Game 73: Charlotte Hornets Vs New York Knicks 106-121

Andamento della partita

I quintetti.

Dopo un paio di errori degli Hornets, alla seconda occasione RJ Barrett segnava da tre punti dopo aver aggiustato la mira, Rozier alzava per Plumlee un alley-oop morbido ed i primi minuti erano caratterizzati dalla rincorsa degli Hornets a cercar di rispondere colpo su colpo ai Knicks che andavano spesso a segno mantenendo il vantaggio arrivato sull’8-11 quando Toppin, scontrandosi con Plumlee trovava la separazione per far picchiare la sfera sul plexiglass.

La tripla di Ball a 7:51 valeva il pareggio in doppia cifra ma un fallo in close-out di Plumlee su una tripla di Burks mandava l’esterno in lunetta per un 2/3 al quale si sommava Sims, che spostando Ball prima della ricezione, andava schiacciando l’11-15.

A 7:14 time-out Hornets e canestro da tre da 2nd chance di Rozier dalla sinistra per il -1 ma Burks dal letale angolo sinistro riprendeva il +4 per i newyorchesi che dall’angolo opposto, per mano dello stesso giocatore, scattavano sul +7.

Martin era stoppato da Sims ma Harrell riprendendo la palla vagante depositava facilmente in solitaria.

Alley-oop di Sims e tripla di Toppin dal corner sinistro, i Knicks volavano sul +10 (16-26) con i Calabroni in time-out a 3:07 dopo aver incassato una schiacciata sul taglio in back-door da dx di Toppin.

A 2.56 ball arrivava al vetro ma negli ultimi minuti la situazione peggiorava ulteriormente per la difesa di Charlotte sino a diventare ridicolmente parossistica con le triple sganciate a pioggia da parte di chiunque: Fournier, Quickley per due volte e Gibson nel finale (ancora dal corner sinistro) trascinavano la squadra di Thibodeau sul +16: 24-40…

Il surreale vantaggio foraggiato dall’irreale mano da fuori aumentava subito ancora con Gibson, Martin con una drive dalla sinistra passava difensore e ferro per un reverse in caduta plastico (26-43) ma la tripla dalla diagonale destra di RJ Barrett era un messaggio pesante.

Ball rispondeva dalla diagonale sinistra da fuori (29-46) prima che McBride aggiungesse un altro carico da 90 con una tripla…

Gli Hornets crollavano sul -20 e nonostante i Knicks cominciassero a mancare qualche tripla, il vantaggio ospite non si riduceva che di 5 punti quando a 7.16 Rozier mandava a segno due liberi per il 34-49.

L’elastico però proseguiva con poche variabili (Bridges per il -13, 41-54) ma New York trovava anche un canestro incredibile con Fournier fuori equilibrio e in caduta nell’angolo sinistro più un alley-oop di Toppin spuntato dietro Rozier e così gli Hornets, ripiombando sul -20 (44-64) nonostante gli sforzi di Ball che metteva la drive del 49-66 non riuscivano a trovare un assestamento difensivo valido nemmeno quando Barrett girava intorno a Bridges nel pitturato che agganciando la stellina avversaria lasciava sul campo il two and one del nuovo -20…

Un piccolo rush finale di Charlotte con una tripla di P.J. Washington dal corner sinistro, un appoggio di Martin in transizione e un pallone alzato da Ball altissimo ad accarezzare il vetro oltre Toppin che ricadendo a mezzo secondo dalla sirena dell’intervallo davano un po’ più di speranza con il comeback fino al -13: 56-69 ma serviva più difesa e una mano più fredda sull’altro fronte.

L’unica cosa bella della serata visto il risultato negativo. Le Bello Sisters (di origine italiana) ancora a Charlotte nell’intervallo con la loro performance artistica. Domani saranno a New Orleans.

Non parevano dell’avviso gli uomini di Thibodeau che non solo infilavano la quindicesima tripla di serata con un tiro contestato dalla destra di Burks ma aggravavano la situazione con altri due canestri tornando sul +20 complice un deludentissimo inizio Hornets.

P.J. Washington al vetro e Rozier nel cuore del pitturato che in salto spostava il tronco a sinistra per trovare luce e l’appoggio oltre Burks cercavano canestri ravvicinati che ci riportavano a 8:59 sul -14 (64-78) ma l’open 3 di Toppin da 2nd chance dall’angolo sinistro rovinava i piani da rimonta che rallentavano ma non si arrestavano quando Ball andava in transizione a schiacciare una bimane anticipando il passaggio da rimbalzo offensivo (big) di P.J. Washington che forniva anche un no look pass smarcante in diagonale per la reverse jam di Bridges.

A 5:54 Charlotte sul -11 spingeva riuscendo ad offrire per mano di Balla una reverse jam di Plumlee che valeva il 74-83 quindi il -9.

Barretta infilava una drive ma un gioco a due Ball/Bridges portava il secondo a restituire fuori al primo per una tripla con spazio dalla diagonale sinistra: 77-85.

Barrett segnava da tre schermandosi ma Ball con una tripla da qualche passo dietro la linea dei tre punti rimandava al mittente il possibile fallo sul blocco precedente: 80-88.

Charlotte con la tripla di P.J. Washington arrivava sul -7 mentre il floater di Quickley era l’ennesima risposta in una fase dove i Knicks segnavano da due punti e i Calabroni da tre riuscendo, infatti, con la tripla di ball a 2:18 a toccare il -6: 86-92.

peccato che Rozier mancasse la tripla del -3, aperta, mentre Fournier con un pull-up 1vs1 su Mason mandava dentro in un giro rapido il -9 Hornets…

Davvero crazy perché gli Hornets incassavano mentalmente il colpo trascinandosi alla pausa breve sull’87-99 per un -12 difficile da recuperare.

Rozier iniziava mettendo giù il piede giusto dopo 13 secondi dell’ultima frazione catapultando una tripla.

Grimes e ancora Rozier si rispondevano da oltre l’arco (93-102) quindi toccava anche a McBride colpire da fuori per il 93-105 con gli Hornets che si affacciavano a una piccola possibilità di rientro quando Thomas scaricava indietro il passaggio per McDaniels che infilando al tripla, unita a quella successiva dello stesso IT a 7:07 riportavano Charlotte sul -8: 99-107.

Nonostante lo sforzo finale e il pubblico che cercando di spingere dava carica Charlotte si allontanava tra tiri liberi avversari (in bonus) a segno, una persa di Rozier e due errori di martin dalla destra effettuati da oltre l’arco.

Nel finale New York allungava con Charlotte alla ricerca di soluzioni veloci ed improbabili.

Finiva 106-121.

Ball in schiacciata, Sims, osserva. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Caduta abbastanza inaspettata (qualche avvisaglia contro i Pelicans c’era già stata nell’ultima uscita però) di Charlotte in casa che si ferma dopo 5 vittorie consecutive a causa della surreale prestazione dei Knicks che giocando a fare gli Hornets bersagliano con efficienza la retina dei padroni di casa con un 20/45 che garantisce 60 punti alla squadra di coach Thibodeau mentre gli Hornets sono incappati, sotto al pressione della difesa avversaria, in una serata storta con il 28,3% da oltre l’arco (13/46) sebbene il 47,2% dal campo sia dato migliore ma come si evince di numeri Charlotte ha calcato troppo la mano sul tiro da fuori finendo anche per subire punti interni.

Gli Hornets non sono riusciti a trovare le contromisure anche se a volte i Knicks hanno semplicemente mandato a segno anche tiri contestati.

Questa volta Charlotte è rimasta sotto i 30 assist (26) mentre New York è arrivata esattamente a 30.

Nonostante il 54-42 nel pitturato con un 20-9 da second chance più un 51-46 a rimbalzo, al caduta degli Hornets è arrivata senza appello.

Attacco bilanciato per i Knicks con 7 uomini in doppia cifra anche se con 30 punti (10/19) RJ Barrett alla fine ha preso il netto “sopravvento” sui compagni.

18 per Toppin (11 rimbalzi in doppia doppia), 17 di Burks, 12 a testa per la coppia Gibson/Fournier seguita da quella composta da Sims e Quickley, entrambi a 10 punti finali.

Di positivo si possono scorgere solamente fattori esterni anche se è doveroso e sano guardare in casa nostra ma la caduta di Atlanta a Detroit unita a quella di Brooklyn a Memphis mantengono le distanze invariate in classifica.

LaMelo Ball: 7

32 pt. (13/23), 9 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 4 TO in 38.37. Inizia cercando di trovare i compagni con discreti passaggi ma per incomprensioni o leggera imprecisione comincia subito a collezionare TO mentre i problemi di falli seri arrivano nel secondo tempo quando viene preso di mira dalla terna che lo porta a 5 falli. Intendiamoci, spesso sono tocchi sul corpo dell’avversario per la pressione, foul che spesso sono a discrezionalità dell’arbitro nella realtà su questi contatti ma, rispetto a Miles che poggia le mani sul tronco dell’avversario lentamente lui lascia girare troppo casualmente le mani in aria facendolo sembrare un Edmond Honda intento nel colpo delle mille mani, accentuando contatti risibili in zone del campo non pericolose e quando hai gli avversari in bonus non è una buona cosa. Per il resto tiene a galla per larghi tratti della partita i nostri con drive e triple (6/14) anche se quando smettono di entrare diventa notte fonda per la squadra. Alla fine, nonostante i difetti, è l’unico che riesce un po’ a tenere il passo avversario e mette un paio di affondate a due mani.

Terry Rozier: 5,5

18 pt. (6/16), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Non in grande serata da vena realizzativa anche se nell’ultima frazione inizia con due triple consecutive poi va mancando qualche canestro. Bello quello in sospensione su Burks in salto con scostamento del tronco a sinistra, oltre il difensore ma caricandosi la squadra sulle spalle commette anche diversi errori al tiro. Spettacolare stoppata finale in aiuto su Barrett (too late) ma anche una persa in precedenza su una contesa dopo non essersi accorto di esser stato raddoppiato sul palleggio finendo per divider la palla a terra con Gibson. Nel terzo quarto il suo errore open dal corner sinistro finisce per farci passare dal possibile -3 al -9.

Miles Bridges: 6,5

15 pt. (7/12), 5 rimbalzi, 9 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 32:15. Tira giù qualche schiacciata decisa delle sue, si presta verso i compagni (l’assist per Ball da tre fuori molto intelligente) sfiorando in assist la doppia doppia, riesce a intercettare un paio di palloni semplici e rovina a Sims un possibile alley-oop ma commette anche una trattenuta su Barrett che lo manda per l’and one in lunetta. Male da tre punti: 0/4.

P.J. Washington: 5

10 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata in 26:58. Una bella tripla dall’angolo in un momento molto enfatico del secondo tempo ma solo 2/7 da fuori, un +/- di -15 coinvolto nel disastro difensivo con gli Hornets che faticano a tenere, solamente due rimbalzi poi, troppo pochi anche se quello offensivo con gran balzo deciso con no look per Bridges in allegato costituisce una gran giocata che non basta però a salvarlo.

Mason Plumlee: 5,5

7 pt. (3/4), 9 rimbalzi, 2 assist in 27:15. Torna sulla terra Mason dopo aver schiacciato una jam rovesciata su invito di Ball. Qualche minuto in più del solito, non sfigura, cattura diversi rimbalzi anche se come rim protector dovrebbe decisamente fare meglio. 1/3 ai liberi e ha la sfortuna di incassare un pull-up 3 di Fournier che lui contrasta con la verticalità. Quel canestro taglia le gambe a Charlotte che dal possibile -3 tornava al -9.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

3 pt. (1/3), 3 rimbalzi, -12 in +/- in 5:16. Difesa wanted e minutaggio ridotto al minimo, se poi raccatta solo due punti sbagliando il tiro sarà dura vederlo giocare molto di più.

Montrezl Harrell: 5,5

5 pt. (2/2), 2 rimbalzi in 13:04. Notte assente. Parte male essendo travolto insieme alla panchina sulla linea difensiva. Riesce a donare poco a Charlotte in serata.

Cody Martin: 5,5

4 pt. (2/7), 6 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Solito impegno che tuttavia viene vanificato dalla catapulta dei Knicks, irreali da fuori. La partita si spegne su due suoi tentativi da tre dalla sinistra a vuoto, il secondo è un air-ball lungo e anche lui ha un gesto di disappunto.

Isaiah Thomas: 5

5 pt. (2/9), 1 rimbalzo, 2 assist in 12:28. Prima insufficienza per il giocatore fresco di rinnovo ma i suoi tiri stasera non trovano ritmo contro la difesa dei Knicks che si spende tanto che deve arrestare l’entrata sbattendo sul difensore ma dallo scarico su McDaniels nascono tre punti che poi replicherà lui stesso poco dopo con bel passaggio di Martin per un catch n’shoot. Motivato ma serata out spesso.

Jalen McDaniels: 5,5

7 pt. (2/3), 5 rimbalzi, 4 PF in 17:13. Anche lui vessato oltre il lecito dai falli non essendo un nome, finisce per essere utile a rimbalzo ma poco più, segnando una buona tripla nell’ultimo periodo che rimane purtroppo fine a se stessa.

J.T. Thor: 5,5

0 pt. (0/0) in 1:10. 0/2 ai liberi, entra per una passeggiata nel garbage time e non è semplice e bello ma almeno segnare un libero…

Nick Richards: s.v.

0 pt. (0/0), in 1:10. Vedi Thor sul discorso della passeggiata con Nick dai tabellini a zero.

Coach James Borrego: 5

La parte oscura del team si materializza nella notte tornando indietro nel tempo quando gli Hornets avevano problemi sul perimetro… Colpiti da una selva di triple e con una difesa carente (Ball nel primo tempo capitato da solo due volte almeno nel pitturato sul centro avversario senza possibilità di fermarlo), la rimonta non si completa mai rimanendo nel limbo frustrante di un nono posto solo perché Atlanta cade a Detroit…

Matchup key 73: Charlotte Hornets Vs New York Knicks

Miles Bridges Vs RJ Barrett

Vista la probabile assenza di Julius Randle tra le fila degli ospiti, l’osservato speciale della notte sarà RJ Barrett.

Il canadese è sempre più l’asse portante dei newyorchesi nonostante la pessima stagione della squadra al secondo anno di gestione Thibodeau.

Sarà nuovamente richiesto a Miles Bridges di affrontare sui due lati del campo il miglior giocatore avversario.

La stella degli Hornets ci ha dimostrato più volte di poter reggere questo tipo di compiti con efficienza ed è spesso stata la chiave di volta per molti successi dei ragazzi di Borrego.

Possibili svantaggi:

Il gioco dei Knicks si basa su una spiccata attitudine difensiva grazie alla grande intensità richiesta dal proprio capo allenatore.

Anche in questa stagione New York sta mantenendo la solidità che l’ha caratterizzata l’anno scorso e gli schemi sembrano ormai ben oleati e condivisi da tutti gli interpreti.

La fisicità e la stazza dei componenti del roster avversario potrebbero mettere in difficoltà il pacchetto leggero degli Hornets.

Possibili vantaggi:

L’unico neo del sistema orchestrato da Thibodeau riguarda la copertura del perimetro.

I corpaccioni impiegati nella difesa del pitturato lasciano ampia libertà ai tiratori sul perimetro e questo potrebbe agevolare molto le nostre guardie.

Il tiro da tre punti sembra entrare con efficienza nell’ultimo periodo con Rozier, Ball e il neo acquisto Isaiah Thomas che hanno ottenuto buoni risultati grazie a questo modus operandi.

Il Punto @ 72

Intro

Siamo giunti al countdown per i Calabroni: 10 partite alla fine della Regular Season e un futuro ancora da scrivere.

La stagione degli Hornets potrebbe essere riscritta in copia su carta carbone dopo la perdita di Hayward per infortunio.

L’inchiostro che sbava ed ombreggia, macchiando casualmente la pagina della stagione 2021/22 però potrebbe anche essere cancellabile, specialmente in questo momento caldo dove gli Hornets hanno agguantato una striscia vincente di cinque inebrianti partite che li ha fatti risalire sopra quota .500 anche senza Gordon.

Al momento le classifiche di Conference sono queste:

Il tasso di tecnica, il livello d’esperienza e l’equilibrio che garantiva l’ala piccola ha portato la squadra a mostrarsi nuda, senza un pezzo fondamentale del proprio roster e anche per questo sono arrivate più numerose e secche alcune sconfitte contro team più forti ed organizzati, oppure semplicemente con una stella capace di fare la differenza in serata (cosa che gli Hornets spesso soffrono per la mancanza di difensori in grado di contenere le lucenti giocate delle star avversarie).

Per compensare a questo sono arrivati – durante il lungo periodo preso in questione – due giocatori che stanno dando una mano alla squadra a compensare a proprio modo alcune lacune.

Dal mercato è arrivato Harrell che non sarà il centro intimidatore (alla Turner) con cm in grado di completare il quintetto degli Hornets ma la carica agonistica del treccioluto giocatore del North Carolina si è rivelata fondamentale sotto le plance (specialmente offensivamente scrivendo) per compensare a centri che con palla in mano non sanno da soli spesso giungere a una conclusione vincente.

Thomas è spuntato dal nulla e sta cercando una seconda vita nella quale può dare a Charlotte la sua leadership, motiva i compagni dalla panchina, smista assist, segna anche da fuori trascinando la squadra e copre il buco lasciato dietro Ball a livello di playmaking.

Le statistiche dei singoli giocatori ordinate per punti prese da Basketball-Reference.com

Il gioco

È divertente, stressante, eccitante”, ha detto l’allenatore degli Hornets James Borrego dopo la W contro i Mavericks.

“Questa è la bellezza di questo gioco.

È un gioco bellissimo e ti fa crescere ed è qui che vuoi essere.

Vuoi essere nel cuore della lotta e sul ring, qui, solo per far accadere le cose.

Sarà doloroso a volte, carino a volte e questa è la bellezza di questo sport.

“Sono solo felice che siamo rimasti uniti tra alti e bassi.

Siamo rimasti uniti e questo è tutto ciò che possiamo controllare e penso che la condivisione della palla e la comunicazione difensiva riflettano questo spirito”.

Riguardo il gioco di squadra, durante le 5 vittorie, gli Hornets hanno registrato 30 o più assist a serata e durante questa serie di vittorie, il team di MJ ha una media di 34,2 assist a partita.

“È molto correlato”, ha detto P.J. Washington.

