Game 68 – Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans 110-112

Intro

La sfida contro i Pelicans è anche la mia personale sfida contro chi ha pensa o ha decretato che si possa comprare tutto.

I record degli Hornets di Charlotte per mezzo dei soldi così come il brand sono tornati indietro ma mancano “secondo le statistiche NBA” quei record facenti parte degli Hornets di New Orleans che avrebbero dovuto essere almeno condivisi anche se i fan di base delle rispettive città non sarebbero d’accordo ma quegli Hornets erano la naturale prosecuzione della prima franchigia nata a Charlotte.

La NBA come fenomeno mondiale ha ignorato in fan internazionali e la logica tenendo fede solo alla logica della città ignorando l’identità della franchigia.

I record fasulli della NBA sono la punta dell’iceberg (lo scritto parla di altro anche) che mi ha portato a riflettere sulle trasformazioni della cose e della materia così ho voluto scrivere una breve strofa più o meno in rima che prende le mosse da come l’amore in tutte le sue declinazioni – quindi anche in quella della passione, in questo caso per una squadra – possa aiutare a combattere l’insensatezza delle leggi fisiche che regolano questa parte del cosmo.

Sul discorso Hornets, ho amato i primi originali a Charlotte e con un po’ di remore iniziali anche quelli a NOLA come sto tentando di amare quelli tornati a Charlotte ma se il denaro condiziona la realtà e la verità mi piaceva far riemergere il lato dello sport, quello vero, aldilà degli interessi e del business che inevitabilmente nel nostro contesto questi mondi hanno intorno come un’aura spenta, non splendente.

La premessa è che ai, senza h è la traduzione della parola amore in giapponese.

“Quanti anni, ai”

Quanti anni hai?

Non lo so,

Suppongo pari ai Tuoi.

Sonno nato insieme all’universo,

Anche se sono così diverso,

Sono materia che si trasforma nell’inesistente spazio aperto,

Sperso, lampo di follia sdrucciolevole come gesso,

Indecifrabile mistero,

Non posso ingannare l’io, disperso,

Nell’incessante viavai o guardando il nero firmamento.

Oltrepasserei ogni stento se esistesse l’amore nello spazio-tempo.

Quanti anni, ai?”

Analisi

Notte fonda in casa Hornets con una squadra che nonostante le assenze di Ingram, Williamson e Adams non ha saputo approfittare del pitturato avversario, ben difeso in alcune circostanze da Hayes ma il 48-60 la dice lunga su quanto Charlotte abbia bisogno di gente sotto le plance che sappia fare la differenza.

Il tessuto spazio temporale degli Hornets nel pitturato (notare i disegni esagonali che sembrano portali tecnologici stilizzati per andare in un’altra dimensione) si dilata e Hayes nel finale mette due canestri fondamentali per far rimanere in corsa i Pels mentre Ball manca due liberi e per i Calabroni ci sarà da soffrire fino alla fine senza ormai nemmeno la certezza di partecipare ai play-in.

Una partita di vantaggio su Washington, 1,5 su Indiana, 4 su Chicago vittoriosa sui Pistons.

Non è bastato il 10/22 di NOLA ai liberi (13/18 per Charlotte) e il 35,1% da tre punti di Charlotte contro il 32,4% avversario.

I Pelicans hanno recuperato un 60-61 a rimbalzo, hanno vinto negli assist 22-26 finendo con un 13-21 da second chance.

29-37 il confronto tra le panchine e dispiace per Rozier a cui il career-high da 43 punti è servito solo a livello statistico personale.

La stretta su Rozier nel finale ha mostrato che Charlotte fatica con altri uomini a segnar punti mentre i Pels hanno prodotto 24 punti con Bledsoe (11 assist anche), 18 con Hayes, 17 per James Johnson, 13 a testa per la coppia Alexander-Walker – Marshall e 12 con Lonzo Ball.

L’ex Hernangomez da la dimensione di come i suoi 9 punti e soprattutto i 16 rimbalzi siano l’assurdo della controparte: una squadra incapace di difendersi che ha finito sotto negli OREB con un 11-16…

I Bulls accorciano vincendo facilmente a Detroit ma i Wizards sono sempre più vicini e tra un infortunio e la stanchezza, la pur sorprendente stagione degli Hornets si sta rovinando in un finale amaro.

Quattro partite alla fine e un destino che sulla carta è ancora in mano alla squadra di Borrego ma che pare in realtà essere più condizionato dalle vicissitudini dai team interessati alla lotta play-in.

Nella notte Miami ha prevalso su Boston ma gli Hornets potrebbero anche non ritrovarsi più ottavi alla fine della regular season con la mazzata di Bridges positivo al Covid-19 e il non rientro di Hayward.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla e canestro Pelicans immediati con la tripla dall’angolo destro assistita di Marshall.

Dopo un turno a vuoto per parte e un errore al tiro di P.J. ecco che sulla second chance Ball perveniva al pareggio con la bomba dalla destra quindi da un bad pass di McDaniels ecco Johnson finalizzare in transizione prima del brillante pareggio di Rozier dal pitturato.

Le squadre commettevano alcuni errori da sotto ma Marshall in drive dalla sinistra con appoggio e Bledsoe d tre punti facevano scattare gli ospiti sul raddoppio.

A 7:28 gli Hornets andavano in time-out dopo aver subito due punti (goaltending) dell’ex Willy Hernangomez per il 5-12.

Charlotte cercava di correggere il 2/12 al tiro ma Willy stoppava Ball e dall’altra parte Bledsoe otteneva un two and one con fallo di P.J. per il 5-15.

P.J. sbagliava ancora ma la drive con esitazione di Rozier chiudeva le difficoltà offensive dei Calabroni che rollavano con la stoppata di Biz su Marshall, e tre difese di Ball che davano il là alla tripla di Caleb Martin, ai due punti di P.J. con annesso time-out Pelicans e al floater di Zeller per il 14-15.

Willy da rimbalzo offensivo segnava due punti da sotto ma Rozier scavalcava la difesa Pelicans sorprendendola prima del rientro con Zeller abile ad agganciare e a inchiodare a una mano.

Bledsoe diveniva il terminale offensivo preferito dei Pels segnando subito il +3, Willy accompagnava per il +5 dei rossi ma Rozier dal mid range destro e il fing and roll di Zeller con and one a 3:21 riportava il bilancio dei punti in parità: 21 per parte.

Bledsoe spareggiava la partita da oltre l’arco e poi infilava un pull-up su McDaniels che si rifaceva schiacciando pesantemente in put-back dunk.

Anche sull’altro fronte il fast reverse di Hayes era eccitante come la dunk del nostro numero 6, in più arrivava la chiamata per il fallo di Zeller in chiusura e and one puntuale a 1:18.

Un “fuck” urlato di Gabriel dopo il fallo su Zeller a :58.2 era scusato dal commentatore di Charlotte mentre Zeller mandava a bersaglio i due liberi (25-29) ma i Pels pescavano 2 punti con Hayes che stoppava anche Monk mentre un lunghissimo tre di Alexander-Walker dalla propria metà campo allo scadere entrava incredibilmente in retina dando il 25-34 alla squadra della Louisiana.

Terry Rozier e il career-high da 43 punti non basta a Charlotte. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Charlotte conscia dell’importanza della partita ripartiva bene con due punti di Ball seguiti da un lungo jumper di Monk e nonostante Gabriel stoppasse Ball, Zeller mancasse una schiacciata in solitaria e la squadra di Borrego fosse colpita da Alexander-Walker per il 29-36, usciva dal momento negativo con Ball in runner, la stoppata di peso di McDaniels su Iwundu e la tripla di Ball dalla destra per il 34-36.

Un altro colpo di Alexander-Walker, questa volta da oltre l’arco scavava la cinquina di svantaggio ma una mano la dava Zeller in schiacciata oltre al rientrante Rozier che sbagliava la tripla ma andando a prendere un rimbalzone caduto nella terra di mezzo seguiva finendo con un fing and roll oltre il difensore in chiusura per il 38-39.

Alexander-Walker regalava a Hayes un canestro ravvicinato quindi Wanamaker ai liberi realizzava un 2/2 a 7:16, Lonzo segnava il suo canestro da oltre l’arco nonostante un primo tempo avaro ma Terry realizzava un lungo due dalla destra andando a infuocarsi.

I Pellicani resistevano con un two and one di un Hayes devastante (fallo di Caleb) ma da un foul di Lewis Jr. e altri due FT conquistati da Rozier arrivava il trampolino per il sorpasso sul 44-45.

Dal TO di Lewis Jr. (piede oltre la linea laterale in partenza contro Biz) eco la possibilità per Rozier di segnare un altro due punti: 46-45.

L’arcobaleno in corsa di Lewis su Biz funzionava ma la tripla di P.J. a 5:04 e quella di Rozier dalla sinistra rivoltavano la partita che per inerzia passava nelle mani dei calabroni giunti sul 52-47.

Proteste veementi di Van Gundy e tecnico a Iwundu per l’azione precedente con Rozier alla realizzazione in lunetta a 4:38 ma il numero tre non si arrestava lì segnando dalla destra lo stesso numero di punti cucito sulla maglia oltre il close-out di Lonzo.

Time-out di Van Gundy a 3:53, canestro di Marshall nel pitturato ma Biz stoppava l’ex Willy e ball da sotto faceva girare lentamente la palla sul cerchio per vederla entrare, punto numero 60 per Charlotte.

Un cambio di direzione repentino sul palleggio da parte di Rozier era aiutato dallo schermo di Biz per allontanare il percorso del difensori: 3 facili per Rozier che prendeva una paura realizzativa vedendo P.J. segnare in mischia il 65-51.

Johnson e Willy davano una spinta alla squadra ospite ma Wanamaker ai liberi a :33.3 infilava il 67-53, tuttavia ancora una volta i Pels chiudevano casualmente e meglio il quarto con una tripla di Johnson al vetro non esattamente così immaginata e nonostante la stoppata di Biz su Bledsoe nel finale fosse netta, ecco che sul proseguo Willy a :02.7 recuperava due FT segnandone uno per il ritocco finale sul 67-57 in un quarto che diceva bene ai Calabroni capaci di realizzare 42 punti con un primo tempo da 24 pt. di Rozier.

3° quarto:

Partenza a suon di triple quella del terzo quarto con Bledsoe e Rozier a portare il risultato sul 70-60,

quindi un coast to coast di Johnson si chiudeva con due FT per il lungo incapace però di apportare punti al suo team (3/7 per i Pels) mentre P.J. schiacciava aggressivamente sullo stesso Johnson ma Bledsoe tuttavia trovava un casual 2 point a 10:10 con and one, anch’esso mancato ma dal quale sorgeva il rimbalzo di Johnson che finiva per realizzare in reverse.

Un floater di Ball più and one era contagioso perché ancora una volta dalla lunetta non si ricavava nulla ma il 74-64 era abbastanza tranquillizzante invece si svegliava Lonzo che con due triple consecutive anticipava il canestro di Marshall in transizione per il 74-72.

Teardrop di Ball per il +4ma Marshall tentando la schiacciata era intercettato da Ball che toccava palla e tabella, la sfera finiva dentro e il polso tumefatto sul vetro.

LaMelo accusava dolore e di lì a poco era costretto a uscire preoccupando i fan.

Bledsoe mancava il sorpasso mentre Rozier in stretto crossover appoggiava l’80-76.

Un plastico fade-away di Bledsoe portava all’and one del -1 (80-79) ma Charlotte tentava il riallungo con la tripla di P.J. mentre dal doppio confronto Hernangomez/Zeller, Cody usciva vincente su ambo i fronti portando sull’85-789 il game.

Bledsoe andando ancora in lunetta metteva un 2/3 al quale replicava Monk con una deep 3 frontale facendo raggiungere alla squadra di MJ il +7 (88-81).

Dalla drive di Monk a 3:56 colpiva dall’angolo Terry Rozier per il 91-82 in un quarto che vedeva Alexander-Walker alla tripla per il 91-87 e qualche errore arbitrale come la palla di Iwundu considerata out mentre in realtà il giocatore l’aveva rilasciata prima di uscire dal campo portavano a un finale con due errori dalla lunetta di Bledsoe e a una tripla di un Rozier on-fire per il 96-89.

4° quarto:

Alexander-Walker accorciava subito il divario ma a 10:14 Iwundu lanciava palla su un arbitro da terra, secondo tecnico ed espulsione sul 97-91, più un vantaggio per Van Gundy che altro…

Una tripla di Johnson allo scadere dei 24 dall’angolo sinistro oltre Ball in chiusura laterale riportava a un possesso NOLA che pareggiava a 8:54 andando in vantaggio a 8:35 con Hayes servito involontariamente dal tap-out di Biz.

½ ai liberi dopo il fallo di Caleb in tentativo di rimonta in stoppata fallosa (finita sotto inchiesta) ma c’era tempo ancora per Rozier di realizzare dal pitturato.

Passi di Allergizzando sulla difesa di Caleb, steal difficile di Wanamaker in uno contro uno vs Johnson in area, sembrava che la partita si potesse mettere bene, invece un tap-in di Johnson restituiva il vantaggio al team della Big Easy con Borrego in time-out a 6.41.

La stoppata di Hayes sull’entrata di Rozier e la tripla di Lonzo mettevano in crisi Charlotte ripiombata sul -4 e l’apporto di Monk con il fallo in sfondamento era dannoso oltre all’1/8 di quarto dal campo.

Lonzo sfondava su Zeller ma lo stesso centro in bianco splittava due FT a 4:49 e sebbene uno scoop al vetro di Rozier valesse il -1 e sull’azione successiva Caleb Martin da una rimessa dal fondo con 6 secondi per il Team di Van Gundy toccasse prima palla e poi stoppasse ai 24 Johnson in angolo, un’entrata di Johnson era premiata con il fallo e due FT per il lungo.

Personalmente non sono d’accordo sulla scelta della terna ma l’1/2 dava fiducia per il recupero e così era perché in stile Paul/Chandler, ball lanciava P.J. in alley-oop appeso per il 105 pari.

Penetrazione di Alexander-Walker per un’altra finalizzazione di Johnson e runner lungo di Ball in uscita dal blocco di Zeller per il pari a quota 107.

Lonzo trovava Hayes pronto all’appoggio volante mentre l’incursione di LaMelo era fatale a Charlotte che guadagnava due FT ma vedeva la propria rising star commettere due gravi errori in lunetta.

Dopo un po’ di trambusto finiva per segnare dal pitturato Hayes a :21.3.

Rozier, marcatissimo, dalla rimessa riceveva indirettamente e forzando da tre non arrivava al ferro.

Fallo di Ball su Alexander-Walker: ½ e +5 Pelicans a :05.2 con assenza di time-out in casa Hornets.

La corsa disperata con tiro da tre cadendo in avanti di Rozier serviva solo a superare il record personale di punti, 43 ma amarissimi per una sconfitta pesante in ottica play-in.

LaMelo Ball: 6

22 pt. (10/19), 4 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, -7 in +/-. 5 TO. 0/3 FT. Gioca una partita dal polso tumefatto e come cantava De Gregori: “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore”… lui ne sbaglia tre, due in un momento fatale ma se un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia allora in condizioni buone dovrebbe essere un ottimo giocatore. Lo si vede comunque attaccare il pitturato come dovrebbe fare. Inizialmente prende qualche stoppata ma poi va spesso a bersaglio anche con i suoi runner, uno nel finale così come regala un alley-oop a P.J. Washington. Sfortunato nel tentativo di recupero sul fratello al quale tocca palla ma sul tuffo va a travolgerlo. Un paio di buone triple iniziali poi quando tentando di stoppare Marshall va a sbattere sul plexiglass e il polso si fa sentire, perde un po’ la forza sulla mano e gioca come meglio può ottimizzare per lui e per la squadra.

Terry Rozier: 7,5

43 pt. (16/26), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +3 in +/-. 3 TO. Career-high con un secondo quarto da urlo per Terry a cui entra quasi tutto e bombarda da tre finendo con un 7/11 notevole compresa la tripla allo scadere che gli permette di superare il precedente massimo in carriera fermo a 42. La cosa triste è che se non basta questo Rozier, chiuso in raddoppio nel finale dai Pels a volte oltre il limite della legalità, è troppo facile battere gli Hornets se i pochi scorer rimasti in squadra come Monk fanno cilecca. Terry comunque prende responsabilità e tiri e quando gioca in difesa spesso fa cose buone facendo sbagliare Bledsoe un paio di volte e compiendo un close-out perfetto su Gabriel che lo spinge e così recupera un TO. Manca il tiro impossibile nel finale ma che si vuole più di così da un giocatore arrivato d Boston dalla bench?

Jalen McDaniels: 5

2 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 1 stoppata, -23 in +/-. 1 TO in 14:51. Non tiene Bledsoe inizialmente, non ce la fa in generale anche se la stoppata su Iwundu e la put-back dunk sono da highlight il -23 è eloquente. 1/5 al tiro da ala titolare. Dura poco sul parquet, credo a causa di qualche problema oltre che a una serata pessima.

