Totopaolo: 18ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Dopo aver vinto una volta solamente in otto partite, gli Hornets (29-29), sempre più alla canna del gas, dovranno affrontare ancora due sfide prima della pausa per l’ASG. Naturalmente, con la fortuna che abbiamo, saranno due incontri molto impegnativi e il rischio di iniziare la seconda parte di stagione con un record negativo è assai probabile. Ecco nel dettaglio le partite che ci attendono:

Game 59: mercoledì 16/02/2022 ore 02:00 AM italiane @ Minnesota Timberwolves (30-27):

A fine novembre, una grande prestazione di Oubre Jr. dalla panchina (27 punti con 7 triple), regalò la vittoria agli Hornets contro Minnesota.

Oggi, i “Lupi della foresta”, sono in grande forma, con sei vittorie nelle ultime otto partite e con il roster praticamente al completo.

KAT, Edwards e Russell saranno una brutta gatta da pelare, soprattutto se consideriamo le nostre defezioni.

I lunghi avversari troppa roba anche per il neo acquisto Harrell.

Serve mezzo miracolo visto il nostro stato di forma.

Sconfitta in arrivo. 1.

Game 60: venerdì 18/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Miami Heat (37-20):

Un paio di settimane fa, Miami, con il duo Butler-Adebayo (47 punti totali) e un terzo quarto dominante, inflisse a dei frustati Hornets una pesante sconfitta.

Per questo terzo match della serie (0-2 il parziale), la musica probabilmente non cambierà. Roster degli Heat superiore per uomini e gioco.

Altra sconfitta in arrivo.

Rassegnati. 2.

Il pronostico della settimana: 0-2.

Game 58: Charlotte Hornets Vs Memphis Grizzlies 118-125

Intro

Charlotte è tornata a vincere contro un’avversaria (con tutto il rispetto) oggettivamente non irresistibile al momento.

La quindicesima vittoria di fila di Charlotte su Detroit però non compensa le sei sconfitte del periodo (ben quattro casalinghe) contro team più validi.

Memphis è un altro di quei team e per dimostrare di poter competere ancora e riacquistare la credibilità recentemente persa, nonostante Hayward sia out e Martin in forse, gli Hornets dovranno rialzare la testa allo Spectrum Center.

Né la W a Detroit né il buon inserimento di Harrell però mi hanno restituito la gioia di seguire una squadra (parliamo degli Hornets 2.0) che anno dopo anno non ha mai raggiunto i playoff se non in un’occasione venendo eliminata al primo turno in gara 7 ma sono passati quasi sei anni da quell’evento.

“L’amore non esiste ma esistiamo io e te” cantava il terzetto Fabi, Gazzè, Silvestri.

“E’ un assetto societario in conflitto d’interessi”… in fondo qui è racchiudibile il senso di amare una persona ma una squadra o altro perché l’amore risulta essere immateriale e irrazionale andando aldilà dell’inganno della specie (parlando di eros o philia), delle sovrastrutture psicologico-societarie o di qualsiasi altro assetto fisico o razionale spiegabile scientificamente.

La maieutica virtuale a contrasto del terzetto romano va contro l’utilitarismo e “la regola” creando una sorta di bolla speciale moltiplicabile quando uno spirito scevro da condizionamenti, riuscendo a librarsi aldilà di tutto, può essere libero di amare.

Va da sé, tornando a Charlotte, che, nonostante le recenti delusioni di una squadra potenzialmente sospesa tra la futura ascesa e uno status di mediocrità societaria, sarà mia cura andare fino in fondo alla stagione per vedere come andrà a finire.

L’obiettivo sono i PO ma per arrivarci ormai ogni partita è importante e i Calabroni per difendere l’Alveare dagli aggressivi Grizzlies dovranno tirare fuori i pungiglioni e dimostrare di aver di più dentro rispetto a un ricco ma banale conto in banca.

Andamento della partita

Dalla palla a due vinta dai Grizzlies al time-out giocato da Borrego (tardivamente) a 7:53 l’avvio degli Hornets risultava essere disastroso.

Morant appoggiava a due mani al ferro arrivando dalla baseline destra ed Adams in tap-in correggeva Morant per lo 0-4 quindi, dopo aver visto mancare una tripla a Miles ecco che Oubre Jr. saltava agilmente due giocatori sulla linea di fondo destra e depositava il 2-4 ma dopo un fallo non fischiato sul tiro a favore di Oubre Jr. assurdamente (9:41 Bane lo travolgeva cercando di fermare il portatore di palla degli Hornets che aveva appena lasciato a Oubre la sfera) era un massacro: TO di Plumlee, tripla aperta di Bane, Adams da sotto e 2+1 in corsa di Bane con una sportellata di Rozier in chiusura oltre a tre errori di fila (Rozier e due volte Oubre Jr.) sulla stessa azione più reverse layup di Morant che mandava sul 2-14 la partita.

Non andava meglio al rientro: palo di Ball dal corner sinistro, altro tap-in di Adams e tripla di Bane a 7:07 per il -17 prima che Rozier a 6:58 infilasse due liberi per il 4-19.

Melton da due, stoppata di Adams su Bridges e aggiunta di due punti da Morant prima che Rozier riuscisse a deviare al volo un tiro mancato da P.J. Washington per il 6-23.

Floater di Ball a 8:50 ma la difesa di Charlotte anche in aria era fragile così i tap-in di Adams e Clarke rispondevano al paio di colpi Hornets.

A 3:23 due liberi di Bouknight portavano a 10 i Calabroni ma l’impressionante alley-oop di Clarke era risposta decisa e pragmatica della squadra di Jenkins.

In mischia Harrell riusciva a catturare un rimbalzo difensivo e a depositare oltre le numerose divise bianche.

Bouknight si faceva stoppare e mancava un tiro da tre prima di segnare due liberi a :38.7.

Nel finale però Jackson segnava da tre punti e Bane a :04.3 otteneva due FT per uno slittamento di Oubre Jr. a metà campo non considerato regolare: 15-36 per il finale di primo quarto con un glaciale -21 da recuperare.

La panchina di Charlotte partiva bene con due punti di Harrell a 11:36 anche se il FT mancato… quindi – dopo una tripla di Bane – toccava a Memphis colpire con un tecnico assegnato a Rozier dopo una palla persa e un fallo tattico di Harrell a metà campo.

Jackson da tre segnava l’assurdo 17-40 quindi P.J. Washington segnava la prima tripla degli Hornets a 10:02 dopo una decina di squadra (almeno) a vuoto…

Rozier infilava due punti, P.J. Stoppava in aiuto Jones andando altissimo e sulla stessa azione Bouknight con il tappeto rosso segnava in fing and roll il 24-43.

La reazione di Charlotte si esauriva lì, un paio di colpi di Jackson costavano 5 punti alla squadra di Borrego che a 8:02 si trovava doppiata: 24-48.

Rozier provava dare qualcosa in attacco ma il team di Jenkins allungava fino ad arrivare a 4:28, dopo un alley-oop di Clarke, su un imbarazzante 28-60 da memorie olimpiche anni ’90 modello Angola-U.S.A….

Il divario arrivava anche a 34 punti prima di una dunk di Plumlee con passaggio stretto di Ball che dalla sinistra infilava da tre ma era un fuoco di paglia perché il -31 (33-64) risultava essere anche il divario a metà gara con un eloquente 43-74…

Il terzo quarto si apriva con un canestro di Adams da sotto e la risposta di Kelly nel pitturato quindi una spinta di Plumlee a rimbalzo offensivo su su Adams che finiva a terra non generava un flagrant ma un doppio tecnico.

Il kiwi, un po’ scosso commetteva un paio di falli e giunto al quinto veniva sostituito da Clarke così gli Hornets partivano da due FT di Rozier per infilare tre transizioni consecutive con Rozier, Bridges (2 liberi) e Oubre Jr. per il 53-78.

L’8-0 di parziale era interrotto da due liberi di Jackson che ingenuamente andava anche a respingere un floater corto di Ball regalandogli due liberi.

A 8:14 Morant andava in lunetta grazie al fatto di essere già in bonus: ½ ma l’alley-oop in transizione di Williams ampliava il divario sul 58-83.

Rozier batteva un paio di colpi da tre dagli angoli opposti trascinando sul 61-83 Charlotte.

Il divario stagnava e dopo un and one mancato da Morant con l’urlo MVP da parte dei fan dei Grizzlies ad anticipare il libero, Charlotte riusciva a tornare sul -18dopo una bomba di Bouknight (73-91) ma aiutati da un paio di triple consecutive di Konchar Memphis chiudeva comodamente il quarto sul +24: 75-99.

Ultimo quarto con inserimento di Thor subito al fallo in chiusura ma era Konchar a sfuggire a un ball distratto dalla palla per realizzare da sotto.

Ball si faceva stoppare da Bane ma la palla recuperata da Mason con contatto su Konchar valeva due punti e un and one mancato.

Bouknight proseguiva il buon momento di Charlotte lanciando da lontano la spicchiata per Harrell che mostrava esplosività andando per l’alley-oop rovesciato.

A 10:18 arrivavano due FT per Harrell che mancava il secondo ma la palla recuperata da Charlotte era buona per Ball che ai 24 infilava la tripla per il -18 (83-101) a 9:58.

Il divario rimaneva lì anche perché Adams (in mezzo un’altra bomba di Ball) in lunetta per sei FT ne realizzava soltanto 2 con uno 0/2 a 7:41 lasciando il tabellone sull’86-105.

Harrell costringeva Adams al sesto fallo segnando due punti poi Ball e Rozier accorciavano lanciando un paio di bombe mentre Harrell tornava in lunetta a 5:02 per chiudere il cerchio affondando i FT del -10 (88-98).

Morant tentava di chiudere una partita che pareva riaprirsi sotto la spinta del pubblico con un arcobaleno su Plumlee ed un euro-step rallentato.

Dal -12 si passava al -7 quando Ball, segnando 7 punti in 43 secondi mandava in time-out Jenkins andandosi a sedere in panca arrabbiato per il fallo non riconosciutogli sull’ultmo appoggio.

Charlotte stentava un po’ a fermare l’attacco ospite e così Rozier per tenere in corsa i Calabroni doveva segnare da tre (108-114) poi un’accompagnata fischiata a Morant e una schiacciata di Thor su passaggio smarcante di Plumlee portavano a soli 4 punti i Calabroni (110-114).

Bane a 1:48 prometteva di ammazzare la partita con la tripla dall’angolo ma di forza Harrell si buttava dentro ottenendo a 1:40 l’and one del 113-117.

Clarke nel pitturato ed Harrell in tap-in allungavano il brodo ed ecco l’episodio decisivo con il runner di T. Jones in corsa, molto bello ma anche clamorosamente da annullare per un quinto tempo in corsa partito forse dal passo -2…

Rozier e Ball mancavano le triple e dal mucchio usciva Bane che in transizione chiudeva il discorso sul 115-123 anche se Scary Terry da 3 a 20 secondi dalla fine realizzava il -5 ma non c’era più tempo per la rimonta.

Kelly Oubre in reverse layup. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

E’ dura amare una squadra travolta nel primo tempo, in casa (quinta sconfitta consecutiva in N.C.), da una squadra che mostra la differenza nell’organizzazione di gioco tra i due team mettendo in risalto il “non gioco” dei Calabroni che sembrano improvvisamente regrediti a uno stato confusionale-primordiale.

Gli Hornets vivono sull’improvvisazione e si accontentano spesso del tiro da tre punti mostrando uno stato mentale preoccupante non credendo di poter far bene nel pitturato quando squadre forti come i Grizzlies riescono a intimorire i pochi driver dei Calabroni.

Il 4/26 ottenuto nel primo tempo da Ball, Oubre Jr. e Bridges al tiro e il 4/22 complessivo di squadra da tre punti (18,2%) oltre ad avere una difesa che subiva il 47,1% da tre e il 52,7% complessivo rimanendo staccata di 31punti la dice lunga su come gli Hornets hanno approcciato una partita che a rimbalzo vedeva un 30-38 per gli ospiti.

20-42 nel pitturato nel primo tempo con partenza di Plumlee sverniciato atleticamente da Clarke, Adams e anche Morant…

Il secondo, pregiudicato dal distacco del primo, è una risonanza magnetica (del pubblico che spinge) a contrasto: gli Hornets sfruttano il calo dei Grizzlies e i problemi di falli di Adams per ripresentarsi dal -24 (finale di terzo quarto) al -4 nel finale quando Borrego, schierando Plumlee, Thor e Harrell (fantastico) riuscivano a limitare l’attacco di Memphis.

