La classifica a Est il 6 dicembre 2016.

Charlotte vince a Dallas e risale (almeno momentaneamente) tra le prime quattro teste di serie a Est anche con Marvin Williams ancora out. L’iperestensione del ginocchio e la contusione ossea potrebbero rendere ancora incerta la sua presenza per domani contro i Pistons, attesi a Charlotte per una rivincita.

Nella notte gli Hornets approfittavano di diverse cadute di rivali divisionali o di Conference.

L’immediata inseguitrice nella Southeast vive una crisi profonda. Settima caduta consecutiva per gli Hawks che cedono ai Thunder 99-102. Hardaway nel finale era ben contenuto da Oladipo e tentando una tripla assurda per pareggio che avrebbe portato all’OT la gara era costraetto a forzare un tiro che non vedeva nemmeno il ferro…

Pacers travolti dei lampi dei Warriors a Oakland: 106-142 il finale.

Anche i Bulls cadevano contro i Trail Blazers per soli due punti con Lillard che a :04.3 dalla lunetta portava a +5 i suoi, inutile la tripla siderale di Butler sulla sirena, mentre lo scarto si riduceva a uno per Boston che comunque non ce la faceva a Houston (106-107 il finale), dove Harden decide segnando 37 punti (ma commettendo un flagrant a pochi secondi dalla fine) consegnava a Thomas e ad Horford (due volte) la possibilità per i supplementari. L’ex centro di Atlanta però falliva clamorosamente l’ultimo layup e i texani sopravvivevano.

Anche i Bucks perdevano di uno, in casa contro i corsari Spurs (96-97). Un goaltending di Antetokounmpo su Aldridge, il quale aveva appena preso il rimbalzo offensivo, dava il risultato finale, anche se sull’ultima possibilità Bucks, Teletovic utilizzava uno scarico nel corner destro; liberato provava un open 3 che colpiva solamente il ferro e consegnava la vittoria agli ospiti.

La classifica a oggi:

 

class6dic2016

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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