“Stiamo segnando con i migliori.”

Certamente Charlotte continua a proliferare nel gioco da tre punti, spessissimo, anche se contro i Mavs è stata un’esigenza per scavalcare una difesa ordinata, pressante e discreta sotto le plance mentre la bassa percentuale del primo contro i Pelicans è stata controproducente.

Sul fatto della difesa, Charlotte ha un po’ migliorato rispetto alla parte di inizio stagione, altamente tragica, non è ancora una difesa di alto livello per mancanza di interpreti ma il rientro di Martin e l’impegno degli esterni, uniti ai cm di P.J. Washington (ora in quintetto come ala grande) e a Harrell che se è in zona e può, prova a dar fastidio, fanno degli Hornets una difesa che in alcuni momenti di intensità che diventano parossismo, possano dare degli stop essenziali per staccarsi dagli avversari e prendere vantaggio.

Charlotte è però attualmente come la vita, totalmente imprevedibile, aldilà delle proprie caratteristiche e degli avversari.

L’unico copione che pare seguire un filone da teatro dell’assurdo senza una logica apparente, flebili tracce casuali ritmano partite e prestazioni di una squadra che vive nell’ossimoro di un effimero quanto letale tiro da tre punti e di momenti magnetici alternati a black-out inspiegabili.

Tutto sta probabilmente nella testa dei protagonisti anche se il basket è un gioco del genere, un mind game che inconcepibilmente va a fasi anche se chi sta subendo magari non sta giocando male e non necessariamente ha un atteggiamento rinunciatario.

Ne esce uno spettacolo accattivante per i tifosi neutrali che possono godere di momenti esaltanti tra rapide transizioni, gioco spettacolare con schiacciate, ecc., inoltre per fortuna di Charlotte, oggi, la presenza di Harrell ha finalmente dato una dimensione verticale e profonda sotto le plance a una squadra che pareva giocare in maniera evanescente talvolta balzando nei punteggi come Red Max del Wacky Races faceva sulle strade.

Una squadra che fornisce uno strato extra non indispensabile a un’emozione che mi piace molto, ovvero, quella di riuscire quasi a sovvertire le leggi della fisica facendo cose inusuali, Davide che batte Golia, insomma, sovvertire i pronostici riuscendo in imprese estremamente difficili e spaventose di quanto probabilmente dovrebbero essere perché sono essi stessi che le aggravano mettendosi in condizioni disperate.

Una squadra irregolare che ti lascia con il fiato sospeso a chiederti quale versione apparirà durante una partita, un quarto o per un breve scorcio di esso.

Pazzesco il -18 a OKC con l’ingresso di Thomas che con 12 punti (4/4 da 3) in 3:05 ha girato la partita e sono i veterani in questo rush finale il valore aggiunto per rimediare a quel talento ancora non continuo che Ball ed altri giovani interpreti (McDaniels, P.J. Washington, Martin, ecc.) non riescono ancora ad offrire ad ogni match benché LaMelo e Miles stiano tirando la carretta meritando voti alti ma con qualche passaggio a vuoto talvolta.

Charlotte sta tornando a inizio stagione quando assist e attacco andavano di pari passo procurando punti, se prima dell’All-Star Game i giocatori sembravano essere troppo spesso un asindeto separato da virgole senza collegamenti, nelle ultime due settimane l’offesa dei Calabroni è stata letale fino a divenire nel periodo il miglior attacco NBA e oggi si è riportato al secondo posto nella lega, purtroppo ancor stentiamo a rimbalzo come si nota in grafica e la lacuna viene pagata a volte.

Questa volta ho scelto tre azioni semplici per mostrare come il nuovo asse play-centro, pur sottodimensionato riesca a dare consistenza al gioco di Charlotte senza eccessivi fronzoli. Affidandoci alla lettura di coach Matteo Vezzelli vediamo quindi qualche semplice azione nella quale Thomas e Harrell sono riusciti a fare la differenza per noi.

Da una palla data a Cody Martin (raddoppiato in area) nasce il lob arretrato per Ball – notiamo i tagli di P.J. Washington e di Rozier – con Scary che accenna a un possibile blocco dietro a Doncic per un pick and roll centrale, azione portata per liberare spazio eliminando l’uomo dalla zona di LaMelo che in velocità ha un vantaggio di base contro lo sloveno.

Anche da questa piccola distrazione Ball trae vantaggio partendo in crossover e una volta battuto piuttosto facilmente lo sloveno in prima linea, il bullett pass diagonale batte sul tempo anche Finney-Smith che va in aiuto staccandosi da P.J. Washington che, attorniato da tre difensori troppo lontani, schiaccia non dando il tempo nemmeno a Ntilikina di intervenire efficacemente.

Qui notiamo subito il lob orizzontale di Ball per Thomas che punta in taglio diagonale direttamente a canestro battendo sia Young (flottante tra i due) e Huerter.

Dopo aver passato agilmente con velocità la prima linea diventa facile per Thomas realizzare il floater sull’aiuto di Capela sotto canestro.

Qui abbiamo una rimessa in punta di IT con palla giunta a Harrell che scambia con Thomas ben controllato dal difensore, a questo punto sul pick and roll centrale l’aiuto del n° 17 Okongwu (difensore del bloccante) sulla nostra point guard diretta a canestro si rivela fatale, poiché la posizione intermedia tenuta lascia scoperto il ferro sulla rollata di Harrell che agguantando il rimbalzo batte agevolmente il rookie Onyeka in pigro rientro.

Un classico pick and roll che Charlotte alterna tra lo statico e il dinamico a seconda delle situazioni.

Calendario

Il countdown delle 10 partite finali degli Hornets e quello delle squadre a noi vicine rappresentano uno degli aspetti più interessanti dell’annata di Charlotte che ha bisogno di cercare di salire almeno in ottava piazza per avere una o almeno (dovesse andar male la prima partita), due possibilità per entrare ai veri playoff passando dai play-in, obiettivo che oggettivamente sembra essere la realtà di questi Hornets osservando la classifica in essere.

L’impresa è difficile ma, come abbiamo viso lo scorso anno in negativo con il crollo di Charlotte, le previsioni sono fatte per essere smentite, magari con lo zampino di qualche variabile che ci restituisca un po’ di fortuna al momento propizio.

Insieme agli altri quattro ragazzi che compongono il nostro team di lavoro sugli Hornets (Filippo Barresi, Fabrizio Getulli, Paolo Motta e Matteo Vezzelli) abbiamo cercato di pronosticare quante vittorie ognuna di queste squadre otterrà da qui alla fine facendo una media e da questa ne è uscito questo risultato finale che, per gioco, anticipa la fine della regular season ma soprattutto può dare un’idea sulle avversità, sulle asperità dei parquet meno levigabili che le varie squadre dovranno affrontare.

In verde le partite contro squadre dotto i .500, in giallo gli scontri diretti (ho incluso anche Washington) mentre in arancione le partite complicate contro team sopra i .500.

Non ci resta che arrivare alla parte sulle statistiche con le percentuali per zone dal campo, i parallelismi e poi la classifica giocatori:

Complessivamente gli Hornets tirano meglio (leggermente) dal lato destro del parquet.

Parallelismi

Ball

Classifica singoli

19) Arnoldas Kulboka: 5,50

Per l’uomo con il giubbotto di Charlotte da bambino il sogno si è avverato in parte.

Gioca a Greensboro e ha toccato con mano soltanto una volta la magia del parquet di Charlotte non fornendo una buona prestazione.

Il lituano, possessore di un contratto two-way, con Greensboro gioca 29 minuti di media a partita, segna 12,4 punti con il 38,4% al tiro da tre (sua arma principale e uno dei motivi per i quali gli Hornets hanno puntato su di lui).

Ha l’85,7% ai liberi e cattura 5,2 rimbalzi nonostante il fisico piuttosto esile ma è pur sempre un 206 cm.

Al margine estremo dei pensieri di Borrego, difficilmente troverà spazio anche in futuro, al momento serve tanto lavoro per fare la differenza in NBA.

18) Vernon Carey Jr.: 5,50

Giocatore che è stato scambiato insieme a Ish Smith per Montrezl Harrell nell’affare a due con i Washington Wizards.

Non che mi dispiaccia di quello che sta offrendo Trezz, anzi, ma abbastanza inconcepibile che non abbia trovato spazio in questo roster.

Sicuramente la capacità difensiva di Richards e il lavoro sono stati più apprezzati ma Carey Jr. pareva aver più talento ed essere più completo per una posizione di centro latitante a buoni livelli, invece, con Charlotte ha giocato solo pochi minuti in un’unica partita e poi è scomparso dai radar, anche della G-League.

In 20,4 minuti di media (tre uscite) con i Greensboro Swarm (squadra pessima sul 6-19 mentre scrivo) ha segnato 15 punti di media (52,4%) al tiro, ha catturato 8,3 rimbalzi, smistato 2,3 assist e stoppato 0,7 volte a partita.

Ormai stabilitosi nella capitale è già acqua passata, solo un po’ di dispiacere e curiosità per non averlo visto misurarsi sul campo con le star NBA.

Non mi aspettavo sfracelli ma dopo l’entusiasmante prestazione dello scorso anno contro i Nets la curiosità e la voglia di vederlo replicare offensivamente quella prestazione con il suo buon arsenale era tanta.

Pazienza… gli Hornets smaltiscono un lungo lasciando più spazio a Harrell e magari a Jones per il futuro tagliando il suo salario da $1,517,981 che sarebbe stato leggermente in crescita (appena sotto l’1,8) per l’anno successivo.

17) Kai Jones: 5,81

Prima vittima che incontriamo in classifica dei rookie da parte di James Borrego che tuttavia non ha tutti i torti a non impiegarlo.

Charlotte ha speso uno scambio con New York per poterlo ottenere in estate perché crede molto nelle doti di questo atletico giocatore ma come diceva un noto sponsor: “la potenza è nulla senza controllo” e nel basket ciò è vero perché la dinamicità e l’esplosività del bahamense non sono supportate dall’esperienza e dalla tecnica.

La difesa latita e nei quintetti provati con lui spesso i plus/minus non sono stati proprio buoni.

In sostanza 211 cm di acerbo talento.

Non è la sua annata, in 58 minuti (19 uscite) ha realizzato 20 punti con 10 rimbalzi, 4 assist e 6 TO con un tiro libero assolutamente da sistemare.

Sta crescendo a Greensboro in un ambiente che gli lascia più spazio per i suoi sprazzi tecnici e di talento.

16) James Bouknight: 5,92

L’altro Hornets che avrebbe dovuto dare una spinta alla squadra è stato visto poco da James Borrego che lo ha impiegato di più durante le assenze di Hayward, McDaniels e soprattutto Martin.

Qualche sprazzo di talento ma ancora tiro da sistemare, decision making da rivedere e difesa assolutamente da migliorare.

Per questo ha fatto da spola con Greensboro.

Come Jones, in prospettiva futura potrebbe divenire anche interessante ma per il momento ha fatto parlare più di se per la grana scoppiata con Borrego (qualche parola e poi il suo rientro negli spogliatoi nella partita casalinga con Miami perché si aspettava di rientrare sul parquet dopo i 14 secondi d’impiego tra un quarto e l’altro) e per essere stato allontanato da un arbitro dopo essere andato a vedere una partita di UCONN (lui in realtà si è andato a mettere in tribuna dietro un canestro con altri tifosi).

Testa calda?

Vedremo, di sicuro avrà bisogno di una mente più fredda per migliorare il suo 35,3% dal campo (il 34,7% da tre quasi lo raggiunge) in 10,6 minuti a partita (28 uscite).

Irrisori gli altri aspetti mentre è buono l’87,1% (27/31) dalla lunetta.

Il problema è capire ora quanto spazio troverà con Borrego che si era ripromesso di farlo giocare di più sostenendo comunque il fatto che dovesse integrarsi con le esigenze della squadra, il che vuol dire, dal mio punto di vista, tolta l’ipotesi esclusione per il battibecco, che James difficilmente vedrà il parquet in un team che ha bisogno di difesa e che ha trovato in Thomas e Harrell due finalizzatori in grado di sostituire ciò che avrebbe dovuto portare lui come caratteristica primaria.

Forse non è già più insostituibile ma per brevi tratti come sharpshooter potrebbe sempre essere interessante mentre come penetratore ancora deve trovare costanza pur avendo qualche lampo.

James con gli Swarm.

15) Scottie Lewis: 6,00

Nulla da segnalare per Scottie in possesso di un contratto two-way ma che non abbiamo più rivisto sul parquet di Charlotte nel periodo preso in questione mentre con Greensboro gioca molto e al 20 marzo può vantare queste statistiche in stagione nella G-League:

Un entrata di Scottie (con gli Swarm) dalla baseline battendo l’avversario e Tacko Fall in aiuto sotto canestro.

14) Nick Richards: 6,04

Il giamaicano è saltato via dalle rotazioni che contano anche per pochi minuti quando Harrell ha firmato il contratto con i Calabroni.

Il giamaicano è un po’ atipico; non rolla cannonate da fuori ma pare più avvolgere il suo contenuto in una specie di Sfogliagrezza di Giovanni Rana (Sig. Rana, non scordi il bonifico, scherzo, nessuna pubblicità occulta) perché permane un giocatore ruvido e spigoloso con alcune buone doti difensive ancora da implementare mentre in attacco i pochi sprazzi che ha avuto causa timing, non sono stati costanti anche se rispetto all’annata quasi fantasma dello scorso anno le statistiche sono tutte in leggere miglioramento comprese le percentuali al tiro (solo ravvicinato).

I 9 punti contro Chicago con un 3/3 dal campo rimangono la miglior prestazione da scorer nel periodo preso in considerazione (12 contro Phila il suo record stagionale) ma dopo quella partita nelle 16 rimanenti ha giocato soltanto 14:44 in 6 uscite.

Quale futuro potrà avere nella Queen City se non quello di rincalzo nei momenti di bisogno?

Una sufficienza la prende ma nulla di più e il suo futuro adesso è bloccato.

13) Jalen McDaniels: 6,04

Rientrato nella partita casalinga contro Brooklyn, dopo un lunghissimo infortunio che l’ha tenuto fuori per ben 19 partite, Jalen è rientrato senza una gran mano offensiva: 5/24 sbagliando tutti i tentativi da oltre l’arco (poco meno della metà dei tiri presi).

Non sembra rientrato in grandissima forma ma Borrego ha fiducia in lui e lo impiega difensivamente per aggiungere i cm mancanti in rotazione e creare pressione sull’attaccante.

In circa una quindicina di minuti di media a partita nelle ultime uscite non ha numeri particolarmente brillanti in rubate, rimbalzi e stoppate anche se in questa ultima specialità non è masi stato eccelso non arrivando ancora a mezza a partita.

Recentemente più un minus (5 volte su 6 uscite), sperando si riprenda in fretta poiché la forma fisica non è perfetta e Borrego lo impiega meno.

12) Mason Plumlee: 6,06

Che non sia il centro dei sogni ormai è acclarato e lampante anche per il fatto che giochi solamente 25 minuti a partita di media ma il buon Mason negli ultimi tempi sembra darci dentro e con i cm in più di P.J. Washington a dargli una mano sembrerebbe aver trovato una sponda, un po’ più di copertura e 13 volte su 21 è riuscito ad andare in doppia cifra a rimbalzo riuscendo a catturarne anche in fase offensiva.

Le stoppate non sono molte ma le 4 rifilate ai Thunder recentemente valgono il massimo stagionale personale e poi seguono le tre contro Boston qualche giorno addietro.

In sostanza un miglioramento visibile su tutti i fronti, anche in attacco dove i suoi passaggi (belli i bound per i back-door di Rozier) sono più numerosi e vincenti e i suoi FT, ancora da aggiustare stanno entrando in una nuova fase con l’utilizzo della mano sinistra che gli conferisce più precisione quando non sbaglia la forza impiegata andando corto.

Non che ci voglia molto perché le percentuali pessime di Mason, con una tecnica horror, difficilmente potrebbero scendere ancora ma contro i Pelicans in casa tre buoni canestri dalla lunetta di mancina dicono che siamo su una miglior strada per migliorare un 38,2% bassissimo…

Borrego ha detto che non c’è molto da fare per lavorare sulla meccanica di tiro a questo punto della stagione dicendo che deve solo andare in lunetta e crederci: “Sai, ci fidiamo di lui. Crediamo in lui. E questo è tutto ciò che abbiamo in questo momento”.

I punti sono di rottura e non sembra nemmeno poi più molto rollare per alley-oop o reverse dunk ma si prende spesso i suoi tre o quattro tiri a partita in zona ravvicinata per schiacciate o qualche hook.

In marzo ha conquistato un +/- di +74 e i suoi minuti di tenuta difensiva sul parquet sono importanti poiché oggi ha in Harrell un rincalzo sottodimensionato e con altre caratteristiche rispetto a lui (soprattutto la differenza in termini di cm, esplosività ed aggressività) ma che sa farsi valere quando chiamato in causa.

I rimbalzi sono 8 a partita, finalmente, come dovrebbe essere, si staglia in vetta al gruppo sperando ne catturi di più, magari affidandogli un paio di minuti in più sul parquet.

Nelle stoppate è terzo con 0,7 a partita.

Se lui e il giocatore di Tarboro riusciranno a contenere ancora un pochino meglio continuando sulla strada dell’improvement, gli Hornets potrebbero essere una squadra interessante in vista dei play-in.

11) JT Thor: 6,11

Difficile individuare un tipping point per Joxhow Panom Thor.

Il giocatore del Nebraska era rientrato in rotazione per pochi minuti dalla vittoria di Detroit conquistandosi per sei partite un minutaggio superiore ai 10 minuti scemato al rientro di McDaniels che gli ha tolto spazio.

In queste partite ha segnato 13 delle 20 conclusioni tentate con un 2/6 da 3.

Ha segnato 6 punti contro Toronto (8 è il massimo in stagione) catturando anche 4 rimbalzi.

Un tiro particolare non velocissimo che se preso con spazio si vede partire dal basso per fluire sulla colonna vertebrale e partire acconciandosi al meglio per la connessione alla retina.

Spesso recentemente è tornato a giocare il garbage time ma quando è stato impiegato ha fatto a deterrente con la sua apertura alare a incursioni e tiri sul perimetro laddove JT si è impegnato con attenzione anche se non sempre il suo slittamento rapidissimo e la mancanza di una presa a tenaglia a rimbalzo gli hanno consentito una solidità difensiva da roccia.

