La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.
Miles Bridges in azione durante la sua ultima stagione.
Dopo aver abbandonato i compagni per la stagione 2022/23 a causa della pessima e nota vicenda di violenza domestica nella quale il numero zero si è reso protagonista, Miles Bridges – miglior marcatore della franchigia per la stagione 2021/22 con 20,2 punti e secondo a rimbalzo dietro a Mason Plumlee con 7,0 rimbalzi di media nonché primo per minuti d’impiego con 35,5 – ha visto anche la lega (NBA) esprimersi sulla possibile squalifica dopo aver terminato le proprie investigazioni.
Trenta partite, venti già scontate e dieci eventualmente ancora da scontare nella prossima stagione se gli Hornets o un’altra franchigia decidessero di inserirlo nel loro roster con gli Hornets che manterrebbero la possibilità di pareggiare qualsiasi offerta essendo il giocatore ancora restricted free agent.
Sicuramente il prospetto fisico e tecnico del giocatore è ancora molto accattivante ma lo stato psicologico e l’immagine del giocatore potrebbero anche costargli l’esilio e l’oblio dalla NBA.
Miles è attualmente già sottoposto a tre anni di libertà vigilata (su cauzione da 130.000 dollari), deve impiegare 100 ore di “volontariato” all’interno della sua comunità, presentarsi per cinquantadue settimane di terapia sul tema della violenza domestica oltre a sottoporsi a dei controlli anti-doping regolari e non avvicinarsi alla madre dei suoi figli sebbene le pessime anomalie che troviamo da noi, non manchino certo anche sul versante americano dove Bridges ha l’affido dei propri figli.
La carriera di Bridges è quindi a un bivio e per il semi-Dio (per iperbole, diciamo dotato di doti atletiche superiori alla media e un assetto mentale probabilmente ) trovarsi mortale, in bilico con la possibilità di non essere più artefice del proprio destino e chissà, forse potrebbe riciclarsi come rapper con lo pseudonimo RTB MB e con quel nome ha già rilasciato il suo primo album, ‘Up the Score’ o il suo secondo ‘Halftime’, metafora per me, sperando “rinsavisca” e possa giocare un secondo tempo migliore nella sua vita perché ad oggi non pare aver compreso ed appreso molto dai suoi vizi ed errori.
La classifica finale ad Est con gli Hornets penultimi e quartultimi in toto nell’intera NBA con San Antonio e Houston (i Rockets hanno licenziato subito dopo l’ultima partita coach Silas, figlio del compianto Paul, nonostante le ultime vittorie compresa quella in North Carolina) dietro a Charlotte che avrà, invece, il 12,5% di pescare la prima scelta alla lottery futura in programma il 16 maggio.
Grossi punti interrogativi incombono sulla società, dalla parziale vendita alla lottery, allo stato di salute di alcuni giocatori (LaMelo in primis) e al caso mai completamente chiuso Bridges, i playoff per i primi 16 team incombono mentre nella primavera appena cominciata l’aria per i Calabroni è già quella di rinnovo e non possono sempre essere movimenti secondari come il rinnovo il 7 aprile di Simmons (passato da contratto two-way a un multi-year – comunque non garantito da circa 2.066.055 stimati) a passare in primo piano, urge un progetto serio Wembanyama o no…
N. Richards Vs Robin Lopez, duello tricotico dalla panchina.
Ultima partita stagionale per Charlotte in quel di Cleveland con entrambe le squadre acciaccate (Okoro e Mitchell per i Cavs erano già presenze abbastanza importanti da compensare, mentre Charlotte aveva il solito lazzaretto in panca in borghese a seguir la partita) con una Cleveland rilassata già certa del quarto posto ad Est per ospitare i Knicks.
Premesse per una Charlotte brava a superare nel secondo tempo una Cleveland che non ha forzato al massimo, concedendo spazio a uomini che hanno giocato meno in stagione, i teal, invece, portano a casa una bella vittoria con un Mark Williams da doppia doppia (22 punti e 10 rimbalzi) pareggiato da McGowens in pt. e al career-high.
E’ Pasqua e gli Hornets risorgono dopo lo 0/19 da 3 punti nel primo tempo chiudendo con un 18,8% non invidiabile ma non da record assoluto in negativo.
Charlotte si avvantaggia a rimbalzo con un 56-47, tirano meglio dal campo in linea generale (quando attacca dalle parti del pitturato con i canestri di Williams da sotto o le entrate di Maledon e McGowens in particolare) 45,7% contro il 39,9% della squadra dell’Ohio.
Il 26/30 dalla lunetta a favore, conquistato da Charlotte contro il 15/16 di Cleveland è altro dato determinante.
Cavs che chiudono con 17 punti di Merrill, 13 a testa per D. Green (0 nel secondo tempo) e Neto oltre ai 10 di Robin Lopez.
Charlotte ne ha 18 da Maledon, 16 da Mykhailiuk, 12 per Bouknight e 11 da Richards.
Game Recap
I padroni di casa sembravano però voler far sul serio all’inizio partendo subito forte con un parziale da 7-0.
Charlotte non prendeva molto in attacco riuscendo a segnare soltanto a 9:12 il primo canestro con un floater nel pitturato di Mark Williams ma l’unico altro canestro nella prima metà di frazione arrivava al limite, a 6:03 con l’entrata di Mykhailiuk per il 4-10.
La partita prendeva un po’ ritmo nonostante i numerosi TO ma Thor e poi Bouknight non erano in serata al tiro così, nonostante McGowens firmasse gli ultimi 5 punti di Charlotte, Cleveland chiudeva avanti 17-25 il primo periodo.
Nel secondo quarto arrivavano abbastanza velocemente due triple di D. Green per il 26-33, distacco che si divaricava sul -11 a 6:56 dopo due FT di Rubio a bersaglio (28-39).
Charlotte tentava di rimontare con giochi semplici in aera che portavano prima Richards ad un 2+1 e Maledon a 5:33 a battere e realizzare due liberi (15/15 fino a quel momento per Charlotte dalla lunetta) ottenendo il 35-43.
Un rimbalzo offensivo con bel pocket pass di Simmons per McGowens valeva il 41-45 con Charlotte che in attacco faceva leva su Williams per ottenere punti nel finale (2+1 a 1:45, reverse layup proteggendosi con il ferro a 1:11e ½ in lunetta a :08.9) ma Charlotte rimaneva a cinque lunghezze dai bordeaux-oro (49-54) all’intervallo.
A pesare soprattutto l’incredibile 0/19 di Charlotte da oltre l’arco…
Nel terzo quarto Cleveland “rinunciava” anche ad Allen e gli Hornets raggiungevano il pareggio con l’alzata di Williams in the paint poi si affacciavano avanti di due punti ma i Cavs respingevano l’assalto di Charlotte riprendendo sei punti di vantaggio dopo due FT di Merrill dalla lunetta (2:10, 64-70) tuttavia Bouknight centrava il primo tre punti di Charlotte e successivamente un tre punti dato inizialmente come lungo due a McGowens era corretto così Charlotte a fine quarto tornava esattamente a -5 (70-75).
In avvio di ultimo quarto McGowens dopo 15 secondi andava in area e rimbalzava sul blocking di Diakite per il two and1 del -2 con l’equilibrio nel punteggio trovato a 11:08 dallo stesso McGowens bravo a creare un altro giro in lunetta dopo lo spin fisico sul parquet.
Charlotte incassava un paio di back-door (Merrill per il 77-79) ma resisteva con il n°7 che continuava a produrre punti, nell’occasione con un appoggio atletico sulla destra prima che Mykhailiuk centrasse la bomba del +3 (82-79) a 9:48.
Una botta sulla clavicola di Richards e rimaneva sguarnita la retroguardia, Merrill servito sul proseguo dell’azione depositava facilmente ma i nero-oro-menta si staccavano smerigliando la difesa di casa con le triple di Bouknight da sx e di Svi dalla diagonale sinistra per l’88-81.
La difesa dei Cavs si rilassava come della polenta fresca appena versata sul tagliere e arrivavano i canestri di Maledon in appoggio (94-86) e l’1/2 di Bouknight in lunetta.
