Totopaolo: 16ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Dopo l’orrenda prestazione nel matinée di domenica contro i Clippers, gli Hornets (28-23) avranno qualche giorno di riposo per ricaricare le batterie in vista del rush finale prima dell’ASG.

Questa settimana sono previste tre sfide ostiche per testare il vero potenziale della squadra. Oubre Jr. e Hayward, indisponibili per diversi motivi negli scorsi giorni, dovrebbero rientrare a breve.

Ecco nel dettaglio le prossime sfide:

Game 52: giovedì 03/02/2022 ore 01:30 AM italiane @ Boston Celtics (26-25):

Terza sfida della stagione (1-1 il parziale) contro i biancoverdi di coach Udoka.

Un paio di settimane fa, un’ottima prestazione di squadra aiutò i Calabroni ad espugnare il TD Garden con Tatum limitato a 5/19 dal campo e a 12 punti in 35 minuti.

Per questa sfida è previsto il rientro di Marcus Smart allora assente causa Covid-19.

Difficile replicare la prestazione del mese scorso.

Sconfitta in arrivo. 1.

Game 53: sabato 05/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Cleveland Cavaliers (30-20):

Terza sfida stagionale (1-1 il parziale) anche contro la sorpresa Cavs.

Dopo un inizio inaspettato i Cavalieri hanno mantenuto un ottimo livello di gioco nonostante gli infortuni di Sexton e Rubio.

La coppia Garland – Mobley rappresenta il motore di questa squadra, con il veterano Love ed Allen pronti a dare una mano in ogni occasione.

Partita tosta ed equilibrata ma il pubblico di caso potrebbe dare una spinta decisiva per ottenere la vittoria.

1 sofferto.

Game 54: domenica 06/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Miami Heat (32-18):

Seconda sfida stagionale (0-1 il parziale) contro i biancorossi.

Gli Heat stanno dimostrano da inizio stagione di essere una squadra solida che punta ad un posto nelle finali di giugno.

Butler ed Adebayo sono un duo dinamico e nella partita di ottobre ci rifilarono 58 punti.

Oltre al veterano Lowry si aggiunge il ritrovato Herro.

Sarà sicuramente una partita difficile, oltre che sulla carta, anche dal punto di vista fisico, causa back to back.

Sconfitta preventivabile. 2.

Il pronostico della settimana: 1-2

Game 51: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Clippers 90-115

Intro

La nemesi degli Hornets dell’Ovest (appena battuti i 76ers che erano quella dell’Est) si avvicina a Charlotte e mentre Batum a pochi minuti prima della partita viene dato out (passerà a incassare l’assegno di MJ) aggiungendosi così ai top player George e Leonard, la squadra di Borrego proverà a buttare giù un altro muro cercando di cogliere una buona occasione per sfatare questo tabù contro un team che un tempo si batteva regolarmente ma ormai ha invertito la tendenza da troppi anni.

Il francese, epic fail degli Hornets, mi ha dato lo spunto per creare delle pagelle con qualche strambo accadimento lavorativo personale o accaduto in loco (ciò che si può raccontare).

Andamento della partita

La prima palla a due andava a vuoto, sulla seconda Plumlee portava a casa la sfera per il primo attacco di Charlotte ma a vuoto andavano per oltre due minuti i Calabroni che incassavano un gancetto di Zubac e una drive di Jackson.

In una partita iniziata in difesa con intensità da parte ambo le squadre, i Calabroni segnavano con Miles che appoggiava uno scoop in discesa oltre il corpo di Zubac e dopo due punti di Coffey in area Bridges si ripeteva con un runner di sinistra a battere proprio il sostituto di Batum.

Hornets in vantaggio sulla palla in uscita di Plumlee per Martin che con un open 3 dalla diagonale sinistra realizzava il 7-6.

Durava poco il vantaggio perché Coffey dalla sinistra scavalcava il difensore realizzando il 7-9 e Jackson in transizione appoggiava il +4 Clippers.

A 7:08 Borrego andava in time-out mentre da un rimbalzo offensivo di Plumlee nasceva l’azione che vedeva Ball infilare dalla sinistra la spicchiata per il 10-11 (6:39) prima che Morris a 6:00 e Ball in floater alzassero il punteggio sul 12-13.

Ball faceva buona guardia in close out ma la difesa di Charlotte concedeva una second chance ai Clippers e Mann infilava il +3 LAC.

Plumlee mancava due liberi e Jackson ci spediva a -5 a 4:59 ma Bouknight a 4:40 in corsa appoggiava al vetro subendo fallo.

And one mancato me Charlotte comunque dopo un time-out chiamato da Plumlee da terra andava a canestro con P.J. Washington e un soft appoggio volante su lancio di LaMelo (16-17).

Il fast coast to coast di Ball ci riportava sopra ma ancora una volta una tripla ci mandava sotto (Bledsoe 18-20).

Kennard aggravava la situazione con la specialità della casa e Winslow splittando due FT portava sul 18-24 la partita ma 2 FT a testa di P.J. E Ball riavvicinavano gli Hornets che sorpassavano a :18.7 con una finta di Bouknight, passo laterale a sinistra dopo aver fatto saltar via il difensore e tripla leggermente fuori equilibrio per il 25-24.

La ripresa partiva male per Charlotte con la panchina un po’ frastornata così Hartenstein ed Ibaka spedivano Charlotte sul -3, gap recuperato da una bomba di P.J. che, dopo aver visto i Clippers fuggire sul 28-34 grazie a un turnaround di Ibaka e una reverse dunk di Boston Jr. in corsa, pescava un’altra granata per il 31-34.

Charlotte però mostrava una panchina scollata e poco pragmatica in attacco così la squadra di Lue volava sul 31-39.

P.J. Sbagliava troppo, rientravano Bridges e Ball mentre da una drive del primo il passaggio pallottola nell’angolo sinistro era preso e trasformato da Rozier con freddezza.

Primi tre punti per un Terry in difficoltà come gli Hornets che a 3:44 si trovavano sul 38-43 dopo due FT di Zubac splittati.

Charlotte segnava con un’alzata di Plumlee in uno contro uno al limite dei secondi, un canestro inizialmente non assegnato perché davvero difficile capire se la palla si fosse staccata dai polpastrelli prima o dopo lo 0.0 sul tabellone.

Morris segnando due canestri faceva precipitare Charlotte sul -7 ma rivista esternamente la situazione di Plumlee erano riaccreditati due punti al nostro centro mentre a 1:21 una transizione 3 contro uno era chiusa da una affondata di Bridges su imbeccata di ball.

Due liberi per Morris trasformati a :57.7 e risposta con entrata di Miles che in caduta all’indietro per battere il lungo faceva centro in maniera strepitosa.

Nel finale c’era tempo per un’altra entrata aggressiva del nostro numero zero che finiva in lunetta splittando: 47-51 era il punteggio parziale della battaglia dei primi 24 minuti.

In difficoltà al tiro con il 34,0% contro il 46,5% avversario gli Hornets pagavano molto il tiro nel primo tempo.

Doccia fredda al rientro per Charlotte che incassava da Morris e Jackson (schermato con Martin rimasto troppo dietro il blocco) due triple e la squadra di Lue sul +10 sembrava poter avviarsi a gestire la situazione ma i ronzanti Calabroni segnavano con Plumlee in schiacciata (prendendosi il suo tempo su passaggio di Ball), con Rozier a 10:05 da tre su apertura di LaMelo che ignorava Plumlee con spazio sotto mentre dalla sinistra Ball passava in mezzo a Plumlee che avvinghiato passava a destra dove Martin connetteva la tripla del 55-57.

Morris da fuori faceva il bis e Zubac schiacciava il 57-62.

Ball ripartiva cucinando Morris per entrare a depositare ma Zubac in lunetta riportava il gap a 5 punti.

Bridges e ball passavano due volte dalla lunetta grazie ai falli (rispettivamente) di Morris e Jackson arrivando al -1 con sorpasso di Plumlee (scoop su passaggio rapido di LaMelo).

Il 66-65 reggeva poco perché Jackson passando un blocco arrivava al runner in area quindi un fallo tattico di Miles a metà campo salvava Charlotte da due punti sicuri.

Scampati al clear path Ball con uno scoop ci issava sopra ancora una volta su un fragile +1 peccato che Jackson e Kennard (stoppato P.J. Da Zubac e transizione sulla seconda) segnassero due triple.

La resistenza di Charlotte valeva il -3 (74-77) dopo una steal criminale di Ball su Hartenstein spalle a canestro che si faceva scippare la palla senza avvedersi del n° due che andava a chiudere in schiacciata.

Il finale però purtroppo vedeva un parziale di 2-7 pro Clippers e Charlotte si trovava sul -8 a 12 dalla fine.

Meglio lanciare le magliette che gettare la partita e la spugna.

Partiva male il quarto colpiti da Kennard e la dunk di Boston Jr. sfuggito a Bouknight che non teneva il primo passo, valeva il -15 (78-93) a 9:20 dalla fine.

Momento difficilissimo per Charlotte che tentava con due azioni dalla raffinata chiusura e imprevedibilità di risalire ma a 7:41 Charlotte viaggiava ancora con 14 punti di ritardo.

La frustrazione di Bridges per un fallo chiamato contro Rozier costava un tecnico oltre ai due liberi di Winslow mentre dopo una dunk mancata di Hartenstein, Boston recuperava palla e convertiva per il +20 dei californiani (87-107).

Partita in ghiaccio e “mamma butta la pasta” come direbbe Dan Peterson, anche per questa stagione contro i LAC si vince la prossima.

Plumlee e Bridges cercano di strappar palla a Zubac.

Analisi

Se vi foste messi per caso davanti agli schermi per la prima volta a vedere Charlotte questa squadra avrebbe potuto sembrare da bassa classifica NBA.

Purtroppo gli Hornets non sono incappati in una delle loro serate migliori mostrando all’estremo i propri difetti: il fatto di subire troppo la pressione difensiva di una squadra fisica ed aggressiva che ha contribuito a peggiorare la serata non certo fantastica di Charlotte al tiro.

Soprattutto il tiro da fuori è parso spesso troppo frenetico mentre gli Hornets hanno mostrato una panchina spesso sconclusionata e una difesa che ha bisogno di ritocchi con Plumlee troppo lento per tenere molti uno contro uno o poco atletico in aiuto.

La velocità degli Hornets è diventata spesso frenesia anche al tiro da fuori preso senza coscienza e il ritmo impostato dalle due squadre – diverso – ha finito per premiare i più tignosi ed equilibrati Clippers.

Purtroppo un’altra caduta in casa (dopo quella con Atlanta anche se ieri si era usciti vincitori contro LAL) che non aiuta ad esaltare un ambiente che aveva preso entusiasmo, night off offensiva 32,7% e 23,5% dal campo e da tre punti rispettivamente contro il 52,4% e il 39,3% avversario.

56-62 a rimbalzo, 2-6 nelle stoppate, non è bastato l’8-15 nei TO con i fast break portati a casa da Charlotte soltanto per due punti: 17-15.

Le pagelle sono dedicate in chiave ironica ad episodi simpatici avvenuti sul lavoro e vista la serata di Charlotte negativa, meglio così…

LaMelo Ball: 7

23 pt. (8/19), 6 rimbalzi, 10 assist, 1 rubata. Quello che cambia tutto in corsa: Quando tu lavori per un marchio di una catena di GDO (sfortunatamente) ma arriva il cliente che ti chiede il detersivo della catena concorrente e quando gli fai presente che non puoi averlo e deve recarsi dal concorrente ti dice che l’ha preso ieri qui. A quel punto “mentendo” dici che è terminato… Provi a ripassare… Fantasia, abilità e velocità… Ball dopo un primo tempo dalle basse percentuali diventa più concreto nel secondo dove oltre a trovare i compagni produce anche per sé stesso. Da criminale (in senso positivo) la steal alle spalle di Hartenstein che ancora adesso starà chiedendo ai compagni chi è stato a rubargli palla e anche lo spin no look pass per Martin è spettacolare… Predica nel deserto in serata anche quando rinuncia al tiro per trovare il compagno più libero.

Terry Rozier: 4,5

10 pt. (4/14), 5 rimbalzi, 3 assist. Quello credibile: Quello che come magazziniere deve aprire il negozio ma non viene avvistato per un’ora e mezza e come scusa quando arriva (avendo già aperto il vice) ti dice che la figlia di due anni è salita sul wc, ha buttato le chiavi dentro e ha tirato lo sciacquone. Nemmeno Diabolik… Credibilità ne ha ma parte male, non trova mai il ritmo e la sua media punti di stagione è tagliata alla fine. Gli saltano addosso anche in penetrazione e soffre la cosa. Un 2/6 da fuori, forse avrebbe potuto provarci di più oggi da oltre l’arco.

