Borges fa intendere
che trovarlo sarà impossibile.
Quando lo scrittore sudamericano scriveva non poteva
sapere che in qualche maniera internet potesse essere in parte una
cosa simile (una babele con tante informazioni) a ciò che aveva
immaginato in maniera più modesta.
La rete dove è racchiuso parte del nostro sapere
odierno è comunque oggetto di dibattito sul fatto che renda più
stupide o più intelligenti le persone.
Dal mio
punto di vista internet è un mezzo (non garantito, ognuno può
inserire informazioni vere o false, consapevolmente o
inconsapevolmente), basterebbe non cadere nella rete, saperla usare
come mezzo d’aiuto, provando a distinguere le informazioni false da
quelle vere (troppe le doppie e quelle mistificate).
Bisognerebbe
saper guardare dall’esterno le cose, captare i vari segnali
inevitabilmente offerti da chi immette dati in rete ed essere un
passo avanti perché le parole possono talvolta influenzare finendo
per essere pura illusoria mutevolezza.
Cosa
farà Charlotte questa notte non ve lo so dire.
Analizzando
i dati a disposizione sono a un bivio, la certezza è che per noi
mortali qui non esiste un libro che abbia descritto già ogni evento
che accadrà, siamo temporalmente ancorati un passo dietro all’evento
ma in questo caso potremo per una volta innamorarci del futuro come
qualcosa da andare a scoprire.
Analisi
Eric Collins e Dell Curry prima della partita. Dietro di loro le tute con il logo “vecchio”, sotto le canotte vintage viola con le stripes. Per la quarta volta però purtroppo si esce sconfitti con questa bella ma “sfortunata” divisa.
La partita
Gli
Hornets salivano a Washington nella speranza di allungare la striscia
vincente cominciata con New York e le premesse sembravano esserci,
26-6 nel pitturato nel primo quarto complice una difesa locale
deconcentrata.
33-26
pro Hornets con il solo Beal a resistere (12 pt.).
Nel
secondo quarto i Wizards recuperavano due punti chiudendo
all’intervallo sotto 55-50 nonostante il 16/17 ai liberi contro il
5/7 Hornets.
Charlotte resisteva ancora un po’ nel terzo quarto perdendo progressivamente brillantezza offensiva fino al 74-69 quando per cinque minuti e trenta secondi gli Hornets rimanendo a secco, incassavano uno 0-13 di parziale.
Si passava al 74-82 con Brown al sorpasso a 5:06 (74-75) e l’allungo deciso per mezzo delle triple di Thomas e Beal.
Charlotte
sbagliava tutto, compresi due FT di Williams andando fuori ritmo
anche nell’ultimo quarto per la gioia dei fan di casa che passavano
anche un finale tranquillo grazie al divario che andava via via
aumentando.
Il
finale sarà 107-121 grazie a 34 punti di Beal.
Hornets
che mostravano ancora notevoli problemi a rimbalzo consentendo molte
seconde possibilità ai Wizards, una delle chiavi della sconfitta: a
rimbalzo i padroni di casa vincevano nettamente 38-57 mentre negli
assist Charlotte si mostrava migliore con un 32-24.
Il
12/19 dalla lunetta contro il 25/27 avversario però era indice della
chiusura troppe volte fallosa e di una mano nettamente meno precisa a
gioco fermo.
Le
percentuali dal campo di Charlotte, come spesso accade, sono
inferiori a quelle avversarie; 43,4% contro il 47,7% dal campo e
30,0% da tre punti contro il 37,8% dei Wizards.
Gli
Hornets non sfruttavano i TO con 7 commessi contro i 18 di
Washington.
Altro fattore chiave: il vantaggio nel pitturato affievolito: dopo il primo tempo i Wizards riuscivano a contener la situazione chiuendo sul 66-42 mentre il 28-52 nello scambio punti tra panchine favoriva Washington.
L’uscita dal campo per problemi alal caviglia di P.J. ha privato poi Charlotte di un punto di riferimento.
Starting five
Tutti
presenti per Charlotte con il quintetto vincente contro New York
confermato: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington, Zeller.
Washington con qualche defezione (vedi Hachimura) scendeva sul parquet con: I. Thomas (18 pt.), G. Payton II (2 pt.), Beal (34 pt., 9 rimbalzi, 9 assist), Bonga (9 pt.), Mahinmi (6 pt., 8 rimbalzi).
Dalla panchina i più prolifici scorer sono stati: Bryant con 21 pt., Brown Jr. con 12 e Ish Smith con 11 pt. e anche 7 assist.
1° quarto:
Prima partita
casalinga per Washington dopo la scomparsa di Bryant, la figlia
Gianna e le altre persone a bordo dell’elicottero.
Si iniziava con
l’omaggio degli 8 secondi scaduti parte Wizards e i 24 da parte
Hornets.
Il primo tiro era
di Beal, cortissimo da fuori causa buona marcatura di Bridges che
dall’altra parte andava invece a bersaglio firmando il 3-0.
Mahinmi in corsa
riceveva palla sulla diagonale libera per la dunk mentre a 10:32
l’euro-step di Zeller creava lo scontro con lo stesso centro
avversario.
Liberi splittati,
tiro di Thomas in area con arresto e tiro sul ferro quindi Charlotte
mancava un’occasione clamorosa con Rozier che dopo il crossover
vincente, appoggiava malamente tutto solo.
Thomas di tripla a
10:00 puniva portando in vantaggio i Maghi che mancavano la tripla
con Thomas ma un rimbalzo offensivo di Bonga faceva partire sulla
sinistra Thomas fermato con una spallata-ancata da Graham a 9:08.
Due liberi a segno
per il 4-7.
Bridges mancava il
tiro ma anche Charlotte conquistando un rimbalzo offensivo metteva
punti, direttamente con P.J. e il suo soft touch, peccato per il
libero mancato.
Il sorpasso
Hornets arrivava con un lancio da metà campo per Bridges che come
uno tsunami saliva altissimo per schiacciare in alley-oop ondeggiando
appeso al ferro dopo averci deliziato con l’8-7.
Terry in
transizione a 7:55 metteva dentro due punti in fing and roll
ripetendosi con la finta per far passare il difensore in corsa a 7:31
(12-7).
A 7:14 Beal in
lunetta ne metteva dentro due ripetendosi a 6:39, quando dopo due
tentativi a vuoto Wizards e altrettanti rimbalzi difensivi trovava il
contatto per il -1 a mezzo lunetta.
P.J. da sotto il
canestro opposto correggeva un suo tiro per il 14-11 ma Payton II
rifilava una mazzata di sinistro al nostro canestro tuttavia
sull’altro fronte Zeller, salvando dal fondo un pallone ormai là
destinato, dava una seconda possibilità a P.J. che si riscattava
con una flash dunk su Bertans.
Wizards ad
accorciare ancora di uno dalla lunetta ma ancora P.J. in vena
offensiva splendida, usava l’hook per il 18-14.
Willy recuperando
un pallone in difesa grazie all’ottimo anticipo dava una possibilità
offensiva ai suoi, Rozier non funzionava ma Bridges con rimbalzo e
appoggio muoveva a quota 20.
Uno spin move dal
compasso brevissimo e veloce di Rozier serviva al nostro numero 3 per
trovarsi solo in appoggio mentre Scary doveva faticare un minimo
sull’azione seguente per superare Bryant in crossover e appoggiare il
+10 (24-14).
A 3:32 e a 3:04
Beal si presentava in lunetta altre due volte recuperando 4 punti per
i capitolini che si portavano sul -3 grazie alla tripla dello stesso
Bradley (il suo parziale di 7-0 portava al 24-21).
Martin con la
corsa lungo la baseline sinistra e il reverse oltre il ferro dava un
po’ di ossigeno ma la dunk di Bryant ripristinava il solo possesso di
vantaggio.
L’elastico con gli
Hornets come team leader non si interrompeva grazie all’hook in post
basso sinistro di Hernangómez su Bryant quindi dal corner destro
Monk infilava una tripla rapida per far tornare a scattare gli
Hornets (31-23) che non esaurivano lo sprint sull’errore di Scary
visto che Willy da sotto ne metteva due per poi andare in difesa a
rincorrere e stoppare al plexiglass sorprendentemente Bryant.
Washington sprecava una transizione ma chiudeva il quarto con una tripla di Beal che lo portava a 12 punti.
P.J. Washington sorge nel primo tempo ma tramonta troppo presto nel secondo. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Giocata da 3 punti
complessivi per Brown a 11:39 (fallo Monk) per accorciare sul -4 ma
l’asse Monk/Hernangomez funzionava e Willy Charlotte recuperava due
punti.
Bonga appoggiava
liberato dalla drive di Ish Smith e dopo l’appoggio in corsa di Willy
a 10:26, ecco a 10:17 altri due punti di Bonga ma a mezzo lunetta.
Graham con un
bound pass verticale pescava Williams che segnava da sotto nel breve
mentre la difesa Wizards rimaneva disorientata pensando a un
passaggio per Monk (facendo un movimento nell’angolo destro lasciava
preoccupati i capitolini).
Dunk e correzione
di Bryant per 4 punti che riportavano a contatto i Wizards (39-37) ma
ancora una volta Charlotte resisteva, al limite, Zeller riusciva,
infatti, a pescare un jumper lungo da due punti dalla destra allo
scadere dei 24 secondi.
Si andava veloce
sull’azione seguente; Zeller era bloccato due volte da Bryant,
dall’altra parte Washington sbagliava prima con Bonga e una second
chance mentre sulla contro-transizione a 7:07 Graham si arrestava per
la tripla lunghissima solo cotone.
Bryant e P.J.
allungavano il brodo ma tra i lunghi era Zeller a 6:17, lanciato da
Graham in pick and roll, a esaltare con l’hammer a una mano più
fallo di Bryant.
FT a segno per il
+10 (49-39) prima dell’appoggio di Smith.
Un paio di cadute
facili regalavano gli sfondamenti su Smith e Zeller quindi toccava a
Bridges segnare portando sul 38-16 il parziale nel pitturato.
Beal andava ancora
a segno con un parziale di 7-0, prima dal campo, quindi dalla
lunetta, alla fine da tre per il 51-48.
Charlotte però
con due FT e un floater di Monk tornava a distanza di sicurezza
(55-48) prima di un canestro da due di Thomas e uno spinning layup di
Brown per il 55-52.
Ci voleva una
giocata in area di P.J. per staccarsi nuovamente: in salto mulinando
le braccia su Bertans per cercare un varco ecco arrivare il contatto
più il tiro vincente in difesa più il libero a segno.
Rozier in transizione ne metteva dentro altri due ma sempre Beal da tre chiudeva il primo tempo restituendo il -5 ai Wizards (60-55).
Tabellino singoli primo tempo.
3° quarto:
Partiva bene
Charlotte con l’imbucata per la jam di P.J. a 11:49 ma Thomas dopo 22
secondi da tre accorciava di un punto, Miles a 10:02 correggeva in
schiacciata sopra il ferro un errore di Rozier, strappando
letteralmente palla a Mahinmi quasi in possesso della sfera.
Thomas da tre
andava per il -3 (64-619 e Mahinmi non trovava resistenza sulla sua
schiacciata in corsa per il -1.
P.J. attaccava il ferro subendo fallo da Bertans ma lo 0/2 non era preludio di buona sorte, infatti la sua uscita per problemi alal caviglia lo dimostrava…
A 8:27 tuttavia
Rozier, fermato ancora dai Wizards ricorrendo al fallo, piazzava il
2/2 per il 66-63 ma l’open 3 di Bonga a 8:13 valeva il pari a quota
66.
In arretramento
oltre la linea dei tre punti, dall’angolo destro, Bridges esplodeva
la tripla del nuovo vantaggio Charlotte
Beal andava in
lunetta anche per 3 secondi rilevati a Charlotte quindi a 7:25 uno
scontro nel semicerchio tra Bridges e Bertans era visto come falloso
dagli arbitri nei confronti del baltico.
Palla scagliata
per terra con rabbia, tecnico realizzato da Rozier e due FT per Miles
che sembrava far risalire ancora una volta Charlotte verso la fuga
(72-67).
Un floater di
Thomas e un arcobaleno di Graham fissavano il punteggio sul 74-69 ma
Charlotte si fermava lì.
Dai 6:47 del terzo
quarto a scendere sino a 1:07 dalla terza sirena gli Hornets
rimanevano a secco.
In questi cinque
minuti e mezzo i Wizards piazzavano un parziale di 13-0 che oscurava
ciò fatto di buono sino a quel momento dagli uomini di Borrego.
74-82 prima che a
1:07 Graham prendesse il suo tempo per segnare una tripla frontale.
Bryant in post basso ne aggiungeva due, Monk rispondeva andando a sbattere su Bryant per alzare una palla inarcando in salto la schiena indietro e Bryant chiudendo il quarto con altri due punti lanciava i suoi sul +7 (79-86) con ben 12 punti persi nel quarto dagli Hornets.
Willy e Cody Martin osservano nel cielo la luminosa sfera ma a rimbalzo gli Hornets sono stati scottati. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
L’inerzia o
l’entropia non era con Charlotte nell’ultima frazione, il sorpasso
non dava più stimoli ai ragazzi di Borrego che subendo un floater di
Brown e una tabellata di Smith andavano sotto di 11 (79-90).
A sorpresa una
tripla dalla diagonale di martin a 10:57 ci riportava allo svantaggio
a singola cifra (82-90) ma un’entrata di Smith con appoggio rapido e
la prima conclusione a segno di Bertans (pesante) a 9:45 chiudevano
di fatto la gara (82-95) con gli Hornets poco brillanti nel far
circolar palla o a mettere tiri.
Il -13 era ridotto
sino al -9 da un turnaround in area con ferro amico di Rozier e sul
-8 da Graham con una tripla in transizione ma 5 tiri liberi
consecutivi Wizards portavano i capitolini sull’89-102.
Bridges, uno dei
più positivi e degli ultimi ad arrendersi, da tre, ancora dalla
mattonella dall’angolo, ripristinava un -10 a 7:12 ma la tripla d
Brown eclissava definitivamente Charlotte (92-105) che sfaldandosi
incassava ancora una tripla di Smith e una schiacciata di Bryant
(97-112).
Finale un po’ in
sordina con una tripla di Beal su Bridges, il primo aveva qualcosa da
dire muso a muso a Miles e gli arbitri affibbiando un tecnico alla
star di Washington facevano contento Rozier che portava a casa un
punto supplementare gratis.
A :33.4 Martin chiudeva i giochi con due punti stuccando il risultato finale sul 107-121.
Le pagelle
Terry Rozier: 6
21 pt., 7
rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 8/21 FG, 1/7 3 FG.
Sufficienza un po’ stirata per Scary che disputa un buon primo tempo
ma poi si arresta un po’ tornando a uscire nel finale quando
Charlotte non riuscendo a chiuder gli attacchi dei Wizards, resta
tagliata fuori comunque. Anche lui in angolo sembra portar via una
palla a Smith che conservandola si butta dentro mentre lui segue ma
resta a guardare invece di tentar la stoppata. Torna a forzare un po’
troppo azioni che non vanno da nessuna parte. Nel primo tempo trova
canestri in penetrazione sfruttando la poca disponibilità dei
Wizards a difendere mentre nel finale segna l’unica tripla di serata
su sette tentativi.
Devonte’ Graham: 5,5
11 pt., 3
rimbalzi, 8 assist, 3 rubate. 4/13 FG, 3/11 3 FG. 1 TO, -11 in +/-. 8
assist, il buono della serata di Graham che con mani veloci annovera
anche tre palloni soffiati agli avversari. Il buono l’abbiamo
scritto, peccato che dal campo continui a stentare parecchio
ultimamente e senza i suoi punti la squadra va in difficoltà.
Non è clutch
nemmeno più nelle ultime uscite anche se è lui a rompere il
parziale di 0-13 nel terzo quarto con una tripla a 1:07. Lì si è
preso il suo giusto tempo usando lo spazio a disposizione, altre
triple sono state troppo affrettate o fuori equilibrio.
Miles Bridges: 7
23 pt., 6
rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 8/17 FG. +2 in +/-, 3/7 3 FG, nessun
TO. Uno dei migliori nelle fila di Charlotte. Sbaglia qualcosa
forzando nel secondo tempo ma è uno dei pochi che non arresta la sua
buona vena continuando a produrre punti e non solo. Inizia bene
contrastando Beal per l’air-ball e piazzando la tripla. Beal è in
serata e gli Hornets, in generale, nel primo tempo cercano di
limitarlo ricorrendo al fallo. Lui fa quel che può restando sempre
molto vigile e attivo cercando di rispondere in attacco piazzando
anche triple dalla mattonella in angolo.
P.J. Washington: 6
15 pt., 1 assist, 1 rimbalzo, 1 rubata. Nel primo tempo è un punto di riferimento in post, in area… Charlotte sfrutta il suo vantaggio nei confronti dei lunghi avversari che paiono non riuscire a fermare le sue iniziative. Anche nel secondo tempo parte così ma poi ci prova solamente una volta ancora sbagliando anche perché finisce in panchina troppo presto e senza problemi di falli. Tanta differenza tra il primo e il secondo tempo comunque con un solo rimbalzo a referto, decisamente gravemente insufficiente su questo fronte anche se compensa con buoni canestri ma FT orrendi, anche per lui, infatti, arrivava uno 0/2 pesante in un momento importante e poi purtroppo deve uscire per una distorsione (non sappiamo di che entità) alla caviglia destra.
Cody Zeller: 6
9 pt., 7 rimbalzi,
7 assist, 1 stoppata. Chiude con 4 falli, alcuni onesti, prendendo
anche due sfondamenti a favore. Si impantana ancora in area con un
3/9 non positivo. Stoppato un paio di volte da Bryant nella stessa
azione, soffre fisicamente. Si rifà con un hammer schiacciando a una
mano per un gioco da tre punti e bello è anche il tiro fuori dal suo
range dalla destra; un lungo due che per necessità (scadenza dei 24
sec.) andava a infilarsi in retina con un leggero fade-away. Uno dei
pochi centri che sa fare un euro-step decente, da lì nascono nel
primo tempo due FT, splittati. Meglio nel primo tempo che nel
secondo.
Willy Hernangomez: 6
12 pt., 4
rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/8 FG. Manca un paio di
conclusioni e a parte un paio di falli spesi (4 in totale) è ancora
un po’ morbido nonostante parta bene rifilando una mega stoppata a
Bryant al plexiglass nel primo tempo. Fa vedere di aver mano ma manca
nel momento decisivo un paio di tiri, uno con un handshake spalle a
canestro di notevole fattura, peccato per il tocco troppo lungo. Nel
complesso se la cava con una sufficienza ma in 19:40 bisogna catturi
più rimbalzi.
Malik Monk: 5,5
7 pt., 4 rimbalzi,
3 assist. 3/12 FG, -14 +/-. Malik scende ancora di un gradino
rispetto alle due ultime prestazioni non riuscendo a prendersi il
tempo giusto per le sue entrate. Quando lo fa segna e anche in
maniera non sempre facile, altre volte è decisamente wild mentre da
fuori mette una tripla dall’angolo ma poi non prende più nel momento
in cui ci sarebbe bisogno.
Marvin Williams: 5
2 pt., 2 assist, 1
stoppata. 0/2 FT, 3 falli, -11 in +/-. Fumogeno e in difficoltà nei
15:34 in campo con la macchia di due liberi mancati da un giocatore
esperto come lui in un momento fondamentale. 1/3 dal campo, marginale
e nemmeno positivo.
Cody Martin: 5,5
7 pt., 6 rimbalzi,
4 assist, 1 rubata. 3/6 dal campo, -16 in +/-. Generoso ma un po’
confusionario, non sempre tiene la posizione ma prova ad andare in
aiuto o in chiusura sotto canestro anche se non può tenere Bryant ad
esempio. Riesce a mettere un bel reverse layup e un tiro da tre dalla
diagonale destra ma lascia un po’ perplessi perché commette qualche
ingenuità difensiva a causa della foga.
A parte i tre
liberi di Bertans regalati per il contatto con il salto in avanti
anche se prova a scansarsi (già su Beal in chiusura di primo tempo
aveva rischiato, sfiorandolo, è sulla posizione che non mi convince.
Coach James Borrego: 5,5
Squadra brillante per un tempo poi, sorpassata, perde fiducia, voglia, trama di gioco e va sotto rapidamente non riuscendo più a rientrare.
Per
osservatori esterni la Charlotte-New York odierna potrebbe sembrare
solo batracomiomachia, cioè una cosa di poco conto.
Un po’
perché non siamo certamente ai fasti delle semifinali di Conference
1993 con Mourning e Larry Johnson da una parte contro Ewing e Mason
(poi sarà dei nostri) dall’altra e soprattutto perché la scomparsa
di Kobe Bryant come figura che ha caratterizzato il massimo paesaggio
cestistico negli ultimi anni si è dissolta all’improvviso (le
memorie al contrario si moltiplicheranno) lasciando un vuoto
“surreale” nei cuori di chi lo ha amato.
Forse è anche un problema di società, quando tutto sembra senza limite, quando si creano miti intoccabili, ci si accorge poi purtroppo in questi tragici eventi che anche Kobe era un uomo al di fuori del parquet, siamo mortali purtroppo.
A tradire Bryant e le altre otto pesone presenti sull’elicottero pare sia stata quella che qui a Milano chiamano scighera, quella che un trentina/quartantina d’anni fa era pesantemente di casa a caratterizzare il paesaggio autunnale/invernale, quella “kasumi” (per dirla alla giapponese) affascinante e meravigliosa da osservare da casa ma terribilmente pericolosa nell’esser immersi dentro, quella strana “fog” californiana che il pilota ha “sfidato” (ricevedo un autorizzazione speciale al volo), ha tradito.
La Repubblica scrive: “C’era una visibilità estremamente bassa al momento dello schianto in cui è rimasto coinvolto il Sikorsky S76, con condizioni di nebbia e nuvole tanto che la polizia di Los Angeles aveva messo a terra i propri elicotteri. Le comunicazioni finali del pilota dell’elicottero indicano che stava salendo di quota per evitare lo strato di nubi. o riferiscono gli investigatori, aggiungendo che lo schianto ha lasciato una scena devastante.”
Questa poesia l’ha dedicata a Kobe anni fa, un mio amico, scrittore, poeta, biografo, allenatore di basket, la ripropongo per i fan di Kobe perché dal mio punto di vsita cattura l’essenza del giocatore e della persona:
Kobe Bean Bryant (Il ballerino dell’impossibile)
(Filadelfia, 23 agosto
1978-Calabasas, 26 gennaio 2020)
“Tu parli un’altra lingua…
anche nel gioco: le tue giravolte
sono i funambolismi dell’esistere,
le gioie e le collere del trascorrere
senza comprenderne il perché,
giorni senza uscita di scelte estreme.
Perché nascondi la palla
ai negletti che ti girano intorno
senza sapere d’essere tuoi poveri
servi?
Perché dissacri con il tuo genio
umili e potenti senza ritegno?
A chi è rivolta la tua sfida muta?
Forse è il sole dei giorni d’Italia
a renderti diverso da quell’universo
di luci stridenti e stordenti?
Tu giochi elastiche danze
di riti tribali, visioni, sogni,
paradossi e parole di mistico fuoco,
il ball-handling una teoria estetica,
il tuo attaccare il ferro,
il tuo andare all’anello
un folle atto d’amore, Kobe.
Kobe, dal nobile volto
d’antico principe”…
Alberto Figliolia tratto da: “Giganti e pallonesse”
(edito nel 2001 da Libreria dello Sport).
Piaccia
o no, The Show Must Go On (solo il derby losangelino è stato
bloccato come fu rimandata solo Hornets-Bulls quando accadde
l’incidente di Phills) cantavano i Queen e tornando alla
Batracomiomachia, per dire cosa sia esattamente bisognerebbe tornare
ai tempi di Omero (al quale l’opera è stata attribuita) e tradurla
come “La guerra dei topi e delle rane”.
In sintesi è un poema
ironico, una parodia in stile epico che narra di una guerra
combattuta tra questi animali.
Motivo scatenante fu che
Rubamolliche, principe dei topi, salendo sul dorso di Gonfiagote, Re
delle rane, mentre sta facendo un tour nello stagno offerto dal
primo, affoga poiché una biscia mostruosa compare nel mezzo dello
stagno e il Re delle rane si inabissa per sfuggirgli.
Il re dei topi Rodipagnotte
viene a sapere da un suddito roditore dell’accaduto e decide di
muover guerra contro le rane traditrici.
“Vengono spezzati baccelli
e indossati come schinieri, indossate armature di pelle di gatto,
elmi di noce, affilati gli aghi di bronzo, e inviato l’araldo.
Ricevendo l’ambasceria,
Gonfiagote nega pubblicamente ogni responsabilità scaricando la
colpa sul principe dei topi e mentre si discute, le rane si
preparano: con foglie di bietola e di cavolo fanno armature e scudi,
calzano caschi di chiocciola, aguzzano lance di giunco.
Gli dèi non parteggiando
per nessuno guardano come andrà a finire ma Zeus, mosso a
compassione dall’imminente sterminio degli anfibi prova a fermare lo
scontro scagliando un fulmine sul campo di battaglia, poi chiamando i
granchi corazzati che mutilano i topi, sposta le sorti della guerra
in favore delle rane con i sorci costretti alla ritirata.
La batracomiomachia in sostanza è una contesa futile, ridicola e
vana, probabilmente ogni giorno su questo pianeta ve ne sono migliaia
in riferimento a cose più serie, importanti e grandi.
Analisi
Charlotte
torna a vincere una gara dopo un gennaio glaciale con una partenza
lenta e brutta anche in questa gara.
Piano
piano Charlotte però trova fiducia pareggiando a inizio ripresa.
Gli
Hornets riescono a controllare i rimbalzi difensivi costringendo New
York ad avvicinarsi poco alla tabella, così la squadra di Borrego
prende 10 pt. di vantaggio (94-84) ma in un finale controverso con un
paio di decisioni invertite dagli arbitri (prima contro New York per
un potenziale gioco da 4 punti annullato) e una pro (tripla segnata a
Dotson nonostante riceva con il piede sinistro sulla linea del bordo
dell’out destro del campo), i Knicks giungevano sul -3 a :11.3 dalla
fine.
Charlotte
però andava in lunetta con Rozier (30 pt.) nell’ultimo minuto tante
volte e l’ex Boston chiudeva la partita segnando anche a :10.6 i due
FT.
Buona
la prova di Monk a scardinar la difesa avversaria.
Decisive
le statistiche a rimbalzo e ai liberi con Charlotte a vincere nei
rebound 51-41 e ai liberi con un 21/27 (77,8%) contro il 7/11
(63,6%).
Bene
anche negli assist con un 22-17, mentre le rubate sono state pari
(5).
Non
bastano a New York le medie migliori dal campo (34/88 CHA per un
38,6% contro il 38/86 NYK per il 44,2%).
Un
canestro da tre in più per gli arancio-blu da tre punti (8/32 CHA,
9/32 NYK), 13 i TO Hornets, 12 quelli della squadra di Mike Miller.
La partita
Starting five
New
York utilizzava il seguente quintetto: E. Payton (10 pt., 8 rimbalzi,
8 assist), Bullock (6 pt.), M. Morris Sr. (23 pt.)., Randle (24 pt.),
Gibson (3 pt.).
Dalla
panchina poco per i Knicks: D. Smith Jr. con 7 punti, Dotson con 6,
Mitchell Robinson con 4 pt. e 10 rimbalzi, e poco altro…
Charlotte
con: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller.
1° quarto:
Dopo la palla a
due vinta da Zeller, in omaggio a Bryant, Graham faceva scadere
volontariamente i 24 secondi in palleggio.
Palla a New York che non superava altrettanto volontariamente la metà campo omaggiando così ancora Bryant attraverso l’8, altro numero della sua maglia.
Durante la presentazione dello starting five degli Hornets iniziano a notarsi molti giocatori di Charlotte con la gomitiera dedicata a Bryant.
Il primo tiro di
Bridges dal lato era corto in ambo i sensi, quello di Morris in
jumper era perfetto.
Rozier a 10:47
replicava da tre punti portando avanti gli Hornets che tornavano
sotto con la penetrazione di Randle prima di contro-sorpassare grazie
al lungo due punti di Rozier.
Twisting layup di
Randle e in attacco Charlotte, dopo il gioco di passaggi della
squadra di Borrego, consegnava a Bridges che dall’esterno trovava lo
spazio per sparare da tre non fallendo l’occasione (8-6).
Da qui in poi i
Knicks piantavano un parziale di 1-14 con Charlotte incapace di
segnare partendo dal canestro di Randle e dalla stoppata di Gibson su
Zeller ed errore di quest’ultimo subito dopo in correzione.
Randle in
fade-away (4/4) segnava l’8-10, P.J. segnava un libero a 7:13 ma sul
secondo, mancato, il tap-out di Bridges finiva per favorir la
transizione di Bullock che dribblando Graham, ultimo baluardo, subiva
anche fallo chiudendo con due pt. e FT a 7:09.
Randle resistendo
muscolarmente a Zeller e a P.J. da sotto ne metteva due e la tripla
con rimbalzi multipli di Gibson da destra finiva beffardamente dentro
per doppiare Charlotte sul 9-18.
A 4:27 un pull-up
dalla media di Morris valeva il 9-20 mentre al tiro gli Hornets
finalmente segnavano con Willy in second chance (suo il primo errore
gettandosi dentro).
A 3:14, Randle in
entrata lanciava la palla a Robinson per la dunk dell’11-22 mentre
sull’altro fronte Monk falliva un’altra occasione prima di andare a
prendersi due FT e segnarli.
Ad altri due pt.
Knicks, Bacon rispondeva in transizione con l’appoggio stretto per
evitar la stoppata incombente alle spalle ma Portis colpiva con il
jumper dalla media su Williams proteso alla stoppata.
15-26 che resisteva sino alla fine del primo quarto.
Willy Hernangomez prova da soto. Foto ufficiale tratta dalla pagina degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
La partenza lenta
di Charlotte era “arrestata” da una correzione di Hernangomez su
errore di bacon per il 17-26 ma Knox, lasciato libero a destra,
segnava il suo tiro senza patemi mentre un reverse layup di Smith
spingeva ancor di più verso la fuga la squadra di Mike Miller con un
6-16 in area…
Doppio Cody in
campo ma a segnare era Graham, il quale con palleggio ritmato e
incrociato vedeva un preoccupato Robinson tuffarsi addosso sulla
finta di tiro.
Contatto e tiri
liberi splittati ma dal rimbalzo di Bridges nasceva l’alzata di
Zeller vincente più un altro libero che, affondato, faceva
recuperare 4 punti agli Hornets.
I Knicks ne
piazzavano 4 a loro volta nonostante una bsl dunk da destra mancata
da Knox, era Portis in floater a metter il 21-34.
Il soft floater di
Graham sul primo ferro faceva penare ma i rimbalzi davano ragione
all’attaccante mentre Rozier tornava all’attacco e sull’azione
seguente la sua doppia esitazione provocava un ritardo di marcatura
in Robinson e compagni, ecco così arrivare il brillante appoggio.
Morris Sr. Colpiva
da tre, Rozier in jumper dalla lunetta e quando Bridges scaricava
nella retina il tiro a 5:40, il divario calava a 8 pt. (29-37).
Divario che
rimaneva inalterato dopo due punti di Charlotte e due per New York
per mano di un Randle che in caduta beneficiava del libero
supplementare ma mancandolo fissava momentaneamente il 31-39.
Randle si rifaceva
con rabbia con un doppio maglio in schiacciata da transizione ma
Rozier spuntando come un fungo dalla destra segnava da tre punti a
3:59.
Appoggio di
Payton, Zeller da sotto e Morris da tre: ecco nuovamente i 10 punti
di svantaggio (36-46), un deficit che si assottigliava grazie a Monk
che a 2:43 cominciava la rimonta con l’arcobaleno.
Un fallo di Smith
Jr. su Graham non era visto come continuazione quindi i due punti
ottenuti da Graham con bravura andavano persi mentre ancora un po’
scosso il nostro play in lunetta mancava il primo FT per realizzare
il secondo.
Monk con il
crossover e la serpentina seminava avversari per appoggiare girato,
lateralmente rispetto al ferro, evitando Robinson a 1:44.
Due punti più un
FT a bersaglio (42-46) ma ecco il floater dal pitturato di Payton.
Monk si buttava
dentro ma non funzionava, tuttavia Willy si procurava due FT sul
rimbalzo a 1:10.
2/2 poi ancora
sull’asse Monk/Willy arrivavano altri due FT per lo spagnolo che
questa volta splittando aggiungeva un punto solamente.
45-48, Bullock da
tre non segnava ed ecco un’altra puntata di Monk bravo a realizzare a
:24.9 il -1.
New York arrivava al ferro con Randle senza troppi complimenti riuscendo a chiudere il primo tempo avanti 47-50.
3° quarto:
Pioggia di triple
in avvio di secondo tempo con Bridges dal corner destro a inaugurare
il quarto a 11:21 per il pari a quota 50.
Morris, dopo un
minuto dall’inizio della ripresa rispondeva da fuori con il tiro
pesante ma a 10:37, dallo stesso punto dal quale aveva ottenuto il
pari Miles, Rozier esplodeva la tripla del 53-53.
Payton mancava il
tiro mentre dopo un paio di finte cambio-direzionali in entrata ecco
ancora Bridges per il floater dal pitturato ottenere il sorpasso.
Payton in
separation su Zeller con leggera spinta segnava in area pur in
evidente mismatch fisico, Graham sbagliava ancora da tre ma anche
Payton da due vedeva il suo tiro colpire il ferro e nascondersi
dietro la diafana tabella.