Mobley provava a cercare di opporsi di fisico al lavoro in post di un Williams che pompava il palleggio e rilasciava perfettamente la sfera in alzata per il 2+1 del 98-86 a 5 minuti dalla fine.
I Cavs non riuscivano più realmente ad avvicinarsi se non al -8 ma Thor nell’ultimo minuto realizzava dalla dx la sua unica tripla bloccando il risultato finale sul 106-95.
25 punti per Mykhailiuk, shooter degli Hornets ma con i due errori finali che non hanno permesso a Charlotte di mandare all’OT la partita.
Ultima partita casalinga per Charlotte che allo Spectrum Center aveva poco del “Fantastic Fanale” di un tempo, nel giorno del ritorno del figlio di Paul Silas, coach degli Houston Rockets.
Squadra C con qualche intersezione di B e il ritorno di Mark Williams, il quale però non bastava a frenare i problemi notati di recente.
Cartina tornasole Sengun finiva con 21 rimbalzi, proprio massimo in carriera una partita che a livello di numeri finiva quasi per equilibrarsi maggiormente anche rispetto al primo tempo ma il 16-21 nelle second chance e soprattutto il 44-64 nel pitturato (ottenuto anche da drive con una difesa di Charlotte modello Telepass troppo di frequente) privavano gli Hornets della possibilità di una stagione da 6-0 contro le texane (2-0 Vs SAS e 2-0 Vs DAL con un parziale di 1-0 contro HOU) lasciando briciole di gioia a Jalen Green e Kevin Porter che in serata combinavano 52 punti dividendoseli equamente (26 a testa) aiutati da Sengun/Martin che chiudevano entrambi a 14 anticipando Jabari Smith Jr. a 13.
Hornets con la coppia di guardie Maledon (22 punti) e Mykhailiuk (25) in spolvero anche se l’ucraino non con una media buonissima ma pagano la serata pessima di Bouknight sia al tiro che in difesa, tra le altre cose, non certamente “unico colpevole” della sconfitta che avrebbe troppe cose da recriminare non essendo certo stata una serata perfetta partendo dai 17 TO sebbene alla fine Houston ne abbia commesso uno in più ma sfruttando meglio i POT: 21-28 giacché gli Hornets mostravano una copertura pessima sulle transizioni avversarie.
Kobi Simmons, briciole per lui con 2:22 sul parquet, 1 rimbalzo e una stoppata.
Game Recap
Gli uomini di Clifford tentavano di disincentivare la voglia di una rara vittoria dei texani offrendo una partenza sprint nella quale la coppia di guardie Mykhailiuk e Maledon – tra l’altro – offrivano una tripla a testa con quella del francese che a 9:10 trascinava Charlotte sul 13-4.
Gli Hornets però cominciavano a perder palloni e dalla lost di Maledon arrivava il canestro in appoggio in transizione di J. Smith Jr. che chiudeva il parziale da 0-9 con il quale i Rockets impattavano a 7:00 dalla prima luce rossa.
Era lo stesso Maledon a ripartire con due punti per il nuovo vantaggio di Charlotte a 6:21 con una partita che si equilibrava anche dopo il canestro con And1 di Jones a 31.4 per il 26-23, infatti, K. Porter Jr. all’ultimo istante appoggiava il 26-25 e nel secondo quarto la squadra di Silas passava nuovamente avanti e anche dopo esser stata colpita dalla freccia di Mykhailiuk a 7:45 (Hornets a +4), rimaneva in scia con la risposta di J. Green, sempre da oltre l’arco, solo 6 secondi più tardi per il 39-38.
Le seconde file degli Hornets non riuscivano a trovare il canestro e anche con qualche buon stop difensivo, lasciavano ai Razzi la possibilità di prendere qualche punto di vantaggio (5:05, tripla di K. Porter Jr. per il 39-44) prima che Bouknight graffiasse due volte portando a casa 5 punti ma tre FT dello stesso Porter Jr. (fallo di Sneed in close-out sul tiro da fuori) davano il +6 ospite (43-49) a 3:19.
Thor estraeva dal cilindro una tripla (46-49 a 2:54) ma il distacco rimaneva il medesimo dei 3:19 perché K. Martin Jr. sulla sirena con una putback dunk ribadiva il 49-55 all’intervallo.
Hornets ancora con la possibilità di regalare una gioia ai propri fan ma i Rockets partivano meglio in avvio di ripresa nonostante una correzione di Williams su tripla di McGowens (toccato) finita sul ferro.
Sengun, Green aprivano al +8 ospite, poi la tripla di Smith Jr. dal corner sinistro valeva il 53-64 e Clifford era costretto al time-out a 9:37 sul -11…
Gli Hornets riuscivano a dimezzare lo svantaggio quando Mykhailiuk lanciava teso verso Williams, Sengun disturbava l’aggancio ma il Condor si dimostrava tale anticipando il turco e la difesa dei bianchi tornando a completare l’opera in schiacciata per il 61-66 a 6:25.
I razzi però tornavano a marciare a tutta e a 4:41 Porter Jr. firmava il +11 Houston (61-72), un vantaggio implementato dalla bomba di Sengun (65-77) e che non accennava a diminuire molto nemmeno dopo l’alley-oop e la schiacciata di Jones (con tecnico preso per un gesto malinteso poi errato da Green) tanto che nonostante la jam di Sneed in entrata decisa dopo aver preso la curva a ricciolo, il fallo sello stesso Xavier sulla sirena consentiva ai Rockets di conservare la dozzina di punti di vantaggio (73-85) con due liberi realizzati.
Ultimo quarto con canestro di Green in floater che distanziava in spinta Richards, poi bomba di Jones da destra a 11:26 replicata dall’ucraino degli Hornets a 10:06 ma la risposta in caduta da oltre l’arco con primo rimbalzo sul ferro e palla che alla fine finiva dentro sembrava voler aiutare il destino ospite.
Mykhailiuk realizzava un ottimo pull-up dalla destra ancora da tre punti a 9:30 e la stoppata impressionante per atletismo – in seconda battuta – (probabilmente non buona ma data per tale) di Jones su Christopher più il catch n’shoot di McGowens dalla distanza a 8:59 riportava Charlotte sull’87-92.
Houston pareva controllare riprendendo 9 punti di Margine (90-99) con l’appoggio di Christopher ma la sfida si infiammava nuovamente e Maledon serviva facilmente in transizione McGowens che da sotto era una delle opzioni libere per depositare mentre faceva da solo poco più tardi la PG di Charlotte con la tripla che a 5:06 valeva il 97-101.
Green in entrata era stoppato da Williams ma il rimbalzo free era il diciannovesimo di Sengun che subendo fallo andava poi a splittare in lunetta.
La finta con arresto in entrata valeva due punti in allungo di Maledon su Sengun che tuttavia vedeva i compagni segnare (conquistando nel mezzo prendere il ventesimo rimbalzo, record personale): J. Smith e Porter mettevano dentro due buoni pull-up e Green passava 4 difensori per andare a posterizzare un Thor che si era appena fatto stoppare in transizione mosciamente sull’altro fronte.
A 2:30 il 99-108sembrava aver chiuso ogni possibilità di finale emozionante, invece, Maledon a 1:40 e Thor a 1:01 centravano il bersaglio dalla gran distanza per il 107-112, due FT di Svi a :41.0 valevano il -3 poi lo stesso ucraino cercando il contatto con il difensore andava cortissimo da fuori per il pari e costretto a commetter fallo regalava a Martin due FT a 8 secondi dalla fine per chiuder la partita che l’attaccante ospite gentilmente falliva per lasciare aperto ad un possibile ed incredibile finale ma con gli Hornets senza time-out la palla data da Maledon a un Mykhailiuk raddoppiato valeva solo un tiro da ben oltre la linea da tre che colpiva il ferro lasciando il 109-112 finale, una rimonta incompleta e il logico finale di una stagione devastante sotto tutti i punti di vista (personale di alcuni giocatori, infortuni, societario) giusto per regalarsi l’ennesima amarezza, la penultima di stagione, l’ultima per il pubblico presente allo Spectrum Center.
