NBA, Bridges & future?

Miles Bridges in azione durante la sua ultima stagione.

Dopo aver abbandonato i compagni per la stagione 2022/23 a causa della pessima e nota vicenda di violenza domestica nella quale il numero zero si è reso protagonista, Miles Bridges – miglior marcatore della franchigia per la stagione 2021/22 con 20,2 punti e secondo a rimbalzo dietro a Mason Plumlee con 7,0 rimbalzi di media nonché primo per minuti d’impiego con 35,5 – ha visto anche la lega (NBA) esprimersi sulla possibile squalifica dopo aver terminato le proprie investigazioni.

Trenta partite, venti già scontate e dieci eventualmente ancora da scontare nella prossima stagione se gli Hornets o un’altra franchigia decidessero di inserirlo nel loro roster con gli Hornets che manterrebbero la possibilità di pareggiare qualsiasi offerta essendo il giocatore ancora restricted free agent.

Sicuramente il prospetto fisico e tecnico del giocatore è ancora molto accattivante ma lo stato psicologico e l’immagine del giocatore potrebbero anche costargli l’esilio e l’oblio dalla NBA.

Miles è attualmente già sottoposto a tre anni di libertà vigilata (su cauzione da 130.000 dollari), deve impiegare 100 ore di “volontariato” all’interno della sua comunità, presentarsi per cinquantadue settimane di terapia sul tema della violenza domestica oltre a sottoporsi a dei controlli anti-doping regolari e non avvicinarsi alla madre dei suoi figli sebbene le pessime anomalie che troviamo da noi, non manchino certo anche sul versante americano dove Bridges ha l’affido dei propri figli.

La carriera di Bridges è quindi a un bivio e per il semi-Dio (per iperbole, diciamo dotato di doti atletiche superiori alla media e un assetto mentale probabilmente ) trovarsi mortale, in bilico con la possibilità di non essere più artefice del proprio destino e chissà, forse potrebbe riciclarsi come rapper con lo pseudonimo RTB MB e con quel nome ha già rilasciato il suo primo album, ‘Up the Score’ o il suo secondo ‘Halftime’, metafora per me, sperando “rinsavisca” e possa giocare un secondo tempo migliore nella sua vita perché ad oggi non pare aver compreso ed appreso molto dai suoi vizi ed errori.

Classifica finale ad Est

La classifica finale ad Est con gli Hornets penultimi e quartultimi in toto nell’intera NBA con San Antonio e Houston (i Rockets hanno licenziato subito dopo l’ultima partita coach Silas, figlio del compianto Paul, nonostante le ultime vittorie compresa quella in North Carolina) dietro a Charlotte che avrà, invece, il 12,5% di pescare la prima scelta alla lottery futura in programma il 16 maggio.

Grossi punti interrogativi incombono sulla società, dalla parziale vendita alla lottery, allo stato di salute di alcuni giocatori (LaMelo in primis) e al caso mai completamente chiuso Bridges, i playoff per i primi 16 team incombono mentre nella primavera appena cominciata l’aria per i Calabroni è già quella di rinnovo e non possono sempre essere movimenti secondari come il rinnovo il 7 aprile di Simmons (passato da contratto  two-way a un multi-year – comunque non garantito da circa 2.066.055 stimati) a passare in primo piano, urge un progetto serio Wembanyama o no…

Game 82: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 106-95

N. Richards Vs Robin Lopez, duello tricotico dalla panchina.

Ultima partita stagionale per Charlotte in quel di Cleveland con entrambe le squadre acciaccate (Okoro e Mitchell per i Cavs erano già presenze abbastanza importanti da compensare, mentre Charlotte aveva il solito lazzaretto in panca in borghese a seguir la partita) con una Cleveland rilassata già certa del quarto posto ad Est per ospitare i Knicks.

Premesse per una Charlotte brava a superare nel secondo tempo una Cleveland che non ha forzato al massimo, concedendo spazio a uomini che hanno giocato meno in stagione, i teal, invece, portano a casa una bella vittoria con un Mark Williams da doppia doppia (22 punti e 10 rimbalzi) pareggiato da McGowens in pt. e al career-high.