Dopo un TO per
parte ecco ancora Payton alla spinta su un poco resistente Zeller per
il +2 newyorchese ma Rozier con un’entrata da Far West apriva le
porte al pari a quota 57 mandando al time-out Miller.
A 6:42 dalla
destra arrivava il treno Miles che, nonostante il breve tentativo
falloso di Gibson non rilevato, consegnava una dunk dinamitarda a una
mano per il +2 del Borrego team.
Bridges stoppava
Morris e Zeller in teardrop segnava il +4 ma una tripla di Bullock
frontale e aperta (passaggio verticale indietro di Gibson) tagliava
sul -1 il gap.
Tanti gli errori
al tiro da parte dei due team compreso quello di Randle da tre che
serviva a Smith Jr., non tagliato fuori, per conquistare il rimbalzo
e segnar da sotto il 61-62.
New York dalla
lunetta con Morris e Smith Jr. potrebbe portarsi sul +5 ma i tiri
liberi splittati da parte di entrambi lasciavano gli arancio-blu
solamente sul +3 (61-64).
Monk, sempre dalla
lunetta (3:28) recuperava un paio di punti in un colpo per una spinta
ricevuta ma Morris rispondeva senza lunetta.
Cody Martin in
angolo mancava l’open sembrando inoffensivo quindi in lungo due di
Williams riduceva lo scarto e su un rimbalzo difensivo strappato da
Willy, ecco Charlotte tornare in attacco con lo spagnolo a fallir la
bomba ma Martin strappando il rimbalzo dava un’altra opportunità ai
suoi che restituivano a lui palla sul riposizionamento in angolo
destro e questa volta il primo dei due gemelli non tradiva da tre
punti per il sorpasso a :59.3 dalla terza sirena.
Non segnavano più le squadre nel quarto e si andava a gli ultimi 12 minuti sul 68-66.
Rozier lascia sull’isola Robinson. Foto ufficiale tratta dalla pagina degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Willy apriva i
giochi sganciando il carico da tre nell’angolo sinistro (71-66 con un
8-0 run), Dotson al jumper non funzionava come molti altri dei
compagni in questa fase e Willy riprovandoci da fuori non otteneva lo
stesso risultato ma era confortato dal bad pass di Smith Jr. che
senza pressione sbagliava l’appoggio mentre Monk con una drive
passava dietro al canestro per Willy che come un ninja riceveva palla
e schiena parallela alla linea di fondo, muoveva sul lato destro del
ferro per appoggiare ottenendo anche un libero addizionale.
0/1 dalla lunetta
come quello ottenuto anche Payton che sorprendendo Martin segnava
subendo fallo da Monk (nel semicerchio antisfondamento provava a
piazzarsi all’ultimo).
Randle al vetro
batteva i lunghi di Charlotte e la partita tornava a farsi molto
tirata (73-70) tuttavia a 7:57 Martin in entrata, spostando il peso
da destra a sinistra, “faceva fuori” Bullock per andare a salire
con una avvincente bimane.
New York provando
ad affidarsi al veterano Morris faceva male poiché Bridges
resistendo all’avvicinamento al ferro dell’esperto giocatore era
aiutato da Martin che in allungo portava via palla compiendo un
blitz, uguale al teardrop fuori equilibrio di P.J. (fino a quel
momento con molti errori in generale) che nel cuore del pitturato
viola a 6.19 lanciava Charlotte sul +7 (77-70).
Per il raddoppio
laterale su Randle, Charlotte pagava con due punti di Morris in
avvicinamento e su una stoppata di Robinson andava bene che la palla
facesse un po’ la preziosa e la sfuggente fino al recupero degli
Hornets che concretizzavano sull’altro lato (il destro) da tre con
Bridges il secondo possesso per il 79-72.
Hornets in
controllo, passaggio elastico di martin per Zeller che colpiva
sull’asse doppio Cody con un alley-oop potente modello “Toro
Seduto”.
Time-out di New
York a 4:55 sotto di 9 punti: P.J. stoppato ancora da Robinson,
Randle direzionava la palla in qualche maniera nello scontro vicino
al ferro con Cody riuscendo a far entrar una palla fuori controllo,
Randle commetteva un fallo (spinta alle spalle di P.J) che il rookie
ben evidenziava finendo a terra quasi in tuffo e dall’altra parte uno
scambio rapido per Rozier che in hand-ogff sulla diagonale sinistra
andava a tirare, serviva agli Hornets per portarsi a mezzo tripla sul
+10 a 3:22 884-74).
Sembrerebbe finita
ma gli Hornets sono squadra inaffidabile e Ntilikina, appena entrato,
dopo aver fatto la muffa in panca, toccava il primo pallone
cacciandolo dentro dalla destra per la bomba del -7.
Monk in entrata
veloce costringeva Morris all’ombrello falloso.
2:39, 2/2 e 86-77.
Tredici secondi
più tardi era di Zeller il fallo su Randle: ancora 2/2.
Entrata a ricciolo
in allungo di Zeller per il fing and roll vincente ed eccoci arrivare
al finale con un paio di decisioni controverse.
La prima favoriva
Charlotte che sulla chiamata di Borrego (coach challenge) vedeva
annullare i tre punti di Morris più il possibile F per tocco di
Graham sul piede del tiratore.
Dal mio punto di vista era abbastanza incredibile la chiamata contro Morris: era charge nell’interpretazione del contatto tra la gamba di Morris e Graham e a nulla valevano le proteste in linguaggio poco aulico del lungo in divisa bianca.
Zeller però, sull’attacco di Charlotte era stoppato da Robinson che si scatenava subito dopo in schiacciata per l’88-81 provando a farsi giustizia.
Graham sulla linea centrale del parquet palleggiava nella sua metà campo dopo averla superata di poco, sulla pressione di Ntilikina perdendo palla per TO.
Finiva per segnare
proprio Marcus Morris da tre (88-84) mentre Charlotte perdeva la
testa con un’azione uno contro uno di Rozier che da tre, contrastato,
non segnava.
Fortuna voleva che Morris mancasse la tripla del -1 e sul rimbalzo a :40.3 dalla fine Randle commettendo un fallo evitabile mandava in lunetta Rozier.
Scary piazzava i
liberi del 90-84.
Morris impiegava
circa nove secondi per accorciar di due mentre erano quattro i decimi
utilizzati da Ntilikina per bloccare il cronometro.
Ancora Rozier
dalla lunetta segnava due FT e mentre Payton era stoppato in area
dall’ala di P.J. in aiuto, ecco arrivare un altro fallo di Ntilikina
dopo la rimessa Hornets.
Questa volta era
un Graham poco concentrato a presentarsi in lunetta per splittare.
½ a :21.3 ma a
:19.0 ecco al tripla di Dotson che ricevendo palla portava nettamente
il piede sinistro sulla linea laterale destra ma l’azione proseguiva
fino alla tripla.
Proteste Hornets
ma il tiro era dato per buono con la chiamata della terna e sul check
non si tornava indietro, questa volta favorendo New York, alla quale
ora forse, su questi errori evidenti, a compensazione mancherebbe un
punto.
Un secondo per il
fallo su Rozier sempre freddo dalla lunetta e altri 6,7 ne passavano
per la seconda bomba di Dotson per il 95-92 (.11.3)…
La rimessa degli
Hornets per fortuna era di quelle buone e Rozier recandosi in lunetta
a :10.6 segnava il 97-92.
I ragazzi provenienti da New York senza time-out ci provavano con Morris ma non c’era più nulla da fare, tiro affrettato da fuori con Marvin a spazzare via tutto in area e Charlotte a romper finalmente il muro di sconfitte.
Le pagelle
Terry Rozier: 8
30 pt., 10
rimbalzi, 1 assist. 9/17 FG, 4/8 3 FG, -3 in +/-. Doppia doppia per
Scary. Glaciale ai liberi nell’ultimo minuto, chiude con 8/8 dalla
lunetta. Clutch a gioco fermo. Oltre l’85,0% in stagione, conferma la
buona mano ma soprattutto trascina gli Hornets in vari momenti del
match in attacco dopo un inizio con due canestri e la rapida
dispersione offensiva. Buon lavoro offensivo per il ragazzo da Boston
che spesso riesce, a prescinder dal risultato, prender per mano la
squadra.
Devonte’ Graham: 5
5 pt., 10 assist. 1/8 FG, 0/6 3 FG. Aggiungiamo un 3/6 dalla lunetta e 3 TO. Graham si sta sfaldando lentamente e questo apre al dubbio sulla sua convivenza con Rozier e allo spazio che ha se Monk sale di livello. Si dedica al passaggio anche se diversi assist qui in Europa non li definiremmo tali. Poco coraggiosi, abbastanza banali. A ogni modo avrebbe potuto entrare in doppia doppia facilmente ma rimane a bocca asciutta con l’esotiro da tre punti e fallisce la metà dei tiri dalla linea a lui assegnati. Altra stecca del giocatore che sembrava destinato a dominar la classifica interna di Charlotte. Ora si rimette tutto in discussione. Troppo schiavo del tiro da tre punti, se non gira anche la prestazione ne risente, a livello psicologico più che tecnico probabilmente.
Miles Bridges: 7
15 pt., 4
rimbalzi, 1 stoppata. Torna titolare dopo il Batum day che sbarcato a
Parigi bisognerebbe salvare al posto del soldato Ryan. Miles offre
spunti interessanti. Non ha clienti facili ma in determinate
circostanze è bravo a fermare Morris, in particolare quando Martin
in aiuto strappa la palla al veterano avversario e quando sale a
stopparlo. Piazza un paio di triple dall’angolo e una mega dunk a una
mano di quelle dello scorso anno nonostante Gibson lo tocchi.
P.J. Washington: 5,5
3 pt., 8 rimbalzi,
4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 1 TO, +2 in plus/minus. Con un 1/9
dal campo sembra la versione di serata Graham 2. I due non azzeccano
molti tiri pur essendo tra i migliori della squadra solitamente.
Manca un alley-oop già fatto schiacciandolo sul ferro e altri tiri,
paradossalmente mette il più difficile nel finale con un arcobaleno
fuori equilibrio dal pitturato. Buona stoppata nel crunch time su
Payton ma per tratti della partita la difesa non è stata buona
mentre nell’ultimo quarto c’è da registrare anche la caduta con
spinta di Randle che porta i Knicks al TO. Migliora nel finale una
prestazione non sufficiente.
Cody Zeller: 6,5
10 pt., 10
rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata in 28:50. 5/11 FG. Doppia doppia per
Cody che goccia goccia costruisce la minima, sbagliando qualcosa di
troppo in fase di appoggio ma è utile a rimbalzo e si esalta
nell’alley-oop tirando su le gambe quando l’omonimo glielo serve su
un piatto d’argento.
Marvin Williams: 6
2 pt., 2 rimbalzi,
1 assist, 1 stoppata. 1/3 FG. Una volta il buon Guido Bagatta avrebbe
detto: “Ecco, entra in campo un altro dei mazzolatori”… In
17:51 Marvin finisce solo con due falli ma ne commette probabilmente
qualcuno in più e comunque non va per il sottile nemmeno sul
rimbalzo finale quando travolge tutto e tutti. Un po’ marginale,
prende un tiro dalla media in faccia ma restituisce anche una
stoppata. 6 politico direi…
Malik Monk: 7
13 pt., 2
rimbalzi, 2 assist. 4/12 dal campo. Non una percentuale altissima
anche perché inizia prendendo male le misure, poi quando attacca son
dolori fermarlo perché si procura anche 5iberi che trasforma oppure
sforna assist per Willy o ancora da un suo tiro mancato nascono due
FT per lo spagnolo. +5 in plus/minus, conferma di essere un giocatore
che potenzialmente può scardinare le difese avversarie e se segna
anche su Robinson girato al contrario, sopo una serpentina, “buona
camicia a tutti” come diceva un noto presentatore televisivo. Se
continuasse così, con continuità, avremmo trovato sostanza dalla
panchina. Anche in difesa, nonostante un fallo ingenuo andando in
aiuto a mettersi nel semicerchio, va a chiudere su alcuni tiri anche
se in ritardo.
Willy Hernangomez: 7,5
12 pt., 10
rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 18:38. 4/9 al campo. Non precisissimo
sempre ma prezioso a rimbalzo e in difesa. Doppia doppia sull’asse
con Monk in avvio di ultimo quarto, garantisce con 7 rimbalzi
difensivi il muro che serviva a Charlotte per evitare che i
pericolosi Knicks possano avere seconde possibilità.
Alcune giocate di
qualità come il movimento sulla linea di fondo con appoggio spalle
all’out più FT, mancato però e lì deve migliorarsi rimanendo più
sciolto e concentrato in maniera meno tesa ripetendo meccanicamente
il miglior gesto che ha e andando con fiducia. Prestazione gagliarda
ed energia pura portata sul parquet nonostante il minutaggio non sia
altissimo.
Dwayne Bacon: 5,5
2 pt., 1 rimbalzo. 1/3 in 7:27. 1 TO, -7 in plus/minus. Gioca poco, per un voto che si stacchi più dalla sufficienza sarebbe servito vederlo di più ma le cifre non parlano a suo favore con il solo layup stretto in transizione a bersaglio.
Cody Martin: 6,5
5 pt., 4 rimbalzi,
3 assist, 1 rubata. 2/6 dal campo. Sembra inoffensivo, poi finalmente
dopo diversi errori va a metter la tripla dall’angolo destro. L’altro
canestro è ottenuto saltando Bullock con lo spostamento del peso a
sinistra, dribbling e flash dunk a due mani molto interessante. Un
pallone portato via a Morris in raddoppio ma in generale una difesa
attenta salvo quando si fa bruciare in partenza da Payton. La difesa
e i punti compensano i primi attacchi.
Coach James Borrego: 7
Fuori Batum, ripristinato Bridges, confermato Zeller, Willy come backup di Cody e dentro anche Martin. Alcune scelte di James sono fatte sulla base del momento e stavolta mi piace di più. La squadra esprime a tratti un discreto basket offensivo ma l’inizio partita è stato veramente brutto anche sotto il profilo del gioco. Biz out, Zeller e Willy catturano 20 rimbalzi in due.
Non ho mai fatto mistero che Kobe Bryant (Philadelphia 23/08/1978 – Calabasas 26/01/2020) non fosse tra i miei giocatori preferiti (questo perché scelse i Lakers invece di rimanere magari qualche anno a Charlotte) e lo scrivo subito perché odio i post retorici (per questo scriverò a 360° su di lui) in queste ore dove tutti ricorderanno Kobe ma ovviamente non ho mai nemmeno odiato Bryant.
Lo sport non dovrebbe essere fonte di
odio anche se delle vigorose rivalità possono sussistere ma devono
sempre essere risolte nei confini di un parquet senza sfociare in
altro.
Kobe il Calabrone che ha solo sfiorato
la nostra maglia, un destino già scritto con i Lakers che l’avevano
provinato e lo volevano a ogni costo.
Al Draft 1996 gli Hornets scelsero Kobe (alla numero 13 poiché qualche squadra come i Nets rinunciarono per paura Bryant puntasse i piedi per giocare solo in gialloviola) che tuttavia venne immediatamente scambiato con LAL per Vlade Divac e al povero GM Bob Bass (anche lui “lassù nei cieli”) verrà imputato di aver fatto il peggior scambio della storia NBA.
NEW YORK – JUNE 26: Kobe Bryant poses for a portrait after being selected by the Charlotte Hornets in the first round of the 1996 NBA Draft on June 26, 1996 at Madison Square Garden in New York, New York. Copyright 1996 NBAE (Photo by Andy Hayt/NBAE via Getty Images) [Via MerlinFTP Drop]
Ma il suo destino era già scritto, non era in Italia dove suo padre Joe venne a giocare per anni nella seconda lega più bella del mondo, quella italiana degli anni ’80; la spaghetti circuit, non era a Charlotte dove gli attuali Hornets avrebbero dovuto chiamarsi Spirit.
Era a Los Angeles, in California,
attirato dalla leggendaria aura gialloviola.
Proprio in California (a Calabasas) sul suo elicottero leggero Sikorsky S-76 Spirit Kobe ha perso la vita oggi insieme alla figlia Gianna Maria.
Le prime fonti riguardo al tragico
incidente shock arrivano da TMZ Sports.
L’elicottero (datato 1991) che porta ancora il nome del primo pioniere ex russo (oggi sarebbe ucraino) Igor Sikorskij, immigrato in America a cercar fortuna (deceduto nel 1972).
L’azienda fondata dall’autore del paradosso del calabrone sta collaborando alle indagini per capire che cosa sia successo, alcune fonti parlano di visibilità scarsa dovuta a nebbia ma tutto in queste ore sembra essere confuso e per ricostruire il tutto bisognerà aspettare.
Secondo le prime ricostruzioni l’elicottero sembrerebbe stesse dirigendosi alla Mamba Academy, l’accademia di basket fondata da Kobe stesso, gli allenamenti della figlia in mattinata quando l’elicottero perso completamente il controllo si è schiantato sul terreno prendendo immediatamente fuoco all’impatto.
L’incidente è avvenuto poco prima delle 10.00 della mattinata e il 911 ha ricevuto una telefonata alle 9.47, ma le decine di soccorritori, compresi 56 vigili del fuoco non hanno potuto salvare le persone a bordo, ormai era tardi.
La figlia tredicenne di Kobe e della
moglie Vanessa, era un astro nascente del basket femminile.
Proprio nel femminile c’è da ricordare
la controversa vicenda dell’accusa di stupro ai danni di Bryant che
in un hotel in Colorado, nel 2003, ebbe una notte di sesso con una
cameriera.
Fu accusato di stupro, la verità non
la conosceremo mai, di certo questa vicenda fece perdere a Bryant
diversi contratti tra cui quello con la nostrana Nutella.
Qualche anno dopo il dominio texano, Bryant vinse altri due titoli portando a cinque i personali anelli mentre con la nazionale a stelle e strisce arrivò a 36 partite senza subire una sola sconfitta.
Nel 2016 si ritira e al suo passaggio su ogni parquet gli viene già riconosciuto lo status di Leggenda dello sport in quel che sarà il “Kobe Tour” con un massimo in carriera di 81 punti contro Toronto.
Le contingenze mortali che hanno portato via nove vite in questo incidente (oltre a Bryant, la figlia e il pilota vi erano a bordo altre sei persone) non guardano in faccia a nessuno, non importa quanti anni hai, che colore di pelle hai, quanti soldi possiedi, di che sesso sei o per che squadra hai giocato.
Questo piccolo articolo non avrei mai
voluto scriverlo, avrei preferito fossi rimasto tra noi e aver visto
tua figlia diventare una campionessa di basket.
Sembra sempre che una cosa del genere
non possa mai accadere a un campione di tale calibro, che in qualche
maniera siano protetti dalla loro buona stella, purtroppo non è
così, in casa Charlotte come non ricordare Bobby Phills…
Da oggi nel cielo del basket splende una stella in più nella costellazione del Serpente (quella di Charlotte l’hai sfiorata) ma penso che tutti ti avremmo voluto ancora con noi per la gioia di chi ti ha amato e magari ti avrebbe accolto con gioia nel paese dove sei cresciuto.
C’è chi ti ha immaginato con questa canotta (in un universo parallelo magari). Ciao Kobe.
Batum torna a casa in Francia e per l’occasione ecco una mia caricatura per presentare il match.
Intro
Gustave
Eiffel nacque a Digione, in Francia, il 15 dicembre 1832.
Noto
per la Tour Eiffel, alla quale legò indissolubilmente il suo nome,
ebbe altre molte commesse.
Sua ad
esempio la struttura metallica utilizzata all’interno della statua
della libertà, dono della Francia agli Stati Uniti.
Oggi
“gli Stati Uniti” ricambiano e vano a giocare in Francia una
partita NBA, ma… tornando a Eiffel c’è da dire che riscosse molti
altri successi internazionali.
Dal
ponte sul Douro a Oporto, passando per la stazione ferroviaria di
Budapest (Nyugati), continuando con la cupola mobile
dell’osservatorio astronomico di Nizza per arrivare all’altissimo
ponte di Gabarit.
Nonostante le contrarietà
dell’élite intellettuale del paese e le problematiche dovute alla
costruzione della torre, Eiffel mise in piedi per l’esposizione
universale di Parigi nel 1889 il capolavoro al quale è
indissolubilmente legato fino a farlo diventare un eroe nazionale
anche se la torre avrebbe dovuto essere provvisoria ma alla fine,
dopo anni, fu presa (per un soffio) la decisione di lasciarla in
piedi, anche in funzione dell’utilità (l’inutilità era una delle
critiche mosse contro la torre) per esperimenti di meteorologia,
militari, ecc.
Da eroe nazionale si trovò
gettato in pasto all’infamia quando coinvolto negli scavi a Panama
(dopo anni di insuccessi della precedente compagnia che aveva un
piede e mezzo già dentro il fallimento), seguendo i lavori
concertati Ferdinand de Lessepes (costruttore già del canale di
Suez) del quale prese il posto.
Il sistema di chiuse
composto da conche ideato da Eiffel (il quale però votò contro)
fallì e i piccoli investitori furono ridotti sul lastrico.
Trascinato nell’infamia
venne prima condannato a due anni e a una sanzione, poi (già ricorso
in appello, non fece quindi prigione) venne assolto e provò a
riparare con parte del suo patrimonio in favore dei piccoli azionisti
ridotti alla miseria.
Qui se vorrete, potrete ritrovare una ricostruzione su Eiffel e la sua torre:
Ne uscì un uomo meno
“spaccone” di quello che si poteva percepire ai tempi del
capitano d’impresa.
L’analogia è con Batum,
nato il 14 dicembre (un giorno prima) 1988 sempre in Francia, anche
lui andato in America a cercar fortuna ma dopo i primi anni a
Portland il terreno sta letteralmente franando addosso al n° 5 di
Charlotte.
L’occasione per riscattarsi
è davanti al suo pubblico.
Provare a trascinare gli
Hornets a un’impresa storica o rimaner nella polvere degli ultimi
anni trascorsi mediocremente nella Buzz City.
Comunque vada, se la
costruzione della Tour Eiffel per qualcuno era data per difficile, la
gara di stanotte tra un team a 15-30 (gli Hornets) contro uno a 39-6
(i Bucks) è data per impossibile sulla carta.
Analisi
La
partita tra Charlotte e Milwaukee va come deve andare avrebbe cantato
Max Pezzali.
Dopo un
buonissimo primo tempo dei Calabroni fatto di feroce pressing,
movimento rapido offensivo senza palla e tiro da tre punti efficace
con tre giocatori già in doppia cifra (Monk 14, Rozier 11, Graham
10), Charlotte nel terzo quarto provava a resistere ma meno
brillantemente del primo tempo.
Charlotte,
anche sul +9, chiuderà sul 55-50 i primi 24 minuti davanti a R.
Turiaf, T. Parker, M. Jordan, Muggsy Bogues, Dell Curry, Perkins,
ecc.
Le
energie calavano e nel finale, oltre ai troppi rimbalzi offensivi
concessi arrivavano anche punti pesanti da Korver.
78 pari
a 12 minuti dalla fine.
In
avvio di ultimo quarto una rubata di Connaughton con schiacciata
segnava il primo vantaggio di serata dei Cervi i quali prendevano
decisamente il comando sfruttando la pausa Hornets nel crunch time.
Monk
nel finale, nonostante la doppia cifra di svantaggio, riusciva a
riportarci sul -6 ma un 1-8 finale chiudeva dei giochi già chiusi
per arrivare sul 103-116.
La difesa degli Hornets si è squagliata nell’ultimo periodo non consentendo il rientro alla squadra di coach Borrego mentre in attacco i giochi per aprire il campo non sono stati efficaci e rapidi come nel primo tempo con i Bucks più reattivi sul perimetro mentre sotto canestro hanno continuato a fare una rognosa guardia.
Charlotte
ha avuto la meglio nei TO (15-13), ai liberi (15/20 per l’83,3%
contro il 18/24 per il 75,0% Bucks) e al tiro da tre punti (35,9%
contro il 27,8%).
I Bucks
però hanno vinto la partita a rimbalzo con un 39-53 schiacciante
(8-12 gli offensivi sfruttati nettamente meglio dai verdastri) mentre
le percentuali dal campo sono state determinanti: 37,2% per
Charlotte, 50,6% per i Bucks.
La partita
Starting five
Bucks
all’Accorhotels Arena con il seguente starting five: E. Bledsoe (20
pt.), W. Matthews (2 pt.), K. Middleton (14 pt., 9 rimbalzi), G.
Antetokounmpo (30 pt. + 16 rimbalzi) e Br. Lopez (12 pt.).
Dalla
panchina George Hill chiuderà con 16 pt. Korver con 9 e DiVincenzo
con 8 pt..
Hornets
che inserivano in quintetto come ala piccola Batum giocando con:
Rozier, Graham, Batum, P.J. Washington e Zeller.
1° quarto:
Partenza che dava
la possibilità agli Hornets di portarsi in vantaggio ma Batum
liberatosi sulla linea del tiro libero colpiva corto il primo ferro.
Charlotte comunque
passava avanti l’azione seguente con Rozier in penetrazione al tiro
acrobatico alla tabella.
Le squadre
sbagliavano molto, Zeller tra due triple mancate rubava anche una
palla a Bledsoe ma dopo un fallo di P.J. su Antetokounmpo il greco
decideva di vendicarsi con entrata e potente schiacciata.
Graham a 9:22
infilava la tripla dalla diagonale sinistra per il 5-2, Milwaukee
segnava con Bledsoe al limite contro la verticalità d P.J.
Charlotte si
rilanciava con la tripla di Graham a 8:30 che beneficiava anche del
fallo leggero commesso da Matthews sullo spostamento diagonale
arretrato della nostra PG.
Gioco da 4 pt e
Hornets sul 9-4.
Zeller stoppando
Bledsoe conservava, Rozier da 3 a 8:13 bombardava per il 12-4.
Milwaukee
rispondeva con Bledsoe e la sua drive sotto Zeller e appoggio oltre
il ferro e con un gancio soft di Lopez.
A 7:19 Graham in
penetrazione trovava sotto Cody che ritardando si faceva saltare alla
cavallina da Giannis: canestro più fallo.
Gioco da tre punti
e Hornets sul 15-18.
Un deep 3 di Lopez
accorciava il gap a 4 punti, una buona difesa di Zeller che stoppava
Giannis era provvidenziale e anche se il nostro centro mancava il
tiro in entrata, ecco arrivare il tap-in di Batum.
Un gioco a due tra
Monk e Zeller portava i due in area per il teardrop vincente di un
attivissimo Zeller.
Lopez a 5:26
colpiva ancora da tre e Antetokounmpo mostrava l’euro-dunk arrivando
incredibilmente, ostacolato da due giocatori, a schiacciare.
Da una deviazione
difensiva di Williams nasceva l’azione che portava Monk dall’angolo
destro a infilare il catch n’shoot da tre punti per il 22-16.
Korver mancava
dalla destra la tripla colpendo la tabella ma rimpossessatosi della
sfera serviva Ilyasova che da vicino non falliva.
Monk provava
l’entrata impossibile e in salto, sulla discesa, flettendo indietro
la schiena resisteva al tentativo di stoppata infilando un circus
shot.
A 3:12 Graham
aggiungeva la tripla del 27-18 alla quale risponderà lo specialista
Hill per il 27-21 ma a 1:49 Rozier in transizione era fermato solo da
Ilyasova in stoppata ma fallosa vista la palla in fase di discesa
netta.
Hill replicava
dalla baseline sinistra dalla media su Bridges, Biz era stoppato in
mischia ma sul passaggio in angolo per DiVincenzo il rosso si faceva
sfuggir palla in mezzo le gambe fino a vederla rotolare fuori.
Il fallo di DiVincenzo stesso su Monk al tiro da tre in angolo destro costava tre tiri liberi e due punti ai Bucks che a :44.5 andavano sotto di otto (31-23) prima di chiudere con un FT di Giannis il quarto sul 31-24.
Marvin Williams al tiro. Serata in ripresa per lui.
2° quarto:
Hill inaugurava il
quarto dopo 15 secondi segnando una bomba dal lato sinistro e
Ilyasova da sotto riduceva lo scarto a due punti.
A 10:58 Rozier
imitava Graham con la tripla più fallo (Hill) completando la giocata
da 4 punti agevolmente.
Bender perdeva il
duello offensivo con il nostro spagnolo e sull’altro fronte
ricorrendo al fallo mandava Willy in lunetta.
L’iberico non
falliva a 10:25 per il 37-29.
Le finte di
crossover valevano a Middleton due FT (contatto creato con Batum in
salto fuori cilindro) e dopo i due della guardia arrivavano quelli
“normali” griffati Giannis.
Un rimbalzo
offensivo di Willy produceva una seconda opportunità per Charlotte
che era brava a sfruttarla con Williams dalla top of the key da tre
punti.
Sul 40-33 era
chiamato un blocco in movimento a Willy sul quale non sarò mai
d’accordo comunque sia, dopo un paio di errori di Charlotte arrivava
Batum dalla destra a correggere il tiro da sinistra di Williams
rimbalzato sul ferro.
Matthews infilava
il suo primo tiro sfruttando la tabella, Bledsoe ne recuperava altri
due ma P.J. con un passaggio ficcante pescava Zeller appostato a
sinistra del canestro per salire e schiacciare il 44-37.
Elbow dalla media
contro Cody e risposta di un coraggioso Monk in entrata tirato giù
da Lopez e Ilyasova.
2/2 a 5:34 e a
5:00 esatti su una palla sfuggente toccata da diversi giocatori e
portata involontariamente in angolo, la perseveranza di Graham finiva
per premiarlo, passaggio dentro con Monk e l’arcobaleno per il +9
(48-39).
Bledsoe con due FT
riavvicinava i favoriti e a 4:32 una sua scorribanda lo riportava in
lunetta (il cacciatore Monk sulle sue tracce commetteva fallo) ma
questa volta era solo ½.
Una lotta in area
tra Antetokounmpo prima e con Zeller poi era vinta dal greco che in
schiacciata mostrava il suo disappunto per il risultato maturato.
Il greco stoppava
Zeller ma fallosamente per la terna.
Il nostro centro
splittava e Milwaukee su una contro-transizione giungeva sul -3
(49-46).
DiVincenzo dalla
linea a 2:28 splittava per il -2 e per fortuna che dopo la tripla
mancata di Williams arrivava Bridges a contrastare Antetokounmpo.
Palla in rimessa
dal fondo per Charlotte che colpiva da tre con Williams libero dalla
diagonale sinistra.
Contatto
Ilyasova-Batum e l’attrito franco turco era risolto dalla terna con
il FT per il Cervo che andava anche lui splittando.
DiVincenzo
resisteva alla steal di Monk, palla che s’impennava, Rozier ci
provava poi senza riuscire a fermare la guardia avversaria.
Monk nel finale
dava sprint a Charlotte con la sua bomba e stoppata incredibile
lanciandosi su Ilyasova, bloccato con grande prontezza, precisione e
controllo del corpo da parte del nostro numero 1.
55-50 a Parigi all’intervallo pro Charlotte.
Due ex giocatori: il francese Turiaf a sinistra con Dell Curry, iconico, storico, simpatico e scanzonato giocatore degli Hornets oggi telecronista per Charlotte oltre a essere il padre di Steph Curry.
3° quarto:
La ripresa
iniziava male con due punti di Middleton, l’errore di Batum e nello
scontro tre P.J. e Antetokounmpo, entrambi con tre falli, aveva la
peggio il nostro difensore che giungendo a quattro era costretto a
uscire prematuramente dal parquet.
Un fallo di Rozier
su Bledsoe e i Bucks si presentavano minacciosamente sulla soglia del
-1 ma Graham in entrata guadagnava due FT realizzandoli a 10:38 per
il 57-54.
Batum trovava
Marvin pronto a catapultare tre punti per quota 60 e dall’altra parte
gli infiniti rimbalzi concessi a Milwaukee finivano per far segnare
ad Antetokounmpo due punti.
A 9:10 Graham
dalla baseline sinistra dava un po’ di ossigeno mentre a 7:46 i Bucks
con il greco continuavano a litigare dalla lunetta; ½ per il 62-59
al quale seguiva comunque l’entrata di Bledsoe per il nuovo -1.
Graham da sinistra
con il crossover e il cambio direzione rischiava appoggiando stretto
ma andava bene, Antetokounmpo piazzava il tap-in ma a 4:27 un big 3
di Graham in transizione ci riportava a qualche punto di distanza ma
l’immediato fallo di Biz su Giannis portava il giocatore del
Wisconsin in lunetta.
½, 67-64 con
Charlotte a reclamare un fallo, fischiato ma non sul tiro… a ogni
modo Monk andava a metter due punti in area con svitamento a una
mano.
I passi di Giannis
in partenza e la tripla di Bridges dall’angolo sinistro valevano alla
squadra del North Carolina il 72-64.
A 3:13 per fallo
di Graham, Milwaukee in bonus piazzava due FT, replicava un Monk
on-fire da sotto con l’alzata ma entrava Korver il quale riusciva a
cambiare volto al match.
Tripla a 2:46 e
dopo il tiro di Rozier dalla media oltre Lopez, Korver aveva una
battuta d’arresto con due bombe mancate ma i numerosi rimbalzi ancora
una volta concessi da Charlotte lasciavano a Lopez la possibilità di
metter dentro due punti semplici da sotto.
Hill con il
taglio, la ricezione e la dunk nello spazio di un secondo iniziava a
far diventar l’occhio vitreo a Borrego, il quale conscio delle
difficoltà riscontrate al momento, provava a chiamare un time-out.
