Matchup Key Vs Warriors

Matchup Key

(A cura di Igor F.)

Terry Rozier Vs Kelly Oubre Jr.

Gli Hornets tornano in azione dopo 6 giorni per ospitare Stephen Curry e i suoi Warriors che la scorsa sera sono stati impegnati a Orlando in una partita che li ha visti soccombere rompendo una mini-striscia positiva di due partite.

Con tutta l’attenzione mediatica spostata sui talenti LaMelo Ball e Steph Curry, sarà ipotizzabile che il costruttore di gioco e novello talento locale contro la bocca da fuoco ospite saranno sorvegliati speciali anche dagli avversari sul parquet che proveranno a limitare un po’ il loro talento.

Potrebbe quindi essere importante a livello di punti il cosiddetto secondo violino con due squadre che giocano e lasciano giocare, fin troppo direi.

Possibili svantaggi:

Gli Hornets, oltre a dover gestire Curry (principale minaccia dichiarata) e i tiratori secondari come appunto il pericolo Kelly Oubre Jr., dovranno fare i conti a rimbalzo con Dr. Green e soci che ultimamente hanno dato segni di progresso.

I Warriors sono ottavi a livello di rimbalzi conquistati, P.J. Washington e Zeller dovranno cercare quindi di non soccombere sotto le plance concedendo magari seconde possibilità ai californiani.

Out Graham (anche Caleb Martin), qualche punto che garantiva la nostra PG/SG dovrà esser recuperato attraverso il gioco di squadra.

Possibili vantaggi:

Out Wiseman e il lungodegente Klay Thompson, gli Hornets potrebbero avere un buon vantaggio se riusciranno a muover palla bene eludendo le vecchie volpi dei Guerrieri.

Ball nelle ultime 8 partite ha totalizzato: 20,9 punti, 6,9 rimbalzi e 6,3 assist…

Se il lungo stop dalle partite non avrà raffreddato un sempre più hot Rozier, Charlotte proverà a segnare un punto in più degli avversari ma per aver successo dovrà assicurarsi di partire dalla difesa nel progetto.

Zeller, Biyombo e P.J. Washington dovranno riuscire a essere in una delle migliori serate per non far soffrire i Calabroni.

Head to Head

Le statistiche, piuttosto equilibrate contro i Warriors.

Enemy Vintage

Chi lo ricorderà? Stagione 1980/81 (articolo tratto da Superbasket) con Lloyd Free ai Warriors.

Discovery Charlotte: 2ª puntata

Copertina a cura di Igor F., articolo a cura di Paolo Motta.

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Tradizionalmente in America settentrionale con il termine “Downtown” si fa riferimento al nucleo finanziario, economico e culturale della città mentre con il termine “Uptown” si definisce la parte più residenziale.

La situazione si è ribaltata a Charlotte: a causa delle caratteristiche morfologiche della città (la Queen City sviluppa la propria area commerciale su una zona rialzata rispetto al resto della città), gli “charlotteans” chiamano Uptown lo snodo centrale della metropoli.

L’Uptown, insieme ai distretti di Midtown e South End, fanno parte di quella macroarea che a livello urbanistico viene chiamata “Charlotte City Center”.

Quest’area è abitata da circa trentamila persone, è il luogo d’occupazione per circa centotrentamila lavoratori ed è visitata da più di diciotto milioni di persone l’anno.

In quest’articolo ci concentreremo sugli aspetti principali dell’Uptown.

È qui che si trovano – come scrivevamo – i grattacieli, gli uffici e i palazzi residenziali più alti, i musei, i teatri, gli impianti sportivi e i locali notturni più rinomati.

Dal punto di vista organizzativo il centro di Charlotte si divide in quattro “Wards” (“reparti” o zone) creati dall’intersezione tra le strade “Trade and Tryon”.

Il suo perimetro è delimitato dalle Interstatali 77 e 277.

Le strade principali sono – appunto – la Tryon Street (collega il lato nord con quello sud) e la Trade Street (collega il lato est con quello ovest più College Street).

La street art inspirata al movimento BLM realizzato in autunno 2020 sulla Tryon Street.



La matricola e fresh star degli Charlotte Hornets LaMelo Ball acquista la sua nuova casa su Tryon Street, civico n° 139.
Al settimo piano dello stesso palazzo risiede anche il suo attuale datore di lavoro, tal Michael Jordan.

Dall’incrocio tra le prime due nasce la “Independence Square”, ai cui lati troviamo le famose “Four Corner Sculptures” scolpite nel 1995 dall’artista Raymond Kaskey.

Le quattro statue sono realizzate con materiali di bronzo e granito e rappresentano l’industria, il commercio, i trasporti e il futuro.

Le Four Corner Sculptures a Independence Square.

Nella stessa piazza, all’ombra di una delle statue descritte è presente anche una copia de “Il Grande Disco”, opera dello scultore italiano Arnaldo Pomodoro – installata nel 1974 – che reinterpreta l’uomo di Leonardo e le sue proporzioni in chiave moderna.


Una copia de ”Il Grande Disco” di Arnaldo Pomodoro a Independence Square.

Nell’immagine l’Uptown di Charlotte diviso per “ward” (fonte: Charlottecentercity.org)

La legenda dell’Uptown (fonte: Charlottecentercity.org).
Una porzione del centro di Charlotte dov’è ubicato lo Spectrum Center, casa degli Charlotte Hornets.

Il centro di Charlotte può essere definito a misura d’uomo in quanto le distanze tra un punto d’interesse e un altro sono facilmente raggiungibili a piedi.

Per i più esigenti però, è possibile spostarsi tramite CATS (Charlotte Area Transit System), il sistema di mobilità pubblica della città composto da bus, monorotaia e tram.

Dal punto di vista ricreativo, culturale e sportivo l’Uptown offre molte attrazioni.

Ci sono tredici parchi pubblici tra cui il Romare Bearden Park (5,4 acri) nel “secondo reparto” e il First Ward Park (4,6 acri) nel primo.

Il primo è stato inaugurato nel 2013 e funge da collegamento tra gli uffici e il Ballpark dei Knights.

Il secondo si trova in posizione meno centrale e fa da contorno alla sede universitaria dell’UNCC in Charlotte ed è stato completato nel 2015.

Il Romare Bearden Park.

Il First Ward Park.

Oltre ai parchi troviamo 8 musei (fonte: charlottegotalot.com), che spaziano dall’arte alle scienze naturali, passando per lo sport e la storia americana.

I teatri invece sono sei (fonte: Charlotteobserver.com) e ospitano spettacoli di vario genere.

Il più antico è il Carolina Theatre.

Costruito nel 1927, è attualmente in fase di ristrutturazione con l’intento di riportarlo al suo vecchio splendore tramite un progetto ambizioso.

L’Uptown ospita quattro sedi universitarie, tra le quali spicca il campus cittadino della rinomata Univeristy of North Carolina (quella dove giocò Michael Jordan per intenderci).

Il Charlotte Center City inoltre è servito da due biblioteche: la “Public Library of Charlotte and Mecklenburg Country” e la splendida “ImaginOn – The Joe and Joan Martin Center”, dove gli studenti più giovani possono trovare aiuto per la riuscita dei loro percorsi scolastici.

La “ImaginOn”.
Knight Theatre, teatro nel Third Ward.




Mint Museum Uptown at Levine Center for the Arts, museo d’arte moderna e contemporanea nel Third Ward.
The Harvey B. Gantt Center for African American Arts & Culture,
museo di storia e cultura afroamericana nel Second Ward.

Bechtler Museum of Modern Art, museo d’arte moderna nel Third Ward
e la scultura del “Firebird” di fronte all’entrata.

NASCAR Hall of Fame. Hall of fame e museo automobilistico nel Second Ward.

Dal punto di vista sportivo Charlotte offre due impianti sportivi di “major league”.

Lo Spectrum Center (precedentemente noto come Time Warner Cable Arena), casa degli Charlotte Hornets, inaugurato nel 2005 e situato nel First Ward che con una capienza di circa 19.400 posti e ospita anche concerti, manifestazioni politiche ed eventi di ogni genere.

Una vista dello Spectrum Center.

Il Bank of America Stadium (noto come Carolinas Stadium dal 1994 al 1996 ed Ericsson Stadium prima dal 1996 al 2004), situato nel Third Ward ed inaugurato nel 1996 è la casa dei Carolina Panthers dell’NFL e ha una capienza di 73.000 posti a sedere.

Dal 2022, l’impianto ospiterà anche le partite casalinghe della neonata franchigia di Major League Soccer: gli “Charlotte FC” che faranno sbarcare il calcio in città.

Il logo della nuova squadra di calcio della città.
Il Bank of America Stadium visto da una delle sue gradinate.

Sempre in questo distretto è presente anche un impianto di “minor league”, ossia il Truist Field degli Charlotte Knights di baseball, inaugurato nel 2014 e precedentemente conosciuto come BB&T Ballpark.

La capienza di tale impianto è di 10.400 posti.

Una vista del Truist Field, casa dei Charlotte Knights.

Per quanto riguarda la night life nella Queen City la scelta è alquanto variegata.

Se siete in cerca di una tranquilla serata accompagnata magari da una buona birra artigianale accompagnata dal classico street food all’americana, le scelte migliori rimangono i locali più easy del South End mentre per l’Uptown la movida si fa più sofisticata.

Locali e ristoranti – come d’uopo – sono più eleganti, anche se non mancano i noti marchi internazionali nel campo dei fast food.

L’Epicentre, una sorta di piccolo centro commerciale a cielo aperto in centro città, il 7th Street Public Market, un mercato al coperto con prodotti locali, il Brevard Court, una piccola via piena di localini, sono degli esempi di un buon equilibrio tra qualità e quantità.

Cosi, come nel resto della nazione, sono di moda i rooftop bar e anche per Charlotte vale la stessa impostazione.

Ce ne sono diversi ma il migliore rimane il Fahrenheit Resturant in cima allo Skye Condominius, dal quale si può ammirare lo splendido panorama della città sorseggiando un ottimo cocktail.

Lo skyline visto dal Fahrenheit Resturant (www.ourstate.com).
Il Brevard Court, situato di fronte al Romare Bearden Park. Dalle immagini il tempo sembra scorrere piacevolmente per i frequentatori della zona. Un sorprendente angolo della città nel quale sentirsi a proprio agio rilassandosi.

Dall’indispensabile e imprescindibile angolo a misura d’uomo passiamo alle alte vette della città: lo Skyline di Charlotte è uno dei più belli e dinamici degli Stati Uniti.

In costante evoluzione grazie ai sempre nuovi progetti immobiliari, negli ultimi anni ha visto la comparsa di nuovi palazzi (qui chiamati High rise building) che ne hanno aumentato la densità.

Nell’immagine lo skyline della città a Febbraio 2021 visto dal quartiere Plaza Midwood.
La schematizzazione dello skyline della città con gli edifici più alti (fonte: Charlottecitycenter.org).

Andiamo a farne la conoscenza nello specific con il dettaglio i grattacieli più alti concentrati nell’Uptown (fonte: www.emporis.com):

Bank ok America Corporate Center
Altezza: 265 metri
Piani: 60
Completato: 1992
Uso: Terziario
Duke Energy Center
Altezza: 239 metri
Piani: 48
Completato: 2010
Uso: Terziario
Truist Center
Altezza: 200 metri
Piani: 47
Completato: 2002
Uso: Terziario
Bank of America Tower
Altezza: 193 metri
Piani: 35
Completato: 2019
Uso: Terziario
One Wells Fargo Center
Altezza 180 metri
Piani: 42
Completato: 1988
Uso: Terziario
The Vue
Altezza 170 metri
Piani: 51
Completato: 2010
Uso: Terziario

Charlotte, come abbiamo già scritto nel primo episodio, è in costante crescita, sia dal punto di vista demografico, che economico.

La grande urbanizzazione dell’Uptown di questa ultima decade ne è la testimonianza.

L’evoluzione dello skyline di Charlotte degli ultimi 35 anni.
L’evoluzione dell’Uptown tra il 2008 e il 2019.

La speranza è che – a dispetto di pandemie, crisi politiche e sociali – la città continui nel suo percorso , non solo di sviluppo per consolidare il suo ruolo di hub commerciale per il Sud degli Stati Uniti, ma anche di progresso da espandere alla popolazione.

Next 2 games postponed

A causa del fatto che ben otto giocatori dei San Antonio Spurs (la nostra ultima sfidante) siano sospettati di aver contratto il virus e siano stati posti in quarantena per il discorso legato al protocollo Covid-19 e in attesa dei consueti e ordinari test, anche gli Hornets saranno costretti a saltare le due prossime sfide:

Hornets Vs Bulls e Hornets Vs Nuggets saranno rinviate a data da destinarsi in quel che sta divenendo una stagione complicata…

Dal calendario nella pagina NBA arriva la conferma: Hornets Vd Bulls si rimanda.

All’attuale stato delle cose, se tutto dovesse girare per il verso giusto, Charlotte tornerà a impegnarsi sul parquet il 20 febbraio (il 21 alle 01:00 in Italia) contro i Golden State Warriors.

Game 28 – Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 110-122

Intro

Nella serata americana di San Valentino, l’attenzione sportiva dei fan di Charlotte sarà sulla sfida contro San Antonio, una partita difficile sulla carta per gli Hornets viste le caratteristiche delle due squadre.