P.J. Washington: 6

14 pt. (6/16), 12 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +7 in +/-. 2 TO. Parte male sbagliando da sotto poi si riprende e segna spesso come in alley-oop nel finale anche se una sua entrata viene bloccata facilmente da Hayes sempre nei momenti decisivi. Peccato anche per la tripla mancata nel finale ma almeno a rimbalzo da qualcosa.

Bismack Biyombo: 5

0 pt. (0/2), 8 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate, -10 in +/-. 3 TO in 25:32. Nessun punto, nessun libero conquistato, zero iniziativa offensiva tanto che nel finale Borrego tra un libero o un time-out e l’altro lo fa entrare e uscire dal campo sostituendolo con Zeller quando bisogna attaccare. Tre stoppate buonissime e nette nel primo tempo ma poi basta. Sul canestro decisivo di Hayes come il solito va fuori tempo abboccando alla finta.

Brad Wanamaker: 6

4 pt. (0/2), 2 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +13 in +/- in 23:25. Due errori al tiro ma 4 liberi buoni. Esperienza e assist più una steal su Johnson non semplice. Un fallo nel finale che regala liberi agli avversari ma un buon +13 in plus/minus.

Caleb Martin: 6

3 pt. (1/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate, +4 in +/- in 22:43. Alcune buone difese, altre per questioni di cm o inesperienza meno. Costringe Alexander-Walker ai passi e poi va in stoppata in angolo su James Johnson dopo aver già toccato palla sull’azione. Peccato che al tiro faccia peggio di McDaniels.

Cody Zeller: 6,5

17 pt. (6/9), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +5 in +/-. 2 TO in 22:07. Buona partita a livello offensivo, meno in tenuta in difesa anche se si fa vedere in un doppio duello ravvicinato contro l’ex Hernangomez nel quale usa il fisico per uscir vincitore. Lotta e da qualcosina al pacchetto lunghi di Charlotte ma non è abbastanza.

Malik Monk: 4,5

5 pt. (2/10), 1 rimbalzo, 4 assist, -2 in +/-. 1 TO in 22:03. La serataccia di Monk costa la partita. Manca alcuni open e a parte gli assist (bello il lungo-linea in angolo sinistro per Rozier) combina poco a parte un deep 3 frontale.

Coach James Borrego: 6

Charlotte perde inusualmente nel crunch time tradita dal tiro e dagli episodi ma soprattutto dall’atavico problema dell’impossibile sistemazione del pitturato. Lì Hayes infila 4 punti fondamentali. Prova a organizzare schemi ma la squadra è al minimo e ora le ultime 4 partite saranno durissime dopo la L di stanotte.

Voti Pelicans: Lonzo Ball: 6, E. Bledsoe: 7, J. Johnson: 6,5, N. Marshall: 6, W. Hernangomez: 7, Alexander-Walker: 7, W. Gabriel: 5,5, J. Hayes: 7,5, K. Lewis Jr.: 5, W. Iwundu: 4. Van Gundy: 6.

https://www.youtube.com/watch?v=9FVK_RTveDk

Matchup key Vs Pelicans

Matchup key game 68 (a cura di Igor F.)

LaMelo Ball Vs Lonzo Ball

Forse Pellicani e Calabroni non sono considerati due animali da battaglia aggressivi ma sicuramente sanno farsi rispettare.

Il fato ha voluto che lo scontro fratricida tra di esse e i Ball avvenisse in un momento fatale per i due team.

I Pelicans sono in una situazione disperata poiché qualche L al fotofinish li ha portati in undicesima posizione con un record di 30-37 mentre gli Hornets girano su un 33-34 sebbene siano alle prese con alcune assenze fondamentali.

Gli Hornets per essere sicuri dei play-in, i Pellicani per cercare di ridurre lo svantaggio sugli Speroni, decimi.

Possibili svantaggi:

I Pelicans potrebbero avere numerose defezioni in nottata ma la scadente prestazione offerta da Lonzo Ball nella partita d’andata difficilmente sarà ripetibile.

Sicuramente, nonostante la fratellanza con LaMelo, vorrà ben figurare prendendo in mano la squadra in un momento cruciale anche se le speranze play-in dei Pels sono al lumicino.

A parte il veterano Bledsoe al quale sarà comunque opposto un Rozier che difficilmente concederà vantaggi, attenzione a Jaxson Hayes dalla panchina, 19 pt., 8 rimbalzi e 3 stoppate contro Philadelphia.

Se il nome magari non c’è, la sostanza sì e qui Charlotte dovrà essere brava a non sottovalutarlo.

Possibili vantaggi:

Mentre Adams, Ingram e Alexander-Walker sono in dubbio per la partita della notte la buona anche se triste notizia è che Zion Williamson non ci sarà per i Pelicans a causa di un anulare fratturato.

Un vantaggio non da poco per una squadra che fatica diabolicamente a contenere i lunghi avversari di livello e a prendere i rimbalzi difensivi.

Borrego vede Bismack Biyombo come un uomo importante in grado di fornire beni immateriali: “È stato un leader fantastico in questa squadra. Un veterano su cui possiamo davvero contare”, peccato che sul parquet raramente sia in grado di contrastare avversari più forti di lui.

I Pelicans hanno perso diverse partite sul filo dopo aver combattuto egregiamente ma qualcosa non va nei momenti decisivi e Charlotte che spesso durante l’annata si è rivelata all’opposto, potrebbe approfittare di queste due propensioni diametralmente inverse.

Sulla partita persa 107-109 a Phila, Stan Van Gundy, coach di NOLA ha detto: “Non siamo stati in grado di chiudere queste partite e vincere queste partite. Siamo una squadra che è andata vicina. Sono sicuro che (i giocatori) faranno grandi sforzi nelle prossime cinque partite”.

Insomma, Van Gundy promette di non mollare e questo sarà un mind game, una di quelle partite nelle quali la forza mentale, fisica e gli episodi potrebbero giocare e giovare in favore dell’una o dell’altra squadra.

All’andata il game premiò i Calabroni in rimonta da 18 punti, il massimo comeback ottenuto quest’anno e LaMelo Ball (0/9 nelle ultime due partite da tre punti) ha dimostrato di non soffrire la presenza del fratello dovendo dimostrare ancora tutto nella NBA nonostante la sua prima buona annata.

Arrivare al cerchio o vicino con i floater di LaMelo Ball (grazie ai blocchi dei lunghi) potrebbe essere ancora una buona soluzione per la squadra di Borrego se i big sotto canestro dei Pels non ci saranno.

“Enemy” vintage

Dalla rivista ufficiale NBA di pochi anni fa ecco una presentazione di New Orleans in una stagione non molto fortunata ai tempi di Anthony Davis.

Game 67 – Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 122-112

Intro

L’assenza di senso pervade gran parte della nostra società, talmente malata da non accorgersene.

Dalle relazioni interpersonali a surrogati più o meno leciti con i quali si tenta di far scorrere momenti noiosi, grigi o tristi, in un impossibile mondo, l’ossimoro è che tutto sembra solo decostruire ciò che si costruisce ogni giorno e per rifarmi al pezzo antecedente di Donnie Darko, non stiamo parlando di quel tipo di distruzione entropica legata alla creatività, fonte necessaria per idee e spazi.

Il caos di Charlotte è dettato da altri fattori.

Togliete l’esperienza di Hayward, la grinta di Bridges oltre – in tono minore – lo scudo di Cody Martin e “l’imprevedibilità” di Graham e avrete una squadra senza senso precipitata nel nichilismo.

La disconnessione tra i reparti nelle due fasi e la mancanza di cattiveria sotto le plance hanno amplificato i problemi strutturali di una squadra che ha mascherato i suoi problemi con vittorie sul filo e qualche prestazione degna di nota durante l’anno ma che ultimamente è ripiombata nel gorgo dell’incapacità e della mancanza della voglia di vincere.

La sconfitta con i Bulls fa il paio con quella subita a New York ma ci si potrebbe rifare anche a quella d’inizio anno contro i Grizzlies.

Una squadra che, nel giro di poco tempo ha subito qualche brutto colpo e pare ora senza spirito.

Mancano sei partite alla fine per una squadra che mi ha costretto a rifare più volte i conti sui pronostici viste le assenze facendomi capire che è inutile farsi calcoli per delle variabili imprevedibili per quanto possa essere un esercizio divertente.

E mentre qui, da dove scrivo, si addensano oscure nubi, dando un’occhiata al calendario, ecco spuntare nella notte l’unica partita veramente alla portata rimasta a questa squadra.

I Magic hanno una lista infortunati più lunga delle code al supermercato durante il primo periodo Covid-19 e gli Hornets, nonostante il back to back sperano di approfittare di un team smantellato e rimaneggiato.

Dopo questa partita, un salto nel buio: il derby, le corazzate DEN e LAC da affrontare e le due incognite a New York e Washington.

Non basterà certamente la sola eventuale vittoria contro i Magic.

Gli Hornets, dopo – per certi versi – una buona stagione, stanno deludendo e sono a rischio per l’ottava piazza, incalzata da Pacers e Wizards che si scontreranno nella prossima sfida per decidere chi in questo finale sarà l’anti-Hornets.

Di buono c’è solamente il fatto che in un eventuale arrivo a due contro queste squadre, i Calabroni deterranno il vantaggio visto il tie-break.

Questa partita, per essere sinceri, in pieno stile nichilistico, non suscita particolari emozioni ma pone su uno dei due piatti della bilancia una vittoria che per gli Hornets avrebbe un peso specifico differente e che tuttavia sarà da conquistare perché come abbiamo visto contro Pistons e Bulls, le altre squadre non regalano nulla anche se non hanno nulla più da chiedere dalla stagione.

Analisi

Gli Hornets compiono la loro missione.

Battere gli Orlando Magic in ricostruzione e con tanti infortunati.

Niente di eccezionale ma una vittoria utile anche perché vincono Miami e Chicago su Boston mentre i Pelicans, prossimi avversari, cedono di due punti a Philadelphia senza Zion.

Nonostante i Magic chiudano sul +2 il primo tempo, bastano le iniziative di Ball al ferro e i tiri di Rozier nel secondo tempo per aver ragione della squadra affidata all’ex Clifford.

Per gli uomini in vioa questa volta una buona mano questa volta arriva dal pacchetto frontcourt, compreso Biyombo.

Il quintetto iniziale funziona bene in relazione alla pochezza (senza offesa) di questi Magic così con difese fatiscenti ecco che il 48,9% FG contro il 41,8% (quando gli Hornets hanno deciso di chiudere il pitturato) avversario vale molto.

Il tiro da fuori ha funzionato poco: 27,3% per Charlotte e 30,0% per i Magic ma dal 60-58 a rimbalzo e dal 68-62 del pitturato i Calabroni hanno ricavato un piccolo vantaggio che compensa il7-18 subito nei fast break.

Decisivi anche gli assist con un 28-20 utile a trovare più canestri facili.

Nella schiera dei Magic l’ex Bacon ha finito con 26 punti, il prodotto North Carolina Cole Anthony ne ha infilati 22 mentre R.J. Hampton ha chiuso con 16.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Salto a due con palla recuperata dagli Hornets grazie a quel tanto ce bastava dalla deviazione di Biyombo e partenza sparata per i purple che segnavano a 11:42 con una tripla di Rozier fuori equilibrio alla quale seguiva l’altra granata esplosiva di P.J. Washington a 11:07 per il 6-0.

Orlando rispondeva con il crossover di Harris sul lento Biyombo uscito troppo dal suo range e con la tripla dell’ex Bacon per il 6-5.

I Calabroni mantenevano il comando allungando con un altro tiro pesante uscito dai polpastrelli di P.J. e anche se Anthony in area realizzava un fade-away, il two ad one di Rozier a 8:07 consegnava il 12-7 ai Calabroni.

Bacon rispondeva ma una dunk assistita (Rozier little pass) di Biyombo ripristinava il +5.

Era ancora Bacon a segnare due punti e con l’attacco stagnante, a 6:00 esatti, Borrego chiamava un time-out.

14 secondi più tardi P.J. in lunetta splittava e così Harris con un runner hook ai 24 avvicinava i Magic sino al -1 (15-14).

Il primo sorpasso Magic avveniva a 4:02 con Hampton, avvisaglie del problema di fine quarto ma per il momento con P.J. ancora sul parquet ecco arrivare la terza conclusione personale pesante per il sorpasso.

Il controsorpasso ospite arrivava per mano di Harris a 3:36 con la tripla dalla diagonale sinistra ma Rozier in entrata segnava in caduta per evitare la stoppata (20-19).

L’ex coach Clifford si arrabbiava per un possibile fallo su Hampton che portava facilmente Wanamaker a segnare in transizione il +3.

I canestri di Mo Wagner e Hampton portavano Borrego a chiedere un altro break a 1:41 ma i Magic scappavano sul 24-29 prima che LaMelo uscendo da un blocco segnasse un floater.

Il problema sulla velocità di Hampton resisteva anche a fine quarto quando il suo appoggio su due difensori a un centesimo di secondo rimasto riportava a +5 il divario (26-31).

Rozier – nel cuore della difesa Magic – tenta l’appoggio. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

La difesa degli Hornets continuava a essere inesistente così anche Randle nel pitturato arrivava per un reverse vincente mentre la drive di Ball finiva con la jam di McDaniels in taglio back-door.

McDaniels metteva insieme anche una buona difesa e un appoggio in allungo dopo l’arresto ma dalla lunetta Randle siglava i liberi per il 30-35.

Era ancora McDaniels a 9:59 a provvedere all’attacco dei Calabroni realizzando altri due punti mentre sull’attacco seguente Rozier scartava un altro cioccolatino per la jam di Biyombo che si opponeva bene a Wagner in difesa per poi realizzare la terza dunk assassina su invito verticale di McDaniels.

Randle dalla diagonale colpiva da oltre l’arco quindi a 8:08 un fallo su Biz portava il centro a splittare trovando il 37-38.

La partita non sembrava facile ma dopo l’ennesima incursione dei Magic conclusa con un piazzato di Hampton, Monk trovava da second chance (rimbalzo di Biz su errore di Rozier) la bomba del pari (40-40) dalla diagonale sinistra.

Le squadre rimanevano molto vicine finché un 2/2 ai liberi di Bacon (2:40) riusciva a separare le squadre di 6 punti (47-53).

La fortuna di Charlotte arrivava grazie a un close-out un po’ ingenuo di Brazdeikis, il quale, toccando Caleb Martin impegnato in un non semplice tiro da tre dall’angolo sinistro, mandava in lunetta il numero 10.

3/3 e divario dimezzato.

Gli Hornets passavano avanti con la serpentina di ball che uscendo ancora dal blocco di Biz sul gioco pick and roll, alzava il floater del 56-55.

Nel finale piovevano tiri liberi, in particolare quelli di Anthony servivano a far tornare in vantaggio i bianchi gessati ma Ball con un arcobaleno su Bamba mostrava come stesse entrando bene in partita nel secondo quarto.

Il 60-61 era ritoccato da Randle ai liberi a un secondo dalla fine.

Si entrava così negli spogliatoi sul 60-62.

3° quarto:

Ci metteva 17 secondi la ripresa per interrompersi con altri due FT.

Questa volta era Bacon a batterli splittandoli.

McDaniels mancava il pari ma Biz recuperava il rimbalzo mentre Rozier forniva l’assist a McDaniels per l’alley-oop.

Bacon andava a metter la palla oltre P.J. mentre sull’altro fronte il congolese raccattava un altro rimbalzo offensivo per chiudere in schiacciata sugli sviluppi dell’azione.

Anthony infilava la tripla del 64-68 ma Ball recuperava dal paint 2 punti.

Tripla di Anthony, schiacciata di P.J. a 9:05 e hook dello stesso Washington: 72-73.

Gli Hornets pronti al sorpasso si salvavano da un altro tentativo da fuori di Anthony per poi passare in vantaggio (74-73) con un’entrata diagonale di Ball, il quale scavalcava il blocco di P.J. in area non trovando valide resistenze sul lato destro del ferro.

A 6:53 LaMelo trovava in corsa Rozier per una tripla che dava il +4 a Charlotte.

Era ancora presto per la fuga perché una bombarda di Harris a segno valeva l’81-83 con i Magic che tuttavia incassavano un catch n’shoot arcobaleno di P.J. oltre la difesa di Brazdeikis (84-83).

A 3:06 l’agilità di Rozier sulla baseline sinistra lo portava a segnare da vicino nonostante l’opposizione difensiva quindi due liberi di Wanamaker e 2 pt. di Hampton alzavano il punteggio sull’88-85.

Un bound pass verticale di Wanamaker per Zeller era sfruttato dal centro bianco così come il tiro da tre di Randle finiva in retina prima del left hand di ball che donando il 92-88 agli Hornets cominciava a scavare un solco anche perché una sua altra iniziativa, pur contrastata al tiro, valeva il 94-89 prima del temine della terza frazione.

4° quarto:

Zeller, segnava due punti, Hampton uno ai liberi (96-90), Ball imitava il rookie di Orlando mentre Wagner in plastica dunk anticipava il brand di serata di Ball, la penetrazione in mezzo alla difesa per due punti al ferro.

