Game 54: Charlotte Hornets Vs Miami Heat 86-104

Intro

Sinceramente era dal film Ghostbusters che non avevo più fatto caso ai fantasmi.

Non che in molti racconti non siano presenti o siano nell’immaginario collettivo ma che esistesse una (anzi, molto più di una) “app” per scovare le ectoplasmatiche presenze non l’immaginavo proprio quando per caso ieri mattina un collega mi ha detto che per divertimento è andato di sera sulle colline con il figlio (fautore e promotore di questa divertente scampagnata) a testare il ghost radar detector.

Ora, io che non credo più ormai di default nemmeno a ciò che proferiscono molte persone in carne ed ossa, sono rimasto un po’ divertito dalla cosa (un fantasma

appeso a un cancello trovato, sarà un fantasma da guardia?) ma più che altro mi è servita per presentare il momento no degli Hornets che alla ricerca di una vittoria che manca da ormai da tre turni e con gli Heat alle porte sembrano aver smarrito la loro impronta e la loro intensità se non per pochi tratti.

Una squadra ectoplasmatica sotto le plance con Plumlee devastante per la nostra difesa e con giovani troppo acerbi, di poco talento o esclusi misteriosamente fanno sì che a cinque giorni dal termine del mercato, la coppia Kupchak-Jordan, mai stata troppo avvezza a cambiamenti, dovrebbe pensare possibilmente a muovere qualcosa per migliorare la situazione prima che potenzialmente possa degenerare come in altre annate decretando probabilmente un colpo alle ambizioni di crescita future di un team che potrebbe smettere di soffrire se si riuscisse a trovare un valido pezzo mancante.

E chissà, invece, che le presenze ultraterrene amiche incombenti sopra lo Spectrum Center, diano una mano agli Hornets a uscire da questo momento d’impasse, senza rancore per aver scelto in nickname di Hornets al posto di Spirit in origine.

Andamento della partita

I quintetti.

Palla a due portata a casa da Adebayo per gli Heat che pescavano solitario PJ Tucker sotto canestro bravo a tagliare un gancetto per i primi due punti della partita.

Al secondo tentativo Hornets anche Ball con una drive che non incontrava resistenza al ferro sbloccava il punteggio vergine degli Hornets quindi Rozier dopo aver mancato in mischia un tiro da sotto subiva fallo sulla medesima azione e splittava portando avanti i teal.

Lo stesso Terry allungava sul 5-2 mentre Butler rispondeva da sotto.

Dopo un errore da tre di Miles e un TO di Robinson arrivavano due FT (8:37) per Plumlee che realizzava provocando un piccolo boato nel pubblico.

Charlotte si salvava anche da un open 3 in angolo di PJ Tucker e rispondeva con un reverse layup di Ball (9-4) prima che Butler infilasse facilmente un altro tiro nel pitturato.

Un pick and roll tra Bridges e Ball vedeva il primo scattare e ricevere per affondare un atletico alley-oop a una mano ma un altro paio di colpi di Butler ravvicinati riportavano il team della Florida sul -1.

Oubre jr. conquistava tre FT generosi per close-out di Lowry con sfioramento.

Il 2/3 era replicato dal 2/2 di Butler in lunetta toccato in corsa.

Caleb Martin infilava un quasi tre punti e Adebayo in lunetta portava sul +3 gli Heat sorpresi dalla veloce tripla frontale di Ball che impattava la partita a quota 16.Cody martin in reverse riportava sopra Charlotte ma un two and one di Adebayo (manata di P.J. modello passaggio a livello) lanciava gli Heat che sfruttavano lo scollamento di Charlotte con i primi ingessi dalla panca con un coast to coast rapido dello stesso Adebayo e su un altro TO di Oubre Jr. era l’ex Caleb a far male.

Un possibile fallo su Oubre non chiamato costringeva Hayward al fallo bonus su Butler a 1.55 e gli ospiti volavano sul +7, a poco serviva la tripla di Rozier perché a stretto giro di posta rispondeva con la stessa moneta.

Terzo fallo di P.J. Su Adebayo (½) e dentro Plumlee, Adebayo stoppava Rozier ma nel finale Plumlee con un giretto nel pitturato segnava con l’hook prima che Dedmon infilasse due FT per il 23-31.

Secondo quarto che partiva lento nel punteggio con gli ospiti in allungo grazia a due punti di Dedmon mentre Herro veniva stoppato da dietro alla grande da un intervento con i razzi di Bridges prima che a 9:12 Martin dalla lunetta restituisse (Vincent foul) due punti.

Arcobaleno di Vincent, tripla morbida di Rozier e risposta di Lowry dalla distanza: 28-38.

Frustrante non riuscire a rientrare ma l’energia difensiva degli Hornets portava a segnare Martin che dalla baseline spuntava sul passaggio di Bridges e a trovar una Miami sbilanciata sulla transizione con Oubre che dall’angolo destro invitava il solitario Martin in mezzo ad appoggiare il 32-38.

Time-out Spolestra ma era sempre Charlotte ad avvicinarsi con un’entrata di forza di Bridges vista dagli arbitri come blocking di Robinson.

Canestro ma FT mancato mentre Ball si salvava senza controllo sul suo spin, infrazione di passi non chiamata dalla terna, passaggio volante e sul proseguo dell’azione il ricollocamento dello stesso nell’angolo valeva tre punti per il 37-38.

L’urgenza portava Butler a rispondere ma Martin restituiva dalla baseline un passaggio in mezzo per l’accorrente Bridges che si elevava con mani dietro la testa per caricare una jam immortalata dai fotografi.

Era lo stesso Bridges a spezzare bene il polso dalla diagonale sinistra per il 42-40 a 4:37 mentre Butler pescava un contatto veloce con ball in area per andare in lunetta a pareggiare.

Bridges era stoppato da Adebayo con Miami a ribaltare l’azione per la schiacciata appesa dello stesso centro ma gli Hornets non demordevano trovando il pari a 2:45 con due FT di Bridges su un contatto banale con Robinson.

Doppio crossover frontale di Bridges che puntava a sinistra ma metteva dentro di destra.

Butler replicava con un jumper dalla baseline destra oltre martin mentre Rozier con un fade-away dalla sinistra oltrepassava PJ Tucker per una tripla alla quale si andava a sommare un pull-up su Herro (spesso attaccato nel finale perché non irreprensibile difensivamente) così gli Hornets andavano a riposo sul +5 anche grazie al tre sulla sirena sparato sul ferro da Butler.

Con gli Heat al 33,3% dal campo complice un 12,5% (inaspettato) da tre punti gli Hornets contavano su un piccolo margine di vantaggio essendo andati meglio al tiro (40,9% dal campo e addirittura 42,9% da tre) oltre a riuscire ad essere in vantaggio a rimbalzo 32-30.

Il terzo quarto però si apriva con un errore al tiro di Hayward e un parziale di 7-0 Miami che con la tripla di Lowry a 10:19 segnava il sorpasso sul 51-53.

Ball su uno scambio rapido si buttava dentro e nonostante fosse murato insisteva in salto segnando in caduta.

Adebayo segnava aiutato dal ferro ma poi mancava un alley-oop quello non fallito da Mason in transizione che pareggiava.

A spareggiare il match però ci pensava la terna che fischiando 3 secondi difensivi contro Charlotte dava il via a una piccola crepa tra i due team con Borrego a 7:52 a chiamare un time-out sul 55-58.

Dopo un jumper di Rozier per il -1 (57-58) era però il diluvio: Adebayo da due, Robinson da tre (prima sua tripla di serata) e lancio lungo per la jam indisturbata di Butler per il57-63 a 5:43 e altro time-out per Borrego.