Qualche transizione e alcuni errori dalla lunetta dei Grizzlies hanno contribuito a riportare in corsa i teal & purple.

Era però una corsa contro il tempo e l’episodio di T. Jones che, segnando in corsa il 115-121, era forse decisivo poiché il quinto tempo del giocatore di Jenkins non è ancora contemplato come valido…

Charlotte sbagliava due triple consecutive e Bane usciva in transizione a chiudere la partita.

Dal mio punto di vista, nonostante il tentativo (tardivo) del coach di cambiare le carte in tavola, è giunto il momento di cambiare guida tecnica per tutti i motivi sopra descritti anche se la rimonta parziale del secondo tempo infiammata da Harrell e portata avanti dal backcourt è sembrata entusiasmante ma questi Hornets continuano ad essere sostanza troppo volatile.

Grizzlies: Morant 26 pt., Bane 25 pt., J. Jackson Jr. 18 pt., 10 rimbalzi e 6 falli, Clarke 16 pt. Ed Adams 15 pt., 11 rimbalzi e 6 falli.

LaMelo Ball: 6,5

25 pt. (8/21), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Specchio di una squadra bipolare, in difficoltà grave nel primo tempo, si ritrova nell’ultimo quarto quando lo si vede arrabbiatissimo in panchina dopo aver segnato un appoggio toccato da un difensore ma senza che il fallo venga chiamato. Scontroso anche con i compagni in un momento on-fire su tutti i fronti, manca una tripla nel finale che avrebbe potuto portarci vicinissimi ma il suo ultimo periodo è super e gli serve per raddrizzare la media al tiro, specialmente quello da fuori, lì fa 5/12.

Terry Rozier: 7

35 pt. (11/27), 10 rimbalzi, 9 assist, 1 stoppata in 41:07. Sfiora ancora la tripla doppia affondando 6 dei 17 tentativi da tre tentati. La media non è altissima: è del 35,5% da fuori, avrebbe potuto fare qualcosina di più mancando anche un paio di open e due tiri da fuori nel finale ma è stato uno dei pochi a provar a tener in piedi la baracca anche nel primo tempo passato sotto pressione e ha giocato molto.

Kelly Oubre Jr.: 5

8 pt. (4/9), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 20:25. Accumula un -16 in +/-, un po’ fatiscente in difesa dove commette 4 falli e con lui la squadra sembra sempre essere un po’ spostata difensivamente. Ancora nulla da fuori (0/2), bene in avvio quando salta sulla linea di fondo il suo difensore in chiusura ed Adams in aiuto o quando chiude al ferro in reverse layup pur contrastato.

Miles Bridges: 4

8 pt. (2/13), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 2 TO, -17 in +/- in 30:54. Serata storta a parte un’affondata bimane sulla qualche chiede inutilmente un gioco da tre punti. Non centra il bersaglio né dal pitturato né da fuori (0/5). Il recente calo offensivo degli ultimi tempi unito a un difesa non eccelsa lo lascia fuori per gran parte dell’ultimo quarto con il rientro sul parquet solo dopo l’uscita per falli di Plumlee. Si fa rubare anche una palla in uscita da dietro in maniera ingenua e la cosa costa due punti.

Mason Plumlee: 5,5

4 pt. (2/2), 12 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 3 TO. Finisce fuori per sei falli raggiunti nel finale. Primo tempo da incubo e ultimo quarto dove si fa sorprendere un paio di volte da Morant (sulla seconda qualche colpa la ha) ma a rimbalzo garantisce di più dopo un inizio terribile nel quale Adams e soci giocano sul velluto. Mezzo punto in più per gli assist: bello nel finale quello schiacciato per liberare Thor.

Montrezl Harrell: 7,5

20 pt. (7/8), 9 rimbalzi, 2 assist in 29:18. Sono commosso di vedere la palla in post qualche volta nel secondo tempo e anche di qualità con palla smistata quando viene raddoppiato. Nel marasma generale fatica pure lui nel primo tempo ma rimane un giocatore intelligente con qualche limite caratteriale come quando battibecca con un paio di fan dei Grizzlies dietro il tabellone. Nel bene e nel male porta energia riuscendo a ottenere falli e segnando anche un importante and one nel finale. Raddrizzata la mano dalla lunetta dopo esser partito male, fondamentale nell’ultimo quarto a formare il terzetto di lunghi con Thor e Plumlee risultandone il migliore. Alley-oop rovesciato ciliegina sulla torta.

P.J. Washington: 6

4 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 1 rubata, 3 stoppate, -13 in +/- in 22:58. Segna la prima tripla di Charlotte poi fallisce gli altri tre tentativi ma compensa con alcuni buoni interventi difensivi materializzatisi in tre stoppate, una in aiuto altissima. Il suo contatto su Morant fa tremare i Grizzlies vedendo Ja a terra con la caviglia sinistra dolente.

James Bouknight: 5,5

12 pt. (3/11), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 20:12. Inizia a giocare minuti ma deve trovare con più continuità la via del canestro. Difficile per lui segnare in penetrazione stanotte, manda a segno un paio di triple mancandone un paio aperte.

J.T. Thor: 6,5

2 pt. (1/2), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +17 in +/- in 12 minuti. Borrego allunga il quintetto e nonostante l’inesperienza che lo porta a commettere un paio di falli, JT c’è tanto da andare a stoppare in angolo Bane sul recupero. Bane s rifarà poco dopo con Thor che non riuscirà ad arrivare sul close out ma JT pressa in difesa e fa perdere una palla in pressione oltre a farsi trovare pronto sulla linea di fondo per andare a schiacciare su bound di Plumlee.

Coach James Borrego: 4

Partita iniziata malissimo mentalmente, quadra irretita da pressione e fisico degli avversari alla quale riesce poco o nulla, time-out ritardato ed Harrell inserito già con un distacco importante. Bene sul challenge e sul tentativo di cambio nell’ultimo quarto ma è troppo tardi. La squadra non ha un gioco e alcuni suoi interpreti principali vanno a fiammate o sono svalorizzati. L’equilibrio trovato con i lunghi è un tentativo.

Matchup key 58 Charlotte Hornets Vs Memphis Grizzlies

A cura di Igor F.

LaMelo Ball Vs Ja Morant

Il duello che polarizzerà l’attenzione dei media e dai fan sarà sicuramente quello tra le due stelle emergenti delle rispettive franchigie.

I due sono in grado di dare gas ai propri team in maniera differente.

Ball dovrà cercare di far uscire dal brodo primordiale un gioco che stenta ad aggregarsi e ad esser efficace, Morant, invece, è già al centro del sistema eliocentrico del gioco dei Grizzlies che recentemente hanno consolidato la loro terza piazza ad Ovest grazie a 4 W consecutive.

Le due squadre chiuderanno una specie di triangolare con i Pistons dopo che entrambi i team sono riusciti ad affermarsi a Detroit.

Possibili svantaggi:

Gli Hornets in back to back sono 1-8 e affronteranno una delle squadre con il miglior attacco e la miglior difesa sotto vari aspetti ( per rimbalzi, rubate e stoppate sono in vetta alla NBA) per questo i Calabroni dovranno essere bravi a limitare i troppi TO occorsi di recente e cercare di sprecare il meno possibile avendo contro un team difficile a rimbalzo.

I Grizzlies hanno segnato almeno 120 nelle ultime quattro partite e almeno 132 nelle ultime tre e Ja Morant continua a stabilire il ritmo ma sarà l’intensità difensiva a fare la differenza.
“Ci stiamo guadagnando il rispetto con il nostro gioco”, ha detto Morant dopo la partita di giovedì. “Sono abbastanza sicuro che ogni squadra contro cui giochiamo sappia che non sarà facile quando giocherà contro di noi. Sanno che usciremo e giocheremo duro”.
Adams, Bane ed Anthony Melton sono tre giocatori che per Charlotte potrebbero essere ostici su ambo i lati del parquet e anche se non sono nomi di grido sono giocatori utilissimi per Jenkins.

Possibili vantaggi:

Anche se non è stata una vittoria memorabile quella a Detroit contro un’avversaria dalla difesa friabile, gli Hornets hanno rotto quel muro mentale che li imprigionava al tiro.

Certamente la pressione degli avversari sarà maggiore stasera ed il team di Borrego non dovrà perdere la testa se dovesse andar sotto affidandosi alla solita risma di tiri da tre presi a bassa percentuale (da marcati o troppo distanti).

Il balbettio offensivo degli Hornets non dovrà ripetersi perché oltre a giocare duro, Charlotte dovrà dimostrare di poter mettere punti con costanza.

In questo una mano potrebbe darla Harrell che dopo la partita di ieri ha detto sui suoi compagni:
“Un grande gruppo di ragazzi. Sono giovani ma sono desiderosi e pronti ad imparare. Stanno cercando la leadership e stanno cercando qualcuno che entri con quel vantaggio e quella durezza”.
In questo Harrell (partito dalla panchina a Detroit) potrebbe dare una mano alla squadra a non implodere come recentemente fatto.

Pur avendo Hayward out (25 punti nella vittoria per 118-108 di Charlotte su Memphis il 10 novembre) gli Hornets tenteranno di affidarsi anche a Rozier che grazie all’arrivo del suo ex compagno a Louisville Harrell è parso più concentrato tanto da realizzare una tripla doppia a Detroit mentre Ball dovrà garantire punti e assist opponendosi alla star avversaria.

Il secondo top scorer del team, lo swingman Dillon Brooks sarà out e questo garantirà a Charlotte di soffrire meno un comprimario importante dalle giocate rapide ed imprevedibili.

Game 57: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 141-119

Andamento della partita

Palla a due nettamente vinta da Plumlee che per stasera partiva ancora titolare ma subito primo TO di Charlotte con Rozier che sul giro palla toccava con il tallone inavvertitamente la linea laterale sinistra.

Palla recuperata da Ball e Hornets in contro-transizione per la schiacciata del 2-0 di Oubre Jr..

I Pistons rispondevano con i colpi di Bey e Stewart mentre Ball da tre cambiava il leader team prima che un tap-in di Bey modificasse ancora la situazione.

A 9:38 Plumlee otteneva due FT riuscendo a infilarne uno per giungere alla parità.

Rozier in entrata la risbloccava e Ball, non contenuto da Joseph in entrata appoggiava a due mani al vetro ottenendo l’and one per l’11-6 a 8:48.

Era sempre Ball a ritmare il palleggio sulla destra e il suo crossover sul posto unito al pull-up veloce si connetteva alla retina oltre lo stupito Joseph: 14-10.

Cunningham da tre faceva rimanere in scia i grigi che scavalcavano a 7:44 con una jam di Bey ottenuta a causa dell’ennesimo TO Charlotte.

Grant mancava due triple in angolo chiuso da Bridges e Oubre Jr. a 6:37 pareggiava splittando dalla lunetta prima che una drive di Rozier conducesse i viola sul 17-15.

In una fase avvincente ma confusa Detroit trovava il pari fermando con due stoppate gli Hornets ma i colpi a vuoto in attacco dei Pistoni consentivano a Charlotte di trovare il varco offensivo per Bridges che non dava scampo alla difesa avversaria caricando una schiacciata a una mano potente trasformandola.

Bridges otteneva anche un open 3 dall’angolo sinistro (22-17) quindi a 4:33 Borrego mandava in campo P.J. Washington, James Bouknight ed il neo acquisto Harrell.

Passavano cinque secondi e Trezz respingeva il tiro da sotto di Hayes ma sull’altro fronte l’ex centro di Washington si faceva stoppare da Stewart un tentativo di schiacciata laterale.

Hayes al vetro e due punti ravvicinati di Stewart segnavano il riavvicinamento (22-21) ma dall’errore di Bouknight nasceva la correzione volante di Harrell per i primi due punti in divisa Hornets del natio di Tarboro.

Hayes infilava un lungo due punti (24-23) e da uno scambio in lunetta Ball/Olynyk non si modificava il gap (annullata una tripla a Bey per il fallo di Bridges sull’ex Heat prima del tiro) ma a farlo ci pensava Bridges in correzione volante su un appoggio mancato da Harrell.

Harrell era lanciato per una runner in corsa da P.J. poi Bey dalla baseline destra trovava solo il cotone con tiro fluido: 30-27.

Il possibile +5 era cestinato dalla lunetta da Harrell con uno 0/2 e Diallo andava pesante in entrata ma Bouknight di fioretto otteneva lo stesso risultato: 2 punti.

