Matchup Key 7: Charlotte Hornets Vs Portland Trail Blazers

A cura di Filippo Barresi.

LaMelo Ball vs Damian Lillard

Quando si affrontano i Trailblazers, da ormai parecchi anni, Lillard è sempre il pericolo numero uno da dover contenere.

Le sue capacità offensive nel pick and roll sono in grado di scardinare qualsiasi sistema difensivo e viste le prime uscite degli Hornets sarà necessario aggiustare qualche meccanismo per contenere questo straripante giocatore.

Dopo un inizio a rilento sta pian piano prendendo piede e tornando ai livelli degli scorsi anni. Dall’altra parte, Ball, dovrà riprendersi dopo due uscite poco convincenti legate probabilmente a un malessere fisico stando agli ultimi report.

Possibili svantaggi:

Portland, nonostante il recente cambio di allenatore, ha sempre la capacità di segnare molto e con una buona varietà di soluzioni.

Da molti anni sono tra le prime squadre a livello offensivo e per questo motivo gli Hornets dovranno superarsi in difesa.

A inizio anno Charlotte ha concesso un po’ troppi punti pur avendo comunque limato alcuni aspetti dalla scorsa stagione.

Possibili vantaggi:

Nonostante il quintetto iniziale sia di grande livello, Portland ha una panchina che lascia abbastanza a desiderare ed è qui che Charlotte dovrà giocarsi la propria partita.

Le rotazioni messe a punto da Borrego nelle scorse partite hanno messo in mostra le capacità delle seconde linee di poter incidere positivamente sulla partita.

Con delle buone prestazioni di I. Smith e C. Martin il vantaggio tra bench potrebbe essere importante.

Totopaolo: 3ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Dopo un’eccellente prima settimana (3-0), gli Hornets abbassano leggermente il ritmo e subiscono due sconfitte nel giro di cinque giorni portandosi sul 4-2 in classifica.

In arrivo una settimana tosta con le prime trasferte verso Ovest.

Ecco gli impegni dei prossimi sette giorni:

Game 7: lunedì 31/10/2021 ore 00:00 italiane Vs Portland Trail Blazers (3-2):

Inizio di stagione tormentato per la squadra dell’Oregon.

Oltre a dover gestire il malcontento Lillard (“solo” 19.2 ppp), i Blazers hanno faticato nelle prime uscite stagionali sia a livello di gioco che di risultati (anche se vengono da 2 vittorie di fila).

Solita partita tirata e combattuta allo Spectrum, dove i ragazzi di coach J.B. dovranno limitare le scorribande del numero zero e del suo compagno McCollum (24.2 ppp).

Da segnalare anche il ritorno in città dell’ex Cody Zeller, già degnamente sostituito dall’alter ego Mason Plumlee.

Partita da vincere anche per riscattare la brutta prestazione di Miami.

1 tirato.

Game 8: martedì 01/11/2021 ore 00:00 italiane Vs Cleveland Cavaliers (3-4):

Rivincita allo Spectrum Center della sfida di circa 10 giorni fa terminata 123-112.

Allora fu un gran secondo tempo a decidere la sfida in nostro favore con Bridges (30 punti) e Oubre Jr. (25 punti) sugli scudi.

Con la speranza di iniziare a giocare determinati fin dall’inizio, si prospetta un partita alla portata da vincere assolutamente se si vuole puntare ai Playoff.

Il back to back potrebbe essere un problema ma con le giuste rotazioni dovremmo riuscire a mettere da parte la fatica.

Altra vittoria in arrivo. 1.

Game 9: giovedì 03/11/2021 ore 03:00 italiane @ Golden State Warriors (5-1):

Trasferta proibitiva in California contro i ritrovati Warriors.

Curry (30.4 ppp) e soci sono ritornati in grande stile in questa stagione anche senza gli indisponibili Thompson e Wiseman.

Alla festa gialloblù partecipano anche il redivivo Wiggins (16.6 ppp) e le guardie Lee e Poole (14 punti a testa).

Partita tosta e senza pretese anche se lo sgambetto potrebbe essere dietro l’angolo, anzi al Golden Gate.

Occhio a Oubre Jr. che potrebbe regalarsi (e regalarci) una grande prestazione, tuttavia sconfitta preventivabile.

1.

Game 10: sabato 06/11/2021 ore 03:00 italiane @ Sacramento Kings (3-2):

Seconda trasferta in California, questa volta più alla portata.

I Kings sono un po’ gli Hornets dell’Ovest, ogni anno, infatti, cercano di tirarsi fuori dalla buca ma poi scivolano sul più bello.

Quest’anno entrambe sembrano partite bene ma la stagione è ancora lunga e l’inverno è alle porte.

Un Barnes (25 ppp) in grande spolvero, la volpe Fox (19.4 ppp), il tanto desiderato Holmes (15.2 ppp) e gli altri giovani del gruppo sono avversari da non prendere sottogamba.

Partita equilibrata da tripla al totocalcio ma i padroni di casa potrebbero avere la meglio.

Il pronostico della settimana: 2-2

Game 6: Charlotte Hornets @ Miami Heat 99-114

Intro

Rimanendo all’attualità, come saprete, Mark Zuckenberg (patron di Facebook) si lascia alle spalle Facebook (nome che rimarrà per il social network) proponendo delle integrazioni al social di stampo moderno.

L’arrivo programmato di Meta, la “piattaforma del metaverso” pare decisa e prioritaria nei piani dell’azienda rispetto al social.

All’annuale conferenza Connect, l’ideatore di FB ha illustrato la sua visione di un nuovo mondo virtuale (metaverso è un termine ideato dallo scrittore Neal Stephenson) dove le persone trovano riparo dal mondo reale, illusorio e violento.

Giocare, comunicare, divertirsi ma anche lavorare (esisterà un account specifico denominato Facebook Work) oltre che immergersi in filmati didattici in 3D.

A prescindere dai vari store che metteranno a disposizione giochi, occhiali in 3D e tutto il necessaire, ci sarà un probabile impatto positivo sull’aumento dei posti di lavoro, un possibile piccolissimo miglioramento ambientale con il lavoro da casa mentre la soluzione sempre più virtuale a livello culturale in un mondo sempre più alieno, egoista e individualista che conduce all’isolamento e a vera proprio sociofobia talvolta, dal mio punto di vista non è certamente la scelta giusta per l’umanità ma potrebbe esserlo per l’azienda.

Derivante dal greco, “Meta” significa oltre, al di là…

Per quanto apprezzi le metamorfosi e ami creativamente le idee metafisiche pur rimanendo sul concreto, se Zuckenberg deve uscire dalle note problematiche, per fortuna gli Hornets in questo periodo ne denotano molte di meno e dovranno misurarsi mentalmente e fisicamente, soprattutto realmente contro una delle squadra a Est considerate più attrezzate per arrivare dalle parti delle Finals di Conference almeno.

Gli Hornets dovranno cercare di ottenere la loro meta andando oltre le proprie possibilità.

Negli ultimi anni i Calabroni hanno spesso messo in difficoltà una squadra considerata più forte di loro ma per vincere gli Hornets dovranno dimostrare di non essere un ologramma virtuale ma di risultare anche una squadra solida fisicamente e mentalmente su un banco di prova impegnativo come quello della Florida.

Andamento della partita

I quintetti iniziali:

La partita degli Hornets a contatto durava poco, infatti, dopo il 2-0 di Oubre Jr.

Gli Hornets si issavano sul 7-2 grazie a una tripla dall’angolo destro dello stesso numero 12 partito benissimo offensivamente nel primo quarto ma una replica da 0-11 di Miami a 6:23 portava il risultato sul 7-13 pro Heat.

Le triple di Oubre Jr. (10-13 a 5:34 e quella del 15-17) più quella di P.J. Per il 18-22 oltre a una dunk dello stesso per ripristinare il -4 (22-26) consentivano di tenere il passo di Miami ma nel finale qualche errore al tiro della panchina degli Hornets e la tripla in corsa deep di Herro sulla sirena mandavano la squadra di Spolestra sul 22-33 al primo mini-riposo.

Gli Hornets partivano male anche nel secondo quarto quando Strus, Herro e Adebayo (non solo) calavano punti che a 7:16 contribuivano a inclinare la partita sul piano di Miami avanti 29-49.

A 5:07 un turnaround di Herro spediva gli Hornets al massimo svantaggio, -26 (29-55).

A parte qualche buon intervento difensivo di P.J. Non sembrava poter esserci partita giacché Miami chiudeva avanti 46-64 i primi 24 minuti anche grazie al dominio ottenuto a rimbalzo.

Alcune statistiche di squadra a fine primo tempo.

Nella ripresa Oubre Jr. partiva con un air-ball ma Bridges dava la sveglia ai nostri con due triple consecutive (58-69) di spessore intervallate da una stoppata su P.J. Tucker.

Il Calore rispondeva bene e a 4:06 Herro sfruttava il blocco del lungo per distanziare Oubre Jr. e colpire da tre realizzando il +16 Heat (60-76).

Hayward imitava Miles nelle triple consecutive e gli Hornets riducevano lo scarto sino al -12 (66-78) a 6:16 mentre Gordon veleggiava a 16 punti.

Le raffiche Hornets però non si esaurivano e un tracciante lungo di Ish per Miles era a chiuso dal numero zero con un’alley-oop da cartolina mentre il bound pass di Hayward smarcava Martin in corsa che sfoderava una dunk mono-mano aggressiva mentre la matchup zone teneva finendo sul -9 (75-84) il quarto.

I Calabroni si riavvicinavano ulteriormente sino a -6 con il catch n’shoot di martin dall’angolo destro tenendo sino a 8:58 con McDaniels in lunetta per il nuovo -6 tuttavia tre punti di Strus, due di Morris facevano riallungare i neri ma Charlotte tentava di rientrare un’ultima volta Con Bridges in crossover/fing and roll two and one (mancato il FT purtroppo) per il 91-99.

Sul -8 però non c’era nulla da fare, Butler metteva dentro un paio di canestri e Adebayo aggiungeva tre schiacciate in una zona del pitturato che la difesa Hornets lasciava troppo scoperta.

Finiva 99-114.

Il rientrante P.J. Washington al tiro in serata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte non aveva ancora perso in trasferta.

Il 3-0 e il miglior attacco della NBA entrando nel match con 114,8 punti di media si scontrava con la miglior difesa (92 punti di media subiti dagli Heat).