Con Ball out la panchina andava anche peggio, Bridges sbagliava alcune triple, Rozier ed Oubre Jr. anche, gli Hornets incassavano un parziale di 2-18 che faceva sbandare completamente la squadra fuori dalla partita portandola a fine quarto sul 59-81.

Si capiva che ormai c’era aria di trash game con gli ingressi di Smith e Richards e nonostante a 11:25 il giamaicano infilasse un punticino dalla lunetta seguito da due punti dell’indigeno charlottean (62-83 in pull-up su Herro) la partita degenerava segnata: Herro segnava un paio di triple portando la squadra della Florida sul +29 (67-96).

Finale scontatissimo con Herro a infierire al quale rispondeva con un paio di colpi da fuori P.J. e il divario calava di un punto (86-104) alla fine in una sconfitta senza appello.

Bridges e la bimane caricata su invito di Martin. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Forse i fantasmi non esistono a parte quelli visti nel terzo quarto o se esistono sono ancorati al vecchio Alveare fuori città che non esiste più e lo Spectrum Center non è casa loro quindi niente mano per Charlotte che deve contare soltanto sulle proprie forze.

La partita degli Hornets dura un tempo poi il back to back e l’estemporaneità (in negativo) del team di Borrego si fanno sentire dissolvendo la partita con un vantaggio di 5 punti dissipato immediatamente sino ad arrivare a fine terzo quarto su un -22 dopo aver incassato un parziale da 8-35 accentuato dall’uscita di Ball che apre anche a una “nuova” visione o meglio a uno sguardo di secondo piano ma non meno importante sulla mancanza di un fil rouge che si chiama gioco di squadra così giunge la quarta sconfitta consecutiva dopo quella rocambolesca e scippata contro i Cavs.

19-12 nei TO e un 10-22 nei fast break, specialità Hornets rovesciata da Miami che in lunetta ha portato a casa il 94,4% mancando soltanto un libero dei 18 battuti.

Qualche scelta dei big presa in maniera troppo isolata (dal 42,9% del primo tempo da oltre l’arco Charlotte è passata ed ha chiuso con il 27,8%), la mancanza di un playmaker di riserva schierato ormai a frittata fatta e una fisicità mancante in alcuni elementi oltre al blow-out al tiro avvenuto dopo la top night a Indianapolis stanno trascinando nelle sabbie mobili una squadra che potrebbe far più di così.

Il manico di James Borrego si sta scollando in un momento difficile e l’ombrello difensivo è bucherellato da piogge acide che si materializzano anche da oltre l’arco se li avversari tengono un contegno al tiro (gli Heat avevano finito al 12,5% il primo tempo da oltre l’arco).

Butler ha dato il ritmo ai suoi chiudendo con 27 punti, Adebayo ha aggiunto 20 punti e 12 rimbalzi mentre Herro che non era andato bene nel primo tempo ha infierito con triple nell’ultimo quarto giungendo a quota 19 punti.

LaMelo Ball: 6

12 pt. (5/11), 6 rimbalzi, 3 assist in 21:30. Buon primo tempo a garantire punti e qualche assist. Forza un po’ nel secondo tempo triple fuori ritmo e quando esce non rientra più perché cala il buio sui compagni che collassano. Bene a rimbalzo difensivo e bella l’azione sulla quale commette passi non visti ma si ricolloca in angolo destro e segna da te dopo aver avviato il movimento palla.

Terry Rozier: 6

16 pt. (6/12), 6 rimbalzi, 1 assist, 5 TO in 32:25. Primo tempo buono con 5 punti finali di talento e intelligenza: tripla in fade-away su PJ Tucker e due pt. Attaccando l’anello debole della catena di Miami Herro per darci il +5. Senza Ball prende qualche responsabilità in più e mette un jumper che non basta nel periodo più duro. Un paio di tiri saltati via e qualche TO cercando d’infilarsi nel traffico.

Gordon Hayward: 4

0 pt. (0/7), 3 rimbalzi, 2 assist in 21:37. Peggio dell’ultima sfida era impossibile fare ma tra il piede, il Covid-19 e la frustrazione dell’ultima partita nella quale gli arbitri l’avevano relegato al ruolo di Cenerentolo, non ne azzecca proprio una partendo anche nel secondo tempo con un tiro sbagliato in area abbastanza semplice. Poco performante dopo una partenza di gruppo fisica.

Miles Bridges: 6

15 pt. (6/14), 5 rimbalzi, 5 assist, 4 stoppate, 4 TO in 32:43. Ottimo primo tempo con ben 4 stoppate, fantastica quella in rimonta su Herro con tempismo eccezionale avendo pochissimo margine prima che la palla potesse toccare il vetro. Duelli non semplici con Butler e soci. Trova anche qualche buona soluzione personale e una tripla con spazio ma nel secondo tempo forza troppo triple 1 vs 1 e finisce con un 1/6, ci prova ma non riesce a tenerci in partita.

Mason Plumlee: 6

6 pt. (2/5), 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 23:53. Non è il centro aggressivo che va su tutti i giocatori. Già deve tener Adebayo con fortune alterne. Lo fa meglio di PJ e quando l’avversario non è lanciato altrimenti meglio spostarsi però lo tiene più del previsto dal campo. Partita a due facce anche per lui sottolineata dal 2/2 in lunetta nel primo tempo e dallo 0/2 nel secondo quando appare proprio ai liberi piuttosto stanco. 10 rimbalzi (3 offensivi).

Kelly Oubre Jr.: 4

9 pt. (3/15), 6 rimbalzi, 3 assist. 1/9 nella consueta sagra della tripla. Segna solo quando non serve purtroppo. Fermato un paio di volte su incursioni e tiri in area con steal e stoppata, anche da fuori non ne azzecca quasi una e zero quando conta. Basta osservare i numeri per capire che un sesto uomo che dovrebbe portare punti dalla panchina spreca troppo, bisognerebbe rimodellare il gioco e forgiare una mano più affidabile che va ad estremi…

Ish Smith: 6,5

8 pt. (4/6), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Ultimo quarto dove può scatenarsi un po’ tra assist e buoni tiri. Sarebbe servito prima per coordinare il gioco e portare qualche punto.

Cody Martin: 6

8 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 4 TO in 35:13. Ingaggia diverse battaglie dagli esiti differenti. Un primo tempo nel quale duetta bene con Bridges riuscendo a portare punti oltre che degli stop difensivi importanti. Sbaglia qualche tiro, anche semplice ma cerca giocate intelligenti di squadra senza forzare eccessivamente sebbene conti 4 palloni persi.

P.J. Washington: 5

11 pt. (4/8), 4 rimbalzi, 1 assist in 19:20. Male sui lunghi, parte con tre falli su Adebayo, segna nell’ultimo quarto triple che servono solo a evitare un punteggio basso ma passo indietro netto rispetto all’ultima prestazione.

James Bouknight: s.v.

0 pt. (0/0). 14 secondi. Non saranno troppi?

Nick Richards: 5,5

1 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 assist negli ultimi 12 minuti. Borrego lo vede limitato per questo non gioca più, non ha tutti i torti. In attacco commette un fallo sotto le plance e fatica a prendere rimbalzi, in difesa è più interessante ma dovrebbe avere attorno una squadra diversa per mostrare il suo meglio. /2 dalla lunetta in avvio ultima frazione.