Se gli Hornets pensano d’utilizzare la propria energia cinetica per spingere il loro corpo alla velocità della luce, sbagliano.

In fisica, lo si può notare negli acceleratori di piccolissime particelle, non si arriva mai esattamente a tale velocità perché più ci si avvicina e più è difficile raggiungerla, così ci disse Einstein con una formula che al netto delle verifiche e degli esperimenti successivi, tiene benissimo a oggi.

Questo rallentamento vale anche per le più piccole e facili particelle da accelerare.

Gli Hornets dovranno tenere ed esser “fotonici” (i fotoni viaggiano alla velocità della luce essendo privi di massa), con il trucco di rimanere attaccati ai propri uomini senza ricorrere a una zona che lascerebbe scoperte parti del tunnel ma coprire anche il ferro al contempo, difficile esperimento scientifico…

Per Charlotte non basterà avvicinarsi, bisognerà esserci e se i Calabroni dovessero riuscire nell’impresa, finalmente si troverebbero nuovamente alla velocità della luce a quota .500 che potrebbero superare nella successiva sfida contro Chicago.

Il traguardo momentaneo è sempre lì ma spesso siamo stati respinti, servirà concentrazione per raggiungerlo in quella che risulterà essere la seconda di cinque partite casalinghe consecutive che bisognerà sfruttare al massimo in vista di un lungo road tour successivo da 6 prima che venga diramata la seconda parte del calendario.

Analisi

Charlotte perde partita e pezzi.

Tre titolari a inizio stagione out finiscono per essere troppi per sperare di vincere una partita rimasta incerta per tre quarti e mezzo.

P.J. Washington rimaneva out, Hayward, in dubbio, dava forfait prima della partita per un dolore alla schiena, Graham usciva per un problema al ginocchio sinistro.

A tenere in piedi la baracca il solito Rozier coadiuvato da Monk e da Ball, troppo pochi però gli sbocchi offensivi per Charlotte che non riusciva a tenere più il passo nell’ultima frazione contro una squadra da crunch time e da trasferta.

Charlotte, oltre a subire qualche punto di troppo in fast break (6-14 le steal e 9-17 i TO che confermano che gli Speroni sono una squadra difficile alla quale sottrar palla) ha concesso un 49,5% dal campo agli avversari contro il proprio 47,9%.

35,3% per Charlotte da oltre l’arco contro un 29,4% per il team del Texas.

22-31 negli assist con gli Spurs a battere 19 liberi contro i nostri 11.

Si vince a rimbalzo 56-48 e nelle stoppate per 6-3 ma non basta: gli Spurs, dopo un brutto primo quarto, sono riusciti ad attaccare il ferro (dopo un buon primo quarto gli Hornets con la bench in campo si sono persi) con costanza per un 38/63, dato troppo alto per sperare di vincere.

Murray finirà con 26 punti e 12 rimbalzi (12 i rimbalzi anche per l’austriaco Poeltl), Derrick White con 25 pt. sarà secondo tra gli Spurs poi Keldon Johnson con 18 pt., Gay 12, Lonnie Walker IV 11, Mills 10.

DeRozan finirà con 8 punti ma 9 assist chiudendo il cerchio per una squadra dall’attacco equilibrato che ha sfruttato le assenze degli Hornets che hanno decretato alla lunga la sconfitta.

La partita

Per Charlotte ancora out i due fratelli Martin e P.J. Washington con Hayward out all’ultimo per un dolore alla bassa schiena e Aldridge out per gli Speroni.

Andiamo a vedere i quintetti:

1° quarto:

Non ce la faceva Hayward, dentro Bridges e come il solito la prima palla a due era vinta dagli avversari ma Ball lestamente s’infiltrava tra le linee nemiche anticipando le maglie bianche quindi Zeller con un tocco dal post basso sinistro andava corto ma anche gli Spurs mancavano l’occasione con Murray da tre punti.

Ball batteva il suo uomo in penetrazione attirando parte della difesa: scarico nell’angolo sinistro per garanzia Rozier che con tre punti in catch n’ shoot firmava il vantaggio.

Gli Hornets si ancoravano ai propri uomini e gli Spurs erano colpiti ancora da Rozier in coast to coast con un appoggio alto a tutta velocità e da Zeller che conquistando un rimbalzo offensivo ricorreva a più finte prima di riuscire a metter dentro il 7-0.

Murray con un jumper dalla media segnava i primi punti per gli ospiti nonostante la buona difesa di Bridges ma la squadra della Queen City riprendeva in mano il pallino segnando con LaMelo in crossover layup e un floater di Graham a 9:09 per un 11-2 che mandava Popovich in time-out.

A 8:34 gli Speroni ottenevano altri due punti dalla lunetta con White (fallo di Zeller) ma un jumper frontale di Rozier valeva il nuovi +9.

White a Murray con due drive riuscivano ad arrivare al ferro per metter dentro i punti del 13-8 quindi Ball sparando da lontano andava a doppiare i texani (16-8) prima che ancora Murray si intromettesse su un passaggio verso l’esterno intercettandolo e trasformandolo nei punti del 16-10.

Altro fallo su White che splittando in lunetta a 6:39 lasciava gli Speroni a 5 punti di distanza mentre Poeltl deviava l’alzata in entrata di Rozier oltre il fondo.

Rozier era sfortunato sulla tripla successiva ma anche Mills non funzionava da fuori così Rozier, rischermatosi con Biyombo andava a metter dentro in floater dalla destra.

Due liberi per Johnson erano compensati da Ball che faceva quello che voleva con palla e difesa avversaria attirandola per servire un comodissimo Biz che affondava la jam.

Dopo il jumper di L. Walker IV gli Hornets si rifugiavano nel time-out a 4:09.

Il layup di Mills pareva dire che la pausa non aveva funzionato, invece, nonostante la seconda stoppata di Poeltl su un Rozier in entrata (anche cambiando lato del ferro), la squadra di Borrego trovava un canestro di McDaniels che batteva il raddoppio di Poeltl facendo partire un tiro dal pitturato che batteva sul plexiglass e si insaccava.

Rozier intercettava un passaggio e segnava da tre a 2:53, Monk aiutava con un layup andando dentro come Alberto Tomba a tutta velocità anche grazie all’ultimo paletto contenitivo Biz in area.

Charge di Poeltl su Graham quindi Rozier si scatenava con due punti, un rimbalzo difensivo e un assist per la dunk di Biz a 1:27 mentre gli Spurs andavano 0/8 da tre…

Rozier tornava a duellare con il centro che tentando di contenerlo si bloccava sulla sua finta in arretramento ma la nuova e rapida partenza di Scary lasciava Poeltl incollato al parquet lasciando via libera a Terry per il 33-17 con un 11-0 di parziale interrotto solo dalla prima luce rossa.

Monk e compagni danno una mano a Graham nel rialzarsi. Charlotte ha tre giorni per recuperare qualche pedina importante e non presentarsi alla difficile rivincita con i Bulls in pena emergenza. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva molto meglio la squadra ospite nel secondo quarto trovando Eubanks a ridurre lo scarto e con Gay a metter dentro il primo tiro dall’arco per la squadra di Popovich.

Niente da fare anche con il time-out, era ancora il veterano Gay a realizzare un two and one per fallo di McDaniels a 10:19 (33-28) per un contro-parziale da 11-0…

Monk a 10:05 ricavava tre punti importanti e una steal di Ball che spuntava dal nulla era valevole per la prosecuzione di un fast break bruciante con scambio volante di Monk con lo stesso LaMelo lestissimo a depositare senza ostacoli grazie al pass del numero 1.

A 9:20 Monk tirava da lontanissimo frontalmente: tripla fortunata a battere sul vero e a entrare per l’8-0 di parziale e il 41-28.

Gli Spurs attaccando il ferro pescavano punti da White, Eubanks, mentre contrariamente al solito DeRozan segnava dalla sinistra con tiro da fuori i suoi primi 3 pt. per il 41-35.

LaMelo rispondeva dalla diagonale destra con il tiro pesante ma i 9 punti di vantaggio (44-35) erano destinati a scendere rapidamente nonostante Graham con la possibilità di scegliere un blocco su entrambi i lati, passasse a sx McDaniels per catapultare il +10 (47-37) con tiro rapido dalla diagonale sinistra da oltre l’arco.

Gay dalla media, White dal corner sinistro e Murray in appoggio tenevano altissime le percentuali degli Spurs nel quarto e anche se Zeller esaltava tutti andando dentro in corsa a schiacciare a due mani in maniera decisa (5:51) il layup di risposta immediato di DeRozan riportava il gap a 5 pt. (51-46).

Rozier al vetro in area dava ossigeno ma White ne metteva tre su McDaniels e a 4:48 Murray con altri due mandava gli Speroni sul -2 (53-51).

Il pari di Murray diceva 94,0% nel quarto per gli Spurs, statistica migliorata con Poeltl che a 3:24 portava gli ospiti per la prima volta in vantaggio (53-55).

LaMelo pareggiava con un deep runner ma i successivi 7 punti erano tutti di marca ospite (Johnson a rimbalzo offensivo era un problema segnando il 55-62).

Gli Hornets riducevano lo scarto con un reverse di Biyombo su Poeltl che producendo un possibile two and one avvantaggiava i viola.

Libero mancato ma palla che rimaneva a Charlotte con un LaMelo bravo a sfruttala con l’entrata nel traffico e il deposito di sinistra per il 59-62.

Nel finale in mischi, Johnson recuperava un passaggio degli Hornets dal fondo per tener viva la palla e segnava il +5 che portava le squadre negli spogliatoi sul 59-64.

3° quarto:

Dopo 15 secondi dall’avvio della ripresa DeRozan beneficiava di un FT per tre secondi difensivi: +6 Spurs.

Terry rispondeva con un FT jumper per il 61-65 mentre sul parquet scendeva Monk per Graham che entrava negli spogliatoi per un problema al ginocchio sinistro senza più rientrare.

Poeltl stoppava Monk mentre Murray prendeva il tempo a LaMelo sulla bsl sinistra per realizzare dalla media.

Sul -6 Monk trovava la tripla rimbalzante tra i ferri per mettere il 64-67 m Johnson attaccando a 10:00 arrivava al two and one senza poi effettivamente realizzare la possibilità al libero così Rozier dall’altra parte spuntava nel gorgo di maglie bianche dopo l’errore di Zeller per un big tap-in, ponte per la tripla del pari di Monk a 8:20.Un contatto tra Zeller e Poeltl sula baseline era a vantaggio di Cody che spingendo il centro avversario di quel tanto che bastava, realizzava da sotto il +2.

Ball dalla sinistra prendeva ritmo e tempo su Poeltl dal palleggio per realizzare la tripla del settantaquattresimo punto.

Infilata di Murray ma altra tripla rimbalzante di Monk a 6:48 per il 77-71.

Gli Hornets però non trovano più canestri e gli Spurs tornavano al pari con L. Walker IV che veniva liberato sotto il ferro per appoggiare oltre una difesa instabile di Charlotte.

Scoop atletico di Rozier perfetto ma buona anche la tripla di Johnson a 4:35 per il 79-80…

Bridges con uno splendido crossover batteva Johnson andando ad appoggiare sul contatto con Poeltl: two and one vincente per il controsorpasso (82-80) 3:58.

Si arrivava al pari con due di Walker IV su McDaniels prima che Charlotte si avvantaggiasse di tre punti con arresto e tiro di Rozier su Vassell e un ½ di Monk dalla lunetta.

Finale convulso nel quale una tripla di L. Walker IV costruiva il sorpasso (85-87) assorbito una prima volta da una schiacciata di Biz su assist di McDaniels abile ad attirare il raddoppio in post e una seconda volta da Rozier (dopo due pt. di Gay) con l’interferenza chiamata allo stesso Rudy per il tocco sul vetro dopo il rilascio del tiro di Terry.

89-89, 12 minuti clutch.

4° quarto:

Partiva male il quarto con una mancata chiamata su un tiro di LaMelo in entrata ma Murray andando a colpire da fuori il primo ferro dava una seconda chance di vantaggio ai purple sfruttata da McDaniels che batteva la difesa ospite con il tocco ravvicinato su invito corto di Monk dalla baseline.

La tripla di Mills rapida a 10:47 riportava sopra gli Speroni che venivano nuovamente superati da una correzione di Biyombo su un errore di Monk.

Bella stoppata di Bridges su Gay ma due punti di Murray e due di Johnson spingevano avanti i texani di 3 punti (93-96) a 8:06.

Ancora recuperabile la partita ma Rozier dando l’assalto al ferro ai 24 non ricavava nulla e nonostante Zeller rientrasse da dietro ammantando l’alzata di White gettando la palla oltre il fondo, la squadra di Popovich colpiva pesantemente con White da tre per il 93-99 sulla seconda possibilità…

Schiacciata di Cody su passaggio di LaMelo ma Gay al vetro realizzava, LaMelo no ma a decider la partita era un’azione convulsa.

Terry toccava palla a Gay in palleggio riuscendo a portarla dal suo lato ma non ad assicurarsela, finiva così per ingaggiare una battaglia a terra sulla quale si lanciavano anche altri giocatori come Bridges che probabilmente subiva fallo ma lì valeva tutto così ne usciva White con la quarta steal per un micidiale two and one (fallo chiamato a Bridges perché valeva quasi tutto).