E’ Pasqua e gli Hornets risorgono dopo lo 0/19 da 3 punti nel primo tempo chiudendo con un 18,8% non invidiabile ma non da record assoluto in negativo.

Charlotte si avvantaggia a rimbalzo con un 56-47, tirano meglio dal campo in linea generale (quando attacca dalle parti del pitturato con i canestri di Williams da sotto o le entrate di Maledon e McGowens in particolare) 45,7% contro il 39,9% della squadra dell’Ohio.

Il 26/30 dalla lunetta a favore, conquistato da Charlotte contro il 15/16 di Cleveland è altro dato determinante.

Cavs che chiudono con 17 punti di Merrill, 13 a testa per D. Green (0 nel secondo tempo) e Neto oltre ai 10 di Robin Lopez.

Charlotte ne ha 18 da Maledon, 16 da Mykhailiuk, 12 per Bouknight e 11 da Richards.

Game Recap

I padroni di casa sembravano però voler far sul serio all’inizio partendo subito forte con un parziale da 7-0.

Charlotte non prendeva molto in attacco riuscendo a segnare soltanto a 9:12 il primo canestro con un floater nel pitturato di Mark Williams ma l’unico altro canestro nella prima metà di frazione arrivava al limite, a 6:03 con l’entrata di Mykhailiuk per il 4-10.

La partita prendeva un po’ ritmo nonostante i numerosi TO ma Thor e poi Bouknight non erano in serata al tiro così, nonostante McGowens firmasse gli ultimi 5 punti di Charlotte, Cleveland chiudeva avanti 17-25 il primo periodo.

Nel secondo quarto arrivavano abbastanza velocemente due triple di D. Green per il 26-33, distacco che si divaricava sul -11 a 6:56 dopo due FT di Rubio a bersaglio (28-39).

Charlotte tentava di rimontare con giochi semplici in aera che portavano prima Richards ad un 2+1 e Maledon a 5:33 a battere e realizzare due liberi (15/15 fino a quel momento per Charlotte dalla lunetta) ottenendo il 35-43.

Un rimbalzo offensivo con bel pocket pass di Simmons per McGowens valeva il 41-45 con Charlotte che in attacco faceva leva su Williams per ottenere punti nel finale (2+1 a 1:45, reverse layup proteggendosi con il ferro a 1:11e ½ in lunetta a :08.9) ma Charlotte rimaneva a cinque lunghezze dai bordeaux-oro (49-54) all’intervallo.

A pesare soprattutto l’incredibile 0/19 di Charlotte da oltre l’arco…

Nel terzo quarto Cleveland “rinunciava” anche ad Allen e gli Hornets raggiungevano il pareggio con l’alzata di Williams in the paint poi si affacciavano avanti di due punti ma i Cavs respingevano l’assalto di Charlotte riprendendo sei punti di vantaggio dopo due FT di Merrill dalla lunetta (2:10, 64-70) tuttavia Bouknight centrava il primo tre punti di Charlotte e successivamente un tre punti dato inizialmente come lungo due a McGowens era corretto così Charlotte a fine quarto tornava esattamente a -5 (70-75).

In avvio di ultimo quarto McGowens dopo 15 secondi andava in area e rimbalzava sul blocking di Diakite per il two and1 del -2 con l’equilibrio nel punteggio trovato a 11:08 dallo stesso McGowens bravo a creare un altro giro in lunetta dopo lo spin fisico sul parquet.

Charlotte incassava un paio di back-door (Merrill per il 77-79) ma resisteva con il n°7 che continuava a produrre punti, nell’occasione con un appoggio atletico sulla destra prima che Mykhailiuk centrasse la bomba del +3 (82-79) a 9:48.

Una botta sulla clavicola di Richards e rimaneva sguarnita la retroguardia, Merrill servito sul proseguo dell’azione depositava facilmente ma i nero-oro-menta si staccavano smerigliando la difesa di casa con le triple di Bouknight da sx e di Svi dalla diagonale sinistra per l’88-81.

La difesa dei Cavs si rilassava come della polenta fresca appena versata sul tagliere e arrivavano i canestri di Maledon in appoggio (94-86) e l’1/2 di Bouknight in lunetta.