Il tentativo
funzionava solo in parte perché Monk si dimostrava ancora caparbio e
capace di realizzare con morbidezza e scioltezza dal pitturato ma
un’altra tripla di Korver liberava le streghe sopra l’Accorhotels
Arena.
78-76, Monk per
una volta sbagliava con il passaggio lob corto verso l’angolo e dalla
steal s passava al tap-in di DiVincenzo (sull’errore di Korver) per
il pari a quota 78.
Con questo punteggio si avviava l’ultima frazione.
Malik Monk attacca il ferro. Ciò che dovrebbe fare. Malik chiuderà con 3 pt., massimo in carriera.
4° quarto:
Arrivare al finale
punto a punto era l’obiettivo di Charlotte ma l’attacco subiva uno
stop nei primi minuti mentre i Bucks inanellavano i canestri di
Connaughton (steal & dunk), Antetokounmpo (two and one per
trattenuta di Willy) fino all’1/2 di Hernangómez a 9:46 per il
79-83.
Si potrebbe ancora
giocare tranquillamente ma la pressione degli Hornets scemava e la
testa non aiutava, 5° fallo di Graham, 3 FT del gracchiante Korver
affondati.
Batum finiva in
lunetta ma come il compagno europeo, splittando attardava ancor di
più Charlotte che era battuta da Middleton andando quindi a
registrare un ritardo di 9 pt. (80-89).
Marvin a ):03 ne
recuperava tre con la bomba ma Charlotte non teneva più in difesa.
Da sotto
Antetokounmpo un paio di volte batteva fisicamente i nostri che
tornavano in lunetta con l’idolo di casa a 7:44 per fissare due FT
(85-93).
P.J. da sotto
finalmente segnava un tiro e si tornava a crederci per poco sul -6
(87-93) tuttavia Bledsoe da tre teneva a distanza il pungiglione dei
Calabroni.
Charlotte bloccava
per mano di Marvin, Bledsoe segnando anche due punti dalla lunetta
con il nostro numero 2.
Per una flebile
marcatura in anticipo di P.J., Giannis aveva spazio per la dunk anche
con il raddoppio di Marvin che finito a terra sull’azione successiva
guardava i Cervi realizzar altri due punti da sotto per l’89-100.
Fade-away dal
pitturato per Antetokounmpo che in pressione andava a commetter fallo
su Williams, bravo a realizzare due FT dalla lunetta a 4:21 (91-102).
Lo scambio Bledsoe
(entrata)- Monk (tripla) faceva girare lo schermo sul 94-104, Monk
sparava le ultime cartucce segnando altri 5 punti riuscendo a ridurre
il divario sul -9 (97-106) ma la difesa degli Hornets ormai
squagliata continuava a subire sino al 98-108.
Monk a 1:51 in
entrata era fermato solo con il muro in movimento.
Due liberi a segno
per il giocatore sul quale i Bucks non avevano risposta e 102-108.
Gli ultimi punti erano tutti targati MIL, salvo un punto come ritocco finale per Charlotte che chiudeva la gara sul 103-116.
Le pagelle
Terry Rozier: 5,5
13 pt., 6
rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 5/12 FG. -17 in +/-. Buon primo tempo
chiuso a 11 pt. con un gioco da 4 pt. Nel secondo a parte un jumper
dalla media su Lopez colleziona rimbalzi e qualche assist cercando di
porre un freno al team avversario come uomo capace in difesa ma non
vi riesce. Gli argini degli Hornets nel crunch time sono
complessivamente fragili e lui è troppo timido in attacco in quel
periodo. Complessivamente arriva quasi alla sufficienza dopo un primo
tempo tra il 6,5 e il 7.
Devonte’ Graham: 6
19 pt., 7
rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 6/13 dal campo, -4. Graham aggiunge 9
pt. nel secondo tempo dimostrando però di non essere il solito
durante il tempo decisivo del match. Aggiunge poco al resto delle
statistiche e il quinto fallo su Korver che regala 3 pt. agli
avversari sono quasi lo spartitraffico del match. Ad ogni modo la
prestazione è sufficiente pur avendo giocato meglio nel primo tempo
compresa una giocata da 3 +1.
Nicolas Batum: 4,5
5 pt., 6 rimbalzi,
5 assist. 33:32 in campo, -13 in +/-, 1/8 FG con 0/3 da 3 pt..
L’idolo di casa è acclamato a fine partita ma la sua introduzione
nel quintetto titolare è una cosa che non farebbero nemmeno al circo
per dignità. A ogni modo gioca e in più di mezzora mette in piedi 6
rimbalzi con 5 assist in una partita compassata con qualche spunto
sempre però finito male a eccezione di un tap-in che gli frutta gli
unici due punti realizzato lontano dalla lunetta.
P.J. Washington: 4,5
3 pt., 3 assist.
20:19 sul parquet, 1/5 dal campo, -13. Stare vicino a Nicolas deve
avergli fatto male. Limitato dai problemi di falli (chiuderà con 4),
anche ingenui, verrà estromesso velocemente per scelta di Borrego
dal match un paio di volte. Difesa morbida se non assente sul greco
per paura di provocare nuove chiamate contro, attacco scadente con
triple fallite a ripetizione quando sarebbero serviti i suoi
canestri. Completamente fuori fase finisce con un canestro piuttosto
ravvicinato, nessun rimbalzo e tre assist.
Cody Zeller: 5,5
8 pt., 2 rimbalzi,
2 rubate, 2 stoppate in 20:15. 3/10 dal campo. Gioca tutto nel primo
tempo quando lotta, combatte e vince compresa la finta in area su
Antetokounmpo per il gioco da tre punti. Nel secondo tempo ci prova a
abbassa nettamente la media tiro. 3/10 per un centro è pessima…
Willy Hernangomez: 5,5
3 pt., 1 rimbalzo,
1 assist in 7:47. -9 in +/-. Gioca poco, il problema è sempre la
difesa. Un paio di canestri troppo facili concessi con una trattenuta
su Giannis per l’and one e l’immediato richiamo in panca nell’ultimo
quarto. Buona partenza ma finisce per segnare solo tre tiri liberi
con un tiro mancato.
Marvin Williams: 6,5
18 pt., 6
rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/12 dal campo. +3. Quando
raddoppia o va su Giannis l’esito è meno scontato, nonostante
l’altezza qualche volta riesce a fermarlo sebbene perda un paio di
vigorosi duelli con lui. Anche lui non riesce a frenare i rimbalzi
offensivi degli avversari ma prova a metterci delle pezze con 5
rimbalzi difensivi e tre falli compreso l’abbraccio con trascinamento
a terra della star avversaria. In attacco qualche tiro in precario
equilibrio e uno forzato ma da fuori un importante 4/7…
Malik Monk: 8
31 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 10/17 dal campo. 8/9 ai liberi. 3 TO, -12 in +/-. Se aveste letto tutte le pagelle di Monk a oggi credereste che io sia un pazzo ad avergli spesso dato voti bassi ma i numeri non mentono sempre e le prestazioni di Monk a oggi non facevano intravedere nella vetrina francese una simile esplosione. L’aria parigina lo rivitalizza, gli dona tanta energia che sviluppa sui due lati del campo e a parte un’apertura fallita e due brutti passaggi, si fa vedere anche in difesa tentando il possibile ma è soprattutto in attacco a far la differenza. Top scorer del match, raggiunge anche il massimo in carriera. Senza affidarsi troppo alla tripla (3/7) quando va in entrata gli avversari non hanno soluzione per fermarlo. Spesso o è fallo o è canestro, un basket che trova spesso con movimenti morbidi, floater, arcobaleni, tiri acrobatici in poco spazio a contatto con i lunghi. Deve entrare e continuare a crederci. Ha le capacità tecniche e atletiche per continuare a farlo, è un problema di testa. Non si deve accontentare ma tirare fuori le sue capacità sera dopo sera dimostrando di aver fame per non esser il solito talento sprecato in NBA.
Miles Bridges: 5,5
3 pt., 2 rimbalzi
in 19:25. 1/5 FG. Scippato il posto da titolare, in difesa commette
qualche errore ma si fa poi apprezzare riparando alle cose negative
fatte. E’ in attacco però che non riesce a esprimersi. Brutte scelte
anche quando attacca per il layup a destra ma va corto mentre l’unico
canestro è costituito da una tripla dall’angolo sinistro.
Bismack Biyombo: 5
0 pt., 4 rimbalzi
in 7:40. +3. Prende due stoppate e quando è sotto la plancia
avversaria finisce per perder palla. Probabilmente da più gravità
alla difesa dei Bucks, sfruttata sul perimetro ma lui è in serata
veramente pessima. Non scende a 4,5 perché un paio di rimbalzi
difensivi li prende mentre gli offensivi li butta a mare…
Coach James Borrego: 5
Gran primo tempo con pressing, ritmo, buone percentuali. Tirato terzo quarto, squadra dissolta psicologicamente nell’ultimo quarto. Il risultato è nella norma, far giocare Batum titolare dopo averlo accantonato prima e riesumato per Parigi è una macchietta alla quale non mi sarei prestato. Probabilmente sarò stonato io ma credo che pur essendo business la NBA, una franchigia seria non avrebbe bisogno di farlo.
E’
iniziato da una ventina di giorni questo decennio, probabilmente non
l’ho ancora metabolizzato pensando di essere nel 2019 ogni tanto ma
considerando che avremo a disposizione ancora, compreso oggi, altri
3.634 giorni, penso inizierò a farci l’abitudine.
Charlotte
aveva iniziato bene questo 2020 ma poi sono arrivati sei stop
consecutivi a far scender la squadra a livelli più consoni a ciò
che si pensava a inizio stagione.
Niente
di nuovo rispetto al recente passato, insomma.
Forse
non c’è nemmeno molto di nuovo nella storia degli ultimi decenni e
prendendo come spunto, al di fuori del basket, la canzone di Raf,
“Cosa Resterà degli anni ’80”, considerando che sono cambiati i
tempi ma permangono guerre, scontri geopolitici, superficialità,
incensamento di figure senza valori usa e getta di fondo non
sembrerebbe esser cambiato nulla.
Anche
gli Hornets, nati nel 1988 sul parquet, sono tornati a essere una
squadra con un record molto basso sebbene i primi anni degli
originali erano giustificati da fatto di essere un expansion Draft.
Jordan
non è riuscito a dare una sferzata alle sorti del team e al sesto
anno in corso Charlotte ha poco da dire.
Poco
però non vuol dire nulla e dopo 4 sconfitte casalinghe e una
striscia di 6 aperta, i fan, che non vedevano i ragazzi dall’ultima
contro Toronto, prima elle 4 trasferte a Ovest, sperano sia la serata
adatta per mettere in circolo un po’ di felicità.
Evaporerà come gli anni ’80 e tutto il resto ma non potendo fermare “il tempo”, ci accontenteremmo volentieri sperando si lavori per tempi migliori.
Scontro statistico Fournier/Graham prima del match…
Analisi
Si va a
Parigi consapevoli che tra Hornets e Bucks c’è un divario
incolmabile a oggi.
Le
premesse non lasciano molte speranze.
La
squadra di Borrego nonostante giocasse in casa, inanella la settima
sconfitta consecutiva.
Si è
visto anche qualcosa di positivo con un Monk molto interessante più
propenso finalmente ad attaccare il ferro.
La cosa
gli è riuscita molto bene e anche P.J. ha supportato rimanendo più
abile nel primo tempo ma il backcourt titolare in serata ha fatto
cilecca.
La
doppia cifra di vantaggio ottenuta da Charlotte nel primo quarto
grazie a una partenza forte, scompariva velocemente e i Magic
andavano a loro volta oltre la decina grazie a un Ross da 5 bombe nel
primo tempo.
Nel
finale di secondo quarto Charlotte recuperava qualcosa arrivando
all’intervallo sul 45-51.
L’allungo dei Magic nel terzo quarto era netto e la squadra di Clifford andava trovandosi sul +17 grazie a una difesa svogliata e inesistente e una ttacco bloccato e limitato troppo spesso ad attacchi sparsi e lontani.
Un
break di 10-0 nel finale ci riportava sul 65-72 dopo aver messo
dentro anche Biz e Cody Martin.
I Magic però ancora una volta partivano sparati e i ragazzi di Borrego uscivano di gara in fretta dimostrando tanti problemi in difesa con Fournier che si aggiungeva come tiratore da oltre l’arco dopo un Ross calmatosi con Martin addosso ma Orando terminerà con 14/28 da tre ed è una delle squadre con la media da fuori tra le peggiori della lega…
I
rimbalzi sono andati ai Magic 39-47, gli assist (21-25) anche…
Non
serve a Charlotte il 15/20 ai liberi contro il 4/9 avversario se i TO
sono il doppio rispetto a quelli di Orlando (18-9).
La
squadra della Florida ha poi messo insieme percentuali di tiro
migliori: 38,2% per Charlotte dal campo contro il 47,8%… da tre
ancora peggio con Charlotte al 30,3% contro i Magic al 50,0%…
La partita
Starting Five
Orlando
con: Fultz (10 pt.), Fournier (26 pt.), Gordon (6 pt., 7 assist),
Birch (3 pt.) e Vucevic (24 pt. +10 rimbalzi).
Dalla
panchina: Ross con 19 punti e poi Carter-Williams e Clark con 5 pt. e
5 rimbalzi a testa.
Borrego per Charlotte ripristinava Cody e mandava sul parquet inizialmente: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington, C. Zeller.
Hugo e le dance brackets durante la presentazione del quintetto di casa.
1° quarto:
Palla
a due vinta dai Magic ma i primi a segnare erano i Calabroni con un
passaggio per Zeller che sulla corsa in area si inarcava mettendo
dentro un tiro leggermente forzato.
Graham portava sul
5-0 il risultato con il suo classico tiro staccato dall’arco a 10:54
poi Fournier sbloccava la casella zero anche per i Magic a 10:24 con
due punti ai quali ne seguiva uno da libero per opera di Birch a 9:45
(½).
Un lob di Cody
pescava P.J. in corsa, missione incognito vista la solitudine che gli
permetteva il vezzo di cambiare lato dell’anello per appendersi in
schiacciata.
Bridges forzava
l’uno contro uno e a contatto con il difensore usava l’eurostep per
trovare coordinazione e cambio mano per l’appoggio di sinistro.
Fultz rispondeva
in entrata ma senza oppositori e su una transizione un passaggio
dentro trovava due Magic soli: Vucevic raccoglieva e segnava il 9-7.
Charlotte
ripartiva con un numero fortuito di Graham, il quale puntando la
difesa avversaria slalomeggiava tra un paio di giocatori, fallo e
palla immediatamente rilasciata all’ingresso della zona dei due
punti, tabella e canestro più libero poi realizzato.
Birch in area e
Vucevic con gancio su Willy mettevano due punti a testa dal pitturato
portando i Magic sul -1 (12-11).
Charlotte
ripartiva con un bound pass di Batum dalla linea di fondo che
battendo sul pitturato centrale giungeva a Willy in corsa che
proseguendo aggiungeva una dunk rapida, potente e aggressiva.
A 4:30 Graham da
tre punti finalizzava una transizione, Gordon rispondeva usando il
fisico per andare dentro ad appoggiare in maniera un po’ ortodossa ma
funzionale quindi Graham pescava Willy i area che si girava verso il
canestro e rilasciava la sfera che entrava senza quasi muover la
retina per il 19-13.
Aggiungeva benzina
Graham con la tripla dal corner destro per il 22-13 da una quasi
persa di Batum con palla recuperata da Bacon che assistiva poi il
nostro numero 4.
Bridges dalla
lunetta a :1:39 mettendo i due tiri portava sul 24-13 la partita.
La corsa degli
Hornets però si arrestava qui, anche perché entrava in campo Ross,
pessimo ricordo dell’ultima partita di Regular Season dello scorso
anno con le sue triple.
La “Torcia
Umana” sembrava ripartire da dove aveva lasciato con una tripla poi
a 1:04 Willy puntando Bamba generava il fallo per andare in lunetta.
Un solo libero
realizzato e Charlotte tornava solamente sul +6 quando a :47.7 Ross
indovinava la seconda tripla di serata.
Bacon era stoppato, Ross mancava una bomba finalmente e Monk chiudeva il quarto con un fade-away frontale per il 27-19.
Willy Hernangomez in schiacciata nel primo quarto. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Clark imitava il
compagno inaugurando di tripla il quarto a 11:42 per i Magic;
Fournier ne aggiungeva due poi Monk a 10:55 sul tentativo di floater
ricevendo una manata da MCW da dietro guadagnava due falli e anche un
tecnico.
Il tecnico lo
batteva Rozier segandolo mentre Monk andava a vuoto entrambe le
volte.
Sull’appoggio di
Fournier in entrata facile in diagonale, Borrego chiedeva un time-out
ma la solfa non cambiava perché Bamba schiacciando due volte trovava
prima il pareggio e poi il vantaggio dei Magic per il 28-30.
MCW beffava la
nostra difesa guadagnando un 2+1 a 9:06 così i Magic salivano sul
+5.
Per Charlotte si
attivava P.J. che con la tripla aperta riduceva nuovamente lo scarto
a due quindi, dopo un tecnico battuto da Ross (7:41 per tre secondi
in area), ecco ancora P.J. a 7:18 pronto per il pari (34-34) a mezzo
tripla da circa la stessa posizione precedente.
Ross con P.J. e
Batum addosso incendiava ugualmente la retina, Charlotte in attacco
sbagliava la prima opportunità poi un pasticcio dei Magic apriva una
possibilità per Batum che era stoppato, la palla però rimaneva agli
Hornets che si buttavano dentro con Monk a tutta velocità per un
reverse layup oltre Bamba e il ferro con perfetta rotazione
dell’attrezzo principe del gioco.
A 5:56 Ross
cominciava a diventare antipatico realizzando ancora da fuori il
36-40 e diventava non gradito a Charlotte a 4:39 quando con la quinta
tripla consecutiva lanciava i Magic sul 36-43.
Rozier in un primo
tempo no mancava il tiro e si faceva battere da Fultz da sotto.
A 3:17 rispondeva
ancora P.J. da tre tirando ancora più velocemente, Vucevic con il
jumper lungo da due dalla diagonale destra batteva Cody ma P.J., pur
cambiando zona (questa volta in angolo sinistro) manteneva la mano
calda per infilare la quarta tripla di serata (42-47).
Una schiacciata di Gordon poi una palla persa da P.J. due punti in solitaria di Vucevic sul passaggio basso corto in entrata di Gordon e finalmente Charlotte con una tripla di Willy a :43.6 rispondeva per mandare in archivio il primo tempo sul 45-51.
3° quarto:
L’avvio di ripresa
era tragico per Charlotte che dopo essersi riavvicinata lasciava
segnare facilmente un paio di canestri a Fultz, Fournier si
risistemava fuori e dalla diagonale destra batteva Graham per il
45-58.
A 9:50 su una
transizione Zeller ricevendo un bound pass era spinto da Vucevic
riuscendo comunque a segnare a 9:50.
FT mancato e Fultz
liberandosi di Rozier e schermandosi successivamente arrivava a
depositare al ferro mentre sull’altro fronte Birch gettava a terra
P.J. in penetrazione.
½ del rookie
contrastato da due punti di Vucevic che portava a 14 il divario
(48-62).
A 7:59 tre punti
dalla top of the key di Fournier mandavano in estrema difficoltà
Charlotte.
Entrava in campo
per la prima volta in serata Biyombo mentre poco dopo Batum subendo
sfondamento da Gordon recuperava una palla.
Biz appoggiava di
sinistro in allungo a 6:41 ma dopo un errore di Graham da tre
(marchiano) Fournier da sinistra piazzava un lunghissimo due in
caduta.
Gli Hornets sul
lato corto trovavano il filo tra Rozier e Batum che provava da tre
segnando il catch n’shoot a 5:34 quindi Biz commettendo fallo su Ross
vedeva il bandanato avversario splittare per il 53-68.
Vucevic in
correzione correggeva anche il punteggio dei Magic sul 70 quindi,
dopo aver perso un’altra palla, P.J. rispondeva partendo da destra
arrivando in appoggio.
Gordon dal post
basso destro batteva P.J. passandolo sotto l’ala con il rookie
attento a non commetter falli avendo problemi numerici con essi.
Martin e Rozier
mancavano le triple e quando Iwandu in lunetta si presentava per due
liberi sembrava tutto perso.
Il giocatore con
le scarpe fluo però si abbagliava mancando i due FT e a 2:17,
commettendo un insignificante fallo su Rozier mandava in lunetta il
nostro numero 3 che otteneva altrettanti punti.
Ross era stoppato
da Cody Martin che faceva sussultare il pubblico che accompagnando la
transizione rimaneva deluso dalla tripla corta di Rozier ma Biz
stoppava MCW mentre sull’altro fronte Monk subiva un goaltending da
Bamba più il fallo di Iwandu.
Azione da tre
punti con il challenge mancato dall’ex coach Borrego e Hornets sul
61-72 a 1:43.
Per un fallo di
Bamba in attacco si tornava quasi immediatamente in lunetta
dall’altra parte con Biyombo bravo a mettere le due occasioni.
Martin faceva ancora sbagliare il pull-up da tre a Ross e Monk anticipando la sirena realizzava in fing and roll il 10-0 di parziale che trascinava Charlotte sul -7 (65-72).
Monk ha chiuso con 20 punti. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
La partita
purtroppo terminava in fretta poiché Graham metteva a referto un
altro air-ball, Fournier da tre invece centrava il bersaglio e dal
+10, dopo tanti errori e una stoppata di Bridges oltre il fondo
sull’ex MCW, ecco nascere il canestro Magic peri quella sporca
dozzina di punti di distanza.
MCW batteva Graham
fino ad arrivare al layup.
Malik attaccava il
canestro segnando sul contatto ma Fournier sfornava l’ennesima tripla
e a 8:23 nell’area degli Hornets spuntava anche Clark a depositare il
67-82.
A 7:58 Monk
segnava da vicino grazie a una second chance concessa da Martin a
rimbalzo.
Scambio di dunk
aggressive: feroce quella di Ross, potente quella di P.J. servito
breve da Malik.
Vucevic mancava il
primo tiro, fermato poi riprendendo in qualche maniera aveva ragione
della difesa degli Hornets.
Il centro dei
Magic piazzava anche una tripla aperta e un turnaround a 5:45 per il
+20 Magic.
A 5:14 Fournier
aggiungeva la tripla del 71-94mentre dall’altra parte ormai non ci si
dannava l’anima più di tanto.
Uno dei pochi era
Monk che ricevendo un lungo linea da Graham, schiacciava in reverse.
A 3:33 Graham d a
fuori metteva il 76-97 poi Vucevic stoppato da Biz recuperava la
palla e in uscita dall’area, pur marcato, tirava da tre colpendo la
tabella per veder incredibilmente la sfera entrare.
Monk nel finale metteva ancora 5 punti prima che Martin ritoccasse sull’83-106 il punteggio finale.
Le pagelle
Terry Rozier: 4,5
4 pt., 4 assist, 4
rimbalzi, 2 rubate. 4 TO, 0/6. -10 in +/-. Pessima partita, brutta
difesa, attacco ancor peggiore tra passaggi TO e tiri mancati. Ne
manca 4 da fuori e altri due da due pt.. Non mette un solo tiro dal
campo ma fa 4/4 ai liberi. Tutto 4, voto? 4,5…
Devonte’ Graham: 5
15 pt., 2 rimbalzi, 6 assist. Buon primo tempo da 12 punti, perde il filo nel secondo tra air-ball, errori da tre e da due, ecc segnando da tre solo quando non serve. Senza il suo apporto Charlotte esce di scena rientrando un po’ in sé nel finale con una tripla e un assist lungo-linea. 5/17 dal campo (4/12), 2 TO., -16.
Miles Bridges: 4,5
4 pt., 2 rimbalzi,
1 assist, 1 stoppata. 1/9 dal campo, -16. A parte la stoppata su MCW,
la difesa è una delle peggiori secondo me e oltretutto anche solo
due rimbalzi.
P.J. Washington: 6,5
19 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. 7/12 dal campo. -14. 3 falli, ben 4 TO che pesano nel secondo tempo. Le sue triple sorreggono Charlotte nel primo tempo tenendola in gara. Nella seconda parte latita un po’ segnando solo 5 punti e commette troppi TO.
Cody Zeller: 5,5
4 pt., 9 rimbalzi, 1 assist. -23. Ci sono i rimbalzi, non i punti con un 2/6 in 22:43… La difesa non esiste quasi dopo il buon inizio su ambo i fronti.
Nicolas Batum: 5,5
3 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 16:58, pronto per Parigi sperando non ci sia un altro outsider boss a sparargli in faccia come Ross stasera. Prende qualche rimbalzo e un altro sfondamento grazie all’esperienza senza essere un flopper.
Dwayne Bacon: 5
0 pt., 2 rimbalzi,
4 assist, 1 rubata. 0/3 dal campo. Media tiro inesistente e una
stoppata presa da dietro in entrata. Unica cosa positiva è la palla
passata a Graham per la tripla nel primo quarto.
Malik Monk: 6,5
20 pt., rimbalzo,
2 assist, 1 stoppata. Gran serata. Attaccando il ferro finalmente
mostra qualche numero in entrata. Diverse sono le realizzazioni
compreso il reverse layup oltre Bamba e l’anello per uno spin
perfetto. Difesa rivedibile come molti ma attacco fantastico compresa
una reverse dunk nel garbage time. 21:35, -2 2in +/-.
Cody Martin: 6
2 pt.,
2 rimbalzi, 1 stoppata. -9. Ottima difesa su Ross e a rimbalzo
offensivo è bravo, a volte non riesce a recuperarli ma è sempre lì.
Bismack Biyombo: 6,5
4 pt., 2 rimbalzi,
2 stoppate. 2 TO, 3 falli. Entra nel terzo quarto e da una buona
spinta con la sua fisicità. Commette tre falli veloci e va a perdere
una palla non riuscendo a gestire il passaggio interno. Due FT a
segno.
Willy Hernangomez: 6,5
8 pt., 2 rimbalzi.
3/3 dal campo compresa una tripla e un errore ai liberi. Sempre un
po’ morbido dietro, aggressivo e bravo in attacco. Provato nel primo
tempo poi non rientra più.
Coach James Borrego: 5,5
Le prova tutte. Rilancia Zeller titolare, fa entrare Willy nel primo quarto e poi Martin/Biyombo nel terzo quarto. Idee interessanti ma se i suoi top player giocano così non otterrà molto.
Nel mezzo della stagione regolare, in un periodo nel quale le squadra provano a cambiare il loro volto con trade atte a migliorare il roster, uscire dalla luxury tax o abbassare il monte ingaggi per creare spazio in vista della nuova stagione, gli Hornets stanno cercando di trovare una loro fisionomia per capire chi dovrà rimanere e chi invece non sarà più parte del progetto.
A livello marginale, apriamo una parentesi, diciamo subito che il two-way Robert Franks (uscito undrafted da Washington State), di base a Greensboro e con zero presenze tra le fila degli Hornets è stato tagliato.
Il suo posto per ora è stato preso da Ray Spalding, ala da Louisville che prenderà il numero 26 e probabilmente (dato il cognome) verrà palleggiato tra Greensboro e la panchina degli Hornets alla bisogna.
C’è da dire che per necessità (brevi infortuni) e altre questioni, Borrego ha sperimentato ancora di questi tempi ma, dal mio punto di vista, quel brodo primordiale, quella melma cosmica calda e informe che a inizio Regular Season caratterizzava il camaleontismo della squadra ora appare invece come materia più distinguibile e conoscibile nelle caratteristiche principali.
Charlotte in avvio di stagione aveva
sorpreso gli addetti ai lavori poiché la supposta qualità infima
del roster (ovviamente sempre paragonata a quella degli altri team)
non faceva prevedere nulla di buono.
Nelle ultime 14 partite il magnetismo
negativo che attrae Charlotte verso il nucleo bollente del Draft sta
facendo il suo effetto.
Due vittorie e una dozzina di
sconfitte, a blocchi di sei con una striscia negativa da rompere
ancora aperta.
Avevamo detto che non sarebbe stato
facile sopperire all’assenza dei principali scorer che hanno aiutato
Charlotte la scorsa stagione (Walker, Lamb e Tony Parker) ma un avvio
promettente con una squadra capace di giocare a basket in maniera
corale aveva esaltato le qualità di Devonte’ Graham, il classico
prototipo di giocatore sul quale quasi nessuno avrebbe puntato un
centesimo e invece è stato capace di cambiare il corso di diverse
partite con canestri decisivi o serate da favola realizzativamente
parlando.
Oggi qualcosa ha frenato e partiamo
asserendo che il ritmo potrebbe essere un problema.
Rozier avrebbe voluto una run & gun
ma oggi Charlotte ha razionalizzato buona parte degli attacchi poiché
a difesa schierata deve necessariamente far girar la palla per trovar
varchi buoni per un tiro non forzato se Graham e Rozier non inventano
qualcosa.
Gli Hornets sono “lenti” con un
pace di 97,6 possessi in 48 minuti detengono l’ultimo posto nella
NBA, scesi alla mia ultima misurazione dal venticinquesimo posto
precedente.
Oggi ha carburato anche Rozier, il
quale per il suo modo di giocare un po’ dispendioso quando stecca la
serata lo fa in maniera pesante.
E’ successo recentemente con Phoenix ed è successo sempre contro i suoi compagni di Boston ma “Scary” sta salendo vertiginosamente tra i migliori del roster alla prima esperienza da titolare e insieme a Graham dalla distanza hanno segnato complessivamente 280 triple su 714 tentate per un 39,2% che guida il backcourt duo in testa alla classifica di questa particolare statistica davanti a ogni altro tea NBA.
Le percentuali dei migliori backcourt titolari nel tiro da tre punti prima di Denver. Dopo la gara in Colorado gli Hornets hanno rafforzato ulteriormente la loro posizione. Per quest’anno gli Spalsh Brothers sembrano essere i nostri…
Partendo da questi presupposti
sembrerebbe che con due giocatori, interpreti di un basket moderno,
non ci siano poi particolari problemi, in realtà ve ne sono alcuni
personali sui singoli ma attraverso le statistiche di squadra
cercheremo di capire cosa non va.
Innanzitutto il supporting cast è
aleatorio.
Al ritmo è infatti legato anche il
fattore assist e se pensiamo che Rozier con Graham ne smazzano 12,1 a
partita mentre per superare di poco questa cifra ci vogliono altri 7
giocatori a seguire nel tabellino assist, ecco un altro dei motivi
per cui Charlotte stenta.
P.J. Washington è il giocatore migliore a supporto ma essendo un rookie ha delle pause e non è esperto in difesa e qui entra in gioco l’abilità del singolo: avere un giocatore completo su ambo i lati del campo fa ovviamente la differenza.
P.J. è uno che sa come procurarsi un canestro anche da solo sebbene non sempre le sue iniziative vadano a buon fine ma mostra sprazzi di talento in movimento.
Miles Bridges sta cercando di tenere il passo del rookie ma con un maggior spreco di tiri dato il minor talento offensivo, sugli scarichi da tre è sufficiente a livello di percentuali ma spesso non trova la serata inanellando errori che, insieme ad altri attacchi dei compagni, portano il team fuori dal match.
In questa azione si cerca di ribaltare l’azione con uno skip pass dopo aver visto Toronto prestare tutta l’ayttenzione sul lato forte ma in questo caso purtroppo Bridges non riuscirà a chiudere portando i punti per il pari.
In ripresa difensivamente, certo non
può competere con i lunghi più alti e pesanti, lì il problema è
che Biyombo, Zeller e Hernangomez continuano a far fatica.
Ne risulta che complessivamente le
squadre avversarie segnano il 47,9% dei loro tiri, percentuale che
lascia Charlotte al 28° posto in classifica e nel pitturato la
percentuale sale drammaticamente al 55,8% per il ventinovesimo posto.
In totale il Drtg dice che ogni 100
possessi prendiamo 113,3 canestri (27° posto pur avendo abbassato il
113,8 dopo le prime 22 partite) con una media punti subiti di 110,6
(16^ in NBA) anche se qualche squadra in alcuni larghi finali ha
frenato o avremmo una posizione più in linea con le statistiche
difensive menzionate precedentemente.
Altro aspetto di rilievo per trovare
una chiave che fermi la facilità con la quale gli avversari vanno a
segno sono gli assist (27,1 a partita, ultimo posto) che le squadre
avversarie riescono a offrire ai propri giocatori.
Dalla linea dei tre punti subiamo il
35,8% (18^) ma sono gli attacchi da drive and kick, i passaggi sotto
il canestro che si faticano a tenere anche perché spesso la prima
linea di contenimento viene passata con un blocco, un pick and roll o
semplicemente presa d’infilata con il risultato di produrre un
vantaggio che Charlotte spesso non sa fermare.
Qui sotto vediamo Biyombo, alto a Denver, il passaggio dentro senza un rim protector crea una situazione di difficoltà subito punita.
In genere in queste situazioni se per un cambio o altri motivi, Biyombo alto viene puntato da un piccolo non ha la velocità necessaria per contenerlo.
In questo caso il congolese, giocando a uomo, cerca di negare il passaggio a Jokic mentre sulla destra si verificano due blocchi orizzontali sugli esterni.
Monte Morris, il bloccante più interno dei Nuggets crea un blocco cieco e sullo scatto di Grant (n° 9 dei Nuggets).
Rozier viene leggermente sorpreso così né fa bump né fa realmente cambio riuscendo solamente a sfiorare la palla che pervenendo al lungo, all’interno del pitturato e nonostante i tre difensori, con Bridges a togliersi, probabilmente preoccupato per un eventuale passaggio sull’uomo esterno a sinistra libero, lascia a P.J. il compito di fermare l’avversario.
