Game 18: Charlotte Hornets @ Atalanta Hawks 105-115

Intro

Per cominciare l’articolo di oggi, anche se non so come andrà a finire la partita, ho pensato che se in America sarà un saturday night e in Italia un ormai ex – direi – giorno festivo, un po’ d’ironia per aprire il pezzo non guasti.

Ho scelto questo video di Maccio perché parla di casa anche se metaforicamente per una squadra di basket.

TG CASA 40ENA – YouTube

Quel posto dove trovare il proprio benessere e rifugio è stato però per molti in tempi di lockdown pandemico una specie di trappola mentale.

Hornets e Hawks quest’anno, invece, sono partite molto bene nelle gare casalinghe dimostrando feeling con il pubblico amico e il proprio home-court.

Charlotte si trova con un record di 6-2 allo Spectrum Center e i Falchi, nonostante il record globalmente peggiore, sono addirittura sul 6-1 alla State Farm Arena.

Charlotte, più che nella sabbietta dei gatti di Maccio, dovrà cercare di non rimanere impantanata nel fattore campo di Atlanta anche se la trasferta per la squadra di Borrego è relativamente vicina e questo sarà un piccolo vantaggio per smaltir prima la stanchezza da back to back per una squadra giovane.

Atlanta viene da tre partite vinte consecutivamente e tenterà di replicare il motto del suo ex celeberrimo centro Mutombo: “Not in my house” riferendosi a una possibile vittoria che i pirotecnici e arrembanti Calabroni cercheranno di portare a casa abbordando Atlanta con la propria velocità.

Andamento della partita

I quintetti.

La palla a due “portata a casa” era ben sfruttata da Charlotte che con un gancetto di destra uscito dai polpastrelli di Plumlee passava in vantaggio ma lo stesso Mason si disconnetteva da Capela che segnava in alley-oop.

Per tornare in vantaggio, sulla pressione degli Hawks, serviva un floater inusuale di Bridges che sorrideva non essendo una delle sue armi abituali.

Charlotte chiedeva l’interferenza sul nuovo pari sempre ottenuto da Capela quindi un baseball pass di Ball per la schiacciata aperta di Bridges riportava sopra i nostri ma Atlanta pareggiava con Young e poi assestava un paio di colpi che a 8:20 consigliavano a Borrego di andare in time-out sul 6-10.

Charlotte continuava a guadagnare rimbalzi ma a fallire tiri mentre gli Hawks, più concreti, incrementavano il vantaggio con un paio di canestri di Capela da sotto che portavano sul 6-16 il risultato.

Borrego mandava in campo martin e Oubre Jr. per cercare di fermare il trend e mentre il primo falliva il tiro vedendo però palla recuperata da Plumlee che offriva a Ball una possibilità mancata da tre, il secondo invece interveniva a rimbalzo e convertiva per il -8.

Un rimbalzo di Martin sull’azione seguente consentiva a Ball di impostare una seconda nuova azione chiusa con l’alley-oop di Plumlee mentre i due portavano energia e punti con martin abile ad alzare un pallonetto su Young dopo uno spin in area 812-18).

Ball defletteva un pallone e lanciava Miles che in due tempi metteva dentro da sotto dopo aver agganciato al volo ma aspettato di scendere per non mancare l’occasione.

Charlotte tornava a -2 a 3:57 con una palla recuperata e coast to coast di Oubre per un easy layup grazie all’euro-step dell’ex GSW.

Dal 16-18 però ci si allontanava a causa di un canestro di Reddish e due FT del Gallo ma Martin con un a tripla (no look pass di Oubre Jr.) tagliava il divario sul 19-22 a 2:48.

Usciva Ball e Rozier insieme a McDaniels combinavano un paio di pasticci in impostazione ma Charlotte non subiva danni con il quarto fallo di squadra di McDaniels non speso sul tiro.

Hayward accorciava nel finale con due FT ma Gallinari colpiva da tre e i Calabroni dopo 12 minuti erano costretti a inseguire di 4: 21-25.

Dopo due punti Hawks, Rozier finalmente mandava a segno un tiro su iniziativa di Plumlee, un po’ lento ma creativo ed efficace con un passaggio per sé stesso dietro la schiena prima di allargare a sinistra.

Entrava Dieng che commetteva prima un fallo offensivo e poi mancava una tripla frontale mentre dall’altra parte con una double pump si buttava dentro Oubre Jr. che andava a schiacciare con potenza una bimane appesa che impressionava anche Dominique Wilkins presente nel palazzetto.

Era però il canto del cigno momentaneo degli Hornets che tornavano a sbagliare tutto il possibile mentre la difesa sembrava tornare a essere friabile: Reddish segnava da tre, Capela stoppava Oubre e l’ala dei Falchi si riproponeva con una seconda tripla e a 7:14 Borrego si arrendeva al time-out sul 26-40.

A 6:49 ringraziavamo Reddish per uno 0/2 ai FT ma un 3/3 di Young dalla linea della carità (contatto creato dal play con McDaniels) portava Charlotte sotto 26-43 con un parziale di 0-16 e un divario ampio di 17 punti.

A interrompere il parziale avversario era Bridges che recuperava un rimbalzo offensivo e convertiva da sotto riproponendosi dalla sinistra con buona mano per una tripla che tagliava a -12 il divario ma i locali rispondevano con altrettanti punti: Huerter da 3 e Collins da sotto dopo un giro palla che mandava a vuoto la zona di Charlotte.

Hornets riprecipitati sul -17 come Sisifo costretti a riportare il masso sulla montagna…

Fade-away pull-up su una gamba di Ball che si esaltava con una tripla successiva alla quale rispondeva Young.

Ball, stimolato, tirava fuori però un tiraccio da tre ma sul ping pong della palla vagante arrivava Oubre che di sx in entrata metteva dentro.

Un pick and roll tra Ball e Bridges era rifinito da Miles estendendo la sinistra oltre la stoppata di Collins e Charlotte con una tripla di Hayward e il tornado spin di martin su Young e successivo appoggio si ripresentava con un gap ridotto a 8 punti: 45-53.

Atlanta rispondeva, Martin da tre finalizzava una buona azione dal corner destro per il 48-58 ma proprio Cody scivolando indietro diagonalmente andava a sbattere sull’avanzata di Young.

Per gli arbitri erano 3 FT per il “Giovane” che a :05.9 sancivano il 48-60 del primo tempo.

Con un 6/23 contro un 7/17 da fuori gli Hornets non potevano competere così come nel FG% generale il 37,0% Vs il 55,3% avversario era divario troppo ampio per rimanere in scia nonostante il 30-23 a rimbalzo e il 13-2 nelle seconde possibilità con tanti errori da sotto comunque.

La partenza del terzo quarto non cambiava molto le cose poiché le distanze rimanevano bene o male inalterate a elastico con la tripla di Bogdanovic servito con buona angolazione dietro lo schermo alla quale faceva seguito l’entrata in crossover di Bridges che shakerava Collins e finiva con l’appoggio di sinistro più fallo e and one realizzato.

Bound pass di Rozier per il back-door vincente di Rozier, gancio di Capela strisciante sul ferro, terrificante alley-oop di Bridges a una mano servito da Balla 9:57 e jumper di Collins: 55-67, ancora una volta a -12…

Charlotte si riaffacciava al -10 con una tripla di LaMelo ma sull’altro fronte gli Hornets aumentavano le potenzialità di Capela raddoppiando o switchando così il centro continuava a metter tutto ciò che gli passava per le mani.

La tripla di Miles (65-76) e quella di Ball con scambio su Bridges da rimessa dal fondo (68-78) erano respinte da un canestro a testa da Bogdanovic e Huerter in transizione per il 68-82 che resisteva di più per un time-out chiamato dagli arbitri perché un congegno posto sotto il tabellone si era impigliato tra le maglie della retina.

La retina dei fan di Charlotte invece continuava a essere offuscata dal punteggio negativo nonostante la tripla di McDaniels (71-84)e la dunk di Plumlee in transizione favorito da un raddoppio insieme a McDaniels .

Charlotte chiudeva però a -12 perché Gallinari dalla linea continuava a essere perfetto anche se nel primo tempo era graziato da una chiamata per invasione.

77-89 con un -12 difficile da recuperare dopo lo scambio di canestri da due tra Hayward e Young più quello tra Smith e Gallinari per l’81-93.

Rozier continuava la sua serata negativa con un ½ dalla lunetta e una tripla fallita mentre Martin giungeva a 14 punti con un coast to coast chiuso da un folle euro-step al vetro prezioso per mangiare un punto ai Falchi a 6:33 (86-97).

Il reverse in entrata di Miles e il tiro dal pitturato di Rozier (rimbalzo su errore di Hayward da fuori) davano solo 7 punti di margine alla squadra di McMillan che tuttavia riallungava sembrando chiudere la partita a 2:37 con la tripla di Young per il 94-106.

La dozzina di punti si assottigliava sulla pressione di Charlotte che rischiava pur di intercettare palloni e dopo il canestro di LaMelo in entrata su Capela, Rozier si svegliava segnando in transizione e recuperando palla per i suoi su una spinta di Reddish sulla sua marcatura con palla ancora da rimettere in gioco per i Falchi.

Un difficile floater di Rozier e una manata di Capela su Martin arrivato per un soffio per primo sull’ennesima palla vagante davano a Charlotte la possibilità di accorciare nuovamente.

Bridges da sotto alzava su Collins a 1:18 il -4 (102-106) caricandosi ma dopo il time-out i raddoppi degli Hornets troppo ariosi e poco atti a schermare passaggi semplici, davano al possibilità a Huerter e Reddish di assestare due pugnalate aperte mortali da oltre l’arco per il 103-112 che chiudeva una partita ritoccata sul 105-115 finale.

Analisi

L’home swet home è per gli Hawks mentre Charlotte chiude a 5 la striscia positiva.

Charlotte deve ancora lavorare su sé stessa in trasferta, allenatore compreso.

In una partita strana, sulla carta più o meno alla pari, i Falchi la spuntano sfruttando un parziale di 16-0 nel secondo quarto che gli Hornets riescono solo momentaneamente ad attenuare nel finale con un forsennato pressing cercando di estendere la striscia vincente a 6 partite.

Gli Hornets affogano nei propri black-out anche se un po’ di stanchezza da back to back può spiegare l’imprecisione al tiro in parte perché la scelta di affidarsi ancora troppo all’utilizzo massiccio da tre quando “non prende” diventa endemica e non premia.

La squadra agile ed atletica fatta di velocità e tempismo voluta da Borrego funziona solo a metà poiché troppo sbilanciata, basti pensare al 10/11 di Capela dal campo per capire come Charlotte non abbia risposte al centro degli Hawks, sia con Plumlee che non ha funzionato inizialmente, che con altri quintetti proposti in serata.

Rimane personalmente un mistero il fatto che Richards non sia stato schierato per cercare di contenere sotto il ferro l’ex Rockets.

Gli Hornets hanno vinto clamorosamente a rimbalzo 58-50 con un impressionante 21-8 sotto le rispettive plance offensive ma il 42,2% contro il 54,4% avversario ah favorito i padroni di casa che hanno battuto e segnato decisamente più liberi (9/15 CHA, 17/21 ATL) e hanno tirato meglio da fuori con gli Hornets a un 10/40 per un 25,0% a dimostrazione che in serate come questa, senza kg e cm sotto e con scarso tiro non si vince nemmeno se negli assist sei in leggero vantaggio (26-24) e nelle steal anche (7-6).

La difesa deve essere migliorata tatticamente se vogliamo sopravvivere a squadre che oltre ad avere stelle nel ruolo di play, hanno diverse opzioni offensive e un big man come centro.

Inutile la serata da record in carriera da 35 punti di Bridges così come il 24-8 nelle 2nd chance e il vantaggio di 8 pt. (14-6) nei fast break.

Gli Hawks hanno finito con quattro elementi del quintetto iniziale più Reddish e Gallinari in doppia cifra: Capela 20 punti più 15 rimbalzi, Young 19 punti e 9 assist, Huerter e Reddish a 17 punti, Gallinari 16 pt., Collins 15 mentre Bogdanovic si è fermato a 7.

Plumlee in gancio su Collins. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

LaMelo Ball: 6,5

15 pt. (5/18), 10 rimbalzi, 11 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Seconda tripla doppia in stagione con il rimbalzo a 15 secondi dalla fine ma è festa mesta sia perché Charlotte non vince e lui non riesce a cambiare ritmo alla partita dando un impronta al duello a distanza con Young a mio giudizio chiuso in parità. Buon 3/7 da fuori ma sbaglia anche tiri da sotto, stanchezza e difficoltà contro i cm dei Falchi, bello invece il suo canestro in entrata nel secondo tempo contro Capela.

Terry Rozier: 5

10 pt. (4/13), 42 rimbalzi, 4 assist. Dorme per quasi tutto il match con tre punti nel tabellino poi si sveglia nel finale con un paio di buoni canestri e recuperando un pallone per la spinta di Reddish. Non può molto sul tre di Huerter che segna la partita poiché la zona con i raddoppi lo costringe a flottare ma nel resto del match ha qualche difficoltà fisica e in cm a contenere. Si deve svegliare prima, non può essere clutch quando gli Hornets accumulano troppo divario.

Gordon Hayward: 6

11 pt. (4/9), 8 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Controversa partita di Hayward che da fuori “caccia” solo un 1/5, esattamente come Rozier sprecando meno in generale però. Due TO, alcune buone giocate con tiri in fade-away, uno imprendibile anche per i cm del Gallo nel secondo tempo ma anche lui non riesce a fare la differenza con la sua esperienza benché ne abbia. Gli Hawks non cadono nella trappola del fallo se non una volta nel primo tempo e lui può incidere poco dalla lunetta.

Miles Bridges: 8

35 pt. (15/28), 10 rimbalzi, 3 assist. Doppia doppia per Miles che sfiora l’espulsione commettendo 5 falli battagliando. Belli i duelli con Collins. Segna il record di punti personali in carriera in una notte dove i suoi crossover sono più letali e fuorvianti degli indovinelli del Joker per non parlare poi delle sue incursioni aeree incendiarie che demoliscono letteralmente il tabellone. Spara almeno 3, tra schiacciate ed alley-oop, incendiarie emozioni inoltre sa chiudere anche di fino. Peccato per la mano non felice da fuori con un 2/9 peggiorato con un paio di triple da marcato nel finale. Suo il canestro del -4 nel finale a dare speranza.

Mason Plumlee: 5

7 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 TO in 19:36. Propone qualcosa dal punto di vista offensivo ma Capela domina un distratto Mason. Troppo morbido, più che Plumlee sembra un plumcake e Borrego lo utilizza meno cercando di non far arrivare al ferro palloni per Capela. Si erge a protagonista nel finale del terzo quarto quando rischia di segnare due FT consecutivi ma manca il secondo e successivamente altri due riuscendo invece a segnare in schiacciata in transizione.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

8 pt. (4/14), 7 rimbalzi, 1 assist. Più che serata no, serata nein anche per lui al tiro, decisamente soprattutto da fuori con uno 0/7. Ha un particolare modo di tirare d’anca con i piedi non allineati molto suscettibile all’errore quando la meccanica molto delicata non riesce bene. Come Miles anche lui ci regala un emozione con un’entrata devastante e bump finale per una bimane appesa al ferro ma è poco perché dopo un buon inizio nel quale lui e Martin avevano riportato in partita Charlotte, si perde.

Ish Smith: 6

In 7:10 rimedia due punti (classica entrata veloce) e serve un assist sulla linea di fondo per l’accorrente Martin. Porta a casa un +3 in plus/minus. Non fa danni ma nemmeno risulta fondamentale per farci rientrare in partita cambiando ritmo alla squadra.