JT Thor ha chiuso con 13 punti, 9 arrivati da tre triple nel terzo quarto con gli Hornets sul -17 aiutandoli a risalire sino al -5, rimonta poi naufragata e anche lui si arrende.
I principali Hornets erano completamente assenti per la seconda uscita consecutiva contro Toronto all’Alveare.
Anche Williams era out ma, almeno inizialmente, Charlotte sembrava in grado di competere nettamente meglio contro una squadra alla ricerca del miglior piazzamento playoff possibile tanto che la squadra di Clifford partiva all grande avvantaggiandosi sul +6 dopo la stoppata di JT Thor su Poeltl con tripla di Mykhailiuk sul ribaltamento per l’8-2 a 9:06.A 8:35 un lungo mezzo lob per Richards era “graffiato” dal centro e trasformato in due punti per il 10-2.
Toronto non ci stava e partiva l’elastico con i canadesi che a 4:51 segnavano il 17-15 con la dunk di Anunoby.
I teal ripartivano con l’entrata nel traffico di Maledon d 2+1 (fallo di Barnes) ed un’altra tripla di Svi a 4:08 per il 23-15 ma i rossi si riaffacciavano nell’ultimo minuto sul -2 (:47.1, 27-25) con due FT di Boucher.
McGowens realizzava il canestro della sicurezza per rimanere sempre avanti nel primo quarto, poi sulla sirena Bouknight commetteva fallo sul tentativo di Koloko di ribadire al volo un tiro da fuori di Anunoby ma dalla lunetta falliva ambo i tentativi consegnando il 29-25, finale di quarto.
La seconda frazione si apriva meravigliosamente – ancora – per il tiratore ucraino che pescato dalla drive con passaggio out, realizzava un altro fine catch n’shoot 3.
La tripla di Maledon a 10:38 spingeva Charlotte sul +9 mentre a 7:49 il reverse layup della chioma verde Jones, in mezzo al traffico del pitturato valeva il +8 (40-32) ma il vantaggio si dissipava tra cambi e TO, Barton e Boucher realizzavano da tre, gancetto di Siakam per il pari e a 5:57 Boucher in transizione portava Toronto avanti 40-42.
Barton e Achiuwa completavano il parziale da 0-15 fino quando McGowens a 4:01 lo interrompeva firmando il 42-47 poi Charlotte andava con Simmons in spettacolare fade-away a bersaglio e lo stesso player aggiungeva due FT per il 47-50 ma Toronto piazzava gli ultimi colpi con Barton (ancora da fuori), Siakam (2 volte) e Poeltl controllando il match sul 49-61 all’intervallo.
Nel terzo quarto Charlotte oscillava, spesso finendo sul -14 fino a che Thor non indovinava una tripla frontale (-12) e una a 5:12 dalla sx ai 24 secondi per il 61-75, piccola rimonta ampliata a 4:46 dalla jam di Richards proveniente dalla linea di fondo destra e dalla tripla di Bouknight dalla sinistra in fade-away con due lunghi aggressivi addosso che portavano la partita sul 75-80 con Charlotte da 9-0 di parziale.
Purtroppo Siakam andava sul sicuro con il jumper in area e correggeva subito dopo il tiro errato di un compagno avviando un contro-parziale che finiva il quarto e partita da 0-14 con un crossover ed entrata frontale da two-and one di Van Vleet (blocking di McGowens mentre la palla rilasciata sul contatto finiva nella retina morbidamente) e tripla a 8 centesimi dello stesso con Charlotte che non riusciva a far valere la tripla da oltre metà campo di Maledon giacché arrivava appena dopo la luce rossa.
Gli Hornets collassavano sul -24 (0-19 di parziale) dopo l’ennesima tripla di un Barton in serata decisamente sì, Calabroni che rompevano l’incantesimo malvagio con un fade-away uno Vs uno di Mykhailiuk che si avvitava fronte a canestro per segnare un ottimo tiro ripetendosi con altri due subito dopo ma il -20 diceva zero speranze.
Richards chiudeva la partita guadagnandosi qualche punto da sotto ma alla fine il divario non mutava: 100-120 e testa alla prossima partita, chance per chiudere una martoriata stagione con una vittoria contro una squadra forse alla portata (Houston).
Partita secondo copione alla fine con i limiti del caso dei giovani Hornets limiti rispetto l’ultima uscia ma sempre evidenti già a fine primo tempo con le rubate: 0-8, i TO concessi (11-1) e il 20-32 nel pitturato incassato tra problemi di cm e inesperienza anche se Richards sistemava qualcosa inizialmente.
5-16 nei punti da fastbreak e 0-12 nei punti da turnover davano l’idea del perché a fine primo tempo il 52,9% dal campo contro il più basso 47,9% avversario non bastava ad evitare la dozzina di punti di svantaggio.
Problematiche occorse specialmente nel secondo quarto (vedi TO) che a fine partita si confermavano nei numeri per una squadra giovane fuori giri senza giocatori navigati per rompere agilmente momenti negativi evitando di incassare grandi parziali.
Alla fine la partita durava quasi tre quarti interi con Charlotte sotto di 5 (75-80 prima di incassare un parzialone da 0-19 a cavallo tra il terzo e l’ultimo quarto) rotto da un bel canestro di Mykhailiuk a 10:08.
20 i punti di McGowens (2/5 da fuori ma spesso attaccando il ferro chiudeva con un 7/12 complessivo dal campo), 18 quelli di Richards, 17 per Mykhailiuk.
I Raptors, invece, dopo averne ottenuti 22 dal solito Siakam, sfruttava l’alta percentuale al tiro da Boucher (21 punti) e Barton (20) from “on the pine”, Anunoby da 17 punti e Van Vleet da 16 accompagnavano lo 0-4 stagionale tra Charlotte e Toronto.
Un Bouknight dal portamento apparentemente imbarazzato, segna 21 punti unendosi a Mykhailiuk (26 punti) per portare in alto le guardie tiratrici di Charlotte.
Charlotte tra infortuni veri, presunti o finti non recupera nessuno dei giocatori migliori in roster e si affida ancora ai giovani contro una Toronto che ha sicuramente bisogno della vittoria per cercare di mantenere o migliorare se possibile, la propria griglia di partenza per la post season.
Il game plan di coach Nurse è chiaro sin dall’inizio, attaccare gli young e inesperti player di Clifford e competere così diventava livello nightmare nonostante l’inizio dei viola sembrasse nettamente più attivo e pimpante rispetto la gara precedente.
Charlotte tiene sino a 7:19 con Toronto in time-out dopo aver subito la drive chiusa con reverse da Mykhailiuk per il 13-11.
Poi Toronto comincia ad alternare colpi al ferro con triple, quelle di Van Vleet (15-22, abile a penetrare, ad usare pick and roll e a scaricare tanto che chiuderà con il record di franchise negli assist), Barnes (18-26) e Anunoby allontanano la squadra canadese sul 25-35 in un primo quarto ritoccato dai Raptors sul 25-35.
Gli Hornets hanno pochi momenti di esaltazione, Kai Jones diventa “Skai” Jones sul bound pass all’indietro di Maledon agganciando palla e decollando oltre il difensore per andare ad evitarlo e a schiacciare high.
A 9:08 Svi bombarda da tre, Jones poi rifila una stoppona a Barnes e dopo il salvataggio sulla laterale destra da parte di McGowens l’ucraino si ripete da oltre l’arco per il -8 (33-44) a 8:51.
Jones stoppava anche Siakam che non aveva appreso la lezione ma non faticavano i canadesi ad allontanarsi sfruttando anche palle perse e deviate che fruttavano transizioni easy con Achiuwa che metteva dentro due canestri, il secondo in alley-oop per il 48-65.
All’intervallo Charlotte arrivava attardata di ben 15 punti: 52-67, figlio di un 61,7% dal campo concesso agli avversari.
Williams con 10 punti e 10 rimbalzi era già in doppia doppia, Mykhailiuk chiudeva a 16 punti ma l’11-20 negli assist (9 di Van Vleet) affossava Charlotte.