Mobley provava a cercare di opporsi di fisico al lavoro in post di un Williams che pompava il palleggio e rilasciava perfettamente la sfera in alzata per il 2+1 del 98-86 a 5 minuti dalla fine.

I Cavs non riuscivano più realmente ad avvicinarsi se non al -8 ma Thor nell’ultimo minuto realizzava dalla dx la sua unica tripla bloccando il risultato finale sul 106-95.

Game 81: Charlotte Hornets Vs Houston Rockets 109-112

25 punti per Mykhailiuk, shooter degli Hornets ma con i due errori finali che non hanno permesso a Charlotte di mandare all’OT la partita.

Ultima partita casalinga per Charlotte che allo Spectrum Center aveva poco del “Fantastic Fanale” di un tempo, nel giorno del ritorno del figlio di Paul Silas, coach degli Houston Rockets.

Squadra C con qualche intersezione di B e il ritorno di Mark Williams, il quale però non bastava a frenare i problemi notati di recente.

Cartina tornasole Sengun finiva con 21 rimbalzi, proprio massimo in carriera una partita che a livello di numeri finiva quasi per equilibrarsi maggiormente anche rispetto al primo tempo ma il 16-21 nelle second chance e soprattutto il 44-64 nel pitturato (ottenuto anche da drive con una difesa di Charlotte modello Telepass troppo di frequente) privavano gli Hornets della possibilità di una stagione da 6-0 contro le texane (2-0 Vs SAS e 2-0 Vs DAL con un parziale di 1-0 contro HOU) lasciando briciole di gioia a Jalen Green e Kevin Porter che in serata combinavano 52 punti dividendoseli equamente (26 a testa) aiutati da Sengun/Martin che chiudevano entrambi a 14 anticipando Jabari Smith Jr. a 13.

Hornets con la coppia di guardie Maledon (22 punti) e Mykhailiuk (25) in spolvero anche se l’ucraino non con una media buonissima ma pagano la serata pessima di Bouknight sia al tiro che in difesa, tra le altre cose, non certamente “unico colpevole” della sconfitta che avrebbe troppe cose da recriminare non essendo certo stata una serata perfetta partendo dai 17 TO sebbene alla fine Houston ne abbia commesso uno in più ma sfruttando meglio i POT: 21-28 giacché gli Hornets mostravano una copertura pessima sulle transizioni avversarie.

Kobi Simmons, briciole per lui con 2:22 sul parquet, 1 rimbalzo e una stoppata.

Game Recap

Gli uomini di Clifford tentavano di disincentivare la voglia di una rara vittoria dei texani offrendo una partenza sprint nella quale la coppia di guardie Mykhailiuk e Maledon – tra l’altro – offrivano una tripla a testa con quella del francese che a 9:10 trascinava Charlotte sul 13-4.

Gli Hornets però cominciavano a perder palloni e dalla lost di Maledon arrivava il canestro in appoggio in transizione di J. Smith Jr. che chiudeva il parziale da 0-9 con il quale i Rockets impattavano a 7:00 dalla prima luce rossa.

Era lo stesso Maledon a ripartire con due punti per il nuovo vantaggio di Charlotte a 6:21 con una partita che si equilibrava anche dopo il canestro con And1 di Jones a 31.4 per il 26-23, infatti, K. Porter Jr. all’ultimo istante appoggiava il 26-25 e nel secondo quarto la squadra di Silas passava nuovamente avanti e anche dopo esser stata colpita dalla freccia di Mykhailiuk a 7:45 (Hornets a +4), rimaneva in scia con la risposta di J. Green, sempre da oltre l’arco, solo 6 secondi più tardi per il 39-38.

Le seconde file degli Hornets non riuscivano a trovare il canestro e anche con qualche buon stop difensivo, lasciavano ai Razzi la possibilità di prendere qualche punto di vantaggio (5:05, tripla di K. Porter Jr. per il 39-44) prima che Bouknight graffiasse due volte portando a casa 5 punti ma tre FT dello stesso Porter Jr. (fallo di Sneed in close-out sul tiro da fuori) davano il +6 ospite (43-49) a 3:19.

Thor estraeva dal cilindro una tripla (46-49 a 2:54) ma il distacco rimaneva il medesimo dei 3:19 perché K. Martin Jr. sulla sirena con una putback dunk ribadiva il 49-55 all’intervallo.