Ad avere la meglio sono stati i locali che, trascinati dalle loro due stelle più l’aiuto di Herro e grazie alla pressione difensiva, hanno mostrato di mettere pressione ai giovani Hornets costringendoli talvolta costringerli a tirare da fuori senza ritmo o marcati piuttosto da vicino (classico tiro non ideale) e il gioco del team di Borrego sovente si è affidato ai singoli (anche i jumper di Ish Smith con pressione sono risultati poco vincenti) peccando nella costruzione benché si siano viste anche delle azioni pregevoli in tal senso come i passaggi di Hayward per Martin e P.J. Sotto canestro.

I rimbalzi pro Heat hanno giocato un fattore chiave (12-22 nelle seconde possibilità) mentre il 40-54 nel pitturato è stato indice di una zona che non ha funzionato troppo e di una superiorità della coppia Butler/Adebayo dalle parti del ferro.

Gli Heat hanno tirato ancora male da fuori ma sono riusciti ad abbassar le percentuali dei Calabroni che in termini di fisicità hanno pagato dazio mentre a livello mentale hanno avuto dei problemi di confidenza ma hanno saputo anche reagire aldilà della serata storta di alcuni attesi interpreto come ad esempio i due playmaker.

Nelle fila di Miami doppia doppia per Butler con 32 punti più 10 rimbalzi a mentre Adebayo (26 punti e 19 rimbalzi) è stato un fattore chiave nella W degli Heat che hanno trovato dalla panchina un Herro da 26 punti e 6 assist.

Battuta d’arresto per Charlotte che deve cercare più solidità e anche una struttura migliore in certe rotazioni (confidando nel rientro di Rozier).

Attendendo la partita con Portland questa L non deve lasciare scorie in attesa di altre 76 battaglie…

Le statistiche a fine partita.

LaMelo Ball: 5

In 20:11 realizza solo un paio di canestri oltre a due liberi. 6 pt. (0/5 da 3 punti), 6 assist, 5 rimbalzi. Non trova mai il ritmo con tiri troppo frettolosi o eccessivi finendo con un 2/14 e per non produrre gioco se non nel finale. La brutta copia del giocatore spesso ammirato lo scorso anno. E’ prestissimo per chiederselo ma esiste un’alchimia tra lui e il resto del team che sta progredendo? Di certo non rinuncia ai suoi tiri e forse saranno solo serate storte oltre a mostrare ancora tracce verdi d’acerbità in alcune sfide dove non riesce a guidare ancora la squadra. Alla prossima sperando nell’alter ego migliore di LaMelo.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

Kelly parte un’altra volta forte in attacco con alcune triple che tengono in corsa gli Hornets nel primo quarto e ogni tanto batte un colpo ma senza brillare eccessivamente nel resto della partita. 17 punti (7/12 e 3/6 da 3 pt.), 4 rimbalzi, 3 rubate. Ha il merito di farsi trovare pronto all’appuntamento ma non troppo quando gli avversari in corsa lo puntano fa fatica in chiusura mentre in altre situazioni è più valido spendendo anche qualche fallo per fermare due punti facili o riuscendo a sottrarre palloni.

Gordon Hayward: 7

23 punti (8/15 e 5/8 da tre punti), 6 rimbalzi, 4 assist. Da il suo contributo offensivo risultando anche piuttosto preciso nel tiro da fuori che aiuta nel secondo tempo i Calabroni a rientrare dal -26. Diversi passaggi “nella canalina” che consentono ai compagni di non faticare a trovare la via del canestro. L’ingegner jolly Gordon Hayward non sfigura anche se sul lato difensivo non è altrettanto strong ma non possiamo chiedergli molto di più se non a rischio di perderlo giacché è rimasto in campo 37:19 facendo gli straordinari.

Miles Bridges: 6,5

22 pt. (9/21), 8 rimbalzi, 2 rubate, 1 assist. 4 TO e un 2/9 da fuori sono la parte più evidente che il suo percorso di crescita contro top team – difensivamente parlando – come Miami non è completato. Spin, crossover, entrate di fisico in avvicinamento che tengono le medie altissime della prima parte della stagione ma non basta. Anche lui difensivamente nonostante le 2 steal deve salire di tono e non gioca molto di squadra sentendosi in completa fiducia che de facto viene ripagata nel terzo quarto quando mostra due prestigiose conclusioni da oltre l’arco in fila.

Mason Plumlee: 5,5

In 18:16 colleziona 1 punto, 5 rimbalzi, 2 assist e 1 stoppata. La sensazione che gli Hornets sotto le plance siano ancora incompleti nonostante un paio di buone difese e qualche rimbalzo è papabile. Un banco di prova dimezzato poiché a Mason (¼ ai FT) viene preferito il rientrante P.J. Washington.

Ish Smith: 5,5

4 pt. (2/9), 3 assist in 17:42. Alcuni errori per la pressione difensiva sui suoi jump shot in momenti che contano mentre è poesia vederlo difendere su Butler senza aiuti nel secondo tempo e naturalmente finisce male perché non può pareggiarne fisico e cm. Questa volta Ish è un fattore in negativo (anche 3 PF e 1 TO) semplicemente perché gli viene concesso poco ma almeno 3 assist utili li colleziona.

Cody Martin: 6,5

15 pt. (4/8), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 29:13. Segna 5/6 dalla lunetta ma soprattutto a cavallo tra il terzo e l’ultimo periodo mette punti che spingono gli Hornets ad avvicinarsi pericolosamente come la dunk servita da Hayward, la tripla che rimbalza sul ferro, la parte alta della tabella e ricade dentro provocando le risate del fratello Caleb finito in panca a Miami. Piazza 2 bombe su 4 tentativi e cerca di rimanere attivo in difesa anche se non sempre il fisico lo può aiutare.

P.J. Washington: 7

9 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 2 rubate, 2 stoppate. Qualche pasticcio – 3 TO – al rientro. Preferito al posto di un centro più tradizionale interpreta sia la uomo che una zona più mobile in maniera più ottimale giocando spesso buoni pick and roll difensivi in scivolamento e a parte le due stoppate che rifila va diverse volte a contrastare in maniera vincente il tiratore influenzandolo. Segna alcuni buoni canestri facendosi trovare sotto e sgancia anche una tripla (1/3) nel secondo tempo. Dal mio punto di vista, nonostante la sconfitta, uno dei migliori P.J. Visti da un po’ di tempo a questa parte che in 22:25 prende solo un -5 in plus/minus contro il -13 di Plumlee.

Jalen McDaniels: 5

2 pt., 2 assist, 1 rimbalzo in 11:13. Due liberi infilati a 8:58 dalla fine e nessun canestro dal campo compresi un paio di errori nel primo quarto che ci allontanano. Ci prova ma non ha il fisico per reggere e nemmeno tatticamente riesce a rimanere galleggiante, flottante in reali zone d’interesse. Sbanda un po’ e la squadra con lui sul parquet prende un -16 in plus/minus.

Coach James Borrego: 5

Più nervoso del solito, evidentemente insoddisfatto, forse di sé stesso giacché la libertà di lasciar giocare è una gran bella cosa finché funziona ma quando mostra l’altra faccia della medaglia con troppa improvvisazione e gestione personale degli attacchi contro una difesa organizzata e forte fisicamente, allora sorgono problemi e domande che dovrebbe porsi. Il miglior attacco NBA non gira come il solito e la difesa mostra qualche falla, sia tatticamente che nella propria fisicità. Ora l’importante è voltar pagina e riprendere la cavalcata di vittorie verso una stagione speciale per non vanificare la buona partenza e dar credito a una squadra versatilissima ma ancora poco solida contro team equivalenti agli Heat.

Matchup Key 6: Charlotte Hornets @ Miami Heat

Per la sfida con gli Heat abbiamo preparato un doppio matchup, uno a cura di Filippo Barresi, tradizionalmente e uno personale che troverete più in basso nell’articolo.

A cura di Filippo

Gordon Hayward Vs Jimmy Butler

Con Adebayo e Lowry in dubbio per la gara di questa notte, il principale pericolo degli Heat sarà Jimmy Butler, particolarmente infuocato in questo inizio di stagione.

Butler è la chiave per Miami per essere una squadra efficace e competitiva su entrambi i lati del campo.

Per questo motivo, Hayward dovrà cercare di impegnarlo in entrambe le fasi per poter giocarsi più agevolmente la partita.

Possibili difficoltà:

Gli Heat ad oggi hanno la panchina più in forma della NBA.

Con 46,3 punti a partita le seconde linee di Miami permettono ai principali interpreti di tirare il fiato e recuperare eventuali svantaggi.

Anche la panchina degli Hornets sembra essere molto in forma ma avrà davanti un arduo compito nel pareggiare le qualità avversarie.

Punti da sfruttare:

Gli Heat sono una squadra che non fa un largo uso di lunghi tradizionali e fisici e questo potrebbe avvantaggiare gli Hornets che stanno dimostrando di tenere botta in questo inizio di stagione con la buona fisicità di Plumlee e Bridges su tutti.

Non capita spesso di avere questo vantaggio per Charlotte e sarebbe ottimo poterlo sfruttare.

A cura di I. Ferri

Miles Bridges Vs P.J. Tucker

Charlotte fa visita a Miami in uno scontro nel quale le squadre mostrano caratteristiche differenti.

In una partita che propone diversi duelli pari o con leggero vantaggio da parte di uno dei due team per quanto riguarda lo starting five, oltre alle panchine, la differenza potrebbero farla due giocatori nel ruolo di ala.

Possibili svantaggi:

Gli Heat, guidati dal perenne coach Spolestra fanno affidamento sul rodaggio, l’esperienza e un frontcourt solido in grado di segnare punti e catturare rimbalzi (Butler e Adebayo) mentre P.J. Tucker può essere un giocatore esperto da serata in grado di tirare qualche colpo da fuori e in difesa cercherà di essere fisico e tignoso su Miles.

Il secondo (Adebayo) però è in dubbio.

Non sarà facile per Plumlee, Bridges e Hayward contenere la fisicità dei questi player ma gli Hornets dovranno comunque infastidire anche sul perimetro tiratori come Herro e Lowry (sta tirando male ma in preseason aveva rifilato diverse triple agli Hornets).

Gli Heat stanno tenendo al 27,2% gli avversari nel tiro da tre punti qui potrebbe esserci la chiave del match a favore o contro il team della Florida.