Con pochissime speranze razionali di rientrare, gli Hornets continuavano comunque a giocare e Bouknight regalava dalla top of the key un tre in step-back apprezzabile per qualità, coordinazione, tecnica e velocità d’esecuzione per poi realizzare dalla diagonale sinistra ancora da fuori il 74-84 ma nel tentativo generoso di fermare Van Vleet nel nostro semicerchio anti-sfondamento, pur saltando nel proprio cilindro, toccava Van Vleet che andava subito per un 2+1.
A 4:18 Bouknight segnava e a 2:54 raggiungeva i 21 punti personali ma Toronto, nonostante Sneed realizzasse da tre e Mykhailiuk addirittura da 4 (con And1 per fallo di Anunoby) a :48.0 per l’86-99 non soffriva trovando sempre canestri per mantenere le distanze.
Thor fintava dal corner sx, avanzava battendo il difensore con un jumper dalla linea di fondo per il -10 e a 9:50 un circus shot di Svi Mykhailiuk valeva il massimo in carriera per l’ucraino.
Li ultimi colpi Hornets erano Sneed a 9:33 (terza tripla personale9 stoppata di Kai Jones anche su Achiuwa e tripla di Thor per il 102-112 a 6:51 ma Siakam metteva un paio di colpi – intervallato da Poeltl alla stessa maniera – nei pressi del ferro che a 3:09 portavano i Raptors sul 106-124 chiudendo il match.
L’ala piccola X. Sneed, nata il 21 dicembre 1997 ha chiuso con un 3/3 da oltre l’arco.
Alla fine Charlotte subisce pochi liberi – 8 – (Toronto però li segna tutti) ma paga tantissimo il 44-90 nel pitturato con Thor e altri giocatori poco fisici e non esperti, non portati per la difesa, che hanno concesso davvero troppo.
Mark Williams era rientrato ma con il pollice fasciato si vede che non è lui nemmeno quando tenta di rado un tiro anche se ha chiuso in doppia doppia.
Solo nel tiro da fuori Charlotte ha statistiche nettamente superiori, per il resto i TO (17) sono sempre troppi come la poca esperienza che permette a van Vleet d chiudere con 20 punti e 20 assist, anticipato in punti solo da Siakam con 36 punti e Anunoby con 23, seguito da Poeltl con 16 e Barnes con 12.
Mykhailiuk ne mette 26, massimo in carriera, Maledon smista ben 14 assist e Sneed in 15:54 chiude con un 3/3 dal campo tutto da fuori per 9 punti mentre sono ancora tanti i 21 i punti di Bouknight ma con un -18 in +/-.
Charlotte cerca di sviluppare i propri giocatori, qualcosa di interessante si nota ma nonostante le qualità (vedi l’atletismo di Jones e l’intraprendenza di McGowens che chiude con 11 punti) la squadra è carente e fragile difensivamente e naturalmente senza amalgama tornando ai palloni persi.
Hornets reduci da tre vittorie sorprendenti forse un po’ sazi e partita che non poteva esistere con tutti i migliori giocatori degli Hornets assenti (solo un Mark Williams non al meglio recuperato) per infortunio ai quali si univa in avvio di secondo quarto anche il collante P.J. Washington per infortunio al piede destro lasciando spazio a una squadra da G League piena.
Andava da sé che Chicago, partita subito meglio, anche perché spinta maggiormente a raggiungere almeno l’obiettivo dei play-in, riuscisse a creare quel margine di sicurezza che le consentiva di giocare sul velluto per tutta la partita nonostante qualche buon canestro i giovanissimi di Charlotte lo regalassero ma l’inesperienza generava turnover e fruttava ai Bulls tiri liberi a favore, oltretutto la qualità non eccelsa di alcuni giocatori (si notava molto nelle entrate inn area con palloni spesso persi o spediti da qualche parte in qualche maniera) crollava in serata come quella di JT Thor con un 3/10 al tiro e ben 4 palloni persi.
Debuttava Sneed ma anche lui senza far faville, anzi, generando subito un fallo in attacco che costava agli Hornets tre punti realizzati da McGowens.
La differenza larga finale arrivava nell’ultimo quarto quando gli Hornets si diradavano 1 i Bulls continuavano a giocare creando un parziale da 14-31 che chiudeva il match sul +30 ospiti: 91-121 chiudendo la serie stagionale in favore dei rossi per 1-3.
Difficile fermare le principali armi avversarie senza molti difensori di spessore e così D. DeRozan e LaVine chiudevano con 23 punti a testa mentre Vucevic ne aggiungeva 21 per un totale di 67 punti, oltre la metà di quello segnati dai Tori.
15 anche per Patrick Williams, 11 per White e 10 per Caruso, importanti nell’economia dei Bulls.
Il pressing iniziale di Chicago non ha impedito a Bouknight (subentrato dalla panchina) di raggiungere ben 22 punti (molte triple con 8/16 dal campo) mentre Mykhailiuk ne ha realizzati 16.
Gravi i palloni persi: 21-7 ma da una squadra improvvisata sempre più, senza troppa amalgama ciò è sembrato quasi naturale mentre i punti da turnover sono stati 10-29.
Faceva brodo anche il 7/10 ai liberi di Charlotte contro il 18/22 avversario.
45,5% per Charlotte dal campo contro il 51,1% avversario.
Game Recap
Disastrosa partenza di Charlotte che dopo lo 0-1 firmato Vuc dalla lunetta a 11:14 non riusciva a trovare varchi per segnare cominciando a perdere palloni, oltretutto la difesa di Charlotte non riusciva a chiudere bene arrivano al time-out chiamato da Clifford a 9:26 avendo incassato ben 8 punti.
Gli Hornets segnavano a 9:29 il primo canestro con P.J. Washington che impostava, si faceva restituir palla e realizzava dalla parte opposta da tre ma DeRozan replicava subito creando un contatto con McGowens per un classico mid range 2+1.
Il divario a 7:25 si assestava a 10 punti esatti quando Maledon in transizione realizzava subendo fallo ma mancando l’aggiuntivo.
Charlotte segnava da tre con Bouknight a 5:39, poi con P.J. Washington da posizione frontale, con Mykhailiuk a 1:28 e chiudeva il cerchio ancora con James Bouknight a 4 decimi tirando da lontano ma il gap rimaneva alto: -8 per il 23-31 dovuto al fatto che Charlotte perdesse 8 palloni contro uno solo dei Bulls e alla differenza dei tiri liberi: 0/1 per Charlotte, 6/7 per gli ospiti.
Nel secondo quarto segnava ancora Bouknight da distanza siderale poi P.J. Washington completava l’opera di costruzione del lazzaretto degli Hornets uscendo per un dolore al piede destro e Chicago allungava a 9:35 con la tripla di White sul 26-40.
Gli Hornets rispondevano con una tripla di Thor prima e più tardi con una mazzata a una mano di McGowens che posterizzava Vucevic dopo esser partito in corsa dalla sinistra: 35-45 che diventava un -6 (39-45) dopo un ottimo fade-away ala mid range sinistro di Maledon in uno contro uno ma Charlotte, infarcita di riserve come Sneed, calato sul parquet, si perdeva contro il rientro dei più navigati titolari avversari che portavano Chicago all’intervallo sul 46-62 davanti a Patrick Ewing (molto amico di Clifford), presente allo Spectrum Center.
Ancora una volta i TO (12-5) e i FT (1/3 Vs 12/13) giocavano una parte importante nella differenza di punteggio.
Chicago arrivava nella prima parte di terzo quarto anche sul +20 dopo un’entrata di Caruso (53-73) quindi Charlotte reagiva con le triple dagli angoli di Svi (sx) e JT (dx) per tornare sul -14 a 8:37.
L’inseguimento di Charlotte sembrava sempre naufragare, anche quando Nick Richards, per necessità, trovandosi la sfera in mano ai quasi 24, tirava per necessità da tre segnando il -9 (77-86) a 1:06 dalla terza luce rossa ma subito Patrick Williams per Chicago, dal lato, colpiva ai fianchi la squadra di Clifford con la tripla del -12 che diventava -13 dopo un ½ di DeRozan dalla lunetta.