Hornets ancora con la possibilità di regalare una gioia ai propri fan ma i Rockets partivano meglio in avvio di ripresa nonostante una correzione di Williams su tripla di McGowens (toccato) finita sul ferro.

Sengun, Green aprivano al +8 ospite, poi la tripla di Smith Jr. dal corner sinistro valeva il 53-64 e Clifford era costretto al time-out a 9:37 sul -11…

Gli Hornets riuscivano a dimezzare lo svantaggio quando Mykhailiuk lanciava teso verso Williams, Sengun disturbava l’aggancio ma il Condor si dimostrava tale anticipando il turco e la difesa dei bianchi tornando a completare l’opera in schiacciata per il 61-66 a 6:25.

I razzi però tornavano a marciare a tutta e a 4:41 Porter Jr. firmava il +11 Houston (61-72), un vantaggio implementato dalla bomba di Sengun (65-77) e che non accennava a diminuire molto nemmeno dopo l’alley-oop e la schiacciata di Jones (con tecnico preso per un gesto malinteso poi errato da Green) tanto che nonostante la jam di Sneed in entrata decisa dopo aver preso la curva a ricciolo, il fallo sello stesso Xavier sulla sirena consentiva ai Rockets di conservare la dozzina di punti di vantaggio (73-85) con due liberi realizzati.

Ultimo quarto con canestro di Green in floater che distanziava in spinta Richards, poi bomba di Jones da destra a 11:26 replicata dall’ucraino degli Hornets a 10:06 ma la risposta in caduta da oltre l’arco con primo rimbalzo sul ferro e palla che alla fine finiva dentro sembrava voler aiutare il destino ospite.

Mykhailiuk realizzava un ottimo pull-up dalla destra ancora da tre punti a 9:30 e la stoppata impressionante per atletismo – in seconda battuta – (probabilmente non buona ma data per tale) di Jones su Christopher più il catch n’shoot di McGowens dalla distanza a 8:59 riportava Charlotte sull’87-92.

Houston pareva controllare riprendendo 9 punti di Margine (90-99) con l’appoggio di Christopher ma la sfida si infiammava nuovamente e Maledon serviva facilmente in transizione McGowens che da sotto era una delle opzioni libere per depositare mentre faceva da solo poco più tardi la PG di Charlotte con la tripla che a 5:06 valeva il 97-101.

Green in entrata era stoppato da Williams ma il rimbalzo free era il diciannovesimo di Sengun che subendo fallo andava poi a splittare in lunetta.

La finta con arresto in entrata valeva due punti in allungo di Maledon su Sengun che tuttavia vedeva i compagni segnare (conquistando nel mezzo prendere il ventesimo rimbalzo, record personale): J. Smith e Porter mettevano dentro due buoni pull-up e Green passava 4 difensori per andare a posterizzare un Thor che si era appena fatto stoppare in transizione mosciamente sull’altro fronte.

A 2:30 il 99-108sembrava aver chiuso ogni possibilità di finale emozionante, invece, Maledon a 1:40 e Thor a 1:01 centravano il bersaglio dalla gran distanza per il 107-112, due FT di Svi a :41.0 valevano il -3 poi lo stesso ucraino cercando il contatto con il difensore andava cortissimo da fuori per il pari e costretto a commetter fallo regalava a Martin due FT a 8 secondi dalla fine per chiuder la partita che l’attaccante ospite gentilmente falliva per lasciare aperto ad un possibile ed incredibile finale ma con gli Hornets senza time-out la palla data da Maledon a un Mykhailiuk raddoppiato valeva solo un tiro da ben oltre la linea da tre che colpiva il ferro lasciando il 109-112 finale, una rimonta incompleta e il logico finale di una stagione devastante sotto tutti i punti di vista (personale di alcuni giocatori, infortuni, societario) giusto per regalarsi l’ennesima amarezza, la penultima di stagione, l’ultima per il pubblico presente allo Spectrum Center.

Game 80: Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 100-120

JT Thor ha chiuso con 13 punti, 9 arrivati da tre triple nel terzo quarto con gli Hornets sul -17 aiutandoli a risalire sino al -5, rimonta poi naufragata e anche lui si arrende.