Gli Hornets prendevano vantaggio ma a portare in doppia cifra il gap di Orlando era la tripla di Rozier a 8:27, un +10 che rimaneva più o meno al riparo dai tentativi un po’ mosci degli avversari anche se Anthony piazzava una dunk aggressiva su Biyombo per il 104-98.

Floater di Rozier, arresto e tiro dal mid range per Anthony ancora sul numero 8: 106-100.

Nel finale Biz stoppava Anthony e P.J. in transizione correggeva in appoggio l’errore di McDaniels per il 110-101.

Un FT e una stoppata di Bamba su Rozier erano troppo poco per le speranze della squadra della Florida anche perché la tripla dalla mattonella di McDaniels (angolo sinistro) entrava dando il 114-102 a Charlotte.

Nel finale Biz stoppava Bacon che si rifaceva subito dopo e Rozier allungava dalla lunetta fino al 122-112.

LaMelo Ball: 7,5

27 pt. (11/22), 6 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, +7 in +/-. 4 TO. Partenza non brillante. Lo si inizia veder prender fiducia nel secondo quarto, poi le scorribande usando il blocco o meno si susseguono portando tanti punti che aiutano a divider la partita. Una bella rubata, peccato che Harris scelga di mandarlo in lunetta con il fallo, avrebbe forse potuto segnare anche l’and one ma raddrizza una serata storta al tiro da fuori (0/7) con attacchi verticali al ferro molto efficaci. Meno assist ma di qualità con il no look pass nel sangue.

Terry Rozier: 7,5

28 pt. (9/20), 5 rimbalzi, 6 assist, +16 in +/-. 1 TO. Punti importanti per Rozier anche se il 3/11 da tre punti non è fantastico (apre con una bomba fuori equilibrio dalla sinistra a segno), piovono un paio di triple nei momenti giusti. Buon secondo tempo con canestri importanti nell’ultima frazione e omaggio dei liberi finali da parte Magic. Aveva di media 14 punti nelle ultime tre partite, li ha raddoppiati. La mentalità c’è. Serve ritrovare solo più fiducia sul tiro da fuori e se i compagni sapranno servirlo nel modo giusto come questa sera ha fatto Ball in un’occasione, i suoi catch n’shoot potrebbero tornare a esse pesanti.

Jalen McDaniels: 7

13 pt. (5/11), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata, +10 in +/-. 1 TO. Nella pochezza dei Magic in serata fa una bella figura anche lui che lo si vede tenere a volte anche in difesa. Riesce a essere un buon comprimario nei punti e utile a rimbalzo.

P.J. Washington: 7,5

23 pt. (8/14), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +11 in +/-. 2 TO. 4/6 da tre con una tripla arcobaleno notevole oltre il close-out di Brazdeikis. Corregge a rimorchio un errore di McDaniels. Forse nel primo tempo alterna una difesa un po’ morbida su Bacon ma per stasera fa il suo prendendo alcuni buoni rimbalzi difensivi.

Bismack Biyombo: 7,5

11 pt. (5/5), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +8 in +/-. Doppia doppia per Biyombo che inizialmente Rozier usa come terminale per scaricare dalle drive mentre poi è McDaniels a trovarlo con un passaggio verticale. Si permette il lusso di una reverse perché lì sotto questi Magic a parte Bamba non hanno granché. Nel minuto finale dice no a Bacon. Qualche buona difesa alternata ad altre meno prolifiche come la schiacciata di Anthony o il fade-away. I rimbalzi offensivi consentono a Charlotte di avere alcune second chance importanti tramutate in punti.

Caleb Martin: 6,5

3 pt. (0/3), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, +1 in +/- in 22:01. Segna tre liberi importanti che riducono il divario da -6 a -3, sbaglia tutto al tiro ma almeno non esagera e gioca più per la squadra servendo 5 assist e catturando 4 rimbalzi. Impressionante nel secondo tempo quando ne coglie uno offensivo e pure sbilanciato dalla spinta sull’anca mentre è ancora in volo riesce a scendere con la sfera saldamente in mano.

Malik Monk: 5,5

3 pt. (1/4), -5 in +/- in 9:11. Una tripla sulle quattro tentate. Resiste il primo tempo poi scompare mentre appare la notizia del suo infortunio alla caviglia. Recidivo, speriamo possa rientrare presto anche se la serata è tutta al tiro e non è prolifica.

Brad Wanamaker: 6,5

6 pt. (2/4), 1 rimbalzo, 5 assist, rubate, 0 in +/-. 2 TO in 20:35. Esperienza e assist più un two and one resistendo al fallo di Anthony. Tiene bene anche se commette due TO.

Cody Zeller: 6,5

8 pt. (3/7), 7 rimbalzi, +2 in +/-. 1 TO in 16:02. Punti di rottura e rimbalzi. Un Cody lottatore old style che non ha grandissimi problemi contro questi lunghi.

Coach James Borrego: 6,5

Dopo il primo tempo chiuso in svantaggio la squadra fa girar più palla o crea buon situazioni per Ball ma soprattutto si ricorda di difendere e si sfanga questo scoglio. Una vittoria per la partecipazione certa ai play-in. Cerchiamo di prenderla subito prima che le cose si facciano complicate.

Game 66 – Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 99-120

Binari paralleli e uno scambio che gli Hornets aspettano per tornare sulla giusta via.

Intro

Probabilmente molti adulti smettono di farsi quelle domande sul senso della vita che emergono da adolescenti.

Il senso della vita viene così piano piano sostituito dall’emergenza dell’oggi, ossia i bisogni pratici che il nostro corpo fisico richiede.

Seguendo questa routine i giorni si ripetono, spesso molto simili.

Un lavoro, magari una famiglia, gli hobby e le vacanze.

Ci sembra tutto normale, nascita, ambiente circostante, affetti forse per qualcuno…. ma se fosse tutta un’illusione?

In Donnie Darko si toccano una moltitudine di temi interessanti.

L’originalità di questo capolavoro è aver pensato il protagonista, un adolescente intelligente che viene considerato schizofrenico, al centro di una sorta di allucinazione, un sogno o un buco spazio temporale.

La storia di Donnie, scampato miracolosamente alla caduta di un motore di un aereo (il quale non risulta mancante a nessuna compagnia aerea) che si sfracella dentro la sua stanza solo perché uno strano tizio vestito da coniglio lo salva conducendolo da sonnambulo in un campo da golf, apre a queste tre possibilità oltre a far riflettere su svariati temi come la filosofia, ovvero la demolizione delle immutabili e fragili certezze di adulti che hanno costruito questo mondo fatto di idee e soldi come castelli di cartapesta.

Se non volete che vi sveli il film perché magari non l’avete ancora guardato, se vorrete e avrete tempo, saltate la intro colorata passando oltre mentre vi lascio il link qui sotto insieme a due soundtrack presenti nel film:

https://www.youtube.com/watch?v=4N3N1MlvVc4

Le vicende di Donnie si svolgono teoricamente quindi – per l’apertura momentanea di una falla nel tessuto temporale – in un universo parallelo in 28 giorni, dal 2 ottobre al 30 ottobre.

Questo è circa il tempo di vista rimasto a Donnie (tatuato sul braccio) per svelare in preda alle sue visioni, i misteri che Frank, un uomo mascherato da coniglio alieno gli propone.

Frank l’ha salvato dalla caduta del motore e il suo ascendente porta a richieste piuttosto pericolose per il protagonista che mostra così in preda alle allucinazioni il suo lato oscuro.

Le vicende si snodano fino a quando il gruppetto di quattro ragazzi (Donnie, la fidanzata e due amici) cerca la soluzione dei misteri recandosi nella cantina di “Nonna Morte”, una vicina ex suora, la quale pare abbia anch’essa avuto visioni e sia passata a insegnare scienze nella medesima scuola proprio dopo di esse.

Un suo libro donato da un professore della scuola a Donnie lo convince dell’esistenza di tunnel spazio temporali.

Gretchel, la nuova ragazza di Donnie, unico vero appiglio al quasi solitario mondo di Donnie, muore travolta dall’auto di Frank che arrivando “in soccorso del ragazzo” lo salva dalla morte per mano dei due criminali della scuola, intenzionati a derubare Nonna Morte.

Donnie scosso dall’accaduto e convinto che ciò non sia stato casuale, uccide Frank e il disegno sembra compiersi quando un tornado di nuvole nere si addensa sulla città e Donnie che senza la sua ragione di vita decide di percorrere quel viaggio nel tunnel che probabilmente gli sarà fatale.

Eccolo così, sogno o tunnel spazio temporale ucciso il 2 ottobre 1988 dal motore dell’aereo.

Le interpretazioni date al film sono molteplici e tanti pensano di aver la soluzione esatta ma il regista R. Kelly ha sempre negato ogni possibile interpretazione.

La mia personale idea, che non è la pretesa di dire che sia quella prescelta (ve ne fosse una) dal regista, è quella di pensare che Kelly, attraverso il film abbia voluto presentare l’assurdità della vita e l’evanescenza di quella che noi definiamo realtà attraverso una storia parallela esistente o meno la quale ci riveli che questo mondo non è permanente.

Un non senso visionario che apre a molteplici chiavi di lettura.

Altresì, nello specifico della possibilità teorica in un mondo parallelo mi piace pensare che Donnie abbia scelto di andare il contro al suo ineluttabile destino e sacrificare sé stesso per riportare in vita Gretchel, la ragazza che ama e che nel mondo reale non avrebbe mai potuto conoscere.

Nel finale Gretchel chiede a un bambino, vicino di casa, cosa sia successo nella casa di Donnie e saputo l’accaduto, pur non conoscendosi inizia a incrociare lo sguardo con la madre di Donnie ed è così che le due si salutano come se oniriche e nebbiose reminiscenze collegassero le due in una sorta di comunione/entanglement psichico.

E così dall’assurdità della vita passiamo a quella degli Hornets che dati per morti da tutti a inizio stagione hanno veleggiato in quarta posizione per diverso tempo prima di arrendersi alle numerose defezioni occorse alla squadra che li hanno portati in ottava e incerta piazza.

Quando tutto sembrava andare per il verso giusto con i rientri di Ball e Monk ecco il protocollo Covid-19 per Bridges, gli infortuni di Graham e Cody Martin più il prolungamento in injury list per Hayward.

Di contro i Bulls che avevano fuori le loro star Lavine e Vucevic potrebbero riaverle proprio stanotte nell’ultimo disperato tentativo di vincere una partita per restare in corsa PO che per i Tori appaiono comunque vada il game, un miraggio.

Altre difficoltà supplementari quindi per Charlotte che forse in un universo parallelo avrà più fortuna ma per noi che siamo costretti a vivere in questo, vorremmo una vittoria perché quel sogno che ha una durata più incerta dei 28 giorni rimasti a Donnie (vedi possibili play-in) continuasse.

Analisi

Questo universo tangente dove nulla ti riesce come vorresti continua a essere insoddisfacente per Charlotte che perde la partita per varie ragioni.

La primaria ragione per un’altra delusione è la maggior fisicità degli avversari che li porta a un 54-61 a rimbalzo con un 13-15 negli offensivi convertiti facilmente in due punti da sotto o per triple second chance con un too much Vuc.

La possibilità per Donovan di schierare un centro che sappia anche tirare da fuori ha allargato il campo per gli ospiti utile a portare diversi giocatori in rosso in doppia cifra.

Vucevic ha finito con 29 punti e 14 rimbalzi, White con 12 punti, LaVine con 13, Temple e Theis con 12, P. Williams con 11 e anche Markkanen è giunto a 10 punti.

Troppo per sperare di vincere mostrando una difesa troppo farraginosa con un 35-50 di parziale nel pitturato, ricavato inizialmente anche da fast break che più tardi sono diventati favorevoli agli Hornets (19-13 il ricavato) anche per merito di 1 steal a 10 ma un 7-19 in second chance è stato un fattore determinante.

Arbitraggio scadente con qualche azione sulla quale si può anche recriminare (palesi un fallo su Ball e uno sfondamento non fischiato costatoci 3 punti sul finire del primo tempo) ma ad auto-condannarci concorre anche un 7/18 che fa un 38,8% dalla linea del tiro libero quando Charlotte con il 45,7% è andata meglio dalla linea dei tre punti.

Poca determinazione da parte di qualche elemento e le cifre crude al tiro: 42,2 FG% CHA / 50,5% FG % CHI chiudono il cerchio di una partita che dice una cosa essenzialmente aldilà delle assenze: e se l’anno scorso avevamo vinto 3-1 la serie – anche con una partita rubata nel finale dopo una super prestazione di LaVine – quest’anno la situazione è stata di base differente e lo 0-3 rimediato dice che finché gli Hornets non avranno un centro moderno e completo le partite contro questo tipo di squadre rimarranno proibitive.

Le vittorie di Indiana e Washington riavvicinano a Charlotte i due team più prossimi.

Ci sarà ancora da soffrire per giungere ai PO perché una squadra in queste condizioni può sperare di battere Orlando e poi poco più, giocandosi le partire con Pelicans e Wizards se non saprà ritrovarsi.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Dopo un’inusuale e lungo cambio retine con passaggio di fil di ferro a ritardare l’inizio, la partita in questo universo temporale andava in scena.

Non cambiava molto dalle partite precedenti in avvio poiché gli Hornets, nonostante vincessero la palla a due, fallivano il primo tentativo mentre un reverse di P. Williams si accompagnava all’and one dopo 25 secondi.

Gli Hornets incassavano lo 0/6 di Theis con il tiro da fuori ma Rozier rispondeva dalla destra per il 3-6.

Il pull-up di LaVine oltre McDaniels e l’alzata di Vucevic oltre P.J. segnavano l’ingresso veloce dei Tori in doppia cifra quindi P.J. Washington a 8:58 cercava di non far scappare gli avversari con la bomba del 6-10 ma Charlotte rimaneva friabile subendo una dunk di P. Williams trovato oltre la difesa di Ball e su una palla intercettata un altro fast break si risolveva nella peggior maniera per i teal che incassavano un altro two and one.

Questa volta da parte di White con secondo fallo di P.J. e la situazione si faceva pesante sul 6-15.

Un hook di Biz era seguito da due punti al vetro di Williams a 7:40 e mentre Ball splittava due tiri a 7:00 dalla prima sirena, White da una second chance trovava lo spazio per la tripla del 9-20 a 6:35.

Un fallo su Caleb Martin e altri due FT splittati portava al 10-20 e Rozier in transizione saltava White con l’euro-step segnando il -8 prima di infilare un elbow jumper per il 14-20.

Ripartivano però i Bulls che da sotto con Vucevic segnavano altri due punti recuperati comunque da Zeller che di sinistra metteva dentro su assist di Monk.

Temple segnava una tripla, Monk la respingeva utilizzando la stessa arma (19-25) ma un passaggio diretto a Markkanen sotto trovava scoperta la zona di Charlotte.

Lo stesso finlandese da tre segnava il 19-30 e anche il risultato opponendosi di fisico all’entrata di ball, peccato la terna non vedesse il netto fallo sul play degli Hornets (manata in faccia) così dall’air-ball di LaMelo si passava a una transizione chiusa da Monk per il -9.

Il gap rimaneva alto e si portava sul -12 dopo la tripla di LaVine anche se P.J. a :07.9 rispondeva da fuori e a 4 decimi Satoransky per fallo di Ball splittava ritoccando sul 24-34 il finale dei primi 12 minuti.

2° quarto:

Un TO di McDaniels era rimediato dallo stesso con una stoppata sull’alley-oop di Temple ma un TO di Monk era ancora letale per i Calabroni tagliati dal fast break di Temple.

Monk dalla sinistra con una finta e riposizionamento batteva da tre LaVine poi Theis splittava due FT a 10:25 prima che McDaniels riuscisse a mettere altra benzina per Borrego con la tripla del 30-39 e LaMelo con un altro faticoso ½ dalla lunetta facesse giungere Charlotte sul -8.

Dunk di Theis che si arrangiava al limite su Ball prima di schiacciare e buona risposta di Wanamaker in entrata (31-41) ma la partita diventava frustrante vedendo la squadra faticare in attacco e subire in difesa con i canestri di Vucevic in tap-in, Theis con il rimbalzo offensivo e ancora il montenegrino da fuori a 5:57 per il 33-48.

Un -15 che sembrava avviare la partita su un binario morto ma Rozier in catch n’shoot e Caleb Martin da tre segnavano da oltre l’arco e anche se Vucevic andava a battere Biz e la zona con il tiro da fuori, gli Hornets pescavano un altro tiro vincente da fuori con P.J. Washington in uno contro uno vs Temple per il 42-51 a 4:16.

White faceva saltare avversario e banco con finta e tripla ma un deep 3 notevole di Monk in uno contro uno faceva partire per l’universo tangente della rimonta la partita.

Un’alzata di Vucevic su P.J. era vista dagli arbitri come goaltending mentre a me lasciava qualche dubbio tuttavia P.J., dopo aver velocemente protestato non ci pensava più tornando a segnare con un’altra freccia avvelenata estratta dall’arco oltre l’arco a 2:59.

Buon anticipo in salto di Caleb su Young da segnalare, poi Monk e LaVine da tre punti alzavano il punteggio sul 51-56.