Un giocatore da rotazione che non ha grandi cifre in nulla ma che non sfigura riuscendo con la voglia ed il fisico a far sembrare se stesso un giocatore maggiormente navigato.

10) Ish Smith: 6,11

Esperimento sconfessato dalla società che ha rispedito al mittente (Washington) il giocatore della North Carolina dopo mezza stagione.

Una regular season un po’ “tormentata” fatta di luci (poche partite nelle quali ha fatto la differenza partendo dalla panchina risultando indemoniatamente inarrestabile come a Brooklyn, a Denver e contro i Lakers in casa) e ombre (diverse partite saltate per scelta tecnica e molte giocate male con un tiro che stentava ad entrare in serate no).

Dopo aver tentato un esperimento di playmaking con un giocatore indipendente portato ad affidarsi a sé stesso ma che non ha disdegnato spesso di coinvolgere i compagni, gli Hornets sono rimasti senza un sostituto nel ruolo fino all’arrivo di Thomas.

Dispiace per il girAmerica Ishmael ma purtroppo il suo valzer nella città natia è già terminato con qualcosina più di una sufficienza complessiva senza aver potuto o essere riuscito a fare la differenza più spesso.

09) Kelly Oubre Jr.: 6,17

Personalmente lo trovo un po’ la delusione dell’annata di Charlotte.

Kelly ha avuto esplosioni clamorose ma più spesso serate stortissime al tiro specialmente prima della fase All-Star Game quando avrebbe dovuto salire di tono in virtù di sostituto prediletto di Hayward, invece, la sua difesa evanescente unita a un tiro sbilenco dall’arco preso in maniera sistematica aldilà delle condizioni ha finito per riportarlo in panchina convincendo, grazie anche ad altri brevi esperimenti, Borrego a schierare più cm sul parquet e questo è stato un bene.

Recentemente è tornato a tirare un po’ meglio ma sembra spesso più libero di testa quando il punteggio conta meno e gli Hornets veleggiano su buoni vantaggi anche se non è mancato qualche sporadico colpo pesante a segno ma a raffronto dei tanti errori non è un plus…

La sua media si stacca dai migliori stagliandosi in quel limbo appena oltre la sufficienza, un soffice cirrocumulo fatto di mediocrità che non sposta a lungo termine.

Tornando sulla sua difesa mi aspettavo più intensità e una miglior tenuta, invece, i suoi interventi spesso sono orientati, finalizzati a rubar palloni mentre in attacco è tornato qualche volta finalmente a prendersi qualche entrata con alterne fortune ma il suo distopico gioco (voluto in generale anche da Borrego) è ciò che gli fa più male in attacco dove ha preso 509 tiri da fuori sugli 860 totali e a oggi detiene un 34,4% da tre punti in linea con il discorso di essere appena oltre la sufficienza generale.

La speranza è di rivederlo più intraprendente e performante in ogni aspetto e non vederlo perdersi nel tedio e la routine di tante partite per consentire a Charlotte di avere quella spinta in più nel finale.

Di buono c’è che la sua media punti è a 15,7 (la sua forza nell’aiutare Charlotte attraverso l’attacco) con il 43,5% dal campo mentre in lunetta il 66,9% rimane un dato abbastanza basso per un esterno professionista.

08) P.J. Washington: 6,22

Il vero cambio di rotta P.J. Washington l’ha ottenuto recentemente entrando in quintetto come ala grande vista l’assenza di Hayward e i sistematici problemi difensivi di una small ball portata all’eccesso per lunghi tratti.

P.J. è andato in doppia cifra in 8 delle 12 partite giocate dopo la pausa dell’All-Star Game e anche se i rimbalzi ottenuti sono minori (l’effetto del suo scostamento dal ruolo di centro di riserva ad ala grande), riesce insieme a Plumlee e i piccoli più rapidi davanti a lui a garantire una miglior tenuta spesso rispetto al passato, salvo mismatch problematici (vedi Valanciunas in casa) dovuti ai cambi da rotazione sui blocchi.

Una swarm defense che lo porta a volte ad accettare anche cambi più favorevoli, lui che recentemente ha avuto a che fare con diverse star avversarie in duelli finiti con esiti differenti.

Il 23/67 da fuori in queste partite prese in esame non è esaltante ma ultimamente ha messo canestri importanti da oltre l’arco godendo di qualche libertà in più vista la posizione ricoperta sul parquet e per lo stesso motivo riesce a fornire anche buoni assist ai compagni da posizioni diverse. Dalle drive arrivano passaggi per catch n’shoot open ma non ha paura nemmeno di prendersi un tiro contestato come nel finale contro i Pelicans in un duello selvaggio contro Hayes per un rolling hook da paura.

In risalita rispetto a diverse scempiose performance pre All-Star Game.

07) Gordon Hayward: 6,44

Da gara 49 a gara 72 (il periodo preso in considerazione) Hayward gioca (maluccio) solamente tre partite (53, 54, 55 contro rispettivamente: Cleveland, Miami, Toronto) rientrando da un infortunio per poi arrendersi ancora all’infortunio alla caviglia.

Hayward ha recentemente detto che sta “iniziando a intensificare le cose” e ha in programma di iniziare il lavoro di questa settimana, riporta Rod Boone del The Charlotte Observer.
Hayward continua a vedere un leggero miglioramento durante la sua riabilitazione ma non c’è ancora comunque un calendario per il suo rientro e non è escluso che non lo si veda da qui alla fine della stagione come capitatoci la scorsa stagione.

Dovesse farcela, probabilmente sarebbe limitato nel numero di minuti sul parquet per non forzare, sollecitare eccessivamente la caviglia.

Senza la sua esperienza gli Hornets hanno perso un po’ di stabilità, un equilibrio che recentemente stanno ritrovando con l’esperienza di Thomas, l’energia di Harrell e il rientro di Martin che insieme a Rozier e Ball portano pressione sulla palla mentre l’inserimento di P.J. Washington in quintetto come ala grande con Bridges slittato a SF (un ritorno) garantisce più cm.

Sarebbe bello rivederlo per dare un impulso in più alla squadra ma solo se stesse bene.

Al momento Gordon è fermo al 46,0% dal campo, al 39,0% da tre punti, tira con l’84,6% i liberi, in più ha 4,6 a rimbalzo, 3,6 negli assist e una rubata a partita per ben 16,1 punti di media.

Anche se è sembrato meno performante o brillante dello scorso anno, avendo dovuto condividere gli spazi di gioco con player in crescita o nuovi inserimenti (vedi Oubre Jr.), la stagione di Gordon è stata discreta sebbene il problema degli infortuni reiterati a lungo termine mini gravemente le chance di Charlotte per giocarsi le posizioni più vicine all’alta classifica, cosa difficile ma non impossibile con l’ex bostoniano presente.

Gli high in punti sono stati nella W a San Antonio (41) e per due volte con Philadelphia (31, in casa ma sconfitti) e 30 nella città dell’amore con una vittoria sorprendente guidata anche dalla nostra ala piccola titolare.

L’infortunio contro Toronto.

06) Cody Martin: 6,47

Senza Cody Martin sul parquet gli Hornets hanno realizzato un 34-26 (se considerassimo solo le partite dove ha giocato almeno 20 minuti la percentuale W migliorerebbe), questo fa capire quanto l’unico giocatore difensivo che ha la possibilità di portare pressione costantemente, velocemente ed efficacemente sugli avversari sia importante per gli equilibri del team di Borrego che senza di lui, out per infortunio nel periodo pre All-Star Game abbiano ottenuto un record di 1-5 vincendo solamente a Detroit.

Al momento ha un defensive win share di 1,4.

I suoi massimi sono in decrescita come i minuti sul parquet rispetto a inizio stagione ma pian piano sta tornando a riacquisire gradatamente i suoi spazi e ha ottenuto 8 rimbalzi contro i Mavs eguagliando il proprio record più volte raggiunto in questa annata.

L’11 marzo, invece, ha raggiunto 15 punti contro i Pelicans a New Orleans, quarta sua miglior prestazione da scorer (buonissimo il 6/6 contro Detroit in casa e il 6/7 contro New Orleans dal campo) della stagione ma è la sua presenza difensiva che maschera le lacune di tenuta nell’uno contro uno sugli esterni ed evita di far collassare talvolta su semplici partenze da pick and roll tutta la nostra fragile organizzazione difensiva.

Non è sempre stato costante, ad esempio contro i Nets ha disputato una pessima prova abboccando a finte e non riuscendo a intervenire adeguatamente sui close-out su Durant (lì si massimizzava il suo problema di cm) e soci ma quando gira, tra steal, difese a portare l’uomo dove vuole lui o dando fastidio sul tiro, gli Hornets sono una squadra che riesce a dare degli stop difensivi per cercare di creare quella differenza di punteggio in partita che si basa molto sull’altro fronte sui buoni numeri e l’esplosività dell’attacco di Charlotte.

05) Montrezl Harrell: 6,53

“Trezz” è un recente azzeccatissimo acquisto, forse anche perché l’afflato con Terry Rozier, ex compagno a Louisville l’ha subito fatto sentire a casa aldilà dell’essere originario proprio della North Carolina.

Nonostante si pensasse che l’ala/centro potesse ricoprire il ruolo di titolare in una delle due posizioni, Borrego lo impiega come forza dalla panchina.

Talvolta, quando anche gli avversari entrano in rotazione, la sua potenza aumenta ma lui non ci fa caso perché si getta su ogni pallone a rimbalzo.

Una specie di avvoltoio volteggiante intorno alle plance avversarie con un buon senso della posizione che riesce a farsi spazio con il suo fisico e in salto nonostante sia sottodimensionato.

Spesso ha pulito i tabelloni convertendo direttamente in punti il rebound, allegando qualche and one o restituendo fuori palla per il tiratore libero.

Mi fa impazzire quando si batte i pugni in testa (mi ricorda i Fratelli Slag del Wacky Races sulla loro Macignomobile colpita dalle proprie clavate) come reaction iconica gioiosa a qualche suo canestro ottenuto con disinvoltura e forza, un autentico e dirompente divisore delle torbide acque nel pitturato avversario.

Il tricotico giocatore di Tarboro ha tarpato le ali a Richards grazie alla sua intensità, una costante dinamo che consente agli Hornets di aggiungere una dimensione di profondità sotto le plance avversarie grazie alla sua ferocia ed abilità nel buttarsi dentro creando contatti.

In difesa non sempre ha un veloce primo passo e può anche essere battuto in entrata o in appoggio dove non sempre si spende come quei centri che vanno a contestare tutto compresi i tiri da tre punti dove a volte tiene qualche cm di troppo di distanza per non essere battuto (Doncic ne ha approfittato un paio di volte) ma lo si è visto anche andare in mischia difensiva con i compagni su chiusure sotto canestro disturbare e portare a casa il risultato del rimbalzo o errore avversario.

Il limite non è il cielo ma un carattere esuberante portato alla contestazione come accaduto nel secondo tempo contro Dallas dove l’atteggiamento e qualche parola di troppo, nonostante gli fossero stati fischiati due FT a favore, hanno portato la terna a fischiargli un tecnico contro e non è stata la prima volta nonostante la recente acquisizione.

D’altra parte difficile raffreddare un giocatore che fa del carattere fiammeggiante il suo credo e la sua forza mentale per andare a cercare di vincere ogni partita.

Poche volte l’abbiamo visto timido o un po’ fuori, un po’ avulso dal gioco e gli Hornets hanno sofferto la mancanza di un giocatore così impattante offensivamente sotto canestro.

In 12 delle 16 uscite è salito in doppia cifra (ha ottenuto una doppia doppia contro Toronto con 20 punti e 10 assist) aggiungendosi alla pattuglia degli Hornets con media punti in doppia cifra (13,1) mentre personalmente apprezzo molto la caratteristica di non forzare eccessivamente indicata anche da un 29-15 rispettivamente negli assist e i TO.

Spreca anche poco con un 62,2% al tiro dal campo mentre il Tallone d’Achille è costituito dalla lunetta dove il 69,3% non è di molto superiore al tiro dal campo e può essere migliorato con un po’ di concentrazione.

04) Terry Rozier: 6,69

Il cannoniere degli Hornets, rispetto lo scorso anno, dove era riuscito ad essere clamorosamente più clutch, è calato un po’ in alcune partite risultando nei tabellini come passaggio a vuoto sull’intero game ma si è ripreso recentemente nonostante gli avversari oggi gli diano un’occhiata in più per rispetto vista la dimensione offensiva di primo piano guadagnata a Charlotte mentre a Boston predominava nel contesto l’altra.

Fresco del suo ventottesimo compleanno, il giocatore di Louisville non si sta discostando di molto dalle medie principali dello scorso anno, ricalcando le abilità che la scorsa annata l’avevano portato ad essere uno dei punti più importanti della squadra e nonostante la concorrenza lo è anche in quest’annata dove ricopre al meglio il suo ruolo di guardia tiratrice offrendo una gamma di soluzioni variegata, un campionario con qualche fantasiosa chicca personale talvolta per raggiungere il ferro battendo l’avversario in entrata o al pull-up dal mid range.

Già, perché Terry si gioca in attacco i suoi 185 cm basandosi su ritmo e armonia cercando di prendere il tempo agli avversari, riuscendo talvolta a sparare tiri fuori equilibrio in corsa, agganciando catch n’shoot volanti o spostandosi con finte e passi laterali non sempre da fermo con l’uomo in ritardo dopo essere stato raggiunto da un passaggio quasi smarcante.

“Scary” dopo l’All-Star Game è andato pari o sopra al 50% dal campo in 8 delle 12 uscite tirando male percentualmente solo contro Boston ma 4 volte è andato almeno a 30 o più punti nell’ultima dozzina di match.

Secondo in squadra per assist (4,4), con 19,6 punti di media divide in coabitazione con Ball sempre la seconda piazza tra gli scorer della squadra e con 1,3 rubate a partita il secondo gradino del podio insieme a Martin.

E’ uno dei fattori per il quale l’attacco di Charlotte è nelle primissime posizioni dopo l’All-Star Game e se continuasse a rendere in codesta maniera, pur lasciando spazio anche ai compagni che spesso trova con assist (altra visione del gioco positiva ed altruista e ha diminuito i palloni persi di un quarto quasi) la sua efficienza potrebbe dare una spinta in più nel rush finale a Charlotte.

Ci sarà da vedere in alcune trasferte contro team forti quanto riuscirà a rendere.

In difesa non sempre i suoi slittamenti sono validi anche perché sul blocco viene portato via a volte o sul pull-up avversario in uno contro uno in situazioni nelle quali rimane sull’uomo o in aiuta e recupera anche i suoi cm (come per Martin) non fanno di lui uno stoppatore, in compenso la sua rapidità sul parquet, avendo un baricentro più basso può favorirlo nei palloni rubati (5 contro Boston nella più recente partita) mentre a rimbalzo è uno che ogni tanto spunta clamorosamente in mezzo a giocatori più alti riuscendo a conquistare la spicchiata in maniera inaspettata.

03) LaMelo Ball: 6,77

Gli Hornets erano 28-22 dopo 50 partite e contendenti per un vero posto nei playoff nella Eastern Conference poi sono caduti su un record di 32-35 (4-13 in 17 partite) prima di inanellare una serie di cinque vittorie.

Ball certamente rimane uno tra i migliori giocatori di Charlotte oltre che a essere un magnete social.

Il divario tra il ventenne Ball e una superstar veterana che può davvero prendere il controllo di una partita NBA è però stato evidente in alcune partite durante questo tratto.

Mostra sempre qualche lampo e sprazzo ma in partite negative tende a spegnersi come un neon ormai quasi esausto.

Personalmente interpreto la cosa, non solo come un problema di maturazione ma anche di difesa.

Criticato per i suoi (mancati) close-out o per essere un po’ troppo accomodante, in realtà molte volte LaMelo interpreta, come quasi tutti gli esterni degli Hornets, la difesa in maniera aggressiva per cercare di rubare palloni ma troppo al limite, prediligendo il rischio di un fallo piuttosto che il posizionamento e l’oscuramento di un eventuale passaggio dell’attaccante.

La pressione spasmodica che Ball e compagni portano ha trovato in LaMelo un bersaglio facile per le terne.

Non è un caso che LaMelo abbia avuto in alcune partite diverse occasioni problemi di falli e si sia dovuto andare a sedere in panchina per non essere sbattuto fuori anzitempo finendo per perdere un po’ il ritmo e per lui che giocando da playmaker ne fa un tratto distintivo della sua essenza, diventa un problema.

E’ capitato spesso che abbia anche cercato di trovare da solo la soluzione apparentemente più semplice per recuperare partite che si stavano mettendo male ma i suoi tiri alla Steph Curry, Dame Lillard o alla Trae Young sono andati a vuoto e gli Hornets sono scivolati giù…

Scelte incoerenti, azzardate condite in alcune occasioni da palle perse cercando d giocare sul ritmo, la sorpresa ma che si sono rivelate forzature.

Per evitare ciò, LaMelo ha bisogno di esser sicuro di trovare intorno a sé i compagni nei punti giusti, in un meccanismo che porti i compagni a organizzare un attacco meno inventato dal pick and roll o dalle incursioni modificabili del nostro numero 2 con un attacco meno all’americana anche se il suo talento e la sua rapacità sono sempre in agguato e sono uscite ad esempio nel finale contro New Orleans con un assist per Plumlee fatale e un floater contro Hayes con cambio mano che ha praticamente risolto la gara.

LaMelo Ball è un punto fondamentale dell’attacco degli Hornets per assist e punti, recentemente è tornato a brillare nell’orgiastico gioco di squadra che ha prodotto assist e gioco spettacolare per vincere una serie di partite che ha riportato i Calabroni sopra quota .500 dopo diverso tempo.

Avevo scritto il pezzo previsionale omaggiandolo di una caricatura perché ritenevo che sarebbe stato una delle maggiori chiavi di successo di Charlotte e in questo finale dovrà riuscire a dimostrare di avere quella visione e quella leadership che, anche consigliato dai veterani, potrebbe fare la differenza.

02) Miles Bridges: 6,79

Sembra incredibile ma Miles Bridges con i suoi “soli” 4 anni a Charlotte è il giocatore più longevo del roster degli Charlotte Hornets, per questo ha una visione più profonda delle cose che gli sono accadute intorno.

