Avanti, March! Hernan, go!

Il calendario di Febbraio sta volgendo al termine per quel che riguarda le partite da giocare.
Saranno ancora quattro (Vs Nets, @ Wizards, Vs Pistons, Vs Bulls), prima di voltare pagina e affacciarci a un marzo decisivo.
Avevamo iniziato bene il mese con le vittorie su Pacers e Suns, pooi la rovinosa serie di 4 sconfitte consecutive ha nuovamente tagliato le gambe a una squadra in difficoltà.
Rimangono comunque negli occhi le giocate di Walker, di Dwight e qualche blitz di Lamb, oltre alle foto delle Honeybees, la cui grazia non guasta mai…

Rossy. Dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Laken, ormai “veterana”… Dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Con le ultime due partite disputate nella notte (vittoria dei Nuggets per 134 a 123 sul campo dei Bucks e l’affermazione interna dei Timberwolves sui Lakers per 119-111) si è giunti al classico stop da All-Star-Game.
 
Durante l’ultima partita degli Hornets, disputata a Orlando nella serata americana di San Valentino, i ragazzi di Clifford sono riusciti a strappare finalmente una vittoria in una gara punto a punto continuando la recente tradizione positiva contro la squadra della Florida.
 
Ormai scatenati gli amici del blog, dopo l’esperienza di Paolo (appena dopo Natale, in casa contro Boston), anche l’amico brasiliano Michele è andato “live” sul posto, appositamente per vedere un match di Charlotte, riuscendo anche a “consegnare” al volo, un presente (una maglia dell’Ararurama F.C., formazione della quale Michele è copresidente, militante nel Campionato Carioca di Serie B2) per Julyan Stone, terzo play di Charlotte ed ex Reyer Venezia, sembrato un po’ sorpreso del gesto.
Fortunatamente Michele ha assistito a una vittoria, dopo la quale, oltre alle successive partite menzionate a inizio articolo, si può andare a comporre una classifica che rimarrà ferma una settimana.
Così a Est:
 
Come forse avrete notato, ho aggiunto un’ultima riga verticale indicane il numero di partite mancanti contro ogni squadra dell’Est.
In sfondo giallo nella fila precedente, gli head to head stagionali già finali.
 
A Ovest le sfide mancanti saranno 4:
Phoenix, Memphis, Dallas e New Orleans.
L’ultima sarà il reale ostacolo, un derby da giocare in Louisiana contro una squadra (senza Cousins) di medio livello il 14 marzo (data italiana), mentre le altre tre sfide saranno contro squadre di bassa classifica, quindi più abbordabili, immaginando che qualche formazione sarà propensa a tankare.
Il 25 marzo avremo l’ultima sfida a Dallas.
Troppo presto oggi per poter fare previsioni a lungo termine.
Certamente la situazione non è idilliaca considerando che ormai mancano solamente 25 partite e il -9 dal “pareggio di bilancio” non basterebbe probabilmente nemmeno a raggiungere gli Heat che attualmente sono fermi all’ottavo posto con un record di 30-28 con gli scontri diretti decisamente a loro favore.
 
Paradossalmente, se dovessimo riuscire a riavvicinarci intorno a metà marzo, dalla seconda metà quasi alla fine del terzo mese avremo sei partite su sette contro squadre di bassa classifica, l’”avanti, march!” quindi potrebbe essere un motto decisivo.
Ovviamente non voglio creare illusioni, le possibilità non sono tantissime perché c’è da sbagliare il meno possibile ormai…
Avremo 11 partite in casa e 14 in trasferta, ma non in tutte le occasioni la località farà la differenza.
Dopo un buon inizio di stagione casalingo, al quale fece da contraltare il disastro in trasferta, il fattore campo è completamente saltato fino a invertirsi in qualche occasione.
Il 15-15 casalingo la dice lunga…
Il 9-18 da trasferta potrebbe essere migliorabile, ma la situazione attuale assomiglia a un domino con i pezzi spinti inizialmente da un polpastrello.
Se le tessere cadranno per il verso giusto potremmo risalire, se invece, qualcosa s’incepperà nell’imprevedibile meccanismo, ci troveremo fuori dai playoffs per il terzo anno su quattro tentativi.
Washington, Boston e Toronto saranno tessere infilate in mezzo ai primi pezzi a dover cadere, non sarà semplice…
 
Intanto, l’artefice principale delle speranze degli Hornets è volato a Los Angeles (causa All-Star Game) tenendo in mano la fiaccola (non quella olimpica datata 1984) che illumina il cammino di Charlotte.
I suoi 22,9 punti di media dicono che al momento si trova in 17^ posizione nell’intera classifica NBA dedicata, davanti a quel Porzingis (22,7 pt.) che il neoarrivato Hernangomez ha aiutato a portare fuori dal campo dopo il grave infortunio.

Hernangomez con la sua nuova divisa.

