Matchup Key 2: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers

A cura di Filippo Barresi

Mason Plumlee Vs Jarett Allen

La prima partita contro Indiana ha già aperto il solito vaso di Pandòra per gli Hornets e sotto canestro ci sono ancora problemi.

Il povero Plumlee è stato letteralmente annichilito da Sabonis per tutto il primo tempo e solo grazie a una maggiore compattezza di squadra gli Hornets sono riusciti a soffrire meno sotto le plance nella seconda parte.

La stessa organizzazione dovrebbe essere attuata nella partita di questa notte contro i Cavaliers, potenzialmente una delle squadre più lunghe e fisiche della lega.

Possibili svantaggi:

Uno degli altri problemi delle formazioni viste contro Indiana erano le spaziature.

Senza Rozier e non impiegando Bouknight si sono viste lineup con pochi tiratori che facevano tanto affidamento sulle penetrazioni e sui midrange.

La difesa dei Cavs è capace di rendere fitte le maglie nei pressi del canestro grazie a dei fisici imponenti e per questo motivo sarà necessario trovare con più continuità la soluzione da fuori.

Possibili vantaggi:

Per ovviare al problema della fisicità di Cleveland, Borrego potrebbe rifugiarsi nelle solite soluzioni small a doppio taglio, già ampiamente viste lo scorso anno.

Markannen, Allen e la coppia di guardie titolari non sono grandi difensori perimetrali ed è qui che dovranno insistere gli Hornets.

Game 1: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 123-122

Intro

Due angeli che vedono in bianco e nero, esistono prima che la specie umana avesse origine, possono leggere i pensieri degli esseri umani ma non possono aiutarli fisicamente essendo incorporei.

Damiel e Cassiel sono due angeli che cercano con il loro impalpabile tocco cerca di aiutare la gente in difficoltà facendosi “sentire” ma non sempre vi riescono.

La loro esistenza pare garantita, è una condizione immortale ma i due (altri come loro) vedono tutto in bianco e nero scorrere giorno dopo giorno senza essere protagonisti attivi della vita benché possano accedere a ogni riflessione delle persone.

Uno dei due però segue e si innamora di una trapezista, così scopre di potersi incarnare in un uomo perdendo la propria immortalità (una corazza nel film).

La scelta è dettata dal desiderio a cui segue la scoperta dei colori, del gusto, di tutte le sensazioni umane che inizialmente sono vissute come scoperta ed entusiasticamente ma quando Damiel va a cercare la ragazza che ama nel circo appena smantellato (il film è ambientato a Berlino) non la trova e in lui appare un senso umano di vuoto, di “mancanza” come dice lui.

Il regista Wim Wenders ci porta in quei vuoti nei quali l’assenza di senso la fa da padrona ma il film (che ispirerà poi un famoso film americano) è un messaggio di speranza vista la fine del film (Il Cielo Sopra Berlino).

Non so se a Charlotte vogliano darci un lieto fine quest’anno colmando una mancanza magari meno importante (dipende dai punti di vista) ma che, rimanendo nel contesto, è obiettivo minimo e fulcro vitale di ogni fan, ovvero avere la soddisfazione d’avere una stagione vincente con l’accesso ai PO che a Charlotte mancano da troppo tempo, da troppo tempo come gli angeli descritti, gli Hornets fanno da spettatori alla post season.

Iniziare bene sarebbe importante e a circa tre ore e mezza dall’inizio della partita (ovviamente è il momento nel quale sto scrivendo questa intro), spero che quello che sarà il mio ultimo anno da “gestore folle” e così assiduo di questa pagina per fare da tramite (ormai da quando sono partito più di 12 anni fa con i New Orleans Hornets si trova tutto in rete) tra i fan, i simpatizzanti e gli interessati Hornets che parlano italiano e le vicende del team, sia qualcosa in old style Hornets metà anni ’90.

Andamento della partita

Parte bene la nuova avventura degli Hornets che vincono al cardiopalma una partita dai tre volti.

I Pacers schieravano inizialmente: Brogdon, Duarte, Justin Holiday, Sabonis e Turner mentre gli Hornets rispondevano con: Ball, Oubre jr. (assente Rozier), Hayward, Bridges e Plumlee.

Il primo quarto vedeva partire meglio gli ospiti che segnavano 6 punti con Sabonis anche se il primo canestro gli era annullato per un fallo prima del tiro da parte di Plumlee ma il lungo dei Pacers finirà con 14 punti il primo quarto frutto del 6/6 al tiro facendo intendere che gli Hornets anche quest’anno avrebbero avuto grossi problemi difensivi nel mezzo.

Anche il rookie Duarte che fisserà sul 27-38 il punteggio con un buzzer beater a fine frazione, riuscirà a mettere insieme 11 punti solo nel 1° periodo.

Nel mezzo l’inseguimento degli Hornets che segnavano il primo canestro con Ball a 9:51 (3 punti) in una partita dall’inizio veloce che vedeva pareggiare Charlotte a 8:38 con una steal & dunk di Ball (8-8) ma un parziale di 0-7 ritrascinava la squadra di Carlisle avanti.

Il secondo quarto si apriva con un pasticcio dalla rimessa di fondo che consegnava palla ai Pacers ma anche con due bombe consecutive di Ball che davano speranza di un comeback (33-38 a 10:17).

I Pacers però, squadra meno scintillante ma esperta, replicavano portando fuori Sabonis (e non solo) a colpire da tre punti così, lentamente, con il subentrare della panchina, la squadra gialloblu si allontanava anche grazie a una tripla clamorosa di Duarte dalla sinistra (40-55).

Ish Smith continuava a essere uno dei più positivi, oltre a segnare punti, forniva anche l’assist per la dunk di Cody Martin ma a fine primo tempo il 10/23 di Indiana da tre punti unito al 15/17 dalla lunetta faceva la differenza (6/17 da 3 e 5/10 ai FT per Charlotte) nelle statistiche oltre a una costruzione più facile per Indiana nel gioco grazie alla polifunzionalità di Sabonis e Turner nel gioco dentro/fuori.

Un 59-75 che solo un deciso cambio di rotta avrebbe potuto modificare nella seconda parte del match.

Senza voler scomodare Oscar Wilde, il triste De Profundis pareva essere servito agli Hornets quando dopo due azioni i Calabroni portavano a casa uno 0/5 al tiro contro il 2/2 di Indiana con Brogdon a mandare sul -20 Charlotte.

Dopo la flanella a Charlotte – però – cominciavano a entrare i tiri da tre punti mentre Ball rianimava con canestri, rimbalzi e assist la squadra che si presentava sull’82-88 quando Plumlee rollava dinamicamente su un arcobaleno tracciato da Ball che congiungeva il centro con il canestro esplodendo in un alley-oop multicolore.

A 3:08, dopo un paio di tentativi a vuoto, Oubre jr. con una tripla, portava i Calabroni per la prima volta avanti in serata (85-84), vantaggio che si dilatava sino al 92-88 a fine quarto.

Una tripla di Hayward, un gancetto di Plumlee e un tiro da playground di Ish Smith (peccato per il FT mancato) portavano la squadra della Queen City sul +10 (106-96) prima che Sabonis a 6:46 riducesse lo scarto a mezzo tripla.

Non un episodio perché i Pacers trovavano la forza di rimontare fino a riprendere il comando a 4:32 con una bomba di Brogdon (109-110).

Diventava quindi la solita partita pirotecnica da Hornets nel finale con sorpassi e controsorpassi, gialli e finale sino all’ultimo secondo tiratissimo fino a quando un P.J. Washington anonimo non catturava un rimbalzo sul 121-122, convertiva due tiri liberi a :04.6 per poi difendere (Borrego sceglieva lui al posto di Plumlee) molto bene sul giro e tiro di Sabonis (secondo ferro) sulla linea di fondo) lasciando la W agli Hornets per 123-122.

Un’entrata di LaMelo Ball in serata.

Analisi

Una squadra a due facce quella degli Hornets che nel primo tempo è parsa parente di quella che ha incassato 68 punti dai Mavs in preseason.

Finita agli albori di terzo quarto sul -20 (ma anche -23), Charlotte ha rimontato grazie a tre fattori: il tiro da tre punti che ha cominciato a entrare piuttosto frequentemente, il contenimento difensivo (era mancato nel primo tempo) e il ritmo (Ish Smith l’incarnazione di questo aspetto) grazie a un Ball magistrale che tra assist e canestri ha guidato alla rimonta la squadra.

Accumulato un +10, con l’uscita di Smith e la contemporanea momentanea assenza di Hayward, i Pacers, squadra che ha avuto un blackout totale nel terzo periodo, ma comunque molto più completa della nostra in vari aspetti potendo giocare sia dentro che fuori grazie ai due lunghi titolari, nonostante qualche assenza (vedi LeVert mentre per Charlotte è rimasto out Rozier per l’infortunio alla caviglia sinistra) sono tornati a minacciare di vincere la partita in un finale fatto di sorpassi e controsorpassi dove un po’ di fortuna (vedi tabellata da tre di Hayward) è arrivata dalle parti della North Carolina.

Dopo essere stata sotto nei rimbalzi e negli assist nel primo tempo, i calabroni hanno dominato a rimbalzo pareggiando anche nella casella assist.

Importanti anche i TO di differenza.

