Buzz to the Future

Se siete interessati ad addentrarvi in qualche aspetto su Charlotte, il sottoscritto (Igor F.) e Matteo Vezzelli per Around The Game hanno creato (come pagina FB Teal & Purple) l’articolo che troverete nel seguente link:

https://www.aroundthegame.com/post/buzz-to-the-future

Partendo dal passato – con note esterne – abbiamo parlato del presente, parlato di aspetti tattici e del futuro dei Calabroni con le sue “strategie”…

Sperando gradirete, buona lettura.

Discovery Charlotte: 1ª puntata

GLI STATI UNITI DEL SUD E LA CAROLINA DEL NORD: UNA PICCOLA INTRODUZIONE

A cura di: Paolo Motta

Copertina a cura di Igor F.

La città di Charlotte si trova nello stato della Carolina del Nord che, geograficamente e culturalmente parlando, fa parte del sud degli Stati Uniti.

Sostenuta da radici profonde e temprata dalle avversità, questa parte d’America ha un ricco patrimonio storico culturale che, partendo dalla guerra d’indipendenza e passando per quella di secessione, fino ad arrivare alla lotta contro le discriminazioni razziali, accomuna a grandi linee i vari stati di questa parte del Paese.

Lontana dal trambusto e dalla vita frenetica delle grandi metropoli americane come New York, Chicago o San Francisco, questa grande zona si muove a ritmi più lenti e rilassati, rimanendo profondamente legata al suo passato ma sempre orizzontando il proprio sguardo verso il futuro.

E’ un’ America dentro l’America (immaginata e conosciuta) possiamo dire, caratterizzata da un melting pot di culture differenti, da un’innata ospitalità e cordialità, da una propria letteratura, da una propria cucina, da una storia della musica senza eguali e da spazi sconfinati.

In questa parte degli Stati Uniti si cresce a barbecue e sport, in particolare football, basket universitario e corse automobilistiche della NASCAR della quale – tra l’altro – Charlotte ospita la Hall of Fame.

In questo contesto la Carolina del Nord è un mosaico dal fitto intreccio e dal ritmo di crescita vertiginoso, dove stili di vita differenti convivo fianco a fianco e il “Vecchio Sud” e il “Nuovo Sud” si incontrano nel quotidiano con una Charlotte come motore fuori dal tempo a trascinare questa duplice realtà.

Oggi questa città sembra una metropoli nuova di zecca ma la sua storia inizia centinaia di anni fa, ben prima della rivoluzione americana.

Nell’immagine gli Stati Uniti divisi per macro-regioni

LA CITTA’ DELLA REGINA

L’area in cui oggi sorge la città di Charlotte è stata occupata nel 1755 da coloni europei provenienti da Scozia, Irlanda e Germania.

La bandiera della città di Charlotte con il fondale scozzese (St. Andrew’s Cross) e i suoi colori ufficiali: bianco e blu. La bandiera è stata adottata nel maggio 1929 ma il designer è sconosciuto, i raggi di sole dietro i due nidi di calabrone rappresentano l speranza nel futuro mentre l’albero significa crescita.

Nel 1768, con la sua costante crescita ed espansione, la zona urbanizzata si trasformò in una vera e propria città che venne chiamata Charlotte in onore della “Elettrice/consorte di Hannover” Charlotte di Mecklenburg-Strelitz, diventata sette anni prima “Regina consorte del Regno Unito” avendo sposato re Giorgio III d’Inghilterra.

Ecco perché il principale soprannome della città è “Queen City”.

Il probabilmente conosciuto Coat of Arms of Charlotte of Mecklenburg-Strelitz (Fonte: Wikipedia)


Il monogramma della Queen Charlotte (Fonte: Wikipedia)

Non solo Charlotte in North Carolina o altre città o regioni nel mondo furono battezzate in suo onore ma anche navi e fiori come il sudafricano “Bird of Paradise” che ha il suo nome ufficiale in Strelitzia reginae.

Strelitzia reginae

Precedentemente all’arrivo degli europei, la zona era naturalmente abitata da una tribù di nativi americani chiamata Catawba, che con l’arrivo degli europei ebbe vita difficile e iniziò un lento declino.

HORNETS NEST OF RIBELLION: DALL’IMPRESA MILITARE ALLA PALLA A SPICCHI

Nell’immagine il colonnello William Richardson Davie e alcuni loghi marchiati Charlotte Hornets

Nel 1780, in piena guerra d’indipendenza (1775 -1783), il colonnello dell’esercito americano William Richardson Davie e altri 150 patrioti allestirono un accampamento intorno al tribunale di “Trade & Tryon” a Charlotte, in attesa dell’arrivo dell’esercito Inglese, guidato dal Lord Cornwallis. Una volta arrivato, l’esercito britannico, nonostante fosse in soprannumero rispetto a quello avversario, dovette faticare e non poco sul campo di battaglia.

La resistenza dell’esercito americano fu d’esempio per la gente del posto, che con lo stesso spirito combatté anche i futuri tentativi di occupazione.

Proprio per questa tenacità, Lord Cornwallis definì Charlotte come “A Hornet’s nest of Rebellion”, ossia un vespaio di ribellione.

E’ proprio da questa frase quindi che deriva il nickname Hornets.

Il colonnello Davie e i suoi uomini possono essere definiti gli artefici e primi Charlotte Hornets della storia.

Prima di essere impiegato in ambito cestistico, il nickname Hornets è stato utilizzato anche per squadre di leghe minori, sia di baseball sia di football.

La prima squadra in assoluto della città ad utilizzare il soprannome Hornets è stato un team di baseball nel 1892.

Questa entità nel corso degli anni ha cambiato nome diverse volte, oggi è conosciuta come Knights (Cavalieri) e giocano dal 2014 in centro città nel loro nuovo stadio.

Nell’immagine il Truist Filed, stadio dei Charlotte Knights di baseball inaugurato nel 2014 con lo skyline della città.

Per avere i nostri Charlotte Hornets ci sarà bisogno d’attendere quasi un secolo: il 4 novembre 1988, il vecchio proprietario George Shinn riesce a far debuttare sul parquet i Calabroni del basket.

La squadra inizialmente si sarebbe dovuta chiamare Spirit, ma dopo alcune titubanze nell’entourage legate a problemi pratici (trovare una mascotte adatta ad esempio) si pensò d’organizzare un sondaggio tra i futuri tifosi che premiò il soprannome che tutti noi oggi conosciamo considerandolo più aderente allo spirito della città.

Nonostante una storia recente un po tribolata, i Calabroni – dopo una piccola pausa – sono tornati a ronzare in città!

Nell’immagine lo Spectrum Center (prima TWC arena) che ospita le partite di basket degli Charlotte Hornets dal 2004.

LA PRIMA CORSA ALL’ORO E LA BUZZ CITY MINTED UNIFORM

Dopo la guerra d’indipendenza americana, un evento del tutto inaspettato portò la città di Charlotte alla ribalta nazionale.

Una vecchia storia narra che nel 1799, un ragazzo di nome Conrad Reed, mentre giocava in un torrente a 25 miglia a est della città, trovò una roccia luccicante nell’acqua.

I suoi genitori, che non avevano capito cosa loro figlio avesse trovato, la usarono come fermaporta fino a quando un mercante del posto la vide e comprese di cosa si trattasse realmente.

Quello fu il primo pezzo d’oro in assoluto scoperto in America, il quale diede il via alla corsa all’oro in Carolina a inizio ‘800 e successivamente a quelle mitiche nel vecchio West.

Gli Charlotte Hornets per la stagione sportiva 2020-2021 hanno voluto rendere omaggio a questo episodio storico lanciando queste “City Edition Uniform”.

Nell’immagine il concept che gli Hornets hanno utilizzato per le loro divise con i relativi dettagli.

Nell’immagine il parquet che verrà utilizzato durante le partite con la Buzz City Minted uniform. Nella parte bassa del campo troviamo le scritte “Trade” e “Tryon” che richiamano le vie principali della città. In mezzo compare una “C”, come di rimando alla lettera che veniva stampata a inizio ‘800 dalla Zecca (mint) di Charlotte sulle monete.

BREVI CENNI SULLA CHARLOTTE DI IERI E OGGI

Charlotte oggi è la città più grande della Carolina del Nord (regione esplorata da Giovanni da Verrazzano tra il 1508 e il 1526 e successivamente dagli spagnoli e dagli inglesi che la chiamarono così in onore di re Carlo I) e capoluogo della Contea di Mecklenburg.

La città è situata nella parte centro-meridionale della regione Piedmont, tra i Monti Appalachi a Ovest e la zona costiera a Est, vicina al confine con la Carolina del Sud.

La Queen City da vent’anni sta attraversando una forte crescita demografica (nel 1969 contava 264.000 abitanti, aggl. urbano 345.000 mentre al 2021 la metro area population è arrivata a 2.132.000 abitanti) ed economica che rendono la città il nucleo urbano più energico e dinamico della Stato nonostante la capitale sia Raleigh.

Nell’immagine le città degli Stati Uniti elencate in base alla popolazione

A livello nazionale, Charlotte è conosciuta soprattutto per il numero di banche e per il mercato delle assicurazioni.

La città, infatti, è il secondo hub bancario degli Stati Uniti, seconda solo a New York e tallonata da San Francisco (dati 2019).

Sede di diversi istituti finanziari e compagnie multinazionali (Bank of America, Honeywall, Bojangles per citarne alcune), la città è la sua area metropolitana è spesso in cima alle classifiche per il sua produttività e qualità della vita.

Nell’immagine il Bank of American Corporate Center. Completato nel 1992, è il grattacielo più alto della città con i suoi 60 piani e 256 metri di altezza.

Oltre ad essere in primo luogo un centro finanziario, la città offre anche diversi musei, eleganti quartieri antichi e molti ristoranti multietnici essendo già stata riconosciuta prima degli anni settanta come centro culturale.

Nei prossimi appuntamenti vedremo nello specifico le peculiarità della città, analizzando i vari aspetti che caratterizzano questa moderna città degli Stati Uniti.

1ª Interview

Premessa:

Il sottoscritto (Igor F.), in collaborazione con Matteo Vezz. hanno pensato di riprendere a conoscere i fan degli Hornets nel gruppo FB Charlotte Hornets Italia.

In solitaria era difficile poter stare dietro a troppi compiti per una sola persona che nella quotidianità è occupata su diversi fronti e la principale occupazione è quella di “guadagnarsi il pane” poiché MJ non gli ha mai cancellato/stretchato un contratto…

Ironia a parte (che comunque esterneremo un po’ uscendo dalle canoniche analisi e recap ufficiali), le varie collaborazioni con Matteo stesso, Fabrizio Getuli per i meme, Filippo Barresi per i match-up Key (prossimamente anche Paolo Motta e altri ragazzi per una nuova rubrica) hanno portato al risultato di poter riprendere questa parte latitante del gruppo.

Doveste essere contattati nelle prossime settimane sappiate che non vogliamo vendervi nulla, né biciclette con cambio Shimano, batterie di pentole, olio o servizi improbabili…

Sperando vi piaccia per la prima uscita partiamo con le:

Domande a…

Fabrizio Bompani

1ª domanda:

Buonasera Sig. Bompani, come va in questo periodo non semplice la sua vita?

Partiamo con una conoscenza superficiale introduttiva.

Da quando e perché tifa i Charlotte Hornets?

Ci racconti qualcosa di Lei, dove vive, in che attività è impegnato, le sue passioni, ecc.

1ª risposta:

Mi chiamo Fabrizio, ho 51 anni, sono di Modena e tifo Hornets dal 1990.

Mi innamorai del vecchio logo “nutmeg” Hornets troppo simpatico e divertente quando svolgendo il servizio di leva a Bologna – “Basket City” – conobbi dei ragazzi tifosi Virtus perciò iniziai a seguire anche le V nere.

In questo brutto periodo io non posso lamentarmi, io e la mia famiglia stiamo bene di salute e il lavoro non manca, tuttavia ciò che manca è tornare a vedere i bambini correre dietro a un pallone e arrabbiarsi per un canestro sbagliato piuttosto che impigrirsi con i videogame.

Del materiale Hornets contenente il biglietto della opening Night degli Charlotte Hornets 2.0, una splendida spilla del vecchio e amato logo con sfondo nostrano delle V nere.

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2ª domanda:

A parte le trascurabili fuoriuscite dal roster (Batum, Hernangomez e Bacon), il nucleo dei Calabroni – pur con un paio d’innesti di qualità – è rimasto intatto nel suo young core.

Borrego ha una rosa giovane, con talento e la possibilità di potere adottare diversi sistemi di gioco tra i quali la small ball che farebbe scalare di un ruolo avanti sia Bridges che P.J. Washington, consegnando di fatto a Ball, Graham, Rozier e Hayward il ruolo di esterno puro.

Come valuti questa alternativa basata principalmente sul catch n’shoot e sull’esplosività perdendo di fatto fisicità (kg e cm)?

2ª risposta:

E’ un progetto interessante se ci si crede di poterlo portare a termine, almeno c’è una linea guida da seguire e il tempo dirà come migliorare.

Let there be small ball.

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3ª domanda:

Partiamo dalle origini della stagione.

LaMelo Ball, Vernon Carey Jr., Nick Richards e Grant Riller, queste sono state le quattro scelte degli Hornets all’ultimo Draft.

Come valuti queste chiamate e daresti più spazio a qualcuno di questi giocatori giacché – eccetto Ball – gli altri giocatori sono ancora oggetti misteriosi?

3ª risposta

Il nostro Draft mi è sembrato ottimo.

LaMelo è stata la miglior pick possibile in quel momento e i risultati sembrano confermare la scelta di Charlotte.

Avevo paura che fosse il classico giocatore con moltissimo talento ma zero testa, invece sembrerebbe essere “okay”.

Credo che una volta costruita una chimica di squadra, si inseriranno un po’ alla volta anche le altre scelte.