Salto fuori tempo e fallo a evidenziare una serie di carenze difensive della squadra che dovrebbe comunicare di più trovando soluzioni a questo tipo di giocate.
Grazie a Matteo Vezzelli per la visione, il confronto e la lettura con linguaggio più tecnico sull’azione soprastante e su quella che andremo a vedere di Rozier a Dallas.
Borrego in queste partite ha provato un
po’ di tutto, un po’ per via di qualche breve mancanza per infortunio
di qualche giocatore (vedi P.J. per la frattura al dito o Marvin
Williams per quella al naso) rinunciando a ciò che spesso faceva a
inizio annata con la small-ball.
In un paio di occasioni ha provato
Zeller come PF attuando una doppia torre, soluzione che potrebbe
essere presa in considerazione e ricalcata contro squadre più
fisiche, magari tentando la carta Hernangomez che a rimbalzo in
genere arriva più spesso del meno atletico (da fermo) Zeller.
I FT concessi a bersaglio sono pochi,
solo 14 a partita per gli avversari (siamo al primo posto), la
squadra è fin troppo corretta (2^ piazza per i concessi) quando a
volte servirebbe arrangiarsi un po’ come fanno le altre squadre.
Considerando Biyombo come titolare,
vediamo un po’ la panchina, specialmente in relazione all’attacco che
ultimamente ha raggiunto il suo nadir a Denver, surclassata da quella
dei Nuggets.
Si sta evidenziando una carenza
permanente di scorer: la siccità di punti, per differenti motivi,
interessa spesso Batum, Bacon, Monk, Cody Martin, MKG e Marvin
Williams.
Il francese si dedica ad altro sul parquet e sta abbassando vertiginosamente la sua media punti, Bacon sta vivendo un momento pessimo, Monk come realizzatore si sta dimostrando un fallimento e da tre punti a parte qualche episodio top ha statistiche inguardabili, Cody Martin è primariamente un difensore e utilizzato marginalmente, MKG sappiamo chi è mentre Marvin Williams è stato legato allo scoglio per impedire alle sirene di altre squadre di portarlo via ma a fondo stanno finendo le sue statistiche.
Qui possiamo vedere le statistiche a oggi della squadra raffrontate con quelle degli avversari nei nostri confronti:
Principalmente ripercorriamo le più
avvincenti partite tra le ultime 22 giocate.
Tra i top moment (pochi) da ricordare
la vittoria a Dallas all’OT con un super Rozier, quella precedente a
Cleveland di tre punti (109-106) e tornando indietro nel tempo quella
a Chicago (non una bella partita ma solidissima) che arrivava dopo
quella ottenuta a Brooklyn.
Charlotte ha combattuto ma ha perso
diverse partite sul filo; game 31 a Cleveland 98-100 con l’errore di
Rozier da tre sulla sirena, l’OT casalingo con i Thunder (102-104) e
i due FT di P.J. mancati per io secondo supplementare quindi anche
quello con i Raptors per 110-112 con il tiro senza spazio da fuori di
Rozier fino ad arrivare a Portland con la stoppata all’ultimo secondo
di Bazemore (fresco di trasferimento a Sacramento) su Graham per
conservare il 112-115 ed evitare il supplementare.
Prossime partite
Charlotte ha giocato a oggi 20 partite in North Carolina contro le 24 in trasferta vincendone solamente 7 all’Alveare. Deve migliorare soprattutto tra le mura amiche.
Uno stacco di cinque giorni per
Charlotte, già giunta a 44 partite il 15 gennaio (nessuna altra
squadra ne aveva giocate così tante), sarà provvidenziale per
riordinare le idee e riposarsi.
Il Paris Game che arriverà quattro
giorni più tardi della ripartenza casalinga con Orlando sarebbe
stata una tassa troppo pesante da pagare per una squadra al limite
con ambizioni playoffs, ma per Charlotte che non ne aveva, ciò può
essere stato un danno solo sotto il profilo di qualche vittoria
magari sfuggita per aver avuto meno energie degli avversari.
Dopo le gare contro Magic e Bucks
(Parigi il 24considerata home game), altra gara casalinga per gli
Hornets contro New York e poi trasferta contro i Wizards e chissà
che in questo pacchetto di gare non arrivino almeno un paio di
vittorie finalmente.
Entrando in febbraio la trasferta a San
Antonio inaugurerà un calendario poco carnevalesco con Orlando in
casa, Houston fuori, Dallas in casa e poi ancora in road tour a
Detroit e Minneapolis prima del break per l’All-Star Game.
Si riprenderà il 20 con la squadra a
Chicago, Brooklyn in casa, Indiana fuori, New York in casa e Toronto
in Canada.
Arriveranno quindi a inizio marzo 4
partite casalinghe: Milwaukee, San Antonio, Denver e Houston, quattro
clienti non facili sperando che l’effetto Hive si faccia sentire in
qualche caso.
Si andrà quindi dalle rivali
divisionali Atlanta e Miami per chiudere questo ciclo sino a gara 66
in casa contro Cleveland.
A regola potrebbero anche arrivare 9/10
vittorie ma la frenata di Charlotte in vista Draft preoccupa.
Il calendario da qualche occasione
buona ma incombe anche la finestra mercato che potrebbe stravolgere
la squadra anticipando giugno per creare ulteriore spazio e agire in
estate d’anticipo.
Voto reparti
Prima di iniziare ecco la Depth Chart generale:
Statistiche tratte da Basketball Reference.
PG: 7
Rozier
e Graham (Devonte’ parte da SG per giocar da titolare ma è in realtà
l’uomo assist della squadra) continuano a produrre la maggior parte
dei punti per gli Hornets rimanendo in vetta ai top scorer della
squadra e primi da tre punti per percentuale di triple nel
combo-backcourt.
In generale prendono molti dei tiri della squadra con 682 (Graham) e 670 (Rozier) per finire attualmente al 17° e 20° posto nella NBA in questa statistica (consideriamo anche le partite giocate in più da Charlotte).
Questa invece è la tripla che spareggia la partita a Dallas.
Situazione triangolo con un 3 fuori sul lato forte, 2 sul lato debole e un lungo dentro.
La palla, gestita da Graham, viene passata a Bridges che raddoppiato riescea gestire la palla e dal possibile vantaggio Dallas ci si trova con una difesa collassata, difensori molto flottati con Seth Curry ad andar a prendere la linea di passaggio su Graham più vicino a canestro ma la palla con il classico skip pass per Rozier che a quel punto con ampio spazio sfrutta la propria bravura tecnica nel realizzare da fuori avendo spazio.
Sono il
cuore della squadra e danno energia, purtroppo i loro cm a volte ne
fanno vittime designate su qualche conclusione, chi non è alto 2 mt.
potrà capire… I due smistano 12,1 assist a partita e per superare
di poco questa cifra ci vogliono ben 7 giocatori a roster a seguire.
SG: 4,5
Bacon,
Monk. Si salvi chi può era stato il mio commento la scorsa volta.
Più
inaffidabile di una promessa di qualsiasi governo italiano nei tempi,
come SG dovrebbero bombardare ma come l’Italia al massimo presta le
basi all’alleato più potente per bombardare il vecchio “amico”
Gheddafi.
Monk da oltre l’arco sta sfidando le percentuali di MCW quando giocava da noi e Bacon è uno dei giocatori più stoppati della squadra oltre ad aggiungere poca pericolosità se non si getta dalle parti del canestro.
Le ultime partite di Monk. Dopo il minutaggio vi sono i tiri dal campo tentati e realizzati, relativa percentuale e a seguire le parimenti statistiche sul tiro da oltre l’arco. Come si nota, il Monaco stenta molto da fuori.
SF: 5,5
Bridges,
Batum, Caleb Martin, Cody Martin. Bridges è un po’ in ripresa su
ambo i lati del campo ma troppo spesso non riesce a chiuder la
giocata a dispetto delle capacità atletiche.
Batum è
rientrato ultimamente nelle rotazioni dedicandosi ad aspetti del
gioco difensivi o come uomo assist in attacco. I punti di media son
precipitati vertiginosamente ma in difesa non mi è dispiaciuto anche
se il suo rilancio probabilmente passa nell’ottica “reclame” per
il Paris Game.
Caleb
Martin è ancora oggetto misterioso per la prima squadra e Cody ogni
tanto fa la sua breve apparizione quando Borrego ha bisogno di
giocarsi un jolly difensivo non sapendo più a che santo votarsi.
PF: 6
P.J.
Washington, Marvin Williams, MKG, J. McDaniels.
P.J. è
stata la pesca miracolosa.
E’ un
rookie e porta con sé tanti difetti di inesperienza, specialmente
sulla gestione difensiva, in contenimento a volte e giocandosi dei
falli istintivi quando non dovrebbe farli e risparmiandone altri
necessari ma in attacco è multidimensionale.
Gli
altri abbassano la media a partire da Marvin Williams in periodo no,
rottura del setto nasale a parte sta tornando a essere inconsistente
così la panchina ne risente.
McDaniels
si è a malapena affacciato in una mezza partita mentre MKG
nonostante sia palese non faccia più parte del progetto, nel bene e
nel male la sua dignitosa sufficienza la sta portando a casa senza
far nulla di eccezionale.
C: 5
Biyombo,
Zeller, W. Hernangomez.
La
difesa dell’anello continua a essere una chimera.
Questo
trio ha il suo limite e ha le sue colpe anche se a volte il lungo di
piantone viene semplicemente preso in mezzo sulle entrate non
contenute.
C’è un
concorso di colpe ma sicuramente in generale nell’uno contro uno con
i top della lega il paragone non regge per limiti offensivi o
difensivi.
A
rimbalzo offensivo Zeller è decimo nella lega con 115 rebound mentre
Biyombo è 17° con 97 ma qui incide sempre il fattore vantaggio
numerico nelle partite giocate.
In generale Zeller è più portato al rimbalzo e la correzione offensiva (spesso nemmeno bella da vedere) ma guardando i rimbalzi in difesa non compare nessun Hornet nella classifica dedicata pur avendo il vantaggio di partite in più…
Nella partita di Chicago Zeller, dopo aver portato un blocco, si ritrova palla in mano e avendo spazio decide di attaccare riuscendo alla fine a correggere il suo stesso errore in qualche maniera.
Due rapide
apparizioni a garbage time contro Atlanta e Indiana nelle larghe
sconfitte poi spola con Greensboro la casa base o madre se preferite.
Gioca in G-League
a Greensboro, la squadra affiliata agli Hornets che quanto a
sconfitte ha doppiato i fratelli maggiori (striscia di 6 L aperta per
Charlotte, di 12 per Greensboro) nonostante i suoi 19,8 pt. di media
in 35,6 minuti a partita.
45,8 dal campo con 3,8 assist a partita ma squadra ultima in classifica nella Eastern con un record di 4-20.
Bacon era partito
da titolare in stagione finendo per giocare 10 partite da starter
come SG e a oggi ha una media di 18,3 minuti a partita dopo
l’arretramento in panchina con 6,5 pt. di media.
Rientrato
mediocremente nei ranghi ha perso identità e conseguentemente
fiducia anche giocando da ala piccola per un 54,0% stimato.
Sembrava avere un
ruolo più prettamente difensivo gli anni precedenti ma qualche buona
prestazione offensiva l’aveva scoperto come eventuale outsider di
serata tanto da provarlo al posto di Monk come titolare.
Il 36,4% dal campo
con il 29,2% da tre dice che “Er Pancetta” non è assolutamente
in un momento felice.
Eppure dal 31/12
contro Boston continuando il 2/1 contro Cleveland aveva iniziato a
trovare n buon periodo al tiro pur con qualche passaggio a vuoto.
Contro Phoenix il
10/15 dal campo aveva aiutato molto ma due sanguinose palle perse nel
finale forse hanno lasciato un segno in Dwayne che a Portland e
Denver ha chiuso con un 3/12 complessivo tra fade-away da tre punti
improbabili ed entrate stoppate anche da dietro oltre a difficoltà
difensive, TO, ecc.
Nelle ultime 12
partite registra un contenuto -23 in +/- complessivo ha un 45,3% da
sotto canestro con 9 and one e 18 stoppate subite ma in mancanza di
spazio dall’arco la soluzione al ferro per Bacon rimane la migliore
viste le altre percentuali dal campo inferiori e a macchia di
leopardo.
Per il momento rimane il peggior giocatore del nucleo reale di Charlotte.
Il Sole sorge a
Est, infatti, prima ha illuminato la Francia di Batum e poi la Spagna
campione del mondo di Hernangomez.
L’iberico è
chiuso dalla non irresistibile coppia Biyombo/Zeller che si
dimostrano ancora più completi e meno volubili (un po’ distratto e
il 47,8% dalla linea da un’idea) dello spagnolo che tuttavia aveva
giocato sopra i 10 minuti solo due volte i stagione mentre nelle
ultime 4 partite ha giocato altre tre volte sopra i 10 minuti.
Il minutaggio di
media quindi non è alto (7,3) ma lo spagnolo nelle ultime tre
partite giocate ha fatto registrare un 14/16 dal campo provando a
rilanciarsi.
La base media dei
fan non lo vede ancora di buon occhio per la fragilità difensiva
maggiore rispetto a Biz e Cody ma i 16 rimbalzi in 37:48 (i minuti
delle ultime tre giocate) strizzano l’occhio, se non a un posto tra i
titolari, a un maggior minutaggio visti i problemi a rimbalzo di
Charlotte.
Fossi in Borrego
lo proverei contemporaneamente a uno dei due centri (più con Biz)
spostandolo in PF, soluzione che aumenterebbe i cm e la verticalità
della squadra visto che in stoppata lo 0,3 sarebbe in linea
probabilmente con le statistiche degli altri due centri in caso.
Nonostante tutto
segna 4,4 punti di media (10°) e i 2,8 rimbalzi di media potrebbero
aumentare ma sarebbe comunque una sperimentazione da verificare sul
campo a livello di tenuta complessiva della difesa.
Oggi tira con il 30,0% da oltre l’arco e tra i centri è quello con la mano migliore, sfortunatamente a Charlotte non sono riusciti a creare una specie di Frankenstein che intersechi le migliori caratteristiche dei nostri tre centri.
Malik Monk è il classico giocatore
bello offensivamente da vedere quando ha voglia, fiducia e spazio ma
complessivamente, nonostante a inizio carriera credessi in lui, è
anche uno di quelli che ti fa perder le partite.
Perché?
I perché lo dicono i numeri: 19,2
minuti di media (partendo dalla panchina, fattore non trascurabile
visto che spesso si confronta con le seconde linee), discreto 42,2%
dal campo ma drammatico 25,7% da tre punti, 79,2% dalla lunetta,
parziale ma peggior dato da inizio carriera (è al terzo anno) 0,2
stoppate e 1,2 perse a partita.
8,2 punti di media, -69 nelle ultime 11
partite giocate come plus/minus…
Con lui sul parquet, anche se non è
più ingenuo a livello difensivo (persiste a volte la tendenza di non
riuscire a fermare l’avversario) Charlotte prende veloci e pesanti
parziali.
Da palle perse a tiri che aprono
transizioni o più frequentemente posizionamenti non adeguati e
close-out mosci nascono vantaggi che non sempre Charlotte sarà in
grado di recuperare.
Fa scintillare gli occhi quando in
qualche incursione riesce ad aprire le ali e a sganciare qualche
schiacciata pirotecnica delle sue, oltretutto i muscoli che ha messo
su in estate sembrerebbero inutilizzati visto che troppo spesso si
affida alla soluzione da tre punti quando potrebbe chiedere un pick
and roll e andare nel pitturato ad alzare un floater o mettere un
layup, soluzione che oggi rientrerebbe più nelle sue corde avendo la
stessa velocità ma kg in più per resistere a eventuale “urti”
ma non attaccando il ferro finisce per sprecare il suo talento
offensivo, mentre sul lato difensivo purtroppo se c’è la possibilità
c’è da remare per lui.
Nelle ultime partire non ha spostato (20/64 FG) in attacco e soffrendo in difesa Borrego gli ha ridotto il minutaggio fino al turno di stop a Denver.
Il francese è rispuntato nelle ultime
4 partite dopo esser stato ai box per 7 game consecutivi.
Dal punto di vista offensivo il 6/17
dal campo (14 pt.) in queste 4 gare non è lusinghiero ma dai 13:47
giocati a Salt Lake City è passato a un minutaggio da oltre 30
minuti, all’improvviso.
Nel resto della stagione gli era
capitato di salir sopra la mezzora solamente altre due volte…
Sta sicuramente togliendo minuti a Cody
Martin.
Il rilancio dal mio punto di vista
passa per due fattori.
Il primo è che sia uno (bello?) spot per la NBA in programmazione della gara parigina il 24, il secondo è che pur non segnando molto e facendo la parte del saggio (quello che non si muove molto sul parquet ma suggerisce e consiglia gli altri in campo, vedere quanti FT ha ottenuto in stagione, ovvero 6 dei quali 5 contro Detroit in una partita sola, 6/6, 100% paradossalmente) sul parquet, sta fornendo qualche assist (7 a Denver a solo 3,0 di media in regular season) e soprattutto sta riuscendo diverse volte a fermare nell’uno contro uno i suoi avversari.
Un Batum “affarista istituzionale”…
Se lo attaccano in velocità non è
sempre irreprensibile ma quando tiene la giusta distanza
dall’avversario in uno contro uno ultimamente sta riuscendo spesso a
vincere il duello con la sua difesa, inoltre ha forzato qualche TO
avversario ed è riuscito a piazzarsi abilmente per subir qualche
sfondamento oltre a esser quarto nel team con 0,8 nelle rubate e
quinto a rimbalzo con 4,4 di media.
Nullo in entrata tira con il 36,6% dal campo ed è al dodicesimo posto mentre da tre il 28,9% non è certamente soddisfacente, infatti, i 3,6 punti di media a partita non giustificano affatto il suo contratto ma visto che almeno ultimamente riesce a difender molto più decentemente degli altri giocatori nel team e la situazione è quella sopra descritta, auguriamoci migliori.
Ottavo marcatore
della squadra con 6,9 punti a partita sta tirando con il 45,4% ma
nelle sue ultime 10 apparizioni ha totalizzato un 12/40 (33,3%)
disarmante.
Il minutaggio è
sceso rispetto alla prima parte della stagione dove giocava oltre i
venti minuti, oggi in quella dozzina o quindicina di minuti di media
non è semplice trovare il ritmo e lui lo dimostra sia in attacco che
in difesa dove a parte le rubate (0,7 di media) è meno efficace
rispetto all’avvio della regular season ma qui potrebbe incider anche
la frattura al setto nasale e la conseguente involontaria attenzione
a non urtare nuovamente la parte dolente.
Rispettabile e
apprezzabile che giochi con la maschera ma è da un po’ (dalle voci
sul suo trasferimento circa) che sembra un giocatore in maschera e il
Carnevale è ancora lontano.
In 19,6 minuti di media cattura 2,6 rimbalzi, smista 0,9 assist e la media stoppata è 0,4, coriandoli…
Nell’interpretazione del gioco moderno
Zeller è quello che stra i nostri centri sta provando a migliorarsi
dal punto di vista del tiro da fuori.
17/62 per un 27,4% però sono dato
prevedibile e basso con un tiro macchinoso e poco preciso.
Se gli capita in mano palla e gli
avversari quando si trova oltre la linea l’hanno ignorato ci prova
(il 94,1% dei tiri da fuori che prende sono assistiti) ma è una
soluzione troppo spesso che porta a un giro di stop offensivo.
Paradossalmente ha il win shares più
alto della squadra a 2,6 così come Graham con il win shares
difensivo a 0,7, secondo più alto del team dopo P.J…
In attacco pasticcia troppo spesso
talvolta incaponendosi nel mucchio di difensori che l’attorniano con
il risultato d’esser stoppato o perder palla (1,4 TO a partita)
poiché da fermo non esprime le sue doti atletiche che invece rivela
quando gli assist di Graham o di qualche altro compagno liberano il
corridoio per arrivare a canestro.
In difesa questo aspetto si evidenzia
con lo 0,4 nelle stoppate pur giocando più di Biyombo ha una media
pari a Williams, Batum e Cody Martin.
Rimane il miglior rimbalzista del team
con 7,0 di media in 23 minuti nonostante la sua “retrocessione”
in panchina dovuta al fatto di non difender adeguatamente.
Poco reattivo, paga sui pick and roll e
in quelle situazioni dove deve andare a scegliere su chi andare senza
riuscire a rimediare.
Il minutaggio è discreto come il 53,4%
dal campo ottenuto (spesso ovviamente intorno all’anello) lo proietta
alla sedicesima posizione NBA come miglior media tiro (prendendosi un
numero basso di conclusioni), mentre ai liberi il 69,5% è basso.
Teoricamente Cody potrebbe salire un po’ e farlo guerreggiare con Bridges per il posto di quarto marcatore della squadra visto che oggi Cody è quinto con 11,5 pt. di media a 0,8 di distanza dal compagno…
Zeller in visita al Novant Healt Hemby Children’s Hospital si fa autografare le scarpe dai bambini malati e le usa nella partita contro Brooklyn il 6 dicembre.
Dopo Caleb Martin ecco un’altra
frequentazione da Greensboro.
Della squadra affiliata abbiamo già
parlato, su Jalen c’è poco da dire in chiave Hornets, lo abbiamo
visto solo in game 29 a Indianapolis per 3:47.
Ha chiuso con 2 pt. e un 1/3 dal campo
e poi non è più stato considerato da Borrego per la prima squadra.
A Greensboro fa da ala centro e nelle
ultime uscite ha segnato 24 punti contro i Raptors 905, 16 contro i
Northern Arizona Suns e 18 contro gli Erie BayHawks mostrando un
repertorio completo per quei livelli (entrate ritmate e agili, 3 pt.,
turnaround fade-away e buone steal ad esempio) facendo veder spesso
tiri fuori equilibrio a segno.
Bella la sua tripla a 30 secondi dalla fine per il pari momentaneo contro gli Erie BayHawks.
E’ il giocatore
meno impegnato del roster vero non considerati Caleb e Jalen.
12 presenze,
frammentarie, non più nel progetto.
Dispiace molto
veder naufragare la sua carriera in panchina dopo esser stato la
scelta numero 2 per i Bobcats dietro al Monociglio, dispiace ancor di
più perché al Re Leone è stato assassinato il padre quando era un
infante anche se ricorda di aver visto i video del famoso anime con
il padre.
Timido,
tartagliava nelle interviste, ha lottato per proporsi come uno dei
migliori difensori della lega e fino al maledetto doppio infortunio
in una sola stagione portava energia, rimbalzi riuscendo a regalarci
anche coast to coast ogni tanto.
Il tiro, riveduto
e corretto da uno come Mark Price è rimasto molto particolare come
costruzione e anche se di tanto in tanto ci ha regalato qualche
tripla (5/17 quest’anno) cosa che non faceva nei suoi primi anni
avendo un range limitato, è evidente che per il team non sia più il
cavallo su cui puntare.
In un mondo che
dimentica tutto in fretta come l’onda nuova violenta rimodella
lentamente la sabbia della nostra memoria, MKG è il passato e la mia
nostalgia per esso per non dimenticare ciò che ha potuto dare quando
era lui veramente.
13,3 minuti di
media, 34,0% dal campo per 4,0 pt. di media e 2,9 rimbalzi di media.
Potrebbe anche
uscire prima della chiusura di questa finestra di mercato invernale,
la deadline non è lontanissima ma sarebbe comunque un giocatore in
scadenza di contratto a fine anno e il pensar se rifirmare la player
option la scorsa estate forse ha finito per ostracizzare
ulteriormente la sua presenza sul parquet.
19,6 minuti sul
parquet con 7,7 punti di media, praticamente un “falso starter”
anche se fronteggia inizialmente l’artiglieria pesante avversaria per
far spazio eventualmente in altri momenti e nei finali a Zeller.
54,2% dal campo
come si conviene a un centro ma l’8/26 nelle ultime sue cinque uscite
nelle ultime sei partite (una saltata per la botta rifilatagli da
Kelly Oubre Jr. a rimbalzo) denota una certa difficoltà momentanea
nel realizzare.
Di certo non ha un
ball handling e un tocco raffinato salvo eccezioni e anche in difesa
ha stentato ultimamente.
Da certezza, da
colonna su cui poter contare sta divenendo una roccia che si sta
sgretolando piano piano.
Sicuramente la sua
forza è la fisicità.
Il contatto fisico
difensivo, la stoppata ed il rimbalzo (in forma minore quest’ultimo)
sono il suo pane.
Altro giocatore
che dovrebbe lasciar spazio a fine anno se ancora un po’ di ratio sta
di casa a Charlotte visto il suo contrattone in scadenza.
La generosità non si discute ma la tecnica e l’abilità non sono pari ai top player e le 0,8 stoppate e i 6,0 rimbalzi di media a partita non bastano certamente per risolvere qualche problema difensivo da second chance.
14,3 minuti a
partita, uno dei giocatori stopper di Borrego da piazzare in caso di
bisogno.
Va da sé che non
avendo un gran tiro finisca per segnare 3,8 pt. a partita con il
39,8% dal campo.
Da tre punti è al
20,0% (8/40), stessa percentuale dai 3 ai 10 piedi mentre dai 10 alla
linea del tiro da tre punti pur provandoci poco non ha ancora messo
un jumper.
Il 64,6% lo
ottiene da vicino il ferro dove ha mostrato anche 9 schiacciate in
stagione, qualcuna ha fatto partire anche gli allarmi nei dintorni
data la potenza dovuta all’atletismo di uno dei due gioielli-gemelli
Martin.
Registra 6 and one
e 4 stoppate subite e a rimbalzo va catturandone 2,5 a gara.
Plus/Minus OnCourt
per 100 possessi sul +2,8 e l’On-Off sul +12,0.
Nonostante ciò, a “parità” o meglio, a scarsità di doti realizzative con Batum, ha perso minutaggio per mano del francese a non solo, anche Bacon impiegato come SF gli sottrae minuti che potrebbe utilizzare per far esperienza anche se dovrebbe essere supportato da gente intorno con buone mani offensive, il che diventa utopia o small-ball se preferite visto che a parte P.J. il fulcro del nostro attacco risiede nel backcourt Graham/Rozier.
30,4 minuti
d’impiego ne fanno il terzo giocatore più impiegato (al pari di
P.J.) anche se a differenza del compagni di reparto gioca meno minuti
importanti e qualche minuto in finali non importanti.
Comunque sia per
questa stagione resta uno dei punti fissi della squadra, titolare in
pianta stabile senza aver saltato un singolo match, il buon Miles
ondeggia tra prestazioni scadenti e buone prestazioni
indipendentemente dalla forza dell’avversario.
I 26 punti segnati
contro Toronto sono la sua seconda miglior prestazione dell’annata a
livello realizzativo (31 a Washington la migliore) con ben 6 triple
sganciate, record personale.
Il 30/88 da tre punti da game 23 a gara 44 però indica che lo sfogo Bridges (importante cecchino appostato sugli scarichi quando la penetrazione è difficile e le linee di passaggio non sono sicure) non funziona ottimalmente o almeno, con degli specialisti al tiro potremmo aumentare lo score a fine partita ma in ogni squadra c’è un giocatore che si dedica più alla difesa come abbiamo visto recentemente Craig a Denver.
Sta migliorando rispetto allo scorso anno ma per una squadra che voglia attuare frequentemente il tiro da fuori ci sarebbe bisogno di qualche realizzazione in più-
Qui sotto, nel riquadro verde, le triple tentate e realizzate da Miles nel lasso di tempo preso in considerazione in questo “Il Punto”.
Lui in realtà sta cercando di trovare la sua dimensione sui due lati del campo e provando di più a schiacciare ha giù trovato la strada sbarrata 27 volte in stagione (33 totali lo scorso anno) ma altre 27 volte è andato a segno con le sue poderose mazzate, alcune in corsa impossibili da arrestare mentre rimane un uomo assist di bassissimo profilo anche se a Dallas il suo passaggio per Rozier ha risolto il match.
Complessivamente però fa registrare un OnCourt di -12,8 e un On-Off di -15,4 che da l’idea di una difficoltà nel gestire a tutto campo al massimo le due fasi.
Più nella prima parte di Regular Season che attualmente ha sofferto e anche se il plus/minus come tutte le statistiche è attendibile solo parzialmente essendo un gioco corale, nelle ultime 11 partite ha un plus/minus/totale di -36 mentre nelle precedenti 11 analizzate (da gara 23 contro Golden State a Boston il 22 dicembre per intenderci) aveva fatto registrare un glaciale -88 andando in positivo solo contro Chicago (+15) e Sacramento (+7).
Non dimentichiamo
che nonostante abbia già mostrato buone cose lo scorso anno è un
sophemore, un secondo anno e ha margini di miglioramento.
La squadra non gli
facilita il compito in difesa mentre in attacco solo il lavoro può
migliorarlo e il grande punto interrogativo è lì…
Delude un po’ a rimbalzo con 5,5 a partita, stoppa 0,8 a game mentre il 44,3% dal campo gli garantisce 12,3 pt. di media, quarto marcatore del team.
P.J. a livello
offensivo entra in conflitto con la mediocrità dei compagni facendo
breccia e per questo il ruolo di titolare anche da rookie non è in
discussione.
Le fortune del rookie sono dovute a uno skillset che propone soluzioni in area di tipo differente, da fermo o arrivando a ricciolo, compresi saltuari ma esaltanti swooping hook, tiro pesante e ultimamente, saltati i timori riverenziali, anche bellicose schiacciate in corsa o ravvicinate.
Andiamo qui a vedere un esempio, in questo caso ben riuscito, su come P.J. riesca a muoversi con scioltezza per squesto swooping hook di sinistra.
P.J. riscontra un
-3 nel plus/minus, per una squadra che subisce una differenza
canestri importante questo dato è un successo.
Da gara 23 a gara
44 è andato sopra diverse volte saltando cinque partite da dopo
Chicago per la frattura a un dito della mano.
Al rientro contro
OKC, nonostante la sconfitta e i liberi decisivi falliti per
trascinare al secondo supplementare era già +20.
Proprio dalla
lunetta deve migliorarsi: molleggia poco a volte risultando
leggermente meno fluido, 68,4%, basso…
Migliorando
avrebbe potuto aumentare il 12,4 pt. di media che sono frutto del
48,0% dal campo.
Qualcuno potrebbe
pensare sia basso per un lungo ma c’è da considerare che P.J. ha già
tentato 132 volte da oltre l’arco nelle 39 partite disputare il che
vuol dire più di 3 volte a partita mettendo 55 conclusioni pesanti.
Il suo 41,7 da tre
punti gli frutta un sedicesimo posto nelle percentuali da tiro
pesante.
Di buono c’è che
P.J. per segnare ha meno bisogno di essere assistito, grosso problema
della squadra.
Certo, far
circolar palla e trovar il tiro sicuro o aperto sarebbe sempre meglio
ma in caso di difficoltà P.J. ha due mani discrete alle quali
affidare un pallone che scotta.
5,5 rimbalzi a
partita (lì deve avere più grinta), 0,9 stoppate e 0,9 rubate a
partita sono aspetti difensivi che numericamente credo potremmo
vedere salire con l’esperienza.
Deve migliorarsi
nella gestione dei falli e capire quando è il caso di intervenire o
meno, essere meno rinunciatario in alcune occasioni in difesa dove è
quello che ne spende di più (2,8) ma non sempre efficacemente,
anzi…
Il record di punti
rimane quello inaugurale contro Chicago (27) ma ha fatto registrare
nelle ultime 22 partite due game da 20 punti (sconfitte contro
Atlanta e Portland) a botta mentre Dallas (ultima vittoria) i suoi 19
punti sono stati fondamentali.
Contro Chicago, Toronto e Portland (considerando sempre questo periodo di 22 partite) ha finito in doppia doppia.
Sale leggermente a
livello decimale Rozier che ogni tanto stecca del tutto qualche
serata ma molto più spesso si aggiunge a Graham come trascinatore
della squadra sino a “scavalcarlo” diverse volte quando Devonte’
è fuori fase.
Rozier ha uno
skillset più completo di Graham del quale parleremo poi.
Scary,
oltre a mostrare un’ottima confidenza con il tiro da tre punti
(specialmente se è assistitoanche
con uno spazio minimo purché non abbia il difensore addosso) sta
provando a puntare spesso il canestro e la cosa funziona abbastanza.
Ha messo un po’
d’ordine nel suo gioco diventando più produttivo anche se il tiro
fuori equilibrio o forzato può capitare.
Da tre ha dovuto
provarci forzando a Cleveland (durante la prima trasferta in Ohio,
persa) mancando la tripla rimbalzata via sui ferri dopo una
strepitosa rimonta a suon di triple quasi tutta griffata da lui e
contro Toronto non è riuscito a trovare la distanza contro il
difensore per batterlo.
Si è accesa una
veloce scaramuccia per l’esultanza e forse qualche parola detta poi
così come si è preso un tecnico a Denver, più che comprensibile
visto l’arbitraggio truffaldino.
Da tre punti se ha
spazio è una garanzia e i suoi appostamenti sono i più redditizi:
39,9% da oltre l’arco ma nelle ultime 10 partite è salito di livello
totalizzando un 34/76 da dietro l’arco (44,7%)…
L’81,7% delle sue
realizzazioni da fuori sono assistite e il 120/301 lo porta al nono
posto NBA per triple realizzate e al decimo per tentate.
Giocatore che ama,
partendo dal palleggio incrociato valutare la situazione intorno per
provare a partire o ceder palla, a volte (critica che era mossa nel
mio piccolo anche a me) tergiversando un po’ ai fini della velocità
dell’azione ma nelle ultime gare i suoi TO si sono drasticamente
abbassati.