Cody Martin: 5,5

8 pt. (3/8), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Quello attivo: Quello che è appena tornato dalla discoteca ed è in macchina fuori che aspetta di entrare ma si è addormentato e ti chiedono di andare a svegliarlo ma quando esci scopri che è andato a casa… Ecco, Martin ha dei momenti su e giù ma non incide con la difesa dando il ritmo alla squadra per transizioni o stop importanti. Un paio di triple su cinque tentativi che vanno a segno più una annullata ben prima perché il suo movimento con finta in avanti viene valutato falloso sul close-out avversario però l’invasione di cilindro di Miles in un’altra occasione era stata valutata all’opposto…

Miles Bridges: 6

18 pt. (6/19), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate in 37:49. Quello che va dritto per dritto: Al grido di levatevi che siete lenti, ecco quello che vuole fare troppo. Ex direttore sale in ribalta, prende un roll e anziché scendere di taglio va dritto per dritto come direbbe “Mario” e grazie al leggero dislivello le ruote si bloccano e il roll finisce per terra con marmellata di frutti di bosco annessa… Purtroppo la percentuale al tiro è inficiata da uno 0/6 da fuori mentre da sotto spesso ha mani addosso e non gli vengono riconosciuti tutti i falli. In entrata è sempre pericoloso finendo con un 6/8 dalla lunetta. Frustrato prende anche un tecnico nell’ultimo quarto. A un rimbalzo dalla doppia doppia mette un paio di pezze in stoppata. L’altro giocatore insieme a Ball salvarsi dalla Kobarid (Caporetto) degli Hornets.

Mason Plumlee: 5,5

10 pt. (5/8), 10 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Quello che ci prova ma con risultati modesti: Apprezzabile il fatto che da ubriaco questo soggetto abbia tentato di recarsi al lavoro. Ormai a un passo dalla struttura, con indosso il camice però non ce l’ha fatta, è stato segnalato da un passante come: “C’è uno dei vostri ribaltato sulla panchina”. Dopo un giro all’ospedale il giorno dopo, in “perfetta” forma. Ok, Mason più aggressivo a rimbalzo e in attacco (5 rimbalzi offensivi e altrettanti difensivi), doppia doppia, un time-out chiamato da terra che ci salva ma non si piega sulle ginocchia quando la palla è bassa e finisce per perderla a volte. Il problema principale è che sarà testimonial Telepass, troppo lento sulle puntate avversarie e poco aggressivo in aiuto sulle entrate, lasciamo perdere lo 0/4 ai liberi…

Ish Smith: 4

0 pt. (0/6), 1 rimbalzo, 3 assist, 2 TO, -24 in 14:48. Quello con la mira storta: Bella sfida con P.J. Washington ma Ish dopo il 10/12 con LAL sembra la controfigura non mettendo nemmeno un tiro in serata. Un giorno ragno meccanico che stava lavorando adiacentemente al nostro p.v. dove si trova il giardino di un’istituzione pubblica, anziché recuperare i ciocchi di legno tagliati il giorno prima ha preso accidentalmente il classico lampione da giardino, barra cilindrica in metallo verniciata di nero e palla di vetro a coprire la luce. Il bello è che la parte elettrica è rimasta funzionante ed il lampione sdraiato per circa più di un anno e mezzo per favorire l’illuminazione alle formiche…

P.J. Washington: 4,5

10 pt. (3/14), 7 rimbalzi, 1 assist, -18 in +/- in 20:09. Quello distratto: Quello che ha già combinato alcuni danni e cerchi di limitare ma si impossessa dell’elevatore e dopo una prima discesa dal tir riuscitissima, non si sa come, dimentica le pale dello stesso alzato riuscendo nel capolavoro di centrare la serranda finendo anche per terra grazie allo spostamento del manico del mezzo dopo l’urto. Il fabbro ringrazia, il ferro no, sdeng!

James Bouknight: 5,5

10 pt. (3/9), 3 rimbalzi, 2 rubate, -22 in +/- in 19:14. Quello brillante: Quando ti chiedono se abbiamo qualcosa contro le formiche ma arriva una terza persona che non ha a che fare con la situazione rispondendo: “il formichiere” risolvendo brillantemente la situazione. Metodo naturale per risolvere il problema e mi fa aprire una parentesi su quelli che comprano il lanciafiamme contro le vespe (che poi non sanno se sono api, vespe, calabroni o altro) che stanno a 15 km da casa loro o perché una è entrata per caso di passaggio (ed uscirà probabilmente abbastanza in fretta) per risolvere spesso un non problema… Purtroppo James parte bene ma non chiude altrettanto bene e in più in difesa è spesso in difficoltà anche se sulla caduta di Winslow sulla sua pressione si trova tra le mani la palla per andare a schiacciare. Un po’ al limite il fallo contro di lui con Bledsoe che in partenza inciampa sul piede sx di Bouknight un po’ aperto ma comunque in scivolamento corretto.

J.T. Thor: s.v.

0 pt. (0/0) in 3:15. Niente da dichiarare nel garbage time.

Nick Richards: s.v.

1pt. (0/1), 1 rimbalzo in 3:15. Quello che batte la fiacca: Quando ho iniziato a lavorare in questo posto c’era un ragazzo alla quale la voglia non era saltata addosso. Passava minuti con il gomito appoggiato allo scaffale. Purtroppo il capo reparto non era d’accordo e al grido di “Gavino” che poi non era il suo reale nome, lo prendeva alle spalle da una delle due entrate della corsia “ristimolandolo”… Uscito dalle rotazioni il giamaicano si riposa, non per colpa sua ma sicuri che non serva quando dobbiamo difendere meglio?

Coach James Borrego: 4

La peggior versione degli Hornets sorbita in un orario italiano decente. Fuori l’uomo d’ordine la squadra manca di ritmo e la frenesia non porta a buoni risultati, se poi al tiro è night off, auguri… In difesa però c’è da metter mano su qualche situazione, sia suo blocchi avversari che sulle entrate per limitarne l’abuso, Plumlee e anche Martin a volte sono parsi troppo lenti.

Matchup key 51: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Clippers

A cura di Filippo Barresi.

James Bouknight vs Luke Kennard

Lo scontro di questa sera (palla a due alle ore 19:00 italiane) vedrà contrapporsi due giocatori delle seconde linee molto in forma che potrebbero divenire importanti per le relative formazioni in serata.

Da una parte Bouknight sta trovando continuità come mai in questa stagione grazie a minuti costanti e responsabilità in aumento.

Le assenze di Hayward, McDaniels e probabilmente Oubre Jr. hanno indotto coach JB a concedergli un pizzico di fiducia in più.

Dall’altra parte troviamo una formazione falcidiata dagli infortuni di George e Leonard che spesso si affida all’estro del proprio sesto uomo: Luke Kennard.

Il tiratore è stato capace di vincere una partita con 7 punti consecutivi nell’ultimo minuto di gara contro Washington ed è sempre in grado di accendersi all’improvviso in modalità scintilla.

Possibili svantaggi:

Le pesanti assenze per i Clippers non stanno condizionando le loro prestazioni difensive. Grazie alla loro fisicità e a giocatori dalle lunghe leve è sempre complesso metterli in difficoltà e gli Hornets dovranno essere bravi a sfruttare i pochi mismatch che emergeranno nel corso della gara.

Possibili vantaggi:

Le assenze pesano, soprattutto per quanto riguarda la metà campo offensiva con la necessità di affidarsi spesso al giocatore in serata per poter trovare il canestro con continuità.

La difesa degli Hornets è in costante crescita (anche grazie alle migliorate prestazioni di Plumlee) e in questo fondamentale si dovrà trovare il margine per poter superare gli avversari.

Game 50: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Lakers 117-114

Intro

Gli Hornets sperano di lasciare un segno sulla futura NBA ma partendo da questa annata con un ritorno ai PO dopo un periodo “Lombroso”, criminale gioco di parole per definire partendo dal pensiero dell’antropologo e criminologo veronese dell’ottocento, un periodo non felicissimo.

Per incidere Charlotte avrà bisogno di quella fluidità tipica dell’inchiostro in un match da slapping war e quindi, rimanendo in linea ho pensato per la partita di “firmare” le pagelle inserendo eventualmente un tatuaggio che alcuni dei nostri giocatori portano e Lombroso non sarebbe contento abbiano probabilmente definendo il tratto criminale di ogni giocatore degli Hornets scarificato e pigmentato.

Contro le stelle del firmamento hollywoodiano non sarà facile vincere, Westbrook, Davis e James sono dati in dubbio, sarà solo pretattica o gli Hornets potranno avere un vantaggio da sfruttare viste le assenze (Hayward e McDaniels) e i dubbi (Oubre Jr.) tra le nostre linee?

Alla fine saranno James e Davis a rimaner fuori, oltre a Monk, già dichiaratamente a riposo.
Per la Charlotte dei record nell’ultima partita s aggiungeva anche Oubre Jr. (caviglia) alla lista infortunati oltre a McDaniels e Hayward.

Andamento della partita

I quintetti.

Nonostante la palla a due vinta da DeAndre Jordan per i Lakers, Charlotte passava in vantaggio con Ball che dopo un crossover inventava un floater acrobatico in uno contro uno per un 2-0 traballante tra i ferri.

Lo scambio sulla sinistra tra Rozier e Plumlee con restituzione in angolo sinistro per Terry faceva paura ai californiani che incassando il 5-0 subivano Rozier che ingannava il proprio difensore con movimento letale in area per poi ad allungarsi di sinistra per appoggiare.

La stoppata di Ball con Bradley stupito dal reverse layup bloccato e lo show time degli Hornets che vedevano il tagliante di Bridges per Ball che invece si schiacciare alzava dietro la palla per l’accorrente Miles bravo a depositare in corsa costringeva i gialloviola al time-out a 9:16.

Venti secondi più tardi arrivava il primo canestro ospite con Ellington alla tripla replicata però sull’altro fronte da Rozier che raccoglieva un’azione sviluppatasi un po’ casualmente.

Quando Miles rompeva un raddoppio in partenza e andava a schiacciare una tomahawk senza più trovare resistenze e i Lakers andavano sull’1/11 al tiro più lo 0/2 dalla lunetta di Jordan a 6.26, Charlotte si trovava in una posizione ideale per allungare sul 16-3, cosa che avveniva grazie al rimbalzo offensivo di Plumlee, l’errore di Miles su passaggio dello stesso Mason che non si perdeva d’animo schiacciando proprio la palla mancata dal nostro numero zero.

A 5:51 Westbrook infilava due liberi mentre a 5:37 Bridges di fisico spostava Anthony ed appoggiava prima di rivedere Jordan mancare altri due liberi…

Toccava all’altra vecchia volpe Anthony mettere fieno in cascina con un fade-away da marcato tirato dalla baseline destra e dopo un runner di Ball per il 20-8 Charlotte trovava anche una tripla di P.J. Washington aperta che rimbalzava lunga sul ferro per prendere uno spin che la portava altissima prima di baciare il primo ferro e ricadere in retina.
Primi due liberi anche per Charlotte a 2:53 con il 2/2 di LaMelo ma il 25-10 si assottigliava nel finale sino a 7 punti dopo il 2/2 di Bazemore a :26.1 (28-21) tuttavia sull’ultimo possesso una palla servita a Rozier sulla destra – schermato da P.J. Washington – valeva tre punti e il 31-21 di fine quarto.

La seconda frazione non cominciava bene per Charlotte nonostante in panchina Davis scuotesse la testa dopo una rapida entrata di Smith con appoggio al vetro.

I veterani di Vogel trovavano tre punti con Ariza, altri due provenivano da sotto con Bazemore che mancava un tiro ma vedeva il rookie Reaves reagire bene segnando a 10:39 il preoccupante 33-28.

Smith segnava un pull-up su Reaves prendendogli il tempo e Bouknight si auto-correggeva da sotto dopo aver preso facilmente il proprio rimbalzo in area: 37-28.

I Lakers non mollavano ed Anthony metteva il pull-up dalla linea di fondo oltre Martin.

Smith a ricciolo era troppo veloce per Reaves ma LAL toccava il -4 dopo una tripla di Bazemore (39-35).

Gli Hornets beneficiavano di un pull-up di Ish ancora una volta e ai 24 in questa occasione,poi Horton-Tucker in lunetta a 8:00 dall’intervallo infilava il 41-37 ma dopo essere giunti sul -2 con un tiro intenzionale al plexiglas di Westbrook, i losangelini si sgonfiavano e gli Hornets ripartivano con un sottomano di Bridges, un altro canestro dello scatenato Smith in reverse dalla baseline (troppo timido e lento Reaves) e con un canestro di Miles in continuazione per un gioco da tre punti a 6:16.

Due FT di martin splittati a 5:40, un runner frontale di Ball si aggiungevano per il parziale di 10-0 interrotto da una tripla con finta di Bradley su Smith per il 51-42.

L’alzata di Ish per Plumlee riportava i Calabroni al vantaggio in doppia cifra e Ball da tre su un close-out tardivo poteva infilare dalla diagonale destra il tiro pesante del 56-44.

Ish Smith stoppava Bradley in maniera clamorosa e sulla ripartenza – spalle a canestro – serviva l’accorrente P.J. Che di forza salutava Ellington per un two con and one mancato.

Quando Johnson a rimbalzo difensivo si appoggiava sulla spalla di Plumlee arrivava il fischio con l’ex centro dei Pistons a realizzare impensabilmente entrambi i tentativi a 2:33 per il 60-44.

Bazemore da tre a suo agio negli angoli, Ball da tre non segnava ma una palla tenuta viva consentiva allo stesso LaMelo di partire da lontano e sorprendere in corsa una difesa troppo aperta.

Bradley rubava a un Miles in uscita palla per piazzare un tiro da fermo ma P.J. Washington a 1:09 infilava l’open dalla diagonale sinistra per il 65-49.