Dalla stagione da rookie 2018-19, quando gli Hornets sono inciampati in un finale di stagione che ha smantellato le possibilità di approdare alla post-season alla scorsa stagione con l’eliminazione netta ai play-in per mano de Pacers, non sono mancate le delusioni per lui e per noi.

Da circa un paio di settimane ne sta parlando con i compagni:

“Sì, l’ho iniziato a dire da quando siamo scesi a circa 20 partite rimanenti” ha detto Bridges sabato sera.

“Stavo solo dicendo: ‘Sono stato qui prima e tutti e tre gli anni in cui avremmo potuto fare i playoff non li abbiamo finiti come avremmo voluto.’ Quindi voglio solo che quest’anno sia diverso. Tutti ci si stanno complimentando e stiamo giocando bene”.

“Non sono mai stato ai playoff.

I.T., Gordon (Hayward), Trezz, Terry (Rozier), tutti quei ragazzi – Mason (Plumlee) – che sono stati ai playoff, ci stanno dicendo cosa fare in quei momenti.

Io, Melo (Ball) e gli altri ragazzi che non sono stati ai playoff li abbiamo ascoltati.

Thomas e Harrell hanno fatto un ottimo lavoro entrando e calmandoci.

Sai quando siamo scesi di uno nell’intervallo? Avremmo perso quella partita se non avessimo avuto quei veterinari.”

La sua energia sui due fronti lo porta a buonissimi numeri: con 20,0 punti a partita è il top scorer di Charlotte così come le sue 0,9 stoppate a partita lo tengono al primo posto insieme a P.J. Washington ed è primo anche nei rimbalzi difensivi con 5,9 (secondo nei totali con 7,0), mentre il 48,6% dal campo è dato molto buono considerando che da tre punti il suo 32,4% lo lascia nei bassifondi della nostra classifica e qui deve ancora lavorare prendendosi per ora tiri aperti o con un po’ di spazio, evitando di forzare troppo spesso tiri in movimento o contestati.

01) Isaiah Thomas: 6,92

Il rapporto con gli Hornets è in fase embrionale, due ten day contract per far ripartire e trovare una propria vera dimensione nella NBA l’ex Celtics che dalla panchina sembra poter aggiungere leadership, esperienza tradotta in assist e giocate che creano punti, inoltre, partita dopo partita sembra aver trovato confidenza con i suoi pull-up dal mid range che cadono spesso sorprendentemente dentro anche se il difensore più alto davanti a lui va a contestare il tiro.

A Oklahoma City ben 4 bombe in 3:05 hanno ritrascinato gli Hornets in una partita che avrebbe potuto finire molto male con Charlotte sotto di 18 punti.

Gli assist non guastano e la sua storia da riserva di qualità e di chioccia dietro LaMelo non è finita alla seconda scadenza del 2nd ten day contract poiché è stato appena rifirmato sino al termine della stagione.

Normale sia così vista la qualità aggiunta al roster, un po’ a sorpresa dal mio punto di vista osservando gli infortuni e la tragica tegola psicologica della sorella prematuramente scomparsa ma questa sua rivincita in un ambiente accogliente la merita tutta.

In vetta alla classifica dopo 7 partite con 9,9 punti di media, 2,0 assist, 1,3 rimbalzi a partita.

Ha il 46,2% dal campo e il 48,0% da tre punti…

Coach James Borrego: 5,86

CHARLOTTE, NC – MARCH 8: Head Coach James Borrego of the Charlotte Hornets looks on during the game against the Brooklyn Nets on March 8, 2022 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2022 NBAE (Photo by Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

Dal punto di vista umano e dello spogliatoio, sulla persona, c’è poco da dire, è riuscito a gestire all’interno dello spogliatoio i casi Monk (lo scorso anno) e Bouknight in questo senza eccedere all’esterno in dichiarazioni controproducenti.

Sicuramente non ha una squadra completa e ancora competitiva per essere tra le primissime ma la classifica è un pochino deludente (l’alibi Hayward gioca a suo favore) ma ciò che gli è imputabile maggiormente sono stati il gioco, la sua idea troppo basata sul rischio e anche le letture delle partite.

I game plan realmente vincenti di quest’anno, raddoppiando, gestendo difese a zona, marcando nel point of attack o scegliendo strategie offensive che aderissero come uno stampo alle difese avversarie, sono stati pochi.

Anche il fatto di essersi reso conto tardivamente dell’esigenza di dover mutare la sua irrinunciabile small ball inserendo (per esigenze con Oubre Jr. al posto di Hayward, infortunato, in quintetto che non stava funzionando) P.J. Washington in quintetto per giocare finalmente in maniera più equilibrata e con più cm senza continuar a sbatter la testa sul muro nella convinzione che stava portando solo risultati scadenti, è stata una perdita di tempo anche se meglio tardi che mai.

Vedremo se saprà dare un tono a questa squadra nel rush finale, ha bisogno di motivare una squadra che gioca su ritmo ed intensità per ovviare a pecche difensive e lasciarsi andare in transizioni dai punti facili e/o pesanti.

Una rotazione migliore e più consistente adesso c’è, ci sarà da mantenere la chimica giusta e superarsi in qualche trasferta perché l’obiettivo sono i play-off e agganciare l’ottava piazza darebbe più possibilità.

Una menzione d’onore a Mitch Kupchak che, dopo non essere riuscito a compiere grandi miracoli in estate attraendo giocatori dal rendimento alto (Oubre Jr. e Plumlee sono nel limbo, Smith è stato ceduto e i rookie sono bene o male fuori dalle rotazioni per scelta), alla disperata ricerca sul mercato di riparazione tra scambi e G-League ha pescato due pezzi adatti per integrarsi con la squadra.

E’ presto per dire se continueranno così ma per adesso spingono verso i playoff in propulsiHornets…

Classifiche

Game 72: Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans 106-103

Intro

Nel derby dei Calabroni (i Pelicans sono gli ex) l’essenza si mischia all’assenza.

Dal latino absentem, l’assenza significa esser lontani da qualcosa.

I Calabroni e i Pellicani sono distanti dal disputare sicuramente i playoff e si aggrappano a ogni partita per cercare un piazzamento che migliori la loro condizione ma l’assenza è anche quella di Hayward, di Williamson, di Ingram, pezzi pesanti e pregiati dei due team che ne hanno determinato una flessione accentuata in sorte anche questa stagione.

L’assenza è anche uno stato d’animo per una persona alla quale vogliamo bene ma lontana, per un luogo o un tempo che non sono più raggiungibili, la nostalgia personale dei primi Calabroni all’epoca d’oro della NBA, quella per la squadra magica di Paul, Stojakovic, West e Chandler a New Orleans e quella di una ritrovata felicità nel rientrare nel corpo e nell’anima della città natia dopo la morte apparente di un anno quando lo scomparso nuovo proprietario Tom Benson pensò di dare una sferzata a risultati deludenti dettati da problematiche pregresse, fidelizzando il pubblico con qualcosa di più locale e patriottico che oggi va così fin troppo demenzialmente di moda come radice sulla quale trattenere tutti i problemi reali che come macigni franano sulla collettività e sul singolo.

Charlotte pare aver capito che si può esaltare il singolo giocando in gruppo avendo nelle ultime vittoriose partite una media assist superiore ai 30 assist e questo aspetto, unito alla precisione, sarà fondamentale per trovare lo spazio sul perimetro per eclissare i lunghi dei Pels che dovranno comunque necessariamente anche essere attaccati per variazioni sul tema.

I Calabroni hanno bisogno di continuare a mantenere quel senso di fame che sarà necessario per raggiungere la post season, a 11 partite dal termine della regular season, a una dal countdown ufficiale di una stagione tornata ad essere classicamente lunga, tormentata e completa, l’importante è essere ancora in viaggio per raggiungere lo scopo.

Andamento della partita

Ashley in rosa e gli Hornets in viola cercheranno di ottenere una vittoria per non andare in rosso con il bilancio.
I quintetti iniziali.

Palla a due vinta da Valanciunas che slittava in area chiuso da P.J. Washington ma il pallonetto sopra la nostra ala in chiusura era perfetto…

Ball stoppava il secondo tiro di Valanciunas e Charlotte si salvava da una contro-transizione con una deviazione di P.J. Washington e con un muro di Rozier sulla linea di fondo su Hayes in salto intento a rimetter la palla sotto e sulla fuga dall’altra parte Terry stesso colpiva da tre portando avanti i Calabroni 3-2 a 10:48.

New Orleans sorpassava con un giro palla sul quale McCollum batteva la luce gialla ai 24 con una tripla frontale mentre su un lancio profondo Miles deviava da sotto al volo per il 5-5.

In transizione Valanciunas alzava sopra Mason una contestata azione ma Ball a 8:25 – sempre in contropiede – sorprendeva i Pels con la tripla dell’8-7 anche se Graham arrivava semplicemente al sottomano dell’8-9 costringendo Borrego a 6:58 al time-out.

Dopo diversi errori al tiro da parte delle due squadre, Rozier deviava sul ginocchio di Hayes in terzo tempo la palla oltre il fondo ma dalla rimessa assegnata agli ospiti sorgeva la tripla beffarda di McCollum dall’angolo sinistro, Rozier rompeva un raddoppio e in terzo tempo mandava a bersaglio un floater prima che l’ex spagnolo Willy si fiondasse in aggressiva schiacciata per il 10-14.

Bridges attaccava il ferro in salto orizzontale allungandosi nell’appoggio a una mano oltre a Hayes con ottima coordinazione ed atletismo ma Willy appostato sotto non faticava a ricevere e segnare da pochi cm.

Harrell a 3:34 si alzava su Jones: contatto e two and one a segno per il riavvicinamento sul 15-16.
Martin salvava con un intervento a metà campo su una transizione poi Willy al vetro arrivava a 6 punti battendo Harrell in jumper intenzionale.

Cody salvava in recupero un altro pallone da transizione ma né lui né Oubre riuscivano a perfezionare il salvataggio e alla fine Marshall in corsa si ripresentava davanti a Martin che si martirizzava spendendo un blocking, buono per far splittare all’avversario bandanato di rosso i due FT.

15-19 a 1:00 poi floater di Ball e stoppata tranciante di Harrell su Alvarado prima della tripla frontale di Marshall e del ritocco di Thomas con un suo lungo jumper da due punti che chiudeva il quarto sul 19-22.

Harrell andava corto alla prima occasione del secondo quarto mentre Valanciunas dalla baseline era preciso in jumper.

Thomas era stoppato dal centro avversario e Marshall in transizione commetteva un TO disgraziato ma l’air-ball di McDaniels dall’angolo era anche peggio soltanto che Harrell battagliando con due difensori guadagnava la rimessa dal fondo sulla quale un catch n’shoot di IT valeva un two and one per il 22-24.

Un tap-in di Valanciunas indicava le difficoltà degli Hornets di contenere a rimbalzo ma Thomas su un passaggio in corsa rovesciato riusciva ad arrivare sulla palla prima di Graham e a catapultare altri tre punti per il 25-26.

Mismatch in post sx per Valanciunas che batteva Martin in jumper ma Harrell in salto prendeva una manata in faccia da Wallace completando con l’and one il punto del pari a quota 28.

Inserimento assistito letale e rapidissimo di Marshall e pareggio di McDaniels dalla lunetta per chiusura di Valanciunas leggermente in movimento data per fallosa.

Murphy da tre dal corner destro continuava sorprendentemente a dare problemi e su una schiacciata appesa (contestata) andata a vuoto da parte di Harrell nasceva il divario da 5 punti con la transizione di Marshall abile ad appoggiare un reverse layup.

Plumlee stoppava Hayes e martin ancorava la spicchiata volando per la bimane ma ancora Murphy con una bordata esterna mortificava il tentativo di recupero: 32-38.

Il divario andava ad elastico: Martin stoppava in aiuto Murphy e IT dall’angolo destro lo dimezzava con il tiro pesante, Rozier mancava due tiri e McCollum in salto in entrata inventava il tiro su Martin (35-40) prima che Bridges dall’angolo sinistro da tre punti segnasse un tiro flipperante con gorgoglio finale che imbucava la sfera ma i Pels sfruttavano i rimbalzi e da sotto Willy che segnava un easy two e un ½ dalla lunetta per il 38-43.

L’open mancato da tre di Miles portava Charlotte sul 5/17 da oltre l’arco e il jumper di McCollum a 7 punti il gap tra i due team che vedevano un riavvicinamento dal floater di Rozier partito da fuori per un mid range prima di vedere Jones metter dentro due FT su un errore d’impostazione da transizione di Martin (bound pass intercettato) che commetteva fallo immediatamente.

Rozier segnava l’open del -4 dall’angolo destro ma in velocità NOLA trovava il modo di battere il cronometro con l’appoggio di Hayes per il 43-49…

Oltre al 33,3% degli Hornets da oltre l’arco, dato basso dettato da un gioco troppo solitario, il problema principale rimaneva il rimbalzo con un 21-31 con pessimo box out sia con il quintetto titolare in campo che sulle altre versioni compresa la small ball: 3-14 da second chance e 16-22 nel pitturato la dicevano lunga sulle difficoltà incontrate sotto le plance.

La ripresa si apriva con alcuni errori da tre di Charlotte: Ball, Rozier (stoppato da Hayes) e Bridges non apportavano punti mentre Jones nel mezzo metteva tre punti, toccava a Plumlee esplodere iniziando con un autoscontro contro Valanciunas che rimaneva inabile (poiché dolorante) sullo scontro lasciando la jam a Mason.

Ball segnava da tre sull’ex compagno Graham ma McCollum da tre dalla diagonale destra il 48-55 prima che Mason splittasse due FT a 9:22.

Rimbalzo offensivo di Valanciunas, passaggio per Hayes, fallo da piccolo bump di P.J. Washington che faceva completare al lungo una giocata da tre punti a 9:09 per il +9 Pellicani: 49-58.

Ball sparava da tre su McCollum poi a 8:29 Plumlee infilava di sinistra due FT per la gioia e lo stupore del pubblico e quando Mason fermava l’attacco avversario recuperando il rimbalzo e smistando a sinistra la transizione per Ball che segnava tre punti, gli Hornets tornavano sul -1: 57-58 a 8:02.

I Pellicani segnavano due punti ma dal lob verticale di ball spuntava Plumlee sotto canestro per l’alley-oop rovesciato del 59-60.

Valanciunas riusciva a metter quattro punti per la squadra allenata da Green ma su una transizione di Jones la chiusura di Miles era interpretata dalla terna come flagrant 2 dell’attaccante che andava con il gomito destro sul collo della nostra ala un po’ troppo vistosamente abbattendo letteralmente il numero 0.

2/2 ai liberi ma Hornets che non sfruttavano il momento venendo colpiti nel tratto da uno 0-5 che a 5:39 portava il team della Louisiana sul 63-70.

McCollum ampliava il divario con la tripla del 65-73 prima che Harrell immettesse la feroce schiacciata nel cesto, Oubre stoppava Willy e sulla transizione Bridges indicava a Harrell la via dell’alley-oop.

Un tocco di Oubre Jr. in ritardo su McCollum valeva tre liberi per lo scorer avversario che tra i fischi non ne falliva uno.

La tripla di Oubre Jr. rim-glass rivalutava la nostra ala ma Charlotte lasciava sul campo ad Alvarado due tentativi per realizzare il 72-78.

Oubre Jr. riusciva ancora a mettere tre punti per il 75-80 a 2:44 ma Charlotte si affidava troppo alla soluzione da fuori fallendo con lo stesso Kelly e LaMelo (2 volte) altre tre conclusioni non ideali riuscendo a mettere un libero con Ball per un tecnico a Hayes (proteste) al quale era fischiato uno sfondamento su Harrell nel semicerchio.

Thomas subiva il fallo onesto di Willy in chiusura avanzata sul bordo del campo destro e Charlotte tornava sul -4 a :39.5.

Il floater di un McCollum difficile da arrestare chiudeva il quarto sul 78-84.

Bridges contro l’ex compagno Graham. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Harrell a inizio ultimo quarto aveva uno scatto a mezza luna togliendo palla a Valanciunas in palleggio sulla linea di fondo, transizione e appoggio di P.J. Washington al quale seguiva una palla contrastata da Harrell a Valanciunas in area che valeva il nuovo recupero per fallo del lituano.

Il fade-away su una gamba di Valanciunas oltre P.J. Era recuperato da Harrell che chiudeva una triangolazione in appoggio rapido su pocket pass di Martin.

Marshall passava P.J. Washington per l’appoggio in entrata e su una transizione Alvarado colpiva da tre dalla diagonale sinistra a 9:45 rigettando i Calabroni sul -9: 82-91.

Charlotte a 9:29 ritrovava Rozier che con un catch n’shoot 3 riduceva lo scarto ma i tentativi di comeback sembravano destinati a naufragare poiché Valanciunas segnava a 8:56e sull’errore di Wallace (87-95) al quarto tentativo sulla stessa azione dei Pels con i centro dominante.

Martin, a 7:05 era indotto dal tempo e dagli avversai a prendersi un corridoio diagonale dalla sinistra e funzionava: 2 and 1 (mancato) ma la difesa di Charlotte con l’innesto di Plumlee al posto di Harrell recuperava cm e dava in toto degli stop difensivi riuscendo con il fing and roll di Bridges, il mini arcobaleno di Rozier oltre Hernangomez e una drive zigzagante ancora made in Terry a riportarsi in parità con Green a chiamare un time-out a 4:06 sul 95 pari.

Passaggio a vuoto di Valanciunas che sgomitava su Plumlee in marcatura, passaggio skip a vuoto di Rozier nel traffico nel finale convulso che vedeva gli errori di McCollum da tre e di Bridges con malandato tocco sull’aggressiva entrata frontale così finiva per segnare Hayes in schiacciata.

Miles a 2:12 si faceva il regalo di compleanno completando la rimonta con una tripla dall’angolo sinistro ma Hayes in schiacciata era fermato da una stoppata di Miles bella e netta ma anche fallosa sull’intreccio di braccia.

2/2 e nuovamente a soffrire: P.J. Si inventava un’alzata uno contro uno nel pitturato rimbalzante sull’anello che accoglieva benevolmente il selvaggio rischio.

McCollum in entrata invece si vedeva sputare fuori l’alzata e sull’altro fronte P.J. Washington passava rapidamente al centro verso Mason che vedeva una voragine nella quale infilarsi per la schiacciata a due mani: 102-99.

