Game 36: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 116-108

Intro

Quando comincia una nuova stagione degli Hornets, a seconda del tempo che ho a disposizione, cerco di mettere un po’ di “fieno in cascina”, ovvero materiale interessante o particolare da proporre nelle introduzioni cercando con dei trait d’union di realizzare un concept recap.

Convinto di averli già utilizzati magari, alcuni finiscono nel dimenticatoio, altri mi danno scarse nozioni come quello della big bench ma proprio ieri sera mi è capitato in TV di imbattermi nuovamente in questa storia e di conoscerla più a fondo.

Spesso si va più d’improvvisazione basata sulle esigenze momentanee della squadra piuttosto che altro ma in questo caso direi che la storia (ora conosciuta integralmente dagli albori) delle panchine giganti ben rappresenta il momento di Charlotte.

Il designer americano Chris Bangle con un prestigioso passato è andato a vivere nelle Langhe e un giorno ha deciso di costruire una classica panchina in legno e metallo ma la particolarità era quella di essere decisamente fuori misura.

Una panchina di 4 metri per due sulla quale salire e sentirsi piccoli, generalmente piazzare in punti panoramici per riscoprire la bellezza di ciò che ci sta intorno e spesso, dovendo correre, non sappiamo più visualizzare ed apprezzare abbastanza.

Questa idea si è diffusa e ora, sotto la sua egida, ci sono altre panchine in altre regioni, di ogni colore, una turchese (colore simile a quello attuale degli Hornets usato dai non udenti convenzionalmente) ad Alba ad esempio.

Aver riscoperto la panchina – per esigenza – è stato un momento emozionante anche per James Borrego.

La big bench degli Hornets ricama l’ultima frase del video di Bangle, aiutare a mostrare alla gente punti di vista differenti (in questo caso giocatori ritenuti magari inferiori – in una franchigia che negli ultimi anni ha faticato tantissimo – che si sono fatti grandi e decisivi), il che è una bellissima filosofia, un pensiero laterale anche per risolvere problemi nella vita irrisolvibili rimanendo “dentro” la scatola, la stessa scatola del frigo alla quale Bangle ha dato una nuova forma, dimensione e vita.

Per Charlotte stanotte, capire e avere un punto di vista privilegiato dalla big bench sarà fondamentale per la vittoria ma aspettiamo anche i titolari con nuove visionarie soluzioni.

Andamento della partita

Gli Hornets vincevano la palla a due con Ball bravo a trattenerla ma Hayward e Rozier mancavano le loro triple benché Plumlee finisse l’azione subendo fallo a 10:23, trasformando un libero.

Palla persa da McDaniels e layup in fast break di Holiday prima del contro-sorpasso a 10:37 grazie a due FT di Ball.

Turner da tre e Sabonis da sotto ribaltavano il punteggio (3-7) ma Plumlee veleggiava alto in entrata chiudendo in fing and roll di sx, Rozier pareggiava in layup e a 8:54 un aggressivo McDaniels beneficiava di due FT per il 9-7.

Gli Hornets, dopo esser stati sull’11-10, cominciavano ad aumentare il gap partendo da Ball e due punti di McDaniels in fade-away in paint (15-10)passando dal buon momento di Rozier che a 6.32 sganciava una tripla poi a 6:13 guadagnava 3 FT (foul di Duarte) ma segnava solamente una delle tre conclusioni rifacendosi dopo la running dunk di Richards con con 3 conclusioni confidenti e vincenti: mid range baseline destra, tripla da sinistra da oltre l0’arco e tiro appena dentro l’arco sempre da sx in uno vs uno) trascinando Charlotte sul 28-16.

A 4:23 arrivava la tripla di LeVert ma Oubre “rimediava” dal corner destro su assist e blocco di Martin per il 31-19 ma Cody mancava un paio di conclusioni così come Oubre due FT finali e i Pacers accorciavano a fine quarto fino al 34-27.

Sabonis con due FT a 11:41 del secondo portava sul -5 i locali ma Ish Smith si andava a prendere due FT a 11:28 muovendo il punteggio di due unità nonostante lo sfortunato layup mancato per una spinta.

Ish recuperava anche una sfera tra il passaggio di Duarte e Sabonis sotto il nostro canestro e passava a Oubre Jr. che in transizione in appoggio rovesciato con l’euro-step a 9:44 lanciava Charlotte sul 40-29.

Il n° 8 Holiday centrava da fuori il bersaglio, Oubre Jr. rispondeva con l’alzata rapida in entrata nel traffico, assist per l’alley-oop di Plumlee quindi Hayward fuori equilibrio segnava il 44-35 e Ball di tabella il 49-38.

Bel fade-away di Rozier in uno contro uno e appoggio di McDaniels valido e abile vitare la stoppata di Turner prima di vedere Richards in corsa colpito dalla sbarra di Craig senza che questi potesse fermarlo.

Con l’aggravante dell’addizionale ecco il 56-42, un gap di 14 punti che rimaneva tale a fine quarto anche perché Sabonis sbagliava 4 FT consecutivi prima di riprendere la mano e metterne altri per aiutare i Pacers a non sbracare.

Buona prestazione di ball nel finale che si vedeva quando Turner gli deviava palla ma sul movimento era il più lesto a riprenderla e a tentare una tripla dall’angolo chiuso in close-out fallosamente da Turner.

2/2 a 3:20, bound pass caricato per la dunk appesa di Hayward e dopo il tuffo di Rozier a recuperar palla per due FT in transizione di Gordon eccolo rispuntare sull’azione finale con un crossover spin su Duarte per alzare l’arcobaleno oltre l’aiuto di Turner: 71-57 all’intervallo.

Una partenza blanda da 2-6 con canestro in transizione da steal di LeVert consigliava a Borrego di volare in time-out ma dopo aver respinto inizialmente il primo assalto con un ½ di Plumlee a 7:20 che faceva tornare Charlotte sul +15 (80-65), il quinto fallo di Richards, unito ai 4 di Plumlee costringeva Borrego a mandare sul parquet McDaniels in posizione di centro e Indy ne approfittava per recuperare sino al -7con la tripla di Martin sul nostro Martin (84-77).

Uno scoop di Oubre Jr. in entrata a 1:43 restituiva ossigeno anche senza l’addizionale fallito e una tabellata da tre di Hayward valeva il 90-82 in un quarto complicato giocato con poca convinzione e qualche TO banale come quello di Ish.

Ultimo quarto da paura con la rimonta Pacers partita da Brissett con la tripla e arrivata sul -4 (94-90) grazie ala schiacciata di Craig in transizione.

Hayward dalla baseline destra infilava due punti e Oubre Jr. a 8:29 tornava a segnare da fuori dopo qualche errore durante la partita: 99-90.

Un fallo di McDaniels su LeVert portava la guardia a realizzare tre liberi per il 101-95 e si tornava solo ad aver 4 pt. di vantaggio dopo due FT di Craig per blocking di Martin.

Turner stoppava Rozier ma sulla rimessa Hornets il pull-up di Terry per il +6 era imprendibile.

Altra stoppata di Turner su Plumlee ma ball era bravo ad essere aggressivo a rimbalzo così McDaniels in second chance alzava un floater vincente.

La tripla del martin sbagliato indicava il 105-100 e su una palla toccata a Plumlee in attacco era ancora ball in tuffo a guadagnare una palla a due disperata con Turner.

Tirata dalla parte dei Pacers la sfera era preda di martin che in salto riusciva ad anticipare il difensore e a servirla fuori per il catch n’shoot da tre di Rozier letale: 108-100.

LeVert rispondeva da oltre l’arco ma un tiro sconsigliato dall’associazione medici cardiologi pro Hornets di Rozier dalla sinistra in uno contro uno finiva dentro per il 111-103 e nonostante Turner azzeccasse la bomba, il nono assist di Balla per Mason valeva i due punti sicurezza perché Craig segnava dopo aver catturato un rimbalzo ma il tempo se ne andava e il ¾ di Rozier dalla lunetta nel finale sigillava la W per 116-108.

Rozier in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets trascinati dal loro backcourt titolare resistono al rientro dei Pacers (arrivati a -4) nel secondo tempo (71-57 all’intervallo) portando a casa una W importante.

La creatività di Ball (un assist mancante per la tripla doppia), la mano di Rozier (35 pt.) e l’aiuto di Hayward (18 pt.) con la famiglia sugli spalti ha fatto sì che i Calabroni continuassero la striscia positiva.

Le stoppate di Turner (4) e i 18 rimbalzi di Sabonis non sono bastati ai gialloblu, avviluppati da un 54-32 nei punti nel pitturato che ha visto gli Hornets utilizzare svariate soluzioni per realizzarlo.

Con statistiche molto simili a partire dal 57 pari a rimbalzo o il 27-25 negli assist ma anche i liberi con un 19/32 centro un 19/29, le percentuali al tiro hanno fatto la differenza: 51,8% contro il 41,9% dal campo e 13-18 nei TO, altro dato importante che nel primo tempo – in special modo – ha aiutato Charlotte a livello realizzativo.

27 punti per LeVert, 15 di Sabonis, 14 per Turner e Brissett, 12 di Justin Holiday e 11 per Duarte.

LaMelo Ball: 8

21 pt. (8/13), 12 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata. Attivo fin da subito a rimbalzo dove si fa valere anche sotto le plance offensive si esalta nel finale di primo tempo con una tabellata da 3, un bound pass pompato da playground per la jam di Hayward e uno spin su Duarte e l’alzata arcobaleno solo cotone oltre Turner nel pitturato. Giunge a un solo assist dalla tripla doppia (avrebbe potuto mettere a segno Mason nel finale) giocando per sé e d squadra. Prestazione convincente che non si vedeva da un po’ in termini di completezza.

Terry Rozier: 8,5

35 pt. (13/23), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 2 stoppate. 18 punti nel primo tempo con un 7/12 al tiro ma non banale infilando catch n’shoot e fade-away non semplici con l’uomo a ridosso. Un recupero difensivo in tuffo su una palla vagante e alcuni buoni close-out, l’anima della squadra, nel secondo tempo si fotocopia praticamente prendendo un paio di triple importanti e decisive nel finale oltre a raddrizzare la percentuale ai liberi per chiuder il match. Ottima prestazione sui due fronti con attacco letale nonostante qualche normale passaggio a vuoto.

Gordon Hayward: 7

18 pt. (8/13), 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Partenza un po’ slow poi buoni tiri (bello il taglio con schiacciata ad abbassare il ferro su assist di LaMelo) cercando l’entrata e a cavallo tra il terzo e l’ultimo periodo segna da tre di tabella, un jumper da due dalla baseline destra e fornisce un assist, soluzioni che danno ossigeno. Con la mamma e la famiglia sugli spalti fa piuttosto bene. Peccato per un pull-up corto nel finale fai da te prima di uscire per esigenze tattiche.

Jalen McDaniels: 6,5

12 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gli tocca anche giocare brevemente come centro per i problemi di falli di Plumlee e Richards, faticando un po’. Fatica meno a trovare soluzioni in attacco e il floater da second chance nel finale è senza dubbio canestro importante.