Possibili vantaggi:
Miles Bridges ha una media di 26,2 punti, 8,0 rimbalzi e 1,8 recuperi mentre detiene un 39,5 percento da 3 punti.
“La sua fiducia sta solo trasudando da lui”, ha detto l’allenatore degli Hornets James Borrego. “È un ragazzo molto sicuro di sé e puoi sentire la sua voglia di vincere le partite”.
Se di fronte a lui avrà un osso duro non importa, Miles cercherà almeno di avvicinarsi a queste cifre sperando di ritrovare anche Terry Rozier poiché da oltre l’arco i Calabroni sono secondi in NBA con una percentuale del 41,3% dalla linea dei 3 punti per questo Spolestra non si fida ma la squadra di Borrego dovrà costruire i suoi tiri o prenderli quando ci sarà spazio senza forzarli.
Insomma, la forza di questi Hornets sarà giocare di squadra non dando punti di riferimenti agli avversari.

Game 5: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 120-111

Intro

Nei nostri tempi (il web e non solo) è popolato da informazioni false, distorte, sofismi che portano ad avere una percezione fasulla della notizia.

Una sovrabbondanza d’informazione abbacinante per chi come me è affetto dalla ricerca della verità di una notizia.

Prima di postare questa intro quindi ho voluto essere sicuro ci fossero più fonti affidabili che la riportassero poiché come direbbe Maccio Capatonda, non mi sarebbe piaciuta “una storia di poco falsa”…

Ebbene, pare che nella stazione di Londra di Embankment una signora londinese di nome Margaret McCollum si recasse tutti i giorni dopo la scomparsa del suo defunto marito Oswald Laurence.

Questo perché suo marito prestava la voce al “Mind The Gap”, l’annuncio che invita a prestare attenzione allo spazio tra la banchina e il treno in arrivo.

Un giorno del 2012 però quella voce venne sostituita ma il direttore della compagnia, Nigel Holness – venuto a conoscenza della storia – decise di dare quel nastro alla signora come da lei stesso richiesto e di ripristinare la voce in quella stazione capolinea nord.

Il direttore si disse molto colpito dalla storia della signora affranta dal non poter più riascoltare la voce del consorte.

Allo stesso modo gli Hornets, dopo la battuta d’arresto sul filo con i Celtics, vogliono tornare a far udire ai propri fan le sireniche voci della vittoria a far provare la soddisfazione a sé stessi e ai propri fan del fatto di essere una squadra vera e di andare orgogliosi (per una volta non uso questa parola in termini negativi) di essere dei Calabroni.

La missione della serata è ritrovare il feeling con la vittoria e continuare a sognare la luna di miele con i playoff pur essendo solamente all’alba di questa nuova stagione.

Andamento della partita

La prima palla e la occasione del match capitavano a Carter Jr. che con un gancetto colpiva il ferro andando oltre Plumlee ma sull’altro fronte Bamba ne approfittava per la correzione volante dello 0-2.

L’inizio era favorevole ai padroni di casa che dopo aver incassato l’entrata di Bridges (2-3) scappavano con Anthony sul 3-9.

Per Charlotte era Miles a tener banco con la tripla del 6-9 e due FT ma dopo una tripla di Wagner, a 7:18 arrivava il time-out per Charlotte, doppiata sull’8-16.

Non serviva a molto perché due FT di Bamba a 5:51 incrementavano il divario a 12 pt. (8-20) così dentro McDaniels, Martin e Ish Smith con l’ultimo che provvedeva a due canestri in pull-up e fade-away mentre Martin andava di tripla prima che Ross realizzasse il 17-25 in entrata.

Rimanevano 2:55 al secondo time-out del quarto e gli Hornets con le triple di McDaniels e Martin rodevano il vantaggio Magic scomparso e dopo una transizione guidata e rifinita da McDaniels (con tocco veloce di Hayward per eliminare l’ultimo difensore) i Calabroni passavano avanti 27-25.

Orlando trovava due bombe consecutive di Ross che contro-sorpassavano Charlotte due volte ma il primo quarto era pacificato da Richards che deviando l’entrata imprecisa di Smith pareggiava a quota 31.

Gli Hornets tentavano di strappare in avvio di secondo quarto ma al massimo a 8:35 si giungeva sul 43-39 così i Magic rientravano facilmente sino a riprendere il comando dopo un’altra tripla di Wagner (43-44 a 7:27) ma un allungo da 6-0 perfezionato da LaMelo consentiva agli Hornets di tornare ad avere un vantaggio sopra il possesso annullato ancora dal tiro pesante di Wagner (49-47).

I pochi falli spesi da Charlotte (il primo degli Hornets nel quarto era commesso da Martin sotto i 5 minuti) al contrario dei molteplici spesi dai blu davano un vantaggio agli Hornets spesso annullato dai troppi rimbalzi offensivi concessi ai Magic che tenevano il passo sino al sorpasso di Ross (3 pt.) per il 57-58.

La tripla di risposta immediata di Miles dalla diagonale dx e il turnaround in post basso sx di Hayward su Cole più un tiro con piede sull’arco di Miles rilanciavano i Calabroni sul 64-58 lasciandoli in vantaggio a fine quarto anche se la bomba di Carter Jr. aperta dimezzava lo svantaggio sino al 64-61.

La ripresa iniziava con due punti di Wagner oltre Oubre Jr. quindi iniziava un’azione confusa con un nulla di fatto ma i Magic dopo aver fallito la tripla con Cole, la indovinavano con Carter Jr. che segnava anche un jump stop nel pitturato mentre Suggs in entrata allontanava la squadra della Florida sul 66-70.

I Calabroni rispondevano con due triple consecutive: Hayward dalla top of the key e Bridges su swing pass dello stesso Hayward (71-70) ma sorprendentemente i Magic tenevano nonostante il 74-72 di Hayward a 7:17 a mezzo tripla (catch n’shoot).

Sanguinava Plumlee così come il punteggio sul 77-85 dopo una tripla di Harris ma due punti nel traffico di Plumlee e un dardo di Miles appena rientrato accorciavano sul -3.

Una tripla arcobaleno di Ross sul buon close-out di McDaniels e un two and one di Bridges da sotto – servito ottimamente da Martin – alzavano il punteggio sull’85-88 mentre nel finale gli Hornets trovavano il pari con McDaniels e l’open 3 per ritrovarlo dopo lo scambio di cortesie falli/liberi tra Wagner e McDaniels ma a 7 decimi Anthony segnava andando oltre Martin il 91-93.

Partivano male i Magic nell’ultima frazione facendo scadere il tempo a disposizione per il tiro mentre su un rimbalzo offensivo di Plumlee si generava un’altra possibilità per McDaniels da tre che non tradiva portando sul 94-93 l’incontro.

Bamba dal corner dx rispondeva per il 94-96 e Borrego visibilmente scontento chiedeva un time-out a 9:44.

Martin volava in transizione e lo sfondamento era evitato di un soffio dalla chiusura fallosa di Hampton che mandava il gemello rimasto a Charlotte a pareggiare benché fosse frustrante vedere Carter jr. riportare facilmente in vantaggio i Magic ma Ball, dopo aver sprecato quattro tiri forniva l’assist per l’open di McDaniels da tre che tirava giù ancora una volta altri tre punti mentre lo stesso playmaker si metteva in proprio per realizzare da tre a 7:56 il 102-98.

Dunk di Carter Jr., risposta in back-door tra Plumlee e Hayward, rigore mancato da Suggs e turnaround di Hayward più sottomano di Plumlee a 3:38 per il to and one del 109-101.

A 1.38 la correzione volante di Plumlee, la bomba di Miles (1:02) per il 116-107 e gli aggiuntivi due punti di Smith in circus shot mantenevano il vantaggio di Charlotte che chiudeva sul 120-111.

Hayward al tiro in serata (foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets). 24 punti per lui.

Analisi

Charlotte gioca una partita inaspettatamente con sufficienza tanto che i giovani Magic in partita rimangono quasi sino alla fine facendo preoccupare più del dovuto Borrego e i fan ma alla fine la maggior esperienza degli Hornets, nonostante la coppia titolare di guardie in serata incappi in una prestazione poco brillante, fa la differenza con giocatori navigati come Hayward, Plumlee e Ish Smith ancora impiegato nel finale al posto di Ball.

Non ci sono differenze abissali in molte statistiche se non nel 20/24 ai liberi per Charlotte contro il 10/13 Magic indicatore di due tendenze contrapposte e di qualche difficoltà a contenere per la squadra di casa.

Il 14-6 nelle rubate è un altro fattore per gli Hornets che nel finale, intensificando la difesa, fanno la differenza.

Percentuali al tiro abbastanza alte ma migliori per Charlotte (51,8% contro il 48,9% e 46,7% contro 37,5% da fuori).

Charlotte ha limitato molto i fast break di un quintetto comunque mediamente alto e poco propenso ad attuare quel tipo di gioco se non con pochi interpreti ma h sofferto i rimbalzi offensivi dando troppe seconde possibilità alla squadra di casa.

Ripresa la via della vittoria ci sarà da vedere se Rozier e P.J. Washington potranno unirsi al team attivamente in attesa della più impegnativa partita contro l’altro team della Florida mentre i calabroni vanno sul 3-0 in trasferta.

LaMelo Ball: 5,5

Il sophemore latita parecchio in serata chiudendo i 9:52 del primo tempo (limitato per falli) con 4 punti. Manca diverse conclusioni nella ripresa ma ha il merito di fornire a McDaniels l’open 3 e poi di realizzare esso stesso da oltre l’arco (unica tripla di serata con un 1/5). 7 pt. (3/14), 6 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate e 3 TO in 24:17. Finisce ancora in panchina la partita mentre Borrego si affida al veterano Ish Smith.

Kelly Oubre Jr.: 5

Fa peggio del compagno di reparto terminando con 4 punti (1/7) dal campo, 2 liberi nel finale a partita decisa e uno 0/5 da oltre la linea dei tre punti dove svirgola ancora tutto. Non è in fiducia e ultimamente pare un giocatore da striscia ma anche in difesa non l’ho trovato una grandissima presenza. Sempre un po’ fuori ritmo, con l’infortunio di Rozier tocca anche a lui sostentare l’attacco ma se vengono a mancare i suoi punti e anche tutto il resto (nel tabellino troviamo 2 rimbalzi solamente), si fa dura se l’avversario non si chiama Magic. Forza…

Gordon Hayward: 7,5

Probabilmente il parquet dei Magic gli porta bene, oppure, più realisticamente la sua esperienza a fronte della gioventù dei Magic può emergere nei momenti decisivi dove infila qualche semplice punto in pull-up che contribuisce pesantemente alla vittoria. 4 TO ma anche 5 assist che portano punti pesanti, 24 punti (9/13) sprecando poco e 2 steal. Bella la dunk percorrendo la linea di fondo destra in back-door.