McCollum in crossover tambureggiante prendeva tempo e distanze per l’ennesimo floater: 102-101.

New Orleans perdeva incredibilmente ancora una volta di vista Plumlee che su assist corto diagonale di ball replicava facilmente con due punti mentre Alvarado aveva la meglio rapidamente su Mason.

Charlotte congelava palla affidandosi a Ball che passato Hayes non mancava il floater del 106-103 a :08.9 dalla fine.

Per i Pels rimessa finale ma sul passaggio verso McCollum scattava il raddoppio, passaggi verso Graham deviato da P.J. Washington in marcatura e tripla disperata che andava nettamente lontanissima dal ferro con gli Hornets a portare a casa un’importantissima vittoria sul filo.

Super batatglia tra centri nella notte tra Valanciunas e Plumlee. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Partita molto sofferta per Charlotte che riagguantava una vittoria quasi insperata nei minuti finali grazie a un parziale da 8-0 che riequilibrava la partita per ritrovare difesa sotto la spinta del pubblico e alcune giocate di squadra mancate nel primo tempo dove gli uomini di Borrego sono apparsi troppo solitari per impensierire una squadra che ha messo molto in difficoltà i nostri riuscendo sotto le plance a massimizzare le proprie giocate grazie ai numerosi rimbalzi ottenuti tanto che il 41-53 finale a rimbalzo e il 3-23 nelle second chance, confrontato alla W identificano come quasi un vero e proprio miracolo.

Gli Hornets si sono scrollati di dosso la paura con le spalle al muro dopo essersi complicati ancora una volta la vita e i 34 passaggi finali indicano ancora una volta come nelle ultime due settimane i Calabroni, dati numerici alla mano, siano tornati ad essere il miglior attacco dell’intera NBA sfruttando il gioco d squadra.

C’è da dire per onestà intellettuale che per una volta gli Hornets hanno avuto qualche vantaggio negli episodi discutibili (c’è stato anche qualche episodio contro ma in media abbiamo ottenuto qualche vantaggio) con Jones espulso per una gomitata in entrata su Bridges in chiusura durante il secondo tempo (Flagrant 2).

Non che sia cambiato molto perché Valanciunas, fino al rientro di Plumlee nel quarto periodo ha continuato a dominare finendo con 24 punti e 18 rimbalzi (6 offensivi dei 15 totali Pels sono suoi) e McCollum con 27 punti e 6 assist ha dato una mano ma a parte Naji Marshall che con 14 punti e 5 rimbalzi ha dato una mano al duo di Green, gli altri giocatori sono rimasti sotto la doppia cifra con Hayes ed Hernangomez entrambi a 9 punti e 7 rimbalzi mentre Graham ha chiuso la sua pessima partita con 2 punti (1/9) e 3 assist davanti all’ex pubblico ma personalmente Gamberone continua ad essere simpatico nonostante abbia nel DNA questi svarioni nelle prestazioni, occorso al momento giusto nel caso, però…

Per gli Hornets 6 giocatori in doppia cifra e doppia doppia per Plumlee che ha cambiato per una volta l’esito del match riuscendo a portare a casa un 2-0 contro i Pelicans in stagione regolare.

LaMelo Ball: 7,5

17 pt. (6/12), 4 rimbalzi, 9 assist, 1 stoppata. Mi piace poco solo in un frangente nel secondo tempo quando dopo aver messo una tripla, insiste sbagliandone un paio tirate senza le giuste condizioni ma gira bene in attacco riuscendo, dopo un primo tempo piuttosto cheto, a dettare il ritmo e a pescare i compagni giusti per canestri facili (vedi il passaggio rovesciato per la tripla di Thomas, il reverse di Mason o il passaggio dentro per lo stesso Plumlee nel finale) prima di decidere di mettere al riparo da brutte sorprese (sconfitta nei regolamentari in caso di tripla Pels sull’azione finale) i viola con il floater su Hayes del 106-103 finale.

Terry Rozier: 7

17 pt. (7/14), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Tira con un 3/9 da oltre l’arco mettendo qualche punto prezioso ma sono i suoi tiri da due (bello il jumper con ricollocamento e finta precedente a far saltare via il difensore in ritardo), specialmente con floater o appoggio in entrata a far la differenza capendo che quello era il modo giusto per incunearsi più efficacemente in una difesa densa ma porosa. Il suo contributo in punti lo offre ancora.

Miles Bridges: 7

16 pt. (6/13), 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Nella partita giocata nella data del suo compleanno Miles, dopo una prestazione in chiaroscuro con alcune buone giocate (contenimento su Jones ed espulsione dello stesso, passaggio per alley-oop per Harrell o atletico appoggio in salto orizzontale da triplista oltre Hayes) alternate da errori come il mancato facile appoggio in entrata frontale, spegne le candeline con la tripla (2/6 da fuori) del sorpasso dall’angolo sinistro nell’ultimo quarto cercando di scacciare le paure dei viola. La stoppata successiva su Hayes è una gran cosa ma l’incrocio in salto determina anche un tocco sul braccio dell’attaccante, peccato perché, tabellino a zero a parte nella statistica, è stato un intervento splendido. Alla fine può festeggiare.

P.J. Washington: 6,5

6 pt. (3/6), 5 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata, 1 stoppata, 5 PF. Ricorre a falli poco decisi che portano ulteriore danno a Charlotte. Valanciunas contro di lui arreca danno spesso passando da jumper, appoggi, fade-away. P.J. stenta a tenerlo e nemmeno a rimbalzo è iper brillante. Si rifà con degli ottimi assist, uno nel finale dalla baseline per liberare al centro Plumlee in schiacciata e in attacco con un non consigliabile ma vincente rolling hook 1vs1 nel finale. La deviazione sul raddoppio di McCollum poi lo riabilita definitivamente completando il trio di variegate giocate decisive nei minuti finali.

Mason Plumlee: 8

11 pt. (4/7), 10 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Era già in progresso nelle recenti partite e se continua a giocare così, anche se non sempre è una macchina da rimbalzi, gli Hornets potrebbero continuare a vincere partite. Doppia doppia, cambia la partita al rientro consentendo meno rimbalzi offensivi agli avversari e difendendo discretamente. Se poi sul fronte d’attacco, a parte la reverse in alley-oop offerta da Ball, riesce a fare anche inserimenti semplici che i Pels sottovalutano per arrivare a due schiacciate facili nel finale, l’aiuto è completo e importante in entrambe le metà campo. Prestazione decisiva contornata da tre FT consecutivi messi a segno di sx, nuova mano confidente.

Kelly Oubre Jr.: 6

6 pt. (2/6), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. A metà… segna due triple consecutive poi si spegne, bella la stoppata in allungo su Hernangomez, meno lo sfondamento offensivo. Nel complesso Tsunami Papi nei 14:49 (-5 di +/-) guadagna una sufficienza.

Montrezl Harrell: 6,5

12 pt. (5/9), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Bene in attacco anche se manca una schiacciata e un appoggio da sotto un po’ forzato. Riesce a conquistare l’and one con un bel tuffo e rifila prima ad Alvarado una stoppata spaziale nel primo quarto e un’altra rejected a Wallace nell’ultimo ma non ha i cm e soffre a rimbalzo, per questo motivo, in un contesto aggravato da small ball, non per sue colpe, ma per normali rotazioni ed esigenza a rimbalzo va peggio (tra virgolette) di Plumlee ma disputa comunque una buona partita.

Cody Martin: 7

4 pt. (2/2), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Primo tempo impressionante. E’ ovunque, onnisciente sulle letture avversarie tra anticipi, recuperi e pressione sul portatore di palla rovina diversi canestri potenzialmente facili alla squadra di Green subendo solo i cm di Valanciunas in post in un’occasione da mismatch. Nel secondo tempo la sua difesa è più discreta ma influenza ancora McCollum per un TO con piede sul bordo-linea laterale. Un buon canestro in entrata in diagonale allo scadere dei 24 quasi con FT mancato. Se Charlotte regge nel primo tempo soprattutto e non si stacca, è anche merito suo.

Isaiah Thomas: 7

15 pt. (5/9), 1 assist, 3 TO in 13:45. Qualche TO e fallo per il piccolo degli Hornets che deve giocarsela così in una partita difficile ma si vede che ha esperienza e sta acquisendo una mano impressionantemente sempre più calda con i suoi elbow fluidi, vedi il jumper dalla rimessa dal fondo con and one. 2/3 da fuori e 3/3 in lunetta, qualche forzatura, sì ma anche se in difficoltà nell’ultima parte giocata, porta punti importanti dalla panchina.

Jalen McDaniels: 5,5

2 pt. (0/1), 1 assist, 1 TO in 3:54. Tocca il campo assaggiandolo, assaporandolo per poco. Perde un pallone, manca una tripla dall’angolo sinistro con air-ball netto mentre segna due FT finendo glutei a terra per un leggero blocking di Valanciunas. Prestazione poco convincente in pochi minuti.

Coach James Borrego: 6,5

Ancora una W complicata ma pur sempre una vittoria importante. Lui prova anche la small ball dopo aver tentato con le normali rotazioni ma non ne esce nulla sul finire del primo tempo. La risolve nel finale facendo tornare Plumlee in campo come dovrebbe essere. Cose semplici, normali, forse qualche tiro in meno da fuori (37 sui 79 totali scoccati da oltre l’arco) gioverebbe.

Versione 1 highlight.
Versione 2.
Il finale.

Matchup key 72: Charlotte Hornets Vs New Orleans Pelicans

A cura di Filippo Barresi

Miles Bridges Vs Brandon Ingram

Ingram è in dubbio ma molto probabilmente, nel corso di questa notte, la mini star dei Pellicani farà il suo rientro nel quintetto dei Pelicans e per questo motivo sarà subito l’osservato speciale senza Zion sul parquet.

ll suo rendimento è cresciuto insieme a quello dei suoi compagni negli ultimi mesi permettendo a New Orleans di raccogliere dei risultati migliori rispetto all’inizio di stagione giocato a rilento.

Miles Bridges avrà il compito di opporsi alla stella avversaria per aiutare gli Hornets ad ottenere la vittoria.

Il numero #0 sta giocando la sua miglior pallacanestro della carriera, alternando giocate offensive e difensive di alto livello.

Dall’infortunio di Hayward sì è pian piano riadattato nuovamente nel suo primario e precedente ruolo di ala piccola applicandosi per ottemperare alle necessità della squadra.

Possibili svantaggi:

I Pelicans sono una squadra abbastanza fisica, forte a rimbalzo e che renderà difficile il compito degli Hornets nella gestione del pitturato.

La presenza di due lunghi in contemporanea in area potrebbe causare non pochi problemi a Charlotte che ha spesso sofferto questo tipo di situazioni.

Plumlee, P.J. Washington e Harrell dovranno disputare una gara difensiva di alto livello per superare indenni questa sfida.

Possibili vantaggi:

Diretta conseguenza del punto di cui sopra riguarda la libertà sul perimetro concessa dai Pelicans.

La strategia di impacchettare l’area per sfruttare il reparto lunghi, lascia scoperte molte zone del campo da cui gli Hornets sanno essere molto pericolosi.

I tiratori presenti in squadra potranno godere di molta libertà e dovranno essere attivi e precisi per sfruttare questa lacuna ospite.

Totopaolo: 23ª settimana

A cura di Paolo Motta

Gli Hornets (36-35) ritrovano vittorie e continuità riagguantando così con un record positivo che mancava da troppe settimane.

In arrivo tre partite casalinghe per allungare la serie vincente per il rush finale in ottica play-in (o playoff diretti in caso di miracoli cestistici).

Ecco nel dettaglio le sfide che ci attenderanno a partire dalla mezzanotte questa settimana:

Game 72: martedì 22/03/2022 ore 00:00 AM italiane Vs New Orleans Pelicans (30-41):

Seconda sfida stagionale contro i “cugini” della Louisiana.

Un paio di settimane fa gli Hornets espugnarono la “Big Easy” 142-120 con un’ottima prestazione corale.

Per la sfida di questa notte sarà però presente McCollum (assente nella precedente partita causa Covid-19), mentre Ingram e Williamson saranno ancora indisponibili.

In dubbio invece l’ex Graham.

Partita ostica, vista la presenza di Valanciunas sotto canestro e anche perché i Pels lottano per una posizione play-in seduti sul bordo.

Straordinari in arrivo per Plumlee e compagni di reparto.

Vittoria obbligatoria con i Pelicans che saranno in B2B dopo la bella vittoria contro gli Hawks.

1.

Game 73: giovedì 242/03/2022 ore 00:00 AM italiane Vs New York Knicks (30-41):

I Knicks, dopo un disastroso mese di febbraio (9 sconfitte su 11 partite disputate), si trovano nella disperata posizione di dover recuperare terreno in ottica play-in.

Hornets in questo momento in forma migliore ma sottovalutare la squadra di coach Thibodeau sarebbe un errore.

Randle, uno degli uomini più pericolosi degli arancio-blu, sarà la solita spina nel fianco per le difese avversarie, ma un P.J. Washington in un discreto stato di forma potrebbe limitarlo ed essere la chiave per la vittoria.

1 fisso.

Game 74: sabato 26/03/2022 ore 00:00 AM italiane Vs Utah Jazz (45-26):

Jazz, squadra solida e ben allenata da coach Snyder che sfruttando l’asse Mitchell-Gobert rende la vita difficile a qualsiasi squadra.

Conley e Bogdanovic veterani esperti che aggiungono profondità al roster.

Partita dunque complicata dove servirà una difesa concentrata sin dalla palla a due.

Harrell potrebbe fornire l’intensità necessaria per battagliare sotto le plance tuttavia Utah rimane ancora superiore, sconfitta preventivabile.

2.

Il pronostico della settimana: 2-1

Game 71: Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks 129-108

Intro

Come in una caccia a tesoro ognuno di noi va cercando qualcosa che lo faccia felice.

Nel caso degli Hornets saranno le vittorie che in realtà sono emozioni (quelle che cerchiamo nella nostra vita, succo della stessa) dentro la partita e gioia per il risultato finale.

Cercasi più W possibili da qui alla fine per raggiungere la miglior posizione possibile che al momento, vista la classifica delle altre, potrebbe essere ragionevolmente un’ottava piazza ad andare bene anche se l’impresa rimane ardua ma che gusto ci sarebbe se fosse facile?

Charlotte spera di colorare la notte di teal & purple…

Nella serata distribuita la coppia (in un pezzo unico) di bobblehead raffiguranti i commentatori Eric Collins e Dell Curry.

Andamento della partita

P.J. Washington in fase si presentazione prepartita.
Il quintetto dei Fuorilegge.
Il classico recente quintetto degli imenotteri aculeati.

Dalla palla a due vinta da Plumlee al passaggio dello stesso sul perimetro per la tripla di un Rozier che si liberava in corsa per librarsi in un colpo che avvolgeva il ferro interno passava poco.

Gli Hornets si ripetevano a 11:12 con lo stesso Rozier e un tiro contestato che valeva il 5-0 prima di vedere una steal di Ball che tentava in due contro uno di servire avventatamente Miles per l’alley-oop, palla che scivolava all’ala ma in qualche maniera il reindirizzamento della sfera in angolo verso lo stesso Ball riposizionatosi nel corner sx valeva la tripla dell’8-0 alla quale Dallas replicava immediatamente con la schiacciata di Kleber che valeva l’8-2.

Inizio precisissimo di Charlotte che da oltre l’arco indovinava ancora la tripla con Bridges quindi con un passaggio laterale si innescava un rapido Bridges che in corsa non lasciava scampo alla difesa bianca appoggiando in sicurezza per finire con un Rozier da tre, ancora da sinistra, che buttava dentro la spicchiata fuori equilibrio per tre punti che valevano il 16-2 e il time-out chiamato da parte di Kidd.

Brunson raddoppiava i punti degli ospiti dopo il rientro sul parquet ma sul giro palla esterno arrivava dall’angolo destro il colpo da tre di P.J. Washington che portava sul +15 Charlotte.

Il divario, così lievitato grazie al 7/7 dal campo, era destinato a sgonfiarsi.

Dopo un errore da fuori di Miles, un alley-oop mancato da Powell e un Finney-Smith contenuto sotto canestro da un salto in verticalità di Plumlee era Doncic a trovar la tripla a 6:56.

La risposta arrivava da P.J. Washington ancora con una bordata da oltre l’arco (su Doncic per il 22-6) ma Finney-Smith recapitava una lettera da fuori recuperando tre punti approfittando di una difesa Hornets spostata e non rientrata perfettamente.

Doncic segnava tre triple consecutive nonostante il cambio dei nostri centri (prima su Plumlee e poi su Harrell) trascinando al 22-18 i Mavs che riuscivano con Kleber a stoppare Miles oltre il fondo ma dalla rimessa la nostra ala in corsa andava a segnare da tre in uno contro uno dall’angolo destro un tiro non semplice sempre con Kleber sulle tracce a contrastare il tiro.

Un open di Green e un ½ di Harrell a 2:38 ritoccavano sul 26-21 il punteggio poi lo stesso Trezz recuperava una palla in difesa con buon senso della posizione e andava a subir fallo dall’altra parte per realizzare i liberi del 28-21.

Anche Martin, con un anticipo netto su un passaggio orizzontale tra due giocatori di Kidd, si involava per la schiacciata mentre a 1:48 Doncic si superava con un deep 3 per il 30-24.

Ball in transizione, leggermente con l’equilibrio in avanti segnava da fuori e a :28.7 Harrell resisteva a un fallo di Chriss schiacciando in maniera muscolare e anche se il FT andava a vuoto, i Calabroni chiudevano sul +9 il primo energico quarto.

Le Honey Bees in serata.

Girandola di emozioni anche nel secondo con una reverse dunk di Bertans e il canestro in risposta da parte di Thomas.

Altra steal di Ball, tripla di McDaniels a vuoto mentre era più concreto Harrell che buttandosi dentro trovava ancora il modo di procurarsi un contatto per battere due FT vincenti a 10:34 (39-28) con Thomas ancora a segno battendo Green per il 41-28.

A 9:28 time-out e sul mega schermo appare qualcosa pe conoscere di più le Honey Bees.

Il nuovo strappo era ricucito velocemente dai Mavs anche se Rozier con un’alzata veloce dal mid range aggiungeva due punti: Brunson al vetro oltre Bridges, stoppata di McDaniels su Powell ok ma sullo scarico per il catch n’shoot di Smith non si vedevano maglie teal & purple intorno: 43-39.

