Game 24; Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 88-97

Gli Charlotte Hornets facevano visita nella notte ai Cavalieri ripiombando in pieno medioevo.
Se i Cavalieri in quei tempi si trovavano a proprio agio, altrettanto non si può dire per i Calabroni, che in questo periodo tardo autunnale sono già in ibernazione, così la società parrebbe aver sostituito gli originali con quei ditteri gialloneri che assomigliano a delle vespe ma che in realtà non sono della stessa famiglia e soprattutto non sono in grado di pungere.
La partita è iniziata così, con gli Hornets non in grado di pungere e con i Cavaliers che senza troppi problemi si sono potuti avvicinare al nido dei Calabroni visto che questi insetti sostitutivi non sono stati in grado di difenderlo.

Hornets in campo con la maglia viola (mai vinto in trasferta con questa maglia, solo una vittoria in casa contro Miami) con; Walker, Stephenson, Kidd-Gilchrist, Zeller e “Big” Al Jefferson. I Cavs rispondevano con; Irving, Marion, LB James, Love e Varejao.

Henderson schiaccia approfittando della mancanza di comunicazione della difesa di Cleveland.

Henderson schiaccia approfittando della mancanza di comunicazione della difesa di Cleveland.

La palla a due era vinta dai Cavaliers, i quali inauguravano il tabellone immacolato con un jumper di K. Love dalla destra.
Hornets sconclusionati in attacco e troppo molli in difesa.
Tabellone che segnava 0 per gli Hornets fino a 5:35 (ben 6:25 senza segnare) dalla conclusione del primo quarto, passando per due time-out chiamati da coach Clifford per cercare d’interrompere l’inerzia a favore di Cleveland.
Nel frattempo il solito sfarzoso Re LeBron James dalla lunetta (a 5:48) faceva registrare il clamoroso parziale iniziale di 0-21, un inizio da incubo, un incantesimo malefico poi spezzato (come già detto a 5:35) grazie ai primi due punti di Al Jefferson.
Il migliore dei titolari oggi, Walker, si lanciava nella difesa dei Cavalieri a 4:26 e portava a 4 i punti per Charlotte.
Clifford nel finale di primo quarto mandava in campo le seconde linee come usa abitualmente fare e Neal non tradiva la fiducia a 2:30 segnando un buon canestro dalla linea di fondo destra, nonostante porti ancora la protezione per la spalla infortunata. Walker, ancora in campo, a 1:51 segnava da 3 punti e portava in doppia cifra i Calabroni, 11-28.
Un duello vinto da LeBron su Henderson riportava sul +20 i Cavaliers. Nel finale Walker con le sue finte di crossover si staccava dall’avversario per il jumper frontale da due e fissava il punteggio finale del primo quarto sul 17-34.

Nel secondo quarto si rivedeva il Biyombo delle serate migliori.
Era proprio lui ad avvio ripresa a conquistarsi un rimbalzo a favore (errore al tiro di Neal) e a segnare in rabbiosa schiacciata.
Nonostante un time-out Cleveland, Neal a 10:24 segnava dalla linea di fondo sinistra.
I suoi due punti riducevano lo scarto tra le due squadre a 10 punti. Cleveland provava allora a prendersi qualche punto in più di margine ma Biyombo posto a guardia dell’alveare diceva no due volte ai Cavs.
Prima con una magnifica stoppata su Waiters a 8:58, poi recuperava sotto canestro in salto su un Marion ormai convinto di segnare e spazzava via il tentativo a 8:34.
Grazie all’energia della panchina Charlotte rientrava in partita con Henderson solissimo sotto canestro (LeBron era attardato a protestare, chiedeva un fallo sul suo tiro in attacco e gli altri difensori erano tutti altissimi a livello della lunetta) che schiacciava.
Poi Stephenson e Williams con due punti a testa portavano Charlotte a 2 possessi, 32-38. Il break degli Hornets era interrotto a 6:08 da Harris con una tripla dal lato destro.
A 5:01 era ancora Biyombo a rispedire al mittente la palla a spicchi che Varejao avrebbe voluto inchiodare a canestro, così, sul contropiede, Roberts indovinava il 3 punti per il 38-43 nonostante la panchina in campo giochi contro 4 titolari dei Cavs in quei minuti…
A 3:56 la danza di Kemba Walker nel pitturato confondeva la difesa, il play trovava così i punti del -3.
La magia s’interrompeva però con Stephenson che guadagnava due liberi, ma dalla lunetta lo 0/2 era una doccia gelata e caricava Irving cha andava a bersaglio dall’altra parte.
Waiters ne aggiungeva 5 (transizione sfruttando la palla persa dell’appena rientrato Jefferson e poi da 3 punti), così dal possibile -1 si passava al -10.
All’intervallo Charlotte ci arrivava con nove lunghezze di svantaggio, 45-54. Walker e James erano i migliori marcator per le rispettive squadre con un bottino personale di 13 punti.