Mason Plumlee: 6

8 pt. (3/6), 12 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate in 31:30. Anche con 12 rimbalzi soffre a tratti ma ne cattura due fondamentali nel finale segnando un canestro assistito da Ball importante dopo essersi fatto stoppare e aver perso una palla nel pitturato. Un bel recupero che lo porterà in lunetta a splittare, una prestazione sufficiente.

Kelly Oubre Jr.: 6

13 pt. (5/13), 1 rimbalzo, 3 assist in 23:44. Uno dei tre giocatori con plus/minus negativo, parte con chiusure accademiche e finisce con un 2/8 da fuori. Nel secondo tempo quando va dentro ottiene due punti, manca l’and one, sufficienza stiracchiata per i punti dalla bench e qualche passaggio.

Ish Smith: 5

2 pt. (0/2), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 TO in 10:48. Due assist ma anche due brutte palle perse, in entrata va sbilenco e lontano dalla realizzazione due volte e anche nel primo tempo manca un canestro ma lì arriva la spinta con relativa chiamata per il 2/2 dalla lunetta. Prestazione insufficiente con plus/minus di -6.

Cody Martin: 6

1 pt. (0/5), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Commette 4 falli, uno lo prende lui dopo aver toccato due volte la sfera nella stessa azione deflettendola e prendendo la spinta di Sabonis. Male in attacco al tiro con un paio di leggere imprecisioni, bene in difesa a dar fastidio anche se si perde un 2/3 volte i tiratori ma quel rimbalzone finale sulla palla a due con consegna out per Rozier vale oro.

Nick Richards: 6,5

6 pt. (2/2), 2 rimbalzi, 2 rubate in 13:05. Commette 5 falli e di lì a poco uscirà lasciando posto a McDaniels. Battagliero va con una running dunk a una mano e un’entrata da two and one a mettere punti importanti nel pitturato sfidando i Giganti di Indy. Ancora deve trovare solidità ed esperienza a rimbalzo.

Coach James Borrego: 6

Bene il gioco a cercare anche mid range e pitturato anche se sotto la pressione di Indy non paiono così ficcanti gli schemi. Forse aspetta un po’ troppo un paio di volte per i time-out e a rimettere LaMelo sul parquet. La small ball è rischiosa anche se a un tratto quasi obbligata. Alla fine, soffrendo un po’, si porta a casa la terza W dell’annata contro Indiana nell’ultima partita dell’annata. Fa bene al morale.

Matchup key 36: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers

A cura di Filippo Barresi.

Mason Plumlee Vs Myles Turner

Dopo l’exploit della partita contro Houston, Plumlee sarà l’osservato speciale per le sorti di questa gara contro i Pacers.

La sua presenza nei pressi del canestro, con la dovuta intermittenza, è molto importante per Charlotte che ha saputo approfittare delle sue realizzazioni facili e delle stoppate registrate in difesa.

Di fronte a lui ci sarà un avversario molto ostico che viene spesso accostato agli Hornets in fase di mercato.

Myles Turner ha tanto da dimostrare in questa sua parentesi finale con Indiana, anche agli occhi di potenziali compratori.

Possibili svantaggi:

Gli Hornets da sempre soffrono le sfide contro Indiana vista la loro tendenza a piazzare due lunghi in contemporanea in campo.

Le assenze di Bridges e P.J. Washington peseranno in termini di fisicità sotto canestro ed è qui che i Pacers potrebbero fare male.

Oltre all’apporto di Plumlee occhi puntati su Richards e McDaniels che dovranno battagliare per molti minuti.

Possibili vantaggi:

Per superare agevolmente i Pacers sarà importantissimo guadagnare margine con le seconde linee.

Nelle ultime partite abbiamo visto le riserve di Charlotte essere decisive per larghi tratti delle partite e ci si aspetta una buona prestazione anche questa notte, magari concedendo un po’ di minutaggio anche a Bouknight.

Game 35: Charlotte Hornets Vs Houston Rockets 123-99

Intro

Mentre il Covid-19 si ripresenta con la nuova variante Omicron

minacciando di influire nuovamente sulla salute e la qualità della vita delle persone, dall’altra parte genera paradossi con la cifra del nostro tempo ovvero l’illimitatezza del guadagno (vaccinare anche i paesi poveri senza forme di speculazione sulla salute per cercare di uscire realmente dal problema sembra un’utopia), anche la NBA prova a non chiudere benché colpi più o meno duri alle varie squadre vengano assestati dal virus sempre più frequentemente.

A Charlotte P.J. Washington e Miles Bridges sono andati a unirsi a Cody Martin nella lista assenti per Covid-19 (Cody recuperato oggi) nonostante la NBA abbia cambiato il protocollo di recente rendendolo più severo.

Le criticità delle varie squadre ormai sembrano essere parte integrante della NBA degli ultimi anni che deve sopportare oltre la perdita dei soliti infortunati anche chi si ammala per il problema mondiale del momento.

La flessibilità in questo campo quindi sembra essere un’arma importante e Charlotte nell’ultima sfida ha mostrato di poter essere una squadra che, se supportata con tali scelte, dal suo allenatore, sa adattarsi con diversi elementi che possano rendere nonostante la mancanza di pezzi unici (per noi Martin a livello difensivo).

Gli Hornets cercheranno di tornare sopra quota .500 in una partita casalinga che mancava da troppo tempo, in tempi dove l’indifferenza regna, all’Alveare, il calore del pubblico amico forse potrà creare una piccola oasi di felicità momentanea, almeno per noi teal & purple.

Andamento della partita

I quintetti con qualche defezione da ambo le parti.

Partenza a razzo di Charlotte che segnava da tre con Hayward, stoppava Nwaba grazie a Plumlee e replicava da fuori con McDaniels sulla destra per il 6-0.

A 10:14 arrivavano i primi tre punti di Houston con Wood da fuori ma McDaniels con un’entrata ritmata uno contro uno alzava al vetro per l’8-3 e da fuori giungeva a 9:34 per mano di uno step-back di Rozier.

Il promettente avvio di Charlotte si arrestava di fronte alle triple avversarie: Gordon segnava la prima e nonostante Plumlee strappasse un rimbalzo offensivo e Ball agevolasse il mumbo al vetro di McDaniels, ecco il deep 3 di Brooks e la bomba dalla diagonale sinistra di Nwaba per il 13-12.

Steal e transizione di Rozier con servizio per appoggio elegante di Plumlee passaggio di McDaniels per il semi-gancio verticale di Mason (17-13) ma Wood in schiacciata e Nwaba portavano al pari i texani (17-17).

Gordon a 5.45 portava sopra gli ospiti con un 2+1 (Ball foul) ma LaMelo stesso dal corner destro catapultava il macigno del nuovo equilibrio sulla doppia decina.

Ancora Gordon dalla lunetta per il 20-22 ripreso da un funky dribble di Rozier a elastico che depistava un paio di difensori per arrivare al vetro indisturbato,gli Hornets continuavano il trend all’inseguimento ravvicinato dopo un ½ di martin dalla lunetta finché Oubre Jr. andava prima da solo in sottomano destro per pescare il pari a quota 27 per poi (sulla palla murata da Hayward a Christopher) segnare il 29-27.

Schiacciata di Richards nell’ultimo minuto, risposta di Nix in fast break tutto so ma Oubre Jr. con una steal su Christopher batteva la luce rossa sulla sirena per il 33-29 di primo quarto.

Le basse percentuali di Charlotte in avvio secondo quarto invitavano i Razzi a recuperare nonostante un dai e vai tra Hayward e Plumlee funzionasse bene con la finta in corsa di Gordon che invece di andare verso l’esterno tagliava verso il centro finendo per schiacciare.

La panchina Rockets, Sengun e due volte Garba, portava al ari la squadra di Silas e anche se Plumlee a 9:40 splittando due FT restituiva il vantaggio (36-35), dopo Oubre al vetro ecco Queen che sfruttava un blocking di Ish davanti al semicerchio per pareggiare dalla linea con l’addizionale (38-38).

Catch n’shoot frontale di Hayward servito da Smith e due punti da rimbalzo per Theis a 7:37.

Dopo il time-out gli Hornets volgevano il finale di tempo a proprio favore con un parziale da 23-10 nel quale spiccavano – intervallate- tre diverse reverse dunk di Plumlee (la prima in alley-ooop servita da LaMelo), 5 punti consecutivi di Ball (entrata e deep 3 per il 48-40) seguiti uno scambio di Rozier veloce sulla sinistra con blocco di Mason per la tripla di T-Ro e su passaggio teso di Gordon deviato ecco il nostro centro completare il suo ottimo primo tempo con l’appoggio da sotto volante sulla sirena: 64-50 al termine dei primi 24 minuti.

Mason Plumlee. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

13 punti (6/6), 7 rimbalzi, 3 stoppate, 2 rubate e 3 assist per un Mason raggiunto nei punti da Ball.

Hornets al 53,1% al tiro contro il 43,2% avversario con un 19-10 negli assist, un 7-3 nelle rubate e 8 palle perse contro le 12 del team di Silas che rimaneva sopra a rimbalzo 25-28 ma non era abbastanza.

Ripresa con partenza buona per Wood in appoggio al vetro ma Charlotte replicava con 5 punti consecutivi di Rozier quindi a 9:40 Ball segnava da tre approfittando della difesa avversaria troppo rilassata e Rozier alzava per Plumlee l’alley-oop facile da fast break per il 74-54 a 9:17.

Cinque punti consecutivi di Gordon mandavano Borrego in time-out a 6:55 sul 76-61 ma già dal retropassaggio liftato di Ball partivano tre punti frontali dai polpastrelli di McDaniels aiutato da Ball stesso con un’altra granata mentre Rozier completava con ben altri tre dardi la saga delle triple dei Calabroni (una anche di Oubre nel mezzo) per arrivare a 12 dalla fine sul 96-70.

Per portare in porto il match bastava poco anche se Queen infilava qualche tripla, Ish a 6:30 segnava da fuori e McDaniels produceva qualche punto fino all’ennesima dime arrivata in velocità da Smith per la jam facile del giamaicano Richards.

Con al bench sul parquet arrivavano punti anche da Bouknight e due nel finale di Jones con la difesa dei Rockets ormai inesistente.

123-99 e pubblico dello Spectrum Center (pieno) felice.

Terry Rozier al tiro. Ottima serata per lui. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Vittoria facile.

I Rockets che hanno qualche assenza come noi, tengono un quarto e mezzo poi a Charlotte basta stringere un po’ le maglie così quando il tiro della squadra di Silas cala in percentuale i ragazzi di Borrego cominciano a scavare un divario che sotto la pioggia di bombe del terzo quarto si fa irrecuperabile per i Razzi.

53,4% contro 41,4,% finale nel FG% (43,9% Vs 32,6% da 3), 33-20 negli assist, 13-8 nelle steal e 15-21 nei TO i capisaldi del match sui quali fare affidamento nonostante il 47-54 a rimbalzo.

Buon gioco di passaggi, interni ed esterni per Charlotte che switcha bene e vede ritrovarsi anche un Plumlee bravo in attacco e difesa a tenere a bada anche Wood (16 punti e 9 rimbalzi), gli stessi pt. di Gordon.

