PagellHornets @ 55 – stagione 2022/23

Cody Martin, una delle assenze più pesanti della stagione per Charlotte.

In questa annata è andata in onda in forma ridotta la mia attività sugli Hornets essendo sempre più difficilmente compatibile con gli aumentati impegni necessari, le pagelle che venivano create per ogni singola partita e le medie sono venute a mancare ma anche gli Hornets non sono stati mediamente così interessanti per fornire voglia supplementare nel creare dei contenuti “in più” sebbene io sia già al massimo del mio tempo disponibile.

Ad ogni modo l’idea è stata quella di fornire un voto ad oggi sui singoli giocatori ed allenatore contemplando la variabile delle aspettative, dell’età, del contratto e tutti quegli aspetti globali del gioco che alla fine forniscono un’indicazione momentanea su quale possa essere circa il range di voto attuale per quanto mostrato sino ad ora in stagione.

Ovviamente il voto è soggettivo e la speranza è che attraverso il lavoro questi giocatori possano migliorare sebbene manchino due giorni alla trade deadline e forse qualche volto dei giocatori che difendono i nostri colori sia in possibile uscita visti i contratti in scadenza e una stagione che – aldilà dei numerosi infortuni (anche reiterati) – va tankando.

Game 55: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 113-119

Gordon Hayward 6 pt. (2/9) e 5 PF.

La settimana degli Hornets è completata in maniera orribile con una nuova e rovinosa caduta contro i Magic, squadra di bassa classifica ma in crescita e lontana parente di quella affrontata a inizio stagione un paio di volte.

Anche gli Hornets sono lontani parenti di quelli che hanno conquistato le ultime sorprendenti vittorie casalinghe allo Spectrum Center e le assenze di Martin ed Oubre Jr., ormai lungodegenti, non sono un’alibi, ci sono giocatori approssimativi e/o deconcentrati in una stagione che chiede almeno di onorarla aldilà dei risultati, conta uno sforzo che non tutti sembrano fare.

Charlotte scende sul 15-40 in classifica a due sole lunghezze dalla certezza matematica (dubbi non ve ne erano da inizio stagione) che questa sarebbe stata una stagione perdente.

A livello statistico – per ciò che concerne la partita –  gli Hornets soffrono soprattutto a rimbalzo (2-13 gli offensivi nel primo tempo) e nonostante fossero partiti bene con un Rozier da acrobazie, andavano a farsi riprendere a inizio secondo quarto quando Orlando con Bol Bol segnava il 37-38 (parziale da 0-10) e affondavano lentamente (-4, 58-62 all’intervallo) con un -12 sul 61-73 nel terzo quarto ma Hayward finalmente a 4:49 andava a bersaglio, Rozier si buttava dentro segnando in allungo e anche l’and one dell’81-86 a 2:41.

Un paio di canestri di Mark Williams, entrato insieme a Ball al posto di Plumlee e Rozier (cambio classico per non spostare troppo ruoli e forze in campo) ma il quarto si chiudeva sull’85-90 Magic.

LaMelo Ball (3/10 nel primo tempo) metteva dentro un paio di canestri importanti da tre nello spazio di pochi secondi e gli Hornets riottenevano il vantaggio: 91-90.

I cambi generali di Clifford non convincevano, specialmente la scelta di puntare su Thor improvvisamente per aggiungere una torre dopo aver sofferto tutta la partita a rimbalzo ma Thor prima e Plumlee successivamente tradivano dalla lunetta (¼ per il primo, 0/2 per il secondo) in un frangente decisivo (segnandoli tutti gli Hornets avrebbero potuto trovarsi sul 108 pari) mentre Carter Jr. sull’altro fronte e 4:10 infilava i suoi FT.

Tanti errori di Charlotte sullo stesso possesso dicevano che non era serata e Fultz dal mid range affossava le speranze dei Calabroni di rientrare: 103-112.

Un paio di canestri di Ball non bastavano, Hayward e Plumlee non segnavano e quando Wagner con un euro-step (dal cambio di direzione sempre verticale) riusciva agilmente a battere Plumlee fintando da sx a dx, il 107-115 a :35.4 chiudeva i conti anche perché nel finale P.J. Washington segnava velocemente da due ma sbagliava l’addizionale trascinando Charlotte ad un 1/9 dalla lunetta negli ultimi orripilanti minuti.