Coach James Borrego: 4

Una squadra che dura un tempo e poi va per conto proprio senza un playmaker con una selezione di tiro persasi nei meandri delle prime difficoltà incontrate dopo aver variegato bene il gioco nel primo tempo. Le percentuali calano nettamente e dal 42,9% da tre del primo tempo finiamo al 27,8%…

Matchup key 54: Charlotte Hornets Vs Miami Heat

A cura di Igor F.

Terry Rozier Vs Tyler Herro

Gli Hornets, dopo la freschissima sconfitta maturata in un finale deciso dalla terna a favore di Cleveland, sono scivolati al nono posto dopo la terza L consecutiva incassata.

Non la situazione ideale se a presentarsi a Charlotte in back to back (situazione particolarmente sofferta dalla squadra di Borrego nonostante la giovane età questa stagione) è la portaerei Miami.

Gli Heat sono una squadra completa con una difesa che annovera alcuni giocatori come Adebayo e Butler che non hanno bisogno di presentazioni, per Charlotte superarli sarà difficile, sarà quindi indispensabile che l’incrociatore Hornets centri il bersaglio con più frequenza a lunga gittata rispetto alle ultime uscite.

I numeri non sono molto distanti o addirittura migliori in alcuni istogrammi ma Miami è squadra più solida.

Possibili svantaggi:

Molteplici.

Il gioco sotto Butler/Adebayo sarebbe già abbastanza per impiccare i nostri lunghi a un certo numero di falli o canestri subiti, se aggiungiamo che anche sul perimetro gli Heat possono vantare una percentuale migliore da tre punti rispetto a quella degli Hornets (2° posto con 37,5 contro il 4° di Charlotte a 36,5%), il tutto si complica ancor di più perché oltre al momento negativo dei Calabroni, risorse energetiche e nevrosi mentali sono state spese la notte precedente.

Se Morris sarà out, P.J. Tucker e Strus (due con buona mano da fuori) sono in dubbio, come avvenuto contro Cleveland, il gioco di Miami, immaginando lo schema partita di una vecchia volpe come Spolestra a capo degli Heat dal 2008) potrebbe spostarsi più sotto canestro spostandolo all’occorrenza sul perimetro con Herro attualmente a 20,1 punti di media a partita.

Possibili vantaggi:

Quasi nessuno.

L’identità della squadra è quella tracciata da coach Borrego, gioco veloce, transizioni, triple e improvvisazione per mascherare le lacune difensive “swarm defense”, raddoppi, velocità e rapidità sulle linee di passaggio con ripartenze.

Gli Hornets stanno stentando molto nel tiro da tre ultimamente e sono scesi nelle percentuali dal campo e in quarta piazza in questa statistica di squadra per questo riuscire a costruire anche dei buoni tiri da tre punti (Rozier, P.J. Washington e Oubre Jr.) potrebbe essere un buon modo per scavalcare Adebayo e soci ma bisognerà muovere palla e difesa in maniera intelligente e non sbagliare troppo perché Miami a rimbalzo concede meno di molte altre avversari.

La ripresa di Ball sarà fondamentale anche nel duello con Lowry, mettere pressione senza eccedere nei falli e cercare di far commettere agli Heat più TO possibile sotto la spinta del pubblico amico (gelato più volte ultimamente allo Spectrum da qualche prestazione non all’altezza e all’abominio della terna contro Cleveland) potrebbe dare qualche chance di vittoria a un team un po’ evanescente.

Game 53: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 101-102

Intro

A meno di una settimana dalla deadline riguardante il mercato NBA tutto tace a Charlotte.

Fare il vuoto o creare il vuoto assoluto nascondendosi per lavorare sottotraccia a un colpo o rimanere immobili con questa identità?

Certamente Jordan e Kupchak terranno in considerazione gli aumenti di stipendio probabili (nel caso decidessero di trattenerli, Bridges ha detto di voler restare agli Hornets per l’intera carriera all’Observer) di Bridges e Martin la prossima estate per cui gli spazi per muoversi sul mercato saranno sottili ma tornando al presente c’è da dire che se la notte scorsa i Raptors hanno messo il loro capo avanti di due punti/millesimi percentuale, gli Hornets hanno l’assoluta necessità di rispondere.

Hayward ha saltato le ultime sei partite ma ha partecipato all’allenamento di giovedì.

Certamente lo status di Gordon preoccupa sempre anche se l’ultimo problema è stato di tipo precauzionale per via del protocollo di sicurezza.

Senza di lui manca l’equilibrio, lo stesso che sotto altri aspetti cerca di ricreare Marie Kondou, una scrittrice giapponese di libri sull’economia domestica che… detta così, lo so, non risulta molto affascinante ma l’idea alla base del suo successo è semplice quanto geniale.

Per fare il vuoto (o meglio, svuotare le nostre case da ciò che non serve) ha suggerito di dividere gli oggetti in macro categorie e decidere se tenere quel particolare oggetto in base al fatto che susciti emozioni o no.

Dopo esserci liberati di tutte le cose inutili troveremo l’amore.

Con una filosofia meno sognante e più utilitaristica potremmo dire che l’entourage degli Hornets dovrebbe fare la stessa cosa valutando quali “pezzi” tenere e di quali privarsi cercando di costruire una squadra con più equilibrio che abbia meno doppioni e giocatori dalle caratteristiche estreme.

Certamente non sarà facile e le scelte non possono essere unilaterali ma il senso del bisogno e dell’urgenza di rimettere in ordine i pezzi valgono sia per un team che per il singolo nella vita, “eliminando” persone ed orpelli inutili per dedicarsi a una via che dia più benefici e contribuisca a farlo uscire da stati frenetici e confusi.

Con una partita casalinga e i Cavaliers privi di qualche pezzo pregiato gli Hornets devono tornare a vincere per non cadere nelle solite mediocri stagioni.

Riavviarsi a riprendere un cammino che in questa regular season ha già regalato diverse soddisfazioni ma non è affatto completo.

Ritrovare il proprio spirito per affrontare le ultime 30 battaglie di R.S. e volare ai PO, ponte magico per il futuro.

Andamento della partita

Nonostante gli Hornets vincessero la palla a due e trovassero una tripla aperta (mancata) con Rozier, era Cleveland a iniziare bene con 4 punti di Allen.

Ball rispondeva per Charlotte a 10:29 rimbalzando su Okoro nel pitturato: fade-away e two and one completato.

A 8:51 Plumlee ricorreva al fallo per limitare Allen che splittava in lunetta mentre Rozier in turnaround pareggiava in area.

Si continuava con Plumlee contro gli Hornets che rispondevano due volte allo strapotere del lungo con Ball e Hayward prima d passare in vantaggio poiché, sul lob diretto ad Allen, Plumlee in anticipo passava a Ball che con un baseball pass innescava la dunk di Bridges e time-out Cleveland a 7:06.

Il gioco di passaggi di Charlotte favoriva la tripla aperta di Hayward (14-9), quindi a 5:41, l’open 3 di Osman costituiva il primo canestro dei Cavaliers “oltre Allen”.

Un piazzato di Ball e un canestro in schiacciata di Plumlee che anticipava il passaggio verso Allen portavano sul 18-12 gli Hornets ma a 4:42 due t di Allen più due punti di Stevens in transizione con and one regalato, riportavano a -2 la squadra ospite.

Charlotte cambiava centro e ripartiva con due colpi di Bridges che valevano 4 punti, inoltre, dopo un alley-oop flipperato da Allen che usciva, Martin realizzava un open 3 dall’angolo su assist di Miles raddoppiato sotto canestro: 25-16.

Allen tornava a segnare grazie a un jumper rim/glass e Mobley da sotto aveva la meglio fisicamente su Martin per il 25-20.