A seguire Brooks e Nix con 11 a testa ma il miglior marcatore dei Rockets – sfruttando il finale e la sua mano da fuori (4/10) è stato Queen con 17 punti.

Niente passi falsi degli Hornets quindi che tornano sopra quota .500 a .514, ottava piazza a un passo da Washington.

LaMelo Ball: 7

16 pt. (6/12), 5 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate. 4/7 da fuori buono anche se con errori larghi ma è sugli assist di qualità che offre il meglio come ad esempio una drive sula linea di fondo con scarico rapido in angolo per Rozier, l’alzata per Plumlee o il retropassaggio per McDaniels da tre in open. Ha un piccolo momento di difficoltà nel primo tempo quando si fa soffiare anche un pallone ma si riprende bene.

Terry Rozier: 8

27 pt. (10/17), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, +23 in plus/minus. 7/12 da tre punti che fa la differenza costruendo da solo, assistito (ricambia con 5 dime) in catch n’shoot o andando a giocare negli angoli per soluzioni ibride. Cerca di dar fastidio anche in difesa.

Gordon Hayward: 6,5

10 pt. (4/7), 3 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, 3 TO. Qualche TO, uno per fallo offensivo non inficiano sulla sua discreta prestazione composta da steal, assist e qualche punto, belli i due in chiacciata dopo il dai e vai con Plumlee grazie al cambio direzione senza palla. Inaugura la partita con una tripla poi ci riprova e sbaglia. Si acquieta un po’ lasciando ai compagni la finalizzazione.

Jalen McDaniels: 6,5

16 pt. (6/12), 3 rimbalzi, 3 assist, 3 TO. Anche per lui qualche palla persa ma buoni punti nelle mani (tripla servita da Ball da posizione frontale scagliata anch’essa senza remore) e punti nel finale per lui che in serata parte titolare per l’assenza di Bridges. Ultimamente risulta più convincente.

Mason Plumlee: 8,5

15 pt. (7/7), 9 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 3 stoppate, +14 in +/-. Perfetto dal campo con un primo tempo superlativo chiuso da ben tre reverse dunk (una in alley-oop), tre stoppate (partendo con Nwaba per finir con Theis) e un canestro volante allo scadere, “l’uomo con una pettinatura sulla quale affidamento”, come lo chiama mio fratello, vive una buonissima serata dando fastidio sotto le plance, limitando Wood e facendo di tutto un po’. Non gioca il finale o sarebbe arrivato in doppia doppia lui che è arrivato al season high.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

18 pt. (6/12), 3 rimbalzi, 2 rubate. Meglio quando gioca da esterno che si porta all’interno in penetrazione. Da lì è valido mostrando soluzioni, da fuori l’1/7 dice che non è molto preciso ma piace la personalità per l’entrata.

Ish Smith: 6,5

3 pt. (1/5), 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Male nel fai da te al tiro, bene quando distribuisce assist veloci dei quali Richards è spesso beneficiario. Tripla nell’ultimo quarto per evitare sorprese.

Cody Martin: 6

1 pt. (0/5), 4 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, +19 in 22:20. Recuperato, rientra dal protocollo di sicurezza con poca mano finendo a un solo punto frutto di un paio di liberi mentre dal campo è solamente errore. Meglio in difesa.

James Bouknight: 6,5

5 pt. (2/4), 1 rimbalzo, 1 assist in 5:10. Pochi minuti per lui ma ha confidenza e prende sue ottime iniziative che lo portano a realizzare un paio di canestri nel finale staccandosi da un Theis demoralizzato.

Kai Jones: 6

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo, 1 TO in 2:52. Canestro facilissimo, rimbalzo in mano nel garbage time.

J.T. Thor: 6

2 pt. (0/1), 1 rimbalzo in 3:45. Manca una tripla ma guadagna due FT andando a sfruttare il suo fisico in entrata. Li segna, al prossimo scampolo.

Nick Richards: 6,5

8 pt. (4/5), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata in 16:16. Destinatario delle letterine di Smith con il quale forma un buon tandem, schiaccia tutto ciò che può e blocca Garuba ne finale. Peccato per i rimbalzi mancanti.

Coach James Borrego: 6,5

Fila tutto liscio dopo il sui time-out nel secondo quarto che scava la differenza con un po’ di difesa in più, triple con il suo stile che ammazzano la partita ma non solo, anche un miglior gioco interno consente a Charlotte di allungare il campo. Diventa facile anche con le due assenze con buoni collegamenti.

Versione 1.

Matchup key 35: Charlotte Hornets Vs Houston Rockets

A cura di Filippo Barresi.

LaMelo Ball Vs Jalen Green

Tra le fila dei Rockets è recentemente tornato dall’infortunio la scelta numero #2 del 2021: Jalen Green.

Nel primo scontro tra queste due squadre è stato uno dei grandi assenti ma questa notte potremo gustare lo spettacolo tra due giovanissimi talenti emergenti della lega.

LaMelo Ball è “in debito” di una grande prestazione dopo essersi riposato nel quarto decisivo contro Denver e “after” aver mostrato alcune difficoltà nel ritrovare il giusto stato di forma dopo la quarantena delle settimane passate.

Possibili svantaggi:

Nel primo incontro tra queste squadre abbiamo visto come entrambe siano poco avvezze all’intensità difensiva e tentino in ogni modo di vincere realizzando più punti dell’avversario.

I Rockets hanno nel loro arsenale una grande varietà di opzioni che garantiscono una buona versatilità nelle soluzioni miste, buone sia sotto canestro sia oltre l’arco.

Bisognerà fare attenzione soprattutto alla difesa nel punto di attacco, dove senza Martin e Bridges ci sarà il solo McDaniels a tenere impegnati i portatori di palla avversari.

Possibili vantaggi:

In questo inizio di stagione i Rockets hanno dimostrato di essere una squadra molto altalenante e poco solida in entrambe le metà campo.

L’intensità difensiva e il controllo del ritmo partita saranno elementi decisivi per tenere a bada una squadra ancora molto inesperta.

Totopaolo: 11ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Dopo una serie di sei trasferte ad Ovest terminate con un parziale da 2-4, gli Hornets tornano finalmente a casa ma si risvegliano con un paio di sorprese non gradite.

Miles Bridges e P.J. Washington, infatti, si aggiungono a Cody Martin alla lista indisponibili per Covid-19.

Riuscirà la squadra a sopperire alla mancanza dei due?

Lo scopriremo nelle prossime – due – partite.

Game 35: martedì 28/12/2021 ore 01:00 italiane Vs Houston Rockets (10-23):

Esattamente un mese fa in Texas rovinammo la settimana perfetta con una sconfitta in pieno stile Hornets all’overtime.

Da quel momento in poi, i Rockets assunsero una parvenza di squadra, con addirittura sei vittorie consecutive.

Oggi è arrivato il momento di cercare di restituir la pariglia contraccambiando la W.

Per i biancorossi (3 sconfitte consecutive), J. Green e Porter Jr. sono in GTD.

C. Wood rimane il più pericoloso dei Razzi con 17.2 ppp e 10.9 rpp.

Partita da vincere assolutamente.

1.

Game 36: giovedì 30/12/2021 ore 01:00 italiane @ Indiana Pacers (14-20):

Terza sfida stagionale contro i gialloblu con gli Hornets in doppio vantaggio.

Per i Pacers in arrivo tempi duri, con Sabonis, Turner e LeVert messi sul mercato.

C’è aria di smobilitazione e di ricostruzione.

Per la sfida di giovedì notte i padroni di casa mantengono in dubbio Lamb, Brogdon e McConnell.

L’assenza di Bridges per noi potrebbe essere un problema visto che avrebbe potuto essere la risposta a Sabonis.

A Ball e Hayward il compito di suonare la carica.

Partita che nasconde molte insidie (per esempio Turner sotto canestro), ma la partita è da vincere se vogliamo andare alla post season.

Vittoria sofferta. 2.

Il pronostico della settimana: 2-0

Game 34: Charlotte Hornets @ Denver Nuggets 115-107

Intro

Siamo a un passo dal Natale, la festa che più di altre annuncia la nascita della speranza.

Questo perché Gesù, bambino, incarna la purezza e l’innocenza di un messaggero ricolmo di insegnamenti che vogliono dar speranza, anzi, certezza ai credenti.

Anche il Dalai Lama si reincarna in un bambino da individuare nel buddismo ma la speranza esiste anche da prima che i dogmi religiosi principali di oggi si affermassero.

Anche per i pagani pre-cristiani il 25 dicembre rappresentava il giorno della nascita del Sole invincibile per cui secondo questa teoria la nascita di Gesù non sarebbe esattamente certificata ma corrisponderebbe per comodità all’antica festa pagana.

Anche qui però notiamo come al centro della speranza ci sia la luce del nostro astro madre che si rigenerava con le stagioni uscendo prepotentemente dopo il rigido inverno.

La parola ne suo etimo (spes) indica una fiduciosa attesa.

Il sentimento però è molto vago nel suo insieme perché la speranza può essere debole, forte, pensata, fondata su validi criteri oppure totalmente inconsistente.

Di certo, nel frattempo venga attesa o disattesa la speranza è incertezza che sorregge l’utopia dell’uomo.

Credere in qualcosa, sia essa vera o falsa può dare un senso momentaneo di fiducia che in determinati casi (quando una persona è coinvolta direttamente) può aiutare a superare gli ostacoli.

Per scalare le alte vette innevate del Colorado e della Mile High City, Charlotte dovrà fare affidamento sulle talentuose e brillanti giovani leve.

Chi meglio dei nuovi giovani giocatori può rappresentare la speranza di un futuro luminoso per Charlotte?

Riuscirà Charlotte a muovere la classifica grazie a un atteggiamento mentale atto a superare la montagna di Denver alla vigilia di Natale dopo ben tre sconfitte consecutive preoccupanti?

James Bouknight (visto da me con Sid tra i ghiacciai delle Montagne Rocciose), scelto al Draft più recente, incarna le nuove speranze dei giovani Hornets per superare le montagne del Colorado.

Andamento della partita

I quintetti con il rientro di Hayward.

Nonostante la palla a due vinta da Jokic il Big Honey falliva il primo jumper mentre Charlotte con pazienza trovava Ball per l’open dalla diagonale sinistra che portava i Calabroni in vantaggio.

Denver rispondeva con Jokic in turnaround ma un’infilata verticale di Rozier con appoggio valeva il 5-2 aumentato da un catch n’shoot di Bridges dall’angolo sinistro prima di due punti di Jokic che in transizione prendeva troppi rimbalzi per fallire da sotto l’ultimo tentativo.

Charlotte rubava palla a Jokic con ball in ripiegamento e partiva in transizione con l’appoggio intenzionale di Rozier alla tabella per la dunk volante di Bridges del 10-4.

Gancio di Jokic dal post basso destro e tripla di Hayward comoda dalla sinistra (13-6), fallo di Bridges sul tentativo di jam di Green e due FT in arrivo per il Verde Nuggets che a 6.55 splittava.