Per Orlando lunghezza, forza fisica e voglia di vincere si tramutavano in un 56-46 a rimbalzo, 62-56 nei punti da pitturato e 20-9 da second chance, elementi chiave nella vittoria in trasferta dei Magic.

Gli Hornets si sono avvantaggiati praticamente in tutte le altre statistiche eccetto i già descritti FT: 11/23 (47,8%) contro 27/30 (90,0%).

Banchero (non super appariscente ma concreto) ha chiuso con 22 punti e 10 rimbalzi, Wendell Carter Jr. con 20 punti e 12 rimbalzi, 16 pt. per Fultz e 14 per Franz Wagner.

Charlotte non ce la fa nonostante i 33 pt. di Ball, i 24 di Rozier e i 14 di un aggressivo D. Smith Jr..

5/18 per il trio d’ali Hayward, McDaniels e Thor…

Plumlee chiude con 10 punti e 9 rimbalzi ma piace molto meno di altre volte; impreciso e con la solita difesa attendista e lacunosa su diversi tiri o entrate.

Mark Williams non gioca ancora in quintetto per un’attitudine conservatrice del coach e perché in generale deve fare ancora esperienza, il che gli costa dei falli nonché il non riuscire ancora a generare da sé un canestro ma in difesa, nonostante non sia stata la sua serata migliore, ci prova come dimostra la stoppata inizio ultimo quarto su Franz Wagner.

0-4 Hornets nella week quindi, “next possibility against the Wizards” e tra la Magia di Orlando ed i Maghi si spera almeno la L si tramuti in una W.

 

La game chart.

Game 54: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 112-118

Mason Plumlee, 13 punti e solo 4 rimbalzi nella notte.

“Devi avere un equilibrio offensivo – non puoi semplicemente segnare in transizione e non puoi semplicemente segnare da metà campo”, ha detto Clifford.

Potrebbe essere riassunto così il motivo della sconfitta degli Hornets contro una squadra che era rimasta bloccata in Texas per svariati problemi tra i quali quelli aerei.

Dopo lo 0-5 firmato Bogdanovic, gli Hornets si sono ripresi in attacco e hanno giocato tre quarti di discreto basket offensivo avvantaggiandosi alla fine con 30 punti provenienti da 23 palle perse da Detroit ma non è bastato così come non è bastato essere sopra 94-92 a 12 minuti dalla fine o sul 106-102 con 4:31 da giocare.

Charlotte è finita sotto a causa di una tripla di Bojan Bogdanovic (106-108) a 2:34 dalla fine ma Plumlee ha pareggiato.

Dopo il vantaggio di Ivey dalla lunetta, Plumlee ha splittato due FT lasciando indietro gli Hornets.

Mason, purtroppo, ha fallito 5 degli 8 liberi a disposizione nel quarto (gli Hornets erano partiti con un 19/21 dalla lunetta incluso un 6/6 di Plumlee).

L’attacco di Charlotte non è riuscito assolutamente ad entrare più in partita e sul 112 pari, a :32.1, S. Bey (da Charlotte) ha segnato una tripla dall’angolo destro per portare Detroit sul 112-115.

Dopo un timeout, a Plumlee sono stati fischiati i 5 secondi sulla rimessa laterale, una violazione che lascia qualche dubbio per un “conteggio” troppo veloce.

Charlotte sceglieva di mandare in lunetta i Pistons che al contrario del nostro C, facevano centro.

Ball e Rozier hanno chiuso con 23 punti a testa (LaMelo però con 7/23 al tiro), McDaniels con 14, Plumlee 13, Hayward 12.

Mason ha smistato anche 5 assist ma ha catturato solo 4 rimbalzi (LaMelo ne ha calamitati 8) e Detroit ha vinto la statistica 37-51, fattore importante.

22-27 negli assist e Hornets ancora con problemi da oltre l’arco con il 26,5 contro il 43,8% avversario che in generale chiudevano con un eccessivo 51,2%.

Gli Hornets mantengono quindi ancora problemi difensivi: Ivey ha realizzato 24 punti, Bojan Bogdanovic 21 Bey 22, Burks 16 e il rookie Duren ha ottenuto una combo da 13 punti e 13 rimbalzi.