Nelle fila dei Pacers un trio a guidare tutti: Sabonis ha chiuso con 33 punti, Brogdon con 28 e il sorprendente rookie Duarte, buona mano da fuori, ha messo altri 27 punti.

LaMelo Ball: 8

31 punti, 9 rimbalzi, 7 assist, 2 steal. Con la presenza del padre e della ciurma Ball (LiAngelo compreso) al cospetto, parte discretamente (anche se sulla prima azione viene stoppato ma non manca certo l’intraprendenza al ragazzo) risultando uno dei più positivi tra le fila di Charlotte nel primo tempo. Espande il suo dominio sul match nel secondo tempo quando diventa trascinatore di una squadra che gioca in velocità sulle transizioni e sulle triple (7/9 da tre per lui tonight). Un assist al bacio per l’alley-oop di Plumlee e voglia di gettarsi su tutti i palloni e non arrendersi anche sul -20.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

14 pt., 3 rimbalzi. Mi dispiace partire con un voto scarso a un ragazzo che mi è comunque simpatico ma la sua partita difensivamente è un po’ larga. Gioca distante dall’uomo e concede un po’ troppo in chiusura anche al rookie Duarte. Gioca da SG in mancanza di Rozier e se non gli entra il tiro diventa un problema. 5/17 con un 2/9 da lontano anche se realizza la tripla del primo vantaggio in partita (85-84) e mette dentro una bella dunk. Non è il suo ruolo primario ma me lo aspetto più consistente per le prossime sfide.

Gordon Hayward: 7,5

Inizio in sordina. Ciuffo non croccante come il solito e qualche tiro che per uno come lui è incredibile non entri, compresi i liberi. Finisce salendo vertiginosamente di tono con canestri importanti, fortunosi o di bravura (un gran fade-away frontale nel finale), creando azioni per… volontariamente e involontariamente anche quando non segna come sull’ultimo attacco quando s’incunea benissimo ma manca il tocco vincente, tuttavia la palla diventa in qualche maniera nel cuore del pitturato una possibilità per P.J.. 27 punti, 5 rimbalzi, 3 assist.

Miles Bridges: 6,5

Altro giocatore che parte male ma si riprende un po’ nella ripresa. 13 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 3 steal. Mani veloci, impostazione che tutta la squadra cerca di mettere in pratica. Una bella steal con salvataggio e passaggio in verticale per canestro facile di ball e un canestro importantissimo nel finale in allungo con un sottomano a evitare i granatieri gialloblu. Nel finale gli arbitri gli assegnano un fallo (istintivo) su un rimbalzo offensivo (probabilmente se c’è è uno sfioramento) che rischia di esser fatale.

Mason Plumlee: 6

Brutta partenza che fa vedere i sorci verdi ai fan degli Hornets. Troppo morbido, concede a Sabonis praticamente tutto nonostante due onesti falli spesi. Nel secondo quarto riesce a stopparlo ma è un fuoco di paglia nel primo tempo. Ottima dunk in corsa a rimorchio di Ball ma i fan rumoreggiano quando dalla lunetta tira fuori un pessimo air-ball (0/3 nel 1° tempo). Nel secondo tempo gioca meglio, è più attivo e anche se non è un fulmine di guerra a livello di rapidità offensiva, arriva un alley-oop mentre chiude a 8 punti, 10 rimbalzi (più consono nel secondo tempo) e 5 assist anche se Borrego fa chiudere a P.J. La partita al suo posto pensando che il numero 25 avesse miglior attitudine difensiva sulla PF avversaria.

Cody Martin: 6,5

23:38, 4/5 al tiro, 10 punti, concretissimo in attacco. Bene anche in difesa. 6 rimbalzi, 1 stoppata e 1 rubata. Peccato per il blocking foul su Brogdon (di poco) ma esordio positivo.

Jalen McDaniels: 5,5

1 punto e 1 steal in 10:54. Sicuro che scavando in panchina, caro Borrego, non ci sia nulla di meglio? ½ ai liberi e 0/1 al tiro, il classico tentativo da tre dall’angolo a vuoto.

Ish Smith: 7,5

14 punti (7/14), 5 assist, 1 stoppata, 1 rubata. Una stoppatona netta su McConnell nel primo tempo poi canestri per tenere in partita Charlotte e farla allungare come quello da playground per il +10. Peccato manchi gli aggiuntivi ma da ritmo e punti a una squadra che ne ha disperatamente bisogno anche perché Borrego sceglie di non affiancargli Bouknight. Veloce nonostante l’età, lo sapevamo, la sorpresa è la difesa che a tratti irretisce anche Sabonis. Con un pubblico che finalmente è tornato veramente a farsi sentire e lui natio di Charlotte ecco un paio di motivi in più per dare il massimo.

P.J. Washington: 6,5

Da 5,5 prima dei 5 secondi finali con un 1/7 al tiro in 19:27. 5 punti, 5 rimbalzi, 3 assist. Guadagna mezzo punto per i de liberi vincenti e altro mezzo per la difesa finale su Sabonis che anch’esso in precedenza aveva fatto fatica a contenere.

Coach Borrego: 6,5

Mezzo punto in più per la scelta finale di P.J. Il gioco non è trascendentale, subiamo molto in difesa sugli scarichi (ancora da oliare) ma sopperiamo in attacco andando a fiammate come previsto. Non potrà andare sempre bene ma la squadra mentalmente c’è nonostante fosse precipitata anche sul divario massimo di -23.

Matchup Key 1: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers

Matchup key a cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges vs Domantas Sabonis

Nella replica dell’ultima sfida della scorsa stagione, gli Hornets dovranno adoperarsi per sfruttare al meglio un ritrovato Miles Bridges che sembra essersi ripreso il posto da titolare ai danni di Washington.

Proprio nella sfida del Play-In, Bridges era stato il miglior giocatore di Charlotte mettendo in mostra tanta energia e il suo arsenale offensivo.

Tuttavia, non sarà facile battersi contro Sabonis, ad oggi protagonista assoluto dei Pacers.

Possibili difficoltà:

Indiana ha subito un cambio in panchina nel corso dell’estate ed è probabile che coach Carlisle per i primi tempi ricalchi abbastanza il modus operandi che ha contraddistinto il gioco dei Pacers nel recente passato.

Per questo motivo, sarà importante bloccare il fulcro offensivo della squadra: Domantas Sabonis.

La sua versatilità offensiva sarà sicuramente un problema per la difesa degli Hornets che sembra mostrare gli stessi problemi visti nella scorsa stagione.

Possibili vantaggi:

Borrego molto probabilmente punterà molto sul gioco in transizione per questa partita.

Per adoperarlo al meglio tutto deve partire da una buona e attiva difesa in grado di rompere gli schemi avversari per poi ripartire in contropiede cercando punti facili.


Totopaolo: 1ª settimana

La nuova stagione è alle porte e l’adrenalinico piacere del divenire è mitigato dalle incertezze del futuro “baskettaro” di un team che ha lasciato dubbi in prestagione.

Per fare chiarezza abbiamo ingaggiato a costo zero (grazie) il Mago Paolo che tenterà di darci i suoi pronostici.

Attraverso il suo sapere e un po’ per gioco, vivremo con lui l’annata degli Hornets settimana per settimana gli appuntamenti della squadra, da calendario.

Se l’anno scorso l’idea entrò in corso d’opera, quest’anno potremo simpaticamente promuovere o bocciare il mago secondo il suo operato nelle 82 partite (speriamo siano di più).

Prima di dedicare a lui lo spazio, ecco un paio di notizie da inserire nell’articolo.

Chi non ha dubbi è Michael Jordan che qualche giorno fa si è espresso pubblicamente sul tema dei vaccini in NBA (vaccino che non è però obbligatorio come probabilmente saprete per il caso Irving):

“Approvo le decisioni della lega: se tutti le seguiranno non ci saranno problemi di sorta”.

A Charlotte i giocatori sono tutti vaccinati e MJ ha detto: “Sono un convinto sostenitore del ruolo centrale della scienza nell’affrontare e risolvere questa problematica e di conseguenza così mi comporto. Se tutti faranno lo stesso, seguendo i regolamenti imposti dalla lega sono certo che tutto andrà per il meglio”.

Per il meglio non è andato uno dei principali indiziati al taglio di questa preseason, parliamo di Wesley Iwundu.

Wesley Iwundu in preseason.

Simpatico a vedersi ma disastroso sul parquet è finito per essere tagliato dall’elenco dei Calabroni partenti per la regular season.

A rivelarlo Shams Charania di The Athletic.

Iwundu, arrivato nell’affare Pelicans per Graham come una parte del sign-and-trade di Devonte’ Graham probabilmente peserà sulle casse di Charlotte con un dead cap di $ 1.824.003 (se non fosse reclamato) che andrà a unirsi ai circa nove milioni di Batum al secondo dei tre anni da waiver.

Ora lasciamo all’oracolo Paolo le sue elucubrazioni, le sue intuizioni unite alle sue doti di preveggenza mentre io tento di scotomizzare le ultime tre partite di preseason.

Il programma della prima settimana

Riparte finalmente la stagione NBA e gli Hornets si presentano ai nastri di partenza con il roster più completo degli ultimi anni (non che ci volesse molto).