Gli Hornets intensificavano la difesa: un fast break di Rozier portava al -3 con Monk in pull-up 3 a mancare il pari così lo sfondamento di Young su Rozier non visto portava Markkanen a realizzare il 53-59, un -6 che resisteva fino alla seconda sirena.

3° quarto:

Usciti dall’intervallo la partita seguiva la scia del primo tempo nonostante Rozier riuscisse a compiere due steal ma i suoi liberi e i suoi tentativi andavano a vuoto così, beffardamente su un air-ball, la torre Vucevic raccoglieva da sotto al volo correggendo.

Buon movimento di McDaniels per il banker quindi fallo di Ball sulla continuazione di White a 10:35.

Due punti ma errore dalla lunetta che comunque sembrava incidere poco poiché la squadra di Donovan in breve tempo si portava sul +11 dopo una tripla di Vucevic aperta.

Dopo un ½ a 7:28 Bulls e time-out Hornets, P.J. segnava con bravura un up & under per battere l’intervento di due giocatori in stoppata tornando a segnare in determinata schiacciata il 62-72.Un -10 che a 6:06 diventava -8 dopo una buona azione di McDaniels.

Il numero 6 però mancava i liberi, vera tragedia di quarto poiché si arrivava su un 4/11 totale mentre Vuc con qualche difficoltà segnava due punti recuperati dalla tripla di P.J. Washington che segnava il 67-74 e le ultime resistenze di quarto degenerato dopo i due punti di Temple in taglio e altri 3 pt. del centro montenegrino oltre il nostro numero 6.

A 4:32 la schiacciata di Zeller era seguita da un altro errore al libero supplementare, Temple aveva spazio per la tripla dall’angolo per il 69-82 mentre McDaniels pur procurandosi con abilità due FT mancava ancora due FT per Charlotte a 3:24.

Il divario si estendeva ancora fino al -20 siglato da White prima che a 1:28 Wanamaker almeno realizzasse due liberi.

Il finale di quarto però era un 74-96 che lasciava poca fantasia a eventuali miracolosi recuperi.

Caleb Martin schiaccia su Vucevic nel secondo tempo. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Il cunicolo spazio-temporale non è mai stato trovato nella nostra dimensione e la cruda visione material-onirica, nonostante la tripla iniziale di P.J. (la sesta personale) andava materializzandosi anche perché LaVine infilava 5 punti e buonanotte a tutti anche se le squadre si producevano in schiacciate grintose da parte degli Hornets che rispondevano all’alley-oop di Young su McDaniels a fine terzo quarto.

Zeller in corsa, Wanamaker in penetrazione su Theis, Caleb Martin che inceneriva Vucevic e ancora Zeller portavano sull’89-105 la partita ma Satoransky in entrata segnava due punti e Vucevic dalla sinistra in fade-away trovava ancora la costruzione anello/vetro amica.

Dentro la panchina con Riller bravo a mostrare abilità al tiro in un paio d’occasioni ma il finale era 99-120, Bulls ancora in corsa ma giurerei che sarà una vittoria inutile ai fini PO mentre gli Hornets dovranno voltare pagina e affrontare una più abbordabile Orlando in back to back per tentare di agguantare sicuramente i play-in che sarebbero arrivati nella notte con una vittoria e contemporanea sconfitta di Toronto.

LaMelo Ball: 4,5

4 pt. (1/10), 4 rimbalzi, 9 assist, -13 in +/-. 1 TO, 4 PF. Solo per gli assist quel mezzo voto in più ma in una serata orrenda al tiro (a parte il fallo che manca su di lui) lo vedo anche con meno grinta e decisione. In lotta per il premio di rookie dell’anno, finisce con un tremendo 1/10 al tiro. Delusione.

Terry Rozier: 5

12 pt. (5/16), 8 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, -13 in +/-. 2 TO. Non va male nel primo tempo ma nel secondo manca un paio di liberi, scuote la testa e perde confidenza al tiro (oltretutto pare un po’ sfortunato su qualche rimbalzo al ferro), infine, su un possibile cambio lascia libero il tiratore da tre punti che puntualmente infila. La voglia c’è, i punti nel secondo tempo no. Si ferma lì…

Jalen McDaniels: 5

9 pt. (4/10), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate, -29 in +/-. 2 TO. -29 in +/- dice tutto. Jalen si batte anche, da quel punto di vista non manca ma è troppo filiforme e con pochi kg addosso. Diventa un bersaglio battibile anche quando i lunghi battono i suoi generosi close-out. Una barchetta di cartapesta contro vere corazzate. Segna qualche buon punto e ruba 3 palloni ma non compensa.

P.J. Washington: 7,5

24 pt. (9/14), 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, -11 in +/-. -1 TO. Buona serata per P.J. al quale forse viene tolta una stoppata ma si rifà al tiro con un 6/8 da tre punti. Non basta ma almeno mostra di poter essere un’arma offensiva sulla quale contare.

Bismack Biyombo: 5

2 pt. (1/2), 6 rimbalzi, 3 assist, -15 in +/-. 2 TO in 18:20. Limitato. Con lui l’attacco gira male nonostante i 3 assist ma anche la difesa non tiene eccessivamente nonostante i 6 rimbalzi. Gli avversari sono in grado di contenerlo e schierarlo per tentare di contenere Vucevic crea un minus.

Brad Wanamaker: 6

6 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, -11 in +/-. 1 TO. Buoni i liberi e pure l’entrata. Partita nella norma.

Caleb Martin: 6

7 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, -1 in +/-. 2 TO. Lui si batte, ruba un paio di palloni ma il suo limite non è il cielo, è qualche cm in più sopra il canestro laddove andando a rifinire con una mazzata rabbiosa a una mano sopra Vucevic, tenta di dare una scossa alla squadra.

Malik Monk: 7

20 pt. (7/16), 4 rimbalzi, 7 assist, -7 in +/-. 3 TO. Primo tempo con due triple difficili a bersaglio. Ottime anche le sue drive con scarico per i compagni che lo portano a 7 assist. Buona spinta offensiva.

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, -2 in +/- in 1:57. Nulla o quasi da segnalare.

Vernon Carey Jr.: s.v.

0 pt. (0/2), 2 rimbalzi, -2 in +/- in 4:25. Un paio di tiri mancati. Forse vederlo prima…

Cody Zeller: 6,5

11 pt. (5/7), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, +2 in +/-, 1 TO in 18:14. Qualche schiacciata nel finale anche in corsa. Sicuramente avrebbe fatto meglio di Biyombo complessivamente sui due fronti.

Grant Riller: 6,5

4 pt. (2/2), 1 rimbalzo, -2 in +/- in 1:57. Due tiri, due canestri. Buon tiratore che terrei in considerazione…

Nate Darling: s.v.

0 pt. (0/0), -2 in +/- in 1:57. Nulla da dire nel poco tempo in garbage.

Coach James Borrego: 4,5

Secondo me non ha ben presente con chi ha anche fare. Aveva già visto i Bulls schierare un line-up pesante e lui decide di andare con la barchetta di carta McDaniels e l’inutile corazzata Biyombo contro le porterei Vuc e Theis. Lascia scoperto il fianco. Lo spazio di manovra per virare e colpire cannoneggiando si trova anche in serata da oltre l’arco ma nonostante le carenze in organico e quelle dovute agli infortuni, dal mio punto di vista sceglie quintetti inadatti. Dovrebbe riuscire a infonder più grinta in qualcuno visto troppo molle stasera.

Matchup key Vs Bulls

Matchup key game 66 (A cura di Igor F.)

P.J. Washington Vs Nikola Vucevic

Passano da questa sfida i destini dei Calabroni e Tori per i rispettivi tentativi di agguantare i PO senza play-in e di agguantare proprio gli spareggi.

Come un beffardo wormhole arrivato a sconvolgere i piani dei fan di Charlotte ecco che la perdita di Bridges, Cody Martin, Devonte’ Graham oltre il solito Hayward che forse arriverà a giocare gli eventuali spareggi o playoff se ci saranno per gli Hornets, sull’altro fronte pare che il possibile recupero per i Bulls di LaVine e Vucevic possa mettere in difficoltà ulteriore una squadra che dovrà giocare con funesta ira questa e altre sei partite per compensare le perdite tecniche e giungere ai PO.

Possibili svantaggi:

Ovviamente gli eventuali rientri di LaVine e Vucevic costituiranno un problema per una squadra che stenta a contenere centri fisici o di talento, per cui, nonostante un LaVine in uscita dal protocollo Covid-19 e forse ancora non al 100%, il centro montenegrino potrebbe costituire, insieme agli altri lunghi, un problema in termini di punti e rimbalzi.

Difficile trovare qualcosa che possa opporsi a Vuc nel roster degli Hornets, forse un P.J. galvanizzato dalla nascita del figlio potrebbe dare una mano a contenere l’ex Magic.

Coby White sarà il terzo incomodo per una squadra ancora scostante ma che ha potenzialità per fare meglio di come è andata in questa seconda parte di stagione.

I Bulls potrebbero rendersi pericolosi sia dall’arco che nel pitturato.

Costringere LaVine a prendersi tiri difficili o portarlo a entrate rese problematiche potrebbe essere un buon metodo per abbassare le percentuali dei Tori.

Possibili vantaggi:

Gli Hornets pare abbiano un matchup sbilanciato in favore di Chicago in stagione con i Tori avanti 0-2 nella serie.

Se la squadra avrà voglia di rivalsa (detto provocatoriamente dopo la prestazione pessima a Chicago), si potrebbe attingere a energie che portino al TO i Bulls ma servirà un flottare intelligente e sostenibile per non lasciare uno contro uno facili alle star né abbandonare troppo facilmente la copertura della linea dei tre punti.

Rotazioni intelligenti in difesa e un LaMelo Ball che dovrà rispondere alla prestazione di Edwards contro i Grizzlies potrebbero essere due fattori fondamentali con il numero 2 che dovrà cercare anche di smistare assist intelligenti per buone scelte di tiro dei compagni che siano esse ravvicinate o da lontano.

Di certo i Calabroni dovranno mettere intensità – pressing e prendere tiri nelle corde dei vari interpreti.

“Enemy” vintage

Marzo 1982 da Superbasket i Tori pochi anni A.J. (avanti Jordan).

Past battle

CHICAGO, IL – APRIL 8 (1996): Charlotte Hornets head coach Allan Bristow (C) pumps his fists as guards Pete Myers (L), formerly a Chicago Bull, and Kenny Anderson (R) celebrate defeating the Chicago Bulls 98-87 at the United Center 08 April in Chicago while Bulls guard Steve Kerr lies on the floor. The Hornets are the only team to have beat the Bulls at home this year, ending the Bulls record home-winning streak at 44. (Photo credit should read BRIAN BAHR/AFP/Getty Images)

Game 65 – Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 102-99

Intro

“Mi siedo al margine della strada.
Il guidatore cambia la ruota.
Non sono contento di dove vengo.
Non sono contento di dove vado.
Perché guardo il cambio della ruota
con impazienza?”

Bertold Brecht, interessante scrittore e autore teatrale tedesco sintetizza così le proprie esperienze di vita personali.

Brecht nasce da un’agiata famiglia borghese e l’educazione della madre luterana comincia a plasmare certe idee in lui.

Mente autonoma, irride borghesia e il rigido potere teutonico, cambiando rotta, dopo aver visto gli effetti dell’espansionismo militare sui soldati.

Sulla lista nera di Hitler abbandona in fretta e furia il paese cominciando a girovagare tra varie nazioni europee mentre scrive opere interessanti ed emerge il suo appoggio al marxismo.

Vive anche in America dove non riesce a entrare nel mondo del cinema e in piena guerra fredda viene indagato per attività anti-americane per il fatto di essere considerato comunista.

Torna in Europa, prende la cittadinanza austriaca e nel 1948 riesce a rientrare in Germania ma quella dell’Est poiché quella dell’Ovest gli nega l’ingresso.

Qui il marxismo di Brecht viene utilizzato da quel tipo di regime che propone uno dei comunismi andati in scena nella seconda metà del 900 poiché durante la protesta dei lavoratori del 1953 vengono estratti dal l’élite della ex DDR capziosamente solamente i passi capziosi a difesa dell’ideologia comunista mentre lo scritto di Brecht conteneva numerose critiche alla repressione nei confronti degli operai.

Ecco perché Brecht non era contento da dove veniva e di dove stava andando, rifiutato dalle egemonie dominanti (nazista, capitalista e con tensioni a volte con la corrente stalinista dell’ex Germania Est) paga a caro prezzo con una vita in fuga la sua onestà intellettuale.

Eppure nella poesia quella ruota è ferma, evidentemente è necessità che quella ruota ovunque vada , nonostante percorra strade pericolose, piene di buche e trappole, continui a girare.

La ruota degli Hornets si è fermata contro Miami e il cambio gomme è necessario, primariamente metafora della testa di una squadra che non è parsa resistente nell’atteggiamento.

Forse le sfide con Detroit e Orlando di base non saranno eccitanti (sicuramente con gli attuali infortuni e mancanze sarà più avvincenti, con i Bulls dovremmo avere motivi di rivalsa e coi Pels è pur sempre lo strano “derby”) ma le prossime partite contro team sotto i .500 saranno decisive per sterzare e giungere ai PO dopo 5 anni, un tempo infinito per i fan degli Hornets che aspettano il cambio di quella gomma come fosse un cambio gomme in F1, velocemente seguendo la propria stella.

Analisi

Charlotte gioca senza praticamente un quintetto mancando di: Graham, Cody Martin, P.J. Washington e Miles Bridges oltre al lungodegente Hayward.

La moria d’ali degli Hornets costringe la squadra a battagliare sino all’ultimo contro dei volitivi Detroit Pistons ma alla fine il team ha ragione degli avversari per poter continuare la rincorsa verso la stella playoff.

La squadra di Casey ricalca i Bad Boys di inizio anni ’90 però solo per entusiasmo poiché gli Hornets strappano con i denti una partita grazie ai tanti errori di inesperienza e al tiro dei meno navigati avversari che vengono colpiti da un 19-8 nei fast break.

Oltretutto se Charlotte tira i liberi con il 75,0% (tanti falli commessi dai Pistons a inizio partita), Detroit chiude con l’80,0% con il penultimo tiro errato, fatale errore di Hayes.

Troppi TO per i Pistons (8-13) che nel finale migliorano l’attacco superando quello un po’ fumoso di Charlotte che chiude con il 40,9% contro il 45,9% avversario ma non basta alla squadra di casa che come Charlotte trova un serata pessima (più normale per Detroit) da oltre l’arco.

Gli Hornets per battere i Bulls avranno bisogno dei rientri di P.J. Washington e di Graham per migliorare la qualità nelle due fasi poiché la nuova pesante emergenza ha detto che il calendario ci ha favorito ma il possibile rientro di LaVine potrebbe essere un problema per una squadra che stasera nonostante il cambio di tre centri ha faticato un po’ a chiudere sulle penetrazioni.

Tra le fila dei Pistons che vanno comunque applauditi per l’effort, spicca un Hamidou Diallo da 35 punti (massimo in carriera) seguito da un Doumbouya da 20 punti con Frank Jackson sul terzo gradino del podio con 14 punti.

12 sono quelli di J. Okafor mentre un Bey, natio e “cuore Charlotte” chiude con 7 punti (2/12), meglio di Hayes (4 pt.) e Stewart (3 pt.).

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Per una volta Charlotte vinceva la palla a due portata da Biyombo in due tempi nella metà campo amica tuttavia Rozier andava a vuoto sul primo tentativo mentre Doumbouya nel pitturato tracciava l’arcobaleno altissimo che pioveva in retina oltre la buona difesa di McDaniels.

Lo stesso McDaniels impegnava due difensori in entrata trovando contatto e due FT a 10:44.

All’1/2 si aggiungeva il 2/2 di Ball fermato anch’esso da un fallo 22 secondi più tardi.

Lo stesso Ball raddoppiava i punti Hornets con una tripla frontale anche se Doumbouya teneva testa a Charlotte con i punti del 6-4 e Diallo sulla continuazione segnando sulla baseline andava in lunetta per il possibile vantaggio sprecandolo con l’errore che si rivelava controproducente due volte perché insieme a Biz andavano giù due Pistons lasciando la transizione a Rozier che lanciava Caleb Martin in alley-oop per l’8-6.

Un rischioso baseball pass di Ball era toccato al volo all’indietro da Biz, spuntava Caleb Martin che serviva Rozier il quale a 8:11 chiudeva da oltre l’arco la rocambolesca azione per l’11-6.

Doumbouya segnava da due poi i Pistons andavano in time-out a 6:45 trovando successivamente il pari con Diallo da fuori.

La tripla a sorpresa di Caleb Martin riportava sul +3 Charlotte (14-11) parzialmente ripresa da Diallo in tap-in.

Caleb in entrata era contenuto da Stewart con il corpo; canestro, and one errato e consequenziale16-13 prima che F. Jackson segnasse il -1 e Caleb mancasse un tiro.

Wanamaker tuttavia intercettando un passaggio in difesa correva in contropiede passando all’ultimo in due contro uno palla a Rozier per l’appoggio.