Rozier a 1:40 passava Stevens che commetteva fallo sul contatto, continuazione con girata in fade-away solo cotone dalla baseline (mid range) destra per il 28-20.

A 28:9 Stevens affondava due liberi ma Rozier passando in corsa dietro un blocco segnava al volo in ritmo una tripla sparando con sicurezza il 31-22.

Si ripartiva nel secondo periodo con una tripla di Love su Oubre Jr. quindi la nostra ala a 11:11 allungava dalla lunetta sul 33-25.

Charlotte mancava due triple con Oubre Jr. e Martin mentre sullo stesso possesso l’ex Suns sparava una plastica dunk sul ferro, peccato perché sarebbe stata splendida e sul contatto ginocchio con ginocchio gli arbitri premiavano la difesa di Allen (che rimaneva giù) rispetto all’attacco di Hayward.

Gli Hornets non si mostravano incisivi in attacco mancando diversi tiri da fuori e Cleveland, spesso aiutata dalla terna che interpretava contatti e situazioni spesso a favore degli ospiti, rientrava sul -5 dopo un 2/3 di D. Wade (fallo di Hayward che pestava sul close-out un piede al tiratore).

Okoro con una schiacciata portava sul singolo possesso la partita ma Ball con un catch n’shoot da tre dalla diagonale destra infilava il 40-34.

Mobley, Okoro ed Allen però portavano un parziale da 0-6 trovando l’aggancio a quota 40 mentre a 2:54 era provvidenziale la tripla di Oubre Jr. da sx che faceva ripartire i Calabroni.

La bomba innescava un lancio di granate: Goodwin (dietro al blocco di Allen), Rozier (ancora dal corner sinistro), quindi Cleveland prendeva il sopravvento con due triple di D. Wade intervallate da una di Goodwin che costituivano il resto del punteggio a fine primo quarto con la squadra di Bickerstaff a prendere il comando delle operazioni di ben sei punti, un po’ inaspettatamente.

46-52 a fine quarto con un 38,1% contro il 40,0% avversario e statistiche che si assomigliavano molto (benché Cleveland tirasse meglio da fuori).

7/21 da tre con un 6/42 totale (la metà dei tiri presi da fuori quindi) davano la misura degli errori che Charlotte finiva per pagare a fine primo tempo.

15 punti e 11 rimbalzi di Allen, Hayward a 3 falli (molti giocatori di Charlotte a 2), Rozier e Ball, rispettivamente a 13 e 11 punti a guidare la squadra del North Carolina.

Il secondo tempo si apriva evidenziando gli stessi drammatici effetti del primo tempo: fallo di Rozier dopo 9 secondi (terna solerte nel pescarlo lontano dalla palla), Allen dominante a segnare ai 24, Rozier tripla fallita in step-back lento e il gancetto di Mobley su un Plumlee immobile trascinava sul +10 la squadra in uniforme bianca.

Hayward mancava un layup volante e Cleveland si involava sul +12 con Allen prima di un reverse di Ball (52-62) che dava il via a qualche buona difesa di Charlotte che recuperava con il tandem Hayward/Plumlee; lancio del primo per l’alley-oop del secondo e passaggio in transizione del centro per l’ala che da sotto depositava il 56-6 a 7:05 tagliando il divario.

Il time-out di Bickerstaff faceva perdere nuovamente il ritmo agli Hornets che tornavano a incassare colpi pesanti: la mega dunk di Allen su Plumlee e due triple di Love trascinavano Cleveland sul 56-70 a 5:38…

Non andava molto meglio nel finale anche se dopo aver mosso palla in transizione Oubre Jr. appoggiava in corsa dalla baseline destra per il -8 (65-78) ma su un attacco dei Cavs gli Hornets stringevano troppo ed Oubre Jr. perdeva Love che passava alla cassa nuovamente con tre punti che chiudevano il quarto sul 65-76.

Undici punti da recuperare e l’urgenza di un attacco da ritrovare…

La difesa intanto partiva male perché Love partiva con tre liberi affondati (Ball scoordinato in uscita sul close-out) rispediva lontanissimi i Calabroni, un -14 pesante a 11:25 anche perché Ball andava in sfondamento su Love ma solamente grazie al challenge chiamato dal coach avversario.

Quinto fallo per Ball che frustrato mancava due tiri ravvicinati e andava a sederi in panca mentre Love continuava a colpire da tre sbattendo Charlotte sul -17 (67-84) ma la tripla di Oubre Jr., la drive aggressiva di Martin in uno contro uno, la reverse di Plumlee e l’open 3 dalla destra di Rozier a 7:03 restituivano ossigeno a Charlotte tornata sul -10 (77-87).

Una second chance era sfruttata da Oubre Jr. che dall’angolo destro riduceva lo scarto a 7 punti ma alla stessa maniera Allen favoriva la tripla di Okoro dalla parte contrapposta per l’80-90.

Azione controversa (interferenza dalla panchina di Ed Davis pare) sulla quale Cleveland protestava molto (una delle poche favorevoli decisioni pro Hornets) ma veniva assegnato un tre punti a Rozier su un tiro non entrato più un tecnico contro Cleveland e con gli Hornets a -6 il pubblico si infervorava sebbene Goodwin a 3:15 colpisse da tre su Bridges per l’88-95.

La schiacciata di Oubre Jr. su drive di Miles e quella di Bridges che faceva tutto da solo passandosi la palla dietro la schiena in palleggio per lasciare sul posto Okoro davano un -3 (92-95) che riapriva la partita.

La dunk di Allen con and one costava cara anche a Plumlee che out per raggiunto numero di falli finiva fuori mentre P.J. Rischiava di diventare l’eroe di serata scoccando due frecce che inchiodavano il punteggio sulla parità: 98-98.

Bridges sotto canestro anticipava Mobley ed Oubre dall’angolo destro segnava da tre con la panchina di Charlotte a saltare di gioia ma non erano fatti ancora i conti con la terna perché se Allen da una second chance ricavava il -1, sull’ultimo attacco fallito da Charlotte la palla, nella disponibilità di Hayward era preda di Cleveland grazie a una trattenuta da judoka di Okoro su Gordon.

Un fallo visibile anche da Marte ma non per la terna.

Il capolavoro però arrivava a un secondo e due decimi dalla fine su una mischia a rimbalzo dopo l’errore al tiro di Goodwin, Love afferrava la sfera e in girata tentava il tiro con il braccio di Rozier infilato sotto l’avambraccio avversario, ancorato sul movimento di discesa.

Ci vorrebbe parecchia fantasia per dire che quello fosse un fallo sul tiro con gli Hornets non in bonus.

Per la terna lo era e il challenge di Borrego non serviva a nulla.

Due liberi infilati e palla a Charlotte che dopo il time-out provava a lanciare Bridges in alley-oop ma in uno scontro come tanti Allen riusciva a tenere in qualche maniera Bridges che finiva a terra con gli Hornets.

Ancora sfortunata la maglia viola. Bridges batte Allen in uno contro uno. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte patisce per tutta la partita Allen come previsto, anche più del previsto, a lui si aggiungeva il veterano Love, eppure i Calabroni in un finale convulso e controverso, perso Plumlee per falli, sul -6, parevano agguantare la partita.

Quando Rozier a due minuti dal termine bacia la palla e gli Hornets con tre dardi avvelenati di fila (due di P.J. Ed uno di Oubre Jr.) raggiungevano il +3 sembrava quasi fatta per inerzia sotto la spinta di un pubblico caldo nel finale, peccato che una terna indecente che non vorrei vedere nemmeno al campionato CSI con tutto il rispetto per gli arbitri di categoria che saranno senza dubbio meglio dei tre cialtroni visti a Charlotte, rovinasse tutto.