Obiettivo è quello di continuare la crescita della scorsa stagione (finale a parte) e puntare ai quei tanto agognati playoff che mancano dal 2016.

Game 1: giovedì 21/10/2021 ore 01:00 italiane VS Indiana Pacers

La RS inizia “beffardamente” proprio contro il team che aveva eliminato i nostri Hornets ai Play-in la scorsa stagione.

Rispetto a qualche mese fa ci presentiamo con una squadra meno acciaccata e più agguerrita.

I Pacers, che non hanno praticamente mosso nulla in estate e hanno tenuto i pezzi forti (Sabonis e CJ Miles), saranno ancora per un po’ di tempo senza C. LeVert.

La partita è alla portata e ci sarà da vendicare l’orrenda e inqualificabile prestazione di metà maggio.

LaMelo e Hayward le chiavi per vincere la partita.

Match assolutamente da portare a casa.

Pronostico: 1 fisso.

Game 2: sabato 23/10/2021 ore 01:00 italiane @ Cleveland Cavaliers

La prima trasferta della stagione è in Ohio, terra di Terry Rozier che ha sempre fatto bene lì ultimamente.

I Cavs hanno una squadra giovane e “affamata”, impreziosita dalla terza scelta assoluta del Draft 2021, il centro Evan Mobley.

La scorsa stagione ci diedero parecchio filo da torcere trovandoci spesso impreparati ma questa volta, con il roster al completo e più consapevole dei propri mezzi, potremmo/dovremmo avere la meglio.

Giocatori quali Rozier, Oubre Jr. e Hayward sono chiamati a fare la differenza.

Occhio al duo Sexton – Allen sempre temibile.

Partita comunque alla portata.

Pronostico: 2 fisso.

Game 3: domenica 24/10/2021 ore 22:00 italiane @ Brooklyn Nets

Trasferta proibita in terra newyorchese contro gli uomini di Steve Nash.

I Nets, alle prese con la “grana” Irving, sono ancora comunque nettamente superiori.

Inutile citare i vari Durant, Harden, Mills e compagni.

Obiettivo della partita sarà quello di giocarcela fino alla fine e mettere Brooklyn in difficoltà il più possibile.

Pronostico: 1.

Prima sconfitta della stagione ampiamente preventivabile.

Il pronostico finale della settimana: 2-1

La nuova stagione è alle porte e l’adrenalinico piacere del divenire è mitigato dalle incertezze del futuro.

Per questo abbiamo ingaggiato a costo zero (grazie) il Mago Paolo che tenterà di darci i suoi pronostici.

Attraverso il suo sapere e un po’ per gioco, vivremo con lui l’annata degli Hornets settimana per settimana come primo appuntamento.

Se l’anno scorso l’idea entrò in corso d’opera, quest’anno potremo simpaticamente promuovere o bocciare il mago secondo il suo operato nelle 82 partite (speriamo siano di più).

Charlotte Hornets Preview 2021/22

LaMelo Ball guiderà la pattuglia degli Hornets nella nuova stagione cercando di schivare e resistere alle insidie che hanno colpito diversi compagni di squadra.
Con la fortuna già in credito, cosa dirà la maga a Ball?
Gli Hornets cercano armonia con la Dea Bendata per provare ad approdare ai playoff come obiettivo stagionale.

È già ieri?

Dopo l’ultima preoccupante uscita prestagionale mi è balzato alla mente il film“È già ieri”, remake nostrano si un famoso film americano chiamato “Ricomincio da capo” con B. Murray, Groundhog Day il titolo originale statunitense.

Il giorno (della marmotta) si ripete inesorabilmente in entrambi i film nei quali i protagonisti sono incastrati in una sorta di maledizione, in un loop spazio temporale di noia e disperazione nel rivivere e conoscere perfettamente le stesse scene che accadono sempre nella stessa giornata la quale magicamente si ricompone la mattina seguente.

La colpa da espiare è quella di essere egoisti, scorbutici, maschilisti, poco empatici, insomma, il messaggio di fondo è che per smuovere questa situazione di insoddisfazione e stallo i due protagonisti avranno bisogno di qualcosa di vivo per distruggere il circolo vizioso distruttivo che li attanaglia e nell’occasione saranno amori veri e puri a scatenare la rottura dell’incantesimo.

Per la preview mi sono chiesto quindi cosa serva agli Hornets per tornare ai playoff se non qualcosa di simile al miracolo sovra-descritto è difficile dirsi visto che Kupchak ha riportato indietro di una stagione le lancette scegliendo di aggiungere altra linfa verde sotto le spoglie di giovani come Bouknight, Kai Jones, JT Thor e Kelly Oubre Jr. con l’ultimo già rodato da anni in NBA ma non certamente vetusto.

La scelte fatte possono essere considerate un rischio ma ciò che permea la cornea del GM Kupchak è l’ottica di una visione di successi futuri (quello che permea le nostre è lo scempio della partita contro Dallas augurandosi non sia il refrain stagionale) sperando che i giovani dalle buone prospettive maturino mostrando il meglio del loro potenziale.

Questo discorso va fatto ovviamente anche per Ball che, pur essendo un sophemore, dovrà mostrare di saper salire ancora di tono dopo la sfavillante stagione dello scorso anno culminata con il titolo di Rookie of the Year nonostante il lungo infortunio che ha privato Charlotte (molto probabilmente) dei meritati playoff.

Sarà lui il faro degli Hornets in cabina di regia, passatore, scorer, rimbalzista, stealer, ideatore… dalle sue mani passeranno molte iniziative offensive dei Calabroni.

Difficile però, in questo stato, pensare a un tipping point, un punto di svolta in questa stagione, almeno per quanto riguarda un bilancio positivo consistente a livello di risultati.

Ci sarà da soffrire però se riuscissimo ad agguantare anche le partite sul filo i playoff potrebbero non essere proibitivi.

Tuttavia, se la squadra lo scorso anno era risultata essere poco profonda, alla seconda uscita e all’ultima prestagionale, con le assenze di Hayward, Plumlee e Oubre Jr. pare essersi ritrovata sul frustrante binario morto dello scorso anno senza gioco e con una difesa latente.

Kupchak ha detto di aver agito per aggiungere talento a livello di profondità e dalle prime avvisaglie – per fare un esempio – pare che Bouknight gli stia dando ragione ma a parte un talento meno acerbo del previsto, James incarna il classico giocatore monodimensionale (tanto attacco e poca difesa) che – per citarne un altro, Iwundu è l’esatto opposto per cui molti dei player arrivati non sono completi sui due lati del parquet, così gli arrivi di Plumlee (un upgrade che tuttavia da solo potrà colmare poco l’atavica mancanza di lunghi dominanti dopo Howard) e Oubre Jr., oltre a colmare la mancanza di esperienza, serviranno anche a dare più equilibrio a una squadra potenzialmente sbilanciata.

Perdere non piace a nessuno ma la domanda a livello psicologico (aspetto spesso troppo trascurato per orientarsi solo su tattiche e capacità) è: “Quanta fame hanno questi Hornets di raggiungere i playoff”?

Rozier (fresco di rinnovo contrattuale per quattro anni) e Bridges, scottati dallo scorsa fresca stagione, anche per questione di carattere, credo che onoreranno oltre la loro professione la divisa dei Calabroni, sugli altri c’è da scommettere di meno, vuoi perché P.J. Washington pare avere un po’ meno spirito ed è stato disturbato da voci sul suo presunto difficile rapporto con la moglie (augurandosi che le voci siano tendenziose e il meglio per loro) che ha cercato di zittire via social, vuoi perché molti ragazzi al primo o secondo anno sono ancora nella fase gioiosa di aver ottenuto un contratto NBA e possono avere involontariamente momenti di scoramento in caso di momenti negativi (il linguaggio del corpo negativo mostrato in qualche occasione), vuoi per il motivo contrario (giocatori troppo navigati possono rendere fino a un certo punto e poi tirare un po’ i remi in barca) o perché giocatori come Oubre Jr. possono essere croce e delizia da questo punto di vista con un carattere fiammeggiante che può farti vincere o perdere una partita.

Insomma, a parte le possibili speculazioni ci carattere psicologico, anche per via del rafforzamento che negli ultimi anni ha fatto salire un po’ il livello delle squadre dell’Est, Charlotte è sempre alla ricerca di un posto playoff e a quel punto di svolta per girare tra le migliori squadre NBA non dovendo rimanere ancorata a un fondale limbico a un limbo marginale di una sotto-dimensione multiversica in NBA.

Prima di proseguire vediamo però in grafica gli acquisti e le cessioni di Charlotte durante l’estate.

Da questa tabella ricaviamo la prima domanda dell’intervista a Matteo Vezzelli che sviscererà il suo punto di vista sul nuovo team Hornets nell’audio-video (con un video dove scorreranno alcuni momenti della prestagione degli Hornets chiusa sull’1-3) dedicato.

Dalla tabella evinciamo che per i più disparati motivi (scadenze e oneri contratti, ricerca di giocatori in posizioni da rinforzare, occasioni di mercato) gli Hornets hanno perso numericamente un paio di playmaker rafforzandosi sulle ali, il che porta attualmente a uno sbilanciamento quantitativo nel settore dei lunghi mentre rimane di qualità il settore esterni rafforzato con gli ingressi di Ish Smith e Oubre Jr..