0/1 al FT ma 95-103…

Il reverse di Monk a 6:06 per il -6, l’appoggio di White a restituire il +8 Spurs… il tempo che scorreva veloce al contrario dell’eurostep rallentato di Zeller per due punti a contato con il ferro.

White ammazzava la partita con un open 3 mentre LaMelo sparacchiava e Poeltl da sotto rifiniva il lavoro di squadra spalancando le porte all’ennesima vittoria in trasferta texana: 99-110.

Partita finita sul -11 ma gli Hornets avevano un sussulto: ½ di Biz a 2:45, prima dunk di Bridges e rubata di LaMelo con assist per Rozier che dalla sua mattonella mandava la gara sul -8: 108-114.

Time-out di Popovich, tripla di DeRozan a vuoto ma il rimbalzo offensivo degli Speroni ammazzava nuovamente la partita se DeRozan andava a mettere il tiro da due oltre Biyombo.

2/2 di un Rozier ancora oltre i 30 punti ma Murray in reverse usava bene il cronometro.

Finiva con lo sfondamento di Rozier su White e l’allungo sul 110-122 Spurs.

LaMelo Ball: 6,5

17 pt. (7/20), 12 rimbalzi, 8 assist, 3 rubate, 1 stoppata, -16 in +/-. 5 TO. Le note positive sono che va quasi in tripla doppia pur non dando nell’occhio, 12 rimbalzi e 8 assist aiutano la squadra più dei suoi punti. Inizia bene ma poi spara nel fiale a casaccio mentre è bella la tripla dal palleggio su Poeltl dalla sinistra. Gli manca un fallo non fischiato in avvio di ultima frazione. Tre rubate agli Spurs sono molte, nel primo tempo va in anticipo e chiude il fast break duettando al volo con Monk, bella anche quella nel finale con l’assist di Rozier per il -6. Ci prova nel finale ma sparando a salve non riesce a far cambiar passo alla squadra come nel primo quarto chiuso con 14 pt..

Terry Rozier: 7

33 pt. (14/29), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -5 in +/-. 4 TO. Ottima partenza di Terry che segna 18 punti nel primo tempo mettendo in mostra soluzioni d’ogni genere per mandare in tilt la difesa ospite che poi gli prende un po’ le misure sulle entrate costringendolo a tiri difficili che non vanno a buon fine nonostante l’aggressività rimanga inalterata. Un po’ l’anima della squadra, si spende anche in difesa facendosi a vedere a rimbalzo e sono molte buone le chiusure nel primo tempo poi si stanca e diventa meno lucido cercando di sostenere l’enorme e gravoso peso di portare sulle spalle buona parte dell’attacco dei Calabroni. Va ancora otre i 30 punti per la terza colta consecutiva.

Devonte’ Graham: 6

5 pt. (2/7), 4 rimbalzi, 3 assist, +5 in +/-. Stava sparando male a parte una tripla splendida dalla diagonale sinistra tirata oltre lo schermo con rapidità. Eppure il suo +/-era positivo di 5 pt. grazie a una difesa migliore del solito. Rimbalzi e assist in 19:27 sul parquet sono accettabili, soprattutto i primi, non perde palloni ma esce per un dolore al ginocchio sinistro e non rientra più. Erta appena tornato ma purtroppo dovrà forse star fermo ancora per po’.

Miles Bridges: 5,5

5 pt. (2/5), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -12 in +/-. TO e 5 PF. In 36:50 fa poco anche se si impegna in difesa. In attacco si limita. Murray lo batte per i primi due punti Spurs di serata ma nell’ultimo quarto da una bella stoppata a Gay. 2/2 da dentro l’arco, 0/3 da fuori. Probabilmente subisce fallo su quella mischia che ammazza la partita nell’ultimo quarto ma finisce esso stesso per commetterlo. Non trova il timing giusto, c’è quasi sempre quella frazione di secondo di ritardo che fa la differenza in negativo nonostante lo sforzo profuso. Tiene abbastanza bene DeRozan e da un bel passaggio lampo a Biz ma nel complesso non brilla.

Cody Zeller: 6

10 pt. (5/7), 12 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, -4 in +/-. 1 TO. Buona partenza (primo tocco corto a parte), segna il 7-0 dopo un rimbalzo offensivo e difensivamente tiene bene. Con un paio di dunk aggressive legittima la sua presenza sul parquet che si nota anche a rimbalzo. Gioca 21:51, leggermente in affanno nella ripresa come tutta la squadra, dopo una delle mega dunk, volta le spalle all’entrata di DeRozan che ha vista facile su di lui e il suo marcatore.

Bismack Biyombo: 6

11 pt. (5/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate, -8 in +/-. 26:09, gioca più di Zeller cercando di garantire più copertura al ferro. In parte ci riesce ma non in maniera significativa per fermate moltissime iniziative Spurs intimidendole. 2 stoppate e un buon attacco ma troppi rimbalzi concessi con solo 2 catturati. Sufficienza tirata.

Malik Monk: 7

23 pt. (7/13), 4 rimbalzi, 2 assist, -3 in +/-. 3 TO, 3 PF. Secondo violino di serata, parte timidamente dalla panchina poi riesce a trovare il fluido per un tiro da tre punti micidiale: 5/6 da oltre l’arco. Peccato per l’attacco al ferro sul quale Poeltl e gli altri lo influenzano troppe volte. Guadagna 3 liberi nel secondo tempo per close-out falloso con gli avversari preoccupati del suo tiro.

Jalen McDaniels: 5,5

6 pt. (3/7), 2 rimbalzi, 1 assist, -17 in +/-. 1 TO. Rientra dalla bolla di Orlando dove qualcosa di buono l’ha mostrato. In attacco fa vedere che non va male da due punti con un ¾ in FG e un bell’assist schiacciato per la dunk di Biyombo Peccato da fuori faccia 0/3 mancando un open frontale in un momento delicato e soprattutto in difesa non riesca, nonostante l’atletismo e le lunghe leve a bloccare gli avversari. Incerto, finisce per concedere cm essenziali agli avversari. In attacco si fa passare sotto le gambe un pallone di Rozier. Palla bassa, è vero ma elasticità e reattività non pervenute…

Coach James Borrego: 6

Strategia corretta direi anche se qualche volta la difesa salta ma purtroppo senza troppi titolari e con una rotazione quasi obbligata a 7 uomini nel finale si poteva sperare solo nel miracolo. Adesso cerchiamo di recuperare il recuperabile, testa alla prossima partita, convinzione e resilienza per tornare ad avvicinarsi a quota .500.

https://www.youtube.com/watch?v=MZUfB_XyfsQ

Matchup Key Vs Spurs

Matchup Key

(A cura di Igor F.)

Terry Rozier Vs DeMar DeRozan

Sarebbe riduttivo ridurre questa partita a un solo duello ma la chiave del match, se gli Hornets riusciranno a contenere a livello difensivo, il gioco di squadra degli Spurs, potrebbe essere il duello tra fucilieri nel ruolo d’ala piccola con gli Hornets diciottesimi nei punti segnati a partita e gli Spurs ventunesimi.

Due giocatori molto simili fisicamente, non sempre per soluzioni dal campo che tuttavia potrebbero spostare l’ago della bilancia in positivo per la loro squadra.

Possibili svantaggi:

San Antonio è sul 4-0 contro le squadre della Eastern Conference dopo una travolgente vittoria per 125-114 contro Atlanta con 77 punti realizzati nel primo tempo.

Il gioco di squadra degli Spurs, aldilà dei nomi, potrebbe essere letale per una difesa che dovrà salire d’intensità senza sbilanciarsi eccessivamente per coprire le zone nevralgiche sul perimetro e intorno all’anello (specialmente a rimbalzo con i tanti tentativi da due che solitamente la squadra di POP prende) vista la molteplicità di minacce degli ospiti.

Gli Spurs hanno tirato con il 52,9% dal campo e il 38,7% da oltre l’arco e con Charlotte ultimo team per canestri subiti da assist (28,0) potrebbe essere un aggravante.

Sarà difficile mettere in difficoltà con la pressione gli Spurs, squadra con il minor TO della NBA, ecco perché opterei per una difesa non statica ma più stabile e intelligente nel muoversi anziché raddoppiare per far trovare il tiratore libero ai bianconeri.

Possibili vantaggi:

Gli Hornets giocheranno quattro finali in casa (ripartendo da SAS) prima di un lungo e difficile tour in trasferta per cui, nonostante le assenze, sarà importante cercare di vincere più partite casalinghe possibili in questo blocco mostrando la stessa volontà dell’ultimo match.

Charlotte in attacco copia un po’ gli Speroni (la scuola di Borrego a San Antonio) e con 27,8 assist di media a partita (secondi) potrebbe stancare un po’ la difesa avversaria trovando dal campo tiratori importanti come Rozier.

“Terry merita un sacco di credito per questa vittoria, ed è stato fantastico in tutto il percorso”, ha detto l’allenatore di Charlotte James Borrego dopo la W sui T.Wolves.

Gordon Hayward (in versione PF senza P.J. Washington ancora out) ha un problema alla bassa schiena ma dovrebbe riuscire a scender sul parquet avendo come buon ricambio Miles Bridges.

Out Aldridge, gli Hornets avranno un piccolo vantaggio cercando d’ottenere la decima vittoria (se guardassimo solo le partite a Charlotte) contro gli ostici avversari.

Head to Head

Head to head tra entità e città.

Enemy Vintage

Superbasket n° 27 speciale America del luglio 1986 – Gli Speroni 1985/86 in breve.

5ª intervista – Erik

Per quella che sta divenendo pian piano la nostra sempre più ricca rubrica domenicale sui fan degli Hornets in Italia e around the world, lasciamo la Campania e l’ombra del Vesuvio trasferendoci all’estremo nordest della nazione (in Friuli Venezia Giulia) per incontrare Erik, allenatore di formazioni giovanili locali.

Erik con una splendida felpa degli Hornets. Sicuramente il coach ha buon gusto.

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1ª domanda

La prima domanda va da sé… Ci racconta qualcosa su di lei? Anni, città, cosa fa nella vita e le sue passioni? Qual’è tra i tanti, l’episodio che ricorda con maggior affetto nella sua veste da allenatore?

1ª risposta

Ciao a tutti!

Ho 25 anni, sono di Udine e sono uno studente universitario, per la precisione studio “Economia e Commercio”.

Le mie passioni sono: lo sport – in generale – ma in particolar modo calcio e basket.

L’episodio che ricordo più piacevolmente riguardo la mia carriera in panchina è il seguente: partita con l’under 16, all’intervallo si era sotto di 21 punti (25-46), feci una ramanzina di quelle toste alla squadra negli spogliatoi.

I ragazzi rientrarono sul parquet con la “rabbia” giusta, organizzai una zone press in modo che gli avversari facessero fatica a passare la metà campo.

Morale della favola, la partita venne vinta di un punto (67-66) con un tiro allo scadere…

Lì mi innamorai ancor di più di questo sport e del mio lavoro.

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2ª domanda

Per la rubrica: “La classica domanda oscenamente simpatica”, ecco la questione da non prender troppo sul serio… Se le dessero la possibilità per un anno (non importa in che epoca) di fare l’assistente allenatore di uno di questi coach, chi sceglierebbe e quale sarebbe secondo lei la frase più improbabile – che abbineremo – alla quale non crederebbero le sue orecchie?

A) Gianmarco Pozzecco nel prepartita: “Erik, sostituiscimi, mi ha appena chiamato una bella ragazza alla quale “stavo dietro” da tempo, stasera sostituiscimi, poi ti spiego”…

B) Sentir dire da Želimir “Željko” Obradović durante un time-out nel quale un suo giocatore si è permesso di rispondergli male: “Caro ragazzo, forse ti sovverrà alla mente quel vecchio detto serbo che dice d’esser umile perché sei fatto di terra e d’esser nobile perché sei fatto di stelle.”

C) Phil Jackson in riunione con la proprietà ai tempi dei Bulls: “Toglietemi dai piedi questo Michael Jordan, è scarso, non farà strada.”

D) Coach James Borrego nella riunione tattica: “Ok ragazzi, capito? Se qualcuno oggi osa soltanto provare un tiro da tre punti lo tolgo immediatamente e non lo faccio più giocare per un mese”…

E) Tyronn Jamar Lue durante un time-out ai tempi Cavs: “Dai LeBron, vammi a prendere un caffè e fa con comodo, tanto lo sanno tutti che sei scarso e vinceremo l’anello solo per i miei innovativi schemi di gioco.”

2ª risposta

A me piace parecchio il gioco imbastito da Pozzecco, fatto di velocità, spaziature, tempi e spazi…in poche parole i postulati della pallacanestro sono esaltati con lui. Sarei onorato di poterlo sostituire e che lui vada con tutte le ragazze che vuole, ci penso io!!

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3ª domanda

A livello di tecnica di tiro, quale pensa sia il miglior tiratore attualmente nel roster degli Hornets e perché?

3ª risposta

A livello di tecnica di tiro, il migliore degli Hornets – parere personale – è Terry Rozier.