I principali Hornets erano completamente assenti per la seconda uscita consecutiva contro Toronto all’Alveare.

Anche Williams era out ma, almeno inizialmente, Charlotte sembrava in grado di competere nettamente meglio contro una squadra alla ricerca del miglior piazzamento playoff possibile tanto che la squadra di Clifford partiva all grande avvantaggiandosi sul +6 dopo la stoppata di JT Thor su Poeltl con tripla di Mykhailiuk sul ribaltamento per l’8-2 a 9:06.A 8:35 un lungo mezzo lob per Richards era “graffiato” dal centro e trasformato in due punti per il 10-2.

Toronto non ci stava e partiva l’elastico con i canadesi che a 4:51 segnavano il 17-15 con la dunk di Anunoby.

I teal ripartivano con l’entrata nel traffico di Maledon d 2+1 (fallo di Barnes) ed un’altra tripla di Svi a 4:08 per il 23-15 ma i rossi si riaffacciavano nell’ultimo minuto sul -2 (:47.1, 27-25) con due FT di Boucher.

McGowens realizzava il canestro della sicurezza per rimanere sempre avanti nel primo quarto, poi sulla sirena Bouknight commetteva fallo sul tentativo di Koloko di ribadire al volo un tiro da fuori di Anunoby ma dalla lunetta falliva ambo i tentativi consegnando il 29-25, finale di quarto.

La seconda frazione si apriva meravigliosamente – ancora – per il tiratore ucraino che pescato dalla drive con passaggio out, realizzava un altro fine catch n’shoot 3.

La tripla di Maledon a 10:38 spingeva Charlotte sul +9 mentre a 7:49 il reverse layup della chioma verde Jones, in mezzo al traffico del pitturato valeva il +8 (40-32) ma il vantaggio si dissipava tra cambi e TO, Barton e Boucher realizzavano da tre, gancetto di Siakam per il pari e a 5:57 Boucher in transizione portava Toronto avanti 40-42.

Barton e Achiuwa completavano il parziale da 0-15 fino quando McGowens a 4:01 lo interrompeva firmando il 42-47 poi Charlotte andava con Simmons in spettacolare fade-away a bersaglio e lo stesso player aggiungeva due FT per il 47-50 ma Toronto piazzava gli ultimi colpi con Barton (ancora da fuori), Siakam (2 volte) e Poeltl controllando il match sul 49-61 all’intervallo.

Nel terzo quarto Charlotte oscillava, spesso finendo sul -14 fino a che Thor non indovinava una tripla frontale (-12) e una a 5:12 dalla sx ai 24 secondi per il 61-75, piccola rimonta ampliata a 4:46 dalla jam di Richards proveniente dalla linea di fondo destra e dalla tripla di Bouknight dalla sinistra in fade-away con due lunghi aggressivi addosso che portavano la partita sul 75-80 con Charlotte da 9-0 di parziale.

Purtroppo Siakam andava sul sicuro con il jumper in area e correggeva subito dopo il tiro errato di un compagno avviando un contro-parziale che finiva il quarto e partita da 0-14 con un crossover ed entrata frontale da two-and one di Van Vleet (blocking di McGowens mentre la palla rilasciata sul contatto finiva nella retina morbidamente) e tripla a 8 centesimi dello stesso con Charlotte che non riusciva a far valere la tripla da oltre metà campo di Maledon giacché arrivava appena dopo la luce rossa.

Gli Hornets collassavano sul -24 (0-19 di parziale) dopo l’ennesima tripla di un Barton in serata decisamente sì, Calabroni che rompevano l’incantesimo malvagio con un fade-away uno Vs uno di Mykhailiuk che si avvitava fronte a canestro per segnare un ottimo tiro ripetendosi con altri due subito dopo ma il -20 diceva zero speranze.

Richards chiudeva la partita guadagnandosi qualche punto da sotto ma alla fine il divario non mutava: 100-120 e testa alla prossima partita, chance per chiudere una martoriata stagione con una vittoria contro una squadra forse alla portata (Houston).

Partita secondo copione alla fine con i limiti del caso dei giovani Hornets limiti rispetto l’ultima uscia ma sempre evidenti già a fine primo tempo con le rubate: 0-8, i TO concessi (11-1) e il 20-32 nel pitturato incassato tra problemi di cm e inesperienza anche se Richards sistemava qualcosa inizialmente.