Cody Martin: 7

14 pt. (6/11), 8 rimbalzi, 1 rubata. Se avesse qualche cm in più sarebbe un giocatore molto più forte probabilmente. Se osservo il +9 in plus/minus posso capire il suo impatto nel match. Entra con Oubre Jr. e da una mano a rimontare. Un piccolo che cattura 3 rimbalzi offensivi e 5 difensivi e riesce spesso a fermare gli avversari benché a volte per poco subisca falli contro come un blocking chiamato con un tallone leggermente sulla linea e uno scivolamento su Young arretrando in diagonale. Bene anche in attacco dove con due triple dagli angoli opposti porta a casa 6 punti mentre da segnalare il tornado spin su Young che non vede passare il nostro Taz per l’appoggio.

Jalen McDaniels: 6

3 pt. (1/3), tutto da fuori area, 3 rimbalzi, 1 assist in 17:38. Molto attivo in pressione, gli arbitri lo sanzionano con 4 falli dei quali la metà opinabili comunque lo vessano un po’ e ha un linguaggio del corpo arrendevole quando segna la sua tripla. Anche lui i mezzo day-off ma una sufficienza stiracchiata si può concedere.

Coach James Borrego: 5

Dal mio punto di vista esagera con una squadra small e atletica senza un centro di riferimento di ripiego come Richards. Gli switch difensivi di Charlotte sono un’arma a doppio taglio che favorisce alla fine gli Hawks con Capela troppo libero di imperare.

Matchup Key 18: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks

LaMelo Ball Vs Trae Young

In una partita che si preannuncia piuttosto equilibrata, lo scontro tra star nel ruolo di playmaker potrebbe essere il dettaglio per fare la differenza.

Gli Atlanta Hawks sono in striscia positiva da tre partite mentre Charlotte è a cinque grazie a un 4-0 casalingo.

Possibili svantaggi:

A livello psicologico il court a favore di una squadra come Atlanta (6-1 in casa) propende a favore dei nostri avversari: “Queste sono partite che sappiamo di dover vincere”, ha detto la guardia di Atlanta Kevin Huerter. “Abbiamo ancora molto lavoro da fare. Abbiamo ancora molto terreno da recuperare”.

Sarà quindi un bel test per appurare quanta forza avrà la piratesca banda di Ball che dovrà essere più effervescente delle bollicine di una nota bevanda analcolica di casa nella cittadina georgiana.

Charlotte dovrà resistere anche a un back to back con un viaggio in trasferta ma il team è giovane.

Trae Young, playmaker degli Hawks, ha una media di 25.1 punti e 9.2 assist.

Ha segnato più di 30 punti cinque volte e ha sette doppie doppie, l’ultima delle quali ha prodotto 18 punti e 11 assist contro i Celtics, battuti 110-99 i maniera impressionante dai Falchi.

Bisognerà stare attenti a tutto: da Bogdanovic che avrà cm di vantaggio in attacco su Rozier e anche alle ali dei Falchi che sono in grado di colpire; Collins, Huerter, Gallinari e anche Reddish dalla panchina con un buon inizio di stagione aggressivo sta facendo bene.

Con gli Hawks che non hanno solo Young in grado di colpire da fuori, Charlotte dovrà quindi estendere la sua zona in maniera intelligente se vuole sopravvivere alla molteplicità delle armi dei Falchi, un po’ come ha fatto contro Indiana.

Capela poi sarà il solito spauracchio di turno per Plumlee che dovrà cercare di limitare forza e soprattutto il rimbalzo dell’ex Houston.

A livello tattico Charlotte dovrà stare attenta agli screen assist poiché, dopo Portland, i georgiani sono secondi in NBA in questo particolare, sarà quindi importante adattare la difesa e uomini sugli schemi degli Hawks qualora dovessero riscontrarsi problemi.

Possibili vantaggi:

LaMelo ha una media di 18,8 punti, 7,4 rimbalzi e 7,5 assist ed è il fulcro di questa squadra che gioca sul ritmo che sarà importante per stordire i Falchi senza però affrettare le conclusioni.

Ball ha segnato 32 punti, catturato 11 rimbalzi e smistato 8 contro i Pacers ieri.

La scorsa stagione contro gli Hawks, Ball è diventato il giocatore più giovane nella storia della NBA a registrare una tripla doppia.

Charlotte ha un 26,3 di media assist e gli Hawks hanno una media di 3 punti esatti (23,3) inferiore, sarà quindi importante che Ball, Hayward e soci giochino anche in maniera intelligente di squadra per attirare raddoppi e scaricare per un tiro facile continuando a variare le conclusioni come fatto di recente affidandosi a tutte le buone soluzioni praticabili; da sotto, dal mid range (Rozier) o dalla lunga distanza senza troppo forzare.

James Borrego ha detto: “Vogliamo ancora mantenere una mentalità aggressiva; questo è ciò che ci ha portato vantaggio. L’ho visto innumerevoli volte in NBA. È una partita lunga 48 minuti. Non vuoi togliere il piede dall’acceleratore.”

E il piede dell’acceleratore gli Hornets potrebbero metterlo con attacco e difesa mandando all’aria i piani avversari pressando, anche perché se Charlotte riuscirà a dar fastidio sulle linee di passaggio e in mischia (è la squadra che corre mediamente di più in tutta la NBA mentre gli Hawks sono al 26° posto) potrà togliere un po’ di senso di solidità ad Atlanta e sfruttare i punti transizione oggi a 15,2 di media contro 8,9 degli avversari di turno.

La panchina di Charlotte viaggia attualmente a un punto di media sopra quella degli Hawks, eventuali scostamenti da una o dall’altra parte potrebbero essere un ulteriore chiave per fare la differenza.

Game 17: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 121-118

Intro

Indiana, Jones e il Tempio Maledetto.

Nell’ultima intro abbiamo parlato di 1984, romanzo ambientato virtualmente in quell’anno di George Orwell.

Rimaniamo nello stesso anno poiché Indiana Jones e il Tempio Maledetto uscì proprio in quell’annata (il 27 settembre in Italia).

Lucas come autore e Spielberg come regista crearono una trilogia (estesa poi più tardi a tetralogia con aggiunta di un ulteriore “capitolo”) rimasta nella storia.

Il film più oscuro della serie narra di un archeologo in fuga capitato in un villaggio indiano al quale darà una mano a recuperare delle pietre sacre e a liberare i bambini scomparsi dalle mani di un malvagio stregone.

Indiana (la squadra) scende invece a Charlotte dopo un paio di sconfitte consecutive che l’hanno portata sul 6-10 in classifica con solo due squadre alle spalle a Est.

A Charlotte l’attende Jones, Kai Jones, il rookie scomparso dai radar del parquet e cosa buffa, se non vi eravate mai interessati troppo alle curiosità sulla trilogia, il personaggio avrebbe dovuto chiamarsi Indiana Smith (come Ish, altro giocatore ingurgitato nei meandri della panchina) ma a Spielberg non suonava molto bene questo cognome.

I due player sembrano essere fuori dalle rotazioni di Borrego per ora.

Il tempio maledetto è stato per anni quello dello Spectrum Center ma ultimamente – anche se è presto per dirlo – sembra aver ripreso vigore con i giovani leoni rampanti che stanno cercando di far ritrovare ai fan una seconda giovinezza o anche una prima nel caso dei più giovani.

L’augurio è che Indiana cada a Charlotte ma gli Hornets dovranno stare attenti poiché, come nel film, la partita potrebbe essere una trappola.

I Calabroni non dovranno sottovalutare gli avversari cercando di ottenere un poker di vittorie dopo le ultime belle prestazioni.

Andamento della partita

Gli starting five.

Plumlee vinceva la palla a due per Charlotte che segnava al primo tentativo: arresto nel pitturato, giro, fade-away e tiro di classe per il 2-0 di Hayward.

Duarte pareggiava mentre a 10:09 un ½ di Plumlee riportava in vantaggio gli Hornets superati da due tiri dal mid range di Brogdon sopra Rozier.

Charlotte si rifaceva con una putback dunk di Mason e una steal (passaggio intercettato in anticipo) di Ball che correva in transizione per la jam del 7-6.

Indy sorpassava con la stoppata di Turner su Hayward in transizione e il canestro di Duarte ma a6:17 il floater di Rozier valeva il controsorpasso (9-8) e sempre Terry in area evitava in pull-up gli interventi in stoppata di Brogdon e Turner per estendere sull’11-8 il vantaggio.

Un floater di Ball portava sul 13-10 la partita ma da oltre l’arco Holiday trovava il colpo del pari.

Charlotte si riportava sopra con un turnaround dal pitturato di Oubre Jr. chiuso con la sinistra e allungava con una incosciente deep 3 di Ball per il 18-13 ma i Pacers rispondevano anche con il secondo canestro ottenuto dal pitturato (drive di Holiday per il 20-17) prima che Ball segnasse un pull-up in girata dalla sinistra (22-17).

Sabonis annullava a minimo il gap con un soft touch aiutato dal ferro (22-21) ma gli Hornets, passando attraverso i liberi, resistevano al comando con i due FT finali di Hayward a :06.8 per il 27-22.

Il secondo quarto vedeva LeVert portare quattro punti rapidi per la corsa di Indy che tornava nuovamente a -1 ma Oubre Jr. dopo aver mancato (in & out) una tripla dall’angolo sinistro, pescava quella frontale e una manata sulla palla di Plumlee su Sabonis in palleggio, innescava la transizione con il passaggio schiacciato di McDaniels per Hayward che a destra chiudeva in schiacciata per il 32-26.

A 9:39 gli Hornets si trovavano sul 35-26 grazie al passaggio fuori di Plumlee che innescava la tripla aperta solo cotone di McDaniels.

Brogdon segnava una tripla schermata, Rozier era asfissiato dalla difesa ma riusciva a segnare in jumper un lunghissimo due, ultimo capolavoro prima del rientro dei gialli che trovavano la seconda bomba consecutiva del play, l’entrata di LeVert e da una steal di Brogdon sull’alzata di Miles per il tiro usciva la tripla del Martin dei Pacers che impattava a 6:53 il match a quota 37.

Charlotte però non andava sotto trovando i primi tre punti del numero 0 in viola con la bomba sopra rookie Duarte.

Da una splendida drive di Ball (un dubbio passi ce l’ho però onestamente) arrivava un two and one e da un fallo di Craig sullo stesso LaMelo il numero due raccoglieva a gioco fermo altri due pt. per Charlotte ma proprio l’autore del fallo con una granata dal corner sinistro e due liberi a segno accorciava sul 47-44.

Questa volta Indy non perveniva al pari perché le folate di Ball si facevano più intense; tiro da tre improvvisato dalla diagonale destra, lancio per Hayward che usava il corpo su Turner per appoggiare di dx in transizione e quando Hayward stoppava Brogdon fornendo sull’altro fronte (spalle a canestro) un assist in caduta a Martin in entrata, gli Hornets scappavano volando poi con il floater di Ball, un altro assist per lo stop & pop’s di Hayward sul 58-46.

Plumlee faceva buona guardia su LeVert, Hayward nel traffico in corsa portava a casa con un mezzo reverse quota 60, mentre il quarto era chiuso da una tripla rim/glass di Martin dalla sinistra e da due punti di Brogdon che attenuavano la scottatura della squadra dell’Indiana dopo un finale bruciante di Charlotte che andava a chiudere sul 63-48 i primi 24 minuti.

30-18 nel pitturato, 9-3 nei fast break, 13-8 negli assist, 26-21 a rimbalzo, 6-0 nelle steal (1-6 i TO), il 53,5% contro il 45,0% dal campo con un 40,0% da tre punti Vs un 26,3%, tutto arrideva agli Hornets che con una zona veloce impedivano ai Pacers di trovare punti facili anche dal pitturato ripartendo spesso in transizione infiammati dalle giocate di Ball che nel finale di quarto inceneriva i rivali arrivando a toccare quota 21 punti mentre Hayward e Brogdon con 14 punti a testa risultavano spartirsi il ruolo di secondi miglior scorer del primo tempo.

Gli Hornets partivano alla grande nel secondo tempo con un incredibile stoppata solare di Plumlee su Turner, fantasmatico Hornet che doveva incassare anche un libero di Hayward in transizione mentre Rozier a molla incastonava un altra gemma in fade-away dal mid-range oltre il difensore.

Hayward infilava un mid range su Sabonis e nonostante Brogdon producesse altri due punti per i suoi, Plumlee segnava facilmente grazie un passaggio verticale di Hayward.

Classico 2+1 e Hornets sul 70-51.

Carlisle in time-out funzionava solo con un canestro di Duarte ma il passaggio di Mason per Hayward in post basso destro era utilizzato in un solo tempo da Gordon per la girata e l’appoggio al vetro con abbraccio di LeVert.

Due più uno a 9:19 per il 72-53, gap che peggiorava per gli ospiti dopo un’altra freccia da oltre l’arco di LaMelo e i Pacers sul -23 ricorrevano a un altro time-out.

L’entrata dell’ex Wanamaker portava linfa a coach Carlisle ma Hayward faceva splash da oltre l’arco su assist d Ball (79-57) e a 6:09 Charlotte raggiungeva il massimo vantaggio dell’anno con un’azione clamorosa da San Antonio migliori tempi: extra pass come se piovesse e un movimento palla che portava Ball a ricollocarsi nell’angolo sinistro da dove colpiva gli storditi ragazzi di Carlisle (82-57).

Nonostante Oubre Jr. colpisse ancora dal corner destro e arrivasse un tecnico alla squadra di Carlisle che con il challenge cercava di togliere un fallo a Craig (stoppata su Rozier, arrivava però il fallo di Wanamaker precedente, manata su Terry) Indiana approfittava dell’assenza di Ball e della stanchezza di Charlotte per rimontare grazie a qualche punticino dell’ex Brad e due triple dell’ancora più ex Lamb.

Due FT di Craig nel finale accorciavano il divario a 13 punti (98-85).

McDaniels in mezzo alle seconde linee avversarie. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Nell’ultimo quarto Charlotte partiva ancora in difficoltà e Borrego provava a rilanciare Smith che prendeva uno sfondamento da Wanamaker ma non andava così bene a Martin che trascinando il piede sinistro aspettava Bitadze davanti al semicerchio antisfondamento, purtroppo però la terna vedeva un blocking e il centro avversario completava il gioco da tre punti in lunetta mandando i suoi sul -7 (102-95).

A 8:23 Miles ridava ossigeno con una tripla continuando con un reverse spettacolare oltre Craig.

La squadra di MJ usufruiva di una stoppata di Martin su un tentativo di reverse di McConnell e due punti di Oubre Jr. in transizione per il 109-95 ma concedendosi un po’ troppo allo spettacolo favoriva la maggior concretezza dei gialloblu che a 2:32 segnavano da tre con Bitadze (118-108) accorciando con lo stesso sino al -5 quando da un errore d’impostazione di Smith andava a sbattere proprio sullo stesso che commetteva un blocking foul.

Indiana con in campo la panchina continuava a rollare ma il libero mancato dal centro di riserva lasciava inalterato sul 120-115 il punteggio ma gli Hornets, dopo aver splittato un paio di liberi con Smith si salvavano da una tripla con ferro scheggiato di Bitadze ma non dal super 3 di Lamb che a :18.5 riapriva completamente la partita sul 121-118.

Palla lanciata da Ball sotto il canestro avversario sulla pressione avversaria con palla persa oltre il fondo da Miles.