Andiamo quindi a cercare di capire più nel dettaglio le potenzialità di questa squadra toccando velocemente reparto per reparto (anche se diversi giocatori avranno ruoli interscambiabili assorbendo minutaggio dal panchinamento di più titolari) ciò che dovrebbe essere la Depth Chart degli Hornets tenendo conto che uno dei giocatori indicati dovrà essere necessariamente tagliato.

Il roster degli Hornets che dopo aver scaricato Xavier Sneed e DJ Carton hanno firmato temporaneamente Jalen Crutcher (impiegato nell’ultima partita prestagionale) e Cameron McGriff.

Reparti

PG, Voto: 6,5

La Melo Ball, Ish Smith.

LaMelo Ball partirà come playmaker titolare indiscusso, corona dell’ingranaggio Hornets che dovrà trasmettere il movimento alla squadra innescando oltre a sé stesso (perché è già parso molto più confidente rispetto agli esordi), soluzioni per i compagni sebbene a volte ecceda con dei tiri da tre modello Trae Young, un po’ troppo spostati indietro dalla linea dei tre punti e nemmeno sempre in ritmo…

Dietro di lui il natio charlottean Ish Smith che dovrà garantire minuti di qualità, punti ed efficienza in sostituzione di Ball quando verrà richiesto dalle normali rotazioni.

Dietro di loro a livello playmaking c’è il nulla, per cui l’ipotesi Bouknight è dal mio punto di vista per ora sconsigliabile per caratteristiche tecniche di affidabilità e per il fatto che il giocatore potrebbe snaturare un po’ la sua maniera di giocare lascia spazio solo a un gioco corale di squadra nel momento in cui (facendo gli scongiuri) una delle due point guard dovesse rimanere fuori.

Nulla da ridire sulle qualità dei due ma numericamente siamo sotto organico.

SG, Voto: 6,5

Terry Rozier, James Bouknight, Scottie Lewis (TW).

Anche qui ci troviamo nella medesima situazione precedente.

Le differenze sono costituite da un giocatore di second unit senza esperienza ma con buon talento per andare a canestro mentre Scottie Lewis rischia “la retrocessione/taglio”direzione e fissa dimora Greensboro anche se personalmente mi auguro ciò non accada.

La qualità è buona, la copertura un po’ meno, sia dal punto di vista numerico che difensivo.

Terry lo scorso anno ha dovuto pedalare molto in attacco concentrando i suoi sforzi da scorer, sperando quest’anno abbia più partecipazione dagli altri elementi principali in grado di andare a segno con continuità per creare un attacco più bilanciato, potrebbe tornare a incidere di più anche difensivamente nonostante non raggiunga in cm vette altissime ma il sistema difensivo messo in atto dagli Hornets potrebbe aiutare il suo gioco nell’abilità di andare a rubare e recuperare palloni in certi frangenti. Per lui sarà importante anche l’eventuale aiuto in copertura che riceverà.

Bouknight è un’incognita che si è presentata bene con 20 punti alla prima uscita di preseason ma ci sarà da lavorare sulla difesa, il suo minutaggio però dovrebbe scendere poiché c’è da scommetterci, Oubre Jr., assorbirà (infortunio permettendo…. siamo già partiti male), oltre ai minuti di Hayward, anche qualche minuto di Rozier.

SF, Voto: 6,5

Gordon Hayward, Kelly Oubre Jr., Cody Martin, Wesley Iwundu, Arnoldas Kulboka (TW).

Settore ali al contrario molto affollato con l’incubo infortunio di Hayward, geometra del team e talento non discutibile dal punto di vista cestistico, in grado di migliorare la squadra in ogni aspetto grazie alla sua intelligenza e doti pratiche.

Ormai un secondo coach sul parquet, fa da collante e chioccia per i giovani giocatori ma la sua assenza nella parte più importante della stagione lo scorso anno ha fatto stramazzare gli Hornets a pochi metri dalla linea bianca dei playoff clamorosamente in stile Dick Dastardly al Wacky Races.

Hayward, per diminuire i rischi di infortunio dettati dalla “precaria” o incerta se preferite, condizione fisica unita alle notevoli e frequenti sollecitazioni che le partite e il calendario NBA impongono, potrebbe o almeno dovrebbe (benché sia giocatore insostituibile come collante nel roster) giocare qualche minuto in meno.

Per questo Charlotte si è coperta con l’arrivo di Oubre Jr., che, pur non essendo esattamente lo stesso tipo di giocatore, dovrebbe garantire, oltre all’atletismo e all’energia, un livello di qualità più alto dello scorso anno a livello di ala piccola.

Giocatore atletico e multidimensionale che potrà ritagliarsi un minutaggio importante pur partendo dalla panchina, peccato che alla prima, su un tentativo di dunk contro Muscala, sia caduto malamente procurandosi un infortunio alla caviglia destra.

Come terza opzione il frenetico e difensivo Cody Martin potrebbe all’occorrenza mangiare qualche minuto come specialista anche se dietro di lui Iwundu è un giocatore similare ma la preferenza gerarchica di Borrego dovrebbe essere indirizzata al gemello rimasto a Charlotte.

Kulboka, contratto two-way, difficilmente avrà spazio anche se incarna un giocatore con qualche potenzialità per poter colpire da oltre l’arco ma il suo talento non eccelso e una difesa non esattamente di primo piano, lo porta a essere in odore di taglio verso Greensboro nonostante Charlotte l’abbia riscattato quest’anno dopo averlo lasciato maturare all’estero.

PF, Voto: 6

Miles Bridges, Jalen McDaniels, Kai Jones, JT Thor.

C’è da premettere che se Bridges sembra aver vinto ormai il ballottaggio con un P.J. Washington che lo scorso anno fu scostante e meno performante (non solo per demeriti personali ma poiché Borrego lo aveva spesso spostato come centro), il secondo molto probabilmente oscillerà tra i ruoli di PF e C con il coach che pare intenzionato a cedere minutaggio anche a McDaniels tra le ali grandi e a Richards tra i centri.

L’esplosione di Miles lo scorso anno fu dovuta anche all’assenza di alcuni titolari ma il suo slittamento in PF (partendo da SF) non è stato difficoltoso.

L’esplosività e la tenacia del numero zero hanno prodotto ottimi risultati in termini di punti e rimbalzi mentre il tiro da fuori è migliorato ma è ancora un giocatore di striscia da serata.

Riuscisse a renderlo ancora più efficace sarebbe probabilmente sul taccuino di altri team tuttavia sta migliorando in confidenza, sfacciataggine e malizia sotto le plance dove ha mostrato anche tagli e reverse layup oltre alle proverbiali dunk o alley-oop.

Le squadre NBA hanno tempo fino al 18 ottobre per firmare le estensioni idonee della Scala dei Rookie.

Secondo HoopsHype, gli Charlotte Hornets e Miles Bridges hanno “iniziato a discutere” sul contratto mentre alcuni vociferano che l’estensione potrebbe aggirarsi sui 20 milioni all’anno per il numero zero.

Bridges ha avuto una stagione di breakout l’anno scorso con una media di 12,7 punti, 6,0 rimbalzi e 2,2 assist a partita.

Il 6 al reparto è essenzialmente merito suo perché dietro di lui non c’è molta sostanza.

Dietro di lui ci saranno P.J. Washington (ha fatto bene alla prima uscita prestagionale) e McDaniels mentre Kai Jones probabilmente – nonostante le aspettative future – inizialmente rimarrà più a guardare, salvo imprevisti mentre per JT Thor sarà dura entrare in campo da rookie.

Kai Jones è un giocatore che ha già impressionato atleticamente alla Summer League di Las Vegas ma il suo talento è grezzo e da svezzare così come dovrà acquisire esperienza e malizia benché le sue capacità fisiche potrebbero risultare utili alla bisogna ma lo 0/7 dal campo e lo 0/6 dalla lunetta contro Dallas in una serata storta, lo fanno regredire a uno stato molto acerbo.

C, Voto: 5,5

Mason Plumlee, P.J. Washington, Nick Richards, Vernon Carey Jr..

Come centro titolare, non vi sono dubbi, il veterano Mason Plumlee ricoprirà il ruolo da titolare cercando di portare blocchi per pick and roll, ribaltamenti e ogni altra azione che si possa sviluppare da un buon inizio azione.

Movimenti senza palla quindi e perno attrattivo gravitazionale dei lunghi avversari che avranno più da fare per tenere a bada l’ex Pistons che non sarà una minaccia di primissimo piano ma sarà sempre potenzialmente più pericoloso offensivamente con palla in mano rispetto agli ex Zeller e Biyombo (a loro va un grazie personale per il loro impegno in questi anni).

Il suo problema è che probabilmente non avrà un minutaggio altissimo (secondo me giocherà probabilmente sui 25 minuti a partita) e la cosa potrebbe riverberarsi come un danno per Charlotte che dovrà sopperire con un gioco più dinamico augurandosi che le percentuali al tiro tengano.

P.J. Washington (ahimè questo sviluppo da 5) incarnerà i momenti di small ball che Borrego vorrà giocare lasciando accanto a sé probabilmente aperto lo spazio per McDaniels mentre Richards, salito molto di quotazione nel borsellino dell’head coach, dovrebbe avere a disposizione gli altri momenti.