Harrell andava per un’altra schiacciata e Rozier toccato in palleggio da Diallo a :03.2 infilava due FT per il 36-29 del primo quarto.

Si rifaceva sotto Detroit in avvio secondo periodo con 5 punti consecutivi del charlottean Bey: 36-34 che svegliava gli Hornets che ripartivano con l’entrata di diagonale di Oubre Jr. il quale accentrandosi appoggiava di destra sulla destra.

Arrivavano anche una dunk in coast o coast di P.J. Washington che, presa confidenza, si permetteva il lusso della tripla contestata per il 43-34 a 9:57.

Non era finita però perché un passaggio pocket volante di Rozier all’ex compagno Cardinals era ben sfruttato al ferro e Oubre Jr. a 9:07 resisteva al passaggio a livello di Hayes pescando un two and one per il 48-34.

Il parziale da 12-0 era interrotto da Diallo che mancava l’occasione per l’and one a 8:44 ma il giocatore di Detroit si rifaceva schiacciando dopo aver rubato un pallone a un disattento Plumlee in palleggio in uscita.

Troppo facili i punti di Bridges e Plumlee, tra palloni persi e difesa larga la squadra di Casey dimostrava inesperienza.

Diallo dava segni di vita con una dunk in corsa appesa e Cunningham dal corner destro alzava su uno scomposto close-out di Plumlee: 52-43.

La minaccia del rientro dei locali era respinta da ball con tripla frontale da Rozier che dal corner destro infilava la seconda freccia su smistamento di Plumlee da sotto canestro: 58-43.

Il jumper di Diallo dava ancora sprint all’attacco Pistons ma Rozier in corsa passava un primo avversario e sulla convergenza di due difensori appoggiava subendo fallo: 61-45.

Joseph commetteva un TO banale e Charlotte muovendo palla su una difesa attardata riusciva dalla sinistra a mettere un altro colpo pesante con Rozier bravo a fintare e ad allungarsi nell’angolo sinistro con un escape dribble per il +19.

Dopo uno scambio in corsa con Plumlee era sempre Rozier con palleggio in mezzo alle gambe con finta e tiro in allontanamento dalla baseline destra in uno contro uno a centrare il bersaglio mostrando di aver tirato fuori il coniglio dal cilindro.

A 3:51 P.J. Washington esaltava da tre il giro palla di Charlotte e Harrell a contatto con Stewart metteva dentro il tiro anche se mancava il terzo libero di serata a 2:58.

Bouknight da tre infilava il 74-51 e i frustrati Pistons mancavano due FT con Diallo mentre i Calabroni sul velluto giungevano al record storico di franchigia nei punti segnati nel primo tempo quando Bridges in uno contro uno tirava da tre commettendo un air-ball ma dal taglio sulla baseline nasceva la palla recuperata da Bouknight bravo a metter dentro il 79-55.

Charlotte con un 19-12 negli assist, un 13-4 nei fast break e un 35-23 a rimbalzo costruiva il vantaggio forte anche di un 39-26 nel pitturato.

Il secondo tempo si apriva con un Rozier 5 Pistons 2 (floater e tripla diretta al vetro) poi Cunningham da 2 e Bey da tee rispondevano ma Plumlee e Bridges guidavano il team di Borrego sul 90-62.

Grant, molto quieto nel primo tempo, si attivava segnando due punti e stoppando Oubre Jr. poi un layup di Grant che andava a stoppare pure Plumlee portavano la gara sul 90-70 in un momento di rilassamento dei purple che ripartivano a 5:59 con una bomba di Ball (93-70) che si ripeteva poco dopo dal corner destro prima di offrire palla a Bridges per l’alley-oop dietro le linee: 102-72.

Stewart al terzo tentativo da sotto consecutivo in mischia metteva il 102-78 ma la saga delle triple (P.J., McGruder e Ball) aiutava Charlotte a chiudere il quarto sul 110-87.

Ultimo quarto inutile ai fini dl risultato che mostrava una buona tripla con step back di Bridges, la prima di serata di Oubre jr. a 6:01 (126-101) e dopo aver incassato un paio di triple Charlotte ripartiva con l’appoggio aggirante di Rozier Su Olynyk: palla al vetro e sul primo ferro che ci pensava un attimo prima di trascinare dentro la sfera.
Libero aggiuntivo e successiva tripla di LaMelo a 4:01 dalla diagonale dx:132-109 con lo stesso numero due che andava dritto ed era fin troppo facile non contrastato depositare il coast to coast del 134-109.

Nel finale gli ingressi dalla panchina portavano a Charlotte 5 punti da un buon Thor e due da Kai Jones per il 141-119.

James Bouknight ha trovato minuti in serata. Foto tratta dal sito degli Charlotte Hornets.

Analisi

Tutto facile per Charlotte a Detroit con gli Hornets all’eccessiva (contento per la vittoria ovviamente ma queste lunghe serie di W di un team sull’altro le trovo noiose e privano la lega di una reale mancanza di equilibrio talvolta) ed esagerata vittoria con il nuovo innesto Harrell partito dalla panchina ma che ha avuto un impatto immediato sul match.

Due squadre giunte a sei sconfitte consecutive con il bisogno di ripartire con le ultime 14 sfide tra le due squadre vinte dagli Hornets alla vigilia del match giunte oggi a 15.

Contro una squadra giovane, inesperta e dalla difesa larga e latente, i colpi degli Hornets sono caduti spesso dentro e l’allungo del secondo quarto ha anche prodotto il record di punti in un tempo (all-time) di Charlotte giunta a quota 79 pt. con gli avversari fermi a 55 staccati di ben 24 lunghezze.

Partita in discesa con Charlotte abile a controllare il vantaggio nel secondo tempo.

Gli Hornets tornano sopra quota .500 ma per mantenerla dovranno battere in back to back Memphis allo Spectrum Center.

Test molto più probante per una squadra che nella notte ha mostrato gioco di squadra e buone individualità tirando dal campo con il 55,7% complessivo.

Sarebbe importante riconfermarsi contro un team hot per certificare di avere ancora qualcosa da dire in questa stagione.

I Pistons hanno chiuso con Bey a 25 punti seguito da Diallo con 16 pt., quindi ecco la coppia Grant (buon terzo quarto dopo un primo tempo dormiente) – Stewart mentre Cunningham e McGruder sono andati anch’essi in doppia cifra con 12 punti a testa.

LaMelo Ball: 9

31 pt. (10/14), 5 rimbalzi, 12 assist, 4 rubate in 32:19. Gli entra quasi tutto: 7/9 da tre punti, un runner con scoop fuori equilibrio sul tramonto del terzo periodo passando Grant e smista ben 12 assist vincenti oltre a rubare palloni. In confidenza con sé stesso e contro questi avversari, piazza colpi devastanti per le risibili speranze dei grigi di rimontare.

Terry Rozier: 9

25 pt. (9/18), 10 rimbalzi, 11 assist, 4 rubate. Rara tripla doppia in carriera per Terry che parte bene nel primo tempo e aggiunge qualcosa nel secondo mostrando in avvio di ripresa come possa segnare da sotto o da fuori. Anche lui un ninja, pure da inbound pass, ruba palloni e tempo agli avversari come quando in uno contro uno, dopo uno scambio con Plumlee, tira fuori un altro dei suoi movimenti elastici con palleggio invertito in mezzo alle gambe, sull’esitazione, finta, allontanamento sulla baseline destra e canestro in pull-up. 3/9 da fuori ma complessivamente migliora le percentuali al tiro rispetto a qualche ultima brutta uscita per l’uomo ovunque in serata: 10 rimbalzi, 185 cm…

Kelly Oubre Jr.: 5

11 pt. (4/13), 6 rimbalzi, 1 assist, 5 PF in 31:20. In difficoltà difensiva ricorre a 5 falli (anche in chiusura), tira male complessivamente soprattutto da fuori con un 1/10 preoccupante a continuare la serie di serate storte da oltre l’arco. Qualche buon rimbalzo atletico ma non basta.

Miles Bridges: 8

25 pt. (10/16), 4 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 6 TO in 37:36. Ottimi movimenti con o senza palla (crossover, spin e layup in allungo o taglio dietro le linee per l’alley-oop servito da Ball sono solo due esempi). Buon duello con Grant nel primo tempo vinto nettamente e buone due chiusure nell’angolo sinistro sul suddetto giocatore che sbaglia due triple consecutive. Troppi TO e il 2/5 da fuori è frutto di tiri presi con il gusto tempismo (uno anche in step-back ma lento) con la parte 0/3 forzata. La schiacciatona di serata non ce la fa mancare.

Mason Plumlee: 6,5

7 pt. (3/5), 10 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata in 22:06. Bene a rimbalzo fa la sua partita, una stoppata data e una presa, buon pallone smistato da sotto in angolo per la tripla di Rozier.

Montrezl Harrell: 7,5

15 pt. (7/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 22:08. Impatto immediato sulla partita andando a stoppare Hayes dopo 5 secondi dal suo ingresso sul parquet. Ne prende una poco dopo da Stewart ma lui non demorde finendo a 15 punti sprecando poco. Consistente, deve trovare ancora il ritmo con i compagni ma sui palloni spesso c’è, sia in attacco che in difesa. Stona l’1/5 in lunetta. Per la serata va bene così ma deve migliorarsi assolutamente.

P.J. Washington: 7

13 pt. (5/7), 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Bene sulla partenza del primo break con 5 punti consecutivi. 3/5 da fuori, più in fiducia rispetto alla partita precedente, l’uomo con la valigia pronta è rimasto e in serata è stato utile anche tra rimbalzi e passaggi (bello quello volante verso il centro per mandare in corsa Harrell a schiacciare). Lo aspettiamo per riconferme.

James Bouknight: 6

7 pt. (3/11), 4 rimbalzi, 1 stoppata in 19:22. Occasione giusta per far esprimere la guardia tiratrice come promesso da Borrego ma al tiro non è andato sempre bene con entrate imprecise anche se il suo taglio sul finire del primo tempo con canestro da sotto consente a Charlotte si fare il nuovo record di punti parziale. Bella e utile una sua tripla dal palleggio mentre nel secondo tempo esita troppo e ne manca una cadendo leggermente in avanti con il tronco.

Kai Jones: 6

2 pt. (½) in 1:38. Gioca niente, trova comunque una dunk appesa.

J.T. Thor: 7

5 pt. (2/2), 1 rimbalzo, 1 rubata in 3:46. Tripla nel finale con confidenza e steal in uscita più coast to coast con affondata. Entra con lo spirito giusto. Buone sensazioni.

Nick Richards: 5,5

0 pt. (0/0) in 3:46. Altri minuti (pochi) anonimi.

Coach James Borrego: 6

Tutto facile a Detroit.

Versione 1.
Versione 2. Commento Hornets cast.

Matchup key 57 Charlotte Hornets @ Detroit Pistons

A cura di Filippo Barresi

Miles Bridges Vs Jerami Grant

Con l’assenza di Cade Cunningham tra le fila dei Pistons l’osservato speciale della notte sarà Jerami Grant che era dato come partente quasi certo con la chiusura del mercato nella serata di ieri.

Ad opporre resistenza al miglior giocatore di Detroit ci sarà il nostro Bridges, reduce da una buona gara contro Chicago ma comunque non nel suo miglior periodo di forma.

Giocare nella sua Detroit (lui è nato a Flint) potrà fargli tornare la serenità giusta per contribuire come ha mostrato nella prima parte di stagione.

Possibili svantaggi:

Nel mezzo di una serie di 6 sconfitte consecutive non sarà facile per gli Hornets approcciare la partita nel modo giusto e l’aspetto mentale sarà molto importante per le sorti della gara. Inoltre, affrontare una squadra non proprio avvezza alla vittoria potrebbe far rilassare troppo gli interpreti di Charlotte che potrebbero sottovalutare troppo la gara.

Possibili vantaggi:

I riflettori saranno puntati sul nuovo arrivo in casa Hornets: Montrezl Harrell.

Il centro dinamico è stato portato in North Carolina per sopperire ad alcune lacune (non tutte) presenti nel roster degli Hornets.

La squadra dovrà quindi cercare di sfruttare la sua presenza nel pitturato e le sue capacità di realizzatore sopra la media per evitare di concentrarsi troppo sul tiro da tre punti, arma che non sta portando molti frutti di recente.

Barrel-l’hornet

Dopo aver condotto una prima parte di stagione su buoni livelli (a game 50) gli Hornets si trovavano sul 28-22 ma la squadra è scivolata a quota .500 subendo ben sei sconfitte consecutive anche se quella contro Cleveland è stata piuttosto indotta dalla terna.