Ultima palla per pareggiare per i gialloblu che trovavano poco spazio e il passaggio di Wanamaker per Craig – dovendo arretrare per provare il tiro – faceva scadere il tempo prima che il tiro, comunque respinto da Oubre Jr. dopo la luce rossa, potesse partire.

Plumlee in schiacciata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets partono bene, giocano una partita superlativa a tratti concedendosi il massimo vantaggio stagionale sul +25 nel terzo quarto ma Carlisle nota che i titolari non stanno rendendo come dovrebbero con il solo Brogdon a dare un po’ di spinta ma decide di togliere tutti i big, play compreso oltre a Sabonis e Turner, sparigliando le carte con i Calabroni ad aver meno punti di riferimento contro giocatori apparsi più motivati.

Il 37-78 tra le panchine la dice lunga sia sul minutaggio che il rapporto particolare nel finale.

Gli ex Wanamaker e Lamb danno linfa a Indiana che rimonta trovandosi a -3 con una surreale tripla dell’ex giustiziere dei Raptors.

Quando Miles perde palla oltre il fondo e Indiana può pareggiare sull’ultimo possesso, è la difesa di Charlotte che non permette un tiro ai gialloblu prima dello scadere a fare la differenza così il team di Borrego sopravvive a un assurdo finale da possibile harakiri incamerando la quinta vittoria di fila anche se con il fiatone all’Alveare.

Dopo aver irretito i Pacers con una zona perfetta per due quarti e mezzo e aver giocato un buon basket, Charlotte si è concessa un po’ troppa libertà con giocate spettacolari per il pubblico (un paio di Ball) e qualche errore in TO di troppo dopo aver chiuso il primo tempo solamente con una palla persa però i 28 assist a 19 testimoniano come Charlotte sia riuscita a costruire maggiormente gioco.

17-10 i TO a dimostrazione di un secondo tempo un po’ scriteriato degli Hornets premiati però dal 54,3% contro il 46,6% al tiro degli avversari e da un 58-46 insperato nel pitturato complice un Plumlee che ha disputato un buon match.

23 i punti di Lamb, 16 per Brogdon, 14 di Craig, 12 di Wanamaker e 11 per Bitadze nelle file della squadra di Indiana.

Per quanto riguarda le pagelle, saranno basate, seguendo l’introduzione, su oggetti mitologici da associare ai giocatori.

LaMelo Ball: 8

Bajiaoshan, ventaglio magico della mitologia cinese che può creare enormi vortici. Ball con le sue ariose giocate può far cambiare vento alla partita in un lampo. Le folate offensive di Charlotte nella partita contro i Wizards sono state orchestrate con abilità come colpi di ventaglio a spazzare l’avversario. 32 pt. (12/22), 11 rimbalzi, 8 assist, 1 steal. Cambia la partita con passaggi, entrate, triple, tutto il repertorio per avvicinarsi a una tripla doppia che non ottiene essendo il vento un po’ crazy. Si concede un paio di giocate per infervorare il pubblico e alzare lo share (assist al vetro per la dunk di McDaniels annullata per un fallo precedente sullo stesso LaMelo senza beneficio dei liberi) che non portano a nulle e nel finale lancia lungo su Miles rischiando ma ne esce un TO a ogni modo, nonostante un finale da migliorare (bello però il reverse oltre Craig e Lamb passando il ferro) rendendolo più concreto (essendo giovane si può capire la sua propensione per la spettacolarizzazione) gioca un match sontuoso creando quel margine che fa resistere gli Hornets spazzando via a fine secondo quarto Indy.

Terry Rozier: 6,5

Elmo di Ade. Fabbricato dai ciclopi, ha il potere di rendere invisibile chi lo indossa. Terry, con i suoi ricollocamenti sul parquet e i suoi cm, meno importanti di quelli dei compagni, a volte sembra scomparire dai radar degli avversari grazie alla sua velocità e alle sue movenze. 10 pt. (4/9), 5 rimbalzi, 3 assist. Gioca poco, 22:30, manca tutte e 4 le triple tentate ma è davvero micidiale quando tira da due punti con un canestro da marcato sulla sinistra che ha ricordato il game winner dello scorso anno contro i Warriors. Duello più o meno alla pari con Brogdon.

Gordon Hayward: 8

Sacro Graal. La coppa in cui Gesù bevve durante l’ultima cena è simbolo di conoscenza proveniente da Dio ma al contempo chi la trovasse dovrà possedere le caratteristiche ricettive per poterne leggere il contenuto. Numerose versioni del mito hanno portato a numerosi oggetti differenti ritenuti come gradale; a Genova (San Lorenzo) e a Valencia appaiono due coppe ritenute come possibili Graal. Altri luoghi nel mondo sono stati citati come possibilità per ospitare il vero Graal (Albania, Iran, Finlandia, Francia, Portogallo, Canada, ecc.) ma ciò che interessa a noi è il paragone tra l’esperienza e l’IQ cestistico di Hayward e la conoscenza del Graal. Sicuramente Gordon conosce le sue possibilità giocando con intelligenza e dopo averlo convenzionalmente tolto, Borrego prova a mandarlo nel finale in campo, senza esito però. Insieme a Ball orchestra magistralmente l’attacco di Charlotte con 25 pt. (9/15), 4 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate e 2 stoppate. Parte con un arresto e tiro in fade-away perfetto dall’area e martella da ogni zona del campo con un 6/7 ai liberi ma solo un ¼ da fuori, piccolo neo che non cambia il giudizio complessivo anche per merito di una buona difesa.

Miles Bridges: 6

Tappeto Magico. Soggetto di mitologia araba e persiana, compare anche in quella russa. Molto diffuso, talvolta sembra che Miles voli con i suoi alley-oop ma anche con le sue più efficaci e spericolate incursioni in corsa con appoggio in salto sembra fluttui per un istante su un tappeto. 14 pt. (4/10), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Un po’ in difficoltà rispetto il solito, la palla biascicata nel finale poteva costar caro. Segna tardi il suo primo canestro con una tripla dopo essersi fatto rubare da Brogdon una palla in precedenza. Ci fa ripartire con un altra bomba nel secondo e la solita dunk ma il tappeto volante si vede poco stanotte però fa una buona difesa su Wanamaker sull’ultimo possesso.

Mason Plumlee: 7

Yata no kagami. Lo specchio magico (kagami, con l’accento posto sulla seconda, significa specchio in giapponese) è un oggetto magico giapponese ma è impossibile verificarlo perché è uno dei tre oggetti che vengono mostrati solo all’imperatore in cerimonie private e non esistono foto di questo reperto. La leggenda narra che la Dea Amaterasu (la Dea del Sole) si sia nascosta in una grotta per sfuggire al fratello, Dio della Tempesta. Non volendo più uscire, venne attratta con uno specchio e alla meraviglia della sua immagine riflessa uscì tornando a far splendere la luce. Noi aspettiamo che Mason riesca ad abbagliare con giochi di prestigio Turner e Sabonis, compito non facile ma l’illusionismo degli specchietti per le allodole e i suoi tagliafuori forse… Così è andata nonostante i soli 5 pt. (2/3 in 24:45). Mason aggiunge 6 rimbalzi, 3 assist, 1 steal e una stoppata. Finisce con 5 falli e 4 TO ma gioca benino in difesa con una punta di diamante intensa quando rifila una stoppata solare a Turner. I rimbalzi difensivi sono 4 ma più volte rende la vita difficile ai lunghi o influenza i tiratori avversari. Good game.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

Gāṇḍīva. Il Gāṇḍīva è un arco magico della mitologia hindu che punisce le persone malvagie e permette di combattere contro 100.000 guerrieri contemporaneamente. L’appariscente giocatore degli Hornets sta trovando veloce mano anche fuori dalla linea dei tre punti. L’arciere degli Hornets si ferma a 3/7 nella notte con un 6/11 totale che gli vale 16 punti. 3 rimbalzi, 1 rubata e 3 TO. Segna qualche punto facile che aiuta la squadra nel secondo tempo. Peccato la stoppata su Craig arrivi fuori tempo massimo ma sul close-out c’era.

Ish Smith: 5,5

Ank, una croce ansata simile a una chiave che è simbolo della vita immortale. Utilizzata come amuleto, Smith, charlottean di nascita, è quel giocatore che attualmente sembra portare più fortuna che punti, persosi dopo un brillante inizio. Borrego lo rilancia a sorpresa nel secondo tempo tentando di bloccare Wanamaker usando un quintetto basso. Lui prende uno sfondamento ma poi manca un tiro dalla media, passa una palla a Indiana e commette un blocking sul quale ringrazia Bitadze per aver mancato il FT del possibile -4. Un ½ dalla linea nel finale è mediocre. 1 pt., 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata, 1 TO, 1 PF, -10 in +/- in 10:51.

Jalen McDaniels: 6,5

Pozione magica. Ne esistono di infiniti tipi per diversi: dalle soporifere della sibilla cumana che getta al mostro Cerbero a quella preparata da Panoramix per rendere forti i galli del villaggio di Asterix e Obelix. Se ben utilizzata è un qualcosa in più, qualcosa che ti dona una marcia in più. “Pick your poison” l’ho sentito ripetutamente dire da Dell Curry in questi anni di telecronache e scegli il tuo veleno per Indy 5 pt. (2/2), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata in 15:10. Non gioca male ama a tratti non funziona più bene insieme ai compagni. Lui segna ancora da tre un open e andando in entrata. Velenoso con punti di rottura, incamera anche diversi rimbalzi e da fastidio girando sui giocatori dei Pacers.

Cody Martin: 7

Svallin. E’ uno scudo che nella mitologia norrena protegge la Terra dal Sole. Già gli antichi avevano capito che qualcosa ci difendeva dagli effetti nefasti del Sole, Borrego ci ha messo un po’ per capire che Martin, soprattutto in certe partite, è la magnetosfera che salva i Calabroni dalle radiazioni offensive avversarie. 12 pt. (5/7), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. A parte un blocking su Bitadze, gioca una partita generosa come il suo solito rincorrendo gli avversari che, nel caso dei titolari, si spaventano un po’ al ringhiare di Cody. A differenza dell’ultima partita trova anche buona mano con incursioni semplici e una bella tripla sul tramonto del primo tempo dalla sinistra a sublimare l’azione. Gran difesa su Lamb sull’ultima azione.

Nick Richards: 6

Mjöllnir, il martello magico di Thor. Avrei potuto assegnarlo facilmente a Bridges ma anche Richards “il grezzo”, assesta terrificanti mazzate al canestro avversario benché i suoi punti di rottura siano pochi a causa di un utilizzo limitato. Nick tuttavia sta cominciando a essere un punto di riferimento e può brandire il martello lanciandosi con le sue mazzate anche in inserimento o a rimbalzo oltre che da sotto. 1 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 2 assist. Ci prova solo una volta in serata, da sotto in una posizione non comoda e attorniato da un paio di avversari e così il suo martello non si dimostra infallibile così come ai liberi (½), mette a disposizione dei compagni però un paio di assist in soli 4.55.

Coach James Borrego: 6,5

Bacchetta magica. Facile… come per un direttore d’orchestra è lo strumento metaforico per eccellenza di chi deve dirigere qualcosa e nel linguaggio comune “avere la bacchetta magica” significa fare cose mirabolanti. Forse perché un semplice oggetto allungato sin dall’antichità si prestava a far fluire, nell’immaginario collettivo, invisibili poteri magici, Borrego ogni sera deve risistemare lo strumento per adattarsi alle esigenze del match. Con una squadra giovane deve avere un buon grimorio da leggere per creare incantesimi e fabbricare talismani oltre a conoscere angeli e demoni avversari. Beh… due quarti e mezzo di pura magia e un quarto e mezzo da incubo. Forse sta ancora girando le pagine del libro in cerca di una soluzione, di un antidoto alla rimonta della bench avversaria ma per fortuna il tempo “umano” gioca a favore di Charlotte che capitalizza il largo vantaggio ottenuto in precedenza. Le prova un po tutte anche con un quintetto con Bridges, Oubre Jr., Martin, Ball e Ish Smith. Vittoria sudata ed era la cosa più importante per rimanere in fiducia cosa che dovrà trasmettere alla squadra anche ad Atlanta, fuori dalle mura amiche.

Matchup Key 17: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers

Miles Bridges Vs Domantas Sabonis

Come sempre nello scontro con i Pacers lo scontro passa per questa sfida e l’obiettivo della squadra sarà tutto incentrato sul fermare Sabonis.

L’ala grande di Indiana è il fulcro offensivo della squadra e praticamente tutte le azioni passano da sue iniziative.

Difensivamente ha faticato molto a contenere le avanzate di Bridges nel primo incontro annuale e per questo motivo Miles dovrà essere molto aggressivo per tutti i 48′ minuti.

Possibili svantaggi:

Sarà importante non sottovalutare questa squadra.

Charlotte viene da un periodo positivo mentre i Pacers stanno attraversando una fase iniziale piuttosto difficile e per questo saranno più motivati nel voler conquistare una vittoria a tutti i costi.

L’approccio sarà quindi fondamentale, Charlotte non può permettersi di viaggiare sulle ali dell’entusiasmo ma dovrà mantenere i piedi a terra perché è da queste gare che passa il futuro della stagione.

Possibili vantaggi:

Nelle ultime uscite la difesa degli Hornets è stata molto più efficace rispetto alle prime uscite e questo grazie principalmente all’uso della zona con McDaniels e Martin a contestare in libertà sul perimetro.

Tendenzialmente la zona sfida l’avversario ad essere preciso nel tiro dalla lunga distanza.

I Pacers non sono una squadra così propensa al tiro da tre e non hanno tantissimi tiratori, questa strategia potrebbe rivelarsi nuovamente molto utile.

Game 16: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 97-87

Intro

Nel 1948, mentre il presidente statunitense firmava il piano Marshall con precise intenzioni, George Orwell cominciava a scrivere 1984, romanzo complesso che tratta di come gli stati totalitari controllino (a seconda del macro-stato di cui stiamo scrivendo giacché esistono nel libro l’Oceania, Eurasia e l’Estasia), attraverso un’invasiva propaganda, un terribile controllo (telecamere ovunque senza possibilità di privacy), menzogne che diventano verità e l’annullamento dell’analisi critica grazie anche a un cambiamento della lingua funzionale individuale il singolo soggetto.

Ebbene, in parte queste tematiche sono attualissime perché se la critica occidentale si è più volte rivolta per diversi motivi, a volte più che giustamente ma a volte a convenienza contro stati totalitari o occupati da dittature de facto come Turchia, Cina, Russia, Birmania, Bielorussia, Corea del Nord, ecc. o lo hanno fatto solo in maniera parziale o hanno omesso completamente di farlo con stati alleati come Egitto e Arabia Saudita dove la libertà di pensiero o nel progredire su certe tematiche sono problematiche a dir poco, proprio nel “mondo civilizzato” si registra un inversione di tendenza che porta in realtà alle stesse dittature, più morbide.

Pan et circensis probabilmente basta al popolo e sembrerebbe strano scriverlo su una pagina che si occupa di sport, divertimento in generale ma non ci si può esimere dal trovare in questa finta libertà fatta di mancanze di regole, una situazione collodiana simile a quella del Paese dei Balocchi.

Se Umberto Eco diceva che i social sono la cassa di risonanza di quegli imbecilli che prima nei bar avevano poco credito (per dirla eufemisticamente), oggi in rete si trovano, non solo informazioni imprecise ma anche false e appositamente tendenziose alle quali si appoggiano sempre più persone pensando che il “mainstream” ufficiale sia sempre fasullo e tendenzioso anche quando non lo è.