Di contro a volte,
a rischio di un TO e di punti incassati in transizione, servirebbe un
“rischio calcolato” per muovere la difesa avversaria fino allo
scacco matto ma come creatore smista 4,4 assist poiché la PG vera
rimane Graham anche se viene dato in partenza come SG.
De facto è il
secondo creatore della squadra e poi c’è il nulla se pensiamo che
Batum con 3,0 assist è terzo…
1504 minuti, terzo
nella NBA, 18,3 punti a partita, secondo miglior marcatore della
squadra, 1,2 rubate a partita, statistica nella quale i Calabroni
hanno sempre latitato negli ultimi anni…
Nelle steal è il
primo della squadra e con 4,3 rimbalzi a partita nonostante i cm non
a favore è sesto.
84,6% ai liberi,
terzo posto dopo Batum e Williams, 42,4% dal campo ma dovendo spesso
forzare in momenti decisivi o in mancanza di secondi.
Rozier mantiene una media buona da ogni distanza del campo.
Graham scende “inevitabilmente” a livello decimale dopo il botto iniziale.
Un po’ stanno iniziando a conoscerlo anche se le sue pazze triple tentate da ben oltre la linea per separarsi dal difensore di tanto in tanto mietono ancora vittime e a Cleveland nel finale ne sanno qualcosa.
Spesso però la maggior distanza porta un coefficiente più arduo al tiro e, infatti, la media da fuori sta scendendo.
Dovrebbe affidarsi di più ad altre soluzioni ma in questo periodo, nonostante qualche entrata decisamente sopra a media ha spesso stentato sugli appoggi dalle parti del canestro per stoppate subite o più che altro layup mancati nella mischia, nel caos del pitturato.
Paradossale abbia il 37,8% complessivo nel quale il dato da tre punti (38,7%) è più alto della media dal campo.
Aspetto fondamentale sul quale dovrà lavorare, trovare appoggi più precisi e la maniera di protegger meglio palla in queste occasioni.
28 le stoppate subite e 12 gli and one guadagnati.
Giocare con Rozier sul fronte offensivo da buoni risultati, su quello difensivo a livello personale e d’insieme la mancanza di cm si fa sentire.
Le rubate sono 0,9 a partita, non moltissime, potrebbe migliorarsi in questo aspetto, tende un po’ a soffrire certe entrate veloci e quelle con blocco mentre registra uno 0,3 stoppate a partita.
In attacco trascina la squadra con 18,7 pt., 7,7 assist (339 assist, per ora quarto nella lega dopo LeBron, Simmons e Doncic) e l’82,5% ai liberi.
Diciamo quindi che la forza di Devonte’ sta nel creare il gioco per i compagni ed essere il top scorer della squadra anche se ormai è insidiato da Rozier.
Per rimanere in vetta ha bisogno di organizzare meglio il gioco per sé stesso e non prendersi troppo spesso il tiro della disperazione da fuori per rientrare in partita.
E’ anche vero che le sue triple assistite scendono al 53,1% indice che riesce a crearsi spazio da solo dal palleggio per un rapido pull-up o a sorprendere il difensore creando la distanza.
Visto che la NBA vive sui vantaggi, Borrego dovrebbe cercare di costruirgli meglio un blocco o un doppio blocco stagger per cercare di farlo andare al tiro con meno ansia.
160 triple messe a segno (413 tentativi), secondo dietro solo a James Harden che ne ha messe 195 ma su 523 tiri tentati.
Ha un -4,8 OnCourt ogni 100 possessi ma giocando da titolare in una squadra con record negativo ciò è normale, è invece interessante rilevare che l’On-Off, il plus/minus net per 100 possessi è fissato su un alto 8,2, ciò significa che Devonte’ continua a fare la differenza in attacco anche se in alcune serate sparacchia a vuoto, qui sotto evidenziati nel lungo rettangolo verde, i tiri tentati dal campo e quelli realizzati in serata da game 23 a game 44.
Speriamo si riprenda un po’ a livello d’efficienza, di sicuro le 44 partite giocate a ritmi serrati con 1549 minuti sul parquet (recordman non solo del team ma dell’intera NBA sfruttando il maggior numero di partite e i vari OT, la media è 35,2, tredicesima piazza) non l’hanno agevolato, ora tocca a lui dimostrare di essere quel giocatore sorpresa ammirato soprattutto a inizio stagione anche se qualche colpo ce l’ha fatto vedere ancora.
I tiri tentati e segnati da Graham nelle ultime 22 partite evidenziate nel riquadro.
I giocatori di Charlotte nelle varie classifiche NBA. Il posizionamento potrebbe variare leggermente essendo state prese due giorni fa in questo caso.
Le statistiche principali dei giocatori a roster.
I voti partita per partita di giocatori e allenatore dalla 23 alla 44.Riepilogo della mia classifica singoli con qualche dato in più.
Sistemi che forniscono un quadro di riferimento con qualcuno o qualcosa da venerare vivono sul bisogno della gente di credere in qualcosa anche se questo comporta il rinunciare alla ragione abbandonandosi irrazionalmente a un sogno.
Il senso di molte cose sta lì.
Personalmente la partita di Portland ha
lasciato il segno.
Non tanto perché il trend da
zarathustriano di rivivere sempre le stesse sconfitte contro le
stesse squadre è abbastanza spiacevole e monotono ma perché, a
guardarla con gli occhi del tifoso, le speranze di inizio stagione
(dopo le prime vittorie) sono andate in fumo.
Perdere quasi sempre non fa piacere a
nessuno anche se nella logica delle cose, razionalmente, sapevamo
sarebbe stata una stagione anche più amara delle recenti.
Charlotte, con il 2-11 incassato nelle
ultime 13 partite, si è separata nettamente dall’ottavo posto e sta
tornando nei bassifondi della classifica, a capo (nona piazza) della
pattuglia delle squadre fuori dai playoffs.
Considerando che dietro di noi a Est ci
sono sei squadre (due flebilmente: Chicago e Detroit) mentre a Ovest
con la vittoria dei Pelicans a Detroit rimangono dietro di noi solo i
Warriors, ci troviamo al ventitreesimo posto globale con un 6,0% di
pescare la prima scelta contro il 14,0% lasciato dal nuovo sistema
“anti-tanking” appannaggio delle ultime tre squadre…
Scendere in classifica avrebbe l’unico
vantaggio di aumentare le possibilità da lottery, sempre che si
creda che tutto sia regolare e con qualche caso più che strano
successo in passato, da questo punto di vista non sarei tranquillo a
meno che MJ non inizi a farsi sentire.
Il senso della stagione e più
ampiamente dell’esistenza dei nuovi Charlotte Hornets qual’è?
Denver sembra essere l’ultima tappa
tombale di un road tour andato malissimo con tre sconfitte inanellate
dopo le due casalinghe.
L’entusiasmo è pochissimo e l’attender
la lottery potrebbe non compensare nemmeno questa stagione con
qualche vittoria in più del previsto a oggi ma che sta tornando a
essere molto mediocre.
Volare alto nella Mile-High City per i
Calabroni sembra essere impresa proibitiva.
Analisi
Tutto
come previsto o quasi.
Denver
vince agilmente una partita dal divario notevole considerando anche
qualche assenza nelle fila dei Nuggets alle quali si aggiungeva
quella per infortunio di Murray a metà gara.
Spicca
il 13-52 prodotto dalle rispettive panchine in termini di punti.
I
Nuggets sono stati trascinati dal momento on-fire di Porter Jr.
durante il secondo quarto finendolo sul +15 (42-57) quindi nel terzo
quarto Charlotte provava a rientrare in scena arrivando sul -5 con
un catch n’shoot frontale di Graham a 1:34.
Da
South Carolina però usciva inaspettatamente un P.J. Dozier Jr. che
terminerà a 12 punti aiutando la squadra a riprendere il largo.
Denver non rischiava più chiudendo in scioltezza una partita che la solerte terna provvedeva a incanalare (non ce n’era davvero bisogno) con scelte discutibili in diversi momenti, nelle man della squadra di Malone.
La difesa dei Nuggets ha fatto la differenza: Charlotte ha uno dei migliori backcourt dal punto di vista realizzativo da fuori, per percentuali è il migliore attualmente ma non ha altri validi costanti supporti intorno (P.J. ha avuto un’ottima serata ma ha anche serate no da rookie comprensibilmente) che possano alleggerire ilm carico di lavoro a Rozier e Graham i quali a volte, visto l’andazzo, vanno a provarci da soli.
Gli Hornets hanno limitato Jokic e i rimbalzi poi una mano l’ha data la terna con liberi extra (dimenticandone qualcuno sul fronte opposto) contro una delle squadre meno fallose della NBA.
Il break per Charlotte, giunta alla sesta sconfitta potrebbe essere salutare, next game in casa contro i Magic lunedì sera.
Prima di iniziare a scriver della gara c’è da ricordare che nei Two-way Contract Franks (mai impiegato in prima squadra in Regular Season) è stato tagliato dalla società e al suo posto è arrivato Ray Spalding che ha nel cognome il nomen omen.
Tutti i giocatori hanno come amico Spalding, battute a parte, vedremo se troverà spazio il lungo di Louisville che l’anno precedente con Mavs e Suns collezionò 14 presenze segnando 3,9 punti di media.
Link dalla pagina ufficiale degli Hornets sull’acquisto di Spalding.
La partita
La pessima terna arbitrale.
Starting five
Hornets
al Pepsi Center con il seguente starting five: Rozier, Graham,
Bridges, P.J. Washington, Biyombo.
I
Nuggets di M. Malone rispondevano con:, Jamal Murray (5 pt.), Will
Barton (13 pt.), Torrey Craig (4 pt.), Jeramy Grant (14 pt.), Nikola
Jokic (12 pt. + 8 rimbalzi e 8 assist).
Dalla
panchina 19 pt. e 8 rimbalzi per Porter Jr., 15 pt. per Mason Plumlee
e 12 pt. per P.J. Dozier.
1° quarto:
Pessimi
segnali sul primo attacco dei Nuggets con Jokic dal mid range destro
ad alzare un arcobaleno fuori equilibrio sopra Zeller per il solo
cotone…
Graham
appoggiava appena dopo i 24 e sulla penetrazione di Grant, P.J.
rimediava concedendo due FT per lo 0-4.
Il
primo canestro di Charlotte arrivava per mano di Zeller che spingendo
su Jokic arrivava al ferro creando una piccola separazione con l’arto
per il tiro fino a segnare il 2-4.
TO di
Grant per esser saltato e sceso con la palla, steal di Rozier su
Murray e Cody con le perse di Denver approfittava a 8:59 per alzarsi
sul ferro e depositare oltre un paio di difensori.
Giro
palla Denver e immediato vantaggio ritrovato con tripla di Barton
(4-7) ma un’altra persa di Murray lanciava Rozier in transizione che
con l’arresto e tiro in corsa catapultava il 7 pari a 8:17.
Rozier
poco più tardi vestiva i panni dell’uomo assist con un perfetto
bound pass diagonale sulla solitaria corsa centrale di Cody che
segnava senza disturbi a 7:45 portando il parziale in area sul 6-0.
Nel
pitturato rispondevano i Nuggets con i canestri di Murray e Jokic a
ribaltare il risultato (9-11) fino alla tripla dall’angolo destro di
P.J. che riportava avanti Charlotte (12-11) a 6:29.
Non
funzionava l’alley-oop di Grant mentre P.J. andava a segno ancora con
mezzo fade-away in uno contro uno sull’entrata circolare e con un
alley-oop fornito da metà campo da Rozier.
7-0
P.J. run a 5:36 con Charlotte sul 16-11.
Charlotte
però andava in TO con P.J. troppo aggressivo a sfondare in attacco e
subiva una tripla alla quale rispondeva Rozier a 4:39 per il 19-14.
Rozier
però decideva sulla successiva azione offensiva di incunearsi per il
floater ma Grant stoppandolo nettamente faceva ripartire M. Porter
Jr. che segnava in coast to coast subendo anche fallo a 4:30.
FT
mancato e a 3:40 tripla di Bacon inguardabile, larga sulla sinistra.
Tre
secondi contro Charlotte, Murray 1/1 dalla lunetta poi Grant stoppato
da Biz che in attacco sul contatto commetteva passi per gli arbitri,
Plumlee appena entrato schiacciava in alley-oop a a 2:47 Borrego
usava un time-out sul 19 pari.
Fallo
fischiato a Bacon (in attacco) lontano dalla palla quindi Porter Jr.
portava avanti i Nuggets con un 2+1 ma il libero era nuovamente
sbagliato ma per una trattenuta di Biyombo su Plumlee la terna
assegnava altri due FT al centro di riserva in blu.
½ a
cui seguiva un tecnico per proteste con Plumlee a splittare..
19-23 a
1:40 con Borrego irritato per tutta una serie di episodi…
Finalmente
a 1:16, muovendo palla, Bacon si infilava nel corridoio centrale
depositando in caduta subendo anche fallo ma non completando l’unica
cosa buona del primo quarto con il libero a segno…
Seguivano nel finale due punti di Plumlee, due liberi per Hernangomez e altri due di Porter Jr. recuperati da Bridges con uno scoop nel traffico prima che chiudesse dalla linea le marcature lo stesso Plumlee con un ½ che portava il match sul 25-28.
Miles va a schiacciare a una mano nel secondo quarto (1). Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
Miles va a schiacciare a una mano nel secondo quarto (2).
2° quarto:
Partiva
bene ancora Plumlee che non trovava opposizione in Bridges e
Hernangomez vicino a lui, Miles si faceva perdonare ricevendo un lob
appostato a sinistra del ferro per chiudere in schiacciata ma un
reverse layup di Porter Jr. portava il giovane a 8 punto.
A 10:32
Bridges in entrata stappava il Pepsi Center con una mazzata micidiale
a una mano tuttavia non ci si riavvicinava perché la tripla di
Rozier e il gancetto da second chance di un iperattivo Bridges, non
entravano.
Porter
Jr. trascinava i suoi con una tripla inframezzata da quella di Graham
a 9:45 ma ancora Porter Jr. in salto a contatto con Bridges trovava
l’appoggio a tabella riuscendo questa volta anche a centrare il
canestro sul libero aggiustando il mirino.
32-38
ma Porter Jr. aveva ancora fame realizzando da tre oltre Miles.
La gara
si metteva male già a 9:02 quando Borrego provava a ristabilire un
equilibrio giocandosi un time-out.
A 8:21
un floater di P.J. muoveva il punteggio dal lato Hornets ma Plumlee
in reverse, con il marcatore alle spalle frapposto al canestro,
riusciva comunque a metter dentro prima che Bridges rispondesse da
tre allo scatenato Porter Jr..
Batum e
Hernangomez come second chance mancavano le loro triple, usciva
quindi Willy mentre subentravano Zeller e Jokic nelle fila blu notte.
A
segnare da tre era però Murray ed era notte fonda per Charlotte che
aveva “bisogno” delle reiterate proteste dalla panchina per
vedersi assegnare una rimessa dal fondo dalle parti del canestro di
Denver su un tocco su Batum.
Passava
un po’ di tempo e dopo un tiro mancato da Zeller, Rozier lottando
portava a casa la sfera che finiva sugli sviluppi dell’azione
nuovamente nelle amni del nostro centro per la schiacciata (39-43).
Due
triple a vuoto Nuggets dipingevano da oltre l’arco la squadra di
Malone al 29,0%, Batum tentava con un tiro da due ma la palla si
addormentava sull’anello finendo per uscire mente Bridges in rientro
metteva una pezza su Porter Jr. pronto all’appoggio.
Murray
da sotto e Barton da tre in transizione allungavano, Graham era
stoppato da Craig e su un rimbalzo offensivo prodotto da un pick and
roll, Jokic andava a segno.
Bacon
era stoppato da Barton lasciando via libera a Craig in transizione
per due punti facili nel momento nero di Charlotte.
Uno
skip pass di P.J. verso il solissimo Graham nell’angolo destro
costituiva una buona idea ma nella realizzazione si frapponeva
l’ostacolo struttura tabella e la palla tornava indietro in rimessa
laterale pro Nuggets…
Charlotte
segnava da tre punti dall’angolo sinistro con Rozier e durane questa
azione Denver perdeva Murray che atterrava con la caviglia sinistra
sul close-out su un piede di Rozier.
Il -10
non durava molto perché Barton, servito per l’open da Jokic,
scagliava la bomba del 42-55.
Lo stesso giocatore dei Nuggets infilava due liberi a :48.8 così le Pepite chiudevano il primo tempo sul +15 (42-57).
3° quarto:
Ci
volevano 59 secondi prima che una delle due squadre trovasse la via
della retina ed era Charlotte per nostra fortuna: il tiro pesante di
P.J. faceva sospirare ma entrava.
Borrego
provava a portar pressione alta con il raddoppio ma il taglio
dall’angolo di Craig era l’occasione per servir il compagno che
arrivava indisturbato al ferro.
Morris
da tre sembrava far continuare il trend del secondo quarto (4-31 i
punti della panchina) mentre i Nuggets si divertivano con l’artistica
dunk di Grant da euro-step che portava alle soglie dei 20 punti il
divario (45-64)…
Rozier
sosteneva l’attacco degli Hornets con la tripla a 9:09 ma poi un
floater di Barton e un assist volante di Morris verso Grant che
superava P.J. facevano ripartire i locali.
A 6:50
Rozier centrava un’altra bomba per il 54-68., Jokic dava il
settantesimo punto ai Nuggets dal mid range sinistro ma Charlotte
provava con la propulsione da triple a rientrare: era il caso di
Graham che, nonostante la marcatura, riusciva a battere l’avversario
con la deep 3 dalla diagonale sinistra per il 57-70.
Dentro
Batum, Biyombo e Bacon, il canestro tuttavia lo realizzava P.J. con
uno swooping hook.
Grant
provava il 2+1 fallendo il libero e a 4:35, Rozier fuori equilibrio
metteva dentro il 61-72, Biz stoppava Jokic graffiandolo e questa
volta dopo tanti fischi contro andava bene, Williams mancava la
tripla, Biz si faceva portar via palla da Jokic ma in disperato
rientro stoppava Porter Jr. facendosi l’ennesima vasca centrale per
andare a ricevere e segnar due punti.
Jokic
creava per Dozier il 63-74 quindi Rozier (meglio la R iniziale in
questo caso) a 2:34 infilava la propria sesta tripla di serata,
Plumlle vinceva dall’altra parte la lotta a rimbalzo e il fallo di
Biz non produceva danni visto che entrambi i liberi erano battuti
male.
A 1:34
dalla top of the key gli Hornets avevano l’ultimo sussulto con la
bomba catch n’shoot di Graham da tre punti a incendiar la retina per
il 69-74.
Charlotte
teneva in difesa ma Graham falliva da fuori, Biz era fermato sotto e
Bacon continuando a sparacchiare male da fuori senza convinzione non
aiutava la causa.
Si andava agli ultimi 12 minuti di gioco sul -5.
P.J. Washington (contro Grant) suona la carica. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Partenza
lampo dei Nuggets a piazzare uno 0-5 con tripla di P.J. Dozier che a
11:08 riportava a 10 punti di distacco i Nuggets.
Batum
tirava da tre ritrovandosi la palla in mano dopo la respinta del
ferro e sulla second chance Graham appoggiava in entrata rompendo il
parziale.
Zeller
teneva stoppando Porter Jr. per poi andare ad arrangiarsi con il
fallo su Plumlee, Barton non metteva la tripla contro Bridges ma
Charlotte sbagliava ancora con Bacon concedendo anche la transizione
con Dozier per il nuovo +10 Nuggets (71-81).
Plumlee
splittava due liberi e poi rifiniva sul preciso passaggio di P.J.
Dozier a 9:05.
Pepite
ormai sul 71-86 che andavano ancora a bersaglio con una reverse dunk
e un’infilata, due azioni firmate Plumlee che si portava a 15 punti.
Graham
splittando due liberi alzava bandiera bianca mentre P.J. Dozier da
tre infieriva su Biyombo prima e a 6:28 realizzando due liberi
lanciava sul +19 i Nuggets (72-91)…
A 5:43
arrivava un tecnico contro Rozier, “reo” di proteste sulla palla
contesa da tre Hornets a Grant che da terra chiamava time-out in
tempo secondo gli arbitri.
A 5:12 Biz schiacciava e nel finale entrava qualche panchinaro di Charlotte ma a chiudere sul -14 era Bridges a :50.3 con un two and on per l’86-100.
Le pagelle
Terry Rozier: 7
20 pt.,
3 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata. 7/14 FG (6/9 3 FG). Nessun TO, -11. I
problemi principali di Charlotte sono quelli elementari, percentuali
in attacco e difesa. Per gli standard attuali difensivi di Charlotte
è uno dei migliori difensori, dei più resilienti, non lo aiutano i
cm, nemmeno in attacco, infatti, fatica quando a poco tempo ad andare
a una conclusione in fade-away o in arresto e tiro ma se riesce ad
avvicinarsi al ferro o ad avere spazio per la tripla diventa
micidiale. Anche ieri le percentuali sono state alte ed è stato il
top scorer della squadra segnando sei bombe che avevano riavvicinato
Charlotte. Nell’ultimo quarto si spegne un po’ e prende un tecnico
che avrei preso anch’io visto che le decisioni nella notte sono
spesse state prese in una certa maniera. L’energia c’è, il tiro si
sta sistemando…
Devonte’ Graham:6
14 pt.,
2 rimbalzi, 4 assist. 4/11 FG (3/9 3 FG). 3 TO, -28. Una percentuale
dal campo normale, sua la tripla per il -5 prima del riallontanamento
definitivo di Denver ma in difesa si soffre. Stesso problema di cm e
ancor più di contenimento se gli avversari usano pick and roll o
altre soluzioni per prender vantaggio.
Miles Bridges: 5,5
14 pt.,
8 rimbalzi, 1 stoppata. 6/16 FG (1/5 3 FG), 3 TO, 4 falli. -5. Tira
giù una mina galattica in schiacciata che agita e stappa il Pepsi
Center, una schiacciata che gli avversari si guardano bene dal
fermare mentre altre volte sul salto per la schiacciata viene fermato
tra tocchi, stoppate e falli. Ci prova spesso cercando di diventare
il terzo incomodo nel cuore della difesa avversaria ma da fuori non
funziona e le percentuali rimangono basse anche se da due avrebbe un
5/11… Lotta con Porter Jr. durante il primo momento intenso del
match nel quale Denver scappa e pur facendo buone cose, perde di
misura il duello.
P.J. Washington: 7
14 pt.,
4 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. 6/7 FG, 3 TO, 5 falli, -2 in
plus/minus. Non sbaglia un tiro fino al finale risultando una
macchina non banale. Uno swooping hook molto bello su uno di quei
movimenti che ha nel pitturato esalta, le sue difese meno dove regala
anche un FT supplementare a Plumlee inutile e in generale rischia di
andar fuori non riuscendo a esser sempre solido ma è un rookie e se
mette a posto la difesa usando il suo fisico con più esperienza, può
diventare davvero un giocatore fastidioso per le squadre avversarie
su ambo i lati del campo.
Cody Zeller: 5
11 pt.,
1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 5/10 FG, 4 falli, -17.
Una bella stoppata su Porter Jr. nel secondo tempo nel momento di
passione degli Hornets, qualche punto ma una prestazione che non
colma le lacune di Charlotte. Gioca deciso a tratti per il resto non
è nemmeno fortunato all’inizio con Jokic a piazzargli due punti
sopra la testa dal mid range e fuori equilibrio.
Willy Hernangomez: 6
5 pt.,
6 rimbalzi. ½ FG. 3/6 FT. Un po’ meno impiegato rispetto il solito,
entra comunque in campo e gioca 11:08 minuti, anche veri, non tutti
nel garbage time. Si guadagna la sufficienza, nulla più. Regredisce
un po’ rispetto le gare precedenti anche fallendo la metà dei liberi
a disposizione. Un buon rimbalzo offensivo conquistato lo portava in
lunetta. Tre i totali presi in attacco.
Nicolas Batum: 5,5
0 pt.,
7 rimbalzi, 7 assist. 0/4 dal campo, -2 in +/-. Aiuta la squadra con
assist e rimbalzi ma non mette un tiro e fatica un po’ di più in
difesa. Controverso, gioca 20:34 probabilmente in preparazione del
Paris Game dove non sarebbe bello finire a zero punti…
Marvin Williams: 5
0 pt.,
2 rimbalzi. 0/4 FG in 10:08. 2 falli, +1. Gioca la metà di Batum e
spreca altrettanto, oltretutto la sua difesa non mi piace anche se
finisce con un +1 di plus/minus ma affretta o sbaglia tiri che
avrebbero meritato più attenzione nell’impostazione. Se è distratto
dalle voci meglio vada, ultimamente, discorso naso a parte è uno
scempio da osservare.
Bismack Biyombo: 5,5
4 pt.,
6 rimbalzi, 3 stoppate. 2/6 dal campo, 2 falli, +1. 15.21 sul parquet
per il congolese che piazza tre ottime stoppate, grafia anche Jokic
ma poi dall’altra parte ha difficoltà venendo bloccato una volta e
sbagliando tiri. Duelli fisici, Borrego dal mio punto di vista
dovrebbe usare una doppia torre e mantenere il congolese in area
perché quando gli eventuali centri tiratori escono sul perimetro se
si crea una situazione da pick and roll è lento a contenere e non
può andare in aiuto dei passaggi all’interno in generale. Le linee
di passaggio sono occupate dal fisico perché non è uno stealer.
Dwayne Bacon: 4,5
2 pt.,
3 rimbalzi, 3 assist. 1/5 dal campo, 0/3 3 FG, 1 TO, 3 falli, -15.
23:54 di assurdità. E’ il primo a non esser convinto di sé stesso
quando tira da tre e la stoppata che prende da dietro in entrata non
aiuta ma è già dal TO fischiatogli in attacco lontano dalla palla
ad altre giocate lontane dal miglior Bacon che si capisce che non
girerà in serata. Momento di felicità l’attacco frontale nel primo
tempo con appoggio in caduta con fallo. Libero mancato però…
Cody Martin: 6
2 pt..
½ in 2:15. Politico nel poco tempo a disposizione a fine match
piazza un paio di punti. Sempre convinto che in certe partite serva.
In questa Charlotte ha fatto buona guardia ma non ha avuto buoni
attacchi e lui stenta da quel punto di vista quindi “sposo” nel
caso la scelta di Borrego.
Coach James Borrego: 5,5
Sesta
sconfitta consecutiva. Ha in mano una Panda e anche se la modifichi,
la tarocchi e gli metti il motore di un dragster qualcosa che non
andrà ci sarà inevitabilmente. La squadra tiene benino
complessivamente in difesa pur con i limiti dei singoli ma i Nuggets
tenuti a 100 punti con un inizio veramente slow sono una buona cosa,
non da tutti, dall’altra parte però Rozier non basta a colmare le
lacune offensive, quelle lasciate in estate. Si lavora per sviluppare
i giovani ma che pena così…
Ciò
che chiamiamo rosa Conserverebbe il suo dolce profumo Anche a
chiamarla con un altro nome”.
La
battuta è tratta da Romeo e Giulietta di Shakespeare nell’ atto II,
sc. II.
Giulietta
parlando di Romeo lo strappa virtualmente, in nome dell’amore,
dall’essere un Montecchi, nemici giurati dei Capuleti dei quali fa
parte Giulietta.
Forse
se il poeta drammaturgo inglese fosse stato italiano e avesse saputo
che in Giappone la rosa si chiama bara (il colore rosa bara iro) non
avrebbe scritto quei versi…
Per
fortuna di Charlotte che ormai ha diversi soprannomi (Buzz City, Fly
City), l’originario di Queen City è armonioso e ben si abbina alla
trasferta nella Rose City.
La
prima volta che Portland venne chiamata “The City of Roses”
fu nel1888 a una convention episcopale ecclesiastica.
L’anno successivo fu fondata la Portland Rose Society, che promosse
la piantagione di circa 32 km di strade nel 1907 si tenne il primo
festival delle rose, evento nella RIP City.
Per
Charlotte però a Portland negli ultimi anni sono state solo spine
senza toccare i vellutati dolci petali della vittoria.
L’ultima
vittoria di un team denominato Hornets a Portland risale al
26/11/2010, un 97-78 ottenuto da quelli che erano però i New Orleans
Hornets.
Nei
cinque anni precedenti gli Hornets 2.0 hanno sempre perso in Oregon
rischiando di strappare due vittorie solo nella stagione inaugurale
(100-102) e un paio d’anni fa perdendo all’OT 103-109.
Per
vedere una vittoria dei Charlotte Hornets nella Rose City dobbiamo
risalire all’ultima stagione dei Calabroni a Charlotte prima del
passaggio a NOLA, il 6 dicembre 2001 per 95-89.
Gli
Hornets per rompere il muro di 4 sconfitte in Regular e invertire la
tendenza ci proveranno, a patto di svegliarsi…
Analisi
Partita
dal triplice volto per Charlotte a Portland.
Hornets
che finivano il primo tempo sotto di 16 punti (46-62) a causa di un
secondo quarto terribile dal punto di vista difensivo sull’arco.
Portland
massacrava i nostri a suon di triple tanto da far sembrare le due
squadre di due leghe differenti.
Era ancor più sorprendente quindi l’avvio di ripresa con Charlotte a rientrare immediatamente in partita grazie a una pioggia di triple finendo per far sembrare a volte la gara uno scontro tra soli backcourt con 57 punti combinati da Lillard/McCollum contro i 52 della coppia Rozier/Graham.
Comunque sia, 12-0 in avvio ripresa e Hornets sul -4 (58-62), anche se per l’aggancio bisognava aspettare due liberi di Rozier a 3:45 (78-78) con Willy a ritrovare il vantaggio subito dopo.
Contro-sorpassi
nel finale del quarto con un’azione di Graham da 4 punti per l’89-88
ma Lillard allo scadere da metà campo segnava da tre per l’88-91.
Partita
che rimaneva lì ma Tolliver tra punti e tap-out strappava favore
della Rip City che si trovava prima sul +8 con una bomba di Tolliver
conservando sette punti a 4:01 dalla fine sulla conclusione sotto
dell’ex Pistons.
Charlotte
piazzava un 7-0 di parziale ma nel finale Tolliver da tre spareggiava
la gara e tra varie vicissitudini da parquet si arrivava ai liberi di
Lillard che splittati davano un +3 alla squadra di Stotts.
112-115
con :06.2 sul cronometro.
Palla a
Graham sulla rimessa laterale, slalom, potrebbe andar per l’appoggio
ma non servirebbe, Rozier coperto scivolava, il tempo scorreva e
Devonte’ cercando di seminar Bazemore usciva a destra provando il
turnaround da tre ma la mano di Bazemore salvava i suoi dal
supplementare facendo cadere gli “Charlotte Hornets” per la sesta
volta consecutiva a Portland.
In classifica ora gli Hornets si trovano sempre al nono posto ma con uno stacco nettissimo dall’ottavo posto, sempre più risucchiata verso il basso dove anche gli altri team non fanno carte false per risalir in classifica.
Riguardo
alle statistiche di squadra ecco i confronti:
Rimbalzi:
CHA 42, POR 47, Assist: CHA 24, POR 26, Rubate: CHA 7, POR 4,
Stoppate: CHA 3, POR 5, FG & FG%: CHA 40/90 (44,4%), POR 42/83,
50,6%, 3FG e 3FG%: CHA 18/38 (47,4%), POR 16/37 (43,2%), FT &
FT%: CHA 14/18 (77,8%), POR 15/19 (78,9%), TO: CHA 8, POR 13.
Va da
sé che finalmente non si paghino i numeri in attacco visto che
Portland difensivamente non è un muro ma come il solito l’oltre
50,0% concesso ha finito per mandare a picco la gara.
La partita
Starting five
Charlotte: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Zeller, quest’ultimo a sostituire Biz che per un colpo al naso non sarà della partita.
Portland: Lillard 30 pt. + 9 assist), McCollum (27 pt.), Bazemore (5 pt.), Anthony (17 pt. +8 assist) e Whiteside (7 pt. +11 rimbalzi con l’ex Heat era in dubbio inizialmente).
Dalla panchina, out Nurkic, degno di nota e decisivo nel finale, Tolliver con 16 pt. e 11 rimbalzi.
1° quarto:
Partenza pessima
di Charlotte a Portland con palla a due vinta dai Trail Blazers e
tripla frontale con spazio di McCollum a 11:42.
Bridges tentava il
reverse layup ma Whiteside era presente e intuendo il cambio lato
canestro lo bloccava vigorosamente quindi, nonostante un passaggio
deviato da Zzeller, Whiteside raccogliava sotto e segnava con un
tocchetto.
Il primo canestro
per Charlotte arrivava grazie a P.J. che dopo aver sbagliato da sotto
vedeva Zeller mancare il semigancio ma rimanendo lì correggeva il
put-back dunk.
Whiteside a 9:41
ottenendo diue FT per fllo di Miles sotto canestro metteva dentro il
2-7 quindi Charlotte a 9:22 rispondeva con il fluido tre punti di
Graham e dopo l’anticipo di Cody sul passaggio verticale per
Whiteside era lo stesso Graham ad annullare completamente il gap
portandoci sul 7-7.
Entrava l’ex Batum
mentre Portland tornava a far da lepre segnando con Lillard arrivato
al feto sul dribbling in palleggio ma a 6:55 in transizione uscivano
due FT per P.J., il quale freddamente pareggiava.