Da un dribble hand-off Bridges portava a casa l’appoggio in uno contro uno in velocità quindi Cancar – servito da Jokic – realizzava da sotto.

A 5.23, Oubre Jr. (al secondo tentativo) faceva centro da oltre l’arco e ball in difesa favoriva la schiacciata di McDaniels (FT addizionale mancato) per il 20-9.

A 4:44 un fallo di Oubre per spinta su Campazzo a metà campo mandava in bonus i Nuggets poi McDaniels a 4:20 stoppava Jokic in aiuto a Richards e 6 secondi più tardi era Ball in help a stoppare ancora il Joker incredibilmente.

La partita cambiava quando la panchina dei Nuggets, in particolare Rivers, entrava in campo, due sue triple accorciavano il gap a 4 punti (20-16) prima di una possente dunk di P.J. Washington quindi una correzione dello stesso numero 25 e un tecnico a un nervoso Campazzo a 2:25 restituivano 9 punti di vantaggio a Charlotte colpita però da una tripla di Campazzo e da un’altra granata di Rivers (3/3) su Oubre Jr. mentre due schiacciate di Nnaji completavano il parziale da 0-10 con il quale i Nuggets passavano avanti 25-26 anche se due FT di Miles chiudevano il quarto lasciando un punticino di vantaggio agli Hornets.

Il trend ravvicinato continuava con Ball al vetro, due FT di Green a 10:56, tripla di Green dal corner (29-31) e risposta di Rozier a 10:55 (32-31).

Charlotte aggiungeva un hammer a una mano pazzesca di McDaniels ma l’errore da tre di Hayward in transizione con spazi era punito da Green che infilava i punti del pareggio.

Rozier riprendeva il vantaggio con un catch n’shoot 3 ma Cancar dal corner sinistro lanciava un arcobaleno che accarezzava il cotone per il nuovo equilibrio a quota 37.

Due FT di Hayward a 8:13 restituivano il vantaggio ai bianchi e poi Rozier sulla stessa azione mancava una tripla, si faceva stoppare ma lanciava anche McDaniels in alley-oop vincente prima che Hyland a 6:57 trovasse il fondo del secchio da oltre l’arco (41-40).

Ball, nell’arena con il suo stesso cognome mandava dentro due FT ma Green con un paio di colpi issava i Nuggets sul +1, un sorpasso che gli Hornets accusavano perché si scioglievano tra TO e soprattutto rimbalzi concessi e su uno di questi Jokic riprendendo da un suo errore infilava il 44-50.

Il time-out di Borrego non serviva, Cancar due volte da sotto trovava una difesa di Charlotte inesistente con P.J. Sul parquet e quando Campazzo sparava sui ferri un pallone che entrava grazie allo spin, Charlotte finiva sotto di 14 (45-59) prima di vedere una dunk cattiva di Miles ma Morris da tre sul giro di passaggi aveva spazio per la tripla del 47-62…

Oubre Jr. rispondeva da fuori dalla sinistra però da una second chance i tre punti di Campazzo restituivano una quindicina di punti alle Pepite che erano colpite da Miles (second chance) prima dell’intervallo per il 52-65, un punteggio deterioratosi in pochi minuti per Charlotte con scelte tattiche errate e reiterate di Borrego.

25,9% da 3 punti contro il 50,0% e 28-37 a rimbalzo decidevano la partita con brutte percentuali dal campo di Rozier e Hayward.

Ripresa che iniziava con due punti di Cancar restituiti da Plumlee servito alla mano da Ball sotto canestro quindi Green in transizione verificava l’inconsistenza della difesa di Charlotte prima dell’errore da due di Hayward che riprendendo serviva Rozier sulla sinistra per un open catch n’shoot da tre vincente.

A 9:29 Ball realizzava con esitazione e cambio velocità superando il suo uomo e Jokic il 59-69 mandando Malone in time-out.

Jokic mancava il tiro da dotto sfiorato da Plumlee ma sul rimbalzo non falliva e Ball poteva solo con un elbow jumper ripristinare il -10 che tuttavia crollava perché Charlotte tentava quasi esclusivamente triple che si infrangevano sull’anello mentre la bomba di Barton a 6:27 segnava il -17 (61-78).

Nonostante 5 punti di Ball i Nuggets rispondevano con altrettanti di Barton portandosi a 3:12 sul 71-90, un divario sulla ventina ormai difficilmente colmabile anche in relazione alla povertà di gioco proposta in attacco.

Dentro anche Ish Smith per dare un po’ di verve all’attacco ma nonostante un assist per McDaniels e un paio di canestri su tre tentativi personali il divario a fine quarto si ancorava a un glaciale -17 (77-94).

Il pieno garbage time era in parte evitato da Oubre Jr. che dopo una steal su Hyland segnava da tre punti dalla destra venendo toccato: 3 and one a 10:09 poi a 8:38 in entrata altro fallo su di lui consentiva all’ex Warriors di ricavare altri tre punti.

Rientrava Jokic ma due liberi di Oubre Jr. a 7:06 trascinava a -5 (93-98) il volo dei Calabroni che vedevano Oubre Jr. sprecare una schiacciata sul ferro dopo una buona steal ma Rozier riprendendo a 6.49 portava gli Hornets molto vicini e il pari arrivava a 5.30 per mano di P.J. Washington a 5:30 dalla fine.

Un fallo fischiato contro Ish Smith (personalmente sembrava più Campazzo ad andare a spingere il numero 10) costava due liberi a Charlotte che recuperava con l’alzata di Oubre Jr. su Jokic.

La bench rimaneva in campo essendo in ritmo e il flusso magico continuava con una stoppata di McDaniels in aiuto a P.J. Su Jokic in difesa mentre a 3.15 P.J. Washington flexava dopo aver emesso una tripla per il 104-101.

Entrata di Jokic, pull-up fallito da Rozier ma liberi recuperati e splittati, Green in mischia, 105 pari.

Per districare la situazione P.J. Folgorava nuovamente le Pepite facendole brillare da oltre l’arco con carica dinamitarda ma un suo incrocio lontano da canestro consentiva a Jokic di realizzare due punti bonus in lunetta: 108-107 a 1:16 dal termine.

P.J. Vestiva i panni dell’uomo assist con drive e bound pass verticale per la schiacciata di McDaniels sula linea di fondo e la steal di Ish Smith su Jokic completava quasi l’opera che, con una pennellata dall’angolo sinistro lo stesso play giramondo, terminava con la ciliegina da tre punti servito da P.J. Washington: 113-107 a .38.3 dalla fine.

Denver a vuoto e due FT di Rozier chiudevano de facto la partita a :24.8 grazie a una difesa avversaria nel finale non perfetta e alla voglia della nostra bench che faceva la differenza sui due fronti trascinando al miracolo di Natale la squadra compresi i titolari entusiasti in panchina.

Ball out nel finale per lasciare spazio a Smith termina con 16 punti. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

In una partita dal terreno sconnesso, dopo il buon avvio i Calabroni si disconnettono nel secondo quarto nelle percentuali al tiro mentre nel terzo quarto si vedono a un tratto i peggiori Hornets dell’anno con una difesa inesistente e zero gioco, solo tiro da tre senza ritmo che non funziona.

Dal -19 Charlotte rientrava incredibilmente con Ish Smith, mandato sul parquet per tentare il tutto per tutto a tempo perso contro una difesa che qualcosa avrebbe potuto concedere in velocità.

Quando Oubre Jr. con due and one portava a casa 7 punti Charlotte si riavvicinava, quindi toccava a P.J. Washington a riaprire totalmente il match e ancora Smith a chiuderlo incredibilmente dopo averlo dato ormai per perso.

57-42 il confronto tra panchine, 28-23 negli assist, 11-15 nei TO, 8-2 nelle stoppate risolvono la partita nonostante il fastidioso 6-24 nei fast break con i quali i Nuggets avevano promesso di chiudere la partita ma le percentuali nettamente più alte di Denver si sono abbassate nel finale (quando Charlotte ha chiuso gli spiragli su Jokic e soci) risultando solo leggermente migliori di quelle degli Hornets (41,5% Vs 41,7% dal campo e 34,0% Vs 35% da 3 punti).

La costruzione del gioco degli Hornets è stata decisiva.

Non bastano ai Nuggets i 54 rimbalzi contro i 50 di Charlotte, ben 21 a opera di Jokic (13/34 e 5 assist oltre 6 TO) capace di convertirne molti in rapide second chance che lo trascineranno a 29 punti totali nonostante gli Hornets gli dedichino un’attenzione speciale, decisiva però nel finale.

Per Denver anche altri 6 giocatori in doppia cifra ma tutti appena sopra la decina di punti: 12 pt. Per Campazzo, 11 per il quartetto Jeff Green, Cancar, Barton e Rivers mentre JaMychael Green chiudeva con 10 pt..

LaMelo Ball: 6,5

16 pt. (5/11), 5 rimbalzi, 4 assist, 4 rubate, 1 stoppata, 3 TO in 24:56. A parte la stoppata su Jokic, apre le danze del match con una tripla che rimarrà l’unica a bersaglio su 5 tentativi totali. Meglio da due punti, decisamente concreto in affondo o tiro, anche se gioca una discreta partita, rimane fuori nel finale perché Smith è on-fire.

Terry Rozier: 6,5

17 pt. (5/15), 7 rimbalzi, 4 assist, 2 TO, +15 in +/-. 4/10 da fuori e solo 1/5 da due punti ma a prescindere dall’appoggio al vetro per la schiacciata di Miles. Dopo aver sbagliato qualche tiro di troppo in diversi momenti anche se segna la tripla del 57-69 in un momento delicato, non si intende con Plumlee un paio di volte lasciando due TO sul campo ma nel finale fa il play riuscendo a dare una palla semplice ma buona a P-J.

Gordon Hayward: 4

6 pt. (1/10), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 TO in 29:59. Non è ancora a posto con la schiena probabilmente ma è imbarazzante al tiro e l’1/10 penalizza fortemente gli Hornets. In più si unisce ai compagni nel terzo quarto nel prendere e tirare da tre senza ritmo sebbene sia un veterano, aggiunge uno sdeng ai precedenti finendo con un 1/5 da dentro e da oltre l’arco.

Miles Bridges: 5,5

16 pt. (6/14), 5 rimbalzi, 3 assist, 2 TO in 26:11. Alcune ottime entrate in corsa ma nei momenti decisivi, come Hayward, si perde in attacco e difesa con un pessimo 1/7 da tre reiterando quel tiro dalle diagonali diventato meno fluido e un po’ corto. Il -14 in plus minus racconta le sue difficoltà.

Mason Plumlee: 6

3 pt. (1/3), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata, 3 PF in 19:46. Buona partenza sull’ex compagno Jokic anche se commette due falli veloci all’inizio. Rimane ancora un po’ sul parquet. Non è così bravo quando rientra nel secondo tempo. Il serbo gli prende le misure e al limite se sbaglia la prima volta, corregge. Un solo canestro con la palla data da Ball alla mano nel suo marsupio sotto canestro.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

23 pt. (7/15), 4 rimbalzi, 1 assist, 4 rubate, 1 stoppata in 32:19. Stava giocando un po’ a sparacchiare senza troppa convinzione poi gli entra un 3 and one su difesa aggressiva di Rivers e decide poco dopo di entrare in area per appoggiare trovando un two and one. Decisivo nel portare punti rimonta. Mani rapidissime sui tentativi degli avversari, una specie di riccioluto super saiyan nell’ultimo quarto.