Il non saper distinguere e discernere le situazioni ha portato gli imbecilli (per dirla alla Eco) ad appoggiare fantomatiche teorie, a credere a complotti di ogni genere, messi on-line da gente che si fa meno scrupoli dei politici, giusto per guadagnare in clickbait o portare qualche persona all’interno del proprio partito, setta o qualunque forma di associazione abbia interessi economici o politici, in genere dubbi.

Personalmente l’utente medio di cui scrivo mi ricorda – non so se l’avete mai viste – quelle gare dove due avversari si prendono a schiaffi alternandosi (slapping war), disorientato e stordito da due o più campane fino a far collassare a terra corpo e cervello…

Lasciando da parte la tristezza della morte dell’analisi critica di sempre più persone in un contesto estremamente opposto al totalitarismo, il trait d’union con gli Hornets è esattamente questo.

Charlotte è la squadra dai fenomeni estremi: 2ª in NBA per punti segnati e ultima nei punti subiti, 4ª negli assist ma 27ª per percentuale ai liberi, come un uragano che passa lasciando distruzione ma anche il sole, gli Hornets hanno visto il proprio arcobaleno spuntare a Memphis per pitturarsi di colori carichi in viola, indaco e verdazzurro contro i Knicks e continuare il proprio periodo dorato contro Golden State.

Per dare il bianco all’altra capoconference Charlotte dovrà trovare l’equilibrio tra la libertà offensiva e l’organizzazione difensiva di copertura che ha caratterizzato positivamente le ultime partite.

Innanzitutto continuare a difendere bene togliendo quei 20/25 punti di troppo concessi nelle trasferte a Ovest, mancare meno FT possibili e rimanere concentrati per 48 minuti non sottovalutando nessun avversario.

L’analisi critica durante la partita sarà affidata a Borrego che a seconda delle necessità potrà fare qualche cambiamento in corso e ai giocatori che con il proprio IQ cestistico dovranno capire le situazioni sul parquet.

Andamento della partita

Gli starting five.

Nonostante la prima palla fosse disponibile per la compagine ospite, i primi a passare in vantaggio erano gli Hornets che con una finta dalla sinistra di Hayward e il suo avanzamento trovavano il 2-0 dal mid range.

Il pareggio dei rossi era realizzato da Gafford e da una palla persa da Miles (bad pass) arrivava la transizione con dunk di Caldwell-Pope.

Il bellissimo taglio di Hayward in back-door diagonale era assecondato da un perfetto passaggio schiacciato di Plumlee che mandava a canestro l’ex Celtics.

Gafford segnava ancora da sotto ma Ball rubava un pallone proprio a Gafford e insistendo segnava da tre punti il 7-6mentre sull’altro fronte era sempre l’ex Bulls a dare problemi con uno spin e un semi-gancio in area (7-8).

Il sorpasso degli Hornets a 7:59 era fornito dall’alzata di Rozier che mandava Miles a canestro con perfetto alley-oop dai margini ristretti per una buona difesa ma dopo il 9-8 Kuzma colpiva da tre e Gafford con un two and one (mancato il libero) a 7:04 portava sopra l’unico possesso i Maghi.

L’assist di martin per l’open 3 di Bridges riduceva lo scarto ma Gafford affondava una possente schiacciata su Richards e dopo un canestro annullato a ball (braccio largo in entrata secondo la terna9 arrivava anche la transizione con canestro di Beal per il -5 812-17).

Oubre compensava con una tripla nonostante il 4-14 nel pitturato mentre Richards appoggiava in maniera volante al vetro dall’alzata di Ball.

l’equilibrio era rotto da una tripla di LaMelo in pull-up ma Harrell e Kispert con due canestri semplici e veloci riportavano avanti i visitatori che sigillavano il vantaggio con una stoppata da dietro di Harrell su un martin che sembrava destinato ormai alla schiacciata mentre la tripla rapida sull’altro fronte era contrastata dall’ottima entrata del nostro play per il 22-24.

Si allontanava però Washington con una tripla dell’israeliano Avdija mentre la tripla di martin era un in & out beffardo, inoltre nonostante la vendetta di martin che stoppava Harrell, Kispert mandava sul -7 Charlotte che recuperava due punti prima della chiusura quarto con Oubre Jr. per il 24-29.

partiva offensivamente lenta la seconda frazione con punteggio bloccato sino a 9:48 quando Plumlee dal palleggio sfoggiava un hook laterale sopra Harris ma sull’altro fronte una giocata di Harris consentiva ai capitolini di allontanarsi poiché canestro a parte arrivavano anche il libero supplementare e un tecnico a Mason per aver scagliato la palla contro il sostegno per frustrazione.

L’allungo sul 26-33 lasciava indietro Charlotte che tentava il recupero per tutto il quarto con la tripla di McDaniels (solo cotone) dalla diagonale sinistra per il -4 che resisteva ad elastico anche quando, dopo un time-out, l’alzata di Miles (in veste di rifinitore per una volta) era finalizzata da un alley-oop del centro giamaicano (33-37).

Floater di Kuzma ed entrata di Rozier con appoggio al plexiglass sfuggente anche per il tentativo di stoppata di Harrell, canestro di Gafford e altro inserimento del nostro n°14 Richards per un alley-oop che dava solamente il 37-43.

Rozier segnava dal mid range passando il difensore e la zona dei Maghi per il 41-45 ma non si riusciva ad accorciare oltre nemmeno quando Rozier con un caracollante movimento entrava in area e in fade-away batteva il difensore per il 43-47.

Un paio di scelte al tiro non consigliabili prese da Ball unite ai canestri di Beal e Gafford nel pitturato consentivano di prendere 8 punti di margine ai Warriors con gli Hornets capaci soltanto di rintuzzare due punti prima dell’intervallo con l’alzata di Ball per Bridges in appoggio da contropiede per il 43-51.

Il vantaggio dei Wizards era prodotto essenzialmente da Gafford che da sotto aveva la meglio sui nostri lunghi: 16 pt. e 7 rimbalzi in 12:16 nonostante i soli 7 punti di Beal con 12 tiri presi e gli 0 di Dinwiddie (0/2).

Piace poco anche la terna che ha affidato 9 FT ai Wizards (6/9 con tre errori su altrettanti tentativi di Gafford) contro gli zero assegnati a Charlotte e 4 falli personali a un grezzo Richards, punito oltremodo.

Gli Hornets sono riusciti a tenere a 15,8% le triple avversarie contro il proprio 31,3%.

Bridges con 9 punti e ball con 8 guidavano gli Hornets nei punti realizzati dopo 24 minuti.

28-31 a rimbalzo.

Il terzo quarto cominciava con gli errori di Bridges e Hayward oltre alla terza terribile tripla fuori misura presa da Kuzma in serata.

Un bad pass di Ball dal fondo avversario era preda di Gafford che continuava anche a segnare portandosi sul 9/9 in serata mentre poco dopo faceva registrare il primo errore da sotto sfidando Plumlee.

Gli Hornets segnavano due canestri con Mason (errore di Bridges nella prima occasione con putback dunk e passaggio di Miles corto dopo aver attirato il raddoppio nel secondo caso per la jam dell’ex Pistons) ma gli Hornets rimanevano lontani anche perché un fallo speso da Hayward su Gafford non portava risultati in termini concreti con il centro abile questa volta a realizzare ambo i FT.

0/0 per Charlotte dalla linea, 8/11 per gli ospiti sul 49-57…

Arrivava anche un tecnico a Rozier per una contestazione reiterata (possibile rimessa dal fondo) ma la musica cominciava a cambiare a 6:48 quando a Plumlee erano assegnati due liberi per il terzo fallo di Gafford che di lì a poco usciva come Plumlee per riposarsi.

Charlotte sceglieva Miles come centro ma la tripla di Beal consigliava a Borrego di inserire anche McDaniels che rispondeva bene sul parquet.

Martin recuperava una palla, Bridges lanciava Ball in transizione che affondava a una mano il 54-61 rianimando un pubblico un po’ spentosi.

Nonostante Beal battesse sul tiro Martin, McDaniels inanellava la seconda tripla di serata dalla sua mattonella mentre l’entrata di Bridges a 5 minuti dalla terza sirena mandava in time-out coach Wes che vedeva assottigliarsi il margine a 4 punti, 3 dopo l’1/2 di Oubre ai liberi a 4:38.

Con i Calabroni negli specchietti Washington andava in tilt offensivamente mentre un passaggio perfetto di Ball per McDaniels nell’angolo sinistro consentiva a Charlotte di agganciare finalmente i rivali.

Il quintetto più basso ma rapido di Charlotte portava rischi ma incredibili vantaggi nell’occasione perché Miles sorpassava con un reverse su Neto, Oubre a 3.26 segnava da tre e anche se Harrell ne metteva due da sotto, i calabroni sul +3 non si arrestavano più.

Ball per Bridges in alley-oop, Oubre Jr. da tre come una lama in transizione e pubblico impazzito sul secondo canestro consecutivo in transizione di Kelly che allo scadere imitava Martin, un secondo prima capace di stoppare Avdija con un pubblico sempre più caldo dopo aver visto due stoppate di seguito e aver ottenuto un +10 in pochi minuti (75-65).

Entrava Richards nell’ultimo quarto e due sue stoppate (su Avdija e Dinwiddie) aiutavano la squadra a non farsi rimontare dagli avversari visto l’appannamento offensivo momentaneo della squadra di Borrego che risentiva un po’ di Harrell da sotto e di una tripla di Beal che andava a tagliare il divario a 7:28 sull’81-76.

Borrego andava in time-out e Plumlee con un hook che ballava sul ferro batteva Gafford mentre alcune buone difese degli Hornets unite alla riaccensione di Rozier in attacco (canestro in step-back su Neto, mid range su Gafford e altro canestro a 3:47 consentivano agli Hornets di riprendersi i 10 pt. di vantaggio (91-81) anche perché nel mezzo Caldwell-Pope mancava una tripla con km davanti a sé e a avrebbe potuto trovare anche l’entrata essendo palla recuperata da una steal mentre Gafford in mischia si faceva scippare palla da martin.

A Washington non funzionava più nulla e arrivava anche il tecnico a Gafford con gli arbitri a invertir rotta.

Charlotte raggiungeva il +13 un paio di volte con la tripla dalla diagonale sinistra di Rozier ad ammazzare la partita a 1:27.

la bomba finale di Holiday plasmava il punteggio finale sul 97-87 per Charlotte.

Rozier passa il brasiliano Neto per andare in appoggio. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets abbattono anche l’altra leader di Conference anche se le caratteristiche dei Wizards sono differenti da quelle dei Warriors e avrebbero potuto metterci in difficoltà.

I Calabroni si confermano ammazza grandi facendo capire che venire a giocare all’Alverare non sarà più una passeggiata per le squadre avversarie.

L’entusiasmo del pubblico e la swarm defense mostrata nel terzo quarto unita con transizioni letali sono lo spirito di una squadra che ha alzato la flame e la fame della vittoria.

Un plauso va anche a Borrego che in extrema ratio, dopo averle provate tutte, si è arrischiato in una formula particolare provando a inserire un quintetto più rapido e agile in un momento particolare dove la nostra panchina ha fatto la differenza in maniera rapida.

Dopo aver rischiato di affogare nel secondo quarto, un terzo periodo da capogiro con un parziale di 30-14 ha stordito gli avversari che, “persa” la tracotante efficacia di Gafford e Harrell, non hanno saputo più rispondere con costanza fermandosi a un 19,0% da tre punti (8/42) contro il 31,3% (10/32) di Charlotte ancora brava a distribuire l’attacco tra tutti i suoi elementi e a scartavetrare ogni rimbalzo da ferro e tabelloni finendo sopra 63-54.

L’arbitraggio, pro Wizards nei primi 24 minuti, se pensiamo ai liberi assegnati ai Maghi contro gli zero di Charlotte e anche i tecnici presi, ha finito per direzionarsi un po’ anche sull’altro fronte nel secondo tempo (errore a parte di una rimessa assegnata ai Wizards che sarebbe stata di Charlotte ma anch’io dalla mia visuale ero stato ingannato) e gli Hornets hanno finito per poter giocare laloro partita.

Il buon 54-46 nel pitturato è anche integrato/superato dal 19-9 nei fast break mentre il 30-23 negli assist ha mostrato il perché Charlotte sia riuscita a vincere senza patemi alla fine.

Beal ha segnato 24 punti nelle file avversarie, Gafford 20 e Harrell 15 ma nessun altro Mago è riuscito ad andare in doppia cifra con Avdija a 9 più 11 rimbalzi.

L’ottimo equilibrio di Charlotte ha prodotto 19 punti da Rozier, 17 da Bridges, 14 da Oubre Jr. e 14 assist da Ball.

LaMelo Ball: 7,5

11 pt. (4/18), 6 rimbalzi, 14 assist, 2 rubate. Nonostante i 5 TO e una serata non brillante al tiro (l’ultimo tiro che si prende è una tripla mancata dal logo a partita vinta), produce gioco con le sue entrate e improvvise alzate per i compagni che ringraziano facendo figuroni in alley-oop o appoggio. Record personale in assist e questo è importante per far girar la squadra anche quando la palla non entra spesso (qualche entrata mancata e una stoppata presa da Kuzma plateale). Sottolineerei anche la difesa che aiuta al suo +19 in +/-.

Terry Rozier: 8

19 pt. (9/19), 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. A lui non entra il tiro da fuori ma paradossalmente mette quello della sicurezza a 1:27 dalla fine. Anche se si becca una stoppata da Gafford, le sue entrate micidiali con appoggi e tiri dal mid range sempre differenti con crossover, step-back e fade-away portano punti pesanti anche nel finale. Sa che se non entra da fuori ha sempre l’opzione più ravvicinata. Sembra tornato lui dopo qualche problema fisico a inizio stagione e la difesa non è malvagia.

Gordon Hayward: 6,5

8 pt. (4/14), 6 rimbalzi, 1 assist. Sbaglia 3 conclusioni da fuori e offensivamente, a parte un arresto con finta da sotto e due punti in appoggio, manca altre conclusioni nell’ultimo periodo che fanno riaprire un po’ il match. Appannato, forse un po’ stanco e un problema al tendine del ginocchio, alterna i suoi buoni tiri a qualche errorino che i solito non commette ma in difesa mostra ancora degli ottimi uno contro uno influenzando l’attacco o i tiri avversari.

Miles Bridges: 7,5

17 pt. (8/15), 10 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 4 TO, +15 in +/-. Quando va in entrata la difesa lo teme e lo segue, per questo eventuali raddoppi con eventuale scarico possono essere pericolosi ma anche quando batte Neto con un reverse mostra di poter far tutto da solo. Nel finale supera Gafford andando al vetro rimbalzandogli addosso e dopo un primo tempo in sordina sotto le plance (mancanza di cm) comincia a strappare anche rimbalzi finendo in doppia doppia. Ci regala anche degli alley-oop e un assist per Richards che lo imita. Troppo acido da digerire per i Wizards anche in difesa.