Il giamaicano alla prima è andato così così non convincendo ancora ma sembra aver vinto il ballottaggio con Carey Jr. al quale dev’essere costata molto la sua ultima partita da titolare con due falli spesi immediatamente, rientro in panchina e fan al telefono con “Chi l’ha visto?”.

Richards però, nonostante la simpatia, è un giocatore scorbutico che per il momento stenta, pasticciando un po’ troppo sotto canestro e avendo mani non esattamente educate, sperando non si trasformi nella versione transoceanica di Biyombo…

Strategie

Charlotte ha scelto di aggiungere linfa verde a un team già giovane e così, si è visto già dalla prima uscita, se avrà possibilità, correrà in transizione con una “run & run” perché più che sparare, la difesa dovrà fare la differenza e poi le aperture baseball pass di Ball e i lanci dalla difesa a palla recuperata sei compagni, potrebbero essere importanti per le economie delicate di alcune sfide di regular season.

La transizione con una squadra come quella nelle mani di Borrego pare essere imprescindibile mentre a difesa schierata l’alpha e l’omega degli Hornets saranno Ball e Plumlee in un asse playmaker-centro che potrà dare modo a Rozier, Hayward e Bridges di trovare spazi per tiri e penetrazioni più semplici.

Se Ball produrrà molto per sé stesso, Plumlee si dedicherà agli altri con movimenti atti a creare vantaggio come possiamo notare in questa azione benché il tiro non entri.

In difesa l’arrivo di alcuni elementi più difensivi, anche se non saranno tutti spesso in campo, potrà dare più scelte a Borrego in base alle esigenze del momento di quello specifico match nel quale la squadra non riuscisse a trovare un antidoto a una determinata situazione ma quale sarà il loro impatto è tutto da verificare benché sul perimetro (storico problema nei recenti anni) si dovrebbe soffrire meno a causa delle caratteristiche di taluni giocatori ma l’incognita sui cambi in rotazione difensiva permane.

In caso contrario gli Hornets potrebbero trovarsi stagnare in circostanze frustranti simili a quelle osservate la scorsa stagione con l’attacco alla ricerca del tiro pesante presa in maniera frequente, troppo assidua e morbosa quando le spaziature per buoni tiri non ci sono per via dello scarso peso dei lunghi.

Oltretutto le prime due uscite hanno fatto registrare pochi giocatori in grado di colpire con buone percentuali da oltre la grande linea ma potenzialmente dei tiratori con buone percentuali come Rozier (se messo in condizione) vi sarebbero.

Terry Rozier con i suoi catch n’shoot da 45° e dagli angoli è una garanzia ma il gioco non può essere quasi tutto esclusivamente lì perché rischia di divenire prevedibile: nella partita prestagionale contro Memphis, al terzo scarico di Ball (drive & kick sulla linea di fondo), Morant, ad esempio, aveva capito tutto interponendosi tra lui e l’uomo da raggiungere fuori area.

Se l’attacco dei titolari comunque potrà contare su diverse qualità; l’atletismo e l’esplosività di Bridges, i punti di rottura di Plumlee, la classe di Hayward e il talento offensivo di Rozier, oltre all’imprevedibilità di Ball, solo per rimanere al quintetto base, la panchina rimane la vera incognita in grado di cambiare a mio parere il volto della stagione, già, perché se i titolari reggono, la bench potrebbe decidere le partite a favore o sfavore.

Ish Smith e Bouknight in maniera differente aggiungono più penetrazioni al ferro, per il resto a livello offensivo, tolto Oubre Jr., gli altri giocatori avranno spesso bisogno di essere innescati per trovare la via del cesto con continuità, non una situazione ideale per reggere nel punteggio.

McDaniels, altro nome gettonato da Borrego per prendere minuti importanti, pare molto discontinuo fino a diventare un fattore negativo in certe serate storte nelle quali prende anche troppi tiri da fuori pur incarnando un gioco con tiri dagli angoli che Charlotte cerca spesso.

Creare, specialmente per la panchina, potrebbe essere problematico in alcune serate per cui è auspicabile che il coach raggiunga al più presto un equilibrio rotazionale e un gioco più simile a quello che predicava il suo maestro “Pop” a San Antonio.

La difesa preoccupa un po’ di più, già, perché a oggi, effettivamente, l’unica aggiunta d’esperienza e talento è stata Plumlee in compensazione delle cessioni di Zeller e Biyombo.

Questo potrebbe essere un problema cruciale a rimbalzo, un fattore chiave in molte partite.

Senza la presenza dell’ex Nuggets e Pistons gli Hornets potrebbero avere davvero tanti problemi sotto il proprio canestro poiché proporre P.J. Come centro dandogli molti minuti e non un altro rimbalzista più continuo e capace, potrebbe dare troppe second chance a squadre con giocatori dominanti in attacco nel settore lunghi.

P.J. Washington come centro personalmente pare un bias cognitivo di Borrego che si ostina a schierarlo comunque anche contro centri che non ha la possibilità di marcare mentre Richards è un giocatore spigoloso che sta ancora cercando di diventare una garanzia sotto le plance benché l’head coach gli dia fiducia.

Jones ha mezzi atletici importanti ma poca esperienza per fermare le entrate e catturare rimbalzi mentre Vernon Carey Jr. sembra ricalcare il giamaicano senza essere così spigoloso e avendo un po’ più di talento ma potrebbe essere proprio lui contro gli imponenti grattacieli NBA a meglio figurare per sostituire Mason.

Insomma, abbiamo messo a fuoco i punti positivi e le eventuali problematiche di una squadra in un Est rafforzatosi.

Per chi volesse rafforzare le proprie conoscenze e ampliarle con un punto di vista che può ricalcare o differire a seconda dello sguardo soggettivo della persona, nel caso dello scrivente Filippo Barresi, ecco il suo pezzo previsionale in link.

Preview Hornets 21/22: l’anno della consapevolezza – True Shooting

Charlotte andrà ai playoff?

Fabrizio (dopo la peggior sconfitta di sempre anche se solo in preseason, in coabitazione con una partita tra Cavs e Heat) abbassa le aspettative. Bravo, ottima mossa per andare sotto traccia alla caccia dei PO.

La sfera di cristallo l’ho lasciata alla maga/zingara davanti a Ball anche se per gioco (viste le imprevedibili variabili di una long season) lo lascio fare a Paolo che durante la stagione cercherà di prevedere di volta in volta i risultati della settimana entrante.

Pronostico positivo e ottimista per Paolo sperando abbia ragione.

I pericoli sono tanti ma le capacità per superarli ci sono, la squadra ha discreto talento, bisogna ottimizzarlo.

La parola ora passa ai parquet ma da tifoso: “Forza Hornets!”.

Preseason Game 4: Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks 59-127

Ultima uscita amichevole imbarazzante per gli Hornets che, pur giocando davanti al pubblico amico, sfoderavano una prestazione inaccettabile.

Fossi stato allo Spectrum Center avrei abbandonato il palazzetto a inizio terzo quarto.

I Mavericks sono saliti in North Carolina per giocare, gli Hornets hanno interpretato la partita molto blandamente, complici le assenze di Hayward, Rozier e Oubre Jr. che non devono però essere un paravento.

Il rientro di Plumlee, al quale Borrego sperava di far giocare una ventina di minuti (ne giocherà quasi 24), è servito a poco.

Una squadra che dopo metà primo quarto ha cominciato a imbarcare acqua da tutte le parti, trafitta da ogni posizione.

Una personale analisi audio.

Difesa ancora da registrare, specialmente quella della panchina, attacco inesistente per sei minuti nel secondo quarto e per ben sette nel terzo periodo, tanto che nei periodi iniziali citati di queste frazioni gli Hornets collezionavano uno zero in punti segnati (ovazione per la tripla di Martin a 5:00 dalla terza sirena) facendo salire vertiginosamente lo svantaggio sino al 41-91 di terzo quarto.

29 i punti segnati in tutto il secondo tempo, Kai Jones con una serata da dimenticare (0/7 dal campo e 0/6 ai liberi), Iwundu è sembrato un giocatore da G League a stare larghi, c’è stato quindi il debutto di Jalen Crutcher nell’ultima periodo che ha esordito con una tripla.

Difficile salvare qualcosa della serata: tiro, tiro da tre punti, TO, tutto è andato storto compresa un colpo al ginocchio destro di Bridges che poi ha lasciato spazio ai compagni e una possibile lussazione (speriamo non peggio) per il dito medio sinistro di P.J. Washington…

Male anche McDaniels (7 rimbalzi ma 1/9 dal campo) e Ball per una volta, bene Cody Martin che ha iniziato piuttosto deciso il match.

Bouknight ha una difesa quasi inesistente mentre in attacco _ nonostante le basse percentuali – anche perché gli è stato dato il benvenuto in NBA con delle marcature dure (un colpo preso anche da lui sul finire del terzo) ha mostrato qualcosa di interessante finendo come top scorer Hornets a 12 punti seguito da Cody Martin con 11.

Prestagione chiuso sull’1-3, dista soltanto una settimana il via, sperando di recuperare gli illustri assenti, la preoccupazione aumenta.

Le allarmanti sirene di preseason saranno replicate o torneranno i titolari e vedremo una squadra degna della NBA?

La game charts.
Il tabellino degli Hornets.