Per costruire bene ci vogliono: tempo, pazienza e cervello.

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4ª domanda:

Charlotte ha messo a segno un colpo – sulla carta – di tutto rispetto, andando a firmare Gordon Hayward, giocatore inseguito fin dal Jazz time.

Il contratto è pesante (120 milioni in anni), la paure che aleggiano tra alcuni tifosi è che si possa assistere ad un Batum 2.0 oppure perderlo per infortunio visti i trascorsi.

Come valuti quest’operazione di mercato?

4ª risposta

Hayward è stato un passaggio obbligato per il punto in cui ci trovavamo.

Per attrarre a Charlotte un giocatore di ottimo livello bisognava pagarlo tanto e rischiare.

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5ª domanda:

Intermezzo: un po’ di svago insensato con una domanda per nulla inerente all’intervista o forse sì…

Tra queste quattro opzioni quale non vorrebbe mai vivere?

A) Una cena a lume di candela con Batum che le parla per tutta la serata di quanto è stato bravo nel periodo trascorso a Charlotte facendole poi pagare la cena nonostante i milioni free che sta intascando.

B) Una rap contest contro LaVar Ball.

C) Trovarsi per sbaglio a Capitol Hill in una manifestazione trumpiana con Willy Hernangomez vestito da sciamano, il quale, dopo averla riconosciuta come uno dei più facinorosi tifosi Hornets la invita a portare via il leggio presidenziale.

D) Trovarsi a una serata karaoke con la ragazza o gli amici e James Borrego che sale sul palco cantando per 20 minuti di fila: “Ma quant’è bell’lu prim small, Ball, ma quant’è bravo st’allenatore”…

Si scherza ovviamente…

5ª risposta:

A) Tutta la vita senza Batum.

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6ª domanda:

Mi viene difficile non chiedere di colui che gestisce oggi la franchigia: Michael Jordan.

Personalmente mi chiedo quando M.J. “svestirà” i panni di business-man e (se) indosserà quelli di presidente dalla mentalità vincente come è stato in carriera.

Le difficoltà oggettive per costruire un team competitivo a Charlotte ci sono ma M.J. probabilmente avrebbe potuto spingere in diverse maniere per cercare di costruire una dinastia tuttavia sembra ragiona più da imprenditore che da sportivo con piccoli passi per che lo portino pian piano a tentare di migliorare la squadra.

D’accordo, in disaccordo?

Come giudichi personalmente la situazione gestionale?

6ª risposta: MJ finora sembra più preoccupato di vendere scarpe che costruire una franchigia vincente.

Certo che dalla scorsa stagione sembrerebbe intravedersi una costruzione avendo effettuato un bel cambio di rotta.

Mi aspetto ottime cose dal futuro per gli Hornets se si avrà la pazienza di aspettare i giovani e costruire dal resto.

MJ23 è un vincente, non credo che mollerà la presa.

Ciao, you can’t have a Hugo without a hug.

Forza Hornets sempre!

Grazie a Fabrizio Bompani per le cortesi alle domande proposte da Matteo Vezzelli, eccetto la quinta – goliardica – scritta da me stesso (Igor F.) per dimostrare che nonostante il periodaccio ogni tanto una punta d’ironia riemerge.

Alla prossima interview.

Game 14 – Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 113-116

Intro

Negli anni ottanta andava in onda un divertente telefilm chiamato i Ragazzi della terza C che narrava le disparate avventure degli studenti di questa classe, caratteri diversissimi tra loro.

Con essi proveremo a fare le pagelle abbinandoli ai giocatori.

Analisi

Tre ragazzi da C.

Il riferimento ovvio è al basso voto che prenderebbe la terna arbitrale odierna.

Un arbitraggio scientifico e ai limiti della decenza -passati sulla tripla finale di Rozier – ha consegnato a Toronto la seconda W nel back to back tra i due team.

Nei momenti decisivi gli arbitri hanno glissato pesantemente su alcuni contatti a favore premiando invece i Raptors con qualche contatto dubbio o a sfavore (ad esempio, rispettivamente: Lowry contro Rozier e canestro di Graham in penetrazione con contatto, sempre nell’ultimo quarto per citarne un paio).

E’ la prima volta in questa nuova stagione che mi lamento per un arbitraggio ma ne ho ben donde aldilà del tifo: basterebbe rivedere il contatto tra S. Johnson (in uscita lanciata sul close-out) e Rozier sull’ultimo tiro per il pareggio per comprendere che sei occhi chiusi non possono essere una casualità.

Gli arbitri, a onor del vero, non vedono nemmeno un possibile blocco irregolare o se lo vedono lo considerano regolare di Biyombo sull’uscita di Terry sulla medesima azione.

Forse avevano fretta di andare a casa ma il livello di decenza toccato nella notte si è abbassato parecchio e gli Hornets hanno ottenuto lo stesso risultato dell’ultima partita: un -3 ancora più amaro nonostante il rientro di Hayward perché se di fondo i Raptors avevano vinto con merito la prima e in serata hanno toccato il numero massimo di triple realizzate in una partita (21) anche per qualche demerito di Charlotte, il game equilibrato che gli Hornets avrebbero meritato di vincere ai punti, è stata deciso a tavolino.

Sul parquet, tradito dalla panchina (24-55), Borrego, ha visto le squadre altalenarsi per ben 9 volte al comando con sei parità: partita tirata che ha visto prevalere 48-43 Charlotte a rimbalzo e nel pitturato con un 40-20.

Peccato per il 5-11 nei fast break point e il 75,9% contro l’88,5% ai liberi per Toronto.

Il resto delle statistiche sono state piuttosto equilibrate.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla a due nuovamente vinta da Biz su Baynes ma la trappola del raddoppio di Toronto scattava subito su Hayward che toccava la metà campo difensiva: primo TO della partita.

Nessuna sorpresa per i Raptors che dopo i 50 tiri da tre presi nell’ultima partita provavano subito un open 3 con Lowry ma senza fortuna, i Calabroni commettevano un secondo TO con Biz inabile a trattenere un passaggio di Hayward ma Toronto incocciava ancora due volte le triple sui ferri così alla fine Graham – puntando Baynes – recuperava due liberi infilandone uno a 11:04.

Toronto perdeva un paio di palloni banalmente non tenendoli in mano così Hayward ringraziava incrementando il vantaggio (3-0) in fing and roll, a 10:09.

Un paio di palle perse (di P.J.) e Anunoby in alley-oop morbido infilava il 3-2 in transizione ma a 8:51 Hayward disegnava il contatto sul marcatore dei Raptors: 3 FT a segno (6-2).

Rozier raddoppiava sulla nostra linea di fondo facendo sbatter la palla su Baynes e oltre il fondo mentre dall’altra parte si esibiva con una tripla volante sopra il suo marcatore per il 9-2 a 8:27..

A 7:45 dalla top of the key anche Graham si univa alla festa del tiro da tre portando sul 12-2 il punteggio.

Graham chiudeva i cinque buoni minuti degli Hornets con l’appoggio vincente al vetro dopo un’aggressiva penetrazione.

Charlotte iniziava però a stentare in attacco e i Raptors segnavano con Boucher appena entrato, Lowry dalla lunetta (6:08) e Siakam da sotto riducendo lo svantaggio a 6 punti.

Rozier sbagliava di molto la tripla ma riusciva in qualche modo a riottenere la palla vagante gettandosi sulla destra: ribaltamento nell’angolo sinistro e tripla di LaMelo per il 17-8.

P.J. – in aiuto – rientrando, stoppava Siakam ma i Raptors cominciavano a carburare da tre punti: Lowry e Flynn andavano per il -3, ancora Lowry con un lungo 2 portava al minimo gap i canadesi che venivano colpiti a 3:02 da un Hayward che avanzando dopo una buona finta colpiva con un jumper dal mid range sinistro.

Dopo due liberi di Siakam era la nemesi Boucher con un altro tre punti a ribaltare il vantaggio per la prima volta in serata (19-20).

I canadesi erano determinati a mantenerlo, Graham falliva da fuori, Powell no, un -4 che gli Hornets tagliavano sul -2 dopo un 2/2 dalla lunetta di un perfetto Bridges (12/12 in stagione nei FT sino a quel momento).

Anunoby si ripeteva da fuori, Powell a :50.1 metteva dentro due liberi e finalmente anche la panchina di Charlotte produceva qualcosa con Ball e il suo deep 3 che tagliava il divario a 4 punti a 35 secondi dalla prima sirena.

Charlotte mostrava enormi problemi in copertura, dagli angoli e non solo: Powell colpiva ancora da te con Toronto in ritmo, musica che udiva anche Miles bravo a :06.3 a far scendere un deep 3 dopo essersi voltato a canestro ed effettuato un perfetto tiro oltre un proteso Boucher.

27-31 in un primo combattuto quarto.

P.J. Washington marcato da Lowry. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Toronto cercava di avere subito il sopravvento: put-back dunk di Anunoby, Caleb Martin era disastroso in attacco mentre dall’altra parte un fing and roll di Flynn era respinto “very close” da Biz ma gli arbitri assegnavano il goaltending.

Tripla di Hayward ricollocandosi per il 30-35 ma bomba anche di VanVleet dall’angolo con Caleb solamente in recupero.

Il replay tra Martin e VanVleet vedeva il primo uscire con un punto dai liberi e il secondo con tre grazie al siluro uscendo dallo schermo.

Un’altra bomba dall’angolo (targata Powell) e una reverse dunk in transizione di Anunoby che intercettava un pessimo passaggio orizzontale tra guardie di Monk consigliavano a Borrego il time-out sul 35-46.

Jump hook di P.J. ma tripla di Anunoby su Rozier: Toronto non si fermava più da fuori e per rimanere agganciati ci voleva Hayward in incursione a 7:28.

Due liberi a segno per ritrovare ritmo che aveva a nche a 7:02 quando recuperava dalla mezza scivolata a destra, scappava all’uomo per entrare in area e chiudere di sinistro nonostante il fallo: 2+1 per il 42-51.

VanVleet da tre, Hayward ai liberi con il 2/2, euro di VanVleet contro tre difensori al vetro, una sfida alla quale si aggiungeva Bridges con altri due FT a segno (46-56).

Buona uscita di Rozier pressato in difesa, coast to coast, errore in appoggio ma ci pensava P.J. a correggere, il problema era che Charlotte nell’angolo sinistro lasciava comodamente libero Johnson di colpire da tre…

Appoggio di LaMelo, sfondamento di Lowry nella propria metà campo su Rozier ma Boucher aggiungeva tre punti dall’angolo (50-62).

Sembrava impossibile rientrare per i Calabroni che tuttavia trovavano un appoggio di Hayward nel traffico e si avvantaggiavano con un Rozier on-fire che andava a colpire con l’euro-step in appoggio poi sparava a 1:34 da tre un catch n’shoot aperto, recuperava un pallone con un ottimo taglio diagonale difensivo prima che potesse essere caricato da Johnson in angolo sinistro, segnava da tre a :09.1 ripetendosi allo scadere con un buzzer beater in corsa appena varcata dalla metà campo offensiva…

Dal -12 gli Hornets andavano sul -2 a riposo (64-66).

3° quarto:

Passato l’intervallo servivano 24 secondi a Charlotte per agganciare il pari con un tiretto da sotto di Biz che falliva il libero addizionale ma Charlotte passava comunque avanti con un tiro dal gomito sx di Graham e incrementava il vantaggio con un due vs 1 con Biz lasciato solo sul passaggio di Hayward in entrata che risucchiava Boucher.

A 10:21 – in uscita dalla destra – Graham sganciava la bombarda del 73-66 tuttavia Toronto non cedeva trovando ancora Anunoby autore dell’ennesimo tiro da oltre l’arco.

A 9:19 Hayward faceva saltare Boucher fuori dal cilindro recuperando e trasformando due liberi (75-69), il lungo canadese spendeva il suo quarto fallo su Graham che con un ½ mandava gli Hornets sul +5 (76-71).

A 5:27 la tripla di Lowry riavvicinava sensibilmente i padroni di casa (78-76) che erano respinti momentaneamente dal pullup 2 di Rozier.

Powell era lasciato troppo solo e faceva male da fuori, VanVleet poi faceva registrare l’ennesimo sorpasso che sembrava poter essere il definitivo dopo un floater di Graham cortissimo, due FT a bersaglio di Powell e il triplo pasticcio sopra l’anello di Bridges e Ball inabili al tocco vincente.

Siakam ne aggiungeva due in entrata appoggiando al vetro (respinta tardiva di Biz) per lo 0-9 di parziale interrotto da un’entrata a ricciolo di Ball.

LaMelo apriva un piccolo parziale:Bridges e Biyombo ne aggiungevano due a testa riportando sopra Charlotte (86-85) freddata per l’ennesima volta però da una tripla (S. Johnson) per l’86-88.

A :11.9 LaMelo guadagnava due FT in entrata ma realizzandone solamente uno lasciava i Calabroni arretrati di un punto per l’inizio dell’ultimo quarto (87-88).

Ball, Borrego e Graham provano a spiegarsi. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Un’esitazione sull’entrata e una ripartenza rapida di Rozier freddava Anunoby quindi un’entrata di Hayward era chiusa nella parte finale con un’altra esitazione che permetteva a Charlotte di raggiungere il +3.

Durava poco la gioia perché Anunoby dal corner segnava una noiosa tripla seguito da Powell che ribaltava il risultato (91-94).

A 9:00 dal termine P.J. forniva la spicchiata a Bridges per raggiungere il pari a quota 94 quindi era ancora la nostra PF a esibirsi in una flash dunk.

Un ½ di Boucher e una tripla di Lowry modificavano ancora una volta il team leader (96-98) ma gli Hornets agguantavano ancora una volta il pari.

Mea culpa – decisiva – l’open 3 lasciato a Powell con tuta la difesa schiacciata a ricalcare i problemi visti nella scorsa partita.