L’ultimo quarto era inesistente con Chicago che allungava e gli Hornets rimanevano a guardare non troppo convinti del possibile recupero.
Si arrivava sul -32 prima del -30 finale con Simmons (10 day contract anche per lui) sul parquet che recuperava un buon pallone ma nulla più.
Quattro partite alla fine per l’estate più incerta forse di sempre degli Hornets che tra possibili quote di cessione della società, scelte al Draft e progetti dovranno decidere dopo più di 30 anni di vita, che squadra vorranno essere in futuro.
P.J. Washington al massimo in carriera con 43 punti, qui contro i Williams.
I quasi Greensboro Swarm scendevano ad Oklahoma City (Thunder senza Gilgeous-Alexander) – altra squadra disperata alla ricerca di un posto ai playoff – anche se inaspettatamente rispetto alle aspettative di stagione iniziali – senza Dennis Smith Jr., Hayward e i soliti ultimi noti (Rozier, Oubre Jr., Ball e Martin) e andava da sé che la gara sarebbe stata molto difficile e Clifford avrebbe chiesto ai suoi un’organizzazione difensiva solida per sopperire a tutte le assenze in questione.
Il piano funzionava per il primo quarto, equilibrato anche perché, oltre a vedere la difesa Hornets stringersi bene nel pitturato alla bisogna, si riusciva a recuperare diversi palloni e gli Hornets sempre sul filo trovavano buoni colpi per resistere o passare in vantaggio:
9:15: McGowens da 3 punti: 11-7
5:03: Thor da tre punti: 16-14
2:14: P.J. Washington da 3 punti: 19-17
3.6: Mykhailiuk in corsa appoggiava il 26-23.
Nel secondo quarto però l’amalgama di Charlotte collassava immediatamente: J. Robinson-Earl pareggiava da tre e Charlotte, attaccata nel pitturato, concedeva anche diversi FT ma lentamente riusciva a sopperire in attacco fino a rientrare al pari a 5:34 con il tre di Svi che riequilibrava a quota 42.
Non c’era il tempo per respirare che i locali segnavano da tre con J. Williams e piazzando un parziale da 0-7 si riportavano avanti 42-49.
Oklahoma City prendeva ben undici punti di vantaggio ritrovati all’intervallo chiuso sul 57-68 dopo il giro palla concluso da tre punti dalla top of the key da Joe.
14 i punti per P.J. Washington ma Jalen Williams con 19 pt. Joe con 16 e Giddey con 15 alimentavano un secondo quarto chiuso dai Thunder con 45 punti all’attivo, troppi per sperare di reggere.
Charlotte in avvio di ripresa trovava un tre punti super distanziato di Maledon (62-72 a 10:13), un secondo colpo da McGowens sulla sinistra e una tripla sul giro palla di P.J. Washington leggerissimamente decentrato a sx per il 68-74 a 9:06 che mandava Daigneault in time-out.
4I Thunder ritentavano la fuga ma si battagliava e i Calabroni tentavano di rimanere agganciati alla partita tornando al -6 a 4:24: transizione con Bouknight che da pochi passi offriva l’alley-oop dell’82-88 a Nick Richards.
Reverse jam di Jones su Pokusevski per il 92-97, arresto e tiro di Mann e ½ di Mykhailiuk prima della terza luce rossa a completare il 92-99 con il quale si entrava nel decisivo ultimo quarto.
P.J. Washington apriva alla grandissima per i Calabroni il quarto con un floater (fallo di Robinson) per un two And1, poi segnava da sotto assistito da Thor e bucava la difesa dei Thunder da oltre l’arco per riportare Charlotte al -2 (101-103).
A 9:39 Maledon, attaccando a ricciolo finiva per fare un giro a U e sbattendo sul 14 realizzava il 104-103 con And1, Thor da 2nd chance sotto reverse per il 106-103.
OKC in time-out.
P.J. Washington cominciava a diventare letale per i Thunder: 8:44, 7:23 e 6:30 piovevano le sue triple che si univano a quella inframezzata tra la prima e seconda da Svi e a quella che riportava OKC in break a 6:00 dalla fine, questa volta sganciata dal transalpino Maledon che infilava l’incredibile 123-110.
Dort replicava da tre e segnava andando a sfondare su Maledon.
Clifford non ci stava e chiamava un challenge che non aveva successo quindi l’attaccante si portava in lunetta per dimezzare lo svantaggio.
A 4:17 arrivava la schiacciata di Richards a una mano, potente e in corsa con Kelly Oubre divertentemente a fare un po’ di “cinema” in panchina ma si metteva un po’ di sale sulla partita dopo la tripla di Joe per il -5 (127-122) e i Thunder riuscivano anche pazzescamente a pareggiare con il ventottesimo punto di Williams a quota 129.
P.J. Washington segnava un 2+1 raggiungendo il proprio massimo in carriera (43 punti) con un’entrata in appoggio a 1:50 prima che a 1:16 il solito Jalen Williams mettesse dentro il pari ma sull’errore di P.J. Washington spuntava Nick Richards che riuscendo a spostare il tagliafuori di Dort in maniera ortodossa si elevava su Robinson e schiacciava in putback dunk.
Emozioni finali quando la terna chiamava un goaltending poi rivisto e dato come fallo contro P.J. Washington che aveva stoppato Williams.
Due FT per Jalen, primo mancato, Thunder che rimanevano attardati di un punto poi ½ di Thor a :13.9 e due FT per Giddey, problema di serata anche se Richards era semplicemente saltato nel suo cilindro per tentare di stoppare un tiro che non arriverà mai con la ricerca del contatto dell’attaccante.
Due FT per pareggiare, primo dentro fortunosamente, secondo leggermente storto a sx, Svi a rimbalzo nell’angolo attorniato da tre Thunder inviperiti otteneva i due liberi poi messi a segno. Thunder senza time-out che dovevano ricorrere a un baseball pass toccato da P.J. Washington, tiro da tre volante per Jalen Williams ma solo ferro, OT evitato che metteva fine al pazzo rollercoaster, Hornets alla terza vittoria consecutiva contro squadre che hanno ancora un obiettivo…
Con il tetto molto alto di Orlando e Portland per la lottery, gli Hornets, nonostante le numerose defezioni, possono giocarsela tranquillamente e la serendipità di avere gran parte del roster fuori (gli uomini che prendono solitamente tiri), P.J. Washington è entrato in the zone nell’ultimo quarto finendo con 43 punti (variabile quasi impazzita) ovviando al solo 63,3% con il quale Charlotte ha chiuso dalla lunetta.
La squadra del North Carolina però è stata brava ad invertire la rotta nel secondo tempo dopo aver concesso troppi rimbalzi agli avversari nel primo chiudendo con un 58-47 a rimbalzo mentre il 34-25 negli assist è figlio della necessità ma prezioso, significativo di una squadra che si aiuta cercando la soluzione migliore nonostante la qualità non sia sempre eccelsa nel portar palla (18-11 i TO) ma il 40,0% da tre è stato importante.
Prese meglio le misure nel finale al problema Giddey (31 punti e 10 rimbalzi), Charlotte ha patito anche Jalen Williams (altri 31 punti) ma proprio loro sono stati fatali ai compagni con gli errori finali.
Il coach dei Thunder ha fatto ruotare ben 12 uomini e il migliore in punti è stato Joe con 33 mentre l’altro in doppia cifra è stato Dort con 16.
Charlotte ha ottenuto 19 punti da Maledon, 18 da Mykhailiuk, 14 a testa per Richards e Thor, 12 da Jones e 11 da McGowens.
Solo Bouknight degli 8 uomini messi sul parquet da Clifford non ha finito in doppia cifra terminando con 6 punti ma 5 assist.
Importanti a rimbalzo Jones con 14 e Richards con 11 e T. Maledon che compensa a qualche floater non fantastico nel finale con ben 4 assurde stoppate a certificare un’ottima vittoria di squadra.