Miles Bridges: 8

L’ala degli Hornets mantiene gli standard di inizio stagione tornando a essere più performante e decisivo anche da oltre la linea dei tre punti. 31 punti (11/21, 5/10 da tre), 6 rimbalzi. Sempre fisico sui due lati (stoppata da volley in aiuto notevole) ed entrate che lo portano a qualche libero o a segnare non solo punti partita nei momenti decisivi con un paio di triple (a 1:02 realizza il 116-107) ma anche punti per un rinnovo a cifre più alte. Sta diventando la sua stagione di brackout.

Mason Plumlee: 7

Inizio non brillante ma si riprende intercettando palloni (volutamente o casualmente) in difesa, discreta presenza a rimbalzo nella seconda parte del match, buon passatore (4 assist, ottimo il suo assist per il back-door di Hayward) e ben 14 punti che uniti ai 10 rimbalzi lo portano in doppia doppia. Fa buona guardia nel finale spendendo un fallo anche su Suggs che dalla lunetta segnerà solo un punto a fronte dei due quasi certi. Si permette anche il lusso di un and one decisivo a 3:38 dal termine e con un 2/3 raddrizza la mano anche in lunetta. A 1:38 la sua correzione volante per il 113-105 può solo accompagnare la buona prestazione.

Ish Smith: 7

8 pt., (4/9), 2 rimbalzi, 2 assist e 2 rubate oltre a un +16 in plus/minus benché qualche volta soffra i tiri di Anthony ma guida bene la squadra nel finale fornendo a Miles un assist per la tripla e mettendo la parola fine al match con un reverse circus shot in entrata che fa sorridere tutta la squadra.

Cody Martin: 7,5

12 pt. (2/3), 2 rimbalzi, 5 assist. Gioco di squadra per lui che mostra di tornare a essere in buona serata in difesa recuperando palloni e dando fastidio mentre in attacco recupera falli e non sbaglia dalla lunetta con un 6/6 ai liberi. Passa, segna, difende, sembra una versione aggiornata e migliorata del Cody dello scorso anno. Per gli Hornets è manna dalla panchina perché nella prima parte contribuisce alla rimonta.

Jalen McDaniels: 7,5

Gli alieni ci hanno restituito il giocatore visto un paio d’anni fa che con 16 pt. (massimo in stagione) figli del 5/6 da tre punti massacra i Magic con i suoi open 3 (4/5 anche se l’errore arriva da un tiro non aperto). Discreta difesa aggiunge 4 rimbalzi, 2 rubate più 3 assist e un +24 di plus/minus. Sperando questa sia la versione definitiva, curiosi di rivederlo confermarsi, un plauso è dovuto.

Nick Richards: 7

4 pt., 3 rimbalzi in 7:34. Entra per dare stabilità alla difesa, quella che con Plumlee sul parquet nella prima parte non si trova. Charlotte trova la quadra e lui anche un paio di buoni canestri. Bello quello uno contro uno dove il suo tiro sgorga dal cuore del pitturato.

Coach James Borrego: 6,5

la squadra stenta un po’, lui chiama i time-out dovuti per riportarla all’attenzione. Non una partita brillantissima ma giocata comunque con il piglio giusto nel finale e probabilmente anche la scelte di mettere i veterani nel finale è corretta.

Matchup Key 5: Charlotte Hornets @ Orlando Magic

A cura di Filippo Barresi.

LaMelo Ball Vs Cole Anthony

I Magic sono partiti in questa stagione con una formazione molto rimaneggiata e dalla poca esperienza.

Il loro giocatore di maggior talento ad oggi è Cole Anthony, ex point guard di North Carolina che sta pian piano trovando il feeling con la NBA.

Sarà quindi decisivo lo scontro tra i registi delle due squadre: chi saprà gestire il flusso di gioco in maniera più ordinata, migliore, la spunterà.

Possibili svantaggi:

Nel quintetto titolare di Orlando possiamo notare un frontcourt dalla taglia molto importante. Wagner, Carter Jr. e Bamba sono giocatori fisici, tre lunghi e molto atletici.

Plumlee & Co. dovranno cercare di mantenere il possibile urto soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rimbalzi.

Concedere meno occasioni possibili nei pressi del canestro sarà molto importante per evitare di avvantaggiare i Magic.

Possibili vantaggi:

Come anticipato la gioventù dei Magic giocherà un ruolo importante.

Dall’altra parte gli Hornets stanno maturando di fronte ai nostri occhi e dovranno – in questa occasione – cercare di sfruttare al meglio la loro maggiore esperienza nel gestire partite del genere.

Sarebbe importantissimo ottenere una vittoria (possibilmente agevole) contro un avversario onestamente non irresistibile per proseguire l’ottimo avvio di stagione da parte dei Calabroni.

Game 4: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 129-140 OT

Intro

Magellano salpa da Cadice nel 1519 per raggiungere le isole delle spezie attraversando l’oceano australe.

La nuova frontiera mira ai soliti obiettivi commerciale ed espansionistici ma completa anche la cartografia terrestre.

Nel 1775 James Cook sentenzia: “Se non ho scoperto il continente australe è semplicemente perché non esiste”.

In realtà a parte la grande Australia e le poche altre isole maggiori, esiste un microcosmo composto da isolette, disseminato e sperso tra le onde, sconosciuto ai più.

Pare che – un po’ alla stessa stregua – la più misconosciuta delle squadre NBA (gli Hornets ovviamente) siano emersi dalle acque erompendo come potenza vulcanica nelle prime tre partite.

Una squadra che si difende meglio e con un attacco variegato ed eruttante (vedere Martin e Smith contro BKN ieri).

Probabilmente, anche se sono considerati una piccola realtà rispetto ad altre, da ieri qualcuno si è accorto che esistono gli Hornets.

Manteniamo i piedi per terra anche se parliamo di un “continente d’acqua” in metafora ma gli Hornets vogliono dimostrare di essere potentemente fluidi e hanno bisogno di continuare a ottenere risultati cercando di battere i temibili Celtics in una sfida che aggiunge l’insidia di un back to back.

Il pubblico amico potrà dare nuove energie e nuova linfa a questi young Hornets?

Andamento della partita

Gli Hornets partivano lanciatissimi rispetto alle altre partite sin qui giocate.

Era Charlotte ad avere la meglio in una partita dal ritmo veloce con soluzioni spesso cercate da oltre la linea dei tre punti molto spesso anche se Schroeder metteva dentro da fuori alla prima occasione.

Oubre Jr. a 11:16 pareggiava dalla diagonale destra e dalla stessa posizione Bridges raddoppiava mentre l’hook di Plumlee in girata portava sull’8-3 il punteggio.

Un reverse di Tatum dalla linea di fondo era seguito dalla bomba di ball dalla stessa fortunata mattonella dai quali i compagni avevano sprigionato i loro tiri vincenti precedenti (11-59 ed era ancora ball a fornire il materiale a Plumlee per l’avvincente alley-oop del 17-9.

Dopo una tripla di Schroeder, un avvicinamento old style di Plumlee con appoggio oltre Brown e la seconda tripla di Oubre Jr. allontanava noi Calabroni a 4:49 sul +10 (22-12) un divario che la panchina di Boston + Tatum mangiava totalmente nei minuti restanti del primo quarto complice l’ingresso in campo di Jabari Parker che con un 4/4 (11 pt. Compresa la tripla finale) contribuiva ad appianare sino al 33 pari alla prima luce rossa.

Il secondo quarto era ancora più assurdo perché giocato a ritmi impressionanti tenendo conto del back to back.

Gli attacchi prendevano spesso il sopravvento in una fase di sorpassi e contro-sorpassi: Oubre Jr. con un catch n’shoot dall’angolo destro realizzava il 46-44, e mentre si saliva sul 48 pari (bella la stoppata di Plumlee su Williams e la transizione che portava Ball con noncuranza a servire all’indietro Bridges per una dinamitarda jam nel traffico) con un ritmo sempre più incalzante e parossistico arrivavano due triple di Ball, la seconda a 6:36, una crazy deep che lanciava Charlotte sul 54-48.

I Celtics però non demordevano avvicinandosi con una tripla di Tatum e Hernangomez da sotto sul 54-53 mentre Oubre andava sul 5/5 da tre punti lanciando Charlotte sul +4 raggiunta poco più tardi mentre Kelly mancava la sua prima tripla.

Borrego chiamava un time-out non contento della difesa a 3:47 ma gli attacchi continuavano ad avere la meglio e l’eccitazione per i sorpassi non si spegneva benché i Celtics con la tripla di Schroeder nel finale andassero sul +4 ma un veloce arresto e tiro di Smith portasse il risultato finale del primo tempo sul 66-68 poiché Williams mancava due liberi a :27.9.

Simili molte statistiche a partire dal 25-24 a rimbalzo, pari con i 18 assist a testa, 3-2 nelle stoppate, a fare la differenza il 3-7 nei TO mentre il 53,1% di Charlotte era superato dal 55,1% dei Celtics benché il 56,5% di Charlotte da 3 fosse superiore al 44,0% di Boston.

Oubre guidava con 15 punti Charlotte seguito da Bridges con 14 mentre Tatum, difficilmente arrestabile per gli Hornets ne realizzava 21 seguito da Parker con 13 e Schröder con 12.

Terzo quarto ancora incerto con i Calabroni che dal pari sul 75-75 trovavano un +5 con uno step-back notevole di Ball da tre punti e un lancio dello stesso per Hayward saltava Schröder e andava in touchdown con Hayward per l’80-75.

La reazione di Boston però si concretizzava con uno 0-7 figlio delle triple di Tatum e Brown (80-82) che portava Borrego al time-out (peccato per un errore di Miles da sotto antecedente all’ultima Bomba targata Boston).

A 5:29 i Celtics allungavano sul +4 con Williams e più tardi la squadra del Massachusetts arrivava anche al +6 con Tatum oltre Oubre Jr. per l’88-94 ma Charlotte non demordeva arrivando al -1 con un pick and roll tra Ball e Richards che produceva un two and one mentre da un contropiede Smith trovava McDaniels nell’angolo per la tripla del 96-94.

La soluzione con la doppia guardia Ball/Smith funzionava mentre il ritocco di Oubre con un ½ dalla lunetta chiudeva il tempo sul 97-94.