Charlotte andava in difficoltà ad attaccare la zona e i Raptors scavavano un piccolo solco arrivando sul 99-104 dopo un’entrata con appoggio di Siakam su Biyombo.

Bridges, Rozier e Hayward non facevano centro, toccava a Graham tirare fuori dal cilindro un big 3 anche se marcato ma Boucher sulla linea di fondo metteva dentro morbidamente l’alley-oop con un Graham impossibilitato per cm a tagliarlo fuori.

Disperato attacco verticale in penetrazione di Graham che in caduta la metteva dentro in qualche maniera, Rozier dall’angolo sinistro realizzava il -1 trovando anche il pari colpendo dall’angolo opposto dopo due FT di Lowry (blocking foul contro lo stesso “Scary” da rivedere).

110-110, la differenza la faceva Lowry con un fade-away su Hayward e un fallo dei Raptors che tagliava in due l’azione offensiva di Charlotte: sulla rimessa Graham scivolava contro Lowry non riuscendo a tirare in tempo.

Con meno di 24 secondi da giocare Rozier era costretto al fallo su VanVleet che non sbagliava.

+4 Toronto a :13.3, rimessa dal fondo, consegnato di P.J. tripla ancora più disperata della precedente di Graham che infilandola a :07.5 riportava in vita Charlotte.

-1, rimessa e fallo, altro fallo su Boucher che a :03.4 segnava il +3 (113-116).

Time-out.

Sulla rimessa gli Hornets riuscivano a liberare Rozier che si alzava per la tripla, uscita di Anunoby che travolgeva fianco e gambe di Terry che in volo subiva un evidente torsione.

Gli arbitri chiudevano meravigliosamente sei occhi confermando lo scientifico arbitraggio andato in onda per buona parte o almeno in fasi importanti del match, nessun fischio, niente liberi per Terry e seconda W per Toronto.

Amarezza per gli Hornets che scivolano sul 6-8 in attesa di prossime partite leggermente più facili sulla carta augurandosi di non trovarsi gli stessi arbitraggi…

Devonte’ Graham: 7

20 pt. (7/15), 5 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, +2 in +/-. Ciro, il simpatico e furbo cartolaio “di fiducia” che rifila a Bruno Sacchi tutto il materiale (ridicolo) che ha in casa e non ha nulla a che vedere con quanto richiesto dallo studente. Graham è così… può essere utile o inutile ma spesso risulta assurdo. Due triple da urlo nel finale inframezzate anche con una puntata a canestro e appoggio fanno da contraltare ad altri canestri più facili mancati e a una scivolata che nel finale risulta decisiva perché gli Hornets devono commettere fallo. In realtà segna una delle già citate triple e si fa perdonare. In 38:25 non perde un pallone e ne smista 7 ma in difesa vaga un po’ mancando di cm per contrastare efficacemente triple e tagliar fuori gli avversari.

Terry Rozier: 7,5

24 pt. (9/19), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, +20 in +/-. 3 TO. “Chicco” Lazzaretti. Eterno ripetente per scelta. Nonostante le cose non sempre gli vadano bene è l’anima della classe come Terry che in serata scalza tutti dando qualcosa in più alla squadra. Prende due sfondamenti, recupera palloni in difesa con tagli o andando a raddoppiare (vedi la palla fatta sbattere addosso a Baynes nel primo tempo), pur spinto da Lowry lo fa sbagliare al tiro nel secondo: aggressivo come a Boston non si fa valere solo in fase difensiva. Scatenatissimo sul finire del primo tempo, recupera palloni, segna da due, da tre e con un buzzer beater da metà campo appena passata. Nel finale infila due triple consecutive che ci riconsegnano il pari ma gli arbitri non vedono il netto fallo sul suo ultimo tentativo che verrà ignominiosamente registrato come tripla mancata. Note negative: 3 TO, uno nel finale evitabile, causa indecisione.

Gordon Hayward: 6,5

25 pt. (7/13), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 0 in +/-. 1 TO. Massimo Conti. Il belloccio e più atletico della classe non pare essere così atletico non brilla sempre per intelligenza. Hayward parte fortissimo e tene in pista la squadra ma poi finisce la benzina, comincia a sbagliare tiri e rimane piuttosto a costo di idee nel finale mancando un po’ di leadership. Un po’ accademico il close-out del +2 di Lowry nel finale ma non commette fallo. Ne guadagna molti di più di quelli che spende (10/10 ai FT) con finte che fanno abboccare Boucher e i difensori avversari per passarli e batterli al tiro o in penetrazione. Pareva presagire un’altra serata fuori dagli schemi con score altissimo invece si blocca.

P.J. Washington: 6,5

14 pt. (6/13), 12 rimbalzi, 5 assist, rubate, 2 stoppate, +19 in +/-. 4 TO. Luci e ombre per P.J. che va a sprazzi. Un paio di palle perse nel pitturato per passi in attacco ma anche una tripla seguita da una flash dunk nel secondo tempo. Più aggressivo a rimbalzo finalmente, si soffre di meno sotto le plance se mostra i denti.

Bismack Biyombo: 6

6 pt. (3/7), 11 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +4 in +/-. 3 TO. Bruno Sacchi, goffo, lento e un po’ troppo casalingo, allegoria che fuori dall’area è nullo. La news della serata è che ruba due palloni per il resto è lento e viene battezzato almeno due volte in entrata (due goaltending) e anche una volta al tiro frontale da Siakam. Rimane una presenza andando a catturare 11 rimbalzi o a tener viva la palla ma è poco elastico quando deve cercare di recuperare la palla in mischia, specialmente in attacco andando sempre a favorire gli avversari. Borrego gli aumenta il minutaggio a 33:33 e con lui in campo Charlotte varia anche il gioco cercando di giocare anche all’interno della linea del tiro da tre punti. Un paio di dunk e poco più in attacco.

Miles Bridges: 4,5

10 pt. (2/7), 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. -23 in +/-. 1 TO. Totip. Il barista della scuola dispensa questo e quello tutto il giorno. A livello di assist ci siamo ma a sera né Totip né Miles ricavano molto, il primo perché ha un credito nei confronti di Chicco che non sarà mai saldato, il secondo perché questa volta fa danni. Mostra buona intesa per un breve periodo con P.J. Washington e segna veramente una bella tripla in girata nel primo quarto ma poi, a parte sbagliare il primo libero stagionale (5/6 in serata), fa fatica sui due lati del campo. L’energia c’è ma è mal espressa. Toronto ne approfitta poiché in difesa non riesce a tenere aldilà dei 3 falli spesi. Passo indietro.

LaMelo Ball: 5

11 pt. (4/11), 5 rimbalzi, 4 assist, -19 in +/-. 1 TO. Sharon, la più bella della classe. Uno spettacolo osservarla ma questa notte LaMelo è nella sua versione più snob. Gioca 22:58 ma non marca una netta differenza. 2/6 da oltre l’arco con il solito deep 3 e una bella entrata ma non convince molto in attacco e ancor meno in difesa. Seconda bocciatura netta stagionale.

Caleb Martin: 5

1 pt. (0/2), 1 stoppata, -11 in +/-. TO. In 5:29 è bravo a mettere a referto una stoppata e a conquistare due liberi che tuttavia splitta, inoltre cerca due conclusioni da dimenticare. Sembra più Aziz, simpatico sì ma sempre pur il cameriere con poche qualità del commendator Zampetti. Se questi sono i ricambi swingman quando non sono in serata, aiuto…

Malik Monk: 5

2 pt. (0/0), -7 in +/-. 1 TO. In 3:52 fa 2/2 ai liberi l’addormentato “Daniele”. Arriva sempre in ritardo come il personaggio della serie, anche a capire che un passaggio orizzontale come quello che ci sosta due punti alla fine fatali non si fa nemmeno nell’ultima categoria esistente sul pianeta. Borrego chiama time-out e Malik scompare…

Coach James Borrego: 5,5

Sistema i problemi a rimbalzo grazie anche a un P.J. più aggressivo concedendo a Biyombo più minuti. Il problema è che la sua zona fatta di raddoppi il più delle volte non è effettuata correttamente ed è anche schiacciata: quando gli avversari trovano l’uomo in angolo (posizione migliore per colpire da tre poiché meno distante), sono dolori. 21/49 per Toronto, record stagionale con un 6/9 di Powell, quasi solo noi avremmo potuto incassarli… Non giova una panchina sottotono. Bene nel mantenere i time-out per l’ultima azione e non a giocarselo sulla penultima. La squadra ha girato meglio eccetto in alcuni momenti. Riesce a farmi trasformare completamente in Benedetta, la dark alternativa appassionata di cinema orientale, occultismo e meditazione che ripete spesso: “Che angoscia”… quella che mi viene osservando una difesa che va anche in raddoppio ma lascia scoperti sempre gli angoli.

Terna arbitrale: 3

Derrick Collins, John Goble, Suyash Mehta rivitalizzano Toronto che stava sul 2-8 prima d’incontrarci, missione compiuta, speriamo a mai più rivederci. Il brutto della NBA. Come direbbe Allocca, professore d’italiano nella serie: “Terna… 3!”

https://www.youtube.com/watch?v=tw-OdwXg7QY

Game 13 – Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 108-111

Intro

Toronto quest’anno come saprete – causa pandemia – gioca a Tampa Bay in Florida.

Alla Amalie Arena però i giocatori della franchigia canadese stanno stentando oltre il previsto e aldilà delle loro capacità.

L’inizio sul pessimo 2-8, oltre le difficoltà sul parquet sono dovute ad ambientamento e altri fattori che stanno incidendo.

Strano vedere i canadesi in Florida come strano vedere un americano a Napoli che nel 2011 (non so se sia ancora da quelle parti) insegnava inglese.

Se per di più era stato un buon cestista e un hippy negli anni settanta le stranezze aumentavano.

Potei raccontarvi di John Fultz da Framingham (Massachussetts), nato il 20/10/1948 (dal libro John Fultz mi chiamavano Kociss edito da Minerva Edizioni nel 20111) che andò a un passo dal giocare per i Lakers (suo sogno) ma, dopo la sua Uscita da Rhode Island – sotto la guida di coach Tom Camody – si affermò in Italia giocando una stagione a Varese (1970/71) e altre tre a Bologna sponda Virtus.

Passò al campionato elvetico (al Viganello) segnando 36,2 pt. di media per tornare brevemente in Italia nel 1978/79 (Pordenone) e finire la carriera professionistica allo Sporting Lisbona nel 1982.

“Kociss”, uomo onesto ma pieno di contraddizioni, dalla dura etica lavorativa in palestra che dormiva poco per concedersi a tutti gli eccessi che mal si conciliano con la vita sportiva di un professionista: Donne, alcol e droghe soprattutto, una specie di George Best del basket.

Altri tempi ma il talento c’era, la testa no.

Fred Shaus, dopo la seconda stagione di Kociss a Bologna lo chiama dicendogli di essere interessati a lui.

L’idea era quella di cedere Travis Grant ma al suo arrivo a L.A., nonostante le cose con West andassero bene si partì subito male con coach Sharman per via dei capelli lungi, un’inezia rispetto a una una sera di baldoria, sregolata con una cameriera e della cocaina.

La stessa polvere bianca, avvolta in una stagnola, la portò per l’allenamento il giorno successivo – per “ricaricarsi” visto che dormiva pochissimo la notte – ma la lasciò alla mercé dell’allenatore.

L’allenamento andò benissimo, sembrava si sdoppiasse ma venne convocato appena dopo l’allenamento nell’ufficio del GM Shaus e nonostante i Lakers non fecero denuncia rimanendo anche gentili nel congedarsi da lui a causa del suo stile di vita (si sospetta gli avessero messo anche un detective alle calcagna), ruppero il sogno di John o meglio, fu lo steso Fultz ad autodistruggere una parte di sé stesso.

John non ha rinnegato quegli anni della Hippy Generation ma sportivamente le soddisfazioni le prenderà in Italia, relegato in una seconda lega de facto.

Nel 1973/74 gioca ancora a Bologna con Dan Peterson, vince la Coppa Italia qualificando la Virtus per la Coppa delle Coppe dando inavvertitamente il via alla nascita della “Basket City.”

Per ora Tampa Bay non lo è, è una remota ipotesi di apertura a 32 squadre insieme a Seattle, Las Vegas e qualche altra città ma tra pandemia e Raptors non sembra essere destinata a città del basket tuttavia c’è poco da fidarsi dei Raptors, in una situazione ambigua a due facce, gli Hornets per cercare di tornare a quota .500 dovranno sfoderare una grande prestazione.

Analisi

I soliti ambigui Hornets danno battaglia alla Amalie Arena contro dei Raptors che stanno carburando.

Charlotte rimane orfana di Hayward (avrebbe voluto giocare ma l’entourage degli Hornets ha preferito non rischiarlo) – anche se dato per probabile – non ce la fa, al suo posto partirà titolare Caleb Martin, non esattamente la stessa cosa…

In un primo tempo dai punteggi altissimi nel quale anche Charlotte riesce a dire la sua a livello offensivo, i Raptors sembrano prendere il sopravvento nella seconda frazione continuando a suo di triple passando dal +1 al +9 all’intervallo passando per un terzo quarto dove toccano anche il +18 sebbene alla fine del periodo Charlotte torni a -13.

Una partenza sprint dei Calabroni pone le basi per il rientro sino al -3 ma la small ball degli Hornets è croce e delizia.

Se in attacco con pochi passaggi si trovano canestri in difesa la scelta di giocare senza vero centro costa caro: Boucher nel finale mette dentro tre canestri importanti fino a quando P.J. non lo stoppa consentendo agli Hornets l’ultimo attacco con :09.8 sul cronometro.

Buono schema sulla rimessa di Charlotte ma il pick and pop con tripla di P.J. era imprecisa, Graham lanciava dall’angolo la tripla disperata in girata ma il profilo del tabellone diceva no.