Charlotte tentava di dare la spallata decisiva sin da subito a inizio ripresa: Miles da tre apriva bene ma due particolarissimi tecnici contro Mason in 8 secondi (entrambi per violazione dei tre secondi) davano ad Anthony e ai Lakers due punti omaggio.

Una tripla rimbalzante tra i ferri interni di Ball dalla diagonale destra era inghiottita dalla retina mentre la retina dei fan era tutta per Martin che saliva al limite per stoppare all’ultimo il sottomano di Westbrook che rimaneva impotente sulla transizione con lancio di Rozier e alley-oop morbido di Bridges.

Charlotte toccava il +20 (73-53) ma subendo un parziale di 6-16 (belle per Charlotte le azioni con alzata di Ball per Mason e baseball pass dello stesso Plumlee per il windmill di Bridges) chiuso da una bruciante accelerazione in coast to coast di Westbrook produceva un taglio netto dei punti lasciando un +10 di margine (79-69) a 5:45.

Il trend continuava preoccupante e Westbrook con un paio di entrate troppo facili più una tripla su giro palla LAL di Anthony da fronte a canestro trascinavano la squadra di Vogel al -4 (82-78) a 2:37.

I Lakers pescavano anche il pareggio a quota 84 con Reaves dalla diagonale destra mentre nel finale un piazzato di Smith e due FT splittati da ambo le parti (Ball e Reaves) lasciavano custodire all’ultimo quarto due punti di vantaggio per Charlotte: 87-85.

Cody Martin, alla fine out per numero di falli, al tiro. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Charlotte si salvava sul primo possesso LAL con la tripla di Ariza dall’angolo sinistro in & out, Ish, invece, dalla stessa posizione la spediva dentro giungendo sul 7/7 dal campo.

Horton-Tucker in area inventava l’appoggio su P.J. Washington ma Ball forzando su Reaves tra gli esagoni del portale spaziale pitturato Hornets restituiva il +5 (92-87).

la partita rimaneva lì ma Ish Smith, dopo aver mancato un tiro si rifaceva con una bomba frontale e pur sbagliandone largamente un’altra dava la possibilità a Martin di raccogliere da sotto e convertire per il 97-91.

Pur vedendosi annullati un canestro di Plumlee in alley-oop per fallo leggermente precedente sul passatore Rozier (palla già in aria), ecco che a 6:40 – dopo un rimbalzo difensivo di Plumlee che spingeva la transizione – il close-out di Horton-Tucker risultando falloso dava la possibilità alla nostra SG di battere tre FT.

Pur mancando il primo, Terry realizzava gli altri due fissando il 99-91 e mentre Westbrook passava largo due giocatori l’help a bordo area di P.J. era fondamentale perché arrivava un’ottima stoppata con transizione chiusa da Martin con ottima angolazione su servizio di Rozier.

101-91 ma non era finita perché i Lakers recuperavano nuovamente arrivando a 4:29 sul -5 con la tripla di Reaves e un tecnico affibbiato a Bridges a 4:22 dopo un fallo a suo favore (contro Wes) per una gestualità considerata irriverente.

A 3:16 la tripla deep in ritmo di Rozier era manna dal cielo: 108-101 e a 2:55, nonostante Martin uscisse per un blocking che costava il sesto fallo.

Due FT splittati per il play avversario mentre a 2:37 Horton-Tucker in avanzamento commetteva fallo su Miles: challenge per Charlotte che chiedeva la continuazione e la otteneva insieme al punto supplementare.

111-102 ma 4 punti rapidi e troppo facili per Westbrook davano ritmo al veterano che rispondeva colpo su colpo a Ish Smith (due canestri d due punti) con due triple che accorciavano il divario sul 115-112.

Anthony fermava Rozier e Miles faceva lo stesso con Westbrook in stoppata ma la palla vagante era preda di Johnson che arrivava all’appoggio al ferro mettendo i brividi a Charlotte ormai sul vantaggio minimo: 115-114.

I Lakers ci mettevano troppo a scegliere di commettere un fallo giacché il cronometro avrebbe dato loro un possesso inferiore al secondo se Charlotte avesse mantenuto palla in mano sino ai 24 e Ball in lunetta a :09.6 segnava il primo libero mancando il secondo.

I Lakers cercavano l’isolamento con Westbrook, tripla contro il close-out di Miles e palla sul ferro con P.J. A rimbalzo che subiva fallo e a due decimi allungava sul 117-114 finale per una vittoria sofferta.

Ish Smith, altra prestazione sopra le righe in serata dopo quelle a Brooklyn e Denver. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Come spesso è accaduto quest’anno i Lakers si sono trovati senza qualche star: le due primarie, Davis e James, costrette a dare forfait hanno però lasciato il posto a una parata di old star comunque ancora valide vista la capacità dei californiani di attrarre i giocatori.

I Lakers sono la squadra più vecchia della NBA con una media di 30 anni e 292 giorni ma proprio dai veterani (Westbrook, Anthony e Bazemore) è arrivata una strenua resistenza che ha rimesso in discussione una partita nella quale i gialloviola non hanno mai comandato partendo male (9-0 di parziale subito), continuando peggio (+20 Charlotte a pochi minuti dall’inizio ripresa) ma riprendendola in mano più volte avvicinandosi pericolosamente proprio nel finale quando uno dei tanti isolamenti dell’ex Knicks Westbrook ha rischiato di far saltare il banco.

Colpo gobbo mancato perché la palla spedita sul ferro ha dato a Charlotte un’importante e meritata vittoria che rompe una striscia di sei sconfitte consecutive e lancia i Calabroni sul 28-22 dopo una partita emozionante.

C’è da fare i complimenti ai Lakers per la tenacia questa volta ma la maniera di giocare sui colpi delle star, molto all’americana alla fine non li ha premiati.

Charlotte ha giocato di squadra mostrando qualche limite ma ha finito per prevalere nonostante i 35 punti di Westbrook, i 19 di Anthony, i 16 di Reaves (ottima spinta offensiva per il ragazzo ma difesa da rivedere assolutamente) e i 13 di Bazemore.

La casella assist segna un 25-19 pro Charlotte mentre i rimbalzi sono stati 56-54 con Plumlee a quota 17.

Il 51,8% al tiro dei Calabroni contro il 41,8% dei Lacustri si spiega con una miglior costruzione di gioco in genere nonostante l’11-6 nei TO con Charlotte che si è avvantaggiata molto nei fast break: 17-7.

Altro fattore chiave la mancanza dei due big man losangelini.

Gli Hornets hanno finito per vincere largamente nel pitturato con un 58-38.

LaMelo Ball: 7

20 pt. (7/18), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Leone. Banale per quello che potrebbe essere definito l’uomo per le speranze della franchigia. Il 21 agosto 2020, LaMelo si è fatto tatuare un leone inchiostrato sull’avambraccio sinistro dal tatuatore Herchell L. Carrasco. Il tatuaggio del leone è un simbolo di forza, potere, coraggio, combattimento ed autorità. Unite – speriamo – anche a una consapevolezza (l’altro tatuaggio “Sky is the limit” è da una parte interessante dall’altra parte preoccupante) socratica (conosci te stesso) che non lo renda un pallone gonfiato, sicuramente il giovane playmaker, anche se con costanza ancora da trovare, incarna molte di queste qualità. Nonostante un +21 nel plus/minus nell’ultimo quarto è lasciato a tratti in panca al posto di Smith, un po’ perché Ish è on-fire, un po’ tra riposo e scelta (con l’espulsione di Martin e negli ultimi secondi l’esigenza di mettere un tiratore di liberi al posto di Plumlee). Quando rientra manca una tripla scagliata da lontanissimo, scelta pessima e nel finale sbaglia un libero lasciandoci a +2 nel limbo. Certamente costringe i Lakers ad andare da tre per vincere la partita o scegliere una soluzione da due per portarla al supplementare e alla fine va bene. Mostra il solito buon talento in corsa con floater preziosi mentre il 2/8 da fuori e i soli due assist (fantasioso quello nel primo tempo restituendo all’indietro in corsa un passaggio oltre il difensore alle sue spalle) sono aspetti meno positivi in una prestazione complessivamente buona.

Terry Rozier: 7

20 pt. (7/16), 6 rimbalzi, 3 assist. Gufo. Si staglia un po’ al di fuori dall’estetica del punto scelto e dalla proporzione questo tatuaggio visibile sul collo di Rozier. Slow, significa aspettative, visione e mente futuristica, qualità che Terry sicuramente incarna in campo. Come Ball va a prendersi un tiraccio nell’ultimo quarto ma le differenze sono due, lo fa palleggiando in ritmo e lo mette. Una serata da media punti con un 4/10 da fuori. La visione c’è ancora le sue aspettative di PO sono dichiarate ormai. Importante nell’ultimo quarto con altri due punti in entrata semplice mentre l’ingeneroso fallo chiamatogli contro su Reaves costa un and one e nel finale si fa fermare da Anthony tuttavia la sua è una buona partita ed è uno dei protagonisti in avvio che incanalano l’energia e la partita nella direzione corretta.

Cody Martin: 6,5

7 pt. (3/7), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata, 6 PF. Colomba. Parrebbe essere una colomba quella disegnata sull’avambraccio sinistro di Martin. Simbolo di pace per antonomasia nella cultura occidentale cattolica, messaggero celeste che in alcune culture rappresenta la reincarnazione dello spirito di un defunto mentre in alcune tribù di nativi americani è simbolo di sicurezza in battaglia. Per ascendere ad un livello superiore Martin deve sicuramente affidarsi a qualcosa di mistico e l’animale totem sull’avambraccio (sembrerebbe più avere a che fare con lo spirito di un defunto guardandolo nell’insieme non riuscendo a leggere l’iscrizione) è comunque associabile alla grinta che mette in campo Cody. Partita di sacrificio per Cody che esce a pochi minuti dalla fine dopo aver speso un blocking su Wes. Si spende su Anthony o Westbrook, qualche volta ce la fa, altre volte, nonostante una buona resilienza o un atteggiamento troppo blando, magari estromesso dal blocco, patisce. In attacco è colomba volando a chiudere un paio di transizioni con buona angolazione e quando Ish nel finale gli passa una palla sotto è abile a trovare coordinazione e uno spin in reverse (passando il ferro), non facile.

Miles Bridges: 7,5

26 pt. (9/15), 8 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Aquila. Tatuaggio visibile sulla spalla sinistra. Certo… è già difficile raggiungerlo alle quote dove vola, poi si tratta anche di stile e potenza. La maniera nel quale lo fa lo fanno paragonare facilmente a un imprendibile rapace. Peccato per il tecnico preso nell’ultimo quarto dopo aver segnato un two and one per il quale ci è voluto il challenge. Vola alto per le schiacciate o anche in alley-oop morbido quando Rozier lo lancia ma lo si vede rapace anche nel finale con la stoppata su Westbrook che ci da qualche secondo fondamentale per trascinarci alla vittoria. Conquista la lunetta diverse volte infilando 7 liberi su 8 tentativi.

Mason Plumlee: 7

8 pt. (3/4), 17 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 4 TO, 5 PF. Non si scorgono tatuaggi sul corpo dell’ex Duke. Bianco, piacerebbe mandasse in bianco anche gli attacchi avversari ma se è Westbrook a puntarlo spesso mostra di non farcela minimamente a contrastarlo. Prende due tecnici per tre secondi in 8 secondi netti (ha piantato la tenda nella notte effettivamente nel pitturato anche se sul secondo tecnico forse…) ma stanotte tira giù una serie di rimbalzi importanti su tutti e due i fronti, realizza un 2/2 ai liberi (domani nevicherà in Arabia Saudita) e smista palloni importanti con facilità come la palla lanciata a Bridges per la schiacciata in transizione o quella ceduta in angolo a Rozier su un’altra corsa in fast break.

Ish Smith: 8,5

22 pt. (10/12), 2 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Anche lui senza tatuaggi come Plumlee, la versione colore giramondo probabilmente li ha persi sfrecciando sui parquet. Scherzi a parte, Ish parte subito bene chiudendo il primo tempo con un 5/5 dal campo e 10 punti. Si mimetizza nel terzo quarto ma nell’ultimo piazza importantissimi punti con una tripla in allegato. Passaggi di classe come l’alzata per l’alley-oop di Plumlee nel primo tempo o il pocket bound per Martin nell’ultima frazione. Aggiungiamo anche la stoppata su Bradley e il passaggio spalle a canestro per P.J. su quel fast break. Decisioni corrette, tempismo corretto, mano ottima in serata. La scheggia impazzita che non ti aspetti.

P.J. Washington: 6,5

12 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Angelo. P.J. Washington ha un grande tatuaggio sullo stomaco che raffigura un angelo un po’ particolare perché ha il viso di sua madre con la quale ha molto feeling. Sicuramente l’angelo è una figura che nell’immaginario collettivo indica protezione, quella che Plumlee non sempre riesce ad offrire e quindi Borrego si affida alle sue vestigia ultraterrene in versione agatodemone o caco-demone per Charlotte a seconda della serata. In una partita del genere era dura, infatti, non sempre per sue colpe, è affondato in un paludo -21 di plus/minus ma a parte un paio di importanti triple, riemerge nel finale con una stoppata plastica in aiuto su Westbrook tenendo fede al ruolo di angelo custode del canestro e impedendo con buon tagliafuori la beffa del pari sul tiro di Westbrook finito sul ferro.