Comunque sia i Calabroni, come i Maghi di Washington, si sono persi nei meandri di un’incomprensibile smarrimento al tiro e questo non ha fatto altro che mostrare anche tutte le altre lacune che la squadra porta nel suo DNA ingigantite dalle perdite di alcuni uomini.

Gli Hornets erano quindi alla ricerca di un centro che potesse aiutare i vari Ball e Bridges a far uscire dallle recenti difficoltà una squadra che necessita di solidità.

Alla scadenza contrattuale di ieri alle 21:00 è giunto un “piccolo” rinforzo, d’altra parte si dice che nella botte piccola ci sia il vino buono e per un giocatore un po’ sottodimensionato per il suo ruolo (in realtà può giocare in due posizioni ma Charlotte l’ha scelto come centro) non potrebbe esserci descrizione migliore.

Proprio dai Wizards (con Beal out per tutta la stagione per un polso da operare) è arrivato l’atteso rinforzo per la posizione di centro che da anni risulta essere l’anello debole della catena del quintetto degli Hornets.

Mason Plumlee non ha convinto, a parte aver aumentato numericamente le statistiche a rimbalzo permane un protector rim di scarso livello tra il poco atletismo, lentezza nel chiudere le penetrazioni e un’intelligenza tattica difensiva limitata, oltretutto al tiro libero sta vivendo nettamente la sua peggior annata (drammatico 34,0% da non far invidia a Shaq), il che costringe Borrego nei momenti chiave a lasciarlo fuori dal parquet.

Montrezl Harrell è un giocatore che rende 10 cm a Plumlee (201 cm contro 211) e anche se non è un protector rim di primissimo livello (media di 0,8 stoppate a partita in carriera) garantisce energia e determinazione, due caratteristiche che dovrà infondere agli Hornets per renderli battaglieri per 48 minuti.

E’ vero, potrebbe non essere considerato un nome di primissimo piano ma migliorerà attacco e difesa se Borrego riuscirà a inserirlo nella maniera corretta nel contesto, inoltre i 108 kg e una propensione battagliera unita al suo 7 e 4 di wingspan potrebbero spostare qualche equilibrio contro alcuni team che al momento potevano permettersi di ignorare Plumlee.

E’ vero che “Trezz” non ha un tiro da tre punti ma potrebbe riuscire ad allungare il campo per i compagni in determinate partite perché con più peso sotto canestro Charlotte potrà forse riuscire a liberare più spazio per il tiro sugli esterni tanto amato da Borrego.

La sua percentuale al 64,5% (uno che non forza mai troppo all’eccesso i tiri) permetterà a Charlotte di sprecare meno possessi anche perché il nativo del N.C. è un giocatore offensivamente migliore di Plumlee.

La squadra è leggerina, non è arrivato nulla sugli esterni per compensare alle momentanee perdite di Martin e Hayward (Gordon listato già almeno al 25 febbraio ma ne avrà probabilmente di più), mi sarebbe piaciuto Smart ma Kupchak ha preferito non toccare troppo una squadra che dal mio punto di vista ha bisogno d’essere riequilibrata.

Harrell, nativo del North Carolina (Tarboro) arriva in cambio del mistero Vernon Carey Jr. (mai preso seriamente in considerazione da Borrego nonostante avesse fatto intravedere lo scorso anno potenzialità a BKN), della guardia Ish Smith (per il charlottean un lesto ritorno a Washington) e una scelta ottenuta dai Boston Celtics, una seconda protetta fino alla posizione n° 45 che i capitolini potranno spendere nel 2023.
Harrell (28 anni già compiuti a gennaio, figlio di Selena e Samuel Harrell ha due fratelli: Cadarius e Quatauis) è entrato nella sua settima stagione NBA e oltre ad essere stato sesto uomo dell’anno nel 2019/20 ha una media di 14,1 punti, 6,7 rimbalzi e 2,1 assist a partita in 46 apparizioni, tre da titolare per i Washington Wizards in questa R.S..
A Charlotte potrà ritrovare il fit con Terry Rozier perché prima dell’approdo NBA entrambi giocavano per i Louisville Cardinals, un’ottima cosa perché introdurre nello spogliatoio un ragazzo considerato dal carattere non facile potrebbe essere un jolly per far esplodere la bomba proprio dove vogliamo indirizzarla.
Salutiamo Carey Jr. e I. Smith augurandogli buona fortuna.

Ish ha chiuso con: 4,5 punti, 2,6 assist e 1,5 rimbalzi in 13,8 minuti a partita in 37 uscite.

Passando dallo shopping degli Hornets alla follia personale, anche per cercare di uscire un po’ dal momento nero di Charlotte, in stile un po’ eclettico ho immaginato di intervistare alcuni personaggi famosi, ovviamente imitati da me (alla buona, non siate iper esigenti), in merito alla franchigia del North Carolina…

Aspettando Harrell ed il verdetto di Detroit, buon ascolto:

Game 56: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 109-121

Intro

“Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade”, così si esprimeva Doc in Ritorno al Futuro sul viaggio spaziotemporale.

Casualmente ambientato (per una parte) e girato nel 1985 (anno nel quale Shinn organizzava la nascita degli Hornets avvenuta nel 1988) a oggi la storia dei Calabroni e di Charlotte si scinde e divide in molteplici atti a sé stanti.

Chissà se tornando indietro nel tempo quel fan che ha scritto l’altro giorno “Welcome back Bobcats” non avrebbe più motivo per farlo perché come Marty McFly nel film riesce a modificare in meglio il futuro, anche qualcuno di noi potrebbe correggere i numerosi errori dell’era recente targata Bobcats/Hornets.

Forse le Linci di Bob non esisterebbero e saremmo una squadra di successo.

Per ora tra chi è arrabbiato e chi è deluso (io contemplo ambo i sentimenti anche se la delusione prende il sopravvento) dalle brutte recenti cadute che fanno temere, unitamente all’infortunio di Hayward, di gettare al vento un’altra promettente stagione a prendere il sopravvento è la preoccupazione.

“Niente panico” ha detto Borrego alla vigilia, il gruppo ci crede e Miles anche ma passare dalle parole ai fatti non sarà semplice contro i talentuosi Bulls.

Eppure una strada va sempre ricercata per non cadere nell’oblio, anche un cunicolo spaziotemporale (wormhole) che porti fuori gli Hornets dal non gioco e restituisca interesse ed entusiasmo ai tifosi va trovato.

Solo giocando intelligentemente e duramente davvero potremo tornare a sorridere, al contrario il mercato sarebbe l’ultima ancora di salvezza ma dopo cinque sconfitte urge una reazione seria che mostri come i Calabroni respirino ancora.

La Shahahmadi prima della partita con alle spalle la squadra.

Andamento della partita

Per una violazione di Vucevic sulla palla a due il primo attacco era affidato agli Hornets che mancavano la tripla con Miles prima di passare in vantaggio grazie allo stesso Miles che subiva fallo in entrata da J. Green.

Dal 2-0 si raddoppiava con un bound pass verticale di Plumlee che incrociava Rozier sulla linea di fondo, passaggio oltre il ferro e reverse.

Alley-oop di Green per i Bulls ma a 9:45 Oubre Jr. puntava il ferro realizzando il 6-2 sebbene il libero aggiuntivo terminasse sul ferro.

I Tori trovavano il pari con due tiri ravvicinati di Vucevic in ritmo ma Charlotte ripartiva a 8:35 con Oubre Jr. bravo a sfuggire alla guardia del suo diretto avversario virando frontalmente per una dunk aggressiva.

Ball murava un passaggio diretto in angolo e sulla ripartenza realizzava da tre dall’angolo destro grazie allo spin pass di Miles.

La risposta dei Bulls arrivava con un inusuale ma efficace tre di DeRozan dalla destra ma Ball a 7:20 si produceva nello sforzo di un’altra (deep) 3 trovando il 14-9.

LaVine accorciava dalla lunetta sul 14-13 mentre Rozier dall’angolo magico a destra ai 24 faceva esplodere il 17-13 anticipando la bomba di Oubre Jr. dallo stesso angolo per il +7.

Le entrate di P.J. ed Ish non favorivano gli Hornets che incassavano le triple di White e LaVine (2) con il giro palla degli ospiti a favorire il sorpasso: 20-21.

A 3.10 la squadra di Donovan allungava grazie a due FT di LaVine ma Ish con un pull-up dalla destra batteva DeRozan dal mid range.

Dopo aver incassato due punti gli Hornets rispondevano con una schiacciata di Richards che non faticava grazie all’entrata di Miles bravo a portare via i lunghi di riserva dei Bulls.

Chicago faceva scadere i 24 offensivi e Miles puntava i lunghi andando a schiacciare di destra con la bordata per il 26-25.

La difesa degli Hornets era lenta su un rimbalzo lungo così il tiratore Thomas infilava frontalmente da 2nd chance una tripla.

Gli Hornets ripartivano dalla difesa complicandosi un po’ la transizione ma ball in uno contro uno sceglieva la mattonella diagonale destra per effettuare la tripla del sorpasso: 29-28.

Kelly Oubre Jr. in schiacciata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Gli Hornets cercavano di sfruttare la panchina dei Bulls sul parquet e grazie ad un’altra steal di Ball con appoggio di P.J. Washington contrastato andavano sul +3 prima di raggiungere il +6 grazie a un ¾ di Richards dalla lunetta ma il rientro di Vucevic e LaVine unito a un pessimo avvio al tiro conduceva i Bulls in vantaggio grazie a un parziale da 0-7 finalizzato da una tripla di LaVine a 8:05 che dava il 34-35 sul tabellone.

Time-out per Borrego che rispolverava Plumlee e Rozier.

Il secondo con un catch n’shoot dall’angolo sinistro mandava a bersaglio la tripla, Vucevic pareggiava fluidamente con un jumper lungo dalla baseline destra ma Rozier, dopo uno scambio con Plumlee, batteva al vetro un banker per il 39-37.

I rossi pareggiavano con facilità grazie al tempismo di Vucevic per poi passare in vantaggio con i canestri di LaVine al ferro, White da tre e ancora lo stesso White che finalizzava una palla rubata da Green a P.J. Washington per il 39-46 a 4:53.

Brown da sotto e Vucevic che tapinava sé stesso mandavano sul -11 Charlotte (39-50) che trovava in ripartenza una schiacciata con Bridges grazie alla difesa avversaria non riposizionatasi ancora correttamente.

DeRozan però pescava due impreviste triple spedendo lontani i Tori (41-56) prima che Plumlee segnasse due punti.

Gli Hornets mancavano due triple sullo stesso possesso e per una mancanza di comunicazione perdevano palla su un possibile terzo tentativo così dopo due FT di Miles a :31.5 arrivavano due punti in turnaround dell’ex star dei SAS su Bridges a fissare il risultato del primo tempo sul 45-58.

-13 a certificare gli Hornets attaccati al respiratore.

Rozier con 10 punti, Ball con 9 e Bridges con 8 tentavano di contrastare i 18 di DeRozan, i 15 di Lavine e i 10 di Vucevic con una differenza fatta proprio al tiro: 35,6% Hornets contro il 56,1% Bulls…

Hornets che smettevano di attaccare il pitturato con continuità e commettevano troppi TO nel secondo quarto (6-7 il parziale ma solo una palla persa nel primo) e 1-5 nelle stoppate con Oubre Jr. vittima preferita di Vucevic a tre stoppate su di lui.

0-7 nelle second chance mentre il 12-4 nei fast break teneva in vita flebilmente le speranze degli Hornets di ribaltare la partita.

Non c’era tuttavia lo stesso risultato come contro i Raptors nella partenza del terzo quarto: Bridges spalmava sul ferro la schiacciata e Rozier mancava due triple mentre Vucevic centrava un lunghissimo due punti.

Ball, ed Oubre Jr. appoggiavano due punti a testa ma White da tre mandava sul -14 gli Hornets che ripristinavano il -13 dell’intervallo con due liberi di Plumlee splittati a 9:42.

Ball segnava due liberi ma lo stato comatoso di Charlotte portava i Calabroni sul -16 anche perché a 5:39 Plumlee mancava due liberi sul 56-60 e il montenegrino batteva la difesa a zona di Charlotte con Mason troppo staccato sul jumper dalla linea del libero.