Sui singoli andremo nelle pagelle, di certo la coperta è quella di Linus, corta: senza un centro mobile e di peso con buona mano che possa giocare insieme agli altri “piccoli” ragazzi le speranze sono ancorate alle percentuali di tiro, nostre e avversarie, soprattutto sul tiro da fuori in una partita come questa dove i Calabroni hanno preso 35 tiri (15 quelli a segno) su 87 da oltre l’arco (42,9%) contro i 20/50 dei Raptors (40,0%).

Gli Hornets si sono imposti a rimbalzo 52-46 ma hanno sofferto concedendone 13 offensivi(14 i catturati), molti nel finale con la small ball in campo.

32-33 negli assist, 5-6 nelle stoppate la dicono lunga su una partita tirata arrivata a un finale stretto nonostante Toronto sembrava potesse chiudere in controllo la partita grazie alla maggior qualità approfittando dell’assenza di Hayward.

Toronto è stata guidata dalla super prestazione di Boucher che ha chiuso con 25 pt. e 10 rimbalzi, Van Vleet seguiva a 17 tallonato da Lowry a 16 e 12 assist.

Siakam concludeva a 15 pt., Anunoby a 13 e Powell chiudeva per gli uomini di Nurse in doppia cifra con 11 punti.

Si va sul 6-7, Toronto dimostra di essere ostica ma gli Hornets fanno vedere che commettendo meno errori possono rimanere agganciati e magari vincer la prossima, anche se sul filo.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Charlotte vinceva la palla a due con Biyombo ma faceva scadere i 24 secondi mentre la palla andava a perdersi oltre la linea laterale sinistra.

Lowry iniziava bene fornendo un assist verticale per la rapida schiacciata di Anunoby.

Gli Hornets, dopo un attacco a vuoto, pareggiavano con una drive di Graham con pass sotto per la schiacciata di Biyombo quindi Siakam a colpo sicuro era stoppato all’ultimo da P.J..

La difesa di Charlotte funzionava: Rozier intercettava un passaggio in angolo e partiva in coast to coast per appoggiare in allungo un atletico layup con spin perfetto poi Lowry colpiva da fuori ma Caleb Martin dalla diagonale destra segnava due punti dal gomito.

Il piano di VanVleet da tre falliva mentre Rozier, lanciato nel cuore del pitturato compiva uno spin, arresto e tiro rapido vincente.

Anunoby segnava due triple consecutive ma Charlotte riequilibrava la situazione con la tripla di Graham a 6:57 (diag. sx) e si portava avanti con Caleb Martin che tentando la fearless dunk su Baynes era toccato dal centro.

2/2 poi un fast break concluso da P.J. valeva il +4 quindi toccava a Lowry da sotto colpire dopo una finta ma sull’altro lato P.J. andava con autorevolezza in euro-step a battere l’avversario diretto.

Baynes metteva due punti con una dunk assistita e un’alzata dalla FT line di Lowry consentiva il pari ai canadesi.

Un passaggio laterale in corsa di Ball per il poco più esterno P.J. consentiva agli Hornets di riprendersi il vantaggio (19-17) che aumentava a 3 pt. dopo due FT di P.J. (21-18).

Boucher individuava la debolezza di Charlotte colpendo da tre ma Charlotte tornava sopra quando Rozier dalla metà campo difensiva tracciava un lungo assist perfetto per Miles che andava alto dietro il difensore a colpire in alley-oop dalla baseline destra.

Graham aggiungeva un catch n’shoot da 3 dalla destra (ottima palla ricevuta da Ball) dentro Monk ma due su due per Boucher (26-23).

Finale dai parziali estesi con un 5-0 Hornets che realizzavano con Biz (gancio in girata su Anunoby) e Monk da tre, VanVleet e Johnson rispondevano con due tripla e Watanabe che appena entrato metteva la sua difesa a servizio degli avversari facendo anche vedere di poter colpire da fuori portando i padroni di casa in vantaggio 31-32 grazie allo 0-9 run.

Miles segnava con l’open 3 libero per chilometri ma allo scadere, una tripla di Boucher inaspettata (marcato e a un decimo) segnava il +1 Raptors in un quarto combattuto.

Biyombo in gancio su Anunoby. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

L’alto punteggio continuava rapidamente ad accumularsi: 11:36, circus shot da sotto di Rozier, 11:25 Powell dal corner destro da te punti che spingeva fisicamente in entrata i difensori e metaforicamente i Raptors realizzando il 36-40.

La panchina dei Raptors viaggiava sull’8-21 dopo i due FT ottenuti e realizzati da Boucher (Monk foul) a 10:25, Charlotte perdeva il filo e la difesa venendo colpita ancora dal n° 25 in transizione.

Watanabe si permetteva il lusso di stoppare Biz ma Rozier in transizione ne metteva due.

Powell era influenzato sulla tripla da Rozier e non riuscendo a metterla gli toccava vedere Terry andare a metterne altri due tuttavia arrivava anche il momento del giocatore dei Raptors abile in 1 vs 1 nel realizzare il 40-46.

Graham cercava il contatto con Watanabe, tiro storto da tre, la terna non fischiava e Powell andava a segnare sotto gli occhi di un frustrato Devonte’.

Time-out inutile -alla prova dei fatti – di Borrego a 8:11: tripla di Lowry (10/19 da tre per i Raptors) due FT di Boucher prima del canestro di Ball che finalmente rompeva l’avanzata locale (42-53).

Era senza sosta però la marcia dei bianchi che ne mettevano dentro altri 4 prima di essere colpiti da P.J. due volte (tripla e fing and roll in transizione su passaggio di LaMelo).

Gli Hornets si portavano sull’8-0 di parziale con la tripla di Monk del 50-57 ma Flynn, pericoloso tiratore, riusciva a infilare lateralmente la tripla del +10 TOR.

Monk esplodeva un altro siluro con un relocated 3 dalla sinistra dopo una finta.

Lo scambio orizzontale tra Monk e Graham portava il secondo e mettere una tripla dalla diagonale sinistra, canestro che arrivava ancora per il nostro numero 4 in uscita difensiva con un rapidissimo tre dalla diagonale opposta a 2:15.

Il catch n’shoot riportava a -3 Charlotte (59-62) ma VanVleet da tre ci rispediva indietro e in un finale convulso il vantaggio degli uomini di Nurse saliva a 9 punti quando un’altra tripla allo scadere pioveva dentro il cesto degli Hornets per il 62-71.

3° quarto:

I piani di recupero di Charlotte erano freddati dalla tripla di Lowry ma Rozier non rinunciava al difficile sogno del comeback: 3 pt. oltre Lowry dalla diag. dx.

VanVleet ne metteva due in jumper lungo poi Biz segnava da sotto e stoppava Siakam andando sull’altro fronte a recuperare un rimbalzo offensivo ripetendosi per altri due punti a 9:37 (69-76).

Anunoby da sotto aveva la meglio su P.J. appoggiando al vetro, Rozier ne metteva altri tre dall’angolo destro per il -6 (72-78) ma quando Biyombo si staccava dal gioco di passaggi dei Raptors, VanVleet colpendo per l’ennesima volta da fuori senza nessun difensore attorno.

Anunoby usava il fisico per metterne altri due così a Rozier toccava inventarsi un’entrata nel traffico per appoggiare oltre le mani dei Raptors.

Gancio di P.J. in area buono ma tripla dall’angolo di VanVleet con Martin a vuoto sull’intercetto del passaggio in diagonale.

Poca cosa gli Hornets in attacco in questo momento: errore di P.J. in post basso dx contro due difensori ma fallo sulla put-back dunk di Martin: ½ e sfondamento dello stesso sull’azione seguente.

LaMelo metteva dentro un lungo runner ma la difesa di Charlotte si scioglieva concedendo di fiorire ulteriormente alle pendici del tiro da tre ai Predatori che con Lowry a 3:58 tornavano sul +13.

Siakam ne realizzava altri due, Johnson ai 24 era lasciato libero di tirare da tre difensori Hornets che colpevolmente non capivano chi dovesse marcarlo…

+18 Raptors (79-97), gelati anche se in Florida, gli Hornets coltivavano timidissime speranze di recupero con un deep 3 di LaMelo a 1:41.

Uno contro uno aperto di Bridges con passaggio per sé stesso e ottima rifinitura contro Watanabe, LaMelo con un nice runner davano il 7-0 di parziale chiuso prima della sirena da Powell che con una finta e spin da sotto depositava l’86-99.

4° quarto:

Partenza sparatissima per Charlotte che guadagnava due punti da Rozier, altri 3 da Graham e due da Biyombo ricevendo il pass in corsa di un Miles raddoppiato.

Borrego inseriva Caleb Martin per Bridges rovinando tutto e dopo il libero di P.J. a 8:21 per l’8-0 run, Siakam trovava a 7:15 il primo canestro del quarto dei canadesi partiti 0/6.

Caleb mancava la tripla, Siakam a 6:45 no, small ball degli Hornets con rimbalzi offensivi a ripetizione sulla stessa azione per Toronto che arrivava alla fine a battere due FT con Boucher: ½ e 94-105.

Dentro di nuovo Miles, passaggio di Ball sulla baseline e poster in tomahawk di Bridges su Boucher.

A 4:26 si invertivano le parti, assist volante di Bridges che dall’angolo passava a Ball per la tripla del -3 (102-105).

Boucher da sotto sfruttava il rimbalzo offensivo andando a segnare il ventunesimo punto ripetendo una buona giocata anche in difesa su Ball che in entrata era stoppato facilmente.

Charlotte sfruttava una second chance con P.J. ma Boucher da pallavolista spingeva dentro in back-door il lob di Lowry.

Altro assist di LaMelo per Miles che dalla sinistra faceva veleggiare nella retina un tiro con poco spin.

Steal in angolo per LaMelo e atletico appoggio di Rozier: Charlotte non cedeva rientrando sul -3 a 1:37 (106-109).

Dopo un errore di Bridges da tre punti per il possibile pari, ancora Boucher da sotto: troppo facile mostrare i lati negativi della small ball anche per un giocatore non di primissimo piano…

Gomitata arretrando di Siakam su P.J. che andava giù, palla vagante recuperata da LaMelo che si mostrava in una flash dunk appesa per tener vive le speranze di Charlotte…

Finalmente P.J. sulla baseline stoppava Boucher al quale scorreva la palla sul braccio.

Rimessa dal fondo pro Toronto ma challenge vincente chiamato dagli Hornets a :09.8.

Rimessa di Ball, palla a P.J che cercava un compagno trovando Rozier arrivato dalle retrovie; Scary si allargava quel tanto che bastava per essere raddoppiato, pick and pop con P.J. che nel frattempo – allargatosi sula destra – era rimasto solo, tutto bene tranne la cosa più importante ovvero il tiro di P.J. che si spegneva sul ferro, rimbalzo di Graham che in girata dall’angolo sinistro tentava l’impossibile disperato tiro spentosi sul bordo tabella.

Toronto manteneva i tre punti di vantaggio in un finale al fotofinish.

Devonte’ Graham: 6

15 pt. (5/15), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +15 in +/-. 4 TO. Devonte’ mostra ancora percentuali non efficienti al tiro anche se ha un buon momento nel primo tempo quando piazza due triple consecutive. Frustrato nel primo tempo quando non gli viene riconosciuto un fallo subito. Riesce a equilibrare un po’ la squadra in attacco ma perde 4 palloni.

Terry Rozier: 7

22 pt. (10/16), 3 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -3 in +/-. 1 TO. Come la precedente serata è il migliore dei nostri. Piuttosto affidabile al tiro, che si tratti di tripla (2/4 indovinate nello spazio di poco tempo dalla destra battendo i suoi marcatori), invenzioni al ferro come circus shot (ne abbiamo viste un paio) ibridate con atletismo dirompente poco importa. Scorer affidabile. Impegno difensivo anche in uscita sui close-out ma quello che non va di tutta la squadra è il chiudersi troppo a testuggine nei pressi del pitturato, le triple che piovono sopra lo scudo degli Hornets vanno a bersaglio senza la prima linea difensiva.

Caleb Martin: 5

5 pt. (1/7), 6 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, -8 in +/-. 3 TO. Buona partenza. L’intensità c’è e riesce a strappare anche tre palloni ma ne perde altrettanti. Gioca con la squadra ma quando ha la possibilità di far male con spazio sbaglia e il suo 1/7 costa caro. Nell’ultimo quarto rientra per un breve periodo ma con lui sul parquet la squadra perde ulteriore equilibrio giocando una small che balla.

P.J. Washington: 6,5

20 pt. (7/14), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +3 in +/-. 3 TO. Partita interminabile per P.J. che avrà la stamina a zero. Dietro ha il suo bel da fare. Va a corrente alternata riuscendo qualche volta a fermare l’avversario ma Boucher nel finale ha la meglio sebbene possa diventare l’eroe della serata dopo la sua stoppata proprio sul lungo canadese ma il suo tentativo da fuori è impreciso e gli Hornets non ce la fanno a protrarre il match. Peccato ma dal mio punto di vista è andato oltre le aspettative sebbene ritenga che il ruolo di centro non sia il suo. Rimbalzi e punti, peccato per un paio di TO forse evitabili e una gomitata che Siakam inavvertitamente gli rifila e l’avrebbe mandato in lunetta se fischiata ma Ball provvedeva comunque a metterne dentro due..

Bismack Biyombo: 6,5

10 pt. (5/8), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, -6 in +/-. 1 TO. Gioca 24:51, troppo pochi. Arriva in doppia cifra e va meglio a rimbalzo. Peccato che, nonostante parta da starter poi sia lasciato fuori senza ritegno per lunghe fasi del match alle quali a volte (come in serata) corrispondono parziali avversari non più rimediabili. Deciso sotto canestro solo in un’occasione fa una cosa poco furba cambiando lato per andare a schiacciare ma viene stoppato. Un bel gancio su Anunoby e un paio di situazioni nell’area opposta risolte in maniera facile e veloce.