L’impressione è che gli uomini di Clifford abbiano giocato una partita frivolamente e dopo sei anni i Pistons tornavano a vincere in casa contro Charlotte che ha giocato spesso in transizione.

Altro “episodio” importante su Ball nel finale che è costata una nuova espulsione a LaMelo (questa volta solo per raggiunto limite di falli avendone commesso ancora uno).

Charlotte “rallenta” e abbassa la recente percentuale di vittorie in un back to back non esaltante nonostante qualche giocata fuori equilibrio di Rozier e un’altra jam gemma regalata da D. Smith Jr. ma la stagione più o meno resta quella immaginata o perennemente immaginaria…

 

Game 53: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 98-114

LaMelo Ball, 19 punti, 8 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata e una espulsione nel finale sotto gli occhi del lungodegente fratello “avversario” Lonzo.

Rivincita di qualche giorno fa, questa volta allo United Center dove il fattore campo influenza probabilmente la prestazione della panchina di Chicago, vera protagonista della partita che nel confronto tre le due bench si avvantaggia con un 25-44 nei punti realizzati.

Dosunmu da titolare ne realizza 22, 17 per Vucevic che danno una mano dallo starting five a Donovan con una night off-degli altri principali attori.

DeRozan termina con 15 punti, qualcuno realizzato nel finale (vedi i 4 FT a 1:21) a partita decisa e con 4/12 dl campo, LaVine ne mette a referto 10 con un 3/8 ma la fisicità di Drummond (15 pt. E 11 rimbalzi) mette in difficoltà in particolare Plumlee e la maggior esperienza della panca dei Bulls è altro fattore determinante, se poi volessimo aggiungere la nota di colore sull’espulsione di Ball che meriterebbe maggior attenzione sulle penetrazioni essendo spesso toccato ma senza che gli vengano riconosciuti liberi, non si poteva che uscire con una L da Chicago.

Ball su una transizione nel finale è stato toccato sul gomito da LaVine, palla sfuggita di mano mentre si trovava in aria in salto per l’appoggio, fischio mancante, proteste reiterate, doppio tecnico, espulsione beffa a 1:21 con partita sigillata.

Charlotte probabilmente ha creduto meno alla vittoria e anche in chiave Draft, dopo le 4 W nelle ultime 7 partite, il rallentamento del ritmo per restare nelle ultime quattro era forse inconsciamente fisiologico sebbene Terry Rozier nel terzo quarto abbia tentato di recuperare con 7 punti il gap, effettuato con break decisivo a inizio terzo quarto: parziale da 0-8 che ha spinto i Bulls sul 49-61 con Charlotte che non è mai riuscita ad avvicinarsi a un possesso di distacco andando sul -7, avendo la possibilità per il -4 ma i colpi piazzati da Vucevic e – si diceva – dalla panchina (vedi un White da 20 punti) non lasciavano spazio ad un finale aperto.

A livello di statistiche generali pesa la percentuale al tiro: -10% per Charlotte (41,9% contro il 51,9%) influenzato da un drammatico 20,0% da fuori per la squadra di Clifford che nonostante nel secondo tempo abbia rimontato diversi svantaggi nelle statistiche come i punti in area (56-54) e da 2nd chance (23-14),vinto nei fast break (18-14) e a rimbalzo 53-46, si è dovuta arrendere anche al maggior numero di tiri liberi concessi ai Bulls nonostante la miglior percentuale (13/15, 86,7%) contro il (21/26, 80,8%) dei Bulls.

23 i punti per Rozier un po’ persosi nell’ultimo quarto, 19 per Ball, 16 pt. e 11 rimbalzi per un perfetto (7/7) Plumlee che dovrebbe però essere più aggressivo in difesa, attitudine che non manca a Mark Williams, 13 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate mentre Hayward con 9 punti (2/9) ha fatto meglio da fuori (1/5) solo di P.J. Washington che ha chiuso da 3 con un drammatico 0/9 per 6 punti totali e di McDaniels che con uno 0/5 dal campo ha finito per tarpare completamente le “ali” (anche nel senso di ruolo oltre che metaforico) ai Calabroni che in serate spente al tiro da fuori perseverano anziché cercare di giocare per tiri più semplici

Vero è che sono stati 14 i TO di Charlotte cercando qualche passaggio per liberare l’uomo ma anche i Tori ne hanno commessi 13.