James Bouknight: 5,5

2 pt. (1/3), 1 rimbalzo, -11 in plus/minus in 7:05. Sull’avambraccio destro reca due rose tatuate. L’augurio è quello di vederlo sbocciare. Fa freddo a gennaio e le rose rimangono chiuse in serata. Gioca poco non funzionando nell’insieme quando l’onda mordoriana dei veterani orchi dei Lakers rischia di travolgerlo, lui molto giovane. Segna due punti catturando un rimbalzo da un suo stesso errore.

Coach James Borrego: 6,5

Altra vittoria gestendo un attacco equilibrato e variegato. La difesa non è costante. Capace di dare diversi buoni stop agli avversari mentre certe volte è troppo facile batterla in entrata. Nel complesso una W meritata che non deve essere intaccata dalle assenze avversarie, buon gioco e qualche tripla in meno del solito presa (36). Gira su 8 uomini affidandosi a loro per cercare di tenerli in ritmo. In questo caso, viste le assenza, va bene.

Versione 1.

Versione 2.
Solamente il finale.

Matchup key 50: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Lakers

A cura di Igor F.

P.J. Washington Vs Anthony Davis

I Los Angeles Lakers arrivano a Charlotte in un periodo difficile costellato da infortuni, tra grandi nomi un po’ stagionati e un supporting cast non sempre all’altezza (vedere l’ultima prestazione dell’ex Monk) e mentre James rimane in game time decision, il rientro di Anthony Davis (pericolo numero uno per una squadra che sotto le plance fatica a volte) pone P.J. Washington e i lunghi di Charlotte in chiave difensiva sotto una particolare luce intensa per fermare l’arma multitasking gialloviola ma nelle ultime ore pare che il Monociglio e Westbook passino nella zona grigia dei giocatori in dubbio mentre Monk sarà out.

Possibili svantaggi:

Sicuramente Charlotte spesso ha sofferto i grandi nomi, quelli ai quali ogni tanto le terne NBA non disdegnano nel dare qualche fallo a favore con le cosiddette chiamate per superstar.

Davis potrebbe essere un problema da marcare e l’aggiunta di James produrrebbe ulteriore scompiglio contro una squadra che a dispetto della classifica rimane ostica e con il dente avvelenato per recuperare in classifica.

Dipenderà molto anche dalla vena dei vari Westbrook e soci, anche i Lakers come Charlotte sono tra le prime dieci per punti realizzati (decimi) ma in fondo alla classifica per punti subiti (ventiseiesimi).

Gli Hornets dovranno cercare di non far prendere ritmo e tiri facili all’attacco dei californiani.

I Lakers sono sesti (5,7) nella tabella di squadra delle stoppate e questo potrebbe dare un pochino di fastidio agli avanti Hornets in talune penetrazioni.

Possibili vantaggi:

La swarm defense per produrre transizioni potrebbe essere una buona arma per anticipare, pressare e non far ragionare l’attacco avversario specialmente contro giocatori un po’ più grandi e lenti dei vari Rozier, Cody Martin e Ball ma bisognerà cercare di mantenere un assetto equilibrato in copertura.

Muovere la difesa ospite sarà altresì importante (una delle chiavi offensive della vittoria potrebbe essere l’apporto di Ball come uomo assist) per trovare anche quelle conclusioni da fuori (auguriamoci che la mano sia quella dell’ultima partita) per alternare ed ovviare eventuali difficoltà nel tiro da sotto o dal pitturato che dovranno comunque inevitabilmente essere prese per variare il gioco e cercare punti facili.

Kelly Oubre è in dubbio ma gli Hornets disporrebbero comunque eventualmente di altri buoni tiratori sul perimetro (Rozier, Martin, lo stesso P.J.) che non dovranno però eccedere.

In ultimo, se i Lakers vorranno cancellare la sconfitta a Phila, gli Hornets, dopo la L davanti allo Spectrum Center intero, i Calabroni non vorranno certo replicare deludendo il pubblico, il termometro del team senza Hayward passa per queste due sfide alle losangeline.

Game 49: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 158-126

Intro

Per osservare da vicino una partita NBA nel suo andamento potremmo dire che spesse volte è permeata dall’eterogenesi dei fini, ovvero conseguenze non intenzionali nate da azioni intenzionali.

In poche parole l’azione che si svolge può compiersi con esiti differenti da quelli che ci si era preposti per le conseguenze e il sommarsi da effetti secondari nell’agire che potrebbero modificare lo scopo originario (un passaggio volante anziché un tiro a canestro ad esempio) o farebbe nascere addirittura nuove motivazioni di carattere non intenzionale, non pensate prima.

Questo vale anche in campo psicologico e le imprevedibili conseguenze di chimica nello spogliatoio dei Pacers, falcidiato per l’occasione, sembrano gravare molto sui Battistrada che potrebbero prepararsi a cambiar volto durante questa finestra di mercato.

Dal canto loro gli Hornets – pur portandosi tutti i loro problemi – vogliono tornare a sorridere dopo due pesanti battute d’arresto e l’occasione propizia arriva in un back to back (da cercare di sfatare) a tutta velocità, a volte nonostante le difficoltà è solo questione di cuore.

Andamento della partita

Dopo 22 secondi gli Hornets si trovavano già a quota due falli e quello in chiusura di balla su Justin Holiday costava due trasformazioni del piccolo in divisa blu notte ma il secondo veniva annullato per invasione della linea di Bitadze assecondando l’eterogenesi dei fini mentre lo skip pass di Rozier nell’angolo destro per Miles valeva i primi tre punti degli Hornets a 11:21 che diventavano cinque dopo la stoppata di Plumlee su Bitadze e la transizione fino in fondo di Cody Martin a 10:14.

LeVert realizzava il 5-3 ma Charlotte andava a segno con una reverse di Plumlee servito da Bridges che dalla linea di fondo sinistra passava due difensori poi Ball in corsa al limite dei 24 lanciava un arcobaleno sopra Bitadze quindi da una steal di Plumlee nasceva l’azione che Rozier chiudeva in catch n’shoot 3 per il 12-3.

Time-out Indy che rientrava più convinta in attacco con Bitadze a rimbalzo offensivo che saliva subito trovando il canestro, il reverse di Miles in corsa oltre il ferro per il 14-78 era attenuato dalla tripla di Duarte e dal reverse di Bitadze prima che Ball lanciasse da metà campo i componenti per l’alley-oop di Bridges teso al 16-12.

Duarte da due, Rozier da tre dalla diagonale sinistra e ancora Craig dall’angolo sinistro a 5:47 con Borrego non contento della difesa a chiamare una pausa sul 19-17.

A 5:28 Miles passava in velocità Bitadze chiudendo con una potente jam di destra Ma Holiday pescava un colpo direttamente da tre punti imitato da un two and one di Bitadze a 4:40 (fallo di Oubre Jr.) che portava per la prima volta avanti la squadra di carlisle (21-23).

La tripla di Rozier su Stephenson era restituita da J. Holiday dall’angolo destro su Terry mentre Craig in schiacciata rifiniva una transizione.

A 3:31 il crossover di Bridges sull’ex Stephenson valeva un two and one per il 27-28 ma Craig e Jackson pescavano dal proprio serbatoio due punti a testa e per resistere Charlotte doveva conquistare un rimbalzo difensivo con Oubre che dall’altra parte accelerava e veniva toccato realizzando a 1:38 tutto da solo un and one per il 30-32.

I Pacers andavano sul +5 dopo due FT splittati da Stephenson (30-36) quindi un pick and roll tra LaMelo e Washington portava all’ennesimo two and one per Charlotte che prima di chiudere il quarto incassava un altro libero dell’ex Stephenson per il 33-36.

Kelly Oubre Jr. finirà con 39 punti. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Con una difesa non esattamente funzionante agli Hornets non restava che provare ad aprire il secondo quarto bene in attacco e la tripla di Oubre Jr. a 11:04 per il pareggio a quota 36 ma il trend perdurava per tutto il quarto con Oubre ad esempio a riportare in vantaggio gli Hornets con un tre frontale 46-43 prima che l’ex Lamb trasformasse anch’esso da fuori per il 48-48.

Il nuovo vantaggio di Bouknight con partenza ottima (finta su Lamb) e chiusura in fing and roll serviva a muovere il punteggio ma con Indy tornata sul +2 toccava a Oubre andare in lunetta (il terzo fallo di Bitadze costringeva i Pacers a richiamare il centro in panchina rinunciando a un pezzo pregiato dell’attacco in serata) a pareggiare a quota 56.

A 4:31 era sempre Oubre Jr. in lunetta a mandare a bersaglio due FT per il 60-59, un punto di vantaggio che si estendeva a 4 con la jam di P.J. Washington servito in corsa da Rozier raddoppiato.

Facile a quel punto schiacciare il 68-64, meno mantenere il vantaggio perché se Duarte in lunetta pareggiava, a :29.1 Stephenson (fallo di P.J. sul tentativo di stoppata) faceva passare avanti la squadra gialloblu.

A salvarla da un primo tempo in svantaggio era Rozier che tirava un rim/glass 3 che finiva per inabissarsi nella retina lasciando avanti di un risicatissimo punto i Calabroni dopo un primo tempo sofferto contro una squadra in emergenza ma capace di mettere in difficoltà una difesa che lasciava perplessi.

Percentuali alte dal campo: 54,5% CHA, 58,1% IND, 47,4% CHA, 46,7% IND, 14/17 Vs 13 17 ai FT, la differenza a tenere in corsa i Pacers la facevano i rimbalzi (18-27) e qualcosa negli assist (16-20) oltre alle second chance (2-9) mentre a favore di Charlotte parlava l’11-6 nei fast break.

I 44 punti del trio Oubre Jr., Rozier e Bridges (16, 14 e 14) tenevano in corsa la squadra di Borrego.

Urgeva cambiare marcia approfittando dell’intervallo e l’apertura del secondo tempo di Martin prometteva bene con una tripla dall’angolo destro (74-70) e un runner ritmato in girata rilasciato dal pitturato per il +6.

Lentamente il divario saliva: due FT di Bridges con la difesa dei Pacers in chiusura aggressiva in raddoppio su di lui ma per Miles il quarto fallo costava la panchina.

LeVert in lunetta mancava un FT mentre LaMelo in palleggio in corsa rilasciava un floater perfetto in uno contro uno e mentre Indy perdeva occasioni, complice LeVert che a rimbalzo offensivo guadagnava due liberi ma ne lasciava sul campo un altro, Charlotte con un bound pass d’autore di Plumlee per la schiacciata di Oubre e la palla intercettata da Ball sulla linea di passaggio per la transizione di Rozier a 8:48 producevano il +12 (84-72).

Cody Martin realizzava una tripla mentre a 7:38 Ball collassava sul parquet colpito da D. Washington mentre la deep 3 si infilava.

Gioco da 4 punti che si univa ai canestri di LaMelo (un paio di scorribande finite con classe), a quello di Plumlee servito corto da un pocket pass di martin under the radar e da quello di Oubre Jr a 4:47 con il colpo di Craig in uscita che tuttavia non costava il libero supplementare perché Kelly mancava il FT lasciando però un +20 a Charlotte: 102-82.

I Pacers provavano a rientrare battendo un paio di colpi con Stephenson complice il rilassamento di Charlotte ma dopo qualche errore al tiro gli Hornets riprendevano la doppia decina di vantaggio chiudendo a 12 dalla fine sul 113-94.

Una schiacciata di P.J. Washington. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

L’ultimo quarto partiva con il record di punti Hornets ottenuto in 3 quarti (il precedente di 112 era stato ottenuto contro Memphis)e la tripla di Oubre Jr. prometteva di avviare bene anche l’ultima frazione anche perché la risposta di Brissett in two and one (fallo proprio di Kelly) teneva sulla corda i calabroni (116-100 a 10:57) che segnavano con uno spin dal mid range fuori equilibrio di Ball prima che lo stesso in corsa pescasse Oubre sulla diagonale destra con un bound pass all’indietro.

Tre punti e imenotteri che sulle ali dell’entusiasmo, tripla dopo tripla accumulavano punti con Kelly a spedir dentro quasi tutto ciò che toccava compresi due dardi lanciati dall’angolo dietro la tabella a destra e un deep 3 frontale per il 143-111 ad anticipare l’impressionante alley-oop di Jackson (atletismo da vendere) ma Bridges partecipava alla festa da tre e Bouknight da sotto allungava.

Finale con la bench in campo che rallentava un po’ ma un paio di jump hook soft di Richards a bersaglio scavalcavano il record di punti di Memphis dell’anno e Charlotte chiudeva con la partecipazione di Jones con tripla per l’esplosivo 158-126 finale spazzando la serie sul parquet avverso contro la squadra che ci aveva eliminato l’anno precedente ai play-in.

Analisi

Dopo un primo tempo sofferto e preoccupante dal punto di vista difensivo, Charlotte limita in avvio di ripresa gli attacchi di Indiana continuando a segnare con regolarità creando velocemente il distacco attestatosi sul +19 a fine terzo quarto.

Percentuali ben al di sopra del 50% per gli Hornets (anche da tre) e un 30-15 nei fast break oltre ad aver ribaltato lo svantaggio assist nel secondo tempo e messo qualche pezza a rimbalzo offensivo, fattore che nel primo tempo aveva creato troppi problemi.