Ball con un nice rainbow su Vucevic anticipava due open 3 di Miles che davano un segnale di vita alla macchina ferma sulla line piatta: – ma il time-out di Donovan serviva anche perché per ben due volte l’impresentabile difesa sulla sinistra consentiva a Hill di mettere due triple prima che gli Hornets battessero un paio di colpi e con Rozier a 1:58 riuscissero a ritrovare almeno un -10: 70-80.

Un 2+1 di DeRozan arrivava prima di due FT assegnati a Bridges per una spinta della star dei Bulls su un tentativo di jam quindi Ish alzava per l’alley-oop di Richards ma a :01.5 la tripla di LaVine sul centro giamaicano portava a un nulla di fatto nel quarto con i 13 punti ancora tutti da recuperare (76-89).

Le Honey Bees, unica nota positiva in serata.

Non di buon auspicio il rolling hook di P.J. Washington completamente fuori bersaglio ma nemmeno lo 0/2 di Bradley dalla lunetta avvantaggiava i Bulls.

Il lungo si rifaceva agganciando palla sotto e battendo Richards grazie alla solida posizione.

Ball e Brown si rispondevano da tre poi due FT di DeRozan a contatto con P.J. a 9:27 trascinavano sul +15 la squadra della Wind City (81-96).

Oubre Jr. provava a dare un po’ di pepe alla partita con due triple consecutive ma fermare DeRozan pareva una chimera e altri suoi due punti a 8:20 lasciavano Charlotte sull’87-100.

Quando LaVine batteva un ectoplasmatico P.J. da tre punti la partita era chiusissima.

Finale inutile come nelle ultime partite, gli Hornets non avevano da opporre altre soluzioni per rientrare nonostante un lieve avvicinamento.

Terminava 109-121 in favore ospite.

Bridges cerca di trovare una linea di passaggio oltrepassando Vucevic e DeRozan. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Se nel primo match della storia tra le due franchigie gli Hornets avevano compiuto “il miracolo di Natale” (23 dicembre 1988) contro i Bulls di MJ che tornava in North Carolina da professionista per la prima volta, questa notte si registra l’assoluta normalità.

Una squadra in difficoltà sotto ogni punto di vista ha resistito un quarto e mezzo prima di concedere il vantaggio ai Bulls.

Dopo aver giocato aggressivi e con una buona circolazione di palla, i 5 TO del secondo quarto ed il calo d’intensità oltre ovviamente alle difficoltà realizzative hanno permesso di prendere il break decisivo al team dell’Illinois.

La strada smarrita di Charlotte ha consentito alla squadra di Donovan di amministrare affidandosi ai colpi di DeRozan (36 punti), LaVine (27) e Vucevic (18 pt. e 15 rimbalzi).

L’ispirato trio dei Bulls ha dato una mano agli ospiti a chiudere al 56,1% dal campo e al 48,5% da tre punti…

Gli Hornets si sono attestati al 42,6% con un 30,2% da tre punti, ancora basso, complice il fatale secondo quarto ma non soltanto.

Partita statica e stanca nonostante un paio di mini-break di Charlotte abbiano tentato di riaprirla però il supporting cast dei Bulls ha dato una mano con 15 punti di White, 8 di Brown e 6 di Hill con questi ultimi due a infilare un paio di triple a testa in momenti nei quali gli Hornets avrebbero potuto riavvicinarsi pericolosamente.

Hornets ai quali non è bastato un 27-6 nei fast break perché a difesa schierata il non gioco di Borrego dice che siamo andati nettamente peggio al tiro.

La difesa di Borrego non tiene, specialmente dagli angoli e il resto l’han fatto le qualità di tiro degli avversari apparsi fluidi e confidenti.

Passa per l’ultimo giorno di mercato la sorte di questi Charlotte Hornets giunti alla sesta sconfitta consecutiva e privi di Hayward, vedremo quanto potrà stare a cuore la cosa al momentaneo proprietario di questa franchigia.

LaMelo Ball: 6,5

33 pt. (12/25), 9 rimbalzi, 5 assist, 4 rubate, 4 TO, +6 in +/- in 37:43. Alla presenza del padre cerca di mostrare di aver migliorato ulteriormente il livello di gioco. Tre palle rubate nel primo tempo ma anche due falli ne limitano un po’ l’aggressività. Arriva a un rimbalzo dalla doppia doppia e cerca di esser ovunque attaccando anche il ferro tra floater, arcobaleni e layup oltre a mettere un 5/10 da fuori. L’unico per me sopra la sufficienza anche se tira un air-ball da tre clamoroso con una selezione di tiro indecente in una occasione.

Terry Rozier: 4,5

16 pt. (6/18), 4 rimbalzi, 6 assist, -7 in +/- in 38:43. Finché regge lui al tiro va bene poi c’è il buio chiudendo con un 2/11 da tre comprese un paio di triple a inizio ripresa (una super aperta) che avrebbero potuto dare sprint alla squadra. Qualche buon canestro ma se il tiratore principale tira con il 33,3% dal campo siamo rovinati. Un paio di chiusure sull’esterno contro Brown non vano a buon fine.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

19 pt. (8/19), 4 rimbalzi, 1 stoppata, -20 in +/- in 36:02. Difesa sul tiro e scivolamento che non mi piace. Parte bene attaccando il canestro con atletismo che lo spinge a due dunk esaltanti, poi, vittima del bullismo di Vuc nel primo tempo (tre stoppate rifilate) si accontenta troppo del tiro da fuori o si eclissa. Dopo aver tentato di dare l’ultima scossa ai calabroni nell’ultimo quarto con due triple va a speronare il montenegrino con un’azione di forza simile a quella di Cody Martin lo scorso anno proprio sullo stesso centro. Mega dunk di rabbia ma è troppo tardi anche perché bisogna giocare aggressivi per 48 minuti se si vuol vincere.

Miles Bridges: 6

22 pt. (7/16), 5 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, +5 in +/-. Dovrebbe capire cosa è più utile alla squadra in questo momento. Non lo fa perché dicendo che non rinuncerà mai a un tiro da tre la mette in difficoltà. Termina con due su otto da fuori e non è un caso che le due bombe a segno siano degli open con spazio… Ancora farraginoso da fuori spinge in entrata pescando buoni punti tra schiacciate e tiri liberi (6/6). Sicuramente frustrato nel non riuscire parecchie volte a fermare DeRozan nonostante una difesa che fa il possibile regala anche un fallo sul tiro all’asso avversario nel secondo tempo.

Mason Plumlee: 4

3 pt. (1/2), 11 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 3 PF, -12 in 26:57. Altro che upgrade, questo è il floppy disk nell’era di internet. Vucevic lo porta a scuola e la difesa a zona non lo esalta di certo sebbene dia qualcosa a rimbalzo cercando di partire bene nel primo quarto ma con scarsissimi risultati di protezione al ferro ma anche sulle corsie esterne se è chiamato in causa non siamo nemmeno all’ABC… ¼ dalla lunetta. Da salvare solo qualche pallone dato dentro come il bound pass verticale per il reverse di Rozier.

Ish Smith: 5

2 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 4 assist, -17 in +/- in 14:41. Inizia bene con un difficile pull-up su DeRozan poi al tiro è pessimo. Bravo a smistare assist come nel caso per l’alley-oop di Richards o una tripla di ball nel secondo tempo ma rimane un minus profondo.

P.J. Washington: 4

5 pt. (2/7), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 TO, -14 in 34:12. Se ci fosse Ciccio Graziani probabilmente gli direbbe: “Fatti un altro sono”. Addormentato e lento in difesa, in attacco è anche peggio. Rimbalzi e tre punti più una rubata a partita finita. Qualche fallo, uno datogli contro su DeRozan nel finale che gli costa anche un tecnico per proteste. Papabile di trasferimento sinceramente lo rimpiangerei poco in questa versione.

Nick Richards: 5,5

9 pt. (3/3), 1 rimbalzo in 12:43. Mette i suoi tiri (facili) da sotto e in alley-oop ed il ¾ dalla lunetta lo porta a un passo dalla doppia cifra. Il problema è che a parte la palla persa che gli sfugge dalle mani in attacco a rimbalzo non c’è. Troppo lento e non par essere la soluzione difensiva ideale anche quando DeRozan in entrata lo spinge via.

Coach James Borrego: 2

Dopo il primo quarto giocato come una squadra di basket, aggressiva, commettendo un solo TO e cercandosi, la squadra cala di tono a metà ripresa andando fuori partita senza più avere la capacità di riprendersi e riavvicinare i Bulls davvero. Il non gioco di Borrego (per quanto paia una brava persona) è parte di ciò che affossa una squadra scesa al .500 in classifica (la difesa che non riesce a dare stop nei momenti decisivi fa il resto) e rischia seriamente di non veder i PO nemmeno per questa stagione. Tante belle parole prima della partita sull’aggressività, sulla compattezza della squadra che ci crede, ecc., ma il suo joystick non risponde. I giovani non giocano e la squadra non pare tale.

Matchup key 56: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls

A cura di Igor F.

Miles Bridges Vs Javonte Green

Gli Hornets arrivano alla vigilia dell’importantissima sfida con i Bulls in una situazione di roster pessima.

Se James Bouknight rimane in dubbio, Jalen McDaniels continua a perdurare in vesti borghesi, Cody Martin (l’unico difensore aggressivo/ossessivo) è out così come Gordon Hayward per il quale si parla già di almeno un mesetto (o più) di stop.

Inutile dire che nonostante i Bulls non siano recentemente una squadra da trasferta rimangono favoriti sebbene le cinque sconfitte di fila in casa Hornets dovrebbero far tirare fuori il pungiglione ai ragazzi di coach Borrego.

“Tutti gli altri intorno a noi sono negativi”, ha detto Bridges.

“So che i fan sono arrabbiati. Tutti gli altri intorno a chi ci supporta sono sconvolti. Dobbiamo solo rimanere positivi e lo siamo. Dobbiamo solo trovare la nostra strada”.

Una strada potrebbe essere quella di controllare il ritmo del match evitando TO opponendo il gioco di squadra alle abilità offensive dei singoli avversari cercando di metterli sotto pressione fisica.

Situazione preoccupante comunque, aldilà delle parole proforma del nostro numero zero ho deciso di credere ancora negli Hornets per una serata aspettandomi una risposta da squadra dura e tosta.

Le statistiche fino a questo momento dei due team.

Possibili svantaggi:

A un giorno e mezzo della deadline Charlotte non ha ancora migliorato la sua posizione di centro e così i Bulls, otre ad affidarsi alla coppia DeRozan – LaVine che in veste realizzatrice (specialmente contro l’ipotetica peggior versione difensiva di Charlotte con Oubre Jr. e soci che dovranno sforzarsi realmente di difendere meglio anche perché la perdita di Hayward in questo senso sbilancerà ulteriormente la squadra) va bene per ogni occasione, avranno anche il terzo incomodo da schierare, un centro che potrebbe dar molto fastidio a Mason essendo dotato di buona tecnica, Borrego potrebbe tentare di inserire P.J. Washington o Richards sul montenegrino.

Offensivamente almeno tre match-up su cinque sono appannaggio dei Tori che vogliono ripartire a raspare furiosamente il terreno dopo aver dovuto abbandonare la prima posizione a Est a causa degli infortuni occorsi a diversi giocatori in questo periodo.

Possibili vantaggi:

Le due star degli Hornets (LaMelo e Miles) avranno due match-up key favorevoli.

Se Ball si troverà probabilmente dinnanzi C. White perché Dosunmu sarà out (il che gli complicherà un pochetto il pane ma potrebbe comunque dare un buon contributo), Miles Bridges se la vedrà con ‘Space Jav’, al secolo Javonte Green.

Bridges ha più kg e cm e la sua ecletticità offensiva sulle entrate potrebbe aiutare a tirar fuori nei brevi periodi offensivi da sabbie mobili gli Hornets.

La perdita della coppia Lonzo Ball/Caruso ha probabilmente depotenziato i Bulls in fatto di pressione messa agli avversari, ed è qui che gli Hornets – crollati nelle statistiche – dovranno trovare le abilità per costruirsi tiri a buona percentuale trovando lo spazio per degli open o dei tiri non contestati oltre alle incursioni al ferro perché la difesa dei Bulls ora è più battibile.

Pur mantenendo il temibile terzetto, nucleo e corna dei Tori, il team dell’Illinois avrà out oltre ai già citati: Lonzo Ball, Dosunmu e Caruso anche le ali Patrick Williams e Derrick Jones Jr., per gli Hornets manna da non sprecare possibilmente perché la panca dei Bulls si accorcia e così una squadra che vive di fiammate, all’Alveare cercherà di sovvertire il pronostico.