Mason Plumlee: 6,5

11 pt. (5/7), 13 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Stava per essere proclamato martire nel primo tempo quando Gafford ha ogni volta il sopravvento (l’aveva anche su Richards) ma l’aria muta nel secondo tempo e dopo aver visto l’avversario sbagliare, trova anche un paio di canestri da sotto che l’aiutano a finire in doppia cifra mentre se sotto le nostre plance non è fantastico (5 rimbalzi in 25:52), tiene vivi molti possessi con 8 rimbalzi offensivi, specialmente nel secondo tempo. Gli scippano una rimessa ma non fa nulla, si era già guadagnato qualcosina in più della sufficienza con un paio di semi-ganci su Gafford. Doppia doppia.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

14 pt. (5/10), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate in 23:45. Manna santa dal cielo o dalla panchina se preferite essere meno metafisici ma rimane il fatto che Oubre Jr. a parte un canestro concesso ad Avdija per essersi fatto passare sulla baseline, trova una buona difesa condita da due stoppate compresa quella sulla sirena sempre sull’israeliano. Complimentato in panchina nell’intervallo del terzo dopo aver affondato come una lama una tripla in transizione e schiacciato (sempre in contropiede), aiuta in difesa a resistere Charlotte nell’ultimo periodo.

Cody Martin: 7

0 pt. (0/4), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. L’avevo indicato nel matchup key. Lui finisce a 0 punti ma è determinante in difesa anche subendo un paio di colpi di Beal ma stiamo parlando della star avversaria… Dopo essersi preso una stoppata da Harrell la rende proprio al centro clamorosamente nella prima parte ma è flottando e fluttuando nel secondo tempo che provoca lo smottamento avversario. La sua intensità porta a far sbagliare gli avversari e a costruire buone opportunità per gli Hornets. Tranquillizza tutti nel finale quando recupera da terra e dalle mani di Gafford, un pallone che sembrava destinato a due punti facili del centro.

Nick Richards: 6,5

6 pt. (¾), 2 rimbalzi, 2 stoppate. Entra per Plumlee ma anche lui soffre Gafford nel primo tempo. Gli arbitri lo vessano con 4 falli. Ancora grezzo come lo zucchero di canna dalle piantagioni, lui stesso ha detto che gli sembra incredibile essere in NBA dopo aver lavorato nelle piantagioni ma nonostante prenda in faccia un paio di schiacciate atomiche ci prova e le restituisce con gli interessi con inserimenti in alley-oop dall’ottimo tempismo. Oppone resistenza e quando gli riesce è un po’ solo ma le stoppate su Avdija e Dinwiddie lanciatissimi a inizio ultimo quarto sigillano il risultato anche se Harris riesce a spostarlo.

Jalen McDaniels: 7,5

11 pt. (4/5), 6 rimbalzi, 1 assist in 17:19. Come per Oubre Jr., altra mano santa dalla panchina. Tre su tre da fuori, un appoggio di destra in entrata, sbaglia solo un tiro in uno contro uno forzandolo ma in difesa è un altro elemento che da fastidio e cattura 6 importanti rimbalzi grazie ai suoi cm. Ottima serata per un in più dalla panchina.

James Bouknight: s.v.

30 secondi di garbage, 0 in tutto tenendo palla in mano per congelare il gioco nonostante Ball lo inviti a tirare.

Kai Jones: s.v.

Come per Bouknight, 30 secondi di nulla.

Coach James Borrego: 7,5

Cambia un po’ il modo di giocare cercando di strutturare l’attacco mentre in difesa è ancora determinante un quarto del secondo tempo. Merito anche suo nel cambiare giocatori e caratteristiche con la bench in campo. Rischia ma i centri titolari sotto le plance non erano riusciti a contenere benissimo mentre la swarm defense fa meglio questa volta. Una squadra molto veloce e agile che ha trafitto gli avversari piantando un parziale di 30-14 nel terzo quarto per incanalare la partita sui binari della vittoria.

Matchup Key 16: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards

Cody Martin Vs Kentavious Caldwell-Pope

“In medio stat virtus”, citazione latina di origine aristoteliana che ha il compito di fotografare una situazione molto interessante per quanto riguarda l’analisi del match.

Washington, infatti, è rimasta solamente con un solo fuoriclasse – Beal – ma pare aver guadagnato dalla cessione di Westbrook perché Caldwell-Pope, Kuzma ma anche Dinwiddie, sebbene non splendano nel firmamento NBA, sono giocatori utili che stanno intersecandosi bene tra loro e poi c’è sempre da dare un occhio anche a Harrell, Gafford e all’israeliano Avdija, cresciuto.

Washington stupisce, insomma con il suo 10-3, miglior partenza degli ultimi 47 anni per i capitolini di coach Wes Unseld…

Possibili svantaggi:

Washington mostra esplicitamente una buona potenza nel settore lunghi con la presenza di giocatori che aiutano la squadra ad esser quarta a rimbalzo (un problema per Charlotte) e 8ª nei punti concessi agli avversari.

Se Charlotte riuscirà a sopravvivere su questo fronte con una swarm defense per aiutare Plumlee, sull’altro fronte, l’asse play-centro sarà completato da Dinwiddie che sta facendo buone cose per cui, non sarà solo compito di Ball limitarlo mentre il rientro di Beal (dopo la morte della nonna, condoglianze) potrà dare più spinta ai Wizards ma accentrerà anche di più il gioco.

Nel mezzo troviamo l’ala Caldwell-Pope che può manifestare la sua pericolosità in diverse maniere se in serata per questo ci sarà bisogno che Gordon Hayward (o Cody Martin) continui a giocare difensivamente come nelle ultime partite.

Washington è una squadra con pochi nomi eclatanti ma solida e andrà posta attenzione nei duelli individuali per non soccombere.

Possibili vantaggi:

Charlotte si trova in un momento magico e i due sell-out nelle ultime partite hanno alzato l’adrenalina della squadra che si è esaltata facendo fare ai fan di lunga data un tuffo nel passato in atmosfere perse.

Oltre al pubblico, i giovani Hornets potranno spingere le loro transizioni visto il loro 5° posto nelle steal e nella velocità nelle transizioni, inoltre dovranno cercare di ottenere più punti della panchina avversaria cercando di variegare il proprio gioco tra tutte le soluzioni praticabili per costruire un buon tiro e/o sorprendere l’avversario grazie a un 4° posto nella casella assist.

“Rimanere chiusi in difesa, questo ci aiuta a ripartire”, ha detto Ball.

“Quando difendiamo, ci aiutiamo a generare in attacco”.

Per questo Charlotte che potrebbe avere problemi a rimbalzo, potrebbe, invece, ripartire in transizione giacché i maghi non sono irreprensibili da TO e sfruttare giocatori come Cody Martin abili nell’infastidire l’avversario con raddoppi rapidi e giocatori flottanti per mandare in tilt l’attacco avversario con il pressing mentre l’esperienza di Hayward dovrà garantire punti e buoni attacchi in eventuali momenti difficili anche se al momento è in dubbio per un problema al tendine del ginocchio.

Game 15: Charlotte Hornets Vs Golden State Warriors 106-102

Intro

Per Steph Curry “tornare” a casa non sarà così impossibile e traumatico come nel caso di Fariborz Kamkari, regista curdo-iraniano che una vera e propria patria definita e in pace non ce l’ha e con un alter-ego lo racconti anche nel film.

Ci sono tantissime vite molto differenti tra loro che si intrecciano su questo pianeta e sullo sfondo di una romantica e anticamente potente Venezia, il regista dipinge la sua trama che vede Zara, ex moglie di un credente musulmano insolvente far pignorare il luogo di culto muslim della città per aprire un parrucchiere unisex e pagare i debiti dell’ex coppia.

Questo fatto non sarà preso molto bene dalla piccolissima comunità della mezza luna di San Marco che – dopo aver tentato di convincer la donna a lasciare il locale – escogiterà diversi espedienti per toglierla di mezzo e riappropriarsi della struttura, ivi compreso, contattare un inesperto e imberbe Iman afghano che da estremista dogmatico poco a poco si convertirà alla comprensione e al rispetto.

Tra i numerosi film visti in estate ed autunno, Pitza e Datteri, nonostante le recensioni negative di molti (addetti ai lavori o semplici scribacchini), mi è piaciuto perché narra una favola di speranza disattesa dal sistema odierno e sottolinea lo smarrimento delle identità, in questo caso di Vendramin (un grande Giuseppe Battiston in chiave drammatica e comica), un uomo costretto a sfuggire all’ispettore giudiziario da una vita, lasciato in balia dei debiti dal padre (fuggito in Sudamerica) e convertitosi all’Islam benché non sia l’ultimo colpo di scena nel film.

Il ritmo comico non è sgargiante ed è lento ma personalmente lo trovo adeguato per aprire riflessioni sulla condizione umana e sulle trasformazioni che le interazioni tra persone differenti possono avere.

Sul parquet degli Hornets il contatto tra Steph Curry e i nostri ragazzi commentati da Dell Curry potrà produrre scintille, una squadra e dei fan soddisfatti, altri meno ma alla fine – anche della partita più accesa – tornerà il rispetto e le due squadre proseguiranno la loro lunga strada verso i rispettivi obiettivi.

Andamento della partita

Gli starting five.

Sulla prima palla conquistata i Warriors mettevano in mostra il loro gioco di passaggi arrivando con Poole, incubo dell’andata, a realizzare i primi tre punti del match.

Looney in tap-in estendeva il vantaggio ma Ball in entrata si faceva notare per un doppio tocco volante e un ricollocamento nell’angolo destro sul proseguo dell’azione e tripla del 3-5.

Wiggins mancava due FT in transizione (schianto su Plumlee non fermo) ma un TO degli Hornets favoriva ancora l’ala che in solitaria recuperava i due punti mancati.

Gli Hornets recuperavano sullo stesso attacco due rimbalzi offensivi (Bridges e Plumlee) infilando al terzo tentativo con balla la tripla del 6-7.

L’arcobaleno di Poole dalla baseline sx, arresto e spin con fade-away dal cuore dell’area erano due ottime azioni con tiro tecnicamente ben eseguito così come il gancio di Plumlee dal post basso destro che issava gli Hornets sul +1.

Il primo vantaggio di serata durava poco, scavalcati da due FT di Curry a 7:49 e colpiti da una 2nd chance di Wiggins (3 pt.), i Calabroni andavano sotto di 4 punti ma a 6:45 Charlotte si rifaceva sotto al minimo scarto con un deep 3 di Ball (15-16).

L’elastico si ripresentava dopo una tripla di Poole (17-21),ma gli Hornets, nonostante entrasse in campo il mastino Payton II, approfittavano dello sganciamento di Ball sull’arco per trovare la tripla del nuovo vantaggio (22-21).

Dopo il tecnico (3 sec. Vs McDaniels) e relativo pareggio di Poole (Curry out), la tripla aperta di Oubre Jr. consentiva a Charlotte di prendere un vantaggio, esteso da un perfetto taglio con alzata dal centro dell’area di Oubre Jr. sul muro di Payton (28-23).

Martin segnava di forza su Curry trovando un inaspettato +7 ma 4 punti consecutivi dei californiani riportavano a una situazione più “normale” il risultato (30-27).

Miles Bridges in serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Nel secondo quarto il rookie Kuminga sfruttava qualche transizione per portare punti rapidi all’acqua del mulino gialloblu: a 10:01 Borrego era costretto a ricorrere al time-out e a rincorrere: 32-33.

Kuminga ne realizzava altri due mentre LaMelo aveva un momento di difficoltà con un air-ball da tre e non ricevendo aiuto dal lato debole si lasciava sorprendere dall’entrata di Wiggins.

A dar manforte agli Hornets ci pensava Hayward che con due dardi scoccati dall’angolo destro tirava su 6 punti portando avanti Charlotte (41-39) prima che Ball cominciasse a ritrovarsi (perfetto floater) e Martin con uno spin passasse due difensori alle calcagna per trovar l’appoggio del 45-39.

Entrata con bump di Bridges su Wiggins per il floater dal paint, tripla di Wiggins su Martin, tripla di risposta di Cody per il 50-44 e poi Green e la prima bomba di serata di Curry (perfetto schermo di Green che vanificava l’allungo in anticipo di Martin) e tutto da rifare sul 50 pari.

La tendenza all’equilibrio permaneva nonostante un TO di Ball con apertura volante dietro la schiena per Poole che allungava il parziale sullo 0-8 ma Ball, lanciando palla al vetro pareggiava.

Liberi di Curry fallo dello stesso su Cody Martin in entrata che cogliendo un two and one ripristinava il +1.

Controverso fallo contro il tentativo di steal di Ball su Poole e nuovo vantaggio ospite ma a pochi secondi dalla fine Bridges in corsa otteneva in hook dalla baseline due punti alzando su due difensori.

Un suo fallo sul tentativo impossibile di Kuminga da metà campo era punito dalla terna con tre liberi contro ma il rookie graziava Charlotte con un 1/3 mandando le squadre negli spogliatoi in perfetta parità a quota 57.

Da una rimessa dal fondo concessa a Charlotte che forse avrebbe dovuto spettare ai Warriors, usciva il primo vantaggio di secondo tempo di Charlotte con la tripla di Miles dalla diagonale sinistra ma due liberi di Looney ed un fast break di Wiggins producevano il sorpasso (60-61).

Rozier, che aveva chiuso a 0 pt. (0/4) il primo tempo (non che Curry con 11 pt. ma 1/6 da tre fosse andato alla grandissima), era pescato da Miles nell’angolo sinistro per un perfetto catch n’shoot pesante e dopo aver visto un lob per Green (scavalcato Miles) con appoggio dell’ala dei Guerrieri, Charlotte si riportava sopra a 8.11 con il replay di Rozier (altra saetta dall’angolo sx) per il 68 pari.

Wiggins però continuava a essere la spina nel fianco di Charlotte che cercando di gestire Curry e Green concedeva qualcosa agli altri.

La tripla del pari e l’hook in area erano pareggiati da un no look pass di Ball per la dunk di Plumlee (70-70).

Gli ospiti si riportavano sul +3 con disinvoltura ma un po’ di spazio lasciato a Miles era sfruttato dal numero zero per colpire con una bomba (74-74) a 5:57.

Un tecnico a Ball 11 secondi più tardi (manata al sostegno del canestro dopo il fallo su Poole) costava un punto (tecnico) a Charlotte che tuttavia si buttava dentro con Miles recuperando un and one per il 77-75 ma dopo soli 5 secondi Wiggins appoggiava raccogliendo anche l’and one.

Un -1 che non sembrava destinato a permanere poiché un veloce tre punti di Rozier da tre punti e un no fear 3 di Oubre Jr. erano linfa per gli Hornets che si portavano sull’87-88 ma sulla sirena Curry tirava sul plexiglass la bomba da lontanissimo oltre Oubre Jr. per l’87-88.

Il peggio però per Oubre Jr. doveva ancora attivare poiché, nonostante i suoi due punti in transizione a 10:36 rispondessero al back-door di Lee, le proteste per una spinta gli costavano un primo tecnico e un gesto di disapprovazione successivo per la decisione era decisivo per un espulsione che aveva tutti i crismi di due pesi e due misure a seconda del giocatore.

Oubre Jr. andava negli spogliatoi alzando le braccia per incitare il pubblico mentre Curry metteva dentro due tecnici e successivamente Kuminga mancava da sotto il possesso supplementare quindi anche per Charlotte arrivava il momento del protagonista a sorpresa, McDaniels che con un goaltending a favore e un canestro in transizione mandava in vantaggio nuovamente la Queen City 93-92.

Un finale rovente aspettava le due squadre che si sorpassavano arrivavano sul 97-98 quando Rozier alzava in corsa la parabola provenendo dalla linea di fondo sinistra.

Terry era decisivo con una finta e un arresto e tiro preso dopo essere arrivato in zona mid range: palla sul vetro e sorpasso con punteggio cristallizzato per un po’ poiché le difese prendevano il sopravvento giocando duramente da ambo le parti.