A 5:52 per cercare di respingere il pericoloso rientro dei Mavs si buttava dentro Plumlee che recuperava due FT splittandoli.

Le splendide divise “classiche” con effige il vecchio logo di Hugo. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Charlotte però aveva due passaggi a vuoto e Finney-Smith in floater e Ntilikina in corsa portavano per la prima volta in serata i Mavs in vantaggio: 46-47.

Charlotte si avvantaggiava quando Bridges puntando frontalmente Ntilikina ritmava un terzo tempo sul quale il difensore era costretto al fallo.

2/2 e nuovo vantaggio Hornets a 3:49 prima del contro-sorpasso di Doncic in floater.

Bridges replicava l’azione proprio sullo sloveno ma da un rimbalzo offensivo lungo i Mavs finivano per ricavare una second chance per Ntilikina che con un rim glass 3 portava i suoi al massimo vantaggio nel primo tempo.

Bastava però una tripla di Oubre dall’angolo destro (dopo un paio mancate dalla stessa mattonella in precedenza) per riportare sopra i Calabroni (53-52) che cercavano di rimanerci con una transizione sulla quale Finney-Smith spendeva un fallo su spalla e costato di Oubre Jr. che non riusciva a schiacciare bene ma i due liberi successivi attestavano il vantaggio del team di Borrego a tre punti.

Doncic era chiuso fallosamente da Oubre Jr. a 1:18 ma lo 0/2 inaspettato dalla lunetta unito al risorger al tiro da oltre l’arco nel finale con P.J. Washington e Kelly Oubre Jr., davano il 61-52 finale di quarto per ripristinare il vantaggio esatto della prima frazione.

La ripresa cominciava con un recupero di LaMelo Ball che valeva la transizione con bimane di P.J. Washington ma nel botta e risposta Dallas accorciava presto con lo step back 3 di Doncic, risposta semplice ma efficace quando l’attacco dei Mavs faticava a girare.

Doncic ne metteva altri due dalla lunetta a 9:59 ma P.J. Washington replicava da tre per il 66-57 prima che lo sloveno tornasse a segnare in floater trascinando i suoi.

Rozier dal corner sinistro illudeva Charlotte con la bomba del 69-59 quindi su un lungo giro palla era ancora la star ospite a colpire da tre prima che Bridges nel traffico nel tentativo di sottomano rimediasse due FT a 7:57, inseriti.

Deep 3 frontale di Doncic, the answer dei Mavs e sul passaggio orizzontale dietro la schiena della stella bianca dei texani Kleber bombardava dalla top of the key per il 74-72…

Ball dalla diagonale sinistra era provvidenziale a 6:22 con l’ennesima tripla di squadra mentre sulla pressione di Rozier, Doncic finiva per dare un colpo basso a Terry creando il TO per il fallo offensivo rilevato dalla terna.

P.J. Washington andava a segno con un euro rallentato, cambio leggero di direzione nel mezzo e floater mentre Bridges da dietro, in rimonta, cancellava l’alzata di Doncic con tempismo ed esplosività brutale.

Pull-up rapido dal mid range di ball miss di Finney-Smith clamorosa in schiacciata poi Ball esaltava il pubblico battendo Doncic in crossover e sulla corsa il no look diagonale teso per P.J. Washington appostato sotto il ferro a sinistra valeva la bimane dell’83-72 a 4.39.

la manovra degli Hornets, dopo due errori al tiro Mavs, portava Miles in lunetta a 4:02 e nonostante Kleber 13 secondi dopo rispondesse con un 2/2 in lunetta, i Calabroni sembravano in grado di strappare giocando a un livello mentale superiore con martin bravo a mettere dentro dalla baseline destra in uno contro uno da media distanza: 87-74.

Doncic opponeva resistenza passando Oubre che commetteva fallo, la palla si staccava dalla mano dello sloveno che la ritrovava appoggiando in continuazione al vetro completando la giocata da tre punti dalla lunetta per l’87-77.

Bridges otteneva un goaltending (Finney-Smith) e poi eseguendo un anomalo floater con finte a scatti in entrata orizzontale rilasciava il 91-77.

La tripla frontale di Doncic in uno contro uno era profonda ma anche l’unica scarna soluzione efficace per battere la difesa di Charlotte che dal +11 muoveva rapidamente il vantaggio con Rozier in crossover su Doncic e appoggio in avvicinamento a canestro, tripla di Oubre Jr. a :58.3, pull-up 3 di Terry e ciliegina finale che ammazzava la partita, sulla sirena la deep 3 di Miles dalla diagonale sinistra valeva il 102-80 per un 11-0 che smontava i piani Mavs.

Bridges esalta il pubblico dopo la tripla sulla sirena del terzo quarto.

Gli Hornets andavano sul velluto con Doncic in panca a inizio ultimo quarto (tenuto in campo per interi quarti da Kidd) con un rimbalzo offensivo di Harrell che consegnava il passaggio Ball per la tripla vincente.

Demotivati e con linguaggio del corpo pessimo i Mavs incassavano un’altra bordata di Ball per il 108-82, il divario si allargava sino ad arrivare sul +30 quando Harrell segnava due punti, mancava l’addizionale ma dal rimbalzo di Martin con relativo assist arrivavano altri due punti di Trezz per il 112-82.

Partita in ghiaccio perenne con qualche giocata spettacolo come l’assist rapido ed imprevedibile di Ball per l’infilata con slam di Kelly e spazio nel finale alla bench con Thomas, Richards e JT Thor.

Dallas accorciava con qualche giocata in schiacciata nel finale ma era 129-108, big W per Charlotte.

Miles Bridges cerca di contenere Doncic. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte aveva incassato due pesantissime sconfitte a Dallas in questa stagione, una in preseason (preoccupante ma contava zero) e una in stagione regolare.

Un brutto matchup che gli Hornets hanno saputo ribaltare smontando pezzo per pezzo i Dallas Mavericks in una partita a strappi che gli Hornets hanno iniziato subito ad affrontare e ad interpretare in attacco con un game plan basato molto sul tiro da oltre l’arco per scardinare la difesa ben organizzata da coach Kidd.

I texani sono stati al comando solamente tre volte nel secondo quarto pur essendo riusciti a rientrare diverse volte in maniera consistente dagli allunghi di Charlotte.

Gli Hornets hanno alzato il ritmo e Dallas non è riuscita a contenere nella seconda parte del terzo quarto l’arrembaggio Hornets che ha abbordato la nave di Kidd con triple letali che hanno ucciso la partita.

In difesa il contenimento di Doncic ha funzionato a metà poiché il 13/20 dal campo (8/12 da 3) dello sloveno ha prodotto 37 punti ma fini a se stessi.

La pressione sulla star avversaria ha prodotto un effetto a catena sul team di Kidd che ha stentato a creare gioco (33-18 gli assist) finendo per concedere anche un 8-4 nelle rubate

Gli assist dell’europeo sono stati solamente 3 con la squadra di Borrego brava a rimediare nel caso di passaggio dello sloveno, spesso, inoltre Luka ha subito un +/- di -30 dimostrandosi un po’ troppo lento spesse volte per avere la reazione giusta in difesa su puntate rapide dei vari incursori.

Alla fine Dallas si è sciolta essendo solo Doncic in serata con Brunson e Chriss (diversi punti nel garbage time e 9 rimbalzi anche), unici due giocatori in tenuta bianca ad andare in doppia cifra con il minimo sindacale, 10 punti…

Bertans in 11:48 ha commesso 6 falli finendo fuori anzitempo.

Serata da scordare per i Mavs conto un attacco Hornets impressionante per rapidità e ricerca del compagno anche se quasi la metà dei tiri totali sono arrivati da oltre l’arco (44/88 dal campo e 20/42 da 3) con buone percentuali comunque (47,6% da 3).

Un attacco bilanciato che ha portato 7 uomini in doppia cifra compresi gli innesti Harrell e Thomas per una vittoria epicurea aldilà delle più rosee aspettative, la quarta di fila con le ultime due casalinghe (Atlanta e Dallas) aspettando le prossime tre, sempre allo Spectrum Cente, augurandosi di sfruttarle per dare un colpo, una sterzata, un’impennanta alla classifica…

LaMelo Ball: 7,5

17 pt. (6/12), 4 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate, 1 stoppata, +29 in +/-. Tocca, intercetta o ruba palloni come de piovesse. La rapidità di LaMelo fa la differenza in difesa. Grande intensità per cercare di portare dove vuole lui l’attaccante. Sul fronte offensivo il 5/8 da fuori parla da solo (pesanti e al momento giusto), un buon pull-up peccato per le entrate imprecise mancate come il fing and roll arrivando corto in corsa ma compensa con 7 assist compreso il crossover con il quale buca Doncic per poi sparare un diagonale basso teso no look per la jam d P.J. Washington.

Terry Rozier: 7,5

18 pt. (7/10), 6 rimbalzi, 6 assist, 1 stoppata. 4/7 da fuori, 3/3 da due punti… inizia alla grande con tre conclusioni che gli fruttano 8 punti (poi si tranquillizza per un po’) e anche se non conquista al lunetta in serata il sui contributo in media è importante, inoltre assist e rimbalzoni sono la cartina tornasole di un uomo che non gioca solo in attacco per segnare ma coinvolge i compagni e lotta in difesa per dar fastidio e minare, oscurare le linee di passaggio con la pressione, vedi il fallo che Doncic commette su di lui rifilandogli un colpo dopo aver rischiato di perder palla già toccata in precedenza da Scary.

Miles Bridges: 7,5

23 pt. (7/12), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Segna 3 punti creando le condizioni per un 6/6 in lunetta. Salva un alley-oop difficile con palla che gli scivola trasformandolo in un assist per la bomba di Ball in angolo. Un bel swooping hook e in serata ha mano anche da fuori con un 3/5. In difesa si impegna e la stoppata esplosiva fatta con tempismo rimontando da dietro su Doncic che aveva dato problemi inserendosi qualche volta in floater dopo aver spezzato il raddoppio) è brutale e clamorosa.

P.J. Washington: 7,5

21 pt. (8/14), 3 rimbalzi. Duella a distanza con Doncic e il suo buon 5/9 da fuori è pesantissimo. Sembra in un buon momento di fiducia al tiro. Tiene in difesa senza ricorrere a falli (0 totali), un giocatore che da ala grande gioca meglio e sembra essere in ripresa.

Mason Plumlee: 5,5

1 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 5 assist, 3 TO in 15:43. Gioca poco opponendosi bene qualche volta al centro avversario. Un solo punto per effetto di due FT splittati tirati con la sx. Una conclusione errata e 3 TO ma compensa con qualche assist. Uno sfondamento su Brunson ma nemmeno troppo per colpa sua, sul passaggio con lui in corsa rimaneva poco spazio per evitare l’ostacolo.

Kelly Oubre Jr.: 6

17 pt. (6/17), 6 rimbalzi, 1 assist. Sparacchia un po’ e viene anche stoppato un paio di volte ma mette qualche canestro nei momenti giusti e gli Hornets resistono. Un buon close-out su Finney-Smith in angolo che fa sbagliare la tripla al lungo avversario. Il fallo su Doncic costa una giocata da tre punti ma ci prova a ruba palloni anche se nella notte non gli riesce.

Montrezl Harrell: 7

13 pt. (3/6), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Solita grinta a rimbalzo che gli consente di prendersi qualche punto in più così come subendo fallo cercando di andar dentro recuperava tiri liberi che fluivano copiosi (7/10). Buona forza dalla panchina per dare una spinta bidimensionale alla squadra. Nell’ultimo quarto Ball lo ringrazia per il tiro da tre su rimbalzo e passaggio fuori dello stesso Trezz che come difetto ah quello di essere poco calmo, infatti, becca un tecnico nell’ultimo periodo dopo aver preso due FT a suo favore.

Cody Martin: 7

4 pt. (2/4), 8 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Missione: rincorrere gli avversari, eliminare lo spazio delle linee di passaggio (vedi la bella rubata con schiacciata in transizione sul classico passaggio orizzontale da non fare tra gli ultimi due uomini) e se poi aggiungiamo i 5 assist e gli 8 rimbalzi (ne confeziona uno e uno quando sul FT mancato da Harrell nell’ultima frazione recupera la sfera e la cede al centro) si può ritenere la sua prestazione buona anche se i punti sono pochi ma i tiri presi anche.

Isaiah Thomas: 7

11 pt. (4/6), 1 rimbalzo, 2 assist. Segna diversi pull-up che sono un ponte tra la fiducia nei propri mezzi e la retina. Tira su palla con velocità impressionante per battere in uno contro uno il difensore mostrando buona mira e meccanica di tiro anche se va fuori equilibrio come quando sullo scambio con Harrell prosegue per infilare un jumper dal mid range che fa innamorare. Il finale è un po’ in sordina ma a partita vinta contava poco. Un in più per trovare punti difficili e per gestire situazioni non semplici grazie all’esperienza e al talento che ancora possiede.

Jalen McDaniels: 5,5

4 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 1 stoppata. Ancora impreciso al tiro in appoggio in avvicinamento e da fuori. Segna dal pitturato con un little fade-away e infila due FT su 4 in 16:51.Ricorre a qualche fallo (3) se serve.

J.T. Thor: s.v.

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo in 04:56. Presenza alla boogeyman ma poca cosa, solo cm per inquietare gli avversari che tenzono Boban in panca.

Nick Richards: 6

0 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 1 stoppata, 1 TO in 4:04. Buona stoppata nel finale su Chriss ma si gioca da garbage time e incassa una tripla su un uscita oltre a collezionare un TO e un rimbalzo.

Coach James Borrego: 6,5

Il gioco in attacco per larghi tratti è più fluido, i black-out minori ma ciò è favorito dalla scarsa consistenza di una squadra simile per ceri versi alla nostra. La mezza zona degli Hornets in certi tratti irretisce l’attacco avversario ma c’è ancora da crescere sotto questo aspetto.

Versione 1.
Versione 2.

Matchup key 71: Charlotte Hornets Vs Dallas Mavericks

A cura di Filippo Barresi.

P.J. Washington Vs Luka Doncic

Uno scontro un po’ atipico deciderà le sorti di questa gara per via di alcuni accorgimenti tattici.

Washington è stato decisivo per gli Hornets nell’ultimo quarto contro gli Hawks e sta giocando molto bene nell’ultimo periodo impiegato da ala grande.

La novità portata da Borrego dal suo inserimento nel quintetto titolare riguarda la fase difensiva: P.J. nelle ultime gare prende quasi sempre in marcatura il miglior giocatore degli avversari e lo contiene nel cosiddetto point of attack.

Nella notte l’osservato speciale sarà Doncic, anche questa stagione autore di un’annata fuori dal comune.

Possibili svantaggi:

Dall’arrivo di coach Kidd i Mavericks hanno impostato il proprio gioco su due importanti pilastri.

Da un lato troviamo una solidità difensiva molto buona, con una protezione dell’area efficiente in grado di concedere spesso solo conclusioni difficili da realizzare.

La seconda caratteristica riguarda il controllo del ritmo della gara: i Mavericks sono la squadra più lenta della lega e cerca di imporre questo ritmo molto controllato in tutte le uscite.

Possibili vantaggi:

I Mavericks arriveranno a questa gara dopo aver giocato la notte precedente mentre gli Hornets hanno avuto la possibilità di riposare per due giorni consecutivi.

Le differenze in termini di energie sono sempre più decisive sul finire di stagione, soprattutto per una squadra abituata a correre molto come Charlotte.

Game 70: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 116-106

Intro

Gli Hornets – dopo aver perso Hayward – in un finale fotocopia rispetto lo scorso anno sperano di non ricalcare anche nell’essenza dello scottante e desolante verdetto arrivato la scorsa stagione.

In extremis è giunto Isaiah Thomas, giocatore di differente pasta e di diverso ruolo rispetto a Gordon ma che sta dando resilienza ed esperienza a una squadra che sembra essere tornata nella mediocrità terrestre, appunto, dall’assenza dell’ex Jazz e Celtics.

Le squadre più temibili sono state fuori portata recentemente mentre i Calabroni hanno battuto squadre più o meno a pari portata o inferiori.

Ci si chiede quale sia la vera essenza dei Calabroni, come un profumo siamo passati dalle note di cuore alle note nel mezzo ma ora, a fine stagione scopriamo la fragranza di questa squadra, le note di fondo, essenza persistente e permanente.

“Ci si può nascondere al mondo intero ma non a se stessi” e gli Hornets questo lo sanno giunti alla partita spareggio che potrebbe valere molto ai fini della classifica finale.

All’Alveare i Calabroni dovranno dimostrare di essere più vicini a quelli visti a inizio stagione piuttosto che la squadra scollata e dal basso profilo vista in diverse uscite pre-All-Star Game o contro Brooklyn e Boston recentemente in casa.

Nella serata Empower Woman, alcune interviste ai giocatori di Charlotte:

Andamento della partita

La partita iniziava in maniera scoppiettante con la tripla di Huerter e la risposta di Rozier a battere la zona per il pareggio.

Young ai liberi e la seconda tripla Hawks (Hunter) ancoravano al 3-8 il maxischermo che veniva ritoccato a 10:07 da due FT di Bridges e da una transizione di Plumlee che chiudeva bene ma mancava con un air-ball clamoroso il punto del pareggio.

Ball trovava Miles in angolo e gli Hornets scavalcavano(10-8) prima di allungare con Washington da sotto ed essere colpiti da fuori ancora da Hunter dall’angolo: 12-11.

Easy appoggio volante per Miles servito dall’alzata di Plumlee e altro scambio tra i team che portava il risultato sul 16-13.

Capela di fisico rubava il rimbalzo offensivo a Plumlee e convertiva per il -1 ma su una transizione il passaggio dietro la schiena di ball per P.J. Che in avanzamento alzava oltre il Gallo un no look per la schiacciata di Bridges lanciava Charlotte al primo time-out sul 18-15 (6:29).

Entrava Cody Martin ma Capela avvicinava i Falchi che volavano avanti con una tripla di Huerter dall’angolo destro scagliata con spazio: 18-20.

Harrell recuperava un passaggio in corsa e arrivava sotto canestro bloccato fallosamente da Hunter ma dei sue liberi solamente uno ne entrava e dopo qualche errore dalle due parti la squadra della Georgia segnava ancora con Okongwu in schiacciata a 3:44 e con un pull-up frontale di Young per il 19-24 prima che Oubre Jr. in entrata nel traffico di forza riuscisse a mettere nel cesto ravvicinatamene.