McCollum ne
metteva quattro di fila mentre Willy esordiva con un’entrata in salto
con tocco al plexiglass acrobatico e ritardato per evitar la stoppata
di Whiteside.
Funzionava…
Anthony degnava
dalla media baseline destra, rispondeva P.J. alla stessa maniera ma
più staccato dalla linea di fondo, Willy in aiuto stoppava McCollum
rallentato da Rozier in entrata e Marvin Williams (presente
mascherato) chiudeva in angolo Little costringendolo al TO.
Un passaggio
dentro di Graham per Willy ed eran due FT ma da essi non usciva
“nada” mentre Simons dal corner sinistro batteva da tre Bacon per
il 13-18.
A riportare in
linea di galleggiamento la barchetta Charlotte era la tripla di
Marvin in transizione a 3:24 su assist corto laterale di Batum che
costringeva i Trail Blazers a un TO deviando palla per penultimo.
A 2:19 per via da
oltre l’arco e sempre da transizione (un po’ elaborata), Graham da
tre punti chiudeva da fuori portando sopra per la prima volta
Charlotte (19-18) che guadagnava punti da un attacco di Bacon sino al
ferro per un two and one con fallo di Simons.
Charlotte sul22-18
era colpita dalla tripla di Lillard nonostante il close-out di Rozier
che in attacco mancava il tiro ma Willy recuperando il rimbalzo dal
pitturato metteva dentro a 1:11.
I Tracciatori di Sentieri segnavano con Simons a bruciar Willy e con Lillard ai liberi a :35.7, sorpassando Charlotte 24-25 ma l’ultima parola spettava al nostro iberico che con un tiro ortodosso al vetro segnava il 26-25 chiudendo le marcature nel quarto.
Marvin Williams ancora “in maschera”. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Nonostante P.J.
stoppasse Simons, un paio d’attacchi a vuoto di Charlotte
consentivano ai locali di riportarsi sopra con un up & under
d’esperienza firmato Anthony.
Rozier da sinistra
con un lungo due riapriva il rollercoaster tentando di estinguerlo
con un coast to coast per il 30-27.
A riportare le
montagne russe in fase di stallo era però McCollum che a mezzo
tripla equilibrava sul 30-30 il match.
Rozier da tre non
funzionava e Bacon nel traffico appoggiava male quindi rapidamente
dal mid range McCollum piazzava il jumper su Bridges prima che Melo
in post basso facesse ancora la differenza per il 30-34.
Decollo di Bridges
con tentativo di dunk a una mano ma Simons con una mano lo respingeva
così come il ferro faceva altrettanto con la sfera.
Due FT comunque
guadagnati e infilati poi a 7:33 ancora Melo dentro con finte per il
+4 Portland.
Rozier sullo
scatto si trovava sotto canestro a sinistra, sandwich con fallo di
Hoard, n° 6 e due FT.
½ e sulla tripla
di McCollum le prime avvisaglie dell’accelerazione dei Trail Blazers
cominciavano a preoccupare.
Charlotte non
trovava sbocchi sull’azione offensiva con Monk e Bridges che si
affidava alla tripla da marcato: nulla da fare ma Batum intuendo
riusciva a tapinare nonostante il difensore per il 35-39.
Le finte di
Anthony su P.J. facevano notare la differenza di esperienza tre i due
oltre a fissare nuovamente sei punti di scarto, Charlotte in attacco
lottava finendo per riuscire a segnare con un tocchetto di Zeller che
faceva scavalcare alla spicchiata il primo ferro appena appena.
Ci metteva una
frazione di secondo McCollum a infilarsi nella difesa di Charlotte e
Borrego provava a chiamare un time-out a 5:38.
Purtroppo era qui
che gli Hornets davano il peggio mentre Portland scendeva a tutta
velocità dalle montagne russe con Hoard in area per il two and one
assistito, Bazemore a 4:49 da tre punti e Trent in replica da oltre
l’arco portando il parziale sullo 0-11…
37-52 con 0/5 da 3
per Charlotte nel quarto a fronte di un 4/5 avversario…
Batum rompeva il
parziale grazie a un raddoppio su Whiteside andando a rubare e
schiacciare mentre Zeller in protezione era sbattuto a terra da
Whiteside.
FT mancato a 3:56
e si rimaneva sul 39-56.
Rozier con due
liberi a 2:56 ci portava a quota 41, Lillard non faticava per la
tripla dalla diagonale destra ma Rozier a 2:09 spingeva ancora in
area per un soft touch vincente (43-55).
Non si arrestava
la precisione di Portland da oltre l’arco con McCollum a 1:48 da tre.
Lillard in
transizione comodamente metteva dentro il 43-60 al quale rispondeva
da tre la nostra PG de facto (Graham) per il 46-60.
Anthony segnava
contro Batum il 46-62 finale.
Tabellino Hornets del primo tempo
3° quarto:
Dopo 24 minuti
l’attacco dei Trail Blazers sembrava segnare un solco inesorabile tra
le due squadre come se quella di Borrego fosse di una categoria
inferiore invece arrivava subito una sorprendente rimonta a suon di
triple.
Bridges apriva con
quella mancata (sul ferro) ma la mano rimaneva a Charlotte che a 1.35
inaugurava le marcature del quarto con Rozier.
P.J. a 11:04
metteva la seconda poi si faceva stoppare da Whiteside oltre il
fondo.
Dalla rimessa
Charlotte traeva un altro tiro pesante con Rozier e dopo il TO di
Portland per un’irregolarità il canestro da fuori di Bridges veniva
annullato.
Anthony sbagliava
la conclusione mentre a 8:43 l’arcobaleno meraviglioso di Graham da
oltre l’arco trovava il solo cotone e Charlotte dal -16 si trovava
sul -4 (58-62).
A 9:31 McCollum
pagava con la stessa moneta ma Charlotte tornava ad accorciare con
l’assist fintato di Graham per uno Zeller a schiacciare in corsa
frontalmente.
A 8:16, dopo
un’entrata da destra con leggera chiusura a ricciolo nel traffico,
P.J. metteva dentro trovando anche l’and one per il 63-65.
Gara riaperta con
un 17-3 di parziale e se Whiteside schiacciava, Graham da tre a 7:50
ci portava al minimo distacco (66-67).
McCollum con un
lungo due da sinistra sarebbe un tiratore che servirebbe a Charlotte
e per un fallo di Graham in lunetta finiva Lillard, tiratore da oltre
l’89,0% in stagione.
Il play splittava
e la tripla sganciata a 6:55 da Rozier bruciava la retina così come
quelle seguenti di Anthony e P.J. Washington (6:27), tutte senza
respiro per il rapido 72-73.
Portland non
volendo perder il ruolo di squadra leader metteva dentro due FT con
Bazemore a 6:06 e su una persa di Rozier allungava sul 72-77 grazie
all’appoggio fluidi di McCollum al vetro.
A 4:49 l’appoggio
di Batum in corsa valeva il goaltending per la palla inchiodata al
vetro da Whiteside e a 4.13 tornava a farsi vedere il nostro centro
spagnolo in area per il 76-77.
A 3:55 il fallo di
Bacon da sotto valeva un ½ di Whiteside a gioco fermo ma per un
fallo di Hoard sull’ingresso in area di Rozier arrivava il pari,
sempre dalla lunetta.
Lillard sfondava
su Batum e a 2:30 Willy portava avanti Charlotte.
Lillard da
sinistra a 1:54 metteva la bomba del controsorpasso ma a 1:39
Hernangomez faceva veder la cosa più bella della sua partita: uno
contro uno vs Tolliver, finta con mezzo giro all’interno,
contro-mezzogiro flash a molla opposto e il lungo saltato come un
birillo rimaneva esterrefatto a lasciar strada allo spagnolo che
depositando due punti realizzava l’82-81.
La propulsione
Lillard per i bianchi non si arrestava e altri due punti del play
cambiavano ancora la squadra lepre ma a 1:13 l’artiglieria Graham
esplodendo la tripla realizzava l’85-83.
Ingenuo fallo a
contenimento di Bbacopn che lasciava sull’entrata il tiro dal mid
range a Lillard, il quale metteva dentro al vetro e dalla lunetta il
controsorpasso.
A :48.8 Graham
passando oltre il blocco sulla top of the key di Willy, pur toccato
dal rientro di Simons, riusciva a infilare la tripla con fallo.
Azione da 4 punti
e Hornets sull’89-86.
Trail Blazers che
recuperavano due FT con Trent e altri tre punti quindi Graham da tre
provando a sfruttare al massimo il tempo che arrivava vicino allo
scadere tentava la tripla ma non andava e Lillard finiva per esser
costretto a tirar da tre da metà campo riuscendo a segnare il
sorpasso a fil di sirena vera.
89-91 sull’eccezionale tripla del n° 0 ma partita ancora aperta nell’ultima frazione.
Lo spagnolo Hernangomez sorge in attacco. Foto ufficiale tratta dalla pagina degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Dopo quasi un
minuto P.J. apriva le marcature dalla lunga per il 92-91 e McCollum
cascava con le ripetute finte di partenza su Batum, nell’infrazione
di passi.
Nella parte finale
cominciava a farsi vedere Tolliver che segnava due punti in area
fallendo il libero poi su assist di McCollum l’ex multi-team metteva
dentro altri due punti per il 92-95.
Finita l’inerzia,
Borrego chiamava un time-out ottenendo a 9:26 una put-back dunk
firmata dal quasi perfetto Hernangomez.
Willy mostrava il
suo lato debole in difesa facendosi battere, onestamente,da un tocco
di Tolliver e da Anthony in jumper su di lui per il 94-99.
Tra punti frontali
dello stesso Tolliver lanciavano la fuga della squadra di Stotts
(94-102) che subiva una battuta d’arresto sul tiro mancato da
McCollum e nonostante l’ennesimo tap-out di Tolliver P.J. mettendo
una pezza all’entrata di McCollum riusciva a favorire l’azione
offensiva chiusa da Bacon a 6:13 con la tripla del -5.
Reverse in corsa
frontale a tutta birra su Zeller per un Tolliver scatenato ma
risposta di Zeller a 5:28 nel cuore dell’ara in floater in mezzo ai
difensori e ai cori “Defense, defense”…
5:09 colpo da K.O. di Lillard su Batum con la tripla del 99-107.
Sembrava che la forza di Charlotte non potesse stare al passo ma liberando Batum nel corner sinistro a 4:58 ecco che partivano gli attacchi dinamitardi con la tripla del transalpino per iniziare.
Bacon era fermato
e Tolliver a 4:01da sotto portava a 7 le lunghezze di vantaggio dei
suoi.
Era tardi ma gli
Hornets non si fermavano: 3:46, step back di Rozier da tre punti, Lob
per Cody che metteva dentro due punti da sotto e a 2:32 a mezzo FT
ecco i due di P.J. per il pareggio a quota 109.
A 2:11 nemmeno
Zeller riusciva a fermare Tolliver dalla top of the key per la tripla
spareggio anche perché Zeller era fermato da Anthony in area quindi
Rozier mancava la tripla ma Batum tenendo viva la palla sulla linea
di fondo finiva per far giocare una seconda vita a Charlotte che
tentava lo skip pass da corner a corner tra Rozier e Graham ma la
sfera no arriverà mai con Anthony sulla sfera in due tempi a tenerla
in campo con il salto fuori.
Molto vicino alla
linea se non con una punta sulla linea, gli arbitri non rivedono
l’azione, giusto così direi comunque mentre Lillard sullo scatto
lasciava arretrato Batume e la chiusura di Williams sulla colonna del
post basso destro era troppo statica per fermare l’appoggio del
109-114.
Urgenti erano i
punti per Charlotte che a :13.0 metteva dentro con Graham da tre
dalla destra (112-114).
Fallo di Batum su
Lillard a :08.5 (112-115)… primo libero a segno, secondo fallito.
La grazia non bastava a :06.2 poiché sulla rimessa la palla giungeva a Graham che slalomeggiando trovava Rozier coperto e anche scivolato, la serpentina dal cuore dell’area proseguiva necessariamente verso l’esterno ma sul giro e tiro Bazemore metteva quella mano provvidenziale per i suoi a evitare rischi nel supplementare.
Le pagelle
Terry Rozier: 7
25 pt., 7
rimbalzi, 3 assist. 8/18 con 4/8 da tre, un solo TO, di fatto due,
quelli nel secondo tempo con una palla persa banalmente in palleggio
e sull’apertura con skip pass verso Graham in un momento delicato.
Per il resto provvede all’attacco segnando con buona continuità da
tre rimettendo in carreggiata i Calabroni a inizio ripresa. La sua
partita era stata sufficiente nel primo tempo, migliorata nella
ripresa poi non chiediamogli miracoli… l’anno scorso giocava come
riserva a Boston, qui sta trovando il suo ritmo e la sua dimensione.
Devonte’ Graham: 7
27 punti, 3
rimbalzi, 10 assist, 1 rubata. 9/17 dal campo, 8/13 da tre. Serata
dalla mano calda per Graham che ingrana e piazza bombe con il timer,
spesso nemmeno banali come l’azione da 4 punti a fine terzo quarto.
Sempre sua quella che ci da l’ultima occasione. Non riesce a trovare
un compagno ben piazzato in poco tempo sull’azione finale e viene
stoppato da Bazemore ma sarebbe riduttivo fermare 36:09 sul parquet
in un istante per necessità. Una doppia doppia dalla quale ripartire
con coraggio e fiducia a Denver dove non abbiamo nulla da perdere…
Miles Bridges: 5
2 pt., 2 rimbalzi,
1 assist. -5 in +/-. 0/7 dal campo con due triple mancate e
sull’unica buona gli arbitri dicono che non vale. 2/2 ai liberi e
solo due rimbalzi. Non malvagio in difesa nei 18:22 nei quali è
stato impiegato ma fa un passo e mezzo indietro rispetto le sue
ultime buone prestazioni.
P.J. Washington: 7
20 pt., 11
rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 2 stoppate. +6. 6/15 dal campo è la
nota dolente con un primo tempo da Salt Lake City. Si attiva molto
bene nella ripresa dove si mostra attivo su vari fronti riuscendo a
ottemperare spesso le esigenze offensive della squadra con la tripla
oppure andando in area a segnare o a guadagnare tiri liberi. Cambia
il suo voto alla gara con una doppia doppia, da 5 a 7.
Cody Zeller: 5,5
6 pt., 5 rimbalzi,
1 rubata. 22:54, 3/7 dal campo, +7. Pensavo sarebbe stato decisivo se
non ci fosse stato Whiteside. Viene limitato offensivamente se non
riesce ad arrivare in movimento. Bella schiacciata in corsa
sull’assist fintato di Graham, non riesce a fermare Tolliver da tre e
nel finale Anthony lo ferma in area.
Willy Hernangomez: 6,5
14 pt., 4
rimbalzi, 1 stoppata in 16:29. Lo spagnolo dal punto di vista
offensiva è micidiale chiudendo con 7/8 dal campo. Motivato, dopo il
6/6 a Utah, anche oggi stacca nettamente con il passato. Concentrato
e motivato, a volte un po’ ortodosso ma funzionale al tiro, lotta e
recupera qualche rimbalzo ma in difesa dovrebbe guadagnarne di più e
nel finale Tolliver e Anthony lo battono. Meglio dei suoi standard
anche lì, meraviglioso l’uno contro uno vs Tolliver con mezzo giro a
destra di spalle e contro-giravolta rapidissima che lasciava
spiazzato il lungo.
Dwayne Bacon: 5
6 pt., 1 rimbalzo,
3 assist. 21:46 in campo, un paio di attacchi interessanti con la
tripla nell’ultimo quarto a ridare ossigeno ma subito dopo facendosi
fermare con una delle sue entrate troppo pretenziose lasciava
Charlotte a bocca asciutta. 2/7 dal campo, -4 e un fallo troppo molle
su Lillard per il two and one. Ripreso addirittura da Batum in
quell’occasione…
Nicolas Batum: 7
9 pt., 7 rimbalzi,
3 assist, 2 rubate. 30:34 in campo. Il suo rilancio probabilmente è
dovuto in parte anche al Paris Game che si giocherà il 24 ma il
transalpino non fa da comparsa come in troppe precedenti occasioni
negli ultimi anni. In attacco chiude con 4/5 dal campo con una tripla
importante dall’angolo sull’ultimo sforzo di rientro nel quarto
quarto. Bella la steal da raddoppio poi è in difesa dove da il
meglio. Spesso riesce a contener con una posizione attiva McCollum o
Lillard che mancano diversi tiri e il play gli finisce anche contro
una volta, costretto a ceder palla per sfondamento, nessun TO. Buono
a rimbalzo, prova positiva sicuramente.
Marvin Williams: 5
3 pt., 1 rimbalzo,
1 assist, 1 rubata in 14:45. 1/5 dal campo e -2 in plus/minus. A
parte la bomba catch n’shoot da transizione su pass di Batum è quasi
nullo. La rubata ma poi prende anche il canestro decisivo da Lillard
risultando troppo statico.
Malik Monk: 4
0 pt., 1 rimbalzo.
0/1 dal campo, 1 TO in 7:46. Con Monk in campo la squadra sbanda
spesso e il suo perder palloni e sparare a salve producono break a
volte incolmabili per gli avversari. Il -16 di plus/minus dice che in
serata prendiamo più di due punti di differenza a minuto con lui in
campo. Dal mio punto di vista, dispiace scriverlo, se qualcuno lo
volesse, ben venga…
Coach James Borrego: 6
Primo quarto
decente, secondo da incubo con la difesa a far acqua sul perimetro.
Inizio ripresa incredibile in positivo, ultimo quarto con inerzia
frenata e caduta finale. Qaul’è il vero volto di Charlotte e cosa
potrebbe fare con una squadra più competitiva? Si trovano compagni
facilmente per le triple nel terzo quarto ma non si disegna da un po’
un gioco decente e vincente nei finali. Partita dopo partita si
delineano i giudizi sui singoli. Io ho il mal di mare per la
discrasia di prove all’opposto dello stesso giocatore da una partita
all’altra. Il backcourt in serata è sembrato dare più garanzie a
anche altri giocatori hanno fatto la loro parte, purtroppo qualcuno
continua con serate estremamente negative. La squadra comunque si
mostra fragile e cade per la quinta volta consecutivamente. Di buono
c’è solo lo scivolare in asso in classifica in ottica Draft.
Senza una spiegazione logico mitologica
alla base delle varie tribù e società umane sarebbe possibile
costruire una società?
In genere i riferimenti mitologici
fanno da specchio, le credenze tendono a organizzare quella società
con determinati comportamenti e se in occidente Dio è morto ha detto
Nietzsche, basterebbe dare uno sguardo alle radici dello stesso Dio
con israeliani o in molti paesi musulmani senza bisogno di scendere
troppo in profondità per scovare qualche gruppo indigeno in
Amazzonia, nel Borneo, in Papua Nuova Guinea o sparso in qualche
altro angolo del globo.
Prescrizioni, cose da non fare segnano
il limite tra le società del limite e la nostra illimitata.
Certamente anche greci e romani avevano
le loro credenze, abbastanza conosciute.
Presso i greci ad esempio, prima Elio e
poi Apollo (importato anche dei romani successivamente) con il suo
carro solare testimoniano l’importanza data al nostro astro madre.
Lo sguardo oggi è cambiato e la
scienza è tornata ad occuparsene sotto il profilo fisico e se
Borrego vuole vincere in Arizona avrà sicuramente dato un’occhiata a
questi Phoenix Suns.
I Calabroni, dopo essersi ghiacciati
nettamente nello spazio aperto a -270° contro i Jazz si avvicinavano
a Phoenix per riscaldar l’esoscheletro in una delle due partite
abbordabili (classifica alla mano) di questa serie composta da 4
trasferte (Utah, Phoenix, Portland e Denver).
Trovare le giuste distanze e il giusto
equilibrio dai Soli di Phoenix sarà ovviamente la chiave del
successo, se i Suns dovessero riuscire a distruggere l’equilibrio
dello swarm i Calabroni rischierebbero di uscir bruciacchiati prima
di volare nella città delle rose.
Analisi
Borrego
mischiava le carte dando credito e minutaggio ai B&B
(Bacon/Batum).
Il
primo a metter piede sul parquet era il francese che giocherà una
partita sufficiente tutto sommato mentre Bacon sarà autore
provvidenziale di numerosi canestri, alcuni difficili, che terranno
in piedi per tutta la gara Charlotte.
Il
cuore di Zeller nel terzo quarto ci riportava a galla e dopo lo
strappo Suns nell’ultima frazione era ancora Bacon a metter dentro il
-1 (84-85).
Sul più
bello però Dwayne perdeva palla palleggiandosela sul piede e dopo un
two and one per l’87-89 si faceva portar via una alla in palleggio e
poi, sulla stessa azione, dopo averla recuperata a tessa se la faceva
porta via, arrivava così la schiacciata dei Suns che metteva a
distanza di sicurezza la squadra di Monty.
Al
riparo da brute sorprese i Suns giocavano con cronometro e liberi
chiudendo sul +8, 92-100.
Per
quel che riguarda le stats di squadra:
Cha: 37
rimbalzi, 25 assist, 10 rubate, 41,9% al tiro, 22,9% da tre, 66,7%
dalla lunetta e 14 TO.
Pho: 51
rimbalzi, 22 assist, 8 rubate, 50,0% al tiro, 33,2% da tre, 61,1%
dalla lunetta, 18 TO.
A poco sono valsi i minori TO, Charlotte stratifica partita dopo partita persa i problemi visti e rivisti in altre gare: troppi rimbalzi concessi in più agli avversari, percentuali avversarie sempre troppo alte (poca protezione del ferro), quelle di Charlotte dall’arco sono divenute troppo basse… vincere così è dura.
Quarta sconfitta consecutiva, buona solo eventualmente in ottica Draft e serie vinta dai Suns 2-0 quest’anno.
La partita
Starting five
Charlotte
con il roster al completo utilizzava come starting five i seguenti 5
giocatori: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo.
Phoenix,
agli ordini di Monty Williams, rispondeva con: Rubio (10 pt., 9
assist), Booker (12 pt. +9 assist ma bad game), Kelly Oubre Jr. (25
pt., 15 rimbalzi), Saric (5 pt.), Baynes (18 pt.).
Oltre a
Oubre Jr., dalla panchina come scorer è andato molto bene Ayton che
ha chiuso con 18 punti +9 rimbalzi seguito da Mikal Bridges con 10.
1° quarto:
Palla a due
conquistata da Phoenix che mancava con Oubre Jr. un layup facile
mentre gli Hornets andavano a segno a 11:27 con una tabellata di
Graham e raddoppiavano con un pallone mal passato in attacco da
Phoenix preda di Bridges facilmente chiuso in transizione a 11:13
dallo stesso.
La partita
diventava brutta e le conclusioni anche peggio ma mentre gli Hornets
si astenevano dal realizzare altri canestri, Phoenix iniziava a
ingranare segnando da tre a 9:01 con Rubio.
Lo spagnolo si
ripeteva andando da due punti in rapido fade-away oltre Biz portando
avanti i Suns che incrementavano il bottino con Oubre Jr che da
sinistra arrivava schermato facile all’appoggio dopo essersi preso
una stoppata di sinistra da Biz sull’azione precedente.
L’ingresso di
Batum non portava benefici (mancato il jumper), dentro anche Bacon
che a 6:16 metteva dentro in pull-up dalla media dopo 4:57 di
digiuno.
A 5:11 Biz in
lunetta spltittava per il 7-9 quindi per Phoenix seguivano due punti
di Ayton che a destra del ferro recuperava un errore dei compagni e
appoggiava al vetro e su un contatto Biz/Bridges (quello di Phoenix)
un ½ produceva uno scarto di tre punti che avrebbe accompagnato per
un tratto veloce del primo quarto l’elastico teso al massimo tra i
due team.
Bridges in corsa
metteva un tiro fuori equilibrio pur seguito dal difensore, Ayton
rispondeva in alley-oop a una mano (11-14), Bacon chiudeva la drive
con l’euro step e Zeller dal post pescava il taglio verticale di
Bridges che in corsa appoggiava oltre Booker per il vantaggio Hornets
(15-14).
Zeller in
transizione con un passaggio bound in diagonale liberava il solitario
Graham che saliva a schiacciare indisturbatamente.
Phoenix in
time-out a 2:24 beneficiava dell’idea dell’entrata, portata a termine
d Okubo.
Bacon imitava
creando il contatto con Okubo per due punti più un FT mancato
(19-16).
L’elastico di tre
punti in favore di Charlotte si allungava con la finta di Zeller che
faceva saltar Ayton mentre il nostro centro cambiava lato per
schiacciare il 21-16.
Dopo due punti per
Phoenix si arrivava agli sgoccioli con Rozier a prender spazio sulla
top of the key seguito da Ayton, il quale nel tentativo di stoppata
usciva dal cilindro andando addosso al tiratore.
:03.7 3/3 per Scary e 24-18 dopo il primo quarto.
Gli unici due punti di Batum in serata ottenuti in schiacciata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Prima azione
pirotecnica per Bacon che in area andava per lo spin in uno contro
uno, salto verticale fluttuante e tiro jordaniano dopo il
galleggiamento a segno.
Ayton rispondeva
martellando Zeller ma Bacon sull’altro fronte apriva nell’angolo
sinistro da dove un Monk perso completamente dalla difesa
arancio-bluastra metteva altri tre punti per il 29-20.
Put-back dunk di
Ayton su Zeller, risposta del nostro centro che scambiava in angolo
destro con Bridges che arrivando lungo linea passava basso per Zeller
che sfruttando l’inesperienza di Ayton freddava il centro con un
tocchetto esperto da sotto.
Bacon tentava la
tripla open (Rubio impastato su Biz) portando i propri punti a 11 e
la gara sul 34-22 e da un recupero nascevano altri due punti di
Dwayne in transizione per il +14.
Da qui però il
gap scendeva a partire dal fing and roll di Oubre Jr. passando per
l’appoggio al vetro di Rubio a 8:40.
A 7:59 Baynes
mancava due liberi mentre P.J. spinto da Saric nel pitturato
affondava uno dei suoi FT.
Oubre Jr. dava la
spinta-rimonta ai Soli mettendo due punti da sotto da fermo e altri
due in corsa passando P.J..
Un paio di triple
a vuoto di Rozier e una gomitata di Oubre J.R. Sul volto di Biz
durante uno scontro a rimbalzo mandavano in transizione i locali con
il congolese a terra e dall’angolo sinistro la squadra di Williams
capitalizzava il vantaggio con 3 pt. di Rubio a 6:33.
Biz era costretto ad uscire sul 37-33.
Zeller lo
rimpiazzava rubando una palla a Rubio m P.J. si faceva stoppare la
drive da Baynes e anche Zeller avrebbe fatto la stessa fine
avvantaggiando la drive di Oubre Jr. per il -2.
Graham finalmente
per Charlotte rispondeva ed erano tre punti pesanti dalla diagonale
destra per il 40-35 ma da un brutto passaggio di Monk arrivava la
steal di Oubre Jr. con completamento di Okubo in transizione.
Zeller recuperando
una palla bassa nel pitturato rimbalzava via sul contatto multiplo
mettendo però l’alzata.
Libero per il two
and one ancora a vuoto così dall’altro lato P.J. si faceva batter
da Saric che servendo sotto Ayton lo mandava a schiacciare.
A 4:04 fallo di
Bacon su Ayton, 0/2 dalla lunetta e rientro di Biyombo.
Graham mancava da
tre, Batum in difesa deviava un paio di palloni recuperando la sfera
sull’ultimo tocco di Booker in rimessa laterale.
Charlotte a vuoto
due volte sulle triple, Saric a 2:55 no ed ecco l’aggancio sul 42
pari…
Graham a 2:41
infilava la bomba del 45-42 ma era l’ultimo canestro per i Calabroni
che all’intervallo andavano sotto superati da un appoggio di Saric e
una dunk di Ayton per il 45-46.
3° quarto:
Primi due punti
della ripresa per Phoenix con Baynes (primi personali anche) in
gancio e a 10:27 per Charlotte P.J. da tre con spazio colpiva
rompendo il suo sonno.
A spezzare il pari
era un passaggio di Rubio che schiacciando sulla corsa di Baynes
mandava il bianco dentro facile per la dunk del 48-50.
Charlotte andava
in difficoltà su ambo i lati e un fallo di Rozier su Oubre Jr. dava
la possibilità all’ala avversaria di portar sul +4 i suoi.
A 8:49 lo stesso
scatenato giocatore colpiva da tre per il +7 Suns, fortuna Graham con
un catch n’shoot da tre punti conteneva il divario ritoccando a 8:09
con un FT per fallo di Booker (52-55).
I Suns
continuavano il loro buon momento con Oubre Jr. e Baynes che in post
basso piazzava un altro gancio (54-60) ma dall’altra parte Zeller
provava a non esser da meno del centro opposto chiudendo in alley-oop
aggressivo un’alzata di Graham proveniente da destra.
Un open 3 di Oubre
Jr. e la situazione precipitava (56-63) ma in attacco ai 24 uno step
back da destra di Graham provvedeva a ridurre il gap ma su un’entrata
dei Suns gli Hornets si mostravano senza difesa e Borrego chiamava il
time-out a 3:45.
Sette punti da
recuperare e tre arrivavano da Bacon dalla diagonale sinistra a 3:18
ma due FT di Oubre Jr. (fallo Graham) ci rimandavano a 6 punti
tuttavia Miles entrava decisamente da destra convinto di schiacciare
e così era.
Pugno di Phoenix,
risposta di Batum in schiacciata da back door con assist di Zeller,
Bridges al tiro no ma rimbalzo conteso Zeller/Ayton e palla a due
vinta da Cody porterà Bacon in lunetta (T. Johnson foul) a
splittare.-3 a 1:27 ma Johnson metteva il tiro dalla media sinistra
su Graham.
Zeller, il quale
stava dando una spinta anche con rimbalzi e palloni recuperati,
metteva dentro a :51.8 un two and one portando i Calabroni sul 69-71.
Bacon con rapidissimo spin e appoggio lungo sulla continuazione del movimento pareggiava mandando le squadre agli ultimi 12 minuti in perfetta parità.
Dwayne Bacon ha giocato 31:45 in serata. Foto dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Rozier a 11:29
segnava in floater dal pitturato l’unico canestro dal campo della sua
serata.
Il vantaggio
durava un po’ ma dopo la tripla mancata da Oubre Jr. un paio di
tocchi da pallavolista di Ayton servivano a correggere e a
pareggiare.
Il Bridges dei
Suns colpiva da tre e dopo un layup clamorosamente fallito da Rubio
tutto solo da sotto Oubre mancava la correzioni leggermente meno
clamorosamente ma riprendeva segnando con la complicità di una
difesa Hornets tra l’assente e incapace.
Finiva per
chiamare time-out Borrego richiamando i suoi che piombati sul -5
iniziavano a dare alcuni segni di mancanza di concentrazione.
Bridges, questa
volta il nostro, Miles, percorreva la baseline sinistra e batteva il
difensore tagliando il floater ma un frustrato Booker trovava il
miglior momento di serata per piazzare la tripla (75-81).
Pocket pass di
Graham, appoggio in corsa di destra per Zeller a superare Ayton.
Altri due punti
Suns e si arrivava a sette minuti dalla fine con la squadra
dell’Arizona a conservare 6 punti di vantaggio (77-83).
Baynes in area
lavorava di fisico e dopo aver rischiato di perder la palla ritrovava
in gancio la via del canestro.
Un doppio sfondamento di Booker, prima su Batum, poi su Zeller favoriva i Calabroni che tuttavia sprecavano le loro azioni offensive sino a 4:17 quando sulla diagonale sinistra Graham passando il blocco lasciava attardato Okubo che spingendo regalava tre FT a Bridges poi segnati a 4:17.
Occasioni mancate
da Ayton, Oubre e Rubio, alzata da destra di Miles per due punti ad
arrivare sull’82-85 con 3.21 sul cronometro…
TO di Phoenix e
Bacon in corsa segnava in uno contro uno in fade-away.
Ayton sovrastava
la nostra difesa mettendo dentro due punti e Bacon sul più bello
trasformava la sua bella partita in qualcosa di bipolare.
Palleggio sul
piede con palla persa che portava in transizione Booker a 2:16 a
realizzare su Graham il jumper per l’84-89…
Euro-step di Bacon
con fallo di Oubre Jr..
Two and one per
l’87-89, mancava Mikal Bridges il canestro ma Ayton era ancora
micidiale segnando da sotto l’87-90.
Ci provava da tre
Bridges ma il tentativo risultava corto.
Zeller fermava
Booker poi con palala in mano Charlotte se la faceva togliere: sul
palleggio Bacon se la faceva portar via, mischia, Bacon e Graham a
terra a lottare, palla che alla fine era preda di Oubre Jr. a
fotografar il risultato del match con Charlotte a terra sulla
schiacciata dell’87-93.
Bacon da tre non
funzionava, la difesa di Charlotte non rientrava consentendo a Mikal
Bridges la schiacciata e la tripla di Graham direttamente dl North
Carolina (su Ayton) serviva solo per il -5 (90-95).
Fallo di Bacon su
Booker a :27.1 e strano ½ per uno dei migliori tiratori della lega a
gioco fermo.
Graham mancava la tripla e i Suns allungavano dalla lunetta nel finale sino al 92-100.
Le pagelle
Terry Rozier: 4
5 pt.,
2 rimbalzi, 2 assist. 1/10 dal campo, 0/5 da tre punti, 3/3 dalla
linea. 1 TO, -15. Sufficiente in difesa dove qualcosa di buono la
combina, in attacco a parte i te liberi guadagnati per inesperienza
di Ayton segna solo a inizio ultimo quarto con floater ma poi Borrego
lo toglie prima della fine del mach vedendolo assolutamente fuori
serata. Lo aspettavamo per confermare un buonissimo periodo ma
sceglie una brutta serata vista la partita abbordabile per il suo
night-off. Completamente fuori ritmo.