Partiva bene Charlotte nell’ultimo quarto con la stoppata al limite di Richards sul fing and roll di Parker mentre Miles bombardava in dunk sull’altro fronte.

Due liberi di McDaniels e un’incursione dello stesso lanciavano sul 107-102 Charlotte anche se l’ala prendeva un flagrant 1 per una manata rifilata in pieno volto al n° 12 Williams mentre era intento ad appoggiare.

Boston riusciva a mettere soltanto i liberi mentre Charlotte veleggiava sul 110-102 a 7:04 dalla fine dopo un fade-away di Hayward.

A 6:27 Hayward, attorniato nel pitturato, scaricava intelligentemente per l’open 3 di McDaniels (113-102) e un fallo intenzionale su Plumlee a 6:06 portava un altro punto nelle casse degli Hornets che incassavano da sotto il canestro di R. Williams dopo uno 0/8 dal campo dei Celtics nelle ultime battute.

Richards, osservato da Hayward schiaccia davanti alla difesa bostoniana.

Finita?

Figuriamoci… dopo una dunk di Plumlee servito da McDaniels era servito all’assistente Triano un tecnico per lamentele e i Celtics con Brown e Tatum si rifacevano sotto anche se era annullata per un’interferenza un canestro di Tatum.

Boston con una dunk di Brown in transizione entrava negli specchietti sul 119-116 mentre il sorpasso avveniva con una dunk in alley-oop di R. Williams fornita da Tatum (119-120).

Ball segnava da tre il sorpasso ma dalla lunetta Tatum pareggiava fino ai pasticci finali delle due squadre che mandavano all’OT la partita.

Partiva meglio Boston che sul +4 si faceva però superare da Bridges e Ball (altra bomba) ma gli errori di LaMelo, Oubre Jr. & soci nel finale costavano caro perché Boston prendeva il largo con l’iconica schiacciata di Brown su Bridges.

Il più ampio distacco del match si aveva a fine partita ma come detto gli Hornets, nonostante ciò, ci sono ancora.

Analisi

Charlotte sfiora la vittoria in una partita ondeggiante e incerta che entrambe le squadre avrebbero meritato ma che i Calabroni avrebbero potuto portare in porto nel finale di quarto quarto.

Il pubblico c’è, il rumore e l’entusiasmo si sono fatti sentire nonostante i numerosi fan “infiltrati” dei Celtics.

Peccato per la sconfitta poiché una vittoria avrebbe dato più energia a un ambiente molto più carico del recente passato.

I Calabroni, reduci dal back to back, si spengono un po’ nel finale di ultimo quarto e nell’OT quando qualche errore di troppo di gestione e al tiro lanciano i Celtics al massimo vantaggio durante il match.

A parte il dispiacere per la sconfitta però, con i dovuti correttivi, non sembrano esserci particolari motivi di preoccupazione, la squadra è viva, nel caso della sconfitta si possono imputare alcune migliorie da effettuare e magari evitare per il futuro qualche forzatura di troppo oltre che alle assenze di Rozier e P.J. Washington da non sottovalutare.

Agli Hornets è mancata un po’ la difesa rispetto ad altre partite (49,5% per i Celtics contro il 44,7% di Charlotte) con la coppia Tatum (41 pt.), Brown (30) a mettere insieme 71 punti per gli ospiti che hanno preso 50 tiri su 101 da oltre l’arco finendo con il 38,0%.

Dettagli fare la differenza come il 2/6 di Plumlee dalla lunetta e ancora un po’ di inesperienza di un team giovane che nonostante la sconfitta sarà richiamato a riscattarsi a Orlando mostrando di essere quel buon gruppo fatto intravedere sino oggi.

LaMelo Ball: 6,5

25 punti, 9 assist, 5 rimbalzi ma anche 6 TO in una serata che l’ha visto perdere troppi palloni e poi l’espulsione finale a partita decisa per il sesto fallo cercando su una rimessa di liberarsi di Smart. Incosciente fino al midollo sa di poter battere Williams e lo tritura più volte con triple o penetrazioni che lo portano in lunetta ma quando il tiro (comunque nettamente migliorato checché ne dicano i detrattori sullo stile) da fuori non entra nei momenti decisivi diventa un problema. In linea generale una buona partita anche se in chiaroscuro.

Kelly Oubre Jr.: 6

Kelly parte alla grande con un 5/5 da tre ma offensivamente il suo secondo tempo è pessimo (finirà con 6/16… troppi errori mentre in difesa alterna fasi nelle quali fa molta attenzione ad altre dove si fa distrarre dalla palla o rimane lontano dal tiratore raggiungibile in una zona rischiosa il che porta anche lui ad avere luci e ombre. Due errori nel finale diventano quasi una condanna. 19 pt. e 9 rimbalzi.

Gordon Hayward: 6

15 punti, 3 assist, 6 rimbalzi. Frenato dalle condizioni fisiche ipoteticamente “dangerous”, gioca con quella flemma che i più navigati streetballer hanno ma firma alcuni buoni passaggi e canestri. Servirebbe però di più da lui che chiude con un 5/12 al tiro e un -23 di plus/minus non riuscendo a velocizzare la squadra.

Miles Bridges: 6,5

25 punti, 10 rimbalzi, in doppia doppia il fresco player of the week della Eastern Conference. Miles parte bene, gioca di fisico ma non ne ha da tre (2/10). Difficile fermare Tatum quando gli capita per il resto merita di essere l’ala grande titolare mostrando iniziativa anche quando gli va male. Prende una schiacciona nel finale da un lanciato Brown tentando di opporsi. Conoscendolo, siamo sicuri sarà a buon rendere.

Mason Plumlee: 6

Possiamo mandare qualcuno a insegnare a tirare i liberi a Plumlee che sarebbero cosa più facile ad esempio del gancetto in turnaround che sfodera nel primo tempo? Non sempre un protettore ideale del ferro, arriva in ritardo un paio di volte con dei goaltending ma pizza anche due stoppate lottando a rimbalzo dove accumula 11 palle tirate giù andando in doppia doppia a 12 punti benché il 2/6 ai FT gridi vendetta. Su di lui vanno di fallo intenzionale. Comunque una presenza migliore rispetto al recente passato.

Ish Smith: 6

10 pt. (4/10), 4 assist in 23:15. Non gioca una partita strepitosa ma dalla panchina fa dignitosamente il suo e benché il fisico non lo aiuti in difesa un paio di rimbalzi e una rubata riesce a metterle nel tabellino. Meglio nella seconda parte.

Cody Martin: 5,5

Un peccato non averlo visto nelle fasi decisive, la sua tigna sarebbe servita. Un errore di gestione da parte di Borrego che gli ha preferito un Oubre Jr. che non è riuscito a fare la differenza nel finale ma avendo visto Cody non in forma ha preferito lasciarlo out. Non una grande serata con 3 pt. (1/5) offensivamente e poi 3 rimbalzi e una stoppata in 17:39.

Jalen McDaniels: 7

A parte il flagrant 1 e l’air-ball finale da conteggiare comunque, McDaniels rischia di far vincere agli Hornets la partita con incursioni e un paio di bombe nel secondo tempo che staccano gli Hornets. Un altro giocatore rispetto a quello visto recentemente e speriamo continui così. Arma in più dalla panchina.13 pt. (4/6), r rimbalzi, 2 assist.

Nick Richards: 7

7 pt. (¾), 3 rimbalzi e 3 stoppate in 13:33. Non giocando P.J. Washington per un problema al ginocchio destro, eccolo di nuovo sul parquet rilanciato da Borrego. Il giamaicano parte un po’ a freddo facendo fatica ma decolla in breve rifilando tre stoppate (altissima quella su Parker) e segnando anche il suo primo two and one in carriera dopo un buon pick and roll con Ball. Forse al posto di Plumlee nel finale ci sarebbe potuto essere lui, più affidabile ai liberi e difensivamente – anche se ancora grezzo – più carico.

Coach James Borrego: 6

Buone cose come il challenge chiamato e vinto sulla palla persa da Smart ma il gioco stasera è sembrato quasi tutto perimetrale cercando con insistenza la bomba con 44 tiri su 103 presi da fuori. Ha anche funzionato bene spesso ma vi è stato un eccesso. L’attacco bilanciato degli Hornets è un punto a suo favore con ben 7 uomini sui soliti 9 impiegati ad andare in doppia cifra.

Matchup Key 4: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics

A cura di Filippo Barresi.

Gordon Hayward Vs Jayson Tatum

Gli Hornets arrivano a questa partita con un entusiasmo e nuove energie che da molto tempo non si respiravano.

Se dovessimo cercare di trovare un interprete della squadra che ancora non ha inciso come ci si aspettava questi è forse Gordon Hayward, “protagonista” un po’ silenzioso delle prime tre gare.

Davanti a lui ci sarà Jayson Tatum, sempre più uomo al comando per i Celtics.

Hayward dovrà cercare di essere più attivo nel portare punti facili alla squadra sempre dosando le sue energie fisiche dato che si tratta della seconda partita in altrettanti giorni.

Possibili vantaggi:

Nonostante il cambio in panchina, i Celtics fanno della versatilità offensiva la propria arma principale.

Con le aggiunte di Schröder e Horford aumentano esponenzialmente le possibilità di segnare da parte dei verdi: se prima i pericoli erano molto più prevedibili essendo principalmente concentrati nelle mani di Brown e Tatum, ora la difesa dovrà resistere a una pressione costante proveniente da più fronti.

Possibili svantaggi:

Gli aspetti negativi che hanno più inciso nelle prime tre gare di Boston sono stati la scarsa presenza a rimbalzo e la mancanza di fisicità.

Nonostante siano spesso in campo, i due lunghi dei Celtics non riescono ad imporsi sotto questi aspetti e questo sarà un bene per una squadra come gli Hornets.

L’inizio di stagione ci ha mostrato come alcuni interpreti della squadra (Plumlee, Brigdes e Martin) stiano facendo sentire con frequenza la loro fisicità ai danni degli avversari.

Servirà una grande prestazione fisica per sovrastare gli avversari ed acquisire un vantaggio netto.

Totopaolo: 2ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Clamorosa prima settimana degli Hornets che vincono tutte e tre le partite ed ottengono così il miglior inizio stagione della loro storia a Charlotte.

Charlotte e Chicago rimangono a oggi le uniche squadre imbattute della Eastern Conference.

Sulle ali dell’entusiasmo vediamo quali sono gli incontri programmati nei prossimi 7 giorni.