Un’altra palla intercettata, questa volta da Martin, consentiva un’altra transizione e benché l’appoggio di Monk fosse toccato, arrivava il fallo su Wanamaker in caduta.

2/2 a 3:55 per il 20-15 prima dello scambio da due Diallo Zeller.

Un altro scambio F. Jackson (liberi) – Zeller (tap-in sull’appoggio errato di Monk) valeva il 24-19 quindi ecco il jumper vincente di Wanamaker per il +7 ma da un attacco di Lee ecco arrivare l’uscita del centro sanguinante dal volto e il possibile and one contemporaneo per i Pistoni.

L’errore dalla lunetta innescava altri due tentativi da sotto dei Pistons che risolvevano con Okafor per altri due punti.

LaMelo non segnava ma Vernon Carey Jr. (subentrato a Zeller) raccoglieva il rimbalzo e segnava senza fatica da sotto il 28-23.

La tripla di Doumbouya lasciava solo due punti di margine a Charlotte che guadagnava e segnava nell’ultimo minuto due FT con Ball per poi essere battuta da Lee in entrata.

La possibilità del pari capitava a Lee ai liberi a :04.4 ma il suo 0/2 lasciava inalterato il punteggio sul 30-28.

LaMelo Ball tenta di eludere l’intervento di J. Okafor in stoppata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Gli Hornets tentavano subito di scrollarsi di dosso i Pistons con l’appoggio di McDaniels ma Malik rimaneva freddo sbagliando un tiro e la schiacciata di Doumbouya mandava in time-out Borrego a 10:19.

Diallo nonostante ciò segnava da fuori anche il +1 Pistons mentre si susseguivano gli errori di McDaniels e quelli incredibili di Lee e McDaniels (appoggio tutto solo il primo e schiacciata il secondo) quindi una spinta energica in attacco di Stewart su Carey Jr. era punita con il terzo fallo che usciva.

Lo stesso Carey Jr. raccogliendo un altro rimbalzo ne metteva dentro due e dopo il nuovo +1 Pistons, nonostante Caleb mancasse un altro tiro, chiudendo il pitturato sul passaggio volante dalla linea di fondo recuperavano palla riuscendo a mandare a bersaglio lo stesso Caleb dall’angolo sinistro con il tiro pesante.

L’entrata di Jackson con ferro amico pareggiava i conti ma anche dall’altra parte i ferri si dimostravano amici dell’iniziativa di Wanamaker che chiudeva con l’and one aggiuntivo per il 40-37 a 7:19.

Nuovo -1 Pistons e tentativo di incenerire Okafor da parte di Caleb Martin sull’altro fronte ma il lungo si opponeva con il fallo e la mega-jam si infrangeva sul ferro.

2/2 dalla lunetta che anticipava un reverse di Martin sotto servito da Brad.

Diallo in acrobazia segnava il layup ma Rozier in allungo con appoggio al vetro batteva Okafor per il 46-41.

Diallo prendeva in velocità Biz appoggiando al vetro ma un pick and roll tra LaMelo e Biz mandavano il secondo dentro per la bimane aggressiva.

Un libero e due punti di F. Jackson restituivano in -2 alla squadra di Casey che tuttavia era colpita da una second chance quando Rozier su passaggio di Ball fintava e segnava dalla diagonale sinistra 3 punti per il 51-46.

Un pull-up di un buon Wanamaker dava il massimo vantaggio Hornets nel primo tempo (+7) ma sulla sirena un incerto Hayes sistemava in qualche maniera i piedi esplodendo la tripla frontale per il 53-49 di primo tempo.

3° quarto:

Le squadre riemergevano dagli spogliatoi con più energie: Ball segnava da tre frontalmente e Rozier con un teardrop aiutato dai ferri mandava sul +9 Charlotte ma i locali rispondevano con la decisa entrata di Diallo e la tripla di Dombouya da sinistra per il 58-54.

Il cambio mano con alzata di Ball in entrata e un proiettile di LaMelo raccolto sotto da McDaniels che con il cambio lato evitava Stewart e il raddoppio realizzando con l’alzata erano la reply di Charlotte per il 62-54.

Un fallo di McDaniels su Dombouya a 9:05 dava tregua alle squadre con la terna a rivederlo quindi era lo stesso lungo Pistons più tardi a ridurre lo scarto sul 62-56.

Bey, solo un punticino racimolato, decideva di segnare da 3 a 7:29 riportano la squadra del Michigan a un solo possesso (62-59).

Rozier segnava dal pitturato poi Bey e Rozier da fuori fallivano le loro conclusioni da oltre l’arco per un 6/20 Hornets e un 6/23 Pistons…

Biz stoppava stratosfericamente Doumbouya e dopo un paio di errori l’entrata con passaggio rapido verticale di Monk per Zeller valeva il nuovo +7.

Doumbouya continuava a imperversare sotto il nostro canestro ma la bomba di McDaniels dalla destra era utile per andare sul 69-61.

Un divario che si assottigliava come i ghiacci ai poli quando i Pistons a 3:51 trovavano l’and one di Diallo che sbracciando sull’appoggio e su uno Zeller in chiusura infilava il 69-66 beffando gli Hornets con l’and one.

Gli Hornets però chiudevano forte il quarto con due FT di Wanamaker a 3:29 (fallo di Jackson aggressivo in chiusura), con Monk e altri due FT guadagnati e realizzati sulla chiusura in sandwich a 3:02, con due ottime azioni difensive di martin alle quali seguivano l’inchiodata a una mano di Zeller e il fing and roll con fallo di Lee (disastroso in generale in partita) per l’azione da tre punti che issava gli Hornets sul 78-68 a :59 secondi dalla fine quarto.

Quattro punti Pistons portavano il risultato sul 78-72.

4° quarto:

Charlotte toccava quota 80 con uno swooping hook di Ball e si riportava sul +10 dopo una pessima gestione palla dei Pistons colti in transizione dal coast to coast di ball.

Mentre Zeller faceva ¼ dalla linea e McDaniels stoppava Doumbouya, Wanamaker segnava in jumper rispondendo ai due punti di Diallo realizzati tra i FT di Cody.

A 8:44 l’85-76 rispondeva Diallo a 8:08 con due FT a bersaglio ma non bastava perché Okafor dal paint portava sul -5 i suoi prima di un big 3 dall’angolo destro di Ball.

Detroit tuttavia – pur mancando due liberi con Diallo – si riportava con lo stesso sino al -1 (88-87).

Gli Hornets con l’attacco bloccato trovavano ancora in Wanamaker la soluzione azzardata in entrata per trovare due punti fondamentali.

Da una rimessa dal fondo di Hayes con Lob, Ball rischiava il fallo saltando altissimo sopra l’attaccante m recuperata palla ecco la dunk in transizione di McDaniels a 4:13.

Caleb mancava un tiro ma Zeller in tap-in sembrava dare un buon vantaggio a Charlotte sul 94-87.

Non bastavano agli Hornets per un tranquillo finale perché il runner di Diallo si concludeva con 6 rimbalzi sul ferro prima di entrare in retina.

Rozier inciampava su Zeller e Bey esplodeva la tripla così Detroit si riaffacciava sul -2 (94-92).

Floater lungo di Zeller uscendo dal blocco di Zeller, baseline jumper da sx di F. Jackson prima della buona finta e ingresso in area di Rozier che tuttavia era rimontato e spazzato oltre il fondo da Diallo.

Rozier riusciva comunque a segnare da sotto dopo essere andato corto su un suo tiro ma mancava l’and one.

100-95 a :41.9 ma bastava un mumbo 3 di Diallo oltre Caleb per riportare in partita la squadra del Michigan.

Caleb Martin, investito da Ball della possibilità di manovrare la palla pestava in partenza la linea laterale e dal TO Detroit ricavava due FT di Hayes (challenge speso senza risultati da Borrego) sul contatto con Biyombo in chiusura.

Teoricamente palla in buone m,ani ma l’emozione mandava corto il play avversario che propendeva per realizzare il secondo.

LaMelo sfuggiva al primo tentativo di fallo ma non al secondo guadagnando comunque circa 4 secondo.

A :05.8 in lunetta arrivava un 2/2 (102-99) per il play di Charlotte che si univa a tutta la squadra in difesa per la rimessa dal fondo di Detroit che senza time-out si affidava ancora a Hayes per la finte (Biyombo saltava via) e tiro da tre che s’infrangeva però sul ferro consegnando una sofferta vittoria a Charlotte che non dovrà essere sprecata nelle prossime partite.

LaMelo Ball: 8

23 pt. (7/16), 7 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, +6 in +/-. 2 TO. Primo tempo involuto se non sciatto per i suoi standard. Meglio, molto meglio nella ripresa dove apre l’ultimo quarto supportando l’attacco degli Hornets con punti importanti. Un fallo per frustrazione su Stewart che manda in lunetta l’avversario (è buono poiché il centro splitta). Delizia il floater dalla FT line dopo aver passato il blocco di Zeller e glaciale ai liberi finali. Aveva spedito anche una palla scaricandola in angolo per Martin nell’ultimo minuto ma Caleb aveva commesso TO. Trascina Charlotte a un importante W, adesso bisogna affiancargli qualcosa per le prossime partite.

Terry Rozier: 6

18 pt. (8/23), 2 rimbalzi, 6 assist, +8 in +/-. 1 TO. Tanti gli errori al tiro per un Rozier che pare aver perso un po’ di confidenza specialmente con il tiro da fuori (2/9 in serata). Va meglio da due punti dove trova soluzioni in pullup mentre sulla buona finta con appoggio è stoppato da dietro da Diallo. Bello il canestro nell’ultimo quarto andando a prendere velocemente il suo rimbalzo dopo essersi accorto che sarebbe andato corto, peccato manchi l’and one. Diverse buone difese, specialmente su Bey. Per stasera va bene così ma avremo bisogno di un Rozier più preciso alla conclusione nelle prossime partite.

Caleb Martin: 6,5

17 pt. (6/14), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, +2 in +/-. 1 TO in 33:56. Come Rozier Caleb non ha feeling con la tripla ma il gemello subentrante un po’ da sempre con gli Hornets. Ne infila comunque due (2/8) e si spende compiendo due ottime difese nel terzo quarto con una stoppata e facendo sbagliare un appoggio all’attaccante. Stoppa anche un 3 contro uno rallentando Detroit. Buon reverse in taglio e tentativo di schiacciata pirotecnica fermata solo con il fallo ma liberi a segno. A livello di punti impossibile chiedergli di più, solo, un po’ troppo spreco al tiro. Risente molto del TO commesso nel finale quando in partenza pesta con il tallone la linea laterale e la palla va a Detroit per il possibile pareggio o sorpasso. Continuare a giocare senza demoralizzarsi e con fiducia.

Jalen McDaniels: 7

10 pt. (4/11), 12 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 1 stoppata, 0 in +/- in 38:47. Discorso simile a quello fatto per Caleb. Gettato sul parquet come PF titolare contro questi Pistons, pur non avendo peso, riesce a dire la sua con 12 importanti rimbalzi e qualche punto. Fa densità costringendo spesso i Pistons a soluzioni differenti da quelle immaginate e le tre steal sono ottime nonché figlie del massiccio impiego del numero 6 che in un duello con il pari numero riesce anche a stopparlo dopo aver subito proprio a inizio game un arcobaleno di Doumbouya nonostante il buon tentativo di stoppata. Una tripla molto buona ma anche un open 3 air-ball storto a destra e un paio di stoppate rimediate ma per oggi va bene.

Bismack Biyombo: 6

2 pt. (1/3), 6 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate, -7 in +/-. 2 TO in 24:27. Una stoppatona a una mano e un’altra su Bey più sei rimbalzi e un pick and roll che lo porta a due punti con una bimane aggressiva. Per il resto soffre in velocità le incursioni di Diallo e soci se viene portato fuori e in generale potrebbe dare di più in difesa sotto nel chiudere varchi. Il contatto falloso ma onesto con Hayes nel finale potrebbe costar caro ma risulta decisivo pro Hornets con l’errore del play avversario.

Malik Monk: 4,5

2 pt. (0/8), 3 rimbalzi, 2 assist, -6 in +/- in 18:58. Avevo previsto ci sarebbero volute delle partite di assestamento. In questa però chiamate chi l’ha visto perché a parte due liberi conquistati sul sandwich avversario che gli fruttano due punti, lo 0/8 al tiro con 5 errori da oltre l’arco è preoccupante. Monk ha sempre segnato anche se un po’ a intermittenza ma dalla prossima avremo bisogno del miglior Monk perché è uno dei pochi uomini con punti nelle amni ma a Detroit forse non gli piaceva il campo e si è svelato poco confidente al tiro nonostante due ottimi assist smistati.

Cody Zeller: 6,5

11 pt. (5/8), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, +12 in +/-, 1 TO in 17:03. Quando in tempi passati sentivo dire: “Ne combina più del Bertoldo”, ecco… stanotte ho pensato a Zeller che nel bene e nel male combina un po’ di tutto. Finisce out con un labbro tagliato (gli rifilano due sbracciate in entrata che, se invece di essere in movimento, sarebbero stati due sfondamenti con possibili flagrant 1. Guadagna rimbalzi offensivi e segna punti catturando anche qualche rimbalzo alternando alcune buone difese con altre meno produttive ma gira meglio della scorsa volta e anche se sul suo ¼ ai liberi gli arrivano puntuali i miei strali, complessivamente se la cava mettendo il punto esclamativo con un buona schiacciata a una mano dal lato dx.

Brad Wanamaker:7,5

15 pt. (5/8), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +2 in +/-. 1 TO in 30:39. L’arrivo dell’ultimo minuto è la lampadina d’emergenza. Quella che farà pure poca luce ma ti salva la vita. Stasera segna non solo in entrata recuperando anche diversi tiri liberi ma con piazzati micidiali che portano punti pesanti in momenti delicati per Charlotte. In difesa gioca d’esperienza cercando di convincere gli arbitri a dare palla a Charlotte o che il suo non fosse fallo, se la ghigna perché non ha la poker face.

Vernon Carey Jr.: 6

4 pt. (2/2), 3 rimbalzi, -2 in +/- in 6:30. Entra perché Zeller sanguina da un labbro. Sta in campo quel tanto che basta per portare a casa 4 punti ottenuti su due rimbalzi offensivi grazie al suo savoir-faire e dominio fisico. Aggiunge un rimbalzo difensivo e poco altro alla partita degli Hornets (un fallo dove non fa bella figura difensiva ma anche un fallo preso in attacco solo perché Stewart va a dargli un’insensata ed eccessiva spallata) perché poi torna Zeller dagli spogliatoi e lui rimane a guardare.

Coach James Borrego: 6

Non vuole snaturare la squadra e affida ai giocatori nei ruoli pensati a inizio stagione le posizioni vacanti. Ottiene dalle ali un buon risultato in termini di punti e rimbalzi oltre che spesso di tenuta benché Diallo riesca a realizzare 35 punti. Partita sul file o time-out prima di sapere che fine avrebbe fatto la partita nel finale con i liberi di Hayes disegnando lo scenario futuro in caso di parità. Spende un challenge inutilmente ma doveva provarci mancando solo 8 secondi più briciole alla fine.

https://www.youtube.com/watch?v=HHrgNHxJvpE

Matchup key Vs Pistons

Oggi, per contingenze, abbiamo realizzato un doppio match-up key per la partita contro i Detroit Pistons di coach Casey.

A cura di Filippo Barresi.

Killian Hayes Vs Lamelo Ball


Gli Hornets arrivano a questa partita molto rimaneggiati con alcune assenza dell’ultimo minuto, sarà quindi chiesto al giovanissimo LaMelo Ball di caricarsi qualsiasi responsabilità offensiva della squadra per portarla alla vittoria.

Davanti a lui ci sarà un’altra matricola che a inizio stagione ha fatto molta fatica al salto in NBA, ma che ora sta trovando un buon ritmo soprattutto a livello difensivo.

Possibili svantaggi:
In quest’ultima parte di stagione i Pistons stanno schierando lineup molto giovani e giocano tutte le partite a mente libera senza nulla da perdere.

Gli Hornets avranno davanti un gruppo affamato e motivato che opporrà una buona resistenza.

Possibili vantaggi:
Molto probabilmente la sfida sarà decisa a livello difensivo per gli Hornets che si troveranno di fronte un avversario che ha faticato per tutta la stagione a trovare con continuità il canestro. Una prestazione difensiva solida potrebbe aiutare Charlotte a raggiungere la vittoria.

Matchup key game 65 (A cura di Igor F.)

Terry Rozier Vs Saddiq Bey

Repeat del match andato in scena il saturday night a Charlotte con l’affermazione degli Hornets sui Pistons.

Hornets vittoriosi da una dozzina di partite sui rivali del Michigan che tuttavia in serata avranno più difficoltà a sfangare la vittoria sul campo avverso.

Possibili svantaggi:

In una partita dove le assenze per ambo le squadre saranno pesantissime la voglia di rompere la striscia negativa che perdura da 12 partite potrebbe essere un elemento chiave per i Pistons che tuttavia, come sabato, saranno privi di J. Grant e altri numerosi giocatori.