Imprime una frustata di polso, una rotazione di palla esemplare, le percentuali dal campo lo testimoniano, unica pecca (forse) sono i piedi durante i tiri liberi, qualche volta li “stringe” troppo quando dovrebbero essere in linea con la larghezza delle spalle.

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4ª domanda

Se fosse stato il coach degli Hornets, tra questi giocatori che citeremo unitamente a una loro frase famosa, dovesse sceglierne uno, quale avrebbe avuto il piacere d’allenare e quale invece avrebbe preferito non avere in squadra?

A) Gianmarco Pozzecco: “Il basket è uno sport razzista perché chi è piccolo parte svantaggiato”.

B) Shaquille O’Neal: “Ho iniziato come giocatore di football, mi piaceva infliggere dolore. Nel basket è la stessa cosa.”

C) Dennis Rodman“Dicono che Elvis è morto. Egli non è morto. Ha solo un colore diverso. È alto due metri e tre centimetri, pesa 102 chili, gioca a basket ed è nero.”

D) Magic Johnson: “Non chiederti cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te. Chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni di squadra.”

E) Paul Pierce: “Spesso alcune persone danno il 98% nelle cose che fanno… ma a volte è proprio quel 2% che conta davvero.”

F) Kobe Bryant: “Se non credi in te stesso, nessuno lo farà per te.”

G) Allen Iverson: “Puoi avere tutto il talento del mondo, ma se non hai cuore, non ho bisogno che tu scenda in campo al mio fianco.”

H) Larry Bird: “Un vincente è qualcuno che riconosce il suo talento naturale, lavora sui suoi limiti per tramutarli in abilità, e usa queste abilità per realizzare i suoi obiettivi.”

I) LeBron James: “Non ho bisogno di troppo. Di tutte le cose glamour che non mi entusiasmano. Io sono solo contento di avere il gioco del basket nella mia vita.”

J) Michael Jordan: “Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci.”

4ª risposta

Kobe Bryant.

Vero, il basket è un gioco di squadra ma prima dei giocatori, ci sono le persone e avere una predisposizione mentale pronta al sacrificio e al combattere è quello che fa la differenza sia in ambito sportivo come nella vita ma tutto questo deve partire da sé stessi.

Rodman, per il suo carattere troppo garibaldino.

Avrebbe potuto spaccarmi lo spogliatoio.

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5ª domanda

Essendo un allenatore giovanile sa bene cos’è importante insegnare ai ragazzi per una crescita umana non solo sportiva.

In che cosa secondo lei Borrego manca su questa tematica (se manca) e su quali aspetti dovrebbe insistere dato che, età anagrafica alla mano, Charlotte ha un roster monto giovane?

5ª risposta

Premetto che, secondo me, Borrego non sta facendo poi così tanto male.

Dovrebbe ancora di più insistere sul fatto di non mollare.

Gettarsi a terra su una palla vagante, non è per il bene del singolo ma lo sforzo si può tramutare in energia positiva galvanizzando tutta la squadra.

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6ª domanda

Il basket è fatto di fondamentali e di gesti tecnici.

Se dovesse scrivere un manuale del basket, quali giocatori NBA userebbe come icona per descrivere le azioni sottostanti?

A) Terzo tempo

B) Pick & Roll

C) Tiro dai 3 punti

D Alley-oop

E) Passaggio No Look

F) Crossover con jam al ferro

6ª risposta

Premetto che il terzo tempo nel basket moderno non esiste più e sono per l’arresto di potenza.

A) Il giocatore però che lo incarna meglio è Kyrie Irving

B) Pick & Roll, non posso che andare da loro, Stockton to Malone…tanta roba.

C) Tiro da 3 punti, per la pulizia tecnica vado da Jesus Shuttlesworth, per gli amici Ray Allen.

La coppia preferita a livello di alley-oop è Dwayne Wade/LeBron James quando giocavano insieme a Miami.

Passaggio no look… vado su un giocatore che si è ritirato: “White Chocolate” Jason Williams.

Crossover con jam, ce ne sono molteplici.

Il mio preferito – quando stava bene – giocava con la numero 1 a Chicago è… penso abbiate capito di chi si tratta, proprio lui, Derrick Rose, primo passo fulminante che non teneva nessuno.

Purtroppo con la serie di infortuni che l’ha colpito oggi non ha più l’esplosività di un tempo ma resta un ottimo elemento.

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7ª domanda

Partita standard ma a pochi secondi dal termine è sotto di un solo punto.

Ha ancora un time-out a disposizione per provare a predisporre uno schema.

Cosa sceglierebbe per l’ultimo tiro?

7ª risposta

Vado di sottomano da sotto, mi spiego meglio, la guardia va in rimessa dalla mia metà campo offensiva, l’ala forte viene incontro, ma non riceverà la palla, l’ala piccola che si trova sull’angolo opposto alla palla farà un taglio dentro l’area, in modo da raggiungere l’altro angolo ma nemmeno lui riceverà, probabilmente, il pallone. I due ragazzi che dovranno lavorare saranno il mio terminale offensivo principale e il mio uomo più abile a portare un blocco.

Il mio “attaccante” che si trova sotto canestro dovrà fare un “ricciolo” sul blocco che intanto il mio altro giocatore ha fatto all’altezza del “gomito”, dopo, cambiando velocità e attaccando il canestro, il player che deve effettuare la rimessa dovrà avere la prontezza di fare una specie di alley-oop, in modo da approfittare di un eventuale errore della difesa.

Un saluto a tutti.

Buona lettura e sempre forza Hornets!

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Grazie a Erik Chialina per la pazienza, la competenza e il tempo speso per rispondere alle domande e condividere il suo pensiero con noi.

Game 27 – Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves 120-114

Intro

“Quando da lassù soffia il vento del nord”…

Non solo è una strofa di una bella canzone dei Nomadi ma anche la realtà dei fatti a Est.

Le prime sei squadre collocate in alto alla classifica attualmente sono tutte squadre del nord degli States e Toronto (ok, gioca a Tampa ma la franchigia è fisicamente ancorata più a nord delle altre).

Classifica prima delle partite giocate nella notte…

In questo contesto, Charlotte, un po’ a sorpresa, prova a inserirsi tra le squadre che dominano a Est e per farlo cercherà di battere la più iconicamente polare: i Minnesota Timberwolves.

Mentre Burian soffia sulla nostra penisola promettendo neve e gelo, il Lupo che guarda la stella polare.

Il grande freddo è anche il titolo di un film scritto dal regista Lawrence Kasdan e Barbara Benedek.

Esce nel 1983 e si parte dalla colonna sonora splendida di Marvin Gaye – “Heard It Through the Grapevine” – a introdurre un funerale nel quale amici, ex compagni si trovano a fare il punto della situazione sulle loro vite.

Persi di vista, ognuno per la propria strada, avranno modo di intersecarsi, cambiare direzione e prendere nuove vie, i sogni del passato e le insoddisfazioni saranno messi alle spalle?

Gli Hornets, dopo aver perso piuttosto malamente con Memphis (nessuno sforzo reale collettivo difensivo nei close-out sul perimetro) si chiedono cosa faranno da grandi ma il futuro è nelle loro mani.

Sta a loro, tornati allo Spectrum Center, convincere i fan che qualcosa sta cambiando negli ultimi anni.

I pur simpatici e rispettati Timberwolves devono essere superati se i vuol continuare la corsa ai PO, Toronto e Miami sono in rimonta, agli Hornets non rimane che correre, difendere e stupire se vogliono tornare ai PO dopo 5 anni…

Analisi

Gli Charlotte Hornets escono vittoriosi da una battaglia (13 cambi di squadra leader) che avrebbero dovuto necessariamente vincere per sperare nei playoffs.

Atlanta cade pesantemente in casa con San Antonio (nostra prossima avversaria) e i Calabroni consolidano il primato nella Division portandosi a una partita dai .500.

I ragazzi di Borrego hanno sofferto l’atletismo di Edwards, le triple (non solo) di Towns e la velocità di McLaughlin ma sul fronte opposto sono stati guidati da un Terry Rozier formato “scary” per gli avversari.

41 punti, due frecce intinte nel curaro nel finale che hanno spaccato una partita rimasta sino a quel momento più incerta del futuro sull’attuale pandemia salvando Borrego da un finale denso d’incognite…

A supporto le buone prove di Ball, Bridges e Zeller (solo 8 gli Hornets scesi sul parquet) mentre per i T.Wolves Beasley ha finito con 31 pt. (7/13 dall’arco), Towns con 25, Edwards con 21.

Nessun altro Lupo ha fatto registrare doppie cifre nei loro tabellini anche se McDaniels (Jaden) ha realizzato 9 punti.

Charlotte esce indenne da un 20-8 nei TO con un 4-10 nelle rubate…

Il 20-28 negli assist è spiegabile in parte con qualche FT in più, ma solamente marginalmente…

Vinciamo a rimbalzo 59-47 e al tiro con un 48,9% contro il 45,5% avversario che si è fermato al 39,0% da tre, fattore determinante per la vittoria il fatto che non abbiano superato il 40,0%…

Importantissimo il fattore FT: Minnesota ha chiuso con 8/14 mentre gli Hornets sono rimasti perfetti dalla linea con un 19/19 strepitoso.

Il prossimo sarà un importante test match contro gli Speroni che in serata hanno largheggiato contro i Falchi.

La partita

I quintetti:

Out per i Lupi Russell, fuori il protocollo di sicurezza i due gemelli Martin e P.J. Washington, così Charlotte si presentava nella nuova formazione tipo:

Minnesota schierava:

1° quarto:

Partenza velocissima dei T.Wolves che dopo aver vinto la palla a due scovavano Edwards sotto non contenuto da Graham sull’appoggio mentre su un fast break arrivava lo 0-4 firmato Beasley con una dunk.

Gli Hornets segnavano a 11:20 il primo canestro con un jumper dalla media (frontale) di Graham ma l’open 3 di Beasley portava sul +5 gli ospiti.

Un turnaround dalla media di Hayward riduceva uno scarto recuperato a 9:32 dopo diversi errori da parte delle due squadre: palla intercettata in anticipo da Ball un istante prima che arrivasse a Towns sotto, ripartenza, passaggio di Hayward per LaMelo che spinto sotto il ferro non aveva difficoltà a trovare il two and one in continuazione con il reverse.

Rozier in transizione passava il velo di Zeller per depositare in scoop mentre sull’altro fronte Zeller stoppava Towns ma il centro avversario riprendeva e pareggiava.

A riportare in vantaggio i Calabroni era un’altra incursione di Rozier mentre a portarci sopra il singolo possesso era Ball che – dopo 3 inusuali errori ravvicinati di Hayward sulla stessa azione – strappando una palla a Beasley segnava da due da sotto.

Altra incursione di Rozier che eludeva anche l’intervento di Towns e a 6:27 i Lupi si trovavano intorno al fuoco per un time-out sotto 15-9.

Edwards indovinava la tripla frontale quindi un altro errore di Hayward al tiro favoriva questa volta Zeller in tap-in ma i lupi della foresta stoppavano Zeller con Towns (goaltending probabilmente) segnando con Beasley da 3 il -2.

Hayward era stoppato da McDaniels ma la palla vagante in area era deviata con sapienza da Biz verso lo stesso Gordon che trovava via libera per due facili punti (19-15).

Il reverse layup di Bridges ci portava sul +6 con un 18-6 nel pitturato ma Beasley da fuori con un’altra tripla tagliava il vantaggio a metà.

Hayward in jumper segnava direttamente sul tiro dopo qualche errore ma la squadra, complici gli innesti poco performanti dalla panchina, si bloccava in attacco ed il finale era tutto Timberwolves che passando in vantaggio con Beasley in infilata su passaggio di Reid (23-24) trovavano anche una tripla di Jaden McDaniels per lo 0-9 di parziale e il 23-27.

Una jam di Biz su assist corto di Rozier ci avvicinava ma a chiudere il quarto a un secondo e quattro decimi era la tripla di Beasley per il 25-30.

Ball ha portato in dote 20 punti, Miles 11 più energia e rimbalzi. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Rozier ripartiva forte anche nel secondo quarto colpendo il bersaglio con una freccia da tre punti da sinistra ma McDaniels cambiando corner non cambiava il risultato (28-33).

Little floater di Ball ma a 9:51 l’ennesimo assist di Reid costruiva il reverse layup di Vanderbilt…

Errore lasciare libero Zeller con km di spazio poiché il centro – un po’ indeciso – prendeva comunque il tiro realizzando il 33-35.

Dunk di Reid ma Rozier, passando lo schermo, cercava una tripla frontale sbilanciandosi in avanti: primo ferro, palla più fuori che dentro ma un paio di rimbalzi con le manine aiutavano la sfera ad entrare nel cesto.

A 8:06 era Zeller a riportarci sopra grazie a un two and one per fallo di Reid sulla rollata con appoggio del nostro centro (39-37).

Fing and roll layup per J. Nowell e il nuovo pari ma si vedeva ancora Cody attaccare, questa volta la vittima sul contatto era Towns che subiva anche l’and one per il 42-39.