Game 4: martedì 26/10/2021 ore 01:00 italiane VS Boston Celtics (1-2):

I Celtici non hanno iniziato al meglio la stagione complice una forma precaria dei loro uomini chiave.

J. Brown, infatti, è in “day to day” per la partita di stanotte a causa di un ginocchio malconcio. Dal canto nostro Rozier è ancora in dubbio per un fastidio alla caviglia.

Ad ogni modo contro i bianco-verdi, seppur in casa, sarà sempre una partita tosta mentre Tatum rimarrà l’avversario più pericoloso (23 ppp).

Se la squadra sarà in grado di replicare il secondo tempo di Brooklyn la vittoria sarà alla portata.

1 “sudato”.

Game 5: giovedì 28/10/2021 ore 01:00 italiane @ Orlando Magic (1-2):

Trasferta insidiosa in Florida da non prendere sottogamba.

I Magic, nonostante siano una squadra giovane e in pieno rebuilding, hanno dei giocatori da non sottovalutare, tra i quali la matricola Suggs, il sophomore Anthony e il veterano T. Ross (16.3 ppp dalla panchina).

Il nostro roster al momento è comunque nettamente superiore ma bisognerà mantenere la concentrazione alta se non si vorrà incappare in un brutto scivolone.

2. Vittoria alla portata.

Game 6: sabato 30/10/2021 ore 01:30 @ Miami Heat (1-1):

Altra trasferta nello “Sunshine State”, questa volta più impegnativa.

Gli Heat rimangono una delle favorite per le finali di Conference e contrastare Butler e soci non sarà facile.

Tyler Herro è partito in grande spolvero (28.5 ppp) e l’agilità e la forza di Adebayo (18.5 ppp) sotto canestro potrebbero essere un grosso problema per il nostro reparto lunghi (considerato soprattutto lo stato mentale/fisico di P.J. Washington).

Partita comunque da giocare fino allo fine.

1, sconfitta preventivabile.

Il pronostico della settimana: 2-1

Game 3: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets 111-95

Intro

Ogni volta che si va in trasferta su un parquet difficile, le emozioni diventano un mix tra la speranza di poter cercare di vincere sorprendentemente la partita e la consapevolezza che sarà difficilissimo riuscirci lasciando percentualmente basse possibilità al nostro team, meno attrezzato.

Di certo le due vittorie in rimonta hanno portato ancora più emozioni e se “emozione” è etimologicamente quella parola che significa “portare fuori”, smuovere e in un senso simile, scuotere, agitare, ecco che la gamma di sensazioni che prova un tifoso, dall’ansia (più o meno marcata a seconda della persona) prima della partita, al piacere, allo stress durante il match e alla gioia (per un’eventuale vittoria) o dalla delusione per una sconfitta che a volte si tramuta in rabbia (solamente sportiva senza eccessi fisici) per aver magari subito dei torti evidenti durante la partita, può essere l’anima, il perché – anche se non giochiamo in prima persona ma ci sentiamo in qualche maniera parte di qualcosa – si completa dando un senso anche alle sfide più estreme, sapendo che comunque anche se dovesse andar male ci saranno altre sfide, altri appuntamenti in un ciclo che apre a possibilità di ribaltamento delle cose.

“Ijirashi” è una parola nipponica che potrebbe sintetizzare quella sensazione che proviamo quando restiamo colpiti nel vedere qualcuno che parte in svantaggio ma riesce a superare ogni ostacolo portando a compimento un’impresa.

Gli Hornets al momento – dopo anni difficili – sono sul 2-0, prestissimo per dire che qualcosa sta cambiando ma, se tutti i protagonisti principali del roster staranno bene (al momento Rozier è in dubbio per un riacutizzarsi del problema alla caviglia sx mai completamente guarita dal primo infortunio di quest’anno), allora i playoff potrebbero non essere così surreali nemmeno nella malaugurata ipotesi di una sconfitta a Brooklyn alle prese con Kyrie Irving, una delle star che non sarà presente poiché ha deciso di non vaccinarsi così la franchigia l’ha giudicato inidoneo ad accompagnare i team-mate.

Nonostante questa assenza ovviamente BKN è una squadra di assoluto valore a partire da Kevin Durant, gli Hornets ce la faranno a giocarsi una sfida impossibile facendoci provare ancora altre emozioni?

Andamento della partita

Out ancora Rozier come Griffin per i Nets.

Gli Hornets – rispetto le due precedenti partite – partivano determinatissimi tanto che Ball, dopo aver rifilato una stoppata a Carter serviva Plumlee per una dunk super facile e si metteva in proprio per l’allungo/appoggio del 4-0 prima di firmare anche il 6-0 dopo un crossover con appoggio al vetro oltre Claxton. Ottimo inizio degli Hornets che con la tripla dall’angolo sinistro di Miles si portavano sul 9-2 e nonostante Bridges in entrata con crossover usando il fisico su Harris e Ball da tripla portassero tre punti a testa, prima Durant poi la squadra di casa intera riusciva a rimontare complice anche l’ingresso di una parte di panchina degli Hornets piuttosto fredda.

Brown pareggiava una prima volta a quota 21 poi da una drive and kick sontuosa di Durant arrivava la tripla aperta del primo vantaggio nero con Millsap (21-24), un’avanzata che si fermava sul +4 Brooklyn a fine primo quarto (27-31).

Charlotte palesava qualche problema offensivo nei primi minuti della seconda frazione e Brooklyn allungava sul 31-39 dopo un two and one di Harden ma Bridges guidava la rimonta fornendo prima un bound pass in diagonale al bacio per l’accorrente McDaniels per poi rubare palla a Harden ed esibirsi in uno spettacolare 360° scevro da ostacoli pareggiando a quota 39.

Sempre suo era il momentaneo vantaggio quando gli Hornets trovavano il vantaggio scaricandogli palla in angolo, partenza aggressiva e altro fallo su di lui per un 2/2 dalla lunetta.

La reazione dei padroni di casa, che inauguravano l’arena per la prima volta quest’anno in regular season, non si faceva attendere dopo un 2+1 di Aldridge arrivava un altro jumper di Durant che anticipava la tripla di Bridges per il 50-57.

Le squadre andavano negli spogliatoi sul 50-58 in virtù di un punto aggiunto ai liberi da Brown.

Bridges chiudeva con 21 punti seguito dai 20 di Durant, Ball ne metteva 13, Harden 11 mentre Hayward sfornava 4 assist ma sembrava un po’ addormentato.

Chiudeva con zero punti e una fasciatura al polso destro per un leggero infortunio occorsogli.

Poco meglio Oubre Jr. con 2 punti mentre andava bene McDaniels con 7 (3/3).

Sotto come il solito gli Hornets non disperavano aprendo con 4 punti di Hayward e cercando di giocare con una marcata a zona che funzionava a tratti quando non era battuta da un paio di triple (Durant e Carter) prima che in transizione Durant saltasse in lungo cambiando direzione per schiacciare il 59-68 (8:01).

Troppo presto per arrendersi da parte di una squadra dalle mille vite e, infatti, Ball a 7:44 portava a casa un two and one, a 5:06 P.J. Indovinava la tripla del 67-70, a 4:01 Oubre, servito da Martin, caricava l’open 3 del 70-72 e da una steal con passaggio in transizione di Cody nasceva un two and one per Miles che usando il corpo in maniera meravigliosa segnava convertendo l’ennesimo libero personale per il 73-72.

Un punto di vantaggio (79-78) mantenuto anche a fine quarto grazie ai piccoli Martin e Smith.

La missione era cercare di approfittare dell’assenza di Durant a inizio quarto e dal tiro di Hayward dal mid range, da quello di Smith nel pitturato (in rotazione buttava giù Harden) nasceva un vantaggio di 5 punti 88-83) che aumentava poiché due sfondamenti del Barba su Martin intervallati da un jumper di Ish ci issavano sul 92-86.

The Beard andava a sedersi e i piccoli di Charlotte facevano il vuoto con le triple di Ish e Cody, il passaggio di Cody per un lungo due dalla sinistra di Smith anche se Durant rispondeva spesso ma il punteggio si stretchava sino al 102-93 a 3:55.

Carter mancava una tripla su assist di Durant (raddoppiato) e Oubre jr. da sotto a 3:18 la chiudeva (104-93) sul +11.

Il 111-95 finale premiava quella che in serata è apparsa più squadra.

Un Bridges incontenibile per Claxton e soci in serata.

Analisi

Gli Hornets, nonostante non abbiano stelle di prima grandezza ancora esplose come Harden e Durant vincono perché sono più squadra, lo si vede dalla difesa, Charlotte irretisce con una zona con la quale sporca, mette le mani sui palloni e crea un gorgo nel pitturato così se in attacco la serata pazza di Cody Martin e Ish Smith sintetizza l’imprevedibilità e la velocità di un team che a Charlotte non era mai partito sul 3-0 a inizio stagione, per i Brooklyn Nets non c’è nulla da fare.

Gli Hornets si sono permessi il lusso di lasciare fuori Ball nel momento che più contava con Martin e Smith on-fire, due “operai”, due gregari al potere che hanno affondato la corazzata Nets nella propria baia.

A livello statistico hanno giocato molto le percentuali dal campo con quelle degli Hornets alzatesi e quelle dei Nets abbassatesi nel finale, i punti nel pitturato (56-42), i fast break (19-12) e gli assist (26-18) oltre a un 12-17 nei TO.

Brooklyn si consola con i 38 punti di Durant “seguito” da Harden con 15 e Aldridge con 9 punti e 8 rimbalzi.

La sorpresa è grande per molti ma questi Hornets molto dinamici hanno saputo soffrire e rimontare ancora una volta fino al trionfo finale.

Per quanto riguarda le pagelle ho scelto – seguendo il filo conduttore della intro – (link del pezzo per chi eventualmente leggesse da social:) di introdurre un’emozione che non sempre in lingua italiana esiste o non è codificata con una sola parola seguendo il principio del cognome del giocatore.