Spazio quindi alla linea verde con l’uomo di Charlotte, Saddiq Bey a capeggiare i fantasmi che si pareranno di fronte agli Hornets.

Gli Hornets si trovano all’improvviso in una nuova emergenza: oltre a Hayward e a Cody Martin (distorsione alla caviglia subita nell’ultima partita), Miles Bridges sarà out per il protocollo Covid-19 e ci si aspetta così che debba perdere molte, se non totalmente, le partite restanti di regular season.

Graham non ci sarà e… colpo di grazia, P.J. Washington starà fuori tonight per motivi personali.

Possibili vantaggi:

Le importantissime defezioni saranno pesanti ma nonostante tutto se i Calabroni manterranno una durezza nel cercare il risultato per approdare ai PO, la qualità degli esterni: Ball, Monk e soprattutto Rozier dovrebbe bastare per strappare una vittoria fondamentale anche se sicuramente molto più ardua del previsto.

Sotto le plance dovremmo soffrire meno del solito essendo i Pistoni meno attrezzati di altri team ma sarà importante il contributo di Biyombo e anche quello di Zeller sempre che Borrego non opti per sprazzi di Carey Jr. che non vedrei male in serata.

Limitare Stewart si può come abbiamo già visto poiché il ragazzo è in work in progress.

Rozier sarà schierato sempre in SG o Monk entrerà in quintetto e lo spostamento di Terry in SF (più probabile che Borrego opti per McDaniels come SF titolare) – per avere un frontale con Bey per dare più difesa e vista la propensione per la small ball – sarà un’improbabile mossa di Borrego per dare più qualità allo starting five privo delle migliori ali?

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“Enemy” vintage

Luglio 1989 da Superbasket dedica ai super Pistons, quelli dei “bad boys” più pagine. Qui quella su Joe Dumars, principale scorer del 4-0 in finale sui Lakers che darà il primo anello a Detroit.

Totopaolo – 20ª settimana

Il pronostico della 20ª settimana. (A cura di Paolo Motta).

Gli Hornets (31-33) recuperano due pezzi importanti dall’infermeria (Ball e Monk) ma perdono terreno rispetto al sesto posto causa una settimana poco prolifica dal punto di vista dei risultati (1-3).

L’obiettivo ora è consolidare l’ottava piazza e respingere gli assalti di Indiana (30-33) e Washington (29-35) che sono sempre più vicine.

Questi gli impegni della settimana:

Mercoledì 5 maggio ore 01:00 AM italiane @ Detroit Pistons (19-45)

Contro i Pistons, gli Hornets sono in serie positiva da 12 partite.

L’ultima, giocata solamente sabato notte, è terminata 107-94 per i Calabroni allo Spectrum Center.

La squadra del Michigan è in pieno rebuilding ed è già eliminata dai play-in.

Stewart, Bey e Lee sono i giovani su cui Detroit punta per il futuro.

Occhio a J.Grant (22.5 ppp), anche se al momento è out, è l’uomo più pericoloso della squadra.

Partita ampiamente alla portata se si affronta con la giusta determinazione ma occhio a non sottovalutare eventuali scherzetti.

2 fisso.

Venerdì 7 maggio ore 01:00 AM italiane Vs Chicago Bulls (26-38)

Terza e ultima sfida stagionale contro i Bulls di coach Billy Donovan con un non invidiabile parziale da 0-2.

Dopo l’orrenda prestazione degli Hornets a Chicago proposta due settimane fa (91-108), i Calabroni cercheranno di pungere per la prima volta i Tori in stagione.

Con il recupero di Ball e Monk la partita dovrebbe essere più alla portata (non che prima non lo fosse).

Per i Tori, tre sconfitte di fila con la prospettiva di essere ormai a un passo dall’eliminazione dal torneo play-in, forse l’ ultima possibilità di raddrizzare un’altra stagione amara.

In dubbio le star LaVine (protocollo di sicurezza Covid-19) e Vucevic (più dannoso del compagno per una squadra senza centri validi come Charlotte) che ha qualche problema fisico.

Vittoria Hornets.

Sabato 8 maggio ore 02:00 AM italiane Vs Orlando Magic (20-44)

Terza partita stagionale contro i Magic con il parziale fermo sul’1-1.

La squadra della Florida, in totale ricostruzione e lontana parente di quella affrontata a inizio stagione, ha vinto due delle ultime nove partite.

Ha poco da chiedere alla stagione essendo già matematicamente eliminata dai play-in.

L’ala Ross (15.6 ppp), il centro Carter JR (12.6 ppp) e la guardia Anthony (12.4 ppp) sono i più pericolosi dei bianco-nerazzurri.

Anche questa sarà una partita ampiamente alla portata se la si affronterà con la giusta determinazione.

1 fisso.

Lunedì 10 maggio ore 01:00 AM italiane Vs New Orleans Pelicans (29-35)

Sfida sempre sentita quella contro gli ex Hornets di transizione, ora Pelicans.

All’andata a NOLA finì 118-110 per Charlotte.

La squadra della Louisiana, nonostante una stagione tormentata, è ancora in corsa per un posto ai play-in benché sia difficile giungerci.

Per i Pelicans saranno fondamentali le prossime due gare in back to back contro i Warriors da giocare nella Big Easy, perderne una significherebbe probabilmente dare l’addio alle residue speranze matematiche di allungare la stagione.

Oltre ai soliti Zion Williamson (27 ppp) e Ingram (24 ppp), occhio anche all’altro Ball, Lonzo (14.4 ppp), cresciuto molto durante il corso della stagione.

Derby in famiglia tra LaMelo e Lonzo (il primo fu vinto dal “nostro” Ball).

Straordinari in arrivo sotto canestro e lungo il perimetro.

Sfida più ostica ma alla portata.

1 di misura.

Il pronostico della settimana: 4-0

Game 64 – Charlotte Hornets Vs Miami Heat 111-121

Intro

Tutto ciò che non si omologa a gusti costruiti e artefatti dalla cultura dominante del proprio tempo risulta incomprensibile.

Dovevano risultare incomprensibili anche le parole dei marinai veneziani che superstiti al naufragio della Querina, nel 1431 furono tratti in salvo da dei pescatori norvegesi che li salvarono da morte certa grazie a un prete tedesco che poté per loro spiegare in che situazione si trovassero queste persone esortando alla solidarietà la popolazione scandinava che rispose con generosità durante tutto il tragitto per tornare a Venezia.

Ciò che non si conosce fa paura, talvolta lo si odia così rimangono a volte inspiegabili, a volte sovrapponibili e molte volte per motivi differenti si tende ad accomunare alcuni eventi.

Se David Bowie, oltre a cantare canzoni ormai mitiche, aveva creato attraverso i colori e l’immagine che dava si sé un perfetto modello di bisessualità e Boy George con i Culture Club aveva creato un’immagine omosessuale, oggi per alcuni artisti può andare di moda utilizzare alcune icone controcorrente per crearsi un’immagine reale o furbescamente menzognera creando attorno a sé più interesse, specialmente in un tempo laddove la qualità è stata sostituita da un like.

David Bowie e la particolare immagine, la particolare ambientazione costruita nel video di Ashes to Ashes che unita alla musica crea un’atmosfera aliena aldilà del testo.

C’è una cosa che amo in tutto ciò, ovvero l’apertura mentale poiché personalmente non ricordo di aver atteso una fila davanti all’onnipotente per scegliere se nascere, quando e dove.

Se il sesso è una contingenza la nazionalità è una volubile casualità mentre sull’unicità e la ripetibilità dell’essere il punto interrogativo è ampio come l’universo.

Cosa siamo e perché siamo dunque, se non ci si ferma a leggi fisiche, rimane un puro caso strutturato da una lunga serie di eventi i quali potrebbero non avvenire mai per uno scherzo di Eolo, un soffio di vento.

Trascendere la realtà andando oltre sé stessi, il proprio io, il proprio ego, il proprio fisico e soprattutto il proprio tempo inteso come cultura e materia è un’impresa ardua essendo sempre a contatto con ciò che ci circonda eppure da esperienze al limite o di sofferenza si possono trarre insegnamenti e avere nuove energie sebbene oggi nella società dell’immagine si sarà giudicati in primis per l’impatto visivo e in secundis per la serie di caratteristiche che scaturiscono da esso, sottese nella visione stessa.

Difficile che qualcuno colga l’essere in sé reale.

Se nei rapporti interpersonali qualsiasi tentativo di esser altro può dimostrarsi vano nei confronti dell’altro, generando delusioni, in ambito sportivo la fortuna è poter esprimere le proprie qualità nel proprio campo dando la parola ai risultati.

Quasi nessuno a inizio stagione aveva colto la reale forza degli Hornets: oltre all’arrivo di Hayward, più che in Ball (il quale era più che un grosso punto interrogativo per me) credevo nella resilienza del team mostrata l’anno precedente.

Un team giovane ma affiatato che ha saputo resistere alle difficoltà anche in ambasce dovute alle traversie dei lunghi infortuni a diversi pezzi da 90.

Oggi gli Hornets, comunque vada, cercano di avvicinarsi ai PO giocandosi la partita.

Non ci sarebbe dovuta esser storia contro i finalisti dello scorso anno ma Charlotte è sul 2-0 in stagione contro Miami e se le energie che profonderà saranno capaci di trascendere il risultato i Calabroni potrebbero avere un finale in discesa.

Analisi

La partita ci dice che Charlotte è troppo mortale, poco concreta e fantasiosa al contempo, così la partita spareggio va nelle mani di Miami, la quale oggi traccia una linea di confine netta tra le prime 7 squadre e le altre tre impegnate a darsi battaglia per agguantare l’ottava piazza, vantaggio non indifferente in vista dei play-in.

Gli Hornets se vogliono avere ancora qualche speranza saranno costretti a vincere le prossime 4 partite, tutte nelle possibilità di Charlotte e aspettare di vedere se sopra qualche team commetterà più di un passo falso.

Charlotte ha preso qualche rimbalzo in meno e ha subito un 9-22 importante nei fast break che ha influenzato la partita nonostante da fuori tirasse con un 42,4% finale contro il 28,9% della squadra di Spolestra che tuttavia si è avvantaggiata nel pitturato dove gli Hornets, salvo qualcosa da P.J. non hanno saputo tenere Adebayo, Dedmond, Butler e le incursioni occasionali.

L’ovvietà è che urga un centro vero.

50-64 il computo bieco nel pitturato con un Adebayo da 20 punti e 10 assist seguito da Nunn da 19 punti, dalla coppia Dragic/Butler (il secondo sempre troppo tutelato come star NBA), da Dedmond con 14 punti e infine da Duncan Robinson, sesto uomo a entrare per gli Heat in doppia cifra con 10 punti.

Il raffreddamento di Ball e un Monk sottotono rispetto alle recenti partite con gli Heat hanno dato minori soluzioni a una squadra che è naufragata nel volgere di breve tempo.

Dal -11 a poco dalla fine del primo tempo al -7, poi a inizio ripresa ecco il -2 la perdita di Cody Martin per distorsione alla caviglia e un paio di canestri Heat che risolvono mentalmente la partita.

Gli Hornets chiudono il quarto sul -20 (80-100) e fanno riposare i titolari in vista delle prossime 4 partite che saranno oltremodo fondamentali a partire da quella magari non eccitante a Detroit ma che obbliga gli Hornets a un solo risultato.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Il salto della palla a due premiava Miami che usava tutti e 24 i secondi per esaltare Adebayo in fade-away dal mid range sx oltre il più piccolo Cody Martin: 0-2 grazie alla precisione.

Un taglio verticale di Ariza era servito e l’appoggio dell’ex NOLA arrivava puntuale come la drive atletica con appoggio al plexiglass di Bridges che segnava così i primi due punti Hornets.

Adebayo con un gancio su Cody martin sfruttava ancora la differenza di cm quindi, dopo alcuni errori da ambo le parti, Bridges serviva in corsa P.J. che dal pitturato metteva dentro facile il 4-6.

Rozier, intercettando un passaggio arretrato di Adebayo faceva partire la transizione triangolando sotto con Cody Martin, ultimo a smistare l’assist per il reverse di P.J. del pari.

A 8:34 la terna propendeva per il fallo di Cody Martin in blocking su Adebayo piuttosto che per lo sfondamento: two and one con FT mancato con pari di Rozier e nuovo vantaggio by Ariza che tuttavia osservava a 7:32 il vantaggio dei bianchi con la tripla dalla diagonale destra realizzata da P.J. Washington (11-1).

P.J. agganciava anche un lob nel pitturato schiacciando il +3 ma un reverse layup di Nunn e un bad pass di McDaniels che innescava due punti facili per il play di Miami in transizione a 5:48 restituivano il vantaggio agli ospiti.

Time-out ed errore di Miles mentre Adebayo portava successivamente sul +3 gli ospiti in schiacciata.

Altro errore di Bridges da fuori ma Charlotte tenendo viva il possesso segnava dalla diagonale destra con Rozier il pari a quota 16, peccato che Robinson, al settimo tentativo da fuori per Miami indovinasse la prima tripla.

½ di Biz ai liberi, seconda tripla MIA by Strus, dunk di Biz ma Butler con una finta su Bridges guadagnava due FT a 4:03 allungando sul 19-24, un +5 che resisteva a elastico dopo due punti di Graham, due di Butler, il gancio di Biz e il piazzato di Dedmond aiutato da Butler.

23-28, 24 scaduti per Charlotte e allungo sul +7 di Dragic ma Borrego rimandava in campo Ball che improvvisamente prendeva velocità in un corridoio libero in diagonale per schiacciare oltre la zona di Miami.
Reverse di Dedmond, P.J. disturbato toccava la palla che gli era sfuggita in aria per mandar dentro dal pitturato due punti acrobatici e a :42.3 un Ball non contenuto in transizione appoggiava il two and one per il 30-32.

Altro fallo in contenimento di Strus su Graham a :05.3 con il numero 4 che pareggiava dalla lunetta ma Dragic in corsa contro il tempo saltava Monk e superava Biz con il runner subendo fallo.

Two and one che chiudeva il primo tempo nonostante Ball provasse a dare la possibilità di tiro un paio di volte ai nostri con il cronometro agli sgoccioli.

Monk in azione contro Miami in serata. Questa volta Malik si fermerà a soli 11 punti. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Sfera in mano a Charlotte che andava a vuoto alla prima occasione ma segnava a 11:12 due liberi per il fallo di Robinson (invasione cilindro) su Graham al tiro in area.

Nunn segnava il +3 ma Ball in entrata superava Dragic cambiando elegantemente mano sull’appoggio per supera anche il tentativo di Robinson in stoppata.

Dragic segnava la tripla da sinistra (36-40), un vantaggio che aumentava dopo la schiacciata di Adebayo (38-44) costringendo ancora LaMelo a entrare in azione per realizzare il quarantesimo punto Hornets.

Nonostante ciò gli Hornets continuavano a inseguire nel quarto e la dunk di Bridges su assist di Monk (42-46) e l’open 3 in catch n’shoot di P.J. Washington frontale (50-55) rappresentavano punti importanti per resistere a un finale nel quale prima Dragic allungava sul +10 con l’appoggio al vetro (51-61) per poi trovare anche in facile entrata il +12 (53-65) ma gli Hornets a :10.3 trovavano ossigeno con un deep 3 di Graham dalla diagonale destra e da un rimbalzo di Ball traevano un baseball pass verso la pronta fuga di Rozier che tutto solo batteva il cronometro in appoggio tagliando il divario a 7 punti per il 58-65.

3° quarto:

La ripresa sorgeva con la tripla morbida di Rozier dalla diagonale destra e un jump stop di Ball che appoggiava il banker del -2 (63-65).

P.J. stoppava da dietro Butler ma per la terna il body check c’era quindi ecco i due liberi che davano il là a Miami per riprendersi un vantaggio che si dilatava dopo la steal subita da Monk con due punti facili in transizione di Adebayo.

Ball, perdeva un po’ la testa cercando un passaggio in angolo fuori misura intercettato ma si faceva perdonare tenendo Butler in avvicinamento a canestro.

Le triple di Nunn e P.J. Washington in catch n’shoot portavano la partita sul 66-72 quindi su un generoso tentativo di Martin in stoppata , la caviglia dell’ala degli Hornets si girava andando sul piede di Ariza.

Martin, sostenuto dai compagni si avviava negli spogliatoi per la distorsione mentre gli arbitri decidevano per il flagrant 1.

Uno su due di Ariza e palla in mano a Miami non sfruttata da Adebayo contro Biyombo così a 8:38 Nunn commettendo fallo sull’entrata di Bridges regalava dalla lunetta il -5 a Charlotte (68-73).

Da lì in poi però Miami accumulava vantaggio: +8 con la tripla aperta di Ariza, +11 con quella di Robinson dalla perfetta rotazione che mandava in time-out a 7:36 Charlotte sul 68-79.

Biz in aggancio dal pass di Graham si spostava per schiacciare il 70-79 ma gli Hornets resistevano ancora per poco quando Rozier segnava il 75-85 a 5:02 e poco dopo con la tripla di Monk per il 78-87 ma un fallo di Monk sulla tripla di Robinson mandava la guardia avversaria in lunetta.