Si riparte da Detroit in una sfida “a vista” da bassa classifica dove chi vince non avrà poi così tutti questi benefici ma the show must go on…

 

Game recap

Dopo un inizio combattuto nel quale le squadre si sorpassavano più volte sino ad arrivare sul 20-19 a 5:12 con un fing and roll di P.J. Washington, Chicago partiva con una tripla di Caruso per terminare a 2:12 un parziale da 0-9 con Dosunmu preciso nel realizzare due liberi.

Gli Hornets nel tempo restante prima della sirena replicavano con Rozier, D. Smith Jr. da tre, Caruso infilava due FT per Chicago ma J.T. Thor dall’angolo sinistro bombardava ancora grazie alla drive di Ball che arrivava sulla linea di fondo e scaricava: 29-31.

Schiacciata di Mark Williams per il pareggio in avvio di secondo quarto ma i Bulls, complice il parquet amico, caricavano un altro parziale da 0-6 prima di un FT di Mark Williams a spezzare la serie di punti avversaria e due punti in schiacciata di D. Smith Jr. in corsa trovato ancora da Ball che questa volta sulla linea di fondo scaricava indietro cambiando angolo di passaggio in no look.

Schiacciata di sinistra di Vucevic e risposta di Ball in fade-away e jam aggressiva di Williams per il 38-39 a 8:15 su invito di Hayward ma dopo il vantaggio da tripla di Gordon a 6:48 si ripeteva lo schema dei primi 12 minuti: Bulls a creare un parziale atto a portarsi sul +8 a 1:28 dalla fine dopo due FT splittati da DeRozan (45-53) prima che gli Hornets riuscissero a tagliare il divario con Rozier e un tap-in di Williams prima della sirena.

49-53 all’intervallo.

Charlotte partiva malissimo nel second tempo arrivando a 10:23 con un parziale da 0-8 complici le triple di Vucevic e P. Williams ma era la panchina e una certa fisicità a dare vantaggio alla squadra di Donovan che raggiungeva la dozzina di punti di vantaggio prima che Rozier riuscisse a diminuire lo svantaggio sul 56-63 con 7 punti consecutivi ma il -12 era elastico ricorrente anche quando lo svantaggio saliva a -15 come a fine terzo quarto terminato sul 70-85.

LaMelo partiva con due ottime alzate e a 10:39 una mega-jam di D. Smith Jr. posterizzava la difesa di Chicago che rispondeva con una tripla di P. Williams 85-97 a 6:18 per riottenere la dozzina di punti di vantaggio (85-97) prima che un paio di colpi di Ball e un reverse layup con and one di Rozier mandassero il game sul -7: 92-99 ma nel finale l’espulsione di un esasperato LaMelo, dopo le proteste (doppio tecnico) sul fallo di LaVine che avrebbe potuto accorciare nuovamente sul -7 la partita (dopo un canestro dello stesso LaVine per il 98-107), chiudeva il match con 4 FT di DeRozan: 98-111 e finale scontatissimo.

Game 52: Charlotte Hornets @ Milwaukee Bucks 115-124

 

D. Smith Jr., 2 punti (1/8), icona della serata no della bench Hornets che ha chiuso con 8/28 dal campo.

Gli Charlotte Hornets del periodo sono in forma (nonostante la L finale) ma Milwaukee che arrivava da quattro vittorie consecutive e con un organico da alta classifica rimaneva favorita per la vittoria della partita in Wisconsin.

Gli Hornets avevano strapazzato i Bucks al Fiserv Forum nell’ultima sfida, serata magica per Charlotte alla quale era riuscito tutto, tanto da andare in fuga e infliggere ai Bucks la seconda peggior sconfitta della stagione.

I Cervi questa volta non si facevano trovar impreparati e nonostante Charlotte partisse nuovamente con un attacco brillante (Hayward, prima di mancare un reverse layup partirà con 5/5 dal campo per 12 come canestri consecutivi a due lunghezze da Brad Miller, lungo che nel 1998 firmò il record attuale Hornets fermo a 14) rispondevano con fisicità e una marea di rimbalzi offensivi convertiti in punti da Brook Lopez, Antetokounmpo e anche il furetto Holiday metteva lo zampino.

Partita da sorpasso e contro-sorpasso sino al 21-20 Hornets, cortesia di Plumlee, poi la squadra di Budenholzer allungava a fine quarto sul 27-34.