Miles Bridges: 6,5

12 pt. (5/7), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, +14 in +/-. 1 TO. Plus/minus da tener d’occhio. La sua energia nel finale contribuisce a trascinare gli Hornets vicini al pari che lui stesso manca da tre dopo aver segnato una tripla in precedenza. Anche lui scala di ruolo nella small ball e ha problemi a rimbalzo per via dell’inferiore altezza Combatte commettendo tre falli. 2/3 da fuori e buone percentuali.

LaMelo Ball: 6

14 pt. (6/14), 6 rimbalzi, 11 assist, 3 rubate, 1 stoppata, -4 in +/-. 5 TO. Primo tempo incolore se non scialbo, secondo tempo quasi di lusso andando in doppia doppia, invertendo la tendenza che lo voleva più fresco ed efficiente nei primi. Tanti assist smarcanti davvero vincenti ma vuole strafare e commette alcuni TO (5 alla fine) con passaggi non eccelsi come lob troppo lenti e al tiro si va a prendere spesso soluzioni non consigliabili. Si prende una stoppata su un tentativo d’appoggio ma nel 2° tempo realizza anche due deep 3. Una bella palla rubata nel finale e una flash dunk appesa per restituire speranze a CHA.

Malik Monk: 6

10 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 3 assist, -11 in +/-. Finalmente Borrego lo testa seriamente gettandolo nella mischia. Lui risponde iniziando con un 3/3 da fuori poi non gli entra più nulla e commette alcuni falli difensivi lamentandosi con la terna ottenendo in cambio probabilmente una non simpatia. 22:59, tre assist ma viene tolto perché inizia a sembrare avulso in attacco e in difficoltà in difesa.

Cody Martin: 5,5

0 pt. (0 /0), 1 rimbalzo, -15 in +/-. 5:32 sul parquet, plus/minus eloquente, nessun apporto offensivo, un rimbalzo difensivo, coinvolto nel peggior momento della squadra, se cambia una virgola è solo per spostarla su cifre peggiori per gli Hornets.

Coach James Borrego: 5

Giocare così contro tutte le squadre diventa un problema, anche questa sera arriva un parziale, anzi arrivano un paio di parziali che stendono virtualmente una squadra che lotta ma di priva di arrivare a un finale da gestire.

Seconda sconfitta consecutiva a dimostrare pregi e difetti della small ball.

Toronto tenuta a 12 punti nell’ultima frazione (molti i demeriti canadesi) ma il primo tempo è da incubo sul tiro da fuori.

Toronto colpisce in continuazione e non si trovano soluzioni.

Inserisce nell’ultimo quarto Caleb per Miles abbassando ulteriormente il peso della squadra che fatica a rimbalzo difensivo anche nel finale con lo stesso Bridges, senza Biz.

Alternative al gioco che vuol fare senza Biyombo non se ne vedono.

Semplice ma buono lo schema sull’ultima rimessa anche se non va a buon fine.

https://www.youtube.com/watch?v=KcM18jMvq5Q

Matchup Key Vs Raptors

Grafica e statistiche a cura di Igor F.

Matchup Key

A cura di Filippo Barresi.

Pascal Siakam Vs P.J. Washington

Lo scontro tra le due ali grandi sarà molto importante per le sorti dell’incontro tra Raptors e Hornets.

La stella di Toronto sta “finalmente” trovando ritmo dopo un inizio in sordina insieme ai suoi compagni, allo stesso modo P.J. ha faticato molto in queste prime gare e sta entrando nella giusta forma solo nelle ultime settimane.

Possibili svantaggi:

I Raptors concedono pochissimi punti nei pressi del ferro grazie alla presenza di ottimi stoppatori, inoltre Charlotte sta faticando a penetrare con convinzione a difesa schierata. Riuscire a scardinare gli schemi dei Raptors e allargare il campo sarà la chiave per superare indenni questo match.

Possibili vantaggi:

Molto probabilmente la partita per Charlotte si deciderà anche in difesa.

Le ultime uscite hanno confermato quelle buone cose viste in questa metà campo e si dovrà continuare in questo modo, anche con il pesante uso della zona.

Game 12 – Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks 93-104

Intro

“Non potendo regolare gli avvenimenti, regolo me stesso”.

Michel De Montaigne

Gli Hornets cercano la loro personalità tra le mura amiche per mantenere e confermare un record vincente che non arrivava dal 5 novembre 2019 ottenuto all’OT contro i Pacers.

A frapporsi tra la nuova identità dei Calabroni e la W arrivavano i Dallas Mavericks con Porzingis pronto al debutto dopo l’infortunio al ginocchio.

Riusciranno i ragazzi di Borrego a mantenere il record vincente?

Analisi

La risposta è stata no.

Chi si aspettava una W di Charlotte “facile” vista l’andata in Texas sarà rimasto deluso.

Le premesse parevano esserci: 5 buoni giocatori dei Mavs out compresi 3 buoni difensori come Kleber, Richardson e Finney-Smith ma la quantità era ampiamente compensata dalla qualità.

Il rientro di Porzingis tra le fila della squadra di Cuban sparigliava le carte, in più Doncic trovava una serata in al contrario della precedente.

I meriti dei Mavs sono stati: entrata decisa sul parquet, migliori percentuali realizzative rispetto a Charlotte e una difesa più efficace, per il resto ci hanno pensato Doncic con 34 pt., T. Hardaway Jr. con 18 e Porzingis con 16 a dare 68 dei 104 punti totali agli ospiti.

Charlotte invece è partita lenta con l’aggravante d’aver tentato d’affrontare anche i Mavs nella medesima maniera sulle rotazioni ma Borrego sul finire del primo quarto ha incassato un parziale di 0-10 nel duello P.J. Washington/Marjanovic che ha finito per estrometter Charlotte dalle possibilità di un serio rientro.

Un inizio da 6-22 nel pitturato, poi riequilibrato, ha compromesso la possibilità di veder un finale più tirato…

16-32… Charlotte si è avvicinata solo nel terzo quarto quando una fiammata da 12-0 l’ha fatta ripresentare sul -9 ma poco dopo, perso Hayward, ha subito troppi punti da Doncic che ha fatto passare un ultimo tranquillo quarto al proprio coach.

Domani si va in Florida prima di avere qualche giorno di riposo finalmente.

Ci si augura che Borrego, avendo già visto all’opera due volte i Raptors in preseason studi qualcosa di efficace per riaprire una striscia vincente fermatasi a 4 W stanotte.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

A una partenza incerta di Charlotte faceva da contraltare un avvio deciso dei Mavs che, vinta la palla a due con il “debuttante” Porzingis, passava subito avanti con una tripla di Doncic.

Porzingis ne mancava una e gli Hornets su assist di Graham trovavano il catch n’shoot 3 di Rozier su Doncic per il pari.

I Texani andavano avanti a salti di te con la bomba di Porzingis a 10:15, i tre errori sulla stessa azione offensiva erano pagati dall’assist di Graham per i due punti sotto di P.J: ma era immediata la tripla di Hardaway Jr che a (:33 andava dentro con il crossover (lasciando sul posto P.J.) per chiudere a una mano in slam dunk, scaraventare indietro Charlotte e mandare Borrego in time-out sul 5-11.

Al rientro Rozier batteva Hardaway con un fade-away (8:09), mentre Iwandu mancava un tiro, subiva la stoppata di Hayward ma finiva per segnare tutto solo lanciato in transizione.

P.J. continuava il suo digiuno al tiro con un’altra tripla fuori bersaglio ma il rimbalzo e il passaggio per Hayward consentivano a Charlotte di rispondere da tre a 6:35 in second chance.

Sul 10-13 l’Unicorno metteva in step-back la tripla su P.J. e i texani si allontanavano.

Doncic andava dentro in drive ma uno scambio Bridges/Biyombo portava il congolese ad abbassare il ferro in schiacciata.

Johnson stoppava Bridges e sull’altro fronte Doncic grazie a Marjanovic in blocco segnava due punti, Hayward rispondeva con il pull-up dal gomito ma lo sloveno dei Mavs metteva a nudo le pecche della zona di Borrego incuneandosi senza problemi fino al canestro per depositare il 14-22.

A 2:44 P.J. guadagnava e realizzava due liberi (16-22) ma la situazione precipitava per i padroni di casa che con la small ball proposta da Borrego dal -6 passavano al -16 con un parziale di 0-10 che metteva a nudo le eloquenti difficoltà di andare a segno da parte degli Hornets contro questo tipo di formazione e ancora peggio mostrava le lacune difensive di un team con P.J. nel mezzo maltrattato da Marjanovic a fare il belo e il cattivo tempo.

Doncic e Marjanovic da sotto realizzavano gli ultimi due canestri del quarto così i Mavs toccavano il 16-32…

P.J. Washington, serata più ombre che luci per lui. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

A 11:16 arrivava il primo canestro del secondo periodo, erano gli Hornets questa volta a realizzarlo: Graham in pullup su Porzingis segnava il punto numero 18.

Altri tre errori di fila Mavs sulla stessa azione ma erano sempre gli ospiti a passare con il fing and roll dell’Unicorno bravo a ripetersi in area (6-22 il parziale…) poco più tardi.

Caleb segnava a rimorchio in schiacciata su errore di LaMelo – bravo a contenere Porzingis da tre – e Hayward segnando 2 FT a 8:27 realizzava il 22-36.

Rozier -con due secondi sul cronometro per tirare – agganciava la palla proveniente dal fondo per un lunghissimo due pt. in catch and shoot ma il -12 aveva poco seguito poiché Hardaway Jr. si infiammava riuscendo a realizzare due bombe (Hayward e Biz le vittime) per il 24-42.

Buon passaggio volante intorno al cilindro del difensore di LaMelo che mandava a segno Biyombo ma i Mavs rimanevano lontani e un floater di Doncic su Rozier (il cambio di Scary con Graham avveniva su un blocco e pick and roll possibile) dava poche speranze.

Cody Martin e Graham da te, lo stesso Devonte’ con perfetto passaggio laterale (leggermente avanzato) per P.J. che fintando all’indietro ripartiva in corsa bruciando Doncic per arrivare in appoggio e un mid range della nostra PG titolare, consentivano a Charlotte di avere una reazione che ci facesse tornare sul -11 (38-49).

La squadra di Carlisle tuttavia piazzava con facilità un altro paio di triple, questa volta era Burke a infilarle consecutivamente e a nulla servivano nel finale la tripla di Rozier (1:06) e l’impossibile alzata (sempre del nostro numero 3) in corsa sulla baseline destra che partiva come un gancio per battere il difensore e infilarsi come arcobaleno in retina.

Doncic a :13.1 metteva un’altra tripla per il -17 (43-60) e mandava gli Hornets a bere un té nel riposo su una differenza glaciale.

3° quarto:

Il gap aumentava dopo due bombe di Porzingis (arma in più di Dallas da qui in poi) dall’angolo sinistro divenendo quasi insostenibile: -22 (44-66) ma Charlotte tentava di rientrare con una tripla di Hayward e una transizione con facile schiacciata solitaria di Rozier.

Terry rubava con mani veloci la palla a Doncic in palleggi ma il suo appoggio era stoppato all’ultimo dal recupero di Cauley-Stein.

Poco male perché la rimessa pro Hornets era sfruttata da Biz in lunetta per aggiungere almeno un punto a 9:52.

Doncic lamentava un fallo sull’appoggio tra P.J. e Biz ma la terna diceva no, si correva dall’altra parte dove anche Cauley-Stein rimaneva disorientato dalla veloce tripla di Graham.

Nettissima invece la stoppata di Biz su Hardaway con i Calabroni lesti a colpire da 3 (9:09) con Hayward per il 12-0 run che riportava a -10 la squadra di MJ.

Dallas tornava però a chiudere e a trovare i canestri di Doncic che colpendo da tre mandava sul +15 (56-71) i Mavericks.

Drive con appoggio al largo oltre lo schermo per P.J., due FT per Biz mancati ma correzione dell’appena rientrante Bridges che portando energia riusciva anche a rubar palla a metà campo sull’azione successiva e a far segnare altri due punti agli Hornets.

-9 a 6:33 e Carlisle in time-out.

Charlotte sfruttava male gli errori dei Mavericks in attacco affidandosi a soluzioni troppo frettolose, i Mavs finivano per tornare con Doncic (tiro da due oltre Biz) a +14, Green si permetteva il lusso di mancare due FT a 3.34 così Bridges dal corner sinistro ci riportava alla single digit (65-76) prima che Dallas si allontanasse definitivamente con The Don abile a mettere 7 punti con tre tiri per il 67-83.

Bel passaggio fuori di LaMelo per P.J. che realizzava da oltre l’arco ma Doncic faceva la stessa cosa facendo lievitare il suo score ma la nostra ala grande replicava da lontano e in pressione insieme a Caleb Martin faceva perder palla allo sloveno che tuttavia non subiva danno poiché né Ball né Graham da oltre l’arco riuscivano a far centro.

Doncic si univa al trend ma per un battibecco con Caleb Martin la terna assegnava un FT ai Mavs oltre la sirena, realizzato prima dell’ultimo periodo (72-88)

4° quarto:

Poco da dire sull’ultima frazione con Charlotte mai in grado di rientrare nonostante Borrego sperimentasse subito un pressing a tutto campo che tuttavia ci lasciava scoperti e vulnerabili a un paio di alley-oop subiti in avvio.

Hornets confusionari in attacco e difesa: tiraccio di LaMelo che in difesa correva dietro in raddoppio a tutti, Dallas perdeva palla ma per propri demeriti…

Un paio di canestri di Caleb Martin (76-92), un possibile two and one di LaMelo (mancato) per il -14 ma anche un two and one di Hardaway e un Caleb Martin inoffensivo da tre punti portavano al time-out Borrego a 7:11 sul -17.

Martin – il fratello Cody – realizzava il punto numero 80 ma poi mancava anch’esso un two and one (buon canestro in entrata laterale appoggiandosi a Doncic) per l’84-99 a 3:54.