Gli Hornets portano a casa così la partita contro una squadra decimata dalle assenze di Brogdon, Sabonis, Turner e McConnell.

Per Carlisle il secondo tempo da incubo apre qualche interrogativo ma l’esplosione degli Hornets in serate come questa, specialmente nell’ultimo quarto dove di basket costruito non se ne è visto tanto con triple a pioggia (chiedere a Oubre Jr. che ha chiuso con 10 frecce a bersaglio e 39 punti finali), può accadere, specialmente contro una squadra rassegnata difensivamente.

Tutti in campo per Carlisle con ben 8 uomini in doppia cifra: Bitadze e Jackson con 17 punti a testa hanno evidenziato i problemi nel pitturato degli Hornets, i 14 di Craig e Stephenson, gli incrociatori di Carlisle hanno mostrato qualche piccola crepa nei meccanismi di protezione, altra coppia dietro i primi 4 con Duarte e Diane Washington Jr. a 11, infine, a 10 pt. Justin Holiday e Caris LeVert, dai de si attendeva di più ma il secondo è stato limitato dai falli.

Gli ex Stephenson e Lamb poi hanno chiuso rispettivamente con 10 assist il primo, 6 punti e due tecnici rapidi con conseguente espulsione per il secondo.

Gli Hornets portano a casa una brillante vittoria con molti record rotti, propri (39 punti di Oubre Jr. dalla panchina) o dell’annata (il massimo di punti stagionali apparteneva a Memphis) e adesso tornano a casa per preparare il week-end contro le losangeline perché ogni vittoria, indipendentemente dal team avversario, sarà importante.

LaMelo Ball: 9

29 pt. (11/16), 10 rimbalzi, 13 assist, 1 rubata, 1 stoppata, 4 TO, +45 in plus/minus. Tripla doppia per Ball che infiammandosi in vesti di scorrer e passatore durante il terzo quarto contribuisce a dare la spallata decisiva ai Pacers. E’ già la quarta tripla doppia nell’annata, quinta della sua giovane carriera e raggiunge il compianto Anthony Mason per la season. Gran partita con canestri di classe in entrata o dal tocco morbido più un deep 3 and one splendido.

Terry Rozier: 8

20 pt. (6/12), 2 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 4/8 da tre punti partendo subito bene con triple importanti come quella che chiude il primo tempo dandoci il +1. Si ritrova in serata, molto confidente riesce a galleggiare tra gli spazi lasciati dai Pacers infilando buone conclusioni. Un ottimo passaggio per P.J. I corsa sul raddoppio mostra come sia migliorato anche nella comprensione del gioco, non solo istintiva ma a noi piace quando è in fiducia.

Cody Martin: 8

11 pt. (4/8), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Arriva in doppia cifra e l’apertura del secondo tempo è fondamentale con 5 punti consecutivi per trascinarci sul +6. Liberi un po’ da rivedere nel meccanismo. Si piega tantissimo ma molleggia meno in risalita. In 26:01 parte con qualche problema di falli quindi qualche minuto viene mangiato da un limitaggio precauzionale ma oltre a una rubata nel secondo quarto a D. Washington piazza anche due stoppate con quella sul tiro da tre dello stesso omonimo di P.J., un incubo per lui.

Miles Bridges: 7,5

22 pt. (8/10), 4 rimbalzi, 1 assist. Beh, primo quarto fantastico con le solite entrate che sembrano entrate tra paletti, un mix di potenza alla Alberto Tomba e la sfrontatezza con linee aggressive alla Gorgia. Ogni tanto poi spara qualche colpo rimpinguando il bottino ma anche per lui come per Martin i problemi di falli (il quarto lo commette presto nel terzo periodo per un contatto con il corpo in aiuto) lo limitano a 28:00 minuti.

Mason Plumlee: 6

7 pt. (3/4), 4 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 27:10. Complementare ai big scesi sul parquet Mason sfoggia una buona serata nelle vesti di passatore con un paio di chicche come il bound per il taglio di Oubre Jr.. Una reverse dunk la mette anche stasera ma qualcuno lo porti in Vaticano, lo chiuda dentro un campo da basket durante una conclave e non lo faccia uscire più finché non sarà fumata bianca ai liberi, laddove fa più danni della grandine. Dietro lo trovo troppo modello Telepass in serata con poco atletismo ed aggressività a rimbalzo ma se il primo è un problema strutturale, il secondo è cronico-mentale.

Kelly Oubre Jr.: 9,5

39 pt. (12/18), 5 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate in 35:12. Come il clima odierno Oubre Jr. è un fenomeno estremo. O tutto o niente. Dopo due prestazioni da depressione caspica o karmica, scegliete voi, salta fuori dalla panchina infilando 10 triple pareggiando nell’annata Fournier ed Edwards realizzando il record di punti dalla bench. Parte subito bene e trova punti importanti, prosegue anche nel terzo quarto contribuendo ad aumentare il divario ed esplode lì con l’ultimo quarto in the zone finendo a 10/15 da fuori dopo aver iniziato aggressivo concretamente verso canestro. Peccato per il 3 and 1 mancato ma il 5/6 ai liberi lo mostra concentrato.

Ish Smith: 6

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca 4:52, poco da dire, 6 diplomatico.

P.J. Washington: 6

9 pt. (3/5), 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate, 5 PF in 17:45. Un paio di triple fallite a intorno al ferro non sbaglia. Più di altri in trouble nei falli (comunque il tentativo di stoppata su Stephenson portava l’ex a splittare), però riesce a rubare un paio di palloni e a fornire un po’ di assistenza ai compagni. Sarebbe da 6,5 ma la presenza a rimbalzo è davvero rarefatta.

James Bouknight: 6

13 pt. (4/14), 3 rimbalzi, 1 assist. Le solite iniziative che lo vedono andare un paio di volte a realizzare con buona mano in lunetta. Non sempre gli va bene come da fuori con un ¼ (segnato nell’ultimo quarto) e le percentuali non sono alte ma attacca. Non convinto su un paio di chiamate fishiate contro dalla terna. Nel finale va a stoppare (a gioco fermo ma ormai era lanciatissimo) Sykes finendogli addosso: spinta dell’avversario, spintone più forte di James e un po’ d parole tra i due. La terna ricuce lo strappo, abbraccio, niente tecnici e via, tutti amici come prima.

Kai Jones: 6

3 pt. (1/1), 1 rimbalzo, 1 assist. Prima tripla in carriera per Kai (dalla diagonale sinistra), ultimo entrato sul parquet per 3:05 di garbage time.

J.T. Thor: 5,5

0 pt. (0/2), 1 rimbalzo. Un paio di tiri presi con fretta come l’arresto e tiro ampiamente out dalla diagonale destra in 4:52.

Nick Richards: 6,5

5 pt. (2/2), 2 rimbalzi. Due rimbalzi in 4:52 ma soprattutto due jump hook in post basso destro dal tiro morbidissimo già dal soffice rilascio con declinazione perfetta nella tenera retina. Per quanto è spigoloso il giamaicano potrebbe sembrare un ossimoro. E’ lui che rompe il record di punti dell’anno di Memphis.

Coach James Borrego: 6,5

Un primo tempo preoccupante figlio delle uscite precedenti contro una squadra decimata senza usare risorse più possenti nonostante i problemi a rimbalzo. Cambia atteggiamento nella ripresa la squadra e la partita volge quasi subito al meglio. Per il resto è la sagra del tiro da tre con un 24/45… potrei errare ma credo sia stato pareggiato il record di bombe infilate in una partita per quanto riguarda i Calabroni. Alcuni time-out in leggeri momenti di sbandamento sono provvidenziali.

Versione 1.
Versione 2.

ClassificHornets

Il giro di boa è passato da ormai sette partite e Charlotte si trova al settimo posto ad Est con un record di 26-22 dopo le ultime due sconfitte consecutive.

Visto il back to back che ci vedrà impegnati nella notte e la formula scelta personalmente a inizio anno di fare il sunto della situazione ogni 24 partite (mal calcolato) mi ritrovo a creare un pezzo differente dal solito, più breve e con una parte audio (arriverà in un pezzo nei prossimi giorni) che descriverà brevemente l’andamento dei singoli giocatori, trascurando il mercato sul quale piovono molte incognite a due settimane dalla chiusura circa con Hayward in game time decision a preoccupare per lo stato del suo piede destro.

In estate probabilmente gli Hornets dovranno sborsare un bel po’ di quattrini per Miles Bridges e Cody Martin attesi al rinnovo con il primo che chiederà probabilmente il massimo vista l’esponenziale crescita negli ultimi due anni mentre Martin, attualmente pezzo fondamentale della scacchiera di Borrego visto il tipo di gioco prediletto dal coach e difensore attento e pressante da small ball sicuramente merita un aumento senza stracciarsi le vesti però poiché lo si è visto nelle ultime due partite, è troppo altalenante in attacco, manca del talento di Hayward (l’uomo che sta sostituendo) e pur giocando una buona stagione qualcosa manca ancora sotto vari punti di vista.

Torniamo però alla classifica completa ad Est con la grafica sottostante:

Dopo aver visto la classifica passiamo all’andamento degli uomini di Borrego nelle ultime 24 partite che troverete qui sotto, tappa dopo tappa

a delineare la classifica attuale delle performance (basata sui miei giudizi) fino ad oggi.

Di facile interpretazione come da legenda, per fare un esempio, scorrendo insieme a voi la prima riga, quella di Bridges, troviamo Miles ancora in testa con una media di 6,84 con 46 partite giocate (con voto valido), una posizione identica (la prima) a quando ci eravamo lasciati (l’ultimo riepilogo dopo game 24), una leggera perdita in centesimi di punto (0,08) anche perché d’altro canto con una media così alta è difficile ottenere sempre ottimi voti per poterla mantenere.

La P su sfondo verde si riferisce al fatto che fino a oggi è senza dubbio tra i promossi tra le fila del team della North Carolina.

Charlotte attualmente ha giocato 20 partite casalinghe contro le 28 in trasferta e dopo il back to back a Indy stanotte avremo una differenza di 9 partite da poter giocare in più allo Spectrum Center da qui alla fine, se gli infortuni non peseranno e passeremo indenni o ancor meglio proficuamente il mercato, Charlotte potrebbe ragionevolmente strappare almeno un posto privilegiato per i play-in.

Matchup key 49: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers

A cura di Filippo Barresi

Cody Martin Vs Caris LeVert

Complici le tante assenze tra le fila dei Pacers, gran parte del gioco dei padroni di casa passerà tra le mani di LeVert.

Le sue doti realizzative potranno facilmente mettere in difficoltà la fragile e lunatica difesa degli Hornets, vista ancora in difficoltà nelle ultime due uscite.

A prendere il compito difensivo verosimilmente ci sarà Cody Martin (Hayward potrebbe riposare ancora per tornare al 100%) che dovrà anche cercare di ritrovare quell’aggressività offensive che nella prima parte di stagione lo aveva fatto brillare.

Possibili svantaggi:

Gran parte del gioco dei Pacers proviene dalle loro capacità di trovare punti nei pressi del canestro.

Nonostante le assenze di Turner e probabilmente di Sabonis, Indiana cercherà comunque di aggredire con costanza il ferro anche grazie a due lunghi pericolosi in quelle zone come Bitadze e Jackson.

Possibili vantaggi:

Negli scontri precedenti tra queste due squadre la chiave per gli Hornets è sempre stata quella di trovare canestri facili sfruttando l’eccessiva aggressività sul perimetro dei Pacers che preferiscono evitare conclusioni dall’arco ad ogni costo.

Bisognerà quindi coinvolgere il più possibile i lunghi, soprattutto un P.J. Washington reduce dalla pesante espulsione nella notte contro Toronto.

Game 48: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 113-125

Intro

Fuori dal circuito statunitense, persa Vancouver, expansion team del 1995, è rimasta una sola città a sconfinare dagli States, si tratta ovviamente di quella che ci ospiterà stanotte.

Questo ha portato alla mia mente una riflessione di Marc Augé, brillante antropologo francofono che diverse decine d’anni fa è partito a fare una riflessione sui luoghi che abitiamo nella modernità.

Mi scuso se questa intro sarà più lunga del solito (potreste anche skipparla naturalmente volendo) ma l’argomento mi sta particolarmente a cuore per comprendere un minimo l’autenticità dei rapporti odierni.

Luoghi fisici ma anche virtuali che possono variare certamente in base alle esperienze personali ma per entrare nel vivo e fare degli esempi costruiti dallo stesso Augé, ecco che un autostrada che ci porta dalla Germania al Portogallo avrà sempre uno stesso standard così come l’omologazione di molti centri città con gli stessi brand crea una specie di soluzione di continuità alienante poiché per certi capi si vengono a perdere le peculiarità, le caratteristiche storiche di quel posto, spesso anche culturali.

Esistono però anche luoghi virtuali, illusori come internet dove ci si può perdere e dove è più facile che i rapporti umani possono farsi volatili mancando d’esperienza e fisicità, mancanti di quel vissuto che creano un rapporto “vero” tra due persone.

Non esistono in assoluto però secondo l’antropologo luoghi assoluti definibili come luoghi o non luoghi (definizione di Marc per descrivere gli spazi costruiti dalla società per il consumo, ecc. privi del pathos emozionale) poiché ogni individuo, per quanto atomizzato possa essere possa avere dentro di sé una concezione di luogo o non luogo a seconda di ciò che quel posto rappresenta per lui, anche fossero un aeroporto o un supermercato, non luoghi per antonomasia.