Solo 1/3 per il tiratore a 4:06 tuttavia Zeller, mandato sul parquet per i problemi di falli di P.J. catturava il rimbalzo ma si faceva toglier palla da Dedmond che in tre secondi segnava il two and one complice il fallo di Cody.

78-91, un’azione chiave che lasciava qualche tossina, oltre tutto un crossover con dunk di Butler su Bridges era zelantemente accompagnata con riverenza da un fallo di Miles da dietro piuttosto discutibile.

Libero mancato ma a 3:35 il vantaggio Heat prendeva la consistente forma del +15, un gap destinato ad aumentare quando Zeller in lunetta ricavava un 2/4 che non faceva altro che avvantaggiare gli avversari.

Miami finiva con l’entrata di Dragic sul +20 (80-100).

4° quarto:

Quella ormai sporca dozzina di minuti non serviva più a nulla anche se Bridges partiva scagliando dal proprio arco la freccia dell’83-100.

Miami rispondeva con 6 punti consecutivi prima che un ghiacciato Ball segnasse dalla lunetta un solo libero.

Il finale riservava solo emozioni per i nuovi con Carey Jr. bravo a mettere un paio di tiri, McDaniels a realizzare una tripla e così si accorciava il divario sino al 111-121 finale con Spolestra a tenere in campo a lungo ancora l’asse play-centro titolare non fidandosi di un Monk capace di infilare un paio di triple.

LaMelo Ball: 6

14 pt. (6/14), 6 rimbalzi, 5 assist, 4 rubate, 1 stoppata, -17 in +/-. 5 TO in 30:17. 11 punti e 4 assist nel primo tempo, cuore della squadra, si blocca nella ripresa e la squadra non gira più. Si fa portare via una palla e fa un brutto passaggio a inizio terzo quarto. Lentamente va fuori giri forzando qualche situazione in entrata o al tiro da fuori dove arriva anche un air-ball. Ci vorranno ancora delle partite per vedere un Monk al 100% forse. Gli sprazzi visti nel primo tempo con un elegante canestro in cambio mano fanno ben sperare, forse la tenuta atletica è ancora un pochino da migliorare benché apparentemente non sembrerebbe fare sforzi eccessivi. Bell’assist lungo per Rozier che batte il cronometro a fine primo tempo e veloce nelle steal ma anche 5 TO.

Terry Rozier: 6,5

14 pt. (5/10), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, -18 in +/- in 26:34. Segna un canestro importante a inizio terzo quarto con una tripla per il -4, poi cerca di resistere con la squadra in difficoltà segnando ancora a 5:02 del terzo quarto ma esce e la squadra in difesa va in barca, va da sé che finirà in panca la partita visto il gap quindi gioca meno minuti. Ne approfitta per riposare visto che già dopo la prima uscita pare provato fisicamente. Si spende anche se non eccessivamente al tiro dove va al 50,0% anche da tre con un 2/4.

Cody Martin: 6

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 1 assist, rubate, -2 in +/-. 2 PF in 6:49. Parte in quintetto ma Adebayo lo batte un paio di volte sfruttando i cm nonostante il buon piazzamento in difesa, poi Borrego lo toglie quando viene vessato su un possibile sfondamento visto come blocking. Non ha i cm e il nome.

Miles Bridges: 5,5

15 pt. (4/12), 4 rimbalzi, 5 assist, -17 in +/-. 2 TO, 4 PF. 7 punti nel primo tempo, in difficoltà al tiro e in difesa (fallo su Adebayo con trattenuta nel finale per evitare due punti) che segna il terzo personale. Nella ripresa segna altri 8 punti con un paio di triple ben estratte dalla faretra ma continua a non rendere come ha fatto ultimamente. Peccato perché aldilà di cifre rispettabili non riesce a uscire vincente da diverse situazioni con un passaggio alla cieca per nessuno in orizzontale in attacco che l’arbitro si rifiuta di afferrare.

P.J. Washington: 6,5

21 pt. (9/13), 6 rimbalzi, 3 rubate, +1 in +/-. 2 TO, 4 PF in 29:33. Esce lui e si spegne la luce. Non sarà Superman e nemmeno il più umano Batman ma in compenso è meglio degli altri lunghi. Se Adebayo è in grado qualche volta di scavalcarlo e lui comincia in generale ad accusare problemi di falli (piuttosto delittuosa la chiamata sulla stoppata che da dietro rifila a Butler, per via del contatto con il corpo), rimane il migliore disponibile in frontcourt in serata. 21 punti con un 3/6 da oltre l’arco mostrando un tocco più rapido e preciso nei catch n’shoot rispetto a qualche tempo addietro.

Malik Monk: 6

11 pt. (4/9), 5 assist, 1 rubata, -2 in +/- in 27:01. Freddo nel primo tempo si scalda nella ripesa ma non abbastanza. Due sue triple arrivano quando ormai non conta più il risultato ma mettono paura a Spolestra che chiama un time-out per togliere verve a Malik, molto pressato in serata. Proprio per questo manca un’entrata, non protesta ma seguendo il “metro Butler”, quel metro per il quale ogni minimo sfioramento viene considerato fallo, gli mancano due liberi almeno…

Bismack Biyombo: 6

7 pt. (3/3), 3 rimbalzi, 2 assist, -9 in +/- in 16:27. Usato qualche volta come terminale per punti di rottura è abile a destreggiarsi sotto le plance. Nulla di eccezionale in difesa dove fa il suo anche se su una tripla scagliata di Robinson flotta eccessivamente lasciando al tiratore lo spazio per infilare una tripla che acuisce il divario in una fase delicata.

Brad Wanamaker: 6

2 pt. (1/3), 1 rimbalzo, +13 in +/- in 6:54. Garbage time per Brad che sostituisce Ball mettendo a referto due punti da sotto e fa registrare un assist.

Jalen McDaniels: 6,5

12 pt. (4/7), 9 rimbalzi, 2 assist, +6 in +/-. 2 TO in 26:35. Non sempre vincente ma spesso funzionale in attacco dove segna sia con una tripla quando conta sia in garbage time alla stessa maniera. Ci prova, prende rimbalzi e smista un paio d’assist. Per ciò che può rendere al momento il giocatore va bene.

Caleb Martin: 6

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 2 assist, +9 in +/- in 4:53. Scuote la testa vedendo il fratello uscire dopo la distorsione alla caviglia. Più preoccupato comprensibilmente dell’infortunio a Cody che di una partita che va naufragando, nel finale fa una comparsata dove comunque mette un paio di assist a disposizione dei compagni.

Devonte’ Graham: 6

9 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 5 assist, +6 in +/-, 2 TO in 23:37. Torna disponibile dopo un problema nella scorsa partita segnando qualche punto. Ossigeno il suo deep 3 (unica tripla di serata con un ¼) nel finale di primo tempo ma arrivano anche altri errori al tiro. Bene negli assist, con lui in campo un +6 in plus/minus ma anche due TO.

Cody Zeller: 5

2 pt. (0/1), 1 rimbalzo, -10 in +/-. 1 TO, 2 PF in 5:02. Entra per dare tempo a P.J. che al quarto fallo deve riposare e tenersi per l’ultima frazione che però sarà solo garbage time. Sovrastato a rimbalzo si fa rubare da Dedmond anche quello preso dopo il libero mancato da Robinson commettendo fallo per l’and one del lungo avversario. 2/4 in lunetta che non tiene il passo degli avversari. Rientrava dopo qualche partita d’assenza per decisione del coach. Avrebbe dovuto portare più esperienza, invece, nonostante guadagni qualche libero, è un notevole minus.

Vernon Carey Jr.: 6,5

pt. (/), rimbalzi, assist, rubate, in +/-. TO. Un paio di canestri ravvicinati dopo aver sbagliato un jumper con tiro un po’ incerto appena oltre il post sinistro.

Coach James Borrego: 5,5

Hornets in difficoltà nel primo tempo sempre alla ricerca della rimonta. Sfortunato quando perde Martin. Da lì non riesce più a riadattare la squadra che tornata sul -2 a inizio ripresa alla fine del terzo quarto piomba sul -20 tradita da Zeller e da una mediocrità di soluzioni offensive statiche che spesso portano a iniziative personali discutibili.

https://www.youtube.com/watch?v=fLKzqwK0dmI

Matchup key Vs Heat

Matchup key game 64 (A cura di Igor F.)

LaMelo Ball Vs Kendrick Nunn

Hornets e Heat, due squadre accomunate dallo stesso anno di nascita e dal fatto di essere rivali divisionali saranno in lotta stasera per cercare di agguantare un posto ai PO.

Gli Heat sono seduti più comodamente su un 34-30 che gli garantisce attualmente la settima posizione (pari ai Celtics) e a sola mezza partita di distanza dai Celtics.

Naturale il Calore di Miami voglia vincere per scampare ai play-in che attualmente la vedrebbero impegnata proprio contro Charlotte, la quale sul 31-32, cercherà di vincere per staccarsi dalla nona e pericolosissima posizione (visto il formato svantaggioso dei play-in per le squadre oltre l’ottava piazza) e contemporaneamente riavvicinarsi alle posizioni a portata.

Charlotte, sul 2-0, ha già vinto la serie stagionale con Miami ma ha bisogno di vincere ancora per scacciare lo spettro dei Pacers che hanno vinto 152-97 a OKC e quello dei Wizards, fortunatamente – per noi – battuti in uno spettacolare finale dai Mavs a Dallas.

Graham è rimasto fuori nella notte e la palla passerà nelle mani dei due rientranti, Ball e Monk che dovranno creare le azioni per tiri dalle buone percentuali per sé stessi e per i compagni con il secondo che in genere diventa incandescente quando affronta la squadra della Florida.

Possibili svantaggi:

Di fronte a Graham si troverà “Kung Fu Kenny”, ossia Kendrick Nunn, giocatore rapido e un po’ sottovalutato ma che ha preso pianta stabile nel quintetto di Spolestra (37 partenze su 49 giocate).

Nunn ha segnato 22 punti ieri con i Cavs e potrebbe essere un problema per il rientrante Ball contenerlo, ecco perché Charlotte dovrà trovare soluzioni per limitarlo non solo al tiro ma anche dalle parti al ferro lasciando scoperte, in secundis, eventuali linee di passaggio.

Gli Hornets hanno la possibilità di farlo.

Oltre a Nunn sarà importante se non vitale sicuramente contenere il peso del frontcourt degli Heat, l’altra minaccia principale per gli Hornets.

Butler e Adebayo dovrebbero essere presi in consegna inizialmente e rispettivamente dal duo Bridges – P.J. Washington.

Borrego dovrà essere abile a confondere i due se le cose non dovessero andar bene con rotazioni che dovrebbero aderire come una guarnizione ai due anche se l’utilizzo controverso di Biyombo sarà tutto da verificare.

La zona a tratti con raddoppi saltuari e intelligenti potrebbero forse andare meglio su Adebayo ma meno su Butler (senza lasciare scoperto Ariza per il piazzato da tre punti), ecco perché il lavoro difensivo di tutta la squadra sarà necessariamente indispensabile un’altra volta.

Possibili vantaggi:

In casa Hornets ieri LaMelo Ball ha fatto le prove contro Detroit regalando un paio di assist come fossero perle facili da trovare ma la pressione degli Heat sarà differente tuttavia lo scanzonato ragazzo ha la testa per giocare a scacciare i pensieri negativi facendo fluttuare grazie a talento e semplicità la squadra.

Miles Bridges e P.J. Washington potrebbero essere utili anche sul versante offensivo con i loro punti ma il loro sforzo difensivo potrebbe lasciare più spazio alle iniziative di Rozier e Monk, due giocatori che con le loro soluzioni da ogni tipo di distanza potrebbero essere decisivi per scavalcare il muro degli Heat dando all’offensiva degli Hornets più soluzioni avvolgenti.

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“Enemy” vintage

Miami è più Heat che Magic (andateglielo a spiegare a Orlando) ma lo è per Superbasket del luglio 1989 che fa un sunto veloce sulla sua prima annata in NBA .

Game 63 – Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 107-94

Intro

In uno degli ultimi pezzi ho riportato un commento di Terry Rozier che mi ha colpito per sincerità.

Ricordava come fosse fortunato nello svolgere il lavoro che ama.

Personalmente apprezzo sempre di più questo ragazzo anche se recentemente ha avuto qualche passaggio a vuoto.

Riuscire a coniugare la propria passione con il lavoro non è però sempre cosa facile e trascurerò volutamente la giornata dedicata ai lavoratori, sia per non essere banale e retorico, sia perché questa parola dovrebbe avere diverse essenze così come la parola amore ha le sue declinazioni in greco…

Bisognerebbe fermarsi, riflettere su che cosa sia diventato genericamente il lavoro e in che direzione stia andando.

Lev Tolstoj: “Nel nome di Dio, fermati un momento, smetti di lavorare, guardati intorno”… e a guardarsi intorno, uno dei pezzi che parla di lavoro ma non solo, è Telecomando degli Otto Ohm.

Pezzo d’inizio secolo che traccia una commistione tra ciò che è divenuto il lavoro e ciò che è divenuta la televisione.

Entrambi hanno perso la propria funzione di servizio seguendo lo spirito del tempo.

La sottile ma tragica violenza culturale riverberata nei canali televisivi troppo spesso impegnati a far soldi e a disinformare grazie agli interessi particolari di chi ne è proprietario o riesce a mettere mano sulla TV nazionale crea un mix distorsivo dedito a impoverire sempre più intellettualmente l’inerte massa che osserva passivamente uno scenario troppo seriamente trash tragicomicamente devastante.

In serata i fan di Charlotte potrebbero ammirare LaMelo Ball pronto al rientro ma sarà il lavoro della squadra a indirizzare verso il successo il team di MJ.

La chiave per la vittoria sarà la sincronizzazione tra gli interpreti diretti da Borrego, ritrovare lo spirito del gioco divertendosi e divertendo con Ball e il gioco di squadra.

Analisi

Charlotte agguanta una vittoria importante in una partita di preparazione per lo scontro diretto casalingo in back to back con Miami.

In una serata che regala sorrisi per i rientri tanto attesi di Ball e Monk, spuntano luci e ombre ma sono più le prime a essere motivo di speranza.

I Calabroni devono ritrovare velocemente alchimie e spazi per gestire al meglio le proprie fasi e vanno un po’ a tratti, sia in positivo che negativo, per fortuna i rimaneggiati ma coriacei Pistons hanno poca esperienza e alla fine il talento e l’esperienza di Charlotte riescono a spuntarla anche se i 107 punti finali realizzati non sono trascendentali ma sintomo di una buona prova corale nel complesso esaltata da alcune buone giocate.

Uno dei fattori determinanti nella vittoria è stato il controllo dei tabelloni con la squadra di Borrego capace di rifilare la somma di ben 15 stoppate alla squadra di Casey.

Impostata un po’ sulla difensiva la squadra di Borrego ha alienato le caratteristiche dei Pistoni che hanno trovato buone reazioni ma si sono sciolti a metà ultimo quarto dopo essersi ripresentati sul -3 dal -21.

L’ultima reazione li ha portati sul -7 ma una tripla di Rozier da lontanissimo sulla barra gialla al neon ha detto che non era serata per Mo-Town.

65-53 a rimbalzo con percentuali dal campo molto differenti: 48,3% per Charlotte contro il 38,5% dei Pistons.

8-6 nelle rubate e 15-7 nelle stoppate i fattori determinanti di una vittoria che ha visto i Pistons far meglio negli assist (24-27) e ai liberi (45,0% drammatico con 9/20 per Charlotte contro il 64,7%).

Il 23-5 nei fast break ha testimoniato la bravura di Ball e soci di uscire rapidamente dalla difesa per stendersi in attacco velocemente.

Per i Pistoni sono arrivati 25 punti di Frank Jackson uscendo dalla panchina e 22 di Bey mentre Cook e Hayes hanno contribuito rispettivamente con 12 e 10 punti completando gli uomini Pistons in doppia cifra.

Sugli altri parquet Indiana disintegra i Thunder a OKC mentre anche Miami passa a Cleveland, di contro i Bulls non espugnano Atlanta mentre un finale arroventato tra Mavericks e Warriors dirà se la serata Hornets è stata negativa completamente sugli alti campi o i Mavs daranno una mano a respingere la minaccia della cometa Wizards arrivata da lontano.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Charlotte riuscendo a guadagnare una palla portata con fatica nella metà campo dei Pistons sulla palla a due partiva bene con il passaggio in post di Ball per Bridges che partendo in uno contro uno segnava il 2-0.

Dombouya riusciva ad alzare un pallone oltre Cody Martin, quindi, nonostante una partenza lenta delle due squadre, la partita seguiva il canovaccio del botta e risposta.

Due FT di Bridges a 9:13 valevano il vantaggio Hornets, l’alzata nel pitturato di Hayes il pareggio, il tiro di P.J. contrastato in area il nuovo vantaggio mentre Bey riequilibrava la partita sul 6-6.