Rozier era cercato dai compagni e dubbia era la stoppata di Green sul close-out a sinistra ma la terna non dava nulla e mentre Curry veniva attorniato da diversi giocatori non riuscendo a segnare, dall’altra parte Rozier inventava un pull-up in fade-away dall’area alta che superava due difensori e accarezzava il cotone, suono magico replicato con l’and one.

102-98 ma non era finita poiché Looney segnava da sotto, Curry mancava la tripla ma su un raddoppio per Curry, Bridges lasciava via libera a Green che come un treno si fiondava con la dunk per il pari (102-102).

Palla agli Hornets che tra gli esagoni pitturati amici trovavano il portale per la vittoria: vantaggio (104-102) di Miles con un hook turnaround.

Potrebbero pareggiare i Warriors per fallo di Plumlee su Looney ma il centro dei Guerrieri che aveva già realizzato due FT in precedenza sceglieva il momento peggiore per svirgolare ambo i tentativi così Charlotte tentava di far scorrere il tempo con un time-out e una rimessa nella propria metà campo con Rozier raddoppiato: per gli arbitri non c’era fallo ma Green portava a casa una possibile jump ball a :19.9 dalla fine.

Incredibilmente Rozier, mettendo i razzi alle scarpe, anticipava Green consegnando poi ai liberi a :12.7 la vittoria a Charlotte per 106-102 poiché nonostante Kerr chiamasse un time-out, l’ultima azione dei Warriors era frammentaria e non portava a nulla.

“Scary” Terry, 20 punti e un finale da clutcher. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets battono la squadra più forte della lega grazie a una grandissima difesa sugli elementi chiave dei Guerrieri.

Il play-book di Borrego è tanto scontato quanto efficace ma a sorprendere di più è stato vedere un team che come una fenice d’acciaio si è riformato dai rottami ardenti che erano rimasti dal viaggio a Ovest.

Una vittoria arrivata nonostante l’espulsione di Oubre Jr. nell’ultimo quarto tenendo Curry a 3/13 da oltre l’arco.

Charlotte giunge alla terza W consecutiva stoppando i Warriors a 7.

Nonostante un 50-59 a rimbalzo, un 23-31 negli assist, un 8/12 contro un 17/25 ai liberi pro Warriors, li Hornets hanno messo a segno un 10-8 nelle steal e un 11-15 nei TO con un 5% in più al tiro dal campo (47,7% vs 42,7%) anche per merito di un 38,9% da oltre l’arco a raffronto con il 23,1% avversario controllato bene (qualche amnesia a parte) sul perimetro con iconica immagine di un raddoppio nel finale su Curry all’impossibile tentativo da fuori.

Nonostante anche la supremazia nelle 2nd chance avversaria e il vantaggio nei fast break (il primo Hornets è arrivato tardi nel secondo tempo), Charlotte si esalta nel finale nella bolgia di quello che sembra esser tornato veramente l’Alveare degli anni ruggenti, almeno per il rumore prodotto che esalta anche i giocatori, in particolare Bridges e Rozier, determinanti nel finale oltre a tutta la difesa.

Red hot Charlotte che ha avuto una spinta dal pubblico e ha avuto più voglia di vincere, un messaggio di fiducia per le prossime partite a partire dall’altra leader di conference, Washington.

Per i Warriors Wiggins con 28 pt. è stato il miglior scorer approfittando della marcatura più stretta su altri giocatori mentre Curry ha racimolato comunque 24 punti e 10 assist mentre Poole ne ha realizzati 13.

L’ultimo Warriors ad andare in doppia cifra è stato Green con 11 pt. più 6 rimbalzi e 6 assist.

LaMelo Ball: 6,5

Non sembra quasi lui in palleggio in serata perché commette qualche TO di troppo ma tra uno e l’altro crea comunque un po’ di gioco e trova il tempo di segnare punti preziosi finendo a 21 (buona la tripla su Payton staccatosi da lui, entrato per asfissiarlo) con un buon primo tempo. Mette a referto anche 7 rimbalzi, 5 assist e 3 rubate. Un tecnico nel secondo tempo e per problemi di falli (4, giungerà a 5 alla fine con un fallo nel finale su una palla vagante sotto il canestro avversario) si siede in panca per un po’ lasciando a Rozier e soci il compito di creare gioco. 4 TO, 4/8 da tre e un paio di floater dalla distanza notevoli.

Terry Rozier: 9

La prima parte di Rozier è tutta a livello difensivo. Terry fa un’altra buona prestazione da mastino contro i Warriors quando spesso tiene Curry o va a raddoppiare in seconda battuta sui possibili pick and roll con perfetto tempismo. Non è molto tutelato dalla terna che nel finale non lo premia per due volte su situazioni dubbie (un tiro da tre stoppato da Green che in close-out va a travolgerlo) e su una jump ball contro lo stesso Green ma dopo aver ingranato con tre bombe nella seconda parte, emerge segnando alcuni canestri in entrata ed è decisivo nel finale con un fade-away da and one oltre due giocatori, la jump ball impossibile contro Green e i due liberi glaciali che riportano oltre il possesso Charlotte a poco più di 12 secondi dal termine. Ancora decisivo contro i Warriors. 20 pt. (7/14), 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate.

Gordon Hayward: 6

10 pt. (4/12), 3 rimbalzi, 4 assist. Falciato probabilmente dalla stanchezza nel secondo tempo, dopo aver disputato un buon primo tempo, prende tiri in uno contro uno e va un po’ in difficoltà tanto che a metà dell’ultimo quarto Borrego lo fa accomodare in panchina poiché non riuscendo a segnare né a far girar la squadra come dovrebbe, diventa un fattore negativo. Prestazione da medaglia a due facce con un sostanziale equilibrio per la sufficienza.

Miles Bridges: 8

22 pt. (9/16), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 2/6 da fuori ma quando decide di andar dentro fanno fatica a tenerlo anche perché sta trovando più spesso anche appoggi in corsa al vetro ben dosati come quello sul finire del primo tempo oltre due difensori. Capolavoro decisivo il turnaround nel finale che porta Charlotte sul 104-103. Perdonabile l’ingenuità in chiusura dei primi 24 minuti con lo sfioramento di Kuminga che costa 3 FT ma un solo libero subito e anche il velo che fa alla propria difesa per il raddoppio su Curry che lascia a Green (con il quale vince comunque il duello a distanza) lo spazio per la dunk del pareggio.

Mason Plumlee: 6

5 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. 28:46 sul parquet, 3 rimbalzi, troppo pochi e pasticcia un po’. Non ha mani d’acciaio e prova qualche soluzione in gancio in serata con esiti molto diversi. Buonissimo l’hook del primo tempo, quello del secondo non ha la giusta parabola. Da comunque fastidio sotto le plance e a parte una schiacciata, anche in difesa fa mucchio sotto le plance e mi piace quando in close-out fa sbagliare Wiggins da tre. Bravo nel passaggio (anche perché da solo con palla in mano fatica a liberarsi), non ce l’ha ancora fatta a mettere due liberi durante lo stesso turno di FT e quindi ormai si accettano scommesse se e quando…

Kelly Oubre Jr.: 6

10 pt. (4/8), 4 rimbalzi, 3 PF in 15:57. Si sbatte anche lui in difesa e segna un paio di triple mostrando buona mano compreso un catch n’shoot no fear in transizione. Peccato che le proteste lo portino a un doppio tecnico (due punti incassati da Curry) e a lasciar la squadra senza la sua presenza negli ultimi 10 minuti ma istrionicamente alza le braccia verso il pubblico al rientro nel tunnel per far sì che la squadra si carichi con l’energia del pubblico e fa partire la scossa finale. Deve controllarsi un po’ di più perché sulla carta d’identità non ha lo status riconosciuto di superstar, quelle sulle quali le terne chiudono anche il terzo occhio per non privar la partita di un protagonista del match.

Ish Smith: s.v.

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo in 3:23. Altra breve apparizione. Come l’Arcangelo Gabriele viene mandato in missione da Borrego ma lui porta a casa solo un rimbalzo mancando un jumper frontale. Non lo vediamo più nemmeno con Ball out per problemi di falli ma “paradossalmente” nonostante manchino i suoi assist, la squadra trova un più stabile assetto difensivo.

Cody Martin: 7,5

12 pt. (5/9), 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. E’ lui che ruba il tempo a Ish. Il piccolo che fa da guardia al canestro di Charlotte vive ottimi momenti difensivi con solo un paio di tiri da tre incassati da Wiggins e Curry dove sono bravi loro a metterli ma sul palleggio avversario, negli assist e nelle rubate c’è così come sui close-out e i raddoppi. Mette grinta e velocità unendole a un primo tempo perfetto al tiro (5/5) mentre nel secondo lo 0/4 segna un calo offensivo netto prendendo anche una stoppata ma la sua prestazione è buona.

Jalen McDaniels: 6

6 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Non proprio il giocatore più affidabile degli Hornets, un po’ indeciso a volte, tergiversa un po’ mancando l’attimo ma segna la prima transizione di Charlotte anche se lo 0/2 da fuori non aiuta. Aiutano invece i 5 rimbalzi difensivi nei suoi 21:02, un buon minutaggio per il numero 6.

Coach James Borrego: 7,5

Finalmente vediamo un gioco variegato in attacco che crea qualche grattacapo a Kerr nel gestire una difesa comunque spesso attentissima tanto che gli Hornets arrivano tardi al primo fast break o sono bravi nelle penetrazioni e sugli scarichi. La vera meraviglia nel battere la squadra più forte della lega attualmente (dati alla mano) è stata però la difesa. Piano perfetto con pochi interpreti, Rozier, Martin e Bridges e gli altri Hornets ad asfissiare le fonti di gioco e otturare le bocche da fuoco avversarie escluso Wiggins che è stato una spina nel fianco ma non si poteva pretendere di più. Gestione dei time-out direi corretta a seconda dei momenti di bisogno.

Totopaolo: 5ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Con due vittorie inaspettate, considerato il basso livello di gioco e di impegno offerti nell’ultimo periodo, gli Hornets raddrizzano una classifica (7-7) che si stava complicando.

In arrivo una settimana decisiva per il proseguo del campionato.

Ecco nel dettaglio le sfide che ci attendono:

Game 15: lunedì 15/11/2021 ore 01:00 italiane Vs Golden State Warriors (11-1):

Sfida di prestigio tra le mura amiche contro i devastanti Warriors (qualche giorno fa finì 114-92 per la squadra di Kerr).

Il figlio di Curry, Steph Curry (28.4 ppp) e soci sono tornati in grande stile in questa stagione, sfoderando un gioco spettacolare ed efficace.

Alla festa gialloblu partecipano anche il redivivo Wiggins (17.2 ppp) più le guardie Lee e Poole (rispettivamente 11.9 e 17.5 ppp).

Partita tosta e senza pretese, con la difesa che dovrà fare del suo meglio se non si vorrà lasciare campo aperto alle triple incontenibili di Curry.

La spinta dei nostri tifosi potrebbe tenerci più in partita di quanto non avvenne in California, tuttavia sconfitta preventivabile.

2.

Game 16: giovedì 18/11/2021 ore 01:00 italiane Vs Washington Wizards (9-3):

Clamoroso avvio di stagione per la squadra della capitale.

Gli innesti di Kuzma (14.8 ppp), Harrell (18.1 ppp) e Dinwiddie (15.4 ppp) hanno fornito sostegno a Beal (23.3 ppp), che non si trova più ad essere il predicatore nel deserto degli anni scorsi.

Con Bertans e Hachimura in dubbio, i Wizards potrebbero avere problemi nel settore ali. L’esplosività di Harrel sarà invece un problema sotto canestro per il nostro Plumlee.

Partita equilibrata ma voglio dar fiducia (cosa che non ho fatto settimana scorsa) ai nostri, perciò dico vittoria Hornets, con Hayward ago della bilancia (in questo caso del pendolino).

1.

Game 17: sabato 17/11/2021 ore 01:00 italiane Vs Indiana Pacers (6-8):

Inizio zoppicante per i Pacers, con la squadra che alterna buone prestazioni ad uscite disastrose.

Nel primo match della stagione finì 123-122, con un incredibile parziale Hornets di 24-0 nel secondo tempo.

Con il recupero di LeVert i gialloblu saranno ancora più pericolosi.

Bolla che difficilmente si sposterà da un lato.

Vincerà chi avrà più voglia di portare a casa la partita.

Mi sbilancio propendendo per un’altra vittoria sfruttando il fattore campo.

1.

Game 18: domenica 21/11/2021 ore 01:30 italiane @ Atlanta Hawks (4-9):

Inizio di stagione deludente per gli Hawks che hanno una striscia aperta di 6 sconfitte consecutive.

La chimica di squadra sembra essere un po’ svanita rispetto al finale di stagione scorso ma la ripresa può passare da un calendario più abbordabile.

Anche in questo caso partita equilibrata con Collins (16.3 ppp) in questo momento a esser il più temibile tra i Falchi.

Tutto sommato la vittoria non è cosi improbabile, soprattutto contro questi “Hawks affaticati”. 2 di misura.

Il pronostico della settimana: 3-1

Matchup Key 15: Charlotte Hornets Vs Golden State Warriors

A cura di Ferri I.

Miles Bridges Vs Draymond Green

Dopo aver visto gli Hornets rientrare a Charlotte per la prima partita di un poker di match, anche il figliol prodigo Steph Curry torna “a casa” per affrontare i Calabroni.

Se Charlotte vuole avere qualche possibilità di W deve limitare Green e Curry.

“Sappiamo tutti che non sarei qui se non per quei tre fantastici anni alla Davidson” ha detto S. Curry indossando una felpa dei Wildcats nel post partita contro i Bulls dopo una prestazione molto piccante da 40 punti.
Suo padre, Dell Curry, ha cominciato a costruire un’arma quasi perfetta che è stata messa a punto nella NBA, difficile quindi fermarlo se in serata e la domanda è come gli Hornets potranno fermare un team lanciato sull’11-1, attuale miglior record NBA oppure no.

Possibili svantaggi:

I Warriors sono migliori degli Hornets in quasi tutte le principali statistiche e hanno uno dei giocatori più mefitici della lega che produce punti a profusione anche da solo grazie all’agilità e alla velocità d’esecuzione al tiro.

Il gioco rapido di passaggi prodotto da Kerr può anche essere multi-opzionale e sarà un problema per i Calabroni fermarlo.

Stancare Curry (potrebbe essere principalmente in prima battuta il compito di Rozier che per un tempo a San Francisco aveva fatto bene in difesa, risultando però azzerato in attacco), ma soprattutto per il team del North Carolina sarà fondamentale bloccare le fonti di gioco non concedendo assist semplici e controllare di più il rimbalzo, impresa non impossibile la seconda.

Soprattutto irretire uno come Green, capace di questa duplice funzione per i Warriors, potrebbe essere uno degli elementi chiave per i Calabroni che hanno poco margine per sbagliare se vogliono vincere.

Possibili vantaggi:

Charlotte, paradossalmente, tira meglio da tre degli avversari ma per vincere dovrà prendere il giusto tiro senza forzare con buone percentuali, alternandosi dall’arco anche con giocate dirette al ferro senza esporsi ai micidiali contropiedi gialloblu.

“Mi sento come se avessimo appena alzato il livello in difesa e quando stiamo giocando un’ottima difesa il nostro attacco è inarrestabile”, ha detto l’attaccante degli Hornets Miles Bridges.

“Se usciamo in transizione, non credo che ci sia una squadra che possa correre con noi”.

L’allenatore di Charlotte, James Borrego, continua a sottolineare che gli Hornets sono i migliori quando danno un tono alla difesa.

Ciò tende a portare a maggiori possibilità di aumentare l’attacco di transizione per opportunità potenzialmente più facili alla fine offensiva.