Rozier rubava un pallone ma P.J. Washington mancava la tripla, Terry recuperava il rimbalzo ma Okongwu apriva l’ombrello per stoppare Harrell sotto canestro prima di andare dall’altra parte a segnare in alley-oop servito da Young.

Rozier con un cambio mano in salto appoggiava di destra a contatto per il 23-26 prima che Gallinari segnasse da tre punti per portare il divario a 6 punti ma Ball replicava con un deep 3 a stretto giro di posta.

La squadra della Georgia cercava la fuga con due punti di Okongwu da sotto e due liberi di L. Williams a :16.2 (26-33) ma a 4 decimi dalla sirena un perfetto tiro da tre punti di Bridges riduceva il divario: 29-33.

Kelly Oubre inventa il tiro contro Okongwu. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Harrell cominciava bene il secondo quarto sfruttando il passaggio di ball sotto per la schiacciata del -2 poi andava a rimbalzo per pareggiare prima di vedere Okongwu, liberato da un passaggio corto, appendersi per la bimane potente.

Un pick and roll tra Ball e Trezz però portava ancora il centro a canestro per un two and one: 36-35 a 10:28.

La partita rimaneva in equilibrio: Gallinari segnava da tre su McDaniels, Ball sparava un deep 3, L. Williams scagliava una bordata dal corner destro da tre per il sorpasso (39-40) quindi Harrell puliva il canestro in schiacciata anticipando Ball dopo un appoggio in corsa corto di Oubre Jr. e si andava avanti con due punti di Okongwu da sotto prima che su una drive di Ball andasse a segno Harrell dalla lunetta: 43-42.

Pull-up di Huerter per scavalcare, floater in corsa di Thomas su Capela, errore di Bogdanovic al tiro raddoppiato e fallo dello stesso a 6:27 su Miles con gli Hornets che ringraziavano entrando in bonus e portavano a casa due punti per il 47-44 con Bridges.

Hunter pareggiava con una tripla dalla diagonale sinistra, Miles dal palleggio danzava per arrivare all’alzata perfetta in ritmo ma Capela sull’altro fronte con meno poesia portava a casa comunque il pareggio: 49-49.

Da una transizione con baseball pass di ball arrivava il nuovo vantaggio con Miles trovato solitario sull’altro fronte ad avere zero problemi a depositare sul conto altri due punti quindi Capela segnava al volo toccato da Plumlee e i falchi ripassavano in vantaggio: 51-52.

Jumper di Rozier ma tripla di Huerter a 4:10 e Hornets in time-out sul 53-55.

Alla bomba del compagno si aggiungeva quella di Hunter e poi ancora quella di Luwawu-Cabarrot, tutte dalla mattonella diagonale sinistra per 9 punti che facevano male a Charlotte precipitata sul -8: 53-61…

Rozier passava lo schermo di Plumlee e andava ad appoggiare al vetro a 2:57 mancando l’and one , Rozier bloccava un passaggio verticale sopra la sua testa e Ball in alzata a una mano sulla transizione segnava completando con l’and one per il 58-63.

Stoppata considerata fallosa di Mason mandava in lunetta Luwawu-Cabarrot che non falliva mentre Miles sbagliava il tiro ma ad Atlanta erano fischiati tre secondi offensivi a Capela.

Ball con un runner rimbalzante tentava di ricucire un po’ lo strappo delle triple poi su un air-ball 3 dall’angolo di Rozier la manata di Luwawu-Cabarrot su Mason era fallo netto: 2 liberi con la sinistra perfetti e sorprendenti per la gioia rumorosa del pubblico e Hornets a -3: 62-65, peccato che una netta spinta dello stesso Plumlee a rimbalzo difensivo su Capela a :02.8 consentisse al centro di far terminare alla squadra di McMillan il primo tempo sul +5: 62-67.

Cominciava con una palla persa controversa il secondo tempo, Mason protestava ma l’arbitro sul fondo era irremovibile, non come lo swooping hook laterale di Plumlee che lasciava Capela a distanza e vedeva la palla rimbalzare dentro con buon giro.

Young passava dentro per l’isolato Capela che segnava due facilissimi punti quindi un fallo di Luwawu-Cabarot su P.J. Washington portava l’ala in lunetta ma solamente il secondo FT entrava, tuttavia lo stesso n° 25 si rifaceva bloccando in maniera truce un tentativo da sotto dell’avversario.

Rozier mancava una tripla, Young segnava due miss andando sullo 0/7 al tiro mentre dalla sinistra il passaggio di Martin era buono per l’inserimento centrale in corsa di un attivo Plumlee che non arrestava la jam.

Una palla al 50% era vinta da Miles che avanzando portava via l’uomo a Mason: passaggio e altra schiacciata per il nostro centro che raggiungeva gli Hawks a quota 69.

Sfortunatamente Charlotte si dimostrava poco attenta e concreta in difesa anche se sul canestro a rimbalzo di Huerter incideva una spinta su Miles alle spalle mentre la tripla di Bogdanovic dalla diag. sx allontanava Charlotte di 5…Rozier non segnava ma un passaggio aggirante la difesa dietro la schiena di Bridges per LaMelo, riposizionatosi dietro di lui nell’angolo sinistro valeva un plastico tre punti, peccato che sul lancio dalla seguente rimessa Bogdanovic arrivasse all’appoggio facile senza che Bridges riuscisse a mettere una pezza.

Borrego andava in time-out a 6:10 sul 72-76.

Un pull-up di Scary dalla FT line si infilava per il 74-76 , la tripla in & out di Oubre Jr. mancava il sorpasso e Okongwu con un easy 2 allontanava Charlotte prima che Harrell in put-back dunk segnasse ancora da un errore di Oubre Jr. volteggiando vicino canestro.

A 3:24 una chiamata contro Oubre Jr. (blocking) costava un gioco da tre punti a Charlotte che subiva il primo canestro di Young dal campo.

Ball si avvitava in un runner in corsa ma non segnava tuttavia arrivava Harrell, l’avvoltoio a correggere alla sua maniera.

Williams da sotto segnava facilmente il 78-83 ma la squadra di Borrego recuperava con una tripla di Ball dalla sinistra su skip bullett pass di Washington e due FT di Oubre Jr. dopo una recuperata in collaborazione con Ball: 83-83 a 1:27.

Il finale di quarto era 85-85 per effetto dei liberi di Harrell e Hunter.

La grinta mista a gioia di Harrell. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.
Le dance bracket in serata.

L’ultimo periodo si apriva con altri due FT per Ball a 11:28 e un turnaround di McDaniels che dal bordo sinistro del pitturato alzava oltre il difensore l’89-85.

Nonostante due falli rapidi spesi in attacco Charlotte segnava anche il +6 con Oubre Jr. ad attaccare il ferro in fing and roll ma Bogdanovic con una tripla dimezzava lo svantaggio prima di vedere un mega poster di Okongwu su Oubre Jr. che portava al -1 i Falchi.

Finte di Rozier per depistare il difensore e rapido floater per il +3 quindi Young aveva la meglio su McDaniels prima che lo stesso si facesse stoppare da Okongwu benché l’onnipresente Harrell segnasse ancora recuperando dalla spazzatura.

A 7:28 Rozier si buttava dentro e a contatto con la verticalità di Okongwu rilasciava la sfera da poca distanza, palla sul primo ferro ben accolta per il 97-92.

La tripla di Huerter urtava gli Hornets che sbagliavano un paio di tiri come i loro avversari ma si sprecavano le imprecazioni quando P.J. Washington aggrediva il ferro in schiacciata mancando clamorosamente la jam e Hunter dal pitturato alzava su Rozier (tanti i cm di differenza) il jumper del pareggio.

P.J. Si faceva perdonare appoggiando di destra al plexiglass oltre l’aiuto di Capela, Rozier commetteva fallo su Hunter che soffriva un po’ la pressione mancando il primo libero di serata.

Un punto di vantaggio per Charlotte (99-98) prima che P.J. esplodesse dalla diagonale sinistra una tripla “pan per focaccia”.

Hunter mancava l’alzata su P.J. Che si convertiva nell’alter ego buono di se stesso ma lasciava spazio alla tripla di Rozier che a 3:06 ben avviava il finale a favore degli Hornets giunti sul +7: 105-98.

Un passaggio dietro la schiena di Young (pressato da Terry) verso Huerter si dimostrava impreciso e scriteriato perché Ball soffiava palla in anticipo quindi da un pick and roll un soft touch di Washington finiva ad accarezzare il cotone e Charlotte con l’and one veleggiava sul +10.

Lungo due di Young a 2:28 ma P.J. Sterminava la difesa degli Hawks con un altro dardo da oltre l’arco prima di veder la drive di Bogdanovic dalla linea di fondo sinistra andare a segno battendo Ball.

Troppo tardi, Charlotte usava i cronometro e il passaggio schiacciato lungo linea di Miles per P.J. Era manna per l’ala che si esibiva in una pirotecnica schiacciata.

Hornets sul velluto con Ball a scagliare per gioco una deep 3 che entrava con McMillan a non voler forzare falli inutili che avrebbero prolungato inutilmente la partita.

Alla fine Charlotte la spuntava nel finale allungando fino al 116-106.

P.J. Washington, esploso nel finale. Foto tratta dal sto ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte ottiene la sperata vittoria per scavalcare Atlanta e protendere verso l’ottava piazza.

Compito difficile ma non improbo nonostante i difetti difensivi messi in mostra dalla squadra anche stanotte.

C’è da dire che la squadra ha avuto cuore ed è emersa con i tempi giusti quando contava adottando buone soluzioni in attacco ma in difesa ha pagato un po’ il non saper ruotare correttamente e le disattenzioni sul perimetro e sotto canestro benché i raddoppi su Young (le due cose sono correlate a volte ma non sempre sovrapponibili) abbiano consentito di tenere pazzescamente a soli 9 punti (3/12 dal campo con 0/6 da fuori) la stella avversaria che ha fatto girar palla servendo con 15 assist i compagni.

Pick your poison direbbe Dell Curry e alla fine i Calabroni l’hanno spuntata mettendo pressione agli ospiti in una partita anche da contatto dove diverse situazioni sono state risolte da una parte o dall’altra fisicamente e i Calabroni sono riusciti alla fine a riequilibrare i rimbalzi a quota 43.

Con il 49,4% al tiro contro il 43,0% avversario, con un 30-28 negli assist, con un 8-6 nelle rubate ed un 8-2 nelle stoppate gli Hornets si sono garantiti vantaggi fondamentali come quello dei punti segnati in area (60-48).

La vittoria degli Hornets è stata poi costruita su una miglior difesa, meno ballerina nel finale e da un P.J. Washington che, riprendendosi dal torpore della fase centrale, dopo aver mancato una schiacciata è esploso nel finale.

Anche per Rozier vale lo stesso discorso mentre tra le fila avversarie Hunter è stato il miglior scorer Hawks con 21 punti, Capela ne ha messi a referto 17 con 15 rimbalzi, Huerter ha finito con 16 punti ed Okongwu con 12 mentre l’ultimo ad andare in doppia cifra è stato Bogdanovic con 12 punti che ha però chiuso con un 5/16 al tiro.

Gallinari ha chiuso con 5 punti e 3 assist ma è dovuto uscire anzitempo a causa di una contusione.

Hornets che vincono la terza sfida consecutiva, pareggiano (2-2) gli scontri stagionali contro Atlanta e strappano quindi in classifica la posizione numero 9 ai Falchi.

Ora i Calabroni sono mezzi artefici del proprio destino.

LaMelo Ball: 8

22 pt. (7/16), 8 rimbalzi, 11 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Se Young smazza assist a profusione anche LaMelo non è da meno: pocket pass, passaggi in angolo da drive ma anche il passaggio che non diventa assist per P.J. Washington dietro la schiena (quello dell’ala poi porterà Miles alla schiacciata). Rimbalzi e punti… dopo aver mancato un layup si diverte a sparare da fuori dove il 5/10 crea una buona media e punti importanti (salvo quello messo per gioco nel finale). Una prestazione difensiva migliore del solito. Una bella stoppata da dietro su Huerter.

Terry Rozier: 7

18 pt. (8/17), 3 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Terry è in serata no da fuori (2/8) e alcune sue conclusioni da fuori non aiutano in una fase delicata ma in attacco ha il coraggio e l’intelligenza di cambiare registro andando a vedere cosa si poteva pescare dal pitturato. Direi una pesca abbondante e la tripla nel finale del riscatto è quella che avvia la partita sui binari amici di casa. Anche difensivamente, a parte qualche fallo per la tenuta e i problemi di cm mette gran pressione e fa fare a Young nel finale una cosa assurda: passaggio dietro la schiena che Ball recupera anticipando Huerter.

Miles Bridges: 6,5

18 pt. (6/13), 6 rimbalzi, 6 assist, 2 stoppate. Inizia bene, poi si perde nella macchia boschiva del North Carolina ma ogni tanto balza fuori per qualche imboscata anche in assist. Barba e fascetta è sempre lui tranne che su qualche drive dove viene contrastato e gli appoggi sono spesso stranamente e nettamente fuori misura. 4/4, perfetto in lunetta.

P.J. Washington: 8,5

16 pt. (6/10), 1 rimbalzo, 3 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Inizia bene duellando con Gallinari, recupera in difesa in allungo un pallone e ne deposita uno poi sembra tornare nella sua versione peggiore (a parte lo skip bullett pass per Ball perfetto) sbagliando alcune cose e parendo inefficace sui due fronti quando le mie imprecazioni si sprecano per la jam mancata per troppa aggressività…. In difesa si tiene la mano dopo l’azione, sembrerebbe finita per noi e per lui con la partita tornata in parità ma è proprio lui a esplodere nel finale con un appoggio, un paio di triple e una schiacciata decisive oltre a una buona difesa su Hunter. Mette in fila tanti punti e diventa decisivo. Forse sotto la canotta ha scoperto come attivare i super poteri con un costume modello Ralph Super maxi Eroe. Bipolare ma ci rende felici.

Mason Plumlee: 7

12 pt. (5/7), 10 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Dopo aver messo dentro in transizione spara un air-ball dalla lunetta ma si riscatterà più tarsi infilandone due consecutivi di sinistra tra lo stupore del pubblico. Si fa trovare al posto giusto spesso per attaccare in corsa il canestro e lì diventa aggressivo e imprendibile in schiacciata. Uno swooping rolling hook laterale staccandosi da Capela che gli riesce. Non sempre eccelso nel difendere a rimbalzo ma fa alcuni buoni box out e ne cattura comunque 8 difensivi. Continua ad essere attivo e questo mi piace. Doppia doppia e qualche buon assist anche se stavolta il tentativo di Rozier in back-door si trasforma in un pass TO.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

6 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Due entrate vincenti spingendo nel traffico, una tripla in & out delle due mancate. Sugli errori da sotto ci pensa Harrell a fare giustizia. Young segna il suo primo canestro contro di lui che poco prima aveva commesso fallo sul play. Fatica in contenimento, se gli va bene allunga e ruba ma stasera è Ball che gli fa trovar palla toccandola a L. Williams e lui va a subir fallo nella nostra metà campo e in lunetta in bonus dove si dimostra stavolta preciso e freddo con un 2/2.

Montrezl Harrell: 8

20 pt. (7/9), 6 rimbalzi. Non sempre in difesa, come Plumlee, è pronto a spendere un fallo o è nella posizione giusta ma comunque entrambi sono in progresso. Volteggia come un avvoltoio nei pressi del ferro avversario recuperando dalla spazzatura tutto il possibile. Avvoltoio. Con 4 rimbalzi offensivi si fa valere, ottiene punti con aggressive schiacciate o tiri liberi. Non è nemmeno altissimo per essere un centro ma si fa rispettare e valere arrivando addirittura a 20 punti. Una presenza inquietante per Atlanta sotto le proprie plance. Decisivo.

Cody Martin: 6,5

0 pt. (0/2), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Non un grande ingresso ancora poi comunque vada l’azione lui porta pressione. Salva un canestro nel secondo tempo toccando palla oltre il fondo prima che l’attaccante potesse alzarla a pochi cm dal canestro. Un tiro da fuori corto dopo una indecisione e per il resto è difesa con 3 rimbalzi difensivi e due stoppate.

Isaiah Thomas: 6

2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 2 assist. Questa volta al tiro non è granché perché le sue tre conclusioni da fuori sono contestate con gli Hawks che gli danno un occhio di riguardo. Gli entra il floater con aggancio in corsa e partenza da fuori ed alzata oltre Capela, perfetta. Smazza un paio di assist negli 8:34 di gioco.

Jalen McDaniels: 6

2 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 1 stoppata. Sbaglia un paio di tiri e poi mette comunque il turnaround più difficile in uno contro uno a bordo area sinistra. Gioca 14:04.

Coach James Borrego: 6,5

Difesa a volte che lascia scoperti gli angoli e la diagonale sul perimetro e ciò costa, anche se a volte veniamo graziati, in compenso la pressione porta dall’altra parte buoni frutti tra recuperi e uno Young irretito al tiro come da piano partita. Ce la si gioca con carattere cercando di superare i limiti affrontando al zona nella maniera migliore. Alla fine va bene.

Versione 1 con commento casalingo.

Matchup key 70: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks

A cura di Filippo Barresi.

LaMelo Ball Vs Trae Young

Lo scontro decisivo della notte vedrà contrapposte le due pointguard delle rispettive squadre.

Da una parte gli Hawks potranno contare su uno Young in forma straordinaria e reduce dai 93 punti complessivi registrati nelle ultime due uscite.

Di fronte a lui troveremo LaMelo Ball chiamato a una gara più concentrata sul contenimento rispetto al solito.

Far si che Young non abbia un impatto così devastante in attacco potrebbe essere decisivo per ottenere la vittoria, ma per ottenere questo è necessario un maggiore sforzo da parte di Ball e da parte del pacchetto guardie.

Gli Hornets hanno spesso avuto molte difficoltà nel contenere giocatori così rapidi e avvezzi al trovare il canestro, l’esempio di Irving è abbastanza lampante.

Possibili svantaggi:

Gli Hawks, grazie alla creatività della propria stella, sono il secondo miglior attacco della lega e sono in grado di scardinare qualsiasi tipo di difesa gli venga contrapposta.