Una trattenuta evidentissima su Hayward non veniva sanzionata, in compenso arrivava una chiamata a un secondo e due decimi sul rimbalzo guadagnato da Love e considerato in shooting motion in girata.

Due su due e sconfitta bruciante sul filo di lana che manda Charlotte in nona posizione a Est con Boston al sorpasso.

E’ vero che anche a Charlotte è stato assegnato un canestro per assurdo di Rozier da tre punti ma la terna ha spesso favorito gli ospiti sulle situazioni ambigue.

Polemiche a parte Allen ha terminato con 29 punti e 22 rimbalzi (11 offensivi, suo nuovo record) indicando come a Charlotte serva un centro vero.

25 punti di Love e 12 di Goodwin che ha smistato anche 9 assist hanno dato una mano a una squadra che ha tirato indistintamente al 40,0% (sia dal campo che da tre punti) mentre Charlotte ha chiuso con un 41,8% dal campo e un basso 32,6% da tre (alzato nel finale).

Borrego ha provato a seguire il flusso nel finale lasciando fuori LaMelo Ball già a 5 falli ma ha tergiversato troppo nell’inserire P.J. Washington apparso in forma in serata anche su aspetti al di fuori del tiro.

Con quasi tutti gli indicatori leggermente a favore di Charlotte a essere fatali sono stati i liberi: 11/12 per gli Hornets ma 16/20, compresi i decisivi, per Cleveland.

Il ritmo perso dagli Hornets nel secondo e nel terzo quarto è stato decisivo e lo sforzo per il recupero dal comeback di 17 punti, arrivato sul +3 non è servito, la beffa sì e Miami è alle porte in un back to back dove la nostra squadra non si è mai mostrata brillante.

Personalmente, anche se Cleveland ha guidato la partita per lungo tempo bullizzando Charlotte, provo “rabbia sportiva” per quello che è un furto che costa caro agli Hornets (certo i fan di Cleveland possono lamentarsi dell’episodio su Rozier e uno sfondamento su Love al contrario nel primo tempo ma troppi sono stati gli episodi a nostro sfavore con i due decisivi nel finale), incappati nella terza sconfitta consecutiva in un momento di stagione difficile nonostante il rientro di Hayward, battuti da una squadra con alcune assenze importanti come l’ultima di Garland.

LaMelo Ball: 5

15 pt. (5/14), 6 rimbalzi, 3 assist, 6 TO, -20 in +/-… Dopo qualche giocata va fuori ritmo. Confabula a distanza con Bridges che si lamenta per una sua apertura immediata e improvvisa e lui risponde qualcosa del tipo sul fare attenzione ma dopo aver commesso fallo su Love in avvio di ripresa e regalato tre liberi, commesso anche il quinto fallo (challenge di Bickerstaff e sfondamento su Love) manca un paio di tiri. Borrego lo chiama in panca e lo lascia visto che la squadra nel finale è in recupero. Troppi TO, il rischio di cambiare decisioni in corsa sulle letture della difesa ma Charlotte manca un po’ di un attacco meglio strutturato. Serve più continuità e che continui a giocare dando meno importanza agli errori pur facendone esperienza.

Terry Rozier: 6

24 pt. (9/21), 3 rimbalzi, 4 assist. Tiro finale preso da tre punti da troppo lontano ma gli Hornets hanno un attacco troppo statico e senza movimento così il passaggio tra Bridges e Rozier fuori sperando qualcuno prenda vantaggio da un entrata in palleggio non è una soluzione buona. Capisco rallentare il ritmo, giocare sul sicuro e non prendere la transizione m non è la prima volta che vengono fuori attacchi in uno contro uno da marcati e non sempre va bene. 5/7 da due punti con buoni jumper in ritmo dal mid range ma 4/14 da fuori, mano da migliorare un po’ con il giallo del canestro da fuori assegnatogli tardivamente anche se non aveva realizzato grazie all’interferenza di Ed Davis. Il fallo su Love nel finale è fisiologico e probabilmente nemmeno fallo perché potrebbe essere stato benissimo Love a cercare di incastrare con una giocata da veterano la mano di Terry per ottenere il fallo dopo aver preso il rimbalzo.

Gordon Hayward: 5

7 pt. (3/13), 5 rimbalzi, 3 assist, 3 rubate, 4 TO. Torna non in peretta forma, forza qualcosa di troppo e vessato dagli arbitri non combina molto anche se 3 palloni rubati e 5 assist in 29:11 rappresentano cifre soddisfacenti. Segna soltanto un open 3 su cinque tentativi e poi nel finale trattenuto da Okoro viene beffato perché la terna non lo vede (è arrivato un telegramma da Plutone dove l’hanno visto pure da lì a occhio nudo) se contro di lui fischiano a favore si dimenticano…

Miles Bridges: 6,5

12 pt. (5/8), 6 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Serata dove non prende molti tiri e quando lo fa solamente una volta prova da fuori. Bene negli assist, ottimo il suo anticipo in salto su Mobley nel finale così come alcune sue difese su di lui. Un po’ frustrato chiedendo falli che non arrivano o non arrivano chiamate in shooting motion. Da rivedere la dunk su Mobley con passaggio per sé stesso dietro la schiena e cambio di direzione.

Mason Plumlee: 5,5

8 pt. (4/6), 11 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate. In 31:47 cattura 7 rimbalzi difensivi ma ne lascia di più ad Allen e soci, inoltre la difesa al ferro non c’è. Quando Allen lo posterizza è solo la cartina tornasole di un centro senza atletismo. Buoni i tre palloni rubati, uno in anticipo su Allen, un altro per gentile passaggio avversario mentre usciva da sotto canestro. Bravo anche quando un suo canestro – con finta ai 24 su Allen – porta due punti importanti ma nel complesso il duello è nettamente vinto dall’avversario.

Kelly Oubre Jr.: 6

21 pt. (7/19), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Partito male, da 5, sbagliando tanto da tre punti, finirà con un 4/13 da oltre l’arco rischiando di far vincer la partita ai Calabroni nel finale.

Cody Martin: 5,5

6 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata in 15:44. Tiro un po’ latente, bell’uno contro uno dalla sinistra con alzata su Allen. Difesa funzionante e valida a tratti. I cm mancano e i close-out non sempre sono stati perfetti. Rispetto al Martin di inizio stagione un po’ più appannato.

P.J. Washington: 7,5

8 pt. (3/4), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata in 26:12. Due bombe per pareggiare la partita nel finale, diverse buone difese, 9 rimbalzi e anche un paio di buone entrate (preziosa quella di fisico su Love), una chiusa con un fallo subito.

Coach James Borrego: 6

Per un volta non commento il suo operato, la terna ne combina troppe (stravolgendo la partita) perché possa are un giudizio su aspetti negativi e positivi in serata che ha avuto.

Matchup key 53: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers

A cura di Filippo Barresi

Mason Plumlee Vs Jarett Allen

Quando gli Hornets incrociano i Cavaliers si sa che ci sarà una grande battaglia sotto canestro con la squadra di casa che dovrà cercare di arginare le proprie lacune in questa zona cruciale del campo.

Fortunatamente, nell’ultimo periodo il rendimento di Mason Plumlee è migliorato rispetto a un lento inizio di stagione.

Il suo impatto è quasi totalmente concentrato nella metà campo difensiva con una buona presenza fisica e con un buon numero di rimbalzi conquistati nelle ultime uscite.

Di fronte a lui ci sarà un Jarrett Allen rimasto fuori dalla selezione All-Star e quindi pieno di voglia di rivalsa.