Devonte’ Graham: 6,5
22 pt.,
1 rimbalzo, 8 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 7/18 FG, 2 TO. Risale
dopo qualche prestazione non eccelsa… 4/13 da tre migliorabile, per
il resto aiuta la squadra con buoni passaggi e 22 punti che
raggranella in diverse maniere. In difesa i cm son quelli che sono e
spende qualche fallo a volte. Mette una tripla siderale nel finale a
partita chiusa ma poco prima, cercando di servire Batum non era stato
preciso commettendo TO, episodio.
Miles Bridges: 6,5
14 pt.,
5 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 7/13. Una bella spinta in
attacco, peccato per lo 0/4 da fuori con almeno tre triple
approssimative. Lotta e segna un paio di buoni canestri con bravura
dalla linea di fondo in avvicinamento, bella la dunk in entrata
decisa. Parte subito attivamente in serata trovandosi un pallone da
schiacciare in transizione e finisce con un +8 in plus/minus.
P.J. Washington: 4
4 pt.,
3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 1/6 dal campo, -19. Non tiene in
difesa e salvo qualche episodio come la tripla aperta e i due FT
recuperati dorme ala grandissima in attacco. Inesperienza e tempismo
lo bloccano o lo sconsigliano dal compiere certi tentativi in
stoppatama ne risultano poi canestri molto facili per i dirimpettai.
Bismack Biyombo: 4,5
3 pt.,
7 rimbalzi, 1 stoppata. 1/6 dal campo, -16. Prende una botta in
faccia a rimbalzo offensivo da Oubre Jr.. Esce e rientra quindi
nonostante non riesca a prender quello specifico rimbalzo chiuderà
con 4 offensivi ma nei 18:33 ne rimarranno solamente tre difensivi.
Insufficienti e in attacco si fa influenzare i tiri da Ayton.
Nicolas Batum: 6
2
punti, 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 1/5 dal campo, 2 TO. Bene in
difesa dove si piazza sapientemente sulle linee di passaggio e su
un’azione devia la palla due volte riconquistandola. Prende uno
sfondamento di Booker nell’ultimo quarto e forza a un TO i Suns nel
finale, inoltre prende alcuni rimbalzi aggressivi in difesa (6, tutti
difensivi). E’ anche vero che si fa battere con estrema facilità su
un’azione da Rubio che mancherà il layup ma i Suns otterranno
comunque i due punti. Resta drammaticamente spento in attacco dove
gli assist non sono al plurale e i punti son due, guarda caso in
schiacciata perché da fuori fa 0/3. Giudizio sempre senza guardare i
contratto, per la prestazione nelle serate non fa testo.
Dwayne Bacon: 6,5
24 pt.,
5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 10/15 FG, +7. Nota negativa i 3 TO,
iniziamo subito da qui. Due sono nella parte finale e sul secondo a
terra avrebbe dovuto riuscire a trascinare verso il corpo la palla
per chiamare il time-out. Nel mezzo un two and one in entrata con
euro-step. Le sue entrate sono variabili e difficili in diversi casi,
ma dalla rallentata a quel paio meravigliose con spin e in un caso
con jumper fluttuante a seguire, sono quasi tutte incursioni
vincenti. In formissima rovina il voto nel finale con un paio di
perse e un’entrata esagerata.
Malik Monk: 5,5
3 pt.
in 7:15. ½ dal campo, tempo limitatissimo per lui, forse dopo il TO
da passaggio scellerato che nel primo tempo apriva a due punti Suns
comodi. Partito sparando la tripla dall’angolo sinistro aperta,
mancava quella dal alto destro con meno spazio a disposizione. Come
la temperatura quando prendi la macchina in una mattinata ghiacciata,
avesse continuato a giocare si sarebbe modificata, in questo caso il
voto probabilmente si sarebbe abbassato.
Cody Zeller: 7
15 pt.,
8 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 7/11 dal campo. 1 TO, 4 falli. A
parte un inizio difficoltoso a contener sotto i lunghi avversari, è
mezza anima della squadra nel terzo quarto quando il suo impegno
produce rimbalzi su ambo i lati, da sottolineare la jump ball vinta
contro Ayton, il passaggio breve per la dunk di Batum e la steal a
Rubio. Mette dentro in entrata senza paura trovando il varco buono e
anche sui contatti mettendo a frutto l’esperienza sulla potenza sul
lato offensivo. Riesce a prender uno sfondamento da Booker poi va a
commetter un paio di falli su di lui innervosendolo ulteriormente. Ha
dato quello che poteva dare non arrendendosi. Se avessimo visto un
altro paio di giocatori così a strappar palloni, forse non avremmo
perso.
Coach James Borrego: 5,5
Non so
con chi ce l’avesse sulla palla persa nel finale. Dall’inquadratura
stretta sembrava dicesse “C’Mon!” agli arbitri nel finale ma
forse prima ce l’aveva anche con i suoi giocatori, in particolare
Bacon e Graham, rei di aver perso la lotta in mischia e forse di non
aver chiamato time-out. La squadra é giovane e si sta sviluppando è
il refrain ma perde punti troppo velocemente e non è sembrata per
nulla concentrata e se anche pronta a darsi una mano, in certe
circostanze le amnesie pesanti hanno regalato punti. Altra persa, la
quarta di seguito e ora si va su un altro campo modello “Fossa
delle Marianne” come quello di Salt Lake City.
Il back to back previsto per le 04:00 AM domattina a Portland (pesonalmente vedrò solo il primo tempo causa lavoro) sperando per una volta di rompere con il passato negativo e di vincer l’altra gara alla portata di questo poker di trasferte.
Charlotte avendo avuto un calendario
accelerato, anche per via del fatto che tra la trasferta di Parigi
(24 gennaio contro i Bucks, considerata sempre come gara casalinga) e
le altre due gare all’Alveare (pre il 20 contro i Magic e post il 29
contro i Knicks) ci saranno finalmente stacchi più importanti, così
è già giunta al proprio giro di boa, gara 41 sulle 82 classiche
partite complessive per ogni team.
Per me che sono del dicembre 1974 e
inizio ad avere memoria dal 1979 a oggi si potrebbe dire che,
dividendo in ventenni i miei ricordi il giro di boa è stato quello
del nuovo millennio e abbinando a titoli di brani musicali italiani
del nuovo millennio le performance dei vari giocatori nelle pagelle
(sicuramente scritte domani pomeriggio per via di impegni lavorativi
e l’orario d’inizio della gara a Salt Lake City), proveremo per
metafora a descriverne la gara.
Se dovessi invece pensare ai Charlotte
Hornets in generale, il titolo potrebbe essere: “Il più grande
spettacolo dopo il Big Bang” (Jovanotti) visto che nonostante le
sconfitte e stagioni perdenti, le emozioni che regalano (sperando
presto molto più positive che negative) ai fan sono moltissime
mentre per descrivere la situazione attuale (sebbene questa sia una
squadra che meriterebbe certamente più rispetto per quel che ha
visto che sta facendo rispetto alle potenzialità e ai giudizi
espressi da tutti, me in primis, in estate) sceglierei Goodbye
Malinconia di Caparezza che è una critica alla ricerca di colpevoli
ma che si chiude con un messaggio di speranza.
A Salt Lake City in genere per noi di
luce in fondo al tunnel non se ne vede (12 sconfitte consecutive per
chi tiene fede alla linea Bobcats/Hornets a Charlotte anche se la mia
è quella Hornets anche a New Orleans) ma andiamo a vedere come
finirà nell’occasione.
Analisi
La partita
Hornets
in gita a Salt Lake City.
I Jazz sono sicuramente squadra più completa in tutti i reparti e con un gioco di squadra di buona fattura hanno saputo esaltare le proprie caratteristiche.
Prima della gara si evidenzia la forza dei Jazz in alcuni particolari settori.
Dallo
sfruttare i cm di Gobert dalle parti del ferro (mai trovata in serata
una soluzione difensiva su di lui) a servire con ottimi movimenti
senza palla e passaggi rapidi i propri tiratori ad arrivare a un
approccio più fisico del match con buon movimento sulle linee di
passaggio e pressione si è arrivati presto a un gap che ha decretato
da inizio ripresa sostanzialmente un tempo di garbage time.
A
salvarsi negli Hornets in serata c’è sicuramente Terry Rozier,
seguito con molta fatica da Bridges mentre per quasi tutti gli altri
è notte fonda.
Dimentichiamo
questa serata sperando che a Phoenix si esca dal tunnel per riveder
le stelle.
Jazz
con le seguenti statistiche di squadra: 40 rimbalzi, 28 assist, 6
stoppate (5 di Gobert), 50,6% al tiro con il 42,9% da tre, 78,6% ai
liberi e 15 TO.
Hornets
a raffronto: 37 rimbalzi, 20 assist, 3 stoppate (2 di Bridges), 46,7%
dal campo, 30,8% da tre, 73,7% ai liberi, 20 TO.
Starting five
Hornets
con il seguente starting five: Rozier, Graham, Bridges, P.J.
Washington e Biyombo.
Quin
Snyder per i Jazz sceglieva invece: Mitchell (4 pt.), Ingles (11
pt.), Bogdanovic (16 pt.), O’Neale (7 pt.), Gobert (15 pt. +13
rimbalzi).
Dalla
panchina per i Jazz: Clarkson 20 pt., Niang 15 pt. e Mudiay con 10
pt. in doppia cifra a testimonianza del gioco di squadra.
1° quarto:
Inizio un po’
problematico per Ingles che si liberava per l’appoggio ma lo falliva
clamorosamente e poi commetteva fallo in contenimento su P.J..
Palla persa in
area avversaria da Biz e schiacciata volante di Gobert che portava in
vantaggio i Jazz molto attivi in difesa sulle linee di passaggio di
Charlotte e aggressivi.
Da una palla
recuperata nasceva il 3 contro uno ritardato da Rozier e salvato in
deviazione oltre il fondo da Bridges all’ultimo istante.
A 10:29 Miles si
notava anche in attacco in uno contro uno, spin sul post medio
destro, gancetto al vetro e pareggio.
Bogdanovic
mostrava perché i Jazz comandano in percentuale da tre puntimentre Rozier recuperava due punti a 9:07 appoggiando di sinistro
oltre Gobert.
Charlotte passava
avanti con la tripla di Bridges a 8:24 (7-5) ma si fermava
successivamente in attacco mentre i Jazz si portavano avanti con
Ingles dall’angolo destro e incrementavano il vantaggio con una dunk
del loro centro prima che P.J. dalla lunetta riuscisse a metter due
liberi a 6:48.
Il peggio però
doveva ancora arrivare poiché i Jazz piazzavano un parziale di 0-12
iniziato con una schiacciata di Gobert servito da un semplice lob che
evidenziava le difficoltà di Biyombo in marcatura, passando per la
tripla di O’Neale ai 24 su assist da drive di Bogdanovic il quale
colpiva da tre due volte per mandare la gara sul 9-22…
Hornets in netta
difficoltà su ambo i lati del campo con Graham a metter dentro due
punti dalla media per far arrivare anche Charlotte in doppia cifra a
2:51 ma anche Niang segnava da tre , Bogdanovic altri due e Mudiay
lavorando per il proprio centro vedeva Gobert alla schiacciata rude
in corsa per l’11-29.
Gobert stoppava Zeller, Williams faceva altrettanto con Mudiay e si arrivava al finale con l’arresto e tiro sulla corsa finita in area di Monk che fuori equilibrio sulla sirena chiudeva con due punti il quarto sul 13-29.
P.J. controlla Niang o si arrende? Foto ufficiale dalla pagina degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Charlotte provava
a riaprire il match a inizio secondo periodo grazie all’assenza di
Gobert e mentre P.J. da tre metteva dalla diagonale sinistra il tiro
pesante, Zeller si avvantaggiava dell’assenza del centro titolare con
un tocchetto su Bradley e Charlotte tornava sul -11 (18-29 dopo esser
stata sotto di 18 ma anche la panchina di Snyder prendeva piede con
un catch n’shoot da tre di Niang e sue punti di Clarkson mentre
Mitchell, rimasto sul parquet, mancava il tiro ma a correggere in
tap-in ci pensava Bradley per ripristinare i 18 di vantaggio messi in
piedi nel primo quarto (18-36).
P.J. al vetro e
Rozier in pull-up dalla media avevano una piccola reazione ma al
terzo tentativo offensivo (seconda palla recuperata con Tucker a
spedirla sulla schiena di Rozier per la rimessa laterale) i Jazz
segnavano con Mitchell in entrata a 8:22.
Gancetto in post
basso di Williams poi dunk di Tucker per i Jazz e step- back due di
Rozier per Charlotte che anticipava la tripla di Mudiay da tre punti
per un divario che lievitava a 17 punti (26-43) grazie a un movimento
palla spedito dei nostri avversari.
Una stoppata presa
da Marvin (Gobert sulla necessità di tirare ai 24 secondi) portava
sul 2-9 i TO quindi la gara deragliava con Clarkson da tre, poi da
due in correzione (vanificata la buona difesa di Martin su Mudiay)
per il 27-48.
L’unico a dare
segni evidenti di resilienza offensiva era Rozier che recuperava un
rimbalzo per andare a prenderne un altro dopo la quarta stoppata di
serata di Gobert (su P.J.) mettendo dentro da sotto a 4:14 il 29-48.
La nicchia di
Clarkson dall’angolo sinistro era buona per la seconda volta per il
29-51quind a 3.36 entrava anche Batum ma a segnare provvedeva ancora
Rozier a 3:12 che da tre provava a riavvicinarci a una parvenza di
decenza.
-21 con un finale
dove il rientro di Biz produceva la schiacciata per il 34-57 (assist
di Graham) e 4 FT consecutivi segnati nell’ultimo minuto (36-59) per
il -23 dopo 24 minuti (38-61).
3° quarto:
Utah muoveva il
punteggio per prima anche nel secondo tempo con Bogdanovic da tre a
11:28 quindi Graham in floater portava i suoi punti a 4 (10:38) e
Charlotte cercava di risalire ma dopo la stoppata di Bridges su
Gobert, Graham da tre continuava la modalità “struggle” e su un
cronometro resettato per non possesso dagli Hornets, il secondo
possesso sulla stessa azione per i jazz scendeva a 5 secondi, tempo
sufficiente per Bogdanovic in qualche maniera di tentar l’appoggio
nonostante una deviazione di Rozier che finiva per commetter fallo
allo scadere.
2/2 poi scambio
internazionale da due punti Biz/Gobert ma dopo un ritocco di Rozier
in lunetta 1/1 (fallo con la palla non in gioco) per il -25 (43-68) i
Jazz, grazie a due triple consecutive di Ingles, giungevano sul
larghissimo +33 a 6:34 (43-76), quindi, per fortuna degli Hornets,
Rozier a 6:08 dava una mano a una squadra sterile con la tripla che
lo mandava sul 6/11 dal campo a 15 pt..
Cody era stoppato
sul tentativo d’appoggio dall’ombrello Gobert ma Bogdanovic spingeva
un po’ lateralmente Miles sul recupero appoggio e il n° 0 dalla
lunetta non tradiva.
Rozier in uno
contro uno forzava il pull-up contro il 23 avversario avendo ragione
e finalmente anche Charlotte toccava quota 50 passata ancora da
Rozier con altri due punti a segno.
Dopo un ½ di Clarkson Bridges con un semigancio in corsa estendeva il parziale pro Hornets sull’11-1 ma Charlotte rimaneva disperatamente lontana sul 54-77 e mentre Charlotte mancava un paio di canestri Clarkson e Mudiay con due punti a testa spedivano oltre gli 80 i “Charms” (le maglie ricordano molto il packaging di quelle caramelle negli anni ’80/90).
Bacon splittava
dalla lunetta, Niang da second chance era un cecchino implacabile in
serata annichilendo Bacon il quale almeno in attacco ne metteva due
da sotto prima di osservare il pick and roll di Zeller a 1:02 con
fallo di Bradley.
Il two and one non
si chiudeva perché Cody andava cortissimo dalla lunetta lasciando
sul 60-84 la gara, Graham riusciva a deviar un pallone ma sulla
partenza della transizione Monk non controllava lasciando “sbandare”
la palla oltre il lato destro del campo e oltretutto un close-out
timido dello stesso Malik consentiva una tripla più agevole a
Mudiay.
Graham aveva uno
dei pochi buoni spunti in serata offrendo la palla per andar a
schiacciar di corsa a canestro con Zeller come terminale a realizzare
gli ultimi due punti del quarto.
-25 dopo 36 minuto sul 62-87.
Devonte’ Graham in entrata. Per lui la cromoterapia con colori caldi ha prodotto effetti negativi. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Ovviamente era per
regolamento che si andava a chiudere una partita dove gli Hornets
sono sembrati inferiori in pressoché tutti gli aspetti del gioco ma
Rozier comunque trovava ancora qualche perla personale quando
passando Zeller puntava il canestro e rallentando apriva l’ala per
l’appoggio acrobatico mettendo il tiro nonostante il contatto di
Clarkson.
Two and one per il
-22 poi una palla recuperata da Marvin non era finalizzata dallo
stesso con il tiro pesante (run and gun mal consigliato)e Niang si
confermava micidiale da tre facendo cifra tonda: 65-90.
Duello doppio
(attacco e difesa) Zeller-Bradley vinto entrambe le volte dal secondo
ea laltri esy two points di Mudiay a 10:11 per il 65-94.
Entrava a questo
punto Willy Hernangomez, nota lieta del finale, che apriva subito il
fuoco a 9:38 centrando il bersaglio con un lungo due tuttavia Niang e
Clarkson da tre entrambi mandavano il match sul 69-100.
Tornava a farsi
vedere Willy che con rapide finte spalle a canestro in post
depistava il difensore alzando la parabola vincente anticipando il
primo tiro della partita di Batum, un catch n’shoot 3 che finiva
nella retina.
Charlotte nel
confronto tra panchine (con i Jazz senza urgenze) recuperava qualche
punto ancora con Willy in schiacciata per l’80-104, Bacon da tre a
2:36 per l’83-107 e ancora a 1:31 due FT di Willy per l’85-107.
A 1:09 Martin
forniva a Willy un assist per la schiacciata quindi terminavano al
gara Bacon con altri due punti e un Hernangomez benedetto dalla
fortuna a :25.4, la sa tripla andava decisamente rivisitata in
tecnica risultando lunga ma sul plexiglass sbatteva la palla per
l’ossimoro dolce dei tre punti.
92-109, Charlotte
riduceva un divario pesante nel finale ma la gara rimaneva da
ricordare come a senso unico.
Le pagelle
Terry Rozier: 7
23 pt., 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 9/14 FG (¾ da tre). -13 ma tanto cuore in attacco e impegno in difesa quando ad esempio contrasta nel secondo tempo Mudiay da due facendolo sbagliare e nonostante il close-out in salto non ferma Clarkson dall’angolo sinistro. Preciso da fuori, forza anche un pull-up che va a segno poi si svita in entrata con la sinistra su tocco di Clarkson per un two and one. Una bella partita, di quelle in solitaria, modello Kemba con il quasi nulla intorno. Sta trovando un buonissimo ritmo offensivo con i suoi tempi, sia caricando da tre ma anche per l’arresto e tiro o l’entrata dove inizia benissimo la gara depositando di sinistro senza paura oltre Gobert. In attacco ha “La Soluzione”, Fabri Fibra.
Devonte’ Graham: 4
4 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 2/9 dal campo. 5 TO, 0/4 da fuori con tiri corti o imprecisi, un passaggio nel vuoto per Biyombo nel primo quarto mentre sul passaggio breve a Biz, sempre nel primo tempo, è bravo Mitchell a rubarla. Il dirimpettaio finisce stranamente basso a pari punti ma è magra consolazione. Graham gioca molti minuti in generale e sta vivendo un momento di appannamento che per ora lo sta ridimensionando nelle ultime gare. Deve tornare a credere in sé stesso, respirare profondamente, caricarsi ed esser più attivo perché il suo -29 è la testimonianza che si è sofferto son lui sul parquet nella notte. Pessima notte ma speriamo torni a fare il “Fenomeno”, Fabri Fibra.
Miles Bridges: 6
11 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 4/8 dal campo. 5 TO, due falli. Pesano un po’ i TO, uno in attacco in palleggio dando una botta troppo accentuata al difensore sul contatto. Cerca comunque si dare il suo contributo e se da fuori non gli riesce, da due punti fa vedere un turnaround all’inizio e un fade-away nel finale che lo riabilitano un po’ a livello di capacità tecniche. Fatica ma ci prova nel marasma generale. Fa “L’essenziale”, Marco Mengoni.
P.J. Washington: 5
7 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 2/5 dal campo, 3 TO, 4 falli. -17. In difficoltà difensiva a parte una bella tripla in attacco non incide pur rimanendo ai margini dell’offesa prendendo pochi tiri ma ci sono anche diversi falli e TO a testimoniare una serata nata storta un po’ preso in mezzo. Sovrappensiero, Bluvertigo.
Bismack Biyombo: 5,5
8 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 2/5 dal campo, 4/4 FT. 4 falli, alcuni sulle ripartenze per evitare di esser pescato fuori posizione sulle transizioni. I Jazz muovono palla su pick and roll ma non solo e se la copertura sul doppio uomo qualche volta gli riesce faticosamente, altre volte si fa trovare in altre circostanze fuori posizione. Nel finale di primo tempo mette dentro 4 liberi su altrettanti tentati con buona mano e concentrazione e se servito sotto mette anche qualche dunk. Generoso ma non riesce a contenere Gobert facendo molto meglio di Zeller comunque. A TO vien dato a 0 ma un paio di palloni verso di lui avrebbe potuto recuperarli invece se si deve abbassare non ne conquista una… Vive nel pitturato nel bene e nel male: “Dentro alla scatola”, Mondo Marcio.
DwayneBacon: 4,5
8 pt.,
1 rimbalzo. ¾ dal campo. -8. Quando conta non c’è. Si ritrova nel
garbage time ma è magrissima consolazione. I close-out dovrebbero
essere migliori e la buona percentuale non compensa una prova non
solida. Era titolare a inizio annata, si è perso, ha trovato qualche
buono spunto ma è ricaduto, bisogna che continui a lottare e allora:
“Pedala”, Frankie hi-nrg mc.
Monk: 4
2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. ¼ dal campo in 13:11. Non un gran minutaggio ma sbaglia due triple e anche un appoggio piuttosto fattibile. Continua a stentare e nel secondo tempo, prima non controlla una palla facile sulla ripartenza in transizione e subito dopo riesce anche a fare un close-out talmente di facciata che non disturba minimamente il tiratore che infila la tripla… Altra prova che fa allontanare Malik dalle belle speranze per l’annata. Tutti i miei sbagli, Subsonica.
Cody Zeller: 4
6 pt., 1 rimbalzo. 3/9 FG, -10 in 16 minuti esatti. Una bella rim run dunk su assist di Graham poi sbaglia tantissimo da sotto, non riesce a prender rimbalzi e dopo aver iniziato bene contro Bradley finisce alla pari mentre contro Gobert non se ne parla nemmeno… Quello che non c’è, Afterhours.
Marvin Williams: 5,5
3 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 1/3 FG, -20. Gioca con la maschera, non gli si può chieder molto, splitta un paio di liberi mette una pezza in stoppata in una gara comunque in sordina. Ruba un pallone ma poi va a finalizzare dall’altra parte troppo velocemente da fuori sbagliando (nel secondo tempo a gara comunque terminata in pratica). Speriamo torni a buoni livelli appena si sarà ripreso e non dovrà giocar mascherato. Un uomo è vivo, Frankie hi-nrg mc.
Cody Martin: 5
0 pt., 3 assist. Di buono nel finale un assist per Willy e no sfondamento subito, pr il resto al tiro è più che rivedibile e per una buona difesa che fa quando serve tende a naufragare anche lui. Al tiro è una di quelle “Sere nere”, Tiziano Ferro.
Nicolas Batum: 6
3 pt., 3 rimbalzi. 1/3 FG. Prende pochi tiri e quando ormai è garbage pieno anche se è vero che entra tardi in partita ma tende a non prendere da molto le proprie responsabilità in attacco. Mette la prima tripla con il primo tiro per il 74-100 e poi manca un paio di conclusioni. L’età dei figuranti, Caparezza.
Willy Hernangomez: 7
15 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. 6/6 FG, +12. I centri di Charlotte si sono dimostrati inadeguati in serata, Willy in pochi minuti, seppur con una controparte non all’altezza, prende rimbalzi e mette tutto il possibile. L’iberico chiede strada e forse visti i risultati dei compagni sarebeb ora di affidargli anche qualche minuto, parere personale, perché non provarlo anche in PF per qualche scorcio di match? Un tiro dalla media ce l’ha… Determinato e baciato dalla fortuna anche sull’ultima tripla, la tabella gli regala la perfezione anche se è solo garbage time. Salirò, Daniele Silvestri.
Michael Kidd-Gilchrist: 6
2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Voto politico in 8:21, un canestro e un tiro fallito ma sempre in un contesto surreale con una seconda scelta uscita di scena e probabilmente non più nei piani di Borrego per il modo offensivo di giocare di MKG ma ci sarà dell’altro sicuramente. Al 99,9% il suo prossimo futuro sarà lontano da Charlotte. Il ragazzone di Camden/Philadelphia probabilmente otterrà nell’annata solo minutaggi del genere in occasioni con ampi scarti che vista la forza del team, saranno più negativi che positivi dato che quando si vince si arriva sempre sul filo (come i inuti per MKG). Quello dei Delta V?
Coach James Borrego: 5
Squadra senza energia e giusto atteggiamento. I Jazz muovono palla con un collettivo senza grandissimi fenomeni riconosciutoi ma buoni, buonissimi giocatori e/o specialisti da tre e gli Hornets vanno in barca ma con Caronte, sin da subito in una serata infernale. “Ci vuole molto coraggio”, Ex Otago, per presentare una squadra del genere.
C’è una partita da vincere e potrebbe
essere l’occasione buona approfittando dei numerosi “caduti”
nelle file di Toronto.
Fuori dal Varietà (canzone di Gianni
Morandi), “In questo mondo che pare proprio ormai una palude” (a
livello ambientale e morale), “Navi da guerra incrociano
all’orizzonte” figurativamente parlando come da virgolettato nella
sua canzone con i venti caldi che soffiano dall’America al teatro
mediorientale, laddove il presidente Trump si è assunto la
responsabilità d’essere il mandante di un barbaro assassinio del
generale iraniano Qassem Soleimani come fosse una cosa del tutto
normale.
La geopolitica e i loschi intrecci
internazionali sono sempre esistiti dietro le quinte finché non sono
caduti i regimi, qualcuno ha parlato o sono state scoperte e/o
desecretate certe carte.
Gli iraniani, colpiti al cuore, non
hanno messo molto a rispondere con un raid missilistico dai gialli
contorni.
Siamo sull’orlo di una grave crisi e
nell’era nucleare gli Stati sono consapevoli che potrebbe finir tutto
premendo un pulsante come in Eve of Destruction, canzone tra l’altro
utilizzata in uno dei momenti più significativi ed evocativi del
vecchio telefilm Ralph Supermaxieroe o American Greatest Hero (in
America).
Parlare di varietà sembra quasi
superfluo ma cerchiamo di vedere la parte bella che ci offre
l’America con il suo basket anche se troppo spesso sui parquet NBA
l’ingerenza e la commistione con le forze armate è fastidiosamente
evidente e dovrebbe restare fuori dal mio punto di vista poiché
troppo spesso il patriottismo è confuso con la giustificazione a
ingerenze militaristiche in altre nazioni.
A Charlotte gli unici missili che vorrei vedere saranno quelli di Rozier, Graham, P.J. & soci per vincer questa partita e spezzare la serie negativa di 4 sconfitte casalinghe.
Un po’ di statistiche generali pre-partita.
Analisi
Occasione d’oro gettata al vento da Charlotte che non sfrutta le assenze nelle fila dei Raptors.
Tutti assenti questi giocatori a Toronto nel’occasione.
Dopo un parziale di 16-0 che gira la frittata ecco i 10 punti di vantaggio (95-85) a 5:55 dalla fine dopo uno step-back 3 di Rozier su Ibaka.
Charlotte
non sa gestire al meglio il vantaggio con una selezione di tiri
affrettata o con una circolazione non ideale e va sotto a 17 secondi
dalla fine con l’entrata di Lowry su Biyombo, pareggia, perché con
un libero da penalità Ibaka commetteva fallo su P.J. trattenendo la
canotta prima che Rozier rimettesse in gioco e mancava il tiro
vittoria con il runner di Graham.
Al
supplementare Rozier trascinava la squadra ma su una sua tripla
mancata l’azione si sviluppava in transizione per i Raptors e sul
contatto Rozier/Ibaka gli arbitri vedevano un fallo del primo.
Il n°
9 in lunetta sceglieva il momento giusto per metter dentro i suoi
primi due liberi del match (0/3 in precedenza) e a Charlotte
rimanevano secondi da contare su una mano: :05.1.
Fallo
di Lowry da sfruttare pre-bonus e clessidra a :03.3.
Palla a
Rozier che ben marcato da Davis tentava la tripla della vittoria ma
come a Cleveland non c’era nulla da fare e gli Hornets inanellavano
la quinta sconfitta interna.
A
venire a mancare tra i singoli Graham che è mancato parecchio nei
momenti decisivi e ha tirato con percentuali dello scorso anno, bene
invece Bridges al record di triple personali (6) e lo stesso Rozier,
generoso su ambo i fronti.
Charlotte
è rimasta avanti a rimbalzo 50-46, nelle percentuali al tiro da tre
(40,5% vs 38,9%), ai liberi (19/26 73,1% vs 14/20 70,0%) ma è finita
sotto nel secondo tempo negli assist (16-16 nel primo, 30-34 finali)
e al tiro dal campo (44,2% vs 44,7% quando nel primo tempo gli
Hornets facevano registrare un 55,9% nonostante i 5 pt. di
svantaggio) ma soprattutto nei TO, alla fine abbastanza penalizzanti
(17 vs 10).
93 pt.
dei 112 Raptors sono stati segnati dai titolari o titolari
improvvisati che non hanno fatto rimpiangere gli assenti mentre
Charlotte ha ricavato dal suo quintetto iniziale 82 pt. e a poco è
servita la cavalcata da 16-0 grazie anche alla panchina che aveva
ribaltato la situazione a cavallo tra il terzo e il quarto periodo.
La partita
Starting five
Toronto
con: Lowry (15 pt. +9 assist), Terence Davis (23 pt. + 11 rimbalzi),
McCaw (13 pt. +11 assist), Anunoby (19 pt.) e Ibaka (23 pt. +11
rimbalzi).
Dalla
panchina Hollis-Jefferson chiuderà con 8 punti come Matt Thomas.
Hornets
con il solito starting five: Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington
e Biyombo.
1° quarto:
Toronto aveva la
prima occasione ma Anunoby dopo un buon movimento in area non toccava
precisamente ed era Bridges sull’altro fronte con un post in area a
effettuare un mezzo giro con appoggio per portare su 2-0 la partita.
Toronto rispondeva
con un tap-in di Ibaka e il vantaggio di Anunoby in transizione ad
attaccare Bridges.
A 10:21 Graham,
lanciatosi in area era abbattuto dalla classica mazzata modello
passaggio a livello, così la nostra guardia pareggiava dalla
lunetta.
Ibaka raddoppiato
sotto canestro mancava l’appoggio ma dalla rimessa dal fondo nasceva
il lungo due di McCaw dall’angolo.
A 9:12 Graham
sorpassava a mezzo tripla con finta su McCaw e tiro sul close-out di
T. Davis (7-6), quindi Bridges seguiva il compagno con la tripla
(anche se dalla destra) per il 10-6.
P.J. in post basso
contro il piccolo sfruttava l’appoggio in mismatch per il +6 e Graham
in crossover andando sulla top of the key sparava la bomba vincente
del 15-6.
La reazione dei
Raptors portava al 15-10 prima che un passaggio aereo di Graham
raggiungesse Biyombo in corsa nel pitturato tra quattro difensori ai
quali non lasciava scampo andando in fluida e potente bimane appesa
per il 17-10 a 6:33.
Gli Hornets
smarrivano la fase offensiva e la squadra di Nurse recuperava due
punti dalla lunetta, il gancetto di Zeller era respinto da Ibaka in
goaltending ma era l’ultimo sussulto per un po’ tanto che i canadesi
a 5:43 mettevano dentro una dunk aggressiva a una mano con T. Davis
più FT per spinta di Zeller e Hollis-Jefferson da sotto riduceva lo
scarto a due punti.
Non si fermavano i
Raptors che scavalcavano con la tripla di T. Davis e ingranavano
dalla lunetta a 4:02 con un 3/3 di Lowry per pessimo fallo di Monk
fuori tempo (19-23).
Sul giro palla
offensivo finalmente Monk trovava un corridoio da percorrere per
chiudere da Dio della schiacciata lanciata a una mano a 3:42 quindi
dopo un errore di bacon, Zeller recuperava palla e Bridges
capitalizzava da tre punti controsorpassando (24-23) i canadesi a
3:06.
Dalla lunetta
Hollis-Jefferson con due liberi a segno girava la partita pro
Raptors, poi la stoppata su Monk di Boucher e il conseguente fallo su
Davis in partenza portavano a due liberi e l’allungo sul +3 per gli
ospiti.