LaMelo Ball: 7

Basoressia. E’ l’irrefrenabile e istantaneo desiderio di baciare qualcuno. Ovviamente nel mio caso non ne sto parlando fisicamente ma metaforicamente tutti i fan di Charlotte vorrebbero “baciare” quei giocatori che sono in grado di creare un reale salto di qualità al tam amato. 18 pt., 5 assist e 6 rimbalzi in 26:03 perché Borrego lo relega in panchina vedendo Ish Smith posseduto dal demone di Maravich. Quando è in campo è il solito Ball, solo un po’ più impreciso/sfortunato in qualche conclusione soprattutto da fuori ma crea e segna sostenendo nel primo tempo Charlotte.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

Orenda. Nella lingua urone, idioma di alcune tribù irochesi, “orenda” è la capacità della volontà umana di cambiare il mondo anche contro un destino avverso. Non sembra in super serata, timido e impacciato al tiro, ha il merito di chiudere la partita nel finale con un paio di punti esclamativi. 9 pt. (4/13), si salva un po’ per i 9 rimbalzi ma è sceso di tono rispetto alla partita precedente. Uscendo dalla panchina è sembrato più a suo agio ma è presto per dirlo, deve trovare continuità.

Gordon Hayward: 5,5

Handschuhschneeballwerfer ovvero in tedesco, colui che indossa i guanti per lanciare una palla di neve. Data la finezza, l’estetica, la morbidezza ma anche l’efficacia di Hayward mi sembrava una (lunghissima, quasi da DNA) parola adatta. In realtà nel primo tempo pare addormentato, finisce con zero punti e una fasciatura al polso destro però nella ripresa apre con 4 punti la rimonta degli Hornets. Chiude con 8 e 6 assist, uno nel finale smarcante per P.J. sotto.

Miles Bridges: 9

Brabant, ovvero molto incline a scoprire fino a che punto si può provocare qualcuno. Miles con il suo fisico, con il suo gioco potente e dinamico e le sue dunk incarna una piccola potenza contro una grande potenza. 32 pt., (9/16), 11/12 ai liberi, 9 rimbalzi, 2 rubate, +20 di plus/minus. Oltre i numeri ci sono rispettivamente: fisico (nelle entrate si fa sentire), precisione (ai liberi) e tecnica (negli appoggi e in entrata). La potenza e il controllo. Si avvantaggia dagli scarichi prendendo il difensore in contro-tempo in entrata o spara da fuori (3/5). E’ diventata un’arma complessa da fermare tanto che a Durant in qualche maniera sarà venuto in mente di trovarsi di fronte a uno specchio deforme. Altra grande prestazione da leader.

Mason Plumlee: 6,5

Pronoia. Stana e “inquietante” sensazione che consiste nell’avere intorno persone che ci vogliono fare del bene che è difficile da provare nel mondo reale di oggi se non impossibile. Mason in realtà ha intorno, oltre ai compagni, ha anche le torri avversarie che vogliono scippargli palloni e batterlo per cui sarà più facile che soffra di paranoie cestistiche che di pronoia. 5 punti, 5 rimbalzi ma soprattutto 3 stoppate e 3 steal che contribuiscono a bloccare i Nets dalle parti del pitturato. Anche da 7 ma i liberi drammatici gli abbassano il voto comunque pronoia da parte di tutti i fan Hornets per lui.

Ish Smith: 9

Saudade. Ish Smith ha vissuto girando gli States spesso senza una casa, vivendo in alberghi o essendo ospitato da compagni di squadra. E’ partito bene. E’ di Charlotte e speriamo che la saudade, la nostalgia, almeno quella di casa non la debba più soffrire. Ma dove sei stato fino adesso? Io lo adoro già… Pazzo fino al midollo scarica la sua velocità e il suo tiro contro le Retine abbattendosi come un colpo di maglio sulle speranze di rientro di Brooklyn. Serata magica (in realtà nel secondo tempo poiché nel primo era mancato) con 15 punti, 4 rimbalzi e 4 assist.

Cody Martin: 9

M di Man, quella sensazione , quella voglia di cambiare aria, città, lavoro, trasformare la routine in un’altra vita. Lui sta cambiando il suo status da giocatore a rischio a punto fermo. Serata magica come per Smith, finisce con 12 punti, 5 assist e 3 rimbalzi, 2 sfondamenti presi da Harden che fanno tornare il Barba in panca e un paio di triple nel finale che ammazzano la partita come quella con step-back su Harden, qualcosa di assurdo.

P.J. Washington: 5,5

Wanderlust. Dal tedesco una parola che indica un desiderio di viaggiare irrefrenabile. In parte simile a Man, può sembrare una “stranezza” a livello psicologico ma sembrerebbe che alcuni studi abbiamo dimostrato che il recettore della Dopamina D4 possa influenzare questo comportamento. 5 pt., 6 rimbalzi, 2 steal. Addormentato anche lui nel primo tempo, fa viaggiare troppo la palla da tre senza imbucarla ancora una volta ma mette una tripla d’avvicinamento nel secondo e un appoggio a fine match. Una buona difesa in generale e su Durant che manca andando corto un fade-away.

Jalen McDaniels: 7

Malu. Termine indonesiano che significa sentirsi inferiore a qualcuno. McDaniels era partito bene un paio d’anni fa ma ora forse soffre un po’ di questo complesso, limitato anche da un certo tipo di gioco ma in serata cancella il termine con un 3/3 ottimo compresa una bomba. Ottimo primo tempo con 7 punti e 3 rimbalzi.

James Bouknight: s.v.

Bimyou. Dal giapponese, “Bah… non male”, se solo giocasse… 45 secondi di nulla, sguardo sperso in panchina ma anche se la situazione per certi versi sembra quella di Monk, arriverà anche il suo momento, non si perda d’animo.

Kai Jones: s.v.

Jeong 정, parola coreana che travalica l’empatia, una preoccupazione, un gesto che se De André avesse conosciuto il coreano avrebbe potuto inserire ne “Il Pescatore” quando questi spezza il pane e offre il vino a uno sconosciuto assassino. Una specie di amore universale incontrollato che si manifesta autonomamente nel gesto o nel pensiero. Se Kai sta fuori necessariamente deve sperare che i compagni giochino peggio per giocare ma per assurdo che giochino bene e vincano per crescere e sentire il Jeong. 45 secondi che non servono.

J.T. Thor: s.v.

Torschlusspanik. Ansia da deadline, portare a compimento un lavoro prima che sia troppo tardi. A lui per il momento non verrà, rimane marginalmente a occupare i garbage time.

Nick Richards: s.v.

Retrouvailles in francese è la gioia di riabbracciare, incontrare qualcuno nuovamente che non si vedeva da lungo tempo. Tutte le statistiche a zero anche per lui nei 45 secondi finali. Chissà che Richards ritrovi il campo seriamente prima o poi.

Coach James Borrego: 7,5

Manda in panico con la zona i Nets e qualche veloce raddoppio su Durant senza eccedere e senza che divenga sistematico. L’attacco costruito non è un granché perché vuol giocare veloce e imprevedibile, tattica che funziona in serata con uomini nel finale on-fire. Finché funziona va bene ma quando ci saranno problemi mi piacerebbe vedere un po’ più di gioco anche se stasera qualche azione davvero pregevole si è notata.

Matchup Key 3: Charlotte Hornets @ Brooklyn Nets

A cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges Vs Kevin Durant

Dopo due grandi prestazioni per iniziare la stagione arriva la prima grande sfida per il numero zero degli Hornets.

Durant al momento è tra i giocatori più impattanti di tutta la lega e sarà un arduo compito per il nostro esterno cercare di contenerlo.

Sarà molto importante impostarla sul piano fisico, dove Bridges può avere un vantaggio e cercare inoltre di attaccarlo con continuità per consumare le energie dell’avversario.

Possibili svantaggi:

I Nets sono la squadra più talentuosa della NBA e hanno la possibilità di segnare con qualsiasi interprete in campo e con una versatilità fuori dal comune.

Sarà importantissima l’attenzione difensiva, ogni minimo errore consentirebbe agli avversari di prendere il largo con facilità.

Possibili vantaggi:

I Nets sono forse una delle poche squadre che non hanno un vantaggio dal punto di vista fisico contro gli Hornets che potranno quindi sfruttare la loro fisicità anche per aggredirli sotto canestro.

Con Claxton e Aldridge come unici centri la protezione del pitturato non sarà eccelsa ed è questa la chiave per gli Hornets per poter trovare punti facili.

Game 2: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 123-112

Intro

Fondali distorti, piano olandese, inquietanti e soffocanti sono le inquadrature di quello che viene definito il massimo capolavoro del cinema tedesco: “Il gabinetto del Dottor Caligari”.

Film muto uscito nel 1920 in Germania che ha una trama surreale – come molte partite degli Hornets – e usa una tecnica di analessi (flashback) per raccontare una storia che avrà un finale incerto aperto alle ipotesi di allucinazione e realtà riguardo una storia narrata da un paziente di un ospedale psichiatrico.

Charlotte ci ha abituato a picchi horror come sul -23 contro i Pacers ma la sorpresa di un cambio di rotta così mutevole può paragonarsi a ciò che accade nel film che segue le sue contingenze ma sorprende lasciando alla fine in sospeso lo spettatore.

Cosa si inventerà Borrego per limitare le soffocanti torri di Cleveland e lo zigzagante Sexton è difficile a dirsi ma Charlotte ha bisogno di una seconda vittoria per dare credito alle proprie chance di playoff.

Se nel film, ciò che ferma il killer (il reale assassino però è il mandante che sfrutta un sonnambulo) è la sfolgorante e stordente bellezza della protagonista, con il recupero di Rozier, la speranza è di vedere migliori aiuti difensivi, un bel gioco più variegato, fluido ed efficacie in grado di abbacinare i Cavalieri di Cleveland.

Andamento della partita

Charlotte partiva bene con mani veloci in difesa che portavano ai canestri di Ball in transizione e a quello di Plumlee in alley-oop morbido dopo una buona difesa al ferro dello stesso.

La partita rimaneva equilibrata e i Cavs passavano avanti con un parzialino di 0-5.

Trovato il pari a 8:59 ai liberi con Rozier, però, la squadra dell’Ohio tentava di strappare con un allungo culminato dalla tripla di Rubio (10-18) alla quale rispondeva con un deep 3 dalla perfetta rotazione Ball.

Charlotte si affidava alle seconde linee con un quintetto super corto (Smith, Martin, Rozier, Oubre Jr. e P.J.) ed era l’ex Warriors a fare il diavolo a quattro con due bombe, un assist, un mid range e una penetrazione che riportava a 2:18 il risultato in parità a quota 23.

Cleveland chiudeva comunque il primo quarto avanti sul 27-30.

La tendenza si palesava anche in avvio di seconda frazione con i Cavs a scappare sul 29-37 e – nonostante un paio di circus shot a segno da parte di Ball – si arrivava sul 35-44 dopo una iper dunk di Allen sul malcapitato Plumlee.