Ish Smith: 9

9 pt. (3/6), 2 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate, +27 in +/- in 14:48. Mossa disperata di Borrego sul finir del terzo quarto che paga immediatamente. Un paio di canestri poi un paio di passaggi a vuoto (tiri fai da te) subito ripresi con ottimi assist. Un close-out in angolo con stoppata volante alla Mourning su Hyland. Passaggio con tripla per Oubre Jr., steal a Jokic e tripla finale ammazza partita e caffè con correzione gusto vittoria Hornets. Big game per lo small player che nel finale resta in campo per inerzia al posto di Ball.

P.J. Washington: 7,5

13 pt. (5/6), 9 rimbalzi, 5 assist, 2 stoppate, 4 PF in 26:41. Inizia bene in difesa in maniera aggressiva poi sembra tornare uno dei peggiori quando oltre a commettere qualche fallo non riesce a farsi rispettate sotto le plance ma inverte la tendenza nel tiro da tre. Di solito nei momenti importanti non gli riesce, stasera ne infila tre importantissimi con buona mano nei momenti decisivi e riscatta la sua difesa nel finale. Nel finale incandescente il passaggio sotto per McDaniels e l’apertura per la tripla di Ish Smith in angolo sinistro sono sue. Ottima condivisione della sfera con i compagni per far girare l’attacco.

Jalen McDaniels: 6,5

12 pt. (6/13), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Peccato sbagli i tiri da fuori finendo con uno 0/4 ma a parte questa nota stonata nella serata si fionda diverse volte a canestro segnando di destra con una hammer per il 34-31 replicando con forza su Jokic nel secondo tempo, posterizzato. Fa piacere notare questa decisione, questa bidimensionalità, questo dualismo di un giocatore che troppo spesso era abituato a colpire sugli scarichi in angolo. In difesa va in aiuto a stoppare alla grande Jokic.

Nick Richards: 6

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 assist in 2:16. Manca l’unico tentativo ma cattura un paio di rimbalzi e serve un assist. Avrebbe potuto essere utile nel pessimo periodo del terzo quarto quando Charlotte non mostra tracce di difesa nemmeno sotto il ferro…

Coach James Borrego: 6,5

Veramente spettacolo miserevole e senza idee, una squadra ai limiti delle imbarazzanti categorie armene che ogni tanto ci propinano in video meravigliosi per la passione quanto sanguinosi per gli occhi, che nel terzo quarto tocca il suo apogeo con una difesa inesistente e un attacco senza ritmo e idee che prende e tira senza ritmo o passaggi con tre punti che non entrano mai. Si va sull’orlo del collasso e persa per persa James si gioca la carta Ish. Esce il jolly e la panchina con Oubre e P.J. Washington da una gran mano. Decide di seguire il flow lasciando sul parquet le assatanate riserve e ha ragione perché la portano a casa con grinta e voglia.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup key 34: Charlotte Hornets @ Denver Nuggets

Ultima partita prima di Natale per gli Hornets con i fan speranzosi in una vittoria che non li faccia passare un Natale amaro e porti la squadra a quota .500.

Il recap sul pezzo sarà completato domani nel pomeriggio per via dei miei impegni lavorativi.

Lascio la “tastiera” a Filippo Barresi che ci illustrerà il matchup key nella Mile High City.

A cura di Filippo Barresi.

Mason Plumlee Vs Nikola Jokic

Nonostante il lento inizio di stagione dei Nuggets, Jokic sta disputando una stagione ad altissimi livelli ed è sempre di più l’uomo al comando della squadra.

Le sue capacità offensive sono in grado di piegare qualsiasi sistema difensivo, tutte le fragilità degli Hornets verranno esposte a meno che Mason Plumlee non tiri fuori la prestazione della vita.

I due sono stati compagni di squadra a Denver e questo potrebbe agevolarlo in questo arduo compito.

Possibili svantaggi:

Come detto, le capacità di Jokic nell’orchestrare un attacco fatto da movimenti e tagli metterà a dura prova il già instabile sistema degli Hornets.

Questa capacità del Joker di servire palloni porta Denver ad avere percentuali altissime nelle conclusioni vicino al ferro, area che sta creando molti problemi ai ragazzi di Borrego.

Possibili vantaggi:

Anche i Nuggets hanno sempre concesso qualcosa in termini di penetrazioni al ferro. Giocare con un centro come Jokic ti porta via un po’ di solidità difensive ed è qui che gli Hornets dovranno giocarsi la partita.

Meno tiri forzati e tanta pazienza nel trovare il varco giusto che, prima o poi, arriverà.

Game 32: Charlotte Hornets @ Utah Jazz 102-112

Dopo essere stati bruciati dai Soli, gli Hornets cercano il loro Sole che li scaldi alla giusta distanza ma nelle mezze mistiche montagne dello Utah, nella Città del Lago Salato gli Hornets avranno bisogno di mostrare più cattiveria per vincere.

Questo pezzo riporta alla mia mente quando a Charlotte sotto canestro giocavano giocatori come Larry Johnson, Alonzo Mourning, Robert Parish, Matt Geiger, Elden Campbell e P.J. Brown, giocatori duttili e utili a cui la grinta non è mai mancata e ciò produce molta nostalgia osservando questa frustrante difesa scollata e che inficia ogni possibile buona cosa vista in attacco.

Perso il mastino Martin a Charlotte non resta che aggrapparsi a una maggior fisicità da mettere in difesa cercando più solidità in mezzo a una confusione abissale che arriva in primis da schemi difensivi reiterati dalla panca tra zona-box e cambi sui blocchi.

La partita è durissima e gli Hornets potrebbero finire sotto i .500 dopo diverso tempo considerando anche un calendario sbilanciatissimo in trasferta ma non per questo dobbiamo prenderlo come alibi per prestazioni non all’altezza.

Sicuramente per impegni lavorativi non ultimerò il pezzo se non nel pomeriggio, augurandomi di darvi il risultato finale.

Andamento della partita

I quintetti con Charlotte a perdere pezzi. Anche Hayward dopo Martin in lista infortunati.

Gli Hornets, senza Martin e anche Hayward in aggiunta per un problema alla schiena, partivano ancora peggio rispetto a Phoenix pur passando in vantaggio con due tiri liberi a 11.31 di Bridges che arrivava sotto canestro a contatto con Gobert ma Utah con un parziale da 15-0 (partito con la tripla di Mitchell e chiuso da Conley a 7:37) si portava sul 2-15 mandando Borrego in time-out. Bridges in entrata rompeva il break, Gobert era trovato solo nel pitturato e segnava facilmente ma Miles, pescato dall’alzata di Ball, schiacciava morbidamente l’alley-oop del 6-17.

Una tripla di Bogdanovic dalla destra aveva lo spin giusto per finir dentro (6-20), divario acuito da un’altra bomba made in Mitchell mentre McDaniels opponendosi con il corpo a O’Neale strappava un pallone rifinito in jam appesa ondeggiante dopo il coast to coast.

Charlotte però ci metteva del suo con Oubre Jr. che finiva a terra così Ingles realizzava una tripla e un rimbalzo sicuro tra P.J. Washington e Bridges che pasticciavano costava una second chance rifinita da Bogdanovic.

P.J. Washington realizzava da tre dall’angolo destro e Richards a 1:30 aggiungeva due liberi per il 13-29 ma Gobert in alley-oop scavalcava la fatale soglia 30 punti a quarto mentre McDaniels da tre realizzava gli ultimi due punti del quarto per Charlotte che incassava due FT di Gobert abile anche a realizzare da una rimessa dal fondo un alley-oop con 9 decimi rimasti, fotografia non entusiasmante della partenza Hornets sul 16-35 dopo 12 minuti.

Gay mandava con una tripla sul -22 Charlotte in avvio seconda frazione mentre Rozier finalizzava una lunga serie di passaggi con un arresto e tiro dal mid-range sinistro tuttavia Clarkson in area aveva vita facile nel segnare il 18-40.

Un rimbalzo offensivo corretto da Richards valeva il 20-40 e dopo aver visto McDaniels bloccare Gay ecco il canestro di Richards in rollata su bound pass di Rozier.

McDaniels aggiungeva una rubata netta su Forest chiudendo in fast break per prolungare il buon momento Hornets e Bouknight dalla sinistra segnava un arcobaleno in uno contro uno per il 26-40.

Nonostante un errore di Rozier da oltre l’arco McDaniels produceva ancora punti a mezzo tripla trascinando Charlotte sul -11, un trend interrotto dalla difesa degli Hornets che concedeva a Whiteside prima e Mitchell poi due imbarazzanti and one, incapace di recuperare rimbalzi difensivi che andavano assicurati alle mani dei lunghi in viola.

31-46 ma un alley-oop di Plumlee, veloce nel capire le intenzioni di Ball faceva ripartire la squadra del North Carolina che tuttavia cominciava nel finale ad avere difficoltà a difendere su Gobert che a 3:13 passava per la lunetta come a 1:47 per segnare 4 liberi: 38-53.

A 1:26 il fallo di P.J. sul centro avversario costava solamente un punto mentre dopo gli errori da fuori di Oubre Jr. e P.J. Washington arrivava da una rimessa dal fondo di Ball la tripla totalmente aperta dalla top of the key di Miles Bridges che segnava il 41-54, finale di primo tempo con un 25-43 a rimbalzo a fare la differenza nonostante le basse percentuali da ambo le parti.

Statistiche primo tempo.

Si ripartiva con un pull-up di Rozier dal pitturato e una palla deviata da Ball a O’Neale che aveva appena catturato un rimbalzo offensivo.

Il fallo di Conley su Rozier a 11:08 valeva due liberi che trasformati portavano Charlotte sul -9 ma due triple di Conley e un fast break di Bogdanovic portavano nelle casse della squadra dello Utah un parziale di 8-0 che sganciava ancora la squadra di Snyder sul 45-62.

Bridges da una second chance ricavava due punti e due frecce di Ball in a row portavano 6 punti nel forziere di Charlotte che a 6:59 tornava sul -9 (56-65) ma il rientro era frenato da un fallo di Ball su Gobert sotto canestro che costava due punti.

TO di Ball e floater su Ingles a segno e, nonostante la tripla di Ingles su Bouknight, Charlotte arrivava sul -6 a :49.3 quando una costruzione casuale restituiva palla a Smith che aveva bisogno di tirare da tre per via del cronometro (la palla in qualche maniera gli tornava indietro) segnando il 68-4 ma purtroppo due triple in fila di Clarkson respingevano sul -12 a fine quarto la squadra allenata da James Borrego (68-80).

Charlotte si inabissava sino al -17 quando Gay al terzo tiro (suo errore, Gobert corto e rimbalzo di Gay) segnava in schiacciata tra Bridges e McDaniels mancando l’and one assegnato dalla terna.