5-16 nei punti da fastbreak e 0-12 nei punti da turnover davano l’idea del perché a fine primo tempo il 52,9% dal campo contro il più basso 47,9% avversario non bastava ad evitare la dozzina di punti di svantaggio.

Problematiche occorse specialmente nel secondo quarto (vedi TO) che a fine partita si confermavano nei numeri per una squadra giovane fuori giri senza giocatori navigati per rompere agilmente momenti negativi evitando di incassare grandi parziali.

Alla fine la partita durava quasi tre quarti interi con Charlotte sotto di 5 (75-80 prima di incassare un parzialone da 0-19 a cavallo tra il terzo e l’ultimo quarto) rotto da un bel canestro di Mykhailiuk a 10:08.

20 i punti di McGowens (2/5 da fuori ma spesso attaccando il ferro chiudeva con un 7/12 complessivo dal campo), 18 quelli di Richards, 17 per Mykhailiuk.

I Raptors, invece, dopo averne ottenuti 22 dal solito Siakam, sfruttava l’alta percentuale al tiro da Boucher (21 punti) e Barton (20) from “on the pine”, Anunoby da 17 punti e Van Vleet da 16 accompagnavano lo 0-4 stagionale tra Charlotte e Toronto.

Game 79: Charlotte Hornets Vs Toronto Raptors 108-128

Un Bouknight dal portamento apparentemente imbarazzato, segna 21 punti unendosi a Mykhailiuk (26 punti) per portare in alto le guardie tiratrici di Charlotte.

Charlotte tra infortuni veri, presunti o finti non recupera nessuno dei giocatori migliori in roster e si affida ancora ai giovani contro una Toronto che ha sicuramente bisogno della vittoria per cercare di mantenere o migliorare se possibile, la propria griglia di partenza per la post season.

Il game plan di coach Nurse è chiaro sin dall’inizio, attaccare gli young e inesperti player di Clifford e competere così diventava livello nightmare nonostante l’inizio dei viola sembrasse nettamente più attivo e pimpante rispetto la gara precedente.

Charlotte tiene sino a 7:19 con Toronto in time-out dopo aver subito la drive chiusa con reverse da Mykhailiuk per il 13-11.

Poi Toronto comincia ad alternare colpi al ferro con triple, quelle di Van Vleet (15-22, abile a penetrare, ad usare pick and roll e a scaricare tanto che chiuderà con il record di franchise negli assist), Barnes (18-26) e Anunoby allontanano la squadra canadese sul 25-35 in un primo quarto ritoccato dai Raptors sul 25-35.

Gli Hornets hanno pochi momenti di esaltazione, Kai Jones diventa “Skai” Jones sul bound pass all’indietro di Maledon agganciando palla e decollando oltre il difensore per andare ad evitarlo e a schiacciare high.

A 9:08 Svi bombarda da tre, Jones poi rifila una stoppona a Barnes e dopo il salvataggio sulla laterale destra da parte di McGowens l’ucraino si ripete da oltre l’arco per il -8 (33-44) a 8:51.

Jones stoppava anche Siakam che non aveva appreso la lezione ma non faticavano i canadesi ad allontanarsi sfruttando anche palle perse e deviate che fruttavano transizioni easy con Achiuwa che metteva dentro due canestri, il secondo in alley-oop per il 48-65.

All’intervallo Charlotte arrivava attardata di ben 15 punti: 52-67, figlio di un 61,7% dal campo concesso agli avversari.

Williams con 10 punti e 10 rimbalzi era già in doppia doppia, Mykhailiuk chiudeva a 16 punti ma l’11-20 negli assist (9 di Van Vleet) affossava Charlotte.

Con pochissime speranze razionali di rientrare, gli Hornets continuavano comunque a giocare e Bouknight regalava dalla top of the key un tre in step-back apprezzabile per qualità, coordinazione, tecnica e velocità d’esecuzione per poi realizzare dalla diagonale sinistra ancora da fuori il 74-84 ma nel tentativo generoso di fermare Van Vleet nel nostro semicerchio anti-sfondamento, pur saltando nel proprio cilindro, toccava Van Vleet che andava subito per un 2+1.