Game 55: Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 101-116

Intro

Forse gli Hornets oggi sarebbero meno “disperati” alla ricerca di una vittoria se a Charlotte, contro Cleveland, si fosse presentata una terna decente.

Dopo aver penalizzato Charlotte in diverse circostanze (basti ricordare Allen in avanzamento dopo aver impattato con il ginocchio di ) con fallo offensivo fischiato agli Hornets e relativa palla persa la terna ha pensato di compensare con tre punti di Rozier a gioco fermo.

Un errore che ah certamente favorito Charlotte ma che non ripiana i debiti.

Ufficialmente il capo degli arbitri, Sig. Forte l’ha spiegato come un errore di comunicazione sui tempi e dopo le lamentele di Bickerstaff, quando gli Hornets – palla in mano ed avanti di uno nel punteggio impensabilmente – hanno cercato di vincere la partita si sono trovati a fare i conti con un incredibile trattenuta di Okoro non vista e un fallo dato contro Rozier sul tiro ma che non lo era affatto.

Con il cronometro a meno di due secondi dalla fine, non essendo in bonus la palla sarebbe dovuta tornare a Cleveland, invece i due liberi di Love hanno affondato lo Spectrum Center e gli Hornets, oltretutto sembra che il paio di favori a Cleveland, per quanto clamorosi, contino più di tutti quelli rifilati a Charlotte, un po’ come quando vai a comprare i pasticcini e al banco oltre a quelli che hai chiesto tu parte il gioco delle tre carte per rifilarti quelli che non vanno mascherati abilmente.

Insomma, perdonate la noblesse oblige ma alla squadra meno mediatica della lega dicono che piove ma non è esattamente acqua quella che arriva addosso…

Diversi giocatori sono andati in black-out contro Miami e hanno bisogno di riprendersi per il bene della squadra.

Non consiglio di fare come Dash Kappei (o forse sì), alias Gigi La Trottola e per chi non lo conoscesse magari, eccolo nella finale di liceo tra il suo Seirin e la Sakuranooka.

Il video mostra come un giocatore avversario in grado di leggere nella mente cerchi di entrare dentro di lui per capirne le mosse in anticipo che non riusciva a leggere come con tutti gli altri giocatori affrontati ma pare che a Gigi non importi molto della partita quanto la sua Anna (Akane in Giappone) e la sua fissa per gli slip bianchi.

Se andate a 15:40 nel video, ecco la parte descritta:

C’è stato anche il caso Bouknight (si è presentato in borghese con una lunga fasciatura nera al polso andando in panchina), frustrazione e tensione dell’ambiente che si è riverberato in un episodio capestro, quindi l’aspetto mentale conterà moltissimo stanotte contro i Raptors per tentare di aprire una nuova striscia vincente ed infiammare il pubblico di casa che dovrà rispondere con un sostegno osmosi.

Andamento della partita

Palla a due tirata giù da Plumlee che rimediava a rimbalzo anche all’errore di Miles da tre punti bravo a rifarsi sul proseguo da sotto per il 2-0.

Siakam pareggiava dal rimbalzo sull’errore da fuori di Anunoby e Barnes beffava plumlee con un pallonetto.

Rozier non funzionava, Anunoby sì e da tre punti (2-7)… si attivava così LaMelo che in

velocità passava il primo difensore e cambiando mano oltre il difensore in aiuto ed il ferro infilava l’appoggio rapido a destra.

A 9:13 prima di una rimessa laterale Barnes (richiamato in panchina per il secondo fallo) concedeva un tecnico a Ball per fallo su Plumlee e Rozier sul successivo possesso centrava con una parabola alta in pull-up la retina con tiro frontale per raggiungere gli avversari a quota 7.

Trent e VanVleet sparavano un colpo a testa da tre prima che Bridges passasse in crossover Siakam per arrivare a una jam aggressiva.

Achiuwa ritoccava con un punto dalla lunetta mentre ball provvedeva ancora a portar tre punti con finta e tiro frontale da tre punti 812-14) mentre VanVleet e Hayward da fuori alzavano il punteggio sul 15-17 a 6.42.

Gli Hornets perdevano Hayward che rimaneva a terra su un appoggio di Trent, Charlotte giocava l’azione offensiva in 4 e beffardamente subiva anche il canestro dei Raptors del 15-21 prima di riuscire a chiamare time-out e capire che Hayward per l’infortunio alla caviglia sx (distorsione) non sarebbe più rientrato in serata.

Siakam su P.J. E Washington servito in corsa alzavano le cifre sul 17-23 ma i canadesi dilagavano già nel primo quarto giungendo sul 17-30 dopo una steal di Trent su Ish Smith chiusa dalla stessa guardia in fast break con facilità.

Ish era anche stoppato da Boucher mentre VanVleet continuava con buona mano a colpire anche dall’esterno così suoi tre punti fissavano a fine quarto il 21-35.

Toronto si dileguava a inizio secondo periodo continuando a segnare con una certa regolarità: Siakam in terzo tempo prima e con una tripla frontale (su Oubre Jr.) poi dopo esser andato a recuperar palla deviatagli fino al proprio canestro, Anunoby da sotto e dalla steal di Boucher si arrivava a toccare il -21 (23-44) prima che Borrego andasse in time-out.

La risposta di P.J. Washington a 8:14 e lo scoop atletico di ball contrastato valevano il 27-45 ma VanVleet al 4/4 da oltre l’arco faceva giungere il distacco a un nuovo massimo: -23 (29-52).

Gli Hornets cominciavano a mettere qualche colpo dopo essersi ripresi da qualche TO anche grazie a Ball che pur sbagliando qualcosa segnava e invitava i compagni a canestro: 31-52 in area poi Rozier – invece – in autonomia allungava il passo in corsa e batteva al vetro per il 39-54 mentre LaMelo con la drive arrivata fuori dal campo passava in corsa per Kelly che infilava il 42-56, finale di primo tempo con 8 punti di Charlotte recuperati dopo la quarta tripla di VanVleet.

Oltre alle difficoltà offensive si registrava nel primo tempo la caduta degli Hornets nelle percentuali sul tiro da tre punti con un 2/18 che valendo l’11,1% non aiutava di certo (Oubre Jr. 0/6, Rozier 0/3 e Ball ¼) mentre Ball e Oubre Jr. chiudevano con 10 punti a testa e LaMelo aggiungeva 5 assist e due rubate ma anche 4 TO.

Per Toronto Siakam realizzava 14 punti, VanVleet 12, Trent 11.

24-30 a rimbalzo, 6-11 nei fast break nonostante i TO fossero 9-10.

Partita che pareva già avviata al de profundis ma ad inizio ripresa – dopo un ½ di Barnes in lunetta a 11:40 (fallo contro Bridges) – gli Hornets infilavano un catch n’shoot da tre con Rozier dall’angolo destro, un appoggio ritardato di Plumlee e da una steal di Ball nasceva la transizione con Rozier ad alzare l’alley-oop per lo stesso LaMelo che esaltava il pubblico così dopo l’azione farraginosa fallita da Siakam, Oubre Jr. rifiniva in transizione sotto la spinta del pubblico per il -7 (50-57).

Il time-out di Nurse serviva anche aiutato da un po’ di fortuna perché una palla non agganciata da Ball provocava due punti facili per i canadesi che indovinavano ancora un paio di triple in sequenza (Siakam e Trent) allontanandosi sul 52-65.

Plumlee da sotto, Miles in corsa e Rozier da tre dall’angolo destro valevano per il 59-68 ma Barnes da tre dall’angolo destro e la dunk di Anunoby riportavano il divario a ben 14 punti.

Due liberi di Bridges, una tripla aperta di P.J. Washington e due punti in entrata dello stesso numero 25 consentivano ai Calabroni di gettarsi sul nuovo -7 ma una battuta d’arresto la si accusava quando non rimanendo connessi ai tiratori sulle possibili penetrazioni si concedeva a Trent una tripla dalla destra per il 66-76.

Bridges toccava da dietro una pala a Trent, Rozier usciva in corsa in coast to coast per sparare una bomba a una mano prima di infilare anche una tripla a 3:08 e quando Bridges a 2:33 si infilava tra le maglie rossastre per appoggiare il -3 (73-76) i calabroni ronzavano nelle orecchie dei Predatori.

Peccato che un pull-up di VanVleet in uno contro uno su P.J. Si infilasse dalla destra e da un TO di Ball arrivasse una dunk appesa di Achiuwa con Miles a chiudere il quarto in lunetta per il 75-80.

La tempesta Hornets non aveva seguito dopo il break perché Charlotte lasciava sul campo due rimbalzi offensivi nonostante la presenza sul parquet di P.J. Washington e Plumlee contemporaneamente così Boucher realizzava da sotto.

Ball passava in un fazzoletto a Plumlee che ringraziava ma lo stesso Mason non teneva Siakam che l’aggirava intorno al semicerchio antisfondamento appoggiando un two and one (mancato).

Oubre jr. in lunetta a 10:21 splittava per il 78-84 ma gli Hornets stentavano a realizzare così Anunoby ai 24 tirava fuori di bravura un altro pull-up ed Anunoby splittando a 9:02 ampliava lo scarto a 9 punti: 78-87.

Poco importava se Banton ne mancava un paio, a 6:50 un 3 di VanVleet tagliava le gambe alle possibilità di rientro: 80-92.

Bridges si connetteva da oltre l’arco alla retina ma un deep 3 dello stesso VanVleet raccontava che non era serata per Charlotte che non riuscendo più a dare giri di stop continui ai canadesi finiva per soccombere nel finale 101-116.

Sconfitta preoccupante nel modo di giocare (troppi tiri da tre) e anche alcune rotazioni tentate dal coach (vedi inizio ultimo quarto con Plumlee, P.J. e Smith) per equilibrare quintetti di riserva avendo rotazione corta in panca non hanno funzionato.

Terza sconfitta casalinga consecutiva, scivolati sul 28-27 (dopo esser stati 28-22) con Chicago e la deadline alle porte gli Hornets affrontano due eventi da win or die per non disperdere nell’oblio un’altra stagione iniziata bene.

Hayward, di nuovo out per una distorsione alla caviglia sinistra, al tiro in serata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets giungono alla quinta sconfitta consecutiva eguagliando il record di L d questa stagione.

La cosa si fa più preoccupante perché oltre a McDaniels, ancora out, alla vigilia del match in lista infortunati si aggiungevano Cody Martin e James Bouknight, inoltre, nel primo quarto una distorsione alla caviglia sinistra di Hayward privava i Calabroni di un altro pezzo importante.

Subentrava Oubre Jr. ma la sua percentuale da tre pari allo zero (0/8) è l’icona di questi Hornets con percentuali crollate da oltre la linea del tiro d te punti: 9/40, 22,5%…

Non è stata solo la pressione canadese a far mancare tiri di questo genere agli Hornets ma la poca fiducia e consistenza nei tiri di Bridges, del suddetto Oubre Jr. ma anche di P.J. Washington e Ball che hanno chiuso entrambi con un 1/6 da fuori.

42,9% per Toronto da tre punti, 14-21 nei fast break e dominio a rimbalzo con un 49-61 per i canadesi.

I soliti problemi con i lunghi, una difesa che staccandosi dai tiratori perimetrali (flottando in maniera lenta e distratta a volte) concede troppo.

Ball non è riuscito a far scoccare completamente la scintilla fermandosi insieme a Rozier sul -3 (dopo esser stati sotto di 23) nel terzo quarto.

Per Toronto 24 punti e 11 rimbalzi da Siakam, altrettanti punti sono arrivati da Trent e a referto se ne contano 20 per la coppia Anunoby – VanVleet, 88 punti in 4…

La testa dei giocatori non pare essere ancora serena e le difficoltà incontrate nel primo tempo hanno permesso ai Raptors di andare a nozze contro una squadra che disunita balbettava anche in difesa ma come detto, dopo i 10 minuti dell’intervallo abbiamo visto per un quarto un’altra squadra prima di tornare a vedere quella più paurosa e problematica dell’ultima frazione.

LaMelo Ball: 6,5

15 pt. (5/19), 4 rimbalzi, 9 assist, 4 rubate, 7 TO, 5 PF in 44:05. Fresco della chiamata per l’All-Star Game reale tra le riserve per sostituire l’infortunato Durant ma stanco per aver giocato quasi tutta la partita va ad alti e bassi con numerosi assist ma anche TO. Non riesce a dare la scintilla costante agli Hornets per rimanere in partita. Primo tempo dove tenta d’inventare qualcosa per sé e per i compagni. Molto attivo, poco preciso ma in possesso di talento, deve essere più oculato nello scegliere certe soluzioni personali che paiono difficili sin dall’inizio.