Il secondo tempo iniziava con Jefferson e Zeller che complessivamente davano 4 punti agli Hornets, ma un Love caldo a 10:15 realizzava da 3 pt. e il punteggio muoveva sul 49-59.
Jefferson spingendo un po’ Varejao ed elevandosi per un mezzo fade-away più Stephenson con due punti al vetro riaccorciavano sul -6.
In difesa un raddoppio su LeBron era sfruttato con un passaggio per Love che tuttavia non riusciva a mettere la tripla, così Charlotte tornata in attacco a 8:46, si prendeva 2 liberi sfruttandoli con Zeller.
Charlotte arriva clamorosamente al -2 (minimo distacco ottenuto) con un floater di Stephenson a 8:08.
Il 57-59 resisteva fino a che Irving con un passaggio orizzontale schiacciato metteva davanti il canestro Thompson che mandava a segno la slam.
Una speed move di Jefferson sulla linea di fondo teneva ancora in partita gli Hornets (61-66), ma Cleveland aumentava lentamente il suo vantaggio, anche se Henderson a 2:50 artigliava con le unghie un passaggio sulla rimessa dal fondo di Neal e concludeva al volo.
Un altro tentativo di raddoppio su James di Williams (oltre Henderson suo marcatore), lasciava incustodito il lato sinistro, sul quale rollava Love, servito dal compagno.
Troppo lento Marvin a rientrare sull’uomo e arrivavano 3 punti facili per i Cavs a 1:34 che raggiungevano i 78 punti contro i 67 degli Hornets. 68-80 era il punteggio a fine terzo quarto.

Nell’ultimo quarto i Cavaliers riuscivano a controllare, anche con un po’ di fortuna, come quando Varejao segnava a 9:06 il 71-86 dopo una serie di azioni confuse con lotte a rimbalzo e transizioni fallite.
Roberts cercava con un’entrata di ridurre lo scarto.
Ci riusciva in entrata alzando il pallone oltre le mani di Thompson (75-86).
Charlotte cercava di difendere più intensamente ma sulla prima James batteva Henderson in uno contro uno grazie a un tiro, sfruttando l’altezza, poi, anche se Cleveland prendeva troppi rimbalzi in attacco, gli Hornets riuscivano a non farli segnare, infine un’ottima difesa costringeva gli avversari a far scadere i 24 secondi, anche se Varejao schiacciava involontariamente la testa di Zeller (lanciatosi in tuffo per recuperare la sfera) sul parquet stordendolo.
Walker riusciva a segnare due canestri di fila, di pregevole fattura per velocità d’esecuzione e conclusione il secondo a 4:11, quello che valeva l’80-90.
Lo stesso Kemba però falliva uno dei due liberi concessi sull’azione seguente e si faceva stoppare da James, nonostante due punti di Williams (quasi 3, punta della scarpa destra a toccare la linea di tiro) e un libero di MKG, gli Hornets rimanevano distanti. James chiudeva la gara con 5 punti personali e il punteggio finale era 88-97.