Questo video è un buon punto di partenza per comprendere una parte del discorso del filosofo francese.

Quanto reale e forte può essere un’amicizia cominciata, basata e costruita virtualmente?

Dipende dal tipo di rapporto ma spesso si potrebbe dire che molti rapporti saranno destinati a morire perché troppo arelezionali o particolari, atomizzati.

Quando la serendipità mi ha portato a costruire, grazie al gestore della pagina generale di Playit.usa, questo sito le idee che avevo in mente erano quelle di creare da una parte una sorta di enciclopedia multimediale sugli Hornets (video, audio, risultati storici, storia, aneddoti, presente, ecc.), dall’altra parte volevo che questa pagina fosse per il possibile un luogo e non un non luogo nonostante la forzosa connotazione virtuale del mezzo.

Probabilmente l’interazione non da social del mezzo è ancora meno non luogo di un social stesso ma attraverso una voluta non omologazione grafica (i disegni creati da me a mano, la grafica dei fondali e la semplicità della pagina voluta perché risulti consultabile velocemente e meno dispersiva) per cercar di rendere più calda la virtualità, attraverso la pluralità delle persone che oggi stanno partecipando nel creare contenuti condivisi attraverso le competenze e la simpatia anche sulle altre pagine dedicate, oltre a cercare di rendere più piacevole ed interessante la lettura, uno degli obiettivi era quello di provare a rendere partecipe e non solo spettatore il popolo teal & purple.

Non so quali dei nostri rapporti virtuali (in generale) si consolideranno e quali si disperderanno, probabilmente solo il tempo potrà dirci che risultato avranno, un po’ come gli Hornets nel luogo non luogo out of States (tra l’altro unico campo NBA che non ha attualmente pubblico per le regole restrittive dello Stato dalla foglia d’acero) che ci ha regalato vittorie emozionanti negli ultimi anni (chi non si ricorda la tripla di Lamb da metà campo?) cercheranno di non essere solo un gruppo di persone che passano del tempo insieme per via della loro professione ma tenteranno di ottenere una vittoria per tornare a far storia a Charlotte cercando di accumulare una W che ci avvicini ai playoff che mancano da ben sei anni.

Relazione a distanza con i parquet canadese della Shahamadi e di Dell Curry costretti a rimanere a Charlotte.

Andamento della partita

I quintetti sul parquet dell’Ontario.

la partita iniziava bene per Charlotte che al primo tentativo andava in lunetta con Bridges (fallo di Siakam) passando sul 2-0.

Lo stesso Siakam al vetro pareggiava, esperienza che si ripeteva dopo il canestro da sotto di Plumlee (favorito dalla drive di Ball) con Achiuwa e il suo quasi 3 dall’angolo destro mentre un passaggio no look di Plumlee si sperdeva sulla bench di Charlotte ma la pressione di martin faceva recuperar palla a Charlotte per violazione degli 8 secondi della metà campo.

Rozier era stoppato in angolo da Boucher ma la sfera rimbalzando sul lato della tabella tornava incontro all’accorrente Rozier che gestiva bene l’entrata sulla baseline fino al ferro.

Il pareggio di Siakam era il preludio al vantaggio dai padroni di casa che caratterizzava il primo quarto con la tripla di Trent Jr., Anunoby a 8:51 aggiungeva un’entrata easy aprendo mentalmente la strada al team di Nurse anche se Rozier dall’angolo sinistro trovava l’estemporanea granata per il 9-11.

Toronto si allontanava velocemente dopo i colpi di Siakam e di Ball con una tripla di Anunoby, mentre Ball a 7:00 splittava solamente i due FT a disposizione per vedere poi l’entrata facile di Trent che mandava Borrego in time-out a 6:51 con i locali sul 12-16.

Lo 0/2 di martin in lunetta al rientro non aiutava così la tripla di Trent, la dunk di Anunoby e l’ennesima a bomba, questa volta da parte del rookie Banton lanciavano sul 12-26 i canadesi interrotti da due FT di Ball a 5:24.

Non mutava però il trend, a Toronto entrava quasi tutto: Siakam mandava nel cesto la quinta tripla di squadra su sei tentativi e Banton incasellava il 6/8 sempre da fuori.

Nonostante gli ingressi di Oubre Jr. e P.J. non si riusciva a mettere un freno all’attacco avversario giunto sul 14-32 prima di due punti ottenuti da Ball in fing and roll su un errore da fuori di Oubre Jr..

La steal di Rozier valeva il 18-32 e il time-out di Nurse a 3:17.

P.J. A 2:34 segnava una tripla, dentro anche Bouknight ma su un’altra tripla infilata questa volta da Oubre Jr. (24-37 a 1:46) una spinta di Champaigne proditoria (in risposta a una manata precedente di P.J. dall’altra parte) accendeva una mini-rissa subito sedata ma che aveva effetti più devastanti per Charlotte vista l’espulsione di entrambi ed il relativo valore ed importanza per le rispettive squadre.

Miles impiegato come centro, small ball pura sul parquet, finale con alcune buoni azioni di Rozier e si giungeva a -12 (27-39) complici le percentuali da 3 (3/12 CHA VS 7/11 TOR) e il 10-15 a rimbalzo.

Il fallo di Boucher sul rookie Bouknight portava il nostro Sid a realizzare due FT a 11:35, un -10 che riconquistava ancora il nostro rookie poco più avanti con un appoggio sulla drive (33-43) ma Toronto rimaneva distante e il contatto creato da Bouknight sulla finta con un Watanabe fuori equilibrio e nel cilindro del tiratore valeva sì tre FT (tutti realizzati) ma solamente il nuovo -10 (38-48) a 8:06.

Gli attacchi avevano il sopravvento ma da un malinteso nei tempi tra Ball e Bouknight per un alley-oop a 6.30 usciva una dunk di Achiuwa per il 40-55.

Bridges da tre e una transizione di Anunoby erano tratti caratteristici del momento (43-60) quindi i Raptors a 4.16 arrivavano prima in bonus degli Hornets con Siakam a realizzare il +18 (47-65).

Il gap scemava leggermente per effetto di qualche FT mancato da Toronto e per la bravura di Miles che contro Trent rilasciava un reverse fuori equilibrio con spin perfetto a baciare il primo ferro che lo accompagnava dentro e poi ancora un paio di drive di Bridges servivano ad arrivare sul -13 (61-74) ma il colpo finale (pull-up di Flynn) mandava le squadra a riposo con un largo scarto di 15 punti a favore dei biancorossi (61-76).

Con una difesa chiaramente da sistemare e una small ball estrema i Raptors si avvantaggiavano 19-29 a rimbalzo mentre un altro fattore del successo della squadra di Nurse era il 61,7% al tiro contro il 47,7% di Charlotte che compensava qualche punto con un 15/19 dalla lunetta contro l’8/11 avversario.

Troppo semplice creare per Toronto con un 10-19 negli assist mentre 19 punti di Siakam e 15 di Trent spingevano i locali contrastati dai 15 di Bridges e dai 13 di Bouknight con il secondo sul parquet per 13:17.

La ripresa si apriva con Toronto piuttosto addormentata tanto da venir colpita un paio di volte da Plumlee in schiacciata.

Un blocking di Ball su Anunoby dava la possibilità a 9:42 di recuperare i primi due punti del secondo tempo alla squadra di Nurse ma a 9:25 Bridges scoccava una tripla, Rozier sulla rimessa tra Achiuwa e Trent si infilava depositando facilmente e in transizione il lancio di Rozier per LaMelo valeva la jam del 72-78 che costringeva i Raptors al time-out.

Scaduti i 24 ai Raptors e persa un’altra occasione dalla lunetta con Martin (altro 0/2), la tripla di Ball su passaggio di Plumlee (fulcro dell’azione) valeva il -3 ma la difesa di Charlotte tornava lentamente a smollarsi e dal pull-up di Barton si arrivava alla tripla di Boucher per il 75-83 prima che Plumlee interrompesse il parziale accennando una finta sotto prima di chiudere in reverse jam.

Un 2+1 di Trent (fallo di Ball) fuori equilibrio e due liberi di LaMelo a 5.31 portavano il punteggio sul 79-86.

A portare fuori dai radar degli Hornets però le cifre dei Raptors era Trent, che unitamente al cambio Martin/Bouknight (gli Hornets perdevano ulteriormente intensità difensiva) contribuiva con un finale dove riusciva a mettere in faccia a Bridges anche un fade-away su una gamba prima di infilare tre liberi a un secondo dalla fine (più un altro punto Raptors per un tecnico a Bridges) dando l’86-105 ai suoi.

L’ultimo quarto era una fastidiosa formalità visto l’ampio scarto che a 6:58 – in time-out – dalla fine era ancora attestato a 16 punti (sceso solamente di tre) dopo due FT di Ball realizzati in precedenza a 7:21.

Con Bridges e Rozier a permanere fuori dalla rotazione anche nel finale (Oubre Jr. e Bouknight sul parquet), oltre alla tripla di Trent su Oubre Jr., oltre ai titoli di coda si accendevano anche le luci in sala: 103-122 in una serata da film horror per Charlotte dove nel finale si vedeva comunque la panchina profonda accorciare grazie a due triple di Thor fino al 113-125.

Cody Martin e Kelly Oubre Jr. cercano di controllare il giapponese Watanabe, non il principale problema di serata. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Una partita che avrebbe potuto essere più facile sulla carta per la perdita di VanVleet (Hayward però ancora out tra le fila di Charlotte) da parte dei canadesi si complicava sin da subito, un po’ per l’espulsione nel primo quarto di P.J. Washington, un po’ per la visione troppo romantica di James Borrego nel primo tempo (il tentativo di contrastare con una small ball rapida) la potenza fisica dei Raptors si rivelava affine all’attacco ma poco all’equilibrio difensivo dava modo di arrivare alla squadra di Nurse all’intervallo con 15 punti di vantaggio.

Scombinato nei piani, Borrego non è riuscito a rimediare alla nuova impostazione dei Raptors fatat di cm soffrendo Siakam, Anunoby e Boucher.

Il resto lo facevano la serata super di Trent che “sostituiva” nei panni di scorer il compagno Fred con una prestazione da 32 pt. (11/21) facendo risultare per la maggior parte del tempo la partita noiosa visto l’ampio gap.

Charlotte reagiva seriamente soltanto in avvio di ripresa quando l’inerzia dei viola fatta di difesa e pressione (qualche raddoppio su Siakam in occasione) si arenava sul -3 (75-78) dopo una tripla di Ball.

La difesa di Charlotte perdeva intensità e i punti di divario a 12 dalla fine tornavano a essere 19.

Senza l’equilibrio di Hayward e con P.J. sul parquet per poco più di tre minuti e mezzo personalmente avrei tentato al carta difensiva Thor ma con il senno di poi siamo tutti bravi, di certo permaneva visibile la difficoltà degli Hornets a rimbalzo contro Boucher, Siakam e soci.

Oltre a Trent i Raptors hanno beneficiato di 24 punti a testa della coppia Anunoby/Siakam (12 i rimbalzi per il secondo), 12 sono arrivati da Boucher, 11 da Flynn e 10 dal rookie canadese Banton.

Partita fisica con un 44-52 a rimbalzo, un 2-7 nelle stoppate e un 23 pari ai liberi anche se Toronto battendone 3 in meno (32-29) ha avuto una miglior percentuale come quella al tiro: 48,8% CHA, 52,4% Tor con gli Hornets al 32,3% da fuori Vs il 47,1% avversario, nemesi di serata.

56-40 nel pitturato viste le diverse incursioni ma un 2nd chance sul 10-20 per l’avversario.

Con Rozier e Bridges in panca nell’ultimo quarto e una sconfitta (la seconda di fila) che fa avvicinare le rivali dell’Est vittoriose nella notte (Boston oltre alla stessa Toronto), domani, in back to back, urge una vittoria a Indianapolis (out Turner) per riprendere un filo perso con la vittoria partendo da atteggiamento mentale e difesa.

LaMelo Ball: 6,5

25 pt. (8/16), 3 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 4 TO, -19 in +/- in 32:07. Un po’ frustrato poiché ha spesso le mani avversarie addosso (non viste quelle di Trent e canestro preso in contropiede), nel finale di terzo quarto prende anche un tecnico. Le sue alzate e i suoi passaggi di serata sono in media e aiutano il solito Plumlee a racimolare qualche punto. Pare aver perso un po’ il feeling con la tripla. Un 1/5 prendendo tiri troppo frettolosi nella meccanica di tiro mentre in entrata va decisamente meglio recuperando anche un 8/9 dalla lunetta.

Terry Rozier: 5,5

12 pt. (5/11), 3 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 29:06. Migliora complessivamente al tiro ma non da fuori (1/5). Una versione più altruista di Rozier non sembra nemmeno propedeutica alla salute del suo tabellino. Paradossalmente, senza forzare, dovrebbe tornare qualche volta a compiere qualche scelta più egoista. Ottimo il baseball pass per la dunk di Ball. Un paio di ottime rubate da segnalare compresa quella sulla rimessa dal fondo di Achiuwa per due punti rapidissimi.