Rudy Gay si accendeva chiedendo un fallo poco più tardi am la terna concedeva solo rimessa dal fondo per i Jazz così Gay tentava di rifarsi con una power run dunk spalmata però sul ferro.

A dare flebili speranze a Charlotte provava Rozier che si svegliava infilando ben tre triple consecutive per il 78-89.

Un discutibilissimo fallo (6:16) di Plumlee (arretrando toccava la palla prima di Gobert dietro di lui) mandava in lunetta il francese (81-91).

Ancora Rozier con il tiro-appoggio al vetro dal mid range poi steal di Oubre Jr. e Ball easy two: 85-91.

A 4:37 Rozier era ancora micidiale da tre e quando mancava la conclusione Plumlee in qualche maniera deviava la palla al volo su Gobert per farla finire dentro, 90-91.

A 3.28 Oubre Jr. in transizione saltava l’ultimo uomo e schiacciava per il vantaggio ottenuto con l’11-0 di parziale.

92-91.

Un vantaggio che durava un battito d’ali però nonostante le speranze degli Hornets perché il trend si invertiva nuovamente con Conley a 3:10 a trovare il two and one del sorpasso (92-949 per poi vedere Mitchell splittare dalla lunetta a 2:44 dalla fine.

Le soluzioni degli Hornets offensive non erano valide e Bogdanovic tentava di chiuder la partita tornando a segnare da fuori dopo qualche errore.

A 2:09 Ball replicava fast da fuori per il 95-98 ma un’altra tripla di Bogdanovic e un two and one di Mitchell (fallo di McDaniels) chiudeva i conti sull 95-104 nonostante Bridges nel finale pescasse un two and one e mettesse dentro anche il 102-111.

Utah aumentava di un punto il divario negli ultimi secondi vincendo una partita da film.

Oubre Jr. in schiacciata porta gli Hornets in vantaggio sul 92-91.
Nick Richards in azione. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

I Calabroni perdono la partita sotto l’aspetto mentale, fisico e tattico.

Tecnicamente giocano tirando dal campo con il 38,6% (34,9% da 3) contro il più basso 35,4% (30,2%) di Utah che scherza un po’ con il fuoco permettendosi di sbagliare triple (anche aperte) a ripetizione fino a quando Charlotte – che in avvio prende la solita “cesta di pere” – non mette la freccia.

Vantaggio evanescente durato un battito d’ali dissoltosi subito con i Jazz abili in poco tempo a sormontare la difesa di Charlotte con un paio di triple di Bogdanovic e un paio di two and one.

Gli Hornets prendono tiri poco consoni (fuori ritmo o da posizioni non ideali per quello specifico tiratore) e si perdono non tenendo più il passo mostrando come manchi in momenti decisivi una vera e propria manovra corale che porti punti “quasi” sicuri.

Fisicamente Charlotte subisce un 51-68 a rimbalzo che la dice lunga sul potere di Gobert e soci sotto le plance anche perché se Plumlee non è proprio l’ideale rimbalzista, P.J. lo è ancora bene e il filiforme McDaniels fa quello che può, forse anche troppo sebbene fatichi nel finale a contenere mentre Richards è ancora un po’ acerbo ma prova a metterci spessore.

Gli Hornets vincono negli assist: 27-21, nelle rubate (7-4) e commettono meno TO (13-17) e aggiungerei una piccola nota polemica reale che non inficia forse sul risultato perché i numeri potrebbero rispecchiare la partita ma il 15/16 di Gobert dalla linea con un paio di chiamate gift natalizie che va a comporre un 28/37 nei FT per i ragazzi di Snyder contro il misero 9/9 non è solo il frutto dell’andamento della partita ma di una predilezione nel fischiare il contatto a favore della squadra di casa e a dimenticarsi qualcosa dall’altra parte.

Non per sminuire la vittoria scontata di Utah ma il metro di giudizio non l’ho trovato equo in una partita film che è finita come da copione per i noti difetti di Charlotte.

Statistiche finali.

LaMelo Ball: 6

21 pt. (8/20), 6 rimbalzi, 11 assist, 1 stoppata, 4 TO. Espulso nel finale per raggiunto numero limite di falli, gioca una partita altalenante. Due triple di seguito, un floater rimbalzando su Ingles, una buona stoppata rifilata a Mitchell e sua l’ultima tripla che ci tiene in partita (95-98) nel finale ma anche palloni persi però va in doppia doppia con gli assist.

Terry Rozier: 6

20 pt. (7/19), 6 rimbalzi, 4 assist. Altro inizio completamente sbilenco per Terry che non riesce nemmeno più a trovare la forza giusta per i suoi appoggi saltati da bordo area poi, improvvisamente, si desta scagliando triple a raffica e un appoggio al vetro che fanno tornare Charlotte incredibilmente a -3 nell’ultimo quarto. Forse toccato su un tentativo di tripla seguente, non mette più quel tiro importante. Se giochiamo con Rozier dobbiamo avere dietro difensori alla Richards che possano dare una mano perché a volte sono i cm a non bastargli in difesa. Almeno fa vedere di essere in ripresa sperando non si sia trattato solo di una striscia evanescente.

Kelly Oubre Jr.: 5

5 pt. (2/9), 3 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. Ha l’occasione di partire in quintetto titolare ma lontano dall’affetto del pubblico incarna le difficoltà mentali degli Hornets da trasferta partendo male al tiro. Segna i primi tre punti molto tardi e aggiunge la schiacciata del sorpasso con stile oltre a mostrare mani veloci per ben tre steal e forse anche una quarta ma gli arbitri propendono per il fallo con Oubre Jr. al limite del tecnico se avesse trovato un arbitro più permaloso ma a me è sembrato avesse ragione. Prestazione complessivamente insufficiente essendo venuto a mancare il suo apporto offensivo e difesa spesso non certo ostinata con posizioni non sempre ideali.

Miles Bridges: 6

21 pt. (8/20), 11 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 5 TO in 36:50. L’Hornet che rimane di più in gioco va in doppia doppia grazie i rimbalzi. Insite troppo sulle triple: le uniche due che trasforma sono dall’angolo e un open chilometrico frontale, dalle diagonali non ha il tocco e quel paio di tiri presi in momenti decisivi costano caro. Se va dentro difficile fermarlo se non con qualche contatto al limite ma nella notte da sotto fa bene anche se deve limitare i TO.

Mason Plumlee: 5,5

4 pt. (2/4), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 26:05. Sembra sempre più lento e impacciato dell’attaccante, 9 rimbalzi non sembrano male ma avrebbe potuto fare di più in difesa. Bello il suo tap-in volante su Gobert che finisce nelle retina in qualche maniera. Show lento nel primo tempo e Gobert lasciato solo in area a ricevere e segnare indisturbatamente, Mitchell lo salta facilmente nel secondo tempo per fortuna arriva ball a stopparlo.

Ish Smith: 5

3 pt. (1/6), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 1 TO in 12:57. Non convince come play poiché fa un giro circolare spesso sotto al ferro per tornare fuori senza affondare in appoggio o provare il tiro. Bella la steal dopo la stoppata subita da Richards nel secondo tempo. Nemmeno come play puro però riesce a funzionare, se poi al tiro da 1/6, addio…

P.J. Washington: 5

6 pt. (2/7), 4 rimbalzi, 1 assist. -15 in plus/minus, il peggiore della squadra. 2/5 da fuori. Un po’ addormentato finisce per giocare 19:41 come PF o C ma in ambo i casi tiene poco in difesa. Due triple a segno e

Jalen McDaniels: 6

14 pt. (6/8), 5 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. 5 PF. Ottima partenza difensiva con punta di diamante la steal su O’Neale e coast to coast più schiacciata appesa veleggiante ma anche quella su Forest con appoggio in transizione non è facile. Parte con un 6/6 dal campo che aiuta molto la squadra ma poi cala sbagliando un paio di tiri e commettendo qualche fallo che lo porta ai bordi dell’espulsione oltre che a costare un and one in un momento importante.

James Bouknight: 5,5

2 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 2 assist. 10.17 sul parquet non ambia l’inerzia del match. Ottimo il primo tiro in corsa realizzato con un arcobaleno. Poi il suo attacco finisce lì ma sforna un paio di assist.

Nick Richards: 6

6 pt. (2/5), 5 rimbalzi, 1 assist in 11:03. Sicuramente mi piacerebbe vederlo più sul parquet rispetto a Plumlee. Qualche punto di rottura da sotto e due FT perfetti, in difesa contro centri forti come Gobert sarebbe il giocatore ideale da schierare piuttosto che Plumlee anche se deve ancora crescere come dimostra l’alley-oop a 9 decimi dal termine del primo quarto da rimessa dal fondo.

Coach James Borrego: 5

Altra cesta di pere nel primo quarto che pregiudica parte della partita. Lo sforzo di rientro di Charlotte arriva al culmine sul sorpasso poi negli ultimi minuti la squadra cede di schianto come ogni tanto capita. Gestione dei finali pessima affidata a scelte di tiro (e uomini che compiono quelle scelte) a bassa percentuale. Recupero gettato via in un lampo e la squadra di casa vince come sempre da copione contro Charlotte. Siamo stati fortunati perché Utah ha sbagliato tanti tiri aperti altrimenti lo scarto sarebbe stato maggiore.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup key 33: Charlotte Hornets @ Utah Jazz

A cura di Igor F.

Kelly Oubre Jr. Vs Donovan Mitchell

Nella notte andrà in scena una partita che Charlotte gioca senza troppe speranze di vittoria perché i Jazz, reduci da due sconfitte consecutive vorranno far gioire il loro pubblico mentre gli Hornets hanno appena perso un giocatore fondamentale in difesa come Cody Martin e nessuno potrà sostituirlo per caratteristiche nel bloccare la star avversaria quindi servirà un altro tipo di avvio difensivo (inteso come organizzazione) e che in attacco le percentuali nel tiro da tre reggano.

Possibili svantaggi:

Fermare la star Donovan Mitchell e gli altri comprimari dei Jazz non sarà facile – soprattutto per Terry Rozier che dovrebbe partire in quintetto dedicandosi alla star avversaria ma ultimamente pare aver smarrito il passo – anche perché gli Hornets al momento non dispongono di grandissimi difensori e stanno patendo nelle ultime uscite la loro mal organizzazione difensiva e Utah con il 48,1% è in testa alla NBA intera per FG%, ovvero efficienza al tiro.

Ingles, Bogdanovic, Conley, O’Neale e Gay saranno tiratori appollaiati sul perimetro (alcuni con molti cm a disposizione) ad aspettare palla cercando di avere spazio con la difesa degli Hornets magari impegnata su Mitchell e Gobert.

Utah è l’unica squadra che ha una media punti più alta degli Hornets e per questo le percentuali al tiro saranno decisive mentre un Bridges ancora troppo solo in attacco potrebbe soffrire per questo un attacco bilanciato potrebbe aiutare la squadra di Borrego a uscire dalle secche che si verificano in alcune fasi della partita.

Sicuramente i cm e la maggior esperienza, unita all’agonismo maggiore aiuteranno i Jazz a rimbalzo (quinti in NBA al momento contro il ventiseiesimo posto Hornets).