Terry Rozier: 6,5

20 pt. (8/19), 5 rimbalzi, 6 assist. Falsa partenza ma terzo quarto da trascinatore con buona parte del merito dell’avvicinamento al -3. 4/11 da tre punti, una buona spinta che poi si arresta. La fiammata del piccolo Terry è una delle poche note positive della serata che danno un briciolo di speranza per il futuro anche perché a questa unisce al voglia di giocarsela e non arrendersi così è su diversi rimbalzi anche. Bene nei passaggi come quello in salto per uno skip in favore di Miles che dall’angolo destro catapulta la tripla aperta.

Gordon Hayward: 6

3 pt. (1/3), 1 rimbalzo. Prima l’infortunio al piede destro, poi il Covid-19, una partita dove agli arbitri risulta antipatico, una steccata completamente e questa dove resiste 6:26 prima di abbandonare il parquet per una distorsione alla caviglia sinistra… Lourdes lo aspetta o forse anche un altro team non avesse una penale nel contratto per un’eventuale trade. Un pezzo importante nello scacchiere degli Hornets che ci abbandona in un momento difficile… Un 6 politico per la tripla infilata ed il rimbalzo per una squadra leggermente in difficoltà ma che aveva retto sino al momento della sua caduta a terra nel tentativo di chiudere sotto canestro.

Miles Bridges: 6,5

25 pt. (8/17), 6 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, 1 stoppata in 42:28. Altro cardine per Borrego, si affatica sotto un lungo minutaggio ma non si risparmia. Commette qualche fallo in difesa dove cerca di andare a contrastare i lunghi avversari. Una bella palla rubata a Trent da dietro, iniziative al ferro come il crossover su Siakam con dunk aggressiva e un 7/7 in lunetta subendo fallo. Attorniato dalle giubbe rosse canadesi riceve diversi contatti. Non basta ma fa un po’ di tutto. Peccato per il 2/7 da fuori. Meglio dall’angolo che quando prende triple un po’ indecise dalle diagonali.

Mason Plumlee: 5,5

6 pt. (3/3), 7 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Fa quasi tenerezza nell’intento di proteggere il ferro perché non ha atletismo e anche due/tre rimbalzi (uno in attacco) gli scappano tra le mani o li lascia in balia degli avversari. Buono nel far girare i compagni e a chiudere da sotto assistito.

Kelly Oubre Jr.: 5

17 pt. (7/17), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. -18 in plus/minus. Entra al posto di Hayward ma la sua difesa flottante è lenta e diversi close-out di facciata senza alzare nemmeno il braccio vengono puniti dagli avversari sul perimetro. In difesa regala due recuperi volitivi ma è un abbaglio anche in attacco dove quando sfrutta la baseline arriva fino in fondo (7/9 da due) ma lo 0/8 da tre è il classico esempio di come un giocatore così atletico venga sfruttato male quando non è in serata. Lo sdeng da tre su ogni tiro (anzi, c’è anche un air-ball dall’angolo) è sottolineato dal pubblico che rumoreggia ormai. Ritrovare l’armonia al tiro modificando con un assistente coach la tecnica ed evitare di insistere quando parte male la serata visto che trattasi di giocatore umorale, sarebbe un buon metodo per Charlotte per non sprecare tiri.

Ish Smith: 5

0 pt. (0/3), 1 TO, -14 in 8:05. Più che anonima, direi prestazione leggermente dannosa di Ish che non offre un assist, si fa soffiare un pallone che ci costa due punti e sbaglia i suoi pull-up. Altra serata dal quale si riceve zero, giocatore da tutto o niente.

P.J. Washington: 6

15 pt. (7/14), 9 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 32:06. Anche per lui meglio quando attacca il ferro trovando sue buone alzate in corsa. Da fuori è 1/6, difesa dove risulta essere il miglior rimbalzista con 8 ma per un uomo in possibile partenza che per quanto limitato sembra essere comunque maglio di Plumlee, ne deve arrivare uno più consono eventualmente.

Coach James Borrego: 5

Solito gioco da tre punti e black-out offensivi e difensivi. Si salva la parte finale del primo tempo ed il veemente avvio di ripresa che ci trascinano dal -23 al -3 m poi non si riesce più a seguire il flow. Slump di Charlotte a cinque sconfitte consecutive con un gioco preoccupante e un team che perde pezzi. Dura contro Chicago, servirà davvero una generosa prestazione di cuore, polmoni e cervello per tentare di battere i Tori.

Matchup key 55: Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors

A cura di Filippo Barresi.

P.J. Washington Vs Pascal Siakam

L’ultimo scontro tra queste due squadre ha visto Siakam come protagonista assoluto della vittoria dei canadesi.

Charlotte in quella gara non è riuscita ad opporre alcuna resistenza alle avanzate della stella dei Raptors, coach Nurse nelle ultime uscite lo sta sfruttando come lungo in quintetti molto piccoli con ottimi risultati. La strategia è di fatto simile a quella spesso messa in campo dagli Hornets e per questo motivo Borrego potrebbe decidere di schermare questo modo di giocare insistendo su P.J. Washington come lungo principale della formazione per giocare “a specchio”.

Possibili svantaggi:

Dopo la brutta sconfitta contro gli Heat le resistenze che possono emergere in questa gara sono tutte di tipo mentale.

Le immagini della discussione tra Borrego e Bouknight non faranno altro che alimentare le incertezze e le paure di una squadra alla quarta sconfitta consecutiva.

In momenti del genere, che in NBA sono quasi la norma, è facile che la squadra subisca il colpo e non riesca a reagire nel breve periodo, specie se nel giro di tre giorni è prevista la trade deadline.

Possibili vantaggi:

I Raptors, rispetto alle squadre ultimamente affrontate da Charlotte, hanno una difesa che concede buone possibilità agli avversari.

Dopo le asfissianti partite contro Cleveland e Miami, gli Hornets potranno trovare una maggiore libertà di spazio per tirare e segnare ed autoconvincersi a entrare in fiducia.

Come sottolineato in precedenza anche Toronto non sfrutta molto chili e centimetri ed ecco che Bridges, P.J. Washington e Plumlee potrebbero anch’essi trovare buone opportunità nei pressi del ferro.

Totopaolo: 17ª settimana

A cura di Paolo Motta.

Dopo una settimana disastrosa caratterizzata da tre sconfitte pesanti, gli Hornets (28-26) tenteranno di risollevare le proprie sorti nella penultima settimana prima della pausa per l’ASG.

In attesa – possibilmente – di segnali confortanti dal mercato (il 10 febbraio ore 22:00 italiane la chiusura), ecco le prossime sfide che ci attenderanno nella nuova settimana:

Game 55: martedì 08/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Toronto Raptors (28-23):

Nell’incontro giocato un paio di settimane fa finito 113-125 in favore dei Predatori, nel gioco degli Hornets non funzionò praticamente nulla.

Con Toronto in grande spolvero (5 W di fila), fermare il duo VanVleet-Siakam non sarà facile. Per gli Hornets è arrivato il momento di tirare fuori i pungiglioni.

Hayward se sei vivo batti un colpo, questo è il momento giusto.

1, di orgoglio.

Game 56: giovedì 10/02/2022 ore 01:30 AM italiane Vs Chicago Bulls (33-20):

Altra squadra in salute e ai vertici della Eastern Conference.

Nonostante le assenze (Ball e Caruso su tutti), i rossi continuano ad ottenere ottimi risultati. LaVine, DeRozan e Vucevic trio temibile da dover affrontare, con il montenegrino pronto ad andare a nozze contro i “lunghi” di casa.

Seconda partita della serie (0-1 il parziale) e anche questa sarà difficile da vincere.

2. Sconfitta in arrivo.

Game 57: sabato 12/02/2022 ore 01:00 AM italiane @ Detroit Pistons (12-41):

Contro Detroit le vittorie di fila sono arrivate a 14, l’ultima ad inizio anno fu netta: 140-111. Altra partita trappola, però, per Charlotte, che in passato ci ha abituato a scivoloni contro avversari sottostimati ma pur sempre pericolosi.

Bisognerà quindi partire subito forti e concentrati per evitare di rincorrere gli avversari per tutto il tempo, anche perché i Pistons, nonostante il record deprimente, quest’anno qualche scherzetto l’hanno già fatto ad alcune squadre (Miami, Utah, Toronto e Milwaukee tra le altre).

1. Vittoria obbligata.

Game 58: domenica 13/02/2022 ore 01:00 AM italiane Vs Memphis Grizzlies (37-18):

Contro i Grizzlies qualche mese fa facemmo mezzo miracolo, vincendo fuori casa 118-108. Da allora però Ja Morant e compagni hanno compiuto notevoli passi in avanti, posizionandosi tra i primi posti della Western Conference.

JJJ sotto canestro rappresenta la solita minaccia.

Il fattore campo potrebbe non bastare ad arginare le scorribande della squadra del Tenesse. 2. Sconfitta papabile.

Il pronostico della settimana: 2-2

Ball and Times

L’ubriacante gioco di Ball non è ancora costante ma il talento è limpido. Sia chiaro che la suddetta azienda, essendo scozzese (scherzo, un saluto ad eventuali scozzesi), non ha sborsato un penny per questo calembour.

Intro

Dopo due terzi di stagione gli Charlotte Hornets non hanno ancora preso una reale direzione rimanendo nel limbo delle incompiute, in quel purgatorio tra inferno e paradiso a causa delle proprie caratteristiche.

Miscelando le mie considerazioni con alcune condivise da Roderick Boone, giornalista del Charlotte Observer che segue i Calabroni, ho provato a fare il punto della situazione.

Un allenatore che poche volte abbiamo visto adattarsi alle squadre avversarie alle prese con un team giovane e con alcuni deficit strutturali storici evidenti più una dirigenza che non vuole affrettare i tempi ma che rischia di minare l’entusiasmo e l’eventuale ascesa degli Charlotte Hornets.

Siamo ancora in un processo di crescita interessante che tuttavia ha problematiche da risolvere in un cocktail esplosivo che potrebbe portare a una nuova morte della franchigia se non si prenderà atto e cura di questi problemi.

I recenti scivoloni a organico quasi al completo hanno gettato un’ombra sul proseguo della stagione di una squadra giovane che andrebbe aiutata sebbene poi i rookie non stiano giocando perché Jones è come una mela Granny Smith, verde ed acerbo mentre Bouknight è relegato molto spesso in panca e pare che ormai – con i rientri di Oubre Jr. e Hayward – dopo aver giocato abbastanza senza le due ali piccole, stia tornando ad occupare fissamente la bench tanto che la frustrazione l’ha portato ad avere uno scatto contro Borrego nell’ultima partita.

Trattenuto da Ball e accompagnato negli spogliatoi dopo aver giocato soltanto 14 secondi, spero che la questione, nonostante uno scambio di parole volate, possa risolversi tra persone intelligenti senza ulteriori strascichi.

Ovviamente Borrego sa che l’altro JB vuol giocare ed è indicatore di mancanza di apatia che il nostro “Sid” (chiamandolo così affettuosamente) voglia farlo.

Un ragazzo giovane probabilmente che si è sentito mancare di rispetto da parte del coach e ha risposto impulsivamente alla stessa maniera.

Non serve fare la morale ma tornare a remare tutti nella stessa direzione circoscrivendo l’episodio come stress da frustrazione con i due protagonisti impegnati a loro modo nel cercare di fare il meglio per gli Hornets anche se con idee differenti.

Toronto e Chicago sono alle porte, Hayward deve ritrovarsi in fretta, Oubre Jr. aggiustare la mano, Bridges tornare a mettere qualche punto in più prendendosi i suoi spazi e Martin mettere più intensità, Charlotte ha bisogno di tutti per uscire da un momento difficile dopo quattro sconfitte (solo una volta in stagione avevamo fatto peggio con cinque tra il primo e l’otto novembre ma con quattro trasferte ad Ovest).

Frontcourt e mercato

Il 10 febbraio, alle ore 16:00 convenzionali americane il mercato chiuderà e ancora tutto tace per ciò che riguarda i rumors, eppure la scarsa difesa messa in mostra richiederebbe ritocchi intorno al ferro e non solo.