Possibili svantaggi:

L’ultima uscita degli Hornets contro i Celtics ha mostrato a pieno (specie negli ultimi minuti di gara) le difficoltà nell’affrontare difese schierate aggressive e ad alta intensità.

Questa notte il copione sarà molto simile, con Cleveland che ha costruito il proprio successo grazie a questa solidità garantita da un sistema molto difficile da scardinare.

Questo fattore sarà ancora accentuato nella notte vista l’assenza di Garland e la necessità di contare quasi unicamente su una forte difesa.

Possibili vantaggi:

Le assenze degli ospiti, come anticipato, potrebbero andare a bloccare quasi totalmente la loro vena realizzativa facilitando al massimo il compito difensivo degli Hornets.

Nell’ultimo periodo Charlotte è riuscita a incidere maggiormente in difesa trovando, nonostante le assenze di Hayward e McDaniels, una buona continuità sotto questo punto di vista.

I miglioramenti che si possono fare sono ancora molti e questa sera potrebbe essere la partita giusta per migliorare ancora.

Note: McDaniels out, Hayward in dubbio (potrebbe giocare qualche minuto forse), out Garland e Markkanen tra le fila dei Cavs che mancano già di Sexton e Rubio per tutta la stagione.

Game 52: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 107-113

Intro

Nella giornata (solamente americana) dedicata alle donne nello sport, Charlotte viaggia a Boston cercando una vittoria sportiva sotto l’egida della Dea alata (greca) Nike che aveva una connotazione guerriero/sportiva.

Se è vero che ogni nazione ha i suoi pregi e i suoi difetti, in questo caso la celebrazione americana è da annoverare tra le cose positive degli States mentre nella culla della civiltà europea il retaggio culturale proprio del mondo anglosassone, senza nemmeno nessun pari riferimento a questa data, ha prodotto i soliti mostri di irrispettosità e reificazione nei confronti delle persone, in particolar modo verso il mondo femminile spesso in condizioni di maggior necessità.

Potrei citare diversi casi, conosciuti ed eclatanti (molti in questi anni sono stati i casi controversi nella ginnastica americana di violenza, nel tennis come il caso di Peng Shuai “rientrato” in qualche maniera, ecc.) e non ma se rimaniamo su un esempio banale e meno estremo, più standard e concreto su chi lavora non da professionista nello sport, basti pensare alla demenzialità di un sistema tecnologico dove si può recensire malamente una persona che cura dei campi sportivi perché si pretende di giocare aldilà dell’orario pattuito a orari notturni e poi fare anche la doccia con l’addetta di turno che dovrebbe andare a casa magari dopo mezzanotte perché il cliente affetto da un’incultura spaventosa o da una iattanza prodotta da quel nulla scintillante depositato sul conto decide di dimostrarsi microscopico come i suoi principali organi ludici così come il compiacente titolare di turno che lucra al di fuori dal contratto una flessibilità che nemmeno Dhalsim di Street Fighter possiede.

Probabilmente avremmo bisogno di qualcosa del genere in Italia (e anche molto di più in concreto) dove lo sport troppe volte è stato teatro di sfogo o utilizzato come base per raggiungere risultati personali in indotti poco chiari perché – se come nel caso citato non c’è rispetto per chi sta garantendo correttamente la fruizione di un servizio – dall’altra parte servirebbe a ricordare a frustrati dalla sottocultura abissale quei comportamenti di civiltà che non vanno forse più di moda.

Dalla pagina Twitter della sideliner degli Hornets.r

Fortunatamente non tutti gli avventori delle strutture sportive sono così e – per tornare alla partita – mentre Ashley ShaAhmadi da bordo campo ci narrerà l’evento (beata lei potrei dire), i nostri crazy bad boys tenteranno la difficile impresa d’espugnare nuovamente il parquet dei Celtics, serviranno le nostre ali sul parquet, serviranno le ali e la volontà dei Calabroni per cercare di ripartire in classifica.

Andamento della partita

Partenza falsa per Charlotte con Boston in transizione ad avvantaggiarsi sfruttando due errori al tiro per piazzare un paio di tiri in superiorità numerica con una tip dunk di Williams e un jumper di Brown mentre Charlotte infilava un catch n’shoot con Ball ai 24 a 10:13.

Gli Hornets passavano avanti con una puntata a canestro di Bridges ed allungavano con Rozier che agganciava in transizione e batteva in uno contro uno l’avversario appaiato a lui.

Dopo l’appoggio da sotto di Plumlee, Boston cominciava a rientrare con i colpi di Williams e Tatum (9-8) quindi ball in corsa e Tatum da tre dall’angolo pareggiavano la partita andando in doppia cifra (11-11).

Due FT splittati di Brown e un piazzato di Tatum da second chance consigliavano il time-out a Borrego (6:39 sull’11-14).

Mentre una volata veloce di Rozier con appoggio al vetro faceva ripartire Charlotte aiutata anche dal passaggio dall’angolo di P.J. per Bridges che prendeva vantaggio dal mancato anticipo di R. Williams e batteva G. Williams mancando l’and one del pari.

Peccato perché dopo i canestri B&B (Brown e Ball) la tripla aperta dall’angolo di G. Williams (mancava di poco quella successiva sullo sforzo in close-out di Rozier) apriva al vantaggio aumentato da Richardson e “chiuso” da Schroeder per il 17-25.

A interromperlo un passaggio di Ball con drag screen per Rozier che andava a colpire da tre con spazio prima che lo stesso recuperasse un pallone al playmaker tedesco per avviare il colpo da sotto di Oubre Jr. (22-25).

Tatum in lunetta a :36.8 chiudeva il primo quarto con due FT (fallo di Richards in chiusura) sul 22-27.

Purtroppo si apriva male il secondo quarto con un paio di colpi da tre punti di Richardson con Ball a provare a replicare con un runner, quindi ancora un caldissimo Richardson da tre punti infilava prima che LaMelo mettesse un altro floater e un ½ in lunetta a 9:55 fissando il 27-36.

Con gli Hornets attardati di nove lunghezze il canestro di Schröder in entrata su passaggio in corsa (9:44) non andava bene a Borrego che vedeva però aumentare i giri della propria difesa con una stoppata di Oubre Jr. su Brown, un buon close-out di Plumlee su Horford da 3 che portavano benefici unitamente alla pressione difensiva lontana dalla palla con un recupero di Rozier che capendo con largo anticipo il passaggio si involava in transizione prima che Oubre Jr. facesse lo stesso con Richardson per involarsi a infilare il 32-38.

Il rientro degli Hornets passava per 5 pt. consecutivi di P.J. Washington: un alley-oop e una tripla (6:32) per il -1 anche se Smart recuperava un fallo proprio dal nostro lungo per far toccare a 6:18 quota 40 ai Leprechaun.

Gli Hornets replicavano con arresto e tiro di Rozier su Horford e una steal con fallo subito di Oubre Jr. abile a infilare i due FT del sorpasso a 6:02 (41-40).

A questo punto la partita viveva il resto dei minuti del primo tempo su un sostanziale equilibrio anche se una dunk di Tatum su Plumlee minacciava di far scappare i bianco-verdi (41-46).

P.J. Infilava dalla diagonale sinistra su Williams ed Oubre Jr. pareggiava in lunetta dopo una stoppata scomposta dello stesso R. Williams (46-46).

Charlotte beneficiava di 4 punti da parte di Ball che sull’ultima azione offensiva degli Hornets segnava il primo libero ma mancava il secondo toccandosi il dorso della mano: 53-54 a fine primo tempo poiché nonostante il rimbalzo offensivo Rozier era stoppato da Williams.