Cody Martin: 5,5

4 pt. (2/8), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Mette energia e pressione. Ad un certo punto riesce a bloccare Siakam che passa sistematicamente la palla sebbene non per tutta la partita sia una sbarra così efficiente inoltre non tira bene e ai liberi lo 0/4 è grave perché arriva in momenti delicati. Sicuramente da rifirmare poiché rimane un buon difensore e uno dei pochi di Charlotte a giocare intensamente ma da qui a sostituire in personalità e multifunzionalità Hayward, ne passa…

Miles Bridges: 6,5

22 pt. (6/10), 4 rimbalzi, 3 assist, 3 TO. Un po’ in versione Brico Center, il fai da te di Miles è però spesso vincente. Splendido il reverse contro Trent, un fuori equilibrio con uno spin sul primo ferro che trascina dentro la palla. Arriva nell’arco di qualche minuto insieme ad un altro paio di convinte entrate che i Raptors non riescono a stoppare. Rimane in panchina nell’ultimo quarto. Secondo me l’equivoco è che in difesa dovrebbe essere più un 3 come rimbalzista contro squadre lunghe e manca il suo apporto in questo senso. Un 2/4 da fuori non è male.

Mason Plumlee: 6

12 pt. (6/9), 9 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Sufficienza risicata per l’attacco dove riesce a farsi trovare sotto canestro più volte e a concludere con schiacciate e alley-oop, quando sbaglia due FT per sua fortuna gli offrono una second chance e ringrazia. A rimbalzo in 32:09 lo trovo scarso anche se sfiora la doppia doppia perché arriva su certi palloni ma poi non riesce a tenerli o se li fa strappare non difendendo adeguatamente palla. Non è il centro che sarebbe servito per l’upgrade, lo immaginavo un pochino superiore all’attuale rendimento.

Kelly Oubre Jr.: 4,5

9 pt. (3/11), 3 rimbalzi, 4 PF. Partita che trovo anonima e senza cuor di Kelly. Sesso si limita a sparare da fuori e male (2/8), influenzando negativamente i possessi offensivi mentre dietro deve commettere qualche fallo, tuttavia anche in close-out (discreti ma non aggressivi) spesso ci rimette su Trent. A parte la tripla che anticipa P.J., 5 punti arrivano in un finale e sono inutili ai fini della vittoria.

P.J. Washington: 4

3 pt. (1/1) in 3:38. Entra, segna da tre, rifila una manata a Champaigne in difesa, accende la scaramuccia dopo la spinta dello stesso (restituzione con un colpo proditorio alla schiena sull’attacco degli Hornets) e finisce fuori. Avrebbe potuto essere l’unico in grado (visto che i vari Jones, Richards e Thor non giocano) a contrastare i cm dei canadesi, invece, nervoso, finisce anzitempo negli spogliatoi lasciando in ambasce la squadra.

James Bouknight: 6,5

18 pt. (6/11), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 28:49. Sicuramente fa un buon primo tempo con 13 punti dove mostra più intraprendenza rispetto al secondo. Alterna qualche buona difesa ad altre latenti o scarse. E’ un rookie, se vogliamo chiedergli di segnare qualche punto come da suo istinto va bene, al momento molto di più non può fare e va accompagnato con dei difensori più stabili e aiuti intorno a volte. Manca un alley-oop dopo aver iniziato a recuperare una palla in difesa poiché sull’alzata di Ball non c’é intesa con l’uomo dei Raptors di mezzo.

Ish Smith: 5,5

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata in 7:59. Entra per uno scorcio nel primo tempo, impalpabile, nel finale si ripresenta ma ormai serve a poco.

Nick Richards: 6

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist in 3:58. Buon assist, pessimo turnaround anziché servire Thor libero in angolo.

Kai Jones: 6

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo, 1 assist in 3:58. Bella schiacciata facile, un pallone sfuggitogli dalle mani su passaggio di Richards che poteva valergli altri due punti.

JT Thor: 6,5

6 pt. (2/2) 1 rimbalzo, 1 assist, 1 TO in 3:58. Un lob oltre Bouknight è il malinteso che costa il TO per infrazione di campo poi serve bene in verticale Jones per smarcarlo sotto canestro e piazza dagli angoli due triple con sicurezza. Oscilla sulla lunetta contro l’attacco dei Raptors flottando ben. Il tutto in 4 minuti scarsi, sicuri non serva in difesa quando conta davvero? Una possibilità gliela darei.

Coach James Borrego: 4

Dal mio punto di vista “ ceffa” il piano partita giacché Toronto, una delle migliori squadre a rimbalzo offensivo ma una delle peggiori a livello di rebound difensivi, ci surclassa in questo aspetto e inoltre riusciamo, bravura a parte degli interpreti canadesi, troppe triple. Inizio Telepass sotto il ferro, prolunga la permanenza di Plumlee sul parquet e quando entra P.J. Washington non gli da certo una mano facendosi espellere. Cambi su cambi finiscono per peggiorare la situazione. L’entrata di Bouknight sul finire del terzo quarto, mal compensata e la sola rapidità (visione romantica che amo molto ma che non trova molti riscontri in fisica se non hai il Curry di turno scatenato in serata) contro kg, cm e visione non gli danno ragione alla fine.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup key 48: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors

A cura di Filippo Barresi.

Terry Rozier Vs Fred Van Vleet

Le sorti di questa partita (primo scontro fra queste due franchigie in questa stagione) passeranno per lo scontro tra queste due guardie esplosive, capaci di dare la giusta scossa ai rispettivi sistemi offensivi.

Van Vleet è il principale motore del gioco dei Raptors e per questo dovrà essere l’osservato numero uno.

Lo stesso si può dire per gran parte delle partite degli Hornets: quando Rozier è in serata tutto il sistema gira al meglio.

Scary Terry dovrà riprendersi da un pessimo 2-14 dal campo registrato contro gli Hawks.

Possibili svantaggi:

A causa delle attuali restrizioni vigenti in Canada per la pandemia da Covid-19, i Raptors sono l’unica squadra NBA a disputare le partite casalinghe a porte chiuse.

Si tornerà quindi ad un recente scenario surreale che riporterà gli Hornets alle esperienze della passata stagione.

L’assenza di pubblico potrebbe forse destabilizzare Charlotte che dovrà trovare le energie giuste per affrontare la gara.

Possibili vantaggi:

I Raptors sono una delle peggiori squadre a rimbalzo difensivo ed è qui che gli Hornets potranno cercare una chiave per il successo, eventualmente attraverso anche 2nd chance.

Inoltre, l’assenza di un lungo tradizionale tra le fila dei canadesi potrebbe avvantaggiare lo stile di gioco degli Hornets, spesso orientati alla small ball.

Game 47: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 91-113

Intro

La morale purtroppo dovrebbe essere non fidarsi mai di ciò che si vede.

Mislabeled TikTok convinces Florida woman to go to Gastonia | Charlotte Observer

Questa storia che ha convinto questa donna ad andare a vedere Gastonia, ingannata dalle foto con relativo tag che avrebbero dovuto invece riferirsi alla Svizzera è stato solo uno scherzo probabilmente nemmeno voluto ma che ha illuso la povera vittima di trovarsi a pochi km da un posto meraviglioso.

Anche a Charlotte ci sarà da tenere gli occhi bene aperti, la classifica degli Hawks potrebbe essere ingannevole e questa squadra in risalita si presenta affamata a Charlotte ma anche i Calabroni paiono esserlo ed in casa sembrerebbero aver ritrovato antichi entusiasmi sopiti, vittoria dopo vittoria.

Non sto nemmeno a scomodare Kant per ricordare che l’uomo dovrebbe essere trattato come fine e non come mezzo ma la collettività del gruppo Hornets e l’interesse nel gioco di squadra (un po’ come gli Hawks targati Budenholzer per chi li ricorda) potrebbe essere il mezzo per arrivare al fine di vedere da molto vicino il cielo stellato ad alte quote se gli Hornets dovessero riuscire nel poker di vittorie.

Parquet old school per l’occasione.

Andamento della partita

I quintetti.

Prima palla della partita e Bridges si inventava un quasi tre punti danzando su Collins per sparare un perfetto pull-up rapido.

Nel giro d’un paio d’azioni Capela pareggiava in alley-oop imbeccato da Young e successivamente Hunter portava in vantaggio gli ospiti con una drive prima che Young estendesse sul 2-7 il punteggio.

Rozier mancava il canestro in appoggio ma Capela all’ultimo lo toccava: due FT splittati che anticipavano il canestro di Capela da sotto e la rimonta Hornets con il reverse alley-oop di Plumlee (ottima alzata di Ball), l’assist in corsa di Mason per Bridges a chiudere in alley-oop e, infine, in uscita dalla difesa, il passaggio lungo di Martin per Ball valeva la dunk in solitaria a 7:18 (9-9).

Potrebbe passare in vantaggio Charlotte ma Plumlee si mangiava due FT e Huerter nel pitturato segnava in alzata toccato da ball in ritardo: two and one e -3.

A 5:30 Rozier splittava ancora due FT mentre dall’altra parte Collins metteva dentro il +4 rintuzzato da un assist in corsa dietro la schiena di LaMelo per una reverse dunk di Plumlee che incrociava sotto canestro esaltando il The Hive.

Arrivava anche il pari in mezza transizione con Rozier raddoppiato bravo a cedere palla ad alta quota a Miles per l’alley-oop del 14 pari.

A 4:22 McMillan andava in time-out ma era Young a trovare lo spartiacque tra le due squadre colpendo con due triple personali con grande lestezza su Martin e P.J. Washington.

Charlotte andava in difficoltà e subiva un colpo dal pitturato di Hunter oltre a un floater dello stesso play avversario (18-24).

Gli Hornets infilavano 4 punti ma a :03.2 Lou Williams dalla baseline realizzava il 22-30.

Un siparietto nel primo tempo delle Honey Bees.

Il secondo quarto cominciava con 2 FT di Wright splittati (fallo di Ish Smith mandato sul parquet da Borrego) quindi gli Hornets attaccando il ferro mettevano un paio di colpi con Washington ed Oubre (26-31) solo che l’attacco da fuori non funzionava ancora con Oubre ad allungare il nulla da oltre l’arco (0/7 complessivo) e Knox a realizzare due punti.

Il fallo di Gallinari su Oubre Jr. funzionava perché Kelly splittava due liberi quindi Charlotte andava a vuoto con Rozier e P.J. Washington da oltre l’arco consentendo, nonostante una tripla orribile di Knox al vetro e due salvataggi di Rozier su doppia transizione Hawks (la seconda con il fallo) di tornare ad allungare.

Nonostante Borrego mandasse sul parquet anche Bouknight al posto del deludente Smith, Okongwu segnava, Oubre mancava la dodicesima tripla per gli Hornets e a 5:35 il fallo di Plumlee in attacco su Capela mandava in bonus il centro avversario che splittando dava sei punti di vantaggio alla squadra georgiana.

La transizione vincente con schiacciata finale di Hunter consigliava a Borrego un altro time-out ma nonostante Bouknight arrivasse al ferro senza più trovare resistenza dopo il crossover su Young (dunk bimane finale), i biancorossi non mollavano.

Due liberi di Young a 4:50 pareggiati da due di P.J. 10 secondi più tardi tripla di Hunter e sottomano di Ball (36-43), long 3 di Huerter mentre Charlotte era incredibilmente ancora al palo da tre ed allungava la serie con Ball (0/15) mentre a Bridges era fischiato un fallo (forse uno sfioramento leggerissimo sull’incrocio in salto?) nonostante la stoppata grandiosa su Hunter.

Gli Hornets sul -12 si affidavano a Bridges che svitandosi tra le cellette del pitturato oltre Gallinari era spinto dallo stesso ma la scarsa serata al tiro nel primo tempo degli Hornets portava anche Miles a fallire l’and one a 2:31.

Gallinari con cm in più segnava da sotto al secondo tentativo al ferro mentre Charlotte si complicava la vita in attacco ma da un passaggio sotto di P.J. arrivava libero l’accorrente Martin per una free jam: 40-50.

Il gap arrivava a 13 punti prima che Ball pescasse una deviazione volante quasi casuale sull’errore di Rozier fissando sul 44-55 un difficoltoso primo tempo con uno 0% al tiro da tre punti…

Gli Hornets speravano di rimontare velocemente qualche punto ma una deep 3 di Young condita con un fallo di Martin portava una serendipità di 5 punti in un unico possesso prolungato per il team di McMillan che vedeva la propria stella mancare il libero ma trovare il rimbalzo di Collins e il canestro di Huerter dalla baseline destra.

Charlotte rispondeva lentamente con una schiacciata di Martin a 10:43 e un two and one a 9:44 di Miles che dall’angolo sinistro passava Collins ed abbatteva Capela nella restricted area per poi segnare il 49-60.

Huerter da tre punti mortificava il rientro di Charlotte mentre Rozier era stoppato dallo stesso ma intuendo successivamente un passaggio in orizzontale tra gli esterni rubava palla e si involava per la schiacciata.

Gli Hornets rimanevano lontani anche dopo la jam di Plumlee (53-66) ma subivano la beffa pesante su un’azione nella quale Ball era allontanato dalla palla da una spinta in allungo di Hunter, palla recuperata dallo stesso a terra e manata in ritardo di Ball, fallo tecnico contro LaMelo (Flagrant 1) e possesso per Atlanta che recuperava 4 punti da Hunter con Charlotte crollata sul -19 (53-72) esattamente come il numero di triple mancate.