Gli Hornets tornavano avanti con un lob baseball di Ball che serviva perfettamente Miles oltre tutta la difesa così appoggiare per il numero zero era una formalità.

Non così era per Terry ai liberi che splittando a 6:58 (fallo di Stewart in contenimento) dava comunque il +3 a Charlotte prima che Cook pescasse il -1.

Il precedente libero da “spareggio” di Rozier consentiva di far tornare sul +3 gli Hornets quando P.J. girava in mezzo a un raddoppio soft per appoggiare l’11-8.

Bridges mancava una tripla e Biz si faceva sfuggire un passaggio di Miles che l’aveva liberato tutto solo sotto canestro quindi un up & under di Miles e una tripla di Bey fissavano momentaneamente il 13-11.

Biz era sorretto dal passaggio di Monk (entrato a 5:53) per l’allungo ma Detroit aveva il suo miglior momento del primo quarto conquistando tre liberi battuti a 4:04 da Bey (fallo di Miles in close-out).

2/3 con rimbalzo Pistons sull’ultimo tiro errato dal giocatore nato a Charlotte, niente da fare per Hayes e l’open 3 ai 24 ma Rozier non mandava a segno la tripla e nonostante P.J. stoppasse alla grande Jackson oltre il fondo, era lo stesso riccioluto giocatore a indovinare la tripla dall’angolo sinistro per il vantaggio un po’ a sorpresa dei Pistoni (15-16).

Rozier dipingeva su Jackson il vantaggio dal pitturato mentre P.J. stoppava anche Bey ma Cook dalla spazzatura tirava fuori il piatto del nuovo vantaggio.

Una flash dunk in corsa di P.J. e una stoppata in rimonta di Biz su Bey davano il via al finale di quarto a favore di Charlotte che si portava con McDaniels sul 20-18 prima per poi vedere Ball stoppare Jackson offrendo immediatamente la palla (spinta in transizione) McDaniels per il 22-18.

Biyombo ne aggiungeva altri due prima di fallire due liberi a 56 secondi dalla fine ma Jackson falliva una tripla con la complice copertura del congolese e Ball passando il blocco alto del numero 8 non incontrava resistenze sull’appoggio per il 26-18 mandando in archivio i primi 12 minuti.

LaMelo Ball è rientrato portando velocità, assist ed entusiasmo alla squadra. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partiva meglio Detroit in avvio secondo quarto con un two and one di Stewart a 11:39 (fallo assegnato contro Cody Martin), floater di Ball vincente ma lo stesso numero due in generoso close-out toccava Jackson che ai 24 mandava dentro la tripla ottenendo anche l’and one per il 28-25 a 10:56.

Un t5ripla di Ball mancata spediva gli Hornets sullo 0/8 da tre punti mentre a 10:28 piovevano in retina degli Hornets altri due FT di Stewart.

Un euro di Miles con ottima alzata sulla chiusura in raddoppio valeva il +3 (30-27) prima di un FT messo a segno da Jackson a 9:31 e il pari trovato da Stewart che spingendo di fisico P.J. trovava lo spazio per l’appoggio.

Bella l’entrata di ball ma dopo il fallo lo 0/2 ai liberi dava la possibilità a Detroit di prendere il vantaggio con Dombouya.

A 8:37 Borrego chiamava il time-out sul -2 e a 8:18 Monk,. Rispedito sul parquet, segnava da tre dalla diagonale sinistra con Biyombo al contempo spinto per l’eventuale rimbalzo.

Il congolese mancava ancora il libero e a Malik venivano assegnati soltanto due punti poi successivamente corretti giustamente in tre.

Dombouya mancava l’appoggio contro Martin mentre Monk lanciava un pullup 3 dalla diagonale opposta per il 36-32.

Drivng layup di Miles vincente e ribaltamento dello stesso numero zero sull’azione successiva con bullett pass che innescava la bomba da destra di Rozier.

Gli Hornets volavano sul 41-34 ma non si arrestavano:Ball dalla destra colpiva oltre Bey per il +10 e Biz conteneva Cook prima di stoppare Bey e avviare l’azione sulla quale Rozier colpiva nuovamente da oltre l’arco.

Biz fermava anche Hayes e sulla transizione Monk offriva a P.J. l’appoggio volante per il +15 (51-36)…

La differenza di qualità tra i due team si faceva marcatissima quando Ball mandava ad alta quota Bridges per l’alley-oop e la stessa ala passava facilmente un Hayes che non riusciva a contenerlo in generale.

Il crossover con la dunk in corsa completavano l’opera di Bridges prima che dall’altra parte venisse dapprima annullato un canestro in entrata a F. Jackson, il quale non si perdeva d’animo segnando un catch n’shoot 3 dall’angolo sinistro. La spinta del numero 5 produceva altri tre punti sulle due azioni successive ma Monk, in reverse sulla spinta dell’altro Jackson (numero 20) trovava l’and one che a :33.8 valeva il 58-42.

Una delle stoppate di Biyombo. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.
Mentre in Italia anche i giostrai protestano per le chiusure legate al Covid-19 dimostrando ancora una volta come le esigenze di sicurezza e lavoro siano pressoché inconciliabili sotto la spinta discinta di atteggiamenti poco prudenti e brillanti e l’economia proposta sia un infruttuoso disastro annunciato, ecco lo show andato in onda nell’intervallo.

3° quarto:

La ripresa pativa come il secondo quarto: altro two and one per i Pistons anche se questa volta era Dombouya a ottenerlo sprecando un secondo in meno sul cronometro.

Charlotte non faceva caso e l’offerta di martin sotto canestro era un invito troppo allettante per Bridges che giungeva a quota 20 punti.

Martin intercettava un passaggio in post e Rozier in transizione infilava dalla sinistra una tripla aperta chilometrica (63-45).

Dombouya realizzava la second chance da sotto in transizione approfittando del vantaggio in cm su Rozier mentre lo stesso numero tre stampava lo stesso numero di punti indicato sulla sua canotta per far giungere i Calabroni sul +19 (66-47) a 9:19.

Miles ritardava la risposta dei pistoni stoppando Dombouya ma la bomba di Bey valeva il cinquantesimo punto ospite.

P.J. dall’angolo infilava il catch n’shoot da tre punti e gli Hornets riuscendo successivamente anche a salire sul +21 (71-50) rallentavano un po’ nonostante Biz imperasse dalle parti del ferro stoppando ancora Jackson per vedere l’amico ball infilare una transizione vincente (75-60).

L’errore sfortunato di Rozier era corretto sopra il ferro dalla put-back dunk di P.J. Washington per il +17 ma nel giro di poco i Pistons recuperavano terreno: Cook in dunk e nonostante la stoppata di Biz su Lee ecco il close-out un po’ così su Bey che ricavava 4 punti dall’azione dal jab step a 1:45.

Sul 77-66 i Pistons spingevano fino al -7 prima che Monk riuscisse a segnare due punti per il 79-70.

Biz e McDaniels respingevano due volte Lee sull’ultimo assalto conservando il vantaggio.

Monk in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

Monk apriva mancando una transizione ma a rimorchio arrivava McDaniels che provvidenzialmente segnava il +11.

F. Jackson da tre per i Pistons cercava di recuperare punti ma McDaniels correggeva un altro errore dei compagni per altri due punti da sotto.

J. Jackson segnava due punti, Stewart segnava in gancio su P.J., Bey e J. Jackson mettevano le mani sul tentativo di schiacciata di P.J. prima che F. Jackson con un escape dribble si ricollocasse per una tripla micidiale a 9:25 che metteva paura a Charlotte rimasta solo con tre punti di vantaggio da difendere (83-80).

Un doveroso time-out funzionava in diesel.

Per gli arbitri c’era un fallo su Miles a 9:13 e il 2/2 faceva ripartire la squadra che ritrovava anche P.J. in stoppata per far ripartire la letale tripla in transizione di Rozier a 8:58.

A 8:06 Bridges si univa al club dei triplisti mentre per la seconda volta nello spazio di poco tempo i Pistons facevano scadere i 24 in attacco costringendo un disperato Casey a buttarsi di peso sulla panchina.

Rozier infilava una bomba frontale e gli Hornets volando sulle ali delle triple segnavano il +14.

La tripla di Hayes, lo 0/2 di Cody Martin ai liberi (9/20 per Charlotte) e il lungo due di Bey davano un po’ di pepe alla sfida ma l’appoggio preciso di Bridges in pote lungo il plexiglass davano comunque 13 lunghezze di vantaggio alla squadra del N.C..

Un quintetto troppo difensivo con Wanamaker, Rozier, Cody martin, Bridges e Biyombo era spazzato da due bombe di Bey che rimetteva solo 7 punti tra le due squadre.

Non abbastanza per entrare in crunch time anche perché dopo aver visto la stoppata subita da Wanamaker, Borrego rimandava in campo LaMelo che offriva subito a Rozier la palla per la tripla del +10.

Open 3 troppo easy per F. Jackson dal right corner e possibilità per Detroit che vedeva Stewart lanciarsi alla grande in stoppata sul floater di Ball a 5 second dallo scadere del cronometro; palla vagante, Rozier se ne impossessava sulla tre quarti e facendo partire un tiro disperato a un paio di decimi prima che la barra al neon gialla si accendesse riusciva incredibilmente a tirare fuori un solo cotone che suonava come uno shuriken mortale conficcato nelle speranze residue dei ragazzi della Mo-Town.

104-94, altra tripla di P.J. successiva sul giro palla a :40.7 per definire il punteggio finale sul 107-94.

LaMelo Ball: 7

11 pt. (4/10), 7 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +19 in +/-. 5 TO in 27:53. Bentornato LaMelo. Buon rientro nonostante i 5 TO di assestamento che partono con un’invenzione per un Rozier in angolo che non si aspettava la giocata spettacolare e smarcante di Ball. Liberatori sono alcuni suoi passaggi che innescano Rozier (nel finale un suo assist per la bomba di Scary è importante) e soci. Aggiunge 7 rimbalzi e 2 stoppate ma la qualità di gioco superiore che può offrire va oltre i numeri. Gli va bene anche quando Stewart va a bloccargli il floater perché Rozier riprende segnando da tre.

Terry Rozier: 8

29 pt. (10/23), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, +29 in +/-. 1 TO. 8/15 da tre punti. Eccolo qui rispuntare con determinazione. Si spende nelle due fasi ma in attacco dopo un inizio slow ingrana segnando floater e triple che fanno la differenza. Ve ne sono tre nel secondo tempo, compresa quella assurda nel finale lanciata dallo spazio un istante prima che la barra al neon gialla dei 24 secondi si accendesse, che chiudono la partita come uno shuriken lanciato mortalmente all’improvviso.

Cody Martin: 6

0 pt. (0/4), 4 rimbalzi, 3 assist, 4 rubate, 1 stoppata, +11 in +/-. 1 TO in 23:46. Non incide per nulla in attacco fallendo tutto il possibile compresi due liberi ma corre e ha l’intelligenza di piazzarsi su linee di passaggio che lo portano a recuperare palloni. 4 rubate e 4 rimbalzi in difesa, 3 assist in attacco. Nonostante subisca un paio di colpi da fuori di Bey nel finale, rimane sempre agguerrito anche se le cose non gli girano come su due possibili sfondamenti che la terna ha visto come blocking foul.

Miles Bridges: 7,5

27 pt. (11/16), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +5 in +/-. 1 TO. Altra prestazione a tutto tondo per Miles che segna solo una delle 5 bombe tentate ma dalla lunetta è preciso con un 4/4 mentre trova diverse maniere per segnare; dal back-door all’alley-oop, all’appoggio al vetro dalla distanza, all’up & under o in fing and roll. Giocatore che nelle ultime settimane è levitato e lievitato e che continua a dare una mano super quando è in serata come questa sera risultando il secondo marcatore della squadra in the night.

P.J. Washington: 6,5

16 pt. (7/17), 8 rimbalzi, 2 assist, 3 stoppate, +22 in +/-. 2 TO. Buona presenza difensiva, influenza o stoppa diversi tiri (bellissima e pulita quella su F. Jackson in entrata respinto oltre la linea di fondo) mentre in attacco sbaglia un po’ troppo da fuori (2/8) e si fa bloccare un paio di volte da sotto ma da lì ottiene punti preziosi.

Bismack Biyombo: 7

6 pt. (3/4), 9 rimbalzi, 1 rubata, 5 stoppate, +5 in +/- in 27:59. Buonissima partita difensiva per Biz che parte mostrando come le sue mani siano una saponetta sul passaggio di Miles che sfugge tra le mani alzate del congolese solo sotto canestro. A parte il close-out falloso che costa 4 punti per mano di Bey, influenza e stoppa molte giocate dei Pistons, chiedere a F. Jackson o a Lee come esempi. Per fortuna i suoi liberi non risultano vitali. Uno 0/5 che sarebbero stati da panico…

Brad Wanamaker: 5

0 pt. (0/2), 1 rimbalzo, 1 assist, -8 in +/-. 1 TO in 12:17. Rallentato dalla difesa dei Pistons sempre, viene anche stoppato in entrata dall’aiuto dopo che questi era riuscito a liberarsi di forza di Jackson. Un TO tentando il dribbling su Hayes. Non convince nel finale ed esce per Ball.

Jalen McDaniels: 6,5

7 pt. (3/3), 9 rimbalzi, 2 stoppate, -15 in +/-. 1 TO in 14:49. Una parte di partita in difficoltà in mezzo a una difesa che ha bisogno di un po’ di organizzazione ma la sua partita offensivamente è buona. Due correzioni importanti in avvio di ultimo quarto per mantenere le distanze.

Malik Monk: 6,5

11 pt. (4/8), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, -3 in +/-. 1 TO in 22:24. Due triple dalle diagonali in back to back con la prima riaggiustata poiché gli erano stati assegnati due punti e la seconda in pullup meraviglioso. Completa l’opera un reverse layup in allontanamento orizzontale con fallo di J. Jackson. Qualche errore da due punti ma bentornato anche a Monk.

Coach James Borrego: 7

Squadra impostata sulla difensiva che irretisce alla lunga i Pistons menomati dalle assenze. Per domani c sarà bisogno di riequilibrare un po’ il quintetto ma per stasera va bene così. Il time-out sul +3 forse si poteva pendere anche prima ma va bene così. La partita gira per il verso giusto e gli Hornets con una difesa-attacco sono rapidi e letali. Prove generali per lo scontro più duro e importante con Miami.

https://www.youtube.com/watch?v=74oI5HjcIl4

Matchup key Vs Pistons

Matchup key game 63 (A cura di Igor F.)

Cody Martin Vs Saddiq Bey

In una partita che avrà molti giocatori out e diversi in dubbio, gli Hornets cercheranno di migliorare il loro record battendo i Pistons.

A 10 partite dalla fine, Charlotte (30-32) si trova all’ottavo posto nella Eastern Conference.

Aprile è stato un mese difficile, sia per il calendario che per gli infortuni a raffica che hanno privato i Calabroni di buona parte del potenziale a disposizione, così, quelle 6 vittorie nelle ultime 16 partite rischiano di essere fondamentali per giocare i PO.

“Siamo stati in una posizione migliore per tutta la stagione. Questo è dove siamo. Adoro dove siamo. Ci siamo messi in condizione di fare i playoff”. ha detto mercoledì l’allenatore degli Hornets James Borrego nella sua conferenza stampa post partita.

Possibili svantaggi:

Nonostante i Pistons abbiano molti infortunati e facciano fatica a trovare la via della retina, l’indigeno Saddiq Bey, nato a Charlotte nell’aprile del 1999 si candida a essere una delle principali minacce a disposizione di Detroit.

Occhio anche al centro Stewart (20 pt. e 10 rimbalzi contro Dallas) che sta recentemente emergendo sfruttando il tempo concessogli dal coach Dwane Casey e potrebbe mettere in difficoltà il nostro non irreprensibile pacchetto lunghi.

Charlotte non dovrà dare per scontata la vittoria rispettando l’avversario ma non temendolo.

Possibili vantaggi:

Nonostante LaMelo Ball e Malik Monk scalpitino per rientrare nel week-end, Cody Martin dovrebbe trovare ancora una partenza nello starting fine e avrà occasione di mettere in mostra le proprie qualità difensive tenendo testa a Bey.

Borrego ha bisogno di difesa poiché con la perdita di marcatori e la stanchezza di Rozier molte volte, di recente, la squadra non è riuscita a segnare nemmeno 100 punti.

Se Hamidou Diallo è in dubbio, sicuramente un grosso vantaggio sarà costituito dalle assenze di una buona fetta di giocatori Pistons:

Jerami Grant, Cory Joseph e Wayne Ellington, Jahil Okafor, Dennis Smith Jr., Rodney McGruder e Mason Plumlee saranno tutti out.

Per non stancarsi eccessivamente, sarà buona cosa far girar palla e usare le rotazioni dalla panchina puntando offensivamente anche su un Terry Rozier che non dovrebbe trovare una difesa così agguerrita.

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“Enemy” vintage

Guido Bagatta ripercorre in un articolo del novembre 1980 (edito da Superbasket) il percorso dei Pistons sino a quel momento compresa l’allora non invidiabile situazione.