A 4:18 Bouknight segnava e a 2:54 raggiungeva i 21 punti personali ma Toronto, nonostante Sneed realizzasse da tre e Mykhailiuk addirittura da 4 (con And1 per fallo di Anunoby) a :48.0 per l’86-99 non soffriva trovando sempre canestri per mantenere le distanze.

Thor fintava dal corner sx, avanzava battendo il difensore con un jumper dalla linea di fondo per il -10 e a 9:50 un circus shot di Svi Mykhailiuk valeva il massimo in carriera per l’ucraino.

Li ultimi colpi Hornets erano Sneed a 9:33 (terza tripla personale9 stoppata di Kai Jones anche su Achiuwa e tripla di Thor per il 102-112 a 6:51 ma Siakam metteva un paio di colpi – intervallato da Poeltl alla stessa maniera – nei pressi del ferro che a 3:09 portavano i Raptors sul 106-124 chiudendo il match.

L’ala piccola X. Sneed, nata il 21 dicembre 1997 ha chiuso con un 3/3 da oltre l’arco.

Alla fine Charlotte subisce pochi liberi – 8 – (Toronto però li segna tutti) ma paga tantissimo il 44-90 nel pitturato con Thor e altri giocatori poco fisici e non esperti, non portati per la difesa, che hanno concesso davvero troppo.

Mark Williams era rientrato ma con il pollice fasciato si vede che non è lui nemmeno quando tenta di rado un tiro anche se ha chiuso in doppia doppia.

Solo nel tiro da fuori Charlotte ha statistiche nettamente superiori, per il resto i TO (17) sono sempre troppi come la poca esperienza che permette a van Vleet d chiudere con 20 punti e 20 assist, anticipato in punti solo da Siakam con 36 punti e Anunoby con 23, seguito da Poeltl con 16 e Barnes con 12.

Mykhailiuk ne mette 26, massimo in carriera, Maledon smista ben 14 assist e Sneed in 15:54 chiude con un 3/3 dal campo tutto da fuori per 9 punti mentre sono ancora tanti i 21 i punti di Bouknight ma con un -18 in +/-.

Charlotte cerca di sviluppare i propri giocatori, qualcosa di interessante si nota ma nonostante le qualità (vedi l’atletismo di Jones e l’intraprendenza di McGowens che chiude con 11 punti) la squadra è carente e fragile difensivamente e naturalmente senza amalgama tornando ai palloni persi.

Game 78: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 91-121

Mark Williams tenta di fermare LaVine.

Hornets reduci da tre vittorie sorprendenti forse un po’ sazi e partita che non poteva esistere con tutti i migliori giocatori degli Hornets assenti (solo un Mark Williams non al meglio recuperato) per infortunio ai quali si univa in avvio di secondo quarto anche il collante P.J. Washington per infortunio al piede destro lasciando spazio a una squadra da G League piena.

Andava da sé che Chicago, partita subito meglio, anche perché spinta maggiormente a raggiungere almeno l’obiettivo dei play-in, riuscisse a creare quel margine di sicurezza che le consentiva di giocare sul velluto per tutta la partita nonostante qualche buon canestro i giovanissimi di Charlotte lo regalassero ma l’inesperienza generava turnover e fruttava ai Bulls tiri liberi a favore, oltretutto la qualità non eccelsa di alcuni giocatori (si notava molto nelle entrate inn area con palloni spesso persi o spediti da qualche parte in qualche maniera) crollava in serata come quella di JT Thor con un 3/10 al tiro e ben 4 palloni persi.

Debuttava Sneed ma anche lui senza far faville, anzi, generando subito un fallo in attacco che costava agli Hornets tre punti realizzati da McGowens.

La differenza larga finale arrivava nell’ultimo quarto quando gli Hornets si diradavano 1 i Bulls continuavano a giocare creando un parziale da 14-31 che chiudeva il match sul +30 ospiti: 91-121 chiudendo la serie stagionale in favore dei rossi per 1-3.

Difficile fermare le principali armi avversarie senza molti difensori di spessore e così D. DeRozan e LaVine chiudevano con 23 punti a testa mentre Vucevic ne aggiungeva 21 per un totale di 67 punti, oltre la metà di quello segnati dai Tori.