Come abbiamo già sottolineato nella prima sezione dell’articolo, sarà importantissimo l’apporto difensivo dei piccoli, non solo per contenere Young, ma anche per stoppare Huerter e Williams, giocatori in grado di accendersi in qualsiasi partita.

Possibili vantaggi:

Il sistema di Atlanta è abbastanza simile a quello degli Hornets dato che a un grande attacco alternano una difesa pessima.

Gli Hawks hanno un’impostazione e una tenuta che li porta ad essere tra i peggiori sistemi difensivi della lega concedendo molto spazio a conclusioni avversarie dal perimetro.

Negli incontri passati, dall’arrivo di LaMelo Ball, si è sempre provato a coinvolgere Young per sfruttare la sua piccola taglia in difesa nel difendere corpi più grossi del suo.

Se il pick and roll tra Ball e Hayward era risultato mortifero in alcune uscite, questa notte sarà necessario trovare un’alternativa in termini di personale ma simile nel concetto.

Game 69: Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder 134-116

Intro

Nel pantheon mitologico di diverse entità culturali l’impersonificazione maschile di un dio potente, a volte capriccioso e collerico si è sempre incarnata con una figura che potesse scagliare fulmini (Zeus, Thor ma anche Perun per gli slavi o addirittura il DioYahweh per gli ebrei).

Ancora oggi vi è incertezza su come tuoni e fulmini agiscono, di certo, nonostante siano un fenomeno affascinante quanto esplosivamente violento non devo essergli molto simpatico se quando ero piccolo uno ha centrato un vetro (mi raccontano perché non lo poso ricordare) davanti a dove stavo poi quando avevo circa 9 anni un altro mi ha sfiorato per pochissimo (ho dato al colpa al borsone con le maniglie giallo limone in spalla con il quale stavo facendo strada dopo una partita di calcio) quindi da adolescente uno ha colpito il mio scantinato provocando fiamme e fumo (tutti a mezzanotte fuori sotto la pioggerellina battente aspettando i pompieri) per poi qualche anno fa ripresentarsi nel nord-ovest dobe ero in vacanza per qualche giorno.

Colpito l’impianto elettrico della signora che ci ospitava che il giorno prima asseriva non dovesse piovere (in realtà erano prvisti forti temporali per la notte)…

La morale è che quando – come Telespalla Bob – i fulmini non cercano di uccidermi colpiscono un po’ “a casaccio” se non attirati da qualcosa.

La speranza è che nella notte i colpi dei fulmini (sì, i Thunder sarebbero i Tuoni in realtà, lo so) si schiantino sul ferro senza finir nella retina.

Di certo i giocatori dei Thunder con la loro altezza cattureranno diversi rimbalzi (come sottolineava Filippo nel machup key) e i parafulmini degli Hornets dovranno cercare di smorzare la potenza di fuoco della squadra dell’Oklahoma.

Vincere a OKC sarebbe fondamentale per arrivare a giocarsi contro Atlanta una sfida importante per cercare d’ottenere la miglior posizione possibile nei play-in, fondamentale per accedere ai PO.

I lunatici Hornets sono attesi su un parquet non inespugnabile ma da non sottovalutare.

Andamento della partita

I quintetti iniziali

Dalla palla a due vinta dagli Hornets alla schiacciata passava poco, ancor meno ai Thunder serviva per portarsi in vantaggio con la tripla di Bbazley dall’angolo sinistro: 2-3.

In una partita dall’avvio rapido con ritmo veloce le squadre si equilibravano mostrando più talento offensivo che bravura e tenacia difensiva.

Era così che Charlotte tornava in parità sul 5-5 a 10:35 con un alley-oop di Bridges prima che Mann e Rozier infilassero la retina dalla lunga distanza.

Per una violazione dei 3 secondi SGA portava avanti la squadra di casa prima che Ball da fuori mandasse sull’11-9 il tabellone ma Sarr portava a casa rimbalzo offensivo e due FT pareggiando a 8:30.

Rozier e Bazley andavano ancora per una tripla vincente a testa quindi un paio di stop offensivi dei Thunder avvantaggiavano gli Hornets bravi ad andare a canestro con il taglio diagonale di Rozier a sx diretto verso il centro (trovato da Plumlee con un passaggio schiacciato) e a 7:21 Bridges faceva ancora centro per il 19-14 Hornets che grazie al 7/7 dal campo arrivavano sul +5 al primo time-out OKC.

Al rientro i Calabroni si raffreddavano progressivamente anche se Ball da 2 teneva con il jumper da de i Calabroni sul +3 (21-18) prima che Mann pareggiasse da tripla a 5:57 e Bazley in penetrazione andasse a contatto con il difensore riuscendo a segnare comunque con buon equilibrio e coordinazione.

Gli Hornets, colpiti ancora un paio di volte, andavano in time-out a 4:34 dopo il canestro di Maledon per il 21-27.

Il coach tentava di mandare sul parquet le riserve: Harrell, Martin, McDaniels ed Oubre Jr. ingombravano il campo poiché Charlotte rimaneva quasi al palo mentre l’alley-oop atletico di Bazley e il tap-in di Pokusevski facevano veder le lacune di Charlotte sotto canestro.

A 2:02 dalla prima sirena i Thunder scappavano sul 22-36.

A quel punto dentro Thomas e due FT per Harrell a 1:40 mentre a 1:23 anche Martin in anticipo su un passaggio diagonale arretrato recuperava palla e si involava in layup per il -10 ma SGA e Mann da tre punti lanciavano sul 26-41 i Thunder che erano colpiti dall’ultimo canestro di Harrell dal post basso (vs Roby) per il 29-41.

Dopo un primo quarto nel quale la difesa di Charlotte faceva acqua da tutte le parti le cose non sembravano migliorare a inizio seconda frazione con Pokusevski a realizzare oltre Rozier grazie al mismatch in cm.

Sarr splittava dalla lunetta dopo essersi procurato una second chance e a 10:25 la tripla del filiforme Pokusevski spediva gli Hornets su un glaciale -18.

La fortuna di Charlotte era non avere di fronte una squadra esperta e di aver aggiunto Thomas al roster.

IT con ben 4 perfette triple in 3 minuti e 5 secondi portava Charlotte sul 41-50 quindi toccava a P.J. Washington sparare un paio di jam aggressive per ridurre lo scarto a 7 punti: 45-52.

Bridges con una drive appoggiava il -5, Plumlee stoppava Maledon e smistava proprio a Miles il pallone in angolo sx per la tripla del -2 a 4:04.

A rompere la magia del rientro era il solito Gilgeous-Alexander con un’entrata frontale che per la continuazione valeva l’and one: 50:55Plumlee e Rozier con un canestro a testa arrivavano a un soffio dal sorpasso (54-55) ma la dunk di Bazley valeva il +3.

A 1:52, un contestato fallo su un tentativo da tre di Rozier alla fine portava in lunetta Terry che pareggiava.

Bazley rispolverava la tripla ma la replica di martin dall’angolo sinistro era implacabile: 60-60.

Bazley in penetrazione dalla linea di fondo (con un passo probabilmente in più) metteva dentro il rovesciato prima che Rozier scagliasse un rapido dardo dalla diagonale destra a :26.1: 63-62!

Altra steal su passaggio orizzontale del rapido Martin e +3 ma quasi sulla sirena la deviazione di SGA portava le squadre negli spogliatoi separate solamente da un punto.

Bridges da tre (serendipità per il rischio da parte di Ball e Plumlee di perder la sfera) e due liberi di Ball a 10:49 (70-64) erano il preludio della fuga Hornets che proseguiva con una dunk di Plumlee e una tripla di Ball prima che SGA ingaggiasse un duella a distanza con lui rendendo la tripla, quindi ancora Ball e il play avversario facevano centro dalla lunga per il 78-72.

Un altro perfect pass di Plumlee (bound) per il taglio di Rozier avveniva con i tempi giusti e il nostro numero 3 ricavava anche il fallo questa volta: 81-72.

Quando tornava alla carica Ball a 7:18 con una tripla frontale e a 6:51 grazie al passaggio arretrato che faceva al contempo da mezzo schermo di Terry, dal deep 3 si passava al deep escape: 87-72…

Un paio di scambi tra Martin e Gilgeous-Alexander anticipavano i tre punti di Bridges a 4:24 ai quali si univano gli easy 2 di McDaniels per il 96-79.

A SGA, ancora in 2+1, rispondeva Oubre Jr. dalla diagonale destra fissando il 99-82 prima che la nostra ala di riserva infilasse anche un floater scavalcando quota 100 (101-86).

A 1:20 il lottatore mascherato con megafono e iper-panza dietro il tabellone mandava in tilt Kelly che sparava dalla lunetta un 1/3 mentre Krejci ci credeva segnando una nuova tripla (ne aveva appena realizzata una in precedenza) dalla sua mattonella.

Il quarto finiva 102-91 con un +11 che Oklahoma City non riusciva a ridurre nell’ultimo quarto.

Thomas apriva il gioco affidando a Rozier il colpo da tre per allontanare il vantaggio in single digit e andava dentro… l’alley-oop plastico e potente a due mani di Oubre Jr. su alzata di Rozier, il floater di Terry e la tripla con spazio di Bridges a 6:12 erano i canestri sicurezza: 120-103 e nel finale la stoppata di Plumlee su SGA era la classica ciliegina sulla torta.

Finiva 134-116 in un finale dove trovavano spazio anche Thor e Richards.

Ball con il suo nuovo taglio di capelli. Foto tratta dalla pagina-sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Charlotte recupera un deficit di 18 punti accumulato nel primo tempo finendo sopra di uno (55-64) all’intervallo nonostante il predominio a rimbalzo per tutta la partita degli avversari.

Le migliori percentuali al tiro degli Hornets hanno permesso a Charlotte di espugnare il parquet dei Thunder.

Con Charlotte sotto di 18 punti contro una squadra in costruzione e da assemblare è toccato al veterano Thomas con 4 triple rimontare e trascinare i compagni alla vittoria ma la difesa è da migliorare assolutamente, soprattutto l’atteggiamento mentale iniziale.

Agli Hornets hanno giovato i soli 5 TO contro i 18 dei Thunder, che, messi sotto pressione hanno perso 12 palloni contro i 4 di Charlotte se osserviamo solamente le palle rubate.

A rimbalzo OKC ha vinto 37-49 ma il 33-31 negli assist al quale c’è da aggiungere il 16/21 contro il 16/19 di OKC ha favorito leggermente Charlotte.

La prestazione dei singoli titolari è stata buona salvo quella di P.J. Washington, compensata da Martin che come quasi tutta la panchina aveva iniziato male per poi riprendersi un pochino durante la seconda rotazione.

Infine da segnalare tra le fila avversarie i 32 punti di Gilgeous-Alexander, i 25 di Bazley, i 17 di Pokusevski e i 13 di Mann che ha chiuso in doppia cifra con un 4/12 dal campo.

Isaiah Thomas nella notte. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.
Le statistiche.
Il tabellino degli Hornets

LaMelo Ball: 8

21 pt. (6/13), 4 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 3 TO. Una buona prestazione dal punto di vista offensivo condita da un 4/4 in lunetta (mancano due liberi dopo esser stato travolto su un appoggio mancato) ma soprattutto è il 5/8 da tre con le frecce a bersaglio nel terzo quarto che spareggiano la partita. Difesa non sempre impeccabile ma due rubate e sette assist valorizzano la prestazione.

Terry Rozier: 8

30 pt. (11/17), 6 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Sicuramente non lo avvantaggia la misura nello scivolamento ma dovrebbe avere un po’ più di tenuta e velocità, in compenso in attacco sa trovare il compagno giusto quando non è lui ad essere imbeccato bene (vedi i due passaggi di Mason su due perfetti tagli in back-door). 4/8 da tre punti, un altro trentello riuscendo a trovare un po’ di spazio tra le maglie di un team che deve ancora crescere ma la sua bravura ed utilità in serata non si discute.

Miles Bridges: 8

27 pt. (11/15), 3 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. Sbaglia poco, trova spazio sul perimetro e segna un 5/6 in faccia alla difesa di OKC. Qualche buona drive per mostrare ancora di essere un giocatore completo in attacco e anche per lui conta il gioco di squadra mostrando con 6 assist di poter partecipare in maniera convincente alla manovra. Prestazione importante per uscire indenni dall’Oklahoma.

P.J. Washington: 5,5

6 pt. (3/9), 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate in 30:21. Mi piace sulle due schiacciate aggressive nel secondo quarto, da fuori lo 0/3 è da dimenticare. Nella norma a rimbalzo, una sufficienza e un paio di rubate ma non mi convince del tutto.

Mason Plumlee: 8

5 pt. (2/3), 11 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 4 stoppate in 28:26. Serata super con 4 stoppate (due ottime prendendo il tempo al piccolo play avversario), finalmente funziona come protector rim e anche a rimbalzo ne cattura 11, peccato non abbia punti nelle mani per andare in doppia doppia benché con 8 clamorosi assist smista dall’area alta palloni per i compagni come in una giostra irradiando ed illuminando il gioco degli Hornets. Ingranaggio importante in serata come protector rim e come uomo assist. Continua a tirare i liberi con la mano sx (recente modifica) cercando di migliorarsi. Rimane forse la miglior prestazione della sua annata anche se la partenza del match non era stata delle migliori.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

11 pt. (4/9), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. La tripla, il floater e un alley-oop plastico e potente bimane sono il suo pane, ovvero l’attacco. Una buona deviazione difensiva per mettere la palla out ma anche un po’ di confusione e tiri presi un po’ così finiti per essere imprecisi. Il suo ingresso nel primo tempo è stato impalpabile se non peggio di questo aggettivo, compensa un po’ nella seconda parte descritta sopra ma la difesa è un’altra cosa.

Montrezl Harrell: 5,5

5 pt. (1/2), 2 assist, 1 stoppata. Un po’ timido entra e fatica in difesa davvero molto con Shai che lo passa appoggiandogli palla un paio di volte oltre. Un buon canestro e poco altro.

Cody Martin: 7

11 pt. (4/6), 3 rubate in 21:23. Parte in sordina venendo vessato dagli attaccanti avversari, poi prende le misure e non è più così semplice passarlo. Ruba anche tre palloni, con due anticipi magistrali per intuizione e tempismo si invola per due canestri facili. Alla fine fa una discreta partita andando a disturbare sul tiro o scivolando bene (il solito sfondamento conquistato).

Isaiah Thomas: 8,5

12 pt. (4/10), 1 rimbalzo, 4 assist, 1 stoppata. Entra e cambia la partita con 4 triple in 3:05 e gli Hornets tornano dal -18 allo scarto a una cifra. Sa anche passar palla come quando la offre in avvio di ultima frazione a Rozier che dall’angolo fa centro da tre. Non è timido, parla, si fa vedere e migliora con la sua esperienza e le sue parole la squadra. Innesto che sinceramente pensavo fosse di passaggio ma dalle sue apparizioni in G-League con più di 40 punti rifilati agli Swarm sembra prendersi una seconda giovinezza in un contesto giusto dopo i problemi legati agli infortuni e dopo il tremendo colpo psicologico nell’aver perso una sorella di 22 anni in un incidente d’auto.

Jalen McDaniels: 5

2 pt. (1/5), 2 rimbalzi. Tanti errori in entrata con tiri al limite dell’assurdo o imprecisi ma nemmeno in difesa pare far meglio. In 13:16 “grabba” un rimbalzo difensivo e basta.

J.T. Thor: 6,5

2 pt. (1/1), 1 rimbalzo in 1:59. Entra, segna in pull-up con l’ascensore con uno strano tiro che possiamo seguire attraverso tutta la colonna vertebrale. Strano ma preciso. Piace la decisione anche se in garbage time.

Nick Richards: 6

2 pt. (½). Stesso minutaggio e discorso sulla decisione per Nick. Su due tentativi infila il cesto una volta. Ormai estromesso dalle rotazioni che contano con Harrell come ricambio di Mason, il giamaicano non demorde comunque mostrando affidabilità oltre il non molto talento.

Coach James Borrego: 6,5

A suo merito c’è da dire che interrompe nel primo tempo con i tempi giusti (attraverso i time-out) i flussi di OKC che stava sverniciando Charlotte. Dopo aver fatto entrare in massa la panchina che lo tradisce durante le prime rotazioni, segna un altro punto a suo favore mettendo dentro Thomas, vero leader per la rimonta. Finisce per tenere bene la partita attraverso cambi che nel secondo tempo fruttano di più. Contro squadre di questo genere il gioco arioso degli Hornets spesso funziona. Il problema è stato l’approccio difensivo della squadra quasi inesistente, comunque corretto in corsa.

Gli highlight

Matchup key 69: Charlotte Hornets @ Oklahoma City Thunder

A cura di Filippo Barresi.

Cody Martin Vs Shai Gilgeous-Alexander

Nella notte gli Hornets saranno ospiti dei Thunder, squadra che sta disputando una stagione caratterizzata dallo sviluppo di giovani interessanti.

A guidare la compagine ci sarà l’ormai esperto Gilgeous-Alexander che, quando disponibile, è sempre stato il fulcro offensivo della squadra.

Dalle sue mani passa la quasi totalità dell’attacco di OKC e per questo motivo dovrà essere l’osservato speciale.

Per la sua pericolosità, Borrego potrebbe optare per concedere molti più minuti a Cody Martin, in modo da ostacolare con efficacia il flusso delle sue iniziative.

Dal ritorno dall’infortunio, Martin ha avuto un periodo di flessione ma ora sembra essere tornato all’intensità di inizio stagione.

Possibili svantaggi:

I Thunder, nonostante le molte difficoltà, sono una delle migliori squadre a rimbalzo dell’intera lega.

Grazie a giocatori molto fisici e dotati di lunghe leve, OKC riesce spesso a controllare la lotta sotto i tabelloni in entrambe le metà campo.

Questo punto nevralgico è spesso uno degli aghi della bilancia per i successi degli Hornets e, a maggior ragione, lo sarà anche questa notte.

Possibili vantaggi:

Gli Hornets affronteranno questa gara arrivando da due giorni di riposo mentre i Thunder saranno in back to back dopo la partita giocata la scorsa notte.

Sul finire della stagione la tenuta fisica e mentale acquista sempre più importanza in considerazione dell’aumento dello sforzo che la maggior parte dei team della lega mette in campo per raggiungere i propri obiettivi.