A 6:25 Young rincarava la dose con un deep 3 dalla diagonale destra ma il -22 era recuperato dalla prima tripla di serata di P.J. che a 5:38 rompeva almeno la maledizione oltre l’arco.

P.J. Si esibiva anche sul floater di Young con una stoppata al limite e mentre i Calabroni provavano a rientrare visto il buon momento complice un rimbalzo offensivo con trasformazione di Oubre Jr. per il 58-75, Young forzava contro Rozier mancando il tiro mentre l’apertura di Terry in angolo dx consentiva a P.J. Washington di sparare la seconda tripla di serata per il 61-75 a 3:22.

Purtroppo dopo il time-out ospite i canestri di Collins in turnaround e quello di Wright da 3 dopo 8 secondi rendevano vani gli sforzi di rientro nonostante Miles in corsa e fuori equilibrio andasse a metter dentro un difficile reverse per il 63-80.

Martin realizzava dalla destra anche il colpo del -14 ma la squadra del North Carolina si raffreddava quando lo stesso Martin, invece di affondar la schiacciata, passava palla, si finiva per trovare Rozier libero ma l’open 3 era ancora una volta impreciso mentre Gallinari alzava la parabola sopra P.J. Ritrovando il +17 per i suoi.

Oubre mancava due triple e nel mezzo Lou Williams ne metteva due decretando la fine reale del match sul 66-85.

L’ultimo quarto con 19 punti da recuperare era proibitivo e dopo una schiacciata di Knox la scorata e scollata squadra di Borrego finiva sul -27 (66-93) per non riuscir più a recuperare realmente nonostante un avvicinamento inconsistente anche perché l’orologio a sfavore premeva su Charlotte che tentava qualche giocata non ideale per accorciare i tempi.

Nel finale panchine sul parquet e distacco finale di 22 punti: 91-113.

Rozier in serata no contro Huerter che è anche riuscito a stopparlo una volta in serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Atlanta gioca un brutto scherzo a Charlotte allo Spectrum Center.

Charlotte perde Hayward per un problema al piede destro (sperando non sia qualcosa di grave) e sulla pressione difensiva degli Hawks propende troppe volte per giocate personali, inoltre parte con uno 0/19 letale dal campo che viene interrotto soltanto da P.J. Washington a 5:38 del terzo quarto quando Atlanta è già saldamente al comando del match.

Dopo un avvio alla pari le giocate rapide di Young in serata super si materializzavano sotto la forma di due triple che cominciavano a divider le due squadre.

Gli Hornets non sono più riusciti ad avvicinarsi nonostante i tentativi di Borrego di cambiar ritmo alla partita con Smith prima e Bouknight (andava a prendere il posto dello stesso n° 10) poi.

Serrata stortissima al tiro per Charlotte che ha chiuso con un 39,1% inficiato dall’11,1% da tre punti (4/36), piuttosto clamoroso per una delle migliori squadre della lega in questo particolare contesto.

Dall’altra parte il 45,5 e il 38,5% da tre punti degli Hawks è bastato per avere ragione del MJ team poiché la squadra di McMillan non ha vinto a rimbalzo (63-52) né ha dominato negli assist (23-25) o in lunetta (19-27 CHA, 18-24 ATL) anche se si è aiutata un po’ con i TO (16-10) ma il 23-7 nei fast break è stato pro Charlotte.

Va da sé che la statistica più pesante, imprevedibile e decisiva sia stata la percentuale da tre punti, arma a doppio taglio.

Sul fronte Hawks, Young ha messo insieme 30 punti (8/15 da tre), Hunter ne ha recuperati 20, Huerter a seguire con 11 mentre Gallinari che sembrava in forte dubbio è sceso sul parquet risultando essere l’ultimo uomo di McMillan in doppia cifra con i suoi 10 punti e quasi miglior rimbalzista dei suoi con 7, anticipato da Capela con 8.

Caduta in casa per uno dei migliori home team quindi, ci sarà da provare a ricompattarsi e a battagliare nelle prossime due sfide in trasferta la prima delle quali sarà in Canada, a Toronto dove sperano i fan Hornets di vedere il vero Rozier in serata no come Oubre Jr., espulso nel secondo tempo per un fallo su Hunter considerato severamente come Flagrant 2.

LaMelo Ball: 5

19 pt. (6/17), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, 4 TO, -18 in +/-. Comincia veramente bene nonostante un paio di TO dipesi più dalla maniera di giocare in automatico con compagni inesistenti in quel momento sui suoi intelligenti ma non avveduti passaggi in posizioni dove avrebbero dovuto trovarsi. E’ lui che sbroglia le prime matasse dell’attacco fornendo palloni buoni per l’alley-oop o finalizzando in transizione, delizia il passaggio dietro la schiena no look per Plumlee ma al contempo è anche croce perché a lungo termine i suoi tentativi (spesso deep) di recuperare con tiri da fuori senza ritmo portano solo a perdere occasioni più semplici. Un playmaker dovrebbe limare questo aspetto quando nota di non essere in serata Finisce con 7/7 ai liberi ma 0/8 da fuori. Anche lui, come tanti altri, meglio in entrata nonostante le colonne dei lunghi avversari.

Terry Rozier: 4

7 pt. (2/14), 5 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, -5 in +/-. Cominciamo da ciò che funziona: uomo assist, buona difesa sulle linee di passaggio e in qualche occasione come su Young affaticato dopo secondi di possesso e tripla a vuoto su un tenace Terry ma parte male al tiro anche in lunetta dove chiude con 3/5 ma peggio fa da oltre l’arco con uno 0/6 sbagliando anche inusualmente piazzati che non fallisce. Mancano i suoi punti in una serata parsa subito fuori ritmo, un po’ per la pressione avversaria su di lui ma soprattutto per una leggera mancanza di fiducia interiore non metabolizzata vedendo colpo dopo colpo i tiri non entrare. Alla prossima per rivedere il vero Terry.

Cody Martin: 5

7 pt. (3/5), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -19 in +/- in 28:35. Young non lo avrebbe fermato nemmeno la forestale nella notte per quanto fosse infiammabile, lui non riesce a mettere una pezza al ritmo del playmaker avversario andando spesso fuori tempo. Il fallo in avvio di ripresa nettamente dopo il tiro (deep 3 che entra) ne è un’ulteriore prova. Solita tenacia ma inefficace. Buona la tripla piazzata dalla destra sulla drive di Rozier.

Miles Bridges: 6,5

19 pt. (8/13), 6 rimbalzi, 1 stoppata, 3 TO, -17 in +/-. Dimentica la sua vena da passatore ma in entrata è sempre letale. Segna un reverse fuori equilibrio in corsa, batte Gallinari svitandosi in area (unico FT mancato in quell’occasione sui 4 battuti) mentre a inizio partita stoppa Young dopo che Ball l’aveva già fatto sullo stesso tiro in precedenza da dietro ma la sfera era partita, decisivo per quella transizione. Anche lui però non può fare molto e oltretutto da fuori anche lui cilecca le 4 conclusioni tentate.

Mason Plumlee: 6

6 pt. (3/5), 11 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Non è il centro che vorremmo soprattutto quando va in lunetta. Fargli un fallo è quasi una garanzia che non porterà a casa i due punti, infatti, a inizio gara fa 0/2… In 19:24 però riesce a prendere diversi rimbalzi e a contrastare Capela diverse volte, gli murano un paio di passaggi sulla stessa azione nel secondo tempo. Anche stasera mostra la sua reverse dunk, in alley-oop, grazie a Ball.

Kelly Oubre Jr.: 4,5

12 pt. (5/13), 5 rimbalzi. 1/9 da tre punti ed espulsione finale per aver agganciato Hunter su un tentativo di stopparne la schiacciata. Flagrant 2 forse troppo ingeneroso della terna, sta di fatto che l’ala degli Hawks cade di schiena e rimane giù, rialzandosi tra gli applausi del pubblico (sportivo) poco dopo. Anche se mette dentro dei buoni canestri da sotto purtroppo la sua cattiva mano di serata (diversi tiri corti) contribuiscono a portar fuori partita Charlotte.

Ish Smith: 6

0 pt. (0/3), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 13:30, +7 in +/-. Ingresso non brillante ma nel complesso in qualche maniera aiuta la squadra come può (non sembra l’uomo collante ma più la scheggia imprevedibile), peccato non sia proprio in serata al tiro mancando anche un’occasione abbastanza semplice.

P.J. Washington: 6,5

12 pt. (4/7), 7 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate, 3 TO, -5 in +/- in 31:13. Uno dei pochi a salvarsi. A parte la prima tripla messa in serata per Charlotte a 5:38 del terzo quarto che ci salva da un clamoroso 0/20 da fuori e il bis poco più tardi, va in stoppata altissima su Young, cattura rimbalzi e commette anche un paio di falli cercando di concedere poco agli avversari Bella anche la sua drive diagonale con reverse.

James Bouknight: 5,5

9 pt. (3/8), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 17:02. Borrego gli concede minuti veri vista l’assenza di Hayward e la prima parte incolore di Ish. Finisce con 0/4 da oltre l’arco mentre quando attacca il ferro fa vedere cose migliori come la bimane e l’allungo con appoggio di destra, bella anche la drive fino al ferro per l’assist di P.J.. Non era facile entrare subito in partita e non ci è riuscito molto. La difesa è ancora acerba ma ha punte di miglioramento, ginocchia basse e qualche volta tiene come su una tripla tentata da Young.

Kai Jones: s.v.

0 pt. (0/1) in 2:24. Prende un tiro per caso quasi, non lo segna, si vede poco se non su un raddoppio sul quale Atlanta si salva in time-out.

J.T. Thor: 6

0 pt. (0/1) in 2:24. Tiro ancora un po’ approssimativo, in compenso un suo veloce rientro fa desistere l’attaccante dai propositi di schiacciata.

Nick Richards: 5,5

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo in 2:24. 0/2 ai liberi nel finale, sembra sempre in ritardo, sia nel muoversi sul post che in difesa, certo, gioca tempo inutile ma pare un po’ troppo lento.

Coach James Borrego: 5

Perso Hayward manca l’equilibrio alla squadra. Troppe conclusioni personali e i tentativi di rimediare e sopperire all’assenza con Ish Smith e Bouknight vanno a vuoto. La squadra è imprecisa e in difesa ha dei black-out che costano velocemente la fatica di un paio di buoni recuperi.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup key 47: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks

Gordon Hayward Vs De’Andre Hunter

A cura di Igor F.

Le due squadre guidate dal battito animale (no, non è RAF ma mi riferisco a Calabroni e Falchi) sono entrambe reduci da tre vittorie consecutive.

Entrambe mirano al poker e mentre sul fronte ospiti la minaccia principale sembra essere sempre Young coadiuvato da Collins e il supporting cast.

In casa Hornets non sono solo i punti di Rozier a dare un tono di credibilità alla squadra ma diversi giocatori che intersecando le loro abilità stanno dando vita a un gioco corale offensivo che negli ultimi tempi ha prodotto 7 vittorie in 8 partite.

“Non stavamo cercando di farlo da soli”, ha detto l’allenatore degli Hornets James Borrego. “La palla si muoveva. Stava scoppiettando e ovviamente stavamo tirando. Questa è la nostra identità”.

Hayward potrebbe l’uomo che fornirà equilibrio a una squadra multifunzionale mentre dall’altra parte Hunter nell’ultima partita è stato un ottimo complemento per il team della Georgia.

Possibili svantaggi:

Innanzitutto bisognerà rendere difficile la vita all’attacco degli Hawks perché se gli Hawks non sono primissimi in molte statistiche offensive il rapporto AST/TO di 1,9 li pone al quinto posto (Charlotte è seconda con 2,1).

Vero è che il range di tiro smisurato e a volte esagerato e a bassa percentuale di Young (principale minaccia ma avvolgibile se dovesse giocare singolarmente) stravolge un po’ questa statistica, tuttavia bisognerà stare attenti anche all’impatto dei giocatori dei Falchi sotto il nostro canestro con particolare attenzione a Collins.

Atlanta è ottava per rimbalzi difensivi per cui bisognerà scegliere le giuste soluzioni per non sprecare troppo l’offesa.

Possibili vantaggi:

Giocare in casa, intensificare la swarm defense potrebbe essere un buon punto di partenza per i fast break mentre a difesa avversaria schierata Charlotte dovrà affidarsi – oltre alle entrate di Bridges di forza e fioretto che sono ormai tra l’incredibile, il circius e l’H.O.R.S.E. – al gioco di passaggi di squadra (Ball, Hayward, Rozier e Bridges sono tutti oltre i 3,5 a partita con LaMelo a 7,7) cercando di colpire alternativamente da tre punti (potrebbe essere una buona strategia se in serata) e di creare spazio per buoni tiri non contrastati o creare spazi dove il talento individuale dei noti singoli possa emergere.

Secondi nel “pace” gli Hornets potrebbero avere le armi per impostare sul ritmo voluto la sfida e mettere in difficoltà il coach natio di Raleigh (proprio in North Carolina), Nate McMillan.

Peccato per la perdita di McDaniels ma sull’altro fronte ecco Bogdanovic ancora out, Gallinari in day to day.