Possibili vantaggi:

Pochi in questo contesto.

I Jazz non sono comunque una squadra che passa come molto attraverso gli assist spesso per chiudere le proprie azioni (22° posto) mentre Charlotte con 26,6 di media a partita è terza quindi i cambi difensivi sistematici potrebbero essere meno problematici se gli Hornets non tenderanno a fare troppo box intorno all’area limitandosi in alcune occasioni a rapidissimi raddoppi su possibili problemi (lunghi e Mitchell).

Charlotte, nonostante la bad night in quel di Phoenix mantiene il primo posto in coabitazione con Atlanta per quanto riguarda l’utilizzo massiccio del tiro da tre punti (38,0%), arma rischiosa da usare con moderazione per eludere dai dintorni del ferro Gobert, i Jazz però sono terzi nella NBA con il 37,1%.

Per questo Oubre Jr. (potrebbe essere uno degli aghi della bilancia in positivo o negativo con le sue percentuali come P.J. Washington) e soci sono chiamati a prendere tiri senza forzare esageratamente e a mantenere alte le percentuali da fuori non gettando via possessi che ci distanzierebbero nuovamente a inizio match.

Game 32: Charlotte Hornets @ Phoenix Suns 106-137

Intro

Fa sempre specie quando traducendo dall’inglese “Suns” ne esce fuori un “Soli” (inteso come il nostro astro madre) al plurale.

E’ spiazzante pensare a quanti esosoli per esopianeti esistenti là fuori nel nostro universo esisteranno.

La stella dei Suns però non è mai riuscita a far esplodere tutto il suo potenziale nemmeno quando “Sir” Charles Barkley asseriva d’esser il giocatore attualmente più forte al mondo.

Dal 1968/69 i Soli sono riusciti tre volte ad andare in finale perdendo prima con i Celtics 2-4 nel 1975/76, poi contro i Bulls di MJ nel 1992/93 e quindi lo scorso anno contro Milwaukee.

La forza recente dei Suns era esplosa nella bolla playoff beffardamente con una serie di vittorie e solo la classifica arretrata in regular season non aveva permesso al team di Monty Williams di accedere al livello successivo.

Pensando agli studi spaziali fatti su esopianeti diversi dal nostro che avrebbero trovato diversi tipi di rocce differenti da quelle presenti nel sistema solare (sono stati inventati anche nuovi nomi per questi materiali come “duniti di periclasio” e pirosseniti di quarzo”), i Suns stanno cercando di trovare la chimica e di mettere insieme i mattoncini per comporre il puzzle che li porterà alla vittoria finale attorno al loro vecchio sole CP3.

Anche Charlotte sta cercando di emergere cercando di impilare i mattoncini giusti per trovare alchimie che li porteranno ad essere protagonisti in questo presente e nel futuro ma in primis nello scontro che li opporrà a Phoenix dovranno cercare di tirare su un forato termo-resistente che non crolli contro il bollente attacco della squadra dell’Arizona.

Il muro difensivo di Charlotte si è sgretolato troppo spesso recentemente anche contro team non irresistibili e l’unica maniera per sopravvivere contro la corazzata spaziale Suns sarà difendersi bene.

Before the game.

Andamento della partita

I quintetti con Booker al rientro per Phoenix.

I Suns partivano stordendo gli Hornets: palla a due vinta, tripla di Crowder a segno dopo 16 secondi, palla persa dagli Hornets sulla pressione della difesa dei Suns e tripla rimbalzante tra i ferri a segno per Mikal Bridges immediata.

Nonostante una stoppata subita da Plumlee, sul medesimo attacco Charlotte trovava i primi e unici punti nei primi minuti con una bomba di Hayward ma Phoenix si allontanava con un ¾ di Ayton in lunetta mentre Ball mancava tre triple e Crowder in entrata portava sul 3-11 la partita.

Dopo un errore a testa Borrego chiamava il time-out a 7:52 così dopo la pausa un bound pass di ball per Bridges verticale valeva la schiacciata di Miles.

Mikal Bridges alzava su Rozier nel pitturato e batteva anche Miles da fuori mentre Rozier in entrata a ricciolo batteva Crowder con un floater anche grazie alla finta in partenza.

Due punti sotto facili di Ayton e Booker al vetro trascinavano i Soli sul 7-20 mentre la botta e risposta tra Hayward e il centro di Phoenix alzava il punteggio ma la tripla mancata da P.J. E il tagliante verticale di Paul per il back-door di Booker proveniente dalla linea di fondo destra che valeva due punti in schiacciata consigliavano a Borrego di chiamare un secondo time-out a 5:14 per cercare di bloccare l’inerzia del match sul 9-24…

Andava ancora peggio a Charlotte al rientro sul parquet incapace di segnare (altra miss da tre, questa volta per mano di Oubre Jr.) colpita da Ayton su un rimbalzo offensivo e da Payne da fuori con P.J. Che sbagliava anche la tripla seguente portando Charlotte sull’1/10 da tre punti contro il 4/7 del team dell’Arizona che realizzava in tap-in con McGee anche il 9-31.

P.J. In entrata veloce realizzava su McGee portando anche Charlotte in doppia cifra e McDaniels dopo una buona difesa su McGee offriva a Oubre Jr. la palla per la dunk del 13-34.

Nel finale arrivavano altre due triple per Phoenix inframezzate dai primi due FT per i Calabroni realizzati da McDaniels con il risultato impietosamente su un eloquente 15-37.

Plumlee dopo 18 secondi dall’avvio della seconda frazione recuperava due FT da un gancio (fallo di McGee) trasformando le occasioni mentre un floater di Ish Smith valeva per il 19-39.

Il problema era che Charlotte incassava anche dalla panchina avversaria con Payne e Shamet prima che Booker tornasse a segnar da fuori e McGee segnasse a 8:19 con il tocco di Smith.

Il libero addizionale mancato dal centro consentiva agli Hornets di non toccare il -30 ma il 19-48 era punteggio più che sufficiente a raccontare una squadra scomparsa dal parquet.

Charlotte provava a ritrovarsi con il rientro di Ball che a 7:29 segnava da fuori e a 6:36 subiva fallo andando in lunetta a trasformare le due occasioni per il 24-51.

Dopo una miss in entrata di Rozier era ancora ball con un tap-out a fornire una second chance a Bridges bravo a segnare in entrata.

Bridges in lunetta mandava a segno anche il 30-53 ma l’altro Bridges mandava a segno una tripla seguito da Booker che riportava sul +29 Phoenix (30-59).

Charlotte si reggeva sui liberi (altro netto fallo di Booker su Miles a 4:13) e sulla coppia Ball/Bridges che con una drive and kick del primo che si agganciava alla tripla del secondo nella medesima azione valeva il 35-59 prima che P.J. Washington segnasse un’altra delle rare triple del primo tempo per la squadra di Borrego.

Due punti di Paul e risposta di Miles in entrata (40-61), un divario alla fine destinato ad allungarsi di un punto quando Crowder – dal corner sinistro – beffava la difesa di Charlotte segnando il 47-69.

Il 26,4% al tiro contro il 56,3% avversario e dato sconcertante, ancor peggio il 18,2% da tre punti contro il 57,1% dei Suns…

A inizio ripresa due triple di Booker che rimaneva in campo anche dopo aver commesso il quarto fallo, più quella di Crowder a 7:59 riportavano Phoenix sul +29.

A 7:06 Crowder infilava 3 FT per contatto con Ball (53-82) mentre un’entrata con contatto era risolta da Miles con una mano in appoggio al vetro e la ripetizione dei due punti per il nostro numero zero avveniva in fade-away.

Era sempre Bridges a portare punti per Charlotte con un alley-oop morbido e tripla con step-back prima di un alley-oop chiuso in transizione di destra su invito di Ish Smith per il 75-105 a 1:19 per cercare di contenere il divario che a fine quarto calava di due punti con l’appoggio di Oubre Jr. in transizione poco prima della sirena (80-108).

Dentro presto la panchina con Bouknight e poi Richards ma non cambiava nulla, solo per portare a termine gli ultimi inutili 12 minuti mantenendo un divario simile sino al 106-137 finale.

Un ottimo appoggio rovesciato di P.J. Washington a saltare Booker. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Netto momento di difficoltà per gli Hornets che affondano disastrosamente sconquassati a Phoenix dalle triple avversarie.

Lo squarcio aperto a Dallas (più che smagliature un cratere apertosi rtra le fibre dei quintetti Hornets) sembra essere impossibile da rimarginare e per la terza volta nelle ultime quattro uscite sono ancora le percentuali dal campo nel primo tempo a produrre un divario che fa diventare il secondo tempo una sofferente noia.

In più Charlotte alla vigilia della partita perdeva Cody Martin per una ricaduta da Covid-19 mentre i Suns riacquisivano Booker (dopo 7 partite out) che finirà con 16 punti, solo uno dei tanti giocatori di coach Williams a finire in doppia cifra.

McGee, un mazzolatore più che un realizzatore, finirà con un 9/10 dal campo per 19 punti a guidare la pattuglia di Monty, seguito dalla coppia Bridges/Booker a 16, da Ayton e Shamet a 15, dai 14 di Crowder e Paul (9 assist per CP3), dai 12 di Johnson e dagli 11 di Payne, nono uomo Suns ad andare in doppia cifra.

A parte Miles Bridges gli altri player stanno ancora prendendo probabilmente un noto aperitivo biondo con il Gorilla di Phoenix viste le percentuali di 56,8% e del 48,8% – rispettivamente dal campo e da tre punti – con le quali la squadra dell’Arizona ha chiuso la pratica.

Gli Hornets hanno tirato con il 36,0% dal campo e con il 22,25 da tre anche avendo avuto spazio per degli open mancati più volte, un gioco monotematico che nel primo tempo non ha funzionato particolarmente portando a deragliare tutta la squadra che non ci ha più realmente creduto, altro che complimenti di Borrego sulla resilienza del team.

Forse meglio così perché a partita persa serviranno più energie, più voglia e “più tutto” nel back to back da possibile riscatto a Salt Lake City.

Ci vorrà anche un’altra impostazione tattica perché il 46-60 nel pitturato dice che Plumlee e i lunghi morbidi entrati dei momenti decisivi non funzionano sotto con un 49-64 a rimbalzo finale pro Suns dopo esser stati in vantaggio 32-31 nel primo tempo.

LaMelo Ball: 5,5

9 pt. (2/12), 10 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -22 in +/-. Parte male nel primo quarto sbagliando troppi tiri da fuori (1/6 finale), nel secondo rianima la squadra con punti, passaggi (bello quello dietro la schiena in transizione che manda in lunetta Oubre Jr.), un tap-out e rimbalzi ma poi non incide più (prende una stoppata da Ayton ma si rifà poco dopo nel terzo quarto soffiandogli palla sotto il nostro tabellone) e passa l’ultimo quarto in panca con i titolari a riposarsi.