Preseason Game 3: Charlotte Hornets @ Miami Heat 103-104

Ammesso che possa essere poco convenzionale per gli Hornets, quella andata in scena a Miami nella notte è stata una strana partita di preseason inficiata dagli infortuni (Rozier si aggiungeva per Charlotte con un problema alla caviglia sinistra mentre Miami teneva fuori Butler) e da un finale nel quale le panchine hanno fato la differenza: in negativo per Charlotte e in positivo per gli Heat che con un comeback di 12 punti (sotto a 4:48 dalla fine 99-87) hanno rimontato vincendo con un two and one di Smart a :07.8 dal termine.

Agli Hornets, dopo un inizio che ha preoccupato facendo vedere le miserie difensive nel pitturato e la poca profondità nell’attaccare l’area avversaria con anche 5 giocatori sul perimetro e qualche incursione sporadica più per schermaglia e distrarre qualche difensore, è andata bene.

Il gioco in transizione, i liberi rimediati, qualche rimbalzo offensivo e anche qualche bomba a segno, nonostante la percentuale con sia eccelsa, hanno consentito di comandare la partita fino quasi al termine quando poi è stato lasciato campo alla festa degli Heat che vanno sul 4-0 in preseason rimanendo imbattuti.

Tra i più positivi: Miles Bridges, Cody Martin (di fronte a suo fratello Caleb che ora gioca negli Heat, entrambi hanno giocato una buona gara), benino Ball che mi è piaciuto poco per l’eccesso di triple prese in condizioni non ideali, tra il discreto e il sufficiente Bouknight (un paio di palle perse all’inizio sul trattamento di palla), passo indietro per JT Thor, scarse prestazioni per Richards e McDaniels, Kulboka male mente un occhio di riguardo in più a Carey Jr. per stabilizzare la situazione in certi frangenti la darei.

Per ulteriori considerazioni, statistiche e highlight, lascio qui sotto le grafiche e i video.

Hornets che saranno attesi tra due giorni alla sfida casalinga contro Dallas per riscattare questa sconfitta che se non fosse stata una partita di preseason con delle variabili da amichevole, sarebbe stata sicuramente bruciante.

Hello, my name is (9): JT Thor

Ultima puntata per presentare i nove (saranno forti come i Cyborg 009?) nuovi magnifici giocatori che vedremo difendere i nostri colori nella new season che si sta per affacciare, nel pezzo di oggi analizzeremo JT Thor, che se non ha proprio tratti somatici del Dio norreno, speriamo possa martellare i canestri avversari e fulminare gli avversari in difesa quando sarà sul parquet perché inizialmente il rookie sarà probabilmente ai margini delle rotazioni ma lascio a Paolo la presentazione del giocatore.

JT (Jokhow Panom) Thor-N° 21, Posizione: PF, Data e luogo di Nascita: 26/08/2002, Omaha (Nebraska), Nazionalità: americana e sud sudanese, Altezza: 208 cm, Peso: 93 kg, Mano: sinistra, A Charlotte dal: 06/08/2021, Scelto dai Detroit Pistons alla posizione n° 37 del Draft 2021 e ceduto insieme a Mason Plumlee a Charlotte in cambio della posizione n° 57 del medesimo Draft e una trade exception, College: Auburn Tigers (2020/21), G.: 0, Pt. 0 (al 09/10/2021), Stipendio 2021/22: $1,250,000, Pagina Twitter:THOR (@thorrjt) / Twitter , Pagina Instagram: JT Thor (@jt.bandz) • Foto e video di Instagram

Parte Storica

(A cura di Paolo Motta)

Jokhow Panom “JT” Thor (Omaha, Nebraska – 26 agosto 2002) è la fresca ala grande acquistata dagli Hornets nella notte del Draft 2021.

Il rookie, infatti, è stato selezionato dai Detroit Pistons alla numero 37 e successivamente scambiato, insieme a Mason Plumlee, con Charlotte in ritorno della scelta numero 57.

Il giocatore, alto 208 cm per 222 cm di apertura alare, è dotato di un fisico atletico che gli permette di giocare i pick and roll con discreta efficacia e attaccare il ferro con estrema disinvoltura.

Dal punto di vista difensivo è capace di coprire diversi ruoli ed è considerato dagli scout un buon “rim protector” (ciò di cui Charlotte aveva bisogno).

Oltre a doti fisiche eccellenti, JT ha anche una discreta mano per il ruolo che ricopre (nella sua stagione al college ha tirato col 74% dalla lunetta e si è preso 74 tiri da 3 punti, convertendone il 30%).

Tra i vari aspetti da migliorare invece, c’è anche quello legato al trattamento di palla, al momento ancora grezzo e approssimativo.

Thor inizia a giocare a basket alla West Anchorage High School in Alaska, stato in cui si era trasferito all’età di 5 anni con la famiglia.

A 14 anni trasloca di nuovo, questa volta in West Virginia, dove frequenta la Huntington Prep School.

Dopo due stagioni si trasferisce per motivi personali alla Norcross High School in Georgia.

Nel suo ultimo anno da “senior” mette a referto 14.9 punti e 6.6 rimbalzi a partita ricevendo i “Georgia All-State honors”.

Viene inoltre “classificato” come “four star recruit” dagli osservatori statali.

La stagione 2020-2021 la passa alla Auburn Univeristy (Alabama).

Nella sua unica stagione al college fa registrare una media di 9.4 punti e 1.4 stoppate a partita.

La migliore prestazione è quella del 13 Febbraio 2021 nella sconfitta contro Kentucky, dove mette a segno 24 punti (5/6 da tre) e cattura 9 rimbalzi.

Nella sua breve esperienza universitaria, Thor ha esibito un gioco a tutto campo, non da centro tradizionale, grazie anche al suo fisico longilineo (poco più di 90 chili durante la Draft Combine).

In ottica futura il giocatore ha un ottimo potenziale.

Un diamante grezzo che lo staff di coach Borrego dovrà scalfire affinché possa splendere in un futuro non troppo lontano.

Analisi Tecnica

(A cura di Matteo Vezzelli, voce narrante Ferri Ig.), video estratto dal canale YT, Swish:

Curiosità

(A cura di Filippo Barresi e Igor F.)

Thor ha detto a Prospective Insight di essere nato a Omaha, nel Nebraska, e di aver vissuto lì fino all’età di circa 5 anni. Si è poi trasferito ad Anchorage, in Alaska, dove ha vissuto fino al trasferimento alla Huntington Prep di Huntington, West Virginia, dopo il primo anno di liceo.

JT Thor è un “grande fan” di Thor nei film Marvel

“Sono un grande fan della Marvel”, ha detto JT Thor ad Auburn.

“Thor è il mio personaggio preferito. Mi è sempre piaciuto perché aveva il mio cognome quindi mi è piaciuto dal primo momento. E possiamo entrambi far cadere il martello… quella schiacciata fragorosa”.

Figlio di due immigrati sud-sudanesi, Thor afferma sulla sua pagina Facebook che conosce il Nuer, lingua della famiglia linguistica nilo-sahariana, lingua parlata nel Sud Sudan e nell’Etiopia occidentale.

Thor descrive sua madre come la sua più grande motivazione.

“Ha due lavori”, ha detto Thor nell’aprile 2020.

“Sta lavorando per prendersi cura dei miei due fratellini, quindi mi sento come se dovessi alzarmi anche quando mi sento stanco o non mi sento bene. Questo è quello che mi fa andare avanti”.

Thor ha detto che ha quattro fratelli e tre sorelle.

Anche le sue sorelle Martha Thor e Nyedol Thor giocavano a basket alla West High School di Anchorage.

Meme

(A cura di Fabrizio Getuli)

Il papà di Thor approva. D’altra parte è fortunatamente un amore corrisposto. Va beh… non state a guardare il colore, probabilmente vi siete persi l’orsetto lavatore dietro a Thor…

Preseason Game 2: Charlotte Hornets Vs Memphis Grizzlies 98-128

La prima uscita stagionale davanti a un riacquisito pubblico va davvero male.

Dopo la brillante prestazione a OKC, i Calabroni, privi di due titolari e il loro sesto uomo (Hayward e Plumlee per il protocollo di sicurezza nonostante il team sia integralmente vaccinato e Oubre Jr. per distorsione alla caviglia dx), vanno sotto subito non riuscendo più a riemergere.

Dopo il reverse layup di Morant e il 5-0 di parziale targato Hornets (5-2), a Charlotte non riesce poi più molto se non qualche giocata assist di Ball, catch’n shoot di Rozier e iniziativa di Miles.

La difesa latita, il tiro da tre non entra e a rimbalzo Adams e soci mangiano in testa a P.J. Washington & Company.

La small ball di Borrego contro Memphis non funziona e a fine primo tempo, oltre a 24 rimbalzi di differenza, ci sono ben 30 punti di divario: 43-73.

Terzo quarto sulla stessa falsa riga, un distacco che saliva addirittura sino a -39 (grazie al cambio passo della squadra del Tennessee) prima che Memphis staccasse un po’ la spina e contemporaneamente Borrego mandasse sul parquet i nuovi nell’ultima frazione con un Bouknight che, scaldati i motori, decollava per l’iperspazio esaltando a livello iperuranico i sensi del pubblico dopo una schiacciata tremenda.