Prossima gara tra due giorni contro Phoenix in casa. Una partita alla portata. Bisogna cercare d’invertire la tendenza che vede Charlotte incassare la terza sconfitta consecutiva, mentre per l’inizio di settimana prossima si parla già di mercato e di Stephenson dalle parti della città del North Carolina.

Voti

Walker: 7
24 pt. (11/20), 5 assist, 5 rimbalzi, una steal e 3 perse. L’unico dei titolari in forma. Attacca senza paura e con cifre migliori di molte alter volte. Il meno peggio anche all’inizio dei titolari. Vince la sfida con Irving.

Stephenson: 5
8 pt. (4/12), 2 rimbalzi, 2 rubate e 4 assist. Come al solito Clifford lo fa accomodare in panchina nell’ultimo quarto. Avrebbe dovuto essere uno dei trascinatori, invece sembra ci sia incompatibilità di gioco con qualche elemento in squadra. 0/2 ai liberi e 0/3 da fuori, continua con le sue pessime percentuali…

Kidd-Gilchrist: 4,5
1 pt. (0/4), 4 rimbalzi. Rischierato da titolare, gioca una ventina di minuti. Non sembra per nulla in forma, né in attacco, né in difesa. Sembra soffrire per le sconfitte e i canestri che non arrivano, deve ritrovare ritmo e armonia con l’universo. Da nervoso sarà dura che combini qualcosa di buono.

Zeller: 5
4 pt. (1/4), 3 rimbalzi in 18:27 per lui. Soffre all’inizio su Love e poi non combina un granchè. Esce forse per la botta presa da Varejao.

Jefferson: 5,5
14 pt. (7/13), 8 rimbalzi, 2 assist. Secondo me un filo sotto la sufficienza. Potrebbe dare di più. In difesa è sempre troppo poco propenso a contrastare i tiri in maniera più aggressiva.

Henderson: 6
8 pt. (4/7), 2 rimbalzi. Subentrato questa volta dalla panchina, gioca 21:26 min. a corrente alternata. Il cliente è di quelli più scomodi, lui non demorde ma ha problemi fisici lampanti contro James.

Neal: 5,5
8 pt. (3/10), 6 assist, 1 rubata. Aveva iniziato bene, poi le percentuali dal campo sono scese e Charlotte non ha beneficiato del suo apporto come tiratore, in compenso apre spazi con i suoi passaggi, un plus minus di 19 non è solo frutto del caso.

Williams: 6
10 pt. (4/6), 2 rimbalzi. Finisce per giocare praticamente mezz’ora da titolare, difesa a volte attenta a volte rischiosa. In attacco c’è oggi.

Biyombo: 7
4 pt. (1/1), 4 stoppate e 7 rimbalzi in 16:45. Davvero non può coesistere con Jefferson in campo? Forse no, stesso ruolo ma complementari, peccato a Jefferson manchi una vera difesa, mentre a Biyombo manca l’attacco. Se gli Hornets avessero chi segna punti, un centro così tosto potrebbe partire anche in quintetto. La dimostrazione che oggi la panchina ha giocato meglio dei titolari, forse avevano più fame.

Roberts: 6,5
7pt. (3/6), 5 assist e 2 rimbalzi. Buona prova, utile nel suo mestiere di uomo assist e anche nel portare qualche punto dalla panchina.

Coach Clifford: 5
Una squadra costruita male in estate, una colpa non sua, il signor Cho dovrebbe essere sul banco degli imputati come l’entourage degli Hornets che gli ha dato fiducia e ha cercato il nome a tutti i costi dopo che Utah ha pareggiato l’offerta per Hayward. Non so se la colpa sia di Lance o con lui non ci sia feeling. Di certo non è riuscito a trovare un equilibrio con lui e lo fa intristire (meritatamente per come ha spesso giocato) in panchina nei finali. Buona reazione della panchina, ma la carica dei titolari che avevano messo a inizio dicembre sembra essersi già esaurita.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.