A 1:01 Cody Martin faceva il botto con una mega dunk, inopportuna come un ippopotamo in gioielleria.

Finiva la panchina alta con Carey Jr. a catturare due rimbalzi, metter il suo primo libero e i primi due punti in carriera serviti solo per addolcire la pillola: 93-104, Hornets in back to back tomorrow destinazione Florida contro i Toronto Raptors per riscattarsi.

Ci sarà da verificare Hayward che uscito sul finire del terzo periodo per uno stiramento all’anca non è più stato in grado di rientrare.

Devonte’ Graham: 5,5

12 pt. (5/14), 7 assist, 3 rubate, -16 in +/-. 1 TO. Parte molto bene, infila buoni canestri dal mid range ma nel secondo tempo prende troppi tiri di fretta e a bassa percentuale. In difesa soffre un po’, specialmente per via dell’altezza sul tiro ma anche su qualche blocco per l’eventuale cambio ma recupera qualche pallone.

Terry Rozier: 6,5

18 pt. (8/18), 6 rimbalzi, 1 rubata, -8 in +/-. 1TO. Niente assist per Terry, serata tuta dedicata al tiro con un paio di bombe pregevoli, un lungo catch n’shoot che risolve una questione da cronometro e un’avvincente entrata con una specie di gancio dalla baseline molto difficile e bella da vedere. In difesa ci mette intensità, ruba una bella palla a Doncic ma subisce anche lui un po’ il tiro e nel sec. tempo va a commettere un blocking foul sull’entrata di Hardaway Jr. che regala un two and one.

Gordon Hayward: 6

16 pt. (5/15), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, -5 in +/-. Tira non sempre bene in serata con un air-ball non d lui, non perde palloni ma manca anche del suo ruolo di collante. Quando esce però la squadra si sfalda ugualmente e maggiormente. Stiramento all’anca su un contatto difensivo. Staremo a vedere se si riprenderà in fretta.

P.J. Washington: 5,5

16 pt. (6/17), 10 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, -15 in +/-. 2 TO. Doppia doppia ma incide sul voto la sua prestazione da centro (Borrego lo espone indistintamente contro tutti a possibili figuracce) che evidenzia l’inefficacia del suo uno contro uno contro uomini più grandi e/o atletici in situazioni statiche e non dinamiche. In attacco non è esplosivo. Ha un passo ma poco cambio anche se riesce a volte a cambiare bene direzione come in occasione del suo appoggio di dx dopo aver circumnavigato la boa Biz. Trova comunque il modo per realizzare punti grazie anche a due triple consecutive, triple che prende con troppa facilità e non in ritmo come accaduto a inizio gara quando è stato sovente il minus per gli Hornets.

Bismack Biyombo: 6,5

5 pt. (2/2), 9 rimbalzi, 4 stoppate, in -3 +/-. In 24:39 cattura 9 rimbalzi e mette ne tabellino 4 stoppate (solare quella su Hardaway Jr.) indicando che al momento sia il miglior centro disponibile che abbiamo.

Riesce a fermare più attacchi dei Mavs rispetto ad altre soluzioni anche se Doncic lo batte un paio di volte dal mid range ma lui aveva fatto ottima guardia. Un paio di canestri di rottura in attacco e un plus/minus che non soffre molto.

Miles Bridges: 5,5

4 pt. (2/9), 6 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, -14 in +/-. 4 TO in 28:44. 2/9 dal campo… un quasi tre punti. Segna solo 4 punti ma porta tanta energia rendendosi utile con rimbalzi e assist. Peccato che la sua intensità sia poco coordinata così commette falli e ben 4 TO in attacco. Ottimo tap-in sui mancati liberi di Biz e la palla recuperata a centrocampo sull’azione successiva.

LaMelo Ball: 5,5

4 pt. (2/8), 7 rimbalzi, 5 assist, -15 in +/-. 2 TO. Statistiche simili a quelle di Bridges. A parte qualche buon assist, notte spenta per Ball, tornato momentaneamente nel limbo dopo alcune buone prestazioni. L’impegno c’è, l’efficacia non molto.

Caleb Martin: 5,5

6 pt. (3/9), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate, -2 in +/-. 1 TO. Un paio di buoni canestri ma è l’emblema della confusione di Charlotte: 0/5 da fuori, inutile battibecco con Doncic e tecnico preso. Va bene a rimbalzo nonostante l’altezza e prova a pressare come chiede Borrego. L’utilità si rivela soltanto a volte come quando ruba palla insieme a P.J. dalle mani d Doncic.

Jalen McDaniels: s.v.

0 pt. (0/1). 1:15 sul parquet nel finale.

Malik Monk: s.v.

0 pt. (0/1). 1:15 sul parquet nel finale. Niente di niente, nemmeno l’unico tiro preso entra.

Cody Martin: 6,5

9 pt. (4/5), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, +8 in +/-. Parte male con un air-ball ma si rivale in difesa e mette tutti i tiri restanti con maestria. Gioca quando non conta più ma fa una buona gara.

Vernon Carey Jr.: 6

3 pt. (1/1), 2 rimbalzi. Cattura due rimbalzi offensivi dai quali arrivano il primo punto a gioco fermo e i primi due con il tiro dal campo.

Coach James Borrego: 5

Insiste prolungatamente sulla small ball nonostante Dallas evidenzi le lacune della zona e le mancanze di cm e kg sotto canestro, tattica che non va bene contro tutte le squadre. Si trova un paio di buoni lunghi opposti da gestire e non è facile in più c’è Doncic. Cambia la lettura della partita troppo tardi dando minuti a Biz mentre nell’ultimo quarto chiede pressing a tutto campo ai suoi. Il time-out lo chiama anche a inizio partita e si tiene botta, il danno arriva proprio per demeriti tattici dal mio punto di vista anche se nell’insieme a Charlotte gira storta e sbaglia molti tiri.

https://www.youtube.com/watch?v=6tyvnUKKLpE

Game 11 – Charlotte Hornets Vs New York Knicks 109-88

Intro

“La gente si chiede perché” – a parte essere un virgolettato preso dal libro City Game di Pete Axthelm (parla della New York anni ’70 dividendosi tra Knicks e playground), Libro III: Profili da playground capitolo 10, sottotitolo: Le stelle che non ce l’hanno fatta – purtroppo penso che oggi, presi dalla routine e dietro a cose futili questa domanda ce la si ponga un po’ meno o insegua cose poco importanti.

Tutto è preso con un certo fatalismo, di quello “non buono” ma il segreto per evolvere è porsi delle domande mettendo in discussione le proprie certezze, scoprire e verificare in sostanza.

Per i ragazzi neri dei ghetti newyorchesi dopo il 1964 si fece più dura poiché dopo una rissa per il titolo dei licei pubblici (game tra Boys High School di Brooklyn e Benjamin Franklin di Harlem) avvenuta al Garden, il Madison fu chiuso a queste manifestazioni togliendo ai tanti buoni giocatori di colore la loro vetrina.

Per un giocatore che ce la fa, tantissimi altri non ce la fanno e a parte le “quote nere” (molte squadre all’epoca limitavano il numero di giocatori di colore), Sonny Johnson dal playground dell’epoca ci descrive la situazione:

Charlotte e New York – oggi – sono due team che si stanno chiedendo in quale direzione stanno andando, nonostante le abissali diversità in fatto di mercato, pubblico, appeal e storia, le due franchigie sono accomunate oggi da un buon inizio di stagione che fa meglio sperare per il futuro di due team che vorrebbero lasciarsi alle spalle le recenti passate stagioni.

Dopo anni bui, farcela (arrivare oltre quota .500 qualificandosi per i PO) con i pronostici ampiamente contrari, rappresenterebbe una rivincita come quelle sei ragazzi dei playground che non hanno avuto la fortuna di passare professionisti nonostante il talento.

Il momento dello scontro tra i due team non è l’ideale ma chi vince potrà continuare a sognare, per l’altro team non ci sarà bisogno di deprimersi ma bisognerà continuare a giocare sugli stessi livelli espressi in precedenza.

Analisi

Swarming defense, “il segreto” di Charlotte per vincere la partita.

La squadra di casa parte maggiormente convinta, New York sbaglia piano partita cercando di tirare molto da fuori ma troppi tiri non entrano e il potenziale maggiore degli arancio-blu nel mezzo rimane inespresso.

Quando New York prova ad alternare qualcosa saltano spesso i collegamenti; troppe palle perse dalla squadra di Thibodeau, troppo bravi gli Hornets a essere agili, veloci a intercettare palloni o a far sbagliare gli avversari.

L’intensità e il posizionamento per colpire difesa/attacco fanno una prima differenza.

A parte la fine del primo e l’inizio de secondo quarto, gli Hornets in attacco sono un meccanismo che gira a meraviglia in serata: un primo tempo no di Ball è compensato da un intelligente Hayward che tocca 28 punti recuperando numerosi FT.

New York rimane in partita un tempo poi prova a rimanere attaccata agli Hornets grazie alle triple ma l’elastico si allontanerà progressivamente per un Thibodeau un po’ frustrato in serata.

Divario ampio, Charlotte gioca bene e le va quasi tutto bene, a NYK gira un po’ storta ma gioca male le sue possibilità.

Buona fortuna a New York, Charlotte intanto vince la quarta partita consecutiva con merito e va sul 6-5, un record positivo che non capitava da un anno e due mesi…

Charlotte ha tirato con il 48,7% dal campo contro il 39,1% avversario con percentuali da tre del 40,6% contro il 24,3% newyorchese.

Meno tiri liberi per New York (11/17) per il 64,7% contro il 20/23 degli Hornets (87,0%).

26-20 negli assist, 8-6 sia nelle rubate che nelle stoppate, 10-16 nei TO, unica nota “negativa”, i parte l’altra faccia della medaglia della small-ball, il 37-49 a rimbalzo con ben 17 off. rebound non sfruttati a dovere dagli ospiti che hanno colpito qualche volta in fast break.

34 pt. di Hayward, 19 di Graham con 7 assist mentre New York ha chiuso con 6 giocatori in doppia cifra della corta rotazione decisa da Thibodeau (8 player): Kevin Knox II a 19 pt., Payton 15 pt. Rivers 13, Robinson 12 pt. e 11 rimbalzi, Barrett e Randle chiudono con 11 punti a testa.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Inizio lanciato da parte di Charlotte che al primo possesso (palla a due vinta da Biyombo) faceva centro con un appoggio glass/rim di P.J. Washington.

Una steal di Rozier non consentiva a New York di tirare e il fallo di Payton andava sotto esame clear path ma NYK se la cavava.

Non andava così bene alla squadra di Thibodeau quando lasciava spazio a Rozier dalla sua mattonella diag. sx: 5-0 al quale seguiva un assist di Graham per P.J,. che dall’angolo sx lasciava partire il dardo da tre che mandava sull’8-0 l partita.

Su una rimessa dal fondo opposto NYK perdeva sotto canestro Hayward che – a 9:01 – realizzando il 10-0 costringeva Thibodeau a chiamare un time-out.

NYK sbagliava ancora un paio di triple ma sulla seconda la terna rilevava un tocco falloso di Rozier su Randle che portava a casa i primi tre punti arancio-blu dalla lunetta.

Le iniziative continue in drive degli Hornets portavano P.J. in lunetta a 8:10 per un ½ seguito da altri due punti ospiti che vedevano entrare Ball a 7:32 ma il successivo canestro era firmato da Graham che poggiava sulla destra del vetro la palla con perfetta angolazione per realizzare e battere il raddoppio e la stoppata di Robinson.

Un mid range di Graham ed era 15-5 con il nostro play abile nel recuperare anche un pallone in difesa favorendo due FT di Hayward lesto ad attaccare il transizione.

Ottenuto il +12 arrivava anche il +14 con l’ex Celtics lasciato comodamente tirare dal pitturato.

Parziale di 8-0 e secondo time-out per i newyorchesi a 5:55 che al rientro segnavano con un mezzo difficile reverse di Rivers.

Dopo l’attacco al ferro vincente di Hayward il punteggio girava sul 21-7 con un 8/11 dal campo per Charlotte e un 2/11 per NYK che girava spesso al largo.

Le cose miglioravano però rapidamente per gli ospiti che segnavano con un turnaround di Randle, Graham rendeva pan per focaccia con un bel floater ma Ball andava a vuoto due volte e Randle al vetro realizzava il 23-14.

Caleb Martin era una delle ultime risposte continuative di Charlotte con la bomba da destra era imitato poco più tardi da Hayward in uscita da un blocco in angolo a sx per un catch n’shoot vincente: 29-14.

Un baseball pass per Hayward che sulla linea di fondo destra si girava e metteva dentro il tiro pur contrastato erano il momentaneo canto del cigno degli Hornets giunti sul +17.

I cambi delle due squadre favorivano gli ospiti più bravi a realizzare: Knox metteva dentro due triple e nel finale un’altra per mano di Rivers su Bridges portava la situazione sul 31-25.

Gordon Hayward va a schiacciare una slam dunk bimane in entrata su Noel. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

A poco serviva il libero di Rozier a segno dopo 35 secondi, New York rimontava con Noel in reverse layup su P.J. Washington anche se Hayward, pur con il suo passo sincopato guadagnava e realizzava due FT a 10:50.

Barrett andava a 0/4 ma Knox con altri tre punti diretti riduceva il gap a soli due punti e a 8:59 Borrego chiedeva il time-out.

Dopo 20 secondi, su una triangolazione del team di casa, Hayward – ricevendo un fast pass di Biz dalla linea di fondo – metteva dentro una due mani in corsa resistendo al fallo di Noel in tentativo di stoppata.

Two and one per il +5 (37-32) ma l’alley-oop di Noel e la prima palla persa degli Hornets in partita consentivano a Knox di appoggiare il -1 in transizione.

Cody Martin sbagliava da fuori e Barrett realizzava così il +1 NYK era servito anche perché Charlotte continuava a sbagliare tiri (LaMelo da tre e Biz di sinistra in schiacciata) andando sull’1/8.