Mason Plumlee è già stato espulso cinque volte in stagione e altre sei ha raggiunto i cinque falli dovendo limitarsi ad un minutaggio già frenato dalle scelte di Borrego in favore di una small ball e una pallacanestro più dinamica, anche perché se Mason ultimamente sta acchiappando qualche rimbalzo in più, intorno al nostro cerchio rimane un buco evidente (23 volte ha chiuso senza una stoppate contro altre 22 volte dove è riuscito a respingere almeno un tiro ma solo due volte è arrivato a tre in serata), inoltre il coach fatica a schierarlo quando nei finali sa che le altre squadre potrebbero fermarlo con un Hack-a-Shaq, perché il misero 34,3% dalla linea del tiro libero (34/99 dopo la partita con Miami) è un dato che favorisce più gli avversari che i nostri costretti a dei giri a vuoto in attacco.

L’assistente allenatore Jay Triano sta lavorando con lui ma i risultati ancora stentano ad arrivare e questa dalla lunetta risulta essere nettamente la sua peggior percentuale in carriera.

Il sophemore Nick Richards non gode di completa fiducia perché in possesso di un talento limitato e su Carey Jr. bisognerebbe chiedere a “Chi L’Ha Visto?”…

P.J. Washington è un giocatore adattato al ruolo di centro che in alcune partite può far bene mentre in altre pare essere in netta difficoltà (dipende dalle caratteristiche degli altri centri, più fisici, tecnici, in grado di giocare in post piuttosto che in corsa o tirar da tre) allora i nomi alla ribalta vengono fuori alla spicciolata: Myles Turner su tutti, Jusuf Nurkic, Richaun Holmes; Mitchell Robinson, Christian Wood, Montrezl Harrell e Jaxon Hayes.

Ovviamente acquisire (riacquisire) un centro come Wood non migliorerebbe la protezione al ferro ma in attacco e in base alla contropartita potrebbe non servire a un team che ha bisogno di equilibrio per migliorare una difesa tra le più frustranti dell’intera NBA, negli ultimi posti in diversi tabellini, indicatori del malessere su questo lato del parquet.

Sicuramente Kupchak ha fatto un discreto lavoro, non si sta facendo ricattare cedendo prime scelte per giocatori che alla scadenza del contratto cercheranno fortuna altrove.

L’ex GM Lakers ha fatto una mossa alla scadenza commerciale in tre stagioni a Charlotte (un contrattino per qualche mese concesso a Brad Wanamaker e nemmeno ai Lakers se lo ricordano molto per queste finestre di mercato) ma le sconfitte sono frustranti sia per i numerosi fan che stanno rioccupando con entusiasmo lo Spectrum Center e per gli stessi giocatori.

Per ora Miles Bridges ha giurato fedeltà a Charlotte per l’intera carriera:

“Se potessi, prenderei un Dirk (Nowitzki) o un Kobe (Bryant), sai. Adoro stare a Charlotte. Amo i fan, amo l’atmosfera e voglio far parte di qualcosa che si sta costruendo, sai… Sento che stiamo costruendo qualcosa e alla fine vogliamo vincere un campionato. Questo è l’obiettivo”, un domani le cose potrebbero cambiare anche perché leggendo tra le righe Miles in estate si aspetta di essere pagato per la sua odierna resa (se MJ non lesinerà come su Kemba).

Abbiamo diverse spie rosse accese, questo non vuol dire che Kup debba improvvisarsi meccanico, ma che cercando di fare delle scelte oculate (non solo nel ruolo di centro ma migliorando anche la difesa sul perimetro) tenti di smuovere possibilmente qualcosa a distanza di quattro giorni dalla scadenza commerciale.

LaMelo Ball

Se Bridges dice di voler rimanere a Charlotte, sebbene le possibilità di trattenere Ball per altre tre stagioni e mezzo almeno, grazie alla rookie scale, ci siano tutte, lo scanzonato ragazzo di Chino Hills potrebbe anche decidere di andar via un giorno.

Ovviamente non credo sia lo scenario attuale per un ragazzo al quale al momento interessa solo migliorarsi e ottenere risultati ma proprio questi, tardassero ad arrivare, potrebbero essere la molla per farlo scattare verso altri lidi più “fortunati”.

Il discorso è assolutamente prematuro e Ball attualmente è uno dei volti franchigia dei giovani Hornets (penso sia ben felice di esserlo e di non trovarsi in un ruolo secondario in un big team per poter giocare liberamente prendendosi i suoi spazi) ma Charlotte deve dimostrare di avere un progetto serio per dare a Ball una squadra in grado di competere più solidamente contro team più completi che non lo costringano sempre a forzare prestazioni super.

Per togliergli un po’ di pressione di dosso e riempire il vuoto lasciato da Monk e Graham è arrivato l’ex GSW Oubre Jr. (troppo incostante) che ha monopolizzato la serata ad Indianapolis segnando 10 tiri da tre punti ma è stato aiutato anche da Ball, il quale a sua volta ha mostrato un gioco super.

L’ex Suns e Warriors ha detto: “Non penso nemmeno che stesse cercando di farlo. Nessuno di noi stava cercando di puntare sui numeri oggi. Stavamo solo cercando di giocare duro, fare quello che facciamo al meglio delle nostre capacità”.

Ball è giunto alla quarta tripla doppia stagionale nella vittoria per 158-126 degli Hornets su Indiana al Gainbridge Fieldhouse.

Oubre Jr., commentando le doti del compagno ha proseguito: “Quando ci riesce anche la squadra ci riesce”, eppure io, come San Tommaso, andando a spulciare qualche statistica su LaMelo che confermi la bontà delle parole di Oubre Jr. ho trovato soltanto parziali conferme ma i numeri a volte sono bugiardi perché nell’interpretazioni di essi sono omesse le variabili.

Ball è stato 15 volte il miglior marcatore della squadra davanti a Rozier con 14, Bridges con 11, Oubre Jr. con 7, Hayward con 6 e Bouknight con una eppure quando risulta essere il miglior scorer del team la squadra ha vinto solamente 3 volte contro 12 sconfitte.

A quel punto sono andato a vedere la statistica assist, altra sua caratteristica primaria poiché indubbiamente il n° 2 risulta essere un facilitatore di gioco importante ma anche qui la sorpresa: pur avendo raggiunto per 12 volte la doppia cifra nei passaggi vincenti, il record di W/L è di 5-7.

Ho proceduto osservando i TOV limitandomi a quando al massimo perde due palloni a partita (considerandolo un buon dato per un playmaker) e il record è di 9-11, altra statistica controversa e fine a se stessa.

Ha più senso il 4-13 registrato quando Ball è in ambasce difensive e commette almeno 4 falli a partita mentre l’11-4 registrato quando LaMelo riesce a catturare almeno 9 rimbalzi è dato secondario che emerge però dalle statistiche del figlio di LaVar, buon rimbalzista della squadra.

Il 17-4 quando ha un plus/minus superiore allo zero è ovviamente quasi fisiologico essendo uno dei perni del team con un minutaggio elevato ma dall’altro lato denota come quando riesca a giocare bene su più fronti la squadra ne tragga beneficio.

Il problema è trovare, appunto, la costanza per essere annoverato già ora tra i migliori giocatori della lega in grado di fare la differenza e non essere una luccicante promessa, una stella discontinua pulsante modello cefeidi.

Questo Ball lo sa e rimane modesto sui complimenti ricevuti e i paragoni sprecati su certi nomi di big: “Niente davvero”, ha detto Ball su cosa significa sentirlo paragonare a nomi importanti. Sto solo cercando di continuare a vincere. Abbiamo obiettivi, cerchiamo di fare i playoff, cose del genere quindi onestamente sto solo cercando di ottenere vittorie. Sento che l’obiettivo principale sono solo le vittorie per davvero. Se segno tanti punti, pochi punti, tanti assist, qualsiasi cosa, sto solo realizzando una doppia doppia (o una tripla doppia).”

“Sicuramente essendo un playmaker sento come va ed è così che gira la squadra”, ha detto ancora Ball.

“Sicuramente iniziare bene mi fa sentire in grado di continuare ad aiutare tutti, quindi se entro con energia, sento che sto per ‘gocciolare’ e tutti possono avere un po’ di energia”.

Se contro i Pacers, Ball ha mostrato il suo high, il suo low è arrivato contro una difesa più forte e fisica come quella di Miami con tiri da tre fuori ritmo nel secondo tempo e poco del suo talentuoso campionario messo in mostra con Borrego a sottolineare come la sua shot selection sia ancora un work in progress.

Quando gioca con energia sulla difensiva, intercetta e devia palloni, cattura rimbalzi è uno dei nostri migliori punti di forza in attacco perché lui sta spingendo. Questo sarà probabilmente il nostro miglior attacco andando avanti ma il suo spirito, lo spirito di LaMelo ci accende sempre. Che si tratti di un allenamento, di una sessione di filmati, sul pavimento… E per fare quello che sta facendo a 20 anni, è difficile avere un impatto su una squadra nel modo in cui lo sta facendo in questo momento”.

Ball, a parte essere il fenomeno mediatico che fa vendere maglie ed innamorare cestisticamente i ragazzi è considerato dal coach un All-Star e il disappunto per non aver visto né lui né Miles nelle riserve delle stelle si è manifestato sebbene LaMelo parteciperà all’All-Star nella partita delle Stelle levanti.

Sicuramente Ball sta esportando il nome degli Hornets anche fuori dal North Carolina e le televisioni si interessano di più agli Hornets, per questo uno sforzo di MJ in questo momento sarebbe richiesto perché al contrario si rischia di bloccare quel processo di entusiasmo ed ascesa degli Hornets invisibile che va oltre il parquet ma che crea quell’appeal che crea interesse nei confronti di Charlotte ma non solo, anche verso la stessa NBA.

“Beh, ha un impatto sul gioco in così tanti modi”, ha detto Borrego.

“È sul tabellone, può muovere la palla, può condividerla, può segnare in più modi. Mette la sua impronta. È uno di quei ragazzi che possono avere un impatto sulla vittoria in così tanti modi diversi”…

Oubre Jr. ha detto: “Facendo tutte le cose immateriali (aspetti secondari o lontani dalla palla) ci rende una squadra migliore, tutti sono semplicemente in grado di divertirsi e giocare dalla sua velocità e dal suo ritmo.”

Effettivamente l’imprevedibilità, il ball handling, la tecnica (floater, passaggi volanti con cambio all’ultimo secondo e lanci precisi per i vari alley-oop) e un talento offensivo che può contare su un variegato arsenale che va attirando i difensori andrebbe tutelato e messo in relazione con giocatori che possano sprecare meno il suo talento di rifinitore anche se qualche forzatura da tre e TO evitabile danno ragione a Borrego su come posa ancora progredire.

Ball, insomma, è ubriacante.

Detta i tempi di gioco, non solo quando gli capita di avviare una transizione ma anche a difesa avversaria schierata cercando di fornire ai compagni il miglior pallone possibile per una squadra che troppe volte prende e tira soltanto per impostazione e in questo ha avuto dei black-out pagati a caro prezzo (basti pensare alle partite a LAC e contro Miami), il suo ritmo diventa quindi fondamentale anche perché Borrego impiega pochissimo Ish Smith (lunatico come pochi) e una vera second point guard nel team non c’è.

Dai pick and roll, alle drive and kick passando per blocchi dai quali cerca di trarre vantaggio per colpire a seconda della distanza dell’avversario (il 36,0% da tre è buono ma migliorabile se evitasse tiri da ben oltre la linea del tiro da tre punti mentre è da menzionare il floater in girata, colpo vincente contro Milwaukee nato istintivamente in aria mentre aveva già l’intenzione del passaggio) nasce il suo miglioramento offensivo con un 19,6 ppg contro il 15,7 dello scorso anno.

Nel video vediamo qualche situazione nella quale LaMelo ha mostrato molte buone improvvisazioni offensive (il problema è che avremmo bisogno di un gioco più strutturato e meno evanescente e in questo Ball potendo puntare a canestro aiuta) leggendo le difese avversarie in maniera rapida, uscendo da un blocco, andando a canestro ma anche situazioni nelle quali il tiro da tre non è entrato o il compagno non è stato in grado di finalizzare (vedi l’alley-oop di Plumlee) o lui stesso è stato bloccato per non mostrare solo il meglio.

Il playmaker di Anaheim è anche migliorato in lunetta e con l’87,5% sta alzando la media ai liberi degli Hornets al 73,6%, un problema risultando ventottesimi…

Insomma, il ticchettio degli orologi segna più scadenze ma c’è bisogno di sostanza prima possibile, Ball and Times nei tempi di gioco ma anche per un futuro luminoso.