Nowell mancava due FT per riportare sopra i biancoblu, Biz stoppava Edwards ma la terna decideva per il fallo: dopo un tecnico affibbiato a Biz che mandando a quel paese gli arbitri rischiava di più, Borrego chiamava il challenge vincendolo per la sesta volta in stagione (6-0) ma rimaneva il tecnico, via i due liberi ma sulla palla a due scodellata al centro Towns aveva la meglio sul congolese.

Air-ball da tre dalla destra di Nowell portato dal vento come nei migliori campetti mentre nell’altra metà campo vi era una tripla mancata da Graham, rimbalzone di Bridges e tripla di Hayward.

Hayward a vuoto non era un problema con un Bridges in formato big a rimbalzo offensivo a guadagnare e a realizzare il 47-42.

Una bella atletica entrata con appoggio mulinato per evitare due difensori (al ferro) da parte di Edwards cominciava il duello tra rookie: a 3:37 deep 3 di Ball, bel dime di Edwards per Towns (50-46) ma LaMelo lanciava precisamente per Biz che si allungava in alley-oop estendendo il vantaggio con esaltante lena.

Towns, dopo aver mancato diverse triple, purtroppo accorciava quindi LaMelo batteva Rubio in entrata ma lo spagnolo faceva lo stesso con il nostro rookie in stile Nash dopo aver conquistato la baseline.

Towns con due liberi portava a -1 gli ospiti poi una gran difesa a distanza di Rozier che sul lato debole controllava due uomini venendo incontro in aiuto anche sull’entrata di Edwards con tocco errato, funzionava bene: la sua lotta a rimbalzo con Towns alla fine era vinta con palla sparata sul centro che andando oltre al fondo era riconsegnata a Charlotte.

Hayward a 3:21 si iscriveva al club dei triplisti (57-53) ma Minnesota rimaneva in scia sino alla fine: tripla di Beasley, pullup di Rozier da sinistra contro Towns di notevole fattura e bomba dello stesso Towns per il 60-59 all’intervallo.

3° quarto:

Partenza in salita per Charlotte nella ripresa scavalcata da una tripla di Beasley dopo 50 secondi.

Graham a 10:47 pareggiava con un lungo due ma Edwards in entrata faceva la voce grossa.

A 10:16 altro micidiale catch n’ shoot di Rozier(65-66) prima del controsorpasso di Edwards in entrata lasciato un po’ troppo libero d’agire.

Rozier era più veloce anche di Beasley e lo dimostrava in entrata per il 67-66 mentre Hayward con l’entrata a tutta velocità passava sotto il ferro palla a Biz che da solo per il raddoppio di Towns su Gordon, metteva dentro facilmente.

Towns da tre era tiro ormai rodato (69 pari) quindi Graham e Okogie aggiungevano due punti a testa prima che Rozier con uno scivolamento laterale aprisse il movimento per il tiro da tre sul quale, preoccupato, Towns andava a commetter fallo.

3/3 di uno scatenato “Scary” e 74-71 a 7:36.

I T.Wolves però segnavano 4 punti veloci con Rubio a battere un lento Biz (74-75) così Borrego andava in time-out.

Miles a 6:35 realizzava da fuori incontrando solo il cotone (77-75), Edwards batteva ancora Biz e LaMelo skippava oltre Rubio per l’appoggio con ottimo blocco di Biz nel mezzo su Towns.

80-77 dopo l’and one e 82-77 dopo il rimbalzo del nostro numero due e la correzione sull’errore di un compagno.

Edwards ignorando tutti i compagni larghi prendeva il suo tempo dal palleggio per battere un martoriato Biyombo anche da tre ma gli Hornets senza Towns in campo riuscivano con due tap-out di Biz e un rimbalzo di Bridges a tener viva la stessa azione d’attacco convertita in due punti dal nostro numero zero alla fine.

Edwards puntava gli spilli sul congolese con un two and one (84-83) e la partita si avviava a un finale di quarto combattuto.

Sull’86-83 Vanderbilt sprecava due liberi mentre Rozier a :16.8 li metteva sull’altro fronte.

C’era tempo per un circus shot dalla baseline per McLaughlin oltre Rozier in arcobaleno e per Graham in floater a un decimo per fissare il 90-85 con il quale iniziavano gli ultimi 12 minuti.

Rozier esulta dopo aver realizzato un tiro importante. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Avvio veemente degli ospiti: Reid, McLaughlin e Beasley in reverse su assist del veloce play di riserva dei T.Wolves portavano 6 punti alla squadra del Minnesota che saliva sul +1 (90-91).

Monk a 10:45 finalmente in entrata trovava i suoi primi due punti della partita, uno swooping di Rozier dopo una finta di passaggio filava il bordo destro del ferro per entrare nella retina.

Charlotte resisteva su un paio d’attacchi ospiti ma non mettendo dentro con Zeller era sorpassata Beasley con la granata esplosiva dalla destra (94-95).

Un floater di Rozier nell’esagonale pitturato valeva il controsorpasso, il suo crossover con cambio mano dopo aver lasciato di sale tre avversari il 98-95.

Una dunk di Zeller lanciata valeva il 100-95 prima che Biz perdesse l’equilibrio sul post basso destro di Towns in spin e hook vincente.

Monk a 5.38 metteva un big 3 per il +5 ma gli Hornets dovevano far uscire Ball al quinto fallo: dentro Graham che non teneva fisicamente Edwards a spinger sotto Devonte’ e a batterlo.

Fallo offensivo di Graham, mancate triple del pari da parte di Okogie ed Edwards mentre sull’altro fronte qualcosa cambiava se anche Hayward a 4:28 tornava a realizzare da tre.

106-100, buon divario ma non sufficiente per esser tranquilli, infatti, Okogie in transizione tre contro Rozier mancava il tiro ma riprendendo il rimbalzo segnava anticipando Towns in versione 3D che mandava sul 106-105 il match.

Gli errori di LaMelo ed Edwards lasciavano la situazione inalterata, ci voleva Rozier per sbloccare la situazione a 1:51; la sua tripla dal corner sinistro era ossigeno puro solo che Towns in caduta era incredibile…

Tripla su Biyombo e nuovo -1.

I Timberwolves però non avevano la risposta per Rozier che caricando un fearless 3 dalla diagonale sinistra andava oltre Beasley segnando il 112-108 a 1:26 dal termine.

Gli ospiti mancavano le loro occasioni e andavano a commettere un paio di falli nel finale per stoppare il cronometro.

Rozier aggiungeva quattro punti dalla lunetta per il 118-110 a :10.1 dal termine.

I Lupi segnavano 4 punti veloci rubando palla su rimessa dal fondo ma erano solamente tre i secondi rimasti così il fallo di Beasley su Hayward serviva solamente ad aumentare di due unità il divario per il 120-114 Hornets sui tenaci ospiti.

LaMelo Ball: 7

20 pt. (8/15), 11 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, +15 in +/-. 4 TO, 5 PF. Buona spinta e impatto sulla partita quando accelera. Meno assist pareggiati dai TO ma è bravo quando decide di attaccare il ferro. Veloce e coordinato approfitta della sua velocità per battere giocatori più lenti e portare a casa and one. Doppia doppia composta da 11 rimbalzi, clamoroso… Deve uscire nel finale per problemi di falli lasciando il posto a Graham sino al rientro nel finale. Manca una tripla nel finale e magari avrebbe potuto creare qualcosa di meglio comunque sia è una buona prestazione con tre rubate aggiunte.

Terry Rozier: 9

41 pt. (13/20), 7 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, +10 in +/-. 4 TO. Serata magica con un 6/10 da tre punti. Dai catch n’shoot 3 è oltre il 50,0% in stagione e ne mette uno nel finale, poi si aggiusta e spara quello spartiacque su Beasley dopo una partita fatta di brucianti incursioni in mezzo alle divise biancoblu e a triple paurose. Se aggiungiamo anche il 9/9 ai liberi e le tante buone difese a segno (quella su Towns spedendogli la palla sui piedi per recuperarla) o eroiche (3 contro uno con Okogie a realizzare al secondo tiro), bisogna dire che trascina la squadra di peso come un novello Glen Rice, verso la vittoria. Più che “Chi l’ha visto”… “Chi lo ferma?”, in serata i T.Wolves non hanno mai trovato la risposta.

Devonte’ Graham: 5,5

8 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 4 assist, +1 in +/-. 3 TO. Rientra un po’ in sordina e chiude con uno 0/5 da fuori. Per fortuna sistema un po’ il tiro con jumper dalla media o entrata. Fatica a contenere Edwards nel finale dove commette anche un fallo offensivo con un leggero balzello laterale sul quale il difensore si schianta. Meno clutch del solito ma è al rientro.

Gordon Hayward: 5,5

14 pt. (5/21), 7 rimbalzi, 5 assist, 1 rubate, +6 in +/-. 3 TO. Discreto a rimbalzo e buon creatore d’assist come il passaggio sulla drive – attirando il raddoppio – finito nelle mani di Biz per facili punti ma il 5/21 al tiro è dato inusuale e si vede non esser serata quando manca tre tiri ravvicinati sulla stessa azione. Per fortuna che dopo la prima tripla ne aggiunge una importante nel finale.

Cody Zeller: 7,5

17 pt. (7/8), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, +17 in +/-. 3 TO. La nota negativa è il non agganciare palloni per lentezza e scarsa flessibilità o comprensione del gioco (vedi assist di LaMelo con Zeller non scattato sulla linea di fondo) che invece mostra rollando o infilandosi centralmente per andare a schiacciare violentemente con una mano (anche questa sera ce ne regala un’altra). Quasi perfetto dal campo, perfetto inizialmente, guadagna due two and one contro Reid e Towns. Qualche volta non ottimale nelle posizioni difensive ma stoppa Towns rientrando da uno show anche se poi si eclissa sullo slancio e viene battuto in “seconda seduta”. Bene a rimbalzo, gioca poco più di 25 minuti dividendo lo spazio con Biz ma lui fa meglio…

Miles Bridges: 7

11 pt. (3/6), 10 rimbalzi, 0 in +/-. 1 TO in 30:52. Gioca di più in serata per le assenze di P.J. e dei gemelli, altre ali della squadra. Ben 4 rimbalzi offensivi sui quali Charlotte guadagna punti. Una tripla ma soprattutto energia in campo per portare a situazioni positive che arrivano. 4/4 dalla linea, continua a dimostrare di non essere un bluff dalla lunetta.

Malik Monk: 5,5

5 pt. (2/7), 4 rimbalzi, 2 assist, -6 in +/-. 1 TO in 20:39. Non trova il ritmo in serata producendosi in tiri errati compreso un open 3 dall’angolo destro in un momento delicato. Rincuorato dallo staff in panchina nell’intervallo tra il terzo e l’ultimo quarto va a metter dentro in appoggio trovando spazio e tempo, poi nel finale aggiunge un’importante tiro da tre prima che si scateni Rozier. Difesa accettabile.

Bismack Biyombo: 5

4 pt. (2/3), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, -13 in +/-. 1 TO. Bella stoppata su Edwards seguita da tecnico per proteste perché ritenuta fallosa… Manda al diavolo la terna con eloquente gesto che forse fanno finta di non vedere o non conoscono. Nervoso viene trapassato più del quadro di San Sebastiano: triple ed entrate. Garantisce raramente protezione al ferro. Nel finale da un paio di stop agli avversari e prende un buon rimbalzo. Un paio di buoni blocchi molto fisici su Towns sul fronte offensivo ma in generale prestazione insufficiente. L’idea di mandarlo dentro dalla panca per tenere il lungo di turno superstar era buona, la prestazione no alley-oop offerto da LaMelo a parte.

Coach James Borrego: 6,5

Va bene che non sparino in testa con precisione, la squadra è priva di alcuni elementi che tuttavia in genere ultimamente non stavano rendendo molto. Gioca con tre guardie in partenza e nessun vero intimidatore ma la squadra tiene. Si rischia sempre di gettare al vento del nord il buon lavoro offensivo con una difesa troppo scoperta anche se i singoli spesso producono quel minimo di differenza che alla fine farà il risultato.

https://www.youtube.com/watch?v=uHwybrq8CQk

Matchup Key Vs Timberwolves

Matchup Key

(A cura di Filippo Barresi)

Cody Zeller vs Karl Anthony Towns

La stella di Minnesota è stata assente in questo inizio di stagione alternando problemi fisici e positività al Covid-19.

Contro di Charlotte sarà la seconda partita dopo il suo rientro e con l’assenza di Russell, molto dell’attacco dei Timberwolves passerà dalle sue mani.

Molto probabilmente Zeller dovrà fare gli straordinari per contenerlo e sarà necessario l’aiuto anche di Biz e P.J. Washington dalle rotazioni.

Possibili svantaggi:

Il record di squadra potrebbe trarre in inganno perché Minnesota è composta da giocatori di ottimo livello.

Il rientro di KAT fornisce loro un’ulteriore arma offensiva che potrebbe danneggiare gli Hornets. Contro centri di questo tipo Borrego ha optato spesso per raddoppi sistematici che spesso hanno scoperto la difesa perimetrale, la speranza è di vedere delle modifiche a questo schema.

Possibili vantaggi:

L’attacco di Charlotte dovrà colpire con costanza una difesa avversaria non attentissima.

La giovane età di alcuni componenti dei Timberwolves porta alla luce diverse (tante) lacune difensive che i nostri interpreti dovranno cercare di sfruttare.