Cody Martin però intercettando un passaggio di Noel correva in transizione: altro fallo del centro e two and one a segno per il 40-38 a 6:12.

Allungava in floater Graham a 5:31 ma subiva anche la tripla di Knox poi Graham falliva da tre così come Knox che marcato da Cody Martin si trovava di fronte a un osso più duro da battere.
Fallo di Robinson su Hayward e Thibodeau (non contento anche per la rimessa appena invertita dalla Signora Natalie Sago che fischiava anche questo contatto) prendeva un tecnico convinto di esser torturato.

Hayward realizzava un perfetto 3/3 (con un canestro annullato poiché tirato mentre arrivava il tecnico), Quickley perdeva palla (1-9 TO) e dopo uno scambio Hayward/Payton da 2 pt. a testa arrivavano altri due liberi per Gordon che era infallibile a gioco fermo.

Devonte’ poi era lesto a frapporsi su un breve passaggio orizzontale per iniziare l’azione così sulla rubata andava a segno facilmente per il 51-43.

Entrata di Payton su P.J., seconda palla persa di Charlotte con Robinson a colpire in transizione ma a 1:06 Hayward proseguiva la sua bella partita battendo un colpo da tre dall’angolo sinistro e Miles con un open 3 portava sul +10 Charlotte prima che il solito Knox colpisse da fuori portando all’intervallo i suoi punti a 17 e il risultato sul 57-47.

3° quarto:

Buona partenza di Charlotte nella ripresa con la stoppata di Hayward su Randle e la schiacciata tagliata di Biyombo a 10:51.

Il primo canestro per la Grande Mela lo segnava Rivers da fuori ma un passaggio di Hayward proveniente da destra per l’accorrente P.J. nel mezzo generava due liberi a 9:46.

Thibodeau non era contento ma come commentava Dell Curry:“ogni sera non è contento”, cosa comune comunque a molti coach e giocatori.

2/2 sacrosanto contrastato da un successivo alley-oop morbido di Robinson che sulla linea di fondo andava alto alle spalle della difesa bianca.

Off-balance di Rozier a 9:08, Charlotte tentava di strappare con la tripla piedi a terra di Graham che a 8:46 mandava sul 66-57 il tabellone ma Barrett rispondeva con due punti dalla linea di fono destra.

Bel passaggio schiacciato diagonale – sempre dalla bsl – di Biz per Hayward che a diagonale invertita formava un < per raggiungere l’appuntamento con la palla e depositare il suoi trentesimo punto.

Hayward con Rivers andava in area usando il fisico, due facili in un evidente mismatch.

Ritmo tribale in palleggio per Rozier che sul proseguo dell’azione vanificava con un floater distanziante la buona difesa di Barrett.

I Knicks sbagliavano troppi tiri aperti (Quickley, Rivers) e LaMelo in allungo in entrata da sinistra trovava il suo primo bucket: 74-62.

Se anche all’interno New York non trovava la via del canestro (Biz fronteggiava e stoppava Randle nel pitturato) la partita era segnata anche se Rivers dopo un paio d’errori andava con la bomba oltre Ball e Barrett anticipava a rimbalzo offensivo P.J. per mettere dentro in qualche maniera con un tocco volante in gancio.

74-67 che non metteva paura perché Graham segnava un FT a 1:35 e LaMelo togliendo palla a Barrett ci riportava sul +10, punti che divenivano una dozzina ancora grazie alla buona difesa: palla intercettata di Graham, passaggio di LaMelo in transizione, dunk affondata di destro by Caleb Martin (79-67).

Graham in ritmo tirava su dal palleggio la tripla del +14 a :02.3 dalla terza luce rossa e si andava a riposo convinti di avere buone chance di vittoria.

Caleb Martin in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

La partita Charlotte la risolveva subito: una delle tante incursioni verticali di Miles era assistita bene da Graham, dunk del nostro numero zero easy.

Rivers ai 24 riusciva a tirare colpendo il ferro, rimbalzo offensivo, New York orchestrava un’altra azione ma non prendeva il tiro facendo scader palla nelle mani proprio dello stesso Austin.

Knox in entrata era respinto da P.J. in terza battuta con una block da pallavolo ma sulla rimessa Knox trovava il passaggio millimetrico per l’alley-oop di Robinson (84-70).

Altro passaggio perfetto di Graham per Hayward che in back-door sorprendeva gli arancio-blu.

I Knicks chiedevano i passi di Graham, fuori controllo dopo un tocco su di lui, nessun fischio, palla spedita all’indietro sulla top of the key dove P.J. ringraziava aggiungendo tre punti a 9:13.

Un paio di palle perse di Hayward costringevano Borrego al time-out a 7:34.

I Knicks, tornati sul -12 però erano respinti da un long 3 di Rozier seguito da quello di LaMelo a 6:44, due frecce avvelenate che mandavano al massimo vantaggio i Calabroni (+18, 95-77) e chiudevano una partita con qualche scorcio inutile di nervosismo nel finale con Biz spinto e graffiato da Robinson dopo aver subito un fallo dal congolese.

Payton metteva dentro 5 punti di fila ma Ball con lo sleep screen pick and roll forniva materiale per due altre mazzate indisturbate del rollante Miles che puntellava il suo score con la tripla dall’angolo destro del 109-88 che chiudeva la partita.

Devonte’ Graham: 7,5

19 pt. (7/15),2 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, +12 in +/-. 1 TO. Parte subito bene con alcuni punti, trova la tripla poco prima della sirena del terzo e nel quarto periodo con diversi assist smarcanti aiuta a mantenere il vantaggio senza patemi. Brillante per tutta la partita difetta ancora un po’ nel tiro da fuori e nei close-out visto che all’inizio soffre Knox ma ha mani veloci e compie due steal da giocatore molto rapido e sveglio.

Terry Rozier: 7

12 pt. (4/8), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, +16 in +/-. 2 TO. Forse l’amico Matteo lo definirebbe “ignorante” perché Scary Terry in attacco spara tutto quello che gli concedono ma l’accezione dell’aggettivo può anche essere positiva (alla Basile e i suoi tiri ignoranti). Ne sfodera uno con i Knicks in rimonta nell’ultimo quarto: deep 3 che gli riesce a tutti a casa. Giocatore dal palleggio con ritmo tribale, se non batte l’avversario a volte può decider di sfidarlo al tiro in qualche maniera ed è così che si inventa un jumper prima e mette un canestro – in floater – poi su RJ Barrett. Buona difesa.

Gordon Hayward: 8

34 pt. (11/17), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, +25 in +/-. 3 TO. Giocatore di carature/qualità superiore e si vede anche se va a rilento ad attaccare il ferro. A parte qualche tiro preso al volo si nota che è un giocatore navigato e utile in ogni campo. Punti soprattutto (arrivano con facilità e in diverse modalità, spettacolare dunk a due mani resistendo a Noel) ma anche assist e difesa.

P.J. Washington: 6

13 pt. (4/11), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, +17 in +/-. 1 TO. Va un po’ su e giù durante la partita. Qualche volta si fa anticipare da centro ma piedi a terra è sul pezzo. Il primo canestro della partita è suo in entrata attaccando in drive per mettere un banker. Deciso, entra con il piglio giusto, in qualche circostanza potrebbe far meglio ma si rende utile. Infila due triple e un ¾ ai liberi che si guadagna.

Bismack Biyombo: 6,5

2 pt. (1/2), 3 rimbalzi, 2 assist, 3 stoppate, +11 in +/-. 1 TO. Statistiche basse per i 25:20 in campo ma Biz è l’opzione di rottura e l’ultima per qualità offensiva. Probabilmente pochi rimbalzi ma contribuisce a far girare al largo i pericolosi lunghi dei Knicks, stoppa Randle nel pitturato e chiude con tre stoppate più una spinta dello stesso Randle che nel finale lo graffia dopo aver subito un fallo dal congolese con gli Hornets che ottengono anche un tecnico. Prezioso aiuto tattico. Bello il passaggio schiacciato che innesca Hayward.

Miles Bridges: 6,5

13 pt. (5/6), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +11 in +/-. Micidiali gli inserimenti nel finale con pick and roll, schiaccia tre volte, la metà delle dunk della squadra. Spreca poco e da una mano alla squadra. A parte la tripla aperta del primo tempo si vede molto nel finale con una stoppate e una tripla a chiudere il match oltre alle citate dunk.

LaMelo Ball: 7

8 pt. (3/13), 14 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, 1 stoppata, +4 in +/-. 1 TO. Primo tempo incolore (l’avevo scritto non avrebbe potuto sempre essere il giocatore della scorsa partita) con tiro incerto e una stoppata subita poi nel secondo realizza canestri (primo canestro per i 74 di Charlotte) che aiutano i Calabroni a mantenere sicure le distanze. Mani veloci (3 steal), tanti rimbalzi, 7 assist alcuni dei quali con marchio di fabbrica. Niente doppia doppia, si ferma a 8 punti, sarebbero 10 perché un pallone respinto chiaramente in goaltending non viene ingiustamente considerato.

Caleb Martin: 6,5

5 pt. (2/3), 2 assist, -2 in +/-. La bocca da fuoco segreta degli Hornets colpisce un paio di volte in serata e fornisce anche due assist oltre che apporto difensivo. 14:49 min., non sono male.

Cody Martin: 6

3 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 1 assist, +2 in +/-. 1 TO in 6:20. Gioca poco segna un canestro e un libero. Non mi convince molto in difesa ma cattura due rimbalzi (uno offensivo) e fornisce un assist. Pur sbagliando due triple una sufficienza può essere considerata corretta.

Nick Richards: s.v.

Tornato presto dallo stop per Covid 19 gioca 1:21 ma con tabellino sterile a una serie di zeri infinita, quasi un linguaggio binario. L’importante è che si sia ripreso. Alla prossima.

Vernon Carey Jr.: s.v.

0 pt. (0/0). Tabellino immacolato per Vernon che gioca gli ultimi 1:21 ma giusto per respirare l’aria del parquet.

Jalen McDaniels: s.v.

0 pt. (0/0). Chi l’ha visto? Vedi sopra.

Coach James Borrego: 7,5

Il rimbalzo difensivo è la pecca ma il materiale è quello che è, lui gioca sul filo del rasoio e contro i Knicks con la small ball e ha ragione. Riesce a imbavagliarli grazie alla rapidità difensiva di una zona che manda in tilt gli ospiti, complice anche la serata storta al tiro degli avversari. Time-out corretti, altra bella prestazione difesa-attacco.

https://www.youtube.com/watch?v=faUDUcg8SPY

Matchup Key Vs Knicks

Statistiche e grafica a cura di Igor F.

Matchup key Vs Knicks (a cura di Filippo Barresi)

P.J. Washington Vs Julius Randle

Randle è partito fortissimo in questa stagione ed è indubbiamente il pericolo numero uno dell’attacco dei Knicks.

Dalla nostra parte P.J. arriva dalla sua migliore performance della stagione dopo una lenta partenza.

Davanti a lui subito una difficile sfida, speriamo si possa confermare.

Possibili svantaggi:

New York è una squadra difensivamente molto preparata sotto la nuova guida di coach Thibodeau.

Il nuovo allenatore cerca di mantenere un ritmo basso e non concedere transizioni, per Charlotte sarà difficile attaccare a difesa schierata contro i giocatori molto fisici dei Knicks.

Possibili vantaggi:

L’attacco è il punto debole dei Knicks in questo momento.

Lo spacing non è ottimale e i ragazzi di Thibodeau puntano molto sull’attacco diretto nei pressi del ferro.

Charlotte dovrà lottare sotto canestro aiutando con costanza P.J. Washingron e Biyombo per non lasciarli in balia dei lunghi newyorchesi.

Game 10 – Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 113-105

Intro

Forse, se non esistesse la morte, non avremmo paura del tempo.

Appena passata la prima gioventù arriva un momento nel quale si fanno i conti, una specie di riepilogo generale su ciò che è accaduto nella nostra vita, sulle scelte fatte che hanno portato all’attuale situazione.

Piene di se e di ma vengono trascinate via dall’onda dell’inafferrabile e inesistente che chiamiamo “tempo”.

Questo nostro personale tempo o scadenza, ci costringe a velocizzare quei progetti (sempre se ne abbiano) che cerchiamo o vorremmo mettere in pratica in ogni campo, non necessariamente economico.

L’immersione nella frenetica routine quotidiana tra impegni e lavoro (per chi vive queste situazioni) è una patologia contemporanea che stempera lentamente l’entusiasmo, tutto scorre veloce e la cronofobia può trasformarsi in un non senso.

Se dovessi fare un crudo bilancio a oggi, il primo progetto della Charlotte 3.0 (i secondi Hornets) è andato male.

Un’apparizione ai PO, stoppati 3-4 al primo turno dagli Heat.

Il tempo, quello terrestre, è una componente fondamentale “per non morire di progetti”, come lessi qualche tempo fa su un articolo legato agli Hornets in The Shot.

Charlotte, dopo aver perso 5 delle prime 7 partite è riuscita a vincerne due in trasferta e stasera è a un passo da quota .500.

Agli Hornets adesso si chiede di trovare costanza e stupire, quel passo che è sempre mancato.

L’occasione è da non perdere: partita casalinga contro gli Hawks, ancora con 5/6 importanti giocatori out.

Per Charlotte vincere potrebbe voler dire ingranare, prendere fiducia – anche nelle partite allo Spectrum Center, seppur non gremito – e dare una svolta positiva alla stagione.

Nessuno sta chiedendo ciò, oggi, alla squadra di Borrego ma in una Eastern che pare molto equilibrata, l’arrivo di Hayward ha mostrato come quell’in più d’esperienza e bravura possa fare la differenza nei finali.

Contro gli stessi Hawks ha ripreso in mano la partita, contro i Pelicans ha dato il suo contributo alla rimonta e alla conservazione del vantaggio.