Bene le bocche da fuoco Rozier e Bouknight, discreto Ball, sufficienti Bridges e Smith, non fantastico Richards, male P.J. Washington, Iwundu e McDaniels.

Kai Jones interessante ma manca di esperienza mentre JT Thor meriterebbe un po’ più di spazio, Scottie Lewis ha messo a referto in poco tempo i suoi primi due punti NBA.

E’ andato tutto storto a Charlotte mentre Memphis mentalmente ha volato sulle ali del vantaggio in una classica situazione psicologica di canestro vasca da bagno.

C’è da lavorare e capire come incastrare meglio le rotazioni ma si è visto ancora un volta che rinunciare a diversi titolari per Charlotte è drammatico anche se questa che è solo un’amichevole prestagionale conta poco, conta molto però per le avvisaglie e gli avvertimenti dati al coach che dovrà sviluppare qualche sistema alternativo di gioco a quelli visti stasera poiché spesso non hanno funzionato e l’affidarsi spesso al tiro da lontano senza aver costruito bene l’azione rischia di essere controproducente poiché si subiscono anche punti in transizione.

Poco male, prossima a Miami pretendendo di meglio.

La personale analisi audio-video sulla partita.

Questi gli highlight della partita.

Hello, my name is (8): Ish Smith

Giunti alla penultima uscita dedicata ai nuovi giocatori arrivati in estate a Charlotte, oggi andiamo a scoprire un giocatore che nella Queen City è nato ma non aveva mai ancora giocato per gli Hornets (contratto di due anni con il secondo non garantito), lacuna che, colmerà in questa nuova stagione 2021/22 ormai alle porte.

Giocatore che ha faticato molto nei primi anni, il suo breackout è arrivato per “merito” dei Sixers che in disperata fase di ricostruzione cercavano una point guard pur dovendo tankare.

Nonostante le sconfitte Smith disputò una buonissima stagione nel 2015/16 quando passò in corso di Stagione dai Pelicans ai 76ers e con questi mise a referto 14,7 punti e 7,0 assist a partita.

L’augurio è che a Charlotte possa fare bene, anche se non in questi termini (non sarà titolare), l’obiettivo è che rimanga un giocatore concreto e valido e che magari possa trovare un posto chiamato “Casa”..

Ish(‘mael Larry) Smith-N° 10, Posizione: PG, Data e luogo di Nascita: 05/07/1988, Charlotte (Carolina del Nord), Nazionalità: americana, Altezza: 183 cm, Peso: 79 kg, Mano: destra, A Charlotte dal: 07/08/2021, Squadra Precedente: Washington Wizards, College: Wake Forest Demon Deacons, G.: 0, Pt. 0 (al 02/10/2021), Stipendio 2021/22: $4,500,000, Pagina Twitter: Ishmael Smith (@IshSmith) / Twitter, Pagina Instagram: Ishmael Smith (@ishsmith5) • Foto e video di Instagram

Parte Storica

(A cura di Paolo Motta)

Ishmael Larry “Ish” Smith (Charlotte, North Carolina – 5 luglio 1988) è un’esperta point guard ingaggiata dal GM Kupchak durante la sessione del mercato estivo.

Il veterano giocatore, giunto alla 12ª stagione NBA, avrà il compito di sostituire e affiancare la PG titolare della squadra: LaMelo Ball.

Dotato di un discreto “ball handling”, capace di puntare il canestro in modo veloce e aggressivo e abile nel costruirsi lo spazio per tirare, il giocatore avrà anche il ruolo di riaccendere la scintilla offensiva persa con le partenze di Graham e Monk.

Smith getta le basi della propria carriera cestistica in North Carolina.

Inizia, infatti, alla Central Cabarrus High School, liceo di Concord.

Nella sua stagione da “senior” fa registrare una media di 24,8 punti e 9,8 assist a partita, guidando la squadra alla vittoria della “MECA–6 Conference”.

Nel 2006 viene nominato dallo Charlotte Observer “Piedmont Player of the Year”, ovvero miglior giocatore della regione in cui si trova la città di Charlotte.

Una volta diplomatosi viene considerato, in prospettiva futura, la 28ª miglior point guard degli Stati Uniti dal sito Rivals.com mentre il sito Scout.com lo issa addirittura alla 17ª .

Al college, dal 2006 al 2010, gioca per i Demon Deacons di Wake Forest, Università di Winston – Salem.

Al suo ultimo anno mette a referto 13,2 punti, 6,0 assist, 4,9 rimbalzi a incontro.

Viene così selezionato per il “Second-Team All-ACC 2010” e vince il premio di “Murray Greason Award and Team Assists Leader “.

Nonostante questa serie di riconoscimenti, Smith non verrà selezionato al Draft del 2010. L’occasione per entrare nel mondo NBA però gli verrà offerta poco dopo dagli Houston Rockets.

Una volta ingaggiato, il giocatore verrà trasferito ai Rio Grande Valley Vipers, nell’allora NBA Development League (ora G League), per migliorare e sviluppare la tecnica.

A fine stagione verrà scambiato insieme al suo compagno Shane Battier, con i Memphis Grizzlies, in cambio di Hasheem Thabeet, DeMarre Carroll e scelte future.

Inizia così per il giocatore un valzer di scambi che lo porterà a giocare per ben 12 squadre differenti; Houston, Memphis, Golden State, Orlando, Milwaukee, Phoenix, Oklahoma City, Philadelphia, New Orleans, Detroit, Washington e oggi prossimamente anche nella sua città natale Charlotte, in 11 stagioni.

Ha disputato un totale di 654 partite (166 da titolare) con una media partita di 7,7 punti, 3,9 assist e 2,5 rimbalzi.

Gioca anche 19 gare di playoff (con Memphis, Orlando, Milwaukee, Detroit e Washington) a 3,3 punti, 1,7 assist e 1,6 rimbalzi a match.

La sua stagione più produttiva rimane quella del 2015/16 con i 76ers facendo registrare una media di 14,7 punti, 7,0 assist e 4,3 rimbalzi a incontro.

Agli Charlotte Hornets arriva da free agent, firmando un contratto di circa 9 milioni di dollari complessivi per le prossime due stagioni.

Ish Smith “torna” a casa e a Charlotte per la prima volta.

A lui i Calabroni chiederanno due compiti ben precisi: dovrà garantire da PG partente dalla panchina, qualità e numeri oltre a infondere quella presenza da veterano in grado di guidare e migliorare sotto l’aspetto del gioco e mentale un gruppo di giovani giocatori che, durante lo scorso campionato, spesso si è perso per mancanza d’esperienza.

Analisi Tecnica

(A cura di Matteo Vezzelli, voce narrante Ferri Ig.):

Video di fondo parzialmente estrapolato dal canale YT di Sillsy Presents.

Curiosità

(A cura di Filippo Barresi e Igor F.)

È il figlio di Gwen e Larry Smith.
Condivide i suoi genitori con Lativia Smith, Serlethea Smith e Gerald Smith.

Smith ha giocato per undici squadre nella NBA (Charlotte sarà la dodicesima) e una di queste è stata Memphis. Il GM dei Grizzlies Chris Wallace disse che amava la personalità e l’etica del lavoro di Smith ma i problemi sul tiro e sulla difesa (a causa della taglia piccola per la NBA) fecero sì che Ish cominciasse a girare per la NBA senza trovare una meta fissa. Il suo lavoro però ha pagato poiché da journeyman, appetibile per il basso contratto, oggi è più inserito nel mondo NBA.

Con le 12 squadre NBA, Smith diventa co-detentore del record NBA per divise vestite in NBA. Al momento condivide questo primato con Joe Smith, Chucky Brown, Jim Jackson e Tony Massenburg.

Quando in quella poco più di manciata d’anni si è ritrovato con contratti fluttuanti e spesso licenziato, non ha mai cercato una casa fissa per vivere in quella città, ha vissuto spesso quindi in hotel o in appartamenti di suoi compagni di squadra.

Smith è arrivato a Charlotte essendone nativo e la sua firma è stata etichettata come un ritorno a casa per l’ex Wake Forest Demon Deacons, celebre squadra collegiale del N.C. dove militò anche Bogues.

Nella recente GM Survey – uscita qualche giorno fa – è stato votato come quarto giocatore più veloce della lega.

Meme

(A cura di Fabrizio Getuli)

Beh… mi ero ripromesso di non commentarla ma l’idea l’ho trovata molto divertente… oggi Fabrizio si è superato avendo escogitato un’idea “griffata” geniale.

Preseason Game 1: Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 113-97

Gli Hornets cominciano con il piede gusto una nuova stagione.

Squadra nuova, piena di entusiasmo che, pur in un contesto amichevole, ha mostrato di essere più competitiva rispetto a quella dello scorso anno.

Il rientro di Hayward e qualche nuovo innesto, silente (Plumlee 0 punti ma 7 rimbalzi e 4 assist) o più rumoroso (Bouknight, 20 punti) possono creare alternative che lo scorso anno latitavano.

Una partita iniziata con un gioco veloce (poi frammentata da qualche fallo) dove Charlotte si è espressa più volte con l’idea di un modus operandi fisso in testa, ovvero cercare di avvantaggiarsi rubando canestri con un gioco rapido di transizione recuperando palloni in difesa, spesso con una uomo mista a zona (diciamo un box più ampio rispetto al passato) con posizioni tattiche atte a intercettare passaggi interni o skip pass anche se gli uomini più esterni non erano marcati al cm ma si sono visti anche cambi migliori sulle rotazioni.