Inoltre, sarà molto importante coinvolgere Towns nei Pick and Roll per costringerlo a muoversi e metterlo in difficoltà.

Head to Head

L’head to head tra le entità e le città.

Vintage

NBA Season Review 1990-1991, speciale de La Gazzetta dello Sport. Al secondo anno della loro vita i Minnesota Timberwolves hanno fan entusiasti ma le vittorie stentano a decollare.

Game 26 – Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 114-130

Intro

La Terra e Kepler 22-B, pianeti simili ma non uguali.

LaMelo Ball e Ja Morant, due giocatori simili dallo stesso stile atletico ed entusiasmante ma non uguali.

Lo show dovrebbe essere assicurato, uno spettacolo come quello che l’uomo, cercando di capire l’universo, scopre attraverso la tecnologia trovando ad esempio Kepler 22-B.

Se Morant ha i razzi, Ball ha scoperto il segreto del warmhole, i suoi passaggi sono così immediati da creare scorciatoie sul parquet dello spaziotempo.

L’unicità di ogni persona è un aspetto che nella società di oggi sta scomparendo o tende a essere minimizzato oppure lo si confonde con l’individualismo oppure ancora mostrando comportamenti ritenuti unici ma in realtà banali e stereotipati sui social.

E così gli Hornets si materializzano a Memphis sperando di battere la difesa dei Grizzlies grazie alla capacità di LaMelo: velocità, precisione e fantasia (augurandosi sia in serata e non getti spicciate a casaccio come in quei cartoon o telefilm dove i protagonisti si trovavano in mondi a caso non riuscendo a direzionare il loro dispositivo per sposarsi nello spaziotempo) per la fantascienza.

Se l’ei fu (purtroppo ci ha lasciati nel 2008) John Wheeler (il fisico che inventò il termine di wormhole e quello di buco nero) fosse ancora vivo, sicuramente riuscirebbe a coniare un neologismo che descriva esattamente ciò che il novello numero 2 riesce a fare sul campo.

Analisi

La dura legge del goal è il titolo di una canzone degli 883 ma potrebbe essere anche il sottotitolo di questa partita.

“Fai un gran bel gioco però, se non hai difesa gli altri segnano e vincono” (vado a memoria recitando una strofa del brano…

Memphis fa il record di franchigia per triple realizzate e dopo un buon primo tempo a livello di costruzione di gioco nel quale avremmo meritato di star sopra almeno di qualche punto, i Grizzlies a inizio ripresa, già micidiali nel tiro da fuori, dal +2 passavano nel giro di pochissimi minuti sul +9 a 9:23 con ben 4 triple di K. Anderson che evidentemente agli Hornets resta indigestamente misconosciuto.

Un 4/5 ottenuto tutto cecchinando dall’angolo destro con la zona degli Hornets incapace di chiuderlo adeguatamente.

Il buco nero purtroppo lo scoprivano i Grizzlies che sparavano costantemente da fuori…

A nulla servivano i 5 punti di Ball in quel frangente e quelli ottenuti successivamente a Rozier.

Charlotte si perdeva in attacco e i Grizzlies a fine quarto comandavano di 18 punti (83-101).

Difetto già conosciuto quello di Charlotte sfruttato da una squadra che avrebbe dovuto in teoria giocare più all’interno ma dato che non si possono concedere più open a nessuno nella lega, ecco che il risultato finale è figlio di un rischio mal calcolato da Borrego.

Andando a vedere le statistiche qui sotto potremo notare come altri problemi hanno caratterizzato la serata degli Hornets: a rimbalzo siamo stati surclassati 37-54 (ciò ha prodotto un 8-26 da second chance in virtù di un 8-19 nei rimbalzi offensivi) e anche il movimento palla più semplice ed efficace di Memphis ha permesso alla fine alla squadra di Jenkins di vincere 23-34.

Troppi TO (18-16) nei momenti delicati della partita ma soprattutto come dicevamo, ben 23 triple concesse a Memphis (record di franchigia) su 49 tentativi contro il nostro 14/29, superiore in percentuale ma insufficiente a tenere il passo.

27 punti per Anderson, 20 per Brooks, 18 per la coppia Bane/Allen, 15 punti e 11 assist di Morant più 15 rimbalzi di Valanciunas, troppo per sperare di vincere…

La partita

I quintetti:

Hornets: Ball, Rozier, Hayward, P.J. Washington e Cody Zeller.

Grizzlies: Morant, Bane, Brooks, K. Anderson, Valanciunas.

1° quarto:

Palla a due alzata un paio di volte ma per una violazione di Rozier la spicchiata e consegnata ai padroni di casa che la perdevano con Morant sulla pressione della difesa.

Anche Charlotte dopo aver errato un tiro con Ball e recuperata con lo stesso andava a perderla nel traffico con Rozier ma sul raddoppio sulla linea di fono opposta e scarico si frapponeva Ball che intercettata la palla s’involava in transizione bruciando in velocità Valanciunas e depositando in schiacciata.

Memphis passava avanti da tre con Bane ma Zeller ripristinava il vantaggio in teardop ma purtroppo la scena si ripeteva: questa volta a creare il vantaggio da oltre l’arco per i padroni di casa era K. Anderson (4-6).

Un reverse layup di LaMelo valeva il pari quindi Valanciunas tentando il suo secondo open 3 di partita sbagliava nuovamente lasciando via libera a Charlotte che con un paio di attacchi di Rozier otteneva il risultato di portare a casa ben two and one che a 8:48 portavano i nostri sul 12-6.

Terza tripla di serata per Memphis firmata da G. Allen ma gli Hornets tornavano oltre al singolo possesso con un alzata di Ball (14-9) prima di essere riassorbiti parzialmente con la seconda tripla di Allen dalla diagonale sinistra (14-12).

Cambiava qualcosa nelle giocate della partita quando Zeller realizzava da tre a 6:58 e Valanciunas sull’altro fronte andava dentro a realizzare i primi due punti nel pitturato per i Grizzlies.

A 6:32 gli Hornets esplodevano dalla destra la seconda bomba lanciandosi sul 20-14 grazie a Rozier mentre Valanciunas sbagliava da sotto e si faceva toglier la palla senza complimenti da due Hornets che andavano a realizzare poi con Ball in transizione.

A 5:51 ecco il time-out per i padroni di casa che peccavano tuttavia di un ulteriore TO quando Rozier con la steal andava a mettere altri due punti.

Il divario rimaneva ampio ma Memphis trovava tiratori da oltre l’arco: Allen per due volte ancora da tre metteva i punti per il 34-28, Tyus Jones aggiungeva una bomba (7/12 da oltre l’arco per MEM) arrivando a ridurre il gap a tre punti (34-31) quindi Caleb interrompeva la rimonta con due FT piuttosto regalati e Bridges appoggiando su un lungo lancio di Ball portava i bianchi sul +5 prima che Morant a :24.5 chiudesse i punti del quarto in lunetta splittando per il 38-34.

Nel primo tempo Cody Zeller alza due precisi teardrop oltre i difensori in divisa blu. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partenza sprint per Hayward che dalla top of the key rilasciava tre punti, Brooks rispondeva con due, Bridges seguiva Gordon bombardando per il 44-39 ma l’open 3 di T. Jones rimetteva quasi in bolla i padroni di casa (44-42).

Ritmo veloce e triple a ripetizione, quella di K. Anderson a 9:56 “pescava” anche il pari a quota 45.

Dopo il time-out Charlotte faceva le prove sbagliando sulla prima azione ma sulla seconda LaMelo era più preciso nel lanciar lungo Hayward che grazie a esperienza e vantaggio realizzava due punti sui rientranti difensori.

Una drive di Hayward seguita da un passaggio sulla diagonale sinistra per Rozier e l’azione collaudata portava i nostri sul 50-46.Le difese non facevano una gran figura: Charlotte ricorreva al fallo su Anderson: ½ con secondo errato ma dal rimbalzo offensivo (2-7) nasceva una rimessa laterale per i locali che lanciando in alley-op Morant recuperavano altri due punti.

Ball e Brooks dal pitturato disegnavano piccoli arcobaleni per spostare il punteggio sul 54-53 mentre a 6:16 dalla destra in corsa, Rozier, aspettandosi il contatto andava off-balance da tre senza fischio ma la sfera era accolta dalla retina senza problemi…

Persa di Valanciunas sulla pressione di Ball che rubando la sfera serviva all’ultimo con alzata da cameriere P.J. in alley-oop per il 59-53 a 5:59.

Morant realizzava una tripla e nella corsa al sorpasso era sempre il talento dei plantigradi a realizzare il sorpasso a 2:51 (59-60 con una 0-7 run).

Dalla media LaMelo infilava il tiro rompendo vantaggio e parziale ma gli Hornets si dimostravano fragili difensivamente subendo 4 FT (3 realizzati) prima di ritrovare il pari a loro volta dalla lunetta con Rozier che in entrata era colpito in faccia da una manata di Morant a 1:35.

Da due second chance nascevano punti per Morant e Hayward (65 pari) tuttavia i Grizzlies mettevano 5 pt. di fila: Morant con uno scoop in 360° non segnava ma forniva a Valanciunas l’ennesimo rimbalzo offensivo e due punti, Allen da tre tornava a esser tremendo dalla diagonale sinistra per il 65-70 e per fortuna il buzzer beater di Rozier da tre su Morant teneva in partita Charlotte (68-70).

Una partita che rischiava di sfuggire, finiti sotto per demeriti sulla tenuta al tiro avversario che entrava con regolarità.

3° quarto:

A livello di gioco espresso Charlotte avrebbe meritato di finir sopra di qualche punto il primo tempo ma dato che ha ragione chi la mette dentro, ecco all’ennesima potenza in avvio di quarto mostrare tutti i difetti difensivi della zona di Borrego: Anderson segnava ben 4 triple consecutive tutte dal corner destro con gli Hornets a contenerlo realmente solo una volta… dall’altra parte i 5 punti di Ball non bastavano per mantenere il contatto e la squadra di casa a 9:23 si ritrovava sul 73-82.

Gli Hornets andavano in confusione nonostante il time-out pur trovando un eccezionale Rozier da tre punti dalla sinistra ma la tripla successiva di Brooks rispediva Charlotte sul -9…

Il vantaggio dei padroni di casa si estendeva in doppia cifra con Brooks ma Rozier trovava un ultimo sussulto (7:36) per appoggiare morbidamente con plettro il 78-87.

Persi in attacco e vulnerabili in difesa, i Calabroni quasi dopo più di tre minuti con Biyombo ma dopo aver preso un parziale di 0-10, in più altri due punti a 3:49 valevano il +19 per la squadra di Jenkins (80-99).

La tripla di Monk era un’oasi nel deserto, Charlotte incassava altri due punti da Jones a 4 secondi dalla sirena andando a riposo a 12 minuti dal termine sull’83-101 con un parziale di 15-31 che oscurava la squadra del North Carolina.

4° quarto:

Charlotte, ormai fuori partita, provava a scuotersi immediatamente per trovare il miracolo ma il divario arrivava a 20 punti tuttavia dopo un and one di Hayward per fallo di Jones, tolto a Gordon con una rimessa assegnata agli Hornets dopo un lungo conciliabolo arbitrale con le parti, i Calabroni avevano un moto d’orgoglio con la tripla di Rozier su Dieng e steal di Bridges più assist per Cody Martin e -15.

Dopo esser tornati a -14 con un’invenzione di Bridges in terzo tempo arrestatosi a centro area per la presenza del difensore che non riusciva comunque a evitare il lancio della sfera in retina, P.J. Washington e lo stesso Bridges perdevano due palloni in attacco e i Grizzlies sull’altro fronte trovavano canestri facili sfruttando i nostri raddoppi o la loro buona vena realizzativa.

La partita non c’era più, dentro solo i rincalzi per il 114-130 finale.

LaMelo Ball: 6,5

17 pt. (8/15), 2 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, 1 stoppata, -9 in +/-. 3 TO. Discreta partita con un rapporto assist/TO non idilliaco però. Inventa ma esagera talvolta. Finché rimane sul parquet da sprint alla squadra regalando qualche highlight anche ai compagni come l’alley-oop diretto a P.J. o l’assist lunghissimo per l’appoggio volante di Bridges a tabella. Gioca 28:14, Borrego lo risparmia nel finale quando, dopo il 15-31 di parziale del terzo quarto, sarebbe stato inutile.

Terry Rozier: 7,5

34 pt. (12/17), 3 rimbalzi,3 assist, 1 rubata, -16 in +/-. 1 TO. 34 punti con 12/17 al tiro. Ne sbaglia solo uno nel primo tempo, segna triple incredibile con escape dribble e slittamento laterale e in allontanamento dall’avversario in uno contro uno (vedi quella su Morant a fine primo tempo o quella su Dieng nel secondo) o in corsa lanciando d’anca dopo un fallo e dietro il blocco… Gli entra tutto finché anche lui torna umano quando Charlotte si smarrisce. Riesce però a mettere ancora qualche punticino nel secondo tempo supportando la causa. Coinvolto nel marasma difensivo dove tutti e nessuno sono responsabili vista la zona con cambi sistematici praticata da Borrego, dal mio punto di vista è uno dei “meno peggio” (prende anche un rimbalzo a Valanciunas) come si suol dire…

Gordon Hayward: 5,5

15 pt. (7/11), 4 rimbalzi, 2 assist, -12 in +/-. 3 TO. Manca un po’ nella sua funzione di leader. Nel primo tempo connette bene i compagni (bell’assist per Rozier ad esempio), poi gli viene fischiato un fallo offensivo cercando il contatto (sul quale non sono d’accordo) e gli viene tolto un possibile two and one con assegnazione di rimessa agli Hornets. Ride per non piangere. Sbaglia poco (7/11 FG) ma manca qualche tiro nel momento topico del match. Per il resto mette alcuni buoni canestri da sotto con malizia ma perde anche 3 palloni e tiene troppo a distanza Anderson quando lo trova dalla sua parte.