Celtics avvantaggiati dagli assist (9-17) e dalle percentuali (42,2% contro il 53,7% con 45 tiri Hornets contro 41) mentre Charlotte rispondeva con un 11/15 in lunetta contro il 5/6 avversario oltre all’8-5 nelle steal e il 7-13 nei TO che produceva anche un 13-8 nei fast break.

Avvio preoccupante della terna con una chiamata per bad screen contro P.J. (dubbia) mentre Smart in area trovava lo spazio per piazzare il suo tiro e Rozier rispondeva andando incontro al proprio rimbalzo (tiro da tre mancato), girando fluidamente oltre il difensore in un tempo unico e battendo al vetro il lungo in aiuto.

Una tripla di Horford era replicata da Ball dopo una sua steal e mandava Charlotte sul -1 (60-61) ma con tre triple (due di Smart dopo la seconda di Horford) producevano uno 0-9 che lanciava i Celtics sul 61-70.

Con gli Hornets sull’orlo del baratro P.J. segnava dall’angolo sx su invito di Ball, il quale mancava dall’altro lato una tripla ma prendendo il rimbalzo in corsa passava il ferro per segnare un buon reverse layup.

Bridges in aiuto a Rozier parava a due mani l’alzata di Brown, Ball infilava la tripla da contropiede e nonostante Miles mancasse il tiro da sotto spuntava sull’altro lato del ferro P.J. a correggere per il 70 pari.

La risposta da 10-0 era interrotta da Richardson con un’altra tripla e mentre Ball pescava dal cilindro un floater dal paint e Tatum in cambio direzione corto appoggiava prima che G. Williams facesse altrettanto subendo la spinta di P.J. Washington.

72-78 dopo l’and one a 2:54, gli Hornets tentavano con Bridges di essere aggressivi (eurostep con fallo di Brown e labbro inferiore sanguinante) e, arrivati i due FT, Charlotte tornava sul -4 (74-78).

Un finale da 4-10 condito le triple di G. Williams e Richardson (colpevolmente lasciato libero) rilanciavano Boston verso la vittoria con un +10 da difendere in 12 minuti (78-88).

Martin e Richardson si rispondevano in avvio quindi Oubre Jr. da tre (frontale) e Ball in lunetta a 10:00 tagliavano il divario a 5 punti ma la replica del team di Udoka passava per una tripla di Richardson.

Il taglio di Oubre Jr. raggiunto sul back-door costava un fallo aggressivo a G. Williams: 66-93 a 9:23 però una palla vagante al 50,0% era sfortunatamente persa dagli Hornets che – sbilanciati – incassavano la tripla aperta di G. Williams dall’angolo dx a ristabilire il vantaggio minimo in doppia cifra.

Fallo di Schröder su Ball a 8:28 ma non venendo concesso su tiro LaMelo si rifaceva con una tripla che anticipava il suo passaggio per Plumlee che da sotto con gancetto laterale realizzava in maniera inaspettata sulla spinta di Horford.

Libero mancato (nemmeno a parlarne) ma 91-96, peccato che Charlotte incassasse 4 punti da Tatum trovandosi a 5:52 dalla fine distante nuovamente: 91-100 con 9 lunghezze da recuperare.

Brown catturava un rimbalzo da un errore al tiro di Smart e segnava da sotto andando poi all’ultimo istante a subire uno sfondamento da Plumlee servito da Ball con passaggio dietro la schiena.

Canestro annullato al limite così come Rozier produceva un crossover con esitazione chiuso liberandosi degli avversari.

93-102 e due FT pendenti per Ball a 3:20 dalla fine dopo il challenge chiamato ma perso da Udoka.

95-102 e Hornets in rimonta con la tripla di Rozier su Richardson (98-103) e tre FT di Ball (complice un tecnico a Tatum) per un fallo del numero zero su Ball in uscita.

-2 ma Brown faceva tutto da solo infilando il jumper dalla media su Rozier.

P.J. Washington dall’arco infilava il tiro pesante (104-105) e dopo due FT di Smart per ingenuo fallo di Oubre Jr., il passaggio orizzontale di LaMelo Ball, che, schermato da PJ. vedeva Rozier in uscita prendere e sparare la tripla dell’incredibile aggancio a 1:02 dal termine.

Peccato che Tatum a :35.0 dalla fine indirizzasse la partita verso i padroni di casa con due FT (fallo di Rozier) ed arrivasse la stoppata decisiva della partita con il close-out di R. Williams su P.J. Washington.

Gli Hornets erano costretti al fallo e su Smart che non mancava nuovamente le occasioni portando oltre il possesso Boston (107-111) a :15.6 dalla sirena finale.

Ball tentava un tiro rapidissimo con Brown addosso ma era catalogabile come air-ball veloce senza speranza e R. Williams chiudeva in schiacciata una partita giocata in volata per il 107-113 finale.

Plumlee al centro smistamento sotto canestro. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Una Boston praticamente al completo sfrutta la serata super di alcuni comprimari come Richardson (23 pt. 6/8 da fuori) e G. Williams (3/6 da 3 pt. per 12 totali) mentre la panchina Hornets, limitata a 3 giocatori offre poco chiudendo con 19 punti contro i 41 totali avversari.

Smart con 22 punti e Tatum con 19 hanno dato una mano ai Celtics che hanno portato Brown in doppia cifra così come Horford, 6 punti (due triple dagli angoli a dimostrare come il cambio di giocatori, un po’ più lenti ma soprattutto mancanti nel meccanismo di copertura difensiva, abbia prodotto la coperta corta nei corner) ma 12 rimbalzi.

Partita che Boston ha minacciato di chiudere più volte con un divario in doppia cifra ma che Charlotte ha riaperto per l’ultima volta a 1:02 dalla fine con Rozier da tre per il pari a quota 107, poi tutto è andato storto nell’ultimo minuto.

La sorpresa di Borrego per reggere a una squadra più fisica (Robert Williams ha chiuso con 10 punti, 8 rimbalzi e tre stoppate) funziona in parte perché il buon avvio di Charlotte era mortificato dalle triple (ottima maniera per Udoka di allungare il campo contro una squadra più alta e lenta rispetto alla possibile formazione originale con Martin) di Richardson in avvio secondo quarto e il 38,9% di Boston da oltre l’arco è dato superiore al 30,0% degli Hornets da fuori che continuano troppo spesso nelle ultime partite ad avere percentuali non all’altezza dell’inizio stagione che finiscono per costar care.

42,5% contro il 51,2% dal campo, 16 TO (troppi anche se contro 18) e un 18-31 negli assist sono altre ragioni per le quali Charlotte, nonostante il 51-47 a rimbalzo e il 24-10 nei fast break ha finito per perder la partita.

C’è da migliorar la difesa (battuta anche con un’altra impostazione concettuale) che ha funzionato a tratti, la squadra ci ha provato ma è caduta sul più bello giocando una partita più tosta rispetto ad alcune precedenti contro un team fisico, d’altra parte priva di Hayward e McDaniels con una rotazione corta di una panchina non all’altezza dal punto di vista offensivo, forse pretendere di più era impossibile ma contro Cleveland (next game), dopo due L consecutive, non si può più permettere di sbagliare, giocando in casa per di più.

LaMelo Ball: 7,5

38 pt. (12/24), 6 rimbalzi, 9 assist, 2 rubate. Serata buona per Ball che è il fulcro delle azioni offensive di Charlotte. Risponde varie volte agli attacchi avversari con floater, runner, una steal chiusa con una tripla dal lato, un reverse layup da rimbalzo. Transitano vari palloni dalle sue mani (compresi i tre importanti liberi realizzati nell’ultimo quarto) e peccato non sia andato per un assist in doppia doppia e che come spesso accade queste sue prestazioni preludano a una sconfitta perché non ha tantissimo intorno. Career high fresco di convocazione per le rising stars all’All-Star Game.