“Abbiamo trovato la nostra strada grazie alla nostra difesa”, ha detto Borrego.

Gli Hornets dovranno quindi passare per la difesa se vorranno vincere: intercettare linee di passaggio e non concedere tiri facili sarà la chiave anche se non sarà semplice fermare una quadra che gioca velocemente e bene.

Da verificare la tenuta mentale dei GSW fuori casa anche se in generale non è elemento così determinante ma a Charlotte le fiammate dei Calabroni potrebbero dar fastidio.
“Ora dobbiamo andare in trasferta e sarà un po’ più difficile”, ha detto l’allenatore dei Warriors Steve Kerr.

Gli Hornets ottengono energia supplementare dal proprio pubblico anche se lo Spectrum center contiene spesso molti fan di altri team come occorso anche contro i Knicks nell’ultimo match ma la squadra di Borrego si è esaltata rimontando dal -16.
Miles Bridges potrebbe trasformarsi nell’incredibile Hulk e battagliare con Green per avere il secondo pass per la vittoria prima di un’altra partita difficile (Wizards, attuali leader a Est).

Game 14: Charlotte Hornets Vs New York Knicks 104-96

Andamento della partita

Rientrati “a casa”, finalmente le dance bracket “amiche”.
LaMelo Ball presentato in grafica da Bally Sports.
I quintetti iniziali.
Le nuove City Edition degli Hornets.

Tornati all’Alveare con nuove divise e un pubblico ronzante, gli Hornets segnavano i primi due punti della partita con un alley-oop di Plumlee, venivano scavalcati da una tripla di Fournier dal corner sinistro ma dopo una stoppata di Plumlee in rimonta su RJ Barrett passavano nuovamente in vantaggio con il bound pass verticale pompato di Hayward per Rozier dimenticato sotto canestro (4-3).I Knicks trovavano la prima fuga grazie all’ex indemoniato Walker che con due triple consecutive, un floater, una furbata su rimessa dal fondo (palal tirata sulla schiena del difensore girato e canestro propiziato per Robinson) e un’entrata con and one trascinava a 7.38 sul 7-16 la partita.

Non si arrestava la cavalcata ospite aiutata dall’ex play anche se ball, proprio a contatto con Walker, pescava un two and one a 5:12 per il 14-25.

Dalla diagonale destra Walker doppiava l’ex squadra (14-28) con l’ennesima tripla.

New York finirà il primo quarto con un 7/10 dall’arco accumulando un vantaggio di 16 punti (18-34) in virtù di 17 punti realizzati da Walker e un 7/27 totale di Charlotte (31,8%) contro il 54,2% ospite.

Faceva ancora fatica Charlotte ne secondo quarto ma rimediava comunque diversi liberi che aiutavano la rimonta nonostante Oubre Jr. e Bridges non fossero molto brillanti.

Si riusciva a tagliare il divario dal -16 al -8 grazie a due punti di un buon Hayward e a una tripla di Oubre dall’angolo sinistro per il 39-47 ma due tiri frettolosi da fuori di Oubre Jr. e Bridges senza successo, uniti a 5 punti veloci di Randle riportavano su comodi binari la partita per i bianchi di Thibodeau.

Gli Hornets accumulavano liberi che aiutavano la rimonta anche se qualcuno di troppo saltava (12/16), specialmente con Miles che si rifaceva sull’ultima azione offensiva di Charlotte con un possibile pick and pop trasformato in un attacco in crossover su Fournier che vistosi passato commetteva fallo peggiorando la situazione.

Two and one a :03.3 e divario tornato sotto la doppia cifra sul 46-55 (-9) dopo i primi 24 minuti.

Richards e Hayward aiutano Ball a rialzarsi. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Migliorare le percentuali era fondamentale per cercare la rimonta nella seconda e decisiva parte avendo chiuso con il 36,4% contro il 42,0% avversario le prime due frazioni con un pessimo 2/17 da oltre l’arco (11,8%) da migliorare assolutamente.

Era bruciante la partenza di Charlotte che grazie a due tagli di Hayward – più un recupero con canestro tra le due azioni descritte – tagliavano lo svantaggio sul 53-56 prima che lo stesso Hayward trovasse lateralmente Rozier per la granata del pari a quota 56.

Il vantaggio arrivava da Plumlee che da sotto sbagliava in solitaria un facile appoggio ma riprendendo realizzava il 58-56.

Dopo il pari di Walker, Hayward distribuiva ancora assist: Rozier in transizione da due e Bridges da tre ne approfittavano per l’allungo (65-60) che arrivava sul +8 quando Rozier nel traffico mulinava in caduta l’appoggio al vetro per il 70-62.

Terry forniva a Plumlee il materiale per una reverse dunk e gli Hornets si involavano sulle ali dell’entusiasmo sul +10 (72-62).

Walker in reverse, passando il ferro, dalla baseline destra, metteva uno dei suoi pochi canestri del secondo tempo mentre Bridges da tre continuava a salir di tono portando i Calabroni sul 75-64.

Dopo la bella putback dunk di Richards (80-70) però New York trovava un protagonista semi-inaspettato, Quickley, che mandava a bersaglio due rapide saette per far tornare a tre decimi dal termine quarto New York sul -4 (80-76).

Charlotte, nonostante la tripla di Jalen in avvio ultimo periodo, non giostrava bene in attacco e dopo esser stata colpita ancora da Quickley da fuori, si trovava sotto di un punto a 9:13 con Toppin in transizione.

Le squadra cominciavano a superarsi e dopo un paio di azioni selvagge, Oubre Jr. chiudeva le transizioni con la tripla dell’89-87 Charlotte.

New York prendeva il sopravvento con una running dunk di Toppin a 5:17 ma dopo un fing and roll corto di Walker, Miles rispondeva alla windmill del n°1 avversario imitandolo (93-93).

Finale molto incerto a 4.23 dalla fine con New York a giocar male un paio di possessi (il fallo per blocco in movimento di Randle era evidente) mentre Charlotte a 3.36 rischiava da tre con Oubre Jr. che infilava però la tripla e a 2.12 Miles mostrava il suo atletismo girando da fermo su Randle dall’area alta per appoggiare un fing and roll da +5.

Burks accorciava a un possesso ma a 1:31 ancora Miles in entrata era colpito dal passaggio a livello di Randle che non arrestava però l’alzata di Miles.

And one completato e 101-95 che diventava +8 grazie a un artificio di Ball: gioco di prestigio in anticipo dalla rimessa dal fondo e appoggio in corsa in contropiede.

New York smetteva di far paura dopo 3 FT consecutivi mancati da Randle e la stoppata di Hayward su Barrett suggellava la buona prestazione del primo sigillando una W importante per 104-96.

Hayward, ottimo in serata nella casella assist ma anche in punti realizzati e difesa. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Altra divertentissima partita degli Hornets per gli spettatori neutrali, un po’ meno inizialmente per i fan dei Calabroni che vedono il proprio team andar sotto di 16 punti trafitto dalle frecce dell’ex amato Walker partito sparatissimo.

Partita da montagne russe con gli Hornets con un 2/17 da tre riuscivano comunque ad accorciare sino al -9 a fine primo tempo partendo alla grandissima nel terzo quarto finendo per arrivare sul +10 dopo una reverse jam di Plumlee e grazie a un Gordon Hayward d’autore.

Quickley però metteva lo zampino con tre bombe agevolando il sorpasso di Toppin e un finale incerto la differenza la facevano le giocate migliori di Charlotte oltre a un Bridges che sui due fronti faceva la differenza, soprattutto con una stoppata a Toppin e 5 punti fondamentali.

Le percentuali dei Knicks si abbassavano vertiginosamente nel secondo tempo contro una zona a tratti di Charlotte che funzionava bene e limitava anche Randle a un 4/15 dal campo.

25-17 negli assist, 10-8 nelle steal, 43,3% contro 38,7% nel FG% e 12-19 nei TO erano i punti di forza di Charlotte che migliorava da fuori arrivando al 27,8% dopo aver sparato con l’11,8% nei primi 24 minuti.

5-5 nelle stoppate, 58-65 pro Knicks a rimbalzo che avevano in serata 26 punti da Walker, 15 da Burks (+9 rimbalzi), 11 da Robinson, 10 da Randle (4/15), 9 da Quickley e 8 da Rose.

Pessima serata per Barrett con 1/9 al tiro e 2 pt. totalizzati.

Charlotte la vince soprattutto con i titolari dopo esser stata triturata nei primi 12 minuti prendendosi un bel vantaggio nel pitturato e ai liberi attaccando in maniera variegata evitando di esagerare da oltre l’arco.

LaMelo Ball: 7

12 pt. (4/13), 17 rimbalzi, 9 assist, 5 rubate, 1 stoppata. 4 TO, +18 in +/-. Partita a doppio volto: gestisce alcuni possessi in maniera non ottimale prolungando il paleggio o prendendosi tiri rischiosi in momenti fragili (0/5 da tre9 ma è attivo su tutti i fronti totalizzando il suo record a rimbalzo e poi va a un passo dalla terza tripla doppia di carriera oltre a rubare 5 palloni (steal nel finale con canestro in transizione notevole). Nel complesso, anche se deve crescere ancora un pochino, prestazione buona.

Terry Rozier: 7

18 pt. (7/13),4 rimbalzi, 3 assist. L’ex Celtics scalda i motori e decolla nel terzo quarto tra entrate (notevole quella in caduta con appoggio al vetro), triple (buona quella del pari) e passaggi smarcanti (vedi Plumlee) aiuta la squadra anche con 10 pt. nella terza frazione.

Gordon Hayward: 8,5

22 pt. (9/17), 5 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Era già sotto il migliore di Charlotte nel primo tempo, nel secondo poi parte con due tagli e 8 punti in tre azioni servendo ancora due assist per un paio di triple che cambiano il volto alla partita. Altra prestazione sopra i 20 punti, rispetto al solito fa alcune difese uno contro uno davvero notevoli rallentando gli attacchi dei Knicks che sbagliano tiri grazie alla sua resistenza in close-out o anche al ferro. Nel finale stoppa Barrett e sigilla il match.

Miles Bridges: 8,5

24 pt. (8/17), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 2 stoppate. +20 in +/-. Primo tempo fuori ritmo dove anche in lunetta non è il solito. “Scarpette gialle” Miles si esalta nel finale con una windmill, una stoppata su Toppin, uno spin da fermo con allungo oltre Randle per arrivare all’and one successivo contro lo stesso Randle che l’aveva abbattuto con una manata e il block su Kemba finale è omaggio. Difesa e attacco nei momenti decisivi che compensano alla grande un primo tempo preoccupante.

Mason Plumlee: 6,5

6 pt. (3/6), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Parte convinto con un alley-oop e una stoppata su Barrett. Viene un po’ travolto senza eccessive colpe nei primi minuti ma poi guadagna rimbalzi e segna anche qualche punto. Dal semi-gancio imbarazzante all’ottima reverse dunk per fortuna non passiamo dalle sue mani in lunetta. Esce prima del finale come gli capita ogni tanto ma nei 28:48 sul parquet esprime meglio del solito il suo talento.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

12 pt. (4/13), 2 rimbalzi, 2 TO, 0 in +/-. Kelly mi fa personalmente arrabbiare in alcune azioni difensive quando sembra sia uno spettatore e tendenzialmente non difenda facendosi passare o non alzando la mano in close-out mentre su altre è più attivo. Non bene nel primo tempo al tiro (1/7), fuori ritmo, esagera nel prendersi tiri difficili ed instabili. Sul piazzato va molto meglio e nel secondo tempo – come Miles anche se in forma minore- migliora realizzando tre triple (4/10 da tre) che diventano fondamentali, soprattutto quella del 96-93.

Ish Smith: s.v.

0 pt. (0/0), -4 in +/- in 1.13. Rivediamo per una fugace apparizione Ish ma rimane poco sul parquet e non incide.

Cody Martin: 5,5

0 pt. (0/4), 1 rimbalzo, 2 steal, 1 TO, -10 in +/- in 16:22. Qualche buona difesa come la rapida steal mettendosi davanti a Quickley anche se sbaglia l’appoggio in transizione. Un gap al tiro con un improbabile fade-away nel secondo tempo. Prende anche un tecnico per aver strappato un filo al bancone mentre si dirigeva in panchina. Un po’ nervoso, serata da rivedere…

Jalen McDaniels: 6

5 pt. (2/4), 1 rimbalzo, 1 assist in 11.28. In difficoltà con la panchina nel secondo tempo, segna tre punti che diventano ossigeno ma manca anche due liberi più tardi che preoccupano. Sufficienza stirata complessivamente anche per l’attività dimostrata.

Nick Richards: 6

5 pt. (2/3), 4 rimbalzi, 1 TO, 2 PF. -8 in +/- oltre le proprie colpe. Con la panchina contro quella di NY non è facile. Prende qualche rimbalzo e gli danno un paio di falli contro. Il giamaicano mette un a bella putback dunk e anche una schiacciata ma nel secondo caso 8in realtà cronologicamente prima) gli viene annullato per interferenza essendo rimasto appeso troppo al ferro, situazione capitata anche a NYK in partita.

Coach James Borrego: 6,5

Rischia con una difesa a zona e box conseguente a inizio terzo quarto dove Charlotte fa la differenza. Nel finale resiste al rientro degli avversari chiudendo le maglie e affidandosi a giochi semplici o a giocate dei singoli. La squadra c’è ancora anche se è un rollercoaster.

Versione 1 – highlight.
Versione 2.

Matchup Key 14: Charlotte Hornets Vs New York Knicks

A cura di Filippo Barresi.

Cody Martin Vs Derrick Rose

A differenza degli altri incontri oggi ci concentreremo su uno scontro tra due ‘panchinari’. Questo perché i Knicks sono una delle squadre più prolifiche in termini di contributo dalla panchina mentre soffrono molto con il quintetto iniziale.

Rose è il principale pericolo dalle seconde linee ed è sempre pericoloso con la sua versatilità offensiva.

Dall’altro lato ci sarà bisogno che Cody Martin continui ad essere attivo come ha dimostrato in questo inizio di stagione, soprattutto con la sua asfissiante difesa.

Possibili svantaggi:

I Knicks, a differenza di quanto visto lo scorso anno, sono una squadra molto più prolifica in attacco.

Con l’aggiunta di Fournier, l’ex Walker e la presenza dalla panchina di Rose, New York ha la possibilità di essere pericolosa in modo più versatile rispetto alla passata stagione.

La difesa degli Hornets è tra le peggiori della lega e sarà difficile non subire contro una squadra così in forma.

Sarà necessario sfruttare con più frequenza la difesa a zona.

Possibili vantaggi:

Le aggiunte precedentemente citate hanno indebolito di molto la fase difensiva di coach Thibodeau.

Charlotte dovrà continuare a sfruttare il grande periodo dal punto di vista offensivo mantenendo efficacia dall’arco e sfruttando le giocate in transizione.

Game 13: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 118-108

Intro

Dopo le trasferte losangeline Charlotte si sposta a Est nella patria di Elvis.

I Grizzlies di Ja Morant stanno roccheggiando mentre i fluttuanti Calabroni, per come si presentano oggi, potremmo dire che si rispecchiano oniricamente nel film: “I Racconti della Luna Pallida d’Agosto.

Il film di Kenji Mizoguchi fonde abilmente due vecchi racconti giapponesi del 1700 intrecciandoli fino a dargli una trama dove lo spettatore vive nell’incertezza seguendo le due coppie protagoniste del film.

In un Giappone ancora popolato da samurai e guerre intestine, l’incertezza regna sovrana nei villaggi assaltati da bande di briganti rivali.