Maledon, Bouknight e Williams. I giovani Hornets sorprendono ancora Dallas.
Charlotte dopo aver inclinato su un fianco la corazzata Dallas tentava di mandarla a fondo nella rivincita a breve termine tra le due squadre.
Con gli Hornets a distanza di sicurezza da Orlando e Portland per la corsa alla lottery, i Calabroni, pur senza quattro uomini chiave erano intenzionati a dare battaglia e a mettersi in mostra anche per evidenziare i progressi personali dei vari giovani che dovranno guadagnarsi la riconferma.
Non bastano a Dallas 40 punti del trascinatore Doncic, Charlotte è giovane e perde 14 palloni contro gli 8 della squadra di Kidd che non fa fruttare l’esperienza nel crunch time.
Hornets aggressivi che dominano a rimbalzo 63-42 e nelle second chance 19-4 così come nei punti realizzati in area con un eloquente 48-26.
Charlotte vince di forza e di velocità con un 14-2 nei fast break e una visione ottimale negli assist 827-18) con cifre che testimoniano il buon lavoro di squadra.
18 punti per Irving, 15 per Hardaway Jr. e 14 per Kleber.
Doncic unico in doppia doppia con 12 rimbalzi mentre per gli Hornets il fattore Mark Williams (15 punti e 16 rimbalzi) e P.J. Washington (21 punti e 12 rimbalzi) non solo accumulavano numeri per la doppia doppia ma avvantaggiavano i Calabroni che guadagnavano rimbalzi mentre dall’altra parte sfruttavano i loro piccoli per mettere in difficoltà i lunghi opposti.
Hayward ha chiuso con 22 punti, DSJ con 14 poi ecco gli young con 38 punti: 9 a testa per McGowens e Thor, 7 per Mykhailiuk, Maledon 6, 5 per Bouknight e 2 per Kai Jones, tutti giovani in cerca di un posto al sole.
Game Recap
Ottima partenza di Charlotte che segnava dal corner sinistro con P.J. Washington, poi era Hayward a dare il bianco con un fade-away estremo fluttuante nel tempo che era poesia per gli occhi ed eludeva l’intervento aggressivo del difensore.
Gordon tornava a segnare a 7:39 in un turnaround fade-away dal post basso sinistro con And1 per il 14-3 e poi andava a bersaglio con un altro floater, Dallas accorciava a 5:25 con la tripla di Kleber che si univa ad Irving (suoi gli unii due canestri dal campo per Dallas precedenti) ai marcatori texani per il 18-8.
Gordon – senza figuri illustri infortunate intorno – dava il ritmo e produceva anche punti come quando a 3:33 segnava due liberi per giungere ad 11 personali quindi arrivava un momento tre-mendo per Dallas che incassava le bombe di Mykhailiuk e JT Thor, abili a trascinare Charlotte sul 30-12 prima che il quarto andasse in archivio con gli ultimi 4 punti Mavs per il 30-16.
Nel secondo quarto la panchina Hornets sembrava cedere qualcosa e i Mavs ripiombando sul +6 innescavano l’esigenza di canestri più sicuri; si muoveva P.J. Che in mismatch con Irving correggeva sé stesso schiacciando prima e poi si girava nel pitturato per l’hook del +10 (37-27) a 7:07.
Bouknight, assente per lungo tempo, finalmente tornava a segnare punti per gli Hornets infilando una bella tripla e andando in coast to coast per passare due difensori larghi e depositare il 44-27 a 5:18.
Gli Hornets prendevano anche il +19 con un canestro di Maledon nel pitturato e un passaggio no look fantastico dello stesso per Williams che da sotto scartava il cioccolatino: 48-29.
Si svegliava però Doncic che infilava una seri di triple consecutive e Dallas a 1:39 accorciava sul -6 (51-45) prima che il “Condor” Williams catturasse un rimbalzo incredibile sulla testa di Kleber e andasse a prendersi due tiri liberi sulla seconda continuazione.
55-48 a fine primo tempo, vantaggio dimezzato rispetto a fine primo quarto ma Hornets vivi ed attivi colpiti solamente da qualche tripla di Luka.
Ad inizio terzo quarto non succedeva moltissimo nel punteggio ma Kleber tratteneva pesantemente Mark Williams, nessuna sanzione particolare, solo rimessa, più suscettibile l’arbitro esperto alle proteste di Doncic a 7:51, 16° tecnico per lo sloveno e Hayward ringraziava con il FT del 60-52.
Kleber, Doncic e Bullock realizzavano da tre e Dallas si trovava sul -1 velocemente – a 5:25 – quindi McGowens – come a Dallas – era l’uomo giusto al momento giusto; questa volta le bombarde erano due così come quelle di Thor che dai lati fulminava i Mavs prima che Doncic in reverse appoggiasse un reverse layup e rischiasse il secondo tecnico e si volava sul 74-70 nel tourbillon rapido di avvenimenti.
Charlotte nel finale beneficiava della bench: 2 pt. di McGowens che correggeva sé stesso in transizione e poi floater di Maledon che in difesa anticipava Green il quale commetteva involontariamente fallo così i due FT a segno chiudevano il quarto sull’81-72.
Dallas, mai stata in vantaggio, si trovava sul -1 dopo le triple di Hardaway Jr. da destra e quella frontale da transizione di Irving: 90-89, preludio del sorpasso a 5:44 con un’altra, ennesima, tripla di Doncic che mandava sul 90-92 Dallas, per la prima volta in partita in vantaggio.
Charlotte riusciva a segnare con Hayward che fintava e fuori equilibrio dal pitturato sbatteva su Wood: 2 And1 e vantaggio Charlotte che prendeva respiro da un wide open di Gordon che dava il 96-92 ma una Dallas indomita rimontava con le triple di Kleber e Irving che a 4:17 faceva correre i texani sul 97-98.
Charlotte sparava un parziale da 7-0partendo dalla tripla catch n’shoot di P.J. Washington pescato in transizione e chiudendolo con due FT di Williams a 2:02.
Crunch time rovente con la tripla di Doncic a 1:18 per il 104-101 ma Dennis Smith Jr. prendeva la baseline destra e volava nella stratosfera per agguantare la sfera alzata da P.J. Washington e chiudere in esaltante alley-oop.
Kleber da tre mandava i Mavs sul -2 (106-104) ma dalla drive di Gordon con passaggio per Williams nasceva l’occasione per il nostro centro che attorniato cambiava lato e depositava.
Doncic provava un lungo 3 ma andava corto e gli Hornets la chiudevano con Svi in lunetta a :16.4.
110-104 il finale con Charlotte a vincere 2-0 la serie con Dallas.
P.J. Washington (28 punti, in combo con Hayward 53) aiuta gli Hornets ad uscire vittoriosi dal Texas. In foto affrontato dall’ex C. Wood.
Flagellata dagli eventi i menomati Hornets parevano non voler estrarre il pungiglione in Texas in un back to back per di più…
Backcourt “nuovo” di zecca con Dennis Smith Jr. e Mykhailiuk che sostituivano Ball, Rozier e Oubre Jr. tutti fuori causa tanto che in serata ci sarà breve spazio anche per i richiamati da Greensboro: Maledon e Bouknight fatti salire su un aereo di corsa.
Alla fine i Calabroni disputavano un’ottima partita di squadra aiutandosi, ispirati offensivamente inizialmente da P.J. Washington (28 punti, motivato con il padre Paul Washington sugli spalti) e Gordon Hayward (25 punti) con Dennis e Svi capaci di realizzare 13 punti a testa (9 assist per il primo anche, Richards chiudeva con 10 punti e 10 rimbalzi, anche i lunghi Mark Williams (recuperato ma partito dalla bench e JT Thor davano un bel contributo con 13 punti e 8 rimbalzi il primo e 12 punti, 3 rubate e 2 stoppate il secondo.