McDaniels, al suo compleanno, probabilmente doveva smaltire la sbornia non azzeccando proprio nulla dal momento del cambio ma dopo il vantaggio firmato Mark Williams (41-40) e il 2+1 di Hayward (49-46) segnava da tre punti per ben due volte dall’angolo destro restituendo il vantaggio (55-53 a 3:38) che aveva strappato in precedenza Holiday con un two and one.

Gli Hornets si facevano sorprendere nuovamente ma Plumlee accorciava, McDaniels accendeva un’altra candelina per compiere 11 punti a un secondo e otto decimi dalla sirena e Lopez si “beccava” un tecnico per proteste (fallo richiesto dall’altra parte del campo nell’azione precedente sulla stoppata di Ball data per buona) e LaMelo con il tecnico mandava la partita in parità all’intervallo chiuso da entrambe le compagini a quota 64.

Terzo quarto combattuto e alley-oop di Plumlee (77-75) a 6:14 per un vantaggio Hornets che era prima pareggiato da Middleton e poi svaniva su un altro paio di colpi del tiratore dei verdoni: 7 punti per lui nel frangente e 86-90 a 1:30.

Bucks con due FT di Lopez (bravo a influenzare sin area diversi tentativi di Charlotte) avanti 90-97 a fine quarto.

Quando un Ball in odore di tripla doppia (la raggiungerà nel finale l’ottava in carriera scavalcando Anthony Mason fermo a 7 e lasciando indietro Larry Johnson, Nicolas Batum fermi a 5 e Baron Davis a 3) passava lo schermo per infilare un precisissimo e plastico pull-up i Bucks prendevano misure e sopravvento fino al 97-114 su una tripla di Antetokounmpo a 7:13 all’ultima sirena.

I Bucks puntellavano solo con qualche libero e diversi anche errati con solo errori dal campo (clamorosa miss dunk di Holiday che andava a fare il paio con quella del greco nel primo tempo) così Plumlee ha segnato il 113-118 a 1:06 dalla fine con possibilità di FT.

Mason è andato lungo, il tap-out di McDaniels e il sacrificio di Ball hanno tenuto una palla viva per Mason che l’ha fornita in angolo a McDaniels ma la chiusura di Holiday non ha permesso a Jalen di accorciare sul -2 e i Bucks dalla lunetta hanno chiuso la partita.

Un game interessante con i primi tre quarti che hanno visto le squadre sorpassarsi 17 volte e rimanere in parità 11 con un margine massimo di 7 punti tra le due squadre.

Antetokounmpo ha chiuso con 34 punti e 18 rimbalzi, Khris Middleton ha segnato 18 punti in 20 minuti, Jrue Holiday ne ha realizzati 15 ottenendo ben 13 rimbalzi mentre G. Allen ne ha messi 12, 11 per W. Matthews.

Terry Rozier ha segnato 20 punti ma con un 6/20 al tiro, Gordon Hayward 16, Jalen McDaniels 15 e PJ Washington 14 (con un auto-canestro in aggiunta tentando di recuperare un rimbalzo su un errore di Holiday) così come Mason Plumlee ne ha infilati 14 ottenendo altrettanti rimbalzi per un’altra doppia doppia.

Nonostante il 27-18 nella casella assist, gli Hornets non hanno massimizzato il loro buon gioco tirando nuovamente male da oltre l’arco con solo il 28,2% contro il 34,1% avversario.

I points off TO sono stati 9-15, più pesante ai fini del risultato e decisivo il 24-47 nel confronto punti segnati dalle panchine (Williams, McDaniels e anche JT Thor, nonostante una mega schiacciata, la sua prima dell’anno, da 5,5, D. Smith (1/8) con evidenti problemi al tiro, da 4,5) con Middleton in uscita, player di lusso.

Charlotte rompe la striscia di due W e per i Calabroni che non hanno mai vinto una striscia da tre partite in stagione è ora di riprovarci, Chicago e Detroit fuori casa ed Orlando in casa questa settimana con una squadra integrale ed ipoteticamente non smantellata prima della chiusura del mercato il 9 febbraio benché, come sottolineato nel podcast da Filippo Barresi, il GM Kupchak abbia delle attitudini piuttosto conservative ma tutto è ancora da scrivere.