I uno di questi – nella regione di Omi – troviamo Tobei, un aspirante samurai che non ne ha le caratteristiche mentre Genjuro spera di diventare ricco e migliorare la condizione della sua famiglia.

Entrambi, cercando fortuna abbandonano in maniera differente le mogli ai propri destini, in particolare, dopo un periglioso viaggio sul lago Biwa nel quale si separa dalla moglie e dal figlioletto perché un marinaio morente lo avvisa del percolo di pirati, Genjuro, raggiunto un mercato a Takashima dove cerca di replicare la buona vendita ottenuta precedentemente con le sue ceramiche viene raggiunto da una commissione faraonica.

Dovrà però esso stesso recarsi di persona in un castello dove una principessa dallo strano fascino irresistibile, ammalia e seduce con complimenti (dapprima) l’artigiano che tornerà numerose volte a visitare il castello.

Succede così che Genjuro perda di vista il benessere della famiglia e perda la testa per colei che si rivela essere in realtà un fantasma che in vita non ha avuto amore e cerca di ottenerne dall’artigiano.

Il protagonista si troverà quindi intrappolato in una visione surreale e pericolosa dalla quale si salverà solo grazie all’aiuto di una provvidenziale figura che aiuterà l’artigiano.

Al suo risveglio il magnifico castello scomparirà lasciando solo rovine e una spada proveniente dal clan della principessa che Genjuro scopre alla fine essere stato sconfitto e per questo non resta soltanto che una fantasmatica impalcatura della struttura del castello.

Genjuro torna quindi a casa e viene accolto dalla moglie e dal figlio ma anche questa si rivela essere stata soltanto un’instabile visione.

In realtà la moglie è stata uccisa nel pericoloso viaggio di ritorno.

Il film è ricco di significati dal quale possiamo estrarre la precarietà e l’illusione del reale, tutto ciò che è precario e mutabile, esattamente come la situazione attuale di Charlotte alle prese con un futuro incerto poiché l’ignoto ha mille variabili.

Sostanzialmente si dipinge di chimere qualsiasi progetto, specialmente l’inseguimento forzato alla gloria (nella storia parallela di Tobei che aspira a essere samurai e non ho trattato è esattamente così) e alla ricchezza.

La quintupla trasferta degli Hornets sta quindi per chiudersi e vivendo la giornata i ragazzi di Borrego cercheranno di portare a casa i primi punti percentuale dopo trasferte deludenti prima di rientrare per un poker di gare casalinghe.

Andamento della partita

I quintetti iniziali.

Saltando si può ascender verso il cielo per un istante.

Lo sapeva bene Morant che dopo lo 0-2 di Bane, la risposta di Hayward da tre punti e il canestro di Jackson dal pitturato cominciava a segnare con regolarità, specialmente in floater.

Nonostante le triple di Ball (con finta per il 6-6), Bridges (step back 3 diag. Dx per il 9-13), Rozier (finta e ricollocamento sulla diag. dx) e l’infilata di Hayward, Morant giungeva a 13 punti con una bomba e dei floater in area che Plumlee rimaneva a guardare come fosse uno spettatore.

Borrego andava tardivamente in time-out sul 14-20 ma gli Hornets con i canestri di Plumlee, Martin (entrato per dare più difesa) e Hayward con appoggio in entrata rallentato da two and one, pareggiavano a 5:45 a quota 21.

Il cambio del centro con Richards non sortiva grandi effetti, infatti, dopo poco anche il giamaicano andava in difficoltà, ringraziando l’opposto neozelandese in serata no dalla linea ma i locali avanzavano dal 25 pari al 25-29 con K. Anderson e il canestro di Morant in transizione replicato in schiacciata per il 27-33.

Charlotte chiudeva il quarto con un parziale di 7-2 grazia all’alley-oop 3 vs 1 di Cody Martin (alzata di Ball), all’appoggio di Oubre Jr. che fintando sparava il dardo avvelenato a :01.5 dalla sirena per il 34-36.

A inizio secondo quarto Oubre Jr. scoccava una seconda freccia da oltre l’arco portando sopra gli Hornets che scappavano dopo la stoppata di McDaniels su Clarke e il two and one sull’altro fronte dello stesso numero 6 (fallo di Bane) replicato con un due più uno da Rozier in caduta per il 43-36.

Gioco a due tra Bridges e Plumlee che da sotto alzava sopra il ferro la timida dunk del +9 e Oubre Jr. con il terzo and one di quarto a 7:03 estendeva la fuga sul +12 (48-36) approfittando dell’assenza di Morant e dello 0/11 di quarto degli avversari che trovavano tuttavia 4 punti consecutivi con Anderson e Brooks rompendo il digiuno.

Un deep 3 di Ball, una palla intercettata dal nostro play con apertura a sx per Martin che calava la tripla in transizione davano agli Hornets un +14 a 3:56 ma dal 56-42 si arrivava a fine quarto conservando soltanto 8 punti(60-52) dopo un up & under con and one di Morant e la schiacciata di Brooks in solitaria a :01.7.

Morant guidava i suoi con 22 punti, Adams nei rimbalzi con 9 ma il 4/24 da tre punti (16,7) e il 19-13 negli assist pro Hornets erano fattori chiave del +8 viola nonostante il 28-34 a rimbalzo.

47,9% vs 41,8% totale nonostante in area i Calabroni siano stati a guardare troppo spesso alcuni mid range.

Si ripartiva con un nulla di fatto sino a 11:23 quando Morant in entrata, dopo esser stato servito da un rimbalzo offensivo si lanciava a canestro ma Ball si opponeva commettendo fallo.

Flagrant 1 comminato al numero 2 e possesso successivo sfruttato come i FT da Ja che dimezzava lo svantaggio sino al -4.

Rozier replicava alzando l’entrata a ricciolo sopra Adams ma un rimbalzo offensivo del kiwi e una palla persa rifinita da Jackson lasciavano agli Hornets un sottile margine di soli due punti a 9:07.

Veloce come lo scioglimento dei ghiacciai la rimonta, i Calabroni dovevano abbassare i gradi della temperatura grizzleiana ma come in una improba sfida ecco l’inarrestabile ascesa avversaria complici i TO di Charlotte uniti al terribile 1/12 di quarto dal campo.

Martin, Oubre Jr. e Richards non davano immediatamente frutti ma l’ex Warriors, dopo aver osservato l’entrata di Morant per il 62-70 trovava due saette da fuori in a row a 5:01 e a 3:44 con nel mezzo un’entrata aggressiva chiusa in schiacciata da Ball.

70-72 e mentre Oubre Jr. continuava a rimaner hot a 3.12 con l’ennesima tripla (73-74) i Calabroni sorpassavano con due punti di Bridges da sotto condite da due ottime difese di Martin che producevano il mantenuto divario anche per merito di Oubre Jr. che a 4 decimi trovava l’atletico appoggio per l’81-78.

Buona partenza di Charlotte nell’ultimo quarto con Rozier che riprendeva e segnava dopo esser stato stoppato, con l’alley-oop in transizione di Miles iper-atletico e con Oubre Jr. che dopo esser stato respinto da Adams riprendeva segnando l’87-78.

Miles partecipava con due FT nuovamente dopo aver subito fallo sul secondo tentativo volante ma una mini-run di Melton con 5 punti riportava in scia i plantigradi (89-85).

Dopo un tecnico a Borrego il divario tornava a un possesso ma un tap-in di un attivo Oubre jr. che chiudeva un’azione selvaggia ci restituiva il +5, divario che aumentava con la tripla di McDaniels (3 dall’angolo dx su lungo linea di Plumlee) e con 3 FT di Kelly a 5:21 per il 100-90.

Nel finale, nonostante quella che sembra essere ormai la classica uscita di Plumlee per falli (2:16 su Morant), gli Hornets non soffrivano perché Oubre Jr. sparava in faccia a K. Anderson la tripla del K.O. (109-98) ripetendosi a 1:05 conquistando il record di punti per un giocatore partito in panchina dagli Hornets.

I 37 punti finali servivano al +10 a fine match: 118-108 un po’ a sorpresa.

Kelly Oubre Jr., eroe di serata con 37 punti. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets escono vincitori da Memphis grazie a un gioco di squadra (32-27 negli assist) e a una prestazione straordinaria di Oubre Jr. che uscito dalla panchina ha rifilato 37 punti agli avversari.

Nonostante il 14-21 nei fast break (Morant soprattutto) e il 14-26 nelle 2nd chance (55-64 a rimbalzo con 9-19 in quelli offensivi), la squadra di Borrego passa a sorpresa a Memphis con un 41,7% da tre punti al tiro contro il 23,7% avversario che ha influenzato la FG% totale leggermente a vantaggio di Charlotte, la quale ha spesso difeso in maniera pulita e per questo i numerosi FT in più degli avversari (21/24 contro un 9/15), ben sfruttati, sono stati altra parte determinante nella W.

Non sono bastati i 32 punti di Morant, i 20 del rientrante Brooks o i 19 di Jaren Jackson Jr..

L’1/10 di Bane (2 pt. Finali), l’1/6 di Clarke (2 pt.) e la serata meno brillante del solito di Anderson (12 pt.) sono stati fattori parzialmente determinanti per la vittoria degli Hornets che hanno contenuto a 108 punti la squadra del Tennessee.

Non bastano nemmeno a coach Jenkins i 9 pt. e 13 rimbalzi di Adams (50-70 nel pitturato) poiché Charlotte, ritrovando una coralità di gioco, scappa a fine terzo quarto, amplia il vantaggio e riesce a mantenerlo grazie al tiro ritrovato.

LaMelo Ball: 6

Tre punti nel primo quarto, nove nel secondo aumentando negli assist con 5 comincia a dar fastidio a Morant (Ja gli ha dato fastidio in difesa) dopo un inizio tutto a favore dell’avversario. Chiude non segnando molto nel secondo tempo (4 pt. con un importante canestro dal pitturato sul giro palla dei compagni) ma aumenta gli assist a 8 e guadagna 9 rimbalzi. 3 PF, 4 TO e un -7 in plus/minus oltre un fallo su Morant che gli costa un flagrant 1 e riavvia una rimonta locale la prestazione nel complesso però è sufficiente.

Terry Rozier: 6

Il tiratore degli Hornets chiude con 11 punti ma solamente con un 4/14 dal campo. 3 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate e 1 stoppata fanno sì che i numeri dicano che Terry si è impegnato a tutto campo senza commetter falli ma colleziona anche 2 TO. Partita sufficiente in sostanza cercando più l’entrata (ottimo two and one in caduta nel primo tempo) che il tiro da tre punti (1/3) e buono l’assist per il volo di Miles anche se leggermente arretrato che tuttavia esalta il numero zero.

Gordon Hayward: 6,5

25 pt., 5 rimbalzi, 5 assist in 37:59. Gioca molto per ricreare equilibri anche con la panchina. La sua lentezza lo porta a perder qualche pallone di troppo (5) ma se al tiro va così così (6/15) con un paio di errori in serie (una è stata una stoppata subita) dopo aver preso un rimbalzo offensivo, il tiro d’anca girandosi dopo il time-out di Borrego voluto perché si avevano pochi secondi al tiro, lo manda in lunetta dove risulta perfetto. 11/11importante. In difesa a volte lo passano facilmente sui blocchi ma in serata è importante anche perché torna a smazzare assist.

Miles Bridges: 6

La serata di Miles non è molto prolifica. 10 pt. Con un 3/11 anche se alle cronache passerà l’alley-oop tremendo in transizione stimolato da Rozier. Due punti in appoggio semplice per il sorpasso nel secondo tempo (77-76) e poi 9 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Da fastidio anche se non è un mini-Rodman merita tra il 6 e il 6,5 ma avrebbe dovuto mettere qualche tiro in più.

Eric Collins esalta Miles.

Mason Plumlee: 6

Guarda troppo spesso Morant o il tiratore in area opponendo solo verticalità. Fin troppo onesto e facile da passare in floater però segna 6 punti nonostante un errore da sotto marchiano e distribuisce 3 assist nei primi 24 minuti. Nonostante ciò ha problemi di falli (più efficace nel secondo tempo in difesa) per un arbitraggio che tutela un po’ Morant e finisce ancora fuori (una costante) per falli nel finale. 6 pt., 4 rimbalzi, 5 assist e 1 steal (palla passatagli gentilmente) completano l’opera evidenziando finalmente la sua buona visione e propensione nel passaggio (ottimo lungo linea per la tripla di Jalen) ma i pochi rimbalzi, sovrastato da Adams & Company gli abbassano il voto di mezzo punto.

Kelly Oubre Jr.: 9,5

Partenza poco solida difensivamente parlando. Latente nel close-out, ingrana però in attacco e con due bombe ci restituisce il vantaggio chiudendo a 11 pt. (secondo miglior scorer di squadra) il primo tempo riuscendo a irretire anche Anderson quando gli tocca. Esplode nel secondo tempo quando le sue azioni diventano spesso irresistibili e da oltre l’arco colpisce come un cecchino arciere baciando i fan sparsi per l’arena. Il Rodolfo Valentino degli Hornets chiude con 37 punti (record per un giocatore in panchina all-time di Charlotte) con 13/17 al tiro (7/9 3 FG) più 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate e una difesa che migliora nel secondo tempo. In fiducia fa anche 4/4 ai liberi e ha un +20 in +/-. La tripla su Anderson nel finale in 1 vs 1 è il colpo del K.O. Dopo aver fatto da cavallina a un compagno esaltato mentre stava venendo intervistato a bordo campo dalla Shahammadi, regala le scarpe a una bambina a bordo campo.

Cody Martin: 7

7 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 1 assist, 2 steal, +7 in plus/minus. Cambia la partita con la difesa. Un paio di fiammate rapide in contenimento e transizione (un paio di rubate oltre a una buona tripla nel primo tempo) alla quale non fa seguito altro da fuori (¼) ma i 20:24 nei quali rimane sul parquet sono importanti per abbassare la temperatura offensiva avversaria partita altissima.

Jalen McDaniels: 6,5

Torna redivivo McDaniels al quale si affida Borrego per cambiar qualcosa. 6 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 steal e 1stoppata. In 21.44 accumula un +15, buona spalla per il team in difesa dove riesce a ostacolare le entrate avversarie e in attacco con apice sulla tripla scaricata dal corner destro su assist lungo linea di Plumlee nel secondo tempo.

Nick Richards: 5,5

4 pt., 4 rimbalzi, 2 stoppate. Ci mette fisico e voglia ma rimane acerbo. Abbocca a una finta di Anderson andandogli incontro (½ ai liberi poi del n° 1 avversario), indice delle difficoltà difensive amplificate dalla terna, giacché non essendo un nome di grido non gli viene perdonato il minimo contatto. Ricorre a qualche fallo di troppo rispetto alla squadra ma questo non lo disdegno quando serve e tuttavia nei 10:05 in campo soffre un po’ a rimbalzo. Due buone stoppate anche se dopo una non riesce a opporsi al proseguo dell’azione offensiva avversaria.

Coach James Borrego: 6,5

Cambia qualcosa nelle rotazioni anche se Ish non gioca. Trova una serata magica del sesto uomo Oubre Jr. e lo lascia fare. Viene ripagato. Finalmente una difesa più attenta e non una serata assurda da fuori degli avversari gli consentono di rompere la striscia negativa nonostante a tratti gli Hornets si perdano tra TO e giocate non irresistibili. Ritarda il primo time-out ma è bravo su quello che manda Hayward in lunetta nel secondo tempo.

Versione 1 (estero).
Versione 2.