Terry Rozier: 4

4 pt. (2/10), 3 rimbalzi in 21.26. Tenta all’inizio di frenare CP3 ma in attacco sbaglia quasi tutto finendo con uno 0/5 da fuori. Nessun assist ma incursioni che spesso non trovano il tempo per un buon floater o appoggio. Fuori ritmo viene travolto.

Gordon Hayward: 5

9 pt. (4/13), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Chiude con un 2/9 un primo tempo frustrante per lui nonostante segni da tripla gli unici tre punti Hornets in avvio poi nel secondo tempo in raddoppio stoppa momentaneamente Ayton che riprenderà la sfera battendo il solo Plumlee. L’uomo d’esperienza che manca a Charlotte in consistenza anche aldilà della singola bella giocata con finta e scoop in allungo nel secondo tempo. Nel mezzo di una difesa che cambia sistematicamente anche un giocatore d’esperienza come lui si perde.

Miles Bridges: 6,5

26 pt. (10/16), 5 rimbalzi 2 rubate. L’unico giocatore in doppia cifra del primo tempo (13 punti) (ripete il punteggio nel secondo) a salvarsi. Non è immune da colpe difensive (taglio in back-door di Booker) o qualche cm lasciato a dei tiratori ma nel marasma difensivo almeno prova a opporsi mentre in attacco fa bene con un campionario del suo repertorio: dalle entrate di forza, in velocità a quelle che lo portano in lunetta all’alley-oop sbaglia poco, un po’ meno preciso da fuori con un 2/6 ma nel terzo quarto è quasi l’unico Hornets a far sì che Phoenix non arrivi a +40…

Mason Plumlee: 5

4 pt. (1/3), 9 rimbalzi, 4 assist in 16:09. Finisce il primo tempo con 6 rimbalzi e due punti inusualmente ottenuti dalla lunetta e uno 0/1 al tiro. Praticamente un palo in attacco, non una grande elevazione negli appoggi da sotto, si restringe a contatto con Ayton non avendo atletismo (9-15 i rimbalzi tra i due, finali ma Mason gioca 7 minuti circa in meno però sembra saltelli poco deciso sempre fuori tempo specialmente in attacco dove avrebbe potuto catturarne di più). Cerca di opporsi con fisico ed esperienza ma è una battaglia persa in partenza. La differenza tra avere un centro dominante e uno mediocre è più importante e marcata di quanto si pensi e passa anche attraverso il gioco di squadra sebbene non sia nemmeno uno dei peggiori Hornet in serata ma serve un altro tipo di centro a Charlotte.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

18 pt. (6/15), 5 rimbalzi, 1 rubata in 23:24. Entra come uno degli elementi principali per cambiare la partita ma va a vuoto diverse volte sebbene alla fine tra transizioni e punti “semplici” offerti dai compagni con qualche inserimento aggiunga solo una tripla difficile a segno su 7 tentativi complessivi.

Ish Smith: 6

5 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4 TO e 4 PF. Generoso quanto dannoso nel mezzo di una difesa scollata, riesce a rifilare una stoppata e a rubare un pallone con il quale serve anche l’assist per l’alley-oop di Bridges ma se c’è lui in ripiegamento sul lungo sotto canestro qualcosa non va… non può che commettere fallo per tentare di fermarlo. Lo fa due volte concedendo and one (il primo mancato da Ayton) mentre in attacco non è certamente CP3 e fatica a illuminare con passaggi brillanti la squadra ma almeno segna una tripla dall’angolo sinistro. Rinuncia molto alle sue incursioni abituali.

P.J. Washington: 5

13 pt. (4/13), 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate, stoppate. Altro tiratore da tre che non funziona nel primo tempo (2/9 finale dall’arco), molto meglio quando si avvicina al ferro per dar problemi alla difesa avversaria con il reverse layup oltre Booker e il ferro (in foto nell’articolo) veramente stupendo ma non basta ai fini della concretezza. Un solo rimbalzo in 23:18…

Jalen McDaniels: 6

10 pt. (2/5), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Bistrattato nel mezzo di una difesa che va a spasso nonostante entri per dare cm in difesa e più velocità in attacco sotto il ferro. Fa quello che può cercando di contribuire sui due fronti e in attacco attaccando il ferro scopre che Phoenix non è invincibile e deve ricorrere al fallo per fermarlo. 5/6 dalla lunetta.

James Bouknight: 5,5

4 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 2 assist. Entra nell’ultimo periodo cercando in difesa di stare attento agli avversari che transitano nella sua zona passando del tempo nel pitturato ma si fa scavalcare da un lob per un back-door mentre sul suo lato sinistro contrasta bene due giocatori andando in close-out in angolo quel tanto che basta per far sbagliare il tiro. Mette una tripla uno contro uno e ne sbaglia una aperta ma finisce deragliando al tiro in un quarto spazzatura. Bello il gioco a due con Richards mandato a canestro nel pitturato.

Nick Richards: 6,5

4 pt. (2/2), 1 rimbalzo, 1 assist, 2 rubate, 3 stoppate, +5 in +/- in 8:35. Spesso scavalcato dalla palla subisce anche un floater ai 24 nel finale ma ci prova spesso a stoppare gli avversari (chiedere a Johnson e Payne con il secondo anche da lui scippato). Un bell’inserimento su invito di Bouknight e un turnaround morbido dalla baseline destra che rimbalza sul ferro e finisce dentro. Con una difesa del genere non dare credito a Nick sembra piuttosto ingeneroso.

Coach James Borrego: 4,5

Soliti atavici difetti reiterati nel tempo. preoccupante perché da squadra promessa si rischia di rimanere nel limbo delle incompiute senza una difesa accettabile e il mercato recentemente apertosi richiederebbe rinforzi più o meno urgenti se non si vuol fallire ancora la post season. Rivolgersi alla società senza fare il “filo-aziendalista”… Il tiro da tre non entra in serata ma in compenso lo si subisce tanto, cambi difensivi letali e troppo spazio a volte concesso sul perimetro. Serve più unione. Martin perduto alla vigilia non aiuta ma non può essere una scusa. Giocatori che a un certo punto vanno per conto loro in attacco subendo la pressione della difesa avversaria. Serve che Ball e gli altri passatori possano creare giocate sicure viste non troppe volte in serata. Abbraccio con Monty a fine partita sperando che il coach di Phoenix gli abbia dato qualche buon consiglio…

Versione 1.
Versione 2.

Totopaolo: 10ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Settimana appena passata negativa per gli Hornets, sia dal punta vista dei risultati (1-2 con un record ancora in positivo che si assottiglia sempre di più, oggi sul 16-15) che per quel che concerne l’atteggiamento troppo superficiale mostrato a tratti sul parquet.

Con tutti gli effettivi recuperati dal problema Covid-19, dunque, continua la serie di trasferte ad Ovest contro squadre sulla carta ancora più impegnative.

Ecco nello specifico, gli avversari della prossima settimana:

Game 32: lunedì 20/12/2021 ore 02:00 italiane @ Phoenix Suns (23-5):

Suns soli al comando dalla lega (ormai non più una novità) grazie ad una squadra collaudata e ben allenata.

Anche senza la loro stella principale Booker (problemi al ginocchio ma in game time decision), la squadra dell’Arizona continua a mietere vittime sfruttando un attacco ben oliato guidato dal veterano Chris Paul (10.1 app), dalle triple di Crowder e dal fisico importante da mettere sotto canestro di Ayton (11.1 rpp).

L’anno scorso avvenne il miracolo (quasi replicato a Charlotte in una partita con un apio di episodi discutibili), quest’anno, visto l’andamento di questo tour ad Ovest, sarà più difficile. Sconfitta in arrivo, anche se la sorpresa può essere dietro al cactus.

1.

Game 33: martedì 21/12/2021 ore 03:00 italiane @ Utah Jazz (20-9):

Altra trasferta proibitiva, questa volta anche in back to back.

I Jazz sono anch’essi una realtà ben consolidata della Western Conference, guidata dall’esplosivo Mitchell (25.2 ppp).

Servirà un’ottima serata al tiro per evitare di intasare l’area avversaria presidiata dal francese e DPOY 2021 Rudy Gobert (15.1 ppp).

Negli ultimi anni abbiamo sempre faticato tra le rocce dello Utah e quest’anno la prospettiva non sembra poter cambiare.

Altra sconfitta in arrivo.

1.

Game 34: venerdì 24/12/2021 ore 03:00 italiane @ Denver Nuggets (15-14):

Ultima trasferta prima di Natale contro gli sfortunati Nuggets.

Privi ormai di Porter Jr. e Murray – probabilmente per tutta la stagione – il peso della squadra è tutto sulle larghe spalle dell’MVP Jokic (26.3 ppp), coadiuvato dai compagni Aaron Gordon (14.1 ppp) e Will Barton (15.6 ppp).

Altra partita dura che negli ultimi anni ci ha visto spesso soccombere.

Inutile ricordare l’importanza di limitare il centro serbo dal quale partono e finiscono la maggior parte delle soluzioni offensive della squadra.

Trasferta impegnativa sulla carta, ma visto il clima natalizio per i pazzi Hornets, l’impresa potrebbe essere dietro l’angolo.

2, regalo di Natale.

Il pronostico della settimana: 1-2

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Nota del gestore della pagina:

Per il momento, dopo 31 partite, Paolo viaggia su un 20-11 nell’indovinare i pronostici delle partite.

Matchup key 32: Charlotte Hornets @ Phoenix Suns

A cura di Filippo barresi.

Terry Rozier Vs Chirs Paul

Nella notte gli Hornets affronteranno la miglior squadra della lega in questo momento per rendimento e forma fisica.

L’impegno non sarà dunque dei più facili considerando il buon insieme degli elementi che compongono il roster dei Suns.

Il principale motore della squadra, vista l’assenza di Devin Booker, è l’eterno Chris Paul che, nonostante la veneranda età, continua a dispensare pallacanestro a livelli altissimi.

Dall’altra parte, almeno per quanto riguarda il quintetto titolare, toccherà a Terry Rozier l’arduo compito di contenerlo in fase difensiva e questo sarà il vero e proprio ago della bilancia: nelle ultime uscite “Scary” Terry non ha registrato grandi prestazioni difensive e per agguantare una vittoria sarà necessario che Rozier torni a far bene.

Possibili svantaggi:

I Suns sono una squadra rodata e ben allenata che fa della versatilità offensiva una delle proprie principali armi.

Questo aspetto potrebbe mettere gli Hornets in grave difficoltà viste le preesistenti lacune in questo fondamentale.

Phoenix ha nel suo arsenale diverse armi che completano il pacchetto e vanno dal tiro da tre con Crowder e Mikal Brdiges, passando per il mid range fatale di CP3 fino ad arrivare alla forte presenza sotto canestro di Ayton.

Possibili vantaggi:

Uno dei pochi punti a favore a cui si possono aggrappare gli Hornets sarà la possibile scarsa vena realizzativa da tre punti messa in mostra in questo inizio di stagione dai Suns.

Durante il corso della stagione gli Hornets hanno spesso sfruttato le carenze nel tiro dall’arco degli avversari grazie a un pesante uso della difesa a zona e questa notte potrebbe essere un’opportunità tangibile per rimettere in piedi questo (rischioso) spartito.