L’aspetto psicologico/mentale conta molto nel basket e saper giocare come un gatto con quel gomitolo del cronometro potrebbe essere finalmente un punto a favore dei Calabroni.

Analisi

Convincente vittoria di Charlotte su un’Atlanta sì rimaneggiata e in difficoltà ma con molti effettivi ancora validi.

Gli Hornets cercavano la terza vittoria in quattro giorni ed è arrivata.

Tutta la squadra ha giocato bene, Borrego ha deciso di rispondere colpo su colpo agli Hawks, l’ha fatto dando le chiavi della macchina al neopatentato LaMelo che sentendo girare il motore della squadra ha pilotato la squadra alla vittoria oliando i meccanismi offensivi del team facendo risultare molto piacevole la visione del match.

Un terzo quarto da delirio di onnipotenza che l’ha portato alla fine in tripla doppia.

Gli Hawks nel finale si sono dovuti arrendere, Young è stato ancora impacchettato dalla difesa di Charlotte finendo con 15 punti ma grazie a un 5/19 dal campo… I top scorer dei georgiani sono stati Reddish con 21 punti e Hunter con 20 mentre Collins, meno utilizzato in attacco si è fermato a 12.

Come abbia fatto una squadra “outrebounded” (48-57 a rimbalzo con un 6-16 su quelli offensivi, nota negativa) come Charlotte a vincere è facile dirsi: 51,9% in FG contro il 37,4% avversario e se parliamo di tiro da fuori il 45,5% contro il 30,4% è ancora più lampante.

27-25 negli assist, 7-4 nelle stoppate, poco importa se gli Hornets hanno tirato meno e peggio con il 75,0% (18/24) dalla lunetta) contro l’82,1% (23/28) degli avversari.

La prossima partita sarà molto interessante, andremo a giocarcela con dei Knicks che come Charlotte stanno andando oltre le previsioni degli analisti.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Atlanta ci provava da fuori, la palla rimbalzava sul ferro dove arriva alto Collins per una put-back dunk violenta (6:44) ma Charlotte reagiva con un parziale di 6-0: passaggio inside di Hayward per Biyombo che raccoglieva due punti, passaggio a gancio (bisogna inventare, coniare nuovi termini per i passaggi di Ball) che innescava Rozier in corsa sulla baseline per il -1, entrata di LaMelo indisturbata e vantaggio (17-16).Veloci botta e risposta sul risultato con il nuovo vantaggio ospite firmato da Collins in entrata che piombava anche una tripla pesante per il 17-21, Hayward però in lento palleggio andava dove voleva per mettere due punti con turnaround inarrestabile e sebbene Young segnasse in entrata

P.J. con una finta si liberava del marcatore per appoggiare ravvicinatamente.

Huerter colpiva da tre frontalmente ma Rozier decollava letteralmente per una di quelle che sarà sicuramente tra le azioni da highlight dell’anno: dunk a una mano in volo impressionante a 2:09.

Sbalzi d’umore sul risultato quando Caleb Martin segnava con il jumper frontale grazie al rimbalzo amico e LaMelo con elegante passaggio dietro la schiena liberava P.J. per la tripla aperta del sorpasso del 28-26.

Poco spazio per gioire: Goodwin da tre fissava il risultato del primo quarto sul 28-29.

Rozier in schiacciata a canestro, impossibile fermarlo. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

La trama non cambiava a inizio secondo periodo.

Le squadre si scambiavano colpi come due pugili stremati senza difese per vedere chi sarebbe andato giù prima.

Caleb Martin – con un po’ do spazio lasciato da Huerter – segnava da tre dalla diagonale sinistra, S. Hill cambiava la leadership ancora con il tiro pesante (31-32) ma dalla stessa mattonella Caleb si ripeteva a 10:25 (34-32) tuttavia Reddish a 9:53 realizzava ancora da fuori e Borrego andava in time-out sul -1.

Niente da fare per il pullup di Graham da fuori mentre Capela andava dentro colpendo e posterizzando un lento Biyombo ma Cody Martin, da leggermente più a destra rispetto al fratello (sempre sulla sinistra dell’arco) trovava la terza tripla di famiglia del quarto per il pari a quota 37.

Reddish sparava la seconda tripla di seguito mettendo dentro anche l’azione successiva dei Falchi con l’entrata.

Charlotte non si preoccupava del -5 continuando a macinare gioco: P.J. e un altro open 3 anticipava la battaglia dei Martin che alternavano buone cose ad altre meno buone, il risultato comunque era quello di nullificare il punteggio in attacco e in difesa.

Palla rubata di Rozier su Hunter con il nostro numero 3 poi in lunetta a 6:27 ma incredibilmente arrivava uno 0/2.

Young (corto al ferro), Collins (fermato sotto canestro da Miles in raddoppio) e Huerter con l’open 3 non segnavano dandoci la possibilità di rientrare così Rozier con un twisting layup – passato in corsa Bogdanovic – appoggiava il 42 pari.

Tornava a farsi vedere Young con due punti ma a 4:49, nonostante le proteste di Collins, la terna assegnava 3 sec. Difensivi in area contro Atlanta e questa volta Terry non falliva il libero.

Usciva a 4:38 Bogdanovic che inciampando in palleggio oltre LaMelo non ce la faceva a rimanere sul parquet.

Turnaround jumper a molla di Ball che dopo il reverse dribbling batteva la difesa di Huerter con un rapido e spettacolare jumper.

LaMelo dava la spinta in corsa anche per il fast break sul quale Hayward portava a casa due punti poi – il più giovane dei fratelli Ball – tornava a far da solo colpendo da tre (50-44).

2 FT a segno di Young a 3:17 ma LaMelo lasciava solo vento nel traffico con l’entrata flash del 52-46 in un finale che vedeva Charlotte aumentare il vantaggio dopo una steal e un canestro di Rozier con gli Hawks a mancare due triple (Reddish e Young) scendendo a 3/12 nel quarto sul tiro da fuori.

P.J. con l’appoggio dalla baseline, Hunter da sotto e Graham con un ½ ai liberi ritoccavano il punteggio sul 59-50 all’halftime.

3° quarto:

Partenza con due punti per Charlotte ed Hayward a 11:32 con il driving floating ma l’inizio era tutto degli Hawks che accorciavano rapidamente il divario: due triple di Reddish mandavano sul -5 i Falchi, gli Hornets sorreggevano il proprio vantaggio soprattutto in lunetta, un +4 che tornava ad allungarsi dopo una bomba mancata da Reddish e una esplosa da Hayward a segno a 6:18 (altro pass di LaMelo) per il 70-63.

La nota negativa di Charlotte era quella di concedere troppi rimbalzi offensivi, su uno di questi Huerter metteva dentro il -3 (70-67).

Fing and roll di P.J. liberi di Reddish e LaMelo di sinistra in entrata ghiacciando la difesa alzavano lo score sul 74-69.

A 3:56 dall’angolo destro Rozier aveva tempo e spazio per scoccare la freccia da oltre l’arco per il +8 ma una dunk di Capela e due FT di Young (contatto con Ball d’esperienza) riportavano sotto la squadra di L. Pierce (77-73).

LaMelo però dava la spinta decisiva in un momento di delirio da onnipotenza: entrata con cambio mano, rimbalzo difensivo su errore di Hill, deep 3 non propriamente consigliabile a 1:29 con confidenza da veterano… 82-76 Hornets che aggiungevano una steal e due punti da Caleb Martin (miss FT addizionale).

Atlanta mandava a vuoto due triple (ottimo close-out sulla prima da parte di Ball) e se anche Caleb da te punti flipperava tra i ferri l’ennesima tripla la via era tracciata.

87-76 a 12 minuti dal termine.

LaMelo Ball, serata storica per lui. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Atlanta partiva subito segnando con Reddish due dei numerosi liberi ottenuti nell’ultimo quarto ma un pullup di LaMelo allontanava la squadra di Pierce (90-78).

Atlanta ci provava: Hill segnava da tre, Reddish sfondava su Martin sulla successiva azione ma lasciava un varco a Caleb Martin che dopo il crossover per battere il suo uomo esplodeva al ferro con una mina da paura a far concorrenza a quella sganciata da Rozier nel primo tempo.

0/2 di Collins in lunetta, tripla di Rozier in catch n’shoot, dunk di Biz su Collins (8:36) e replica di Scary Terry con altro dardo avvelenato da fuori: 101-86…

Un +15 che lasciava gli Hornets tranquilli, troppo forse poiché ATL piazzava un parziale che indicava a Borrego il time-out.

Ball a 6:45 prendeva spazio sotto contro Young usando un po’ di fisico per appoggiare dopo l’arresto in entrata (103-92) raggiungendo anche la tripla doppia grazie all’assist fornito a P.J. che andava a mettere un pitturato un pregevolissimo top shot in fade-away oltre Hunter.

Atlanta riduceva il gap sul -8 con gli Hornets più intenti a usare il cronometro (come gli chiederà Borrego nel finale) ma dopo la stoppata di P.J. Washington su Young e la tripla killer – sul ribaltamento – di Rozier, la partita (111-99) era de facto terminata.

113-105, vittoria in back to back per gli Hornets, la terza in 4 giorni…

Devonte’ Graham: 6

9 pt. (1/6), 5 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, +1 in +/-. 3 TO. Parte bene con un 4/4 dalla lunetta dove ottiene la maggioranza dei suoi punti poiché è struggle dal campo. In compenso se non è solo da questi particolari che si giudica un giocatore, nel complesso si guadagna la sufficienza rendendosi utile nel gioco di squadra e in difesa.

Terry Rozier: 8

23 pt. (8/15), 4 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate, +1 in +/-. 3 TO. In difesa torna a essere il mastino di Boston, lob o pressione sulla palla porta via 4 palloni dalle mani degli Hawks e li costringe spesso a sbagliare, a volte (vedi il rimbalzo off. di Huerter) non ce la fa a difendere ma ci prova. Tante triple (4/9) e una schiacciata paurosa nel primo tempo che nemmeno Superman avrebbe realizzato volando così bene.

Gordon Hayward: 6

13 pt. (6/14), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata, +3 in +/-. 2 TO. Parte bene con due canestri poi si tranquillizza lasciando ai giovani le chiavi del gioco. Lo sostituisce LaMelo. Lui manca con due air-ball un paio di possibili triple ma ne piazza anche una importante e anche a uno all’ora si nota come se voglia riesca a portare l’avversario dove vuole e a batterlo con il tiro sebbene forzi qualcosa che non gli entra in serata. Una serata dove non esplode ma fa il suo riposandosi per quando ve ne sarà più bisogno.

P.J. Washington: 8,5

22 pt. (7/11), 7 rimbalzi, 1 assist, 6 stoppate, +5 in +/-. 1 TO, 6/6 ai liberi. Sbaglia poco, guadagna importanti liberi che non sbaglia, da la tripla doppia a LaMelo con un perfetto ed elegante tiro nel pitturato. Si muove e con i dovuti paragoni, sembra Alonzo Mourning per una sera con 6 stoppate. Si fa valere anche da centro di seconda, ottima prestazione con buoni movimenti sotto canestro e se non sono sempre ottimali, usa bene il fisico.

Bismack Biyombo: 6

4 pt. (2/4), 7 rimbalzi, 1 stoppata, -5 in +/-. 2 TO. Una buona stoppata, diversi rimbalzi iniziando il match con due offensivi, gioca solo 21:10. Cerca di proteggere i ferro con risultati alterni ma più che sufficienti, probabilmente con lui sul parquet la squadra giostra meno perché il five out sembra a volte corpo estraneo al gioco anche se utile indirettamente o dietro le quinte. Manca un jumper hook in avvio da sotto ma mette dentro una flash dunk in caduta proprio da sotto l’anello e incenerisce Collins.

Miles Bridges: 5,5

2 pt. (0/4), 4 rimbalzi, 1 assist, +13 in +/-. 1 TO. Qualche fallo (3) che manda gli Hawks in lunetta ma alcuni buoni rimbalzi. Day-off che non pesa alla squadra.

LaMelo Ball: 9

22 pt. (9/13), 12 rimbalzi, 11 assist, 1 rubata, +18 in +/-. 1 TO. Arrivava dal campionato australiano portandosi dietro il fardello del padre e mille dubbi permanevano anche per me. Rimaniamo con i piedi per terra. Non sarà probabilmente in questa versione ma il Ball visto stasera è eccitante. Prima tripla doppia in carriera, un giocatore ovunque, tridimensionale. Un tiro a livello tecnico stano ma che mette con regolarità anche da fuori (3/5) ma soprattutto inventa per i compagni in mille maniere diverse prendendosi il tempo che non esiste con no look pass, anche in volo e ravvicinati, in più scaccia la critica che diceva non sapesse finire al ferro con almeno tre incursioni pregevoli sapendo anche cambiare mano. La vince quasi lui da solo ed è il più giovane giocatore ad andare in tripla doppia della NBA con sole 10 partite…

Caleb Martin: 7,5

15 pt. (6/9), 2 rimbalzi, 2 assist,1 rubata, in +6 +/-. 17:17 sul parquet. Finalmente prova consistente e convincente. ¾ da fuori (mattonella dalla diagonale sinistra), per l’attacco parlano i numeri ma anche in difesa è bravo.

Cody Martin: 6,5

3 pt. (1/1), 1 rubata, -1 in +/-. 2 TO. Gioca 5:10, perde un pallone ma rimedia, segna più o meno dalla posizione del fratello l’unico tiro tentato in partita.

Coach James Borrego: 7

Gioca più o meno sempre alla stessa maniera e anche se alcuni giochi sono semplici, alterna diverse cose, se poi hai un Ball in serata come ingranaggio che fa girare il tutto, risulta una partita divertente e piacevole. C’è da studiare un attimo i posizionamenti difensivi a rimbalzo contro alcune squadre poiché stasera abbiamo concesso troppe seconde possibilità.

https://www.youtube.com/watch?v=8rGZTgD5I_w