Proprio lo spagnolo parla in un’intervista (by Sam Perley) uscita sul sito ufficiale:
 
“Voglio dire grazie ai Calabroni.
Penso che sia un nuovo capitolo per me.
Sono molto entusiasta di far parte di questa squadra e di questa famiglia, penso che imparerò molto con questo staff tecnico e i compagni di squadra.
Non vedo l’ora di incontrare anche i fan.
So che i miei compagni di squadra mi aiuteranno molto. Coach Cliff. farà del mio meglio per me e cercherò di migliorare i miei compagni di squadra.”
 
Lo scorso anno Willy ha fatto registrare con i Knicks 8,2 punti, 7,0 rimbalzi e 1,3 assist giocando più di 18 minuti a partita (72 le presenze), ma quest’anno ha usufruito di poco spazio (solo 9 i minuti concessi di media in 26 partite), trovando affollamento nelle rotazioni dei “Pantaloni alla Zuava” orange.
 
“Forse non era il mio posto”, ha detto.
“Voglio dire grazie all’organizzazione dei New York Knicks.
Tutte le persone che ci lavorano mi hanno aiutato molto dall’inizio in questi due anni.
Proprio ora, qui, voglio solo fare del mio meglio e mostrare ai miei compagni di squadra e ai miei allenatori che possono fidarsi di me. “
 
Nicolas Batum ha detto su di lui:
“Ho affrontato Willy (riguardo le competizioni per nazionali) un paio di volte.
È un buon giocatore.
Molto abile, molto fisico, molto intelligente.
Non credo che molte persone lo conoscano davvero, ma ci darà molto perché è un giocatore molto intelligente.”
 
Willy ha un fratello, Juan, che attualmente gioca per i Denver Nuggets e sua sorella minore, Andrea, è una delle migliori giovani giocatrici in Spagna.
Sua madre, Margarita Geuer, ha giocato nella nazionale spagnola dal 1985 al 1993 e suo padre, Guillermo, era un giocatore professionista.
 
“Penso che mia sorella sarà la migliore”, ha detto Hernangomez interrogato sull’argomento.
“È ancora molto giovane, ma penso che sarà la migliore, si spera.”
 
Sulla città invece…
 
“Mi piace la città.
Il tempo è bello.
New York è molto fredda.
La gente è stata molto simpatica con me sin dall’inizio (a Charlotte).
È una città pulita, una piccola città.
Mi piace veramente.
Sono stato qui un paio di giorni a passeggiare, quindi ho avuto modo di conoscerla un po’ di più.
Mi sento a casa, quindi è grandioso…
Nuovi ristoranti Nuovi posti.
Non sento odore di cibo ovunque vada come a New York. Non sento rumori (frequenti) come le sirene della polizia o qualsiasi altra cosa come a New York.
È super silenzioso.
Posso davvero riposare e dormire.
Essere davvero concentrato su ciò che ho bisogno di essere è grandioso.”
 
Charlotte però, scambiando O’Bryant, ha inserito un lungo di maggior valore rispetto al buon JOB.
Clifford non fa giocare in genere moltissimo i rookie, chissà che un sophemore…
Sicuramente le rotazioni sono affollate tra i lunghi.
Se come ali grandi Marvin Williams e Kaminsky interpretano il ruolo da stretch four, pronti a sparare da fuori, facendo anche qualche puntata verso canestro, magari attraverso scambi/pick and roll per Marvin e invenzioni per Frank, nel ruolo di centro troviamo l’immarcescibile Howard che occupa la maggior parte del tempo sul parquet peri i Calabroni.
Zeller, appena rientrato, si sta riprendendo.
Sicuramente Hernangomez ha qualche arma differente rispetto a Cody e Dwight ma le rotazioni dei lunghi a Charlotte sembrano essere comunque affollate, tanto che JOB con il rientro di Zeller, difficilmente avrebbe visto il parquet.
 
Sono curioso di vedere se troverà spazio in un team che Clifford fa abitualmente ruotare a 9/10 uomini e altrettanto desideroso di vedere se, attraverso la sua intelligenza cestistica, saprà ricalcare un po’ le orme da passatore lungo che qualche anno fa occupavano McRoberts ai Bobcats e Hawes, sempre agli Hornets…
 
Per ora Willy, dichiarazioni di rito a parte, sembrerebbe essere abbastanza felice di chiamare Charlotte come sua nuova casa, vedremo se avrà la possibilità di darci una mano tentando d’agguantare uno degli ultimi due posti a Est per veder il sorgere dei playoffs…
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

Un pensiero su “Avanti, March! Hernan, go!

  1. Questa gara a orlando è stata bellissima!!! Grande vittoria dei hornets!!! Io sono uscito molto felice per potere regalare la maglia della mia squadra brasiliana a Julyan Stone. Grande abbraccio Igor e forza Charlotte

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