Buona difesa, rubate, fast break, gioco di squadra con passaggi interessanti (fiera dell’And1) e tiro da tre punti le macro di squadra finali che avvantaggiano gli Hornets contro una Dallas impegnata a trovare un posto ai playoff e caduta clamorosamente in casa nonostante i 34 punti e 10 rimbalzi di Doncic, i 18 di Irving (1/8 solo per lui da 3), Wood e Powell offrivano poi 14 punti a testa completando gli uomini in blu in doppia cifra.
Serata magica per Charlotte che raggiungeva anche il +21 prima che Dallas tornasse nell’ultimo quarto sul -1 con le risposte di Williams e il big 3 (unico canestro in serata m al momento propizio) di McGowens, classe operaia al potere.
Game Recap
Doncic apriva le danze da due punti ma Mykhailiuk rispondeva subito da tre punti, Irving mancava uno dei tiri liberi portando la partita in parità ma gli Hornets trovavano i canestri dei due protagonisti del primo tempo: P.J. Washington (10:31) e Gordon Hayward (9:58) per il 7-3 accarezzando primordiali idee di fuga quando un two in a row di P.J. Washington (ben trovato da due passaggi smarcanti) mandavano Charlotte sul 14-8 a 7:39.
La squadra di Clifford continuava a giocare bene trovando la schiacciata di Richards su assist geniale di Hayward che faceva da sé poco più tardi per un fade-away rainbow.
Doncic spingeva i Mavs al 18-16 ma un alley-oop di Richards era il preludio all’allungamento delle distanze: Hayward e schiacciata di Richards a 4:01 per il 26-20, tripla di Thor e turnaround del rientrante (bentornato) Mark Williams a 2:38 più lo step-back di Mykhailiuk che dall’angolo destro assestava una tripla e un colpo apoplettico alla bench dei Mavs (colpita poi ancora da Thor da 3) ed incapace di reggere: 37-26 il finale di primo quarto.
L’ucraino di Charlotte avviava il secondo quarto con tre liberi e a 11:03 Williams contro due difensori appoggiava ottenendo anche l’And1 del +19 (45-26) prima che velocemente Kidd si affrettasse a rilanciare sul parquet Irving prime e Doncic poi.
Erano più che altro Powell in alta quota da alley-oop e Ntilikina a dare un po’ di brio all’offensiva dei blu che a 6:18 si presentavano sul -12 dopo un And1 del francese.
Irving realizzava in corsa alla vecchia maniera e Doncic infilava da tre ma per ben due volte alle stelle avversarie Hayward replicava in maniera identica rispondendo ed intervallando i canestri dei locali che a 3:43 vedevano scomparire il divario in singola cifra: 58-48.
Charlotte assorbiva la botta e tornava a salire lentamente chiudendo il quarto con l’alley-oop di Williams su cortesia di Hayward.
69-55 all’intervallo a sorpresa.
A fine primo tempo le ragioni del vantaggio erano presto dette: 55,8% contro il 47,7% dal campo (46,7% Vs 18,8% da tre punti), 18-12 negli assist e 2-0 nelle stoppate che per quanto possa sembrare risibile testimonia l’attenzione difensiva di Charlotte (battuta qualche volta via aerea dagli alley-oop di Powell) e della costruzione offensiva attraverso il gioco di passaggi degli Hornets.
Irving provava da tre a ridare un senso al match in avvio di ripresa ma Charlotte segnava da due con P.J. Washington in jumper frontale a 7:53 e con lo stesso player da sotto per un two and1 a 7:14 (80-66) con gli Hornets a macinare canestri interessanti come il reverse galleggiante di Hayward che resisteva al fallo di Bullock dopo aver tagliato in back-door.
A 6:46 quindi altro And1 ed 83-67, vantaggio che saliva con Richards a 5:33 e fischi dei fan dei Mavs all’indirizzo della propria squadra.
A 4:26 pazzesco Hayward che tagliava i rami secchi Green e Wood andando in corsa a resistere al fallo e al contatto segnando di forza dalla media ravvicinata con altro, ennesimo And1 per il 90-69.
Per i Mavs, alla disperata, si scatenava Doncic con 10 punti ma a 1:30 P.J. Washington replicava il libero addizionale per il +14.
La partita tornava intensa quando Hardy infilava due triple consecutive mandando sul 93-85 il match.
La panchina di Charlotte era in difficoltà in avvio di ultima frazione e Dallas tornava a mettere paura avvicinandosi sino al 97-96 quando ad Hardy bastava un mezzo blocco alto per prendere la via centrale ed appoggiare con la difesa di Charlotte che non aiutava per scarsa comunicazione.
Clifford correva ai ripari chiamando sul cubo 4 titolari di serata ma Williams (correzione) e McGowens (big 3 dal corner destro) avevano un lampo d’orgoglio per riportare a +6 Charlotte a 7:09.
Thor nel pitturato e la wide open frontale a 5:58 di DSJ davano a Charlotte un margine di 11 punti, Wood e Svi si rispondevano da oltre l’arco e a 3:38 da persa di Doncic, Richards andava a schiacciare in transizione il 112-101 ma Dallas in qualche maniera cercava di rimettere in piedi la partita segnando con Doncic un floater (mancava per onestà il fallo sul passaggio in mezzo a due difensori Hornets).
I Mavs si giocavano il challenge su una stoppata affondata di Doncic su Richards.
Piuttosto incredibile tra il contatto e l’affondo i Mavs l’abbiano vinta ma… dato che “San Giovanni non fa inganni” (almeno in questo caso), DSJ sulla rimessa possesso successiva, tirando da casa sua, centrava la tripla del 117-109 a 13:07 chiudendo la partita definitivamente con il cinque aggressivo in break all’assistente Kreutzer super felice.
Cuban rimaneva una maschera di sale e gli Hornets strappavano la più improbabile vittoria dell’anno.
Dennis Smith Jr. e Nick Richards (9 punti e 14 rimbalzi) cercano di fermare B. Ingram (n° 14) mentre da sx a dx, JT Thor, Valanciunas (17, NOP) e Terry Rozier, osservano.
Il derby in Louisiana praticamente non esiste.
Gli Hornets – eliminati aritmeticamente da un po’ alla corsa playoff – giocano una partita da fine stagione senza eccessivo impegno ma le posizioni in classifica per il Draft sono ormai consolidate con le ultime tre squadre che non hanno intenzione di vincere.
Charlotte fa quindi ampio credito per il futuro ai cugini, impegnati alla rincorsa playoff pur senza Zion, a bordo parquet.
Una squadra ancor più rimaneggiata è Charlotte che perdeva per infortunio in partita anche Rozier (piede destro dolorante, era già in dubbio) nel primo quarto e Kelly Oubre Jr. (spalla destra) nel secondo e anche DSJ dava forfait con Charlotte a finir la partita con soli due uomini in panchina.
Il compleanno di Gordon Hayward era rovinato quindi piuttosto in fretta anche se già dall’inizio le velleità di Charlotte non erano parse così intense tanto che Valanciunas nell’1-9 sul quale arrivava New Orleans a 10:16 metteva lo zampino con 6 punti (altri 3) di McCollum poi iniziava lo show Ingram (bello il reverse in allungo nel traffico chiuso con l’And1) che realizzava ben 17 punti nel primo quarto portandosi avanti per la prima tripla doppia della sua carriera ed assicurando il vantaggio eterno in partita alla squadra della Louisiana che chiudeva il primo quarto sul 24-37.
New Orleans trovava diversi tiri in entrata circus o quasi e nonostante il parziale di 11-2 nel finale di primo tempo chiudeva avanti 57-62.
A 4:13 del terzo quarto i Calabroni si avvicinavano con la tripla di Mykhailiuk dall’angolo in catch n’shoot (assistito da McGowens) ma con larghissima parte della panchina sul parquet l’inconsistenza di Charlotte si faceva sentire e Valanciunas ed Ingram tornavano a far la voce grossa in una serata nel quale all’ex losangelino riusciva moltissimo: palleggio in mezzo alle gambe, pullup lungo leggerissimamente decentrato a sx dalla posizione frontale, tocco di Thor mentre la palla viaggiava per rimbalzare 5 volte sull’0anello e finire dentro così come il FT: 79-88 a :36.5.