Gli Hornets naturalmente non hanno rinunciato alle triple, né Ball ha smesso di attaccare il ferro con convinzione paraventandosi dietro agli schermi di Plumlee che con il suo rollaggio ha creato apprensione alla difesa, spazio per LaMelo che ha potuto decidere se andare da solo o creare altre situazioni.

Anche Ish Smith può creare problemi con la sua velocità, bello il suo scarico out per Rozier che dal centro, sula linea dei tre punti, ha aperto a sinistra con un extra-pass per P.J. Washington che ha silurato da tre perché i Calabroni non hanno rinunciato all’arma del tiro da fuori costruendosi dei tiri migliori rispetto ad alcuni forzati visti lo scorso anno.

Oubre Jr. ha stentato un po’ all’inizio al tiro ma poi si è rifatto con un paio di canestri ravvicinati, peccato per la brutta caduta sul tentativo di schiacciata contro Muscala nel terzo quarto che l’ha costretto fuori dal parquet dopo aver battuto i FT.

Per Bridges (come per altri) mano fredda da fuori ma 13 punti e 5 rimbalzi.

Borrego ha provato – tra i 15 giocatori fatti scendere sul parquet – anche Richards per 12 minuti, il quale è andato a fasi alternate.

Hornets avanti ben presto con decisione: 34-18 a fine primo quarto, 67-45 all’intervallo, 91-71 a fine terzo quarto sino al 113-97 finale con un ultimo quarto dedicato alla panchina più profonda in campo (Iwundu, Kai Jones, JT Thor).

Una buona partita complessiva contro un team che sta rifondandosi e scarseggia di coesione al contrario di Charlotte che è parsa più fluida ma aspettiamo test più probanti per vedere le difficoltà che emergeranno.

Il tabellino dei giocatori di Charlotte.

Nel primo video gli highlight del match, nel video soprastante, semplicemente un’analisi audio simile a quella fatta in forma scritta.

Hello, my name is (7): Kelly Oubre Jr.

Settima e terzultima uscita dedicata alle new entry degli Charlotte Hornets.

Oggi andremo a “conoscere” uno dei principali upgrade che la franchigia della Queen City ha portato in città questa estate.

Kelly Oubre Jr. è il nome che – pur partendo probabilmente dalla bench – dovrà portare qualità e punti andando a compensare (anche se in un ruolo differente) le uscite di Monk e Graham.

Una polizza assicurativa di qualità nel caso d’infortunio di Hayward, un altro giovane (in questo caso con già diversi anni d’esperienza alle spalle in NBA) per cercare di far salire il livello del team.

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Kelly (Paul) Oubre Jr. “Tsunami Papi”, “Wave Papi”, Shot”-N° 12, Posizione: SF/SG, Data e luogo di Nascita: 09/12/1995, New Orleans (Louisiana), Nazionalità: americana, Altezza: 201 cm, Peso: 92 kg, Mano: sinistra, A Charlotte dal: 07/08/2021 (firma un contratto pluriennale), Squadra precedente: Golden State Warriors, College: Kansas Jayhawks, G.: 0, Pt. 0 (al 30/09/2021), Stipendio 2021/22: $12,000,000, Pagina Twitter: https://twitter.com/KELLYOUBREJR, Pagina Instagram: https://www.instagram.com/kellyoubrejr/ 

Parte Storica

(A cura di Paolo Motta)

Kelly Paul Oubre Junior (New Orleans, Louisiana – 9 Dicembre 1995) è il colpo del mercato estivo degli Hornets.

Il giocatore, messo sotto contratto dal GM Kupchack per poco meno di 25 milioni di dollari per le prossime due stagioni, ricopre il ruolo di ala piccola.

Dotato di un fisico atletico (201 cm di altezza per 220 cm di apertura alare), la sua presenza porterà esplosività ed esperienza a un roster che fino all’anno scorso mancava di profondità, soprattutto nel ruolo di ali.

Oubre inizia a giocare a pallacanestro molto presto.

La sua carriera cestistica inizia alla Edward Hynes Elementary School di New Orleans.

Nel 2005, a causa l’uragano Katrina (proprio quando gli Hornets originali erano a New Orleans), lui e la sua famiglia si trasferiscono a Richmond, Texas.

Qui frequenta la George Bush High School.

Gli Oubre però, dopo pochi anni, saranno costretti per motivi famigliari a traslocare di nuovo. Arrivano cosi ad Henderson (Nevada) dove Kelly finirà il percorso scolastico e sportivo alla Findlay Prep High School.

Nel 2014 verrà nominato McDonald’s All-American e Parade All-American (rivista che seleziona i migliori prospetti liceali di basket degli Stati Uniti).

Al college riceve una borsa di studio dall’università di Kansas.

Con i Jayhawks giocherà solo la stagione 2014-2015.

In 36 partite (27 da titolare) Oubre farà registrare una media di 9,3 punti, 5,0 rimbalzi e 1,1 rubata a partita.

Al termine della stagione guadagnerà il riconoscimento per la “Big 12 All-Newcomer Team”. 

Il 2015 sarà il suo ‘anno per essere draftato in NBA.

Mentre gli Hornets sceglievano alla numero 9 Frank Kaminsky, Oubre veniva chiamato alla 15 dagli Atlanta Hawks che lo girarono immediatamente ai Washington Wizards in cambio di Jerian Grant (selezionato alla 19) più scelte future.

Nella capitale passerà poco più di tre anni facendo registrare una media 8,7 punti e 3,5 rimbalzi a partita.

Con gli “Stregoni” disputerà anche due edizioni dei Playoff (le uniche al momento): quella del 2017 dove verrà eliminato al secondo turno dai Boston Celtics e quella del 2018 dove i Maghi verranno tolti di mezzo al primo turno dai Toronto Raptors.

In 18 partite complessive di post-season mette a referto una media di 7 punti e 2,8 rimbalzi a partita.

Nel dicembre 2018 verrà scambiato, insieme al suo compagno di squadra Austin Rivers, ai Phoenix Suns in cambio di Trevor Ariza.

A fine stagione “Tsunami Papi” firmerà un’estensione contrattuale di 30 milioni per le successive due stagioni.

In due anni e mezzo in Arizona il giocatore farà registrare una media di 17,8 punti e 5,7 rimbalzi a partita.

Nel Novembre 2020, Oubre, insieme ai compagni di squadra Jalen Lecque, Ricky Rubio, Ty Jerome e una Draft pick del 2022 verrà scambiato con gli  Oklahoma City Thunder in cambio di Abdel Nader e Chris Paul.

Una settimana dopo, l’ormai ex Suns, verrà rigirato ai Golden State Warriors in cambio di scelte future.

Siamo ormai al presente e “Shot” in California ha il compito di sostituire l’infortunato Klay Thompson.

Fa registrare una media di 15,4 punti e 6,0 rimbalzi a partita, ma le sue prestazioni sono altalenanti e a stagione terminata, non riuscirà ad ottenere un rinnovo di contratto con la franchigia di San Francisco.

Gli Hornets quindi decidono di puntare su di lui per rinforzare la panchina e la rosa in generale.

Secondo le intenzioni di coach Borrego, infatti, Oubre dovrà ricoprire il ruolo di sesto uomo e dare fiato soprattutto a Gordon Hayward, l’anno scorso spesso infortunato.

Per l’ex Jayhawks, Charlotte sembra poter essere la piazza giusta per ricominciare una nuova avventura professionale e dimostrare tutto il suo valore in una squadra che sicuramente avrà bisogno di lui per fare il salto di qualità.

https://www.youtube.com/watch?v=PJ9ywnCxe_I&ab_channel=DailyHornetsMinutePodcast
L’intervista di Oubre Jr. al Media Day.

Analisi Tecnica

(A cura di Matteo Vezzelli, voce narrante Ferri Ig.)

Curiosità

(A cura di Filippo Barresi)

Il suo soprannome è “Tsunami Papi” – che – in una versione da lui del tutto personalizzata ha autotradotto come “Il Padre delle Onde” .

Effettivamente Oubre è un maremoto, una personalità molto forte fuori dal campo da basket e ha scelto questo soprannome per sottolineare come l’energia delle onde sia la metafora del motore che tutti i giorni lo spinge a essere la miglior versione di sé.

Kelly Oubre Jr. è uno dei pochi atleti sponsorizzati dalla Converse attualmente in NBA.

Il brand che “fu di LJ” sta attualmente cercando di rientrare nel circuito.

Come molti altri colleghi anche lui è un appassionato di moda e per questo motivo ha deciso di lanciare ed essere proprietario di una linea di abbigliamento chiamata Dope Soul.

DOPE $OUL – $OUL STATE OF MIND (dope-soul.net)

EXCLUSIVE: Kelly Oubre Jr. Releases First Dope Soul Collection With NYFW Pop-up | Provision100

Meme

(A cura di Fabrizio Getuli)

Oggi Fabrizio ha proseguito sulla scia del livello estetico mostrando come la doxa, l’opinione, possa differire…

Ovviamente si scherza sempre, andiamo per iperbole.