I Cavs si dimenticavano di rientrare velocemente e Miles rispondeva con una reverse dunk ma la squadra in bordeaux giungeva sino al +11 benché Oubre Jr. con uno stop & Pop dimezzasse lo svantaggio momentaneamente sul 43-49.

Borrego chiamava un time-out dopo una transizione finalizzata da Sexton (43-51) e la squadra rimontava con un gancetto di un Bridges (50-53) partito in sordina che cominciava a fare la differenza in questa fase.

Si andava a riposo però con un -5 (54-59) dovuto a due interpretazioni dubbie (fallo chiamato in difesa a H con due FT di Okoro) e un possibile fallo mancante su P.J. Che portava a una transizione capitalizzata dall’angolo sx da Markkanen per 3 punti pesanti.

Chiudeva a un decimo Oubre Jr. in alley-oop su assist di Smith che dopo aver rischiato di perder palla la lanciava al compagno appena in tempo.

Il flop del primo tempo era Rozier, che, rientrante dall’infortunio alla caviglia sx andava un po’ in difficoltà offensivamente chiudendo con 2 pt. E uno 0/3 dal campo mentre Oubre Jr. con 17 punti partiva benissimo.

Ball, costretto a metà secondo quarto al terzo fallo, era limitato a 11:05 ma con 9 pt. (4/4) e 4 assist.

Bene comunque Smith con 7 assist e Bridges con 11 pt. (5/11).

In avvio ripresa i calabroni sembravano prendere il ritmo giocando più convinti delle proprie possibilità così un possibile assist di ball per Rozier era convertito dallo stesso (un po’ nervoso con una spinta alle gambe di Mobley dopo essere finito a terra per un fallo del lungo dei Cavs) con due liberi per il 64-65, trampolino per il vantaggio Hornets dopo lungo tempo con l’uscita dal blocco di Ball per arrivare all’alzata frontale scevra da difensori.

Sul 70-67 (putback dunk di Miles), tornavano a farsi sentire i Cavs, complice una panchina nel tratto non performante in difesa e un Rozier che, nonostante il suo primo canestro dal campo a 5:16, rimaneva distante dalle sue massime possibilità e veniva anche vessato con un fallo fantasma.

Borrego chiamava un time-out sul 72-76 per cercare di far riprendere ai suoi in mano le briglie psicologiche della partita e la cosa funzionava poiché Oubre Jr. a 3:13 infilava la tripla mentre un rimbalzo offensivo di Martin più fallo faceva risalire sul +1 i ragazzi di Borrego che mantenevano il vantaggio sino a fine quarto (90-89).

Gli Hornets srotolavano il precedente DNA felino giocando come il gatto con il topo in avvio di ultimo periodo quando una steal con fing and roll di Martin, un secondo fing and roll di Miles, una tripla dello stesso (10:47) e una bomba di Hayward a 10:03 su drive & kick di Ball sganciavano i Calabroni sul 100-91.

Parziale che tagliava le gambe a Cleveland così Charlotte giocava piuttosto sul velluto gli ultimi minuti e quando Plumlee cementava un rimbalzo dopo qualche punto mangiato dai Cavs, la partita andava in ghiaccio con la vittoria degli Hornets che porta sul 2-0 il team prima della dura trasferta a BKN.

Ball scarica all’esterno un pallone.

Analisi

Nonostante i Cavaliers ci abbiano spesso fatto soffrire in questi anni, questi Hornets hanno qualcosa in più della squadra allenata da Bickerstaff.

Gioca sorniona Charlotte nel primo tempo non intensificando la difesa e giocando meno veloce delle proprie possibilità.

Nella ripresa la solfa cambia e a un Oubre Jr. già performante offensivamente nel primo tempo si aggiungevano i tasselli Ball e Hayward oltre a un fondamentale (in primis difensivamente) Cody Martin.

Il gioco difesa/attacco rapido di Charlotte schianta in avvio di ultimo quarto i Cavs che a livello statistico, nonostante i team abbiano superato entrambi il 50,0% al tiro, la differenza l’ha fatta la percentuale da tre punti con il 40,6% di Charlotte contro il 29,0% di Cleveland che ha cominciato a stentare nel terzo periodo quando si è affidata spessissimo a jumper da ontano che hanno smesso di entrare.

Questo ha generato una supremazia a rimbalzo (46-36) mentre altri fattori sono state le panchine che in termini di punti hanno fatto registrare un 45-27 in favore degli Hornets.

32-26 negli assist e 13-9 nelle steal.

Per i Cavs 33 punti di Sexton, doppia doppia di Rubio con 15 punti e 10 assist mentre la coppia di ali Markkanen/Mobley ha terminato con 13 punti a testa.

Lo spauracchio Allen si è fermato a 11 punti e 4 rimbalzi giocando meno del previsto.

LaMelo Ball: 7,5

Perfetto nel primo tempo con un 4/4 dal campo e 4 assist anche se è costretto a giocare 5 minuti in meno a causa del terzo fallo speso in chiusura su una penetrazione di Sexton. Termina con 17 punti sprecando poco (8/12), 6 assist, 5 rubate. Ancora fondamentale per aprire la scatola sei Cavaliers. Parte in maniera perfetta e non più limitato dai falli, nel secondo tempo sciorina un paio di drive and kick che valgono 6 punti.

Terry Rozier: 5

Il rientrante Rozier nel suo Stato, dove ha sempre giocato bene, appare fantasmatico nel primo tempo chiuso con uno 0/3 al tiro. Molto timido, frenato dalla precaria salute, a 4:23 dalla fine, su un passaggio saltato, mostra come la parte dolorante (caviglia sx) non sia ancora a posto e deve uscire. Chiude con 6 punti (4/4 ai liberi), 1/5 al tiro e 3 TO. Meglio si riposi e rientri quando potrà dare un reale contributo alla causa se non è ancora in condizione, specialmente se il vero Oubre Jr. è questo.

Gordon Hayward: 7,5

Indispensabile ingranaggio di Charlotte, termina con un 2/7 (4 pt.) e 3 assist i primi 24 minuti ma termina con 18 punti, 9 assist e un +21 in +/- oltre a 4 TO. Indovina un paio di tiri fondamentali nell’ultimo quarto per dare a Charlotte quel quid che serve al team per scappare via e non farsi più riprendere.

Miles Bridges: 8

Lavoro impegnativo per lui in serata. Parte maluccio, poi, come un diesel si scalda e non lo ferma più nessuno tra triple, putback dunk e anche entrate rifinite di fino da un buon tocco, cosa che non sapeva fare agli esordi. 30 punti (13/24), 7 rimbalzi e anche 3 rubate. Una forza per Charlotte contro le tower dei Cavs.

Mason Plumlee: 6,5

Possibile martire contro Allen, nel primo tempo, al contrario di quanto visto con Indy, non soffre particolarmente nonostante un paio di sparate in testa da parte di Allen. 5 pt. E 7 rimbalzi nella prima parte, certo… pare che l’entourage degli Hornets vada a scegliere con il lanternino centri dalla più che discutibile mano ai liberi con una tendenza a faticare con palla in mano sotto canestro, tuttavia fa buona guardia a rimbalzo (importantissimo) cogliendone uno importante a metà ultimo quarto con fallo di Sexton annesso. 7 punti, 14 rimbalzi, 3 TO.

Kelly Oubre Jr.: 8

Kelly torna sé stesso con una partenza laser dalla panchina mettendo dentro 17 punti nella prima parte del match. Chiude con 25 (9/13) e 3 rimbalzi. Non forza nel secondo tempo ma nel complesso mostra che può avere una buona mano anche da fuori (4/7) ed essere intraprendente come quando dalla linea di fondo destra va ad appoggiare convertendo anche un and one. Buona prestazione dopo la prima uscita un po’ così.

Ish Smith: 6,5

Lo speedy corriere degli Hornets recapita assist nel primo tempo terminando con soli 2 punti (1/5) e 0/2 dalla lunetta ma 8 assist finali con 0 TO e una bella alzata per l’alley-oop di Oubre Jr. sulla sirena del secondo quarto. Nel secondo tempo rompe un raddoppio, si fionda a canestro, manca il tiro ma la sfera è preda di P.J. che converte. Se fa girare anche la squadra è affidabile.

Cody Martin: 8

“Soldatino” ordinato nel primo tempo, cambia la partita nel secondo con anticipi, steal, transizioni, rimbalzi (un paio di offensivi che generano 5 punti) e anche il lusso di una mega-dunk su Allen in stile Rozier Vs Durant lo scorso anno che fa interrompere da Collins con un urlo che erompe dal nulla la povera bordocampista Shahammadi che brillantemente può solo affermare che va tutto bene. Fattore fondamentale, gli Hornets hanno fatto bene a tenerlo. 10 punti, 8 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate.

P.J. Washington: 6

Dopo la prestazione nel finale con Indiana non deve compiere miracoli. Parte al tiro come il solito poi chiude con un 3/8 che gli vale 8 punti in casella più 5 rimbalzi e 3 assist. Mano da correggere da fuori ma aiuta in contenimento.

Jalen McDaniels: s.v.

1:10 in campo nel garbage time, nulla da segnalare di particolare.

James Bouknight: s.v.

Esordio da un minuto e dieci secondi che non porta a nulla. La squadra prende un parziale di 0-5 cercando di far girare la palla, far scorrere il tempo e chiudere la partita.

Kai Jones: s.v.

Vedi Bouknight ma con due TO.

J.T. Thor: s.v.

Vedi Bouknight.

Nick Richards: s.v.

Non è un esordiente ma per il resto, come Bouknight.

Coach James Borrego: 6,5

Ero curioso di vedere cosa si sarebbe inventato contro le poderose torri di Cleveland. La squadra per un tempo gioca al di sotto delle proprie possibilità preservando un po’ di freschezza, poi spunta come contro Indiana fatalmente nell’ultimo quarto non lasciando scampo a Cleveland grazie all’intensificazione difensiva, trappola per i lunghi di Cleveland con gli anticipi rapidi di Ball, Oubre Jr. e Ball oltre all’abbagliante e rapido gioco offensivo che porta in brevissimo tempo alla fuga il team. Si arrabbia a ragione prima di rientrare negli spogliatoi per un paio di situazioni dubbie con Cleveland un po’ favorita dalla terna (nulla di trascendentale ma vantaggi da fattore campo) nei FT in avvio. La squadra c’è.

L’intervista a fine partita di Bridges.