La jam di Jones immediata non resuscitava gli Hornets che nell’ultimo quarto arrivavano sotto i 4 minuti realizzando solamente un tiro dal campo e due FT con Valanciunas che a 3:54 faceva toccare il +23 (85-108) ai locali prima della tripla di Mykhailiuk a 3:40.
96-115 era il risultato finale con la squadra di Willie Green che ha catturato più rimbalzi nettamente: 46-58, commesso meno TO (17-11) realizzato più punti nel pitturato (44-62), usato meglio le 2nd chance (7-19) e tirato meglio da fuori (24,3% contro il 32,4%) anche se Charlotte complessivamente ha tirato quasi come NOLA (45,8% contro 45,9%), differenza infinitesimale sulle però 83 conclusioni totali contro le 98 avversarie.
30 punti, 11 rimbalzi, 10 assist per Ingram, 20 punti e 19 rimbalzi per Valanciunas, altro trascinatore per la squadra palustre che beneficiava anche di 20 punti di McCollum, 19 di Murphy III e 16 da parte di Naji Marshall.
Charlotte aveva il proprio top scorer con P.J. Washington a 18 punti, seguivano Mykhailiuk con 15 e Hayward a 12.
21:41 i minuti sommati per Rozier ed Oubre Jr., 21:54 per DSJ che segnavano rispettivamente 5, 8 ed 8 punti per 21 totali dei 96.
Hornets impegnati domani notte nel back to back a Dallas prima di due sfide consecutive contro dei Mavericks con qualche problemino mentre New Orleans muove sul 36-37, undicesimo posto, sperando che i Calabroni facciano lo scherzetto ai Mavericks (per entrare ai play-in) che come i Lakers hanno il medesimo record della squadra di Green.
Gordon Hayward, 22 punti, 5 assist con due canestri al rallentatore da And 1 spettacolari.
Charlotte recupera 21 punti da 6:55 del secondo quarto e vince inaspettatamente nel finale (a 6:25 dell’ultima frazione si trovava ancora sotto di nove) una partita che spezza la serie di 4 L consecutive casalinghe.
Il finale di Charlotte è confidente e l’attacco equamente suddiviso.
Le statistiche principali (quasi tutte) si vanno a pareggiare dopo il brutto avvio e Charlotte alla fine usa le proprie caratteristiche per avvantaggiarsi. 12-5 nelle steal, 11-21 nei TO e 22-12 nei punti da fast break riuscendo a pareggiare i punti nel pitturato: 50-50.
Indiana ottiene 20 punti a testa dalla coppia Turner/Hield, 18da Mathurin e 12 da Isaiah Jackson che non bastano però ad evitare una sconfitta che la fa scivolare, ora, quasi al di fuori della possibilità di giocarsi una remota speranza per i play-in.
Per Charlotte arrivano 28 punti da Oubre Jr., 23 da Rozier e l’ennesima doppia doppia (undicesima credo) di Richards che chiude con 14 punti e 17 rimbalzi, ovviando un po’ alla problematica di squadra da rimbalzo (37-48 Pacers alla fine) con P.J. Che ha giocato qualche minuto come centro con Clifford che, ancora, non si affida totalmente a Kai Jones (2 punti, 2 stoppate e 3 rimbalzi) dando una rotazione più ampia al ruolo.
W inaspettata quindi che porta Charlotte a 23 vittorie in stagione prima della trasferta “derby” a New Orleans, città di Kelly Oubre Jr….
Game Recap
Avvio difficoltoso per Charlotte che subiva l’inizio ospite: Nesmith con l’appoggio in corsa sorprendeva in transizione degli inconsistenti Hornets portando i gialli sul 5-15 a 8:31 e nonostante il time-out chiesto da Clifford il primo quarto continuava ad essere un disastro con Turner che accumulava e segnava FT mentre Brissett aggravava la situazione con una tripla e un giro sul piede perno con conseguente soluzione in reverse layup da terzo tempo per il 20-37.
Dennis Smith mancava un reverse, Mykhailiuk si mangiava un contropiede andando da solo ad appoggiare malissimo, in maniera scoordinata un pallone che non saliva oltre la linea del ferro e Indy a fine primo quarto comandava 22-40.
Il secondo quarto cominciava con gli Hornets che parevano non avessero più nulla da dire ma continuavano a giocare come chiesto da Clifford e con i Pacers con un game plan preciso come quello di attaccare il ferro, ne usciva una partita molto spezzettata con innumerevoli FT da ambo le parti.
Nwora che apriva il quarto con una tripla mandando sul -21 Charlotte, un divario mantenuto a lungo, appunto, grazie a liberi e tiri intorno al ferro poi Charlotte realizzava 3 FT a 5:06 con Rozier, Oubre Jr. sbatteva su Nesmith in transizione reggendo e segnando anche l’And1 del 45-56 mentre a 4:15 Richards con due FT portava sul -9 Charlotte (47-56) prima che Hield con 5 punti consecutivi (tripla e jam a una mano dopo la fuga) creasse un intoppo alla rimonta.
Charlotte però rientrava e dalla destra sorgeva Gordon Hayward che in corsa di girava verso canestro in salto a rallentatore sul contatto con Nwora: jumper perfetto non riconosciuto in un primo momento dalla terna come continuazione ma poi assegnato come l’And1 affondato da Gordon per il 56-64.
Charlotte chiudeva quindi sul -8 i primi 24 minuti (58-66) cercando di recuperare la partita.
Nel terzo quarto Charlotte si avvicinava a 9:11 con una steal di Oubre Jr. su Hield chiusa in plastica jam per i fotografi ed il 68-72 quindi a 6:45 era lo stesso numero 12 a trovare la retina dal corner destro per il pari a quota 75 e a 4:42 gli Hornets dallo stesso punto – con JT Thor nell’occasione – trovavano la botola per far calare i Pacers sul -1 con un’altra tripla: 80-79.
Il finale però vedeva McConnell (subito tripla) e Jackson molto attivi (alley-oop da McConnell) portare la squadra di Carlisle sull’84-88 con Charlotte che mancava clamorosamente due rapide e violente jam con Oubre Jr. e DSJ prima che Kelly tagliasse il divario quasi splittando due FT per l’85-88 finale di quarto.
La partita era riportata comunque in linea di galleggiamento a 11:03 dell’ultima frazione quando DSJ, penetrato sotto canestro, era attorniato da avversari, scarico e tripla per Mykhailiuk da catch n’shoot per l’88-88.
Indiana però tentava di scappare piazzando due bombe dal corner sinistro: Nwora e Hield (8:07) trascinavano la squadra dell’Indiana sul 94-100.
Hield prometteva di chiudere la partita nella maniera più logica possibile indovinando un altro tre a 6:25 spingendo i Pacers sul 96-105.
Charlotte accorciava con la tripla dal solito angolo destro di Mykhailiuk poi P.J. andava dentro appoggiando nel traffico intorbidendo le acque alla difesa dei Pacers i quali si perdevano in attacco ed in difesa non pescando Rozier da tre dalla diagonale destra sulla transizione e nemmeno il catch n’shoot di Hayward (3:33, assistito dalla drive con scarico di T–Ro) dall’angolo sinistro per il sorpasso:107-105.
Un challenge vinto da Clifford (fallo chiamato a Rozier inesistente da dietro) mentre Kelly davanti toccava la sfera a Nembhard in entrata era provvidenziale, lo stesso player di Atlanta era condizionato da Richards poco più tardi che lo fermava quindi a 1:08 Nesmith segnava il 109-107 fermando una serie di 11 errori consecutivi della squadra di Carlise, il quale predicava calma dalla panchina ma ad avere ancora più flemma era Hayward che a :52.3 si ripeteva chiudendo il match.
Jumper rallentato sul contatto con Nembhard, la terna chiamava ancora il fallo non sul tiro ma poi era giustamente accordata la continuazione ed il libero del 112-107 chiudeva de facto i conti con Charlotte a galleggiare bene negli ultimi secondi regalando finalmente una piccola gioia ai fan dello Spectrum Center e a quelli sparsi sul globo.