Per fortuna
l’ingresso di Thomas era slow con un tiro mancato e seguente stoppata
rimediata da Bridges così in attacco a 1:32 Zeller rimediava due
liberi per accorciare sul -1, trampolino per il sorpasso firmato
Bridges dall’angolo sinistro (29-27) con un preciso colpo che lo
mandava a 11 punti.
Bacon in entrata segnava in mezzo a tre difensori ma mancava l’addizionale e sulla sirena Thomas con il banker in corsa ritoccava sul 31-29 il punteggio del primo quarto.
Miles in buona serata nel primo tempo. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
2° quarto:
Bridges, in stato
di grazia, apriva il quarto a 11:28 con i fuochi d’artificio ancora
dalla sua mattonella con un’altra tripla e McCaw rispondeva in
appoggio riducendo il gap sul -3 (34-31) prima che Rozier provasse a
imitare il compagno dallo stesso punto ottenendo una palla a due dopo
aver incastrato la spicchiata tra plexiglass e ferro arancio.
Biz portava il
rimbalzo dalla nostra parte e Rozier ci riprovava senza fortuna così
McCaw con un frontale da tre su bacon incidentava la partita sul 34
pari.
Bridges per una
volta non funzionava da fuori ma il tap-out di Biz portava alla
scorribanda di Monk lesto al runner per il +2.
Altro pari di
McCaw con l’arcobaleno su Biz ma Miles batteva il suo record da tre
punti in carriera trasformando in oro il pallone da oltre l’arco.
Monk si faceva
intercettare un passaggio verticale e sulla transizione Thomas da tre
non lasciava scampo riagguantando la parità sul 39-39.
Rozier dalla
destra con finta (prima verso il fondo e poi verso la metà campo),
faceva saltar gli avversari e infilando due triple consecutive
realizzava il +6 ma Boucher e Thomas da fuori con altrettante triple
non impiegavano molto tempo per recuperare la parità perduta
(45-45).
Bacon in appoggio
di destra oltre Ibaka anticipava due FT per P.J. (Lowry foul) e la
transizione di Rozier con appoggio artistico in mezzo reverse a
protezione per il 51-45.
L’attacco di
Charlotte si perdeva una volta ancora e i Raptors trovavano una
mattonella dalla diagonale destra oltre l’arco: Anunoby oltre P.J.
accorciava, Lowry da tre a 3:30 agganciava sul 51-51 il match ma non
bastava perché McCaw con il passaggio lungo linea serviva Ibaka che
si avvitava schiacciano sull’altro lato del ferro dopo aver battuto
P.J.
Anunoby con la
dunk in corsa completava il parziale di 10-0 Raptors interrotto da
due liberi di Zeller e da P.J. di sinistro per il nuovo stallo sul 55
pari.
Una correzione
volante di McCaw ed era subito vantaggio ospite e per un fallo
sull’uscita dal blocco di Bacon Lowry andava in lunetta mancando il
primo libero dei Raptors che allungavano comunque di uno per chiudere
con altri punti dello stesso Lowry e lanciarsi negli spogliatoi sul
+5 (55-60).
3° quarto:
Charlotte cercava
di rientrare subito in partita con un taglio di Bridges sulla linea
di fondo e conseguente schiacciata e dopo la stoppata ricevuta da
Anunoby per opera di P.J. Washington ecco arrivare l’”Oh, Miles!”,
tipica esclamazione d’incredulità all’ennesima tripla sganciata
dall’angolo sinistro da Bridges per il recupero totale (60-60).
L’elastico tra i
team però si allungava a 2 con il jumper di Ibaka che stoppava Biz
e proponendosi per la tripla portava sul +5 nuovamente il divario tra
i team.
A 9:28 Miles si
scatenava in schiacciata e un pull-up di Rozier dalla media diagonale
sinistra valeva il -1.
Un rimbalzo
offensivo regalato ad Anunoby portava a due easy point il numero 3
ospite che da sotto ne metteva altri due facendo chiamare a Borrego
un time-out a 7:16 sul nuovo -5.
Charlotte andava
nettamente in difficoltà e lo stesso Anunoby con una tripla ai 24
dalla destra nonostante la buona difesa di Miles realizzava il 65-74
ma Ibaka aggravava la situazione a 5:24facendo scappare sul +11
quelli dalla foglia d’acero.
Cody con
spostamento laterale da tre ci provava improbabilmente ma prendendo
il suo rimbalzo ci riprovava da due, nulla da fare ma ecco spuntare
alla correzione potente Bridges per spezzare la corsa avversaria.
Su una transizione
Hornets Davis rimediava con il fallo su Rozier per l’alley.
Un punto
guadagnato me i Raptors provavano nuovamente a staccarsi quando Ibaka
stoppava Rozier e Davis capitalizzava in contropiede per il
68-80.Zeller metteva dentro 4 punti di fila e a 2:44 Nurse andava in
time-out sul 72-80.
Hollis-Jefferson
per la doppia cifra ma Charlotte strappava una splendida palla con
Bacon che virava verso il canestro avversario con Monk a ottenere un
2+1 in transizione.
Mancato il libero
era Zeller a recuperare il rimbalzo ottenendo un secondo più tardi
(1:03) due liberi per fallo di Boucher.
2/2 e sull’onda
del buon momento altra transizione con dunk paurosa di P.J. per il
10-2 run e il -4.
Un lancio del peso da oltre l’arco di Hollis-Jefferson non era quello che voleva coach Nurse, e sulla sirena Bacon avvicinava sensibilmente con il jumper dalla diagonale destra con la tripla i Calabroni (81-82).
Bacon, autor della tripla sulla sireana del terzo quarto. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.
4° quarto:
Thomas era
stoppato da Monk, ma P.J. da Boucher, tuttavia segnava due liberi
Rozier per il vantaggio sull’83-82 e a 10:27 Zeller tapinava
l’incursione sul ferro di Rozier.
Un lancio di
Rozier da tre punti dalla diagonale sinistra a 9:51 valeva il +6
grazie a una cavalcata di 16-0…
Thomas falliva la
tripla ma Ibaka al secondo tentativo da sotto si correggeva segnando
il primo canestro dei Raptors nel quarto.
Passaggio corto
lungo linea di P.J. e appoggio di Biz ad altezza ferro con gli
Hornets a quota 90 che beneficiavano a 6:57 di due FT mancati da
Ibaka.
Biz dall’altra
parte invece guadagnava un punto dalla lunetta nello scambio e dopo
la stoppata difensiva su Davis imperiosamente saliva in cielo a
prender il rimbalzo sul tiro out of range del lungo n° 9 canadese.
Graham da tre
stentava ancora, Biz con un tap-out che ricordava uno schiaffo di Bud
Spencer dava una seconda occasione ai suoi e Rozier a 5:55 con la
tripla ignorante da step-back su Ibaka provava a cristallizzare il
vantaggio sul +10.
Charlotte però
cedeva poco a poco concedendo subito una second chance che Toronto
sfruttava con la tripla dall’angolo sinistro messa da Anunoby.
Monk mancava un
libero su due a 5.15 e Ibaka ne piazzava due in jumper riducendo lo
scarto a 6 pt (95-89).
Miles sparava
troppo velocemente dall’angolo e Ibaka sull’altro fronte metteva il
tiro con possibilità di and one ma mancando ancora il bersaglio
finiva sullo 0/3 in lunetta.
Dopo tanti
tentativi a vuoto delle due squadre, il giro di palla dei Raptors
funzionava con Lowry libero per la granata del -1 a 2:56.
Tutto da fare per
Charlotte risucchiata nel gorgo dal talento di un paio di giocatori.
Ci provava nel
pitturato P.J. che girandosi era contrastato di fisico da McCaw.
Two and one e
Hornets sul +4 (98-94).
Ibaka in
correzione su Zeller e P.J. per il -2 andava a17 pt. e 10 rimbalzi
poi in bonus a 1:20 P.J. mancava uno dei due liberi e Anunoby
fintando la tripla del pareggio partiva per la tangente chiudendo a
1:07 in schiacciata per il 99-98.
Rozier ai 24 era
costretto a tirar con la palla sui ferri e Lowry a 17 secondi dalla
fine batteva in infilata un Biz troppo lento per restargli davanti
con P.J. laterale che non provava a intervenire.
Il sorpasso al
fotofinish mandava in difficoltà e in time-out Charlotte che
otteneva però un libero omaggio per la vistosa trattenuta di Ibaka
su P.J. Washington.
Incaricato del
tiro Rozier che pareggiava.
Rimessa in campo
con scenario modificato e più tranquillità per Charlotte che
affidava a Graham il pallone.
Sfera congelata,
partenza, dribbling e in area rilascio di un floater non efficace
spentosi corto sul primo ferro.
Si finiva
all’OT…
OT:
Partiva subito
meglio Toronto che dopo l’invasione di Rozier sulla palla a due
segnava in area con Ibaka grazie a un pump fake.
Graham era
irriconoscibile e si faceva intercettar facilmente un passaggio in
angolo da McCaw che correndo in contropiede non si accorgeva
dell’ostinato e veloce recupero da dietro di Rozier che allungando la
mano rubava la palla e invertendo la rotta dava la possibilità a
Graham finalmente di metter dentro una tripla a 4:12.
103-102 e left
hand scoop di Rozier, molto hot.
Davis purtroppo
per i Raptors indovinava due triple portando sopra la squadra
rossastra a 2.36.
A 2:15 arrivava la
catapulta di Rozier da destra per tre punti macigno (108-108).
Era ancora Rozier
nella nostra area a recuperare la sfera non trattenuta da Ibaka ma
Graham in attacco falliva l’opportunità del reverse layup e Ibaka
pescato sotto come rollante da un bound pass schiacciava il +2
ospite.
Rozier si
incaricava di chiudere al ferro dopo aver messo in difficoltà tutta
la difesa e aver battuto per ultimo Ibaka.
Su un contatto
Graham/Rozier dove non c’era nulla, né sfondamento né fallo di
Graham arrivavano due liberi per il play di Toronto che falliva
incredibilmente dalla linea della carità le proprie opportunità
salvando Charlotte a :35.5.
Charlotte ci
metteva troppo ad attaccare e Rozier era costretto a poco dai 24 a
tirare oltre Rozier, palla che schizzava via dopo aver toccato il
ferro e la mano di Anunoby che deviando la sfera la toglieva dalla
disponibilità di Zeller, Davis in transizione provava a servire
Ibaka, Rozier generosamente deviava palla in allungo ma la ball
rimaneva nell’area di Ibaka che virando su Rozier appena oltre il
semicerchio antisfondamento trovava un controverso contatto
interpretato dalla terna come fallo del nostro numero 3 travolto e
non in possesso di palla.
Il numero 9 dopo
aver fallito le precedenti occasioni trovava il miglior momento per
affondare due liberi e Charlotte rimaneva a :05.1 sul -2.
Borrego giocava
l’ultimo time-out, Lowry l’ultimo fallo prima del bonus accorciando
la sabbia del tempo a :03.3.
Palla a Rozier con poco da giocare e tentativo di tripla su Davis che facendo buona guardia non dava la possibilità a Rozier di un tiro miracoloso che ribaltasse la gara e Charlotte sul filo finiva per incassare anche la quinta sconfitta casalinga.
Le pagelle
Terry Rozier: 7
27 pt., 3 assist,
3 rubate. 9/24 (5/14 da tre). 4 falli, +1. Inizio non brillante dove
sbaglia diversi tiri in attacco poi nell’ultimo quarto e nel
supplementare prova a tenerci in partita in attacco ma anche in
difesa dove si esaurisce correndo dietro a ogni avversario ottenendo
un paio di recuperi e un fallo contro, dubbio. Purtroppo non mette le
ultime due difficili triple, non sempre se non gli si costruisce
qualcosa di buono intorno può mettere tiri in isolamento o in uno
contro uno come quello splendido contro Ibaka del +10 un po’
“ignorantemente” alla Basile nell’ultimo quarto. Buona
prestazione ma non basta per vincere. Nervoso nel finale ha un
battibecco con accenno di rissa con Davis II.
Devonte’ Graham: 4,5
11 pt., 5
rimbalzi, 6 assist. 3/15 (3/9), 3 TO, -15. Fossero state cifre dello
scorso anno avrei messo la firma ma dopo il boom iniziale Devonte’
sta iniziando a steccar qualche gara. Mette su in piedi cifre decenti
ma se già iniziamo a guardare quanti tiri ha impiegato per superare
la doppia cifra e quanti ne ha messi da due… oltretutto dopo la
classica partenza per far giocare i compagni ottiene l’unico buon
momento con la tripla nell’OT ma nei regolamentari manca il tiro
vittorie e nei supplementari regala palla a McCaw e va a mancare un
layup in un momento chiave. Non è per nulla clutch in serata eppure
c’era l’occasione per esserlo.
Miles Bridges: 7
26 pt., 9
rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 10/15, -7 in +/-. Record
personale nelle bombe realizzate, ben 6/9. Si ritaglia dagli angoli
il suo spazio per colpire e in serata ha buona mano, specialmente nel
primo tempo, poi va a prendersi tiri affrettati nel finale e i
Raptors rimontano anche con i suoi errori. Nonostante ciò una buona
difesa e una discreta serata complessivamente incorniciata da un paio
di dunk di rilievo però inficiata dagli errori nel finale che gli
tolgono un mezzo punto almeno.
P.J. Washington: 6,5
12
pt., 12 rimbalzi, 6 assist, 2 stoppate. 4/7, -1. Doppia doppia per
P.J. che lotta lì in mezzo e ottiene buoni canestri. Segnando anche
un and one o chiudendo con la schiacciata appesa una transizione.
Peccato per un libero mancato nel finale ma ottiene quello che
trasforma Rozier per il 100 pari poi viene un po’ ignorato. In difesa
nel finale di gara non riesce a impedire a Ibaka i rimbalzi vincenti
ma ne prende comunque parecchi.
Bismack Biyombo: 6
6 pt., 7 rimbalzi,
3 assist, 2 stoppate. 4 falli e 4 TO. -14. Sulla falsa riga della
precedente, generoso ma incompleto quando Lowry dimostra la sua
lentezza battendolo per il sorpasso nel finale dei regolamentari.
Prima aveva avuto una fiammata tra rimbalzi, stoppate, tap-out e
punti ma nel finale esce lasciando posto a Zeller.
Malik Monk: 6,5
7 pt., 5 rimbalzi,
7 assist, 1 stoppata.3/8 dal campo. +12. Un po’ meglio dal punto di
vista realizzativo con una dunk dal punto esclamativo. Come Zeller
beneficia del momento di parziale da 16-0 degli Hornets iniziano tra
l’altro il quarto, l’ultimo, con una stoppata su Thomas. Può fare
anche meglio.
Cody Zeller: 6
14 pt., 8
rimbalzi, 2 assist. 4/9 dal campo, 6/6 ai liberi. +11. Inizia la
rimonta quando gli Hornets nel terzo quarto sembravano disperati e si
rende parecchio utile con i suoi tap-in. Qualcosa la manca
indubbiamente ma recupera anche importanti FT che mette tutti a
segno. Nel finale non incide lasciando qualcosa a Ibaka e soci.
Dwayne Bacon: 6,5
7 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. ¾ dal campo, +3. Buoni alcuni suoi canestri, un paio: uno in entrata nel traffico o battendo Ibaka di dx con l’appoggio e una rubata in virata rifiutando d’arrendersi e poi la tripla fil di sirena nel terzo quarto per il -1. 25:14 sul parquet per lui e un buon minutaggio ritrovato grazie anche al minor impiego numerico di uomini dalla panca per Borrego.
Coach James Borrego: 5,5
Mi convince poco la scelta di Zeller nel finale anche se il momento precedente era stato buono. Si paga un po’ di fisicità. Per il resto la partita si poteva anche portare a casa ma i Raptors rimasti sono bastati a metter in campo una difesa che nei momenti finali ha spinto Charlotte a doversi giocar tutto alle ultime azioni nonostante un +10 a meno di metà tempo alla fine rei regolamentari. Questa gara si sarebbe potuta vincere ma nonostante alcuni buoni minuti di gioco fatto di passaggi nel primo tempo la squadra pare più tesa nei momenti finali e sulla pressione avversaria gioca molto meno la palla che in staticità o su incursioni uno contro tre o quattro favorisce la difesa.
Empedocle
(484-421) di Agrigento, “democratico” contro gli aristocratici.
Gira
con mantello di porpora e secondo lui la natura è governata dai
classici 4 elementi: Acqua, Aria, Terra e Fuoco ripresi anche da
altre filosofie, dallo zodiaco e da alcuni giochi (ad esempio Hero
Quest con le sue carte) a loro volta governati da Amore e Odio.
Contesa,
conflitto e armonia mescolano le cose e generano l’universo.
Per lui
l’assenza di vita erano l’odio e l’amore mentre nello scontro amore e
odio la vita prendeva forma.
Nell’universo
NBA trovare la giusta chimica è importantissimo e gli Hornets hanno
iniziato benissimo l’anno, ora tentano di battere ancora i Pacers in
casa, impresa riuscita nel primo confronto tra le due squadre,
proprio all’Alveare mentre la seconda partita a Indianapolis fu vinta
nettamente dai bianco-gialloblu.
Il ritorno a ottimi livelli di Rozier e Graham (eroe del primo match di Regular season) potrebbe mettere in difficoltà una squadra costruita in forma superiore alla nostra ma come ogni tanto ricordo, i Calabroni non lo sanno e continuano a volare (semicit. Sikorskij)…
Prima della partita, ecco alcuni dati…
Analisi
Charlotte
inizia con gran voglia e fisicità il match.
Nel
primo quarto l’attacco è fluido e si va a riposar due minuti sul +2
poi le difese chiudono ancora meglio e il basso punteggio
all’intervallo (44-42) racconta che sono ancora i Calabroni a rimaner
avanti di due punti.
Il match si risolve dopo pochi minuti del terzo quarto quando la slow start degli Hornets e la vena di T.J. Warren che entra nel periodo on-fire, creano, insieme all’aggressività di Sabonis e soci, il divario che i Calabroni non riusciranno più a colmare.
Il 21-37 di parziale nel quarto con un 8-24 nel pitturato, racconta che la sperimentazione di Borrego di un paio di quintetti troppo squilibrati non ha funzionato, in difesa, dove l’aggressività dei Pacers ha fatto la differenza e in attacco con scarsa precisione e forza.
In difesa poi, fermare l’ala dei Pacers è sembrata utopia poi anche nell’ultimo periodo quando ci hanno provato a turno vari difensori senza riuscirci.
Così
gli uomini di McMillan, più attrezzati, hanno trovato i colpi per
non farsi risucchiare nel gorgo di un convulso finale vincendo
all’Alveare, troppo spesso saccheggiato negli ultimi match pensando a
4 sconfitte consecutive: Jazz, Thunder, Celtics e quella odierna.
Charlotte ferma a due la propria striscia vincente andando a sfidare Toronto nella prossima partita casalinga sperando di rompere il sortilegio casalingo.
Statistiche squadre:
CHA: 38 rimbalzi, 21 assist, 45,7% FG%, 33,3% 3FG%, 90,9% FT (20/22), 11 TO.
IND: 43 rimbalzi, 31 assist, 52,8% FG%, 38,5% 3FG%, 78,6% FT (11/14), 10 TO.
La partita
Starting five
Indiana
mandava sul parquet: Aaron Holiday ( 3 pt.), Lamb (11 pt. +10
rimbalzi), T.J. Warren (36 pt.), Sabonis (18 pt. +12 rimbalzi) e
Turner (15 pt. + 9 rimbalzi).
9 i
punti di Justin Holiday dalla panchina, 8 quelli di McDermott e 7
quelli di McConnell.
Rozier,
Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo erano i nostri 5 Charlotte
Hornets titolari sul parquet da subito.
1° quarto:
Partiva
in maniera strana la partita con Biyombo molto aggressivo sulla palla
a due che invadendo lo spazio avversario colpiva involontariamente in
faccia Turner.
Rimessa
in gioco Indy e Biz tenendo su Sabonis in avvicinamento cadeva dopo
esser stato contrastato a rimbalzo.
Rimessa
dal fondo per Indy e Holiday a 11:35 metteva dentro da tre mentre 20
secondi più tardi un passaggio di Graham raggiungendo Biyombo era
usato dal congolese per una bimane.
Dopo
diversi errori da fuori l’ex Lamb centrava il bersaglio da oltre
l’arco mentre i Calabroni ne recuperavano due con Rozier che
buttandosi dentro trovava il contatto affondando due FT a 9:36 per
il 4-6.
Una
transizione due Vs uno (persa Graham) portava Sabonis alla
schiacciata ma un perfetto tiro frontale di Miles dalla top of the
key faceva rientrare Charlotte sul -1.
Turner
con mezzi giri dal post basso destro riusciva a batter la difesa di
P.J. che si rifaceva andando di fisico ad appoggiare di sinistra in
corsa oltre Sabonis.
Ancora
Turner da sotto sempre dal post basso destro, questa volta in
avvicinamento battendo di fisico P.J. per il 9-12.
Gli
Hornets mancavano alcune occasioni comprese due di Biyombo (stoppata
e hook storto) che il centro si era guadagnato con due rimbalzi
aggressivi ma a 6:01, dopo l’entrata di Zeller, il blocco del bianco
favoriva la tripla veloce di Graham per il pareggio.
T.J.
Warren sparava una tripla sui ferri ma sull’azione successiva nessuno
fermava la sua entrata frontale.
Cody a
5:03 non si faceva pregare per la tripla sulla zona di Indy e
funzionava cosicché i Calabroni passavano in vantaggio per la prima
volta in partita.
Graham
in corsa scaricava corto a Zeller che attendeva poco per salire ad
appoggiar il 17-14.
A 3:47
P.J. stoppava Lamb, goaltending, dubbio ma probabilmente
correttamente assegnato a Indy.
Una
left hand penetration di Graham e a 3.24 McMillan chiamava time-out
sul 19-16 CHA.
Due
rimbalzi offensivi concessi a Indy e alla fine al terzo tentativo la
squadra in maglia bianca andava a segno con T.J. Warren in forzato
reverse layup.
Canestro
di Rozier a 2:41 (in netto goaltending Turner) clamorosamente non
dato per buono dalla terna così l’elbow jumper di Bitadze (2:19)
riportava avanti beffardamente gli ospiti.
A 1:57,
in uscita verticale Monk agguantava il passaggio laterale di Rozier
ed esplodeva la tripla fiduciosa per il controsorpasso quindi un fing
and roll di sinistra di Rozier lanciava la squadra di Borrego sul
24-20.
Un bad
pass di Bitadze all’indietro per nessuno ed era TO, quindi a 1:11
arrivava l’improvvisa rim run di Cody a una mano che flessciava tutta
la difesa bianca.
McDermott
in back-door con il layup accorciava ma Cody con l’euro step batteva
Bitadze che lo affrontava con la spinta sul petto.
FT e 29-22, peccato che nel finale J. Holiday calasse la tripla e Sumner schiacciasse a poco più di un secondo dalla sirena per il 29-27.
Un’azione dei Pacers nel primo quarto mentre scorrono le statistiche di Graham in stagione.
2° quarto:
La
difesa delle due squadre faceva da padrona nella seconda frazione e
ci volevano un minuto e otto secondi prima che Rozier con la tripla
dalla diagonale destra aprisse le danze.
Holiday
da tre rispondeva per il 32-30 fino a che Sabonis, riconoscendo la
forzatura di Biz (fuori posizione), non rollava dentro per agganciare
e depositare. Il pari.
McDermott
da tre non funzionava, Sabonis conquistava il rimbalzo, una manata di
Graham sulla palla faceva carambolare su di lui a palla che si
perdeva sul fondo ma la terna non assegnava né un eventuale fallo né
la rimessa per Charlotte destinandola, sbagliando a Indy.
Fischi
per lo sfondamento (molto dubbio) chiamato a Miles e McConnell dala
destra pescava la tripla del nuovo vantaggio.
Dopo
qualche errore e buona chiusura, Sabonis dalla lunetta splittava
portando oltre il singolo vantaggio i Battistrada.
P.J. da
destra con l’hook mandava a sbatter la palla sul primo ferro che
aiutava per il -2 poi Biz mancava il tiro ma spuntava Martin nel
mezzo della mischia del pitturato a correggere bucando i Pneumatici.
Reverse
layup alto (piuttosto free) per McConnell e pari di Rozier che
protetto da Biz andava per la scorribanda sino al ferro con il fing
and roll per il 38-38.
Nuovo
vantaggio ospite, Sabonis per il +4 quindi Bridges in atletica
correzione sulla tripla sull’anello di Rozier e pari di P.J. in
appoggio al plexigalss fino all’ultimo canestro del primo tempo con
Graham che pescando Zeller in corsa (passaggio schiacciato) lo vedeva
avvitarsi oltre Turner per chiudere in caduta e in reverse.
44-42,
peccato per il libero mancato ma i Calabroni tornavano negli
spogliatoi con due punti di vantaggio.
3° quarto:
La
squadra di MJ rovinava il buon primo tempo con un quarto sciagurato
nonostante Rozier dalla lunetta allungasse di un punto a 11:46 per
tre secondi difensivi in are di Turner.
Un
passaggio pessimo basso di Biz innescava la transizione chiusa da
T.J. Warren da sotto.
Miles,
ottenendo due FT a 10:21 dopo un ottimo movimento, riusciva a
restituire il + ma a 10:02 su una palla a metà tra i difensori
Hornets (P.J. e Miles) e T.J. Turner, il Pacer aveva la meglio
subendo fallo sul tiro dalla media per il two and one del pareggio.
Ancora
T.J. Si dimostrava una vera spina nel fianco andando in transizione a
cercar di chiudere ma la spinta di Bridges che lo faceva rotolare
oltre il dovuto rallentava solo il processo di sorpasso ai libri
(47-49).
Rozier
dalla diagonale sinistra centrava il bersaglio per il 50-49 a 9:32 ma
ancora due punti di T.J. Warren più i due dell’ex Lamb a 8:48
consentivano ai Pacers di lanciarsi sul 50-53.
Miles,
sulla baseline sinistra lottava di fisico con Lamb battendolo con un
piccolo arcobaleno.
I
Pacers si lanciavano mentre gli Hornets non riuscivano più a
rispondere: T.J. Warren realizzava il 52-57, Sabonis, sfruttando una
corta deviazione volante orizzontale di Turner ne aggiungeva altri
due prima di una buona entrata di Bacon che inframezzava solamente i
canestri avversari (Sabonis dunk su passaggio di Holiday, ancora
Sabonis con un 2/2 ai liberi per il bonus).
Graham
tentava di ridare senso al match in entrata con lo scoop, un top shot
ma Turner, nonostante la bellezza del gesto di Devonte’ colpiva da
tre dal lato destro e contava di più, tanto che i Pacers andando sul
+10 cominciavano a involarsi (56-66 a 4:56).
Altro
TO di Charlotte con Graham (5-0 nel quarto con uno 0-6 nello
sfruttare queste palle perse).
Lamb
raccoglieva nel paniere un air-ball segnando in reverse layup e T.J.
Warren, sempre lui, dalla linea di fondo destra metteva altri due
punti per il 56-70.
Rientrava
sul parquet Rozier, bravo a segnar subito da fuori tuttavia un
posizionato McDermott cecchinava dall’angolo.
Bacon
rispondeva in entrata con l’appoggio per il two and one (fallo di
Turner) ma il centro da sotto recuperava due punti per il 62-75.
Turner tirava in corsa fuori equilibrio sul contatto con Cody infilando il cesto comunque portando il parziale punti in area del quarto sull’8-22 mentre nel finale Bridges colpiva da tre punti e Sumner, quasi allo scadere del tempo batteva Monk in avvicinamento per il 65-79.
Borrego preoccupato nell’ultimo quarto.
4° quarto:
Diverse
emozioni nell’ultimo quarto con gli Hornets e il loro spirito di
rimonta ma non c’era nulla da fare, i Pacers avevano i numeri per
tenere distante la squadra di Borrego che apriva con l’appoggio di
Bridges ma J. Holiday da tre dalla diagonale destra era già una
prima risposta.
L’appoggio
di Martin e il canestro di Bridge erano parzialmente coperti dai due
punti di Sumner in transizione in un due Vs due.
J.
Holiday prendeva un doppio tecnico per reiterate proteste e andava
ad accomodarsi fuori a 9:45 mentre Rozier in lunetta accorciava le
distanze di un paio di punti.
Era sempre l’ex Celtics a 9:30 a metter un long two con step back per il -9 (75-84).
Rozier arrivava a 22 punti con il canestro del 79-87 in fade-away dalla baseline destra.
Rispondeva T.J. Warren con il tiro du Bacon a ai due libri di Rozier la replica era affidata a McDermott che da te affondava il colpo.
Ancora due FT per Rozier a segno e replica nelle mani di T.J. Warren abile a batter anche Zeller per l’83-98.
Il rientro di Graham valeva due punti per il nostro numero 4 ma T.J. Warren segnava anche contro Cody Martin…
Non rischiavano i Pacers anche se colpiti da Graham per il 95-106 (tiro da oltre l’arco a destra) che replicava dalla medesima posizione per il 98-107 a 2:13 dalla fine.
La pressione a tutto campo serviva solo a far giungere al record stagionale Warren che con un two and one chiudeva il match di sicuro (100-112) prima che nel finale si stabilizzasse sul 104-115.
Le pagelle
Terry Rozier: 7
28 pt., 1 rimbalzo, 6 assist, 1 rubata. 8/17 dal campo, 3/10 da 3 pt. e 9/9 ai liberi. Altra partita convincente sotto il profilo realizzativo anche se fuori oggi prende un po’ meno ma non è sempre domenica. Infila comunque tiri pesanti e prende coraggio attaccando il ferro ottenendo diversi liberi sui quali sarà perfetto. Contiene bene in alcune situazioni ma nel secondo tempo, complice la maggior pressione in difesa di Indiana, serve solo un assist pensando di attaccare viste le difficoltà dei compagni. Va bene anche così se intorno non riescono a smarcarsi meglio. Sarebbero 30 i punti ma un goaltending non fischiato… Borego ha elogiato Terry: “Terry’s been fantastic. He’s growing, has an aggressive mentality to the rim, making plays for others, shooting at an elite level, competing on the defensive end and is looking more and more comfortable every game. I give him a ton of credit. He’s played extremely well.”
Devonte’ Graham: 6
22 pt., 5
rimbalzi, 6 assist. 7/15 dal campo, 3/7 da 3 e 3 TO. Si sveglia
tardi. Primo tempo a 5 pt. e 6 assist, terzo quarto a parte un buon
canestro, pessimo sia in attacco che in difesa e gran ripresa
nell’ultimo quarto con due bombe consecutive dalla destra, liberi ed
entrate. Qualcosa gli viene concesso ma perché era già fuori tempo
massimo per ribaltare il match.
Miles Bridges: 6,5
18 pt., 7
rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 6/7 dal campo. 3 TO, 4 PF. Non sbaglia
nulla in attacco se non nel finale una conclusione. Utile in vari
settori, non riesce a contenere T.J. Warren ma è problema comune.
P.J. Washington: 5
6 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 3/12 dal campo con 0/5 da tre. 4 PF. Poco elastico al tiro, poca spinta sulle gambe, tiri corti e alcuni appoggi imprecisi mentre quando usa il fisico e si butta dentro spesso la mette. Da fuori non mette un tiro e nel primo tempo si fa spingere e battere un paio di volte da Turner non riuscendo a resistergli.
Bismack Biyombo: 5
2 pt., 7 rimbalzi,
1 stoppata. 1/5 dal campo, 2 TO. Male al tiro e Zeller appena entra
scherma Graham meglio di lui. Parte con foga, lotta moltissimo
prendendo un paio di rimbalzi consecutivi offensivi e dando fastidio
in difesa, per questo mi dispiace dargli un brutto voto ma purtroppo
sul parquet non è n gran ricordo di serata.
Malik Monk: 5
3 pt., 1 rimbalzo.
¼ dal campo. Bella tripla poi poco altro. Riesce a tenere in campo
un passaggio fuori misura ma purtroppo serve come può la palla preda
dei Pacers mentre poi non ne azzecca più una e sul finire dei 24
secondi su un’azione offensiva Pacers non tiene su Sumner. Avrebbe
dovuto essere una delle principali opzioni offensive di Charlotte a
inizio anno e si parlava anche di titolarità ma in 17:29 combina
veramente poco e con Marvin out sarebbero serviti più punti suoi che
si limita troppo spesso a tirar da fuori (1/3).
Cody Zeller: 6
14 pt., 4
rimbalzi. 6/10 dal campo. +1 in plus/minus, 3 falli. Gran primo
tempo, deciso e convinto con tripla sorpasso e mazzata in flash dunk
a una mano in corsa. Mette 12 pt. nel primo tempo,poi si spegne nel
secondo non riuscendo a esser dominante, anzi, subendo un po’…
Dwayne Bacon: 6
7 pt., 2 rimbalzi,
3 assist. 3/7 FG. Attacca il ferro con esiti alterni come in difesa.
3/7 dal campo con un bel canestro two and one fluttuando mentre
Turner lo sbilanciava con il corpo.
Cody Martin: 5,5
4 pt., 2 rimbalzi,
1 stoppata. 2/4 dal campo, -7. Leggermente sottotono incassa qualche
canestro e anche lui nel finale ci prova contro T.J. Warren (al
record stagionale punti) ma fallisce. Bello l’appoggio s seconda
possibilità sputando tra i lunghi in divisa bianca.
Coach James Borrego: 5,5
Dal mio punto di vista lascia andare un po’ troppo il match senza chiamare time-out nel miglior momento avversario. Quintetti da migliorare ma va bene così in serata, si vede che non era destino rimontare e si farà tesoro, spero, dell’esperienza.