Terry Rozier: 6

23 pt. (10/22), 5 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. Fa il suo pur faticando in difesa. La tripla che pareggia la partita è coraggiosa, la deep 3 precedente su pressione di Williams è invece esagerata. Nel bene e nel male prende le sue responsabilità contro la sua ex squadra passando da azioni perfette come il rimbalzo catturato con spin in un unico tempo per passare il difensore ed alzare la sfera oltre al lungo o andar dentro con esitazione e crossover basso ad altre dove viene fermato. La difesa in anticipo è articolarmene attiva e ha buone letture in serata anche se viene coinvolto nelle spaziature difensive latitanti.

Miles Bridges: 5

6 pt. (2/8), 3 rimbalzi, 1 stoppata in 30:51. A parte la stoppata bimane in aiuto e l’entrata iniziale facile, quella in eurostep chiusa con un labbro sanguinante (più due FT a segno per il punto n° 74), c’è poca traccia di Bridges nella notte. Molto quieto offensivamente, non lascia il segno.

P.J. Washington: 6,5

16 pt. (6/11), 7 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 42:04. 4/9 da tre punti ma se fosse stato 5/9 con quell’ultima tripla stoppata da Williams… porta alcuni buoni blocchi per Ball e compagni dai quali nascono situazioni di scambi semplici per tiri da tre aperti, partita discreta dopo un avvio non brillante, sbloccata da un alley-oop e una tripla che hanno dato 5 punti consecutivi a Charlotte. Parte da starter e gioca tantissimo anche per lui, come per gli altri titolari di serata (eccetto Bridges) arrivano 3 TO.

Mason Plumlee: 6

5 pt. (2/5), 17 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Ancora tantissimi rimbalzi (11 quelli difensivi), più aggressivo e mi piacciono alcuni suoi close-out ma per il resto combina poco perché se è vero che segna un buon hook spinto, dalla lunetta fa 1/3, manca saltando i anticipo un alley-oop offertogli da ball che potrebbe avere un partner in crime più atletico in attacco. Buona la steal in raddoppio aiutando Ball ma rimane un gregario e alla voce stoppate anche questa notte segna zero.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

15 pt. (3/12), 3 rimbalzi, 4 rubate, 3 stoppate. Parte benissimo in versione ninja intercettando e rubando palloni (bello quello su Tatum in due tempi) che lo portano anche in lunetta (8/8) dove la sua strana serata lo porta a esser perfetto. E’ il tiro che difetta, gli entra una tripla frontale nel secondo tempo e speravamo potesse mettersi in ritmo ma finirà con un 1/7 da oltre l’arco e 3/12 dal campo. L’impegno c’è e da una bella stoppata a Brown prima di rifilarne un altro paio.

Cody Martin: 6

4 pt. (2/5), 3 rimbalzi, 2 assist in 16:25. Un po’ a sorpresa coach Borrego decide di farlo partire dalla panchina alzando il quintetto. Produce un po’ d’intensità e segna con uno swooping hook in uno contro uno giocando poco con inserimento dalla panchina. Un po’ di riposo non gli ha fatto male ma qualche minuto in più, specialmente se Hayward sarà ancora out, contro Cleveland potrebbe essere utile.

Nick Richards: 5,5

0 pt. (0/0), 2 rimbalzi in 7:32. -13 in +/-. Poco in campo ma sulle drive and kick o sugli uomini in area fatica a chiudere andando anche fuori tempo talvolta. Mi aspettavo di meglio da un lungo, se non porta difesa diventa inutile perché in attacco è anche peggio anche nei movimenti offensivi senza palla nella notte.

Coach James Borrego: 6

Sconfitta di misura a Boston ma con un’idea sperimentale nuova in testa non errata nel concetto. Sono alcuni interpreti ad essere inadeguati (un po’ lenti e poco capaci di chiudere in angolo) e la rotazione a 8 uomini non mette in ritmo Oubre Jr.. Se lo schema per l’ultima azione di P.J. da tre è stato rischioso e un po’ telefonato almeno nel resto del match Charlotte non ha mai ceduto recuperando sempre anche i 10 o poco più, punti di svantaggio.

Matchup key 52: Charlotte Hornets @ Boston Celtics

A cura di Filippo Barresi.

Miles Bridges Vs Jayson Tatum

Nell’ultimo scontro tra queste due squadre è stata decisiva la sfida tra le due ali ormai centrali nei rispettivi e relativi sistemi di gioco.

Una fantastica prestazione di Bridges ha permesso agli Hornets di registrare l’allungo decisivo nel quarto di gioco finale mentre l’impossibilità di Tatum di segnare con continuità ha abbassato le speranze dei Celtics di vincere la gara giocata a Boston il 19 gennaio.

Chi riuscirà ad imporsi tra queste due stelle potrà agevolare la propria formazione nel conquistare la vittoria finale.

Possibili svantaggi:

Come nei precedenti incontri, i Celtics faranno sentire con costanza la loro presenza difensiva per cercare di respingere le avanzate offensive degli Hornets.

La loro grande fisicità unita ad una buona organizzazione di squadra riesce sempre a mettere in difficoltà qualsiasi tipo di attacco organizzato, molto probabilmente sarà della partita anche Robert Williams, abile stoppatore che nell’ultima gara contro Charlotte non ha potuto aiutare i suoi compagni.

Possibili vantaggi:

Il basso ritmo dei Celtics e la loro tuttora presente incapacità di orchestrare un sistema offensivo fluido e corale potrà agevolare gli ospiti.

Nello scorso incontro gli Hornets sono stati molto bravi a leggere bene le prevedibili avanzate avversarie e a convertire subito queste opportunità in punti veloci in transizione. Questa magica accoppiata potrebbe rivelarsi nuovamente decisiva per spuntarla questa notte.

Il Punto (Parte seconda) da ClassificHornets

Come promesso, una registrazione vocale sul momento e la stagione degli Hornets partendo dalla classifica dopo le vittorie di Milwaukee e Toronto nella notte su Washington e Miami.

Altresì Chicago ha battuto Orlando mentre Brooklyn sta giocando a Phoenix.

La bellezza di qualche attuale dance bracket a inizio pezzo non guasta ma non distraetevi…
Le statistiche di squadra, alcune delle quali menzionate a fine audio.
Dalla pagina ufficiale degli Hornets qualche tabella top player.
A proposito di estremi, la serata record punti all-time (a Indianapolis) che ha fatto crollare qualche altro massimo storico o stagionale.
Ish Smith contro i Lakers con 10/12 dal campo. Inspiegabile il suo 0/6 nella partita successiva contro i Clippers, squadra fisica che non gli ha fatto trovare forse il ritmo ma è parso davvero il gemello “incapace” con tutto il rispetto giacché ha dimostrato di avere ancora qualità quando è in serata.
Il mercato chiude tra 8 giorni ma ancora nulla di concreto è stato fatto salvo avere informazioni trasformatesi poi nei soliti rumors. I rinnovi di Martin e Bridges però potrebbero influenzarlo.
Charlotte ha un quintetto top scorer d’eccellenza che produce un attacco bilanciato, al momento uno dei principali punti di forza della squadra: Bridges viaggia a 20, 2 punti di media, Ball a 19,5, Rozier a 18,2, Hayward 17,0 ed Oubre Jr. a 16,7. .