P.J. Washington: 5

5 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, +1 in +/-. 2 TO. Finisce con 5 punti, due offerti da Ball, un ½ ai liberi e un’azione aggressiva nel finale (finalmente) che lo porta al totale. 2/7 dal campo. Assist a parte, in 28:35 perde due palloni e cattura da lungo solo 3 rimbalzi contro i 10 di Bridges che gioca poco più di lui. Su Anderson dovrebbe andare lui ma tra aggiustamenti e varie ed eventuali non c’è, attratto spesso da chiusure in raddoppio per colpa di buchi lasiati da altri o posizionamenti da zona. Inizio a chiedermi cosa faccia tra i titolari con queste cifre reiterate… Scarico e poco utile a dar profondità al gioco.

Cody Zeller: 5,5

9 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, -3 in +/-. 2 TO. 9 punti in 22:37. Bene negli assist con 4, un po’ meno al tiro con le iniziative verso canestro. Seconda tripla di stagione in attacco e un pio di precisi teardrop belli da vedere ma in difesa è surclassato a rimbalzo da Valanciunas e soci non offrendo una gran protezione dell’anello così Borrego lo toglie, inserendo nel terzo quarto anche Biyombo. Sulla prima tripla di Anderson nella ripresa prima perde l’uomo, poi lo scambia con P.J. che deve andare a dargli una mano in chiusura ma lui rimanendo lì, sotto canestro, lascia il suo momentaneo uomo solo nell’angolo (Anderson), libero di realizzare.

Miles Bridges: 6,5

15 pt. (5/9), 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -23 in +/-. 4 TO. Aggressivo e ottimo a rimbalzo per la sua statura (10, in doppia doppia), pecca con i TO (4), con un passaggio verticale nel finale azzardato e toccando la linea laterale sulla finta di partenza nel primo tempo. Segna con continuità mettendo due triple su quattro anche in mostra un eurostep fermato a metà strada per una bella alzata oltre il difensore. Un -23 di plus/minus però…

Caleb Martin: 6

2 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 3 rubate, -1 in +/-. Nessuna palla persa e due punti con uno 0/1 al tiro e due liberi affondati. Qualche buco, “flottando”, lo lascia pure lui ma ruba tre palloni in 17:51… Non incide pesantemente sul match come nella precedente partita ma non crea nemmeno enormi disastri.

Bismack Biyombo: 6

2 pt. (1/1), 4 rimbalzi, 1 stoppata, -7 in +/-. In 13:25 cattura 4 rimbalzi e piazza una stoppata anche se pure lui non sempre riesce a garantire un muro dalle parti del ferro. Non cambia una partita già terminata dopo il suo ingresso sul parquet. Forse, farlo entrare prima avrebbe giovato a estendere sul perimetro la protezione dei piccoli…

Malik Monk: 5,5

6 pt. (2/8), 2 rimbalzi,1 assist, -12 in +/-. 2 TO. Mezzo flop per Monk che con un 2/5 da tre ottiene i suoi punti in 23:02 non realizzando gli altri tre tentativi da due punti. Non cambia la partita e da lui ci si aspettava di più. Un paio di falli e TO, un po’ avulso in difesa finisce con un -12 di +/-.

Cody Martin: 6,5

9 pt. (4/4), 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, +2 in +/-. 1 TO. Un solo TO, garbage time per lui ma non sbaglia un tiro infilando anche la tripla (non eccezionale in genere da fuori), condisce il tutto con due di quasi tutto, assist, rimbalzi e rubate.

Coach James Borrego: 5

Perplesso e accigliato anche lui, da qualche discussione con la terna. Perplessi anche noi. Gran bell’attacco nel primo tempo, nel secondo si perde ma una difesa così non tiene al primo soffio di vento contro una squadra che non avrebbe dovuto essere tra le più irresistibili da fuori, invece, ecco il record di franchigia dei Grizzlies e non è la prima volta. In balia del tiro da tre punti degli avversari finisce per rovinare il buon gioco d’attacco del primo tempo. Squadra supponente o no, i tiratori avversari vanno chiusi e non lasciati liberi di tirare rigori con spazio e tempo a volontà… Troppo facile con un paio di passaggi far saltare gli schemi difensivi.

https://www.youtube.com/watch?v=5YkH8a87w3Q

Matchup Key Vs Grizzlies

Matchup Key

(A cura di Filippo Barresi)

LaMelo Ball vs Ja Morant

Game 26 – Il faro di questi giovani Hornets avrà di fronte un altro astro nascente della pallacanestro NBA.

Dopo un inizio condizionato da un infortunio, Ja Morant sta ricominciando a macinare insieme ai suoi Grizzlies.

I due talenti hanno uno stile di gioco molto simile fatto di atletismo e passaggi spettacolari.

La sfida sarà determinante per le sorti di questa gara, chi sarà in grado di contenere meglio l’avversario avrà un vantaggio importante.

Possibili svantaggi:

In estate Memphis ha aggiunto al suo roster ottimi difensori che in questo inizio di stagione stanno dimostrando di poter aiutare la squadra a essere molto reattiva e solida nella metà campo difensiva.

Nel primo incontro tra queste due squadre la difesa di MEM è stata un fattore determinante per portare l’ago della bilancia a favore dei Grizzlies.

Coach Borrego dovrà trovare gli aggiustamenti necessari per scardinare il fortino della squadra del Tennessee.

Possibili vantaggi:

Memphis non utilizza molto il tiro da tre per via della mancanza di tiratori affidabili e per colpa delle molte assenze.

Charlotte, d’altro canto, ha sofferto molto le squadre che utilizzano in modo pesante il tiro da fuori perché tende a proteggere l’area intasandola di uomini.

Questa strategia potrebbe pagare dividendi in una sfida di questo tipo.

I testa a testa tra le entità e le città.

Vintage

I Grizzlies nascono a Vancouver ed esordiscono nella NBA nella stagione 1995/96.

La Fleer dedica 10 card alla squadra d’esordio.

Dal mio raccoglitore ecco i protagonisti (Ashraf Amaya, Greg Anthony, Benoit Benjamin, Blue Edwards, Kenny Gattison (per anni agli Hornets), Antonio Harvey, Chris King, Lawrence Moten, Bryant Reeves e Byron Scott).

Game 25 – Charlotte Hornets Vs Houston Rockets 119-94

Intro

Ricostruire è la parola d’ordine per gli Charlotte Hornets e gli Houston Rockets.

La perdita delle ex stelle delle due squadre ha dipinto un nuovo cielo nelle costellazioni “Hornets” e “Rockets”.

Uno stellato differente perché il piccolo pianeta Charlotte a lungo vagabondante nel buio, sta cercando una stella a cui ancorarsi e pare l’abbia trovata orbitando intorno a LaMelo Ball.

Charlotte è un pianeta giovane ed eccitante, pronto per tentare di fare un piccolo balzo in quella fascia abitabile dei playoff che garantirebbe vita ai fan.

Houston ha subito uno scossone recente.

Due grossi impatti di meteoriti non hanno cancellato totalmente la vita in casa Rockets ma il pianeta è colpito e invecchiato, tuttavia l’esperienza dei nuovi arrivi Wall e Oladipo, garantisce quell’atmosfera necessaria per sopravvivere e sperare.

L’aria di casa e la freschezza di Charlotte, coadiuvata dall’esperta guida di Hayward sfidano l’esperienza e il talento del backcourt dei Razzi.

Una partita che potrebbe rivelarsi infida ma gli Hornets hanno bisogno di vincere se vogliono continuare a sognare.

Analisi

Charlotte vince una partita difficile e appassionante per tre quarti con i Rockets a mangiare 6 punti ai Calabroni ritrovando il pareggio a quota 87 sul finire del penultimo periodo.

Gli Hornets segnano con Monk, difendono con Martin, impostano con Ball e segnano ancora a raffica con Bridges, il tutto in un giro rapido di secondi ed è +10.

I Rockets non riescono più a segnare dal campo, Biz pianta un paio di stoppate e i parziale arriva sul 20-1.

Il cedimento strutturale dei texani lancia Charlotte che può mantenere il sogno vivo grazie a una vittoria partita ancora dalla difesa con fast break letali (25-13 i punti tra i due team).

Charlotte tira meglio soprattutto da tre (46,3% contro il 28,3%) e cattura più rimbalzi sulla squadra di Silas che a tratti ha provato la small ball di recente memoria houstoniana.

Ecco le statistiche di squadra complete:

L’asse Ball/Rozier funziona con il primo a innescare il secondo ma l’entusiasmo del primo è contagioso e la connessione è ottimale anche con Bridges e altri giocatori.

Altra partita da squadra vera con attacco equilibrato e mentalità clutch nel momento decisivo.

Per i Rockets 21 i punti di Oladipo, 15 per McLemore, il quale, dopo aver realizzato una raffica di triple si è spento (terminando da fuori con comunque un buon 5/8), 13 per la coppia Tate e House Jr., mentre Cousins si è fermato a 9 punti e 9 rimbalzi.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Solita palla a due lasciata agli avversari e 0-2 firmato Tate con un bel semigancio dal pitturato.

Cousins iniziava su Hayward riuscendo a fermarlo mentre dall’altra parte i Rockets costruivano un’altra bella azione ma sprecavano al tiro da fuori.

Servivano altre tre azioni offensive agli Hornets per pareggiare con Rozier che con un’esitazione si lanciava a canestro per appoggiare atleticamente oltre le mani dei difensori.

A 9:22 un fallo di Ball su Oladipo consentiva all’ex Pacers il 2-4 dalla lunetta ma gli Hornets con una tripla di Hayward (nascostosi dietro il blocco di Zeller) si portavano sopra consolidando la leadership con l’entrata di Zeller per il 7-4.

Entrata vincente di Oladipo da una parte, tripla di Ball dalla diagonale di sinistra dall’altra (10-6), errore di Oladipo da fuori che apriva il campo per il lungo baseball pass di Ball, abile a scovare Zeller in transizione per il 12-6.

Tripla di Cousins solitaria dalla diagonale sinistra ma la risposta di Charlotte arrivava con la drive di Ball, passaggio lungo linea toccato verso il corner sinistro per P.J, che riusciva comunque a trasformare in tre il passaggio indirizzato – e deviato – verso di lui.

I Rockets si avvicinavano con una dunk aggressiva di Oladipo e con una tripla di House (18-16) ma Zeller, in corsa, batteva Cousins di sx per il suo 3/3 personale e Monk con un’altra drive indicava a Hayward la via della tripla per il 23-16.

Brown rompeva il digiuno degli ospiti ma Rozier con un off-balance clamoroso nel pitturato recuperava i punti “tolti” da Brown a 3:03 per il nuovo +7 (25-18).

Oladipo e Cousins davano la spinta alla squadra di Silas con un canestro a testa e Tate dalla lunetta – splittando – portava a -2 la squadra texana.

Gli Hornets ripartivano con una tripla in ritmo del neoentrato Caleb Martin per portarsi a pochi secondi dalla fine sul 30-25 con due FT di LaMelo.

Difficile segnare con :08.7 sul cronometro ma l’appoggio di Tate al vetro era buono, lo era ancor di più il lancio lunghissimo verso Ball che toccando al volo la palla lungo la linea di fondo sinistra innescava il tiro volante di Caleb Martin che batteva il cronometro per il 32-27, finale di quarto.

Caleb Martin in azione. Per lui solita serata altalenane ma alla fine con punte positive decisive. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Buona partenza per Monk che di sinistro allontanava i viola di altri due punti ma un fallo in close-out di Caleb Martin su Brown portava 4 punti sulla stessa azione per Houston che si ritrovava così a un possesso (34-31).

Il quarto si faceva interessante e serrato: Bridges da due, McLemore da tre, replica immediata di Ball da oltre l’arco e 2/2 di Tate a 9:52 (39-36) per riportare al -3 gli ospiti.

Sul rimbalzo offensivo Tate firmava anche il -1 e dopo un mancato layup di Ball arrivava il sorpasso con lo scatenato McLemore che da sinistra (8:14) infilava il siluro pesante per il 39-41.

A 7:57 replica di Ball dal corner sinistro per farsi perdonare qualche imprecisione al tiro e in impostazione e nuovo sorpasso (42-41) ma era ancora McLemore ad avere buona mano da oltre l’arco nonostante la doppia chiusura (troppo ritardata) dei difensori Hornets.

La partita viveva di arcieri: tripla di Hayward aperta a 7:25 e rapida replica di Ball a 7:07 per il 48-44.

