Classifica a Est il 13/02/2017

Aggiornando la classifica a Est, rispetto a qualche tempo fa, ci si trova di fronte a qualche sconvolgimento.

Cleveland, anche senza Love, è ancora saldamente al comando, Toronto, nonostante abbia ritrovato DeRozan, ha perso qualche posizione, dalla seconda è passata alla quarta, Boston e Washington sono salite rispettivamente al secondo e al terzo posto sfruttando il loro ottimo momento, Atlanta ha ceduto la leadership della Southeast Division ed è anche momentaneamente out per avere il fattore campo a favore (essendo quinta) nei Playoffs.

Indiana mantiene la sesta posizione ma è un po’ in crisi, così come Chicago (subito dietro, alla caccia sul mercato per ottenere i P.O. mancati lo scorso anno) che fatica. Detroit si risolleva nella notte con una tripla di Caldwell-Pope dall’angolo destro (imbeccato da Ish Smith natio di Charlotte) che serviva per superare nei secondi finali i Raptors (101-102).

Charlotte è la prima delle escluse ma nelle ultime 10 ha vinto solo contro i derelitti e tankanti Nets, perdendo le restanti 9, così ora si ritrova a contatto Miami che sfrutta il percorso inverso (9-1), con un parziale di 13-0 fermato da Philadelphia nell’ultima gara disputata dai disciplinati ragazzi di coach Spolestra.

Segue Milwaukee che ha perso per tutta la stagione Jabari Parker, toccherà ad Antetokounmpo cercar di tener vive le speranze dei Cervi in ottica post season. New York ha ancora chance, la città del frutto proibito e della nuova fiamma dalle sembianze di Unicorno pare ormai pronta a terminare l’era Melo ma oggi è a sole 3,5 partite da Motown, mentre per le altre si fa più complicato. Phila ha aperto un trend positivo ma ha perso Embiid almeno sino al 24 febbraio e senza Okafor sino il 15. Per Charlotte… occasione propizia stanotte affrontare i 76ers in casa e senza i due centri principali avversari, anche se nelle nostre fila di contro, Zeller è ancora in dubbio.

Orlando ha messo sul mercato Ibaka e aveva Vucevic. Che cosa vogliano fare i Magic ora è difficile a dirsi, c’è ancora qualche giorno per effettuare scambi… Morente sul fondo invece è Brooklyn che non vince da dodici partite.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.