15 anche per Patrick Williams, 11 per White e 10 per Caruso, importanti nell’economia dei Bulls.

Il pressing iniziale di Chicago non ha impedito a Bouknight (subentrato dalla panchina) di raggiungere ben 22 punti (molte triple con 8/16 dal campo) mentre Mykhailiuk ne ha realizzati 16.

Gravi i palloni persi: 21-7 ma da una squadra improvvisata sempre più, senza troppa amalgama ciò è sembrato quasi naturale mentre i punti da turnover sono stati 10-29.

Faceva brodo anche il 7/10 ai liberi di Charlotte contro il 18/22 avversario.

45,5% per Charlotte dal campo contro il 51,1% avversario.

Game Recap

Disastrosa partenza di Charlotte che dopo lo 0-1 firmato Vuc dalla lunetta a 11:14 non riusciva a trovare varchi per segnare cominciando a perdere palloni, oltretutto la difesa di Charlotte non riusciva a chiudere bene arrivano al time-out chiamato da Clifford a 9:26 avendo incassato ben 8 punti.

Gli Hornets segnavano a 9:29 il primo canestro con P.J. Washington che impostava, si faceva restituir palla e realizzava dalla parte opposta da tre ma DeRozan replicava subito creando un contatto con McGowens per un classico mid range 2+1.

Il divario a 7:25 si assestava a 10 punti esatti quando Maledon in transizione realizzava subendo fallo ma mancando l’aggiuntivo.

Charlotte segnava da tre con Bouknight a 5:39, poi con P.J. Washington da posizione frontale, con Mykhailiuk a 1:28 e chiudeva il cerchio ancora con James Bouknight a 4 decimi tirando da lontano ma il gap rimaneva alto: -8 per il 23-31 dovuto al fatto che Charlotte perdesse 8 palloni contro uno solo dei Bulls e alla differenza dei tiri liberi: 0/1 per Charlotte, 6/7 per gli ospiti.

Nel secondo quarto segnava ancora Bouknight da distanza siderale poi P.J. Washington completava l’opera di costruzione del lazzaretto degli Hornets uscendo per un dolore al piede destro e Chicago allungava a 9:35 con la tripla di White sul 26-40.

Gli Hornets rispondevano con una tripla di Thor prima e più tardi con una mazzata a una mano di McGowens che posterizzava Vucevic dopo esser partito in corsa dalla sinistra: 35-45 che diventava un -6 (39-45) dopo un ottimo fade-away ala mid range sinistro di Maledon in uno contro uno ma Charlotte, infarcita di riserve come Sneed, calato sul parquet, si perdeva contro il rientro dei più navigati titolari avversari che portavano Chicago all’intervallo sul 46-62 davanti a Patrick Ewing (molto amico di Clifford), presente allo Spectrum Center.

Ancora una volta i TO (12-5) e i FT (1/3 Vs 12/13) giocavano una parte importante nella differenza di punteggio.

Chicago arrivava nella prima parte di terzo quarto anche sul +20 dopo un’entrata di Caruso (53-73) quindi Charlotte reagiva con le triple dagli angoli di Svi (sx) e JT (dx) per tornare sul -14 a 8:37.

L’inseguimento di Charlotte sembrava sempre naufragare, anche quando Nick Richards, per necessità, trovandosi la sfera in mano ai quasi 24, tirava per necessità da tre segnando il -9 (77-86) a 1:06 dalla terza luce rossa ma subito Patrick Williams per Chicago, dal lato, colpiva ai fianchi la squadra di Clifford con la tripla del -12 che diventava -13 dopo un ½ di DeRozan dalla lunetta.

L’ultimo quarto era inesistente con Chicago che allungava e gli Hornets rimanevano a guardare non troppo convinti del possibile recupero.

Si arrivava sul -32 prima del -30 finale con Simmons (10 day contract anche per lui) sul parquet che recuperava un buon pallone ma nulla più.

Quattro partite alla fine per l’estate più incerta forse di sempre degli Hornets che tra possibili quote di cessione della società, scelte al Draft e progetti dovranno decidere dopo più di 30 anni di vita, che squadra vorranno essere in futuro.