Su una seconda opportunità Jones rimandava il gap sul -1 e McLemore chiuso con il fallo da Rozier sulla tripla andava in lunetta per il sorpasso ma il suo 1/3 portava la squadra della città NASA solo sul pari (quota 48).

Zeller trovando un’autostrada libera centrale vi si infilava e affondava la schiacciata ma McLemore colpiva da fuori ancora una volta e un passaggio di Monk diretto verso Bridges in angolo era intercettato facilmente da House che in transizione colpiva lo scafo degli Hornets per il 50-53.

A 4:11 Charlotte si affidava all’esperienza di Hayward che da sotto recuperava due liberi per un microscopico ma furbo fallo di Brown.

2/2 e -1 prima dell’1/2 di House sull’altro fronte (spinta da dietro di Rozier).

A 3:38 l’arma preferita di Bridges era l’entrata in appoggio sulla quale trovava anche l’and one per riportare i purple sopra (55-54).

Sorpasso Rockets ma catch n’shoot di Bridges per il controsorpasso e un 2/2 in lunetta di Hayward che dopo aver superato Nwaba lo aspettava per farsi franare addosso.

60-56 prima di un altro layup mancato di LaMelo ma corretto da Bridges in qualche maniera.

Houston affidava ai suoi talenti le repliche: una dunk di Cousins era buona ma Oladipo, cercando il fallo di Miles, faceva scadere i 24 secondi palla in mano… Finiva con due liberi a segno del solito Hayward e altri due punti di McLemore agganciando un lungo passaggio.

64-60, un margine non dalle certezza immense ma foriero di buoni presagi.

3° quarto:

Apriva bene il quarto Ball con un’altra tripla che faceva allargare le braccia a Oladipo.

Oladipo muoveva il punteggio dalla linea della carità per i Rockets ma poi mancava il tiro, palla a Cousins ma Hayward riusciva a portargliela via così la tripla di Rozier ampliava il divario.

L’ex uomo franchigia dei Kings tuttavia ne metteva due seguito dal teammate House con tre per il 70-67…

Hayward si rifugiava in una finta, partenza e tiro cercando il contatto: tutto perfetto compreso i liberi a segno.

Fade-away di Oladipo nel pitturato molto elastico e tripla di LaMelo a 8:14 in transizione pur in superiorità numerica (4 vs 3) per il 6/9 personale da fuori e il 75-69 sul parquet.

L’appoggio di Rozier di sinistro oltre PJ Tucker valeva il 77-69 a 7:47 ma dopo il time-out voluto da Silas i Rockets tornavano in partita prepotentemente: Cousins bloccava facilmente l’entrata fuori ritmo di Gordon e LaMelo commetteva istintivamente il quarto fallo per non far ripartire gli avversari.

Dentro Monk a7:47 sul 77-69 ma Nwaba spostava Rozier appoggiando in entrata, Oladipo segnava la sua prima bomba dalla sinistra e andava bene che Zeller dopo l’errore offensivo catturasse il rimbalzo e segnasse in mischia dando ossigeno alla squadra del North Carolina (79-74).

Gli Hornets erano micidiali in transizione: a 4:19 un passaggio liftato in diagonale (cambio lato) di Monk per Rozier era manna per il numero 3 che in catch n’shoot portava a casa tre comodi punti (82-74).

House ne realizzava due, Oladipo 3, i Rockets potrebbero pareggiare sul -3 ma fallivano le loro occasioni così finiva per segnare su una gamba Monk nel pitturato dopo uno spin e lo step-back.

Nwaba con un gancetto laterale al vetro batteva Zeller ma Monk con la tripla frontale realizzava l’87-81, ultimo sussulto prima di un breve periodo di difficoltà che portava i Razzi a pareggiare a :23.7 grazie a una seconda chance di Tate.

Gli Hornets però chiudevano il quarto in bellezza sfruttando ancora con Monk che di tripla feriva Houston portando la partita sul 90-87.

Monk mette la mano sulla palla a Nwaba. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Per scrollarsi di dosso i resistenti Rockets sarebbe servita una partenza sprint che arrivava ma oltre le mie più rosee aspettative.

Caleb Martin partiva forte toccando due volte la palla agli attaccanti dei Rockets garantendosi la steal con la seconda che faceva ripartire il rientrante Ball per l’alley-oop di Bridges.

Ancora Caleb dava un secondo stop al giro di lancette ai Razzi: sfondamento di Jones che sbatteva su di lui.

Altro lancio via aerea di ball per Bridges che superava la resistenza ad alta quota di due difensori per il secondo alley-oop del quarto a 10:49.

La propulsione di Bridges era forte e si identificava anche con la spinta da tre punti a 10:15 con la quale gli Hornets abbandonavano la single digit per arrivare sul +10 (97-87).

Il parziale si estendeva perché Oladipo si fermava sul più bello sbagliando tiri e Monk, invece, dopo aver palleggiato dietro la schiena, ricavava un altro di quei suoi tiri fuori equilibrio con la palla tirata su dal palleggio non in maniera eccelsa ma il fade-away concentrato funzionava a 9:39.

Poco da fare se Biz fermava l’appoggio di Oladipo con precisione svizzera.

Il parziale si arrestava quando Biz stoppava illegalmente Nwaba.

“Demolition man” andava in lunetta realizzando solamente un punto.

La settima tripla di LaMelo a 7:21, la bomba di Rozier a 5:32 (ottimo scambio con Ball) mandavano in orbita i Calabroni sul 105-88.

Hayward a 4:54 recuperando un rimbalzo d’attacco convertiva in due punti per il 20-1 di parziale.

LaMelo offriva un alley-oop anche a Biyombo e finiva in gloria nonostante Oladipo a 4:17 trovasse il primo canestro dal campo dei Rockets nell’ultimo quarto.

Jam rovesciata di Biz, alley-oop del neoentrato Richards, reverse layup di Caleb Martin, tutti gli Hornets andavano a segno sugli ormai demotivati Rockets.

C’era anche un challenge chiamato da Borrego per un inesistente fallo chiamato contro Bridges che passava larghissimo sul close-out.

Finiva con una fantasiosa palla a due al centro del campo.

Nwaba, piroettando, finiva con la faccia per terra cercando di appendersi al ferro in schiacciata (probabilmente un tocco precedente di Monk c’era stato) ma si riprendeva.

Terminava 119-94.

LaMelo Ball: 8

24 pt. (7/18), 7 rimbalzi, 10 assist, rubate, +29 in +/-. 4 TO. 4 falli. Partiamo dalle cose negative: partendo titolare ha ben presto problemi di falli, qualcuno è veniale come la spinta sul blocco di Cousins o il fallo istintivo sullo stesso in ripartenza dopo aver capito subito che gli avversari sarebbero scappati in fast break. Qualche imprecisione in appoggio (0/6 da due) ma il 7/12 da tre con ottima rotazione della palla nonostante un tiraccio air-ball e il record personale di triple gli consentono di regalare preziosi punti a Charlotte. Assist a profusione: nell’ultimo periodo regala due alley-oop a Bridges e uno a Biyombo. Va in doppia doppia catturando anche rimbalzi e in difesa è migliorato rispetto a inizio stagione. In 3D.

Terry Rozier: 7

15 pt. (6/14), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +9 in +/-. 3 PF. Beneficia dell’intesa con Ball sparando da tre ma anche Monk gli offre una bella palla ricambiata a fine terzo quarto. Va 3/8 da fuori ma 3/6 da due punti con un paio di off-balance notevoli. Porta buona pressione facendo stancare e talvolta sbagliare gli attaccanti avversari come Oladipo.

Gordon Hayward: 7

19 pt. (4/11), 6 rimbalzi, 4 assist, +12 in +/-. 2 TO. 8/8 dalla linea del tiro libero. Parte contro Cousinss un po’ in difficoltà ma quando si scherma segna due triple e “Zito zitto” costruisce quasi un ventello grazie all’esperienza. Dalla lunetta porta a casa punti importanti per gli Hornets in momenti bui. Non sempre preciso al tiro da due o da sotto ma un 3/5 da fuori impatta come con l’entrata, la finta e il bound pass spiazzante per Biz che va in schiacciata…

P.J. Washington: 6

3 pt. (1/4), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, +11 in +/-. 2 TO in 25:00. Tre assist, magari elementari, qualche rimbalzo ma al tiro ha le medie di Batum ormai. Sbagliata e poi realizzata una tripla, manca anche un tiro al post basso destro che sembrava semplice.

Cody Zeller: 7

10 pt. (5/6), 7 rimbalzi, 1 assist, +8 in +/-. 1 TO in 26:13. Ancora in doppia cifra, cattura 7 rimbalzi. Altro buon inizio sfidando senza paura il più mastodontico Cousins ma lui non sfigura e anche quando viene fermato prende il rimbalzo e la mette dentro. Ottima partita con personalità giocando con saggezza e arguzia.

Miles Bridges: 8,5

19 pt. (8/12), 10 rimbalzi, +11 in +/-. Beh, difesa e rimbalzi a parte aggiunge anche un micidiale inizio di ultimo quarto con 7 punti consecutivi che cominceranno a far la differenza (due alley-oop e una tripla). Sbaglia poco e mette due triple rapide. Altra gara micidiale.

Caleb Martin: 7,5

7 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +14 in +/-. 1 TO in 26:35. Fa cose inenarrabili come il close-out che ci costa 4 punti e saltare tornando giù con la palla sull’uomo che gli saltava davanti. Poi parte con una tripla e un canestro sulla sirena del primo quarto notevole, a inizio ultimo quarto recupera due palloni consecutivi (steal e sfondamento subito)

Bismack Biyombo: 7

4 pt. (2/2), 3 rimbalzi, 2 stoppate, +16 in +/-. 1 TO. Si toglie due sfizi: reverse dunk e un alley-oop, in più mette a referto due stoppate, quella netta su Oladipo in appoggio è splendida. Gioca bene anche lui e garantisce protezione al ferro ma non solo, in uscita sul perimetro fa il suo.

Malik Monk: 7

14 pt. (6/11), 4 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 2 stoppate, +7 in +/-. 2 TO in 25:59. Altra scheggia impazzita. Rapido, gioca con uno stile suo ma coinvolge anche i compagni offendo ad esempio un paio di alley-oop. Ogni tanto però fa il cavaliere solitario. Finché tirerà fuori dal cilindro risolutivi colpi con tiri difficili all’indietro possiamo dire che va bene ma sarebbe meglio vederlo meno in difficoltà su finali solitari di azioni che comunque ha la capacità di trasformare in punti. Due triple a segno, ottima quella del 90-87 per spareggiar la gara.

Cody Martin: 6

2 pt. (1/2), 4 rimbalzi, +3 in +/-. 1 TO in 3:27. Gioca poco, guadagna rimbalzi e infila due punti costruendoseli con un buon palleggio e un bel pull-up ma sul secondo tentativo si fa stoppare da sotto.

Nick Richards: 6

2 pt. (1/2), +5 in +/-. TO in 3:23. Trova spazio per giocare uno sprazzo di partita a fine gara. Un alley-oop poi si fa notare per la rudezza a centro area avversaria. Un arbitro ha già il fischietto in bocca ma lascia correre. Niente rimbalzi.

Coach James Borrego: 7

La squadra trova il ritmo e una coppia in backourt notevole con un quintetto più equilibrato e delle rotazioni più interconnesse. Equilibrio offensivo, gran mentalità difensiva nell’ultimo quarto gestendo bene prima la grana falli di Ball. Clutch. Peccato gli diano solo parzialmente ragione sul challenge.

https://www.youtube.com/watch?v=klGcRZEOIFg

Matchup Key Vs Rockets

Matchup Key

(A cura di Filippo Barresi)

Terry Rozier vs Victor Oladipo

Dopo un piccolo stop – causa infortunio – Rozier è tornato a occupare il suo posto da titolare, affiancatoda LaMelo Ball.

Il compito di serata sarà quello di contenere la vivacità offensiva di Victor Oladipo che con l’approdo a Houston sta dimostrando di poter mantenere buone cifre a fianco del ritrovato John Wall.

Possibili svantaggi:

Houston al momento ha giocatori di grande esperienza.

Nonostante l’addio di Harden e Westbrook, nel roster dei Razzi sono presenti elementi che sono abituati a vincere con costanza nella NBA.

Non sarà facile per i giovani Hornets tenere testa a un gruppo così esperto, sarà necessaria una grande prova di maturità.

Possibili vantaggi:

La pecca principale di questo inizio di stagione per i Rockets riguarda la difesa, anche se nelle ultime partite le cose stanno migliorando.

Alcuni interpreti non sono molto convincenti in questo fondamentale ed è proprio qui che Charlotte dovrà fare leva per costruire un vantaggio.

Su tutti, Cousins è sembrato il più confuso nel contenere gli avversari.

Zeller dovrà confermare la buona prestazione vista contro Washington e scendere sul parquet con grande aggressività.

L’head to head degli Hornets contro i Rockets e di Charlotte contro Houston. A cura di Igor F.

Stagione 1985/86 (foto tratta da Superbasket), i Rockets arrivano in finale eliminando: Kings (3-0), Nuggets (4-2) e clamorosamente i Lakers (4-1) ma contro i Celtics finiranno per perdere 4-2. Nell’ottima stagione dei Razzi ci sarà spazio e gloria anche per un futuro Hornets: Robert Reid.